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Dettaglio seduta n.328 del 26/03/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 16.17)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Casoni, Cavallera Costa E., Ghigo, Leo, Mellano, Muliere, Pichetto Fratin, Racchelli, Rossi Giacomo, Rossi Oreste, Suino, Vaglio.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 384 "Ratifica deliberazione Giunta regionale n. 66-8308 del 27 gennaio 2003 'Legge 67/1998, articolo 20, II fase - Rimodulazione accordo di programma in materia di sanità. Approvazione con i poteri del Consiglio regionale ai sensi dell'articolo. 40 Statuto'" (seguito) (ordini del giorno collegati)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 384 "Ratifica deliberazione Giunta regionale n. 66-8308 del 27 gennaio 2003 'Legge 67/1998, articolo 20, II fase - Rimodulazione accordo di programma in materia di sanità. Approvazione con i poteri del Consiglio regionale ai sensi dell'articolo 40 Statuto '".
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Nella deliberazione si legge una cifra importante, 1200 miliardi, che giungono in Piemonte: cifra importante per la nostra economia e per la nostra sanità; quindi, indipendentemente dai numerosi rilievi mossi all'Assessore alla sanità, daremo voto favorevole.
Con tutto ciò, però, non possono passare sotto silenzio le numerose difficoltà e i numerosi difetti di programmazione che abbiamo riscontrato e quindi, collegato al voto della deliberazione, presenteremo un ordine del giorno che vi leggo nelle sue linee di massima: "Il Consiglio regionale del Piemonte presa conoscenza dei contenuti della deliberazione n. 384, valutato il fatto che tale deliberazione muta un gran numero di interventi di edilizia sanitaria, di cui alcuni in modo sostanziale (come ad esempio il mancato ampliamento del terzo piano dell'ospedale di Carmagnola o l'abbandono dell'intervento su presidio sanitario Luigi Einaudi dell'ASL 4 o la mancata sistemazione definitiva dei reparti di dialisi, nefrologia e urologia di Borgomanero, ecc) considerato che tali modificazioni sono state decise senza consultare le Conferenze dei Sindaci delle ASL interessate considerati i ritardi nell'utilizzo dei fondi ex articolo 20 messi a disposizione dal Governo Prodi e D'Alema (Ministro Bindi), dimostrando inefficienza nella spesa e disagi per le popolazioni (ad esempio il poliambulatorio di via Benevagienna dell'ASL 3 è chiuso da molti anni perché "presto" sarebbe stato realizzato il nuovo poliambulatorio nell'ex area Saint Gobain di cui ancora non si vede la prima pietra; qui gli esempi per i ritardi potrebbero essere tantissimi: Alba-Bra, Asti, eccetera) considerate la difficoltà da parte di alcune aziende sanitarie di completare le opere previste per l'incapacità di alienare gli immobili di loro proprietà (è ciò che accade per l'Ospedale civile di Susa) considerata altresì la difficoltà, da parte di altre aziende sanitarie, di completare le opere previste per l'impossibilità di accendere mutui perch a causa degli oneri derivanti dal mega mutuo per il deficit del 2000, oltre ad avere tagliato numerosi servizi con disagi per i cittadini e allungamento dei tempi di attesa, hanno esaurito la loro capacità di indebitamento (basti vedere il San Luigi di Orbassano, che non riesce a stipulare un mutuo di appena 3150,387 euro!) considerato che alcuni interventi di edilizia sanitaria sono stati realizzati senza l'adeguato coordinamento con i comuni (ad esempio, per il pronto soccorso dell'ospedale di Moncalieri si interverrà per la terza volta in pochi anni, per le modificazioni della viabilità e dell'accesso) considerato che si è continuato ad investire su piccoli ospedali che in più occasioni, numerosi esponenti della Giunta e dell'ARESS hanno candidato alla chiusura mentre mancano risorse pubbliche per interventi strategici come l'Unità Spinale Unipolare del CTO (struttura di necessità regionale specialmente in previsione delle Olimpiadi 2006) considerato che il piano per l'edilizia sanitaria è stato fatto in totale scollegamento rispetto al piano sanitario 1997/2000 tuttora vigente, tanto da far dire all'Assessore alla sanità nella seduta odierna che molti degli interventi che oggi ci invita a votare non li riproporrebbe più alla luce dell'evoluzione della domanda sanitaria impegna la Giunta regionale ed il suo Presidente a presentare, unitamente al maxi emendamento al piano sanitario regionale, gli allegati per quanto attiene a: gli strumenti (le strutture operative del sistema sanitario regionale-rete distrettuale-dipartimento di prevenzione-rete ospedaliera, l'Università e la spesa) le azioni sanitarie le aree d'intervento sanitario e rilievo socio-assistenziale a garantire tramite il prossimo piano sanitario regionale un forte ruolo nell'attività di programmazione e controllo agli Enti locali, soprattutto ridando dignità alle Conferenze dei Sindaci nelle aziende sanitarie e attivando i comitati dei Sindaci di distretto ad integrare con risorse proprie i progetti che le aziende non possono concludere perché carenti di risorse per difficoltà nelle alienazioni e nell'accendere mutui, a finanziare adeguatamente con risorse regionali gli interventi strategici, come l'unità spinale unipolare del CTO, a prevedere in primo luogo, tra le opere di edilizia sanitaria, la realizzazione in ogni distretto che ne sia carente di un poliambulatorio di eccellenza con day service, day surgery e day ospital per favorire lo spostamento dei flussi di utenza dall'ospedale al territorio, per migliorare l'efficacia umanizzare gli interventi sanitari e razionalizzare la spesa".



PRESIDENTE

Mi permetto di manifestare quanto lei, collega Riggio, certamente pensava nello svolgimento del suo intervento: vi è troppo brusìo, pertanto vi invito cortesemente, essendo una deliberazione importante, a prestare un attimo di attenzione.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, in un'aula spolpata nel numero e parecchio disattenta, non stupisce più di tanto, vista la deriva dal punto di vista della qualità dell'azione di governo, che un provvedimento di questo genere venga affrontato con tanta superficialità e noncuranza. In realtà meriterebbe ben diversa attenzione e, per quanto può un minuscolo Gruppo come quello che presiedo, cercherò di dire in pochi minuti per quale motivo mi oppongo nel modo più netto a questa situazione.
Come si è già verificato in altri settori (l'ultimo è quello relativo agli investimenti per asfaltare con il pietrischetto bitumato un po' di strade), ci troviamo di fronte ad un provvedimento di settore che destina delle risorse per realizzare delle opere. Le strade sono opere utili, le strutture sanitarie sono opere ancora più utili, quindi, è un provvedimento che, sulla base delle risorse esistenti e disponibili, ripartisce queste risorse sul territorio regionale facendo i conti con necessità, attese forse anche pressioni, forse anche clientele e via dicendo.
Questo provvedimento di ripartizione delle risorse viene in discussione all'indomani di alcune decisioni assunte a larghissima maggioranza - dal mio punto di vista, purtroppo. Nella prima Finanziaria della Regione Piemonte si è deciso inopinatamente di impiegare risorse per inserire, al di fuori di ogni seria programmazione economica, quindi, con il trucchetto di retrodatare una programmazione inventata oggi per ieri, numerosi provvedimenti di spesa.
Dal punto di vista della razionalità degli interventi, stride il fatto che non si sollevi il problema circa il fatto che l'altro ieri la Regione Piemonte ha deciso di spendere delle belle somme per iniziare la realizzazione delle Molinette 2 e il fatto che, invece, in questo provvedimento si spendono delle belle somme per le Molinette 1. Non so in quale rapporto siano questi due elementi, quanto si spende adesso per le Molinette 2 e quanto, in tutta fretta e con una procedura veramente criticabile, è stato deciso di spendere perché tanto queste Molinette non serviranno più e se ne devono fare delle altre. Questo, evidentemente interessa ad una minuscola parte di questo Consiglio regionale. Certo che quando si spendono soldi in questo modo, si possono anche spendere con larghi consensi, i soldi fanno bene a tutti, la sanità ne ha molto bisogno.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Dove sono questi impegni per le Molinette? Dove sono?



CHIEZZI Giuseppe

Li ha messi in Finanziaria.
Come "quali sono questi impegni delle Molinette"? Ha messo uno o due milioni di euro in Finanziaria! Allora, è un giochetto! Lei mi strizza l'occhio, Assessore, dicendomi: "Dai Chiezzi" e strizza l'occhio sinistro: "Li abbiamo messi lì, tanto cosa vuole fare con uno o due milioni di euro dai lasciameli scrivere, evidentemente, ho avuto delle forme di pressione poi c'è anche il Comune di Torino che è d'accordo, il Presidente Ghigo è d'accordo, il Sindaco Chiamparino è d'accordo, sono tutti d'accordo, cosa vuoi che faccia, che non scrivessi nella Finanziaria?".
Dico, da un punto di vista minuscolo, che così non si fa e così non sono per nulla d'accordo. L'origine di questa situazione di sbandamento dal punto di vista della correttezza dell'azione di governo, che, da un punto di vista regionale, o è programmazione o non è corretta azione di governo, è inaccettabile. Non si può continuare a procedere, caso per caso pressione per pressione, senza un quadro di riferimento costituito innanzitutto, in questo caso, dal Piano sanitario regionale. Va bene che non c'è, che non prevede quanto era previsto in Finanziaria e che non pu collegare quanto ora si decide di inserire o di spostare in un quadro di politica generale.
Lei è seduto su un mare in movimenti in cui le onde vanno in tutte le direzioni. Evidentemente, lei ha la barca con una deriva abbastanza profonda che, finora, nonostante ondeggiamenti rilevanti, è riuscito a non ribaltare e sta ancora lì; ciò che ribalta, probabilmente, invece, è la sanità del Piemonte che va avanti così, un po' a casaccio.
Senza una programmazione di tutti i livelli, anche quella del Piano regionale di sviluppo, in mancanza della quale neppure si dovrebbe e potrebbe ipotizzare il rifacimento dell'intera sanità piemontese attorno ai due poli di Torino e Novara, che estemporaneamente si è deciso di cambiare dovrebbe partire già là una decisione di quel livello, dovrebbe entrare in un piano sanitario non vecchio e sepolto, ma fatto nel 2003 per il triennio - non dubito che, come ho avuto modo di dire per le strade guardando cifra per cifra, la maggioranza di queste cifre vada a coprire esigenze vere. Non lo voglio nemmeno mettere il dubbio, spero che non sia così, spero che tutte le cifre coprano questa o quella esigenza, ma dico dal punto di vista di una forza di opposizione, a questo metodo di governo che inserire queste cifre senza citare il fatto che la programmazione non copre questi interventi, che quindi sono a guida cieca, è un fatto che deve essere segnalato e sanzionato dall'opposizione con un voto negativo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche noi voteremo contro questo provvedimento, per due ragioni.
L'Assessore alla sanità potrebbe anche contestare parte di queste nostre argomentazioni, dicendo che, in fondo, il provvedimento arriva da lontano ed ha una propria autonomia rispetto ad un Piano sanitario. Questo può essere vero solo parzialmente, nel senso che ci troviamo di fronte alla necessità di inserire il provvedimento in una programmazione più ampia: quella di verificare, anche attraverso questo provvedimento, la programmazione sanitaria.
Il problema di fondo è che, per ragioni da addebitare alla maggioranza e al modo in cui essa ha agito negli anni scorsi sul terreno della presentazione di un Piano sanitario, oggi siamo in assenza del Piano stesso e siamo in una fase in cui dovrebbe riprendere la discussione. Non abbiamo potuto svolgere un'azione di confronto tra questo provvedimento e la possibilità di inserimento in quella programmazione.
Condivido le considerazioni espresse dal collega Chiezzi, relativamente al fatto che si continui su questa strada, con il voto sul bilancio.
Considero persino ridicolo dire: "Non abbiamo deciso di fare le Molinette 2, ma abbiamo deciso di investire pochi soldi per uno studio di fattibilità", perché uno studio di fattibilità deve essere fatto se si ritiene utile un progetto e lo si intende attuare, perché comunque si investono cifre consistenti.
Ho tra le mani un ordine del giorno che affronta il problema dell'unità spinale. Mi viene in mente che l'unità spinale, con pochi milioni di euro avrebbe trovato un finanziamento pubblico e si sarebbe potuta attuare.
Pertanto, è incomprensibile stanziare soldi per studi di fattibilità, nei quali non si crede.
D'altro canto, la presenza di un Piano sanitario avrebbe permesso di verificare la congruità delle scelte fatte in bilancio, con la programmazione.
Il secondo aspetto che mi induce ad oppormi al provvedimento è più generale.
In passato ci siamo opposti alle scelte che avevano portato alle delibere originali e manteniamo la nostra opposizione, perché riteniamo che individuino un modello di sanità centrata sugli ospedali che, come Gruppo non condividiamo.
Per questa ragione, voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Anch'io, come Gruppo Verdi, dichiaro che voterò in senso negativo su questa proposta di deliberazione. Ritengo che la decisione di centrare, in sanità, la scelta in una direzione "ospedalocentrica", non possa che continuare ad aumentare il disavanzo e il deficit della sanità nella nostra regione.
Sappiamo che l'Assessore non ha ancora iniziato l'iter del Piano sanitario, quindi non comprendiamo perché si voglia spingere nella decisione di attivarsi per la realizzazione di strutture ospedaliere, senza aver messo mano al documento fondamentale di programmazione. Continuiamo a chiedere che si discuta di un Piano sanitario, che è ormai vecchio di tre anni, che deve rappresentare il motore per stabilire il futuro della sanità piemontese, ma questo non viene realizzato. Continuiamo a vedere delle vicende che non ci convincono; abbiamo ricevuto il personale impiegato presso il CTO, il quale ci ha parlato della vicenda dell'unità spinale. Nel corso di quell'audizione - era presente anche l'Assessore - è stato esplicitato chiaramente come il finanziamento che la Regione aveva messo a disposizione con delibera sia venuto a mancare. Si trattava di un finanziamento di non molta rilevanza, ma, nel momento stesso in cui questo è venuto a mancare, l'Assessore ha deciso di impegnarsi in studi di fattibilità e quant'altro che costituiscono una dispersione di risorse.
Non solo; la vicenda dell'unità spinale ci rimanda al problema della catena della decisione: la decisione di costituire un'unità spinale con delle modalità che prevedono una concessione di global service ad un privato, per 33 anni, e la gestione delle strutture dell'ospedale che sarà realizzato, sempre ad un privato, per 30 anni. In mancanza di una decisione regionale di finanziamento - spesa che sarebbe stata assolutamente compatibile con gli impegni della Regione stessa - occorre capire se questa decisione faccia capo unicamente al direttore sanitario del CTO o se sia supportata, autorizzata e condivisa dall'Assessore alla sanità. Questo riveste una duplice importanza, perché riguarda sia la decisione immediata sulla strada che è stata scelta - che non ci convince - sia la catena decisionale che ha determinato l'iter delle modifiche proposte con questa delibera.
Alcuni Consiglieri della minoranza temono, e ci pare con ragione, che per l'Ospedale delle Molinette 2, di cui non si sa ancora nulla e ogni volta viene proposto qualcosa di diverso, potrebbe avvenire ciò che è accaduto o avverrà per l'Unità Spinale, ovvero: si realizzerà una struttura con finanziamenti pubblici e privati, ma la gestione sarà affidata ai privati.
Quindi, si teme che due strutture importanti che dovrebbero essere il fiore all'occhiello di questa sanità forse lo saranno, ma a vantaggio del privato e non del pubblico. È un altro colpo che potrebbe essere pregiudiziale per la sanità pubblica del Piemonte.
Credo che il voto contrario sia più che giustificato per il determinismo che ha portato a questa deliberazione e per il percorso che è stato seguito.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di deliberazione n. 384, il cui testo, a mani dei Consiglieri verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 743 "Ratifica deliberazione Giunta regionale n. 66-8308 del 27 gennaio 2003 'Legge 67/1998 articolo 20, II fase rimodulazione accordo di programma in materia di sanità'"; ordine del giorno n. 742 "Unità spinale unipolare'"


