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Dettaglio seduta n.332 del 11/04/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.08 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.40)



(La seduta ha inizio alle ore 10.42)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Casoni, Cavallera Chiezzi, Ferrero, Ghigo, Godio, Moriconi, Papandrea e Pichetto Fratin.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Cotto


PRESIDENTE

Comunico che con decreto n. 31 del 10 aprile 2003, il Presidente della Giunta regionale Ghigo, attribuisce, temporaneamente, le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, per la seduta di venerdì 11 aprile 2003, all'Assessore Mariangela Cotto.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordini del giorno n. 749 inerente a "Richiesta cessazione di embargo degli USA contro Cuba" dei Consiglieri Marcenaro, Manica, Placido, Riba Ronzani, Muliere e Caracciolo; n. 750 inerente a "La repubblica di Cuba" del Consigliere Chiezzi e n. 751 inerente a "CUBA, iniziative contro la condanna dei dissidenti" dei Consiglieri Tapparo e Caracciolo


PRESIDENTE

Il punto 2) all'o.d.g. prevede l'esame degli ordini del giorno su "Cuba". Si tratta di tre documenti, presentati rispettivamente dal Gruppo DS e altri, dai Comunisti Italiani e dai Consiglieri Tapparo e Caracciolo.
Dichiaro aperta la discussione complessiva e do la parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Caro Presidente, è singolare che nei giorni scorsi qualcuno abbia obiettato, di fronte alle posizioni che sono state assunte rispetto al problema che oggi stiamo discutendo, che non era questo il tempo di questo confronto, di queste prese di posizione, come se stesse a noi o a qualcuno di noi decidere o aver deciso il tempo nel quale 78 persone (nell'ordine del giorno è scritto 77, ma il numero esatto è 78), nei giorni scorsi, dal 18 marzo, sono state incarcerate a Cuba. In questi giorni - come credo oramai sappiate - molte di queste incarcerazioni si sono tradotte in processi sommari, senza la possibilità di rendere comprensibile il diritto alla difesa; in processi ai quali non è stata permessa la partecipazione della stampa e che si sono conclusi con delle pene che assommano, nel loro insieme, oramai già a centinaia di anni di carcere, con condanne individuali che vanno dai 28 anni dati a Ernesto Gonzales, ai 25 anni comminati a Ector Palacio, ai 20 anni comminati all'economista Oscar Espinoza Chepe.
Quando capitano cose di questo tipo, penso che dovrebbe essere naturale per tutti pronunciare una parola a difesa della libertà delle persone. Per mia formazione personale, capisco che altra sia l'opinione e la posizione di altri, ma quando faccio questo penso di difendere un principio generale non solo, ma penso di difendere anche il buon nome e oserei addirittura dire l'onore della sinistra, che nella difesa della libertà e della libertà d'opinione e nel rifiuto che le persone siano incarcerate ha un punto essenziale.
Mi è stato obiettato, come alcuni di voi sanno, che a Cuba tutti mangiano. Ho risposto che io non ho posto il problema che a Cuba tutti mangino, anzi sono convinto che anche in prigione probabilmente molti mangino, questo non lo considero ancora, fino adesso, un buon motivo per tenere le persone in prigione. Volevo solo precisare questo.
Questa sarebbe una posizione, a mio parere, scontata, necessaria dovuta in qualsiasi condizione. Per quanto mi riguarda, lo è ancora di più nella situazione politica generale nella quale questa questione si colloca.
Avendo su questo punto una posizione diversa da quella di altri colleghi ad esempio dei colleghi della maggioranza, ed essendo tra quelli che pensano che la democrazia non possa essere esportata con le armi, sento ancora maggiore la responsabilità per chi sostiene questa posizione di dire di provare a battersi perché la democrazia, in qualche modo la libertà, sia affermata, esportata e possa riguardare un fenomeno generale. Come mi è già capitato di dire, penso che questo sia un punto essenziale non solo oggi di una politica di difesa dei diritti umani e della libertà, ma addirittura di una linea di prevenzione della guerra, di una linea alternativa a quella di una moltiplicazione dei conflitti.
Naturalmente, per quanto mi riguarda non è qui il tempo di una discussione, di una riflessione politica, culturale, storica su Cuba e la sua esperienza. In quest'ordine del giorno noi abbiamo cercato di non perdere la dimensione del fatto al quale ci riferiamo. Lo dico non perch non ci sia la necessità di questa discussione, di questa riflessione, di questo bilancio che sostenga una lotta politica per la libertà, ma perch oggi il punto è, secondo me, di prendere posizione su un fatto.
Intervengo sull'ordine dei lavori.
Se ho capito bene, c'è una proposta di inversione di punti all'o.d.g.
quindi, usciamo dal seminato, da quanto ha seminato la Conferenza dei Capigruppo e ha poi deliberato il Presidente del Consiglio. Allora, usciamo dal seminato e via, liberi tutti! Guardando questo o.d.g. vedo che vi sono provvedimenti molto importanti e anche di relativa facilità di discussione, che meriterebbero molto di più di quello segnato al punto 7) all'o.d.g. e, a questo punto, di essere presi in considerazione.
Comincio a citarne uno, ma vorrei, a questo punto, dieci minuti di sospensione, per presentare altre proposte di inversione di punti all'o.d.g. alternative a quella sin qui realizzata. Ne segnalo già una: discutere subito il "Testo unico delle leggi sulla montagna", che mi sembra un provvedimento di grande importanza, di grande utilità e di discussione proficua, oltretutto, situato al punto 8) all'o.d.g.
Se vogliamo avere un pomeriggio produttivo su temi importanti, chiedo di effettuare questa richiesta di inversione dei punti all'o.d.g.
Se mi dà qualche minuto, vorrei verificare se, ancor più del testo unico della montagna, non ci sia qualche altro provvedimento di facile deliberazione da affrontare.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, avendo formulato una proposta, lei sa che si mette in votazione la proposta. Qualora non vi fosse il numero legale per deliberare o andasse buca la richiesta di inversione dell'o.d.g. da me formulata, passeremo alla richiesta successiva, che, in ordine di tempo, è la sua.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lei "svirgola" la realtà, se si vuole procedere a inversione, dia qualche minuto, ognuno farà una proposta.



PRESIDENTE

Intanto, c'è una proposta, quindi, la si deve mettere ai voti.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Chiederei al Consigliere Chiezzi di prestare attenzione al mio ragionamento, perché intervengo proficuamente sulla sua proposta.
Ovviamente, non voglio insegnare il mestiere al Presidente, ma qui non si tratta di fare alcuna inversione. Si tratta di prendere atto del fatto che uno dei provvedimenti iscritti all'o.d.g. non può essere discusso per l'assenza dell'Assessore competente. Non si discute alcuna inversione, che in linea di principio, va discussa prima dell'inizio della seduta, e noi abbiamo già ottemperato ad una votazione su un altro provvedimento. Chiedo di fare ciò che da almeno due anni e mezzo si fa in questa Aula: prendere atto che un provvedimento non può essere discusso e passare al provvedimento successivo senza prese d'atto da parte dell'Aula, perché si tratta di una impossibilità materiale di discussione del provvedimento per l'assenza dell'Assessore competente.



PRESIDENTE

Ha ragione, Consigliere Palma, però, lei tenga presente che l'Aula non era consenziente rispetto al passaggio ad altro punto all'o.d.g., allora ho formulato una proposta che, di fatto, superava il problema.



PALMA Carmelo

Però, nella mia modesta interpretazione, queste prese d'atto non si votano, nel senso che si prende atto che non c'è l'Assessore Ferrero, non si mette in discussione democratica la presenza o l'assenza dell'Assessore Ferrero. L'Assessore Ferrero non c'è, quindi, non si procede e si passa al successivo punto all'o.d.g.
Chiederei un altro attimo di attenzione al Presidente, perché, se si apre la discussione sulla richiesta di inversione di inserimento di punti all'o.d.g., si apre complessivamente. Il Consigliere Chiezzi ha formulato una richiesta sulla quale non concordiamo, perché riteniamo che il provvedimento sulla montagna non sia di semplicissima discussione, però, se lei dà la possibilità al Consigliere Chiezzi di proporre un'inversione all'o.d.g., quindi di riaprire i termini rispetto ad una procedura che è prevista per l'inizio della seduta, a questo punto, sospende i lavori e dà la possibilità a tutti i Gruppi consiliari di presentare proposte o iniziative convergenti sullo stesso punto.
Quindi, le chiederei di consultarsi un momento con la Giunta regionale ed eventualmente anche con i Capigruppo di maggioranza, ma temo che lei non abbia altre strade: o prende atto dell'assenza dell'Assessore Ferrero oppure riapre i termini per l'inversione e l'iscrizione di punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Siccome rispetto al provvedimento sappiamo non essere dirimente la presenza dell'Assessore Ferrero e si può procedere, come è successo questa mattina, su altro provvedimento, che riservava uno spazio occupato da altro Assessore nel merito della materia, nulla osta procedere anche oggi.
Siccome, attraverso l'intervento del Consigliere Tapparo, ho registrato una richiesta di sensibilità verso l'Assessore Ferrero, che, come ha dichiarato pubblicamente il Consigliere Tapparo, intende essere presente alla discussione di questo provvedimento, ho pensato che fosse importante proseguire sull'ordine dei nostri lavori. Se poi discutiamo il punto successivo e apriamo di nuovo delle discussioni per capire se lo dobbiamo o no affrontare, credo, non essendo dirimente la presenza dell'Assessore, di poterlo mettere lo stesso in discussione. Credo di essere stato assolutamente corretto e aver dimostrato sensibilità dicendo di passare al punto successivo.
Allora, passiamo al punto successivo e passiamo al punto....



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, lei non può disporre dell'o.d.g. come crede. Passiamo a cosa? Passiamo così!?



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, veda di aiutare i nostri lavori! Per sensibilità, ho proposto anche un'inversione all'o.d.g. che non è necessaria, si mette in votazione una proposta che credo...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chi la fa questa proposta?



PRESIDENTE

Può anche farla il Presidente.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, io chiedo chi può.



PRESIDENTE

Come no? L'inversione dei punti all'o.d.g. può essere proposta dallo stesso Presidente o dalla Giunta o dal rappresentante di un Gruppo consiliare o da tre Consiglieri, così recita l'articolo 51, comma 2.
Quindi, nelle mie facoltà, ho pensato di formulare una proposta. Interviene uno contro, Consigliere Chiazzi, lei non è d'accordo, si esprime di invertire il punto all'o.d.g., anche se non era necessario che io la formulassi, perché si passava comunque al punto successivo, solo per sensibilità, ho pensato di pormi così. Credo di essere stato assolutamente corretto e rispettoso nei confronti dell'Aula.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

C'è la proposta del Presidente del Consiglio di invertire un punto all'o.d.g. e, se ho capito bene, lei propone di inserire il punto 7) all'o.d.g. al posto del punto 6) all'o.d.g., in modo da affrontarlo subito.



PRESIDENTE

Dovrebbe già essere così.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi, anche di fronte a fatti drammatici come quelli che si stanno verificando in Iraq, ritengo opportuno che il Consiglio regionale tratti temi che toccano aspetti della libertà e della democrazia a livello internazionale. Ahimè, ce ne sarebbero molti di questi temi, cito solo in questo momento formalmente la democratica Russia nei confronti della Cecenia, in altre parole un popolo che è sottoposto ad una pressione militare durissima e che meriterebbe da parte di questo Consiglio regionale un'attenzione particolare.
Siccome è accaduto un fatto specifico che ha colpito pesantemente la libertà di espressione e di opinione con delle modalità estremamente dure vietando che ci fossero dei meccanismi di tutela, di difesa e trasparenza con un ruolo della stampa nella vicenda che ha colpito i circa ottanta intellettuali e giornalisti cubani che in questi giorni sono stati imprigionati e condannati, è tema importante, però è nella soluzione.
L'approccio a questo problema può portare a comportarsi come il Segretario dei Radicali che ieri sera davanti all'ambasciata di Cuba ha equiparato Castro a Saddam, oppure si può attuare una forte, civile e determinata azione nei confronti di ciò che sta avvenendo a Cuba. Intanto nessuno ha in tasca la verità per quanto riguarda la libertà e la democrazia, che è un processo in divenire e che si sviluppa. Gli Stati Uniti in questo momento ammettono in molti stati la pena di morte, non aderiscono al tribunale internazionale che sta processando Milosevic invece l'Italia sì. Qual è la Nazione più democratica? Ci sono diversi gradi nell'affermazione della democrazia e va ricordato il potere economico che influenza l'informazione, non è ininfluente sul livello di democrazia.
Tutto questo non toglie gravità a ciò che è avvenuto a Cuba, che non pu essere mascherato dal processo di democrazia sociale, che c'è certamente in campo sanitario, dell'istruzione e ha avuto delle affermazioni che in Guatemala, o in altri paesi dove si svolgono le elezioni, non esiste.
Pensate che in Guatemala praticano il rito delle elezioni, ma pare che il livello di democrazia e il numero di desaparecido sia molto discutibile.
Qual è il nodo, cioè qual è la diversa azione da farsi nei confronti dei fatti cubani? Se l'equiparazione con Saddam è tale, il passo successivo è un'azione militare, oppure, all'opposto, una forte azione civile culturale, di contaminazione economica. In questo momento molti piccoli imprenditori italiani, spagnoli, canadesi, messicani stanno operando in Cuba e sta determinandosi anche all'interno della società cubana l'emergere di una sensibilità, un'apertura ai processi della dialettica democratica e dei processi economici che stanno creando fermenti. Non è possibile in qualche modo chiedere al nostro Governo Nazionale, quindi con l'azione di un ordine del giorno, non potendo intervenire con un'azione di politica estera, di intervenire nei confronti del Governo cubano e svolgere un ulteriore sollecitazione alla Commissione per i diritti umani dell'ONU che ha chiesto di essere presente a Cuba per controllare la situazione dei dissidenti. Probabilmente dovrebbe chiedersi questo intervento anche per la Cecenia, per il Sikiang, la Provincia cinese più a nord-ovest dell'Asia cioè svolgere una precisa azione. Trovando una negazione a tale apertura da parte del governo cubano, su questo occorrerà imbastire una forte pressione, affinché ci possa essere l'intervento della massima autorità internazionale che - ahimè - da questa vicenda della guerra preventiva in Iraq ne è uscita con le ossa rotte, come l'ONU, che possa trovare dal Governo italiano un forte stimolo, una forte legittimazione. Il ruolo importante della Commissione della tutela dei diritti umani che, dicevo deve avere un carattere ampio e generalizzato.
Detto questo, non voglio negare il valore della rivoluzione cubana perché prima dell'attuale situazione cubana c'era il regime di Batista che era controllato dagli Stati Uniti. Vi è tutta una storia dietro alla situazione di Cuba, perché già nel 1898 quando la Spagna perse Cuba vi era una parte del sistema economico cubano che voleva diventare uno Stato degli Stati Uniti. Ci fu sempre questa tendenza, ma i movimenti più popolari, che diedero un tributo di sangue enorme nella guerra per la liberazione dalla Spagna, che durò venti o trent'anni. Proprio questo esercito scalzo, con sangue misto che partecipò ad una lunga guerra contro la dominazione coloniale spagnola impedì l'assorbimento di Cuba da parte degli Stati Uniti. Ci fu sempre questa tendenza "annessionistica" che prese piede senza una manifestazione formale e Cuba diventò dai primi anni del '900 una specie di Stato americano, diventando il Paese delle bische, della prostituzione, delle vacanze, della presenza della mafia. Quel regime è stato abbattuto da una rivoluzione importante che, dal mio punto di vista ha subito una degenerazione, ma certamente non ha lasciato sostituito una specie di età dell'oro di una democrazia come quella degli Stati Uniti che dominava quel Pese. Non c'era a Cuba l'età dell'oro democratica, c'era un modello che non vorremmo che sia il modello nuovo che si venisse a riprodurre con la caduta del regime castrista.
Per questo motivo, diciamo che va fatta una forte azione diplomatica civile, culturale, di cooperazione economica e di riduzione dell'embargo altrimenti altre strade di azione sono quelle di equiparare Castro a Saddam e poi, oltre all'embargo che è già molto forte, non so quale potrebbe essere l'atto successivo, probabilmente la previsione di un bombardamento.
La denuncia può essere uguale, ma la via di soluzione è diversa e nessuno è depositario della democrazia e delle libertà. Ognuno deve guardare in casa propria, perché ognuno deve migliorare la democrazia giorno per giorno. Noi per noi, stessi e nei casi più drammatici che toccano sessanta, settanta, paesi del mondo che vivono situazioni ancora più drammatiche e di cui non ci giunge nemmeno l'eco dei dissidenti occorre agire.
Voglio ricordare un popolo come il Saharaudi che ricevette dall'ONU la possibilità di autodeterminazione, ma è schiacciato dal Marocco, in cui si sono svolte le elezioni ultimamente. Questo fatto rileva una mancanza di democrazia o, comunque, di libertà per una parte di quel popolo.
In quest'Aula abbiamo parlato di questo popolo per il quale stiamo dando degli aiuti attraverso dei progetti di solidarietà. In questo senso una forte azione di denuncia e di condanna nei confronti del regime castrista, anche perché di dissidenti ve ne erano anche prima, cioè non è solo questioni di questi ottanta colpiti, ma le soluzioni, dal mio punto di vista (ho firmato anche l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Caracciolo), deve avere un approccio diverso: una caratterizzazione costruttiva, incalzante e non, invece, una soluzione avventuristica per realizzare la democratizzazione di Cuba.



