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Dettaglio seduta n.34 del 30/10/00 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cavallera, Cota e Toselli.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Proposta di deliberazione n. 32: "Ratifica, ai sensi dell'art. 40, comma 3 dello Statuto, della D.G.R. 31 agosto 2000, n. 22/756 nella parte relativa all'approvazione del nuovo programma straordinario in interventi in edilizia sanitaria, II fase"


PRESIDENTE

In merito alla proposta di deliberazione n. 32, unico punto all'o.d.g.
della seduta odierna, ha la parola l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

La proposta di deliberazione, alla vostra attenzione e valutazione attiene al nuovo programma straordinario di interventi in edilizia sanitaria seconda fase, meglio noto come secondo e terzo triennio dell'ormai quasi storico articolo 20 della legge 67/88, finanziaria appunto del 1988, nella quale furono previsti, grazie all'Onorevole Donat Cattin 30.000 miliardi per l'edilizia sanitaria nazionale.
In data 17 luglio 2000 è stata approvata la DGR 24-474 avente per oggetto "Proposta al Consiglio Regionale di ulteriore modifica del programma straordinario di interventi in edilizia sanitaria ex articolo 20 L. 67/88".
Poiché la sottoscrizione dell'accordo di programma tra Regione e Governo era imminente e non procrastinabile (tale accordo è stato infatti sottoscritto il 6 settembre scorso), in relazione alla tempistica di erogazione dei finanziamenti statali, si è reso necessario revocare la citata delibera ed adottarne i contenuti con i poteri del Consiglio Regionale ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto, nuova deliberazione (DGR 22-756) che è stata approvata il 31 agosto 2000.
Gli interventi previsti dalla suddetta delibera, oggi alla vostra attenzione e valutazione, sono sostanzialmente i medesimi di quelli previsti e approvati con l'atto del Consiglio Regionale n. 440-13430 del 16 settembre 1997.
I presidi interessati dagli interventi strutturali dell'attuale delibera sono sempre gli stessi salvo alcune variazioni richieste dalle aziende in accordo con gli Enti territoriali di riferimento.
La ridefinizione degli interventi si è resa necessaria poiché il quadro delle esigenze in materia di edilizia della sanità piemontese è variato rispetto al 1997 per diversi motivi (evoluzione delle tecnologie e delle attività cliniche, avanzamento dei lavori di edilizia sanitaria 1' fase articolo 20, sottoscrizione delle intese di programma con le AA.SS.RR. (tra dicembre 1998 e 1' decade gennaio 1999), approvazione dei piani di attività aziendali con il parere dei sindaci (dicembre 1999); delibera attuativa dell'articolo 8 TER del Decreto leg.vo 229/99, con la quale si individuano a livello di quadrante le carenze strutturali o di capacità produttiva per ciascuna tipologia di struttura sanitaria e sociosanitaria).
Ribadisco che con la delibera in discussione (DGR 22/756 del 31 agosto 2000), si effettuano alcune correzioni programmatorie senza però modificare sostanzialmente le scelte e l'impianto originario (Delibera di Consiglio regionale n. 440-13430 del 16 settembre 1997 "Programma straordinario di investimenti in edilizia sanitaria ai sensi dell'articolo 20 della legge 11 marzo 1988 n. 67. Approvazione seconda fase").
I presidi interessati dagli interventi strutturali sono quindi sempre gli stessi salvo alcune variazioni richieste dalle aziende stesse.
Per quanto riguarda l'A.S.L. n. 1 di Torino non ci sono variazioni. Le variazioni più significative sono: A.S.L. n. 2 di Torino - Conversione fondi costruzione nuovo Poliambulatorio da via Elba ad area ex Saint Gobain con nuovi servizi D.S.M. e Poliambulatorio. Tale modifica si è resa necessaria perché i locali di v.
Elba non erano più sufficienti a soddisfare le aumentate esigenze dell'azienda e per accentrare maggiormente i servizi del Distretto A.S.L. n. 3 di Torino - P.O. "M. Vittoria" - La diminuzione dell'importo dei lavori del P.O. è dovuta al fatto che nella D.C.R. del '97 erano compresi i fondi relativi al I triennio A.S.L. n. 4 di Torino - Conversione dei fondi dal presidio L. Einaudi (13 miliardi: CIPE 12,350 miliardi più 650 milioni 5% Regione) al S. Giovanni Bosco con realizzazione nuova area da destinare a Servizi, nuova torre Montalettighe, nuova sede Servizio Farmaceutico in quanto occorre precisare che il presidio, così come era previsto in ristrutturazione, non porterebbe la capienza della lungo degenza a più di 60 p.l. (oggi sono attivi 33 p.l.: 28 geriatria e 7 riabilitazione funzionale), risultando, dal punto di vista gestionale, antieconomico.
Quindi, si precisa che tali posti letto sono stati ricollocati sul territorio dell'Azienda presso la nuova R.S.A. di via Botticelli (95 p.l.
di cui 15 per dismissioni protette), presso una struttura convenzionata in Lungo Dora Firenze 119 (90 p.l. di cui 20 per pazienti alzheimer e 10 per disabili gravi) e 50 p.l. di riabilitazione in convenzione presso la casa di Cura "Nuova Major" (all'interno del Budget trasferito dalla Clinica "Bernini" che verrà riconvertita in R.S.A.). In aggiunta è stato dato il benestare al Comune per due R.S.A. in via Petrella (40 p.l.) e via Benevento (30 p.l.). I casi più gravi saranno trattati presso la struttura ospedaliera "G. Bosco". Va sottolineato che la sede amministrativa dell'Azienda, sita in Strada dell'Arrivore, ha un costo annuo di 600 milioni di fitto. Il Presidio Luigi Einaudi, pertanto, alla luce delle proposte della stessa Azienda, sarà sede di alcuni ambulatori geriatrici e di ambulatori specialistici o, valutando con l'Azienda, di un day-service in una zona centrale, nonché sede amministrativa dell'Azienda, mentre il Centro Diurno per Alzheimer di via Schio, continuerà a funzionare come tale.
A.S.L. n. 5 di Collegno - Conversione dei fondi dal Poliambulatorio di Collegno al P.O. di Rivoli, P.O. di Avigliana, Giaveno e Poliambulatorio di Orbassano. I lavori previsti presso il Poliambulatorio di Collegno verranno realizzati con fondi propri dell'Ente A.S.L. n. 7 di Chivasso - Il servizio di Dialisi è stato trasferito presso il Poliambulatorio di Settimo T.se, mentre la realizzazione del nuovo edificio per riabilitazione e lungodegenza è sempre prevista con la realizzazione del Nuovo Padiglione degenza e servizi. I lavori relativi alla "Sopraelevazione della piastra tecnico-clinica" sono stati anticipati al I triennio, utilizzando i fondi relativi ai risparmi di gara ASL n. 10 di Pinerolo - P.O. "E. Agnelli" - L'ASR di Pinerolo ha stralciato parte del finanziamento previsto (L. 6 miliardi) per l'acquisizione dell'edificio "ex Cottolengo", in quanto gli interventi previsti con tali fondi sono già stati realizzati con le economie derivanti dal ribasso d'asta relativo alle opere del I triennio. I lavori presso l'ex Cottolengo di Pinerolo sono in corso di realizzazione e prevedono la realizzazione di nuovi ambulatori di fisiochinesiterapia, oncologia dialisi ad assistenza limitata, zona operatoria per un nuovo Day Surgery reparto di degenza di tipo "B" per psichiatria ASL n. 11 di Vercelli - L'intervento sul presidio di Santhià previsto in circa L. 15 miliardi è stato ridotto a circa 10 miliardi, in quanto, per effetto della riduzione dei posti letto, si interviene solo sulla parte nuova dell'edificio, mentre il Centro Diurno Psichiatrico del Servizio di Salute Mentale sarà realizzato in altra area da definire con finanziamenti propri aziendali.
Le somme recuperate sono andate ad incrementare il finanziamento del Nuovo Presidio Ospedaliero di Borgosesia ASL 18 di Alba-Bra - Le somme relative alle manutenzioni sui Presidi di Alba e di Bra sono state trasferite per incrementare il finanziamento del Nuovo P.O. di ALba-Bra; (Legge 632 del 29 febbraio 2000 - Lire 60 miliardi e Legge 674 del 29 febbraio 2000 - Lire 20 miliardi) ASL n. 20 di Alessandria: 1) L'approvazione dell'art. 32, 6' comma della L.N. 449/97 ha reso incompatibile la destinazione d'uso della manica dell'ex O.P. di Alessandria a Centro Medico Psicodiagnostico e pertanto il servizio viene assolto mediante inserimenti convenzionati.
La disponibilità finanziaria liberata è stata ridestinata per la ristrutturazione del Presidio "L. Patria" di Alessandria a Sede Dipartimentale e Distrettuale.
2) Il polo tecnologico è stato già realizzato con finanziamenti del Bilancio Aziendale, quindi l'importo equivalente è stato destinato alla realizzazione del nuovo Servizio di Radiologia dell'Ospedale di Tortona.
3) L'intervento della sede dipartimentale distrettuale di Tortona presso l'ex Caserma Passalacqua era originalmente di circa 5 miliardi, non sufficienti in quanto nuove esigenze organizzative impongono di concentrare l'insieme delle attività dipartimentali e in secondo luogo perché la progettazione risalente al 1995 non teneva in considerazione i nuovi standards sull'accreditamento.
Il progetto pertanto è stato rivisto e definito nell'importo di Lire 9,6 miliardi circa, razionalizzando l'intervento sul complesso ospedaliero recuperando la somma necessaria nell'ambito delle risorse complessive disponibili.
ASL n. 21 di Casale Monferrato - E' stata inserita la ristrutturazione del Distretto Sanitario e del Poliambulatorio di Moncalvo, oltre alla messa a norma del Poliambulatorio di Casale, in sostituzione dell'impianto di cogenerazione presso P.O. di Casale Monferrato, il quale si avvarrà di finanziamenti privati (project financing) ASO "Maggiore della Carità" di Novara - I reparti di Endocrinologia e Maxillofacciale non saranno oggetto dell'intervento art. 20 e pertanto rimarranno allocati nei padiglioni attuali e verranno ristrutturati con fondi dell'Ente. Le principali ragioni delle scelte professionali, le convenienze tecniche ed economiche che hanno comportato tali scelte, sono soprattutto le seguenti: a) sfruttare gratuitamente le fondazioni del Pad. "E" esistenti, senza aggravi di opere geotecniche o rinforzi strutturali ai pilastri esistenti b) utilizzazione immediata di un piano del Pad. "G", lasciato libero dal trasloco dei Reparti di Chirurgia Pediatrica e di Dermatologia, grazie ai lavori I triennio art. 20 c) recupero di tre blocchi con soli interventi di climatizzazione dell'aria a completamento degli interventi già effettuati nei mesi scorsi dall'azienda con fondi propri.
Occorre infine considerare che una parte degli interventi di cui alla DCR del 1997 sono già stati finanziati con un acconto di 154.348.000.000.
Gli interventi finanziati sono: ASL n. 8: Completamento nuovo corpo di fabbrica del P.O. Chieri: L.
13,328.000.000 ASL n. 8: Completamento nuovo corpo di fabbrica del P.O. Moncalieri: L.
3.800.000.000 ASL n. 19: Realizzazione corpi di fabbrica, reparti degenza e terapia intensiva del P.O.: L. 76.000.000.000 ASL n. 1: Completamento e riordino del Presidio Sanitario "V. Valletta": L. 32.860.000.000 ASL n. 5: Realizzazione del Centro Medico Traumatologico di Ulzio: L.
3.040.000.000 ASL n. 14: Completamento ristrutturazione del P.O. di Domodossola: L.
4.750.000.000 ASL n. 14: Ristrutturazione e messa a norma del p.O. di Verbania: L.
3.800.000.000



ASO OIRM/S.ANNA: Realizzazione strutture di collegamento tra i due Presidi:

9.310.000.000



ASO MOLINETTE: Ristrutturazione per risanamento amianto: L. 7.460.000.000.

