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Dettaglio seduta n.355 del 27/05/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.17)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Comunico che l'Assessore D'Ambrosio svolgerà all'Assemblea la comunicazione già preannunciata nell'odierna seduta antimeridiana (decesso del cittadino di Verzuolo presso l'Ospedale S. Biagio di Domodossola). Il dibattito che seguirà la comunicazione assorbirà gli atti ispettivi collegati (interrogazioni del Consigliere Caracciolo, del Consigliere Saitta ed altri; richiesta di comunicazione del Capogruppo di Forza Italia e da parte del Gruppo della Lega Nord).
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Questa mattina abbiamo sospeso i lavori su richiesta della maggioranza, di fronte al problema di determinare una posizione della Giunta regionale rispetto al gravissimo fatto accaduto ad un cittadino piemontese, morto per una carenza di assistenza. La seduta del Consiglio è stata, pertanto, sospesa.
Mi sembra di capire che la riunione della maggioranza sia terminata l'Assessore D'Ambrosio è presente, ma non vedo il Presidente Ghigo.
Come opposizione, riteniamo necessario, utile e politicamente doveroso a fronte di un fatto così grave, discutere alla presenza del Presidente Ghigo.
Desideriamo sapere se questo è possibile, se il Presidente Ghigo è in arrivo.
Questa è una preliminare: capire se è possibile discutere in presenza del Presidente Ghigo; in base alla risposta che ci sarà fornita, decideremo il da farsi, perché anche noi potremmo avere bisogno di riflettere su questo punto.
Mi sembra che anche il Presidente Cattaneo abbia chiesto di parlare sull'ordine dei lavori. Da parte nostra, una delle questioni che poniamo pregiudizialmente e inizialmente è quella della presenza del Presidente Ghigo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Voglio innanzitutto precisare che il nostro Gruppo non ha presentato alcuna interrogazione o interpellanza, ma ha semplicemente inoltrato una lettera al Presidente, per avere una comunicazione in aula da parte dell'Assessore D'Ambrosio.
In secondo luogo, voglio scusarmi con i colleghi Consiglieri - sia di maggioranza sia di opposizione - per la richiesta di interruzione di questa mattina, che ha dato la possibilità ai Capigruppo di maggioranza di avere un confronto con l'Assessore D'Ambrosio, ma anche tra di noi.
Durante quella riunione, abbiamo chiesto di aggiornare i lavori al pomeriggio, per una questione di modalità operativa e correttezza verso l'Aula e i colleghi Consiglieri.
A nome della maggioranza, pertanto, mi scuso per il disagio.
Per quanto riguarda la presenza del Presidente della Giunta regionale sarà la Giunta regionale a rispondere. Essendo, questa, un organo collettivo ed essendo presente l'Assessore alla sanità, D'Ambrosio, vi sono le condizioni per il Consiglio di ascoltare l'Assessore stesso ed avere l'informativa richiesta dal nostro Gruppo, dal Gruppo della Lega Nord e da molti Gruppi dell'opposizione.
Faccio una raccomandazione: capisco che qualcuno abbia voluto attribuire alla richiesta della maggioranza, nella fattispecie il mio Gruppo, una valenza strumentale, ma chiedo di usare gli aggettivi con moderazione, una volta ascoltata la relazione dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. Voglio rassicurare il Presidente Cattaneo: per quanto ci riguarda, siamo molto determinati ad usare la misura in questa discussione, contrariamente a quanto altri hanno fatto, in questi giorni.
Abbiamo avuto molte occasioni per dire quello che pensiamo sulla sanità piemontese, senza bisogno di utilizzare un episodio come questo per aggredire un Assessore o una persona.
E' bene, dunque, che il Presidente Cattaneo indirizzi la propria richiesta altrove.
L'unica cosa che non si può chiedere all'opposizione, è che una questione pubblica venga risolta in colloqui privati. Pretendiamo che la questione in oggetto, che ha assunto un rilievo pubblico, venga affrontata pubblicamente, proprio per quel senso della misura che ci contraddistingue ed anche perché non è nostra intenzione partire da un episodio per arrivare ad una persona (sia pure l'Assessore alla sanità).
Per questa ragione, chiediamo che il Presidente della Giunta sia presente a questa discussione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, per dire che non vogliamo assolutamente strumentalizzare un caso umano, una vicenda che rattrista sicuramente tutti noi; tanto più, vogliamo renderla una questione di carattere politico.
Siamo qui per dibattere, cercare di trovare una soluzione e migliorare un servizio nei confronti dei cittadini, quindi ascolteremo con attenzione quello che l'Assessore D'Ambrosio avrà da dirci in merito.
Per quello che ci riguarda, ovviamente, i toni non possono che essere moderati, com'è nella nostra tradizione.
Così come più volte abbiamo visto, anche negli ultimi periodi, una varietà di posizioni all'interno dell'Ulivo, consentiteci di averle anche all'interno della maggioranza e di poterle esprimere come più ci piace.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Le reazioni immediate a questa triste vicenda sono state, da parte della minoranza, improntate alla massima moderazione; atteggiamento che non è stato tenuto, invece, da parte di alcuni componenti della maggioranza (almeno a leggere le cronache giornalistiche). Lo stesso Presidente Ghigo non ha tenuto un atteggiamento moderato nel momento in cui ha dovuto annunciare ai giornali e alla televisione che aveva richiesto una relazione all'Assessore D'Ambrosio un ordine all'accaduto dei fatti.
Se si parlano attraverso i giornali è già un fatto grave.
Poiché si tratta di una questione grave, sotto questo aspetto ha ragione il Presidente Ghigo nell'affermare che la vicenda danneggia enormemente l'immagine del Piemonte. Proprio perché le caratteristiche sono quelle indicate dal Presidente Ghigo, è importante che oggi sia qui ad ascoltare la relazione del suo Assessore e decida gli atteggiamenti conseguenti da tenere in ordine alle comunicazioni che farà.
importante che il capo del Governo regionale sia qui e si assuma direttamente la responsabilità di interventi indispensabili e necessari dopo quello che è accaduto.
Il motivo della presenza del Presidente Ghigo è questo: non può, il capo del Governo regionale, dopo quello che è accaduto, dopo quello che ha dichiarato e dopo quello che hanno dichiarato le forze politiche della maggioranza, non essere qui presente. I termini sono questi.
Sicuramente l'Assessore è in grado di riferirci notizie e informazioni necessarie per la discussione, ma c'è la necessità che il capo del Governo sia qui, ascolti e dica la propria opinione in ordine alla relazione che l'Assessore D'Ambrosio farà.
E' un dato fondamentale senza il quale - penso di poterlo annunciare perlomeno per la parte che mi riguarda - nessuna discussione può essere avviata se non è presente il Presidente Ghigo.
Non stiamo discutendo di una partita di calcio; stiamo discutiamo di una questione grave che richiede risposte adeguate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Riteniamo che le affermazioni espresse dal Consigliere Cattaneo siano rivolte ad altri, perché se c'è qualcuno che ha mantenuto un atteggiamento di assoluta responsabilità davanti ad una vicenda così grave, è sicuramente l'Ulivo e il centrosinistra, nelle forme, nei modi e con la pacatezza in cui ha richiesto una comunicazione ufficiale in aula oggi. Sono altri che hanno aperto altre questioni e abbiamo avuto resoconti giornalistici di una discussione particolarmente accesa ieri all'interno della Giunta (non penso che i giornalisti mentissero, soprattutto quando riportavano espressioni virgolettate).
Pertanto, per due ordini di motivi abbiamo la sensazione che ci sia un consistente problema: primo, la gravità del fatto impone un atto di responsabilità da parte del Presidente della Giunta regionale (e in un momento come questo non si chiede la presenza, si viene); secondo, è l'ordine di questione aperto, non solo all'interno della Giunta regionale ma all'interno della maggioranza e nei confronti del Consiglio.
Abbiamo organizzato una riunione del centrosinistra nell'intervallo di pranzo, nel momento in cui è stata chiesta la sospensione per una riunione di maggioranza, in cui abbiamo svolto le pacate valutazioni che esprimeremo quando entreremo nel merito della questione.
Per quanto riguarda il metodo, pare esserci una voce univoca da parte nostra: qualora il Presidente non fosse presente alla discussione, non parteciperemo e non riteniamo che la si debba cominciare.
Fate le valutazioni che dovete fare; rintracciate il Presidente e fate in modo che sia in aula; in caso contrario chiederemo la sospensione del Consiglio per rivederci come opposizione e decidere gli atti conseguenti.
Non pensiamo che sia un fatto di ordinaria amministrazione la vostra risposta e non pensi, Presidente, di dare la parola all'Assessore D'Ambrosio. Con tutta cortesia, Presidente, lo ascolterà solo lei.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta Marco, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Marco

Prendo atto dell'impegno, da parte di tutti i colleghi, di mantenere la discussione su toni solidi di civiltà, pacatezza e moderazione che la vicenda necessità, proprio perché trattasi di una vicenda delicata.
Lei, Presidente, ha segnalato la presenza di richieste di comunicazione rivolte all'Assessore, ma l'Assessore stesso ha già prevenuto e preceduto mettendosi a disposizione per comunicazioni, addirittura nella giornata di sabato e domenica. Tanto l'Assessore quanto il Gruppo a cui appartiene ritengono, per trasparenza e necessità, di svolgere in Consiglio regionale (quindi non in altri luoghi) quei chiarimenti e quelle spiegazioni che sicuramente riceveremo oggi.
Devo anche constatare che l'atteggiamento del centrosinistra é mutato dalla mattinata a questo pomeriggio. Probabilmente questo atteggiamento infastidito, questa richiesta ormai quasi ossessiva della presenza del Presidente Ghigo ha una sua motivazione. Questa mattina c'era la certezza da parte del centrosinistra, di un centrodestra che presentava qualche divisione. Vederci oggi tutti qui pronti a sostenere l'Assessore D'Ambrosio e le ragione della relazione che tra poco esporrà, li mette in qualche difficoltà. Ecco, quindi, il punto: oggi dobbiamo e vogliamo (dovendolo al Piemonte e ai piemontesi) discutere sul punto e che l'Assessore D'Ambrosio ci illustri le proprie ragioni.
A voi la responsabilità di dire se volete discutere con noi il fatto oppure fare altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Mi rivolgo a lei, Presidente, perché l'assenza del Presidente Ghigo in questo caso è un fatto grave. Nel precedente intervento il Consigliere Botta sosteneva "Siamo tutti qui a difenderlo". Bene, ne manca uno importante: manca colui che è il Presidente di questa Giunta regionale e che spesso si è assunto le responsabilità della sanità; manca colui che sa bene che la questione della sanità è centrale per l'amministrazione regionale; manca colui che assegna le deleghe.
Non siamo noi, non è il Consiglio a nominare gli Assessori, sono stati comunicati dal Presidente Ghigo. Sappiamo attraverso i giornali (perch ormai quello che pensa il Presidente lo sappiamo solo tramite gli articoli dei giornali, dato che comunica attraverso i giornali e non attraverso quello che dovrebbe essere il suo ruolo naturale: venire in aula a comunicare) riteniamo che oltre all'aspetto specifico della vicenda, ci sia un aspetto più importante che riguarda la Giunta e i suoi assetti.
Volevamo quindi sentire, oltre le dichiarazioni dei Partiti che sostengono la Giunta regionale, la chiara idea del Presidente della Giunta stessa.
Ci pare un atteggiamento insostenibile che oggi, di fronte a questo tipo di discussione, per l'ennesima volta - ma questa volta molto più gravemente - ci sia l'assenza del Presidente Ghigo.
Presidente, la invito a verificare la possibilità di avere questa presenza, altrimenti chiederemo, come minoranza, una sospensione per valutare la situazione alla luce di questa assenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Mi sottrarrò al rischio della pre-discussione di una relazione che non si è tenuta e rischia di non tenersi. Faccio solo presente che a fronte dell'interesse politico ed obiettivo di discutere gli equilibri politici all'interno della maggioranza di Governo, il nostro Gruppo ha interesse obiettivo - e in questa fase prevalente - di conoscere gli esiti di un'indagine amministrativa che sul caso è stata avviata e su cui l'Assessore D'Ambrosio dovrebbe, su richiesta di molti Gruppi dell'opposizione (ed informalmente anche del nostro Gruppo) relazionare a quest'aula Non vorrei che per eccesso di zelo politico di alcune maggioritarie componenti dell'opposizioni, il resoconto di un'indagine amministrativa che è il punto centrale della nostra discussione, venisse posposta in attesa che l'Assessore alla sanità e il Presidente della Giunta regionale trovino il modo di parlarsi personalmente e non solo attraverso pagine di giornali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