PRESIDENTE

Il nostro Regolamento all'articolo 78 recita quanto segue: "Nel corso della discussione generale o sui singoli articoli possono essere presentati ordini del giorno che esplicitino il significato della legge o contengano direttive o istruzioni della Giunta per sua applicazione o alle Commissioni, nel caso di rinvio alle stesse per un ulteriore esame".
Sono stati presentati degli ordini del giorno collegati alla proposta di deliberazione n. 384. Li dichiaro ammissibili.
Gli ordini del giorno sono i seguenti: Ordine del giorno n. 743, "Ratifica deliberazione Giunta regionale n. 66 8308 del 27 gennaio 2003 'Legge 67/1998 articolo 20, II fase-rimodulazione accordo di programma in materia di sanità'", presentato dai Consiglieri Manica, Marcenaro, Riba, Riggio, Placido e Ronzani.
Ordine del giorno n. 742, "Unità spinale unipolare", presentato dai Consiglieri Papandrea, Contu, Palma, Mellano, Riggio, Tapparo, Chiezzi Caracciolo, Giordano, Saitta, Moriconi, Manica e Suino.
Procediamo con gli interventi di illustrazione.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Il mio intervento sarà molto breve perché nel corso della dichiarazione di voto sulla deliberazione precedente il collega Riggio aveva già in parte illustrato l'ordine del giorno.
Abbiamo espresso un voto favorevole sulla deliberazione precedente per una serie di ragioni, erano interventi importanti di edilizia sanitaria peraltro con un semplice trasferimento di fondi sull'ex articolo 20 da parte del Governo e con un utilizzo da parte della Regione. Ritenendo alcuni di questi interventi importanti - all'interno della deliberazione ci sono trance di finanziamento dall'anno 1988 ad oggi, con ulteriori finanziamenti degli ospedali di Asti, Biella e Borgo Sesia, sui cui noi abbiamo presentato una legge - mi sembra del tutto evidente che, come abbiamo fatto nelle fasi precedenti, su tutte le altre fasi di questa deliberazione coerentemente abbiamo espresso lo stesso voto.
Abbiamo delle critiche da esporre non tanto sul merito degli stanziamenti che aveva fatto il Ministro Rosi Bindi e che adesso vengono trasferiti sul Piemonte, perché su quelli siamo pienamente d'accordo quanto invece una serie di osservazioni sulla gestione che la Regione ha fatto sull'edilizia sanitaria e sull'ex articolo 20.
La prima osservazione riguarda i gravi ritardi nell'utilizzo di questi fondi, perché noi potremmo citare una serie di ospedali, da Asti a Biella da Borgo Sesia agli interventi sull'ospedale Maggiore di Novara, dal San Luigi di Orbassano al Dea di Borgomanero, che sono anni che attendendo da parte della Regione, dal momento in cui lo Stato ha trasferito questo utilizzo.
Chi non sa le cose non conosce questi particolari e non sa che se ne sta parlando dalla scorsa Legislatura, quindi i ritardi datano da ben più di due anni e mezzo.
Nello stesso tempo sappiamo che, oltre a questi ritardi, esiste un problema ulteriore che è quello della programmazione. Interventi come questi sia l'impegnato sull'edilizia sanitaria che è quello ancora da impegnare, che è in previsione sul triennio 2003-2005, deve essere inserito in un quadro di programmazione; quadro di programmazione sanitaria che è esaurito, ancora vigente in regime di prorogatio il piano precedente che deve trovare un preciso riscontro in un allegato che riguardi la rete ospedaliera all'interno di un nuovo piano, perché bisogna riscrivere in modo esplicito senza delegarlo alla Giunta, come ci hanno chiesto i Sindaci e importanti organizzazioni che abbiamo consultato, dalle organizzazioni sindacali alla Carta dei diritti dei malati, sulla bozza di piano precedente che ci debba essere una programmazione esplicita e democraticamente verificabile, in particolare sulla rete ospedaliera.
L'ultima questione è che il famoso "megamutuo", che ha caricato le ASL e le ASO di una situazione debitoria piuttosto consistente, ha saturato la possibilità da parte di molte ASL e ASO di contrarre ulteriori mutui pertanto, essendo lo stanziamento qui definito, come ad esempio per l'ospedale San Luigi di Orbassano, insufficiente, essendo quella struttura nell'impossibilità di contrarre un ulteriore mutuo sufficiente alla copertura di tutto l'intervento, ci farebbe finire nel famoso caso che abbiamo discusso incontrando i Sindaci e l'azienda stessa, ad esempio l'Ospedale di Alba-Bra, senza una fideiussione, senza una possibilità che la Regione dà ulteriormente a quelle strutture di contrarre un ulteriore mutuo, si viene a perdere anche il finanziamento precedente che, non essendo sufficiente, non consente di cominciare l'intervento.
Per questa ragione riteniamo che, anche questa terza situazione, che contiene una grave insufficienza, debba poter essere sanata. Con degli esempi abbiamo anche citato le strutture, le ASL e le ASO, che si verrebbero a trovare in questa condizione. Per questa ragione chiediamo delle garanzie dentro il Piano sanitario, un confronto con i Sindaci e con le Conferenze, la possibilità di finanziare adeguatamente con risorse regionale e con interventi strategici di grandi importanza e la possibilità di superare i ritardi di ordine burocratico nell'utilizzo di importanti fondi statali.
Riteniamo questo ordine del giorno, un documento molto importante che supera le difficoltà e i gravi ritardi con cui siamo arrivati all'approvazione della deliberazione di oggi sull'edilizia sanitaria.
Assessore D'Ambrosio, senza un impegno importante in questa direzione dell'opposizione, lei difficilmente, anche oggi, con questa deliberazione sarebbe arrivato in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 742.



PAPANDREA Rocco

Questo è un ordine del giorno collegato perché affronta uno dei punti inserito anche nell'altro ordine del giorno. E' un ordine del giorno complesso nella sua articolazione, ma che, sostanzialmente, richiamando una serie di deliberazioni precedenti e di scelte fatte, chiede che il Consiglio regionale si assuma l'impegno di far sì che questa struttura sanitaria - che è attesa da molti in Piemonte - si realizzi comunque. Come sapete, con una serie di iniziative prese da Consiglieri regionali attraverso la presentazione di interpellanze, é stata sollevata una discussione sulla legittimità di un percorso fatto che ha portato alla scelta attuale di costruire un'unità spinale realizzata dal CTO.
Temiamo di aver sollevato un problema serio che, così come è stata determinato, faccia sì che l'Unità Spinale non si realizzi. Temiamo che la realizzazione del progetto possa saltare del tutto. E' una preoccupazione non solo nostra, ma anche delle associazioni consultate. Chiediamo un impegno serio da parte della Giunta di realizzare, comunque indipendentemente dalla vicenda degli appalti che riguarda l'attuale progetto di Unità Spinale, l'opera. Ripeto, chiediamo un impegno del Consiglio regionale ad effettuare l'opera, sapendo che la stessa non è costosa.
Non vorrei che questo ordine del giorno venisse considerato un documento politico in cui scontrarsi maggioranza e minoranza. Se l'Assessore ha tempo per approfondire il documento, in qualità di firmatario, sono anche disponibile a rimandare il voto ad un altro momento.
Se, invece, il parere è già stato deciso, non ci sono incertezze, a prescindere se a favore o contro, l'Assessore lo riferisca subito. Se ha bisogno, invece, di tempo per verificare e approfondire il documento, sono disponibile, parlo a nome anche di altri firmatari, a votarlo in un'ulteriore seduta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio per il parere della Giunta sugli ordini del giorno.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Il parere della Giunta è contrario per entrambi i documenti.
L'approfondimento sull'Unità Spinale, indubbiamente, potrebbe essere fatto, ma non ci sono fondi e la decisione di ricorrere ad una concessione, ad un project financing, è una decisione sulla quale - se tutto è in regola, così come pare - non si può tornare indietro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cattaneo.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Visto che il Presidente ha ritenuto, e condividiamo, di procedere su entrambi gli ordini del giorno farò un intervento relativamente al primo quello che vede come primo firmatario la Consigliera Manica, il Consigliere Angeleri interverrà, invece, sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Papandrea e altri.
Alcune considerazioni. Abbiamo apprezzato - devo dire anche non senza sorpresa perché un po' in controtendenza con il dibattito che abbiamo sentito con attenzione questa mattina - il voto favorevole sulla proposta della deliberazione della Giunta regionale dell'Assessore D'Ambrosio.
Questa mattina la delibera è stata ampiamente criticata - con delle argomentazioni che, anche se non condivisibili, sono serie e concrete - ma poi l'opposizione, con senso di responsabilità, ha ritenuto, in particolare il Gruppo DS, di votare la delibera dell'Assessore D'Ambrosio. Tuttavia non vediamo altrettanta responsabilità nella presentazione dell' ordine del giorno anche se, in alcune parti, potrebbe essere condiviso perché quello che viene rappresentato e sollevato è sicuramente degno di attenzione. Ci sono delle premesse per noi totalmente inaccettabili e non condivisibili.
Forse più la premessa che il dispositivo ci pone, anche se poi farò una considerazione sul dispositivo, nella condizione di non votarlo.
Gli interventi di edilizia sanitaria variati sono quelli importanti tre o quattro, peraltro motivati, non giustificati, dall'Assessore alla Sanità.
Relativamente ai ritardi dell'utilizzo dei fondi dell'ex articolo 20. A prescindere se questo o quel Governo, di questo o di quel colore, mi corre l'obbligo di ricordare all'assemblea, non senza soddisfazione, che l'attuale Governo è quello che sta tendendo ad un impegno finanziario del 5% rispetto il PIL in materia sanitaria nel programma pluriennale, a differenza del Governo dei vari Presidenti Prodi-D'Alema e con il Ministro Bindi che l'aveva assestato sul 3.5%, quindi come fanalino di coda nell'Unione Europea.
Si dice "La Regione, dimostrando inefficienza e incapacità di spesa e causando disagi alla popolazione, non avrebbe saputo spendere i soldi dell'ex articolo 20", ma questo è un problema più ampio della Regione.
Ricordo che il Piemonte, lo ricordava anche l'Assessore D'Ambrosio, è la seconda Regione, per lo stesso riconoscimento dell'allora Ministro della Sanità Bindi, dietro alla Toscana e a pari merito con l'Emilia Romagna, per efficienza nella spesa dell'ex articolo 20.
Se la matematica non è un'opinione abbiamo, a quella data, 17 Regioni dietro il Piemonte. Questa premessa, quindi, non è certamente condivisibile, così come non è condivisibile un giudizio perentorio dell'incapacità e dell'impossibilità di alienare gli immobili.
Qualcosa è stato alienato, ma è vero che quando viene reso disponibile un patrimonio e lo si vuole alienare non lo si può vendere il giorno dopo primo perché è difficile, secondo perché ci sono delle procedure da seguire. Abbiamo visto che, in alcune aziende sanitarie, vi è stata la possibilità, ed era uno degli obiettivi della famosa delibera dell'8 luglio, di concorrere alla diminuzione del deficit, in un caso addirittura il pareggio di bilancio, proprio con l'alienazione degli immobili. E' un procedimento iniziato nel periodo 2002-2003, bisogna vedere come andrà a finire. Forse il Consiglio regionale potrebbe affrontare con impegno, al più presto, anche le proposte di legge dei vari Gruppi e della Giunta stessa che, in materia di dismissioni immobiliari nell'ambito della sanità, sono all'attenzione delle commissioni o, addirittura, già assegnate all'aula.
Chiudo, Presidente, con una considerazione.
Voteremo contro l'ordine del giorno, ma questo non significa che non ne terremo conto. Alcuni aspetti sono certamente condivisi, e sono stati dal gruppo consiliare che presiedo - e non solo da questo ma dall'intera maggioranza - sottoposti all'attenzione della Giunta.
Ci sono delle proposte di legge del gruppo di Forza Italia in questo senso. Sono aspetti da noi condivisi, ad esempio, un maggiore coinvolgimento della Conferenza dei sindaci, un maggior coinvolgimento dei sindaci a livello di quadrante, che peraltro la Giunta ha già attivato.
Non solo: credo che dobbiamo attentamente monitorare, assistere e mettere in condizione le nostre aziende di riuscire a superare le difficoltà per poter avere al più presto, nella procedura pubblica che è più utile e possibile per il Piemonte perché i gioielli di famiglia si vendono una volta sola - un ritorno immediato dall'alienazione degli immobili, per liberare delle risorse e garantire i servizi e, se possibile potenziarli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Annuncio il voto contrario del gruppo di AN, osservando che per quanto riguarda l'ordine del giorno a firma del Consigliere Riggio ed altri concordo con quanto osservava il Consigliere Cattaneo, cioè sul fatto che vi sono degli aspetti che indubbiamente possono non essere trascurati e sui quali occorrerà riflettere.
Una considerazione di ordine generale è che comunque bisogna tenere conto di quello che viene detto nella relazione presentata e delle precisazioni offerte dall'Assessore, proprio perché i mutamenti intervenuti sono legati all'evoluzione storica.
C'é un'attenzione sul punto e su questo avremo modo di riflettere, ma nel complesso, ovviamente, la nostra valutazione per ora è negativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, il collega Cattaneo era intervenuto anche sul precedente ordine del giorno, al quale rispondiamo in maniera negativa accogliendo le motivazioni che lo stesso Consigliere ha portato all'attenzione di quest'aula a nome della maggioranza.
Per quanto riguarda l'oggetto relativo all'ordine del giorno n. 742 pur condividendo molti degli aspetti segnalati dal Consigliere Papandrea che richiama la valenza importante di quest'opera connessa ai Mondiali del 2006, mi pare che l'intervento richiesto nei vari punti e l'impegno richiesto alla Giunta sia particolarmente gravoso. In questo momento abbiamo bisogno di velocizzare le procedure. Abbiamo fatto la verifica all'interno della IV Commissione, dopo l'audizione delle organizzazioni sindacali.
Tra l'altro, questo mi ha anche un po' sorpreso per alcuni aspetti vorrei ricordare in quest'aula che le organizzazioni sindacali avevano firmato un verbale di concertazione in data 20 febbraio, esattamente qualche giorno prima, con l'Assessore alla sanità - e quindi l'Assessore lo ricorda sicuramente. Le organizzazioni confederali di CGIL, CISL e UIL avevano in questo verbale di concertazione espresso alcuni elementi, che recito testualmente per evitare interpretazioni non corrette di quanto sto dicendo.
Il punto 3) recita: "L'obiettivo primario di riqualificazione del servizio pubblico viene garantito attraverso un graduale processo di riorganizzazione dell'intero sistema, con l'adozione di modelli organizzativi che riconoscano e valorizzino le specificità delle funzioni di prevenzione, assistenza primaria e specialistica, attraverso un'integrazione tra pubblico e privato che superi i limiti e le problematicità emersi dai processi di pura e semplice esternalizzazione".
Questo verbale di concertazione - che voglio sottolineare in quest'aula - è in netto contrasto con quello che abbiamo sentito all'interno della Commissione, quando alcuni sindacati hanno criticato il sistema del project financing. Volevo in qualche modo evidenziarlo, perch il documento non era emerso in quella sede.
E' opportuno ricordarlo - non certo all'Assessore che lo ricorda - alle organizzazioni sindacali, che chiesero un incontro in quella sede, e probabilmente si dimenticarono che, qualche giorno prima, avevano firmato questo verbale insieme all'Assessore stesso proprio sullo specifico intervento.
Quindi, sottolineando questo aspetto e per il fatto che dobbiamo fare di tutto per evitare che si perda il contributo di 10 milioni di euro che dobbiamo avere per questa opera, è stato chiesto molto celermente dall'Assessorato, di concerto con l'ASO CTO, all'istituto per la vigilanza sui lavori pubblici il parere necessario, che era una delle questioni emerse all'interno della Commissione.
In questo momento, non è in predicato alcunché, perché non ci sono ricorsi sulle procedure. C'é una richiesta affinché si sia i più precisi possibile, e si abbiano le maggiori garanzie affinché questo tipo di operazione sia limpida e chiara.
Visto che si sta procedendo celermente, non vorrei che votare l'ordine del giorno potesse in qualche modo rallentare questo tipo di operazione perché quando leggo che si propone di attivare un tavolo di concertazione quando leggo tutta una serie di richieste, con premesse che condivido collega Papandrea, sono preoccupato che si rallenti e si rischi di perdere un contributo prezioso per quest'opera.
Per questi motivi voteremo contro l'ordine del giorno, pur condividendone le premesse.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Costa Rosa Anna.



