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Dettaglio seduta n.365 del 17/06/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.12 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.45)



(La seduta ha inizio alle ore 10.50)



PRESIDENTE

La seduta è aperta


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g. "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caramella, Cattaneo, Costa Enrico Costa Rosa Anna, Deorsola, Ferrero, Manica, Pichetto Fratin e Tomatis.


Argomento:

b) Presentazioni progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

c) Modifica di coordinamento ex art. 83, comma IV, Regolamento interno Consiglio regionale. (Deliberazione Ufficio di Presidenza n. 97 dell'11 giugno 2003 - Approvazione, per coordinamento, ex art. 83, comma IV Regolamento interno Consiglio regionale, del titolo di deliberazione legislativa del 10 giugno 2003 (ex disegno di legge n. 252)


PRESIDENTE

Comunico che con la deliberazione di cui al titolo, l'Ufficio di Presidenza ha approvato il titolo della deliberazione legislativa de qua nel seguente testo: "esercizio del diritto alla libera scelta educativa".


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1272 del Consigliere Chiezzi inerente a "Attività Sportello Informatre"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1272, presentata dal Consigliere Chiezzi.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

La risposta arriva molto in ritardo e farei precedere, semplicemente come illustrazione, oltre alle richieste che sono molto precise e spero ricevano risposte altrettanto precise, farei precedere, dicevo, una domanda: mi piacerebbe sapere per quali motivi la Giunta regionale ha deciso di finanziare l'iniziativa Informatre, quale siano state le ragioni.
Sulla base di quali obiettivi e verificate esigenze, la Giunta regionale abbia deciso di avviare questa attività, sulla base di quali proposte questa attività sia stata suggerita e poi adottata dalla Regione Piemonte.
Queste domande sono fondamentali per leggere le informazioni dettagliate che l'interpellanza richiede e spero l'Assessore voglia soddisfare con le proprie risposte. L'incipit è proprio questo: da dove è nata questa vostra esigenza di dare sostegno all'iniziativa Informatre? Quali le ragioni?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

Spero che la risposta sia sufficientemente dettagliata perché è stata mia cura chiedere agli Uffici tutti i dati più precisi.
Rispetto alla concessione del contributo, di questo come di altri contributi - come il Consigliere Chiezzi sa bene perché legislatore attento e capace e sovente identifica molto i bene i ruoli sia in Commissione consiliare che in Consiglio - dicevo, i contributi specifici, in questo caso in particolare, ma sempre, vengono decisi dai direttori.
Confermo che, anche se devo dire a volte non li vedo neanche perch questo prevede la legge, vedo con piacere il simbolo della Regione su iniziative che trovo apprezzabili. Mi complimento con i miei Uffici, per prendermi le mie responsabilità, ma non quelle che non sono mie. In una line complessiva culturale di indirizzo, la legge 58, questa iniziativa secondo me ci sta. E' un'iniziativa che promuove la cultura l'aggregazione, il volontariato e quant'altro a decidere quanto e come la singola iniziativa meriti un contributo.
Sarebbe obiettivamente impossibile, oltre che non legalmente giusto che l'Assessore potesse vedere le migliaia e migliaia di domande, su tutti i fronti, della promozione e della cultura Piemontese, della promozione cultura, ecc. Partecipo a molti convegni, ma partecipo ad un ventesimo dei convegni delle Università, dei centri culturali che fanno domanda alla Regione e che, di volta in volta, i vari direttori esaminano.
Rispetto alla precisione delle domande poste nella parte dell'interrogazione per sapere a quanto ammonta il contributo ad Eurotre ecc, ho queste informazioni.
In riferimento all'interpellanza in oggetto presentata dal Consigliere Chiezzi, i contributi concessi dalla Direzione Beni Culturali per la realizzazione dello sportello Informatre - allestimento, informatizzazione arredo e predisposizione di tre locali all'interno della Cavallerizza di Torino - ammontano, per l'anno 2000, a lire 120 milioni. Per l'anno 2001 sono stati assegnati lire 50 milioni per l'attività dello sportello di informazione culturale della Terza Età.
I contributi concessi alla Associazione Eurotre sono i seguenti: Anno 2000 lire 22 milioni da parte della Direzione PAC per attività riconducibile all'educazione permanente.
Anno 2000 lire 47 milioni da parte della Direzione Beni Culturali per il convegno "I piaceri della vita . e i piaceri della Terza Età" Anno 2001 lire 26 milioni 400 mila Direzione PAC per attività riconducibile all'educazione permanente.
Anno 2001 lire 42.000.000, da parte della Direzione dei Beni Culturali per convegno "Terza Età in rete".
3) I contributi concessi alla Associazione Tempo di Alice sono i seguenti: Anno 1998 lire 50.000.000 da parte della Direzione Beni Culturali per convegno "Terza Età: un peso o una risorsa" Anno 2000 lire 50.000.000 Direzione Beni Culturali per convegno "Terza Età: antidoto alla disoccupazione" Anno 2001 lire 42.000.000 Direzione Beni Culturali per convegno "Terza Età: terzo millennio" ed una integrazione per l'iniziativa di lire 30.000.000 della Direzione PAC.
Si fa presente che non rientra nei compiti e nei poteri dell'Assessorato alla Cultura vigilare ed acquisire informazioni sulle persone impegnate, a titolo contrattuale o volontario, nelle associazioni culturali.
Si precisa altresì che la Regione non ha affidato ad Eurotre la realizzazione di un servizio informativo sulle attività culturali.
L'iniziativa è impresa autonoma promossa dall'Associazione Eurotre che, ai sensi della L.R. 58/78, ha inviato richiesta di contributo.
Alla Regione compete, invece, di verificare l'ammissibilità della domanda, il rispetto dei tempi e dei requisiti previsti e la decisione di erogare o meno il contributo determinandone l'importo. Infine per quanto concerne la verifica circa l'utilizzo dei finanziamenti ricevuti si precisa che, come già evidenziato, i controlli vengono attivati dall'Assessorato prima dell'erogazione del sostegno finanziario ed a manifestazione avvenuta con verifica del rendiconto e della documentazione attestante la spesa sostenuta.
La veridicità di quanto dichiarato o presentato è del legale rappresentante della Associazione, quindi del beneficiario del contributo e vale fino a querela di falso.
Ho anche gli appunti preparati dalle due Direzioni, anche separatamente. Sono a disposizione, se lo ritenesse il collega, anche in Commissione o in qualunque momento, non solo in Aula, per affrontare la questione, a sua discrezione, anche con i Direttori responsabili delle due Direzioni, ai quali confermo tutta la mia fiducia.
Considero che siano Direttori capaci ed oculati che hanno dimostrato nella verifica dei conti sempre una grande attenzione. Quindi, confermo la mia fiducia e di eventuali cose non condivisibili fatte da loro me ne assumo la responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Non sono soddisfatto della risposta per vari motivi. Intanto scaricare sull'apparato e sul Direttore di Settore ogni responsabilità in ordine ad una decisione di questo genere, lo trovo un atto che non condivido, perch esiste sempre un orientamento politico, all'interno del quale i Direttori agiscono.
Poi l'Assessore non ha risposto ad un'osservazione condizionale, che chiedeva se le attività svolte da Informatre non fossero attività originali, cioè se non si potesse configurare, verificando l'attività svolta da Informatre, una sorta di duplicazione di attività già svolte, e se queste attività fossero veramente originali e degne di un finanziamento proprio su Informatre, dato che l'associazione Eurotre, che mi sembra abbia proposto la Informatre, già svolgeva attività similari oltre ad altri soggetti. Si diceva che non sono molto simili a quelle organizzate dall'associazione Il Tempo di Alice. Non sono molto molto simili? E quindi come mai si finanziano attività molto molto simili? A questa domanda non ha risposto.
L'ultima domanda era la seguente. Lasciamo stare i preventivi, e quindi i criteri con cui si erogano i contributi, ma a consuntivo volete almeno rassicurare l'interrogante che sono stati fatti dei controlli e che questi hanno dato un esito positivo. E l'esito positivo sta anche nella congruità della spesa, nell'avere effettivamente speso per ciò che si era promesso di realizzare, e quello che è stato realizzato è stato realizzato completamente, senza inciampi e senza rinvii.
Su questo l'Assessore ha risposto, se ho capito bene, dicendo che la verifica sta nelle mani del beneficiario, e che la consegna al concessionario del contributo di verificare e di certificare che tutto sia svolto nel modo migliore vale sino a querela di falso.
Sinceramente non capisco la portata di questa frase; sino a querela di falso da parte di chi? Dell'Assessore nei confronti del soggetto che beneficia? E chi la promuove la querela di falso? Questa risposta mi è sembrata un po' stonata e confonde anche un po' le idee. Mi sarei atteso che l'Assessore avesse detto che sono state fatte tutte le verifiche e che tutti i contributi erogati sono stati utilizzati in modo corretto. Mi sarei aspettato questo.
Tirare in ballo la querela di falso mi disorienta un po', ma tant'è che ho sollecitato per iscritto, verbalmente, in forma ufficiale ed ufficiosa la risposta a questa interpellanza.
Ora la risposta l'ho ottenuta e di questo ringrazio, anche se dichiaro l'insoddisfazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

Come ha chiesto il collega Chiezzi do la risposta scritta, perché ci siano tutti i dati e tutte le cifre. Ribadisco che la decisione del singolo contributo ovviamente è competenza dei Direttori.
Mi hanno detto che hanno verificato sulle varie iniziative - e su questa segnatamente - la bontà, la congruità e la partecipazione alle iniziative. Proprio come relazione culturale preparerò un supplemento su queste ed altre iniziative per dare una maggiore informazione.
I miei uffici hanno fama di essere scrupolosi, e mi riferisco ai casi in cui la Dott.ssa Marchiori ha chiesto indietro anche un solo Euro non speso ad alcune associazioni.
Quindi, credo di potere essere assolutamente tranquillo sul fatto che i rendiconti siano congrui e precisi. Comunque integrerò il tutto con una relazione culturale sulla vicenda e con un supplemento di attenzione da parte mia, perché devo questo al collega Chiezzi.
Riconfermo che la gestione rientra nei criteri generali e me ne assumo le responsabilità. Darò questo supplemento culturale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Placido ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Volevo farle notare, Presidente - e non credo possa essere questo il metodo - che su 21 interpellanze 18 riguardano l'Assessore Pichetto.
Non si possono calendarizzare 18 interpellanze di un solo Assessore e poi l'Assessore, non so se spaventato dal numero (non dico dal merito delle interpellanze) non si presenta. Senz'altro sarà impegnato, ma così diventa difficile poter andare avanti.
Ritengo questo un modo non corretto di impostare i lavori.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Abbiamo già rilevato questa situazione in altre occasioni e come Ufficio di Presidenza segnaleremo alla Giunta l'opportunità che ci siano risposte previste per diversi Assessori, per sopperire alla situazione di convocazioni improvvise, come è successo oggi per l'Assessore Pichetto.
Credo che sia ad una riunione importante presso il Ministero, altrimenti sarebbe stato sicuramente qui presente.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Collegandomi a quanto espresso dal Consigliere Placido, non avendo noi la figura del Vice Assessore (non vorrei dare suggerimenti che venissero poi recuperati nella riforma dello Statuto) ci sono alcune materie delicate, come quella industriale, in cui si manifestano situazioni di crisi, di tensione e di difficoltà che non possono essere trattate indifferentemente in un tempo piuttosto che in un altro.
Credo, quindi, sia compito dell'Ufficio di Presidenza, del Presidente e dei Vicepresidente, chiedere alla Giunta una gestione delle interrogazioni (abbiamo finito l'emergenza del buono scuola) più puntuale e più efficace per rispondere all'attività ispettiva, una delle poche che rimane, almeno sulla carta, ai Consiglieri.



