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Dettaglio seduta n.331 del 02/04/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 11.00 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.30)



(La seduta ha inizio alle ore 11.24)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Casoni, Costa Enrico D'Ambrosio, Ghigo, Pedrale, Pichetto Fratin, Racchelli, Riba, Rossi Oreste e Toselli.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Comunico che, con decreto n. 29 del 28 marzo 2003, il Presidente della Giunta regionale Ghigo attribuisce temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale per la seduta di mercoledì 2 aprile 2003 all'Assessore Ugo Cavallera.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

In via preliminare, dobbiamo dare conto di alcune richieste.
La prima è stata presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi, che chiedono che, ai sensi dell'articolo 51 del Regolamento interno del Consiglio regionale, venga esaminato il punto 2) dell'o.d.g. odierno che reca: Ordine del giorno n. 741: "Richiesta di cessazione del conflitto in Iraq".
Questa richiesta è ammissibile.
C'è una serie di altre richieste di inserimento di nuovi punti all'o.d.g. che invece non è ricevibile.



(Proteste da parte del Consigliere Contu)



PRESIDENTE

Consigliere Contu, lei lo sa perché sono inammissibili: perché sono firmate da lei, e non avendo lei il requisito del Capogruppo sono inammissibili, in base all'articolo 51, comma 5, del Regolamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, lo dico affinché resti a verbale. Io ho presentato una proposta d'inversione di punti all'o.d.g. che lei respinge, invocando l'articolo 51. Sono trascorsi 5 giorni e la vicenda non si è ricomposta.
Voglio solo rimarcare - e non faccio altre obiezioni - che anche oggi sono privato di una mia prerogativa istituzionale, in modo del tutto imprevisto naturalmente su un aspetto del Regolamento non normato.
La mia dichiarazione, quindi, è affinché si registri a verbale che anche oggi vengo privato di una prerogativa istituzionale.



PRESIDENTE

Dopo questa richiesta, sull'ordine dei lavori ve n'è una del Consigliere Chiezzi ed un'altra dei Consiglieri Cattaneo e Angeleri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Non l'ho fatto per iscritto, ma lo comunico ora: ieri insieme ad altri Consiglieri abbiamo presentato un ordine del giorno che ha come oggetto il trasporto delle scorie nucleari dalla zona di Leri fino in Inghilterra.
Le scorie dovrebbero partire lunedì e l'oggetto dell'ordine del giorno è una sospensione del viaggio medesimo. Sarebbe utile poterlo affrontare in giornata - anche se non al primo punto - altrimenti nella prossima seduta decadrebbe.



PRESIDENTE

Lo faccia pervenire alla Presidenza, che valuterà come gestirlo.


Argomento:

Richiesta inserimento nuovo punto all'o.d.g.


PRESIDENTE

E' stata presentata dal Consigliere Chiezzi una richiesta di inserimento all'o.d.g. dell'ordine del giorno avente oggetto "Richiesta di cessazione del conflitto in Iraq".
Ai sensi del Regolamento ha diritto di intervenire il Consigliere richiedente ed un Consigliere contrario.
Ha quindi la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Sono di ritorno dalla manifestazione di Pian del Lot, dove sono stati trucidati 27 partigiani. Nelle commemorazioni ufficiali, inevitabilmente oltre al ricordo della lotta di liberazione dal nazifascismo, in tutti gli interventi ci sono stati dei cenni molto preoccupati e tormentati sulla situazione che oggi domina le nostre giornate in modo terribile: quella della guerra in Iraq. Non passa giorno che non veniamo purtroppo coinvolti in notizie, in immagini che lasciano esterrefatti e colpiscono la nostra coscienza e la nostra umanità.
Di fronte ad una situazione che peggiora e che approfondisce le tragedie della popolazione civile e, dal mio punto di vista, anche la possibilità di ricostruire una vita civile nel rispetto delle differenze penso che il Consiglio regionale, responsabilmente, debba discutere la questione. Io non so se la discussione porterà a punti di vista unanimi o differenti, ma in ognuno di questi due casi penso che si possa ritrovare l'esercizio di una responsabilità. Viceversa, vedrei un'assenza di dibattito e di confronto come una dichiarazione di irresponsabilità da parte nostra su una vicenda che ritengo sia doveroso affrontare come Consiglio regionale.
Non abbiamo delle competenze in ordine alla guerra o alla pace, ma abbiamo competenze in ordine al mandato che, sulla base dello Statuto e della Costituzione italiana, noi svolgiamo. Mi sembra necessario ed opportuno discutere e parlarne, senza tapparsi occhi, orecchie e bocca per non vedere. Non possiamo non vedere! Siamo riuniti ufficialmente in Assemblea, stanno piovendo bombe che stanno uccidendo civili. E' in corso una guerra atroce, sulla quale ci sono, a livello mondiale, opinioni ben differenti.
Ritengo quindi giusto, sensato, politicamente opportuno ed umanamente doveroso che noi ci cimentiamo con un dibattito su questo tema, con l'obiettivo di trovare punti di vista comuni o, comunque, se questo obiettivo non dovesse essere raggiunto, di esprimere punti di vista su un tema dal quale non possiamo scappare.



