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Dettaglio seduta n.345 del 13/05/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.04 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.35)



(La seduta ha inizio alle ore 10.35)


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g. "Approvazioni verbali precedenti sedute" comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 21, 28, 29, 30 gennaio 2003 e 5 febbraio 2003.
Non essendoci osservazioni si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedi i Consiglieri Botta Franco, Cantore, Cota, Cotto Ferrero, Marengo, Pedrale, Pichetto Fratin, Pozzo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Le mie considerazioni non riguardano tanto la seduta diurna, ma la seduta serale, che dovrebbe tenersi giovedì - su quella notturna ho meno problemi.
Nella riunione tenutasi mercoledì scorso, nella quale si era concordato un percorso, avevamo posto il problema che siamo in fase di campagna elettorale. Infatti alcune forze politiche, in particolare la nostra, sono impegnate per il raggiungimento del quorum per quanto riguarda il referendum, a differenza di altre forze politiche, alle quali non interessa il raggiungimento del quorum, e quindi non hanno il problema della campagna elettorale Noi, insieme a parte del Gruppo dei Democratici di Sinistra e del Gruppo Verde, abbiamo questo impegno; quindi, chiedo che non ci sia la riunione serale, tenuto conto anche del fatto che domani non è prevista la riunione serale in quanto c'è una partita. Inoltre giovedì mattina il Consiglio non è convocato in quanto ci sono delle inaugurazioni, che sono sì importanti, però vengono prese in considerazione.
Credo che anche il referendum sia un impegno importante, così come le elezioni di questi giorni, e che meritino rispetto almeno come le partite.



PRESIDENTE

Prendo atto della richiesta formulata, che sicuramente verrà valutata nelle sedi competenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Sul punto devo dire che le parole utilizzate dal Consigliere Papandrea se scomposte e svilite analiticamente, potrebbero pure trovare qualche consenso.
Il problema è che non dobbiamo avvilire il confronto o le richieste ponendoci su un piano che ci pone fuori da ogni rigore.
Stiamo discutendo il disegno di legge sui buoni scuola, sul quale era emerso un comportamento ed una condotta che dovevano essere istituzionalmente più responsabili, o più collaborativi - per non usare parole che possano sembrare provocatorie; ma è altresì emerso che l'indicazione di questo comportamento trova radicali smentite, prima rispetto alla mole enorme di emendamenti, poi rispetto all'imponente partecipazione alla discussione degli stessi.
Tutte cose assolutamente legittime, ovviamente, ma se l'ostruzionismo è fatto da un Consigliere, vale uno per gli emendamenti; se l'ostruzionismo è fatto da dieci Consiglieri, vale gli emendamenti per dieci.
Questo mi pare un elemento oggettivo che merita una riflessione.
Ribadiamo per l'ennesima volta che il contributo è assolutamente esorbitante rispetto ad un rapporto dialettico su un disegno di legge già abbondantemente sviscerato in tutte le sue problematiche, da quelle di natura costituzionale a quelle di merito.
Quelle considerazioni e quelle parole possono avere un peso ed un rilievo se vengono inserite in un quadro di maggiore buonsenso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei richiedere, se possibile, una copia degli emendamenti, in quanto non li ho più a mie mani.
Venendo all'intervento del Consigliere Papandrea, che ha posto indubbiamente una richiesta di buonsenso, credo che il Consigliere Galasso abbia già fatto alcune considerazioni.
Dico subito, per sgombrare il campo, che non voglio introdurre alcun elemento di trattativa o quant'altro.
Su questo provvedimento l'opposizione ci ha chiesto la "prova d'amore" cioè che dobbiamo dimostrare di "amare" il disegno di legge n. 252 e di esserne convinti. Quindi, siccome ritengo che si possa amare molto più di notte - parlo per me - che di giorno, per quanto mi riguarda le ore serali e notturne sono le più favorevoli, e costituirebbero la vera "prova d'amore" verso il provvedimento.
Pertanto iniziamo a lavorare con serenità ed impegno ognuno con le proprie convinzioni. Abbiamo già lavorato per due giorni in maniera molto utile, perché, quanto meno sotto l'aspetto politico, sono emerse le divergenze e le posizioni in modo estremamente chiaro.
Oggi è convocata solo la seduta ordinaria e non la seduta serale perché c'era stata la richiesta di limitare sia le sedute serali che quelle notturne, anche tenendo conto che per il Consiglio sono impegnati molti collaboratori.
Non a caso giovedì abbiamo convocato la seduta dal pomeriggio al mattino successivo, in modo da portare avanti un lavoro abbastanza ampio ma non è stata convocata per 24 ore, per evitare di lavorare dal mattino fino al mattino successivo.
Sono perfettamente d'accordo sul fatto di iniziare a lavorare oggi quindi non voglio introdurre elementi di trattativa sulla quantità degli interventi e degli emendamenti. Questo non mi interessa, perché siamo qui per lavorare.
Verso sera o alla fine del Consiglio regionale faremo una pausa di un quarto d'ora per verificare come sono andati i lavori quest'oggi, al fine di programmare o eventualmente rivisitare la programmazione delle sedute.
Pur condividendo abbastanza la considerazione del Consigliere Galasso dico subito che sono prudente e mi dichiaro ben disponibile questa sera a valutare le argomentazioni del Consigliere Papandrea; come ha detto lui stesso, con grande onestà intellettuale, è rimasto solo a difendere questo referendum, perché anche Cofferati e altri si sono ormai defilati attestandosi sulla posizione della Casa delle Libertà per l'astensione.
Quindi, sotto l'aspetto di un atto di sensibilità politica verso il collega, ben volentieri siamo disponibili a valutare le sue considerazioni con la dovuta attenzione, ma anche - lo dico subito - con la dovuta fermezza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cattaneo, anche per aver parlato d'amore, portando con ciò la prova della romantica sensibilità del lago, di cui noi delle montagne, così brulle e spoglie, non possiamo che essere in qualche maniera compiaciuti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Ho ascoltato l'intervento dei colleghi di maggioranza; non so se vogliano stravincere, ma qui hanno ottenuto il superamento di quello che era un tradizionale ostacolo: l'ostruzionismo vecchio stile sull'inserimento di nuovi punti all'o.d.g. Ora c'è un numero definito di emendamenti, che verrà ulteriormente ridotto da una vocazione a questo tipo di orientamento da parte del Presidente Cota e sul quale saremo particolarmente attenti per evitare che il mucchio sia eccessivo, che ci sia sostanzialmente una selezione alla riduzione eccessiva.
Quindi avete ottenuto un percorso che ha un limite di tempo. Il fatto che voi chiediate le sedute notturne è una cosa che, al di là del costo enorme che caricate su questa assemblea (il costo è enorme perché la struttura del Consiglio regionale è relativamente piccola e quindi voi tale costo, lo caricate sul personale, lo caricate sulla struttura) è un vostro capriccio. Non potete dirci: "E' perché intervenite troppo numerosi per ogni emendamento, perché avete presentato troppi emendamenti", in quanto si tratta di un numero di emendamenti ragionevole (circa 200), sui quali si interviene tutti, parzialmente tutti, ma si sa che si va a esaurimento; se convochiamo quattro sedute alla settimana, potremo tranquillamente, in un tempo ragionevole, concludere questa vicenda.
Questa cosa delle sedute notturne porta evidentemente a dire che allora dobbiamo applicare questo tipo di azione emendativa di interventi numerosi non solo sul buono scuola, ma per ogni provvedimento, perché non si capisce questo tipo di vostro atteggiamento.
Guardate, in qualsiasi assemblea elettiva la seduta notturna viene fatta alla chiusura di un bilancio, dinanzi a un fatto eccezionale, alla chiusura di una grande norma, ma non diventa un fatto sistematico. Quindi Presidente Riba, lei che in questo momento è il tutore della vita dell'assemblea, francamente deve dire qualcosa, non è che tranquillamente la maggioranza possa proporre ogni settimana una, due sedute notturne perché bisogna dichiarare che questa cosa - tra l'altro, ripeto, in termini di costi è enorme e disarticola la struttura del Consiglio regionale , è un capriccio loro. Cosa volete dimostrare? Tra l'altro, non so a chi, non c'è nessuno della Curia stamattina, quindi i numerosi interventi non li dovete fare; a chi volete dimostrarla questa vostra scelta.
Allora, un po' di ragionevolezza. Se noi incominciamo a usare l'ostruzionismo su ogni altro provvedimento, presentiamo 200 emendamenti effettuiamo molti interventi e andiamo avanti così, finiremo la legislatura con le notturne: e, comunque, ci attrezzeremo. Ma francamente su questo chiedo ai colleghi di maggioranza, ai due Capigruppo che hanno parlato, di assumere un atteggiamento di responsabilità.
Non apro poi il capitolo di cosa avete fatto al Gruppo Misto, perché ne avete depotenziato l'attività. In questo momento io non ho nessun Capogruppo, perché avete cambiato la regola durante una gara e non avete reintrodotto una regola nuova.
Stendo un pietoso velo sopra questo aspetto; c'è solo da dire che è una cosa indegna quella che avete fatto, coperta anche dal Presidente e dai Vicepresidenti, che avrebbero dovuto dire: "Questa cosa la affrontiamo dopo, finito questo gioco, non durante il gioco".
Mi avete posto il vincolo che devo avere tre firme per poter presentare una proposta emendativa; fino a ieri non era così, ma durante la gara avete cambiato la regola. Nessuno ha protestato, e francamente mi sembra una cosa rispetto alla quale il Presidente avrebbe dovuto dire qualcosa.



