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Dettaglio seduta n.333 del 15/04/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.03 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Bussola, Casoni Ferrero, Ghigo, Marcenaro e Pichetto Fratin.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Comunico che con decreto n. 32 del 14 aprile 2003 il Presidente della Giunta regionale Ghigo, attribuisce, temporaneamente, le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, per la seduta di martedì 15 aprile 2003, all'Assessore Ugo Cavallera.


Argomento:

c) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 20 e 30 dicembre 2002.
Verranno posti in approvazione la prossima seduta consiliare.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati - Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2071 dei Consiglieri Muliere, Manica, Ronzani e Marcenaro inerente a "Riunione istituzionale sulla Direttiva pluriennale - mercato del lavoro 2003/2005"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 2071, cui risponde l'Assessore Brigandì.



BRIGANDI' Matteo, Assessore alla formazione professionale

Si è trattato di un equivoco. La riunione si è tenuta regolarmente nei locali dell'Assessorato; il dipendente che ha equivocato è stato sancito con provvedimenti disciplinari.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante, Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Ringrazio l'Assessore. Prendo atto che l'Assessore ha ammesso che si è trattato di un errore; un errore che spero non si ripeta, perché è evidente che le riunioni istituzionali devono essere tenute nelle sedi istituzionali e non nelle sedi di partito, come invece inizialmente questa riunione era stata convocata.
L'interpellanza aveva questo senso; aveva il senso di far affermare ci che ha affermato oggi l'Assessore e vuole essere un monito per tutti per evitare errori che non solo sono spiacevoli, ma che possono creare una confusione inutile e sinceramente dannosa anche per l'immagine delle istituzioni.
Quindi prendiamo atto delle affermazioni dell'Assessore e crediamo che in questo modo si possa chiudere l'incidente e naturalmente la discussione su questo punto.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2061 del Consigliere Pozzo inerente a "Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 2061, presentata dal Consigliere Pozzo.
La parola all'Assessore Brigandì per la risposta.



BRIGANDI' Matteo, Assessore al legale e al contenzioso

Il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Torino, in persona del Presidente, invia una lettera all'Assessore Cotto per ottenere delle provvidenze, lamentando eccessivi oneri relativi in suo capo. L'Assessore Cotto la trasmette all'Assessorato al Legale per competenza; l'Assessorato al Legale, in particolare, nota che è stato chiesto, tra l'altro, il distacco di dipendenti presso il Consiglio dell'Ordine, ovviamente a titolo gratuito.
Successivamente, il Presidente dell'Ordine degli Avvocati sollecita una riunione, la quale è tenuta nei locali della Presidenza del Consiglio fra il Presidente del Consiglio dell'Ordine, il sottoscritto e altre tre persone. In quella circostanza viene di nuovo rinnovato l'invito a che la Regione ponga a disposizione del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati un paio di dipendenti, ovviamente a titolo gratuito.
Chiedo all'Avvocatura il parere, che leggo: "Circa la legittimità della richiesta, deve osservarsi come l'istituto giuslavoristico del distacco sia riconducibile a una situazione di fatto consistente nella temporanea utilizzazione di dipendenti presso uffici della stessa o di altre amministrazioni senza alcun titolo, e quindi senza modificazioni del loro rapporto. Detto istituto, derogando al principio generale secondo cui il pubblico dipendente deve prestare servizio presso l'amministrazione di appartenenza, si giustifica esclusivamente in ragione di esigenze temporanee e eccezionali dell'amministrazione presso la quale i dipendenti sono distaccati. L'onere del pagamento della retribuzione è posto a carico dell'ente presso cui il dipendente va a prestare servizio" (mentre in questo caso era stato chiesto il distacco a carico della Regione). "In tal senso sono rinvenibili pronunce giurisprudenziali del TAR Lazio, del TAR Liguria e del TAR Sicilia. L'onerosità del distacco trova conferma anche nell'ordinamento della Regione Piemonte", cioè la Regione Piemonte ha emesso una norma positiva in tal senso.
L'articolo 6 della legge regionale n. 34/89, trattando dell'istituto del comando, pone l'onere economico dello stesso a carico dell'ente presso cui il dipendente va ad operare. Altro riferimento normativo, questa volta statale, è rinvenibile nell'articolo 8 della legge n. 901/65 sugli enti di sviluppo agricolo. Sul punto, in modo conforme, si è fra l'altro espressa anche la Corte dei Conti.
Proprio la necessaria onerosità dell'istituto del distacco e il riferimento normativo sopra citato conducono a ritenere che la violazione di questo sostanziale do ut des - o do ut niente - che deve sovrintendere a un corretto articolarsi del distacco, potrebbe configurare l'ipotesi del reato d'abuso d'ufficio ove l'amministrazione regionale dovesse darvi corso, così come prospettato dalla richiesta del Consiglio dell'Ordine. In sostanza, se si fosse proceduto in questo senso, si sarebbe commesso un reato di abuso d'ufficio. Questo per ciò che riguarda l'illiceità dal punto di vista civile, come l'interrogante ha chiesto.
Dal punto di vista penale, dal momento che l'amministrazione regionale non ha in concreto disposto il distacco in parola, la richiesta potrebbe configurare, ove si rinvenisse la sussistenza di tutti gli elementi nel nostro ordinamento ai fini della declaratoria della penale responsabilità l'ipotesi di cui al quarto comma dell'articolo. 115 del Codice Penale "istigazione non accolta", figura criminosa che comporta nei confronti dell'istigatore la possibile applicazione di misure di sicurezza. Aggiungo io che, considerato che si è svolta una riunione in un luogo certamente non privato qual è la Presidenza e in presenza di più persone, si potrebbe intravedere anche l'articolo 414 "istigazione a delinquere", in riferimento all'articolo. 266, secondo e terzo comma del Codice Penale.
Spero di essere stato esauriente. Purtroppo, mentre è dubbio in figura che il Consigliere regionale sia pubblico ufficiale, è certo che l'Assessore regionale lo sia. Chiedo dunque alla Presidenza di rassegnarmi copia dei verbali per inviarli alla Procura della Repubblica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Pozzo, che interviene in qualità di Consigliere.



POZZO Giuseppe

Grazie Assessore Brigandì per la risposta esauriente. Sono soddisfatto e anche un po' esterrefatto di quanto lei ci ha detto. La ringrazio.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 1841 del Consigliere Placido, inerente a "Interporto Torino-Orbassano espropri nel comune di Rivoli finalizzati alla realizzazione di un collegamento tra la strada del Portone e la tangenziale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1841, presentata dal Consigliere Placido.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Le informazioni per rispondere all'atto consiliare in oggetto sono state assunte dall'ARPA, dipartimento subprovinciale di Grugliasco e dai comuni di Rivoli ed Orbassano, sul cui territorio insiste l'ex Fornace Bellezia.
In particolare, avuto riguardo al merito delle osservazioni contenute nell'interpellanza n. 1841, l'ARPA di Grugliasco rileva che a seguito di segnalazione della centrale operativa "118" è stato effettuato, in data 26.10.2001, un sopralluogo presso la Fornace Bellezia sita in Strada della Fornace, sul territorio dei comuni di Orbassano e di Rivoli. In occasione di tale accesso l'ARPA ha riscontrato, in particolare, la presenza, nel cortile esterno al capannone ormai in disuso, l'accumulo, su un terreno presumibilmente non impermeabilizzato, di ingenti quantità (in base ad una stima prudenziale intorno ai 18.000 mc distribuiti su una superficie di circa 4500 metri quadrati con uno sviluppo verticale di circa 4 metri) di rifiuti costituiti per la maggior parte da fluff (parti leggere - gomme plastiche ed altro - a frantumazione degli autoveicoli).
A seguito di ulteriori accertamenti su campioni di rifiuti prelevati l'ARPA ha ritenuto i medesimi classificabili "Fluff - frazione leggera e polveri, contenenti sostanze pericolose (Codice C.E.R. 19.10.03)" e "Fluff frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce 19.10.03" (Codice C.E.R. 19.10.04), appartenenti alla classe dei "Rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti" - "Rifiuti provenienti da operazioni di frantumazione, rifiuti contenenti metalli", il primo dei quali deve essere classificato come "speciale pericoloso".
Sulla base degli accertamenti svolti non è stata esclusa la presenza di ulteriore materiale potenzialmente pericoloso tra i rifiuti stoccati dalla Fornace Bellezia, essendo comunque visibili altre tipologie di rifiuti quali: "macerie, pneumatici in parte triturati, latte metalliche contenenti residui di verniciatura, rottami ferrosi, blocchetti di legno per pavimentazione impregnati di morchie oleose, refrattari" i quali risultano esposti alle intemperie ed al dilavamento dovuto alle precipitazioni atmosferiche.
In relazione all'edificio della ex Fornace, è emerso il completo stato di abbandono e di deterioramento del medesimo con particolare riferimento al tetto che, oltre ad essere quasi completamente danneggiato, risulta "presumibilmente costruito per una buona parte da materiale in cemento amianto (eternit)". Sempre all'interno dell'edificio, su una pavimentazione non impermeabilizzata, costituita da terra battuta, in più punti scavata ed irregolare, sono risultati ammassati circa 7 "big - bags" in parte sigillati ed in parte aperti, il cui contenuto è stato campionato e risulta essere costituito da una miscela di polveri metalliche classificati "rifiuti da processi chimici inorganici - rifiuti contenenti metalli rifiuti contenenti altri metalli pesanti" (codice C.E.R. 06.04.05) considerato rifiuto "speciale pericoloso".
In un'altra ala dell'edificio risultano stoccati in cumuli almeno due diverse tipologie di rifiuti, costituiti presumibilmente, da un lato, da sfridi di materiale plastico proveniente da attività di recupero del rame dai cavi elettrici. Il rifiuto risulta contenere una frazione di rame metallico ed è stato campionato per essere sottoposto ad analisi chimica essendo presumibile che tale materiale possa rilasciare metalli pesanti. Il secondo cumulo di rifiuti, stoccati anch'essi direttamente sul terreno, è sostanzialmente assimilabile al materiale stoccato all'esterno ed è costituito da macerie, latte metalliche contenenti residui di verniciatura rottami ferrosi, rifiuti costituiti da parti leggere provenienti dalla frantumazione di autoveicoli, gomme plastiche, ecc.
Con riferimento alla questione che qui rileva, l'ARPA riferisce di un fitto scambio di corrispondenza tra le Amministrazioni competenti, allo scopo di coordinare le rispettive azioni per lo svolgimento degli accertamenti opportuni sul sito interessato e per l'intervento volto alla rimozione dei rifiuti in esso depositati.
In particolare risulta che: con nota in data 4.12.2001 l'ARPA, il Dipartimento Subprovinciale di Grugliasco, ha trasmesso ai comuni competenti di Orbassano e Rivoli l'esito degli accertamenti compiuti presso l'ex Fornace Bellezia in data 1.2.2002 la stessa ARPA ha proceduto ad ulteriori accertamenti congiuntamente a personale dell'Ufficio Tecnico e della Polizia Municipale di Orbassano, trasmettendone l'esito ai comuni suddetti ed all'Amministrazione Provinciale di Torino (nota prot. n. 1949 del 6.2.2002) in data 29.1.2002 il comune di Rivoli ha emesso una prima ordinanza di rimozione dei rifiuti giacenti riferita in particolare alle "scocche di autovetture che potrebbero contenere rifiuti pericolosi come oli esausti e batterie al piombo" in data 25.2.2002 (nota prot. n. 872/4465) e 26.2.2002 (nota prot. n.
889/4562) il comune di Orbassano ha trasmesso alla Provincia di Torino una relazione sulla questione richiedendo chiarimenti in merito all'applicazione dell'articolo 17 d.lgs, n. 22/1997 (bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati) con nota prot. 91250/LA6/GLS in data 23.4.2002 la Provincia di Torino ha richiesto all'ARPA, Dipartimento Subprovinciale di Grugliasco, un'ulteriore attività di indagine in data 9.5.2002 prot. 6812 il Dipartimento ARPA di Grugliasco ha comunicato alla Provincia di Torino ed ai comuni di Rivoli e di Orbassano che, con riferimento all'area della Fornace, ricadente nella fattispecie dell'articolo 14 d.lgs. m. 22/97, poteva ritenersi sussistere il concreto pericolo di superamento dei limiti di concentrazione previsti dal D.M.
471/99 con conseguente necessità di provvedere alle attività di bonifica ai sensi dell'articolo 17 d.lgs. 22/1997. Allo scopo di effettuare i prelievi di terreno necessari per verificare la sussistenza delle condizioni suddette, l'ARPA chiedeva quindi alle Amministrazioni competenti un intervento finalizzato alla rimozione dei rifiuti in data 23.5.2002 la Provincia di Torino ha trasmesso all'ARPA di Grugliasco ed ai comuni interessati nota prot. n. 116064/LA6/GLS invitando i comuni ad emettere i necessari provvedimenti ed, in particolare l'ordinanza ai sensi dell'articolo 14 d.lgs. 22/1997 di rimozione dei rifiuti a carico dei responsabili, anche al fine di permettere la prosecuzione degli accertamenti tecnici in data 3.7.2002 il comune di Orbassano ha emesso l'ordinanza n. 115/2002 di rimozione dei rifiuti in data 15.7.2002 il comune di Rivoli ha emesso l'ordinanza n. 400/2002 di rimozione dei rifiuti l'ARPA di Grugliasco con la citata nota 23.12.2002 dichiara di essere in attesa delle comunicazioni da parte dei comuni circa l'avvenuto smaltimento ai fini di procedere agli ulteriori rilevi tecnici.
La Direzione Regionale Tutela e Risanamento Ambientale ha appreso della situazione riguardante il sito della ex Fornace Bellezia a seguito di comunicazione del Comune di Orbassano in data 26 febbraio 2002.
Il settore programmazione interventi di risanamento e bonifiche della Direzione ha preso in considerazione tale comunicazione ai fini dell'anagrafe dei siti da bonificare nel caso in cui gli organi competenti verificassero il superamento dei limiti previsti dal D.M. n. 471/99.
Ricevuta la relazione dell'ARPA di Grugliasco in data 23 dicembre 2002 e visto il permanere della situazione di abbandono dei rifiuti all'interno dell'ex Fornace Bellezia e dello stato di degrado del medesimo edificio, la Direzione Ambiente, con nota 10.1.2003 prot. 395, ha richiesto ai Comuni di Orbassano e Rivoli informazioni circa l'effettiva esecuzione delle ordinanze di rimozione dei rifiuti, sollecitando l'attivazione della procedura di esecuzione in danno in caso di mancata ottemperanza.
Con la medesima nota ha rivolto alle autorità competenti (ARPA, ASL) richieste di chiarimenti in merito ad eventuali accertamenti effettuati sull'edificio in questione al fine di prevenire possibili pericoli per l'incolumità pubblica, con particolare riferimento alla segnalata presenza di cemento-amianto su vaste porzioni della copertura della Fornace.
I Comuni di Rivoli e di Orbassano, in risposta alla suddetta nota hanno riferito di essersi attivati per l'esecuzione in danno delle ordinanze di rimozione dei rifiuti di cui all'articolo 14 d.lgs. n. 22/1997 effettuando un'indagine di mercato "al fine di individuare la ditta più idonea per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti da rimuovere in località Fornace Bellezia".
Qui finisce la narrativa relativa alla risposta. Aggiungo che senz'altro la Direzione Ambiente è aggiornata sugli sviluppi successivi, ma prendiamo atto che, dopo questo fitto scambio di note, i due Comuni hanno provveduto all'esportazione dei rifiuti con il recupero in danno dei soggetti ritenuti responsabili. Qualora non ci fossero questi soggetti, vi è il fondo regionale che contribuisce finanziariamente a quelle che sono le competenze dei Comuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido. Ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Cavallera della risposta e chiedo di averne copia scritta. Devo dire che il cocktail di prodotti esistenti in quella area mi ha un po' impressionato, anche perché, al di là della struttura e di quanto si trova dentro e nelle vicinanze, le segnalo che esiste anche un insediamento abitativo praticamente a ridosso, seppure in condizioni precarie. Tutto è nato dal fatto che esiste questo insediamento abitativo.
Le chiedo, senza presentare un'interpellanza e in termini anche informali, se può farmi sapere, in questi giorni, se dopo questo fittissimo scambio di documenti, il problema è risolto o se la situazione è ancora come l'ultimo punto che lei ha letto poco fa.
La ringrazio e le chiedo la copia della risposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera. Ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Farò pervenire l'aggiornamento per vie brevi al Consigliere Placido.
Volevo cogliere anche l'occasione, fuori dalle procedure, per comunicare che come Conferenza Stato-Regioni abbiamo dato il parere positivo al nuovo provvedimento che regola lo smaltimento delle carcasse delle auto, che è internalizzato al ciclo produttivo.
Ci sono due sostanziali indirizzi: uno è il produttore deve farsi carico di questo smaltimento, attraverso un circuito che sarà organizzato in modo cooperativo e collaborativo fra le varie marche automobilistiche.
L'altro è che ci sono varie scadenze, ma le autovetture dovranno essere sempre più costituite da materiale recuperabile con delle percentuali che arriveranno anche all'85-90%. Per cui, in futuro, quasi il 90% di tutta l'autovettura dovrà essere composta da materiali riciclabili siano essi metallici o plastiche.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione n. 1939 del Consigliere Ronzani inerente a "Moratoria sul fiume Sesia" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1939, a cui risponde l'Assessore Cavallera. Ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Presidente, è all'o.d.g. la ratifica della deliberazione. Di questo avevo già parlato con il Presidente e anche con qualche Capogruppo, ad esempio il Consigliere Cattaneo, per vedere se si riusciva a valle delle interpellanze, se non ci sono altre straordinarie urgenze, a discutere la deliberazione. Nel contesto della deliberazione, ovviamente, vi è la risposta all'interpellanza.
Quindi, l'abbiniamo alla trattazione del punto 7).



