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Dettaglio seduta n.362 del 10/06/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.16 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.45)



(La seduta ha inizio alle ore 10.46)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Cantore, Costa Enrico, Ghigo, Pichetto Fratin, Racchelli e Valvo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Variazioni di bilancio

c) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale in data 5 giugno 2003 ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della legge regionale n. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), le deliberazioni elencate nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Attivita" delegate alle USSL (vigilanza, formazione)

Interpellanza n. 2012 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica e Placido inerente a "DGR 327909 del 21 dicembre 2002 'Istituzione di un gruppo di lavoro interassessorile per il monitoraggio e l'analisi delle condizioni di vita delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio assistenziali'"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) dell'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2012, presentata dai Consiglieri Riggio Suino, Manica e Placido.
Risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'interpellanza riguardava l'istituzione di un gruppo di lavoro interassessorile per il monitoraggio e l'analisi delle condizioni di vita delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio assistenziali.
Il gruppo di lavoro istituito dalla DGR del 2 dicembre 2003 si pone in un rapporto assolutamente di non sovrapposizione con l'attività delle strutture di vigilanza già presenti.
Questo gruppo ha una funzione diversa, mirata ad attività di monitoraggio e studio sulla qualità dei servizi offerti dalle strutture residenziali, al fine di consentire alla Regione di fornire le necessarie indicazioni per migliorare la qualità della vita degli ospiti, e di meglio indirizzare le attività proprie delle Commissioni di vigilanza, anche in previsione di quanto stabilisce la nuova legge, secondo la quale le competenze passeranno ai Comuni, come è noto anche al Consigliere Placido.
Per quanto attiene alle modalità operative del gruppo, si specifica che si tratta di visite di monitoraggio e non di visite ispettive vere e proprie.
A conferma di ciò, il gruppo, come peraltro ampiamente evidenziato nella DGR di cui è caso, potrà operare anche con un numero ridotto di componenti, per ovvie ragioni di snellezza operativa.
Questo aspetto solo già evidenzia il carattere di monitoraggio e non di ispezione dell'attività.
Le variabili da esaminare sono state definite in collaborazione tra Direzione Politiche Sociali e Direzione Sanità Pubblica, in prima battuta comprendendone un ampio spettro che viene definito, in modo più preciso e più mirato, in apposite schede da compilare al momento delle visite, con particolare riguardo ad indicatori di organizzazione, di qualità dell'assistenza e di struttura, precipuamente finalizzati a fornire dati da porre a base di futuri interventi normativi, dove ritenuto necessario.
Per quanto attiene all'informazione alla IV Commissione assicuro che sarà mia cura informare tempestivamente la Commissione medesima ad avvenuta raccolta dei dati acquisiti nel corso di un primo periodo di monitoraggio.
Voglio far presente che sarei veramente felice di poter parlare in merito a questo in Commissione, proprio per avere il conforto dei componenti la Commissione stessa, ma, come è noto, la Commissione è intasata da mille provvedimenti e diventa difficile avere spazi. Sono già felice che, per lo meno, il disegno di legge n. 407 mercoledì scorso è stato licenziato e mi auguro, colgo l'occasione per comunicarlo alla Presidenza e ai Capigruppo che non mi ascoltano, che spero venga presto all'ordine del giorno per l'esame qui in Consiglio.
Infine, con riferimento ai costi del gruppo di lavoro, questi si prevedono in limiti contenuti.
In linea di massima, si tratterà di spese di missione, in quanto il personale impiegato sarà in larga misura interno per quanto riguarda la Direzione Politiche Sociali, integrato da parte del personale del Comitato Regionale di Controllo di Cuneo, e dipendente di ASL per quanto riguarda la Direzione Sanità Pubblica.
Saranno eventualmente possibili alcune consulenze, ancora non attivate riguardanti le professionalità indicate nella DGR in questione, per cifre comunque limitate, presumibilmente nell'ordine dei 25 mila euro, se dagli stessi ritenuto necessario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, ringrazio l'Assessore della risposta e prego, se possibile, di avere copia scritta, anche perché la nostra interrogazione nasce dagli innumerevoli casi segnalati dagli organi di stampa, la nostra non è l'unica interrogazione o interpellanza.
Questo per segnalare che esiste un problema, ma noi siamo curiosi in Commissione, come ha detto l'Assessore, di ricevere questa prima risposta che faccia il punto sulla situazione delle condizioni delle RSA e delle RAF. Non mi rivolgo solo all'Assessore, ma non va dimenticato che si tratta di persone che non sono in grado di difendersi o far valere i propri diritti; è già difficile per chi è in condizioni normali, figurarsi per chi vive in una situazione di difficoltà o di svantaggio.
Per questo, dopo la risposta a questo primo punto sul monitoraggio naturalmente faremo le nostre valutazioni.
Ringrazio ancora per la risposta e chiudo con una considerazione; mi rivolgo, più che a lei, al Presidente del Consiglio regionale. E' evidente che non solo le Commissioni sono ingolfate, ma lo stesso Consiglio: mi auguro che chi ha la responsabilità, faccia il punto della situazione.
Grazie.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 2164 del Consigliere Giordano inerente a "Precauzione per la polmonite atipica"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 2164 del Consigliere Giordano.
La parola all'Assessore D'Ambrosio per la risposta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'interrogazione del collega era stata presentata nel momento in cui maggiore era l'impatto che i mass media avevano determinato su questa patologia che attiene alla famosa polmonite atipica, la SARS, che si manifesta con un'acuta sindrome respiratoria. Oggi non abbiamo di certo abbassato la guardia; fin dall'inizio, ho sempre detto che eravamo allertati, ma non allarmati. Quanto sto affermando deriva anche dal fatto che in realtà sinora la sindrome della polmonite atipica ha mietuto circa 800 vittime su meno di 9 mila contagiati, quindi una percentuale che si aggira sull'8% delle persone colpite dal virus. Non entro nel dettaglio della malattia; come tutti sanno, ricordo che si tratta di una polmonite atipica che si manifesta con febbre alta oltre i 38 gradi e disturbi respiratori che vanno fino alla dispnea.
Il mio Assessorato, attraverso l'azione della Direzione Sanità Pubblica, ha seguito e sta seguendo con estrema attenzione gli sviluppi epidemiologici della SARS ed ha predisposto uno specifico piano di intervento, condiviso dai Dirigenti del Ministero della Salute e dal Commissario delegato per la SARS, dott. Guido Bertolaso.
Il programma regionale anti SARS, coerente con le indicazioni strategiche emanate dal Ministro Sirchia, si articola su alcuni punti base che utilizzano il collaudato apparato regionale di lotta alle malattie infettive: adeguamento del sistema di sorveglianza, con lo scopo di rendere obbligatoria la denuncia immediata di SARS ed operare azioni di filtro per minimizzare le comunicazioni di casi falsamente positivi. Tali si sono dimostrati gli episodi finora sospettati in Piemonte estensione della sorveglianza sulle sindromi influenzali, attraverso la rete dei medici sentinella (90 in Regione), la cui attività, in scadenza il 30 aprile, è stata prolungata a tempo indefinito. I prelievi per la ricerca del virus sono indirizzati al laboratorio specializzato dell'Ospedale Amedeo di Savoia raccordo con le autorità della sanità aerea.
Nel corso di appositi incontri a cui hanno partecipato l'Assessore D'Ambrosio ed il Direttore Valpreda, si è effettuata una ricognizione sulle azioni intraprese. Si è predisposto un potenziamento del servizio medico presso gli aeroporti di Caselle e Levaldigi, in modo da assicurare un attento monitoraggio di tutti i viaggiatori provenienti dalle aree a rischio, consentendo una vigilanza sanitaria per tutto il periodo di osservazione (il tempo di incubazione del virus oscilla tra i 2 ed i 7 giorni) disposizioni ai medici di famiglia, che rappresentano un momento fondamentale per individuare tempestivamente i sospetti e consentire la corretta gestione di eventuali casi di importazione. Ai medici di famiglia sono state trasmesse le istruzioni ministeriali e le raccomandazioni OMS sulla diagnosi, trattamento e gestione dei casi sospetti e probabili ricognizione sulle soluzioni organizzative utilizzabili per l'isolamento dei pazienti e sulle dotazioni strutturali per la segregazione dei malati in condizioni critiche (camere individuali a pressione negativa) istruzioni per la corretta gestione di eventuali casi di importazione, con diffusione di linee guida per la diagnosi e la cura informazioni e comunicazioni alla popolazione sui reali rischi di infezione anche per contenere inutili allarmismi e rimuovere lo stato di ansietà collegato con un'enfasi mediatica sproporzionata, almeno per il nostro Paese, alla portata attuale del rischio sanitario. Per la comunità cinese che vive in Piemonte è stato preparato, tradotto in cinese dai mediatori culturali del Comune, un apposito opuscolo informativo, contenente note sui comportamenti di cautela da adottarsi in caso di viaggio o di ritorno da trasferte in aree dove si è diagnosticata la SARS.
Per quanto si riferisce ai viaggiatori che devono recarsi in Estremo Oriente o in altre zone contaminate, fermo restando che la Regione condivide i suggerimenti del Ministro Sirchia (astenersi, se non per inderogabili necessità, dai viaggi in Estremo Oriente), si ricorda che in ogni ASL del Piemonte sono istituiti e funzionanti i "Centri di Medicina del Viaggiatore", (che non sono stati attivati adesso, ma già esistevano) che sono in tutto 19 e non 22, perché per le 4 ASL di Torino ve ne è uno solo, quello di via Consolata 10.
In queste strutture ogni persona che debba, per lavoro o per diporto recarsi in un Paese straniero, può ricevere tutte le informazioni sulle condizioni sanitarie di quello Stato, sui rischi eventuali e sulle modalità per prevenirli. Sono state distribuite, a tutte le agenzie di viaggio appositi porta-biglietti con gli indirizzi di tutti i "Centri di Medicina del Viaggiatore" dove si può trovare adeguato ascolto e ricevere indicazioni per qualsiasi dubbio o problema di carattere sanitario che insorga prima, durante e dopo il viaggio.
Ovviamente in questo periodo gli aggiornamenti sulla SARS costituiscono l'argomento di maggiore interesse. Infine, per quanto attiene alla possibile origine del coronavirus della SARS da serbatoi animali, si ricorda che, pur essendo frequente l'isolamento di questo tipo di patogeno dagli animali, nel caso specifico non esiste ancora la dimostrazione scientifica di questo passaggio, al momento unicamente prospettato come suggestiva ipotesi.
Concludo dicendo che, al di là di questo effetto mediatico notevolissimo, la Regione Piemonte da quanto vi ho detto si è attivata e si è allertata. Ribadisco però che non c'è nessun motivo di allarmismo, e spero proprio che in autunno questa SARS non arrivi in Italia, perché come molti sostengono con l'influenza dovrebbe arrivare anche la SARS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Signor Presidente e grazie Signor Assessore. Lei come sempre è abbastanza puntuale nelle risposte alle interrogazioni. Devo però farle notare che questa interrogazione era stata presentata in un momento nel quale il pericolo per la salute pubblica era molto grave. Bisogna essere secondo me, un pochino più celeri.
Sono d'accordo con lei sul fatto che non bisogna creare degli allarmismi inutili, ma sul territorio piemontese non c'era nessun sentore che ci facesse pensare che la nostra sanità fosse in grado di tenere sotto controllo il fenomeno giunto dalla Cina e dal Canada. In un servizio televisivo, addirittura, il Direttore Valpreda dichiarava che la sanità piemontese aveva a disposizione 25 camere a pressione negativa, nelle quali collocare i malati.
Con me vi erano pure i Direttori ed i capi reparto di alcuni ospedali (cito Molinette e Amedeo di Savoia), i quali in diretta hanno riferito che nei loro ospedali non è presente nessuna camera a pressione negativa.
Capisco che fare la critica è sempre più facile che gestire il fenomeno, e per la verità ho apprezzato anche il coraggio da lei dimostrato, insieme al Direttore generale Valpreda, quando ha degustato un piatto cinese in un momento di particolare delicatezza. Però quando si verificano fenomeni gravi bisogna avere almeno l'umiltà di chiamare i vari Direttori generali e chi si occupa di sanità per chiedere: "Come possiamo risolvere il fenomeno in atto?".
Noi siamo fortunati - l'ha detto anche lei - perché il fenomeno in Italia non si è verificato. Però se fosse accaduto, onestamente saremmo stati impreparati a fronteggiarlo.
Ringrazio per la risposta. Il lavoro dell'opposizione serve da stimolo per cercare di risolvere un problema sicuramente dannoso per la collettività.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 2232 dei Consiglieri Di Benedetto, Saitta, Tapparo Muliere, Rossi Oreste, Marengo, Contu, Giordano, Placido, Deorsola, Suino Papandrea, Costa Enrico, Moriconi, Chiezzi, Palma, Caracciolo e Riggio inerente a "Morte di un bambino di 8 anni per aneurisma cerebrale: nuovo drammatico caso di soccorso tardivo ed inadeguato?"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 2232, a cui risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie, Presidente. Vorrei che fosse distribuito a tutti i Consiglieri un documento dal quale si evince che cos'è il 118 in Piemonte, almeno per quanto attiene la struttura dello stesso.
Signor Presidente, le chiedo qualche minuto in più per rispondere a questa interpellanza, per poter dare risposte dettagliate a tutti i quesiti posti dagli interpellanti.
Prima ancora di fare questo, esprimo doverosamente, e in modo affatto formale, a nome mio e certamente di tutti voi, le condoglianze ai genitori e ai familiari del piccolo Loris, deceduto all'ospedale Regina Margherita il 30 maggio u.s., non certo per soccorso tardivo ed inadeguato, come recita l'oggetto dell'interpellanza.
Per entrare nel merito della questione, riferisco in maniera analitica i fatti accaduti dalla chiamata del 118 alla tragica morte del bambino avvenuta nel reparto di rianimazione dell'ospedale infantile Regina Margherita.
Il giorno 20/05/2003, alle ore 14.37, giunge in Centrale Operativa 118 una richiesta di invio di ambulanza da parte di una mamma per il proprio bambino che accusava come sintomi vomito, mal di testa e tremori. Durante la valutazione telefonica (durata circa 1 minuto) la madre riferisce che il bambino si è ripreso, è cosciente anche se un po' disorientato. Viene quindi attribuito, sulla base delle informazioni raccolte, un codice Verde8k (paziente con parametri vitali stabili).
La registrazione della conversazione telefonica, intercorsa tra l'operatrice della centrale 118 e la mamma, è a disposizione della Magistratura. Tutte le conversazioni telefoniche con il 118 sono registrate e sono a disposizione della Procura della Repubblica, come da protocollo siglato con la Procura stessa anni fa (precisamente sette).
La Centrale Operativa inizia le operazioni di invio del mezzo ma le ambulanze di base di competenza in quella zona (e non sono in quelle) erano impegnate in altri servizi.
In particolare il mezzo di soccorso con sigla "450" era impegnato in un servizio iniziato alle ore 14.00 e conclusosi alle 15.12.
