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Dettaglio seduta n.363 del 10/06/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Cantore, Cota, Ghigo Racchelli e Scanderebech.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame disegno di legge n. 252 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n.252, di cui al punto 3) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Emendamento rubricato n. 598 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Riggio e Ronzani (e connesso emendamento rubricato n. 597): All'art. 1 dell'emendamento è inserito il comma 3/8: "La Giunta fissa annualmente le procedure ed i termini previo parere della commissione consiliare competente".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 598.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 27 Consiglieri votanti 26 Consiglieri ha votato Sì 1 Consigliere hanno votato NO 25 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 572 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: All'art. 1 il comma 4 è soppresso La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Continuiamo nel tentativo di opporci a questa legge. L'emendamento è semplicissimo, propone lo stralcio dei pochi commi di cui la legge è composta. E' una legge che trae, a mio modo di vedere, ispirazione diretta da un documento edito dall'ufficio Diocesano Scuola di Torino, che ho letto affinché il testo venga inserito nei verbali del Consiglio regionale.
Faccia parte, a pieno titolo, della storia, delle discussioni che il Consiglio regionale ha sviluppato intorno al tema. Continuo la lettura di un paragrafo molto importante.
"Perciò sbaglia di grosso chi, quasi per ritorsione o per un malinteso concetto di uguaglianza vorrebbe, in cambio, lo stesso criterio di reclutamento del personale docente oggi in vigore secondo la burocrazia statale. Si può, inoltre, difendere un sistema di reclutamene del personale mostratosi così poco efficiente nei tempi passati? L'orientamento dato dalle leggi recenti al governo della scuola può rappresentare l'inizio di una svolta destinata a rendere il reclutamento dei docenti più rispondente al carattere del singolo istituto. Un recente schema attutivo dell'articolo 21 della legge n. 59 del '97, attribuisce alle singole istituzioni scolastiche maggior responsabilità nel reperimento delle risorse umane ossia dei docenti, relative ad un ampio spettro di attività didattiche.
Senza voler qui discutere il problema, basta solo richiamare la possibilità che venga sì aperta anche una graduatoria generale riservata alla scuola non statale e costituita da chi ne faccia richiesta per esservi assunto. Ma senza violare il diritto delle singole gestioni scolastiche alla riserva di accettazione dei richiedenti sulla base del proprio progetto educativo e senza altre condizioni che non siano quelle già oggi operative". Quest'ultima frase ritengo valga la pena rileggere. "Ma senza violare il diritto delle singole gestioni scolastiche alla riserva di accettazione dei richiedenti sulla base del proprio progetto educativo e senza altre condizioni che non siano quelle già oggi operative".
Ce n'è a sufficienza per una approfondita meditazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Al di là degli stimoli che arrivano dalla lettura del testo con il quale il Consigliere Chiezzi ci sta accompagnando da numerose sedute volevo sottolineare, nel merito dell'emendamento, che il motivo della proposta di elaborazione del comma 4 è quello di evitare che ci sia una somma tra buono scuola e benefici del diritto allo studio. In coerenza con il fatto che alcuni di noi sostengono che, attraverso una implementazione del diritto allo studio, si possono raggiungere quegli obiettivi di minimizzare il condizionamento del livello del reddito nelle scelte delle famiglie. La proposta abrogativa del comma 4, all'interno dell'articolo 1 a firma del Consigliere Cattaneo, è una delle più significative, in quanto si contrappone alla logica di considerare il diritto allo studio quasi come un aspetto residuale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Suggerirei all'Assessore di accogliere l'emendamento abrogativo del comma 4.
In questo modo la legge non cambia, anzi, viene definito ancora più precisamente il ruolo: finanziare i giovani, le famiglie e le scuole di tipo confessionale attraverso i buoni scuola (peraltro, obiettivo concreto della legge). Abolendo il comma 4 viene a mancare il riferimento al diritto allo studio. D'altronde, più volte è stata esplicitata la volontà di intervenire con un provvedimento preciso sulla materia e quindi eliminandolo, si farebbe più chiarezza e si eviterebbero quegli elementi ricordati prima dal Consigliere Tapparo: la possibilità che oltre ai buoni scuola ci sia anche un finanziamento attraverso l'utilizzo di fondi che fanno, invece, riferimento al diritto allo studio.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 572.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 573 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Riggio e Ronzani: Il comma 4 dell'art. 1 dell'emendamento è così sostituito: "Con deliberazione del Consiglio regionale vengono stabiliti i casi nei quali il contributo di cui al comma 3 è cumulabile".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Questo emendamento, come gli altri che abbiamo presentato, tenta di definire alcuni criteri ai quali vincolare la delega che, attraverso la presente legge, viene conferita alla Giunta regionale per la fissazione dei criteri e delle regole per il conferimento delle borse e dei buoni scuola previsti dalla legge.
In particolare, l'emendamento riguarda la questione del cumulo, della possibilità di cumulare il contributo che la legge, insieme a contributi previsti da altre norme (sia che si tratti di norme nazionali, come quelle previste dalla legge 62, sia che si tratti di normative regionali, come quelle previste dalla legge 49 e dalle sue successive modificazioni) prevede.
Ci sono alcune questioni da segnalare.
Prima di tutto, una verifica, nel tempo, dei criteri attraverso i quali la possibilità di cumulo è stabilita. Questo è da determinarsi perch quando si parla di regolamenti applicativi o di leggi che riguardano e sono collegati all'individuazione di fasce di reddito e delle condizioni sociali che rendono possibile l'acceso, è utile e conveniente introdurre criteri di verifica periodica. Come tutti sanno, quando si parla di fasce di reddito non ci si muove nel campo dell'individuazione di fasce di povertà assoluta ma in fasce di povertà relative che devono essere, di volta in volta individuate sulla base delle trasformazioni che avvengono nel corpo sociale. Questo è, peraltro, uno dei criteri che normalmente vengono adottati per definire le fasce dentro le quali collocare il diritto all'assistenza da parte dei cittadini.
Questo è il primo punto: introdurre il principio, il criterio di una verifica periodica che non si esponga ai rischi che comporterebbe fissare una volta per tutte, nella legge o attraverso regolamenti, questa questione.
Il secondo aspetto riguarda una questione inerente i poteri del Consiglio.
Nel definirlo - come alcuni altri criteri che determinano poi l'ispirazione di fondo da seguire nella gestione della presente legge riteniamo sia importante che il Consiglio, non solo venga informato, ma pienamente coinvolto.
Nell'emendamento indichiamo di affidare la determinazione di questi criteri, per il cumulo dei diversi interventi, ad una deliberazione del Consiglio regionale che dovrebbe avvenire ogni anno. Naturalmente, questo può non essere necessario; può non richiedere provvedimenti ad hoc, ma pu essere assunto e determinato in occasione delle discussioni sul bilancio sugli assestamenti, essendo quella la sede in cui il Consiglio regionale nel momento in cui stanzia risorse per finanziare contributi, determina attraverso una forma deliberativa, i contenuti e i limiti da adottare in questa direzione.
Questo è il senso dell'emendamento: un senso modesto, per certi aspetti quasi ovvio, ma sul punto chiediamo di avere, come abbiamo fatto su tutte le altre questioni, interlocuzioni, risposte e la possibilità di una verifica di merito da parte della Giunta e della maggioranza.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Grazie, Presidente.
Proverei a porre una mozione d'ordine contro la giacca, perché sono prossimo al collasso e non mi fido di D'Ambrosio, non c'é nemmeno il consigliere Caracciolo e non il Consigliere Moriconi; potrebbe esserci Pedrale per affinità...



(Commenti in aula)



RIGGIO Angelino

La sanità del Consiglio è a pezzi, c'è il Consigliere Saitta che potrebbe controllare il mio decesso ed essendo in fase digestiva, il caldo è qualcosa di allucinante per chi ha la pressione alta come me.
Comunque, per non essere richiamato dalla Presidenza, entro nel merito dell'argomento.
Signor Presidente ho un reale deficit di concentrazione, mi pu rileggere l'emendamento? Questo caldo mi sta uccidendo, abbia pazienza.



PRESIDENTE

Io non posso collaborare, ma il collega Placido può sicuramente concorrere, visto che è stato attentissimo e li conosce bene.



RIGGIO Angelino

Ne do lettura: "Con deliberazione del Consiglio regionale vengono stabiliti i casi nei quali il contributo di cui al comma 3 è cumulabile".
Secondo il collega Marcenaro si tratta di un emendamento quasi ovvio.
Fa parte di quegli emendamenti per i quali ci si chiede quale sia la ratio per la quale vengono respinti, se non una aprioristica decisione assunta dalla maggioranza, che è quella di trasformare questo dibattito in Consiglio regionale in un braccio di ferro tra chi ha il maggior numero e riesce a tenerlo e chi ha il minor numero e, al massimo, ha la possibilità di resistere.
E' un errore che non fa onore alla tradizione con cui l'Assessore Leo ha impostato il suo Assessorato adesso, nella precedente legislatura e anche quando faceva parte dell'Amministrazione comunale della Città di Torino. E' una scelta che è stata fatta per portare a casa questo magrissimo risultato nel carniere del centrodestra. Non ci si accorge che più tempo passa più la preda è dimagrita fino a ridursi all'osso e non ci sarà assolutamente nulla da spolpare.
Allora, la domanda è: vale la pena intestardirsi tanto su questo tipo di provvedimento e non cogliere l'occasione per fare qualcosa di più concreto e di più valido, che sia anche in grado, in una certa misura, di controbilanciare una deriva che, a livello nazionale, il centrodestra sta imponendo all'istruzione in generale? Perché non affermare, come cerca di fare, in qualche modo, a livello della Conferenza dei Presidenti di Regione, il Presidente Ghigo, una linea di buonsenso, che non è necessariamente la linea del centrodestra tout court, ma è una linea di interlocuzione con il Governo nazionale? Il Governo nazionale ha lanciato un meccanismo che, di fatto, tende a smantellare la scuola pubblica. Potremmo cogliere l'occasione di questo provvedimento per, con risorse regionali, vedere di contrastare questa tendenza e sostenere nel suo complesso la scuola pubblica. L'Assessore Leo pensa che avrà risorse sufficienti per garantire il sostegno alle ex scuole private, oggi definite paritarie, e il diritto allo studio nel suo complesso? L'attendiamo alla prova dei fatti, certo è che, ragionevolmente una deliberazione stabilita anno per anno costituirebbe un meccanismo per riequilibrare non tanto quella che è la povertà assoluta, ma la povertà relativa. La povertà relativa non è meno odiosa della povertà assoluta anzi, in una democrazia ciò che è veramente disturbante non è tanto la povertà assoluta, che, in qualche modo, richiama il gesto di carità e vede l'unanimità degli spettatori intervenire, ma è la povertà relativa, in quanto denuncia un elemento fondamentale: la disuguaglianza.



BOTTA MARCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, c'è un clima particolare, la collega Costa prima diceva che lì si muore di freddo mentre qui si muore di caldo. Lo prendo come un auspicio a voler cambiare posizione, noi ci candidiamo a morire di freddo dall'altra parte, vi invitiamo a venire di qui a morire di caldo perché così state due volte nell'inferno, quello dell'opposizione e quello della temperatura.
Mi rifaccio a quanto dicevo questa mattina rispetto ai risultati elettorali e intervengo su questo emendamento, ricollegandomi anche a quello precedente. Mi fa piacere che a presiedere sia il Vicepresidente Toselli. Ogni promessa è debito, però, e non vorrei che per mantenere le promesse si manchi a alcune questioni che voglio riprendere in questa illustrazione. Mi rivolgo anche all'Assessore Leo, sperando che nel primo intervento con il quale riterrà opportuno rispondere alle nostre precisazioni e richieste voglia riprendere l'emendamento precedente che non è stato illustrato. Ci auguriamo che, indipendentemente dai pareri delle posizioni sulla questione, l'Assessore voglia, quando sarà legge ufficiale della Regione, riportare in VI Commissione la più esauriente informazione possibile rispetto all'applicazione della legge sul buono scuola.
Questo clima d'Aula, che è post digestivo, mi ricorda il ristorante "Sollazzo gastrico" in Via Palazzo di Città, che era legato al futurismo e comunque, alla cultura, ora non esiste più perché è stato travolto da un crollo.



(Commenti fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Caro collega Galasso, era il "Sollazzo gastrico", Marinetti e il futurismo. Pensavo che a destra ci fosse qualche reminiscenza e condivisione. Se neanche il Marinetti vi smuove, certo non vi smuovono gli elettori, non ci sarà nessuna verifica perché il risultato è andato bene.
In questa situazione in cui il clima è di lamentele della collega Costa circa la temperatura, il Presidente Papandrea ha fatto un taglio che non so se definirlo tattico. Non so se si è fatto il caruso, come si dice da alcune parti.



(Commenti fuori microfono)



PLACIDO Roberto

E' tattico francescano oppure è dovuto alla prossima missione romana in direzione nazionale? Non so se c'è un legame con la direzione nazionale o con la temperatura.
Ho approfittato del tempo a mia disposizione anche per divagare, me ne scuso con i colleghi, era un discorso a braccio.
Collega Tapparo, non è vero che nessuno ci ascolta, due giovani mi hanno detto che seguono le sedute del Consiglio su internet, quindi, più di qualcuno ci ascolta, almeno due ci sono, il che mi fa pensare che ce ne siano più di due.
Condivido quanto ha detto il collega Riggio, in particolare il collega neosegretario regionale, Marcenaro, rispetto alla necessità di questo emendamento alla legge n. 252. Con deliberazione del Consiglio regionale vengono stabiliti i casi nei quali il contributo, di cui al comma 3, è cumulabile. Questo sì, continua nella nostra richiesta: per iniquo e sciagurato che sia il provvedimento, almeno che siano ben definiti i contorni e i confini. Penso e mi auguro che questa non sia una richiesta eccessiva, almeno ci dovete concedere di conoscere di che morte si deve morire.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, sono confortato e anche stimolato dalle parole del collega Placido sull'ascolto attraverso internet. Credo che questo rappresenti anche un fatto di comunicazione con l'esterno, vista, tra l'altro, la preclusione per il pubblico, ormai da anni, a poter accedere direttamente a questa sala, a causa di continui lavori in corso.
Probabilmente, realizzeranno prima la metropolitana di Torino della fine dei lavori di ristrutturazione della parte retrostante dell'Aula destinata al pubblico.
In conclusione, il collega Placido poneva uno dei nodi di questa lunga vicenda. Quando l'Assessore Leo ha estrapolato dal provvedimento la parte connessa al diritto allo studio - almeno questo era nelle intenzioni di alcuni di noi - non doveva compiere una semplice operazione di estraneazione della materia del diritto allo studio nei rapporti con il buono scuola. Questa vicenda doveva essere vista in modo sistemico, proprio perché il diritto allo studio non è a compartimenti stagni: oggi trattiamo questa materia e domani, come se fosse un corpo separato, trattiamo quella del diritto allo studio.
In questo caso, tutte le cose si tengono, a maggiore ragione il rapporto e l'interrelazione tra il diritto allo studio e il buono scuola (che io auspico non ci sia, o sia minimizzato, e sia invece centrale la parte del buono scuola).
Mi sembrava che le sottolineature che faceva soprattutto il collega Placido andassero in questa direzione, ovvero trovare punti di equilibrio e non situazioni in cui, in modo esasperato, si affrontano, ripeto, a compartimenti stagni, le varie materie.



