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Dettaglio seduta n.361 del 03/06/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 21.44)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Caracciolo, Casoni Chiezzi, Cotto, Ferrero, Moriconi, Palma, Riba, Ronzani, Rossi Giacomo Scanderebech, Tomatis, Vaglio e Valvo.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Comunicazione dell'Assessore Leo sulle spese relative ai trasporti scolastici


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

Signor Presidente, il Consiglio regionale e vari colleghi hanno chiesto alla Giunta un'ipotesi sul discorso dei trasporti: quanto, come, a chi quando e con quale metodo. Insieme all'Assessore Pichetto, che sinceramente, ringrazio, ai dirigenti e ai Capigruppo abbiamo fatto una riunione nella quale abbiamo esaminato questa ipotesi. I beneficiari potrebbero essere gli studenti il cui reddito familiare non superi i limiti previsti per l'erogazione delle borse di studio, quindi, quelli individuati, per avere una fascia omogenea individuata chiaramente con un criterio, dalla legge n. 62/2000.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

Parliamo di questa fascia?



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

Per questa fascia, sì.
Secondo tale ipotesi, i potenziali beneficiari sono circa 6.300, è il numero di borse assegnate per l'anno scolastico 2002-2003, quindi, la fascia sulle borse di studio individuate dalla legge n. 62/2000. Il costo medio dell'abbonamento annuale urbano ed extraurbano è approssimativamente intorno ai 300 euro. La necessità per l'abbonamento gratuito per tutti gli studenti ricadenti in tale limite di reddito, quello paragonabile alle borse di studio della legge n. 62/2000, quindi, come individuato, l'ipotesi era di 3-5 miliardi, abbiamo fatto i conti abbastanza esatti, sarebbe intorno ai due milioni di euro.
Tale intervento potrebbe comunque essere cumulabile per questa fascia con tutte le altre provvidenze (buono libro, borse di studio e buono scuola), quindi, andrebbe ad integrare una fascia debole con altri provvedimenti.
Lo stanziamento di euro 2 milioni risulta, questo lo abbiamo verificato bene con il direttore e i dirigenti, utilizzabile per l'anno scolastico 2003-2004 nell'anno 2004, a seguito delle richieste che saranno presentate entro dicembre-gennaio 2004, previa relativa istruttoria sulla base di un Regolamento e di un bando che la Giunta può autonomamente predisporre e poi, magari, portare in Commissione consiliare.
Quindi, lasciando alla politica ogni spazio e ogni ruolo, confermando quanto diceva il Presidente Cattaneo, per la Giunta la via maestra per questa realizzazione potrebbe essere una previsione nel bilancio 2004 vincolandola con un ordine del giorno alle categorie che ho indicato secondo le cifre che ho dato e con i sistemi - come mi aveva chiesto il collega Saitta - che ho indicato: un Regolamento e un bando.
Tanto dovevo al Consiglio e mi rimetto al dibattito dell'Aula.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Non ho sbuffato! La parola al Consigliere Marcenaro.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Anche lei rispetti gli altri! La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Lei la smetta di sbuffare quando le persone chiedono la parola! Voglio chiedere un chiarimento all'Assessore, per cortesia, perché la fascia di reddito indicata, visto che stiamo discutendo del disegno di legge n. 252, è, se ho ben capito, diversa da quella che viene presa in considerazione ai fini del buono scuola.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Marcenaro.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Non è un obbligo rispondere da parte dell'Assessore. Se ne ha voglia mi chiede la parola e risponde, se non ne ha voglia, non lo fa, collega Marcenaro.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

Siccome la raccomandazione, almeno, questa è una valutazione della Giunta e della maggioranza, andava nell'ambito delle fasce deboli, di cui assumiamo attenzione particolare con il diritto allo studio, l'ipotesi che abbiamo valutato con l'Assessore Pichetto e con la maggioranza è di rivolgerci con un aiuto sostanziale a quella fascia, che avrebbe una particolare necessità per ragioni economiche, avendo comunque già altre provvidenze. Ovviamente, tutto è opinabile e discutibile, ma avevate chiesto un'ipotesi della Giunta, questa è l'ipotesi della Giunta sulla quale c'è anche l'impegno dell'Assessore Pichetto a dare copertura su questa cifra, Presidente Cattaneo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Un attimo, chiudiamo questa parentesi e andiamo avanti sul dibattito.
La parola al Consigliere Marcenaro sull'ordine dei lavori.



MARCENARO Pietro

Siccome lei ha annunciato le comunicazioni della Giunta, chiedo che sulle comunicazioni della Giunta si apra la discussione.



PRESIDENTE

L'articolo 49 del Regolamento recita: "Tre Consiglieri o il rappresentante di un Gruppo possono chiedere che sulle comunicazioni della Giunta si apra la discussione. In tal caso il Consiglio decide se e quando svolgere tale discussione; può altresì decidere che la discussione si svolga in Commissione.
Sulle proposte di cui al secondo comma è ammesso l'intervento di un solo Consigliere a favore ed uno contro".
La parola al Consigliere Cattaneo che interviene contro.



CATTANEO Valerio

Credo che dovremo riportare un attimino la situazione alle ore 19.50 quando abbiamo terminato i lavori del Consiglio. Stavamo per votare un emendamento e il collega Marcenaro, secondo me, correttamente, ha chiesto di sospendere la votazione, in quanto si trattava di un emendamento di merito riguardo alla questione dei trasporti che, nel momento in cui ci è stata chiesta, non era una comunicazione per aprire un dibattito, ma una risposta della Giunta con un intervento di merito a conclusione del dibattito che era stato svolto.
Presidente Cota, se si vuole intervenire su questo per chiarimenti ulteriori ai due minuti a norma di Regolamento, si può fare, però, non si può aprire ancora il dibattito, perché eravamo già in conclusione del dibattito generale su quell'emendamento. Si può fare un giro di chiarimenti dove ogni Consigliere può intervenire due minuti, il Consigliere Marcenaro peraltro, è già intervenuto; poi, ci sono le dichiarazioni di voto, di cui la prima richiesta è del Consigliere Papandrea che si era già prenotato un quarto d'ora fa, a cui, giustamente, non è stata data la parola, perch nel frattempo, era subentrata una richiesta per chiarimenti e per l'ordine dei lavori del collega Marcenaro; infine, si procede alla votazione.
Presumo che nel merito avremo modo, come abbiamo fatto in questo mese e mezzo, di confrontarci ancora, nei tempi e nel rispetto del Regolamento sugli emendamenti successivi, credo che ce ne sia una serie sufficientemente ampia per dare la possibilità a tutti di intervenire.
Questo è per aiutare e non per togliere la parola a qualcuno o per voler fare il tignoso o il pignolo. Credo che sia corretto procedere così se la Presidenza ovviamente lo condivide.



PRESIDENTE

Vi è stata una formale richiesta di svolgimento del dibattito che dovrà essere posta in votazione.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, scusi, siamo in tre: vuole controllare?



PRESIDENTE

No, no, ho verificato che siete in tre.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo fissi un'altra volta, se vuole. Non c'é bisogno di farlo stasera basta che ci dica quando si svolgerà il dibattito sulle comunicazioni, a termine di Regolamento.



PRESIDENTE

Il Regolamento recita: "Il Consiglio decide se e quando svolgere tale discussione; può altresì decidere che la discussione si svolga in Commissione".
Accetto una proposta su questo.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Possiamo anche svolgere la discussione in Commissione, ma qui, in Aula si può concludere in pochi minuti.



PRESIDENTE

Va bene colleghi, non c'é problema: se l'aula acconsente, apriamo immediatamente il dibattito sulle comunicazioni della Giunta. Sono previsti cinque minuti per ciascun intervento. Al termine del dibattito sulle comunicazioni, riprenderemo i lavori sul disegno di legge n. 252.



