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Dettaglio seduta n.356 del 27/05/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 21.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Brigandì, Burzi, D'Onofrio Ferrero, Galasso, Godio e Rossi Giacomo.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Comunicazioni dell'Assessore alla sanità D'Ambrosio relativamente ai fatti accaduti a Verzuolo in data 22 maggio 2003 Esame interrogazione n. 2218 del Consigliere Caracciolo relativa a "Insufficienza posti letto nei reparti di rianimazione degli ospedali piemontesi"


PRESIDENTE

Come concordato, procediamo con le comunicazioni dell'Assessore alla sanità, Antonio D'Ambrosio.
Parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore all'assistenza sanitaria

Signor Presidente, cortesi colleghi, ritengo doveroso, anzitutto, fare la cronistoria del triste evento che si è verificato a Verzuolo, vicino a Saluzzo, il 22 maggio scorso.
In tale data, alle ore 18,13 giunge alla Centrale Operativa 118 di Cuneo una richiesta di soccorso da parte di utente privato, per un ciclista che in località Verzuolo, in prossimità del semaforo all'entrata del paese si era accasciato al suolo cadendo dalla bicicletta. Alla stessa ora, su altra linea entrante 118, una seconda richiesta perviene dalla Sezione della Polizia Stradale di Saluzzo, relativa allo stesso evento.
La Centrale Operativa, sentita la richiesta telefonica, emette un codice Rosso (coerente con la gravità della situazione); immediatamente alle ore 18,14 il 118 invia sul posto il mezzo di soccorso avanzato stazionante a Saluzzo (il più vicino) con Medico ed Infermiere a bordo.
L'ambulanza parte alle ore 18,15 ed impiega 4 minuti primi per giungere sul posto alle ore 18,19.
A tale ora il personale del mezzo di soccorso avanzato rinviene sulla carreggiata, direzione Saluzzo, un uomo in decubito supino e in tenuta da ciclista che veniva massaggiato da una persona qualificatasi all'equipaggio, come Infermiera Professionale territoriale del Distretto di Saluzzo.
Alla prima valutazione il paziente si presentava non cosciente, in gasping (cioè tentativi di respiro non efficaci) e con polso non rilevabile.
Le testimonianze dei presenti, la non presenza di lesioni traumatiche evidenti all'esame obiettivo eseguito, suggerivano come ipotesi diagnostica una grave patologia cardiovascolare, veniva quindi emesso dalla equipe di soccorso un codice 3 2 S (emergenza assoluta con compromissione delle funzioni vitali - di origine cardiovascolare - sulla strada).
Veniva quindi proseguita la Rianimazione cardiopolmonare con massaggio cardiaco esterno e ventilazione assistita con pallone ambu somministrazione di ossigeno ad alti flussi, aspirazione delle secrezioni nel cavo orofaringeo, posizionamento della cannula orofaringea. Si procedeva al monitoraggio cardiaco e contemporaneamente l'infermiere professionale posizionava un accesso venoso.
Il ritmo cardiaco evidenziato era di Fibrillazione Ventricolare, per cui si procedeva a defibrillazione con scariche di diversa intensità intervallate da rianimazione cardio-polmonare e somministrazione di adrenalina fino a 5 fiale. Mentre con le prime scariche comparivano ritmi non compatibili e persisteva l'assenza di polso alla settima scarica di defibrillazione compariva un ritmo ventricolare con presenza di polso carotideo e radiale.
Si proseguiva la ventilazione con somministrazione di ossigeno decidendo, stante la gravità del quadro clinico e la vicinanza di un presidio ospedaliero, di proseguire la stabilizzazione del paziente (ora con ritmo cardiaco presente e respiro assistito con ambu) nell'ambiente protetto di pronto soccorso. Trattandosi di paziente da sottoporre ad intubazione oro-tracheale per la stabilizzazione della funzione respiratoria, risultavano utili le competenze dell'ospedale di Saluzzo, il più vicino ed idoneo, essendo provvisto di guardia attiva di rianimazione.
Tutto ciò tenuto anche conto che la distanza da Verzuolo a Saluzzo è di 6 km, con un tempo stimato di percorrenza di 6 minuti, mentre la distanza da Verzuolo a Savigliano è di 20 Km con un tempo stimato di percorrenza di 22 minuti.
Le manovre sopradescritte comprese le operazioni di barellamento e caricamento del paziente duravano 37 minuti . Alle ore 18,56 avveniva la partenza per l'Ospedale di Saluzzo e la contestuale segnalazione della Centrale al Pronto Soccorso di Saluzzo dell'arrivo di un paziente codice 3 di gravità.
L' equipe con il paziente giungeva in Pronto Soccorso alle 19,03.
Durante le operazioni di soccorso, il medico del 118 informava la figlia e la moglie del paziente sulla gravità della situazione e assumeva le informazioni anamnestiche necessarie, relative ad eventuali patologie e terapie in atto e segnalava ai parenti il trasporto presso l'Ospedale di Saluzzo.
In pronto soccorso venivano date le consegne relative al paziente ad un Medico Internista e ad un Anestesista che lo prendevano in carico immediatamente per proseguire la stabilizzazione.
L'equipe di soccorso del 118 rimaneva in pronto soccorso ed assisteva alle manovre di stabilizzazione con i medici sopramenzionati, intubazione orotracheale, tracciato elettrocardiografico di controllo, prelievi ematici, emogasanalisi. Il tracciato eseguito in pronto soccorso evidenziava presenza di onda di lesione da infarto miocardico acuto. Per tutto questo periodo il paziente non riprendeva conoscenza e non rispondeva allo stimolo doloroso.
Le Operazioni della Centrale Operativa 118 di Cuneo.
Premesso che la Centrale Operativa esegue ogni giorno, tramite contatto telefonico indicativamente alle ore 08.00 e 16.00, il censimento dei posti letto presso Le Unità Operative di Rianimazione e di UTIC presenti sul territorio provinciale, registrandolo su apposito modulo ; il giorno 22 maggio, alle ore 08.00 e alle ore 16.00 il censimento posti-letto dava zero posti sulle rianimazioni di: Cuneo, Savigliano, Alba, Mondovì e Saluzzo.
Il prospetto dei posti letto viene trasmesso, come da prassi, alla Centrale Operativa 118 di Torino (da tutte è otto le Centrali provinciali, ce n'è una per provincia) che raccoglie i dati da tutte le Centrali della Regione mantenendo un monitoraggio complessivo della disponibilità e rendendo i dati accessibili, a richiesta, a tutta la struttura sanitaria regionale di emergenza. Nel corso della trasmissione dei dati alla Centrale di Torino l'Operatore della Centrale di Savigliano, alle ore 16. 40, si informa su posti disponibili a livello regionale ottenendo come risposta la disponibilità di n° 1 posto a Novara, 1 posto a Borgomanero e 1 posto a Domodossola.
Alle ore 19.48 (dato orario riferito al registratore telefonico in dotazione alla Centrale) perviene alla centrale operativa di Savigliano la richiesta da Saluzzo riguardante la disponibilità di posti letto in rianimazione nella provincia. L'operatore di Savigliano segnala la non disponibilità di posti in provincia e comunica le informazioni prima ricevute dalla Centrale di Torino, relative ai posti di rianimazione, di cui sopra.
Alle ore 21.03 un infermiere del Pronto Soccorso di Saluzzo richiede un mezzo di soccorso attrezzato (ambulanza di rianimazione) per il trasferimento di un paziente dal Pronto Soccorso di Saluzzo alla Rianimazione di Domodossola.
Alle ore 21.04 l'operatore della Centrale di Savigliano contatta la Croce Verde di Saluzzo richiedendo la disponibilità del mezzo. Viene risposto che daranno una conferma iniziando a predisporre l'equipaggio per il viaggio.
Alle ore 21. 08 la Croce Verde che conferma la disponibilità al servizio.
Le operazioni del Pronto Soccorso di Saluzzo.
Dopo aver effettuato le pratiche rianimatorie del caso, alle ore 20.00 si contatta la rianimazione dell'Ospedale di Savigliano per eventuale disponibilità di posti letto che risulta essere negativa. Al che si contatta successivamente l'Ospedale di Novara, la cui rianimazione risulta però, al completo per un ricovero nel frattempo effettuato.
Viene contattata a questo punto la rianimazione di Domodossola che si rende disponibile al ricovero ma richiede un completamento della diagnostica per mezzo TAC total body.
Alle ore 21.00 circa il paziente viene accompagnato alla TAC, in condizioni cliniche stabili.
Al rientro dalla TAC si ricontatta la rianimazione di Domodossola per comunicare l'imminente partenza, ma l'anestesista di turno ci chiede di attendere perché impegnato in una urgenza.
Alle ore 21,25 si contatta la Centrale operativa 118 per aggiornamento sulla disponibilità dei posti letto che continuano ad essere Domodossola e Borgomanero.
Dopo circa 10 minuti l'anestesista di Domodossola contatta Saluzzo dando conferma circa la disponibilità a ricevere il paziente.
Alle ore 22.00 circa inizia il viaggio di trasferimento del paziente per mezzo di ambulanza di rianimazione ed il paziente viene assistito durante il trasferimento da un medico anestesista e da un'infermiera professionale.
Alle ore 01.00 circa del 23/05/2003 il paziente giunge all'Ospedale di Domodossola dove viene affidato al rianimatore presente che procede al ricovero.
Le operazioni dell'Ospedale di Dimodossola.
Giunto in ospedale il paziente viene preso in carico dall'unità operativa di Anestesia e Rianimazione del Presidio.Il paziente risulta in stato di coma profondo, intubato con ventilazione assistita e sedato, con polso periferico non apprezzabile. Posizionato al letto la pressione arteriosa non è determinabile ed il paziente risulta in stato di bradicardia spiccata, con areflessia. Successivamente il paziente va in arresto cardiaco. Vengono eseguite tutte le procedure rianimatorie attivando inoltre l'intervento del cardiologo. Le manovre rianimatorie proseguono per circa trenta minuti senza che si verifichi una ripresa dell'attività cardiaca.
Alle ore 1.45 circa del 23 maggio 2003 si constata, purtroppo, il decesso.
Questa è nel dettaglio la cronistoria fedele del triste episodio avvenuto lo scorso 22 maggio a Verzuolo, vicino a Saluzzo.
Espongo di seguito le conclusioni che ho tratto da una valutazione obiettiva dei fatti: innanzitutto, il servizio del 118 ha ben funzionato secondo i protocolli stabiliti, tant'è vero che l'ambulanza medicalizzata ha raggiunto in pochissimi minuti (quattro, per la precisione) il paziente e l'equipaggio sanitario lo ha prontamente rianimato. Certamente anche per questo settore, che da anni costituisce un punto di riferimento per altre Regioni italiane, vi sono margini di miglioramento, tra cui individuo prioritariamente la messa in rete dell'intero sistema dell'emergenza, per conoscere in tempo reale la disponibilità dei posti letto per l'urgenza.
Per coloro che non mi avessero seguito, ad oggi, il procedimento è il seguente: le otto centrali operative alle ore 8 del mattino e alle ore 16 del pomeriggio comunicano alla centrale di Torino la disponibilità di posti letto e, poi, la centrale di Torino risponde ai quesiti che arrivano man mano dai vari ospedali.
Per quanto attiene invece i DEA occorre migliorare le sinergie all'interno dei singoli DEA e tra questi ultimi e gli ospedali, nonché le comunicazioni tra le diverse strutture e i singoli operatori, applicando anche protocolli di intervento aventi carattere obbligatorio.
Occorre altresì organizzare sistemi in rete all'interno dei singoli quadranti, al fine di renderli autonomi per la gestione ottimale delle emergenze rianimatorie, perseguendo così la riduzione degli spostamenti in sedi lontane.
In terzo luogo, è necessaria la destinazione di posti letto di astanteria negli ospedali sede di DEA, in grado di gestire il paziente critico per almeno 24/48 ore - questo era possibile farlo anche a Saluzzo nonostante l'assenza di un posto di astanteria pronto, così come vorremmo crearli - in attesa di trasferirlo, ove necessario, in sedi più idonee.
Tornando al caso specifico, ritengo si sia trattato di un evento triste e straordinario che non va considerato come un indicatore di mala-sanità altrimenti casi analoghi si verificherebbero ogni giorno, se si considera che gli interventi di emergenza sono migliaia ogni mese.
Alla luce dei fatti, il Direttore Generale dell'ASL n. 17, valutati gli elementi finora emersi dalle relazioni degli operatori medici del pronto soccorso di Saluzzo, ha ritenuto necessario proseguire nell'indagine tesa ad accertare eventuali responsabilità, disponendo a titolo cautelativo la sospensione dai turni del servizio presso il pronto soccorso dei quattro medici che hanno turnato nella giornata di giovedì 22 maggio u.s.
Sarà mio dovere riferire, entro 15 giorni, al Consiglio gli ulteriori sviluppi dell'indagine che seguirò doverosamente in prima persona.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Signor Presidente, rispetto ad una relazione che attendevamo per questo pomeriggio, che forse produttivamente si sarebbe potuta tenere, ci è occorso svolgere una serie di riflessioni, che abbiamo anche reso pubbliche, e che la relazione dell'Assessore D'Ambrosio conferma in tutta la loro drammaticità.
Per quanto riguarda la considerazione preliminare, in casi come questo esistono sempre due modi diversi, non solo in termini di stile, ma anche di moralità istituzionale, per affrontare questi problemi. Il primo, e lo dico senza problemi, è quello di tentare di cannibalizzare un cadavere trasformandolo in un argomento di lotta politica interna ad una maggioranza, oppure interna alla dialettica istituzionale tra maggioranza e opposizione. Il secondo, che mi pare istituzionalmente più produttivo concerne il tentativo di comprendere in quale misura episodi di questo tipo evidenzino difetti di sistema e, quindi, evidenzino l'esigenza di produrre riforme sul piano normativo, organizzativo e gestionale di un servizio di emergenza di pretesa e, in alcuni casi, giustamente, vantata eccellenza che pure presenta, in alcuni casi, una serie di lacune, e questo è un caso esemplare.
Dalla relazione dell'Assessore D'Ambrosio si evidenziano una serie di elementi che avevamo già capito. In primo luogo, il sistema del servizio di emergenza piemontese non dispone di dispositivi organizzativi, verrebbe da dire di applicativi informatici che sono nella disponibilità di qualunque compagnia aerea, cioè, non esiste la possibilità di monitorare in tempo reale, all'interno della Regione Piemonte, la disponibilità di posti letto quando lei ogni giorno, ad ogni ora del giorno e della notte, collegandosi a internet, può scoprire quanti posti dell'Air One con destinazione Amsterdam sono disponibili minuto per minuto.
Questo non è un problema di responsabilità individuale di un singolo dirigente, è un problema di assetto organizzativo e di organizzazione procedurale di un servizio che non si può evidenziare dinanzi ad un morto ma che si dovrebbe evidenziare di fronte ad un sistema di controlli organizzativi e amministrativi che, all'interno della sanità piemontese continuano ad essere particolarmente carenti.
Lei ha ricordato - non le ho contate - decine di telefonate intercorse tra diverse centrali operative; le ripeto che esistono sul mercato probabilmente anche con sistemi non proprietari, dei sistemi informatici che consentono un monitoraggio in tempo reale di questi fenomeni senza ricorrere ai centralinisti dei diversi sistemi operativi. Il secondo dato lei non lo ha evidenziato, ma è un dato reale, che neppure a lei pu sfuggire: esiste un ricorso generalizzato, sistematico, sottaciuto e non indagato da parte dell'Assessorato alla sanità, rispetto alla degenza nei reparti di rianimazione, per casi di post acuzie che potrebbero essere trattati in reparti ordinari e che potrebbero essere spostati in reparti ordinari, di fronte ad una serie di emergenze, che non vengono spostati unicamente per ragioni organizzative.
