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Dettaglio seduta n.33 del 27/10/00 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Attendendo l'arrivo del Presidente Ghigo, chiedo se l'assemblea è d'accordo nell'esaminare la proposta di deliberazione n. 32, per poi passare al dibattito sull'alluvione.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, se non c'è il Presidente Ghigo, non incominciamo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Brigandì, Cantore Caracciolo, Casoni, E. Costa, Ferrero, Ghiglia, Pedrale, Pichetto, Rossi G., Scanderebech.


Argomento: Calamità naturali

Comunicazioni e dibattito in ordine all'emergenza alluvione


PRESIDENTE

Incominciamo, dunque, i lavori con il dibattito sull'alluvione.
Se Il Presidente Ghigo non è presente in aula, riaggiorno la seduta di mezz'ora.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente, se non ci sono le condizioni per discutere, lei non la riaggiorna di mezz'ora, ma chiude la seduta e la riaggiorna ad altra data!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marcenaro.
Il Presidente Ghigo è in aula. Incominciamo, pertanto, il dibattito sull'alluvione.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente e signori Consiglieri, chiedo di poter svolgere il mio intervento, che verrà ampliato, dal punto di vista delle connotazioni tecniche, da alcune considerazioni dell'Assessore Cavallera, anche in funzione di un tempo purtroppo limitato, a causa di alcuni impegni che ho nel pomeriggio. Lo dico in anticipo, in quanto non vorrei che il mio allontanamento venisse interpretato per una mancanza di attenzione nei confronti dell'aula.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Può dirci fino a che ora è qui?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Fino alle 16,30.
L'argomento è già stato esaminato la volta scorsa ed è stato ampiamente sviscerato, dal punto di vista tecnico, anche in un incontro con i Parlamentari.
Vorrei esprimere, pertanto, alcune considerazioni sulle iniziative che sono state assunte in relazione alle ordinanze firmate dal Ministro Bianco che rappresentano l'aspetto normativo al quale noi, nelle nostre azioni, ci dobbiamo riferire.
Voglio anche ringraziare l'aula per aver approvato questa mattina l'assestamento di bilancio ed aver consentito di creare quel capitolo che permetterà di far fruire i fondi ai cittadini alluvionati, in tempi relativamente brevi.
Una prima ordinanza ha stanziato 150 miliardi per l'immediata emergenza e 40 miliardi per i mutui che, una volta realizzati, produrranno un investimento di circa 1500 miliardi.
Ieri, a Roma, alla Conferenza dei Presidenti, proprio per accelerare al massimo le procedure di fruizione dei contributi per gli alluvionati, ci siamo impegnati a stabilire il criterio con il quale queste cifre dovranno essere assegnate alle regioni colpite dall'alluvione.
L'ordinanza prevede lo stato di emergenza per il Piemonte, la Valle d'Aosta, la Lombardia e l'Emilia Romagna. Durante il Consiglio dei Ministri di oggi probabilmente verrà inserito anche il Veneto.
Ieri, con l'Assessore Cavallera e il prof. Barberi abbiamo ipotizzato una suddivisione di queste prime somme, legata al parametro dei danni subiti nelle singole regioni.
Questo evento straordinario ha colpito in maniera considerevole la Valle d'Aosta ed il Piemonte. Le altre regioni hanno subito dei danni, ma non in maniera così considerevole.
Voglio ricordare che la suddivisione è avvenuta secondo un criterio che probabilmente non sarà ripetibile nelle fasi successive di contributo infatti, verrà fatto un censimento (abbiamo già la mappa dei Comuni colpiti nella nostra regione) e si potranno commisurare le quote destinate ad ogni singola Regione con criteri più specifici perché ci sarà, ad esempio, la prima ondata di moduli compilati e, quindi, la possibilità di fare delle proiezioni più significative sui danni subiti.
Naturalmente, escludo la parte relativa alle infrastrutture, perch quello è un discorso che viene trattato a parte.
La suddivisione che abbiamo concordato nella discussione di ieri è la seguente: 60 miliardi assegnati al Piemonte, 40 miliardi alla Valle d'Aosta, 18 miliardi all'Emilia Romagna, 18 miliardi alla Lombardia, 7 miliardi al Veneto e 7 alla Liguria.
Considerate che questi fondi comprendono anche i primi contributi che in base alla prima ordinanza, sono stati destinati alle Prefetture, per far fronte ai primi interventi di immediata emergenza.
Per quanto riguarda, invece, i 1500 miliardi derivanti dai mutui, la suddivisione è la seguente: 14 miliardi e mezzo per il Piemonte, 9 miliardi e mezzo per la Valle d'Aosta, 4 miliardi e 200 milioni per l'Emilia Romagna, 4 miliardi e 200 milioni per la Lombardia, 1 miliardo e 800 milioni per il Veneto e 1 miliardo e 800 milioni per la Liguria.
Questa, ripeto, è la suddivisione definita ieri, in Conferenza dei Presidenti, per quanto riguarda la prima ordinanza Bianco.
Ieri si è anche discusso su un provvedimento emendativo, che è quello che abbiamo cercato di definire, nella giornata di lunedì, insieme ai Parlamentari.
Devo riconoscere che sono nate difficoltà oggettive, in quanto il decreto Soverato era fatto ad hoc per una determinata zona, che ha subito un determinato danno.
Sembra emergere l'eventualità e la possibilità di emendare il decreto Soverato, ma non in modo completo, per soddisfare tutte le esigenze che riteniamo debbano essere soddisfatte, ma si interviene sul decreto Soverato in modo da non snaturarne neanche la natura (perché come ho detto si tratta di un decreto fatto per un'altra zona del nostro Paese), emendandolo nelle parti cosiddette macro e chiedendo - questa è l'evenienza che sta emergendo nel dibattito con i parlamentari, ma anche nel dibattito con il Ministro Bianco e il Prof. Barberi - di realizzare un decreto ad hoc, che evidentemente possa poi comprendere tutte le cose che nel decreto Soverato per motivi di tecnicità e di sovrapposizioni di norme, possano obiettivamente creare delle criticità.
In questo senso si sta alacremente lavorando in quanto i tempi parlamentari chiaramente sono quelli che sono. Il Presidente Mancino, al quale io avevo telefonato dopo la seduta con i parlamentari, mi aveva assicurato che lui avrebbe - cosa che ha fatto - prorogato i termini ultimi per la consegna degli emendamenti (infatti il termine è stato prorogato a ieri) e tutti i parlamentari hanno presentato gli emendamenti.
Pertanto, l'attivazione dell'iter parlamentare, dello strumento normativo per la ricostruzione, è stata messa in moto. Questa è purtroppo un'esperienza che abbiamo già fatto e con l'Assessore Cavallera siamo assolutamente sul pezzo, insieme anche ai parlamentari e ai Presidenti delle Regioni colpite.
Nel frattempo noi abbiamo preso un'iniziativa, naturalmente in sintonia con il Ministero degli Interni, di accelerare questo processo di primo rimborso. Questo perché le notizie e le sensazioni che abbiamo ricevuto almeno in alcune zone della nostra Regione, ci hanno portato ad accelerare il processo di rimborso, in quanto ci sono delle situazioni di forte criticità emotiva legate alla duplica alluvione nell'arco di sei anni che alcune zone del Piemonte hanno subìto e che richiedevano, secondo le decisioni che abbiamo poi assunto in Giunta, un meccanismo di presenza delle istituzioni che fosse più celere rispetto a quello che è avvenuto in passato e che normalmente, per motivi di carattere burocratico, avviene. E allora abbiamo lavorato molto (anche nelle giornate di sabato e di domenica) per poter presentare al Dipartimento di Protezione Civile una modulistica che potesse essere immediatamente trasferita ai Comuni e ai Sindaci, affinché a loro volta mettessero a disposizione dei cittadini, i quali in autocertificazione - e questa è stata un'altra scelta, direi significativa, ma doverosa dal mio punto di vista - potessero compilare e presentare. Questi moduli in sostanza sono tre: quello per i danni ai privati, quello per i danni alle imprese e quello per il rientro nelle proprie abitazioni, cioè la copertura dei danni dovuti alla permanenza in un luogo diverso dalla propria abitazione.
Si tratta di moduli semplici. In questi giorni (poi ve lo racconterà l'Assessore Cavallera), come sempre avviene, uno ritiene di aver preso in considerazione tutte le possibili variabili di ipotetico rimborso, poi si accorge che così non è; questi moduli dovranno essere tarati e messi a punto, proprio per soddisfare tutte le particolarità e per non lasciare nessuno nella sensazione che non si sia pensato anche al suo singolo caso particolare (chiaramente quando questo singolo caso particolare è legittimo). Perché, vedete, l'atto di grande responsabilità, che io credo fosse dovuto, che l'amministrazione regionale ha assunto nel permettere questo primo rimborso attraverso l'autocertificazione, presuppone chiaramente - l'ho già detto in alcune interviste - che questo stesso atteggiamento di responsabilità sia assunto dai cittadini, in quanto noi riteniamo - anzi siamo certi - che i cittadini piemontesi non approfitteranno di questa situazione. Ed è importante che lo facciano, in quanto noi faremo certamente dei controlli a campione, questo è legittimo perché diversamente potremmo incorrere in denunce della Corte dei Conti cose che evidentemente dal punto di vista amministrativo non vogliamo neanche prendere in considerazione, però questo atto di fiducia era dovuto alle popolazioni colpite dalla alluvione. Io mi auguro, anzi sono sicuro che a fronte di questo atto di fiducia ci sia una risposta concreta, seria come d'altro canto la gente piemontese ha sempre dimostrato di saper assumere.
Questa autocertificazione ha una duplice funzione: quella innanzitutto di permettere la fruizione di sia pur piccoli contributi. Le cifre le avete lette tutti sui giornali: dieci milioni per ogni nucleo famigliare più un milione a componente del nucleo famigliare; dieci milioni, se ricordo bene perché le discussioni sono state lunghe, per un bene mobile (ad esempio l'automobile) e 30 milioni per le imprese.
Voi capite che non sono cifre esaustive, anche questo deve essere detto con forza: questo è un primo contributo per un veloce, immediato rientro nelle proprie abitazioni; e per dare una certezza che le istituzioni sono vicine alle persone colpite dall'evento alluvionale, noi abbiamo ritenuto che questa fosse la strada.
Questa prima autocertificazione ha però un'altra funzione, sulla quale è bene porre la dovuta attenzione. Noi vogliamo che attraverso questi moduli di autocertificazione i cittadini rappresentino già, a grandi linee quella che è l'entità del danno subìto, perché questi moduli serviranno a noi per fare un obiettivo censimento di quelli che sono i danni e serviranno chiaramente a loro a far sì che, avendo già in mano un ipotetico preventivo di quelli che sono i costi, la fruizione, la ricerca delle risorse necessarie per coprire questi danni avvenga attraverso una metodologia burocratica molto più veloce di quanto sia avvenuto nel passato.
E' bene che si dica in maniera chiara che non è questa l'unica iniziativa che il Governo, la Regione e gli Enti locali assumeranno nei confronti dell'evento alluvionale perché io ho già avuto sentore che, come al solito, nel momento in cui si decide di assumere un atto che si ritiene estremamente positivo ne venga subìto data una lettura distorta o non eccessivamente positiva.
Mi spiego meglio: ho già sentito alcuni alluvionati che dicono "eh sì adesso mi date dieci milioni e poi vi dimenticate di noi e non ci date più niente".
Devo dire con chiarezza questo: i 150 miliardi è quanto la Regione dovrà stanziare per coprire questa prima fase di emergenza e di post emergenza, è stato detto a chiare lettere da tutti i rappresentanti del Governo e da tutti i rappresentanti delle Regioni (ma non nascondiamoci che i soldi per gestire questa alluvione ce li deve comunque trasferire il Governo e noi cercheremo evidentemente di farci dare il giusto), bisogna avere la forza e voi che siete Consiglieri che operate sul territorio piemontese, io mi appello anche alla vostra sensibilità nei contatti e negli incontri che avrete con gli amministratori e con i cittadini, di voler specificare con estrema chiarezza che questo è un primo contributo perché c'è la assoluta volontà politica del Governo, della Regione, della Provincia, del Comune, a far sì che questi contributi siano erogati in tempi non biblici, ma brevi.
Bene, questo meccanismo, come vi ho detto, è stato messo in moto a partire da martedì e abbiamo già avuto parecchie riunioni con i rappresentanti di ANCI e UPI per mettere a punto ulteriormente le varie casistiche. Credo che le varie amministrazioni comunali abbiano già a loro volta articolato iniziative sul territorio di competenza per far fruire questi moduli e successivamente censirli e restituirli, in modo che si possa partire con questo primo insieme di moduli e, man mano che i moduli arrivano, far confluire nelle casse dei Comuni le risorse finanziarie perché - anche questo mi preme ripeterlo - saranno i Comuni ad erogare i contributi ai loro cittadini. Questa è una scelta che ha voluto fare il Ministro Bianco, ma che io mi sento vivamente di condividere in quanto il principio di sussidiarietà deve anche in questi casi trovare la sua giusta applicazione.
Questo è lo stato dell'arte al momento attuale.
Abbiamo il grosso problema delle infrastrutture e di alcune aziende molto importanti della nostra Regione che hanno subito danni consistenti e che oggi hanno considerevoli difficoltà nel rimettere in moto la loro catena produttiva.
Per quanto riguarda le infrastrutture, avete visto qual è stata la reazione delle società autostradali, su sollecitazione del Ministro Nesi: la Torino-Milano è stata riaperta; mi sembra che il collegamento con Ivrea attraverso la Santhià-Ivrea sia in fase di apertura; qualche settimana di più ci vorrà per collegare Torino ad Aosta direttamente e, nello stesso tempo, alcuni grandi interventi sono stati fatti sulle principali strade provinciali che avevano una situazione di grande criticità (come ricorderete, nella giornata post-alluvione, quando abbiamo fatto il Consiglio, il bollettino di guerra diceva: 125 provinciali interrotte, 15 statali).
Oggi, dal punto di vista dell'isolamento, abbiamo un solo grande problema, che è quello di Macugnaga, in quanto - ahimé - non è possibile riaprire la strada, non tanto per quanto riguarda i lavori di ripristino dell'assetto stradale, quanto perché sulla strada incide un pericolo di frana che potrebbe obiettivamente mettere a repentaglio delle vite umane.
A tale proposito, tanto per darvi degli ordini di grandezza, calcolate che mettere in sicurezza la strada di Macugnaga costa 200 miliardi inoltre, riaprire definitivamente e mettere in sicurezza la statale del Sempione, la n. 33, oppure la ferrovia internazionale Domodossola-Svizzera richiede, solo in quella Provincia, delle risorse finanziarie che sono di un'entità impressionante. Si parla di 400-500 miliardi solo per mettere in sicurezza le statali del Verbano-Cusio-Ossola. Se poi aggiungete che alcune di quelle statali, a partire dal primo gennaio, passeranno alla competenza provinciale, comprenderete che la situazione va gestita con grande ed importante criticità.
Voglio raccontarvi un episodio, se me lo permettete, che vi dà la misura dell'attenzione che stiamo ponendo a questo argomento. Ieri io sono stato dal Ministro Nesi a firmare un PRUST (non so se tutti sanno cos'è) al Ministro ho anche portato la situazione del VCO, con tutte le cifre.
Il Ministro Nesi mi ha detto: "Guarda, Ghigo, volevo raccontarti che sono rimasto veramente stupito l'altro giorno, perché, in una riunione presso l'ANAS, Cavallera, che generalmente è così misurato e così tranquillo, è andato "fuori dai fogli" e ha fatto una sfuriata impressionante al Direttore generale dell'ANAS, il dottor D'Angiolino. Sono stato persino un po' in imbarazzo, perché da Cavallera non me lo sarei mai aspettato". Per cui, anche l'Assessore Cavallera, che noi diciamo essere animale a sangue freddo, ha dimostrato di avere dentro l'orgoglio di voler vedere le cose risolte.
Ma per quale motivo questa diatriba, questo confronto dialettico si è un po' acceso? Perché l'ANAS considera le strade per quanta superficie queste coprono cioè loro considerano che i propri compiti si debbano semplicemente fermare alla gestione del manto stradale della carreggiata (lì ce ne sono due carreggiate). Invece - e questo è un problema che abbiamo affrontato in alcune discussioni anche prima dell'evento alluvionale, in occasione di una frana sulla statale 33 che portò ad una visita del Ministro Nesi nello scorso mese di agosto - quelle sono tutte strade che attraversano delle valli che, dal punto di vista geologico, sono in una situazione drammatica.
Diciamocelo; bisogna anche avere il coraggio di dirlo: sono tutte strade non in sicurezza, perché da quelle montagne può staccarsi un masso in qualsiasi momento e cadere sul manto della strada.
Ebbene, l'ANAS - ed è il motivo per cui l'Assessore Cavallera si è un po' alterato - ritiene che la messa in sicurezza dei versanti delle montagne non sia di sua competenza, ma di qualcun altro.
Devo dire che il Ministro Nesi, fortunatamente, si è convinto che così non deve essere e si è preso degli impegni specifici. La lettera che io ieri gli ho portato era proprio molto dettagliata sulle strade del VCO vicino ad ogni strada erano specificati - adesso non li ho, ma ce li avrà sicuramente l'Assessore Cavallera - gli interventi di prima emergenza quelli di messa in sicurezza e addirittura gli investimenti necessari, ma se vado a memoria, complessivamente, per mettere in sicurezza quelle due statali e la ferrovia, ci vogliono 440 miliardi.
Questo per dirvi che la situazione dei danni alle infrastrutture è di grande consistenza, ma in questo senso devo dirvi - e lo dico non per piaggeria istituzionale nei confronti dell'attuale Governo - che abbiamo ricevuto dal Governo delle risposte puntuali, molto attente e molto partecipate.
Ci tengo a dirlo, perché è la verità e credo che sia sempre bene dire soprattutto la verità.
L'altro aspetto, quello relativo alle imprese, è una preoccupazione che stiamo gestendo anche con il Ministero del Lavoro, in quanto alcune particolari iniziative per la mobilità e anche particolari sensibilità legate alle nuove tipologie delle professioni e dei contratti di lavoro che in questo momento sono in essere nelle nostre aziende, ci hanno portato a proporre delle iniziative sul decreto Soverato; ma chi di voi era presente lunedì, sa che questo argomento è stato esplicitato anche da qualche parlamentare e che siamo molto attenti in quella direzione.
Queste sono le notizie che ritenevo di darvi; colgo anche l'occasione per ringraziare la mia maggioranza per l'atteggiamento tenuto nell'ambito delle polemiche che ogni evento di questo genere produce; naturalmente essendo io il Presidente, questo può sembrare un ringraziamento scontato anche se nelle maggioranze nulla è scontato - però desideravo farlo.
Ovviamente, voglio pure ringraziare per l'atteggiamento responsabile che l'opposizione ha tenuto nella gestione di tutte le tematiche riguardanti l'alluvione.
Credo che, proprio grazie all'aiuto dell'opposizione unitamente a quello della maggioranza, la gestione di questo evento sia stata un modello nel nostro Paese. Mi riferisco al fatto che nella nostra Regione non si siano create quelle solite situazioni nelle quali, in passato, più che occuparsi dei problemi da risolvere, ci si è occupati di identificare un responsabili.
Dei responsabili ci sono, nel senso che non si può semplicemente addebitare quello che è successo all'eccezionalità dell'evento: ci sono dei responsabili e ci sono delle responsabilità collettive.
Il nostro è un territorio obiettivamente ferito; è dunque necessario che anche un'assemblea come questa abbia il coraggio di intraprendere iniziative legislative che pongano in moto un processo culturale nuovo nella gestione del territorio.
Credo che il Piemonte, in tutte le sue manifestazioni istituzionali sia stato in grado di dare un segnale molto condiviso e che, secondo me, ha dato a tutta la classe politica di questa Regione la possibilità di dimostrare che quando c'è da discutere argomenti che toccano principalmente l'interesse della collettività, si è anche in grado di mettere da parte la faziosità politica e di lavorare per un unico obiettivo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Prima di iniziare un dibattito di merito, vorrei chiedere se possiamo prevedere l'ordine della discussione, perché il Presidente Ghigo ha annunciato che ha un tempo limitato per la partecipazione a questo dibattito. Io mi sono iscritto a parlare subito, ma immagino che tutti i Consiglieri vogliano intervenire, interloquendo con il Presidente chiederei di regolare la discussione in modo che possa avvenire per tutti nelle stesse condizioni di interlocuzione politico-istituzionale, come pu avvenire all'inizio di questa discussione. Quindi, se fosse possibile - non so qual è la soluzione - potremmo cominciare questo dibattito e poi spostarlo in una data nella quale il Presidente garantisca a tutti i Consiglieri e a tutti i Gruppi la possibilità di interloquire. Questa era la prima cosa preliminare che volevo dire; dopodiché, invece, mi ero iscritto a parlare nel merito, ma aspetto la risposta.



