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Dettaglio seduta n.360 del 03/06/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 16.22)



PRESIDENTE

La seduta è aperta


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Casoni, Chiezzi, Costa Enrico, Cotto Mariangela , Ghigo, Morioni, Riba, Rossi Giocoso Scanderebech, Tomatis Toselli e Pichetto Fratin.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Cavallera


PRESIDENTE

Comunico che con decreto n. 50 del 3 giugno 2003 il Presidente della Giunta regionale Ghigo ha attribuito, temporaneamente, le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, per la giornata di martedì 3 giunto 2003, all'Assessore Ugo Cavallera.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame disegno di legge n. 252 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 252 di cui al punto 3) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Emendamento rubricato n. 553 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Contu: All'articolo 1 il comma 2 è sostituito dal seguente nuovo comma 2: "La Regione provvede a garantire la presenza di presidi scolastici nelle zone montane indipendentemente dal numero degli utenti, al fine di contribuire alla lotta contro lo spopolamento delle valli montane".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

La giusta preoccupazione che i Consiglieri esprimono presentando questo emendamento è legata al fatto che come viene a configurarsi la vicenda dei buoni scuola, lascia le popolazioni delle zone più disagiate, delle zone lontane dei grandi centri abitati, delle zone di montagna e dell'alta collina, senza la concreta opportunità - salvo casi rari - di poter fruire dei benefici che il provvedimento, qualora approvato, verrebbe a generare per le famiglie che decideranno di mandare o confermare l'invio dei propri figli nelle scuole confessionali o comunque nelle scuole paritarie.
Questo è un tema interessante che introduce altri aspetti che, troppo spesso, vengono tenuti in ombra, come il tema della formazione a distanza un tema sul quale dovremo, come Regione Piemonte, riuscire a operare di più, anche nella formazione professionale. Pensiamo alle 120 ore della riforma dell'istituto dell'apprendistato che porta un apprendista, che vive in una realtà isolata di montagna e che deve frequentare un corso di questo tipo, a sobbarcarsi delle distanze notevoli oppure evadere tale obbligo come c'è il rischio che avvenga.
Questa mattina, in vari emendamenti, abbiamo visto i soggetti deboli (siamo partiti dai portatori di handicap psicofisico e siamo arrivati alla popolazione carceraria), ma c'è anche un handicap sociale che è rappresentato dal luogo di residenza di molte famiglie. Toccando il buono scuola una parte limitata della popolazione scolastica del Piemonte rende la possibilità di utilizzare questo beneficio, che voi vi apprestate a far approvare, meno fruibile da questa parte di popolazione che non trova una distribuzione delle scuole molto presente sul territorio perché la scuola paritaria, come è noto non è - giusto o sbagliato che sia - molto diffusa sul territorio, in genere è concentrata prevalentemente dove ci sono le città grandi, i capoluoghi di provincia.
Voi aggiungete un altro elemento di divisione delle opportunità.
Mentre da un lato con il diritto allo studio noi accresciamo le opportunità di avere una partenza abbastanza omogenea e unitaria, senza disuguaglianze, con la scelta che vi apprestate a votare diamo un'opportunità in meno alle popolazioni che vivono nelle zone più disagiate del Piemonte. Infatti, anche se teoricamente queste popolazioni possono utilizzare il buono scuola, è evidente che l'ubicazione non vicina delle scuole ridurrà la propensione di queste famiglie ad usufruirne; comunque la distanza sarà un elemento che fa giustizia di questo provvedimento.
E' un tema che dovremo affrontare. Nella trattazione di altri aspetti molto vicini a questo, avevamo già parlato del problema della continuità territoriale, cioè della possibilità di ridurre le distanze come fattore di uguaglianza, per evitare che le opportunità siano colte solo da una parte della popolazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Anch'io sono convinto che il tipo di problema sollevato con questo ed altri emendamenti sia uno di quelli che mette più in luce il carattere discriminante della legge che stiamo votando.
Sfido l'Assessore Leo a venire con un elenco delle strutture scolastiche che verranno finanziate con il buono scuola e la loro collocazione geografica. Credo che emergerebbe chiaramente quanto affermato finora dal Consigliere Tapparo. Non dimentichiamo che stiamo parlando del Piemonte, ovvero di un territorio che vede una prevalenza territoriale di vallate montane in cui la presenza del tipo di scuola che verrà finanziata con questo provvedimento è praticamente nulla o comunque molto puntuale. La presenza di una scuola in Val di Lanzo non potrà aiutare molto gli abitanti della Val Maira, perché, evidentemente, o esiste una presenza diffusa oppure si tagliano fuori importanti pezzi della società di per sé già molto svantaggiati, che vedono la presenza di diversi problemi.Quindi è chiaro che, al di là delle proprie propensioni di scelta, in questo caso ci si trova di fronte una scelta obbligata.
E' per questo motivo che non solo bisognerebbe fare una legge diversa ma occorrerebbe rafforzare le strutture esistenti. Il dramma è che in queste vallate anche le strutture pubbliche sono sempre più lacunose e spesso per via delle politiche che si è deciso di attuare, quali l'introduzione del numero minimo di iscritti, di partecipanti alla scuola anche laddove le distanze sono ampie, laddove nell'arco di molti chilometri non c'è un altro tipo di scuola: con queste scelte facciamo sì che in certe zone, spesso, venga addirittura a mancare l'istituzione pubblica.
A nostro parere questi oltre 30 miliardi di lire (cioè 18 milioni di euro) dovrebbero andare proprio a compensare questi problemi, cioè dovrebbero essere destinati alla sopravvivenza e al mantenimento di scuole pubbliche, laddove invece le politiche adottate finora non lo permettono.
Con ciò offrendo un'alternativa concreta nel garantire a tutti il diritto all'istruzione in condizioni normali, senza essere costretti a sobbarcarsi ogni giorno una quantità elevata di chilometri e non creando un sistema che non solo non affronta queste problematiche, ma finanzia le scuole private, smantellando nei fatti il diritto allo studio.
Teniamo conto che per i giovani che vanno a scuola il pendolarismo è un problema particolarmente grave. Il fatto di doversi sobbarcare molti chilometri per andare e tornare da casa crea grossi problemi sia di efficienza nella scuola che di utilizzo del tempo libero da dedicare ad attività di studio o altro, attività altrettanto fondamentali.
Per questo motivo, credo che una riflessione sugli emendamenti da noi presentati insieme ad altri anche in altre parti della legge dovrebbe portare ad una valutazione più attenta della proposta fatta dalla Giunta e possibilmente, ad un vero e proprio ripensamento generale, con un ritiro del provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Assessore Leo, come avrà potuto notare si tratta di un emendamento che abbiamo riproposto in più occasioni (credo che sia già la terza volta che lo discutiamo). Sostanzialmente, pone l'attenzione sulle scuole di montagna o comunque sulle scuole collocate in aree dove è più alto il disagio sociale.
Assessore, lei sa benissimo che, in base alla legge sull'autonomia esistono degli standard e dei requisiti ai quali le scuole devono attenersi. Credo che la rigidità della norma mal si coniughi con tale elementi: tutte le volte che devono essere operate delle scelte, queste sono sacrificate dalle logiche dei numeri e della statistica.
Se una norma prevede che il numero degli allievi minimo per poter aprire una sezione deve essere 20 - 21, se si è in presenza di un portatore di handicap, è evidente che queste realtà - già afflitte da un problema annoso come quello della spopolazione, dell'abbandono della montagna alla ricerca di soluzioni occupazionali e residenziali coerenti con le scelte fatte proprio in relazione alla ricerca di un reddito - sono ulteriormente penalizzate. Si tratta invece di realtà che devono essere sostenute e a maggior ragione deve essere sostenuta la presenza delle scuole come arricchimento di una comunità, come strumento e presenza in grado di contenere se non arrestare il degrado sociale e culturale. E' un impegno che l'Assessorato si deve assumere con una disamina più attenta dell'attuale collocazione del sistema scolastico sul territorio piemontese.
E' evidente che l'emendamento ha il solo obiettivo di sottolineare e di lanciare l'allarme.
Ecco, c'è l'Assessore Vaglio che interloquisce e che da poco ha sottoscritto un accordo con il MIUR proprio su tale questione. Noi vogliamo continuare a sollecitare vigilanza da parte degli Assessori competenti perché la scomparsa o il declino della scuola in qualsiasi contesto urbano è segnale di un evidente declino.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 553.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 Consiglieri ha votato Sì 1 Consigliere hanno votato NO 26 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 554 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Contu: All'articolo 1 il comma 2 è sostituito dal seguente nuovo comma 2: "La Regione provvede a garantire nelle scuole di ogni ordine e grado, la totale rimozione di qualunque simbolo religioso".
Indìco la votazione nominale mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 554.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 26 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 555 presentato dai Consiglieri Papandrea e Contu: All'articolo 1 il comma 2 è sostituito dal seguente nuovo comma 2: "a) La Regione provvede alla formazione professionale degli insegnanti della scuola dell'obbligo orientata all'acquisizione di tecniche psico pedagogiche e all'inserimento presso strutture e comunità alloggio.
b) La Regione provvede a garantire la presenza di insegnanti della scuola dell'obbligo presso strutture e comunità alloggio, convenzionate e pubbliche, al fine di arrestare il ritardo formativo dei minori residenti impediti alla frequenza scolastica esterna.
c) Favorisce altresì la presenza di una commissione annuale di esame per il passaggio a grado superiore dei minori residenti".
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente, ormai è intervento di rito quello che sollecita all'Assessore Leo una risposta sulle questioni che abbiamo posto.
L'Assessore Leo, ultimamente, ha messo una freccia chiedendo di indirizzarsi al Presidente Cattaneo come l'uomo...



(Commenti fuori microfono)



MARCENARO Pietro

No, gli insulti non sono ammessi neanche verso il Presidente Cattaneo per piacere, la smetta di dire...
Cosa ha detto? Non ho capito, ma sicuramente è una brutta cosa.
Su questo provvedimento, chiediamo, lo abbiamo fatto con molti interventi e ogni tanto lo ripetiamo, se è possibile avere in quest'Aula un'interlocuzione. Ovviamente, essendoci ancora 44 emendamenti e avvicinandoci ad una situazione nella quale si prospetta uno sbocco di questa discussione, noi vi chiediamo una discussione, che consenta di verificare, sulla base di una valutazione e di una risposta, il grado di effettiva copertura del vostro provvedimento.
A questo punto, visto che le risposte per quanto riguarda il merito le darà il Presidente Cattaneo, almeno, relativamente al quadro informativo siccome immagino che avrete fatto delle proiezioni per capire all'incirca qual è la copertura del vostro provvedimento, quale è la copertura in termini di ragazzi frequentanti le scuole private, qual è la copertura per ragazzi frequentanti la scuola pubblica, qual è la copertura in generale in assoluto e nella sua relativa composizione, le chiederei se fosse così cortese di darci e di dirci qual è la fascia di copertura alla quale voi pensate per il vostro provvedimento e come è composta. Come lei sa benissimo, è su questo punto che si gioca gran parte della dinamica effettiva del provvedimento stesso.
Se possibile, vorrei che lei mi rispondesse circa quella cosa che voi avete scritto in premessa, relativamente al comma 1) che recita: "è rivolta a tutti i ragazzi, scuole pubbliche e scuole private", vorrei conoscere l'articolazione sui numeri di previsione che avete sulla utilizzazione di questa legge.



PRESIDENTE

L'intervento l'ho considerato abbastanza attinente, però, il punto di riferimento deve essere l'emendamento, quindi, Consigliere Riggio, ricordo che stiamo discutendo l'emendamento rubricato n. 555.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente, leggo l'emendamento per non deviare rispetto all'argomento e per beneficio dei colleghi che, in questa situazione di maratona, possono aver perso il punto della situazione: "All'articolo 1, il comma 2 è sostituito dal seguente nuovo comma 2): 'a) La Regione Piemonte provvede alla formazione professionale degli insegnanti della scuola dell'obbligo orientata alla acquisizione di tecniche psicopedagogiche e all'inserimento presso strutture e comunità alloggio.
b) La Regione provvede a garantire la presenza di insegnanti della scuola dell'obbligo presso strutture e comunità alloggio, convenzionate e pubbliche, al fine di arrestare il ritardo formativo dei minori residenti impediti alla frequenza scolastica esterna.
c) La Regione favorisce altresì la presenza di una Commissione annuale di esame per il passaggio al grado superiore dei minori residenti'".
L'emendamento così formulato si inserisce nel filone che più volte noi abbiamo voluto sottolineare: garantire, attraverso i provvedimenti che la Regione emana, un maggior grado di inclusione e non aumentare i processi di esclusione o il divario e le disuguaglianze. L'obiettivo fondamentale di chi governa deve essere quello di operare quale buon padre di famiglia.
Quindi, qui si tratta non di fare, come abbiamo detto più volte, parti uguali fra disuguali, ma di fare delle parti disuguali, opportunamente dosate e bilanciate, in base all'handicap e alla difficoltà di partenza dei diversi soggetti.
Questo è un modo corretto di governare, che, a questo punto, è rivolto sì anche a delle minoranze, ma è rivolto a delle minoranze per un progetto complessivo di crescita e non, al contrario, come il meccanismo dei buoni scuola che viene proposto per accedere alle scuole paritarie, che è sì rivolto a delle minoranze, ma non per colmare un divario o un handicap, ma per poter garantire un beneficio, a questo punto, più evidentemente di carattere elettorale all'Assessore o alla maggioranza che lo ha proposto.
Trovo particolarmente meritorio il fatto di favorire l'acquisizione di tecniche psico-pedagogiche per l'inserimento presso strutture e comunità alloggio.
Questo emendamento fa il paio con quello esaminato poc'anzi relativo ai detenuti nei carceri minorili. Si tratta di fare in modo che le persone più svantaggiante, che si trovano in situazioni particolari della propria vita, non abbiano a subire, per colpa di questa loro particolare situazione, l'aumento della distanza rispetto ai giovani cosiddetti "normali", ma, al contrario, possano utilizzare appieno e nel modo più corretto e più civile, se vogliamo, l'opportunità che le comunità alloggio e il periodo di detenzione per i minori dovrebbero offrire. Tali periodi non possono essere dei "vuoti" o dei "buchi" nella vita di qualcuno che mentre tutti corrono e proseguono in una concezione competitiva ed avveniristica della società, rimane indietro rispetto alla maggioranza. Al contrario, che siano delle piattaforme di lancio e dei trampolini per poter mettersi in pari e superare gli handicap.
La domanda è la seguente: il nostro corpo insegnante è in grado oggi di affrontare questo tipo di tematiche? Il nostro corpo insegnante pu inserirsi produttivamente all'interno di queste strutture e comunità alloggio, siano esse di carattere pubblico o convenzionato? Ritengo che i pochi che nella maggioranza stanno seguendo questo dibattito, potrebbero rispondere senz'altro di no. Pertanto è opportuno indispensabile direi - che la Regione si attrezzi per poter intervenire.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Da un esame approfondito (avremo ancora 44 occasioni di approfondimento) risultano sempre nuove sfaccettature del problema che, da un approccio così rapido, spesso non si riescono a far emergere.
Abbiamo preso atto delle innumerevoli diversità che esistono. Poco fa per esempio, si è discusso del disagio per gli utenti di certe zone particolarmente lontane, come quelle montane o dell'alta collina. È un elemento di disuguaglianza, di accesso limitato a queste opportunità che attraverso il buono scuola, si vengono a determinare.
Sappiamo - mi ripeto, ma soltanto per rendere chiara l'argomentazione che le scuole paritarie sono dislocate prevalentemente in certe realtà territoriali che non sono di facile accesso per l'utenza dell'alta montagna, magari per la distanza o per i tempi di percorrenza dei mezzi di trasporto pubblici e privati.
Il collega Riggio ha poc'anzi evidenziato i disagi di una serie di persone, anche giovani, o di comunità, che vivono in certe realtà che rischiano di restare separate se non da una distanza fisica da una distanza psicologica e di tecnica pedagogica. Anche la tecnica pedagogica, infatti dev'essere adeguata e soprattutto deve saper raggiungere anche quei soggetti che fanno parte delle categorie con maggiori difficoltà (per non dire più deboli, termine che a volte suona di disagio per certe persone come accade, per esempio, in certe politiche per la casa, il cui accesso specificato anche nei manifesti, è indicato per categorie che, dalla loro definizione, vengono bollate non dico in modo dispregiativo, ma certamente in modo imbarazzante per chi porta quel tipo di definizione e di riconoscimento).
Anche se questo è ovviamente un dibattito lungo, perché ha il carattere di lunghezza in contrapposizione ad un'iniziativa che non ritengo facilmente emendabile né recuperabile, la distanza territoriale è alla radice di quanto cerca di evidenziare. Le distanze territoriali o le distanze relative alla capacità pedagogica ad approcciare determinate categorie sono esempi sui quali il buono scuola non incide. Il buono scuola mi rivolgo, in particolare al collega Riggio, che ha illustrato poco fa questo emendamento - non è incidente, non riesce ad arrivarci, perché si basa su una filosofia diversa: è un'operazione che incide su un segmento limitato della popolazione dislocato in certi punti del territorio.
Dovremo far tesoro di questo dibattito. Sappiamo che la maggioranza andrà avanti come un TGV o un TAV che viaggia velocissimo. Qui, invece, ci sono elementi sui quali l'affannato per l'affaccendato Assessore Leo, che vede arrivare tra poche sedute di Assemblea il suo risultato, lo vive....