(Il Consigliere Ronzani acconsente)


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Risposta scritta ad interpellanza n. 1982 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Chiarimenti sull'Associazione 'L'Azzurra' e relativa organizzazione eventi"


PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'interpellanza n. 1982, è stata data risposta scritta agli interpellanti.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1910 del Consigliere Giordano inerente a "Teatro Politeama 'Garibaldi' di Acqui Terme" ed interrogazione n. 1911 dei Consiglieri Suino, Muliebre, Placido, Tapparo, Chiazzi, Marcenaro, Di Benedetto, Contu e Caracciolo inerente a "Teatro Politeama 'Garibaldi' di Acqui Terme"


PRESIDENTE

Passiamo quindi alle interrogazioni nn. 1910 e 1911.
Risponde congiuntamente l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Con comunicazione del 10.3 u.s. il sindaco del Comune di Acqui Terme ha fornito una dettagliata descrizione della situazione relativa all'immobile ex Politeama Garibaldi.
Dalla relazione del sindaco emerge quanto segue: la destinazione urbanistica dell'immobile ex Politeama Garibaldi a pubblico servizio per la formazione di un parcheggio pubblico è prevista dalla prima revisione del P.R.G., approvata dalla Regione Piemonte con D.G.R. n. 16-6763 del 29/07/2002; un recupero dell'immobile a teatro, che dovrebbe comunque prevedere una nuova variazione al P.R.G., comporterebbe oneri non sostenibili dall'Amministrazione Comunale, sia nella fase di realizzazione dei lavori che in quella, successiva, di gestione del teatro; visti i considerevoli rimaneggiamenti apportati all'immobile nel dopoguerra, il Politeama non è stato ritenuto meritevole di tutela né da parte della competente Sovrintendenza, né da parte dell'Assessorato ai Beni Ambientali della Regione Piemonte; ai sensi della L.R. 35/97 l'edificio va salvaguardato solo nella sua parte esterna quale "elemento di copertina dell'isolato"; in questi anni l'Amministrazione Comunale di Acqui Terme si è impegnata sul versante del recupero degli spazi di spettacolo investendo in particolare, risorse per il recupero del Teatro Ariston e per la struttura all'aperto in Piazza Conciliazione.
La scelta di privilegiare il recupero e la messa a norma del Teatro Ariston, che ha richiesto interventi comunque limitati, è stata condivisa anche dalla Regione Piemonte, che è intervenuta nel 1998 con un contributo di L. 300.000.000 (pari a euro 154.937,07), ed ha sostenuto successivamente la realizzazione delle stagioni teatrali.
Si ritiene, pertanto, nel rispetto dell'autonomia decisionale in materia da parte del Comune di Acqui Terme, di prendere atto delle scelte adottate in questi anni, volte a sviluppare una politica degli spazi culturali sostenibile e compatibile con le limitate risorse a disposizione dei bilanci delle Pubbliche Amministrazione.
In sostanza, Presidente, è una scelta del Comune di Acqui Terme - della quale ne prendiamo atto - operata praticamente in maniera ultimativa, nel senso che non ritenevamo tale opera meritevole di ristrutturazione per mancanza di fondi.
una competenza del Comune, pertanto possono essere i Consiglieri comunali a sollecitare, eventualmente in Consiglio comunale, altre posizioni. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Ringrazio l'Assessore per la sua puntuale risposta.
L'interrogazione mirava a sensibilizzare la sua attenzione, perché è inammissibile che un'opera d'arte di grande valore come il Politeama Garibaldi di Acqui Terme possa diventare un parcheggio.
Mi rivolgo a lei, che in questi anni ha promosso tante politiche culturali a tal riguardo: bisogna attivarsi affinché una delibera comunale non spazzi via tanti anni di storia di questo grandissimo Teatro. Grazie.



PRESIDENTE

Rilevo che questa interpellanza è analoga alla n. 1911, presentata dai Consiglieri Suino, Muliere, Placido, Tapparo, Chiezzi, Marcenaro, Di Benedetto, Contu e Caracciolo, inerente sempre al "Teatro Politeama Garibaldi di Acqui Terme".
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Assessore, l'ipotesi di costruire un parcheggio al posto del Teatro Garibaldi di Acqui Terme era prevista all'interno di un accordo di programma sottoscritto anche dalla Regione Piemonte. Dunque, quando lei afferma: "Noi prendiamo atto dell'orientamento e delle decisioni di carattere urbanistico del Comune di Acqui Terme", in realtà non tiene conto che anche la Regione Piemonte, sottoscrivendo quell'accordo di programma per il rilancio dell'attività turistica di quella città, aveva ipotizzato la costruzione di un parcheggio al posto del Teatro Garibaldi.
La Regione, pertanto, può intervenire sulla base di quell'accordo di programma. Quindi la sua risposta è inesatta e inadeguata, perché non prende in considerazione la sottoscrizione, da parte dell'Assessore Racchelli, di questo accordo di programma.
A quanto mi risulta, esiste un atto notarile che, se non erro, risale o all'inizio del precedente secolo o alla fine dell'altro secolo ancora, che prevedeva una destinazione o, meglio, una sorta di vincolo per quell'area dove ora sorge il Teatro Politeama Garibaldi, secondo il quale quella zona sarebbe dovuto essere sempre destinata a tale funzione. Ora si tratta di verificare meglio questo aspetto. Non so quando il Sindaco ha preparato questa risposta, ma la questione è sorta in uno degli ultimi Consigli comunali. Pertanto, sarebbe opportuno aggiornarci e affrontare nuovamente la questione tenendo conto di questi elementi.
Vi è un ulteriore aspetto che vorrei sottolineare: c'é stata, e c'è tuttora, una forte movimentazione e un notevole interesse da parte di migliaia di cittadini di Acqui per salvaguardare questa struttura storica che forse non avrà un grandissimo valore dal punto di vista architettonico ma ha certamente un grande valore per la città di Acqui Terme dal punto di vista culturale. È anche vero che a poche centinaia di metri - teniamo anche conto delle dimensioni di questa città - esiste già un parcheggio sotterraneo, che è in grado di soddisfare le esigenze di parcheggio del centro storico di Acqui Terme.
Oggi si parla molto del rilancio turistico della città di Acqui Terme ed è una questione che dovremo affrontare anche in previsione del nuovo accordo di programma che la Regione Piemonte dovrà sottoscrivere, insieme alla Provincia di Alessandria e al Comune di Acqui Terme, per lo sviluppo turistico, tenendo conto che ben poco si è fatto nel realizzare quello che era stato già previsto nell'ultimo accordo di programma.
Ma a parte questo aspetto, sul quale torneremo a discuterne, è evidente che per rilanciare l'attività turistica di questa città non si può pensare soltanto ad alcuni elementi. Occorre un appoggio dal punto di vista culturale, e salvaguardare una struttura importante come il Politeama pu rappresenta un passo in quella direzione.
vero che ci sono altri complessi teatrali come l'Ariston, ma per il ruolo che ha svolto in quella città una struttura come il Politeama pu essere importante per il rilancio turistico di Acqui Terme.
Si tenga conto, inoltre, che quasi 5.000 cittadini si sono pronunciati nel referendum che era stato promosso per salvaguardare questa struttura.
Credo che l'Assessore alla cultura della nostra Regione debba tenere conto di tutti questi elementi.
Invito, quindi, l'Assessore alla cultura Leo a soffermarsi nuovamente sulla questione e a non tener conto soltanto dell'orientamento dell'Amministrazione comunale di Acqui. Credo che sia un dovere ed un impegno che l'Assessore alla cultura della Regione Piemonte debba assumersi in quest'aula, perché riguarda anche il nostro Piemonte, visto che, come Regione, abbiamo sottoscritto quell'accordo di programma che prevedeva l'abbattimento del Politeama per la costruzione di un parcheggio che, a mio giudizio, non serve ad Acqui Terme, posto che la città è già dotata di parcheggi. Salvaguardare una struttura come quella, credo sia importante anche per il rilancio turistico di Acqui.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Vorrei aggiungere soltanto poche parole, in quanto sono d'accordo con l'impostazione data in precedenza su questo tema, avendo partecipato sin dall'inizio alla battaglia per evitare che un pezzetto di storia di Acqui Terme, costituito dal Teatro Politeama, venisse raso al suolo dalle ruspe che, mosse da interessi privati, evidentemente molto persuasivi, tendono a distruggere questo fabbricato, lasciando in piedi solo la pelle, per costruire un lucroso parcheggio.
Ritengo che la risposta dell'Assessore sia molto superficiale e la considero transitoria anche nel suo interesse politico. l'Assessore Leo non può rispondere in quel modo, leggendo forse una velina preparata da qualcuno. Assessore, si interessi del problema! Il fabbricato ha un suo valore, sia dal punto di vista storico che dal punto di vista architettonico. Certo può essere un valore non vincolato in termini di sovrintendenza, ma sicuramente costituisce un valore censibile ai sensi della legge n. 35 del 1990. Dovrebbe essere correttamente il Comune a farlo, ma si tratta di una scelta politica.
Perché distruggere la sala del Teatro Politeama? È una grande sala dove si è svolto un pezzo della storia culturale e sociale di questa città.
Perché non individuarla come sede di nuovi appuntamenti di carattere sociale e culturale? Certo ci vuole uno sforzo, Assessore Leo, superiore a quello necessario a raccogliere del denaro speculativo per costruire un parcheggio. È più difficile. Forse saranno necessarie le risorse pubbliche della Regione, del Comune, della Provincia o di qualche Associazione.
Bisognerebbe intervenire attraverso una politica amministrativa e legislativa.
Ricondurre l'utilizzo di codesto fabbricato non ad una bieca speculazione edilizia, ma a fini sociali e culturali, rappresenterebbe per la città di Aqui Terme, un incentivo a trovare nuove condizioni, idee e identità per un suo sviluppo economico, sociale e culturale.
Fare un parcheggio anziché riportare all'interno del Teatro delle attività di altro genere, è una scelta che non condivido.
Pertanto, chiedo all'Assessore Assessore Leo di ritornare in aula con una relazione in cui si dica se va bene il parcheggio, assumendosi le proprie responsabilità. Allora, detto in modo meditato, affronteremo la discussione.
Chiedo all'Assessore Leo di mettere meglio a fuoco un problema, che forse ha toccato soltanto di striscio. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo per una breve replica.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Più che una replica, intervengo per annunciare l'accoglimento delle proposte dei colleghi, anche perché normalmente i suggerimenti del Consigliere Chiezzi sono utili.
Pertanto, dopo gli interventi dei colleghi Giordano, Muliere e Chiezzi aprirò un'ulteriore istruttoria con gli altri Assessorati coinvolti, così com'è stato richiesto. Prendo atto che la costruzione di parcheggi suscita sempre polemiche.
Resto a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti, ma preciso altresì, visto che si parla del principio di sussidiarietà, che non posso commissariare l'autonomia del Consiglio comunale. Garantisco, per un'altra istruttoria.
Dunque torneremo nuovamente sull'argomento sia in sede di Commissione che in aula.