PRESIDENTE

Siamo all'inizio del mattino; gli interventi sul punto relativo alla protrazione delle sedute hanno dimostrato l'esistenza della volontà di utilizzare opportunamente la sovranità di cui l'aula dispone nei confronti di se stessa; adesso credo che ci siano ancora alcuni interventi su questo argomento.
La tecnica delle sedute notturne pone indubbiamente i problemi che conosciamo, ma le cose esposte dal collega Papandrea sono state apprezzate in quanto riferite ad un diritto politico; dopodiché anch'io raccoglierei l'indicazione che ha espresso il Consigliere Cattaneo, dicendo: "Adesso abbiamo di fronte la giornata, utilizziamola e poi vedremo, nella parte serale, quali condizioni possiamo avere a disposizione per ragionare sulle questioni poste".
Ha chiesto la parola la collega Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Ricordo che l'intervento che ha proposto oggi in aula il collega Papandrea era già stato esposto nella riunione dei Capigruppo, dove aveva espresso una richiesta formale in questa direzione sulla necessità, in queste settimane, di non avere sedute serali in quanto le forze politiche sono impegnate nella campagna elettorale referendaria, indipendentemente dalle diverse posizioni che esse hanno.
Debbo dire che in quella riunione dei Capigruppo ci fu un unanime consenso nei confronti di questa sua richiesta e ci fu anche un riconoscimento delle ragioni politiche significative di questa richiesta da parte dello stesso Presidente del Consiglio.
Personalmente sono d'accordo che, a un certo punto del pomeriggio, si faccia il punto della situazione, perché ritengo che sia assolutamente possibile ripristinare un regime diverso delle nostre sedute che consenta di liberare le sedute serali del Consiglio, anche perché da parte di nessuno è stato dichiarato al Presidente del Consiglio alcuna indisponibilità a tenere il Consiglio regionale nei giorni di questa settimana in ore e sedute ordinarie, nessuno gli ha espresso una nostra contrarietà a convocare il Consiglio regionale mercoledì, nessuno gli ha detto che non voleva fare il Consiglio regionale nella giornata di venerdì.
In sostanza, non si riesce a capire perché, davanti alla possibilità di convocazioni sia nella giornata di mercoledì che di giovedì e di venerdì si scelga invece la seduta della sera. Penso che intorno a un tavolo, con grande tranquillità, sia possibile garantire sedute del Consiglio in ore ordinarie, per consentire al collega Cattaneo e a tutti i Gruppi di maggioranza di dare quella famosa prova d'amore di cui lui prima ha parlato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Anch'io esprimo la necessità di avere le serate libere per poter svolgere la campagna referendaria per il sì. Questa questione, tra l'altro mi sembrava risolta nella riunione dei Capigruppo in cui, di fronte alla richiesta del collega Papandrea, mi pare che il Presidente Cota non abbia detto nulla, quindi chi tace acconsente.
L'altra questione è quella relativa al diritto al sonno. Il diritto al sonno è un diritto naturale che non dovrebbe essere soppresso dalla necessità che ha il Consigliere Cattaneo di dare prove d'amore di notte.
Anch'io insisterei perché il diritto al sonno sia garantito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Mi era sembrato che nelle parole del Consigliere Cattaneo fosse sfuggito che il Partito dei Verdi, a livello nazionale, è stato uno dei sottoscrittori della richiesta di referendum e si è impegnato compatibilmente con il fatto di essere un partito piccolo, nella raccolta delle firme ed ugualmente impegnato in questa campagna referendaria.
Chiaramente appoggio la richiesta del Consigliere Papandrea in quanto sono coinvolto, in prima persona, nelle iniziative referendarie.. I Verdi sono abituati, da sempre, a fare i conti con basi che non sono sicuramente larghissime, ma sono fortemente motivate.
Inizialmente i partiti che avevano aderito alla campagna referendaria non erano i partiti numericamente più rappresentativi nelle assemblee credo che invece abbia un tema di condivisione molto più larga che va molto al di là dei pochi numeri che qui rappresentiamo. Tener in doveroso conto questo elemento sarebbe importante per permettere a chi ha l'esigenza di partecipare alla campagna referendaria di poterla espletare.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame disegno di legge n. 252 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 252 di cui al punto 2) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 469 presentato dai Consiglieri Manica, Marcenaro Suino, Riba, Muliere, Ronzani e Riggio (e connesso emendamento rubricato n.
470): L'art. 1 è così sostituito: "Art. 1.
1. La Regione Piemonte indirizza le proprie azioni di qualificazione del sistema di istruzione, garantendo il diritto ad ogni persona di accedere a tutti i gradi del sistema scolastico e formativo, mantenendo la centralità della scuola pubblica nell'offerta formativa sul proprio territorio.
2. Le norme generali e i principi fondamentali sull'istruzione e i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, definiti a livello nazionale ai sensi dell'articolo 177 della Costituzione, costituiscono la base sulla quale la Regione organizza e sviluppa le proprie politiche in tali materie, in modo che siano garantite le pari opportunità e l'uguaglianza formale e sostanziale nell'esercizio dei diritti dei cittadini e la valorizzazione degli Enti locali e funzionali.
3. La Regione garantisce interventi a carattere individuale volti a facilitare l'accesso e la frequenza delle attività scolastiche e formative da parte degli allievi quali: a )fornitura di libri di testo gratuiti agli alunni della scuola elementare ai sensi dell'art. 156, comma 1, del testo unico 297/1994 b) servizi di mensa c) servizi di trasporto e facilitazioni di viaggio d) servizi residenziali e) sussidi e servizi individualizzati per soggetti in situazioni di svantaggio fisico, psichico, culturale, sociale f) borse di studio con cui si ricomprendono sia quelle previste con la presente legge regionale sia quelle previste con legge nazionale 62/2000 4. La Regione garantisce interventi a carattere collettivo alle scuole pubbliche statali e gestite dagli enti locali appartenenti al sistema nazionale volti a garantire ed a migliorare i livelli di qualità del sistema di istruzione e di formazione con contributi a progetti mirati a: a) sperimentare azioni di raccordo tra scuola, formazione professionale e mondo del lavoro, con particolare riferimento alla progettazione di percorsi di obbligo formativo integrato ai sensi dell'art. 68, legge 144/1999 e di IFTS di cui all'art. 69 della stessa legge 144/1999 b) sostenere i servizi educativi per minori e i servizi territoriali di educazione degli adulti c) sostenere le iniziative di istituzioni scolastiche singole o in rete finalizzate ad un arricchimento ed ampliamento dell'offerta formativa a partire dalle attività previste dai Programmi dell'Unione Europea e alla ricerca e sperimentazione didattica".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Continuo a dare lettura dell'interessante libro edito dall'Ufficio Diocesano "Scuola di Torino" dal titolo "La parità appartiene al bene comune". sottotitolo "Un messaggio di libertà rivolto a tutte le scuole".
Leggo il testo "Perciò questa è una battaglia di libertà fatta a nome di tutti gli italiani, non di pochi. La libertà di scegliere si concretizza solo nella possibilità economica? Oggi è tolta veramente a tutti, anche a quanti sarebbero comunque orientati per le scuole dello Stato poiché la libertà come ognuno sa, è nella possibilità universale di scegliere. Le nostre stesse convinzioni, quando nascono con l'esclusione di ogni possibile alternativa, non risultano veramente più libere. Chi ritenesse che l'attuazione della parità crei dei privilegi, sbaglia, perché essa, al contrario, darebbe ad ogni famiglia la nuova consapevolezza che la scuola è un diritto che comprende altresì la rispondenza con i propri valori di vita. Oggi questa consapevolezza non può ancora, purtroppo, esistere. Vi è un punto essenziale che occorre sempre ricordare quando è in gioco il riferimento alla cultura cattolica, cioè la sua vocazione universale. Di più. La dottrina dell'incarnazione realizza ciò che è più umano. Umanizzare è il compito, anzi, la missione della chiesa nel mondo proprio nella misura in cui essa è via a Dio attraverso Cristo. Cosicché, lo sguardo rivolto dai cattolici ai problemi concreti della vita, non può che sostenere ad una prospettiva di universalità nel doppio significato: difendere ciò che è più essenziale e non escludere nessuno dalla pienezza di ciò che si difende".
Qui termina la premessa.
Capitolo I. "Qual è il soggetto destinatario della richiesta di parità? Il primo punto da chiarire è questo: chi domanda la condizione della parità scolastica fra la scuola statale e la scuola non statale? Chi è il beneficiario della parità? Non c'é dubbio che fra i soggetti che chiedono al Parlamento italiano una nuova legge che sancisca la parità, vi sono gli enti gestori delle scuole non statali. Ma essi non sono i primi a farlo. In primo luogo vi sono le famiglie che frequentano queste scuole: dalle elementari alle scuole superiori. Ma, altresì, vi sono le famiglie che non possono frequentare queste scuole. Il numero di queste ultime non è facile da determinare, ma è sicuramente molto alto. Per esse la difficoltà insormontabile è rappresenta dal costo della scuola, ma le scuole non statali possono funzionare solo grazie alle rette scolastiche. Quanti conoscono, in realtà, a quanto ammonta, in media, il costo per mantenere in funzione una scuola? Il calcolo è presto fatto. Ogni classe alla scuola non statale costa in media 100 milioni all'anno, di cui almeno 70 spesi per l'attività di insegnamento.
Vogliamo essere precisi: alla scuola elementare ogni classe costa 78 milioni l'anno, alla scuola media ogni classe costa 93 milioni, alla scuola superiore ogni classe costa 106 milioni l'anno. Queste cifre comprendono oltre al costo dei docenti, le spese generali di funzionamento. Girato nella parte di chi deve sostenere tali costi, cioè le famiglie, la situazione risulta la seguente: in media cinque milioni all'anno. Pi precisamente dai 3 milioni e mezzo delle elementari, ai quasi 6 milioni delle superiori. Un contributo statale pari allo 0,40% della spesa pubblica per la scuola, allevia la spesa nelle scuole elementari parificate".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