COSTA Rosa Anna

Grazie, Presidente.
Rispetto all'ordine del giorno n. 742 illustrato dal Consigliere Papandrea, il nostro gruppo chiederebbe cortesemente di soprassedere alla votazione, per approfondire quanto contenuto nell'ordine del giorno stesso.
Per cui, se il proponente come primo firmatario concorda, vorremmo in una prossima seduta poterci esprimere con elementi suppletivi. E' un ordine del giorno complesso ed articolato, sul quale gradiremmo un approfondimento.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Mi pare che il Consigliere Papandrea concordi.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Mi ero iscritto per fare la stessa richiesta, peraltro come proponente di questo ordine del giorno insieme al collega Papandrea.
Ritengo metodologicamente sbagliato affrontare un caso specifico neppure indirettamente legato alla rimodulazione dell'accordo sull'articolo 20, liquidando tutti i dubbi emersi in maniera particolarmente consistente circa le procedure di aggiudicazione, e nelle more di una richiesta di parere all'autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, che è stata richiesta dai Gruppi di opposizione ed è stata sottoscritta anche da alcuni Capigruppo di maggioranza.
Per questa ragione, l'atteggiamento più ragionevole sarebbe sospendere la discussione di questo punto, non liquidando una richiesta comprensibile da parte delle associazioni degli utenti che trarrebbero beneficio dall'Unità Spinale Unipolare, ma neanche sotterrando, con un voto d'aula inconsapevole o non informato, una discussione che, dal punto di vista tecnico, andrebbe ulteriormente approfondita e su cui mancano, al momento risposte dell'Assessore alla Sanità il quale, giustamente, si è riservato il tempo per approfondire la questione.
Visto che fra pochi giorni scadrà il termine entro il quale l'Assessore dovrà dare risposta al Consiglio regionale e agli interroganti, a maggior ragione ritengo che l'ordine del giorno debba essere ritirato.
Il Consigliere Papandrea, tra l'altro, mi pare abbia già manifestato disponibilità in questo senso.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 743 il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale presa conoscenza dei contenuti della deliberazione n. 384 "Ratifica deliberazione Giunta regionale n. 66-8308 del 27 gennaio 2003 "Legge 67/1998 articolo 20, II fase-rimodulazione accordo di programma in materia di sanità. Approvazione con i poteri del Consiglio regionale ai sensi dell'articolo 40 Statuto" valutato il fatto che tale deliberazione muta un gran numero di interventi di edilizia sanitaria, di cui alcuni in modo sostanziale (come ad esempio il mancato ampliamento del terzo piano dell'ospedale di Carmagnola, o l'abbandono dell'intervento sul presidio sanitario L. Einaudi dell'ASL 4 o la mancata sistemazione definitiva dei reparti di nefrologia, dialisi ed urologia di Borgomanero, ecc.) considerato che tali modificazioni sono state decise senza consultare le Conferenze dei Sindaci delle ASL interessate considerati i ritardi nell'utilizzo dei fondi ex articolo 20 messi a disposizione dai Governi Prodi e D'Alema (Ministro Bindi) dimostrando inefficienza nella capacità di spesa e causando disagi nella popolazione (ad esempio il poliambulatorio di Via Benevagienna dell'ASL 3 è chiuso da molti anni perché "presto" sarebbe stato realizzato il nuovo poliambulatorio nella ex area Saint Gobain per il quale ancora si deve vedere la prima pietra; ma quanto a ritardi gli esempi potrebbero essere tantissimi: Alba-Bra, Asti, ecc.) considerata la difficoltà da parte di alcune aziende sanitarie di completare le opere previste per la incapacità di alienare gli immobili di loro proprietà (è quanto accade per l'ospedale civile di Susa) considerata altresì la difficoltà da parte di altre aziende sanitarie di completare le opere previste per l'impossibilità di accendere mutui perch a causa degli oneri derivanti dal mega mutuo collegato al deficit del 2000 oltre ad avere tagliato numerosi servizi con disagi per i cittadini ed allungamento dei tempi di attesa hanno esaurito la loro capacità di indebitamento (basti vedere il S. Luigi di Orbassano che non riesce a stipulare un mutuo di appena 3.150,387 euro!) considerato che alcuni interventi di edilizia sanitaria sono stati realizzati senza l'adeguato coordinamento con i comuni (ad esempio per il pronto soccorso di Moncalieri si interverrà per la terza volta in pochi anni per le modificazioni della viabilità e dell'accesso) considerato che si è continuato ad investire su piccoli ospedali che in occasioni ripetute più esponenti della Giunta e dell'ARESS hanno candidato alla chiusura mentre mancano risorse pubbliche per interventi strategici come l'Unità Spinale Uninpolare del CTO (struttura di necessità regionale specialmente in previsione delle Olimpiadi del 2006) considerato che il piano per l'edilizia sanitaria è stato fatto in totale scollegamento rispetto al piano sanitario 1997-2000 tuttora vigente tanto da far dire all'Assessore alla Sanità nella seduta odierna che molti degli interventi, che oggi ci invita a votare non li riproporrebbe più alla luce dell'evoluzione della domanda sanitaria impegna la Giunta regionale ed il suo Presidente a: presentare unitamente al maxi emendamento al PSR gli allegati per quanto attiene a: gli strumenti (le strutture operative del sistema sanitario regionale-rete distrettuale-dipartimento di prevenzione-rete ospedaliera, l'Università e la spesa le azioni sanitarie le aree d'intervento a rilievo socio - assistenziale garantire tramite il prossimo PSR un forte ruolo nell'attività di programmazione e controllo agli Enti locali soprattutto ridando dignità alle Conferenze dei Sindaci nelle aziende sanitarie ed attivando i comitati dei Sindaci di distretto integrare con risorse proprie i progetti che le aziende non possono concludere perché in difficoltà nelle alienazioni e nelle accensioni di mutui finanziare adeguatamente con risorse regionali gli interventi strategici come la USU del CTO prevedere in primo luogo tra le spese di edilizia sanitaria la realizzazione in ogni distretto, che ne sia carente, di un poliambulatorio di eccellenza con day service, day surgery e day hospital per favorire lo spostamento dei flussi di utenza dall'ospedale al territorio, per migliorare l'efficacia, umanizzare gli interventi sanitari e razionalizzare la spesa".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 742 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale a conoscenza che l'attuale incidenza della para-tetraplegia da lesione midollare di origine traumatica e non traumatica comporta, come indicano studi recenti, il determinarsi di 25 - 30 nuovi casi per milione di abitanti e che pertanto annualmente nella nostra regione sono 100 - 120 le persone che subiscono una lesione midollare a conoscenza che la prevalenza della lesione midollare (dato relativo il numero di persone para-tetraplegiche attualmente viventi) è di 900-1000 per milione di abitanti e che pertanto ammontano a 4000-4500 i lesionati midollari presenti attualmente nella nostra regione a conoscenza altresì del fatto che la sopravvivenza dei lesionati midollari è oggi possibile anche con buoni livelli di qualità della vita alle seguenti indispensabili condizioni: che vengano attuati tempestivamente, nel caso di lesioni di origine traumatica, entro 8 ore dal determinarsi dell'evento lesivo, interventi di primo soccorso, di terapia farmacologica, di decompressione chirurgica e di stabilizzazione che la persona con sospetta o accertata lesione midollare sia ricoverata in strutture sanitarie appositamente attrezzate ed organizzate dipartimentalmente per la cura e la riabilitazione del lesionato (tali strutture, denominate USU-Unità Spinali Unipolari- sono previste espressamente dal Provvedimento della Conferenza Stato-Regioni 7 maggio 1998 "Linee Guida per le attività di Riabilitazione), da attivarsi presso ASO o Presidi sedi di DEA di 2° livello che siano messe in atto su iniziativa dei servizi territoriali dei Distretti sociosanitari di residenza del lesionato midollare le necessarie iniziative atte a favorire il suo pieno reinserimento sociale ed il recupero ad attività produttiva utile preso atto che nella nostra regione è da anni avviata presso il presidio ospedaliero CRF dell'ASO CTO CRF Maria Adelaide un'attività di cura e riabilitazione dei lesionati midollari - Centro per paraplegici denominata Unità Spinale anche se impropriamente, non rispondendo ai requisiti di unipolarità e di dipartimentalizzazione che tale denominazione prevede constatato che presso tale Centro sono attivati ad oggi 25 posti letto per pazienti con lesione midollare dimessi da altri presidi ospedalieri in fase subacuta o rientri ed 8 posti in day hospital per la cura di persone con lesione midollare richiedenti cure per complicanze tardive, a fronte di una potenziale necessità di ricovero di 80-100 casi/anno comportanti una degenza media di 6-8 mesi per paraplegia e 10-12 mesi per tetraplegia nonché di 15-30 gg. mediamente nelle situazioni di rientro per complicanze e che pertanto tale Centro, l'unico ad essere specificamente attivato nella nostra Regione, risulta assolutamente sottodimensionato rispetto alla domanda potenziale e reale di ricovero a conoscenza delle carenze strutturali insanabili del presidio CRF, isolato rispetto al contesto cittadino (in zona collinare, al n° civico 460 della strada San Vito a Revigliasco), di difficoltoso raggiungimento da parte di ambulanze in caso di emergenze (il presidio non dispone di un servizio di rianimazione), di costosa manutenzione, carente di spazi per la riabilitazione funzionale, per l'ergoterapia e la socializzazione a conoscenza del fatto che nell'anno 1995 era stato progettato il trasferimento della 'unità spinale' del CRF al presidio ospedaliero Maria Adelaide; tale ospedale avrebbe dovuto essere oggetto di ristrutturazione complessiva atta a consentire, tra l'altro, l'ampliamento a 34 dei posti letto per lesionati midollari; il progetto era stato ammesso nell'anno 1996 a finanziamento con fondi ex articolo 20 l. 67/1988 per lire 11 mld a conoscenza, peraltro, dell'opinione nettamente contraria a tale trasferimento espressa dall'Associazione regionale dei para-tetraplegici (Coordinamento para-tetraplegici) che aveva motivatamente sostenuto che la struttura prevista al Maria Adelaide non era coerente né con le indicazioni del DM sulle Alte Specialità né con le Linee guida sulla riabilitazione non avendo caratteristiche di USU e non era comunque adeguata quali quantitativamente alla domanda espressa dai lesionati midollari della nostra regione a conoscenza dell'iniziativa da tempo assunta dalla medesima associazione d'intesa con operatori sanitari, medici e non medici operanti presso i due presidi del CTO e del CRF, che ha costituito un Comitato di scopo finalizzato alla realizzazione della USU di Torino su iniziativa dell'ASO CTO progetto che è successivamente divenuta oggetto di convenzione trilaterale sottoscritta dall'ASO stessa, dall'Amministrazione comunale di Torino che nella persona del Sindaco ha recepito la proposta di realizzare un nuovo edificio nell'area ora adibita a parcheggio posta nei pressi del CTO e dall'Amministrazione Regionale, che con DGR 45-8455 ha approvato l'inserimento della USU tra le opere connesse all'evento olimpico 2006 prevedendo un costo di euro 25 milioni, di cui 10 stanziati dal TOROC e 15 di finanziamento regionale preso atto che la realizzazione di tale progetto potrebbe avviare a soluzione in modo appropriato ed efficace le problematiche poste dai lesionati midollari della nostra regione prevedendo la realizzazione di 82 posti letto di cui 66 di degenza, 12 posti di DH, 4 pl di 'area critica' nonché di spazi ed attività, anche ambulatoriali per la cura delle complicanze precoci e tardive per la rieducazione globale del mieloleso constatato che deve essere potenziata l'iniziativa regionale in ordine al problema della lesione midollare sia sul versante della conoscenza epidemiologica, sia su quello della prevenzione primaria e terziaria interventi questi ultimi specificamente previsti dal progetto obiettivo per la Tutela dei disabili inserito nel PSR 97-99, sia infine su quello della programmazione essendo necessaria una forte azione di indirizzo da parte dell'Amministrazione regionale per evitare che nel settore degli interventi di riabilitazione di terzo livello, in cui si collocano le USU, si dia spazio ad iniziative non appropriate ed efficaci in quanto non rispondenti agli standard strutturali e funzionali validati dall'esperienza clinica internazionale preso atto del fatto che è stata recentemente assunta, su iniziativa di Gruppi consiliari, a seguito dell'audizione in IV Commissione consiliare permanente delle OOSS dell'ASO CTO CRF M. Adelaide, la decisione di richiedere al Comitato regionale per le opere pubbliche un parere di merito sulla legittimità delle procedure messe in atto dall'ASO CTO per garantire il finanziamento parziale dell'opera, procedura che prevede la concessione trentennale in global service di servizi logistici, alberghieri e tecnici da realizzare nell'ambito dei presidi aziendali preso atto che è attualmente attivo il bando predisposto dall'ASO stessa finalizzato alla richiesta di progettazione pre-esecutiva a raggruppamenti di imprese individuati in precedenza a seguito di bando pubblico per la ricerca di disponibilità preso atto che se venisse ritenuta illegittima la procedura messa in atto dall'ASO CTO si paleserebbe come necessaria la sospensione delle procedure amministrative finora messe in atto e conseguentemente, non si potrebbero più rispettare i tempi tecnici necessari per l'attivazione delle iniziative di cantierizzazione dell'opera, in tempo utile per la messa a disposizione del TOROC dell'edificio che, come previsto, deve assolvere inizialmente alla funzione di 'ospedale olimpico' per tutto il periodo dell'evento sportivo prima di essere riconvertito alla funzione di USU preso atto che il mancato rispetto di tale cronoprogramma comporterebbe inevitabilmente l'annullamento da parte del TOROC della decisione precedentemente assunta di finanziare parzialmente l'opera, determinando così un'ulteriore problematica di mancata copertura dei costi di investimento concordando unanimemente sulla necessità che siano comunque messe in atto tutte le iniziative necessarie al fine di garantire con appropriatezza ed efficacia gli interventi di tutela della salute delle persone con lesione midollare presenti nella nostra Regione impegna la Giunta regionale ad adottare i seguenti provvedimenti: attivare, come previsto dal PSR 97-99, interventi di rilevazione della incidenza e prevalenza della lesione midollare di origine traumatica e non traumatica nella nostra Regione e conseguentemente, attivare iniziative di prevenzione primaria della lesione midollare, con specifico riferimento alla riduzione dei rischi connessi con la pratica sportiva, con le attività lavorative e con l'uso dei più diffusi mezzi di mobilità individuale (auto e moto) assumere il modello di Unità Spinale Unipolare, come descritto nel documento ministeriale approvato nel mese di aprile 2001 che meglio esplicita in termini strutturali e funzionali quanto indicato nelle Linee Guida sulla Riabilitazione (Provvedimento della Conferenza Stato Regioni del 7 maggio 1998) sulle Unità Spinali Unipolari, come riferimento per le ASR cui viene demandato il compito di attivare e gestire interventi di cura e riabilitazione per persone mielolese garantire puntuale risposta al bisogno potenziale di intervento di cura e riabilitazione, in regime di degenza, day hospital ed ambulatoriale, delle lesioni midollari, tenendo conto delle stime relative la loro incidenza e prevalenza in Piemonte inserire la prevista USU di Torino, da realizzare su iniziativa dell'ASO CTO CRF Maria Adelaide di Torino nell'area antistante il presidio CTO, nel programma regionale per l'ammodernamento e la riqualificazione della rete ospedaliera e conseguentemente attivarsi per garantire la disponibilità delle risorse necessarie per la sua realizzazione nel periodo di vigenza del nuovo PSSR Inoltre stante l'inserimento della USU di Torino nell'elenco delle opere connesse con l'evento olimpico del 2006 ed il conseguente finanziamento concesso dal TOROC per la sua realizzazione ammontante i 10 milioni di euro, ferma restando l'indicazione per cui la restante parte dei costi, ammontante in euro 16,5 milioni, necessari per la realizzazione dell'USU, dovrà essere a carico della Regione essendo ad oggi in predicato la legittimità formale del piano finanziario predisposto dall'ASO CTO per coprire la restante spesa prevista in euro 16.550.000 e del connesso project financing che prevede che la gestione di servizi non sanitari attuati presso i presidi dell'ASO sia attuata mediante la concessione in global service trentennale occorre prevedere la possibilità di coprire i costi non finanziati dal TOROC mediante altre modalità indicate ed autorizzate dall'amministrazione regionale (quali ad esempio, la cartolarizzazione del presidio CRF di cui è prevedibile l'alienazione, la modifica di destinazione d'impiego dei fondi già previsti per la realizzazione di un centro spinale presso il presidio Maria Adelaide di Torino e la loro destinazione alla realizzazione della USU, e l'accensione di mutuo per l'importo residuo);occorre prevedere in ogni caso tempi certi per la concessione del finanziamento di competenza regionale, stante la necessità di rispettare i tempi imposti dal precitato accordo di programma, finalizzato alla realizzazione del presidio ospedaliero 'olimpico', da trasformare successivamente in USU infine stante la necessità di favorire il più ampio livello di partecipazione nell'attuazione del processo finalizzato alla realizzazione dell'USU di Torino, ora avviato, e più complessivamente nella definizione e valutazione quali-quantitativa dei servizi messi in atto ed in progetto per la cura e riabilitazione delle persone con lesione midollare si propone di attivare un Tavolo permanente di concertazione tra l'Amministrazione regionale, la/le associazione/i regionale/i di paratetraplegici più rappresentative, e le associazioni professionali competenti in materia che operano nella Regione Piemonte".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Protezione civile