PRESIDENTE

E' pervenuto alla Presidenza il seguente emendamento all'ordine del giorno n. 749: dopo le parole "Usa contro Cuba", inserire le parole "Frutto della guerra fredda".
I proponenti mi hanno già comunicato la loro accettazione rispetto questo emendamento a firma del Consigliere Cattaneo ed altri.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mercurio; ne ha facoltà.



MERCURIO Domenico

Ho chiesto di intervenire, non avendo voluto firmare l'emendamento Cattaneo ed altri, perché il tema va approfondito. Stiamo parlando di una dittatura che avanti da oltre 40 anni - sfilavo anch'io 40 anni fa - ma inserire, nell'ordine del giorno presentato dal Gruppo dei DS e dal Consigliere Caracciolo (che personalmente apprezzo) solo quattro parole, mi sembra poco. Mi sembra riduttivo; così come mi pare riduttivo l'ordine del giorno del Consigliere Marcenaro, anche se ne apprezzo la sensibilità verso i diritti della persona, in particolare i diritti di libertà.
Uno sforzo di approfondimento, quanto meno a livello di dibattito, va fatto; uno sforzo nel senso di spiegare che cosa è successo nel mondo in questi 44 anni e se 44 anni sono stati sufficienti ad un regime, sia pure diverso dagli altri, per evolversi (la stessa Cina del mondo ex comunista si è evoluta).
Il "personaggio" Fidel Castro potrà pure risultare simpatico (io stesso sfilavo ed ero attratto da questa barba, allora nera oggi bianca, e da questo modo di ribellarsi) ma occorre approfondire la questione dell'embargo: prima di ritenerlo giusto o sbagliato, occorre capire perch c'è stato.
Non si può "buttare una spugna" su 44 anni di storia cubana, di storia mondiale, perché la vicenda di Cuba ha avuto ripercussioni in tutto il mondo.
Il primo punto da sottolineare non è dire: Castro è diverso da Saddam ma è stabilire di quanto tempo hanno bisogno le dittature per evolversi.
Non si può fare il discorso: una dittatura è meno dura di un'altra e poi giustamente, accorgersi dei fatti di cui in questi giorni, almeno sui giornali, Marcenaro è protagonista (sono d'accordo con lui: ha fatto bene a dare la sua voce in questa situazione).
Parlando di approfondimento ritengo - trattandosi, soprattutto, di un fatto di ovvietà - che all'ombra di una dittatura non ci possano essere democrazia e libertà. La dittatura è la negazione della democrazia e della libertà. Qualunque dittatura: o si vota democraticamente o non ci pu essere democrazia e libertà.
Questo è un dato che va sottolineato.
Con tutto il rispetto: Fidel Castro ha avuto 44 anni per "passare la mano" e andare in pensione. È crollato il muro di Berlino e Fidel Castro che già aveva messo a disposizione dei russi basi missilistiche, ad un certo punto, negli anni '60 (mi pare 1962) il mondo è stato sull'orlo di una guerra nucleare perché l'Unione Sovietica portò i missili a Cuba (che fino all'ultimo furono negati, anche se fotografi) ma pronti a colpire chi? Sono pronto, mentre tutti votate un ordine del giorno unitario, a fare il guastafeste o a passare per uno progressista. Non voglio essere progressista. Se per esserlo occorre negare valori elementari della persona di libertà e democrazia, non voglio esserlo.
Il progresso umano è, innanzitutto, assicurato da questi grandi valori che, a loro volta, sono assicurati dalla democrazia. Questo è il punto di chiarire; dopodiché voterò e firmerò qualunque ordine del giorno.
Questa situazione è dovuta al blocco; ma non mi pare che lo stesso si possa dire per Cuba. La situazione di Cuba è dovuta ad una rivoluzione partita in un certo modo e proseguita in un altro.
Questo è il punto. Qui si adombra il fatto che quelle quattro parole sono poche; si adombra quasi il dubbio che il blocco sia negatore di un'evoluzione democratica della dittatura cubana. Mi rifiuto di crederlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valvo; ne ha facoltà.



