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Dettaglio seduta n.330 del 01/04/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 16.26)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Hanno chiesto congedo i Consiglieri Costa Rosa Anna, Cota, Cotto Deorsola, Ferrero, Ghigo, Pedrale, Pichetto Fratin e Racchelli.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n. 275 "Legge regionale 14 marzo 1995, n. 31. Istituzione degli Ecomusei delle Miniere e della Valle Germanasca delle Rocche del Roero, della pietra da Cantoni, delle Terre di confine" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta di questa mattina era terminata con la votazione della proposta di deliberazione n. 275 che non ha, di fatto, raggiunto il numero legale. Ripetiamo, dunque, la votazione dell'intera deliberazione. (Il numero legale per deliberare è 27).
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di deliberazione n. 275, il cui testo, a mano dei Consiglieri verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Si constata la mancanza del numero legale, pertanto, ai sensi dell'art. 52 comma 4 del Regolamento del Consiglio regionale, la seduta è sospesa per trenta minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 16.30 riprende alle ore 17.01)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione della deliberazione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di deliberazione n. 275, il cui testo, a mano dei Consiglieri verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Opere pubbliche

Esame disegno di legge n. 312 "Norme in materia di sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini di accumulo idrico di competenza regionale" (Rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo il disegno di legge n. 312, di cui al punto 6) all'o.d.g. Il Consigliere Bolla è il relatore di tale disegno di legge.
Comunico che sono pervenuti alla Presidenza del Consiglio degli emendamenti che verranno distribuiti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori Richiesta d'inversione di punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Il Consigliere Tapparo chiede la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, volevo segnalarle che manca l'Assessore che si è dedicato a questa materia. Infatti, non ho ancora visto l'Assessore Ferrero. Anzi, ero presente questa mattina quando l'Assessore Ferrero comunicava a chi presiedeva di turno il fatto che si doveva assentare e preferiva che non fosse trattato questo tema.
Tra l'altro si tratta di un provvedimento di iniziativa di Giunta e non c'é né il Presidente né il Vicepresidente di Giunta. È materia molto tecnica e richiederebbe un minimo di interazione anche con l'Assessore.



PRESIDENTE

Ha ragione, Consigliere.
Siamo d'accordo per una inversione dell'o.d.g.? Direi di passare quindi, al punto successivo.



(Intervento del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

No, il collega Chiezzi no. Il collega Chiezzi è contrario. Pongo in votazione la richiesta...



PRESIDENTE

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



PRESIDENTE

Cosa si pone in votazione?



PRESIDENTE

Il Consigliere Tapparo faceva rilevare che, in mancanza dell'Assessore, diventava difficile esaminare il disegno di legge n. 312 "Norme in materia di sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini di accumulo idrico di competenza regionale", di cui al punto 6) all'o.d.g,. in quanto si trattava di interagire nel merito.
L'Assessore Ferrero, da quanto è stato riferito pubblicamente dal collega Tapparo, ha comunicato che teneva ad essere presente.
Chiedevo, dunque, di posticipare questo punto all'o.d.g. e di anticipare il punto 7), ovvero l'esame del disegno di legge n. 28 "Norme per il recupero funzionale dei rustici nonché delle superfici e dei volumi ubicati ai piani terreni, seminterrati ed interrati".
Il collega Chiezzi ribadisce di essere contrario, e chiede che si ponga in votazione l'inversione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo sull'ordine dei lavori.
Se ho capito bene, c'è una proposta di inversione di punti all'o.d.g.
quindi, usciamo dal seminato, da quanto ha seminato la Conferenza dei Capigruppo e ha poi deliberato il Presidente del Consiglio. Allora, usciamo dal seminato e via, liberi tutti! Guardando questo o.d.g. vedo che vi sono provvedimenti molto importanti e anche di relativa facilità di discussione, che meriterebbero molto di più di quello segnato al punto 7) all'o.d.g. e, a questo punto, di essere presi in considerazione.
Comincio a citarne uno, ma vorrei, a questo punto, dieci minuti di sospensione, per presentare altre proposte di inversione di punti all'o.d.g. alternative a quella sin qui realizzata. Ne segnalo già una: discutere subito il "Testo unico delle leggi sulla montagna", che mi sembra un provvedimento di grande importanza, di grande utilità e di discussione proficua, oltretutto, situato al punto 8) all'o.d.g.
Se vogliamo avere un pomeriggio produttivo su temi importanti, chiedo di effettuare questa richiesta di inversione dei punti all'o.d.g.
Se mi dà qualche minuto, vorrei verificare se, ancor più del testo unico della montagna, non ci sia qualche altro provvedimento di facile deliberazione da affrontare.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, avendo formulato una proposta, lei sa che si mette in votazione la proposta. Qualora non vi fosse il numero legale per deliberare o andasse buca la richiesta di inversione dell'o.d.g. da me formulata, passeremo alla richiesta successiva, che, in ordine di tempo, è la sua.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lei "svirgola" la realtà, se si vuole procedere a inversione, dia qualche minuto, ognuno farà una proposta.



PRESIDENTE

Intanto, c'è una proposta, quindi, la si deve mettere ai voti.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Chiederei al Consigliere Chiezzi di prestare attenzione al mio ragionamento, perché intervengo proficuamente sulla sua proposta.
Ovviamente, non voglio insegnare il mestiere al Presidente, ma qui non si tratta di fare alcuna inversione. Si tratta di prendere atto del fatto che uno dei provvedimenti iscritti all'o.d.g. non può essere discusso per l'assenza dell'Assessore competente. Non si discute alcuna inversione, che in linea di principio, va discussa prima dell'inizio della seduta, e noi abbiamo già ottemperato ad una votazione su un altro provvedimento. Chiedo di fare ciò che da almeno due anni e mezzo si fa in questa Aula: prendere atto che un provvedimento non può essere discusso e passare al provvedimento successivo senza prese d'atto da parte dell'Aula, perché si tratta di una impossibilità materiale di discussione del provvedimento per l'assenza dell'Assessore competente.



PRESIDENTE

Ha ragione, Consigliere Palma, però, lei tenga presente che l'Aula non era consenziente rispetto al passaggio ad altro punto all'o.d.g., allora ho formulato una proposta che, di fatto, superava il problema.



PALMA Carmelo

Però, nella mia modesta interpretazione, queste prese d'atto non si votano, nel senso che si prende atto che non c'è l'Assessore Ferrero, non si mette in discussione democratica la presenza o l'assenza dell'Assessore Ferrero. L'Assessore Ferrero non c'è, quindi, non si procede e si passa al successivo punto all'o.d.g.
Chiederei un altro attimo di attenzione al Presidente, perché, se si apre la discussione sulla richiesta di inversione di inserimento di punti all'o.d.g., si apre complessivamente. Il Consigliere Chiezzi ha formulato una richiesta sulla quale non concordiamo, perché riteniamo che il provvedimento sulla montagna non sia di semplicissima discussione, però, se lei dà la possibilità al Consigliere Chiezzi di proporre un'inversione all'o.d.g., quindi di riaprire i termini rispetto ad una procedura che è prevista per l'inizio della seduta, a questo punto, sospende i lavori e dà la possibilità a tutti i Gruppi consiliari di presentare proposte o iniziative convergenti sullo stesso punto.
Quindi, le chiederei di consultarsi un momento con la Giunta regionale ed eventualmente anche con i Capigruppo di maggioranza, ma temo che lei non abbia altre strade: o prende atto dell'assenza dell'Assessore Ferrero oppure riapre i termini per l'inversione e l'iscrizione di punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Siccome rispetto al provvedimento sappiamo non essere dirimente la presenza dell'Assessore Ferrero e si può procedere, come è successo questa mattina, su altro provvedimento, che riservava uno spazio occupato da altro Assessore nel merito della materia, nulla osta procedere anche oggi.
Siccome, attraverso l'intervento del Consigliere Tapparo, ho registrato una richiesta di sensibilità verso l'Assessore Ferrero, che, come ha dichiarato pubblicamente il Consigliere Tapparo, intende essere presente alla discussione di questo provvedimento, ho pensato che fosse importante proseguire sull'ordine dei nostri lavori. Se poi discutiamo il punto successivo e apriamo di nuovo delle discussioni per capire se lo dobbiamo o no affrontare, credo, non essendo dirimente la presenza dell'Assessore, di poterlo mettere lo stesso in discussione. Credo di essere stato assolutamente corretto e aver dimostrato sensibilità dicendo di passare al punto successivo.
Allora, passiamo al punto successivo e passiamo al punto....



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, lei non può disporre dell'o.d.g. come crede. Passiamo a cosa? Passiamo così!?



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, veda di aiutare i nostri lavori! Per sensibilità, ho proposto anche un'inversione all'o.d.g. che non è necessaria, si mette in votazione una proposta che credo...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chi la fa questa proposta?



PRESIDENTE

Può anche farla il Presidente.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, io chiedo chi può.



PRESIDENTE

Come no? L'inversione dei punti all'o.d.g. può essere proposta dallo stesso Presidente o dalla Giunta o dal rappresentante di un Gruppo consiliare o da tre Consiglieri, così recita l'articolo 51, comma 2.
Quindi, nelle mie facoltà, ho pensato di formulare una proposta. Interviene uno contro, Consigliere Chiazzi, lei non è d'accordo, si esprime di invertire il punto all'o.d.g., anche se non era necessario che io la formulassi, perché si passava comunque al punto successivo, solo per sensibilità, ho pensato di pormi così. Credo di essere stato assolutamente corretto e rispettoso nei confronti dell'Aula.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

C'è la proposta del Presidente del Consiglio di invertire un punto all'o.d.g. e, se ho capito bene, lei propone di inserire il punto 7) all'o.d.g. al posto del punto 6) all'o.d.g., in modo da affrontarlo subito.



