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Dettaglio seduta n.36 del 07/11/00 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Constato la mancanza del numero legale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, solo per rispetto verso i Consiglieri presenti, se la pu constatare con un appello, affinché risultino le presenze.



PRESIDENTE

Ha perfettamente ragione, Consigliere Chiezzi.
Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Vicepresidente Riba effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
31 Consiglieri.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Università - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame disegno di legge n. 130: "Modificazioni alla L.R. 18/3/1992, n. 16 'Diritto allo studio universitario'"


PRESIDENTE

Iniziamo i nostri lavori con l'esame del disegno di legge n. 130, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Marengo, che ha facoltà di intervenire.



MARENGO Pierluigi, relatore

Si tratta di una legge di modifica per cui c'è ben poco da illustrare.
I punti salienti sono due: primo, si è ritenuto di eliminare il vincolo dei due mandati per la nomina al Consiglio di amministrazione dell'EDISU secondo, si è ritenuto di ampliare il numero dei membri del Consiglio di amministrazione da dodici a sedici, con una norma che prevede che si passi a sedici allorché l'Ente EDISU rimanga unitario a livello piemontese ovvero rappresentativo tanto dei poli universitari torinesi, quanto del polo universitario del Piemonte Orientale. Qualora si ritenga, a livello di Università, di Politecnico, di creare due Enti, cioè un Ente avente competenza sul polo universitario orientale ed un Ente avente competenza sul polo universitario torinese, a quel punto rimarrebbe la composizione del Consiglio di amministrazione di dodici membri e non avrebbe attuazione la previsione di portarlo a sedici.
Chiaramente la previsione di portarlo a sedici è per consentire l'ingresso in Consiglio di amministrazione di due membri nominati dall'Università, uno tra i professori e uno tra gli studenti, e di due membri nominati dalla Regione, posto che la legge prevede che la componente regionale e la componente universitaria siano uguali. Questo è il sunto della modifica alla legge.
Non vi nascondo che c'è forte aspettativa non tanto nell'ambiente regionale, quanto nell'ambiente universitario del Politecnico. Credo che l'Assessore sia al corrente che si tratta di una modifica richiesta dall'Università e dal Politecnico, di cui ci siamo fatti interpreti, perch il limite dei due mandati comporterebbe il rischio di perdita di grandi professionalità attualmente presenti all'interno dell'EDISU che sono tuttavia, in scadenza di secondo mandato. Sono grandi professionalità espresse, in particolar modo, dall'Università e dal Politecnico.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marengo.
Apriamo il dibattito sul testo della legge.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Su questa proposta ho due critiche da svolgere.
La prima è relativa alla proposta di eliminare i due mandati che mi sembra fondamentalmente sbagliata. Professionalità ci sono dentro e fuori il mandato, quindi cristallizzare situazioni di gestione come questa mi sembra profondamente errato, nell'interesse stesso delle professionalità che sono state citate. Meglio ruotare! Due mandati quanti anni sono collega Marengo: dieci?



MARENGO Pierluigi

Sì, dieci anni.



CHIEZZI Giuseppe

Mi sembra che dopo dieci anni si possa far accedere a questa funzione professionalità valenti, competenti e disponibili che ci sono e non creare fenomeni di cristallizzazione, perché non nominiamo clienti, ma persone capaci di gestire per dieci anni - e son già tanti - una struttura.
Seconda critica: si amplia il Consiglio di amministrazione. No, cari signori! I Consigli di amministrazione si riducono di numero, non si ampliano! Va bene? Perché Consigli di amministrazione pletorici impediscono di far funzionare bene la struttura! Il fatto che l'ampliamento avvenga in puro stile di accrescimento quantitativo della struttura significa che si vuole accontentare un po' di soggetti in più rispetto a quelli di cui ci sarebbe bisogno. Mi sembra che un Consiglio di dodici sia già un Consiglio di amministrazione un po' vasto. Allora, se la scelta è quella di avere un unico Consiglio di amministrazione per le due Università, fatto discutibile, ma scelta compiuta dalle due Università e su questa scelta non esprimo un punto di vista alternativo, perché se le due Università decidono di avere un solo Ente, ben venga, ma ben venga se l'Ente che scelgono è l'Ente di dodici componenti, perché sono tutti capaci ad ampliare la spesa pubblica aumentare la burocrazia e l'elefantiasi di queste strutture mantenendone una sola. Se ne vogliono, e ne volete, una sola, questa sia, ma di dodici e non di sedici, altrimenti ne facciamo due. Che senso ha in legge portare il numero dei componenti il Consiglio a sedici? Non ha alcun significato, se non clientelare! Allora, caro Assessore Leo, io spero che... E' una legge dell'Assessore Leo, questa?



PRESIDENTE

E' un disegno di legge della Giunta.



CHIEZZI Giuseppe

E' stata presentata dall'Assessore Leo in Giunta?



