Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.327 del 26/03/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.16 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Botta Marco Casoni, Cota, Ghigo, Leo, Mellano, Muliere, Pedrale, Pichetto Fratin Pozzo, Racchelli e Vaglio.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Caterina Ferrero


PRESIDENTE

Comunico che l'assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, con decreto n. 25 marzo 2003, il Presidente della Giunta regionale Ghigo attribuisce temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale per la seduta di mercoledì 26 marzo 2003 all'Assessore Caterina Ferrero.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Palma ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Dopo il termine della seduta antimeridiana della giornata di ieri avevo comunicato al Consigliere Contu la disponibilità a sottoscrivere qualunque atto consiliare egli intendesse presentare prescindendo totalmente dal contenuto dell'atto consiliare stesso, per garantire l'ammissibilità dell'atto stesso, avendo perso, come tutti sappiamo, nella giornata di ieri, in modo improprio, secondo me, le proprie funzioni di Capogruppo.
Avevo ribadito in una lettera inviata a tutti i Capigruppo, non all'Ufficio di Presidenza, che non avendo avuto la cortesia di avvertire il Consiglio rispetto alle proprie decisioni, non ritenevo di dovere corrispondere se non di uguale cortesia, che avrei mantenuto questo impegno rispetto al Consigliere Contu fin al momento in cui una vicenda che riguarda essenzialmente un'interpretazione estensiva e molto discutibile sul piano del merito e assolutamente sguaiata sul piano del metodo non fosse ritornata nei suoi canali istituzionali che sono quelli che tutti conosciamo dell'articolo 17 del Regolamento, investendo il Consiglio nel suo complesso, è un suo organo, o di un'interpretazione regolamentare ovvero, se nel caso, di una modifica regolamentare che consentisse di disciplinare un caso non previsto fino a questo momento dal Regolamento.
A questa richiesta, nella giornata di ieri, la Presidenza del Consiglio, nella figura dei diversi Presidenti d'Aula che si sono succeduti, hanno posto il silenzio. Io ho confermato questa mia disponibilità per tutta la giornata di ieri, oggi ho ricevuto comunicazione ufficiale che il Presidente del Consiglio regionale sentirà il Presidente e il Vicepresidente della Commissione Regolamento per convocarla quanto prima, comunque prima di assumere qualunque decisione definitiva circa il caso in oggetto. Ricordiamo che il collega Contu è sospeso ma non destituito dalla carica di Capogruppo.
Per questa ragione, e lo formalizzo con una dichiarazione d'Aula ovviamente accogliendo come vera questa comunicazione informale che ho ricevuto da parte della Presidenza del Consiglio, annuncio il ritiro della mia firma come Capogruppo del Gruppo Radicale da tutti gli atti sottoscritti nella giornata di ieri, in particolare sulla richiesta di inversione di punti all'ordine del giorno.
Ho avvertito il Consigliere Contu di questo fatto e anche lui è d'accordo, inoltre ed in aggiunta per il fatto che dovremmo discutere un provvedimento particolarmente urgente che andrà a scadenza alla fine di questo mese che riguarda l'edilizia sanitaria, quindi anche per non bloccare questo provvedimento.
Ribadisco solo che questo atto di disponibilità corrisponde ad un atto di disponibilità informalmente comunicata ad un Consigliere da parte della Presidenza del Consiglio. Attento che questa disponibilità venga formalizzata quanto prima da una convocazione della Commissione Regolamento, comunque prima di qualunque decisione definitiva che l'Ufficio di Presidente, peraltro impropriamente, intendesse prendere su questa questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Intervengo intanto per ringraziare il Consigliere Palma e, soprattutto Presidente, per comunicarle che non avrei illustrato nessuno dei punti richiesti di inversione all'o.d.g. giorno, lo avrei fatto se all'esame dell'Aula oggi ci fosse stato il provvedimento relativo al raddoppio delle Vicepresidenze, che ritengo sia atto assolutamente non urgente e di straordinaria necessità.
Sono preoccupato del fatto che il tempo che abbiamo perso ieri a discutere quel provvedimento l'avremmo potuto utilizzare in modo più proficuo discutendo del piano di edilizia sanitaria.