PRESIDENTE

Colleghi, mi premeva segnalare che alle ore 15.00 è prevista in aula una segnalazione dell'Assessore Ferrero in merito al terremoto.
Alle ore 14.30 ho organizzato in Sala Viglione un momento di approfondimento su questo tema, al quale parteciperanno i funzionari della Protezione Civile, che spiegheranno, anche attraverso alcune diapositive le modalità di primo intervento nelle zone colpite dal sisma.
Ci tenevo ad annunciarlo, perché ieri mi sono recato in visita nei comuni colpiti e ho rilevato che la gravità della situazione non è stata rappresentata a sufficienza dai mezzi di informazione, soprattutto nei comuni situati nell'epicentro del sisma.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori e inversione di punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Oltre al problema del terremoto nell'alessandrino, che ritengo sia doveroso affrontare in quest'aula, volevo chiedere al Presidente, anche sulla scorta di sue importanti dichiarazioni in merito alla questione della devolution e ad un dibattito molto forte che coinvolge anche noi - ricordo che a livello nazionale stanno accadendo fatti rilevanti - se non è possibile pensare, se non oggi almeno giovedì, ad una presa di posizione da parte del Governo regionale e alla possibilità di una microcomunicazione da parte dei vari Gruppi, senza aprire un dibattito a larga scala.
Ritengo che eventi rilevanti che aprono un dibattito, al quale lei partecipa attivamente, opportunamente e legittimamente (anche se non condivido le sue posizioni), necessitino, anche da parte dell'Assemblea perlomeno di una piccola presa di posizione.



PRESIDENTE

Possiamo calendarizzare una comunicazione, posto che vi sono diversi temi in discussione.
Ricordo che domani è indetta la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali sul punto "Devoluzione e riforme complessive del Titolo V della Costituzione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Presidente e colleghi, volevo porre all'attenzione dell'aula e sottoporre alla Presidenza del Consiglio una formale richiesta di inversione del punto 3) all'o.d.g. con il punto 7) all'o.d.g.
La proposta di deliberazione n. 406, di cui al punto 7) all'o.d.g., è soggetta, infatti, a scadenza obbligatoria il 26 aprile 2003. L'Assessore Ugo Cavallera ne è il relatore nonché il proponente per la Giunta regionale.
Mi sono permesso, Presidente, di sottoporre tale richiesta a tutti i colleghi Capigruppo del Consiglio e vi sarebbe una condivisione. Pertanto se l'aula acconsente, ritengo che sia un punto che si potrà certamente esaurire nell'arco di pochi minuti.
In via prioritaria, quindi, proporremmo di affrontare il punto 7) all'o.d.g. Proposta di deliberazione n. 406 "Ratifica, ai sensi art. 40 Statuto, della DGR n. 38-8514 del 24 febbraio 2003 concernente "Misura di salvaguardia del fiume Sesia dalle sorgenti al ponte della frazione Baraggiolo in Comune di Varallo Sesia. Articolo 44, comma 2, del d.lgs 11 maggio 1999, n. 152" posto che l'Assessore Cavallera non potrà partecipare ai lavori pomeridiani del Consiglio. E poiché presumo che la relazione iscritta al punto 3) all'o.d.g. Disegno di legge n. 252 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n.
616 ed attuazione di progetti regionali)", possa scaturire un dibattito non vi sarebbe la garanzia di poter affrontare il punto 7) all'o.d.g.
Grazie.



PRESIDENTE

Faccio presente che mi sono inserito impropriamente durante la discussione di un punto semplicemente per annunciare, sull'ordine dei lavori, la comunicazione sul terremoto, prevista per le ore 15.00, da parte dell'Assessore Ferrero.
Per procedere all'inversione dei punti all'o.d.g. dovremmo quantomeno esaurire la discussione sul punto in esame, relativo alle interrogazioni e interpellanze.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Sono d'accordo sull'inversione dei punti all'o.d.g. richiesta dal collega Cattaneo.
Invece, ritengo che un dibattito sulla questione "devoluzione" necessiti quantomeno la presenza del Presidente della Giunta, essendo il Presidente delle Regioni, ed essendo le Regioni profondamente coinvolte in questa direzione in un colloquio piuttosto serrato con il Governo.
Affrontare quel tema in assenza del Presidente Ghigo, non solo per il suo ruolo di Presidente del Piemonte, ma per il ruolo che i Presidenti stanno svolgendo nei confronti del Governo, sarebbe una limitazione.
Pertanto, chiederei che questo dibattito sia svolto in presenza del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Siccome il collega Cattaneo ha comunicato che l'Assessore Cavallera non potrà essere presente nel pomeriggio, volevo segnalare, solo per sapere quando e come lo si potrà affrontare, che vi è anche un ordine del giorno di un certo rilievo che compete l'Assessore Cavallera relativo al problema dei servizi idrici delle ATO.
Trattandosi di un ordine del giorno di un certo rilievo, volevo comprendere se l'assenza di oggi pomeriggio dell'Assessore Cavallera poteva aprire, per giovedì prossimo, uno spazio di trattazione di questo punto oppure se lo si può rapidamente discutere insieme alla proposta di deliberazione n. 406. Si rischierebbe, altrimenti, di terminare altri due Consigli regionali con questo impellente problema dei servizi idrici ancora irrisolto (anche sulla scorta dei fatti che stanno avvenendo in questi giorni) e di rinviare la questione a maggio.



PRESIDENTE

Diamo per accettata dall'aula l'inversione del punto 7) all'o.d.g.
Proposta di deliberazione n. 406 "Ratifica, ai sensi art. 40 Statuto, della DGR n. 38-8514 del 24 febbraio 2003 concernente "Misura di salvaguardia del fiume Sesia dalle sorgenti al ponte della frazione Baraggiolo in Comune di Varallo Sesia. Articolo 44, comma 2, del d.lgs 11 maggio 1999, n. 152" con il punto 3) all'o.d.g. Disegno di legge n. 252 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)" Ci sono problemi a discutere l'ordine del giorno n. 693 subito dopo la proposta di deliberazione n. 406 di cui al punto 7) all'o.d.g.? Se non ci sono problemi, possiamo discutere prima il punto 7), poi il punto 9) e quindi andare avanti con l'o.d.g.; se l'aula acconsente, questo lo possiamo fare. Bene, l'aula acconsente.
Soltanto una precisazione, colleghi. Con riferimento al punto 3), in particolare alla relazione relativa al disegno di legge n. 252, oggi non è prevista la trattazione del punto, nel senso che oggi il Presidente della Commissione farà la relazione all'aula, dirà qual è lo stato dell'arte e poi è prevista la possibilità di intervenire per due minuti con i tradizionali interventi sull'ordine dei lavori. Il fatto che il provvedimento ritorni in aula non implica che venga discusso oggi, ma semplicemente che verrà riposto all'o.d.g. nelle prossime sedute.
Per quanto riguarda la comunicazione sulla devolution, sono d'accordo anch'io che un tema di questo genere così importante richiede un minimo di preparazione e anche la presenza del Presidente Ghigo.
Chiedo scusa, Consigliere Tapparo, l'Assessore Cavallera dice di essere pronto a trattare il punto 9) nella seduta di giovedì prossimo. Allora, per l'economia dei lavori, stabiliamo che il punto 9) lo tratteremo giovedì.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Risposta scritta ad interrogazione n. 1826 del Consigliere Giordano inerente a "Preoccupazioni per i tagli della finanziaria alla scuola"


PRESIDENTE

Comunico che all'interrogazione n. 1826 del Consigliere Giordano inerente a "Preoccupazioni per i tagli della finanziaria alla scuola" verrà fornita risposta scritta.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interpellanza n. 2047 dei Consiglieri Placido, Riggio, Muliere, Ronzani Suino, Riba, Manica e Marcenaro inerente a "Gara indetta dall'EDISU per l'affidamento dei servizi presso le residenze universitarie e le sale studio"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 2047, presentata dai Consiglieri Placido, Riggio, Muliere, Ronzani, Suino, Riba, Manica e Marcenaro.
La parola all'Assessore Leo per la risposta.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

A seguito dell'interpellanza di cui all'oggetto, sono state richieste all'Ente per il Diritto allo Studio Universitario le informazioni relative alla gara indetta dall'EDISU per l'affidamento dei servizi presso le residenze universitarie e le sale studio.
Ai fini dell'inserimento della risposta all'o.d.g. del Consiglio regionale, si fornisce di seguito un promemoria sul suo contenuto, che riporta le informazioni fornite dall'Ente con nota del 4 marzo 2003, prot.
n. 1885/32 AG.
L'EDISU, in data 24 aprile 2002, ha bandito la gara per il servizio di accoglienza, reception e altri servizi presso le residenze universitarie (Lotto 1) e presso le sale studio (Lotto 2), con termine per la presentazione delle offerte il 18 giugno 2003 e con aggiudicazione a favore dell'offerta economicamente più vantaggiosa, valutata secondo i criteri della qualità del servizio (60/100) e del prezzo (40/100).
La Commissione di gara ha terminato le operazioni di valutazione delle offerte nella seduta del 18/07/2002, aggiudicando provvisoriamente il Lotto 1 alla Rear s.c.a.r.l. ed il Lotto 2 all'ICS s.c.a.r.l. e rimettendo gli atti all'amministrazione dell'Ente.
Sono state esplicitamente avanzate raccomandazioni ai fini di una verifica su possibili anomalie rispetto alle condizioni economiche previste dal CCNL di categoria, oltre che dai rappresentanti di alcune imprese durante la seduta pubblica della Commissione di gara del 18/07/2002, da organizzazioni sindacali e dagli stessi lavoratori occupati presso le residenze.
L'Amministrazione dell'Ente, in data 22/07/2002, ha chiesto precisazioni in merito agli elementi costitutivi dell'offerta alle imprese che hanno presentato una percentuale di ribasso superiore di un quinto alla media aritmetica dei ribassi delle offerte ammesse alla gara (articolo 25 del D.lgs. 157/95).
Le richieste di chiarimento sono state indirizzate per il Lotto 1 alla Rear s.c.a.r.l. e per il Lotto 2 alle seguenti imprese: ICS s.c.a.r.l., ATI Codess s.c.a.r.l. e Pulix s.c.a.r.l. e Consorzio I.G.S.
Per il Lotto 2 le anomalie delle offerte sono risultate talmente palesi che il relativo procedimento ha potuto essere concluso in pochi giorni con l'esclusione, per eccesso di ribasso, di tutte le imprese sottoposte a verifica (senza alcuna impugnazione giudiziaria).
Conseguentemente, in data 08/08/2002, con atto del Direttore dell'Ente sono state escluse le offerte di ICS s.c.a.r.l., ATI - Codess s.c.a.r.l. e Pulix s.c.a.r.l. e Consorzio I.G.S. e contestualmente i servizi nelle sale studio sono stati aggiudicati all'impresa Diamante s.r.l., società consortile e ad essa effettivamente assegnati in data 05/08/2002.
Per il Lotto 1, invece, dopo una prima ricostruzione dei costi di gestione dell'appalto, si è reso necessario procedere ad una puntuale e complessa verifica dell'anomalia dell'offerta, che ha richiesto il coinvolgimento di esperti per i pareri tecnici e giuridici, con inevitabile decorso di tempo.
In prima istanza sono state esaminate le tematiche connesse all'applicabilità erga omnes dei contratti collettivi di lavoro verificando se la Rear s.c.a.r.l. avesse aderito ad una Associazione di Rappresentanza firmataria dei contratti stessi (CCNL pulizie/multiservizi).
Successivamente la verifica della presunzione di anomalia dell'offerta è stata condotta sia ipotizzando l'impiego esclusivo di soci lavoratori nella gestione dei servizi (come sostenuto dalla Rear nelle note giustificative della propria offerta economica) sia ipotizzando l'impiego esclusivo di dipendenti.
Il diverso inquadramento del personale è, infatti, importante in quanto le società cooperative hanno la possibilità di abbattere la base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali, beneficiando di una contribuzione ridotta, esclusivamente nei confronti dei soci lavoratori e non del personale dipendente.
Una volta in possesso di tutti gli elementi necessari il Direttore, con proprio atto, in data 11/11/2002, ha riconvocato la Commissione di gara per la verifica della presunta anomalia dell'offerta della Rear relativamente al Lotto 1.
In data 12/11/2002, la Commissione, sulla base della documentazione e dei pareri tecnici e giuridici prodotti, ha rilevato che l'offerta economica della Rear risultava anormalmente bassa non soltanto nel caso di impiego esclusivo di personale dipendente, ma anche nel caso di impiego esclusivo di soci lavoratori e conseguentemente ha escluso l'offerta presentata dalla Rear in quanto ritenuta anormalmente bassa.
In particolare, nel caso di impiego esclusivo di soci lavoratori l'anomalia dell'offerta deriva dall'entrata in vigore del d.lgs. 424/01 che prevede una graduale riduzione (pari al 25% ogni anno nel periodo fra il 2003 ed il 2006) dei benefici contributivi di cui godono le imprese cooperative.
Gli effetti del d.lgs 424/01 determinano l'anomalia dell'offerta economica della Rear nel 2003 (ove è stato evidenziato un passivo di gestione limitato a meno di 4.000 euro) e a maggior ragione negli anni successivi, con il progressivo aumento del passivo di gestione.
In data 15/11/2002, con atto del Direttore, i servizi nelle residenze universitarie (Lotto 1) sono stati definitivamente aggiudicati all'impresa Copat s.c.a.r.l. e ad essa effettivamente assegnati in data 25/11/2002.
Nel frattempo la vicenda (impugnazione giudiziaria, ecc.) pare essersi conclusa amichevolmente fra i vari ricorrenti. So che i colleghi hanno sempre una grande sensibilità nello sperare che le cose si risolvano amichevolmente e non giudizialmente, però su questo potrò magari dare un supplemento d'informazione ulteriore per dire a oggi come le cose sono concluse, quali sono gli accordi con l'Ente, cosa mi è stato ancora comunicato.
Queste erano le ultime comunicazioni ufficiali, ma verbali, fattemi da Direttore dell'Ente, potrei integrarle successivamente in un'altra risposta scritta all'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Si potrebbe dire che "tutto è bene quel che finisce bene", non saremo certo noi a contrastare una situazione che si è definita.
Mi preme solo sottolinearle, Assessore - e questo riguarda la conduzione tecnica dell'Ente del Diritto allo Studio - quella che, per quanto mi riguarda, è più che una forte perplessità: nel tempo estremamente lungo che ha generato problemi, incomprensioni, ricorsi agli organismi competenti, al di là del finale felice, non è possibile vedere trascorrere diversi mesi per definire un banale iter di gara per assegnare servizi.
Per questo motivo, mi permetto di segnalare come il tutto non abbia funzionato come avrebbe dovuto e le chiedo di fare le opportune verifiche sulla conduzione tecnica dell'Ente del diritto allo studio, in quanto ritengo che ci siano problemi.
Ringrazio per la risposta e chiedo, se possibile, di avere copia scritta.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Edilizia commerciale e sportiva