L'altra ambulanza di zona, sigla "420" era impegnata in un servizio iniziato alle ore 14.21 e conclusosi alle ore 14.56, ora in cui viene inviata in Corso Giulio Cesare con uno stimato di arriva circa 4/5 minuti.
Questa ambulanza termina il servizio alle ore 15.18 con il ricovero del paziente nel pronto soccorso dell'ospedale Maria Vittoria, ospedale individuato come idoneo per trattare il caso in quanto dotato di reparto di pediatria e di neurologia e del servizio di Pronto Soccorso pediatrico attivo h/24.
Gli interpellanti si chiedono perché non è stato portato direttamente al Regina Margherita? Immaginate cosa succederebbe al Regina Margherita se tutti i bambini venissero portati lì, è chiaro che quando c'è un trauma cranico e si prevede la necessità di un intervento di neurochirurgia, il bambino viene portato direttamente al Regina Margherita.
Giunto in pronto soccorso dopo 41 minuti dalla chiamata al 118, il paziente è stato immediatamente visitato e sono stati rilevati i seguenti parametri vitali: pressione arteriosa 160/80, saturazione di ossigeno 92 con quadro toracico e addominale negativo per patologie in atto. La madre riferisce l'insorgenza dei sintomi dalla mattinata. Lo stato di agitazione psicomotoria presente al momento del ricovero viene valutato da una neuropsichiatra infantile e da un anestesista chiamati in consulenza. Gli specialisti rilevano un quadro a gravità ingravescente per l'instaurarsi progressivo di ipertono in flessione agli arti superiori ed in estensione agli arti inferiori, clono a destra esauribile, perdita di coscienza e scarsa reattività agli stimoli. Visto il quadro clinico e la famigliarità positiva per emorragia cerebrale (nonno deceduto improvvisamente) viene richiesta ed eseguita una TAC di urgenza che, conclusa alle ore 15,47 evidenzia una emorragia subaracnoidea con invasione ematica tetraventricolare, associata ad idrocefalo e delle cisterne soprasellari.
Alle ore 15,50 il paziente viene sedato ed intubato.
Contemporaneamente viene contattato l'ospedale Regina Margherita per il trasferimento e in tale struttura viene poi effettivamente trasportato il paziente accompagnato dall'anestesista rianimatore.
Il paziente giunge alle 16,50 circa al DEA dell'ospedale Regina Margherita con diagnosi già accertata. Sulla base del quadro TAC il paziente viene trasferito in sala Operatoria dove è stata misurata la pressione intracranica che risultava essere di 60 mmHg (valori normali) con liquor rosso e francamente ematico. Il neurochirurgo, professor Genitori aveva determinato che non c'erano le condizioni di un intervento, per cui aveva messo un sondino rimasto fino al decesso del bambino.
Si rilevava inoltre un midriasi bilaterale areattiva (sintomatico di questa situazione di ipertensione endocranica). Dalla sala operatoria il paziente è stato trasferito in radiologia e sottoposto ad esame angiografico che ha confermato il quadro di emorragia grave con edema cerebrale. Terminato questo accertamento, il bambino è stato trasferito in rianimazione dove è deceduto in data 30 maggio 2003.
Esposto i fatti rispondo puntualmente ai quesiti posti. Mi si chiede tra le altre cose, se ero a conoscenza di quanto accaduto: certo che lo ero.
I fatti sono stati immediatamente accertati e la dinamica degli stessi come sopra illustrato, ampiamente ricostruita: il bambino è stato raggiunto dal mezzo di soccorso di base intorno alle 15,00 del 20 maggio 2003 (ovvero 23 minuti dopo la chiamata al 118) ed è giunto al pronto soccorso dell'ospedale Maria Vittoria alle ore 15.18 (18 minuti dopo l'arrivo dell'ambulanza del soccorso di base, ovvero 51minuti dopo la chiamata al 118); l'ambulanza non disponeva di medico a bordo in quanto l'applicazione dei protocolli internazionali di valutazione dell'emergenza (TRIAGE infermieristico) assegnava al caso un codice verde (codice assegnato dal protocollo TRIAGE nel caso in cui il soggetto abbia le vie aeree libere non abbia problemi respiratori e sia cosciente), per il quale non è richiesto l'utilizzo di una tale risorsa, che comunque, anche se fosse stata impegnata, non avrebbe potuto fare nulla di diverso da quanto è stato fatto dal mezzo utilizzato.
Nello specifico: il bambino è stato trasportato al Maria Vittoria in quanto struttura più rapidamente accessibile, alla luce dell'attuale viabilità torinese ed idonea al trattamento di emergenza di utenti in età pediatrica per i quali non sia necessario, come è poi purtroppo emerso nel caso in questione, disporre del servizio di neurochirurgia.
Non esistono disposizioni che rendano prioritario il ricovero dei bambini di Torino all'ospedale infantile Regina Margherita perché non avrebbe alcun senso, esistendo sul territorio strutture assolutamente adeguate al trattamento dei casi di emergenza in età pediatrica.
Il servizio regionale del 118 consta delle seguenti risorse: 8 centrali operative sparse in tutta la regione, 5 basi di elisoccorso, 73 mezzi di soccorso avanzato, circa 30.000 operatori formati, tra cui 25.000 volontari, 2000 infermieri professionali e 400 medici.
Questa organizzazione è in grado di raggiungere l'utente, per il quale è stato effettuata una chiamata al 118, generalmente entro 30 minuti dalla stessa. Solo molto raramente e per una serie di sfortunate circostanze come è successo per questo caso, il tempo di intervento può risultare superiore.
La responsabilità dell'inoltro e meno di un mezzo di soccorso avanzato (con medico a bordo) fa capo alla centrale operativa 118 che ha preso la chiamata. Un infermiere professionale applica il protocollo di valutazione del grado di emergenza e in base al codice colore emesso attiva la risposta più confacente. I dati in nostro possesso, riportati dal responsabile sanitario del servizio di emergenza 118, Dott. Francesco Enrichens dimostrano che le performance del 118 piemontese sono assolutamente superiori alle medie nazionali ed internazionali, se è vero come è vero che presenta un 3.12% di sottostima a fronte di un 6% di media europea, ed un 56,18% di sovrastima, a fronte di un 16% di media europea. Preciso che sottostimare, vuol dire assegnare un codice più basso di quello reale e sovrastimare vuol dire assegnare un codice più alto di quello reale. Questo dimostra, chiaramente, che il nostro servizio regionale 118 è tra i più affidabili al mondo e, pur non essendo esente da migliorie e da possibili errori, è sicuramente da considerarsi un vero fiore all'occhiello del nostro Servizio Sanitario Regionale, tant'è che tutte le altre Regioni italiane ce lo invidiamo e cercano di copiarlo.
Per quanto attiene ai casi di sottostima, mi preme precisare che questi non possono essere eliminati del tutto, in quanto a sintomaticità e a situazioni particolari possono indurre in inganno l'operatore, che ha il delicato compito di stabilire in pochi secondi (generalmente un minuto) come intervenire al meglio.
Si può e si deve certamente tendere al continuo miglioramento dei protocolli utilizzati, cosa effettuata dalla Comunità Scientifica Internazionale, che lavora permanentemente su questi aspetti; tuttavia l'errore che non si deve assolutamente commettere è quello di colpevolizzare gli operatori sui singoli casi di sottostima, perch trattandosi sempre di persone che hanno votato la loro esistenza ad aiutare le persone che soffrono e non avendo, nella stragrande maggioranza di casi alcuna responsabilità (applicano dei protocolli) sul presunto errore, un tale atteggiamento non può che comportare demotivazione o, peggio defezione da parte di questi volontari (anche se formati, ovviamente).
Altro quesito: cosa si intende fare per evitare il ripetersi di simili episodi? Intendiamo continuare sulla strada intrapresa, che prevede il monitoraggio continuo delle attività erogate in emergenza, per governare consapevolmente l'evoluzione del sistema e per assicurare l'utilizzo razionale delle risorse impiegate, da considerarsi un vero e proprio working in progress.
Infatti in fase avanzata - questo mi piaceva comunicarvelo, perch quando si era verificato il caso di Saluzzo vi avevo detto che vi avrei informato oggi, a distanza di 14 giorni dalla precedente risposta, sulla situazione per quanto riguarda l'informatizzazione dei DEA, dei Pronto Soccorso e del 118 stesso - sta proseguendo il progetto di formazione ed addestramento dei sanitari del sistema dell'emergenza. Proprio recentemente abbiamo realizzato la linea guida per la defribrillazione precoce da parte dei non sanitari.
Per quanto riguarda il territorio, è imminente il passaggio alle dipendenze dei medici del 118. E' giunta in fase finale l'attivazione del sistema informatico per la rilevazione, in tempo reale, delle risorse disponibili sul territorio (quindi posti letto, TAC, RMN, sale operatorie) per il trattamento delle emergenze. Se qualche collega più appassionato di informatica vuole prenderne visione, è presente in Consiglio un tecnico che può fare una dimostrazione in tempi solleciti.
Ieri è stato rilasciato il sistema informatico ed entro un mese le Aziende sanitarie saranno collegate allo stesso, che potrà entrare così dopo una opportuna fase di sperimentazione e test, in operatività. Si tratta di un sistema utilissimo per ridurre ulteriormente i tempi di risposta, che è ovviamente il frutto di anni di attività nella predisposizione delle infrastrutture telematiche ed informatiche (quindi nessuna cosa fatta sulla spinta sull'emotività; non sarebbe stato certamente possibile, in 14 giorni, fare quello che è già pronto).
Cito, infine, il progetto "Torino network", per la prevenzione degli esiti da infarto del miocardio acuto, che dopo una fase di sperimentazione sta per essere attivato su tutto il territorio metropolitano, per poi essere esteso all'intera Regione. Il progetto prevede che sui mezzi di soccorso avanzato vengano collocati degli elettrocardiografi digitali che consentano di dialogare via wireless, in tempo reale, con sistemi client installati presso le UTIC con emodinamica, per consentire, attraverso il dialogo tra cardiologo e medico a bordo MSA, di trasportare l'utente presso un centro ove possibile effettuare l'angioplastica primaria, nella finestra temporale che rende possibile effettuare tale intervento assolutamente in modo più sollecito di altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Di Benedetto.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Su questa amara e triste vicenda ringrazio l'Assessore che, come aveva annunciato ai giornali, avrebbe aperto un'inchiesta interna. Ho ascoltato gran parte della sua relazione, ma non risponde ai reali problemi che affrontiamo in questa particolare situazione nell'ambito del 118.
In quindici giorni sono successi due fatti gravissimi: il ciclista di Saluzzo e il bambino oggetto dell'interpellanza.
Nella relazione si parlava di un codice verde - così è stato definito dalla struttura del 118 - rispetto al tipo di intervento che si doveva approntare per soccorrere il bambino. Assessore, lei sa - tra l'altro, mi dispiace di aver letto una sua dichiarazione in cui denunciava che questa è una vicenda che si vuole strumentalizzare politicamente - che in qualche modo la mia persona è legata, ha un grado di parentela con questo bambino soprattutto con i genitori. Dal primo momento, non ho voluto - seppure abbia apprezzato la sua disponibilità quando l'ho chiamata telefonicamente il giorno 20 - sollevare il problema durante la vicenda che ha travagliato la situazione di questo bambino e della sua famiglia; era comunque mia intenzione farlo e chiederle delle informazioni e delle spiegazioni rispetto all'accaduto, cosa che è avvenuta puntualmente il giorno stesso avendo poi, come parenti e familiari, svolto il funerale del piccolo bambino.
Allora lei mi deve spiegare e ci deve spiegare perché accadono questi fatti; deve spiegare soprattutto perché - vi sono i testimoni l'ambulanza, dopo le ore 13.45, quando la famiglia ha chiamato il 118, è giunta a sirene spente e senza medico a bordo segnalato, come lei stesso ha evidenziato, un medico giustificato dal codice verde. I due addetti all'ambulanza recatisi a casa del bambino, nonostante la famiglia abbia fornito tutte le spiegazioni rispetto ai sintomi del bambino (mal di testa vomito, mancamenti continui), hanno diagnosticato una crisi epilettica hanno sollecitato il bambino per tutta una serie di riscontri; convinti della propria diagnosi, hanno preso il bambino e, tra l'altro, lo hanno trasportato su una sedia dell'abitazione dalla stessa famiglia (non avevano nemmeno la sacca, perché sappiamo che, quando le barelle non possono entrare negli ascensori, c'è una sacca apposta per il trasporto dei malati), col rischio che il piccolo potesse cadere e quant'altro. Sono partiti tranquillamente a sirene spente e lo hanno portato al Maria Vittoria; dopo continue proteste della mamma che diceva che il nonno del bambino qualche mese prima era deceduto con gli stessi sintomi, intorno alle 15.30-15.40, viene fatta una TAC e a quel punto i medici si accorgono del dramma che sta ormai concludendosi, perché lei mi insegna che un aneurisma celebrale ha dei tempi di intervento molto brevi. Il bambino è entrato nella camera operatoria del Regina Margherita alle ore 17.10 e lì non c'è stato più niente da fare. Ci sono i rapporti medici e l'elettroencefalogramma che certificano la situazione del bambino, ormai con encefalogramma piatto, per cui praticamente morto, e il tutto sta all'interno di quelle che lei chiama e definisce statistiche, sostenendo che addirittura a livello italiano invidiano il nostro 118.
Guardi, Assessore, non è un problema di criticare chi volontariamente, sapientemente o con molta dedizione svolge quel lavoro all'interno del 118 anche come volontario, non è questo il problema. Il problema è come viene approntata questa struttura, quali sono gli strumenti, chi ascolta le telefonate. Una mamma, un papà, un genitore o un figlio emozionato, preso dalla disperazione del momento per i suoi cari che stanno male, per quanto possa dare delle informazioni, mi creda, non le dà come se fosse un medico: sta a chi risponde al 118 capire, raccogliere registrare e intervenire sulla base delle informazioni raccolte.
Ho già detto che conosco la famiglia e conosco in particolare la mamma, che è una persona molto attenta (mancava solo che dicesse quanti battiti del cuore aveva il bambino); quello che è inspiegabile è che arriva un'ambulanza a sirene spente senza medico a bordo e lei poi mi parla di statistiche che addirittura ci vengono invidiate da tutta l'Italia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Intervengo per riflettere: non si può sempre processare l'Assessore D'Ambrosio quando un volontario, un operatore, non fa il suo dovere in un pronto intervento. E' chiaro, però, signor Assessore che questa comunità non vuole una sanità di tipo statistico, ma vuole una sanità reale.
Lei, molte volte, ha facoltà di poter incidere sui processi per migliorare il sistema sanitario piemontese, ma la mia personale condanna nei suoi confronti è relativa al fatto che Lei non può giustificare sempre gli errori degli operatori. Lei ha parlato del servizio 118 che ci invidiano in tutta Italia, in tutta Europa ed in tutto il mondo, però, ha dimenticato di citare che ho presentato quattro interrogazioni perché a bordo dell'automezzo del servizio 118 in Alta Val di Susa era assente l'infermiere.
Non sempre la si può accusare, Assessore D'Ambrosio, ogni volta che vi è una difficoltà, anche se di mezzo c'è una vita umana. Per carità nessuna speculazione deve essere fatta, però, lei deve utilizzare il suo potenziale per migliorare questo sistema sanitario ed eliminare preventivamente i disservizi.
Assessore, le chiedo se, almeno, mi può guardare in faccia mentre le pongo una domanda, è fondamentale, lei è una persona sincera e quest'Aula deve distinguersi anche per la chiarezza. E' vero che Lei ha istituito un direttorio di cinque persone?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Chi glielo ha detto, sui giornali si dicono tante cose!