(Commenti dell'Assessore Leo fuori microfono)



TAPPARO Giancarlo

Mi piace anche questo, perché l'Assessore Leo è un avversario col quale si può fare una lotta dignitosa, non è un avversario chiuso.
Spero che servano i contributi modesti che diamo.



BOTTA MARCO



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. rubricato 555.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 26 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 558 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Raggio e Ronzani: Il comma 2 è così sostituito: "Sulla base dei criteri fissati dalla legge n. 62/2000 la Regione provvede ad attribuire contributi alle istituzioni scolastiche, alle famiglie degli alunni che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado nelle Istituzioni scolastiche statali e nelle Istituzioni scolastiche paritarie ai sensi della stessa legge".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Se ho inteso bene l'emendamento, riguarda la sostituzione del comma 2 dell'articolo 1. Su questo, in parte, posso riprendere un ragionamento già fatto nella seduta di stamattina, perché verte su una contraddizione evidente - almeno a nostro parere - che c'è nell'articolo 1, in cui il comma 2 fa riferimento alla legge n. 62/2000.
Quest'ultima - lo voglio ripetere ancora una volta - è la legge sulla parità, che ha il pregio di avere creato effettivamente il sistema nazionale della scuola pubblica, sollecitando e dando la possibilità a molte scuole private di entrare nel sistema nazionale, cercando di eliminare la situazione che vedeva una differenza tra la qualità e il livello della scuola statale e quello di alcune scuole private.
I colleghi liberisti a oltranza potranno non essere d'accordo su questo, ma si potrebbe entrare in un altro di tipo di ragionamento. La legge n. 62 indubbiamente ha avuto il pregio di avere sollecitato il cambiamento di una situazione che, in Piemonte, è profondamente cambiata.
Voglio ricordare che prima dell'entrata in vigore della legge n. 62 ma anche nei primi mesi del 2000, la percentuale era assolutamente fissa e stabile: 93,5% la scuola pubblica e statale, 93,6% la scuola statale, 6,4 la scuola privata.
Alla fine del regime transitorio dei tre anni previsti dalla legge n.
62/2000, la situazione è cambiata. Abbiamo sempre la scuola statale al 93,5%, c'è stato uno spostamento consistente dalle scuole private, così com'erano prima, verso le scuole paritarie e pubbliche, come vengono definite adesso, per il 5,5%; l'1% è rimasto nella scuola privata nell'interpretazione che si dava una volta.
Quindi, quando diciamo che questo provvedimento si rivolge al 5,5%, è perché a tanto ammontano le scuole paritarie, e la contraddizione che noi rileviamo nel comma 2 dell'articolo 1 è che si rivolge alla scuola paritaria.
Il provvedimento nelle dichiarazioni dell'Assessore, ma anche di importanti ed autorevoli esponenti della maggioranza, ha come obiettivo quello di utilizzare 18 milioni di euro come contributi alle famiglie i cui figli frequentano le scuole paritarie.
Invece il comma 2 dell'articolo 1 recita testualmente: "La Regione provvede ad attribuire contributi all'educazione scolastica alle famiglie degli alunni che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado nelle istituzioni scolastiche statali e nelle istituzioni scolastiche paritarie riconosciute ai sensi della legge 10 marzo 2000, n.
62".
Un provvedimento del genere che fosse solo limitato al comma 2 dell'articolo 1 siamo pronti a votarlo immediatamente. Avremmo potuto evitare tutte queste sedute che ci hanno tenuto, ci tengono e ci terranno ancora impegnati in questo Consiglio, perché si rifà a una legge nazionale che abbiamo sempre detto essere il nostro punto di riferimento, e sulla quale abbiamo anche imperniato la nostra proposta di legge che aveva come obiettivo quello di sostituire la legge n. 49/85 sul diritto allo studio.
E' per questo che abbiamo presentato questo emendamento, perch riteniamo contraddittorio ciò che la maggioranza e il governo del Piemonte hanno intenzione di fare con quanto dichiarato nel comma 2 dell'articolo 1.
Quindi, o cambiate il comma 2 o dite ufficialmente quello che volete fare, al di là del fatto che un provvedimento delega - che noi non condividiamo - dà la possibilità alla Giunta regionale, di fatto, di fare quello che vuole, provvedimento che, una volta applicato, bisognerà vedere se avrà tutti i crismi della legittimità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Mi ha fatto piacere aver sentito il collega Placido appassionarsi per dimostrare che, attraverso una valutazione che lui cercava di evidenziare e di fare emergere, l'intero schieramento dell'opposizione e del centrosinistra avrebbe potuto soddisfarsi, perché vedeva in qualche modo rispettato lo spirito della legge nazionale sulla parità.
Purtroppo da stamattina, collega Placido, in alcune occasioni si è presentata questa situazione, e abbiamo chiesto lumi, cioè la possibilità di un minimo dialogo con l'Assessore e con la maggioranza per avere una risposta. Ma se è vero che il silenzio è assenso, in questo caso si è determinato un silenzio dissenso.
Condivido il ragionamento del collega Placido, che risponde a una considerazione serena della legge sulla parità, probabilmente anche recuperandone lo spirito e non solo un rigido formalismo.
Possiamo anche sperare in un ravvedimento operoso da parte della maggioranza, e posso capire che bisogna trattare fino all'ultimo secondo perché può darsi che venga fuori un ravvedimento positivo. Per adesso i segnali sono sconfortanti, perché sono segnali di silenzio.
Mi pare che si veda già il traguardo, è un po' come in una corsa dove il rettilineo è lungo e si vede il segnale dell'ultimo chilometro. Ci sono quindi delle certezze e non più delle incertezze; quindi, in questa fase potrebbe anche scappare dalla maggioranza e dall'Assessore qualche considerazione in merito, e non lasciare l'accorata considerazione del consigliere Placido in silenzio.
Quindi, cerco di dargli manforte, proprio per chiedere a maggioranza e all'Assessore di dire qualcosa; per esempio, se così com'è stata impostata la proposta non può essere di qualche interesse. Forse non è di interesse proprio perché stiamo arrivando al traguardo, mentre se fossimo stati a metà strada magari sareste stati più disponibili. Però non lo so se è così.
Certamente l'elemento che emerge adesso non ha trovato alcuna risposta come diceva stamattina in due occasioni il collega Contu - infatti l'ha fatto emergere con grande lucidità, facendo riferimento anche alla legge della Regione Emilia sul buono-scuola.
Possiamo anche insistere, ma mi sembra un percorso - come si dice nel linguaggio dei lavori parlamentari - precluso da questo atteggiamento. Mi dispiace, perché probabilmente potevamo anche trovare una via di mezzo, un punto di equilibrio, per non affaticarci in questo modo (non parlo di fatica fisica perché se pensiamo alla fatica fisica che compiono molti lavoratori, la nostra è proprio modesta), che sottrae tempo e spazio all'operatività dell'assemblea in una lotta vana che, invece, avrebbe potuto trovare, ripeto, un punto di equilibrio. Purtroppo non è stato così, con una chiusura è a riccio. Oggi dobbiamo fare i conti con questo atteggiamento anche se, forzando me stesso, capisco che dinnanzi a passaggi come ha illustrato il consigliere Placido, si tenta di tornare alla carica di chiedere una dichiarazione, un posizionamento da parte della maggioranza. Mi sembra però una scelta abbastanza infruttuosa.
Permettetemi, in chiusura del mio intervento, di segnalare un fatto. Mi pare irrituale che la Presidenza dell'assemblea sia gestita da un illustre importante, ed eccellente Consigliere dell'ufficio di segreteria. Trattiamo un provvedimento che ci vede in contrasto, mi chiedo se, con un Presidente e due Vicepresidenti, l'assemblea non potesse essere presieduta da coloro che abbiamo votato. Ci potrebbe essere la proposta di portare lo status di Vicepresidente a tutti i segretari ma oggi non è così.



PRESIDENTE

Prenderemo in considerazione la sua proposta, tuttavia ricordo che il Regolamento prevede che possono presiedere anche i Consiglieri segretari.
Le ricordo ancora che i Vicepresidenti sono entrambi in congedo e che il Presidente Cota ha dovuto assentarsi per pochissimi minuti, ma arriverà presto, con la sua autorevolezza, a presiedere l'assemblea.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Potremmo introdurre delle modifiche regolamentare, non tanto l'allargamento delle Vicepresidenze, ma a rotazione, ogni Consiglieri potrebbe presiedere l'assemblea. Effettivamente credo sia utile, in una discussione importante, che l'Ufficio di Presidenza non segua la Giunta nel livello di attenzione (come si vede la Giunta è molto interessata al provvedimento). Effettivamente il dialogo è più tra sordi che non all'inizio delle sedute, che già era sufficientemente un dialogo difficile ma in questa fase lo è maggiormente.
Le considerazioni che esprimeva il Consigliere Tapparo danno un po' la spiegazione anche se è forse utile ricordare che, in molte occasione, per esempio nella Formula 1, è già accaduto di perdere a pochi metri dal traguardo. Il fatto di vedere il traguardo, non necessariamente è un elemento che può sempre essere rassicurante.
Nel corso del dibattito è emerso come il provvedimento, alla fine, sia un provvedimento particolare, un provvedimento che vuole in modo netto e chiaro favorire il finanziamento delle scuole paritarie, in particolare quelle confessionali e cattoliche. Da qui anche una difficoltà oggettiva a modificare il testo perché, ogni modifica in senso generale del testo porta ad una negazione della volontà che c'è in quelli che lo hanno proposto e dimostra come, sia la relazione che alcuni passi della legge stessa, siano messi lì per imbellire il tutto, per mistificare il tutto senza un riferimento alla legge stessa.
Il motivo per cui in tutti questi anni c'è stata una forte opposizione da parte nostra sulla legge stessa, è derivato dal fatto che siamo di fronte ad una legge con queste caratteristiche, che favorisce una fascia molto limitata delle scuole. In questo senso, un provvedimento particolarmente negativo. Anche negli emendamenti che abbiamo illustrato abbiamo cercato di dimostrato come il provvedimento fosse estremamente discriminante per fasce più deboli della popolazione. Fasce deboli in senso molto lato: fasce sociali, fasce che hanno problemi fisici, psichici, e anche in senso geografico del termine, che vivono in zone disagiate. La legge dimostra che andare in quella direzione, crea e rafforza questo tipo di problemi ragion per cui noi continuiamo, con insistenza, a dire no e a proporre emendamenti che permettono se non di correggere, ma di far saltare la legge nel suo meccanismo interno.
Ed è per questo che fino all'ultimo, nonostante qualcuno possa dire che si inizia a vedere il traguardo, dobbiamo puntare e pensare che, anche quando il traguardo è più vicino, può non essere tagliato. Ragion per cui continueremo a sostenere gli emendamenti anche se ciò può apparire ripetitivo (penso in particolare a coloro che sono obbligati a dare rendiconto dei nostri interventi, le persone che più percepiscono questa ripetitività, tuttavia è la rigidità con cui la discussione sta avvenendo che lo dimostra). Si potrebbe interrompere questa ripetitività se l'Assessore decidesse di ritirare la legge oppure accogliere gli emendamenti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 558.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 Consiglieri hanno votato Sì 4 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 647 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi (e connesso emendamento rubricato n. 648): Articolo 1, comma 2 aggiungere dopo "educazione", "e all'orientamento".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Volevo solo significare che ho accettato questo accorpamento, sono cose piccole, ma in genere si inizia di lì.
In questa proposta, che non ha proprio il segno della buona volontà ...
Mi ripete il numero Presidente?



PRESIDENTE

Stiamo esaminando gli emendamenti rubricati nn. 647) e 648).