PRESIDENTE

La ringrazio anche per la qualità dell'intervento svolto in un tempo ragionevolmente breve.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo per esprimere il parere favorevole su questo emendamento che è stato ampiamente illustrato, ma anche per spiegare il mio taglio dei capelli, dovuto al fatto che, poiché sabato, domenica e lunedì ci ripromettiamo di non andare al mare ma di recarci a votare - il sabato serve per convincere altri elettori a non andare al mare ma a partecipare al referendum - dovendo sacrificarsi con il caldo, ho tagliato i capelli in modo da potere svolgere attività prevista da referendum. Tra l'altro, ci auguriamo di poter partecipare giovedì e venerdì a tutte le iniziative organizzate in città.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 573.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 676 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi (e connessi emendamenti rubricati nn. 677, 678, 679, 680, 681, 682, 683 683/1, 684, 685, 686, 687, 688, 689, 690, 691, 692, 693, 694, 695, 696, 697 e 698): Art. 1, comma 4 sostituire "è completamente cumulabile" con "è cumulabile al 75% dell'importo".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, questo emendamento - che si articola in numerosi altri che la Presidenza ha cumulato e ridotto a due soli va nel senso di quanto affermavo in precedenza, e cioè la necessità di ridurre o annullare - in questo caso ridurre - la cumulabilità.
Ci stiamo ormai avviando alla conclusione di una lunga discussione su questo provvedimento.
Auspico che nella prossima legislatura ci sia la possibilità, da parte di una diversa maggioranza (come nella Regione Friuli), di rimettere mano a questa vicenda, perché occorre rendere il diritto allo studio capace di compiere, rispettando anche i desiderata dell'attuale maggioranza per quanto riguarda il problema della scelta cosiddetta libera della famiglie quello che si intende fare con il buono scuola.
Capisco che è poco, perché agire sulle percentuali non è significativo, ma si combatte una battaglia politica attraverso una battaglia emendativa e si fa ciò che si può.
Siamo partiti contestando all'Assessore Leo la non adeguatezza ad intrecciare nello stesso provvedimento il buono scuola e il diritto allo studio. L'Assessore nel corso della discussione ha colto questa nostra richiesta e ha fatto questa operazione di scorporo del diritto allo studio. Ma come ho detto in precedenza, questa scelta non voleva dire che il diritto allo studio non ha interconnessione col buono scuola. Quindi seppure da trattare separatamente, se ne deve cogliere il rapporto, o almeno questa può essere una tesi. Anzi, gerarchicamente, vorrei dire che il diritto allo studio può trovare nel buono scuola una componente, ma è dal diritto allo studio che si genera la possibilità di ridurre i condizionamenti dati dal reddito nella scelta dei percorsi scolastici che le famiglie e gli allievi fanno per il loro futuro.
Avevo cercato di graduare gli emendamenti, ma accetto, anche se non volentieri, l'operazione della Presidenza di accorpare molti emendamenti.
Vorrei tuttavia significare ed anche ricordare all'Assessore, e a me stesso, che è chiaro che se ci sarà un ciclo politico futuro, auspico che si possa riprendere in mano decisamente il diritto allo studio come meccanismo motore dell'operazione che oggi tentate di fare (maggioranza attuale, maggioranza, spero, solo fino alla fine di questa legislatura come nella Regione Friuli) sul buono scuola.
Il tentativo è di erodere questo meccanismo, ponendo una percentuale che può, in qualche modo, rappresentare una piccola provocazione o una piccola controtendenza rispetto alla linea che il provvedimento Leo, e poi l'emendamento Cattaneo, ha posto in essere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Volevo approfittarne per leggere il testo dell'emendamento che, se ho compreso bene - ma chiedo conforto al collega Tapparo di cui spero di interpretare correttamente le intenzioni - si pone come obiettivo l'inserimento di una percentuale definita al provvedimento.
Non è ovviamente un questione di primogenitura, ma idealmente l'azione e l'intento delle forze dell'opposizione avevano come obiettivo di definire meglio il provvedimento della Giunta, cercando di limitarne gli effetti negativi.
Personalmente sono speranzoso, ma molto sereno, sui risultati elettorali. Non siamo assolutamente euforici: la strada è molto lunga assolutamente difficile, ma sono confortato dal fatto che questo provvedimento vedrà la luce nel 2004. Per fortuna, se non ci saranno disastri, creerà danni solo per un anno scolastico, il che mi fa pensare che questo provvedimento, che si pone l'obiettivo di scardinare la scuola pubblica e statale, in un solo anno scolastico non riuscirà nel suo intento.
Pertanto, come dicevo, il filo unico, che unisce quasi tutti - se non tutti almeno la stragrande maggioranza - gli emendamenti dell'opposizione è quello di limitare questo provvedimento-delega alla Giunta, cercando su questioni molto importanti di porre dei correttivi o di verificare la disponibilità della Giunta e della maggioranza su alcuni temi. Si tratta di temi che ho già citato questa mattina, ma li voglio ripetere: i trasporti, le mense, i libri di testo, i viaggi di formazione, senza tralasciare le problematiche relative all'handicap, alle fasce deboli e alle situazioni di difficoltà che sono altresì importanti, ma seguono dinamiche diverse.
Ribadisco che il filo rosso che lega gli emendamenti dell'opposizione ha come principale obiettivo quello di contenere i danni che questo disegno di legge farà nella scuola statale. Perché questo provvedimento non solo farà danni alla scuola statale, ma non sarà neanche positivo per la scuola paritaria. Può sembrare una contraddizione, ma creerà tanti problemi perché è un provvedimento squilibrato, e tutte le cose squilibrate non creano positività.
Sarà dunque negativo e assolutamente vessatorio per la scuola statale ma non sarà neanche positivo per la scuola paritaria. E' un provvedimento che creerà solo negatività, e - ripeto - questo filo rosso che lega gli emendamenti dell'opposizione si pone un obiettivo di merito, indicando alcune strade ed individuando alcuni argomenti, in modo da limitare mitigare e contenere questa negatività.
Come ho già detto, è un filo che unisce un po' tutti gli emendamenti quelli presentati dal Gruppo della Margherita, dai DS, dal collega Tapparo di quella parte politica che io affettuosamente chiamo la izquierda unida che dà sempre prove di grande combattività e presenza.
Al di là di questo, ci unisce idealmente l'obiettivo di limitare i danni non solo alla scuola statale, ma anche a quella paritaria, perch ripeto - il "troppo" crea problemi e negatività, non certamente positività.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 676.
presenti 31 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato Sì 3 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 699 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi: Art. 1, comma 4 sostituire "è completamente cumulabile", con "è cumulabile al 99% dell'importo".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Rispetto all'intervento precedente aggiungo qualcosa per dire che ovviamente essendo in riduzione il limite al cumulo, è chiaro che questo mio emendamento perde in larga parte efficacia.
Serve comunque a ricordare che noi stiamo lavorando su un'iniziativa che tocca uno dei più importanti investimenti che una collettività pu realizzare: quello sul proprio capitale umano - riconosco che il termine non è bello - in termini di formazione, e che rappresenta per i rapporti futuri anche in campo economico, sociale e culturale, uno degli aspetti decisivi per l'evoluzione di una società e il confronto con altre aree.
Forse adesso si perde anche il filo dei problemi che si trattano cadendo nella battaglia più specifica, emendamento per emendamento.
Tuttavia, alzando qualche volta lo sguardo, possiamo renderci conto che noi stiamo trattando una delle materie più delicate che la Regione ha tra le sue competenze. Un'altra è quella della formazione professionale, che si vede spappolata e portata via poco per volta dal controllo della Regione Piemonte, che diventerà solo più una fonte di finanziamento, mentre altri soggetti opereranno, non so nemmeno attraverso quali stardard, quale orientamento e quali caratteristiche di professionalità.
Vorrei solo dire, Presidente - mi rivolgo a lei che segue il dibattito che questo emendamento, per come li avete fortemente ridotti, è fortemente depotenziato. Tuttavia il senso era quello di evitare che attraverso questo cumulo, si ingenerasse un rapporto improprio tra diritto allo studio e buono scuola.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 699.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 Consiglieri votanti 26 Consiglieri ha votato Sì 1 Consigliere hanno votato NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 574 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea (e connesso emendamento rubricato n. 575): All'art. 1 il comma 5 è soppresso.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ancora un tentativo di contrasto alla legge che ha, come ispiratore il documento che ho spesso citato e del quale leggo quattro frasi molto istruttive.
"Lo stesso discorso deve valere per altri aspetti relativi alla qualità dell'istruzione, specialmente quelli della formazione e dell'aggiornamento dei propri docenti. Perché le risorse che lo Stato investe nella formazione degli insegnanti dovrebbero ancora escludere quanti, a pieno titolo, insegnano nelle scuole non statali? Vale anche in questo caso il motivo che sta alla base di tutto il nostro scritto. Le risorse che lo Stato spende per la scuola non sono dello Stato, se non in quanto sono delle famiglie che li hanno dati allo Stato. Perché le famiglie che scelgono scuole non statali, non possono disporre di insegnanti cui lo Stato attribuisca gli stessi diritti e gli stessi doveri che riconosce ai propri dipendenti, pur senza impedire, ma, anzi, incoraggiando l'autonomia ossia l'iniziativa nei singoli progetti scolastici." Mi fermo perché c'è materia sufficiente per leggere e rileggere questo passo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Come ha appena ricordato il Consigliere Chiezzi, stiamo cercando, fino ad ora inutilmente, di illustrare tutti i guasti che produce il testo in discussione. Guasti che saranno ancora più visibili, purtroppo, a partire da settembre quando dovremmo fare i conti, a seconda di quali siano gli esiti, con la discussione di Cancun.
Sostengo che quanto dice il testo di Giulio Ferroni sulla scuola sarebbe motivo di meditazione da parte di coloro che sostengono l'ipotesi del buono scuola.
Ferroni sostiene: "In realtà, la proposta del buono nel suo estremismo liberistico, conduce ad un effettivo smantellamento del carattere pubblico dell'istruzione. Sotto le vesti della sottrazione della scuola al monopolio statale e della sua apertura alla molteplicità dei modelli culturali suggerisce una moltiplicazione di scuole parziali inevitabilmente concentrate su modelli ideologici particolari, con una sostanziale negazione dell'universalità del sapere. La scuola pubblica con tutti i suoi difetti e le sue contraddizioni.." vale la pena notare che tutti gli studiosi che parlano di scuola pubblica, non negano mai che questa possa avere dei difetti e delle contraddizioni, ma sottolineano sempre come complessivamente, l'impianto della scuola pubblica abbia segni positivi superiori a quelli che sono difetti e contraddizioni.
"La scuola pubblica può restare in effetti il terreno essenziale di confronto fra modelli culturali diversi, lo spazio in cui la formazione si svolge a partire da una libera dialettica tra valori, ideologie e scelte di vita, tradizioni culturali. Libera dialettica che la scuola, nei suoi principi fondanti dovrebbe sottrarre all'immediato condizionamento economico e di cui si avrà sempre più bisogno nelle società multiculturali e multirazziali a cui andiamo incontro. La libertà di costruirsi la scuola che più aggrada può risolversi in pericolose chiusure in ambiti ideologici religiosi, municipali, addirittura, razziali. Il buono finirebbe spesso per essere speso presso istituzioni corrispondenti direttamente al modello di società e cultura che le famiglie hanno in testa, favorirebbe la creazioni di molteplici sacche chiuse in se stesse entro principi ideologici, non più stimolate a confrontarsi con altri principi e a mettersi in gioco nell'apertura verso il futuro. Un liberalismo illusorio, puramente economicistico condurrebbe ad una società chiusa in strati scarsamente comunicanti tra loro. Il presupposto del libero mercato scolastico darebbe libero corso a quel particolarismo egoistico, a quella incapacità di vedere l'altro a cui una vera scuola dovrebbe invece resistere, confrontando dentro di sé visioni e opzioni diverse ponendosi come specchi di una possibile e reale apertura della società".
Questo credo che sia il commento su cui dovremmo ragionare perché ci da un condensato dei motivi per cui chiediamo di ripensare a questo testo che, invece, si vuole ostinatamente portare avanti. Ritengo che queste parole siano veramente illuminanti e chiarificatrici della nostra posizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Invito l'Assessore Leo e la Giunta a riflettere - avendo ancora poco tempo - se vale veramente la pena di proseguire e portare a casa questo provvedimento.
Credo che dietro la volontà di portare a casa il provvedimento ci sia anche una certa volontà di rispondere a promesse elettorali fatte, ma sarebbe utile riflettere sul come hanno reagito gli italiani di fronte alla realizzazione delle promesse fatte dal Polo. Mi pare una reazione non molto entusiasta.
Sembra che la gente - come ci ricorda spesso il Presidente del Consiglio - di fronte al "facciamo, facciamo, facciamo, abbiamo fatto" del Polo, non se ne sia accorta, oppure comincia a pensare che quello che è stato fatto non è così entusiasmante rispetto a quello che ci si aspettava.
Quindi, quando vanno a votare, si disaffezionano dal voto nei confronti del Polo.
Occorre riflettere sul fatto che stiamo facendo questa fase di discussione dopo le elezioni: pare che l'avvicinamento alla tappa, che è stato sbandierato dal centrodestra in queste settimane, non vi abbia molto aiutato per quanto riguarda il Piemonte, né a Ivrea né a Orbassano n altrove; semmai, è avvenuto il contrario. Questo provvedimento, mentre risponde alle esigenze di alcuni (che votavano e continueranno a votare Polo), scontenta tantissimi.
L'Assessore Leo sa benissimo che tra la popolazione piemontese c'è un'opposizione. E' vero che i referendum promossi nelle varie Regioni non sono stati validi perché c'era un problema di quorum (ed io credo anche di informazione), ma indubbiamente il voto, anche se partecipava il 25-30 della popolazione, sarebbe stato nettamente contro quei provvedimenti.
Credo che anche tra coloro che votano ce ne sono tantissimi che sicuramente esprimono la stessa opinione e che non hanno votato perch purtroppo c'è un'azione contro questo strumento che pure è di partecipazione e dovrebbe farci riflettere.
Con l'invito al non voto avviene che se uno si abitua a non votare, non vota nemmeno durante le elezioni politiche. Il parere che esprime questa forte percentuale è un parere contro la politica del Polo.
Assessore Leo, c'è ancora tempo per riflettere se vale la pena di consolidare un consenso in una serie di settori in cui pare sia già sostanzialmente e sufficientemente consolidato e solido. Difficilmente quei settori possono essere convinti da noi (almeno su queste questioni), per credo che invece consolidare questo guardi a quella massa consistente, più grande, che invece rischia di perdere, se insiste con questo provvedimento.
Vedo l'Assessore non molto attento, però gli ribadisco il mio invito a riflettere seriamente su quanto ho esposto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 574.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 2 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 581 presentato dai Consiglieri Saitta, Giordano e Di Benedetto: Art. 1, sostituire il comma 5 con il seguente comma: "La determinazione del contributo regionale all'educazione scolastica avviene in rapporto al reddito complessivo imponibile del nucleo familiare richiedente e all'incidenza delle spese scolastiche di cui al comma 3 su di esso gravanti, in modo da favorire innanzitutto le famiglie in condizioni di maggiore svantaggio economico e per le quali l'incidenza della spesa scolastica sul reddito complessivo è più elevata. Per la concessione del contributo regionale all'educazione scolastica il limite massimo del reddito complessivo imponibile del nucleo familiare è fissato in 60.000 euro annui. Il contributo regionale all'educazione scolastica viene erogato secondo le seguenti fasce di reddito: fino al 100% ai richiedenti il cui reddito imponibile complessivo è inferiore a 26.000 annui fino al 90% ai richiedenti il cui reddito imponibile complessivo è compreso nella fascia tra 26.000 euro e 38.000 euro annui fino al 75% ai richiedenti il cui reddito imponibile complessivo è compreso nella fascia tra 38.000 euro e 46.000 euro annui fino al 50% ai richiedenti il cui reddito imponibile complessivo è compreso nella fascia tra 46.000 euro e 60.000 euro annui".
La parola al Consigliere Saitta per l'illustrazione.