VALVO Cesare

Come Gruppo di Alleanza Nazionale desideriamo esprimere una vibrata protesta per le recenti condanne che a Cuba hanno concluso i "processi farsa" voluti dal regime di Fidel Castro contro intellettuali cubani incarcerati il mese scorso. Sentenze veramente indegne di una società civile. Approfittando della distrazione dell'opinione pubblica mondiale concentrata sull'Iraq, il regime castrista ha organizzato una nuova ondata di persecuzioni contro ogni dissenziente. Alleanza Nazionale ha già chiesto al Governo nazionale se non ritenga utile ed opportuno sospendere il progetto di realizzazione a L'Avana di un nuovo istituto italiano di cultura, almeno fino a quando Fidel Castro non darà segnali concreti di apertura e di libertà verso il dissenso interno.
Questi recenti atti, da parte di Fidel Castro, pongono seriamente in dubbio l'utilità di aprirsi verso Cuba se, a 44 anni dalla sua instaurazione, il regime cubano ha ancora la necessità di condannare a decenni di galera intellettuali dissidenti, come il poeta Raul Rivero, per il quale Alleanza Nazionale ha chiesto un gesto concreto del Governo italiano per sollecitarne la liberazione.
Auspichiamo che la stessa indignazione dell'opinione pubblica mondiale che ha denunciato la guerra in Iraq, si faccia ora carico di esprimere il proprio dissenso contro il regime castrista e contro il genocidio perpetrato nei confronti del popolo ceceno.
Voterò a favore dell'ordine del giorno n. 749 a firma dei Consigliere Marcenaro ed altri; mentre esprimerò voto contrario all'ordine del giorno n. 750 a firma del Consigliere Chiezzi e all'ordine del giorno n. 741 a firma dei Consiglieri Tapparo e Caracciolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Noi abbiamo acconsentito volentieri, in sede di Conferenza dei Capigruppo, considerato che i fatti erano ancora attuali e caldi, a che il Consiglio regionale si confrontasse su un tema ormai arrivato alla ribalta dell'opinione pubblica e forse passato un po' in sordina. Ricordo che tutto è nato, sostanzialmente, con l'apertura dell'operazione per la libertà dell'Iraq da parte degli Stati Uniti e quindi è logico che questo fatto grave, se non sottaciuto, sia quanto meno passato in secondo piano anche sugli organi di informazione.
I fatti sono gravissimi e sono ripresi puntualmente nell'ordine del giorno che i colleghi dell'opposizione hanno presentato: l'arresto di circa ottanta giornalisti. Aggiungo, perché tutti i giornali di ogni parte lo hanno rappresentato e ho voluto leggerli con attenzione (ma credo che tutti abbiamo avuto l'opportunità di farlo), che sono stati arrestati non solo dei giornalisti, ma addirittura dei bibliotecari o comunque dei semplici collaboratori, unicamente per aver sostenuto, ancora una volta in quel Paese, opinioni diverse rispetto a quelle del regime. Alcuni di loro e questo fatto mi ha colpito - sono stati perseguiti per aver promosso un referendum, il progetto Varala, sottoscritto con grande difficoltà da 13.000 cittadini di quel Paese. Può sembrare un numero esiguo, ma in un Paese dove c'è una dittatura, trovare 13.000 coraggiosi che sottoscrivono un referendum contro il regime, credo che non sia stata, per i promotori la cosa più semplice.
Per loro, addirittura, è stato richiesto dal Pubblico Ministero (chiamiamolo così) di quel Paese, nell'ambito di un processo sommario, la pena dell'ergastolo.
Quindi credo che, senza ombra di dubbio, tutti possiamo affermare che oggi a Cuba vi sia ancora una gran bella dittatura. E poco importa - credo cercare di dare un valore alla rivoluzione cubana di Fidel Castro del 1959, come si è tentato di fare negli interventi che ho ascoltato (e credo che ne ascolterò ancora in questo senso). All'epoca io non ero ancora nato ma essendo nato qualche anno dopo, facendo una valutazione dei fatti che sono all'attenzione dell'opinione pubblica in questo momento, mi sembra che sia stata battuta la dittatura forse filo-Stati Uniti - non lo so dell'allora dittatore Battista, per sostituirla con una nuova dittatura filo-sovietica di Fidel Castro, spalleggiato dall'amico e collega Che Guevara.
Prima ho fatto una battuta con i colleghi del Partito Radicale, quasi fosse un ristorante dove hanno tolto l'insegna "da Battista" e hanno messo l'insegna "da Fidel". Nel frattempo sono nato, ho vissuto e seguito un po' le vicende anche solo leggendo i giornali; sotto certi aspetti, mi sembra che quel ristorante sia migliorato, magari ha anche acquisito qualche stella dalla Guida Michelin.
Ricordo, infatti, che la dittatura comunista, filo-sovietica, filo marxista - se si preferisce - di Fidel Castro è la stessa dittatura che ha lanciato un po' di batterie di missili verso gli Stati Uniti nel momento della guerra fredda. Ma Cuba è anche quel Paese che, ad esempio, su un tema importante che noi condanniamo, quello della prostituzione e della prostituzione minorile in particolare, rispetto al regime precedente, ha trasformato un'organizzazione libera e in un certo senso dilettantistica in un'organizzazione di Stato ben organizzata, creando quel fenomeno del turismo della prostituzione e in particolare del turismo della prostituzione minorile e della pedofilia, che, ripeto, noi condanniamo con fermezza Credo che, anche solo per questo, tale dittatura debba essere fermamente condannata.
Ecco perché, Presidente, abbiamo voluto anche inserire l'emendamento che lei giustamente ricordava, peraltro concordato con i proponenti, i quali hanno già annunciato di accoglierlo.
Abbiamo voluto, in una forma molto semplice proprio per trovare la concordia da parte dei proponenti, non solo votare questo ordine del giorno, ma addirittura sottoscriverlo, cogliendo l'occasione, per una volta, nella sede del Consiglio regionale, su un tema ed un merito importante, di non fare il solito "trucchetto" di respingere l'ordine del giorno dell'opposizione per presentarne uno nostro, in quanto il tema è davvero troppo importante.
Naturalmente i Consiglieri della maggioranza e quelli del mio Gruppo avranno la libertà di voto su questo tema - ci mancherebbe! - ma mi sembra che la gran parte dei Consiglieri di maggioranza sia orientata ad un voto positivo.
Come dicevo, con questo emendamento abbiamo voluto ricordare che l'embargo, sì, vi è stato e vi è, ma che è frutto della guerra fredda. E io aggiungo che fu, sì, frutto della guerra fredda, ma che quell'embargo fu imposto dagli Stati Uniti d'America anche per una questione di difesa del territorio e della comunità degli Stati Uniti.
Oggi queste condizioni non ci sono più ed ecco perché, anche dal nostro punto di vista, si può fare un appello per togliere l'embargo, ormai inattuale.
La posizione del nostro Paese è una posizione storica contro la dittatura e contro le dittature, quindi anche contro quella cubana, così come è storica la posizione dei partiti dell'area moderata di un tempo e oggi del partito che noi rappresentiamo in Consiglio regionale.
Questi gravi fatti hanno visto finalmente una condanna unanime: una condanna unanime dal mondo della cultura, una condanna unanime dal mondo accademico, una protesta internazionale. Salutiamo quindi con soddisfazione ed è uno dei motivi, lo diciamo con grande chiarezza, che ci ha portato ad un orientamento di voto favorevole su questo ordine del giorno - la protesta finalmente chiara - noi questo lo apprezziamo, perché è un elemento importante di novità e di scelta politica limpida - dei post comunisti, dei Democratici di Sinistra. Apprezziamo tutto questo perch registriamo - almeno qui - una posizione chiara, cristallina; mi viene quasi da dire, per parafrasare frasi utilizzate per altri temi ed altre forze politiche, che mi sembra una condanna ed una protesta chiara verso il regime di Cuba e di Fidel Castro senza "se" e senza "ma". Ripeto: noi questo lo apprezziamo, e non lo diciamo certamente per fare dell'ironia ed è uno dei motivi - colleghi democratici di sinistra - per il quale voteremo favorevolmente all'ordine del giorno che voi proponete.
Riguardo all'ordine del giorno del Consigliere Chiezzi, mi spiace fare una valutazione in sua assenza e dunque cercherò di misurare le parole altrimenti potrebbero rappresentargli qualcosa di diverso che lo farebbe arrabbiare un'altra volta. Però, anche per una forma di rispetto, visto che l'ordine del giorno è precedente, è stato depositato ed è presentato, e poiché voteremo sfavorevolmente, devo fare una considerazione.
Il Consigliere Chiezzi, dal mio punto di vista, richiamando l'apertura dell'istituto di cultura a Cuba, vuole in un certo senso ammantare una sorta di legittimazione del regime castrista. Per noi questo, naturalmente è inaccettabile in senso politico, perché non lo condividiamo.
Dal nostro punto di vista, non è così: l'apertura di questo istituto di cultura non rappresenta alcuna legittimazione del regime - ci mancherebbe! da parte di un governo di centrodestra, ma soprattutto del governo di un Paese che ha una posizione chiara da sempre, indipendentemente dai governi che si sono succeduti. Quindi nessuna legittimazione, ma riteniamo semplicemente che si tratti di un tentativo concreto del Governo italiano per aprire un dialogo fra i popoli, a partire dalla valorizzazione di un tema importante come quello della cultura.
Ecco perché su questo - e credo di rappresentare la posizione totale del Gruppo - voteremo sfavorevolmente, così come voteremo sfavorevolmente all'ordine del giorno del collega Tapparo e del collega Caracciolo, anche se riconosciamo che alcuni temi ed alcune posizioni potrebbero essere comunque condivise, forse più nelle premesse che nella parte del dispositivo. A nostro modo di vedere - voi avete un'opinione diversa che rispettiamo - il Governo nazionale, il suo dovere lo ha fatto e soprattutto lo sta facendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente.
Quando in consessi di questa natura, così periferici anche dal punto di vista geografico, ma forse non dal punto di vista politico, si parla di questioni di politica internazionale, bisogna sempre stare molto attenti a distinguere il piano della contestualizzazione storica dei fenomeni che si affrontano, su cui si sceglie di pronunciarsi ed il dato invece della proposta e della scelta politica che si sceglie di adottare, in relazione a quei fenomeni che possono appassionare ed arricchire la discussione comune.
Da questo punto di vista, rispondo subito al Consigliere Tapparo: il problema, rispetto a Cuba - e questo vale più per le cose che ha detto il collega che per l'ordine del giorno che ha scritto - non è capire quali sono le ragioni storiche che hanno originato e, da un certo punto di vista dato il quadro storico, necessitato una rivoluzione come quella cubana.
Il problema è più prettamente politico ed è quello di capire, rispetto a questa esperienza, se possiamo nascondere il risultato e il disastro della dominazione, prima neocoloniale sovietica e poi nazionalistica del regime castrista, dietro le motivazioni storiche, politiche e sociali che ne hanno originato lo sviluppo. Da questo punto di vista, si può anche leggere la storia del fascismo in Italia come reazione necessitata alle questioni dell'identità e della dignità nazionale.
Non mi parrebbe una motivazione per inserire, in un ordine del giorno su questo tema, una valutazione problematica, e tutto sommato abbastanza indulgente, della realtà attuale di quel regime ed il significato paradigmatico, come modello di modernizzazione, di sviluppo e anche di relazioni politiche, che il regime cubano continua ad essere per una parte consistente del sistema politico italiano e forse, sul piano della cultura e, per una parte ancora più consistente, dell'opinione pubblica italiana.
Parlando di queste cose, noi dobbiamo, da una parte, non fare finta e non inventarci un ruolo di storici approssimativi e dall'altra parte tenere fermo il timone della politica rispetto ad un insieme di principi di valori, di ideali e di prassi concrete che guidano le nostre azioni, e rispetto a cui siamo ragionevolmente convinti che costituiscano delle condizioni di possibilità della politica civile, così come noi, fino a questo momento, la conosciamo e l'abbiamo praticata.
Il grande equivoco su Cuba è questo, Consigliere Tapparo; non è capire se Castro sia un despota più benevolo o più paternalisticamente attento al proprio popolo di Saddam o di Mugabe. Il problema è capire per quale ragione - ed è questo il dato politicamente più interessante - l'eredità del regime castrista, l'immagine del regime castrista continua ad essere una componente consistente dell'immaginario politico collettivo della sinistra italiana (e non solo), diventando a tutti i fini - anche ai fini puramente simbolici, dalla maglietta alle bandiere che sventolano nelle manifestazioni pacifiste - un dato d'identità da difendere e da preservare.
Questo non vale però solo per la sinistra, vale per tutto il sistema politico e forse anche per quella cultura politica che il nostro Paese è in grado di esprimere e per quella parte della cultura politica di cui il nostro Paese dovrebbe essere forse in grado di mutare radicalmente il segno.
In proposito - essendomi molto allargato nelle premesse - concordo con il collega Marcenaro: in questa fase, bisogna attenersi alla realtà del fatto, ma non perché sia una realtà limitata, ma proprio perché la realtà del fatto è oltremodo significativa della natura e anche delle prospettive di quel regime. Non è semplicemente grave che il regime castrista abbia arrestato 78 persone per reati di opinione e le abbia condannate a decenni di carcere, ma che abbia fatto questo anche come risposta ad una strategia politica aggressiva dell'Amministrazione americana - e non mi riferisco alla guerra in Iraq - e abbia scelto di inserirsi in questo modo nella guerra ideologica mondiale - chiamiamola eufemisticamente così - scoppiata a seguito dell'intervento americano in Iraq.
Noi dobbiamo valutare questa risposta non solo in termini politici come grave limitazione e negazione delle libertà personali, ma anche come risposta politica di un regime morente, dal punto di vista sociale ed economico, ma vivissimo nell'immaginario collettivo dell'occidente rispetto alla risposta occidentale e alla risposta degli Stati Uniti d'America.
A proposito degli strumenti, lo accennava il Capogruppo di Forza Italia nel suo intervento, si potrebbe dire che bisognerebbe passare da una logica della democrazia con i "se" e con i "ma" nella valutazione storica che si può fare della realtà ad una democrazia senza "se" e senza "ma", non solo come ideale, ma come condizione di iniziativa politica dell'occidente.
Il dato di fondo rispetto a Cuba, a questo punto, non è quello di denunciare la matrice marxista e comunista del regime di Castro, ma di continuare a denunciare la natura illiberale, autoritaria, antidemocratica di quel regime come minaccia per l'occidente, come minaccia per milioni di cubani, che devono fare i conti con quel regime e che non possono essere affrancati o riscattati, neppure simbolicamente, dal successo che il regime può conseguire sul piano di alcune politiche sociali e sanitarie e che pu realizzare pagando il prezzo - perché di questo si tratta - della libertà dei propri cittadini, della libertà del proprio paese, trasformandolo in un'immensa caserma, in cui il costo della rinascita nazionale è pagato dalle migliaia di persone che, nel corso degli ultimi decenni, sono state incarcerate nelle prigioni dell'Havana, e non solo nelle prigioni dell'Havana.
Gli strumenti per questa politica non sono le bombe. Le bombe sono sempre ed in ogni caso - lo sono state in Kosovo come in Iraq - il risultato del fallimento di questa politica. Gli strumenti sono politici ma devono essere adeguati e commisurati agli obiettivi che ci si vuole prefiggere. Da questo punto di vista , concordo con la mozione - che peraltro ho anche firmato - del collega Marcenaro.
L'embargo politico-economico non è uno strumento che possa assecondare la rinascita democratica del regime castrista: è un boomerang che ritorna sulla faccia dell'occidente, perché rappresenta il grande alibi e la grande giustificazione del regime castrista.
Dall'altra parte, però, l'evoluzione democratica cubana non pu sicuramente essere assecondata da quelle centinaia di miliardi di fondi per la cooperazione - sostanzialmente aiuti di Stato da parte dei Governi europei al regime castrista - che rappresentano, anche da questo punto di vista, il prezzo simbolico che l'occidente paga alla propria cattiva coscienza. L'Italia è il secondo esportatore del mondo a Cuba dopo la Spagna, e questo va benissimo; l'Unione europea è il più grande donatore di fondi a Cuba, e questo va malissimo, perché rappresenta un dato non solo di tenuta congiunturale del regime castrista, ma un dato di riconoscimento politico al regime castrista della dignità, della sua natura e delle finalità che questo si pone.
Votando un ordine del giorno come quello che il Consigliere Marcenaro ha presentato, noi diciamo delle cose molto chiare e molto semplici.
Diciamo che anche quella parte del mondo politico italiano, che aveva pagato prezzi simbolici così alti alla rivoluzione castrista, non intende più pagare e non intende più fare economia della verità rispetto a quello che a Cuba sta accadendo e indichiamo - per Cuba, per l'intero mondo americano, per il Sudamerica, per il mondo difficile dell'America Latina la ricetta della libertà, come ricetta di liberazione e sviluppo. Lo iato fra le politiche di liberazione e le politiche di libertà che tante parte della sinistra ha coltivato in questi decenni, sono politiche perdenti non solo per la sinistra, ma per coloro che da un certo punto di vista ne dovrebbero essere il regime castrista o altri beneficiari. Da questo punto di vista è paradossale che proprio rispetto all'America latina la forza simbolica del regime castrista continui ad essere enormemente superiore anche solo sul piano scenografico, a quella del regime democratico brasiliano di Lula che rappresenta una vicenda di segno tutto diverso. Un potere conseguito e difeso con gli strumenti della democrazia e con gli strumenti della libertà sul piano economico che continua ad essere, anche simbolicamente per una parte consistente delle piazze italiana, un modo non così forte, non così significativo, non così evocativo e vincente come quello castrista.
Da questo punto di vista, il modo migliore per fare onore ai militanti democratici, socialisti, liberali e di altre forze politiche oggi incarcerate a L'Avana è ricordarli, ricordando a noi stessi il dovere della verità su Cuba e il dovere della verità su tutti i temi di politica internazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Saluto favorevolmente l'ordine del giorno che ha come primo firmatario il Consigliere Marcenaro ed altri. Abbiamo chiesto di aggiungere la nostra firma, abbiamo offerto un modesto emendamento solo per ricondurre meglio entro gli alvei storici, la vicenda su cui, però, dico subito, non è il caso di indugiare per la semplice ragione che la vicenda Batista, la vicenda Castro, il ruolo avuto dagli Stati Unita prima con Batista durante la rivoluzione e dopo Batista, è un po' più complesso di quanto non sia stato oggi evidenziato. Debbo aggiungere che nella immediatezza sostanzialmente, e subito dopo la rivoluzione, vi fu la crisi della baia dei Porci che consente anche un'ulteriore lettura significativa sul punto.
Dico subito tutto il mio favore per questo ordine del giorno. Non solo e non tanto per la denuncia che, ovviamente, puntualmente fa, ma perch ritengo che, anche attraverso queste circostanze, queste vicende attraverso questi appuntamenti su cui ci misuriamo nel giudizio, ci aiutiamo a riconoscerci. Ci aiutiamo a riconoscerci come avversari, pur nelle diverse sensibilità, che hanno dei momenti, hanno dei motivi, hanno dei valori, quelli sì, che possono essere condivisi. Già solo questo fatto è un elemento determinante per la scelta che facciamo favorevolmente.
In questo ordine del giorno colgo alcuni passaggi significativi su cui dobbiamo riflettere senza rimproverarci la coerenza, senza rimproverarci se certe nostre espressione le abbiamo utilizzate anche in altre occasioni.
Rilevo che quando si evidenzia il ruolo delle Nazioni Unite e, nella sostanza, lo si evidenza come carente, si conclama ancora una volta la debolezza di una organizzazione che tutti quanti vogliamo più forte, tutti quanti vogliamo sia più idonea, più capace di dare contributi risolutivi.
Devo aggiungere che l'emendamento che abbiamo inserito per evidenziare che l'embargo è frutto della guerra fredda, va però letto nel contesto di quella proposizione che, comunque, segnala l'inutilità e quindi l'inefficacia, segnala gli effetti devastanti sociali. Tutto questo non può che essere constatazione e quindi condivisone, ma, soprattutto, segnala ed evidenzia un momento importante che questi provvedimenti finiscono per favorire il processo di coesione interna di regime. Ed è vero, è storicamente vero. Ecco perché l'ordine del giorno non contiene una giustificazione, non giustifica la dittatura e il regime castrista quale conseguenza dell'embargo, non mi pare possa essere assolutamente letto in questi termini. Si dice che rimuoverlo può determinare, può agevolare una implosione, almeno di quegli aspetti di regime. Non riprendo altri argomenti già utilizzati lucidamente da altri Consiglieri.
Dobbiamo sottolineare ed evidenziare come la vicenda dell'imprigionamento delle 77 persone, non è un mero accidente. Non è un fatto che, dopo 44 anni, sorge all'improvviso è, comunque, una maturazione.
Dobbiamo cogliere gli aspetti positivi critici su un regime, su un personaggio che può anche aver determinato, da parte di altri, delle simpatie o, comunque, degli apprezzamenti. Un altro dato che mi pare risulti evidente è che, quando si è in regime di comunismo, ci sono "I marinai" di Constand e che, probabilmente, tra le 77 persone, forse, ci sono liberali, c'è chi ha avviato un certo processo di revisione, ma ci sono anche quelli (se non ci sono adesso ci sono stati o ci saranno) "duri e puri" che auspicano sempre una maggiore e più integrale affermazione della rivoluzione.
Spendo qualche parola per l'ordine del giorno n. 750. Devo dire che sono decisamente contrario, radicalmente contrario, per le ragioni che ho già esposto e si intuiscono, ma, soprattutto, perché è un ordine del giorno apologetico pur in una situazione di questo genere. Ha una connotazione forte da propaganda vetero-comunista quando si dice: "La propaganda anticastrista parla di carcerazioni a Cuba: vicenda della quale non si sa quasi nulla". 77 persone sono quasi nulla. Al di là delle posizioni che possiamo anche non condividere, c'é un dato di fatto: 77 persone vengono imprigionate perché vogliono esprimere delle loro idee.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Tapparo, anche qui una ferma negazione della validità dell'ordine del giorno - e mi giovo, per recuperare l'argomento su cui il collega Tapparo ha fatto più presa, delle parole di Luigi Manconi, che non è certamente vicino alle nostre posizioni, né per cultura né per ragioni politiche quando evidenzia che "nei confronti di uno come Castro, che purtroppo gode ancora di "benevolenze", diciamo così, bisognerebbe essere, invece, ancora più duri. Per chi in passato ha investito poco o molto nel socialismo caraibico - Manconi si rivolge ai suoi amici o ai suoi contigui - la consegna oggi dovrebbe essere quella di mostrarsi più esigenti verso Castro che verso Saddam, che non è un accostamento sbrigativo e sommario, ma va a cogliere nella storicità e nella parabola del personaggio alcuni aspetti che devono essere denunciati ma che diventano denuncia nei confronti di chi a queste espressioni ha guardato con simpatia. Superare questo dato con un accostamento sbrigativo mi pare rischioso.
Non condivido, inoltre, l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Tapparo, perché si parla di una progressiva affermazione di un processo democratico a Cuba, che può trovare fine nell'embargo. Non insisto sulla ragione dell'embargo, avendone già parlato poc'anzi, ma non mi pare che lo stesso abbia alcun nesso causale con la condizione di mancanza di democrazia.
Mi preoccupa l'accenno alla progressiva affermazione di un processo democratico, di cui non solo non ne avevamo notizia, ma queste vicende, di per sé - l'embargo non c'entra assolutamente nulla - costituiscono un momento di frattura e di interruzione di un processo per chi lo vuol vedere, immaginiamoci per chi mai lo ha visto.


Argomento: Calamità naturali

Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale in merito alla scossa di terremoto con epicentro Alessandria e Tortona


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Siccome in Consiglio si sta diffondendo questa voce sul terremoto che è avvenuto ad Alessandria, Asti e Tortona, e che è stato avvertito anche a Torino - tant'è che il personale del mio Gruppo si è anche spaventato gradirei avere, se fosse possibile, nel prosieguo dei lavori, qualche notizia in più, da lei o dalla Giunta, in merito al terremoto.