Signor Presidente, mi fermo qui, in attesa di eventuali quesiti da parte dei colleghi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. La sua esposizione è stata completa, pertanto possiamo iniziare la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente, Assessore alla sanità e Presidente della Giunta ringrazio per la presenza cospicua di molti Consiglieri regionali.
Siamo riuniti in una seduta straordinaria, essendo oggi l'ultimo giorno utile per approvare questa proposta di deliberazione estremamente importante per il Piemonte.
Si tratta di una cifra ingente perché, fra quello che viene erogato dallo Stato ed i fondi delle Aziende Sanitarie, sfioriamo complessivamente i 2000 miliardi. Questo è un elemento fondamentale per la programmazione sanitaria.
Se scorriamo tutti gli interventi prospettati nella proposta di deliberazione, sicuramente non abbiamo nulla da contestare riguardo ad ogni singolo intervento, tranne alcuni chiarimenti che abbiamo richiesto e sui quali mi dilungherò successivamente.
Quello che voglio dire al Presidente della Giunta e all'Assessore alla sanità è che purtroppo la somma di una serie di ingredienti buoni non necessariamente produce una buona pietanza.
Una volta, per vicende personali mi sono ritrovato ad Agape con amici e cucinavamo a turno. Quando è stato il turno di un'amica olandese, ci ha preparato gli spaghetti al sugo. Peccato che quegli spaghetti fossero immersi in una ciotola di latte, con della pecora bollita. Tutti alimenti buoni, ma mescolati insieme avevano un aspetto ed un sapore decisamente disgustosi.
Dico questo perché, mentre i singoli interventi appaiono incontestabili, ciò che emerge da questo provvedimento è la mancanza di una regia importante. Manca una regia importante perché non si raggiungono i risultati che ci volevano.
Se guardiamo, alla fine della delibera, non avremo ridotto, in modo significativo, il numero dei posti letto negli ospedali e non avremo deospedalizzati come ci chiede il Piano Sanitario Nazionale e lo stesso Piano Sanitario Regionale. Non avremo riequilibrato il territorio dal punto di vista dell'erogazione dei servizi principali; non avremo innalzato di molto il livello tecnologico di offerta e, soprattutto, non avremo agito sulla domanda sanitaria.
In una seduta del Consiglio Regionale ho già avuto occasione di mettere in evidenza come, negli ultimi vent'anni, in materia di sanità italiana c'è stato un netto aumento della domanda sanitaria dovuto ad una serie di cause complesse che non è il caso di ricordare, ma che, complessivamente di per sé, non costituisce un fenomeno negativo, ma positivo. L'aumento della domanda sanitaria, infatti, mette sotto tensione la struttura e ci obbliga a cambiare: saremo sconfitti se non cambieremo nulla, se subiremo l'aumento della domanda sanitaria e sapremo dare soltanto meccanicisticamente risposte in termini di aumento dell'offerta. Mai, come in questa occasione, diventa importante il ruolo della politica e della regia della programmazione: questo, in generale, è il ruolo e il compito che ci compete.
Ha fatto bene il Consigliere Marcenaro, quando si discuteva relativamente all'alluvione, ricordare come la politica non è eliminabile da nessuna logica di mercato e da nessuna logica di globalizzazione. Quando si tratta di interessi superiori, la politica è veramente indispensabile e in materia di sanità, la politica è assolutamente indispensabile.
In questi ultimi anni abbiamo vissuto con una forte necessità di cambiamento: questa deliberazione, ahime, non risponde a logiche di cambiamento. La Regione Piemonte ha avuto un forte sostegno, ha ricevuto una quantità di denaro veramente importante, impressionante (è chiaro che nei momenti di cambiamento bisogna avere anche il coraggio di investire grosse cifre) grazie al finanziamento concesso dall'ex art. 20 della legge 1988 che, come ha detto bene l'Assessore, era fermo da 12 anni. Il Governo di centrosinistra - che le forze politiche a cui appartengono gli Assessori della maggioranza non smettono mai di "attaccare" - è stato lo stesso che pur in una situazione di difficile equilibrio dei conti dello Stato, non ha fatto mancare, anzi ha riattivato, i finanzimenti per l'edilizia sanitaria con il primo triennio e, oggi, con il secondo e il terzo triennio. Parliamo di cifre veramente ingenti destinate alla Regione Piemonte che non sono state utilizzate in modo intelligente e coordinato, c'erano tutti gli ingredienti per ottenere una buona "attività di cucina" che si ottiene solo dosando bene gli ingredienti e non in ordine sparso. Questo aspetto è mancato completamente.
La delibera in oggetto contiene una serie di interventi estremamente positivi, fortemente richiesti dal territorio e dalle Aziende Sanitarie Locali, ed è per questo motivo che noi, con molta responsabilità, abbiamo accettato che fosse discussa al più presto in Consiglio. Tuttavia, gli interventi non sono stati armonizzati da una scelta politica, non c'è stato quello che oggi veramente serve, cioè una deospedalizzazione seria.
Di fronte ad un forte aumento della domanda si può rispondere in due modi: potenziare l'attività territoriale in modo tale da intercettare sempre di più le patologie sul territorio, laddove l'intervento è sicuramente più umano, più efficace, più rapido e meno costoso. Secondo.
Grazie a questo intervento territoriale è possibile innalzare il livello tecnologico e professionale dei nostri ospedali, affinché rispondano alle nuove sfide che la scienza ci pone.
Non abbiamo più bisogna di una rete ospedaliera, diffusa sul nostro territorio, di bassa qualità, ma di interventi ad alto livello tecnologico e professionale che sono possibili se l'ospedale non è caricato, in modo improprio, di tutta una serie di cose. Con questa delibera cominciamo a fare dei passi in avanti per miglirore l'attività dei day service, day hospital, ma è ancora troppo poco sulla strada dell'attivazione territoriale.
Il Governo di centrosinistra non ha fornito soltanto risorse economiche, ma ha fornito due strumenti fondamentali: il Piano sanitario nazionale e il decreto legge n. 229 che contiene indicazioni abbastanza precise rispetto all'organizzazione dei distretti sanitari.
L'organizzazione dei distretti è quanto mai vitale, specialmente sul nostro territorio che ha caratteristiche particolari per la presenza di zone montane in cui l'eccedenza di mortalità è veramente significativa e su cui si era impegnato il Piano sanitario e l'Assessore D'Ambrosio per la relizzazione, appunto, dei distretti sanitari montani. Su questo siamo ancora "al palo". L'obiettivo non è "portare a casa" la deliberazione abbiamo dimostrato tutti la buona volontà di votarla, ma è capire cosa c'è di sbagliato nella deliberazione stessa.
Ripeto, la delibera contiene una serie di provvedimenti giusti che le ASL rivendicano, ma dal punto di vista "culinario" c'è un difetto di regia e di programmazione perché non vengono raggiunti gli obiettivi di deospedalizzazione e determinati obiettivi di equa distribuzione dei servizi sul territorio. E' soltanto per metà, che siamo in presenza di una forte modernizzazione.
Questa delibera è sbagliata perché è stata predisposta al di fuori della programmazione generale, non è coerente con la programmazione del Piano sanitario, non è coerente, soprattutto, con le intese di programma che sono state firmate, come tutti quanti sappiamo.
Permettemi di raccontare la storia di questa deliberazione. Votiamo questa deliberazione in Consiglio straordinario, ma quando è stata presentata in articulo mortis in Commissione e abbiamo cominciato la discussione, all'Assessore alla Sanità è mancato il sostegno della maggioranza. Abbiamo rimandato la delibera alla volta successiva e l'Assessore D'Ambrosio, di fronte ad alcune richieste poste dai colleghi Consiglieri della Commissione sanità, ha chiesto di rinviare il tutto di una settimana. Dopodiché ci siamo ritrovati in Commissione e abbiamo fatto notare che se si voleva avere un minimo di decenza, prima di presentare in Consiglio la deliberazione, ci volevano dei documenti abbastanza precisi che erano quelli in cui si comparava quanto era stato speso a quanto rimaneva da spendere. In questo modo si aveva chiaro il meccanismo del finanziamento statale, regionale e quello delle aziende sanitarie, se derivava da mutui, da alienazione di immobili o dalla liberalità privata o quant'altro.
Avevamo anche chiesto di avere le intese di programma: non le abbiamo avute. Avevamo chiesto di avere, in specifico, per il Luigi Einaudi, il documento della circoscrizione, ma, anche questo, non l'abbiamo avuto.
Avevamo chiesto una serie di documenti, perché questa deliberazione arrivasse con un minimo di decenza in Consiglio. Ci sono stati consegnati di corsa, venerdì, soltanto una parte di questi documenti, e con tutto ci noi ci siamo resi disponibili ad andare a votare.
Quindi, abbiamo dimostrato disponibilità nei confronti di questa deliberazione, del fatto che questi denari possano essere spesi malgrado le pesanti critiche, non ai singoli interventi, ma alla regia di come questi interventi sono inseriti dentro la pianificazione regionale.
Malgrado ciò, venerdì sera ci siamo ritrovati in aula con la mancanza del numero legale.
Allora ci poniamo dei problemi; c'è un difetto culturale di programmazione sanitaria di questa Giunta.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Riggio, la questione della cessione dei minuti non è prevista dal Regolamento.