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Sì.



CHIEZZI Giuseppe

Allora io svolgo queste critiche sperando di ottenere qualche soddisfazione, con risposte nel merito che mi convincano che ho espresso critiche infondate.
Poi vorrei anche sentire il parere di altri colleghi di Consiglio, sia di maggioranza che di minoranza.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, io procederei in questo modo: c'è stata la relazione, per cui mi sembrerebbe corretto, anche dal punto di vista regolamentare, che alla fine possa intervenire il relatore per la replica e probabilmente dovremmo inserire questo metodo a salvaguardia delle prerogative del Consiglio. In aggiunta interviene, naturalmente al termine del dibattito, l'Assessore per esprimere la posizione della Giunta.
Se anche la procedura è corretta, possiamo proseguire speditamente dando la parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Assessore e colleghi, vorrei solo fare alcune domande perché so che questo disegno di legge sulle modificazioni alla legge sul diritto allo studio universitario è già stato discusso in Commissione, dove sono già state affrontate le problematiche del caso.
Ad una persona non appartenente alla VI Commissione saltano immediatamente all'occhio due aspetti, ma ritengo che l'Assessore sarà senz'altro in grado di darmi i chiarimenti necessari.
La sensazione che noi abbiamo è che, a differenza di altre Regioni per scelta dell'Università o non per "input" della Regione: francamente questo ci interessa poco - qui, con una modifica di questo tipo, rinunciamo alla determinazione di più Enti di diritto allo studio avendo più facoltà universitarie. Noi sappiamo, dall'esperienza di altre Regioni, che non è vero che il processo del tenere insieme, dell'unificazione, sia sempre positivo - l'Assessore lo sa meglio di me - e che il processo di definizione di Università autonome con caratteri diversi implica anche che i livelli di autonomia si realizzino nei modi adeguati. Ci possono essere strutture che, per un periodo, hanno esigenze maggiori rispetto a processi di unificazione; ci possono anche essere esigenze di tipo diverso.
Io mi chiedo solo se questo percorso sia stato indagato o se ci siamo invece semplicemente rimessi alla scelta più semplice, quella di unificare tutto su dati maggioritari dell'Università di Torino. Mi sembra del tutto evidente, ma ha ragioni storiche, ha ragioni che tutti comprendiamo, anche se non tutti possiamo essere d'accordo. Mi sembra evidente anche questo.
Sull'altra questione del superare i due mandati, mi chiedevo quali altri esempi ci siano in altre realtà ed in altre legislazioni regionali perché capisco che qui noi facciamo una modificazione "ad personam" per persone di alta qualificazione che magari sono l'anima di strutture come queste, ma noi stiamo facendo una legge, per cui, pur comprendendo un'esigenza e una necessità come questa, mi chiedo se, oltre all'esigenza "ad personam", ci siano dei criteri oggettivi che trovino una validazione anche in altre strumentazioni ed in altra legislazione.
Ovviamente sono semplicemente delle domande. Per quanto riguarda il voto e le indicazioni che daremo, mi rimetto a quanto già i colleghi del mio Gruppo hanno ben fatto in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Svolgo alcune brevi considerazioni.
Condivido l'intervento svolto dal Consigliere Chiezzi, nel senso che anch'io non riesco a capire la ragione per cui si abolisce la norma relativa ai due mandati.
Nel caso degli studenti, è ovvio che dovrebbero decadere, perché si rinnovano gli studenti medesimi, nel senso che se uno studente sta più di dieci anni all'Università è meglio toglierlo comunque, perché avrà delle grandi competenze, ma dovrebbe esercitarle in altro modo.
Nello stesso tempo, mi pare strano che, proprio in ambito universitario, tra il corpo docenti si dica che queste figure sono insostituibili. Questa norma mi trova quindi del tutto in disaccordo perché ritengo che sia una norma inspiegabile, che non ha una spiegazione logica e che rischia di creare una struttura che può diventare una specie di baronia. Quindi sono del tutto in disaccordo su questo punto.
Ritengo anch'io necessaria una semplificazione della struttura; mi riferisco al fatto di non averne due, ma solo una, senza però ingigantirla.
Mi rendo conto che già così si fa una certa riduzione, però, secondo me, si può osare di più.
L'ultima questione riguarda il punto 5): il compenso da corrispondere al Direttore era già questo o viene modificato? Vorrei sapere se ci sono delle modifiche e quali sono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Devo aggiungere la mia opinione alla voce di quanti mi hanno preceduto.
Anch'io trovo inutile e francamente non comprensibile il fatto di voler aumentare il numero dei mandati. Personalmente, come opinione politica generale, sono dell'idea che in ogni caso bisognerebbe prevedere una fine per tutte le cariche elettive, a qualsiasi livello e quindi, ancora di più a cascata per qualsiasi carica elettiva: ritengo che un'esperienza di dieci anni sia più che sufficiente. Non capisco dunque il motivo per cui si è voluto prevedere la proroga dell'incarico per queste figure.
Ugualmente, per quanto riguarda la formazione del Consiglio di amministrazione, ritengo che dodici rappresentanti possano essere un numero più che equilibrato, anche in caso di volontà di unificare in un solo soggetto i due Consigli esistenti. Faccio un esempio: questa maggioranza provi ad immaginare se, a parti invertite, fosse presentato un progetto di legge di questo tipo. Che cosa direbbe? Direbbe che si vuole di nuovo creare un organo che facilita la burocrazia, che si vogliono fare dei favoritismi, che si vogliono "piazzare", sistemare persone di particolare interesse o particolarmente vicini alla maggioranza.
Quindi, credo che questo disegno di legge non sia concepibile.
Chiediamo un ragionamento in merito, proprio per il fatto che ci sembra più che sufficiente lasciare le cose come stanno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Ritengo di dover riprendere, come è doveroso, giusto e con molto rispetto, gli interventi fatti in Consiglio e le domande poste.
Grosso modo, le obiezioni o le domande vertono su due punti: il numero (dodici o sedici) dei Consiglieri e la rinnovabilità o meno del mandato.
Al collega Chiezzi devo dire che a me dodici suona meglio, perch dodici erano gli Apostoli.
Detto questo, però, non posso non considerare che l'Università del Piemonte...