PRESIDENTE

Io ho provato a fare due valutazioni: abbiamo un'ora e 15 minuti; se riserviamo uno spazio di 10 minuti a ciascun Gruppo, dovremmo avere la possibilità di svolgere in questo tempo un dibattito con la presenza del Presidente Ghigo. Questa è la ripartizione più equa e più logica.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Sì, Consigliere, sulle comunicazioni del Presidente Ghigo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Presidente, dal momento che stiamo cercando di lavorare in collaborazione, le spiego qual è il punto cruciale. Naturalmente, io ho chiesto di parlare e lo faccio a nome del mio Gruppo, ma siamo in una situazione per la quale penso di interpretare esigenze più diffuse. Lei capisce che i Consiglieri eletti nelle diverse zone della regione gravemente danneggiate, intendono portare, qui in aula, un contributo di immediatezza e rappresentanza del loro territorio: è naturale, e del resto fa parte delle loro funzioni. Per questo, le proporrei - pur essendo d'accordo sulla sua proposta - di prevedere un aggiornamento di questa nostra discussione, per concluderla in modo da soddisfare anche quest'elementare esigenza dei Consiglieri. Non mi sembra esistano ostacoli in tal senso.



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, accolgo la sua proposta, aggiungendo inoltre che reputo opportuno quest'aggiornamento anche perché, con esso, potremmo avere ulteriori dati. Lo sappiamo, i dati si aggiornano progressivamente soprattutto per quanto riguarda gli interventi e le iniziative.
Quindi, procediamo con i nostri lavori e cominciamo con la prima fase.
Ogni Gruppo consiliare ha a disposizione dieci minuti. Durante la prossima Conferenza dei Capigruppo, prevista per la settimana ventura (martedì non si terrà la seduta del Consiglio regionale, terremo solo la seduta ordinaria della Conferenza dei Capigruppo) cercheremo di individuare una giornata per proseguire il dibattito. In questo modo, i Consiglieri che rappresentano le diverse aree danneggiate della nostra Regione potranno esprimere le loro valutazioni.
Riassumendo: dalle ore 16.30 andiamo avanti con il dibattito sull'alluvione, poi trattiamo l'argomento "Sanità" e infine procediamo all'integrazione della votazione sulle nomine.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Parli pure al microfono, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Volevo chiederle se l'accordo è questo: oggi garantiamo un intervento per ogni Gruppo, alla presenza del Presidente Ghigo. Potremmo terminare per le ore 16.30 o per un'ora dopo, o anche per più tardi, poi aggiorniamo il dibattito...



PRESIDENTE

L'abbiamo detto: dieci minuti per ogni Gruppo...



CHIEZZI Giuseppe

A me interessa capire se si riesce a parlare alla presenza del Presidente Ghigo...



PRESIDENTE

E' proprio questo lo scopo! Cominciamo con l'intervento del Consigliere Marcenaro.


Argomento: Calamità naturali

Comunicazioni e dibattito in ordine all'emergenza alluvione (seguito)


PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, a lei la parola.