Interpellanza n. 1967 dei Consiglieri Manica, Marcenaro, Placido, Riggio Ronzani e Suino inerente a "Opere di accompagnamento ai Giochi 2006"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1967 "Opere di accompagnamento ai Giochi 2006".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Ringrazio in anticipo l'Assessore per la risposta sollecita, nel senso che avremmo preferito averla prima.
Esplicito meglio la domanda per aiutare l'Assessore. Saremmo ben felici di conoscere ufficialmente - oltre ad esserne molto curiosi - tutti gli interventi per le opere di accompagnamento, possibilmente anche con le cifre, considerando che "prevenire è meglio che curare". L' Assessore è partito con un anticipo incredibile a far circolare risorse (proprio scoppia di risorse, lunga vita all'Assessore Racchelli!), prima ancora che fosse approvata, nella modifica, la legge n. 285: le cifre relative alle opere di accompagnamento erano assolutamente legate all'approvazione della legge n. 285.
Chiedo gentilmente all'Assessore se ci può fornire l'elenco definitivo delle opere di accompagnamento, con i relativi investimenti, sia quelli legati alla legge n. 285, sia con le risorse che la Regione intende aggiungere a quelle nazionali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli per la risposta.



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Rispondo solo oggi all'interrogazione perché una risposta così precisa come quella richiesta dall'interrogante, necessitava di un approfondimento che ha richiesto tempi più lunghi di quanto immaginassi.
Rilevo alcune inesattezze, rispetto a quanto proposto dall'interrogante questa mattina. Le opere di accompagnamento nascono da un progetto regionale che era stato presentato proprio in quest'aula all'inizio del 2000. Un progetto di sviluppo del sistema turistico piemontese, proprio in quelle aree in cui le Olimpiadi non avevano potuto interpretare il ruolo di motorino di avviamento di una crescita, sia nelle infrastrutture che nelle strutture turistiche, per una ragione chiara ed esplicita, per la quale il CIO considerava compatibile con lo svolgimento dei giochi olimpici, un'area ristretta di 50 chilometri.
La paura del Governo regionale era che una grande parte del territorio piemontese restasse ai margini dello sviluppo e che, nella tipologia, non solo delle offerte turistiche invernali, ma anche della offerte turistiche in generale, si verificasse un'emarginazione di carattere strutturale rispetto ad un'enorme qualificazione delle aree turistiche relative alle aree olimpiche, o connotabili con le aree olimpiche. Le altre aree del turismo piemontese, invece, vedevano le strutture e le infrastrutture, o comunque le ipotesi di sviluppo, restare al palo.
Si tratta di un progetto che allora avevamo immaginato in circa 450 miliardi di investimenti complessivi; avevamo ipotizzato un cofinanziamento locale del 30%, dandoci l'obiettivo di reperire dal Governo le restanti somme necessarie per far sì che questo progetto fosse finanziabile. Dal 2000 ci attivammo per ottenere, da parte del Governo, le risorse per quanto riguarda le Olimpiadi specifiche, quindi legge n. 285 e opere connesse, le quali, per non fare confusione, avevamo deciso di chiamarle "opere di accompagnamento".
Il Governo, colpendoci anche un po' di sorpresa per la risposta immediata, ha interpretato la nostra richiesta e la necessità manifestata dalla Regione, già nella Finanziaria del 2001. Negli impegni del Governo erano già stati inseriti i fondi necessari alla realizzazione del progetto distinguendoli - e qua si è avuto il successo ulteriore - da quelli che erano stati successivamente individuati dal Governo stesso come fondi relativi alla legge n. 285. Quindi un' implementazione del finanziamento per la legge n. 285, opere del dossier e ulteriori finanziamenti per le famose opere connesse.
Per quanto riguarda l'approfondimento degli impegni di spesa del Governo e con l'approvazione del collegato alla Finanziaria del 2002 (l'articolo 21 della legge n. 166) furono destinati alla Regione Piemonte per strutture turistiche e infrastrutture sportive, 170 milioni di euro (pari a 340 miliardi scarsi di vecchie lire) che, sommati al 30% del progetto, portarono ad un progetto complessivo di circa 450 miliardi di vecchie lire (circa 225 milioni di euro).
Nel frattempo che dal 2000 al 2002 si completasse l'iter finanziato da parte del Governo, abbiamo attivato con lungimiranza, anticipando molto i tempi, una discussione e un confronto con realtà territoriali, in collaborazione con le Province piemontesi, che ci hanno portato ad analizzare una serie di ipotesi progettuali che interpretassero lo sviluppo dei sistemi turistici o dei turismi delle aree di competenza, con un occhio di riguardo, indubbiamente, al turismo invernale.
Questo era l'obiettivo primario per ricollegare gli ambiti turistici dello sport invernale piemontese, al pari delle aree olimpiche.
Le Province hanno accolto con entusiasmo e con serietà - come d'altronde contraddistingue il lavoro delle Province - questo impegno e nell'arco di due anni, abbiamo sviluppato un progetto di analisi e di approfondimento che ci ha portato a sfoltire l'enormità delle richieste nate dai territori e che da un primo esame, che indubbiamente imbarazzava per mole e per costi, a seguito di successivi approfondimento, ha trovato una giusta sintesi e soprattutto un'approvazione dei sistemi amministrativi locali.
Questo ci ha portato, a fine 2002, inizio 2003, alla realizzazione dei Protocolli d'intesa, in sostanza la sintesi di quello che è stato questo grande lavoro di ricerca e di analisi, dove si sono individuati i progetti sensibili e significativi, che a seguito di Protocolli d'intesa e Accordi di programma diventeranno finanziabili, e quindi realizzabili.
Perché il Protocollo d'intesa? Per un principio che noi vogliamo affermare di un corretto rapporto tra i soggetti, quindi tra il centralismo regionale e il centralismo locale, per far sì che il coinvolgimento sia globale, ma sia globale soprattutto in funzione degli impegni che il Governo, la Regione, le Province e gli Enti locali devono dare al Protocollo d'intesa , in modo che si possano realizzare i progetti che insistono all'interno del Protocollo stesso.
Abbiamo letto sui giornali, in questi mesi e in questi anni, una serie di polemiche, in parte anche giuste, rispetto a progetti che andavano e venivano, rispetto a discussioni che, a livello locale, infiammavano anche il dibattito. Ma alla fine, una volta che le Province e gli Enti locali hanno individuato i progetti, quindi anche le risorse finanziarie locali a sostegno dei progetti stessi, si è arrivati alla firma dei Protocolli d'intesa. Lo si è fatto con la Provincia di Asti, con la Provincia del VCO lo si farà giovedì con la Provincia di Biella e il giorno 28 con la Provincia di Cuneo, e a seguire con le otto Province della nostra Regione e con gli Enti locali interessanti.
Perché i Protocolli d'intesa? Perché i Protocolli d'intesa sono funzionali o propedeutici agli Accordi di programma e indubbiamente i Protocolli d'intesa stabiliscono i paletti entro i quali ognuno si deve muovere. Per cui i soggetti locali devono garantire gli atti amministrativi che permettono la realizzazione degli impianti, gli atti amministrativi di carattere finanziario per garantire il cofinanziamento locale, gli impegni nelle convenzioni tra Comuni e privati per garantire la disponibilità delle aree, le eventuali varianti che devono essere individuate per le opere di interesse pubblico.
C'è tutta una serie di impegni che, nell'arco di quattro mesi diventeranno oggetto dell'Accordo di programma, per opere che dovranno essere realizzate comunque - perché in questi mesi il percorso è ulteriormente cresciuto - entro il 2006. Evidentemente in questi mesi anche gli Enti locali hanno lavorato e sui progetti che erano già considerati significativi si sono attivati per realizzare già in parte le progettazioni sia preliminari che, in alcuni casi, addirittura definitive.
Questo è il percorso delle opere di accompagnamento, che non devono essere confuse o collegate alle opere connesse, che riguardano un capitolo diverso (la legge n. 285) e che riguardano finanziamenti nazionali diversi, che sono assolutamente finalizzati all'avvenimento olimpico nello specifico.
Questo è un progetto diverso; noi, per connotarlo, l'abbiamo chiamato "Piemonte 2006", ed è un progetto che ha riscosso, da parte nostra, un significativo apprezzamento per l'insieme di quello che verrà realizzato e sviluppato nella nostra Regione, ma ha già riscosso, a livello territoriale, una grande aggregazione di forze, di potenzialità e anche di sviluppo, perché indubbiamente si tratta di un progetto che muove 450 miliardi di vecchie lire e che realizzerà una serie collegata di infrastrutture di sistema.
Sono anche a significare un'attenzione particolare verso alcuni progetti proposti. Ero assente quando il Consigliere Placido, in questo Consiglio, propose una riflessione sul famoso trampolino del Mottarone. Non è che non l'abbia apprezzato, ma lo avevo già pensato da solo, e il sostegno alla sua considerazione mi ha portato ad incrementare anche l'attenzione rispetto a questo. Devo dire che quel progetto, in effetti poteva avere un senso perché il trampolino lì c'era già stato nei decenni passati e aveva una sua logica e una sua storia, ma era un po' una forzatura che, pur se finanziato da privati e pur con un sostanziale apprezzamento del pubblico, ci sembrava un po' eccessiva.
Mi pare di essere stato abbastanza esaustivo; se ci sono ulteriori domande, sono pronto per rispondervi. Credo che anche questo Consiglio possa essere orgoglioso di un progetto che, al di là delle connotazioni politiche, ha trovato nelle varie Province un sostanziale apprezzamento e un sostanziale viatico per poter essere realizzato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido per la replica.
Ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Come faremmo senza l'Assessore Racchelli soprattutto dopo la triste notizia che siamo orfani del trampolino sul Mottarone! E' una cosa da non credere! Noi ci siamo basati su quanto abbiamo letto sugli organi di stampa con conferenze stampa fatte alla sua presenza. Voglio ripetere, per sua informazione - visto che l'ho detto in sua assenza - che i praticanti del salto del trampolino in Italia, compresi donne, bambini e militari, sono circa 100. Esistono circa 12 trampolini di varie dimensioni tutti nel nord-est; avremo i grandi trampolini delle Olimpiadi a Pragelato. Dopodiché, continuando con simpatia la comune passione per la Bene Amata, mi porta a rimandarla e non a bocciarla nel merito della risposta.
Leggo solo quello che noi avevamo chiesto: "...quante risorse sono effettivamente disponibili nel bilancio regionale attuale per i suddetti interventi; a quanto ammonta l'impegno di risorse che la Regione Piemonte intende accantonare nei prossimi esercizi per far fronte ai progetti annunciati - intendo risorse regionali; a quanto ammonta l'impegno di trasferimenti statali per il 2002 e gli anni successivi; l'elenco delle opere in cui si ipotizza un intervento della Regione a vario titolo con finanziamento totale o parziale; quale cono o programma è stato stabilito per la realizzazione delle opere di accompagnamento; se sono state individuate, e con quali criteri, le eventuali priorità di intervento nelle realizzazioni delle opere di accompagnamento".
Assessore, mi auguro che ci vorrà trattare almeno come ha trattato la Prealpina, che dalla rassegna stampa che mi hanno consegnato oggi, in data 10 aprile elenca una serie di opere che verranno realizzate (Palasport a Gravellona Toce, impianto di risalita di Duomo Bianche, ecc.).
Assessore, glielo chiedo ufficialmente: avremmo piacere di ricevere una risposta - non stamattina, anche la prossima seduta - accompagnata da un elenco d'interventi, con risorse legate alla legge n. 285, con contributi statali (se ci sono), con quote comunali o provinciali o di privati vorremmo anche sapere se la Regione ha stanziato, dopo averlo dichiarato tantissime volte, delle risorse proprie per le opere di accompagnamento.
Se gentilmente ci fa avere questo elenco provincia per provincia località per località, ricordando che il motorino di avviamento che lei citava all'inizio, la Provincia di Torino, per il 70% è escluso dall'evento olimpico. Quindi, è quanto mai utile e necessario un investimento sulle cosiddette "opere di accompagnamento".
Tuttavia, avremmo piacere di ricevere una risposta dettagliata in cui saranno specificate le cifre, la provenienza delle risorse (se statali regionali, comunali o provinciali) e dove verranno realizzati gli interventi. La ringrazio.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1960 dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi inerente a "Furto presso il Gruppo Abele"


