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Dettaglio seduta n.367 del 25/06/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


LIDO RIBA



(Alle ore 10.30 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 11.07)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Burzi, Bussola, Cantore, Cavallera Costa Enrico, Deorsola, Ferrero, Ghigo, Leo, Marcenaro, Pichetto Fratin e Rossi Oreste.


Argomento:

b) Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 26 e 27 febbraio 2003 e 04 marzo 2003, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

d) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Mariangela Cotto


PRESIDENTE

Comunico, altresì, che con decreto n. 59 del 25 giugno 2003, il Presidente della Giunta regionale Ghigo, attribuisce, temporaneamente, le funzioni di Vice Presidente della Giunta regionale, per la seduta del 25 giugno 2003, all'Assessore Mariangela Cotto.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 2155 dei Consiglieri Cattaneo, Bolla, Gallarini, Pozzo e Toselli inerente a "Chiarimenti organizzazione strutture assistenziali geriatriche da parte della ASL" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 2) all'o.d.g. che prevede "Interrogazioni ed interpellanze".
Comunico all'Assessore D'Ambrosio che, d'intesa con i firmatari Cattaneo, Bolla, Gallarini, Pozzo e Toselli, l'interrogazione n. 2155 inerente a "Chiarimenti organizzazione strutture assistenziali geriatriche da parte delle ASL" verrà discussa la settimana prossima.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 695 dei Consiglieri Palma e Mellano inerente a "Attuazione della riforma della medicina penitenziaria: adempimenti della Regione e delle Aziende Sanitarie Locali (combinato disposto D.lgs 230/1999 - 433/2000 - DM 20/04/2000 e 21/04/2000"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 695 presentata dai Consiglieri Palma e Mellano.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Presidente e cortesi colleghi, il Decreto Legislativo n. 230 del 22 giugno 1999 di riordino della medicina penitenziaria, ha trovato nella nostra Regione una situazione che, per certi versi, si era già indirizzata nel tempo verso l'integrazione e il coordinamento delle risorse, sia materiali che di personale, fra i diversi Enti coinvolti per quanto concerne l'assistenza soprattutto ai tossicodipendenti.
L'iter applicativo della riforma si é attuata, ad oggi, nel modo seguente. Devo necessariamente comunicare questo iter, perché il lavoro delle tre Regioni che erano state incaricate di attuare la sperimentazione (Toscana, Lazio e Puglia) non è giunto a buon fine, per cui oggi è stata costituita una Commissione paritetica con il compito di integrare le risorse e la progettualità del Ministero dell'Interno e del Ministero della Salute. In estrema sintesi, quanto previsto dal Ministro Bindi col Decreto n.229 ad oggi non è stato possibile attuarlo; pertanto vi esporrò qual è stato l'iter generale.
In un primo tempo, dicembre 1999 (il Decreto Legislativo risale al giugno 1999), il Ministero della Sanità ha disposto di trasmettere ad ogni ASL, entro il 31/12/1999, il testo della riforma senza alcun riferimento organizzativo.
Sulla Gazzetta Ufficiale del 01 giugno 2000 veniva pubblicato il Decreto Ministeriale che individuava le tre Regioni nelle quali far partire la sperimentazione, ovvero Toscana, Lazio e Puglia.
Sulla Gazzetta Ufficiale del 25 maggio 2000 veniva pubblicato il Progetto Obiettivo cui fa cenno l'interrogazione, che disponeva "...l'applicazione piena nelle Regioni che attuano la sperimentazione ai sensi dell'articolo 8 del D.lgs 230/1999. Nelle altre Regioni il Progetto Obiettivo si applica con riferimento alle funzioni effettivamente trasferite...".
Sulla gazzetta Ufficiale del 31 gennaio 2001 veniva pubblicato un ulteriore Decreto che al comma 2 recita: "Al termine della fase sperimentale, che si concluderà entro il 30 giugno 2002, sulla base della sperimentazione si provvederà al riordino definitivo del settore".
Come ben si evince da questo semplice elenco di provvedimenti, di fatto non vi è stato alcun trasferimento di risorse, né si è provveduto ad indicazioni organizzative, in quanto il contenuto del Progetto Obiettivo è da ritenersi applicabile soltanto nelle tre Regioni individuate dal Ministero.
Al fine di avviare, comunque, un lavoro di preparazione al riordino della medicina penitenziaria, come previsto nel Decreto Legislativo n. 230 del 1999, la nostra Regione ha aderito al progetto nazionale predisposto dal Ministero della Sanità, "Sperimentazione di una metodologia di intervento per le problematiche sanitarie nell'ambiente carcerario", ed ha attivato dal maggio 2000 un coordinamento dei responsabili dei SER.T. sul cui territorio di riferimento sono presenti gli istituti penitenziari.
Giova ricordare che i detenuti in Piemonte oscillano dai 4.000 ai 4.300. Le sole Vallette di Torino ospitano mediamente 1.400 detenuti.
L'attenzione dell'Amministrazione regionale, pur nelle more di applicazione della riforma, ha garantito in modo sempre più articolato l'assistenza ai soggetti tossicodipendenti ristretti, attraverso l'azione coordinata dei SER.T. territorialmente competenti, che si sono raccordati col personale del Ministero di Grazia e Giustizia e con gli operatori delle ASL di provenienza degli interessati. Inoltre, la Regione Piemonte ha varato e finanziato alcuni progetti sperimentali di particolare importanza: nella Casa Circondariale "Le Vallette" di Torino è stato avviato un progetto di lavoro, frutto di un gruppo di studio attivato con delibera di Giunta del 16/11/1998, i cui risultati sono stati: costituzione di un reparto di primo livello che permette di migliorare la presa in carico e la progettualità rispetto ad un programma di recupero dei detenuti implementazione della struttura a custodia attenuata di secondo livello denominata "Arcobaleno".
Gli altri progetti hanno riguardato l'assistenza sanitaria ai detenuti tossicodipendenti", con attivazione sezione I livello per i nuovi giunti presso la Casa Circondariale Le Vallette.
Vi sono altri progetti che non vi elenco, ma che sono contenuti nella risposta che vi darò da qui a poco. La Regione Piemonte, esclusa dalla sperimentazione su decisione autonoma del Ministero della Salute, non ha reputato opportuno richiedere di accedervi al momento della sua proroga perché inserirsi in corsa in una sperimentazione già avviata avrebbe potuto interferire negativamente con la realizzazione dei progetti avviati autonomamente in Piemonte, per la gestione dei quali la struttura amministrativa regionale era già duramente impegnata.
Si è scelto, quindi, di concentrare gli sforzi sulle azioni da noi già avviate, che ovviamente non contrastavano e non contrastano con quanto previsto con la riforma della medicina penitenziaria, per essere pronti ad attuare la riforma stessa nel momento in cui, mi auguro prima possibile, il governo centrale darà indicazioni in tal senso, trasferendo funzioni e risorse ai servizi sanitari regionali.
Ho detto sempre poco fa che la sperimentazione avviata in altre Regioni non è stata conclusa, e il previsto passaggio da assistenza penitenziaria al sistema sanitario è stato per il momento abbandonato.
Quindi, il progetto della riforma Bindi si è bloccato.
Mi risulta che è stata costituita una Commissione paritetica al Ministero Salute e Ministero Giustizia che rivedrà la medicina penitenziaria e si orienterà sull'integrazione laddove gli interventi sono carenti. Cosa fornisce il sistema sanitario regionale a questi detenuti? Devo dire che, a differenza della situazione nazionale, noi siamo quelli che stanno meglio, ancorché sarebbe veramente scorretto non riconoscere che l'assistenza ai circa 40 mila detenuti è veramente carente in tutte le parti d'Italia, soprattutto per quanto riguarda la specialistica, e in particolar modo per quanto riguarda la psichiatria e la psicologia. Proprio per pazienti di questo tipo, cioè affetti da dipendenze, sarebbe necessario che fosse rafforzata rispetto al non esservi della stessa.