A fronte di questa tragica vicenda, ritengo di dovere esprimere, a nome del gruppo e mio personale, le sentite condoglianze alla famiglia dello scomparso. Anche in questa vicenda manterremo il senso della misura e del rispetto della persona, che sempre caratterizzano i nostri interventi.
C'è però l'esigenza - e riprendo quello che diceva il Capogruppo del gruppo radicale - di conoscere ufficialmente i passaggi formali di questa vicenda dal tragico esito.
E' una situazione in cui il prevalere e la vittoria della burocrazia ha comportato sicuramente il rispetto dei protocolli, ma la sconfitta del buonsenso.
Questo è quello che coglie il cittadino semplice, il cittadino che non fa politica, ma che fa una valutazione politica delle cose. Dopo, avendo conosciuto dalla relazione ufficiale dell'Assessore e della Giunta come si sono svolti i fatti, eventualmente ci sarà lo spazio per le valutazioni politiche.
Non so per quale motivo il Presidente Ghigo non sia presente oggi, ma sicuramente devo ritenere che lo trattengano motivi d'impegno istituzionale o altri impegni di alto livello. E' chiaro che gradiremmo la presenza del Presidente Ghigo, ma non ci tireremo indietro dalle valutazioni che seguiranno alla relazione dell'Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anch'io sottolineo che non vogliamo entrare nel merito della vicenda perché non è questo il problema. Il problema che solleviamo è di natura politica.
Sappiamo che per quanto riguarda la gestione della sanità - così è stato fatto in questa Regione - esiste una forte catena del comando, di cui abbiamo più volte parlato in quest'aula, che parte dal livello dei primari negli ospedali fino ai direttori sanitari delle ASL per finire all'Assessore competente, ma che fa capo al Presidente della Giunta.
Questa discussione richiede una riflessione politica e farla con l'assenza di colui a cui fa capo questa catena del comando, ci sembra una questione non corretta politicamente.
Quindi, ribadisco la richiesta, che arriva dai banchi dell'opposizione di poter svolgere questa discussione e che a riferire venga colui che è il responsabile e il terminale di questa catena del comando. Il Presidente Ghigo deve venire in aula e riferire.



PRESIDENTE

Chiudiamo questa prima fase di prediscussione.
Vorrei puntualizzare quanto segue. Oggi erano previste comunicazioni perché la Giunta si è attivata prontamente; lo stesso Presidente Ghigo ieri mi ha chiamato più volte per assicurarmi la disponibilità della Giunta a rispondere sulle questioni relative alle comunicazioni da parte dell'esponente preposto alla sanità, cioè da parte dell'Assessore D'Ambrosio.
Quindi, oggi sono previste comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio e queste si faranno perché ritengo che, nell'interesse generale dell'istituzione Consiglio regionale e dell'intera Regione, sia giusto che oggi l'Aula venga messa a parte delle prime risultanze di un'indagine che si è svolta all'interno della Regione.
Il Presidente Ghigo mi ha spiegato che oggi è impegnato di una serie di impegni istituzionali già previsti, e che nei limiti del possibile avrebbe cercato d'intervenire anche alla seduta di oggi.
Non so se sarà in grado d'intervenire alla seduta odierna, comunque noi ascolteremo le comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio.
Su questo se l'opposizione vuole richiedere una sospensione di qualche minuto, è mio dovere concederla, così come ho fatto per la maggioranza.
Questo mi sembra sia mio dovere di Presidente e, come ho sempre fatto lo farò anche oggi, ma è diverso dal dire che non ci saranno le comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio perché il Presidente Ghigo ha impegni istituzionali.
Le comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio le ritengo doverose su un punto così importante.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

La ringrazio per la risposta.
Vorrei solo dire che la nostra richiesta di comunicazioni, formalizzata nella richiesta scritta dei Capigruppo, era rivolta al Presidente Ghigo ed eventualmente anche all'Assessore D'Ambrosio.
Il Presidente Ghigo senz'altro avrà degli impegni istituzionali, ma vorremmo sommessamente ricordargli che non c'è impegno istituzionale più importante che venire al Consiglio regionale del Piemonte di cui è stato eletto Presidente.
L'altra questione è che la vicenda è di una certa rilevanza. Non so se lei sia al corrente che, pochi minuti fa, il Presidente Ghigo ha rilasciato una dichiarazione all'Ansa - e non si può parlare con l'Ansa e non con il Consiglio regionale del Piemonte - nella quale sdrammatizza la situazione dicendo che "il caso non è così grave e che le costruttive critiche da parte di esponenti della Lega...".
Noi non abbiamo dubbi che il Presidente Ghigo consideri costruttive le richieste di dimissioni da parte dell'Assessore D'Ambrosio.
Riteniamo un po' più iperbolico che ritenga invece che l'Assessore D'Ambrosio sarà in grado di rispondere e di dare risposte soddisfacenti.
Detto questo, stante la situazione, riteniamo di ascoltare la comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio, ma solo dopo la comunicazione del Presidente Ghigo e comunque in sua presenza.
Si può fare anche in un altro momento, quindi di fronte alla sua dichiarazione e ritenendo di grande importanza la presenza del Presidente che non è una richiesta strumentale, non avendo mai fatto una richiesta diversa - chiederemmo 10 minuti di sospensione.



PRESIDENTE

Concedo 15 minuti di sospensione, e riprenderemo la seduta con le comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio.
La seduta è sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 15.45 riprende alle ore 16.12)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 1) all'o.d.g. comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Galasso e Ghigo.



PRESIDENTE

Comunico che il Presidente Ghigo mi ha comunicato la sua intenzione di essere presente in aula quando l'Assessore D'Ambrosio farà le sue comunicazioni. Quindi, tenendo conto di questa sua volontà e disponibilità e tenendo presente che il Presidente Ghigo oggi pomeriggio ha impegni di governo ed impegni istituzionali, le comunicazioni le faremo nella seduta di questa sera alle ore 21.30.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame disegno di legge n. 252: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 252, di cui al punto 3) all'o.d.g. con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Emendamento rubricato n. 526 presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea (e connessi emendamenti rubricati n. 527, n. 528, n. 529, n. 530, n. 531 e n. 532: Al comma 1 dell'articolo 1 le parole: "secondo i criteri e le modalità stabiliti nella presente legge" sono soppresse e sostituite dalle seguenti "e la possibilità della conoscenza della seconda lingua".
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, le chiederei gentilmente cinque minuti di sospensione, perché eravamo non solo con la testa, ma anche con i documenti, su un altro problema, dobbiamo recuperare i vari documenti per poter rispondere, altrimenti si fa fatica.



PRESIDENTE

Va bene, alle ore 17 cominciamo la discussione di questo emendamento procuratevi i documenti.