In questo emendamento sottolineiamo due aspetti, a nostro avviso importanti. Uno è il carattere relativo dei sostegni che le Regioni hanno sempre riconosciuto, e dovrebbero continuare a riconoscere, alla scuola pubblica statale e a quelle gestite dagli Enti locali.
L'altro aspetto è quello del credito formativo. Infatti facciamo riferimento agli articoli 68 e 69 della legge n. 144 del 1999. La strada del buono scuola, che è stata intrapresa da questa Regione come da altre che si delinea con il provvedimento, il maxiemendamento che ci ritroviamo a discutere che scelta segue? A livello nazionale, la cosiddetta riforma Moratti - che non è altro che un decreto - ha affidato alle Regioni la facoltà, attraverso leggi regionali, di impartire il buono scuola aggirando - diciamo noi - l'articolo 34 della Costituzione, che impone misure che assicurano un'uguaglianza effettiva su tutto il territorio nazionale. Questo è il primo dato.
Non ci ritroviamo dinanzi ad una legge composita e completa che ridisegna un diritto allo studio e tiene conto degli aspetti relativi al mondo delle scuole paritarie, ma dinanzi ad una scelta che aggira un dettato costituzionale e affida al buono scuola una delle responsabilità maggiori nello smantellamento effettivo dell'uguaglianza che sinora attraverso la scuola pubblica, veniva garantita su tutto il territorio nazionale, tra l'altro con dei risultati imbarazzanti: avremo, infatti, un buono scuola alla ligure, un buono scuola alla veneta, un buono scuola alla piemontese, e così via. Sembra di parlare di un fritto misto! Questo è il primo ragionamento.
Il secondo ragionamento su questa sorta di maxiemendamento è che si configurerà comunque a conclusione del suo percorso oramai delineato (purtroppo, dico io, da insegnante di scuola pubblica, per fortuna, dicono altri). Si tratterà, quindi, di qualche giorno in più o di qualche giorno in meno, qualche ora in più o qualche ora in meno, ma questo percorso è delineato.
Il risultato sarà comunque una legge, un qualcosa che, pomposamente avremmo potuto chiamare "Magna Carta", dove si riconoscono i principi fondamentali e dove si riconoscono il più possibile tutti. Questo maxiemendamento non svolge questa funzione, non è nato per questo scopo e non rischia assolutamente di diventare una Magna Carta di alcuno, a partire dal fatto che non ha copertura finanziaria. Ritengo che sia un altro fondamentale aspetto che dovrebbe preoccupare le minoranze. A dire il vero dovrebbe preoccupare anche le maggioranze, ma è altrettanto vero che è diventata prassi, anche a livello nazionale, emanare i provvedimenti senza copertura finanziaria. Ci sono molti Ministri che si sforzano di portare avanti provvedimenti vari - in questo caso si parla del Ministro Moratti dopodiché vi è un Ministro sopra tutti, Tremonti, che provvede, in ogni caso, su tutto, comunque e sempre. Ma anche a livello nazionale non c'é una copertura finanziaria reale della cosiddetta riforma, che poi è un decreto o poco più.
un maxiemendamento sul quale non manifestiamo pregiudizialmente delle opposizioni (si tratta, infatti, di opposizioni di merito e di sostanza) e non possiede la copertura finanziaria.
Forse vi sarà utile che noi continuiamo ad illustrare gli emendamenti.
E forse sarà necessario invitare tutti i colleghi della minoranza ad intervenire, per consentirvi di avere più tempo al fine di individuare i capitoli di bilancio sui quali andare ad ascrivere e a prelevare le cifre che servono per dare copertura finanziaria a quella che sarà comunque, alla fine di questo percorso, brutta o meno brutta, una legge, e non una Magna Carta di certo. Una Magna Carta si basa su forti e grandi principi. Questa è una "robetta" di altro tipo, che costerà ai contribuenti piemontesi una bella fetta di soldi.
Questi 35 miliardi - detto in lire - dove li andiamo a prendere? Vi concediamo del tempo. Ringraziateci, quindi, per questi interventi colleghi della maggioranza (mi riferisco, in particolare, ai rappresentanti della Giunta, nella fattispecie all'Assessore Leo e all'Assessore Cavallera, che oggi sostituisce il Presidente Ghigo, che non abbiamo l'onore di vedere nemmeno oggi). Utilizzate questo tempo per dirci su quali capitoli (o UPB) andrete a prevedere le cifre; specificate se si tratta di uno solo o se sono più di uno, perché sarebbe grave che, oltre a sortire da quest'aula un qualcosa che non sarà una Magna Carta, che non servirà assolutamente alla scuola pubblica o al sistema scuola nel suo complesso e che favorirà solo i figli dei ricchi, non avrà copertura finanziaria.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Vorrei riprendere la questione che è stata oggetto di discussione anche nella seduta precedente, quella che è terminata alle ore 07.00 del mattino.
Quella discussione è servita a chiarire un punto: la sede nella quale decidere quali e quante risorse destinare a questa legge sarà quella dell'assestamento di bilancio o della legge finanziaria, ciò ai sensi dell'articolo 30 della legge finanziaria che abbiamo approvato nei mesi scorsi.
Il collega Cattaneo, concludendo la discussione, ha sostenuto che la Giunta e la maggioranza utilizzeranno l'assestamento di bilancio per proporre questa variazione: sarà dunque l'assestamento di bilancio lo strumento e la sede nella quale affrontare il problema della copertura finanziaria di questo provvedimento. Qui si pone una prima questione: sarà dunque l'assestamento di bilancio la sede in cui farete questa variazione? Presumo che il Consigliere Cattaneo, nel sostenere che il vostro orientamento mira ad utilizzare l'assestamento di bilancio per questa variazione, abbia parlato a nome della maggioranza. È così? Vorrei che l'Assessore Pichetto ci confermasse questo orientamento e dicesse: "Sì badate che sto predisponendo gli atti necessari affinché l'assestamento di bilancio serva, oltre ad altri scopi, anche per risolvere il problema della copertura finanziaria di questa legge".
Su questo, Presidente Toselli, vorrei ricevere conferma, perché lei sa (o immagina, visto che conosce tali questioni) che non è ininfluente nella discussione.
In ogni caso, fermo restando il problema di ripensare a quell'articolo 30 della legge finanziaria, che, pensato con l'obiettivo di consentire al Consiglio regionale di decidere quali leggi finanziare anno per anno (questo è un modo per reperire risorse con le quali finanziare leggi che altrimenti non potrebbe essere possibile finanziare se non attraverso una rivisitazione delle leggi in vigore), non può tradursi nel suo contrario cioè non può tradursi nella dichiarata impossibilità di capire se questa legge ha, o no, una copertura finanziaria.
A questo punto la questione non riguarda più l'atto tecnico, è tutta una questione politica e quindi, poiché ritenete, con l'assestamento di bilancio (prendo atto delle affermazioni espresse a questo proposito dal Consigliere Cattaneo) di intervenire per finanziare la legge, immagino che avrete ragionato su dove reperire queste risorse? Dove le prendete, Assessore Leo, Assessore D'Ambrosio e Assessore Cavallera? Dove pensate di reperire le risorse con le quali, in sede di assestamento di bilancio, proporrete di finanziare la legge? Dato che si tratta di prendere risorse da qualche parte, qual è l'UPB da cui le prenderete? Dove intervenite? Quali stanziamenti comprimerete? Questo è un punto importante e non secondario. Non stiamo parlando della cifra di un miliardo, stiamo parlando di uno stanziamento consistente.
Se è vero, come ha sostenuto il Consigliere Cattaneo, che in un bilancio di non so quanti milioni di euro è poca cosa reperire 35 miliardi spero che allora questo ragionamento valga anche quando si tratterrà di finanziare altri provvedimenti (ma sul punto evito la polemica politica).
Trattandosi di risorse considerevoli, e dato che state imponendo al Consiglio tappe forzate per approvare il provvedimento, mi auguro che abbiate valutato, non solo di proporre nell'assestamento di bilancio questa variazione, ma anche da quale UPB reperire le risorse per finanziarlo.
Vorrei che questo ci venisse detto, Presidente; vorrei che ci diceste: primo, "L'assestamento di bilancio è la sede in cui faremmo la variazione" secondo, "Pensiamo di reperire le somme necessarie, quantificate in tot euro, presso queste UPB". E' un discorso di verità, altrimenti rischiamo di discutere di una legge senza che siano chiari i termini del suo finanziamento.
Questa questione per noi diventa pregiudiziale ed è un tutt'uno con la discussione che stiamo affrontando.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Sono finalmente riuscito ad "evadere" per vedere la partita di questa sera - per me molto interessante - tra l'Internazionale (non comunista, ma di Milano) e il Milan (una squadra con un Presidente discutibile), che mi ricorda i milanisti quando - parlo della Mondadori quando fu acquisita dal gruppo Fininvest - erano divisi in due gruppi: ante Silvio e post Silvio.
C'era un numero di dirigenti e funzionari del Gruppo che diventarono milanisti dopo che l'azienda fu acquisita dalla Fininvest. Su questo - non so se il Presidente può aiutarmi - si diceva che il dottor Dell'Utri dichiarato milanista, in realtà fosse uno juventino convinto; verità che non avrebbe confessato neanche ai Giudici: dichiarava "Tifo per il Milan" ma in realtà era "gobbo".
A parte la battuta iniziale, in attesa che l'Assessore Leo rientri in aula, volevo spostare l'attenzione, da quanto espresso dai colleghi Suino e Ronzani, verso la questione dei finanziamenti sui vari interventi della scuola in Piemonte.
Assistiamo ad un sotto finanziamento della legge 49/1985. Sarebbero necessari, per mantenere gli stessi livelli dell'85, 33 milioni di euro. In realtà, ce ne sono solo undici (quindi un terzo): è stato accantonato, per problemi legati alla sanità, il 5%; un milione e mezzo per le borse di studio universitarie (e se questo accadesse, il prossimo anno ci sarà anche una riduzione dei finanziamenti statali collegati agli investimenti regionali); due milioni e mezzo di euro sull'assistenza scolastica e sulla formazione professionale.
Leggerò nel prossimo intervento un comunicato stampa della CGIL su questo punto dove, rispetto a 15 milioni di euro necessari, la Regione Piemonte ne ha disposizione solo cinque. Ciò vuol dire che ne mancano dieci e sulle speranze dell'Assessore Brigandì che il Ministero possa contribuire con risorse necessarie, nonostante la responsabilità sia tutta della Regione, il Ministero ha già dichiarato di non "un euro" da aggiungere.
In questo quadro (un terzo delle risorse sulla legge 49; un terzo sulla sperimentazione e la formazione professionale; accantonamenti su borse di studio per la sanità, con accantonamenti che riguardano le borse di studio universitarie e l'assistenza sanitaria), siamo di fronte ad una previsione di stanziamento, per questo provvedimento, di 18 milioni di euro, rivolte ad una minoranza che non versa - parlo delle famiglie - in condizioni economiche disagiate.
Continuerò il mio intervento sul prossimo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Personalmente ritengo che il problema del finanziamento al provvedimento - argomento discusso da altri colleghi prima di me - non è così tanto scuro, anzi è chiaro. Può non essere preciso il percorso con cui ci si arriva, ma sostanzialmente è chiaro: viene finanziato nel bilancio regionale, nella parte che si occupa di istruzione, e viene tolto dall'istruzione pubblica. Poiché non sono risorse aggiuntive e non siamo in grado di dire che si sta spendendo di più, perché le risorse aggiuntive che questa Regione ha avuto attraverso l'incremento delle tasse le ha già collocate - se ne è discusso in sede di bilancio - ed è chiaro che si tratta di ridurre le voci di capitolo altrove. Questo è sicuro ed è uno degli elementi essenziali della nostra opposizione, perché il settore a cui vengono sottratte le risorse è un settore che soffre moltissimo. Vorrei che l'Assessore - che sicuramente è informato - ci dicesse quante scuole pubbliche sono state chiuse negli ultimi dieci anni; ritengo che ci impressioneremmo di fronte a quel dato, perché si dice sempre che le scuole che dovrebbero essere aiutate a vivere con il buono scuola rischiano di chiudere, ma se guardiamo quante scuole pubbliche hanno chiuso in questi anni, vediamo che sono veramente molte. In questo contesto, che ha determinato le chiusure e determina un funzionamento sicuramente non brillante della scuola pubblica, è assolutamente sbagliato ridurre le risorse oppure decidere di non concentrarle in difesa della scuola pubblica. Tra l'altro, viviamo in un contesto generale, anche a livello nazionale, che va nella stessa direzione: ridurre fortemente le risorse destinate all'istruzione pubblica. Si va verso un modello che vedrà la scuola pubblica sempre più in difficoltà e sempre meno in grado di funzionare efficacemente. Questa realtà verrà utilizzata per dire che bisogna finanziare quelle scuole che funzionano meglio, andando verso un ulteriore finanziamento della scuola privata. E' un modello già presente nel mondo; dall'altra parte dell'Atlantico è il modello dominante. E' difficile dire che questo modello funzioni meglio di quello europeo e italiano, perché la scuola italiana è sempre stata un esempio di efficienza ed efficacia. In questo modello, invece, la scuola pubblica non difende la libertà. Negli Stati Uniti, ad esempio, chi frequenta la scuola pubblica non ha la possibilità di fare un determinato percorso, perché quel tipo di scuola è talmente di bassa qualità che chi la frequenta consegue un titolo ma è impossibilitato a fare un certo percorso, non solo per motivi di natura economica, ma anche perché la scuola pubblica non gli ha fornito quella formazione minima per poter accedere al livello superiore.
Dobbiamo riflettere quando compiamo dei passi che rischiano di portarci in quella direzione e ritengo che la discussione serva anche a farci riflettere su questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Alcune considerazioni: mi richiamo all'intervento del collega Tapparo, sull'ordine dei lavori, al quale non ho potuto replicare essendo intervenuto precedentemente. La questione posta dal Consigliere Tapparo - sicuramente di rilievo e rispettabile - da un lato non la condividiamo (ma penso sia abbastanza normale) e, dall'altro, la vogliamo riportare in una dimensione reale e di verità. Non è, Consigliere Tapparo, che si carichino i costi al Consiglio regionale, al personale e alla struttura, per un nostro capriccio; a fronte di un ostruzionismo che dura da anni e che ancora oggi, ancorché con un percorso finito - questo lo riconosciamo - è dimostrato, la maggioranza, che ha il fine politico di vedere realizzato il proprio programma elettorale e di governo, deve attrezzarsi e fare di tutto per rispettare l'impegno assunto con i piemontesi.
Riguardo alla questione dei costi del Consiglio, abbiamo più volte avuto modo di confrontarci e non è questa la sede per farlo; se si vuole approfondire anche questo aspetto, siamo disposti a farlo. Come diceva il collega Gallarini, la legislatura dura solo più due anni, operativamente forse meno, pertanto non possiamo fermarci vent'anni sul buono scuola abbiamo un fine politico, a lato della responsabilità di portare avanti questo provvedimento, da voi non condiviso e contrastato, anche perché vi sono altri importanti punti del programma che vogliamo concretizzare.
Questo mi sembra normale, perché abbiamo ruoli diversi: noi governiamo, il Presidente Ghigo è a capo di una Giunta, ha una maggioranza di 40 Consiglieri che lo sostiene, anche il Consiglio regionale deve fare la sua parte e quindi abbiamo il fine politico, istituzionale, ma anche onesto e responsabile, di attuare il nostro programma elettorale.
Sulla questione delle tre firme, lei sa che ho dato la mia piena disponibilità a confrontarmi sull'eventuale modifica regolamentare che riguardi il Gruppo Misto. Non abbiamo assolutamente cambiato le carte in tavola né le regole in corso di partita; questo è semplicemente previsto dal nostro Regolamento, quel Regolamento che alcune volte - visto da un'angolatura e da uno scenario di maggioranza - penalizza il Consiglio regionale, altre volte - probabilmente questa - penalizza l'opposizione parte di essa o un solo Consigliere, come nel suo caso, dove lei evidenzia giustamente e legittimamente questa carenza ed anomalia . Questo lo condivido, ma il Regolamento, se viene richiamato, deve essere applicato.
Una volta approvato questo provvedimento, se si vuole dare un'urgenza alla modifica regolamentare, sulla quale abbiamo fatto un'apertura più volte, non abbiamo nulla in contrario a partire proprio da quel punto.
La questione (e arrivo al merito) del finanziamento: è la questione emersa a fine discussione della mattinata della scorsa settimana, dove l'Assessore Picchetto - che peraltro ci raggiungerà nel pomeriggio - aveva preso un impegno e dove c'è stato un dibattito anche molto corretto e costruttivo tra maggioranza e opposizione. Qui siamo andati a tappe: si è parlato di principi, di libertà di scelta diversa, di chi pone nella centralità la scuola pubblica e chi, invece, pone nella centralità del percorso educativo la persona e la famiglia. Oggi siamo sul filone del finanziamento. Abbiamo detto e ribadiamo: merito e metodo.
Merito: i 35 miliardi di vecchie lire, poco più di 18 milioni di euro che dovranno essere reperiti, dovrà essere all'incirca di 5 milioni di Euro per il 2003.
L'Assessore Pichetto ha preso un impegno, che assolverà oggi pomeriggio, dando un'informativa generosa sugli intendimenti della Giunta in sede di assestamento.
Ricordo che il bilancio della Regione Piemonte prevede circa sette miliardi di Euro di spesa corrente. Di questi circa sei miliardi sono assorbiti dalla partita del socio-assistenziale, mentre all'incirca un miliardo di euro, se non proprio liberi, sono comunque disponibili per la spesa corrente; ed è importante in termini economici - e non in termini politici - trovare per il 2003 in sede di assestamento quei 4-5 milioni di Euro.
Per informazione generosa, daremo un'anticipazione - in modo da evitare le polemiche sul fatto che non ci potranno essere i soldi per fare il buono scuola.
Ricordo, però, che la titolarità del bilancio è della Giunta, così come la titolarità della proposta al Consiglio. Quindi, in sede di assestamento spetterà alla Giunta Regionale, quale organo collettivo, e all'Assessore al Bilancio, quale titolare del provvedimento, proporre precisamente il finanziamento quota parte 2003 dell'importante iniziativa prevista da questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Assessore Leo, l'intervento del Consigliere Cattaneo ripropone sostanzialmente una linea ed un atteggiamento della maggioranza che continuo a considerare assolutamente improponibile.
Faccio un esempio concreto. Venerdì sera, in occasione di un dibattito televisivo sui buoni scuola, a Tele Alpi, uno spettatore ha telefonato e in diretta ha esposto il suo caso, dicendo: "Sono padre di due figli monoreddito; ho un figlio che frequenta l'asilo nido ed un figlio che frequenta la prima media. Per poche lire in più di reddito sono stato escluso dal beneficio per il riconoscimento della gratuità dei libri di testo." Questo telespettatore ha continuato dicendo che, a fronte di un reddito di 30 milioni e qualche lira, ha speso 500 mila lire per acquistare i libri per il figlio che frequenta la prima media.
Quindi, Assessore, qual è la risposta che viene naturale? La risposta è che se la Regione Piemonte, anziché destinare 35 miliardi per finanziare in modo indiretto le scuole private o paritarie, mediante un contributo alle famiglie, decidesse - e lo può fare - di innalzare il tetto per usufruire delle borse di studio (di cui alla legge n. 62/2000) farebbe cosa buona. Infatti, se anziché destinare queste risorse solo alle famiglie i cui figli frequentano le scuole private, innalzasse il tetto, a tale diritto potrebbero accedere sia le famiglie con figli che frequentano le scuole paritarie, sia quelle i cui figli frequentano le scuole pubbliche perché questo prevede la legge.
In questo modo aiuterebbe le famiglie più bisognose ed eviterebbe la critica e l'opposizione giusta e legittima nei confronti di una legge che così com'è, si presenta iniqua.
Sono convinto, Assessore, che lei sia consapevole dell'iniquità di tale provvedimento, perché la legge le dà un'altra opportunità che lei già applica.
Quindi, non usi le famiglie per finanziare le scuole paritarie, lo faccia in un altro modo. Lei ha la possibilità di agire come meglio crede e nessuno le impugnerebbe un aiuto diretto alle scuole paritarie; il Governo non impugnerebbe mai di fronte alla Corte Costituzionale un provvedimento del genere.
Io la sto invitando a violare la Costituzione e a fare quello che, in modo mascherato, già sta facendo con la sua stessa azione: finanziare le scuole private in modo indiretto nel favorire l'iscrizione alle stesse.
Questo è il problema, sul quale, tra l'altro, ci sono tre opposizioni diverse.
La prima è quella che ho appena esposto; un'altra sostiene che, con alcuni aggiustamenti, questo sia possibile - e sia possibile, quindi, dare il via libera ai buoni scuola. Infine c'è chi, come noi, sostiene che questa legge non sia emendabile.
I principi non si contrattano e su questo principio importante, che è un riferimento costituzionale che la Democrazia Cristiana per cinquant'anni non ha infranto, quello che lei non è riuscito a fare con la Democrazia Cristiana, con molteplici giravolte con le posizioni fin qui assunte, è riuscito a Forza Italia. Per fare questo c'era bisogno di una forzatura.
E' per questo che non mi sento di legittimare e di nobilitare questo dibattito, perché ha un vizio di fondo.
Il primo è comunque, nel bene o nel male, che parte dell'opposizione forse la maggioranza dell'opposizione - ha parlato con il centrodestra e ha garantito un canale privilegiato per l'approvazione di questa legge. In quali tempi? Lo vedremo, io sono qui ad aspettare.
Denuncio solo una cosa: per fare questo, a Regolamento invariato, si sono modificate le regole.
Mi corre l'obbligo di continuare a denunciare questo fatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Morioni; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie,Presidente.
Intervengo per sottolineare che, dall'altra riunione ad oggi, c'è stata una richiesta dell'opposizione sul tema del reperimento dei fondi per finanziare questa proposta di legge.
Questo tema merita almeno due considerazioni. Infatti, da un lato, c'è una questione di tecnica legislativa interessante, ovvero, dove si reperiscono i 35 miliardi che servono a finanziare questa legge.
La richiesta dell'opposizione è relativa al fatto che la Giunta deve rispondere della correttezza degli atti che portano al finanziamento di questo strumento legislativo.
Quindi, la prima domanda è di tipo tecnico, sulla quale, però, vi è un punto sotteso, ed è l'altro argomento sul quale le opposizioni continuano a presentare le loro critiche: l'uso che si farà delle risorse reperite ed iscritte a bilancio al fine di finanziare questo strumento legislativo.
Quello che come opposizione sosteniamo è che si tratta comunque di soldi, dell'Erario pubblico, che saranno indirizzati a sostenere delle scuole private; certo il meccanismo non è così immediato e semplice, come ha appena sottolineato anche il Consigliere Contu, in quanto il percorso prevede un passaggio attraverso questi buoni scuola, ma vedremo in seguito come questo passaggio può essere variamente modulato per arrivare a quello che è il vero scopo di questa legge, ovvero permettere il finanziamento delle scuole private, in quanto - sappiamo, è stato detto - le scuole private hanno bisogno di aiuto, perché altrimenti molte chiuderanno e tante stanno già chiudendo, mentre alcune hanno già chiuso.
Riprendo anche quello che ha detto il Consigliere Papandrea: quando si utilizzano soldi pubblici, si ha anche il diritto di sapere come si usano e quindi il diritto di sapere cosa succede nelle scuole pubbliche.
Il Consigliere Papandrea ha sollevato il problema che non solo le scuole private, come viene qui detto, chiudono; noi sosteniamo che ci sono anche molte scuole pubbliche che chiudono. Le scuole pubbliche sono in difficoltà per una serie di elementi che dipendono direttamente dalle questioni economiche: guardiamo il numero degli insegnanti, in costante diminuzione; guardiamo il numero dei servizi che servono alle scuole pubbliche; guardiamo i problemi economici che ci sono nel gestire, nel fornire tutti i servizi collaterali e che riguardano le scuole pubbliche.
Credo che questo elemento non possa essere ignorato, come di fatto lo è in questo discorso.
A me capita talvolta, relativamente al tempo disponibile, di andare in scuole pubbliche, chiamato a fare interventi sulle tematiche degli animali. Ebbene, frequentando queste scuole, il riscontro che ho è di una situazione veramente grave, una situazione di grande problematicità proprio per quanto riguarda le risorse economiche. Gli insegnanti sono tutti veramente preoccupati della condizione della scuola pubblica e noi, in questa situazione generale, ci preoccupiamo delle scuole private e non di quelle pubbliche.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica per l'ultimo intervento.