MANICA Giuliana

Però le tavole della legge erano solo dieci.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Beh, se la mettiamo così, la Trinità era tre...



MANICA Giuliana

Allora, attestiamoci sulla Trinità.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Vorrei far notare, carissimi colleghi, anche rispetto alle domande poste con diligenza dalla collega Manica, che le nostre Università, secondo me e anche secondo la Commissione che a suo tempo aveva legiferato a grande maggioranza, si sono comportate per dir la verità - voglio sottolinearlo e dirlo a tutto il Consiglio - molto bene. Se posso parlare con grande franchezza e libertà, il collega Chiezzi mi ha chiesto, con grande intelligenza: "L'Assessore ci risponda, cerchi di convincerci": me lo dice sempre in Commissione e ha ragione. L'Assessore sbaglia - e io faccio ammenda se l'ho fatto qualche volta - se si disturba per le critiche, ma deve riuscire a dare risposte tendenzialmente convincenti. Poi, i miracoli li faceva chi citavo prima, cara Consigliera Manica, non certo io! Comunque, la questione è che in altre Regioni hanno sperimentato la via ultimo caso quello della Lombardia, quindi non parlo di una Regione a me aliena, ma molto amica - di un Ente per l'Università. Sono nel caos; lì sì che hanno moltiplicato i Consigli di amministrazione! Mi chiedete se ho fatto una verifica. Sì, l'ho fatta alla Conferenza degli Assessori alla cultura delle varie Regioni e devo confessare - se posso fare una citazione - che la Vicepresidente dell'Emilia Romagna ha detto che trova molto interessante il ragionamento del Piemonte sia sulle borse di studio sia sul resto, perché laddove, come in Lombardia, hanno operato delle moltiplicazioni, si è andati contro lo spirito della riforma che voleva evitare che ci fossero le vecchie Opere Universitarie, una per Università. Specie in questo contesto di moltiplicazione e di autonomia dell'Università, il fatto che ci sia un Ente regionale che non crea universitari di prima e di seconda categoria, ma che dà - come avviene in Piemonte - forti risposte per un diritto allo studio a tutti gli studenti ugualmente, è stato considerato molto bene dall'Università e dal Comitato di coordinamento universitario.
Quindi, cari colleghi - mi rivolgo al Presidente Moriconi che diceva "moltiplicate i posti, ecc." - poiché cerco veramente di parlare sempre in buona fede e rispetto molto la buona fede degli altri, apprezzo gli interventi e cerco anche di dare una risposta concreta.
Collega Moriconi, se avessimo voluto moltiplicare i posti, avremmo istituito tre Enti regionali; avremmo avuto tre Presidenti da nominare avremmo avuto trentasei Consiglieri di amministrazione da nominare, e non un solo Presidente: essendo le componenti delle maggioranze sempre variegate (chi più, chi meno), tre Presidenti potevano essere molto più appetibili che uno.
Sul fatto del mandato interverrò subito dopo; devo però dire che l'indicazione della Commissione, in questo caso, è stata parca, perch anche l'Università avrebbe avuto molte più Vicepresidenze e molti più nominati. Intanto, non avremmo avuto due Enti, come dice il Consigliere Chiezzi, ma ne avremmo avuti tre, perché le Università in Piemonte sono tre e non due: Piemonte, Piemonte Orientale e Politecnico.
Io non ho la pretesa di convincere, ma sto dando motivazioni, perché ho preso molto sul serio gli interventi, con grande rispetto....