MARCENARO Pietro

Presidente, colleghi, scorrendo gli ordini del giorno gentilmente distribuiti, vedrete che di essi (tranne uno, di cordoglio) non ne esiste alcuno presentato dai Gruppi dell'opposizione.
Forse altri daranno altre interpretazioni, ma sono decisamente convinto che la nostra discussione di oggi dovrebbe concludersi con un indirizzo unitario del Consiglio regionale, frutto di quello stesso spirito di collaborazione che ha presieduto alla prima fase dell'emergenza, ormai alle nostre spalle.
Molto rapidamente vorrei dire che alcuni fattori sono stati, in una situazione così drammatica e difficile, di grande importanza, e che per questo mi accingo a prenderli in considerazione.
Credo di non sbagliarmi se dico che nel 1994, alle prime ore del mattino di sabato, il Tanaro cominciava a demolire i ponti ad Ormea, che verso sera investiva Alba, poi Asti, ed arrivava ad Alessandria senza che nessun meccanismo di prevenzione fosse scattato, con conseguenze estremamente drammatiche, in primo luogo per le perdite di vite umane.
Non un complesso sistema di informazione, ma neppure una telefonata informò, allora, della situazione: il conto delle vittime, probabilmente aumentò per questa mancanza. Oggi, invece, dobbiamo prendere atto di una situazione radicalmente diversa. L'evento di questi giorni ha avuto dimensioni maggiori - dal punto di vista quantitativo - di quelle del 1994 ma oggi abbiamo registrato una capacità di allertamento, di prevenzione comunicazione e tutela della comunità che costituisce - a mio parere - un fatto di enorme rilievo. Tutto ciò è frutto del lavoro delle istituzioni e dei tecnici, del sistema organizzativo, dell'impegno professionale e civile di tutti: mi sembra costituisca un elemento molto importante. Inoltre, va citata la pronta capacità di intervento della Protezione civile, oltre che un rinnovato ruolo delle istituzioni, a partire dai Sindaci. Oltre al ruolo importante che già abbiamo riconosciuto alla Regione e al suo Presidente pensiamo ai Sindaci che, nei momenti drammatici, hanno costituito un punto di riferimento importante per le loro comunità.
Naturalmente, si sono verificati episodi di forte sofferenza avvenimenti frutto dell'esasperazione, ma nell'insieme, la Regione e tutti i cittadini piemontesi, non hanno mai avuto, nonostante la drammatica situazione, l'impressione che essa fosse senza controllo, che non fosse governata. E' questo un fattore - per quanto mi riguarda - di grande importanza, utile a ricostruire un rapporto positivo, di fiducia (fondamentale in simili situazioni) tra i cittadini e le istituzioni.
Credo sia un aspetto primario il fatto che la politica, nel suo insieme, di fronte ad un simile evento, sia riuscita a dare una prova positiva, di responsabilità, di capacità di cooperazione tra le diverse istituzioni. Si è saputo affrontare con grande senso del dovere una situazione impegnativa e difficile, mettendo in secondo piano i problemi di "appartenenza" e in primo quelli della politica come "servizio".
Dico queste cose adesso, ma me le avete già sentite ripetere nel corso di questi giorni di cui sono profondamente convinto. Dico queste cose, non perché penso che di fronte ad un evento di questa natura esistano opinioni e posizioni comuni, penso al contrario. Quando andremo ad analizzare in profondità, non solo le cause dell'evento, ma quali sono i grandi insegnamenti, che dal punto di vista politico, avremo da questo evento emergeranno le differenze tra di noi.
Semplicemente penso che c'è un tempo per le diverse cose. C'è un tempo che riguarda le situazioni dell'emergenza, della drammaticità, c'è un tempo che riguarda, invece, il confronto tra le prospettive e le posizioni politiche diverse che anche da un fatto come questo, a mio parere emergono. Oggi è molto importante il fatto che le risposte siano efficaci per consolidare un rapporto positivo con i cittadini e per rispondere ai problemi che abbiamo.
Per questo noi concordiamo con il fatto che si proceda con un atto di fiducia nei confronti delle popolazioni piemontesi scegliendo le strade che elidano al massimo qualsiasi elemento di intermediazione burocratiche e rendano possibile una velocizzazione ed una efficienza ed efficacia degli aiuti.
Siamo convinti, contemporaneamente, che occorra prestare attenzione a quelli che sono gli aspetti che distinguono e caratterizzano questo evento rispetto a quello del 1994. Nel 1994 fu maggiore il peso dell'evento sui cittadini, sulle famiglie, sulle persone. Intere grandi città furono investite. Oggi noi abbiamo un problema che riguarda i cittadini privati molto acuto e non ancora del tutto risolto, anche se tante cose sono state fatte, ma dobbiamo sapere che l'aspetto fondamentale di questa alluvione è il "colpo" che è stato dato al sistema infrastrutturale e il "colpo" che potenzialmente viene dato alla situazione economica attraverso le attività produttive. Questo costituisce oggi un punto molto importante per intervenire.
L'ultima questione che volevo affrontare è inerente all'enorme questione della sistemazione del territorio.
Emergerà in primo luogo una forte differenza tra le nostre posizioni.
Nessuno è stato in grado di convincermi che è il mercato che può risolvere i problemi dei quali stiamo parlando. Siamo di fronte ad eventi che sottolineano l'indispensabilità di grandi politiche pubbliche che abbisognano di enormi quantità di risorse. Si parla di 25 mila miliardi solo per quanto riguarda il bacino del Po e di una cifra moltiplicata per quattro se guardiamo al panorama nazionale. Naturalmente ci sarà un punto di confronto politico molto importante, perché naturalmente a chi parla con una qualche faciloneria, di un'indiscriminata riduzione della pressione fiscale, a me viene da chiedere dove si troveranno le risorse per fronteggiare problemi di questa dimensione, di questa natura.
Esiste anche il problema, oltre a questo naturalmente, di fare un'analisi e una valutazione della situazione e una forte capacità di intervento sull'emergenza. Una regione capace di fare grandi politiche, di costruire, di misurarsi nuovamente con una funzione alta, con i problemi dello sviluppo.
Su questo punto voi sapete che già in queste ore si misurano delle alternative, fra chi pensa che il ruolo della Regione sia quello di sostituirsi alle autorità locali, ai comuni - magari con gli Assessori regionali che vanno direttamente a distribuire nelle case i moduli - e chi pensa che in questa situazione si accentui il ruolo di regia di una Regione che si configura, dentro un effettivo sistema di sussidiarietà. Anche sui problemi che riguardano alcuni elementi di polemica, di scelta che sono già emersi in questi giorni avremmo bisogno di una riflessione più pacata.
Temo, francamente, coloro che in questi giorni stanno innalzando la bandiera del "disalveo". Il disalveo è una cosa utile e necessaria se viene fatta in termini mirati, guardando determinate situazioni. Se invece viene considerata come un'indicazione generica rischia, l'Assessore Cavallera insegna, di dare luogo a delle prospettive terrorizzanti in un paese al quale i problemi nascono in montagna, ma poi si scaricano nelle pianure con le conseguenze che questo comporta.
Sento l'esigenza, nei prossimi giorni, di aprire una discussione impegnativa in Consiglio regionale. Presidente Cota, avevamo detto all'inizio che c'è bisogno di un Consiglio regionale che riesca, sui grandi temi, a calendarizzare delle vere sessioni tematiche. Oggi noi dobbiamo concludere questa discussione sull'alluvione, ma su alcuni dei grandi temi che vanno dal sistema infrastrutturale, alle politiche territoriali, alla questione della sistemazione idrogeologica, occorre che questo Consiglio regionale trovi la capacità di darsi delle occasioni per una discussione sulle funzione di indirizzo e di orientamento attraverso il confronto delle diverse opinioni.
Come ha detto il Presidente Cota non sarà questa la seduta nella quale discuteremo degli ordini del giorno, ma penso che sia giusto che la Giunta e il Presidente della Giunta regionale in particolare, assumesse la responsabilità di promuovere la verifica su una possibile conclusione unitaria dell'assemblea su questo punto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Sarò brevissimo. Sono già intervenuto nel Consiglio regionale di martedì 17 ottobre. Non era un Consiglio regionale, ma un'Assemblea di Consiglieri che si è tenuta qui in Consiglio regionale. Credo di aver già detto in quell'occasione dove il nostro Gruppo ha individuato le cause principali del disastro alluvionale: il dissesto idrogeologico, l'abbandono dei letti dei fiumi.
Personalmente mi sono recato ad Isola Sant'Antonio, sulla strada statale 211, dove è nuovamente uscito, dopo il 1994, il fiume Po. Ho scattato delle foto sulle condizioni in cui si trovava il letto di quel fiume. Vi segnalo solo che la ristrutturazione di quel fondo è terminato nel 1998. Oggi, attaccati alle arcate, vi sono alberi alti oltre 12/13 metri e il letto del fiume per due terzi è completamente intasato da ghiaia: è un bosco. Ho le foto; gradirei che i Consiglieri le guardassero.
Come libero cittadino sono andato dalla Magistratura, ho portato trenta foto ed ho denunciato gli eventuali responsabili di quel disastro. Quel disastro, non ho dubbi, è legato, almeno per il 90%, alla mancata sistemazione dell'alveo di quel tratto di fiume Po.
Inoltre, al termine del Po, in sopraelevato è stata costruita la rimanente parte della statale n. 211. Bene, lì sotto dovevano esserci quattro ponti con dei fori di scarico, quindi praticamente dei ponticelli che avrebbero dovuto permettere il deflusso delle acque in caso di piena eccessiva. Bene, qui ci sono le foto di quei quattro ponticelli, che sono completamente ostruiti dal alberi e detriti, ma non portati dall'alluvione perché c'è l'erba e le foglie verdi. Quindi qui ci sono dei responsabili.
Come Gruppo della Lega Nord abbiamo presentato una richiesta di Commissione di inchiesta del Consiglio regionale che vada a vedere se ci sono altre situazioni di questo tipo e quando si parlerà dell'ordine del giorno, ne vorrei parlare bene e ampiamente in questo Consiglio, perché è giusto vedere con i nostri occhi in che condizioni vengono tenuti gli argini e i bacini dei fiumi.
E' vero che se si scava troppo si fanno dei danni, ma se si lasciano attaccati ai piloni dei ponti, per due terzi di arcate, alberi alti dieci dodici metri che superano l'altezza del ponte e che ostruiscono completamente il passaggio delle acque - bene! - se, poi, piove tanto, il territorio è abbandonato e le acque arrivano in massa sotto i ponti, non ci possiamo stupire che escono dagli argini e provocano danni, come è successo all'Isola San Antonio e come, probabilmente, è successo anche da altre parti.
Sicuramente ha funzionato benissimo il sistema d'allarme, ma la prevenzione no.
Abbiamo sbagliato, in pieno, sulla prevenzione, perché a Casale l'argine non ha tenuto e ha ceduto: il fiume è uscito, ha cambiato letto e ha fatto dei danni enormi, quindi qualcosa non funziona.
Voglio sapere se è vero che l'autorità di bacino e, in particolare Passino aveva informato il Ministro Nesi del fatto che uno dei punti critici era quell'argine, perché non è stato fatto nulla e, di conseguenza quell'argine è ceduto: cose dichiarate, tra l'altro, su RTL da un funzionario di autorità di bacino.
E' fondamentale che non si riverifichi una situazione di questo tipo perché, purtroppo, non siamo in condizione di gestire il tempo, ma sicuramente dobbiamo essere in condizione di gestire il territorio.
Mi auguro che, nell'anno nuovo, molte delle competenze che oggi ha lo Stato (Magistrato per il Po e le autorità di bacino) passino, come si dice alle Regioni. E' ovvio che le competenze non possono passare a una sola Regione, perché il Po attraversa più Regioni.



(Commenti in aula)



ROSSI Oreste

Benissimo, il fiume Po passa in Padania.
Presidente, sono perfettamente d'accordo con lei sul fatto che non è sufficiente fare degli emendamenti al decreto Severato, perché sinceramente occorre un decreto ad hoc per questo evento, per due motivi: è talmente grosso che non può essere un pezzo di un altro, ma cosa importante, andare a fare degli emendamenti, significa passare nelle aule (Camera, Senato e nelle Commissioni) e arrivare a delle votazioni che, per lunghe o breve che siano, sono sempre troppe lunghe. Un decreto è molto più rapito.
Concludo così e mi riservo di intervenire in modo più particolareggiato nella Commissione di inchiesta che, secondo me, questo Consiglio regionale deve fare per quanto riguarda i fiumi e i letti dei fiumi di nostra competenza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, ancora una volte devo esprime un giudizio positivo per il senso di misura del Presidente Ghigo nella sua comunicazione, non soltanto perché ha riconosciuto una grande serietà alla minoranza che avrebbe potuto, su alcune questioni, assumere sicuramente una posizione diversa - questa sarebbe stata la tentazione - ma, soprattutto ho apprezzato il fatto che il Presidente Ghigo, ad un certo punto della sua comunicazione, ha affermato che ciò che è capitato non è soltanto causa di un evento eccezionale, ma ha parlato di irresponsabilità collettiva e forse anche di tipo individuale.
Credo che il riferimento a delle responsabilità per ciò che è capitato è importante. Questo clima, almeno per quanto ci riguarda, è costruttivo e spero che continui se la posizione espressa dal Presidente Ghigo, in ordine alla responsabilità, ha anche degli effetti e dei comportamenti reali del Consiglio regionale.
Bisogna passare da una fase in cui c'è la gestione dell'emergenza, e mi pare che la comunicazione ha questo significato, a una fase molto più precisa e meno emotiva, in cui l'Assessore Cavallera, assieme alla sua struttura, ci dia una spiegazione scientifica su ciò che è capitato e ci dica quali sono state le cause che hanno provocato il fenomeno. Altrimenti ognuno di noi esprime sensazioni diverse: il collega Rossi ha parlato di alberi, di argini ecc.; io, invece, posso comunicare altre sensazioni.
Il problema è capire che cosa è successo oltre all'evento eccezionale: come ha reagito il territorio, come hanno reagito i corsi d'acqua e come hanno reagito quei lavori che sono stati fatti nel passato.
Se si inizia da questo esame serio e oggettivo si può sviluppare un dibattito importante che deve avere, per forza di cose, delle conseguenze sulle politiche territoriali e infrastrutturali, altrimenti passiamo da un'alluvione all'altra e da un'emergenza all'altra.
La discussione ci consentirà di valutare il problema e di avere gli elementi precisi per capire se la politica, ad esempio quella sulla montana, è stata coerente con le riflessioni che faremo - magari lo è stata ma, sicuramente, ha delle connessioni sulle politiche dei lavori pubblici e sulle infrastrutture.
Credo che un dibattito serio richiede, una volta superata l'emergenza una riflessione seria e il più possibile asettica e scientifica per decidere le misure necessarie e individuare quali sono gli interventi di carattere infrastrutturale che la Regione deve realizzare.
Questa mi sembra la modalità più utile per affrontare questo problema per cui va bene la comunicazione fatta oggi dal Presidente Ghigo, ma spero che un giorno l'Assessore inizi una sua relazione dicendo: "E' capitato questo fenomeno, questi sono i dati relativi all'accaduto, questi sono gli elementi e queste sono le misure che si propongono". Avendo questi dati allora si può farne derivare le conseguenze sulle altre politiche, a partire da quella urbanistica che è una delle più importanti.
Ho partecipato alla riunione dei parlamentari che è stata, giustamente convocata da parte del Presidente Ghigo. Ho letto gli emendamenti che sono stati proposti e ho notato un pericolo; forse faccio un processo alle intenzioni, se è così chiedo scusa, ma ho il timore che questo evento diventi come quello del '94, cioè che possa dare "sfogo" ad alcune tentazioni, aumentando il peso dell'organizzazione regionale.
Quando, nella proposta di emendamento al decreto Soverato, leggo che è possibile, come misura straordinaria, assumere personale in deroga agli ordinamenti, dico che bisogna essere molto cauti! Noi vorrei che continuassimo, come stiamo facendo adesso, a pagare gli straordinari con i fondi dell'alluvione del '94: mi sembra ancora questa la motivazione! Cerchiamo di essere seri! Non bisogna creare un'altra burocrazia regionale attorno a questo tema.
Bisogna stare molto attenti ed essere precisi, anche se la tentazione pu esserci.
Noi, invece, immaginiamo una modalità di lavoro di questo tipo.
Parliamo dei danni.
Il Presidente Ghigo ha parlato delle anticipazioni, del primo rimborso ecc.; va bene, ma non mettiamoci sulla strada che la Regione Piemonte si metta a fare le verifiche e i controlli. Tanto i controlli bisogna farli.
Gli automatismi sono un fatto importante, ma i controlli vanno fatti. Per non mettiamo in piedi una struttura di verifica, di controllo e di esame perché non è la Regione che deve farlo, perché, quando l'ha fatto, ha sempre sbagliato.
Lasciamo che questa competenza resti in mano agli Enti locali, ai Comuni, alle Province e alle Comunità montane: mi sembra questo il livello più adatto. Infatti, poco fa, parlando con il mio collega, ancora Sindaco di Villanova, mi confermava che solo il Comune è in grado di esprimere le valutazioni su ciò che è capitato, per esempio ad un'attività o a una persona.
La competenza della verifica è locale. Se la Regione vuole, come è giusto che sia, intervenire in questo processo deve - però immediatamente aiutare gli Enti locali (Comuni, Province e Comunità montane) in questa fase di verifica dei danni, di stima e di valutazione, perché se mettiamo in piedi una struttura regionale diventa estremamente grave.
Dico questo al Presidente Ghigo che è molto sensibile: stia attento affinché non si crei una burocrazia regionale intorno all'evento alluvionale. La Regione lasci questo problema ai comuni, anche nella verifica; si dedichi alla seconda parte, alla politica territoriale, cioè alle politiche di grandi dimensioni. Questa è una competenza più importante e sulla quale si deve intervenire urgentemente perché, terminata la fase dell'emergenza, il rischio è di dimenticare cosa si è verificato. E' un rischio forte, non illudiamoci.
E' stato detto che nelle zone nelle quali sono stati fatti alcuni interventi, a causa dell'alluvione del 1994, non è successo nulla; questo non è assolutamente vero, perché comunque, laddove si è intervenuti, le precipitazioni non sono state così elevate come in altre parti del Piemonte. Quindi, non adagiamoci sugli allori, perché, probabilmente, si sarebbe verificato ciò che è accaduto nella provincia di Torino o a Verbania.
La situazione è complessa e richiede politiche infrastrutturali forti dal punto di vista regionale; dobbiamo dedicarci a questi temi. La gestione dell'emergenza e dei danni lasciamola ad una competenza di tipo locale quindi comunale, anche qui garantendoci in tutti i modi possibili, ma non lasciamoci prendere dalla tentazione di essere il centro di tutto e che possiamo gestire l'ordinario. L'ordinario è una questione che non ci compete.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Devo dire che ho una percezione diversa perché in questi giorni ho visitato - può darsi casualmente - alcune zone che ritengo non meritino il dibattito che si sta svolgendo, in quanto ci sono decine di migliaia di persone che da quindici giorni si trovano in una situazione drammatica sotto molti punti di vista. E' vero, questa volta vi è stato un intervento efficace di fronte all'emergenza, dove il Po ha rotto gli argini ed è esondato, e non si è trattato di prevenzione. Tutte le persone residenti in quei comuni, da Trino in giù, ma anche Morano Po e Casale, sono state aiutate dalla Protezione Civile per sgomberare le loro case che per alcuni giorni sono state allagate e, magari per la seconda volta, hanno perso tutto. Adesso hanno le case vuote, forse sono riusciti a pulirle, ma non hanno i materassi sui quali dormire. Gli abitanti di Morano Po e di Casale è esasperata perché noi, purtroppo, non siamo neanche riusciti a portare i materassi e coloro che non hanno trovato ospitalità dormono per terra in un'abitazione che è stata allagata, ed è tanta gente. Se provate a recarvi in quella zona vi troverete l'esasperazione. Ho citato la situazione di Morano Po come esempio.
Siamo di fronte ad una situazione più allarmante di quanto appare. E' vero che non ci sono stati decessi, quindi fa meno effetto, ma la situazione di coloro che sono sopravvissuti in queste zone è tragica e la vivono come un'assenza d'intervento. Infatti, dicono dell'intervento dei pompieri e della Protezione Civile, punto e basta, il dopo non l'hanno più visto.
In quelle zone vi è un elemento in più di ulteriore preoccupazione perché abbiamo ricostruito in fretta le strade più importanti, abbiamo dato molta importanza a questo elemento, ma l'argine rotto dal Po non è ancora stato ricostruito, non si è ancora fatto nulla. Sono trascorsi dieci giorni dalla fine dell'evento e non è stato fatto nulla. Le popolazioni vivono nell'angoscia di cosa possa succedere anche soltanto con una pioggia abbondante poiché gli argini sono stati rotti.
Da questo punto di vista, la tempestività non riguarda soltanto il ripristino del collegamento con l'autostrada di Torino, ma fare in modo che quelle popolazioni possano vedere che si sta facendo qualcosa per evitare che, magari tra un mese, si ripeta l'evento. Questo è importante perch credo ci siano responsabilità, come ricordato in altri interventi. Non possiamo dimenticare le responsabilità che hanno portato a questo semplicemente per il fatto che finora il pronto intervento è stato efficiente.
Vi sono alcune strutture, ad esempio la Magistratura del Po e la stessa ANAS, pesanti, poco flessibili e poco capaci di comprendere il tipo di interventi che abbiamo.
Sono convinto che di fronte alle infrastrutture crollate vi siano notevoli responsabilità per quanto riguarda la mancanza di manutenzione, di interventi e una visione limitata della situazione.
Ripeto: oltre a tutto questo, purtroppo, vi è una parte significativa della popolazione che sta vivendo drammaticamente e non possiamo far finta che vi sia stato soltanto un problema che ha colpito le infrastrutture; non possiamo andare avanti così.
Anche qui, rispetto agli aiuti, credo si debba porre attenzione. Nei primi giorni si sono fatte delle promesse che nella realtà sono minori rispetto all'aspettativa creata. Credo che anche qui si debbano fare delle distinzioni, ad esempio per quanto riguarda coloro che sono già stati colpiti dall'alluvione di alcuni anni fa e per la quale hanno ancora dei debiti da pagare per la ricostruzione e, nuovamente, si ritrovano nella stessa situazione.
Concludo con alcune considerazioni più generali.
Sono convinto che dietro a tutto questo non ci sia soltanto un evento eccezionale; è chiaro che se non piove e se non piove abbastanza non pu esserci un'alluvione, una responsabilità obiettiva della pioggia non pu non esserci, però punto e basta.
Detto questo, credo ci siano responsabilità, come accennato da alcuni e lo stesso Presidente ci ricordava che quelle strade sono crollate per determinati fatti. Nel caso del Po ci sono state delle omissioni di interventi che hanno favorito l'evento e sono le stesse cose che ricordava il Consigliere Rosso.
A mio avviso, sono situazioni importanti sulle quali riflettere affinché si abbia una politica diversa da quella che si è avuta finora e che ha portato a questo.
Credo che all'interno di una politica ci sia anche il privilegiare a tutti i costi le grandi infrastrutture, come si è verificato adesso, perch la prima preoccupazione è stata per le grandi infrastrutture. C'è un rapporto tra il dissesto del territorio e questa politica che si è di nuovo manifestata.
Per quanto riguarda la montagna non c'è soltanto un problema di politiche rispetto al territorio, ritengo ci sia anche un problema di politiche sociali. Se vogliamo che la montagna torni a vivere e che sia abitata, non possiamo semplicemente pensare ad una serie di interventi sull'aspetto territoriale, dobbiamo anche creare condizioni di vivibilità per le popolazioni insediate. In questi anni, sostanzialmente, è stato organizzato l'abbandono della montagna, ad esempio, chiudendo le strutture sociali perché gli abitanti erano pochi.
Credo che rivedere quel tipo di politiche sia qualcosa di molto complesso e forse completamente diverso da quanto abbiamo visto finora.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Il Presidente Ghigo c'è?