Esame testo unificato disegno di legge n. 428 e proposta di legge n. 303: "Disposizione in materia di protezione civile"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g.: Testo unificato disegno di legge n.
428 e proposta di legge n. 303: "Disposizione in materia di protezione civile" i cui relatori sono il Consigliere Manolino e il Consigliere Giordano.
La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Nonostante sia posto il mio nome come primo relatore, inviterei il Consigliere Giordano ad illustrare per primo la relazione, dovendosi poi assentare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino, relatore

Dovendo purtroppo abbandonare l'aula mi sono messo d'accordo con il Consigliere Manolino per poter fare l'intervento prima.
La nostra Regione è stata colpita da una calamita naturale di proporzioni sicuramente eccezionali. In quella tragica circostanza avemmo modo di elogiare la Giunta regionale, ed in particolare il suo Presidente per le azioni intraprese nella gestione dell'evento catastrofale.
Sottolineiamo, però, l'assoluta esigenza che dalla cultura del soccorso ad evento avvenuto, si passi a quella della prevenzione. Oggi ribadiamo l'assoluta necessità di intraprendere un'azione continua e costante nella tutela del territorio. E' prioritario che si affermi, sia a livello di governo centrale sia locale, una politica di pianificazione preventiva; un indirizzo di coordinamento e controllo in materia di tutela ambientale, in un Paese come il nostro che è storicamente a rischio calamità.
Troppo poco si è sin d'ora fatto, a nostro giudizio, per quello che oseremmo definire "l'attività di manutenzione del territorio" e, difatti, i maggiori progressi compiuti si concentrano nell'attuazione degli interventi di soccorso immediato di protezione civile.
A dodici anni dall'applicazione della legge quadro sulla difesa del suolo, molto - forse troppo - resta ancora da fare. Nonostante le frane e le alluvioni che in questi ultimi anni si sono abbattuti sulle nostre regione italiane, sino ad oggi solo un Comune su quattro, l'Italia pur essendo dichiarata ad altro rischio, è previsto di una mappa geologico aggiornata, mentre il 49,8% dei Comuni del bacino del Po è a rischio elevato o, addirittura, molto elevato. La realizzazione delle misure di messa in salvaguardia del territorio resta solo sulla carta. E' giusto, e diremo doveroso, mostrarsi decisivi e risoluti ad emergenze in atto; ma ancora più lodevole sarebbe, a nostro avviso, investire nella tutela dell'ambiente e nel governo del territorio.
Nel 2006 nella nostra Regione si terranno i giochi olimpici invernali e per quella data vorremmo vedere realizzate opere strutturali di tutela e difesa del territorio, affinché eventi tragici, quali quelli del recente passato, non abbiano a ripetersi.
La presente proposta di legge muove dall'intendo di offrire un contributo sostanziale alla definizione delle azioni di previsione e prevenzione che devono essere condotte a livello regionale nel campo della protezione civile. E' prevista una serie di disposizioni di carattere generale che caratterizzano e connotano l'intero impianto normativo. La Regione tutela l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dei danni, o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali. Essa, nel rispetto del principio di sussidarietà, ovvero quando gli eventi non possono essere previsti, prevenuti e fronteggiati con i mezzi a disposizione dei Comuni e delle Comunità Montane, provvede agli interventi di propria competenza, al fine di prevedere e prevenire il verificarsi di calamità naturali, di catastrofi e di altri eventi calamitosi. In relazione al verificarsi di tali eventi attua le misure per il superamento dell'emergenza.
La Regione può partecipare, su richiesta e previo accordo con i componenti, organi statali e delle alte Regioni interessate, ad iniziative di protezione civile al di fuori del territorio regionale. Per l'attuazione di tutte le misure e gli interventi previsti nella proposta di legge, la Regione si avvale, in via prioritaria, della struttura regionale competente in materia di protezione civile, nonché di tutte le altre strutture regionali eventualmente interessate.
La Regione provvede a definire, nei termini più ampi possibili, le tre attività sulle quali si fonda la proposta di legge e alle quali deve ispirarsi l'azione di governo del territorio: previsione, prevenzione e superamento dell'emergenza. Individua una serie di adempimenti che riteniamo essere alla massima importanza, al fine di garantire un'efficacia attività di previsione e prevenzione. In primo luogo, si stabilisce il principio per cui i cittadini devono assicurare la manutenzione dei propri fondi e delle opere su di esse realizzate. La norma ha una precisa portata precettiva e concede, potendosi configurare nei casi di inosservanza (e sempre che il fatto non costituisce più grave reato) la violazione del disposto dell'articolo 650 del Codice Penale. Tutti devono sentirsi responsabilizzati e devono provvedere, per quanto di competenza e di loro potere, all'adozione delle misure necessarie per la messa in salvaguardia dei propri fondi e delle opere su di stesse realizzate, affinché dagli stessi non derivi danno o pericolo di danno per l'incolumità pubblica.
Similmente, gli enti pubblici o privati, proprietari di infrastrutture assicurano che l'utilizzo delle stesse non comporti situazioni di pericolo vigilano affinché ciò non si verifichi, realizzano tutti gli interventi necessari alla salvaguardia dell'opera, segnalano eventuali pericoli ed assumono tutte le iniziative ritenute necessarie per limitare i rischi realizzando opere di protezione e definendo un piano di sicurezza e pronto intervento in caso di emergenza.
I comuni devono assicurare una adeguata pianificazione del territorio comunale, curando il rispetto dei vincoli derivanti dall'applicazione dei piani regolatori generali comunali, in particolare sotto il profilo del rischio idrogeologico. Riteniamo che nel complesso la presente proposta di legge possa costituire un valido contributo affinché anche in Piemonte si diffonda la cultura della previsione e della prevenzione degli eventi calamitosi, posto che, ricordando un vecchio detto, prevenire è sempre meglio che curare.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano, relatore

Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Consigliere Giordano che cortesemente è stato molto breve nella relazione, per cui abbiamo la possibilità di evidenziare i vantaggi e le utilità di questo nuovo testo di legge. Devo dire che il disegno di legge n. 428 ricompone un quadro organico la disciplina riguardante tutto il sistema di protezione civile attraverso il raggruppamento e riordino delle normative regionali che esistono in materia. Esso, si propone di sviluppare gli obiettivi presenti nella legge 225/1992 in tema di protezione civile e di dare attuazione alla "riforma Bassanini" attraverso l'individuazione delle funzioni da attribuire agli enti territoriali. Conseguentemente il disegno di legge organizza il sistema di protezione civile regionale, sulla base di vari livelli territoriali, suddividendo competenze, prevedendo un articolato modello di intervento e individuando l'attribuzione dell'Autorità di protezione civile. Prevede organi e strutture che prendono la forma di comitati (regionale, provinciale, comunale e intercomunale), e di Unità di crisi regionale e Commissione grandi rischi regionale e, inoltre, coordina il volontariato. Il riordino demanda le normative specifiche la difesa del suolo e la pianificazione urbanistica. L'esame in Commissione si è svolto parallelamente alla proposta di legge n. 303, di cui è stato relatore il Consigliere Giordano, anch'essa in materia di protezione civile, che si poneva l'obiettivo di disciplinare non solo gli aspetti organizzativi del sistema della protezione civile, ma, in un'ottica generale di prevenzione gestione e superamento dell'emergenza, anche quelli relativi alla manutenzione del territorio attraverso incentivi a privati e categorie produttive. Particolare rilievo era attribuito, inoltre, all'informazione dei cittadini e alla promozione del volontariato. Entrambi i provvedimenti sono stati sottoposti a consultazione con gli enti e le organizzazioni interessate il 4 ottobre 2002. Nel corso dell'esame, nel quale è stato assunto come base il disegno di legge n. 428, è emersa la necessità di rivedere alcune parti del testo dal punto di vista della tecnica legislativa lasciando immutato l'impianto fondamentale del provvedimento così come presentato. Sono stati, pertanto, accolti alcuni emendamenti formali relativi alla riscrittura degli articoli al fine di rendere il testo, coerentemente alle regole tecniche, maggiormente comprensibile. La ristesura, nell'ottica di evitare inutili ripetizioni, ha accorpato le disposizioni relative alle funzioni degli Enti locali negli articoli 10 (attribuzione del Sindaco e del Presidente della Provincia), 12 (competenza dei Comuni e delle Province) e 14 sui comitati comunale e provinciale che in origine si presentavano suddivise.
Si è voluto dare rilievo all'Unità di crisi regionale dedicandole un apposito articolo (articolo 16). Con l'intento di integrare il testo con alcuni contenuti proposti dalla PDL 303, sono stati accolti gli emendamenti riguardanti l'integrazione della norma sulla scuola di protezione civile (articolo 20) e l'introduzione di un articolo aggiuntivo, (articolo 21) dedicato alle informazioni di pubblica utilità, rispettivamente proposti negli articoli 12 e 7 della PDL 303, sull'assegnazione di borse di studio e in tema di strumenti conoscitivi degli enti pubblici.
Infine, sono stati approvati gli emendamenti proposti dalla Commissione Bilancio sulla riformulazione della norma finanziaria (articolo 22), dalla quale viene scorporata la disposizione relativa al Regolamento per l'utilizzo dei fondi di protezione civile che viene inserito in un articolo specifico (articolo 23).
La Commissione, preso atto dell'importanza dei principi contenuti nel PDL 303, dei quali una parte è andata ad arricchire il DDL 428 come risultante dalle modifiche approvate e una parte può validamente essere oggetto di confronto con altre normative, sulla difesa del suolo e speciali sui risarcimenti, sentito il proponente, ha convenuto di considerare la PDL 303 confluita nel DDL 428. Pertanto il testo unificato del disegno di legge n. 428 e della proposta di legge n. 3002 è stato licenziato con voto favorevole a maggioranza nella seduta del 14 febbraio 2003.
inutile ribadire che auspico un sollecito benestare e una veloce approvazione di questo testo, perché ritengo che sia territorialmente molto importante ed urgente riordinare la materia, augurandoci di non averne più urgenti necessità come purtroppo è successo in passato.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Esprimo un generale apprezzamento per il tentativo di riordinare la materia con un testo unificato, perché la semplificazione legislativa rappresenta sempre un fatto positivo, che vuol dire non solo avere la comodità di un unico riferimento di legge, ma vuol dire anche giungere, attraverso un lavoro di coordinamento e di pulizia dei testi e delle norme, a riflettere su un argomento di particolare importanza, come quello della protezione civile.
Svolta questa premessa, leggendo questo testo di legge, conservo alcuni dubbi e preoccupazioni, che sono di due ordini di ragioni.
La prima osservazione è che gli eventi che occorre affrontare, quelli che seguono gli eventi naturali, calamità naturali o catastrofi, hanno una caratteristica di difficile dominio, poiché, da un lato, sono eventi unitari, arriva l'alluvione, arriva il terremoto, arriva la grande calamità, che è un fatto unitario che colpisce un territorio, dall'altra hanno il problema della dispersione degli eventi sul territorio e della pluralità di soggetti che devono fare fronte a questi eventi, riducendo i danni, portando soccorso e via dicendo. Sono, in effetti, due mondi che si scontrano, l'evento unitario (l'alluvione) e i tanti territori interessati con le loro singole unità amministrative, le competenze, il volontariato e via dicendo.
Conservo qualche perplessità sul fatto che ci sia un meccanismo delineato dalla legge piuttosto complesso, cioè l'evento naturale è uno, le necessità sono quelle, ma la legge cerca di frazionare gli interventi in un modo che non dico che sia sbagliato, ma mi lascia perplesso, perché c'è una pletora di organismi e di funzioni da svolgere in capo a soggetti istituzionali diversi che forse meriterebbe un'attenzione semplificatrice.
La seconda osservazione di perplessità è quella che riguarda l'attività di prevenzione, capitolo molto giusto e interessante, perché se di fronte ad una calamità naturale che, certamente, non si può riuscire ad evitare del tutto, ad esempio, il terremoto, si può, però, ben evitare che questa calamità abbia conseguenze gravissime. Quindi, si possono evitare i danni conseguenti ad una attività calamitosa che non possiamo controllare.
Nel testo mi sembra che il tema dell'attività di prevenzione, se non ho capito male, sia citato giustamente, e questo è apprezzabile, ma sia organizzato in modo un po' tenue, non vedo una ossatura forte.
L'articolo 9, comma 1, recita: "L'attività di prevenzione è fatta attraverso redazione e attuazione di programmi di prevenzione dei rischi" chi li fa questi programmi? C'è un programma? Ci sono dieci programmi? Chi li approva? In quanto tempo vengono approvati? Come si attuano? Con quali forme di finanziamento? La perplessità riguarda il fatto che il tema della prevenzione meriterebbe un corpo legislativo più congruo all'importanza del tema, in quanto prevenire, in effetti, vuol dire operare prima che eventuali calamità irrompano sul nostro territorio e sulla nostra popolazione creando così meno danni di quanti ce ne possano essere senza un'attività di prevenzione.
Queste sono le mie perplessità di ordine generale su questa proposta e disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Signor Presidente e colleghi, non seguo in maniera approfondita queste questioni, che in Commissione seguono con competenza la collega Suino e il collega Muliere, tuttavia, dovendomi interessare dei provvedimenti che esamina quest'Aula, come Consigliere regionale, mi sento di svolgere alcune considerazioni su questo provvedimento, non prima di aver fatto una riflessione di carattere generale che già il Consigliere Chiezzi avanzava è ovvia, ma, forse, vale la pena richiamarla in questa sede.
Un Paese e una Regione, quale il Piemonte, in questo caso, devono, con scansioni sistematiche, occuparsi di calamità naturali. Se scorriamo gli eventi alluvionali che hanno caratterizzato la nostra Regione in questa Legislatura, da quando ci siamo insediati ad oggi, scopriamo che il Piemonte è stato un territorio colpito dal maltempo. Questo pone un problema circa l'azione del Governo regionale per far fronte ad una situazione che sempre più spesso, per tante ragioni, ci obbliga a convivere e a governare fenomeni come questi, anche per ragioni che attengono ai cambiamenti del clima, come alcuni hanno sostenuto.
Presidente, non voglio essere ascoltato, ma vorrei che almeno i colleghi che intendono parlare di altro decidessero di farlo a bassa voce o fuori dall'Aula, come è giusto che sia.



PRESIDENTE

Ha ragione.
Colleghi, vi prego di non interloquire fra di voi.



RONZANI Wilmer

Vorrei che il collega relatore mi ascoltasse.



PRESIDENTE

Sta commentando il suo intervento, quindi, la stava ascoltando.



RONZANI Wilmer

Di solito, il collega relatore dovrebbe, insieme all'Assessore competente, tener conto, eventualmente, delle osservazioni che vengono fatte, non dico degli emendamenti, sui quali torneremo dopo.
Essenzialmente, servono tre elementi. In primo luogo, occorre una politica di prevenzione, quella di cui ha parlato il collega Chiezzi. Credo che noi paghiamo un prezzo altissimo tutte le volte in cui si verifica un'ondata eccezionale di maltempo, in quanto il territorio della nostra Regione è esposto per tantissime ragioni, non ultima, per una serie di ragioni, l'incuria e lo stato di abbandono. Per esempio, ricordo che stiamo adesso provvedendo a ricostruire ciò che l'alluvione dell'anno 2002 ha distrutto in alcune Province del Piemonte.
Assessore Ferrero, mi riferisco adesso alla fase della costruzione, non tanto della prevenzione: abbiamo destinato risorse inadeguate, non è una colpa che faccio a questa Regione, è una colpa che faccio in generale al Governo nazionale. Il fatto è che noi abbiamo destinato la metà delle risorse che sarebbero necessarie non per la prevenzione, per la quale finora non abbiamo stanziato neppure una lira, neppure con l'ultima legge finanziaria, ma per ricostruire ciò che la furia dell'acqua ha distrutto in alcune parti del nostro territorio regionale.
Proprio per questo, allora, diventa strategica ed essenziale una politica di prevenzione, che troppo spesso consideriamo come un costo e non, invece, come una politica di investimento, che occorre mettere in atto per evitare di far fronte domani a costi maggiori. Se attrezzassimo il nostro territorio e se introducessimo una politica di difesa dell'assetto idrogeologico della nostra Regione, sono convinto che potremmo limitare i danni che possono essere provocati dal maltempo e dalle calamità naturali.
Invece, non vedo, o non vedo da questo punto di vista, una politica che corrisponda alle esigenze di cui tutti avvertiamo, a parole, la necessità.
Innanzitutto, occorrono risorse per la prevenzione e, poi, certo siccome le calamità hanno effetti dirompenti, che possono essere attutiti ma non completamente eliminati, è fuor di dubbio che occorre organizzare insieme a politiche di prevenzione un sistema efficiente di Protezione Civile, che è lo strumento con il quale noi interveniamo tutte le volte che dobbiamo affrontare una emergenza nella nostra Regione.
Qui veniamo al provvedimento di cui stiamo discutendo, veniamo al fatto che stiamo mettendo mano - penso che sia giusto questo tentativo - ad una politica di riordino del sistema regionale di Protezione Civile, cercando di renderlo più efficiente e facendo, da questo punto di vista, in parte anche tesoro dell'esperienza compiuta in questi ultimi anni. Naturalmente c'è il problema di impiantare un sistema, di rafforzarlo, qualificarlo eliminando quelle contraddizioni delle quali parlava, per esempio, il collega Chiezzi. Poi, c'è un altro problema che segnalo e che affronteremo nella discussione: le risorse con le quali organizziamo e costruiamo questo sistema. La legge ci dà gli strumenti per delineare i livelli: la Regione la Provincia, i Comuni, i volontari, il coordinamento dei volontari della Protezione Civile, ma, poi, c'è il problema di come la politica regionale che individua in questo sistema lo strumento per fronteggiare le emergenze intende finanziarlo, affinché diventi il più efficiente possibile e non sia un'anatra zoppa, un sistema che, dal punto di vista della legge, funziona ma che, poi, dal punto di vista dell'efficienza pratica, non funziona come sarebbe necessario, perché noi - ahimé - non destiniamo al sistema che abbiamo messo in piedi le risorse che sarebbero necessarie.
Detto questo, vorrei rilevare quelle che a me paiono alcune contraddizioni contenute in questo testo, alcuni limiti che finiscono per introdurre delle incongruenze e che non credo ci consentano - in questo caso, è una mia opinione da persona non esperta, l'ho detto all'inizio di questo intervento - di rendere quel sistema meno efficiente di quanto potrebbe o dovrebbe essere. Proprio per questo, se vogliamo che il sistema sia più efficiente, in questa fase dovremmo lavorare per eliminare contraddizioni e limiti.
Prima questione: il ruolo del Presidente della Giunta regionale, del Governo regionale. Immaginiamo un sistema in cui poniamo, in capo al Presidente, una serie di responsabilità. Si tratta di un ruolo importante.
Personalmente, ritengo che non ci si possa limitare a porre in capo al Presidente della Giunta la responsabilità di dichiarare lo stato di emergenza quando ricorrono gli eventi di cui al punto C dell'articolo 2 ma si debba, se vogliamo fare un ragionamento di sistema, prevedere che la dichiarazione di stato di emergenza venga decisa e posta in capo alla responsabilità del Presidente della Giunta anche quando ricorrono le condizioni di cui al punto B dell'articolo 2.
C'è una contraddizione oggettiva, Assessore Ferrero, dentro un sistema che vogliamo sia unitario. Come Consiglio regionale abbiamo recentemente approvato un provvedimento che trasferisce il settore della protezione civile in capo al suo Assessorato. Sarebbe stato meglio - lo affermo solo oggi, dopo aver letto la legge - se avessimo mantenuto un corpo unitario a questo sistema, evitando una frammentazione: da una parte si individua nel Presidente della Giunta regionale il capo della politica della protezione civile (scusatemi il termine) e, dall'altra, immaginiamo che il settore debba dipendere non da lui, ma dall'Assessore ai lavori pubblici.
Personalmente la ritengo una contraddizione che incide sull'efficacia del sistema medesimo.
Secondo problema: il coordinamento dei volontari della protezione civile.
Tutti sappiamo quanto la Regione debba al lavoro svolto dai volontari (su questo non ho il minimo dubbio, anzi ne approfitto per ringraziare quei volontari che in questa Regione hanno consentito a tante famiglie di alleviare i disagi provocati dal maltempo) ma c'è un problema non risolto Assessore Ferrero, che ancora seguitate a non risolvere.
Per quale ragione, nel coordinamento provinciale dei volontari della protezione civile ci ostiniamo a non prevedere la presenza della IB (incendi boschivi)? Qual è la ragione funzionale? Esiste una ragione funzionale che giustifica i 6500 volontari (o tremila) degli incendi boschivi debbano essere un corpo estraneo, separato e non far parte dei coordinamenti provinciali? Per quale motivo? Qual è la ragione? Se pensiamo alla protezione civile come ad un sistema, non possiamo seguitare ad immaginare questa divaricazione, questa distanza di un soggetto che deve stare a pieno titolo dentro il coordinamento provinciale dei volontari della protezione civile. Lo chiedono loro; lo chiedono i coordinamenti provinciali della protezione civile.
Personalmente, avverto questo problema. Siccome impieghiamo, il più delle volte, questi volontari per interventi di emergenza e di protezione civile, perché non li prevedete lì? A meno che non ci sia una logica di potere; aspetto che posso anche prendere in considerazione e capire, ma è estraneo ad una logica di sistema.
Ultimo problema. Prevediamo di istituire il fondo per la protezione civile - l'articolo lo prevede - ma vorrei che venisse chiarito che quelle risorse devono essere impiegate e utilizzate per il sistema. Le risorse che stanziamo nella legge devono servire a rafforzare il sistema che con questa legge stiamo potenziando.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Indubbiamente, si tratta di una legge che stabilisce una serie di competenze articolate sul territorio e parte proprio da un importante ragionamento di base: il principio di sussidarietà.
Nel momento in cui il decreto legislativo Bassanini trasferisce competenze a livello regionale, si afferma anche che gli enti locali devono essere messi nelle condizioni di farlo in modo autonomo. Questo è legato non solo agli onori, ma anche agli oneri di tale responsabilità.
Sulla base di un ragionamento che prevede il trasferimento sul territorio di tutta una serie di competenze - ovviamente accompagnati per mano - relativamente a questo tipo di trasferimento dalla Regione (non solo da adesso, ma ormai da anni) nell'ambito dell'organizzazione del sistema, dobbiamo individuare come si trasferiscono le competenze ai vari livelli.
E' ovvio che nell'ambito della lettura della legge sembra tutto molto settoriale, ma la realtà non è questa. Il legame tra gli enti locali e la Regione è ormai sufficientemente oliato per essere alla portata della gestione degli eventi di varia natura.
Per quanto riguarda le attività di prevenzione, abbiamo voluto nell'ambito della legge, individuare le varie attività che, o attengono ad una gestione diretta della protezione civile, o sono strettamente attinenti alla materia.
L'aspetto della prevenzione rientra nell'ambito delle attività di protezione civile, ma è materia regolata da leggi regionali che attengono alla difesa del suolo e a tutta una serie di aspetti non gestiti direttamente della protezione civile, né a livello nazionale né a livello regionale, ma che fanno anche loro, insieme alle attività specifiche della protezione civile, sistema.
Prevenzione in materia di protezione civile è il piano comunale di protezione civile, vale a dire: sapere come, nell'ambito di un'emergenza comunale, le varie risorse umane devono muoversi nella gestione dell'emergenza e piani di prevenzione sulle varie tipologie di rischio (per aziende piuttosto che di altra natura) si configurano come elementi a supporto di un aspetto della prevenzione legato alle leggi di cui parlavo prima. Ecco perché alcune aspetti sono più evidenziate in questo testo di legge e altri sono molto più articolati e definiti nell'ambito di leggi nazionali utilizzate e riconosciute ormai da tutti.
Sono stati affrontati alcuni argomenti che esamineremo meglio nella discussione degli emendamenti.
Primo: il ruolo del Presidente della Giunta regionale.
Non c'è problema o discontinuità rispetto al ruolo del Presidente della Giunta, nel senso che l'attività dell'Assessore competente è un'attività funzionale all'assunzione, da parte sua, di scelte e decisioni che sono in capo all'Assessore delegato, sono sempre state in capo all'Assessore e lo sono per legge. Anche prima, quando la struttura della Protezione Civile era direttamente collegata al Presidente della Giunta, nella realtà era l'Assessore delegato che se ne occupava. Non cambia un granché.
Per quanto riguarda il fatto che non si sia indicato, nello specifico la possibilità di decretare da parte del Presidente della Giunta regionale lo stato di emergenza per il livello B, è dovuto semplicemente ad un aspetto legato ad una materia che attualmente è ancora in fase di definizione di dibattito tra il livello nazionale, le Prefetture, le Province e il Governo regionale. Proprio perché l'esito è in divenire abbiamo ritenuto più utile dare all'articolo una formulazione che preveda non la dichiarazione dello stato di emergenza, ma tutti gli atti conseguenti all'evento. Una dicitura meno specifica, che è adeguabile nel tempo a quelle che saranno le future determinazioni di questi tre livelli.
A e B non sono assolutamente un corpo estraneo, un corpo conflittuale con la realtà della Protezione Civile, ma sono una realtà di rilevanza regionale, come altre realtà (Croce Rossa, Vigili del fuoco volontari ecc.), che hanno una rilevanza al di sopra del coordinamento provinciale del volontariato con i quali, anche in accordo con le Province, stipuleremo delle apposite convenzioni - Regione e grandi strutture di volontariato che hanno una rilevanza superiore rispetto al coordinamento del volontariato, proprio per utilizzare anche questa realtà a supporto della Protezione Civile. Questa è l'unica motivazione per la quale non sono parte del coordinamento perché diventeranno, attraverso una convenzione con la Regione, un ulteriore supporto che la Regione metterà a disposizione del territorio, in collaborazione con i coordinamenti del volontariato.
Per quanto riguarda l'ultima considerazione espressa dal Consigliere Ronzani relativo al Fondo di Protezione Civile. Concordiamo, anche perch l'intento era quello, sul fatto di trovare insieme un formulazione più precisa relativamente alla specifica destinazione di questo fondo che deve andare al sistema regionale di protezione civile.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1 1.1) Emendamento presentato dal Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: Al comma 1 dell'articolo 1 sostituire le parole "assume una collocazione autonoma" con le parole "assume una collocazione prioritaria".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
1.2) Emendamento presentato dal Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: Alla lettera d) comma 2 dell'articolo 1 sono aggiunte le parole "ivi compreso l'antincendio boschivo" La parola all'Assessore Ferrero per il parere della Giunta