CHIEZZI Giuseppe

Non c'è limite al peggio, Leo: di ogni Consiglio potevi farne tre...



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Caro collega, hai ragione! Ma questo è un punto di mediazione che abbiamo con l'Università, cioè anziché creare tre Enti con trentasei Consiglieri, abbiamo creato un unico Ente con un numero ridotto di Consiglieri, che però rappresenta tutte le Università.
In questo modo, essendo tutte le Università rappresentate, non si sprecano soldi per più strutture, non si hanno tre Direttori e tre Vicedirettori... Abbiamo un solo Ente, che concentra, trasforma e traduce tutto in risorse. Per questo la Regione Piemonte oggi è l'unica (prima era affiancata dal Friuli, che però adesso ha ceduto) ad assegnare borse di studio a "tutti" gli studenti che ne hanno diritto. Certo, non lo nego, ci è merito anche delle grandi battaglie del Consiglio regionale. Possiamo dire che la nostra Università assegna borse di studio a tutti gli studenti e che ha accettato di avere un solo Ente piuttosto che tre chiedendo, come mediazione, che in esso siano inseriti i rappresentanti del Piemonte Orientale, richiesta che ci sembra ragionevole.
Voglio ancora trattare gli due ultimi punti: la risposta precisa al collega Papandrea, circa il punto 5), e la "rinnovabilità".
Quanto alla "rinnovabilità", debbo confessare che è stata una precisa richiesta di tutte le Università. La rinnovabilità del mandato è stata una richiesta delle Università...



(Commenti fuori microfono dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea)



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Posso riferirvi di cosa si è trattato! Anche per togliervi i dubbi come quelli espressi dal collega Moriconi, per esempio! La rinnovabilità del mandato non è una preoccupazione della Regione perché noi non abbiamo nessuno che rinomineremo. Non siamo noi "Regione" i tre rappresentanti regionali...



(Commenti fuori microfono dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi)



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

E' sbagliato lo stesso, voglio solo darvi delle informazioni! Abbiamo solo recepito una richiesta dell'Università e del Politecnico rivolta dai rispettivi Rettori al Comitato di coordinamento. Io ho incontrato i tre Rettori, di aree culturali...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Presidente, io sono un po' più sensibile...



PRESIDENTE

Questa conversazione è assolutamente irrituale! Assessore, non incoraggi il Consigliere Chiezzi, altrimenti...!



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Quanto al punto 5), il "compenso", posso dire che è una norma nuova, e non so se il collega Papandrea ritiene che abbiamo esagerato per difetto o per eccesso. Ripeto: si tratta di una norma nuova.
In sede di Commissione c'è stato anche chi, ragionevolmente, ha proposto che fosse un Direttore regionale a dirigere l'Ente...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

"Ragionevolmente" perché si tratta di un Ente regionale molto grande che copre le tre Università...
(Intervento fuori microfono del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

Per cortesia! Assessore Leo, la colpa è sua, poiché incoraggia risponde...