PRESIDENTE

Prendo atto anche di questa osservazione, che ritengo sia del tutto congrua, e confermo quanto ho comunicato rispetto al problema posto analogamente dal collega Placido. Solleciteremo una maggiore articolazione di presenze, o completamento di presenze degli Assessori, rispetto alle interpellanze chiamate per le singole sedute.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interrogazione n. 1530 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi inerente a "Legge Regionale n. 21 del 6/ 8/1998"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione n. 1530 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi, inerente a "Legge Regionale n. 21 del 6/81998".
Risponde l'Assessore Botta Franco Maria.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

A seguito dell'interpellanza presentata dai Consiglieri regionali Chiezzi e Moriconi, in merito all'applicazione della legge regionale sul recupero, a fini abitativi, dei sottotetti nell'area di Porta Palazzo, sono state rivolte numerose richieste agli uffici comunali competenti della Città di Torino per ottenere informazioni e chiarimenti in proposito.
Finalmente è stato comunicato, nella nota che si allega, che nell'area di Porta Palazzo sono state rilasciate 16 concessioni edilizie per la trasformazione di sottotetti, ai sensi della legge regionale n.21/1998; non risultano invece pervenute segnalazioni o richieste di accertamento su opere edilizie realizzate abusivamente attinenti la trasformazione di sottotetti in locali abitabili.
Il Comune di Torino, inoltre, comunica che nell'area esistono locali sottotetto realizzati in origine come soffitte ad uso abitativo e pertanto, ancora legittimamente utilizzabili a tale scopo, senza ulteriori modifiche.
La nota del Comune di Torino conclude che altre problematiche riconducibili al sovraffollamento abitativo, con ripercussioni sotto l'aspetto igienico-sanitario e sull'ordine pubblico, non attengono a questioni urbanistico-edilizie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non sono soddisfatto della risposta, in quanto l'interpellanza solleva un problema di degrado delle condizioni di vita in un'area della città che localizzandolo e mettendolo a fuoco, una parte degli edifici, quella dei sottotetto, verrebbero utilizzate in modo improprio o, comunque, non regolare rispetto alla legge regionale 21/1998.
Mi sarei aspettato una risposta di più alta convinzione politica, nel senso che spero che questa sia una preoccupazione della Giunta e dell'Assessore. C'è una parte di umanità che continua ad abitare, più o meno abusivamente, dei sottotetti, per i quali la Regione Piemonte aveva approvato normative di utilizzo.
Mi sarei aspettato una risposta meno burocratica che si facesse carico del problema e indicasse una propria linea di azione; non solo limitandosi a dire "Sono state date 16 concessioni edilizie" e poi chissà quanti altri interventi abusivi vi sono stati.
Nell'interpellanza si chiedeva se l'Assessore era d'accordo a promuovere un'indagine conoscitiva (e su questo l'Assessore mi sembra non abbia detto alcunché - almeno che non mi sia sfuggita-) per capire complessivamente, la trasformazione dei sottotetti a che punto si trova.
Abbiamo a disposizione le concessioni ufficialmente date, ma facendo un'indagine di questo genere si possono prendere in visione, per avere conoscenza di tutta quell'altra area grigia (o peggio), chi nei sottotetti abita in condizioni malsane, inumane e prive di servizi.
Mi ha un po' stupito che su questa parte d'iniziativa verso il futuro per monitorare la situazione dei sottotetti, l'Assessore non abbia speso una parola. Grazie.


Argomento: Contratti ed appalti

Interrogazione n. 2122 presentata dal Consigliere Marengo, inerente a "Rapporti di collaborazione tra Regione Piemonte e UNITRADE di Villarbasse (TO)"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2122 presentata dal Consigliere Marengo inerente a: "Rapporti di collaborazione tra Regione Piemonte e UNITRADE di Villarbasse (TO)".
La parola all'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore all'artigianato

Con riferimento all'interrogazione in oggetto si precisa quanto segue: Non risulta esistente, per quanto di competenza e a conoscenza di questa Direzione e di questo assessorato, alcun rapporto di collaborazione tra la Regione Piemonte e l'Unitrade di Villarbasse per l'istruttoria e/o l'erogazione e/o altro in relazione ai finanziamento agli artigiani.
La predetta Unitrade risulta essere una delle molte società di consulenza di cui si avvalgono, per autonoma scelta, le imprese per la presentazione delle domande di finanziamento di competenza regionale. Le procedure previste per la presentazione delle domande, siano esse gestite direttamente dagli uffici regionali o affidate a gestori esterni, non vincolano in alcun modo le imprese richiedenti all'utilizzo di società di consulenza.
Le informazioni fornite al Consigliere Marengo da parte di Unitrade, di cui si riferisce nell'interrogazione, frammentarie ed inesatte, oltre che assolutamente false per quanto attiene i rapporti tra Regione e Unitrade sono relative ai finanziamenti agevolati tramite il Fondo regionale per l'artigianato, ai sensi della LR 21/97 e s.m.i. e regolati da un Programma degli Interventi approvato dalla Giunta regionale previo parere del Consiglio.
La legge regionale citata assegna la gestione del Fondi alla Finpiemonte SPA, mentre l'istruttoria di merito delle domande è affidata ad un Gruppo tecnico di valutazione composto anche da funzionari regionali ed esperti del Settore Artigiano, che esprime un parere vincolante circa l'ammissione al finanziamento, per cui è impossibile che l'esito positivo dell'istruttoria possa essere garantito da chicchessia in un momento antecedente le deliberazioni di tale Gruppo.
Questa stessa Direzione ha ricevuto segnalazioni circa il fatto che i dipendenti Unitrade si sarebbero presentati ad alcune imprese come "collaboratori della Regione", ma le segnalazioni sono quasi sempre state di carattere informale, quando non addirittura anonime, non consentendo l'assunzione di specifici provvedimenti.
La Direzione sta provvedendo ad una segnalazione alla Procura della Repubblica, corredata da tutti gli atti e le informazioni in merito ad oggi in suo possesso, affinché la Procura medesima verifichi l'esistenza di ipotesi di reato ed assuma i conseguenti provvedimenti.
La Direzione e l'Assessorato stanno inoltre predisponendo una campagna informativa tramite gli organi di stampa e i propri strumenti di comunicazione, che tuteli le imprese da eventuali raggiri o comunque da false informazioni circa le agevolazione regionali.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Ringrazio l'Assessore per l'esauriente risposta, mi auguro che ci sia una grossa attività di vigilanza perché, purtroppo, si registra sul territorio del malcostume da parte di alcune società che si presentano come appurato, come consulenti non meglio definiti della Regione, capaci di aiutare il buon esito delle pratiche.
Un plauso alla comunicazione che verrà fatta e chiedo un'attenta vigilanza.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione relativa a "Dimissioni del Consigliere segretario Marco Botta dall'Ufficio di Presidenza e relativa surrogazione (art. 14 Statuto regionale e art. 4, comma IX Regolamento interno del Consiglio regionale)"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione di cui al punto 3) all'o.d.g.
La procedura prevede la presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Botta Marco che sono pervenute con lettera del 4 giugno 2003 indirizzata al Presidente del Consiglio; do lettura della lettera di dimissioni del Consigliere Botta Marco: "Illustrissimo signor Avvocato Roberto Cota, Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, via Alfieri 15, Torino.
Caro Presidente, con rammarico ho il dovere di informarla della mia volontà di rassegnare le dimissioni da Consigliere Segretario a causa dell'assunzione di un nuovo ruolo in seno all'assemblea regionale (Capogruppo di Alleanza Nazionale). Ringrazio sinceramente il Presidente e tutti i componenti dell'Ufficio di Presidenza per questi due anni di lavoro svolto che sono stati proficui anche per la collaborazione e la professionalità di tutta la struttura dirigenziale, funzionariale ed esecutiva del Consiglio regionale. Certo che non mancheranno occasioni per rafforzare la nostra stima ed amicizia nei suoi confronti, porgo i sensi della mia più alta considerazione. Cordialmente Marco Botta" Credo di dover ringraziare il Consigliere Botta per le espressioni di considerazione che ha rivolto al Presidente che sono sicuramente, e pienamente, ricambiate dal Presidente e da parte di tutto l'Ufficio di Presidenza che in questo momento rappresento.
Se ci sono interventi sul punto, altrimenti la procedura prevede la presa d'atto con votazioni per alzata di mano, mediante votazione palese.
La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Chiedo una breve sospensione per una Conferenza dei Capigruppo di maggioranza.



(La seduta sospesa alle ore 11.27 riprende alle ore 11.45)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Commemorazioni

Comunicazione del Presidente del Consiglio, Cota, sulla scomparsa della Consigliera Elettra Cernetti


PRESIDENTE

In apertura di seduta vorrei informare l'aula della scomparsa di una nostra ex collega, Consigliera e Assessore regionale, la Consigliera Cernetti che è scomparsa l'altro ieri. Oggi ci saranno i funerali ai quali sarà presente una rappresentanza del Consiglio regionale.
Rinviamo ad una seduta successiva la commemorazione e osserviamo un minuto di silenzio.



(L'aula, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione relativa a "Dimissioni del Consigliere segretario Marco Botta dall'Ufficio di Presidenza e relativa surrogazione (art. 14 Statuto regionale e art. 4, comma IX Regolamento interno del Consiglio regionale)" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo dal punto 3) all'o.d.g.
Il Vicepresidente ha letto la lettera di dimissioni del Consigliere Botta Marco, vorrei anch'io ringraziare personalmente il Consigliere Botta visto che il Vicepresidente Riba lo ha ringraziato a nome di tutta l'assemblea, per il lavoro svolto.
La procedura impone che prima di procedere alla surroga, si proceda all'accettazione della presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Botta dalla carica di Consigliere Segretario.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Godio; ne ha facoltà



GODIO Gianluca

E' un momento importante, in qualità di Consigliere del Gruppo di Alleanza Nazionale mi sembra doveroso ringraziare il Consigliere Segretario uscente, che di fatto, ha fino ad ora l'Ufficio di Presidenza. Siamo veramente soddisfatti del lavoro che ha svolto, pertanto lo vogliamo ringraziare a nome di tutto il gruppo di Alleanza Nazionale.
Allo stesso modo cogliamo l'occasione per ringraziare il Presidente Galasso, che ha svolto le sue funzioni di Capogruppo prima di Marco Botta.
Gli ribadiamo tutto il nostro appoggio, sicuri che svolgerà al meglio il lavoro nell'Ufficio di Presidenza, perché sicuramente ha le qualità per farlo.



PRESIDENTE

Quindi, il suo intervento vale anche come proposta di candidatura del Consigliere Ennio Galasso.
Votiamo prima la presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Marco Botta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bolla; ne ha facoltà.



BOLLA Emilio

Brevemente volevo unirmi al ringraziamento per il lavoro svolto dal collega Botta. Nel contempo gli facciamo gli auguri per il nuovo incarico.
Ritengo che il collega abbia dimostrato un grande impegno e abbia contribuito al buon funzionamento dell'Ufficio di Presidenza. Inoltre credo abbia dimostrato anche un'ottima sensibilità nei confronti dei gruppi consiliari e di tutti i colleghi di questo Consiglio.
Di questo dobbiamo dargliene atto e gli facciamo gli auguri per il nuovo incarico che ha assunto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, della presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Marco Botta dalla carica ricoperta.
Il Consiglio approva.
Dato atto che l'Aula ha accolto le dimissioni con 31 voti favorevoli e 1 astenuto, procediamo all'elezione del nuovo componente dell'Ufficio di Presidenza.
Dal gruppo di Alleanza Nazionale è stata avanzata la candidatura del Consigliere Ennio Galasso, e in questo senso c'è stato l'intervento del Consigliere Bolla, Vice Capogruppo vicario del gruppo di Forza Italia.
Procediamo alla distribuzione delle schede per la votazione a scrutinio segreto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bolla; ne ha facoltà.