PRESIDENTE

Dovrebbe già essere così.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, io le propongo, viceversa, una inversione del seguente tenore: portare il punto 8) all'o.d.g. al punto 6) all'o.d.g., quindi presento, come ha fatto lei, con la stessa formalità orale, questa proposta di inversione. Dato che la mia proposta è più distante della sua, perch l'otto viene dopo il sette, votiamo partendo dalla più distante rispetto all'o.d.g. che abbiamo sul tavolo, le mettiamo in votazione e vediamo l'esito del voto.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Presidente, io ho un dubbio e vorrei che lei mi aiutasse a risolverlo.
Ho sentito il Presidente Chiezzi dire: "Io non chiedo nulla, lei propone un'inversione" e ho sentito il Presidente Palma dire: "Non si tratta di inversione, si tratta di prendere atto che non c'è l'Assessore Ferrero".
Indipendentemente da ogni sensibilità e indipendentemente dalla proposta del Consigliere Tapparo di prendere atto che l'Assessore Ferrero ha detto alcune cose - non so cosa abbia detto - il dato fisico è che l'Assessore Ferrero non è presente.
La prego, Presidente, di consultarsi con le ottime funzionarie che ha al suo fianco e di dirci se la procedura che adottiamo adesso, e che si adotta in genere, è quella di votare su un'inversione o di prendere atto che quel punto non si può discutere perché manca il soggetto interessato.
Se manca il soggetto interessato, non si vota niente, ma si prende atto che il punto...



(Commenti da parte del Consigliere Cattaneo)



MELLANO Bruno

Consigliere Cattaneo, è un problema, perché diventerebbe un precedente che tutte le altre volte sarà applicato.
Il problema è questo: non si può applicare il Regolamento se lo propone il Consigliere Chiezzi, mentre se lo propone il Consigliere Galasso non lo si applica. Il Regolamento, fino a quando non lo cambiate, è questo.
L'interpretazione che diamo noi è che non si vota, ma la Presidenza usa la propria autorità per comunicare all'aula che il punto previsto dall'o.d.g.
non è discutibile adesso, e si passa al successivo. Vorrei sapere se ho capito bene o male.



PRESIDENTE

La Presidenza intendeva fare così, ma alcuni Consiglieri erano contrari.
Sull'ordine dei lavori, chiede la parola il Consigliere Godio; ne ha facoltà.



GODIO Gianluca

Mi sembra di capire che, quando viene stilato un o.d.g., i punti sono concordati nella Conferenza dei Capigruppo. Quindi non posso che sostenere quello che ha detto il Consigliere Palma. Di fatto c'è un o.d.g., ma si è impossibilitati a portare avanti un punto perché non c'è l'Assessore. Credo che sia naturale che si vada al punto successivo. Comunque, l'Assessore ha manifestato la volontà di essere presente, quindi penso che si possa tranquillamente procedere con il punto successivo.
Il Presidente ha formulato una proposta; per togliere dall'imbarazzo l'aula, basterebbe semplicemente che il Presidente ritirasse la proposta d'inversione dell'o.d.g. e si proseguisse con l'ordine progressivo dei lavori, passando ad espletare il punto successivo.



PRESIDENTE

Comunico di ritirare la proposta precedentemente formulata.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Consigliere Chiezzi, conferma la richiesta di inversione dal punto 8) al punto 6)?



PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi ha formulato una proposta di inversione di un punto all'o.d.g.



CATTANEO Valerio

Io mi rivolgo al Presidente, però dico quello che ritengo. Presidente Toselli, ricorderò, da oggi fino all'ultimo giorno della legislatura, di interrompere il Consigliere Chiezzi tutte le volte che parlerà direttamente ad un collega, dentro o fuori microfono, invitandolo a rivolgersi al Presidente.
Ciò detto, se è formulata - come mi sembra di intuire dalla sua parziale affermazione e che il Consigliere Chiezzi conferma - la proposta di inversione dal punto 8) al punto 6), noi voteremo contro. Credo che lei bene abbia fatto a ritirare la proposta d'inversione, perché è stato troppo buono e troppo corretto verso l'aula. Come avviene di consuetudine in questi 33 mesi, se al punto 6) non è presente non la controparte al soggetto, ma semplicemente l'Assessore titolare del provvedimento ed essendo stati depositati circa 60-70 emendamenti, sarebbe difficile avere un parere della Giunta, ancorché si tratta di un organo collettivo.
Sono stati depositati recentemente degli emendamenti e non è presente l'Assessore con la delega competente per procedere alla discussione del punto 6).



(Il Consigliere Chiezzi chiede la parola)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei ha formulato una proposta, sulla quale è stato espresso parere contrario. Quindi, ora la pongo in votazione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla richiesta d'inversione di punti all'o.d.g. (Esame punto 8) Testo unificato del disegno di legge n. 372 e della proposta di legge n. 262 "Modifiche alla legge regionale 2 luglio 1999, n. 16 'Testo unico delle leggi sulla montagna'" Il Consiglio non approva.



(Proteste del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei ha chiesto l'inversione e il Consigliere Cattaneo è intervenuto contro.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lei doveva chiedere se qualcuno intendeva intervenire a favore, e non l'ha fatto!



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, l'art. 51, terzo comma, del Regolamento recita: "Sulla proposta, se non accolta tacitamente dal Consiglio, può chiedere di parlare, dopo il proponente, un eventuale Consigliere contrario. La votazione avviene per alzata di mano". Quindi, il comma terzo è stato espletato. La sua proposta non è accolta, perché sono presenti 27 Consiglieri e 25 sono contrari.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Sul punto 6), in quanto titolare del provvedimento è l'Assessore Ferrero - un provvedimento che ha avuto circa 70 emendamenti da parte dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea ed altri - chiederemmo di soprassedere e di rimandare alla Conferenza dei Capigruppo l'individuazione della seduta in cui trattarlo. L'Assessore Ferrero è impossibilitata ad essere presente perché è impegnata ad una riunione dell'Autorità di Bacino; chiediamo quindi di passare, come è avvenuto in questi 33 mesi, al punto successivo quindi all'esame del disegno di legge n. 28, rubricato al punto 7) dell'o.d.g. della seduta odierna.



PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto 7) dell'o.d.g. "Disegno di legge n. 28 "Norme per il recupero funzionale dei rustici nonché delle superfici e dei volumi ubicati ai piani tereni, seminterrati ed interrati"



(Proteste del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, per favore, è una prassi instaurata in questo Consiglio. Proseguiamo sull'ordine dei lavori rispetto all'o.d.g. ed esaminiamo il punto 7).



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma perché? Lo metta ai voti! Almeno quello!



PRESIDENTE

Io non sto sospendendo l'esame di un provvedimento.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Presidente, a termini di Regolamento risolva nel modo più semplice la questione, altrimenti alle ore 19.30 di questa sera lei sarà ancora qui ad arrovellarsi su questo punto, se è questo o quello successivo.
Come ha chiesto il Consigliere Chiezzi, lei può optare per una soluzione molto semplice: lo ponga in votazione e l'aula, che è sovrana deciderà sull'inversione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Presidente, le chiedo la cortesia di consultarsi con gli Uffici: non ci può essere un'iscrizione "à la carte" dei punti all'o.d.g.
Nella scorsa seduta il Presidente del Consiglio ha ritenuto inammissibili richieste di iscrizione di inversione di punti all'odg presentati prima dell'inizio della seduta, avvallando l'interpretazione secondo la quale la seduta inizia con l'o.d.g. e quindi la seduta pomeridiana, considerandosi prosecuzione naturale della seduta antimeridiana, non configura una diversa seduta, ragion per cui rende inammissibile l'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g e l'inversione di punti all'odg. Dico bene, Consigliere Contu? Sono state "buttate" le richieste di inversione e di iscrizione all'o.d.g: questo ha fatto il Presidente nella scorsa seduta. Non è possibile, Presidente che, a seconda di chi si alza dai banchi e di chi presiede, il problema dell'iscrizione dei punti all' o.d.g. venga interpretato ex novo. Non dico di decidere per la vita, chiedo di decidere almeno per qualche settimana: se si decide che non ci sono iscrizioni di punti all'o.d.g. nella seduta antimeridiana, si rilegga i verbali, perché è lo stesso o.d.g., gradirei che almeno nella seduta successiva non si instaurasse una nuova prassi regolamentare per cui, il primo Consigliere che si alza, chiede un'inversione. Se la regola è che il primo Consigliere che si alza chiede una inversione, chiunque si alzerà e chiederà un'inversione, in qualsiasi momento della seduta pomeridiana. Non so se sia chiaro, perché non siamo neppure all'inizio della seduta e abbiamo già proceduto alla discussione e alla votazione di una inversione.
Spero che siano chiari, anche a nome dell'articolo 44, i termini della questione.
Chiedo al Presidente di sospendere i lavori del Consiglio e di consultarsi con gli Uffici. Prego inoltre il Presidente che, almeno una volta ogni due giorni, non cambi il Regolamento in aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Per una serie di ragioni siamo in presenza di una modifica sostanziale dell'o.d.g.
Poiché questo stravolge un ordine che era stato indicato all'assemblea chiedo una sospensione dei lavori e la convocazione della Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Aderisco alla proposta del Consigliere Palma di sospendere la seduta cinque minuti in modo che la Presidenza possa uscire con una determinazione chiara sul punto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Brigandì.



BRIGANDI' Matteo, Assessore regionale

Presidente vorrei comunicare che sono stato nominato relatore del provvedimento in sostituzione dell'Assessore Ferrero: chiedo il parere della Corte di Cassazione e del Consiglio di Stato.