TAPPARO Giancarlo

Torno su un tema già sollevato in precedenza. Siamo già quasi ad un centinaio di discussioni, quindi non ricordo più bene dove si colloca l'emendamento. Già in un altro passaggio, avevo espresso la mia preoccupazione rispetto all'uso del termine educazione, esprimendo la necessità di inserire il riferimento all'orientamento scolastico come un elemento che si sta perdendo: non voglio essere retorico, ma l'orientamento era uno dei pilastri, rappresentava un aspetto importante del sistema scolastico. Credo che oggi, e forse più di prima, considerato il rapido e profondo mutamento del quadro del lavoro, delle professioni, dei percorsi professionali, sarebbe importante dare agli allievi e - per essere vicino all'Assessore Leo - alle loro famiglie, una capacità di orientamento, anzi di auto-orientamento.
Quello proposto è dunque un piccolo emendamento che l'Assessore, se fosse più libero dal condizionamento che subisce oggi, potrebbe accettare tranquillamente, perché non è un qualcosa di negativo, non fa male (come potrebbe essere scritto nel foglietto illustrativo di alcune medicine). E poiché non fa male, potremmo anche vederlo inserito.
Io mi limito a lasciare questa testimonianza di un fenomeno che porta a trascurare, a consumare, alla sussunzione finale della funzione dell'orientamento che, invece, dovrebbe essere recuperata.
Può anche darsi che l'Assessore, in seguito, trovi stimoli per ritornare su questa materia, su questa disciplina, che mi sembra importante sia nella versione dell'orientamento scolastico sia nella versione dell'orientamento professionale.
Ho accettato di far confluire su questo emendamento anche il successivo che ha un grado di omogeneità relativa, perché si intreccia con il discorso dell'educazione delle famiglie. Ritengo che, quando si parla di allievo questo non sia sospeso nel vuoto, ma sia parte di un'articolazione che è la famiglia, a cui io riconosco un grande ruolo, ma non un carattere propagandistico (è inutile gonfiarla troppo, più del necessario).
E' per questo motivo che ho suggerito di eliminare il riferimento alle famiglie. Credo che quando si parla dell'allievo si comprenda anche questo istituto: sulla strada dell'entusiasmo familiare si arriva al familismo. Ci sono molte manifestazioni in questo senso, che sono una parte negativa e non aiuta a dare un ruolo centrale alla famiglia e a impegnare delle politiche e delle scelte che possono essere più o meno graduate. In questo ci si differenzia politicamente, il che mi sembra possa essere accettabile.
Ecco dunque il senso del mio emendamento che propone al comma 2 dell'emendamento Cattaneo di eliminare il riferimento alle famiglie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il collega Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Ci fa piacere che, nonostante la sua distrazione, l'Assessore - che non è distratto, perché è uno molto capace per cui riesce a parlare e ascoltare sia al telefono che il nostro intervento - ci dedichi comunque l'attenzione necessaria.
Anche perché, essendo lui l'unico livello di interlocuzione, se viene a mancare la discussione diventa ancora più complessa e difficile e l'interlocuzione si interrompe del tutto.
Tuttavia ritengo che altri possano riferire all'Assessore le cose dette, che peraltro egli ha già avuto modo di sentire varie volte, perch ci stiamo ripetendo negli argomenti, quindi in questo momento non si perde niente di particolarmente importante.
La nostra intenzione è quella di ribadire come dentro questo provvedimento ci sia tutta una serie di meccanismi pericolosissimi per il sistema dell'istruzione. Come dicevo prima, si tratta di un provvedimento discriminatorio, perché seleziona quanti devono essere sostenuti con questa legge, quale tipo di scuola e quale tipo di studenti. Questo elemento di discriminazione crea problemi maggiori a chi è già svantaggiato e temo che questo concetto possa essere realmente molto allargato Abbiamo evidenziato questo fatto con la presentazione di moltissimi emendamenti, ma ribadisco che tendenzialmente colpisce proprio settori particolari, minoranze di varia natura.
Nel corso di un'altra discussione avevamo anche sottolineato come, ad esempio, si colpiscano minoranze religiose, non solo quelle recenti createsi con il fenomeno dell'immigrazione negli ultimi anni, ma addirittura le minoranze storiche presenti nella nostra Regione. Ricordo la presenza secolare dei valdesi, una delle prime minoranze religiose che è riuscita a mantenersi nell'arco di tutti questi anni e che è riuscita con fatica, lentamente, a conquistare ed affermare i propri diritti nel nostro paese. Ebbene, provvedimenti come questo tendono a discriminarla in modo massiccio.
Devo dire che, addirittura, siamo di fronte - come in altri casi - a un paradosso. Infatti, queste minoranze, pur avendo la particolarità (non dico la sfortuna o la disgrazia perché le zone in cui vivono sono delle zone quanto meno piacevoli e gradevoli) di essere stanziate in zone di montagna abbastanza disagiate, hanno anche il problema di professare un'altra confessione. Di conseguenza, il finanziamento alla scuola confessionale cattolica così come viene proposto dal provvedimento e come viene sostenuto con forza dall'Assessore Leo danneggia ulteriormente queste realtà.
Credo che questo atteggiamento possa portare queste minoranze, da sempre caratterizzate da un atteggiamento laicista, al predominio di posizioni al loro interno, che invece tendono ad esaltare il loro ruolo confessionale, e ad utilizzare, così come è avvenuto su altri aspetti della nostra legislazione nazionale, a utilizzare quanto messo a disposizione dalle leggi, che tendono a favorire le confessioni.
Credo che, da questo punto di vista, le regressioni che contengono provvedimenti come questo siano molto grandi e importanti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 647.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 22 presentato dal Consigliere Tapparo (e connessi emendamenti rubricati n. 126 e n. 559): Il comma 3 dell'emendamento integrativo all'articolo 2 del disegno di legge n. 252 "Nuovo articolo 1" è abrogato.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente e Assessore, il comma 3 recita: "Il contributo erogato nei limiti delle risorse regionali disponibili a parziale copertura delle spese sostenute e documentate relative alla frequenza e all'iscrizione, nonché per gli alunni portatori di handicap, quelle per il personale insegnante di sostegno".
Noi chiediamo l'abrogazione di questo comma per la sua vaghezza apparente vaghezza, perché dice che il contributo è erogato a parziale copertura delle spese di frequenza e di iscrizione.
Siccome questo è un emendamento interamente sostitutivo dell'ultima proposta dell'Assessore Leo, ciò che volevo chiederle, Assessore, è cosa intende quando parla di parziale copertura di spese documentate relative alla frequenza. Cosa vuol dire? Mette dentro i trasporti, mette dentro la mensa scolastica, mette dentro le spese sostenute dalle famiglie per gli ausili didattici, mette dentro le spese sostenute per le gite di istruzione, mette dentro le spese sostenute dalle famiglie per l'acquisizione dei crediti formativi? Ecco, è questo che ci lascia assolutamente perplessi, perché, apparentemente, stabilisce un criterio universale, anche se parziale, recita: "...copertura per le spese relative alla frequenza e all'iscrizione - e altro dato importante - nonché per gli alunni portatori di handicap e quelle per il personale insegnante di sostegno".
Scusate, ho ragione di credere che un insegnante di sostegno abbia complessivamente un costo annuale, come minimo, di 80-100 milioni di vecchie lire, se si considerano anche tutti gli oneri riflessi, diciamo costi contrattuali. Quindi, sostanzialmente, si introduce un concetto: la scuola privata ha ragione di esistere, ma, oltre ad avere ragione di esistere, per garantire quella che dovrebbe essere una missione propria di aiuto alle fasce più deboli, dice: "Sì, noi svolgiamo questa missione, ma lo Stato ci paghi tutte le spese che noi sosteniamo per svolgere questa missione". Scusate, ma non esiste già l'8 per mille, soprattutto, tenendo conto che il 90% delle scuole di cui parliamo appartengono ad ordini confessionali ben definiti? Ma come, non esistono già altre fonti di finanziamento che dovrebbero essere coerenti con il tipo di missione sociale che caratterizza l'impegno della Chiesa Cattolica anche in materia di istruzione? Questo è il quesito che noi vi sottoponiamo, lo Stato non può essere un pozzo di San Patrizio dal quale continuamente attingere risorse senza dover poi rendere conto dell'utilizzo finalizzato di queste risorse economiche.
Certo, la legge n. 62/2000 fissa dei criteri, ma allora perché non si ha il coraggio di operare una modifica della Costituzione? Si abbia il coraggio di affrontare il problema dell'esistenza della scuola cattolica in questo Paese, a fronte della crisi delle vocazioni e a fronte della crisi di coinvolgimento del volontariato in questa missione sociale, e si facciano altre scelte che modifichino l'impianto costituzionale di riferimento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 22.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri ha votato Sì 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 560 presentato dai Consiglieri Riba, Manica Muliere, Marcenaro, Placido, Suino, Raggio e Ronzani: Il comma 3 dell'articolo 1 dell'emendamento è così sostituito: "Il contributo è erogato nei limiti delle risorse regionali disponibili a parziale copertura delle spese sostenute e documentate relative alla frequenza, all'iscrizione, all'acquisto dei libri di testo e del materiale didattico, delle spese relative al trasporto ed alla mensa ed al costo delle attività integrative".
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Questo è uno dei nostri emendamenti di merito che avevamo preannunciato e che, in particolare, configurano un'ipotesi diversa rispetto a quella prospettata dalla maggioranza e dall'emendamento sostitutivo, fatto proprio dai Capigruppo e assunto dalla Giunta, che sostituisce il provvedimento.
In sostanza, noi avevamo fatto rilevare come questo provvedimento aveva, al suo interno, una profonda incongruenza: una serie di commi iniziali che si richiamano alla legge n. 62 e al suo rispetto, quindi un'impostazione che prevede che la Regione provveda ad attribuire contributi all'educazione scolastica alle famiglie degli alunni che frequentano le scuole primarie di vario grado, statali e paritarie, sempre nello spirito della legge n. 62, e nei commi successivi, nei fatti, si crea una situazione per cui dalla legge n. 62 ci si allontana molto, o addirittura la si scardina. Mi riferisco, in particolare, al comma 6, che demanda, attraverso un processo di delega, il Regolamento alla Giunta.
Ci sono, in particolare, alcune questioni che, nell'alveo della legge n. 62, definiscono il provvedimento all'esterno della stessa.
Nell'alveo della legge n. 62, per quanto riguarda il paniere, sono ricomprese una serie di voci che si limitano all'esclusivo e prevalente momento dell'iscrizione. Ma se inserissimo esclusivamente questo momento sarebbe inevitabile affermare, nei commi 1 e 2, che ci atteniamo alla legge n. 62 e che interveniamo sui due tipi di scuola (quindi, in sostanza, nel complesso della scuola piemontese). Nel momento in cui limitiamo l'intervento regionale esclusivamente al sostegno delle spese documentate relative prevalentemente all'iscrizione, riduciamo il cosiddetto paniere ad una dimensione tale per cui, nei fatti, escludiamo il 95% delle scuole.
La proposta che avanziamo in ordine al paniere, quindi all'inserimento di altre voci oltre alle spese di iscrizione, tende a riportare il provvedimento dentro il solco della legge n. 62. Questa è una delle nostre proposte prioritarie.
All'interno di altri emendamenti relativi agli altri commi tenderemo ad evidenziare altre questioni, come le fasce di reddito, le borse di studio o altri momenti che configurerebbero, queste sì, un provvedimento equilibrato che possa ricomprende tutti i tipi di scuola.
Come dimostreranno i numerosi interventi del mio Gruppo, diamo molta importanza a questo emendamento.
Nell'ultima Conferenza dei Capigruppo abbiamo sentito dal Presidente Cattaneo come, ad avviso della maggioranza, questo sia, così come oggi si configura, un provvedimento inemendabile, in particolare sulle problematiche relative al paniere, alle borse di studio e alla delega in bianco alla Giunta.
Si tratta, quindi, di un testo inemendabile, con un'unica possibilità quella di avere a latere un ordine del giorno di intervento sulla legge n.
62, di modifica della legge n. 49, con un intervento particolare sul diritto allo studio, ma come un momento separato da questo provvedimento che, invece, si vuole portare avanti così com'é, nello spirito vero e proprio del buono scuola, così com'è stato approvato da altre Regioni del centrodestra (in particolare nelle Regioni del nord Italia), anche senza sottoporlo a critica o a verifica rispetto alla propria adeguatezza sapendo che esistono altre soluzioni adatte a questo problema, adottate, ad esempio, da altre Regioni, come l'Emilia Romagna. Ed è anche alla legge dell'Emilia Romagna che noi ci ispiriamo in questa proposta di modifica del comma 3.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Questo è uno di quegli emendamenti che noi consideriamo di merito ovvero quelli con i quali cerchiamo di ricondurre a coerenza il provvedimento che avete presentato, laddove esiste, come hanno ricordato i colleghi Manica e Placido, una contraddizione evidente tra i postulati sui quali si regge questa norma - il riferimento cioè al sistema del quale fanno parte le scuole statali e paritarie - e una parte dell'articolato che privilegia unicamente i ragazzi che frequentano le scuole paritarie. Qui sta la contraddizione e l'incongruenza.
Con questo emendamento vorremmo spalmare le risorse regionali su tutti i ragazzi, per fare non soltanto alcune cose, ma per farle tutte, perché è per questa via che il provvedimento diventa equo e unitario, eliminando quella contraddizione che esiste tra l'obiettivo che voi dichiarate di voler raggiungere e l'articolato che vi accingete ad approvare.
Ci sono risorse Regioni di un certo tipo e di una certa entità. La coerenza vorrebbe che voi, che vi proponete di finanziare il diritto allo studio, finanziaste con queste risorse tutti i ragazzi che frequentano le scuole statali e paritarie. Così non avviene, perché voi finanziate soltanto i secondi, stabilendo come prerogativa o come requisito per ottenere il contributo e il finanziamento quello dell'iscrizione, cioè della retta per intenderci. Questo mi sembra un punto chiave del provvedimento che state presentando e mi sembra evidente, quindi, che un Gruppo come il nostro, che si propone di cambiare il merito del provvedimento, tenti di intervenire con un emendamento finalizzato a finanziare i ragazzi di tutte le scuole e, una volta stabilito questo finanziare davvero il diritto allo studio.
Questa discussione, che facciamo dopo che la maggioranza ha invocato più volte, per la verità, interventi di merito da parte dell'opposizioni lascia un po' il tempo che trova, e sono il primo a riconoscerlo, perch siamo di fronte ad una seconda contraddizione: per settimane - o quantomeno per giorni- abbiamo sollecitato da più parti un intervento di merito questo è uno di quelli, perché vuole cambiare le finalità del provvedimento e ricondurlo a coerenza - e adesso che si entra nella fase di merito della nostra discussione, il collega Cattaneo, intervenendo questa mattina, ha ricordato che il provvedimento in quanto tale non è emendabile, anzi è blindato, e semmai la discussione dovrebbe esulare dal merito del provvedimento, perché la disponibilità della maggioranza si limita a discutere un eventuale ordine del giorno.
Con tutto il rispetto che posso avere per il collega Cattaneo, capite che si parla di due questioni molto distinte. Questa maggioranza, che pure ha dichiarato di essere disponibile ad un esame di merito, quando si entra nel merito, ribadisce che quel provvedimento non è emendabile; tutt'al più si può discutere a latere di un provvedimento che intanto si vuole approvare, su questioni peraltro che io non sottovaluto, come un impegno a trovare, per esempio, le risorse con le quali finanziare il diritto allo studio in senso generale e non soltanto in senso lato, cioè non soltanto concedendo contributi ai ragazzi che frequenteranno le scuole paritarie.
Ma il punto è che questa discussione non può avvenire più sul merito, e non certo per colpa di questo Gruppo di opposizione o di altri Gruppi, ma perché la maggioranza ha ritenuto che esso sia per l'appunto inemendabile.
Però qui c'é - e questo è il punto finale, Presidente - la conferma di come permanga quella contraddizione e di come tutta (o una parte) della battaglia del nostro Gruppo sia rivolta a ricondurre a coerenza questo provvedimento.
L'Assessore, da questo punto di vista, dovrebbe dirci qualcosa di più sul significato di questo emendamento e valutarlo nel merito. Prendo atto che siamo in presenza di un atteggiamento che rende difficile, per la verità, ogni valutazione e ogni confronto di merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questo emendamento credo sia di merito, come altri che abbiamo presentato, anche se magari più parziali, senza un'organicità, ma che tendevano a mettere in rilievo quello che anche questo emendamento cerca di mettere in rilievo, cioè un provvedimento che non mira all'insieme del mondo della scuola, ma per un tipo particolare di scuola. Mi pare che sia onesto, da parte della maggioranza, aver finalmente dichiarato esplicitamente che quella è l'intenzione e quindi non si intende accogliere emendamenti che non stiano dentro quel tipo di visione. Se ci fossero stati emendamenti con quelle caratteristiche, forse, l'atteggiamento sarebbe stato diverso da parte della Giunta.
L' opposizione non ha pensato di migliorare quel provvedimento lasciando la sostanza invariata, ma ha puntato ad intervenire sulla sostanza del provvedimento, su fatto che sia un provvedimento che seleziona, sceglie, discrimina, quindi la correzione doveva essere fatta su questo aspetto.
Il provvedimento mira a mettere in luce come si poteva ragionare in termini diversi, in termini non discriminanti, non incontra alcun interesse superiore ad altri che sono stati presentati. Ripeto, vedo in questo una logica abbastanza chiara e precisa, è la logica del sostegno alla proposta di legge, è la logica che sta dietro alla proposta di legge.
E' una logica con una sua coerenza, anche se è una coerenza che non possiamo accettare, non possiamo non contrastare.
Le ragioni per cui si può intervenire contro questo tipo di logica sono molte, sono ragioni che abbiamo più volte sottolineato, in particolare proprio il suo carattere di discriminazione e di attacco alla scuola pubblica. A quella scuola che per vocazione e per modo d'essere non discrimina, ma tende a coinvolgere tutti e mantiene il suo aspetto essenziale di scuola pluralistica.
A differenza di una scelta discriminatoria dentro la quale introduce una serie di ulteriori punti negativi da ogni angolo la si affronti compreso il pluralismo dell'insegnamento che si riduce fortemente, viene messo in discussione e che tende a dare un modello di tante scuole non pluraliste e di un apparente modello che permette di scegliere tra tante scuole non pluraliste. Credo che questo punto non sia il pluralismo, ma la negazione, così come sia la negazione del diritto allo studio, del diritto all'insegnamento per tutti. Credo che questo sia l'elemento di fondo con cui, da settimane, ci troviamo a confronto, anche se in questa ultima giornata non siamo stati confortati dalla lettura del Consigliere Chiezzi del testo della Diocesi che è una illustrazione chiara e precisa rispetto alle intenzioni di chi ha chiesto e sollecitato il finanziamento alla scuola confessionale cattolica, la grande beneficiaria di questo provvedimento che, con coerenza e costanza, viene sostenuto dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Siamo arrivati al momento centrale della discussione, l'occasione è offerta dalla proposta di emendamento presentata dal Gruppo dei Democratici di Sinistra.
Intervengo per fare, per quello posso, quindi con i miei limiti, un po' il punto della situazione perché non credo che un dibattito e soprattutto, le convergenze che si sono verificate fino ad ora su alcune parti, possano essere ignorate o, addirittura, sequestrate per un obiettivo politico di chiusura.
Le convergenze che si sono verificate nella discussione, devono trovare un'espressione chiara ed esplicita nel documento che stiamo approvando. Mi riferisco, in modo particolare, ad un aspetto che il Gruppo dei Democratici di Sinistra affronta (insieme ad altri Consiglieri del Gruppo della Margherita ho presentato un altro emendamento), problema di fondo che ho richiamato all'inizio. Mi rivolgo a chi è convinto completamente e totalmente, della proposta. C'è un aspetto, Consigliere Cattaneo, che rischia di sfuggire per un obiettivo politico che la maggioranza vuole mantenere (non so rivolgermi al Consigliere Cattaneo oppure all'Assessore). C'è una contraddizione, lo dico con la convinzione di chi crede al provvedimento, c'è un pericolo di elaborare un provvedimento in cui, nelle dichiarazioni di principio, è un provvedimento come scritto nel punto 2, per le scuole statali e l'istruzione scolastica paritaria, ma, di fatto, così come è formulato, se non viene introdotta qualche modifica, sarà soltanto, almeno questo testo, per le scuole paritarie. Invito il Consigliere Cattaneo, che è il più determinato, a leggere con attenzione il testo.
Se si approva un testo in cui gli effetti sono soltanto per le scuole paritarie, cosa che bisogna fare, si cade in contraddizione. Diventa un testo facilmente oggetto di contestazione: speriamo che non sia così. I Consiglieri del Gruppo DS hanno proposto alcune modifiche - colgo anche l'occasione per anticipare un emendamento che riguarda i trasporti - ma bisogna introdurre un elemento, almeno un elemento, che consenta al provvedimento di avere degli effetti anche sulle scuole statali nella misura e nel peso che si ritiene. Ma se l'effetto è soltanto questo, c'è una responsabilità, sono convinto che bisogna aiutare le suole paritarie ma in ogni caso c'è una responsabilità politica che si assume il Consiglio per una determinazione a non modificare nulla, nonostante le questioni siano chiare, ad elaborare un provvedimento che può essere impugnato. E' questo che vogliamo o vogliamo un provvedimento che abbia degli effetti? Pongo all'attenzione dei Consiglieri questo aspetto, come un momento di riflessione e direi che prima di procedere a delle bocciature di queste proposte che tendono a migliorare quel testo, che consentono di fare in modo che ne possano usufruire anche le scuole statali, prima di fare una cosa di questo tipo in cui si rischia di approvare un testo che può essere oggetto di contestazione, di stare attenti.
Vedremo poi come votare, ma se ci si assume questa responsabilità, è una responsabilità che si assume chi va avanti e si chiude gli occhi di fronte a tutto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Personalmente lo ritengo un emendamento fondamentale, se non si vuole correre il pericolo, come già ribadito dal Consigliere Saitta, che sia legalmente impraticabile, o che qualcuno possa contestarlo. È chiara l'esistenza di una contraddizione fondamentale tra quanto enunciato nel comma 2 e l'intenzione, più volte ribadita, di destinare risorse esclusivamente alle scuole paritarie.
Nessuno Consigliere - o quasi nessuno - è contro la scuola paritaria.
Come ho già sostenuto prima, la legge n. 62 ha avuto il merito di portare scuole, che vivevano una situazione di non trasparenza, a quello che è il sistema della scuola pubblica, chiedendo una serie di requisiti che hanno consentito, se rispettati, di elevare il livello delle scuole private a garanzia degli studenti e delle famiglie che mandano i loro figli in quelle scuole.
Quando si parla di iscrizione, di libri di testo, di materiale didattico, di trasporto e di mensa, il problema è - secondo il mio personale parere - che questa maggioranza non ha intenzione di accogliere neanche la metà delle voci riportate nell'emendamento. E' un provvedimento che la maggioranza intende blindare e che, al di là dell'enunciazione di principio del comma 2, assegna una delega alla Giunta regionale consentendole di muoversi in assoluta libertà, per dare risorse solo ed esclusivamente a quel 5,5% degli alunni che frequentano le scuole paritarie se è vero quanto avete sostenuto - fino a 120 milioni di reddito, con una scaletta che dovrebbe "premiare" (usiamo questo termine) famiglie a meno reddito, e darete meno a chi ha 120 milioni di reddito.
Se queste sono le intenzioni - e il cenno di assenso dell'Assessore mi fa pensare che lo siano - si creerà una serie di differenze e di ingiustizie (verificheremo se legalmente sono praticabili o meno), poich avremo famiglie che con la legge n. 62 prenderanno, come borse di studio una miseria: 188 euro medie ed elementari, a fronte un reddito di 10 mila euro e 30 milioni complessivi ed altre che prenderanno 750-1200, con un reddito fino a 120 milioni.
Nella nostra intenzione - e mi rivolgo al Consigliere Saitta in particolare - il provvedimento è migliorativo, anche se l'intenzione della maggioranza è di non accogliere neanche la metà delle nostre richieste. La loro intenzione - penso non condivisibile da nessuno dell'opposizione - è molto chiara: dare 18 milioni al loro libero arbitrio nel modo che riterranno assolutamente più opportuno, solo ed esclusivamente al 5,5% di allievi che frequentano le scuole paritarie, con buona pace di chi come noi - centrosinistra - cerca disperatamente di modificare, in senso positivo, questo disegno di legge.
evidente che, come per sposarsi, occorre essere in due; ma loro non hanno nessuna intenzione di farlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Arrivati a questo punto, continuare a stare nascosti, da parte dell'Assessore, di fronte ad un dibattito che la maggioranza ha interpretato come un lungo braccio di ferro e, come sarà riportato dai giornali, come un'estenuante maratona, non è corretto Star dietro al concetto di questo dibattito, di fronte a questo emendamento, non è più consentito. Non tanto il Consigliere Cattaneo che parlerà dopo di me, ma soprattutto l'Assessore, se vuole dimostrare di non essere anche lui un Assessore commissariato da tecnici esperti, deve darci una risposta. Non si può, di fronte a questo tipo di emendamento, non interloquire con la minoranza. Non stiamo facendo ostruzionismo, stiamo cercando di porre questioni che sono tutte reali. Possiamo scorrere i verbali dei dibattiti svolti in Consiglio e, per quanto siano state numeroso le votazioni, non si potrà mai dire che sono state poste questioni fittizie. Si tratta di questioni estremamente reali.
Questo emendamento, in particolare, vuole chiarire i termini del provvedimento che intendete portare a casa.
Il comma 3 del sub emendamento preparato dal Consigliere Cattaneo, a nome della maggioranza, precisa che il contributo è erogato nei limiti delle risorse regionali disponibili, a parziale copertura delle spese sostenute e documentate, relative alla frequenza e all'iscrizione, anche per gli alunni portatori di handicap, per il personale insegnante di sostegno.
Chiediamo che questo comma venga sostituito con: "Il contributo è erogato nei limiti delle risorse regionali disponibili, a parziale copertura delle spese sostenute e documentate, relative alla frequenza all'iscrizione, all'acquisto dei libri di testo e del materiale didattico delle spese relative al trasporto, alle mense e al costo delle attività integrative".
un comma lacunoso e reticente; una reticenza disonestà nei confronti del Consiglio, in quanto tutto viene demandato ad una delega in bianco alla Giunta regionale, che potrà fare un regolamento dalle caratteristiche completamente oscure. Di fatto, sappiamo quali sono le intenzioni: ognuno rappresenta chi decide di rappresentare.
Il centrodestra, evidentemente, ha a cuore il qualificarsi come una specie di Robin Hood alla rovescia, che vuole sostenere soprattutto le persone con maggiori disponibilità. Non diciamo che frequentare le scuole paritarie sono solo le persone più ricche, perché ci sono lavoratori che per questioni di carattere organizzativo sono costretti a farlo. Ma allora si esca allo scoperto e si dica chiaramente che cosa si vuole finanziare e che cosa si vuole sostenere. Se questo denaro deve essere rivolte alle difficoltà che incontrano tutti i giovani, in riferimento alla frequenza all'iscrizione, all'acquisto di libri di testo e del materiale didattico alle spese di trasporto, alle mense, a tutte le attività integrative.
Se si vuole intervenire rispetto alla difficoltà e all'handicap sicuramente, se ci sono delle persone bisognose che hanno fatto ricorso alle scuole paritarie, si finanzino anche le persone bisognose, ma non si faccia un provvedimento esclusivamente per coloro che frequentano le scuole paritarie, si dimostri che questo provvedimento è rivolto a tutti. Le leggi del Consiglio regionale devono essere rivolte a tutti quanti, non possono essere rivolte a singoli settori di elettorato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente e colleghi, alcuni interventi che ho ascoltato con attenzione mi mettono in condizione di replicare e di svolgere delle considerazioni, che potranno anche essere ripetitive rispetto a quelle svolte in questi giorni e rispetto a quella che io stesso ho svolto questa mattina in un precedente intervento. Alcuni interventi, mi sia consentito senza voler giudicare alcuno dei colleghi, secondo me, hanno rappresentato in modo impreciso la realtà dei fatti, soprattutto per quei colleghi che sono stati presenti in Aula in modo discontinuo e non in modo convinto, al di là delle posizioni di contrarietà o di favore verso questo provvedimento, che credo abbiano svolto anche in buonafede, ma in modo, se non proprio disinformati, avendo perso pezzi significativi.