(L'Aula, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

E' aperto il dibattito sulle comunicazioni della Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Abbiamo atteso per andare avanti su un emendamento per noi importante come quelli che seguiranno. Vi è stata un'importante comunicazione della Giunta che delinea i termini di una possibile soluzione. Per quanto mi riguarda, sarebbe singolare che prima del voto di un emendamento che agisce sulla questione dei trasporti non vi sia una discussione sulla proposta della Giunta.
Vi esporrò la nostra opinione su questo punto, perché non siamo persone così sofisticate da buttar via risorse per le fasce più povere, in qualsiasi modo queste risorse vengano. Non ci troverete a dire di "no" al fatto che sia possibile destinare uno, due, tre, quattro o cinque miliardi di vecchie lire a fasce di ragazzi e di famiglie che, nelle condizioni attuali, trovano difficoltà a fronteggiare un problema come quello del trasporto, che è per loro una condizione essenziale per il diritto allo studio.
Ma stiamo discutendo sul disegno di legge n. 252. E tale discussione avviene nel quadro di questa legge. Come abbiamo più volte ribadito - mi rivolgo all'Assessore Leo, all'Assessore Pichetto e al collega Cattaneo il punto è questo: stiamo discutendo per cercare di capire in che misura questa legge riguarda non una parte sola, ma tutti. Voi dite che forse pu riguardare tutti solo sui trasporti, ma non sulle altre voci. Avete già detto, infatti, che sulle altre voci non è possibile. Ma su quel punto per noi insufficiente, che non modificherà il nostro giudizio conclusivo volete adottare lo stesso criterio e la stessa fascia di reddito che viene presa in considerazione per quanto riguarda quei ragazzi, rispetto a tutti gli altri? Si stabilisce, con una legge e con l'ordine del giorno collegato, che quando si parla di rimborso per i ragazzi delle scuole private si tiene conto di una fascia di reddito fino a 120 milioni di lire per rimborsare le rette alle scuole private, invece per rimborsare i trasporti basta una fascia di reddito fino a 30 milioni: vi pare che questa proposta, per cui si prevedono due fasce di reddito radicalmente diverse sia accettabile dal normale senso di giustizia dei cittadini? A noi pare di no. E su questo vi chiediamo un impegno nel sostenere che la fascia di reddito che viene considerata ai fini del rimborso delle spese di trasporto per i ragazzi che frequentano la scuola secondaria sia la stessa - non voglio definirla neanche qua - che la Giunta definirà per quanto riguarda la possibilità di partecipazione al resto del buono scuola.
Se non è così, è evidente che siamo di fronte, a mio giudizio, dal punto di vista del principio, anche se nessuno butta via nulla (abbiamo dei problemi di rappresentanza, per cui non buttiamo via nulla), ad una soluzione che si presenta come un'ulteriore discriminazione dal punto di vista dei principi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Un pochino sono pentito non dico di esserci cascato, perché sarei autolesionista, ma di aver forse parlato sempre, anche se continuerò con questo stile, in modo chiaro e trasparente in quest'aula, e facendo sempre un ragionamento ad alta voce nel rispetto delle posizioni di tutti i colleghi Consiglieri e delle parti, quindi maggioranza e opposizione.
Vorrei fare, a tale proposito, alcune considerazioni di merito.
L'assessore Leo ha presentato, in questa sede, una proposta, come gli era stata richiesta. La modalità la vedremo: dai primi sentori, mi sembra di percepire che eventualmente di tratterrà di un ordine del giorno, posto che l'altra modalità risulterà difficile. L'aula è sovrana, vedremo cosa succederà. Dice l'Assessore Leo: "Per i cittadini che sono già in difficoltà, 30 milioni di reddito familiare - sono circa 6300 studenti delle scuole superiori che hanno un costo medio per i trasporti di circa 300 euro - riteniamo che si possa fare, nelle more di una revisione complessiva della legge n. 49, uno sforzo come Regione a partire dal prossimo anno scolastico 2003-2004, e facendo un bando che scadrà al 31 dicembre (nella parte iniziale dell'anno scolastico), andremo ad assegnare a questi il contributo nel 2004 per l'anno scolastico 2003 e 2004".
Moltiplicando 6300 per 300, si ricava circa 1.900.000 euro arrotondando alla cifra superiore, abbiamo grossomodo un costo che si aggira sui due milioni di euro, che sarà l'impegno di bilancio che la Giunta regionale - l'Assessore Pichetto è presente per garantirlo garantisce a fronte di un ordine del giorno, qualora fosse proposto ed approvato dal Consiglio, a partire dal bilancio di previsione per l'anno 2004, ottemperando ad una richiesta delle opposizioni - perché su questo bisogna riconoscere che vi è stata una richiesta abbastanza unanime, anche se ci sono modalità diverse - e dando una risposta ad una sensibilità che in tempi non sospetti, perché non è una posizione di oggi, la stessa maggioranza ha palesato attraverso gli interventi di più Consiglieri e di più Gruppi Consiliari della Casa delle Libertà nelle discussioni delle settimane scorse.
Dopo la comunicazione è stato introdotto un elemento interessante da parte del Consigliere Marcenaro, il quale chiede perché non riconoscere queste spese a tutti gli studenti, uniformando e togliendo eventuali sperequazioni, riconoscendo la fascia del buono scuola.
Se si riconoscesse a tutti, è ovvio che le cifre sarebbero ben diverse, perché andremmo su un pianeta di chissà quanti studenti (non abbiamo i dati, ma si tratterrà grossomodo di una cifra minima che va da 50 a 100.000, a seconda che si comprenda solo gli istituti scolastici o anche le scuole professionali). Dall'altro lato, dal nostro punto di vista vi è un rischio: in primo luogo noi ribadiamo l'indisponibilità a modificare il disegno di legge n. 252 e di introdurre il diritto allo studio, perch vogliamo farlo in via provvisionale con un provvedimento sull'anno scolastico 2003-2004, e in via definitiva con una riforma complessiva della legge n. 49, che deve vedere un confronto in Consiglio regionale approfondito, magari franco e certamente acceso, ma che porti alla migliore modifica possibile, da un confronto democratico all'interno dell'aula.
In secondo luogo, non vogliamo modificare il disegno di legge n. 252 perché è provvedimento che ha un'altra finalità, quella di garantire alle famiglie la libera scelta educativa, come abbiamo già detto e come direbbe l'amico e collega Galasso, quasi arrivando ad essere certamente ridondanti in quest'aula.
Attenzione, però, perché se volessimo tra virgolette inserirlo - ma siamo indisponibili e lo ribadiamo - vi è anche la parte brutta, perché se esiste l'ipotesi dell'1% del reddito, va a finire che vi diamo un'aspettativa e che non diamo un euro a nessuno.
Il buono scuola sarà dato nell'ipotesi regolamentare su cui ci siamo confrontati in questi anni, a chi ha un'incidenza della spesa scolastica almeno dell'1% sul proprio reddito. Se una famiglia guadagna 100 milioni rientrerà nella fascia sotto i 120, ma se non spende almeno 1 milione, non gli sarà dato nulla.
E' ovvio che questo sarebbe solo uno specchietto per le allodole. E' ovvio che abbiamo voluto fare una proposta provvisionale. La riforma complessiva della legge n. 49 sarà un'altra cosa e siamo pronti a confrontarci da subito, non appena approvato il buono scuola, con tutto il Consiglio regionale. E' ovvio che la Giunta è arrivata a fare una proposta economicamente sostenibile, perché è una proposta che costa 4 miliardi circa di vecchie lire alla Regione e la Regione potrà prendere un impegno se l'ordine del giorno del Consiglio ci sarà e dare così una risposta a quei cittadini, saranno solo 6300 questo bisogna verificarlo, che hanno una difficoltà di grave disagio. Una fascia di cittadini con un reddito familiare di 30 milioni, che hanno già una serie di sussidi e di aiuto però credo che a nessuno possa sfuggire che una famiglia che vive con 30 milioni se dovesse avere un contributo anche per le spese di trasporto scolastico per i propri figli che, a fatica, frequentano la scuola media superiore nella scuola statale, avrebbe una risposta di grande dignità e di un alto valore sociale da parte della Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Volevo intervenire per chiarimenti, ma la dinamica del dibattito in aula ha preso un percorso diverso, quindi utilizzo il tempo sull'emendamento per capire se i circa 2 milioni di euro sono parte dei 18 milioni oppure una cifra aggiuntiva...



PLACIDO Roberto

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Aggiuntiva



PLACIDO Roberto

Grazie. Memore dell'esperienza sulla Finanziaria quando proponemmo degli emendamenti di due milioni e due milioni e mezzo che andavano sull'edilizia scolastica e sulla legge n. 49 dell'85 che non si potevano utilizzare su questo bilancio per indisponibilità delle risorse e furono spostate sul 2004, vorrei capire dall'Assessore Picchetto su che capitoli o UPB vanno ad sommarsi quei due milioni previsti dai nostri emendamenti più questi due milioni ulteriori. Vorrei capire, inoltre, se una volta approvato il provvedimento, una volta definito il regolamento, avanzassero delle risorse dei 18 milioni queste non si possano vincolare alla legge n.
49. Noi abbiamo seri dubbi sulla disponibilità di tale risorse, in questo momento è facile dire "in previsione del 2004 il Bilancio della Regione" in termini di previsione permette di poter dire, in questo momento, non solo 2, ma anche 22 o 222 miliardi, ma poi bisogna vedere la disponibilità.
Sul fatto dei 6300 studenti circa, è singolare, noi lo abbiamo detto più volte; ci meraviglia lo stupore dei Consiglieri della maggioranza rispetto all'osservazione del Consigliere Marcenaro sulle fasce di reddito è evidente che si utilizzano due pesi e due misure: si indicano 10 mila euro di ISEE come fascia di reddito per questo provvedimento (che è la fascia di riferimento delle borse di studio della legge n. 62 del 2000: 30 milioni di ISEE ); però si pensa di guardare ad un'altra fascia di reddito per il buono scuola. Di fatto ci troviamo - ma lo abbiamo detto altre volte, bastava essere un po' più attenti e magari presenti in aula in quel momento - di fronte a due misure diverse. Una velocità, un reddito per le borse di studio che, lo voglio ripetere, per effetto della legge n.62 riconosceranno 188 euro alle famiglie dei ragazzi che frequentano le scuole elementari e medie sia per le statali sia per le paritarie, e 324 euro per chi frequenta le scuole superiori perché il reddito è di 30 milioni ISEE di vecchie lire.
Poi ci sarà l'altra velocità, l'altra fascia di reddito, quella per i buoni scuola dove si arriverà a 60 mila euro, 120 milioni di vecchie lire.
Questa sì che è una discriminazione che va oltre il provvedimento di per sé. Che si chiami borse di studio o buoni scuola, quando ci si rivolge in parte alle stesse famiglie (le borse di studio della legge n. 62 si orientano sia alle famiglie con figli che frequentano scuole statali sia scuole paritarie) bellamente noi ci sentiamo proporre due fasce di reddito diverse, vuol dire che ci sono figli e figliastri, studenti di serie A e studenti di serie B con importi decisamente diversi. Sono disponibili 2 milioni di euro? Se fossero anche 200 mila euro a chi ha necessità vera per noi sarebbero i ben venuti.
Non cambia la nostra valutazione su questo provvedimento che riteniamo iniquo e sbagliato. I nostri emendamenti, tutti assolutamente nel merito non riguardano solo i trasporti, ma anche le mense, i libri, le attività vanno nella direzione di migliorare un provvedimento che noi riteniamo iniquo. L'evidenza sono le due fasce diverse con cui si misurano le borse di studio da una parte e i buoni scuola dall'altra.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

L'intervento del Consigliere Placido ha messo in evidenza le contraddizioni che si determinano, per un meccanismo di differenziazione e di disuguaglianza con il provvedimento che stiamo per approvare e con la legge sul diritto allo studio. Vorrei pregare di tener conto che la Giunta si è impegnata da subito, finito questo lungo percorso, a proporre un intervento sul diritto allo studio che noi modifichiamo, con nuove competenze. Entriamo nella trasformazione, non voglio chiamarla riforma del diritto allo studio che l'Assessore si è impegnato a mettere in movimento, a presentare: nella nostra autonomia anche i Consiglieri potranno fare altrettanto, con nuovi poteri e nuove competenze. Le limitazioni che avevamo nel passato sul diritto allo studio vengono meno e abbiamo uno spazio di operatività molto significativo. Potremmo operare in grossa armonia, alzando significativamente il livello generale di tutela del diritto allo studio. Attraverso il dibattito, attraverso questa strada si potranno acquisire maggiori quote, maggiori livelli di libertà per le famiglie per poter operare. Ritengo, la mia è forse una valutazione imprudente, che inseguire la maggioranza su un provvedimento - come ha sostenuto il Consigliere Placido - ingiusto e distorto, rischiando di riprodurre una diversità e facendo partire la trasformazione al diritto allo studio con un elemento che appare improvvisamente, mentre si discute di altra proposta di legge.
Se la velocità di marcia sarà ordinaria, non ci saranno battaglie ideologiche o di principio sul diritto allo studio. Potranno esserci tempi ragionevoli che vedranno, nel tardo autunno, l'approvazione di questa nuova legge. Potremmo acquisire il risultato sul tema dei trasporti (che giustamente ed opportunamente è stato evidenziato come un'anomalia, un aspetto ingiusto) recuperandolo in sede più complessiva. Farlo oggi inseguendo un provvedimento, sarebbe sbagliato (questo dal mio punto di vista, ma ho anche il conforto di osservazioni espresse dal collega Placido, che lo bollava esplicitamente con carattere di ingiustizia e di squilibrio), rischieremo di indebolirlo e di creare squilibri nel prossimo provvedimento che andremo a discutere.
Per questa ragione, pur condividendo il valore del recupero degli interventi sul trasporto, dovrò tenere un atteggiamento prudente su questo passaggio. Ritengo che possa essere svolto in una sede più appropriata, di grande cambiamento e di adeguamento del diritto allo studio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Come ho già avuto occasione di dire, rispetto ad un provvedimento come questo, con le sue caratteristiche e la determinazione con cui la maggioranza lo riproponeva, vi era un'assoluta esigenza della maggioranza che le opposizioni potessero anche consentirsi il lusso di posizioni differenziate.
E' su questo lusso che interverrò.
Ritengo, come i Consiglieri Marcenaro, Placido e tutti i colleghi del mio Gruppo che sono intervenuti, che questo provvedimento non sia solo ingiusto, ma anche ipocrita: talmente ipocrita che avete avuto bisogno di sostenere delle premesse che si ancoravano alla legge 62, per costruire una delega alla Giunta che la 62 stessa scardinava.
I nostri emendamenti di merito servono a dimostrare l'incongruenza del testo-ingiustizia per la società piemontese (famiglie e studenti). Nel momento in cui, al di là di una serie di emendamenti che potrei chiamare "redazionali" (per definizione del testo), arriviamo ad alcuni di merito (già annunciati), relativi alla questione del paniere, della franchigia dei trasporti, delle fasce di reddito, delle borse di studio e dell'ancoraggio alla legge 62, le contraddizioni si aprono.
Si aprono in modo evidente soprattutto per la maggioranza che, volendo blindare un provvedimento ipocrita ed ingiusto, non è in grado di recepire (o non è ancora in grado o non vuole) alcune proposte di grande rilievo come quella sui trasporti (sui cui c'è un riconoscimento anche vostro) all'interno di questo provvedimento, creando fasce diverse e demandando il tutto ad un ordine del giorno e ad una fase successiva in cui si discuterà del diritto allo studio.
Tra gli aspetti che non ci convincono c'è il corpo del provvedimento rispetto al quale, nel suo complesso, quando arriveremo alla votazione voteremo comunque contro. Se c'è ancora qualcuno in Piemonte che non se n'è accorto, abbiamo tutte le sedute successive per renderlo evidente: abbiamo una serie di iniziative esterne a questo Consiglio che faremo in queste settimane insieme agli studenti e agli insegnanti, per chiarire la nostra posizione.
Qualora questo provvedimento - ingiusto ed ipocrita - oggi lo potessimo modificare in meglio, l'essenza del riformismo sarebbe proprio in questo.
Dopodiché, se riuscissimo, in maniera ancora più forte, ancorare questo testo ad una riforma del diritto allo studio (che sia qualcosa di più di un ordine del giorno che, comunque, non si nega mai a nessuno, soprattutto se lo si rimanda a settembre) l'essenza del riformismo sarebbe anche nel costringervi a fare questo.
Siamo qui, sia oggi sia nella seduta di questa sera sia in quella di martedì prossimo sia in quella di giovedì, per questo scopo.
Questa è l'azione che stiamo tenendo e che si rende più evidente nel momento in cui si entra nel merito. Proprio su questa vicenda abbiamo chiesto di aprire una discussione e, per quanto riguarda l'ancoraggio alle altre parti relative al diritto allo studio, abbiamo un'opposizione che è qualcosa di più di un ordine del giorno demandato a tempi successivi.
Ci state dicendo - noto anche la presenza dell'Assessore Pichetto Fratin - che esistono risorse finanziare per tutte queste operazioni.
Assessore Leo, noi dubitiamo che le risorse finanziarie ci siano anche per ili provvedimento in oggetto perché, così com'è - e nei termini in cui l'avete proposto - dovete fare molto di più di un ordine del giorno per convincerci.
Questa fatica del riformismo la conosciamo da qualche tempo e continuiamo a farla, proseguendo nell'evidenziare queste contraddizioni.
Fatto salvo il nostro voto finale sul testo, cercheremo di modificarlo fino all'ultimo e di ancorarlo più strettamente alla fase successiva.
Questo è il lusso che l'opposizione, non avendo scelto - a differenza della maggioranza - una linea ideologica in questa direzione, pu permettersi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea.
Ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Rispetto alle comunicazioni, prendiamo atto delle dichiarazioni espresse dall'Assessore Leo, ma abbiamo perplessità sul come verranno effettivamente trovati questi fondi. È un argomento che va valutato e discusso, sia quando si discute l'ordine del giorno sia nella discussione più ampia. Prendo atto di questo, ma pongo una riflessione più ampia.
Se ci sono i fondi da stanziare per garantire il trasporto agli studenti (anche se pensiamo che sulle fasce si possa discutere), varrebbe la pena fare riferimento ad un provvedimento più ampio nell'ordine del giorno.
Non vorrei che alla fine, come succede per altre questioni, si affronti prima un pezzetto, poi un altro, poi un altro ancora, e alla fine si perde per strada l'idea di un provvedimento generale (che già adesso, con questo intervento particolare, stiamo perdendo).
Occorre riflettere se nello stesso ordine del giorno non sia opportuno fare un riferimento più preciso e stringente ad una necessità di legge che affronti, non solo quella tematica, ma l'insieme del diritto allo studio.
Su altri aspetti, al centro del dibattito precedente, interverrò in sede di dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito sulle comunicazioni.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame disegno di legge n. 252: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 252 prosegue con la discussione dei sub emendamenti all'emendamento rubricato n. 2 (qui di seguito chiamati emendamenti) in particolare all'emendamento rubricato n. 580 e connesso emendamento rubricato n. 594, il cui esame è iniziato nell'odierna seduta pomeridiana.
Emendamento rubricato n. 580 presentato dai Consiglieri Saitta, Giordano e Di Benedetto (e connesso emendamento rubricato n. 594): Art. 1, al comma 3 dopo le parole "alla frequenza e all'iscrizione" aggiungere le parole "e, limitatamente alla scuola media superiore, al trasporto scolastico".
La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto sull'emendamento.