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Mi dicono che gli Assessori non rispondono mai alle richieste dei Consiglieri, e poi guardate un po' che scene quando un Assessore risponde! Sto dimostrando che non è vero che non rispondiamo mai abbastanza, sto dando infatti tutte le informazioni che mi vengono richieste! Come dicevo, abbiamo fatto una mediazione, stabilendo che sia un semplice Dirigente di Settore: ci è sembrato ragionevole indicare la scelta non fra gli impiegati semplici, ma almeno tra i dirigenti. Però, non abbiamo indicato Direttori regionali.
Queste sono le riposte che mi sentivo di dare. Il Comitato di coordinamento - lo dico sapendo ed essendone convinto che è bene che in quest'aula non ci sia l'unanimità - l'Università e gli studenti hanno ritenuto che andasse bene così e fosse positivo.
Concludo dicendo che questo è il testo di legge elaborato in concordia con il Comitato di coordinamento universitario e, quindi, con le tre Università.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Leo.
Consigliere Marengo, essendo lei il relatore, vuole usufruire dell'opportunità regolamentare di svolgere una breve replica? Prego, Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Presidente, intervengo poiché mi sembra che forse non siano molto chiari la composizione e i ruoli dell'Ente a cui ci riferiamo.
Partiamo dalla composizione dell'Ente. Preso come dato oggettivo che sotto l'uno non si può scendere - perché non esiste il mezzo! - non possiamo nominare un "mezzo membro": la composizione a "dodici" è in assoluto quella più minimale che può avere il Consiglio di amministrazione.
Non siamo di fronte ad un classico Ente nominato dalla Regione: stiamo parlando di un Ente il cui Consiglio di amministrazione per metà è di nomina regionale e per metà è rappresentativo dei soggetti di cui, in qualche modo, si occupa, ovvero l'Università, il Politecnico e l'Università del Piemonte Orientale. Tali soggetti, a loro volta, sono il risultato di più componenti (la componente universitaria, professorale e quella studentesca): se fate la conta, appare chiaro che il numero otto diventa il numero minimo possibile affinché tutte le componenti siano rappresentate all'interno dell'Ente. Parlo, quindi, di otto membri non regionali: è chiaro che la Regione, dovendo equiparare la componente non regionale a quella regionale, dovrà nominare otto suoi membri. Scendendo al di sotto di questo numero, creeremmo un Ente in cui i soggetti interessati non sarebbero rappresentati: dovremmo escludere gli studenti o i professori per cui non riusciremmo a rappresentare la totalità del mondo interessato al diritto allo studio. Quanto ai "numeri", ribadisco che, in assoluto, il numero minore per avere un Ente pienamente rappresentativo dei soggetti interessati è quello stabilito.
Per quanto riguarda, invece, il discorso di "cosa fa" questo Ente tanto da legittimare un Direttore con figura dirigenziale, vorrei solo porre all'attenzione dei colleghi che questo Ente non "fa solo assemblee" (come ho sentito vociferare): stiamo parlando del più importante Ente strumentale della Regione Piemonte, di quello che, fra tutti, ha il bilancio più alto.
Tra l'ordinario e lo straordinario (da quando è nato, nel 1993, lo "straordinario" è annuale, per gli investimenti fatti e per il fatto che ogni anno si fanno investimenti nuovi) questo Ente mette in movimento oltre 50 miliardi l'anno. Avendo, come ho detto, un bilancio superiore ai 50 miliardi l'anno, sotto il profilo del bilancio è in assoluto l'Ente strumentale più grosso della Regione Piemonte. Ha un bilancio che è circa due volte e mezzo quello dell'IRES (non sono sicuro, ma credo di non sbagliare), e mentre l'IRES ha una Direzione generale, questo Ente ha solo un dirigente, una figura equiparata al dirigente.
Si tratta di un Ente di frontiera, che si confronta con problematiche grosse, che gestisce sale aperte fino a mezzanotte, frequentate da studenti, e che tutti i giorni - tutti i santi giorni dell'anno! - eroga undicimila pasti; ripeto: undicimila pasti! Non "fa solo assemblee": eroga ben 20 miliardi di borse di studio, il che vuol dire che pone in essere istruttorie per 20 miliardi, sulla base reddituale, sulla base di merito ecc. Mi sembra assolutamente minimo il fatto che la figura del suo Direttore sia equiparata, quanto meno, a quella di un dirigente! Per quanto riguarda il terzo punto, l'abolizione del limite dei due mandati, posso dirvi che se per la Regione, effettivamente, tale discorso ha un senso (la componente regionale è la componente "politica" dell'Ente) la componente universitaria (mi riferisco all'Università, al Politecnico e per il futuro, all'Università del Piemonte Orientale) non è una componente propriamente "politica". Essa deve assicurare all'Ente quel giusto confronto con l'Università e con il Politecnico, confronto estremamente complicato.
Posso assicurarvi che, in quell'Ente, i problemi, gli scontri e le istanze che pervengono dai poli accademici sono forti. Solo la presenza di soggetti fortemente portatori di grande capacità di mediazione al suo interno consente al Consiglio di amministrazione di lavorare in assoluta armonia con i due poli con cui, fino ad oggi, si è lavorato, ovvero Politecnico ed Università di Torino.
Scusate se vado un po' fuori dal discorso della replica, ma conosco molto bene i personaggi. Sicuramente non appartengono alla mia cultura politica, né sono molto distanti dalla mia cultura politica, ma sono due personaggi che perderli, anche se stiamo andando "ad personam" significherebbe veramente una grave perdita per il notevole investimento che la Regione ha fatto sul diritto allo studio.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, il comma secondo è soppresso.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La proposta rimane valida, nel senso che è preferibile mantenere una dimensione del Consiglio di amministrazione uguale a quella prevista dalla legge. Quindi, è bene non modificarla perché il segnale che si dà è proprio opposto a quanto tante volte proclamato e richiesto, ovvero di contenere le strutture amministrative.
Con questa legge noi andiamo nella direzione esattamente opposta. Qui sta il senso di responsabilità del legislatore, che deve sentire le parti e legiferare con un processo di ascolto delle esigenze, ma deve fissare le regole.
In questo caso, voi, come legislatori, vi assumete la responsabilità di dilatare un Consiglio di amministrazione; è una responsabilità grave e soprattutto contraddittoria con tutto quello che, magari anche voi, andate a dire in giro quando cercate di costruirvi del consenso.
Se capiterà l'occasione, diremo quello che siete e cosa fate; se ci troveremo in qualche sede in cui l'Assessore Leo si alzerà per dire che bisogna diminuire gli apparati burocratici, potremo alzarci e controbattere che l'Assessore è stato protagonista di un ampliamento degli apparati burocratici, sordo a tutti i ragionamenti che tendevano ad indurlo a non dilatare il numero dei componenti di un Consiglio di amministrazione. Ci rimane almeno questo elemento.
A nostro parere, il numero "dodici", che, come diceva il compagno Papandrea, è il numero base che compone un Consiglio di questo genere viste le norme contenute nella legge vigente, è già abbastanza elevato.
Dovessi proporre una modifica alla legge, la proporrei in questo senso: si faccia un Consiglio di amministrazione di cinque persone (una dell'Università, una del Politecnico, una dell'Università Piemonte Orientale, una rappresentante degli studenti ed una della Regione) che governino, magari con qualche norma di controllo più stringente da parte della Regione.
Ribadisco dunque il voto favorevole all'emendamento che propone di sopprimere questo "do ut des", questo patto non molto onorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto.



