Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.372 del 08/07/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.39)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Bussola, Cantore Caramella, D'Ambrosio, Deorsola, Ghigo, Leo, Pichetto Fratin, Rossi Giacomo e Scanderebech.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento agli Ospedali Valdesi


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica sull'ordine dei lavori.



MANICA Giuliana

Signor Presidente, le pongo una questione che mi sembra di un certo rilievo relativa all'ordine dei nostri lavori.
La legge sulla montagna è certamente di grande importanza, ma avevamo previsto, per oggi, una comunicazione e una risposta ad un'interrogazione che avevamo presentato sulla questione degli Ospedali Valdesi.
Sappiamo quali sono le problematiche aperte sugli ospedali a Torino.
Sono di questi giorni (ma anche dei giorni precedenti) le cronache significative e preoccupanti relative all'Ordine Mauriziano e, più in generale, all'assetto complessivo della rete ospedaliera torinese. A nostro giudizio, si tratta di una questione di rilievo.
Ci saranno stati importantissimi e inderogabili impegni per cui l'Assessore non è presente nella seduta odierna e per cui la Giunta è compiutamente assente mentre avvengono vicenda come queste e non si è in grado di dare una risposta mentre si comprano gli ospedali o si vendono i patrimoni. Insomma, non si sa più cosa succede e ci sono notizie inquietanti a cui le istituzioni dovrebbero rispondere.
Ritengo che una situazione di questo genere sia estremamente grave.
Pertanto, richiedo di poter fare, seriamente e nella sede istituzionale, un punto sull'intera vicenda, e non solo sugli Ospedali Valdesi, che è oggetto di una nostra interrogazione. È opportuno, a questo punto, un chiarimento su tutta la questione relativa all'Ordine Mauriziano, su quello che oggi è l'intendimento della Giunta sulla sanità pubblica e sull'attuale ed eventuale Piano sanitario che verrà (se mai verrà, posto che lo stiamo attendendo da molto tempo), sulla situazione degli ospedali torinesi e soprattutto, sui rapporti esistenti tra la Regione e l'Amministrazione comunale di Torino, che è un soggetto di grande rilievo.
Ricordo che il Sindaco, a termine di legge e di riforma sanitaria, è autorità sanitaria a tutti gli effetti. Inoltre, a termine di modifica della legislazione sanitaria per opera del Governo precedente, sui Sindaci ricadono compiti di controllo e di programmazione più forti che nel passato.
Vorrei ricevere da lei una risposta in ordine alla questione che ho sollevato e all'urgenza di queste problematiche, e una calendarizzazione della vicenda di ordine istituzionale.
Non penso che una vicenda complicata come quella della sanità piemontese e torinese in questo momento possa essere elusa dalla sede istituzionale e diventare semplicemente oggetto di dibattiti spesso non rassicuranti per quanto riguarda i cittadini, e spesso pericolosi in ordine ai rischi surrettizi di privatizzazione di importanti strutture pubbliche.



PRESIDENTE

Durante la scorsa Conferenza dei Capigruppo si era discusso di tale questione, e avevamo stabilito di trattare questo punto nella seduta di martedì prossimo, perché l'Assessore D'Ambrosio aveva preannunciato l'impegno istituzionale odierno a Bruxelles.



MANICA Giuliana

Gli impegni sono tutti di un certo rilievo. Che l'Assessore D'Ambrosio avesse in calendario un impegno a Bruxelles era noto, perché ci era stato riferito.
A volte, però, si dovrebbe avere la consapevolezza dei propri doveri e della giusta posizione delle priorità.
Siccome la questione sanitaria piemontese è una priorità vera e l'andamento della vicenda la rende sempre più prioritaria, vorrei capire se l'Assessore D'Ambrosio dirige la sanità piemontese da Bruxelles - con la fiducia o la sfiducia del Presidente Ghigo - a corrente alternata, o se la si dirige di qui.
Bisognerebbe avere la sensibilità di cambiare le proprie agende politiche.



PRESIDENTE

Grazie. Ribadisco, però, che si era discusso della questione durante la Conferenza dei Capigruppo. In quella sede avevamo stabilito che martedì prossimo ci sarebbero state le comunicazioni, tant'è che era stata ipotizzata addirittura la convocazione di una seduta per le ore 17.30. Poi però, si è convenuto che non ci sarebbe stato lo spazio necessario.



(Intervento della Consigliera Manica fuori microfono)



PRESIDENTE

Era stato deciso che martedì prossimo ci sarebbero state le comunicazioni sul punto dell'Assessore D'Ambrosio. Si era cercato, per la verità, di calendarizzare tali comunicazioni questa settimana, ipotizzando un'apposita seduta per giovedì pomeriggio. Poi, però, non si è dato corso a questa eventualità.



MANICA Giuliana

Siccome l'aula è sovrana, l'aula può anche completare una decisione assunta in sede di Conferenza di Capigruppo, che è sede inferiore rispetto a quella dell'aula.
Pertanto, alla luce degli ultimi accadimenti, o si fa finta che non avvengono - per cui le cose scritte su un articolo di fondo di un importante quotidiano torinese non esistono, sono fatti di cui l'Assessore non è a conoscenza e non se ne occupa, questo problema non c'è - e allora si mantiene la comunicazione com'era stata prevista, oppure si prende atto dell'evoluzione della situazione e delle importanti questioni che devono essere discussione seriamente in sede istituzionale, per cui si allarga la comunicazione dalla questione del Valdesi a quella dell'Ordine Mauriziano alla rete ospedaliera torinese.
Mi pare che la mia richiesta vada in questa direzione.



PRESIDENTE

Prendo atto della sua richiesta. Le ricordo, però, che è già stata convocata la Conferenza dei Capigruppo giovedì. Pertanto, in quella sede si farà il punto su questa richiesta legittima.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Prima, con senso di responsabilità, avevo rinunciato ad intervenire vista la sua puntuale comunicazione nel ricordare quanto concordato alla Conferenza dei Capigruppo, calendarizzando la comunicazione nella prima versione, così come richiesta dai Democratici di Sinistra e dall'opposizione, per martedì prossimo. Invece, l'ultimo intervento della collega Manica, mi pone nelle condizioni di intervenire, a mia volta sull'ordine dei lavori.
Ho ben ascoltato che lei, giustamente, demanderà alla Conferenza dei Capigruppo (certamente la decisione sarà sua, in quanto Presidente dell'Assemblea) una valutazione sulla comunicazione più ampia, così com'è stato richiesto. Do atto, a termine di Regolamento, degli elementi, anche se citati per titoli (mi rendo conto che in un intervento di due minuti non si può fare differentemente), della collega Manica. Ricordo, tuttavia, che sulla questione del Mauriziano vi è pendente una richiesta di comunicazioni della maggioranza, proprio del Gruppo che presiedo, datata almeno sessanta giorni, perché anche il centrodestra e la Casa delle Libertà ha l'interesse politico di conoscere bene le informazioni sul Mauriziano, perché, com'è noto, dopo che è venuto a galla questo dissesto di circa 800 miliardi di vecchie lire di disavanzo, grandi debiti che sono stati costruiti dalla gestione Bergoglio, che certamente non è imputabile alla parte politica che noi rappresentiamo, per senso di dovere istituzionale ma anche per interesse politico abbiamo, a nostra volta (ecco perché avevamo fatto in tempi non sospetti una richiesta in questo senso) la necessità, qualora vi fosse una comunicazione più ampia, di avere ben una comunicazione sul Mauriziano anche su questa partita e sulle risultanze che sono a conoscenza della Regione riguardo gli interventi del Commissario e a chi collabora con lei, perché abbiamo anche noi, così come il Gruppo dei Democratici di Sinistra, la preoccupazione su questa partita del Mauriziano in particolare, perché questa gestione fallimentare l'ha portato dove l'ha portato. Avevamo detto, anche questo in tempi non sospetti, che il Mauriziano, per quanto ci riguarda, sia come piemontesi che come amministratori regionali, deve rimanere, a pieno titolo, un patrimonio dei piemontesi, a prescindere dalle amministrazioni.
Quindi, se così fosse - lo annuncio subito - alla Conferenza dei Capigruppo, qualora fosse allargata, ci riserviamo, come maggioranza ma soprattutto come Gruppo di Forza Italia, di porre delle domande e delle richieste specifiche sul tema.



PRESIDENTE

Si può legittimamente richiedere la parola per chiarimenti. Tuttavia siccome stiamo trattando la legge sulla montagna, se abbiamo chiarito questi punti ne parleremo giovedì in sede di Conferenza dei Capigruppo. In quella sede metteremo a punto la seduta di martedì prossimo, così com'era stato previsto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Forse la soluzione che lei ha prospettato è la migliore, ma visto che il Presidente Cattaneo ha colto l'opportunità della situazione e del contesto per esprimere giudizi di merito, intervengo semplicemente per ribadire che vi è una situazione che, a nostro giudizio, richiederebbe una rapida discussione. Naturalmente saranno esaminate tutte le caratteristiche e le responsabilità della gestione dell'ospedale Mauriziano. È nella memoria tecnica e politica di questa Regione il fatto che il debito dell'ospedale Mauriziano è stato determinato dalla Giunta regionale per compiere una vendetta politica che il Presidente Ghigo aveva promesso e garantito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Se apriamo un dibattito sulla sanità, lo portiamo avanti, Presidente.



PRESIDENTE

Per carità, per me possiamo farlo.