PAPANDREA Rocco

Più che per una dichiarazione di voto sull'emendamento volevo intervenire rispetto al dibattito sull'emendamento medesimo, in particolare, relativamente al tipo di discussione svoltasi ai Capigruppo nel momento in cui abbiamo iniziato quest'ultima maratona sui buoni scuola ed essendo stata richiesta una precisazione, per chiarire il tipo di impegno che, insieme ad altri Capigruppo della minoranza, avevo assunto.
Sostanzialmente, si trattava di questo: avevamo accettato l'idea di fissare un limite agli emendamenti presentati e un tempo in cui presentarli in cambio dell'accettazione che il subemendamento venisse trasformato in un emendamento, per non trovarci di fronte ad una situazione di golpe o tentativo di forzatura istituzionale delle regole. Quindi, da questo punto di vista, pensiamo sia stato un dato positivo, accettando per questo anche il sacrificio, finora rispettato, di non presentare ulteriori emendamenti nel corso della discussione. Noi avevamo sottolineato il fatto che questo percorso fosse difficile e che creava problemi a tutti, però, andava rispettato da tutti, non si trattava tanto della non emendabilità della legge. Avevamo parlato di un percorso che si concordasse, di un percorso rigido, in qualche modo, di un percorso non emendabile; avevamo detto che la stessa maggioranza avrebbe dovuto assumersi delle responsabilità. Se si segue questo percorso, poi, nel corso della discussione, non devono esserci emendamenti che non siano puramente e riconosciuti tecnici da parte di altri.
In particolare, se da parte della maggioranza ci fosse stata la presentazione di emendamenti modificativi del testo, evidentemente, a quel punto, ci saremmo sentiti svincolati dal tipo di accordo concluso, così come avevamo detto che avrebbe modificato quel tipo di accordo la mancanza del numero legale alle riunioni. Finora ci siamo attenuti a questo, bisogna prenderne atto, però, era questa la rigidità, non tanto la non emendabilità del testo quanto la non emendabilità di un percorso che avevamo concordemente deciso, ognuno, in quel momento, sapeva di rinunciare a modalità e possibilità che, normalmente, sono presenti.
Intendevo fare questa precisazione per non creare equivoci sul tipo di discussione che ci aveva coinvolti in quella occasione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, prima della pausa serale, ci eravamo lasciati con grandi aspettative, che, devo dire, in parte, non sono andate deluse.
Nell'attesa dell'arrivo dell'Assessore Pichetto per risolvere tutti i problemi, come avevo anche sollecitato nell'ultimo intervento.
Sono fra i principali estimatori dell'Assessore Leo, ma ritengo che le cose dette dallo stesso a questo proposito non possano essere sufficienti voglio ora provare a rimetterle in fila.
Assessore Pichetto, ragioniamo, relativamente al 2004. Su un bilancio come quello della Regione, circa il reperimento di alcuni milioni di euro qualche decina, se consideriamo i 18 milioni sul buono scuola; i nostri due sull'edilizia scolastica in fase di finanziaria, i due e mezzo in aggiunta sul diritto allo studio; a cui vanno aggiunte le aspettative del Presidente Cattaneo, che dice di essere pronto a metter mano alla legge n. 49 aggiungendo grandi risorse, noi condividiamo e siamo pronti.
Nel quadro generale potrei ancora continuare, però, su tali elementi non abbiamo ancora ragionato, poi, magari, ci sarà l'indisponibilità della maggioranza sulle altre voci significative, la mensa, i libri e le altre cose che si possono aggiungere.
Assessore Picchetto, noi vorremmo veramente capire. Non so se le viene lo scrupolo di rispondere positivamente al grido di dolore dell'ANCI sulle borse di studio della legge n. 62, su quella dell'alta velocità per cui il reddito è 10 mila euro, ISEE e non i buoni scuola, in un quadro come questo, per cui è saltato il trasferimento di risorse da parte dello Stato sulla formazione professionale, dove l'amministrazione centrale si è ripresi i soldi (4 milioni) sulle scuole paritarie, che potevano già contribuire.
Assessore Pichetto, è un elenco lunghissimo di richieste, di promesse e di disponibilità. Allora, non tanto "metteremo" o "faremo" - scherzando oggi pomeriggio, avevo ricordato un carosello degli anni 80: "Rex, fatti non parole" - è possibile avere, questa sera, da parte sua una risposta visto che è stato scomodato mentre era in un'importante riunione ed è venuto qui di gran carriera per darci dei lumi? Vorrei vedere, sulla mole del bilancio della Regione, che non si possano trovare alcune decine di milioni, ma dove e come e perché noi si possa, puntualmente, l'8 gennaio - non voglio dire il primo, dopo la Befana verificare, con libri alla mano, che gli impegni di un Assessore serio come lei ritengo sia, e di un Presidente del principale Gruppo del Consiglio, oltre che della maggioranza, abbiano un riscontro. Me lo sono appuntato con precisione, quella sera di giugno del 2003 l'Assessore Pichetto disse che le risorse sarebbero state messe su quell'UPB, su quell'altro e su quell'altro, in attesa di modificare e integrare la legge n. 49, così come altre cose.
E' possibile, al di là delle affermazioni generiche dell'Assessore Leo avere delle indicazioni precise da parte sua su questa disponibilità? Vorremmo conoscere non solo la disponibilità generale, ma anche l'ubicazione, perché 2 milioni e mezzo di edilizia scolastica e 2 milioni per il diritto allo studio sono già in fase di finanziaria, adesso se ne aggiungono altri due e non è ancora terminato il dibattito su questo provvedimento, ci sono altri interventi di merito. C'è da perdere la faccia se si scoprisse che i 18 milioni non ci sono. Piuttosto li toglierete all'Assessore Racchelli, sarà il tripudio generale, ma questi 18 milioni verranno trovati. Comincia ad essere preoccupato anche l'Assessore D'Ambrosio che, per la prima volta, si possa togliere qualcosa anche a lui con un'inversione storica della sanità che prende tutto.
Assessore Picchetto, è possibile sapere con una certa precisione, visto che parliamo di risorse, dove le metterete, su quali UPB?