PRESIDENTE

Esaminiamo ore l'interpellanza n. 1960.
Risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore al volontariato

In merito all'interpellanza si precisa quanto segue.
La Regione Piemonte, a suo tempo, ha espresso al Gruppo dirigente profonda costernazione per il deplorevole atto compiuto nella sede del Gruppo Abele.
L'Associazione da anni a livello nazionale promuove azioni contro la devianza e sull'educazione alle verità e da tempo lavora anche per questa Amministrazione.
Tutto ciò richiamato, si comunica che l'oggetto della sumenzionata interpellanza non è, però, come ben sa il Consigliere Chiezzi, di competenza regionale. Infatti, nessuna competenza di Polizia Giudiziaria fa capo all'Amministrazione.
Le informazioni sulla dinamica dei fatti e sulle responsabilità di questo delittuoso episodio potranno essere reperite, eventualmente, nel caso non siano oggetto di segretazione dall'Autorità Giudiziaria competente.
Considerato inoltre che la struttura non è di proprietà regionale ed il personale non è incardinato in questa Amministrazione, non è possibile adire azioni legali contro ignoti.
Più in generale, l'opera di tutela dell'incolumità delle persone è una competenza esclusiva dello Stato e pertanto non possono essere intraprese azioni da parte dell'Amministrazione regionale. I fatti sono stati segnalati alle Autorità competenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Mi sarei atteso una risposta maggiormente partecipata, sul piano dell'impegno politico e morale, nel sostenere e difendere, almeno da questi punti di vista, le attività di Associazioni come Libera, che operano nel difficilissimo settore della lotta alla mafia anche attraverso operazioni che più dispiacciono ai mafiosi, quelle relative alla confisca dei loro beni.
Il richiamo burocratico alle competenze in materia di sicurezza e vigilanza sono del tutto pleonastiche e banali, perché non si chiedeva questo. Si chiedeva se vi fosse stata una preoccupata partecipazione a questa vicenda e una mobilitazione delle risorse che la Regione dispone (politiche, morali ma anche amministrative) di concerto con altre istituzioni, per verificare le condizioni di sicurezza e per contribuire a sollecitare le forze preposte all'ordine pubblico, come la Questura e la Prefettura.
Mi sarei aspettato una serie di atti preoccupati tesi a coadiuvare quelle forze che direttamente sono adibite a garantire la sicurezza e, in aggiunta a queste, anche le forze istituzionali come la Regione Piemonte la quale, pur non avendo compiti diretti, può benissimo assumere ruoli autorevoli che agevolino l'esercizio della vigilanza da parte delle forze di sicurezza e dar loro un sostegno istituzionale, magari coordinando altre iniziative non in termini di sicurezza ma di sostengono a questa associazione.
Per questi motivi mi ritengo insoddisfatto. Grazie.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati - Difesa idrogeologica

Esame proposta di deliberazione n. 406 "Ratifica, ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto, della D.G.R. n. 38-8514 del 24 febbraio 2003 concernente 'Misura di salvaguardia del fiume Sesia dalle sorgenti al ponte della frazione Baraggiolo in Comune di Varallo Sesia. Articolo 44, comma 2, del d.lgs 11 maggio 1999, n. 152'". Interrogazione n. 1939 inerente a "Moratoria sul fiume Sesia" del Consigliere Ronzani e presentazione ed esame ordine del giorno n. 752 dei Consiglieri Ronzani, Suino, Tapparo Placido, Moriconi, Chiezzi, Contu e Giordano inerente a "Salvaguardia del fiume Sesia"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 406, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
In data 24 febbraio 2003, la Giunta regionale ha adottato in via d'urgenza una deliberazione che dava risposta ad alcune sollecitazioni pervenute dagli Enti locali e successivamente avallate dalla Provincia di Vercelli in ordine alla valutazione di misure di salvaguardia introdotte ai sensi della legge n. 152 del 1999 (la legge sulle acque).
Con questa deliberazione, come si evince dalle premesse, si dà atto della seguente situazione: lungo il tratto interessato, che va dalle sorgenti del Sesia fino al ponte di Baraggiolo (Comune di Vararlo Sesia) al momento vi è una sola derivazione in esercizio, mentre risultano assentite ma non ancora realizzate altre due derivazioni d'acqua; vi sono inoltre, altre derivazioni in istruttoria (tutto ciò lo si può desumere osservando la cartina).
Abbiamo valutato le segnalazioni considerando che questo tratto di fiume Sesia ha già subìto precedentemente alcuni interventi da parte della Regione e degli Enti locali per accentuarne la sua vocazione allo svolgimento di attività sportive (in particolare gli sport acquatici) e naturalmente di pesca.
Ricordo che nel 2001 e nel 2002 si sono svolti i Campionati Europei e Mondiali di canoa.
uno dei pochi tratti della nostra Regione ancora allo stato naturale, con pochissime opere artificiali (o forse nessuna), intese come difese sfondali o altri interventi realizzati in precedenza lungo molti corsi d'acqua. Pertanto, non disponendo ancora delle conclusioni di uno studio specifico che nel frattempo la Regione, d'intesa con la Provincia ha avviato, è apparso opportuno intervenire con le facoltà concesse dalla legge n. 152 per introdurre queste limitazioni.
prevedibile che questo tratto di corso d'acqua venga destinato alle attività che prima richiamavo, salvaguardandolo proprio nella sua lunghezza (sono più di 30 chilometri).
La legge n. 152 ha rappresentato una svolta in materia di pianificazione delle risorse idriche, perché consente di definire degli obiettivi di qualità e di destinazioni d'uso diversi da corso d'acqua a corso d'acqua.
chiaro che vi possono essere obiettivi di qualità totale anche per la destinazione delle acque superficiali al consumo umano, così come vi possono essere degli obiettivi sempre di qualità, ma magari di livello inferiore, avendo riguardo delle condizioni che si rileveranno nei corsi d'acqua articolati nella nostra Regione.
Visti questi presupposti, la Giunta regionale ha deliberato l'adozione di queste misure di salvaguardia, che non sono solamente tese ad impedire ulteriori concessioni, ma si sono anche spinte bloccare l'attuazione delle concessioni già assentite le cui opere, però, non sono ancora iniziate. Si tratta, quindi, di un blocco totale al massimo di tre anni, come prevede la legge n.. 152, ma entro il 2003 presenteremo il Piano di tutela, per cui vi sarà la possibilità di deliberare definitivamente, da parte del Consiglio in ordine a tale questione.
Abbiamo provveduto, altresì, a sospendere il pagamento dei canoni di concessione, perché la legge prevede che quando si ha la concessione, da quel momento decorrono i canoni. È ovvio che impedendo la derivazione, o comunque la potenziale derivazione, automaticamente non è previsto il pagamento del rispettivo canone, anche per non far nascere eventuali diritti.
In Commissione si è discusso, altresì, della possibilità di estendere questi interventi di salvaguardia anche ai vari affluenti. Su questo, la Direzione si è assunta l'impegno di svolgere ulteriori approfondimenti.
Pertanto, ai colleghi che avevano domandato se fossimo già in grado, in questa sede, di fare eventuali estensioni a tutto il bacino, comunico che non siamo in queste condizioni, in quanto occorre documentare puntualmente con un'istruttoria adeguata, tutte queste condizioni. Naturalmente se non ci fosse questa documentazione potrebbero esserci dei presupposti per eventuali impugnative. Noi, invece, vogliamo che questo atto abbia il suo corso e mantenga la sua efficacia, resistendo ad ogni qualsiasi proposta di censura che possa essere avanzata nelle sedi opportune.
Al massimo, sotto questo profilo, potremmo convenire, in questa sede sulla necessità di accelerare queste valutazioni.
Abbiamo preso visione dell'ordine del giorno collegato, opportunamente emendato, presentato da alcuni Gruppi. Abbiamo testé esposto ai proponenti le nostre valutazioni e qualora si dovesse proseguire in questa direzione la partita potrebbe concludersi in tempi rapidi, mi auguro con la ratifica della delibera e con l'impegno a svolgere questi ulteriori approfondimenti o, se del caso, ulteriori deliberazioni da sottoporre all'attenzione della Giunta e al Consiglio.