BOTTA Marco

inaccettabile sentire che vi siano volontà elusive da parte dell'Assessore alla sanità, il quale, per carità, può essere incolpato di tutto, ma non di venire qui a rispondere ogni volta su ogni cosa. Chi era assente, evidentemente, avrebbe dovuto farsi informare da chi era presente alla riunione dei Capigruppo.



BOTTA Marco

MANICA Giuliana (fuori microfono)



BOTTA Marco

Sono informatissima!



BOTTA Marco

Benissimo. Allora saprà che tutti i Gruppi, concordando, avevano deciso di trattare martedì la comunicazione sulla questione dei valdesi.
Questi fatti nuovi li ha letti sui giornali. E i giornali, si sa, fanno testo ma non possiamo scaldarci molto per quello che riportano, altrimenti tutti i giorni potremmo aprire un dibattito su mille questioni.
Inoltre, non posso che rigettare l'affermazione di chi mi ha preceduto che attribuisce ad una vendetta politica il deficit sul Mauriziano, perch di questo non si tratta. Come tutti sanno, si tratta di assunzioni clientelari fatte in vicinanza di elezioni politiche, anzi di elezioni regionali del 2000, che hanno contribuito all'attuale dissesto del Mauriziano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Ero presente alla Conferenza dei Capigruppo nella quale si concordò di discutere martedì prossimo della questione relativa all'ospedale valdese.
Le notizie comparse oggi in merito al Mauriziano danno conto di nuovi avvenimenti piuttosto gravi anche in termini di clientele, argomento sul quale il centrodestra penso abbia alta specializzazione, specialmente nel settore sanitario.
Sulla questione relativa all'ospedale Mauriziano, nonché sulla questione, in parte diversa, dell'ospedale valdese, spero che l'Assessore non sia reticente perché ho l'impressione che si tratti di due situazioni dietro le quali la tendenza a fare in futuro affari con la sanità da parte dei privati variamente sponsorizzati sia un fatto che é sulla bocca di tutti che va approfondito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io ero presente alla riunione dei Capigruppo e rilevo che inizialmente il Presidente era molto più disponibile alla richiesta che avevamo avanzato di una convocazione in settimana. Do atto che l'entusiasmo non era generale, perché nelle file della maggioranza si preferiva la giornata di martedì. Credo, tuttavia, che in questa vicenda più rapidamente si arriva a discutere e meglio è, anche perché tra le due situazioni, pur essendovi notevoli diversità, ritengo vi siano parecchie analogie.
Sono favorevole ad una discussione complessiva, così come ritengo almeno sugli ospedali valdesi, di non dover apprendere le notizie dai giornali. Spero, infatti, che in quest'aula consiliare si possa affrontare un approfondito dibattito e ricevere informazioni sufficienti a poter esercitare un ruolo e non semplicemente a registrare decisioni prese altrove.


Argomento: Comunita' montane - Montagna

Esame testo unificato disegno di legge n. 375 e proposta di legge n. 262 "Modifiche alla legge regionale 2 luglio 1999, n. 16" (Testo unico della legge sulla montagna)


PRESIDENTE

L'esame della legge sulla montagna, di cui al punto 3) all'.o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti. In tal senso, il Vicepresidente Riba aveva convenuto con l'Aula di fare una discussione generale su tutti gli emendamenti per poi votarli in sequenza.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 7 presentato dai Consiglieri Marengo, Cantore Bolla e Cota: All'articolo 5, comma 2, lettera f, numero 5 sono soppresse le parole "Meana di Susa" e "Moncenisio".
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Volevo invitare i colleghi a fare, su questo punto, una riflessione.
Ho ascoltato la dissertazione e i ragionamenti che l'Assessore Vaglio ha svolto nella prima mattinata di questa discussione, il quale, peraltro non ha assunto un orientamento preciso, però invito i colleghi a tenere presente che noi avevamo individuato un metodo per decidere l'atteggiamento da assumere su emendamenti come quello al nostro esame.
All'inizio di questa discussione, avevamo detto che potevano essere prese in considerazione le proposte di passaggio di un Comune da una Comunità montana all'altra, a condizione che vi fosse il sostegno non soltanto del Comune interessato a cambiare la collocazione da questa a quell'altra Comunità montana, ma che questo atto fosse accompagnato da altri due atti altrettanto importanti sul piano amministrativo: le delibere delle due Comunità montane, quella della Comunità montana che perdeva un Comune e quella della Comunità montana che lo assumeva in carico.
In questo caso, siamo in presenza di una situazione nella quale abbiamo due atti sui tre necessari. Adesso non intendo discutere la legittimità di questa proposta, non è questa la sede mi pare di capire; noi possiamo ovviamente, come Consiglio, essere sovrani, ma qui c'è un punto pregiudiziale: siamo in presenza di una proposta che non ha i requisiti che noi abbiamo considerato fondamentali, perché manca la delibera di una Comunità montana. Se è così, noi non possiamo fare discussioni che prescindono da questo fatto: il requisito o c'è o non c'è. Se non c'è, non possiamo immaginare una deroga; tra l'altro, fatta sulla base di quale principio, di quale valutazione? Noi abbiamo giustamente individuato quei tre criteri perché volevamo evitare le spinte più varie, cioè che un Consigliere si alzasse in questo Consiglio e proponesse un passaggio di un Comune da una Comunità montana all'altra sulla base di valutazioni che non erano il frutto di un percorso condiviso, perché il percorso condiviso è quello che noi abbiamo chiaramente individuato. In questo caso, manca la delibera di una Comunità montana.
Caro Assessore, stamattina quando sono intervenuto le ho chiesto questo. Io ho chiesto di parlare sul primo emendamento, se non ricordo male, domandando espressamente all'Assessore se gli emendamenti in discussione avevano oppure no quei tre requisiti. L'Assessore, rispondendo a quell'emendamento, ha confermato che c'erano i tre requisiti. Io, di logica, avendo concordato un'impostazione durante la discussione generale mi sono attenuto a quel metodo e ho ragionato partendo da quel metodo.
Prendo atto che l'abbiamo cambiato in corso d'opera: perfetto. Questo lo considero grave e lo considero sbagliato, per cui da qui in avanti Presidente, non parteciperò alle votazioni, in segno di protesta.
Quello che succede è una cosa incredibile; basta leggere gli atti della discussione generale, in cui l'Assessore competente è intervenuto sostenendo che sarebbero state prese in considerazione soltanto alcune proposte, indicando i tre requisiti fondamentali. Poi però scopro che cammin facendo, abbiamo derogato da questa impostazione; sulla base di quale principio? Non lo so, francamente; inventandoci, di volta in volta il grado di omogeneità di un Comune rispetto a una Comunità montana, ma venendo meno al principio che avevamo concordato, cioè a un metodo che avevamo assunto.
Se è così, Presidente, io rimango invece fedele a quel metodo e rimanendo fedele a quel metodo, che non io ma qualcun altro ha ritenuto di poter non sostenere o non rispettare, ritengo che in questo caso la logica vorrebbe che i presentatori dell'emendamento lo ritirassero esattamente per questa ragione: perché noi abbiamo stabilito di evitare decisioni discrezionali o motivate sulla base di ragioni che prescindono in molti casi da una valutazione istituzionale di merito molto attenta ai criteri che ci siamo dati, in modo che non prevalgono spinte le più diverse.
La logica vorrebbe che i presentatori ritirassero quell'emendamento perché non sono stati rispettati i tre requisiti. Il fatto che abbiamo invece votato - ne prendo atto - prescindendo da questo, lo considero assolutamente grave perché non era stato stabilito nella nostra discussione. Sin dall'inizio avevamo invece scelto una linea che io considero tuttora la più giusta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