PRESIDENTE

Ha diritto di intervenire un Consigliere contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Anche noi della maggioranza, avendo, come tutti gli italiani, una sensibilità sul tema, riteniamo che un Consiglio regionale possa esprimersi e confrontarsi sul punto. Tuttavia non riteniamo che questo punto sia così urgente da affrontarlo oggi, e non abbiamo alcuna remora nell'affermare che, comunque, su un aspetto così importante, bisogna arrivare non tanto preparati su quello che ha fatto Saddam Hussein, ma, se si vuole dare un senso ad un eventuale dibattito del Consiglio regionale, dobbiamo creare le condizioni per approvare o un documento unanime o comunque un documento che possa recepire la condivisione e il consenso del numero più ampio di Consiglieri regionali, a prescindere dall'appartenenza alla maggioranza consiliare piuttosto che all'opposizione. Oggi queste condizioni non le vediamo.
Credo che il Consiglio regionale sia stato convocato anche per trattare altri temi. Siamo contro la proposta del Consigliere Chiezzi, tuttavia siamo disponibili, in una eventuale Conferenza dei Capigruppo se convocata a trovare una finestra nei lavori consiliari delle prossime settimane, per affrontare il documento del Consigliere Chiezzi con una discussione e un confronto. Ma anche con un dibattito e un confronto su eventuali altri documenti che fossero presentati dal Gruppo consiliare che presiedo o da altri Gruppi della maggioranza, piuttosto che da altri Gruppi appartenenti all'opposizione.
Ribadisco il nostro voto contrario all'inserimento del nuovo punto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla richiesta di inserimento del nuovo punto all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Sull'ordine dei lavori Rinvio in Commissione del disegno di legge n. 252


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Oggi siamo stati convocati per la ripresa e la prosecuzione dell'iter legislativo di un importante disegno di legge, il n. 252, titolare la Giunta regionale, relativo al "buono scuola". I lavori sono stati interrotti alcuni mesi fa, ci siamo lasciati con la soppressione dell'articolo 1 e l'istituzione dell'articolo 1 bis sul quale, per altro sono stati depositati più o meno 200 emendamenti. In successione per gli artt. 2, 2 bis, 3, 4 e 5, complessivamente, abbiamo circa 12 centimetri di foglio A4, superiore ad una risma, che contengono 700 emendamenti circa.
Riteniamo che, difficilmente ci siano le condizioni per affrontare un percorso sereno, essendo questo un importante disegno di legge che è anche un punto del programma elettorale di governo della Giunta regionale e della maggioranza che la sostiene. E' anche vero che, nel frattempo, sono subentrati alcuni elementi di novità, fra cui la riforma Moratti anche se in parte, non inficia o non incide in modo estremamente dirimente, sul nostro disegno di legge di competenza regionale. Credo che un dibattito e un confronto per arrivare all'approvazione della legge sul "buono scuola" non possa non tener conto di questo elemento, anche se è esterno al Consiglio regionale.
Ecco perché abbiamo scelto, come maggioranza, subito, con chiarezza e senza sotterfugi di presentare un maxi emendamento sostitutivo: lo presentiamo senza prepotenza e arroganza. Riteniamo che possa essere presentato entro qualche mezz'ora (é di fatto pronto, si sta affinando) e riteniamo che ci si possa confrontare su questo nuovo documento, che tiene conto anche di questi elementi, nella sede più appropriata per cercare di costruire insieme qualcosa nelle diverse posizioni, con le diverse posizioni politiche, quindi in VI Commissione. Chiediamo di aggiornare i lavori del Consiglio, di convocare oggi pomeriggio la VI Commissione in modo che si possa, già da oggi, lavorare in modo costruttivo e sereno su questo testo.
In Conferenza dei Capigruppo, se il Presidente riterrà opportuno convocare o, comunque, lo possiamo già anticipare adesso, chiediamo, ad iniziare dalla prossima settima, di calendarizzare una serie di riunioni di Commissione, in luogo della convocazione del Consiglio regionale.
Ricordo che era già stato convocato il Consiglio regionale per la giornata di martedì su questo tema e ricordo che la maggioranza, la Casa delle Libertà e la Giunta regionale, hanno una priorità e un fine politico preciso di approvare la legge.
Vogliamo confrontarci con serenità sul merito di questo nuovo documento, nella sede competente, che è la VI Commissione e poi in Consiglio regionale: senza trucchi, senza inganni, alla luce del sole e in modo chiaro e determinato che ci vedrà, da qui a qualche settimana, a qualche mese a quello che servirà, all'approvazione del disegno di legge sul "buono scuola". Punto del programma elettorale, del programma di Governo, impegno preciso che abbiamo preso con i piemontesi nel 2000 che hanno eletto il Presidente Ghigo alla Presidenza della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Può parlare un oratore per ogni Gruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Avevo pensato nel preparare la discussione sugli emendamenti alla legge n. 252 (per una volta mi trovo d'accordo con il Consigliere Cattaneo) che non avremmo discusso oggi la legge, così come l'Assessore l'ha proposta.
Il materiale che ho raccolto è la legge delega. E' intervenuto un fatto nuovo, Assessore: la riforma Moratti è legge. Anche se è una legge-cornice vuota. Vuota nel senso che mancano i decreti attuativi, mancano le risorse finanziarie o le varie finanziare che dovranno reperire per.
Assessore, devo dare atto che - al di là delle ragioni di fondo manifestate legittimamente dal Consigliere Cattaneo di raggiungere l'obiettivo della legge sui buoni scuola - una qualsiasi legge che affronti il problema del diritto allo studio a livello regionale, non pu prescindere da una legge dello Stato. La legge dello Stato muta profondamente il volto della scuola, lo modifica in modo tale che la Regione, se vuole salvaguardare la scuola pubblica, è costretta ad assumere competenze che erano impensabili rispetto al quadro precedente del diritto allo studio. Allora ben venga l'ipotesi, esprimo un'opinione personale, che è segno non di resa di fronte all'ostruzionismo dell'opposizione, ma di realismo, che la Commissione torni ad essere la sede reputata per verificare quali implicanze oggi vi siano fra le nuove competenze acquisite dalla Regione in materia scolastica, che noi contrasteremo.
E' evidente che siamo in presenza di un'opera di destrutturazione del sistema scuola in questo Paese. Allora se l'ipotesi è: si sospendono i lavori d'aula, si va in Commissione, si istruisce di nuovo tutta la legge allora credo che si possa pensare serenamente che questo è il percorso da seguire.
Presidente, c'è un dato nuovo, nel senso che mentre il disegno di legge n. 252 torna in Commissione, perché ha questo elemento di vulnus rispetto al sistema della scuola pubblica, per quanto ci riguarda le nostre proposte di legge mantengono la loro attualità, perché, pur in presenza della riforma, affrontano il problema del diritto allo studio nelle competenze della Regione e nei confronti degli Enti locali, rappresentando un aspetto non invasivo della riforma. Diversamente, il disegno di legge n. 252 scardina il sistema della scuola pubblica, cioè prende delle risorse e le destina alle scuole private.
Capisco la difficoltà e l'imbarazzo del centrodestra: si stanno modificando altri punti, c'è la legge n. 62/2000 ispirata dal centrosinistra, c'è la legge della Riforma Moratti, c'è bisogno di ricomporre le idee su quale sia la legge da attuare, ma per quanto riguarda la proposta che formulo, la maggioranza è libera - è una sua facoltà - di riportare il disegno di legge n. 252 in Commissione.
Per quanto ci riguarda, i nostri progetti di legge restano all'attenzione dell'Aula, perché rappresentano un altro aspetto e non causano contrasto.