(La seduta, sospesa alle ore 16.53 riprende alle ore 17.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Con questi emendamenti i colleghi tentano di superare la limitazione della proposta della maggioranza, che ha il carattere di una legge delega molto stretta, molto asciutta e, quindi, in qualche modo, limitativa della possibilità di inserire degli aspetti più generali.
I colleghi con uno sforzo, che, ovviamente, può avere anche delle limitazioni, ma certamente risponde alla necessità di ridare all'Aula la facoltà di intervenire adeguatamente nel processo legislativo, cercano di fare una proposta, poi, forse, manca l'operatività per emendamenti di un respiro complessivo, però, in qualche modo, si tratta della volontà di contrastare quanto volete far diventare prassi in questo Consiglio. La materia che volete affrontare là dove è complessa e vasta volete ridurla ad un meccanismo che rinvia alle decisioni della Giunta l'attuazione sostanziale di un provvedimento, addirittura, in modo ancora più limitato di quella che è la normale legge delega, che offre alla procedura di approvazione dei decreti legislativi uno spazio più ampio all'Assemblea elettiva, in questo caso a Camera e Senato, di poter intervenire.
Se entriamo nel merito della proposta avanzata con questi sei emendamenti, che il Presidente del Consiglio generosamente accorpa - credo che ci debba essere un riconoscimento alla correttezza dell'opposizione non apriamo una discussione, non facciamo polemiche per guadagnare tempo e accettiamo la scelta che viene fatta dal Presidente di tutti noi riconoscendo, in questo caso, la sua autorità - vediamo le proposte che vengono fatte. In qualche modo, c'è anche qui la volontà di forzare quella che è una visione, che la cosiddetta controriforma Moratti introduce, e far valere di più l'utilitarismo di mercato nella scelta della natura e del carattere della scuola, rispetto alla volontà di costruire una scuola che non sia solo una ricchezza quasi di carattere economico, ma che sia la ricerca di una esigenza formativa che vada al di là del bisogno della conoscenza, che poi può essere utilizzata nella società. E', in qualche modo, un sapere non solo strettamente funzionale alle esigenze del mercato che, una volta, si chiamavano riproduttive. E' un qualcosa di più ampio e so che l'Assessore Leo su questi aspetti è sensibile, lo abbiamo già verificato in altri dibattiti quando vi abbiamo indicato che era sbagliato procedere come si era proceduto per i POF, tutto informatica e inglese. Noi avevamo detto, come l'Assessore ricorderà, che anche nell'autonomia scolastica c'è un pezzo di capacità progettuale che risponde alle esigenze di sapere, di conoscenza, di rapporto che si può progettare. Vorrei citare un passaggio - che vi consiglio di leggere, scritto duecento anni fa, ma straordinario - del marchese Marie Jean-Antoine Nicolas de Caritat emerso dalle cinque memorie sull'istruzione pubblica scritto nel 1791. Il marchese, ricordo, era un girondino ed ha avuto una vita tribolata da pressioni che subiva dai giacobini. Morì suicida (alcuni dicono che morì suicida perché messo in difficoltà). Il marchese scriveva che: "La conoscenza non deve costare di più di ciò che rende e la sua diffusione non deve essere più vasta di quello che serve". Il marchese sosteneva che questi erano i principi della negazione di un'istruzione che serviva a far lievitare i caratteri di una società.
Rifletta Assessore, e poi magari le regalerò questo libro affinch possa rileggere le cinque memorie sull'istruzione pubblica scritto nel 1791.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Assessore, come le avevo promesso ho iniziato quel lavoro di ricerca per argomentare i nostri emendamenti: cosa succede dei benefici di cui già dispongono le famiglie per quanto riguarda le tipologie di scuola di appartenenze e dei livelli di reddito. Vorrei ricordarle che due provvedimenti più importanti riguardavano la gratuità dei libri di testo da una parte, e, dall'altra, l'accesso alle norme di studio come normate dalla legge n. 62 del 2000.
Ho preso a campione di riferimento il Comune di Torino, perché è un dato sufficientemente affidabile: prevalenza di scuole statali significativa presenza di scuole private, soprattutto di tipo confessionale. Guardi cosa succede per quanto riguarda l'accesso ai libri scolastici gratuiti, con un tetto di reddito fissato sui 30 milioni di vecchie lire per quanto riguarda la realtà di Torino.
Hanno avuto accesso al titolo gratuito dei libri di testo, 4977 allievi delle scuole medie inferiori statali, hanno avuto accesso solo 133 famiglie con studenti che frequentano le scuole paritarie. La proporzione è enorme quindi la dice lunga sulla composizione sociale attuale delle scuole paritarie.
Nelle medie superiori il dato è ancora più eclatante: hanno avuto accesso 1893 studenti delle scuole superori statali e soli 59 delle scuole medie superiori paritarie. Nell'anno scolastico 2001-2002, l'ultimo dato disponibile, nelle scuole elementari statali hanno avuto diritto alla borsa di studio, sempre con reddito ISEE riparametrato, 731 allievi delle scuole elementari statali e 40 delle scuole paritarie. Nelle medie inferiori, 757 delle scuole medie statali e 27 delle scuole medie paritarie. Nelle medie superiori, 495 delle scuole medie superiori statali e 46 delle scuole medie paritarie.
Due ordini di considerazioni: il dato storico di abbattimento di aventi diritto tra scuole medie inferiori dell'obbligo e quello delle scuole medie superiori che si abbattono di oltre il 60% come diritto all'accesso, è il dato diventa più del 50% nelle scuole medie superiori statali, sta a dimostrare che il diritto allo studio, e quindi il diritto di raggiungere i più alti gradi dell'istruzione, è negato alle famiglie di basso reddito.
Non si spiega diversamente il salto che esiste fra l'età dell'obbligo scolastico e l'età delle scuole medie superiori.
Alle scuole medie superiori, se il trend di accesso al diritto allo studio fosse agli standard europei, allora potremmo dimostrare che anche i redditi più bassi e studenti appartenenti alle famiglie meno abbienti accedono ai più alti gradi dell'istruzione.
Questo dato campione, del comune di Torino è di una sconcertante verità: le famiglie più povere, con i figli che frequentano le scuole dell'obbligo, non accedono ai livelli più alti dell'istruzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Questi emendamenti sicuramente introducono dei correttivi alla proposta di legge delega, così come è stata presentata. La legge ha sicuramente, tra i molti punti negativi che si possono individuare, almeno due su cui vale la pena riflettere. Da un lato, come tutte le leggi delega come altre volte abbiamo denunciato, è uno strumento legislativo che, come detto, sminuisce i poteri del Consiglio in quanto lo stesso viene chiamato a discutere una cornice i cui contenuti sono inseriti dalla Giunta. Di fatto, il Consiglio viene esautorato dalla potestà legislativa.
Oltre a questo, la legge delega rappresenta anche un quadro, una cornice che è talmente povera da non avere nessun contenuto in quanto viene solo a sancire la necessità di un intervento economico nei modi e nei tempi che abbiamo già criticato ripetutamente e quindi non è uno strumento che si inserisce in maniera propositiva in una discussione riguardante la formazione, uno dei compiti principali dello Stato.
L'accoglimento di questi emendamenti, avrebbe sicuramente il vantaggio di ovviare ai punti negativi che continuiamo a evidenziare. Non possiamo parlare di scuola senza fare riferimento a quello che avviene a livello nazionale, dove è incominciato l'iter del "modello Moratti" e il solo inizio di questo iter ha scatenato vibrate proteste tra gli operatori scolastici.
Dico questo, ricordando uno spot televisivo, nel quale il Ministero della Pubblica Istruzione diceva: "Abbiamo ascoltato gli insegnanti abbiamo ascoltato le famiglie, abbiamo ascoltato i ragazzi e abbiamo fatto la riforma della scuola". Mi sembra che, di fronte a ciò che succede in questi giorni, chi ha ascoltato o era sordo o non ha ben capito! Evidentemente, ha ascoltato dei consigli interessati, che non rappresentavano l'interesse delle diverse parti della società coinvolte nel problema della formazione.
Le proteste di questi giorni testimoniano come il Ministro Moratti non abbia saputo ascoltare le richieste provenienti dalla società.
Pensiamo che anche la legge delega presentata dall'Assessore Leo sia stata realizzata senza dare ascolto a tutta la società piemontese, bensì ad una parte di essa, raccogliendo solo gli interessi di una parte della popolazione.
Gli emendamenti che sono stati presentati potrebbero aprire questa legge agli interessi di più componenti della società, facendone uno strumento per tutti i cittadini e non solo per una parte di essi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Il Consigliere Moriconi ha appena detto che, nella fase che ha preceduto l'elaborazione della legge, non sono state ascoltate diverse parti della società. Forse sarebbe più corretto dire che è stato concesso loro di parlare, ma che non sono state ascoltate. E' stato concesso un diritto, ma in modo molto formale, perché il pacchetto era preconfezionato e la società non ha potuto influire sulle decisioni da adottare.
Il tipo di politica sostenuta a livello nazionale, dal Governo di centrodestra (dal Presidente Berlusconi e dal Ministro Moratti), è in sintonia con quanto viene proposto in Regione Piemonte.
Si sa che una larga maggioranza della popolazione si oppone a questo tipo di provvedimento e che, se le consultazioni avessero un peso maggiore emergerebbe chiaramente la bocciatura di questo tipo di proposta. Non è un caso che l'Assessore Leo la presenti a fine anno scolastico!



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

Io la volevo approvare prima.



PAPANDREA Rocco

L'Assessore sa bene che, quando ha provato a discuterla, ha trovato una forte opposizione, in particolare da parte di chi frequenta la scuola.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

Io volevo discuterla prima, siete voi che l'avete fatta slittare.



PAPANDREA Rocco

La nostra volontà non era di farla slittare, ma cancellare, per tecnicamente la si discute in un momento in cui è difficile, per la società, farsi sentire, soprattutto per gli studenti, occupati dagli esami e dalla conclusione dell'anno scolastico.
L'Assessore Leo sa che le più grandi manifestazioni riguardanti il tema della scuola sono avvenute proprio contro la proposta del buono scuola, e questo dimostra un'insensibilità da parte dell'Assessore.
Anche nel nostro piccolo possiamo portare un esempio: ci sono state le mobilitazioni, non spontanee, dei sostenitori della proposta dell'Assessore, che sono arrivati con gli insegnanti, ma in modo non del tutto democratico, perché gli studenti devono poter venire liberamente e non essere guidati dall'insegnante, che ovviamente è interessato a quella proposta di finanziamento.
C'è stato un tipo di manifestazione, probabilmente sollecitata dall'Assessore Leo, che metodologicamente non ci convince.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

Non ce n'era bisogno!