(Commenti in Aula)



CATTANEO Valerio

No, assolutamente, non ce l'ho né con la Presidente Manica né con il Presidente Saitta, per sgombrare il campo, più con il Consigliere Riggio tanto per non fare nomi.
Il disegno di legge n. 252 è e vuole essere un disegno di legge con una finalità precisa: dare alle famiglie la libertà della scelta educativa a prescindere dal loro reddito. Lo abbiamo detto più volte, la nostra legge è indirizzata a chi più spende, a chi ha più figli e a chi meno guadagna. Dal nostro punto di vista, al di là di essere definiti Robin Hood al contrario o Robin Hood per il verso giusto, riteniamo che sia una legge con un grande valore sociale e comunque rispondente all'impegno che avevamo assunto e con il quale ci eravamo presentati in campagna elettorale, prima, e in sede di Consiglio regionale, quando abbiamo presentato il nostro programma di governo nel giugno 2000.
Rispondo ora alle domande precise che ci sono state poste: relativamente al comma 2, sollevato dal collega Marcenaro, quasi gridando allo scandalo, se non ricordo male, tre o quattro Consigli fa e ripreso oggi, forse in modo più puntuale, dal collega Saitta, mi corre l'obbligo, e lo faccio volentieri, di precisare che questo provvedimento non è indirizzato né a questo né a quel tipo di scuola, ma è indirizzato alle famiglie. Questa è una legge che vede nella persona e nella famiglia la centralità della scuola. La riforma Moratti potrà essere non condivisa e potrà essere contestata, ma ha strappato il ruolo centrale della scuola degli insegnanti e ha messo al centro della politica scolastica lo studente e la famiglia.
Perché volutamente abbiamo messo e vogliamo lasciare la questione della scuola statale? In merito al Regolamento, e qui invitiamo ancora l'opposizione a fare una valutazione, tanto siamo contrari e indisponibili a modificare la legge, tanto siamo convinti che ci si possa confrontare su un ordine del giorno per dare alla Giunta un mandato consiliare per la sede di prima applicazione del Regolamento.
Relativamente al momento in cui si deciderà di individuare le fasce di reddito, mi sembra che anche voi, o almeno chi dell'opposizione è favorevole a questo provvedimento, siate indirizzati verso il seguente obiettivo: noi immaginiamo, sotto un certo reddito, di dare il contributo a prescindere dall'incidenza di quel famoso 1%, perché si immaginava, ad esempio, che, qualora una famiglia non spendesse almeno l'1% del proprio reddito, non fosse necessario dare un contributo, in quanto spendeva troppo poco o, soprattutto, questo rappresenta il maggior numero di casi, perch la retta scolastica non aveva un'incidenza tale rispetto al proprio reddito. Faccio un esempio in vecchie lire: se una famiglia guadagna 30 milioni e ha spese tali, anche solo la scuola statale, non si capisce perché, pur non raggiungendo l'1%, non si possa fornire a questo tipo di famiglia un contributo.
Dal nostro punto di vista, dovendo essere una legge oggettiva e applicabile nel carattere più generale possibile, vogliamo che questo sia fissato dal Regolamento e non con una delega in bianco. E' chiaro che, dal nostro punto di vista di maggioranza, abbiamo presentato una legge in questo senso, perché la maggioranza, tra virgolette, è garantita da un dibattito al proprio interno, essendo la parte politica del Consiglio che sostiene la Giunta. Però, abbiamo aperto una disponibilità sincera con il Consiglio regionale tutto, con l'opposizione, sia l'opposizione che condivide il provvedimento, sia quella che è contraria, sia quella che è ferocemente contraria a questo provvedimento, per svolgere un ragionamento che possa vedere il Consiglio regionale approvare, eventualmente, un ordine del giorno che dia alla Giunta regionale un mandato vincolato e degli indirizzi per un Regolamento in sede di prima applicazione, lasciando comunque alla Giunta, da un lato, la possibilità, successivamente, di procedere a degli aggiustamenti nel Regolamento di applicazione della legge; conseguentemente, il Consiglio regionale è tutelato, eventualmente nell'approvare un ulteriore ordine del giorno o nel rivedere la legge dopo anche un anno scolastico sperimentale.
Termino l'intervento con la seguente riflessione: rinnoviamo la disponibilità, essendo questa una legge con altra finalità, a rivedere di incrementare il diritto allo studio con una revisione della legge n. 49 assumendo un impegno politico, che abbiamo già ribadito in Aula e in Conferenza dei Capigruppo. Siamo anche disposti a confrontarci su un ulteriore ordine del giorno, peraltro, ne abbiamo già presentato uno qualche settimana fa, e ad incrementare e modificare l'azione della Regione per il diritto allo studio nell'ambito e nell'alveo della legge deputata che è la n. 49, ricordando a tutti che la questione dei trasporti si pu anche affrontare sull'assestamento di bilancio. La Regione è già fortemente impegnata sui trasporti per le scuole primarie (scuole elementari e scuole medie inferiori), ora si deve vedere di rispondere anche, su questo sono d'accordo, agli studenti delle scuole medie superiori. Si potrebbe fare in via provvisionale e diretta sull'assestamento di bilancio 2003 e soprattutto, vederlo in modo più organico con una modifica della legge n.
49.
Non si dica che non vogliamo confrontarci sul merito, non si dica che non vogliamo dare attenzione alla scuola statale, non si dica che non vogliano la maggioranza e la Casa delle libertà dare attenzione a tutto il pianeta della scuola, perché siete smentiti dalla nostra disponibilità sincera, dalla nostra azione politica e dai nostri intendimenti all'interno di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Dai primi giorni di aprile sino ad oggi, abbiamo condotto un'iniziativa o una discussione che ha assorbito un numero rilevante di sedute. Questo parlo per me, ovviamente - non è stato fatto per ripicca o per un'opposizione fine a se stessa. Sono infatti partito dal presupposto che in questo provvedimento ci fossero dei contenuti gravi rispetto alle risposte di equità sociale e rispetto alle proposte di agibilità dell'accesso alle scuole. Durante la discussione degli emendamenti lo abbiamo visto, malgrado gli aggiustamenti che si possono tentare, e malgrado alcuni aspetti rivestano anche un carattere positivo, come, ad esempio, il contenimento della libertà della delega in un provvedimento che nasce per una serie di vicissitudini - molto breve, molto asciutto e se vogliamo, anche rischioso, che predetermina una prassi di produzione legislativa che ritengo pericolosa o perlomeno non positiva per il nostro futuro, con un ordine del giorno che sappia dare degli indirizzi, costruire degli alvei in cui la Giunta, nella materializzazione del provvedimento, è richiamata a percorrere. Credo che questo sia nell'interesse di tutti perché nella normale alternanza politica la maggioranza può diventare opposizione, come si è visto peraltro in Parlamento, quando c'era la critica da parte dell'allora opposizione, che poi è diventata maggioranza all'uso diffuso delle leggi delega, perché, come nel caso dei decreti legge, rappresentava un modo per esautorare il Parlamento (in questo caso l'Assemblea elettiva regionale), perché si riproduce, senza averlo statutarizzato, un meccanismo che ripercorre la strada delle leggi delega.
Una cautela in questo senso mi potrebbe trovare d'accordo, magari attraverso un ordine del giorno, oppure attraverso delle dichiarazioni impegnative. Come si dice in gergo, gli ordine del giorno non si negano mai a nessuno, anche se in questo caso, proprio per la rilevanza del provvedimento che trattiamo e per la fatica che stiamo provando in queste sedute finali, si dovrebbe dare una valenza o una solennità diversa da altri ordini del giorno, anche se mi spiace fare una gerarchia, ma è un po' obbligata. Ma per il resto, il gioco della democrazia è anche questo.
Ci possono essere dei punti di mediazione che soddisfano, magari con sacrifici, il mantenimento delle posizioni delle due parti, come ci possono essere dei giudizi negativi. Questa è una vostra acquisizione.
Io ritengo ci sia un altro percorso per evitare che la famiglia con 220.000 lire di spese scolastiche all'anno non sia beneficiata, ed è la via maestra della riforma del diritto allo studio, che è stata negata.
Condurre questo lunga opposizione aveva il significato e il carattere simbolico, davanti alla collettività piemontese, di dimostrare che questo provvedimento nasce con una lacerazione. È un fatto politico legittimo. Noi non lo accettiamo perché divide e non unifica il corpo sociale; è la finzione della libertà che viene usata dalla maggioranza, è puramente strumentale. Non è quella libertà più ampia di quella che si può ottenere con altro provvedimento.
Per quello che potrò, quindi, continuerò la mia azione di contrapposizione e di contrasto a questo provvedimento, pur sapendo che verrò sconfitto. Ma almeno terrò in piedi un principio.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all''assistenza ed edilizia scolastica