GIORDANO Costantino

E' vero che Lei ha coordinato un direttorio di 5 esperti, di tecnici e politici, per migliorare il funzionamento della nostra sanità?



(Commenti fuori microfono)



GIORDANO Costantino

GIORDANO Costantino



GIORDANO Costantino

Assessore, per potenziare le decisioni, per incidere meglio sulla qualità...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Assessore, cortesemente!



GIORDANO Costantino

Assessore, vorrei soltanto sentire ciò che Lei ha detto. Le spetta la responsabilità dei cinque direttori, deve essere soltanto la sua.



PRESIDENTE

Consigliere Giordano, intervenga nel merito, le ho dato l'opportunità di intervenire.



GIORDANO Costantino

Presidente, chiedo scusa, ma la colpa non è mia se la sanità copre il 60% dei costi del bilancio.



PRESIDENTE

Veramente è lei che disturba!



GIORDANO Costantino

Leggo su tutti i giornali che per potenziare la qualità della sanità piemontese si aggiungo no cinque politici, perché si è sempre più convinti che per aumentare la qualità dei servizi bisogna introdurre i politici. Su questa giustificazione ho molti dubbi e la domanda che Le rivolgo Assessore, alla quale, parzialmente, ha già risposto, è la seguente: E' proprio vero che dove arrivano i politici si è in grado di migliorare la qualità di questo servizio?