L'ultimo intervento, svolto dal collega Ronzani, pone un problema di metodo. Abbiamo detto più volte in Commissione e abbiamo ribadito più volte in aula che almeno sul metodo dovevamo essere d'accordo, e il metodo era quello delle delibere del Comune, della Comunità montana entrante e della Comunità montana uscente.
Vorrei evidenziare che non abbiamo ancora votato nessuno degli emendamenti, li abbiamo illustrati, ma non ne abbiamo votato nessuno.
Quello che emerge è una discrepanza fra un metodo annunciato e un metodo utilizzato, pur all'interno di una sovranità consiliare che è sicuramente sempre attiva e sempre valida, perché ovviamente il Consiglio può anche decidere di cambiare, di invertire, ecc. Ad ogni modo, credo che i toni usati dal Consigliere Ronzani siano assolutamente da sottoscrivere.
Personalmente penso che, proprio per igiene politica nostra, per igiene politica di quest'aula, non si possa - caro Marengo - transigere rispetto a questo. Il problema, secondo me, è che rischiamo di impantanarci - lo dico chiaramente - in questa serie di emendamenti fatti a vantaggio o a sostegno di qualcuno o a svantaggio e contro qualcun altro per spostare definire, modificare il quadro delle Comunità montane. Quindi davvero spero che quest'aula si fermi un attimo e ragioni sul metodo che abbiamo scelto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questi emendamenti creano un interesse, soprattutto il n. 7), anche se la tematica è stata più volte sollevata già nella scorsa seduta (gli emendamenti precedenti avevano a che fare con la definizione delle Comunità montane, i loro limiti, i loro territori).
Più volte abbiamo sviluppato delle considerazioni sul fatto che una Comunità montana deve tendere a coincidere con i territori geografici con un criterio obiettivo e che solo i casi eccezionali possono essere accettati. L'eccezionalità, però, non può essere un elemento debole, un elemento per cui si cambia idea, cinque anni prima si vuole stare in una Comunità, cinque anni dopo si vuole stare in un'altra; l'eccezionalità pu essere rappresentata dal fatto che, pur essendo un Comune in una situazione geografica che lo colloca in una certa valle, magari le vie di comunicazione portano invece a un collegamento con altre zone, oppure vi sono legami consolidati nel tempo con altri luoghi.
Credo che non ci troviamo di fronte a questo; ci troviamo di fronte a una decisione che, tra l'altro, è recepita nella delibera, ma che vuole essere messa in discussione e vuole essere messa in discussione in quest'aula, non dagli amministratori della Comunità montana.
Abbiamo avuto un lungo iter di discussione in Commissione rispetto alla composizione delle varie Comunità. Ricordo che anche la collocazione del Comune di Moncenisio era determinata nella Comunità di Cenischia; tra l'altro, i due nomi dovrebbero rammentare che abbiamo a che fare con la stessa entità territoriale. Quindi c'è stato un lungo in Commissione, che ha affrontato tutti questi aspetti. Sono stati affrontati gli aspetti relativi a parecchie località , attraverso le consultazioni e una serie di confronti, si è arrivati a una definizione. Adesso, questa viene messa in discussione, soprattutto da parte della maggioranza e non di quei settori che si opponevano.
Questo non è un buon metodo di lavoro; è un metodo di lavoro che ci imbarazza e che crea problemi, perché la maggioranza, invece di avere uno spirito costruttivo, solleva interessi particolari di parte e di smantellamento della legge stessa.
Mi auguro che, su questo e altri punti, l'Assessore si impegni a mantenere una posizione che permetta di salvaguardare i lavori finora svolti e l'impegno sostenuto in Commissione. È chiaro, deve riguardare anche altri punti, perché, ad esempio, il problema di Murazzano solleva problemi analoghi: un percorso svolto in Commissione, dove si individua un iter e poi, in aula, viene rimesso tutto in discussione, spesso da parte di Consiglieri che, probabilmente, sono collegati a qualche lobby locale.
L'Assessore non può, una volta giunto in aula, fare come Ponzio Pilato e dire: "L'Aula è sovrana, io me ne disinteresso". Sarebbe un atteggiamento grave, non perché l'Aula non sia sovrana, ma perché ci si attende, da parte di chi governa, un atteggiamento attivo su tutti i provvedimenti, e non solo su alcuni, come, ad esempio, quello del buono scuola.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Questa discussione, che verte su un punto già approfondito, dimostra quanto fosse giustificato il dibattito della settimana scorsa, riguardante l'importanza di stabilire dei criteri.
E' importante, quando si devono stabilire dei confini, come quelli che abbiamo dovuto affrontare parlando di Comunità montane, discutere sui criteri che vengono adottati per prendere le decisioni.
Per questo motivo, intendiamo introdurre nelle finalità della legge alcuni concetti, come quello dell'unità territoriale, perché, se si parla di una comunità che fa riferimento a determinati valori, questi non possono essere superabili e non può essere ignorato il principio dell'unità territoriale.
Cosa è cambiato, allora, rispetto alla situazione precedente, per cui una decisione presa tempo addietro viene cambiata? Occorre capire se la variazione avviene in base ad un cambiamento del principio, del metro di misura e di analisi che avevamo assunto per stabilire i confini e i contorni di una Comunità montana.
Non comprendiamo la necessità di scorporare due Comuni da una Comunità montana, per inserirli nel territorio di un'altra Comunità montana.
Quando si parla di unità di intenti e di costituzione di raggruppamenti sovraccomunali, che si devono richiamare comunque a dei principi ispiratori, è importante il principio dell'unità territoriale. In questo caso, è inevitabile non sottolineare che il Comune che si vuole scorporare dall'area Cenischia è proprio quel Comune che porta il nome della valle stessa. I nomi sono significativi, pertanto è un discorso che ha una sua validità.
D'altra parte, anche l'Assessore Vaglio si è dilungato, nella sua illustrazione, cercando di spiegare il motivo per il quale il Comune di Moncenisio potrebbe non essere inserito nella Comunità montana della Val Cenischia. Nella sua lunga illustrazione, non ha spiegato, però, le motivazioni per cui si potrebbe pensare o si dovrebbe assentire alle sue affermazioni a favore di questo spostamento.
Il problema dell'unità territoriale di una valle, sollevato da tutta l'opposizione, ha una sua validità e questa non può essere superata semplicemente facendo ricorso al numero dei voti, come mi sembra abbia intenzione di fare la maggioranza. I voti sono importanti, possono sancire una decisione, ma sicuramente non possono sancire la ragionevolezza di un'affermazione.
In questo caso, la ragionevolezza dell'affermazione vorrebbe che - non essendo stato espresso un parere favorevole allo scorporo da parte della comunità della bassa Valle di Susa - la maggioranza per una volta non ragionasse in termini di voti, ma in termini di scelte, valutando quali devono essere i principi per i quali si stabiliscono i confini.
In questo caso, la proposta è di lasciare inalterati i confini, così come sono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie Presidente.
Assessore, in Commissione - se ricordo bene - ci fu una lunga discussione di fronte ad un fatto che fece un po' scalpore, perché io sottoscrissi insieme al Consigliere Bolla un emendamento.
Il Consigliere Bolla sicuramente ricorda che presentammo un emendamento congiunto, proponendo un'eccezione di questa natura: che laddove ci fossero ragioni socioeconomiche e territoriali particolari, in relazione al bisogno di gestire in modo associato dei servizi (era la legge sulla gestione associata dei servizi) si potesse propendere verso la soluzione che il riconoscimento di un eventuale finanziamento per tali servizi superasse l'ambito della Comunità Montana e consentisse tale possibilità a Comuni contermini per questioni territoriali, di ordine pratico, legati ai flussi di pendolarità da e verso determinate aree metropolitane (l'esempio classico era quello dei nidi).
Assessore, quello che mi stupisce è che lei in quella occasione ebbe un atteggiamento sostanzialmente rigido - più che lei il suo collega di Giunta Laratore - sostenendo che era assolutamente contro natura operare questa scelta.
Io oggi nei vari interventi non ho sentito una sola ragione di ordine socioeconomico e anche culturale che giustifichi un'operazione che porti a scorporare Moncenisio e Meana di Susa dalla Bassa Valle di Susa e dalla Val Cenischia per accorparle all'Alta Valle Susa.
Non so se lei replicherà a questi nostri interventi, Assessore, però io lo auspico, perché in valle si dice un'altra cosa. In valle si rumoreggia e si insinua che lei aspiri a diventare il sindaco di Moncenisio - intendo nella fase successiva, in una proiezione futura verso il 2005. Quindi, che lei aspiri, attraverso questa operazione, a diventare Presidente della Comunità Montana durante il periodo delle Olimpiadi 2006. Questo è quello che dicono le voci di popolo, poi saranno i fatti a darci ragione.
Siccome non credo che ci sia una ragione vera in queste voci di popolo così come non credo che il suo percorso e la sua carriera politica possa limitarsi all'ambito della Comunità Montana - pure ambita se si dovrà gestire la fase delle Olimpiadi - vorrei trovare ragioni più nobili che non siano quelle della bassa politica che richiamano alla I Repubblica, ma ragioni storiche e culturali.
C'è un vizio di forma in questa legge, perché la stessa legge che andiamo a riformare - mi pare all'articolo 6 - prevede almeno una Conferenza tra Regione ed Autonomie ed Enti locali per l'espressione di un parere, al di là della volontà espressa dai Comuni che hanno votato quella deliberazione. Cosa che non c'è stata. La Comunità della Bassa Valle Susa si è riunita ed ha preso una posizione contraria.
Chiedo poi all'Assessore un'ulteriore verifica ed approfondimento perché sicuramente in relazione all'atto c'è un vizio di forma. Noi stiamo modificando la legge, ma senza avere reso veramente partecipi le comunità locali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Mi sembra che ci sia un punto tra tutti da tenere in considerazione nel valutare l'opportunità di votare questo emendamento, che è quello segnalato per primo dal collega Ronzani - che si tratta di una decisione sulla quale una delle parti interessate (la bassa Comunità Montana Valle di Susa) non ha espresso un parere favorevole.
Il collega Contu si è spinto più in là - e spero che su questo l'Assessore Vaglio stia facendo una verifica - dicendo che addirittura si tratta di un voto contrario espresso a questa evenienza. In un caso, e soprattutto nel secondo, ci troveremmo di fronte ad una decisione che fa nascere un problema di rapporto tra le istituzioni, che non penso sia il caso che la Regione debba fare nascere.
Con tutti i problemi che abbiamo di tenere buoni rapporti (e tra i buoni rapporti c'è sempre non il centralismo ma la cooperazione, la discussione e la decisione insieme) mi sembra strano che, in forza di un emendamento "gettato" qua da un collega, si apra con un conflitto tra la Regione Piemonte e una Comunità Montana. Perché un conflitto c'è, anche se di basso tenore, se la Comunità Montana non si è espressa, ma non pu essere eluso.
Sarebbe azione di buon governo chiedere alla Comunità Montana Bassa Valle di Susa le ragioni di una non espressione di voto e cercare di convincere non il Comune, che è già convinto, e il ricevente che è convinto, ma il perdente (il Comune) a trovare una posizione istituzionale comune. Perché non penso che si tratti di fare un piacere o un dispetto a qualcuno.
Se invece non si fa così, il sospetto che si tratti di fare piacere o dispiacere a qualcuno, con mire che nulla hanno a che vedere con la razionalità dell'appartenenza a questa o quella Comunità Montana, diventa denso di ragioni.
Quindi, su questo emendamento chiederei intanto la verifica se sia vero o meno che la Comunità Montana Bassa Valle di Susa si è espressa in modo contrario. In ogni caso chiederei che l'Assessore, come minimo sospendendo un giudizio, respingesse l'emendamento - se questo viene confermato, perch potrebbe anche esserci un atto di buona volontà da parte del collega primo firmatario a ritirarlo - in attesa di concludere un confronto che porti ad unità d'intenti.
Si potrebbe anche non fare il braccio di ferro qui adesso; un aggiornamento di questo genere - l'Assessore lo sa - è sempre possibile concordandolo anche con l'opposizione in pochissimo tempo.
Se io fossi nella maggioranza di questa Regione - comunque mi schiero da questa parte - vorrei tanto evitare su un problema di questo genere, di aprire un conflitto istituzionale da parte della Regione, che è al di sopra delle Comunità Montane, proprio per costruire, anche in questa situazione un rapporto democratico, collaborativo e di confronto vero, nel tentativo di giungere ad un'unità istituzionale completa.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 10 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Vaglio, e della Consigliera Manica: all'articolo 5, comma 2, lettera g, numero 6 dopo la parola "Omegna", si propone di sopprimere le "Pella, Pettenasco".
Si tratta di un emendamento puramente tecnico, in quanto Pella e Pettenasco hanno chiesto di far parte della Comunità collinare. Direi che possiamo considerarlo discusso.
Emendamento rubricato n. 8 presentato dai Consiglieri Riba, Toselli Bussola, Casoni e Tomatis: all'articolo 5, che sostituisce l'articolo 3 della l.r. 16/1999, al comma 2, lettera d), la parola "Murazzano" è spostata dal numero 10 al numero 11.
Il parere della Giunta regionale, espresso dall'Assessore Vaglio, è favorevole.
Indìco la votazione palese mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 8.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 9 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Vaglio: all'articolo 5, comma 2, lettera d), numero 11, si propone di aggiungere infine, le parole "Trezzo Tinella".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 9.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 12 presentato dai Consiglieri Dutto, Brigandì e Bussola: all'articolo 5, punto d), numero 11, sono aggiunti "Pezzolo Valle Uzzone" e "Perletto" all'articolo 5, punto d), numero 12, sono cancellati "Pezzolo Valle Uzzone" e "Perletto".
Tale emendamento è ritirato.
Emendamento rubricato n. 27 presentato dai Consiglieri Tomatis, Angeleri Costa R., Toselli e Casoni: all'articolo 5, comma 2, lettera d), numero 12 dopo la parola "Langa" aggiungere le parole "Valli Belbo".
Il parere della Giunta regionale, espresso dall'Assessore Vaglio, è favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 27.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Costa E. e Bussola: all'articolo 5, comma 2, lettera d), numero 12 si propone di aggiungere le parole "Camerana, Prunetto, Monesiglio", che conseguentemente vengono eliminate dal numero 11, lettera d), comma 2, del medesimo articolo 5.
Tale emendamento è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Costa E., Riba Casoni, Toselli e Dutto: All'articolo 5, comma 2, lettera d), numero 12 si propone di aggiungere la parola "Monesiglio", che conseguentemente viene eliminata dal numero 11 lettera d), comma 2, del medesimo articolo 5.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Se contesta la votazione, ne dispongo la ripetizione.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Colleghi, non creiamo polemiche. La ripetizione è prevista anche dal Regolamento!