Sono assolutamente convinto che all'interno della Regione Piemonte c'erano sicuramente nei reparti di rianimazione persone infartuate da parecchi giorni, già stabilizzate, che, di lì a qualche ora, sarebbero state trasferite in reparto, come puntualmente e sicuramente è avvenuto sono pronto a sfidarla a dimostrare il contrario - la mattina dopo, che non sono state spostate nel cuore della notte semplicemente perché non esisteva il protocollo organizzativo che consentisse lo spostamento.
Quello che manca in un sistema di compartimenti non stagni, ma per lo meno abbastanza separati, è un sistema generale di dispositivi organizzativi che consentano di censire le risorse disponibili.
Le pongo una domanda e, se non oggi, vorrei presto una risposta: lei è sicuro che, per esempio, all'Ospedale Sant'Anna di Torino quella notte non erano disponibili posti letto di rianimazione? Sono sicuro che all'Ospedale Sant'Anna di Torino erano disponibili dei posti letto di rianimazione semplicemente, quel protocollo organizzativo non prevede che per un paziente maschio si possa, in una situazione di emergenza, prevedere un ricovero in rianimazione in un ospedale ostetrico-ginecologico.
Le chiedo di svolgere tale verifica e di comunicarmi le presenze nel reparto di rianimazione dell'Ospedale Sant'Anna nella notte, fra virgolette, incriminata.
Molto semplicemente, per concludere, Assessore, il problema qui non è far saltare le teste, il problema è, per quanti vogliono far saltare teste per quelli le cui teste dovrebbero essere fatte saltare, iniziare ad utilizzare le teste, possibilmente, ripeto, apponendo una serie di modifiche organizzative semplici e banali rispetto ad un sistema che ha punte di eccellenza, ma che ha lacune assolutamente banali e, per questa ragione, ancora più inquietanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con grande attenzione quanto riferito dall'Assessore D'Ambrosio, che, in termini molto tecnici e precisi, ha sicuramente fornito un quadro chiaro di ciò che è successo.
Se una critica devo muovere all'Assessore D'Ambrosio, è che è stato finanche troppo tecnico, attenendosi forse eccessivamente ai meri dati di cronaca pura e di verbale dell'accaduto.
Certo una persona è morta. Forse moriva lo stesso, ma non lo sappiamo ed è del tutto irrilevante, perché aveva comunque il diritto di morire in altro modo, senza essere portato a passeggio per il Piemonte. Credo che questa convinzione sia radicata nella coscienza di tutti, e non ritengo si debba portare a fatto politico e ad incapacità di un Assessore e dei propri uffici un fatto che, nella peggiore delle ipotesi, può essere iscritto ad un episodio di malasanità, una malasanità che è un dato statistico.
Ho avuto la fortuna (per lui si è trattato senz'altro di sfortuna) di conoscere una persona che nel mitico e dorato ospedale di Montecarlo si era ritrovato un tampone dimenticato. Dunque la malasanità è un dato statistico mondiale, non certo solo del Piemonte. In Piemonte, sotto il profilo del risultato, la sanità rappresenta sicuramente un'eccellenza. In particolare la trapiantistica piemontese è un'eccellenza sicuramente nazionale, europea, ma anche mondiale. Credo che la nostra sanità sia un fiore all'occhiello di questo territorio sotto il profilo di risultato.
La valutazione di questo un episodio non spetta a noi, ma al Magistrato, al Pubblico Ministero. Tra l'altro, sono estremamente contento che il Direttore Generale abbia provveduto alla sospensione di quei medici, non perché li ritenga colpevoli, ma perché in ogni caso non avrebbero avuto la giusta lucidità, dopo l'accaduto, per operare in un settore così drammaticamente difficile.
Ebbene, che sia il Pubblico Ministero a valutare se ci sono responsabilità.
Non possiamo ascrivere queste responsabilità a fatto politico, perché non sono un fatto politico.
Di certo - condivido quanto detto dal collega Palma - esiste un deficit organizzativo. Probabilmente c'è, ma credo che non sia solo piemontese, ma sia un po' diffuso in tutte le Regioni. Non mi risulta che altre Regioni abbiano un sistema informativo così avanzato come quello delle compagnie aeree in materia di sanità.
Al di là di questo, oltre a ringraziarlo per la lucida esposizione dei fatti, chiederei all'Assessore di intervenire sui problemi di organizzazione, che non sono problemi di sanità ma di organizzazione della sanità, accettando, non potendone fare a meno, il verificarsi di episodi di malasanità che abbiamo avuto, abbiamo e purtroppo avremo ancora. Non possiamo pensare di non averne.
Devo dare atto che l'opposizione ha tenuto, su questo episodio, un atteggiamento molto civile, corretto e moderato, senza lanciarsi in operazioni di sciacallaggio politico. Pertanto, per il bene del Piemonte per la credibilità della nostra sanità e del nostro sistema, chiedo a tutti, e mi rivolgo innanzitutto alla maggioranza, di riportare questo fatto a quello che è: un fatto che dovrà essere oggetto di approfondimenti da parte dell'organo competente, che è la Magistratura.
Giustamente l'Assessorato dovrà valutare la situazione, ma la parola finale spetterà al Magistrato. Non è un problema di sanità. Ciò non toglie che la sanità abbia bisogno di profondi interventi, vada rivalutata e vada vista in termini di una modernità che oggi non c'é. Magari c'é nelle sale operatorie, ma non c'é nell'organizzazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Devo dare atto al Consigliere Marengo di aver colto, in modo chiaro e obiettivo, l'atteggiamento dell'opposizione, e di questo lo ringrazio.
Non solo non abbiamo presentato interrogazioni in questa direzione, ma non abbiamo in alcun modo pensato di poter utilizzare ai fini di qualsiasi schermaglia politica un evento così drammatico. Quindi, collega Palma vedo che non è presente in aula - sono assolutamente convinta che non si riferisse a noi nel momento in cui ha parlato di queste vicende. Anzi siamo rimasti profondamente amareggiati e non soddisfatti quando all'apertura dei giornali, abbiamo visto che all'interno della maggioranza invece, si apriva una schermaglia politica e si tentava di utilizzare una vicenda come questa per risolvere un problema che politicamente non si era risolto mai nei suoi confronti, Assessore D'Amdrosio: la sua sostituzione.
Le dico, quindi, che non è stato con soddisfazione che abbiamo guardato a questo, ma con profonda amarezza, ritenendo che non fosse quello il taglio che si doveva dare ad una vicenda come questa.
Nel merito della questione, abbiamo ritenuto che il dibattito dovesse svolgersi alla presenza del Presidente. La richiesta non era strumentale, e la gravità dell'episodio e le serie implicazioni organizzative e di assunzione di decisioni in ordine ad una fase nuova e diversa della programmazione regionale richiedevano il suo intervento, perché nel momento in cui si verificano episodi con queste caratteristiche in sanità vi è una responsabilità complessiva della Giunta nella gestione di ciò che rappresenta quasi l'80% della spesa corrette, la più grande parte della programmazione sanitaria regionale, perché volevamo capire se non ci fosse qualche punto che riguardasse quegli aspetti.
Ovviamente non vogliamo entrare nel merito di questioni che competono altre sedi, soprattutto tecniche, per la valutazione di fatti che hanno una valenza esclusivamente di ordine sanitario, ma che hanno quelle caratteristiche e che richiedono particolari competenze. Non spetta noi esprimere giudizi in quella direzione. Forse, con qualche competenza professionale, potrebbe farlo il collega Caracciolo, ma per ragioni di deontologia non lo farebbe mai, utilizzando il suo ruolo di medico al momento in cui fa il Consigliere regionale. Il compito nostro è diverso Assessore D'Ambrosio, e questo è quello a cui lei ha drammaticamente abdicato.
Non glielo dico politicamente, ma con grande amarezza: penso sia anche un dato di sconcerto, questo, per l'intera maggioranza. Lei non ci ha detto una parola su alcune questioni, perché il nodo è questo: come possiamo fare in modo che, non dico non si verifichi mai più una situazione come questa nella sanità piemontese, ma venga scongiurato al massimo livello il fatto che si determini un altro rischio come questo? Questa è la questione Assessore! Questo è quanto chiediamo al Presidente della Giunta, alla Giunta e all'Assessore competente di rispondere! Cosa si fa? Questo è il compito nostro della politica e dell'amministrazione, davanti a un fatto come questo, a quella vicenda, a quei dati, alla famiglia, ma anche agli operatori sanitari.
Per fare questo, Assessore, bisogna porsi due domande: l'ultimo atto grande di programmazione che questa Regione ha fatto è del '97: il Piano sanitario. Noi facciamo la consultazione sul nuovo Piano domani, a quasi tre anni dall'inizio della legislatura; siamo alla consultazione per avviare un testo, dopo che è stato cassato dalla totalità dei consultati un testo precedente. L'ultimo atto di programmazione sulle strutture di emergenza è quello, Assessore. Lei pensa che da quel momento non si siano determinate emergenze sanitarie nuove e ulteriori, che richiedessero una ridefinizione dei servizi di emergenza? Mi sembra che esimi professori lo scrivano su tutti i giornali, non solo la mia limitata competenza amministrativa è in questa direzione.
Seconda questione: non avendo compiuto questo atto di programmazione lei è sicuro che gli attuali posti a disposizione siano sufficienti rispetto alle nuove emergenze sanitarie che si sono determinate? Lei non ha detto niente in questa direzione.
Sulla base di un buco sanitario molto grave, che avete determinato avete compiuto tagli indiscriminati. Ve l'avevamo detto che i patti di buon governo, che tagliano a tutti nello stesso modo, provocano una questione: il taglio generalizzato su una serie di servizi per cui risposte ordinarie che si possono dare in modo ordinario negli ospedali non ci sono più e le devono dare in modo straordinario i servizi di emergenza, i DEA e i pronto soccorso perché la gente, non trovandoli più da quella parte per via ordinaria, si rivolge alla via straordinaria, chiedendo la corsia privilegiata, perché non si può tagliare una prestazione senza sostituire con l'alternativa. Per cui i servizi di emergenza si trovano ulteriormente intasati. Non sapevate se erano sufficienti, non sapevate se erano all'altezza delle nuove emergenze sanitarie; avete tagliato in modo indiscriminato, mandando l'ordinario sullo straordinario, facendo saltare un elemento delicatissimo, come l'emergenza,. Quando salta l'emergenza c'è un problema per l'intera struttura ospedaliera, piccola, media o grande che sia, soprattutto se di alta specializzazione. Queste sono le cose che avremmo voluto sentire da lei, che pensiamo di poter sentire dal Presidente Ghigo, perché sarebbe un atto unico, minimo, di governo che si può svolgere in questa direzione e queste sono le domande che vi poniamo, non le sospensioni indiscriminate, nei confronti di operatori sanitari rispetto ai quali nessuna commissione, tecnicamente, neanche sulla base dei referti autoptici, può avere già formulato un giudizio, che già si decide la sospensione straordinaria. Decidete anche quella del portinaio, forse risolverete i problemi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Non credo si possa parlare né di strumentalizzazioni politiche né di "cannibalizzazione" di un cadavere.
Ritengo semplicemente che questo sia un caso che deve far riflettere. E' pur vero che la sanità in Piemonte è ad ottimi livelli, come è pur vero cara collega Manica - che abbiamo, come regione Piemonte, dei posti letto di rianimazione in percentuale nettamente superiore a quella di molte altre regioni italiane, anzi è nettamente superiore alla media dei posti letto in rianimazione disponibili in altre regioni! Altra è la questione! La questione che abbiamo sollevato è una critica che portiamo avanti da tre anni, dall'inizio di questa legislatura, che io, appena diventato Capogruppo, ho sollevato ai colleghi in riunione di maggioranza all'Assessore, dandone anche comunicazione ai giornali. Il fatto che riteniamo che ci sia una dirigenza a livello di sanità piemontese - e dico direttori regionali e direttori generali - non adeguata alle esigenze del nostro territorio piemontese. Spero di essere stato chiaro una volta per tutte, in modo da non essere nuovamente frainteso.
Pertanto, non abbiamo chiesto - e chi ha letto il comunicato che era in distribuzione lo ha visto - né la testa dell'Assessore D'Ambrosio n abbiamo presentato mozione di sfiducia nei suoi confronti e quando si sono verificate mutazioni su mozioni di sfiducia non da noi presentate nei confronti dell'Assessore D'Ambrosio, abbiamo votato contro.
Riteniamo, invece, che l'Assessore D'Ambrosio debba valutare - e glielo chiediamo nuovamente - seriamente le capacità di tutti (è ovvio, non sono tutti sbagliati), valutarli uno per uno e sostituire quei dirigenti che non sono adeguati o non sufficientemente adeguati alle esigenze della sanità piemontese. Questo caso ha aperto comunque un capitolo - negativo, è ovvio perché quando l'Assessore ammette che qualcosa si può fare, come ad esempio migliorare l'informazione sui posti letto disponibili in emergenza sulla rete sanitaria piemontese, vuol dire che ammette un difetto. Ma è un difetto che non è responsabilità del politico, che in questo caso non è il tecnico che deve mettere in piedi la rete e la struttura, ma del tecnico della Regione, quindi del direttore, non so a quale livello e non lo voglio neanche dire, ma non certo dell'Assessore D'Ambrosio.
L'Assessore D'Ambrosio ha un'altra responsabilità: sicuramente quella di essersi fidato di alcuni tecnici non all'altezza; sono tre anni che lo dico e lo ripeto, non è un segreto. Quindi non si tratta di cannibalizzare un cadavere o di fare strumentalizzazione politica perché l'Assessore ha la piena fiducia come Assessore e come uomo. Gli muovo la critica - e come Gruppo gliela abbiamo sempre mossa - del fatto che alcuni dirigenti che gestiscono la sanità in Regione Piemonte sono inadeguati.
E' su questo che chiediamo all'Assessore di intervenire, è su questo che chiediamo di trovare dei responsabili, perché se i responsabili saranno l'ultimo anello della catena, saranno loro ad essere puniti. Se, invece queste persone hanno rispettato delle regole scritti da altri, sono gli altri che dovranno essere puniti; noi non lo possiamo dire e non sta a noi dirlo. Sta a dirlo alla struttura tecnica, alla struttura professionale; la Magistratura farà il suo lavoro, ma anche la Regione deve fare il suo, e dovrà individuare chi ha sbagliato.
Da profano, perché non ho competenze nel settore della sanità, quando leggo che una persona infartuata arriva alle ore 19 in un ospedale e in un altro ospedale, dove c'è il posto di rianimazione, arriva all'una, non posso dire che è giusto, che nessuno ha sbagliato; ma se lo dico, un mio collega non si deve permettere di dire che io cannibalizzo il morto, perch purtroppo quel morto mi apre gli occhi su qualcosa che in quella struttura non funziona. E allora ho il diritto, come amministratore della Regione, di dire che lì qualcosa non ha funzionato, e non essere accusato di essere un cannibale, anzi!