PRESIDENTE

Si segnala effettivamente questo terremoto. L'epicentro risulta essere nel sud-astigiano e nelle province di Alessandria e Tortona. Il terremoto è stato sentito anche a Torino, fino a Milano, però non si segnala niente di preoccupante, al massimo calcinacci caduti o cose di questo tipo.
Dovrebbe essere uscita un'Ansa che vi leggerò non appena arriverà.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordini del giorno n. 749 dei Consiglieri Marcenaro, Manica, Placido Riba, Ronzani, Muliere e Caracciolo inerente a "Richiesta cessazione di embargo degli USA contro Cuba"; n. 750 del Consigliere Chiezzi inerente a "La repubblica di Cuba" e n. 751 inerente a "CUBA, iniziative contro la condanna dei dissidenti" dei Consiglieri Tapparo e Caracciolo (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente.
Tutta una serie fortunata di coincidenze ci porta oggi ad un importante dibattito che, a mio giudizio, era opportuno e necessario. La prima coincidenza è quella non irrituale di un Consiglio che inizia in ritardo che ha permesso al sottoscritto di partecipare all'apertura del Convegno promosso dall'Università di Torino e dalla Regione Piemonte, Assessorato alla Cultura, e di ascoltare, in quei dieci minuti, l'intervento dell'ambasciatrice di Cuba in Italia, Maria de Los Angeles Flores Frida.
stato molto interessante, perché, in un intervento breve e neanche troppo accalorato o passionale, ha avuto l'occasione di segnalare un suo rammarico perché alcune polemiche strumentali hanno tentato di rovinare un'iniziativa dal grande valore culturale.
Certo presentare un libro ha sempre un valore culturale, e sicuramente anche se non ho avuto ancora tempo di sfogliarlo, sarà un'opera di un certo interesse. Ovviamente il dibattito politico opportunamente innescato dal Consigliere Marcenaro e da alcuni colleghi del DS non è stato colto come un'opportunità di dialogo e di discussione, anche dura, di critica o di confronto, perché la democrazia per noi è questa. Era un'occasione pubblica, organizzata anche da noi, per una replica e per un'apertura di confronto, che si è rivelata, invece, un semplice, distaccato e anche un po' sprezzante rammarico. Questa è l'Ambasciatrice di Cuba che noi questa mattina ospitiamo all'Università.
Il centro della discussione è stato il ruolo delle donne all'interno delle società occidentali, ma ovviamente l'Ambasciatrice cubana ha parlato della propria realtà.
Il nodo essenziale del problema della partecipazione delle donne a Cuba è il sovraccarico domestico che le donne cubane avrebbero. Come ricordava la collega Giuliana Manica prima, è un problema di tutte le donne e di tutte le società, in particolare quelle evolute, moderne e occidentali dove il problema del tempo e la necessità di ricavare tempo per la politica e per la partecipazione è l'elemento centrale della partecipazione delle donne (ma non solo).
Allora, quale ricchezza culturale ci porta un dibattito così impostato? Rammarico sprezzante per un dibattito politico innescato opportunamente e un liquidare con argomenti come minimo ridicoli il problema grande e vero di una liberazione che non ha liberato, una delle tante liberazioni a cui anche l'occidente ha guardato con passione, con attenzione e con tensioni emotive e politiche che poi non hanno liberato. È un dibattito idi grande interesse. Sono ordini del giorno molto importanti, non solo quello del collega Marcenaro, che condivido e che il Presidente del Gruppo Radicali Palma ha sottoscritto e che ci accingiamo a votare. Sono importanti anche gli altri ordini del giorno, in particolare quello a firma di Pino Chiezzi perché scrive nero su bianco quali sono i problemi di Cuba: i problemi di Cuba sono gli Stati Uniti d'America.
Il mio ragionamento è molto più prosaico, più banale e più terra terra: è finalizzato a capire, una volta che avremo approvato l'ordine del giorno n. 749, come spero quest'aula farà in modo corale e convinto, come andremo operativamente ad incardinare i punti su cui ci impegniamo e su cui impegniamo anche il Consiglio? Mi cade l'occhio sull'ultimo capoverso, che recita: "Riafferma con convinzione che il mantenimento di relazioni economiche, culturali e di collaborazione tra i diversi Paesi è possibile estendere il contagio della democrazia a società chiuse e totalitarie".
Però dopo - e non mi esimo da un dato che può essere di polemica - il nostro Consiglio regionale, anche recentemente, delega proprio quel Pino Chiezzi ad andare a Cuba a rappresentarci.
Io avevo posto questo problema duramente, forse sbagliando i toni, i momenti e le argomentazioni, ma si tratta di un problema anche vostro, di questo Consiglio. Oggi noi possiamo approvare questo ordine del giorno e dare un ulteriore strumento in mano all'Assessore Leo, che oggi pomeriggio andrà al dibattito e porterà queste posizioni.
Dobbiamo evitare, nella piccola gestione quotidiana delle attività del Consiglio, di fare quegli appalti che quasi quasi sembrano esserci nella gestione delle relazioni internazionali che anche il Consiglio regionale ha, per cui di Cuba si occupa Pino Chiezzi perché è un appassionato salvo il fatto che poi va a dire che Cuba è la migliore democrazia al mondo dell'Argentina si occupa qualcun altro che ha delle conoscenze, della Cina si occupa qualcun altro ancora che è già stato lì e ha già avuto rapporti, ha già preso contatti.
Occorre davvero uniformare la quotidiana azione politica, anche internazionale, di questo Consiglio, che è importante, a quei principi, a quei valori che richiamiamo, che scriviamo, che opportunamente ribadiamo a ogni piè sospinto. Anche perché io mi domando che cosa Pino Chiezzi sia andato a dire anche a nome mio nell'incontro organizzato dall'Assessorato alla cultura, aderendo a un invito dell'Ambasciatore italiano a Cuba - è pur vero - ma aderendo a un'iniziativa che questo Consiglio ha in qualche modo approvato, senza un mandato, senza una indicazione, senza una lettera di intenti che in qualche modo non obblighi, ma indichi, guidi, dia la linea di un'azione e di un intervento quando un Consigliere va a rappresentare il Consiglio regionale.
E allora l'ordine del giorno n. 750 è molto preoccupante, anche per le relazioni che abbiamo già innescato e che giustamente il Consigliere Chiezzi rivendica nel suo ordine del giorno, che certamente respingeremo a pieni voti. La stessa cosa posso dire al collega Tapparo. Lui dice: "Occorre parlare di Cecenia, sono tanti i casi su cui occorre parlare".
Ricordo al collega Tapparo che quando c'è stata la delegazione della Duma Russa, ricevuta in questo Consiglio su invito di autorevoli organizzazioni internazionali, io e il collega Palma ci siamo presi la responsabilità di indossare una maglietta che diceva "libertà per i ceceni", cercando di porre a loro, rappresentanti della Duma Russa, il problema che sicuramente assieme cercheremo di porre ulteriormente in altre occasioni, in altri momenti, magari a cominciare dall'invito che stiamo per fare al Ministro della Sanità cecena di venire in Consiglio regionale a raccontarci - a chi vorrà sentire - la verità sul caso Cecenia. Sicuramente in questo troveremo un alleato in Giancarlo Tapparo, che sicuramente parla della Cecenia perch non è un mistero; ascoltando Radio Radicale, questo dramma ha l'opportunità di essere ricordato ogni mattina, un dramma europeo, un dramma vicino alle nostre porte, che implica anche per noi e per questo Consiglio il problema di definire le nostre relazioni internazionali, i nostri rapporti. Con le riforme federaliste, con le riforme del Titolo V della Costituzione, noi abbiamo sempre di più un ruolo, un compito da gestire; i nostri rapporti commerciali, i nostri rapporti culturali non possono più essere determinati dal fatto che abbiamo un pittore di Giaveno e che quindi l'ente di cultura italiano a Cuba ritiene di dover valorizzare, ma occorre abbinare a quelle relazioni economiche con la Cina, a quelle relazioni economiche con l'Argentina, quei valori, quell'esportazione dei nostri valori, delle nostre speranze, delle nostre aspettative, non per una volontà di nuova colonizzazione, non per una volontà di supremazia culturale o politica, ma perché se davvero crediamo che ha senso nel 2003 avere un importante strumento come il Comitato di resistenza e dei valori costituzionali, ha senso perché quei valori e quei principi devono essere estrinsecati ogni giorno nell'attività quotidiana, anche quella messa in campo dall'Assessorato alla cultura di questo Consiglio.


Argomento: Calamità naturali

Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale in merito alla scossa di terremoto con epicentro Alessandria e Tortona (seguito)


PRESIDENTE

La scossa di terremoto è avvenuta alle ore 11.26 e - secondo le registrazioni dell'Istituto Nazionale di Geofisica - è stata di magnitudo 4,6 Richter, circa il sesto-settimo grado della scala Mercalli.
L'epicentro è stato localizzato nell'Alessandrino con coordinate 41.8 di latitudine nord e 8.9 longitudine est (per intenderci, zona di Alessandria-Tortona). I Comuni più vicini all'epicentro sono Gavazzana Cassano, Spinola e Calizzano. Non si segnalano danni significativi alle persone e alle cose.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordini del giorno n. 749 dei Consiglieri Marcenaro, Manica, Placido Riba, Ronzani, Muliere e Caracciolo inerente a "Richiesta cessazione di embargo degli USA contro Cuba"; n. 750 del Consigliere Chiezzi inerente a "La repubblica di Cuba" e n. 751 inerente a "CUBA, iniziative contro la condanna dei dissidenti" dei Consiglieri Tapparo e Caracciolo (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo con gli interventi.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, potrei iniziare così: uno spettro si aggira per il mondo, e questo spettro si chiama imperialismo americano. In un momento nel quale con una guerra in corso, con migliaia e migliaia di morti, questo Consiglio regionale, anziché discutere e dibattere su quello che oggi pu rappresentare per la libertà, per il diritto di tutti a vivere nel proprio paese in condizioni di benessere, la guerra infinita - questa sì - è il vero pericolo che l'imperialismo americano ha scatenato nel mondo.
Nell'introduzione all'ordine del giorno, il Gruppo dei Democratici di Sinistra -cito testualmente - afferma: "Non è il progresso economico ad aprire le porte di una società alla libertà. E' quest'ultima a gettare le fondamenta durevoli della prosperità su una base di giustizia per l'insieme dei cittadini".
Non so come leggere un embargo di 40 anni, come leggere un embargo che uccide e strangola l'economia di un paese; un paese che, nonostante tutto è riuscito a garantire sanità e istruzione a livelli (soprattutto nel campo dell'istruzione) che l'evoluto mondo occidentale si sogna. Questi sono dati inconfutabili.
Certo va indagato questo aspetto delle libertà individuali; io fondamentalmente sono e mi ritengo un garantista, perché penso che a tutti deve essere garantito un equo processo, ma c'è differenza, c'è una differenza di casta o di classe fra 77 intellettuali o centinaia e centinaia di cittadini afghani contenuti dentro delle gabbie in un angolo di quel paese da un'altra civiltà che si chiama Stati Uniti d'America.
Ma se al centro ci sono i diritti della persona e la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, si può invocare questo e non invocare l'applicazione dei diritti universali dell'uomo da parte di tutti? Gli Stati Uniti d'America rispettano le dichiarazioni e i diritti universali dell'uomo, la dichiarazione dell'ONU? La pena di morte è orientata al rispetto del diritto dell'uomo? Grazie, Presidente.
Noi riteniamo che la questione sospensiva pregiudiziale posta dal collega Chiezzi sia un'attività politica pretestuosa per cercare di evitare un percorso d'aula importante e foriero che può portare, dal nostro punto di vista, il Consiglio regionale all'approvazione di questo disegno di legge della Giunta regionale che è attualmente all'attenzione dell'aula.
Naturalmente io mi rivolgerò al Presidente, magari evitando termini scurrili, poco ortodossi o con un rispetto istituzionale molto limitato come "scorribanda di interessi" piuttosto che "porcata legislativa".
Al di là dei termini, credo che di merito si possa parlare, visto che abbiamo avuto modo, per circa un anno e mezzo, di confrontarci in Commissione. Ricordo che l'iter di questo provvedimento è iniziato con l'inizio della legislatura. La Giunta regionale, infatti, già nel giugno del 2000 ha approvato questo disegno di legge, che ha visto la Commissione competente impegnata fino a dicembre del 2002, con una serie di sedute (se non ricordo male 13 o 14 sedute) dove vi è stato, da un lato, un confronto di merito importante che ha portato anche ad una modifica e quindi ad un miglioramento del testo originario, e, dall'altro lato, vi sono state anche delle audizioni dei Comuni e dei soggetti interessati che hanno portato all'attenzione della Commissione prima e del Consiglio da oggi la questione dell'importanza dell'approvazione di questa legge, così com'era avvenuto nella passata legislatura con l'approvazione della legge n.
21/1998. In allora si parlava del recupero dei sottotetti esistenti all'entrata in vigore della legge, oggi, con la stessa coerenza e in via straordinaria, ma limitata, la si pone, da un lato, per il recupero dei rustici esistenti al solo scopo residenziale e, dall'altro lato, per il recupero dei seminterrati e interrati da destinare ad attività direzionali commerciali e produttive.
Quindi, non solo non si vogliono calpestare interessi o scorribande come diceva il collega Chiezzi - ma noi riteniamo che, nelle more di una approvazione di legge urbanistica complessiva, che è e resta una priorità di questa Giunta regionale e della maggioranza che la sostiene, e certamente entro questa legislatura la legge urbanistica sarà approvata questa possa essere una legge che, se approvata, possa fornire tante risposte che molti cittadini si aspettano per il recupero dei rustici a scopo residenziale. In Piemonte, vi sono intere famiglie proprietarie di rustici che vedono in queste piccole proprietà spesso l'unica possibilità qualora recuperati, per magari garantire una abitazione ai propri figli o a parte della propria famiglia. D'altro canto, vi sono anche delle situazioni in cui gli ampliamenti aziendali, soprattutto nel settore commerciale e nel terziario, per i piccoli imprenditori possono avvenire solo qualora si recuperino dei seminterrati, così come previsto da questa legge.
Inoltre, ricordo al Presidente - e se vuole può ascoltare anche il collega Chiezzi - che si tratta di leggi strutturali che danno una risposta importante a queste esigenze e che, in questo momento di difficoltà della società piemontese e della società in generale, sostengono anche l'economia della Regione. La possibilità di recuperare rustici e seminterrati mediante norme chiare, non è che si vuole far fare tutto a tutti, dà risposte ai cittadini e alle imprese, ma, soprattutto, contribuisce a sostenere anche l'economia della Regione. Credo che siano azioni concrete per fornire delle risposte, non si tratta certamente di annunci o di proclami di principi come spesso abbiamo ascoltato - non me ne voglia - dal Consigliere che mi ha preceduto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che il problema sollevato con queste pregiudiziali abbia un valore più generale. Il comportamento sottolineato dal Consigliere Chiezzi cioè operare pezzo per pezzo per modificare e smantellare determinate leggi che avevano la caratteristica di programmazione, non è tipico solo del problema legato all'urbanistica. Noi ce ne siamo occupati ampiamente quando, in questi mesi, abbiamo discusso di sanità, per la quale si è verificata la stessa cosa: in assenza dello strumento di programmazione vanno avanti i progetto uno a uno, senza una organicità, da una parte, gli ospedali e, dall'altra, una serie di altri aspetti di riorganizzazione che avvengono in sfregio al fatto che li si dovrebbe inquadrare in una prospettiva più generale. D'altro canto, quando abbiamo discusso del bilancio, della legge finanziaria e del documento di programmazione economica avevamo sottolineato il fatto che si andava avanti, per esempio senza il Programma regionale di sviluppo.
Con questa nostra richiesta, vogliamo sottolineare il fatto che, da una parte, nello specifico, non si deve operare in questo modo, ma, dall'altro ci troviamo di fronte ad una scelta politico-strategica della maggioranza della Giunta Ghigo che non porta avanti nessuna prospettiva di leggi con un valore di programmazione.
Non dimentichiamo che, per esempio, relativamente alla sanità, abbiamo votato una richiesta, che è stata accolta da tutti, affinché nel corso del mese di marzo si riprendesse la discussione sul Piano regionale sanitario ebbene, oggi è il primo aprile e questo non è avvenuto, e non capiamo bene quando avverrà. C'è una modalità di programmazione dei lavori, in cui si ripescano delle leggi che, certamente, non hanno urgenza, ma se ne vuole riproporre la discussione, che renderà difficile al Consiglio regionale poter lavorare all'interno delle Commissioni sulle proposte di legge che esistevano.
Nello specifico, ricordo che, in data 7 febbraio 2001 (circa 26 mesi fa), avevamo votato l'ordine del giorno n. 193, contestualmente al voto di una ennesima leggina, caratterizzata dalle modifiche alle leggi urbanistiche, in cui il Consiglio regionale auspicava, quale primo punto l'approvazione, entro sei mesi dall'entrata in vigore del decreto n. 178 della legge regionale di modifica della vigente legge n. 56/1997 uniformemente ai principi qui di seguito esposti. Quindi, forniva anche delle indicazioni sulle quali operare. Ebbene, i sei mesi sono passati quattro volte e siamo nel quinto semestre successivo a questo ordine del giorno. Considero importante ricordare questa proposta di legge parziale il piccolo smantellamento, il togliere un mattoncino ad una visione più generale per quanto concerne l'urbanistica e chiedo una riflessione che porti ad una sospensione della trattazione dell'argomento.
Termino l'intervento, in quanto il Presidente, quando mi ha dato la parola, non ha immediatamente attivato il tempo e credo di aver parlato per i cinque minuti che il mio intervento richiedeva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla questione sospensiva proposta dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Il Consiglio non approva.
Ripeto: oggi, queste forze si muovono nella direzione di un cambio che costringa il regime, in un momento complicato e difficile di passaggio, ad aprire un confronto per trovare una soluzione, ricercando naturalmente un modello politico proprio. Si muovono in questa direzione.
Sono d'accordo con il collega Tapparo quando afferma che i modelli politici sono quelli che i Paesi si costruiscono (ma questo vale per i modelli politici). Ma la libertà delle proprie opinioni non si limita al diritto ad un processo garantito, bensì alla consapevolezza di non dover finire sotto processo per questo. È un diritto umano universale che non può essere sottoposto ad alcun tipo di condizionamento.
A tal proposito, ritengo che ci sia un'iniziativa da prendere, ma è opportuna anche una riflessione più approfondita e più seria di quanto non possa essere fatta con questi brevi interventi sulle esperienze e sulla storia cubana. Nel mio primo intervento mi sono rifiutato di farlo, e naturalmente non penso di farlo adesso. Nell'esperienza cubana abbiamo sicuramente intravisto la speranza di una liberazione e oggi facciamo i conti ad occhi aperti con gli esiti di quella storia, cercando di capirne le ragioni, come dovere di chi si preoccupa di agire nella politica per il bene comune.
Non ho mai accettato il fatto che non si potesse parlare di una cosa che capitava al mondo se, nello stesso momento, non si poteva parlare di tutto. Non ho mai accettato questa logica; ancora oggi la penso in questo modo e in tal senso ci muoviamo.
Per questo motivo, se si arriverà ad una conclusione, sarà sicuramente positiva e darà un segno. D'altra parte - credo che lo sappiate - ieri ha votato in modo largamente unanime e unitario il Parlamento Europeo su questo stesso problema e posizioni unitarie vengono prese in molte situazioni. Penso che questo sia un bene.
Noi, quindi - e concludo - voteremo il nostro ordine del giorno.
Esprimeremo, altresì, un voto positivo all'ordine del giorno presentato dai colleghi Tapparo e Caracciolo perché nonostante ci possano essere differenti sfumature analitiche, leggendo il dispositivo ci si accorge che si muove nella stessa direzione e richiede sostanzialmente le medesime cose che tutti hanno richiesto.
Invece, con molta nettezza e fermezza, esprimeremo un voto contrario e non di astensione - al documento che è stato presentato dal Consigliere Chiezzi, perché le sue caratteristiche negano una discussione critica e ripropongono una dimensione e una visione nella quale l'aspetto propagandistico è l'unico che viene esibito e penso che non meriti, da questo punto di vista, una seria considerazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