RIGGIO Angelino

Presidente, ho finito.
Ci poniamo il problema se si tratta di un difetto di cultura di questa Giunta, che ha fatto dei passi indietro per quello che riguarda la sanità basti vedere che la Regione Piemonte, che pure era all'avanguardia nella pianificazione integrata sanità-assistenza, ha spezzato questa unitarietà.
C'è un problema di fiducia nei confronti dell'Assessore che spesso e volentieri non viene sostenuto dalla sua maggioranza. Noi chiediamo soltanto di essere smentiti nelle nostre impressioni. Certo è che il risultato, a fronte di un investimento "molto alto", da parte del Governo nazionale - si tratta tra il primo e il secondo triennio di molte migliaia di miliardi che sono arrivati nella nostra Regione - è veramente di basso profilo. Si poteva intervenire di più e meglio; speriamo che l'altro strumento, che la Regione Piemonte ha ricevuto dal governo nazionale, il decreto legge n. 229, venga usato e in tempi più rapidi, perché al momento attuale non abbiamo visto nulla di concreto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Già il collega Riggio ricordava come questa proposta di deliberazione non sembri nascere come strumento di programmazione sanitaria a partire da obiettivi di offerta in un quadro sistemico dell'offerta sanitaria regionale, ma sembri essere piuttosto un piano di allocazione e distribuzione di alcune risorse, quasi tutte di derivazione statale, in cui gli elementi di vincolo sono quasi sempre costituiti e rappresentati da vincoli tecnici rispetto alle modalità di spesa di questi fondi. A me sembra non rispondere, invece, alle necessità di ridisegnare più complessivamente, in un quadro sistemico, i livelli dell'offerta sanitaria e gli incrementi di quella forma di offerta sanitaria che sembra emergere dal punto di vista territoriale.
Questo è un difetto che sta nel manico del provvedimento e che si riverbera complessivamente su tutti gli interventi. Ha ragione il Consigliere Riggio a sostenere che non solo non si può dire nulla su ciascun singolo intervento, ma non ha neppure senso analizzare un provvedimento di questo tipo, tentando di comprendere la congruità o l'incoerenza dell'intervento sull'ASL 5, piuttosto che quello sull'azienda sanitaria ospedaliera delle Molinette, perché un programma di questa natura è un programma che si giustifica su un piano sistemico e che non si pu giustificare in ciascuno dei singoli interventi di cui questo programmma si compone. Se questo è vero rispetto ai livelli dell'offerta sanitaria questo è vero anche rispetto ad aspetti e profili molto delicati. Delicati in una regione come la nostra in cui comunque i livelli di indebitamento delle aziende sanitarie, con tutte le conseguenze sul bilancio regionale sono ancora relativamente alte.
In Commissione noi abbiamo esaminato un documento in cui, a fronte dell'investimento statale, non si comprendeva in che misura partecipasse la Regione con fondi propri e con quali modalità partecipassero le aziende con le proprie risorse. In extremis c'è stato consegnato un documento che distingue il finanziamento regionale da quello delle aziende e distingue in parte anche le modalità di finanziamento delle aziende.
Che cosa si evince? Si evince che le quote di partecipazione delle aziende sono assicurate, nella realtà, dall'incremento dei livelli di indebitamento delle aziende. Innanzitutto ci sono circa cento miliardi di mutuo, e poi ci sono 213 miliardi di alienazioni previste da parte delle aziende che - e ne sono sicuro - non corrispondono ad un piano di vendita di alienazione, di dismissione del patrimonio immobiliare delle aziende, ma nella semplice, automatica e burocratica iscrizione al bilancio di questi interventi del valore degli immobili che le aziende hanno in dotazione. C'è mi consenta Assessore - la differenza fondamentale tra la vendita di un immobile e quanto di risorse da questa si può ricavare ed il valore astratto dell'immobile stesso nel momento in cui questo non viene venduto.
E' proprio quanto lei dovrebbe avere accertato con una ricognizione del patrimonio immobiliare delle aziende sanitarie a doverglielo dimostrare.
Questa ricognizione è stata fatta; questa ricognizione non ha corrisposto ad un piano di vendita e ancora adesso, forse, si contano sulle dita di una mano, neppure di due mani, le alienazioni di patrimonio immobiliare che non sono un dato di principio, sono un dato di investimento e di capacità di investimento per le aziende a fronte di altre modalità che incrementano semplicemente l'indebitamento delle aziende stesse.
Inoltre, in questo documento, a fronte della previsione di 213 miliardi di alienazione del patrimonio, non esiste un piano di vendita, di dismissione delle aziende. Scorrendo il documento noi non comprendiamo in che misura questa azienda sanitaria, piuttosto che quell'azienda ospedaliera, abbia un piano di vendita e in che misura quest'azienda sanitaria o questa azienda ospedaliera abbia semplicemente un immobile e sulla base di questo iscriva a bilancio le cifre.
Ho l'impressione che lei, Assessore, e la Giunta su questi temi navighiate a vista. Un ulteriore elemento di una qualche importanza, sempre a proposito di fondi statali a disposizione della sanità regionale.
I fondi della legge 135/90 sull'aids sono stati - se in Commissione ho capito bene la spiegazione fornita dagli uffici - ridistribuiti in maniera abbastanza confusa. Rispetto agli ospedali di Biella e di Novara rientrano nel programma ex art. 20; invece, la parte relativa all'Amedeo di Savoia è stralciata dai programmi ex art. 20.
I fondi non utilizzati a dieci anni dallo stanziamento dimostrano come il piano di finanziamento e di intervento in edilizia sanitaria sia stato concepito in astratto e - ci verremo - che non esistono responsabilità dirette e sanzionabili rispetto al mancato adempimento di questi piani sono scritti sulla carta e, dal punto di vista politico, sono scritti sulla sabbia.
Il piano che lei ci presenta non riguarda i lavori che si realizzeranno, è semplicemente - e lo ripeto - un piano molto astratto e burocratico di ridistribuzione di risorse statali disponibili a cui vengono "appiccicate" un pochino con uno "sputo" una serie di risorse regionali molto poche, a dire il vero, il 5% - e altre provenienti direttamente dalle aziende e dalla liberalità privata.
C'è un terzo punto che mi pare molto significativo: nella deliberazione si dice che gli interventi edilizi individuati saranno realizzati - cito testualmente - anche per completare la razionalizzazione della rete ospedaliera, però i documenti che lei ci ha consegnato non riguardano elementi banali, ad esempio, quanti posti letto ci saranno in meno e quanti posti letto a lunga degenza ci saranno in più - proseguo casualmente quante specialità e divisioni verranno chiuse e accorpate e, men che meno quanti saranno gli ospedali da chiudere.
Ciò che doveva rappresentare l'obiettivo del programma di edilizia sanitaria, cioè un obiettivo di offerta sanitaria, non lo rappresenta, non rappresenta il criterio di valutazione dell'intervento. Cito l'art. 9 dell'allegato 2: "diventa l'obiettivo di studio, il nucleo di valutazione degli investimenti da istituire a norma dell'art. 1 della legge 17 aprile 1999".
Le pare ragionevole, anziché esserci un obiettivo da raggiungere che rappresenta l'obiettivo e il criterio di valutazione dell'intervento, che tutto questo non ci sia? Quale sarà l'impatto di questi interventi pare ce lo dirà, a 180 giorni non ci crediamo - dall'approvazione di questa deliberazione, il nucleo di valutazione degli investimenti.
Lei, insieme alla Giunta, anziché partire da obiettivi di offerte di prodotto, è partito dalle risorse disponibili, le ha ridistribuite, le ha spalmate sul territorio, abbastanza "a casaccio" e "alla carlona" e poi si farà dire dagli esperti che cosa significherà questo intervento in termini di posti letto e così via.
Mi pare una modalità logicamente irragionevole e politicamente irresponsabile per procedere alla programmazione sanitaria.
Rispetto alle responsabilità, termino l'intevento molto brevemente.
Il punto 5) dell'art. 12 dell'accordo prevede che - cito anche qui testualmente perché i documenti che si distribuiscono ovviamente li leggiamo - in caso di sostanziali ritardi, il Ministero della sanità riprogrammi e riassegni le rispettive risorse finanziarie ad altre Regioni.
Mi rendo conto che già di per sé questo diventa quasi ridicolo rispetto ad un piano di investimenti nell'edilizia sanitaria che si trascina ormai da una dozzina di anni. E se una dozzina di anni non rappresentano già di per sé un sostanziale ritardo rispetto ad alcuni interventi - sulla legge 135 siamo a dieci anni - non si capisce cosa sia concretamente un sostanziale ritardo. Ma non è questo l'aspetto.
Rispetto ad alcune responsabilità ed alle inadempienze che possono essere credibilmente imputate ai direttori generali di queste aziende, ad esempio, che non dessero il via ai lavori, non espletassero tutte le procedure di rito e ci riconsegnassero un piano non attuato di edilizia sanitaria, ci ha stupiti il fatto che, se non ho capito male, non siano neppure previsti poteri sostitutivi da parte della Regione nella realizzazione di questi interventi. Cioè lei consegna una delega in bianco rispetto ad un programma che è scritto sulla sabbia, ai direttori generali che non sono neppure responsabili della sua attuazione. Questo ci sembra grave anche perché questi fondi saranno disponibili fino a quando esisterà mi pare, una disponibilità politica anche da parte del governo nazionale a lasciarli sull'art. 20, come sulla legge 135, nella disponibilità della Regione Piemonte. Questi soldi non sono nostri, sia chiaro a tutti quanti e non sono neppure soldi che ci sono stati consegnati per destinazioni sine die; sono soldi che ci sono stati consegnati rispetto a destinazioni precise e rispetto ad un programma di interventi che dovrebbe avere tempi certi.
Assessore, se non prevede poteri sostitutivi da parte della Regione e forme di sanzioni automatiche a danno dei direttori generali, non si capisce quale strumento di controllo lei possa avere rispetto all'attuazione di questo provvedimento.
Termino l'intervento in trenta secondi - l'unico aspetto positivo di questo programma è che non si perdono dei soldi. Di lì in poi non si capisce nulla e tutto quello che si capisce, secondo noi, non va proprio.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente e colleghi, il mio spunto di riflessione prende origine dalla pagina 27 dell'ordine del giorno che stiamo discutendo. Ho constatato che la popolazione ultrasessantacinquenne residente nella Regione Piemonte aumenta con una percentuale annua di circa mezzo punto.
L'ISTAT ha registrato che il Piemonte necessita di 2,7 posti letto per ogni cento ultrasessantacinquenni residenti.
Nel piano proposto dall'Assessore, mi riferisco in modo particolare alla pagina 27, ai capoversi nn. 3 e 5, si prevede una dotazione di posti letto che attualmente è dello 0,96 per ogni cento ultrasessantacinquenni non autosufficienti e il piano triennale prevede di portare questo valore ad 1, ossia ad un posto letto per ogni cento ultrasessantacinquenni non autosufficienti.
Considerato che l'ISTAT indica un valore alto, quale il 2,7 considerato che nella Regione Veneto, che più o meno ha la stessa nostra popolazione, ci sono 46 mila posti letto a fronte dei 18 mila posti letto in Regione Piemonte, considerato che nella Regione Lazio ci sono 1,8 posti letto per ogni cento ultrasessantacinquenni, volevo chiedere all'Assessore se questo piano non nasca già oggi inadeguato e, a mio giudizio, non pu reggere, volendo fornire un servizio, non dico di qualità, ma accettabile.
Il valore 0,9 è fuori dai parametri, il valore 1 lo adegua un pochino, ma comunque non risulta sufficiente per poter soddisfare il territorio piemontese.
Un'altra piccola questione riguarda l'adeguamento dei contributi alle persone che vengono sottoposte ad interventi di impianti cocleari che non ho visto nel piano triennale. Attualmente questi signori, o per lo meno l'ospedale che effettua l'intervento, ricevono un contributo del 50 rispetto al valore della protesi.
Mentre si sta facendo il piano triennale e siccome ci sono molti bambini affetti da questa malattia, che hanno un residuo di sordità pari a zero, la richiesta era di prevedere almeno il cento per cento dell'intervento e di dar loro, perlomeno, i pezzi di ricambio. Mi sembra che faccia parte di un ragionamento che rientra nella logica della questione sanitaria, senza voler stravolgenre completamente il piano che in linea di massima, nella sostanza è accettabile.
Chiederei, tuttavia, l'adeguamento di questi due valori, perché li ritengo particolarmente importanti, soprattutto per i bimbi che sono soggetti ad installazione di impianto cocleare.



PRESIDENTE

Ringrazio il Presidente Giordano.
La parola al Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Condividendo gli interventi testé pronunciati dai colleghi Giordano Palma e Riggio, mi limiterò ad osservare una questione di carattere politico.
In questa situazione c'è da rallegrarsi che esista un Governo nazionale con una politica sanitaria che ha approvato la legge n. 501 di riforma della stessa.
C'è infatti da rallegrarsi, perché grazie a quelle scelte di livello nazionale anche una Regione come la nostra ha a disposizione una massa di risorse ingenti da investire nelle strutture della sanità. Con questo commento si concludono le osservazioni di rallegramento, perché a fronte di una politica nazionale e di risorse a sostegno di una riforma la situazione della Regione Piemonte è un po' curiosa, perché è affetta da una certa inerzia.
L'Assessorato della Giunta Ghigo non ha una politica sanitaria, ha un tran-tran sanitario segnato da un lato dall'inerzia del passato, che, come sappiamo, è la somma di tante richieste, e si va avanti perché arrivano le spinte da lontano, che sono spinte di cinque o di dieci anni prima, vecchie carenze che chiedono di essere risolte. L'Assessore questa spinta non la contrasta ma la asseconda. Dall'altro lato, invece dell'inerzia c'è l'indecisione verso il nuovo. Penso che non ci siano divergenze di vedute sul fatto che nel campo della politica sanitaria occorra intraprendere nuove strade. Ma quale intraprendere? Su questo c'è molta indecisione perché dalla politica dell'Assessore D'ambrosio non si intravede né una scelta decisa, coerente con quanto sostiene il Polo a livello nazionale che è una scelta netta in direzione della privatizzazione dei servizi dell'utilizzazione massiccia della sanità privata, legata anche alle assicurazioni e via dicendo, cioè una scelta che tende a depotenziare il ruolo del servizio sanitario nazionale a favore di un servizio diverso, in parte pubblico ma in parte - soprattutto in parte qualificato nella testa degli esponenti più accorti del Polo - in capo a iniziativa privata. Né si intravvede una scelta verso una strada nuova, che la sinistra e le forze del Centrosinistra indicano, con la necessità di un riordino complessivo dell'attuale situazione del servizio sanitario nazionale universalistico che faccia fronte ai diritti e alla salute di tutti i cittadini, di qualsiasi regione siano, qualsiasi reddito abbiano, garantendo loro, come servizio sanitario nazionale, un livello base accettabile di sanità.
L'Assessore non sceglie né l'una né l'altra strada. Si fa spingere per inerzia ed è chiaro che a fronte di 2000 miliardi i soldi in qualche modo vengono distribuiti. Dopodiché, i problemi posti dai colleghi che non ripeto, relativi agli ospedali, al territorio, alla prevenzione all'assistenza alla sanità rimangono lì, a mezz'asta e a mezz'aria.
Questo è l'elemento critico che volevo sottolineare: la mancanza di scelta di un Assessore che, in assenza di una politica, disponendo di molti soldi li distribuisce senza un piano e senza un programma.
A fronte di questo, il voto che il mio Gruppo esprimerà su questa deliberazione è un voto che non tratta la materia sanitaria col paraocchi non è che votiamo per ciascun provvedimento oggi finanziato (ad uno ad uno si potrebbero votare tutti con quelle critica), ma esprimiamo un voto perché non può esistere, da un punto di vista politico, un giudizio positivo sull'erogazione di una miriade di piccoli finanziamenti se queste risorse non vengono impiegate in una politica condivisibile.
Oggi, per il mio Gruppo, l'Assessorato non ha una politica condivisibile, anzi non ha una politica del tutto. Questo è un deficit che mira alla base di una ripartizione di risorse di questo genere, perch senza una politica è molto probabile che alcuni di questi interventi portati avanti per inerzia, siano, in realtà, fondati sulla sabbia, quindi siano addirittura controproducenti in assenza di una guida e di una scelta di riordino, perché gli ospedali vanno riordinati, le ripartizioni dei posti letto altrettanto, tra acuti, lungodegenti, il ruolo dei distretti.
Se c'è una politica si allocano le risorse. Ma, come ricordava il collega Palma, qua succede tutto il contrario: si allocano le risorse e poi, una volta che si sono spese, si determinano gli obiettivi di una politica. E' veramente un settore carente di una linea e di una regia, come diceva prima lo stesso collega Riggio.
Per questi motivi, non limitandosi ad una somma di interventi in gran parte votati e legiferati anche da noi, come i due nuovi ospedali di Alba Bra e Borgo Sesia, esprimiamo un voto contrario a questa politica dell'Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi.
La parola alla Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
Assessore, questo provvedimento è, di fatto, una nuova programmazione anche un po' istruita male, con dei tempi non rispettati, con delle difficoltà da parte della stessa maggioranza e della stessa Commissione non tanto imputabile al Presidente della Commissione, quanto, piuttosto, al clima che si sta vivendo. Si tratta di una nuova programmazione priva di un piano e di un collegamento con la programmazione sanitaria, una ridistribuzione di fondi e di risorse che non tiene però conto di alcuni fattori importantissimi, come ad esempio i dati epidemiologici dei territori, in base ai quali si va ulteriormente a modificare una sorta di impostazione ad una razionalizzazione che non c'è. Continuiamo a ritrovarci in presenza di un moltiplicatore senza fine e in assenza di una valorizzazione di azioni che miri su certi interventi, su certe zone, su certe fasce di età e di utenza.
C'è di fatto una diversa impostazione rispetto al provvedimento '97, ma questa diversa impostazione è tutta fatta dalle aziende, e questo è un dato grave e pericoloso. E' fatta dalle aziende con un meccanismo moltiplicatore della spesa di cui non conosciamo con esattezza quale potrà essere il risultato finale, perché non abbiamo due dati: Non abbiamo i cespiti da cui si preleva. Quelli indicati sono cespiti che non danno la certezza di quanto si andrà ad aggiungere al disavanzo ancora esistente.
Il secondo dato è che l'effetto moltiplicatore che è stato avviato da parte delle aziende è un effetto di cui non si può conoscere una tempistica ed una ricaduta finanziaria reale, che non sia :"una delega in bianco scritta sulla sabbia".
E' vero che i soldi sono stati in gran parte ripianati da questo Stato che ha rovesciato le tasche sul tavolo della Regione Piemonte. E' vero che ci siamo sentiti dire in Commissione "più Stato meno Regione" su questi finanziamenti in modo ripetuto, perché i finanziamenti sono arrivati, ma sappiamo anche che siamo in una fase nella quale è necessaria una inversione di tendenza.
Noi stiamo scrivendo un provvedimento che è una delega in bianco scritta sulla sabbia! In presenza di un disavanzo cospicuo, serio, di cui non ci siamo dati ancora delle sufficienti azioni di riconversione! Se questa la chiamiamo programmazione, allora veramente non sappiamo nemmeno fare i bilanci della spesa di tutti i giorni! Ci sono i due preoccupanti nodi relativi alla capacità di indebitamento e alla capacità di alienazione che non sono stati sciolti, Assessore dopodiché il piano vada, siamo qui per questo! Siamo qui da un mese in Commissione dicendo "vada questo piano, perché sono finanziamenti importanti per questa Regione", ma fatto é di nuovo l'ennesimo sbaglio.
Diamoci delle misure di razionalizzazione, facciamo almeno un lavoro a posteriori per quello che sarà possibile, per modificare, per lasciare ai posteri qualche disavanzo in meno e qualche azione sanitaria in più, visto che noi dovremmo occuparci della salute di tutti, prima che degli interessi di parte! Siamo ancora in presenza del rendiconto '98, ma ancora soltanto della previsione '99, con un 2000 che finanziariamente è stato tutto perso sulla sanità! Sono due anni! Noi siamo fermi a quella che è la rendicontazione di due anni fa e con un 2000 completamente buttato al vento! Con questo piano non deospedalizziamo. Non andiamo a deospedalizzare: è un piano dove il 95% di questa massa di ricchezza - di salute tradotta in termini di soldi - che arriva sul territorio, viene messo sugli ospedali solo il 5% va sul territorio! Le linee guida riginarie di questo provvedimento Donat Cattin erano: diminuzione dei posti letto redistribuzione sui territori su dato epidemiologico, valorizzazione dei territori su target di età e di fasce di popolazione, di emergenza.
Non riequilibriamo i territori, complessivi, ne' i poliambulatori. Dal piano si evidenziano delle concentrazioni in alcune zone mentre altre sono completamente scoperte. L'esempio più eclatante sono i distretti montani: nulla é stato fatto! Non modifichiamo la linea di tendenza dell'aumento della domanda; e le poche azioni non sono mirate; se ad esempio quel 5% che è sul territorio fosse investito sulla domiciliarità avrebbe una ricaduta, un'incidenza, con tutti gli anziani che abbiamo in una certa situazione. Dopo una vita di lavoro all'età di 65-70 anni ti ritrovi che ti scoppiano una serie di cose e di colpo sei un casino per tutti! E il massimo che ti senti dire è "do un po' di soldi alla famiglia, perché se lo prenda in carico", ma siamo fuori da ogni logica! Non può essere! Nessun sistema, ma nemmeno il più liberista, che è lontano dalla mia mentalità, può prevedere una cosa di questo tipo! Dobbiamo rispettare ancora delle regole e delle misure della valorizzazione della persona e di ciò che questa è stata ed ha portato.
Continuiamo ad avere, Assessore, la più alta mortalità neonatale: è un dato che spaventa! Siamo la Regione Piemonte e continuiamo ad avere la più alta mortalità neonatale! Siamo la Regione che continua ad avere la più alta mortalità nelle zone di montagna ed è un territorio soprattutto montano il nostro! Sono sei anni che continuiamo a dircelo, ma non è successo niente. Certo che su argomenti di questa natura non si può pensare che dall'oggi al domani hai il risultato, ma quando si vanno a fare dei piani di questa portata, ripeto con questa ricchezza di risorse, bisogna dare dei segnali in certe direzioni, perché altrimenti non si combatteranno mai quelli che sono i problemi che emergono tra la gente e dai territori! Non si svolge la funzione di salute, si svolge la funzione di distributore di soldi e di repartini da una parte e dall'altra, che è altra cosa rispetto alla salute! Perché se in contemporanea si rischia di avere dei day-hospital di oncologia che vengono chiusi nelle zone dove c'è la più alta concentrazione di popolazione anziana che ricorre alla chemioterapia tutte le mattine e nessuno se ne preoccupa (sto parlando non della diagnosi, ma della terapia!) e obbligo queste persone a farsi due ore d'andata e due ore di ritorno dalla parte opposta della città o della zona dove vivono, c'è qualcosa che non va! E non sto parlando di prevenzione! Non sto parlando delle nuove patologie, sulle quali non abbiamo investito ancora nulla! Ancora nulla! Abbiamo una preoccupante ascesa di malattie cancerogene, abbinate all'aumento della popolazione anziana.
Allora, il piano è questo? Ce lo portiamo comunque a casa, va bene, non disperdiamo queste risorse, ma agiamo. Diciamo che è da oggi che si incomincia? Non è pensabile che da tre anni é pronta la modifica della 41 e non si interviene! Cosa vuol dire la modifica della deliberazione n. 41? Vuol dire andare a mettere mano alle RSA, alle spese sanitarie e assistenziali, ai problemi della popolazione anziana all'Alzheimer! Parlo della popolazione che arriva ad una certa età, e guardate che questa età dal punto di vista della malattia abbinata alle prestazioni sanitarie, si sta abbassando, perché adesso si incomincia sui...