PRESIDENTE

Mi pare che si sia assentato un attimo.



CHIEZZI Giuseppe

Allora aspetto un momento.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la prego di iniziare a parlare; il Presidente Ghigo arriverà.



CHIEZZI Giuseppe

No, aspetto, perché non vorrei che...



PRESIDENTE

Va bene, allora do la parola ad un altro Consigliere.



CHIEZZI Giuseppe

Ecco, grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Salerno; ne ha facoltà.



SALERNO Roberto

Scusi Presidente, non mi pare che lei possa fare una mossa di questo genere. Chiami il Presidente Ghigo e dia la parola al Presidente Chiezzi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente.
Probabilmente il Presidente Ghigo si sarà allontanato qualche minuto per esigenze del suo ruolo. La sua Giunta è ampiamente rappresentata, se non altro anche dall'Assessore protagonista di questo evento alluvionale l'Assessore Cavallera.
Vorrei cominciare proprio dal collega Cavallera, per porgergli un sentito ringraziamento da parte del nostro Gruppo, a cui peraltro lo stesso appartiene.
Ognuno di noi è stato attore e protagonista di questi eventi alluvionali che abbiamo vissuto in tutti i nostri territori, nel territorio regionale. Ci siamo incontrati con molti colleghi dei vari Gruppi, per credo che quanto l'amico e collega Cavallera abbia fatto come Assessore all'ambiente non sia sfuggito a nessuno. Il ringraziamento, quindi, non vuole è essere né formale né simpatico od affettuoso, ma sincero, per il grande lavoro che ha svolto insieme al Presidente Ghigo.
Un ringraziamento personale - faccio un piccolo cenno alla mia provincia, Verbano-Cusio-Ossola, mi soffermerò in modo più dettagliato nella fase conclusiva - rivolgo agli amici e colleghi che sono venuti in loco anche nei momenti culminanti dell'alluvione, ci siamo visti nelle varie sedi, dai CSS alla Prefettura.
Ho apprezzato questa presenza, perché vuol dire che c'è stata una condivisione sul grave e significativo evento alluvionale che ha investito nella sua interezza la provincia del Verbano-Cusio-Ossola, ad esclusione forse, di una piccola porzione del Cusio.
Rivolgo un ringraziamento sincero a tutti loro. Non li menziono perch credo che siano venuti quasi tutti, cito per tutti soltanto il nostro Presidente Cota, il Presidente dell'assemblea.
Inizierei subito da una considerazione sugli ordini del giorno. Sono stati depositati un numero importante di ordini del giorno, alcuni specifici per territorialità o per argomento.
Sono d'accordo con il Presidente Marcenaro quando afferma che dobbiamo avere la capacità, proprio per dare un senso a questo stile che tutti condividiamo, di comportamento, di azione politica che siamo facendo insieme sull'evento alluvionale, di trovare una sintesi che possa portarci a redigere un unico testo di ordine del giorno, che possa diventare l'ordine del giorno del Consiglio regionale del Piemonte. Questo potrebbe essere un atto politico di estrema importanza, potrebbe dar forza e significato a una deliberazione che, con questa condizione, credo possa essere unanime da parte del Consiglio regionale del Piemonte.
Sono state citate le differenze rispetto all'evento alluvionale del 1994.
Sono d'accordo con chi mi ha preceduto. Questa volta abbiamo avuto la fortuna che gli uffici della Regione, l'Ufficio Meteorologico in particolare, abbiano potuto prevedere e prevenire in tal senso questo evento alluvionale. Nella giornata di giovedì sono state informalmente allertate le Province e le Prefetture. Nella giornata di venerdì, se non ricordo male, di prima mattina sono state invece allertate istituzionalmente.
Ritengo che sia stato un elemento importantissimo, di grande significato, che ha potuto permettere di limitare le perdite di vite umane perché non è vero che purtroppo non ci sono state perdite di vite umane ma sono state molto contenute. A tal proposito, vorrei con grande commozione e rispetto pensare a chi in questo momento molto sfortunato ha avuto la disgrazia di perdere la propria vita.
Credo che in merito ai rimborsi, un altro argomento che è stato posto all'attenzione del Consiglio regionale, la Regione si stia muovendo in modo estremamente positivo. Direi che la burocrazia è stata smantellata con le autocertificazioni. Esiste una volontà condivisa da tutti di dare un segnale consistente e concreto subito; mi riferisco, in particolare, ai fondi che saranno erogati nel giro di poche settimane per il pronto rientro nelle abitazioni o per la pronta ripresa delle attività commerciali e imprenditoriali. Questo ritengo che sia estremamente importante, sia un segno di grande responsabilità, che può, a differenza del passato contribuire a risolvere i problemi contingenti delle famiglie e dei nostri operatori.
Relativamente ai contributi, si parla di un contributo a fondo perduto del 30% e di una parte ad interessi zero del 45%.
La Giunta regionale dovrebbe veramente sforzarsi - e so che l'Assessore Cavallera sta lavorando in questo senso - per cercare di addivenire soprattutto per le piccole imprese, ad una forma di contributo a fondo perduto, magari più contenuto ma direttamente a fondo perso, e spiego il perché. A volte le piccole imprese e i piccoli commercianti hanno difficoltà ad accedere al credito perché hanno magari già dei momenti di sofferenza, sono al limite con la loro possibilità di indebitamento.
Pertanto, questa disponibilità del 45% a interessi zero diventa una disponibilità teorica, perché magari i commercianti, o i piccoli imprenditori in senso più generale, non hanno le garanzie e la capacità di ottenere questo credito. Un aiuto importante, perciò, potrebbe essere rappresentato da un contributo a fondo perso maggiore rispetto al 30 rinunciando al 45% a interessi zero, avvicinandosi a una percentuale che potrebbe aggirarsi attorno al 50% o al 60%. Semplificherebbero moltissimo la procedura e soprattutto ridurrebbero le spese a cui prima mi riferivo.
Imputati di questo disastro sono spesso i fiumi. Si è discusso, anche con momenti di polemica, di disalveo dei fiumi, di velocità delle acque dei problemi che i corsi d'acqua hanno creato al nostro territorio.
Si è parlato in senso polemico di disalveo. Ci sono stati fatti importanti, anche giudiziari, che hanno portato all'attenzione dell'opinione pubblica e dei cittadini questa problematica.
Vorrei fare una considerazione in senso generale: per sistemare il bacino idrografico del Po si parla di un investimento di 25 mila miliardi.
Per sistemare la rete fluviale italiana si parla di un investimento di 100 mila miliardi. Ragionando in un'ottica di buonsenso e di ragionevolezza, si può pensare ad un processo di investimento di circa dieci anni: 100 mila miliardi divisi in dieci anni rappresenta un investimento pari a 10 mila miliardi all'anno. Il Governo, ad oggi, per questi interventi pone una posta di bilancio di soli 1000 miliardi. Voi capite che questi dieci anni diventano un secolo! Non voglio né introdurre un elemento di polemica né criticare il Governo nazionale. Certamente ogni Gruppo politico che è rappresentato all'interno del Consiglio regionale del Piemonte è rappresentato anche nel Senato della Repubblica e nella Camera dei Deputati. Credo che attraverso i nostri colleghi parlamentari si debba tutti insieme fare uno sforzo per condividere una responsabilità al fine di aumentare questo investimento perché ritengo che sistemare la problematica in senso generale dei fiumi a livello nazionale, e in particolare nel bacino del Po, dove noi siamo ricompresi come territorio piemontese, non possa che giovare per un futuro più sereno della nostra Regione, e diminuire la preoccupazione dei nostri concittadini e il rischio soprattutto di eventi catastrofici come quelli che si sono verificati tra il 13 e il 16 ottobre scorso.
Riguardo ai fiumi, la polemica o l'elemento di valutazione, scavare sì o scavare no, scusate la semplicità, ci sono state anche polemiche tra i Gruppi politici, fra cui quello a cui appartengo. Credo che da una politica di circa trent'anni fa, quando c'era un'escavazione selvaggia e i ponti cadevano perché forse si scavava un po' troppo, ad una politica odierna di blocco totale degli interventi, bisogna trovare, con il buon senso e con la ragionevolezza, una via non dico media, perché non sono in grado di dire se la via giusta sia quella media, però una via di intervento logica. Quindi anche qui occorre uno sforzo da parte di tutte le forze politiche.
Non può certamente sfuggire a nessuno che nei nostri fiumi (cito per tutti il fiume Toce che conosco) vi sono delle zone dove il letto del fiume è più alto non della strada, ma della superstrada che lo circonda! Questo credo non sia normale, per cui bisogna, con uno sforzo comune, creare le condizioni affinché l'autorità di bacino si assuma le proprie responsabilità disponendo criteri generali e indirizzi chiari, ma soprattutto fissando regole precise.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Devo finire, Presidente?



PRESIDENTE

Sta scadendo il tempo a sua disposizione.



CATTANEO Valerio

Mi dia ancora un paio di minuti.
Quindi, attraverso la parte operativa (il Magistrato del Po per i fiumi di secondo e terzo livello; la Regione con l'ex Genio civile per i corsi d'acqua di primo livello), riuscire ad intervenire su questi problemi da un lato con un'unicità di comando e dall'altro con la possibilità di individuare meriti e responsabilità chiare, perché solo potendo fare delle verifiche ed individuare da un lato le responsabilità o dall'altro l'aver operato bene si potrà risolvere questo problema.
L'intervento che volevo fare era certamente più lungo e ulteriormente non dico tecnico, però purtroppo ho avuto, credo come altri, sul territorio, la possibilità di verificare con mano queste problematiche parlando con i tecnici e con gli amministratori. Sono contento di questo senso di responsabilità generale che ci vede veramente tutti remare sulla stessa barca nella stessa direzione per risolvere questo problema, quindi con un intervento istituzionale.
Volevo infine porre all'attenzione, chiedo ancora solo un minuto al Presidente e ai colleghi di pazienza, la situazione della Provincia dalla quale provengo, il Verbano-Cusio-Ossola...



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, la prego. Mi rendo conto, ma altrimenti non riusciamo a rispettare il programma, quindi lei parla ancora venti secondi.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Gli cedo un minuto dei miei.



PRESIDENTE

Non è consentito.



CATTANEO Valerio

Va bene. Pongo l'attenzione sulla Provincia del Verbano-Cusio-Ossola non dico altro. So che molti sono venuti, è una Provincia veramente piegata da questo evento; ringrazio il Presidente Ghigo che nel frattempo è rientrato in aula, per tutto quanto sta facendo per il Piemonte e anche per questa Provincia, per avere citato come elemento di grande evidenza rispetto ai danni nel senso più generale del Piemonte, questa terra che è veramente piegata e che ha grandi problemi sociali, economici e d'ambiente.



PRESIDENTE

La ringrazio molto, Consigliere Cattaneo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Se il Presidente Ghigo smette di telefonare io comincio a parlare.



(Commenti dai banchi della maggioranza)



CHIEZZI Giuseppe

Il Consigliere Manolino dice che pretendo troppo.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la prego; inizi il suo intervento.



