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Dettaglio seduta n.329 del 01/04/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 10.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Botta Franco Maria Brigandì, Caramella, Costa Rosanna, Deorsola, Ghigo, Leo, Pichetto Fratin e Scanderebech.


Argomento:

b) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 31 marzo 2003 ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della L.R. 7/2001 "Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte" n.
25 deliberazioni allegate e a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 18, 19, 20 e 21 dicembre 2002. Se non vi sono osservazioni si intendono approvati.
L'aula non ha osservazioni e di fatto li riteniamo approvati.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 1930 del Consigliere Muliere inerente a "Concorsi interni all'ASL 22"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1930, presentata dal Consigliere Muliere.
Consigliere Muliere, la dà per illustrata?



MULIERE Rocco

Sì.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Cortesi colleghi, l'interpellanza del Consigliere Muliere attiene ad alcuni concorsi interni all'ASL 22 di Novi Ligure. Le indagini svolte e le comunicazioni pervenute dal competente Settore regionale mi hanno portato a queste conclusioni.
Nel periodo di riferimento sono stati esperiti i seguenti concorsi: Selezione per 1 Collaboratore Professionale Sanitario Esperto dei servizi infermieristici.
I verbali della Commissione Giudicatrice sono stati approvati con deliberazione n. 414 del 29/08/2002. Le prove selettive sono state superate da due unità e quindi la graduatoria era formata da un primo classificato, ovviamente, e da un secondo classificato idoneo.
Selezione per 2 Collaboratori Professionali Sanitari Esperti tecnico di laboratorio.
I verbali della Commissione sono stati approvati con deliberazione n.
357 del 15/07/2002. Le prove selettive sono state superate da una unità e quindi la graduatoria comprendeva un solo vincitore.
Nel primo caso (1 Collaboratore Professionale Sanitario Esperto dei servizi infermieristici) in seno alla Commissione nominata non ci sono state dimissioni né surroghe. Questo è quanto mi riferiscono.
Nel secondo caso si è verificata la rinuncia di un componente titolare nonché la comunicazione che il componente supplente si trovava in condizioni di incompatibilità: l'Azienda ha, pertanto, provveduto con delibera di surroga.
Riguardo al raddoppio dei posti di Collaboratore Professionale Sanitario Esperto dei servizi infermieristici, l'Azienda ha rappresentato quanto segue.
Nel 2001 l'Ufficio Infermieristico dell'ASL 22 era composto da quattro Collaboratori Professionali Sanitari Esperti Cat. Ds e da un Collaboratore Professionale Sanitario di Cat. D.
In data 17/12/2001 è stata formulata alla RSU (Organizzazioni Sindacali) la proposta di selezioni interne fra cui n. 1 posto di Collaboratore Professionale Sanitario Esperto dei servizi infermieristici Cat. Ds.
Lo Organizzazioni Sindacali hanno preso atto della proposta dell'ASL senza osservazione sul punto.
Con deliberazione 799 del 27/12/2001 si prese atto dell'accordo con riserva di verifica delle selezioni interne dei posti in base ad eventuali e ulteriori esigenze aziendali. Nel corso del secondo semestre 2002 per far fronte a criticità manifestatesi nel primo semestre 2002 nel processo di attuazione della dipartimentalizzazione del personale infermieristico nei presidi dell'ASL è stata elaborata una differente strutturazione dell'ufficio infermieristico che, tenuto conto della presenza sul territorio dell'ASL 22 di tre sedi ospedaliere, quattro distretti e tre RSA dell'ASL (di cui una avviata nel primo semestre 2002) nonché delle distanze esistenti fra i vari presidi, prevede l'assegnazione all'ufficio infermieristico di n. 6 unità di Collaboratori Professionali Sanitari Esperti di Cat. Ds per lo svolgimento delle funzioni del profilo sui presidi dell'ASL così individuati: 1 Collaboratore Professionale Sanitario Esperto Infermiere per Ospedale Novi Ligure 1 Collaboratore Professionale Sanitario Esperto Infermiere per Ospedale Acqui Terme 1 Collaboratore Professionale Sanitario Esperto Infermiere per Distretto di Novi Ligure 1 Collaboratore Professionale Sanitario Esperto Infermiere per Distretto di Arquata Scrivia 1 Collaboratore Professionale Sanitario Esperto Infermiere per Distretto di Acqui Terme 1 Collaboratore Professionale Sanitario Esperto Infermiere per Distretto e Ospedale di Ovada.
Al 29/08/2002 risultavano dipendenti n. 4 Collaboratori Professionali Sanitari Esperti di Cat. Ds e quindi risultavano carenti n. 2 Collaboratori Professionali Sanitari Esperti di Cat. Ds per soddisfare l'esigenza di n. 6 unità, come ho detto poc'anzi.
Il Regolamento aziendale sulle procedure selettive interne sottoscritto il 27/11/2000, prevede che le graduatorie delle selezioni interne abbiano validità 18 mesi. Pertanto, con deliberazione n. 414 del 29/08/2002 si è provveduto all'approvazione dei verbali della Commissione esaminatrice ed alla nomina dei primi due classificati (unici in graduatoria) nella selezione in oggetto.
Con deliberazione n. 429 del 12/09/2002 è stata fissata la decorrenza degli inquadramenti giuridici ed economici dei due Collaboratori Professionali Sanitari Esperti di servizi infermieristici.
La nuova strutturazione dell'ufficio infermieristico viene completata nel 2002 prevedendo anche la possibilità di rotazione fra i Collaboratori Professionali Sanitari Esperti (compatibilmente con le distanze esistenti fra i vari presidi dell'ASL), tenuto conto del grado di realizzazione dei processi di dipartimentalizzazione delle esigenze aziendali allo scopo di superare le criticità e favorire la collaborazione fra i Collaboratori Professionali Sanitari Esperti.
Per quanto attiene la non idoneità del candidato consulente aziendale nella materia messa a concorso (due posti di Collaboratore Professionale Sanitario Esperto tecnico di laboratorio), questa è frutto dell'autonoma valutazione della Commissione di concorso. D'altra parte, essere consulente aziendale non può rappresentare garanzie di superamento di concorso pubblico, durante il quale un candidato anche preparato può fallire le prove previste e quindi non risultare idoneo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere per la replica.



MULIERE Rocco

Ringrazio l'Assessore per la risposta; ne chiedo copia.
Sicuramente non mi ritengo soddisfatto della risposta. Mi rendo conto che si tratta di una materia estremamente delicata e non voglio entrare oltre nel merito. Stiamo parlando, infatti, di persone e di concorsi.
Credevo che le domande poste all'interno dell'interpellanza fossero chiare.
Quando un'Azienda Sanitaria Locale investe risorse per qualificare il proprio personale, e - come ho sentito nella considerazione finale della risposta dell'Assessore - si dovrà affrontare una prova che naturalmente verrà giudicata da una Commissione, qualche riflessione occorre farla quantomeno da questo punto di vista.
Naturalmente mi riserverò di valutare con attenzione la risposta dell'Assessore e, conseguentemente, mi riserverò, altresì, di svolgere ulteriori azioni nell'ambito delle attività di Consigliere regionale.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione n. 1574 dei Consiglieri Palma e Mellano inerente a "Ticket per la contraccezione di emergenza"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1574 presentata dai Consiglieri Palma e Mellano.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore all'assistenza sanitaria

In relazione ai quesiti posti dagli interroganti, si precisa che la Regione Piemonte non ha diffuso alcuna disposizione né circolare interpretativa, in merito alla assoggettabilità al pagamento del ticket per la prescrizione della cosiddetta "pillola del giorno dopo" in Pronto Soccorso. Parimenti non sono state emanate disposizioni in questo tenore su analoghe tipologie di interventi, subordinando l'eventuale produzione di linee guida all'esito degli incontri che sono in corso di svolgimento di Quadrante e che rivestono la finalità di recepire le problematiche sorte e di uniformare i comportamenti. Comunque, ritenendo plausibile, in linea generale, la scelta di considerare improprio il ricorso al Pronto Soccorso solo nelle ore o nei giorni ove è possibile ottenere la prescrizione rivolgendosi al medico di famiglia o al consultorio famigliare, ho provveduto ad inviare ai direttori Generali e ai Commissari delle ASR piemontesi una circolare esplicativa contenente le succitate indicazioni.
In estrema sintesi, le persone che si recano al Pronto Soccorso durante le ore in cui è in servizio il medico di famiglia, quindi nei giorni non festivi e nelle ore diurne, dalle ore 08.00 alle ore 20.00, in questo caso pagherebbero i ticket, diversamente non sono tenuti a pagare il ticket.
Posso consegnare la circolare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma per la replica.



PALMA Carmelo

Grazie, Assessore. C'é un problema, secondo me, preliminare rispetto a questa materia, che è molto delicata non solo dal punto di vista sanitario ma anche dal punto di vista culturale, riguardo alle modalità di applicazione di una disciplina che molto spesso è affidata impropriamente alla coscienza del singolo operatore, che non rientra nei canoni e criteri generali di erogazione di un servizio.
Rispetto a questo problema, prendo atto della sua risposta parzialmente soddisfacente, ma il dato che è emerso in maniera rilevante dall'analisi che abbiamo fatto è che sostanzialmente ciascuno operava come voleva: alcuni presidi imponevano il pagamento del ticket, altri non li imponevano altri li imponevano nelle ore diurne, altri nelle ore notturne; quindi, su questo ed in generale sulle modalità di somministrazione di questo farmaco un qualche dato di attenzione da parte dell'Assessorato deve esistere.
Per farle un altro esempio che non attiene al pagamento del ticket, non si può immaginare che una persona che si rivolta ad un servizio di Pronto Soccorso per un servizio di contraccezione di emergenza si veda rimandare come succede in centinaia di casi, al Pronto Soccorso dell'Ospedale Sant'Anna, come se la semplice prescrizione di un farmaco di contraccezione di emergenza comportasse un passaggio obbligato nell'ospedale ginecologico di rilevanza nazionale. Purtroppo succede questo e la inviterei a fare presente a tutte le direzioni sanitarie che il problema per loro non è fare i vigili urbani che mandano all'Ospedale Sant'Anna tutte le persone che hanno in generale problemi di contraccezione o di aborto, ma di provvedere loro stessi con ticket o senza ticket alla prescrizione e alla somministrazione di questo farmaco. Per certi versi, questo vale anche per l'interruzione di gravidanza, dove l'Ospedale Sant'Anna è diventato un ospedale di aborti, non tanto per volontà degli operatori, ma semplicemente perché si vede scaricare da tutti gli ospedali del territorio, che pure potrebbero provvedervi, un intervento di questo tipo, che questi ospedali laddove abbiano reparti attrezzati, sono tenuti ad erogare.
Sulla questione del ticket, la risposta dell'Assessore è almeno in parte soddisfacente perché almeno nei periodi nei quali non si danno alternative credibili per gli utenti dei servizi sanitari solleva da un onere in alcuni casi gli utenti dei servizi sanitari, pensiamo a persone molte giovani o semplicemente molto poveri; però, Assessore, penso che la questione sia più generale ed attenga alla natura dell'intervento. Se un intervento è urgente e la definizione di urgenza non si misura sulla base delle conseguenze mortali del mancato intervento, ma sulla base della tempestività di una prestazione rispetto al suo obiettivo, cioè esistono delle prestazioni che sono urgenti non perché se non si fanno il paziente muore, ma perché se non si fanno non ottengono l'obiettivo terapeutico che si prefiggono. Mi pare una definizione credibile di prestazione urgente. Su questa base, la contraccezione è una prestazione urgente sempre e non solo di notte o nei festivi, perché il tempo trascorso dal momento del rapporto consumato al momento della prescrizione è determinante rispetto all'esito della prescrizione stessa.
vero che alle ore 10.00 di mattina si danno delle alternative, c'è il medico di famiglia o il consultorio, ma è anche vero che non è affatto detto che si debbano dare delle alternative rispetto ad una prescrizione che qualunque medico del Pronto Soccorso può operare e può operare senza fare pagare il ticket, prendendo atto che si tratta di una prescrizione di emergenza.
Assessore, prendo atto della sua circolare che risolve il problema di fatto più grave, che è il problema di cosa succede la domenica in assenza di alternative, con il rischio di produrre con questo comportamento gravidanze indesiderate, o cosa succede la notte o nei giorni festivi.
La inviterei a riflettere se non sia il caso di estendere una disciplina di questo tipo su tutto l'arco della settimana, intanto perch ho l'impressione che il gettito proveniente dal ticket sulla contraccezione di emergenza non è particolarmente alto, sicuramente c'è i problema del numero di persone che si rivolgono al Pronto Soccorso, ma continuo ad essere convinto che rispetto ad una prestazione non onerosa neanche dal punto di vista organizzativo, perché non comporta degli oneri organizzativi particolari per il personale del Pronto Soccorso, si può immaginare di stabilire un principio di gratuità generale di questo intervento in ragione dell'emergenza che l'intervento stesso manifesta.
Prendo atto della risposta e intanto chiedo di acquisire copia della risposta dell'interrogazione della circolare che l'Assessore ha provveduto ad emanare, la invito a riflettere sul fatto che forse sarebbe opportuno estenderla ulteriormente e non solo nelle ore non coperte dal medico di famiglia, perché non penso che il costo organizzativo per le strutture sanitarie sarebbe troppo alto e perché continuo a ritenere che si tratta di una prestazione di emergenza.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione n. 1948 dei Consiglieri Suino, Placido e Ronzani inerente a "Spese per la comunicazione dell'Assessorato alla Sanità. Operazione di immagine o comunicazione istituzionale?"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1948 presentata dai Consiglieri Suino, Placido e Ronzani.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

In relazione all'interrogazione in oggetto, si precisa quanto segue.
Le quattro pagine del quotidiano La Repubblica del 7 novembre 2002 rappresentano, per quanto attiene alla sanità piemontese, la prima uscita di una serie di quattro speciali sulla sanità che, essendo frutto di una iniziativa dell'editore e della Manzoni e C., non comportano costi a carico della Regione Piemonte. Venuto a conoscenza di questa iniziativa l'Assessorato alla sanità della Regione Piemonte ha ritenuto di acquistare uno spazio tabellare, pari a una mezza pagina a colori, che, inserito nello speciale, fosse finalizzato alla pubblicizzazione delle iniziative relative alla settimana del cuore, che si svolgevano dal 7 al 10 novembre 2002, sostenendo un costo complessivo di 5.420 euro.
Il succitato costo è stato imputato sul capitolo di spesa n. 12250/02 relativo alle attività di promozione della salute.
Per quanto attiene alla richiesta di conoscere la spesa dell'Assessorato alla sanità in comunicazione, ritenendo che gli interroganti facessero riferimento ai costi relativi alla pubblicazione di spazi tabellari sui giornali o per la partecipazione a iniziative di comunicazione proposte talvolta dalle concessionarie di pubblicità per i quotidiani e le emittenti radiotelevisive, preciso quanto segue: nel primo caso (spazi tabellari) le inserzioni vengono effettuate solo ed esclusivamente in concomitanza con le campagne regionali di sensibilizzazione sui comportamenti e gli stili di vita, legate per lo più al Programma pluriennale Promozione Salute Piemonte. In questo caso il mezzo viene utilizzato come supporto e rinforzo, così come suggerito dalla letteratura internazionale in materia; spesso, come nel caso delle campagne per la donazione del sangue, alcuni spazi sono offerti gratuitamente dalle stesse concessionarie nel secondo caso (proposte di concessionarie di pubblicità) non sono mai stati effettuati interventi a pagamento.
In termini generali, nell'ambito del Programma pluriennale Promozione Salute Piemonte, il cui costo è di circa 600.000 euro l'anno, si pu sostenere che la spesa per la comunicazione, che è effettuata d'intesa con la comunicazione istituzionale della Giunta regionale, sia mediamente di circa 80.000 euro/anno.
I restanti costi (circa 520.000 euro) sono riferibili ad iniziative collegate alla politica di Promozione della salute, educazione e formazione degli operatori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Assessore, per la simpatia che le nutro, sono sconcertato (cerco gli aggettivi i più soft possibili).
Fra le poche competenze che ho, vanto una lunga esperienza professionale nel settore della pubblicità e della comunicazione. Lei ha affermato delle cose che non esistono, nel senso - spiego - che le concessionarie pubblicitarie, almeno quelle qualificate alle quali lei ha fatto riferimento, non regalano mai niente. Non esiste la parola regalo: è stata cancellata dal vocabolario del settore pubblicitario.
Informo anche il Capogruppo Cattaneo che il Dottore, fra le prime cose che ci ha sempre detto, è che la parola regalo non esiste. Consigliere oltre ad alzarsi in piedi, non mi voglia smentire.
Allora, Assessore, la invito a un supplemento di informazione con gli uffici. E' un anno che, colpevolmente - ma mi riferisco alla mia persona mi ero ripromesso di entrare nel merito - distratto da altri problemi, e non ne mancano! - della comunicazione della Giunta regionale e dei vari Assessorati; avevo anche richiesto tutti gli investimenti in comunicazione del 2001 - sempre colpevolmente, perché poi non ho dato seguito alla richiesta di materiale, e questa non è una cosa positiva, visto che gli uffici per dare risposta hanno lavorato - e chiederò anche tutti gli investimenti in comunicazione nel 2002. Poiché sommariamente ho verificato che esiste qualche problema, mi permetterò di rinnovare l'interpellanza sperando in una risposta un po' diversa e comunque più esauriente di quella che lei ha fornito - capisco, che gli uffici le hanno fornito - dove cercherò di dimostrarle, documenti alla mano, il che vuol dire fatture alla mano, che nel mondo della pubblicità, caro Assessore D'Ambrosio, la parola regalo non esiste. Di conseguenza, quelle pagine apparse su La Repubblica mi scusi per il termine, che non vuol essere offensivo, ma così si chiama nel settore della comunicazione -si chiamano "marchetta".
Assessore D'Ambrosio, stamattina sono di buonumore e le ripeto che non vi era nessuna intenzione nei suoi confronti di essere pesante, però la invito a una maggiore informazione, anche perché le preannuncio una interpellanza un pochino più articolata di questa che mi vede come secondo firmatario.
Colgo l'occasione per ringraziare la collega Suino per avermi fatto firmare questa interrogazione che riguarda la mia passata professione fino a un anno fa, ma che conosco abbastanza bene. Personalmente presenterò un'interpellanza decisamente più articolata, dopo aver richiesto i documenti di tutto il 2002 - quelli del 2001 sono già in mio possesso - in cui cercherò di confutare quanto da lei affermato, a meno che non ci sia una risposta, preparata dagli uffici, di tono, di contenuto diverso da quello che lei ha dato questa mattina.
Le ripeto - Assessore, mi creda - che nel settore delle concessionarie di pubblicità, quelle importanti, non quelle che cercano in qualche modo di aprire un canale, ma lei ha citato assolutamente primaria concessionaria nel settore della pubblicità, la parola regalo è bandita dal vocabolario. E con documenti alla mano, che vuol dire investimenti pubblicitari, proverò a dimostrare quello che sto affermando in questo momento.
La ringrazio anche di avermi fatto pervenire la copia scritta, che provvederò a trasmettere anche alla collega Suino. Grazie, Assessore.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Immigrazione