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 580.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti 34 Consiglieri Hanno votato sì 6 Consiglieri Hanno votato NO 28 Consiglieri Il Consiglio non approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 591 presentato dai Consiglieri Manica, Marcenaro Riba, Suino, Ronzani, Riggio, Muliere, Placido (e connesso emendamento rubricato n. 592): Il comma 3 dell'articolo 1 dell'emendamento è così modificato: dopo la parola "iscrizione" inserire le parole "alle spese relative ai costi sostenuti per viaggi di studio".
La parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Abbiamo discusso a lungo delle spese che le famiglie normalmente sostengono nell'ambito del diritto allo studio. Una voce che oramai non è più trascurabile, è senz'altro quella legata ai viaggi di studio. In particolare, bisogna sottolineare che con le modifiche curriculari che sono intercorse e con la prima applicazione della riforma già con i provvedimenti assunti dal Governo precedente, i viaggi di studio hanno assunto un'importanza notevole.
Molti viaggi di studio sono legati alla conoscenza della lingua straniera e la partecipazione a questo tipo di iniziative dà luogo ai cosiddetti crediti formativi.
I crediti formativi rischiano, se non supportati, di essere, almeno nel loro risultato finale, motivo di esclusione sociale. Credo che sia questo lo spirito che ha guidato l'emendamento proposto, o perlomeno è uno degli aspetti.
Le gite di studio sono già di per sé, stante i costi che vengono addebitati alle famiglie, loro stessi a prescindere dall'ulteriore gogna della mancata acquisizione del credito, un onere non da tutti sopportabile. Quando si è aperta la discussione sulle questioni legate al reddito, sono andato a verificare in altre leggi analoghe quali siano state le scelte fatte.
La Regione Lombardia, ad esempio (stiamo parlando del limite di reddito, elemento sul quale è imperniato questo emendamento ma che sarebbe demandato a Regolamento), nell'ultima legge emanata, sostanzialmente reiterata per l'anno scolastico 2002-2003, ha fissato un tetto di reddito più basso rispetto a quello dal quale era partito e si è attestata a 46.597 euro.
La Regione Emilia Romagna ha applicato l'ISE e parte da un limite di reddito di 10.632 euro come reddito adeguato, per arrivare ad un massimo di 21.265 euro. Rapportato alle vecchie lire, vuol dire che i due numeri di riferimento assunti in termini assoluti, sono 60 milioni di reddito come reddito massimo ammissibile, ma con priorità fino a redditi di 30 milioni lire. È un reddito che rientra pienamente nei limiti fissati dai decreti ministeriali per quanto concerne l'accesso alla gratuità dei libri di testo e per quanto fissato dalla legge n. 62/2000 per quanto riguarda le borse di studio.
Altre Regioni come la Toscana si sono attestate su 25.822 euro, mentre per il rimborso dei libri di testo si è andati sui 15.493 euro compatibilmente con quanto disposto dal testo ministeriale. Questa sequela di numeri - adesso non è presente l'Assessore Leo - indica l'estrema confusione che regna nelle varie legislazioni regionali in relazione all'accesso ad un beneficio. È una norma che andrebbe concertata. È una norma che è figlia di questa sorta di federalismo artigianale, diciamo così, molto locale, che non tiene assolutamente conto di quelli che sono sostanzialmente i redditi medi, che pure il Ministero assume come dato di riferimento per trasferire le relative risorse.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
E' bastato nominarlo, che è arrivato subito l'Assessore Racchelli noto come il "viceré" del Verbano"! Ma veniamo al nostro dell'emendamento.
Abbiamo presentato questo emendamento ricordando quelle che negli anni Settante e nei primi anni Ottanta erano le gite scolastiche, chiamate semplicemente "gite"; e alcuni di noi magari le avranno anche fatte.
I viaggi di studio sono un'altra cosa. Su questo si potrebbe aprire un inciso: vista la situazione economica dal Paese, il Presidente del Consiglio potrebbe dire che qualcuno, limitando la circolazione turistica all'interno dell'Italia, in qualche modo incide negativamente sull'economia del Paese. Se si dice che la crisi è colpa degli italiani che scioperano, non spendono e consumano poco, si potrebbe anche dire che questo è un contributo per far andare male il Paese. Gli studenti che vanno in giro per il Paese spendendo delle risorse, contribuiscono al benessere del Paese aumentando i consumi. Se negli anni '70 e '80 si chiamavano gite questi sono veri e propri viaggi formativi che permettono agli studenti di conoscere realtà legate alla cultura, all'arte, alla storia, ciò che serve alla formazione dei ragazzi. Pensare di non investire delle risorse su un settore come questo, non voglio dire che sia un emendamento importante come quello sui trasporti o come quello sulle mense, ma è uno degli emendamenti significativi che fa la differenza su quello che si intende veramente per investimento sull'istruzione nel senso più ampio.
Chissà come mai quando si discute di come reperire risorse l'Assessore viene in mezzo ai banchi dell'opposizione! Vista l'importanza dei viaggi formativi, se si sono inseriti due milioni di euro sui trasporti utilizzati dai ragazzi che frequentano le superiori, Assessore Picchetto, che cosa potremmo proporre, qual è la disponibilità della Giunta sui viaggi formativi degli studenti? Prima della fine della seduta, visto che l'hanno fatta venire in aula distraendola dai suoi impegni che erano senz'altro importanti, vorrei che l'Assessore ci dicesse quante risorse, questa maggioranza, pensa di mettere sui viaggi formativi dopo i due milioni?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Parlando con il Consigliere Gallarini ci chiedevamo se in futuro qualche studente leggerà gli atti di questo lungo e tribolato dibattito. Ho risposto che, come alcuni professori di storia economica fanno studiare ai loro studenti le spese di Casa Savoia dal 1695 al 1696 (studi micidiali) ci sarà anche qualche docente che imporrà ad un suo allievo di fare una tesina.
Dal dibattito degli emendamenti emergono molti stimoli, molto idee molte sottolineature che possono essere utilizzate intanto per la prossima discussione sulla modifica della legge sul diritto allo studio o poi anche altri aspetti. Il sottoscritto, per esempio, ha sottolineato spesso il fatto che si sia emarginato il ruolo e l'importanza dell'orientamento scolastico e professionale, un tema che potremmo recuperare. Se ci fosse il Presidente Cota direbbe "veniamo al tema" perché il Presidente teme sempre che qualcuno possa sfuggire al merito dell'emendamento, e io non voglio sfuggire. Ci troviamo dinnanzi all'indicazione di una spesa di vita scolastica che fino a venti, venticinque anni fa non faceva parte della struttura fisiologica della vita di uno studente, mi riferisco alle spese per viaggi. Quando sono rientrato dall'Argentina, i "viaggi" a cui ho partecipato erano al Teatro Romano, vicino al campanile del Duomo e quando ci spingevamo più in là, andavamo a Cavoretto o da qualche altra parte, nei dintorni. Erano le gite scolastiche di fine anni '50, non si pensava certamente di andare a Venezia, a Parigi, a Londra o al Cairo, al massimo si faceva visita al Museo Egizio o in Piazza San Carlo per un gelato. Qui invece, con l'emendamento, si mette in evidenza una componente fondamentale sulla quale le famiglie a reddito basso, si trovano in una situazione oggettivamente di svantaggio. Ci sono "enne" altre situazioni di svantaggio che non sono solo recuperate dalle voci del diritto allo studio e che dovrebbero obbligarci ad avere un'attenzione maggiore per ridurre le differenze che ci sono tra i ragazzi che vivono in ambienti non ricchi di stimoli nel rapporto con nuove tecnologie e ragazzi che vivono in ambienti ricchissimi di innovazioni tecnologiche, di stimoli relazionali: ed è lì che noi dobbiamo intervenire, per evitare che si determini una frattura una disuguaglianza, una riduzione del principio delle pari opportunità. E' inutile esaltare questo principio quando non individuiamo i punti dove si determinano gli elementi di disuguaglianza. Nell'emendamento proposto dai Consiglieri, opportunamente, sembrerebbe una questione minore, ma così non lo è se lo si inquadra in un processo più generale, noi vediamo l'importanza di questo stimolo. Forse non serve per il provvedimento di oggi perché stiamo viaggiando con contrapposizioni nette, ma certamente pu essere uno stimolo, soprattutto per affrontare in modo più solido e più ricco di argomentazioni, le modifiche alla legge sul diritto allo studio l'adeguamento di quella legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

E' una discussione nella quale si è deciso, in partenza, di non starci neppure ad ascoltare, si può interpretare un emendamento, come quello che abbiamo presentato, come una cosa addirittura stravagante. Sentivo il Consigliere Tapparo dire: chiediamo un finanziamento per viaggi, un finanziamento di spese che, alla fine, sono quasi superflue. Questo vale, a mio parere, se si fa una discussione con la testa rivolta al passato o forse troppo condizionata da esperienze biografiche come quelle che qualcuno di noi ha compiuto.
Vorrei sottolineare che c'é qualcosa di paradossale nel non vedere, da parte di una maggioranza, di un soggetto politico come quello che si esprime in questa assemblea, in questi giorni, che dichiara di voler affrontare e sostenere quella che viene definite una libera scelta educativa, non vedere, dicevo, che su questo piano si stanno producendo alcuni fenomeni che, forse (uso il termine "forse" perché siamo ancora in una fase di una riforma annunciata, nella quale gli sviluppi concreti dovremmo vederli in seguito) costituiranno alcuni degli elementi più innovativi nei prossimi anni. Qualcuno di voi avrà letto, forse non tutti perché nessuno di noi è tenuto ad essere specialista in questa materia. Uno degli aspetti più preoccupanti e, da un certo punto di vista, anche più interessanti per il carattere innovativo della riforma Moratti, è affidare all'autogoverno del singolo studente o della propria famiglia, una parte del percorso educativo che avviene dentro la scuola pubblica. Come sicuramente sapete, è una riforma che prevede una riduzione dell'orario frontale dell'insegnamento obbligatorio e che una parte di esso sia sperimentato attraverso percorsi che le famiglie, o i soggetti interessati tracciano per sé.
Ma perché dico questo? Se guardate la questione delle iniziative integrative in quest'ottica, noterete che si affronta un tema importante (ritornando al punto critico del vostro discorso) perché si verifica un problema di esercizio della libera scelta, cioè un tentativo di personalizzazione del percorso formativo, fuori da un rigido metro standardizzato e da moduli uguali per tutti, con uno spazio, non solo per l'autonomia dell'istituto, ma addirittura per l'autonomia del singolo allievo.
Il fatto che le famiglie e i ragazzi siano messi nelle stesse condizioni per affrontare questa prova, è un fattore determinante per dirci che tipo di scuola avremo. In più, il fatto che i ragazzi possano valutare che questa sia una scelta che fa parte della scelta formativa, del curriculum formativo, del percorso didattico e di autoformazione, è un aspetto di un certo rilievo.
Per questo motivo vi chiediamo di considerare questo punto, non guardando al passato (con la nostalgia della gita sul lago di Garda o su altri laghi) ma sapendo che si tratta di questioni riguardanti processi che determineranno, domani, la qualità della scuola italiana e dell'esperienza formativa di molti ragazzi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 591.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti 34 Consiglieri Votanti 33 Consiglieri Hanno votato sì 5 Consiglieri Hanno votato NO 28 Consiglieri Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 593 presentato dai Consiglieri Manica, Marcenaro Riba, Suino, Ronzani, Muliere e Placido: Il comma 3 dell'articolo 1 dell'emendamento è così modificato: dopo la parola "iscrizione" inserire le parole "alle spese relative al servizio di mensa".
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Veniamo ad un altro capitolo di punti importanti: la mensa (ovviamente parliamo della mensa delle scuole, che non è come la mensa che qualcuno di noi è abituato a frequentare).
Proseguendo nella serie di domande e curiosità rivolte all'Assessore Picchetto, chiediamo quante risorse pensate di assegnare sulla mensa.
Assessore Leo, è un dovere cristiano "dare da mangiare agli affamati".
Vorrà mica venirne meno? Già il provvedimento è iniquo, se non dà neanche da mangiare agli affamati, altro che il Paradiso, si mette in discussione il Purgatorio! Avendo, la chiesa cattolica, una concezione mercantile dei peccati, con diciotto milioni di euro "ha voglia a pagarsi il Paradiso", ne avanza ancora, Assessore Leo! Lei, Assessore Leo, il Paradiso se l'è comprato! Dopo queste battute - di cui chiedo scusa a tutti - ritorniamo all'illustrazione dell'emendamento.
Su un problema come la mensa, diventa difficile mettere di meno.
La principale voce di costo per le famiglie, in particolare per le scuole superiori, è, insieme al trasporto, il problema mensa o buono pasto (tra l'altro, sono voci assolutamente previste nel diritto allo studio e chi ha esperienza di insegnamento, in particolare nelle scuole elementari e medie, conosce l'importanza dell'argomento).
Visto che parliamo di buono scuola, si può tranquillamente parlare, per metterli sullo stesso piano della bilancia, di buono pasto, (qualcuno addirittura, pensava di istituire i ticket scolastici, come i ticket restaurant per le aziende).
Vi ripeto la domanda, Assessore Leo e Assessore Pichetto: qual è, per gli studenti piemontesi, il ticket restaurant che questa Regione e il suo Assessorato hanno intenzione, con le risorse (a questo punto non sappiamo quanto siano limitate e il che mi fa pensare siano illimitate) del governo regionale, pensano di utilizzare e investire? Concludendo. È possibile - e sommiamo le domande - non abbiamo ricevuto risposte sulle risorse da assegnare ai trasporti. Per quanto riguarda il problema della mensa quante e quali risorse pensate di disporre?