MORICONI Enrico

Si tratta di una questione di prospettive. Ho ascoltato l'Assessore Leo che ha detto che non potrebbero esserci limiti al peggio, nel senso che si potevano benissimo prevedere tre Consigli di amministrazione pletorici (dodici-ventiquattro-trentasei). Certo, è un bel modo di presentare le cose, dicendo che questo poteva essere il peggio e che noi abbiamo scelto una certa strada.
Globalmente, la situazione che contesto è proprio questa volontà di allargare il Consiglio di amministrazione. Noi concordiamo sul fatto che per come è strutturata la legge, il numero "dodici" è il numero minimo però, il fatto di ridurre due Consigli di amministrazione in uno solo pu essere effettuato mantenendo ugualmente lo stesso numero di membri. Se le Università si regolassero in quel modo, ci sarebbero problemi di gestione.
Voglio ricordare, visto che ho sentito la parola "baronie", che non dobbiamo nasconderci di fronte alla realtà che si vive nell'Università.
Questi sono strumenti che perpetuano a livello universitario quelle che sono definite le baronie dei professori. Si tratta di centri di potere collegati ai professori universitari, che hanno possibilità di gestire dei ruoli e degli incarichi e che, a lungo termine, confermano e contribuiscono a creare le baronie.
Esprimo quindi il voto favorevole all'emendamento, auspicando un ripensamento da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Anch'io voto a favore dell'emendamento, pur apprezzando quanto è stato fatto. Ritengo che la semplificazione in un'unica struttura sia un dato positivo, e la proposta avanzata, sostanzialmente, innalza di poco il numero minimo, che mi pare vada a multipli di quattro. Quindi, è come passare da tre a quattro.
Detto questo, voto per la soppressione del comma secondo per un motivo: in questo modo, ci sarebbe un'Università che verrebbe sovrarappresentata rispetto alle altre. Con tale meccanismo mi pare che si dia all'Università di Torino una rappresentanza doppia rispetto al Politecnico. Questa è una delle ragioni che mi induce ad essere favorevole alla restrizione altrimenti si creerebbero Università di "serie A" ed altre di peso minore.
Credo che, proprio per il tipo di attività che svolge, questo si possa evitare, e che possa funzionare benissimo con dodici membri senza dare una rappresentanza superiore all'Università di Torino. Per questa ragione, sono a favore della soppressione. Non credo che, quantitativamente, ci troviamo di fronte ad una differenza significativa. Bisognerebbe dunque riflettere su questo elemento che in futuro potrebbe anche ingenerare una richiesta di altre Università di vedere accresciuto il proprio numero. Credo che mantenere uniformità nel peso fra le tre Università non sia un elemento negativo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Il collega Papandrea ha individuato bene come funziona la legge, perch in effetti è complessa. Forse io non l'ho spiegato abbastanza bene, ma il Consigliere Papandrea ha spiegato bene come funziona. Il Consigliere si è posto una domanda giustissima, che avrebbe preoccupato anche noi: cosa potrebbe succedere in futuro? C'è stato un accordo fra le Università, in base al quale è stato garantito che non verranno richiesti posti in più.
Certo, rimangono tutte le altre osservazioni da voi poste. Ho ascoltato con grande attenzione e rispetto gli interventi dei colleghi e devo dire che è stato individuato bene il meccanismo della legge, perché avremmo dovuto modificare la legge quadro nazionale. Secondariamente, però, c'è l'accordo fra le Università, che mi sembra tranquillizzante.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Leo.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Sono ovviamente contrario, in quanto relatore della proposta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 28 contrari (non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri).
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma quarto, le parole "I membri possono essere confermati" sono soppresse.
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. L'emendamento chiede di sopprimere, al comma quarto dell'art. 1, le parole "I membri possono essere confermati". Si ritornerebbe, così, a quanto previsto dalla legge precedente, che prevede che i membri del Consiglio di amministrazione possono essere confermati una sola volta. In questo modo, i membri del Consiglio di amministrazione hanno la possibilità di durare in carica dieci anni. Abbiamo già espresso precedentemente le motivazioni per le quali riteniamo corretta una durata in carica di dieci anni. Riteniamo che dieci anni rappresentino un periodo storico più che sufficiente per espletare un mandato in questo campo e diano la possibilità di prevedere un rinnovamento senza dover "stressare" troppo chi deve nominare i componenti, in quanto ogni dieci anni non è un periodo troppo ravvicinato.
L'Assessore ha detto che questa è una specifica richiesta delle Università. Noi riteniamo, però, che la Regione debba avere comunque un ruolo di indirizzo. Se le Università formulano delle richieste, il compito del politico è quello di valutarle e stabilire l'opportunità politica di accoglierle e sta nella regola del gioco il fatto di non farlo. Noi optiamo per il non accoglimento della richiesta, anche perché le motivazioni portate nella prima formulazione della legge sono superate. Non sono stati riferiti altri motivi per i quali le Università vorrebbero questo. Sono state date alcune indicazioni dal relatore, ma francamente non sembrano così convincenti da far accettare la richiesta del mondo universitario.
Faccio un po' di ironia, ma non fuori luogo: non vorremmo che questi professori, anche un po' baronali, prevedessero l'allungamento delle cariche per se stessi, dilatando a tempo infinito addirittura il secondo ruolo, predicando, poi, il lavoro flessibile o precario. Sarebbe interessante intervistarli e sapere cosa pensano in particolare su questo punto.
Per concludere, ripeto che il tempo storico di dieci anni, rispetto ai tempi attualmente esistenti e alle richieste avanzate agli organismi che gestiscono gli Enti, sia più che giustificato. Anche in questo caso chiediamo un ripensamento alla Giunta ed auspichiamo una presa di coscienza della ragionevolezza della nostra richiesta. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Per spiegare il nostro voto favorevole all'emendamento. Il mio non è un discorso sulle persone, delle quali non dubito la serietà; non ho mai valutato in quest'ottica le norme, che devono andare al di sopra delle caratteristiche personali.
Prima, con il Consigliere Moriconi, ho scherzato su questo fatto: ho sentito il Rettore del Politecnico di Torino decantare la bontà del lavoro flessibile e precario. Sento spesso queste persone legate al proprio lavoro...