Interrogazione n. 1836 Consigliere Giordano inerente a "Racket dietro ai permessi di soggiorno falsi a Torino"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1836 del Consigliere Giordano.
Risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore per le politiche dell'immigrazione e l'emigrazione

In merito all'interrogazione n. 1836 inerente "Racket dietro ai permessi di soggiorno falsi a Torino" si precisa quanto segue.
Per quanto riguarda l'Assessorato specifico alla Promozione alla Sicurezza si comunica che le tematiche toccate dall'interrogante non risultano essere di competenza.
A seguito dell'entrata in vigore in data 10 settembre 2002, della nuova normativa sull'immigrazione (legge 30 luglio 2002 n. 189) cosiddetta "Legge Fini-Bossi", è stata definita una nuova regolamentazione dell'immigrazione e sono stati riformati gli Istituti che regolamentano la vita del cittadino straniero in Italia.
Il permesso di soggiorno viene concesso solo allo straniero che possiede un contratto di lavoro anche a tempo determinato e ha una durata di due anni: se l'immigrato perde il posto di lavoro deve lasciare l'Italia e tornare in Patria.
L'ingresso nel territorio dello Stato italiano, ai sensi dell'articolo 4 della legge 30 luglio 2002 n. 189 sull'immigrazione, avviene tramite visto d'ingresso rilasciato da rappresentanze diplomatiche o consolari italiane nello Stato di origine o di stabile residenza dello straniero.
Possono soggiornare nel territorio dello Stato gli stranieri entrati regolarmente che sono muniti di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno rilasciati e in corso di validità o che siano in possesso di permesso di soggiorno o titolo equipollente rilasciato dalle competenti autorità di uno Stato appartenente all'Unione Europea, nei limiti ed alle condizioni previsti da specifici accordi.
Il permesso di soggiorno, ai sensi dell'articolo 5 della legge 30 luglio 2002 n. 189 deve essere richiesto secondo le modalità previste dal Regolamento di attuazione, al Questore della Provincia in cui lo straniero si trova entro otto giorni lavorativi dal suo ingresso nel territorio dello Stato ed è rilasciato per le attività previste dal visto d'ingresso o dalle disposizioni in materia.
Nella nuova normativa sull'immigrazione, con l'articolo 33 è stato introdotto il provvedimento di "sanatoria" per i cittadini extracomunitari che si trovano senza permesso già sul territorio nazionale.
Ciascuna famiglia può regolarizzare una sola colf, ma non è stato posto un limite per le "badanti", cioè chi assiste handicappati o anziani. La denuncia (che si chiama dichiarazione di emersione) deve essere presentata entro due mesi dall'entrata in vigore della nuova legge alla Prefettura Ufficio Territoriale del Governo competente per territorio.
Il suddetto Ufficio provvede a verificare l'ammissibilità e la ricevibilità della dichiarazione, spetta invece alla Questura accertare se sussistono motivi ostativi all'eventuale rilascio del permesso di soggiorno.
La Regione non ha competenza specifica su questi provvedimenti, anche alla luce delle recenti modifiche apportate al Titolo V della Costituzione che invece hanno riservato una competenza esclusiva regionale per quanto riguarda la Polizia Amministrativa.
La nuova normativa sull'immigrazione è stata portata a doverosa conoscenza degli operatori della Polizia Locale, in data 30 settembre 2002 in collaborazione con la Scuola Agenti della Polizia di Alessandria. La Regione Piemonte ha promosso una giornata seminariale su queste importanti novità nel panorama legislativo italiano.
Anche per dare attuazione di questa nuova Legge sull'immigrazione, la Regione si è attivata per dare un'azione di sostegno alle Prefetture e ai Comuni soprattutto per quanto riguarda le regolarizzazioni dei cittadini extracomunitari, coinvolgendo i patronati, l'INPS, ecc.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente. Grazie, Assessore per la risposta a questa interrogazione. Volevo sottolineare che lo spirito dell'interrogazione non era tanto quello di farsi spiegare la legge Fini-Bossi o l'ex Turco Napolitano, ma era quello di cercare di capire se il nostro ente, in qualche modo, si mette in moto per cercare di arginare questo fenomeno così annoso delle false assunzioni agli extracomunitari.
Il problema è che Striscia la Notizia, un programma televisivo, ha spiegato a tutti gli italiani qual è il fenomeno, che cosa fanno e in che modo si può acquisire un permesso di soggiorno falso.
L'input di questa interrogazione era quello di cercare di capire se noi, come Regione, facciamo qualcosa o meno.
Non mi sembra però di aver intuito alcuna inclinazione sotto questo aspetto. Grazie ugualmente.


Argomento: Boschi e foreste

Interpellanza n. 1860 dei Consiglieri Papandrea e Contu inerente a "Comune di Campertogno (VC)- lavori di sistemazione boschiva"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1860.
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alle foreste

I Consiglieri Contu e Papandrea presentavano un'interpellanza relativa ad un intervento forestale nel Comune di Campertogno in Provincia di Vercelli. Chiedevano se questi lavori si configurassero in operazioni selvicolturali oppure se fosse solo il ripristino di tratti di sentiero.
Per quanto di conoscenza del Settore Politiche Forestali della Regione Piemonte, si forniscono le seguenti informazioni relativamente all'interpellanza proposta.
Per quanto si è potuto verificare, l'intervento eseguito dall'Amministrazione comunale di Campertogno risulta limitato allo sgombero di due piante di castagno del diametro di circa 25 cm. che erano cresciute sulla sede di un sentiero, all'eliminazione di un ramo di faggio (diametro di circa 10 cm.) e di una ceppaia di nocciolo pericolante a lato del sentiero stesso.
I lavori non si configurano quindi nella "sistemazione del bosco" (operazioni selvicolturali) ma sono semplicemente il ripristino di alcuni tratti del preesistente sentiero.
L'amministrazione comunale ci ha inoltre segnalato che detto intervento è finalizzato a consentire il transito pedonale che altrimenti avverrebbe sulla limitrofa proprietà privata.
In poche parole, se non avessero messo a posto questo sentiero, la tendenza di chi lo transitava era di uscire e di camminare sui prati di un privato.
Il Comune di Campertogno, in data 4 aprile 2002, ha presentato alla Direzione regionale Economia Montana e Foreste una domanda di contributo ai sensi dell'azione i2d "Miglioramento della viabilità forestale" ai sensi del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 (Reg. CE 1257/99).
Come previsto dalle relative norme tecniche ed amministrative, la domanda di contributo è stata corredata dagli elaborati tecnici necessari all'assegnazione di punteggi per la formulazione della graduatoria.
La graduatoria è stata approvata in data 5 settembre 2002 e comprende tra i beneficiari, il Comune di Campertogno, cui è già stato richiesto il progetto definitivo ed esecutivo necessario per il completamento dell'istruttoria e per il consenso all'esecuzione dei lavori. Come previsto dall'articolo 6 della legge regionale 45/1989, l'autorizzazione relativa al vincolo idrogeologico sarà rilasciata dalla competente Direzione Economia Montana e Foreste. Ai Consiglieri interroganti pertanto, vogliamo dare questo tipo di informazione: un conto è stato il ripristino già avvenuto della transitabilità del sentiero, altro conto è l'intervento della viabilità forestale previsto con la domanda presentata sul piano di sviluppo rurale, progetto approvato in attesa di definitivo che, se i colleghi lo riterranno, sarà a loro disposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Innanzitutto, chiediamo di avere la documentazione indicata dall'Assessore. Prendiamo atto della risposta e verificheremo sia il tipo di lavoro effettuato (che presumo sia quello indicato nella sua comunicazione) sia il progetto che dovrà essere analizzato con più attenzione, configurandosi, non solo come un piccolo intervento, ma come un intervento ben più consistente.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani sull'ordine dei lavori.



RONZANI Wilmer

Sollevo una questione invitando il Presidente ad intervenire, se lo ritiene, nei confronti degli Assessori competenti.
Qualche settimana fa ho annunciato in aula l'intenzione di convertire le interrogazioni da risposta in aula a risposta scritta, contando sul fatto che a quel punto le risposte sarebbero state più celeri, evitando di ingolfare i lavori dell'aula.
Da quando ho posto questa richiesta al Presidente del Consiglio (che mi risulta essere stata poi inoltrata gli Assessorati competenti e so che i funzionari sono intervenuti per sollecitare le risposte), non ho ancora avuto risposta ad una soltanto delle venti o trenta interrogazioni nonostante siano trascorsi quindici giorni A questo punto non esistono più attenuanti, trattandosi di risposte datate. Ho eliminato il problema della risposta in aula, con ciò risolvendo una questione che molte volte viene usata in maniera pretestuosa dagli Assessori; quindi non mi pare esistano ragioni che giustificano il fatto che non si risponde a queste interrogazioni.
Gradirei, e sono convinto di poter contare sulla sensibilità del Presidente, che si facesse un intervento deciso sugli Assessori, affinch mi venga data risposta a termine di Regolamento, cioè entro quindici giorni. Sono passati circa quindici giorni da quanto ho inoltrato la richiesta e quindi gradirei, per la prossima seduta, che gli Assessori e gli uffici competenti rispondessero alle interrogazioni che ho dichiarato di convertire, da interrogazioni con risposta in aula, ad interrogazioni con risposta scritta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Intervento per segnalare un fatto che sta avvenendo in Piemonte e che sta colpendo molti Comuni di montagna che hanno costruito, nel corso del tempo, perfetti sistemi di acquedotti.
Oggi, l'applicazione della legge sui servizi idrici (che praticamente istituisce le ATO provinciali) sta trattando, in una forma discutibile l'appropriazione e lo smantellamento della rete di acquedotti comunali soprattutto in alcune province (fra le quali quella di Torino) A questo tema, oggi di attualità, ho presentato, unitamente ai Consiglieri Caracciolo e Suino, un ordine del giorno e un'interrogazione (credo che anche i Consiglieri appartenenti al Gruppo Lega Nord abbiano presentato un'interrogazione sul punto) per sottolineare ciò che sta avvenendo: una serie di operazioni di smantellamento degli acquedotti comunali e di assorbimento delle gestioni in economia, attraverso un'operazione molto discutibile.
Chiederei, all'Assessore, una moratoria per analizzare l'iter del meccanismo dell'istituzione dell'ATO. È un problema di questi giorni, non è un problema dei prossimi mesi; quindi vorrei sottolineare la necessità di prestare attenzione, sui tempi logici, a questo tema.
Sul punto ho presentato un ordine del giorno, firmato anche dai Consiglieri Caracciolo e Suino, e un'interrogazione. Anche il Gruppo di Lega Nord ha presentato, a questo proposito, un'interrogazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Sollecito anch'io questa risposta, avendo sentore che ci sono, in giro per il Piemonte, molti acquedotti comunali e privati (piccoli acquedotti con cent'anni di storia che le popolazioni hanno gestito con risorse proprie, svolgendo un'ordinata manutenzione, e sono fonte di approvvigionamento significativa per alcune piccole frazioni e piccoli Comuni del nostro territorio) stanno ponendo il problema qui sollevato dal Consigliere Tapparo.
Ciò detto, mi associo alla richiesta che l'Assessore Cavallera risponda all'interrogazione presentata dal Consigliere Tapparo, unitamente ai Consiglieri Caracciolo e Suino, e all'interrogazione presentata dai Consiglieri della Lega Nord.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'ordine del giorno, se non c'è richiesta formale attraverso la Conferenza dei Capigruppo automaticamente non viene iscritto.
Non essendo stato richiesto dalla Conferenza dei Capigruppo, l'aula è sovrana e lo si può iscrivere qualora ci siano 40 voti.
Vedremo, durante l'arco della giornata, di creare le condizioni necessarie per l'iscrizione ed, eventualmente, si vedrà per la discussione.
Per quanto riguarda le sollecitazioni espresse dal Consigliere Ronzani in merito alla richiesta di risposta scritta alle interrogazioni ed interpellanze da lui formulate in tempi passati, la Giunta regionale, dalla sua richiesta, ha a disposizione quindici giorni per formulare risposta.
Credo che siano stati superati questi quindici giorni e quindi provvederemo a sollecitare la Giunta a fornire risposta a quanto da lei richiesto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi sull'ordine dei lavori.



CHIEZZI Giuseppe

Durante la Conferenza dei Capigruppo ho chiesto, insieme ad altri colleghi, di iniziare la seduta con la discussione degli ordini del giorno presentati da alcuni Gruppi, in ordine al drammatico problema della guerra di aggressione all'Iraq. La questione è stata sollevata alla Conferenza dei Capigruppo, in cui, a maggioranza, si è deciso di non accogliere la richiesta, considero questo fatto deplorevole e preoccupante. Lo svolgersi della Guerra di aggressione all'Iraq, ogni giorno porta a nostra conoscenza enormi tragedie, veri e propri macelli che vengono messi in atto a danno di civile. E' solo di questa mattina la notizia che un autoveicolo carico di donne e bambini è stato centrato dalla coalizione che sta aggredendo l'Iraq. Mi pare che, in questa situazione che tormenta anche le nostre vite ogni giorno appesantendo sempre di più la tragedia in atto, la seduta del Consiglio regionale, al di là delle decisioni prese nella Conferenza dei Capigruppo, sarebbe necessario iniziasse almeno con l'esame degli ordini del giorno presentati, in modo tale da dare un contributo di responsabilità al Consiglio regionale sul tema di questa atroce guerra.
Chiedo di inserire all'o.d.g., l'ordine dl giorno che ho presentato insieme agli altri ordini del giorno che mi risulta siano stati presentati.
Ritengo veramente improponibile che in questa situazione, una assemblea elettiva di questo rango, non si occupi di dire una sola parola su quanto sta succedendo, ormai da parecchi giorni, in Iraq.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Non sono Capogruppo come il Consigliere Chiezzi, tuttavia voglio approfittare di questo spazio iniziale per condividere la richiesta del Consigliere Chiezzi che ci pone l'urgenza di discutere in aula qual è l'orientamento del Consiglio regionale su questo delicato tema su cui nessuno di noi può far finta di nulla.
chiaro che le condizioni sono cambiate da quando in aula abbiamo discusso di guerra, abbiamo approvato anche degli ordini del giorno in una fase preliminare a quella che, attualmente, ci vede tutti i giorni davanti alla TV, alle fonti di informazione per capire meglio. Ritengo abbia ragione il Consigliere Chiezzi sull'urgenza di approvare un testo, un ordine del giorno anche perché - cerco di dirlo con assoluta delicatezza cercando di evitare accuse di arroganza o altro - credo sia necessario anche a chi rappresenta questo Consiglio regionale, anche all'Ufficio di Presidenza, al Presidente e ai Vicepresidenti di turno, poter avere una traccia, una linea approvata dal Consiglio regionale, per rappresentare nelle sedi pubbliche e nelle sedi consone alla rappresentanza del Consiglio, qual è la posizione del Consiglio stesso. Altrimenti - cerco di dirlo sempre con assoluta delicatezza e cercando di non offendere nessuno succede come ieri, Consigliere Chiezzi, quando - lo dico pubblicamente - il Vicepresidente Riba ha espresso una posizione che era difficilmente condivisibile perché partiva da un presupposto sbagliato. Il presupposto sbagliato era quello di dimenticare la guerra in Kosovo, di dimenticare l'intervento in Kosovo.
Ritengo assolutamente importante che il Consiglio sappia trovare un'unità e una espressione comune anche perché, lo sottolineo e lo ribadisco, l'espressione comune concordata per quanto possibile, possa diventare comune anche a chi rappresenta il Consiglio nelle situazioni ufficiali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Mi associo alla richiesta del Consigliere Chiezzi. Ritengo effettivamente che dopo 12 giorni dell'inizio di un conflitto - che da quando è iniziato riempie la grande maggioranza di pagine dei giornali non discutere della guerra sia un fatto grave. Bisognerebbe avere la sensibilità di cogliere un problema, che oggi è sicuramente un problema di tutti noi, che ha delle ripercussioni incredibili da ogni punto di vista anche sulla nostra vita. Pensiamo solo all'andamento della situazione economica e tutti i problemi che potrebbero essere connessi al proseguire della guerra.
Penso che sarebbe un atto di sensibilità forte da parte del Consiglio prendere atto della situazione e discuterne per tentare di adottare una posizione comune.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Poiché è stata sollevata una questione molto delicata, sono d'accordo sul fatto che si arrivi in aula con una discussione sulle grandi questioni della guerra e ad assumere un orientamento. Naturalmente quell'orientamento, quale esso sia, sarà un orientamento che esprimerà una posizione istituzionale del Consiglio regionale e non impedirà a nessuno di noi - né ieri, né oggi e nemmeno domani - ad esprimere la propria opinione tanto più di farlo in un libero dibattito come quello che normalmente si esercita in occasione della presentazione di un libro.
In occasione della presentazione di un libro ciascuno di noi può fare delle affermazioni: giuste, sbagliate, vere, meno vero, condivisibili o meno condivisibili, ma pensa di poterle fare senza essere sottoposto, il giorno dopo, alla censura di qualcuno. Questa era una cosa che non mi aspettavo.
Certo, il Consigliere Riba è anche Vicepresidente del Consiglio regionale, ma le opinioni espresse in quella sede erano le opinioni espresse da una persone in una libera discussione in occasione della presentazione di un libro.
Se questa è la preoccupazione del Consigliere Mellano, lo voglio rassicurare che non ci sarà nessun voto del Consiglio regionale che mi impedirà, nel caso abbia un'altra opinione, di dire quello che penso in qualsiasi dibattito successivo. Mi dispiace, ma se questo è quello che pensa il Consigliere Mellano, è una strana interpretazione dei compiti istituzionali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma, ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Penso che il Consigliere Mellano abbia sollevato una questione istituzionale significativa, non mi pare che abbia posto in discussione il diritto di un rappresentante politico ...



(commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PALMA Carmelo

Consigliere Marcenaro, non continui ad usare il termine "censura".
Censurare significa chiamare i carabinieri mentre si parla. Se qualcuno pone una questione istituzionale, pone una questione istituzionale: lo avete fatto una trentina di volte nei confronti del Presidente del Consiglio, permetta ad un Gruppo di minoranza, come il nostro, di sollevare l'identica questione nei confronti di un diverso rappresentante dell'Ufficio di Presidenza, rispetto ad un problema che non è l'opinione del Vicepresidente Riba, ma il ruolo che un rappresentante dell'Istituzione, in una sede istituzionale, per un appuntamento istituzionale, ricopre. Non era la presentazione di un libro alla libreria Campus, ma la convocazione di un organo del Consiglio regionale che nell'ambito delle proprie attività, presentava un libro come spesso fa nella propria attività questo organo, rifletta o meno l'impostazione istituzionale del Consiglio, piuttosto che l'opinione rispettabilissima legittima e non particolarmente offensiva che politicamente, privatamente e personalmente ritiene di dover rappresentare. Esattamente come io mi aspetto che il Presidente Cota, quando va a rappresentare la Regione, non rappresenti il Parlamento della Padania, ma rappresenti questa Istituzione gradirei che tutti i rappresentanti dell'Ufficio di Presidenza rappresentassero le posizioni istituzionali di quest'Aula e non le posizioni politiche che, in maniera del tutto legittima, nei propri comizi ed iniziative, hanno il dovere di rappresentare. Altrimenti, diventa assolutamente inutile discutere ordini del giorno all'interno di quest'aula, su materie che ovviamente ci devono trovare divisi, ciascuno con le proprie posizioni, ma che, se approvano dei documenti condivisi dalla maggioranza, riflettono un orientamento - usiamo parole grosse dell'Istituzione su questa maggioranza.
Il problema è molto semplice, è un problema addirittura istituzionale più che politico: in che misura un rappresentante della Regione, dal Presidente Ghigo al Presidente del Consiglio, ai membri dell'Ufficio di Presidenza, ai singoli Consiglieri che vengono delegati per alcune iniziative, può rappresentare altro che la posizione che il Consiglio ha espresso nella sede istituzionale? Questo è un problema che dobbiamo porre, perché è un problema che voi amici dei Democratici della Sinistra, avete ben presente, perché l'avete rimproverato decine di volte al Presidente Cota.
Ritengo che questo non sia tanto un problema politico, ma istituzionale, che va affrontato istituzionalmente, con forme assolutamente non censorie e non repressive, ma di mediazione soft, che occorre tenere presenti perché, qualora quest'aula adottasse documenti o mozioni di intenzione su questo o su quest'altro tema, il rappresentante dell'Istituzione, in quanto tale, non può fare altro, al di là di quello che pensa, personalmente o politicamente, di rappresentare la posizione dell'Istituzione.
Mi pare che il collega Mellano l'abbia detto con una tranquillità che non gli è solita; gradirei che qualcuno non si agitasse al suo posto, visto che, per una volta, il Consigliere Mellano non si è agitato sostenendo una posizione politica.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, chiedo la parola.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, sull'ordine dei lavori lei è già intervenuto. Se vogliamo, possiamo aprire un dibattito su queste questioni, ma il dibattito non è aperto; mi pare sia stata posta una questione assolutamente sostanziale, in riferimento all'Iraq. Se vogliamo parlare dell'ordine del giorno sull'Iraq, bene; se vogliamo parlare d'altro, parliamo anche d'altro. Se l'altro viene chiarito in un compenso di interventi limitato bene.
Consigliere Chiezzi, dia il suo contributo.



CHIEZZI Giuseppe

Il mio contributo deriva dal fatto che ero presente, insieme al collega Mellano, alla riunione di ieri pomeriggio, quando il Vicepresidente Riba ha presieduto la presentazione del libro di Ferruccio Baruffi. E' stata una bella presentazione di un libro, nella quale ci siamo scambiati opinioni e abbiamo sentito interventi interessanti. Il Presidente Riba ha fatto, come è suo dovere istituzionale, da padrone di casa, illustrando il libro esprimendo delle preoccupazioni sullo stato di guerra esistente oggi assolutamente nell'ambito delle prerogative proprie di una riunione di quel genere, che è stata anche una riunione molto colloquiale ed affettuosa priva di paludamenti.
Trovo sorprendente che si eccepisca su come Lido Riba abbia tenuto la riunione di ieri, perché mi è sembrato di una onestà assoluta: onestà politica, culturale, istituzionale, personale; si è presentato come una persona che esprimeva compiacimento per la presentazione di un libro accompagnandolo a considerazioni che erano le considerazioni di Lido Riba senza alcun dubbio.
Trovo sorprendente che, a fronte di un fatto così normale, sobrio e pacato, si gridi allo scandalo, si gridi che il Vicepresidente Riba in quella sede non poteva dire quello che ha detto. Colleghi e collega Mellano, facciamo allora delle considerazioni sullo stato delle cose! Fatte queste considerazioni, arriviamo ad ognuno di noi: non ho mai sentito il collega Mellano intervenire di fronte a comportamenti molto discutibili del Presidente del Consiglio. Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad un'intervista in sede regionale del Presidente Cota che, sul vestito istituzionale di Presidente del Consiglio - era in uno di questi Uffici che lui dovrebbe sempre avere e indossare, ha sovrapposto la divisa della Lega. Ha sovrapposto la divisa della Lega al vestito istituzionale su una questione, tra l'altro, ben inventata: ha svolto un'intervista con la sua divisa di cravatta e fazzoletto verde, sopra il vestito istituzionale del Consiglio. Sovrapporre la divisa di un partito sull'abito istituzionale vuol dire che si rasenta il vestito da pagliaccio! Cerchiamo di dare una regolata alle cose! Il Presidente del Consiglio è Segretario regionale e nazionale di un partito e continua a vestire i due abiti nello stesso senso. Se si vogliono sollevare problemi di caratura e di calibratura incominciamo dal Presidente Cota! Incominciamo di lì: tutti uniti, ad esempio, mettiamo all'o.d.g. quell'invito al Presidente Cota, finché è il Presidente della Lega regionale, a non governare più, almeno il nostro Consiglio, lasciando a Lido Riba e a Toselli il compito. Sorprende veramente questa puntura di spillo a Lido Riba, che ritengo abbia condotto in modo magnificamente corretto una bella riunione, che l'intervento del collega Mellano non può rovinare o turbare assolutamente.
Ringrazio, quindi, il collega Riba per come ha condotto i lavori ieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Colleghi, ritengo opportuno intervenire, considerando che il collega Mellano abbia volutamente deviato le mie brevi battute, la mia gestione della giornata, oppure che gliene sia sfuggita sicuramente una parte.
Voglio qui richiamare quanto detto nell'ambito della presentazione di un importante libro scritto dal Presidente dell'ANED (l'Associazione Nazionale degli ex Deportati), che casualmente fu anche partigiano e fu partigiano garibaldino (ma questo elemento non è stato sottolineato più di tanto). Si tratta di un libro destinato a ricordare la memoria di un numero di persone morte nei campi di concentramento nazi-fascista, e a seguito della guerra nella quale avevano militato dalla parte che la nostra Costituzione riconosce essere quella giusta.
Nell'ambito di quel discorso durato due ore, durante il quale ho dato anche la parola a tutti i Consiglieri che volevano intervenire (a tal proposito ringrazio il Consigliere Pino Chiezzi che ha portato una testimonianza particolarmente neutrale ed affettuosa nei confronti dell'autore del libro), l'espressione famigerata che ho utilizzato - e della quale mi assumo tutta la responsabilità, collega Mellano - è stata quella di dire, in quel contesto, che le Bandiere Rosse non sono soltanto quel simbolo di massacro (o una frase analoga), come qualcuno ha voluto dire in questi giorni. E mi sono astenuto dal far riferimenti particolari: mi sono riferito ad un contesto in cui le Bandiere Rosse rappresentavano le insegne di tante corrette battaglie.
Naturalmente rivendico che a fronte di un'affermazione sulle Bandiere Rosse fatta dal Presidente del Consiglio nella sua autorità di Presidente del Consiglio, in un contesto in cui si parlava di Bandiere Rosse corrispondesse ad un minimo di decenza sottolineare che le Bandiere Rosse rappresentano, soprattutto in Italia, tante altre cose.
Non ritengo che quell'elemento, oltretutto intervenuto in modo assolutamente discorsivo, abbia significato aprire delle polemiche che non hanno mai fatto parte del mio atteggiamento, né in quella né in altre occasioni istituzionali, credo che ne possiate dare atto. Allo stesso tempo, ritengo che ricavare da questo un elemento di distorsione interpretativa corrisponda ad una componente intenzionale dal punto di vista politico, della quale sono particolarmente sorpreso.
Questo è quanto. Lo dico per i colleghi e per tutti coloro che normalmente partecipano alle iniziative di presentazione di volumi che si riferiscono alla storia dell'ANED, dei deportati e della nostra Resistenza nonché ai valori della nostra Costituzione come stabilisce il titolo chiaro della legge in base alla quale svolgiamo questo genere di attività istituzionale.
In quell'occasione, credo anche di aver ringraziato il Presidente Cota e tutto l'Ufficio di Presidenza per l'impegno manifestato su questo fronte, comunicando che ero delegato a rappresentare tutti nell'ambito di quella normale iniziativa e manifestazione di carattere istituzionale, che è stata gestita, a mio giudizio, con un senso altamente istituzionale. Non ho altro da aggiungere.
Sono particolarmente dispiaciuto di questo genere di...



RIBA Lido

MELLANO Bruno (fuori microfono)



RIBA Lido

Io, però, non mi riferivo alla questione delle Bandiere Rosse, ma alla questione del Kosovo. All'inizio hai detto che la era la prima volta che l'Italia partecipava direttamente o indirettamente ad un conflitto non autorizzato dall'ONU.



PRESIDENTE

Collega Mellano, credo che sia comunque positivo perché ci chiariamo.
Questo aiuta...



(L'intervento del Consigliere Mellano prosegue fuori microfono)



PRESIDENTE

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, ma c'é un dibattito? Perché altrimenti ci prepariamo.



RIBA Lido

Collega Mellano, di tale questione francamente, siccome non ho affermato quello...
Non ha alcuna importanza!



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, insomma, credo che se ne sia parlato a sufficienza e che le posizioni siano chiare, soprattutto dopo l'intervento del collega Riba.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Volevo fare alcune brevi considerazioni sulla questione test sollevata.
Mi stupisce, francamente, che i colleghi Radicali, solitamente portatori di una posizione molto aperta verso le espressioni di opinione abbiano sollevato questo problema. Mi pare evidente che su questioni di tale genere (ma non solo) il voto di un ordine del giorno non pregiudichi il fatto che il Consiglio assuma un'unica posizione. Il Consiglio ha assunto più posizioni, una è sicuramente maggioritaria perché ha ottenuto più voti, ma ce ne sono altre.
Mi pare evidente (a meno che non si facciano affermazioni false, ma si tratterebbe di un altro discorso) che su determinate questioni emergano posizioni diverse anche negli interventi degli esponenti della Presidenza che è un organismo plurale, perché esprime la pluralità del Consiglio stesso. Come ripeto, a meno che non si arrivi ad affermare cose inesistenti (ad esempio che una posizione che è stata minoritaria sia la posizione maggioritaria del Consiglio) credo che sia del tutto logico che ciascuno intervenga esprimendo le proprie sensibilità. Mi preoccuperei non fosse così, nel senso che mi preoccuperei se si dicesse che una volta che il Consiglio ha votato a maggioranza su una questione, altre posizioni non hanno il diritto di essere esposte.
Se i colleghi Radicali riflettessero, si renderebbero conto di aver sollevato un problema sul quale occorrerebbe una maggiore riflessione prima di assumere determinate posizioni.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Valuteremo la questione dell'Iraq e la relativa richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno non appena perverranno i 40 voti.
Anche il Consigliere Tapparo ha presentato richiesta analoga in merito alla questione della rete degli acquedotti comunali e allo smantellamento che lui asserisce essere in atto. Se si riuscirà ad iscrivere tali argomenti all'o.d.g., si deciderà in quel momento quando discuterli.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori - Formazione professionale

Esame disegno di legge n. 424 inerente a "Disposizioni normative in materia di rendicontazione delle attività cofinanziate dal Fondo Sociale Europeo (FSE)" ed esame ordine del giorno n. 746 dei Consiglieri Palma, Suino Riggio, Chiezzi e Tapparo collegato al provvedimento


PRESIDENTE

Procediamo all'esame del disegno di legge n. 424, di cui al punto 4) all'o.d.g..
Relatrice è la collega Costa Rosa Anna.



ALBANO Nicoletta

Sostituisco io la collega.



PAPANDREA Rocco

Quando è avvenuta questa sostituzione?



ALBANO Nicoletta

Durante l'ultima VII Commissione.



PRESIDENTE

Presidente Valvo può gentilmente comunicarmi se è avvenuto o meno il cambio di relatore? Così almeno sgombriamo il campo da ogni dubbio.
Altrimenti, in qualità Presidente di Commissione, svolge lei la relazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Durante la Conferenza dei Capigruppo, il Presidente del CDU ha comunicato ai colleghi presenti, Presidenti di Gruppo, che nella giornata di martedì sarebbe stato assente il Gruppo del CDU in quanto impegnato a Roma per un'importante questione. Si era posto, quindi, in merito al disegno di legge n. 424, il problema della relatrice Costa, che sarebbe stata assente.
In quel momento, certamente in modo anomalo perché la Commissione è sovrana (ma non sarebbe la prima volta - parlo per me che sono qui da 33 mesi - che in assenza di una relatrice o di un relatore un collega la sostituisce semplicemente), c'era stato un accordo - magari errato, ma un accordo c'era stato - per cui in caso di assenza della collega Costa peraltro annunciata e confermata durante la Confermata dei Capigruppo avrebbe svolto il ruolo di relatrice la collega Albano, che aveva dato la disponibilità. Se adesso si intende aprire un incidente diplomatico...
Se il Presidente ritiene questo, tutte le volte che sarà assente il relatore non si tratterà il provvedimento. La ritengo, francamente, una cosa assurda, perché quantomeno abbiamo sbagliato per 33 mesi.



PRESIDENTE

Presidente Valvo, in qualità di Presidente di VII Commissione cortesemente vuole leggere lei la relazione?