PRESIDENTE

Ovviamente la richiesta di rinvio in Commissione riguarda tutti i provvedimenti che riguardano i buoni scuola.
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Impiegherò meno del tempo che ho a disposizione.
Noi concordiamo sul rinvio in Commissione, in quanto ci sembra la sede più appropriata.
Mi rivolgo all'Assessore Leo, ma anche ai Consiglieri di maggioranza: noi siamo in una situazione di completo cambiamento e di trasformazione.
Vorrei ricordare all'Assessore che scadano i tre anni del regime transitorio per la legge n. 62 e lei sa che la famosa legge sulla parità cambierà , nel senso che non ci sarà più una diversità tra le scuole statali e private.
La questione che voglio spiegare è che la nuova legge, votata dal Parlamento e in quanto tale bisogna rispettarla, è ancora da definire nei dettagli e in quelle che sono le intenzioni dichiarate ma non ancora attuate, perché mancano le risorse. Ma questa è una parte che riprenderemo dopo.
In sostanza, mancano tutte le precisazioni che doveva fare il Ministero sulla fine del regime transitorio della legge n. 62; difatti, rientra la legge n. 289/2000 che si riferisce al buono scuola dello Stato o alla borsa di studio che stanzia 30 milioni di Euro l'anno per tre anni.
In questa fase, Assessore, concordiamo sul ritorno in Commissione e mi permetto di esprimere un punto di vista, neanche un consiglio. Forse sarebbe opportuno aspettare e verificare questo momento di trasformazione: la fine del regime transitorio dei tre anni della legge n. 62; la legge n.
289 che per tre anni stanzia le borse di studio; come sarà realmente la Riforma Moratti; le competenze alle Regioni rispetto al Titolo V e quanto ne consegue.
Mi chiedo se in questo momento ha senso fare una operazione di questo genere. Sono inoltre curioso di vedere questo maxi emendamento, perché come maggioranza o come Assessore o si ha la sfera di cristallo, delle capacità divinatorie per riuscire a capire come saranno le trasformazioni della legislazione, altrimenti diventa difficile capire come riuscirete ad anticipare decisioni che saranno in parte prese dal Parlamento e in parte dal Ministro Moratti.
Siamo curiosi e veniamo volentieri a vedere, anche perché pensiamo non solo come democratici di sinistra, ma come centrosinistra di dare un contributo con una nuova proposta che modifica le nostre proposte esistenti; pensiamo di presentarla quanto prima, appena riusciremo a definirla nei dettagli, per dare un contributo a una materia come quella scolastica, che è in grande trasformazione.
Abbiamo presente che la situazione sta cambiando e, per certi versi riteniamo che le proposte di legge che abbiamo presentato sono, se non completamente superate, comunque da modificare, perché è trascorso più di un anno.
Siamo pronti a ritornare in Commissione: daremo il nostro contributo.
Tuttavia, l'invito che pongo all'Assessore e alla maggioranza è il seguente: "Sappiate, se non siete informati, che è una materia in continua e completa trasformazione ed evoluzione. Faccio fatica a pensare che un maxi emendamento possa anticipare le attuazioni delle legge n. 62 l'integrazione della legge n. 289 e la nuova legge Moratti, così come sarà completata, sperando che oltre alla Riforma ci siano anche le risorse".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Credo che non molti in aula, se non gli appartenenti alla maggioranza conoscano il senso di questo maxi emendamento, se ha una organicità così generale e nuova, e quindi è sostitutivo dell'impianto del vecchio disegno di legge della Giunta, oppure se si tratta di un'operazione che, in qualche modo, serve a mettere fuori gioco i numerosi emendamenti presentati sul provvedimento.
Forse - io spero - il governo regionale, prendendo atto che ci troviamo dinanzi a uno scenario nuovo rispetto a quello nel quale è stata elaborata la proposta del disegno di legge, tende a cogliere questa situazione per riconfigurare alla radice l'impianto della norma. Se così è ha un senso tornare in Commissione. Per quanto riguarda gli altri provvedimenti presentati su iniziativa di Consiglieri, si vedrà autonomamente cosa farne.
Tuttavia, Presidente Cota, prima che in Commissione si apra un contenzioso, vorrei dire in aula che, se il nuovo provvedimento - perch potrebbe avere questa natura - modifica e quindi riquadra in forme nuove la materia e non è solo una serie di emendamenti tenuti insieme l'uno all'altro, chiamati maxi-emendamento, si devono riaprire le consultazioni.
Se ci troviamo dinanzi a un provvedimento che coglie il mutamento che la controriforma Moratti ha determinato, se sulla parità scolastica si colgono quelli che sono gli indirizzi, se la modifica costituzionale al Titolo V che la maggioranza vuole fare, correlata con la cosiddetta devolution nella quale c'è anche la formazione professionale, sono scenari che vengono considerati nuovi e quindi meritevoli di tener conto del maxi emendamento, allora ci troviamo di fronte a una proposta che necessita in qualche modo che l'articolazione della società piemontese che si occupa di questi problemi si possa pronunciare.
Proprio in sede di elaborazione dello Statuto, stiamo discutendo su come l'articolazione della società diversa da quella istituzionale possa interagire meglio nel processo legislativo, nella forma partecipativa: ecco un'occasione per essere coerenti tra quanto diciamo nella Commissione Statuto e quanto dobbiamo praticare da subito.
Per esempio, nella VI Commissione in questo caso, il maxi-emendamento potrebbe essere, in qualche modo, una presentazione organica di una forte modifica. Se non è così, Presidente, e il maxi-emendamento è semplicemente un artificio per far cadere degli emendamenti, credo che si tratti di un lavoro sterile, perché costringerà in qualche modo l'opposizione a ripeterli. Personalmente sono sempre per ridurre il consumo della carta proprio per un risparmio anche energetico, ma spero che non sia così, spero che sia una proposta seria e organica che però richiede un iter normale in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