PAPANDREA Rocco

Comunque, la presenza a quelle manifestazioni, rispetto alla presenza alle manifestazioni contrarie, che ne sono seguite, ha dimostrato la differenza. L'Assessore Leo, però, ha ascoltato i pochi e non ha tenuto conto dei molti che erano contrari. Pertanto, nonostante la democraticità dell'Assessore, prevale il voler andare avanti a tutti i costi, dietro pressioni e intorno ad interessi legittimi, ma sicuramente parziali.
In questo caso, così come a livello nazionale, ritengo sia stato commesso un errore, che porta a compiere delle scelte sbagliate, di finanziamento della scuola non pubblica.
L'Assessore Leo, in quanto Assessore della Regione Piemonte, dovrebbe avere la massima attenzione nei confronti della scuola pubblica, dovrebbe prestare maggiore interesse al suo funzionamento.
Così non è. Purtroppo, i limiti della scuola non fanno notizia come altri tipi di limiti, ma sono altrettanto, se non più gravi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti testé discussi.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 1 Consigliere hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 533 presentato dai Consiglieri Contu, Papandrea (e connessi emendamenti rubricati n. 534, n. 535, n. 536, n. 537, n. 538 e n.
539): Al comma 1 dell'articolo 1 le parole: "secondo i criteri e le modalità stabiliti nella presente legge" sono soppresse e sostituite dalle seguenti "e la possibilità di poter favorire l'adeguamento degli impianti tecnologici tesi a favorire il risparmio energetico".
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, anche questo gruppo di emendamenti, che lei pone in votazione congiuntamente, rispondono in qualche misura all'esigenza di avere un provvedimento più esteso, nel quale la configurazione della norma che andremo ad approvare abbia un carattere molto più ampio di quello che si vuole fare emergere. Questo proprio perché l'emendamento proposto dalla maggioranza ha ridotto qualsiasi articolazione al provvedimento.
I colleghi giustamente forzano sul versante di avere una strutturazione adeguata, sicura e che risponda a tutti gli standard che, almeno teoricamente, la normativa invita a rispettare; poi sappiamo che, in molti casi, questa situazione è lasciata indeterminata.
Personalmente torno a rammaricarmi, perché lo scopo della funzione emendativa è quella di sperare in un pentimento, magari tardivo dell'Assessore Leo, che ad un certo punto dica: "Ritiro tutto e riprendiamo daccapo con un'articolazione di respiro "della proposta".
Pensi Presidente se facessimo un'ipotesi di questo genere: impiegando lo stesso tempo per riuscire a fare un provvedimento che abbia il respiro la completezza e l'articolazione che auspichiamo e che tentiamo di realizzare con una faticosa opera emendativa.
Sarebbe molto bello. Invece - ahimé - la legge dei numeri farà sì che alla fine, tra alcune sedute, lei, Assessore Leo, abbia in mano un brutto provvedimento.
Quando alle autorità ecclesiastiche lei, con entusiasmo ed emozione telefonerà per dare la buona novella che è stato approvato il provvedimento del buono-scuola, non invierà il testo, dicendo che è una cosa minima.
Io dico che, aldilà delle sue manifestazioni legittime di gioia e al ricambio che riceverà in queste sue manifestazioni, manca l'occasione, dopo tanta fatica, di avere prodotto una buona legge.
E' semplicemente un passepartout che permette di passare attraverso delle limitazioni costituzionali e conquistare simbolicamente il buono-scuola.
Capisco che ci sono indubbiamente anche delle responsabilità nostre, e lei ha cercato sin dall'inizio di evitare che ci fosse la commistione con il diritto allo studio; però adesso francamente diventa dell'emendamento ora in questione un provvedimento impresentabile.
I colleghi firmatari tentano di fare un'azione di aggiustamento alla norma e capisco che è difficile per lei recepirla, ma pensi se, magari nel corso di questo pomeriggio di giovedì, lei ad un certo punto dicesse impegnando la sua maggioranza: "Questo emendamento lo accolgo".
Assessore probabilmente non potremmo modificare anche con questo suo atto il carattere limitato della norma, ma sarebbe una rottura di uno schema di contrapposizione molto rigida; concorrerebbe a metterci in difficoltà, perché ogni tanto qualcosa dell'opposizione lo ritiene anche positivo e potrebbe andare in direzione di recuperare una maggiore organicità del provvedimento stesso.
Non so se lei avrà questa voglia, questo coraggio e questa intenzione però sarebbe anche un segno positivo per il lavoro che faremo dopo.
Successivamente anche per un suo impegno lavoreremo sul diritto allo studio e soprattutto dovremmo incardinare nella normativa regionale gli interventi che sta facendo il Parlamento e, su iniziativa del Governo e del Ministro Moratti, sulla trasformazione della scuola.
Vediamo se riesce in queste lunghe giornate a fare un piccolo gesto e ad accogliere almeno un emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anche questi emendamenti vanno nel senso di dare maggiore spessore e contenuto ad una legge delega che riteniamo estremamente scarna, come ha efficacemente spiegato il Consigliere Tapparo. Anche se gli accorpamenti così come sono stati proposti dalla Presidenza ci sembrano particolarmente forzati, in quanto si inseriscono - come suole dirsi - "capra e cavoli" e si mettono insieme interventi di tipo diverso; ad esempio, le palestre con i problemi del risparmio energetico. Con il giudizio della logica si pu vedere come abbiano ben poca attinenza gli uni con gli altri.
L'accoglimento di questo emendamento sarebbe significativo, perché ci troviamo, per quanto riguarda il problema del risparmio energetico, in una situazione che rappresenterebbe veramente un punto di vantaggio e di forza è un punto qualificante per l'azione della Giunta.
Da parte ambientalista abbiamo sempre sostenuto come la scelta sia non solo sul "quanta" energia si produce, ma sul "come" viene risparmiata e utilizzata al meglio. Ebbene, relativamente agli edifici pubblici e, in particolare, alle scuole, proprio per l'evidente esempio che possono fornire ai ragazzi, in quanto l'apprendimento non è relativo soltanto a quanto viene detto, ma anche a quanto si vede, l'esempio, talvolta, vale più delle parole.
Nel campo dell'energia, contenere lo spreco energetico negli edifici pubblici, realizzando un risparmio, partendo dalle scuole, rappresenta un impegno forte, chiaro e preciso, che potrebbe segnare un cambiamento di indirizzo relativamente alla gestione di tutto il comparto dell'energia. A livello esemplificativo, pensiamo a quanto potrebbe avvenire, da un lato migliorando l'isolamento di tutti gli edifici scolastici. In questo modo si garantirebbero condizioni migliori di vita durante la permanenza in questi edifici, ma si realizzerebbero consistenti quote di risparmio energetico.
Per altro verso, le scuole potrebbero prestarsi al recupero di energia attraverso il solare. Sappiamo che su questo piano l'Italia è molto in ritardo, sappiamo anche che la strategia del solare è ancora una tecnologia difficilmente gestibile da parte dei privati, mentre sarebbe oltremodo utile e favorevole il suo utilizzo dal punto di vista del pubblico.
Se davvero abbiamo a disposizione una certa somma, quella che l'Assessore prevede di utilizzare a favore delle scuole private, invece di utilizzarla in questo senso, se noi la utilizzassimo per opportuni investimenti, che, inevitabilmente, una scelta energetica di questo tipo richiederebbe, potremmo realizzare un'opera di tipo sociale molto più importante rispetto all'altro utilizzo che ci viene proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io ho alcune perplessità sui tipi di accorpamenti a cui si è proceduto. Alcuni li capisco perché riguardano gli interventi sulle strutture scolastiche, pertanto possono avere una omogeneità. Non è così quando, invece, si propongono emendamenti, ad esempio sui viaggi degli studenti, con un'altra finalità rispetto al ruolo propriamente educativo della scuola, quindi, che intervengono direttamente nell'aspetto formativo alcuni sono a cavallo dei due, ma pensavo che si potessero fare almeno due tipi di accorpamenti.
Rispetto ai vari punti, inizio da quello sollevato dal Consigliere Moriconi, in quanto penso che sarebbe un'attività particolarmente importante per vari aspetti, non solo in sé, perché determina quanto ricordato precedentemente dallo stesso collega, portando avanti una politica di risparmio energetico e l'utilizzo di energie pulite, con tutte le conseguenze che si possono avere. Secondo me, in questo caso, si avrebbe un effetto direttamente formativo relativamente a molti aspetti, anche per quanto riguarda il problema delle barriere architettoniche. Se le scuole diventassero esempio di come dovrebbe funzionare la società, in qualche modo, gli studenti avrebbero la prova che a scuola non si fanno solo le prediche, come spesso avviene, in quanto viene loro detto che non bisogna inquinare e che si deve effettuare il risparmio energetico. Se all'interno della scuola, oltre a dire questo, ogni tanto, si svolgessero delle lezioni in merito a tali problematiche e ci fosse la dimostrazione pratica che tutto questo è possibile e che concretamente viene portato avanti, si aiuterebbe l'educazione e l'abitudine dei giovani a pensare che queste cose si possono fare, cioè, costituirebbe un aspetto di forte sensibilizzazione e non si tratterebbe solo di una predica, come spesso si verifica.
Il secondo aspetto che volevo affrontare concerne i viaggi: sicuramente hanno un'enorme ricaduta dal punto di vista formativo, sia per quanto riguarda la conoscenza degli altri e la conoscenza delle lingue, allargano molto il livello di conoscenza e di formazione di chi vi partecipa, ma il problema è che si possono fare sempre più difficilmente e, a volte, nelle scuole dove vengono organizzati le persone che hanno maggiori difficoltà economiche sono costrette a rinunciarvi.
In questo caso, ritengo importante un intervento finalizzato a sostegno delle scuole, che, magari, intervenga non come sostegno generalizzato, ma scegliendo le fasce a cui elargire un aiuto; ciò permetterebbe la realizzazione di quanto, altrimenti, non verrebbe realizzato. Conosco delle scuole che, ad un certo punto, rinunciano a tali iniziative per non creare delle discriminazioni, quindi, ricomprendendo tutti nella rinuncia, anche coloro che hanno la disponibilità economica.Se le poche risorse a nostra disposizione venissero maggiormente utilizzate in questo senso, credo che da una parte, potrebbero essere finalizzate in modo preciso, senza essere distribuite in modo generalizzato e, nello stesso tempo, si potrebbe intervenire su un aspetto decisamente formativo, che aiuta la crescita della persona. Potrebbe anche trattarsi di un intervento con una sua relativa efficacia, nel senso che, dando un aiuto alle scuole, una volta all'anno, tali iniziative potrebbero essere permesse a tutti, perché nel percorso scolastico dei giovani costituisce un elemento fondamentale, la loro mancata previsione è a causa di problemi di natura finanziaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Con questo breve intervento volevo chiedere all'Assessore Leo se siamo destinati ad una discussione inserita in un grande trincerone di cemento impermeabile sia ai problemi che investono la scuola piemontese sia alle discussioni e alle domande che da questo mondo arrivano in modo incalzante.
Non so se lei considera, Assessore, un fatto normale che gruppi di insegnanti abbiano dichiarato che intendono fermarsi a dormire dentro le scuole, occupandole, per segnalare un disagio e una protesta contro provvedimenti che sono stati decisi dal Governo. O lei crede davvero Assessore, allora lo dica, che c'è in questo un elemento di faziosità politica, di strumentalità, persone per le quali ogni questione è buona pur di fare della citazione e della propaganda: se lei pensa questo ne prenderemo atto. Se invece si tratta di una delle tante manifestazioni che segnalano, dentro il mondo della scuola, un disagio crescente di coloro che nella scuola lavorano, oltre che degli utenti della scuola stessa penso che l'Assessore dovrebbe trovare un modo per far comunicare una discussione sulla scuola con questi problemi e con queste dinamiche. Ho usato il termine dinamiche perché, come abbiamo più volte detto, non è l'unica questione, come lei sa benissimo, la questione è solo una delle tante emergenze. Coinvolga pure il suo collega "fiancheggiante", Assessore la questione riguarda la scuola, ma, come sapete, ha degli intrecci anche come responsabilità che riguardano l'Assessore Brigandì nel campo della formazione professionale.
Vi chiediamo un segnale, un segnale di discussione e di confronto, di dimostrare una capacità di interlocuzione, di dialogo politico, di introdurre nella discussione sul provvedimento, un segno di sensibilità alla situazione che stiamo affrontando. Per adesso questo segnale da parte vostra non arriva, continuate in un atteggiamento che considero burocratico e che, alle fine, rifiuta qualsiasi ipotesi tra quelle che istituzionalmente competono al Consiglio regionale che è riunito per discutere le leggi e, discutendole, migliorarle adeguandole ad una realtà come quella che dobbiamo affrontare.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico sugli emendamenti testé discussi.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri ha votato SÌ 1 Consigliere hanno votato NO 33 Consiglieri Il Consiglio non approva..
Emendamento rubricato n. 611 presentato dai Consiglieri Tapparo e Papandrea (e connessi emendamenti rubricati al n. 612, n. 613, n.614, n. 615, n. 616 n.617, n. 618, n. 619 e n. 620): Articolo 1, comma 1.
Sostituire "secondo criteri e modalità stabilite dalla presente legge", con "innalzando la soglia di intervento del diritto allo studio in modo progressivo con un incremento del 5% per ogni esercizio futuro rispetto a quanto previsto dal bilanci di previsione dell'esercizio 2003" La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Condividiamo su questo emendamento, al di là che l'accorpamento arriva fino al 40% (se ho capito bene tutti gli emendamenti vanno dal 5 al 40%).
Se partiamo da 11 milioni circa di euro destinate al diritto allo studio, aumentando del 40%, arriviamo a circa 30 miliardi che non sono neanche la metà di quelli che sarebbero stati gli investimenti sul diritto allo studio se fossero state mantenute le lire costanti sulla legge n. 49 del 1985.
Noi attendiamo un segnale di attenzione e disponibilità, non dico su tutti, ma su qualche emendamento che poniamo all'attenzione dell'Assessore della Giunta e della maggioranza di problemi assolutamente seri, che segnalano le difficoltà in cui versa la scuola piemontese e non solo. Ormai si stanno invertendo le parti, negli anni '70 quando ero studente e c'era il famoso movimento - che così tanti dirigenti ha dato a Forza Italia - ad occupare le scuole erano gli studenti, ma mai avrei pensato che adesso ad occupare le scuole fossero stati gli insegnanti. Questi insegnanti non sono gli studenti occupanti di allora che, svegliatisi da un letargo quasi trentennale, in un impeto di gioventù tornano ad occupare le scuole che avevano occupato in quegli anni (magari fosse così). Il fatto è che se insegnati arrivano ad un gesto così forte (una parte di loro erano ieri in via Pietro Micca a protestare sotto la direzione regionale del pur equilibrato Catalano che in più di una occasione ha dimostrato disponibilità ed equilibrio) è perché, Assessore, non ci saranno più i POF le 18 ore. In questa situazione di cambiamento, dove stanno accadendo cose incredibili e impensabili, siamo a proporre emendamenti sulle più svariate argomentazioni riguardanti il mondo della scuola però, al di là della sua attenzione, non solo dovuta e doverosa, ma anche sincera, non c'è alcuna dimostrazione reale di accoglimento degli emendamenti che presentiamo, sia quelli dei DS o Rifondazione sia quelli del collega Tapparo, che si accontenterebbe di meno di un quinto di quelle che avrebbero dovuto essere le risorse sul diritto allo studio. Lo voglio ripetere: il 40% di 11 milioni, sono la metà di quelli che avrebbero dovuto essere.
Assessore Leo, se c'è, dia un segnale, batta un colpo, ci dia dimostrazione di attenzione e disponibilità, in modo da disporci meglio per la seduta serale, dove bisognerà essere calmi ed affrontare il problema pur nella gravità - per quello che è. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, come gentilmente il collega Placido ha accennato, con questo provvedimento e il suo generoso accorpamento - e prego, Presidente di tener conto che, quando lei accorpa generosamente, da parte nostra non ci sono mai stati atteggiamenti di contestazione particolare...