BOLLA Emilio

Volevo dichiarare, a nome del Gruppo, che voteremo il collega Galasso.
Anche a lui rivolgiamo il ringraziamento per il lavoro svolto come Presidente del gruppo di Alleanza Nazionale, e gli facciamo gli auguri per il nuovo incarico che andrà a ricoprire.
Naturalmente sosterremo la candidatura del collega Ennio Galasso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Anche il gruppo Lega Nord sostiene la candidatura del Consigliere Ennio Galasso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Godio; ne ha facoltà.



GODIO Gianluca

Come gruppo di Alleanza Nazionale proponiamo la candidatura del Consigliere Ennio Galasso.



PRESIDENTE

Indìco quindi la votazione per appello nominale.



(Il Vicepresidente Toselli procede all'appello nominale dei Consiglieri)



PRESIDENTE

Si proceda allo spoglio delle schede.
Comunico i risultati: Presenti in aula al momento della votazione 39 Consiglieri Votanti 39 Consiglieri Hanno riportato voti: Ennio Lucio Galasso n. 26 schede bianche n. 12 schede nulle n. 1 Proclamo eletto alla carica di Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza il Consigliere Ennio Galasso.
Lo invito, quindi, a prendere posto al banco dell'Ufficio di Presidenza.



(Il Consiglio applaude)


Argomento: Personale del servizio sanitario

Comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio al Consiglio Regionale in merito al caso del cardiochirurgo Michele Di Summa


PRESIDENTE

Procediamo con il punto 4) all'.o.d.g.: "Comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio al Consiglio Regionale in merito al caso del cardiochirurgo Michele Di Summa".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Quanto pubblicato sul giornale La Stampa di martedì 10 u.s. ha scatenato molte reazioni, anche comprensibili, soprattutto per il modo in cui era stato costruito il pezzo ed in particolare per il titolo che, pur comprendendo la necessità di sintesi, poteva dar adito ad interpretazioni fuorvianti rispetto al mio pensiero.
Ho accettato, quindi, volentieri di fare questa comunicazione per chiarire, in sede ufficiale e in forma altrettanto ufficiale, il mio pensiero autentico.
La questione Di Summa investe due aspetti: quello giudiziario e quello professionale.
Riguardo al primo punto, gli inaccettabili fatti confessati ai giudici che hanno danneggiato in modo notevole l'immagine della sanità pubblica piemontese e dell'intera categoria medica, ribadisco con forza che non ho mai chiesto e mai chiederò clemenza a chi sta giudicando l'operato di Di Summa, sia sotto il profilo deontologico (Ordine dei Medici) sia per quanto attiene alle responsabilità penali.
E quindi assolutamente errato accusarmi di aver voluto, o solo pensato di difendere l'indagato Di Summa. Non fa parte della mia cultura, anche se sono fermamente convinto che, entro certi limiti, anche a chi abbia commesso un reato riprovevole debba essere comunque offerta la possibilità di riscatto. E questo indipendentemente dalla bravura professionale di ciascuno.
Altro ragionamento, che non deve assolutamente interferire con le considerazioni precedenti, credo vada invece fatto riguardo alle capacità del medico Di Summa. Io non posso che prendere atto della sua abilità di cardiochirurgo, documentata e riconosciuta.
Pertanto, non credo affatto di aver detto cose insensate quando ho affermato che, una volta che la giustizia avrà fatto il suo corso e l'intera vicenda sarà chiarita anche dal punto di vista delle violazioni all'etica professionale, potremo ragionare più serenamente come, dove quando e principalmente se Di Summa potrà continuare a fornire il suo apporto di qualificata capacità professionale, pronto a discuterne serenamente con tutti coloro che esprimono opinioni diverse.
E' fuor di dubbio che le speculazioni sulla pelle dei malati siano particolarmente odiose: per questo Di Summa, come è giusto, sta già pagando e pagherà ancora duramente per l'illecito di cui si è pubblicamente vergognato. Concludendo, voglio riaffermare senza equivoci che il caso Di Summa deve rimanere monito per tutti coloro che nella professione medica fanno prevalere gli interessi personali, senza rispettare pienamente il codice deontologico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Per quanto ci riguarda, vorrei che fosse chiaro che non è oggetto di discussione, in questo Consiglio regionale, il dottor Di Summa; del dottor Di Summa si occupano, da un lato la Magistratura, e dall'altro gli organismi disciplinari dell'Ordine, per la parte che li riguarda.
Per quanto ci riguarda, non abbiamo la minima intenzione di pronunciare anche una sola parola che riguardi il dottor Di Summa e le sue responsabilità.
Qui noi discutiamo dell'Assessore D'Ambrosio; non del dottor Di Summa.
Discutiamo di un Assessore che il giorno successivo all'intervista a La Stampa del dottor Di Summa, nella quale aveva dichiarato che il suo comportamento, per quanto grave, altro non era che la continuazione di uno analogo tenuto da moltissimi altri colleghi (affermando, quindi, che la corruzione era un fatto diffuso in tutta la sanità e in tutto il personale medico della sanità piemontese) invece che intervenire per difendere la sanità piemontese, per difendere i medici, per dire che queste accuse erano un inaccettabile tentativo di scaricare responsabilità e per difendere la dignità, l'onore e il senso del dovere dell'intera categoria, non ha trovato di meglio che dire - senza una parola su questo - "dovete riportare Di Summa al lavoro".
In questo, confondendo i piani tra il paziente, il medico e l'Assessore, in una posizione che ha messo in evidenza, davanti noi e a tutta l'opinione pubblica, una incapacità di interpretare un ruolo, di distinguere fra le diverse sfere, le diverse appartenenze e le diverse realtà di cui ciascuno di noi fa parte, aggiungendo danni ad altri.
Qui - purtroppo - non siamo di fronte ad un singolo episodio, ogni giorno "ce n'é una" (come si dice) e ogni giorno si ripete, per quanto riguarda la sanità piemontese, un atto che, invece di andare nella direzione di superare la grave crisi di questo settore fondamentale, rende la situazione ancora più difficile, più complicata ed induce, nei cittadini piemontesi, un senso di sfiducia e di desolazione.
Lei, Assessore, porta la responsabilità di questo e non di altro.
Qui non discutiamo del dottor Di Summa. Questo è un fatto semplice e limitato.
Il balletto a cui ormai regolarmente assistiamo, di una maggioranza che prende le distanze sui giornali e poi qui in aula conferma la fiducia al proprio Assessore, fa parte di una delle tante - a mio parere - indecenze politiche-istituzionali, delle quale - penso - prima o poi qualcuno dovrà rispondere. Questo è un gioco che non può continuare alla lunga.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Credo, Assessore, che lei debba valutare attentamente la portata delle sue dichiarazioni e la invito, soprattutto, a non valutare quel rapporto di totale dipendenza che si instaura fra il paziente e il proprio medico.
Ho ragione di credere che buona parte della sua dichiarazione sia stata resa a seguito di una valutazione, anche sotto l'impronta emotiva, della grande solidarietà che i pazienti hanno manifestato a quel chirurgo.
Io la metto in guardia, però, perché il paziente pone la propria vita nelle mani del proprio medico e per un caso analogo - penso ad un paziente oncologico - il meccanismo perverso si ripete.
È una sorta di sindrome di Stoccolma all'incontrario. Ma lei svolge un altro ruolo, Assessore: lei è l'Assessore alla Sanità e credo che nel difendere il sistema debba, senza mezzi termini (anche se oggi qui l'ha fatto) condannare un costume, non dando adito, attraverso le sue parole, a giustificare in nessuno modo una situazione di corruttela la cui vastità non merita di essere amplificata, anzi, condannata come una di quelle modalità che indubbiamente ha contribuito a peggiorare i conti della sanità.
D'altronde, Assessore, lei è più reticente su altri aspetti dello scandalo della sanità e sull'intreccio perverso che si è determinato tra la politica e gli affari. Il caso Odasso, da questo punto di vista, è emblematico.
Mi sento, invece, di esprimere condivisione con un atteggiamento assunto di fronte ad un principio fondamentale, che non va confuso con il buonismo: tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge e a chiunque va data la possibilità, espiata la propria pena (questo prevede il nostro Ordinamento e la nostra Costituzione), di un pieno reinserimento sociale sia che questo riguardi il più umile dei cittadini che ha commesso un reato patrimoniale, che luminari. Su questo, per me, il garantismo, lo stato di diritto, va applicato in modo inequivocabile a qualsiasi ceto sociale e provenienza. Sorgono le questioni di opportunità. Di fronte alle questioni di opportunità, credo che sia sovrana la legge e a questo ci dovremmo rimettere



