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Dettaglio seduta n.335 del 17/04/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.18 il Presidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.50)



(La seduta ha inizio alle ore 10.55)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Caracciolo, Costa Rosa Anna, D'Onofrio, Ghigo, Marcenaro, Pedrale, Pichetto Fratin, Racchelli e Rossi Giacomo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 1867 del Consigliere Tapparo inerente a "Chiusura della Casa di Riposo 'Divina Provvidenza'"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 2) all'o.d.g. che reca: "Interrogazioni ed interpellanze".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo sull'ordine dei lavori.



TAPPARO Giancarlo

Chiederei eccezionalmente, visto che martedì l'Assessore Cotto si era dichiarata non pronta a rispondere ad una mia urgente interrogazione, dato che si tratterebbe di una risposta molto breve (e questa mattina l'Assessore mi ha fatto presente di essere nelle condizioni di poter rispondere) prima di continuare con i lavori sospesi martedì scorso, si possa permettere questa breve risposta all'Assessore Cotto.



PRESIDENTE

Se non ci sono osservazioni, trattandosi di una questione urgente, do la parola all'Assessore Cotto per la risposta dell'interrogazione n. 1867 presentata dal Consigliere Tapparo.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali

Si tratta di elementi di risposta all'interrogazione presentata dal Consigliere Tapparo, inerente la chiusura della Casa di Riposo "Divina Provvidenza" nel Comune di Lemie (Torino).
Sulla scorta della documentazione agli atti d'ufficio, risulta che proprietario dell'immobile sito in Lemie (TO), via Roma 1, destinato a Casa di Riposo per anziani, è l'Ente Piccola Casa della Divina Provvidenza (meglio conosciuto come Cottolengo), con sede in Torino, via Cottolengo n.
14.
L'Ente proprietario ha presentato un progetto di adeguamento strutturale del suddetto presidio, quale R.A. (residenza anziani) con nucleo R.A.F. (residenza anziani flessibili), per una capacità complessiva di 16 posti letto, ai sensi di quanto previsto dal regime transitorio della DGR. n. 41-42433 del 9/01/1995 e s.m.i., nonché della parte di fabbricato destinata a Casa per ferie, ai sensi delle LL.RR. n. 31 del 15/4/1995 e n.
34 del 14/7/1988.
Al fine di semplificare il procedimento la Commissione di Vigilanza sui presidi socio assistenziali dell'ASL n° 6 di Ciriè, con verbale in data 26/10/2001, approvato dal Direttore Generale dell'ASL stessa con deliberazione n. 1714 del 22/11/2002, si è favorevolmente pronunciata sul progetto presentato, sia in ordine alla conformità per la parte destinata a presidio socio-assistenziale, sia a quella destinata a Casa per ferie.
Successivamente il provvedimento dell'ASL è stato inoltrato al Comune di Lemie "quale parere igienico sanitario espresso ai fini del rilascio della concessione edilizia".
Trattandosi di un fabbricato sottoposto a vincolo, risulta altresì che l'Ente ha richiesto il necessario parere alla Sovrintendenza delle Belle Arti, che nei mesi scorsi ha espresso parere favorevole. L'Ente Piccola Casa della Divina Provvidenza ha trasmesso il succitato parere al Comune di Lemie che, tuttavia, alla data odierna (16 aprile 2003), non ha ancora rilasciato la concessione edilizia.
Il mancato inizio dei lavori pare, dunque, da imputare a cause esterne alla volontà dell'Ente proprietario; si presume, comunque, che la concessione edilizia possa essere rilasciata entro breve termine.
Il cronoprogramma degli interventi di adeguamento presentato alla Commissione di Vigilanza sui presidi socio-assistenziali prevede la conclusione delle opere entro 24 mesi a partire dall'inizio lavori successivo al rilascio di detta concessione edilizia.
Il costo dei lavori previsti è interamente a carico della Piccola Casa della Divina Provvidenza e non sono previsti contributi pubblici.
Si precisa che allo scopo di garantire il rispetto dei tempi di esecuzione delle opere in progetto e di salvaguardare il benessere psico fisico degli ospiti durante i lavori, l'Ente ha previsto il loro trasferimento presso la struttura ricettiva extra-alberghiera di sua proprietà, ubicata in Viù, Str. Polpresa n. 10, e quindi ha autonomamente interrotto il funzionamento della Casa di Riposo di Lemie.
Il numero degli ospiti trasferiti alla fine del 2001 è stato di sei questi ultimi, unitamente ai tre ospiti già residenti presso la Residenza Assistenziale di Viù, sita nel medesimo edificio di via Polpresa n. 10 risulta siano stati alloggiati al piano terreno della struttura, in un nucleo dichiarato essere in possesso dei requisiti atti alla loro accoglienza. L'Ente ha, altresì, presentato relazione gestionale, indicando il numero del personale previsto a fronte del numero complessivo di nove anziani, relazione che la Commissione di Vigilanza ha giudicato essere corretta rispetto ai parametri regionali vigenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per la replica.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore per la risposta; mi riservo un approfondimento.
Sottolineo la necessità che questa Casa, che permette alla popolazione dell'alta valle di Viù di poter trovare un riferimento importante e non lontano da questi centri montani, possa essere ripristinata in tempi ragionevoli e che le eventuale difficoltà, incontrate strada facendo, non facciano optare per altre scelte.
Mi riservo, eventualmente, di intervenire su questo aspetto.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Proseguimento esame disegno di legge n. 28 "Norme per il recupero funzionale dei rustici, nonché delle superfici e dei volumi ubicati ai piani terreni, seminterrati ed interrati"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. che reca: "Proseguimento esame disegno di legge n. 28 'Norme per il recupero funzionale dei rustici, nonché delle superfici e dei volumi ubicati ai piani terreni, seminterrati ed interrati'".
ARTICOLO 1 Comunico che la seduta deve riprendere con la votazione sulla quale abbiamo sospesa la scorsa seduta, in quanto la votazione aveva registrato la mancanza del numero legale.
E' necessario ripetere la votazione, ma, qualora non ci fosse il numero legale, si rende necessario il rinvio di un'altra mezzora, se richiesto da un Gruppo consiliare, altrimenti il Regolamento prevede di passare a discutere il punto successivo all'o.d.g. e la votazione riprenderà nella seduta successiva.
Dalla firme depositate risulta esserci il numero legate, 25. Pertanto siccome erano in votazione gli emendamenti nn. 1.1), (rubricato n. 10) e n.
1.2), (rubricato n. 11) al disegno di legge n. 28 "Norme per il recupero funzionale dei rustici, nonché delle superfici e dei volumi ubicati ai piani terreni, seminterrati ed interrati".
L'argomento è riproposto e adeguatamente chiarito, quindi dichiaro aperta la votazione sugli emendamenti citati.
Do pertanto lettura dei due emendamenti presentati.
1.1) Emendamento rubricato n. 10 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: L'articolo 1 è soppresso.
1.2) Emendamento rubricato n. 11 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: All'articolo 1, il comma 1 è soppresso Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti citati.
Si constata la mancanza del numero legale, pertanto dichiaro non valida la votazione.
Ai sensi dell'articolo 52, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale, sospendo la seduta per un tempo non inferiore a 30 minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 11.05 riprende alle ore 11.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripropongo la votazione degli emendamenti nn. 1.1) e 1.2).
Siccome si tratta di un comma solo, tali emendamenti sono aggregati in un'unica votazione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, degli emendamenti n. 1.1) e 1.2).
Il Consiglio non approva.
1.3) Emendamento (rubricato n. 78) presentato dal Consigliere Chiezzi: all'articolo 1, comma 1, le parole "di limitare il consumo di suolo" sono soppresse.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Si propone di cancellare questa indicazione di finalità, perché non corrisponde alla verità. Una legge che prevede che in edifici sparsi sul suolo, per lo più in zone distaccate da contesti urbani, composti da superfici e volumi fuori terra, superfici e volumi a piano terreno superfici e volumi al piano seminterrato e superfici e volumi a piano interrato, la possibilità per legge regionale di essere immediatamente trasformati e destinati all'insieme delle attività che caratterizzano il vivere del genere umano (abitare, lavorare, fare la spesa, studiare quindi, residenza e tutti i vari tipi di terziario, i vari tipi di attività piccolo-produttive), comporta un consumo del suolo, in quanto a queste attività bisogna fornire servizi che oggi non sono esistenti, perché quelle attività oggi non sono insediate e questi fabbricati, ove esistono, non hanno quella destinazione d'uso.