PRESIDENTE

Passiamo ora al dibattito generale.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Condividiamo la decisione di adottare un provvedimento di moratoria. Lo abbiamo sollecitato in questi mesi, pertanto conveniamo sul fatto che questa disposizione andasse presa.
Ricordo ai colleghi che sul problema di imporre uno stop al rilascio di nuove autorizzazioni per evitare uno stillicidio di autorizzazioni che avrebbero avuto, ahimè, conseguenze negative sul futuro del fiume e sul territorio valsesiano, vi è stato un pronunciamento in Val Sesia che ha riguardato molte forze, ad esempio tutti gli amministratori dell'alta valle, ma non soltanto, alcune associazioni di categoria, che sono preoccupate del destino del fiume che viene giustamente considerata una risorsa per il futuro e lo sviluppo della valle.
giusto, quindi, aver imposto uno stop, impedendo di procedere sulla base della logica del "caso per caso", mentre questo ed altri interventi vanno ricondotti all'interno di una logica di programmazione e soprattutto vanno resi compatibili con le esigenze di pensare al Sesia non soltanto sotto il profilo idrico, ma anche come risorsa che può essere impiegata utilmente sotto il profilo ambientale, turistico e sportivo.
Come ricordava l'Assessore Cavallera, noi siamo tra coloro che ritengono questo provvedimento necessario e importante, ma non sufficiente.
Per questa ragione abbiamo presentato un ordine del giorno, sottoscritto insieme ad altri Gruppi e ad altri colleghi, sulla base di un ragionamento che riteniamo assolutamente fondato. La Regione e la Provincia di Vercelli hanno giustamente deciso di investire alcune decine di milioni (se non ricordo male 300 milioni di vecchie lire) per studiare la fruibilità del fiume Sesia.
Lo studio che la Regione ha deciso di avviare in accordo con la Provincia, per il quale si è andati già all'appalto nei giorni e nelle settimane scorse, riguarderà non soltanto il fiume, ma anche gli affluenti.
Da qui la nostra richiesta contenuta nell'ordine del giorno di valutare seriamente - prendo atto dell'impegno che si è assunto in quest'aula l'Assessore Cavallera - la possibilità di estendere il provvedimento di sanatoria, e cioè le misure di salvaguardia che noi adottiamo ai sensi dell'articolo 44 di un decreto legislativo se non erro, anche agli affluenti, per evitare che si determini quel fenomeno del quale sono molto preoccupato, cioè che si intervenga sull'asse che va ad Alagna fino a Varallo, consentendo che negli affluenti sia possibile permettere il rilascio di nuove autorizzazioni. A tal riguardo, vorrei ricordare che le richieste in questo senso riguardano alcuni affluenti come l'Otro, la Valvogna e progetti in questo senso esistono anche per quanto riguarda altri affluenti come il Sorba, l'Artogna e il Mastellone.
Per questo è opportuno che il provvedimento, che giustamente la Giunta ha adottato raccogliendo le richieste che in tal senso sono pervenute da un ampio arco di forze valsesiane, sia completato facendo ovviamente le verifiche. Non vogliamo fare demagogia su questo punto, ma ci battiamo affinché la questione venga affrontata con grande rigore, perché si deve tornare ad un criterio di programmazione e fare in modo che l'eventuale rilascio di nuove autorizzazioni in futuro sia non soltanto compatibile con una logica di programmazione e funzionale alle esigenze di difendere il fiume Sesia e gli affluenti, ma obbedisca ad un secondo obiettivo che noi condividiamo, quello di valorizzare e pensare al Sesia non soltanto sotto il profilo idrico ma anche come grande risorsa.
Per questo è ragionevole pensare ad un parco fluviale, ad un'area protetta, ovvero a quegli interventi che ci consentano di valorizzare questo fiume sotto il profilo ambientale.
Ciò detto, faremo dipendere il nostro voto dall'accoglimento dell'ordine del giorno. Ci auguriamo che l'Assessore dia seguito agli impegni che si è assunto nel suo intervento introduttivo e compia il più rapidamente possibile queste verifiche affinché l'aula possa, in breve tempo, prendere eventualmente in considerazione la possibilità di andare ad un'estensione della moratoria in modo che sia possibile mettere in salvaguardia non soltanto il fiume Sesia, ma anche gli affluenti, affinch che tutto venga ricondotto, come noi pensiamo debba essere fatto in questo caso, all'interno di una logica di programmazione degli interventi e di fortissima valorizzazione del fiume Sesia e degli affluenti che oggi sono parte integrante di una politica volta a rilanciare quel territorio e valorizzare la risorsa dell'acqua.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Assessore, nel 2001 lei aveva già risposto ad un'interrogazione su queste tematiche, che, insieme al collega Ronzani e al collega Moriconi avevo proposto.
Dal verbale stenografico delle sue risposte di allora, vorrei trarre qualche elemento per verificare se tutto si accompagna. Già allora - è passato, quindi, molto tempo - lei diceva testualmente: "In considerazione dei tempi necessari non brevi per la definizione dei Piani di tutela l'Amministrazione regionale, sulla base delle informazioni disponibili, sta valutando la possibilità di applicare una moratoria relativa al rilascio di concessione di derivazioni idriche nell'area in questione"; e poi vi era tutto il dibattito sul bacino. Tra l'altro, la Regione ha finanziato anche i Campionati del Mondo di Canoa del 2002, ed è un noto bacino, credo uno dei maggiori a livello europeo, per la pratica della canoa, per cui si tratta di un distretto turistico non indifferente, sul quale vivono delle imprese.
Allora - siamo a forse non ancora due anni - si diceva che "su circa 300 chilometri quadrati di bacino montano, sono operanti 9 captazioni finalizzate alla produzione di energia in 8 distinti impianti"; ancora si diceva: "A oggi sono state presentate 12 istanze di derivazione idrica, di cui una grande dell'ENEL".
E' passato un certo tempo; lei oggi ci dà una proiezione del piano di tutela per l'anno prossimo (in effetti è legato all'orizzonte del 2004) però dobbiamo tenere presente che la Provincia, rispetto a com'è stata organizzata la questione delle competenze, ha un notevole potere autorizzativo. Mi pare che in questo caso, mutatis mutandi, siamo un po' nella fattispecie dei servizi idrici, solo che il problema dei servizi idrici scoppia adesso, mentre questo è scoppiato su segnalazione già nel 2001, anzi l'interrogazione risale addirittura al 4 ottobre 2000.
Ora la questione della moratoria per arrivare alla pianificazione regionale diventa essenziale, perché se lei ci dà garanzie che la Provincia non può e non darà delle autorizzazioni di derivazione - ma ci deve confortare con dei dati di fatto - allora possiamo essere tranquilli.
Altrimenti lei deve sancire ufficialmente questa moratoria che evocava già tempo addietro, perché rischiamo di trovarci queste derivazioni autorizzate.
I dati che ho citato non sono miei, e la sua risposta - analitica, con l'elencazione di tutte le derivazioni - è stata una risposta molto importante, che tra l'altro io ho accolto favorevolmente sempre col mio solito motivo: lei è più tecnico che politico quando fornisce queste risposte. Adesso deve fare il politico, in sostanza, perché - torno a dirlo, ma lo diceva già il collega Ronzani - siamo in presenza di eccessive derivazioni (vorrei segnalare che lo stesso fenomeno sta avvenendo un po' nel Chisone e c'è anche una questione aperta in Valle di Lanzo, soprattutto per iniziative dell'ENEL) e di un'eccessiva operazione sulle acque.
Voglio sottolineare, Assessore, che io non sono contrario all'uso plurimo delle acque, per chiarire, però occorre operare con equilibrio rispetto ad altre attività che si svolgono, che non è solo il problema del minimo vitale per il fiume, ma in questo caso è perché si tratta di un distretto lungo vari chilometri e c'è una pratica sportiva importante agli effetti turistici che noi finanziamo. Sarebbe paradossale che, da un lato noi sosteniamo il valore, mentre dall'altro, con le derivazioni, facciamo mancare il livello necessario dell'acqua, perché lei mi insegna che queste opere di presa e di captazione ovviamente comportano un rilascio successivo, ma se in una certa parte dell'asta fluviale si toglie la portata, si fa venire meno la pratica.
Allora questa cosa non può essere solo una pianificazione idrogeologica, ma deve intrecciarsi anche con le attività che si svolgono rispettandole e valorizzandole possibilmente bene, altrimenti siamo daccapo.
Tuttavia torno a dire, Assessore, visto che lei mi aveva dato una risposta che io avevo apprezzato - ho anche il testo stenografico di quello che le avevo detto - prenda il coraggio e faccia questa moratoria per avere il tempo e potere, per l'anno prossimo, avere una pianificazione e un piano di tutela adeguato.
Le ripeto, Assessore, che questa pianificazione non può farla in modo settoriale, perché non si tratta di un problema di tutela idrica astratta legata al minimo vitale, questo è un problema di tutela che deve rispettare un'attività economica che ha il carattere sportivo, ma va letta anche dal versante turistico, che è un aspetto molto importante. Altrimenti cadiamo in contraddizione.
Su questo spero che adesso, alla fine dei nostri interventi, lei faccia un'ulteriore dichiarazione coraggiosa, politicamente coraggiosa e impegnativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore, come lei ricorderà, in Commissione abbiamo votato a favore di questo provvedimento. La ragione è molto semplice: come si può non essere d'accordo su tutta la parte introduttiva? Per anni noi siamo stati assertori - e continuiamo ad esserlo - della necessità di produrre energia in modo pulito. Mi è successo di recente di recarmi a Bitti, in provincia di Sassari, dove il nostro partito aveva organizzato un'assemblea sull'installazione delle centrali eoliche. Lei ha idea, comunque sa, è un esperto in materia, che si tratta di costruzioni di 100-120 metri con grandi pale: nella campagna sarda rappresentano un'attrazione turistica incredibile.
La cosa non riguardava solo il Comune di Bitti; nel Comune di Orune con un percorso partecipativo anche di grande interesse, si faceva altrettanto e nel tratto che mi portava alla Maddalena, nel Logudoro passando vicino al mio paese, ho scoperto, parlando con alcuni abitanti e compaesani, che il Comune aveva appena deliberato l'autorizzazione all'installazione di 30 pali nel Comune di Radisardi, un piccolo Comune di 1500 abitanti.
Dietro questi grandi cultori dell'energia alternativa, dell'energia pulita, scopro - ahimè - che ci sono le grandi multinazionali della produzione dell'energia elettrica, quella sporca, quella termoelettrica.
Pensi che in quel Comune hanno proposto - e il Comune lo ha approvato - un posto di lavoro per ogni palo. Quindi non si bada neanche a spese; mi fa pensare alla derivazione della Val di Lanzo, a quell'ipotesi che è assolutamente fuori da ogni ragione.
Ben vengano iniziative come queste che, apparentemente contraddittorie rispetto al trovare forme di produzione di energia, hanno colto il problema: la necessità della salvaguardia dell'ambiente. Perché in nome della difesa dell'ambiente oggi rischiano, attraverso la liberalizzazione della produzione dell'energia elettrica, di creare crimini più gravi intesi nel campo degli attentati alla natura e al suo equilibrio.
Dietro questa cosa - mi ha già preceduto il collega Ronzani - c'è l'acquisizione del bollino verde: è evidente a tutti. Pensate, la Sardegna cosa può vendere, se non la propria campagna, il proprio habitat, il proprio paesaggio? A Olmeto ci sono delle centrali eoliche ferme da tre anni, e allora il problema del piano regolatore, dell'attenzione che la Regione deve avere in relazione all'installazione di opere come queste è quello di procedere attraverso elementi di salvaguardia.
Quindi da questo punto di vista il nostro assenso e la nostra condivisione sulla scelta fatta; sappiamo che coincide con una richiesta forte che viene da chi da anni si batte per la valorizzazione del fiume Sesia, tuttavia occorre fare un atto di coraggio in più.
Se non si risolvono i problemi, se si interviene a valle e non si interviene anche a monte, Assessore, e quindi sugli affluenti, è evidente che anche un atto di buona volontà importante, come quello che si determina con questa delibera, rischia di essere assolutamente ininfluente o per lo meno è solo improntato alla riduzione del danno e non alla salvaguardia ambientale e complessiva di tutto il bacino idrografico del fiume Sesia.
Trovo interessante la proposta del Consigliere Ronzani, anche rispetto al nostro voto espresso in Commissione, di poter valutare, di esprimere un voto in merito al provvedimento, subordinandolo all'ordine del giorno e al recepimento dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Parlare di acqua in questi giorni è oltremodo interessante anche perch arriviamo da quello che è stato il convegno internazionale di Kjoto: il terzo Forum mondiale sull'acqua. Dalle notizie giornalistiche abbiamo appreso, tra le altre cose, che la Regione Piemonte vorrebbe candidarsi nel 2009 ad ospitare il Forum Mondiale sull'acqua. Conformemente ad un pensiero, che io credo vada sempre tenuto presente, ovvero che le iniziative internazionali e gli incontri pubblici, devono anche avere un riscontro nelle scelte e nelle decisioni che si assumono a livello locale.
E' ovvio che l'acqua che noi risparmiamo in Piemonte e in Italia, non serve per superare i problemi idrici in paesi lontani del pianeta, ma è pur certo che i sistemi di gestione dell'acqua diventano propedeutici per tutti.
Decisioni importanti prese in qualsiasi parte del mondo a livello locale possono diventare significative anche per altri paesi.
Nell'ottica di prevedere per la Regione Piemonte la possibilità di ospitare un convegno internazionale quale il Forum Mondiale sull'acqua credo ci si attenda dall'Assessore che, nella gestione delle risorse dell'acqua, si tengano presenti quei concetti di risparmio gestionale, quei concetti di utilizzazione senza sprechi dell'acqua, che sono alla base di tutte le decisioni e discussioni internazionali. In questo senso pensiamo che la decisione presa sul fiume Sesia, costituisca una decisione importante, una decisione anche favorevole dal punto di vista della tutela dell'ambiente naturale.
Tuttavia, abbiamo alcune osservazioni da muovere all'Assessore che avevamo già affrontato in Commissione quando abbiamo parlato di questo atto. Come richiamato anche da qualche Consigliere, dobbiamo assumere decisioni di valenza locale, come in questo caso sul fiume Sesia, ma dobbiamo sforzarci di avere sempre presente il quadro generale. Il quadro generale, l'Assessore lo sa, è caratterizzato da una richiesta diffusa di realizzazione di centrali, come ricordava il Consigliere Tapparo, che riguarda un gran numero di corsi d'acqua del Piemonte. I problemi che pongono le centrali idroelettriche non sono solo quelli che giustamente l'Assessore ricordava relativi al fiume Sesia nel cui caso la realizzazione avrebbe interferito pesantemente con il destino turistico che sembra essere molto chiaro per il fiume Sesia (ha ospitato i campionati mondiali di canoa). E' chiaro che il fiume ha un rilevante indirizzo turistico sappiamo che la realizzazione di centrali idroelettriche, significa anche una ricaduta di notevole impatto ambientale sia per quanto riguarda l'edificio che ospita le turbine, sia per gli scavi necessari per le tubazioni, ecc. che corrono in zone delicate quali le sponde del fiume.
Inoltre, questo è il problema che viene sottolineato indicando nella vocazione turistica del fiume, non è ancora stato risolta la questione del deflusso minimo vitale. Sappiamo, da parte di coloro che si oppongono alla realizzazione di queste opere, che il calcolo del flusso minimo vitale non è in grado di mantenere una quantità di acqua in grado di assicurare, per tutti i periodi dell'anno, una vita fisiologica del corso d'acqua. Quello che noi chiediamo è che questo atto venga assunto anche per quanto riguarda gli affluenti, come indicato nell'ordine del giorno che sosteniamo. Noi vorremo che l'Assessore considerasse con attenzione questa possibilità di tutela e di difesa delle acque, offerta dalla legge n. 152 anche per tutte quelle opere che sono richieste (penso alle valli del Chisone, alle valli del Germanasca, del cuneese). Credo sia opportuna una pianificazione e una valutazione ad adottare degli atti di moratoria molto più estesi, non solo in questo caso sul fiume Sesia, e giustificati non solo dal fatto che si svolgono o meno delle gare sportive, ma anche dal fatto che le centrali hanno delle ricadute negative ambientali che vanno analizzate e studiate con attenzione e che, a mio parere, giustificano ampiamente un'estensione di questi atti di moratoria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Credo che sia un atto importante e ragionevole come molti atti dell'Assessore Cavallera. E' vero però che discutere di questo provvedimento ci deve portare ad avere la capacità di allargare la nostra capacità di analisi non focalizzando soltanto l'attenzione su questo particolare provvedimento. Non sono di quella zona, ma conosco qual è il problema perché è un posto di particolare pregio ambientale e paesaggistico, quindi si è creata una certa attenzione, una certa capacità anche nell'opinione pubblica di attrarre la nostra attenzione di Consiglieri rispetto a questo provvedimento. Hanno ragione quei Consiglieri che ci invitano - come da ultimo il collega Moriconi poco fa - a richiamare la nostra attenzione di Consiglio regionale, di amministratori regionali ad avere una capacità più complessiva di valutazione sull'impatto ambientale e paesaggistico di strutture che sono assolutamente indispensabili e che dobbiamo assolutamente costruire anche per dotarci di quella ricchezza energetica di cui abbiamo bisogno, ma che devono rientrare in un piano, in una capacità complessiva di valutazione.
Quindi, esprimo il voto favorevole a questo provvedimento e un'attenzione davvero feconda rispetto all'ordine del giorno presentato dai colleghi Ronzani ed altri, che intendono allargare anche agli affluenti la misura di salvaguardia.
Seconda annotazione, più di tipo consiliare. Ritengo non solo che l'Assessore Cavallera abbia lavorato bene, ma che in modo davvero ottimo abbia utilizzato la prerogativa che concede all'Assessorato la facoltà di decidere con i poteri del Consiglio. E' stata un'azione opportuna e indispensabile, che dimostra come questo articolo 40 dello Statuto abbia una ratio e una finalità opportuna.
Ritengo però - e lo voglio sottolineare - che dobbiamo avere la capacità - noi Consiglio, ma anche i funzionari dell'Assessorato - di sollecitare il Consiglio per usare appieno l'articolo 40, che dice: "Nella prima seduta utile, il Consiglio ratifica". Non è una questione di pura legalità o di puro formalismo, ma è una questione per cui occorre anche dare rilevanza ed importanza ad un atto come questo, che l'Assessorato, in modo opportuno, ha preso con i poteri del Consiglio, ma i poteri rimangono del Consiglio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Penso che il commento che a volte si fa sul fatto che l'Assessore Cavallera è ecumenico oggi abbia una bellissima e confortante constatazione e dimostrazione, nel senso che il provvedimento che, con estrema saggezza e tempestività, l'Assessore ha fatto adottare alla Giunta regionale con i poteri del Consiglio, credo che mai come in questa occasione raccolga il consenso unanime dei colleghi Consiglieri dei vari Gruppi.
Mi sembra che la Giunta regionale, in particolare l'Assessore, abbiano dimostrato l'attenzione alle istanze del territorio, l'attenzione alle motivazioni profonde che richiedevano questa sospensione di derivazioni di produzione di energia elettrica sull'asta fluviale del Sesia; motivazioni che sono state portate avanti dal territorio, dalla Comunità Montana, dagli enti locali, dai Comuni e dalla Provincia di Vercelli.
La tempestività del provvedimento dimostra come l'Assessore abbia una notevole percezione del territorio, cosa non facile per una realtà complessa come quella del Piemonte. Quindi, personalmente esprimo i miei ringraziamenti, i miei complimenti, in quanto io sono Consigliere regionale di quella Provincia, dove insiste questa tematica.
Il fatto che l'Assessore sia venuto rapidamente sul territorio, abbia incontrato gli Enti locali e abbia constatato che era necessario compiere un certo tipo di scelta a favore dell'ambiente e a favore di un certo tipo di sviluppo della Val Sesia è sicuramente una nota di merito. Credo anche che il provvedimento sia stato impostato con coraggio, perché è inutile negare che è un provvedimento che sospende iniziative imprenditoriali ed economiche sicuramente di grosso peso e di grossa valenza. Per cui bisogna dare atto alla Giunta e all'Assessore di avere politicamente sfidato gli interessi che indubbiamente ci possono essere su questi argomenti. E' una dimostrazione di essere ambientalista senza fare grandi proclami, senza suonare le trombe, ma difendendo il territorio quando effettivamente ci sono in gioco i destini dell'ambiente e di un certo tipo di sviluppo della Val Sesia, che noi vogliamo sia soprattutto uno sviluppo orientato in futuro verso il turismo e verso il turismo ambientale.
Il provvedimento è stato studiato insieme ai Dirigenti dell'Assessorato in maniera ottimale, anche per metterlo al riparo da eventuali ricorsi amministrativi su una tematica così importante. Credo che sia stato anche questo il motivo per cui per al momento l'Assessorato abbia deciso una sospensione delle derivazioni limitatamente all'asta fluviale del Sesia e non anche agli affluenti, in quanto sul Sesia ci sono oggettivamente delle motivazioni profonde che rendono inattaccabile il provvedimento. Sono motivazioni, come ho già ricordato, determinate soprattutto dalle finalità di sviluppo turistico-ambientale e di presenza di manifestazioni sportive a livello europeo e nazionale, in particolare per quanto riguarda la canoa.
Per cui non mi rimane che ribadire il voto favorevole che ho già espresso in Commissione Ambiente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Condivido per larghissima parte le cose che sono state dette. Penso che sia opportuno definire l'ordine del giorno. Comunque, a conclusione penso che possiamo sintetizzare in questo modo: tutta una serie di interventi legati alle cosiddette energie rinnovabili devono tenere conto del loro inserimento nell'ambiente, siano essi centrali idroelettriche o aeromotori aerogeneratori che ovviamente vengono collocati nelle realtà dove c'è molto vento (come, ad esempio, la Sardegna). Quindi, è un equilibrio ed una valutazione d'impatto in senso complessivo, che in ogni caso deve essere svolta.
Detto questo, la deliberazione è immediatamente precettiva nei limiti se si confermano i vincoli decorrenti dal 23 febbraio, nei termini con cui la questione è indicata in deliberazione.
Circa l'ordine del giorno, ho presentato alcuni emendamenti; ad esempio, nelle premesse chiedo di richiamare anche il piano di tutela per una contestualizzazione e una consequenzialità delle nostre azioni. Nella parte dispositiva l'impegno che assumiamo è quello a cui avevo fatto riferimento in precedenza, cioè di valutare l'estensione di queste misure a tutto il bacino del Sesia; sviluppo di attività che cercheremo di svolgere al più presto.