SAITTA Antonio

Mi sembra che l'emendamento sia sufficientemente chiaro, ha il significato e l'obiettivo di definire e puntualizzare un po' meglio la delega che viene assegnata alla Giunta nella predisposizione del Regolamento applicativo del disegno di legge n. 252.
Per la verità e per essere obiettivi, rispetto al testo presentato inizialmente dall'Assessore Leo (il testo che era stato presentato in prima battuta, l'emendamento integrativo), l'emendamento successivo della maggioranza ha recuperato alcune osservazioni e alcuni rilievi che sono stati formulati, anche il semplice confronto quantitativo lascia intuire che qualcosa di più è stato fatto.
Al di là del confronto quantitativo, mi pare che il principio che il contributo all'educazione scolastica sia rapportato al reddito, che non era contenuto nella proposta originaria, sia stato recuperato, così come si evince dall'emendamento presentato dal Consigliere Cattaneo, insieme alla maggioranza.
Non essendoci alcuna indicazione di tipo quantitativo, l'obiettivo è di fissare un po' meglio questo ragionamento, in termini di reddito massimo e di fasce sulle quali commisurare la proporzionalità. Il significato è questo. L'obiettivo, ormai condiviso nel dibattito svoltosi in Aula, è un contributo all'educazione maggiore per i redditi più bassi, in modo da favorire, come dice con grande enfasi il centrodestra, la democrazia e la libertà, è questo l'obiettivo.
Il mio intervento ha il significato di perorare la causa ulteriore e di fissare questi elementi nella legge. Già con un precedente emendamento avevo cercato di definire un po' meglio la delega indicando le spese di trasporto, ma lì è stata poi scelta una strada, che non condivido, di una proposta di ordine del giorno, che è più debole rispetto alla legge.
Qui, collega Cattaneo e colleghi della maggioranza, credo che sia opportuna un'indicazione in legge, ne sono convinto perché così semplificheremmo il lavoro della Giunta, ma il problema non è di far lavorare meno la Giunta, il problema è che l'esecutivo e chi ha responsabilità non siano soggetti a pressioni. C'è una certa soggettività nel stabilire il tetto massimo, le fasce, l'incidenza, la proporzionalità se questi criteri li fissiamo con precisione nella legge, credo che si faccia un ottimo lavoro.
Questo, collega Cattaneo, non vuol dire che, negli anni successivi, il tetto massimo non possa essere rivisto a causa dell'inflazione e di tanti elementi, ma, come prima applicazione, credo che si debba dare un'indicazione precisa alla Giunta.
In futuro, vedendo l'evolversi della situazione, deciderà la Giunta, si può stabilire questo avvio come fase di avviamento.
Sarebbe un'ottima cosa se si riuscissero a definire queste questioni nel quinto comma, per cui chiedo a tutta la maggioranza una riflessione, in quanto mi pare utile per la stessa delega.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Intervengo per porre una domanda al Consigliere Saitta, che è il presentatore. Siccome leggo questo emendamento e vedo che il reddito è indicato per il nucleo familiare, indipendentemente dalla sua composizione chiedo se non ritenga più utile la fissazione di un criterio che tenga conto della composizione. Questo per chiarimento, poi, mi riservo di intervenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, l'emendamento che pone all'attenzione del Consiglio il collega Saitta introduce nel merito aspetti sui quali ci eravamo già confrontati nelle scorse sedute, in particolare, è anche ricollegabile ad un emendamento che aveva presentato il Gruppo dei Democratici di Sinistra e che era in discussione nella scorsa seduta.
Dico subito che noi siamo indisponibili ad accogliere questo emendamento, in quanto abbiamo fatto una scelta, soprattutto, in un certo senso, abbiamo delineato un'intesa con l'intero Consiglio regionale, in particolare, con tutta l'opposizione (compresi i DS e La Margherita). E' ovvio che, avendo preso un impegno sul percorso finito e rendendo, di fatto, la legge inemendabile, questo deve valere, a prescindere dal merito per qualsiasi tipo di emendamento, anche quando c'è un valore intrinseco importante come questo, e a prescindere da chi o dai Gruppi che presentano l'emendamento stesso.
Su questo rinnoviamo nel merito un'apertura e per limitare o delineare la delega alla Giunta regionale, che dovrà, ottemperando anche al suo nuovo ruolo, a partire da questa Legislatura, approntare il regolamento del disegno di legge n. 252, qualora approvato e qualora diventasse legge certamente siamo disponibili a confrontarci sul merito, per indicare in un ordine del giorno, anzi, avevamo anche in un certo senso trovato una via il più possibile ampiamente condiviso, alcuni, se si vogliono definire così, paletti o indicazioni alla Giunta regionale per il regolamento, che dovrà redigere successivamente all'approvazione del disegno di legge indicando alcuni elementi, soprattutto per la sede della prima applicazione.
Indubbiamente, arrivo al merito dell'emendamento, questi paletti e questi elementi devono e possono essere l'individuazione di un reddito massimo che deve essere fissato per nucleo familiare. A suo tempo, avevamo indicato l'ipotesi dei 60 mila euro sulla quale ci eravamo confrontati quindi, 120 milioni di vecchie lire, in allora parlavamo ancora di lire anche se 60 mila euro è leggermente inferiore; certamente, non è questo il problema.
Poi, vi è un altro elemento che potrebbe essere contenuto nell'ordine del giorno: la questione del reddito al di sotto del quale non si applica l'incidenza dell'1%, franchigia che a dir si voglia - ricorderete un intervento che avevo svolto due Consigli regionali fa, in risposta al collega Marcenaro, che contestava o comunque poneva in evidenza l'incongruenza nel comma 1 dell'emendamento sostitutivo - e il cosiddetto buono scuola potrebbe essere erogato a tutti gli studenti appartenenti a quelle famiglie particolarmente disagiate.
Dico subito che la cifra che noi immaginiamo si aggira sui 15.000 euro (grosso modo 30 milioni delle vecchie lire), in modo che si possa, in un certo senso, prevedere la concessione a tutte queste famiglie che hanno già comunque elementi di difficoltà di carattere più generale, che esulano magari, dall'impegno relativo al percorso educativo dei figli.
In sede di prima applicazione, quindi, dare alla Giunta, attraverso un ordine del giorno, un'indicazione sul minimo al di sotto del quale non si applica l'incidenza dell'1% e la franchigia, concedendo, in un certo senso, il cosiddetto "buono" a tutti, e prevedendo che al di sopra dei 60.000 euro non si concede a nessuno. Potrebbe essere un ordine del giorno sul quale confrontarci in Consiglio regionale, al fine di trovare un accordo senza venire meno all'intesa sul percorso legislativo cosiddetto inemendabile sul quale ci siamo confrontati dopo sei settimane di impegno e, nel contempo, non tanto limitare - non sono d'accordo, forse perché lo vedo dallo scenario di maggioranza che sostiene la Giunta regionale - ma offrire delle indicazioni, anche con un ruolo alto e importante, non tanto di indirizzo ma addirittura di vincolo da parte del Consiglio regionale almeno sul minimo e sul massimo oltre il quale non concedere il contributo.
Concludo il mio intervento, Presidente, con questa riflessione: è vero quello che sostiene il collega Saitta, ma potrebbe anche essere utile indicarlo in legge con un emendamento.
In questo percorso che abbiamo scelto insieme e che ci ha visto, dopo due anni e mezzo di fatica, di impegno e di disimpegno reciproco, di ostruzionismo, alcune volte magari fatto dalla stessa maggioranza, non dico sempre dalla minoranza (per esempio il collega Angeleri mi richiama in questo senso), credo che con le posizioni ben delineate si possa trovare finalmente un'intesa. All'interno di questo Palazzo, ma soprattutto fuori da questo Palazzo, ormai è chiaro e cristallino ad ognuno dei piemontesi qual é la posizione dei Democratici di Sinistra piuttosto che quella di Forza Italia o di Rifondazione o dell'UDC.
Ormai bisogna arrivare all'approvazione di questa legge così come abbiamo portato avanti, certamente con quegli atti amministrativi o meglio, di indirizzo del Consiglio, che possono essere importanti, perch danno comunque la possibilità al Consiglio regionale di confrontarsi e di poter portare un proprio contributo al Regolamento che la Giunta dovrà approvare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente.
Venendo meno alla regola che ci siamo dati, che è quella sostanzialmente, di non intervenire in questa discussione, intervengo semplicemente per ricostruire una serie di dati di percorso che giustificano il voto contrario rispetto ad un emendamento che ha una formulazione analoga e non semplicemente convergente ad un emendamento che pure in Commissione - durante il rinvio in Commissione del disegno di legge n. 252 qualche settimana fa - lo stesso Gruppo Radicale aveva presentato, raccogliendo su questo anche l'adesione dei Gruppi di maggioranza.
Collega Saitta, il problema è questo: si tratta di un unico percorso.
L'emendamento proposto dal Consigliere Saitta tenta di reintrodurre all'interno di un emendamento interamente sostitutivo di una legge che è stato impossibile discutere, una serie di elementi che in quella legge già erano contenuti (il tetto, le percentuali di copertura, l'ordine dei benefici decrescente nel rapporto rispetto al reddito delle famiglie richiedenti). Dal punto di vista pratico, tutto ciò significa reintrodurre una ragione di discussione anche abbastanza complicata; dal punto di vista politico, invece, significa fare dei giochi che non sono da putti i punti di vista corretti.
Se in Commissione - durante il rinvio in Commissione del disegno di legge n. 252 - abbiamo visto scatenarsi l'ostruzionismo dell'opposizione rispetto ad una riformulazione del disegno di legge n. 252 sostanzialmente convergente rispetto al testo Saitta, e oggi troviamo la stessa opposizione, che su quell'emendamento aveva fatto ostruzionismo in Commissione, presentarlo come possibile miglioria del disegno di legge n.
252, questo è, nel mio linguaggio, il gioco delle tre carte e non una discussione politica su un provvedimento. Lo dico in modo molto chiaro.
Era possibile, con una discussione diversa, non boicottata e quindi evidentemente, non militarizzata, redigere un testo che al proprio interno contenesse elementi non di dettaglio ma di indirizzo più significativi.
Arrivare adesso, a due anni e mezzo dall'inizio di questa discussione, a tentare di reintrodurre, attraverso un emendamento, norme che erano contenute nel primo testo e su cui l'intera opposizione (tranne il Gruppo Radicale e il Gruppo della Margherita) aveva fatto ostruzionismo per due anni e mezzo, è semplicemente prendersi tutti in giro.
Abbiamo - e su questo ha ragione il collega Cattaneo - tutti insieme scelto un percorso che portava ad un testo minimo e all'implementazione regolamentare del testo minimo. Questa è la traccia del percorso che stiamo seguendo. Qualunque ulteriore decisione è necessariamente a valle di questo percorso, essendo chiaro a tutti (al Consigliere Saitta come all'ultimo dei Consiglieri di quest'aula) che evidentemente le percentuali di copertura rispetteranno quel tipo di indicazione, che evidentemente sarà fissato un tetto di reddito di 60.000 euro (che era già contenuto nella stessa formulazione del disegno n. 252), che evidentemente non sarà contemplata nessuna forma di franchigia per i redditi bassi.
A questo punto, questo è semplicemente un gioco delle parti. Bisogna licenziare il provvedimento così com'è, sapendo tutti perfettamente quello che avverrà quando questo provvedimento sarà licenziato: quello sarà il limite della franchigia, quello sarà il limite di reddito, quelle saranno le percentuali di copertura che sono state previste.
Non si può, a distanza di due anni e mezzo, arrivare con un emendamento di mediazione assolutamente risolutivo nelle intenzioni del proponente che è semplicemente il testo di una legge sul quale per due anni e mezzo una parte di quest'aula ha fatto ostruzionismo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Questo emendamento sembrerebbe la quadratura del cerchio. Invece è un emendamento che cerca di dare dignità ad un provvedimento iniquo, anche perché l'introduzione di questo emendamento nel non fissare apparentemente la franchigia, fissa, invece, dei limiti di reddito: stiamo parlando di 120 milioni di vecchie lire, che comunque darebbero l'accesso ad un contributo.
Non è neanche credibile.
Un emendamento come questo sarei disposto a votarlo se indicasse chiaramente che il beneficio si estende ai 434.000 o 436.000 studenti che frequentano le scuole del sistema dell'istruzione. Farei passare un principio, mi turerei il naso, ma lo voterei. Ma così com'é formulato francamente...
Assumetevi fino in fondo l'onere dell'iniquità di una scelta. Non spetta certo all'opposizione cercare di restituire un minimo di riequilibrio, e comunque questo non è assolutamente risolutivo, perch stiamo parlando di redditi virtuali. Stiamo parlando, cioè, di sancire definitivamente il principio secondo il quale in questo Paese non è possibile evadere le tasse perché è un reato, però molti le evadono. Viene persino legittimato il diritto all'elusione, perché a beneficiare poi di queste risorse saranno sicuramente i liberi professionisti, ad esempio.
Questo ceto medio è di gran lunga attestato, almeno in termini percentuali da quello che risulta dall'altro dato di riscontro: nel Comune di Torino hanno avuto diritto alla borsa di studio di cui alla legge n. 62/2000 111 famiglie che frequentano la scuola paritaria. 111 famiglie hanno un reddito al di sotto dei 30 milioni e sappiamo con quale attenzione le scuole in particolare cattoliche, ma soprattutto le scuole paritarie, curano il rapporto della famiglia nel ricordarle l'esercizio del loro diritto.
Questo - ne do atto per problemi di informazione - non avviene nella scuola statale.
Questo è un dato abbastanza certo, tanto da farci pensare che le famiglie che hanno un reddito fino 30 milioni di vecchie lire (che è il doppio di quello previsto per accedere al primo scaglione) sono, in termini di percentuale, nelle scuola paritarie di quel campione, il 2% o il 3% delle famiglie. Se fosse così, sarebbe già per voi un grande risultato.
Quindi, riprendendo il discorso dell'elusione delle tasse, vorrei assistere al giorno nel quale le graduatorie relative all'accesso ai contributi saranno pubblicamente appese nelle bacheche delle scuole paritarie, con la comunicazione alle famiglie di chi ha ottenuto il beneficio. Quali scoperte avremmo? Probabilmente, scopriremmo che alla quarta fascia proposta accederebbero tutte quelle famiglie che hanno entrambi i genitori lavoratori, e alla prima fascia (quella dei più poveri) apparterrebbero magari le famiglie che, per la qualità del loro tenore di vita e che risultano apparentemente le più povere, probabilmente non rientrerebbero neanche nella fascia più alta utile ad ottenere quel beneficio che potrebbe aggirarsi attorno a 500 mila lire, un milione.
Abbiate il coraggio su questo, tentando di dare dignità al provvedimento: proponete un emendamento chiedendo che venga applicato il modello ISEE. Questo sì che restituirebbe una certa dignità, sostituendo il sistema previsto dal decreto legislativo n. 398 del 1999 - non mi voglio sbilanciare sui numeri, perché non ho qui la documentazione - cioè il cosiddetto redditometro. Si stabilisca come riferimento il modello ISEE l'indicatore della situazione economica equivalente - che forse restituirebbe un po' di dignità anche al vostro provvedimento.
Pertanto, non parteciperemo al voto - quindi neanche contro - anche perché non si può restituire dignità ad un provvedimento che di per s solo per il fatto che viene destinato al 6% della popolazione scolastica, è un provvedimento iniquo. Di fronte ad uno stanziamento di bilancio di soli 23 miliardi sulla legge n. 49, voi fate una regalia di 35 miliardi alle scuole private. Chiunque provi a misurarsi su questo terreno, tradisce la difesa e la valorizzazione della scuola pubblica.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Volevo fare un intervento sull'emendamento, ma anche in ordine alla discussione ed alcune considerazioni che ha fatto il Consigliere Cattaneo qui in aula.
Siamo ormai arrivati all'esame degli emendamenti compiutamente di merito, che riguardano alcune parti sostanziali, per quanto ci riguarda del provvedimento: il complessivo concetto di delega e la possibilità di definire in modo preciso, in ordine alle proposte che abbiamo avanzato alcune questioni importanti all'interno del testo, che riguardano il paniere, la franchigia, fasce di reddito e quant'altro.
Il collega Cattaneo più di una volta ha avuto occasione di dire in quest'aula che esisterebbe un accordo fra lui e non so con quale opposizione sul fatto che il provvedimento è inemendabile. Ma con chi l'ha fatto questo accordo? Perché per quanto riguarda me, il collega Saitta ed altri non ne abbiamo assolutamente sentore. L'unica cosa che abbiamo discusso collettivamente, in una riunione dei Capigruppo, era il numero degli emendamenti che abbiamo presentato e il comune impegno di discussione degli stessi per il tempo che sarebbe stato necessario, impegnandoci a non aggiungere, arrivati ad una certa fase del dibattito, emendamenti ulteriori.
Oltre a questo, non conosco alcun impegno in nessuna sede di Capigruppo. Che poi, da parte della maggioranza, ci sia un problema ad emendare questo provvedimento, perché se si accetta anche una sola virgola di modifica, salta il castello del testo, è un problema che riguarderà la maggioranza e che non riguarda noi.
Noi siamo qui per capire se, sulla base degli emendamenti presentati quelli sì concordati nel numero - è possibile migliorarlo. Altrimenti scusate - a che pro avremmo accettato una cosa che si configura esclusivamente come una farsa di presentazione di emendamenti, se questi ci sottraessero dalle fatiche del riformismo e della possibilità di poter modificare il testo? Oggettivamente, ci sarebbe anche una contraddizione nei termini e questa cosa si ascriverebbe al puro masochismo e non alla vicenda di una dialettica politica.
Pertanto, per quanto ci riguarda, non abbiamo mai pensato che questo testo fosse blindato ed inemendabile. Chi può averlo pensato è la maggioranza, ma non capisco perché si sia sottoposta alla fatica della discussione degli emendamenti, se riteneva il testo blindato ed inemendabile.