MANICA Giuliana

Non della giornata e neanche del mese, solo l'ultimo dell'emendamento Presidente.
Riprenderei una questione importante che è uscita nel corso della nottata della settimana scorsa o addirittura nella mattinata di venerdì ripresa anche stamattina in un intervento dal collega Ronzani e da altri colleghi, che riguarda i contenuti della legge; contenuti che, come è noto noi non condividiamo in alcuni aspetti sostanziali. Per aspetti sostanziali intendiamo la scelta, a nostro avviso assoluta e prioritaria, quasi unica in direzione del finanziamento della scuola paritaria con una cifra consistente di 18 milioni di euro, a fronte di una cifra molto inferiore che finanzia una legge come la 49 sul diritto allo studio e che quindi configura non la scelta dell'asse della legge 62, ma una scelta tutt'affatto diversa che in modi differenziati, lo ricordava la collega Suino stamattina, in varie Regioni del centro-destra si è deciso di adottare con formulazioni parzialmente diverse, ma sostanzialmente uguali nell'impostazione.
Non è solo questo l'oggetto del dibattito di molti nostri emendamenti e del confronto di questi giorni, ma è uscita anche una problematica di un certo rilievo che riguarda la parte finanziaria della legge. Noi siamo assolutamente convinti che ci sia un problema di forma nel formulare l'emendamento inserendo al comma 7, all'interno dell'unico emendamento che sostituisce l'intero corpo della legge precedente, la norma finanziaria: "Agli oneri previsti dalla presente legge, quantificati in euro 18 milioni di euro, si fa fronte secondo quanto disposto dall'art. 8 della legge regionale n. 7/2001 e dall'art. 30 della legge regionale n. 2/2003".
Già vi è il problema che la norma finanziaria è contenuta senza relazione nell'unico emendamento, ma soprattutto noi abbiamo un dubbio sulla reale copertura. Ci convince poco la motivazione della prenotazione sull'anno successivo, così come ci convince poco il fatto che questi fondi verranno reperiti e definiti al momento in cui la legge sarà approvata, non essendoci più il fondo riservato al finanziamento delle leggi specifiche in quanto non ancora adottate.
Inoltre la situazione del bilancio, a nostro avviso, è una situazione molto rigida e sostanzialmente bloccata. Abbiamo nei fatti esaurito le capacità di indebitamento della Regione e, nello stesso tempo, abbiamo realizzato un bilancio che, in sede di assestamento, dovrà rendere conto di una cifra superiore, per quanto riguarda lo sbilancio della sanità rispetto a quella iscritta di circa 120 miliardi di vecchie lire nel bilancio di previsione adottato.
Direi che sostanzialmente il maggior sbilancio della sanità non solo si mangerà tutta l'Irpef, ma anche tutte le possibili altre assegnazioni di fondi ad altre leggi per quanto riguarda l'assestamento di quest'anno.
Nello stesso tempo, la possibilità di utilizzare come fondo di riserva diciamo così, come finta uscita, per il 2004, come ci ha ricordato l'Assessore Pichetto, i circa 300 miliardi di vecchie lire di quota di ammortamento di mutui che non si contrarrebbero nell'anno in corso, ci sembra difficilmente praticabile.
Vogliamo sapere se tutto ciò è consapevolezza del Consiglio. Cosa ci può dire la Giunta in ordine alla sicurezza di copertura finanziaria di questa legge? Anche perché sarebbe ben singolare che ne discutessimo per così tanto tempo e poi il problema si evidenziasse con tutta la sua drammaticità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, l'altro giorno il Consigliere Saitta ci ha riportato alcuni passi degli interventi di Aldo Moro nell' Assemblea Costituente durante la discussione sul tema della scuola. Mi sono incuriosito anche perché già all'inizio di questo dibattito, che è partito da molto tempo, avevo accennato ad alcuni passaggi; ovviamente io non cito Moro, ma Tristano Codignola e altri laici che non sono solo della sinistra, ma anche della destra..
Credo che se avessimo potuto dedicare magari una giornate seminariale a studiare il percorso che i padri costituenti approfondirono durante le discussioni dell'Assemblea Costituente, un'assemblea di qualità come potete immaginare, forse alcune cose le avremo potute verificare meglio.
I Consiglieri sono ovviamente padroni di non ascoltare, ma cercherò di accompagnare queste lunghe giornate che ci porteranno avanti per un po' sottolineando alcuni passaggi del dibattito che c'é stato nella citata Assemblea Costituente.
E' molto interessante perché quando sostenevo che la Democrazia Cristiana, nella sua grande forza, non avrebbe osato intaccare il primato dell'insegnamento pubblico, questo emerge da tali lavori. Quando dico all'Assessore Leo che non dobbiamo creare degli steccati che possono segmentare la nostra società, viene evocato in tale alto consenso; allora non si parlava di musulmani, ma di altre articolazioni e veniva considerato un bene che tale segmentazione non si realizzasse all'Assemblea Costituente, vede prevale la libertà dell'insegnamento come motore della libertà e, in subordine, in modo accessorio, la libertà della scuola vediamo com'era il senso della elaborazione della Carta Costituzionale.
Leggo solo alcuni passaggi sulla libertà di insegnamento. Tristano Codignola sostiene, nella seduta pomeridiana del 21 aprile 1947: "Si parla di libertà di insegnamento e di libertà della scuola facendo, mi pare, un voluto equivoco poiché i due concetti sono radicalmente diversi. Mentre ci si batteva, da parte della Democrazia Cristiana, per la libertà della scuola, si sta tentando, fino in fondo, di resistere alla formula della libertà di insegnamento. Libertà della scuola sì, ma la libertà di insegnamento è un'altra cosa. Infatti libertà di insegnamento significa che l'insegnante è esso moralmente l'unico giudice, l'unico responsabile dell'insegnamento che impartisce ai suoi alunni, nell'ambito del principio generale stabilito dallo Stato. Nessuno può entrare in questo rapporto, che è un rapporto di coscienza che si instaura fra alunno e insegnante ed è questo che i cattolici non vogliono quando affermano la libertà della scuola, richiedono, in realtà, libertà di organizzazione scolastica.
L'onorevole Togliatti, in sede di I Sottocommissione, fece rilevare l'importante differenza esistente fra libertà di insegnamento e libertà della scuola".
Addirittura si arriva a parlare del buono scuola (allora non viene chiamato buono scuola, ma solo buono) e si cita l'esempio della scuola olandese e si motiva perché là poteva sussistere il meccanismo del buono scuola, che sarebbe stato da noi sbagliato. Notate che siamo in Assemblea Costituente nel 1947, dove si chiarisce questo tipo di percorso.
Ci troviamo in un passaggio delicato, sono convinto che questa sia l'apertura di un processo che ritengo pericoloso, ma che mi sembra inarrestabile perché la logica in cui è entrata quest'azione, in questi ultimi anni, dalla parità ai buoni scuola, è un processo che trova la sinistra disarticolata. Non voglio dire disarticolata culturalmente, ma certamente disarticolata a non capire che si apre un processo pericoloso come tendenza per la scuola pubblica, un processo che potrebbe lederla, la scuola pubblica, alle radici nel corso di pochi anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliera Godio; ne ha facoltà.