I recenti avvenimenti successi a Roma dimostrano che se vi fosse stata la presenza di uno psicologo e uno psichiatra forse quelle vite umane che si sono spente, perché c'era un disturbo psichico, sicuramente sarebbero state salvate. Devo dire che in Piemonte questa assistenza ai tossicodipendenti sieropositivi è pressoché completa, vuoi perché ci sono questi progetti, vuoi perché la Regione fornisce i farmaci per i pazienti affetti da HIV.
L'assistenza farmaceutica, quindi soprattutto farmaci in fascia A, è fornita per intero; l'assistenza specialistica è fornita in parte dal Ministero, perché ci sono dei medici specialisti in convenzione, e in parte, per quelle specialità non presenti nelle carceri, viene fornita all'esterno dalla sanità regionale.
Devo dire che siamo l'unica Regione con un reparto psichiatrico che come gli addetti ai lavori e gli interpellanti sanno più di altri, è un reparto integrato con un progetto ASL 3, che è l'ASL del Maria Vittoria con il Ministero.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Vorrei fare innanzitutto una considerazione procedurale che le rivolgo come Presidente di seduta, e non ne faccio una colpa diretta all'Assessore D'Ambrosio, che magari non è stato neppure informato.
Sarebbe il caso che ci fosse qualche rapporto tra quanto viene concordato alla Conferenza dei Capigruppo, in ordine alla discussione delle interrogazioni, e le interrogazioni che giungono qui in discussione. Se qui giungono in discussione le interrogazioni che sono pronte, è del tutto inutile discutere alla Conferenza dei Capigruppo l'ordine delle interrogazioni da discutere.
Io avevo richiesto tutt'altra interrogazione, ben più urgente, che non è stata sollecitata all'Assessore D'Ambrosio. Oggi l'Assessore arriva diligentemente a rispondere ad un'interrogazione sicuramente importante, ma non è quella che avevamo richiesto. Al di là di questo, rispetto alla medicina penitenziaria, possiamo fare una considerazione di questo tipo. La logica della riforma era la logica dell'integrazione dei servizi di medicina penitenziaria all'interno del sistema del servizio sanitario nazionale.
Una logica, in linea di principio, molto condivisibile, perch contribuiva a superare quell'esclusione e quella marginalizzazione del carcere anche all'interno del sistema dei servizi, ritenendo che la vecchia medicina penitenziaria, peraltro difesa anche da personaggi autorevoli nel nostro Paese, creasse una sorta di sanità separata, che non garantiva ai cittadini detenuti gli stessi diritti garantiti ai cittadini nel loro complesso.
Se questa è la logica della riforma, l'attuazione della riforma ha confermato e peggiorato l'assetto precedente, nel senso che adesso l'unica cosa chiara è che esistono decine di normative che si sovrappongono, esiste un decreto del 99 che dà un'indicazione di massima e una serie di decreti ministeriali successivi che ne contraddicono la portata. Di fatto l'unico effettivo trasferimento di competenze, funzioni e risorse attiene, con la messa a carico alle ASL territorialmente competenti, ai servizi per le tossicodipendenze.
Per il resto, la medicina penitenziaria oggi non è né ministeriale n territoriale; è assolutamente una terra di nessuno, in cui succede pressappoco di tutto. Quindi, dove ci sono ottimi operatori, le cose più o meno funzionano,e dove non ci sono ottimi operatori, le cose semplicemente non funzionano, e l'integrazione tra carcere e territorio sull'erogazione dei servizi sanitari è lontanissima da venire. Assessore D'Ambrosio, ieri ho visitato il carcere delle Vallette, dove ho trovato un detenuto proveniente dal carcere di Ivrea - quindi all'interno della nostra Regione affetto da una grave patologia tumorale, con un'indicazione chirurgica da parte del medico del carcere di Ivrea, che è stato prima parcheggiato per due mesi e mezzo al centro clinico di Secondigliano, per poi essere trasferito, grazie ad aiuti e pressioni anche politiche, al carcere delle Vallette, per andare finalmente, alla fine di questa settimana, alle Molinette per operarsi per la sua grave patologia tumorale.
Quindi, tre mesi con un'indicazione chirurgica attestata dal medico dell'ospedale di Ivrea per arrivare ad operarsi all'ospedale delle Molinette con tre mesi di ritardo. Questo significa una sola cosa Assessore: che non esiste nessun tipo di rapporto tra la medicina penitenziaria e il servizio sanitario. Rispetto all'eccellenza del sistema piemontese, è vero che il carcere delle Vallette è l'unico carcere italiano che ha un sistema di osservazione psichiatrica. Non è il solo che ha gli psichiatri, ma è l'unico che ha un reparto di osservazione psichiatrica con un monitoraggio a distanza anche relativamente sofisticato. Però è anche vero che questo è un progetto gestito insieme all'ASL, ma è ministeriale nella sua logica ed è l'unico centro psichiatrico di tutta Italia. In quel centro di osservazione psichiatrica arrivano da Napoli, non meno che da Palermo e da Milano, perché è l'unico servizio di osservazione psichiatrica. Per altro verso, la Regione Piemonte non ha neppure un centro clinico penitenziario. Non ha il centro clinico che ha Pisa, non ha il centro clinico che ha Secondigliano. Sostanzialmente, una Regione che ha tredici carceri per oltre quattromila detenuti non ha un reparto di ospedalizzazione penitenziaria come altre regioni italiane hanno.
In terzo ed ultimo luogo, esiste un problema di sistema che lei deve in qualche misura porre al responsabile politico delle carceri italiane che congiunturalmente - è pure persona che conosciamo - è un sottosegretario piemontese eletto a Torino. Non è credibile che, mentre la spesa sanitaria aumenta regolarmente nel territorio italiano del 3, 4, 5, 6% all'anno a seconda delle diverse regioni, la spesa per la medicina penitenziaria si sia ridotta nella nostra Regione (vado a spanne del 25% dal '99 ad oggi) in un trend di diminuzione complessiva degli stanziamenti della medicina penitenziaria in Italia.
Questo non è un problema burocratico di organizzazione, ma un problema di scelta politica. Se lo stesso governo che ritiene di dover finanziarie un aumento della spesa sanitaria fuori dal carcere ritiene di dover ridurre - possiamo discutere sui numeri, ma è certo che l'abbia ridotta - la spesa della medicina penitenziaria nello stesso periodo in un ambiente in cui i livelli non solo di mortalità, ma anche morbilità sono ampiamente superiori, evidentemente fa una scelta politica che è sconvolgente nella sua cecità.
Quello che chiedo, al di là della rassegna della normativa che non sottoponiamo, è che lei commenti, esamini insieme agli uffici e verifichi insieme al sottosegretario delle carceri della nostra regione se è fatale o, peggio ancora, doloso che all'interno delle carceri italiane la politica della spesa sia una politica così assurdamente restrittiva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Chiedo ancora una volta - sto diventando stucchevole - di poter abbassare la temperatura. Non è possibile che tutte le volte si debba richiedere l'abbassamento della temperatura.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interpellanza n. 2045 dei Consiglieri Placido, Suino e Riggio inerente a "Residenza assistenziale flessibile nell'ex ospedale psichiatrico di Collegno"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2045, presentata dai Consiglieri Placido, Suino e Riggio.
Risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali

La struttura per disabili a cui si fa riferimento è stata realizzata ed è stata autorizzata al funzionamento con deliberazione del Direttore Generale dell'ASL 5 del 20/12/2001; per la sua realizzazione ha ottenuto un finanziamento regionale nell'ambito pluriennale di interventi e, in teoria di ristrutturazione edilizia ed ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico ai sensi dell'articolo 20 della legge dell'11/03/1988 n. 67, per un importo di L. 2 miliardi e 400 milioni.
Il Consiglio regionale del Piemonte, con deliberazione del 30/01/1990 n. 1204-CR 1303 adottò il programma decennale e triennale di investimenti ex articolo 20, L.67/1988, prevedendo per l'ASL 24 di Collegno la realizzazione della RSA per disabili in oggetto, il cui progetto è stato successivamente approvato con DGR n. 60-9136 del 27 maggio 1996.
La tipologia di pazienti ospitatiti è "disabili psicofisici medio gravi"; la capienza è di 30 posti letto; la struttura è coerente con i disposti del DPCM 22/12/1989 e risponde agli standard descritti.
Relativamente all'osservazione avanzata dalle Associazioni dei familiari dei disabili sull'ubicazione individuata, all'interno dell'ex ospedale psichiatrico, è da rilevare che l'ex Ospedale psichiatrico di Collegno ha ormai totalmente cambiato la sua destinazione, accogliendo al suo interno servizi ambulatoriali ed amministrativi dell'ASL 5 e dell'Università di Torino, facoltà di Veterinaria.
Si può quindi escludere l'applicazione di un modello di emarginazione e segregazione dei disabili.
In merito al numero di posti letto, 30, è da rilevare che il progetto risale a prima dell'emanazione della legge regionale n. 43 del 1997, nella quale è stata individuata la tipologia RAF con capienza massima ammissibile di 20 posti letto.
Il progetto rientrava nel piano di superamento dell'ex ospedale psichiatrico, approvato con deliberazione del Consiglio regionale del 28 gennaio 1997 (n. 338-CR1371).
Nel quadro di questo superamento dell'ospedale psichiatrico risultava determinante anche la realizzazione di questa struttura per il ricollocamento di alcuni pazienti. Si precisa che la procedura di inserimento di tali pazienti nella nuova struttura ha previsto la verifica del piano individualizzato e l'accordo dell'ASL e dell'ente gestore delle funzioni socio-assistenziali competenti alla presa in carico di ciascun paziente. Relativamente alla richiesta di realizzare nuove strutture per disabili nel territorio dell'ASL 5, si fa presente che, a seguito del bando predisposto dalla Giunta regionale con deliberazione 34-234000 del 9 gennaio 1997, è stato approvato il progetto di realizzazione di una RAF da 10 posti letto sita in Collegno (TO) presentato dalla cooperativa CHRONOS.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Ringrazio l'Assessore e chiedo di avere copia scritta della risposta.
Una parte della replica mi è sembrata una risposta - per certi versi non poteva essere diversamente - burocratica che non risolve il problema evidenziato. Rispettare i parametri mi ricorda le classi delle scuole: "...fino ad un massimo di...". Considerando che parliamo non di ragazzi delle scuole elementari o medie, ma di persone che hanno una serie di problemi, non è condivisibile, e per questo non accettabile, la risposta burocratica dell'Assessore. Verificheremo se la situazione rimane ancora così; teniamo presente che è un'interrogazione del 4 febbraio su una situazione di fine 2002, inizio 2003. Se la situazione fosse la stessa che segnalavamo nell'interrogazione, riprenderemo l'argomento magari non in Consiglio, perché - come lei sa meglio di me - le dinamiche del Consiglio sono di un certo tipo, quelle fuori sono altre e a volte risolvono meglio i problemi. Tuttavia ringrazio l'Assessore, al di là della non soddisfazione della risposta. Infine, se il Presidente me lo consente, vorrei intervenire sull'ordine dei lavori. L'altra volta avevamo segnalato che su 21 interrogazioni e interpellanze, 18 erano dell'Assessore Pichetto. La media è un po' migliorata, perché siamo a 18 su 26. E' un modo insostenibile di lavorare. O cambiate l'ordine, oppure noi su questo argomento faremo un passo ufficiale, al di là di quello che sto dicendo in questo momento.
Neanche con i ragazzini ci si comporta in questi termini!