PRESIDENTE

Comunico che, trattando l'esame di questa deliberazione, è stata data risposta all'interrogazione n. 1939 del Consigliere Ronzani, che è anche il primo firmatario dell'ordine del giorno collegato alla deliberazione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di deliberazione n. 406, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 752 collegato alla proposta di deliberazione n. 406.
Consigliere Ronzani, lo vuole illustrare? La pregherei solo di sottolineare, eventualmente, le modifiche, affinché tutti ne siano edotti.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Sono d'accordo con le proposte di modifica avanzate dall'Assessore.



CATTANEO Valerio

Chiedo la votazione per appello nominale.



(A tale richiesta si associano i Consiglieri Cattaneo, Gallarini e Manolino)



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 752 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso: che con propria deliberazione ha deciso di adottare una specifica misura di salvaguardia sul fiume Sesia nel tratto compreso tra le sorgenti in territorio comunale di Alagna Val Sesia e il ponte della frazione di Baraggiolo in Comune di Varallo Sesia con ciò determinando la sospensione delle istanze di concessione in corso che la provincia di Vercelli e la Regione Piemonte hanno deciso di compiere uno studio riguardante il fiume Sesia ed i suoi affluenti intesa come risorsa per lo sviluppo della valle che la decisione di limitare la misura di salvaguardia nel tratti di fiume tra Alagna e Varallo Sesia è importante ma non sufficiente a preservare il fiume Sesia ed i suoi affluenti impegna il Presidente e la Giunta regionale ad estendere la misura di salvaguardia prevista dall'articolo 44 del d.lgs 152/99 alla restante parte del fiume Sesia nonché i suoi affluenti di sponda destra e sinistra richiamati nello studio promosso dalla provincia di Vercelli e dalla Regione Piemonte".
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 Consiglieri hanno risposto SI' 39 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame disegno di legge n. 252 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)" Relazione, ex articolo 81, comma 2, Regolamento, del Presidente della VI Commissione


PRESIDENTE

Come convenuto durante la Conferenza dei Capigruppo, procediamo con la relazione, ex articolo 81, comma 2, Regolamento del Presidente della VI Commissione, relativa al disegno di legge n. 252.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio, relatore

Presidente e colleghi, oggi, 15 aprile 2003, è la data in cui, come Presidente della VI Commissione, avrei dovuto relazionare all'Aula relativamente ai lavori che, in sede di Consiglio regionale tre sedute fa avevamo deciso di effettuare in Commissione per verificare l'esistenza di condizioni che consentissero la prosecuzione dei lavori sul disegno di legge n. 252 e, in un certo senso, al riordino dello stesso. Ricordo che quella fu la prima seduta di Consiglio regionale di riavviamento di un testo che giaceva da oltre otto mesi. Era dunque necessario riaffrontarne l'iter.
Dico subito che purtroppo l'esito della Commissione è stato, di fatto infruttuoso. Ho comunque ritenuto, insieme ai Commissari della Commissione di presentare una relazione formale, sottoscritta, peraltro, dal sottoscritto in qualità di Presidente di Commissione. Pregherei quindi gli uffici di voler cortesemente distribuire il testo ad ogni singolo Consigliere, visto che ho personalmente verificato esservi copie a sufficienza per tutti.
Procederei con la lettura della relazione sull'iter del disegno di legge n. 252, a norma dell'articolo 81 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
La seduta odierna coincide con la scadenza, posta dall'Assemblea alla VI Commissione, per approfondire l'istruttoria relativa al disegno di legge n. 252 in materia di buoni scuola.
In qualità di Presidente ed ai sensi del Regolamento intendo pertanto svolgere una breve relazione e nel contempo ritrasmettere il disegno di legge in Aula per la nuova fase di iter.
Ritengo opportuno fare il punto sui principali elementi utili per il prosieguo del dibattito, tralasciando volutamente la descrizione di tutte le fasi procedurali che hanno accompagnato il provvedimento a partire dal 26 gennaio 2001.
Ricordo che il 2 aprile u.s., l'Assemblea, a seguito dell'esame relativo alle proposte sul buono scuola, ha stabilito di rinviare il disegno di legge n. 252 alla VI Commissione. Decisione assunta in forza del fatto che la trattazione della materia aveva fino a quel punto riguardato unicamente il disegno di legge n. 252 attraverso l'approvazione, da parte del Consiglio, di un emendamento volto ad abrogare l'articolo 1. Si tratta di una modifica non di poco conto, accettata dalla maggioranza su proposta della minoranza, che presuppone la volontà di non intervenire con modificazioni sulla legge 49/'85 in materia di diritto allo studio ed evidenzia la volontà condivisa di limitare la finalità della legge alla promozione dell'esercizio della libera scelta educativa.
Il rinvio in Commissione è stato inoltre motivato da un preannunciato maxi emendamento dell'esecutivo formulato sulla base della modificazione già introdotta in Aula .
La prima seduta della Commissione, conseguente al rinvio, ha avuto luogo nello stesso pomeriggio del 2 aprile. In tale occasione si è a lungo dibattuto sul mancato invio in Commissione di tutti gli emendamenti presentati in Aula. L'Assessore ha presentato ed illustrato l'emendamento costituito da un unico articolo, nuovo articolo 1, composto da tre commi.
L'articolo precisa che la Regione garantisce l'esercizio della libera scelta educativa provvedendo ad attribuire contributi alle famiglie degli alunni che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado nelle istituzioni scolastiche statali ed in quelle paritarie riconosciute ai sensi di legge. Demanda alla Giunta regionale la definizione delle modalità e dei criteri per l'erogazione dei finanziamenti, stabilisce che tale definizione abbia luogo dopo aver acquisito il parere del Consiglio attraverso la Commissione competente quantifica gli oneri previsti ed individua la modalità di copertura degli stessi con adeguato riferimento alla legge finanziaria.
Nel corso della stessa seduta sono stati presentati 37 emendamenti da parte della opposizione. Si tratta sostanzialmente di articoli aggiuntivi e di sub-emendamenti all'emendamento presentato dall'esecutivo.
Si è quindi aperto il dibattito generale sull'emendamento integrativo della Giunta Regionale che istituisce il nuovo articolo 1 e sulla volontà di abrogare i restanti articoli nonché sulla quantificazione della spesa definita in 18 milioni di Euro. La discussione in particolare ha riguardato il ridisegno del panorama scolastico in forza della legge 62/2000, la compatibilità dell'emendamento con la legislazione statale ed in particolare con la 53/2003, l'opportunità di pervenire ad una legislazione organica in materia di istruzione I lavori sono proseguiti il giorno 8 aprile in seduta antimeridiana e pomeridiana .
Si è stabilito di non accedere alla richiesta formulata dalla rete studentesca torinese di partecipare ai lavori della Commissione.
L'Assessore Leo ha distribuito e letto una relazione volta a rispondere ai rilievi mossi nel corso della seduta del 2 aprile. Su tale relazione si è aperto un dibattito volto ad approfondire i temi rilevati nel corso della seduta precedente . Nel contempo si è preso atto di ulteriori 115 emendamenti presentati da alcuni Consiglieri di minoranza consistenti in proposte di articoli aggiuntivi e di inserimenti di nuovi commi all'articolo 1 presentato dall'Assessore. In seduta pomeridiana ha avuto inizio l'ampia illustrazione degli emendamenti presentati dalla opposizione. Sono stati illustrati e votati 29 emendamenti.
I lavori sono proseguiti il pomeriggio del 9 aprile sempre con l'illustrazione degli emendamenti presentati dalla opposizione che hanno riguardato principalmente il tema della integrazione multietnica nella scuola. Sono stati esaminati 15 emendamenti: di questi, 4 ritirati dai proponenti e 11 respinti .
Al termine della seduta ho svolto con i Commissari considerazioni relative alla oggettiva difficoltà di poter concludere l'approfondimento richiesto nei tempi dati. Ciò principalmente sulla base del numero degli emendamenti non ancora esaminati, delle caratteristiche degli stessi e della distanza concettuale, sottesa all'approccio della materia, fra le varie componenti la Commissione .
La Commissione pertanto, se pure in assenza di una votazione formale ha stabilito di proporre all'Aula la presa d'atto della impossibilità di proseguire utilmente i lavori in sede di Commissione Consiliare VI e conseguentemente di prevedere l'esame del disegno di legge n. 252 direttamente in sede di Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu per chiarimenti.