GODIO Gianluca

Solo trenta secondi per ribadire la validità e la bontà del provvedimento che, in più di una occasione, in questa lunga tornata, è stato ribadito.
Il nostro progetto è volto ad aprire a tutte le famiglie piemontesi che, purtroppo, non godono come voi e come noi di redditi elevati, le stesse vie di accesso che gli permetterà di poter scegliere liberamente sulla scelta educativa dei propri figli. Se così non fosse, sarebbe ancora più accentuata quella disparità economica che c'é tra le nostre classi sociali. Voglio, quindi, sostenere con forza il provvedimento e soprattutto voglio rimarcare e sottolineare che non vi rendete conto che, con l'utilizzo di questi metodi ostruzionistici, sostenete, in maniera ottusa e antiquata, una battaglia contro esigenze reali e fondamentali che toccano la nostra gente, contro una libertà di scelta, una libertà che deve essere un diritto di tutti noi. Tuttavia capisco che se dovessimo portare a casa anche questo provvedimento, sarebbe un insuccesso per voi dell'opposizione e tutto di guadagnato per noi che, ancora una volta, abbiamo dimostrato di tenere conto e di sostenere tutte le esigenze della nostra gente. Ancora di più. Se voi dell'opposizione pensate che il provvedimento non abbia un'adeguata copertura finanziaria, allora fatelo approvare immediatamente.
Se non ci fosse la copertura finanziaria non penso che la Casa delle Libertà tutta, si esponga in modo così deciso per portare a casa il provvedimento che, sapremo benissimo, potrebbe fare acqua e quindi ritornarci contro domani mattina. La cosa più semplice è ritirare i vostri emendamenti, puramente ostruzionistici e fateci approvare il provvedimento.
E' un nostro diritto approvarlo, è un nostro diritto e una nostra scelta che faceva parte del nostro programma. Se voi credete che non siamo in grado di sostenerlo materialmente, lasciatecelo approvare e chiudiamo la partita.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Trovo un po' stucchevole che, dopo che abbiamo superato da tempo le questioni metodologiche, ci si ripropongo di nuovo la questione che l'opposizione rallenta i lavori. L'opposizione sta discutendo un provvedimento e lo sta discutendo nel merito. Sappiamo bene che nelle previsioni e con gli accordi che avete preso con una parte dell'opposizione avete messo in conto di fare tutto questo attraverso il gioco emendamenti e sub emendamenti, vi abbiamo invece proposto un'altra strada e la stiamo percorrendo. Questo per quanto riguarda il metodo.
Come è già stato detto, siete in grado di programmare i lavori in modo di arrivare, se siete in grado, ad un risultato perché almeno dovete prendere atto che c'é un lavoro prevedibile, programmabile. Come abbiamo detto più volte, il tempo dipende dalla sostanza dell'interlocuzione. Se su una serie di questioni fondamentali che abbiamo posto, voi sarete in grado o meno di dare qualche risposta, di considerare che quest'aula possa discutere il provvedimento, è una variabile che abbiamo ripetuto più volte.
Per quanto riguarda la questione della copertura finanziaria, aspetto quello che il Consigliere Cattaneo ha annunciato cioè la generosa anticipazione che l'Assessore al Bilancio fornirà sulle ipotesi di assestamento sui quali la Giunta si preparare a lavorare. Noi abbiamo lavorato fino a qua, abbiamo considerato fin qua come attendibili le dichiarazione di un Assessore il quale ha dichiarato che, fino ad oggi su questo fronte le disponibilità di operazioni di bilancio sulla spesa corrente erano sostanzialmente concluse e dalle opinioni che abbiamo sullo stato dei conti generali della Regione percepiamo una difficoltà. È vero Presidente Cattaneo, che le dimensioni del bilancio della Regione dovrebbero rendere semplice il reperimento di tali risorse, ma come sapete tutte le volte che si parla di "bilancio della Regione" usiamo un'espressione impropria: abbiamo, infatti, un bilancio della sanità e poi, a fianco di questo, abbiamo un bilancio regionale nel quale cifre che sembrano inezie o dettagli quando si discute della sanità, diventano molto rilevanti quando la discussione riguarda altri capitoli di merito.
Qualcuno sostiene scherzosamente che il nostro sembra più il bilancio di una grande farmacia con qualche allegato che quello di una struttura con un equilibrio, seppur relativo, tra le diverse voci nelle quali si articolano i capitoli di spesa.
Com'è stato ripetuto in molti interventi, attendiamo dalla maggioranza perlomeno da quella parte di maggioranza che esprime maggiore interesse nei confronti del provvedimento, che si cominci a dire qualcosa sulla sostanza della discussione che si stiamo svolgendo. Infatti, se da questa discussione cominciassero ad emergere i punti sui quali la Giunta e la sua maggioranza sono disposti ad oltrepassare il limite determinato nel vostro emendamento dal carattere di pura e semplice delega che voi date al provvedimento (dire qualcosa, cioè, per quanto riguarda i criteri di attribuzioni, il paniere, i limiti di reddito, franchigie o non franchigie), si aprirebbe, forse, qualora esista la disponibilità ad entrare nel merito, uno spazio di confronto, che potrebbe far fare un passo avanti a questa discussione.
Se preferite continuare, invece, la strada della riproposizione iniziale, sempre uguale a se stessa, indifferente al controllo, cercheremo di cuocere la poca carne che vorremo cuocere con la legna che abbiamo a disposizione, il cui flusso nella caldaia potrebbe essere interrotto qualora rilevassimo che il punto di cottura è arrivato ad un livello accettabile. Questo era quanto volevo dire.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, volevo proseguire il mio intervento, posto che abbiamo anche il tempo per analizzare i caratteri di questa vostra proposta.
Da un collega della maggioranza è stata nuovamente evocata la parola 'libertà' come propulsore dalla vostra proposta, quello che dà il valore morale ed etico. In effetti, credo che si equivochi. Ho cercato prima di specificare, a proposito del carattere prioritario, che mentre voi parlate di libertà della scuola, io parlo di libertà dell'insegnamento, come i padri costituenti hanno fatto in qualche modo emergere.
Dal verbale dell'Assemblea Costituente del 21 aprile del 1947 si legge quanto segue: "Aggiungo ancora, in merito al rischio che si può correre che la garanzia fondamentale che lo Stato dà a tutti - dice Codignola assumendosi esso la responsabilità dell'organizzazione scolastica. Esso garantisce che la scuola pubblica non diverrà mai scuola di parte. Esso garantisce che, al di fuori delle nostre contese o delle contese che ci sono nella società, vi è una cosa sacra, vi è una cosa su cui queste contese non possono portare il loro peso. E questa cosa è l'educazione dei nostri figli, data dal momento pubblico".
Mi sembrano parole alte. Dicono che in sede religiosa, oppure sociale oppure etica o ancora politica, ci possono essere delle contese forti e strutturali, ma in qualche modo l'insegnamento, attraverso la libertà dell'insegnamento, è un garante che quelle divisioni non si calino all'interno della formazione, della coscienza e delle conoscenze dei giovani. In tale sede si parla sempre di istruzione ovviamente, e non di educazione (al Ministro Moratti piace evocare sempre la parola 'educazione' e non 'istruzione'). È un termine che anche il costituente seppe sviscerare nei lavori preparatori.
Aggiunge ancora Codignola : "Se noi dovessimo ridurre la scuola a campo di esperimento politico - si rivolge ai colleghi democristiani - avremmo distrutto tutti insieme la libertà, perché la libertà si fonda prima di tutto nella libertà dell'istruzione". Rivolto alla Democrazia Cristiana dice ancora: "Voi certamente avete oggi una notevole forza politica riconosce la forza della Democrazia Cristiana - ma non avventuratevi su una trasformazione in base a questa vostra forza", suggerimento che rispettò, in qualche modo, la Democrazia Cristiana, non avventurandosi in questo tipo di intervento nel periodo in cui fu massimo il suo dominio.
Aggiunge ancora: "e apre il rapporto fra scuola privata e scuola pubblica.
Noi non soltanto riconosciamo alla scuola privata il diritto di esistere ma riconosciamo anche che la scuola privata può essere una forza effettiva di sviluppo della scuola in generale, ma vi sono delle condizioni fondamentali che devono essere garantire, perché la scuola privata possa costituire un bene comune per il Paese. Queste condizioni sono chiare e la scuola privata deve innanzitutto costituire uno strumento di emulazione della scuola pubblica. Essa, cioè, deve consentire una migliore selezione nella scuola pubblica e non già deve servire a far conseguire magari maggiori facilità a titoli di studio. Dev'essere, inoltre, mantenuta una distinzione nettissima fra i docenti della scuola privata e gli esaminatori". E introduce poi il tema dell'eventuale finanziamento della scuola privata.
C'é un percorso; per questo motivo dico che non è che si debba scoprire l'acqua calda: un'Assemblea eletta democraticamente, col sistema proporzionale puro, costituita da persone di altissimo livello approfondisce questo tema. Invece voi, sulla falla della situazione politica, mettete un cuneo, ben sapendo che è solo un inizio, un anticipo di un processo più grande a cui volete dare compimento.



TAPPARO Giancarlo

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



TAPPARO Giancarlo

Chiedo la votazione per appello nominale.



(A tale richiesta si associano i Consiglieri Bussola, Costa Rosanna e Deorsola )



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 469.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti 32 Consiglieri Hanno votato Sì 3 Consiglieri Hanno votato NO 29 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 471 presentato dai Consiglieri Manica, Marcenaro Suino, Riba, Placido e Muliere (e connesso emendamento rubricato n. 472).
L'art. 1 è così sostituito: "Art. 1.
1. La Regione Piemonte indirizza le proprie azioni di qualificazione del sistema di istruzione garantendo il diritto ad ogni persona di accedere a tutti i gradi del sistema scolastico e formativo, mantenendo la centralità della scuola pubblica nell'offerta formativa sul proprio territorio.
2. Le norme generali e i principi fondamentali sull'istruzione e i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, definiti a livello nazionale ai sensi dell'articolo 177 della Costituzione, costituiscono la base sulla quale la Regione organizza e sviluppa le proprie politiche in tali materie, in modo che siano garantite le pari opportunità e l'uguaglianza formale e sostanziale nell'esercizio dei diritti dei cittadini e la valorizzazione degli Enti locali e funzionali.
3. Al fine di arricchire e potenziare l'offerta formativa delle istituzioni scolastiche, espressa nei piani dell'offerta formativa dalle stesse elaborati la Regione e gli Enti locali sostengono, attraverso la concessione di contributi, in particolare: a) la realizzazione di integrazioni curricolari ed extra curricolari atte a personalizzare i percorsi e a corrispondere alle caratteristiche sociali e produttive del territorio b) la progettualità innovativa e di eccellenza per il successo formativo di tutti gli studenti c) l'estensione della cultura europea anche attraverso il sostegno alla realizzazione di scambi transnazionali, allo svolgimento di periodi formativi presso enti, istituzioni o imprese di altri paesi europei, alla predisposizione di materiali didattici, alla formazione dei docenti d) l'educazione alla cittadinanza, con particolare riferimento ai valori della legalità, alle sicurezze, alla tolleranza, all'intercultura".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

A questo punto occorrerebbe fare una riflessione.
L'argomento in discussione, che ha appassionato i lavori del nostro Consiglio, è di notevole importanza anche se, pur essendo passati quasi tre anni dal suo esordio in aula, la quantità di lavoro dedicato al provvedimento non è stata eccezionale. Solo in questo ultimo periodo abbiamo intrapreso un percorso che vuole affrontare i contenuti della legge con una posizione - la nostra e di altri - di dire: "No, noi vorremmo che questa discussione serva a non concludere, ma a convincervi a ritirarla".
Finora ci siamo comportati con responsabilità reciproca, ma il Consigliere Galasso, in suo precedente intervento, ha cominciato ad esprimere una certa insoddisfazione per la modalità della discussione.
Vorrei farlo riflettere: anche in Parlamento, che pure ha metodi molto più drastici, per la riforma Moratti ci hanno impiegato tante ore di lavoro essendo una di quelle questioni che ...



(Commenti in aula fuori microfono)



PAPANDREA Rocco

Sì, ma noi non abbiamo mai fatto quel lavoro che stiamo facendo adesso con regolarità, abbiamo sempre fatto dei stop and go ...



PRESIDENTE

Scusi un attimo, Consigliere Papandrea, dove comunicare che il 471 aggrega anche il 472.