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma l'Assessore Leo non ha votato!



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Diamo atto che l'Assessore Leo non ha votato, pertanto non sussiste contestazione.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

L'Assessore Ferrero!



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, abbia pazienza, staremo più attenti durante la prossima votazione. Proseguiamo con l'emendamento rubricato n. 2.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Contesto questa votazione, perché l'Assessore Ferrero non ha votato ha votato qualcun altro al suo posto



PRESIDENTE

Dispongo la ripetizione della votazione palese, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dal Consigliere Costa E.: all'articolo 5, comma 2, lettera d), numero 12 si propone di aggiungere la parola "Camerana", che conseguentemente viene eliminata dal numero 11 lettera d), comma 2, del medesimo art. 5.
Il parere della Giunta regionale, espresso dall'Assessore Vaglio, è contrario.



COSTA Enrico

Lo ritiro.



PRESIDENTE

Tale emendamento è pertanto ritirato.
Emendamento rubricato n. 3 presentato dai Consiglieri Costa E., Riba Casoni e Toselli: all'articolo 5, comma 2, lettera d), numero 12 si propone di aggiungere la parola "Prunetto", che conseguentemente viene eliminata dal numero 11 lettera d), comma 2, del medesimo articolo 5.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. rubricato n. 3 sul quale la Giunta ha espresso il parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 7 presentato dai Consiglieri Marengo, Cantore Bolla e Cota: All'articolo 5, comma 2, lettera f, numero 5, sono soppresse le parole "Meana di Susa" e "Moncenisio".
Emendamento rubricato n. 6 presentato dai Consiglieri Marengo, Cantore Bolla e Cota: All'articolo 5, comma 2, lettera f, numero 6, sono aggiunte le parole "Meana di Susa" e "Moncenisio".
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu per dichiarazione di voto: Ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Mi permetto di parlare di questa realtà perché dei Comuni che stiamo accorpando è l'unica che conosco. Pertanto, ho preferito non votare i precedenti emendamenti.
Con questa legge oggi stiamo modificando la composizione delle Comunità Montane, ma credo che la Regione debba essere più attenta nel valutare alcune proposte quand'anche i Consigli comunali dei Comuni interessati esprimono un parere favorevole.
Siamo in presenza di un elemento non segnalato, oltretutto, in Commissione. È vero che la legge è sovrana e che il Consiglio regionale attraverso questo voto, bypassa tutte le procedure previste da questa stessa legge. Però un percorso lineare avrebbe dovuto implicare la convocazione della Conferenza Regioni-Autonomie locali, anche perché siamo in presenza di un voto di due Consigli comunali - quelli interessati - ma del voto contrario del Consiglio della Comunità Montana della Bassa Val di Susa.
Non la si è detta tutto su questo atto! Si è motivata, con ragioni socio-economiche, una scelta che a noi pare assolutamente non giustificata, che non trova riscontro né nel punto di vista geografico, n dal punto di vista commerciale e nemmeno dal punto di vista dell'interscambio. Basti considerare che per raggiungere Moncenisio da Oulx si deve scendere a Susa. Non so quale sia la vera ragione che porta ad operare questa scelta: non esiste alcuna ragione.
Volevamo lasciarne traccia a verbale, perché mi pare che questa sia una di quelle scelte poco limpide che - mi spiace collega Marengo - non è sufficientemente esplicitata in questo Consiglio nella sua ragione vera che probabilmente è più improntata ad un riequilibrio degli equilibri politici dell'intera valle che non a ragioni sociali e politiche, che pure dovrebbero essere alla base di questo provvedimento.
Per questa ragione, annuncio il voto contrario a questo emendamento e all'emendamento congiunto.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Come abbiamo già ribadito questa mattina, durante i vari interventi del nostro Gruppo, queste proposte non soltanto ci trovano in disaccordo Presidente Cota, ma ci imbarazzano. Mi spiace ci sia anche la sua firma, ma mi permetta di dirle che lei, evidentemente, ha firmato per ragioni politiche. E questo aspetto, Presidente Cota, mi preoccupa ancora di più perché avendo firmato per ragioni politiche, lei, che non ha quel riferimento al territorio come in qualche modo possono avere i Consiglieri di Forza Italia che hanno formulato quella proposta, conferma quello che avevamo adombrato come elemento di criticità, ovvero che non si tratta di una proposta che nasce dal territorio ma da un'operazione politica del Consiglio regionale, tant'é che il Presidente ha firmato solo quello.



PRESIDENTE

L'ho firmato per motivi non politici, però!



RIBA Lido

Voglio immaginare che sia per motivi sentimentali.



PRESIDENTE

No, territoriali.



RIBA Lido

Questa mattina abbiamo già adeguatamente chiarito, ma francamente non vi è stata alcuna risposta, perché l'Assessore Vaglio è intervenuto a sostegno dei proponenti, i quali hanno cercato di dimostrare ciò che è indimostrabile.



(Commenti in aula)



RIBA Lido

Collega Marengo, normalmente non mi perdo l'opportunità di seguire i tuoi dotti interventi. In questo caso, poi, era mio dovere indottrinarmi se avessi potuto.
Ma non ho trovato alcun elemento che riuscisse a convincermi che Moncenisio, chiamandosi "Cenisio", non faccia parte della Val Cenischia che, tra l'altro, deriva il suo nome da Moncenisio.
Poi mi hai anche spiegato che Moncenisio guarda la Val Cenischia da sopra: a tal riguardo, vorrei che mi dicessi dov'é un paese che guarda la valle da sotto. Tutti i paesi storicamente sono stati fatti sopra le valli e non sotto! In questa sede, dal punto di vista tecnico, tale intervento mi ha ulteriormente convinto che Moncenisio fa parte della Val Cenischia alle quale dà il nome, e che i paesi si trovano tutti sopra e non sotto l'acqua. Pertanto Moncenisio è nella Val Cenischia.
Il Comune ha chiesto di essere trasferito. La contiguità territoriale è di tipo puramente burocratico, nel senso che non è stato spiegato quali sono i confini che collegano Moncenisio dal punto di vista...