A nome del Gruppo Radicale, come ha già espresso il Presidente Palma poc'anzi e come ho già ribadito anche io, voteremo a favore dell'ordine del giorno predisposto e preparato opportunamente dal collega Marcenaro.
Riteniamo, infatti, che sia un ordine del giorno importante proprio perch ha permesso di aprire un dibattito vero, profondo e anche doloroso sulla questione di Cuba e sui nostri rapporti con Cuba.
Voterò decisamente contro l'ordine del giorno del Consigliere Chiezzi mentre esprimo la non partecipazione al voto sull'ordine del giorno dei colleghi Tapparo e Caracciolo.
Il mio voto, in particolare, parte dalla totale disapprovazione di questi arresti arbitrari e della condanna a molti decenni di carcere di queste persone che parlavano di democrazia e di evoluzione a Cuba. Vorrei ricordare - è notizia dell'altro ieri - che quelle persone per cui sono stato in prigione in Laos sono state condannate a vent'anni di carcere per aver manifestato con uno striscione per la democrazia e per la libertà. La fonte è americana, perché i delegati del rapporto col Parlamento Europeo del Governo del Laos hanno finora negato ogni informazione e ogni risposta chiara alle interrotazioni, alle interpellanze e ai solleciti della Commissione Europea, che finanzia quel regime, guarda caso narcocomunista.
quindi un voto a questa mozione, con una parte del cuore, per rivolta a quelle persone che, se sono ancora vive, hanno sulla testa una condanna a vent'anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

A volte, le modalità con cui siamo costretti, dalla liturgia consiliare, ad esprimere le nostre posizioni (lo strumento dell'ordine del giorno, dell'interrogazione o della mozione), nonché il riverbero che queste scelte hanno sui media, falsano un po' o perlomeno rendono poco fine (in termini di elaborazione e di analiticità di elaborazione) il dibattito.
Notavo, infatti, che il dispositivo che ho proposto è persino più severo di quello presentato dal collega Marcenaro.
La Commissione per i diritti umani ha richiesto nei mesi scorsi al Governo cubano di poter operare in Cuba. Questo permesso gli è stato negato e chiederei che possa, in questo frangente, essere una delle richieste concrete, precise e puntali che il nostro Governo farà.
Ai colleghi del centrodestra vorrei ricordare che in un interessante articolo apparso ieri su L'Avanti (non L'Avanti di Nenni, ma quello che esce nell'area del centrodestra) si diceva che il Sottosegretario agli esteri Baccini ha, in qualche modo, bacchettato il giornalista Valerio Riva, il quale, il giorno precedente, sempre su L'Avanti (come vedete ho ancora un legame emotivo, ma seguo un po' tutta la stampa), sosteneva tesi condivisibile tra l'altro con l'apertura dell'Istituto di cultura italiana a Cuba - che attraverso questi processi di contaminazione (molto importante quello della microimprenditorialità italiana e spagnola, molto presente) si possono determinare delle operazioni più efficaci di grandi atti, magari formali, di principi nei quali si trova la durezza e la rigidità diplomatica.
Questo per dire che la grossolanità della nostra discussione deriva dal fatto che non si può in queste sedi, con questo rituale e con questa liturgia, riuscire a fare un approfondimento adeguato. Ma le cose hanno forti interconnessioni.
Io voterò il testo proposto dal Consigliere Marcenaro, anche se l'adesione affrettata di tutto il centrodestra mi desta preoccupazione. In sostanza, c'è il gioco della strumentalizzazione o della gonfiatura che i media hanno dato alla vicenda.
Se questa vicenda l'avessimo affrontata con maggiore serenità, sarebbe stata più efficace e più corretta la nostra elaborazione, e si sarebbero comprese meglio le posizioni.
Torno a dire che, al di là degli atti che dovremmo attuare, l'obiettivo principale è riuscire a contaminare anche politicamente tale situazione. Si pensi, ad esempio, all'azione su questo movimento che il collega Marcenaro ha fatto a Cuba, nascente e mezzo clandestino: certamente non li hanno arrestati tutti quando si sono riuniti nel mese in cui è andato nell'isola caraibica. Cioè un regime vero è quello che non ti lascia operare tranquillamente. Poi ci sono i regimi semiaperti, nei quali probabilmente certe forme di dissenso si manifestano e quando vanno oltre una certa soglia intervengono, com'è successo con quelle 77 persone, che hanno subìto le illegittime sanzioni che conosciamo, private di un minimo diritto di difesa e senza la partecipazione della stampa.
Se non ci fosse stata una "gonfiatura" da parte dei media, sulla quale si sono innestati una serie di speculazioni per dimostrare chi è il più legittimato a parlare, avremmo fatto un 'opera di bene'.
Scusi Presidente, stiamo intervenendo per dichiarazione di voto sul primo provvedimento?



PRESIDENTE

Su tutti e tre.



TAPPARO Giancarlo

Quindi è una dichiarazione di voto complessiva?



PRESIDENTE

Esattamente.



TAPPARO Giancarlo

Allora mi concederà qualche minuto in più, visto che si tratta di tre documenti.
Per quanto riguarda le mie considerazioni, ritengo che portare all'estremo certi ragionamenti, come faceva il collega Palma quando sosteneva che si trattava di una minaccia non solo per i cubani ma anche per l'occidente, una sorta di riverbero negativo per l'America Latina, che interpreta il castrismo quasi come un movimento di liberazione - mi rivolgo a lei, collega Mellano, in assenza del Consigliere Palma - sia un percorso che, pur avendo dei reali elementi, porta a quelle affermazioni fatte del Segretario del Partito Radicale, che ho sentito ieri sera, che equipara Castro a Saddam. Si tratta di situazioni diverse. Infatti, la riunione a cui ha partecipato il collega Marcenaro non l'avrebbero organizzata con il regime di Saddam, perché li avrebbero "imbucati" subito, appena arrivati compreso lo stesso collega Marcenaro. Magari li avrebbero messi a Bassora a bagnomaria in qualche luogo! chiaro che è diversa la storia. Pensiamo, ad esempio, al governo messicano, che nel Chapas mette in atto un'azione palesemente di repressione, ma la fa in un contesto di formalismo democratico che ha delle forti caratterizzazioni occidentali, indubbie e indiscutibili. Prima si è fatto anche riferimento ai missili: francamente l'azione alla Baia dei Porci non è certamente stata un'azione di non ingerenza nei confronti di un altro Paese. Ci sono molti aspetti che si intrecciano.
Sin da ragazzo sono stato un appassionato di storia dell'America latina e di Cuba, entrambe affascinanti.
Ricordo ai colleghi la questione dell'annessionismo - uso questo termine, anche se ne esiste un altro più preciso - presente in settori del mondo culturale e degli interessi di Cuba per tutta la seconda metà dell'ottocento, che, con la fine dell'occupazione spagnola, avrebbe aperto quella strada lì. È stato proprio l'intervento di persone di colore l'esercito guidato dal Generale Macedo, ad essere determinante nella lotta contro gli spagnoli, ma anche per non vendere Cuba agli Stati Uniti, a bloccare questo processo, a dare un'interpretazione di autonomia che poi è degenerata col regime di Batista.
Mi sono recato solo una volta a Cuba e ho visto cosa ha rappresentato il dominio economico americano che si è sviluppato per quarant'anni e che poi si è materializzato col regime di Batista, che è stata spazzato via da una rivoluzione che, ahimè, è poi degenerata. Ripeto non possiamo pensare ad un'età dell'oro che esisteva a Cubain precedenza verso la quale guardare.
Stiamo guardando in avanti. Per questo motivo ho preparato un ordine del giorno; ho sentito anche dell'adesione del centrodestra, tanto per non sbagliare e per non saper né leggere né scrivere, come si dice.
Ringrazio, peraltro, il collega Mellano, che non lo boccia con un tratto di penna rossa, in qualche modo anche per tener aperto un dialogo.
Io lo mantengo sempre aperto, perché sono un attento ascoltatore delle posizioni e della dialettica del mondo radicale. Parteggio per una parte e non per l'altra, quella più iperliberista, filostatunitense (l'altra parte invita a non esagerare). Io sono a favore della prima.
Io non chiedo una specie di pietà, anche se mi fa piacere che il collega Marcenaro ha detto che voterà il provvedimento. Raccomando, per maggiore attenzione nei confronti di questo problema.
In merito al documento del collega Chiezzi, se lo stesso fosse presente in aula gli direi di ritirare l'affermazione che recita: "Ritiene che Cuba rappresenti un'alta forma di civiltà e di democrazia presente in America latina", perché si tratta di affermazione veramente pesante. Gli chiederei di eliminare alcune di queste parti.
Tuttavia, siccome appartengo ad un Gruppo troppo piccolo, come espressione politica, voglio essere benevolo e mi asterrò sul documento presentato dal collega Chiezzi, con le dovute considerazioni che ho poc'anzi fatto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo, che interviene in qualità di Consigliere.



LEO Giampiero

Non ho nulla da aggiungere rispetto alle affermazioni fatte dal mio capogruppo Cattaneo, il quale ha già svolto egregiamente la dichiarazione di voto. Ne condivido totalmente anche la sostanza.
Qual è, allora, il motivo del mio intervento? Ho chiesto la parola per una ragione particolare, che mi è stata anche stimolata da articoli apparsi sul giornale sull'insensibilità e di una certa cultura del centrodestra nei confronti di queste tragedie.
In primo luogo, vorrei ribadire che il dibattito odierno, a mio avviso è stato importantissimo, significativo e di grande valore culturale oltre che politico.
In secondo luogo, ringrazio i colleghi Mellano e Marcenaro per avermi segnalato l'opportunità di prendere parte a questo convegno. Mentre prima ero un po' preoccupato a causa di questo convegno, ora ne sono contento perché ha favorito questo dibattito.
Io non vi ho partecipato questa mattina per una ragione di rispetto Presidente e colleghi, verso il Consiglio regionale, per poter andare portando un ordine del giorno che non è frutto di qualche manovra reazionaria o propagandistica, ma è la volontà di una così grande assemblea regionale.
Per quanto riguarda gli interventi sinora svolti, che ho seguito con grande attenzione, cercherò di farne tesoro nell'intervento in università.
In particolare, mi colpivano le affermazioni del Consigliere Mellano in merito all'atteggiamento dell'Ambasciatrice. Questo dimostra che non è cambiato molto l'atteggiamento del regime cubano, ma, grazie al cielo, è cambiato, seppur con molte resistenze - abbiamo assistito ad un dibattito infuocato nella sinistra, che qui non è stato evidenziato - l'atteggiamento delle forze politiche italiane e, di conserva, gli atteggiamenti del regime cubano.
Cari colleghi, qualche anni fa l'Ambasciatrice avrebbe reagito diversamente, e la mia non è una semplice illazione.
Vorrei ricordare un episodio. A tal proposito, ringrazio il Presidente Cattaneo per avermi dato l'opportunità di intervenire. Negli anni 1975-1980 facevo parte del Comitato per la Libertà dell'Uruguay, sottomesso ad una dittatura militare di destra, che aveva soppresso la democrazia.
Rappresentando la Democrazia Cristiana, militavo appunto per questo Comitato Internazionale Cristiano per la libertà dell'Uruguay. Organizzammo un convegno nella sala del Consiglio regionale. Ovviamente io non ero Consigliere regionale, ma comunale.
Erano presenti varie delegazioni di tutto il mondo, ma soprattutto dell'America Latina, dell'America caraibica. Era presente, altresì, la delegazione di Cuba.
Il capo delegazione di Cuba sedeva - per puro caso - al posto del Consigliere Chiezzi ed io, quale rappresentante del Consiglio comunale sedevo sui banchi della Giunta regionale (anche questo per puro caso). A seguito dell'intervento del rappresentante cubano, intervenni sostenendo la nostra contrarietà alla dittatura in Uruguay, in Cile e quant'altro esprimendo preoccupazione anche per la situazione dei diritti civili a Cuba. La reazione non fu la stessa dell'ambasciatrice cubana di oggi: sono cambiati i tempi, è cambiato l'atteggiamento di molte forze politiche italiane, ma il nostro atteggiamento è rimasto coerente con quello di allora. Intervenne, arrabbiatissimo, il capo delegazione cubano dicendomi in maniera assolutamente arrogante, che visto che avevo tanta simpatia per quei criminali cubani dissidenti, avrebbe provveduto, non appena i suoi compagni italiani fossero andati al potere, a farmi tradurre nei posti dove li ospitavano.
I comunisti francesi - e anche altri Partiti comunisti - applaudirono furiosamente (per la verità, i giovani della FDC non applaudirono).
A parte questa battuta, in un dibattito così serio, è che il clima allora era questo: si poteva dire quello che è stato detto con forza e con imbarazzo, ma fummo quasi aggrediti dalle varie delegazioni perché avevamo osato criticare Cuba.
Da allora è cambiato molto e - mi permetto una battuta - dopo questo dibattito, se il rappresentante cubano avesse detto quello che aveva detto allora il suo rappresentante, mi sentirei molto sicuro, chiunque andasse al governo e, nel caso capitasse la situazione di allora, nelle carceri cubane sarei in buona compagnia con il Consigliere Marcenaro e con tanti altri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mercurio per dichiarazioni di voto.



MERCURIO Domenico

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 749, condivido perfettamente la premessa, ma, per quanto riguarda il dispositivo, non lo ritengo assolutamente chiaro e, se rimane tale, non darò il mio voto.
Stilisticamente appare evidente un'equiparazione nei primi due comma del dispositivo: si chiede la fine dell'embargo democratico e la fine dell'embargo USA.
Questa equiparazione di stile e di sostanza contrasta, obiettivamente con la premessa e con la realtà della situazione. Dato che è gente capace di scrivere - il Consigliere Marcenaro per primo - non capisco come mai non si sia scritto "condanna", mentre si chiede ad un dittatore di smettere di arrestare chi gli dà fastidio.
Ormai sono 44 anni che questo dittatore nega i diritti inalienabili della persona: questo perché è un dittatore. Non abbiamo mai visto, nella storia, un dittatore che concede taluni diritti inalienabili. Tali diritti sono propri delle democrazie, ma storicamente non si trovano casi in cui un dittatore, un regime, riconosce, come inalienabili, il diritto di libertà.
Francamente non ho capito perché si parla di "embargo democratico": la fine dell'embargo democratico o la fine dell'embargo economico. L'embargo economico, o lo chiami embargo economico o non lo puoi chiamare diversamente. Sono anche d'accordo di...



MERCURIO Domenico

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



MERCURIO Domenico

E' la formula che hanno usato i cubani e ripetuta l'altro giorno nei processi.



MERCURIO Domenico

Mi faccia finire il concetto, Consigliere.
L'embargo economico si è costretti a chiamarlo embargo; non c' un'altra parola (o lo puoi chiamare blocco) e quindi si capisce di cosa si tratta, ma l'embargo democratico è una forzatura stilistica di chi...