MANICA Giuliana

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



MANICA Giuliana

E voi perché siete qui a discutere degli emendamenti?



MANICA Giuliana

Perché pensiamo che questo emendamento sia emendabile, altrimenti andremmo in Piazza Castello!



(Commenti del Consigliere Angeleri)



MANICA Giuliana

Consigliere Angeleri, nonostante lei m'interrompa, le rispondo ugualmente. La motivazione del tipo: "Accettiamo un emendamento solo se presentato da tutti quelli che diciamo noi", è un problema vostro, è una scelta vostra. Un emendamento non si accetta per il numero dei presentatori o per quello di coloro che lo accettano! Un emendamento si accetta nella misura in cui questo è convincente nella modificazione di un provvedimento.
Questa è la solita scusa! Tutte le volte emerge la storia delle Presidenze delle Commissioni alle minoranze, per poi non dargliele. Poich non eravate tutti d'accordo e c'era qualcuno a Cannicattì che obiettava, la Presidenza ce la siamo presa noi.
Se questo è il modo di procedere istituzionalmente - l'abbiamo già visto in altre puntate - non c'interessa. Se invece c'è disponibilità nei confronti della discussione e dell'eventuale modifica di un provvedimento è un'altra cosa. I pretesti non ci interessano. Però è piuttosto chiaro che se voi toccate anche una virgola di questo testo, la vostra granitica unità si spezza e non siete più in grado di andare avanti.
L'unica vera ragione per cui portate a casa il provvedimento peggiore di tutte le Regioni italiane sulla questione del buono-scuola è che, per portarlo a casa, lo dovete portare in questi termini, altrimenti non siete in grado di farlo. Io non ho sentito da voi motivazioni più convincenti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Il mio è un intervento breve ed agevole, condividendo quanto detto dai colleghi Cattaneo e Palma nel merito, nel metodo e da un punto di vista politico.
Venendo all'emendamento proposto dal Consigliere Saitta ed altri, devo subito dire che la struttura è propria di un ordine del giorno, anche se poi opera uno sforzo normativo.
Devo dire che disciplinare la materia in questo modo è proprio della tipologia dei decreti ministeriali, e quindi la materia va demandata e devoluta al regolamento. Opportunamente, il collega Marcenaro ha fatto un intervento volto al chiarimento, perché quando si dice: "In modo da favorire innanzitutto le famiglie in condizioni di maggiore svantaggio economico e per le quali l'incidenza della spesa scolastica sul reddito complessivo è più elevata", è evidente che si pone un problema.
La prima osservazione svolta dal Consigliere Marcenaro, legittima giusta e condivisibile, è proprio quella di dire: la composizione del nucleo familiare rileva o no ai fini del reddito? Mi pare che la domanda non possa che trovare una risposta affermativa. Ma proprio perché la materia è complessa e per la tipologia, va affidata ad un sapiente regolamento.
A parte questa ragione oggettiva che, in generale, avrebbe dovuto portarci su questa linea di disciplina normativa, debbo anche dire che poiché dispone di risorse modeste, volere disciplinare già con legge questo momento significa metterle addosso una "camicia di nesso".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

C'è una questione di metodo che ha chiarito la Consigliera Manica e una intesa. I termini di questa intesa sono semplici e chiari (d'altra parte non potrebbe essere altrimenti). I termini di questa intesa sono stati la chiusura della presentazione di ulteriori emendamenti rispetto a quelli dell'ora fissata, sarebbe stata del tutto inconcepibile altra intesa che dicesse: se noi presentiamo emendamenti, l'aula li vota, ma non sono approvati. Gli emendamenti sono presentati all'aula che li discute e poi li approva o li respinge a seconda della dinamica e del confronto che in essa si sviluppa, come sempre è avvenuto e come mi pare normalmente avvenga.
Una cosa è dire che noi non aggiungeremo ulteriori emendamenti un'altra è dichiarare che ci sia un accordo sull'emendabilità della legge.
C'è un accordo sull'emendabilità della legge nel limite degli emendamenti che sono stati presentati e che l'aula liberamente valuta come sempre fa su qualsiasi materia.
Altra cosa ancora è dire, di questo ne abbiamo preso atto più volte che c'è una convergenza fra la maggioranza e una parte dell'opposizione per rendere inemendabile la legge, che c'è una maggioranza e una parte dell'opposizione che ritiene che sia meglio che la legge rimanga così. Ma questi sono fatti politici di cui prendiamo atto e di cui abbiamo numerose volte parlato nel corso della discussione.
Vorrei dire al Consigliere Palma che secondo me sbaglia un po' i toni evidentemente è preso da altre preoccupazioni. Noi abbiamo ottenuto che si affrontasse la legge n. 252 come modifica della legge n. 48, seguendo una linea di merito che non è mai cambiata. La nostra linea di merito è sempre stata quella di dire: siamo disponibili ad un provvedimento che riguarda l'impianto della legge n. 62, che riguardi l'insieme delle famiglie degli studenti, non siamo disponibili e consideriamo sbagliata un'altra strada.
In questa linea ci siamo mossi.
Il Consigliere Palma ha detto, farà fede il verbale, che erano chiare quali erano i punti definiti nel regolamento per quanto riguarda i limiti di reddito. Forse il Consigliere Palma al bar o in qualche altro luogo privato lo avrà definito ma in quest'aula (ripeto, sono patti privati e discorsi che possono intercorre legittimamente fra di noi, fatti che non mi riguardano personalmente) in quest'aula, dicevo, non c'è stato nessun elemento che permettesse di andare ad una valutazione di quel tipo.
Per questo, su un punto così delicato, anche gli integralisti più feroci del potere regolamentare, assertori dell'indiscusso potere regolamentare delle Giunte, potrebbero convenire che fissare alcuni criteri sia un punto, secondo me, che riguarda anche la legittimità dei provvedimenti. Non credo che la Costituzione preveda un potere regolamentare così indeterminato da parte delle Giunte, sapete benissimo che ci sono diverse sentenze che discutono su questo punto.
C'è, infine, una questione che riguarda il merito. Qui obietto anche alla proposta avanzata dal Consigliere Saitta. La cifra di cui si parla 120 milioni o 60 mila euro, è una cifra che se si considera una famiglia particolarmente numerosa, dove ci sono 13 figli allora può darsi che corrisponda ad un'idea di una situazione di bisogno. Secondo noi questa cifra indica quella che è poi la realtà del provvedimento e la volontà della maggioranza: i veri destinatari della legge non sono le famiglie bisognose, perché, se fosse così, avremmo una selezione molto diversa visto che siamo in presenza di risorse limitate. Invece si rivolge a quelle famiglie che già adesso mandano i propri figli nelle suole private e alle quali voi volete erogare un bonus per mille ragioni.Questo è il punto e noi riteniamo che questa sia una scelta sbagliata.
E' discutibile il modo in cui la Presidenza mette in discussione gli emendamenti, trovo strano che facciamo oggi una discussione su questo emendamento che riguarda le fasce di reddito, quando abbiamo fatto la stessa discussione, sullo stesso punto, su un nostro emendamento, lo ricordava il Consigliere Cattaneo (lo dico non come un appunto formale),penso che gli emendamenti andrebbero affrontati anche sulla base dei loro contenuti e non solo della loro semplice disposizione formale. In quell'occasione ci avete detto 30 milioni per i trasporti: lì siamo nelle fasce di reddito di cui ci interessa discutere.
Chiedo al Consigliere Saitta che se gli è gradito avere una nostra convergenza su questo punto, di tenerne conto, magari modificando la sua proposta in un senso che sia più caratterizzato come una difesa della fasce sociali più deboli. Contrariamente, penso che non sia possibile convergere sulla proposta per una ragione di merito, perché la dimensione che indica non mi pare tale da rispondere al problema che abbiamo sollevato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Impiegherò meno dei cinque minuti a disposizione per fare un piccolo excursus.
Una prima proposta prevedeva un reddito di 140 milioni, ciò vuol dire se non mi confondo nel cambio, oltre 70 mila euro. Ritengo che non ci sia stato ostruzionismo, comunque, di sicuro, l'ostruzionismo non lo hanno fatto i Consiglieri della Margherita, quindi bisognerebbe aver presente questo quando si interviene. Se penso alla Regione Lombardia che è partita da 240 milioni di reddito, che vuol dire oltre 120 mila euro, ci viene da dire che avete esagerato, nel senso più ampio.
Questa è stata la partenza, certo è che il problema è la franchigia l'ho detto prima nell'emendamento che abbiamo presentato.
Condivido l'emendamento dei Consiglieri della Margherita che cerca di inserire dei riferimenti. Sono convinto che la maggioranza porterà a compimento, fino alla fine, senza emendamenti, questo provvedimento è un po' come quando un atleta in prossimità di un traguardo trova risorse ed energie che non ha. Sono convinto che la maggioranza rifiuterà anche gli emendamenti che cercano di limitare un provvedimento che si determinerà nell' iniquità.
Un provvedimento iniquo, un provvedimento blindato, ma se mai si trovasse un accordo su un unico emendamento che modifica la situazione dove è scritto che non sia possibile entrare nel merito? Non è scritto da nessuna parte che non è presentabile da una parte o dall'altra un emendamento di modifica. Sono convinto che la maggioranza porterà a termine il provvedimento, così come è stato presentato, con il nuovo articolo 1, con la condivisione dei Consiglieri radicali che, a secondo delle occasioni, l'ho già detto altre volte, per certi versi, ricorda più un provvedimento del Gruppo dei Radicali che della maggioranza. Della maggioranza, quella che dovrebbe essere! Personalmente non mi meraviglio di questo perché è da molto tempo che questo è evidente e lampante.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione, passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, sono anch'io perplesso dell'interpretazione che il collega Cattaneo dà in ordine ad un accordo che ha limitato il potere legislativo. Non credo possano esserci accordi che limitino il potere legislativo, cioè il confronto e la discussione, quindi non lo ritengo grave.
L'accordo, invece, era un altro: si iniziava la discussione su un sub emendamento presentato dalla maggioranza e veniva ritirato quello presentato dall'Assessore Leo. Quindi, se il collega Cattaneo ha preso un accordo di questo tipo, sul piano della democrazia c'entra nulla ed è dovere del Presidente del Consiglio cercare di rimuoverlo.
Il confronto e la discussione non portano a punti di convergenza pur essendocene - questo è il problema. Dopo settimane di dibattito emergono convergenze ampie attorno a questioni fondamentali, per un presunto accordo, assunto all'esterno dell'Aula, che limita il potere legislativo e che, in ogni caso, non è valido.
Nessuno può prendere accordi che limitino il potere legislativo all'insegna del tanto peggio o tanto meglio, che noi, come Gruppo de La Margherita, non condividiamo.
Noi siamo dell'opinione che, se è possibile migliorarli, i provvedimenti vanno migliorati in Aula. L'obiettivo che ci siamo posti è questo. Mi pare che la discussione ha fatto emergere che esistono dei punti di convergenza per limitare il potere della delega alla Giunta regionale.
Questo è il tema: limitiamo il potere legislativo. Non siamo assolutamente d'accordo su questo metodo. Ma cosa vuole dire? Dove è scritto che discutiamo inutilmente? Dove è scritto che le nostre discussioni servono a niente, che facciamo soltanto un ordine al giorno del quale non si conosce il contenuto, il significato, la gerarchia rispetto ad altri ordini del giorno? Concordo sulla sollecitazione del collega Marcenaro perché la ritengo utile.
Il problema che mi pongo è che senso abbia discutere di questioni che non hanno effetto.
Chiederei la presenza dell'Assessore o del Presidente Ghigo o del Vicepresidente, di qualcuno che abbia la responsabilità di Governo.
Assessore, credo che ormai siamo giunti ad un punto delicato. Vedremo il risultato delle votazioni, ma non è questo il problema. Il problema è che siamo arrivati alla definizione del potere di delega attraverso l'approvazione di alcuni emendamenti. Mi pare che i principi sui quali ci sono divisioni, sono ormai stati superati e la votazione è avvenuta. Siamo soltanto sulla delega. È così impossibile - e lo dico anche ai colleghi della maggioranza - immaginare che la nostra discussione serva a qualcosa? E' soltanto per mantenere in piedi le posizioni più estreme, la posizione radicale e la posizione forse estrema della sinistra che sono diventati i paladini della intoccabilità del provvedimento? Non si discute perch questo era già scritto? Ma cosa vuol dire? Questa è la democrazia? Sì, ho presentato un emendamento che riprende il contenuto della proposta originaria: è così grave? È così grave anche mettere in discussione la coerenza e le posizioni della maggioranza? Questo fa parte del dibattito politico. Guai se dovessimo rinunciare a questo presupposto e diventare prigionieri delle posizioni estreme.
Collega Cattaneo, lei è diventato prigioniero delle posizioni estreme e non vuole fare convergere le posizioni che sono state definite. Il collega Marcenaro ha svolto sensate considerazioni sulla questione delle fasce di reddito riviste, rimeditate, ripensate, così come sulla famiglia e il nucleo familiare.
Prima di procedere ancora alla votazione, occorre rimuovere e togliere di mezzo...