Non è vero che la finalità di questa legge è limitare il consumo del suolo, non è proprio vero. E' vero che questa legge comporterà l'aumento del consumo del suolo, perché bisognerà reperire i servizi necessari alle attività che, a forza, si vogliono introdurre.
E' criticabile il fatto che queste attività vengano introdotte per forza di legge regionale contro le indicazioni vigenti dei Piani Regolatori dei Comuni; questo è uno degli elementi di critica ferma che si svolge su questa legge. La Regione esamina il Piano Regolatore e la legge dell'uso del territorio che i Comuni liberamente si danno, può proporre delle correzioni in funzione di politiche regionali, eventualmente in contrasto con le indicazioni del Piano Regolatore, ma i Piani Regolatori hanno deciso e scelto quali normative applicare ai fabbricati che interessano l'area normata dai Piani Regolatori e voi, in forza di legge, cancellate le prescrizioni di un Piano Regolatore, cioè mettete in mora, anzi, mettete fuori gioco, le scelte compiute dai Comuni! Non è accettabile che questo avvenga perché la Regione Piemonte non pu violare i Piani Regolatori dei Comuni solo perché la Regione Piemonte pu legiferare, ci sarà anche un limite e una barriera al contenuto di una legge! Come è possibile che la Regione dica con legge che i Comuni devono fare i Piani Regolatori e, poi, sempre con la legge, dica: "Attenzione che i Comuni nei Piani Regolatori devono normare questi aspetti"; poi, la stessa Regione, con un'altra legge, viola i Piani Regolatori dei Comuni? Capite, colleghi, la natura della ferma opposizione? Non si pu legiferare in questo modo violando le stesse leggi che la Regione Piemonte si è precedentemente data, violando l'autonomia dei Comuni e i Piani Regolatori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, stiamo discutendo un provvedimento parziale, che affronta alcune questioni, mentre dovremmo - come hanno ricordato in discussione generale i colleghi Manica e Muliere - dedicarci a provvedimenti organici di riforma della legislazione urbanistica, anche se in questo saremmo vincolati non soltanto dalla legge n. 44, Assessore Botta.
Ricordo che seguii per conto del mio Gruppo quella discussione. Noi volevamo, come Gruppo dei DS, affrontare in quella sede il tema della riforma della legge urbanistica n. 56; lei disse che invece non era quella la sede opportuna. Approvammo l'articolo 88 della legge n. 44, che impegnava la Giunta regionale a riformare la legge urbanistica entro 6 mesi; parlo del 2001 e oggi siamo nel mese di aprile del 2003.
Tuttavia c'è un'altra questione, e vorrei che i colleghi su questo mi dedicassero un minimo di attenzione. Entro il mese di giugno verrà emanato il Testo Unico dell'Edilizia. Gli amministratori pubblici dicono che se per quella data la Regione Piemonte non sarà in grado di approvare una sua riforma della legge urbanistica in sintonia con il Testo Unico, avremo il caos normativo nella nostra Regione e non vi sarà più nessuna Amministrazione comunale in grado di rilasciare concessioni o licenze.
Ora, è vero questo? Se questo è vero, e cioè se è vero che il Testo Unico entra in vigore entro la fine di giugno e noi dovremmo per quella data avere una legge di riforma urbanistica, pena il caos di cui parlavo voi capite qual è la sproporzione.
In Commissione stiamo discutendo dei provvedimenti relativi ai sottotetti e ai seminterrati che vanno recuperati - per l'amor del cielo io non li condivido, ma posso anche capire che vengano presentati - e non ci dedichiamo invece a fare l'unica riforma che è necessaria, perché se non la faremo, avremo il caos normativo a partire dal primo di luglio.
Esagero? Se esagero, me lo dite; ma se è vero, capite che c'è una sproporzione tra il fatto che stiamo discutendo adesso di questo provvedimento minimalista che affronta un problema specifico e non ci dedichiamo all'unica questione vera, che non è soltanto imposta da un vincolo normativo (legge n. 44), ma è imposta da una scadenza, cioè il Testo Unico. Allo stato degli atti, mi risulta che soltanto una Regione la Regione Toscana, abbia una legislazione in materia urbanistica, che è pronta a recepire in sintonia col Testo Unico.
Le domando, Assessore Botta: è vero quello che sto dicendo? Se è vero ciò che sto dicendo, cioè che noi dal primo luglio avremo il caos normativo, e se è vero altresì che noi siamo in alto mare per quanto riguarda la legge urbanistica, la Giunta regionale e l'Assessore competente come intendono affrontare questo snodo, questo passaggio? Perché se è così noi dovremmo accantonare questa discussione e tornare al problema della riforma della legge n. 56.
Assessore, nel dichiarare il mio voto a favore dell'emendamento Chiezzi, vorrei che lei su questo punto tranquillizzasse il Consiglio perché se esagerano quegli Amministratori che dicono che avremo il caos allora non c'è motivo di preoccuparsi, ma se è vero, vorrei che lei desse garanzie circa il fatto che entro quella data noi dobbiamo mettere mano alla riforma della legge n. 56.
In caso contrario, ripeto, si apre una fase di non governo della politica urbanistica regionale, il che naturalmente rende ancora più evidente la distanza abissale che separa le esigenze del territorio piemontese dai provvedimenti che stiamo discutendo in queste ore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Anch'io parlerò a favore di questo emendamento, in quanto la definizione che viene inserita nell'articolo 1, comma 1, al fine di limitare il consumo di suolo, mi sembra un'affermazione che non è poi sostenuta da tutto il complesso del disegno di legge; un disegno di legge che viene a mettere in opera un sistema che, come è stato illustrato, non significherà assolutamente una limitazione del consumo del suolo, ma un aumento del consumo dei suoli.
Già in precedenza avevo detto che non solo noi dobbiamo tenere conto di quello che è il concetto del consumo di suolo inteso come utilizzo per uso edificatorio invece che per un uso di tipo agricolo o di altro genere; ma anche degli effetti dell'antropizzazione sul territorio.
Questo disegno di legge inevitabilmente porterà ad una maggiore antropizzazione del territorio; questo è inevitabile, direi quasi incontestabile, in quanto noi andremo ad inserire delle abitazioni e attività umane in edifici che fino a questo momento erano in disuso. Il fatto che questi edifici non siano utilizzati in questo momento non significa che, per supplire alla necessità di spazi, si sono costruiti più edifici altrove, come vorrebbe far credere questa dizione delle finalità perché nelle finalità, così come sono proposte, viene sottinteso il fatto che, anziché costruire e utilizzare del terreno nuovo, si potranno utilizzare delle strutture già esistenti. Ma il punto è proprio questo: le strutture già esistenti e che rivestivano un certo interesse per un qualche motivo sono già state tutte recuperate. Di conseguenza, dare la possibilità di utilizzare strutture che in questo momento sono in disuso significherà inevitabilmente aumentare l'antropizzazione del territorio. Questo è inevitabile, non c'è motivo per pensare che questo non accada.
Naturalmente questo accade, come hanno spiegato quanti sono intervenuti prima di me, per una decisione che va a imporre una scelta regionale ai Comuni. Di conseguenza, questo disegno di legge ci porta anche ad interrogarci sul problema della sussidiarietà, cioè di come i diversi Enti di governo interagiscono tra di loro nel determinare una scelta politica.
Noi riteniamo che questo disegno di legge sia di nuovo un esempio di una sussidiarietà malintesa o, peggio, di quel centralismo regionale che progressivamente si sta sostituendo a quello che invece era stato denunciato come centralismo statale nazionale. In questo caso abbiamo un esempio - ma credo che ne vedremo ben presto altri - di una scelta politica a livello della Regione Piemonte che va a incidere e ad imporre le proprie direttive ai Comuni, con ciò quindi venendo meno a quello che è il principio primo della sussidiarietà che prevede di lasciar scegliere il più basso livello territoriale. In questo caso, quindi, bisognerebbe rispettare le decisioni dei Comuni, che si esplicano attraverso il Piano Urbanistico.
Se la Giunta auspica l'approvazione di questo disegno di legge, sarebbe un esempio di chiarezza per tutti - per noi, ma anche per i cittadini del Piemonte - non inserire delle false finalità o dei falsi obiettivi.
opportuno, quindi, eliminare queste parole, perché possono indurre in errore, nel senso che come credo si sia dimostrato in maniera inoppugnabile questa legge non andrà a limitare il consumo del suolo, ma favorirà ulteriormente l'antropizzazione del nostro territorio.
Mi auguro, quindi, per una questione di chiarezza, che queste parole siano eliminate.