PRESIDENTE

Ne approfitto per ringraziarvi, visto che me l'ha fatto notare due volte.



TAPPARO Giancarlo

Volevo dire - rispetto a qualche passaggio successivo, non in questo caso - che la sua generosità arriva a dei livelli eccessivi. Le chiediamo pertanto, qualora le segnalassimo un eccesso di azione su questi accorpamenti, di fermarsi gentilmente qualche secondo e riconsiderare alcuni passaggi.
In questo caso, non ho contestazioni da fare, se non quella di sottolineare - lo ripeto anche per gli ascoltatori esterni, visto che la presenza del pubblico è fisicamente limitata, per ragioni varie - che, dal versante del diritto allo studio, si poteva agire in modo più strutturale organico e corretto, per ridurre le limitazioni che il livello di reddito determina nelle famiglie, nella scelta dei percorsi scolastici, ma anche nella scelta delle scuole (quella che voi chiamate "libertà di scelta di scuola").
Questa libertà la si può acquisire in modo più corretto e generalizzato, agendo, non generosamente, ma intelligentemente, dal versante del diritto allo studio.
Penso che non ci sarà una preclusione di questa maggioranza e dell'Assessore, quando affronteremo il tema del diritto allo studio, a che si possa intervenire, sia con interventi puntuali, significativi e innovativi sia con risorse adeguate.
Spesso il Presidente di Forza Italia, Cattaneo, sottolinea la disponibilità di lavorare sulla normativa del diritto allo studio; sarà un'occasione, per noi, almeno per me dell'opposizione, per misurare la reale volontà della maggioranza.
Ritengo che con un lavoro aperto, senza pregiudizi, anche ideologici potremo trovare dei percorsi innovativi sul diritto allo studio, che - vi renderete conto - favoriscono anche l'obiettivo che volete raggiungere utilizzando questo strumento, cioè il buono scuola.
In occasione dell'illustrazione di alcuni emendamenti, ho fatto presente gli effetti indesiderati che il bonus sta determinando in Olanda non solo riguardo alla scuola. L'Olanda è il Paese che utilizza in modo più generoso il sistema dei bonus nelle varie discipline dello stato sociale, e sta meditando una sua revisione, perché è uno strumento che è sfuggito di mano.
Quando lavoreremo sul diritto allo studio, vedremo che ci sono degli spazi di intervento innovativo, in controtendenza rispetto al buono scuola ma efficaci per rendere più libera una famiglia, un allievo, nella scelta del proprio percorso scolastico.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti testé discussi.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 Consiglieri Hanno votato NO 31 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 621 presentato dai Consiglieri Tapparo e Papandrea (e connessi emendamenti rubricati n. 622, n. 623, n. 624, n. 625, n. 626 n. 627, n. 628, n. 629 e n. 630): Articolo1, comma 1.
Sostituire "secondo criteri e modalità stabilite dalla presente legge", con "innalzando la soglia di intervento del diritto allo studio in modo progressivo con un incremento del 15% per ogni esercizio futuro rispetto a quanto previsto dal bilancio di previsione dell'esercizio 2003".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Anche questo emendamento va nella direzione di quanto ho detto in precedenza. Capisco che per l'Assessore sia una fatica enorme dover sopportare - a volte anche un po' ripetitivi - i nostri appelli. Ma così è il gioco a cui ci costringete.
Ritengo sbagliato, Assessore, affidare le scelte in materia scolastica come quella del buono - a una specie di linea politica; chiamerei quella della Ministra Moratti, una specie di catechismo del potere.
La Ministra Moratti ha una visione fondamentalista e, a parte il reiterato utilizzo della sua missione per una trasformazione della scuola questo insistere dell'educazione nasconde proprio questa linea.
Spero che l'Assessore non sia - e per certi versi posso riconoscerlo contagiato da questa specie di catechismo del potere. Però è anche pericoloso affidare la costruzione alle spinte di interessi particolari, e io credo che le confessioni religioni sono degli interessi particolari perché rispondono ad un'etica specifica e circoscritta.
E' vero che sottostanno ad una regola statale di comportamento e di orientamento; tuttavia credo che sia sbagliato da un lato avere quello che ho definito una specie di "catechismo del potere", che è insita dell'azione della Ministra Moratti. Essa è convinta e va avanti come portatrice di una missione, come ad esempio la moglie di Aznar, che è una "guerrigliera di Cristo Re" - si definisce così.
Non vorrei che anche la Ministra Moratti in un paese come il nostro dove non c'è necessità di guerriglieri di Cristo Re, sia convinta di una specie di missione e che questo suo "catechismo del potere" lo riversi nell'intervento sulla scuola.
Quindi, questo emendamento, come altri, tenta di porre un argine, di sperare ad un riconoscimento della necessità di intervenire in altro modo per recuperare quella che voi chiamate libertà di scelta scolastica, mentre io credo che la si possa recuperare in forme e in modi diversi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Anche questo emendamento va nella direzione nella quale cerchiamo ripetutamente di sollecitare l'Assessore e la Giunta per pensare a quello che dovrebbe essere il ruolo della scuola pubblica, prima di prevedere sostegni per la scuola privata.
Noi temiamo fortemente che un insieme combinato disposto di norme legislative regionali e nazionali finiranno per far sì che si realizzi quella che da alcuni è stata definita come una scuola privata aperta al pubblico e non una scuola pubblica per tutti. Noi questo lo temiamo fortemente.
Nel corso dell'intervento precedente c'è stata una piccola discussione sul termine Ministro, ovvero se si possa declinare al femminile o meno.
Ricordo che - per dire come cambiano i tempi - il significato di magister (maestro) era un tempo molto più importante di quello di minister perché il minister era il servo che portava la minestra, mentre magister era colui che insegnava, formava ed educava le nuove generazioni.
Noi temiamo fortemente che il ruolo del magister, inteso in senso di insegnante e di educatore, per l'insieme delle norme che vengono proposte sia a livello nazionale sia a livello regionale, vada progressivamente perdendo quell'importanza fondamentale che noi invece gli riconosciamo.
Per chi volesse, c'è la possibilità di fare un pensiero sul fatto che il termine che una volta indicava il servo che portava la minestra, oggi indica un'alta carica dello Stato. Quindi, è un cambiamento epocale sull'importanza della terminologia.
Quello che sta avvenendo in questi giorni nel mondo della scuola ci conferma le nostre preoccupazioni, e noi crediamo fortemente che il percorso che stiamo facendo in questa Regione ci porterà inevitabilmente a penalizzare la scuola pubblica.
Invece noi riteniamo che la formazione dovrebbe essere continua, perch come dimostrato da molte esperienze dei paesi del nord Europa, la scuola riveste un ruolo fondamentale nella formazione dei giovani.
Però per fare queste scelte bisognerebbe sostenere il diritto allo studio e non la libertà di scelta secondo la formula che ci viene riproposta dalla maggioranza.
Per fare questo bisognerebbe sostenere il diritto allo studio e sostenere il sistema pubblico, con tutte le possibilità economiche. Se vi sono delle possibilità economiche nei bilanci della nostra Regione, credo che queste dovrebbero essere utilizzate proprio a favore del diritto allo studio, secondo gli indirizzi indicati negli emendamenti proposti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Ci avviciniamo alla fine dell'anno scolastico e credo che sarebbe negativo se l'Assessore Leo facesse questo pessimo regalo agli studenti a fine anno, dicendo: "Il prossimo anno finanzierò non la scuola nel suo insieme, in particolare la scuola pubblica, ma finanzierò finalmente la scuola privata".
Quindi, lo invito ad un'ulteriore riflessione. Tra l'altro, visto che lui crede nei miracoli, mentre io un po' meno, ci faccia assistere ad un quasi miracolo, cioè che tutte queste discussioni lo portino a dire ad un certo punto che lo abbiamo convinto e che retrocede.
D'altro canto sono abbastanza convinto che l'Assessore Leo sa che molte delle cose che diciamo sono vere e che portiamo avanti una posizione che lui stesso condivide quando denunciamo tutte le carenze. Sono convinto che troviamo un orecchio attento e non insensibile a questi argomenti.
Però probabilmente ci sono altri elementi e altre pressioni più forti e più efficaci dei nostri argomenti che riescono a superare questa sua sensibilità e crearne un'altra di natura diversa.
Credo che in ogni caso, facendo questa scelta, lui stesso sia convinto che qualcosa non funziona e potrebbe essere qualcosa di cui si pentirà in futuro.
In futuro, facendo un bilancio, potrà dire che effettivamente si aveva la possibilità di evitare un errore e non l'ha fatto; magari si scoprirà nei prossimi anni che non solo ha fatto una cosa sbagliata in sé, ma ha aperto anche una breccia molto pericolosa in cui si possono inserire coloro che, con più determinazione dell'Assessore Leo, puntano allo smantellamento del sistema pubblico dell'istruzione e pensano ad una scuola in cui chi ha più mezzi può avere possibilità maggiori nella scelta di un istituto e chi ne ha meno... pazienza, frequenterà quelli in cui si garantisce il minimo, dove per "minimo" si intende, a volte, la mera presenza, per un certo numero di ore, all'interno degli edifici scolastici e nulla di più.
Molti film americani descrivono realtà di questo genere. L'Assessore Leo, che ama il cinema, magari ne avrà visto qualcuno. Non credo che quei film siano fatti da "amici miei", comunisti cattivi, ma da coloro che attraverso il cinema, vogliono descrivere una certa realtà, probabilmente in modo un po' romanzato. In America, infatti, da una parte ci sono le scuole d'èlite, che non sempre offrono altissimi livelli di formazione, ma garantiscono comunque, a chi le frequenta, un ambiente certamente più gradevole. Dall'altra, soprattutto in alcuni quartieri, ci sono veri e propri inferni scolastici.
Credo che purtroppo si stia andando in questa direzione e l'Assessore Leo sa bene che all'interno della sua coalizione - basta osservare i banchi della maggioranza per accorgersene - ci sono dei Consiglieri del tutto convinti di questo, che puntano a creare una breccia per poi sfondare.
Come dicevo prima, sarebbe meglio fermarsi in tempo, evitando l'errore piuttosto che pentirsi dopo. Essendo cattolico, il nostro Assessore potrà pensare che il pentimento serva. Io, invece, non credo nel pentimento perché, come ho ribadisco, è meglio evitare di sbagliare.
In questo caso, lo invito a riflettere seriamente prima di arrivare alla conclusione. Ci stiamo avvicinando all'esito e sarebbe un gesto apprezzato da molti, se non da tutti, una rinuncia da parte sua.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti testé discussi.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno risposto SÌ 3 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 631 presentato dai Consiglieri Tapparo e Papandrea (e connessi emendamenti rubricati n. 632, n. 633, n. 634, n. 635, n. 636 n. 637, n. 638, n. 639, n. 640, n. 641, n. 642, n. 643, n. 644 e 645): Articolo 1, comma 1.
Sostituire "secondo criteri e modalità stabilite dalla presente legge", con "innalzando la soglia di intervento del diritto allo studio in modo progressivo con un incremento del 25% per ogni esercizio futuro rispetto a quanto previsto dal bilancio di previsione dell'esercizio 2003".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Grazie, Presidente.
Sulla falsariga dei precedenti emendamenti, si tratta di una proposta alternativa. In questo caso, comprendo perfettamente la completa ostilità ad una proposta di questo genere da parte dell'Assessore Leo, almeno in questa fase specifica, in quanto portatore di un provvedimento che cozza con la logica che tenta di sostenere questo mio emendamento.
Anche in questo caso, in questo gioco di percentuali, ahimè, nel quale siamo coinvolti in questa prova di forza, non posso che rimarcare quanto illustravo in precedenza in merito al diritto allo studio.
Intervenendo in modo più orizzontale e generale sul diritto allo studio, con un carattere universale, se vogliamo, si riducono fortemente quegli elemento di selezione che determina il buono scuola.
Avevo già cercato in altro momento di dimostrare - ma forse è utile ripeterlo per una migliore comprensione - come l'utilizzo del bonus, o buono, nel sistema scolastico stia dando degli esiti negativi. Soprattutto colpisce la ricerca di un principio di equità con tale strumento. Dico questo non per una mia valutazione autonoma, ma perché mi sono note alcune esperienze europee nell'utilizzo dei buoni non solo per la scuola (anche in campo sanitario, ad esempio), uno dei fattori che viene più ad essere colpito è quello dell'equità. Le categorie più marginali sono quelle che vengono maggiormente penalizzate dall'utilizzo del buono scuola, proprio perché i buoni, o bonus, favoriscono un'articolazione sia della formazione che della sanità, come di altri campi in cui si possono applicare, e tendono, in qualche modo, a respingere o a trovare delle resistenze, oppure a non adempiere al compito al quale dovrebbero essere preposti. Ricordo che la pubblicistica forse cattolica, ma non solo, parla degli "ultimi" in tutti i sensi.
In quei Paesi in cui è stato utilizzato il bonus, sono stati analizzati serenamente gli effetti, per cercare di porre possibili correttivi e per evitare eventuali risultati negativi.
Dal mio punto di vista, l'errore è proprio di fondo: è difficile riuscire a modificare la distorsione che si può ottenere con i buoni, nella ricerca di una maggiore equità, con i servizi dello stato sociale.
Capisco che mi ripeto sulla qualità e sulla diffusione dell'eccellenza. Qualcuno associa l'utilizzo del bonus come leva di azione per diffondere l'eccellenza, per estendere la qualità nei servizi dello stato sociale. Anche in questo senso si vedono effetti non desiderati che costringono, i fautori, gli utilizzatori, i governi che utilizzano questi strumenti come il bonus e i paesi che hanno una legislazione che li prevede, a cercare dei correttivi.
In questo breve intervento volevo sottolineare che è proprio sulla massimizzazione della ricerca dell'equità che i bonus falliscono. Allora Assessore, dovrebbe registrare questo aspetto ed, eventualmente intervenire di conseguenza, magari con azioni che attenuino gli affetti indesiderati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Stiamo affrontando il dibattito sul maxi emendamento della maggioranza poi assunto dalla Giunta, sul buono scuola e siamo ad un punto in cui la discussione rischia di diventare improduttiva. No ho capito, francamente se questa vostra scelta sia determinata, compatta, di tutta la Giunta, se l'Assessore la condivide, o solo una parte della maggioranza. La scelta di andare avanti in questo modo, senza entrare nel merito di alcun aspetto del provvedimento, è un'azione che si può fare, ma può avere delle conseguenze: di allungare, come sta avvenendo, la discussione, l'altra di farvi portare a casa un provvedimento che sta poco in piedi.
E' un provvedimento che contiene delle premesse che affermano alcune questioni, che in sostanza è una delega in bianco alla Giunta che ne vuole fare altre. Io avevo già detto che, forse, era il caso dire uscire della ipocrisia di quel testo. Uscire dall'ipocrisia di quel testo vuole dire elaborare un provvedimento esclusivamente per le scuole paritarie. Visto che avete deciso di dare 180 milioni di euro esclusivamente a quel tipo di scuola, scrivetelo. Non è così? Allora accettate di entrare nel merito di alcune delle nostre proposte.
La prima, la questione della delega; la seconda e la terza riguardano i panieri, le franchigie e le fasce di reddito ecc. Dichiarando anche su quale ci può essere una vostra opinione più o meno favorevole e su quali no. Continuare in questo modo, con un provvedimento ipocrita, spezzato in due parti, che afferma una cosa, poi, in realtà, con un atto di Giunta, ne fa un'altra, è un problema.
Se poi quel testo ha anche certe coperture finanziarie, mi chiedo se voi vi siete posti il problema del punto in cui state portando il Consiglio. L'Assessore Racchelli se lo portate in direzione del Mottarone è sempre disponibile, se invece volete portare il Consiglio in una direzione in cui si arriva ad un provvedimento, che può essere condiviso dalla maggioranza, criticato maggiormente dall'opposizione, che abbia un suo senso e una struttura, cambiatelo (il provvedimento, non il Mottarone).
L'Assessore Racchelli ha tentato di cambiare il Mottarone, di allargarlo perché non ci stava il trampolino, ma poi ha dovuto abbandonare il progetto. L'Assessore Leo, che invece non si è mai cimentato in operazioni così funamboliche, ci pare che oggi, con questo provvedimento, stia cercando di superare l'Assessore Racchelli.
Assessore Leo, è un'impresa complessa, bisogna fare dei lunghi corsi acrobatici in questa direzione, nei migliori circhi della Regione. Le consiglierei, per tante ragioni, anche per quelle relative alla sua salute di modificare il provvedimento ed entrare in un processo di interlocuzione con l'opposizione, magari per dire no a molte cose, ma anche per dire si ad altre.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