PRESIDENTE

Essendo un'interpellanza importante che, sostanzialmente, riguarda la morte di un bambino, ho cercato di dare la stessa importanza rispetto alla questione del ragazzo di Verzuolo.
Sull'interpellanza il Regolamento consente solo un intervento rispetto agli interpellanti, siano essi uno solo o dieci. Consento altri interventi come atto di cortesia, comprendendo la questione; mi auguro che siano interventi sostanzialmente propositivi, così ci aiutiamo, altrimenti, mi obbligate a non dare via libera a questa serie di interventi.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente, il collega Di Benedetto, con precisione, ha voluto esporre all'Aula un fatto che presenta alcuni aspetti non completamente chiari, soprattutto, ha voluto rappresentare un dramma umano, un dramma per la famiglia, la quale ritiene di non essere stata seguita con la dovuta attenzione da parte della struttura del 118.
Credo che la politica debba farsi anche interprete dei sentimenti delle persone, per forza di cose. In questa lettera piena di preoccupazione hanno lasciato intendere che, in qualche maniera, se ci fosse stata maggiore tempestività, forse, la vicenda non si sarebbe conclusa in modo così drammatico.
Ritengo che a domande di questo tipo da parte dell'opinione pubblica si debba dare una risposta, ai sentimenti si deve dare una risposta, al dovere si deve dare una risposta, soprattutto, da queste vicende si deve trarre qualche elemento di insegnamento utile.
Non metto in dubbio l'efficienza delle strutture, so perfettamente come intervengono, ma, per forza di cose, le strutture sono sempre portate, come noi tutti, a difendere i propri comportamenti.
Chi ha responsabilità politica dovrebbe cercare di trarre qualche insegnamento da tutte le vicende, in modo che, se ci sono stati, come il collega ha dimostrato, degli interventi non tempestivi, questo non si ripeta più; credo che le esperienze debbano avere questo significato.
Assessore, non lo dico in termini polemici, poi, ci ritorneremo sicuramente in quest'Aula, lo dico perché lei, in questi giorni, si è fatto interprete dell'esigenza di una persona singola, penso al caso Di Summa.
Oggi abbiamo letto che lei si fa carico del fatto che quel medico si sente pentito per ciò che ha compiuto. Lei, forse, non in quanto Assessore - è grave che lo abbia fatto come Assessore - in quanto persona, in quanto Assessore, chiede e si fa interprete nei confronti dell'Ordine dei medici di un problema, la leggo così, poi, chiedo scusa.
Assessore, credo che la stessa sensibilità che lei ha nei confronti di Di Summa, del quale si è fatto interprete - io non condivido quell'impostazione, perché mi sembra che si stia sbagliando tutto - che ha preso delle tangenti, che lo ritiene un bravo medico, che deve tornare a fare il medico, la deve avere nei confronti dell'ultima famiglia che ha avuto un problema come quello che è emerso, lo deve saper interpretare e deve cogliere gli aspetti, qualora qualche aspetto non abbia funzionato altrimenti, la sanità che lei interpreta è la sanità dei potenti, non è la sanità della povera gente.
Quella famiglia ha posto un problema che esiste. Devono essere date delle risposte, che non sono soltanto statistiche. E' questa la questione che il collega Di Benedetto ha voluto porre e qui stanno le sue responsabilità, perché se la sua risposta è quella, invece, di difendere Di Summa, che ha preso delle tangenti, questo non va assolutamente bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Non mi dilungo molto, perché è stato detto parecchio. Il problema che si è voluto sottolineare concerne il 118, tutto ha inizio dal famoso cartellino verde. Esprimere un giudizio di gravità o meno è importante dipende da chi è predisposto a rispondere al call center, se si tratta di un medico, quindi, con un'esperienza tale da poter inquadrare i sintomi e dare una risposta più o meno esaudiente a queste richieste. Probabilmente la situazione non è stata ritenuta grave ed è stato esposto il cartellino verde. Da lì è scaturito tutto quello che denuncia il Consigliere Di Benedetto, cioè, il fatto che l'ambulanza sia partita senza sirene, è andata lì, che le persone addette si sono comportate un pochino con scarso senso di umanità, che invece è molto importante in questi approcci.
Detto tutto questo, sicuramente quel bambino non era recuperabile perché - va detto a onor del vero - un'emorragia di quell'entità, che parte da un aneurisma di quello spessore, è difficile che possa recuperarsi. Su questo devo dare atto che vi sono delle fatalità che purtroppo capitano e che non hanno nessuna via di scampo.
Il problema si pone sulla funzione del 118, che sarà sicuramente di alta tecnologia e specialità, ma quando si ricevono certe telefonate bisognerebbe che dall'altra parte del filo ci fossero cervelli con una certa esperienza, non medici alle prime armi. Purtroppo - e lei lo sa Assessore - succede che ai Pronto Soccorso mandano sempre gli ultimi medici arrivati perché devono fare esperienza; invece è importante che la persona addetta a ricevere le telefonate sappia collegare i propri circuiti mentali per decidere se veramente la situazione è da cartello verde, giallo o rosso, perché molte volte - non è questo il caso - può accadere che si tratti di un infartuato, di un incidente o altri gravi eventi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Non voglio entrare nel merito, perché mi pare che la vicenda sia stata sufficientemente illustrata.
Assessore, lei oggi ci ha fornito il quadro del 118; le chiederei una cortesia: potrei avere o chiedere in Commissione un dato che io ritengo dirimente? Vorrei conoscere l'andamento dei codici rossi nel corso dei semestri o delle annualità e sapere se vi è stato un incremento delle domande di servizio a partire dall'introduzione dei ticket sul Pronto Soccorso. Lei stesso potrebbe avere una sorpresa.
Personalmente avevo già elaborato dei dati che adesso non ho con me e me ne dispaccio, ma non sapevo che oggi si sarebbe discussa questa interpellanza. Dai risultati di questa prima elaborazione è emerso un indicatore che dovrebbe farci riflettere sui meccanismi perversi determinati dall'introduzione dei ticket.
Si potrebbe essere determinato un dato oggettivo, quello delle situazioni di gravità, ma occorrerebbe, almeno come attribuzione in prima istanza del codice rosso, tenere sotto controllo questo aspetto e verificarne le eventuali conseguenze.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Alla luce di quanto viene attestato a livello nazionale, debbo ribadire che il 118 del Piemonte, ancorché perfettibile, è in assoluto il miglior sistema d'Italia. Questo non lo dice D'Ambrosio, quindi non vi è alcuna enfasi o autocelebrazione. Che poi ci sia il margine dell'errore, questo è previsto; ho già detto che il margine d'errore, le sottostime che ho definito - e vi pregherei di leggere attentamente la mia risposta - sono di gran lunga inferiori alle sottostime a livello europeo: noi abbiamo un 3,25% di sottostima rispetto a un 6% a livello europeo.
Rispetto al tempo che l'ambulanza ha impiegato per recarsi in ospedale questo lo dico anche per tranquillizzarti, caro Di Benedetto, per la parte affettiva che ti legava al povero bambino - indubbiamente vi è stata una serie di circostanze: le due ambulanze a disposizione erano impegnate e il bambino è giunto in ospedale dopo 40 minuti. Ma se fosse arrivato dopo 5 minuti, non sarebbe cambiato esattamente nulla.
Non lo dice D'Ambrosio; io potrei dirlo da medico sicuramente, non come Assessore, ma lo dice il neurochirurgo ai genitori: dopo due, tre minuti un bambino con un aneurisma di quel tipo, con il sangue che aveva invaso tutti e quattro i ventricoli, non poteva salvarsi se non stando direttamente in sala operatoria.
Quindi, dal punto di vista affettivo, debbo dire che, malgrado si possa criticare un sistema che, ancorché perfettibile, è il migliore in assoluto d'Italia, non sono comunque stati i 40 minuti a determinare il decesso del bambino. Prova ne sia, poi, che il neurochirurgo non l'ha operato, ha messo solamente un sondino per verificare che tipo di liquido c'era e poi è stata fatta la geografia che ha convalidato la diagnosi.
Protocolli e problema del triage. Caro Caracciolo, vi sono protocolli internazionali di valutazione dell'emergenza; da questo punto di vista, si può aumentare ulteriormente quella che è la formazione degli operatori, ed è cosa che indubbiamente si farà, ma nel momento in cui il bambino - come risulta dalla registrazione a disposizione della Procura, con la quale abbiamo sottoscritto un protocollo - aveva le vie aeree libere, nel momento in cui il bambino respirava ed era cosciente (tra le altre cose, mi dice il Responsabile del 118, si sente chiaramente la voce del bambino nella conversazione telefonica tra la mamma e l'operatrice), a quel punto l'attribuzione di un codice verde ci stava tutta. Di conseguenza, il fatto di aver attribuito il codice verde e quindi di non aver chiamato l'ambulanza medicalizzata non ha determinato il decesso del bambino, perch se anche fosse arrivata l'ambulanza medicalizzata non avrebbe potuto fare di più: il bambino andava portato in un Pronto Soccorso e intubato per permettergli poi eventualmente, nel caso non fosse stato così grave o come è risultato, andare nell'Ospedale Regina Margherita.
Ribadisco - perché voi l'avete sottolineato con forza - perché il bambino non è stato portato al Regina Margherita. Il bambino andava portato nel Pronto Soccorso dotato del pediatra e dotato altresì della neuropsichiatria e della neurologia, quindi dal punto di vista affettivo caro Di Benedetto, ti comprendo, ma le cose stanno proprio così.
Mi preme dire al collega Saitta che io penso di essere, per mia formazione culturale e politica, persona che guarda prima all'uomo e poi alle cose, anzi guardo molto all'uomo e poi alle cose. Oggi c'è un'intervista - fatta sempre in determinati momenti e circostanze, in poco tempo - su La Stampa per quanto attiene il caso Di Summa, che io scinderei nelle due parti.
Io non ho dimostrato sensibilità nei confronti dell'uomo Di Summa, che ho condannato, perché penso che, con Odasso, queste due persone abbiano dato della sanità piemontese un'immagine veramente bruttissima, per cui non posso, proprio perché suo amico, mai giustificarlo.
Quindi, dal punto di vista dell'uomo Di Summa, per me non vi è possibilità di giustificazione alcuna.
Invece, proprio perché ho constatato sulla mia pelle la validità del professionista Di Summa, ho chiesto, ma non al Presidente dell'Ordine dei Medici (perché poi i giornalisti sono grandiosi e aprono immediatamente una polemica tra l'Assessore D'Ambrosio e il Presidente dell'Ordine dei Medici, col quale ho un ottimo rapporto e mi sento frequentemente), che per il professionista Di Summa si faccia qualcosa, affinché lo stesso - questo mi pare sia stato riportato correttamente - torni ad operare nella sanità pubblica piemontese, perché abbiamo bisogno di professionisti come lui.
Sostanzialmente ho voluto dire questo e ribadisco, quindi, alcuna giustificazione o assoluzione per l'uomo Di Summa. Permettetemi di ribadire, però, come paziente e come medico, che il professionista Di Summa va sicuramente salvato.
Ogni caso deve indubbiamente insegnare qualcosa. Questa triste vicenda del bambino, che, come ripeto, a detta di professionisti di grande valore non poteva essere salvato in alcun modo, deve attivarci a poter migliorare nei limiti del possibile.
Vorrei sottolineare - e concludo questo mio intervento - che, se è vero come è vero, che il nostro tasso di errore può arrivare al 3%, il tasso di errore della media europea è del 6%. Pertanto, siamo assolutamente nel giusto.
Mi permetto di concludere questo intervento come ho iniziato, nel riformulare, in modo sentito, le condoglianze, a nome mio e di tutti i Consiglieri, alla famiglia del povero bambino che è deceduto, come sapete il 30 maggio scorso.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Noi chiederemmo una comunicazione ufficiale dell'Assessore D'Ambrosio in Aula in occasione del Consiglio di giovedì, che penso sia previsto anche se ancora non formalmente convocato, sulle dichiarazioni che riteniamo preoccupanti e gravi rilasciate su due argomenti. Il primo si riferisce alla vicenda del Prof. Di Summa, alla sua prima intervista di ieri e alle affermazioni, a nostro avviso preoccupanti, rilasciate dall'Assessore D'Ambrosio in questa direzione. Non riusciamo a capire Assessore, un'interferenza come questa: l'avesse fatto sul piano personale o come medico...
Lei ci spieghi ufficialmente in Aula cosa intendeva dire, perché ha detto quelle cose interferendo con un'inchiesta aperta dall'Ordine dei Medici e perché si è sentito in dovere di farlo. Questa è la prima questione.
La seconda riguarda le dichiarazioni che lei rilasciato sul piano sanitario.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Ma a chi?