(Commenti fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Zero. Non la prendo per buona, anche perché fuori microfono, e non ha disponibilità di governo della borsa regionale, perché il Capogruppo non ha fiducia nell'Assessore. Mi conforta e resterò meno deluso in assenza di una risposta circa la domanda che ho posto: quante e quali risorse la Giunta pensa di assegnare su un problema così importante come quello della mensa? Semplificando: il ticket restaurant degli studenti piemontesi quale potrà essere nell'anno scolastico 2003 - 2004?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Mi pare evidente che non ci sarà risposta al quesito posto dal Consigliere Placido, quindi, la non risposta corrisponde, sostanzialmente al tipo di impegno che la Giunta intende adottare su questo terreno, cioè tendenzialmente, zero.
Credo che la Giunta abbia espresso la grande volontà di attuare questo provvedimento, che, come ci hanno detto in mille modi, non ha attinenza con il diritto allo studio, ha attinenza, invece, con il finanziamento alle famiglie che hanno scelto le scuole confessionali. Di questo si tratta e quelle famiglie avranno un aiuto, anche sostanzioso, che, ovviamente potranno utilizzare in vari modi, ivi compresa la mensa. Per tutti gli altri non c'è nulla, credo che per tutti gli altri questa Giunta faticherà già a rispondere positivamente all'intervento sui trasporti che abbiamo affrontato precedentemente. Non credo e non penso che si voglia andare oltre, a meno che non si trovi il modo di razionalizzare e tagliare le spese altrove e, attraverso un'operazione di questo genere, si possa dire che si fanno interventi sulla mensa, ma penso che non avverrà attraverso l'utilizzazione di nuovi fondi, bensì, semplicemente, attraverso una redistribuzione dei fondi esistenti. I fondi nuovi, come abbiamo visto sono tutti concentrati su questa legge e, pur non essendo fondi enormi erano fondi consistenti che potevano, in qualche modo, permettere un inizio di politica sul diritto allo studio.
Questa non è la priorità della Giunta; la Giunta sapeva bene che un provvedimento sul diritto allo studio poteva portarlo a casa, mentre un provvedimento con queste caratteristiche ha bloccato anche la capacità di elaborazione del Consiglio e degli Assessorati per tutto questo tempo.
Credo che il problema della mensa, che sicuramente è significativo e importante, non verrà affrontato e che si possa parlare a lungo del problema mensa, del come un intervento sulla mensa possa avvenire sia attraverso un intervento sul buono mensa, ma anche attraverso un intervento sull'organizzazione stessa delle mense, intervenendo, in qualche modo anche sui processi che selezionano i prodotti che arrivano alle mense mediante politiche promozionali sui prodotti biologici. Se si avesse intenzione di intervenire in merito a questo, molti aspetti potrebbero essere affrontati positivamente, ma sarebbe un puro e interessante esercizio di individuazione di una modalità organizzativa di un servizio mensa diverso dall'esistente, senza avere alcuna efficacia pratica, in quanto non c'è l'intenzione di ascoltare e di intervenire da questo punto di vista.
Comunque, credo che, invece, si faccia bene a sollevare il problema perché, come fatto precedentemente su altri punti della legge stessa in cui questi interventi erano già stati sollecitati, ci dimostra le caratteristiche totalmente discriminatorie di questa legge, che non vanno incontro alla necessità di sostenere il diritto allo studio di tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente e Assessore Leo, intervengo sulla questione delle mense, della quale mi sono occupato per tanti anni nel Comune di Torino per segnalare una situazione anomala: il Comune di Torino per dieci anni non ha aumentato i costi, ha aumentano i costi nella gestione della mensa però, non ha aumentato le tariffe, limitandosi ad un adeguamento automatico con gli indici ISTAT. Due anni fa, quando si è posto il problema che Assessore Leo, lei di questo è responsabile - era stata dilapidata quella voce della legge n. 49, il Comune di Torino non ha più retto e ha dovuto aumentare le rette.
Quindi, è una scelta politica coraggiosa nel momento in cui il servizio aveva raggiunto punti, per quanto concerne la sicurezza alimentare certamente di rilievo: l'introduzione del biologico, la valorizzazione del momento della mensa anche come momento di educazione alimentare, tenendo conto, e qui lo vorrei dire per inciso, che il tempo mensa è tempo scuola cosa che probabilmente non sarà più.
Ho paura, Assessore, non le nascondo queste paure, che si ritorni al vecchio patronato scolastico. Lei si ricorda cos'era il patronato scolastico? La riforma Moratti, non prevedendo più la mensa come tempo scuola, di fatto, delegherà alle scuole dell'autonomia la gestione di questa fascia importante e potrà succedere di tutto, i funzionari sanno già che si dovranno misurare anche con questo nuovo problema.
Ho paura che i Comuni stiano pensando a quelle soluzioni Global Service, le chiamo così per comodità. Pensi l'escursus che si è determinato proprio nelle scuole della città: prima la somministrazione dei pasti era erogata direttamente dal personale comunale, poi, stante l'entità dei costi, si è pensato bene di inserire nella fornitura dei pasti anche la loro somministrazione. In un anno successivo, non contenti di questo, ci si è accorti che i costi della manutenzione dei locali mensa erano e sono costi significativi, allora, il Comune di Torino ha previsto un capitolato d'appalto che prevede la fornitura dei pasti, la loro somministrazione, la manutenzione e l'arredo dei locali mensa.
Assessore Leo, sa qual è il motivo della preoccupazione (e qui entrerà in campo la Regione)? Il prossimo rinnovo dei contratti e dei capitolati d'appalto, di fronte alla portata della riforma Moratti, prevederà la fornitura dei pasti, la loro somministrazione, l'arredo e la manutenzione renderà piacevole gli ambienti in cui si consumano i pasti e in più ascolti ascolti - il servizio di babysitter e di assistenza anche ai pasti.
Come vedrete, il global service non è più cosa che riguarda solo la sanità. In nome del mercato e della libera concorrenza si pone sul mercato tutto quello che sino a due anni fa era impensabile potesse essere oggetto di concorrenza spietata fra le aziende di ristorazione nell'ambito di un'esclusiva che la scuola pubblica aveva, almeno per quanto concerne la valorizzazione del pasto come momento educativo.
Non le nascondo la mia preoccupazione. Con quei 35 miliardi assegnati alle scuole private, di fatto sottrarrà un'altra importante risorsa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Assessore Leo, come i colleghi hanno precedentemente evidenziato anche questo emendamento sottolinea la necessità di rapportare il provvedimento che voi proponete, per il quale vi battete con questa determinazione che riconosco, e la riforma scolastica. Il fatto che venga meno il tempo utilizzato nella consumazione del pasto nella scuola, apre uno scenario nuovo e diverso rispetto a quello che noi viviamo.
Soprattutto nella prima parte della discussione di questo provvedimento, l'ho invitata a mantenere una visione di sistema, non considerando, cioè, la questione del buono scuola come un corpo separato da ciò che sta avvenendo, a livello nazionale, nella trasformazione della scuola che il Governo Berlusconi sta conducendo. Anche questo, che potrebbe apparire un elemento accessorio, ci permette di avere una visione d'insieme: quando terminerà questa discussione, condizionata dai tempi e dal fatto che non bisogna, da parte della maggioranza, sprecare minuti forse l'Assessore Leo sarà più libero e potrà dirci cosa ne pensa di questi aspetti. Per esempio, la componente mensa come si colloca nella trasformazione della scuola secondo la visione della riforma Moratti, con le 18 ore di insegnamento e con la non considerazione dell'ora per consumare il pasto come orario scolastico? Operiamo con una contrapposizione ormai definita, netta, accertata, che va a concludersi mantenendo in piedi queste nostre distinzioni e arricchendo quelle che saranno le elaborazioni future.
Assessore, quando la trasformazione della scuola indotta dal livello nazionale arriverà su di noi come una valanga, sappia che esistono questi punti che lei ha annotato sul suo quaderno, che soprattutto i colleghi che li hanno seguiti con attenzione ed esperienza diretta, magari a livello comunale hanno più volte illustrato. È un aspetto da non trascurare.
Anche questo emendamento, come dicevo, rappresenta una componente di un processo più generale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 593.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti 33 Consiglieri Votanti 31 Consiglieri Hanno votato sì 4 Consiglieri Hanno votato no 27 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 596 presentato dai Consiglieri Manica, Marcenaro Riba, Suino, Ronzani, Riggio, Muliere, Placido (e connesso emendamento rubricato n. 595): Il comma 3 dell'articolo 1 dell'emendamento è così modificato: Dopo la parola "iscrizione" inserire le parole "all'acquisto dei libri di testo".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Considerato che questo è l'ultimo emendamento, prova ad argomentarlo vista l'ora tarda. Abbiamo atteso con grande ansia che arrivasse l'Assessore Pichetto, è già scomparso senza dire nulla e siamo rimasti veramente senza parole. Addirittura è arrivato anche il Presidente Ghigo nonché l'Assessore Racchelli.
Nel poco tempo che mi rimane a disposizione, rilevo che nel merito dei libri di testo, come spesso mi viene ricordato, vi sono già degli interventi che vanno in favore delle fasce più disagiate, a parte la scuola dell'obbligo. Ma non si può pensare che i provvedimenti esistenti siano esaustivi di un problema come quello dei libri. Ci sarà pure qualcuno che ha figli che frequentano le scuole superiori! Provando ad argomentare le motivazioni che ci hanno portato a presentare questo emendamento, non voglio ripetere quanti milioni di euro sono ormai profondamente deluso, ma faccio fatica a credere che possiate indicare delle risorse, avendo già grandi perplessità su come troverete il lungo elenco di risorse sugli altri argomenti. Abbiamo snocciolato una serie di punti sui quali dovrete trovare risorse, aspettiamo la risposta puntuale che, prima o poi, dovrà arrivare: ci sarà l'assestamento di bilancio, ci sarà il bilancio 2004 e lì, se sono intenzioni vere, al di là degli ordini del giorno, lo potremo verificare.
Se qualcuno ha figli che frequentano la scuola superiore, sa cosa vuol dire affrontare la spesa dei libri di testo, un problema che non viene assolutamente risolto con i provvedimenti che vanno nella direzione delle fasce più deboli della popolazione scolastica e delle relative famiglie.
Questo il motivo del nostro emendamento.
Sono veramente curioso di avere e lo chiederò agli Uffici che sono molto disponibili (le molte sollecitazioni della maggioranza mi hanno portato ad allargare l'orizzonte) la stessa simulazione, come per i trasporti, per un provvedimento sui libri di testo. Dalle informazioni che gli Uffici ci dovessero fornire, si percepirebbe il peso e l'importanza di un sostegno, di un investimento sul problema specifico dei libri di testo.
Ragion per cui abbiamo presentato questo emendamento e invitiamo l'aula ad accoglierlo e a votarlo positivamente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 596.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti 35 Consiglieri Votanti 32 Consiglieri Hanno votato sì 4 Consiglieri Hanno votato no 28 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 561 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Riggio, Ronzani (e connessi emendamenti rubricati nn. 562, 563, 564, 565 e 566): All'art. 1 dell'emendamento è inserito il seguente comma 3/2: "Hanno diritto a richiedere il contributo di cui al punto precedente le famiglie il cui reddito pro-capite non superi i 10.000 euro"