PRESIDENTE

Grazie, collega Placido. Poiché o a me o al collega Toselli, a turno tocca esperire la parte del sindacato ispettivo, possiamo aggiungere la nostra segnalazione del fatto che effettivamente ciò accade e occorre pervenire ad una formulazione di risposte da parte degli Assessori in maniera più articolata, in modo che il sindacato si possa comunque esperire.
Questa è un'opinione, ma credo che raccolga il senso di un problema che si sta riproponendo. Grazie per la segnalazione, che è oggettiva e quindi condivisa.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interpellanza n. 1268 dei Consiglieri Contu e Papandrea "Detrazione forfetaria del 10% per i costi relativi alla gestione di diversi progetti dell'ASL 1"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interpellanza urgente n. 1268 dei Consiglieri Contu e Papandrea, cui risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'interpellanza dei Consiglieri Contu e Papandrea attiene alla detrazione forfetaria del 10% per i costi relativi alla gestione di diversi progetti dell'ASL 1.
In merito, riferisco che con disposizione n. 1496 del 21 gennaio 2002 (e datata per i motivi noti), la Direzione Generale dell'ASL 1 ha deciso di assegnare ai dirigenti interessati i finanziamenti vincolati ottenuti praticando sugli stessi una riduzione forfetaria pari al 10% del totale.
Avendo constatato che in tutte le determinazioni dirigenziali di utilizzo dei vari finanziamenti mancava l'individuazione dei costi di gestione dei progetti stessi, quali, a puro titolo esemplificativo personale, utenze, servizi economati, ammortamenti, ecc., e riconoscendo l'indubbia difficoltà a calcolare con precisione le quote parti delle spese generali determinate dalla gestione di ciascun progetto finanziato con vincolo di destinazione, la Direzione Generale dell'ASL 1 ha - secondo chi vi parla - legittimamente valutato di operare una stima forfetaria pari appunto al 10% del finanziamento totale erogato.
Quindi, tale provvedimento non rappresenta un "taglio" (così come è stato evidenziato dai Consiglieri Contu e Papandrea), ma piuttosto l'applicazione di una prassi di corretta attribuzione nel bilancio aziendale dei costi che la gestione di un progetto finanziato con fondi a destinazione vincolata comporta.
A questo riguardo, si può sostenere che la percentualizzazione forfetaria rappresenta una prassi vigente nella Pubblica Amministrazione per individuare e stabilire, anche in via approssimativa, i cosiddetti costi di ribaltamento.
Infatti, la progettazione e la successiva attuazione di interventi innovativi, di ricerche e di sperimentazioni comportano necessariamente spese di carattere generale che nelle richieste di finanziamento presentate alla Regione, ovvero al Ministero della Salute, non vengono di norma considerate, ma alle quali si deve comunque far fronte.
Di conseguenza, la detrazione forfetaria non può considerarsi come "distrazione di fondi", anche in considerazione del fatto che molti finanziamenti vengono concessi con riduzioni percentualmente rilevanti rispetto ai costi complessivi che l'Azienda Sanitaria deve comunque sostenere per la realizzazione dei progetti stessi.
Quindi, l'attribuzione della quota forfetaria del 10% per sostenere i costi di ribaltamento non riveste assolutamente una funzione penalizzante e neanche può mettere a rischio il conseguimento dei risultati previsti con i progetti. Anzi, è vero esattamente il contrario. Infatti, adottando questa prassi, l'Azienda dimostra la volontà di mantenere ed incentivare le attività di presentazione di progetti innovativi, che, è giusto sottolinearlo, rappresentano il segno di una positiva capacità progettuale degli operatori dell'azienda sanitaria, ma nello stesso tempo riconosce su di sé l'obbligo ed il dovere di vigilare affinché tutti i costi delle varie attività aziendali siano evidenziati con chiarezza.
Inoltre, l'attribuzione nel bilancio aziendale della quota così calcolata a copertura dei costi generali da sostenersi per la realizzazione dei progetti rappresenta una corretta applicazione di quanto stabilito dalla vigente normativa in materia di predisposizione dei bilanci.
Concludendo, alla luce delle considerazioni effettuate, non si ritiene che la scelta dell'ASL 1 sia immotivata ed illegittima e che, di conseguenza, vada ritirata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per la replica