CHIEZZI Giuseppe

Ma dato che il Presidente Ghigo sta telefonando...



PRESIDENTE

Sì, ho capito, ma non esiste solo lei!



CHIEZZI Giuseppe

Ma non esiste nemmeno solo il telefono del Presidente Ghigo!



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo è presente in aula; c'è un programma di lavori...



CHIEZZI Giuseppe

Ma c'è il Presidente Ghigo che sta facendo una telefonata...



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo è in aula; lei inizi a parlare!



CHIEZZI Giuseppe

Ma sta telefonando, non può ascoltarmi! Aspettiamo un secondo.



PRESIDENTE

Non esiste solo lei! Esistono 60 Consiglieri che svolgono il dibattito in aula!



CHIEZZI Giuseppe

Mi scusi, ma se mentre lei parla io mi metto a telefonare, lei mi riprenderà; spero di sì.
"Buongiorno, Presidente Ghigo".



PRESIDENTE

Inizi a parlare, Consigliere Chiezzi, ha già consumato trenta secondi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente Ghigo, per aver interrotto la telefonata.
Per quanto riguarda il problema dell'emergenza, quella che lei Presidente Ghigo, chiamava acuta la scorsa volta, adesso acuta non è più ma è sempre emergenza gravissima, durerà parecchio, specialmente dal punto di vista economico per il riavvio delle imprese.
Su questa emergenza, Presidente Ghigo, io non ho trovato da parte di tutta l'aula, e in particolare della minoranza, un atteggiamento diverso da quello del 1994. Nel 1994 non ha funzionato la protezione civile, ci sono stati danni e vittime; oggi ha funzionato, ma l'atteggiamento dell'opposizione è stato simile, di responsabilità, perché quando succedono fatti così disastrosi, quando ci sono vittime, così come la società si unisce, i vicini che magari non si parlano sono uniti a salvarsi, a salvare i loro beni, penso che questa coesione debba anche invadere il mondo politico e quindi anche la politica debba essere capace in quella occasione di avere un privilegio verso le azioni di soccorso, di solidarietà.
Presidente Ghigo, questo atteggiamento c'è stato, c'è e ci sarà, perch su questa emergenza penso che in certi settori l'avremo davanti sul nostro tavolo di lavoro. Questo da parte nostra non mancherà mai! Quello che aggiungo, detto questo (e quindi lasciando questa strada di collaborazione intonsa, così com'è, esisteva al primo giorno, almeno per quanto mi riguarda), è che dal punto di vista delle responsabilità noi siamo già al giorno dopo. E quindi tutti gli interventi riguardanti l'alluvione, per quanto mi riguarda, affrontata l'emergenza entro la quale suggerirei che i contributi per il rientro e il ripristino delle attività economiche siano dati al 100% e non al 40%, ma per quanto riguarda le responsabilità siamo al giorno dopo. Io individuo delle responsabilità palesi, per i danni che questa alluvione ha provocato, in una certa scelta politica di gestione del territorio, a tutti i livelli: macro, leggi nazionali che non ci sono; regionali: leggi e comportamenti regionali.
Quando è successo questo, Presidente Ghigo, io mi sono purtroppo ricordato del fatto che più di una volta in occasione della decisione della Regione Piemonte in ordine alle proprie risorse, ho proposto - in sede di discussione del bilancio - un investimento straordinario di 100 miliardi all'anno per gli anni a venire per la difesa del suolo! L'ho riproposto con forza; ho ricevuto da lei e dall'Assessore Cavallera dei dinieghi ripetuti! E durante quelle occasioni, mi ricordo, eravamo già dopo l'alluvione del '94, si citava l'alluvione, si citavano i danni, si citava la necessità di passare a investimenti in infrastrutture ambientali in modo prioritario: avete risposto di no! Bene, questo no è un no responsabile che pesa, perché non siamo riusciti a schiodarvi da una scelta di investimento di questo tipo! Queste sono le responsabilità che voi avete. Se poi c'è il Governo nazionale che investe, come dice Cattaneo, per adesso solo 1000 miliardi all'anno, noi diciamo che fa male, che dovrebbe investire di più, però lo diciamo in sede nazionale e lo diciamo in sede locale.
Ci sono scelte strategiche di programmazione e di pianificazione che questa Regione, questa Giunta, ha sempre rifiutato e le ha rifiutate violando leggi, non attuandole! E le ha rifiutate quando ha cercato di slacciare dalla pianificazione urbanistica certe regole di governo del territorio che volevano attenzione e coinvolgimento di una pluralità di soggetti. La modifica dell'art. 17 della legge urbanistica che tentava l'abbiamo frenata - di liberalizzare la gestione del territorio con varianti purché sia, è stata una vostra linea politica.
Allora, queste linee politiche sono dentro le responsabilità di un territorio che è conformato in modo fragile per la natura geologica del suo assetto, ma su questo territorio voi non siete intervenuti quanto la Regione poteva fare.
Allora, Presidente Ghigo e Presidente Cota, siamo al giorno dopo. Ci sono responsabilità pregresse e ci sono le responsabilità da questo momento in avanti.
Per quanto riguarda le responsabilità da questo momento in avanti, noi chiediamo a tutti i colleghi di riflettere su un fatto: i 600 mm. di pioggia in 36 ore sono sotto le nostre scarpe, non sono un evento possibile; sono un evento realizzato, fa parte della realtà delle cose; le zone che sono state allagate e fotografate determinano un'esondabilità accertata, che potrà verificarsi di nuovo (spero tardi, ma comunque non siamo in grado di prevederlo).
Di fronte a questo fatto, che atteggiamento assumiamo? Di qui partono altre responsabilità, per cui decidiamo insieme che in tutte le aree esondate dai 600 mm. di pioggia sospendiamo ogni iniziativa di progetto relativo a realizzazioni di opere che non potrebbero essere costruite in zone esondabili? Decidiamo in un ordine del giorno che si rivedono i progetti, i finanziamenti e le esecuzioni di opere incompatibili con l'ambiente? Questa è una misura di responsabilità che noi proporremo (dico noi perché ho parlato con il collega Moriconi); non abbiamo ancora presentato un ordine del giorno, ma su questa linea noi responsabilmente diciamo che bisogna lavorare.
Presidente Ghigo, a proposito delle grandi infrastrutture: se a fronte di questi 600 mm. di pioggia fosse già stata costruita quella diga alta sei metri, che dalla Stura corre fino a Milano e sopra la quale si vuol far correre il treno ad alta capacità, se quella diga fosse esistita, ci volete per cortesia dire cosa sarebbe successo? Non si sarebbe forse formato un lago da Stura fino ad Ivrea? Quella ferrovia non sarebbe stata spazzata via sulla base del progetto esistente? E' troppo chiedervi, a questo punto, di fare una revisione di quel tipo di progetto (una massicciata alta sei metri e lunga 100 chilometri)? E prima di fare le conferenze dei servizi o decidere di costruirla, non sarebbe il caso di accertare quali conseguenze avrebbe avuto a fronte di questi 600 mm. di pioggia? Queste sono le cose che conterrà l'ordine del giorno che presenteremo.
Termino un minuto prima, perché l'ho ceduto automaticamente al collega Cattaneo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Il mio sarà un intervento breve, perché si rifà al primo intervento che feci durante il dibattito straordinario che avvenne in aula subito dopo l'evento.
Ai concetti già espressi allora va aggiunto il riconoscimento che faccio, a nome di tutto il Gruppo, dell'impegno dimostrato dalla Giunta regionale in questo evento calamitoso; del grande senso di responsabilità anche con la semplice presenza fisica ai tavoli di discussione nel momento di maggiore crisi; ricordo che in quei frangenti le televisioni inquadrarono non solo la Prefettura, ma anche la Regione Piemonte che era già allertata.
Voglio ricordare il lavoro svolto dall'Assessore Cavallera nell'immediato, giorno e notte, con tutta la struttura; desidero porgere un ringraziamento a tutte le forze dell'ordine, a tutti i corpi: dai vigili urbani, alla polizia, ai carabinieri, ai vigili del fuoco che, purtroppo hanno avuto dei feriti e anche un morto.
Un ringraziamento anche all'esercito; qualcuno di voi ricorderà che in una località lungo il fiume Po, in una notte, venne alzato un ponte ovviamente segando i binari perché era un ponte ferroviario, per far passare il Po, per poi riabbassarlo subito dopo risaldando i binari. E tutto questo nel giro di una mezza giornata, dimostrando, anche in eventi come questo, la grande forza di coalizzarsi e di ricostruire del nostro Piemonte.
Tuttavia, dal precedente intervento, riprendo i concetti di critica.
Come ho detto, siamo parzialmente soddisfatti dell'azione della Giunta.
Abbiamo visto nei moduli per la richiesta di risarcimento dei danni che alcuni punti fondamentali e focali sono stati recepiti; l'ordinanza ha recepito questi punti, si parla di perizia, si parla di referto fotografico, si parla di documentazione e addirittura, ove i lavori vengono compiuti in autonomia, si parla di documentazione della spesa dei materiali occorrenti: vi è stata quindi una certa rigidità sulla ricostruzione, sulle richieste di risarcimento danni e ne siamo soddisfatti.
Purtroppo, però, mancano ancora alcune questioni. Una, in particolare è quella relativa al regime IVA. Cari colleghi, bisogna capire che se sulla ricostruzione bisogna pagare anche l'IVA del 20%, che è l'aliquota ordinaria, vuol dire che i costi di ricostruzioni sono ulteriormente gravati.
Dato che il Presidente mi ha fatto cenno di voler andare via, dico che io non ho nessun problema: lo aveva anche annunciato, per cui io continuo.
Come dicevo, gravare i costi di recupero, di ricostruzione del 20% di IVA credo sia un problema sul quale porre l'attenzione di tutti.
Bisognerebbe dunque prevedere - e mi rivolgo all'Assessore competente un rimborso dell'IVA pagato sui danni o chiedere al Ministero delle Finanze un regime temporaneo di esonero di fatturazione con IVA. Questo ovviamente, per quanto riguarda i privati, perché come sappiamo le imprese l'IVA la deducono con le loro fatturazioni.
Un altro piccolo neo che vorrei evidenziare all'Assessore Cavallera come rappresentante della Giunta in questo settore specifico, è la mancata comunicazione sul fatto che esisterà una fase 2 di questa ricostruzione che è quella che dovrebbe riguardare l'approvazione degli emendamenti al decreto Soverato; questi dovrebbero portare non ai soli 60 milioni per le imprese e 40 per unità abitativa, ma dovrebbero portare al 75% senza limiti sia per le imprese che per le unità abitative. Vorrei chiedere se la Giunta non ritiene necessario fare delle comunicazioni molto precise e chiare magari utilizzando anche spazi televisivi o giornalistici ecc., affinch sia chiaro alle imprese e ai privati, che ci sarà una seconda fase in cui il risarcimento sarà possibile sino al 75% del danno subito, ovviamente previa documentazione. Penso che in quest'aula non si debbano solo fare polemiche, ma anche discutere di politica - e quindi di responsabilità - e lo si deve fare il giorno dopo che gli eventi succedono, non pensando che queste siano semplicemente delle polemiche.
Ripeto, noi dobbiamo discutere e fare politica senza intralciare i compiti della Giunta, dell'esecutivo e dei corpi preposti al risarcimento danni. Dico questo perché il Capogruppo dei DS, durante un mio intervento di questo tenero, disse che io avevo dato la prova peggiore (o migliore non ricordo il termine esatto) di me stesso, perché, in un momento così grave avevo fatto delle critiche.
Ha ragione il Consigliere Rossi quando sostiene che dobbiamo individuare da subito le cause più gravi e gli interventi da fare là dove non sono stati fatti. E' stato dimostrato che dove siamo intervenuti in tempo i fiumi hanno tenuto, mentre in altri casi dove non siamo intervenuti in tempo i fiumi hanno esondato. I territori abbandonati provocano dopo una pioggia un torrente di detriti che non si può fermare; solo nel '97 nel Verbano-Cusio-Ossola ci sono state delle vittime dopo una pioggia straordinaria.
Personalmente sono stanco di sentire che in Piemonte la gente muore perché qualcosa non si è fatto. In alcuni punti del fiume Po, come ha fotografato il Consigliere Rossi, ci sono ponti che non sono nemmeno degni di un piccolo fossato di provincia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Devo lamentare la mancata presenza del Presidente Ghigo: era stata garantita la sua presenza fino alle 16,30 invece, ancora una volta, chi parlerà in ordine successivo non potrà far sentire la propria voce al Presidente. Per me è particolarmente spiacevole questo incidente.
Oggi sui giornali è apparsa una notizia di particolare gravità: la famiglia del Vigile del Fuoco morto in servizio viene privata dello stipendio dello stesso. Volevo chiedere al Presidente Ghigo, pertanto, se poteva attivarsi, con atti e modi che sono possibili data la sua alta carica, per verificare questa situazione. Il cordoglio è anche fare atti concreti e credo che questo sia un atto che come Consiglio Regionale dobbiamo fare.
Anch'io ho apprezzato la compostezza (non poteva non essere così) delle parole del Presidente Ghigo, ma ho notato una certa discrepanza tra quello che si diceva in aula e quello che avveniva sul territorio. Non sempre c'è stato un comportamento coerente. Qualche parola detta sul territorio qualche parola ripresa dai mezzi di informazione, hanno fatto sì che globalmente, l'informazione che è venuta fuori è quella che il Gruppo dei Verdi si oppone ad interventi di regimazione idraulica. Una persona intervistata alla quale era stato chiesto di chi fosse la colpa di tutto ciò, ha risposto: "dei Verdi"; un altro ancora che partecipava ad programma di un'emittente privata a cui era stata posta la stessa domanda ha risposto: "Prenderei un verde, lo legherei ad un albero e lo farei sbattere contro il ponte".
Queste sono frasi estremamente gravi che, nell'ottica di una certa correttezza di informazioni che si è seguita in aula, sarebbe stato bello estenderle sul territorio. Su queste affermazioni vedremo come reagire anche perché il mondo dei "Verdi" è un mondo ampio, che sicuramente non rappresento solo io.
Come si è detto fin dall'inizio di questo consesso, questa alluvione ci ha dimostrato che è troppo facile parlare di federalismo, se poi non si pensa alle conseguenze globali. Quando si parla di federalismo, vorrei che quest'aula riflettesse sul fatto che federalismo non è scaricare a valle o a monte i problemi che abbiamo. Basta pensare al caso della Valle d'Aosta.
La Valle d'Aosta ha cementificato e regimentato benissimo i fiumi che però, si sono regolarmente scaricati sulla nostra regione. Coloro che parlano di interventi da fare, di cementificare, di regimentare, dovrebbero andare a "dire" in Valle d'Aosta, perché lì gli interventi sono stati fatti, perché la Dora Baltea ha esondato in Piemonte.
In questi giorni - penso che si ripeterà e si prolungherà nel futuro stiamo assistendo alla valorizzazione del politico come persona onnisciente, perché come politici parliamo in modo ufficiale di che cosa si deve o non si deve fare. Il politico deve fare la sua parte. Più che i politici bisognerebbe sentire la voce degli esperti e dei tecnici, perch la facile opposizione scavare sì o scavare no, non può essere risolta dal politico, ma da tecnici ed esperti. Su questo si innesta tutto il problema del controllo di cosa succederà. Come diceva il Consigliere Chiezzi, da oggi a quello che faremo in futuro, qualsiasi atto che assumeremo in quest'aula andrà direttamente ad influire sulle possibili conseguenze ambientali.
Ricordo che quest'aula ha votato un ordine del giorno a favore di un tracciato dell'Asti-Cuneo che passa in un'area esondabile - che questa volta è stata risparmiata perché in quella zona non ci sono state grosse precipitazioni - sappiamo che si vuole spostare l'Alta Velocità lungo un determinato percorso, in un determinato pezzo di territorio, e lì vicino si vorrebbe spostare l'autostrada Torino-Milano.
Per quanto riguarda quanto è stato detto sui lavori fatti, nel documento fornitoci oggi si legge che la piena fluviale del Pellice ha eroso la sponda destra del ponte - sulla S.S. 589 - a valle di Madonna di Monte Bruno. Proprio in quella parte di fiume erano stati effettuati interventi di dimensioni gigantesche - lavori duramente criticati - che avevano portato ad una paurosa estrazione di ghiaia, che aveva fruttato (particolare irrilevante!) un notevole ricavo economico per i cavatori. Nel Pellicce si è fatto uno scavo davvero ciclopico: ebbene, questo scavo ciclopico, quest'enorme esportazione di ghiaia non ha retto alla piena, n più né meno che in altre parti.