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, Consigliera, ma dato che il suo tempo è scaduto, le chiedo se le serve ancora qualche minuto.



SUINO Marisa

Non me ne sono accorta, Presidente, ha ragione: un minuto e concludo.
Dicevo della modifica della deliberazione n. 41; definire in maniera inequivocabile l'appartenenza delle RSA ai Servizi Sanitari Nazionali.
Millequattrocento persone anziane in lista d'attesa, che non hanno una risposta, e lei mi dice Via Petrella, avendo modificato in modo così significativo la scelta sull'Einaudi? Via Petrella è datata ottobre 1989.
Come mai sinora non è successo niente e spunta di nuovo all'inizio del 2000? Ma certo, Via Petrella è prevista nel Piano dall'ottobre 1989. E il ritardo grave che c'é stato é imputabile alla vostra Amministrazione Allora, sostanzialmente ho cercato di evidenziare alcuni dei nodi. Qual è il problema? Finora il Governo ha continuato a sanare tutto o quasi; sono in corso i ripiani, ma così com'è non basta: vanno fatte delle scelte di programmazione. Questo è un elenco importante e utile. Se prendiamo punto per punto, certo sono tutti quanti importanti e utili ma, come diceva il collega Riggio, sono ingredienti che non sono stati cucinati insieme quindi da soli possono essere ottimi, ma se non sono coordinati, se non c'è una capacità di sintesi, se non c'è un manovratore che dice "si va da quella parte", non porteranno gli effetti positivi di cui noi, dovendoci occupare di salute, dobbiamo farci carico, prima o dopo. Alla popolazione piemontese vanno date delle certezze e delle garanzie per la salute.
Siamo qui per questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Devo associarmi a quanti hanno manifestato la loro opinione prima di me.
Mi sembra che questa proposta di deliberazione che ci viene sottoposta si configuri come una distribuzione di fondi che, di provenienza dal Governo centrale, vengono poi, a livello regionale, distribuiti un po' a pioggia su tutta una serie di strutture ospedaliere, mancando in questo caso di nuovo - com'è stato sottolineato - una chiara linea d'indirizzo.
Credo che tutti sappiamo che la sanità abbia un obiettivo globale da raggiungere, quello appunto di "produrre" salute. Noi non dobbiamo ragionare solo nella direzione di proporre dei sistemi di cura, come si continua a fare in questi ultimi anni, ma l'obiettivo principale verso cui noi dobbiamo tendere è appunto quello di fare salute. Fare salute richiede programmazione, e come strumenti di programmazione in questo campo si configurano essenzialmente, da un lato, il d.lgs. n. 229, che è già stato ricordato, e dall'altro naturalmente vanno ad inserirsi i modi in cui si utilizzano le risorse disponibili.
Chiaramente, non possiamo pensare di poter essere soddisfatti di dover approvare un documento che viene proposto con la minima possibilità di interagire con lo stesso e con altrettanta minima possibilità di partecipare alla stesura di quello che dovrebbe essere l'indirizzo verso cui noi vogliamo andare quando si parla di sanità.
I timori che sono stati precedentemente avanzati sono anche i miei. In questo documento che ci viene proposto non vediamo quali siano le linee d'indirizzo nel senso di fare salute, che è ormai la domanda che tutti sappiamo provenire dal territorio. Sappiamo che è difficile pensare all'idea di potersi confrontare con una maggioranza che, essendo schiacciante, giocando sui propri numeri, non è tanto portata al dialogo quanto piuttosto a lanciare le proprie proposte e cercare di portarle a casa coi voti.
Invece noi vorremmo sperare che su questi indirizzi e su queste scelte bisognerebbe arrivare ad una discussione programmatica proprio per capire e capirci su che cosa vogliamo fare nel campo della salute, che non è solo dare delle cure: quello che manca in questo Piano, com'è già stato ripetutamente ricordato, manca proprio l'idea della salute intesa come prevenzione. In questo momento, in questo Piano non c'è nessuna allocazione di risorse per quanto riguarda i distretti della prevenzione. Vi è stato un'allocazione di risorse totalmente destinato alle ASL e ai Presidi Ospedalieri; come si può vedere, tutti questi fondi andranno direttamente verso le strutture ospedaliere. Invece anche il Piano sanitario regionale riprendendo il Piano sanitario nazionale, pone come primo obiettivo, per quanto riguarda appunto la salute, la prevenzione. In questo modo non riusciamo a rilanciare la prevenzione.
Chiunque di noi vada sul territorio si accorgerà del livello dei distretti di prevenzione. Io lavoravo nei distretti di prevenzione; bene non si può pensare di fare prevenzione quando si negano le risorse, quando si negano le strutture a quelle istituzioni che dovrebbero, per natura dedicarsi alla prevenzione. Noi parliamo di prevenzione, però neghiamo le risorse per fare della vera prevenzione. E la vera prevenzione è quella che va nell'indirizzo di fare salute, perché quanta più prevenzione si fa tanto meno è necessaria la cura. Invece, il negare l'intervento per la prevenzione significa aumentare l'ospedalizzazione, aumentare la richiesta di posti letto, giustificando di nuovo a posteriori questo Piano. tutto teso all'aumento dei posti letto e delle strutture ospedaliere.
Prevenzione sarebbe anche pensare alla salute sul lavoro, dato che le ultime notizie in merito, come tutti abbiamo visto, si potrebbero definire drammatiche, perché i morti, gli incidenti e i feriti sul lavoro continuano ad aumentare, ma questo problema si può risolvere anche facendo della prevenzione. Naturalmente, questo grave problema è totalmente ignorato da questo Piano.
Poi vi è ancora il problema della distrettualizzazione. Si è detto che per fare prevenzione occorre pensare ad una sanità che lavori anche sui distretti. In questo Piano per i distretti non è previsto nulla. Non si pu pensare di fare una distrettualizzazione seria e completa se non diamo anche dei fondi per quanto riguarda proprio le strutture fisiche dei distretti. Ci sono dei distretti sul territorio che non possono funzionare perché sono chiaramente insufficienti. Non so come si possa pensare di fare della distrettualizzazione se poi non destiniamo ad essa delle risorse sufficienti.
Infine, anche utilizzando i fondi come sono utilizzati in questo modo per quanto riguarda la rete ospedaliera, anche in questo caso, anche così facendo, questo Piano non prevede lo scopo fondamentale che tutti sanno essere alla base della programmazione in materia di sanità, ovvero creare la rete degli ospedali. Com'è detto giustamente nello stesso Piano sanitario regionale, tutti sappiamo che, per creare un sistema efficiente efficace, che non dia luogo a sprechi e che risponda alle esigenze dei cittadini, occorre creare una rete degli ospedali. Ciò significa che gli ospedali, lo sappiamo tutti, non devono tutti saper fare tutto, ma che ogni ospedale deve specializzarsi, che ogni rete che sia nello stesso tempo vicina ai cittadini va anche specializzata nei suoi nodi.
Di tutte queste esigenze, in questo Piano non è possibile trovarne traccia, perché i fondi di provenienza nazionale sono diffusi in base alle richieste che arrivano dalle ASL o dalle ASO, però non si vede la regia regionale, nel senso di determinare quelli che sono i criteri per creare una vera rete ospedaliera.
Questo piano va a perpetuare la gestione sanitaria che c'è stata in questi anni; quindi, non potrà adeguarsi all'esigenza di questi tempi, che è quella di garantire la salute dei cittadini, e non solo provvedere alla cura delle patologie.
Pertanto, pur trattandosi di un argomento che globalmente cerca di alleviare la sofferenza dei cittadini e degli ammalati, il mio Gruppo esprimerà un voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo per esprimere il voto contrario del nostro Gruppo. Molte cose sono già state dette negli interventi che mi hanno preceduto. Siamo di fronte ad un atteggiamento grave, perché questo è un provvedimento di grande portata, che viene presentato in Commissione il 25 ottobre e deve essere approvato entro il 30 ottobre.
Provvedimenti di questa natura richiederebbero da parte nostra - che non stiamo al governo e che non abbiamo Assessori e quindi non siamo nella fase di composizione delle scelte - la possibilità di sviluppare un dibattito approfondito, anche perché questo permetterebbe una partecipazione delle comunità e dei cittadini, che magari è già stata fatta dall'Assessore, ma che un ruolo proprio del Consiglio esalterebbe maggiormente. Alla fine questi provvedimenti hanno una grandissima importanza sul territorio nella vita dei cittadini.
Quindi, siamo di fronte ad un modo di operare estremamente grave perché per una serie di ragioni, che hanno alle spalle una causa ancora più grave; per esempio, il fatto che nella maggioranza si devono comporre le divergenze, fra i direttori si devono ricomporre divergenze, e quindi è necessario un provvedimento che non crei tensioni, e serve che sia presentato all'ultimo momento, perché con la fretta non viene discusso e in qualche modo, si dice che risponde alle esigenze di tutti.
Questi fatti, anche per le divergenze emerse nei mesi scorsi nelle componenti di maggioranza, fanno sì che un provvedimento che dovrebbe avere un iter e una discussione unitaria svilisce l'aula e il nostro stesso ruolo.
Vi è però un motivo più grave, già sottolineato tra l'altro da molti colleghi. Questo intervento non ha alle spalle una programmazione sanitaria; è questo provvedimento che imporrà una programmazione, e quindi si rovescia l'impostazione, perché anziché fare delle scelte sulla base di una programmazione che parta da problemi sanitari, si fanno delle scelte in modo molto economico, distribuendo sul territorio delle risorse che ha dato il Governo - che tra l'altro ha avuto perché i cittadini hanno pagato le tasse, quindi, sono soldi nostri e dei cittadini. In questo modo prima si distribuiscono le risorse e poi si farà una programmazione. E' stata rovesciata l'impostazione: invece di avere una programmazione che parta dalle esigenze e poi fare le scelte, si fanno prima le scelte poi si dovranno necessariamente adeguare gli aspetti sanitari alla programmazione.
Questo fatto è grave, cioè l'incapacità della Regione di svolgere un ruolo fondamentale di seria programmazione sanitaria e da lì far discendere le scelte legate ad elementi di conoscenza specifici proprio rispetto a come si presentano i problemi della salute nel nostro territorio.
Mi pare che siano elementi sufficientemente gravi per dare un voto contrario. Inoltre, da parte nostra, vi è un atteggiamento di responsabilità persino eccessivo, in quanto siamo stati posti a dover affrontare questo provvedimento con l'urgenza ricordata prima. Accettiamo che venga discusso ed approvato per la scadenza del 30 ottobre, e per non far scaricare sulle nostre spalle il fatto che non verrebbe rispettata la scadenza; quindi, è un gioco, un ricatto che, in qualche modo, è stato fatto. Ci pieghiamo al ricatto per questo motivo, e ritengo che questo sia grave.
Faccio l'ultima considerazione: nel mese di settembre, in quest'aula abbiamo discusso a lungo un testo - e una parte di quel tempo era meglio dedicarlo ad altro - sull'aumento delle competenze della Regione in vari campi, su un referendum affinché la Regione avesse maggiori competenze in vari campi, tra cui quello della sanità. Quando poi la Regione, in materia sanitaria, deve svolgere il ruolo che già gli compete, fa una prova meschina da questo punto di vista.
Ricordo, tra l'altro, un articolo del "Sole 24 Ore" che ricordava le fortissime inadempienze della nostra Regione in vari campi, tra cui specificamente quello della sanità. Anche questo ci dovrebbe portare un po' a riflettere su come lavoriamo, perché c'è effettivamente da essere molto allarmati ed agghiacciati dalla prospettiva che una Regione, che ha dimostrato notevolissime incapacità, invece di affrontare questi problemi per risolverli, chieda di avere più potere, con conseguenze che rischiano di essere deleterie per tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Esprimiamo voto favorevole al provvedimento, come già espresso in Commissione, e diamo parere favorevole anche all'impianto generale del provvedimento.
Alcuni rilievi sollevati negli interventi precedenti, in parte avevano già avuto una risposta in Commissione. Ad esempio, il fatto che nella catalogazione degli importi per gli investimenti ci fosse l'indicazione generica di "altro" era dovuto non ad una scelta della Regione, ma a disposizioni ministeriali. Quindi, con "altro" si intendono sia le risorse della Regione che delle ASL, ma questa era stata un'indicazione disposta dal Ministero e non dalla Regione.
Non ci sembra una chiarificazione a casaccio, e neanche una pianificazione torinocentrica, come in passato era da più parti accusato.
Mi sembra invece una pianificazione che vada incontro ad esigenze legittime, serie, concrete, che sono emerse in questi anni, non solo nella passata legislatura, ma anche in legislature pregresse.
Ripeto: non è una programmazione torinocentrica, c'è un riconoscimento delle esigenze sanitarie su tutto il territorio piemontese e questo è sicuramente un fatto positivo. Peraltro, un certo vincolo di programmazione alla precedente deliberazione era inevitabile, pertanto alcune scelte alcune allocazioni di risorse sono vincolate al passato e devono essere portate avanti. Il fatto che vengano portate avanti e realizzate con un impegno di tempi preciso è sicuramente positivo.
Il provvedimento cerca di impostare il discorso sanità laddove la fase più acuta della patologia sia esclusivamente vincolata e limitata all'ospedale. Certo, occorre fare di più sul territorio, ma occorre tenere presente un dato concreto, cioè la vetustà del patrimonio sanitario edile piemontese. Alcuni interventi di allocazione di risorse, di investimenti erano e sono inevitabili, proprio per la vetustà del patrimonio stesso e quindi, sono interventi assolutamente necessari, soprattutto per quanto riguarda l'umanizzazione e le norme di sicurezza.
Le linee guida più strategiche, non si poteva pretendere che emergessero nella loro pienezza in questo provvedimento; emergeranno - ne siamo sicuri - nella redazione del nuovo Piano sanitario regionale.
Riconfermiamo, pertanto, l'appoggio alla politica sanitaria dell'Assessore ed esprimiamo il nostro voto favorevole al provvedimento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