VALVO Cesare, relatore

D'accordo.
Illustre Presidente, Egregi Consiglieri, le vigenti normative comunitarie in materia di utilizzo e gestione dei Fondi strutturali attivati in seno all'Unione europea pongono alle regioni, nella loro veste di autorità di pagamento intermedia tra l'ente comunitario erogatore delle contribuzioni ed i soggetti beneficiari ed attuatori delle azioni cofinanziate, precisi obblighi di rendicontazione delle spese effettivamente sostenute da parte dei soggetti attuatori. n particolar modo è opportuno ricordare che l'articolo 32 del Regolamento CE 21 giugno 1999 n. 1260 (Disposizioni generali sui Fondi strutturali), stabilisce in primo luogo che l'erogazione degli acconti intermedi da parte della Commissione europea avvenga esclusivamente a fronte di spese effettivamente sostenute e certificate dall'autorità di pagamento intermedia, ed in secondo luogo che i pagamenti a saldo degli interventi ammessi a finanziamento siano eseguiti a condizione che la suddetta autorità di pagamento presenti alla Commissione una dichiarazione certificata delle spese effettivamente sostenute. A norma della stessa disposizione comunitaria i singoli Stati membri designano in autonomia le autorità preposte al rilascio delle certificazioni di cui sopra. Da questi presupposti nasce l'urgenza di determinare conseguentemente i rapporti fra la regione e i soggetti attuatori, disponendo l'obbligo di presentazione entro termini brevi dei rendiconti delle spese sostenute.
Con il disegno di legge, di cui si chiede all'Aula consiliare sollecita approvazione, si prevede che il rendiconto delle spese sostenute dai soggetti attuatori di azioni ammesse a finanziamento comunitario sia corredato della certificazione dell'avvenuto controllo di conformità rilasciato da persone o società iscritte nel registro dei revisori contabili. Il rendiconto certificato costituisce domanda di pagamento dei soggetti attuatori alla regione o alle province cui siano state attribuite le funzioni ai sensi della legge regionale 44/2000 e consente agli uffici competenti di disporre i pagamenti a saldo o il recupero delle somme eventualmente non utilizzate. La nuova procedura consente di abrogare i commi 5-bis e 5-ter dell'articolo 22 della legge regionale 13 aprile 1995 n. 63 in materia di disciplina delle attività di formazione ed orientamento professionale, anche perché le norme in essi contenute hanno sollevato dubbi e perplessità in ordine alla loro compatibilità con i principi di diritto comunitario di parità di trattamento e proporzionalità.
Le suddette disposizioni regionali, infatti, per una normale attività di controllo dei rendiconti degli enti di formazione professionale, hanno prescritto che il soggetto esterno incaricato dalla regione debba essere scelto fra gli iscritti all'albo speciale delle società di revisione di cui al vigente testo unico sulle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria. In conseguenza di tale logica la richiesta di iscrizione all'albo speciale istituito presso la CONSOB può costituire elemento discriminatorio e sproporzionato rispetto all'oggetto del servizio, dal momento che le società ivi iscritte hanno competenze relative a vicende societarie e finanziarie del tutto diverse da quelle oggetto di revisione dei rendiconti delle spese. Sulla base di tali premesse, pertanto, il disegno di legge prevede che i soggetti attuatori delle attività cofinanziate dal Fondo sociale europeo, entro 120 giorni dal termine degli interventi finanziati, presentino alla regione o alle province cui siano state attribuite le funzioni ai sensi della legge regionale 4 aprile 2000 n. 44 il rendiconto delle spese sostenute, con allegata una certificazione rilasciata da persona o società iscritta nel registro dei revisori contabili.
Al fine di non far gravare sui soggetti attuatori l'onere economico della certificazione delle spese, il provvedimento prevede che tali costi costituiscano spese elegibili e, come tali, inseribili a loro volta nelle richieste di cofinanziamento. L'articolo 2 comma 6 del disegno di legge prevede inoltre che la nuova modalità di presentazione dei rendiconti venga estesa anche alle attività finanziate ai sensi delle leggi statali in materia di formazione professionale e politiche del lavoro in quanto gestite dalla regione o dalle province a cui tali funzioni sono state conferite. Il dibattito in seno alla Commissione referente ha suggerito di espungere dall'ambito del testo la disposizione che espressamente prevedeva in capo alla regione la facoltà di erogare anticipazioni di pagamento a fronte delle attività gestite da enti senza scopo di lucro, dal momento che tale sistema di anticipazioni costituisce prassi consolidata della regione ed è comunque previsto anche nel programma operativo regionale approvato dalla Commissione europea. L'articolo 4, secondo le prescrizioni del vigente ordinamento contabile della Regione Piemonte, individua nell'ambito del bilancio pluriennale 2002-2004, le unità previsionali di base a cui imputare gli oneri finanziari di attuazione del provvedimento mentre l'articolo 5 prevede la clausola d'urgenza affinché le nuove disposizioni possano entrare rapidamente in vigore, tenuto conto dei tempi ristretti imposti dalla normativa comunitaria in tema di certificazione delle spese.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, quando abbiamo discusso in Commissione di questo provvedimento avevo sollecitato l'Assessore a darci un quadro delle problematiche affrontate che ci permettesse di avere degli elementi di arricchimento e di conoscenza.
La nostra funzione come Consiglieri regionali è spiccatamente di controllo, oltre che di orientamento generale e per fare questo sarebbe opportuno avere la massima informazione; tra l'altro, si accresce il compito, la delicatezza e la sofisticatezza delle funzioni di controllo dei finanziamenti comunitari, in questo caso dei finanziamenti per il fondo sociale europeo che tocca anche le politiche attive del lavoro, materia che la Regione Piemonte ha delegato alle Province e che necessita, quindi, di un impianto estremamente delicato nel tempo e da quando si è iniziati ad operare con il fondo sociale europeo, dai primi anni '80, il meccanismo si è reso più sofisticato e complesso.
Le voci che vengono coperte da questo finanziamento non sono solo quelle dei costi del personale docente, degli eventuali bonus formativi o i sussidi alla frequenza, ma sono anche spese di progettazione, interventi di sostegno informatizzato al sistema generale di formazione, quindi materie sempre più complesse che richiederebbero un impianto molto chiaro e sofisticato. Il problema di regolare questi rapporti fra Regione e soggetti attuatori dovrebbe avere una specie di libro delle procedure per la rendicontazione. Oggi, la materia è talmente complessa, fa correre anche dei rischi e rende difficile l'attività ai soggetti attuatori e, se vogliamo, anche il controllo della Regione e delle Province per certi aspetti all'operatività dei soggetti attuatori che a me pare manchi una indicazione per avere un regolamento che possa determinare in modo analitico, come vi è nelle aziende più organizzate, il libro delle procedure per la rendicontazione.
Vi è un passaggio molto delicato: è possibile, in qualche modo, che alla certificazione dell'avvenuto controllo di conformità rilasciato ai soggetti attuatori possa essere fatto da qualcuno? Fino ad ora la normativa è molto ristretta, qui si allarga ad una pluralità di soggetti, purch siano iscritti ad albi e abbiano una configurazione di competenza garantita dagli albi. È una procedura molto delicata. Per questo motivo mi sembra insufficiente l'impianto della norma e il rinvio che viene effettuato.
Credo che questo possa aprire spazi a contenziosi o anche a situazioni spiacevoli.
Per questa ragione, mi sembra che occorra specificare la questione dell'analiticità dei caratteri della rendicontazione, visto che viene svolta da soggetti esterni. Il punto delicato di questo provvedimento, che passa in secondo ordine perché viene trattato alla fine, è quello delle anticipazioni ai progetti.
In sostanza, abbiamo dei soggetti attuatori, i quali presentano dei progetti che vengono approvati e, in qualche modo, a questi soggetti, che utilizzano docenti, che hanno spese vive nello sviluppo del progetto, si parla di dare un'anticipazione. Credo che il meccanismo sia giusto, perch nella nostra storia della formazione è successo molto spesso che la Regione pagasse con grande ritardo, in modo da costringere gli enti attuatori a doversi sobbarcare delle spese bancarie e degli interessi che in qualche modo dovevano essere poi ricompresi anche dall'attività della Regione, ed era sempre difficile operare in questo senso.
La Regione e le sue articolazioni (ASL, ASO, Agenzie regionali, Enti strumentali) dovrebbero essere dei corretti pagatori, cioè dovrebbero rispettare i tempi dei pagamenti soprattutto in modo da dare il buon esempio nella dialettica economica, che oggi vede soccombere molte piccole e medie imprese rispetto ai grandi committenti che spesso li pagano a babbo morto, quando le aziende entrano in difficoltà finanziaria.
Il problema delle anticipazioni si pone proprio nella presunzione che poi la Regione non paga a scadenza immediata della conclusione del progetto. Allora noi usiamo questo artificio dell'anticipazione, in modo da dare qualcosa a questi soggetti perché poi dopo non si sa quando arriverà il pagamento.
Credo che quello dell'anticipazione - data la scarsa attenzione capisco che a nessuno della Giunta regionale importi niente di questo aspetto - sia un problema molto delicato. In sostanza, noi diamo un anticipo, a volte senza avere un controllo di merito del progetto attuato perché poi dopo non siamo in grado di pagare con una certa puntualità coloro che hanno sostenuto dei costi per formare e quindi creiamo un circuito perverso che si scarica sulle nostre finanze in modo negativo.
Penso che se noi ci proponessimo di essere dei corretti pagatori - e sarebbe una cosa importante - non avremmo il problema delle anticipazioni.
A me pare, dunque, che questo aspetto - collega Mellano, tu che sei sempre attento verso queste cose - potrebbe essere in qualche modo superato con un comportamento corretto nelle modalità di pagamento da parte della Regione e delle sue articolazioni (ASL, ASO, Agenzie regionali).
In un certo senso noi ricorriamo a questo artificio, rivendicato dai soggetti attuatori dei progetti di formazione e di utilizzo del cofinanziamento del fondo sociale europeo, proprio perché quasi certifichiamo che non siamo in grado di pagare puntualmente, una volta finito il progetto, in un tempo ragionevolmente breve. Siccome sappiamo che nella nostra storia siamo dei cattivi pagatori, dobbiamo usare l'artificio dell'anticipazione.
Relativamente a questo aspetto ho delle perplessità e sarei più per recuperare un ruolo di pagatore corretto in termini di tempi da parte della Regione. So che queste sono parole al vento per la Giunta regionale ma restano comunque agli atti per quei pochi che sentono queste cose.
Torno a dire che noi siamo costretti a fare un'operazione di questo tipo per il fatto che, in qualche modo, continuiamo a dare il cattivo esempio. Voglio ricordare che la Regione Piemonte paga, nelle sue articolazioni sanitarie, con una media di 240 giorni dopo l'emissione e la consegna della fattura. Anche in questo caso il nostro ritardo nei pagamenti lo realizziamo in qualche modo - e mi sembra inevitabile, se siamo cattivi pagatori - attraverso l'anticipazione, che potrebbe non avvenire se noi potessimo dare il buon esempio facendo i buoni pagatori.
Quindi il provvedimento, oltre a non darci elementi sufficienti di valutazione, presenta alcune deficienze che potrebbero essere recuperate attraverso una gestione finanziaria corretta da parte della Regione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Come avevo già detto in Commissione, questo provvedimento, al di là del suo merito, evidenzia una caratteristica abbastanza peculiare del rapporto dell'assemblea regionale con i fondi europei in generale e con l'utilizzo dei fondi europei che si fa nell'attuazione della politica regionale.
Noi siamo in una situazione curiosa, nella quale le "scelte di programmazione" rispetto all'utilizzo di questi fondi, quindi rispetto alle linee di bilancio europee, ma anche all'integrazione di questi fondi nelle linee di bilancio regionale, avvengono con una sostanziale sottrazione al Consiglio di competenze di programmazione, e poi votiamo documenti legislativi in cui nella sostanza - lo dico ironicamente, ma non troppo dobbiamo redigere le schede di rendiconto dei soggetti attuatori dei progetti finanziati dal fondo sociale europeo. Si tratta di una contraddizione tanto più evidente perché non enfatizza neppure il ruolo del controllo del Consiglio regionale su questi temi, ma pone il ruolo del Consiglio regionale a valle rispetto all'attività dell'utilizzo di questi fondi, che per una parte puramente indicativa e generale possono essere contenuti nei grandi atti di programmazione, nel Piano regionale di sviluppo e così via, ma che mancano di strumenti, di dispositivi e di applicativi concreti all'interno della legislazione regionale.
Da questo punto di vista, posto che il Vicepresidente Casoni mi stia ascoltando e posto che l'Assessore Pichetto qualcosa gli abbia detto abbiamo tentato di porre rimedio all'interno della legge finanziaria prevedendo che tutte quelle iniziative in cui l'attività della Regione comporti l'utilizzo del fondo sociale europeo in riferimento alla materia della formazione e della politica attiva del lavoro vengano contenute all'interno di una delibera regionale di attuazione di linee generali di programmazione, che dia però la possibilità al Consiglio di intervenire rispetto alle scelte e di intervenire preventivamente rispetto agli indirizzi della politica regionale che il Consiglio, in questo caso, si deve limitare semplicemente a ratificare o di cui si deve semplicemente preoccupare di verificare la congruenza rispetto ad una serie di scelte che sono fatte a monte.
Questo mi pare un aspetto significativo e mi piacerebbe sapere dal Vicepresidente della Giunta Casoni - posto, ripeto, che sia preparato su questo documento - e da parte dell'Assessore Pichetto, visto che la legge finanziaria stabiliva un termine anche relativamente ristretto (mi pare 120 giorni dall'approvazione della legge finanziaria) per la presentazione, da parte della Giunta, di un documento di programmazione rispetto all'utilizzo del fondo sociale europeo, se la Giunta sta predisponendo un lavoro di questo tipo e se, in sede di attuazione delle proprie politiche non si limita.... Sto parlando all'Assessore, ma proprio non riesco ad attirare la sua attenzione; gli ho fatto almeno tre domande e non vorrei reintervenire... Le chiedo scusa, Vicepresidente della Giunta Casoni, ma visto che sto ponendo una questione a cui dovrebbe dare tendenzialmente una risposta, la pregherei di prestare un minimo di attenzione.
Riassumo. In sede di approvazione della legge finanziaria, a fronte di un problema che l'intera Commissione aveva verificato, ovvero il fatto che rispetto all'utilizzo del Fondo Sociale Europeo, l'attività del Consiglio e dell'assemblea complessivamente si situava a valle delle linee e delle scelte d'indirizzo della Giunta regionale.
Era stato approvato un emendamento proposto dal nostro Gruppo - e penso unanimemente condiviso da parte della Commissione - che impegnava la Giunta regionale a predisporre, entro 120 giorni dall'approvazione della legge finanziaria, una proposta di deliberazione al Consiglio che indicasse le linee di utilizzo e quindi le linee di programmazione del Fondo Sociale Europeo in materia di politiche attive del lavoro, immaginando un unico strumento di programmazione delle politiche attive del lavoro, che oggi non solo sono suddivise in linee di bilancio molto diverse all'interno del bilancio regionale, ma sfuggono ad una definizione programmatica complessiva.
Per fare un esempio molto concreto, il Consiglio regionale, a differenza di quello che fa rispetto alle politiche di sostegno e allo sviluppo, non decide neanche i criteri generali di utilizzo dei fondi (se con fondi di rotazione oppure con contributi). Sul Fondo Sociale Europeo prende atto delle decisioni della Giunta regionale, in attuazione di grandi - se esistenti - documenti di programmazione (piano di sviluppo ecc.), ma in assenza di un dispositivo e di un applicativo regionale che metta il Consiglio in condizione non solo di decidere retrospettivamente qual è il modulo per la rendicontazione delle attività, ma quali sono le attività che vanno privilegiate e quali sono le partnership, anche istituzionali, che su queste attività devono essere ricercate.
Visto che dall'approvazione della finanziaria non sono passati 120 giorni, ma poco ci manca, e visto che entro 120 giorni la Giunta doveva presentare al Consiglio questo documento, vorrei capire se su questa materia - mi rendo conto che non è presente l'Assessore Pichetto - esiste un'approvazione di qualche tipo all'interno della Giunta regionale, oppure se semplicemente quella è una norma, per definizione, caducata, che non esiste, se quello è un termine puramente ordinatorio che non ha nessun senso rispetto all'attività della Giunta regionale.
Quindi, entro 120 giorni non avremo un documento significativo, anche perché rappresenterebbe l'unico strumento d'intervento politico. Poi ovviamente, nel merito i diversi Gruppi porterebbero diverse posizioni per affrontare una serie di emergenze, essenzialmente occupazionali, rispetto alle quali noi adesso non abbiamo neanche uno strumento consiliare d'intervento, se non quello di un emendamento alla finanziaria presentato di volta in volta.
Questo mi pare l'aspetto più significativo. Una discussione sul Fondo Sociale Europeo, su una parte laterale del Fondo Sociale Europeo come le disposizioni in materia di rendicontazione, secondo me non può fare l'economia di un problema più complessivo, che è: qual è il ruolo dell'assemblea legislativa rispetto alle scelte di utilizzo di questi fondi? Su questo gradirei una risposta, perché al di là del merito di questo provvedimento, mi sembra un punto nodale anche dal punto di vista istituzionale del rapporto tra la Regione e l'Europa, ma anche del rapporto fra il Consiglio e la Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Questo disegno di legge, nella materia molto delicata del controllo delle spese, introduce degli elementi di attenuazione dei livelli di responsabilità che devono occuparsi della questione dei rendiconti. Si passa da una situazione nella quale chi doveva certificare la correttezza delle spese doveva essere iscritto all'Albo speciale delle società di revisione, ad una situazione nella quale il compito può essere assegnato a chi semplicemente è iscritto al Registro dei Revisori contabili. Come diceva il collega Tapparo si tratta di un'attenuazione del livello di competenza.
Vedo con molta preoccupazione questo fatto. Controllare le spese e la correttezza delle stesse è un tema molto delicato ed importante, non solo per garantire efficienza ed efficacia nella spesa, ma anche per evitare come diceva il Consigliere Tapparo con eufemismo - situazioni spiacevoli che possono verificarsi quando i controlli non sono efficaci. Questo elemento non so come sia correggibile.
Una correzione potrebbe essere quella, che è stata accennata, di fare in modo che i rendiconti diventino essi stessi strumento di trasparenza e di pulizia nella spesa. A questo proposito, insieme al collega Papandrea prendendo proprio spunto da un'osservazione del collega Tapparo che parlava della necessità di avere spese analiticamente dimostrate, abbiamo presentato un emendamento, ma in forma aperta, inserendo nell'articolo 2 dopo la parola "rendiconto", l'aggettivo "analitico".
Non so se il rendiconto, per come è conformato, sia già di per s comprensivo di una documentazione analitica o meno. Ad ogni modo, abbiamo presentato questo emendamento per sollevare il problema e per dare un contributo alla proposta che faceva il Consigliere Tapparo. Può darsi per che, oltre a questo o invece di questo, nel corpo della legge possiamo mettere in evidenza il fatto che il materiale di rendiconto che deve essere presentato dagli enti gestori deve avere certe caratteristiche.
Questa documentazione analitica, o come aggettivazione del rendiconto o eventualmente come altro elemento, chiediamo che venga introdotta.
Abbiamo presentato altri emendamenti di correzione di alcuni termini e di riduzione del termine di 120 giorni per presentare alla Regione il rendiconto da parte dei soggetti attuatori.
Adesso mi è giunto un altro emendamento del collega Ronzani che porta il termine a 90 giorni, è più moderato. L'esigenza di stringere i tempi c'era, e vediamo come risponderà l'Assessore. Vediamo l'accettazione degli emendamenti e anche le cose che dirà la Giunta e l'Assessore, ma io esprimo una esplicita perplessità rispetto a questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani. Ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Intanto vorrei sottolineare che noi partecipiamo a questa discussione con un certo disagio, perché durante la discussione che si era svolta in Commissione, a cui hanno fatto riferimento i colleghi che mi hanno preceduto, avevamo concordato con l'Assessore Pichetto un impegno: l'impegno che l'Assessore Pichetto venisse a discutere in aula non tanto e non solo del provvedimento di rendicontazione, ma presentasse un bilancio delle attività svolte e dei fondi impiegati mediante l'utilizzo delle risorse del Fondo Sociale Europeo. Avevamo posto questa esigenza per evitare che la discussione, peraltro importante, riguardasse le norme con le quali certificare o realizzare la rendicontazione e servisse a fare un bilancio delle attività svolte, ma soprattutto a delineare alcuni di quegli indirizzi dei quali parlava nel suo intervento il collega Palma ed altri colleghi che mi hanno preceduto.
Noi avvertivamo questa esigenza: prendere lo spunto dalla discussione sul provvedimento, che riguarda la rendicontazione delle spese, per fare il punto della situazione. E' evidente il fatto che le risorse impiegate e mobilitate, attraverso l'utilizzo del Fondo Sociale Europeo, rappresentano una buona parte delle risorse pubbliche destinate alle politiche di informazione o alle politiche attive del lavoro della nostra Regione.
Spesso e volentieri facciamo riferimento ad interventi che vengono realizzati mediante il Fondo Sociale Europeo. L'esigenza che avvertiamo è che accanto alla discussione sul provvedimento si discuta anche degli indirizzi e delle politiche di competenza della Giunta e del Consiglio dentro cui poi si colloca il discorso dell'impiego delle risorse del Fondo Sociale Europeo.
Lamento proprio questa assenza. Non è possibile, Presidente, che l'Assessore in Commissione se la cavi dicendo "riferirò in aula". Questo è avvenuto: "riferirò in aula". Concordammo con l'Assessore che non avremmo opposto resistenza al fatto che il provvedimento venisse licenziato per l'aula, riservandoci di definire in allora il nostro atteggiamento, a seguito dell'impegno assunto dall'Assessore Pichetto di discutere in aula non solo il provvedimento, ma di esprimere una valutazione di carattere generale.
Il fatto che oggi non avvenga è negativo. Non capisco, a questo punto dove discuteremo la questione: non si discute in Commissione perché occorre raccogliere i documenti, fare il punto della situazione, valutare, per cui si rinvia l'approfondimento in aula; e in aula discutiamo senza l'interlocutore. Ho molta stima del Vicepresidente della Giunta regionale Casoni, ma converrà anche lui che oggi avremmo avuto tante ragioni per fare una discussione più di merito.
Questa è, Presidente, la prima questione che volevo porre all'attenzione, chiedendo se e come il Vicepresidente Casoni intende rispondere ad alcuni quesiti da noi sollevati in Commissione. Questa mattina, il Vicepresidente Casoni è in grado di esprimere valutazioni che avrebbe dovuto, per la verità, precedere la discussione sul provvedimento? Sarebbe stato opportuno, prima di inoltrarci nella disamina del provvedimento specifico, che l'Assessore Pichetto facesse questo "giro di orizzonti" sui problemi e sull'attività.
Primo problema.
Venendo al merito del provvedimento, sono d'accordo con alcune osservazioni dei colleghi, ma non c'è solo il problema di metterci a posto rispetto alla normativa comunitaria. L'Unione chiede alle Regioni, in quanto enti pagatori, di pretendere i rendiconti. Non é solo questo.
L'Unione europea chiede alle Regioni che i fondi vengano erogati a fronte di spese effettivamente sostenute. Non fa una grinza questo ragionamento perché sappiamo che esiste l'esigenza di fare in modo che vi sia una certificazione puntuale degli interventi compiuti e delle spese sostenute.
Non è solo un problema che si pone per stare dietro ad una normativa sacrosanta e giusta, c'é anche l'esigenza che le risorse pubbliche, che utilizziamo e mobilitiamo con il Fondo Sociale Europeo, vengano impiegate correttamente da parte dei soggetti che attuano queste politiche.
In questo provvedimento, ad esempio, prevediamo che siano eligibili le spese per la rendicontazione; prevediamo che a certificare siano una serie di società e poniamo le condizione affinché le società siano iscritte ad un albo, perché con questa via riteniamo di poter stabilire una selezione e garantirci rispetto alla società o alle persone che intendono effettuare queste rendicontazioni. Abbiamo posto in Commissione un problema che riproponiamo anche oggi: con questo provvedimento risolviamo il problema anche se con lacune - come ricordavano i colleghi - da un punto di vista formale, ma c'è o meno l'esigenza di trovare il modo con il quale compiere un bilancio sociale dell'attività del fondo? Dobbiamo garantire che le spese vengano eseguite seriamente e che ciò che viene investito serva a produrre le cose che sappiamo. C'è o meno il problema di affiancare, ad una rendicontazione analitica o minuziosa degli interventi che vengono compiuti (cui faceva riferimento il Consigliere Chiezzi) anche una rendicontazione sociale degli interventi che si fanno? In altre parole: fatto cento le risorse che impieghiamo in Piemonte stabilito che esse vengono impiegate correttamente e che i soldi vengono ben spesi entro le norme della legge, abbiamo o no il problema di misurare l'efficacia dell'intervento compiuto, efficacia dal punto di vista sociale degli effetti che si producono? A questo punto c'è un problema che la legge non risolve: come ci mettiamo noi nelle condizioni di tenere sotto osservazione il fatto che le risorse impiegate hanno prodotto in Piemonte risultati che vanno accertati anno per anno, in quanto, affianco all'esigenza di accertare se le spese sostenute sono reali, c'è l'esistenza di verificare l'efficacia degli interventi e dei progetti finanziati? Questo per dire, Presidente, che anche il nostro Gruppo ha presentato un emendamento. Conveniamo con quelli presentati anche da altri Gruppi quindi valuteremo complessivamente il provvedimento solo alla luce dell'atteggiamento che la Giunta e il Vicepresidente Casoni assumeranno sugli emendamenti presentati. Segnalo questa assenza.
Questa discussione, che avevamo concepito come una discussione immaginata per approfondire questioni di fondo e di indirizzo, non viene fatta perché l'Assessore competente, che pure si era impegnato a svolgere questo tipo di approfondimento in Commissione, oggi - haimé - è assente.
un problema, perché non possiamo, tutte le volte, discutere in assenza dell'Assessore, tanto più quando concordiamo, in Commissione, che vada fatta in aula la discussione, sulla base di un supplemento di informazioni che era compito dell'Assessore Pichetto Fratin svolgere.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Vicepresidente della Giunta Casoni per una replica.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Molti interventi hanno posto questioni che, prendendo spunto dal provvedimento, chiedono un approfondimento delle tematiche di carattere generale, sicuramente legittime e giuste: una rendicontazione generale degli impieghi di questi fondi e l'utilizzo di questo strumento come eventuale valutazione delle misure delle spese di una politica più generale per poterla correggere ed attribuire. Io, com'è noto, non sono l'Assessore competente e quindi non posso relazionare sulla questione, ma posso assicurare che personalmente mi impegno, come Vicepresidente, a far svolgere questo tipo di relazione all'Assessore Pichetto in una prossima seduta, in modo che il tema non venga eluso.
Mi pare, comunque, che il provvedimento sia reso necessario per attuare e procedere alle rendicontazioni dell'oggetto del disegno di legge. Sono in grado di valutare e rispondere agli emendamenti, ma non posso essere in grado di sviluppare un ragionamento che dovrà farlo l'Assessore Pichetto.
Personalmente, comunque, mi impegno, a nome dell'Assessore Pichetto, per una prossima riunione, o del Consiglio o della Commissione competente.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: al comma 1 dell'articolo 1 la parola "sana" è sostituita dalla parola "corretta".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1), sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1 come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Sulla discussione generale dell'articolo 2, interviene il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Questo articolo sulla rendicontazione è molto delicato e nel mio intervento in discussione generale avevo sottolineato la necessità di evidenziarlo oppure di farlo emergere con una dichiarazione da parte Vicepresidente della Giunta Casoni, che, oltre a non essere l'Assessore competente, credo che non abbia minimamente sentito quanto discusso nel dibattito generale. Questo è abbastanza mortificante, vengo da una esperienza di un'Assemblea nazionale e ho visto che, per lo meno, il Ministro o il Sottosegretario che seguiva la legge stava un minimo attento pazienza! Volevo dire che sulla rendicontazione, il cui impianto ha un senso occorre ribadire la necessità di dotarsi rapidamente, almeno dichiararlo non è evidenziato con forza, attraverso lo strumento regolamentare, di un meccanismo, chiamiamolo libro delle procedure, molto dettagliato, in quanto si è accresciuta ulteriormente, soprattutto negli ultimi anni, la quantità e la caratteristica articolata degli aspetti da controllare con il cofinziamento del Fondo Sociale Europeo.
Non pretendo che lo si dettagli e non vorrei nemmeno utilizzare il meccanismo degli emendamenti, essendo, tra l'altro, un provvedimento urgente, però, anche per rendere la nostra azione più fluida, tranquilla e automatica, dobbiamo dotarlo di un meccanismo. In precedenza avevo fatto l'esempio di imprese con una certa strutturazione che per il proprio funzionamento intervengono in materia di controlli, addirittura, sappiamo che tali aziende hanno dei reporting quindicinali sui loro andamenti e, se sono aziende di grandi dimensioni o multinazionali, hanno dei meccanismi di controllo molto sofisticati con molti parametri in gioco, che permettono di avere quasi un automatismo e una certezza della conoscenza dei fenomeni.
Anche qui dovrebbe verificarsi una situazione di questo genere, intanto perché il fattore tempo nei controlli è importante. Come dirò dopo sul problema delle anticipazioni, se noi riuscissimo a pagare rapidamente quindi facendo delle rendicontazioni molto rapide e concludendo i lavori rapidamente, potremmo erogare i pagamenti a tutti, sia agli Enti senza fine di lucro sia agli altri, in tempi decenti, senza dover ricorrere all'artificio dell'anticipazione, anche se l'anticipazione ha un altro elemento che pesa.