PRESIDENTE

Accolgo la richiesta di sospensione della seduta.



(La seduta sospesa alle ore 17.31 riprende alle ore 17.41)



PRESIDENTE

Credo che la questione, seppur confortato dagli Uffici, vada vista in modo più approfondito al fine di dare una risposta che valga da adesso a fine legislatura.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William, Assessore regionale

A nome della Giunta, stante l'assenza dell'Assessore Ferrero, chiedo il rinvio del provvedimento e, in accordo con gli Assessori, chiedo di passare al provvedimento successivo. Non esiste altro modo di procedere se non questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Chiezzi;ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Apprezzo la richiesta della Giunta regionale che deve poter disporre delle condizioni che ritiene più opportune per la discussione dei propri provvedimenti. Non eccepisco assolutamente sul fatto che la Giunta ritenga che, in questo momento, sia meglio per suoi stessi interessi non discutere del provvedimento. Non sono d'accordo con la proposta e in questo senso mi esprimerò nel momento in cui il Presidente del Consiglio metterà ai voti la proposta della Giunta.
Se c'é qualche Consigliere che eccepisce sulla richiesta della Giunta chiedo venga resa all'aula la quale deciderà il da farsi. Altrimenti, in presenza di una eccezione da parte di un Consigliere, saremmo in una situazione in cui il Consiglio regionale è governato dalla Giunta senza neppure l'espressione di un voto da parte del Consiglio stesso. La Giunta non vuole lavorare su un provvedimento? Mi va bene, purché lo decida il Consiglio e non la Giunta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di passare all'esame del punto 7 all'o.d.g.
Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Questione sospensiva presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea inerente il disegno di legge n. 28 "Norme per il recupero funzionale dei rustici nonché delle superfici e dei volumi ubicati ai piani terreni seminterrati ed interrati"


PRESIDENTE

E' stata presentata una questione sospensiva dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
"Ai sensi dell'art. 63 del Regolamento interno del Consiglio regionale si chiede di sospendere l'esame del disegno di legge n. 28 "Norme per il recupero funzionale dei rustici nonché delle superfici e dei volumi ubicati a piani terreni, seminterrati ed interrati", in attesa che il Consiglio regionale approvi preliminarmente la legge urbanistica regionale, strumento indispensabile al riordino delle funzioni in materia di pianificazione territoriale e di uso del suolo per uno sviluppo sostenibile".
Ricordo che sulla questione sospensiva può intervenire un Consigliere per Gruppo.
La parola al Consigliere Chiezzi



CHIEZZI Giuseppe

Quanti minuti ho a disposizione per l'intervento, Presidente?



PRESIDENTE

Cinque minuti, collega Chiezzi.
Prego, Consigliere, inizi pure il suo intervento.



CHIEZZI Giuseppe

Non vedo l'Assessore.



PRESIDENTE

alle sue spalle, si fidi collega Chiezzi!



(Intervento fuori microfono del Consigliere Manolino)



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo che queste interruzioni del collega Manolino che mi hanno portato a perdere 40 secondi...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, noi possiamo riempire il suo pensiero dei 40 secondi ormai passati!



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, non riesco a parlare! Non riesco a parlare, senta il baccano!



PRESIDENTE

Sì che riesce, collega Chiezzi, lei è bravo a parlare!



CHIEZZI Giuseppe

Vengo disturbato! Va bene, vuol dire che rimarrà a verbale il baccano dell'aula!



PRESIDENTE

Colleghi, vi invito ad abbassare il tono di voce, così il collega Chiezzi ci darà la gioia di intervenire!



