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Dettaglio seduta n.359 del 03/06/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.21 il Presidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.01)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Chiezzi, Costa Enrico Costa Rosanna, Cotto, D'Ambrosio, Ghigo, Moriconi, Pedrale, Pichetto Fratin.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Calamità naturali

Interrogazione n. 2073 dei Consiglieri Muliere e Manica, inerente a: "Volontari della provincia di Alessandria aderenti al Corpo Volontari antincendio boschivi del Piemonte"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione n. 2073.
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alle foreste

Mi riservo di far avere ai colleghi anche una documentazione scritta di questo mio intervento, in cui specifico in modo puntuale i numeri che sono stati coinvolti in questa vicenda.
Devo dire, tanto per introdurre, che il quadro del sistema antincendio boschivi regionale è mutato in modo radicale dopo l'adozione e l'entrata in vigore della legge n. 353/2000, legge nazionale di settore che interviene in modo puntuale sulle definizioni di incendio boschivo, di sistema antincendio boschivi, ma soprattutto sulle caratteristiche dell'operatore antincendio boschivi. Questa legge definisce che gli operatori antincendio boschivi che intervengono sulla linea del fuoco debbono avere delle spiccate attitudini psicofisiche, accertate tramite tutta una serie di esami clinici, debbono avere a disposizione dispositivi di protezione individuale che li difendano dal fuoco e dai rischi conseguenti e debbono avere una formazione professionale certificata, verificata, cioè debbono non solo seguire dei corsi, ma parteciparvi attivamente dimostrando di avere acquisito le nozioni che vengono trasferite. Per questo motivo, sulla formazione professionale sono stati organizzati corsi per operatori di primo livello, per operatori di secondo livello o corsi di approfondimento, corsi per capi squadra e infine per direttori delle operazioni di spegnimento. Sono corsi che interessano progressivamente gli operatori, evidentemente non tutti, ma solamente quelli con le adeguate caratteristiche psicofisiche, che abbiano dimostrato interesse e che abbiano avuto anche la voglia di progredire nella specializzazione. Si fa quindi un grosso investimento su ciascun volontario proprio per adempiere ai dispositivi della legge n. 353.
Sono state identificate quattro sedi per questi corsi nei seguenti Centri di Formazione Professionale: in provincia di Cuneo, a Peveragno Verdevivo, dove assieme al Formont è anche presente l'Università di Torino; a La Mandria; nella Comunità montana Val Sesia, a Varallo Sesia nell'Associazione dei Comuni della provincia di Novara e della provincia del VCO, a Druogno, dove ha anche sede il Formont. Presso queste sedi sono state montate delle aule multimediali, dotate di un proiettore collegato ad un computer; ogni allievo è dotato di un tavolo attrezzato per dare le risposte in tempo reale che affluiscono ad un computer centrale che le vaglia e verifica quante sono giuste e quante sbagliate; in funzione della percentuale di comprensione, che deve essere prossima al 95%, il corso procede oppure si ferma, si replica quella sessione e si procede in un secondo tempo.
Gli allestimenti per queste sedi, ovviamente a carico dell'Amministrazione regionale, ammontano ad alcune decine di migliaia di euro; per l'attrezzatura di un'aula di questo tipo, siamo nell'ordine di 30 35 mila euro. Attraverso le quattro sedi sono stati fino ad oggi e verranno successivamente formati i 4.500 volontari che sono stati ritenuti idonei ad avere la formazione di primo livello.
Per quanto concerne la provincia di Alessandria, questa ovviamente è composta da più aree di base, che vanno dall'area di base della Valle Cerrina fino ad arrivare a quella più vicina alla Liguria, che è l'area di base della Valle Lemma. Sulle varie aree di base, che in provincia di Alessandria sono sei, abbiamo avuto una formazione direi molto diffusa tutti i volontari sono affluiti presso le sedi di Torino e presso la sede di Peveragno e hanno ricevuto la formazione richiesta.
I momenti formativi si svolgono solitamente su due giornate, il sabato e la domenica, con la possibilità - ovviamente sempre a carico dell'Amministrazione - del pernottamento presso la sede del corso. Gli allievi (da 25 a 30) arrivano il sabato mattina, si dispongono nell'aula multimediale, si procede alla formazione fino attorno alle ore 18, segue la cena, la sospensione serale, il pernottamento presso il centro di formazione e l'indomani mattina si riprende con la formazione; gli esami conclusivi avvengono nel primo pomeriggio della domenica. E' stata sollevata da parte di due squadre della Provincia di Alessandria, per un totale di circa 35 unità, l'eccezione che il portarsi a Peveragno o a Torino per il corso di formazione risultava eccessivamente oneroso in termini di tempo. Ovviamente gli spostamenti avvengono con mezzi del volontariato AIB, e quindi i costi sia dell'autostrada sia del gasolio sono a totale carico dell'amministrazione. Analogamente sono a carico dell'amministrazione i pasti e il pernottamento. Quindi, non esiste da parte del volontario nessun contributo finanziario alla formazione.
I capisquadra di queste due squadre avanzavano la richiesta di fare il corso di formazione presso un centro in Provincia di Alessandria. Non solo chiedevano che fosse attivato un centro di formazione antincendio boschivo in Provincia di Alessandria.
Anche a seguito di questa richiesta, valutato il numero di allievi che potevano accedere al centro, valutati i costi per la creazione di un'aula multimediale in Provincia di Alessandria, si riteneva di procedere solo se esisteva la reale opportunità di fare corsi professionali antincendio boschivo anche per le Province della Liguria.
Purtroppo l'accordo non si chiuse, e l'idea di costituire quest'aula multimediale in Provincia di Alessandria non poté essere realizzata proprio per una economia di costi.
Le due squadre sono state quindi invitate a fare come tutte le altre squadre, come gli oltre 300 volontari formati dalla Provincia di Alessandria, cioè a rivolgersi presso i centri di Torino o di Peveragno.
Qui finisce la cronaca dei fatti.
Da qui s'innesta una querelle tra l'organizzazione del volontariato e i volontari stessi, all'interno della quale non mi vorrei calare più di tanto, perché la vita delle associazioni è vita propria, e non deve riguardare l'amministrazione. Riteniamo che l'autonomia del volontariato debba essere assolutamente salvaguardata dal punto di vista dell'organizzazione, dei rapporti interpersonali e quant'altro.
Come uffici abbiamo reiterato l'invito a questi volontari di sottoporsi alla formazione. Il litigio si è alzato di tono; infatti da parte dei due capisquadra c'é stata una richiesta d'intervento da parte della Magistratura contro l'organizzazione gerarchica dell'associazione del volontariato.
D'altro canto, i compiti istituzionali sono stati assolutamente garantiti, così come sono stati garantiti i diritti dei volontari. I problemi interni dell'associazione non fanno parte delle questioni all'interno delle quali io posso calarmi più di tanto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Ringrazio l'Assessore per la risposta.
Volevo chiedere se ha già la risposta scritta o la deve preparare.
L'Assessore ha fatto una lunga premessa, utile comunque per capire la situazione. Almeno per quanto mi riguarda è stata molto utile per chiarire come vengono organizzati i corsi, che sono sicuramente molto importanti per volontari che svolgono una funzione altrettanto importante per la tutela del patrimonio boschivo di tutta la Regione e, in particolare per quanto riguarda la provincia di Alessandria, essendo questa una provincia che ha un territorio molto vasto e con una presenza molto estesa di boschi.
Naturalmente il ruolo dei volontari è sicuramente molto importante.
Siccome i volontari svolgono una funzione di tutela, di prevenzione, è indispensabile, è utile, come Regione, mantenere un rapporto molto stretto con i volontari.
L'Assessore ha fatto questa utile premessa. Dopodiché è intervenuta una richiesta da parte di una squadra o di due - come diceva l'Assessore - di volontari della Provincia di Alessandria, che chiedevano di effettuare il corso nella Provincia di Alessandria, e non recarsi fuori Provincia per tenere questo corso.
Io capisco che l'Assessore dica che non vuole intervenire in una polemica all'interno del corpo dei volontari. Lo capisco relativamente perché la risposta data a questi volontari è stata di questo tono: "Il vostro atteggiamento non fa crescere il corpo dei volontari. Quindi, non soltanto ve ne dovete andare, ma dovete restituire tutta l'attrezzatura che è in vostra dotazione per svolgere il vostro compito di volontari".
Se questo è il modo di gestire il corpo dei volontari, qualche interrogativo deve nascere, non soltanto da parte dell'Assessore, ma anche da parte del Consiglio. Se svolgono una funzione importante, quando una o più squadre pongono un problema, noi non possiamo permettere che qualcuno risponda in questo modo: "Non disturbate il manovratore, se volete fare i corsi, li fate dove vi diciamo noi. Proprio perché non siete d'accordo, ve ne dovete andare e restituire tutto quello che avete in dotazione".
Questo è un atteggiamento che non possiamo tollerare. Io non so Assessore, se da parte sua ci sia stato qualche intervento, ma sarebbe stato opportuno intervenire su chi ha redatto quella risposta, perché è intollerante. Non possiamo tollerare che, all'interno del corpo dei volontari, ci sia un atteggiamento di questo tipo. Se non l'ha fatto secondo me, ha fatto male, perché sono queste risposte che non fanno crescere il corpo dei volontari; non è la richiesta legittima o meno.
Io non intervengo sul fatto se la richiesta è stata giusta o sbagliata.
Quello che ritengo sbagliata è la risposta data a questi volontari. Credo che sia una risposta intollerante e, come tale, va respinta e non va giustificata.
Assessore, se lei non è intervenuto nei confronti di chi ha scritto questa risposta, ha sbagliato; sarebbe opportuno, per il futuro, non tollerare più risposte date in questo modo, che non fanno crescere il corpo dei volontari. Il corpo di volontari antincendio boschivi utile per tutto il territorio piemontese.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 2066 presentata dai Consiglieri Contu, Papandrea Moriconi, Chiezzi inerente a "Protocollo d'intesa aree BOR.SET.TO"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2066, alla quale risponde l'Assessore Botta Franco Maria.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