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni

Signor Presidente. Colleghi. L'argomento di cui ci stiamo occupando credo sia importante solo se al centro del nostro dibattito poniamo l'obiettivo di individuare soluzioni per venirne fuori da questo ennesimo incidente di percorso, soluzioni che siano utili e indirizzate esclusivamente al miglioramento di quel bene comune che è la salute di tutti i cittadini. Per quanto mi riguarda, la logica di ergermi a giudice sostituendomi a chi deve farlo per mestiere, non fa parte del mio credo politico e culturale. Lungi da me quindi qualsiasi intromissione, ma approccio serio ad una analisi critica, condotta con piena onestà intellettuale. Per come è presentata da La Stampa, l'intervista dell'Assessore alla Sanità, si presta alle reazioni dure del centrosinistra. In essa c'é sicuramente confusione ed ambiguità, sia nel merito degli argomenti che nella esposizione di essi e nella opportunità o meno della sua esternazione, apparendo già nel titolo maggiormente evidenziata la richiesta di riabilitazione e di perdono, resi possibili oltre che per capacità professionale del cardiochirurgo anche per il suo pentimento. Il dottor D'Ambrosio, in alcuni passaggi sembra di assumersi quasi il ruolo di avvocato difensore. La conoscenza e la riconoscenza personale, lo spingono alla elencazione di fatti che forse distorcono il suo reale pensiero, che si deve presumere, sia indirizzato verso cose più attinenti all'agire d un uomo politico non sprovveduto, e non verso suppliche di clemenza, che lui nega di aver fatto, ma che in tanti sono convinti del contrario.
Molti di questi argomenti, usati per enfatizzare la maestria del Di Summa, hanno finito per fare arrabbiare tanti altri bravi medici che per periodi lunghi e duri, si sono sobbarcati con grande senso di responsabilità carichi di lavoro non indifferenti, sotto l'occhio vigile di una opinione pubblica molto diffidente e scioccata. A questi specialisti va tutta la nostra riconoscenza e la gratitudine più sincera.
Premesso questo, credo che alcuni distinguo vadano evidenziati e sottolineati, per capire meglio il significato della intervista. Il passo più chiarificante, a mio avviso, è là dove dice: "Non voglio assolutamente interferire né fare pressioni sull'Ordine dei Medici e tanto meno sulla Magistratura, che deve fare il suo corso". Questa ammissione, a me sembra molto opportuna e importante, in quanto rispettosa delle prerogative e della autonomia di questi due importanti istituti. Ma continua l'Assessore e qui incomincia il suo messaggio politico, "mi rivolgo al Presidente dell'Ordine Amedeo Bianco, perché consenta all'insigne cardiochirurgo di proseguire la sua attività". Perché, concludendo la sua esternazione "tutti quelli con cui ho parlato in ospedale, che arrivavano anche dalla Sicilia e da altre Regioni d'Italia, mi hanno detto che Di Summa li ha sempre trattati in modo straordinario. Praticamente lo consideravano un Dio. Anche per questo Di Summa dovrebbe tornare in una struttura pubblica se glielo consentiranno, o al limite in un centro accreditato, per dimostrare che ha sempre avuto a cuore e continua ad avere, la salute dei suoi malati".
Questo è quanto letto nella ormai famosa intervista. Utilizzare l'opera pregiata e preziosa di un maestro della cardiochirurgia, presso qualsiasi struttura pubblica idonea, oppure affidarsi all'uso politico della questione morale. Parlo di utilizzo e non di integrazione come se nulla fosse accaduto, nei modi e nelle forme possibili. Questo è il punto centrale di questa vicenda, su cui dobbiamo riflettere e da cui ne deriva dell'uso che si intende fare della politica. Utilizzare l'opera pregiata e preziosa di un maestro della cardiochirurgia presso qualsiasi struttura idonea oppure affidarsi all'uso politico della questione morale? Resta il fatto incontrovertibile e acclamato che centinaia di persone al di là delle diatribe politiche e giuridiche, credono in Di Summa come cardiochirurgo in maniera così convinta da non voler farsi operare da altri. Colleghi, quando un cardiopatico sa di dover subire un intervento a cielo aperto, in circolazione extra corporea, con il suo cuore fermo, in mano ad una equipe operatoria che ci lavora sopra per 2/3 ore, credetemi deve avere fiducia illimitata in chi lo opera, altrimenti, piuttosto non si fa operare.
Questo aspetto sociale della medicina in senso lato e della cardiochirurgia in particolare esiste, ed è molto importante e va affrontato con serietà e senza pregiudizi. Per quanto mi riguarda, il nostro impegno politico deve farsi carico assieme agli altri compiti, che sono spesso formali, anche e specialmente di questi problemi, dove l'umanità soffre ed è spesso inascoltata e sola nel suo dramma. Quanto alla denuncia che Di Summa fa della diffusione del sistema tangentizio nella classe medica essa è gravissima ma non voglio entrare nel merito, perch per il fatto penale, se c'é, non tocca a me farlo. Di certo la Magistratura legge i giornali come tutti noi e quindi si comporti di conseguenza. Il governo regionale deve fare il suo lavoro appieno che è di forte responsabilità politica, intervenendo con tutti i mezzi possibili e a sua disposizione per appurare, verificare, rimediare. Ci rendiamo conto che è un argomento complesso e difficile.
Non come similitudine ma come esempio, mi viene in mente il famoso discorso di Craxi al Parlamento. E' notorio che allora nessuno si è alzato.
Noi almeno una Commissione di indagine possiamo sperare di metterla su sperando di venire a capo di qualche conclusione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Ringrazio per la sua presenza il Presidente della Giunta regionale, on.
Enzo Ghigo, perché ci aspettiamo che non si sottragga al dibattito su questa vicenda veramente importante.
La sanità nel suo complesso muove i tre quarti del bilancio regionale e non è soltanto un pezzo importantissimo del nostro welfare, ma è un grosso affare. E' un grosso affare che sollecita fortemente i quadri che la nostra amministrazione ha deputato a governare, come i Direttori generali, ed è un elemento per cui le grandi aziende effettuano forti sollecitazioni, perché l'introduzione di nuove costosissime tecnologie impone una concorrenza molto ferrea fra le varie aziende. Quindi, le sollecitazioni nei confronti dei decisori, a qualsiasi livello, sono molto forti. Parlo dei medici di famiglia che devono scegliere un determinato farmaco, o dei primari ospedalieri che devono scegliere una determinata protesi valvolare o dei Direttori generali.
Quindi, di fronte a queste sollecitazioni così forti, o c'è un sistema di controllo e di garanzie veramente elevato, oppure il nostro sistema sanitario piemontese - che pure è un sistema sanitario di grande qualità rischia di trovarsi, di fatto, senza alcuna guida. Ed è quello che ha rischiato, di fronte alle dichiarazioni assolutamente irresponsabili fatte dall'Assessore alla sanità, e da questa Giunta di centrodestra in diverse occasioni.
Cosa abbiamo capito e cosa ha capito l'opinione pubblica dalla vicenda di Odasso e di Di Summa? L'opinione pubblica, appena era stato arrestato Odasso, ha sentito dire che Odasso era un ottimo manager, e per Di Summa oggi sentiamo dire che è un ottimo chirurgo.
Penso che questo meccanismo della doppia morale non sia una cosa che fa onore alla Giunta, così come non fa onore a chi è medico e ha fatto il giuramento di Ippocrate. Noi non possiamo dividere il comportamento morale dal comportamento professionale.
Soprattutto noi, come amministratori regionali, non possiamo accettare una cosa di questo genere, perché in questo modo si crea una situazione d'incredibile discredito. Già c'è un difetto da parte dell'amministrazione regionale, che non ha saputo costruire un sistema adeguato di controlli.
Signor Presidente del Consiglio, noi siamo ancora in attesa di ricevere quei provvedimenti che il collega Gallarini, come relatore di maggioranza della Commissione d'inchiesta, aveva chiesto con il suo ordine del giorno a strettissimo giro di posta, per avere un sistema di controlli più efficaci.
Siamo ancora in attesa di questo, così come io, personalmente, sono ancora in attesa di un dibattito sulla vicenda Di Summa, che stiamo facendo oggi, perché lei, quando io l'ho chiesto, ha detto: "Si farà in un altro momento", ed erano intervenuti solo i Capigruppo. Lei ha detto che si sarebbe fatto in un altro momento, e siamo ancora in attesa.
La questione morale non è una questione marginale. Noi non possiamo fermarci a questo tipo di dichiarazioni, e io chiedo che il Presidente della Giunta regionale dica chiaramente se vuole continuare ad associare la sua immagine all'immagine di chi ha portato nella nostra sanità piemontese una serie di arretramenti, una sanità d'avanguardia che ha conosciuto non solo i tagli, le tasse, i ticket, ma ha conosciuto purtroppo anche le tangenti, e ha conosciuto in quest'Aula la difesa d'ufficio di queste persone.
Penso che questo sia inaccettabile e richieda una sua dichiarazione signor Presidente della Giunta regionale, così come richiede una sua dichiarazione e un suo intervento il fatto che Di Summa per potersi difendere ha detto: "Così fan tutti". Così fanno tutti? Cosa fa lei Presidente, di fronte a questa notizia di reato? Che cosa fa? Che cosa ha deciso di fare? Perché è stata chiusa così rapidamente la Commissione d'inchiesta, e perché alla Commissione d'inchiesta non sono seguiti degli atti conseguenti? Veramente lei vuole sciupare la sua immagine così bella, così alta in mezzo al popolo piemontese, legandosi al disastro che sta avvenendo nella sanità, alle tasse, ai tagli, ai ticket e alle tangenti?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Personalmente credo che quando un Assessore parla, e tanto più un Presidente, in una Giunta regionale, deve avere la chiara percezione che impegna l'istituzione, impegna la Regione Piemonte dinnanzi all'opinione pubblica, dinnanzi ai cittadini del Piemonte.
Si ripetono sempre più interviste in libertà, non solo in campo sanitario, che rischiano d'ingenerare distorsioni. Non è un problema di maggioranza o di opposizione, è un problema della tutela dell'istituzione.
Un Assessore, così come un Presidente di Giunta, ha delle responsabilità, e quindi deve avere un grado di autocontrollo necessariamente superiore a quello richiesto a un Consigliere regionale.
In questo caso si è determinata una commistione pericolosa. Io non voglio fare un processo alle intenzioni dell'Assessore, ma certamente, così com'è stata riportata l'intervista, ha creato una pericolosa commistione tra vicenda giudiziaria e quella che è la competenza, la professionalità l'impegno e le caratteristiche di ogni cittadino.
In questo caso si determina un processo pericolosissimo, non solo come diceva già il collega Caracciolo, all'interno della professione e all'interno della sanità piemontese, dove altri medici possono sentirsi menomati in questa scissione tra responsabilità giudiziaria e competenza ma anche rispetto ai cittadini. S'introduce un principio di disuguaglianza per cui chi ha meno competenze è meno perdonabile. Gli si può perdonare di meno rispetto a chi è portatore di maggiori competenze professionali, di maggiore forza e capacità nelle varie discipline.
Anche la storia ci porta a vedere dei fenomeni degenerativi pericolosissimi, che hanno visto, nel passato più o meno recente, il principio per cui chi era portatore di un'alta competenza la poteva fare franca.
Come si diceva di Giolitti, per gli amici le leggi erano interpretate e per tutti gli altri cittadini erano applicate.
Anche qui c'è il rischio, magari non voluto dall'Assessore, che per Di Summa ci sia un approccio ai rapporti normativi, alle regole interne della Regione diverse da quelle di un altro medico con minore fama, minore portatore di professionalità o di un cittadino comune.
E' un aspetto deteriore, ma questi casi ripetuti, che sono sintomo di un grave smarrimento - oggi voglio essere benevolo e chiamarlo smarrimento di questa Giunta e di questo governo della sanità, dovrebbero invece essere l'occasione per spendersi in termini di trasparenza e di maggiore grado di controllo.
Abbiamo assistito alla penosa vicenda di Saluzzo, dalla quale è emerso che la rilevazione delle disponibilità delle degenze si effettua ancora in maniera cartacea e con il telefono.
Siamo veramente preoccupati di queste manifestazioni in una sanità che ha una enorme quantità di spese per l'informatica.
Assessore d'Ambrosio e Presidente Ghigo, proprio l'occasione della discussione del piano socio-sanitario dovrebbe essere una sfida per voi per rendere più trasparenti i vostri comportamenti.
Invece abbiamo notizia di forme organizzative striscianti - sulle quali nei prossimi giorni presenteremo delle interrogazioni - in cui "i baroni" della medicina rivestono ruoli rilevanti, e nelle quali il Consiglio regionale non ha visibilità. Forti interessi privati organizzati (dalla Lombardia) "scendono" sulla nostra Regione per cercare di fare "man bassa": situazione che dobbiamo assolutamente impedire perché il rapporto con il privato - come dice anche l'Assessore - deve essere di interrelazione (in alcuni casi quasi di competizione e in altri complementari) ma non può essere "un assalto alla diligenza".
La vicenda Di Summa deve insegnare che occorre rendere fortemente trasparenti i vostri comportamenti, diversamente si tratterà di una doppia sconfitta: per quanto è successo nel caso specifico e per l'ulteriore chiusura che date alla trasparenza dei comportamenti, nella ridefinizione e configurazione della sanità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Presidente, colleghi, ciò che sta avvenendo in questo momento in aula mi pare abbastanza scontato. L'Assessore ha accusato ancora una volta i giornalisti: "Interpretazione fuorviante" - ha sostenuto. Già in passato ancor prima che la Procura avviasse una procedura sulle valvole brasiliane sosteneva che i casi sopraggiunti erano dovuti ad una certa angoscia creata dai giornali; quindi, colpa dei giornalisti. Siamo dunque abituati a scaricare sulla stampa responsabilità di carattere politico.
Non sono stupito della dichiarazione ai giornali in difesa del dottor Di Summa, visto che nel passato è intervenuto sulla vicenda dopo due sollecitazioni del Ministero della Sanità: è stata costituita una Commissione d'inchiesta a difesa della scelta delle valvole, della quale facevano parte Di Summa e Poletti. La conclusione, quindi, non poteva essere diversa.
Mi pare vi sia un filo conduttore, dovuto al suo rapporto tra medico e malato con Di Summa: in ogni caso, un rapporto a difesa del dottor Di Summa, che ha rubato.
Meno scontato è l'imbarazzato silenzio della maggioranza, che spesso si rivolge alla stampa, compreso il Presidente del Consiglio: in questo caso tace. Capisco l'imbarazzo, di cui l'Assessore dovrebbe rendersi conto anche se credo che l'impotenza del Presidente di Ghigo abbia, ad un certo punto, un limite. Sarebbe suo obbligo intervenire, essendo sua la responsabilità delle deleghe: lui è stato eletto direttamente dal popolo e non da Martinat.
A proposito della cardiochirurgia e dell'intervento svolto dal Consigliere Tapparo, volevo sollevare il problema della questione politica nella vicenda.
Presidente Ghigo, come lei saprà, la Regione paga, relativamente alla cardiochirurgia, tariffe maggiori per interventi nelle Case di Cura private accreditate. La questione è indubbiamente grave: le tariffe che normalmente vengono pagate alle Case accreditate dovrebbero essere più basse o almeno uguali. Succede così, in tutta Italia.
Nel 1997 avevamo riconosciuto - con delibera di Giunta regionale agli ospedali pubblici tre livelli tariffari: per le Aziende ospedaliere la tariffa più alta; per gli ospedali di categoria B (DEA, Pronto Soccorso) una tariffa più bassa e per gli ospedali C una tariffa ancora minore. Il "famoso" DRG, era l'elemento che permette di attuare il finanziamento.
Per le private accreditate, nel 1997 la Giunta assume una deliberazione che sostiene una cosa molto semplice: siccome i privati sopportano un costo più basso e siccome molto spesso le eventuali complicazioni ricadono sugli ospedali pubblici, riconosciamo alle cliniche private accreditate l'8% in meno della tariffa applicata alle Aziende ospedaliere. Ragionamento, a mio parere, logico e condivisibile.
Sta di fatto, Presidente Ghigo, che dal 1997 al 2001 (e forse 2002) sono state applicate, per la cardiochirurgia, tariffe superiori rispetto gli ospedali pubblici. Ribadisco: il riconoscimento alle cliniche private è stato superiore rispetto agli ospedali pubblici, rispetto alle ASL, del 5,8%.
Se consideriamo che avrebbe dovuto essere l'8% in meno, significa che la Regione Piemonte ha pagato il 15% in più alle cliniche private accreditate.
Stiamo parlando di cifre consistenti: dal 1997 la Regione Piemonte ha speso, per la cardiochirurgia privata, 300 miliardi di lire - 15% su 300 miliardi: il conto è presto fatto.
Non esiste situazione analoga in nessuna Regione d'Italia. In Piemonte è stato adottato un meccanismo perverso e privo di senso, che non risponde ad alcuna logica. È stato istituito un tariffario fittizio per stabilire uno sconto, che ha portato ad una tariffa superiore.
Ho portato all'attenzione del Consiglio questi dati, per richiamare il problema politico sulla gestione della sanità.
La responsabilità complessiva è dell'Assessore, ma anche di tutta la Giunta regionale, la quale non ha il coraggio di dire qui in aula ciò che pensa.
Il Presidente risulta impotente; la sua responsabilità continua ad essere sempre più forte, oltre quella che abbiamo già verificato in questi mesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Vorrei chiarire al Consigliere Saitta, che avevo richiesto, prima che lui lo denunciasse, il silenzio della maggioranza. Stavamo quindi ascoltando l'arringa da parte dell'opposizione, per capire bene che posizioni assumere: quando si parla di questioni morali, quando si parla di "baroni della sanità" e di questioni di buona amministrazione, non possiamo parlare di questione politica.
Si tratta di due aspetti separati, colleghi. E' inutile fare demagogia accusando un giorno Tizio e un giorno Caio, solo perché rivestono il ruolo di Assessori e solo perché svolgono quotidianamente il loro lavoro in modo onesto e trasparente.
Noi ci siamo assunti l'intera responsabilità di un settore, quello della sanità, che nel 1995, quando questa maggioranza risultò vincente nella campagna elettorale, contava ben dodici inquisiti.
Vi sono fatti rilevanti come quello di ieri dei quali quotidianamente leggiamo sui giornali. Mi aspettavo che qualcuno di voi intervenisse (mezza pagina de La Repubblica.!): avete solo e soltanto nominato Di Summa e Odasso.
Bene o male, da quando manca Odasso, alle Molinette - mi dispiace dirlo, Presidente - indipendentemente dall'appartenenza politica del nuovo Direttore, non è migliorato niente; anzi, la situazione è peggiorata. Vige l'anarchia totale; alcuni "baroni" trasformano la sanità da un ente pubblico di appartenenza a tutti i cittadini ad una questione familiare.
Questi signori non hanno la tessera di Forza Italia o dell'UDC o di AN hanno la tessera dei vostri partiti.
Consigliere Saitta, è questo il problema della sanità: la collisione tra la parte dirigenziale nominata da D'Ambrosio e altri che dirigono la sanità piemontese. La sanità deve essere intesa come un servizio di tutti senza colorazione politica, se vogliamo veramente dare una svolta e migliorare la qualità della vita dei cittadini piemontesi.
Questione della Commissione d'Indagine e di Inchiesta: non siamo stati noi a chiuderla, caro collega Riggio né siamo noi i detentori dei ricettari. Stiamo semplicemente cercando di "raddrizzare" il patto di stabilità definito durante il vostro governo - che ci ha permesso di entrare nella Comunità Europea. Si è dovuto dunque inserire il ticket e ridurre alcuni posti letto. Dopo lo scandalo devastante di ieri, nessuno di voi ha detto nulla! Voi che siete lettori di La Repubblica! Smettiamola di fare della questione sanità, una questione politica cerchiamo di collaborare con gli Assessori. Voi fate la vostra parte, ed è giusto che sia così, ma non è giusta la quotidiana demagogia su quanti vengono difesi dalla maggioranza, non "tirando fuori" i veri problemi della sanità.
Per queste ragioni, mi faccio portatore di una nuova Commissione d'inchiesta e d'indagine alle Molinette, ma non per creare disordine e disorientamento, ma per trovare una formula di controllo che dovremo trasferire all'Assessore.
Oggi, purtroppo, la sanità conta 18 milioni di ricette, senza essere supportata dall'informatica, non per cattiva volontà della politica preposta alla pianificazione e al progetto-sanità, ma per la cattiva volontà di certi funzionari e dirigenti, che non vogliono rendere trasparente la sanità attraverso supporti informatici.
Come lei sicuramente ricorderà, Consigliere Saitta, il sottoscritto aveva avanzato una specifica richiesta scritta, in sede di Commissione d'inchiesta sulla sanità, relativamente a un modello informatico per far sì che tutte le nozioni, tutti gli appalti, tutte le delibere e determine venissero informatizzate e comparate in modo tale da poter intervenire là dove si riscontrano anomalie.
Questo non è stato fatto. Chiedo alla maggioranza, come semplice Consigliere, di costituire una Commissione di indagine ed ispettiva per fornire informazioni utili all'Assessore D'ambrosio al fine di esercitare un maggior controllo sulla sanità piemontese, in modo particolare alle Molinette.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