FERRERO Caterina, Assessore Protezione civile

Contrario perché gli incendi boschivi sono già rientranti negli eventi naturali ed antropici, quindi sarebbe una precisazione inutile.



PRESIDENTE

L'emendamento 1.2) è ritirato dal proponente e conservato agli atti.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, nel testo emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4, nel testo originario Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Manica, Riba e Suino: Alla lettera f) comma 1 dell'articolo 5 dopo la parola "risorse" aggiungere la parola "regionali".



PRESIDENTE

L'Assessore Ferrero esprime parere contrario.



PRESIDENTE

L'emendamento 5.1) è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.



PRESIDENTE

5.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Manica, Riba e Suino: Il comma 3 dell'articolo 5 è abrogato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

6.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: L'articolo 6 è così interamente sostituito: "Articolo 6 (Modello preventivo) 1. L'attività di prevenzione è basata sulla programmazione, ed assume un ruolo strategico nel sistema di protezione civile regionale. Tale attività comprende: l'analisi storica degli eventi ricorrenti sul territorio l'individuazione degli scenari di rischio l'attivazione di programmi di mitigazione l'informazione la predisposizione e l'utilizzo di sistemi previsionali."



FERRERO Caterina, Assessore Protezione civile

Vengono proposti due emendamenti, il n. 6.1) e il n. 6.2): potremmo redigerli insieme. Sono accettati, a patto che si aggiunga ad entrambi il comma 2 del vecchio articolo: "l'attività di prevenzione si attua in ambito comunale, intercomunale, provinciale e regionale".
E' un refuso che probabilmente non è stato ripreso.



PRESIDENTE

Quindi, è sufficiente dire che è interamente sostituito il comma 1 dell'articolo 6. L'articolo potrebbe rimanere così com'è, visto che il contenuto normativo del comma 2 dell'articolo 6 è già inserito nell'articolo 6.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 6.1), sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6, come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Emendamento aggiuntivo art. 6 bis) presentato dai Consiglieri Ronzani Muliere, Manica, Riba e Suino: All'articolo 6 è aggiunto il comma 2 così come segue: "2. In applicazione di quanto disposto dalla legge 225/92 e non modificato dal d.lgs. 112/98, tale attività comprende: la quantificazione delle risorse necessarie per fronteggiare i danni attesi la definizione delle esigenze in relazione agli eventi attesi la predisposizione di un parco risorse regionali formazione il controllo e la vigilanza sulle pianificazioni territoriali di protezione civile di tutti gli enti".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento (che diventa articolo 7).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

7.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: La lettera c), comma 1, dell'articolo 7 è abrogata.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 7.1), sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7, come emendato (che diventa articolo 8).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8, che diventa articolo 9) Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 9 9.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Manica, Riba e Suino: Il comma 2 dell'articolo 9 è così interamente sostituito: "2. Le attività di previsione e quelle di primo intervento, soccorso, prima ricostruzione, recupero devono essere espletate attraverso la redazione e attuazione di due distinti piani: uno di emergenza di protezione civile ed uno di prima ricostruzione, in relazione agli ambiti di cui all'articolo 3".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Per quanto riguarda l'emendamento n. 9.1) proponiamo, avendola concordato, una riformulazione che recita: "Le attività di previsione di primo intervento e soccorso, di prima ricostruzione e recupero devono essere espletate attraverso la distinta redazione e attuazione..."; il resto rimane tutto com'era nel vecchio articolo. Non si accetta l'emendamento, ma viene riformulato.



PRESIDENTE

Quindi, il secondo comma dell'articolo 9 sarebbe così sostituito: "Le attività di previsione e quelle di primo intervento e soccorso di prima ricostruzione e recupero devono essere espletate attraverso la distinta redazione e attuazione..." Pertanto l'emendamento propone la seguente modifica: prima della parola "redazione" aggiungere la parola "distinta".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento come riformulato.
Il Consiglio approva.
9.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: Al comma 3 dell'articolo 9 le parole "e durata del potere sostitutivo" sono abrogate.
L'emendamento 9.2) viene ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 9 come emendato (che diventa articolo 10) Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 10



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 10 (che diventa articolo 11) Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 11



PRESIDENTE

11.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: Al comma 1 dell'articolo 11 le parole "l'unificazione" sono sostituite dalle parole "il coordinamento".



PRESIDENTE

Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.



PRESIDENTE

11.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: Alla fine del comma 3 dell'articolo 11 sono aggiunte le parole: "Il Presidente della Giunta regionale dichiara altresì lo stato di emergenza regionale qualora ricorrano le condizioni di cui all'articolo 2, comma 2 lettera b) della presente legge".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Il parere della Giunta è negativo per quanto detto prima.
Per quanto riguarda l'aspetto della dichiarazione, da parte del Presidente della Giunta regionale, dello stato di emergenza, attualmente esiste, tra il livello nazionale, regionale e le Prefetture, un ragionamento legato alla consistenza effettiva della dichiarazione di stato di emergenza. A livello nazionale, la dichiarazione dello stato di emergenza generalmente serve - a parte le risorse destinate con leggi regionali esistenti - per derogare a leggi. Le leggi utilizzate in ambito di emergenza sono prevalentemente nazionali.
Questo è il motivo. In più si utilizza, attraverso il processo del Commissionario, l'attivazione di tutta una serie di poteri legati all'attività delle Prefetture che, allo stato attuale, si trovano in una fase di convenzionamento con le Province. Non si tratta, in ogni caso, di un vero e proprio potere di governo nell'ambito delle attività.
La dichiarazione dello stato di emergenza regionale è un aspetto puramente formale al quale non consegue nulla di particolare; mentre la dichiarazione dello stato di emergenza di livello nazionale attiva tutta una serie di attività utili nella realtà.
Proprio per questo motivo, essendo ancora in corso questa definizione a livello nazionale, abbiamo inserito, nell'ambito dell'articolo 11 del comma 2, una dicitura che ricomprende anche quest'eventuale attività nel momento in cui sarà possibile. Vale a dire: il Presidente della Giunta regionale di intesa con le Province territorialmente interessate e sulla base delle indicazioni fornite dall'unità di crisi, assume iniziative e provvedimenti necessari, in relazione alla portata dell'evento.
Nel momento in cui si individua e si concorda, a livello nazionale e territoriale, in cosa consiste lo stato di emergenza, questo rientra nell'attività.
Queste precisazioni per esigenza di chiarezza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Per quanto riguarda il comma 2 dell'articolo 11, siamo di fronte ad un'espressione che non crea problemi, ma non aggiunge nulla alle prerogative del Presidente della Giunta regionale e di qualsiasi organo che assume, in una situazione drammatica, tutte le misure necessarie.
Questo non nuoce, ma è ovvio.
Ciò di cui invece stiamo discutendo non è affatto ovvia. Stiamo discutendo del potere, del Presidente della Giunta regionale, di dichiarare lo stato di emergenza regionale senza passare attraverso una dichiarazione del Governo nazionale. Un potere, quindi, autonomo in capo alla Regione, di riconoscere la situazione e porre le condizioni per un percorso in questa direzione.
Stiamo discutendo di un argomento significativo dal punto di vista dei poteri; quindi trovo strano che la Giunta regionale, sul punto, affermi che lo stato di emergenza regionale richiede una dichiarazione. Sì, così è scritto nella formulazione del comma 3: il Presidente della Giunta regionale richiede. E' scritto: "Il Presidente della Giunta regionale qualora ricorrano le condizioni per richiederlo, chiede la dichiarazione formale dello stato di emergenza per il territorio all'evento calamitoso".
Questa è la formulazione. Affermate che il Presidente della Giunta regionale ha, come unica possibilità, chiedere ad altra Autorità che sia dichiarato. Noi diciamo: no, esistono le condizioni e non esistono ostacoli di legge al fatto che il Presidente della Regione abbia il potere di dichiarare. Chiediamo, quindi, che la legge regionale lo stabilisca.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

La richiesta di stato di emergenza, di cui al comma 3, attiene ad un evento diverso rispetto a quello per il quale chiedete la possibilità di decretare lo stato di emergenza. C'è un livello di emergenza da alluvione 2000, dove il concorso dello Stato con le Regioni comporta la dichiarazione di uno stato di emergenza di livello nazionale. Esempio: l'alluvione di giugno nella provincia di Biella.
Per quanto riguarda, invece, l'evento B, vale a dire evento a gestione provinciale, la preoccupazione è di un inchiodamento complessivo della struttura. Affermare in questo momento, nell'ambito della legge, che il Presidente decreta lo stato di emergenza, quando nella realtà i rapporti tra Prefetture e quant'altro sono ancora da definire, secondo noi potrebbe creare problemi operativi sul territorio. Metterlo in questo fase nell'ambito di "interventi necessari per..." sarebbe troppo generico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro per chiarimento.



MARCENARO Pietro

Tante affermazioni espresse dall'Assessore sono di buonsenso e corrette, ma il nostro emendamento è aggiuntivo, non sostituivo del comma 3. Non escludiamo che si facciano, nei confronti dello Stato, atti necessari di fronte ad una calamità del genere, ma diciamo solo che oltre a quello ci può essere, quando ricorrono gli estremi di cui alla lettera B articolo 2 comma 2, la possibilità che il Presidenti lo dichiari direttamente; in quel caso, cioè quando l'evento naturale richiede, su base regionale, un coordinamento delle iniziative dei mezzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì che interviene in qualità di Consigliere.