Mi fa anche piacere la notizia dataci dal Consigliere Rossi, di aver provvisto a sporgere denuncia. Finalmente, non si parlerà più di "spinte giustizialiste" ogni volta che si parlerà di un giudice! Altrimenti, mi dovreste spiegare perché se un Consigliere della maggioranza fa una denuncia è una cosa "buona e giusta", mentre se qualcun altro si rivolge ai giudici immediatamente si grida al "giustizialismo". Mi fa molto piacere niente di personale - questo mutato atteggiamento del Consiglio regionale: prende atto che, anche in Italia, la giustizia nei giudici esiste.
Un'ultima cosa. Vorrei dire che, d'ora in poi, dobbiamo impegnarci a convincerci, tutti, che qualsiasi scelta fatta ricade anche sull'ambiente: non potranno più esserci alibi per nessuno. Stamattina, in una Commissione si parlava di costruire una struttura di tipo nucleare nella zona di Trino.
Io dico: se proprio si vuole costruire simile struttura, perché non rivedere la scelta del luogo, viste le conseguenze dell'alluvione? Ciascuno può avere proprie idee sul nucleare ma, in ogni caso, prima di procedere e decidere se porre o meno in essere questa struttura, sarebbe quanto meno opportuno scegliere una sua corretta localizzazione.
Mi dispiace che qualcuno, parlando dei problemi del nucleare nella zona di Saluggia, si sia dimenticato che siamo stati noi ambientalisti i primi a sollevare la questione della presenza di scorie nucleari nella zona, e che da anni chiediamo che a questo problema si dia una soluzione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Moriconi. Desidero accogliere il suo suggerimento.
Mi attiverò subito per verificare la situazione dei Vigili del fuoco e per porre in essere tutti gli interventi del caso. Ho anche trovato, mentre lei concludeva il suo intervento, una legge regionale, la n. 37, dell'8/8/1994 il cui art. 1 recita: "La Regione Piemonte è autorizzata a corrispondere la somma di L.
2.000.000 annue per concorrere al mantenimento di Katia Airaudi, figlia di Eugenio, vigile del fuoco volontario, morto nello spegnimento di un incendio boschivo il 5/12/1981, fino al raggiungimento della maggiore età da parte della stessa e, comunque, fino al normale compimento degli studi universitari".
Anche questa era un'iniziativa assunta in una precisa circostanza. Mi occuperò personalmente della faccenda e ne riferirò all'Assemblea.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Vorrei cominciare il mio intervento facendo una riflessione di carattere istituzionale.
Non intendo muovere critiche alla Giunta in questa fase, ma solo comprendere come, a fronte di eventi calamitosi ed emergenze che possono investire la nostra Regione (non solo di tipo ambientale) sia possibile stabilire una qualche forma di raccordo fra la Giunta regionale e il Consiglio. Certo, non un rapporto di tipo puramente funzionale ed informativo: il Consiglio regionale dovrebbe concorrere in maniera determinante e non solo sporadico-consultiva all'elaborazione di proposte della Regione, e del complesso delle Regioni coinvolte in simili fenomeni al governo centrale e al Parlamento.
Riferendomi in particolare alla strada scelta dalla Giunta e dall'Assessore Cavallera, in una prima fase, l'altro giorno, si diceva, nel dibattito con i parlamentari, di un "emendamentone" al decreto legge "Soverato". In questa fase, invece, mi sembra di aver capito della predisposizione, da parte del Presidente della Giunta regionale, di un decreto legge "ad hoc" sull'alluvione nel nord ovest. Anche lasciando da parte tutte le considerazioni di carattere statutario-regolamentare davanti ad episodi e proposte di questo tipo, che si configurano non troppo impropriamente come vere e proprie "proposte di legge" al Parlamento sarebbe il caso (lei, Assessore Cavallera, l'ha fatto, e gliene diamo atto) non solo di informare il Consiglio ed i Gruppi consiliari sui passi che di volta in volta sono stati fatti, a stretto contatto con la Protezione civile, ma di investire il Consiglio regionale, nel suo complesso, della tematica. Così, anche il Consiglio potrebbe giungere ad un pronunciamento sul testo, non solo suggellare o consacrare con il suo voto una proposta di riforma o di emendamento. In questo modo si consentirebbe a tutti i Consiglieri regionali - portatori e rappresentanti delle istanze del territorio regionale - di concorrere in maniera più precisa e determinante all'elaborazione dei documenti. Questa è la prima considerazione che sentivo di fare.
Sono abbastanza convinto che, se si fosse intrapresa da subito questa strada, nel giro di pochissimi giorni si sarebbe potuta presentare una proposta di legge alle Camere sul tema e che essa, in sede parlamentare avrebbe trovato l'iter più appropriato, anche quella del "decreto legge" con un grado di completezza e, forse, di autorevolezza politica superiore a quella di emendamenti concordati quasi tutti in sede tecnica, con lei come rappresentante della Giunta, insieme al governo e alla protezione civile.
La seconda considerazione che vorrei fare è anch'essa di carattere generale. Rispetto ad eventi e fenomeni di questo tipo è sempre molto semplice indicare i colpevoli, più difficile ed arduo, ed in genere politicamente meno conveniente, è cercare e proporre delle soluzioni. Se la discussione che si aprirà nelle prossime settimane in Consiglio regionale sarà fra i fautori del "disalbero" e i suoi oppositori, non faremo grandi passi avanti. Anche perché, penso che stia alla nostra responsabilità decidere e comprendere non tanto cosa è avvenuto dal punto di vista tecnico, cosa scientificamente sia accertabile rispetto a precipitazioni così straordinarie, ma come tutto questo sia potuto avvenire e come possa essere governato, in un quadro istituzionale non solo molto definito Assessore, me ne darà atto - ma anche molto rigido e regolamentato. Se noi non faremo, nelle prossime settimane, una discussione su "disalbero-sì" "disalbero-no", ma discuteremo, ad esempio, dell'assetto complessivo istituzionale della politica del territorio del nostro paese, che vede un monopolio dell'Amministrazione pubblica, istituzionale o di settore su queste tematiche, la proliferazione - non sempre comprensibile - di enti autorità e strumenti di pianificazione di carattere direttamente precettivo, e che fino a questa fase (adesso qualcosa sta cambiando), la vocazione ad organismi non politici, appunto autorità, della definizione delle politiche del territorio.
Se riuscissimo a discutere, ad esempio, in che misura è possibile inserire elementi negoziali, anche in senso politico, nella definizione delle politiche del territorio, non contando illusoriamente sulla capacità di governo dello strumento precettivo, noi probabilmente faremmo, in quel caso, opera di governo intelligente e non passeremmo il nostro tempo a fare un'inutile "caccia alle streghe" sui colpevoli e sulle responsabilità, ma andremmo a concorrere davvero, in maniera determinante, alla ridefinizione delle politiche di governo.
In questo senso, rispetto agli emendamenti di cui abbiamo appreso grazie alla sua cortesia, ma che non abbiamo concorso a determinare, la mia impressione è che nel complesso di questi emendamenti non c'è la possibilità di fare una discussione particolarmente puntuale. Questo elemento negoziale incentivante delle norme contenute nella proposta complessiva di emendamento vada sostanzialmente sfuggendo.
Mi pare che su tutto e in particolare sulle norme di rimborso, una proposta di emendamento al decreto Soverato particolarmente rigida, in cui non si prevedono, ad esempio - leggo l'ultima formulazione che ho - forme di incentivazione rispetto ai rimborsi, quindi rispetto a programmi di ricollocazione delle abitazioni o delle sedi civili che sono andate distrutte a seguite dell'alluvione, in cui si ritiene di assicurare una percentuale di rimborso uguale per tutti a seconda delle fattispecie che si tratti di prima o seconda abitazione in cui non si prevede, ad esempio, di dotare in un quadro molto complesso - me ne rendo conto - il sistema delle autonomie e innanzitutto i comuni di strumenti non di rigidità, ma di flessibilità della politica urbanistica, che consenta di innescare procedure negoziali con quanti devono andare a ricostruire.
Tutto questo mi pare non esserci e tutto questo mi pare ciò che maggiormente doveva essere compreso in un decreto di questo tipo, perch non volendomi, a differenza di alcuni colleghi, addentrare su questioni particolarmente tecniche, l'unica cosa certa è che se non si incentiva la ricollocazione e, in particolare modo, quella delle abitazioni civili, ma anche delle sedi industriali, e si vanno a ricollocare in zone chiaramente esondabili, alla prossima esondazione, che io non ritengo tutta attribuibile a responsabilità personali di questo o di quell'altro funzionario dello Stato, noi ci troveremo, come già ci troviamo adesso nel 2000 rispetto al '94, a dover concorrere alla ricostruzione, per la seconda volta, dello stesso edificio andato distrutto.
Per concludere, e sempre per concorrere in maniera costruttiva e non polemica rispetto all'attività della Giunta, nella seduta scorsa avevo sollecitato, il rappresentante della Giunta allora era il Vicepresidente Casoni (lei non era presente), l'acquisizione non solo delle fotografie aeree, ma anche delle immagini satellitari, che esistono e che l'amministrazione regionale può acquistare, perché questi diventerebbero uno strumento privilegiato della programmazione territoriale, della politica agraria e, sicuramente, della politica urbanistica, in virtù di un fatto assolutamente increscioso che però, in questa fase, per noi, diventa una risorsa, perché, se non scaglio e chiedo conferma, la Regione Piemonte è l'unica Regione italiana che nel corso degli ultimi sei anni ha visto esondare tutti i propri corsi d'acqua principali. Nel 1994 tutti quelli a sud del Piemonte (a sud del Chisone) e nel 2000 tutti quelli a nord.
Queste immagini ovviamente registrate al momento dell'evento e nelle giornate successive di per sé costituiscono la base di una cartografia delle aree esondabili della Regione, che diventerebbe uno strumento privilegiato della pianificazione territoriale.
Su questo, mi pare che l'Assessore Casoni ha dato una risposta non particolarmente esplicita.
Vorrei sapere, non nella sede di replica, ma nelle prossime settimane se lei e il Presidente della Giunta non riteniate, soprattutto in questa fase, per acquisire risorse e strumenti di pianificazione, acquistare anche le immagini satellitari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Di Benedetto, che interviene in qualità di Consigliere.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Egregio Presidente, colleghi Consiglieri la tragedia unità che la nostra Regione ha vissuto nei giorni scorsi è il risultato dell'inclemenza della natura unita all'incuria dell'uomo.
In questi giorni molti politici si sono improvvisati tecnici del settore proponendo varie soluzioni. Non essendo un tecnico non voglio assolutamente scendere nei dettagli che hanno causato l'alluvione.
E' tuttavia innegabile che la ricostruzione avvenuta dopo l'alluvione del 1994 è stata condotta nella Regione Piemonte in maniera non uniforme e approssimativa. E infatti dopo 6 anno dell'alluvione di Alessandria, tra un mese davanti al GIP Paola Corti si presenteranno i dieci imputati. Tra loro l'ex prefetto e il Sindaco di Alessandria.
Oggi, all'indomani di una nuova tragedia siamo qui a chiederci cosa si poteva fare per evitarla. Dopo i tre arresti a Verbania per gli scavi ritenuti irregolari nel fiume Toce, anche la Procura della Repubblica di Ivrea ha aperto un'inchiesta sull'alluvione che ha devastato il Canavese.
Anche la procura generale della Corte dei Conti del Piemonte e della Valle D'Aosta sta intervenendo per valutare il comportamento delle amministrazioni locali.
In particolare non si capisce come mai vi sia stata una mancanza di programmazione, visto che negli ultimi vent'anni siamo alla quinta alluvione, e si sono spesi migliaia di miliardi per riparare i danni invece che prevenirli. Occorre quindi capire se i miliardi spesi per la ricostruzione e la prevenzione, si sono di nuovo fermati nelle tasche di qualcuno, come è successo in Lombardia con l'arresto di un Assessore regionale per aver condotto gli appalti garantendo solo il suo interesse personale.
Su questo aspetto come osservatorio europeo sulla legalità e la questione morale stiamo ricevendo molte telefonate (infatti mettemmo a disposizione un numero verde per queste segnalazioni) che vogliamo approfondire per verificare se esistono gli estremi per essere trasmesse alla Procura della Repubblica. Queste giornate hanno dimostrato che la Regione, finalmente, e gli enti preposti sono pronti a gestire l'emergenza ma non si può dire che siano altrettanto pronti a prevenirla.
A questo proposto voglio suggerire all'Assessorato e alla protezione civile di avviare un monitoraggio permanente per verificare i piani di emergenza dei comuni delle zone a rischio del territorio piemontese. Plaudo al senso di responsabilità del Presidente Ghigo che non ha voluto scendere in polemiche politiche sull'avvenimento. Mentre Ghigo si apprestava ad inaugurare il Salone del Gusto, l'Onorevole Rosso inaugurava il festival del cattivo gusto, attaccando il Governo ed elevandosi a paladino degli alluvionati.
L'On. Rosso afferma, ad esempio, che non si può più estrarre ghiaia dagli alvei per colpa della cultura ambientalista di sinistra.
Voglio ricordare all'On. Rosso che il disalveo dei fiumi rappresenta un interesse economico enorme per i cavatori, perché, una volta ottenuta la concessione, le imprese riescono a realizzare affari miliardari a danno del territorio.
Qual è dunque l'obiettivo dell'On. Rosso? Recuperare e tutelare il territorio oppure tutelare gli interessi dei cavatori? Il festival del cattivo gusto però continua perché alle accuse di Rosso ha risposto immediatamente l'On. Berlusconi spiegando che la polemica poteva influire negativamente sui consensi elettorali di Forza Italia fregandosene dei problemi che gli alluvionati stanno affrontando.
Ma in un festival del cattivo gusto non potevano certo mancare i colleghi della Lega che, tramite Borghezio, chiamavano a raccolta i patrioti padani per riparare i danni provocati dall'insipienza del Governo di centrosinistra.
Cari amici leghisti, i Sindaci di questo Piemonte, senza nessuna camicia verde, ma con gli stivali ai piedi, hanno lavorato giorno e notte per i loro cittadini, anche se sono stati ingiustamente accusati di lamentarsi senza "tirarsi su le maniche e lavorare".
Mentre tutti erano intenti a lavorare - mi dispiace che non ci sia nemmeno lui - mister preferenza, Assessore Scanderebech, che inviava il 17 ottobre una lettera a tutti i Sindaci del Piemonte per il primo monitoraggio sui danni all'agricoltura.
L'obiettivo di questa lettera - non si è capita - era quello di fare al più presto una conferenza stampa e mettersi in vista per poter speculare sulla tragedia e dimostrare la sua efficienza di Assessore.
Invece qual è stato il risultato? Credo che, in primo luogo, si sia appesantito inutilmente il già grave lavoro che in questi giorni i Sindaci e i Comuni si trovano a svolgere.
In secondo luogo, si è aumentata la confusione, perché, lo sapete, la competenza è stata delegata alle Province, a partire dal primo gennaio 2000, e più esattamente ai Servizi decentrati all'agricoltura.
Presidente Ghigo, visto il suo senso di responsabilità, sia gentile e dica al suo Assessore Scanderebech di utilizzare le risorse del suo Assessorato per iniziative utile e non per fini propagandistici. Capisco che come Assessore all'agricoltura si senta un po' limitato, perché l'unica campagna che conosce è quella elettorale.
Caro Presidente, le dica di non esagerare, non possiamo permettere che questa tragedia sia terreno di campagna elettorale, sarebbe solo un'opera di sciacallaggio e niente più.
Veniamo adesso alle cose da fare.
Innanzitutto non ripetere - come è stato detto da molti - gli errori del dopo alluvione del 1994.