In questo dibattito andrebbero ristabiliti due ordini di considerazioni, che ci riportano alla verità dei fatti, in ordine al provvedimento.
Stiamo discutendo di un testo la cui rilevanza prioritaria è rappresentata da atti svolti a livello nazionale e da parte del Governo.
Non vi è alcuna rilevanza di atti regionali, sia dal punto di vista dell'intervento sia dal punto di vista dell'inserimento di fondi. Tant'è che discutiamo di una deliberazione in adeguamento della deliberazione del '97, che applica l'ex art. 20 della legge 67 - "Accordo di programma in materia di investimenti sanitari" - rispetto alla quale ci sono 1.158,966 miliardi dello Stato. E' lo Stato, il Governo nazionale che trasferisce questa consistente cifra al Piemonte, per risanare le strutture sanitarie piemontesi, ospedaliere e di territorio.
Per quanto riguarda gli altri interventi, vi sono 748.083.000, dei quali solo il 5% della Regione Piemonte. E questa è una prima considerazione che ritengo si debba fare per capire esattamente di cosa stiamo parlando e cosa stiamo votando. Questa considerazione l'ha sollecitata in particolar modo l'ultimo intervento del collega Pedrale Presidente della IV Commissione.
Seconda considerazione: ci troviamo di fronte ad un adeguamento della deliberazione del '97, nella quale erano già stati definiti una serie d'interventi. Infatti, stiamo parlando del secondo e terzo lotto, rispetto ad un primo lotto; il collega Riggio ed altri hanno anche richiesto che fossero dati alla Commissione ed a tutti noi gli stati di adeguamento, di avanzamento di queste opere e della loro realizzazione.
Nella deliberazione si dice che noi, in seguito all'intesa istituzionale di programma del 22 marzo 2000 tra il Governo della Repubblica e la Giunta della Regione Piemonte, produciamo l'adeguamento alla deliberazione del '97 sulla base degli stati di avanzamento dei lavori sarebbe interessante dare conto all'aula di questi ultimi - e sulla base del provvedimento relativo al "Patto di buon Governo", successivamente assunto dalla Giunta regionale, che consideriamo inefficace ed illegittima anche perché il Ministro Veronesi ha detto che il patto di stabilità non si applica alla sanità.
Cito la deliberazione del "Patto di buon governo" perché, a causa della sua inefficacia, siamo costretti a finanziare ulteriormente. Questa deliberazione, dunque, è un'ulteriore dimostrazione dell'inefficacia e dell'inefficienza del "Patto di buon governo" che avevamo applicato.
Terza considerazione: nel testo in oggetto c'è una serie di interventi che riguardano, non atti che questa maggioranza e questa Regione abbiano prodotto, ma l'inserimento di leggi presentate dal centrosinistra. Mi riferisco a leggi votate in scorcio di ultima legislatura, che riguardano importanti strutture ospedaliere: l'Ospedale di Alba-Bra, l'Ospedale di Borgosesia, i 10 miliardi destinati a tutti i Poliambulatori del Novarese gli inserimenti riguardanti l'Ospedale di Biella ed altri importanti ospedali, addirittura scelte compiute dalla Giunta di centrosinistra prima del '95.
E', quindi, una presa d'atto di un lavoro fatto da altri.
Sono queste le considerazioni che volevo porre per rendere conto all'aula dell'oggettivo elemento di complicazione che si crea nel momento in cui, una deliberazione che ha queste caratteristiche (1.158,966 miliardi del Governo nazionale, grandi sollecitazioni, addirittura realizzazioni che noi rivendichiamo in quest'aula e in Piemonte rispetto ad importanti strutture ospedaliere e territoriali, frutto dell'iniziativa del centrosinistra quando fu al Governo e nei cinque anni successivi di opposizione della scorsa legislatura), ha poco a che vedere con la Giunta di centrodestra, e trova quindi una facile espressione di voto per quanto riguarda la nostra parte politica.
Il mio Gruppo chiede qualche minuto di riflessione per due ragioni. Ma voglio fare una premessa: non attaccherò personalmente l'Assessore D'Ambrosio, perché sono stufa che la maggioranza lo lasci solo e non stia in aula ad ascoltare nel momento in cui si discute una deliberazione da 2000 miliardi, Presidente della Giunta presente, ma sparso nei corridoi spalmato insieme al resto della Giunta.
Sulle scelte sanitarie di fondo, certo, risponde l'Assessore, ma dovrebbe rispondere la collegialità della Giunta e di questa maggioranza che consente di attaccare l'Assessore, ma poi vota; che magari promette nuovi ospedali in giro per il Piemonte, a nome del Presidente della Giunta regionale, e poi cerca di scaricare le responsabilità nel momento in cui i fatti diventano evidenti.
Farò, pertanto, un'osservazione collettiva sul complesso della Giunta a partire dal Presidente. Su una partita che riguarda il 60% del Bilancio (oggi è una partita di 2 mila miliardi) non si può pensare che la responsabilità del fallimento della sanità piemontese sia solo di qualcuno e non complessiva della maggioranza di centrodestra. Ci mettete in difficoltà non solo per questi atteggiamenti d'aula che ci hanno più volte sorpresi (voglio essere benevola). L'elaborazione di questa deliberazione sia in Commissione che in aula, è stata una tra le peggiori, come per dire: "Nonostante 2 mila miliardi, votate contro".
La programmazione non c'è, in IV Commissione non si sapeva quando e in che modo si fossero siglate le intese di programma (oggi, invece, si dice che sono siglate, ma il testo del documento non è alle mani di nessuno in questa direzione). Si è chiesto sulla base di quale ordine di programmazione si facessero le variazioni sul '97; si sono chiesti importanti documenti e documentazioni sullo stato dei lavori e quant'altro.
Nulla di tutto questo, nulla in Commissione, nulla nell'ordine della programmazione generale. Semplicemente la sollecitazione all'aula e alla Commissione di arrivare al voto del provvedimento perché, se il Consiglio regionale del Piemonte non riesce neanche a fare questo, perde 1.158.966 già decisi dal Governo di centrosinistra. Questo è lo stato dall'arte.
Voi capite che l'imbarazzo è estremo: da una parte un'azione del Governo, da un'altra un'azione del centrosinistra da sempre in questa Regione e dall'altra ancora la totale incapacità di programmazione aggiungerei anche di disinteresse - in ordine ad una deliberazione di questo rilievo dal punto di vista finanziario e per l'intervento all'interno del Piemonte e della struttura sanitaria.
La situazione è complicata, si parla di una situazione molto grave dell'intera maggioranza su una partita come la sanità e, una deliberazione come questa, la rende ulteriormente evidente.
Per tutte queste ragioni, per l'andamento del dibattito avvenuto in quest'aula e per i livelli di attenzione e di capacità di intervento da parte della maggioranza di centrodestra, noi formuliamo da subito, come Gruppo dei DS, la richiesta alla Presidenza del Consiglio di poter avere al termine del dibattito generale, dieci minuti di riflessione. Per quanto ci riguarda, riteniamo che prima di esprimere un voto su un argomento di tale dimensione e su una problematica di così grande importanza che la Regione Piemonte attende da anni, una riflessione seria sia il minimo che possiamo fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni

Non voglio entrare nel merito della discussione che è stata abbastanza approfondita fino a questo momento, ma soltanto ricordare all'Assessore D'Ambrosio se si potesse impegnare pubblicamente - poiché si era già impegnato in Commissione - sulla questione degli specialisti in pediatria.
L'Assessore sicuramente ricorderà che in Commissione si era convenuti che, con la concessione di otto borse di studio per studenti, si sarebbe risolto il turnover degli specialisti di pediatria (portandoli così da 16 a 25). Chiedo, pertanto, se si potesse impegnare perché è un capitolo di estrema utilità e necessità, essendo un problema che si può risolvere senza grosse spese.
Un altro punto, che credo affronteremo tra qualche giorno, su cui chiedo un impegno dell'Assessore, è la prevenzione nel campo della pedofilia. Due questioni che possiamo risolvere con grande impegno, al di là dei miliardi che questa mattina sono "volati in aria".