PAPANDREA Rocco

La risposta a questa interpellanza riguarda un'altra stagione, riguarda dibattiti ampiamente svolti in quest'aula, e quindi non svolgo molte considerazioni nel merito, perché nel frattempo non solo non è stata ritirata, ma è ormai tutto alle nostre spalle.
Rilevo che c'è una certa inefficienza nello svolgimento delle interpellanze e nella metodologia con cui le discutiamo. Discutere su problemi di bilancio dell'anno 2002 a metà del 2003 è ampiamente inefficace, pur trattandosi di problemi che, proprio perché sono stati abbondantemente discussi, spesso hanno ricadute importanti sulla vita dei cittadini.
Quindi, il problema non è quello di esprimere soddisfazione o meno rispetto ai contenuti della risposta, ma il modo con cui riusciamo a non discutere dei problemi in tempi efficaci ed efficienti.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1984 presentata dal Consigliere Giordano inerente a "Sospese temporaneamente le attività di polizia mortuaria sino ad oggi svolte dal personale sanitarie delle ASL"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1984 presentata dal Consigliere Giordano, cui risponde l'Assessore D'Ambrosio.
Prego di rintracciare il Consigliere Giordano, che so essere presente perché diversamente, tra il combinato disposto dell'assenza dei Consiglieri e di quella degli Assessori, "Belessì fuma più niente" (Traduco: Qui non facciamo più niente). Ringrazio il Consigliere Giordano per essere rientrato.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Il collega Giordano ha presentato questa interpellanza che fa riferimento alla sospensione temporanea delle attività di polizia mortuaria fino al momento in cui ha inviato questa interpellanza, svolte dal personale sanitario delle ASL. La delibera di Giunta regionale n. 115-6947 del 5 agosto 2002 ha sospeso alcune attività di polizia mortuaria, proprio perché, alla luce delle nuove conoscenze scientifiche ed epidemiologiche non più giustificate dall'esistenza di rischi per la salute pubblica. Ne discende che la nuova situazione non può generare specifiche problematiche di tipo sanitario, dal momento che queste sono state escluse a priori, come già ampiamente illustrato in questa delibera di Giunta e chiarito nella circolare esplicativa, prot. 17-508 del 7 novembre 2002.
La circolare esplicativa ha suggerito che la constatazione di tenuta del feretro possa essere fatta dall'incaricato del servizio di custodia avendo considerato che si tratta di una rapida rilevazione visiva, che non richiede specifica professionalità o speciale impegno, né tanto meno l'assunzione di particolari responsabilità, e avendo escluso che l'imperfetta tenuta del feretro possa generare specifici rischi sanitari.
Non pare quindi che tale operazione possa richiedere costi aggiuntivi alle Amministrazioni comunali; viceversa, rappresenta una spesa per il servizio sanitario garantire la presenza di un medico che si rechi appositamente in loco.
In estrema sintesi, io, che sono stato ufficiale sanitario, medico condotto in un paese della Provincia di Torino, ricordo che quando si faceva un'estumulazione eravamo obbligati ad essere presenti per verificare lo stato del feretro, e - come dicevo - con la nostra delibera e con la circolare esplicativa si è stabilito che questo non è più necessario perché basta la presenza del dipendente del Comune.
Ciò non genera costi aggiuntivi al Comune e ovviamente non dà costi aggiuntivi neppure al Servizio sanitario regionale.
Resta inteso - e concludo - che la valutazione dei rischi professionali connessi con l'estrazione del feretro, quindi traumi e incidenti vari, non è mai stata compito del medico incaricato dell'assistenza all'estumulazione.



PRESIDENTE

Consigliere Giordano le do la parola, l'avevo già ringraziata, l'avevo fatto in piemontese. La mia appartenenza all'etnia occitana, tuttavia, mi impone di usare anche quella traduzione, quando ho detto: "Se no fuma più niente", tradotto in italiano: "Non facciamo più niente", ma, tradotto in occitano: "Fasem più ren". Questo "fasem mai ren" deve rimanere agli atti accostandoci alla parlata piemontese; ma, per lei che è italiano, la ringrazio per la collaborazione.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il mio è un occitano non ancora normalizzato. In questa sede, abbiamo sentito spesso il piemontese, qualche volta l'occitano, non abbiamo ancora sentito un Consigliere utilizzare, anche soltanto una volta, per fini statutari, la lingua walser. Questa è una sollecitazione che rivolgo al collega Tapparo, che mi stava rivolgendo delle annotazioni da linguista quindi, credo che sia in grado di colmare questa lacuna, altrimenti ci rivolgeremo ai Consiglieri del Monte Rosa.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Le minoranze tutte insieme ringraziano.
La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente, volevo rivolgere una domanda all'Assessore, non so se ho capito bene l'argomento, per quanto riguarda la constatazione della morte.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

E' cosa diversa: si fa riferimento alla constatazione della morte a casa e va fatta dal medico.



GIORDANO Costantino

Grazie, Assessore, va bene così.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist. - Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2175 del Consigliere Tapparo inerente a: "Navigabilità sportiva e turistica dei bacini derivanti da dighe per impianti idroelettrici in Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2175 presentata dal Consigliere Tapparo.
Risponde l'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore alla navigazione

Ho indubbiamente condiviso le argomentazioni poste dal Consigliere Tapparo nell'interrogazione, tant'è vero che, con i soggetti interessati e con le autorità competenti, abbiamo avviato una serie di approfondimenti dei quali non siamo ancora in possesso, in quanto non sono ancora stati articolati in un documento condiviso, tali per cui siano interpretate le esigenze della navigabilità dei bacini interni, che hanno una loro valenza dal punto di vista degli spazi, ma anche e soprattutto come potenzialità nel segmento dell'offerta turistica e della pratica acquatica.
In sostanza, chiederei ancora del tempo al Consigliere Tapparo per potergli presentare un documento comprensivo di un dialogo e di una condivisione su temi che toccano, paradossalmente, anche le regioni confinanti, per non dire cose banali, scontate e ovvie, che potrei dire, ma che non rappresentano alcun tipo di sintesi e, soprattutto, di progetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore per questa attenzione e spero che gli atti che lui e i suoi uffici compieranno possano andare nella direzione di quanto già accennava. In Piemonte stiamo facendo uno sforzo anche per cogliere aspetti interstiziali di opportunità turistica, in modo da ampliare e diversificare l'offerta turistica stessa ed anche la pratica sportiva.
Abbiamo un potenziale non secondario, che è già utilizzato in altri Paesi (la vicina Francia nella Savoia lo fa in modo sistematico); si tratta di utilizzare i laghi di sbarramenti per centrali idroelettriche, in modo opportunamente normato, Questo è il suo compito, per essere tali laghi posti certamente in sicurezza e poter avere ormeggi che non impattino sul territorio, ovviamente, facendone divieto ai natanti a motore.
Cito il lago di Ceresole, ma potrei ricordare Rochemolles, Ponte Chianale o anche, nel Cuneese e nella Provincia di appartenenza dell'Assessore, altri invasi. Non credo nemmeno che occorra una legge credo che tutto stia nelle normative e nelle nostre competenze, quindi, si può operare con un atto dell'Assessorato.
Mi pare di cogliere, da parte dell'Assessore, la disponibilità ad un approfondimento, in modo da individuare un meccanismo regolamentare capace di non mettere a repentaglio la vita di coloro che potrebbero praticare lo sport nautico in quei bacini e di rispettare l'ambiente, soprattutto facendo in modo che gli attracchi non ledano l'equilibrio delle rive di questi tipi di laghi, consentendo, nel contempo, una forte valorizzazione turistica e sportiva.
Ho evidenziato il lago di Ceresole perchè c'è una forte spinta all'utilizzo di questo lago, che incontra delle limitazioni, proprio perch mancano delle regole e quella minima possibilità di avere attracchi dolci che non impattino sull'ambiente, che permettano di poter avere rimessaggi dei natanti e altro.
Ringrazio l'Assessore e resto in fiduciosa attesa che, in tempi ragionevolmente brevi, ci possa essere una regolamentazione adeguata per avviare, se non già in questa stagione, almeno nella prossima, la pratica degli sport acquatici nei laghi.
Approfittando di questo argomento per sottolineare che dobbiamo anche salvaguardare l'utilizzo dei fiumi ai fini della navigazione sportiva.
Dunque cercando di perorare questa causa, vorrei collegarmi anche ad un'altra - so che l'Assessore la segue - per accentuare l'attenzione per quella che è la tutela del regime di portata dei fiumi e dei torrenti, per non degradare la possibilità della pratica della canoa. Cito la Sesia, ma esistono anche altre realtà che potrebbero essere colpite da una proliferazione di piccole centrali idroelettriche con le loro traverse e sbarramenti.