(Commenti in aula fuori microfono: "Tra virgolette")



MERCURIO Domenico

Tra virgolette o non virgolette, non riesco a capire perché si chiami embargo democratico quello di Fidel Castro. Fidel Castro è un dittatore che nega taluni diritti e mette in galera la gente che non la pensa come lui.
Non fa un embargo democratico, fa il dittatore.
L'impressione che si ha è che questi due commi si equivalgano, si equiparino. Non mi pare che l'embargo economico sia una concausa della dittatura; sembra quasi che questo embargo economico impedisca la fine dell'embargo democratico. Non credo che sia l'embargo economico a finire la fine della dittatura. La fine della dittatura è in re ipsa, cioè la dittatura di per sé, blocco o non blocco, non garantisce taluni diritti.
Per quanto mi riguarda, mi asterrò su questo ordine del giorno; così come mi asterrò sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Tapparo del quale condivido il dispositivo ma non la premessa, e voterò contro l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi, in quanto storicamente superato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Ribadisco il voto a favore per l'ordine del giorno n. 749 e il voto contrario per gli ordini del giorno nn. 750 e 751.
Riprendendo quanto sostenuto dal Consigliere Mercurio, ho notato anch'io questa assonanza sull'embargo, ma non l'ho ritenuta una malizia piuttosto un espediente di perizia linguistica. Il Consigliere Marcenaro ha chiarito che, in effetti, il termine adottato è mutuato dai cubani, quindi mi pare che sul punto ci si possa definitivamente acquietare (anche se io lo ero già prima).
Per quanto riguarda gli ordini del giorno, l'ultima considerazione che mi preme fare è che il Gruppo dei Comunisti e il Gruppo di Rifondazione Comunista si pongano su una strada che Bufalini chiamerebbe della irrimediabilità.
Il dato positivo che insisto a sottolineare è il cogliere aspetti e valori su cui riusciamo a trovare momenti di condivisione. Abbiamo progettualità diverse, sensibilità culturali diverse, programmi diversi schieramenti diversi, ma se ci muoviamo su questa strada, mi pare che essa possa essere una strada feconda.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi per dichiarazione di voto, passiamo alla votazione degli ordini del giorno.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 749, come emendato, il cui testo recita: "Non è il progresso economico ad aprire le porte di una società alla libertà. E' quest'ultima a gettare le fondamenta durevoli della prosperità su una base di giustizia per l'insieme dei cittadini.
Amartya Sen - Sviluppo come libertà - 1998 Il 18 marzo a Cuba sono state imprigionate 77 persone. Tra loro giornalisti, attivisti politici, membri di gruppi per la difesa dei diritti umani, sindacalisti.
Queste persone sono sottoposte a processi sommari, senza il diritto ad indicare avvocati di propria fiducia, chiusi alla partecipazione della stampa e al controllo dell'opinione pubblica.
Per undici di esse è stata richiesta la pena dell'ergastolo, per le altre decine e decine di anni di carcere.
Nei giorni scorsi questi processi hanno già prodotto sentenze di condanna e pene detentive eccezionalmente pesanti (dai 25 ai 18 anni di carcere).
Gli arresti di oppositori al regime cubano si susseguono con regolarità da molti anni. Nell'aprile del 2001 la Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani ha approvato una risoluzione di condanna della situazione a Cuba.
Altre risoluzioni sono state votate ogni anno a partire dal 1992.
La colpa di cui si sono macchiati negli anni i diversi oppositori è stata quella di avere e di sostenere opinioni diverse da quelle ufficiali del Governo.
Oggi, mentre a Cuba si conduce una campagna di repressione tra le più vaste degli ultimi anni, i rappresentanti del Governo cubano, in totale contraddizione e con ipocrisia, nelle sedi internazionali paventano il pericolo della non applicazione nel mondo della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo! Nulla può giustificare il perpetuarsi di questo stato di cose.
Il Consiglio Regionale chiede la fine dell'embargo democratico messo in atto dal regime autoritario contro il popolo cubano, esprimendo la propria solidarietà a tutti coloro che sono perseguitati e imprigionati per reati di opinione chiedendone l'immediata scarcerazione chiede la fine dell'embargo degli Usa contro Cuba, frutto della guerra fredda e ribadisce la propria ferma convinzione sulla sua inutilità, sulla pericolosità e sui devastanti effetti sociali che ne derivano. La storia passata e recente ci insegna che l'embargo è inefficace e duplicemente dannoso: da un lato colpisce le popolazioni con privazioni e sofferenze dall'altro favorisce il processo di coesione interna dei regimi, offrendo a questi ultimi il destro di presentarsi ai loro popoli come vittime di congiure e persecuzioni invia questo ordine del giorno alle autorità cubane e agli Enti con i quali esistono rapporti di cooperazione e intercambio riafferma con convinzione che con il mantenimento di relazioni economiche culturali e di collaborazione tra i diversi Paesi è possibile estendere il contagio della democrazia a società chiuse e totalitarie".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 750, il cui testo recita: "La ricchezza esclusiva è ingiusta. Non è ricco il paese dove ci sono alcuni uomini ricchi, bensì quello dove ognuno possiede un po' di ricchezza' 'Con un po' di luce sulla fronte non si può vivere dove governano tiranni' 'Cuba deve essere libera. Dalla Spagna e dagli Stati Uniti' 'I paesi d'America sono più liberi e prosperi quanto più si allontanano dagli Stati Uniti' 'La Patria è una sola, incomincia nel Rio Grande e finisce nei monti fangosi della Patagonia' Josè Martì - Obras Completas Il Consiglio Regionale considerato che come riportato dal settimanale Panorama n. 14 del 03 aprile '03, a Cuba sta per aprire l'Istituto di Cultura Italiana, il secondo di un paese occidentale dopo quello già esistente della Spagna. L'apertura dell'Istituto, con sede in un bel palazzo al centro dell'Avana concesso in uso gratuito e perpetuo, è frutto del lavoro diplomatico deciso sulla riforma complessiva degli istituti di cultura italiana all'estero, voluto anche dal Quirinale in data 09.03.03 è stato inaugurato sull'isola un convento di suore brigidine, a realizzazione di una promessa fatta personalmente dal Presidente Castro a Giovanni Paolo II ed a dimostrazione della volontà di apertura da parte del governo cubano ogni anno a Cuba arriva un miliardo di Euro di investimenti italiani, oltre a 300 milioni di esportazioni di prodotti made in Italy proprio in questi giorni , a Cuba, armi in pugno sono stati dirottati due aerei e sequestrata una nave cinque cittadini cubani sono stati messi in isolamento nelle carceri statunitensi senza aver compiuto atti di terrorismo e, accusati di sovversione, alcuni sono già stati condannati in alcuni casi all'ergastolo lontani dalla patria e dalle loro famiglie la propaganda anticastrista parla di carcerazioni a Cuba, vicenda della quale non si sa quasi nulla ed alcuni osservatori internazionali lasciano intendere che potrebbe esserci la lunga mano dei servizi segreti americani sempre alla ricerca della destabilizzazione interna del governo cubano contro le conquiste di Cuba svolgono azioni criminali gruppi di fuoriusciti di stanza a Miami ed in uno di questi ha perso la vita un ragazzo italiano Fabio Di Celmo, morto in un attentato nell'albergo nel quale alloggiava contro il vergognoso embargo che strangola da 40 anni l'economia dell'isola, a partire dal 1992 per ben 8 volte l'Assemblea Generale dell'ONU ha approvato la risoluzione che condanna il Blocco imposto dagli Stati Uniti nei confronti di Cuba chiedendone la rimozione chiede la fine dell'embargo degli USA contro Cuba in quanto illegittimo, inutile e devastante per le popolazioni civili dell'isola oltre che determinante per impedire lo sviluppo economico del paese caraibico di verificare con le autorità cubane e con gli enti che hanno rapporti di amicizia e cooperazione con Cuba la reale situazione relativa ai 5 cubani incarcerati negli Stati Uniti, ai cosiddetti dissidenti arrestati a Cuba al ruolo svolto in tutte queste vicende da parte del Sig. James Cason recentemente nominato Capo dell'Ufficio di Interessi degli Stati Uniti a Cuba, che pare agire come punto di riferimento, presso la stessa sede diplomatica, delle attività cospirative svolte in territorio cubano ritiene che il popolo cubano abbia il governo e la forma di rappresentanza democratica che si è scelto e che spetti solo al popolo cubano la decisione di mantenerlo o cambiarlo che il concetto di 'esportazione o contagio' della democrazia che taluni evocano anche per Cuba sia preoccupante e pericoloso, visto l'utilizzo fatto in questa guerra in Iraq proprio dell'idea di esportazione della democrazia che Cuba rappresenta un alta forma di civiltà e di democrazia presente in America latina, unico contesto nel quale va analizzata invita la Regione Piemonte a continuare sulla strada della promozione e dell'investimento nella cultura dei popoli, indipendentemente da dove essa provenga, come realizzato con il convegno che si terrà sul tema 'Donne nelle lotte di liberazione' , iniziativa che va nel senso del rafforzamento dell'amicizia con il popolo cubano".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 751, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale considerato grave e senza possibili giustificazioni l'iniziativa del governo cubano nei confronti di una ottantina di giornalisti e intellettuali dissidenti che recentemente sono stati arrestati e rapidamente condannati ritenuta opportuna una iniziativa del Governo italiano per chiedere al governo de L'Avana di liberare i dissidenti arrestati tenuto conto che la progressiva affermazione di un processo democratico a Cuba può trovare nella fine dell'embargo attuato dagli Usa e parallelamente, nella crescita di rapporti di cooperazione culturale ed economica, fattori che favoriscono tale processo di democratizzazione visto che l'affermazione della democrazia è un processo continuo di perfezionamento e di ampliamento dei diritti civili e della dialettica politica che tocca tutti i paesi, nessuno dei quali può essere depositario di valori unici e definitivi globalmente applicabili evidenziato che la situazione a Cuba non può comunque adombrare il valore storico della rivoluzione cubana che liberò il paese dalla dittatura di Batista ed avviò riforme importanti che hanno dati esiti positivi in materia di istruzione, sanità ed assistenza, cioè quei diritti sociali di cui non sempre si vede adeguata manifestazione anche in alcuni paesi formalmente democratici impegna la Giunta Regionale a comunicare al Governo nazionale la necessità di esprimere al governo cubano forte preoccupazione per la violazione dei diritti umani rappresentata non solo dal caso dei dissidenti condannati in questi giorni e, nello specifico, di aprire il paese alla visita di un rappresentante della Commissione per i diritti umani, così come è stato richiesto da tale organismo dell'Onu a richiedere al Governo nazionale, a fronte di un concreto impegno del governo cubano per il rispetto dei diritti civili, di agire per porre termine all'embargo economico nei confronti del paese caraibico".
Il Consiglio non approva.
Concedo mezz'ora di sospensione



(La seduta sospesa alle ore 12.50 riprende alle ore 14.24)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 378 "Modifica agli articoli 14, 23 e 26 del Regolamento interno del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della deliberazione n. 378, di cui al punto 3) all'o.d.g.
1.4) Emendamento (rubricato n. 16) presentato dal Consigliere Contu: nel comma 1 dell'articolo 1, le parole "due Vicepresidenti" sono sostitute da "un Segretario" La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Questo emendamento inserisce un concetto nuovo che non è presente nel nostro Regolamento. Parte dal presupposto, secondo me dirimente, rispetto a tutto l'argomento che stiamo affrontando e che cerca di rispondere ad un bisogno di funzionalità delle Commissioni.
Mi sembra che fossimo partiti da una constatazione. Le Commissioni così come sono strutturate attualmente, trovano difficoltà a distribuire l'iter di legge e ad assumere tutte le incombenze previste dal Regolamento.
Oggi siamo in presenza di un fatto nuovo chi si è fatto portatore di una proposta di modifica dell'articolo 23; si sostiene che il miglior modo per ridare funzionalità alle Commissioni, sia quello di ampliare il numero dei Vicepresidenti, raddoppiandoli. Qui sta tutto il motivo del contendere. Il casus belli certamente è stato originato da un atto rispetto al quale, più volte, ho espresso il mio rammarico e la mia ferma opposizione.
La scelta operata nelle Commissioni, che è quella di assumere le Presidenze e le Vicepresidenze in toto alla maggioranza, ha creato certamente un problema di democrazia, almeno di garanzia, del funzionamento delle Commissioni che dovrebbe vedere un Ufficio di Presidenza attento nel definire un ambito non secondario ma prioritario Questo aspetto del pluralismo decisionale ritengo che sia un artifizio averlo giustificato così. Faccio notare ai Consiglieri che nell'o.d.g. del Consiglio esistono almeno una ventina di proposte di legge, richiamate ai sensi dell'articolo 34, presentate prevalentemente dall'opposizioni. L'assemblea è lo strumento di massima rappresentanza di tutte le forze politiche e di tutti i partiti dei quali siamo espressione, delle liste che ci hanno eletto.
Dopo avere dovuto affrontare la questione della riforma elettorale e poi le vicende connesse alla questione del rapporto che esiste fra i gruppi che si costituiscono autonomamente in Consiglio e le liste che li hanno espressi, dico che questa è l'assemblea che meglio rappresenta tutte le forze politiche in campo. E allora, Presidente, se questa situazione delle priorità dei provvedimenti di legge da discutere in aula non viene risolta da questa assise, stante la situazione dell'ordine del giorno, potrei provare, per la prossima volta, a richiedere un'inversione dell'o.d.g.
Forse nei termini regolamentari non ne ho più la facoltà, però suggerirei che uno dei tanti provvedimenti delle opposizioni, iscritto all'o.d.g.
venga sottoposto all'attenzione dell'aula e votato. In questo modo, si misura la volontà di decidere collettivamente, dando spazio anche alle iniziative dell'opposizione. Ho portato questa argomentazione per dire che il raddoppio delle Vicepresidenze non risolve il problema, così com'è stato presentato e così com'è stata giustificata la portata del provvedimento.
Per questo motivo, propongo che la dizione "due Vicepresidenti" venga sostituita con la dizione "un Segretario", che potrebbe svolgere quell'interfaccia fra gli Uffici, la Presidenza e il Segretario che dà attuazione alle scelte operate e alle decisioni assunte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Rispetto a questo emendamento, non privo di un certo interesse, vorrei ricordare che in altre Assemblee elettive (Camera e Senato) esiste la figura del Segretario di Commissione, dove l'organizzazione del vertice di una Commissione è formato da un Presidente, due Vicepresidenti e due Segretari. Ovviamente, in quel contesto i numeri che compongono l'Assemblea sono molto più grandi, ma anche il numero delle Assemblee è molto elevato (13 permanenti, per quanto riguarda Camera e Senato).
Questa ipotesi non è da escludere, perché oggi il Vicepresidente - mi sono sempre permesso di sottolinearlo - è completamente depotenziato di funzioni; se non dipende dalla benevolenza, dalla sensibilità e correttezza del Presidente, normalmente il Vicepresidente è una vittima del meccanismo.
Forse la figura del Segretario, una volta chiarito il suo compito, è più di operatività, di rapporti; forse è persino meno frustrante, perch capisce perfettamente di non avere una funzione aziendale e gerarchica, pur ovviamente assumendo un rilievo politico, perché ne è data indicazione.
Ritengo, pertanto, sia più corretta la variabile di due Segretari. Non so se il collega Contu l'ha prevista, fra i suoi emendamenti.