(Commenti in aula)



SAITTA Antonio

Collega Cattaneo, io non ho mai preso nessun accordo e neppure i DS sotto questo aspetto, hanno preso accordi quando viene detto che sono immodificabili.
Visto che ho una concezione diversa della democrazia, rivolgo un appello, prima della votazione finale, ad un ripensamento in ordine alla modalità con la quale si vuole arrivare alla conclusione. D'altronde quattro commi sono già stati approvati. Siamo al comma 5 che riguarda le deleghe. E' un punto delicato.
Mi pare che gli emendamenti rimasti sono ormai troppo pochi per tentare una sintesi, mettere insieme i punti nodali, esaminarli, confrontarli e decidere quel che non si può più mettere all'ordine del giorno, ma c'è ancora spazio, per le persone di buonsenso, interessate al confronto e interessate ad una visione seria, per apportare miglioramenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Da un certo punto di vista mi rendo conto che è fatale che in una discussione, che si trascina - più o meno stancamente - da alcuni anni, ci siano problemi di memoria rispetto all'ordine degli eventi e di interpretazione rispetto agli eventi che sono accaduti.



(Commenti in aula)



PALMA Carmelo

Non era un riferimento alla senilità, era un riferimento alla senescenza della discussione di questo provvedimento che, inevitabilmente costringe alcuni a prendere "lucciole per lanterne".
Innanzitutto, Consigliere Marcenaro, la questione è semplice: nessun Gruppo, per ragioni di buona creanza e di stile istituzionale, pu presentare, come emendamenti su cui chiede un voto favorevole, testi legislativi che ha tentato di bloccare per anni con propri emendamenti. Non più tardi di qualche settimana fa, l'emendamento Saitta, depurato della parte più propriamente regolamentare, era stato presentato e sottoscritto non solo dal Gruppo Radicale, ma da numerosi Gruppi di maggioranza, a fronte della richiesta di alcune parti dell'opposizione di specificare meglio l'emendamento interamente sostitutivo dell'articolo 1 della 252. A fronte di una richiesta di migliore specificazione per migliorare questo provvedimento, mi pare che i proponenti, in maniera molto corretta e allora ancora molto disponibile, siamo a qualche settimana fa, non a due anni fa avevano accettato di puntualizzare la disciplina non con norme di dettaglio di carattere regolamentare, ma con una serie di norme di indirizzo che, ad esempio, stabilissero che la percentuale di copertura delle spese effettivamente sostenute fosse in rapporto al reddito dei richiedenti, e così via.
Rispetto a quel testo, alcuni di questi Gruppi, che, oggi, sostengono questo emendamento come necessario miglioramento del testo dell'emendamento sostitutivo presentato dal Consigliere Cattaneo, hanno presentato batterie di emendamenti, che andavano dall'incentivazione dell'educazione stradale alla promozione dell'educazione sessuale, impedendo che quel testo Consigliere Saitta, il testo che lei sta presentando adesso in Aula venisse discusso in Commissione, in modo tale che la Commissione potesse migliorare, nell'auspicio di tutti, anche del nostro Gruppo, un provvedimento che nella sua sintetica formulazione - sintetica, perch obbligata dalle contingenze regolamentari - poteva dare adito a qualche equivoco.
Questo è il problema, Consigliere Saitta: questo emendamento è stato impossibile da discutere dal momento in cui - non lei - la maggioranza e quella parte della minoranza che ha sostenuto fino a questo momento questo provvedimento e la sua logica hanno scelto questo piano come piano di discussione politica all'interno della Commissione.Per me la questione è relativamente semplice e non attiene a questioni istituzionali, al fatto che una Conferenza dei Capigruppo non può, in qualche modo, stipulare un accordo che compromette la sovranità dell'Aula. Per quanto mi riguarda, non c'è accordo che tenga, è una questione puramente politica, non si arriva dopo due anni e mezzo con un emendamento salvapopolo salvagente a presentare la grande soluzione politica alla questione dei buoni scuola.
Sono due anni e mezzo che qui dentro qualcuno fa ostruzionismo. Sono due anni e mezzo che qualcuno tenta di tenere in piedi questo provvedimento.
Sono due anni e mezzo che il Gruppo Radicale tiene il numero legale. Sono due anni e mezzo, Consigliere Saitta, che lei non tiene il numero legale su questo provvedimento. Dicendolo in maniera molto chiara, la questione è politica, non attiene alle decisioni della Conferenza dei Capigruppo, non attiene ad una presunta inemendabilità del provvedimento, che, ovviamente emendabile come tutti i provvedimenti, attiene alla sostanziale e politicissima indisponibilità di coloro che fino a questo momento lo hanno difeso a vederlo improvvisamente salvare da una parte dell'opposizione che lo ha contrastato fino a questo momento oppure non ha fatto nulla fino a questo momento per mantenerlo in piedi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Approfitto della dichiarazione di voto per fare alcune riflessioni e dare qualche puntuale risposta. Innanzitutto, rimango un po' meravigliato non me ne voglia, dall'intervento e soprattutto dalla foga con la quale il collega Saitta ha preso posizione rispetto alle mie affermazioni, anche perché - non ricordo se fosse presente in Aula - presi posizione in maniera molto più chiara - e prego i colleghi presenti di darmene atto - molto più cristallina e molto più perentoria, due Consigli regionali fa ripercorrendo esattamente gli aspetti dell'intesa. Non ho mai parlato di accordo, ho sempre parlato e parlo di intesa, che è altra cosa, sia nella vita personale e nella caratteristica di ogni uomo, sia nella vita politica di questo Consiglio regionale e di ogni Consigliere regionale. Un conto è un accordo, che è molto vicino all'inciucio, quasi sempre, almeno nella storia di questo Consiglio, un conto è un'intesa - questo è il primo punto.
L'intesa individuata nella Conferenza dei Capigruppo, sostanzialmente fondava su tre punti.
Per quanto riguarda il primo, ottenere da questa maggioranza il ritiro di un subemendamento interamente sostitutivo, perché costituiva, al di là del merito, un grave precedente, ora è stato detto, e la maggioranza ha avuto questa sensibilità nella storia di questo Consiglio regionale.
Per quanto riguarda il secondo, depositare un numero finito di emendamenti. Peraltro, il numero non è stato esplicitato in quella sede, ma fu semplicemente esplicitato simpaticamente da qualche collega con delle spanne o con dei centimetri di spessore di fogli formato A4, con la consapevolezza che, una volta depositati entro quella giornata, si sarebbe comunque individuato il numero preciso di quella serie di emendamenti.
Per quanto riguarda il terzo, di fatto, non si è mai parlato - è vero che fosse inemendabile o che non si potesse, ci mancherebbe! Di fatto, lì noi avevamo esplicitato che avevamo il fine politico - e lo ribadiamo - di approvare questa legge così come depositata, così come da quell'emendamento che è il testo base della nostra discussione. Non abbiamo mai detto che qualora fossero stati messi all'attenzione dell'Aula dei punti sui quali eventualmente emendare quel testo, ma sul quale chiedevamo una larga convergenza, ci saremmo sottratti al confronto e mai ci siamo sottratti al confronto! L'altro aspetto di questo terzo punto riguarda la sfida delle opposizioni, in modo più diretto ne do atto al Presidente Chiezzi e in modo altrettanto chiaro e fermo a tutte le opposizioni, alla maggioranza: in allora (5 settimane fa), in Sala A, dove eravamo riuniti in Conferenza dei Capigruppo, si diceva che la maggioranza, mai sarebbe riuscita a garantire il numero legale su questo provvedimento. Invece, alcune volte lo ammettiamo, ma in modo marginale, come la giornata odierna, meno di dieci volte, a fronte di ventuno o ventidue Consigli regionali, è vero, qualche volta, la seduta è iniziata con il ritardo di mezz'ora, ma, in sede di votazione o in corso d'opera del dibattito e del confronto, mai è mancato questo numero legale.
Presidente Saitta, è un altro punto che fa parte di quella forma di reciproco rispetto, di quella forma, anche di intendere il ruolo del Consiglio e di intendere la democrazia, perché in democrazia, prima di tutto - è questo lo avete visto bene ieri, voglio fare un po' di autoironia valgono i numeri.
Se è stato interpretato male il mio intervento odierno, credo di averlo chiarito, l'avevo detto in modo molto più fermo in un Consiglio regionale in cui forse lei non era presente. Lo dico in modo altrettanto chiaro per agevolare un confronto franco che ha sempre contraddistinto - questo lo riconosco - tutti voi, compresa La Margherita e i Democratici di Sinistra in queste cinque settimane: siamo indisponibili, ovviamente, a emendare questo testo, ma non siamo indisponibili, questo ce lo dovete riconoscere sia all'approvazione di un ordine del giorno, che non sarà carta straccia perché abbiamo preso un impegno, e lo rinnoviamo, politico serio e concreto, da un lato; dall'altro lato, siete comunque garantiti da un passaggio in Commissione che non sarà un passaggio solamente formale.
D'altra parte, non ci siamo mai sottratti anche a confrontarci su un ordine del giorno di impegno o su un impegno che derivasse dalla discussione di quest'Aula in queste settimane e nella giornata di oggi, se sarà necessario, anche nella giornata di giovedì, se non sarà sufficiente, anche in ulteriori Consigli regionali, per rivedere insieme con un confronto altrettanto franco e alto, mi sia concesso, da una parte e dall'altra, e comunque senza prenderci in giro, sulla legge deputata al diritto allo studio, quindi, sulla legge n. 49.
Credo e spero di aver rimosso alcuni dubbi che sono stati insinuati in questo Consiglio regionale dai miei interventi, me ne scuso. Con altrettanta chiarezza e altrettanta fermezza, come ho fatto in queste cinque settimane, ho voluto rispondere, con correttezza, mi auguro, al Presidente Saitta, in modo che lui, insieme al suo Gruppo, possa fare le debite valutazioni e, se ritiene, successivamente, visto che siamo qui a confrontarci, pormi ulteriori domande o proseguire il confronto su questo tema.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica per dichiarazione di voto



MANICA Giuliana

L'intervento del collega Cattaneo, arrivati a questo punto, rende più chiaro il contesto, perché sono assolutamente vere le prime due osservazioni che lui faceva: il ritiro da parte della maggioranza del subemendamento, con una logica di subemendamento che avrebbe reso vana qualsiasi attività legislativa e di discussione da parte del Consiglio svuotando il Consiglio regionale stesso di una potestà vera dal punto di vista legislativo, creando un precedente grave, non solo rispetto a questo testo, ma rispetto ai testi precedenti.
Collega Palma, uno degli artefici di una cosa come questa è stato proprio lei, non so se in accordo o meno con la vicenda del Consigliere Contu e della Presidenza del suo Gruppo, ma è stato lei che ha concepito la questione dei subemendamenti e lo svuotamento del potere legislativo dell'aula. Questo è inequivocabile.
Se questo è un merito, ognuno può ascrivere a sé stesso quello che ritiene più opportuno. Per quanto mi riguarda, dal punto di vista del funzionamento dell'Assemblea e delle sue prerogative, è un atto di una gravità che travalica la miseria del provvedimento sul buono scuola e crea un grosso problema al funzionamento del Consiglio regionale.
Bisogna avere una determinazione molto alta rispetto alla miseria del 5% per arrivare a svuotare il Consiglio regionale delle sue prerogative.
Detto questo, è vero che per salvaguardare la possibilità, da parte del Consiglio regionale, di poter continuare a svolgere la propria potenzialità legislativa e le proprie prerogative e nel non essere completamente svuotato oltre ciò che già l'attuale normativa determina (perché in seguito all'elezione diretta dei Presidenti delle Giunte molte competenze sono state sottratte al Consiglio), non essendo noi in presenza di una riforma dello Statuto che ridefinisca gli ambiti e i poteri, siamo in una condizione come questa, per cui uno svuotamento di quelle caratteristiche avrebbe avuto una gravità che andava oltre l'importanza di qualsiasi provvedimento.
vero, quindi, che per salvaguardare una possibilità come questa c' stato un impegno da parte delle opposizione unanimemente alla presentazione di un ordine definito di emendamenti.
Ma per quanto ci riguarda - l'ho ribadito più volte - una posizione granitica era richiesta a voi, in quanto la vostra era una posizione ideologica su questo provvedimento. Ma non avendo noi una posizione ideologica su questo provvedimento, ci potevamo consentire il lusso quantomeno noi come Democratici di Sinistra e altra parte dell'opposizione di avere posizioni differenziate.
Per cui, se il riferimento vostro sono stati quei colleghi all'interno dell'opposizione che avevano una posizione altrettanto ideologica quanto la vostra, per carità legittima, una di affermazione del provvedimento e l'altra di contrarietà, per cui entrambe erano incomunicabili e non potevano essere confrontate, è stata, come adesso il collega Cattaneo ha riconosciuto, una scelta della maggioranza, la quale, tra l'altro, era comoda, perché vi risolveva una serie di problemi, perché come cominciavate ad entrare nel merito dei punti più deboli di questo provvedimento non so quanto riuscivate a mantenere il numero legale e la convinzione della maggioranza stessa.
La nostra è sempre stata una posizione diversa. Fatto salvo che avremmo votato contro questo provvedimento (penso sia legittimo esprimere la nostra contrarietà in merito ad un provvedimento come questo), tutto quello che poteva essere migliorativo di un provvedimento che, grazie ad un meccanismo da voi scelto, è peggiore del primo provvedimento presentato la prima volta in quest'aula e in Commissione, salvaguardando alla fine rispetto a quanto si cambiava, la possibilità di un nostro voto contrario costituiva la nostra battaglia di merito. E non avendo scelto una posizione ideologica, gli emendamenti che abbiamo presentato e che, con più forza, abbiamo sostenuto, erano emendamenti di merito (sulla questione della delega, della franchigia, del paniere o delle fasce di reddito).
Gli ordini del giorno che ci avete proposto, comodi anche questi hanno un pochino le caratteristiche del famoso ordine del giorno del luglio dell'anno scorso sulla questione dell'utilizzo delle convenzioni sulle residenze per anziani, ordine del giorno assunto al momento in cui abbiamo votato quel provvedimento di bilancio (voi a favore, noi ovviamente in modo contrario) che è rimasto lettera morta fino alla battaglia sul bilancio di quest'anno e allo sblocco dei 1600 posti letto.
Per cui, un ordine del giorno in due tempi sul diritto allo studio prima i buoni scuola e poi il diritto allo studio, prima il testo così com'è, poi un impegno ad inserire alcuni aspetti sulle fasce di reddito - è un impegno un pochino lieve o flebile, diciamo così, rispetto ad un confronto e ad un dibattito che abbiamo in quest'aula da ormai un mese sul testo in oggetto, che consentiva di entrare nel merito in modo ben più approfondito. Sono comunque soddisfatta del fatto che dopo aver riaperto la discussione su questo punto, dall'interpretazione iniziale molto secca e assertiva sull'intesa e sugli accordi, siamo arrivati a ristabilire la verità dei fatti, e cioè che voi ritenete questo provvedimento sempre e comunque inemendabile e che vi è esclusivamente la possibilità di un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 581.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 Consiglieri hanno votato Sì 4 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 599 presentato dai Consiglieri Manica, Marcenaro Riba, Suino, Ronzani, Muliere, Riggio e Placido: Il comma 5 dell'art. 1 dell'emendamento è così modificato: le parole "con Regolamento della Giunta regionale" sono sostituite dalle parole "con deliberazione del Consiglio regionale".
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Con quel poco di memoria che mi è rimasta, e riprendendo su questo punto la discussione svolta sull'emendamento precedente firmato dal collega Saitta, vorrei solo ricordare che noi abbiamo respinto in Commissione un emendamento presentato dalla maggioranza, perché le sue caratteristiche erano il contrario di quella che era la linea di pensiero che avevamo cercato di esporre con gli emendamenti che abbiamo presentato.
Gli emendamenti proposti dalla maggioranza riconfermavano sostanzialmente quello che oggi sentiamo riaffermato, cioè una linea che si rivolge direttamente all'alto, quindi alla parte alta della stratificazione sociale come soggetto.
Capisco l'imbarazzo del Gruppo Radicale che si era presentato all'inizio di questo confronto, con una legge dai toni accentuatamente liberisti, ma socialmente molto orientati, con una fortissima delimitazione, e che oggi si mette invece a rimorchio di una politica e di una decisione della maggioranza con altre caratteristiche.