PAPANDREA Rocco

Il nostro percorso è sempre stato molto più complesso; forse solo adesso, per la prima volta, abbiamo intrapreso un percorso chiaro.
I tempi non ci sono, ma si capisce quale posa essere il percorso.
Un atteggiamento responsabile non è lamentarsi del comportamento dell'opposizione (oltretutto, mi sembra che abbiamo concesso molto accettando una sorta di tetto sugli emendamenti), ma è notare la modalità con cui si sta procedendo: spesso se ne votano due e qualche volta addirittura tre. Alla fine il percorso è questo, però non si può pretendere che stiamo zitti durante la discussione degli emendamenti. La nostra intenzione è - ripeto - convincere della non approvazione del documento.
Dato che questa volta il percorso è più chiaro e definito, sarebbe più utile - lo vedremo magari in sede di Conferenza di Capigruppo - studiare un percorso che non concentri tutto, dando l'impressione che ci debba per forza essere una data certa in cui deve essere approvato. Credo che la data ci sarà, ma se si fa una forzatura sul momento, si creerebbe un clima per cui si potrebbero esasperare gli animi.
Prendere coscienza del tipo discussione e di opposizione, al di là delle polemiche spesso sterili sull'ostruzionismo che sono state fatte significa comprendere la fermissima contrarietà dell'opposizione, o di una parte di essa, che fa utilizzando i mezzi che il Regolamento gli permette senza abusarne.
E' bene che tutti ci prepariamo ad affrontare la discussione in questo modo, altrimenti si corre il pericolo di fare esplodere quella tensione che provocherebbe un incidente di percorso, che nessuno si augura, ma che vanificherebbe lo sforzo finora fatto.
Questo stiamo facendo e, se ne prendiamo complessivamente atto, alla fine verrà fuori una fermissima opposizione di una parte consistenze dell'opposizione, ma che la maggioranza, con determinazione, sarà in grado di portare avanti - e al limite in porto - il proprio provvedimento.
Questo è il percorso che dovreste favorire, perché è più nel vostro interesse che nel nostro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Sono d'accordo con quanto espresso dal Consigliere Papandrea indubbiamente stiamo dimostrando "la prova d'amore" verso il provvedimento richiesta che ci è stata posta da tutta l'opposizione, eccezione fatta per gli amici del Gruppo Radicale e dai colleghi de La Margherita che hanno già preso una posizione formale, se non sostanziale, di favore verso questo provvedimento.
Ricordo che il provvedimento, da un lato (visto dallo scenario della maggioranza che sostiene il Governo nazionale rivendicando il diritto di governare) ci sembra un punto importante per poter ottemperare ad un obbligo ed un impegno assunto con l'elettorato piemontese in occasione delle elezioni regionali 2000 (elezioni che hanno dato fiducia al Presidente Ghigo e alla Casa delle Libertà), dall'altro, vi è una convergenza di una maggioranza addirittura più ampia della Casa delle Libertà.
Se per noi è un diritto governare, sotto l'aspetto dello scenario del Consiglio è un diritto democratico: vedere ripristinato un giusto equilibrio, non tanto tra i numeri, ma nella possibilità, per il Consiglio regionale e il Regolamento vigente, di legiferare.
Oggi è una giornata importante: su alcuni quotidiani appaiono i primi resoconti della riforma Moratti e di cosa ne pensa l'opinione pubblica.
Tra le prime indagini emerge il rapporto di Eurispes sulla scuola dove di fatto, si evidenzia che buona parte delle famiglie e degli studenti sono soddisfatti e gradiscono molti punti della riforma. Ne ricordo alcuni: l'introduzione della prima lingua straniera dal primo anno delle scuole primarie (ex scuole elementari); la seconda lingua dal terzo anno e l'informatizzazione delle scuole elementari che molti Governi in precedenza avevano annunciato, ma che poi solo il Governo Berlusconi, attraverso il Ministero Moratti, è riuscito ad introdurre.
In questo modo si ammoderna la scuola italiana, dando la possibilità alle nuove generazioni di arrivare, fin dall'età più giovane dell'infanzia alle scuole medie conoscendo già una lingua straniera, metà di un'altra e con una forte padronanza piena con il computer (quindi con Internet e con tutto quello che ne consegue), portando i nostri giovani all'altezza del resto d'Europa. E' fondamentale che in questo momento, dove la disubbidienza viene portata paradossalmente come un valore fondante da parte di alcune forze politiche e sociali, ben 3,2 famiglie su 4 abbiano gradito la reintroduzione del giudizio comportamentale sugli studenti quindi una valutazione della condotta.
Ritengo che questo fatto (ripeto, ben 3,2 famiglie su 4 si sono espresse in quei termini) ci debba far pensare. Così come deve farci ragionare, e soprattutto darci responsabilità, il nuovo ruolo che spetta alle Regioni, anche in seguito alla modifica costituzionale, che dà alle Regioni la facoltà di inserire nei programmi scolastici le discipline legate alle realtà locali. Questo, per noi, è un altro valore importante della riforma.
Ma il dato più eclatante e inaspettato - mi spiace che l'Assessore Leo non sia in aula - è che il 58,9% degli italiani è favorevole al buono scuola. Quando il Presidente Ghigo e la Casa delle Libertà hanno ritenuto di inserire questo punto nel proprio programma elettorale, non l'hanno fatto - come qualcuno ha ammantato - per un impegno elettorale o quasi, ma semplicemente perché hanno ritenuto, insieme ad altri colleghi di altre Regioni, di porre nel proprio programma elettorale un punto importante, che vede la centralità della famiglia e dello studente nella scelta del libero percorso educativo. Questo è uno dei motivi per i quali vi è una condivisione che va oltre la maggioranza della Casa delle Libertà.
Questo, Presidente, sarà uno degli ultimi interventi che far quantomeno in modo articolato e di merito, accorpando anche la dichiarazione di voto. Anche oggi vediamo un legittimo comportamento di contrapposizione sul provvedimento in esame da parte dell'opposizione e dei Democratici di Sinistra. E' chiaro che, di fronte ad una richiesta di sospensione della seduta notturna, cercheremo di utilizzare questo tempo quindi l'Assessore Pichetto porterà la risposta di merito e l'anticipazione sull'ipotesi di assestamento di bilancio, per quanto riguarda il finanziamento.
Rispetto all'apertura che ci è stata richiesta, ribadisco che qualche giorno fa, in sala A, siamo giunti ad un'intesa tra maggioranza e le opposizioni.
Siamo fermamente convinti di rispettare quell'intesa a cui hanno partecipato tutti i Capigruppo, compresi quelli di opposizione e dei DS. In quell'intesa erano stati annunciati sia dal Presidente Chiezzi che da altri Presidenti di Gruppo, fra cui la Presidente Manica - che mi spiace non sia presente in aula - un numero indefinito di emendamenti che complessivamente ammontava a 150-200 circa (20, 25 dei DS al massimo).
Gli emendamenti dei DS sono diventati un'ottantina, gli emendamenti complessivi dell'opposizione 500 e più.
E' chiaro che, a fronte di questo, non possiamo che impegnarci doverosamente nella nostra prova d'amore e continuare a lavorare dimostrando che crediamo in questo provvedimento, tant'è che - a oggi - non è mai mancato il numero legale. Ci è stato addirittura detto: "Non ci interessa la questione di merito e quant'altro, perché ormai questo provvedimento fa schifo, non lo condividiamo, tanto vale che soffriate e ve lo portiate a casa. Noi siamo contrari".
Faccio un ragionamento: questo è un provvedimento che vuole dare una risposta alle famiglie piemontesi, perché è un provvedimento per la libertà della scelta educativa o, meglio, per la libertà delle famiglie piemontesi di scegliere il percorso educativo per i propri figli. Non è un provvedimento di incremento del diritto allo studio. La legge del diritto allo studio è la n. 49, sulla quale siamo disposti successivamente a confrontarci; abbiamo fatto un'apertura anche facendo degli esempi di merito e confrontandoci sul merito. Se volete presentare un ordine del giorno siamo anche disposti a valutarlo; noi l'impegno l'abbiamo ribadito perché resta ed è una nostra priorità, così come la legge n. 62 analogamente, in sede di assestamento ci saranno importanti risposte in materia di edilizia scolastica.
L'Assessore Leo lo ha detto chiaramente: non è una legge di incremento di diritto allo studio; è una legge con un'altra finalità, che vogliamo rispettare e che non permettiamo a nessuno di stravolgere. Altra cosa è se si vuole limitare il potere regolamentare della Giunta, posizione e punto sul quale mi sembra vi sia una condivisione unanime delle opposizioni a questo provvedimento.
Sul merito siamo disposti a confrontarci, ma è certo che - lo abbiamo detto e lo ripetiamo - che questo limite della potestà regolamentare della Giunta può essere solo fatto in una fase di prima applicazione. Non siamo disposti ad introdurre la franchigia; siamo disposti a fare un ragionamento sul tetto massimo del reddito e sulle fasce.
Oggi, un apporto di merito richiesto su questi temi non lo abbiamo ancora ascoltato. Se ci chiedete di stravolgere il provvedimento la risposta è: "No". Questo non è un disegno di legge di incremento del diritto allo studio; è un'altra cosa che faremo, magari insieme, valutando anche le vostre proposte per il valore intrinseco delle stesse, non tenendo conto che le programmate voi piuttosto che altri. Se invece volete fare un ragionamento sul merito di questo provvedimento con la finalità che ho delineato, siamo disposti a farlo, però deve essere un ragionamento di merito e non una successione di domande e risposte, di chiusura e quant'altro fatte da una successione di Consiglieri.
Questo non è un confronto di merito, ma è ostruzionismo, forse ammantato di nobiltà e merito, ma sempre ostruzionismo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cattaneo, anche per aver incorporato la dichiarazione di voto; forse in senso tecnico l'ha omessa, ma ai fini del verbale mi pare stesse facendo anche la dichiarazione di voto.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Ho ritrovato la relazione svolta dall'Assessore Leo nella presentazione di questo disegno di legge nell'ottobre 2001. In un passaggio di questa relazione al disegno di legge - mi spiace che l'Assessore non sia in aula l'Assessore sosteneva che "la questione" - leggo un pezzetto della relazione - "che si vuole qui affrontare non è quella di un buono scuola per pochi, ma piuttosto di una buona scuola per tutti. E' necessario impostare questo problema in un'ottica europea seguendo l'esempio di tanti Paesi, dove da più tempo questa possibilità esiste. Di fatto, tale iniziativa legislativa non toglie un centesimo a quanto la Regione già impegna nel comparto istruzione, anzi è stata ed era l'occasione per approfondire, per meglio collocare risorse, per poter recepire suggerimenti e per cercare di soddisfare richieste che da quel mondo ci giungono. Ma sottolineo" - ricorda l'Assessore Leo - "tali opportunità devono essere per tutti".
Penso che l'Assessore Leo riconfermerebbe le parole della relazione che ho ricordato, però vorrei soffermarmi, dopo aver letto queste parole dell'Assessore Leo, che diceva che i buoni scuola che noi stiamo introducendo non sono buoni scuola per pochi, ma è un provvedimento che riguarda tutti e così il collega Cattaneo nei suoi interventi continua a dirci che è un provvedimento rivolto a tutte le famiglie.
Ci sono già altre esperienze in altre Regioni, dove si è introdotto il buono scuola; la Regione che ha sperimentato in primis questo provvedimento è la Regione Lombardia. Alla fine dell'anno 2000, i dati in Regione Lombardia dicevano questo, Assessore: che l'8% della popolazione studentesca della Lombardia frequenta le scuole private e il 92% la scuola pubblica. Più o meno i rapporti sono simili alla nostra Regione. I dati ci dicono che su 58 miliardi e 432 milioni di buono - parlo sempre di vecchie lire - 58 miliardi e 282 milioni sono andati a studenti delle scuole private e 150 milioni a quelle della scuola pubblica. Questa è la dimostrazione.
Questi dati ci dicono che il buono scuola così introdotto si rivolge soltanto ad una piccola parte della popolazione studentesca, ma non possiamo continuare a dire che questo provvedimento si rivolge alle famiglie piemontesi - com'è stato più volte detto dalla maggioranza in quest'aula.
L'esperienza di altre Regioni, come la Lombardia, ci dimostra che questo provvedimento è rivolto ad una piccola parte della popolazione studentesca; quindi, ritorniamo sempre sulla stessa questione.
Assessore Leo, se vogliamo rivolgerci a tutti gli studenti ed a tutte le famiglie della Regione Piemonte, questo provvedimento va cambiato nel merito.
Il Consigliere Cattaneo ha detto di essere disponibile ad affrontare alcune questioni. La maggioranza è disponibile ad affrontare alcune questioni, ma noi vorremmo affrontare anche altre questioni; confrontiamoci su questo, apriamo una discussione e vediamo se riusciamo a parlare a tutte le famiglie della nostra Regione. Siamo disponibili a confrontarci su questo? Perché se rimanete fermi su questa impostazione, è chiaro che parliamo soltanto ad una parte delle famiglie piemontesi.
Rispetto alle questioni finanziarie, oggi l'Assessore Pichetto riferirà circa la variazione di bilancio.
Cari colleghi della maggioranza, questo provvedimento non riguarda soltanto l'anno in corso, ma anche agli anni futuri. Quindi, questa Regione, con le difficoltà che oggi ha dal punto di vista economico e di bilancio, riuscirà a sostenere questo provvedimento e, nello stesso tempo a tenere alto il finanziamento sulla legge per il diritto allo studio? Questa è una domanda alla quale dovete rispondere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Grazie, Presidente.
L'esigenza di ordine e di chiarezza si ripropone ancora. Diciamo che quanto alla chiarezza, il contributo ultimo del Presidente Cattaneo possa e debba essere risolutivo, anche perché è un contributo che si pone in sintonia con quanto andiamo dicendo dall'inizio dell'annosa questione che riguarda il buono-scuola, ma anche dall'inizio della discussione dopo l'interruzione di alcuni mesi.