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Mercurio; ne ha facoltà.



MERCURIO Domenico

Vorrei approfittare della deliberazione in questione per fare almeno un paio di considerazioni di carattere politico-generale.
Ho seguito con molta attenzione gli interventi della Consigliera Suino del Consigliere Riggio e di altri che in gran parte condivido. Tuttavia vorrei chiedere ai Consiglieri medesimi in che cosa differisce questo dibattito, in che cosa differisce questa deliberazione in che cosa differisce la stessa legge del 1988, dai dibattiti degli anni '80. Un punto che non è stato affrontato in questa sede riguarda l'impostazione generale della politica sanitaria, cioè la programmazione generale, che è rimasta quella degli anni addietro, cioè a cascata.
C'è una legge nazionale, una delle tanti leggi nazionali, che dispone di investire dei soldi nella sanità, come tutte le altre leggi precedenti quantifica la spesa, fissa una serie di priorità, ecc. Non capisco la meraviglia di alcuni colleghi quando sostengono: "Meno male che c'è un Governo nazionale che ha dato 1100 miliardi". Questo è l'errore, quindi il problema generale, al di là del merito del dibattito politico che condivido. Come si fanno a non condividere le considerazioni fatte dalla Consigliera Suino o dal Consigliere Riggio? Come si fa a non condividere che con questo sistema si dà vita ad un meccanismo perverso, che moltiplica la spesa lasciata all'invettiva di qualche direttore generale? Come non si fa ad essere d'accordo sul punto che solo il 5% della spesa è lasciata al territorio? Bisogna fare anche il discorso su quanto, di questo 5 materialmente, arriva all'assistenza a domicilio e quanto va speso in stipendi per il personale, rispetto all'assistenza vera. Quanti soldi veri arrivano poi nell'assistenza domiciliare e quanti, invece, spendiamo in personale.
Se si vuole essere intellettualmente onesti, bisogna prendere atto che il Governo nazionale si sta comportando esattamente come tutti i Governi degli ultimi trent'anni. Non c'è nessuna novità. Questa Giunta regionale si sta comportando come tutte le altre Giunte regionali degli ultimi venticinque anni.
Gradirei che l'Assessorato mi dicesse qual è la novità. Io non vedo nessuna novità sia rispetto al governo nazionale sia rispetto al governo locale, se non quello di fare, molto onestamente e molto diligentemente, il proprio mestiere. Questa Giunta regionale aveva il problema di impegnare duemila miliardi e li ha impegnati al meglio. Rimane il nodo politico e cioè che in materia sanitaria, così come in altre materie, si deve ancora raggiungere, al di là delle ultime cose fatte dal Ministro Bassanini, il famoso decentramento, il famoso federalismo. Questo ne è un esempio eclatante.
Voterò a favore di questa deliberazione con le osservazioni che ho illustrato.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso il dibattito generale sulla deliberazione. Il collega Palma aveva posto una questione relativa ad un concetto emendativo sostanzialmente un aspetto di merito che potrebbe essere trattato adesso nell'ambito del dibattito e poi daremo la parola all'Assessore D'Ambrosio per le conclusioni. Successivamente ci saranno le dichiarazioni di voto, la votazione.
Ci sarà anche una breve sospensione come richiesto dal Gruppo del DS.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Quanto il provvedimento sia "fatto male", si desume anche da una serie di difficoltà che si presentano rispetto all'emendamento del provvedimento.
Vorrei presentare un emendamento relativo ad un articolo dell'allegato uno, della parte normativa non programmatica, di questa deliberazione. Ho scoperto che questa parte del provvedimento non è una parte emendabile perché non appartiene al provvedimento adottato dalla Giunta con i poteri del Consiglio, ma un provvedimento successivamente adottato dalla Giunta sulla base dell'approvazione che la stessa Giunta ha fatto con i poteri del Consiglio, del programma degli interventi di edilizia sanitaria. Il problema - questa è la questione che pongo al Presidente del Consiglio e gli Assessori - è che nella parte normativa, quindi nell'allegato uno che è uno schema, accordo di programma in materia di sanità, cioè sul provvedimento di Giunta, non adottato dalla Giunta, con i poteri del Consiglio, è, ad esempio, non solo contenuta tutta la disciplina normativa di questo provvedimento, ma anche la copertura finanziaria degli interventi.
In attuazione degli interventi suddetti, la Regione potrà iscrivere a bilancio, negli esercizi di competenza, le somme necessarie per la realizzazione degli interventi, secondo le fonti di finanziamento esplicitate nel presente accordo.
Con ogni evidenza sono compresi in un provvedimento di Giunta poteri che aspettano al Consiglio. Quindi, o noi si intende l'intera deliberazione, come deliberazione assunta dalla Giunta con i poteri del Consiglio e quindi emendabile in questa sede, oppure non possiamo, mi pare considerare legittimo un provvedimento in cui esiste la norma di copertura finanziaria, la norma classica dei provvedimenti di Consiglio, siano essi legislativi o deliberativi adottati nella deliberazione di Giunta. Quindi non solo non emendabile, ma neppure approvabile da parte del Consiglio regionale.
Ho l'impressione che su questo la Giunta, nel suo complesso l'Assessore alla sanità e gli Uffici, facciano un supplemento di verifica perché o è emendabile, e quindi fa parte del provvedimento adottato dalla Giunta con i poteri del Consiglio, oppure se non è emendabile è illegittimo.
Mi pare difficile immaginare che la norma di copertura, norma che ho letto in precedenza, possa far parte di un provvedimento di Giunta. Non so se l'Assessore sia già in grado di rispondermi tecnicamente su questo problema. Chiederei una sospensione ed una verifica delle condizioni di compatibilità di questo provvedimento prima di procedere eventualmente all'emendamento e poi alle dichiarazioni di voto e al voto del provvedimento.



PRESIDENTE

Mi sembra chiaro il quesito posto; necessita di una risposta che credo l'Assessore o la Giunta possano dare previo un rapido approfondimento. Dato che c'era una richiesta di sospensione per dieci minuti da parte del Gruppo DS, la concederei prima della replica dell'Assessore D'Ambrosio.