MANICA Giuliana

C'è una pagina intera su La Repubblica, Assessore; forse non le danno la rassegna stampa.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Se uno legge il piano e ne deduce questo, non è colpa mia!



MANICA Giuliana

Ma a lei non danno la rassegna stampa? Siamo seriamente preoccupati, perché da un lato abbiamo in corso delle consultazioni con tutto il Piemonte e con tutti gli Enti locali del Piemonte, le Associazioni e le Organizzazioni su un testo, dopodich l'Assessore dichiara ai giornali che quel testo è già cambiato.
Allora, siccome non possiamo attenerci ad affermazioni giornalistiche le chiediamo ufficialmente di svolgere una comunicazione in Aula sui due punti, ritenendo le sue affermazioni assolutamente gravi, in quanto il giornalista le ha virgolettate e non penso che se le sia inventate. Qualora così fosse, ce lo dichiarerà in Aula questo giovedì.



PRESIDENTE

La proposta è correttamente formulata nella sede istituzionale come sollecitazione di un'indicazione di un punto all'o.d.g. della prossima seduta, che ovviamente sarà convocata d'intesa con i Capigruppo. Acquisisco pertanto la richiesta e naturalmente verrà sottoposta a valutazione. E' una proposta correttamente espressa come anticipazione di una richiesta di iscrizione di un punto all'o.d.g..



MANICA Giuliana

Naturalmente era anche a nome dei colleghi.



PRESIDENTE

Naturalmente era una richiesta formulata anche a nome dell'opposizione del centrosinistra.
L'Assessore esporrà le sue valutazioni e le sue opinioni in merito.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame disegno di legge n. 252: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 252, di cui al punto 3) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dei sub emendamenti all'emendamento rubricato n. 2 (qui di seguito chiamati emendamenti Eravamo rimasti all'emendamento rubricato n. 569.
Vi è un punto che espongo ai proponenti: l'emendamento rubricato n.
597 recita: "La Giunta fissa annualmente le procedure e i termini previo parere del Consiglio regionale" mentre quello successivo recita: "La Giunta fissa annualmente le procedure e i termini previo parere della Commissione consiliare competente".
Colleghi, volevo solo prospettare che non è previsto il parere della Giunta rilasciato dal Consiglio, perché lo strumento di espressione della volontà del Consiglio è raccomandazioni e ordini del giorno, non parere preliminare su un atto della Giunta. Mentre il parere è previsto come espressione di orientamento del Consiglio tramite la Commissione. Pertanto accorperei questi due emendamenti, assumendo come proposta il parere della Commissione, 597 e 598.



PLACIDO Roberto

Sinceramente non ho compreso, fra tutti i numeri degli emendamenti che lei ha testé citato, quale sia attualmente in discussione.



PRESIDENTE

Anche perché era in parte distratto da un colloquio assolutamente importante.
L'emendamento n. 569 va bene, il n. 570 va bene, il n. 577 anche mentre gli emendamenti n. 597 e 598, siccome sono finalizzati a sottotorre la delibera di Giunta ad un parere preliminare, e poiché il parere non è una modalità di espressione della volontà del Consiglio ma soltanto della Commissione, acquisirei la proposta come unificata sul parere della Commissione, perché il Consiglio ha una sua sovranità che gli consente di essere vincolante nei confronti della Giunta, questo per il carattere di prevalenza dell'istituto legislativo. Esaminiamo, dunque, l'emendamento n.
569.
Emendamento rubricato n. 569 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Riggio e Ronzani: all'articolo 1 dell'emendamento è inserito il seguente comma 3/4: "L'importo del contributo è maggiorato per gli alunni in situazione di handicap, di particolare disagio famigliare o in condizioni di svantaggio economico".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Visto che è il primo emendamento che discutiamo in questa prima seduta settimanale, mi sembra doveroso fare il punto della situazione per inquadrare l'emendamento che, insieme agli altri che abbiamo discusso nelle settimane precedenti, vuol cercare di migliorare l'emendamento presentato dalla Giunta che noi riteniamo assolutamente non condivisibile. Al di là del fatto che è inaccettabile una delega in bianco alla Giunta, non sono esplicitati quali siano i requisiti, il reddito familiare: si dice 60 mila euro, 120 mila euro, non si sa.
Il nostro emendamento, come tutti gli altri, è un emendamento di merito. Ad eccezione di quello sui trasporti che noi riteniamo benvenuta poiché offre la disponibilità ad incrementare le risorse per i trasporti della scuola media superiore di due milioni di euro, poi vedremo l'atto ufficiale, ma vale anche per le mense, per i libri di testo, per i viaggi di formazione, per le fasce di reddito.
I nostri emendamenti, ripeto, di merito, cercano di modificare un emendamento sbagliato, una legge iniqua che tende a favorire una minoranza che, molto spesso, nella quasi totalità, si trova nelle condizioni economiche di poter mandare, in piena libertà, i propri figli a frequentare una scuola privata. Ci rincresce riscontrare l'indisponibilità della maggioranza, se si esclude la leggera apertura che salutiamo positivamente circa l'emendamento presentato dal Gruppo DS e dalla Margherita sui trasporti per le scuole medie superiori.
Non neghiamo che possano essere positivi due milioni di euro, avremmo accettato anche duecentomila euro, non è un problema, qualsiasi positività per la scuola pubblica noi la accogliamo positivamente e votiamo a favore.
Ci aspettiamo che non si chiuda tutto solo ed esclusivamente ad una goccia ossia i trasporti per le scuole superiore sia statali che paritarie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Se non ho inteso male, questo emendamento propone di riconoscere alle scuole paritarie, che ospiteranno portatori di handicap, di avere un riconoscimento di un contributo aggiuntivo.
Non riesco a comprendere il motivo di questo emendamento, Consigliere Placido, anche perché la scuola pubblica non solo negli anni ha speso ingenti risorse per formare il personale, ma, soprattutto nelle grandi città e nelle grandi aree metropolitane, gli Enti locali hanno formato personale specializzato non solo nel campo educativo ad intervento diretto sull'handicap, ma anche sul personale specializzato di supporto a sostegno dell'handicap. Involontariamente, questo emendamento sposa la libera scelta educativa, sposa il diritto delle famiglie che hanno figli con portatori di handicap ad iscriverli alle scuole paritarie o private, riconoscendo un contributo aggiuntivo.
Sono preoccupato del portato di questo emendamento perché scardina un sistema di certezze e di garanzie. Se questo contributo, cosa probabile dovrà essere girato in partita di giro alla scuola paritaria, la certezza che il personale andrà ad operare sull'handicap nel contesto di una scuola paritaria, non è assolutamente garantita. Le procedure per l'emissione in ruolo e per l'assunzione sfuggono da qualsiasi requisito previsto dalle modalità di reclutamento del personale nelle scuole di Stato.
Questo è il motivo della preoccupazione, poi, se saranno convincenti le argomentazioni del Consigliere Placido, valuteremo la possibilità di partecipare o meno al voto, ma spieghi e cerchi di collocare l'emendamento nella sua portata: cosa mira? Soprattutto se questo si inserisce nel tentativo di fare riacquisire al Consiglio regionale la potestà regolamentare che allora va incrementata e migliorato nel merito dell'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Ho sentito le argomentazioni del Consigliere Placido su questo emendamento presentato. Anch'io credo che se non é ben specificato rischia da un lato, di riconoscere un problema reale, cioè il rischio che coloro che accedono nelle scuole paritarie non trovano proporzionalmente, come nella scuola pubblica, un numero uguale di portatori di handicap. Quindi c'è una selezione distorta.
Dall'altro lato, la richiesta di un contributo aggiuntivo per gli allievi che sono portatori di handicap, in qualche modo, dà un premio ingiusto, o comunque potrebbe anche essere letto nel senso che penalizza ulteriormente la scuola privata. Quindi, l'obiettivo è giusto, cioè solleva un problema reale. Ripeto, il rischio è che nella scuola paritaria con il buono-scuola non vadano i portatori di handicap, e che quindi l'universo dei frequentatori della scuola non sia rappresentato in modo equilibrato nell'una e nell'altra strada, quella pubblica e quella privata.
Dall'altro lato, la soluzione dell'integrazione per le scuole paritarie, laddove vi siano dei portatori di handicap, mi pare debba essere approfondita.
Quindi, mi astengo su questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Grazie, innanzitutto per la parola.
Siamo alle battute conclusive di questo disegno di legge, che è stato fortemente voluto dalla Giunta. Il bottino sarà veramente magro e devo dire che, guardando quello che avviene in altre Commissioni, c'è una maggiore disponibilità da parte degli Assessori a dialogare e a raccogliere i contributi dell'opposizione.
Quindi, i provvedimenti possono acquistare una migliore qualità e raccogliere delle opportunità che, nelle intenzioni di chi aveva previsto il provvedimento magari non c'erano, ma lo rendono sicuramente più degno.
Invece noi siamo in presenza di un provvedimento che avverrà in un momento in cui ci sono una serie di tagli alla scuola in generale avvengono tagli alla cultura - combinazione! - per la stessa entità di quello previsto per questo provvedimento. La maggioranza e, in particolare, la Giunta risultano essere sorde rispetto alle sollecitazioni della minoranza anche su questioni che dovrebbero essere di una estrema semplicità, di logica, quasi di banale senso comune.
L'emendamento che abbiamo presentato propone di maggiorare l'importo del contributo, di fronte a situazioni di handicap, di situazioni di particolare disagio familiare o in situazioni di svantaggio economico. E' un'osservazione che dovrebbe essere nell'ordine del senso comune, e io posso impegnarmi a non intervenire sul prossimo emendamento, quindi a rinunciare ai miei 5 minuti futuri, se l'Assessore alla cultura vorrà in qualche modo interloquire e darci una risposta rispetto a questo emendamento.
Mi rendo conto che il dibattito è stato così lungo e così estenuante che per chi deve farne la cronaca è difficile entrare nelle singole questioni. Qui siamo in un'aula di Consiglio regionale, in un luogo in cui si sceglie come costruire e strutturare una legge, e noi avremo tra pochi minuti una maggioranza che, al momento della scelta, al momento del voto dirà no al fatto che l'importo venga maggiorato in condizioni di handicap di disagio familiare e di svantaggio economico.
E' vero, la maggioranza possiede la forza dei numeri, ma come lo pu spiegare ai cittadini? Mi rendo conto che si conta anche sul fatto che i cittadini siano disattenti; si conta sul fatto che la stampa per questioni di spazio e di richiamo della notizia può non dare il necessario rilievo.
Ma se anche solo un cittadino, quel cittadino a cui parla sempre il collega Tapparo nei suoi interventi, quell'unico cittadino che ha il piacere di seguirci in collegamento internet, vede che la maggioranza di centrodestra vota no - perché questo farete, colleghi della maggioranza - di fronte alla richiesta non di aumentare di 50 o 100 volte, ma di aumentare genericamente, e quindi dare questo tipo di disponibilità, di liberalità alla Giunta di aumentare il contributo per gli alunni in situazioni di handicap, di particolare disagio familiare e in svantaggio economico, come lo giustificherete? Io m'impegno a non intervenire per il prossimo emendamento, quindi i miei 5 minuti futuri sono a disposizione dell'Assessore Leo, se avrà la bontà di interloquire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