RIBA Lido

Lì dove?



ROSSI Oreste

Lì dove è successo, nel sistema! E se si sa che l'elicottero del 118 si poteva alzare entro le 20.15, anche se la struttura di Domodossola mi dice:"Fai una TAC prima di portare il malato infartuato", io rispondo: "Se non te lo porto con l'elicottero e gli devo far fare tre ore di ambulanza te lo porto così com'è e la TAC gliela fai tu!".
Ci deve essere chi si prende questa responsabilità, perché questa persona purtroppo è morta; magari moriva lo stesso, per carità, ma aveva il diritto di morire in un letto. Io non credo che in quell'ospedale non ci fosse un letto, perché non credo che in un ospedale lì vicino non c'era un posto di rianimazione in una chirurgia, magari in Liguria, che era forse più vicino rispetto a Domodossola. Non ci credo! Quindi, qualcuno, secondo me, ignorante nel settore ovviamente, ha sbagliato.
Io voglio capire chi ha sbagliato.
Quindi, chiedo all'Assessore di andare a verificare bene questa struttura regionale, e di andare a sostituire le pedine che non sono adeguate alla sanità piemontese, che è sicuramente d'eccellenza rispetto a tante altre, ma che come tutte le cose può sicuramente essere migliorata una sanità che ha funzionato in migliaia di casi, e magari in qualche caso ha fallito.
In questo caso, personalmente sono convinto che qualche responsabile debba esserci. Sta a lei, Assessore, cercare di capire cosa non ha funzionato e trovare rimedio. Per quanto riguarda noi, come gruppo Lega Nord, la fiducia gliela confermiamo, perché noi abbiamo fiducia in lei mentre meno fiducia abbiamo in altri Dirigenti di questa Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, noi facciamo grandi sforzi e impegniamo molte risorse per la ricerca di immagine per il Piemonte.
Il fatto che è avvenuto - credo non sfugga a nessuno - per come è andato sui media nazionali, è veramente un segno molto negativo per il Piemonte. Ed è di tristezza per tutti e di responsabilità per tutti.
Nella sua esposizione l'Assessore ha fatto emergere un primo buco nella struttura, che porta anche a parlare di una responsabilità oggettiva, non soggettiva, di questo governo, che doveva assolvere a dei compiti organizzativi. Lei ha detto che le ore 16 è l'ultima ora di rilevazione e si fa con il telefono, come si faceva 40 anni fa. Poi ci sono 16 ore di silenzio per sapere che cosa succede nelle disponibilità della rianimazione; questo nel 2003, con una spesa d'informatica enorme. Lei sa che il suo Assessorato ha una spesa d'informatica enorme. Si tratta qui di operare con programmi abbastanza modesti, per mettere in rete, in tempo reale, la conoscenza da un'autorità anche centrale, che abbia l'autorevolezza, in questi casi, di poter intervenire, come avviene nella Protezione Civile, e che possa forzare alcune situazioni. Questo è un fatto estremamente grave.
Se poi corrisponde al vero quanto dice il collega Palma che al Sant'Anna c'erano dei posti, è grave, perché questi si possono determinare dalle ore 16 alle ore 19, alle 20. Lei infatti ha anche accennato che il posto di Novara, che all'inizio era disponibile, è sfuggito dopo un'ora perché c'è una dinamica che non si può controllare con la telefonata delle ore 16.
La si controlla solo avendo un sistema in tempo reale, che segnali che in un'altra realtà c'è uno spostamento in corso d'essere.
E' stato anche accennato che c'è una certa vischiosità burocratico organizzativa a liberare i posti della rianimazione nelle ore più critiche dei servizi, nelle ore tardo serali e della notte.
Questo è un altro elemento di responsabilità vostra, perché essendo dei posti critici, la rianimazione in qualsiasi momento si deve liberare quando ci sono realtà che non hanno più questa esigenza.
Personalmente sono convinto che al mattino - e l'indagine dovrebbe essere fatta in questo modo - ad esempio alle ore 7, molti posti di rianimazione si sono liberati. Ma si sono liberati non perché le ore 7 era il momento cruciale per questa operazione, ma per una questione burocratico ed amministrativa, per cui non si poteva fare quello spostamento alle ore 20 o alle ore 21, per il personale, i turni e quant'altro. Quindi, qui c'è un fatto estremamente grave. L'altro elemento, certamente non solo di responsabilità regionale, riguarda l'organizzazione rigidamente a compartimenti regionali, anche in zone di frontiera con altre Regioni. Se in questo caso ci fosse stato un governo tipo la Protezione Civile, questo avrebbe potuto valutare come poteva essere la situazione ad esempio a Savona, ad Imperia e a Genova.
Invece oggi c'è la tendenza ad una chiusura ingiustamente autarchica di questi tipi di servizio. La capacità di rispondere a casi critici estremi con un'autorità centrale, che sappia superare queste vischiosità organizzative e burocratiche, s'impone. Ma non deve essere il caso che lo determina.
E' necessaria una buona e normale organizzazione, sia sulla conoscenza in tempo reale del fenomeno sia sulla capacità di avere un'autorità sopra le strutture locali, che sappia pilotare e avere una capacità di orientarsi in questo senso.
E' per questo che lei, Presidente Ghigo, è stato invocato qui, non tanto perché ci piace vederla - questo può anche far piacere - ma perch lei con l'elezione diretta, che non viene fatta nemmeno per il Presidente del Consiglio, ha una responsabilità maggiore. E in casi cruciali questa responsabilità maggiore deve vedere una sua risposta, una sua presenza.
Torno a dire che voi su questa vicenda avete una responsabilità oggettiva, perché ci sono delle carenze organizzative, al di là dei singoli comportamenti - che magari adesso andrete a cercare, a perseguire, e magari anche a punire.
Alle ore 16 del pomeriggio si chiude l'ultima verifica per sapere quali sono i posti disponibili nella rianimazione, e si riprende il mattino dopo alle ore 8. Questo si faceva 40-50 anni fa, e oggi con le risorse che voi e che la storia della sanità ha speso nell'informatica, francamente posso solo dire: "Povero Piemonte!".
Il dolore è stato grande quando ce l'hanno "sbattuto" come immagine negativa a livello di tutti i mass-media. E' per questo che non facciamo una critica e un "cannibalismo", ma diciamo che da questa vicenda deve trarsi un colpo d'ala organizzativa. Comunque, voi, dal mio punto di vista avete una responsabilità oggettiva sulla vicenda.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
E' indubbio che stiamo parlando di un fatto che ha colpito l'opinione pubblica, di una gravità inaudita, ma che pone al centro lo stato della sanità in Piemonte.
Consigliere Rossi, non si può affermare così impunemente che la responsabilità è sempre dei tecnici. Dietro la scelta dei tecnici, voi avete praticato lo spoil system, non solo nel tecnico che effettua la prestazione diretta, ma negli ambiti della Direzione e delle varie Direzioni delle ASL-ASO. E' inutile che quando poi sorgono i problemi si nega di questi la natura politica.
Della carenza dei posti letto esiste una responsabilità dei tecnici o esiste una responsabilità della politica? Della riduzione dei posti letto in rianimazione, dello stato di emergenza, che è stato evidenziato da questo caso, o della situazione attuale, esiste una responsabilità della politica? O di chi è la responsabilità? Guardate, le responsabilità politiche sono facilmente dimostrabili.
Assessore, le ho preannunciato per domani una lettera, che riguarda un altro caso: le liste d'attesa e l'uso che si fa in Piemonte dell'intramoenia, anche a seguito del risultato della Commissione d'indagine conoscitiva parlamentare, che ha evidenziato l'uso improprio di questo strumento.
Questo strumento a che cosa doveva servire se non a ridurre le liste di attesa e le code. Invece il rischio è quello che diventi lo strumento per cui in modo indebito e discutibile, i medici utilizzano questo strumento, giocando su che cosa, se non sul rapporto di dipendenza fra il ruolo del medico e quello del paziente.
Nella giornata di oggi quasi tutti i Gruppi dell'opposizione hanno presentato un'altra interpellanza che riguarda la carenza di risorse per quanto riguarda l'ex ospedale di Cumiana. Una struttura praticamente incompleta: mancano sei miliardi per la gestione, mancano le risorse per il completamento dell'arredo e via di questo passo.
Assessore e Consiglieri della maggioranza che spostate il terreno su questioni tecniche: ci sono responsabilità precise. La presenza del Presidente Ghigo è stata richiesta da tutti noi, proprio perché di fronte all'assunzione della responsabilità, nessuno sfugga. Capisco la Lega Nord: è da tre anni che invoca le dimissioni dell'Assessore D'Ambrosio, ma poi subentrano altre scelte. Qualcuno, prima o poi, dovrà pagare le inefficienze di un sistema! L'appello che faccio al Presidente Ghigo è: ci si assuma completamente le responsabilità politiche dello stato della sanità in Piemonte che, da una parte, offre situazioni di eccellenza e, dall'altra, per l'ignavia delle scelte, per risorse che bene andrebbero dirottate verso la sanità e invece trovano altri indirizzi, la sanità non rientra fra le priorità politiche della maggioranza. Questo è il dato su cui ci dobbiamo misurare senza alcuna speculazione sul fatto.
Il fatto è di una gravità enorme, oggi nessun Gruppo dell'opposizione ha presentato ordini del giorno chiedendo le dimissioni dell'Assessore. Le dimissioni sono atto che stanno non alla quantità dei voti su un eventuale voto di fiducia su questo o quel ruolo, ma al senso della responsabilità politica e dell'etica della politica.
Un politico, di fronte a questi fatti, deve sapersi assumere tutte le conseguenze.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Il Gruppo di Forza Italia nella giornata di ieri ha chiesto una comunicazione da parte dell'Assessore regionale alla Sanità: non abbiamo assolutamente chiesto le dimissioni dell'Assessore. Anche dai giornali di quest'oggi, pur con una interpretazione audace dei titoli, peraltro non ascrivibili al nostro Gruppo consiliare o al sottoscritto, nessuno pu evincere una richiesta di dimissioni. C' è stata una strumentalizzazione da parte dell'opposizione. Registro nuovi toni, ma, nel pomeriggio, ve n'erano altri, soprattutto negli interventi per ordine dei lavori che abbiamo ascoltato in aula qualche ora fa.
Ripeto, strumentalizzazione c'è stata, non sono totalmente d'accordo con il Consigliere Marengo appartenente al Gruppo consiliare che presiedo.
La strumentalizzazione si è dimostrata anche questa sera quando, alle 15,30, al rientro dalla pausa, l'opposizione ha registrato che, all'interno della maggioranza, vi era stato un chiarimento. Come il Presidente della Giunta sa, non sapendo più che cosa dire, l'opposizione ha chiesto la presenza del Presidente della Giunta regionale che, puntualmente, per disponibilità e attenzione al Consiglio, questa sera è presente. Questo ha rappresentato proprio il simbolo della strumentalizzazione e il simbolo di volere un po' marciare sulla situazione.
Le Agenzie di stampa stanno battendo proprio in queste ore una notizia secondo la quale in una Regione non vicina alla nostra, amministrata dal centrosinistra, l'Emilia Romagna, poco fa è morta una persona bruciata viva per una fuga di ossigeno in un reparto di rianimazione nell'ospedale di Ravenna.
Questo esempio per dimostrare che l'incidente in sanità è sempre in agguato. Questo è accaduto in una Regione amministrata dal centrosinistra immagino, non ne sono certo, con un Assessore regionale alla sanità appartenente ai Democratici di Sinistra che ha dovuto subire una situazione altrettanto grave ...