(Commenti in aula)



MARCENARO Pietro

Consigliere Mellano, dopo potrà intervenire, perché non le sarà vietato. Anzi, i microfoni sono predisposti proprio per svolgere un confronto in quest'aula. Poi, tra l'altro, visto che è stata sottolineata l'assenza del collega Saitta, suggerisco anche di fare la spia al vescovo perché potrebbe esserne interessato. Questo è un ulteriore mestiere che ognuno può apprendere crescendo, dopo essere partito dallo spirito di difesa della laicità e delle sue caratteristiche.
Detto questo, chiediamo di discutere l'emendamento che abbiamo proposto, con il quale chiediamo semplicemente che il Consiglio discuta e deliberi sulle scelte che regolamenteranno la concreta applicazione di questa legge.
L'abbiamo detto molte volte, perché per noi la questione della delega così com'è stata, da voi della maggioranza, estesa e confezionata, è un punto molto importante.
A nostro parere è costruita in un modo che non ha neanche gli elementi minimi d'indirizzo richiesti, fino ad oggi, dalla prassi e dalla giurisprudenza costituzionale.
Proprio per questa ragione pensiamo sia importante ricondurre dentro l'aula del Consiglio Regionale le decisioni e le deliberazioni a questo proposito.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 599.
presenti e votanti 38 Consiglieri hanno votato Sì 5 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 700 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi: Art.1, comma 5, eliminare la parola "massimo".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Il tentativo di cambiare questa legge continua, ma la risposta così chiusa e negativa è dovuta all'ispirazione della legge stessa. E' un'ispirazione che non lascia tanti spazi di dialogo, perché ha una struttura di ragionamento molto determinata, forte ed ideologicamente blindata.
Così nasce l'ispirazione di questa legge. Non ci credete? A tal proposito vi leggo un pezzo del documento edito dall'Ufficio Diocesano Scuola di Torino che, a mio parere, ha ispirato ed illumina tutto quanto è previsto in questa legge. State bene a sentire.
Deve essere ben chiara una cosa: se parità vuole dire applicazione concreta dell'autonomia, quest'ultima significa l'esaltazione dello spirito d'iniziativa.
Da troppo tempo il mondo della scuola è dominato da una certa passività e rassegnazione, grazie alle quali pochi o molti hanno ostacolato la buona volontà e la capacità di sacrificio di tutti gli altri.
E' venuto il tempo di dare vita ad una concezione della scuola intesa essenzialmente come iniziativa, ma ciò potrà avvenire solo a patto di stimolarla, grazie alla piena libertà data al soggetto finora considerato meno importante: la famiglia.
Quando la scuola abbia finalmente come riferimento fondamentale la libera scelta da parte delle famiglie, ebbene allora anche l'iniziativa dei singoli e dei gruppi, delle risorse e dei progetti verrà esaltata per corrispondere sempre di più alle aspettative.
Saranno le famiglie in una condizione economicamente paritaria ad imporre alle scuole una sana competizione, per migliorare sempre di più la qualità della loro offerta formativa".
Mi fermo qui, perché mi pare ci sia abbastanza materia per riflettere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Il senso di questo emendamento - a cui il collega Chiezzi dà una dimensione più alta, mentre io volo più basso - era semplicemente quello di rendere più forte, più pregnante e più vincolante il parere della Commissione, non stabilendo un livello massimo di erogazione, ma il valore specifico dell'erogazione.
Tutto ciò per far sì che, ad ogni mutamento che si potrà determinare qualora questa legge - come pare probabile - venga approvata, la Giunta non abbia un riferimento generale nel quale muoversi, ma sia costretta valorizzando così il ruolo della Commissione di merito, a stabilire il valore specifico.
Questo è il modesto senso dell'emendamento. Però mi fa piacere che il collega Chiezzi lo abbia portato ad una dimensione più importante, che apprezzo e che resta agli atti a testimonianza della strategia di fondo che sostiene questo disegno.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 700.
L'esito della votazione è il seguente.
presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato Sì 2 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva Emendamento rubricato n. 701 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi: Art. 1, comma 5 eliminare "e l'importo massimo erogabile sono " e aggiungere "è".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, non ho dubbi che anche questo tentativo sarà respinto per la chiusura ideologica contenuta nel provvedimento elaborato dalla maggioranza, allora, cari Consiglieri, andiamo fino in fondo a questa concezione della scuola che ho illustrato. Sono arrivato all'ultimo capitolo, il capitolo XII che ha per titolo "La parità scolastica significa per l'Italia appartenere all'Europa" e lo leggerò in due tempi. Sentite un po' cosa c'è scritto.
"L'esigenza del pluralismo scolastico e della conseguente parità assume una rilevanza particolare in prospettiva europea perché non è concepibile un' Europa unita nella quale i sistemi formativi delle singole nazioni, pur nella varietà delle articolazioni derivate da tradizioni culturali diversificate, non siano, nello stesso tempo, espressione di effettiva libertà. Non è concepibile che, alla liberalizzazione dell'istruzione dell'educazione, ormai da anni attuata in tutte le nazioni delle Comunità europea, faccia riscontro in Italia una struttura formativa di stampo ancora napoleonico, affidata al monopolio dello Stato. La politica europea, in fatto di educazione, è chiaramente espressa nella risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 1984 nella quale si dichiara esplicitamente che gli Stati della comunità devono garantire la parità tra le scuole statali e le scuole non statali. Questa è la prospettiva europea, in fatto di educazione, a cui deve adeguarsi anche la legislazione italiana. Lo esige, oltre l'esplicita risoluzione del Parlamento europeo, la maturata coscienza democratica della nostra società che fonda l'efficacia delle sue istituzioni sul libero apporto di tutte le risorse dei cittadini e dei loro raggruppamenti sociali impegnate a contribuire direttamente al bene comune della nazione".
Mi fermo qui, perché penso ci sia materia per riflettere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Se non c'era l'intervento del Consigliere Chiezzi che ha permesso un balzo in avanti e in alta avrei dato quasi per illustrato l'emendamento.
Tuttavia l'aver citato Napoleone, oppure come una astiosità rispetto a quella che è la nostra storia, perché noi ci basiamo su una codificazione napoleonica, fa pensare all'Ancien Régime.
Mi dispiace perché, in certi passaggi, il documento che legge con pazienza il Consigliere Chiezzi è anche un contributo molto importante, ma qualche volta c'è una caduta un po' reazionaria. E' chiaro che non si pu pretendere tutto, nel corso di questo secolo può darsi che avverrà una ulteriore evoluzione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 701.
L'esito della votazione è il seguente.
presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato Sì 3 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva Emendamento rubricato n. 702 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi: Art. 1, comma 5 aggiungere il comma 5 bis: "L'importo massimo erogabile relativo al contributo regionale all'educazione scolastica è determinato nella sessione di approvazione annuale del bilancio di previsione".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Cari Consiglieri, siamo giunti al fondo, vi leggerò le ultime otto frasi, dell'ultimo capitolo di questo documento e poi, negli interventi successivi, potrò dirvi anche il mio pensiero, visto che per adesso non ho fatto altro che leggere le idee dell'Ufficio Diocesano Scuola di Torino fatte proprie secondo, quante mi pare di capire, un sogno dall'Assessore Leo già prima che fosse scritto e poi adesso dell'intera maggioranza.
"Unica fra tutti i Paesi della Comunità, l'Italia si trova in stato di palese violazione dell'ultimo articolo citato. Contributi economici detassazioni, convenzioni nei confronti delle scuole non statali, sono in vigore negli altri Paesi della Comunità: in Spagna, in Francia, in Germani in Gran Bretagna, in Irlanda, in Belgio e in Danimarca. Fino a quando l'Italia continuerà a detenere questo primato negativo che la costringe ad apparire come un paese meno civile del resto d'Europa? Appigliarsi, come fa ancora qualcuno, ad una interpretazione puramente restrittiva dell'articolo 33 della nostra Costituzione per rifiutare il riconoscimento dei diritti delle famiglie discriminate, significa concepire la Costituzione come un'arma - ripeto: come un'arma - anziché come una garanzia di libertà. Ma l'uso contrappositivo della legge si fonda su un'idea di Stato la cui origine non sta nella coscienza di ogni cittadino, in quanto aspira al bene comune, ma nel potere di una parte (maggioranza o minoranza non importa) di cui lo Stato rappresenterebbe la legittimazione.
Queste pagine sono rivolte non solo alle famiglie discriminate e alle scuole che essi hanno scelto, oppure avrebbero voluto scegliere, sono rivolte anche a quanti, per negare questo diritto, hanno fin'ora sostenuto ragioni fondate sulla disinformazione, sul pregiudizio e sul timore. I cattolici hanno a questo riguardo un impegno particolare, sia per dovere di coerenza con i principi di libertà a cui aspirano sia per la loro responsabilità politica al servizio del Paese".
Questo è il testo. Non leggerei, se siete d'accordo, gli allegati perché è documentazione che non ha una valenza.
Questo è il documento. Ho deciso di proporvi questa lettura, anche se è una prassi che non rientra nella mia storia in questo Consiglio, perché ho voluto inserire, nel corpo del nostro lavoro, questo documento che ci fa capire come mai, con tanta decisione, la maggioranza, per quasi tre anni ha insistito nel portare questo provvedimento e perché è così chiusa nella difesa, a tutti i costi, di questo provvedimento. Lo è perché dietro il provvedimento c'è una concezione molto strutturata di un pensiero ideologicamente schierato che è duro essere contrastato. Non è facile contrastarlo. Quando si hanno idee come quelle contenute in questo documento, e quando sono fatte da una maggioranza politica, lo spazio e il confronto non ci sono più, perché deve passare e basta.
Termino qui il mio intervento.



PRESIDENTE

Gli allegati li può trasmettere in copia. Gli allegati vi saranno consegnati.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Non sono sicuro se il collega Chiezzi è arrivato veramente al termine lo sarei se avessi sentito, per esempio, il costo della pubblicazione e la distribuzione gratuita. Quello è l'ultimo punto di una lettura perch potrebbe ancora leggerci una bibliografia, ad esempio, che sarebbe molto utile. Io non so che intenzioni ha il collega? Non c'è bibliografia? L'emendamento ha lo scopo di dire che le scelte finanziare legate al provvedimento, che approverete, sono fatte in un governo generale della massa finanziaria che manovra la Regione e non su "stiracchiamenti" che possono avvenire di volta in volta. È, quindi, una raccomandazione che ci sia una manovra in sede di bilancio, evitando l'estemporaneità espressa da qualche rappresentante della Giunta o dal volere di qualche rappresentante del Consiglio, di dare indicazioni di cifre. Si tratta, quindi, di un'indicazione modesta e nobilitata dall'intervento del collega Chiezzi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 702.
L'esito è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato Sì 3 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 576 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: All'art. 1 il comma 6 è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Abbiamo presentato emendamenti contro il testo intero della legge e di abrogazione di ogni sua singola parte, ed anche questo inizia, ogni paragrafo, con emendamenti che esprimono il senso della nostra lunga discussione in aula rispetto alla legge, cioè una nostra totale e ferma opposizione ad essa in tutte le sue singole parti. Come abbiamo più volte espresso, mettendo anche in luce le ragioni e le caratteristiche di fondo riteniamo che sia una legge che sarebbe meglio non avere perch difficilmente migliorabile.
una legge che sceglie, in modo chiaro, di non finanziare la scuola pubblica (azione che dovrebbe fare un Governo) ma di finanziare le famiglie e la scuola privata. Dentro questo si unisce poi tutta una serie di ulteriori elementi più negativi, ma riteniamo che già l'aspetto iniziale di fondo sia assolutamente negativo.
Personalmente, non credo che il finanziamento alla scuola paritaria cattolica, confessionale, sia migliorato se avviene nella forma con cui questo finanziamento viene erogato. Riteniamo che, in sé, sia estremamente negativo e ci opporremo nel prosieguo della legislatura affinché non veda concretamente una sua applicazione. D'altro canto, siamo abbastanza convinti che questa Giunta pagherà un prezzo pesante all'approvazione di questo tipo di legge perché ha un'impopolarità fortissima dentro la Regione.
Alla fine, quindi, non potrà cantar vittoria perché verrà percepito non come un risultato da parte della popolazione piemontese, ma come un qualcosa di negativo che segnerà il tipo di Governo che questa Giunta vuole attuare: una Giunta che non si preoccupa dell'insieme dei cittadini, ma ne privilegia alcuni. Per questo motivo, invitiamo a sostenere questi emendamenti che fino alla fine possono evitare questo risultato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Anch'io sottolineo il fatto che sostenere questo emendamento costituirebbe un'opera di giustizia. Non credo che l'Assessore Leo dovrebbe essere molto contento, come, invece, dà palesemente a vedere, e soddisfatto di aver proseguito in questi giorni la discussione di questo disegno di legge e di poter arrivare verso quello che lui ha definito come uno dei suoi sogni. Ancorché provi in tutti i modi a spiegarci che i timori che noi avanziamo non si realizzeranno, credo che lui dovrà prendere atto, se questa legge sarà approvata, del fatto che in tal modo si introduce un profondo senso di ingiustizia nella nostra società.
Non credo che l'Assessore, che si richiama a valori di un certo tipo possa essere soddisfatto di portare avanti un testo di legge che, di fatto utilizza le risorse pubbliche a vantaggio di una piccola parte della società.
Questa legge, come abbiamo già detto ripetutamente, rappresenta un modo con il quale noi utilizziamo risorse che la Regione dovrebbe rendere disponibili per risolvere tutti quei problemi che sappiamo esistere nella scuola pubblica, cercando di colmare quelle negatività che le scelte a livello nazionale stanno riversando su tale scuola. Invece di andare in questo senso, noi utilizziamo i soldi delle risorse finanziarie di tutti per aiutare un sistema scolastico privato ed essenzialmente confessionale.
Vedremo in seguito, in altre discussioni, quelle che possono essere altre conseguenze collegate anche alle evoluzioni internazionali che stiamo per subire. Invece di dare maggiore democrazia a questo sistema, utilizziamo delle risorse pubbliche in modo privato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 576.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 577 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Riggio e Ronzani: Il comma 6 dell'art. 1 dell'emendamento è così modificato: "Annualmente la Giunta propone in sede di stesura del bilancio le risorse da assegnare alla presente legge anche in relazione alle dotazioni finanziare previste per le rimanenti leggi regionali in materia di diritto allo studio".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Anche questo emendamento si colloca nella dimensione di programmazione degli interventi, in particolare questo, che per la maggioranza è una legge portante, per evitare che si verifichi, quasi casualmente, nel corso dell'esercizio contabile, la "sollecitazione" da parte della Giunta dell'Assessore o di qualche Consigliere.
Mi sembra una proposta positiva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 577.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 582 presentato dai Consiglieri Saitta, Giordano e Di Benedetto: Art. 1, sostituire il comma 6 con il seguente comma: "Le ulteriori modalità di attuazione del contributo regionale all'educazione scolastica sono determinate con regolamento della Giunta regionale, previo parere della competente Commissione consiliare".