CHIEZZI Giuseppe

Se non ricordo male, fra due giorni riceveremo, con tutta l'ufficialità del caso, l'Istituto Nazionale di Urbanistica, che, a seguito di una lettera scritta al Consiglio regionale, chiede con urgenza di incontrare i responsabili delle leggi che produce questo Consiglio regionale per sollecitare la discussione delle proposte di legge giacenti in materia urbanistica.
Questo è un fatto di eccezionale importanza e segnala che, pur in presenza di una legislazione predisposta da tutti i Gruppi, la Regione Piemonte si ostina a non affrontare il tema della redazione di una nuova legge urbanistica. Giovedì prossimo noi sentiremo dire queste cose dall'INU.
Tra le cause di questo ritardo della Regione Piemonte vi è il fatto che alcuni gruppetti portatori di interessi speculativi riescono a fare delle scorribande, tentando di impedire la redazione di una nuova legge urbanistica attraverso la predisposizione di leggine che, caso per caso tendono a smantellare la possibilità di organizzare il territorio in modo organico e mirano ad introdurre degli elementi di modifica urbanistica tali per cui risulta inutile affrontare il complesso tema della riforma della legge urbanistica regionale.
Questa legge è proprio una di quelle porcate legislative - non mi viene un altro termine - che, in questi anni, ci hanno impedito di affrontare la materia urbanistica ai meritati livelli. Questa pregiudiziale è, in realtà un appello a tutti i colleghi per iniziare il percorso della nuova legge urbanistica; successivamente si potranno affrontare i problemi di ordine minore, sempre che non siano stati già affrontati con la legge urbanistica. Riterrei sbagliato impegnare ore ed ore di questo Consiglio regionale per un provvedimento che ci impedisce, in modo evidente, di affrontare la materia urbanistica attraverso una nuova legge.
Tra l'altro, è un provvedimento che espropria i Comuni delle proprie competenze. È un provvedimento che consentirà di realizzare opere di macellazione urbanistica in modo diffuso. È uno di quei provvedimenti che farà venire il voltastomaco al collega Mellano, il quale questa mattina ha protestato contro tante forme evidenti di gestione del territorio che lo deturpano. Questo rientra in uno di questi canali: deturpare, violentare speculare a favore di pochi e a danno di tutta la collettività.
Dato che mi risulta che uno dei progetti di legge urbanistica sia della Giunta regionale, inviterei l'Assessore Botta, il quale, ahimè, ha portato in Consiglio regionale questa legge, a non discutere neppure questa pregiudiziale, e a proporre il ritiro di questa proposta di legge, magari predisponendo immediatamente insieme un ordine del giorno in cui ci si impegna a non fare più danni con leggine di questo genere e ad iniziare il discorso della nuova legge urbanistica.
Di fronte ad un accantonamento di questa legge - che è veramente pericolosa - e ad una presa di posizione a favore di un confronto serio su questi temi, penso che si possa porre la materia urbanistica su due binari che, nel tempo necessario, potranno portare ad una nuova legislazione urbanistica regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Noi riteniamo che la questione sospensiva pregiudiziale posta dal collega Chiezzi sia un'attività politica pretestuosa per cercare di evitare un percorso d'aula importante e foriero che può portare, dal nostro punto di vista, il Consiglio regionale all'approvazione di questo disegno di legge della Giunta regionale che è attualmente all'attenzione dell'aula.
Naturalmente io mi rivolgerò al Presidente, magari evitando termini scurrili, poco ortodossi o con un rispetto istituzionale molto limitato come "scorribanda di interessi" piuttosto che "porcata legislativa".
Al di là dei termini, credo che di merito si possa parlare, visto che abbiamo avuto modo, per circa un anno e mezzo, di confrontarci in Commissione. Ricordo che l'iter di questo provvedimento è iniziato con l'inizio della legislatura. La Giunta regionale, infatti, già nel giugno del 2000 ha approvato questo disegno di legge, che ha visto la Commissione competente impegnata fino a dicembre del 2002, con una serie di sedute (se non ricordo male 13 o 14 sedute) dove vi è stato, da un lato, un confronto di merito importante che ha portato anche ad una modifica e quindi ad un miglioramento del testo originario, e, dall'altro lato, vi sono state anche delle audizioni dei Comuni e dei soggetti interessati che hanno portato all'attenzione della Commissione prima e del Consiglio da oggi la questione dell'importanza dell'approvazione di questa legge, così com'era avvenuto nella passata legislatura con l'approvazione della legge n.
21/1998. In allora si parlava del recupero dei sottotetti esistenti all'entrata in vigore della legge, oggi, con la stessa coerenza e in via straordinaria, ma limitata, la si pone, da un lato, per il recupero dei rustici esistenti al solo scopo residenziale e, dall'altro lato, per il recupero dei seminterrati e interrati da destinare ad attività direzionali commerciali e produttive.
Quindi, non solo non si vogliono calpestare interessi o scorribande come diceva il collega Chiezzi - ma noi riteniamo che, nelle more di una approvazione di legge urbanistica complessiva, che è e resta una priorità di questa Giunta regionale e della maggioranza che la sostiene, e certamente entro questa legislatura la legge urbanistica sarà approvata questa possa essere una legge che, se approvata, possa fornire tante risposte che molti cittadini si aspettano per il recupero dei rustici a scopo residenziale. In Piemonte, vi sono intere famiglie proprietarie di rustici che vedono in queste piccole proprietà spesso l'unica possibilità qualora recuperati, per magari garantire una abitazione ai propri figli o a parte della propria famiglia. D'altro canto, vi sono anche delle situazioni in cui gli ampliamenti aziendali, soprattutto nel settore commerciale e nel terziario, per i piccoli imprenditori possono avvenire solo qualora si recuperino dei seminterrati, così come previsto da questa legge.
Inoltre, ricordo al Presidente - e se vuole può ascoltare anche il collega Chiezzi - che si tratta di leggi strutturali che danno una risposta importante a queste esigenze e che, in questo momento di difficoltà della società piemontese e della società in generale, sostengono anche l'economia della Regione. La possibilità di recuperare rustici e seminterrati mediante norme chiare, non è che si vuole far fare tutto a tutti, dà risposte ai cittadini e alle imprese, ma, soprattutto, contribuisce a sostenere anche l'economia della Regione. Credo che siano azioni concrete per fornire delle risposte, non si tratta certamente di annunci o di proclami di principi come spesso abbiamo ascoltato - non me ne voglia - dal Consigliere che mi ha preceduto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che il problema sollevato con queste pregiudiziali abbia un valore più generale. Il comportamento sottolineato dal Consigliere Chiezzi cioè operare pezzo per pezzo per modificare e smantellare determinate leggi che avevano la caratteristica di programmazione, non è tipico solo del problema legato all'urbanistica. Noi ce ne siamo occupati ampiamente quando, in questi mesi, abbiamo discusso di sanità, per la quale si è verificata la stessa cosa: in assenza dello strumento di programmazione vanno avanti i progetto uno a uno, senza una organicità, da una parte, gli ospedali e, dall'altra, una serie di altri aspetti di riorganizzazione che avvengono in sfregio al fatto che li si dovrebbe inquadrare in una prospettiva più generale. D'altro canto, quando abbiamo discusso del bilancio, della legge finanziaria e del documento di programmazione economica avevamo sottolineato il fatto che si andava avanti, per esempio senza il Programma regionale di sviluppo.
Con questa nostra richiesta, vogliamo sottolineare il fatto che, da una parte, nello specifico, non si deve operare in questo modo, ma, dall'altro ci troviamo di fronte ad una scelta politico-strategica della maggioranza della Giunta Ghigo che non porta avanti nessuna prospettiva di leggi con un valore di programmazione.