Ribadisco però una considerazione già fatta qualche giorno fa: è evidente che non è possibile nessun confronto se, da parte dell'opposizione, l'unico scopo che si intende raggiungere è quello dello stravolgimento del disegno di legge. Questo non è accettabile e non è assolutamente percorribile.
Questo è un problema di chiarezza. Quindi, ribadito ancora una volta che non stiamo trattando una legge che riguarda il diritto allo studio, e che va riproposta nei termini in cui questa è stata offerta, vediamo di rispondere all'esigenza di ordine.
Abbiamo appena votato gli emendamenti n. 469 e n. 470 ed ora stiamo discutendo i successivi emendamenti n. 471 e n. 472. Sia per gli emendamenti votati, sia per quelli che stiamo discutendo l'attenzione dell'opposizione si rivolge al problema finanziario.
Quindi, mi chiedo che cosa sarà della discussione quando arriveremo ad esaminare gli emendamenti nn. 601,602 e successivi, che sono quelli che riguardano il settimo comma del sub-emendamento a firma dei Consiglieri Cattaneo, Galasso, Costa ed altri.
Dobbiamo rimettere ordine su questo. Ha fatto bene il collega Cattaneo ad annunciare l'accettazione del rapporto dialettico e dell'esigenza di chiarimento che verrà a soddisfare l'Assessore Pichetto. Ma il problema è un altro; soddisfatta questa esigenza da parte dell'Assessore Picchetto che cosa dobbiamo fare di questo enorme plico di emendamenti.
E' su questo che richiamo ad un'espressione di chiarezza, perché o il problema riguarda il settimo comma del sub-emendamento - e quindi ci confrontiamo, essendo un'esigenza assolutamente legittima - oppure il problema è solamente strumentale per cominciare a smarcarsi da un accordo ufficialmente illustrato, espresso e raccolto in sede di Conferenza dei Capigruppo, oppure questo continuo smarcarsi diventa un'esercitazione invereconda sotto il profilo della dignità legislativa dell'assemblea.
Questo è un altro nodo che deve assolutamente essere sciolto. Da circa due ore, da parte dell'opposizione, non sento discutere di altro che del settimo comma del sub-emendamento. Azzeriamo tutto il resto perché questo riguarda non soltanto un processo logico, ma anche la dignità di approccio legislativo al problema.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Per quanto riguarda la questione relativa agli accorpamenti e il rimettere ordine, preciserò meglio nel corso dell'intervento.
Mi soffermo nella prima parte sull'impegno assunto, quindi sulla cosiddetta intesa.
Noi stiamo onorando quell'impegno e quell'intesa che consistevano nel ripristinare delle regole in questo Consiglio e nel rinunciare, da parte della maggioranza, ad una procedura preoccupante che può essere ascritta al termine sub-emendamento; e, di conseguenza, da parte delle minoranze, di rinunciare ad un lungo elenco di inserimenti di punti all'O.d.G., per passare ad una seconda fase più nel merito, con addirittura l'impegno di una scadenza entro la quale venivano presentati gli emendamenti e un'indicazione di massima quantitativa degli emendamenti depositati.
Abbiamo assolutamente onorato questo impegno e il numero 20, al quale faceva riferimento il Consigliere Cattaneo, probabilmente contiene una parzialità, in quanto sono 20 emendamenti per Consigliere. Il nostro gruppo è formato da otto Consiglieri; quindi, ci siamo di gran lunga contenuti nel numero di emendamenti presentati, poiché non siamo arrivati a 160 emendamenti. Quindi, abbiamo assolutamente rispettato le intese e gli impegni assunti.
Sulla questione degli accorpamenti, un altro aspetto importante è relativo al merito.
Presidente, in questo momento c'è un certo imbarazzo da parte mia, ma sono comunque obbligata a farle rilevare che l'accorpamento, che lei ci ha proposto, dell'emendamento n. 471 con il n. 472, secondo la logica della tecnica che state seguendo, è sicuramente giustificato, ma secondo la logica del merito che caratterizza la nostra funzione oppositiva, quindi nel merito e di sostanza, vi è una profonda differenza tra l'uno e l'altro emendamento. Come tecnica di approvazione e di discussione è comprensibile ma nel merito c'è differenza perché, in un emendamento noi ci soffermiamo maggiormente sull'aspetto del successo formativo; nell'altro emendamento facciamo riferimento alle tecnologie informatiche.
Sono due aspetti da non sottovalutare, in quanto sono proprio due degli aspetti che più ricevono critiche da parte di diverse rappresentanze a livello nazionale e non.
In riferimento a quanto il Consigliere Cattaneo diceva sul fatto che c'è soltanto soddisfazione, vorrei far rilevare che esiste un cartello che si intitola: "Noi siamo per la scuola pubblica".
Questo cartello è un appello di tutti i responsabili nazionali, di tutti i dirigenti scolastici, che dice: "Un'unità trovata su una semplice constatazione gli interventi del Governo sono contrari all'autonomia scolastica e stanno portando all'ingestibilità le scuole della Repubblica alla mortificazione del personale. E', credo, un po' diverso dal commento e dal giudizio che esprimeva il Consigliere Cattaneo.
La scuola è stata individuata come centro di costo, per cui i provvedimenti del Governo stanno facendo calare un gelo che inaridirà il terreno della progettualità, della sperimentazione e della ricerca abbassandone drasticamente la qualità. L'abolizione dell'organico funzionale, la colmatura delle cattedre a 18 ore nella scuola secondaria e il taglio degli organici di sostegno chiudono gli spazi della flessibilità didattica e organizzativa.
La mancata assunzione del personale docente precarizza il rapporto di lavoro; la mancata indizione del concorso per Direttori dei servizi sta lasciando le unità amministrative nell'inefficienza; il taglio di 36 mila unità di personale ausiliario lascerà le scuole prive di sicurezza. E questo è l'appello firmato dai Dirigenti - tutti, di destra e di sinistra delle scuole pubbliche di questa nazione: credo che sia un po' diverso dall'opinione che aveva espresso il Consigliere Cattaneo.
Dopodiché a me risultava che non si potessero sommare i tempi dell'intervento coi tempi della dichiarazione di voto. Viceversa, prendiamo atto che da oggi si può fare; speriamo che valga per tutti e che anche in questo caso la legge sia uguale per tutti e quindi la regola sia applicata per tutti.
Ad ogni modo, io mi attengo scrupolosamente al tempo a mia disposizione per l'emendamento, che è scaduto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Avevo preannunciato che avrei letto - considerando anche che nel frattempo è arrivato l'Assessore Brigandì - un comunicato della CGIL sulla formazione professionale.
Lo farò successivamente, perché l'intervento del Consigliere Cattaneo mi ha portato a spostare a dopo la lettura del comunicato stampa e a fare alcune considerazioni sulle cose che lui ha detto, citando alcuni sondaggi personalmente ne approfitterò per citare un sondaggio Abacus - cito sempre la fonte - del marzo scorso, riguardante alcune questioni sul buono scuola.
Alcune cose che ha detto il Consigliere Cattaneo mi hanno fatto tornare indietro nella memoria, e non escludo il fatto che fra un po' qualcuno ci verrà a raccontare che gli italiani apprezzerebbero o vorrebbero di nuovo la bacchetta. Devo dire che personalmente l'ho subita alle elementari, dove ho preso molte bacchettate (troppo poche, dice il collega Burzi; tutte meritate, dicono altri). I più anziani mi ricordano che c'erano anche i ceci e che le bacchettate erano già un passo avanti nella democrazia. Ai miei tempi, c'era anche qualcuno che andava dietro la lavagna, e posso dire che adesso dietro la lavagna ci dovremmo mettere di sicuro il Presidente Ghigo e l'Assessore Leo. Sarei quasi tentato di fare un manifesto come quello che ha realizzato un anonimo e simpatico compagno lo dico così, idealmente - dove c'è il "mascellone" di Berlusconi con l'elmetto che ricorda un guerriero (certo avrà creato la delusione del collega Galasso). Il mio manifesto vedrebbe Ghigo e Leo con il cappello da asino, perché se si torna ai ceci e si torna alla bacchetta, si torna anche agli asini dietro la lavagna, non potrebbe essere diversamente; se questo è il pensiero che il Consigliere Cattaneo ci vuole far credere, la deriva non può essere che questa. E non è escluso che non si possa realizzare questo manifesto.
Per quanto riguarda i sondaggi, invece, che sono una cosa un po' più seria, non so se il Consigliere Cattaneo abbia citato la fonte; non l'ho sentito, forse mi ero distratto, ma mi auguro che nel prossimo intervento lo possa fare. Ricordo anche l'intervento del collega Godio, il quale ha dato un contributo a che la minoranza in qualche modo fosse stimolata a proseguire la propria azione di opposizione.
Il 46% dell'elettorato di Forza Italia in Piemonte è contrario al finanziamento della scuola privata - non il 4,6%, ma il 46% - e altrettanto vale per l'elettorato di Alleanza Nazionale; per quanto riguarda la Lega Nord, siamo al 56%.
Sono curioso di capire chi può sostenere che a livello nazionale i numeri siano altri; senz'altro si tratterà di Datamedia, ma vorrei sapere quando, come, con quali domande. Quando si cita un sondaggio, si dovrebbero anche citare le fonti, le domande, perché a seconda di come si pone la domanda, si ottiene una risposta piuttosto che un'altra.
Resto in attesa, quindi, di un nuovo sondaggio che ci dica il gradimento degli italiani per il ritorno alla bacchetta e ai ragazzi dietro la lavagna col cappello da asino, perché arriveremo anche a quello. Ad ogni modo, i sondaggi che abbiamo realizzato li abbiamo già illustrati in qualche altra seduta - oggi li ho voluti ripetere - e ci confortano nella nostra posizione, al di là della battaglia per la difesa dell'istituzione scuola; battaglia che avremmo fatto indipendentemente dai sondaggi, perch le cose non si fanno solo per i sondaggi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ho sentito prima le precisazioni che faceva il collega Cattaneo, alcune in ordine alla partita finanziaria, su cui avevamo avanzato una serie di dubbi e di perplessità; non so se il collega Ronzani, oltre ad altri, abbia ancora ripreso l'argomento su questa problematica.
Ho sentito che il collega Cattaneo cercava di dare alcune parziali risposte, dicendo: "La copertura indubbiamente c'è, non abbiate questo ordine di preoccupazioni; del resto, su questa vicenda della legge sul buono scuola c'è un impegno consistente della maggioranza, la cosiddetta prova d'amore, per cui immaginatevi se non abbiamo verificato la possibilità di copertura finanziaria del provvedimento".
Noi non abbiamo alcuna ragione per non credere alla convinzione del Consigliere Cattaneo e di altri colleghi in questa direzione; vorrei solo ricordare, però, che nel corso della seduta di giovedì notte e nel proseguimento di venerdì mattina questo ordine di chiarimento così preciso non c'è stato né con l'Assessore Leo né con l'Assessore Pichetto.
L'Assessore Leo continua a dirsi fiducioso della copertura, ma lui, a differenza di altri, ha in modo più accentuato il dono della fede: per quanto lo riguarda, c'è sempre la provvidenza che ci pensa. Noi, invece che siamo in una condizione meno privilegiata della sua, dobbiamo affidarci non dico all'empirismo classico, ma forse anche ad una forma rivisitata di empirismo alla Popper, che però abbia una fondazione più scientifica, più basata sulla scienza che procede per prova, errore e confutazione.
La prova noi l'abbiamo fatta, abbiamo avanzato precise richieste e l'Assessore ci ha risposto con una dichiarazione di fede, l'Assessore Pichetto Fratin, invece, ci ha fornito elementi che ci hanno consistentemente preoccupato. L'errore, a nostro avviso, è ravvisabile nelle cose che avete fatto e la confutazione delle cose che voi avete detto in termini finanziari, anche a nostro avviso, c'è.
Non possiamo andare avanti con il provvedimento dopodiché è un terno all'otto, un gioco d'azzardo, per cui arriviamo all'assestamento e poi, se con l'assestamento ce la facciamo bene, altrimenti passiamo al bilancio dell'anno successivo tanto è importante fare il provvedimento adesso, fare una prenotazione prima dell'inizio dell'anno scolastico e poi la copertura può avvenire dopo. Voi capite che un'azione del genere, una fondazione finanziaria del genere, su una questione su cui si sta realizzando un dibattito di questo tipo, permettetemi, è francamente ridicola: vi chiederemo la relazione. Non abbiate dubbi. Adesso siamo ancora nella fase generale, ma quando entreremo nel merito di quel punto, l'incertezza non può essere lasciata.
Volevo dire al Consigliere Cattaneo che noi stiamo facendo opposizione.
L'opposizione, per essere tale, non ha bisogno di tante aggettivazioni fossimo in un altro paese europeo dalla Gran Bretagna, della Germania della Francia, paesi dove il maggioritario è in vigore da molto tempo e dove è uso che una coalizione vinca e l'altra faccia l'opposizione o che un partito vinca e gli altri facciano opposizione, non c'e' bisogno né di definire la maggioranza con aggettivi, né l'opposizione con altri.
Tutti sanno che l'opposizione ha un compito di controllo e di opporsi costruendo un'altra proposta nel merito, rispetto alle problematiche su cui è maggiormente contraria. Non c'è bisogno di aggettivarla.
Voler aggettivare, in qualche modo, l'opposizione o chiedere, non capiamo quali ordini, modifiche sul corpo di 80 emendamenti - accorpati e portati a 60 e di cui una parte già discussi - drammatizzare una situazione come questa, francamente, mi sembra assolutamente non consistente e prematuro in ordine ad una serie di cose forse più dubitative delle proprie capacità di tenuta come maggioranza che non della travolgente azione e sconvolgente di altri che sovverta. Siamo qua per discutere nel merito, se proposte di merito ci sono, ma consistenti, siamo qui per affrontarle, in modo molto aperto in un confronto con tutti