PAPANDREA Rocco

VAGLIO, Assessore regionale



PAPANDREA Rocco

E' un uomo di sinistra...



PAPANDREA Rocco

Che sia di sinistra o di destra non ha importanza! Ho sentito anche persone di sinistra decantare il lavoro precario degli altri ed essere poi, estremamente interessate alla scarsa flessibilità del proprio.
Anche per questo motivo e, a maggior ragione, in questo caso, non si deve arrivare a pensare di superare persino i mandati previsti per la Presidenza degli Stati Uniti, dove ci dovrebbero essere persone competenti anche se poi non sempre è così!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Questo emendamento toglie un elemento un po' stonato, che il relatore e l'Assessore hanno proposto alla nostra attenzione. L'elemento stonato è questo: sappiamo che, a parole, ed anche per impegno politico - anche di questa maggioranza - si afferma che le leggi sono normative di carattere astratto, assolutamente generali e valide a prescindere.
Il relatore e l'Assessore ci hanno spiegato che la norma, oggetto dell'emendamento soppressivo, è "ad personam" (questo penso sia trascritto nella registrazione dei nostri lavori); hanno detto che poter riconfermare oltre i due mandati, deriva dalla necessità di consentire la nomina di due persone (bravissime, utilissime; anch'io non so chi siano, magari sono miei compagni di scuola o amici fraterni), che, senza la norma di legge e avendo già svolto due mandati, non potrebbero più essere elette.
Siamo su una strada un po' scivolosa.
E' stato detto, Consigliere Marengo, che la norma serve per consentire a due persone, facenti parte del Consiglio di amministrazione, di essere rielette, altrimenti l'Università, il Politecnico e l'Ente, non saprebbero a chi fare riferimento per una gestione corretta. Questo è stato detto e a me sembra che questo fatto richieda una verifica.
Votare una norma che non è generale, ma legata al fatto di consentire a due persone di rimanere dove sono, mi sembra un modo di legiferare sbagliato. Se non viene chiarita questa questione, temo che dovr presentare una serie di emendamenti - che preferirei non presentare perché la vicenda è un po' paradossale.
Chiedo pertanto al Presidente cinque minuti di riflessione per avere qualche informazione in più, altrimenti sarò costretto a chiedere la seduta segreta e i nomi delle persone da nominare. Vorrei capire se, come dice il Consigliere Marengo, ho frainteso, se ho inteso bene, cosa intendeva dire l'Assessore, di cosa si tratta e in che modo questa norma astratta sia conforme alla situazione presente.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, sospendo la seduta per qualche minuto per dare modo a lei e all'Assessore Leo di effettuare un colloquio informale.