Dobbiamo evitare quelle disparità di trattamento del 1994 tra imprenditori (ai quali è stato riconosciuto un indennizzo a fondo perduto del 30% con un tetto massimo di 300 milioni, anche se per danni superiori a decine di miliardi); privati (ai quali è stato dato fino al 75% per i danni immobili e mobili); agricoltori (ai quali sono stati riconosciuti fino al 90% dei danni subiti).
A queste disparità bisogna fare attenzione; e poi alcune clausole dei finanziamenti per gli interventi a seguito dell'alluvione del 1994 sono state assurde. All'imprenditore, che fa tutti gli sforzi per riprendere l'attività e, successivamente, per cause di malattia o per l'età avanzata sceglie di cessare l'attività, viene revocato il finanziamento, deve restituire quanto ancora non ha pagato e se chiede dilazioni gli interessi non sono più quelli agevolati. Lo stesso in caso di morte dell'imprenditore con gravi conseguenze per gli eredi. Sto dicendo le cose che si sono già verificate e che dovremmo evitare che accadano.
Non possiamo lasciare gli alluvionati in pasto alle banche. La Regione con propri fondi dovrebbe garantire agli alluvionati dei tassi di interesse non superiore ad un tasso che possa essere accettabile - ad esempio, il 2 o 3%, se ne può discutere - e magari con pagamento della prima rata dopo 12 mesi, perché i rapporti con le banche sono difficili anche dopo la legge Sarno che ha stabilito la possibilità di rinegoziare i mutui agevolati ad un tasso ridotto di interesse.
La Regione Piemonte può, ad esempio, istituire una sorta di prestito d'onore per gli artigiani, i professionisti e i residenti nelle località alluvionate. La Regione Piemonte ha decine e decine di enti strumentali che adesso potrebbe attivare perché diventino strumento di rilancio per i settori colpiti.
Ovviamente la Regione potrebbe attivare da subito l'impegno di Finpiemonte per quanto riguarda le garanzie alle banche, intervenendo come garante nell'erogazione di mutui, leasing e crediti ordinari. Le procedure delle istruttorie dovranno essere agili e prive degli oneri burocratici abituali - su questo si deve fare molta attenzione.
Per quanto riguarda la direttiva del 23/10/2000 del Ministero dell'Interno, cosa significa affermare che "il Presidente della Regione, in relazione alle disponibilità finanziarie, provvede a trasferire al Comune le risorse relative".
Quali sono le disponibilità finanziarie reali? Esiste un limite? Un punto che merita molta attenzione è invece il capitolo dei controlli ai quali la direttiva non fa riferimento.
La Regione Piemonte deve elaborare un sistema per il controllo di questi fondi che possa essere di aiuto ai Comuni. I Comuni colpiti sono moltissimi e molti di questi sono di dimensioni ridotte anche come dotazione di personale. La Regione deve garantire a tutti i Comuni, ma in particolare ai più piccoli, l'assistenza necessaria.
L'obiettivo è quello di risarcire al più presto i danni, ma sappiamo bene che, purtroppo, vicino alle tragedie volano sempre gli avvoltoi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Voglio soltanto ribattere al collega Di Benedetto che ha appena terminato l'intervento.
Nel condannare i volontari che sono andati a spalare fango e ad aiutare la gente, perché appartengono ad un partito politico, hai battuto in strumentalità tutti i casi da lui citati! Ti sei posto molto al di sopra.
Condannare coloro che sono andati a spalare fango perché erano volontari militanti di un partito è il massimo della strumentalità: ti sei messo più in basso di tutte le persone che hai citato.
Stai tranquillo, chiudo subito la polemica per fare telegraficamente alcune osservazioni tecniche.
Questo è un evento eccezionale, ma, attenzione, cosa intendiamo per eccezionalità? Nel 1839, un cippo ci ricorda dove arrivò il Po, ed era salito molto di più rispetto a questi giorni; nel 1892, un'altra piena si pone di ben poco più bassa rispetto a quella di oggi; un'altra piena leggermente più bassa è del 1962. Questo vuol dire che l'eccezionalità è un evento ciclico, più o meno con una media di cinquant'anni. Ovviamente questo non vale soltanto per il Po, ma per la totalità dei fiumi. Allora è su queste piene che noi dobbiamo ragionare, non dobbiamo più prevederle come eventi eccezionali, bensì come eventi ciclici che comunque si ripetono.
Questo cosa significa? Significa che dobbiamo calcolare le portate dei fiumi in modo da portare queste quantità d'acqua, quelle che ci sono state in questa alluvione o forse anche di più. Perciò, per prima cosa, dobbiamo ridare lo spazio che abbiamo portato via i fiumi, smettiamo di costruire lungo i fiumi: facciamo rispettare le fasce fluviali che già sono state studiate, rivediamole dove ci accorgiamo che non bastano, blocchiamo i piani regolatori dei comuni, blocchiamo qualsiasi deroga e facciamo un passo in più, anche se è un passo coraggioso, cerchiamo di far rilocalizzare tutti gli insediamenti a rischio. Ovviamente ci vorrà del tempo ma ci rifacciamo a un quadro generale.
La seconda questione riguarda la portata dei fiumi. E' indispensabile provvedere al disalveo non dico per tutti i fiumi dalla sorgente alla foce ma per la maggior parte dei fiumi in molti tratti del loro corso.
Questo è solo un esempio, ma non è un'eccezione, è la regola. Avevo già presentato diverse interrogazioni nella scorsa legislatura, segnalando situazioni di questo genere. Avevo fatto un precisa segnalazione di una situazione di questo genere sul torrente Gesso e nulla è stato fatto: la piena è venuta e si è portata via il ponte.
E' chiaro che poi bisogna controllare cosa si fa, perché se ci sono da portare via 35 mila metri cubi di inerti - dico un numero a caso - non bisogna lasciarne portare via 140 mila com'è successo, facendo un altro tipo di disastro, pertanto occorrono controlli e moralità dei funzionari.
Il disalveo è un'opera indispensabile, non generalizzata, ma estesa in molti punti.
I ponti rappresentano delle opere indispensabili. Molti di essi sono troppo corti, calcolati per delle portate di gran lunga inferiori a quelle occorrenti. Sono stati costruiti gli accessi ai ponti e le rampe su terrapieni, con il ponticello al centro. Quando arriva la piena, i terrapieni fungono da diga e il fiume o si porta via il ponte o si porta via i terrapieni. Dove si è portato via i terrapieni occorre costruire nuovi ponti, allungare quelli esistenti, aggiungere arcate o perlomeno fare delle opere in cui, in caso di piena, l'acqua possa defluire senza l'effetto diga che si è verificato.
Non possiamo continuare ad alzare gli argini, perché, come ho detto prima, dobbiamo disalveare. Occorre consolidare le fondamenta di argini e ponti, in modo che questi non crollino, non vengano scavati da sotto e non vengano scalzati dalla corrente.
Un punto tanto caro alla Lega è la cura della montagna. Ne abbiamo già parlato tante volte ma dobbiamo impegnarci affinché la montagna non venga abbandonata, ma continui ad essere curata in modo che l'acqua non coli a valle con irruenza com'è capitato, ma venga trattenuta in qualche modo dalle opere costruite a monte.
L'ultima cosa su cui volevo soffermarmi sono i bacini di espansione che vanno progettati e costruiti. Ci sono punti in cui i fiumi possono essere allargati e in cui possiamo concedere autorizzazioni a scavare e a togliere inerti in modo da avere degli spazi che, in caso di alluvione, si possano inondare tranquillamente, evitando che l'acqua invece coli a valle.
Purtroppo il mio tempo è scaduto, avrei ancora tante cosa da dire ma devo concludere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dutto.
In chiusura, volevo fare un breve intervento, perché ritengo corretto sia pure in questa prima fase di dibattito, relazionare all'Assemblea circa alcune iniziative che ho inteso intraprendere attraverso la mia presenza sui luoghi investiti dagli eventi alluvionali.
Ho visitato, innanzitutto, alcune zone colpite, soprattutto nella zona del VCO, quindi Verbania, Domodossola, la zona di Casale Monferrato e la zona di Locana, che costeggia appunto il fiume Orco.
Devo dire che in tutti questi sopralluoghi operativi ho potuto constatare una grande cooperazione da parte delle forze impegnate negli interventi, sia delle forze di Protezione Civile inviate dal Governo nazionale, sia da parte delle forze della Regione, sia da parte dei Sindaci. A tal proposito vorrei ringraziare i Sindaci di ogni colore politico che si sono assunti la responsabilità di coordinare gli interventi nei vari comuni e sono stati brevissimi nell'offrire risposte concrete ai cittadini e un supporto di carattere psicologico con la loro costante presenza, giorno e notte.
Successivamente ho partecipato ad alcuni incontri, forse un po' meno operativi. Vi cito l'incontro presso la Prefettura di Verbania a cui hanno partecipato diversi Consigliere regionali, come il Consiglieri Cattaneo e Chiezzi, alla presenza del Ministro Nesi, e prima ancora - anche se volevo dirlo alla fine, perché era più importante - l'incontro con il Presidente della Repubblica che si è svolto a Torino, presso la sede della Giunta alla presenza di tutti i Presidenti di Provincia, su cui ho già relazionato nell'Assemblea dei Consiglieri regionali.
Ho altresì partecipato ad un incontro che si è svolto nella giornata dell'altro ieri a Roma presso il Ministero dei Lavori Pubblici alla presenza del Ministro Nesi. In tutti questi incontri ho rappresentato tre esigenze. La prima esigenza è quella che vi siano degli interventi per ristorare i danni rappresentati dall'alluvione, quindi interventi per le famiglie e per le attività commerciali di piccole e medie dimensioni. E' proprio nei confronti di queste attività, infatti, che sono importanti gli aiuti. Cito l'esempio di un esercente di ristorante di Baveno disperato che ha perso tutto. Aveva appena iniziato l'attività, aveva acceso un fortissimo mutuo e si era impegnato tutto per avviare l'attività. Poi è arrivata l'alluvione. Meno esperto rispetto agli altri che abitavano lì che avevano già subìto alluvioni e che, di conseguenza, si erano meglio organizzati a portare via la roba, l'alluvione gli ha danneggiato tutto sia le celle frigorifero che gli alimenti contenuti nelle stesse, i banconi e il locale; un disastro. Era un uomo distrutto.
E' importante il meccanismo per l'anticipazione dei soldi attraverso i moduli e attraverso l'autocertificazione.
Gli aiuti sono indispensabili. Ritengo, però, che questi primi aiuti non si debbano limitare al ristoro, ma debbano comprendere degli interventi urgentissimi ed immediati di pulizia fluviale per la messa in sicurezza di alcune situazioni.
Questo pacchetto di proposte è contenuto nel documento che è stato elaborato dalla Giunta regionale, concordato anche con gli enti locali, che è stato presentato in sede di Assemblea con i parlamentari piemontesi che si è svolta a Torino e che successivamente è stata rappresentata anche dall'Assessore Cavallera in un'altra riunione con tutti i parlamentari piemontesi e con il Direttore dell'Agenzia per la Protezione Civile Barberi che si è svolta a Roma a cui ho partecipato anch'io, estesa a tutti i rappresentanti delle Regioni colpite, quindi anche la Valle d'Aosta, la Lombardia e la Liguria. Secondo me la base di partenza per questi interventi è contenuta nel documento, che non solo introduce il meccanismo per il ristoro dei danni, ma dà un segnale importante, considerando di "pronto ed immediato intervento", alcuni interventi per la messa in sicurezza dei fiumi.
La forma per realizzare questo intervento credo sia un decreto ad hoc perché l'alluvione del Piemonte è completamente diversa rispetto a quella che si è verificata in Calabria. Diversi sono i problemi e quindi, diversi sono gli strumenti di intervento.
Su questo si sta discutendo; non è che una parte politica è a favore del decreto e un'altra a favore degli emendamenti al testo. So che la Lega ha una sua posizione per il decreto, che io condivido, ma anche altre forze politiche della maggioranza, anche alcuni parlamentari della maggioranza hanno manifestato la possibilità di ricorrere al decreto.
Questo è il pacchetto sul quale ragionare.
Le altre due considerazioni che voglio fare oggi sono legate alla necessità che si chieda subito due tipi di interventi. Un intervento per la predisposizione di un programma di messa in sicurezza del bacino del Po. So che questo programma sta a cuore anche al Ministro Nesi. E' indispensabile che si chieda di realizzare subito questo piano per la messa in sicurezza del bacino del Po. Certamente la spesa prevista è ingente, si parla di 25 mila miliardi, ma questa è una spesa da addossarsi: un Paese moderno non può essere un Paese nel quale i fiumi non sono controllati e controllabili.
E' vero che all'interno dell'alveo dei fiumi ci sono isole di ghiaia che hanno un'altezza superiore rispetto agli argini. Questo è stato verificato nella zona del VCO e parlo del fiume Toce. Ho raccolto una documentazione fotografica diffusa e l'ho verificato a Locana con riferimento al fiume Orco. Ho verificato questo grazie ad un sopralluogo in elicottero che il Sindaco mi ha dato l'opportunità di fare. Proprio lì, dove c'erano le isole di ghiaia il fiume Orco ha deviato il suo corso naturale, ed è uscito ed ha travolto delle case, oltre ad aver distrutto dei ponti: a Locana ci sono sette ponti distrutti. E' vitale chiedere al Governo di predisporre e al Parlamento di approvare - perché è chiaro che poi ci vuole lo strumento legislativo - un piano globale per la messa in sicurezza di tutto il bacino del Po. Devo dire che, laddove una politica di questo tipo è stato fatta e mi riferisco al fiume Tanaro, dove questa politica nel 1994 è stata attuata - si sono visti i risultati, perché lì gli argini hanno tenuto e il fiume non è esondato.
Questo è un punto che volevo veramente evidenziare.
Il terzo punto è un programma da parte del Governo, sempre approntando degli strumenti legislativi da sottoporre al Parlamento nazionale per la realizzazione delle infrastrutture: in Piemonte mancano infrastrutture. Non serve il rattoppo o la risistemazione provvisoria della strada o della autostrada, è certo che le autostrade sono quasi tutte private, non serve serve un intervento strutturale per l'adeguamento delle strade e per la loro messa in sicurezza. Anche perché dal 1 gennaio, la Regione avrà la gestione di buona parte delle ex strade statali. Chiaramente senza una previsione programmatica e senza uno stanziamento di fondi il problema passerà dallo Stato alle Regioni, senza la possibilità, da parte delle Regioni, di intervenire efficacemente. Questo è importante, altrimenti ci limitiamo a metteremo una toppa, rischiando tra un mese di ritrovarci nella stessa situazione. Anche perché io non sono un esperto, ma da quanto ho sentito e appreso dagli esperti, sta cambiando il clima.
Se nell'arco di sei anni si sono ripetuti due eventi di questa natura e se vi è un costante innalzamento dello zero termico, ci sono le condizioni per aspettarci altre piogge di questo tipo nei mesi di settembre e di ottobre. Su questi punti mi sento di insistere e su questi punti io ho indirizzato i miei interventi nei confronti di tutti gli organismi istituzionale e soprattutto nei confronti del Presidente della Repubblica dei Ministri competenti, del Direttore della protezione civile, del prof.
Barberi e dei vertici dell'ANAS.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, noi abbiamo rispettosamente sentito il suo intervento. Fra l'altro, devo dire che sono abbastanza soddisfatto di come lei presiede questa Assemblea, però oggi ha assunto un carattere molto irrituale: lei non è Chirac o Jospin, il compito e la funzione di un Presidente di un Consiglio regionale è quella di rappresentare l'assemblea regionale. Non capisco il suo intervento di oggi. Non so se abbia assunto tale atteggiamento perché rappresenta un Gruppo troppo piccolo e non ha voce dai banchi dei Consiglieri. Ma questo intervento è un po' imbarazzante per noi.
Non entro nel merito, condivido alcuni passaggi e altri no, è stimolante ma meriterebbe aprire un nuovo dibattito su queste comunicazioni, perch altrimenti è una cosa monca.
Per esperienza, posso dire che questo modo di porgersi è un po' irrituale e ci mette in imbarazzo. Siamo rispettosi nei suoi confronti però certamente lascia un vuoto in noi o ci lascia un po' menomati nella dialettica importante di questa giornata.
La prego, Presidente, di tener conto di questi aspetti e del disagio che il suo intervento, non volendo entrare nel merito, ha provocato in alcuni di noi e in me in particolare.