L'emendamento che noi sosteniamo fa parte del tentativo di convincere l'Assessore Leo ad intraprendere decisioni che vadano veramente nel senso di una visione sociale del diritto alla formazione.
Come dicevo prima, ci troviamo di fronte ad un "attacco" del Ministro Moratti per quanto riguarda la scuola pubblica. Sappiamo che questo attacco si configura attraverso più scelte, una, quella che viene molto contestata, è quella di rendere effettive le elezione in classe, le 18 ore di impegno dei docenti. Per raggiungere questo obiettivo, sarà necessario spezzare, come si dice in gergo, alcune cattedre trasformandole da ordinarie in interne.
Il perché di questa scelta è abbastanza chiaro: con questo sistema si intende ridurre le spese a livello delle scuole superiori, le spese intese come stipendi per gli insegnanti. Obbligandoli alle 18 ore, le ore non di cattedra, possono coprire cattedre vacanti, servizi, usi che invece erano coperti da precari. In questo modo, quello che viene segnalato, è che molto spesso quelle ore che sembravano non dedicate all'insegnamento, erano invece utilizzate dagli insegnanti per coprire eventuali mancanze di insegnanti per motivi fisici. Allora un insegnante che non era in cattedra poteva entrare in una classe senza insegnante e svolgere lezione integrativa. In questo caso non avendo gli insegnanti più ore disponibili perché impegnate in lezioni perché impegnate in lezioni cattedratiche quando si verificano mancanze di docenti, ci troviamo nella situazione di avere classi senza alcuna copertura didattica, con alunni liberi di girare nei corridoi senza alcuna guida. Adesso ancora di più perché anche la mancanza di bidelli rende impossibile questa scelta (alcune volte, quando si verificava questa situazione, il bidello poteva svolgere un' opera di supplenza dell'insegnante non per quanto riguarda la formazione, ma per il mantenimento di una situazione di disciplina).
Tutto questo non si realizzerà più perché lo Stato intende risparmiare sulle spese. E' da notare come il risparmio viene fatto in questo campo come abbiamo già denunciato tante volte in campo sanitario, semplicemente prevedendo un risparmio economico che viene realizzato tagliando posti di lavoro. Credo che questo sia uno dei motivi principali per i quali, invece occorrerebbe un ripensamento profondo della Giunta sulle scelte che si stanno intraprendendo. Se davvero si crede nell'importanza della formazione scolastica, credo che, invece di pensare di utilizzare i soldi pubblici nei buoni scuola, sarebbe necessario pensare di impiegare le risorse disponibili per supplire ai danni e ai problemi che, inevitabilmente, la riforma Moratti indurrà nel nostro sistema formativo. Pensare di utilizzare le risorse pubbliche per coprire le mancanze della scuola pubblica mi sembra necessario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