PRESIDENTE

Dichiaro conclusa la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Per rispettare i tempi assegnati a ciascun intervento, avevo precedentemente interrotto un ragionamento. Lo riprendo annunciando ovviamente, il mio voto favorevole all'emendamento presentato.
Vorrei segnalare, inoltre, che per correttezza dovreste cancellare questa frase, perché è offensiva anche sul piano della razionalità. Non potete prendere in giro i cittadini! Oltre a scavalcare i Comuni scegliendo al posto loro, non potete anche prendere in giro tutti! Con questa legge stabilite che in questi rustici si potrà realizzare ogni tipo di attività umana, nonché le residenze e le attività direzionali.
L'articolo 2, al comma 5, recita: "...con destinazione direzionale commerciale e produttiva artigianale di servizio" e ancora "...uffici e sale riunioni, mense, cucine, locali destinati ad esposizioni, centri fieristici". Sono aspetti ridicoli, perché è evidente che le definizioni di questo genere si applicheranno ai piccoli fabbricati che non riusciranno nemmeno a contenerli. È ridicolo, però voi lo scrivete.
Realizzare un centro commerciale, un centro espositivo o una zona di vendita richiede spazi di servizio, quelli che nell'articolo 3 voi citate richiamando l'articolo 21 della legge n. 56, il quale specifica che nel Piano Regolatore deve essere assicurata una dotazione complessiva di aree per servizi, ed enumera la dotazione complessiva di ogni area per servizio in relazione all'attività insediata.
Qui, nella vostra attività barbarica di smantellamento dei poteri comunali o di smantellamento del buonsenso, non siete riusciti a cancellare anche la norma che prevede, per le attività direzionali che saranno realizzate all'interno dei rustici... il fatto che si potranno anche non prevedere i servizi fatti, è un piccolo tentativo; lo fate specificando che una parte dei parcheggi potrà essere monetizzata, per avete dovuto fermarvi.
Dato che fortunatamente ci sono ancora dei limiti invalicabili a queste operazioni di prepotente gestione del territorio, emerge con chiarezza che questa limitatezza del consumo del suolo non c'é. Allora, se non c'è, la si tolga.
Questi elementi non sono tanto marginali, perché all'interno di una legge ci sono dei contenuti che acuiscono un contrasto oppure no. Questo fatto è letteralmente insopportabile.
Se respingete un emendamento col quale si intende eliminare semplicemente un aspetto non vero, vuol dire che c'è uno scontro "muro contro muro" che rimarrà tale: possiamo accettare tutto, ma non che in una legge si scriva e si affermi il contrario di quello che questa legge viceversa, produce.
Voterò favorevolmente, sempre che ci sia la maggioranza presente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Intervengo brevemente per annunciare il voto favorevole a questo emendamento e per esporre una semplice considerazione: l'accoglimento di questo emendamento non muterebbe il destino di questo disegno di legge regionale, che potrà essere ugualmente approvato.
Eliminando queste parole, a mio giudizio, si compie semplicemente un'opera di chiarezza e di semplificazione, per non indurre in falso il pensiero coloro che ricercheranno in questo testo qualche elemento che operi per la limitazione del consumo del suolo senza poi trovarlo.
Ricordo che da bambino esisteva il concetto di "bugia". Se valesse ancora questo concetto, credo che i cattolici o i confessionali che volessero votare contro questo emendamento dovrebbero verificare in confessione se hanno commesso peccato oppure no. Affermare una cosa che non corrisponde a verità, è un elemento che può essere valutato sotto più aspetti.
Votando favorevolmente questo emendamento, si compierebbe un atto di chiarezza nei confronti dei nostri concittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu;ne ha facoltà.