L'interpellanza dei Consiglieri Contu, Papandrea, Moriconi e Chiezzi di cui all'oggetto, pone in discussione due distinti ordini di problematiche: il primo più direttamente riferito alla disciplina tecnico urbanistica, il secondo di natura politico-istituzionale.
Con riferimento al primo ordine di problemi sollevati, si osserva come il progetto proposto dai Comuni di Settimo e Borgaro con l'adesione di Torino - caratterizzato da una consistente dismissione di aree alla proprietà pubblica in cambio della possibilità di utilizzare prestabilite capacità edificatorie in precisi ambiti all'uopo individuati- sia stato ampiamente dibattuto nelle sedi locali.
Al proposito si vuole qui inoltre richiamare la seduta del 09.12.2002 della Giunta regionale, nel corso della quale era stata presentata alla discussione la proposta delle Amministrazioni comunali sull'argomento che aveva trovato un primo generale consenso e che individuava alcuni approfondimenti per "arrivare alla stipula di un protocollo d'intesa che prevede una valida tutela paesistica dell'area".
Nel corso degli incontri svoltosi al riguardo è stata ribadita la valenza territoriale dell'iniziativa, che presuppone peraltro un'azione coordinata con la Provincia di Torino al fine di assicurare una più completa rappresentanza degli Enti che hanno competenza in materia di pianificazione territoriale ed urbanistica.
In effetti, con riferimento agli aspetti di pianificazione, occorre segnalare come i vari elementi della proposta riprendano e garantiscano l'attuazione di importanti previsioni ormai consolidati che riguardano l'assetto del settore nord dell'area metropolitana. Ci si riferisce in particolare alle previsioni del PRUSST 2010 Plan che vede come principali attori i Comuni di Settimo e Borgaro, nonché al Programma Urban II relativo alle medesime realtà comunali (oltreché i comuni di Leinì e Volpiano), che hanno già ottenuto un pieno avvallo non solo regionale ma anche ministeriale, dove uno degli elementi più significativi è proprio costituito dalla cosiddetta Tangenziale Verde, parco di interconnessione tra parchi urbani e regionali. L'attuazione di tale previsione costituirà un momento innovativo nel panorama delle iniziative metropolitane e sarà possibile con comune concorso di Enti pubblici e privati operatori.
Per quanto attiene alla seconda parte dell'interpellanza, è appena il caso di sottolineare come la materia della concertazione costituisca prerogativa precipua della Giunta regionale atta a conseguire gli obiettivi di politica territoriale alla base del proprio programma politico.
In effetti il ricorso a consultazioni con le competenti commissioni consiliari appare tanto più proficuo e deve esser riservato ai casi il cui confronto si sviluppi su temi generali di programmazione e pianificazione piuttosto che su singole iniziative che discendono da indirizzi consolidati e più propriamente attengono alla sfera gestionale.
Un'ultima considerazione è ancora utile in ordine alla opportunità di dar corso al protocollo d'intesa nelle more dell'approvazione definitiva del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino.
Si sottolinea al riguardo come all'interno di tale Piano - in corso di valutazione da parte del Consiglio regionale - abbia ottenuto ampio riconoscimento la pratica delle concertazione a mezzo i Intese, Accordi Patti, tra Amministrazioni locali ed Enti territoriali e strumentali risultando comunque tali procedure di approvazione nettamente distinte sia in ordine agli obiettivi generali, sia per quanto riguarda gli specifici momenti attuativi, che nello specifico trovano peraltro piena condivisone da parte dell'Amministrazione provinciale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Avrei considerato questa interpellanza tempestiva, puntuale e soprattutto, coerente se questo atto si fosse consumato prima dell'approvazione, da parte dell'aula, del disegno di legge sul recupero dei rustici. L'occasione del dibattito su quel disegno di legge ha posto all'attenzione dell'aula, la problematica dell'uso dei suoli; tant'è che seguendo un po' le rubriche e le cronache dei giornali locali, la questione sta diventando intrigante per quello che ha aperto, soprattutto nelle aree rurali in relazione all'utilizzo dei rustici. Si citano i nomi delle cascine, si parla delle realtà dei rustici esistenti sul territorio e, allo stesso tempo, si pone il quesito: diventerà un centro commerciale? Diventerà una unità residenziale? Come si ridisegnerà quell'azione? Ho voluto fare questa premessa perché, mettiamoci d'accordo. Stiamo parlando di un grande polmone di area verde in una grande area metropolitana compromessa da uno sviluppo urbano disordinato, molto spesso con scelte e sviluppo di piano condizionate dai forti interessi presenti sui territori. Il motivo del nostro imbarazzo è tutto qui, apparentemente la proposta è affascinante, si dice: abbiamo una grande area privata insistono dei diritti edificatori, ne cediamo il 12% (questi sono i termini della questione per l'edilizia residenziale) l'88% sarà recuperato al patrimonio pubblico, al bene collettivo.
Nell'approccio alle problematiche dell'urbanistica entrano in campo due scuole di pensiero. Noi crediamo di appartenere a quella scuola di pensiero per cui ritiene che i Piani regolatori non li fanno i proprietari delle aree, i quali, forti della proprietà, contrattano con l'Ente locale attraverso gli oneri di urbanizzazione che sono l'atto di compravendita con la quale si da luogo, come in questo caso, sicuramente non esagero, ad una delle più importanti speculazioni immobiliari che la Regione Piemonte abbia conosciuto.
Vede Assessore, il problema è proprio qui.
Gli Enti locali, la Regione, il Piano Territoriale di coordinamento sono strumenti che devono piegarsi alle proprietà che, di fatto, in quanto proprietari dei fondi determinano lo sviluppo del piano e dettano le condizioni? In questo credo vada letta la vasta opposizione, anche attraverso la comunità locale. Ci avete abbondantemente spiegato, in occasione dell'approvazione della legge sui rustici, che tutto questo non è dato, che i suoli non sono infiniti e che occorre usare con parsimonia questo bene che è un bene di tutti. La compromissione dell'aria, la compromissione dell'ambiente urbano, la questione legata agli standard ai quali devono rispondere i nuovi insediamenti residenziali, sono problemi che il Legislatore, l'Urbanista, il Sindaco, l'Assessore competente e coloro che sono preposto a redigere il piano, devono sempre e comunque avere presente.
Non ci convince la risposta data oggi dall'Assessore. Intanto, non ho inteso se il protocollo di intesa sia già stato o meno sottoscritto; se non lo è ancora, poniamo una questione (alla quale, credo, non mancheranno di associarsi anche altri Gruppi): riferire in merito a questo nella competente Commissione consiliare, stante la portata e il carattere intercomunale di questa iniziativa così significativa.
Sappiamo che il piano territoriale di coordinamento non è ancora stato approvato dall'aula; sappiamo che competenza dell'aula è solo ed esclusivamente verificare la coerenza con il piano territoriale di coordinamento regionale e sappiamo anche - ed è questo il nostro motivo di preoccupazione, al di là della contesa politica bipolare che si è determinata sui tempi di approvazione del piano territoriale della Provincia di Torino - che lunghe trattative sono intercorse fra la Provincia e la Regione per condizionarne gli esiti finali.
Non nascondiamo la nostra preoccupazione. Sappiamo di avere dalla nostra parte un movimento significativo che si svilupperà sul territorio che non crede più alle favole, non crede più alle regalie del privato, ma crede che compito precipuo sia quello di battersi per difendere la qualità della vita sui territorio dove loro vivono, operano e lavorano.



PRESIDENTE

Termino qui il punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze".


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame disegno di legge n. 252 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 252 di cui al punto 3) all'o.d.g prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Avevamo terminato la discussione sugli emendamenti aggiuntivi al comma 1 bis; passiamo agli emendamenti al comma 2.
Emendamento rubricato n. 20 presentato dal Consigliere Tapparo: "I commi 2 e 3 dell'emendamento integrativo all'articolo 2 del disegno di legge n. 252 'nuovo articolo 1', sono abrogati".
Emendamento rubricato n. 21, presentato dal Consigliere Tapparo (e connessi emendamenti rubricati n. 125 e n. 546): Il comma 2 dell'emendamento integrativo all'articolo 2 del disegno di legge 252 'Nuovo articolo 1' è abrogato.
Dato che il primo emendamento abroga i comma 2 e 3, dobbiamo unificare gli emendamenti nell'unico che abroga i commi 2 e 3.



(Commenti del Consigliere Papandrea fuori microfono)



PRESIDENTE

L'abrogativo solo del comma 3 c'é successivamente, come emendamento presentato dal Consigliere Tapparo. L'emendamento rubricato n. 20 prevede di abrogarli tutti e due.
Dovreste ritirare l'emendamento che prevede l'abrogazione del comma 2 e 3 per poi passare all'emendamento abrogativo del comma 2 e poi a quello abrogativo del comma 3.
Comunico che l'emendamento n. 20 è ritirato dal proponente.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Con altri colleghi tentiamo, magari per strade diverse, di fare una specie di restyling del provvedimento nella configurazione che ha assunto con l'emendamento proposto dal Consigliere Cattaneo.
Scusi, Presidente, mancando il relatore, non avendolo noi previsto dal Regolamento, gradirei che sia presente alla discussione almeno l'Assessore competente.



PRESIDENTE

E' una richiesta più che naturale.
Sono sicuro che l'Assessore arriverà subito. Eccolo, proceda pure Consigliere.