CATTANEO Valerio

MULIERE Rocco (fuori microfono)



CATTANEO Valerio

Ma questa non è una partita di pallone ...
PRESIDENTE



CATTANEO Valerio

Chiedo scusa, Consigliere Muliere, lasci finire il Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Come dicevo, Presidente, la strumentalizzazione è sempre in agguato.
Posso capire che le affermazioni che faccio possono dare fastidio, tuttavia credo di avere ancora la libertà di dire quello che mi sento di dire senza essere interrotto.
Abbiamo chiesto all'Assessore, nel colloquio che abbiamo avuto in sede politica questa mattina, di conoscere quanto avvenuto dettagliatamente e la relazione dell'Assessore è stata puntuale, di questo lo ringraziamo.
Abbiamo chiesto, anche, se quanto è avvenuto si poteva evitare.
L'Assessore, giustamente, ha risposto che è stata avviata un'inchiesta amministrativa interna che durerà 15 giorni e, nella fase conclusiva della relazione, l'Assessore si è impegnato a relazionare in aula: attendiamo quindi, in quell' occasione, risposte a queste domande.
Abbiamo chiesto se vi sono dei responsabili o un responsabile dell'incidente e se lo stesso poteva essere evitato, l'Assessore ci ha informato che quattro medici sono stati sospesi cautelativamente anche nell'interesse degli stessi medici. Abbiamo chiesto ancora se, all'interno della rete emergenza-urgenza e delle direzioni generali, vi fossero delle carenze e, soprattutto, se vi fossero delle proposte. Ricordo che quando l'Assessore D'Ambrosio è stato nominato tale, i posti della rete di rianimazione erano 471, che secondo le direttive nazionali il Piemonte doveva dotarsi, come obiettivo, di 570 posti e che oggi i posti sono 670: ben più dell'obiettivo.
Abbiamo apprezzato il fatto che l'Assessore, nelle conclusioni della sua relazione, abbia voluto anticipare alcune azioni che vorrà intraprendere entro breve tempo e che ripeto: "la messa in rete dell'intero sistema dell'emergenza per conoscere in tempo reale la disponibilità dei posti letto per urgenze" (eliminando, quindi, quella carenza con le due telefonate delle 16,00 e delle 8,00 del mattino).
Noi chiediamo, in aggiunta, se fra quindici giorni, o quando lo riterrà opportuno, l'Assessore ci informerà sia il termine che le modalità per raggiungere l'obiettivo. Abbiamo apprezzato, ancora, che l'Assessore ritenga di introdurre protocolli di intervento avente carattere obbligatorio, all'interno dei dipartimento di emergenza e accettazione abbiamo apprezzato che si vogliano organizzare sistemi in rete all'interno dei singoli quadranti, proprio per evitare che, in un momento di difficoltà, un paziente percorra 256 km per essere spostato, per scelta dei responsabili di un Pronto Soccorso, da Saluzzo a Domodossola.
Abbiamo apprezzato la precisazione di una destinazione di posti letto in astanteria negli ospedali sede di DEA, in grado di gestire un paziente critico per almeno 24/48 ore. Noi chiediamo di conoscere, fra 15 giorni come vorrà realizzare tutto questo.
Se l'Assessore propone all'aula queste scelte, non possono che essere prioritarie per l'Assessorato alla Sanità.
Chiediamo ancora, visto che c'è un'indagine in corso, di verificare se vi siano state delle negligenze. Non siamo tecnici, ma riteniamo che non sia normale che un paziente percorri 256 km di distanza se quello che ha detto il Consigliere Palma è vero, cioè che: l'Ospedale Sant'Anna poteva avere dei posti disponibili anche per pazienti di sesso diverso, che non escludevano il ricovero di pazienti maschi. Se è vero che a Savona, in un'altra regione, ma ad una distanza di un terzo rispetto a Domodossola, vi fossero dei posti disponibili; se è vero che l'ambulanza poteva sostare nel piazzale dell'ospedale e mantenere lì il paziente piuttosto che ricoverarlo in sala operatoria.
Poniamo questi quesiti, certi che fra 15 giorni l'Assessore vorrà darci una risposta puntuale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Venuto a conoscenza dell'accaduto, così come hanno fatto tutti i Consiglieri dell'opposizione, ho taciuto: impressionato, addolorato attendendo di conoscere le realtà dei fatti. Non ho partecipato, ne vi è stata da parte delle minoranze, ad alcuna operazione politica, come purtroppo succede, e com'è accaduto nelle fila della maggioranza. Continua a non interessarmi per nulla; non mi interessa capire se queste reiterate e abortite rese dei conti siano vere o fasulle; non mi interessa sapere se comanda di più il Presidente Ghigo o Martinat. Sono - e siamo - preoccupati per la capacità, o incapacità, del sistema sanitario piemontese di rispondere a situazioni di emergenza, così come non sono interessato ai discorsi del Consigliere Tino Rossi su alcuni Dirigente inadeguati (se ci sono). Se non si indica in quali ASL e ASO sono collocati questi Direttori inadeguati, non si fa altro che allusioni di stampo omertoso e allora se le tenga.
Mi interessa capire, invece, che cosa non ha funzionato.
Dato che l'Assessore D'Ambrosio ha stilato una relazione nella quale ha elogiato - secondo me giustamente - l'operato (così come l'ha descritto nella cronaca degli avvenimenti, con il soccorso, l'ambulanza, gli infermieri e i medici), se le cose sono andate così bene, non capisco perché si sono sospesi i quattro medici che si sono avventurati in questa vicenda. Non lo capisco. Se tutto è andato bene, perché il Direttore Generale li ha sospesi? Ha sospeso di sua iniziativa? Ha ricevuto pressioni? È giusto sospendere? Personalmente, ho l'impressione che si sia voluto, con facilità colpire qualcuno nel mucchio per avere - magari - qualche testa da mostrare davanti ai video.
Se ci sono responsabilità - e ci sono - sono quelle indicate dal collega Cattaneo. Le responsabilità ci sono e ci sono anche i responsabili.
Se un medico, invece di avere un monitor su cui vedere in tempo reale le disponibilità di tutto il Piemonte, è costretto a correre ad un telefono, a sentire un centralino, a chiamare un collega di Domodossola che in quel momento è occupato in un'urgenza (che deve pure affrontare), la colpa è del medico o di chi non ha messo a disposizione a quel medico un modo di lavorare che, come hanno ricordato alcuni colleghi, è usuale in tante piccole aziende? Di chi è la responsabilità, se non è stato messo in rete il sistema di sicurezza? È dell'Assessore D'Ambrosio e del Presidente Ghigo.
Di chi è la responsabilità, se solo adesso ci si accorge che in DEA bisognerebbe avere dei protocolli che riescano a non dipendere dalla gestione del personale e dagli orari, ma dalle emergenze che arrivano sul territorio? Dell'Assessore D'Ambrosio e del Presidente Ghigo.
Se non c'è ancora la messa in rete dei quadranti, di chi è la responsabilità? Di chi non è stato messo in rete e tutti i giorni salva vite umane e rischia la propria vita e reputazione curando i malati, o è dell'Assessore D'Ambrosio e del Presidente Ghigo, che non ci hanno mai pensato prima di questo morto? Così pure i letti in astanteria, che non c'erano e ci si accorge solo adesso della mancanza.
Le responsabilità ci sono, sono del decisore politico; due decisori politici: prima del Presidente Ghigo e poi dell'Assessore Ambrosio che per anni hanno gestito il sistema sanitario consegnandolo ad un degrado finanziario che, arrivati a questo punto, l'hanno piegato negativamente in mille forme. La riduzione di risorse all'intero sistema sanitario, che il Presidente Ghigo ha introdotto con violenza e improvvisazione nel gennaio di un paio di anni fa, ha costretto l'intero sistema, in una situazione di emergenza, a chiudere spazi e risorse senza alcuna programmazione.
Programmazione non vi é neppure adesso, perché neppure adesso c'é il piano sanitario.
Tutto questo genera un'infinità di disguidi, anche in situazione di emergenza, perché la situazione dei letti (cronici, acuti, della lunga degenza e della rianimazione) è soggetta alla gocciolina che taglia risorse, infermieri, materiale. Tutto.
Questa è la situazione in cui avete collocato la sanità e su questo ci sono delle responsabilità: si chiamano Ghigo e D'Ambrosio. Sono loro che dovrebbero essere sospesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenere il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Vorrei rassicurare i colleghi della maggioranza che nessuno della minoranza si era illuso di imminenti dimissioni dell'Assessore D'Ambrosio.
Sappiamo perfettamente che questo non avverrà, perché è un Assessore forte potente politicamente e nessuno è in grado di farlo dimettere. Noi le dimissioni le chiediamo sempre, ma pare che avvenga solo da parte della minoranza, perché la maggioranza lo sostiene e ne ha la fiducia completa, a partire dal Presidente Ghigo.
Veniamo alla relazione dell'Assessore, anzi, alla relazione del dottor D'Ambrosio (dirò poi perché dottor D'Ambrosio e non Assessore D'Ambrosio).
Non mi riferisco tanto alla prima parte, alla cronistoria dell'evento (perché puntuale e precisa), ma alla seconda parte, in cui dà un giudizio positivo sul 118. Il signor D'Ambrosio dice: "Occorre migliorare le sinergie all'interno dei singoli DEA e tra questi ultimi gli ospedali nonché le comunicazioni tra le diverse strutture e i singoli operatori applicando anche protocolli di intervento aventi carattere obbligatorio".
Concordo su questa opinione del signor D'Ambrosio.
Secondo: "Organizzare i sistemi in rete all'interno dei singoli quadranti al fine di rendere autonomi per la gestione ottimale dell'emergenza rianimatoria, perseguendo così la riduzione degli spostamenti in sedi lontane".
Concordo su questa proposta del signor D'Ambrosio.
Terzo: "Destinazione di posti letto di astanteria negli ospedali sedi di DEA, in grado di gestire il paziente critico per almeno 24/48 ore".
Concordo con questa proposta del signor D'Ambrosio.
Il problema è che non abbiamo di fronte il signor D'Ambrosio, abbiamo di fronte l'Assessore D'Ambrosio che da otto anni gestisce la sanità e tutte queste proposte avrebbero dovuto essere realizzate prima, essendo proposte organizzative minime per garantire sicurezza nella situazione di emergenza.
Lei non è il signor D'Ambrosio; lei è l'Assessore D'Ambrosio, che ha responsabilità complete e totali. Oggi viene a dirci che ha organizzato un'offerta sanitaria non in modo adeguato all'emergenza. L'ha detto poco fa. È un pesantissimo atto di accusa nei suoi confronti e nei confronti della "Giunta sanitaria". Non illudetevi - Consigliere Cattaneo non si illuda - di essere in una fase nuova. Questo è un atto di accusa, un pesantissimo atto di accusa al quale vorrei aggiungere un'altra considerazione che qui manca: la questione dei posti letto.
Non è vero, Consigliere Cattaneo, che i posti letto erano quelle cifra da lei indicate. I posti letto esistenti, indicati nel piano sanitario nel 1997, erano 270, compreso anche la terapia sub-intensiva. Sono rimasti uguali (ho qui il piano sanitario) e oggi siamo a 220.
Il problema è che la domanda sanitaria si è modificata e chi è medico dovrebbe saperlo. Si è modificata la domanda sanitaria. Non si può dare emergenza essendo modificata ed aumentata la domanda sanitaria. Questo è il problema (che anche il signor D'Ambrosio oggi qui ci racconta). Questo è il tema vero.
C'è un atto d'accusa e, nonostante tutto, voi continuate a difendere questa gestione. Vi assumete sempre la responsabilità, va benissimo, ma smettiamola con la questione dei Direttori. Il collega appartenete al Gruppo Lega Nord ha affermato: "Qui ci sono Direttori regionali non adeguati". Ma chi ha nominato i Direttori pochi giorni fa? La fiducia chi gliel'ha data? Il centrosinistra? Gliel'ha data il centrodestra con la Lega. Chi ha confermato tutti i Direttori delle ASL? L'ha fatto il centrodestra con il voto della Lega.
Smettiamola con questa duplice modalità con la quale presentarsi. La Lega ha delle responsabilità complete e totali della gestione: ha sempre approvato e condiviso tutte le gestioni; cosa che noi non abbiamo fatto.
Questo è il tema. Smettiamo di avere un duplice ruolo di maggioranza e di opposizione; assumiamoci le responsabilità e chi è al Governo deve assumersi le responsabilità fino in fondo, essendo responsabilità complete e totali.
E poi mettetevi d'accordo. L'Assessore dice: "Ma in fondo questo non va considerato un'indicazione di malasanità" e il Consigliere Marengo dice: "No, è un caso di malasanità". Personalmente, lo considero il segno di un sistema sanitario che è stato sfibrato dalle politiche del Presidente Ghigo e dell'Assessore D'Ambrosio, che hanno ridotto l'offerta sanitaria caricando pesantemente i pronto soccorso. Soltanto chi non vive la realtà di tutti giorni può dire le baggianate che dite, che funziona tutto come prima.
Per caso, avete provato a stare una notte in un pronto soccorso e vedere insieme gente che è in fin di vita e gente che ha una frattura? Lo sapete che lì si sono raccolti tutti i problemi, lì ci sono i risultati delle vostre politiche, non creando alternative? E' possibile che non avete neppure il pudore di vergognarvi a ritenere che la responsabilità sia di due medici del pronto soccorso? Non avete neppure il coraggio di assumervi la responsabilità! Cosa si verificherà nei pronto soccorso dopo questi due interventi che tra l'altro, sono anche banali, soltanto organizzativi, perché voglio vedere come potrete dire che quei medici hanno responsabilità? Cosa faranno adesso al pronto soccorso, si assumeranno le responsabilità o questo frenerà la situazione complessivamente?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