CONTU Mario

Il Consigliere Chiezzi ce la sta mettendo tutta a convincerci che questa legge non è vero che tende a limitare il consumo dei suoli. Forse è meglio che ci intendiamo cos'é l'utilizzo dei suoli.
Ripeto, il Consigliere Chiezzi dice che non è vero che questa legge punta a limitare l'uso dei suoli. Questa affermazione mi ha fatto venire in mente un autorevole progetto, perché tale è il progettista: il nuovo Palazzo della Regione. Si prende una porzione di suolo, si realizza un edificio di trenta piani: pensi, Assessore, in quella porzione di suolo come si esalta la rendita fondiaria. Bisogna essere fortunati avere quella porzione di terreno.
Consigliere Chiezzi, io non ho capito perché lei dice che in questo modo non si limita l'uso dei suoli. A me sembra che, più piani si realizzano, più spazi aperti si chiudono e meno bisogno c'é di consumare altro suolo da qualche altra parte. Ma forse la ragione è un'altra. E' che le aree residenziali sono sempre meno disponibili, ed è questo che giustifica l'affermazione secondo la quale si tende a limitare l'uso dei suoli. All'interno del costruito e dell'edificato, si chiude tutto quello che è possibile chiudere: questa è la finalità. Ma non è proprio così.
Tutto questo andrebbe bene e avrebbe una sua filosofia, se non peccasse in un aspetto: la violazione e la messa in discussione dei Piani regolatori. E' evidente. I Piani regolatori hanno definito determinate cubature su quelle porzioni di terreno e hanno indicato che, per quell'edificabilità, per quell'indice di residenzialità, bisognava dettare una percentuale "X" di servizi. E' evidente l'effetto dirompente, anche se i numeri potrebbero non essere molto grandi, sull'assetto urbano soprattutto per quanto concerne gli standard di dotazione dei servizi.
Pur in apparente contraddizione, può anche darsi che questo limiti l'utilizzo dei suoli, in parte perché indisponibili, in parte perché è evidente che si costruisce e si amplia sull'esistente.
Tuttavia, per evitare confusione anche nei cittadini rispetto alla portata di questa legge, noi esprimiamo il voto a favore dell'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri, ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, noi voteremo convintamente contro l'emendamento.
Parlando con il Consigliere Mercurio in un'aula disattenta, mi venivano in mente alcune battaglie della sinistra quando "urlava" contro il Pentapartito e la Democrazia Cristiana accusandoli di essere dei "cementificatori". Con questo nuovo filone che è stato trovato intelligentemente, dall'Assessorato all'Urbanistica, dalla Giunta regionale, diventa difficile sostenere questa affermazione. Questa è un'accusa che non esiste più. Perché, concretamente, non si va in questa direzione? Perché ci si preoccupa di andare nella direzione dello sviluppo in un momento di crisi che sta attraversando la regione contenendo quello che è il consumo di suolo edificabile. Quindi si va verso una strutturazione. Penso che siano questi i motivi che hanno visto la sinistra sbagliare sulle grandi opere.
Vorrei ricordare, in questa occasione, una grande persona che ha fatto un po' la storia della Regione: il Conte Calleri. Mi ricordo quando il Conte Calleri trent'anni fa chiedeva, con forza, di poter sviluppare una parte del territorio piemontese nella zona del Pinerolese realizzando strutture che potessero, da un punto di vista della viabilità, sviluppare quelle zone. Mi ricordo, anche se ero giovanissimo, le critiche di allora della sinistra contro le famose opere faraoniche. Ho fatto queste affermazioni perché oggi stiamo affrontando un tema che ha grande rispetto per l'ambiente circostante, ma ha grande rispetto per uno sviluppo che non possiamo bloccare in questa regione da un punto di vista economico.
Trincerarsi, da parte della sinistra che vedo latitante sugli argomenti o comunque ritengo ne abbia molto pochi, chiedendo che prima di affrontare un disegno di legge, abbastanza importante come questo, si debba andare nella direzione di una più attenta e complessiva riforma della legge n.56 scusate, ma la prima battuta che mi viene da fare è: "ci vuole tutta la vostra faccia".
Ho partecipato con l'Assessore Botta, anche nella precedente legislatura, ai lavori preparatori della riforma a cui ha lavorato l'Assessore stesso, mi ricordo i passaggi che ci sono stati, fin dalla VI legislatura. Mi ricordo i passaggi che ci sono stati all'interno dell'Assessorato, i passaggi che ci sono stati attraverso gli incontri, le audizioni di tutte le categorie, i mesi passati nella Conferenza Regione Autonomie locali, per non parlare di tutte le audizioni e di tutte le illustrazioni che siamo andati a fare (il Consigliere Chiezzi lo ricorderà) sul territorio per illustrare questo tipo di riforma.
Dopo tutto questo lavoro che non è durato qualche giorno, che non è durato qualche mese, ma è durato anni. Qualcuno ci ha spiegato che adesso dobbiamo aspettare, perché poiché abbiamo presentato una riforma diversa deve andare in Conferenza Regioni-autonomie locali e quando ritornerà vedremo di affrontare parallelamente le cose. Questo se lo ricorda collega Chiezzi? Queste non sono motivazioni che tendono ad incentivare il passaggio di una riforma. Io le leggo in un altro modo.
Quindi, venire oggi a spiegare che non siamo per la riforma della legge n. 56, e che abbiamo tergiversato per affrontare un problema che, fin dalla scorsa legislatura, con serietà abbiamo voluto affermare - consentitemi di dire, colleghi - mi sembra veramente un po' troppo. Ho dato una motivazione per tutto, e questa mi basta e mi avanza per dire che sono contrario all'emendamento presentato dai colleghi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta per la replica.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
Brevemente vorrei fare alcune considerazioni sulle dichiarazioni che sono state svolte. Sicuramente è una preoccupazione anche della Giunta far sì che la riforma urbanistica vada avanti. Non più tardi di due settimane fa, in Commissione, vi è stata l'audizione con l'Istituto Nazionale di Urbanistica, che sollecitava la competente Commissione. Quindi, che i lavori vadano avanti è ovviamente un interesse della Giunta regionale, così come che i Gruppi trovino una strada.
Non si può infatti dimenticare che all'inizio della legislatura ci fu nella normale dialettica un ritardo nel richiedere che il testo del gruppo dei DS fosse sottoposto alla Conferenza Regioni-autonomie locali, quando il testo della Giunta regionale già nella scorsa legislatura aveva ottenuto il parere favorevole, dopo un lungo iter durato circa 9 mesi, con particolare attenzione da parte delle Province.
Detto questo, voglio anche tranquillizzare il Consigliere Ronzani ed anche gli amministratori che lo avessero in qualche modo preoccupato. La situazione relativa al testo unico dell'edilizia, che dovrebbe entrare in vigore il 30 giugno 2003, è sotto controllo, nel senso che l'Assessorato sta lavorando da tempo e sta monitorando. E' stata fatta una serie di incontri con gli Ordini professionali della Regione Piemonte e le Amministrazioni comunali, proprio per trovare il modo migliore per arrivare ad armonizzare la legge urbanistica, che dovrà necessariamente essere rivista nella riforma. Queste ulteriori modifiche sono strettamente legate al mondo organizzativo, e non sono solo presenti nella legge urbanistica regionale, ma anche in altre leggi di settore; tant'è che stiamo svolgendo una ricognizione a tutto campo per evitare che vi siano difficoltà interpretative da parte dei Comuni. Stiamo facendo un lavoro molto analitico per arrivare a dare chiarezza alle Amministrazioni comunali.
Il mio pensiero è quello che, di fronte ad uno scenario che sta cambiando, dal livello costituzionale in giù (dal Titolo V alle prossime riforme in discussione in Parlamento, dalla devoluzione alla legge che dovrebbe rivedere il Titolo V stesso) comunque rimane in capo alle Regioni il governo del territorio come materia esclusiva. Quindi, la legge urbanistica attuale e vigente è, secondo il sottoscritto, quella che deve avere un'applicazione assolutamente preminente rispetto alle leggi statali che in qualche caso creano delle confusioni.
Come Regione Piemonte, abbiamo sottolineato questo elemento già nella passata legislatura con governi nazionali di diverso segno politico. Le Regioni che erano andate avanti, quindi la Regione Toscana e la Regione Lombardia, si trovano in situazioni di difficoltà rispetto alla nostra.
Quindi, il nostro atteggiamento come Amministrazione regionale è quello di dare chiarezza sull'eventuale entrata in vigore del Testo Unico dell'edilizia, ma tranquillizzerei il Consigliere Ronzani: la nostra legge urbanistica, essendo in Piemonte, vale prima delle leggi dello Stato per quanto riguarda il campo autorizzativo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Poiché alle ore 14,15 è convocata la Commissione Statuto, sospenderemo i lavori del Consiglio alle ore 13.00, che riprenderanno alle ore 15.00.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Proseguimento esame disegno di legge n. 28 "Norme per il recupero funzionale dei rustici nonché delle superfici e dei volumi ubicati ai piani terreni, seminterrati ed interrati" (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Nella conclusione non avevo dato risposta ai Consiglieri Chiezzi Moriconi e Contu. Avendo affermato che si tratta di legge che vuole limitare il consumo di suolo, eliminare dalla legge questa affermazione sarebbe una contraddizione per le stesse ragioni per le quali voi esprimete una posizione assolutamente diversa e contraria alla mia. Togliendo questo riferimento, cancelleremmo un principio generale che credo ormai tutti condividano. Quindi, ovviamente, esprimo un parere negativo sulla proposta di emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.3) Il Consiglio non approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