Non dimentichiamo che, per esempio, relativamente alla sanità, abbiamo votato una richiesta, che è stata accolta da tutti, affinché nel corso del mese di marzo si riprendesse la discussione sul Piano regionale sanitario ebbene, oggi è il primo aprile e questo non è avvenuto, e non capiamo bene quando avverrà. C'è una modalità di programmazione dei lavori, in cui si ripescano delle leggi che, certamente, non hanno urgenza, ma se ne vuole riproporre la discussione, che renderà difficile al Consiglio regionale poter lavorare all'interno delle Commissioni sulle proposte di legge che esistevano.
Nello specifico, ricordo che, in data 7 febbraio 2001 (circa 26 mesi fa), avevamo votato l'ordine del giorno n. 193, contestualmente al voto di una ennesima leggina, caratterizzata dalle modifiche alle leggi urbanistiche, in cui il Consiglio regionale auspicava, quale primo punto l'approvazione, entro sei mesi dall'entrata in vigore del decreto n. 178 della legge regionale di modifica della vigente legge n. 56/1997 uniformemente ai principi qui di seguito esposti. Quindi, forniva anche delle indicazioni sulle quali operare. Ebbene, i sei mesi sono passati quattro volte e siamo nel quinto semestre successivo a questo ordine del giorno. Considero importante ricordare questa proposta di legge parziale il piccolo smantellamento, il togliere un mattoncino ad una visione più generale per quanto concerne l'urbanistica e chiedo una riflessione che porti ad una sospensione della trattazione dell'argomento.
Termino l'intervento, in quanto il Presidente, quando mi ha dato la parola, non ha immediatamente attivato il tempo e credo di aver parlato per i cinque minuti che il mio intervento richiedeva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla questione sospensiva proposta dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Il Consiglio non approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Sull'ordine dei lavori, vorrei che la Presidenza, nel tempo che riterrà opportuno, ponesse sotto esame una piccola parte dell'intervento che ha aperto il dibattito, sul punto che abbiamo appena votato, del Consigliere Chiezzi.
Scelgo volutamente l'intervento del Consigliere Chiezzi, perché - e lo metto in premessa - conoscendolo da quasi due legislature, è certamente persona che ha un rispetto istituzionale - oserei dire quasi un amore per il Consiglio regionale - che credo dovrebbe essere condiviso da tutti i Consiglieri, e non solo da quelli presenti. Quindi, nell'esporre a meditazione quanto qui adesso dirò, vi è volutamente un aspetto marginale e un esempio eccellente.
Il Consigliere Chiezzi ha parlato, nell'ambito del suo intervento, di "porcata legislativa". Ricordo un momento a noi stessi che l'Ufficio di Presidenza non è un organo di questo Consiglio, non perché a noi non piaccia, ma semplicemente perché lo Statuto non lo prevede; se e quando questo Consiglio vorrà modificare lo Statuto, eventualmente lo prevederà, e in quel caso terremmo conto di ciò che l'Ufficio di Presidenza vorrà deliberare, non tanto come simpatica riunione di un gruppo di persone (peraltro da noi delegate a fare questo lavoro), ma anche come organo di questo Consiglio. Nel frattempo, pur non essendo un organo, credo dovrebbe occuparsi del fatto che una certa terminologia - so per certo che il Consigliere Chiezzi non me ne vorrà, perché sto costruendo anche nel suo interesse, oltre che nel mio - non può essere usata. Questo non perché io non capisca le critiche che sono sottese all'argomento specifico, ma perch il non rispetto di una terminologia obbligherà anche i più teneri a dibattere dei sette nani che erano otto. Questa terminologia delude tutti e delude in primis chi, come il Consigliere Chiezzi è, non soltanto a parole, rispettoso nei fatti, e non soltanto nel merito, dei lavori della nostra assemblea.
Il pomeriggio di oggi mi sembra che sia un'interpretazione più che autorevole. Fino a qualche giorno fa, pensavo che stessimo pestando - e ho parlato anche con i miei consulenti di parte - l'acqua nel mortaio. In effetti, non è così: ero troppo ottimista, perché non c'è né l'acqua né il mortaio. Noi qui stiamo trivellando il nulla, stiamo arrivando alla perforazione dell'effimero. Quindi, tanto vale che l'Ufficio di Presidenza si occupi, magari autorevolmente, del fatto che anche il nostro dibattito pur nell'assoluta inutilità del tutto, non scenda di livello.
Ho scelto volutamente il Consigliere Chiezzi, che - ripeto - è persona che stimo - tra l'altro è ingegnere come me, quindi c'è anche un fatto di corporazione - e che so avere amore per l'istituzione, ma non possiamo utilizzare delle terminologie che deprimino questa inutile conversazione anche nella forma, oltre che nella sostanza.
Voglia quindi l'Ufficio di Presidenza, quando lo riterrà, urgentemente oserei dire ad oras - prendere in considerazione questa mia sommessa richiesta.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Burzi.
Mi spiace comunicare all'aula di non avere sentito questa affermazione del Consigliere Chiezzi, altrimenti l'avrei invitato, proprio per rispetto all'aula, ad utilizzare una terminologia differente.
Consigliere Chiezzi, vuole chiedere all'aula se vota la sua insindacabilità? Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, la ringrazio e ringrazio in modo particolare il collega Burzi per i complimenti che mi ha fatto. Fa sempre piacere riceverli da un avversario, e il collega Burzi è un avversario che rispetto parecchio perché è portatore di una linea di politica e di progettazione legislativa ed amministrativa diversa da quella che da tempo sostengo. Ci conosciamo da tempo, abbiamo anche polemizzato spesso, però riconosco che il collega Burzi ha un altro mondo in testa, e con quel mondo che ha in testa, e che non condivido, io cerco di fare le mie battaglie, portare i miei argomenti e confrontarmi. Devo dire che, in questo confronto, non sempre, ma qualche volta, mi sembra anche di essermi arricchito.
Adesso c'è il problema della "porcata". Questo è un problema, io non lo nego. Non è che la "porcata" mi sia sfuggita di mano o di bocca.



PRESIDENTE

E' sfuggita a me, Consigliere Chiezzi, altrimenti l'avrei richiamato.



CHIEZZI Giuseppe

A me non è sfuggita. Fuori da quest'aula talvolta si sente qualche persona dire: "Ma qui ci troviamo di fronte ad una porcata". Il collega Burzi ha sollevato il problema, ma quel modo di sentire - siamo di fronte ad una "porcata" - come deve essere tradotto in un linguaggio istituzionale? Il collega Papandrea mi proponeva il termine "nefandezza".
Però uno degli elementi che segna poi una distanza dell'istituzione dal vivere comune è quella dell'incomprensibilità delle cose che si dicono e che si fanno.
Prometto al collega Cattaneo che non farò più quello che ho fatto prima nei suoi confronti, quando mi cita; sarà l'ultima volta. Prometto che non lo faccio più. Dicevo che uno degli elementi è anche che talvolta il linguaggio che si usa in quest'aula non è immediatamente percepito rispetto ai linguaggi che si usano al di fuori. Io ho usato - e chiedo scusa se questo ha offeso il Consigliere Burzi o altri - la parola "porcata" proprio scientemente, in modo esplicitamente colposo. L'ho voluta usare, perché al di fuori di quest'aula, quando si vedono cose di quel genere, si urla: "Questa è una porcata!", e tanto ho fatto all'interno di quest'aula.
Posso promettere al collega Burzi di cercare di non utilizzare più quel termine, o perlomeno di non utilizzarlo tanto spesso. Questa è una promessa che posso fare, però ho voluto spiegare perché mi sembrava quello il termine più appropriato per descrivere questa legge.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame disegno di legge n. 28 "Norme per il recupero funzionale dei rustici nonché delle superfici e dei volumi ubicati ai piani terreni, seminterrati ed interrati"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 28 "Norme per il recupero funzionale dei rustici nonché delle superfici e dei volumi ubicati ai piani terreni, seminterrati ed interrati" La parola al Consigliere relatore, Consigliere Godio.