SAITTA Antonio

No, leggo quanto ha detto l'Assessore: "a titolo cautelativo la sospensione dei turni del servizio".



PRESIDENTE

Chiedo scusa!



SAITTA Antonio

Ho terminato.
E' stato annunciato un provvedimento imposto - ho questa opinione - al direttore. Si deve trovare qualcuno responsabile del fatto, non poteva essere responsabile un provvedimento "sospensione cautelativa organizzativa". Avete trovato questa forma, vi siete salvati, l'Assessore si è salvato, è sempre forte, d'altronde sappiamo che è forte AN. Dopo tante cose dette, abbiamo di nuovo la conferma che il Presidente Ghigo dice tanto, ha delle opinioni, che ha espresso diverse volte, ma sa perfettamente che l'Assessore D'Ambrosio non potrà toccarlo e non lo farà mai.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Costa Enrico.



COSTA Enrico

Signor Presidente, salvo alcune eccezioni, il dibattito mi pare non solo civile ma, in alcune circostanze, anche costruttivo. L'Assessore ha fornito un quadro della situazione, un quadro asettico della situazione una verbalizzazione, una serie di eventi, un monitoraggio di quello che è stato lo sviluppo della situazione in quei frenetici momenti.
E' chiaro che questo fatto tragico ha creato nei cittadini una grande preoccupazione, un grande disorientamento, ha creato dei dubbi e ha reso più fragile la fiducia nel servizio sanitario che le istituzioni sono in grado di offrire. La vicenda ha sicuramente creato scalpore, che è andato aumentando, giorno dopo giorno, man mano che tutti abbiamo riflettuto su quanto si è verificato e su quanto sarebbe potuto capitare ad ognuno di noi.
E' una vicenda che ha toccato direttamente la mia Provincia e le cronache hanno diffuso anche dei particolari molto precisi su quelle che sono state le vicende. La situazione ci ha portati a riflettere, ma soprattutto, ci ha portati, in qualità di amministratori, a fare un passo in più, che a noi è dovuto. Non dobbiamo sicuramente fermarci alla prognosi, dobbiamo anche cercare di valutare quelli che sono i rimedi e cercare di capire i motivi dell'accaduto, in quanto questo è ciò che vogliono i cittadini, questo vogliono coloro a cui noi oggi dobbiamo rispondere. Le motivazioni non possono sicuramente limitarsi ad una sospensione cautelativa, perché, sinceramente, questi provvedimenti, in questo momento, non li vedo motivati, vedo un provvedimento cautelativo.
Faccio l'avvocato e quando si parla di qualcosa di cautelativo vedo sempre un qualcosa di dubbioso e qui parliamo di operatori della sanità, di persone, che comunque svolgono un servizio e un'attività sul territorio quindi, è sicuramente giusto assumere dei provvedimenti una volta che tutto sarà chiarito.
Sono scettico sul fatto che un provvedimento sia stato preso in via cautelativa. E' giusto fare un monitoraggio della situazione, è giusto valutare le procedure, è giusto dare un giudizio, sia disciplinare sia sotto altri profili, ma, effettivamente, mi aspetterei delle motivazioni pregnanti.
Vengo ora ad un aspetto più generale del discorso al quale oggi dobbiamo fare riferimento: il rimedio.
Nel suo intervento, il Consigliere Palma ha fatto riferimento a modifiche semplici e banali, ma non so se le modifiche da fare alla situazione siano davvero così semplici e banali. L'Assessore ci ha offerto dei suggerimenti, delle proposte, delle valutazioni, dei protocolli che verranno innestati, che, probabilmente, daranno una propulsione, ma, oggi il sistema evidenzia delle smagliature e dei difetti. Il disorientamento è anche dovuto a questo, forse, perché non si ravvisa quella certezza e fiducia nell'istituzione che possa da adesso in avanti far tesoro dell'esperienza negativa che si è verificata e portare ad un miglioramento della situazione, vuoi perché, probabilmente, non ci sono le risorse, vuoi perché, probabilmente, non si è in grado da un giorno all'altro di migliorare la situazione.
E' necessario porsi alcuni quesiti: è vero o non è vero che il 40% (e tante volte anche il 50%) dei posti nelle rianimazioni sono occupati da casi di lunga degenza, mi riferisco agli stati di coma che si prolungano nel tempo? Questo è quanto si dice, non lo so se sia vero, ma, forse occorrerebbe far fronte a questa situazione. Si dovrebbe effettuare un monitoraggio dei letti occupati in quegli ospedali che hanno risposto negativamente alla richiesta di accesso, erano occupati tutti quanti da persone che effettivamente necessitavano di occupare un posto in rianimazione? Ritengo sicuramente di sì, ma una riflessione e un monitoraggio su questo probabilmente sarebbe utile.
Sovente abbiamo svolto delle riflessioni sul sistema sanitario, è sempre stato un problema di spesa, è sempre stato un problema economico, è sempre stato un problema solo e semplicemente affrontato con provvedimenti tampone, una volta l'IRPEF, una volta il ticket. Ora, è necessario arrivare ad una soluzione strutturale quale quella offerta dal Piano Sanitario Regionale.
Dobbiamo fare attenzione perché una sanità che non rende un servizio pubblico efficiente rischia di farci finire nelle braccia del privato, ma non quel privato che collabora con la sanità, che si confronta, che si integra con il pubblico, quel privato che intende veramente attendere la fine e l'insuccesso del servizio pubblico per sostituirlo, per surrogarlo e per lucrarci.
Spero che questo dibattito possa portare ad una soluzione o quanto meno ad una riflessione, sicuramente da non svolgere in questo momento, ma in sede di Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere. Ne ha facoltà.



RIBA Lido

Signor Presidente, la situazione organizzativa della sanità, dei servizi di emergenza e del funzionamento del 118 è tale che potrebbe aver concorso in modo determinante a causare la perdita di una vita. Di questo fatto anche noi, credo tutti, dell'opposizione sentiamo per la nostra parte una responsabilità, speriamo che voi la sentiate fino in fondo, il dibattito di questa sera non lo ha ancora messo in evidenza, ma non si è ancora concluso.
Quanto è successo ha sconvolto la mia Provincia, ancora di più la Provincia è sconvolta questa sera, nei luoghi dove la notizia è trapelata dal fatto che ad essere sospettati siano stati i quattro medici che hanno soccorso il cittadino (i due medici internisti e i due anestesisti di turno), i quali, sia detto per inciso, sono stati ringraziati dalla famiglia commossa per l'impegno, per la dedizione e per la professionalità con la quale si sono dedicati a cercare di salvare la vita del loro congiunto.
Tale questione ci pone in una situazione di grave disagio, perch siamo venuti qui, Presidente Ghigo e Assessore D'Ambrosio, come hanno già ribadito tutti i colleghi dell'opposizione - qualcuno della maggioranza ne ha dato atto - senza aver alzato alcuna bandiera di attribuzione di responsabilità, ma per cercare di capire un episodio di questo genere e per assumerci la responsabilità dell'accaduto, e non per cercare di attribuirla ad altri. È un atto di imprescindibile civiltà istituzionale.
Mi spiace e mi preoccupa aver percepito in qualche intervento (non in tutti, per la verità) il sollievo che siano stati indicati dei responsabili sanitari nei medici del Pronto Soccorso: neanche in quelli del 118, neanche in chi ha la responsabilità tecnica di gestire la circolazione dei mezzi di soccorso e di trasferimento, ma in quelli che hanno la responsabilità della cura.
In qualcuno, collega Rossi, ho avvertito addirittura l'incitamento ad individuare questa responsabilità e non altre. So bene, come hanno detto alcuni colleghi (ed è vero), che soltanto lei, Presidente Ghigo, ha chiesto più volte di noi la rimozione dell'Assessore D'Ambrosio. Sono altresì convinto che non la chiederà più, perché se continuerà a farlo un giorno o l'altro Martinat chiederà, forse con più successo, la rimozione della sua posizione.
Il problema è che la situazione della sanità è rimasta drammaticamente in quella condizione di arretratezza che veniva denunciata dagli stessi elementi esposti dall'Assessore D'Ambrosio. È un qualcosa di incomprensibile: medici che sono costretti, mentre assistono l'ammalato e lo intubano, a far ricorso alla più sofisticata professionalità di cui possono disporre con mezzi così antiquati e così inadeguati, come la telefonata manuale nell'epoca dei sistemi digitali. E un collega dice: "Dopo tre ore non avevano ancora trovato il posto".
Non so se 600 o 700 posti siano tanti o pochi, ma sono tali per cui nel momento in cui un cittadino che era stato trattato per tre ore dai sistemi emergenziali, non ha trovato il posto se non a 250 chilometri di distanza, superata la quale non ha avuto altre opportunità. Probabilmente non era soltanto per il viaggio, perché mi assicurano che dal punto di vista medico è stato fatto quello che era tecnicamente possibile in quel momento. Quello che non funziona è il sistema e l'organizzazione. Chi, come me, non si occupa tutti i giorni del problema della sanità forse non è in grado di farlo, ma i colleghi che se ne occupano hanno fornito dei dati adeguati: perché, Assessore D'Ambrosio, in questi anni siamo rimasti a questo sistema antiquato nell'epoca del digitale? Perché non si è fatto niente? Perché questa sera non si è discusso di questo? L'aver individuato la responsabilità dei sanitari è un atteggiamento fortemente preoccupante perché domani i giornali scriveranno essenzialmente che quattro sanitari sono stati sospesi cautelativamente. Cosa vuole dire "cautelativamente"? Vuol dire che sono messi in condizioni di non più creare l'ipotesi, la situazione o il reato di cui sono accusati. Abbiate pazienza, mi sembra una situazione in cui dei generali incapaci accusano di viltà i soldati che perdono la guerra! Non è accettabile. Questa non è un'assunzione di responsabilità. Assessore D'Ambrosio, noi andremo da questi medici a cercare con loro di capire e con loro ad avanzare delle proposte affinch quello che si è verificato non si verifichi più. Certamente oggi pesa l'atteggiamento che ha provveduto ad un'assoluzione politica generalizzata.
Sento un clima di sollievo nella maggioranza, perché si sente dire "Noi non abbiamo mai chiesto all'Assessore D'Ambrosio...", "Noi non abbiamo mai attribuito delle responsabilità...", "Qui le responsabilità bisogna cercarle tra i tecnici". Quattro di questi tecnici, a quanto mi assicurano ma pare che risulti anche a lei, Assessore, che ha ricevuto delle relazioni dettagliate, non sono stati sospesi dai loro superori, ma dal responsabile politico della sanità, nel senso che sono stati sospesi dal Direttore Generale, che è la nomina che viene fatta da noi, non certo per concorso! Il Direttore Generale non è mica un medico nel caso specifico ma è il responsabile politico e organizzativo della sanità. Sono stati sospesi dal responsabile politico e amministrativo. Lo trovo un atteggiamento volto a scaricare e a sollevare dalle responsabilità la complessità dei responsabili politici e degli amministratori responsabilità della quale, Presidente, anche noi saremmo disponibili ad assumercene una parte qualora questa fosse veramente la seria conseguenza che vogliamo trarre da quello che è successo.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo.
Ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Presidente, per il prosieguo del dibattito ritengo sia utile che l'Assessore D'Ambrosio, qualora lo ritenga la Presidenza, svolga un breve intervento per spiegare bene tale questione, perché ad ogni intervento assume una configurazione diversa.
Credo sia di utilità generale capire bene qual è il tipo di provvedimento adottato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ho provato preoccupazione e delusione per la relazione che ci è stata esposta. Si tratta di una relazione che, in qualche modo, non sono neanche in grado di giudicare perfettamente, vista la tecnicità, lascio quindi ogni valutazione a chi possiede le competenze per farlo.
Mi spiace e mi imbarazza il fatto che si concluda dicendo: "per abbiamo individuato, tra virgolette, i colpevoli"; magari non lo abbiamo fatto direttamente, ma lo ha fatto il Direttore Generale, però il riferimento in una relazione come questa significa in qualche modo un'assunzione, da parte dell'Assessore, di questo atto.
Credo non sia un fatto positivo ed esprimo la piena solidarietà nei confronti di questi quattro medici, forse troppo frettolosamente indicati come possibili, se non presunti, responsabili dell'accaduto.
Nella relazione dell'Assessore credo emerga un elemento deludente ovvero l'assenza di una riflessione sull'accaduto rispetto non al fatto specifico, ma rispetto al contesto. Alcuni hanno fatto riferimento al fatto che era più veloce andare a Savona, o comunque in Liguria, che non nel Verbano. È evidente, basta guardare la cartina per accorgersi che è vero. Normalmente cosa accade? Si va in Liguria? È stato un atto eccezionale cercare il posto nel Verbano e non nella provincia più vicina? Oppure è la norma? Perché se si tratta della norma, c'è qualcosa che non va nel modello che abbiamo instaurato, cioè in una certa concezione della regionalizzazione della sanità. Poi, il fatto dei 250 chilometri lo abbiamo scoperto perché c'è stato un morto; sarebbe stato importante sapere se nel corso dell'ultima settimana dell'ultimo mese dell'ultimo anno questa è stata l'unica volta in cui si è verificato, oppure se - pur non succedendo il dramma -succede spesso. Sarebbe interessante sapere se in certi periodi dell'anno o della settimana accade che si facciano 200 chilometri! Se accade spesso, il rischio di una situazione drammatica cresce, vuol dire che c'è qualcosa che non va rispetto alla disponibilità di posti letto complessiva, altrimenti si trova una soluzione più rapidamente.
Quello che è stato estremamente deludente nella relazione dell'Assessore è una riflessione rispetto a questi aspetti: questo era ci che l'Assessore doveva fare ed era questo il senso della richiesta della presenza del Presidente Ghigo. Certamente vogliamo sapere e vogliamo che questo venga fatto in modo approfondito; un'indagine sulle responsabilità eventuali, personali di chi c'è stato. Quello che ci interessa è una riflessione sul nostro sistema, se regge o non regge, cioè se funziona o meno. Anche sul caso di Novara - c'è un posto a Novara - ma ad un certo punto era occupato perché era successo un altro incidente: ma se ne succedeva uno in più, dove finiva? Occorrono riflessioni di questo genere, sulla compatibilità del sistema che abbiamo messo in atto con la situazione concreta. Credo che il problema vada posto, perché la sanità non è una struttura normale, è una struttura in cui le emergenze devono essere programmate e pensate come una possibilità concreta. Le emergenze vanno affrontate: non si può dire di tornare più tardi, che l'offerta è satura e non c'è più posto. Se siamo sistematicamente vicini ad una situazione di questo genere, occorre fare una riflessione su come agire, e questo manca completamente nella relazione. Mi pareva che fosse più utile, per non fare speculazione partire da un caso per riflettere sulla situazione complessiva e per capire non solo perché si è verificato un caso, ma per come operare affinché non si verifichi più. Ripeto, questo dopo vari giorni che il fatto è accaduto era completamente assente in questa relazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, devo dire che, per una volta, mi trovo d'accordo con le parole del collega Chiezzi, almeno quelle iniziali, quando dice che è difficile intervenire in quest'aula, quando si pensa a quello che è capitato.
Come direbbe il collega Lido Riba, il quale talvolta usa espressioni dialettali in questo contesto, venta fe-lu, e allora, proprio con questo spirito, voglio dire che innanzitutto mi spiace parlare di sanità in un'occasione come questa, mi spiace che qualcuno possa aver pensato di trovare responsabilità politiche rispetto a quanto è capitato, mi spiace la strumentalizzazione, sempre da parte di qualcuno, di un caso umano che oggi sicuramente qualcuno ancora piange e mi riferisco ai parenti del cittadino di Verzuolo.
Mi spiace anche constatare che qualche anno fa, non qualche mese fa lo dico per correttezza e onestà rispetto alle posizioni critiche che il nostro Gruppo ha sempre sostenuto nei confronti della direzione della sanità di questa Regione - mettendo anche in difficoltà i colleghi Assessori (parlo ovviamente del collega Botta, perché alcune critiche mosse nei confronti di questo comparto non nascondo abbiano potuto mettere in difficoltà anche i nostri responsabili all'interno della Giunta), quando si parlava di programmazione, di conti, di costi, di organizzazione e alcune critiche arrivavano ed erano mosse proprio da questi banchi, ebbene, da parte di chi oggi o di alcuni che puntano il dito, non ho visto tanta attenzione. Direi di più: ho visto il completo disinteresse.
E allora, oggi, di fronte ad una vicenda, direi una disgrazia, che deve farci riflettere per migliorare, dobbiamo cercare di trarre un grande insegnamento. Qui, caro collega Riba, non c'è alcun incitamento, almeno io non l'ho visto, a trovare il responsabile, almeno per quel che ci riguarda.
Non considero la sospensione cautelativa adottata nei confronti dei quattro medici come una condanna; probabilmente la cultura a cui tu appartieni, che molto spesso è una cultura giustizialista, ti porta a fare questo tipo di ragionamento. Poiché l'abbiamo verificata su altri versanti probabilmente l'abitudine ti porta a fare queste considerazioni considerazioni che noi non facciamo nel modo più...