CONTU Mario

No



TAPPARO Giancarlo

E' una grave carenza, ma può sempre presentare un emendamento in quel senso; così mi sembra un po' monco, tuttavia corrispondo a questa indicazione. Saremo battuti, collega Contu, ma saremo battuti con la dignità delle nostre argomentazioni!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu, per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Presidente, si può anche pensare di sostituire, con un escamotage, la dizione "due Vicepresidenti" con "due Segretari". Il problema è che il termine "Segretario" dovrebbe definire le caratteristiche che assume una scelta di questo genere. Ribadisco che non è il caso di appesantire ulteriormente il funzionamento di un organo dell'Assemblea, che è quello delle Commissioni.
Per questo motivo, non ho inserito la dizione "due Segretari". I Segretari potrebbero anche essere tre, quattro, cinque; si potrebbe pensare che tutti i membri della Commissione, a turno, siano Segretari, provando anche a individuare dei criteri. Un criterio potrebbero essere, per esempio, quello dell'età e, poiché questo è un carico, la proposta potrebbe essere il criterio del più giovane, solo per le Commissioni, dove è indubbio che si possa maturare quell'esperienza che giova a molti Consiglieri, soprattutto quelli che hanno l'attesa della ricandidatura ogni partito ha le proprie regole, ma sicuramente è un percorso di crescita, di acquisizione di ulteriori competenze.
La dizione "Segretario" non risolverebbe l'aspetto economico, anche perché le norme di riferimento, per quanto concerne le indennità o gli incrementi di indennità per la funzione svolta, non lo contemplano. Metto quindi, in guardia l'Aula dall'approvare questo emendamento, perch apparentemente risolverebbe un problema, ma, in quel caso, bisognerebbe inserire una modifica di legge al testo riguardante l'attribuzione dell'indennità aggiuntiva per la funzione svolta. Approvando questo emendamento, stabiliamo che la dizione "due Vicepresidenti" sia sostituita dalla dizione "un Segretario". Potrebbe essere una soluzione interessante e potremmo anche chiudere qui tutta la partita delle Vicepresidenze, perch in questo modo avremmo risolto anche il problema della composizione dell'Ufficio di Presidenza, demandando e valutando, nel riordino complessivo dell'indennità, come contemplare questo nuovo gravame che cade su un ruolo innovativo, che non è quello del Vicepresidente, ma quello del Segretario.
Pertanto, Consigliere Tapparo, se lei intende proporre il subemendamento sui due Segretari, credo che oggi potremmo anche finire anticipatamente i lavori del Consiglio, perché non ci sarebbe più ragione di continuare. Quindi, lavorando ad un'ipotesi successiva di riordino della materia indennitario, che prima o poi dovrà essere affrontata, potremmo contemplare anche la nuova fattispecie del Segretario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.14).
Il Consiglio non approva.
1.16) Emendamento (rubricato n. 47) presentato dal Consigliere Tapparo: sostituire le parole "due Vicepresidenti" con le parole "tre Vicepresidenti".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Presidente Riba e colleghi, pensavo di collegarlo ad emendamenti che troveremo più avanti con il deciso numero delle Commissioni. So che questo non è stato reso ammissibile da parte del Presidente Cota, però era legato in qualche modo ad una organicità più generale.
Mi chiedo: in genere i due Vicepresidenti rispondono ad un'esigenza di rappresentanza di maggioranza e di opposizione visto in un clima bipolare siccome ci sono molte articolazioni e vivacità nei punti di vista, si offre in questo modo uno spazio di riconoscimento anche di diverse posizioni.
Dico questo, però sempre restando dell'idea che la figura del Vicepresidente sia una figura poco significativa e che attraverso la modifica strutturale del Regolamento non andiamo a porre dei ruoli precisi non lasciandoli - come dicevo in precedenza - alla benevolenza, alla sensibilità e alle valutazioni politiche da parte dei Vicepresidenti.
Io ho vissuto sia qui in Consiglio che in Parlamento esperienze in questi tipi d'incarichi. Posso dire tranquillamente che quella del Vicepresidente è figura priva di ogni incisività nel processo legislativo.
Ma se così è, che significato ha questa figura? Oppure, se vogliamo diamogli un significato di bandiera, più generale, ma allora diamogli una rappresentanza più ampia, così ci facciamo anche espressione di tutte le articolazioni che ci possono essere nelle assemblee elettive e nella nostra assemblea elettiva, perché noi operiamo in questo senso.
I colleghi, quando hanno visto la mia interrogazione, hanno fatto gesti, non penso di scherno, ma comunque di stupore ed ilarità.
Innanzitutto voglio dire che io inquadravo la questione in un contesto più generale di secca riduzione del numero delle Commissioni. Inoltre voglio dire che ho presentato questo emendamento consapevole del limitato ruolo e del nullo ruolo dei Vicepresidenti. Resta in me la netta convinzione che dovrebbe prevalere la fine di questa figura con la possibilità, qualora non sia presente il Presidente, di sostituirlo come facciamo oggi con il Consigliere più anziano presente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Ricordava già il Consigliere Tapparo che la figura del Segretario non è un'invenzione ostruzionistica; non l'ha affermato, ma lo voglio aggiungere io. In genere, mentre il ruolo del Vicepresidente non è normato dal presente Regolamento. Perché, cosa fa il Vicepresidente? Quali funzioni svolge? Ora non ricordo se le funzioni siano definite. Mentre è chiaro il ruolo del Presidente, mi pare che quello del Vicepresidente sia di sostituire il Presidente quando non è presente. Adesso non vorrei ricordare male, quindi diciamo che assume solo un ruolo sostitutivo in caso di vacanza del ruolo di Presidente.
Il termine Segretario richiama più un bisogno di definire meglio le funzioni. Qualsiasi Segretario amministrativo ha un mansionario e, in funzione del mansionario svolto, ha un riconoscimento contrattuale.
Quindi, la funzione e il gravame del ruolo è quantificato e normalmente definisce anche i corrispettivi economici. A seconda della funzione di responsabilità svolta, credo che ci siano le varie categorie. Oggi poi i contratti si sono differenziati, e poi ha fatto fine in alcuni contratti collettivi iniziare dal primo livello, che corrisponde al livello più basso della scala delle funzioni e degli emolumenti; poi seguono gli altri livelli, ma questo faceva fine nei contratti collettivi.
Ad ogni modo, ridefinire il ruolo per quello che è, come previsto peraltro da altre assemblee elettive, consente di introdurre quelle modifiche regolamentari che normano meglio le funzioni. Anche perché, in che cosa si differenzia il ruolo di Segretario rispetto a quello degli altri Commissari che fanno parte di una Commissione? Di primo acchito, Presidente, mi viene da dire che la differenza sta solo nella collocazione spaziale all'interno dell'Aula delle Commissioni.
Normalmente, il Segretario, così come il Vicepresidente, siede vicino al Presidente e non mi risulta svolga altre mansioni particolari, salvo quella di cui si è detto. Ecco perché diventa più coerente il discorso del Segretario: chiamerebbe subito ad un ampliamento di queste mansioni e magari anche nell'ampliamento di queste mansioni, ad un riconoscimento di questo gravame, perché è normato e ha un'aggiunta economica rispetto agli altri commissari.
Relativamente al tema dell'emendamento Tapparo, questo potrebbe anche giustificare il fatto che, una volta definita la funzione che occorre svolgere in Commissione da parte di determinate figure, è la definizione delle funzioni svolte che porta a definire il numero. Se fosse approvata la dizione "due Vicepresidenti", si dovrebbe modificare anche qui per il testo coordinato - non so se ci sia un automatismo, qui, dottoressa Rovero, non è stato richiamato - il caso dell'assenza del Presidente. Probabilmente, si dovrà modificare la formulazione dicendo che uno dei due Vicepresidenti dovrà sostituire il Presidente assente.
Adesso svolgerò una ricerca sul Regolamento, ma questa proposta di deliberazione necessiterà anche di un adeguamento, in assenza di questo elemento di correzione nel testo, qualora questo provvedimento verrà approvato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.16) Il Consiglio non approva.
Comunico che con la votazione sull'emendamento n. 1.16) è riassorbito anche l'emendamento n. 1.15) (rubricato n. 18), presentato dal Consigliere Contu, che aveva lo stesso titolo: nel comma 2 dell'articolo 1, le parole "i Vicepresidenti" sono sostituite da "un Segretario".
1.17) Emendamento (rubricato n. 48) presentato dal Consigliere Tapparo: sostituire "almeno un membro" con "tutti e due i membri".
(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Se vogliamo, possiamo mettere "componenti", ma, dal punto di vista giuridico, la questione non si presta ad obiezioni.
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, mi sono avvalso dell'indicazione presente nel testo in cui si menziona "un membro dell'Ufficio di Presidenza della Commissione", quindi, non ho fatto arbitrariamente un'invenzione; le insinuazioni dei colleghi, specie dell'Ufficio di Presidenza, in questo senso, suonano abbastanza dure nei miei confronti.
Se il collega Cattaneo, invece di soffermarsi sulle pagine sportive dei quotidiani, partecipasse attivamente a questo dibattito, si potrebbe introdurre amichevolmente un'ipotesi secondo la quale i due Vicepresidenti verrebbero automaticamente riservati alla minoranza, che avrebbe anche un senso. Il peso del Presidente è così forte, secondo me vale un numero copioso di Vicepresidenti, che tentare di modificare la proposta, affinch non solo un Vicepresidente appartenga alla minoranza, ma due, non mi pare una tesi particolarmente ardita, anzi, potrebbe essere logica.
Se il collega Cattaneo seguisse un po' questa vicenda, potrebbe anche dire: "Bene, lo facciamo noi politicamente, cioè, in questo momento facciamo un'apertura politica, le due Vicepresidenze si fanno e vengono date alla minoranza", anzi, direi all'opposizione, in questo caso.
Mi sembra una tesi discutibile e mi auguro che questa mia proposta apra un franco dibattito anche con la maggioranza, in quanto non è impensabile che si dia alle opposizioni la rappresentanza delle Vicepresidenze. Sarebbe più logica una Vicepresidenza alle minoranze e alla maggioranza la Presidenza, ma, stante il numero delle Commissioni, come penso dovrà avvenire e, alla fine, dovrà essere considerata una tesi logica, si potranno anche considerare due figure che ricoprono il ruolo del Vicepresidente, entrambe, in qualche misura, appannaggio dell'opposizione così da permettere una migliore rappresentanza delle articolazioni dell'opposizione.
Quindi, raccomando caldamente ai colleghi questa mia proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, questa sì che mi sembra una norma di garanzia passasse questo principio, dovrei rivedere la mia opposizione a questo provvedimento. Contestualmente, si dovrebbe pensare, per essere coerenti con questa scelta, ad una riduzione del 50% delle Commissioni.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



CONTU Mario

Presidente, se tutti e due i membri diventassero espressione delle opposizioni e delle minoranze, allora si ristabilirebbe un principio democratico. Certamente, ci sarebbe un riconoscimento del ruolo che possono svolgere le opposizioni, anche se il provvedimento così posto non risolve il problema delle mansioni dell'Ufficio di Presidenza. L'unico richiamo regolamentare è che il Presidente convoca la Commissione e fissa l'ordine del giorno sentito il Vicepresidente. Non so quante volte il Presidente abbia udito il Vicepresidente. A me sembra, ad esclusione della Commissione Regolamento, che la maggior parte delle volte il Presidente della Commissione ordinaria si rivolga al segretario, non so se sia questo il termine esatto, che è un funzionario e comunica l'ordine delle priorità quando anche non succede, se non c'è l'atto di indirizzo politico, un atto più credibile e più concreto, che sia il segretario o il referente dell'ufficio che ricordi al Presidente l'ordine del giorno e lo presenti per la sottoscrizione al Presidente soprattutto nei casi nei quali la Commissione lavori senza soluzione di continuità su un disegno di legge.
Se penso alla questione dei buoni scuola, non ho dubbi, a parte il fatto che sono state convocate tutte insieme, che il Presidente tutte le volte abbia sentito il Vicepresidente. L'unico onere che resta è quello di sostituire il Presidente, quindi tutti potremmo fare i Vicepresidenti e la funzionalità delle Commissioni sarebbe garantita sempre nel caso di assenza del Presidente, perché chiunque potrebbe presiedere la seduta della Commissione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.17) Il Consiglio non approva 1.18) Emendamento (rubricato n. 7) dal Consigliere Tapparo: L'articolo 1, comma 2 è abrogato.
1.19) (Emendamento rubricato n. 17) presentato dal Consigliere Tapparo: Il comma 2 dell'articolo 1 è abrogato.
Li dichiaro accorpati poiché identici nel testo.
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, questo emendamento, che è analogo a quello presentato dal Consigliere Contu, incarna l'opposizione che alcuni di noi hanno espresso sul disegno di fondo del provvedimento che viene sottoposto all'Aula.
L'emendamento, sostanzialmente, intende lasciare vivere l'impianto del Regolamento così come è attualmente, dando la possibilità di procedere nella forma attuale che ci sembra, che almeno a me sembra, che soddisfi ampiamente le esigenze di funzionalità e di rappresentatività che deve avere il tipo di incarico che è oggetto della trattazione. Al di là del voto sull'intero articolo, questo emendamento ribadisce la contrarietà ovviamente fa parte della dinamica politica d'Aula presentare delle variazioni e delle alternative. Quello che voglio sottolineare è che questo emendamento ripristina il discorso di fondo dell'opposizione al cambiamento, perché così come è la configurazione dell'impianto del Regolamento in questo senso è più che sufficiente, quindi ribadisco la necessità di non toccare il Regolamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

In definitiva, questo emendamento abroga il comma due. Mi pare che siano stati respinti tutti gli emendamenti tendenti a individuare meglio la funzione e la figura dei Vicepresidenti. Abbiamo proposto all'attenzione dell'Aula la necessità di definirne meglio il profilo non solo sotto l'aspetto dell'appartenenza politica e dell'area di appartenenza, ma definendo al meglio il ruolo che deve svolgere il Vicepresidente. La cosa che sicuramente traspare da tutto il dibattito e anche su questo comma è l'inutilità del raddoppio delle Vicepresidenze.
Mi rivolgo, anche se non ha ascoltato, a chi sedendo da questa parte dei banchi si è fatto portatore di questa proposta. Credo che non sia sfuggito a nessuno che altri esponenti dell'opposizione oggi non sono in Aula e non sono presenti per una ragione molto semplice, ovvero marcano il dissenso profondo verso questa scelta. I Consiglieri Papandrea, Moriconi Chiezzi e Suino hanno già annunciato, in seguito può succedere di tutto che non intendono avvalersi di questa. Non intendono ricoprire la carica di Vicepresidenti.
I conti sono presto fatti. Non conosciamo l'orientamento del Gruppo dei Radicali in materia, ma se incominciamo a scendere (da venti andiamo sempre più giù) sarà interessante capire, dalla composizione delle candidature a ricoprire quel ruolo, cos'è che le determinerà. Quale sarà il criterio usato? Probabilmente sarà un criterio oggettivo: essere esclusi o no da una prerogativa, non di funzione politica, ma di funzione e di livello puramente ed esclusivamente economico. Non ci sono altre ragioni e comunque stento a ritrovarle perché, chi finora ha sostenuto il provvedimento, non è stato assolutamente convincente.
L'aspetto politico che apre questo atteggiamento, oltretutto, è lasciato alla sfera della politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Ho ascoltato con attenzione le affermazioni del Consigliere Contu e intervengo, non solo rivolgendomi ai colleghi (al di là del fatto che non c'è una presenza particolarmente numerosa) ma perché rimanga agli atti e mi ascolti, in particolare, il collega Contu. Ancora una volta il Consigliere Contu ha ripetuto quanto espresso nella seduta della scorsa 25 marzo: "L'arroganza venale" - ripeto testualmente - "che avrebbe determinato la necessità delle doppie Vicepresidenze". Lo dico con molta tranquillità perché, usando un eufemismo, nel Gruppo a cui appartengo ho qualche perplessità sull'utilità della doppia Vicepresidenza.
Dopodiché, lo voterò assolutamente e convintamene, nonostante l'eufemistica perplessità (per non dire altro).
Arriviamo all'arroganza venale. Le sei, o otto, Vicepresidenze doppie in termini economici nominali corrispondono neanche alla metà di un compenso di un Consigliere. Agitare sui giornali questo costo esorbitante porta all'antipolitica e all'antidemagogia contro i Partiti. Ho a cuore la democrazia e il ruolo dei Partiti, a differenza di chi, invece, esprime certi concetti.
Esaminando la realtà, caro Consigliere Contu, per quanto riguarda il Gruppo dei Democratici di Sinistra, chi non ha intenzione di ricoprire tale funzione (e mi riferisco al mio Segretario regionale) il problema si risolve limitandosi a solo due colleghi del Gruppo dei DS. Il controllo e il funzionamento democratico delle Commissioni, caro Mario Contu, è un problema che riguarda tutta l'opposizione e tutto il Consiglio. Sottolineo però, che non si tratta di un problema economico così rilevante; chi riveste la carica di Capogruppo non incide sul bilancio perché riveste già tale funzione e chi è già Vicepresidente non incide perché non c'é cumulo.
Se questo, Consigliere Contu, è un grande attacco all'economia del bilancio della Regione, faccio fatica a capirla.
A questo si ridurrebbe.
La mia perplessità - che ho definito eufemistica - è che la necessità di funzionamento delle Commissioni e l'organizzazione dei lavori, non è un problema di tutta l'opposizione e di tutto il Consiglio. Mi chiedo se ne valga la pena, ma è cosa diversa da questo grande salasso economico.
Salasso economico e arroganza venale sono altri argomenti.
L'ultima parte del mio intervento riguarda il rifiuto dell'opposizione alla presenza delle Commissioni Olimpiadi (non sono voluto intervenire nella seduta del 25 marzo, ho aspettato qualche giorno).
C'è un modo diverso di interpretare la politica: gli accordi si fanno alla luce del sole, non sottobanco, non con accordi trasversali (una volta si sarebbe detto pluto giudaico massonico, oggi è rimasto fuori solo il massonico, radicale o leghista, un accordo che sarebbe durato il volgere di una giornata). Noi gli accordi li facciamo alla luce del sole. Questo non vuol dire avere perplessità sul ruolo istituzionale dell'attuale Presidente della Commissione Olimpiadi (perplessità e problemi che riguardano molto anche la maggioranza, a cominciare dal Presidente della Giunta regionale Ghigo). Sono aspetti completamente diversi. Gli accordi li facciamo alla luce del sole, perché non ci sono accordi di serie A e accordi di serie B.
Un accordo pluto giudaico radical massonico o leghista a noi non interessa anche solo per segnare un punto verso una maggioranza che mostra grandi crepe.
A noi interessano gli accordi politici alla luce del sole.
Questo è stato - concludo - il non avere prestato il fianco a quell'accordo che sarebbe durata 24 ore. Le perplessità su come svolge il ruolo il Presidente della Commissione Olimpiadi le abbiamo tutti; le ho denunciate e riguardano la maggioranza, sono stato anche l'unico a presentare un'interpellanza su un appalto dato dall'agenzia sui lavori per le Olimpiadi 2006.
Personalmente ho agito in questo modo; per quanto riguarda lei non mi risulta.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Apprezzo la franchezza con la quale il Consigliere Placido ha affrontato il problema, ristabilendo un pezzo di verità che conferma l'inutilità del provvedimento.
paradossale: le tesi da lei argomentate non reggono. La Commissione rappresenta in modo proporzionale l'aula, la quale rappresenta, in modo proporzionale e nelle forme previste dalla legge elettorale, gli elettori.
Rappresenta, quindi, gli elettori. Questa è la massima Assise democratica all'interno della quale si possono deliberare tutte le questioni che riguardano le prerogative delle minoranze. Che bisogno abbiamo di appesantire, in modo burocratico, una realtà come quella delle Commissioni che ha già le sue difficoltà di funzionamento? Ciò che si mette in discussione sono le finalità, le ragioni profonde che non sono state assolutamente convincenti per esprimere il raddoppio delle Vicepresidenze.
Per la prossima seduta del Consiglio regionale è previsto l'esame di due o tre provvedimenti delle opposizioni, che presentano due o tre articoli sui quali si potrebbe anche determinare un dibattito ed avere un consenso dell'aula. Proponiamo la loro discussione e vediamo se verranno rispettate le prerogative che si invocano per garantire il funzionamento democratico delle Commissioni.
Cosa, se non il diritto ad avere la priorità sulle proprie proposte di legge? Non si possono portare argomenti così speciosi. Potrebbe incidere per 100 milioni all'anno? Potrebbe incidere per 50 milioni? Si ritiene veramente che questo sia meno grave, sulle questioni di principio, non avendo argomentazioni altre, dell'accordo che si fece sulla questione dell'aumento delle indennità? Collega Placido, come sai è un accordo a tutto campo, è a verbale, in particolare per quanto riguarda l'aspetto che investiva il vitalizio.
Arrivo alla questione della correttezza della politica. Non è il problema di un agguato al Presidente Marengo, ma è che la politica ogni tanto ha anche bisogno di segnare, con gesti eclatanti, quello che tutti sanno ma che non osano dire: che la questione delle Olimpiadi 2006 è troppo vasta per non essere ricondotta a quello che storicamente ha sempre caratterizzato l'approccio della politica alle grandi opere e ai lavori pubblici o privati in questo Paese. E' questione troppo vasta per non marcare l'aspetto così delicato dell'approccio fra la politica e gli affari. Non vorrei usare questo termine, perché in tutto questo c'è anche nobiltà, perché la politica porta occupazione, porta sviluppiamo, non sviluppo. Rompere alcuni equilibri in politica, e questo rende la politica tale, vuol dire segnalare una situazione di difficoltà, perché continuo a sostenere che nella Commissione Olimpiadi - non me ne voglia il collega Marengo - la Presidenza doveva essere data alle opposizioni, per operare con maggiore vigilanza. Questo è il dato, collega Placido...