1.4) Emendamento (rubricato n. 74) presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'articolo 1, comma 1, le parole: "e di integrare la residenza con attività ad essa compatibili", sono soppresse.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Peccato, Assessore Botta, perché lei ostinatamente afferma che tra i fini della legge vi è quello di limitare il consumo del suolo.
Se lei prende questo "libretto" e legge quanto riportato nelle disposizioni in relazione alle destinazioni ed uso che lei introduce a forza contro i Piani Regolatori dei Comuni, vedrebbe che c'é un consumo di suolo, conseguente all'approvazione della legge, superiore al consumo di suolo oggi permesso dalle destinazioni consentite nei Piani Regolatori.
Se lei fosse coerente, visto che con tanta ostinazione ha tenuto questa finalità, allora la prenderei in parola. Va bene, ma allora da adesso in avanti, Assessore, limitiamo il consumo del suolo: se questa è l'intenzione che avete dichiarato.
Per limitare il consumo del suolo occorre cancellare, dalle destinazioni previste e possibili per questi fabbricati, tutte quelle destinazioni che ne aumentano il consumo rispetto all'esistente.
Dato che questi fabbricati rustici sorgeranno, per lo più, in zone agricole, occorre eliminare, dagli articoli successivi, la possibilità di introdurre attività commerciali in questi edifici; perché queste, dovendo costruire parcheggi davanti, consumerebbero il suolo.
Ma allora dov'è la limitazione del consumo di suolo? C'è un rustico usato come piccolo magazzino e nel seminterrato, o a pianterreno, inseriamo un piccolo supermercato. Bene, nei prati davanti occorrerà consumare il suolo per fare parcheggi.
Per coerenza lei dovrebbe eliminare, negli articoli successivi, tutte quelle destinazioni che, rispetto a quelle dei Piani Regolatori vigenti consumano più suolo. Facciamo qui un'operazione insieme, Assessore. Una volta tanto lavoriamo per lo stesso fine - fine che lei ha definito irrinunciabile.
Tutte le volte che negli articoli successivi la legge introduce un consumo di suolo superiore a quello previsto dai Piani Regolatori dei Comuni, ci fermiamo e cancelliamo. In questo modo osserviamo l'obiettivo condivisibile.
Per quanto riguarda il problema del grattacielo ad esempio, Consigliere Contu, se le persone le impiliamo una sull'altra, respirando l'aria di quelle stanze consumeranno meno spazio di persone che invece respirano in stanza messe una affianco all'altra sul territorio. Questo va da sé. Quel consumo, andando verso il cielo, diminuisce; mentre non diminuisce il consumo del suolo dovuto ai servizi che occorre dare a quelle persone. Non diminuisce perché si può costruire un edificio alto un milione di piani su centro metriquadrati di suolo, ma quel milione di piani porterà un milione di metriquadrati di parcheggio, di verde, di servizi, di scuole e di asili.
La parte di consumo di suolo derivante dal modo in cui si aggregano i volumi entro i quali studiamo, lavoriamo e ci curiamo, è senz'altro una limitazione del consumo di suolo. Rimane, però, l'altro consumo di suolo.
Il trucchetto che usano "questi qua del Polo" è dire: limitiamo il consumo di suolo perché utilizziamo edifici già esistenti.
Grazie, ma quegli edifici, così come sono adesso, non consumano suolo.
Consumano solo il suolo su cui sono edificati, ma senza occupare suolo all'esterno.
Non si possono approvare leggi sperando nell'ignoranza o nella dabbenaggine del popolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