PRESIDENTE

Mi rendo conto, Consigliere Tapparo, effettivamente il mio intervento è stato irrituale, ma ritenevo giusto informare l'Assemblea di quello che ho fatto in questi giorni, delle riunioni a cui ho partecipato, di che cosa ho appreso in queste riunioni, di che cosa ho detto in queste riunioni.
Ritenevo corretto farlo. E' un momento di carattere eccezionale. Ho ritenuto di andare sul posto e non ho assunto atteggiamenti di parte, ho ritenuto di essere presente a queste riunioni, rappresentando anche tutti voi, però mi rendo conto che questo intervento è stata irrituale. Ho ritenuto ugualmente giusto farlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo molto brevemente sull'ordine dei lavori.
Non è mio compito commentare come si sta svolgendo questo dibattito, ma bisogna in effetti riconoscere che, nel momento in cui lei indice una riunione su un dibattito importante, c'è una bassissima presenza di Consiglieri e una scarsissima presenza da parte della Giunta. Credo che il Presidente del Consiglio regionale debba anche porsi questo problema: l'utilità dei nostri dibattiti se l'interlocutore principale, l'esecutivo manca. Anche il suo intervento, Presidente (intervento che in parte condivido), a chi è rivolto?



PRESIDENTE

Al Consiglio.



SAITTA Antonino

Sì, al Consiglio, d'accordo; ma voglio dire, l'esecutivo, il Presidente, il Vicepresidente, qualcuno in sostanza, che in qualche maniera si faccia sintesi della discussione che avviene! Perché se dobbiamo fare registrare le opinioni soltanto per gli atti del Consiglio, mi pare una soddisfazione abbastanza insignificante.
Io constato questa scarsissima presenza; esprimo, credo anche a nome di molti altri colleghi, la mia amarezza per come si è svolto il dibattito con questa disattenzione complessiva, perché non si vota! Il problema è questo: perché non si vota! Quando si vota ci sono tutti, quando non si vota non c'è nessuno! Io la invito a trovare un meccanismo che permetta anche di creare un po' di tensione politica quando si discute di questioni di questo livello.
Vista questa enorme assenza di colleghi della maggioranza, mi chiedo se ha senso che noi come minoranza ci facciamo carico dell'approvazione di provvedimenti importanti! Io la invito anche a ragionare su questo fatto e a ritenere se è giusto, in sostanza, che la maggioranza che propone i provvedimenti non ci sia! Il problema si porrà tra poco.



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, io prendo buona nota di quanto ha detto e comunque vi garantisco che in ordine alla prosecuzione del dibattito sull'alluvione così come abbiamo concordato, la prosecuzione vi sarà alla presenza e con una nuova relazione del Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

TAPPARO (fuori microfono)



PRESIDENTE

Speriamo che non piova di nuovo nel frattempo!



PRESIDENTE

Scusate questo clima informale, io però devo dirvi che è stato presente, non si è mai mosso di un minuto, l'Assessore Cavallera, il quale non soltanto è informato su tutto, ma è anche l'interlocutore principale che il Governo nazionale utilizza per elaborare le sue strategie e i suoi programmi di intervento. Quindi nessuno meglio di Cavallera, non soltanto in Piemonte, ma io ritengo con riferimento all'intero fenomeno che ha colpito le nostre Regioni, è competente, informato e abilitato a...



SAITTA Antonino

Allora organizzi il dibattito tra chi interviene e l'Assessore Cavallera!



PRESIDENTE

Io questo ve lo dovevo dire. Comunque andiamo avanti.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo anch'io la parola sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo sull'ordine dei lavori dato che tra poco penso si passerà ad altro punto dell'o.d.g.
Io chiederei che al termine degli interventi relativi all'alluvione si mettesse in votazione l'ordine del giorno n. 114, documento firmato da tutti i Gruppi, l'unico, che è un ordine del giorno legato alla fase dell'emergenza che ha un senso approvarlo adesso, perché è firmato da tutti ed è un documento che esprime cordoglio. Direi di votarlo oggi, perch votarlo fra dieci giorni non avrebbe più alcun senso.


Argomento: Calamità naturali

Ordine del giorno n. 114 "Disastrosa alluvione dell'ottobre 2000"


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 114, sottoscritto da tutti i Gruppi (Consiglieri Bussola, Toselli, Cattaneo, Pedrale, Manolino Mercurio, Deorsola, Ghiglia, Valvo, Botta M., Galli, Cota, Leo, Ferrero Costa R., Albano, Marcenaro, Gallarini, Cantore, D'Ambrosio, Botta F.
Papandrea, Contu, Manica, Chiezzi, Tomatis, Moriconi, Riggio, Saitta Tapparo, Bolla, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto il grave evento alluvionale che ha duramente colpito nei giorni scorsi gran parte del territorio regionale esprime il proprio cordoglio ai famigliari delle vittime e la propria solidarietà alle popolazioni alluvionate impegna la Giunta regionale a proseguire, in sinergia con gli altri enti e autorità competenti, nell'opera di ricostruzione intrapresa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Non vorrei parafrasare il Consigliere Chiezzi che dice "la volevo aiutare", però proprio per impedire che lei metta in discussione un provvedimento non solo con l'assenza del numero legale evidentissima, ad occhio nudo, nel caso in cui non siano presenti i rappresentanti dell'opposizione, ma probabilmente senza neppure i numeri per l'approvazione del provvedimento da parte della maggioranza, anche qualora l'opposizione decidesse, per senso di responsabilità, di tenere il numero legale su di un provvedimento comunque importante, io chiederei - senza richiedere il numero legale - una sospensione di questi lavori (basta mezz'ora) per capire con i Capigruppo di maggioranza se sono in grado di recuperare i Consiglieri dispersi, almeno per avere il numero di Consiglieri sufficienti all'approvazione del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Il mio intervento è solo per richiederle di porre all'attenzione dell'aula, se lei ritiene, l'ordine del giorno che ho presentato insieme ad altri Consiglieri collegato con il fatto alluvionale in ordine ad una specificità, cioè alle difficoltà che ha incontrato il quotidiano Torino Sera.



PRESIDENTE

La ringrazio per la sollecitazione, Consigliere Deorsola. Il problema è che sono stati presentati diversi ordini del giorno sull'alluvione; io ho posto in votazione quello del Consigliere Chiezzi perché era un ordine del giorno che aveva la sottoscrizione di tutti i Gruppi. Se ci imbarcassimo oggi nella discussione e nell'approvazione di ordini del giorno che comunque richiedono un dibattito, non riusciremmo neanche ad esaurire questa fase oggi e comunque questa fase ritengo debba essere rinviata alla seconda parte del dibattito.
La ringrazio comunque per la sollecitazione, Consigliere Deorsola.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

In effetti abbiamo molti Consiglieri della maggioranza, non dico dispersi come ha sottolineato il Consigliere Palma, ma che purtroppo non sono presenti. Abbiamo alcuni Consiglieri che sono anche in congedo per motivi importanti, inoltre non era prevista la seduta di venerdì, comunque è logico che la maggioranza abbia il dovere di garantire il numero legale quindi scusanti certamente non ce ne sono da parte nostra.
Ritengo però che il provvedimento che è posto all'attenzione dell'aula sia un provvedimento di estrema importanza che la sanità piemontese, ma soprattutto i cittadini piemontesi che devono fruire del servizio sanitario, attendono ormai da moltissimo tempo.
Io credo che i numeri (ho fatto rapidamente un conteggio), con un senso di responsabilità del Consiglio regionale nella sua istituzionalità e nella sua completezza, separati quindi dal ruolo di opposizione e di maggioranza in questo momento ci siano. Con i colleghi della maggioranza ci stiamo attivando per recuperare un numero importante di Consiglieri. Quindi, se l'aula è d'accordo, in considerazione sia del senso di responsabilità a cui mi riferivo, sia all'urgenza e all'inderogabilità a mio giudizio, ma credo che sia a giudizio di molti, del provvedimento, si potrebbe incominciare la discussione, augurandoci di mantenere questo numero legale, per una discussione non dico rapida, perché bisogna certamente dedicare - su questo sono d'accordo con chi lo diceva questa mattina - il tempo necessario per la discussione di questo importante provvedimento, ma soprattutto per riuscire a porlo in votazione nella giornata di oggi.
Questo lo dico con grande trasparenza e anche, mi sia consentito, con un certo senso di imbarazzo, però - ripeto - vista la necessità e l'inderogabilità del provvedimento, questo senso di responsabilità penso possa essere condiviso dai Consiglieri regionali, indipendentemente dallo schieramento.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Cattaneo. A questo punto andiamo avanti e vediamo se vi è il numero per poter deliberare.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 32, di cui al punto 22) all'o.d.g.
C'è una relazione della Giunta; do quindi la parola all'Assessore D'ambrosio.



SAITTA Antonino

Presidente, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Facciamo fare la presentazione e poi facciamo la verifica.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

SAITTA Antonino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Normalmente è stata concessa prima.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constato la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n. 23 Consiglieri anziché 25 (sono in congedo n. 11 Consiglieri).


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Faccio una proposta in merito, che credo debba essere posta alla valutazione dell'aula.
Poiché il provvedimento, se non ricordo male - l'Assessore D'ambrosio potrà correggermi opportunamente - dovrebbe essere approvato dal Consiglio regionale entro il 31 ottobre, chiederei alla Presidenza del Consiglio regionale di esaminare l'opportunità di convocare la Conferenza dei Capigruppo per valutare se sia il caso, su richiesta della Giunta regionale, di effettuare una seduta di Consiglio regionale nella giornata del 31 ottobre, in modo da approvare questo provvedimento entro il termine fissato dalla legge.



PRESIDENTE

Procediamo immediatamente ad una riunione dei Capigruppo in sala A.
La seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 17.30, riprende alle ore 17.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico quanto deciso nella riunione: il Consiglio regionale è convocato lunedì 30 ottobre, alle ore 9.30, con un unico punto all'o.d.g.
riguardante la proposta di deliberazione n. 32 che stavamo per discutere.
Comunico altresì che è "sconvocata" la III Commissione, mentre la VI Commissione, prevista per martedì 31 ottobre, è posticipata alle ore 11.30 anziché alle ore 10.30.
Ricordo che la seduta di lunedì verrà presieduta dal Vicepresidente Riba; la riunione dei Capigruppo è calendarizzata per giovedì, 2 novembre secondo il tradizionale orario, alle ore 13.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,46)



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