TAPPARO Giancarlo

Non è per fare il puntiglioso, ma perché non avendo la figura del relatore, col quale chi parla si può rapportare (spero che con la riforma dello Statuto e del Regolamento si possa introdurre questo figura) l'Assessore competente diventa l'interlocutore naturale quando affrontiamo questi aspetti.
Tornando alla questione principale, c'è una serie di emendamenti che possono avere il carattere, qualcuno maliziosamente potrebbe dire, di restyling sulla proposta, così come si è evoluta ed è arrivata alla nostra discussione con l'emendamento del Consigliere Cattaneo.
Non è che si possa fare una lunga filosofia attorno a questo emendamento, in qualche modo, serve per togliere alcuni elementi, dal nostro punto di vista, più pesanti, per questo tipo di provvedimento.
Quindi, nel gioco dialettico tra maggioranza e opposizione, prego l'Assessore di comprendere questo carattere del mio intervento.
Tornando al nostro lungo dibattito sinora accumulato, lei sa Assessore, che abbiamo sostenuto che due approcci diversi sostengono la vostra tesi e la tesi che almeno una parte dell'opposizione sostiene. Ad un certo punto, abbiamo convenuto che è difficile lavorarci solo con emendamenti, comunque, questo ci viene permesso e da qui sfidiamo uno degli aspetti portanti della sua proposta originaria. In qualche modo, torniamo a dire che il finanziamento diretto alla famiglia con il meccanismo del bonus non è la strada migliore, pur comprendendo che l'obiettivo che si dà l'Assessore e la maggioranza con questo intervento è quello di ridurre i condizionamenti dati dal reddito delle famiglie nel fare scelte di percorsi scolastici.
Tutto verte su questo aspetto e noi confutiamo che questa sia la strada più corretta, senza nulla togliere alla finalità e al valore dell'obbiettivo che la maggioranza si dà con questo provvedimento. Noi diciamo che ce n'è uno alternativo che evita tutta una serie di effetti più o meno non desiderabili, che determina, invece, il meccanismo del buono scuola come finanziamento alle famiglie, basato sui criteri che qui vengono dati, che quindi, discrimina larga parte delle famiglie che hanno ragazzi che frequentano la scuola pubblica.
Spero che prima della fine della Legislatura avremo occasione di approfondire il grande valore del diritto allo studio. Assessore, quando lo affronterà, non dovrà avere un pregiudizio rispetto all'andamento di questa discussione. Spero che lei sia completamente aperto, in modo che quando affronteremo il diritto allo studio potremo dargli quel qualcosa in più e lei, forse, potrebbe anche pensare che serve a liberare le famiglie da condizionamenti e, successivamente, a fare adeguate scelte. Quasi vorremmo sfidarla a capire, mentre lavoriamo, il grande valore di una profonda riforma del diritto allo studio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea



PAPANDREA Rocco

Riprendiamo la maratona sul buono scuola. Credo anch'io che gli emendamenti che noi presentiamo cerchino, in qualche modo, di profilare la possibilità di un provvedimento alternativo a questo. Nello stesso tempo ci auguriamo che si siano verificati avvenimenti ed elementi che possano aver portato la maggioranza e l'Assessore a considerazioni diverse. Tra l'altro, in questi giorni, il mondo della scuola, anche qui in Piemonte, a Torino, vive una situazione abbastanza di tensione e di problemi. Questa notte, gli insegnanti presidieranno alcune scuole per permettere che, in questa fase critica, le lezioni si svolgano regolarmente. Quindi, da una parte, introducono elementi di protesta e di iniziativa, però, senza creare danno al funzionamento dell'anno scolastico, perché siamo a fine anno e a pagarne il prezzo sarebbero soprattutto gli studenti.
In questo senso, credo che siano apprezzabili tali forme di protesta anche se, probabilmente, sarebbero state più clamorose se non avessero avuto questa attenzione e si fossero comportati diversamente, come avviene per esempio, negli aeroporti, nel qual caso ci saremmo trovati di fronte ad un'attenzione maggiore. Il fatto che questi lavoratori introducano una forma di lotta più soft, non scioperando e non creando un danno, comporta un loro coinvolgimento diretto, in quanto dedicano parte del loro tempo e della loro vita a questa questione, dimostrando il loro livello di sensibilità.
Quanto si sta verificando nella scuola potrebbe portare il Governo di questa Regione, la maggioranza e l'Assessore Leo a prendere in considerazione un diverso provvedimento. Se al centro della protesta di questi insegnanti c'è la riforma Moratti, credo sia collegata con la nostra discussione in corso. Evidentemente e abbastanza chiaramente, c'è al centro la preoccupazione di una parte del mondo degli insegnanti rispetto al futuro della scuola pubblica, che viene fortemente messo in discussione dalle politiche adottate a livello di governo e a livello locale.
Sarebbe interessante che questa sera, invece della seduta notturna andassimo insieme alle assemblee indette da questi insegnanti contemporaneamente alla loro forma di protesta, a cui hanno invitato anche le forze politiche e di governo. Da parte nostra, sarebbe un segnale di attenzione importante partecipare alle iniziative di chi protesta e che allo stesso tempo, con la sua protesta non arreca danno alla scuola, in quanto sono fortemente collegate alla discussione che stiamo svolgendo.
Vedo l'Assessore Leo annuire, credo che potremmo farlo, potremmo andare insieme a discutere con loro; non si tratta solo di dire di sì, lo si deve fare.



(Commenti fuori microfono)



PAPANDREA Rocco

Non mettiamoci a mercanteggiare, finora l'Assessore Leo ha visto che queste cose sono avvenute, quindi, non è un problema da questo punto di vista, abbiamo sempre avuto una certa attenzione, il problema è se vogliamo dare loro questo messaggio di attenzione; questa è la questione fondamentale, è secondario il modo in cui avviene.
Tra l'altro, Assessore Leo, ci sarebbe un modo per fare passare moltissimi emendamenti previsti per la discussione di oggi: accogliere questo emendamento. Se questo venisse accolto, non so quanti ne decadrebbero, ma una quantità consistente. Se la sua preoccupazione è di non far discutere gli emendamenti, c'è una semplice strada maestra, dica di votare a favore dell'emendamento che abolisce il comma secondo immediatamente, decadrebbero tutti gli emendamenti che riguardano il comma secondo; in questo modo, effettivamente, avremo accelerato i lavori.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore Leo, ho ascoltato l'intervento del collega Papandrea ed esprimerò un punto di vista differente.
Ho provato a leggere e a rileggere questo comma: se questo punto fosse applicato in modo asettico - ferma restando la diatriba e il contenzioso che si potrà aprire sulla potestà regolamentare - dei 35 miliardi messi a disposizione per finanziare questa legge, l'1% sarebbe destinato alle scuole private, mentre il 99% alle scuole pubbliche. Non so se concorda con questa impostazione.
Il testo recita: "La Regione provvede ad attribuire i contributi all'educazione scolastica alle famiglie degli alunni che frequentano la scuola primaria e secondaria, di primo e secondo grado, nelle istituzioni scolastiche statali e nelle istituzioni scolastiche paritarie". Non parliamo, quindi, di diplomifici - è scaduto il periodo transitorio - ma esclusivamente delle scuole che, ai sensi della legge n. 62/2000, trascorsi i tre anni per l'accreditamento, hanno avuto il riconoscimento di scuola paritaria. È chiaro questo? Assessore, non vorrei che ci facesse degli scherzetti come quello del 5 agosto sui POF.
L'essenza di tutta la nostra discussione è questa: riteniamo, come abbiamo detto più volte, che inserire le scuole paritarie nel circuito del sistema di istruzione pubblico sia un profondo errore. Delle otto Regioni che hanno già rinnovato la legge sui buoni scuola, almeno due (Emilia Romagna e Toscana) hanno applicato proprio il comma 2, determinando una situazione che ha letteralmente ribaltato i beneficiari.
Ciò che non condividiamo è il richiamo familistico: è certo che la famiglia è depositaria del progetto educativo dei propri figli. La scuola dovrebbe svolgere un ruolo molto delicato, non invasivo, che pone al centro l'allievo e lo studente, lo mette in condizioni di acquisire quelle conoscenze e quei saperi critici che, prima ancora di un bagaglio di saperi e di conoscenze, attraverso l'arricchimento del percorso scolastico, gli consentono di operare da cittadino e soprattutto di vivere da uomo libero. È indubbio che lo scontro sia proprio su questa dizione: cos'é l'uomo libero? Mi piace citare un eufemismo - forse non è il termine esatto per definirlo - che ha sintetizzato, in modo efficace, il portato della riforma Moratti: un insegnante - così si dice nel libro "Il cielo delle meduse", che, come promesso, le regalerò - percorre la propria esperienza.
Ad un certo punto, l'insegnante personifica Mastro Geppetto, che, da un pezzo di legno, ha creato un uomo.
L'obiettivo della riforma Moratti è esattamente il contrario: prendere degli uomini e farne delle teste di legno.
La difesa di una scuola pubblica, come scuola di tutti, è il motivo del contendere: chi sceglie una scuola esclusiva, per pochi, è giusto che se la paghi e che lo Stato abbia a cura solo la propria scuola. Ragioniamoci ancora.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliere Manica.