RIBA Lido

Se hai ascoltato l'intervento del collega Rossi, sottoscrive quello che ho detto...



ANGELERI Antonello

Caro collega Riba, sto parlando per me; è già tanto se riesco a parlare per il sottoscritto, figurati se parlo per gli altri...
Devo dire, per essere costruttivo e andare verso la conclusione, che in questi giorni era in atto - l'Assessore lo sa bene - una revisione dell'organizzazione dei Pronto Soccorso. Vorrei che cogliessimo l'occasione per fare tesoro di questa vicenda, che ci fa pensare e ci rende difficile esprimere anche il nostro compiuto pensiero; vorrei che la vicenda di giovedì 22 ci portasse a riflettere su come si possa intervenire per migliorare un servizio che sicuramente è vitale.
Voglio chiudere rispondendo al collega Contu, che non vedo in aula: Il collega Contu ha parlato di spoil system e del suo esercizio da parte di questa maggioranza. Probabilmente il collega Contu si è perso qualche puntata, ultimamente, in quest'aula: il Presidente Ghigo e tutta la Giunta regionale possono essere accusati di moltissime cose, alcune addirittura le abbiamo sottolineate anche come maggioranza, di tutto tranne che di avere esercitato lo spoil system in questa Regione, soprattutto nel settore della sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Su questa triste vicenda molto è stato detto.
Vorrei solo richiamarmi alla parte organizzativa. Come abbiamo detto altre volte, se l'Assessore D'Ambrosio e il Presidente Ghigo andassero più frequentemente negli ospedali, ma non in visita ufficiale, bensì in incognito per vedere come funzionano, capirebbero meglio il funzionamento della sanità e forse saprebbero gestirla meglio.
Da molti anni sento dire da miei amici e conoscenti, tutti medici del Pronto Soccorso, che la frase che, all'inizio del turno, sentono dire più frequentemente è: "Zero posti letto a disposizione". Questa è una frase che sentono dire tutti i medici che lavorano al Pronto Soccorso, e che tutti i giorni salvano migliaia di vite.
Invece per l'Assessore e per il Presidente della Giunta c'è stato bisogno di un incidente tragico per prendere visione di questa realtà e dei problemi organizzativi.
Chi ha organizzato la sanità in Piemonte? Chi ha portato la sanità del Piemonte a questi livelli? Come ha detto l'Assessore D'Ambrosio il problema è che, alle ore 16 del pomeriggio di quel tragico giorno c'erano, in tutto il Piemonte, tre posti letto disponibili in emergenza. Se quella notte si fossero verificati degli incidenti - e sappiamo che è statisticamente facile che di notte avvengano degli incidenti - come avremmo risolto le emergenze con quei soli tre posti letto? Il tutto naturalmente è poi peggiorato dal fatto che usiamo dei sistemi quasi ottocenteschi, perché per avere il conto della disponibilità dei posti letto si deve ricorrere al telefono, e non all'informatica. Inoltre chi ha stabilito di limitarsi rigidamente ai confini della Regione? Sappiamo bene che uno dei problemi della gestione economica della sanità è la cosiddetta mobilità passiva, per cui il trasferimento da una Regione all'altra finisce per essere un costo per la nostra Regione.
Quindi, sicuramente non è colpa dei tecnici - come qualcuno ha detto se non è stato ipotizzato il trasferimento in altre Regioni, ma la colpa è di chi organizza la sanità, prevedendo che non si esca dai confini regionali. Il problema di base è la disponibilità dei posti - l'ha detto lo stesso Assessore D'Ambrosio.
D'altra parte la scure economica sulla sanità che cosa ha significato? Ha significato - l'abbiamo detto da sempre - il taglio dei posti, ma i posti letto dell'emergenza non possono essere gestiti come gli altri posti letto, che devono essere riempiti al 100% affinché siano redditizi.
L'emergenza, per sua stessa natura, deve essere disponibile quando c'è necessità, e se ci sono tanti turni che iniziano a posti letto zero doveva proprio verificarsi un fatto tragico per capire che bisognava aumentare i posti letto? E' questo che diciamo: otto anni di gestione della sanità per accorgersi che bisogna fare qualcosa per aumentare i posti letto dell'emergenza. Quindi, il dato politico è proprio questo: nella responsabilità di chi ha organizzato la sanità in questo modo.
Lo stesso Assessore dice: "provvederemo a far sì che ci siano dei posti in astanteria per le emergenze". Ma bisognava arrivare ad una morte in condizioni tanto drammatiche perché l'Assessore se ne rendesse conto? Di fronte a questo fatto, l'Assessore e il Presidente Ghigo, invece di prendersi le responsabilità di una gestione sanitaria che ha condotto a questi disastri, cosa fanno? Pensano di sospendere cautelativamente i medici che hanno operato al Pronto Soccorso, quegli stessi medici (come tutti quelli del Piemonte) che chissà con quale animo, quando si accingono a salvare la vita di migliaia di cittadini piemontesi, si sentono dire: "posti letto zero", e dovranno iniziare un turno di lavoro, sapendo che la scure di D'Ambrosio e di Ghigo, attraverso il Direttore sanitario, potrebbe abbattersi su di loro, non per colpe che hanno loro, ma per colpa della struttura sanitaria che non ha posti letto per l'emergenza.
Di fronte a questi fatti non siamo noi che dobbiamo chiedere le dimissioni dell'Assessore, ma l'Assessore stesso e il Presidente Ghigo dovrebbero prendersi le responsabilità che hanno per avere organizzato in questo modo la sanità piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente.
Penso che tutti quanti dobbiamo riflettere su questo caso, perch ritengo che non sarà l'unico, e quando dico che non sarà l'unico, dico la verità, perché sarà così.
Abbiamo detto che la sanità è un argomento particolarmente difficile quindi, la riflessione che dobbiamo fare, cari colleghi, è valutare se effettivamente, in questo momento, il servizio che si offre è un servizio coerente o meno.
Volevo fare notare ai colleghi ed all'Assessore che un'indagine della Corte dei Conti, a pagina 174 e 175, mostra degli indicatori e richiede al sistema sanitario la correzione del modo in cui si sta gestendo la sanità.
Stasera nessuno di noi sta affermando nulla di nuovo, perché stiamo dicendo da parecchio tempo che la sanità è un problema particolarmente difficile, che però non riusciamo a risolvere.
Qualche collega, per cercare di alleviare il dolore, si ostina a fare il paragone con altre Regioni, nelle quali accadono le medesime cose. In altre occasioni si è detto che il costo sanitario pro-capite per ogni cittadino è inferiore a quello delle altre Regioni.
Insomma, mettiamoci d'accordo, perché se è un discorso fiscale dovremmo dire ai cittadini del Piemonte che i 7 miliardi di imposte che noi incassiamo non sono sufficienti per attuare il famoso "modello Piemonte" che la Giunta voleva esportare. Ogni due mesi c'è un modello nuovo da esportare, però quello che si nota è solamente che la sanità, in questo momento, non migliora.
Voi che cosa proponete per cercare di migliorare questa sanità? Di proposte se ne possono fare 50 mila, il problema è che almeno una, in qualche modo, bisogna portarla a termine, cercare di essere coerenti e utilizzare al massimo le risorse in questo momento disponibili.
Non bisogna andare tanto lontano per capire che c'è qualcosa che non funziona, Assessore - con tutto il rispetto per la managerialità se lei esprime in questo settore. Se lei in questo momento telefona alla Medicina del Lavoro per una visita, le dicono che le visite sono bloccate per 8-10 mesi.
Quindi, il mio ragionamento è questo: capisco che bisogna ottimizzare i costi e che bisogna gestire bene la cosa, però un discorso è l'ottimizzazione del servizio, un altro è l'eliminazione del servizio.
Questa Giunta passerà alla storia per avere triplicato i costi della sanità e per avere eliminato un terzo o un quarto del servizio.
Quando noi sosteniamo che le cose vanno fatte in modo più accorto, vuol dire che bisogna calarsi di più nel problema. Vogliamo un sistema nel quale tutti quanti possiamo lavorare per portarlo avanti. Non si possono promettere modifiche che poi non apporteremo.
Possiamo proporre di togliere il potere monocratico ai Direttori Generali perché la politica si deve "togliere di mezzo" dalla gestione sanitaria. La Giunta nomini i Direttori Generali, ma il giudizio deve arrivare dal consenso informato delle persone che vengono ricoverate e dagli Enti locali. Se non c'é questo bilanciamento, non riusciamo a migliorare la sanità.
Parecchie volte abbiamo dato indicazione di dividere la gestione clinica da quella amministrativa, noi continuiamo a dire che questo mix non può andare avanti. Non dico che l'Assessore sia incompetente, anzi, ritengo sia una persona capace, ma l'insieme delle cose funziona in un modo da non garantire nessun tipo di servizio. Se non eliminiamo la politica dalla sanità, non riusciremo mai ad ottimizzarla.
Bisogna fare attenzione a che questa Giunta non passi alla storia come quella che ha "rilevato" la sanità 90 mesi fa ad un costo di 5 mila miliardi e, tutt'oggi, dopo 90 mesi, siamo a 12 mila miliardi e con la riduzione di 4000 posti letto e un morto in più.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni

Ogni volta che succedono fatti gravi come quello di cui stiamo trattando, si ripete la solita ritualità. Ci troviamo a sciorinare analisi e controanalisi con il contorno di giornalisti e televisione che giustamente, data l'importanza degli avvenimenti, si preoccupano di dare risalto nei loro servizi senza che i fatti cambino più di tanto. Mentre pensavo a questo, mi veniva in mente una vignetta di Altan che recita: "si nasce, si muore, il resto sono tutte chiacchIere".
Oggi, Consiglieri, si è vissuto in un clima molto pesante, bastava sfogliare "La Stampa" questa mattina per rendersi conto di quello che ho detto imbattendosi in un titolo a otto colonne che recitava: "La Lega: è ora di cacciare D'Ambrosio". In un altro giornale il Capogruppo della Lega Nord, Oreste Rossi, dichiarava che: "La struttura tecnica della sanità piemontese, non é all'altezza delle necessità. La Lega, già in tempi non sospetti, aveva chiesto la sostituzione di tre direttori regionali e della maggioranza dei direttori generali di ASL e ASO. L'Assessore D'Ambrosio ha invece insistito sulle proprie posizioni, ottenendo la conferma sia dei direttori regionali che della maggior parte dei direttori generali. Oggi" continua il Capogruppo della Lega, "l'Assessore deve assumersi tutta la responsabilità politica per aver mantenute inalterato il quadro dirigenziale di una sanità che aveva già mostrato segni di grande debolezza: chi sbaglia dovrebbe pagare".
Se autorevoli membri della maggioranza si esprimono in questo modo, a noi della minoranza cosa tocca aggiungere? E' questa una nostra strumentalizzazione? Il fatto di cui parliamo ha assunto, purtroppo, una rilevanza nazionale. Anche perché è accaduto in una Regione come la nostra che, in pieno 2000 e nell'immaginario collettivo, è considerata depositaria di tradizioni civile, che non ha eccessivi problemi economici e che presta grande attenzione a certi problemi, specie se sono di interessi generale come quello della sanità.
Questa volta, però, ci è "scappato il morto" con modalità da Terzo Mondo. Un cittadino nemmeno cinquant'enne colpito da infarto, viene portato in condizioni generali compromesse da Saluzzo a Domodossola per circa 300 km su un'ambulanza dove avrebbe dovuto avere la stessa assistenza che si riceve in rianimazione. Non voglio entrare nel merito dell'episodio di cui altri hanno l'obbligo di interessarsi, anche perché sono convinto che esso non si debba annoverare in un fatto di ordinaria malasanità. E' più vero simile pensare, invece, ad uno stato di malessere che è una situazione diversa, che interessa strutturalmente, funzionalmente tutta la nostra sanità specie nei suoi ranghi, cosiddetti, di eccellenza. Si tratta di una malattia che non si evidenzia con il termometro, ma che si manifesta con episodi come quello di cui stiamo parlando.
Lo stesso Ministro Sirchia ribadiva in una intervista televisiva che era veramente stanco di programmare la sanità pensando poco alla salute, ma tanto al bilancio. Forse in quel momento palava il medico e non il Ministro.
E' stato ricordato questa sera che il Piano Sanitario Regionale è scaduto nel '99: nel 2003 siamo ancora senza Piano Sanitario Regionale. Ci vuol dire che la nostra sanità è immersa nella confusione e non sa come uscirne. Il fatto che sono stati sospesi quattro medici, anche se in via cautelativa, è un atto "forcaiolo" dato in pasto alle prime pagine dei giornali per calmare la piazza: il solito mostro sbattuto in prima pagina.
Alla luce del racconto dell'Assessore, non si evince nessuna colpa a carico dei sanitari. Il garantismo, mi si consenta, non vale solo per i primari o per i direttori generali, ma per tutti. Ci siamo mai preoccupati dei loro tourn over? A rimpiazzare quelli che vanno in pensione o in maternità? Agli specialisti o agli infermieri che mancano? Bisogna provvedere a programmare una sanità a dimensione territoriale, ogni territorio abbia la sue camicia geo-sanitaria costruendo strutture e regole per risolvere la domanda di salute e non solo pensando alle spesa.
Assessore non si affidi alla elasticità di certi operatori, lei sa bene che il buon senso di questi tempi è una cosa rara. Si creino regole per una buona sanità, supportata da strutture idonee per realizzarla: avrà tutto il nostro appoggio. La salute interessa tutti e, purtroppo, è una materia composita, complessa e difficile per cui ha bisogno veramente di tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta Marco, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Marco