Anch'io sono un convinto sostenitore, avendolo sentito tanti anni fa in gioventù, del fatto che "il meglio talora è nemico del bene". Quindi apprezzo quello che ha detto il collega Placido.
Del resto è la grande lezione della Chiesa e della saggezza che anche il bene minore è meglio di nessun bene. A questo proposito, ringrazio i colleghi Galasso, Placido, Saitta, Angeleri e Cattaneo che hanno sostenuto in televisione il dibattito. Questi dibattiti sono utili ed esplicativi perché consentono di comprendere meglio le posizioni.
Collega Riggio, capisco quello che lei dice sull'impronta; in realtà dovrei rifare la storia e non posso farlo ogni volta, perché sarei noioso.
Dovrei fare la storia di due anni e mezzo, di come si era partiti diversamente, di quali erano le ipotesi. Ripercorrendola tutta si capisce perché siamo arrivati adesso in questa situazione.
Vengo a due argomenti forti che avete posto: il primo riguarda l'importanza di aumentare il contributo a studenti in svantaggio economico ed handicap. Mi sembra molto saggio - come abbiamo già detto con il Presidente Cattaneo che sta seguendo l'argomento con grande bravura - anche per agli accordi presi con tutta la minoranza, ma non possiamo inserire dei pezzi ad arlecchino. Però il principio viene accolto - e avete fatto bene a sottolinearlo - e devo dire che è stato accolto anche in ragione dei dibattiti svolti in Commissione.
In realtà, in Commissione c'è stato già un ampio dibattito, ed alcune cose sono già state recepite dal dibattito. Comunque per dare una rassicurazione e una risposta, noi nel nuovo articolo 1 accogliamo riconoscendo il fatto che avete posto questa cosa già in Commissione, che "l'importo massimo differenziato per ordine e grado d'istruzione è maggiorato per gli alunni in situazione di handicap o in condizioni di particolare svantaggio economico".
Quindi, questo è inserito nel nuovo articolo 1, che riconosciamo essere derivato dal dibattito in Commissione.
Rispetto al discorso - lo anticipo, per non intervenire nuovamente sul parere della Commissione, anche questo è accolto (in un primo tempo non c'era, non si pensava che ci fosse).
Il punto 5 dell'articolo 1 scrive: "La modalità di attuazione del contributo regionale all'educazione scolastica e l'importo massimo erogabile sono determinati con Regolamento della Giunta regionale, previo parere della competente Commissione Consiliare". Quindi anche questo punto collega Placido, relativo al parere della Commissione Consiliare, è accolto nel nuovo articolo 1.
Infine, secondo me sarebbe utile che nel prosieguo ci fosse anche qualche ordine del giorno del Consiglio che indicasse più precisamente le deleghe alla Giunta regionale. Tuttavia ripeto quanto espresso dal Consigliere Cattaneo: abbiamo un accordo, con l'intera opposizione, di non modificare in aula...
Consigliere Riggio, so che lei è un uomo di sostanza e non di forma per cui le posso dire che le cose che chiedete sono contenute esattamente così come le chiedete: parere della Commissione Consiliare e maggiorazione per gli alunni in difficoltà economica e portatori di handicap.
Nel predisporre il Regolamento, mi impegno a tenere particolarmente conto dei vostri interventi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido per dichiarazione di voto; ne ha facoltà



PLACIDO Roberto

Innanzitutto, ringrazio l'Assessore Leo per la sua gentilezza.
Sui quesiti posti dal collega Contu, e in parte anche dal Consigliere Tapparo, ci rifacciamo al comma 2 dell'articolo 1, in cui si legge una dichiarazione di principio condivisibile, mentre poi la sostanza dell'emendamento va in un'altra direzione. La dichiarazione di principio è che il provvedimento si rivolge sia alle scuole statali sia alle scuole paritarie, pur rendendoci conto che non potrebbe essere differente altrimenti potrebbero sorgere dei problemi di legalità e di applicabilità del provvedimento stesso. Comunque nel prossimo emendamento interverrò su ognuno dei problemi legati in particolare a questo provvedimento.
Dicevo che non possiamo fare riferimento che al comma 2 dell'articolo 1, che parla di scuole statali e di scuole paritarie. Sappiamo bene che gli studenti delle scuole statali con problemi di handicap, quindi in una condizione di particolare svantaggio, ricevono già dei contributi. Non ricordo bene quanto ha detto l'Assessore Leo, ma noi siamo favorevoli a qualsiasi cosa, sia pur minima, positiva in tal senso: in presenza di un contributo ai portatori di handicap, non si devono porre limiti alla Divina Provvidenza, i contributi si possono anche aumentare.
Voglio anche chiarire che, riconoscendo il sistema della scuola pubblica riferita alla legge 62/2000, che si rivolge alla scuola statale e paritaria, è evidente che noi non saremmo contrari a dei contributi naturalmente in proporzione (non come li intendete voi, assolutamente sproporzionati e a favore di una minoranza), agli alunni portatori di handicap che frequentano la scuola paritaria; tant'è vero che ricordo che avevo chiesto se era possibile avere il numero - se esiste il dato - dei frequentanti le scuole paritarie che si trovano nella condizione di particolare problematicità relativa a qualsiasi forma di handicap.
Quindi, collega Contu, conoscendo bene le leggi che già riconoscono dei contributi, nessuno vieta, con un provvedimento regionale, di aggiungere risorse a risorse già esistenti, cosa che avviene già in altre situazioni.
Forse poteva essere esplicitato meglio, ma il nostro non poteva che essere un riferimento all'articolo 1; ho voluto citare il comma 2, che si rivolge, per i motivi che sappiamo, almeno nella dichiarazione di principio e poi nella sostanza sappiamo qual è l'intenzione della Giunta e della maggioranza, sia alle scuole statali che a quelle paritarie.
Se ci fossero, come ci sono, risorse che già vanno in quella direzione perché non aggiungerne altre? Assolutamente non guasterebbero. Ecco perch abbiamo presentato questo emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 569.
presenti e votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 6 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 570 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Riggio e Ronzani: all'articolo 1 dell'emendamento è inserito il seguente comma 3/5: "Nella determinazione dei criteri di erogazione del contributo è esclusa la fissazione di franchigia e soglie minime".
Ci sono interventi? Prego, Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Lo anticipavo poco fa: è un emendamento particolarmente importante e significativo. Ci siamo già soffermati su questo aspetto sia in Commissione sia nelle precedenti tornate di Consiglio, in questi due anni e mezzo che ci hanno visti più o meno appassionatamente impegnati nella discussione sul buono scuola.
E' un punto sostanziale in questo senso: se il comma 2 dell'articolo 1 si rivolge - e non potrebbe essere diversamente - alle scuole statali e alle scuole paritarie, qual è il sistema, il cavallo di Troia, lo stratagemma, il marchingegno, l'inghippo (possiamo definirlo come vogliamo) per tagliare fuori tutte le scuole statali, così come è avvenuto in Lombardia, dove il 99,1% delle risorse del buono scuola sono andate alla scuole paritarie e solo lo 0,9% se lo sono divise per lo 0,5% (siamo alla scissione dell'atomo) le scuole civiche e per lo 0,3-0,4% le scuole statali? Questo è stato possibile con la franchigia. Noi ci auguriamo che almeno a livello di curiosità, se vi è la disponibilità, l'Assessore Leo la maggioranza, la Giunta ci facciano pervenire, così come avvenne a suo tempo in Commissione, il Regolamento attuativo. Ci sarà una bozza, una traccia di quello che dovrebbe essere, noi siamo convinti che sia già pronta da tempo, e allora lì scopriremo che magari è inserita una franchigia che servirà a tagliare fuori tutte le scuole statali.
E' un provvedimento che si rivolge alla retta delle scuole statali, ma per queste, proprio quando si spende tanto (mi riferisco agli istituti tecnici), una famiglia ha un costo di iscrizione che si può paragonare intorno ai 150 euro: se si pone una franchigia, è ovvio che molte scuole vengano tagliate fuori.
E' comunque nostra tradizione - l'abbiamo sempre fatto anche in questo dibattito - attenerci agli atti ufficiali e quindi chiediamo gentilmente di poter avere, se non la versione ultima, almeno quelle che sono le linee guida che metteranno la Giunta nelle condizioni di applicare questa legge quando sarà approvata. E' evidente che per i costi eccedenti l'1% sul reddito per una famiglia che ha un reddito di 30 milioni di vecchie lire (15 milioni di euro), ed è la soglia sotto la quale, per la legge n. 62, si riceve la borsa di studio, le risorse sono assolutamente insufficienti. I 6 milioni e 600 mila euro per 29.980 domande, di fatto, portano a distribuire delle cifre indecenti per affrontare seriamente il problema, 188 euro per le elementari e le medie, 250-260 per le superiori. E' evidente che l'1% su 15 mila euro di reddito, che è la soglia al di sotto della quale si riceve la borsa di studio, fa 150 euro, la cifra massima che una famiglia spende per quanto riguarda le elementari, le medie e le superiori: non mi riferisco al liceo, ma all'istituto tecnico, che è quello che costa di più.
Con l'1% su un reddito, non parliamo poi di chi ha 40-50-60 mila euro di reddito, che sono assolutamente tagliati fuori per la scuola pubblica statale. Non si capisce - noi lo capiamo - per quale motivo siano tagliati fuori per la scuola statale, ma invece abbiano assolutamente accesso ai contributi per la scuola privata.
Togliete qualsiasi forma di franchigia, a quel punto saremo pronti a discutere sull'intero disegno di legge. Abbiate questo coraggio altrimenti, è chiaro quanto stiamo dicendo e denunciando da tempo, questo è un provvedimento che si pone l'obiettivo di dare un contributo ad una minoranza che, nella stragrande maggioranza dei casi, può permettersi di effettuare questa libera scelta, ma, con questo provvedimento, voi intervenite su chi ha già e mettete sempre più famiglie nella condizione di avere problemi a mandare i figli a scuola, non quella a pagamento, bensì quella pubblica.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 570.
presenti e votanti 42 Consiglieri hanno votato S ì 7 Consiglieri hanno votato NO 35 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 571 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Riggio e Ronzani: all'articolo 1 dell'emendamento è inserito il seguente comma 3/6: "La Giunta fissa annualmente le procedure ed i termini".
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, si dice che bisogna vincere e non stravincere soddisfatti dal risultato elettorale, ricordarlo non guasta mai.