MANICA Giuliana

Vedo che la discussione su questi emendamenti prosegue. Come abbiamo già avuto occasione di ribadire, esprimiamo una sorta di rammarico per il fatto che si stia affrontando una discussione a senso unico, e non un confronto con la maggioranza, salvo alcuni momenti di interlocuzione con l'Assessore Leo, anche se, nel corso della seduta della settimana scorsa lo stesso ha avuto modo di ribadire che, a questo punto, le forme di interlocuzione più importanti riguardano la partita relativa al diritto allo studio, ciò che questa Regione può fare e ciò che lo stesso intende fare nella conferenza a livello di Regioni italiane.
Per noi è certamente un punto importante, che non cancella, tuttavia le differenze e i problemi che esistono in ordine al provvedimento in oggetto. Per quanto riguarda la parte relativa al provvedimento in questione, ha confermato di condividere il pensiero del Capogruppo Cattaneo, che, a nome di tutta la maggioranza, avrebbe dovuto discutere ed interloquire con noi su questo testo, ricordando che abbiamo avanzato un ordine di proposte piuttosto organico, che, qualora venissero discusse ed affrontate in modo interlocutorio, renderebbero il provvedimento più coerente tra le sue premesse, relative alla legge n. 62, e il corpo dello stesso, soprattutto nella parte relativa alla delega in bianco alla Giunta.
Si tratta di proposte che riguardano il problema della franchigia, la questione del paniere, le fasce di reddito (che potrebbero voler introdurre qualora andassimo in questa direzione), nonché tutto il discorso relativo alle borse di studio.
Non ho compreso se queste proposte - o una parte di esse, piccola o grande - possano essere oggetto di interlocuzione, perché, pur strutturando il provvedimento a nostro avviso in modo non adeguato e soprattutto in modo ingiusto nei confronti della totalità della scuola piemontese potrebbero introdurre delle modifiche non indifferenti.
Stante la disattenzione e la mancanza di interesse, non ci pare tuttavia, che vi siano le condizioni per procedere in questa direzione. Tra l'altro, è una situazione singolare: se si trascinano le nostre giornate in questo modo, cominciando tardi, con congedi e senza interlocuzioni, non si riesce a comprendere a cosa servano le sedute serali, perché se servono a fare in modo che i Consiglieri non vengano durante la giornata o siano disattenti, francamente è un uso degli orari di convocazione del Consiglio assolutamente assurdo che non consente un lavoro produttivo.
Pertanto, rispetto alla convocazione che abbiamo ricevuto per giovedì che prevede un pomeriggio e una seduta serale, non ne abbiamo discusso nei Capigruppo e quindi siamo fortemente perplessi e in disaccordo; visto che ho la parola, colgo l'occasione per dirlo, e mi sembra che anche da parte di altri Gruppi, non solo dell'opposizione, ma anche della maggioranza, ci sia un'opinione in questo senso.
Ritornando al ragionamento, tra le proposte che noi facciamo su questo provvedimento e in generale sul diritto allo studio, non ci può essere scambio, non ci può essere politica dei due tempi. Apprezziamo gli sforzi compiuti, ma non ci accontentiamo né di un ordine del giorno né di un intervento, perché riteniamo che quella parte dovrebbe essere in qualche modo più organicamente intrecciata a ciò di cui stiamo parlando.