L'Assessore Leo dovrebbe sapere che ci sono varie proposte che affrontano il problema del diritto allo studio, quindi, non c'è un pregiudizio contro questo aspetto, così come pensiamo che determinate garanzie debbano essere date agli studenti e alle loro famiglie indipendentemente dal tipo di scuola che frequentano, per esempio, noi siamo totalmente favorevoli alla gratuità dei libri. Ci sono molte possibilità per intervenire a sostegno delle famiglie, in particolare delle famiglie che hanno maggiore necessità e che hanno scelto di iscrivere i loro figli nella scuola confessionale, non è che non ci sono, ci sono ma, a nostro avviso, tale sostegno non devono essere sotto forma di buono scuola.
Noi siamo d'accordo nel garantire a tutti dei diritti, anche agli studenti che frequentano questo genere di scuole, si va dai libri di testo alle mense e ai trasporti, ma si potrebbe arricchire questo paniere di diritti garantiti per migliorare la possibilità di studiare di chi va a scuola, seguendo con efficacia il proprio percorso formativo. Il problema è che il sostegno della scelta dell'iscrizione alla scuola non può avvenire sotto forma di buono scuola, ci deve essere uno strumento indipendentemente dal tipo di scelta, che tende a individuare quei diritti che sono carenti, che non vengono del tutto soddisfatti, e deve cercare di soddisfarli. Questo deve valere per tutti, a prescindere dal tipo di scuola, deve trattarsi di un'impostazione universalistica, come già è per pochissimi aspetti.
Se affrontassimo la discussione su questo livello, e abbiamo più volte provato a spostarla, credo che, probabilmente, nell'arco di pochissimo tempo, troveremmo una soluzione e potremmo elaborare delle leggi che facciano del Piemonte un terreno di innovazione. Questo potrebbe anche essere d'aiuto all'Assessore Leo nella sua funzione, a livello nazionale di coordinamento delle attività degli Assessori regionali rispetto all'applicazione della riforma Moratti.
Credo che la sua azione sarebbe più efficace se lui, in sede piemontese, laddove può agire e ha una titolarità piena, avanzasse delle proposte che, in qualche modo, supportino le sue indicazioni a livello nazionale.
Anche se l'Assessore non mi ha ascoltato, si può ragionare in termini di diritti garantiti a tutti, trovando un valido terreno di confronto e dimostrando anche un modo diverso di operare, con un consenso più vasto rispetto a quanto ottenuto dalla proposta di riforma Moratti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, condivido questo emendamento perché interviene a sostegno della scuola pubblica, verso la quale ci sono atteggiamenti che hanno un'ispirazione molto diversa e contraria alla validità della scuola pubblica. Uno di questi orientamenti è quello contenuto nel libro edito dall'Ufficio Diocesano Scuola di Torino che da qualche intervento sto leggendo, in quanto ritengo molto utile inserire questo punto di vista nei verbali del Consiglio regionale della Regione Piemonte.
Questo documento mi sembrava, e l'Assessore Leo lo ha confermato, in buona parte ispiratore della filosofia legata al buono scuola. Adesso colleghi, siamo ad un punto centrale di questo documento, uno dei punti sui quali tornerò dopo la lettura dell'intero libro. Ho spiegato e ripeto ai colleghi che cerco di leggere questo testo senza alcun commento, anche nel tono della voce, è un documento, è un soggetto che rispetto e, quindi, la lettura è la migliore possibile. Riserverò i commenti per gli interventi che svolgerò al termine della lettura del libro, in cui esprimerò le mie valutazioni, ma mi permetto di segnalarvi dei punti nodali e di grande interesse.
Sentite cosa c'è scritto, in particolare, ascolti anche l'Assessore Leo, in qualità di Assessore all'istruzione, non come cattolico: "E' più comprensibile l'opinione di chi vede nella scuola gestita dallo Stato un terreno di confronto di concezioni diverse e anche opposte, nella convinzione che tale terreno sia più favorevole allo sviluppo della mentalità giovanile. In effetti, la scuola statale offre un quadro molto differenziato di posizioni culturali che, però, raramente si confrontano sul serio. Per lo più, esse tendono ad esercitare separatamente la loro influenza sugli allievi. L'allievo, in teoria, dovrebbe mettere a confronto le diverse tendenze e decidere; nella realtà, però, hanno più incidenza certi docenti.
In ogni caso, l'idea che la scuola statale sia preferibile per questo è sufficiente per giustificare una scelta alternativa alla scuola non statale, almeno a quella di matrice cattolica".
E' talmente denso questo pensiero, che non voglio mischiarlo ad altri.
E qua mi fermo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti testé discussi.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 34 Consiglieri ha votato SÌ 1 Consigliere hanno votato NO 33 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 646, presentato dai Consiglieri Tapparo e Papandrea: Articolo 1, comma 1.
Sostituire "secondo criteri e modalità stabilite dalla presente legge", con "innalzando la soglia di intervento del diritto allo studio in modo progressivo con un incremento del 40% per ogni esercizio futuro rispetto a quanto previsto dal bilancio di previsione dell'esercizio 2003".
La parola al Consigliere Chiezzi, per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Emendamento che condivido, a sostegno della scuola pubblica, verso la quale, sentite come prosegue il testo dell'Ufficio Diocesano, che dice: "Il punto è questo: il principio di libertà non sta forse alla radice di questi ragionamenti? Si può discutere la validità delle opinioni pregiudizialmente favorevoli alla scuola statale, non certo contestarne la legittimità.
Chi sostiene questo, afferma una pretesa di libertà. Non dobbiamo vedere in questo una menomazione del diritto di chi ritiene, al contrario più valida la scuola non statale, più educativa la scuola cattolica. Anzi in questo dobbiamo vedere un'affermazione di libertà, che, tuttavia, non ha ancora potuto raggiungere la vera consapevolezza di sé. Non l'ha ancora raggiunta perché non possiede il rischio della scelta.
La scuola dello Stato non è veramente una scelta libera; dove, a parità di condizioni, vi fosse la possibilità di scegliere, allora l'affermazione di libertà sarebbe vera anche per chi accorda preferenza alla scuola gestita dallo Stato.
Solo in questo caso, le ragioni di tale preferenza, per discutibili che siano, avrebbero pieno titolo.
Oggi no, oggi tali ragioni possono sembrare le giustificazioni di una prepotenza esercitata su chi, invece, fa veramente una scelta libera di scuola. Oggi, la scuola statale, invece, non è l'oggetto di una decisione perché non c'è alternativa paritetica".
Anche questo pezzo, ad alta densità, richiede uno stop. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, con quest'ultimo emendamento intendevo sottolineare ulteriormente la necessità di agire sul versante alternativo a quello che voi proponete di utilizzare, cioè il buono scuola.
Ho cercato di dimostrare in precedenza come la strada alternativa che propongo permetta di raggiungere, in modo più ampio, l'obiettivo dell'equità nell'accesso alla scuola, favorendone la sostanza.
Volevo anche soffermarmi sul fatto che un altro elemento utilizzato dalla pubblicistica più favorevole all'utilizzo dei bonus nei servizi dello stato sociale e della scuola, è quello che favorisce l'estensione della qualità o la diffusione dell'eccellenza nella scuola.
Ebbene, molti casi dimostrano che la libertà di scelta non è riuscita a mettere in moto un sostanziale incremento della qualità della scuola.
Confermo - e il diritto allo studio sarebbe così - che si pu incrementare la qualità della scuola anche restando all'interno del sistema pubblico puro (con la legge sulla parità scolastica, devo utilizzare questa terminologia, per meglio comprendere e identificare la scuola pubblica).
Bisogna mettere in conto, inoltre, non solo il rischio che il bonus incida negativamente sulla necessità di avere gradi sempre crescenti di equità nell'accesso ai servizi - in primis quello scolastico - ma anche che contraddica quanto va dicendo il Ministro Moratti, cioè che l'apertura del sistema scolastico permette di avere una scuola qualitativamente migliore.
Questo elemento si interseca con gli aspetti della riforma Berlinguer che avevano, nell'autonomia scolastica, uno dei cardini di quella esperienza, seppure l'autonomia scolastica fosse vissuta come elemento di sviluppo graduale.
Nell'autonomia scolastica, che nasconde dei rischi, perché potrebbe differenziare l'offerta scolastica in modo significativo, quindi andava e andrebbe governata, ci sono elementi superiori rispetto al bonus (in questo caso il buono scuola), per trovare una dinamica che agisca sulla qualità.
Il periodo di utilizzo dei buoni scuola in Lombardia, Veneto e Liguria non è ancora significativo, quindi non ci sono delle tendenze di fondo su come si sviluppi la sua azione, ma spero che gli studiosi incomincino a fare delle rilevazioni in questo senso; spero, naturalmente, siano studiosi indipendenti, che possano svolgere questi studi estraniandosi dalla forte contesa politica che è presente in questa vicenda.
Quando gli studiosi indipendenti lavoreranno su questo tema, potranno probabilmente scoprire la scarsa incidenza sulla qualità della scuola che l'utilizzo sistematico del buono-scuola ha avuto e ha determinato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Anche questo emendamento è un emendamento importante perché vuole richiamare l'attenzione del Consiglio su un'incongruenza che riteniamo molto forte in questa legge e che ho cercato d'illustrare precedentemente.
L'incongruenza è la seguente: facciamo un provvedimento e tendiamo a fare credere che sia orientato a tutte le scuole, e quindi ispirato alla legge n. 62. Del resto sarebbe difficile fare un provvedimento di tipo diverso, perché vi è una certa normativa nazionale a cui ci troviamo davanti per la prima volta per effetto di un'iniziativa del Governo di centrosinistra, dell'allora Ministro Berlinguer. Devo dire che tutti i Governi precedenti e anche quelli successivi che della questione della scuola, della scuola privata, della scuola cattolica hanno parlato a lungo e hanno vantato accreditamenti in questa direzione, non sono mai riusciti a fare nulla in questa direzione e - potremmo dire - ad assumere uno straccio di provvedimento. Quindi, essendoci oggi una normativa nazionale che per la prima volta ha queste caratteristiche, assumere delle normative regionali incongrue e difformi diventa francamente più complesso, difficile e farraginoso, e sostanzialmente anche inutile; e non solo inutile, ma anche preoccupante per quanto riguarda la Regione. Abbiamo sostenuto che quel provvedimento conteneva un elemento di ambiguità e di ipocrisia oltre che di ingiustizia. Nei primi commi si richiama la legge n. 62, si parla di scuole statali e paritarie, ma nei commi successivi con una piena delega alla Giunta, in realtà si occulta il fatto che i 180 milioni di euro sono esclusivamente per le scuole paritarie.
Quindi, bisogna scrivere un provvedimento che abbia queste caratteristiche, oppure si entra nel merito, si emenda e si accolgono alcune nostre proposte.
Ma vorrei ritornare ancora all'incertezza sul piano finanziario del testo. Queste tappe forzate e questa discussione che stiamo facendo da lungo tempo ha e vuole avere semplicemente come caratteristica quella di essere pronti per il prossimo anno scolastico.
Siete in grado di reperire questa cifra nell'assestamento? Siete in grado di individuare addirittura una prenotazione sul bilancio del prossimo anno e ad inserire questa voce? Noi, da quanto ci ha detto l'Assessore competente nel corso di qualche seduta fa e nel corso di una seduta notturna, abbiamo acquisito la quasi compiuta certezza che questa disponibilità finanziaria non ci sia ulteriore problema sul provvedimento, che lo rende complicato, rende difficile poterlo votare e rende invece molto più proficua un'interlocuzione tra di noi e la possibilità di discuterne. L'Assessore però mi dice che di questo testo si deve discutere solo con il Consigliere Cattaneo, con lui si parla solo di diritto allo studio. Se il collega è disponibile ad interloquire con noi in aula, noi siamo qua.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Ho sentito prima il Consigliere Tapparo fornire un dato - ed intervengo per questo perché è una tesi che ho sostenuto anche io - secondo il quale, Assessore Leo, l'approvazione delle leggi sui buoni-scuola non ha portato ad un significativo incremento delle iscrizioni nelle scuole paritarie.
Lunedì scorso la rassegna di documentazione riportava invece una corrispondenza da Genova, dalla quale emerge che in Liguria, in modo del tutto strano - e teniamo conto che in Lombardia lo stanziamento è all'incirca di 60 miliardi di vecchie lire di quelli effettivamente distribuiti - a fronte di una disponibilità di soli 3 miliardi, ci sia una sorta di effetto di contagio e di fascino rispetto a questa nuova opportunità.
Per cui in Liguria, per l'anno scolastico 2003-2004, vi è stato un incremento significativo di iscrizioni alle scuole paritarie.
La cosa, da una parte, dimostra la pericolosità di questo strumento, se mai si dovesse determinare questa tendenza, ma dimostra anche l'estremo rischio che state correndo come maggioranza, perché un conto è l'enunciazione di principi - e stiamo parlando di cifre intorno ai 35 miliardi - un conto è la dislocazione di queste risorse nella loro trasmissione di entità pratica alle famiglie.
Siccome la coperta è stretta, per quanti sforzi si vogliano fare queste risorse dimostreranno tutto il loro aspetto propagandistico ed elettoralistico, perché alla fine saranno un obolo e non potranno riguardare una platea così vasta tale da costituire un incentivo valido perché le famiglie meno abbienti - perché questo è l'obiettivo - iscrivano i propri figli alle scuole private.
Potrebbe succedere un altro fenomeno: che non alle famiglie meno abbienti - che hanno tutt'altra necessità che non quella di fare una partita di giro alle scuole private, ma magari hanno bisogno di aiuti e sostegni concreti perché per i loro figli si possa esercitare il diritto allo studio - ma ad una fascia media, e quindi economicamente più agiata questo possa costituire un incentivo.
Questo contraddice gli scopi per i quali voi dite di volere istituire la legge sui buoni-scuola, cioè quella di dare alla scuola stessa un carattere interclassista sottraendola da quest'aurea di "scuola per ricchi" nella quale è collocata.
La paura sostanzialmente è che la capacità attrattiva di un intervento come questo, che non pone un limite di reddito significativamente bilanciato o equilibrato su una fascia di bisogno, abbia un altro effetto: quello di incrementare il carattere classista della scuola paritaria.
Questo per noi non è accettabile.
In questo il provvedimento è difficilmente emendabile, a meno che il modello non sia quello dell'approvazione dello spirito della legge n.
62/2000, e nel momento in cui assumiamo come dato incontrovertibile il fatto che si garantisce il diritto di accesso a tutti, a prescindere dalla scuola di frequenza, attraverso questo livellamento abbiamo sostanzialmente una corresponsione di risorse, che è l'esatta risposta alla fotografia della situazione della composizione sociale delle famiglie che frequentano le scuole statali e le scuole paritarie.
Questo è l'equilibrio che determina, ed ero sorpreso dall'analisi sistemica dell'applicazione delle leggi dell'Emilia Romagna; in quella Regione sapete quanti hanno goduto del diritto all'assegno di studio? L'1 dei frequentanti le scuole paritarie. È buona cosa, perché restituisce quello che, di fatto, nella realtà, non si riesce a cambiare se non con un provvedimento radicale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questo emendamento, come altri, affronta la tematica del diritto allo studio in contrapposizione alla politica dei buoni scuola. Abbiamo già ribadito la nostra disponibilità ad entrare nel merito di proposte di legge che vadano in questa direzione.
Finora, purtroppo, non vi è stata alcuna possibilità. Anzi, da parte della Giunta emerge la volontà di insistere nel proprio provvedimento, che ha il carattere di parzialità che abbiamo più volte denunciato.
Sarebbe bene incamminarsi su un'altra strada, quella che pone i giovani e gli studenti, coi loro diritto, al centro, senza alcuna discriminazione fra scuole, proprio per le ragioni che, con svariati emendamenti, abbiamo più volte sottolineato, sia con questi di carattere generale, sia con quelli più particolari (che sono stati finora respinti), che affrontavano nello specifico, un singolo problema, un singolo diritto o un singolo aspetto dell'insegnamento in cui si registrava una sorta di carenza o una situazione di difficoltà all'interno delle scuole.
Si porti avanti un'azione politica che intervenga in modo generalizzato per colmare queste lacune, sia dal punto di vista del singolo studente sia da un punto di vista più generale.
Finora non siamo riusciti a convincere l'Assessore Leo, ma speriamo che nel prosieguo si cominci a fare una breccia nella sua opinione, affinch possa accettare l'idea di spostare l'asse della legge sa quello attuale.
Sarebbe utile avere ogni tanto un'interlocuzione perlomeno con l'Assessore, per capire se riconosce effettivamente certi problemi. Mi sembra, infatti, che l'insieme degli aspetti che abbiamo sollevato anche oggi, dimostrino la nostra volontà a discutere concretamente su questioni reali e non siano dei meri pretesti.
Alcuni emendamenti, come quello attualmente in discussione, che interviene sul diritto in generale, senza ulteriori specificazioni, e propone quote e percentuali di risorse da dedicare al diritto allo studio dovrebbero essere presi maggiormente in considerazione da parte dell'Assessore Leo. All'inizio di questo percorso, sembrava che l'Assessore Leo - quando cito l'Assessore Leo intendo l'insieme della Giunta e della maggioranza - fosse intenzionato ad un percorso di questo genere. Poi, per una serie di ragioni, ha rinunciato.
In queste ultime sedute, anche se con difficoltà e con i necessari approfondimenti, ci rendiamo tutti conto che alla fine del percorso si pu arrivare.
Se in passato discutere di una legge sul diritto allo studio era sembrato un pretesto per non discutere della legge sui buoni scuola, adesso non lo è più. Quindi, se si spostasse il terreno, così come abbiamo fatto in passato, si potrebbe ragionare un attimo e individuare un percorso e una soluzione anche per una proposta di legge con quelle caratteristiche.
Perlomeno varrebbe la pena pensarci.
Però è chiaro che l'approvazione della legge così com'è oggi, diventa un... Questa legge crea un precedente, una sorta di piccolo-grande macigno sul percorso dell'altra legge.
Visto che stasera non approveremo sicuramente la legge, e che tra poco sospenderemo la seduta per proseguire i nostri lavori serali con i problemi anch'essi spinosi sulla sanità, si potrebbe riflettere su questo aspetto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Assessore Leo, ieri sera ho partecipato ad un dibattito e mi sono trovato spettatore silenzioso di un'accesissima discussione fra due noti esponenti della cultura e del mondo cattolico torinese, che se ne sono detti - e per fortuna non date - di tutti i colori.
Per la verità, è stato molto più interessante il pre-dibattito, perch ho ascoltato queste due persone, normalmente assolutamente moderate ed equilibrate, che utilizzavano argomenti fortissimi e si tiravano; ad un certo punto, hanno cominciato a prendermi chi da una mano, chi dall'altra per spiegarmi qual era la posizione giusta. Per una volta tanto, mi sono trovato nella situazione - e ho capito quanto può essere scomoda - di una persona di centro (perché in quel momento mi sono trovato un moderato di centro), preso fra due opposti estremismi.
Uno dei due esponenti cattolici indubbiamente mi scavalcava di molto in termini di radicalismo sull'argomento, portando dati, cifre, incontri con i vertici del mondo cattolico torinese. Quando si parla di un pezzo di mondo cattolico che non condivide il provvedimento sui buoni scuola, vedo che l'Assessore si isola.
Questi due noti esponenti del mondo cattolico mi hanno dimostrato quanto sia diviso, o comunque non monolitico, il mondo cattolico.
L'altro, in verità, tirandomi per un braccio in un angolo un po' nascosto di questa sala, mi ha detto che il livello di attenzione al problema sul buono scuola della Regione Piemonte va addirittura oltre il Cardinale Poletto.
Io, pur da ateo praticante, sono rimasto fra l'incredulo, il meravigliato e il preoccupato. Questo provvedimento mentre non divide la sinistra, pur con sfumature diverse anche nell'atteggiamento e negli emendamenti che abbiamo presentato, divide fortemente il mondo cattolico.
Personalmente ho assistito ad un dibattito di una intensità notevole, con argomentazioni che non ho e non avrei mai usato (mi sono tenuto sempre molto, ma molto più moderato) che dopo, ripensandoci alle due posizioni sono rimasto sorpreso.
Se il provvedimento divide così fortemente il mondo cattolico l'Assessore è così convinto che sia un provvedimento giusto, che vada nella direzione di aiutare chi ha bisogno? Quando i dubbi e le certezze sono anche di buona parte del mondo cattolico, Assessore, non è che invece di guadagnarsi e meritarsi il paradiso si ritrova all'inferno in numerosa compagnia?