gradevole l'intervento del Consigliere Chiezzi, ma si ispira ad un nichilismo concettuale. Tutto il ragionamento impostato, non sulla limitazione dei suoli, ma su un maggiore consumo, parte dal presupposto che chi chiede di adattare quel locale, evidentemente non intende giovarsi di nessun locale. Il problema, invece, è più concreto e di bisogno.
Se qualcuno ha la possibilità di adattare quel locale, evidentemente non va a procurarsene un altro. Questo è il principio elementare. Ecco perché ho seguito il gradevole intervento del collega Chiezzi, ma mi stupisce che un razionale ingegnere come lui non colga il rapporto di relazione tra il bisogno e la risposta al bisogno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Il Consigliere Chiezzi mi ha convinto perché le argomentazioni sono di tipo didattico - ed io sono suscettibile alla didattica e alla divulgazione dei concetti elementari. Ciò che non avevo compreso è che i volumi posti in verticale per gli usi più svariati (commerciale o residenziale) implicano un utilizzo del suolo aggiunto determinato dalla dotazione di servizi...



(Commenti del Consigliere Galasso fuori microfono)



CONTU Mario

E avrai bisogno di un parcheggio per aprire un negozio?



GALASSO Ennio Lucio (fuori microfono)

E ne apro un altro; più quello lì giacente. Ne apro un altro. È così difficile?



CONTU Mario

Raddoppi l'offerta commerciale dei servizi mantenendo intatti gli standard.



(Commenti fuori microfono)



CONTU Mario

Consigliere Galasso, mi delude, perché lei ha portato molto in alto il livello della discussione, ha parlato di nichilismo concettuale, e l'accusa rivoltaci di nichilismo è molto pesante, perché non siamo portati ad una concezione nichilista della vita. Personalmente, posso dire solo questo Consigliere Galasso: a cosa serve lottare se non per avere una vita migliore? A cosa servono i nostri sforzi se non per dare ai nostri figli se non ci riusciremo noi, una vita diversa da quella che abbiamo conosciuto e che hanno conosciuto i nostri padri? La lotta si giustifica solo in questo modo, c'è un rapporto diretto, esiste il dibattito ideologico, ma non ho mai visto le classi subalterne muoversi su questioni ideologiche.
Qui siamo su questioni terrene, molto pratiche, che riguardano l'utilizzo equilibrato dei suoli e il consumo di suolo, è questo, dobbiamo attenerci al tema.
Se chiudo un rustico, dandogli una destinazione diversa che non sia quella della pertinenzialità, quindi che vada in spregio al valore architettonico dell'edificio nel quale interveniamo, che non rispetti la pertinenzialità rispetto alla destinazione possibile (ricovero provvisorio di mezzi agricoli o altro) ed intervenendo per il recupero di quella porzione di suolo definendo nuove cubature, si dovrà pur migliorare la viabilità in quella zona, se diventa centro di attrazione, e in un'area agricola ci dovranno pur essere delle attestazioni per i parcheggi. Questo l'ho capito, è così...



CONTU Mario

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CONTU Mario

No, perché il Piano Regolatore non lo prevede, non è scritto nel Piano Regolatore.



CONTU Mario

La contraddizione è tutta qui: questa legge va in deroga allo strumento urbanistico vigente.
Questo è quanto contestiamo.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Godio)



CONTU Mario

Consigliere Godio, quando il Consigliere Manolino ha proposto questa legge alla Giunta, lui ha pensato bene quale potesse essere il ritorno.



PRESIDENTE

Sta intervenendo il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Quando il geometra Manolino, ispiratore di queste legge, ha proposto...



(Commenti fuori microfono)



CONTU Mario

"Ispiratore" ho detto...



(Commenti fuori microfono)



CONTU Mario

Questo mi sconvolge. Rinuncio all'intervento ed esprimo il mio voto a favore, non volendo aprire ulteriori polemiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, quanto detto precedentemente dall'Assessore Botta induce a due tipi di considerazioni. Relativamente alla prima, l'Assessore Botta ha detto che, anche in base alle leggi della devoluzione, alle Regioni rimane comunque il governo del territorio. Proprio per questo quanto noi sosteniamo rafforza le sue affermazioni: questo tipo di legge regionale non indurrà un principio di sussidiarietà, per cui i Comuni avranno la possibilità di decidere e scegliendo la destinazione del loro suolo, bensì, ci sarà una sorta di centralismo regionale che obbligherà i Comuni ad accondiscendere alle indicazioni della Regione, la famosa siringa piantata nel braccio che ricordava il Consigliere Chiezzi. Su questo tema rimangono tutte le nostre perplessità.
Per quanto riguarda l'altro punto che continuiamo a contestare, non si mette in dubbio il recupero, ad esempio, dei rustici - poi sappiamo che nelle finalità e nell'articolato della legge non si parla solo di rustici ma si parla anche di superfici e di volumi di altro genere - è chiaro, e credo che anche questo sia incontestabile, che quando pensiamo ai rustici pensiamo a strutture essenzialmente collocate nel territorio della campagna e disperse sul territorio.
In questo senso, ci sarà un aumento dell'antropizzazione: rustici attualmente disabitati saranno recuperati e abitati. In secondo luogo, come è stato ampiamente spiegato, l'uso dei rustici porterà alla realizzazione di opere, quali i parcheggi, che comunque non costituiranno un aumento della volumetria, ma sicuramente un aumento dell'occupazione del suolo.
Vorrei ancora sottolineare un altro aspetto: sovente questi rustici collocati sul territorio sono raggiungibili da strade che nel corso del tempo possono aver perso le loro caratteristiche. Si tratta di strade ormai in disuso e che possono essere state realizzate con criteri vigenti in anni precedenti ai nostri, quindi, ad esempio, possono essere più strette di quanto necessario oggi.
Il recupero del rustico, inevitabilmente, porterà all'ammodernamento o recupero della strada di servizio, rendendola agibile per quelle che sono le esigenze attuali. Chiaramente sulla strada non costruiremo una volumetria, ma, occuperemo del suolo, perché l'allargamento della strada l'asfaltatura, inevitabilmente, comporterà un aumento del consumo del suolo. Questo è quanto noi affermiamo: è certo che il recupero della volumetria del rustico non vuol dire altro che rendere abitabile una volumetria già esistente, ma sono tutte le opere annesse che inevitabilmente, porteranno ad un aumento del consumo di suolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Innanzitutto, vorrei sottolineare la passione con la quale questa maggioranza sta sostenendo questo importantissimo disegno di legge, è una passione travolgente.