PRESIDENTE

Devo brevemente specificare che non c'è stato il tempo di convocare la Conferenza dei Capigruppo per formalizzare la convocazione serale di giovedì e che la convocazione a partire dal pomeriggio è dovuta ad una serie di impegni che riguardano il Consiglio e anche i Consiglieri nella mattinata di giovedì: c'è la festa dei Carabinieri e quindi, per motivi istituzionali, molti devono intervenire.
Personalmente non ho alcuna difficoltà a svolgere oggi una riunione dei Capigruppo volante per sentire la vostra opinione in ordine alla seduta serale, per cui la organizzerò.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Intervengo volentieri, anche perché credo che sia corretto. Vi sono stati alcuni interventi delle opposizioni interessanti; in particolare l'ultimo della Consigliera Manica, in qualche modo sollecita un intervento di maggioranza per capire quali possono essere le disponibilità della maggioranza stessa su una modifica (non l'ha detto in modo chiaro, ma l'ha espresso in modo sufficientemente cristallino, voglio usare questo eufemismo).
Bene, voglio ribadire una posizione. Noi abbiamo presentato il disegno di legge 252 e abbiamo iniziato questo percorso d'aula con una ferma intenzione: vedere approvato questo provvedimento, che non è un disegno di legge in materia di diritto allo studio o di incremento di materia di diritto allo studio in modo organico, ma un disegno di legge con una finalità ben chiara: dare la possibilità alle famiglie piemontesi di scegliere liberamente il percorso educativo dei propri figli.
Non siamo disposti o, se si preferisce, siamo indisponibili - lo avevamo detto in modo chiaro anche in quella Conferenza dei Capigruppo dove avevamo insieme stabilito l'intesa di un percorso finito su questa legge e su questo emendamento sostitutivo del testo originario, perch ricordo che, a fronte di questo impegno delle opposizioni tutte, noi avevamo scelto di ritirare un subemendamento interamente sostitutivo - a integrare questo disegno di legge. Siamo però disposti a verificare e a confrontarci su un ordine del giorno. Capisco che un ordine del giorno non si nega a nessuno, lo abbiamo detto tante volte, però un ordine del giorno su un argomento così importante come quello dell'incremento del diritto allo studio, una modifica della legge 49, sulla quale, magari in un modo non corretto (perché si è parlato di quello con un altro provvedimento all'attenzione dell'aula) ci siamo già comunque confrontati molto in questo Consiglio regionale nel corso di questo mese in cui stiamo discutendo del ddl 252, siamo disposti a confrontarci, a prendere degli impegni; non solo, ma è la maggioranza che lo ha chiesto alla Giunta regionale: rivediamo insieme la legge 49, vediamo se si può incrementare qualcosa ad esempio sui trasporti piuttosto che altre spese (mense, ecc.) in ambiti che anche l'opposizione, in particolare i DS, hanno posto all'attenzione dell'aula.
Noi diamo la disponibilità sincera, la disponibilità di legislatori seri e di una maggioranza che sostiene questa Giunta regionale; l'Assessore Leo, che ne ha le deleghe, è qui, ha preso e ribadito un impegno in questo senso in più occasioni nei suoi interventi.
Non vogliamo semplicemente fare un minestrone, passatemi il termine, in proprio e mischiare una proposta di legge che ha una finalità con una legge più ampia, che è quella del diritto allo studio, che è altrettanto importante, ma che deve vedere un confronto, magari serrato - lo sarà sicuramente - ma proficuo, con una modifica di una legge che, se non superata, certamente deve avere delle modifiche al fine di incrementare il sostegno e il diritto allo studio di tutti gli studenti piemontesi.
E allora noi rivendichiamo il diritto di governare, cari colleghi delle opposizioni tutte, perché l'abbiamo dimostrato in quest'aula, magari qualche volta siamo partiti con la mezz'oretta di ritardo, ma mai è mancato il numero legale; rispetto alla richiesta di un percorso impegnato l'abbiamo dimostrato e abbiamo ottemperato alla nostra parte dell'intesa.
Riteniamo che oggi - quando mancano, grosso modo, meno di 50 o circa 50 emendamenti, quindi 50 votazioni - sia giunto anche il tempo di un confronto corretto che metta in condizione il Consiglio regionale di approvare il disegno di legge 252, ma che nel contempo veda la maggioranza e la Giunta regionale prendere un impegno serio con tutte le opposizioni come con tutte le opposizioni è stata fatta un'intesa per rivedere entro breve tempo la legge 49, modificandola e incrementando quindi il diritto allo studio per gli studenti piemontesi e l'applicazione della legge 62.
Noi riteniamo che questo sia, da un lato, la rivendicazione di un diritto che spetta a una maggioranza e a una Giunta seria ed impegnata su questo provvedimento, come abbiamo saputo dimostrare e come ci avete - di questo ve ne siamo grati - riconosciuto in Consiglio regionale; dall'altro lato, che sia la responsabilità seria di una maggioranza, di una Giunta regionale, dell'intero Consiglio regionale alle istanze di una posizione che non solo condividiamo, ma che sosteniamo.
Vogliamo semplicemente, con un metodo diverso, affrontare la questione nell'interesse di fare due ottimi prodotti: dal nostro punto di vista, il disegno di legge 252, per dare la libertà di scelta educativa alle famiglie piemontesi; dal punto di vista vostro e da noi condiviso, di incrementare le risorse e gli ambiti di intervento sul diritto allo studio con una modifica della legge preposta, che è la legge 49, che ha un'altra finalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Noi condividiamo questi emendamenti che si propongono di abrogare il comma 2 dell'articolo 1 o, capovolgendo - se ho ascoltato bene, l'ha detto anche il collega Contu prima - potremmo anche dire che saremmo disponibili a votare il comma 2 se venisse abrogato o ritirato tutto il resto dell'articolo, nel senso che - ed è stato ripreso più volte in queste sedute - c'è una dichiarazione di principio condivisibile, ma tutto il resto è in contrasto con quanto affermato dal comma 2 dell'articolo 1.
Se il provvedimento fosse quello del comma 2, non ci sarebbero problemi, si tratterebbe solo di concordare sul reddito: i 10.000 euro ISEE o 30 milioni di vecchie lire, che vorrebbe dire rientrare nel sistema delle borse di studio previste dalla legge 62, le quali sono assolutamente sottofinanziate; questo l'abbiamo detto più volte. Il Presidente dell'ANCI ha scritto alla Regione, al Presidente Ghigo e all'Assessore Leo chiedendo di rifinanziare i 6 milioni e 600 mila euro, assolutamente insufficienti per tutti gli studenti piemontesi.
Perché noi condividiamo la proposta degli emendamenti abrogativi del comma 2 o, ribaltando, saremmo pronti a votare il comma 2 se tutto il resto dell'articolo venisse ritirato? Questa è la contraddizione. Da una parte c'è un'affermazione di principio, che è quella contenuta nel comma 2 che fa riferimento alla legge 62/2000 e che parla di scuole statali e paritarie. Difatti, il provvedimento - oltre a essere una legge delega, che demanda i successivi adempimenti alla Giunta e al Regolamento che ne seguirà e che, a differenza del primo provvedimento che ci è stato consegnato in sede di discussione in Commissione, a tutt'oggi non ci è stata data possibilità di poter visionare il nuovo testo - contiene una dichiarazione di principio condivisibile, ma anche una dichiarazione su coloro che saranno i beneficiari di questo provvedimento, assolutamente in contrasto con quanto affermato nel comma 2 dell'articolo 1. Di conseguenza: o si mantiene il comma 2 e si abroga tutto il resto, o in assenza di questa decisione, è evidente che non possiamo che condividere l'abrogazione del comma 2 dell'articolo1.
Per quanto riguarda le affermazioni del Presidente Cattaneo non è un problema dell'ordine del giorno. Così com'é stato strutturato questo provvedimento, è immodificabile, perché non ci può essere nessuna modifica che possa mettere in discussione il senso che voi date e che noi contrastiamo perché non condividiamo. Così com'é strutturato non è possibile intervenire né sulla mensa, né sui trasporti, né su qualsiasi altra voce, perché è praticamente impossibile, se non rivolgendosi sempre a quel 5% della scuola paritaria al quale è indirizzato il provvedimento.
Le affermazioni del Presidente Cattaneo sono assolutamente non false perché non esistono, non stanno in piedi, non sono praticabili. Quindi invito il Presidente Cattaneo a studiare meglio l'articolo 1 e i commi a cui si riferiscono gli emendamenti, perché altrimenti dice delle cose impossibili da realizzare. Studiate bene il provvedimento per conoscere bene: quello su cui stiamo discutendo, altrimenti rimangono delle affermazioni che lasciano il tempo che trovano e che sono assolutamente non praticabili - e non è il problema dell'ordine del giorno che non vincola niente e nessuno. Abbiate almeno il coraggio - alcuni ce l'hanno - di dire: "Noi il provvedimento lo vogliamo in questi termini, lo vogliamo così abbiamo intenzione di dare 18 milioni al 5% dei cittadini, perché la pensiamo in quel modo". Se riuscite, provate a dargli un minimo di dignità anche se ritengo che non sia possibile, ma non fate affermazioni che sono assolutamente impraticabili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, anch'io ho ascoltato attentamente le considerazioni del collega Cattaneo. Diciamo che ciò che propone è qualcosa che mi sembrava tacitamente acquisito, perché anche l'Assessore ha sempre detto che sul diritto allo studio c'é un impegno prioritario d'intervento. Quindi, ben venga questo ordine del giorno, a conferma di quello che è un gentleman agreement determinatosi nel corso della discussione. Semmai un ordine del giorno più incisivo sarebbe quello di preincanalare la delega estremamente ampia che viene data alla Giunta e all'Assessore Leo con l'approvazione del provvedimento.
Questo secondo ordine del giorno avrebbe una valenza politica più significativa. Quando il collega Cattaneo dice: "Bene, c'é un provvedimento in approvazione, che è quello della libertà di scelta e ce n'è un altro relativo al diritto allo studio". Torno ad insistere su questa questione, perché probabilmente non sta attento alle cose che dico, perch sono l'ultima ruota del carro - come si suol dire. E' proprio lì il contrasto: noi cerchiamo di spiegare che quella vantata libertà di scelta alle famiglie, che dovrebbe dare il provvedimento che proponete, noi la cerchiamo in modo generalizzato agendo sul diritto allo studio. Quindi, il nodo è questo, ma non riusciamo a capirci. Ovviamente anche per una mancanza di attenzione alle cose che si dicono, perché si devono ripetere mille volte. Quindi, nulla cambia, ormai si è predeterminato un percorso abbastanza chiaro e sufficientemente rapido con gli emendamenti che rimangono. Ripeto, l'ordine del giorno ben venga, ma ne sarebbe necessario un altro politicamente più significativo, che predetermina qualche percorso della delega troppo ampia che venite ad avere con l'approvazione dell'emendamento. Consigliere Cattaneo ricordo che si confuta quando lei alla fine di tutta la sua affermazione dice: "Perché così abbiamo, da un lato, il provvedimento che dà la libertà di scelta alle famiglie e dall'altro, quello del diritto allo studio, che lo faremo con un super provvedimento".
E' quello il nodo: noi diciamo che, con il diritto allo studio, si ottiene una riduzione dei vincoli alle libertà di tutte le famiglie, perch si tolgono degli oneri alla frequenza di tutti i ragazzi nella scuola.
Questo è il nodo ideologico, ma sappiamo che non riusciamo a modificarlo.
Volevo dunque dire che l'ordine del giorno che approviamo sul diritto allo studio ha un suo percorso, e non incide nell'altro. Le chiediamo umilmente che, insieme a quell'ordine del giorno, ce ne sia anche uno che vada nella direzione di ridurre in qualche modo questa delega, che è aperta a 360 gradi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Io credo che, nonostante tutto, questo emendamento che propone di abolire il comma 2 debba essere accolto, a maggior ragione dopo le considerazioni fatte dal Consigliere Cattaneo, che, al di là degli aspetti formali che rendono più opaco il provvedimento, ne esplicitano il contenuto. Mi pare che come già aveva affermato in altre fasi del dibattito, il Consigliere Cattaneo - ma sistematicamente ribadita anche dall'Assessore Leo - il provvedimento mira a dare un sostegno a coloro che hanno deciso di servirsi delle scuole confessionali, in particolare, ma non solo.
Da questo punto di vista non è che influenza tanto il diritto di scelta, perché va dove la scelta è già stata fatta. Non è vero che ha a che fare con un diritto di scelta; semplicemente dice che chi ha scelto viene premiato, e quindi, si rafforza quella scelta. In questo senso credo che una libertà di scelta presupporrebbe un provvedimento diverso, con un determinato intervento pubblico, indipendentemente dalla scelta che si fa e poi si fa la scelta. Se invece si dà il provvedimento a scelta fatta e solo per chi fa quella scelta, non è un provvedimento che stimola la libertà di scelta, bensì stimola una determinata scelta particolare e rafforza ed orienta la scelta medesima.
Quindi, alla luce di questo, che è riemerso anche nel dibattito sull'emendamento che propone l'abolizione del comma 2, mi pare che sia importante la sua abolizione. D'altro canto, mi pare che proprio per la contraddizione che esso contiene, rispetto alla reale volontà della legge medesima, sarebbe facilmente accoglibile da parte della Giunta, perché non modificherebbe il quadro della proposta. Sarebbe un'operazione di verità non modificherebbe il quadro della proposta, ma la renderebbe più chiara ed esplicita eliminando un elemento che non avrà alcun effetto pratico sull'applicazione che la legge avrà in seguito, quindi non ne modificherebbe il corpo. Da questo punto di vista, c'é l'accoglimento di questo emendamento che influirebbe sui tempi e sui lavori della legge stessa.
Credo che l'Assessore se al termine del dibattito desse un'indicazione di voto a favore dell'emendamento, farebbe da, una parte, un'operazione di chiarezza e, dall'altra, un'operazione di accelerazione dei lavori medesimi. Di conseguenza decadrebbero tutti gli emendamenti che hanno come oggetto una modifica di questo comma. Per questo invito a votare a favore dell' emendamento e invito l'Assessore a riflettere nei prossimi cinque secondi se dare o meno un'indicazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Riggio.
Ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Mi esprimo a favore dell'emendamento. Tuttavia mi rammarico dell'uso improprio che anche l'Assessore fa di questo dibattito.
Una buona produzione di leggi deriva da una vivace attività di Consiglio: ci si confronta a vicenda, e attraverso questo intellettuale collettivo che è l'insieme dei Consiglieri regionali, è possibile affrontare ogni argomento a 360 gradi.
Non è corretto considerare soltanto il punto di vista della Giunta, del proprio partito o della propria maggioranza.
Occorre esaminare la questione secondo quanto ci ha insegnato Socrate attraverso i suoi dialoghi; individuare in ogni argomento tutti gli angoli visuali possibili, per approdare alla sintesi: un provvedimento di legge la cui elaborazione spetta sicuramente alla Giunta e alla maggioranza.
Dispiace che l'attività di Consiglio si sia trasformata in uno stupido braccio di ferro, con un finale già annunciato: la maggioranza "porterà a casa" il provvedimento dopo una estenuante maratona: questo quanto si dirà.
Con quale coraggio, la Giunta potrà dire ai cittadini piemontesi: "Da oggi siete tutti quanti più liberi! Abbiamo risolto un grosso problema".
Non è vero! Potrà svolgere una comunicazione o spedire un insieme di lettere o letterine come quelle stupide lettere che invia qualche Consigliere regionale in occasione del compleanno di qualche cittadino dicendo "come te sono pugliese". Azioni che servono semplicemente per "raccattare" consenso in modo vergognoso; non è un'azione politica spedire auguri di compleanno.
E' un qualcosa di assolutamente indecente, lontano dalla politica.
Quanto potrà fare l'Assessore con l'approvazione di questo provvedimento, purtroppo, sarà più vicino a quel tipo di comportamento, che non a quello di colui che, governando un'intera Regione, potrà parlare a tutti i cittadini, e non solo ad una parte.
Non c'é tanta differenza tra il Consigliere regionale che in maniera stupida invia gli auguri di compleanno al singolo cittadino per accaparrarsene il consenso, con per questa stupida forma di "captatio benevolentia". Non c'é molta distanza tra quanto viene fatto nei confronti delle famiglie che mandano i loro ragazzi nelle scuole paritarie. Il meccanismo è lo stesso anche se in forma politica diversa rispetto agli auguri di compleanno: è in ogni caso un meccanismo di "captatio benevolentia" di una parte dell'elettorato.
Non è così che si governa; non si governa andando cercare il consenso di una parte dell'elettorato; si governa affrontando i problemi di tutti e costruendo un meccanismo capace di dare soddisfazione alla stragrande maggioranza dei cittadini.
L'Assessore dice: "E' un provvedimento importante", ma sa benissimo che è molto più importante il discorso sul diritto allo studio; vi sono questioni prioritarie ed altre secondarie.
In questi giorni, mentre ero fuori Piemonte, so che avete discusso la triste vicenda della persona in fin di vita, che purtroppo come collettività piemontese non siamo stati capaci di soccorrere. In casi di emergenza, si ricorre in primo luogo al "prioritario" e mai al "secondario"; se c'é una persona in fin di vita con difficoltà di circolo...



PRESIDENTE

Scusi Consigliere, non riesco vedere l'attinenza con l'emendamento.



RIGGIO Angelino

... occorre immediatamente sostenere il circolo e non ripulire i piedi dell'ammalato. Alla stessa maniera - spiego l'attinenza - prima bisogna pensare al prioritario, il diritto allo studio, ed eventualmente dopo al secondario, quella che voi chiamate libertà di scelta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 21.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti 36 Consiglieri Votanti 35 Consiglieri Hanno votato sì 6 Consiglieri Hanno votato NO 29 Consiglieri Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 548 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Contu: All'articolo 1 il comma 2 è sostituito dal seguente nuovo comma 2: "La Regione provvede a garantire la unicità, il primato e la precedenza della scuola pubblica nei criteri di gestione dei fondi regionali destinati all'istruzione".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio il Presidente Cota che accetta il principio per cui si pu spaziare su un'argomentazione sviluppata in precedenza, ovviamente sempre nel merito del provvedimento e non parlando di Iraq o di polmonite atipica.
In questo senso proseguendo ancora sulla discussione del comma precedente...