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Lo abbiamo detto nel precedente emendamento: abbiamo 10 mila euro ISEE, l'indicatore sulla situazione economica di una famiglia che corrisponde ai 30 milioni di vecchie lire, cioè il riferimento delle borse di studio della legge n. 62, che, lo abbiamo fatto notare, è stato anche riferimento preso dalla maggioranza dal governo per le risorse da destinare al trasporto. Le cifre si potranno valutare solo quando il provvedimento sarà votato, quando ci sarà il regolamento al provvedimento allegato in cui si avranno chiari i contorni del provvedimento. In quel caso si capirà qual è la fascia di reddito che il governo della regione vorrà indicare sul buono scuola.
Perché questo emendamento? E' evidente che se la fascia di reddito sarà di 60 mila euro, come si presume da indiscrezioni da fonti attendibili, si ha una concezione di un certo tipo. La fascia di reddito dovrà essere equivalente a quella delle borse di studio della legge n. 62, a quella che la stessa maggioranza ha indicato sul provvedimento aggiuntivo di 2 milioni di euro sui trasporti delle scuola medie superiori che in questo caso si rivolgono sia agli studente delle scuole superiori statali sia agli studenti delle scuole medie paritarie: il nostro emendamento va in questa direzione. Noi invitiamo ad essere coerenti e ad utilizzare gli stessi parametri.
Parliamo di 25 mila euro, poniamo come limite 25 mila euro: è possibile attestarsi su 25 mila euro? Sognare diventa difficile, perché su un provvedimento come questo più che un sogno è un incubo. L'Assessore ci faccia capire quali sono le motivazioni che possono portare a dover dare un contributo ad una famiglia che ha un reddito di 120 mila euro. Sto parlando, o perlomeno ci provo, di un problema che noi riteniamo, ma non solo noi, importante per decine di migliaia di famiglie piemontesi.
Bisognerebbe prestare maggiore attenzione a un problema come questo, al di là della votazione, noi voteremo a favore, continuiamo ad essere illusi anzi siamo convinti che molti Consiglieri della maggioranza condividano quanto diciamo, ma nelle costrizioni di una scelta, presa in altri tempi voteranno un provvedimento che non condividono e che fanno fatica a spiegare ai propri elettori.
Questi è un problema. È facile votare qui in aula; è più difficile spiegare agli elettori un tema come il buono scuola.
Ormai non manca tanto al momento in cui si stilerà l'elenco degli incidenti che questa legislatura ha visto - e credo vedrà ancora prima della fine - e dei provvedimenti attuati e non attuati.
Avrete, tra le cose fatte, anche questo ignominioso buono scuola che si pone l'obiettivo di assegnare soldi a chi li ha già.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Credo che vi rendiate conto tutti che, nonostante l'ora tarda, questo è uno di quei punti su quali si dà un segnale ai cittadini, che vedono questa legge, di cosa si voglia fare, quale sia il segno e a chi si rivolge.
In un dibattito politico, sia i Partiti sia i Gruppi non possono nascondersi dietro al fatto che il provvedimento assegna una delega alla Giunta regionale (che a questo punto ci sarà, dovendo prendere le proprie decisioni), hanno il dovere di spiegare a chi si rivolge il provvedimento e a quali fasce sociali è indirizzato. Non serve neppure tradurlo in un articolo; non potete sottrarvi ad una discussione nella quale chiarire pubblicamente i vostri intendimenti. Sul punto mi sembrerebbe una cosa difficile perché - ripeto - è una delle questioni che spiegherebbe che tipo di provvedimento si tratta.
Personalmente ritengo - e il vostro silenzio sul punto lo conferma che qui si misuri uno dei punti essenziali del carattere ipocrita della vostra proposta: per molto tempo avete sostenuto che si tratta di un provvedimento rivolto a permettere, alle famiglie più povere, l'accesso ad un tipo di scuola dalla quale, altrimenti, sarebbero esclusi sulla base dei loro redditi.
A questo punto sarebbe il momento di dire: "Le nostre risorse sono concentrate lì, su queste fasce, sulle fasce più basse" e dare un segnale in questa direzione. Invece lasciate che circoli un'ipotesi (come quella che tranquillamente gira e che il vostro silenzio conferma) di un provvedimento che si rivolge a famiglie con redditi intorno ai 120 milioni cioè a non famiglie del Piemonte (regione che conosciamo e che governiamo) con difficili condizioni.
Questo è un punto, per quanto ci riguarda, molto importante.
Mi rivolgo a tutti i Consiglieri, in particolare ai Consiglieri di quei Gruppi che all'inizio presentarono, caro Consigliere Mellano, una proposta di legge particolarmente dura sul punto.
Mi ricordo bene la proposta di legge del Gruppo dei Radicali: si presentava come una proposta di legge più liberista e più liberale di quella della Giunta regionale, ma anche più tassativa nei termini che illustrava. Dov'è finito questo rigore? Dov'è finita questa proposta e perché - lo chiedo a tutti i sostenitori della Giunta, sia della maggioranza elettorale sia della maggioranza politica che si sta formando in questo Consiglio sulla legge e che è più ampia di quella elettorale perché non dite a che redditi pensate, che vincoli intendete dare alla Giunta, rispetto alla delega che con questo provvedimento intendete conferirle? Questo é un punto sul quale, per quanto ci riguarda, è difficile capire il segno di un silenzio.
La nostra proposta è di prendere un fascia di reddito pro capite che stia fra i 10 e i 15 mila euro. Una fascia del genere non riguarda le fasce più povere, ma raggruppa i redditi normali di due lavoratori dipendenti.
Una famiglia con due lavoratori dipendenti (impiegati, operai, piccoli impiegati o che svolgano, nel lavoro autonomi, lavori analoghi) hanno una fascia di reddito intorno ai 25-30 mila euro.
Vi proponiamo di indicare questa come fascia di riferimento. Quando ci si muove su fasce di reddito che sono il doppio di questa, ci si muove su un'altra dimensione, si parla ad un'altra fascia sociale e si giustifica quello che lei sa benissimo, Assessore Leo: il vostro obiettivo è tenere lontani i poveri da questa scuola privata,perché, andandoci, porterebbero dentro quei problemi che tanta paura fanno alle persone come lei.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Dato che stiamo parlando di redditi, vorrei illustrarvi i risultati della ricerca effettuata su tutte le Regioni che hanno approvato la legge sui buoni scuola.
Il Friuli Venezia Giulia ha diviso la legge in due tronconi: uno che riguarda i trasporti e i libri di testo, fissando il reddito di 26 mila euro, con un aumento di 2500 euro per ogni figlio in più; l'altro, concerne l'iscrizione e la frequenza alle scuole non statali, fissando un reddito di 52.530 euro, con aumento di 2520 euro per ogni componente a reddito zero.
La Sicilia ha fissato il tetto di reddito in 25. 822 euro; la Puglia 15 mila 493 euro; il Veneto passa da 12. 405 euro minimo a 17.721 euro (per questo reddito è calcolato sull'ISEE); il Lazio 25.822 euro; la Lombardia 46.597 euro; la Liguria 40 mila euro, con un aumento di 10 mila euro per ogni figlio in più e 20 mila se disabile; la Toscana 25. 822 euro; l'Emilia Romagna 10.632 fino 21.265 (ma questi sono redditi con l'indicazione della situazione economica, quindi con il cosiddetto "redditometro").
Ciò che è più interessante, Assessore, per capire l'impatto che avrà questa sua legge, è il fatto che l'assegno più alto che è stato erogato ammonta a 1.500 euro. Se i conti non sono un'opinione, con la disponibilità di 30 miliardi, saranno beneficiarie, se si darà un assegno unico di 3 milioni, 10 mila famiglie, se si deciderà di dare un poco a tutti, si potrà arrivare a 16-18 mila famiglie, con assegni variabili da 1.500 euro a 500 mila, perché ci sarà pure uno scalare.
Assessore Leo, con queste cifre qui, con queste regalie, veramente, ci volete far credere che avrete risolto i problemi delle scuole private? Questa è la domanda, avete dato una buona mancia ad un elettorato di riferimento, una elargizione, per qualcuno di loro l'argent de poche questa è la differenza. Non avete risolto il problema delle famiglie meno abbienti che dovrebbero avere il diritto, in nome della libera scelta educativa, di frequentare una scuola privata; questo è il problema, abbia il coraggio di ammetterlo, Assessore. Questa maggioranza abbia il coraggio civile di dire che, se i soldi sono questi, più di tanto non si può fare si può dare una regalia, una mancia, sottraendo 35 miliardi al diritto allo studio, è poca cosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, come hanno già detto i colleghi Marcenaro e Contu questo è un punto decisivo, perché determina l'impostazione e svela la vera funzione di questo disegno di legge, che è dare un contributo alle famiglie che non hanno bisogno di essere aiutate. Se non si chiarisce il punto della fascia di reddito a cui applicare la proposta che viene avanzata, è evidente dove si vuole arrivare. I dati che poc'anzi spiegava il Consigliere Contu sono emblematici, perché, se daremo questo sostegno alle famiglie, come è sempre stato detto, come è stato dichiarato più volte dall'Assessore e dal Consigliere Cattaneo, che è tra i Consiglieri intervenuti maggiormente a favore di questo disegno di legge, sostenendo che vogliamo aiutare le famiglie, questo è un contributo a sostegno delle famiglie, il punto è che decidiamo di sostenere le famiglie che non hanno bisogno di essere sostenute.
Se l'Assessore Leo non è convinto delle parole che stiamo pronunciando in Aula, dica qual è la fascia di reddito a cui vogliamo applicare questo contributo, se la fascia di reddito è elevata, di fatto, lo sappiamo già, è un tanto in più che arriva alle famiglie.
Assessore Leo, è sempre questo il punto, se il suo obiettivo è quello di aumentare le iscrizioni alle scuole private, non è questa la strada. Per aumentare le iscrizioni alle scuole private si deve abbassare la fascia di reddito, altrimenti non potrà avvenire. Assessore, questo lo dovete spiegare al Piemonte e anche a chi gestisce le scuole private, perch quando le scuole private scopriranno la natura di questa proposta e capiranno che non ne trarranno alcun giovamento, in quanto, oggi, le scuole private necessitano dell'aumento delle iscrizioni e, alla fine, scopriranno che l'applicazione del contributo è diretto solo a quelle famiglie che hanno già un certo reddito annuale, forse, anche a loro verrà qualche dubbio.
Assessore e colleghi della maggioranza, questo è un punto importante e determinante, che davvero svela il vero volto di questo disegno di legge e il vero obiettivo che avete.
Anche dal punto di vista del consenso delle famiglie piemontesi, non credo che questo disegno di legge possa produrre chissà che cosa, non so cosa può spostare dal punto di vista del consenso nei confronti di questa proposta, se, poi, nel merito, questa è la questione.
Nel momento in cui c'è un emendamento presentato dal nostro Gruppo sulla questione della fascia di reddito, credo che dovremmo sciogliere questo nodo. Lasciare aperta la questione, delegare al Regolamento, sapendo che, se non viene chiarito in Aula, l'obiettivo è quello di destinare questi contributi ad una fascia di reddito molto elevata, credo che insomma, l'obiettivo che avete è del tutto sbagliato e, come abbiamo detto più volte, non raggiunge nemmeno l'obiettivo che, forse, avevate in mente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 561.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti 33 Consiglieri Votanti 32 Consiglieri Hanno votato sì 4 Consiglieri Hanno votato no 28 Consiglieri Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 567 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Riggio e Ronzani: All'art. 1 dell'emendamento è inserito il seguente comma 3/2: "Hanno diritto a richiedere il contributo di cui al punto precedente le famiglie il cui reddito procapite non superi i 16.000 euro".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore Leo, le altre Regioni hanno distribuito cifre variabili e siccome so che la sua maggioranza è molto attenta al ritorno, in termini economici cosa vorrà dire? Gli studenti delle scuole private sono 27.000. Come fascia di reddito non potrà scendere sugli 80 o 100 milioni se ci farà una concessione. Si apre una questione sulla potestà regolamentare della Giunta perché qui non è fissato questo aspetto.