(Commenti fuori microfono)



PLACIDO Roberto

PLACIDO Roberto



PLACIDO Roberto

Noi stiamo godendo come dei ricci, collega Galasso, cosa vuole che le dica!



(Commenti fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Se queste sono modestie, cercheremo di godere di più la prossima occasione.



(Commenti fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Avevo capito modeste, invece, devo pensare che si riferisse a codesta maggioranza, che è uscita sconfitta dal turno elettorale. Questa volta ho detto "codesta maggioranza", a furia di ripetere uno impara, anche chi è tardo come il sottoscritto.
Penso che mi possano iscrivere alla formazione professionale d'altronde, voglio ricordare, ne approfitto, mi rivolgo a qualche istituto di quelli riconosciuti dalla Regione, quelli già esistenti, per avere la certezza di essere ammesso, perché su quelli nuovi ho dei dubbi, non so se hanno i requisiti professionali per potermi far accedere alla formazione professionale.
Colpiti dalla soddisfazione composta e contenuta del grande risultato elettorale, perché la strada è lunga, c'è il 2004, il 2005, il 2006, noi siamo fiduciosi, se il buon giorno si vede dal mattino, può essere una bella e radiosa giornata.
Senza voler esagerare, su un emendamento significativo, anche per sfatare chi ci vuole con l'elmetto, il fucile e la baionetta abbarbicati in difesa della scuola pubblica, quello sì, a cercare strumentalmente di non far passare questo provvedimento, è evidente che non è questa la condizione, i nostri sono interventi di merito senza neanche utilizzare tutte le possibilità che il Regolamento ci concederebbe. L'Assessore Leo lo sa e, d'altronde, siamo abituati ad essere conseguenti alle affermazioni anche su un emendamento particolarmente significativo come quello della franchigia.
Rinnovo la richiesta e chiedo se è possibile avere almeno le linee guida di questo Regolamento.
Leggo l'emendamento n. 577 affinché sia assolutamente chiaro: "Annualmente, la Giunta propone, in sede di stesura del bilancio, le risorse da assegnare alla presente legge, anche una relazione alle detrazioni finanziarie previste per le rimanenti leggi regionali in materia di diritto allo studio".
Non si tratta solo di un problema di tecnica - uso il termine contabile, non sono particolarmente esperto in materia, quindi, chiedo scusa se non è il termine esatto, senz'altro il collega Ronzani mi correggerà ed integrerà nel merito - e non è tanto un emendamento di tecnica contabile o di bilancio, che dir si voglia, noi continuiamo ad insistere che per la produzione normativa è necessaria la certezza delle risorse. Abbiamo discusso ampiamente sulla copertura finanziaria del provvedimento, ma facciamo riferimento a quanto previsto dalle leggi che regolano il bilancio della Regione, le leggi regionali. Ci piacerebbe che su questa legge ci fosse la relativa relazione finanziaria, ma vorremmo avere anche un quadro sulle altre leggi relative al diritto allo studio, da quello universitario alla scuola dell'infanzia. Sulle nuove competenze che dallo Stato passano alle Regioni vorremmo capire le disponibilità economiche. C'è un provvedimento, c'è una legge in essere, c'è una legge in discussione che sarà approvata, se ci sono le risorse, quante e quali siano e da quali capitoli si prendano per le coperture, affinché queste leggi siano poi rese operative? Noi siamo curiosi, lo voglio dire, sarei felice di sbagliarmi, invece penso proprio di no, perché nel 2004 assisteremo ad altro che sangue sudore e lacrime sul fronte delle risorse finanziarie della Regione.
Vorremo vedere - mi auguro di sbagliarmi, lo voglio dire, ma penso di essere facile profeta - tutta una serie di tagli in tante direzioni comprese quelle che riguardano l'istruzione. La cultura è stata bombardata altro che tagli, c'è stato un vero bombardamento, è stata un'anticipazione della guerra dell'Iraq e i danni si vedono ancora e il settore l'ha fatto presente anche recentemente.
Per questo motivo abbiamo presentato questo emendamento, perché a fianco delle leggi ci siano le norme finanziarie e le relative dotazioni.
Siamo curiosi di capire, dal cilindro dell'Assessore Pichetto, dove andrà a prendere le risorse necessarie, anche perché abbiamo seri dubbi - anzi voglio parlare al singolare per non coinvolgere il resto del Gruppo - ho seri dubbi che ci siano le risorse per fare tutte le cose che più di una volta i colleghi della maggioranza ci dicono "faremo, faremo, faremo", e un "bel dì vedremo", però.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Nell'emendamento precedente si discuteva di uno dei punti più importanti che a nostro avviso sono assenti da questo provvedimento, ovvero la questione relativa alla franchigia. Anche questo è uno degli emendamenti che noi riteniamo di maggiore importanza, perché chiede di superare il provvedimento delega - una delega compiuta data alla Giunta - così come viene presentato nell'emendamento sostitutivo del testo precedente e sottoscritto prima dai Capigruppo di maggioranza e poi assunto dall'Assessore Leo come proposta compiuta della Giunta. Ci pare che questo sia l'elemento che contiene un peggioramento anche rispetto al testo precedente.
Ci trovavamo davanti al testo di un provvedimento che non condividevamo, legato alla scelta del buono scuola, a uno stanziamento di circa 18 milioni di euro (circa 35 miliardi di vecchie lire), devoluto esclusivamente al 5% delle scuole. Era un provvedimento sbagliato, a nostro avviso, che tra l'altro contravveniva anche allo spirito della legge nazionale n. 62, che inserisce un discorso relativo alle scuole paritarie in modo equanime rispetto alle scuole statali e non in modo separato o privilegiato; un provvedimento quindi a nostro avviso errato, ma un provvedimento almeno non ipocrita, nel senso che dichiarava le sue finalità fin dai primi articoli dello stesso, dicendo di essere tale, cioè un provvedimento collegato ai buoni scuola, che non era un'applicazione della legge 62, che non era una cosa relativa alle borse di studio e che inseriva un discorso relativo al finanziamento quasi esclusivamente delle rette d'iscrizione, quindi escludendo tutte quelle altre voci che invece fanno rientrare la scuola pubblica all'interno delle caratteristiche del provvedimento stesso, con una certa scelta esplicita relativamente alla franchigia. Non inseriva assolutamente le questioni relative al rimborso per le spese di mensa e di trasporto, ma esplicitava in modo chiaro le proprie caratteristiche.
Quello attuale invece, oltre ad essere un provvedimento ugualmente sbagliato, ugualmente incentrato sul principio del buono scuola, che fa un certo tipo di scelte conseguenti sul paniere e sulla franchigia, è un provvedimento che però fa tutto questo in modo surrettizio; infatti, al comma 5 dello stesso si inserisce una mega delega alla Giunta nella definizione di tutti i criteri in ordine a queste materie. Noi abbiamo capito con grande chiarezza che i criteri sono questi, che hanno queste caratteristiche e che contravvengono alle premesse iscritte nei commi precedenti del provvedimento stesso, che dice di essere un testo che sta nell'alveo della legge 62 e che quindi si rivolge sia alle scuole statali che a quelle paritarie all'interno della nostra Regione. Quindi ancora più grave.
Si configura come quei provvedimenti delega su questioni di grande rilievo; compiutamente la Giunta procede senza alcuna verifica, perché qui non si è accettata non solo una definizione di criteri che andasse anche solo in Commissione, non si è accettato niente, non si è accettato di discutere su niente, neanche su una cosa così minima come quella.
I criteri di una delega alla Giunta vengono, quanto meno, prima esaminati e discussi dalla Commissione competente; qui neanche questo, che solitamente è un ordine di richiesta cui si ottempera per quanto riguarda qualsiasi provvedimento contenente una delega alla Giunta.
Se a tutto questo poi aggiungiamo le incertezze di ordine finanziario e la forzatura anche da quel punto di vista, abbiamo un quadro estremamente preoccupante del testo che si sta votando. Pertanto su questa questione che riguarda un elemento centrale - come quello precedente riguardava le questioni relative alla franchigia - quello relativo alla delega in bianco alla Giunta, chiederei all'Assessore e alla maggioranza un ordine di riflessione in questa direzione, perché qui si configura una delega così vasta e al di fuori di qualsiasi possibilità di verifica molto più che su altri provvedimenti e su cui, quanto meno, è stato accettato sempre che i criteri venissero discussi nella Commissione competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Colleghi e Presidente, vorrei che per un attimo avessimo chiaro in quale contesto avviene la nostra discussione, perché se questa discussione sui buoni scuola e finanziamento di alcune famiglie di studenti avvenisse in un contesto nel quale noi stiamo finanziando la scuola pubblica, questa discussione potrebbe avere un carattere di principio, potrebbe scontrarsi con questioni di principio, ma non essere una discussione che ha le conseguenze che invece avrà sulla scuola pubblica. Invece, voglio farvi un esempio per dimostrare come esiste una contraddizione tra lo stato in cui versa la scuola pubblica italiana e il provvedimento che voi state adottando, che rischia di penalizzare ancora di più la scuola italiana.
Cito l'articolo di un giornale, il quale ci ricorda che in una provincia della nostra Regione, a fronte di una richiesta di insegnanti di sostegno di 290 unità, verranno assegnati 160 insegnanti di sostegno, cioè 130 insegnanti di sostegno in meno, nell'anno europeo - ricordo ai colleghi della maggioranza - dedicato alle persone disabili.
Noi quindi siamo il Paese in cui nel 2003, cioè nell'anno dedicato alle persone disabili, sforbiciamo gli insegnanti di sostegno; in sostanza, non stiamo intervenendo sugli sprechi della scuola, che magari esistono, ma stiamo intervenendo sugli insegnanti di sostegno, il che ha delle conseguenze inevitabili sul diritto allo studio e all'apprendimento di quei ragazzi che frequenteranno la scuola pubblica e che quest'anno - a settembre, quando inizierà l'anno scolastico - non avranno gli insegnanti di sostegno.
Assessore Leo, lei ha sostenuto più volte nella nostra discussione che in nessun caso le risorse pubbliche sarebbero state sottratte alla scuola pubblica e che, per quanto riguarda il finanziamento del diritto allo studio, avremmo in qualche modo mobilitato risorse aggiuntive proprio perché convenivamo sull'esigenza di non depotenziare il finanziamento della scuola pubblica. Non è così. Per questo penso che stiamo discutendo di un provvedimento iniquo.
Questa è una domanda che credo debba porsi anche lei come un problema da affrontare con appositi strumenti e validi argomenti. In questo senso è pur vero che, come hanno detto alcuni colleghi, il bilancio provvisorio pu perfino rappresentare un'opportunità, perché sono due mesi in più che ci consentono di capire qual è il bilancio nazionale e quali sono gli scenari tuttavia, c'è un grande punto negativo, perché rappresentano comunque due mesi di grave precarietà nella definizione delle nostre politiche, che si aggiungono ad altre situazioni di precarietà. Io le anticipo già, per quanto riguarda i ragionamenti e le scelte, gli argomenti sui quali il nostro Gruppo intende stabilire un confronto.
Non possiamo permetterci di veder crescere la povertà nella nostra Regione senza che ci sia un'adeguata politica di concorso per ridurre i margini dell'aumento di questa situazione, che non soltanto non aumenta l'inclusione ma in qualche maniera aggrava i problemi dell'esclusione.
Dall'altro punto di vista, Assessore, lei ci proverà? Ne sono sicuro.
Ci riuscirà? Ho tutti i miei dubbi. Ho visto che ha messo in campo un'ipotesi per cambiare il sistema della contabilità delle ASL. Lo apprezzo, perché se non abbiamo una contabilità finanziaria, evidentemente abbiamo esaurito tutti i margini. Gli Assessori e i predecessori hanno provato a contarcela, ad intortare le cose, ma siamo arrivati ad una situazione che non è sotto controllo neanche adesso. Realisticamente avremo 500 o 600 miliardi di disavanzo, quindi la manovra sull'IRPEF è già totalmente assunta. E cosa diciamo ai cassaintegrati? Cosa diciamo alla domanda di investimenti? Cosa diciamo alle zone periferiche? Cosa diciamo alla formazione professionale e agli strumenti per affrontare lo sviluppo? Ricordo a memoria che abbiamo esaminato un suo documento in cui si dice che il Piemonte, nel prossimo triennio, potrà, al massimo, realizzare un fronte di aumento dell'1% del prodotto, contro un'inflazione oramai sicura del 5% o del 6%, forse 8%.
Questa situazione, evidentemente, prospetta degli scenari che vanno affrontati con questo tipo di bilancio.