E' singolare l'ultimo intervento del Consigliere Scanderebech, se non altro perché ha sbagliato interlocutore: il Consigliere Saitta non è ancora Assessore alla Sanità. Guardando in avanti, non siamo soddisfatti di eventuali ricadute elettorali di quello che sta succedendo e siamo molto preoccupati di come viene gestita la sanità piemontese. Faccio un piccolo elenco: la questione Odasso (un altro che sembrava un Dio); la questione delle valvole, la questione di Di Summa (qualcuno ha detto "ci si affidava come ad un Dio", adesso mi viene da pensare ad un film dal titolo "La caduta degli dei"). In seguito la questione delle farmacie, l'ultima la questione degli esami della scuola di specialità. Questi non sono altro che la punta di un iceberg. Assessore D'Ambrosio... scusi Presidente, aspetto che l'Assessore concluda la sua telefonata.



PRESIDENTE

Vada pure avanti, Consigliere.



PLACIDO Roberto

Vado avanti con l'interlocutore, l'Assessore D'Ambrosio che mi ascolta e non parla al telefono. Visto che è il diretto interessato, dopo il Presidente Ghigo, che almeno ascolti quello che ho da dire.
Dicevo, quello che ho elencato è la punta di iceberg, di un problema ossia la mancanza di gestione, ormai clamorosa, della sanità piemontese. Di fronte a questa situazione e alle dichiarazioni dell'Assessore - smentite vere non vere, è sempre colpa dei giornalisti - si potrebbe pensare, dopo l'immunità parlamentare, all'immunità professionale. Come si può pensare che un pur bravo luminare della chirurgia possa subire un trattamento diverso solo perché salva vite umane? Ripeto, una nuova immunità potrebbe essere quella professionale proposta dall'Assessore D'Ambrosio.
In tutto questo spicca l'assenza del Presidente Ghigo, al di là della presenza in questo momento in aula, nella difesa dell'Assessore. Potesse si tratta evidentemente di una debolezza del Presidente che toglierebbe anzi avrebbe già tolto da tempo - la delega alla sanità all'Assessore D'Ambrosio.
Non è un problema di un assessore sotto tutela, con un direttorio monitorato, una sorta di cordone sanitario; non siamo di fronte alla SARS ma di fronte ad un conclamato caso di incapacità a gestire la sanità piemontese in tutte le sue complessità. Lo sa bene il Presidente Ghigo, lo sanno bene anche molti Consiglieri della maggioranza, nelle dichiarazioni non ufficiali, nelle chiacchere: lo sanno tutti in Piemonte. Penso che lo sappia anche l'Assessore.
E' un fardello pesante, un compito difficile, ingrato, ma l'Assessore non è costretto. In questo momento i "costretti" sono i piemontesi a dover avere un Assessore a capo di una gestione assolutamente fallimentare della sanità piemontese. Il fallimento della gestione è davanti agli occhi di tutti. Ripeto, non riusciamo neanche ad essere contenti dagli indubbi riverberi positivi elettorali. Essendo una opposizione seria, Assessore D'Ambrosio e Presidente Ghigo, noi siamo preoccupati dallo sfacelo in cui state portando la sanità piemontese. Ripeto: il caso Odasso, le valvole, le farmacie, gli esami e si potrebbe continuare.
Si è parlato di una Commissione di inchiesta sulle Molinette. E' vero alle Molinette non è cambiato nulla, i dirigenti sono sempre gli stessi a cui si aggiungeranno quelli che nominerete. E questo non per opera dello Spirito Santo; con il "manuale Cencelli" della Prima Repubblica, che non è mai tramontato, avete realizzato una tabella con a fianco i nomi di Consiglieri e Assessori e - sembrava un programma Excell - nelle caselle attigue il nome del direttore sanitario, del direttore generale, del direttore amministrativo. Questa è la peggiore spartizione per portare la sanità pubblica allo sfacelo. Il Presidente Ghigo in primis e lei Assessore D'Ambrosio - al di là della simpatia e della stima personale, ma adesso stiamo discutendo sulla carica di Assessore - sfiduciato nei fatti da tutta la sua maggioranza, in testa il Presidente Ghigo, state cercando di gestire una situazione assolutamente ingestibile. Le conclusioni, per decenza di gestione, le dovrebbe trarre l'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Brevemente perché molte cose sono già state dette.
Devo dire che una delle prime considerazioni, ascoltando la dichiarazione dell'Assessore D'Ambrosio, è relativa a questo strano rapporto - penso che si possa definire così - che l'Assessore intrattiene con la carta stampata, cioè con i giornali. L'Assessore nella sua dichiarazione ne ha approfittato per attribuire buona parte dei problemi a colpe dei giornalisti.
Mi chiedo come sia possibile che continui in questo atteggiamento, dal momento che sappiamo bene quanto ripetutamente l'Assessore goda della possibilità di poter interloquire e di potere presentare le sue parole alla carta stampata e ai giornali.
Quindi, che in tutti questi anni ci siano ancora - a suo dire - queste incomprensioni, mi sembra veramente un modo poco elegante di scaricare le proprie colpe sugli altri. D'altra parte, anche stamattina l'Assessore ha dimostrato di muoversi non molto a suo agio in questa vicenda, in quanto parlando del primario Di Summa ha accostato, senza soluzioni di continuità le parole "riscatto e giudizio".
Credo che tutti i piemontesi sappiano e si aspettino che l'Assessore non anticipi quello che è il necessario percorso di riscatto per Di Summa anticipando quello che è invece il percorso del giudizio che deve essere terminato. Vorrei anche che l'Assessore usasse queste parole, quasi di conforto, non solo per il primario Di Summa, ma per tutti coloro che sono condannati e che vanno in giudizio.
Credo che sarebbe giusto aspettarsi dall'Assessore lo stesso atteggiamento di comprensione in tutte le situazioni, e non solo quando ad essere condannato è un primario che dalla società ha avuto molto più di tanti altri cittadini.
Quindi, credo che il problema politico alla base di questa vicenda, si possa riassumere esattamente nelle parole con le quali l'Assessore D'Ambrosio ci presenta la sua idea di una sanità piemontese tutta giocata sul modello verticistico, un modello verticistico che lo porta a lodare Di Summa.
Con ciò, da un lato, confermando quella catena forte che noi abbiamo sostenuto esistere nella gestione della sanità piemontese, che parte dall'Assessorato, passa attraverso i Direttori generali e arriva ai vari primari; dall'altro con questa visione verticistica non si viene a creare quella che noi invece crediamo debba essere il motivo primo di un buon funzionamento della sanità, ovvero un buon livello organizzativo.
Un buon livello organizzativo si costruisce anche sul lavoro di equipe sulla collaborazione dei vari operatori, e mi sembra che questo elogio al primario Di Summa, di fatto, suoni come motivo di demotivazione, di mancanza di fiducia verso coloro che l'hanno egregiamente sostituito, ai quali molti cittadini piemontesi hanno dovuto affidarsi per interventi delicati e che sono stati ben curati.
Mi sembra che, ancora una volta, tutte le vicende sempre più gravi, che stiamo vivendo in questo Consiglio regionale relative alla sanità piemontese, dimostrino come il vero problema sta nel manico, ovvero nell'organizzazione della sanità da parte dell'Assessore che, invece di puntare su un sistema organizzativo funzionante, preferisce continuare a lavorare sul modello verticistico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente e colleghi.
Mi pare che la relazione dell'Assessore D'Ambrosio abbia chiarito in maniera inconfutabile il senso e la dimensione della famigerata e famosa intervista.
Possiamo dividere in due parti il momento chiarificatore dell'Assessore: quello più politico, dove l'Assessore ribadisce quello che già era stato detto in interviste, cioè la volontà di non interferire assolutamente né con il discorso dell'Ordine né tanto meno con il discorso della giustizia ordinaria.
L'Assessore sa bene, e lo ha ribadito anche oggi, che, qualora venga condannato, il Prof. Di Summa dovrà scontare la sua pena, perché non solo è giusto così, ma anche perché politicamente l'Assessore appartiene ad un partito che della espiazione della giusta pena fa un punto distintivo di programma.
L'altro momento, invece, è un momento più umano, più personale, dove l'Assessore si sveste della sua veste politica e viene fuori un po' l'uomo viene fuori la persona e il paziente.
Possiamo chiederci se è giusto o meno che un politico, un amministratore, un Assessore o un Consigliere regionale possano avere anche qualche momento di tipo personale, se abbiano la possibilità di parlare un po' a cuore aperto, se abbiano la possibilità di fare prevalere, talvolta qualche sentimento.
La risposta può essere diversa. E' una risposta che ognuno di noi pu darsi, a seconda della propria formazione e della propria storia.
Noi non riteniamo che l'Assessore abbia commesso un delitto nell'esprimere alcune valutazioni di tipo personale - ripeto - da uomo e da paziente. Purtroppo è chiaro che, in queste valutazioni, va sempre considerato il ruolo pubblico che si ricopre in quel momento.
Devo anche dire che il Presidente Ghigo può stare tranquillo.
L'immagine alta e positiva che noi tutti gli riconosciamo, e gli riconosce anche la minoranza, non viene messa in discussione da queste sterili polemiche, perché è un'immagine fortificata dai risultati della sanità piemontese.
Proprio parlando della cardiochirurgia, Presidente, lei ricorda, prima del suo Governo e prima della venuta dell'Assessore D'Ambrosio, quanti viaggi della speranza i nostri malati di cuore dovevano compiere all'estero o nelle altre Regioni. E pensiamo solo oggi che cosa significano i poli di cardiochirurgia piemontesi, che attraggono pazienti da tutte le Regioni d'Italia e ormai anche dall'estero. Il caso dell'Inghilterra è stato quello più famoso e più pubblicizzato.
Quindi, nessun arretramento della sanità in questi anni, anzi raggiungimento di risultati importanti.
Consigliere Saitta, non è esatto - e mi dispiace dirglielo, perché lei è un esperto in quanto Presidente della ex Commissione d'indagine - il suo ragionamento rispetto ai costi della cardiochirurgia. Lei sa troppo bene, e lo sa meglio di me, che non sono raffrontabili le modalità di pagamento del servizio pubblico con quello del privato: il primo viene pagato a costo; il secondo a tariffa per prestazione.
Sono quindi due momenti diversi; non si può paragonare il costo di due pere con il costo di due mele.
Quella che ci ha dato oggi è un'informazione errata, probabilmente dovuta ad una cattiva comparazione dei dati che gli sono stati sottoposti.
Per avere un'espressione più chiara e una notizia più certa da dare ai cittadini piemontesi, sarebbe meglio rivolgersi direttamente all'Assessore che gli spiegherà, in maniera compiuta, il problema.
Il chiarimento offerto dall'Assessore D'Ambrosio ci soddisfa; ci soddisfa perché lascia intendere, anzi dice in maniera espressa, la sua forte adesione al Codice Deontologico e alle regole della professione medica. Ribadisce la connessione tra la professione e l'etica, e ribadisce il concetto fondamentale che chi sbaglia deve pagare, ma dopo aver scontato la pena (che naturalmente non dove essere scontata per una vita intera) ciascuno può - e deve - riprendere la propria vita e il proprio ruolo nella società.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sento che oggi l'Assessore D'Ambrosio, a seguito delle dichiarazioni rese ai giornali, fa qualche correzione.
Dopo l'idea del Vicepresidente del Consiglio Fini che quello che conta non è quello che si dice la prima volta, ma è quello che si dice correggendosi la seconda volta, in politica diventa tutto più facile: prima si parla e poi si dice il contrario o ci si corregge, limitandosi a dare validità alla seconda correzione. Personalmente, ritengo che anche nella prima presa di posizione ci fosse comunque del vero.
A questo punto, per quanto mi riguarda, con l'Assessore chiuderei i rapporti polemici su richieste di dimissioni, perché si è capito, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l'Assessore D'Ambrosio dal suo posto non se ne andrà mai.