(Commenti in aula)



RIBA Lido

Ho capito, ma lo è da un punto di vista storico, culturale e geografico, tant'è che la ragione è tutta politica. E per ragioni tutte politiche un'operazione di questo genere non ci sta. Anzi, per ragioni tutte politiche abbiamo avuto delle difficoltà laddove sono state pervicacemente mantenute.
Mi pare che nella zona del Biellese, con molta più opportunità istituzionale, sia stata riscontrata la presenza dei tre requisiti: Comunità che chiedono - requisiti oggettivi - Comunità che ricevono e Comunità che cedono. In altri territori ci sono requisiti territoriali Comunità che ricevono - e delibere dei Comuni. In questo caso, mi pare ci sia la delibera del Comune che richiede. Non c'é il requisito territoriale.
Abbiamo dovuto dire "no" . Forse lo stesso collega Dutto non ha avuto la tua stessa fortuna nel trovare dei sostenitori, perché anche lo stesso collega poteva trovare la contiguità territoriale in quella tradotta che passando attraverso le diverse vallate, portava l'acqua e i prodotti della Valle Uzzone nell'area della Valle Bormida. Collega Dutto, ti è sfuggito forse non sei ancora abbastanza smaliziato come il collega sostenitore della tesi politica a favore della contiguità territoriale e dell'appartenenza del Moncenisio all'Alta Valle Susa anziché alla Valle Cenischia.
Per questi motivi, e anche perché la popolazione e i Comuni sappiano che questa manovra tutta politica trova in noi degli oppositori adeguatamente impegnati a fare in modo che questa operazione, se possibile, non passi, o comunque abbia tutti gli elementi che un'opposizione in Consiglio regionale può esprimere, noi esprimeremo un voto convintamene contrario a quella inopportuna, secondo me inspiegabile e certamente insostenibile proposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Anch'io torno a insistere su alcuni concetti e alcuni principi che avevo cercato di illustrare in precedenza. Come si sosteneva nel precedente intervento, mi sembra che in questo momento ci sia un atteggiamento tutto proteso al momento del voto, per cui i ragionamenti e le argomentazioni non sono neanche quasi ascoltate, in quanto si sa che quando arriveremo al voto non ci sarà storia, come si dice in campo sportivo, nel senso che chiaramente la maggioranza farà valere i muscoli dei numeri e non la ragionevolezza delle argomentazioni.
Le stesse affermazioni dell'Assessore stamattina, riguardanti il così ridotto numero di abitanti del Comune di Moncenisio, non sono un'argomentazione che possa essere usata pro o contro una determinata scelta; io credo che, come abbiamo cercato di ricordare, la scelta non possa che essere legata a dei principi oggettivi.
Per quanto riguarda i principi oggettivi, non credo che la definizione del territorio (Moncenisio si trova nella Val Cenischia), la definizione di un'unità di interessi in riferimento al territorio su cui la Comunità insiste sia significativo.
Relativamente alle affermazioni che sono state fatte poco fa dal Consigliere Contu circa la difficoltà di raggiungere dal Moncenisio la sede della Comunità montana, posso dire che con questa variazione, anzich avvicinare la Comunità montana agli abitanti di Moncenisio - saranno sicuramente pochi - in questo caso la allontaniamo. Questo è un dato di fatto oggettivo che nessuna parola o nessun numero della votazione potrà modificare: quando i cittadini, quei pochi cittadini di Moncenisio dovranno andare nella sede della Comunità montana, dovranno fare un percorso molto più lungo di quello che fanno adesso per recarsi nella Comunità montana con la quale e nella quale sono presenti.
Rispetto a questo elemento, penso che veramente basterebbe questa semplice osservazione per far rendere conto dell'assurdità della scelta che stiamo facendo.
Certamente, come ha detto l'Assessore, gli abitanti di Moncenisio sono pochi, saranno 20-30; c'è da augurarsi, a questo punto, che non abbiano mai o il meno possibile bisogno di avere dei rapporti fisici, degli incontri con l'Amministrazione, perché dovranno sicuramente affrontare un disagio maggiore di quello che affrontano adesso.
Sinceramente credo che, prima di votare, un pensiero a questo fatto da parte di tutti i Consiglieri dovrebbe essere rivolto. Per il resto ritengo che lo stabilire a priori di poter spostare un Comune da una Comunità montana a un'altra senza basarsi su dei principi, senza stabilire prima dei criteri validi, mi sembra un'assurdità.
Infine, mi sembra che possa essere vera l'affermazione che dice che la Comunità montana cedente non si è espressa, ma si potrebbe anche dire che non si è voluto ascoltare il parere di questa Comunità montana. La Comunità montana ha ripetutamente richiesto di essere ascoltata, ma su questo punto non c'è stato un segnale da parte dell'Assessorato. Quindi ritengo che questa scelta che stiamo compiendo andrebbe ponderata e, come diceva qualche Consigliere che mi ha preceduto, penso che una scelta oggettivamente corretta potrebbe essere quella di soprassedere su questa votazione e affrontare in un tempo successivo questo punto; l'abbiamo già fatto in molti altri casi e non capisco perché su questo punto non si possa pensare di sospendere la decisione su questo emendamento e affrontarlo in un tempo successivo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Indìco la votazione congiunta, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti rubricati nn. 7 e 6. sui quali la Giunta ha espresso parere favorevole Il Consiglio approva.



CHIEZZI Giuseppe

Contesto la votazione, Presidente.



PRESIDENTE

La contesta formalmente, collega Chiezzi? Prego, prenda pure la parola.



CHIEZZI Giuseppe

Contesto la votazione perché mi sembra che sia stato dato per presente il collega Cattaneo, che invece era fuori posto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Rossi richiede la votazione per appello nominale; tre colleghi si associano, per cui la ripropongo.
Indìco pertanto la votazione nominale richiesto dai Consiglieri Rossi Oreste, Dutto e altri), mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti rubricati nn. 7 e 6.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 23 Consiglieri hanno votato NO 10 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo, sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Voglio scusarmi con l'Assemblea per il fatto che il collega Manolino abbia votato in mia sostituzione, ma ero nell'emiciclo e ho chiesto la cortesia al collega, davanti al Presidente, di votare, come a volte succede, anche se il Consigliere Chiezzi - do atto - ha già evidenziato il problema alla Conferenza dei Capigruppo.
Senza polemica, voglio sollevare un altro problema che chiedo al Presidente del Consiglio e all'Ufficio di Presidenza di valutare. Con la stessa determinazione e con la stessa, non dico mancanza di buon senso, ma elasticità istituzionale, con la quale il Consigliere Chiezzi ci sollecita ad essere presenti nello scranno - e ha ragione - chiedo che, quando i colleghi dell'opposizione non partecipano al voto, quindi non sono presenti, si alzino dallo scranno ed escano dall'emiciclo. E' quantomeno imbarazzante avere in aula dei colleghi autorevoli non presenti, ma fisicamente presenti, compreso il collega Chiezzi, che quando non vota non è presente sugli atti, non è presente in aula, ma, inspiegabilmente fisicamente e ideologicamente è seduto nel suo scranno. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cattaneo.
Emendamento rubricato n. 10 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Vaglio, e della Consigliera Manica: all'articolo 5, comma 2, lettera g), numero 6, dopo la parola "Omegna", si propone di sopprimere le parole "Pella, Pettenasco".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 10.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Consigliere Riba, sull'ordine dei lavori, che interviene in qualità di Consigliere. Ne ha facoltà.