BRIGANDI' Matteo

A titolo personale, che non impegna né la Giunta né il Gruppo, devo osservare che le affermazioni espresse dal Consigliere Marcenaro sono condivisibili. Si tratta di un qualcosa in più che viene dato come potere al Presidente della Giunta regionale in una materia concorrente con quella dello Stato, quindi si ha il pieno potere di intervento in materia.
Personalmente, condivido l'impostazione espressa dal Consigliere Marcenaro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Stiamo discutendo della condizione nella quale il Presidente della Giunta ha il potere di dichiarare lo stato di emergenza quando ricorrono le condizioni di cui al punto C (una calamità con effetti disastrosi e dichiarandola attiva con una serie di interventi e di risorse nazionali).
Conveniamo sul punto, nel senso che si dichiara lo stato di emergenza e poi segue l'ordinanza della protezione civile che stanzia le risorse, ma non riteniamo che questo potere debba essere esercitato quando ricorrono gli eventi di cui al punto A (eventi naturali, dell'attività, eccetera). Di fronte ad eventi naturali connessi, che possono essere fronteggiati medianti interventi attuabili da più Enti, pensiamo che sia davvero federalista una norma che mantiene in capo, stante le caratteristiche dell'evento, al Presidente della Giunta il potere di dichiarare lo stato di emergenza.
Da questo punto di vista si tratta di una norma funzionale allo schema e all'impostazione della legge. E' vero, in questo caso non verranno attivati gli interventi di natura nazionale, ma sottrarre questo potere al Presidente della Giunta regionale anche quando non darà seguito a interventi di carattere nazionale, è un'altra cosa. Noi prevediamo che per questa fattispecie di evento, indipendentemente dai termini di un intervento nazionale, sia giusto che questa responsabilità competa al capo della Giunta regionale, è funzionale lo schema della legge.
Per questo, la invito a riflettere un attimo su questo punto, perché mi sembra una norma di buonsenso, giusta e, soprattutto, molto federalista Assessore Ferrero.



PRESIDENTE

Se posso permettermi, da un'analisi di carattere tecnico, non ci sarebbero ostacoli.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Noi riteniamo che questo elemento sia già contenuto nell'ambito del comma 2 dell'articolo 11, sinceramente, lascio valutare il Consiglio sulla portata o meno di questa indicazione. Secondo me, rischieremmo di inserire un elemento che, poi, dal punto di vista attuativo, si fermerebbe un po' sulla carta, dopodiché, continuo a mantenere un parere negativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 11.2).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 11 (che diventa articolo 12) nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 12



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 12 (che diventa articolo 13).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 13



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 13 (che diventa articolo 14).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 14



PRESIDENTE

14.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino.
L'articolo 14 è abrogato.



PRESIDENTE

L'emendamento viene ritirato dai proponenti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 14 (che diventa articolo 15), nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 15



PRESIDENTE

15.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Manica, Riba e Suino: La lettera c), comma 2, dell'articolo 15 è così interamente sostituita: "c) gli Assessori regionali competenti".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 15.1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

15.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Manica, Riba e Suino: Al comma 2 dell'articolo 15 è aggiunta la lettera i) così come segue: "i) rappresentante ANPCI;".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 15.2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 15 (che diventa articolo 16), come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 16



PRESIDENTE

16.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: L'articolo 16 è così interamente sostituito: "Articolo 16 (Unità di crisi regionale) 1. Per l'espletamento dei compiti di cui all'articolo 13, il Comitato regionale di Protezione civile si avvale dell'unità di crisi regionale come definito nell'articolato composta dalle direzioni regionali".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 16.1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

16.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: All'articolo 16 è aggiunto il comma 2 così come segue: "2. L'unità di crisi è coordinata dal Presidente della Giunta regionale attraverso il coordinamento del coordinatore dei direttori".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 16.2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 16 (che diventa articolo 17), nel suo complesso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 17



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 17 (che diventa articolo 18).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 18



PRESIDENTE

18.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: Al comma 2 dell'articolo 18 dopo le parole "il coordinamento" sono aggiunte le seguenti parole "tramite la costituzione dei coordinamenti provinciali del volontariato".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Svolgo qualche considerazione su tutti gli emendamenti attinenti l'articolo 18. Per quanto riguarda il primo emendamento, relativo alla richiesta di indicare che l'attività della Regione viene svolta solo attraverso il coordinamento provinciale del volontariato, riterremmo di procedere ad una riformulazione semplicemente perché, nell'ambito del volontariato, oltre al coordinamento provinciale del volontariato, che è una modalità attraverso la quale abbiamo scelto, insieme agli Enti locali di coordinare il volontariato, esistono una serie di realtà a livello regionale e nazionale (AIB, piuttosto che Croce Rossa, piuttosto che ANPA Vigili del fuoco volontari e quant'altro), che sono quelle organizzazioni di volontariato con le quali si faranno delle convenzioni specifiche come Regione e questi organismi.
Per chiarire, proporremmo la seguente dicitura: "al fine di cui al comma 1, la Regione riconosce e stimola le iniziative di volontariato civile e ne assicura il coordinamento anche attraverso i coordinamenti provinciali del volontariato".



PRESIDENTE

Sostanzialmente, presenterebbe un emendamento sostitutivo, un emendamento suo?



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Un emendamento che recita, all'articolo 18, comma 2, dopo "coordinamento" inserire "anche attraverso i coordinamenti provinciali del volontariato".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Il problema è chiaro qual è. Nella discussione generale abbiamo posto un problema che con questa formulazione non viene risolto. L'Assessore ci dice che lo strumento con il quale comprendere nel sistema di Protezione civile l'AIB è quello della convenzione, ma se riteniamo che debba essere coinvolto, perché è così in termini di fatto e già oggi il coordinamento provinciale della Protezione civile utilizza questi volontari per svolgere un'attività di Protezione civile, perché non comprenderli a tutti gli effetti nei coordinamenti provinciali dei volontari? Non c'è alcuna ragione che il sistema non sia unitario, a meno che non riteniamo che si debba mantenere in piedi una associazione di volontari (in Piemonte sono sei mila con una loro vita autoctona).
Francamente, questo non si spiega se non con il fatto che l'Assessore Vaglio vuole mettere il cappello su questa associazione, la ragione è quella. In Piemonte, tutti sanno che la ragione è quella, non ce n'è un'altra. Tutti sanno che c'è una discussione tra l'Assessore Ferrero e l'Assessore Vaglio su questo punto. Non capisco perché noi discutiamo di un sistema che vuole essere unitario, parliamo del coordinamento provinciale dei volontari e, poi, teniamo fuori un'associazione che ha certe caratteristiche, perché, c'è una ragione logica, dico io? Poiché il problema è reale abbiamo inventato una soluzione all'italiana: immaginiamo che ci sia una convenzione. Se il problema esiste, lo si risolva affrontandolo alla radice, comprendendoli a tutti gli effetti nei coordinamenti provinciali e non inventandoci la soluzione della convenzione per farli aderire, tanto più che in giro per il Piemonte, di fronte a queste calamità, loro sono parte integrante del volontariato della Protezione civile, non c'è alcuna ragione al mondo perché esistano questi compartimenti separati.
Questa è la nostra opinione. E' un errore che contraddice la legge. Voi avete fatto una legge per parlare di un sistema unitario organico; poi alla prova dei fatti, per una piccola ragione di potere, contraddite questa impostazione della legge e noi non siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 18.1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
18.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: Al comma 3 dell'articolo 18 dopo le parole "protezione civile" aggiungere le parole "il comitato di coordinamento in seno ai centri operativi misti individuati dal comma 4 dell'articolo 3" Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 18.2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
18.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: I commi 4 e 5 dell'articolo 18 sono abrogati.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 18.3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
18.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: Al comma 5 dell'articolo 18 la lettera a) è abrogata.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore regionale

Questo emendamento ha una sua logica, sostanzialmente dice che il funzionamento dei comitati comunali e provinciali lo decidono il Comune e la Provincia, e noi condividiamo l'impostazione. Il comma 5 è stato così formulato perché, nonostante questo sia logico, i Comuni e le Province nella realtà, domandano alla Regione invece di fornirgli le indicazioni.
Se lo volete abrogare, va bene; diversamente, potremmo fare un altro ragionamento: invece di inserire "le modalità di funzionamento dei Comitati", che, forse, è eccessivamente forte, mettere solo "le linee di indirizzo per l'organizzazione dei Comitati di cui ai commi 3 e 4", che sarà quello che ci chiedono. Diversamente, se non va bene questa riformulazione, abroghiamo e va benissimo così.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 18.4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 18 (che diventa articolo 19), come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 19.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: La lettera g), comma 2, dell'articolo 19 è così riformulata: "g) la croce rossa italiana;" 19.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: Al comma 2, dell'articolo 19 è aggiunta la lettera i) che recita: "i) il corpo volontari incendi boschivi;" La parola all'Assessore Ferrero per il parere della Giunta



FERRERO Caterina, Assessore alla Protezione civile

Il parere della Giunta é contrario tuttavia avanzo una proposta.
Propongo di ripristinare una dicitura di articolo che in Commissione avevamo scelto di eliminare ma che nella realtà provoca quello che si è verificato: non essendo indicata una organizzazione di volontariato di un certo respiro, o si fa un lungo elenco di 50 mila attività, oppure bisogna trovare una modalità per ricomprendere le più importanti. Noi non inseriremo la Croce Rossa in a) e b) altrimenti dovremo inserire Vigili del fuoco, ecc., quindi proponiamo di inserire all'articolo 19, comma I, una lettera aggiuntiva, la lettere i), che recita: "organizzazioni di volontariato riconosciuta a livello nazionale e regionale".
Non comprende tutte le organizzazioni, ma almeno quelle di un certo livello.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro;ne ha facoltà



MARCENARO Pietro

Sulla riformulazione dell'articolo non mi pare ci siano obiezioni tuttavia invito il Presidente a leggere la formulazione dell'articolo 2. In una legge che senso ha la formulazione : "sono da privilegiare i rapporti".
Noi stiamo discutendo una legge non una mozione di indirizzo. Che senso ha questo tipo di formulazione in una legge della Regione? Se noi fossimo in presenza di un ordine del giorno, di una mozione, di un suggerimento, lo capirei. Faccio questa osservazione non dal punto di vista del merito, ma della coerenza della tecnica legislativa seguita.



PRESIDENTE

Devo anzitutto dare atto che il comma II alla lettera b) deve intendersi soltanto come Prefettura. Da un punto di vista della tecnica legislativa, il comma II si potrebbe anche eliminare perché privo di portata normativa. Può rimanere agli atti preparatori e dunque valere.
Propongo di presentare un emendamento interamente abrogativo del Comma II e di porlo subito in votazione.
19.3) Emendamento presentato dal Presidente Cota: Il comma 2 è abrogato Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 19.3), come riformulato.
Il Consiglio approva.
Dichiaro decaduti gli emendamenti n. 19.1) e n. 19.2).
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 19 (che diventa articolo 20), come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 20



PRESIDENTE

20.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Manica, Riba e Suino: Il comma 2 dell'articolo 20 è così riformulato: "2. In particolare privilegia l'attività di formazione del personale dipendente degli enti locali e degli enti pubblici con competenze in materia di disaster management. Viene lasciata alle Province la formazione degli altri operatori e del personale volontario".



PRESIDENTE

Al comma 2, forse si potrebbe sostituire il termine "privilegia" con "favorisce". Non è una individuazione di forme di collaborazione a discapito di altre.
La parola all'Assessore Ferrero



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

L'emendamento non è accoglibile perché ritengo che, nell'ambito dello spirito della legge n. 44 (la legge regionale che ha di fatto attuato la legge Bassanini), il ragionamento della promozione del coordinamento, in collaborazione con gli enti attuati che sono le Province, deve rimanere in capo alla Regione Piemonte.
Riteniamo assolutamente indispensabile e fondamentale mantenere in capo alla Regione la promozione e il coordinamento di tutte le tipologie di formazione del volontariato. Nell'ambito della legge 44, le Province siano indicate come coloro che devono attuare queste attività sulla base dei nostri indirizzi.
Per affrontare il problema in maniera più compiuta, dal momento che si propone nell'ambito di uno dei successivi emendamenti di concordare nell'ambito del consesso del Consiglio Regionale la realizzazione della scuola di Protezione civile, proponiamo di chiedere il parere della Commissione consiliare competente solo per sveltire queste attività.
Propongo di formulare una dicitura che elimina nell'ambito dell'articolo 20 comma 2: "tutte le componenti del sistema di protezione civile." Mentre "avvalendosi in relazione delle necessità formative ecc..." lo lasciamo all'eventuale attuazione delle Province.



PRESIDENTE

Mi permette, Assessore Ferrero, di fare una osservazione? Invece di usare il termine "privilegia" al comma II dell'articolo 20, usare il termine "favorisce"?



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Va bene.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento come riformulato.
Il Consiglio approva.
20.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Manica, Riba e Suino: Al comma 3 dell'articolo 20 le parole "Giunta regionale" sono sostituite dalle parole "Consiglio regionale" Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 20.2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
20.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Manica, Riba e Suino: Al comma 3 dell'articolo 20 le parole da "Il regolamento...." fino alle parole "le province" sono abrogate.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 20.3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 20 (che diventa articolo 21), come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 21.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Manica, Riba e Suino: Al comma 2 dell'articolo 21 dopo le parole "dei pubblici servizi" sono aggiunte le parole "a carattere regionale" Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 21.1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Ho consultato i sinonimi e non mi sono accorto di un particolare sull'articolo 20. Se ho capito bene, la Regione apre una scuola dopo aver dismesso tutta la formazione professionale? Ha dimesso la gestione diretta della formazione professionale. Occorre mantenere coerenza negli atti trattandosi di fatto straordinario, perché il Regolamento disciplina la modalità per la costituzione e il funzionamento della scuola e la gestione dei servizi dei corsi di formazione. Siamo in presenza di un fatto certamente nuovo e quindi, Assessore Brigandì, pensi seriamente a riprendere, in capo alla Regione, la formazione professionale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 21 (che diventa articolo 22), nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo 21bis) presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani Manica, Riba e Suino: E' aggiunto il seguente articolo 21 bis così come segue: "21 bis 1. "Sulla base degli albi comunali la Provincia redige il Quaderno provinciale del volontariato ed ogni anno provvede al suo aggiornamento.
Nello stesso termine trasmette copia alla Regione per la costituzione della Mappa regionale e della Prefettura di competenza".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 21bis), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 22



PRESIDENTE

22.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Muliere, Manica, Riba e Suino: Al comma 2 dell'articolo 22 sono aggiunte le parole "In nessun caso tale fondo può essere utilizzato per il rimborso dei danni ai privati ma per il finanziamento del sistema regionale"



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

La Giunta propone la seguente riformulazione: 22.2) Emendamento Articolo 22 comma 2, sono aggiunte le seguenti parole: "Tale fondo è finalizzato al potenziamento del sistema regionale di protezione civile in condizioni di emergenza"