CONTU Mario

Presidente, ho ascoltato con molta attenzione la relazione del Presidente Cattaneo e la ritengo equilibrata. Tuttavia, le conclusioni mi destano preoccupazione, perché come Commissione non abbiamo sostanzialmente votato questa scelta e ritengo che sia scorretto sottrarre un provvedimento così importante alla discussione di merito in Commissione.
Assessore, come ci siamo detti più volte, è indubbio che lei abbia stravolto il testo originario. Il Presidente Cattaneo nella relazione ha continuato a far riferimento alle innovazioni introdotte dalla legge n.
53/2003, ma sopratutto ha fatto cenno ad un'interpretazione delle nuove potestà in capo all'Esecutivo per quanto concerne la potestà regolamentare.
Su tale questione, Presidente Cattaneo, non esistono precedenti, se non in occasione dell'approvazione dell'aumento dell'IRPEF dallo 0.9% all'1.4%.
Pertanto, credo che questa materia, almeno come discussione (poi si è convenuto tutti che il dibattito doveva avvenire in aula e che la potestà regolamentare su quel provvedimento competeva il Consiglio regionale quindi un precedente c'é l'abbiamo, e la sovranità del lavoro d'aula non può essere bypassata attraverso la Commissione) necessiti un approfondimento da parte dei nostri uffici.
Si tratta di materia estremamente delicata, sulla quale, qualora si adottasse questo atto di delegittimazione del Consiglio sulla potestà regolamentare, preannuncio la volontà di ricorrere nella sede giurisdizionale propria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Ringrazio, altresì, il Presidente della VI Commissione per la sua relazione, che leggerò con molta attenzione.
A caldo, segnalo al Presidente del Consiglio che da parte della maggioranza della Commissione vi è un intendimento a dichiarare l'impossibilità alla prosecuzione dei lavori in Commissione, mentre da parte di altri Gruppi, come quello che rappresento, ad esempio, vi è una dichiarazione di possibilità a proseguire ulteriormente i lavori in Commissione con un confronto di merito.
Intanto vorrei sgombrare il campo da equivoci: la legge è in Commissione e per muoverla da quella sede occorre compiere qualche atto che non sia di semplice volontà politica. Occorre un atto amministrativo, con un voto di Commissione che concretizzi e formalizzi l'impossibilità ritenuta da alcuni colleghi, di continuare a lavorare.
In quell'occasione mi esprimerò in senso contrario, perché mi sembra che dopo il vero e proprio ribaltone introdotto nella legge da uno "pseudomaxiemendamento" della Giunta - presentato peraltro irritualmente in quanto non seguito da emendamenti che necessariamente devono accompagnarlo - si è generata una situazione totalmente nuova, di fronte alla quale si è cominciato a lavorare con alcuni emendamenti. Pertanto, vi sono le possibilità per continuare a farlo.
Presidente, rassicuri il Consiglio circa la procedura. La legge è in Commissione. Si riunisca nuovamente la Commissione e in quella sede ci confronteremo, dopo averla letta rigo per rigo, con la relazione del Presidente: se la maggioranza della Commissione continuerà ad insistere sull'impossibilità di lavorare in Commissione torneremo in aula. A quel punto, mi chiederò come sarà possibile lavorare in aula, qualora la maggioranza dichiari l'impossibilità a proseguire i lavori in Commissione.
Sarà una loro contraddizione: come si potrà lavorare in aula, se prima non si lavorerà in Commissione?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Ringrazio anzitutto il Presidente della VI Commissione per la relazione che ha svolto, nonché per l'impegno dimostrato nella conduzione della Commissione stessa.
La valutazione politica è che finalmente siamo ritornati in aula. Io non ero molto fiducioso, ma avevo acconsentito al ritorno in Commissione sia pure a data fissa, proprio per evitare che questo provvedimento prendesse la strada senza uscita delle interminabili riunioni che spesso accompagnano questi provvedimenti.
Il provvedimento è oggi in Consiglio e credo che sia quantomai opportuna una valutazione politica sul fatto che, a distanza di ormai tre anni dall'impegno assunto a portare a conclusione il provvedimento sulla libertà di insegnamento, siamo ancora sostanzialmente ad una proposta nuova. In pratica ricominciamo un iter dopo tre anni di tentennamenti, di mancanza di decisioni chiare, di mancanza di volontà nel portare avanti un provvedimento con la dovuta decisione e nei tempi necessari.
Mi auguro che nei prossimi giorni si possa trovare una soluzione. Ci siamo assunti un impegno e credo che il Presidente Ghigo debba onorarlo in tempi ristretti, perché altrimenti saremmo in difetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Intervengo come Capogruppo di Forza Italia, perché ritengo che il mio ruolo di Presidente di Commissione si sia esaurito con la lettura della relazione all'Aula.
Ringrazio i colleghi per aver riconosciuto equilibrata la relazione che ho svolto. Nell'ultimo passaggio, soprattutto, vorrei rimarcare sia la sincerità che il garbo che ho avuto nel riferire all'Aula che in Commissione l'assenza della votazione non è stata casuale, perché non era necessaria essendo stato rinviato a termine in Commissione il provvedimento. Naturalmente mi sono confortato e confrontato con i dirigenti e i funzionari che assistono i lavori della Commissione.
Per questo motivo, Presidente Toselli, vorrei fare una considerazione e le chiederei di prestare particolare attenzione - scusi se mi permetto perché il suo ruolo, dal mio punto di vista, è fondamentale rispetto all'intervento che intendo svolgere.
Per quanto riguarda la dichiarazione di impossibilità di proseguo dei lavori richiamata dal collega Chiezzi, Presidente del Gruppo dei Comunisti Italiani, rispetto politicamente questi intendimenti e politicamente, non me ne voglia il collega Chiezzi, ritengo che sia una dichiarazione sicuramente sincera, ma, di fatto, smentita dalla mia esperienza, dai fatti e dal lavoro svolto in Commissione, in quanto lo stesso Presidente Chiezzi è firmatario di buona parte di quei 140-145 emendamenti complessivi che sono stati presentati con chiaro intendimento ostruzionistico. E' evidente che a questo servono ed è evidente, lo riconosciamo, che gli stessi proponenti, con i comportamenti e con interventi, hanno riconosciuto questo scopo agli emendamenti presentati.
Quindi, il ritiro in blocco di tutti quegli emendamenti e il voler procedere ad una discussione di merito, costituirebbe un elemento di novità; in assenza di questo, e non mi sembra di esserne in presenza, dal mio punto di vista, con una mia valutazione politica ed istituzionale, pur rispettando le dichiarazioni del Presidente Chiezzi, queste condizioni del proseguo dei lavori non ci sono.
Per quanto attiene la questione tecnico procedurale, non vi è dubbio articolo 81 del Regolamento, noi abbiamo rinviato il testo della legge n.
252 nella Commissione consiliare competente (VI) con il termine del 15 aprile. I lavori sono stati infruttuosi e, alla fine del termine automaticamente, c'è il rinvio. Ecco perché ho ritenuto, come Presidente di Commissione, con l'ausilio e il conforto dei dirigenti e dei funzionari che ci assistono, di non sottoporre alla Commissione la votazione del rinvio in Aula, essendo questo rinvio automatico. Quando si rinvia un testo in Commissione, ex articolo 81, la Commissione nei termini previsti esaurisce il proprio compito, se è fruttuoso, invia il nuovo testo, perché lo licenzia, se è infruttuoso, si riparte da dove si era, quindi dal testo del disegno di legge n. 252, come se la Commissione non fosse avvenuta, anzi aggiungo che decorrono i termini per i nuovi emendamenti senza forma di dubbio, qualora qualcuno li volesse presentare, e certamente decadono anche tutti gli emendamenti presentati.
Questo è un mio parere, una mia valutazione procedurale, che non faccio così, all'arma bianca, bensì dopo una consultazione dei dirigenti e dei funzionari che assistono i lavori di quella Commissione, che ho l'onore di presiedere, e di questo Consiglio regionale.
Credo, e su questo ha ragione il Presidente Contu, che questa mattina o alla ripresa dei lavori, quando ritiene, il Presidente del Consiglio regionale debba chiarire questo nodo, in modo che si esca da questo Consiglio regionale, adesso o questa sera, senza alcun dubbio. Da parte nostra, siamo fermamente convinti che l'articolo 81 possa essere solo così interpretato e così generalmente, utilmente e correttamente applicato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Non entro nelle problematiche regolamentari, confesso di non essere tra coloro più preparati in materia, mi limito alle parte politica, almeno ci provo, rispetto a questo ormai annoso provvedimento. Come ha ricordato il Presidente Deorsola, è dall'inizio della Legislatura che ha subìto una serie di accelerazioni, stop, frenate anche brusche, scomparse quasi in apnea, ritorni improvvisi, quasi di fiamma, ma, Presidente e colleghi assolutamente non tutti determinati dall'opposizione. Ho l'impressione che relativamente a questi comportamenti, percorsi di accelerazione e brusche frenate, compresa l'ultima, neanche importanti e autorevoli esponenti della maggioranza fossero informati appieno di quanto avveniva.
Questa è l'impressione che noi abbiamo avuto, ma non cambia assolutamente il merito del problema, se non che ci permette di dire che rispetto a quando è partito, all'inizio della Legislatura, ad oggi, la materia è profondamente cambiata. Ci troviamo in uno scenario in buona parte diverso, che non ci fa cambiare l'idea sull'impostazione generale, è un provvedimento che tende a favorire i privilegi e noi non potremo mai essere d'accordo sotto questo punto di vista. Discuterne in Aula consiliare, come diceva il Presidente Cattaneo, o in Commissione, come diceva il Presidente Chiezzi, non cambia la sostanza, noi ci confronteremo nella sede che sarà poi decisa e in quel luogo non solo proveremo a resistere a questo tentativo, che riteniamo favorisca i privilegi in maniera non giustificata, ma proveremo a dare anche un contributo che vada nella direzione opposta. Quando dico "contributo" intendo contributo alla risoluzione del problema, non certo e non solo a non farlo passare nella forma in cui viene proposto, perché, così come proposto, per noi, ma non solo, mi rivolgo all'Assessore e alla stragrande maggioranza dei piemontesi, così come per molti della stessa maggioranza, non è accettabile e neanche condivisibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Signor Presidente, telegraficamente vorrei affrontare i due temi.
Relativamente al tema procedurale, mi pare assolutamente pacifico quanto espresso e chiarito dal Presidente Cattaneo, ma l'esasperazione dell'interpretazione della norma in chiave ostruzionistica introduce il secondo tema fondamentale, che concerne l'infruttuosità del lavoro della Commissione, che noi, oggi, formalmente, raccogliamo e proponiamo come consuntivo di quei lavori.
La verità è che si tratta di una infruttuosità ideologica, perch prima di andare in Commissione, chi ha auspicato questo non ha inteso dare alcun contributo affinché ci si muovesse sul piano della concretezza e della operatività.
Detto questo, sia da un punto di vista formale e sia da un punto di vista politico, è urgente procedere nei lavori del Consiglio, proprio perché si tratta di una questione annosa, come ricordava lo stesso Consigliere Placido, mutuando l'espressione dal Presidente Deorsola.
Qui, dobbiamo riproporre un tema di lealtà dei lavori d'Aula, che finora è stato sicuramente disatteso. Per quanta pazienza, disponibilità e benevolenza ci sia stata, non vi è mai stato un riscontro positivo sul punto da parte di coloro che osteggiano, ovviamente legittimamente, il disegno di legge n. 252.
Dobbiamo dire una volta per tutte, ma lo ribadiremo a iosa, che qui non si intende favorire alcun privilegio. Invece, ribadiamo il fatto, ed è pacifico perché risulta per tabulas, che sono gli oppositori al disegno di legge che vogliono mantenere il privilegio. Noi ci troviamo di fronte ad una scuola non statale che è frequentata soltanto da chi ha le disponibilità e le risorse finanziarie. Nel momento in cui diciamo che vogliamo consentire questa disponibilità, favorendo coloro che non ne dispongono, siamo noi che vogliamo rimuovere il privilegio nell'interesse di un servizio pubblico. Questo è pacifico ed è stato ribadito da una legge che non è frutto di questo Governo, ma del Governo precedente, quindi siamo noi che vogliamo rimuovere i privilegi e siete voi che volete ribadire i privilegi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Come avevo già anticipato prima del rinvio in Commissione del provvedimento e prima che si verificasse quanto era ampiamente prevedibile cioè che in Commissione riprendesse la stessa attività che peraltro aveva accompagnato i lavori d'aula per numerose sedute, con grande sincerità voglio solo dire al Consiglio che secondo me non siamo più in una fase in cui discutiamo un provvedimento legislativo, ma siamo da tutti i punti di vista in una fase in cui i sostenitori e gli oppositori di un provvedimento utilizzano tutti gli strumenti regolamentari per consentirne o impedirne l'approvazione.
Stiamo ormai da anni facendo una discussione di merito su questo punto in maniera palese, manifesta, assolutamente indiscutibile, ed ormai neppure più celata, da parte di frazioni consistenti dell'opposizione.
L'unica attività posta in campo rispetto a questo provvedimento è quella di impedirne l'approvazione. Questo renderà inevitabilmente complicati i lavori d'aula e imporrà inevitabilmente alla Presidenza un grande equilibrio nella gestione di questi lavori.
L'unica cosa che voglio dire a futura memoria è che gli stracciamenti di vesti e le tirature di capelli sulla violazione del Regolamento ovvero sulla violazione delle prerogative istituzionali del Consiglio, da parte di chi mette in campo da due anni e mezzo una guerriglia armata del Regolamento su questo provvedimento, sono del tutto destituiti di fondamento e, a questo punto, neppure più invocabili.
Andiamo ad una discussione che sarà difficile proprio perché non sarà la discussione di un provvedimento legislativo, ma sarà una discussione totalmente in punto di diritto circa le modalità di discussione e di approvazione dei nostri provvedimenti. Questa è la situazione a cui una parte di quest'aula ha costretto l'intero Consiglio ormai da due anni e mezzo, ed è una situazione da cui io immagino - e lo dico a quanti come il nostro Gruppo sostengono comunque il provvedimento - dobbiamo uscire politicamente di slancio, non rimanendo per i successivi due anni dei lavori impantanati in una discussione che non va da nessuna parte, ma che palleggia avanti e indietro fra Consiglio e Commissione la trattazione di questo provvedimento.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Palma.
Dichiaro chiusa la seduta antimeridiana. La ripresa dei lavori è alle ore 14.30 in Sala Viglione, dove avverrà l'incontro con i rappresentanti della Protezione Civile; successivamente, alle ore 15, in aula riapriremo i lavori del Consiglio e l'Assessore Ferrero relazionerà in merito alle questioni già di vostra conoscenza che riguardano il terremoto dei giorni scorsi.
Invito tutti i presenti, se lo desiderano, a partecipare all'inaugurazione della Vetrina sull'Editoria, che si tiene in questo momento presso la sede dell'URP di Via Arsenale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.06)



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