Sono curioso di vedere la reazione di quelle famiglie che, come provenienza sociale, sappiamo o figli di commercianti, o figli di avvocati o figli di liberi professionisti o, ed è anche una parte consistente figli di famiglie con entrambi i genitori lavoratori dipendenti.
Qualche volantino andrò a distribuirlo davanti alle scuole private perché sarò curioso di vedere le reazioni delle famiglie quando un commerciante, un avvocato o un libero professionista si vedrà arrivare un assegno di tre milioni di lire (do per scontato che potrà essere il minimo) e una famiglia con un reddito entrambi da lavoratori dipendenti sui 60 o 70 milioni col sistema scalare - perché userete anche questo sistema - si vedrà recapitare un assegno da 500.000 lire. Se la gestisca! Dovrete fare un'altra scelta coraggiosa che non avrete il coraggio di fare: si applichi l'Indicatore della Situazione Economica. Se si vuole stabilire un principio di equità, si stabilisca un criterio che consenta di inserire, all'interno dei questa platea di beneficiari, degli elementi certi. Si applichi l'ISE. Non sarebbe una cosa scientifica al cento per cento, ma rappresenterebbe un correttivo che eviterebbe tante iniquità.
Sarebbe interessante, perché qualora facesse questa operazione, darei per scontato il risultato: la platea dei beneficiari appartiene alla categoria dei redditi medio-alti. Risulterebbe vanificato il principio posto alla base di questo disegno di legge, quello di favorire le famiglie meno abbienti nell'esercizio della libera scelta educativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Prendo semplicemente atto che su questo punto il Consiglio regionale non ha avuto, né dai partiti di maggioranza, né dalla Giunta un'indicazione che le consentisse una valutazione. Questo, a mio parere è un punto che, nel momento in cui si vara un provvedimento basato su una delega regolamentare su questioni di grande importanza, suscita preoccupazioni sia di contenuto che di metodo.
Volevo che restasse a verbale, perché ritengo che sia un aspetto grave nel rapporto tra la Giunta da un lato, la maggioranza dall'altro e tutti i Gruppi di questa maggioranza che si erano in passato impegnati su una certa linea, che non dicono nulla e non prendono nessun impegno su un punto così delicato. L'aula, a mio giudizio, non è in grado di valutare le vostre intenzioni. Il vostro discorso si riduce semplicemente a questo: abbiamo la maggioranza e facciamo quello che ci pare. Fate pure, ma almeno questo possiamo sottolinearlo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 567.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti 32 Consiglieri Votanti 31 Consiglieri Hanno votato sì 4 Consiglieri Hanno votato NO 27 Consiglieri Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 568 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Riggio e Ronzani: All'art. 1 dell'emendamento è inserito il seguente comma 3/3: "La Giunta determina la misura del contributo spettante alle famiglie in termini inversamente proporzionali ai corrispondenti livelli di reddito".
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Abbiamo discusso prima di una questione che riguardava le fasce di reddito e, come ho ripetuto poco fa, non abbiamo avuto il piacere di ricevere alcuna risposta.
Con questo emendamento proponiamo un altro criterio per misurare il vostro grado di apertura verso gli strati sociali più bassi e la vostra filantropia sociale che, in modo così demagogico e retorico, abbiamo sentito declamare nel corso di questo esame.
Siccome a nostro parere dovrebbe esistere un principio di graduazione dei contributi che sono previsti da questa legge sulla base dei redditi disponibili per le famiglie, vi proponiamo di adottare un criterio generale che non fissi ovviamente delle quantità, ma indichi alla Giunta che dovrà assumere una delega un criterio. Quando si chiede di stabilire un criterio di rapporti inversamente proporzionali al reddito familiare e all'entità del contributo percepito, si intende indicare un criterio; poi le fasce sono un'altra questione, ma si richiede un criterio che stabilisca un rapporto di proporzionalità inversa, ovvero un meccanismo perequativo intrinseco ai criteri che si scelgono, per i quali si stabilisce appunto che chi ha meno possa avere qualcosa di più, e chi ha più possa avere qualcosa di meno. È uno dei punti che misurano un'impostazione e che portano ad uno dei tanti tasselli che consentono una verifica delle vostre reali intenzioni e del target al quale questo provvedimento è effettivamente rivolto.
Anche su questo, quindi, aspettiamo delle risposte. Se ritenete sbagliata la nostra opinione, ne attendiamo delle altre, in attesa di confrontarci o di commentare, alla fine di questa discussione, il vostro ennesimo silenzio significa negare ad un'aula legislativa la possibilità di una valutazione su un altro punto importante del provvedimento. Per questo vi sollecitiamo una discussione. Non so come voi facciate, dopo un confronto che c'é stato nel corso di queste settimane, di questi mesi soprattutto adesso che il confronto entra più nel merito, non so come voi facciate, dicevo, a non sentire il dovere di dire all'opinione pubblica che: trasporti non se ne parla, libri di testo non se ne parla; sulle fasce di redditi vi rifiutate di fissare dei limiti riservandovi di decidere come fare e per i criteri e i rapporti da utilizzare nell'erogazione del contributo, vi sottraete ad un confronto.
A nostro parere questo, insieme a tante altre cose di cui abbiamo discusso, darà nei prossimi giorni ulteriori elementi di valutazione ad una opinione pubblica che ha il diritto di sapere. Il fatto che questa situazione si trascini in questo modo, a nostro avviso, non può significare che la discussione si immerga, questa discussione sarà, nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, e anche se non lo sarà immediatamente per il periodo estivo lo sarà alla ripresa, una discussione viva.
E' bene che di questa discussione e dei suoi passaggi, tutti i fatti, i "si" , i "no", le proposte, le posizioni e le responsabilità assunte siano ricordate e che possa essere dato a tutti un resoconto dettagliato del modo in cui, a nostro parere, voi vi siete sottratti ad un confronto ad una responsabilità, avete sostenuto una linea e un'intenzione per poi operare concretamente in modo contrario alle vostre stesse dichiarazioni come a noi pare che i fatti stiano dimostrando ogni minuto di più.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Assessore Leo, mi sono interrogata mentre parlava il Consigliere Marcenaro se fare questo intervento a quest'ora della sera. Le consegno una riflessione di tarda notte. Lei si rende conto, Assessore, che si sta assumendo una grande responsabilità con questo provvedimento che con tanta tenacia ha voluto? Una duplice responsabilità: la prima, nei confronti della comunità piemontese, facendo un provvedimento che si rivolge ad una percentuale così piccola, tagliando fuori una percentuale così grande.
Questo è già un bel problema dal punto di vista della dottrina sociale che l'Assessore dovrebbe sostenere, anche se da un punto di vista cattolico.
L'altra responsabilità, estremamente consistente che l'Assessore si sta assumendo, è quella nei confronti dell'intera maggioranza a cui lei rischia di far fare un bagno notevole, dal punto di vista di questo provvedimento perché è un provvedimento impopolare, assolutamente impopolare: penso che larghi strati della maggioranza se ne rendano conto. E' un provvedimento ingiusto ed è un provvedimento assolutamente peggiorativo rispetto al primo testo non convincente che l'Assessore aveva presentato all'aula.
L'Assessore si è reso conto di questo? Guardi che quando alla fine di questa maratona in cui l'adrenalina che sostiene i Consiglieri, sempre in numero inferiore a quest'ora della notte, cederà e riprenderà campo la riflessione, a lei chiederanno conto di molte cose. Dal punto di vista elettorale noi ci incaricheremo affinché gli elettori piemontesi le chiedano conto del massimo, ma questo provvedimento, che porterà il suo nome, è inevitabile, sarà il provvedimento su cui larghi settori della maggioranza le chiederanno conto al momento in cui lei avrà fatto congelare un certo numero di risorse (che al momento neanche ci sono), su un provvedimento ingiusto.
La maggioranza se ne sta rendendo conto sempre più. Si diceva la prova muscolare, l'adrenalina, il braccio di ferro, un po' di ideologia che potrebbe essere utilizzata per cause più degne, in questo momento è ancora occulte. Come siamo entrati nel merito di una serie di cose che riguardavano il paniere, la franchigia, le fasce di reddito, voi avete una strada sola rispetto al testo che l'Assessore ha confezionato o ha aiutato a confezionare o a voluto che si confezionasse, quello di non rispondere.
Se voi entraste nel merito di uno solo di quegli aspetti e voleste interloquire e discutere, è talmente conclamata l'ingiustizia e l'inefficienza di queste proposte che l'ipotesi su cui state lavorando non reggerebbe cinque minuti. Non reggerebbe sul piano amministrativo lasciando stare le ipotesi diverse che noi abbiamo.
La domanda a quest'ora della notte e prima del dibattito della prossima settimana è consegnata a lei perché porta la responsabilità di trascinare l'intera maggioranza. Non so il Presidente Ghigo se si sia reso conto, se sia complice o circonvenuto da questo provvedimento (è una domanda che ci facciamo); ma guardi, Assessore, che sulla questione e sulla problematica cioè di un testo che non sta in piedi, che è conclamatamente ingiusto ed inefficace, che non ha copertura finanziaria e che ha queste caratteristiche, voi siete obbligati a non rispondere in quest'aula, a non entrare nel merito. Se entrate nel merito, anche di una piccola parte bisogna cambiare quel testo. Non dico ritornare alla proposta iniziale che era meno peggio di questa, ma entrare nel merito di una ipotesi che non sia questa legge delega in cui, in un primo momento, dite di volervi attenere alla legge n. 62 e poi usate tutti i commi successivi per cambiare i termini della legge n. 62 e fare un'altra cosa. Voi non potete rispondere! Guardi, Assessore Leo, che l'hanno lasciato da solo a dare delle risposte da un lato o a tacere; l'Assessore Picchetto e il Presidente Ghigo non osano neanche più sedersi lì, davanti alla farsa che è diventato questo testo. Non so se a questo punto non ce ne siamo resi conto, si può andare avanti così, si può fare finta di niente, ma un testo brutto come questo non è stato approvato in nessuna Regione del nord Italia amministrata dal centrodestra. A questo punto potreste monitorare: volete andare avanti e chiudere così? Per noi rappresenta un problema fino ad un certo punto, noi la nostra opposizione l'abbiamo fatta, la faremo e continueremo a farla, ma c'é una parte di proposta e di protesta che è fuori dall'aula, molto più consistente, che parla al 95% degli studenti e delle famiglie, che è una cosa di dimensione maggiore di quella che facciamo qui, in questa farsa.
Questo emendamento non lo votiamo questa sera perché l'ora è scaduta, il Presidente Toselli ha tentato di determinare un'accelerazione impressionante rispetto al nostro dibattito su questo emendamento che non ha portato frutti positivi.
L'ordine di riflessione che vi consegniamo è questo: la prossima settimana decidete di fare finta di niente e di esaminare gli ultimi 30 emendamenti a botta, così, oppure si rifletta sul fatto che, alla fine portate a casa un provvedimento insensato e dannoso, dal punto di vista elettorale, anche per voi Questa è una responsabilità che l'Assessore Leo porta in pieno e guardi che queste responsabilità politiche non sono cose positive.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