GODIO Gianluca, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri il testo che oggi è all'attenzione dell'Aula nasce da una proposta presentata dalla Giunta regionale ed assegnata alla 2^ Commissione Consiliare per l'esame in sede referente il 13 giugno 2000.
La proposta si inserisce nel filone legislativo, aperto con la legge regionale 6 agosto 1998, n. 21, volto a realizzare nuovi spazi abitativi contenendo il consumo di suolo edificabile.
Voi tutti ricorderete che la legge regionale n. 21 del 1998 ha permesso il recupero dei sottotetti esistenti alla data di entrata in vigore della legge, anche in deroga agli indici o parametri urbanistici ed edilizi previsti dagli strumenti urbanistici generali o attuativi. Giunta al suo quarto anno di applicazione è corretto constatare i risultati molto positivi raggiunti: un terzo dei titoli abilitativi rilasciati nel periodo è riferito al recupero di sottotetti con un risparmio di suolo stimato in oltre 700.000 metri quadrati e un introito per le casse comunali per urbanizzazioni e costo di costruzione che supera i 10 milioni di euro secondo i dati forniti dall'Assessorato.
La presente proposta, partendo dal medesimo obiettivo di base - nuovi spazi per abitare o lavorare senza consumare suolo edificabile - sviluppa nel testo licenziato dalla Commissione, tre distinti filoni: il primo consente il recupero dei rustici esistenti a solo scopo residenziale il secondo consente di recuperare i piani terreni degli edifici costruiti su pilotis, per destinarli ad abitazione oppure ad attività direzionali il terzo consente il recupero dei piani seminterrati o interrati per destinarli ad attività direzionali, commerciali o produttive artigianali di servizio consentendo così di integrare la residenza con attività ad essa compatibili.
Il lungo esame istruttorio svolto dalla II Commissione (vi sono state dedicate ben tredici sedute) ha preso avvio nel luglio 2000 e ha visto la consultazione diretta di tutti i comuni piemontesi, delle province e delle comunità montane, oltre che degli enti e delle associazioni interessati al tema del governo del territorio per il ragguardevole numero di 1443 consultati, ed è poi sfociato in un approfondito dibattito di merito sull'articolato, con la puntuale disamina delle osservazioni e dei rilievi formulati sia dai consultati sia dagli uffici. L'iter di Commissione si è concluso il 19 settembre 2002 con il licenziamento a maggioranza del testo oggi a vostre mani.
L'articolato consta, complessivamente, di 7 articoli dedicati il primo alle finalità, il secondo alle definizioni valide per la nuova legge, il terzo all'ambito di applicazione, il quarto alle modalità d'intervento, il quinto ai contributi da corrispondere per il rilascio del titolo abilitativo per gli interventi di recupero, il sesto alla facoltà posta in capo ai Comuni di escludere parti di territorio dall'applicazione della legge, l'ultimo all'immediata entrata in vigore della nuova normativa.
Passo ora ad un commento più analitico del testo cercando contemporaneamente, di mettere in rilievo le modifiche apportate in Commissione.
L'articolo 1, innanzitutto, individua con chiarezza le finalità sottese al progetto di legge che sono: limitare il consumo di suolo favorire il contenimento dei consumi energetici integrare la residenza con attività compatibili e dichiara di perseguire tali finalità attraverso la promozione di interventi di recupero nel ventaglio di filoni come già poc'anzi ho riferito.
Devo qui sottolineare una differenza tra la proposta originaria che contemplava due sole fattispecie e quella licenziata dalla Commissione.
Il testo difatti è stato emendato estendendo la possibilità di intervento anche ai piani terreni degli edifici residenziali costruiti su colonnati, i cosiddetti pilotis, che potranno essere recuperati per essere destinati ad abitazione oppure ad attività direzionali. Per i piani terreni così recuperati non sono ammesse altre destinazioni d'uso, ad esempio di tipo commerciale o produttivo, ed è stata disposta l'esplicita esclusione dei box, dei bassi fabbricati e dei portici destinati all'uso pubblico. La modifica, oltre a collocarsi a pieno titolo nella filosofia della nuova legge, raggiunge un altro obiettivo importante, poiché pone rimedio ai problemi di carente isolamento termico delle abitazioni ubicate al primo piano.
All'articolo 2 viene ad evidenza la definizione di rustico, come meglio individuata a seguito del dibattito in Commissione. I rustici, per essere così identificati, devono essere stati realizzati anteriormente alla data di entrata in vigore della legge 6 agosto 1967, n. 765 (cosiddetta legge ponte), essere regolarmente iscritti a catasto, essere utilizzati a servizio dell'attività agricola o per funzioni accessorie alla residenza per evitare interventi non compatibili con il contesto ambientale è escluso il recupero dei capannoni agricoli realizzati con strutture prefabbricate o in cemento armato.
Sottolineo ora la particolare attenzione con cui è stato affrontato l'esame dell'articolo 3 e dell'articolo 4, laddove sono elencate tutte le condizioni a cui devono sottostare gli interventi per essere assentiti. Non possono riguardare edifici situati in aree definite a rischio idrogeologico ed idraulico, devono essere serviti dalle opere di urbanizzazione primaria (in particolare i parcheggi), sono soggetti a concessione edilizia, non possono comportare la demolizione totale del rustico esistente e la successiva ricostruzione della preesistente volumetria, nelle aree di antica formazione dei centri urbani non possono essere recuperate le superfetazioni non coerenti con il contesto architettonico, per i rustici agricoli costruiti antecedentemente al 1 settembre 1967 devono essere utilizzati materiali tradizionali e devono essere rispettate le tipologie preesistenti; infine il rapporto di copertura tra l'edificio principale e le superfici oggetto di recupero non può superare il limite del 40 per cento per singolo lotto.
Questa lunga elencazione di vincoli, per parte consistente frutto del lavoro di Commissione, unitamente alle caratteristiche stabilite per la definizione dei rustici, testimoniano la volontà di favorire il recupero dell'esistente tenendo, contemporaneamente, nella massima attenzione il contesto ambientale nel quale tali interventi si collocano e forniscono valido argine a qualunque ipotetico intento speculativo.
Come per la legge sul recupero dei sottotetti anche per la presente normativa è prevista la deroga alle destinazioni d'uso, agli indici o parametri urbanistici ed edilizi previsti dagli strumenti urbanistici generali e attuativi, vigenti o adottati, che trova ragione d'essere sia in rapporto al perseguimento di un interesse generale qual è quello di contenere il consumo di nuovo territorio sia nell'apposizione di limiti temporali ed oggettivi, che risultano determinati, certi e precisi. E qui va immediatamente sottolineato come la potenziale compressione della volontà comunale sia temperata dalla facoltà posta in capo all'amministrazione comunale di escludere parti del territorio dall'applicazione della norma (articolo 6) entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della nuova legge.
Un ultimo accenno ai contributi di concessione dovuti per il rilascio della concessione.
I parametri per il calcolo degli oneri di urbanizzazione e del costo di costruzione sono puntualmente definiti all'articolo 5 e coincidono con quelli attualmente praticati per gli interventi su edifici. E' prevista una riduzione nella misura del 70 per cento qualora le parti rese abitabili costituiscano ampliamento dell'unità immobiliare preesistente. La riduzione prevista è maggiore di quella a suo tempo indicata nella legge 21/1998 e ciò in ragione della constatazione che i costi della dichiarazione notarile necessaria per ottenere l'abbattimento sono tali da ridurre alquanto il beneficio previsto.
L'ultimo articolo contiene la dichiarazione d'urgenza e fissa nel giorno di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale la data di entrata in vigore della nuova normativa.
Non posso né voglio nascondere che il lungo dibattito in Commissione ha registrato momenti di contrasto con le forze di opposizione, ma voglio sottolineare come proprio dal dibattito siano emersi elementi di riflessione che sono sfociati nelle modifiche al testo originario per gran parte volte a stabilire condizioni e limiti precisi e rigidi a tutela dell'ambiente e del paesaggio.
Mi auguro che il lavoro dell'Aula possa continuare nel medesimo solco.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Tra le molte nefandezze, come direbbe il compagno Papandrea, presenti nella legge, ne segnalo una particolarmente stupefacente.
Con questa legge imponiamo ai Comuni, che liberamente e secondo competenza e potere hanno deciso l'assetto del proprio territorio, una deroga alle normative che i Consigli comunali hanno approvato secondo i loro poteri.
Come possiamo definire questo atteggiamento, Consigliere Burzi? Eppure ci troviamo di fronte a questa situazione. Ma come? La Regione instaura un rapporto con i Comuni in forza del quale, con una propria legge, entra all'interno delle decisioni assunte nei Consigli Comunali attraverso l'approvazione dei Piani Regolatori, muta quelle previsioni e le contraddice. Questa è una mostruosità istituzionale! Con la Commissione Statuto stiamo discutendo dei rapporti tra Enti e il giorno dopo, in questo Consiglio, discutiamo sul potere che la Regione Piemonte si assume contro la volontà dei Comuni, imponendo agli stessi delle norme che violano i loro Piani Regolatori. Questo è un fatto che si aggiunge a tutti gli altri, e segnala una volontà di centralismo della Regione che è veramente fuori dalla storia e dalle intenzioni che la stessa maggioranza pronuncia quando si tratta di discutere il modo in cui i rapporti tra Regioni ed Enti locali devono essere organizzati all'interno di un nuovo Statuto.
Ma allora, quando svolgiamo queste discussioni durante la Commissione Statuto o quando facciamo queste consultazioni in giro per il Piemonte cosa rimane delle parole che si dicono? Cosa rimane del Consiglio delle Autonomie Locali? Cosa rimane della Conferenza Regioni-Autonomie esistenti? Cosa rimane di un equilibrato rapporto tra le competenze regionali e quelle dei Comuni? La Regione non ha la competenza e il diritto di gestire un lotto residenziale o una cantina. Non ha questo diritto! La Regione ha il diritto di definire una pianificazione del territorio di indicare delle scelte e dei vincoli su un territorio vasto. Ma la Regione, colleghi, non può infilarsi in casa nostra e al posto del Comune decidere che quel Piano piloti, che per Regolamento Edilizio e per Piano Regolatore deve rimanere tale, possa essere trasformato in un'altra cosa.
Questo è un elemento di invadenza nelle competenze del Comune. È un elemento di forte confusione, di prepotenza istituzionale e di mancato rispetto dei reciproci poteri.
L'urbanistica è stata trasferita alle Regioni. Nell'ambito dell'urbanistica, la gestione del territorio comunale, per quanto riguarda i problemi del territorio comunale, sono consegnati ai Comuni, i quali dispongono dello strumento adatto a governare il proprio territorio.
Su questo dev'esserci una barriera netta: la gestione del Comune tocca al Comune. Se il Comune decide che tutte le cantine presenti in quel Comune possano diventare delle sale da tè lo farà, lo può fare e lo può decidere anche adesso; lo scrive sul Piano Regolatore. È una competenza propria.
Cosa c'entra la Regione in queste decisioni? Perché si vuole togliere la competenza specifica e unica ai Comuni di governare le scelte sul proprio territorio? Perché si vuole fare questo? Che cos'è, una linea di indirizzo generale? Sarà la linea che voi porterete nel prossimo Statuto oppure cos'altro è? Bisogna cercare di capire anche questo.
Come mai giungete a questo? Cosa ne dice il Presidente della Commissione Statuto di questa impostazione delle competenze e dei poteri e di questo rapporto che si instaura? La Regione decide per i Comuni e viola i Piani Regolatori degli stessi.
Questo, da un certo punto di vista, può apparire incomprensibile oltre che contraddittorio, ma bisogna cercare di capire perché accade, perch capendolo, forse, si riescono anche a dispiegare le forze capaci di contrastare questo disegno e di batterlo.
Allora, una delle ragioni possibili è che dietro ci siano potenti interessi economici: le scorribande di cui parlavo. Dietro ci sono potenti interessi economici che magari, impediti ad agire da scelte urbanistiche di competenza dei Consigli Comunali, hanno aggirato la competenza comunale hanno preso a riferimento il Consiglio e la Giunta regionale e sono andati presso la Giunta e il Consiglio regionale a premere affinché quegli interessi speculativi di cui erano portatori potessero avere una soddisfazione pratica.
Allora, se le cose stanno in questo modo, si può capire come mai una Regione, che sul piano del progetto astratto di un nuovo Statuto e sul piano delle dichiarazioni che costano poco - quelle di buona volontà afferma, com'è successo l'altro giorno a Novara, la necessità di non gestire più niente e di fare soltanto più leggi e programmi, in modo che le gestioni passino tutte a Province e Comuni, salvo, il giorno dopo decidere in questo Consiglio regionale che la Regione altro che spogliarsi di gestioni che già impropriamente deteniamo e che sono troppe numerose ma addirittura di proporre di gestire le scelte di destinazione d'uso dei fabbricati dei Comuni.
Allora qua c'é una contraddizione così grossa che non si spiega: o si ritira il provvedimento valutato per quel che è, o lo si corregge, oppure ci troviamo di fronte ad un'offensiva determinata da Gruppi di interesse economico e, in barba alle decisioni dei Comuni e in barba a quegli equilibri che gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia dovrebbero sempre mantenere rispetto agli obiettivi di interresse generale (quindi le risorse, la qualità della vita, l'organizzazioni del traffico e l'ambiente), si forza, e i potenti interessi riescono ad ottenere che una Giunta regionale possa proporre un fatto di questo genere.
Questa è la prima osservazione che volevo muovere su questa legge, che mi sembra la più errata e anche la più contraddittoria.
Cosa c'è Presidente? Mi dica.