MARENGO Pierluigi

La lascio a te, allora...



CONTU Mario

Io accetto volentieri e rinuncio all'indennità della carica di Presidente della Commissione Olimpiadi...



(Commenti fuori microfono)



CONTU Mario

Presidente, non vorrei che le mie parole fossero mal interpretate, ma riprenderò l'argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido per dichiarazione di voto.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Approfitto del tempo per la dichiarazione di voto per terminare due questioni che non ho potuto affrontare in precedenza.
Voglio salutare il collega Contu con una battuta: a pensar male, questo ogni tanto ritorna; si fa peccato, ma si coglie. L'incatenarsi a un ruolo può voler anche dire - qualcuno lo potrebbe interpretare così - la difesa di una rendita, di una prebenda. Io non penso questo, ma qualcuno potrebbe pensarlo.



(Commenti fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Naturalmente siamo contrari a questo emendamento, ma voglio anche dire che la nostra vera preoccupazione è che questa legislatura ammanettata sia ricordata come il bassissimo livello del rispetto istituzionale e non certo per le numerose leggi, la maggior parte delle quali di basso livello qualitativo. Questo è il vero problema che dovrebbe preoccupare, anche perché il tempo a disposizione, in termini di legislatura, è poco. Dovremmo impegnarci nel rispetto dei propri ruoli e di un'opposizione che, per quanto mi riguarda, magari anche a dispetto di qualcuno, cerco di fare la più incisiva possibile.
Ripeto: è cosa diversa dagli accordi. Posso essere assolutamente d'accordo che una Presidenza di controllo - non una Presidenza di indagine o di inchiesta o una Commissione speciale - venga affidata all'opposizione ma rientra nel corretto e democratico funzionamento delle Commissioni, sia ordinarie che speciali; in questo Consiglio, adesso, i lavori non sono garantiti, non tanto a garanzia dell'opposizione, ma a garanzia di tutti, e questo è il vero problema.
Le mie eufemistiche perplessità sulle doppie Vicepresidenze rimangono ma è un'altra questione, perché l'ammontare corrisponde, in vecchie lire, a 24-25 milioni (circa 13.000 Euro); mi sembra una cifra assolutamente modesta e insignificante per far comparire sui giornali un messaggio antipolitico e antipartitico.
Il problema politico rimane tutto e su quello si discute, ma in altri termini e in altro modo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Ho ascoltato attentamente l'intervento del collega Placido, il quale ha certamente ragione a lamentare la trasformazione di una valutazione politica in un aspetto che tocca elementi che possono essere utilizzati da tutta l'antipolitica che è presente e pervade la nostra società. Tuttavia il problema rimane, e anche il collega Placido lo ammette: è legittimo mettere in dubbio l'opportunità di una scelta.
Si torna a dire che, in un'Assemblea così piccola, il fatto di moltiplicare a dismisura incarichi direttivi assume alcuni caratteri che sono, non voglio dire ridicoli, ma certamente squilibrati. Se passasse questa operazione, ci sarebbero ancora due o tre Consiglieri senza incarichi. Mi sembra francamente una non soluzione, da non presentare all'esterno, proprio nel momento in cui cerchiamo di difendere le Assemblee elettive. In questo modo, andiamo controtendenza e, offrendo il fianco a una facile critica da parte di coloro che attraverso la solita lagna dell'assemblearismo, ecc., ritengono sostanzialmente residuale il nostro ruolo. Nel momento in cui è residuale ed abbiamo tutti - io prima di tutti responsabilità su questa residualità che è nata culturalmente negli anni '80 e si è materializzata legislativamente negli anni '90, quando sentiamo nelle consultazioni fatte sullo Statuto lamentare, da parte di rappresentanti delle assemblea elettive provinciali e comunali, il fatto che il meccanismo di emarginazione del nostro ruolo è arrivato a tale punto che le Giunte, i Sindaci e i Presidenti di Province e Regioni si rapportano meglio con l'articolazione di rappresentanza della società, quindi a disconoscere la nostra capacità rappresentativa, noi siamo più residuali si può anche non andare. Basta vedere com'è frequentato abitualmente il banco del governo regionale in questa assemblea per dire che noi non siamo molto incidenti.
Probabilmente oggi il Presidente Ghigo - faccio solo una pura ipotesi scolastica - avrà ricevuto una serie di categorie che gli manifestavano una serie di doglianze o di indicazioni legittime ed importanti. Però sono legittime ed importanti quando quello non rappresenta un depotenziamento della rappresentanza generale, soprattutto di quegli interessi che non sono organizzati, che ha l'assemblea elettiva.
Consigliere Placido, questo piccolo fatto - che non è una cosa da poco può essere giocato nella polemica non tanto per la questione economica ma per dire che ci mancano soltanto più i nastrini per indicare chi è il Presidente o il Vicepresidente. Facilitiamo in qualche modo coloro che avversano il ruolo di rappresentanza e di rappresentatività che dovrebbe avere l'assemblea elettiva. Non serve a molto, perché l'atto importante sarebbe anche quello di avere un numero di Commissioni inferiori; ma al di là di questo, che è un problema di opportunità, ci dovrebbe essere in automatico la rappresentanza della maggioranza e dell'opposizione, sancita in qualche modo.
Un gesto bellissimo, che avrebbe una forza e una dirompenza all'esterno, sarebbe quello che il Consiglio regionale ha deciso di togliere degli incarichi, ha deciso di eliminare le Vicepresidenze. E sappiamo che il meccanismo funziona ugualmente, perché c'è il Presidente e in caso di sua assenza, il Consigliere anziano. Questo fa notizia, e fa notizia in positivo, perché certamente non può essere letto in negativo.
L'altra ipotesi, se oggi passasse questo provvedimento, potrebbe essere letta in negativo; ha mille e una ragioni per poter essere letta in negativo.
Io non sono d'accordo, ma quella antipoliticità che il Consigliere Placido lamentava per la critica su quei pochi soldi in più che vengo percepiti, la recuperano dall'altra parte. Anche se noi stabilissimo che queste operazioni sono gratuite, cioè non corrispondono ad un aumento economico per il Consigliere che ricopre l'incarico di Vicepresidente - e potrebbe essere sancito - ci sarebbe ugualmente una critica. Per questo diciamo che questa scelta è inutile, è controproducente ed è dannosa per il nostro ruolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Gli interventi che ho ascoltato, soprattutto gli ultimi tre, mi stimolano ad intervenire, anche se siamo quasi in una situazione paradossale e, per alcuni aspetti, anche un po' kafkiana: siamo qui a fare una battaglia insieme, maggioranza e opposizione, non tanto su un mega accordo, ma su un'intesa che si era un po' delineata per cercare di migliorare e di trovare una maggiore funzionalità e un maggior coinvolgimento del Consiglio regionale - in questa seconda parte della legislatura - su un provvedimento che peraltro è nato forse male e da un'ipotesi d'intesa più ampia, ma che prevede coerentemente nell'ultimo articolo la vigenza per l'attuale legislatura.
Nel merito si può certamente essere d'accordo o meno. Anche noi non è che siamo qua a strapparci le vesti, e quindi ad essere tanto contenti di questa situazione, ma abbiamo preso un impegno perché abbiamo ritenuto che questo possa contribuire a migliorare i rapporti tra maggioranza e opposizione da un lato, e dall'altro a migliorare la funzionalità - che è quello che credo stia a cuore a tutti - del Consiglio regionale; però ne abbiamo ascoltate troppe.
Se alla situazione kafkiana si aggiunge il fatto che alcuni colleghi evidenziano che ci sono troppi Presidenti, che ci sono le remunerazioni per le cariche aggiuntive, anch'io voglio dire la mia opinione e fare il punto sulla situazione.
Il Consiglio regionale del Piemonte è un Consiglio regionale dove indubbiamente essere semplice Consigliere regionale è segno di distinzione.
Credo che sia vero, i Consiglieri regionali saranno cinque al massimo, ma c'è un'anomalia di fondo che nasce da una situazione del nostro Regolamento e del nostro Statuto, che siamo tutti d'accordo di rivedere e di revisionare.
Fin quando i Gruppi possono anche essere formati da un solo Consigliere regionale e i Gruppi di nuova costituzione, non derivanti dalle elezioni, possono essere costituiti purché aderiscano almeno due Consiglieri regionali; fin quando un Consigliere regionale può essere Capogruppo e Consigliere regionale è portavoce del proprio Gruppo; fin quando ai Gruppi consiliari, in funzione di essere tali, vengono trasferiti i fondi per i funzionamenti politici; fin quando nascono Commissioni speciali e si possono tenere in piedi, è logico che c'è una situazione dove ci sono più Presidenti, dove ci sono indennità aggiuntive per tutti.
Ci sono situazioni dove alcuni Consiglieri devono ricoprire almeno due cariche perché non ci sono abbastanza colleghi disponibili per ricoprirle o comunque, se sono cariche delicate o che si vogliono tenere in capo alla maggioranza, non c'è la possibilità di farle ricoprire da diverse persone in quanto non abbiamo - nonostante la maggioranza abbia 40 Consiglieri - un numero sufficiente di persone. Però è un'anomalia ed è una situazione a 360 gradi che investe questa legislatura e tutto il Consiglio regionale collega Tapparo. Perché è vero che i Presidenti di Gruppo sono Presidenti di se stessi, se lasciano un Gruppo sono assegnati al Gruppo Misto e sono quasi Presidenti, e comunque hanno dei fondi autonomi per il funzionamento politico che gestiscono in proprio.
Se due Consiglieri si arrabbiano con il loro partito o fanno società indipendentemente - e voglio usare questo termine sgarbato apposta - tra opposizione e maggioranza o tra questo e quel Gruppo pro o contro - e sono d'accordo con il Consigliere Placido - la politica e i partiti, possono domani mattina formare un Gruppo di due, in barba al risultato elettorale e prendersi 500-600 milioni per la loro attività politica, non rappresentando politicamente nessuno.
C'è una situazione che va rivista. Questo è un provvedimento che ha quegli obiettivi ed è un provvedimento a termine per la funzionalità del Consiglio che abbiamo deciso di proporre all'aula. Se l'aula troverà una sua unitarietà e una sua condivisione, sarà approvato.
Altra cosa è tutto quello che riguarda un'organizzazione complessiva che non può che essere contenuta nei principi di un nuovo Statuto della Regione su cui ci stiamo confrontando, e nella propria operatività in un nuovo Regolamento del Consiglio regionale, o comunque con delle modifiche sostanziali del Regolamento del Consiglio regionale attuale, che naturalmente non potranno che avere una vigenza a partire dall'ottava legislatura.
Mischiare volutamente i due piani, miscelare le considerazioni sulle due situazioni, dal mio punto di vista è semplicemente un modo per perdere tempo, per parlarsi un po' addosso.
Chiudo con una considerazione: se c'è una volta che il Presidente Ghigo è giustificato, è proprio oggi, perché oggi, Consigliere Tapparo, il Presidente della Regione è a Roma con il Presidente del Consiglio dei Ministri insieme a tre Ministri della Repubblica, quello delle Infrastrutture, quello dell'Ambiente e quello degli Affari Regionali per firmare un'importante intesa generale-quadro tra il Governo nazionale e la Regione Piemonte dove verranno destinate procedure per opere pubbliche per circa 45 mila miliardi di vecchie lire.
Credo sia una grande opportunità per il Piemonte, che sia una grande risposta politica per i piemontesi e che il Governo nazionale della Casa delle Libertà, presieduto dall'On Berlusconi, e il Governo regionale della Casa delle Libertà, presieduto dall'on Ghigo, vedono prioritario rispetto ad un dibattito sterile e infruttuoso come quello che stiamo facendo fino a questo momento.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, se vuole esplicare il fatto personale.



CONTU Mario

Il Consigliere Tapparo è scivolato ponendo questioni che investono direttamente le prerogative dei Gruppi facendo un' affermazione pesante ...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Contu, non è un fatto personale politico...



CONTU Mario

Accusando che il contenzioso nato nel Gruppo di Rifondazione Comunista, sia un fatto di natura venale...



PRESIDENTE

Consigliere Contu, la questione posta dal Consigliere Tapparo era relativamente ad una questione politica. Non esiste fatto personale ...



CONTU Mario

Presidente, il Consigliere ha fatto queste affermazioni e io ritengo che sia grave e devo precisarlo a verbale. La fattispecie non esiste. Il Regolamento del Partito che definisce gli emolumenti che versano gli eletti, ha un rapporto che prescinde dalle cariche e fissa un quid che i Consiglieri devono trattenere per sé che è uguale a prescindere dalla funzione svolta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti nn. 1.18) e 1.19).
Considerato che non è stato raggiunto il numero legale, do un'informazione di procedura. Questo era l'ultimo emendamento poi ci sarà la votazione dell'articolo 1. L'articolo 2 è di coordinamento e lo vedremo la prossima volta. Dovendosi rinviare la seduta di mezz'ora e preso atto che avevamo deciso di concludere i lavori del Consiglio alle ore 16,00, dichiaro chiusa la seduta.
La seduta è tolta



(La seduta ha termine alle ore 15.41)



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