Rimane aperto, però, il problema di come mai il Presidente Ghigo non lo rimuova.
È capitato, qualche volta, che il Presidente Ghigo, come anche una parte della maggioranza che sorregge questa Giunta regionale, non desse un giudizio positivo dell'Assessore D'Ambrosio nel settore sanitario.
D'altronde, sarebbe difficile sostenerlo in presenza di risultati obiettivamente negativi, che la gestione D'Ambrosio ha realizzato in questi sette/otto anni, in termini di costi, di deficit, di non eliminazione degli sprechi, di duplicazioni, di liste d'attesa e via dicendo.
Rendete una sanità ai piemontesi peggiore di come l'avete trovata, da tutti i punti di vista.
A questo punto ci si chiede come mai il Presidente Ghigo, visto che solo da lui dipende questa decisione, non sollevi da quell'incarico l'Assessore D'Ambrosio e non consegni questa competenza a persona più capace, da tutti i punti di vista.
Il fatto che l'Assessore D'Ambrosio sia medico non ha agevolato molto la sua funzione di Governo; anzi, alle volte, essere collega del settore che si amministra non è un vantaggio. In questo senso, probabilmente le dichiarazioni rese al favore di un reintegro del collega Di Summa (perch siete colleghi) risente di questo fatto. Siete entrambi iscritti ad un Ordine; siete colleghi, ed evidentemente l'Assessore D'Ambrosio non ha saputo tener sopita questa comunanza di lavoro che lo lega.
Torniamo, invece, al Presidente Ghigo che non rimuove l'Assessore D'Ambrosio o non gli dà un'altra delega (se proprio deve tenerselo come Assessore). Come mai? Evidentemente c'é chi, fuori da questa aula, impone al Presidente Ghigo questo comportamento (è una mia interpretazione, anche se sono abbastanza convinto che il Presidente Ghigo farebbe volentieri a meno dell'Assessore D'Ambrosio per i risultati ottenuti).
Vedo che non lo può fare, quindi ci sarà una situazione politica che obbliga e costringe il Presidente Ghigo, limitando la sua azione.
Chiudo con questa vicenda, invitando il Presidente Ghigo a sollevare l'Assessore D'Ambrosio da questa delega (anche se posso anche capire che dietro e sopra il Presidente Ghigo ci sia qualcosa o qualcuno che lo impedisca).
Giro pagina e sollevo un'altra questione al Presidente Ghigo - e qui penso che ci sia solo lui, Presidente Ghigo, e la questione.
Il Presidente Ghigo avrà letto, come tutti noi, l'intervista del dottor Di Summa. E' stata un'intervista molto pacata, molto razionale, fatti quasi guardando da fuori la vicenda, in cui il dottor Di Summa, riferendosi al suo comportamento scorretto, dice: "Attenzione che lì si faceva e si fa così. Io, certo, ho sbagliato - dice Di Summa - a non oppormi, ho tutte le mie colpe, le espierò, però o facevo così oppure dovevo smettere".
È una notizia di denuncia di un ambiente nel quale vi è una continuazione di reato che viene denunciata da chi quel reato l'ha commesso ed è stato consegnato al procedimento giudiziario.
Questa è una notizia di fronte alla quale il Presidente di una Regione dovrebbe immediatamente cautelarsi, agire, chiedere di conoscere, convocare i Direttori generali e rivolgersi alla cittadinanza piemontese dicendo: "Beh, anch'io, cari concittadini, ho letto questa intervista di Di Summa mi sono preoccupato del fatto che all'interno di quel settore sanitario si faccia così e immediatamente ho agito per sapere, per conoscere ed eventualmente per constatare o per denunciare".
Perché il Presidente Ghigo non si è comportato in questo modo? La domanda la lascio aperta senza fare illazioni di nessun genere.
Pregherei, però, il Presidente Ghigo di farci capire.
Mentre nel caso di D'Ambrosio posso capire che la politica abbia i suoi blocchi, costringendo anche un Presidente eletto direttamente a fare ci che non vuole o non preferisce, non capisco perché, a fronte di una notizia di un ambiente nel quale si continua a commettere reati detti dal dottor Di Summa, il Presidente non assuma una posizione limpida e chiara di contrasto, di grande allarme e non si muova in modo da far capire che questo allarme è stato recepito, è stato verificato e - per carità - a seguito delle sue iniziative, questo allarme possa essere reso ingiustificato o controllato.
Le rivolgo ancora questa domanda, Presidente Ghigo: perché lei non si attiva in questo senso e non dà modo a tutti i piemontesi di sentire che c'è un Governo che, di fronte ad una situazione preoccupante ed allarmante fa tutto ciò che è in suo dovere fare?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Volevo fare una piccola riflessione con il Presidente della Giunta e con l'Assessore. Apprezzo gli sforzi compiuti dalla Giunta per risollevare le sorti della sanità piemontese, più volte abbiamo detto in aula che si tratta di un lavoro particolarmente complesso e che pertanto dobbiamo fare uno sforzo tutti insieme.
Non bisogna leggere solo ed esclusivamente in termini di critiche ci che l'opposizione afferma, ma come incentivo per gestire e condurre meglio la sanità piemontese.
Il nuovo Piano Sanitario che l'Assessore sta presentando, non è del tutto negativo, ma neanche del tutto positivo.
L'analisi della discussione deve servire, nei limiti del possibile, a migliorare il più importante servizio che la Regione Piemonte eroga ai cittadini di questa comunità, che assorbe il 60% della fiscalità del nostro territorio. Tutti siamo impegnati nel cercare di dare una migliore soluzione; più volte abbiamo indicato di lavorare di più sulla pre ospedalizzazione per accorciare le liste di attesa, più volte abbiamo indicato di dividere la gestione clinica da quella amministrativa.
Oggi stiamo parlando di un fatto veramente grave. Tutti affermano che Di Summa è un gran professore, ma non è affatto giustificabile che i più bravi all'interno della sanità possono commettere illeciti.
Signori Consiglieri ho un ulteriore paura. Alcuni di voi dicono di togliere la delega all'Assessore D'Ambrosio, ma nel contesto in cui ci troviamo, è meglio gestire fino a fine legislatura l'opera dell'Assessore in carica di cui, tutto sommato, abbiamo capito i punti deboli.
Onestamente, se il Professore Di Summa rilascia interviste ai giornali in cui dichiara che all'interno della sanità tutti ricevono tangenti, allora signori Consiglieri e Assessori, vogliamo effettivamente indagare fino a che punto la nostra sanità è corrotta? E' chiaro che è compito della Magistratura occuparsene, ma chi deve difendere l'immagine della Giunta e della sua gestione è l'Assessore ed il Presidente.
Non voglio sollevare grosse critiche, ma tutte le volte che capita qualcosa in campo sanitario si dice che è un'opportunità per la minoranza dire: "Cacciate l'Assessore D'Ambrosio". Invece non è così, il nostro Assessore deve restare e spiegare se c'é corruzione o meno all'interno della sanità piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Tocca ad altri difendere l'Assessore D'Ambrosio, ma non mi pare che sul punto, i Gruppi consiliari di maggioranza abbiano particolare intenzione di diffondersi. D'altra parte preferisco non partecipare ad una discussione che riguarda un'intervista, che produrrà ulteriori interviste che ruota attorno al caso di un imputato eccellente, accusato di un reato infamante che viene usato come un feticcio polemico dalle forze politiche per parlarsi fra di loro, per parlare all'opinione pubblica, per parlare a segmenti dell'opinione pubblica. Sono convinto che auspicare una giustizia clemente può essere un errore, auspicare una giustizia esemplare è sempre un disastro a maggior ragione quando lo si fa da un'aula politica, o da un'assemblea parlamentare.
Non voglio parlare di questo, ma di quello che c'é dietro. Quello che c'é dietro non è qualcosa che possa essere indagato e scoperto con il fiuto dietrologico di qualche aspirante pubblico ministero che sceglie di usare la politica come succedaneo della Magistratura inquirente. Quello che c' dietro è, uso una parola grossa, la legge. Quello che c'é dietro è il quadro normativo, istituzionale ed amministrativo da cui episodi di questo tipo originano e su cui quest'aula, non solo la Giunta, ma la Regione nel suo complesso, continua a vivere una sorta di banca rotta politica.
Il problema di fondo, per me, mi potrò sbagliare, non ho ambizioni giudiziarie, non è riunire i direttori generali chiedendo a ciascuno di loro di farsi Sherlock Holmes per indagare sulle dichiarazioni del Professore Di Summa. Ma tentare di intervenire su quegli elementi macroscopicamente errati nella normativa, nella legislazione regionale, che hanno originato, in una qualche misura, i casi Odasso i casi Di Summa, e altri ne origineranno e necessiteranno.
Non abbiamo cambiato un impianto istituzionale delle aziende sanitarie ospedaliere, in particolare, ma anche della aziende sanitarie locali e continuiamo a mantenere in capo alla stessa figura, sia il potere di gestione che il potere di controllo di gestione: questo è un errore organizzativo macroscopico che nessuna azienda privata di 70 dipendenti compierebbe, ne con un assetto organizzativo di questo tipo pensiamo di gestire la sanità piemontese. Non abbiamo implementato il sistema di outbidding delle aziende sanitarie, in particolare della aziende ospedaliere ed il sistema di controlli a cui ci affidiamo è essenzialmente economico contabile e retrospettivo, e non è un sistema "procedurale", cioè un sistema che, come tutti i sistemi di controlli che si rispettino, sia in grado di prevenire le cose che succedono e non di scoprire le cose che sono successe. In un sistema di controlli strutturato, non esisterebbe da nessuna parte del mondo che il potere di decisione tecnica coincida con il potere di decisione di spesa, che il committente di un determinato presidio sia l'aggiudicatore della gara per l'acquisto di quel presidio.
Tutto questo è quello che succede nella sanità piemontese, ed è quello che produce i Di Summa, gli Odasso, che li produrrebbe, comunque, anche se non ci fosse Odasso e non ci fosse Di Summa, che li produrrebbe con qualunque colore politico, con qualunque Assessore e con qualunque sistema politico di equilibri in tema di sanità.
Abbiamo scelto strumenti innovativi per il finanziamento, in particolare dell'investimento sanitario; il modo in cui si applica in Regione la finanza di progetto è semplicemente terrorizzante, è un sistema affaristico e speculativo e non, come dovrebbe essere, privatistico e di mercato. Di questo non parliamo, e fra due o tre anni, al primo che verrà "pinzato" ci saranno quelli che si stracceranno i capelli da una parte e gli altri che non potevano sapere che tutto questo sarebbe accaduto.
L'impegno che chiediamo alla Giunta, che ritengo che il Consiglio debba chiedere a se stesso, è di iniziare finalmente ad intervenire su questi punti, iniziare finalmente a presentare progetti di leggi su questi punti iniziare finalmente a fare politica sulla materia sanitaria. Tutto il resto, le condanne esemplari o i gesti di clemenza, appartengono ad altri ambiti.
L'unica cosa che mi sento di condividere, con le parole non solo dell'Assessore D'Ambrosio ma anche di altri Consiglieri che sono intervenuti in quest'aula, è che una politica che auspicasse, nel caso di Di Summa come in tutti gli altri casi, la rovina dell'imputato anziché il suo reinserimento nelle cose che l'imputato sa fare, farebbe un pessimo servizio all'imputato, ma farebbe anche un pessimo servizio a se stesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Qualcuno prima definiva quanto stiamo vivendo un indecente balletto, e lo ribadiamo. Mi rivolgo, in particolare, al Presidente Ghigo, quindi gli chiedo la cortesia di ascoltare.
La domanda più inquietante che ci stiamo ponendo, e che io personalmente mi pongo, è comprendere quanto lei condivida le dichiarazioni fatte dal suo Assessore.
Lei condivide e sottoscrive quanto ha detto il suo Assessore?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Le ha rimangiate tutte.