RIBA Lido

Ho visto in questo momento che è stata presentata una serie di emendamenti, tutti sottoscritti da un gruppo significativo di Consiglieri della maggioranza. Quando si tratta di emendamenti di natura tecnica questo può andare bene; in questo caso, però, si propone di ragionare sugli impianti di risalita, sulla determinazione delle aree demaniali degli impianti, sul finanziamento delle opere pubbliche o di interesse pubblico comunque utilizzate con l'apporto di fondi di origine pubblica. C'è una serie di questioni riguardanti una riformulazione della legge, con una serie di articoli aggiuntivi, modificativi, sostitutivi, che implicano l'individuazione di un testo unico di interventi, un piano di opere pubbliche e un progetto di tipo finanziario verso la montagna.
Ritengo che questo debba essere considerato ai sensi del Regolamento poiché si richiede il parere della I Commissione, trattandosi di materia finanziaria.
In termini politici, poiché abbiamo votato le determinazioni riguardanti la definizione dei territori, chiedo di fermarci a questo punto e riportare il testo in Commissione. O i colleghi soprassiedono sugli emendamenti che hanno natura contenutistica particolarmente significativa oppure ci consentano il tempo di verificarli in Commissione, per una discussione di merito.
Faccio presente, colleghi della maggioranza, che questo significa allontanare i tempi di approvazione di questa legge. D'altra parte, non potete immaginare di portare in aula una serie di elementi modificativi della legge e di definizione delle modalità di organizzazione delle opere pubbliche in montagna, senza che questo possa essere oggetto di approfondimento.
La mia è anche una domanda: perché? Perché li avete portati direttamente in aula, quando questa legge si riferiva esclusivamente alla ridefinizione dei territori, sulla base dell'indicazione delle norme che riguardavano gli Enti locali? Questo, francamente, è inspiegabile. Per altro verso, non sono contrario a discutere degli interventi in montagna; noi stessi ne abbiamo molti da proporre.
Invito, dunque, la maggioranza a ritirare questi emendamenti e a proporli in un testo unico di organizzazione dell'attività politica e del settore montano, perché discuterli adesso - Assessore - vuol dire allontanare l'approvazione di questa legge. Non potete chiederci di passare direttamente alla discussione in aula, rispetto ad argomenti che hanno una consistenza politica del tutto rilevante.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Consigliere Riba, innanzitutto, gli emendamenti di cui lei sta parlando, sono a partire dall'articolo 7, quindi gli articoli 5 e 6 li possiamo votare tranquillamente.
Inoltre, in ordine al merito della sua richiesta, si tratta di emendamenti che non incidono direttamente sul bilancio, quindi non è necessario il passaggio in I Commissione. Peraltro, colleghi, visto che la richiesta del collega Riba è relativa ad un numero di emendamenti presentati e poiché questa è una discussione che potrebbe essere affrontata meglio con un adeguato approfondimento, chiedo se vi è il consenso dell'Aula a riprendere la discussione, dall'articolo 7 in poi, nella seduta di martedì prossimo.
Prego, Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Se questo può servire per un approfondimento, per poi arrivare in aula e discutere, certamente non ci opponiamo.
Sulla questione del rinvio in I Commissione, invece, non siamo d'accordo, anche perché gli emendamenti citati dal collega Riba non comportano - come ha detto in modo molto chiaro, a microfono spento, anche l'Assessore competente - delle variazioni di bilancio.
Sotto un altro aspetto, gli emendamenti proposti non sono assolutamente stravolgenti; semplicemente, come avviene in alcuni percorsi legislativi si introduce in una legge più organica la soluzione di due o tre piccoli problemi.
Voglia Dio, collega Riba, che il Gruppo di maggioranza relativa, così come tante volte è avvenuto su altri provvedimenti, anche da parte del suo Gruppo, abbia almeno il diritto di proporre degli emendamenti di merito su importanti problematiche, sulle quali anche lei ha dimostrato una sensibilità, e voglia Dio che sia l'Aula a verificarli, vagliarli e approvarli o meno.
Per quanto ci compete - in modo che lei abbia un quadro generale e non dica, martedì prossimo, che si è in presenza di nuove ed eclatanti prese di posizione da parte di questo Gruppo o di questa maggioranza - il nostro Gruppo non ha alcuna intenzione di ritirare gli emendamenti, come lei ha richiesto.
Abbiamo certamente la ferma intenzione di confrontarci sul merito, con lei e non solo con lei, e solo successivamente al confronto di merito della tematica posta all'attenzione del Consiglio, prendere una decisione sull'eventuale ritiro o meno, sul quale siamo in questa fase indisponibili.
Successivamente, con la cognizione della materia e le risultanze della discussione stessa, prenderemo una posizione di voto che, per quanto ci riguarda, salvo elementi estremamente convincenti da parte sua, sarà certamente favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Sono d'accordo sul fatto che in una discussione come questa la maggioranza e i Consiglieri possano presentare degli emendamenti.
Però ricordo ai colleghi che abbiamo discusso questo provvedimento in Commissione e abbiamo fatto uno sforzo per individuare un testo che fosse il più condiviso possibile.
Siccome gli emendamenti che avete presentato non sono emendamenti di facciata, ma alcuni sono sostanziali, sarebbe ragionevole pensare, se volete mantenere il tipo di discussione che si è fatta finora, di convocare una riunione della Commissione. Martedì è convocato il Consiglio, e nessuno ci impedisce di riunire nei prossimi giorni, una riunione della Commissione. Lunedì è convocata la III Commissione, esaminiamo gli emendamenti, li approviamo o li respingiamo e li riportiamo in aula. Vorrei che i colleghi prendessero atto degli emendamenti. Non sono emendamenti aggiuntivi, ma emendamenti che integrano in maniera sostanziale il provvedimento che stiamo esaminando.
Da questo punto di vista, la logica vorrebbe che in Commissione facessimo un punto della situazione sugli emendamenti per tornare in aula e votarli celermente. Naturalmente tutto è possibile, ma questo provvedimento è rimasto fermo in Commissione per alcuni mesi.
Quindi, c'era tutto il tempo per valutare la materia in modo approfondito, e siccome questo provvedimento è stato iscritto ai lavori dell'aula per mesi e mesi, tanto valeva che noi, immaginando di dover presentare alcuni emendamenti, prevedessimo un passaggio in Commissione o consegnassimo questi emendamenti l'altra settimana, quando è cominciato l'esame del provvedimento in aula.
Per questo motivo, Presidente, riteniamo di accogliere la sua proposta di votare l'articolo 5 e l'articolo 6 e di aggiornare la discussione alla prossima settimana, ma riteniamo anche giusto, se vogliamo approvare celermente il provvedimento, prevedere che nei prossimi giorni la Commissione esamini questi emendamenti.



PRESIDENTE

Tutti abbiamo presentato degli emendamenti, e lo dico con onestà perch anch'io ho lavorato alla presentazione di alcuni di questi emendamenti.
Per rinviare il provvedimento in Commissione ci vuole una votazione dell'Aula.
Vicepresidente Riba, se lo richiede, io formalmente metto in votazione la proposta di ritorno in Commissione; però visto che sul fatto di rimandare a martedì la discussione, quindi di fare un approfondimento in settimana, c'è una convergenza generale, io accederei a questa seconda soluzione condivisa da tutti.
Questa seconda soluzione era relativa all'ordine dei lavori.
Concludendo questa discussione sulla procedura, vi devo dire che per la seduta di martedì mattina c'è l'impegno a fare le comunicazioni sulla questione ospedali, e quindi non la possiamo rimandare. Quindi prudenzialmente, per martedì sarà convocata una seduta serale.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 5 nel suo complesso.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Su questo punto penso che si possa accedere all'ipotesi di riportare il provvedimento in aula la settimana prossima, senza che ci sia un ritorno in Commissione come abbiamo fatto altre volte. Fermo restando che il provvedimento è in aula, la Commissione discute di questi elementi nell'ambito della sua competenza. Abbiamo utilizzato spesso questa procedura perché non determina un'ipotesi di spostamento.
La III Commissione è convocata lunedì, ma se il Presidente lo ritiene si può anticipare; altrimenti è convocata anche la VIII Commissione. Oppure si possono convocare insieme la Commissione III e VIII per lunedì mattina e discutiamo questi aspetti. Anziché convocarne una alle ore 9.00 e l'altra alle ore 12.00, si convocano entrambe le Commissioni dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e discutiamo di questi aspetti, in modo da proseguire il dibattito in aula nella seduta consiliare convocata per martedì.



(Commenti in aula)



RIBA Lido

Collega Cattaneo, stiamo all'interno di una procedura che abbiamo seguito altre volte. Ci sono proposte ed emendamenti importanti sui quali non posso esprimere in questo momento una valutazione né negativa n positiva; e sarebbe del tutto superficiale rispetto all'intensità della materia.
Discuterne lunedì nella Commissione non comporta alcuna interruzione del procedimento d'aula, che riprende martedì mattina.



PRESIDENTE

Tecnicamente c'è una richiesta formale di ritorno in Commissione per lunedì, con la condizione che comunque martedì il provvedimento ritorna alla discussione dell'aula.
Su tale proposta può intervenire un Consigliere a favore e uno contro.
A favore è intervenuto il Vicepresidente Riba.



(Commenti in aula)



RIBA Lido

Mi spiego meglio. Il provvedimento rimane in aula e martedì proseguiamo la discussione del provvedimento. Lunedì, avendo la convocazione della Commissione, possiamo esaminare (senza ritorno del provvedimento in Commissione) queste ipotesi di integrazione del testo suggerite con ordine del giorno.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per un minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 17.09 riprende alle ore 17.14)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nella breve riunione dei Capigruppo abbiamo convenuto che oggi si voteranno gli articoli 5 e 6 e che dagli articoli 7 in avanti si procederà alla discussione e votazione a partire dalla seduta di martedì, che proseguirà eventualmente anche nella seduta di mercoledì in seduta ordinaria e non serale.
Non ci sarà un rinvio formale in Commissione, ma lunedì in sede di riunione della competente Commissione verrà fatta una comunicazione con un esame istruttorio di questi emendamenti, senza un rinvio formale in Commissione e senza variare l'o.d.g. della seduta di martedì, che prevede il provvedimento in corso di discussione.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'articolo 5.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Sull'articolo 5, che è modificativo dell'articolo 3 della legge n.
16/1999 e lo sostituisce con un nuovo articolo che delimita le zone omogenee nelle varie realtà, noi abbiamo fatto le considerazioni generali che i collegi hanno svolto, prima, in Commissione e, successivamente, in Aula, sull'ordine di determinazioni scelte e individuate come criteri per la delimitazione di queste zone omogenee.
In particolare, come abbiamo illustrato nel corso del dibattito abbiamo una forte contrarietà rispetto alla collocazione dei Comuni di Meana e di Moncenisio. La riteniamo una scelta sbagliata e incoerente rispetto alle realtà di ordine territoriale e alle relazioni all'interno di quelle aree montane. Può essere anche foriera di un elemento di ordine negativo e non certo di un elemento positivo e di valorizzazione per questi Comuni. Consideriamo anche il fatto che questi Comuni sono di piccola entità, ma di rilevante importanza, proprio per questa ragione, all'interno della nostra realtà.
Sulla valorizzazione, in particolare dei piccoli Comuni nell'area montana, abbiamo aperto un confronto serio e abbiamo anche avanzato delle proposte concrete, successivamente, ne avanzeremo all'interno del Consiglio regionale, per cui, su questa collocazione, la nostra contrarietà è molto netta, l'abbiamo espressa in Commissione e l'abbiamo ribadita qui in Aula.
Il complesso dell'articolato, al di là di questo punto, che riteniamo particolarmente negativo, corrisponde ad un lavoro di confronto con la Commissione stessa e, prima ancora, con il territorio e con le realtà delle Comunità montane e delle Amministrazioni comunali, che, invece, per noi è condivisibile. La prevalenza di ordine quantitativo in questa direzione ci porterà ad esprimere un voto favorevole, ribadendo con nettezza la contrarietà a quella collocazione e chiedendo se non sia possibile sottoporre questa situazione ad una verifica sperimentale. Qualora da questa verifica sperimentale si realizzassero quelle condizioni negative che noi rileviamo, chiediamo che ci sia un atteggiamento aperto da parte della Giunta e dalla maggioranza a rivedere questa decisione, perché non ci sarebbe cosa peggiore che perseverare in un errore quando questo - come, a nostro avviso, sarebbe possibile fin da adesso - lo si individua con nettezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto.