PRESIDENTE

Sono scaduti i minuti a sua disposizione per l'intervento.



CHIEZZI Giuseppe

Non avevo venti minuti per l'illustrazione generale di una legge?



PRESIDENTE

No, sono previsti dieci minuti per il dibattito generale.



CHIEZZI Giuseppe

Solo dieci minuti per l'illustrazione generale di una legge? Allora ci tornerò nei prossimi interventi.
Mi ricordavo venti minuti, ma verificherò.



PRESIDENTE

Siccome mi è sorto il dubbio, mi sono consultato con la Dottoressa Bertini, la quale mi ha confermato che sono previsti dieci minuti per il dibattito generale.



CHIEZZI Giuseppe

C'è un caso in cui sono venti, ma non è questo, pazienza.
Tra gli argomenti critici, ho voluto segnalare ai colleghi quello sul quale, in forza di quanto continuiamo a dire al di fuori di questa legge dovremmo essere tutti d'accordo, cioè non invadere le competenze dei Comuni con atti di gestione da parte della Regione Piemonte. In pratica, con questa leggina, gestiamo, contraddicendoli, i Piani regolatori dei Comuni questo non è troppo?



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Signor Presidente, credo che sia una legge non necessaria e non opportuna per una serie di ragioni di merito. Dal punto di vista della legittimità, ovviamente, abbiamo svolto una discussione che riguarda il merito della gestione del territorio, però, non è sbagliato richiamare anche la riorganizzazione statutaria - lo dico anche per coinvolgere il Consigliere Galasso.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Galasso)



RIBA Lido

Allora, mi aspetto un sostegno alle nostre valutazioni.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Galasso)



RIBA Lido

Se lo fa liberamente, altrimenti, può anche non esercitare questa sua prerogativa.
Obiettivamente, la gestione del territorio è una operazione impegnativa importante e delicata che riguarda, quale primo punto, la definizione della fisionomia della Regione e, quale secondo punto, la sovranità.
Nella proposta di legge di riordino urbanistico presentata c'è una convergenza su un punto, ma ve ne sono anche altre, in quanto sono espressione di una cultura in materia urbanistica che si è venuta formando e sulla quale questa Regione, in qualche maniera, ha sempre avuto una sua presenza e una sua affermazione. La cultura urbanistica della Regione Piemonte non è tra le ultime, pertanto la possiamo utilizzare per un ragionamento di premessa ad una legge di intervento forte sul piano della gestione del territorio.
La prima questione concerne l'attribuzione della sovranità. Nell'ambito della legge regionale, una volta definiti prioritariamente gli interessi generali da affermare sul territorio (i parchi, le grandi reti, i vincoli idrogeologici), la sovranità di ciò che rimane sul territorio spetta al Comune.
Questo è un principio significativo, è alla base - lei lo sa, collega Galasso - del principio di sussidiarietà che, a sua volta, è alla base del riordino del nostro sistema istituzionale. Quindi, una volta indicate le direttive, poste le nostre esigenze e stabilito all'interno di quali ambiti deve operare il Comune, quella sovranità deve essere riconosciuta.
Da questo punto di vista, è un intervento corsaro sui diritti del Comune, perché non riconosco più al Comune la sovranità all'interno dello spazio definito dall'organico generale di gestione del territorio e la sua competenza. Stabilisco dei privilegi e la possibilità di fuoriuscire a favore di singoli soggetti i cui interessi, sulla base di ciò che qui è individuato come opportunità, in via astratta, non disconosco; ci può anche essere, ma deve essere all'interno.
All'interno della sovranità di un Comune può benissimo essere previsto che i rustici di una determinata area agricola possano essere riutilizzati a fini abitativi, come può benissimo essere previsto che quei rustici non possano essere assolutamente riutilizzati a fini abitativi, perché il territorio non lo consente o perché prevediamo la rottamazione di capannoni costruiti in zone improprie. Siccome l'appetito viene mangiando, e in questo caso è venuto molto appetito, abbiamo addirittura previsto rustici rurali costruiti come capannoni non prefabbricati (se sono prefabbricati è una cosa, se non sono prefabbricati è un'altra). Quindi, se ho realizzato un portico aperto sui quattro lati sulla parte alta di una collina senza neanche averlo tamponato, con questa legge posso inserire dei tamponamenti e farne una residenza, anche se era una stalla, senza offesa per la trasformazione di destinazione d'uso. Voi capite che un'opportunità del genere deve essere vista in funzione di quel tipo di territorio, del tipo di riordino urbanistico necessario e, soprattutto, collega Bolla, lo dico per una sottolineatura della sua attenzione e sensibilità, deve essere vista in funzione della sopportabilità e della compatibilità dei transiti e delle reti di trasporto. Si può anche avere un sistema di case, ma se si ha una rete di trasporti che non lo consente, cosa si fa? Segnalo una delle tante incongruenze: consento di fare un intervento su quella strada vicinale non assistita, sulla quale nessuno è tenuto a fare degli interventi, che destina ad abitazione rispetto ad una zona che poteva soltanto tollerare e sopportare, anche per le infrastrutture di cui dispone, quel genere di cose.
Se, invece, il Comune, nell'ambito del Piano regolatore immagina una riutilizzazione di quel tipo di aree, allora, prevede gli accessi, le infrastrutture di sostegno e quanto, concretamente, urbanisticamente e architettonicamente, è possibile.
Qui mi sembra che il concetto ci porti a delle deduzioni preoccupanti è un concetto di riutilizzo delle catacombe. Per lungo tempo, in Turchia per ragioni di sicurezza, le case, anziché sopra, venivano costruite sotto quindi, hanno cinque piani entro terra; non è la nostra situazione, ma due o tre piani entro terra ci sono. Qui, anche per congruità di un ragionamento, non ci siamo limitati a indicare il piano terra o il piano seminterrato, ma sono stati indicati i piani interrati; quindi, nei piani interrati potrebbero sorgere dei centri direzionali e degli uffici.
Può anche darsi che in una tale situazione, che tutti possiamo considerare limite, ci sia la necessità di utilizzare degli spazi, quale lo spazio dei piloti, ai quali faceva riferimento anche la relazione, per delle rimesse, ma noi non possiamo precostituire una situazione di alterazione delle destinazioni attraverso un provvedimento che opera oggi su tutto ciò che è esistente, a prescindere dalla destinazione del Piano regolatore. Sarebbe sufficiente un emendamento, purché siano ricomprese nel Piano regolatore, purché tutti questi interventi siano previsti dalle norme urbanistiche del Comune; dopodiché, il Comune saprà prevedere o non prevedere, perché, in questo caso, il Comune deve automaticamente consentire. Ad esempio, per quanto riguarda l'area agricola, in cui si è verificato un abbandono, maggiore sarà la trasformazione che viene sottratta alla direzione e al controllo del Comune. C'è un qualcosa di forte che crea, in conseguenza di una situazione di degrado e di abbandono che si è già verificato, la possibilità di un utilizzo per finalità e secondo normative estranee al Piano regolatore.
Per quanto riguarda i Comuni, può darsi che in una certa situazione ci sia un addensamento, che sia necessario realizzare alcuni negozi sui piani terreni, avendo cura di individuare le superfici dei servizi, può darsi che si facciano dei garage interrati, quindi che si liberino delle superfici tutto può essere, ma queste cose le può decidere in modo corsaro la Regione contro la valutazione dei singoli Comuni? E poi arriveremo con le norme urbanistiche dove riconosceremo ai Comuni di avere la titolarità, la sovranità sulla gestione del loro territorio all'interno delle nostre leggi, salvo una serie di interessi che noi abbiamo provveduto a tutelare non secondo norme d'interesse generale, ma secondo norme di privilegio di alcuni soggetti titolari di situazioni che sono prioritariamente definite ma che, alla fine dei conti - vogliamo essere generosi nella definizione sono pur sempre delle grandi speculazioni e delle grandi trasformazioni che intervengono, per utilizzare secondo un principio di particolare evoluzione redditizia, sull'uso di un volume che era destinato a realizzare il completamento di un settore e dei servizi di una determinata area.
Qui si arriva addirittura a dire che l'intervento di utilizzazione secondo fini prestabiliti da norma regionale, non deve superare il 40% del volume di un immobile. Questo significa che se ad una casa costruisco due cantine e tre piani interrati, arrivo al 40% dell'immobile. Se generalizziamo questo concetto, vuol dire che in un Piano Regolatore il 40 di tutta l'urbanistica del territorio può essere alterata da questa legge.
Questo è addirittura scritto.
Non si tratta, dunque, di una questione sulla quale noi abbiamo una pregiudiziale di indisponibilità alla discussione. Riteniamo che ci siano delle norme che possono benissimo essere inserite, e dall'altra parte sono già previste, nei Piani Regolatori sulla base delle valutazioni, delle esigenze e delle condizioni oggettive, ma soltanto la sovranità dei cittadini a livello di un determinato territorio può armonizzare queste possibilità con l'interesse generale. Altrimenti abusiamo del nostro potere come Consiglio regionale per creare una situazione di privilegi e una situazione di rendite assolutamente ingiustificabili; non solo, ma sono rendite a favore di privati che vengono finanziate prelevando dal patrimonio architettonico, urbanistico, ambientale e generale della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Vorrei svolgere un intervento molto breve, soltanto per mettere il punto su due o tre situazioni, quanto mai anacronistiche, alle quali ho assistito nell'intervento del collega Riba, e prima ancora nell'intervento del collega Chiezzi.
Posso capire che il collega Riba non sia un esperto intenditore di urbanistica e che quindi, come tale, non abbia ancora preso piena visione di quello che è il testo di questa legge.