(La seduta, sospesa alle ore 11.41 riprende alle ore 12.34)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie, Presidente.
Gli interventi previsti dalla deliberazione che abbiamo discusso sono sostanzialmente i medesimi di quelli previsti e approvati con l'atto del Consiglio regionale n. 440-13430 del 16 settembre.
In quell'occasione i Consiglieri presenti erano 44 e si votò per appello nominale: quaranta Consiglieri votarono "sì" e solo quattro, i Consiglieri di Rifondazione Comunista (Chiezzi, Papandrea, Simonetti e Moro) votarono "no".
Ho voluto dire questo perché indubbiamente l'edilizia sanitaria è parte integrante della programmazione, ma l'iter dell'art. 20 è stato travagliato, perché tutto è iniziato nel '90 e, quindi, si è proseguito a spezzoni. Mi permetto di sottolineare che nel '97 tutti i Consiglieri avevano approvato la deliberazione di Consiglio.
Il collega Riggio ha fatto un ampio intervento su quella che deve essere la programmazione sanitaria. Egli sa che molte cose che ci diciamo durante i colloqui che attengono ovviamente alla sanità, sono condivisibili, mentre molte altre no.
Voglio sottolineare al collega Riggio e ai colleghi che sono intervenuti che, in realtà, la sanità piemontese non è assolutamente allo "sfascio". La sanità piemontese ha sicuramente dei problemi, ai quali cercheremo di porre rimedio sollecitamente, perché entro i prossimi due mesi attueremo la manovra a breve termine e la manovra a medio-lungo termine, durante la quale - con questo rispondo ai colleghi - che sono intervenuti sulla mancata razionalizzazione della rete ospedaliera attueremo il provvedimento e l'impegno di spesa che attiene soprattutto alla messa a norma e all'umanizzazione delle strutture. Quando è stata adottata la deliberazione (nel '97) il Piano sanitario non c'era ancora perché - come sapete - è stata approvata a dicembre, quindi aveva indubbiamente delle carenze.
Per quanto attiene la situazione della razionalizzazione della rete ospedaliera, tutto sarà definito nel prossimo Piano socio-sanitario regionale. E' chiaro che ne discuteremo nelle sedi opportune: a partire dalla IV Commissione, con gli enti locali a tutti i livelli, con le organizzazioni sindacali e quant'altro.
Procederemo alla razionalizzazione e alla gerarchizzazione della rete ospedaliera piemontese, in considerazione del fatto che i maggiori costi e le maggiori diseconomie del sistema afferiscono al comparto ospedaliero.
Non potrei non concordare su questo: infatti, utilizziamo circa il 53% del budget della sanità per il livello ospedaliero, mentre ne utilizziamo solo il 42%, invece del 48%, per il livello territoriale. La manovra deve mirare appunto a questo: trasferire le risorse dal livello ospedaliero a quello territoriale.
Al collega Moriconi voglio dire che nel '95, quando mi sono insediato per la prevenzione la Regione Piemonte spendeva non più del 2%. Adesso ne spende quasi il 4% e per il 2003 - forse già nel 2002 - raggiungeremo l'obiettivo di impegnare il 5% del budget della sanità, il che significa impiegare circa 400 miliardi per la prevenzione.
Per la prevenzione in Italia qualcosa si è mosso e comincia ad essere evidente. Infatti, i cittadini possono cominciare a vederlo di persona: lo screening dei tumori del collo dell'utero e della mammella è finalmente partito e, da qui a non molto, partirà quello per il colon retto ed è in programma il progetto per i tumori della prostata.
Altri impegni, sempre che attengono alla prevenzione, si stanno attuando per l'alimentazione; mentre, per quanto riguarda la prevenzione nel settore della veterinaria, molte Regioni ci pongono all'avanguardia nella stessa.
Oltre alla razionalizzazione e alla gerarchizzazione della rete ospedaliera piemontese andremo, da qui a non molto, così come gli addetti alla sanità sanno, alla revisione dell'assetto istituzionale del servizio sanitario regionale. In sostanza, si tratta di individuare nuove aziende territoriali prive di ospedali a gestione diretta e di prevedere nuove aziende ospedaliere ricomprendendo i presidi ospedalieri oggi gestiti dalle ASL. Dovranno, inoltre - il compito è molto oneroso - rivedere gli ambiti territoriali.
L'idea è quella di ridurre il numero delle aziende territoriali e di aumentare quelle ospedaliere. In tal modo sarà necessario provvedere contestualmente alla realizzazione delle nuove aziende e, ovviamente, anche alla nomina dei direttori generali quando sarà effettuata questa rivisitazione dell'assetto istituzionale del servizio sanitario regionale.
Procederemo sicuramente anche alla separazione tra acquirenti e produttori. Si tratta di un principio già sperimentato in altre Regioni secondo il quale le aziende territoriali svolgono esclusivamente la funzione di agente assicuratore per conto della popolazione assistita contrattando con le aziende ospedaliere e con gli erogatori privati le prestazioni ospedaliere necessarie alla popolazione assistita e di gestore diretto dell'assistenza primaria. E' qui che ci sarà il cambiamento sostanziale, perché solo allora il livello territoriale potrà assumere la levatura ampiamente richiesta da noi operatori della sanità, perché, in questo momento, più che Assessore mi pongo come operatore della sanità.
E' chiaro che, in questo caso, le aziende ospedaliere svolgeranno esclusivamente la funzione di produttore, controllate dalle aziende territoriali che ne verificheranno la qualità e la quantità.
Per quanto attiene la sanità che si vuole in Piemonte, lo sottolineava il collega Chiezzi, devo dire che cercheremo di affermare il principio dell'integrazione tra presidi pubblici e privati e tra risorse pubbliche e private, che potranno consentire al servizio sanitario regionale uno sviluppo anche relativamente alla realizzazione dei nuovi presidi ospedalieri (anche la vicina Emilia Romagna è orientata in tal senso).
Inoltre, devo dire al collega Chiezzi che la Giunta Regione e il sottoscritto sono per una sanità pubblica e un'assistenza globale per i motivi espressi, perché questa sanità finanzia la salute, mentre altre sanità rimborsano solo la malattia.
Con questo non dico che non devono esserci le assicurazioni, ma devono essere di supporto a quella che è la sanità pubblica, così come le accennavo.
Al collega Palma rispondo in ultimo, perché dobbiamo definire la situazione dell'emendamento dallo stesso presentato.
Il collega Giordano ha addirittura parlato di programmazione socio assistenziale. E' vero che ci sono alcune Regioni che hanno un numero di posti letto elevato per ultrasessantacinquenni non autosufficienti, ma è un fatto che si è definito nel tempo.
Nel Piano sanitario regionale '97-'98 avevamo previsto un posto letto ogni cento ultrasessantacinquenni, ma c'è una richiesta pressante, da parte della collega Cotto, di arrivare a due posti letto ogni cento ultrasessantacinquenni. Questo, però, comporta un onere di circa 300 miliardi, ma vedremo come si può fare per aumentare questi posti letti.
Devo ribadire al collega Giordano, che forse in passato non si è occupato molto di questo problema, che nel '95 i posti letto in RSA erano 2.500; adesso invece sono 8.500 e i posti letto per la residenza degli anziani raggiungono i 18.000, come lei ha sottolineato.
Stiamo valutando la possibilità di erogare contributi alle persone che necessitano di impianti cocleari; sicuramente ci sarà attenzione in tal senso.
Il collega Chiezzi ha sottolineato che ci si deve rallegrare del fatto che il Governo centrale ci ha fatto avere i fondi sia per il ripiano sia per mettere a norma le strutture ospedaliere e per umanizzarle. Penso che questo sia un compito dello Stato, soprattutto quando riconosce la sottostima del fondo sanitario rispetto alle esigenze. E' stato sottolineato da tutti, per cui si deve ringraziare per l'intervento, ma penso sia un fatto dovuto.
Mi permetto di sottolineare che i fondi, i circa 1.150 miliardi, più i 154 che sono già stati anticipati, dell'art. 20, come ho già detto all'inizio del mio intervento, fanno parte della finanziaria del 1988 quindi è datata. Pare che i fondi - penso che sia certo - ci fossero dal 1988, quindi 30 mila miliardi sono stati depositati in attesa di distribuirli alle Regioni.
Collega Suino, la nuova programmazione deve avvenire in tempi solleciti; di questo ne sono convinto come, ovviamente, il Presidente Ghigo e tutta la Giunta. Ci adopereremo in tal senso, ovviamente ne discuteremo ampiamente in tutte le sedi, sperando di realizzare qualcosa di positivo per la sanità piemontese.
Su una questione devo assolutamente dirle che non posso essere d'accordo: per quanto attiene l'oncologia, ci siamo già mossi e abbastanza bene, in quanto la rete oncologica è partita e sta già dando i primi risultati. Spero che possa migliorare ulteriormente in avvenire.
La modifica della legge 41 deve essere assolutamente fatta, ne avevamo già modificata una parte e, insieme alla collega Cotto, abbiamo detto che deve essere fatta sollecitamente, e così faremo.
Collega Moriconi, indubbiamente la deliberazione che attiene all'edilizia sanitaria non si è potuta fare in un'ottica di programmazione ben definita, perché, come ho detto, a prescindere dal fatto che tutto è partito dal 1990, ho dovuto farla sollecitamente nel 1997, quando non era ancora stato apprestato un piano sanitario regionale, per cui è una deliberazione che ha dei limiti, ma, soprattutto, si mirava alla messa a norma delle strutture e all'umanizzazione delle stesse.
Collega Papandrea, non vi è stato alcun ricatto, questa volta i tempi sono tutti ristrettissimi non certo per colpa nostra. All'inizio del mese di settembre siamo stati interpellati da Roma: il 6 settembre si doveva firmare il protocollo, altrimenti i fondi sarebbero slittati di almeno un anno, per cui c'è stata questa accelerazione che ci ha portati alla deliberazione odierna.
Collega Manica, il fallimento della sanità piemontese è da documentare.
Concludo il mio intervento tornando sul problema dei costi. Venerdì scorso ho già sottolineato che il deficit finanziario della Regione Piemonte, alla luce dei ripiani statali, per il periodo 1995-1996-1997 e 1998, è pari a zero; anzi, alla luce dell'utilizzo di 457 miliardi provenienti da utili della gestione 1995-1996, chiudiamo quei quattro anni con 29 miliardi di attivo.
Il bilancio del 1999 è al vaglio degli uffici preposti a valutare i consuntivi - ormai sono arrivati tutti - e presumo che questi consuntivi potrebbero portare ad un deficit - parlo sempre di deficit finanziario - di circa 700 miliardi, ai quali bisogna sottrarre 400-450 miliardi che vengono dai ripiani statali e dall'accordo del 3 agosto scorso; per cui, in linea di massima, potrei dire che il 1999 si chiuderebbe, uso il condizionale con 300-320 miliardi di passivo.
Al collega Caracciolo rispondo, anche se mi pare che la questione fosse in parte fuori tema, che provvederemo ad assegnare le ulteriori otto borse per i pediatri, quindi arriveremo alla formazione di venti specialisti.
Per quanto attiene alla prevenzione nel campo della pedofilia, insieme alla collega Cotto, stiamo studiando i provvedimenti da adottare.
Parlando di specialisti, vi comunico che quanto prima otterremo il provvedimento per quanto riguarda gli anestesisti, che sono molto carenti.
In una riunione a Milano sono venuto a sapere che la Spagna ci offrirebbe 2.500 infermieri, però chiederebbero 500 mila lire in più dei nostri ponendoci in una situazione di grande delicatezza, che comporterebbe una fibrillazione totale del settore. Penso sia più fattibile restituire la figura dell'infermiere generico, assumendo gli OTA, che sono gli operatori tecnici di assistenza.
Mi avvio alla conclusione dicendo al collega Palma che le osservazioni sottolineate sono sicuramente recepite dal sottoscritto, anche se indubbiamente, sono eccessive per quanto attiene alla gestione e alla programmazione della sanità.
Come Giunta, proporrei un emendamento integrativo, il cui testo recita: Si aggiungano in coda al deliberato i seguenti due punti: "di dare atto che alla copertura dell'importo di lire 60.998.000.000 pari alla quota regionale di partecipazione alla realizzazione di interventi, si farà fronte in sede di predisposizione dei relativi bilanci di competenza di dare mandato alla Giunta regionale di assumere appositi atti deliberativi finalizzati alla nomina di Commissari ad acta con poteri sostitutivi in caso di ritardi nell'attuazione degli interventi a causa di inadempienze da parte del soggetto responsabile dei singoli interventi in ciascuna Azienda sanitaria".
I bilanci di competenza sono relativi al triennio 2001-2002-2003.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore, mi pare che la replica abbia chiarito anche l'aspetto della trattazione dell'emendamento.
A questo punto, metterei in votazione l'emendamento proposto dall'Assessore per la sistemazione del testo di deliberazione e poi riaprirei la discussione per le dichiarazioni di voto; questa è la procedura corretta.
Il testo della proposta di emendamento presentato dall'Assessore è a disposizione dei Gruppi, quindi non credo sia il caso procedere ad un'ulteriore illustrazione dello stesso perché mi sembra abbastanza chiaro e lo metterei in votazione per alzata di mano.
1) Emendamento integrativo, da inserire a fine deliberato, presentato dall'Assessore D'Ambrosio: Si aggiungano in coda al deliberato i seguenti due punti: " - di dare atto che alla copertura dell'importo di lire 60.998.000.000 pari alla quota regionale di partecipazione alla realizzazione di interventi, si farà fronte in sede di predisposizione dei relativi bilanci di competenza di dare mandato alla Giunta regionale di assumere appositi atti deliberativi finalizzati alla nomina di Commissari ad acta con poteri sostitutivi in caso di ritardi nell'attuazione degli interventi a causa di inadempienze da parte del soggetto responsabile dei singoli interventi in ciascuna Azienda sanitaria".
Pongo in votazione l'emendamento..
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
La parola al Consigliere Palma per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Il mio intervento sarà molto breve.
Malgrado l'Assessore alla sanità e la Giunta nel suo complesso abbiano accolto, nella sostanza, l'emendamento che avevo presentato, che per riguardava un aspetto tutto sommato marginale del provvedimento relativo ai poteri sostitutivi esercitati dalla Regione con la nomina di un Commissario, e malgrado il provvedimento sottoposto al voto del Consiglio abbia assunto adesso, dal punto di vista formale, una definizione più decorosa e più congruente, rimangono ovviamente tutte le riserve di merito che abbiamo espresso su questo provvedimento.
Al fine di evitare equivoci circa la nostra volontà di pregiudicare l'afflusso di finanziamenti statali per i programmi di edilizia sanitaria regionale, non voteremo contro il provvedimento.
Esprimiamo, tuttavia, un parere pesantemente negativo sul suo contenuto, e quindi, per lasciare interamente a questa Giunta e a questa maggioranza la responsabilità del provvedimento, non intendiamo partecipare a questo voto.
Nel dire questo, vorrei solo ricordare all'aula e all'Assessore relativamente ai numeri citati all'inizio della sua replica con riferimento ad un provvedimento di contenuto analogo approvato qualche anno fa, che fra tutti i Gruppi che hanno partecipato al voto approvando quel provvedimento non c'era evidentemente il nostro Gruppo.
Da parte nostra, non esiste alcun problema di coerenza o di incoerenza rispetto ai comportamenti tenuti negli anni precedenti. Pertanto, annuncio la non partecipazione al voto su questo provvedimento del Gruppo Radicali Lista Emma Bonino.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Palma.
La parola al Consigliere Riggio per dichiarazione di voto.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente e signori colleghi, come schieramento politico e come Partito dei Democratici di Sinistra abbiamo contribuito non poco a gran parte di questo provvedimento. Abbiamo contribuito perché il nostro Governo nazionale, come ho detto nella prima parte di questo dibattito, ha fatto la sua parte in modo importante, sia dal punto di vista legislativo, con il d.lgs. n. 229 (mi spiace che l'Assessore, nella sua replica, non abbia fatto riferimento ai tempi certi in cui si risponderà all'adeguamento rispetto al d.lgs. n. 229), ma soprattutto dal punto di vista economico, in un periodo in cui esistevano grosse difficoltà finanziarie a livello nazionale e occorreva attuare una politica di rientro di bilancio.
Coraggiosamente, il Governo ha sbloccato finanziamenti di grossa rilevanza per l'edilizia sanitaria a livello nazionale e, nello specifico nel nostro territorio.
Abbiamo inoltre contribuito perché, con l'attività dei nostri operatori e dei nostri amministratori, abbiamo sostenuto gran parte dei provvedimenti qui contenuti (voglio ricordare gli interventi relativi all'ospedale di Asti, di Biella, Di Alba e Bra, alcune sedi poliambulatoriali di grosso spessore come quelle di Nichelino, il presidio Valletta e altre strutture poliambulatoriali).
Siamo fieri che, grazie al nostro senso di responsabilità, manifestato in Commissione di fronte a grandissime difficoltà che sono state poste invece, dalla maggioranza, si arrivi ad approvare questo provvedimento.
Tuttavia, bisogna proprio dire che la maggioranza sembra aver fatto di tutto per costringerci ad un voto negativo, non per i singoli costituenti di questo provvedimento, ma perché non ha suputo svolgere quel lavoro di regia che andava fatto, non ha saputo cogliere la grande opportunità che si celava dietro a questa grande massa di denaro che avrebbe potuto portare ad una ristrutturazione dell'intervento edilizio e, con esso, ad una ristrutturazione dell'intervento sanitario.
Non si può scindere la programmazione di edilizia sanitaria dalla programmazione generale. Vorrei fare un semplice esempio all'Assessore alla sanità: si costruiscono ospedali nuovi con tanti nuovi reparti, che avranno bisogno di infermieri. Non vi è stata una programmazione delle risorse umane, tant' è vero che esiste una grave carenza di infermieri e, come ha detto l'Assessore, discutiamo se dobbiamo promuovere sul campo infermieri OTA, ovvero Operatori Tecnici che infermieri non sono (questa, dal punto di vista elettorale, è un'operazione che può pagare parecchio: promuoviamo un po' di persone, poi esse esprimeranno la loro gratitudine nel momento in cui si recheranno alle urne, ma sicuramente dequalifichiamo l'intervento degli infermieri). L'altra alternativa è pagare 500.000 lire in più gli infermieri che provengono dalla Spagna. Dovremmo pur assumere degli infermieri per questi ospedali. Posto che li troviamo, come li paghiamo se non abbiamo invertito un trend che ci porta verso il disavanzo? Sappiamo benissimo che questo trend ha una causa precisa, l'assenza di un governo della domanda sanitaria.
Per cambiare questo tipo di tendenza, occorre uscire dalla situazione secondo cui l'ospedale era l'unico punto di riferimento. Dobbiamo affiancare all'ospedale un territorio forte, il che significa, per quel che riguarda la nostra Regione, attuare i distretti sanitari. Siamo in presenza di un provvedimento che solo per il 5% ci porta a sostenere il territorio.
Inoltre, il percorso di questa deliberazione, che è stato un percorso ostentato, ha evidenziato una carenza di informazioni. Perfino l'Assessore sembrava impreparato! E, lasciatecelo anche dire: se si esclude l'intervento del Consigliere Pedrale, che è stato quasi un intervento da avvocato d'ufficio, ci rimane l'impressione, che avevo esposto nella prima parte del dibattito, che questo Assessore sia solo, dimostrata dal fatto che il Presidente della Giunta non senta il dovere, nemmeno di fronte ad un provvedimento di questo genere, di esser presente per potere apporre il proprio sigillo ad un progetto di programmazione! Di fronte a questa carenza di programmazione, per quanto il provvedimento contenga una serie di note positive che noi abbiamo voluto fortemente, abbiamo sostenuto a livello nazionale e a livello locale proprio per marcare il reale difetto di programmazione da parte della Giunta regionale di centrodestra, il nostro voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto.