PRESIDENTE

Dopo la votazione di questo emendamento potremo sospendere la seduta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Volevo rispondere all'intervento del Consigliere Galasso che non vedo in aula, ma risulterà a verbale la mia risposta.
Riferendosi alla questione che abbiamo posto, il Consigliere ha fatto una serie di ragionamenti sui quali vorrei soffermarmi. O la questione del finanziamento della legge è una questione che non esiste, allora fate bene a sostenere che stiamo facendo un po' di ostruzionismo, prendendo tempo (se così è, avreste ragioni da vendere), oppure la questione ancorché risolvibile tecnicamente con lo strumento dell'assestamento di bilancio, esiste. Se esiste il problema, è dare una risposta alla questione che poniamo. Dare una risposta alla questione che poniamo, dal vostro punto di vista, il più presto possibile.
Una maggioranza che voglia farsi approvare dal Consiglio un provvedimento e che constata che un'obiezione che fa il Gruppo di opposizione ha un fondamento perché vi è il problema di spiegare al Consiglio come la maggioranza, che intende approvare la legge, intende finanziare quella legge medesima, ha due strade: la prima quella di non dire niente, la seconda di fare in fretta e dare al Consiglio tutte le spiegazioni possibili ed immaginabili. Mi sembra evidente. Azione che voi non avete ancora fatto perché la questione è aperta da un giorno e mezzo.
Noi abbiamo cominciato a discutere del problema con un intervento che ha fatto il Vicepresidente Riba venerdì mattina, l'altra settimana. Era evidente che i Gruppi di opposizione avrebbero insistito sul punto, ma una maggioranza che non voglia perdere tempo, la prima cosa che fa, sapendo che i Gruppi di opposizione intendono avere chiarezza sul punto, è chiedere al suo Assessore di venire in aula e fornire tutte le risposte possibili ed immaginabili.
Questa mattina, se voi davvero volevate fare in fretta, era sufficiente che l'Assessore Pichetto Fratin, sulla scorta della discussione fatta in aula tre giorni fa e della quale erano chiari i termini dal punto di vista politico, avesse detto, come ha fatto il Consigliere Cattaneo venerdì mattina: "intendiamo risolvere con l'assestamento la partita e le risorse pensiamo di reperirle in questo e in quest'altro modo". La questione era risolta. Noi avremo mantenuto una riserva sull'impianto complessivo della legge, ma avremmo convenuto sul fatto che voi pensate non soltanto alla norma, ma anche allo strumento finanziario con il quale attuarla. La partita era risolta. Prendo atto che abbiamo perso una mattinata perch nessuno ha saputo fornirci delle risposte che non solo l'opposizione, ma anche la maggioranza, dovrebbe pretendere. Noi le pretendiamo perch pensiamo che sia giusto che una legge abbia la dotazione finanziaria necessaria per poter attuare un provvedimento. Voi dovreste pretenderlo come Gruppi di maggioranza, perché è davvero singolare che si discuta di un provvedimento e non ci si preoccupi di capire dove, come e in quali UPB reperire le risorse finanziarie.
Francamente mi sento di rispedire al mittente l'osservazione secondo la quale qui saremo in presenza di una discussione accademica. Diventa accademica, è evidente, nella misura in cui non c'è nessuno che da quei banchi ci dice "noi risolviamo così la questione". Qui nasce un secondo problema che non è secondario, mi rivolgo all'Assessore Leo: discutere come risolvere il problema delle risorse che stanziamo per la legge.
L'Assessore Leo ha sempre sostenuto che in nessun caso il finanziamento dei buoni scuola avrebbe comportato una riduzione degli stanziamenti a favore della scuola pubblica. Così ha detto svariate volte l'Assessore Leo io l'ho preso in parola. Vorrei che a questa risposta che ha fornito l'Assessore Leo corrispondessero atteggiamenti conseguenti che, nel caso specifico, significa individuare delle UPB per finanziare la legge, che non sono quelle della scuola.
Se intervengo su quel versante, è evidente che comprimo le risorse destinate alla scuola pubblica, cosa che voi dite di non voler fare.
Non c'è niente da fare, il problema è chiarissimo. Dovete dirci dove intendete reperire le risorse per finanziare la legge perché, per questa via, riusciamo a capire se questa legge ha il finanziamento necessario e se voi siete coerenti con l'impegno che vi siete assunti in quest'aula di stabilire che in nessun modo il finanziamento della legge avrebbe comportato minori risorse per la scuola pubblica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Assessore Leo, darei lettura di un testo che poteva aver scritto lei poi le rivelerò la fonte.
Nell'ottobre del 2001 é stata approvata la legge costituzionale n. 3 di modifica del Titolo V della Costituzione. Ora, è intervenuta la riforma della scuola. In questi giorni sono stati emanati decreti attuativi su due questioni importanti: l'anticipo della scuola per fasce di età e la questione dell'insegnante prevalente, quindi il contingentamento delle ore per quanto riguarda il tempo pieno. Dunque, ci sono tutti gli elementi per prendere in mano questa materia con un disegno sistematico ed innovativo per farne, cioè, un testo quadro complementare alle norme relative al diritto dello studio universitario, che adesso dovremo rivedere.
"Il nostro disegno di legge interpreta i servizi per il diritto allo studio in modo organico e lo inquadra come complesso di azioni in favore della comunità per rendere effettivo e concreto l'esercizio di un diritto più che di un dovere, come ben specificato dalla stessa riforma Moratti. Ne sono destinatari con specifiche misure gli studenti, le loro famiglie, le istituzioni scolastiche e gli enti locali". L'Assessore alla cultura della Regione Veneto, che è un eminente rappresentanti della Lega Nord.
Assessore, quante volte ha promesso una riforma organica del diritto allo studio all'interno della quale raccogliere in un'unica legge quadro di riferimento tutte le previdenze che lo Stato propone per l'aiuto e il sostegno al diritto allo studio? Perché non abbandonare questa strada? Ho sempre sostenuto la legge quadro sul diritto allo studio. Tutte le altre erano scorciatoie.
Forse nel dibattito abbiamo chiesto onestà, perché non si pu mascherare dietro al diritto allo studio la libera scelta educativa. Forse questo è stato consequenziale.
Per queste ragioni, Assessore, ritengo che lei debba prendere atto sostanzialmente che la strada per approvare questa legge, salvo colpi di scena, è lunga.
Se i Gruppi mantengono coerenza rispetto all'impegno di una battaglia strenua a Regolamento invariato, allora tutto è possibile, perché una parola data si può anche ritirare o essere contraddetta. Probabilmente, il limite dell'eventuale lettura dipenderà dalla capacità che avrà la maggioranza di rendere credibile il proprio provvedimento. Per rendere credibile il proprio provvedimento, di strade non ne vedo molte: l'unica possibilità è che lei accetti, rendendo questo provvedimento inattaccabile (se approvato), che la potestà regolamentare non vada in capo alla Giunta ma resti in capo al Consiglio, vale a dire che all'interno di una legge organica sulla libera scelta educativa si mantenga saldo un aspetto, che prevede che la legge e il suo Regolamento siano approvati da quest'aula.
Non vedo altre strade, Assessore, se non quella che continuerò sempre a ripetere: stante le posizioni, la cosa migliore, forse, è ritirare la legge sui buoni scuola.
Approvi una legge organica sul diritto allo studio. Si cimenti, alla luce delle novità introdotte dalla modifica del Titolo V della Costituzione e certamente della riforma Moratti, su quale legge intende sottoporre al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato le parole del Consigliere Cattaneo in merito ad un articolo sulla riforma Moratti comparso oggi sui quotidiani.
L'entusiasmo che il Consigliere Cattaneo mostrava per questo articolo ritengo vada ridimensionato, in quanto, come si intuiva dalle parole del Consigliere e come si è potuto evincere dalla lettura dell'articolo stesso non si tratta di un'analisi. Pertanto, invito l'Assessore a non sbagliarsi nell'interpretare quello che hanno pubblicato i quotidiani, si tratta semplicemente di un sondaggio. Dovremmo sempre ricordare la differenza che intercorre tra le analisi, le verifiche e le valutazioni serie che vanno fatte comunque e sempre al termine di un periodo di applicazione di una legge, e i sondaggi fatti addirittura prima dell'applicazione della legge basati sui risultati attesi e non sui risultati ottenuti. In merito all'entusiastica applicazione della prima lingua straniera a partire dal primo anno di scuola, pur non entrando nel merito delle opinioni raccolte tramite sondaggi, non si può non tener conto della corrente tecnica di pensiero di persone che lavorano nella scuola che sostengono che questo insegnamento in età così giovane potrebbe provocare dei problemi in un numero di scolari che, al momento, non è ancora ipotizzabile.
Non mi sento, quindi, di giudicare in modo assolutamente corretto questa parte di analisi, tutto sommato negativa, sulla manovra inerente la lingua straniera. In questo momento ritengo che non si possa esprimere un giudizio serio sulla decisione che è stata presa, quindi sarebbe opportuno valutare il sondaggio per quello che è, ovvero una raccolta di opinioni.
Le opinioni sono importanti e devono essere tenute in conto, ma ancora più importanti sono le valutazioni, che spettano a chi deve governare e a chi deve decidere, magari istituendo metri di paragoni, termini ed elementi da ricercare e non basarsi su opinioni.
Se fosse vero - e personalmente lo credo - che l'insegnamento della lingua straniera fin dal primo anno di scuola elementare potrebbe generare problemi in parecchi allievi, l'opinione espressa adesso a favore potrà sicuramente cambiare.
Tutto questo elogio lo stiamo facendo solo sulla base di opinioni e del risultato che le famiglie si attengono. Non è, però, un risultato provato su cui possiamo avere dati ed elementi dopo un periodo di prova.
Tutto l'entusiasmo dimostrato dal Consigliere Cattaneo sui dati di un semplice rilevamento di opinioni mi sembra assolutamente fuori luogo.
Dal mio punto di vista, esprimo preoccupazione e critica per un atteggiamento - ricordato di nuovo nelle parole del Consigliere Cattaneo che continua a considerare i ragazzi come "pacchi" carichi d'affetto e d'amore, spediti dai genitori in una scuola piuttosto che in un'altra. Sono pacchi per i quali i genitori decidono cosa può andare bene e cosa non va bene, ma sempre ed esclusivamente a partire dal loro desiderio.
In conclusione, tutte le discussioni dimostrano come da parte della maggioranza, che sostiene la legge, ci sia una visione poco dialettica sugli aspetti negativi nel mondo della scuola e che questa legge, in particolare, non riuscirà ad affrontare i veri nodi sul diritto allo studio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Comunico al Presidente e ai colleghi che, possibilmente, manterrò i miei emendamenti e l'impegno ad intervenire. In una democrazia, soprattutto maggioritaria, quando ci sono provvedimenti di grande caratura con contenuto ideologico, mettendoci qualche rattoppo si può essere un po' più soddisfatto. È una scelta. Sarà un'affermazione e sarà poi il corpo elettorale a dare una valutazione in sede di elezioni. Stabilire che attraverso l'assestamento non si trasferiranno risorse finanziarie dall'istruzione, ma da un'altra parte, cambia poco il giudizio negativo rispetto a questa scelta.
Per quanto riguarda la fascia di reddito, dovrebbe essere la vostra dignità a stabilire una fascia di reddito estremamente bassa di intervento per non premiare categorie benestanti. Ve ne assumete voi la responsabilità, e facendo entrare anche chi ha un reddito di 150 milioni di vecchie lire, mi sarà più utile nella polemica politica che terrò in seguito su questo vostro provvedimento che non condivido.
Anche se inserite la fascia di reddito ad un certo livello, e se i soldi, invece di reperirli da una parte lo fate da un'altra parte impegnandovi sull'edilizia scolastica, non "mollo" in questa mia opposizione, perché c'è un contrasto di fondo. Dato che il tempo in cui posso esprimere questo mio pensiero è limitato, lo esprimerò comunque sino alla fine, cercando di argomentare le mie ragioni, essendo questa la sede in cui ci si "auto-carica" proposte per condizionare o convincere l'altro (anche se attorno a questa proposta diventa molto più difficile la dialettica).
Il percorso nettamente alternativo al vostro, lo ripeto ancora, è liberare i condizionamenti delle categorie a reddito più basso, attraverso un'operatività nuova, qualificata ed originale sul diritto allo studio.
La libertà che voi evocate si può ottenere anche con questa strada senza discriminazioni che invece determinate con questo vostro progetto sul quale - torno a ribadire - involontariamente (probabilmente anche in un contesto storico nuovo rispetto al buono scuola, quando se ne parlava nel 1947) ci possono essere altre "enne" situazioni negative.
Quando si sceglie di segmentare la società, invece di favorirne la contaminazione culturale e la coesione sociale, invece di mortificare la libertà di istruzione rispetto alla libertà di scelta e, soprattutto quando in campo economico si condiziona la libertà di natura sociale, si attua la politica di Bush e dei teorici che la sostengono: qualche pietoso intervento rispetto ai 40 milioni statunitensi che non hanno copertura sanitaria oppure quelli che hanno perso la copertura pensionistica perch andati "a gambe all'aria" per azioni speculative e scorrettezze gestionali di alcune grandi imprese.
A parte questo, Assessore Leo, non ce l'abbia con me, perché la sua visione e diametrale diversa dalla mia. Può darsi che su altri punti ci troviamo d'accordo (anzi, altre sensibilità che lei manifesta sono condivisibili) ma non condivido molto il suo ecumenismo a 360 gradi.
Su questo punto c'è una diversità profonda - non è scandaloso - perch il mio obiettivo è spingere più in là possibile, ragionevolmente possibile l'approvazione di questa legge: un mio diritto a minimizzare il vostro successo.
Personalmente non considero un successo finanziare qualche scuola determinare un livello di reddito di un certo tipo o non reperire risorse finanziarie da un certo capitolo di bilancio. Non mi soddisfa, è importante, ma non mi soddisfa e quindi - dispiacendomene - continuer nella mia modesta azione che cerco di esprimere attraverso quei pochi o tanti emendamenti che resteranno in vita.



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che il volume degli emendamenti sta diminuendo, sia pure non "paurosamente".
Il Consigliere Cattaneo ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

La pregherei, se possibile, di comunicare all'aula quanti sono, grosso modo, gli emendamenti accorpata in giacenza.



PRESIDENTE

Con gli emendamenti accorpati siamo arrivati intorno ai 200, adesso saremo a 170/180.
Questa è la diciottesima votazione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento rubricato n. 471.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.22)



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