La strada c'era, potevamo andare a dormire un quarto d'ora fa, perch ci vuole obbligare, Presidente? Se ci vuole obbligare noi interveniamo cosa dobbiamo fare?



PRESIDENTE

Collega Muliere, lei ed io siamo andati in missione adesso e adesso mi colpa?



MULIERE Rocco

Non dovete prendervela con me o con chi interverrà; dovete prendervela con il Presidente perché dieci minuti fa gli abbiamo detto: "Sospenda la seduta"...



PRESIDENTE

Collega Muliere, parli sull'emendamento per favore.



MULIERE Rocco

La Consigliera Manica è stata chiara: non vorremmo leggere, fra sei mesi, che la Casa delle Libertà, dopo avere creato il pool tecnico per la sanità, crei il pool tecnico per la gestione della pubblica istruzione e della cultura. Non vorremmo arrivare a questo punto, Assessore, ecco perch la stiamo invitando a riflettere. Lei ha questa opportunità sulla questione delle fasce di reddito.
Sarebbe opportuno, anche per tentare di convincerci che stiamo sbagliando, intervenire in aula da parte sua, o da parte della sua maggioranza che sostiene il provvedimento, per spiegarci perché stiamo sbagliando sul punto. Su altre questioni possiamo anche avere opinioni differenti, ma su questo dovete convincerci che stiamo sbagliando: volete aiutare le famiglie che hanno un reddito basso a iscrivere i propri figli nelle scuole private.
Lei, Assessore, sostiene questo, però ci dica come intende farlo, in quale modo e quale sarà la fascia di reddito. È troppo facile dire: "poi vedremo con il Regolamento".
Sappiamo dove si vuole andare a finire e purtroppo i fatti non ci smentiranno.
Se invece l'intenzione è un'altra, Assessore, avrà l'opportunità in aula, come si è sempre fatto, di confrontarsi sul punto. L'Assessore Pichetto, quando gli presentavamo emendamenti sul bilancio alla legge finanziaria, ad ogni emendamento tentava di darci una spiegazione. Faccia uno sforzo anche lei. Se presentiamo emendamenti sul punto (come abbiamo fatto prima per le fasce di reddito) è per dare un criterio da adottare, un indirizzo che la Giunta regionale può seguire nel lavoro successivo.
Colga l'occasione, Assessore, per evitare che fra sei mesi ci sia un pool tecnico della Casa delle Libertà perché anche lei, Assessore, rischia di essere commissariato e non vorremmo vederla commissariata dalla Casa delle Libertà Ha capito Assessore?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Capisco l'imbarazzo dei colleghi, però mancando cinque minuti (e le faccio notare che sia il collega sia la sottoscritta stiamo recuperando il tempo in più utilizzato dalla collega Manica) ci è parsa un'esagerazione Presidente Toselli. Lei è sempre molto attento e corretto, ma in questo caso, mancando solo cinque minuti, poteva evitare di porre quest'altro emendamento in discussione.
Venendo all'emendamento e alla questione relativa all'Assessore, la Consigliera Manica le ha consegnato una serie di interrogativi che condividiamo tutti quanti. Parlando di pool tecnico, visto che sta diventando un metodo, effettivamente la preoccupazione ci può essere. Nel momento in cui i colleghi di maggioranza si ritrovano obbligati a un tour de force come questo (con il risultato e le conseguenze che esso comporterà) probabilmente questo imbarazzo ci sarà.
Come sosteneva oggi pomeriggio il collega Tapparo, ci siamo ripetutamente domandati perché da parte sua non si siano predisposti quegli atti che la normativa consente, a seguito del provvedimento Moratti, a seguito delle circolari applicative e a seguito di quanto lei stesso sostiene, avendo partecipato alla Conferenza Stato-Regioni come coordinatore e protagonista di tutta la questione relativa all'istruzione.
Come lei ci ha ripetutamente detto, Assessore, non abbiamo motivo di non crederle. Poiché sta portando in quella sede e a quel tavolo le osservazioni che ci sforziamo, con i nostri limiti, di far pervenire perché non affrontare il diritto allo studio nella sua compiutezza? Perch non affrontare un provvedimento serio, come le leggi vigenti di questo Stato richiedono? Perché andarci ad infilare in una cosa di questo tipo, il cui il risultato sarà un provvedimento iniquo, ingiusto, sbagliato, che non darà nient'altro che il pagamento - ripeto: il pagamento - di un impegno parziale e particolare che non aiuterà, se non tre (o forse quattro) soggetti? Perché tutto questo, Assessore? Auspichiamo che ci siano presto le condizioni per arrivare ad una buona legge sul diritto allo studio, con provvedimenti giusti che si ascrivono all'istruzione e ad un sistema magari con scelte di destra (che quindi hanno concezioni diverse da quelle della sinistra) ma che rispettino il sistema pubblico, la dignità e il diritto per tutte le persone facenti parti di questa società.
Ne siamo profondamente convinti, quindi confrontiamoci sul punto.
tutto il giorno che parliamo di trasporti, di mensa, ma siete sul rettilineo e fate bene, colleghi, perché siete nella fase finale e dovete portare a casa questo provvedimento. Non sono, però, in questi ultimi metri che potete permettervi di incespicare e perdere questa occasione.
Siete arrivati fuori dalla curva, è l'ultimo slancio e porterete questo provvedimento che ci consentirà di dimostrare ai piemontesi il concetto di iniquità che ha caratterizzato le vostre scelte.
Ci dispiace che questo concetto venga applicato proprio nel campo dell'istruzione (nel campo della salute ci siamo abituati e, infatti, avete istituito un pool tecnico e commissariato dai Segretari di Partito).
Nel suo caso ci dispiacerebbe rivedere la stessa cosa.
All'Assessore alla sanità va ascritto, perché dopo di lei è stato il più presente in questo Consiglio. Siamo stati attenti, abbiamo conteggiato le presenze dell'Assessore, anche perché comprendiamo - e la ringraziamo della presenza, dell'amicizia e della solidarietà in questa aula - che ci sono altri che fanno l'Assessore al posto suo e quindi può stare qui insieme a noi.



PRESIDENTE

Consigliera Suino e colleghi, forse ho peccato di presunzione, ma credevo che in sette minuti (tanti ne mancavano a mezzanotte) si potesse porre in votazione, guardando anche gli interventi sugli altri emendamenti.
Non volevo certo stuzzicare gli animi, vista l'ora.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che l'Assessore Leo avrebbe potuto prendere in considerazione questo emendamento, così come altri, ma non lo fa anche perché, come ci ha spiegato molte volte, lui da anni vive un sogno e questa volta ha l'impressione che il sogno sia alla sua portata. Credo che lui consideri coloro che in questi anni hanno fatto la scelta che lui ha sempre voluto sostenere come persone che abbiano subito una discriminazione, quindi l'Assessore tende a privilegiare non tanto il futuro, ma guarda chi ha avuto il coraggio in tutti questi anni di fare quella scelta e non vede l'ora di premiarli. Se nella stesura del Regolamento scoprisse che è possibile fare anche un'applicazione retroattiva per coloro che già hanno terminato gli studi, secondo me, la attuerebbe, proprio perché vorrebbe premiare coloro che gli hanno permesso di continuare a sviluppare il sogno.
Questo è quanto gli interessa, il resto gli desta poco interesse. Tutte le dichiarazioni relative ad una promozione o ad un intervento di correzione sono state fatte semplicemente come giustificazione del provvedimento, ma non per dargli sostanza, la sostanza era altra.
Per cui credo che anche questo emendamento, che ha una sua logica abbastanza precisa, potrebbe essere accolto e, in qualche modo, potrebbe andare esattamente nella direzione di tutti gli argomenti che fin qui sono stati usati, cioè, favorire coloro che vogliono iscrivere i loro figli negli istituti confessionali.
Accogliendo questo provvedimento potrebbe essere allargata la platea di queste persone, ma non gli interessa; gli interessa premiare coloro che lo hanno sempre fatto e, sostanzialmente, mantenere le cose come sono oggi con un aiuto e un premio a questi tipi di istituti e alle famiglie che già li hanno scelti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per dichiarazione di voto.



MARCENARO Pietro

Mi dispiace e chiedo scusa al personale e ai dirigenti per questo ritardo, però, in una discussione così complicata e difficile come la presente, le forze politiche e i Gruppi dovrebbero avere la responsabilità di capire che ci sono momenti e passaggi di una certa importanza, nella quale si cerca comunque di tenere vivo un confronto e di avere in un'Assemblea come questa un elemento di dialettica politica, a volte, fatta anche nella forma particolare di questa discussione e capace di intrecciare un dialogo.
Penso che, in questo caso, si tratti di uno di questi e, cari colleghi lo dico perché siamo arrivati ad alcune questioni che riguardano il cuore di questo provvedimento e sono i punti sui quali, naturalmente, la Giunta dovrà prendere una decisione.
Vede, Presidente Ghigo, relativamente alla questione delle fasce di reddito da stabilire, del rapporto tra queste fasce di reddito e i contributi, del paniere, nella delega che, attraverso questa legge, voi proponete di conferire alla Giunta, date alla Giunta un mandato.
Allora, chiedo se non sia normale che in una discussione politica e in un Consiglio regionale si dica quello che si intende fare, che un Consiglio regionale, pur rimanendo la delega, sia messo nelle condizioni di poter dare una valutazione di quali sono gli ambiti nei quali questa maggioranza intende muoversi e come intende, quindi, caratterizzare su questi punti determinanti questo contributo.
Voi non intendete farlo e penso che in questo ci sia non solo un elemento di merito, che credo conduca in una direzione sbagliata, ma anche un elemento di metodo che vale addirittura nel caso in cui ci sia una delega, perché non è vero che una delega alla Giunta possa essere considerata sostitutiva di un orientamento. Fino ad oggi, come sapete, i pronunciamenti costituzionali hanno sempre inteso le deleghe come uno strumento che non esentavano il Consiglio dall'esercitare il suo ruolo di indirizzo e dal determinare le linee guida nelle quali queste deleghe dovevano muoversi. Noi, qui, noi non abbiamo avuto questo piacere e dico che qui si verificano cose molto particolari. Ripeto e chiedo, rivolgendomi ai colleghi della maggioranza, ai Radicali, colleghi della maggioranza, in questo caso: voi che partecipate a questo provvedimento dove domani parteciperete alla discussione per sapere di che delega si tratta, se in quest'Aula non sarà fissato qualche criterio? Dove le altre forze che hanno concorso a questo provvedimento avranno questa possibilità? In merito al primo aspetto, mi pare che in questo Consiglio regionale queste risposte non siano date, mi pare che ci sia una deriva che, in qualche modo, utilizza questo spazio.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, ho già cercato di dirlo prima la vostra posizione non solo nega una possibilità di valutazione obiettiva al Consiglio regionale, secondo me, nega ai cittadini piemontesi l'informazione alla quale avrebbero diritto in una situazione come questa.
I cittadini piemontesi avrebbero il diritto di conoscere quali sono gli indirizzi fondamentali sui quali voi volete legiferare; invece, di questo non c'è una parola.
C'è una delega che non consente di sapere, che pare preoccuparsi fondamentalmente che non si possa sapere, che non si possa conoscere, che non si possa capire. Secondo me, venite meno non solo ad un dovere istituzionale nei confronti del Consiglio, ma anche ad un dovere di trasparenza nei confronti di un'opinione pubblica che è stata, negli alti e bassi, pur nelle diverse posizioni, indubbiamente e significativamente partecipe di questo confronto.
Questo non potete considerarlo come un confronto che si sia svolto e si sia chiuso solo in quest'Aula, ha riguardato la società piemontese e a questa società piemontese, a nostro parere, gli elementi di valutazione per capire a che punto si è adesso che si arriva al nocciolo della questione voi, secondo me, dovreste offrirli. Ripeto, si possono of frire attraverso la presentazione di proposte formali, ma si possono anche offrire semplicemente partecipando ad un dibattito, esprimendo delle opinioni, degli orientamenti, ricollocando questa discussione. Non lo fate penso che questa sia un'ulteriore responsabilità che voi vi assumete.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 568.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti 32 Consiglieri Votanti 30 Consiglieri Hanno votato sì 4 Consiglieri Hanno votato NO 25 Consiglieri Si è astenuto 1 Consigliere Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Comunico che le sedute consiliari convocate per giovedì 5 giugno alle ore 15 e alle ore 20 non avranno luogo; il Consiglio regionale è riconvocato per martedì prossimo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 00.25)



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