SUINO Marisa

Le ha rimangiate tutte. Caro Presidente, abbiamo sentito anche noi: sono stati i giornalisti. Una volta sono i giornalisti, un'altra volta non si è spiegato lui. Però, Presidente, la questione grave è che tutte le volte che succede un balletto di questo tipo, poi non succede assolutamente nulla. Passano un po' di giorni, avviene un altro caso, rileggiamo sui giornali un'altra vicenda dove chi governa e ha responsabilità spara le cose più assurde. Presidente, fa la differenza.
Abbiamo capito che c'è grossissimo imbarazzo e difficoltà da parte di questa maggioranza; abbiamo capito che si usano queste vicende per parlarsi attraverso i giornali e minacciare grandi cose. Poi, il balletto finisce nella solita maniera. Siamo fortemente preoccupati. E di cosa siamo preoccupati? L'Assessore ha sbagliato. Dopodiché, stamattina si è rimangiato le sue dichiarazioni e va bene. Ma la cosa grave, Presidente Ghigo, è il messaggio che voi fate passare sulla corruzione. Questo è ciò che ha detto il luminare Di Summa, che ieri andava tranquillamente avanti e indietro per le Molinette, da uffici importanti. La cosa grave è che il luminare Di Summa luminare, quindi personalità nel campo della scienza medica - dice che nella sanità piemontese la corruzione è diffusa dappertutto.
E' su questo che vi chiediamo e le chiediamo, Presidente Ghigo: cosa fa? Noi ci aspettavamo una reazione, perlomeno quella di dire: "Ma no cittadini, tranquillizzatevi! Professionisti che lavorate bene e da molto tempo nel campo sanitario e medico in questa Regione, non scherziamo! La corruzione non è così diffusa!".
Invece no! Il messaggio che passa qual è? Quello dei giornalisti che si sono sbagliati. L'Assessore parlava a titolo personale o parlava come Assessore? Parlava come Assessore. Mi dispiace che non ci sia l'Assessore D'Ambrosio, ma posso capire che le non dichiarazioni della sua maggioranza l'abbiano ulteriormente preoccupato. Dopodiché lui è fortemente tranquillo sicuro, probabilmente ha motivi per essere così sicuro e tranquillo, e quindi può continuare a stare su quella poltrona, dove di anno in anno, di mese in mese, di settimana in settimana rovina la salute dei cittadini piemontesi, e anche la sua (senza augurarglielo, ci mancherebbe!).
Ma il Presidente Ghigo è il Governatore; Ghigo è colui che può tutto in Piemonte: può decidere quali sono i suoi uomini e le sue donne di fiducia può decidere qual è il nuovo Piano sanitario. E' lui che può. Allora Presidente Ghigo, ci dica: lei sottoscrive le dichiarazioni del suo Assessore? Come mai non avete fatto nulla, dopo che un luminare della scienza piemontese annuncia e dichiara che la corruzione è quotidianità nella sanità piemontese? Voi governate da otto anni questa sanità piemontese, e la corruzione è quotidianità. Il resto non c'interessa, ci interessa ciò che può portare bene alla salute dei piemontesi.
Concludo dicendo questo, caro Presidente del Consiglio. Noi oggi ci aspettavamo che vi fosse anche una dichiarazione sull'altra comunicazione apparsa sui giornali. Abbiamo letto sui giornali di un nuovo Piano sanitario, mentre andavamo in consultazione con uno precedente (che credo sia il maxi emendamento). Vorremmo capire quando possiamo discuterne.
Per me sarebbe troppo facile, data la mia competenza, ricominciare dalla questione della cardiochirurgia, dalla questione dell'accreditamento ma mi limito a solo Piano sanitario. Quando possiamo discutere dell'altra questione, un'altra intervista nella quale abbiamo letto l'esistenza di un nuovo Piano sanitario che non corrisponde a quello che abbiamo avuto il piacere e il dovere di discutere non con gli Enti consultati. Su questo ci può dire come intende organizzare i lavori?