PRESIDENTE

2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: al comma 1 dell'articolo 2 le parole "entro 120 giorni" sono sostituite con le parole "entro 60 giorni".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
2.2) Emendamento presentato dal Consigliere Ronzani, Suino e Riba: al comma 1 sostituire le parole "entro120 giorni" con le parole "entro 90 giorni" Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
2.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: al comma 1 dell'articolo 2 dopo "rendiconto" aggiungere la parola "analitico" Collega Chiezzi, ho delle perplessità in ordine alla sua ammissibilità perché il rendiconto è il rendiconto, quindi, per sua definizione, è già analitico, non lo so, a questo proposito, chiedo il parere della Giunta regionale.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale Casoni.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Intervengo molto velocemente: questa legge presuppone un regolamento nel regolamento e per norma comunitaria il rendiconto deve essere analitico, quindi, automaticamente, si intende compreso già nella parola stessa e sarà applicato nella regolamentazione, perché, peraltro, deriva da una normativa comunitaria. Oltre a questo, ci sono anche altre, tra virgolette, "restrizioni amministrative", che per obbligo dovranno essere inserite nel Regolamento, quindi, non può essere inserito in legge, ma sarà applicato materialmente nel Regolamento.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

E' ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 2.3) è pertanto ritirato. Ai fini dei lavori preparatori diamo atto che la Giunta regionale ha risposto precisando che il rendiconto dovrà avere il carattere indicato nell'emendamento.
2.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: all'articolo 2 il comma 3 è soppresso.
Sostanzialmente si chiede di non considerare tra le spese eleggibili il costo della certificazione.
Comunico che la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Intervengo contro l'emendamento del Consigliere Chiezzi. Si tratta nella prassi di chi normalmente realizza e attua questi progetti, di un costo per definizione "internalizzato" per il solo fatto di accedere ad un Fondo sociale. Per questo solo fatto, il costo della revisione della rendicontazione, in questo caso della certificazione, diventa una spesa eleggibile per il solo fatto che una parte di essa è finanziata dal Fondo sociale europeo che comporta una certificazione di questa natura. Molte spese apparentemente accessorie, ad esempio le spese di progettazione rispetto all'utilizzo dei Fondi sociali europei, non sono spese connesse all'attuazione del progetto, ma interne al procedimento del progetto ragion per cui devono considerarsi a tutti i fini, interne. Altrimenti si modificherebbero, in maniera sensibile, al di là del costo puntuale che poi la certificazione può avere, anche i livelli di compartecipazione alla spesa da parte dei soggetti attuatori. Sappiamo che non si tratta di progetti finanziati al 100% e se c'é una percentuale dell'80 automaticamente, se non eleggiamo le spese di certificazione, ampliamo la quota di partecipazione dei soggetti attuatori. Sostanzialmente rendiamo più difficile l'utilizzo del Fondo sociale europeo da parte dei soggetti attuatori.
Suggerisco al Consigliere Chiezzi di ritirare l'emendamento. Capisco la logico di non finanziare, con il Fondo sociale europeo, le società di certificazione, ma noi dobbiamo ragionare nella prospettiva del soggetto attuatore del progetto che, in quel caso, "internalizzerebbe" un costo che sostanzialmente non riesce a scaricare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento, che è stato bene inteso nella sua finalità, è ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 2.4) del Consigliere Chiezzi è ritirato.
2.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Suino e Riggio: al comma 5 aggiungere "Entro e non oltre il 31 dicembre di ciascun anno la Giunta trasmette alla Commissione consiliare competente, l'elenco delle ispezioni che sono state compiute e il loro esito".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.5), sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, nel testo emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 C'é un emendamento di scrittura integrale dello stesso articolo.
L'emendamento presentato non incide, in alcun modo, sulla sostanza della legge ma è soltanto tecnico. Vi leggo l'emendamento che sostituisce interamente l'articolo 4: 4.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Casoni: Articolo 4 "Gli oneri previsti all'articolo 2, comma 3, sono coperti con le risorse assegnate ai soggetti attuatori per le attività ammesse a finanziamento.
2. Per il finanziamento dell'attività prevista all'articolo 2, comma 5 spese per il controllo e la certificazione dei rendiconti relativi ai corsi di formazione professionale, è stanziata nello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione per l'anno 2003 l'ammontare di euro 400.000,00, in termini di competenza e di cassa, nell'Unità previsionale di base (UPB) 15021 (Formazione professionale e lavoro - Gestione amministrativa attività formative - Titolo I Spese correnti).
3. Alla copertura della spesa prevista al comma 2, per l'anno 2003 si provvede riducendo di euro 400.000,00, in termini di competenza e di cassa la UPB 15021 del bilancio di previsione per l'anno 2003.
4. Alla copertura della spesa per gli anni 2004 e 2005, rispettivamente pari a euro 400.000,00 si provvede riducendo di pari importo, in termini di competenza, l'UPB 09011 del bilancio pluriennale 2003-2005." Qual è il senso di questo emendamento? Il provvedimento è stato licenziato dalla Commissione a novembre 2000 e quindi il provvedimento non prendeva in considerazione il bilancio del 2002. Il provvedimento aveva come riferimento di bilancio pluriennale, il bilancio pluriennale 2003.
Oggi, invece, ci troviamo ad approvare il provvedimento con il bilancio 2003 in corso e quindi con la necessità di fare riferimento al bilancio pluriennale necessariamente 2004-2005. Il provvedimento non cambia i termini, non cambia l'incidenza sul bilancio, quindi non è necessario il parere della I Commissione. Gli Uffici mi hanno suggerito questa valutazione che condivido.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente anche per la flessibilità con la quale ha espresso questo suo parere.
Magari potremmo farci confortare tutti, sentendo il parere del Presidente della I Commissione sempre nella stessa forma flessibile e a verbale in forma orale.
Visto che è anche un Presidente che ha esperienza di lungo corso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini, che interviene in qualità di Presidente della I Commissione.



GALLARINI Pierluigi

Avallo il parere del Presidente, cioè positivo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Mi pare sia stato presentato un ordine del giorno collegato al provvedimento; penso debba essere votato prima della votazione finale del testo di legge.



PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno (n. 746), da parte dei Consiglieri Palma, Suino, Riggio, Chiezzi e Tapparo collegato al provvedimento in esame. Ne do lettura: "Il Consiglio regionale preso atto del dibattito svoltosi in aula, in merito alla discussione ed approvazione del disegno di legge n. 424: 'Disposizioni normative in materia di rendicontazione delle attività cofinanziate dal Fondo Sociale Europeo (FSE)' impegna l'Assessore competente per materia a presentare al Consiglio, entro un mese dalla data odierna, una relazione che illustri l'utilizzo del Fondo Sociale Europeo che fin qui è avvenuto, i tempi di utilizzo e le ricadute sociali sul territorio, secondo gli indirizzi già contenuti all'interno della legge finanziaria regionale per l'anno 2003".
Si tratta di un documento ammissibile e collegato; il parere della Giunta è favorevole.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Presidente, illustro l'ordine del giorno. Come ha detto il collega Ronzani, ci siamo trovati parecchio a disagio in occasione di questo dibattito, perché abbiamo discusso di questa legge in assenza dell'Assessore, il quale, tra l'altro, aveva assunto l'impegno di riferire in Commissione quanto è richiesto nell'ordine del giorno, anche se sarebbe doveroso farlo in aula.
Inoltre, un articolo della legge finanziaria prevedeva che l'Assessore regionale presentasse una deliberazione entro due mesi, contenente gli indirizzi del Fondo Sociale Europeo. Poiché non si tratta di risorse trascurabili da parte dell'Ente Regione, non possiamo permettere che tutto questo avvenga prescindendo dall'attività d'aula. Per questo motivo abbiamo presentato l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Per una precisazione, perché la redazione del testo dell'ordine del giorno, fatta a più mani, dà un senso sintetico, con un riferimento apparentemente incomprensibile alla legge finanziaria.
L'articolo della legge finanziaria che ho citato nel mio intervento l'articolo 20 - non prevede quanto chiediamo nell'ordine del giorno, cioè una forma di "rendicontazione sociale" dei risultati dell'utilizzo del Fondo Sociale Europeo, ma chiede l'adozione, da parte della Giunta, entro 120 giorni dall'approvazione della legge finanziaria - quindi adesso - di un piano di utilizzo dei Fondi Europei nazionali e regionali, quindi anche del Fondo Sociale Europeo, finalizzato alla realizzazione di progetti e politiche attive del lavoro. Pertanto, il riferimento alla legge finanziaria all'interno dell'ordine del giorno non è relativo all'attività di rendicontazione, ma all'attività di programmazione dell'utilizzo di questi fondi.
Mi pare che il Vicepresidente della Giunta Casoni abbia ben presente questo fatto. Ciò che bisogna capire è se, oltre al fatto che l'Assessore Pichetto venga a relazionare sul passato, la Giunta, nei tempi previsti dalla legge finanziaria, verrà a fare una previsione sul futuro, che è comunque un dato significativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 746.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Chiedo, a nome del mio Gruppo, ma - ritengo - anche di altri Gruppi di maggioranza, di avere, in futuro, maggiore tempo per svolgere una valutazione rispetto agli ordini del giorno di iniziativa consiliare soprattutto quelli presentati all'ultimo momento, prima di avere un parere della Giunta o, quantomeno, di assumere i pareri della maggioranza in precedenza rispetto a quelli del governo regionale.



PRESIDENTE

Va bene, cercherò di dare più tempo per l'esame dei documenti.
La parola al Consigliere Tapparo, per dichiarazione di voto sull'intero testo del disegno di legge.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, anche se probabilmente non ve ne siete accorti in sede di relazione generale ho commesso un errore: non aver colto che il problema dell'anticipazione è stato espunto dal testo base oggetto di trattazione, pertanto il tema dell'anticipazione è rinviato alla prassi consolidata ed è previsto nel POR.
Voglio sottolineare che, in materia di fondi strutturali, è uno dei caratteri fondamentali degli interventi dell'Unione Europea, del Fondo Sociale Europeo, che opera ormai da oltre vent'anni in Europa. Il tema della rendicontazione è un tema di grande complessità, che richiederebbe una definizione ultima. Purtroppo, ma potremmo darlo anche per scontato così com'è, il provvedimento che noi approviamo non definisce il quadro della procedura. Per questo occorre una presa di posizione politica da parte della Giunta regionale affinché, con appositi provvedimenti (cioè i Regolamenti), si vada in qualche modo a proceduralizzare bene il meccanismo dei controlli, che, come dicevo, sono sempre più complessi.
Originariamente, quando il Fondo Sociale Europeo era ai primi passi, erano le spese di docenza o spese varie. Oggi queste spese sono accresciute: vi sono aspetti legati magari a bonus formativi individuali, a costi di collaborazione esterna, a sussidi per la formazione a distanza. Insomma ci sono molti elementi che interagiscono; tra l'altro c'é anche la nostra delega alle Province per certi aspetti della funzione controllo.
In una gestione complessa, occorrerebbe quello che chiamavo "Il libro della procedura". La Regione diventa sempre meno "Ente Amministrativo" e sempre più "Ente di Erogazione" di flussi e di risorse. Sarebbe necessario corredare questa funzione da un sofisticato meccanismo di controllo.
Non siamo ancora arrivati a questo. Il provvedimento che approviamo è un primo passo. Ha una carenza: occorrerebbe una presa di sensibilità da parte della Giunta, che ritengo sia totalmente assente sotto questi aspetti, almeno dal dibattito odierno. Ma pazienza, speriamo che non ci siano brutte sorprese in futuro proprio per la mancanza di un'adeguata proceduralizzazione di questi elementi, che, come voi capite, sono di una delicatezza estrema. Credo che a nessuno sfugga che sono fiumi di risorse che corrono dalla Regione, vanno e si disperdono in mille rivoli. Noi dobbiamo sapere che la certificazione viene attuata da soggetti in carne ed ossa, sia pure giustamente inscritti all'albo, e occorrerebbe, per l'appunto, l'accompagnamento da un meccanismo che non costringa anche i nostri uffici a compiti di valutazione qualitativa che non dovrebbero competergli. Con una parametrizzazione dei controlli si potrebbe intanto guadagnare tempo, dare certezza e oggettivazione ai controlli, e quindi non costringere la nostra funzione ispettiva degli uffici a defatiganti compressi e altamente delicati responsabili lavori.
Tutto questo nel testo è appena abbozzato, occorre il passo successivo. Presidente Cota, non ho rilevato una dichiarazione di presa in carico politica di questa mia raccomandazione. Posso capire che la mia raccomandazione non abbia valore e sia marginale. Per quello che conosco potrebbe essere l'occasione. Come dicevo, ho avuto un'altra esperienza e vedevo che un qualunque Ministero o un qualunque Sottosegretario che seguivano una questione, mostravano almeno un minimo di attenzione. Non mi è mai successo di vedere ad un tavolo del Governo regionale la totale assenza di quello che si sta trattando, totale e assoluta.
Però, siccome è materia molto delicata (si parla dei controlli dei grandi flussi economici attraverso i parametri e mille meccanismi), almeno una presa in carico di questa raccomandazione dovrebbe esserci. Poi sarà inevitabile, perché l'Assessore competente dovrà dare gambe, attraverso un meccanismo regolamentare, di questo. Io suggerivo la parametrizzazione, in modo da togliere dall'imbarazzo i nostri uffici e rendere molto più rapido (per evitare il meccanismo dell'anticipazione) il responso, da parte dei nostri uffici, dei controlli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Esprimerò voto contrario a questo provvedimento, perché in materia di rendicontazione dei controlli mi sembra che non sia proprio il momento di abbassare la guardia o di rendere i controlli meno organizzati dal punto di vista della responsabilità di chi li effettua.
Trovo molto sgradevole il fatto che questo provvedimento, che ha anche ragioni di urgenza, venga approvato in un Consiglio in cui manca l'Assessore competente e pertanto non può dare risposte a proposte che inseguono questo disegno di legge.
una prassi che è stata evidentemente introdotta dal Presidente Ghigo quella del disprezzo del lavoro d'aula, della non presenza e della non curanza. Adesso si sono anche Assessori come Pichetto Fratin, che pure è solitamente presente, che si adeguano ad un andamento dei rapporti tra Giunta e Consiglio che vede il Consiglio soccombere dal punto di vista del rispetto che la Giunta dovrebbe avere per i nostri lavori, tanto più in un'occasione come questa, in cui la Giunta chiede al Consiglio di approvare una legge.
Questo degrado dei rapporti tra Giunta è Consiglio è un fatto politicamente rilevante - non mi stanco di denunciarlo - ed è un degrado dovuto alla prassi, non a Regolamenti o a Statuti: no, al modo in cui si governa concretamente. Questo fa anche giustizia, a mio giudizio, del fatto che non sono i Regolamenti o gli aspetti scritti che determinato il tutto.
Spesso si possono tenere comportamenti molto efficaci sul piano della democrazia e dei rapporti istituzionali, ma non si vogliono tenere. Questo è uno degli elementi che sta davanti a noi in questa vicenda.
Comunque, il senso di responsabilità che tutti noi abbiamo nei confronti degli amministrati e che viene un po' giocato dalla maggioranza in termini implicitamente ricattatori, non lo perdiamo. Pertanto parteciperò a questa votazione ma voterò contro, con questi momenti di forte critica al comportamento della Giunta.



PRESIDENTE

La ringrazio Consigliere Chiezzi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto Sì 22 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 9 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n. 275 "Legge regionale 14 marzo 1995, n. 31. Istituzione degli Ecomusei delle Miniere e della Valle Germanasca delle Rocche del Roero, della Pietra da Cantoni, delle Terre di confine". Esame ordine del giorno n. 747 collegato


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 275, di cui al punto 5) all'o.d.g..
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Si tratta di una delibera che, per una serie di ragioni, è ferma da parecchio tempo. Noi l'avevamo presentata in data 09 novembre 2001 pertanto abbiamo ricevuto molte sollecitazioni.
Come i colleghi sanno, per quanto riguarda gli Ecomusei il percorso istitutivo prevede degli approfondimenti a monte. Per cui quando le proposte giungono in Consiglio, sono già state tutte testate e valutate approfonditamente in sede tecnico-scientifica; vi è, dunque, una sorta di dialogo con i soggetti proponenti. Nel caso particolare, si tratta di realtà individuate e individuabili all'interno della nostra Regione, come appunto l'Ecomuseo delle Terre del Confine, l'Ecomuseo della Pietra da Cantone (che è un angolo particolare del Monferrato), le Rocche del Roero e le Miniere della Valle Germanasca. In qualche caso caratterizzano anche zone o situazioni che sono state interessate magari da attività, come nel caso delle miniere che sono state anche abbandonate. Credo comunque che sia stato adeguatamente illustrato quando ne abbiamo parlato in Commissione.
Naturalmente queste iniziative riguardano una serie di Comuni: quelli del Roero, quelli della pietra dei cantoni, il Comune di Cellamonte, che agisce insieme all'Ente Gestione Parco Naturale del Sacro Monte di Crea e all'Istituto delle Piante da Legno. I Comuni interessati sono tutti del Monferrato, Alessandrino e Casalese (Altavilla, Campagna, Camino); si era trovato anche un accomodamento con l'Ecomuseo del Monferrato, in provincia di Asti, attraverso un incontro di approfondimento e di studio. Poi vi è anche quello delle terre al confine, che riguarda il Comune di Moncenisio il soggetto interessato è il Comune stesso.
Per quanto riguarda l'Ecomuseo della Valle Germanasca, abbiamo i Comuni di Massello, Persero, Pomaretto, Prali, Salza di Pinerolo. Credo che sull'utilità di questa istituzione non ci siano dubbi e che il provvedimento sia stato - se ricordo bene - approvato a larghissima maggioranza all'interno della Commissione.
Ci sono poi degli emendamenti che sono stati presentati, ma mi riservo di esprimere un giudizio dopo l'illustrazione. Devo dire che, da una loro sommaria valutazione, trovo difficoltà a collocare il primo all'interno del punto 2), ma lo potremo discutere. Per quanto riguarda il secondo e il terzo, secondo me, sono da considerare sotto vari profili: relativamente al secondo, bisogna considerare che già la legge sugli Ecomusei prevede una relazione annuale da presentare alla Commissione e quindi penso che possa essere assorbito dall'enunciato della legge vigente; il terzo penso che possa essere tradotto in un ordine del giorno, in quanto attiene all'individuazione di una seduta della Commissione (annualmente) per presentare lo stato di attuazione degli Ecomusei, quindi credo che non sia il caso di inserirlo in una deliberazione specifica di istituzione di quattro Ecomusei, ma semmai che possa essere un ordine del giorno, al massimo del Consiglio, a dare mandato al Presidente della Commissione di convocare una seduta annuale, che potrebbe coincidere con la presentazione di quella relazione annuale che già confezioniamo.
Riepilogando io sarei per chiedere il ritiro del secondo emendamento perché già assorbito dalle norme della legge istitutiva; per quanto riguarda il terzo, valuterei la possibilità di tradurlo in un ordine del giorno. Per quanto riguarda il primo emendamento, penso che vada valutato ho qualche dubbio sull'opportunità di inserirlo, perché il punto 2) tratta di rapporti tra Regione e soggetti gestori, quindi tratta di rapporti gestionali. Mi danno anche un'informazione importante: questo dispositivo di istituzione coincide pari pari col dispositivo di istituzione delle precedenti delibere che riguardavano altri Ecomusei già in atto. Di conseguenza, ho forti dubbi sul primo emendamento, rispetto al quale sarei in linea di massima, contrario; il secondo è già compreso nella legge; il terzo lo si può tradurre in un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Io ho dei dubbi che sono a metà strada tra la legittimità e l'opportunità, nel senso che avremmo una procedura aggravata per alcuni Ecomusei rispetto ad altri che invece hanno già una procedura regolarmente costituita e approvata. Chiedo se vi è la disponibilità a ritirarlo e se vi è la disponibilità a trasferire il terzo in un ordine del giorno.
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Prima di esprimere la nostra opinione sul merito degli emendamenti vogliamo illustrare brevemente quella che è la nostra posizione su questa delibera, poiché è vero che è una delibera, volendo, in qualche modo di routine, ma comprende argomenti importanti: si tratta di quattro nuovi Ecomusei, che rappresentano un aspetto di arricchimento significativo del territorio piemontese sia dal punto di vista della valenza turistica sia dal punto di vista della valenza storica e culturale.
In questi anni abbiamo accompagnato, con grande disponibilità e positività, l'istituzione degli Ecomusei, e in particolar modo siamo assolutamente favorevoli relativamente a questi quattro; tra l'altro si tratta di quattro Ecomusei che sono stati fortemente sollecitati dai territori, soprattutto quello delle miniere della Val Germanasca, che ha visto negli anni molte petizioni e proposte di vario tipo.
Sono quattro curiosità che forse facciamo un po' male a sottovalutare o perlomeno a considerare più un procedimento di carattere quasi amministrativo che non per la valenza che esprimono.
L'Assessore citava prima alcune peculiarità; mi piace ricordarne altre ad esempio quella del Roero, un territorio sul quale insiste un nuovo provvedimento di legge giacente in Commissione, quindi un territorio che, a maggior ragione, nei prossimi mesi verrà implementato di provvedimenti a suo favore. Credo che si possa dire che il Roero - ci sono qui dei profondi conoscitori di quella zona come Lido Riba - è certamente, tra i vari territori, uno di quelli ritenute più di confine interno.
C'è la peculiarità della zona del Casalese, con una storia geologica che viene da lontano, con la pietra dei cantoni, che tra l'altro è stata utilizzata anche per alcuni importanti monumenti, chiese, ecc. nel territorio torinese, ed è una specificità che abbiamo soltanto in quella zona.
Abbiamo la specificità del Monginevro e quindi la via francigena e le vie di transito, che negli anni, nei secoli, hanno visto caratterizzare la storia del nostro territorio come terra di confine anche in questo caso, ma con una propria un'identità.
In ultimo vi è questa importante istituzione dell'Ecomuseo delle Miniere della Valle Germanasca, che forse fra tutte è quella che presenta una specificità ancora maggiore: è la terra dei valdesi, la terra della lingua d'oc, ecc. Fra i vari aspetti importanti, la Miniera di Prali è diventata nel frattempo un luogo turistico abbastanza visitato e che quindi ha bisogno di essere incentivato. Una terra, quest'ultima, che ha saputo negli anni - credo comprenda 50, 60 Comuni, non ricordo, comunque più comunità - proporre e sostenere questa identità difendendola, avendo dimostrato che già nei secoli erano capaci di una gestione diretta del loro territorio con delle proprietà che forse oggi, sostenendo le nostre teorie sul federalismo, varrebbe la pena rivedere in qualche modo.
Tutto questo per dire che è un piccolo provvedimento, ma riveste un importante significato, che ha visto e che vede il nostro assoluto parere favorevole e la nostra condivisione. Per quale motivo abbiamo presentato gli emendamenti? Gli emendamenti non hanno certamente l'intenzione di esprimere un aggravamento procedurale, poiché siamo ben consapevoli che c'è un certo iter da seguire. I problemi da parte dei Consiglieri che afferiscono alla Commissione competente sono sostanzialmente due, probabilmente risolvibili in un ordine del giorno; ordine del giorno che potrebbe vedere la proposta stessa da parte del Presidente del Consiglio, in modo da ovviare anche agli inconvenienti che si sono verificati qualche attimo fa con un precedente ordine del giorno, giustamente sollevato da un Capogruppo di maggioranza.
Il problema su questi temi, contrariamente a quanto previsto dalla stessa legge istitutiva degli ecomusei, consiste nel fatto che diventa difficile negli anni fare sul serio quell'azione di verifica. Noi non conosciamo il modello tipo di convenzione, perdiamo negli anni, tranne che in occasioni come questa, gli sviluppi, le difficoltà e le necessità che pervengono da questi territori, per poi infilarsi in un percorso magari più complicato che può portare in direzioni di giochi opposti di maggioranza e minoranza di interrogazioni e di strumenti di altro tipo.
Era l'occasione per sollevare questo problema, poiché vi sono una serie di specificità, di aree protette e di ecomusei in questa Regione che giacciono con qualche difficoltà e avrebbero bisogno di essere incentivate e sostenute. L'Assessore è al corrente di questo fatto, ma va anche ricordato che questa è materia che si ripartisce su tre Assessorati e questo non ha favorito il percorso. Mentre nella precedente tornata si ritrovava in capo ad un unico Assessorato, nell'attuale tornata questa materia è stata ripartita sull'Assessorato allo sport e turismo sull'Assessorato all'ambiente e parchi e sull'Assessorato alla cultura.
Questo fa sì che ci sia una certa anomalia nel seguire e sostenere questo fatto, perché noi stiamo intervenendo solo allo scopo di incentivare sostenere e implementare uno sviluppo necessario sia per l'aspetto turistico sia per l'aspetto sociale e sociologico degli ecomusei e delle comunità di riferimento.
Assessore, come fare per avere un'occasione di istituto che consenta annualmente una verifica, non tanto per verificare l'operato della Giunta quanto perché il Consiglio si senta doverosamente obbligato a fare il punto sullo stato di attuazione delle norme vigenti relativamente sia alle aree protette che agli ecomusei? Può essere fatto attraverso un ordine del giorno che il Presidente del Consiglio in questo momento ci proporrà e che, quindi, in qualche modo comprende queste attese che vengono espresse sia dalla minoranza, ma credo anche interpretare dalla stessa Giunta? La cosa certa è che c'è necessità di avere un'occasione annuale di riscontro, un'occasione nella quale le parti sollecitino ai fini dei bilanci e delle competenze di Giunta considerata l'anomalia della ripartizione in tre settori, una sorta di azioni conseguenti di sostegno, quindi un'occasione nella quale vi sia questo riscontro.
A questo scopo sono stati presentati i tre emendamenti, almeno per la parte che mi riguarda, quindi c'è disponibilità da parte nostra a portare a buon fine e con parere favorevole la deliberazione, ma speriamo con l'accompagnamento di un ordine del giorno che ci venga testé letto.