Presidente, colleghi, permettetemi di rivolgere un pensiero e un ringraziamento per la dignità dimostrata alla famiglia colpita da questa tragedia; dignità che forse tanti altri non hanno saputo dimostrare.
Questa sera tiriamo tutti un sospiro di sollievo: dopo gli episodi dei giorni scorsi e alcune prese di posizioni, c'era la possibilità che la serata di stasera facesse piombare la politica nella meschinità e nella strumentalizzazione, invece il dibattito si è svolto in modo civile e pacato. Civile e pacato.
Il nostro pensiero va alla sofferenza - che ritengo vera - provata dal Presidente Ghigo e dall'Assessore D'Ambrosio nelle giornate di venerdì e sabato. Sofferenza non dovuta ad una lesione dell'immagine, ma alla tragicità dell'episodio.
Oggi il nostro pensiero va anche a quel Presidente di Regione e a quell'Assessore alla Sanità dell'Emilia Romagna che da domani dovranno confrontarsi, forse con un problematica come quella vissuta dal nostro Presidente Ghigo e Assessore D'Ambrosio nel fine settimana.
Piena condivisione della relazione dell'Assessore D'Ambrosio; relazione precisa in tutti e tre i momenti in si è articolata: il momento del racconto, della cronistoria degli avvenimenti e dei fatti (puntualmente ricostruiti); il momento della comunicazione dei provvedimenti che nella piena e assoluta indipendenza il Direttore generale ha assunto nei confronti dei medici a loro garanzia (Dio non voglia che qualcuno pensi che ci sia stata un'intromissione o una forzatura perché così non è stato; n che si sia voluto, con questo provvedimento, creare un capro espiatorio; n portare qualcuno alla gogna perché lontana è la nostra cultura e la nostra tradizione politica da questi atteggiamenti); terzo momento la proposta.
L'Assessore D'Ambrosio ha individuato alcuni momenti e alcune iniziative che devono essere poste rapidamente e che tenderanno a migliorare la situazione.
Qui diventa difficile comprendere il pensiero di chi dice, di fronte a proposte concrete e serie, che queste sono un atto di accusa alle inefficienze. No, questa è la volontà di migliore il sistema dell'emergenza: sistema esemplare per l'intera Italia e che il Piemonte ha la superbia di avere sperimentato per primo e oggi è copiato da gran parte delle Regioni italiane.
Veniamo al dato politico, perché accanto alla presa di coscienza dell'infausta giornata di giovedì, oggi alcuni Gruppi hanno posto il dato politico. Non possiamo essere d'accordo con chi spiega quello che è avvenuto con le problematiche generali della sanità piemontese. È una sanità che si situa tra le quattro/cinque sanità migliori d'Italia; è una sanità che è stata interessata da provvedimenti giusti e sacrosanti di razionalizzazione, ma è una sanità che non ha mai toccato - e qui dobbiamo essere molto chiari - ad esempio i posti letto per i dipartimenti emergenza. È una sanità che dal 1997 al 2003 ha aumentato i posti letto nel dipartimento emergenza ed urgenza in maniera sensibile, senza mai arrivare a un taglio degli stessi.
Se nel piano sanitario nazionale '94-'96 è previsto il 2 o il 3% dei posti letto rispetto ai posti letto per acuti, nel '97 abbiamo in Piemonte 471 posti letto di emergenza (pare al 2.1% dei posti letto); nel '99 abbiamo, in virtù degli obiettivi posti con il piano sanitario regionale '97-'99, 570 posti letto (pari al 2.7) e oggi abbiamo, nel 2003, 636 posti letto, che ci collocano al 4% sui 15 mila posti letto della sanità piemontese.
Questi sono numeri, non sono parole, fandonie o questioni politiche strumentalmente addotte; sono numeri certi che ci fanno capire che è da rimandare al mittente l'accusa che questo fatto grave e doloroso, che ha creato sofferenze a noi e alla famiglia interessata, sia dovuto ad una cattiva gestione della sanità piemontese.
Per quello che, riconfermando la fiducia all'Assessore D'Ambrosio, e naturalmente al Presidente Ghigo, li preghiamo di continuare ad occuparsi in questa maniera della nostra sanità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Desidero rilevare come la discussione si sia svolta in un clima di sostanziale misura e rispetto per le persone, perché vicende come queste che hanno portato alla morte di un cittadino, potrebbero essere prese a spunto per valutazioni demagogiche o ultronee rispetto al fatto stesso.
Dalla relazione dell'Assessore (cui apprezzo la tempestività e la presenza del Presidente Ghigo) abbiamo rilevato il sostanziale prevalere di un atteggiamento burocratico nella vicenda. Il rispetto - come ci è stato detto - dei protocolli, magari insufficienti o incompleti, ma la sconfitta del buon senso. Il cittadino comune non riesce ad accettare l'idea che per trovare una adeguata (poi abbiamo visto che era comunque non utile per salvare la vita umana) assistenza occorra portare questa povera persona in giro per il Piemonte.
Questa è la sconfitta del buonsenso.
Alcune domande all'Assessore, anche se questi dati mi pare siamo già stati forniti. Negli ultimi sei anni i posti per le emergenze sarebbero passati da 471 ad oltre 600, ma questi posti sono tutti in piena attività? Sono puntualmente e pienamente disponibili? Se sono aumentati, essendo aumentate anche le esigenze, la domanda è la seguente: da quali pazienti erano occupati questi 600 e oltre posti letto quella sera e quanti di questi pazienti sono stati dimessi il giorno dopo? E' nuovamente incomprensibile per il cittadino di buonsenso pensare che non si sia trovato un posto più vicino dove prestare l'assistenza medica.
Relativamente alle proposte di miglioramento di questo servizio formulate dall'Assessore, dobbiamo pensare di superare l'ambito strettamente regionale nell'attrezzarci per affrontare queste esigenze altrimenti dovremmo pensare che se si verificasse una vicenda come questa a La Spezia, invece di rivolgerci agli ospedali di Pisa, Massa o Lucca dovremmo effettuare il trasporto fino a Ventimiglia, che è molto più distante di quelle tre realtà, ma è nella stessa Regione.
Attendiamo che l'Assessore, alla fine di questi quindici giorni di tempo che si è preso, che mi paiono ragionevoli per esperire la sua indagine interna, ci prospetti questa ipotesi di miglioramento e le sinergie che ritiene debbano essere utilizzate per migliorare il servizio.
Un'ultima domanda: la sospensione cautelativa dei medici è stata disposta per tutelare quale bene, la sanità in Piemonte? Allora, sarebbe necessaria una valutazione in base a quali elementi, perché abbiamo sentito dalla relazione dell'Assessore che non ci sarebbero stati degli scostamenti dai protocolli, o non ci sarebbero stati dei comportamenti non idonei da parte dei medici? Oppure, come ritengo, a tutela dei medici stessi? Non si può lavorare in un settore così delicato, come quello dell'emergenza, con una pressione psicologica dei media come quella a cui sono sottoposti i medici che si sono trovati ad operare in quella sfortunata vicenda.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Anche noi intendiamo concludere questa serie di interventi partendo da quanto diceva adesso il collega Deorsola. Assessore D'Ambrosio, Presidente Ghigo e colleghi della maggioranza, noi siamo profondamente convinti che il segnale dato sulla vicenda della sospensione cautelativa sia un gran brutto segnale.
Noi ci sentiamo in dovere, così come hanno fatto tutti i miei colleghi lo faccio anch'io, di ribadire il nostro ringraziamento, fermo e convinto a quei quattro medici che sono intervenuti in quel pronto soccorso. Siamo convinti che si tratti di gente competente, abituata a lavorare tutti i giorni in condizioni di grande difficoltà - e voi lo sapete - a contatto con gli aspetti più brutti e più pesanti. Siamo convinti di dover ringraziare e apprezzare il servizio svolto dagli operatori del servizio 118 che per tante ore hanno tenuto in vita quella persona.
Siamo convinti di questo e lo ribadiamo, vi invitiamo, amici della maggioranza, a ritornare sulla posizione. Non ci interessa sapere chi è che ha dato questo ordine e questa disposizione, ma è un brutto segnale quello che date, in quanto è come se voi intendeste risolvere tutta questa vicenda facendo pagare all'ultimo, che è quello che normalmente tutti giorni si spacca anima e core nel pronto soccorso con le vicende delle peggiori questioni della vita; quella che viene compiuta in questo caso è un'ingiustizia.
Essendo distratto, Presidente Ghigo, le rinnovo l'invito: ritornate sulla posizione di sospendere, anche solo cautelativamente, quegli operatori. La gente che lavora nel pronto soccorso e in emergenza ha bisogno di essere sostenuta ed incentivata, deve ricevere fiducia.
Noi siamo convinti che sono le scelte politiche quelle che determinano certe situazioni, poi, ci può essere l'operatore che sbaglia, ma, in questo caso, è sbagliato dare un segnale di questo tipo, assumiamoci delle responsabilità, anche perché i segnali c'erano da molto tempo. Come mai quattro mesi fa, proprio gli operatori dell'emergenza sono venuti in IV Commissione a sottoporci insistentemente la necessità di rivedere e riorganizzare il sistema di emergenza e urgenza sanitaria in Piemonte? Presidente Cota, noi abbiamo presentato delle interrogazioni, ma continuiamo ad aspettare le risposte, sono riuscita a recuperarne una del 13 febbraio 2002, dal titolo: "Situazione gravissima di carenza del personale presso i reparti di terapia intensiva".
Esistono dei segnali, purtroppo, è credibile dire che 150 giorni all'anno quei posti non sono disponibili, quegli stessi posti che quel giorno non si sono resi disponibili. E' credibile dire che, dal nostro punto di vista, la conseguenza di quanto si è verificato è legata alle scelte politiche compiute in questa Regione. Dovete ritornare su quelle scelte e operarne delle altre; a questo punto, è un dovere, avreste dovuto farlo prima. Dovete ragionare sulle cause epidemiologiche che sembra vogliate ignorare a tutti i costi, in quanto l'allungamento della vita è una risorsa e se le persone vengono salvate sulle ambulanze, grazie al grande sviluppo tecnologico delle apparecchiature, è chiaro che successivamente, arrivando vive in ospedale, necessitano di posti liberi.
Se i malati di cancro vivono per molti anni - per fortuna - vuol dire che si devono predisporre dei posti ad hoc, ma tutto questo non è stato fatto.
Non si può continuare a martellare sugli operatori con il blocco del turn over, con le non assunzioni, con le intimidazioni affinché non si proceda alle assunzioni quando è evidente che c'è carenza di personale e difficoltà di organizzazione; si tratta di scelte politiche prima che di scelte tecniche.
Quanto è accaduto, senza fare sciacallaggio, in quanto questa vicenda non ci ha visti in alcun modo protagonisti dal punto di vista dello sciacallaggio, non ci interessa, impone una revisione profonda, seria e onesta, forse, in questo caso, anche un po' di etica non guasterebbe, ma lì sono necessari gli attributi e il coraggio per certe scelte che, forse, non ci sono, per lo meno, si rivedano certe scelte politiche che, forse, hanno contribuito a giungere a questo punto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, On. Enzo Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Prima di tutto vorrei ringraziare l'Aula per aver affrontato questo tema, che sicuramente ha scoperto molti nervi e ha fatto soffrire, in questi giorni, tutti noi in modo civile e propositivo.
Al di là del dibattito e delle rispettive posizioni, mi sembra di poter affermare che in tutti gli interventi abbiano voluto offrire un contributo nel tentativo di dare qualche risposta. Ancora di più, ritengo sia opportuno intraprendere qualche strada affinché episodi come questo, che hanno fatto soffrire tutti noi, possano essere gestiti o addirittura prevenuti.
Indubbiamente, non mi sento di affermare che episodi come questo non potranno mai più accadere, perché un incidente (perlomeno così intendo considerarlo) può chiaramente capitare. Purtroppo, la perdita di una vita umana è un aspetto del quale naturalmente siamo tutti colpiti e sul quale dobbiamo riflettere.
Nel trarre alcune considerazioni, permettetemi di fare, in premessa alcune riflessioni, perché è importante centrare l'argomento nella sua complessità.
Prima di tutto, vorrei chiarire che il provvedimento di sospensione cautelare è stato assunto dal Direttore generale dell'Azienda. Per quanto mi risulta - ma di questo sono sicuro - nessun responsabile politico del Governo di questa Regione ha indotto o ordinato al Direttore generale di assumere questo provvedimento.
indubbio che il Direttore generale sia responsabile dell'Azienda che gli abbiamo assegnato; in totale autonomia, quindi, ha deciso di assumere questo provvedimento. Condivido la spiegazione del Consigliere Marengo ed anche il Consigliere Angeleri mi sembra abbia sottolineato questo aspetto nel dibattito: proprio per la connotazione che questo evento ha assunto forse è opportuno, a loro tutela, mettere quei medici nella condizione di non essere giudicati.
Personalmente, nelle dichiarazioni che ho fatto, non ho espresso alcun giudizio di merito, ma indubbiamente è opportuno che chi ha le competenze per farlo, faccia le considerazioni e le analisi che ritiene di fare. Dico questo perché naturalmente l'unica cosa che mi sento di non fare, è tentare di scaricare queste responsabilità su altri.
Sono stato sollecitato dall'opposizione ad assumermi le mie responsabilità e lo farò.
In qualità di Presidente di questa Regione, proprio perché eletto direttamente, ho indubbiamente responsabilità oggettive, dalle quali non mi sottraggo. Sono chiaramente giudicato dal dibattito del Consiglio ed, in seconda istanza, dal voto degli elettori. Questo vorrei ribadirlo con chiarezza.
una vicenda che mi ha profondamente colpito. Ho vissuto questi giorni insieme all'Assessore D'Ambrosio con un grandissimo senso di sofferenza.
Quello che è accaduto, è un fatto inspiegabile che ha ferito tutti noi.
Sui motivi che qualcuno paventa - di carenze organizzative all'interno dell'organizzazione sanitaria piemontese - le posizioni sono state diverse.
Qualcuno sostiene ci siano; personalmente, ribadisco che si tratta evidentemente, di un sistema complesso e difficile. È un sistema sul quale chiaramente si procede in progress, con continui miglioramenti. Ci sarà probabilmente qualche elemento di discrepanza, però concedetemi alcune riflessioni.
Qualche Consigliere sostiene che la disponibilità dei 670 posti letto dovrebbe essere gestita in rete. Su questo aspetto ci sono probabilmente delle migliorie ancora da realizzare. Permettetemi di porvi un esempio specifico: visto e considerato che la tecnologia sembra essere l'unica soluzione, poniamo il caso che nella situazione che si è verificata, fosse apparso a video che nessun posto era disponibile. Come nel caso dei posti aerei, infatti, questa tecnologia dice che si è in lista di attesa, in stand by o quant'altro. Che cosa si sarebbe potuto fare in quel caso anche con la tecnologia? Su questo aprirò una breve parentesi.
Ho sentito parlare, da parte di alcuni Consiglieri, di buonsenso: l'ha detto il Consigliere Caracciolo e l'ha poi ripreso nel suo intervento il Consigliere Deorsola.
Permettetemi di dire almeno questo: naturalmente non voglio addossare responsabilità a nessuno; ho detto che mi assumo quelle oggettive di Presidente della Regione Piemonte. Però, su questo caso specifico, una domanda me la sono posta ed un poco più di buonsenso nel gestire quella situazione, forse, sarebbe stato opportuno; diciamocelo, o almeno mi sento di dirlo a me stesso e a tutti voi. È una riflessione complessiva sulla quale, insieme alle altre pienamente condivisibili emerse nel dibattito dobbiamo chiaramente riflettere ed assumere delle decisioni. Il Consigliere Caracciolo ha affermato: "Non fidiamoci del buonsenso, aumentiamo i protocolli. Diamo più specifiche". Ma allo stesso tempo il Consigliere Palma sostiene che erano disponibili alcuni posti all'ospedale Sant'Anna e probabilmente non sono stati utilizzati.
Regolare un sistema di questa portata solo con procedure standard è un rischio che onestamente, per quella poca esperienza che ho di sanità, non mi sento di assumere, perché proprio nella sanità la componente umana è un fattore fondamentale. E proprio perché nella sanità la componente umana è un fattore fondamentale, non mi sento di affidare responsabilità a nessuno nel settore della sanità, cioè nel personale medico, anche se rispetto la decisione che il Direttore generale ha assunto: dovrà fare evidentemente le sue verifiche e ritengo che abbia assunto questa decisione secondo i propri convincimenti. Come vedete, la situazione è complessa.
stato introdotto, inoltre, un altro tema dal quale non mi posso sottrarre: tutto questo capita perché abbiamo tagliato i fondi della sanità.
Cari signori, se vogliamo andare a ritroso, allora la responsabilità è dell'Assessore D'Ambrosio, è del Presidente Ghigo, è del Governo italiano ma se vogliamo proprio andare a monte - permettetemi di dirlo come battuta ma neanche tanto ... - la responsabilità è anche del Patto di stabilità perché uno dei principali motivi per cui la sanità deve essere gestita in questo particolare periodo storico del nostro Paese (ma non solo, anche della Francia, della Germania e degli altri Paesi della Comunità Europea) è la decisione di dotarci della moneta unica e di sottoporci ad un Patto molto stretto, che non ci permette di accendere mutui o debiti.
Con questa spiegazione non ho la pretesa di rispondere o di spiegare i motivi e le colpe eventuali di inefficienza che abbiamo nell'amministrare la sanità, ma sfido chiunque abbia responsabilità di governo, in una materia complessa come la sanità, a dire che non esistono carenze. In tutta sincerità, un'affermazione di questo genere non mi sento di farla, perché è un sistema complesso, è un sistema in continua evoluzione, sul quale c'è da rompersi la testa se si tenta di trovare soluzioni in una situazione in cui tagliano i fondi da tutte le parti.
A livello nazionale stanno per concludere un contratto di rinnovo del personale medico, in discussione da un anno e mezzo. Questo contratto porterà ad un incremento medio, almeno in base alle trattative sindacali del 10% della retribuzione del personale medico.
Voglio solo dirvi che l'approvazione di questo contratto che, notate alla faccia del federalismo fanno a livello nazionale e poi scaricano sulle Regioni, costerà, mal contato, in vecchie lire, circa 200 miliardi.
Significa che, se dovremo fare fronte, come Regioni, a questo contratto del personale medico, avremo (tutte le Regioni) una sull'altra, disavanzi ulteriori di circa 200 miliardi.
Ho svolto queste considerazioni, non per trovare giustificazioni perché di fronte a un caso come questo, obiettivamente, non ci sono giustificazioni, ma per dare a voi anche la conoscenza della situazione nella quale ci si muove. Certo, la programmazione sanitaria è datata 1997 nel senso che in alcune situazioni non c'è neanche una programmazione datata. Noi siamo, comunque, una Regione leader ed abbiamo ereditato una sanità in buono stato; l'abbiamo migliorata e vogliamo ancora migliorarla.
Vi posso dire che l'Assessore d'Ambrosio, nonostante sia "politicamente potente" - come dice il Consigliere Saitta - si è preso i rimbrotti che si doveva prendere. Nonostante, cioè, il Consigliere Saitta sostenga che l'Assessore D'Ambrosio è così potente da mettermi nella condizione di non permettermi di discutere con lui l'operato della sanità, vi posso garantire che, tra sabato, domenica e lunedì mattina, l'argomento è stato molto approfondito e sviscerato con l'Assessore D'Ambrosio, tanto è vero che anche nella riunione della Giunta di lunedì mattina abbiamo discusso molto su questo aspetto, ed abbiamo sollecitato l'Assessore ad assumere quei provvedimenti sui quali si è impegnato anche con l'Aula. Cercheremo di fornire, nell'arco di 15 giorni, risposte che possano rappresentare, per i cittadini che amministriamo, un riconoscimento a questo brutto momento che la nostra Regione ha vissuto, nel caso specifico della situazione di cui abbiamo discusso questa sera.
Noi, non solo mettendoci buona volontà (questa è chiaramente una dichiarazione non sufficiente), ma anche sollecitando soluzioni auspichiamo che la discussione e le consultazioni sul Piano sanitario, che riprenderanno la prossima settimana, possano obiettivamente vedere una concreta partecipazione, anche da parte dell'opposizione, come questa sera ha dimostrato di essere in grado di fare, a livello di contributo.
Ho detto e ripeto di aver apprezzato la serietà dei loro interventi ed il desiderio di fornire, di fronte ad un caso come questo, una legittima critica nei confronti dell'operato della Giunta ma, nello stesso tempo, una propositiva sollecitazione ad assumere provvedimenti che permettano che casi di questo genere non possano più ripetersi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Dichiaro chiusa la seduta...



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la parola per un chiarimento, Presidente.



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, la seduta è esaurita, abbia pazienza!



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la parola per un chiarimento! Che risulti a verbale che chiedo la parola per un chiarimento!



PRESIDENTE

Va bene, risulta a verbale che lei ha chiesto la parola per un chiarimento.



CHIEZZI Giuseppe

Il Presidente Ghigo ha detto che, secondo lui, questa vicenda poteva essere gestita con un po' più di buonsenso. A cosa si riferisce il Presidente Ghigo, quando dice questo? Ci vuole spiegare questo? Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 0.02)



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