A me sfuggono tecnicamente i termini che hanno portato i Gruppi di maggioranza a richiedere il rinvio in Commissione di questo provvedimento né conosco ovviamente il testo del maxi-emendamento che è stato annunciato.
Metodologicamente non mi sembra una grande strada e, se qualcosa è servito a fugare i dubbi, penso che l'intervento del Consigliere Tapparo che mi ha preceduto dovrebbe far riflettere la maggioranza in modo approfondito sull'opportunità di procedere sostanzialmente a un riaggiornamento dei termini dell'esame di questo provvedimento, con il "rischio" di riaprire nuovamente in Commissione una bagarre che abbiamo conosciuto negli scorsi mesi e che temo non si risolverà tecnicamente, non trattandosi - mi pare - in questo caso di ridefinire e ricalibrare un provvedimento sulla base di modifiche normative, ma semplicemente di replicare per l'ennesima volta in Commissione (penso la III, se non la IV) una discussione ideale o ideologica sulle impostazioni di fondo di questo provvedimento, che continuerà a registrare presumibilmente le stesse posizioni, non essendo stato annunciato da parte da nessun Gruppo un grande cambiamento d'impostazione di riferimenti.
La motivazione secondo la quale questo provvedimento non può essere aggiornato e modificato in aula o addirittura - sentivo il collega Placido non può essere semplicemente adottato perché è in corso una modifica legislativa di assetto e di impianto e si è in attesa del decreto legislativo della Moratti, potrebbe essere trasferita negli stessi termini a tutte le materie della nostra legislazione. Questa è una motivazione straordinaria per non fare nessuna riforma statutaria, per non toccare il meccanismo delle deleghe amministrative agli Enti locali, per non intervenire nel campo dell'energia, sostanzialmente per non legiferare perché non esiste campo della legislazione regionale, in una fase di transizione anche istituzionale così delicata, che non viva con la spada di Damocle dei conflitti di attribuzione da parte dello Stato, dei conflitti normativi fra legislazione statale e legislazione regionale, con una situazione di obiettivo caos normativo che si può superare solamente appunto, con un'opera di superamento e non con un'opera di attestamento su un dato normativo vecchio o perlomeno prematuramente invecchiato.
Allora, di fronte a tutto questo, francamente non capisco perché si torna in Commissione. Se si torna in Commissione per riaprire le consultazioni, ridiscutere per la dodicesima volta le pregiudiziali di costituzionalità su questo provvedimento, per riesaminare per la trentesima volta le pregiudiziali di merito rispetto all'impianto economico di questo provvedimento, vi prego, non replichiamo per l'ennesima volta la stessa cosa.
Se si torna in Commissione per trovare - ma non penso che sia questa l'impostazione dei Gruppi, perlomeno della gran parte dei Gruppi di opposizione - una forma più civile di discussione di questo provvedimento la cosa sarebbe auspicabile, ma non mi pare che sia stata in questo modo recepita, in questo modo annunciata da parte dei Gruppi di opposizione.
Per tutte queste ragioni, se questa è la situazione, voi riportatelo pure in Commissione; noi voteremo contro al rinvio in Commissione di questo provvedimento, perché - e lo dico nella maniera più esplicita - se bagarre ha da esserci, ci sia, però evitiamo di fare due bagarre diverse in due settimane diverse, prima in Commissione e successivamente in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Intervengo semplicemente per dire che noi concordiamo con il rinvio del provvedimento in Commissione, luogo nel quale sarà possibile verificare la possibilità di un emendamento, di una modifica al testo presentato, anche perché è passato tantissimo tempo e ci sono state delle novità nel medio periodo.
L'augurio è che si possa arrivare in tempi rapidi ad approvare quella che è una legge qualificante non solo per questo nostro Gruppo, ma per il Consiglio regionale e per la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Personalmente, sono d'accordo con la proposta del Consigliere Cattaneo. Proprio dalla VI Commissione, di fatti, è scaturita la decisione di scorporare, dal disegno di leggo n. 252, tutte le disposizioni relative al diritto allo studio e alla modifica della legge regionale n. 49 del 1985. Ciò che mi preme sottolineare è la necessità di evitare una sorta di schizofrenia consiliare: mentre ieri, discutendo di altre problematiche, si diceva che non bisogna gestire, oggi, nella sostanza, si dice anche che non dobbiamo legiferare. Vorrei capire quale ruolo e quale dignità intendiamo dare al Consiglio regionale, facendosi "schiacciare" sia dalla continue esigenze sul piano amministrativo sia dalla fughe sul piano legislativo.