MELLANO Bruno

Signor Presidente e colleghi, intervengo per annunciare che il Gruppo Radicale non partecipa al voto di questo articolo 5 e, magari, se il presidente Cattaneo gradisce, usciamo anche dall'Aula.
Non partecipiamo perché, nonostante la buona volontà dell'Assessore Vaglio e nonostante le buone dichiarazioni espresse in Commissione, nei lavori e nel lavorio che da mesi ci vede protagonisti di questa modifica della legge sulle Comunità montane, a nostro giudizio, non siamo riusciti a fare quanto era necessario e opportuno, cioè individuare un metodo, una forma, un oggettivo quadro entro cui inserire le modifiche. Il caso di Camerana rimane un esempio emblematico di cosa si dovrebbe fare e, invece di cosa si fa. Abbiamo avuto il caso - lo ha confermato l'Assessore Vaglio in un colloquio diretto che abbiamo avuto prima ai margini di questo Consiglio - di Comunità montane che si permettono di non rispondere alle sollecitazioni della Regione Piemonte. L'assessore ci ha detto che, quando viene chiesto un parere per definire l'iter procedurale, le Comunità montane non rispondono anche dopo mesi di sollecitazioni, però, noi con questa mancanza di materiale dobbiamo fare i conti.
Infine, nella nuova definizione delle Comunità montane - questione di cui non abbiamo parlato perché, evidentemente, c'è anche una convergenza di parallele esigenze - la loro creazione - parlo di quello che conosco per quel poco che conosco - sembra dettata più da esigenze specifiche di collocazione di Sindaci in scadenza che non da un'oggettiva esigenza di governo del territorio.
Pur con la premessa della buonafede e delle buone intenzioni dell'Assessore Vaglio, le scadenze temporali del Comune di Peveragno e del Comune di Chiusa Pesio mi sembrano troppo coincidenti con la creazione di una nuova Comunità montana ad hoc.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo, 6 nel testo originario Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Proporrei di svolgere ora la riunione dei Capigruppo.
Il Consigliere Angeleri ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, chiedo scusa, questa mattina, insieme ai colleghi dell'UDC e di altri partiti, anche di opposizione, avevo presentato due ordini del giorno, ne chiedo l'iscrizione, in particolare, di quello che riguarda la violazione dei diritti umani nella Repubblica del Congo.
Essendoci una situazione di emergenza, se c'è il consenso degli altri colleghi, chiedo di porlo in votazione, poiché mi pare che chieda un intervento urgente del Presidente presso il Governo italiano e le istituzioni europee, affinché si facciano carico di portare una situazione unitaria rispetto ai problemi di sicurezza militare, politica, umanitaria alimentare, sociale ed economica che interessa tutta quell'area.
Vista l'urgenza, chiedo al Presidente se è possibile l'iscrizione ed eventualmente, anche l'approvazione.



PRESIDENTE

Consigliere Angeleri, questi ordini del giorno innestano una serie di questioni, innanzitutto, bisogna avere quaranta voti, poi, è stato anche presentato l'ordine del giorno sui diritti umani sull'isola di Cuba possiamo affrontare qualche provvedimento veloce.
Colleghi, volendo affrontare ancora un provvedimento prima della riunione dei Capigruppo e valutando tra i vari provvedimenti iscritti all'o.d.g., propongo di trattare la proposta di legge n. 228: "Modica dei confini del Parco naturale dell'Alta Val Sesia".
La parola al Vicepresidente Toselli, che interviene in qualità di Consigliere.



TOSELLI Francesco

Non entro nel merito della decisione di continuare i lavori odierni con la discussione di altri provvedimenti, sulla quale, ovviamente, concordo e mi sembra più che mai necessaria data l'ora (possiamo, infatti, permetterci di lavorare ancora un po'). Ma siccome lei ha richiamato precedentemente alcuni ordini del giorno perché voleva porli in votazione, volevo ricordarle che vi è un ordine del giorno sulla corilicoltura, ovvero sulla tutela della nocciola Piemonte, che quest'aula ha già iscritto, ma non ancora discusso.
Chiedevo cortesemente, visto che vi era l'unanimità sulla approvazione, se potessimo porlo in votazione nella giornata di oggi.
Qualora non fosse possibile, prima di discutere altri ordini del giorno anche se gli stessi vengono proposti nella stessa seduta in cui vengono gestiti e indicati, chiedo che precedentemente si dia via libera a questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Accogliamo questa seconda richiesta, perché l'altra era un provvedimento che non era stato iscritto formalmente.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di legge n. 228 "Modifica dei confini del Parco naturale dell'Alta Valsesia" ed esame proposta di legge n. 244 "Modifica dei confini del Parco naturale dell'Alta Valsesia" (licenziata a maggioranza con voto negativo della V Commissione - proposta di ordine del giorno n. 698 ex art. 79 del Regolamento)


PRESIDENTE

Esaminiamo le proposte di legge n. 228 e n. 244, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Pedrale, che ha facoltà di intervenire.



PEDRALE Luca, relatore

Presidente e colleghi Consiglieri, la modifica dei confini del Parco dell'Alta Valsesia è un provvedimento atteso da quasi trent'anni dalla Comunità locale valsesiana ed è stato sollecitato, in più riprese, da parte di diversi Comuni e dalle stesse collettività che incidono sul territorio dell'Alta Valsesia.
La presente proposta di legge propone la modifica dei confini del Parco naturale Alta Valsesia istituito con legge regionale n. 18 del 19/04/1979 e modificata con legge regionale n. 42 del 18/04/1985 elaborata sulla base delle diverse esigenze manifestate dai Comuni di Carcoforo, Rima S. Giuseppe, Rimasco, Fobello e Ribella, che in tale senso avevano già presentato propria proposta di legge al Consiglio regionale il 24 dicembre 1998, il cui iter era stato sospeso alla fine della legislatura.
I Comuni, oltre a richiedere un'individuazione dei confini con una cartografia più precisa avevano espresso delle esigenze relative ai loro territori.
In merito al territorio del Comune di Carcoforo la modifica richiesta riguardava sia l'esclusione dai confini dell'Alpe Piana Bottino e dell'Alpe Giovanchera Bella, sia l'inclusione nei confini del Parco di un'area di superficie equivalente e comprendente l'area già acquisita dall'Ente Parco naturale dov'è stato edificato il Rifugio Alpe Massero e la zona dello Stabulario.
In merito al territorio del Comune di Rima S. Giuseppe si era ritenuto opportuno inserire l'area che l'Ente Parco ha già acquisito ma che è fuori dall'attuale territorio del Parco definito dai seguenti confini: confine nord-ovest - dalla cresta della Balma con partenza dell'attuale confine a circa 2000 metri sopra il livello del mare, si scende lungo il Rio della Balma fino alla strada provinciale; confine sud - lungo la strada provinciale e il torrente Sermenza; confine sud-est - lungo il torrente Bruciata (tra Bruciata e Giacet) con partenza dal torrente Sermenza fino ad incrociare l'attuale confine del parco.
Il Comune di Rimasco aveva richiesto una semplice rettifica dell'attuale confine in località Alpe Piane.
In merito al territorio del Comune di Fobello era stata proposta la seguente modifica: partendo da est della cresta nord dalla Vallata del Roj, costeggia il Rio Gumietto fino alla confluenza con il torrente Roj dove prende quota 1100 metri sul livello del mare fino al congiungimento del Rio del Garei, risalendo quindi la cresta sud della vallata del Roj.
In merito al territorio del Comune di Rimella la modifica riguardava: partendo da sud dalla confluenza del Rio del Roncaccio Superiore con il torrente Landwasser, risalendo lo stesso fino a 1300 metri di altitudine sopra la Frazione Roncaccio Superiore e proseguendo, passando sopra le Frazioni Roncaccio Inferiore, Riva e S. Antonio sempre a 1300 metri di altitudine fino al Rio Leversihirt, per risalire detto rio e portarsi a quota 1400 metri di altitudine e proseguire su detta altezza sopra la Frazione S. Anna, raggiungendo il Rio Zunengo, per poi ridiscendere lo stesso fino alla sua confluenza con il torrente Landwasser, riportandosi a quota 1300 e proseguire passando sopra la Frazione Ebe e sempre a detta altitudine raggiungendo la cima Visse Voglio.
In V Commissione la proposta è stata esaminata congiuntamente alla succitata proposta di legge presentata dai Comuni, riassegnata col n. 244 ai sensi dell'art. 9 della legge regionale del 16 gennaio 1973, n. 4.
Durante l'istruttoria la Commissione ha deciso di far proprie le istanze proposte dai Comuni, comprese quelle del Comune di Fobello, che con deliberazione del Consiglio comunale n. 14 del 30 settembre 2002 delibera di voler mantenere i confini del Parco naturale dell'Alta Valsesia per quanto concerne i territori del Comune di Fobello, così come sono stati definiti con legge 18 aprile 1985, n. 42.
Vengono così approvati a maggioranza i nuovi confini individuati con la nuova cartografia allegata alla proposta di legge, redatta sulla carta tecnica regionale in scala 1:25.000.
La proposta di legge è costituita da un singolo articolo (con l'allegata cartografia) che recita: "Art. 1 - La cartografia in scala 1:25.000 allegata alla legge regionale 19 aprile 1979, n. 18 (Istituzione del Parco naturale Alta Valsesia), come modificata dall'articolo 1 della legge 18 aprile 1985, n. 42, è sostituita dalla cartografia in scala 1.25:000 allegata alla presente legge".