PRESIDENTE

Dichiaro concluso il sindacato ispettivo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist. - Turismo: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 531: "Integrazione della legge regionale 5 marzo 1987, n. 12 (Riforma dell'organizzazione turistica. Ordinamento e deleghe delle funzioni amministrative in materia di turismo ed industria alberghiera)"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 531, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello, relatore

Illustre Presidente, Egregi Consiglieri, la conoscenza dei dati statistici rappresenta in tutti i campi un elemento basilare per la programmazione delle politiche di intervento settoriale.
Tale assunto vale in modo particolare per il settore del turismo, dove qualsiasi intervento programmatico, sia esso di incentivazione dello sviluppo che di promozione delle risorse turistiche regionali, non pu prescindere dai dati relativi ai movimenti turistici e alle presenze turistiche registrate nelle strutture ricettive esistenti sul territorio.
L'importanza delle rilevazioni statistiche in ambito turistico è del resto tenuta in debita considerazione dalla legge regionale n. 75/1996 (relativa all'organizzazione dell'attività di promozione, accoglienza e informazione turistica in Piemonte), che, all'articolo 5, prevede la creazione sia di un apposito Osservatorio turistico avente il compito di analizzare la situazione dell'offerta, l'andamento e l'evoluzione della domanda e dei mercati turistici, sia di un sistema di monitoraggio costante sulle attività di promozione, informazione e accoglienza turistica nella nostra Regione.
Del resto, gli stessi criteri stabiliti, ai sensi dall'articolo 14 della legge regionale n. 75/1996, dalla Giunta regionale per l'erogazione alle Agenzie di accoglienza e promozione turistica locale (ATL) dei contributi per il perseguimento dei propri scopi istituzionali tengono conto essenzialmente dei dati relativi al movimento turistico, oltre che in misura inferiore, dell'offerta ricettiva.
Già a far data dal 1987, la rilevazione dei dati statistici in questione è compito delegato alle Province, ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale n. 12/1987 (relativa alla riforma dell'organizzazione turistica e alle deleghe delle funzioni amministrative in materia di turismo ed industria alberghiera). Tali dati devono essere trasmessi dai responsabili delle strutture ricettive utilizzando appositi moduli predisposti dalle stesse amministrazioni provinciali.
Occorre tuttavia rilevare che, fin dalla prima fase di attuazione della legge regionale suddetta, le Province hanno lamentato la scarsa collaborazione da parte di alcuni gestori per quanto concerne il mancato rispetto delle scadenze previste per la trasmissione dei dati richiesti.
Tale comportamento da parte di pochi operatori, che dimostrano scarso spirito di collaborazione, conduce al risultato di una distorsione dei dati e delle successive elaborazioni statistiche, con conseguenze che possono avere ripercussioni su tutta la politica turistica piemontese.
Al fine di poter disporre di dati il più possibile attendibili, atti a rispecchiare la realtà del turismo regionale e, non da ultimo, con l'obiettivo di stabilire in legge la facoltà di sanzionare coloro che, con il loro comportamento scorretto, rischiano di danneggiare tutto il settore si ritiene opportuno integrare la legge regionale n. 12/1987 con un apposito articolo concernente le disposizioni inerenti alla rilevazione dei dati sul movimento turistico.
In esso viene sancita l'obbligatorietà della trasmissione alle Province e agli uffici dell'Osservatorio turistico regionale con cadenza mensile dei dati statistici sul movimento turistico da parte dei titolari delle aziende alberghiere, dei complessi ricettivi all'aperto e delle strutture ricettive extralberghiere.
Nel corso dell'esame in sede di Commissione, è stato altresì specificato, con l'inserimento di un opportuno comma, che le caratteristiche, le modalità ed i tempi di trasmissione dei dati vengono stabiliti con deliberazione della Giunta regionale, previa informazione della Commissione consiliare competente.
In aggiunta alla funzione amministrativa, già a suo tempo delegata sono inoltre assegnati alle Province i compiti di vigilanza e di controllo sulla trasmissione dei dati statistici nonché il conseguente potere sanzionatorio nei confronti di coloro che non si attengono alle prescrizione di legge in materia, prevedendo che la mancata trasmissione dei dati comporti l'applicazione di una sanzione amministrativa opportunamente graduata in base al tempo trascorso dalla scadenza e alla eventuale recidività del soggetto, del pagamento di una somma ricompresa tra un minimo di euro 300 ed un massimo di euro 900 (tali importi sono stati così determinati in sede di Commissione, gli stessi ammontando in origine, secondo la proposta della Giunta regionale, rispettivamente ad euro 750 e ad euro 1500).
Considerato l'approfondito esame di cui il disegno di legge è stato oggetto in sede di Commissione consiliare e tenuta presente la rilevanza delle previsioni in esso contenute per il settore turistico piemontese, se ne chiede una rapida approvazione da parte dell'Aula consiliare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Angeleri.
Dichiaro aperto il dibattito generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Pensavo fosse importante avere la presenza dell'Assessore competente.



PRESIDENTE

Sta arrivando.