PRESIDENTE

Do pertanto lettura del seguente emendamento: Emendamento n. 3 presentato dai Consiglieri Suino, Riggio, Muliere Ronzani, Saitta e Chiezzi: "Aggiungere il seguente punto 4 4. di provvedere, annualmente una seduta apposita della Commissione Ambiente al fine di presentare un aggiornamento circa lo stato di attuazione sia degli Ecomusei, sia delle Aree Protette con particolare riferimento alle risorse stanziate".



PRESIDENTE

L'ordine del giorno predisposto è il seguente:



PRESIDENTE

"Il Consiglio regionale del Piemonte dà mandato al Presidente della V Commissione di convocare annualmente una apposita seduta ove la Giunta riferisca circa lo stato di attuazione degli Ecomusei, delle aree protette, con particolare riferimento alle risorse stanziate".



PRESIDENTE

Questo ordine del giorno sostituisce il punto tre.
Passiamo ora alla discussione generale del provvedimento.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

La collega Suino ha voluto dare giustamente importanza con un intervento, ovviamente condivisibile, a questo provvedimento. È un provvedimento interessante perché la legge è interessante e l'idea dell'Ecomuseo è uno spunto culturalmente importante, in quanto rappresenta davvero uno strumento che ci può permettere di ragionare in termini diversi rispetto ad una valorizzazione specifica di un territorio, magari legata soltanto ad un evento espositivo, a una situazione caratteristica specifica. Il concetto di Ecomuseo come concetto che non si limita a valorizzare una parte, ma che vuole estendere la propria azione su tutto l'ambiente, su tutto l'insieme, sul sistema del paesaggio per come è condizionato dalla presenza umana, quindi collega in modo indissolubile il territorio, la sua storia, la presenza umana che quel territorio ha caratterizzato e condizionato, ma anche definito, quindi valorizzando il modo di vivere, l'economia, le tradizioni, la cultura di una comunità, ma legata a quello specifico territorio, a quel carattere del territorio e quel paesaggio che lo determina e ne dà una caratteristica peculiare unica.
interessante lo stimolo di riflessione ed è importante che questo Consiglio cerchi di valorizzare questo provvedimento in un dibattito, che rischiava di passare alle ore 13.30 nella fretta di un pranzo che si avvicina.
Ho cercato di studiare gli atti che ieri la Commissione mi ha per l'ennesima volta fornito e ho riscontrato alcuni aspetti che volevo approfondire e speravo che l'Assessore ci potesse dare delle risposte in questa fase. In riferimento ai due Ecomusei della Provincia di Torino vi è una lettera agli atti di questo Consiglio regionale, anche se la lettera era da indirizzare all'Assessore e non al Consiglio, in cui l'Assessore competente della Provincia di Torino, Walter Giuliano, dichiara la disponibilità e il favore per l'istituzione dei due importanti caratterizzati in modo significativo e peculiare, Ecomusei della Provincia di Torino. L'Assessore Walter Giuliano fa presente al Consiglio, quindi io riverso all'Assessore, che c'è un progetto complessivo della Provincia di Torino per un Ecomuseo e ricorda che non c'é stata risposta e l'attenzione per dare una risposta, presumo negativa, rispetto a quel progetto. Lo stimolo che proviene dalla Provincia di Torino è interessante perch intende con un progetto unitario allargare e valorizzare a pieno, forse estendendo abusivamente l'interpretazione della legge, a tutta l'area provinciale i benefici e i vantaggi di un Ecomuseo legato al territorio.
importante ricordare in quest'Aula come l'Ecomuseo legato alle miniere di talco di Prali e a quella zona e l'altro museo delle terre di confine hanno un valore supplementare se la Provincia di Torino, come sembra dichiarare con questa lettera, vuole ricondurre in un disegno complessivo del territorio.
Questo mi porta ad allargare, ma non credo sbagliando, il discorso. Noi abbiamo in altre Commissioni fermo un provvedimento come quello del piano territoriale provinciale della Provincia di Torino.
Anche su questo fa leva e fa cardine l'idea di utilizzare e di valutare il territorio nel suo insieme. Altrimenti la polemica diventa facile, Assessore.
Noi andiamo ad istituire un opportuno Ecomuseo delle Rocche del Roero però poi, a fianco, abbiamo quella bellissima collina, che si chiama Grinzane Cavour, la quale - come dice un mio caro amico ambientalista di vecchissima data - ha ormai salvato un solo versante, quello delle foto.
Gli altri versanti presentano tutti insediamenti produttivi di capannoni industriali in cemento armato, che sono un pugno nello stomaco per chiunque e soprattutto per quei turisti, per quegli ambientalisti e per quelle persone che vengono in Italia alla ricerca delle mitiche Langhe trovando invece capannoni industriali sulla collina più significativa, più rappresentativa e - diciamolo pure - più sponsorizzata dalla Regione Piemonte.
Salvaguardiamo non soltanto l'aspetto e l'angolo visuale del fotografo bravo che riesce ad escludere i capannoni industriali dalle foto di Grinzane Cavour, però ricordiamo quello che dice l'Assessore provinciale Walter Giuliano nella lettera. Questo è un problema complessivo del territorio. Utilizziamo al meglio la legge sugli Ecomusei, cercando di valorizzare le specificità esistenti e che noi stessi dobbiamo andare a valutare, a riscoprire e che il comitato scientifico, sicuramente con grande efficacia ed efficienza, propone a questo Consiglio e questo Consiglio con meno efficacia e meno efficienza riesce a tradurre in norme e quindi, a codificare in Ecomuseo altre zone da tutelare.
Tuttavia, ricordiamo che non può essere un'eccellenza e un fiore all'occhiello all'interno di un panorama territoriale disastrato e disastrante questo oggettivo, opportuno e condivisibile elemento di avanguardia e di importanza, perché noi abbiamo l'onere e il compito di una pianificazione territoriale generale - come abbiamo non discusso, perch avevamo poi scelto la via del non discutere, ma che abbiamo approvato con l'ordine del giorno a mia firma la settimana scorsa. Abbiamo approvato un ordine del giorno che impegna le Province, quasi tutte inadempienti, tranne la Provincia di Alessandria e la Provincia di Torino nella fase di adozione di quel piano territoriale che deve essere costruito anche sulla consapevolezza delle risorse che abbiamo.
Certo, come si può essere contrari alla valorizzazione delle miniere Paola e delle miniere Gianna di Prali, che sono una cosa davvero unica ed interessante da andare a vedere come conoscenza del territorio, ma anche come conoscenza delle fatiche degli uomini che in quel territorio hanno vissuto e, in modo eroico, sono riusciti a contemperare la pochissima agricoltura del territorio con lo sfruttamento delle miniere e con lo sfruttamento anche delle persone che in quelle miniere hanno vissuto? Come non dire che, in modo quasi paradossale, dopo un anno e mezzo arriva in aula la discussione di questo provvedimento e subito dopo la discussione del provvedimento sui rustici? E' quasi paradossale l'abbinamento delle due cose, perché noi andiamo a valorizzare la specificità di una singola zona ma non riusciamo - e secondo me facciamo passi da gigante indietro - a valorizzare la dimensione tipica del Piemonte.
Il Piemonte è il Piemonte contadino delle grandi cascine sparse nella nostra pianura, dove invece tendenzialmente interveniamo in un senso contrario, permettendo recuperi che non sono recuperi, permettendo sfruttamenti che sono un'inversione della logica che informa questo provvedimento. Forse, come diceva la collega, è anche un problema di coordinamento tra i vari Assessorati. Sicuramente è anche un problema di coordinamento fra linee politiche diverse che questo Consiglio e questa maggioranza esprime in un dibattito e in un dialogo che, talvolta, finisce per essere un po' schizofrenico.
Il voto sarà generale e convinto sull'istituzione dei quattro nuovi Ecomusei, ma il voto ci vede, in qualche modo, testimoniare sul fatto che la Regione Piemonte deve fare molto di più e molto più a vasto raggio per non creare delle piccole oasi di eccellenza all'interno di un territorio che rischia invece di essere funestato e distrutto da scelte scellerate e riconducibili ad un'immagine - per chi ce l'ha - della collina di Grinzane Cavour.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta Marco, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Presidente, intervengo solo per esprimere brevemente la soddisfazione per il termine di questo iter, che vede giungere in porto la costituzione di questi quattro Ecomusei. E' di particolare interesse per me il Museo della Pietra dei Cantoni, che riunisce un po' una grande tradizione, una grande peculiarità del Monferrato casalese, una peculiarità storico artistica, che si appresta a diventare anche una scelta di tipo quasi economico, nel senso di una rivalutazione di questo tipo di materiale tradizionale della zona del Monferrato casalese. Tutto questo porterà sicuramente ad un rinascere di tutta una storia artigiana, edilizia e di costruzioni, legata alle tradizioni. Naturalmente questo territorio, che è assolutamente ancora incontaminato e preservato, non potrà che trarre da questa legge un momento di rivalutazione e di rafforzamento.
Alcuni Comuni già a monte di questa legge, con una scelta molto oculata, hanno rivisto e rivalutato la tradizione costruttiva. Cellamonte che è uno dei Comuni proponenti di questa iniziativa, anche di tipo deliberativo, ne è un po' il capofila, con l'aiuto e l'ausilio tanto del Museo del Parco del Sacro Monte di Crea che dell'Istituto per le piante da legno. E' un'iniziativa importante, che non vedo in contraddizione con altre iniziative della Regione Piemonte legate sempre al mondo della campagna piemontese.
Se da un certo punto di vista è giusta la preservazione ambientale ed è giusto il fatto di mettere in luce quelle che sono le grandi tradizioni anche di tipo architettonico, che la nostra campagna vanta, da un altro punto di vista è giusto intervenire in maniera originale, moderna e al passo con i tempi rispetto a costruzioni che se non trovassero, anche dal punto di vista urbanistico, una nuova riformulazione, molto spesso diventerebbero null'altro che ruderi. Quindi, non voglio anticipare una discussione che faremo sui rustici, ma ribadisco che non è una contraddizione così forte e così evidente. Sono esigenze diverse. Anzi ritengo che il fatto che ci siano entrambi i momenti rappresenti un elemento di grande maturità: non c'è uno strabismo legato soltanto ad una difesa di momenti collegati alla tradizione, ma c'è anche la volontà di dare nuove armi e nuove possibilità di sviluppo a quella campagna che ha bisogno di rinnovarsi. Quindi, Presidente, la condivisione della deliberazione in parola da parte del nostro Gruppo è assoluta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Aggiungo qualche considerazione ad una discussione che mi ha molto interessato. È un tema importante, da molti punti di vista, non ultimo quello che il settore degli Ecomusei possa essere una delle leve con le quali la comunità piemontesi può guardare al proprio futuro con ottimismo.
Preciso subito, come firmatario degli emendamenti, che un ordine del giorno ben congeniato potrebbe raggiungere lo stesso scopo di informare la Commissione; quindi mi riservo di leggere il testo dell'ordine del giorno senza esprimere, pregiudizialmente, parere contrario.
Sul secondo aspetto esprimo un'opinione molto sintetica: stiamo parlando di Ecomusei, quindi di zone, del nostro territorio, che in forza di leggi in vigore nella Regione Piemonte sono soggette a particolari attenzioni, forme di tutela e forme di valorizzazione.
Il Consigliere Mellano ha sollevato la questione - non l'ha detto in questi termini, lo dico io a posto suo, sperando che non ne derivi una richiesta di intervento per fatto personale - che il territorio è indivisibile.
Nelle sue osservazioni si rammarica che, a fronte di attenzioni, di tutele e di valorizzazioni proprie, attente e culturalmente valide (ad esempio gli Ecomusei) nello stesso luogo del Roero (essendo il territorio uno solo e non è unidirezionale), voltando lo sguardo da sinistra a destra di pochi gradi si lascia la parte ben organizzata e pianificata dell'Ecomuseo, per vedere la parte disordinata con capannoni industriali.
Se questo dà fastidio (fastidio in senso civico) perché si riconosce che il territorio non può essere organizzato secondo singole forme di tutela limitate a parti di esso e poi ad un utilizzo dello stesso secondo parametri di convenienza economica che sempre di più si cerca di svincolare da una visione unitaria dell'organizzazione del territorio, allora si fanno battaglie chiare e limpide per dire che il governo del territorio dovrebbe essere pubblico, attraverso strumenti di pianificazione urbana e territoriale che individuino gli obiettivi prefissati.
Se il Consigliere Mellano ha "il mal di pancia" perché vede i capannoni industriali deturpare lo stesso territorio sul quale, viceversa, si attuano, in forma limitata, altri elementi di tutela e valorizzazione allora si schieri direttamente e con convinzione con tutte quelle forze che in questi anni continuano a battersi affinché la pianificazione urbanistica sia il metodo di governo delle amministrazioni pubbliche e perché il territorio e le sue trasformazioni facciano riferimento a decisioni pubbliche che non tengano conto unicamente degli interessi privati di speculazione dei suoli e dei fabbricati, rinunciando al loro ruolo.
Altrimenti non possiamo cavarcela; altrimenti quella gestione dà fastidio.
Ma come mai, i capannoni industriali, che sono attività economiche e produttive, deturpano? Perché in questi anni, cari colleghi, è cresciuto sotto la spinta del liberismo tanto caro al partito radicale, un lasciar fare, una insofferenza alle regole delle pianificazioni che inevitabilmente, hanno fatto dominare le leve di trasformazione del territorio secondo gli interessi singoli, privati e puntiformi del caso per caso. Si è sguarnita la forza della pianificazione del Comune (per non parlare della Provincia e della Regione). Si è sguarnita e la sguarnirà anche sui nostri tavoli quando affronteremo il tema del piano territorio della provincia Torino, che ha avuto un iter lunghissimo, all'interno del quale si sono scontrati questi due modi di vedere la gestione del territorio. Invece di sguarnire, occorrerebbe chiedere che la pianificazione pubblica sia il metodo di governo del nostro territorio altrimenti si lascia la corda lunga al Consigliere Mellano perché dica che i capannoni sono brutti, ma poi? Quindi, colleghi, facciamo una battaglia sul piano territoriale della Provincia di Torino per impedire peggioramenti che l'Assessore Botta ha inserito nel documento. Facciamo questa battaglia? Il piano territoriale prevedeva vincoli, tutela, aree verdi, zone verdi, i capannoni al posto giusto e non al posto sbagliato, ma i proprietari di terreno, che premono affinché tutti i territori di questo mondo vengano edificati - con capannoni o con altro - come li fermeremo? Come si protegge il Roero? Certamente non con il lamento, ma con una scelta di politica urbanistica pubblica gestita secondo obiettivi pubblicamente determinati, sulla base di procedure di leggi vigenti o, se si vuole cambiare, di leggi future.
A mio parere nulla deve essere trascurato quando si concorda su certe impostazioni: non ci si reca nel Roero, magari provenendo da lontano perché lì si è individuata una zona e la si protegge, ma si viene nel Roero per avere una zona della quale ci si sente di condividere la cultura, il modo in cui è cresciuto, il modo in cui vengono coltivati i suoli, il modo in cui si è costruito. Ecco, allora, che troviamo, per il futuro, una forza potente di rinnovamento e di sviluppo economico. Si viene nel Roero perch lì è tutto bello, è tutto ben organizzato e gli ambienti naturali e gli ambienti costruiti dall'uomo convivono secondo criteri di equilibrio e di organicità.
Se vogliamo fare questo, siamo bene felici di farlo, ma il prossimo appuntamento è il piano territoriale della provincia di Torino. Lì il piano esiste, ci sono forme di tutela (anche se una parte del Gruppo Forza Italia vorrebbe peggiorare ulteriormente la situazione) e non è vero che mancano gli strumenti per fare in modo che quel capannone non venga costruito nel posto sbagliato. Gli strumenti li abbiamo, ma quando si tratta di utilizzarli in quest'aula avvengono spaccature e, chi sostiene che occorre utilizzare il territorio secondo finalità pubbliche perde, lasciando vincere la concezione liberista dell'uso del territorio (vincono i capannoni e via dicendo).
Quindi, Consigliere Mellano, se vuole combattiamo questa battaglia insieme, stipuliamo una convenzione e facciamo una battaglia comune.



PRESIDENTE

Invito a parlare della deliberazione sugli Ecomusei, anche se qualche considerazione comparativa è normale.
La parola al Consigliere Bussola.