PRESIDENTE

Scusi, visto che mi ha chiamato in causa: ci deve essere attinenza con l'emendamento, poi quello che uno dice non può essere giudicato è insindacabile anche dal punto di vista costituzionale. Questo emendamento chiede di sostituire il comma 2 con un nuovo comma 2 "e la Regione provvede a garantire la unicità, il primato, la precedenza della scuola pubblica nei criteri di gestione dei fondi regionali destinati all'istruzione".



TAPPARO Giancarlo

Volevo dire, non so se lei presiedeva era presente alla precedente fase, che si era imperniata nel rapporto tra buono e diritto allo studio come facoltà di poter affrontare quanto l'emendamento vuole raggiungere.
L'intervento del Consigliere Riggio mi è sembrato molto efficace anche se ad un certo punto si correrà il rischio di logorare la capacità di illustrare le nostre posizioni - nel dire che se volessimo attribuire un valore gerarchico (e l'emendamento incide nella difesa del valore della scuola pubblica) prima si dovrebbe agire sul diritto allo studio e poi sul buono scuola.
Su questo aspetto c'è polemica con il centrodestra: il diritto allo studio e il buono scuola non sono due elementi in parallelo, sono due questioni che vediamo in sequenza. Il valore generale e universale del diritto allo studio riguarda quelle famiglie "toccate" dalla quota di reddito sulla quale si vuole agire per ridurre i condizionamenti nei percorsi scolatici da parte delle famiglie a reddito più basso, mentre il buono scuola è un'operazione più specifica; per noi discutibile, ma comprensibile nell'argomentazione espressa dai colleghi. Confutiamo la versione di dare priorità al diritto di scelta, perché diversa è la nostra argomentazione.
Nel modificare il comma 2, se si togliesse tutto ciò che sta attorno o lo si recuperasse con il nostro emendamento, si otterrebbe una costruzione molto più simile alla proposta della Regione Emilia Romagna.
Con l'emendamento tentiamo di abrogare il comma 2, come avevamo già fatto in precedenza (e siamo stati bocciati): recuperare la centralità della scuola pubblica. Qui potremmo ancora recuperare qualcosa che è rimasto in ombra nel dibattito e che sarebbe all'origine della nostra opposizione. Riteniamo che la formulazione della Costituzione "senza oneri per lo Stato" sia così forte e pregnante che i cattolici progressisti presenti nell'assemblea costituente del 1947, furono irritati dalla sconfitta. Non lo sarebbero stati, e non lo avrebbero definito una sconfitta, se non avessero dato la valenza che ha, quando l'assemblea aveva votato con l'indicazione "senza oneri per lo Stato".
Essendo terminato il tempo a mia disposizione, concluderò in altri interventi questa argomentazione, ritenendola importante e correlata a quanto sinora affermato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