MULIERE Rocco

Naturalmente non si può essere contrari ad una proposta di questa natura.
Stiamo modificando una legge del 1987, ma nella relazione testé letta dal collega Angeleri si faceva riferimento alla legge regionale n. 75 del 1996. Già in quella legge, infatti, si faceva riferimento, com'è stato poc'anzi letto, all'importanza delle rilevazioni statistiche.
Vorrei fare questa breve riflessione. Effettivamente, le rilevazioni statistiche sono importanti al fine di programmare gli interventi in questo campo. Conoscere per decidere e conoscere per programmare è fondamentale in tutte le materie, anche nel settore turistico.
In questi anni, sia in Consiglio regionale che in Commissione, si è discusso molto su questa materia e sono state prese importanti decisioni.
Mi chiedo su quali dati e statistiche abbiamo ragionato. In pratica approvando oggi questa legge, ci si rende conto che stavamo discutendo di statistiche e di dati approssimativi, perché non vi era alcun obbligo, da parte di chi gestisce strutture alberghiere, complessi ricettivi all'aperto o strutture extralberghiere, di denunciare i dati della propria attività.
vero che esisteva un obbligo di legge rispetto alla denuncia nei confronti della Questura (gli operatori da questo punto di vista sono obbligati), tuttavia non era facile reperire questi dati.
Nel dichiarare il nostro accordo - perché non si può che essere favorevoli a questa legge - e nel richiamare un compito essenziale per poter programmare gli interventi in materia turistica, vorrei denunciare in Aula il ritardo con il quale questa proposta viene avanzata in Consiglio perché - lo ripeto per l'Assessore che non era presente in Aula - stiamo modificando una legge del 1987, ma come si evinceva dalla relazione, il riferimento all'importanza delle rilevazioni statistiche era già richiamato in una legge del 1996. Come mai abbiamo tardato così tanto anche se questa è materia delegata alle Province? Forse sarebbe stato opportuno pensarci per tempo, perché avremmo aiutato l'Assessore o chi lavora in questo settore a decidere sulla base di dati e di statistiche certe.
Non posso fare a meno di sottolineare il ritardo col quale l'Assessore ha presentato questo disegno di legge. Credo sia utile, soprattutto in questa fase, per il periodo che ci separa alle Olimpiadi, ma non solo cercare di avere dei dati e delle statistiche certe sulle quali poter ragionare, decidere e programmare gli interventi in materia turistica.
Pur dichiarando l'accordo del nostro Gruppo, volevo denunciare questo ritardo, che credo abbia sicuramente penalizzato i ragionamenti che abbiamo fatto in campo turistico in questa Aula e fuori da questa Aula.
Sappiamo che gli interventi in campo turistico muovono milioni di euro, che sono estremamente importanti per la nostra economia. La Regione Piemonte sta investendo in questo campo risorse importanti e decisive anche per lo sviluppo economico della nostra Regione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale e passiamo all'esame dell'articolato.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Intervengo sull'articolo 1 anche se, di fatto, darò seguito al dibattito generale perché, come lei avrà visto, è una legge composta da quattro commi di un unico articolo, per cui è la stessa cosa.
Io mi sono già espresso in Commissione, dove vi è stato un lavoro a mio parere utile ed anche un confronto con l'allora Assessore presentatore di questo disegno di legge. Così come detto in quella sede, ritengo che questo disegno di legge sia puntuale e molto utile alla nostra Regione - poi dir anche qualche cosa sul ritardo - perché, di fatto, mette in condizione, da qui a poco tempo, il Piemonte di avere dei dati reali, dei dati statistici veritieri rispetto a quelli attuali che, inevitabilmente, visto che la mancata presentazione della tabella mensile non comporta alcuna sanzione se non il richiamo, sono sottostimati. E io aggiungo, Presidente, fortemente sottostimati (il che è un danno).
Il Consigliere Muliere, come altri colleghi dell'opposizione, al di là della questione del ritardo, evidenziava sia una posizione favorevole del suo Gruppo sia una condivisione del provvedimento. Ribadisco che tale provvedimento non vuole assolutamente introdurre della burocrazia o un ulteriore appesantimento della gestione delle aziende alberghiere, extra alberghiere o degli affittacamere, ma vuole paradossalmente - anche se il termine è improprio - portare vantaggio al sistema turistico complessivo della Regione.
Infatti, con i dati sottostimati - Assessore, lei lo sa - il Piemonte viene considerato una Regione con una potenzialità pari al 70-80% rispetto a quella reale. Molti alberghi, molte aziende extra alberghiere, la quasi totalità degli affittacamere non presentano il quadro mensile, in quanto non vi è sanzione; anche se dovessero arrivare 346 lettere raccomandate dalla Provincia, non si può fare altro che invitarle a presentarlo, per cui ritengo che i dati siano sottostimati almeno del 10-15% rispetto alle reali presenze piemontesi.
Che cosa succederà grazie a questa legge di iniziativa della Giunta regionale? E' ovvio che, essendo previste - lo vediamo al comma 3 - delle sanzioni per l'omessa dichiarazione, sanzioni peraltro non particolarmente vessatorie, ma certamente disincentivanti per coloro i quali non vogliono presentare la cosiddetta statistica, nel giro di qualche mese avremo - e sicuramente a partire dal 2004 - un dato attendibile del 98-99%, perché è ovvio che quell'1-2% di recidivi o di disattenti o di chi volontariamente per altri motivi non voglia presentare la statistica ci sarà sempre.
Avremo dunque dei dati reali, che saranno estremamente importanti per diversi motivi. Primo, per un aspetto di giustizia, per cui potremo vedere riconosciuta al Piemonte la reale presenza turistica, che è di molto superiore a quella dichiarata dagli atti ufficiali, in quanto la statistica non è attendibile. Quando c'erano i moduli C59 e C60 dei vecchi Enti provinciali per il turismo, chi non presentava la dichiarazione era addirittura passibile di denuncia penale. E' ovvio che, in quel caso, il 99% se non il 100% delle aziende consegnava la statistica.
E vengo al ritardo. Con la riforma nazionale e, in particolare con la buona legge n. 75, promossa dall'allora Assessore Angeleri nella precedente legislatura, è stata introdotta almeno in Piemonte la statistica mensile non tutte le Regioni l'avevano (oggi tutte le Regioni l'hanno). In allora credo anche nello spirito che ispira il nostro modo di fare politica, i nostri ideali, i nostri valori, non fu prevista la sanzione, in quanto fu data fiducia al sistema delle aziende alberghiere. Con l'esperienza, che non può che avere un periodo significativo di 4-5 anni, si è registrata questa carenza e, puntualmente, l'Assessorato oggi affronta il problema e lo vuole rimuovere, con un valore aggiunto.
Dico subito qual è il valore aggiunto. Mentre gli alberghi, i campeggi e la maggior parte delle aziende extra alberghiere la statistica la fanno magari in ritardo, magari imprecisa, però la fanno - vi era un sommerso dal punto di vista strettamente statistico, non sotto il profilo fiscale perché questa è altra questione e poi saranno altri che eventualmente dovranno verificare o monitorare questo aspetto; alcuni settori non comparivano interamente nell'offerta turistica e, al massimo, erano rilevati come numero di posti letto disponibili, ma non comparivano nella statistica delle presenze e degli arrivi, così come si erano realmente verificati.
In sostanza, il numeratore era sfalsato, e dunque la statistica non corretta, mentre il denominatore, basandosi sul numero dei posti letto disponibili, rappresentava un dato preciso Quindi, al di là del ritardo sulla questione della sanzione e dell'obbligatorietà per chi già vi provvedeva, anche se in modo impreciso il valore aggiunto è dato dall'obbligo di presentazione della statistica anche da parte degli affittacamere e delle aziende che in precedenza non la compilavano, al fine di ottenere veramente un dato reale delle presenze turistiche in Piemonte, il che porterà un indiscutibile vantaggio.
Bene dunque ha fatto l'Assessorato ad introdurre questa norma, che pu sembrare l'introduzione di una burocrazia, ma - sfatiamo il mito - si tratta di una tabella (la conosco perché l'ho compilata tante volte) che va compilata giornalmente (per 30 giorni, dedicandovi 1 minuto di tempo) e una volta al mese, deve essere portata al Comune o spedita al Comune piuttosto che all'Azienda turistica.
Se riusciremo nell'intento di ottenere dei dati reali, sapremo quanto il Piemonte conta e disporremo di dati all'avanguardia. Altre Regioni non hanno ancora introdotto questa procedura, e ancora una volta il Piemonte farà certamente da modello, traendone dei benefici, perché ricordo che tutti i parametri sulle contribuzioni dello Stato, sulle contribuzioni dell'Unione Europa vengono individuati anche in considerazione del volume complessivo e del suo incremento.
Nonostante la crisi mondiale, che certamente non è imputabile al nostro Paese né alla politica della Regione Piemonte, già dal 2004 avremo un incremento rispetto ai dati relativi al 2002-2003, il che consentirà al Piemonte e al suo sistema turistico di beneficiare dei contributi dell'Unione Europa e non solo.
Ecco perché voteremo favorevolmente alla proposta della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione nominale (richiesta dai Consiglieri Cattaneo, Bolla, Manolino ed altri) mediante procedimento elettronico dell'articolo 1.
Constatata la mancanza del numero legale, dichiaro non valida la votazione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Dato che sono stato molto attento all'intervento del Consigliere Muliere che denunciava il ritardo con cui questo provvedimento veniva in aula, abbiamo rilevato l'attendibilità del suo Gruppo nel voler dimostrare che questo provvedimento è in ritardo e quindi nel fatto che il suo Gruppo non ha votato. Probabilmente non ha ascoltato quanto ha detto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Vorrei ricordare al Consigliere Angeleri che noi voteremo il provvedimento quando il numero legale sarà garantito dalla maggioranza così come è stato garantito sulla questione dei buoni scuola. Il numero legale va garantito sempre.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà



CATTANEO Valerio

Visto che c'è un'interruzione, volevo informare l'aula che è sopraggiunta una delegazione del Comune di Orta San Giulio, capeggiata dal Sindaco Morea, che chiede un incontro con l'Assessore Ferrero, che sta arrivando, e con il Vicepresidente della Giunta regionale per rappresentare la questione della drammaticità della situazione della mancanza dell'approvvigionamento idrico. E' un Comune che è rimasto per parecchie ore senza acqua, ci sono stati malori fra la popolazione, ecc.
Visto che c'è questa pausa per mancanza del numero legale, visto che la delegazione è già stata fatta accomodare in Sala Morando, con la presenza del Vicepresidente Casoni, il Presidente Toselli e Consiglieri che volessero partecipare, potremmo ascoltarla. Così facendo, non creiamo danno al Consiglio e possiamo ottimizzare il tempo a disposizione.



PRESIDENTE

Consiglieri, se siete d'accordo utilizziamo la sospensione per riunirci chi lo desidera - in sala Morando. Vi prego di rimanere nei 30 minuti canonici di sospensione.



(La seduta sospesa alle ore 12.15 riprende alle ore 13.03)



PRESIDENTE

Raccogliendo le considerazioni informali del Consigliere Placido e di alcuni di voi, riaggiorniamo il Consiglio alle ore 15. Vi ricordo che alle ore 14.00 vi è una riunione della VI Commissione che riguarda l'audizione del Presidente ASAP.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Mellano; ne ha facoltà



MELLANO Bruno

Intervengo per far presente al Presidente che mi sono assunto la responsabilità di chiudere il dibattito che avevamo con gli ospiti del Comune sull'Orta, perché c'era l'impegno di riprendere i lavori dell'aula.
A fronte di una conferma del Presidente Cota che si riprendevano i lavori dell'aula, abbiamo deciso non continuare l'incontro con il Sindaco.
A questo punto, ho l'impressione che parte dei Consiglieri stiano in riunione riservata, privata e politica in questa sede con gli ospiti del Comune mentre un'altra parte - i "fessi" - sono in aula a cercare di proseguire un dibattito su un provvedimento che il Consigliere Angeleri considera importante.



PRESIDENTE

Consigliere Mellano, l'incontro con le delegazione alla quale lei e altri Consiglieri hanno partecipato avrebbe dovuto terminare alle ore 12.45 ed invece si è protratta di ulteriori 15 minuti.
Vista l'ora, con il Presidente Cota abbiamo ritenuto, anche a fronte di innumerevoli richieste di Consiglieri che alle 14,30 saranno impegnati in VI Commissione, di sospendere la seduta in modo da concedere la giusta pausa per il pranzo.
Per quanto mi riguarda, questa è la sola ragione per cui ho pensato di chiudere i lavori del Consiglio e di riaggiornarlo alle ore 15.00 invitando i componenti a partecipare alla VI Commissione.



PRESIDENTE

La seduta ha termine.



(La seduta ha termine alle h. 13.06)



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