BUSSOLA Cristiano

Signor Presidente, mi limito a qualche rapidissima considerazione a nome del mio Gruppo per esprimere l'apprezzamento nei confronti di questo provvedimento della Giunta regionale, in quanto ritengo che vada proprio nella direzione che, già da tempo, l'Amministrazione regionale piemontese persegue nell'ambito della valorizzazione del territorio regionale.
L'istituzione di questi quattro Ecomusei ha a che vedere con realtà territoriali, che, secondo me, vivono una loro dicotomia e una loro contraddizione data dal fatto che si tratta di zone che hanno grandi potenzialità dal punto di vista turistico-culturale, ma a volte inespresse se, invece, venissero espresse, darebbero modo a queste zone di poter davvero usufruire di un autentico rilancio economico per tutto il territorio.
Valorizzare i prodotti tipici e quelle che sono le peculiarità ambientali di queste zone del nostro Piemonte significa anche cercare di dare una risposta, che può essere una piccola risposta, una risposta iniziale, che segna l'inizio di un percorso alla crisi che il Piemonte sta vivendo. La nostra Regione da sempre vocata e votata alla produzione industriale deve necessariamente tentare una riconversione produttiva ed economica, che sono convinto possa passare proprio attraverso provvedimenti come quello che andiamo ad approvare, per il quale ribadisco l'apprezzamento del Gruppo consiliare di Forza Italia.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Intervengo brevemente limitandomi alla circostanza territoriale del Parco delle Rocche dei Roeri, anche perché in merito è già intervenuta molto appropriatamente la collega Suino, per cui sottolineo solo alcuni aspetti ulteriori, in quanto, a suo tempo, siamo stati tra i promotori di un progetto di tutela di quel territorio; anche sulla base delle discussioni che sono intervenute, qualche puntualizzazione mi sembra opportuna.
Innanzitutto, proteggere un territorio sulla base di una richiesta che proviene dal territorio medesimo, rappresenta una cultura che si afferma e che trova la sua tutela istituzionale.
Vorrei insistere su questo - oggi non è un giorno di particolare intesa con il Consigliere Mellano - per ripercorrere alcuni aspetti: la cultura è anche il riflesso di una serie di circostanze che esprimono la storia di un determinato territorio. Non sono io, Presidente, a difendere le case brutte e i capannoni, ma certamente ho il dovere di dire in questa sede, come abbiamo detto in alcune occasioni, che quelle case brutte, che rappresentavano in qualche maniera il superamento delle case con il pavimento di terra, rappresentano ciò che in quel momento l'economia permetteva.
Certo che tutto questo oggi è incompatibile e la tutela che proponiamo non è soltanto un elemento di vincolo, ma un elemento di promozione di una nuova cultura che si è andata affermando. Ha ragione il Consigliere Chiezzi, non vale solo in un punto, vale un po' dappertutto, la qualità della vita è una aspirazione della gente. Vorrei capire chi può affermare ragionevolmente che preferisce il saccheggio del territorio, lasciando la libertà di iniziativa indipendentemente da quello che provoca.



(Commenti fuori microfono)



RIBA Lido

Consigliere Chiezzi, c'è una certa attenzione, perché questo è un argomento che dovremo utilizzare successivamente. Certo che tutelare un territorio vuol dire trasformare, in qualche maniera, gli elementi di vincolo in nuove e diverse opportunità, sia per lo sviluppo, sia per la cultura e sia per la trasformazione ambientale; l'ambiente genera una nuova qualità di economia, lo sappiamo, altrimenti non troveremmo tutto questo consenso.
Purtroppo, in Piemonte, il progetto APE (Appennino Parco d'Europa) si è fermato alle porte del Piemonte e non è stato esteso all'Appennino alessandrino, ma, dove è stato utilizzato, ha consentito investimenti in funzione di nuove finalità ad una determinata economia.
Su questo punto, Presidente, non abbiamo un provvedimento solo, certo che se lo leggiamo senza inserirlo in ulteriori provvedimenti che sono nella nostra disponibilità e nella nostra potestà, rischiamo di fare semplicemente un'operazione di contenimento di una situazione o di intervento di tipo puntuale, senza avere una operazione di maggior respiro.
Nella proposta di legge che i Democratici di sinistra hanno presentato per la riforma urbanistica c'è un capitolo che non consideriamo limitato ma strutturale in quella proposta di legge, che prevede la demolizione dei capannoni incompatibili e gli stimoli per rimuovere quelle situazioni che nel tempo, si sono strutturate in funzione di uno sfrenato liberismo degli interventi, o di una non possibilità di governare il territorio, o di una necessità storico-economica che ha prodotto, o di una limitazione culturale che ha prodotto questo genere di saccheggio. Anche di questo si tratta, ma noi prevediamo che possano essere rottamati questi edifici per restituire al territorio una maggiore ed ulteriore valenza, naturalmente, riconoscendo a chi è proprietario di un edificio, che deve essere demolito per l'interesse pubblico, la possibilità di recuperare il valore in un altro sito; non siamo in una situazione che non riconosce la funzione propulsiva dell'economia e i diritti in termini economici di chi, magari, li ha, di fatto, maturati.
Questa gestione del territorio che ci consente di modificare e innovare la nostra cultura, la nostra economia, la risposta istituzionale alle sensibilità della gente, partendo da alcuni modelli che ci sono stati anche sollecitati, come quelli delle Rocche del Roero, vale per le Langhe, vale per il Monferrato, vale pian piano per altre parti del territorio su fino alle vallate che offrono la loro bellezza, a condizione che le baite non siano compromesse.
E' chiaro che per noi questo vuol dire legge urbanistica, tutela del paesaggio, tutela del territorio, Piani territoriali, Piano territoriale della Regione, Piani territoriali della Provincia, in modo da avere preventivamente e non casualmente una lettura del territorio con le sue indicazioni.
Il fatto che oggi facciamo un passo nella direzione giusta non significa che non lo facciamo con degli elementi di incertezza o che non lo facciamo con del ritardo, significa soltanto che abbiamo, in qualche maniera, interrotto un procedimento che era di compromissione e fortemente regressivo, tant'è che i risultati siamo tutti qui ad individuarli e a denunciarli. Per poter avere una modifica dell'ordine di tendenza e una inversione della tendenza è chiaro che ci sta di mezzo una cosa non tanto banale, che si chiama "governo del territorio" e la cultura ispiratrice dei nostri comportamenti. Questo non va nella direzione, ad esempio, dell'idea di una riutilizzazione soggettiva e solitaria dei cosiddetti rustici agricoli, perché in questa direzione, e abbiamo cercato di spiegarlo, pu venire fuori di tutto, per cui, mentre ci si spende per la tutela e affannosamente si punta anche al recupero, dall'altra parte, si continua in qualche modo, a mantenere aperto un canale di alimentazione degli elementi di compromissione.
Quale ultima considerazione, invito il Consiglio alla coerenza del caso; c'è la possibilità di un indirizzo comune per un'aggiunta al nostro territorio. La Regione Piemonte che passa dal secondo al quinto posto tra le Regioni economiche dell'Italia, che non è stata particolarmente vincolata rispetto all'economia da norme particolarmente collettiviste o socialiste, non mi pare proprio, in questo ultimo periodo, abbia, in particolare, il problema di utilizzare, in funzione diverse, le sue risorse anche ambientali, intanto creandole, destinandole in una quota significativa della sua strategia di governo.
Lo sottolineo perché quella ipotesi - tra l'altro non è che fosse venuta dalla maggioranza - quella sollecitazione è venuta dal territorio e dall'opposizione. All'epoca non se ne occupava ancora l'Assessore, ma possiamo portare degli elementi.
In questo caso la deliberazione ci consente di fare un passo utile nella direzione giusta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



VAGLIO Roberto

Come Consigliere residente sul territorio della Valle di Susa, mi sento di dover spendere, per memoria, alcune parole sull'Ecomuseo delle Terre di confine. Vorrei ricordare, in linea generale, che la politica degli Ecomusei non è una politica di mera tutela, tant'é che l'Ecomuseo sarà realizzato in un'area che è tutta sotto tutela per legge Galasso.
L'Ecomuseo ha altre finalità, in questo caso specifico per le Terre di confine, ha l'intenzione di mettere a frutto quella proposta che il territorio già esprime, di mettere in rete delle potenzialità che quel territorio esprime. Voglio citare l'importanza storica del Colle del Moncenisio, voglio ricordare la presenza nel capoluogo di un albero monumentale del Piemonte: il frassino più importante e antico della nostra regione. Voglio ricordare tutta la storia passata, ma anche quella recente che si è snodata attorno a questo valico nei secoli. Principalmente, la valenza del Parco era di riannodare quelle relazioni che si erano progressivamente sciolte nel secondo dopoguerra con la Valle della Maurienne.
Come sapete la programmazione dei Comuni di Lanslebourg nella valle della Maurienne, nel suo complesso, è molto divergente rispetto alla nostra programmazione. Le scelte fatte dal Comune di Lanslebourg, in campo turistico e ricettivo, sono assolutamente diverse da quelle che sono state effettuate nella Valle Cenischia nel nostro versante. Ebbene, queste due scelte possono diventare complementari, queste scelte possono trovare un modo comune di messa in rete. L'Ecomuseo si propone esattamente il recupero di strutture importanti: un vecchio mulino, le antiche caserme della Comunità di Ferrera e, attraverso il riutilizzo di queste strutture, dare testimonianza di ciò che accadde allora e di che cosa può accadere con la costituzione della nuova unione, con l'abolizione delle frontiere e con un rinnovato rapporto fra Piemonte e Maurienne che ci fu, nei fatti e nella storia, dall'anno 1000 fino al 1860 e che oggi deve riprendere.
Un museo non della memoria, ma un Ecomuseo per il futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

A nome del responsabile all'Urbanistica del mio partito, indegnamente devo intervenire perché, se non altro chiamato in causa per legittima difesa, devo provare a spiegare perché il Consigliere Mellano sia sensibile ai problemi della tutela del territorio del paesaggio, pur nel quadro di una impostazione, anche sulla legge urbanistica, che non riflette la logica della pianificazione della programmazione territoriale affidata unicamente a strumenti pubblici.
Capisco che sia una questione del tutto irrilevante, però è una questione seria per cui provo, in pochi minuti, a spiegare per quale ragioni queste due impostazioni non sono fra loro inconciliabili, ma, dal nostro punto di vista, anche conseguenti. Anzitutto dal punto di vista storico. Se noi guardiamo, lo accennava indirettamente il Vicepresidente Riba, allo sviluppo e all'uso del territorio che è stato fatto nel nostro Paese, non possiamo che tener presente il fatto che da una parte, termine caro al Consigliere Chiezzi ancora di più al Consigliere Moriconi, lo "sviluppismo" urbanistico delle amministrazioni locali trovava la corrispondenza di strumenti di pianificazione e di programmazione urbanistica assolutamente vincolistici e totalmente pubblici.
Dal punto di vista storico misuriamo che la devastazione del territorio non rifletteva la negoziazione di interessi privati, ma rifletteva essenzialmente la logica della pianificazione pubblica e l'imputazione in capo al soggetto pubblico del potere esclusivo di uso del territorio. Che tutto questo si sia realizzato insieme all'utilizzo, dal mio punto di vista, devastante dell'esproprio generalizzato come caposaldo della legislazione urbanistica, testimonia il fatto che, forse, la tutela del territorio, non necessariamente passa attraverso il monopolio della programmazione urbanistica da parte del soggetto pubblico. Proprio per questa ragione, considerando l'uso del territorio, quello che è essenzialmente un mercato in cui si confrontano degli attori economici che sono da una parte i proprietari dei fondi e dall'altra gli investitori che su quei fondi e da quei fondi vogliono trarre dei benefici, sono convinti che, come rispetto ad ogni mercato, una logica di regolazione di vincolo da parte dell'autorità pubblica, sia preferibile ad una logica di programmazione di intervento da parte del soggetto pubblico.
Sono convinto che il problema della tutela del bene pubblico, che è una cartina di tornasole straordinaria della difficoltà delle politiche pubbliche laddove i costi sono sostanzialmente internalizzati ed i vantaggi sono sostanzialmente esternalizzati, sia un banco di prova di politiche pubbliche, anche rispetto all'uso del territorio, che non riflette un'impostazione necessariamente vincolistica. Sono abbastanza convinto che quel capannone, che tanto angustia il Consigliere Mellano che è molto più sensibile di me, riflette sicuramente un uso monopolistico e devastante del territorio compiuto da un'amministrazione comunale sulla base di uno strumento vincolistico, e non riflette la libera negoziazione economica di una serie di attori che si sono confrontati sull'uso del territorio e sull'uso della risorsa territorio di cui loro dispongono anche economicamente.
Questo detto in modo un po' accademico per rispondere alle accuse interessanti, dal punto di vista politico, del Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Comunico il ritiro dell'emendamento n. 3 e la sua sostituzione con il seguente ordine del giorno n. 747 "Stanziamenti per istituzione Ecomusei" presentato dai Consiglieri Suino, Riggio, Muliere, Ronzani, Saitta e Chiezzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte da mandato al Presidente della V Commissione di convocare annualmente una apposita seduta ove la Giunta riferisca circa lo stato di attuazione degli Ecomusei e delle aree protette con particolare riferimento alle risorse stanziate".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Volevo fare una breve dichiarazione di voto a nome del Gruppo Radicale dopo questo breve dibattito con il Consigliere Chiezzi e con chi ha voluto seguirlo. Noi, come Gruppo radicale, voteremo a favore di questo provvedimento e non ci sono contraddizioni, come ha illustrato in modo molto chiaro, anche se teorico, il Presidente Palma. Per ricondurre a una discussione generale quello che è un provvedimento specifico, voglio dire interloquendo con il collega Chiezzi - che si potrebbe fare un altro esempio, proprio per capire l'importanza dell'intervento sull'Ecomuseo delle Rocche del Roero e usare - come sostiene il Vicepresidente Riba quella cultura di governo del territorio che si esplica nell'Ecomuseo, ma che deve diventare patrimonio comune della gestione del territorio.
Come si può estendere, ad esempio, questa cultura di governo del territorio alla porta delle Langhe? In provincia di Cuneo una serie di Comuni si fregiano di essere "la porta delle Langhe"; come si può fare a istituire indennemente un Ecomuseo alle Rocche del Roero, senza contraddizioni nel governo del territorio, come invece è accaduto al Comune di Marene, governato dal coordinatore regionale di Forza Italia, il Sindaco Corsetto, che ha trasformato la porta delle Langhe in qualcosa che non so definire? Era una collina che gradatamente diventava le Langhe; adesso è diventata una collina con una serie di case a pioli, una sull'altra, che impediscono qualsiasi apertura.
Occorre davvero istituire l'Ecomuseo delle Rocche del Roero, per occorre anche tenere presente quello strumento vincolistico che è il Piano regolatore, all'interno del quale è stato sicuramente previsto quell'intervento, ordinando e governando il territorio, utilizzando quegli strumenti che il collega Chiezzi ha citato, ma con una cultura di utilizzo del territorio che non è quella espressa in questi provvedimenti, da questo Assessore e da questo Assessorato, che oggi opportunamente valutiamo positivamente e opportunamente voteremo.
Occorre estendere quella cultura e predisporre delle linee di governo del territorio che vadano in quella direzione e non nell'ottica delle macchie di leopardo, per cui è possibile vedere, ad esempio, dei capannoni che degradano la collina delle Langhe, lasciando uno spazio minimo di visibilità al castello, e la fascia del Comune di Marene, dove la costruzione di splendide e vivibili case ha tolto ai turisti e a tutti i cittadini piemontesi la possibilità di vedere le Langhe.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Collega Mellano, possiamo istituire il Comitato di liberazione del territorio di Marene! Presidente, lei ha letto il testo dell'ordine del giorno; poiché su questo tema non ci sono contrasti politici, ma c'è un consenso sulla finalità, avanzo qualche dubbio sullo strumento scelto. In questo senso: non sono convinto sull'opportunità che il Consiglio regionale, con un proprio ordine del giorno, dica al Presidente di una Commissione quello che il Presidente stesso deve fare nei prossimi anni. Mi sembra una cosa un po' pasticciata. Capisco un ordine del giorno che impegni a fare qualcosa, ma un ordine del giorno congegnato in questo modo che impegna il Presidente della V Commissione a convocare ogni anno, su un dato tema una data questione, è quasi una norma regolamentare.
Le chiedo, pertanto, se non sia il caso - sempre che la mia perplessità sia condivisa - di pensarci maggiormente, rinviando la questione alla ripresa dei lavori.
In alternativa, sarei più sicuro su un ordine del giorno che impegni la Giunta a fare una cosa, ad andare in Commissione.
E' una questione delicata, sulla quale non c'è contrasto politico, ma solo la preoccupazione di non attivare delle procedure che ritengo un po' sbilanciate rispetto al ruolo del Presidente di una Commissione, alla sua capacità d'iniziativa e quella dei colleghi Consiglieri.
Le chiedo, quindi, di consentirci di disporre del testo e di poter riflettere maggiormente. Non so se gli altri colleghi condividano questa mia richiesta.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la ringrazio perché effettivamente, tenendo conto anche delle sue considerazioni, l'ordine del giorno n. 747 potrebbe essere così formulato: "Il Consiglio regionale Impegna la Giunta a riferire annualmente alla competente Commissione consiliare, convocata in apposita seduta, circa lo stato di attuazione degli Ecomusei e delle aree protette, con particolare riferimento alle risorse stanziate".
Assessore Cavallera, il senso può essere questo.
Indìco, pertanto, la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'ordine del giorno n. 747, così modificato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di deliberazione n. XXX, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Constatata la mancanza del numero legale, la votazione non è valida e verrà ripetuta alla ripresa dei lavori pomeridiani, alle ore 16.00.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 14.25)



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