In un mio precedente intervento sul comma 2 forse sono incorso in un errore - come succede in aula quando ci si distrae - rispetto a quanto affermato dal Consigliere Cattaneo.
Venendo al problema - e poi parlerò dell'emendamento in discussione della modifica della legge n. 49/85, quando nel 1985 fu presentata, era una legge (come abbiamo detto più volte, tanto è vero che insieme ad altri Gruppi abbiamo presentato un provvedimento che la modifichi, sostituendola) molto importante. Tuttavia, essendo trascorsi circa vent'anni (esattamente diciotto) molto è cambiato nella scuola e nella società, per cui le esigenze e le necessità delle famiglie e degli studenti sono decisamente superiori. Si trattava, allora, di una legge innovativa che superava una concezione assistenziale degli interventi nel sistema scolastico con un'organicità di interventi, ma oggi qualcosa è cambiato.
Siamo d'accordo sulla necessità di rivedere tale legge, (tanto è vero che abbiamo presentato un provvedimento che la sostituirebbe), ma vorrei chi capire chi è contrario. Dopo diciotto anni è affermare l'ovvio. Dopo diciotto anni voglio capire chi, in quest'aula, è contrario a modificare la legge 49.
Quando entreremo nel merito di come modificarla ci saranno posizioni diverse - per certi versi normali e logiche - per cui, affermazioni di carattere generale (non le definisco di principio perché sarebbe un'altra cosa) "presentate e presentiamo un ordine del giorno con cui senz'altro cercheremo di recepire alcune vostre istanze intese come opposizione; siamo pronti a cambiare la 49/85; siamo pronti ad intervenire sui trasporti piuttosto che sull'handicap, piuttosto che sulle mense", mi ricordano un Carosello di qualche anno fa (adesso si direbbero "spot") che diceva: "Rex: fatti, non parole".
Lo rimando quindi alla maggioranza, chiedendo fatti e non parole.
Fino adesso l'unico fatto serio ed evidente (serio nel senso che esiste) è questo provvedimento che tende a privilegiare una minoranza camuffandola come libera scelta educativa che non è mai stata negata a nessuno in Italia. Tutte le famiglie che hanno voluto iscrivere i propri figli alle scuole private lo hanno potuto fare, ma quando questo provvedimento sarà legge, ed entrerà in vigore nell'anno scolastico 2003/2004, potremo, a fine anno scolastico, verificare quali sono le famiglie che hanno beneficiato del provvedimento. Allora scopriremo che (personalmente sono pronto a correggermi e a chiedere scusa se i numeri saranno diversi) a fronte di una piccola minoranza delle fasce economicamente più deboli della popolazione che avrà ricevuto risorse, noi inteso come Regione Piemonte - con questo provvedimento daremo contributo a chi, con 80/100/120 milioni di reddito di vecchie lire all'anno, pu tranquillamente mandare il figlio - come fa - ad una scuola privata senza la necessità di attingere a risorse pubbliche in una situazione, come quella della scuola statale, quanto mai bisognosa di risorse per mantenere i livelli di offerta didattica.
Contro la riforma Moratti si apre una voragine e nei prossimi emendamenti darò qualche informazione e notizia in più.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 548.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 Consiglieri hanno votato sì 3 Consiglieri hanno votato no 26 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 549 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Contu (e connessi emendamenti rubricati n. 550, n. 547 e n. 557): all'articolo 1, il comma 2 è sostituito dal seguente nuovo comma 2: "La Regione provvede a garantire la presenza nella scuole di ogni ordine e grado, e in numero adeguato, e al fine di supportare classi con presenze di soggetti portatori di handicap, di Assistenti socio-assistenziali".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore, la questione dei portatori di handicap rimanda ad un tema che ha già sollevato il Consigliere Riggio e che ben si presta ad accostare i due settori, è un po' quello che succede nella sanità.
Nella sanità noi sappiamo, ormai mi pare un dato assodato, che tutte le prestazioni ad elevato costo di produzione sono in capo al pubblico e tutte le prestazioni che, tra virgolette, creano business, non tutte, ma nei rapporti di convenzione, sono monopolio del privato. In particolare all'interno del comparto delle analisi, abbiamo quest'altra divaricazione: le analisi estremamente costose sono in carico al pubblico, le analisi che determinano business sono in carico al privato.
Ho fatto questa eccessiva semplificazione per porre la questione dell'handicap. Assessore, relativamente alle scuole di ispirazione cristiana, che hanno giustificato la loro esistenza per aiutare gli strati più deboli della società, diventando nel tempo e secolarmente, invece espressione di una scuola classista o comunque che si rivolge ad un ceto sociale sicuramente non equiparabile alle situazioni di bisogno alle quali per ispirazione, dicono di essersi riferite, si apre la questione dei portatori di handicap.
Sembrerà strano, ma ormai è dimostrato che nelle scuole private e nelle scuole paritarie l'handicap non ha diritto di cittadinanza. Nelle scuole private non esiste la figura dell'insegnante di sostegno, anzi, molto spesso, diciamo così, si omette persino di segnalare alla scuola pubblica le situazioni di grave difficoltà di apprendimento non rendendo un bel servizio alla famiglia, ma, soprattutto, compromettendo il percorso scolastico di quei ragazzi, e di questo ne sono testimone. Ho avuto modo di parlare con genitori che, alla ricerca di una situazione protetta per i propri figli, hanno scoperto, dopo il raggiungimento della licenza media che i ragazzi nel percorso della scuola superiore pubblica erano in palese difficoltà di apprendimento e avrebbero necessitato di un sostegno sin dalla più tenera età o sin dall'accesso alla scuola, almeno alla prima elementare.
Questo è un dato sicuramente preoccupante, in quanto non vi è attenzione per l'allievo, non vi è attenzione per la famiglia. A volte, la difficoltà per mantenere le quote di iscrizione porta a discrimini di questo tipo, che sono gravissimi, perché offendono ed umiliano la persona.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Rispetto al problema dell'handicap, il problema più serio non è solo il fatto che le scuole paritarie e private non garantiscono questo tipo di servizio che permette a tutti di frequentarla. Il vero problema è che la scuola pubblica si vede sempre più tagliare i fondi, quindi, è maggiormente in difficoltà a mantenere il tipo di politica condotto negli anni precedenti, al cui centro c'era l'inserimento nella scuola di tutti i soggetti.
E' questa la ragione per cui, più volte, nel corso di questo dibattito abbiamo sottolineato il fatto che, per garantire effettivamente il diritto allo studio a tutti, si deve intervenire sull'efficienza e sull'efficacia della scuola pubblica, garantendo effettivamente questo diritto, in quanto la scuola pubblica lo può fare, alle altre scuole non possiamo chiederlo.
Insistiamo su questi aspetti, anche su più commi, perché vorremmo che venissero effettivamente valutati nella loro importanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Questo è il tema che, soprattutto con gli emendamenti proposti dai Consiglieri Papandrea e Contu, si è cercato di inserire nel provvedimento perché, secondo la tesi sostenuta da molti dell'opposizione, contrari al provvedimento, all'interno del buono scuola c'è il rischio di un'emarginazione dei soggetti più deboli, ovvero, che l'utilizzo del buono scuola per una parte ridotta del sistema scolastico, quello paritario, che è presente, si possa scaricare sulla parte più ampia, il sistema dell'istruzione pubblica, la presenza dei soggetti più deboli, i portatori di handicap, pensiamo anche ai portatori di handicap intellettivo, cioè, i soggetti, in un termine non corretto e improprio, più difficili da portare ad un livello adeguato di istruzione.
Credo che insistere e tornare su questo argomento sia doveroso. Noi comprendiamo che nella lunga discussione possa essere poco incidente l'argomentazione che l'uno o l'altro dei Consiglieri di opposizione avanzano, però, è anche giusto lasciare agli atti, per quello che pu valere, o a internet, se c'è qualche paziente ascoltatore che segue le nostre sedute, e ribadire che il meccanismo del bonus, non per una diabolica strategia che la maggioranza pratica, ma per le precedenti esperienze con il sistema dei bonus, non solo per l'istruzione, succede che i più deboli, per reddito o perché, in questo caso, portatori di handicap o altro, non sono sempre i più beneficiati, a tal punto che laddove l'esperienza dei bonus come meccanismo di intervento è già stata sperimentata, si sta riflettendo proprio per questo effetto indesiderato per il quale le categorie più deboli non ne beneficiano, anzi ne vengono colpite.
un vecchio principio, perché nella legislazione al sostegno ad alcune categorie accade che per la fascia che si interviene di quelle categorie quelle a beneficiarne di meno sono quelle a condizione estremamente bassa.
un effetto conseguente agli elementi culturali, alla rete di rapporti per cui i più forti all'interno di una fascia debole riescono, in qualche modo a cogliere l'opportunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Vorrei conoscere, appena possibile, in particolare mi rivolgo ai funzionari dell'Assessorato, il numero esatto di allievi e studenti portatori di handicap che frequentano le scuole paritarie nella Regione Piemonte.
Sono curioso di vedere, rispetto alle scuole statali, se vi è una rispondenza, in termini di percentuale, sulla popolazione scolastica o meno, ovvero se percentualmente emerge una differenza nell'incidenza sul numero generale.
Perché dico questo? Come abbiamo detto altre volte, per il 2003 l'anno del disabile - vengono assegnate alle scuole pubbliche statali centinaia di migliaia di euro che riteniamo assolutamente inadeguati alle esigenze degli allievi e delle famiglie delle stesse scuole.
Con questo emendamento, al di là della formulazione, si intende risvegliare la sensibilità rispetto a certe problematiche, sensibilità che mal si riscontra nelle risorse che su questo argomento vengono destinate.
Non conosco l'attuale situazione della scuola dell'Adorazione, nella quale sosteniamo la lotta degli insegnanti, dei ragazzi e dei genitori.
Non sappiamo se il Preside o il Vice Preside sono stati o saranno licenziati dopo 27 o 28 anni di onorato servizio, o se vi sarà una marcia indietro da parte della Direzione di quell'istituto.
Assessore, sappiamo di parlare di persone a lei care. Com'é strana la vita: lei sta facendo il possibile - in qualche caso anche l'impossibile per assegnare risorse alle scuole paritarie, comprese quelle religiose, e una di queste scuole, neanche fra le più bisognose (poi magari sono circolate voci che questa operazione sottintende ad una chiusura, mentre c'é chi parla di rilancio), nel bel mezzo della discussione sui buoni scuola, licenzia in tronco il proprio personale, contravvenendo, se così è stato, alle norme che regolano la possibilità, per quelle che erano scuole private, di poter essere inserite nell'elenco delle scuole paritarie.
So che lei ha rapporti con le persone oggetto di questo provvedimento persone che stima e che conosce da molto tempo, ma ha, altresì innegabili rapporti con lo stesso istituto e si trova in una situazione imbarazzante una sorta di conflitto di interessi, perché non so se appoggerà la decisione e la volontà dell'istituto oppure la resistenza e la lotta usiamo questo termine - degli stessi dipendenti rispetto al provvedimento di licenziamento. Sono curioso di sapere se in questo famoso istituto dell'Adorazione, nonché all'interno delle scuole paritarie, vi siano studenti e alunni portatori di handicap o se,come penso, al di là di alcune situazioni, si tratta di un problema che verrà scaricato sulla scuola statale.
Si potrebbe fare una sorta parallelo con la sanità - ma ne chiedo conferma al collega Riggio, essendo più preparato in materia - dove tutte le problematiche che riguardano le classi sociali più deboli, nonché le problematiche sanitarie meno remunerative, vengono scaricate sulla sanità pubblica.
Vorrei dunque conoscere, se possibile, il numero esatto degli allievi e studenti portatori di handicap delle scuole paritarie rispetto agli stessi della scuola statale, per poter fare, nel prosieguo della discussione, un raffronto partendo da cifre certe o comunque note. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori interventi indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 549.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato sì 3 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 551 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea Contu: All'articolo 1 il comma 2 è sostituito dal seguente nuovo comma 2: "La Regione provvede a garantire la scuola dell'obbligo ai detenuti ristretti nel carcere minorile e ne facilita il percorso formativo professionale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Questo emendamento va nel solco di una competenza che ha l'ente Regione da quando vi sono stati trasferiti compiti in materia di formazione professionale. In questo caso, lo si amplia all'assolvimento dell'obbligo scolastico e all'acquisizione dei titoli di studio.
Fa parte anche la politica del recupero dei carcerati e della loro valorizzazione per il reinserimento nella vita sociale al termine del periodo di detenzione.
Ritengo che questo provvedimento possa affiancarsi a quello che abbiamo discusso in precedenza relativo alle categorie portatrici di handicap: in questo caso, si tratta di handicap sociale.
Sarebbe utile, a mio avviso, non fossimo così pressati dal tempo sentire anche la posizione dell'Assessore Leo su questo specifico aspetto perché è un passaggio estremamente delicato.
Uno degli elementi più importanti dell'impegno formativo è quello della possibilità, per coloro che sono in carcere, di poter avere un arricchimento professionale e scolastico importante, in modo da non subire l'annullamento della personalità e del tempo nel periodo trascorso in carcere.
Quindi, Assessore Leo, queste microindicazioni hanno invece una macrorilevanza. Ad esempio, si pensi al problema del trattamento e del recupero del carcerato: ha un valore straordinario, nonostante le difficoltà che si incontrano; infatti nel carcere minorile queste azioni a volte cozzano con la natura e il carattere di coloro che fanno parte della popolazione prevalente e che merita una grossa attenzione. Cito anche il fatto che la collega Costa - che in questo momento non vedo - è un'assidua frequentatrice del Ferrante Aporti e segue con diligenza le vicende carcerarie, non solo formative: credo che questa sia una bella scommessa.
Allora, la domanda che si potrebbe fare all'Assessore Leo è: che ci azzecca (come direbbe un illustre ex P.M.) questa proposta che voi fate così onerosa e così esaltata, anche rispetto a queste categorie più deboli socialmente? Potrebbe essere un interrogativo legittimo, che meriterebbe non ora, magari prendendosi un appunto - una risposta, perché nel quadro globale di una visione sistemica dell'intervento sui problemi dell'istruzione, visti anche come formazione permanente, anche questo aspetto potrebbe rientrare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Vorrei che i Consiglieri di maggioranza, che voteranno sicuramente con entusiasmo questo provvedimento, riflettessero su un fatto. Non mi interrompa, per cortesia, Presidente, perché io ritorno sempre sulla sanità per analogia, però poi arrivo alla questione dell'oggi.
Noi per circa sette anni abbiamo invitato l'Assessore regionale alla sanità a non centrare tutto quanto sull'efficienza, ma piuttosto sull'efficacia, cioè garantire che gli interventi che venivano programmati con leggi, delibere o provvedimenti, assicurassero non tanto l'efficienza dei servizi, ma la produzione di salute.
Chiediamo all'Assessore Leo e ai Consiglieri di maggioranza che voteranno questo provvedimento: così com'è strutturato, è un provvedimento che porterà un maggior livello di cultura nel Piemonte o no? Perché la cartina di Tornasole, alla fine, come per la sanità la questione fondamentale è se quello che viene stabilito con legge, con delibera o con qualsiasi tipo di provvedimento è se produce più salute oppure no quindi se ha una maggiore efficacia oppure no, alla stessa maniera, è se questo provvedimento porterà a una crescita del livello di cultura oppure no. Inoltre, in considerazione di questo tipo di handicap, in particolare quello dei ragazzi detenuti, sappiamo quanto è importante il livello di conoscenze, di cultura, la formazione scolastica per la prevenzione del disagio e per il recupero.
Attenzione, dico attenzione ai colleghi che voteranno questo provvedimento: domani saranno giudicati. E' vero che con i provvedimenti che si scelgono nella scuola non c'è il morto come a Domodossola, tanto per capirci, però c'è un altro tipo di mortalità, che è la mortalità dei drop out, la mortalità del disagio che cresce, è la mortalità del numero di persone che si allontanano dall'inclusione, e domani sarete giudicati. Per ogni lira che sarà stata spesa per allargare la libertà di scelta fra scuola pubblica o scuola paritaria, i cittadini piemontesi vi chiederanno quante lire sono state spese per allargare i processi di inclusione agli handicappati, come si diceva nell'emendamento precedente, ai giovani che sono detenuti, a tutti coloro che vivono condizioni di disagio e che oggi subiscono un meccanismo di esclusione. Quanto è stato speso per l'inclusione e quanto invece verrà speso per questo? Sarete chiamati a rendere conto.
Qualcuno pensava di farla franca con tutta una serie di provvedimenti che sono stati attuati in sanità puntando soltanto sull'efficienza, ma quando poi ci si trova davanti non tanto al fatto che si allungano i tempi di attesa perché un servizio è stato chiuso, perché non sono stati riparati degli strumenti di precisione in sanità (questo sembra una cosa marginale), ma al fatto che alla fine ci scappa il morto, allora qualcuno viene chiamato a rendere conto. E viene chiamato in modo pesante, perch oggi la testa e la poltrona dell'Assessore alla sanità è fortemente messa in discussione.
Domani sarà chiamato a rendere conto chi oggi spende più soldi per una cosa di questo genere o non spende in proporzione, perché vogliamo anche credere alla buona fede, ma da qui alla fine della legislatura faremo il conto, e lo faremo insieme ai cittadini piemontesi, per andare a stabilire quanto denaro è stato speso per garantire questo tipo di opportunità a chi manda i figli nella scuola cosiddetta paritaria e quanto è stato speso invece per l'inclusione sociale, per eliminare i vari meccanismi di esclusione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