(Tale emendamento è dichiarato superato)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 578 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: All'art. 1, comma 6, la lettera a) è soppressa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 578.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 705 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi: Art. 1, comma 6, punto a), eliminare "libera".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Con questo emendamento, propone semplicemente, di togliere l'enfasi che abbiamo sentito molto spesso dai colleghi del centrodestra nell'uso del termine "libero" o "libera"; in questo modo si renderebbe un po' più normale e meno propagandistica la proposta. Questo è il senso di questo piccolo emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 705.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri ha votato Sì 1 Consigliere hanno votato NO 33 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 579 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: All'art. 1, comma 6, la lettera b) è soppressa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 579.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 584 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: All'art. 1, comma 6, la lettera c) è soppressa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 584.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 704 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi: All'art. 1, comma 6, punto c) dopo "svantaggio economico" aggiungere "con priorità per le famiglie a reddito zero".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

L'emendamento si illustra da sé.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 704.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 706 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi (e connesso emendamento rubricato n. 707): Art. 1, comma 6, punto c) aggiungere dopo "è maggiorato" le parole "per un importo non inferiore al 20% del contributo base di cui al comma 3".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato 706.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato NO 34 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Comunico che gli emendamenti successivi, dal n. 708 al n. 734, che avevano questo carattere di percentuale, erano già stati dichiarati non ammissibili per la questione delle firme mancanti. In ogni caso, ne sono stati votati comunque due sullo stesso punto e vi è l'impegno ad esaminare la situazione posta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Volevo solo precisare, in merito alla questione delle firme mancanti che tali emendamenti erano stati presentati prima che la riunione dei Capigruppo stabilisse la famosa intesa che lei ben conosce.
Nel momento dell'intesa mi sono visto costretto, come appartenente al Gruppo Misto, e orfano di Capogruppo, a dover trovare qualche benevola attenzione per le firme. Però, ovviamente, siccome nell'illustrazione del precedente emendamento in qualche modo vengono assorbiti, non insisto e accetto la sua decisione.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Tapparo. Certamente era bene rilevare l'argomento.
Emendamento rubricato n. 735 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi (e connesso emendamento rubricato n. 736): Art. 1, comma 6, punto c), aggiungere dopo "è maggiorato", con "per un importo non inferiore al 49% del contributo base di cui al comma 3".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Questo emendamento si inserisce nel filone dei provvedimenti che ho illustrato in precedenza o che ho dato per illustrati in due o tre passaggi, perché hanno lo stesso obiettivo.
Anche in questo caso, quindi, lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 735.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 2 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 585 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: All'art. 1, comma 6, la lettera d) è soppressa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 585.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 586 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: All'art. 1, comma 6 la lettera e) è soppressa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 586.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 703 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi: Art. 1, comma 6, punto e), aggiungere dopo le parole "del contributo" le parole "che comunque escludono le rette scolastiche".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Anche se in certi passaggi si supera con velocità l'emendamento, ve ne sono alcuni che meritano una riflessione per non mandare disperso un dibattito che certamente, per certi aspetti, ha potuto vedere un filibustering attuato a situazione definita, come si è venuto a fare dopo l'intesa tra i gruppi.
Vorrei richiamare l'attenzione dei Consiglieri di maggioranza, sul fatto che voi state per approvare un provvedimento in un quadro generale di grande criticità della situazione del Piemonte che presenta luci ed ombre ma le ombre possono determinare dei processi di condizionamento del nostro sviluppo in modo molto marcato. Gli interventi sulla scuola, gli interventi sulla ricerca, gli interventi sulla formazione professionale, sono elementi che avrebbero meritato una priorità rispetto alla vostra determinazione che per certi versi può essere anche chiamata impuntatura - non individuando, invece, altre priorità. E' per questo che, anche con il presente emendamento, si tenta di dare un segnalare di allarme, che si è imboccata una strada che ha avuto dei costi alti per l'assemblea perch ovviamente, avremmo potuto lavorare su progetti per un reale sviluppo invece abbiamo messo qualche rattoppo a situazioni particolari.
Mi auguro che dopo l'approvazione del provvedimento ci possa essere una grande attenzione non solo per il diritto allo studio, ma anche per la scuola e la formazione professionale in senso generale. Su questi aspetti parlo per me stesso, ci sarà un impegno costruttivo e determinato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Per esprimere sostegno all'emendamento che pone dei paletti importanti.
L'emendamento esclude quello che appare come più chiaramente un finanziamento diretto alla scuola privata e alla scuola confessionale.
Questo emendamento va nelle direzione di tutti quelli che avevamo discusso nel corso di questo lungo dibattito e che suggerivano di affrontare la legge in modo diverso, di inserirla in un quadro di diritto allo studio e quindi pensare ad una serie di servizi, di interventi che sostengono le famiglie, al di là del tipo di scuola a cui sono iscritti gli studenti. Mentre la retta scolastica è esattamente l'opposto, va ad alleggerire il costo della stessa, oppure aiuta le scuole private che attraverso l'alleggerimento della retta, riusciranno ad aumentare i loro costi, avere maggiori entrate ed evitare quello che l'Assessore Leo ha più volte detto cioè che le scuole rischiano di non sopravvivere.
Queste scuole, oggi, sono in una situazione di difficoltà, abbiamo già detto che anche le scuole pubbliche chiudono in situazioni particolari situazioni che ha vissuto il nostro paese in questi anni con la diminuzione degli studenti, soprattutto in una regione come la nostra dove le nascite sono a zero. Situazione che ha causato una contrazione del numero degli studenti stessi, che è una delle ragioni della crisi della scuola nel suo complesso e anche della scuola privata: aspetto che l'Assessore Leo non ha mai voluto prendere in considerazione, l'ha sempre vista legata come un'assenza di finanziamenti.
Noi siamo convinti che questo tipo di scelta di intervento, di entrare finanziando, non eviterà, in futuro, che fenomeni che sono alla base della crisi, delle difficoltà che vivono le scuole, si manifestino ancora. Noi pensiamo che si manifesteranno ancora in futuro perché la legge dimostrerà la sua non efficacia. Dimostrerà la sua efficacia da un altro punto di vista, cioè della sottrazione di risorse alle scuole pubbliche che, invece poteva, se finanziate, contrastare questo tipo di declino per tutta una serie di ragioni che abbiamo più volte sottolineato. Essendo scuola pubblica può rivolgersi a tutti i tipi di studenti, compreso gli immigrati che saranno quelli che più difficilmente, soprattutto quelli non di fede cattolica, si rivolgeranno, anche se ne avranno la possibilità, alla scuola cattolica perché confessionale e contrasta con la loro fede religiosa.
Per questa ragione sono favorevole all'emendamento perché esplicita molto nettamente, che la scelta dell'Assessore Leo è quella di finanziare la scuola privata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
L'Assessore Leo ha il convincimento di riuscire, con i buoni scuola, a salvare le scuole private. In verità, l'Assessore Leo si scontrerà inevitabilmente, con gli effetti degli accordi internazionali che - ahimè faranno un uso, dei suoi buoni scuola, che lui non avrebbe mai pensato di utilizzare.
Il problema di fondo su cui si basa tutta la politica dell'Assessore Leo è cercare di aiutare o, perlomeno, invogliare più studenti a scegliere le scuole private, ma come abbiamo già detto ripetutamente, questo non avverrà, non essendo già avvenuto laddove si è scelta la strada dei buoni scuola. L'Assessore, quindi, sarà obbligato a scegliere un'altra strada se vorrà veramente salvare le scuole private di ispirazione cattolica: dovrà, inevitabilmente, deviare questi soldi direttamente alle scuole.
Questa sarà una scelta che obbligatoriamente dovrà assumere anche perché, come ha accennato prima il Consigliere Papandrea, è inevitabile che la nostra società vada verso un declino delle nascite. Continuiamo ad ignorare un'evidente deriva della società occidentale, dove la diminuzione delle nascite non è sola dovuta a fenomeni sociali, dove le difficoltà soprattutto per le donne, legate agli impegni lavorativi, diventano un ostacolo alla procreazione. Nella nostra società, ormai, siamo alle prese con un'evidente, e statisticamente dimostrata, diminuzione della fertilità tanto che a livello internazionale sono cambiati i parametri per la definizione della fertilità. Questa situazione determinerà inevitabilemente un aumento del flusso di immigrazione, e quindi la sempre maggior presenza di ragazzi e ragazze immigrati.
Se prevediamo finanziamenti per il privato, sarà molto facile che queste correnti di immigrazione si rivolgeranno e proveranno a realizzare scuole private, ma non di stampo o di ispirazione cattolica, Assessore bensì di ispirazione islamica.
Non faccio parte di coloro che giudicano negativo il fatto che possano nascere scuole di ispirazione islamica, contesto solo il fatto che, in base alle scelte dell'Assessore (colpevole di pensare a questa finta libertà di scelta e non a finanziare e a lavorare per una scuola veramente libera) corriamo il rischio di non creare quella scuola che serve alla società; una società che sarà sempre più multietnica e che, pertanto, ha bisogno di una scuola veramente libera che non vieta la libertà di scelta.
Al contrario, invece, si utilizzano soldi pubblici per scopi privati.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 703.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 32 Consiglieri ha votato Sì 1 Consigliere hanno votato NO 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 600 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Riggio, Marcenaro, Ronzani, Suino e Placido: All'art. 1 dell'emendamento è inserito il comma 6/2: "La Giunta presenta entro mesi sei dall'approvazione della presente legge un testo unico riguardante l'esercizio da parte della Regione delle proprie competenze in materia di istruzione e formazione professionale".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 600.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Facciamo un attimo il punto della situazione: siamo arrivati alla discussione degli emendamenti al comma 7 che riguarda la parte finanziaria dal n. 739 al n. 748. Il comma 7 recita: "Agli oneri previsti dalla presente legge, quantificati in euro 18 milioni, si fa fronte secondo quando disposto dall'articolo 8 della legge, ecc,..." che sembra una formulazione incompleta rispetto alla quale l'Assessore Pichetto Fratin proponeva una riformulazione.
Vorrei sentire la valutazione tecnica dell'Assessore Pichetto Fratin relativamente al perfezionamento di questo ...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non mi pare che si riapra la possibilità di presentare emendamenti; è un accordo politico e quindi volevo sentire ...
(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No, no, ma questi sono emendamenti presentati, non è questo il punto.
Tutti gli emendamenti che comportano una modificazione di ordine finanziario, probabilmente devono essere valutati in sede di I Commissione anche con parere espresso in aula.
Li dichiaro pertanto non ammissibili.
Volevo sentire i proponenti.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, più che altro intervenivo sull'ordine dei lavori. Ho chiesto all'Assessore Pichetto Fratin, che peraltro è presente qui a Palazzo Lascaris, di venire in Aula, credo che in pochi minuti arriverà.
Anticipo, poi lo dirà l'Assessore, che l'emendamento proposto è un emendamento...



PRESIDENTE

Scusate, è una questione di procedura alla quale devo prestare attenzione.



CATTANEO Valerio

Se permette, Presidente, anch'io chiedo un attimo di attenzione perch è un momento importante nel quale dobbiamo confrontarci per trovare insieme una via per andare avanti; nel frattempo, ci ha raggiunti anche l'Assessore.
L'emendamento della Giunta, che è un emendamento tecnico, peraltro sollecitato, fa parte di una modifica meramente tecnica e noi, quindi siamo per presentarlo e per fare anche una valutazione, fra virgolette "volante" come ne sono state fatte altre di I Commissione. Qualora questo disturbasse o fosse particolarmente problematico, il testo originario è sufficiente e rispondente alle esigenze della maggioranza, la Giunta ritira semplicemente l'emendamento e risolviamo il problema. Chiederei, se la Giunta ritiene, di ritirare l'emendamento a nome della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Scrivere bene o scrivere male, anche questa è una scelta politica.



PRESIDENTE

L'Assessore Pichetto Fratin ritira l'emendamento rubricato n. 752.
Non c'è più l'emendamento della Giunta. C'è un emendamento del Consigliere Saitta sullo stesso punto.
L'emendamento del Consigliere Saitta lo metto come emendamento allo stesso comma 7, perché non ci sono altre modifiche, quindi, lo indicava come un articolo a parte con la quantificazione a 20 milioni di euro anziché 18 milioni e rotti.
Possiamo passare alla discussione dell'ultimo gruppo di emendamenti che riguardano il comma 7.
Chiarisco che dopo ci sono gli emendamenti soppressivi degli articoli successivi.
La parola al Consigliere Placido sull'ordine dei lavori.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, intervengo solo per sapere come pensa di proseguire i lavori, sono le ore 18.30, rispetto all'o.d.g.



PRESIDENTE

La procedura che dobbiamo seguire è quella della discussione degli emendamenti nell'ordine in cui sono già stati classificati, relativamente a quelli che non propongono un aumento di spesa. Quelli che propongono un aumento di spesa dovrebbero essere oggetto di una pronuncia da parte della Commissione, sempre sulla base della convocazione che, ai sensi dell'articolo 80, comma 3, del Regolamento può essere fatta in Aula.
Iniziamo dagli emendamenti soppressivi, anche se, a rigore, gli emendamenti puramente soppressivi avrebbero un carattere di incompatibilità, perché le leggi hanno una struttura comprensiva anche della parte finanziaria. Credo che l'emendamento, a firma dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea, che recita soltanto "l'emendamento è soppresso" non possa essere ricevuto. Questo lo supererei e passerei all'emendamento n.
587.
Emendamento rubricato n. 587 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea (e connesso emendamento rubricato n. 603): All'art. 1 il comma 7 è soppresso.