MORICONI Enrico

Ribadisco quanto già anticipato in precedenza, cioè il voto contrario del mio Gruppo, confermato ulteriormente dalle parole che sono state pronunciate dall'Assessore.
Ho seguito le campagne che sono in atto per quanto riguarda la prevenzione di alcune forme tumorali, però sappiamo anche che si tratta di prevenzione secondaria, ovvero quella prevenzione che va ad intercettare precocemente le forme di malattia. Quello a cui alludevamo noi era invece la prevenzione primaria, cioè quella che va ad intercettare le cause di malattia prima che la malattia si manifesti. In questo senso continuo a ribadire, rifacendomi anche alle ultime parole dette dal Consigliere Riggio, che questa prevenzione si attua anche prevedendo idonee strutture.
L'Assessore diceva giustamente che i fondi per la prevenzione sono aumentati dal 2 al 4%, però noi sappiamo che sul piano sanitario regionale si parla di un livello, per la prevenzione, del 5%. In questo caso allocare fondi sulle strutture della prevenzione poteva contribuire a colmare più rapidamente questo gap che c'è ancora tra il 4 e il 5%.
Per quanto ci riguarda, vorremmo che i fondi per la prevenzione fossero ben più elevati che non il 5% che è previsto.
Naturalmente, concordo con tutte le opinioni, i problemi sollevati e le voci contrarie che si sono levate da parte delle opposizioni, quindi ribadisco ulteriormente il mio voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano per dichiarazione di voto.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi voteremo a favore del provvedimento.
Ringrazio l'Assessore D'Ambrosio, che non fa sentire inutile il lavoro delle minoranze. Per quanto riguarda i due piccoli problemi cui ho fatto riferimento, in particolare per gli ultrasessanticinquenni, i valori da me presi in considerazione sono valori ufficiali dell'ISTAT e quanto la letteratura del Consiglio ha riportato sugli atti d'ufficio.
La ringrazio ancora perché questo ha un significato. Vedete, quaranta Consiglieri contro venti in quest'aula dice tutto e dice niente, però ci fate sentire ancora che il nostro lavoro può servire da stimolo nella modifica di certi provvedimenti perché anche noi rappresentiamo dei cittadini.
Dico ancora grazie all'Assessore se potrà dare un po' di sorriso a quei bimbi a residuo di sordità zero. Se riuscirà a farlo le sarò veramente grato. Grazie ancora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola per dichiarazione di voto.



DEORSOLA Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, esprimo il voto favorevole al provvedimento da parte del nostro Gruppo e insieme a questa valutazione positiva del provvedimento desidero ringraziare per il comportamento che su questo argomento ha tenuto tutto il Consiglio, in particolare i Gruppi di minoranza che hanno, pur nella diversificazione della valutazione contribuito a far sì che non si oltrepassasse il termine indicato, perci desidero ringraziare i Gruppi della minoranza per il loro comportamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, intervengo molto brevemente per esprimere il nostro voto favorevole a questa deliberazione.
Devo dire che questa decisione di esprimere voto favorevole è una decisione che è conseguente al valore e al significato di questa deliberazione, non tanto per come è stata presentata e non certo per le risposte che ha dato l'Assessore ad alcuni colleghi che sono intervenuti.
Nel senso che il nostro voto favorevole si riferisce soltanto a questo provvedimento sull'edilizia sanitaria, perché se avessimo dovuto tenere conto dei comportamenti e delle opinioni che sono state riportate in ordine al settore complessivo della sanità, il nostro voto non sarebbe stato certamente favorevole. Nel senso che per questo voto favorevole abbiamo scisso quello che è edilizia sanitaria dal resto, ma poi ci ritorneremo.
Se avessimo anche dovuto tenere conto di alcune premesse indicate in questa deliberazione, ad esempio all'accordo di programma come la panacea per la soluzione di tanti problemi, il nostro voto non sarebbe stato favorevole.
Abbiamo però tenuto conto del significato della deliberazione: su com'è stata costruita in termini di risorse, su che cosa provoca nella Regione Piemonte, sugli effetti positivi che vengono provocati da investimenti così consistenti.
Per questi motivi, e soltanto per questi motivi, il nostro è un voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino, presumo - conoscendo la collega Suino il Regolamento - per dichiarazione di voto difforme da quella annunciata dal Gruppo. E' vero?



SUINO Marisa

Sì, ha interpretato bene: per una conclusione difforme, pur condividendo l'analisi che è stata fatta dai miei colleghi e compagni, e i punti che ha riportato prima il collega Riggio, a sostegno di una posizione che credo sia assolutamente legittima e da difendere.
Faccio questa dichiarazione a titolo personale.
L'Assessore, nella sua risposta, sostanzialmente ci ha detto in due battute: "Nel 97 avete votato a favore, quindi insomma..." e poi "Sì, vi abbiamo ascoltati, begli interventi, però ...".
Ebbene, questo la dice lunga. Proprio perché abbiamo votato a favore allora, proprio perché sui territori ci siamo battuti e abbiamo dato il nostro contributo, fuori e dentro il palazzo, perché buona parte di quegli interventi sono necessari, proprio per questo motivo e proprio perché siamo convinti che la sanità è pubblica e l'assistenza è globale, vogliamo che ci sia da questa sede uno slancio di umanizzazione e di politica, che vada nella direzione di dare una risposta di salute! Gli ospedali li svuotiamo se c'è azione di salute sul territorio! E ne siamo assolutamente certi e convinti tutti quanti, ma occorrono delle azioni conseguenti! Bisogna dare delle risposte; bisogna dare delle risposte serie, che non sono la promozione degli OTA. No! Alla carenza di infermieri non si risponde così: "Promuoviamoli pure"! Per carità, per una manciata di voti si fa qualunque cosa in questo Paese, ma è un'altra cosa fare politica sanitaria! E' stato scritto un emendamento che dice due cose: primo, non c'è la copertura finanziaria nemmeno del pugno di soldi che andiamo a dare come Regione, non c'è la copertura finanziaria! Secondo, nonostante il Patto di buon governo che 26 direttori su 29 non hanno potuto onorare, andiamo anche a minacciarli di commissariamento perché è l'unica garanzia che possiamo darci. Allora attiviamo un moltiplicatore di disavanzo di cui non si conosce l'entità e questo fa male non solo alla salute finanziaria, ma alla salute in generale di questa Regione! C'è questa forte preoccupazione che mi pare di percepire, ma non la si vuole cogliere, nonostante l'assoluta rilevanza e importanza che essa ha. E' una nuova programmazione che attiva un moltiplicatore che ci porterà ad aggiungere a quei 1.100 miliardi di disavanzo una cifra di cui non conosciamo l'entità perché non si conoscono i cespiti di prelievo e perch non c'è copertura.
Allora, diciamolo: è anche giusto che qualcuno si assuma l'onere di rilanciare una serie di aspetti negativi perché serva un po' in generale ai fini di una crescita, e di un'assunzione maggiore di responsabilità.
Concludo dicendo che oggi la soddisfazione che abbiamo è soltanto quella di non aver buttato l'opportunità di fruire dei soldi che arrivavano dal Governo Nazionale alla Regione Piemonte e abbiamo fortemente contribuito anche noi affinché si arrivasse a questa conclusione dell'aula.
C'erano mille possibilità perché non si giungesse a questa conclusione, ma ci siamo sempre fatti carico di un senso di responsabilità. Però fare salute vuol dire invertire la tendenza, Assessore, lavorare sui territori lavorare sul serio, e svuotare gli ospedali. Quindi, per questo motivo, pur condividendo molte delle osservazioni del mio Gruppo, mi differenzio e voterò contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo per dichiarazione di voto.



CARACCIOLO Giovanni

Prendo atto dell'affermazione dell'Assessore D'Ambrosio sui pediatri e sulla pedofilia e lo ringrazio. Non avevo dubbi, conoscendo la sua sensibilità, che sicuramente deriva anche dal fatto di essere medico, ma il suo è un comportamento molto sensibile alle nostre richieste.
Vedo che la maggiore accusa rivolta alla deliberazione è sulla frantumazione dei programmi. Sicuramente c'è verità in questo, però laddove lei può dare risposte, ce le ha sempre date. Il fatto di essere medico sicuramente le comporta anche delle altre responsabilità, perché sul rapporto della colleganza chissà quante telefonate e quante spinte avrà da tutta la componente medica.
Sul problema degli infermieri, vorrei dire una sola cosa. Guardi, io ho insegnato in una scuola di infermieri professionali per tredici anni a Moncalieri, quindi sede lontana dalla sede centrale, com'è oggi. Uscivano fuori fior di infermieri e allora vi si accedeva con la terza media più due anni di scuola superiore. Si rispondeva alle esigenze qualitative e quantitative in campo infermieristico, ma ad un certo punto si è cambiata completamente rotta, stabilendo lauree brevi, stabilendo sedi centrali cioè creando difficoltà notevoli.
Capisco che il diploma di scuola media superiore e i tre anni della laurea breve dovrebbero, in teoria, licenziare operatori più preparati però fatto sta che adesso siamo senza infermieri e non so come si possa risolvere questo problema.
Colgo anche la promessa che lei ha fatto di affrontare, cercando la collaborazione di tutti, quando verrà il momento, il Piano Sanitario Regionale. Vogliamo effettivamente che tutte le situazioni di difficoltà siano sanate con il Piano Sanitario regionale.
Vengo da Moncalieri, dove l'ospedale era una grande infermeria, al limite della saturazione, con richieste da tutte le parti, e del resto non si poteva fare altrimenti, però da adesso in poi, con l'approntamento del Piano Sanitario Regionale, bisognerebbe partire veramente con la programmazione, in cui tutto deve essere previsto (distretto, ospedale ospedali e la diversa funzione degli ospedali rispetto a prima, quando erano una struttura e ricoprivano funzioni centrali). Il distretto deve avere il suo contenuto, quindi la aspettiamo nell'impostazione del Piano Sanitario Regionale.
Esprimo il mio voto a favore della proposta di deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Già in sede di discussione di merito sul provvedimento il mio Capogruppo ha avuto modo di preannunciare il nostro voto contrario, il voto contrario del nostro Gruppo.
Nel seguire con attenzione le dichiarazioni di voto, mi ha in particolar modo colpito la posizione assunta dal Consigliere Saitta, che sostanzialmente sostiene che la normale gestione della sanità prescinde dalle caratteristiche di questo provvedimento. Io credo che le due cose non vadano assolutamente disgiunte. Certo, la minoranza ha avuto un grande senso di responsabilità, che però non serve, sui tempi di approvazione di questo provvedimento, a sminuire le responsabilità della maggioranza.
Vorrei ricordare che nell'iter tribolato di questo provvedimento già in Commissione cadde il numero legale e oggi ci ritroviamo ad una seduta straordinaria per varare un provvedimento che, nientemeno, programma 2.000 miliardi di spesa per l'edilizia sanitaria.
Perché dico che i due aspetti non sono disgiunti? Perché dalla programmazione degli interventi sul territorio deriva l'attuazione della politica e delle politiche sulla sanità. Quindi io condivido, e non ripeto l'intervento della Consigliera Suino, il cui approccio mi trova sostanzialmente concorde.
Vorrei aggiungere qualcosa di più. Si è parlato di un deficit di 1.100 miliardi, si parla di malasanità, si parla di difficoltà che i cittadini misurano quotidianamente. Allora, Assessore, le pongo un interrogativo, che poi le tradurrò in interpellanza: è possibile che, per combattere l'immagine che la sanità dà di sé in questa Regione e le difficoltà che esistono in questo settore, la scelta dell'Assessore sia quella di incrementare il deficit del bilancio dando il via libera all'assunzione di una miriade (adesso dico miriade, poi devo necessariamente esagerare il termine per arrivare al concreto) di addetti all'informazione? Le cito l'ultima determina del suo Assessorato in relazione ad un rapporto di consulenza - le cifre gliele comunico domani - e un'azienda ospedaliera come quella delle Molinette, per ché di questo si tratta. Forse pensa di combattere il problema della malasanità assumendo altri addetti stampa. Questi sono anche problemi della sanità. Da una parte, lei dice, manifesto la volontà di contenere il deficit; dall'altra, vedo che le scelte sono molto discutibili.
Forse questo non è il modo più corretto per affrontare le difficoltà di questo settore.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, pongo pertanto in votazione la deliberazione come emendata, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli, 4 contrari e 4 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,21)



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