(La seduta, sospesa alle ore 16,13 riprende alle ore 16,48)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Al banco della Presidenza sono giunti alcuni emendamenti.
La Giunta manifesta volontà favorevole in ordine all'emendamento soppressivo n. 1.2) presentato dai Consiglieri Moriconi e Chiezzi, che pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 42 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
1.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'art. 1, comma quarto, al fondo aggiungere le parole "per dieci sole volte".
Tale emendamento viene ritirato dai presentatori.
1.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Placido e Costa Rosa Anna: all'art. 1, aggiungere il seguente nuovo comma: "4 bis. I componenti del Consiglio di amministrazione non possono essere nominati per più di un mandato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 33 voti favorevoli e 2 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
1.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Placido e Costa Rosa Anna: inserire il seguente nuovo articolo: "ART. 1 bis.
Le disposizioni di cui al comma 4 bis dell'art. 19, L.R. n. 16/92, come sostituito dall'art. 1, si applicano solo per il Consiglio di amministrazione eletto ai sensi della presente legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 33 voti favorevoli e 2 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 36 voti favorevoli 36 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi e Chiezzi: all'art. 2, il comma primo è soppresso.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

L'emendamento che proponiamo è la soppressione del comma primo dell'art. 2: "Ove l'incarico di Direttore sia conferito ad un dipendente dell'Ente o della Regione, gli spetta il trattamento giuridico ed economico di un dirigente regionale inquadrato nella qualifica dirigenziale unica con funzioni di dirigente di settore".
Come avevamo già esposto in parte nel corso della discussione precedente, non siamo stati convinti da quanto ha presentato il relatore Consigliere Marengo, sulla necessità di riconoscere il trattamento giuridico ed economico di un dirigente regionale. In effetti, non riteniamo necessario questo trattamento, anche sulla base di quanto è stato detto precedentemente. Si tratta comunque di un'aggiunta che precedentemente non c'era, in quanto questa Giunta giustifica il successivo punto 5) sottolineando che "Il compenso da corrispondere al Direttore, in applicazione del comma quarto, è ragguagliato al costo relativo alla retribuzione di un dipendente regionale inquadrato nella qualifica dirigenziale unica".
Quindi, tutto l'insieme di questo articolato viene a costituire un'appendice nuova rispetto alla legge precedente. Noi consideriamo questa aggiunta inutile perché pensiamo che, poiché l'Ente esisteva, ha funzionato da un certo numero di anni e non era previsto questo sistema di trattamento, né comprendiamo perché adesso si sia voluto inserire questo elemento.
Pertanto, l'emendamento è chiaramente mirato alla soppressione dell'aggiunta rispetto alla legge che già è in vigore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Sono consapevole che le persone che sono a conoscenza dell'importanza e del peso dell'Ente, della complessità della gestione - e lo ha spiegato molto bene il collega Marengo - sanno che a mala pena questo è un livello accettabile per una tale responsabilità ed impegno.
Pertanto, onestamente, parametrando il lavoro dei dirigenti regionali al lavoro degli altri Enti, noi non chiediamo che sia un Direttore regionale, ma almeno questa qualifica ci sembra opportuna. Quindi respingiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, mi sembra che stiamo parlando di due cose diverse. Il comma quinto: "Il compenso da corrispondere al Direttore, in applicazione del comma quarto, è ragguagliato...", non l'abbiamo messo in discussione con l'emendamento. Non comprendiamo perché si scriva "Ove il Direttore sia un dipendente della Regione...". Perché dobbiamo scrivere questo? Non basta il comma dove si dice che il Direttore avrà un compenso tale? Perché dobbiamo scrivere "Ove sia..."? Che senso ha il punto 3) del comma primo?



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Va bene. Accogliamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie l'emendamento, lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 37 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Intervengo per dichiarazione di voto.
Prendo atto che l'Assessore e la Giunta hanno recepito i suggerimenti e gli emendamenti che abbiamo proposto, però voterò comunque contro l'articolo per la persistenza del punto 5).
Sono intervenuto, appunto, per annunciare il mio voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Anche il sottoscritto darà un voto contrario a questo disegno di legge.
Spiego il voto contrario. La Giunta ha accolto un emendamento importante, che mette in una giusta direzione la questione della permanenza in questo ufficio: abbiamo apprezzato questo gesto. Il voto rimane contrario, ma, diversamente dal caso in cui tutto fosse stato respinto, il voto contrario non avrà come prospettiva un comunicato stampa contro l'Assessore.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'art. 2 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 39 voti favorevoli 37 voti contrari 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
2.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo e Ghiglia: è aggiunto il seguente nuovo articolo: "ART. 2 bis - Urgenza.
La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Tale emendamento, che diventerà art. 3, è accolto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 votanti 46 hanno risposto SI' 44 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 17,10)



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