(Commenti in aula)



MANOLINO Giuliano

Vi ringrazio. Non lo volevo dire io, ma visto che l'avete detto voi, vi ringrazio. Quindi, non mi stupisce questa sua asserzione circa il fatto che questa legge è prevaricante delle volontà dei Comuni. Evidentemente il collega Riba non ha ancora assimilato le finalità di questa legge. Ma mi stupisce molto di più il collega Chiezzi, che forse da troppi decenni è lontano dalla professione, e quindi dall'attività tecnica.



MANOLINO Giuliano

MANICA Giuliana (fuori microfono)



MANOLINO Giuliano

C'è qualcuno che dice che lei è troppo vicino alla professione.



MANOLINO Giuliano

Collega Manica, me ne vanto di questo, ed è per questo che riesco ad interpretare correttamente le proposte legislative.
Mi stupisce il collega Chiezzi, non tanto nelle affermazioni delle quali il collega Burzi si è stupito, quindi della "porcata" legislativa. Al di là della confessione che il Consigliere Chiezzi ha fatto prima pubblicamente, siccome l'ho già sentito in altre occasioni (nella medesima Commissione) parlare non soltanto di "porcate", ma anche di proposte demenziali e altre tipologie, vorrei dire che questo modo colorato e colorito di esprimersi da parte del collega Chiezzi è simpatico, è piacevole e non fa altro che far trasparire quella che è la sua vera connotazione quando si trova di fronte a una proposta di legge o a un disegno di legge che contrasta con le sue finalità politiche e con le sue logiche prevaricanti da un punto di vista politico e urbanistico.
Quando l'ing. Chiezzi ribadisce - come ha fatto il Consigliere Riba che questa legge è prevaricante nei confronti dei Comuni, mi pare che non abbia davvero letto il testo della legge stessa, oppure che la si voglia utilizzare e strumentalizzare da un punto di vista puramente politico.
Questo disegno di legge, che è ascrivibile alla Giunta, non è una scorribanda per far sì che vengano bypassati gli interessi delle amministrazioni comunali, e che quindi vengano agevolati interessi privati.
Se questo è l'intento, non c'è bisogno di questa legge, perché bastano i Piani Regolatori. Questa legge invece dice molto chiaramente che si vuole dare una mano a tutti i Sindaci e a tutte le amministrazioni che oggi non hanno la facoltà - o, se vogliamo, anche il coraggio, ma nella maggior parte la facoltà - d'interpretare l'utilizzo del suolo secondo una libera espressione locale e territoriale nel recupero del patrimonio esistente. E dice: noi Regione non vogliamo gestire un Piano Regolatore, noi non stiamo tentando di fare una legge regionale che sia prevaricante e sovrastante i Piani Regolatori come, ad esempio - e ne parleremo in separata sede - il Piano Territoriale predisposto dalla Provincia di Torino: un altro argomento che affronteremo nella sede opportuna dove sviscereremo tutte le situazioni.
Il disegno di legge in questione, all'articolo 6 recita "Con motivata deliberazione del Consiglio comunale, i Comuni possono disporre l'esclusione di parti del territorio". Poiché nella lingua italiana le parole "disporre l'esclusione" significa permettere di decidere in "casa comunale" (quindi nell'ambito territoriale individuale) in quale modo, in quale entità e in quale percentuale, se e come, applicare la nuova legge.
Quando il Consigliere Chiezzi leggerà questo articolo, resterà di stucco, rendendosi conto che tutta la propria prosopopea relativa al fatto che i Comuni hanno questo obbligo, questa perentorietà, "crolla d'ufficio" solo al I comma dell'articolo 6.
Non vorrei andare oltre nell'intervento, essendo già stato generoso il Presidente a concedermi questi cinque minuti, ci sarà poi modo di intervenire sui vari emendamenti, ma voglio solo ricordare - in particolare al Consigliere Chiezzi, ma anche al Vicepresidente Riba - che la legge non ha niente a che vedere con la legge urbanistica. Quest'ultima, di fatti, è una legge che disciplina la formazione, la costituzione e le modalità di attuazione dei nuovi Piani regolatori. La legge urbanistica non è una legge che incide, singolarmente, sul recupero del patrimonio.
Quando vareremo - se il Consigliere Chiezzi lo permetterà - la nuova legge urbanistica, andremo ad attuare una nuova normativa (della quale l'INU sta sollecitando nuove norme, quindi la riformulazione) con la quale si elencheranno le modalità, i tempi e le fasi attuative per la realizzazione dei nuovi Piani regolatori. Adesso, invece, stiamo cercando di far comprendere, così com'è avvenuto con la legge n. 21 e con la legge n. 41 della passata legislatura, che i cittadini, le amministrazioni e chi possiede immobili o patrimonio esistente, deve avere la facoltà di recuperare il patrimonio senza tutta la burocrazia prevista dalla legge n.
56 vigente e, soprattutto - questo è uno dei primi punti dell'articolo 1 della legge - limitare il consumo del suolo.
Non ho ancora sentito il parere del Consigliere Moriconi, ma credo che la limitazione del consumo del suolo dovrebbe essere una delle prime attenzioni, non solo del Consigliere Moriconi, ma di tutti coloro che, in qualche modo, si palesano ambientalisti, "verdi" o tutori della situazione territoriale dei vari comuni.
Credo, quindi, sia necessario che alcuni Consiglieri diano una completa lettura all'articolato; dopodiché, se ci sono migliorie, verranno apportate con gli emendamenti.
Il concetto di fondo è che la Regione Piemonte vuole continuare a limitare l'uso del suolo, a dispetto di coloro che vorrebbero fare, invece speculazioni, non soltanto di carattere comunale, ma di carattere provinciale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Pur non avendo le competenze del Consigliere Manolino, cercherò di esprimere qualche riflessione sul disegno di legge oggi in discussione.
Il Consigliere Cattaneo ci ha ricordato quando discutevamo relativamente la pregiudiziale presentata dal Consigliere Chiezzi, che il provvedimento in discussione è estremamente importante. Personalmente, non lo definisco un provvedimento importante, ma superfluo: in materia urbanistica abbiamo necessità e priorità che non corrispondono a queste.
La priorità del Consiglio regionale è la nuova legge urbanistica. Dato che in quest'aula, anche da parte della maggioranza, è stato ribadito più volte che uno degli obiettivi prioritari nel programma di lavoro era e rimane la legge urbanistica, se vogliamo licenziarla prima della fine della legislatura, non abbiamo più tempo da perdere.
Se la Commissione competente ha utilizzato tredici sedute - come ha ricordato il Consigliere Godio - per esaminare questo disegno di legge immaginate quale sarà il tempo necessario per discutere, se vogliamo discutere seriamente e approvare entro il termine della legislatura, la nuova legger urbanistica. Fate un po' di conti. Ecco perché la legge in esame non è la priorità per il nostro Consiglio. La priorità è un'altra.
Quanto espresso dal Vicepresidente Riba e dal Consigliere Chiezzi, mette in evidenza che la priorità che abbiamo di fronte è la nuova legge urbanistica e non il disegno di legge in esame.
Il Consigliere Manolino ha affermato un principio che più volte abbiamo cercato di affermare: il recupero del patrimonio abitativo attuale per evitare lo spreco di altra parte del territorio. Occorre, però, avere un minimo di coerenza.
Giovedì, quando si riunirà la VII Commissione, inviteremo il Presidente e la Giunta a portare in discussione la revisione della deliberazione sul commercio. Relativamente all'utilizzo del territorio, in questi anni, è successo qualcosa di straordinario nella nostra regione: si sono costruiti grandi centri commerciali avendo varato una legge, la n. 28, che ha permesso di sprecare il territorio. Siccome la concorrenza tra i grandi centri commerciali ormai è notevole, succede che "il pesce più grande mangia il più piccolo". Anche nella grande distribuzione capiterà questo e allora cosa faremmo di quei grandi capannoni? Cosa faremo fra cinque o sei anni, quando quei Centri Commerciali chiuderanno perché saranno nati, nel frattempo, altri nuovi Centri Commerciali? Cosa faremo di quei capannoni? Cosa si farà di quel territorio? Bisognerebbe avere un minimo di coerenza.
Ma vorrei fare, sotto questo profilo, un altro esempio: in quest'aula abbiamo approvato la legge sull'utilizzo delle seconde case a fini turistici. Ma voi sapete com'è stato indetto il bando dall'Assessorato sulla base di quella legge? La priorità che si dava per finanziare nel 2002, sulla base di quella legge, era quella della costruzione di nuovi alloggi, di quindici nuovi alloggi. In pratica i finanziamenti venivano concessi a chi costruiva quindici nuovi alloggi o a chi ne affittava dieci. E ad affittarne erano le grandi imprese, perché chi è proprietario di dieci alloggi? Sono pochi.
Voi capite che quella legge era finalizzata al recupero del patrimonio abitativo esistente ai fini turistici e la Giunta ha indetto un bando che privilegiava il finanziamento a chi costruiva nuovi alloggi. Siamo in una contraddizione evidente! Quando affrontiamo questi argomenti, bisognerebbe avere di fronte lo stato delle leggi attuali e non agire in modo settoriale. Qui stiamo discutendo del recupero del patrimonio abitativo e poi si emanavano altre leggi o la Giunta indice nuovi bandi che vanno in un'altra direzione. Ecco perché siamo di fronte ad una contraddizione forte, evidente, grave e pesante, che non possiamo sottacere nel discutere di questo disegno di legge. Queste sono le ragioni per cui penso che questa non sia la priorità.
Forse, sotto questo profilo, bisognerebbe fermarsi un attimo e discutere della nuova legge urbanistica per mettervi ordine.
Vorrei, inoltre, soffermarmi su un'altra questione. Dobbiamo recuperare i rustici: certo che dobbiamo farlo, ma mi chiedo se abbiamo bisogno di approvare questa legge perché ciò avvenga sul nostro territorio regionale.
Sappiamo tutti che i Comuni, se previsto dai Piani Regolatori, lo possono già fare. Il nostro Piemonte è pieno di questi esempi, cioè di rustici adibiti a fienili o ad attività agricole che sono stati recuperati a fini abitativi. Non abbiamo bisogno di creare questa legge. I Comuni, se lo prevedono i Piani Regolatori, lo possono già fare. Non abbiamo bisogno di approvare una nuova legge e di appesantire ulteriormente il numero di quelle che già esistono, perché i Comuni lo possono già fare.
Io mi chiedo se questa sia la principale finalità di questo disegno di legge, perché, come ha ricordato il Consigliere Godio nella sua relazione la finalità prioritaria di questa legge era il recupero dei rustici. Poi sono stati aggiunti altri elementi.
Allora, Assessore e Presidente, cosa c'entra con il recupero dei rustici l'utilizzo dei seminterrati o la possibilità di recuperare quella metratura che oggi è occupata dai pilastri che sostengono palazzi? Cosa c'entra col recupero dei rustici? Nulla. Non c'entra assolutamente a nulla.
Rischiamo di fare un "riso e fagioli"! Penso che anche questa sia una contraddizione e ritengo sia utile sottolinearla.
Vorrei fare un'ulteriore riflessione in merito all'utilizzo dei seminterrati. Purtroppo nella nostra Regione (ma non solo nella nostra Regione) il fenomeno delle alluvioni ormai è frequente e ci pone di fronte a nuove situazioni. Si pensi all'esperienza dell'alluvione del 1994 ad Alessandria, quando mezza città fu alluvionata. Il Piano Regolatore non prevedeva determinate cose, e non si pensava che quella parte di città potesse essere sommersa dall'acqua. Pertanto, l'utilizzo dei seminterrati ci pone di fronte a delle forti responsabilità. Certo ci deve pensare il Comune, perché lo può evitare. È scritto, infatti, che il Comune lo pu evitare con norme previste dal Piano Regolatore. In quei Comuni in cui non si pensa che un'alluvione possa colpire quella parte di città, noi diamo la possibilità di occupare seminterrati con uffici o attività commerciali. Non credo che stiamo facendo una cosa molto lungimirante da questo punto di vista. Ecco perché credo che anche questa sia una contraddizione e forse sarebbe davvero il caso di riflettere.
Il nostro non è un atteggiamento negativo, solleviamo semplicemente dei dubbi che poniamo in discussione. Ritengo, infatti, che da questo punto di vista, sia necessaria una linea coerente per fare ordine nella materia.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, vorrei solo fare il punto della situazione: ci sono ancora molte richieste di intervento, pertanto ritengo che questa sera non si riuscirà a concludere il dibattito generale. Lo so che non si interrompe un'emozione, ma non esistono le condizioni per terminare il dibattito. Se non ci fossero obiezioni da parte vostra, tenuto conto dell'ora, darei ancora la parola al Consigliere Mellano per poi aggiornare i lavori alla seduta di martedì prossimo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Mi pare che ci siano soltanto cinque richieste di intervento. Per quel che mi riguarda rinuncerei anche al mio intervento ma chiederei, visto che sono le ore 19.10, di concludere almeno il dibattito generale.
Se posso contribuire, ritiro la mia richiesta di intervento.



PRESIDENTE

La mia maggiore preoccupazione è quella di portare avanti il dibattito con la presenza sufficiente per consentire anche all'Assessore Botta di fare una breve replica.



ANGELERI Antonello

L'Assessore Botta è qua e sta ascoltando.



PRESIDENTE

Lo so che l'Assessore Botta è presente, ma oltre al dibattito è prevista anche una sua replica.



ANGELERI Antonello

Possiamo posporre la replica ad una fase successiva, ma concludiamo almeno gli interventi generali.



PRESIDENTE

Come volete, possiamo proseguire.
La parola al Consigliere Chiezzi.
L'ho già detto io che non si interrompe una mozione, nei limiti del possibile.



CHIEZZI Giuseppe

Come ha fatto in precedenza la Giunta regionale, con ben altra autorevolezza e potere, chiedo che sia messa ai voti la sospensione dell'esame del provvedimento, come prima lo ha chiesto la Giunta su un altro provvedimento, io lo chiedo su questo.



PRESIDENTE

Avevo promesso la parola al Consigliere Mellano.



CHIEZZI Giuseppe

Mi piacerebbe tanto che il Consigliere Mellano aprisse la seduta perché dirà delle cose interessanti che adesso capitano in un'Aula un po' distratta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso sull'ordine dei lavori.



GALASSO Ennio Lucio

Sull'ordine dei lavori, ritengo di aderire alla proposta del Presidente facente funzioni, in modo da conferire dignità ai lavori. Ritengo che possa intervenire il Consigliere Mellano e, poi, si possa sospendere la seduta.



PRESIDENTE

Con l'autorevole conforto di un Capogruppo di maggioranza, chiuderei dando la parola al Consigliere Mellano.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Contu)



PRESIDENTE

Consigliere Contu, in questo caso, lei avrà la possibilità di aprire la prossima seduta, ci si deve anche accontentare.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, sono onorato di questa opportunità, però, il Consigliere Chiezzi ha proposto una sospensiva del provvedimento, che, se viene ritirata, concordo, se, invece, non viene ritirata, chiedo che venga messa ai voti.



PRESIDENTE

Sono certo che il collega Chiezzi darà questo contributo.
Do la parola al Consigliere Mellano e poi sospendiamo la seduta.



(Commenti in Aula)



PRESIDENTE

Colleghi, rebus sic stantibus, anche se mi dispiace, perché sospendiamo con qualche minuto di anticipo, ma non sono molti, riprenderemo la discussione la prossima settimana.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.15)



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