PICHETTO Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Del PIL reale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA

Sì, del PIL reale.
Però, in mezzo a due parametri di questa natura, quando l'inflazione è superiore al PIL in modo così netto, naturalmente si producono degli squilibri quantomeno sui consumi e sulla possibilità dei consumi. Poi l'andamento dell'economia potrà dipendere da una serie di altri fattori (il saldo degli investimenti e altro), ma anche di questo sarebbe bene che ne potessimo parlare, visto che non ci siamo fatti troppo coinvolgere dai problemi dello sviluppo e dell'economia ma lo scenario nel quale collocare il Piemonte nel prossimo triennio evidentemente è un elemento imprescindibile per fare un ragionamento sul bilancio.
Pertanto, sulla questione di presentare un esercizio provvisorio, che sottrae tempo ed altre condizioni preziose per lavorare alla Regione, ci riteniamo insoddisfatti.
Le chiediamo fermamente di tener conto delle nostre proposte e delle nostre impostazioni quando, tra qualche giorno, ricominceremo a ridiscutere in sede di Commissione di bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Leggo queste parole contenute nell'art. 1 della legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio: "La Giunta regionale è autorizzata ad esercitare provvisoriamente il bilancio della Regione per l'anno finanziario 2003 limitatamente ad un quinto degli stanziamenti".
Con questa frase si suggella, ancora una volta, dopo parecchi anni consecutivi, l'incapacità della Regione Piemonte di dotarsi di un bilancio di previsione e, quindi, di dotarsi dello strumento che, insieme ad altri due (la legge finanziaria e il documento di programmazione economica) consente alla Regione di dispiegare i propri programmi di Governo.
un fatto molto negativo che ha diverse componenti, in parte interne alla Regione Piemonte ed in parte esterne, legate alle vicende dalla legge finanziaria nazionale, anch'essa, in questi anni, oggetto di percorsi mi sembra sempre meno accettabili, al punto che la legge finanziaria nazionale per il 2003 ha avuto un percorso che lo stesso Presidente Casini ha definito imbarazzante, improponibile per il futuro e comunque da correggere.
Quindi il nostro esercizio provvisorio è figlio di due debolezze di Governo, una di livello nazionale per questo meccanismo della legge finanziaria, che nasce anch'essa in ritardo, e nasce con procedure, ritmi contrasti e proposte che per la natura della legge finanziaria consentono a qualsiasi istanza, anche puntiforme, anche periferica, anche clientelare di affacciarsi in Parlamento e di proporre le proprie ragioni.
Noi abbiamo voi: chi governa ha altre responsabilità, che sono quelle che dipendono dall'assenza di una qualunque progettualità di Governo.
Il bilancio di previsione non vive da solo. Se si cerca di farlo vivere da solo, anche in presenza di una legge finanziaria nazionale approvata ci sarebbero molte difficoltà. Il bilancio dovrebbe essere l'ultimo anello il penultimo insieme al bilancio pluriennale - di scelte di Governo complesse, connesse, articolate, discusse democraticamente e che prendono vita l'una insieme all'altra, l'una concatenata all'altra. Diventa difficile pensare, in assenza di un programma regionale di sviluppo, di un documento di programmazione economico-finanziaria e di una legge finanziaria, di poter dar vita ad un bilancio.
Metto quindi in rilievo che questo elemento che caratterizza l'agire di questo Governo, la debolezza progettuale, è anche un elemento che purtroppo da anni si è un po' consolidato nei modi di Governo, sia a livello locale, come il nostro, ma anche a livello centrale.
Il tema della programmazione economica, a livello nazionale e a livello regionale, è un tema che è stato disatteso e, per certi versi, anche contestato e rifiutato da qualche forza politica.
La mia impressione (e non è solo la mia) è che, viceversa, con questa fase di transizione difficile che vive il nostro Paese, in particolare con l'impatto della crisi automobilistica che ha investito il Piemonte, di una cosa ci sia soprattutto bisogno, ovvero di progetti di Governo, e che questa carenza debba essere rapidamente superata. A questo scopo rinnovo la richiesta: solo con un programma regionale di sviluppo la Regione Piemonte può far fronte agli impegni di legge, far fronte ai propri doveri, far fronte alle necessità che la struttura economica e sociale piemontese ha per superare questo momento di crisi. Noi, come Regione Piemonte, se non compiamo questa svolta di indirizzi di governo, penso che non siamo nelle condizioni di rivolgerci ai nostri amministrati pensando di aver fatto il nostro dovere.
Dobbiamo compiere questo salto.
Siamo a fine anno. Rinnovo la richiesta del programma regionale di sviluppo, ma rinnovo anche la richiesta che è stata accolta - ne sono contento - di utilizzare questi ultimi giorni per iniziare comunque il percorso che parte dal documento di programmazione economica, dalla legge finanziaria e poi dal bilancio.
Naturalmente questa scelta che avete compiuto vi porterà ad un approdo ne prendiamo atto - che oserei definire provvisorio, ad un successo destinato ad essere fatuo, a durare poco tempo. Perché la scelta che avete compiuto, questa scelta di così radicale contrapposizione, questa scelta così chiusa all'ascolto delle domande, degli interrogativi e delle esigenze che l'opposizione ha prospettato, avrà come unica conseguenza che questa legge non durerà. Siamo oltre il breve tempo che ancora rimane davanti a voi per questa legislatura. Questa legge non sopravviverà a questa legislatura regionale. Lo dico nella convinzione che, già nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, il centrosinistra, anche in Regione Piemonte e nelle sue diverse componenti, sarà impegnato a costruire su questi temi una proposta di riforma complessiva, che reinserisca e ricollochi gli stessi problemi di applicazione della legge n. 62 nel quadro di una linea più generale per il diritto allo studio. Penso che questa sarà una delle questioni di fondo, sulle quali noi chiederemo agli elettori piemontesi, ai cittadini piemontesi un esplicito mandato. Voi avete, nel corso di questi mesi e di queste settimane, molto insistito sul fatto che questa legge corrispondeva, in qualche modo, ad un dovere che voi sentivate nei confronti degli elettori. Bene, voi, attraverso il rifiuto di qualsiasi confronto e attraverso questo richiamo un po' populistico e demagogico che peraltro caratterizza in profondità la vostra cultura e che è, secondo me, uno dei motivi più preoccupanti della vostra divisione politica costringete noi a sfidarvi su questo piano, e ad essere oggi in grado mentre ci si avvia alla conclusione del dibattito, di dire a tutte le forze, a tutte le esperienze e le culture del Piemonte interessate ad un discorso di fondo sulla scuola, che la soluzione che oggi proponete è effimera, fatua e destinata rapidamente ad essere rimossa dal quadro istituzionale e legislativo di questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Intervengo solo per dire che qualche volta la misura è colma, o comunque per ricondurre negli alvei della correttezza il dibattito.Voglio dire telegraficamente che parlare di populismo e demagogia con questa legge mi pare un non senso. Questa legge è l'esatto contrario del populismo e della demagogia, per tutti gli argomenti reiteratamente proposti da due anni e mezzo a questa parte dalle opposizioni. Non aggiungo altro, se non che colgo l'occasione per rispondere a qualche altro intervento di qualche ora fa e per sottolineare come giustamente l'oceano delle risorse va alla scuola pubblica - e sottolineo giustamente - e legittimamente. Vi è un piccolo rio che si intende destinare non alla scuola non statale, ma alle famiglie che intendono scegliere per i propri figli la scuola non statale.
Quindi, intervengo soltanto, ancora una volta, per denunciare la pertinacia di chi non vuole comprendere, o forse non ha alcun motivo per capire.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico) dell'emendamento rubricato n. 571.
presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 5 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 598 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Riggio e Ronzani (e connesso emendamento rubricato n. 597): all'articolo 1 dell'emendamento è inserito il comma 3/8: "La Giunta fissa annualmente le procedure ed i termini previo parere della Commissione consiliare competente".
Diversi colleghi avevano indirettamente già provveduto ad illustrarlo quindi propongo di porlo in votazione, anche perché è l'ultimo del gruppo e si può concludere.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Considerando che si tratta di due e-mendamenti, le chiedo se non sia il caso di discuterli alla ripresa della seduta pomeridiana, considerando che siamo in sei.



PRESIDENTE

Mi rimetto al parere dell'aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Condivido quanto ha detto lei, Presidente. Visto che questi emendamenti chiudono un ciclo, concludiamo e facciamo la pausa.



PRESIDENTE

Penso che si possa intervenire successivamente alla ripresa dei lavori.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.08)



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