PRESIDENTE

Se non vi sono interventi, passiamo all'esame dell'unico articolo.
ARTICOLO 1 - Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, dell'intera proposta di legge n. 228.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 26 Consiglieri votanti 25 Consiglieri hanno risposto SÌ 25 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Procediamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 698 di non passaggio ai voti (ex articolo 79 del Regolamento), relativo alla proposta di legge n. 244. Si tratta di una proposta di legge che ha sostanzialmente, analogo contenuto che, però, non poteva essere modificata e inserita in questo testo. Di questo se ne è tenuto conto nella predisposizione della legge che abbiamo approvato, quindi, per un fatto tecnico, dobbiamo votare il non passaggio agli articoli di questa proposta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 698, di non passaggio ai voti (ex articolo 79 del Regolamento), il cui testo recita:



PRESIDENTE

"Il Consiglio regionale vista la proposta di legge n. 244 'Modifica dei confini del Parco naturale dell'Alta Valsesia', presentata dai Comuni di Rimella, Fobello Carcoforo, Rima San Giuseppe e Rimasco nel corso della legislatura scorsa e assegnata con il n. 487, riassegnata alla V Commissione il 31.01.2001 ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4 (Iniziativa popolare e degli enti locali e referendum abrogativo e consultivo) vista la proposta di legge n. 228 "Modifica dei confini del Parco naturale dell'Alta Valsesia" presentata successivamente dal Consigliere Pedrale e assegnata il 18 gennaio 2001 alla competente Commissione consiliare, avente lo stesso oggetto e proponente una modifica ai confini contenuta in uguale cartografia considerato l'iter svolto dai due provvedimenti nella Commissione competente e le modifiche cartografiche apportate alla proposta di legge n.
228 rilevato che ai sensi dell'articolo 8, comma 5, della citata legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4 la proposta di iniziativa degli enti locali deve essere portata all'esame del Consiglio nel testo redatto dai proponenti, e che, quindi, non può confluire in un testo unificato rilevato infine che l'approvazione della proposta di legge n. 228 'Modifica dei confini del Parco naturale dell'Alta Valsesia' supera il contenuto della proposta di legge n. 244 approva ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento, il non passaggio ai voti degli articoli della proposta di legge n. 244 "Modifica dei confini del Parco naturale dell'Alta Valsesia', presentata dai Comuni di Rimella, Fobello Carcoforo, Rima San Giuseppe e Rimasco, in quanto il contenuto della proposta è superato dalla proposta di legge n. 228 approvata l'8 luglio 2003".



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Esame proposta di legge n. 264 "Valorizzazione delle espressioni artistiche in strada"


PRESIDENTE

Passiamo, ora, alla proposta di legge n. 264, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La relatrice, Consigliera Suino, dà per letta la seguente relazione: "La scelta che caratterizza questa proposta di legge è scritta nell'articolo 1 (Principi) che, in una sola riga, ne riassume lo spirito: La Regione Piemonte dichiara il proprio territorio ospitale verso le espressioni artistiche in strada.
La scelta dell'ospitalità èstrategica e fondamentale in quanto in Italia l'arte di strada è ancora regolamentata dall'articolo 121 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, ed è equiparata a mestieri ambulanti, superati dai tempi e dal progresso, quali quelli dei cenciaioli, dei venditori ambulanti porta a porta, dei facchini, dei cocchieri, dei lustrascarpe, dei compratori e rivenditori di pelli ed infine, genericamente, dei ciarlatani.
Il Parlamento sta tentando, in questo scorcio di legislatura, di sanare questo grave ritardo.
Ai sensi del sopracitato articolo 121 gli artisti hanno l'obbligo di comunicare preventivamente il luogo e la data delle loro esibizioni alle autorità di pubblica sicurezza e, inoltre, devono pagare la tassa per l'occupazione di suolo pubblico.
Appare del tutto evidente il carattere vessatorio oltre che superato e anacronistico di tale normativa, retaggio di un tempo in cui coloro i quali esercitavano 'mestieri girovaghi' erano visti con sospetto, come portatori di 'modernità' ed 'emancipazioni' troppo pericolose per i poteri costituiti. Il contesto storico e politico del tempo privilegiava il momento della vigilanza e del controllo sugli artisti, ritenuti 'diversi' che non la valorizzazione della loro 'arte'.
Nelle grandi capitali europee, nelle più grandi città d'arte del vecchio Continente, gli artisti di strada sono sostanzialmente liberi di esprimere la loro arte, il loro lavoro, senza costrizioni, senza limitazioni di ordine pubblico, secondo semplici e appositi regolamenti che tutelano e promuovono questa peculiare forma espressiva artistica. Al contrario in Italia le conseguenze concrete dell'applicazione dell'articolo 121 sono le multe e il sequestro degli strumenti e delle attrezzature, al quale, molte volte, si sono contrapposti interventi del pubblico e degli astanti che intervenivano 'a difesa' del lavoro e dell'arte degli artisti di strada.
L'arte di strada è una antica tradizione che consente l'incontro tra esperienze culturali e sociali diverse, che per un verso spezza i ritmi frenetici della routine metropolitana e i disagi di periferie troppo spesso trascurate, per l'altro restituisce vitalità alle nostre contrade di campagna.
Valorizza, vivacizza, abbellisce ulteriormente i nostri centri storici con i loro monumenti, permeandoli di espressioni, suoni e gesti diversi da quelli a volte caotici del rumore urbano, in particolare quello del traffico. Quando si svolge nelle periferie urbane, anche quelle più degradate è un momento di qualità e di riqualificazione. E' uno stimolo a 'vivere le città' e i nostri tanti comuni, con i loro commerci, consente alla gente di 'uscire' di casa, di appropriarsi del territorio e quindi di presidiarlo, fa ridere i nostri bambini e può dare gaiezza, oltre ad un sorriso, ai nostri anziani, anche a quelli che vivono nelle strutture istituzionalizzate.
Questa proposta di legge ha la peculiarità di affrontare il tema degli artisti di strada e di costituire uno stimolo per le riforme legislative e normative di carattere nazionale. Contestualmente lo scopo della legge è quello di garantire ai comuni piemontesi il pieno carattere di ospitalità nei confronti degli artisti di strada nell'esercizio dei loro mestieri.
L'articolo 1 (Princìpi) come detto, stabilisce questo concetto di ospitalità del nostro territorio nei confronti degli artisti di strada.
L'articolo 2 (Definizioni) stabilisce che tutte le attività delle arti svolte liberamente da artisti di strada su suolo pubblico sono da considerare espressioni artistiche.
L'articolo 3 (Finalità) nel definire le tante espressioni artistiche esibite in strada ne riconosce il ruolo di valorizzazione culturale artistica, di socializzazione del divertimento tra le persone, di affermazione di nuovi talenti e divulgazione del 'mestiere', di crescita culturale per il pubblico di ogni classe sociale, età e provenienza geografica secondo quanto stabilito dall'articolo 33 della Costituzione a tutela della libertà dell'arte.
L'articolo 4 fissa le modalità, limiti e durata delle esibizioni, e stabilisce che le attività di cui all'articolo 2 svolte secondo le modalità dei primi due commi del presente articolo non sono soggette alle norme in vigore sull'occupazione del suolo pubblico e del commercio ambulante.
L'articolo 5 fissa le (competenze dei comuni) che, entro quattro mesi dall'approvazione della legge, devono indicare i luoghi dove non si possono svolgere le attività artistiche. In caso di inadempienza dei comuni le attività possono essere esercitate liberamente nel rispetto delle norme della presente legge su tutto il territorio. Entro quattro mesi dall'approvazione della legge i comuni predispongono un regolamento contenente tutte le indicazioni relative alle modalità di esercizio delle attività delle caratteristiche delle attrezzature mobili e degli strumenti necessari per lo svolgimento delle attività. Altresì i comuni nell'organizzazione delle proprie manifestazioni devono consentire un certo numero di spazi a quegli artisti di strada che, pur privi di uno specifico contratto, decidessero di presentarsi liberamente all'iniziativa del comune.
Con l'articolo 6 la Regione istituisce quattro premi annuali a favore dei comuni che hanno promosso e sostenuto espressioni artistiche in strada e due premi annuali da assegnarsi ad artisti di strada che si sono particolarmente distinti nelle manifestazioni. Le premiazioni sia dei comuni che degli artisti avvengono contestualmente nei quattro comuni premiati.
L'articolo 7 stabilisce le norme finanziarie istituendo un nuovo capitolo di spesa nello stato di previsione del bilancio regionale".
Se non ci sono interventi, esaminiamo il relativo articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
Indìco, infine, la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 Consiglieri hanno votato Sì 29 Consiglieri Il Consiglio approva.
Convoco, seduta stante, la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.45)



< torna indietro