PRESIDENTE

Su questo punto - Assessore D'Ambrosio - da una verifica che è stata fatta, emerge che quell'intervista non corrisponde assolutamente al vero.
Non è un'intervista, è una considerazione. Sono notizie prive di fondamento, perché non è stato presentato alcun Piano sanitario o alcun documento o alcuna deliberazione con i contenuti, e neppure con altri contenuti, indicati in quell'articolo. Quindi, sarà un problema del giornalista.
La parola al Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Grazie, signor Presidente, colleghi e colleghe. Nel mio intervento vorrei affrontare il tema che si è dibattuto oggi, dividendolo in due parti, anzi sarebbe il caso di dividerlo in tre, perché dopo l'intervento della Consigliera Suino, c'è la possibilità di un'ulteriore postilla, sulla quale ha già dato un chiarimento il Presidente Cota, ma potrò anche io fare qualche affermazione.
Il primo aspetto è quello relativo alle dichiarazioni dell'Assessore D'Ambrosio. Prendo atto che oggi, in aula, l'Assessore D'Ambrosio ha dato una spiegazione alle sue dichiarazioni - o per lo meno alle dichiarazioni che sono state riportate da un organo d'informazione - sulle quali non ho praticamente nulla da dire. Mi corre solo l'obbligo di sollecitare l'Assessore ad una particolare attenzione nell'interloquire con gli organi di informazione ed a non disgiungere il ruolo di "cittadino privato" con quello di "Assessore" e di rappresentanza di un'amministrazione, perch ahimè - quando si è rappresentanti di un'amministrazione, lo si è sempre anche quando si pensa di essere libero cittadino.
Invece voglio riprendere in maniera un po' più esaustiva ed organica la sollecitazione che, nei vari interventi, mi è stata rivolta a proposito delle dichiarazioni del prof. Di Summa. Indubbiamente hanno un significato al quale ognuno di voi ha ritenuto di dare la propria interpretazione. Io ritengo che tali dichiarazioni siano molto gravi, probabilmente fatte in condizioni che non sta a me giudicare. C'è un organo preposto, che riterrà come sta già facendo - di fare le verifiche e le indagini che ritiene opportuno sulle dichiarazioni del prof. Di Summa: le ha fatte lui, sono una responsabilità sua.
Sul merito, chiaramente, posso dire che non le condivido nella maniera più assoluta. Non è assolutamente vero che la sanità piemontese è nelle condizioni che il Professor Di Summa ha ritenuto di rappresentarci, in quanto, indubbiamente, si sono verificati casi che ci hanno feriti profondamente, e voi li avete citati; casi che iscrivo ad aspetti personali, cioè di comportamento personale e non "di sistema". Chi ha responsabilità di governo, a differenza di altri che, invece, non le hanno nell'affermare e nello svolgere dichiarazioni, deve porre la dovuta attenzione, perché la responsabilità di un'affermazione così generalizzata non considera, come d'altronde è stato ricordato anche da alcuni di voi che nella sanità piemontese lavorano tantissime persone con abnegazione onestà, dedizione e sacrificio. E' quella la sanità che noi dobbiamo chiaramente premiare e, nello stesso tempo - non perché ce lo dice Di Summa, scusatemi - l'amministratore, non da oggi, da sempre, ha il compito specifico di controllare, verificare e, magari, correggere - raccogliendo le istanze del Consigliere Palma - le storture che la società esercita. Noi dobbiamo fare questo, tanto è vero che lo stiamo facendo, vi dirò adesso come.
Nello stesso tempo, permettetemi un breve cenno di polemica, in quanto per circa 3-4 mesi questa Regione ha avuto una Commissione sanità presieduta dal Consigliere Saitta, che si è riunita molte volte. Non ho buona memoria in questo senso, non so quanti dibattiti consiliari abbiamo svolto sulla sanità, ma, naturalmente, alla maggioranza sono state addebitate tante cose. Onestamente, non vorrei sembrare riduttivo a qualcuno, ma dalla Commissione di indagine non mi sembra siano usciti elementi che facciano presupporre che la sanità piemontese sia in uno stato di disagio totale dal punto di vista dei comportamenti etici dei soggetti che operano in questo settore. Vorrei ricondurre ad un atteggiamento che non è e non vuole essere di poca attenzione o di non presa in seria considerazione di dichiarazioni o di situazioni che nella sanità si possono verificare e si potranno verificare. Chiaramente, non ho la certezza, il sistema di controllo non è facile, ci sono procedure difficilmente controllabili: si deve veicolare una cultura (anche qui il discorso si potrebbe allargare), che deve essere quella naturalmente legata al ruolo della sanità o, per lo meno, al ruolo che le persone che decidono di operare nel settore sanitario, nei comportamenti devono avere.
Noi - intendo noi come Regioni - abbiamo formulato una bozza per il contenimento della spesa farmaceutica. Voi sapete che questa bozza è stata accolta dal Governo in senso molto positivo. Oltre ad avere l'obiettivo di controllare e di mitigare l'incremento della spesa farmaceutica, si tratta per chi di voi ha voglia di andare a verificarla, di una bozza ufficiale che stiamo discutendo con le industrie farmaceutiche, insieme al Ministero del Tesoro, che contiene al suo interno alcuni aspetti; naturalmente, anche il settore farmaceutico ha elementi di criticità e non credo di dire cosa assolutamente nuova a nessuno di voi, essendo tutti ormai esperti o per lo meno conoscitori approfonditi del sistema sanitario.
In quella proposta avanzata dalle Regioni esistono elementi di rapporto con le industrie farmaceutiche legati al consumo e all'inserimento attraverso la CUF. Qualcuno di voi avrà sentito parlare anche di questo organo, che praticamente stabilisce quali sono le specialità farmaceutiche che entrano in prontuario, pensate un po' quanto è importante per un'industria farmaceutica avere una specialità in prontuario e quanto non lo è, tanto per intenderci. Noi in questo protocollo, che stiamo discutendo con le industrie farmaceutiche e con il Ministero del Tesoro, abbiamo inserito un vincolo comportamentale che ha l'obiettivo di correggere il fenomeno a monte. Il fenomeno nel settore farmaceutico esiste, è articolato, è finanziato, è un insieme di cose che tutti conoscono, ma che naturalmente fa parte, si potrebbe dire, di un meccanismo - voglio usare questo termine - "commerciale", che negli anni le industrie farmaceutiche hanno attuato nei confronti del rapporto con i medici di base.
Ebbene, non è attraverso le denunce o le dichiarazioni che si risolvono i problemi: questo è un modo un po' superficiale di affrontare i problemi.
Questa volta, discutendone molto, abbiamo voluto affrontare il problema a monte, affermando l'esistenza di questa stortura o di questo comportamento. Guardate, esiste lì come esiste in altri settori soprattutto quelli nei quali gli acquisti vengono fatti direttamente da un soggetto piuttosto che da un altro. Non è così perché lo abbiamo voluto, è così perché la legge italiana è fatta in questo modo.
Probabilmente, anche lì bisognerebbe intervenire, perché la decisione personale è troppo condizionabile da fattori esterni. Questo è un fenomeno della nostra società che, noi che abbiamo responsabilità di governo dovremmo farci carico nel tentare di risolvere a monte, a valle c'è già chi deve risolvere i problemi: è la Magistratura che farà tutti i passi che deve fare per colpire chi ha sbagliato. Noi non possiamo sovrapporre i ruoli che nella società hanno organismi diversi. Abbiamo l'obbligo e l'impegno di regolare i sistemi, poi c'è chi, invece, ha il compito di punire chi alle regole non ci sta.
Credo che nel settore della sanità le regole vadano sostanzialmente cambiate, le stiamo cambiando, ci stiamo tutti insieme lavorando. E' inutile, voi direte, che il Presidente dice sempre le stesse cose, ma io sto facendo sempre le stesse cose, nel senso che mi impegno continuamente nel tentativo di far andare meglio le cose, non è che ne faccio. Questo per adesso è il mio lavoro e, di conseguenza, vado in quella direzione insieme a tutti gli altri miei colleghi.
Per quanto riguarda l'ultimo punto relativo al Piano sanitario chiaramente, abbiamo già evinto che l'Assessore D'Ambrosio dovrà cercare di avere un rapporto con i giornalisti più chiaro e netto. Credo che quello sia frutto di incomprensione, perché, per quanto mi risulta, e credo di poterlo dire da un osservatorio abbastanza qualificato, non esiste nessun altro Piano sanitario; la notizia è totalmente priva di fondamento.
Relativamente alle questioni legate alle verifiche, aggiungo, come richiesto dai Consiglieri Suino e Saitta, che ben venga un'interrogazione o un dibattito, se si vuole fare, su questa questione delle cardiochirurgie e delle tariffe; immagino che questa sarà la notizia di domani, nel senso che su questa questione chissà cosa verrà montato.
Per quanto a mia conoscenza, posso solo dirvi che si tratta di due sistemi: quello a budget delle strutture sanitarie, che non è facilmente equiparabile a quello a tariffa delle cliniche private accreditate. Non do per scontato che tutto quello che ha detto il Consigliere Saitta non corrisponda a verità, però, mi viene il dubbio nel sapere che i sistemi sono diversi, perciò forse, nel compararli, considerando la benevolenza che generalmente il Consigliere Saitta ha nei nostri confronti, qualche percentuale gli sarà scappata, almeno, mi auguro che sia così; comunque raccolgo la sollecitazione perché su questo tema - è ovvio - tutto il Consiglio deve avere la possibilità di vederci chiaro e di sapere con certezza come realmente stanno le cose, perché è un aspetto piuttosto significativo e importante.
Mi auguro che il dibattito sul piano sanitario possa finalmente avviarsi, di modo che anche il progetto di razionalizzazione, attraverso l'accorpamento delle ASL e l'ulteriore riduzione delle sovrapposizioni dell'offerta sanitaria sul nostro territorio, possa essere chiarito e si possano liberare risorse per poter continuare a fornire servizi.
Voi avete il diritto ed il dovere, come opposizione, di additare sempre la sanità piemontese come la peggior cosa che esista in questo mondo; è ovvio che io non la penso così: non è così.
Voglio attenermi ai temi per i quali ho deciso di intervenere, ma in tante altre occasioni ho tentato di argomentare che così non è! Mi rendo conto che voi abbiate quella giusta verve polemica nel voler dimostrare il contrario, ma sono anche convinto e certo dell'impegno e del lavoro che, insieme ai miei colleghi, svolgiamo.
Concludo facendo un'affermazione di tipo politico - quelle che il Consigliere Marcenaro dice, in via scherzosa, che non faccio mai - qualcuno di voi dice: "Il Presidente non può togliere le deleghe all'Assessore D'Ambrosio".
È un'affermazione legittima da parte dell'opposizione, ma anche su questo voglio puntualizzare la mia posizione.
Non è vero che non posso, perché la legge - come ho già avuto modo di dire in quest'aula quando le sollecitazioni erano magari opposte - dà a me la possibilità di revocare deleghe e assegnarle. Diciamo che io non voglio togliere le deleghe all'Assessore D'Ambrosio. Non lo ritengo opportuno per il bene del Governo di questa Regione e per il bene della mia maggioranza.



PRESIDENTE

La seduta riprenderà alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.27)



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