Questo, evidentemente, ci fa percorrere una strada che non condurrà da nessuna parte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Il ragionamento dalla maggioranza su questo importante provvedimento è condiviso da tutti i consiglieri appartenenti alla stessa. Riteniamo che si debba procedere; quindi condividiamo la presentazione di un emendamento che faccia "uscire" da quest'aula l'intendimento che la maggioranza aveva all'inizio, quando, nel programma elettorale del 2000, aveva indicato questo punto come uno dei principali obiettivi.
l'unico vero e reale motivo per il quale intendiamo ritornare in Commissione a discutere, con il contributo (mi auguro non di tipo ostruzionismo come c'è stato fatto fino ad oggi) di alcune forze politiche quello che per noi è - e rimane - il principale obiettivo di questa maggioranza. Più volte abbiamo tentato di "portarlo a casa", ma il risultato ottenuto, non dovuto alla nostra incapacità, è stato scarso. Solo vedendo gli emendamenti presentati sui primi cinque articoli consegnati (un malloppo che parla da solo, dodici centimetri mi suggerisce il Consigliere Cattaneo), si comprende, senza sfogliare ed entrare nel merito di ogni singolo emendamento, quale sia la portata della politica che una parte dell'opposizione sta facendo sul provvedimento.
Accogliamo, quindi, con molto favore l'indicazione dettata da un grande senso di responsabilità da parte della Giunta e dell'Assessore, chiedendo che già oggi in Commissione si possa discutere del merito con una sua illustrazione, per iniziare un dibattito che arriverà, speriamo brevemente in Consiglio per l'approvazione definitiva.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Cercherò di fare chiarezza su quello che potrebbe avvenire, rispondendo agli interventi dei colleghi. Occorre spiegare qual è il ragionamento adottato da maggioranza e Giunta regionale, in modo da essere assolutamente chiari e trasparenti.
Vorrei ricordare un passaggio importante - che qui pare essere sfuggito che, in incipit, il Consigliere Galasso ha ricordato. A suo tempo voglio ricordarlo con precisione e chiarezza - dalla VI Commissione è scaturita la decisione, su suggerimento dei Consiglieri Radicali, di scorporare, dal disegno di leggo n. 252 originario, tutte le disposizioni relative al diritto allo studio e la modifica della legge regionale n. 49.
un punto acquisito - è importante ricordarlo - quindi il discorso espresso dal Consigliere Placido è fuori da questo contesto.
Sappiamo bene che c'è stata la riforma Moratti (riforma o controriforma, come si vuole indicare) e che le Regioni dovranno svolgere un enorme lavoro in quanto i decreti attuatiti (e giustamente diceva il Consigliere Palma: "Se fosse così non faremmo più niente come Consiglio) dovranno essere esaminati nella Conferenza Stato-Regioni. Già martedì prossimo, tra l'altro, il Governo ha convocato tutti gli Assessori all'Istruzione delle Regioni (e colgo l'occasione per comunicarvelo) per lavorare sul punto.
Le Regioni, il Ministero e il Parlamento stanno lavorando - con un lavoro lungo e complesso di cui intendo rendere partecipe l'aula per avere ulteriori suggerimenti - sul discorso complessivo della riforma Moratti.
Vorrei ancora ricordare - lo stesso Consigliere Galasso era venuto dal Presidente Ghigo per sostenere questa tesi - che a seguito della decisione di scorporare era conseguita la presentazione di emendamenti da parte dell'esecutivo (emendamenti molto complicati: Palma su Mellano, Cattaneo su Leo, eccetera), tesi a normare solo l'intervento per l'erogazione di contributi all'educazione scolastica.
Il Consiglio regionale, approvando l'emendamento abrogativo dell'articolo 1 del decreto legge originario, ha assunto la decisione già scaturita in VI Commissione: la Commissione ha accolto la proposta presentata dai Consiglieri Palma e Mellano (condivisa allora da tutti i Gruppi, o quasi tutti, anche se adesso magari c'è qualche ripensamento); il Consiglio la ratificò votando l'abrogazione dell'articolo 1 originario ed ora rimane tutto il "malloppo" che il Consigliere Angeleri ha mostrato.
Presentando una proposta coerente con quanto già votato in Commissione e in Consiglio, vorremmo rimettere ordine, in modo che non ci sia questo sovrapporsi di emendamenti, subemendamenti e sub-subemendamenti.
Questo è lo scopo che consente un confronto chiaro sulle posizioni e non una questione di discussione pari, almeno come complicatezza, a quelle delle Nazioni Unite Questa è la ragione. In Commissione andiamo con questo spirito che spero venga accolto.



PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione occorre assegnare un termine per i lavori della Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Presidente, ritengo che la sua sollecitazione abbia un senso e possa essere utile a dare operatività ai nostri lavori.
Essendo, questo, un maxi emendamento, un documento sostanzialmente nuovo, anche se non stravolgente - nel merito, poi, ci riserviamo tutti di confrontarlo in Commissione - più che un termine si potrebbe prevedere la riunione della Commissione nella giornata di oggi e nella giornata di martedì, evitando la riunione dei Capigruppo, quindi andando in linea con quanto lei sollecitava, dal suo ruolo di Presidente. Potremmo riservarci di convocare, per la prossima settimana, un giorno ulteriore, oltre alla giornata di martedì, qualora fosse necessario. Qualora non dovessimo pervenire ad una conclusione, vedremo in quel momento come proseguire i lavori.



PRESIDENTE

Intanto, condivido il fatto che dare un termine porti male! Come seconda considerazione, affermo che il termine non è obbligatorio, perch il comma 2 del Regolamento dice: "riferisce".
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, direi di non mettere limiti alla Provvidenza! Nel senso che mi pare di capire che la maggioranza - Assessore Leo, mi smentisca - pur mantenendo intatto lo spirito, presenti una nuova proposta di legge.
Chiamiamolo maxi emendamento, ma io sono stato abituato a credere...



PRESIDENTE

Collega, sono già intervenuti tutti, quindi si procede con la votazione e il provvedimento ritorna in Commissione. Venga all'ordine dei lavori.



CONTU Mario

Sono d'accordo a non porre un limite e chiedo di concedere ai Gruppi un tempo congruo per poter esaminare il portato dell'emendamento.



PRESIDENTE

La Commissione è sovrana.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Prima di valutare i tempi, permetteteci di guardare il testo dell'emendamento. Una volta esaminato il testo, discuteremo e vedremo di cosa si tratta.
Suggerisco, se possibile, di lasciare l'ordinaria programmazione del lavoro del Consiglio. Ci sono i tempi per lavorare in Commissione, senza bisogno di sostituirsi all'attività del Consiglio, altrimenti viene dato un segno che non aiuta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente. Non sono superstizioso, perciò non so se fissare un termine porti bene o porti male; credo, però, che porti chiarezza.
Ritengo sia opportuno un rinvio in Commissione di due o tre settimane un tempo ragionevole per l'approfondimento, ma non dilatorio. Questa non è una risposta al Consigliere Marcenaro, ma una richiesta: chiedo un termine di due o tre settimane; valuti, la maggioranza consiliare, quale sia più opportuno.
Il problema è quello di avere un tempo sufficiente in Commissione, ma un ritorno chiaro in Consiglio.



PRESIDENTE

Possiamo prevedere che la Commissione faccia pervenire, nel termine di quindici giorni, una relazione al Consiglio sullo stato dei lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Chiedo scusa al Presidente, però mi pare che l'articolo sul rinvio in Commissione imponga all'aula di fissare un termine...



PRESIDENTE

Lo legga bene, collega.



PALMA Carmelo

Non impone all'aula di fissare un termine?



PRESIDENTE

Non impone all'aula di fissare un termine, lo stavo appunto consultando. Leggo testualmente: "Articolo 81: Il Consiglio può rinviare alla Commissione l'esame dell'intero testo o dei singoli articoli, quando gli emendamenti proposti rendano necessaria ed opportuna un'ulteriore istruttoria". Punto e a capo; il periodo è esaurito.
"La Commissione riferisce al Consiglio entro il termine da questo stabilito"; secondo me è da intendersi "eventualmente stabilito", ma posso anche sbagliare, perché non sono infallibile.



PALMA Carmelo

Capisco che lei possa anche vedere un avverbio che non c'è...



PRESIDENTE

Posso avere anche delle idee, magari sbagliate, però posso averle.
"Se gli emendamenti comportano maggiori spese o minori entrate l'intero progetto deve essere rinviato anche all'esame della Commissione 'Programmazione e Bilancio'".



PALMA Carmelo

Il Presidente vede "eventualmente"; io non lo vedo, ho meno fantasia del Presidente, quindi chiedo al Consiglio di fissare un termine rispetto all'esame del provvedimento in Commissione, che sia condiviso, perch bisogna votarlo. Peraltro, abbiamo sempre fatto in questo modo.
Riallacciandomi a quanto detto dal collega Deorsola, un termine non a fisarmonica: due o tre settimane non è un termine, è una previsione.
Occorre fissare una data entro la quale il provvedimento, comunque sia esca dalla Commissione e venga rimandato all'aula, eventualmente senza ulteriori proroghe.
Chiedo che il termine fissato non sia comunque superiore alle due settimane; chiedo di fissare un termine di due settimane che significa almeno quattro o cinque riunioni di Commissione, che reputo più che sufficienti per esaminare un maxi emendamento. Entro il termine tassativo di quindici giorni il provvedimento deve rientrare in aula.



PRESIDENTE

Va bene. Il termine, di cui al comma 2, è di quindici giorni.
Prego, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Presidente, mi rifiuto, perché ritengo che lei debba accogliere la richiesta che le ho posto, cioè quella di fissare un termine. Le chiedo un aggiornamento del Consiglio per poter valutare la questione, dopo aver visto il testo dell'emendamento presentato dalla Giunta o dalla maggioranza.
Abbiamo ragionato sulla base del buon senso; non c'è alcun emendamento presentato, quindi al momento non esistono i termini per andare in Commissione. Sospenda la seduta, in attesa della presentazione dell'emendamento e, a quel punto, discuteremo.