PRESIDENTE

Il clima è disteso da entrambe le parti.



MULIERE Rocco

E' fin troppo disteso.
I ragionamenti che sono stati presentati per questo emendamento devono indurci ad una riflessione, perché ci riporta al dibattito generale che noi abbiamo svolto su questo disegno di legge: se intendiamo veramente utilizzare il patrimonio edilizio già esistente, e i rustici fanno parte di questo patrimonio, va bene, su questo ragionamento credo che tutta l'Aula sia concorde. E' un ragionamento iniziale e sul quale tutti dobbiamo e possiamo concordare, bene, allora fermiamoci a questo ragionamento. Invece abbiamo inserito altre questioni, cioè, oltre alla residenza, e io penso che ai cittadini piemontesi interessi il recupero del rustico a fini abitativi. Anche perché i rustici, se sono rustici, non sono certo situati al centro della città; la maggior parte dei rustici è sostanzialmente ubicata nelle zone collinari, montuose, di campagna del nostro territorio regionale. E allora perché infilarci la possibilità di utilizzare i rustici non soltanto a fini abitativi? Inoltre - ma è un ragionamento che faremo successivamente - al punto b) e al punto c) abbiamo inserito altre cose che con il recupero dei rustici non c'entrano assolutamente nulla (seminterrati e altre questioni) ma ci arriveremo dopo.
Il ragionamento che faceva il collega Chiezzi circa la possibilità che si dà di recuperare il rustico non soltanto a fini abitativi, ma anche ad altri scopi (direzionali o commerciali), evidenziava come ciò significa dotare i rustici di altre possibilità e quindi di utilizzare altro spazio il che è in contraddizione con le finalità di questa legge.
Effettivamente io concordo con questo punto di vista; credo che su questo potremmo trovare un accordo e una totalità di intenti da parte della maggioranza, della minoranza, di tutta l'aula per utilizzare gli spazi esistenti occupati dai rustici.
Per quanto mi riguarda, voterò favorevole a questo emendamento presentato dal collega Chiezzi; siccome è ispirato e va in questa direzione, da parte nostra troverà senz'altro il consenso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento precedente conteneva in sé la presa d'atto di una situazione. Se aveste accettato quell'emendamento, Assessore Botta, più nessun ostacolo veniva inserito nella legge alla determinazione di inserire nei rustici qualsivoglia tipo di attività.
Assessore Botta, non vi era più nessun ostacolo a mettere nella legge come possibilità di utilizzo dei rustici qualsiasi tipo di attività, ed era un fatto. Pazienza. Volete inserire "consumi di suolo"? Pazienza. Così non è stato, e da un lato posso anche rallegrarmene, però siamo seri Assessore Botta. Adesso l'abbiamo scritto, l'avete voluto, l'avete condiviso; chi ha presentato l'emendamento, vi ha detto: "Non ci credo perché dopo ci sono contraddizioni", e voi avete risposto: "No, noi vogliamo limitare il consumo del suolo". Bene. Adesso però lo limitiamo, di qua non si torna più indietro. Assessore Botta, non si torna più indietro. Volete limitare il consumo del suolo? Bene, lo si limita.
Il collega Galasso, nella sua ingenuità - perché è anche ingenuo, tra le sue qualità vi è anche questa - a un certo punto dice: "Ma, insomma, se c'è bisogno di fare lì un piccolo supermercato, perché non farlo?".
Sbottando ingenuamente in questo, ha svelato un problema; ha svelato un problema che va affrontato, perché quello che ha detto il collega Galasso corrisponde a una visione del problema legata all'emergere di una necessità che non si contesta e alla necessità della pubblica amministrazione di dare a questa necessità una risposta.
Perché ho detto che è un ragionamento ingenuo? Perché questa ingenuità la accetto, mi piace e ci lavoro sopra; non la respingo al mittente, ma ci lavoro sopra. Il Consigliere Galasso salta su dalla sedia e dice: "Ma insomma, se lì c'è un imprenditore che ha visto quel rustico, lì dentro vuol fare il supermercato e di supermercato c'è bisogno, allora bisogna dirgli di sì". Questo fa l'emergere una realtà, ma quella realtà ha due vie d'uscita.
Prima ipotesi. Il Comune già per tempo aveva visto che in una certa zona mancava il supermercato o il piccolo centro commerciale, e il Comune per tempo, avendo fatto il Piano Regolatore sulla base delle nostre leggi ha discusso, si è diviso e alla fine ha votato, indicando che in quella frazione del Comune, in quello luogo, anche sperduto, mancavano i servizi commerciali, stabilendo che chiunque avesse poi deciso di fare un investimento in quel settore, il Comune lo avrebbe accettato, era utile avanti tutta. Aveva scritto nel proprio Piano Regolatore, nel Regolamento Edilizio che in quell'area, in quella zona, rispetto a tutti i rustici che c'erano, il primo che arrivava faceva il centro commerciale. Era scritto.
Seconda ipotesi: questo non è scritto nel Piano Regolatore, quindi il Comune in tutta la sua storia sino a oggi, avendo verificato le situazioni ha deciso che in quel rustico, in quella zona non ci va proprio nessun centro commerciale. E noi, come Regione Piemonte, non possiamo imporgli questa scelta, dicendo: "Grazie tante", come diceva il collega prima: "Per se il Comune non vuole, a un certo punto vada in Consiglio comunale, faccia una delibera e dica che non vuole". Ma questo è il rispetto istituzionale? Ma come ti permetti, istituzionalmente? Abbi un po' di rispetto per il ruolo del Comune, che non può essere ridotto a pulire lo zerbino sporcato dalla Regione Piemonte sul suo territorio, dicendo: "Beh, adesso convoco il Consiglio, metto all'o.d.g. la non applicazione della norma tal dei tali della Regione", ma nemmeno per sogno! Perché la Regione non si deve occupare delle destinazioni d'uso dei rustici; di quello se ne occupano i Comuni, e non c'è nessun bisogno che quel rustico venga trasformato così come dice la legge.
Allora, io rimango ancora fermo su questo fatto, che viene trattato anche da questo emendamento: non ci sono attività compatibili con la residenza. Allora, togliamo tutto; abbiamo lasciato il consumo del suolo per cui rimane "la Regione Piemonte, al fine di limitare il consumo del suolo e di promuovere il contenimento dei consumi energetici, promuove il recupero...".
Comunque ritornerò su questo elemento perché, almeno per quanto mi riguarda, è fondamentale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso per dichiarazione di voto.