(Tali emendamenti sono dichiarati superati)



PRESIDENTE

C'era un emendamento soppressivo e l'indicazione di un articolo aggiuntivo che proponeva lo stanziamento di 20 milioni. La proposta viene acquisita in questo senso: l'emendamento soppressivo non è ammesso l'emendamento aggiuntivo di un articolo è considerato un emendamento di modificazione del punto 7) dell'articolo unico.
Penso che potremmo sospendere la seduta alle ore 19, essendo prevista la ripresa alle ore 20.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Al di là dell'amicizia e della stima che ho per la collega Manica che ha saltato il pranzo e al di là delle battute, è vero che la seduta è convocata per le ore 20, però, è altrettanto vero che non ci siamo mai opposti a decidere, qui, in sede di Consiglio, quando fare la ripresa.
Fatto salvo che le ore 20 sono il riferimento per la fine di questa seduta, direi di darci un termine, nel senso di sospendere la seduta una volta arrivati alle dichiarazioni di voto e decidere la ripresa, in modo da dare a tutti i Gruppi la possibilità di svolgere le dichiarazioni di voto successivamente alla pausa in modo più organico e in modo che anche i dipendenti possano avere la loro pausa. In questo modo si darebbe un senso finito ai lavori, soprattutto, sarebbe utile anche al proseguo del Consiglio, non mi riferisco tanto all'orario, quanto al merito.
La I Commissione non è più necessaria in quanto è stato ritirato l'emendamento da parte della Giunta regionale e, avendo già il parere, è quello. Proporrei di interrompere la seduta dopo la votazione dei 12 emendamenti soppressivi, per i quali credo che si possa ragionare nel giro di un'oretta, poco più o poco meno, impegnandoci poi al rientro. Noi abbiamo interesse a rientrare in Aula per votare il provvedimento, quindi il numero ci sarà, l'opposizione a interesse ad esserci per fare le dichiarazioni di voto, così come anche noi abbiamo interesse a farle, siamo reciprocamente garantiti di un lavoro utile, serio e nel rispetto anche di chi collabora con il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La proposta metodologicamente dipende dai...



CATTANEO Valerio

Uno, forse, è già depositato, ci possono essere quei due o tre ordini del giorno annunciati che daranno la possibilità in due o tre ore di svolgere la discussione e la votazione degli ordini del giorno, e votazione finale, con l'impegno di votare entro mezzanotte, mi sembra un modo utile.



PRESIDENTE

Come si usa in questi casi, la proposta metodologica e temporale è accolta se non vi sono obiezioni. Dovrei soltanto approfondire un particolare con i funzionari, Collega Cattaneo.
Riterrei, tuttavia, che il pronunciamento della I Commissione sia necessario in relazione al fatto che questo provvedimento di legge non è stato concluso in Commissione, e pertanto manca l'espressione di un parere finanziario, che dev'essere assunto attraverso la metodologia della proposta in aula.



(Commenti del Consigliere Cattaneo fuori microfono)



PRESIDENTE

Prima della votazione complessiva del suo emendamento.



CATTANEO Valerio

Se il Presidente ritiene, si potrebbe convocare la I Commissione al termine della votazione dei dodici emendamenti soppressivi, per poi riprendere, successivamente, i lavori assembleari.



PRESIDENTE

No, la I Commissione dev'essere convocata prima della votazione del suo emendamento, perché gli emendamenti soppressivi sono successivi.
Per votare questo emendamento, e quindi questo articolo, è necessario il parere della I Commissione.



CATTANEO Valerio

Presidente, prima della votazione dell'emendamento si potrebbero sospendere i lavori e convocare la I Commissione. Intanto i funzionari possono predisporla in Sala A. Si voteranno, quindi, gli emendamenti soppressivi, e si sospenderà il Consiglio per la cena. Riprenderemo successivamente i lavori con la discussione e la votazione dell'ordine del giorno, le relative dichiarazioni di voto e la votazione dell'intero provvedimento.



PRESIDENTE

Colleghi, la consultazione coi funzionari mi ha fornito un'indicazione che credo sia assolutamente corretta. Posto che tutti gli emendamenti che abbiamo ancora da discutere (sono quattro o cinque) su questo punto riguardano l'indicazione della modifica dello stanziamento (sono infatti tutti quanti collocati al comma 7 - modifica dello stanziamento), devono essere esaminati dalla I Commissione. Pertanto, convocherei adesso la I Commissione. Conclusa la questione, rimarranno gli emendamenti soppressivi e procederemo, quindi, secondo la sua proposta. Comunico che la I Commissione è convocata immediatamente in Sala A per la pronuncia ai sensi dell'art. 80, comma 3, del Regolamento, sulle proposte che hanno contenuto finanziario.



(La seduta, sospesa alle ore 18.38 riprende alle ore 19.00)



PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta.
La parola al Consigliere Gallarini, che interviene in qualità di Presidente della I Commissione, per riferire sugli argomenti test esaminati.



GALLARINI Pierluigi, Presidente I Commissione

Grazie, Presidente.
La I Commissione ha esaminato una serie di emendamenti, molti dei quali sono stati respinti. Ne è stato approvato uno per quanto riguarda il finanziamento in euro, a firma del Consigliere Cattaneo e altri, che prevede, se ricordo bene, la cifra di 18.075.991 euro. Riferisco al Presidente e all'aula quali sono stati gli esiti. Ovviamente l'approvazione di questo emendamento è avvenuta a maggioranza. Grazie.



PRESIDENTE

Svolta la relazione e acquisito agli atti il parere della I Commissione, passiamo all'emendamento rubricato n. 601.
Emendamento rubricato n. 601 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Ronzani, Suino, Riggio e Placido (e connesso emendamento rubricato n. 602): Il comma 7 dell'art. 1 dell'emendamento è così modificato: la cifra "18.075.991,00" è sostituita dalla cifra "10.000.000,00".
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Ritiro l'emendamento, perché il nostro obiettivo era quello di ridurre lo stanziamento a favore di una parte limitata di studenti che frequenteranno queste scuole.
Nell'emendamento che ha presentato la Giunta e che è stato approvato dalla I Commissione, non siamo, in verità, in presenza di un vero e proprio stanziamento, ma di un'indicazione di finanziamento. Infatti si tratta - mi sia consentito il termine - di una copertura finanziaria fittizia (chiamiamola così, perché non saprei trovare un altro termine) che rinvia ad un provvedimento successivo, sia esso l'assestamento di bilancio o la legge finanziaria 2004, la sede in cui decidere esattamente lo stanziamento. Ne prendiamo atto e riproporremo eventualmente in quella sede la questione della riduzione dello stanziamento a favore di questo provvedimento.
Una cosa, però, è certa: stabilito che si tratta di una copertura finanziaria fittizia, sia nel primo che nel secondo caso, ovvero sia che questa copertura finanziaria che oggi è fittizia venga poi trovata concretamente nell'assestamento di bilancio che approveremo di qui a qualche mese, sia che venga proposta in sede di legge finanziaria nel 2004 siamo nella totale incertezza, allo stato degli atti, circa le scelte con le quali la Giunta intende reperire queste risorse.
Da questo punto di vista, intendiamo segnalare un limite di fondo in questo provvedimento, perché ci impegniamo a finanziare ai posteri 35 miliardi indicando un capitolo di bilancio, ma non siamo in grado, oggi, di vedere in concreto, quali spostamenti e quali variazioni questo finanziamento comporterà e su quali voci inciderà.
Per queste ragioni, riservandoci di riaprire la questione durante l'assestamento di bilancio o nella legge finanziaria (dopo aver ribadito a chiare lettere che siamo in presenza di un atto che non rappresenta una copertura finanziaria, ma una copertura fittizia di questo provvedimento) dichiariamo di ritirare il nostro emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n 601, e il connesso emendamento rubricato n.
602, sono pertanto ritirati dal Consigliere Ronzani.
Emendamento rubricato n. 583 presentato dai Consiglieri Saitta, Giordano e Di Benedetto: Il comma 7 è così sostituito: "Agli oneri previsti nella presente legge, quantificati in 20 milioni di euro si fa fronte secondo quanto disposto dall'art. 8 della l.r. n. 7/2001 e dall'art. 30 della l.r. n. 2/2003".
Dal punto di vista dell'indicazione, è un'indicazione che la Commissione ha ritenuto corretta. Ha poi espresso un parere, ma riguarda la determinazione di ordine politico, mentre, dal punto di vista tecnico, la formulazione corrisponde a quella ritenuta corretta.
Non essendoci richieste di parola procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 583.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 2 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 737 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi (e connessi emendamenti rubricati nn. 738, 749, 750 e 751): Art. 1, comma 7, sostituire: "18.075.991,00", con "18.000.991,00".
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.
Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Dopo le consultazioni telegrafiche con il mio collega e le "segnalazioni navali" a lei, ritiriamo l'emendamento rubricato n. 737.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
Riassumo, colleghi: abbiamo terminato la discussione dei sub emendamenti all'emendamento all'articolo 1 ed ora possiamo procedere all'eventuale approvazione dell'emendamento Cattaneo.
La parola al Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

E' chiaro che adesso ci sarà l'approvazione di questo emendamento, ma il percorso - lo riconosco - sarà ancora lungo. Sarebbe utile una votazione tecnica dell' emendamento e dei 12 soppressivi per poi fermarci, di modo che - e siamo noi stessi a chiederlo - tutti gli ordini del giorno, sia quelli presentati sia quelli collegati, siano discussi e votati prima della votazione della legge, per avere la possibilità alla ripresa dei lavori con la serenità e l'utilità di avere un tempo sufficientemente ampio, di presentare e discutere, con una "mega" discussione generale, gli ordini del giorno collegati e votarli prima della dichiarazione di voto, per poi proseguire con le dichiarazioni di voto e la votazione sull'intero testo.
Mi sembra una procedura corretta.



(Commenti in aula)



CATTANEO Valerio

Se riusciamo, stasera! Se non riusciamo arriveremo a giovedì, per ripartendo da una piattaforma finita. Il sub emendamento, di fatto, una votazione che praticamente...



(Commenti in aula)



CATTANEO Valerio

No, scusa, facciamo, prima, la discussione e la votazione di tutti gli ordini del giorno (intendendoli noi tutti collegati), poi le dichiarazioni di voto e la votazione dell'intero testo. C'è ancora l'emendamento del titolo della legge da votare, quindi non mi sembra ...



PRESIDENTE

Ci sono interventi su questo punto? La parola al Consigliere Saitta sempre sull'ordine dei lavori.



SAITTA Antonio

Intervengo sull'ordine dei lavori perché non credo di aver capito bene.
Per esprimere un parere - almeno parlo per ciò che ci riguarda come Gruppi aderenti a La Margherita - sull'emendamento del collega Cattaneo che sostanzialmente è la legge, ritengo sia opportuno avere contemporaneamente gli ordini del giorno, per esprimere un giudizio complessivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ho consultato gli altri Capigruppo della maggioranza, se lei ritiene mi sembra che ci sia la serietà e la disponibilità di una richiesta logica perché, in effetti, collegando gli ordini del giorno, dal nostro punto di vista, ci sembrava un aspetto corretto e utile. Però, se è solo una questione formale anche di aspettare a fare una discussione sull'emendamento, a questo punto, tenendo conto ed essendo a conoscenza degli ordini del giorno presentati, ed eventualmente presentati prima della ripresa del Consiglio o addirittura all'inizio della ripresa del Consiglio sospendiamo e riprendiamo alle ore 21.



PRESIDENTE

Mi pare che vada bene.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Volevo chiedere ai colleghi, trovandoci alle ore 19, sostanzialmente con cinque ore di lavoro davanti, se non è possibile, invece di rinviare alle ore 21, di trovare i tempi per chiudere il provvedimento questa sera.
Se, invece, ci giriamo attorno, riprendiamo alle ore 21. Teniamo conto che ci sono altre cose e voi sapete che i Gruppi che alla fine parleranno saranno tutti, hanno dieci minuti a testa in sede di dichiarazione di voto e penso che utilizzeranno tutto il tempo, quindi, fatta una verifica, ci troviamo dinanzi a due ore di tempo necessario per le dichiarazioni di voto. Ora, dovremo avere almeno altre due ore di tempo per adempiere a tutti gli altri aspetti, a meno che le cose non si possano fare più rapidamente, però, ci deve essere un gentleman agreement d'Aula su questo senso. Si può anche riprendere alle ore 21, ma tra le ore 21 e le ore 22 si chiude tutto e alle ore 22 si inizia il dibattito conclusivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

A nome del nostro Gruppo ci riserviamo, nel senso che noi vogliamo vedere. Qui c'è stata una discussione impegnativa, non è che adesso in quattro minuti si affronta in modo non adeguato la fase conclusiva di questa discussione.
Noi ci riserviamo di vedere tutti gli ordini del giorno e, su questa base, di valutare se è possibile o non è possibile un'unica discussione tra ordini del giorno e dichiarazioni di voto, se chiedere una discussione distinta dei diversi ordini del giorno, valutandone i contenuti. Avendo visto il materiale, ci riserviamo di dare una valutazione e, a quel punto di pronunciarci sul modo migliore. Siamo nella fase conclusiva, ma chiediamo che questa abbia gli elementi anche di tempo e di forma che consentono una discussione adeguata al confronto che su questo punto c'è stato nel Consiglio regionale e nella Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

L'auspicio del collega Tapparo lo condividiamo, al di là del dosaggio dei tempi, è logico che il Consiglio è sovrano, ma penso che lo stesso Consigliere Tapparo abbia sempre dimostrato di rispettarlo; è un auspicio che noi condividiamo vedremo cosa succede. Lo ha detto prima il Consigliere Saitta e poi anche il Consigliere Marcenaro: se c'è l'impegno - e da parte nostra c'è potrebbe essere un'ora e mezza, quindi alle 20.45 - di presentare entro le ore 20.45, fatta salva la sovranità del Consiglio, se poi qualcuno vuole presentarne un altro, per l'amor del cielo - e noi lo faremo - gli ordini del giorno, si può riprendere la seduta con la presentazione e discussione dell'emendamento. Come diceva il Consigliere Marcenaro, se ci riusciremo approveremo entro mezzanotte; se non ci riusciremo, abbiamo già l'impegno di una Capigruppo e, alla fine, anche se fosse mezzanotte, sono disposto a fare la Capigruppo a mezzanotte meno un quarto o alle 11.30 per decidere come e quando convocare il Consiglio giovedì.



PRESIDENTE

Vi ringrazio, mi sembra che abbiamo svolto un lavoro ampio anche dal punto di vista della gestione tecnica della procedura. Credo che si possa sospendere la seduta adesso e riprenderla alle ore 21. Alle ore 20.45 concludiamo la presentazione degli ordini del giorno per poi riprendere la seduta alle ore 21, in modo che li possiamo anche ordinare.
La seduta riprende alle ore 21 con la votazione dell'emendamento Cattaneo; alle ore 20.45 per gli emendamenti.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.19)



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