PRESIDENTE

Il termine è previsto per la relazione...
Collega Galasso, si sieda, per gentilezza; le darò la parola quando la chiederà...



GALASSO Ennio Lucio

Io resto in piedi e chiedo la parola, perché intervengo su questo...



PRESIDENTE

Scusi un attimo, mi faccia finire, perché stiamo complicando una situazione semplice. Poi le darò la parola.
"La Commissione riferisce al Consiglio, entro il termine da questo stabilito": riferisce al Consiglio, pertanto, se il Consiglio assegna nella proposta di sospensione, un termine entro il quale la Commissione riferisce, alla scadenza del termine la Commissione riferisce. Questo rientra nella proposta originaria.
Se la proposta prevede un termine, si vota la proposta di aggiornamento con il termine per riferire. Se non si vota il termine per riferire, la Commissione riferirà al Consiglio quando lo riterrà opportuno, o il Consiglio chiederà alla Commissione di riferire entro quando lo riterrà opportuno.
Ci stiamo accartocciando su un problema che in realtà non esiste. Le chiedo scusa, Consigliere Galasso, e le do la parola.



GALASSO Ennio Lucio

Io ritengo che la richiesta che fa il Consigliere Marcenaro, anche con le sue preziose precisazione, mi pare che non avere il maxi-emendamento e stabilire tutto questo non lo trovo logico. Quindi, se sospendiamo 5 minuti, quando è pronto, rivediamo il tutto, anche perché si possono fare proposte di tipo diverso.



PRESIDENTE

Io rimango alla proposta iniziale di rinvio in Commissione. La pongo dunque in votazione.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Qual è il termine?



PRESIDENTE

Non è previsto il termine!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa: il Consigliere Cattaneo ha fatto la proposta di rinvio in Commissione; si vota la proposta di rinvio in Commissione; poi la Commissione farà una relazione al Consiglio. Si vota quello! Fermiamo la votazione.
CATTANEO Valerio (fuori microfono) Posso formalizzare la proposta?



PRESIDENTE

Allora la formalizzi. Sospendo 5 minuti e fatemi sapere qual è il termine.



(Breve sospensione)



PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori. La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Propongo al Consiglio regionale di rinviare il disegno di legge n. 252 alla Commissione VI competente, a partire dalle ore 15 di oggi con una prima seduta; con una seduta nella giornata di martedì prossimo, una seduta per giovedì 10 e riferire al Consiglio, qualora non licenziato, il martedì successivo.



PRESIDENTE

Questa è una proposta...



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Allora lei vota contro, Consigliere Marcenaro.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Può parlare un rappresentante per ogni Gruppo. Le do la parola per due minuti. Prego, Consigliere Marcenaro, esprima il suo parere.



MARCENARO Pietro

Mi scusi. Io capisco, Presidente, che lei sia stanco e un po' disturbato da questa discussione. Io vorrei far presente questo: siamo venuti in aula per discutere una legge; non abbiamo chiesto nessuno rinvio. E' stato annunciato un emendamento, che però non è stato presentato. Sulla base di un emendamento annunciato, ma non presentato viene richiesto un rinvio. E sembrava che si andasse in quella direzione.
Poi c'è stato un intervento del Gruppo Radicale che ha "forzato", come tutti hanno sentito, sulla questione dei termini per riferire.
Io allora dico questo. Se il Consigliere Cattaneo, che credo sia anche il Presidente della Commissione competente, può convocare la riunione e poi convocare le riunioni successive, sono contrario, in linea di metodo che sia il Consiglio a fissare i calendari delle Commissioni. I calendari delle Commissioni le fissa il Presidente, sentito il Vicepresidente, se ce l'ha, e ce le comunica attraverso normale convocazione. Quando ci convoca noi andiamo, ma il fatto che sia l'aula a decidere un calendario, no: non mi pare che rientri nelle prerogative del Consiglio regionale.
Secondo. Non capisco:volete fare una forzatura su questo, dopo aver posto voi il problema di rinviare? Fate quello che volete! Ma semplicemente voglio chiarire che il problema non è con noi, perché noi non abbiamo posto nessun problema di rinvio! Se mettete tutti questi termini e tutte queste manette è perché non vi fidate di voi stessi! Allora sia chiaro che non vi fidate di voi stessi! Sono cose che riguardano voi: fate quello che vi pare e datevi tutte le garanzie ed affidamenti tra di voi! Però, signor Presidente, le dico questo: se è così, chiedo prima di vedere l'emendamento e poi di procedere ad una sospensione, perché in mancanza di un emendamento depositato, chiedo il perché della sospensione: cosa si va a fare in Commissione? Voglio prima vedere l'emendamento e poi andiamo in Commissione.



PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione, do la parola al Consigliere Contu.
Ricordo che può intervenire un rappresentante per ogni Gruppo, perché c'è questo elemento nuovo del termine.



CONTU Mario

Presidente, su questa interpretazione regolamentare si può dire che generalmente, la norma che abbiamo applicato è quella di dare un tempo entro il quale la Commissione definisce...