GALASSO Ennio Lucio

Intervengo solo per porre l'epitaffio sulle argomentazioni del collega Chiezzi. A mio giudizio possiamo dire adeguatamente si parva licet componere magnis, perché vi è questa continua ambizione a partire da supposte cose grandi per poter poi partorire cose piccole. Anche se il piccolo è bello, in questo caso vogliamo costruire qualcosa di più duraturo e grande.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Ben ha fatto il Consigliere Chiezzi a suggerire un vulnus in questo emendamento che prevedeva la soppressione di questo passaggio disposto nel disegno di legge proposto dalla Giunta. Credo che le argomentazioni siano state abbondanti, perché pongono all'attenzione dell'aula il giusto limite del rispetto che deriva dalle competenze assunte in materia e definite dalla legge in capo agli Enti locali, ovvero in capo ai Comuni.
Vi è una miriade di leggi e leggine che, stravolgendo l'impianto delle leggi quadro, istituiscono il principio della deroga. Di fronte ad una legge sovraordinata, di fronte alla legge quadro che impone agli Enti locali la dotazione degli strumenti urbanistici, il Piano Regolatore è lo strumento più evidente, e noi lo mettiamo in discussione.
Assessore, su questo ha perfettamente ragione e ben ha fatto il Consigliere Chiezzi, con un contributo di merito importante, a mettere in guardia il Consiglio, perché non si può continuare ad operare in questo modo.
Quando il Piano Regolatore, che definisce l'entità del consumo del suolo, viene cosi invasivamente messo in discussione da una leggina che probabilmente troverà molti consensi, emerge un aspetto assolutamente non secondario, vale a dire che la filosofia e i principi ispiratori della legge non sono impostati al rispetto dell'interesse collettivo.
Sempre più nella nostra legislazione - in questa tornata elettorale ancora più delle altre - il proliferare di leggi e leggine ha incrementato gli strumenti normativi di riferimento senza affrontare la problematica del Testo Unico, creando confusione, non procedendo nelle semplificazioni degli strumenti legislativi e non consentendo a tutti gli attori, in primis i cittadini, poi gli Enti locali con la competenza delle Province, di normare in modo equilibrato il governo del territorio.
Siamo quindi in presenza di un grave vulnus. A nostro giudizio è una situazione assolutamente non accettabile. Non è possibile continuare su questa strada.
Lei, Presidente Cota, più volte ha richiamato tutti alla necessità della semplificazione degli strumenti legislativi. Invece continuiamo ad andare avanti a spizzichi e bocconi.
Si fa la legge sui buoni scuola, sul recupero dei sottopetti, sul recupero dei rustici e sulle associazioni combattentistiche fuori da una normativa quadro di riferimento, alla ricerca del facile consenso.
Stiamo trasformando questo Consiglio regionale in un Consiglio di circoscrizione. Tutto questo non ci fa onore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Annuncio il mio voto favorevole a questo emendamento.
Ascoltando le parole di alcuni Consiglieri, sorge spontanea una riflessione: dall'interpretazione di alcuni colleghi (se non erro anche quella del Consigliere Galasso) sembra che si tratti di una legge che si preoccupa anche - io direi solo - di rispondere agli interessi del mercato.
Se le richieste del mercato immobiliare, ad esempio, vanno nel senso di realizzare un supermercato, ci si chiede perché si debba intervenire con un'opera pianificatoria e quindi decidere a priori se vi é bisogno o meno di quel supermercato.
Noi, invece, dobbiamo porci nelle condizioni di pensare alla realizzabilità di quest'opera. L'ente pubblico, pertanto, dovrà piegarsi per così dire, alle indicazioni del mercato.
Vi sono alcuni punti di questa interpretazione che non condividiamo perché riteniamo che non sia possibile prendere delle decisioni riguardanti la gestione del nostro territorio solo ascoltando le richieste che provengono dal mercato. Dico questo perché in ogni campo e in ogni disegno di legge il nostro obiettivo, come ambientalisti, è sempre stato quello di pensare alla pianificazione e alla programmazione.
Nelle decisioni che devono assumere gli Enti di governo o gli enti legislativi, riteniamo che sia fondamentale la programmazione, che tenga conto degli interessi della collettività nel suo insieme.
Allora, il concetto di base sul quale leggere e valutare questo strumento legislativo è proprio quello della contrapposizione tra gli interessi individuali e gli interessi collettivi. Nel contemperare questi due tipi di interesse, sarebbe indispensabile in questo momento accogliere gli emendamenti e le sollecitazioni che provengono da una parte dell'opposizione, proprio perché non riteniamo che rispondere sempre ed esclusivamente agli interessi particolari porti ad una pianificazione del territorio che vada nel senso di tutelare e difendere gli interessi della collettività, che sono chiaramente indirizzati verso la tutela dell'ambiente naturale.
Questa legge non implicherà un'alterazione generalizzata, ma in determinate situazioni andrà a trasformare profondamente gli equilibri naturali.
Credo che sia stolto non tenere presente questi aspetti e sia veramente un indirizzo che, come ambientalisti, non possiamo assolutamente condividere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.4) Il Consiglio non approva.
Si era detto di chiudere i lavori del Consiglio alle ore 13.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.03)



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