Non mi discosto di una virgola, anzi approvo totalmente, e non perch sono commissariato, come diceva il collega Riggio, ma perché sono convinto delle posizioni del Presidente Cattaneo, che ho già indicato come referente un po' di tutta la maggioranza nella gestione complessiva di questa partita, che è una fortuna che veda la Giunta coincidente con la maggioranza e la maggioranza con la Giunta. Tante volte ci accusate che ci siano discrasie fra Giunta e maggioranza.
Confermando totalmente le parole del Consigliere Cattaneo (anche se non ha certamente bisogno della mia conferma), vorrei solo offrire queste informazioni ai colleghi che paiono forse non avere ancora chiari tutti gli elementi.
Con la legge regionale n. 49/1985 il trasporto, la mensa e i sussidi per la scuola dell'obbligo li diamo già; con la legge n. 62/2000 i libri per le scuole medie inferiori e superiori li diamo già; con la legge n.
62/2000 le borse di studio per scuole elementari, medie inferiori e medie superiori sulla base del reddito le diamo già. Rimane fuori, come qualche collega ha evidenziato, il discorso dei trasporti per la scuola media superiore. Questo è vero, é un dato oggettivo; è l'unica cosa che rimane fuori.
Coi miei uffici e con il supporto e la spinta della maggioranza, ho studiato un meccanismo per poter, da subito, con l'applicazione della legge e con una circolare legata alla legge n. 49, dare i fondi per i trasporti relativi alla scuola media superiore, cogliendo l'oggettività della proposta, come richiesto dal collega Tapparo. C'é un grande dibattito e vi sono posizioni diverse. Pur essendo democristiano, come diceva il collega Placido questa mattina, non si può conciliare l'inconciliabile. Invece è utilissimo tutto il dibattito e lo confermo al collega Tapparo e agli altri colleghi che sono intervenuti, perché conto di dimostrare di aver preso non solo appunti, ma i verbali degli interventi per studiarli. Ho addirittura dei documenti dedotti dai suggerimenti che sono pervenuti da alcuni colleghi che sono stati inviati già all'attenzione del Ministero e della Conferenza Stato-Regioni, dove mi impegnerò a sostenere quelle posizioni.
Da questo punto di vista, ringrazio chi generosamente mi ha dato un po' di credito. Questo lavoro é fruttuoso e proficuo. Sta modificando posizioni, lavoro e concezioni intanto nel mio stesso atteggiamento (la mia attenzione sul fronte della scuola in generale è cresciuta enormemente) e in secondo luogo, anche con una veicolazione verso il centro istituzionale vero, che è la Conferenza Stato-Regioni, o addirittura la Conferenza Unificata, dove le posizioni che emergono in Consiglio su diverse tematiche sono state recepite da me, portate al coordinamento dell'istruzione e quindi, alla Conferenza Unificata.
Ci sono due ragioni che ci inducono ad un'ulteriore apertura: la prima si riferisce al discorso del collega Cattaneo sulla possibilità che al di sotto di un certo reddito non si tenga conto, il regolamento lo dobbiamo predisporre, dell'incidenza.
Non tocco questioni che riaprirebbero una discussione in aula infinita invece voglio rispondere ad alcune segnalazioni importanti. Alla prima espressa dal Consigliere Marcenaro sul controllo delle scuole, rispondo che su questo vogliamo attivarci non delegando soltanto allo Stato, ma attivandoci con commissioni regionali.
All'altra, che faceva il Consigliere Saitta sul problema delle scuole negli ospedali, rispondo che intendiamo farci carico di questo aprendo il discorso dell'1% alla generalità delle scuole e in secondo luogo con un emendamento, verificabile presto perché il bilancio 2004 e l'assestamento 2003 lo affronteremo presto. Ho verificato, e ringrazio la dottoressa Marchiolo e la dottoressa Gioria che in questi giorni hanno dato prova di straordinaria disponibilità, ho verificato, dicevo, che tutto ciò è tecnicamente possibile, che potrebbe andare a compensare l'unico rispetto alle previsioni di legge nazionale e regionali e che, come avete ascoltato per bocca del Consigliere Cattaneo, la maggioranza sostiene. Volevo dare questi dati più tecnici che politici, ma ci tenevo farlo.
Avrei tanti cose da dire su tutti gli interventi, ma sono stato saggiamente invitato a non fare autostruzionismo, a non tormentare l'aula.
Ho preso appunti su tutti gli interventi, conto che ci saranno tante occasioni e tanti dibattiti. In sede finale di relazione, conto di riprendere tanti passaggi e dare indicazioni su una serie di cose che non sono del futuro, ma in corso. Faccio un esempio per tutti, e lo devo ai Consiglieri che sono intervenuti tante volte sulla questione relativa all'esclusione sociale. Stiamo progettando, sono già finanziati, ci sono dei regolamenti, centri studenteschi studiati apposta per farsi carico di ragazzi che hanno difficoltà. Centri che sono a metà strada tra la formazione professionale, l'assistenza, l'istruzione e la cultura. Un progetto che, a livello nazionale, è stato valutato interessantissimo che non ha esempi in altre regioni italiane, ci stiamo lavorando, in via sperimentale, anche con le Fondazioni bancarie e con gli Enti locali (il Comune di Torino in testa, ma non solo il comune di Torino, anche comuni della provincia, specie della prima cintura). Spero di avere occasione quando inizieremo a fare Commissioni, non soltanto di esporli, ma anche ad raccogliere suggerimenti per farli funzionare al meglio.
Questo lavoro sulla legge va esattamente nella direzione che diceva il Consigliere Cattaneo, non è mai terminato, anzi, è aumentato, si è intensificato un lavoro collaterale che deve portare quella riforma della legge sul diritto allo studio che, ripeto, inizialmente, proprio alcuni Gruppi dell'opposizione, mi chiesero di dividere dalla libertà di educazione per non creare confusione e noi accettammo quell'ipotesi.
Ripeto, ci stiamo lavorando e sta prendendo continuamente più corpo. Alcune iniziative devono essere solo annunciate, sono già finanziate: centri studenteschi, corsi di recupero, ecc. Altre potrebbe vedere la luce.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Volevo sottolineare, rispetto all'osservazione fatta nel mio precedente intervento, la risposta del Consigliere Cattaneo a nome della maggioranza.
Il Consigliere Cattaneo sostanzialmente dice: "non modifichiamo nulla" "lasciamo le cose così come sono".
Alla contraddizione che facevo notare, cioè la possibilità che il provvedimento possa funzionare soltanto per le famiglie con figli che frequentano le scuole paritarie, il Consigliere Cattaneo risponde che "è superabile perché si possono abbassare i redditi in modo da consentire, ai redditi più bassi, di poter recuperare le spese di iscrizione, ecc". Questa è sicuramente una modalità, tuttavia io non sono d'accordo sulla stessa.
E' una modalità dispersiva di risorse, io sono per un intervento più finalizzato a risolvere un problema (quale trasporto, mensa, ecc), anche se sono d'accordo con quanto sosteneva l'Assessore Leo, con cui ho discusso diverse volte, cioè una è la scuola media inferiore, l'altra è la scuola media superiore (sappiamo che c'è un problema con la scuola media superiore che bisogna risolvere).
La mia opinione è che bisogna inserire le spese di trasporto delle scuole medie superiori, diventa un modo per non disperdere le risorse; la Giunta sostiene che in ogni caso il provvedimento riguarderà anche le scuole statali perché, attraverso le fasce, c'è la possibilità di intervenire. D'altronde la Giunta, se la delega è questa, cioè che il provvedimento deve riguardare le scuole statali e paritarie, per forza di cose deve prevedere un regolamento in cui, in ogni caso, una parte delle risorse vadano anche alle scuole statali (dico scuole per semplificare, ma sappiamo che sono le famiglie).
Oltre a questo, l'Assessore e prima il Consigliere Cattaneo dicono: c'è la possibilità di intervenire per i trasporti della scuola media superiore.
L'Assessore ha precisato quali sono le modalità: "è possibile subito, non è necessario fare una legge apposita. E' possibile utilizzare lo strumento della legge n. 49, è sufficiente una circolare che consenta di dare delle risorse per la scuola media superiore, a copertura delle spese per il trasporto della scuola media superiore".
Va bene, il Regolamento è necessario. Questa mi sembra una modalità sicuramente percorribile perché si aggiunge ad altre risorse che, con quell'applicazione, possono riguardare anche le scuole statali. Ciò vuol dire fare immediatamente due cose. Possiamo anche fare una gerarchia, come diceva il Consigliere Tapparo, degli ordini del giorno più importanti e meno importanti, io credo che se vogliamo risolvere la questione delle spese per il trasporto, bisogna prima chiarire alcuni aspetti concreti: la circolare, che si può fare anche subito, e le risorse che bisogna aggiungere alla legge n. 49.
Siamo in grado, magari lo scriveremo anche nell'ordine del giorno, di indicare concretamente, sulla base di elementi che ormai sono abbastanza noti, quali sono le risorse che nel momento di assestamento aggiungeremo alla legge n. 49? Non può essere una cosa campata in aria. Ripeto, le cose da fare sono due: la circolare e, visto che siamo in fase di pre assestamento, definire quali sono le risorse che possono essere destinate per i trasporti della scuola media superiore in modo che, al momento dell'assestamento, si eviti spero non sia così, penso un po' male perché so che i problemi sono complessi, se servono risorse per tanti settori, compreso quello della sanità che ne richiamerà ancora tanti, può darsi che a quel momento ci saranno delle esigenze superiori che costringeranno la Giunta a dire: "Va beh, abbiamo indicato cinque miliardi, però, visto che la situazione è mutata, questi cinque miliardi non ci sono più perché è più importante il turismo, la sanità, ecc.".
Il patto che il Consiglio può assumere, che può essere assunto, non soltanto con una dichiarazione generica, ma sulla base di una verifica fatta effettuata sul pre-assiestamento e su un'indicazione puntuale delle risorse che possono essere assegnate?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Nelle lunghe sedute di Consiglio ci sono momenti di forte attenzione in cui si entra maggiormente nel merito, cercando di approfondire il problema del quale stiamo discutendo. Spiego meglio con un esempio ritornando indietro di un anno e mezzo quando si parlava della franchigia dell'1 Occorre tener presente che nella realtà, se ci riferiamo alle tasse di iscrizione (tralasciando trasporti e mense) sono questioni fondamentali che riguardano tutti.
A proposito di tasse di iscrizione alle scuole pubbliche statali, chi spende di più, spende 300 mila lire negli istituti tecnici; altrimenti lasciamo perdere le medie e le elementari, perché si tratta di poca cosa.
Se la Giunta regionale avesse il coraggio di presentare il Regolamento come fece nella prima fase in Commissione, capiremmo chiaramente che nell'intenzione surrettizia di tenere fede al comma 2 dell'articolo 1, per non andare incontro a problemi di illegittimità del provvedimento (dove si dichiara di volersi rivolgere alle scuole paritarie e alle scuole statali) nella sostanza le risorse andranno solo alla scuola paritaria.
Faccio l'esempio già riportato in aula.
In Lombardia, il 99% degli studenti frequenta la scuola paritaria privata; 0,2% la statale; 0,7% le civiche, per il semplice motivo che iscriversi alla scuola civica a Milano può costare anche 500 mila lira.
Questo è il problema. Con il Regolamento le risorse andranno, al 99 alle scuole paritarie (quasi la totalità), perché se la maggioranza, il Governo (il Consigliere Cattaneo, l'Assessore Leo) accettassero anche solo i trasporti, per le scuole superiori, non ci sarebbero risorse che hanno intenzione di destinare solo alle scuole paritarie.
Occorre avere il quadro della situazione: un quadro da sfacelo.
L'ordine del giorno del Consigliere Cattaneo è solo una pia illusione una buona intenzione che se non sapessimo com'è la situazione, ci potremmo anche credere. Con questo non voglio mettere in dubbio il Consigliere Cattaneo o sostenere che sta dicendo il falso, per carità, ma la situazione è questa.
Durante la discussione della Finanziaria, l'emendamento relativo ai due milioni e mezzo è stato spostato al prossimo anno scolastico perché mancano le risorse; il Governo si è preso quattro milioni di euro nell'ultimo trimestre 2002 sulle scuole paritarie e non siete stati in grado di bloccarli. In favore delle scuole paritarie, erano già stati stanziati dei soldi? Mi riferisco alle borse di studio previste dalla legge . 62, per un importo di soli sei milioni e sei, rispetto alle quali non avete un euro da metterci sopra; per le borse di studio delle scuole superiori, invece, sono previsti 324 euro.
La dichiarazione di voler assegnare risorse al diritto allo studio è dunque una pia illusione.
Io credo alla buona fede dell'Assessore Leo e del Consigliere Cattaneo, ma non ci sono le risorse. Questo è il problema. Le richieste dei Comuni dell'ANCI di rifinanziare la legge n. 62 cadono nel vuoto; le richieste dei piccoli Comuni sulle ristrutturazioni altrettanto. Avevamo presentato, a fatica, venti milioni di euro e l'Assessore Pichetto ne ha trovati due, ma solo per due anni, da spostare ad un anno. Il continuare a dire, in un ordine del giorno "faremo, metteremo sulla legge n. 49", non è credibile.
Sono pronto a chiedere scusa - l'ho detto anche prima - e a dire che mi ero sbagliato e che ero in malo fede, se dimostrerete, con risorse vere di voler intervenire sul diritto allo studio, sulla legge n. 49/85.
Questa è la realtà.
Un Regolamento, in un senso o nell'altro, non sostituisce la sostanza politica di un provvedimento. Sostanza politica è assegnare diciotto milioni di euro solo alle scuole paritarie. Non è altro.
Le risorse sul diritto allo studio, a sostegno della disastrata scuola pubblica (che sarà sempre peggio) non le avete, come non le avete su tante altre questioni su cui - lo sapete e non mi riferisco solo al provvedimento del buono scuola - vi siete impegnati anche la camicia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CONTU Mario