La domanda c'entra relativamente, ma ritenendolo capofila, portavoce anche come posizione del banco, chiedo al collega Papandrea, in una discussione così importante su questo argomento, se ci siano novità rispetto a quanto ci ha detto la volta scorsa a sostegno dell'azione emendativa su questa legge del buono scuola. Attendo fiducioso il contributo, la risposta del collega Papandrea, che sono convinto non verrà a mancare.
Venendo al merito dell'emendamento, non vorrei peccare di ottimismo, ma sono convinto che fra gli interventi non mancherà quello di tutti e due o almeno di uno dei due colleghi radicali, i quali, essendo sempre così attenti alle problematiche della popolazione carceraria, sono in assoluto fra i più assidui frequentatori delle patrie galere (come venivano chiamate), anche estere; d'altronde, essendo transnazionali, non poniamo limite alla divina provvidenza né confini alla visitazione delle galere patrie o meno. Ci sarà senza dubbio un loro contributo di idee e anche di critica a questo emendamento, che prevede nelle intenzioni di garantire, di aiutare e di facilitare il percorso formativo e professionale, in questo caso del carcere minorile.
Questo è uno dei problemi numericamente non più significativi, ma che fanno la differenza rispetto alla concezione di quella che dovrebbe essere la scuola, la formazione, il successo formativo di tutti, senza escludere sia chi ha una situazione di handicap o una particolare situazione economica e culturale a livello familiare, oppure chi si trova ad avere la libertà limitata per reati che possono essere stati i più diversi. Rispetto a questo, al di là delle curiosità iniziali, attendo fiducioso e con grande curiosità le informazioni da parte di chi è addetto ai lavori e di chi ha fra le proprie attività di Consigliere, la visita e l'attenzione a come si vive nel mondo carcerario piemontese. Questo per sapere quali sono i principali problemi, che non sono solo relativi alle condizioni di vivibilità degli stessi istituti, ma anche se all'interno degli stessi è possibile svolgere tutta quella serie di attività che dovrebbero servire a rieducare il detenuto, in particolare quando si tratta di detenuti minori.
Infatti questi, come si può capire, hanno delle problematicità legate all'età. E' per questo motivo che siamo intervenuti a sostegno di questo emendamento, senza l'illusione che venga accolto dall'Assessore Leo e dalla maggioranza. Ormai a questo abbiamo rinunciato, perché arriveremo alla fine della discussione del provvedimento e non sarà accolto nessun emendamento presentato dall'opposizione, sia quelli di grande contenuto sia quelli che cercano di limitare i danni proprio di questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Personalmente da quando è iniziato questo dibattito mi pare di non essermi mai assentato in nessuna delle sedute; quindi, la mia risposta è già questa. Devo dire che questo, in qualche occasione, mi è dispiaciuto compreso oggi, perché proprio oggi c'era a Strasburgo un'iniziativa che riguarda il territorio piemontese, cioè il trasporto delle scorie nucleari.
Ricorderete che circa un mese fa c'era stato uno spostamento di materiale da Trino Vercellese per l'Inghilterra, spostamento avvenuto in condizioni non perfette. Infatti la legge prevede tra l'altro che la popolazione debba essere informata; cosa che all'epoca non era avvenuta. Poiché questo è un problema che riguarda non solo il nostro Paese - pensiamo alle nostre scorie che attraversano più Paesi e in più ci sono quelle degli altri - è stata convocata a Strasburgo un'iniziativa, che riguardava sia il nostro gruppo sia il gruppo dei Verdi, e mi sembra anche il gruppo dei Comunisti italiani. Questa iniziativa affronta il problema in un'ottica più ampia e vi partecipano le delegazioni italiane di Lega Ambiente e di altre associazioni. Quindi, una parte di noi, a malincuore, è presente qui oggi mentre un'altra parte ha partecipato a questa iniziativa per l'importanza che essa ha. Quindi, l'assenza odierna dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi è dovuta ad un impegno politico, che ritengo importante e rilevante.
Ovviamente i lavori dell'Aula sono significativi, ma credo che ci siano altri aspetti importanti, tanto più quando hanno alle spalle problemi che riguardano la Regione, nonché problemi che hanno coinvolto l'iniziativa dei gruppi che stanno conducendo, insieme ai DS, la battaglia sui buoni scuola.
Ora mi rivolgo all'Assessore Leo, perché credo che sarebbe interessante che non solo assistesse alla maratona, cercando di vedere quanto ci si avvicina al traguardo. Conosciamo la sua posizione, perché l'ha esplicitata il Consigliere Cattaneo stamattina; ma l'Assessore l'aveva già esplicitata in altri momenti, dicendo che il provvedimento ha queste caratteristiche.
Però noi stiamo sollevando una serie di problemi importanti, che sono in stretto rapporto con il provvedimento; parlo di handicap in senso molto esteso, cioè non solo handicap fisici, ma anche handicap sociali. Quindi vorremmo sapere in che misura l'Assessore si preoccupa del fatto che, pur finanziando la scuola confessionale, questi problemi vengano assunti anche in quel tipo di scuola, e soprattutto - magari non dentro questo provvedimento, ma dentro le politiche che la Giunta e l'Assessorato intende adottare come pensa di operare.
Non dico che debba intervenire alla fine di ogni nostro emendamento, ma un intervento dell'Assessore Leo, di tanto in tanto, sui problemi nel loro insieme, quando ci sono vari emendamenti che affrontano un tema, sarebbe di aiuto per tutti, o per lo meno renderebbe più utili i lavori. Lui ci ascolta e noi ascoltiamo attentamente i suoi interventi, e credo che solleviamo dei problemi che esistono. Sarebbe utile che ci dicesse per quanto riguarda questo provvedimento qual è la politica complessiva che la Giunta intende affrontare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Non voglio lasciare senza risposte le domande del collega Placido, ma sarò molto breve e sicuramente lo deluderò.
La lettura che fa il collega Placido sui silenzi della maggioranza e in questo caso, anche del gruppo Radicale ai tanti emendamenti e alle tante questioni poste su tantissimi temi di indubbia rilevanza, non sono per una non valutazione positiva dell'argomento, tanto più in questo caso, ma anche in altri casi in queste settimane di discussione degli emendamenti proposti. Non è un valutare in modo negativo o senza cura quello che voi ponete. Semplicemente riteniamo che siamo in una fase di discussione di un provvedimento che per l'iter, anzi il calvario, che ha avuto, ha un unico obiettivo: quello di arrivare a definire lo strumento dei buoni-scuola che noi valutiamo positivamente, e che ovviamente, per quanto riguarda una certa parte dell'opposizione del centrosinistra, è visto in modo non favorevole.
Quindi, giustamente, viene creata questa discussione. Ma il non partecipare alle argomentazioni che voi sollevate, non vuol dire negarne l'importanza, semplicemente è inopportuna la sede, non è questa la sede di discussione. Un provvedimento che, per quanto è stato prodotto sia in Commissione che in aula, ha un unico obiettivo - che voi ritenete malsano e negativo noi, invece, positivo, interessante e fecondo di prospettive e di evoluzioni - che è l'introduzione del buono scuola. Votare sì al buono suola non vuol dire no alla formazione specifica all'interno del carcere non vuol dire no a tutte le cose che ci avete posto, opportunamente all'attenzione in questi giorni in modo chiaramente strumentale rispetto alla discussione di un'aula che vede, non chiamalo ostruzionismo, ma questo "aiuto alla Chiezzi", al ragionamento del Consiglio.
Obiettivamente non mi sento troppo tirato per i capelli o per la giacca, è un gioco d'aula legittimo, che non vede un interesse specifico da allegare a questo provvedimento specifico, tutte quelle ottime richieste (in alcuni casi, in atre meno condivisibili) che voi avete posto. Anche questa sul carcere è una di quelle. Informo l'aula, e in particolare il Consigliere Chiezzi, di un'iniziativa che può essere interessante: giovedì 5 su iniziativa dell'Assessore Cotto c'è un interessante convegno alla Sala Polivalente della Regione in Corso Regina Margherita n. 143, dove, per un'intera giornata, si discuterà di problemi del carcere: di lì potranno nascere i provvedimenti interessanti, a questo punto non agganciati a caso ad un provvedimento. C'è chi va alla festa dei Carabinieri e chi potrebbe andare, più opportunamente, al convegno dell'Assessore Cotto.
Proprio perché sono argomenti importanti e delicati, è inutile allegarli ad un provvedimento che ha un unico obiettivo, che può non esser condiviso, ma che è quello dell'introduzione dello strumento del buono scuola.
Chiudo con una battuta. Il Consigliere Placido, e anche altri Consiglieri, sono molto attenti a quello che fa la prima fila di questo Consiglio, di questa parte dello schieramento del centrosinistra, io, per esempio, mi domando cosa fa un importante partito dell'opposizione che si chiama la Margherita: sarebbe interessante capire l'orientamento della Margherita.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 551.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti 38 Consiglieri Hanno votato sì 6 Consiglieri Hanno votato NO 32 Consiglieri Il Consiglio non approva Emendamento rubricato n. 552 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Contu (e connesso emendamento rubricato n. 556): All'articolo 1 il comma 2 è sostituito dal seguente nuovo comma 2: "La Regione provvede a garantire l'accesso e l'educazione nelle scuole di ogni ordine e grado ai soggetti minori extracomunitari indipendentemente dal loro status giuridico" Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico, sull'emendamento rubricato n. 552: L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti 33 Consiglieri Hanno votato sì 2 Consiglieri Hanno votato NO 31 Consiglieri Il Consiglio non approva



PRESIDENTE

I lavori del Consiglio riprenderanno alle 15.45, ricordo che la Conferenza dei Capigruppo è convocata per le 15.30



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.20)



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