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico, sull'emendamento testé discusso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 2 Consiglieri hanno votato NO 34 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 608 presentato dai Consiglieri Tapparo e Papandrea: Articolo 1, comma 1.
Sostituire "stabilite dalla presente legge", con "stabilite dalla Giunta con apposito provvedimento dopo 120 giorni dall'approvazione della presente legge" La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Non volevo infliggere ulteriore sofferenza ai Consiglieri, quindi se il Presidente ha posto ancora due emendamenti in discussione, questo lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Cattaneo ed altri) mediante procedimento elettronico sull'emendamento testé illustrato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 606 presentato dai Consiglieri Tapparo e Papandrea Articolo1, comma 1.
Aggiungere alla fine del comma 1 "senza oneri economici per la Regione stessa" La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Mentre il precedente emendamento si illustrava da sé, questo introduce una grossa problematica che è quella sostenuta, fondamentalmente, dalla Costituzione e che fa divieto del finanziamento pubblico alle scuole private.
In qualche modo, noi sappiamo che siamo passati attraverso una normativa della parità scolastica che, secondo una parte della dottrina cerca di confutare quella che è una tesi che invece ampi settori laici della società cercano ancora di ritenere che sia valido e vincolante.
Con questo elemento aggiuntivo al comma, voglio sottolineare che il divieto al finanziamento pubblico della scuola pubblica deriva da operatività e operazioni fatte dall'istituto regionale, dalle Regioni dalla Regione Piemonte per quanto riguarda la nostra norma. Ed è in questo senso che apro un tema che svilupperò in seguito ed è quello del finanziamento pubblico regionale, in questo caso, sapendo che dobbiamo confrontarci con un intervento della Regione Piemonte nel sistema della formazione professionale, che, ovviamente, interviene non dal versante del buono scuola, ma dal finanziamento dell'attività formativa. Abbiamo un intervento, sino a ieri era materia fuori dal circuito dall'istruzione perché dalla formazione professionale, oggi, con il raccordo più stretto tra canale dell'istruzione e canale della formazione, è chiaro che pone anche a me un problema di riflessione e di valutazione.
Preannuncio che questo sarà un tema che approfondirò in futuri emendamenti che troveremo nel lungo percorso che dovremo affrontare da ora alla conclusione della discussione ed approvazione della legge sul buono scuola.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Angeleri e altri) mediante procedimento elettronico sull'emendamento testé discusso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 Consiglieri ha votato SÌ 1 Consigliere hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Ricordo che il Consiglio è convocato per le ore 21,15.
La parola alla Consigliera Manica



MANICA Giuliana

C'era stato detto che il Consiglio era convocato per le ore 21.30 e noi abbiamo preso degli impegni.



PRESIDENTE

Va bene, il Consiglio è convocato per le ore 21.30 La seduta è tolta



(La seduta termina alle ore 19.20)



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