A questo punto della discussione non so perché continuiamo questa sceneggiata. La situazione è ormai questa: a seguito di un accordo durante la Conferenza dei Capigruppo si è deciso di "fare uno strappo" al Regolamento mettendo, in nome della conduzione dei lavori l'aula, la parola fine alle legge sui buoni scuola.
La maggioranza è forte oggi di una certezza: questa legge, non questa settima e forse neanche la prossima, potrebbe "portare a casa" il provvedimento. Non solo, ma ci dice anche, per magnanimità, che dopo dieci sedute di discussioni di merito (io preciso dopo due anni) è disposta a darci "un po' di soldi" sulla legge n. 49 e forse altre risorse sul riconoscimento delle spese di trasporto, stante una situazione - immagino a favore delle fasce più deboli- nell'ambito delle garanzie del diritto allo studio.
I libri, in base ad un DCPM, sono garantiti fino a 30 milioni di reddito per tutti gli ordini di scuole, sia paritarie sia pubbliche; la legge n. 62/2000 offre borse di studio e la Regione Piemonte, in base alla legge n. 49, "dà un po' di miserie" ai Comuni.
Fate voi la differenza, stante i calcoli eseguiti dal Consigliere Placido e il numero complessivo di studenti dalla prima elementare alle scuole superiori (sono intorno ai 405 mila nella nostra Regione): 23 miliardi delle vecchie lire (è l'ultimo stanziato, permettermi l'approssimazione perché non ho dietro tutti i dati) diviso 400 mila, si definisce, in termini di trasferimento in quota capitale, è assolutamente irrisorio, perché il calcolo è il seguente: 405 mila sono gli studenti, 23 miliardi è lo stanziato.
Cosa si verifica in un contesto come questo? Gli Enti locali strangolati dalla mancanza di risorse economiche, scaricano sulle voci principe del diritto allo studio i costi per l'erogazione dei servizi; è questo cerchio che dobbiamo chiudere, Assessore.
Se la maggioranza ci fa un'offerta dicendo: "La legge l'abbiamo già siamo magnanimi, vi concediamo 5 miliardi di vecchie lire sui trasporti" chiudiamo e portiamo a casa.
Apro qui un confronto all'interno dell'opposizione per capire di cosa stiamo parlando, infatti, la provocazione è nei confronti del Consigliere Tapparo. Se questo è lo stato dell'arte, allora, dico a chi è portatore di questa trattativa di chiudersi in una stanza, non buttando via la chiave ma chiudiamola qui. Lo dico con molta onestà per rispetto a quest'Aula perché credo che l'ostruzionismo sia la battaglia nobile e l'ostruzionismo lo abbiamo ucciso contingentando i tempi, dando praticamente un tempo certo per la soluzione del problema e per l'approvazione di questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, credo che gli interventi succedutisi in questa mezz'ora, nella disattenzione del Consiglio, in particolare quelli dei colleghi Contu, Placido, Saitta e Tapparo, introducano un elemento di novità e di disponibilità, che hanno messo in condizione, questa volta sì mi sia concesso, unitamente anche ad un anticipo della collega Manica qualche ora fa, di svolgere una discussione sul merito reale, tenendo conto e rispettando le posizioni di ognuno, di coloro che sono favorevoli al provvedimento, ed è la maggioranza, ma non solo la maggioranza, di chi è favorevole, ma anche con alcuni distinguo, di chi è contrario e di chi è ferocemente contrario, come è stato detto in un intervento precedente.
Atteso che il disegno di legge n. 252 era, è e resta, dal nostro punto di vista, immodificabile, per una serie di motivi, ha una finalità ben precisa che non rientra in una finalità più complessiva dell'incremento al diritto allo studio, che è altra cosa, e deve essere ricompreso nell'alveo della legge n. 49, perché vi è un'intesa su cui la maggioranza, oltre ad un atteggiamento di grande rispetto, ha una certa fermezza ed è convinta di rispettare un'intesa con tutte le opposizioni. Quindi, la dignità e il rispetto delle opposizioni a 360°, dal nostro punto di vista, è una linea corretta e utile non solo per la maggioranza, ma per il Consiglio regionale che, finalmente, potrà essere messo nella condizione, rispettando il diritto di governare di una maggioranza e il diritto di una opposizione di far sapere con grande fermezza la propria contrarietà ad un provvedimento di approvare una legge importante.
Mi rivolgo al Consigliere Saitta e ai Consiglieri che hanno sollevato questo tema: noi abbiamo dato questa disponibilità su un ordine del giorno forse, in modo spiritoso e irrituale, ho detto che un ordine del giorno non si nega a nessuno, ma è una disponibilità sincera che vede una convinzione politica della maggioranza e della Giunta regionale riguardo alla possibilità di rivedere la legge n. 49, che vuol dire reperire ulteriori fondi, ma che non vuole dire solo reperire ulteriori fondi. La revisione di una legge importante come questa necessita di un dibattito e di un confronto serrato che metta il Consiglio regionale, dopo un percorso impegnato, nella condizione di modificare una legge importante per la scuola piemontese. Abbiamo dato la disponibilità, condividendo una vostra istanza, per trovare una soluzione in via provvisionale sulla questione aperta e sollevata da tutti dei trasporti per gli studenti delle scuole medie superiori.
Noi siamo disponibili e convinti su una e l'altra cosa: il nostro impegno per un confronto serrato, ma leale, come abbiamo fatto con tutti per una modifica della legge n. 49 resta; il nostro impegno per dare una risposta, in via provvisionale, concreta e immediata, sui trasporti per gli studenti della scuola media superiore è convinto e vuole essere sincero tant'è che mi accingo a fare una proposta.
Non so quanto costerà alla Regione Piemonte rispondere concretamente agli studenti delle scuole medie superiori in materia di trasporti, credo che una cifra abbastanza realistica possa essere compresa nella forbice di 3-5 miliardi di vecchie lire. La proposta che avanzo è la seguente, e poi rispondo al Consigliere Contu dando un supplemento di risposta: Assessore Leo, lei venga in Aula con conti precisi alla mano, su questo l'opposizione ragiona, e ci proponga un intervento da finanziare in assestamento di bilancio per dare una risposta agli studenti piemontesi che stanno svolgendo i loro studi presso scuole medie superiori, e gli diamo una risposta sui trasporti. Ci dica "costa 3, costa 4, costa 5", ce lo dimostra e ci convince. Poi, insieme all'Assessore Pichetto, ci dice dove possiamo trovare queste risorse. L'opposizione si confronta, se queste risorse dovranno essere trovate a fatica ci confrontiamo e le individuiamo insieme in un principio di corresponsabilità. Se non ci sono le risorse, ci dite dove reperirle, togliendo un miliardo al turismo, togliendo un miliardo alla cultura, togliendo un mezzo miliardo alla montagna, togliendo 600 milioni al Consiglio. Se, invece, questo non fosse possibile, allora, e mi assumo la responsabilità, lo faccio senza aver parlato con alcuno dei colleghi Capigruppo di maggioranza, credo che si possa trovare una soluzione riducendo lo stanziamento sul DDL n. 252 dell'importo necessario per coprire questa spesa.
Certo che, a fronte della disponibilità e dimostrazione di sensibilità politica ed istituzionale ad ascoltare con attenzione e rispondere concretamente all'opposizione, ci aspettiamo un atteggiamento di responsabilità che si concretizzi e che, in parte, ecco perché rispondo al collega Contu, forse, espliciti quanto il Consigliere Contu ha voluto dire.
Il suo Capogruppo ha detto di non sapere quando si chiuderà, il Consigliere Contu dice che si potrebbe anche chiudere subito. La politica è l'arte della mediazione tra il subito, il mai e il quasi mai. Vedo sorridere un po' i democristiani, sono sempre democristiani, mi hanno già redarguito una volta, non voglio essere redarguito un'altra volta, troviamo una soluzione.
Questa è una soluzione di merito, insieme, nel rispetto di tutti, qualora questa istanza fosse - lo dico subito chiaramente, non prima, come direbbe il Consigliere Angeleri - condivisa e rappresentata da tutte le opposizioni, come con tutte le opposizioni abbiamo fatto un'intesa e intendiamo rispettare questa intesa, allora, noi possiamo anche fare un passo indietro e vedere, da un lato, mantenuto il nostro diritto di governare, approvato il disegno di legge n. 252 e, dall'altro, dare una risposta alle vostre istanze non per darvi un contentino, non per fare un accordo nelle secrete stanze, ma in Consiglio regionale, alla luce del sole, dando una risposta agli studenti piemontesi su un ambito che anche noi abbiamo la sensibilità di ritenere debba avere una risposta forte da parte della Regione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 560).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 Consiglieri hanno risposto Sì 4 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri Il Consiglio non approva.


Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione all'o.d.g. ed esame dell'ordine del giorno n. 774: "Per l'immediata liberazione della leader per i diritti civili in Birmania/Myanmar, signora Aung San Suu Kyi", presentato dai Consiglieri Palma, Mellano, Botta M., Tomatis, Caracciolo, Angeleri, Rossi O. Deorsola, Tapparo, Cattaneo, Manica, Papandrea, Cota, Saitta.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 774 pervenuto alla Presidenza sottoscritto dai Consiglieri Palma, Mellano, Botta M.
Tomatis, Caracciolo, Angeleri, Rossi O., Deorsola, Tapparo, Cattaneo Manica, Papandrea, Cota, Saitta, avente ad oggetto l'immediata liberazione della leader per i diritti civili in Birmania, signora Aung San Suu Kyi, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale premesso che sabato 31 maggio, la signora Aung San Suu Kyi (simbolo della lotta per i diritti umani e civili in Birmania, dirigente della Lega Nazionale per la Democrazia, Premio Nobel per la Pace nel 1991 "per la sua lotta nonviolenta in favore della democrazia") è stata nuovamente arrestata su ordine della Giunta militare, che detiene ininterrottamente il potere in Birmania/Myanmar dal 1962 fonti della dissidenza birmana hanno reso noto che Aung San Suu Kyi sarebbe stata "picchiata più volte alla testa da detenuti utilizzati dal governo per scatenare incidenti nella città di Ye U"; le stesse fonti hanno denunciato l'uccisione di quattro studenti che avevano cercato di difendere la signora San Suu Kyi; la Croce Rossa internazionale non è ancora riuscita ad entrare in contatto con l'arrestata il nuovo arresto della leader birmana è l'ennesima prova che il regime militare di Yangon (Rangoon) è refrattario a qualsiasi, seppur lento e graduale, processo di democratizzazione alcuni mesi fa il Consiglio regionale del Piemonte ha ricevuto una delegazione dell'opposizione birmana in esilio, che ha denunciato come alla colpevole disattenzione internazionale verso la natura tirannica e criminale del regime di Yangon (Rangoon) ed al sostegno diretto riservato alla dittatura birmana dal regime cinese corrisponda il crescente isolamento politico degli oppositori, dentro e fuori i confini della Birmania, che li rende più esposti alle minacce e alle ritorsioni delle autorità del regime il prossimo 6 giugno è in programma la visita in Birmania dell'inviato ONU Razali Islamil, che avrebbe dovuto favorire la ripresa del dialogo fra la Giunta militare e l'opposizione politica dichiara di sostenere la battaglia di Aung San Suu Kyi per la libertà e la democrazia in Birmania lancia un appello al Governo italiano affinché si attivi da subito nei confronti delle autorità birmane per l'immediata liberazione di Aung San Suu Kyi e affinch su questo obiettivo sia promossa una convergente e immediata iniziativa di tutti i paesi membri dell'U.E.
impegna il Presidente e la Giunta regionale ad esprimere pubblicamente al regime militare birmano formale protesta per l'arresto arbitrario della signora San Suu Kyi; impegna il Presidente del Consiglio regionale a trasmettere il presente ordine del giorno a: Presidenza del Consiglio dei Ministri; Presidenti delle Camere; Presidenti delle Commissioni Esteri di Camera e Senato; Presidente del Parlamento Europeo; Ambasciata della Birmania/Myanmar in Italia; Presidenti delle Regioni e Presidenti dei Consigli regionali".
Penso che l'aula possa acconsentire all'iscrizione e, se non vi sono ostacoli, anche all'approvazione all'unanimità del presente documento.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame disegno di legge n. 252 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori sul disegno di legge n. 252 esaminando l'emendamento rubricato al n. 649).
La parola al Consigliere Marcenaro sull'ordine dei lavori.



MARCENARO Pietro

Naturalmente non contesto il modo in cui i lavori sono stati ordinati Abbiamo appena discusso e votato - è stato respinto dall'aula - un emendamento che insisteva sulla questione del paniere. L'emendamento che abbiamo testé votato proponeva che fosse accolto, come criterio di indicazione dei contributi, un paniere che comprendesse trasporti, mense, e altro.
Successivamente, abbiamo presentato ulteriori emendamenti che, sulla medesima questione, propongono, in modo distinto, alcuni di questi problemi, ovviamente com'è sempre stato fatto: si propone prima il paniere complessivo; di fronte al "no" si discute sui libri di testo, sui trasporti, sulla mensa, eccetera.
Per ordine della nostra discussione e collegamento, chiedo che questi punti siano affrontati subito dopo la discussione sul paniere, per avere continuità e razionalità nel dibattito, arrivando, anche in questo modo alle questioni che il Consigliere Cattaneo ha appena posto.



PRESIDENTE

Noi seguiamo l'ordine del Regolamento, che parla chiaro: soppressivi sostitutivi, modificativi e aggiuntivi. Gli emendamenti a cui lei fa riferimento sono aggiuntivi.



MARCENARO Pietro

Sono come quello che abbiamo appena votato.



PRESIDENTE

Erano sostitutivi.



MARCENARO Pietro

Gli emendamenti erano dello stesso tipo: uno è più ampio, l'altro è più...
Comunque faccia lei.