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Ritiriamo il nostro, Presidente.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ronzani ritira l'emendamento 22.1).
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 22.2).
Il Consiglio approva.
Prima di votare l'articolo 22 nel suo complesso, ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Nella formulazione dell'articolo 22 appare evidente ciò che nell'articolo 20 era abbastanza velato: oggi prendiamo atto (e non so come la si possa intitolare) che la Regione istituisce la scuola Ferrero. Al terzo rigo del comma 1 si scrive che è previsto un finanziamento per l'istituzione e il funzionamento della scuola di protezione civile. Ho capito bene? Viene istituita la scuola della protezione civile? In altre parole: la Regione apre un'istituzione scolastica finanziata con queste risorse.
Bisogna dunque usare termini diversi, Assessore, e bisogna porre rimedio perché, al di là della volontà che può esprimere in aula, è opportuno che si precisi meglio la questione.
Esistono gli Enti di formazione professionale, esistono realtà consolidate che possono e devono dare un supporto alle attività formative le più ampie possibili, che consentano ai giovani e a chi opera in questo campo, ai volontari della Protezione Civile di avere la debita formazione.
Ma le sedi deputate sono quelle del sistema di formazione.
Qui si tratta dell'istituzione di una scuola. Lei, Assessore, adesso la gestisce e manifesta la volontà, ma si precisi meglio, si trovi una formulazione diversa - perché si stanziano le risorse relative alla formazione, avvalendosi degli Enti preposti - che la finalità sia quella della formazione professionale. Sostanzialmente, lei conferma che non c'è nessuna volontà da parte della Regione di aprire la scuola.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

La dizione "Scuole di Protezione Civile" è un'indicazione legata ad un piano formativo che la Regione vorrebbe portare avanti. E qui c'è scritto "avvalendosi di esperti, istituti e centri specializzati, agenzie formative dotate di specifiche competenze".
Inoltre, l'attuazione, prevista dalla Legge n. 44, spetta alle Province che, nell'ambito dell'accordo che si farà, individueranno come utilizzare le risorse che si mettono a disposizione. Ci sembrava una dicitura attinente ad un piano di formazione e non alla creazione di un posto dove prendiamo gli insegnanti e facciamo la scuola.
La scuola è anche un ragionamento legato ad un piano di formazione, e non solo il posto dove si pagano gli insegnanti. E' un percorso formativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 22 (che diventa articolo 23), come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 23 23.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi e Contu: All'articolo 23 è aggiunto il comma 2 "2. In relazione a quanto disposto dall'articolo 20 il regolamento definirà solo ed esclusivamente le modalità di erogazione dello stanziamento delle risorse disponibili per le attività di formazione da svolgersi presso le agenzie formative".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Sull'articolo 23 siamo ancora in tempo a fare una bella correzione concernente questa mal definita e male organizzata Scuola di Protezione Civile, che si è meritata anche il titolo dell'articolo 20. Quindi, non è un fatto nascosto nelle pieghe dei vari commi, perché abbiamo intitolato un articolo "Scuola di Protezione Civile". Successivamente l'abbiamo mal definita, però l'abbiamo finanziata ufficialmente.
Dato che le parole dovrebbero corrispondere ai significati, "Scuola di Protezione Civile" è una struttura fisica, all'interno della quale personale docente e personale non docente svolgeranno delle mansioni. E' una scuola alle cui lezioni si potrà partecipare sulla base di un regolamento, di un'iscrizione onerosa o meno. Quindi, una scuola: quello che tutti sanno cosa essa sia in Italia. Da questa legge invece non si capisce nulla.
Poiché siamo ancora all'esame dell'articolo 23, che è una norma transitoria in cui si dice che "i criteri per l'utilizzo del fondo saranno determinati", le chiedo, Presidente, se non sia il caso, in questa norma transitoria finale, di inserire tutte le correzioni e chiarificazioni necessarie, che permettano di dare una strutturazione a questa idea della Regione Piemonte (che istituisce una scuola), stabilendo con quali soldi con quali meccanismi di assunzione del personale, con quali meccanismi di formazione degli insegnanti.
Se proprio volete fare una scuola, siamo ancora in tempo a darne una buona definizione nella norma transitoria. Quello che detto l'Assessore ha confuso ancora di più i termini del problema. L'articolo 20 dice "Scuola di Protezione Civile", e questa scuola non è descritta. Descriviamola, se volete proprio farla. Altrimenti, nella norma transitoria, possiamo anche rivedere tutto o prenderci una settimana di tempo per riflettere su questa idea balzata un po' dal nulla e senza solide basi di impianto legislativo.



PRESIDENTE

La legge è stata licenziata dalla Commissione e sottoposta all'aula.
C'era un titolo, quindi non è un'idea balzata dal nulla.
C'è un emendamento sulle norme transitorie; stiamo votando, quindi c'è ancora il tempo per proporre emendamenti.
Dobbiamo proseguire con l'articolo 23, sul quale non ci sono emendamenti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Io non capisco come si possano apportare emendamenti ad una legge che è stata approvata in ogni sua parte, ad eccezione delle norme transitorie finali.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Come ha detto lei, abbiamo fatto un certo lavoro e abbiamo discusso normalmente della legge. Emerge ora il problema di una formulazione che, in effetti, così com'è scritta, contraddice le cose che lo stesso Assessore ha affermato, dicendo: "Non stiamo parlando della Scuola di Protezione Civile ma stiamo parlando del coordinamento di iniziative di formazione".
Questo è quello che ho sentito dire dall'Assessore. Se è così, quindi se l'intenzione non è quella della costituzione di una scuola regionale, ma è un'altra cosa, c'è un punto delle norme transitorie che richiederebbe di essere valutato e chiarito. Se lei ha una risposta convincente, io l'ascolto.



PRESIDENTE

Noi abbiamo approvato l'istituzione della "Scuola di Protezione Civile" e abbiamo stabilito con una votazione, al terzo comma dell'articolo 20, che entro 180 dall'approvazione della presente legge, la Giunta emanerà il Regolamento per la costituzione della Scuola di Protezione Civile.
Il Regolamento disciplina le modalità per la costituzione, il funzionamento della scuola e la gestione dei corsi di formazione da avviarsi anche in collaborazione con le Province. Questa parte non la possiamo più toccare, perché è stata approvata dall'Aula; quindi, è pacifico che è stata votata l'istituzione di questa Scuola.
Ora, recuperando quello che lei ha detto, Consigliere Marcenaro possiamo disciplinare, attraverso norme transitorie e finali, le modalità di approvazione di questo Regolamento, in modo che coinvolga la Commissione competente del Consiglio regionale sotto il profilo della consultazione.
Questo perché sappiamo che, ai sensi della legge costituzionale n. 1/99 non abbiamo più potere regolamentare.
Pertanto, c'è un emendamento opportunamente presentato - dico opportunamente perché questa evidentemente è la vostra linea - che recita: "I Regolamenti di cui alla presente legge sono adottati dalla Giunta regionale, sentito il parere della Commissione competente".
Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Per quanto riguarda i Regolamenti, che, tra l'altro, concorderemo con gli Enti locali, non c'è alcun problema. Se dà fastidio "scuola" si metta "formazione di Protezione civile".



PRESIDENTE (fuori microfono)

Non si può più.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Se così non è, i Regolamenti trasferiamoli in un ragionamento di passaggio in Commissione competente, questo Regolamento sarà uno dei tanti e vedremo insieme come concretizzare un progetto che, per quanto ci riguarda, è un progetto formativo.



PRESIDENTE

Dichiaro inammissibile l'emendamento 23.1 in quanto è in contrasto con l'articolo 20) già precedentemente approvato.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 23 (che diventa articolo 24).
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo dell'art. 23 bis) presentato dai Consiglieri Manica Muliere e Ronzani: E' aggiunto il seguente articolo: "Articolo 23 bis (Norma transitoria) 1. I regolamenti di cui alla presente legge sono adottati dalla Giunta regionale sentito il parere delle Commissioni competenti".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento aggiuntivo dell'articolo 23 bis, (che diventa articolo 25), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 24



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 24 (che diventa articolo 26).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, le perplessità che avevo espresso durante la discussione e l'esame della legge sono trasformate spesso in contrarietà in particolare, rimane questa organizzazione, che mi sembra molto pletorica e ancora confusionaria, delle attività di Protezione civile. Poi, rimane il fatto dell'istituzione di questa scuola che segna la legge di una superficialità che non meriterebbe.
Chiedo al Presidente del Consiglio di valutare la possibilità nelle attività di coordinamento, chiamiamole così, di eliminare il titolo dell'articolo 20, perché la legge mi sembra priva del significato, sentito l'Assessore, che il titolo dell'articolo 20 dà a quanto si intende fare.
Non si intende fare una scuola, si intende fare altro, nel coordinamento veda l'Ufficio di Presidenza se si può almeno cancellare il titolo dell'articolo 20. Voterò contrario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Signor Presidente, noi, indubbiamente, diamo atto che il disegno di legge n. 428: "Disposizioni in materia di Protezione civile", certamente si configura come un atto che raggruppa e riordina le normative regionali esistenti in materia anche con un atto pionieristico; è la prima volta che mettiamo mano ad un tentativo di riordino di tutta la materia e il raggruppamento della stessa. Questo, senz'altro, dal punto di vista dell'intento e della volontà con cui ci apprestiamo ad emanare un DDL di questo tipo, è positivo, anche dal punto di vista dell'attuazione della riforma Bassanini, che attribuisce precise funzioni in sede decentrata sia alle Regioni sia mediante l'individuazione di nuove e importanti funzioni da attribuire agli Enti territoriali e locali.
Penso che questo sia un compito di grande importanza. Noi, forse possiamo dire che avremo dovuto procedere con più celerità a questo processo di riordino e a questa attuazione di una parte della normativa Bassanini, che ha un rilievo particolare, segnatamente in una Regione come la nostra, che, in questi ultimi tempi, in particolare, ha subito, dal punto di vista delle problematiche di ordine ambientale e della necessità di intervento in materia di Protezione civile, delle situazioni che ci chiedono di andare oltre l'emergenza nell'affrontare le questioni di difesa del territorio, sono le questioni che riguardano lo sviluppo sostenibile e la sua salvaguardia. Non è più possibile, anche per le modificazioni climatiche che ci sono state, inseguire continuamente solo l'emergenza dobbiamo avere una prospettiva più complessiva.
Il nostro Gruppo, proprio in questa direzione, sulle problematiche di salvaguardia del territorio, ha presentato, per uscire da questa logica di inseguimento dell'emergenza, una precisa proposta di legge, che riterremmo sarebbe molto utile che si discutesse al più presto in Commissione e che arrivasse in Aula per dare sostanza anche a materie di riordino quali queste.
Certamente, assumiamo l'importanza del riordino, diciamo che indubbiamente, andava fatto prima, diciamo anche che, dal nostro punto di vista, in questa che, come giustamente ha ricordato il collega Ronzani, è una legge di principi per grandi aspetti, che demanda a Regolamenti e a momenti attuativi successivi, sono sedi relative alla Giunta, grande parte della determinazione dell'intervento stesso.
Abbiamo rilevato un altro punto che non ci convince fino in fondo: una moltiplicazione, forse, un po' farraginosa ed eccessiva, degli organismi e una individuazione non così funzionale delle relazioni e dei momenti di coordinamento tra di loro. Quando gli organismi si moltiplicano troppo in modo non chiaro, non è vero che si danno più poteri e si spostano più poteri verso il basso, in realtà, si costruiscono semplicemente delle sedi che poteri, invece, ne hanno pochi e anche capacità di decisione in questa direzione.
In merito all'altra questione per noi di grande importanza, attribuiamo molto rilievo all'emendamento approvato, soprattutto nelle norme transitorie e finali. Se una legge di principi demanda quasi tutto al potere regolamentare della Giunta e se quel potere regolamentare della Giunta su una materia così pionieristica di questa complessità non vede un passaggio, anche consultivo, all'interno della Commissione, costituisce un altro problema che potrebbe creare ulteriori difficoltà nella funzionalità della legge stessa. Avremmo preferito, per quanto riguarda la parte del coordinamento del volontariato, che venissero accolte in modo diverso alcune nostre proposte, così come riteniamo che debba rimanere, visto che sull'articolo 20, così come votato, non possiamo ritornare per una formulazione più chiara del suo spirito, che partirebbe dal titolo: "Scuola di Protezione Civile" fino all'eliminazione del terzo comma. Però, con il dibattito in questa Aula e con il ritorno in Commissione per quanto riguarda il Regolamento, ci siamo salvaguardati la possibilità di dare un'interpretazione autentica a questo articolo 20, che è nel senso della formazione e non nel senso dell'istituzione fisica e muraria di una vera e propria scuola, in quanto questo sarebbe da tanti punti di vista inutile impossibile e, forse, anche insensato.
Per queste ragioni, mantenendo questi rilievi, riconoscendo che una parte del lavoro emendativo che abbiamo fatto, e che voleva migliorare il testo, ha trovato accoglimento. Tuttavia rimangono alcune perplessità e osservazioni che ho fatto, per cui il nostro sarà un voto di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, volevo fare una dichiarazione che voglio rimanga a verbale.
Volevo rimarcare che l'interpretazione autentica dell'articolo 20 data dall'Assessore Ferrero esclude, in modo categorico, l'istituzione della scuola e che la scuola va intesa come attenzione, come opportunità, come corsi di formazione da attivare nella materia della Protezione Civile. Devo sottolineare, Presidente, che lei, con molta semplicità, ha respinto un emendamento che nei fatti, di per se, dalle affermazioni sentite dall'Assessore nella disposizione transitoria, il Regolamento non potrà non tener conto di questa indicazione e che le risorse non vanno all'istituzione della scuola, ma all'istituzione dei corsi da svolgersi presso le agenzie formative.



PRESIDENTE

Tutti i lavori preparatori fanno parte del materiale che servirà per interpretare la presente legge.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 22 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri Si sono astenuti 5 Consiglieri Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Chiezzi ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Il Consigliere Cattaneo nella scorsa seduta ha pronunciato le seguenti frasi: "Ho notato l'assenza del Consigliere Chiezzi, che non è casuale perché il Consigliere Chiezzi non è mai assente per caso. Il quale è Presidente di un Gruppo importante all'interno del centrosinistra della seconda coalizioni dell'Ulivo, che è il Gruppo dei Comunisti Italiani" e poi ancora: "Ho visto altre volte il Consigliere Chiezzi prendere una precisa posizione, addirittura su temi forse meno importanti, rispetto a quello che è stato evidenziato questa mattina". Queste affermazioni hanno il colore della illazione politica priva di fondamento. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la seduta e ricordo che domani alle ore 12,30 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta



(La seduta ha termine alle ore 19.18)



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