(Brusìo in aula)



CONTU Mario

Presidente, vorrei parlare soprattutto con lei. Come dicevo, la consuetudine applicata è sempre stata quella di fissare un termine. Per qui non si tratta di un normale rinvio in Commissione; qui, alla luce di fatti nuovi sopravvenuti - che sono la riforma Moratti e sono strettamente collegati - c'è il bisogno di riscrivere in modo sostanziale la legge.
Io suggerirei un percorso: si rimandi il testo in Commissione così come concordato nelle modalità, e sia lasciata alla facoltà del Presidente bisogna vedere se regolarmente questo è stabilito - il quale si confronterà con la Commissione in itinere, di poter riferire all'aula sullo stato dei lavori. E' evidente che stiamo parlando di una modifica di merito: Assessore, se non fosse così, non presenterebbe un maxi emendamento, e non mi dica che il fine è quello di evitare eventualmente l'ostruzionismo, perché su questo non c'è storia. Lei sa benissimo che nel momento in cui lei ripropone l'argomento, stante l'attuale Regolamento, è importante che anche le opposizioni dialetticamente si rapportino con la maggioranza sul merito dei problemi. E di merito ce n'è tantissimo.
Quindi, Presidente, una via d'uscita: la Commissione si riunisca decida i tempi entro i quali il Presidente abbia la possibilità di poter fare una comunicazione all'aula sullo stato dei lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Non voglio fare né il pompiere né semplificare le cose che magari, alla luce delle considerazioni svolte da altri e che rispetto, sono rappresentate come più complicate di quelle che sono.
Anzitutto, ancora una volta - lo dico a me stesso - abbiamo sbagliato a dire quello che vogliamo fare, perché quando ho fatto il primo intervento ho detto con chiarezza "Poiché riteniamo che ci siano degli elementi nuovi riteniamo che, a fronte di una serie di emendamenti presentati, si possa fare un lavoro costruttivo per arrivare ad un percorso, presenteremo un maxi emendamento". Forse, se non l'avessimo detto - e questo lo dico a me stesso per primo - non avremmo questo problema.
Per quanto mi riguarda, d'ora in avanti cercherò di portare in questa sede il meno possibile di questioni chiare, perché non ci sono le condizioni. Infatti, non appena una persona, un Gruppo politico o la maggioranza si comporta in modo serio e responsabile, subito c'è chi si appiglia per cercare di mestare la situazione e travisare il quadro reale.
La proposta che ho formalizzato dice questo: rinviare il disegno di legge n. 252 in Commissione, perché c'è una serie di emendamenti, c'è una serie di novità che dobbiamo valutare. L'emendamento non abbiamo ancora detto che lo presentiamo: lo abbiamo annunciato; può darsi che cambiamo idea tra mezz'ora.
Quindi io chiedo che si ritorni in Commissione con il disegno di legge n. 252; come Consigliere regionale che fa la proposta, quindi né come Presidente di Gruppo né come Presidente di Commissione o altro, credo che l'esperienza di questi mesi ci porti alla necessità di fare una proposta di calendario per arrivare a "sgrossare" quello che c'è e, con un nuovo prodotto da dare all'aula, trovare un percorso più agevole che ci consenta di arrivare, per nostro fine politico, all'approvazione del disegno di legge n. 252.
Io credo che bisogna dedicare all'argomento la giornata di oggi (ed ecco perché ho detto oggi, eravamo convocati sul tema, quindi se lavoriamo ad esempio dalle 15 alle 20 non succede niente); per la giornata di martedì, era già stata convocata la seduta serale del Consiglio sul tema: è solo una questione estetica di come formalizzare la richiesta.
Se non dovessimo riuscire in queste giornate di lavoro - e noi faremo di tutto - a licenziare il provvedimento, ci vedremo il 15 aprile e faremo lì il punto della situazione. Mi sembra che la proposta sia corretta trasparente, utile e vada in linea con quanto emerso dal dibattito, dalla stessa proposta del Presidente Cota.
Rinnovo la proposta che mi sembra normale e la formalizzo: rinviare il disegno di legge n. 252 in VI Commissione, convocare la VI Commissione oggi pomeriggio dalle 15,00 alle 20,00 e nelle giornate di martedì 8 e giovedì 10 aprile e di riferire all'aula, qualora non licenziato, martedì 15 aprile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Galasso; ne ha facoltà



GALASSO Ennio Lucio

Così come è stata chiaramente proposta l'ipotesi del Consigliere Cattaneo, mi sembra assolutamente condivisibile. Chiedo, anche se questo è compito che spetterà alla Commissione, di non fissare udienze nella giornata di giovedì quando è convocata la Commissione Statuto. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di rinvio in Commissione del disegno di legge 252, presentata dal Consigliere Cattaneo.
Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 748 inerente a "Imminente trasporto e ritrattamento nucleare combustibile irraggiato", presentato dai Consiglieri Moriconi, Papandrea, Chiezzi, Contu e Suino


PRESIDENTE

Consiglieri Galasso e Cattaneo, prima di chiudere la seduta, vorrei attirare la vostra attenzione sull'ordine del giorno n. 748 inerente a "Imminente trasporto e ritrattamento nucleare combustibile irraggiato" presentato dai Consiglieri Moriconi, Pa pandrea, Chiezzi, Contu e Suino.
Sospendo la seduta qualche secondo per dare modo ai Consiglieri di leggere il documento.



(La seduta, sospesa alle ore 12.35 riprende alle ore 12.37)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ho conferito con i colleghi, alcuni dei quali mi hanno rappresentato una esigenza di approfondimento.
Procediamo così: iscriviamo il provvedimento all'o.d.g. come atto politico di attenzione da parte del Consiglio regionale, in seguito lo calendarizzeremo e approfondiremo L'Aula acconsente a tale iscrizione all'unanimità.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.37)



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