PRESIDENTE

Mi spiace, ma l'ordine è determinato anche dalla collocazione nel testo e dunque devo confermare questo ordine. Peraltro verranno esaminati fra poco.
Emendamento rubricato n. 649 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi: articolo 1, comma 3, eliminare "nei limiti delle risorse regionali disponibili".
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Con questo emendamento suggerisco - ma si tratta di una tecnica legislativa - di non far riferimento alle risorse regionali disponibili perché è un'indicazione indeterminata, vuol dire tutto e niente. Quando si esprimono delle politiche, si operano delle scelte ci sono le risorse conseguenti. Inserire in un provvedimento questo tipo di affermazione sarebbe come se in una famiglia qualcuno chiedesse qualcosa e la risposta fosse: "Vediamo l'anno prossimo se abbiamo i soldi". È un'affermazione non molto in linea con quella che dovrebbe essere la produzione legislativa di una certa correttezza. Capisco che ormai è entrata nella prassi anche ad alto livello e anche in produzioni legislative sofisticate come "scelta adeguata", o "migliore", o "buono", un "buon provvedimento".
Sono tutte affermazioni generiche che non hanno alcun rilievo. Anche in quella che dovrebbe essere la scientificità della norma, e che dovrebbe esprimere elementi di certezza, questo tipo di linguaggio è inadeguato.
In effetti, non è per negligenza, oppure per un uso imperfetto del linguaggio che si usa questo provvedimento. In qualche modo, anche qui si predispone quella flessibilità per il futuro che ho denunciato essere un elemento che condiziona tutto il provvedimento. Sarebbe un atto non tanto di coraggio, ma di razionalità. Se è solo una questione di tecnica legislativa lo si accetta, ma se dietro si nasconde una volontà diversa avere, cioè, nell'ambito dell'ampia facoltà che offre questa specie di legge delega, che è impropria ma che comunque ne assume i caratteri, un ulteriore elemento di indeterminatezza e di spazio di manovra totale e assoluto. Credo che questo sia sbagliato perché, mi rivolgo ai fautori del provvedimento se sono convinti di questa scelta e si danno degli obiettivi nella prima fase, il problema delle risorse è inevitabilmente concatenato.
Il grado di credibilità del provvedimento è dunque legato a condizionamenti.
Questo è un provvedimento forte per voi maggioranza? Ci state dedicando ore in alternativa ad altri provvedimenti, quindi ci sono provvedimenti per voi meno importanti perché voi fate una scelta totale ed assoluta per questo provvedimento, francamente non potete poi fare affermazioni del tipo: "vediamo le risorse che poi ci sono". Altrimenti rischiate di cadere in una situazione molto limitata che l'elettore, o il cittadino, potrebbe bollare in modo più feroce di quello che io posso fare, senza entrare nella polemica pesante qui svolta. Assumetevi le responsabilità: un provvedimento che ritenete centrale, al quale avete dedicato il tempo maggiore in tutta la legislatura rispetto ad altri, che avete messo in subordine ad altri provvedimenti che stanno aspettando - e noi sappiamo dagli Assessori e dalle indicazioni degli uffici quanti altri provvedimenti siano in attesa a cui voi, legittimamente, avete dato una priorità assoluta, non potete poi dire: "vediamo le risorse che poi ci sono". Le risorse diventano primarie rispetto alla valenza che ha il vostro provvedimento, valenza che assegnate voi, non io che mi oppongo duramente alla vostra proposta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 649.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 27 Consiglieri votanti 26 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva Emendamento rubricato n. 651 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi (e connessi emendamenti rubricati nn. 652, 653, 654, 655, 656, 657, 658 659, 660, 661, 662, 663, 664, 665, 666, 667, 668, 669, 670, 671, 672, 673 e 674): Articolo 1, comma 3, sostituire "a parziale copertura", con "con la copertura del 75%".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Il Presidente fa un'opera pesante perché sottrae in un colpo solo un numero rilevante di emendamenti. Come ho detto, voglio fare un'opposizione dura, intransigente, se vogliamo,ma senza arrivare al parossismo, quindi mi piego alla scelta del Presidente.
Ho voluto graduare, in qualche modo, il concetto di parziale copertura finanziaria dandogli una certezza e una definizione percentuale. Da questa esperienza legislativa che facciamo, siccome non è acqua, lasciamo un segno nel percorso, è la prassi che ha un rilievo importante. Se noi, al provvedimento, non mettiamo alcuna limitazione, non solo introduciamo senza passare dallo Statuto, una legge delega, ma la introduciamo nel modo più aperto, anzi iper-aperto possibile. Capisco che il Consigliere Cattaneo abbia dovuto produrre l'emendamento in modo affrettato perché i tempi portavano a quel tipo di operatività, tuttavia sono convinto che se il Consigliere avesse avuto un attimo di riflessione si sarebbe contenuto dall'elaborare un testo con tale sommarietà, tale indeterminatezza, tale apertura, tale orizzonti che vanno a 360 gradi, mitici orizzonti a 360 gradi, che nessuna legge delega si è mai ritagliata, credo nemmeno nel Paraguay (con massimo rispetto per il Parlamento di quel paese). Invece qui, noi vediamo passare un provvedimento di questo genere. Presidente Cota, è lei che dovrebbe, in certi modi, fare un richiamo di autorità ad un testo che determina il processo legislativo con questi caratteri "nuovi".
Non è che la Giunta o un illustre e autorevole Consigliere può presentare di tutto. Gli si può chiedere anche il contenimento, rispetto l'operatività, e l'impianto che deve avere la norma. Del resto abbiamo i nostri uffici che stanno diligentemente lavorando, c'è il Dizionario del Consigliere, che aiuta a misurare e calibrare l'attuazione delle norme e degli impegni. Passiamo dalla cosa dilettantistica alla cosa professionistica e poi ci infiliamo in un cuneo, in una elaborazione legislativa di uno dei provvedimenti, per la maggioranza centrale di questa legislatura, con una sommarietà di questo genere. Ecco perché ho proposto una correzione facendo la scala di articolazione che il Presidente Cota mi comprime pesantemente.
Ho cercato di presentare questo tipo di iniziativa anche se ritengo molto pesante questo condizionamento che mi viene fatto, lo accetto nello spirito perché la mia è una contrapposizione netta e intransigente, che non arriva all'esasperazione assoluta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Anche se sono emendamenti numerici, nei fatti però sono di sostanza perché dietro le percentuali ci sono questioni di grossa rilevanza.
Spesso le leggi hanno un loro valore sulla base di quanto viene stanziato, di quanto effettivamente contengono rispetto ai principi, perch se i principi non sono collegati ad un elemento di concretezza, non hanno un grande valore. Finiscono per avere un valore non eccezionale, tant'è vero che ci sono principi che poi non trovano alcuna applicazione. Quindi anche emendamenti che possono sembrare ripetitivi hanno un valore, perch invece entrano nel merito concreto del provvedimento.
Per questa ragione credo che siano emendamenti che meritano in ogni caso una discussione, una valutazione, perché dietro le diverse quantità si può misurare la disponibilità o meno di andare fino in fondo su un provvedimento.
In questo caso abbiamo degli accorpamenti, di cui prendiamo atto, ma che comunque non eludono la possibilità della discussione. D'altro canto la discussione è avvenuta sull'insieme del provvedimento, finora più nel merito e sulle questioni sollevate.
Anche questo credo che sia un elemento che debba avere una valutazione attenta, soprattutto da parte degli Assessori più interessati, cioè quello al Bilancio e lo stesso Assessore Leo che, in questo momento - come sempre è al telefono, ma riesce ugualmente ad ascoltare e a dare una valutazione delle cose che proponiamo: ne prendiamo atto.
Ritengo che dietro questi e gli altri emendamenti che si discuteranno successivamente, entrando nel merito quantitativo della copertura e delle misure contenute nel provvedimento, ci sia una sostanza . Invito dunque ad una riflessione attenta e a pensare anche ad un accoglimento di quanto proposto.
Già in un altro momento della discussione - quando si trattava di valutare alcuni emendamenti che ne comprendevano molti altri successivi avevo suggerito all'Assessore Leo di accoglierne qualcuno, perch accogliendone uno ne sarebbero decaduti molti altri che invece abbiamo poi discusso. Anche in questo caso è possibile fare la stessa, per cui rinnovo il suggerimento all'Assessore: se lo accogliesse, avremmo sì un provvedimento modificato, ma che potrebbe arrivare al termine del percorso più rapidamente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 651.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 675 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi: Articolo 1, comma 3, sostituire "a parziale copertura" con "con la copertura del 99%".
Indìco la votazione, per appello nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 675.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 650 presentato dai Consiglieri Tapparo e Chiezzi: Articolo 1, comma 3 dopo "documentate" aggiungere "mediante autocertificazione".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Se non ha già detto di "tirare giù la pasta", lo illustro brevemente.
Facciamo un atto di coraggio: perché non utilizziamo il sistema dell'autocertificazione? Qui sarebbe proprio il caso di farlo.
Stiamo parlando delle meravigliose famiglie per le quali sacrificate ore e ore del vostro prezioso tempo, state facendo una battaglia di libertà su un provvedimento che andrete ad illustrarle con legittima gioia e magari aspirazioni elettorali future: dategli anche l'autocertificazione sul reddito! Comprendo il limite che potrebbe esserci, perché in una società che spende notevoli risorse finanziarie in informatica per INPS, Ministero delle Finanze, ecc., tutto dovrebbe essere in linea. Ma l'autocertificazione è un passaggio intermedio in una società civile che consente di conoscere la situazione di ciascuno, salvando la privacy.
Invece non è così.Abbiamo potuto verificare che, per conoscere quali sono i posti di degenza critica nei nostri ospedali, c'è una persona che telefona e prende nota di quanto gli viene detto per coprire un periodo che va dalle quattro del pomeriggio alle otto del mattino.
Tuttavia, almeno in questo caso io propongo ai colleghi di inserire l'autocertificazione. E' un fatto di fiducia nei confronti di una categoria alla quale voi vi votate e che considerate centrale come ruolo.
In futuro, probabilmente, spendendo ancora di più in informatica, ma ci sarà la possibilità di verifiche e controlli in linea per molte funzioni ma al momento cerchiamo di liberare il cittadino da questo meccanismo di dover sempre motivare e giustificare con certificati.
Ricordo che l'allora Ministro Bassanini sosteneva che, in una società ben organizzata, l'autocertificazione è una fase di cui in futuro non ci sarà più bisogno, perché verrà sostituita da un accertamento in linea automatico: condizioni di reddito, una serie di altri aspetti, ecc.
(ovviamente sempre salvaguardando la privacy).
Raccomando dunque ai colleghi, che tanto si battono per queste famiglie, di consentire che le stesse possano avere libertà di spesa per accedere alla scuola paritaria, concedendo anche la possibilità di autocertificare la propria condizione di reddito.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 650.
presenti e votanti 30 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 580 presentato dai Consiglieri Saitta, Giordano e Di Benedetto (e connesso emendamento rubricato n. 594): Articolo 1, al comma 3 dopo le parole "alla frequenza e all'iscrizione" aggiungere le parole "e, limitatamente alla scuola media superiore, al trasporto scolastico".
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente e colleghi, di questo tema ne abbiamo discusso poco fa, nel senso che abbiamo anticipato un po' la discussione sulla questione del trasporto per la scuola media superiore, e mi pare che il collega Cattaneo abbia avanzato una modalità.
Aspetto di avere qualche interlocutore.



PRESIDENTE

C'è il Consigliere Cattaneo, ci sono anch'io.



SAITTA Antonio

Non ho dubbi che lei mi ascolti, mi pare che sia stato delegato esclusivamente il collega Cattaneo della materia.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio

Relativamente a questo tema, ne abbiamo discusso prima quando l'ordine del giorno riguardava questioni diverse. Il collega Cattaneo, in relazione alle osservazioni fatte, ha avanzato alcune proposte di metodo e anche di merito, essendo d'accordo sul merito, sulla questione del trasporto per la scuola media superiore. Rivolgendosi all'Assessore, gli ha chiesto di presentarsi in aula per indicare il costo, se si dovesse prevedere un contributo per il trasporto alla scuola media superiore e, in base alla stima, fare qualche valutazione più precisa per quanto riguarda l'assestamento. Poi, ha aggiunto un'altra proposta, qualora le risorse disponibili in fase di assestamento non fossero sufficienti; mi pare che i termini siano questi.
Siamo al punto in cui questa verifica va fatta, mi pare questo il momento, in sostanza, per poter decidere in qualche maniera cosa fare. La strada indicata dal collega Cattaneo mi sembra condivisibile, non mi pare che dopo quanto detto si debba continuare a discutere, si deve svolgere concretamente questa verifica, capire quali sono le risorse necessarie dove prenderle e, se non sono sufficienti, vedere come poter completare le risorse.
Questo è il tema e il mio non è tanto un intervento di illustrazione dell'emendamento, in quanto è stato già fatto. Mi pare di constatare che ci sia un'ampia condivisione, d'altronde, non credo che quando si svolge il dibattito, per forza di cose, si debba avere il consenso; c'è un'ampia condivisione sulla questione del trasporto e il metodo indicato dal collega Cattaneo è condivisibile. A questo punto, la verifica, al di la della legge, al di fuori della legge, mi pare che sia questa, richiede la circolare, stanziamenti nel momento dell'assestamento e, se le risorse non sono sufficienti, al limite, una parte delle risorse di questa legge metterle lì. Questa verifica dove la facciamo? Siamo in un punto abbastanza delicato, mi pare il nodo del problema.
Essendo alla conclusione, ritengo opportuno espletare queste verifiche sul piano amministrativo e contabile. Dopo queste verifiche, si entra nel merito, altrimenti, che opinione diamo? Sì, posso anche difendere questa cosa qui, ma non mi pare che serva se c'è un'altra strada che consente di avere lo stesso risultato.
Per cui, l'invito che rivolgo all'Assessore, che mi ha ascoltato, ma anche al collega Cattaneo, è di capire come comportarci da adesso in avanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Siamo ad un punto importante e delicato come tanti altri che abbiamo affrontato nel corso di queste giornate di discussione.
Su questo disegno di legge, abbiamo tenuto una posizione chiara e trasparente, abbiamo manifestato un'opposizione generale a questo disegno di legge, alla sua cultura, alla sua ispirazione, alla filosofia che lo guida, ne abbiamo contestato la trasparenza, la chiarezza, oserei dire addirittura, l'onestà intellettuale e istituzionale. Più volte, vi abbiamo ricordato la mancanza di assunzione di responsabilità da parte di forze che, mentre dichiaravano nei fatti una serie di obiettivi, scrivevano altro, in quanto incapaci di assumersi la responsabilità di quanto ritengono di dover fare e di portarli esplicitamente ad un confronto che vada fino alle conseguenze. Naturalmente, non ci siamo fermali lì e non abbiamo facilitato quanto alcuni volevano. Ancora oggi pomeriggio, ho sentito riecheggiare queste cose nel dibattito, riecheggiare la lamentazione per un tipo di discussione che abbiamo scelto, evitando un ostruzionismo che poi sboccasse, di fatto, in un'approvazione in poche ore di questo provvedimento di legge, attraverso emendamento e subemendamento.
Ancora oggi abbiamo sentito il rimpianto per questa cosa, ma noi abbiamo scelto un'altra strada più faticosa. Entrati su questa strada, vi abbiamo proposto, a varie riprese e per l'ultima volta pochi minuti fa, alcuni criteri, tra i quali quelli che riguardano il paniere per intervenire su quella contraddizione, da un lato, quella rappresentata da una legge che è fondamentalmente una legge delega, che non permette al Consiglio una verifica, dall'altra, quella contraddizione tra intenti dichiarati e, poi alla fine, effetti prodotti attraverso i Regolamenti, chiedendovi di inserire nel paniere una serie di voci, avete respinto anche questo emendamento prima con un voto.
Adesso vi proponiamo questo emendamento, naturalmente, poi, ci saranno quelli successivi che discuteremo, che riguarderanno, oltre alla questione dei trasporti, la questione delle mense, la questione dei libri di testo la questione di altre spese sostenute che noi riteniamo non solo importanti per le famiglie, ma tali anche da allargare la platea dei ragazzi e delle famiglie aventi effettivamente diritto.
Per quanto ci riguarda, non c'è una contraddizione tra una opposizione di principio ad una legge e il tentativo di migliorarla, anche in singoli punti. E' ovvio, lo dico qui, che la valutazione e la risposta che voi darete su questo emendamento che riguarda i trasporti, che noi anche riteniamo importanti, come importanti sono tutte le questioni che poniamo riguardando persone concrete e le loro condizioni, non è tale da spostare il nostro giudizio generale, ma questo non ci esime da questa battaglia.
Per questo, vi chiediamo una risposta. Prima il Presidente Cattaneo ha indicato una strada, adesso siamo a questo emendamento, cioè, un emendamento presentato dalle opposizioni che riguarda la possibilità di ricomprendere la spesa per i trasporti all'interno di quelle considerate in questo disegno di legge. L'ha presentato il collega Saitta, nonché il Gruppo dei Democratici di sinistra. Vi chiediamo un'interlocuzione e una risposta che chiarisca, in modo esplicito, fin dove arriva la vostra disponibilità, in modo da poterla valutare e poter, su questa base verificare le condizioni almeno su un punto, nel tentativo di arrivare ad un utile approdo in questa discussione. Questa è la sostanza della nostra impostazione.
Non so se la maggioranza ha a disposizione in questo momento tutti gli strumenti per offrire la necessaria risposta. In caso negativo, diteci come pensate di proseguire questa discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Proseguendo l'intervento del collega Marcenaro, vorrei partire da alcune cifre per offrire un quadro più ampio. Come ho già avuto modo di ricordare, alcune famiglie di studenti torinesi attendono ancora le risorse sui buoni libro. Siamo a fine anno scolastico e non sono ancora arrivate.
Volevo aprire la parentesi nell'intervento precedente, ma il tempo a mia disposizione era terminato.
Per quanto concerne il problema dei trasporti, le necessità nella scuola dell'obbligo relative agli stessi ammontano a circa 28 milioni di euro. Ne vengono dati 5, per cui ne mancano 23. Nelle scuole medie superiori, calcolando 200 euro come necessità per 150.000 studenti, fra scuole statali e paritarie, si arriva a 30 milioni di euro (perlomeno i dati dovrebbero evidenziare questi valori, naturalmente a grandi linee).
Senza voler entrare nel merito delle intenzioni, risultano comunque calcoli non dico difficili, ma forse impossibili.
Si parla di 150.000 studenti delle scuole medie superiori, 200 euro è il fabbisogno, per un totale di 30 milioni di euro. È possibile, a questo punto, non penso sia una perdita di tempo, entrare seriamente nel merito della questione con dati ufficiali, che non siano "a spanne" come quelli che sto indicando io? Si verificherà che gli istituti superiori magari saranno 148.900 e che il fabbisogno necessario magari sarà di 29, 28 o 31 milioni di euro.
un modo per entrare nel merito di un problema importante attraverso i due emendamenti che il Gruppo dei DS e della Margherita hanno presentato per inserire un riferimento chiaro, al di là del disegno di legge che va in una direzione che non condividiamo, come voglio ribadire.
L'invito che mi sento di rivolgere alla maggioranza, al Governo e all'Assessore è di presentarsi intanto con le cifre precise sul numero degli studenti (148.000 piuttosto 149.000) e determinare, quindi, se si parla di 29 o 30 milioni di euro e come li si intende scaglionare con le varie fasce. Almeno ragioniamo su cifre certe, perché altrimenti diventa difficile fare ipotesi.
Fatico comunque a capire dove troverete le risorse, se su questo bilancio di assestamento o su gli altri. Sarei felicissimo trovaste le risorse, non faccio assolutamente il tifo affinché non le troviate. Mi auguro, infatti, che manterrete fede all'impegno preso e che troverete le risorse non dico per i 23 milioni di euro che mancano per i trasporti della scuola dell'obbligo, ma per i trasporti della scuola superiore.
Vorrei sapere come pensate di farlo, con che fascia e con che redditi almeno siamo in grado di capire se si tratta di disponibilità vera, tessere alla mano e denaro contante. Vorrei sapere, altresì, dove troverete i soldi (mi auguro che ci siano e che li troviate), se su questo bilancio o su quello del 2004.
Ragioniamo su dati certi. L'invito che rivolgo, in questo caso senza spirito dilatorio, è di fornirci queste cifre reali appena siete pronti.
Saremo più che disponibili a ragionarci, fra cinque minuti, dopo cena domani o il prossimo Consiglio. Ragioniamo su fatti concreti: chissà che non si riesca a trovare un punto serio di incontro su questo elemento ferma restando, da parte nostra, la contrarietà al disegno di legge che va in una direzione che non condividiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Rilevo una certa difficoltà a comprendere la fase attuale, perch abbiamo sentito proposte, controproposte e iniziative che necessitano di una verifica con l'Assessore Pichetto, perché altrimenti rimarrebbero parole che viaggiano senza un riferimento. Peraltro l'Assessore Pichetto sembra stia arrivando.
Tra le possibilità di intervento sul tema che è stato sollevato con gli emendamenti, vi è anche l'approvazione dell'emendamento. Tra le ipotesi infatti, c'é un ordine del giorno, c'é una riduzione della spesa nei confronti di quella prevista, nonché l'approvazione dell'emendamento.
Tuttavia, in assenza della valutazione, la discussione diventa difficile soprattutto se procedessimo adesso alla votazione dell'emendamento, perch soltanto dopo un'attenta valutazione contabile sapremo se si potrà fare quello che era stato promesso o meno.
Ci troviamo in una fase di difficoltà, perché si rischia di fare affermazioni che non hanno alcun senso. Non abbiamo ancora sentito infatti, l'Assessore Pichetto dire che questa possibilità esiste o meno.
Mi pare, dunque, che per valutare attentamente il merito di questi emendamenti e le proposte alternative che sono state presentate, occorra attraversare questa fase. Mi appello a lei, Presidente, affinch suggerisca un modo per uscirne, perché altrimenti sarebbe una finzione.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma il dato che è emerso è che questo tipo di interventi non debbano essere fatti in questa legge. Abbiamo tutto il tempo per poterne discutere, se deve essere collegato a questa legge, in sede di dichiarazioni di voto finale o di presentazione di ordini del giorno collegati ai sensi dell'articolo 78 del Regolamento. È questa la sede appropriata, che non sarà questa seduta, semmai la prossima.



(Intervento del Consigliere Papandrea fuori microfono)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Provavo a ragionare assieme a lei. Non posso interpretare le parole del Consigliere Cattaneo. La parte finanziaria sarà trattata successivamente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Faccio contemporaneamente intervento e dichiarazione di voto.
Il disegno di legge n. 252 ha una finalità. Il disegno di legge n. 252 secondo un'intesa che abbiamo raggiunto maggioranza e opposizione, è immodificabile e ha un percorso finito ...



CATTANEO Valerio

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



CATTANEO Valerio

Un'intesa con noi, no.



CATTANEO Valerio

Era presente il suo Capogruppo.



CATTANEO Valerio

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



CATTANEO Valerio

Non abbiamo detto che è immodificabile.



CATTANEO Valerio

Ripeto. Il disegno di legge n. 252, preciso meglio, è immodificabile e ha un percorso finito secondo un'intesa che abbiamo raggiunto in quella sede in cui erano presenti 16-17 Consiglieri, fra cui il Capogruppo del Gruppo DS, Consigliera Manica.
Nel merito. Abbiamo aperto due disponibilità. La prima: rivedere la legge n. 49. Questa legge ha una finalità, è deputata a gestire gli ambiti della risorsa allo studio. Noi siamo disposti a farlo, siamo disposti a confrontarci con voi, lo abbiamo già fatto nelle more del dibattito sul ddl n. 252, e siamo disposti a valutare un ordine del giorno, a confrontarci e a prendere un impegno preciso, politico ed istituzionale all'interno del Consiglio Regionale.
Seconda, la questione dei trasporti. La questione dei trasporti è un punto su cui c'é una sensibilità dell'intero Consiglio regionale maggioranza e di tutte le opposizioni, come merito. Abbiamo due vie per perseguire questo obiettivo: la prima attraverso un emendamento a questa legge, con la riduzione di circa 5 miliardi, come ho detto prima, da inserire sulla legge n. 49 per incrementare l'azione sul sostentamento per le spese di trasporto agli studenti delle scuole medie superiori. Per seguire questa modalità occorre un'intesa rispettata e un emendamento sottoscritto da tutte le opposizioni, altrimenti l'intesa viene meno.
Noi lo abbiamo detto e lo ribadiamo: siamo fermamente convinti e fermamente determinati a rispettare l'intesa che in quella sede abbiamo fatto con tutta l'opposizione.
La seconda modalità: un ordine del giorno che impegni la Giunta regionale a stanziare, in sede di assestamento di bilancio, le risorse necessarie per incrementare il fondo dei trasporti per gli studenti della scuola media superiore. Su questa modalità è sufficiente, dal mio punto di vista, senza violare alcuna intesa, una larga condivisione del Consiglio.
Affinché questa modalità sia seria, non sia una presa in giro e non sia un ordine del giorno, che non si nega a nessuno, l'Assessore al Bilancio sarà presente in aula alle ore 21 e ci dirà dove prenderà le risorse necessarie per inserire le stesse sull'assestamento di bilancio.
Questo è un modo di agire corretto, nel rispetto del Consiglio regionale, nel rispetto del disegno di legge che la Giunta ha portato in Consiglio regionale, ma, soprattutto, nel rispetto di un' intesa che, dal nostro punto di vista, ci vede determinati a perseguirla fino in fondo, con uno stile e una lealtà che abbiamo voluto mantenere fino adesso e che siamo determinati a mantenere fino all'ultimo momento, prima della votazione del disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Poiché il Consigliere Cattaneo ha prospettato l'ipotesi di una disponibilità ad una discussione su questo punto alle ore 21.00, voglio solo dire alcune cose.
Non faccio parte della Conferenza dei Capigruppo, quindi non oso e non mi permetto di contraddire alcunché, dico solo che, se non verrò corretto da qualcuno, quando un Consigliere presenta degli emendamenti, propone all'aula degli emendamenti, è perché cerca di cambiare un testo di legge.
Naturalmente, la maggioranza potrà aver deciso di non approvare nessuno degli stessi, ma che la minoranza non stia cercando, nel merito, di cambiare la legge che abbiamo discusso presentando emendamenti per sostituirla, mi pare che contraddica quello che stiamo facendo. Noi stiamo cercando di cambiare la legge. Con una politica emendativa alla quale voi come ciascuna altra forza, siete liberi di dire si o no.
Se poi avete garantito ad altre forze politiche che non si tocca nulla e una parte dell'opposizione cerca una battaglia costruttiva che non pu fare perché altri hanno deciso da tempo che il loro problema non è quello di combattere la legge ma di impedire che possa essere migliorata, questi sono fatti di quella parte dell'opposizione che pensa questo e di chi eventualmente, spero di no, glielo avesse concesso.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu ne ha facoltà



CONTU Mario

Presidente, chiedo la parola solo per capire se ho capito ...



PRESIDENTE

Non è indispensabile capire tutto, a volte non capire è utile.



CONTU Mario

Io avevo capito che la legge fosse inemendabile perché, se si preparava e si presentava qualche emendamento, il giochetto del sub emendamento era cosa fatta. Che era una forzatura regolamentare, che fa il paio con l'accordo rispettabile, ma da me non condiviso, di un accordo raggiunto in sede di Conferenza dei Capigruppo che, strappando il Regolamento, ha deciso di contingentare la presentazione di emendamenti. Questo è lo stato delle cose. Siccome sono due le filosofie che si scontrano, una poteva approdare in una logica riformatrice alla soluzione bastico dell'Emilia Romagna che prevede, sostanzialmente, che si ponga solo una questione di limite e ...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere, parliamo dell'emendamento. Eravamo tutti presenti alla Conferenza dei Capigruppo, c'ero anch'io, se volete vi riassumo cosa si era detto in quella Conferenza, chiudiamo qua e discutiamo la legge.



CONTU Mario

Presidente, ha consentito a tutti di parlare dello scibile umano permetta anche a me di farlo.



PRESIDENTE

Come lo scibile umano, ho acconsentito di parlare nell'argomento che si sta trattando, lei sta intervenendo sull'ordine dei lavori, ha due minuti dica cosa vuole.



CONTU Mario

Stiamo arrivando alla questione di merito. Le due soluzione possibili sono: una che approdava al modello bastico secondo il quale, tenendo conto del solco tracciato dalla legge n. 62 del 2000 si poteva...



PRESIDENTE

Va bene, grazie del suo intervento Consigliere Contu.



CONTU Mario

Riprendo dopo la discussione e interverrò su tutti gli emendamenti.



PRESIDENTE

No, non ha capito. Adesso può intervenire sull'emendamento, ha cinque minuti, non posso farla parlare di più sull'ordine dei lavori. Può parlare sull'emendamento



CONTU Mario

Se questo è il quadro definito, bisogna stare in questo quadro di riferimento e lei, Presidente, me lo conferma.
C'é un impegno assunto non in una Conferenza dei Capigruppo ufficiale ma in separata sede politica, di un accordo fra i Gruppi politici che ha portato a definire una modalità verso la quale si arrivava all'approvazione della legge. E' inutile che giriamo attorno alle questioni, o sono maturate le condizioni politiche per modificare l'impianto della legge secondo un concetto che non tiene conto della scuola di riferimento scelta delle famiglie, ma pone solo una questione di reddito e quindi nel paniere entrano tutte le voci, allora se è questa cosa qui, allora si dica se ci sono le condizioni per fare questo accordo politico. La soluzione che si sta prospettando è che la legge, fra due o tre sedute, verrà approvata. C'è un atto di disponibilità, da parte della maggioranza di voler accompagnare l'approvazione di questa legge con un ordine del giorno che, con il conforto dell'Assessore al bilancio (giunto in questo momento in aula) possa consentire due operazioni.
Primo, ridurre l'importo di copertura della legge in modo significativo (il Consigliere Cattaneo ha parlato di cinque miliardi delle vecchie lire) secondo, provvedere a reperire, in fase di assestamento di bilancio risorse per un intervento sulla legge 49.
Si abbia il coraggio di affrontare queste soluzioni nei termini nei quali sono. È una partita di scambio che, da una parte consente di approvare la legge secondo le finalità che la maggioranza si era prefissata: la libera scelta educativa; dall'altra, mette fuori gioco chi ferocemente e con determinazione, si è opposto all'approvazione della legge perché considerata iniqua.
Non modifichiamo lo stato delle cose. Se al termine della discussione c'é questa disponibilità da parte della maggioranza (per di più una maggioranza che vince fregiandosi del fatto di non avere mai fatto mancare il numero legale) voglio solo prenderne atto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Il Presidente Cattaneo ha offerto, con chiarezza adamantina e con rigore matematico, l'accordo intervenuto tra Capigruppo.
Il Consigliere Marcenaro solleva, in via deduttiva, un problema in assenza del proprio Capogruppo. Gli altri Capigruppo di minoranza tacciono ergo, Cattaneo ha ragione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale e apro gli interventi su dichiarazioni di voto.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Io ero intervenuto sull'ordine dei lavori chiedendo la sospensione ...



PRESIDENTE

Sulla richiesta di sospensione...



(Commenti in aula fuori microfono)



PRESIDENTE

La richiesta di sospensione va bene...



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono) C'è un emendamento che parla di trasporto, se non c'é una risposta sui trasporti, posso chiedere che prima sia votato l'emendamento sui trasporti ed ascoltare...



PRESIDENTE

Va bene, va bene.



MARCENARO Pietro

Come "Va bene, va bene"?



PRESIDENTE

No, scusi Consigliere Marcenaro, è stato detto chiaramente che su questo emendamento c'era, da parte del relatore, un'opinione contraria e che la materia dei trasporti non sarebbe stata trattata in questa legge.
Quindi, non essendoci parere favorevole per l'ingresso dell'emendamento, se permette, è una questione che, da un punto di vista temporale, non va trattata qui. Comunque non importa...



MARCENARO Pietro

Per chiarezza. Il Consigliere Cattaneo ha prospettato due possibilità e una di queste prevedeva la possibilità di un emendamento, qualora ci fosse la firma di tutti, a questa legge.



PRESIDENTE

Va bene, riprendiamo la discussione alle ore 21.30.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.48)



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