Condivido questa proposta e credo che sia opportuno entrare nel merito augurando, però, Presidente, che l'Aula sappia rispondere all'importanza del provvedimento in esame. Sarebbe clamoroso se non dovessimo neanche raggiungere il numero legale.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione n. 1817 dei Consiglieri Palma e Mellano inerente a "Spesa annuale per l'assistenza sanitaria ai detenuti nelle carceri piemontesi nettamente più esigua della media nazionale, già irrisori. Stato di attuazione della riforma della medicina penitenziaria"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1817, presentata dai Consiglieri Palma e Mellano.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'interpellanza presentata dai Consiglieri Palma e Mellano attiene alla spesa annuale per l'assistenza sanitaria dei detenuti piemontesi che i colleghi sostengono nettamente più esigua della media nazionale già irrisoria e lo stato di non attuazione della riforma della medicina penitenziaria.
In merito all'interpellanza si precisa quanto segue: l'articolo 8 del decreto legislativo n. 230/1999 ha previsto con decorrenza 1 gennaio 2000 il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni attinenti il settore della prevenzione ed il settore dell'assistenza ai detenuti nonché agli internati tossicodipendenti.
Contestualmente avrebbe dovuto essere operato in base alla medesima il trasferimento del personale, delle attrezzature, degli arredi e delle altre risorse destinate dall'amministrazione penitenziaria allo svolgimento di tali funzioni.
In realtà, la complessità della materia e la necessità di coinvolgere nella procedura più amministrativa dello Stato, non ha consentito sino ad oggi l'attuazione di decreti attuativi, tra cui quelli previsti dall' articolo 4/2 e dal citato articolo 8/1.
Infatti, il trasferimento delle risorse non è avvenuto contestualmente a quello delle funzioni sanitarie; esse, sino alla formale definizione della posizione a mezzo decreto attuativo, resteranno legate all'attuazione status giuridico.
Il Ministro della Giustizia, attraverso il Provveditorato regionale ha chiesto alla Regione l'applicazione del citato Decreto e s.m.i., ovvero l'erogazione diretta e gratuita dei farmaci ai detenuti degli Istituti Penitenziari.
L'applicazione però dei combinati disposti di cui alle norme citate non ultimo il DPCM del 29/11/2001 sui LEA, ha creato notevoli dubbi interpretativi. Alla luce di tale quadro sembrerebbe che l'intervenuto DPCM su LEA attribuisca al SSN esclusivamente i detenuti affetti dalle patologie precisate in questo ultimo, ossia i soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti e psicotrope, da alcool, o come delineato nell'allegato 1 C punto 11, ove sono previste "prestazioni diagnostiche, terapeutiche e riabilitative per le dipendenze e i disturbi mentali", quindi non tutti i detenuti.
Altra difficoltà si è rilevata circa la dotazione dei ricettari a cura del SSN per gli Istituti penitenziari; poiché i medici dell'Assistenza penitenziaria non sono transitati nel SSN, parrebbe dover essere assegnato ai detenuti un medico di medicina generale: pertanto i farmaci da erogare discendono dalle singole ricette mediche, attribuendo i costi alle ASL di residenza dei detenuti. La complessità della materia e l'innovazione, in carenza di indicazioni precise da parte dei Ministeri della Salute e della Giustizia, possono creare disservizi.
Questa Amministrazione Regionale ha perciò ritenuto opportuno porre, in data 6 aprile 2002, un quesito scritto ai Ministeri citati (richiesta sino ad oggi rimasta inevasa), per un'interpretazione autentica dei dispositivi normativi, cercando di garantire comunque, nel frattempo, l'assistenza intesa nell'accezione più estensiva.
Si sottolinea infatti che, ancora nell'ambito della più recente riunione della Commissione Nazionale per la Medicina Penitenziaria tenutasi a Roma nel giugno 2002, il Piemonte si è contraddistinto quale unica Regione in Italia ad aver già allora garantito l'Assistenza Farmaceutica ai detenuti, disponendola con nota prot. n. 4266/28 del 7/3/2002, indirizzata ai Direttori Generali e ai Commissari delle ASL e per conoscenza, agli Istituti penitenziari.
Rispondendo puntualmente ai quesiti posti: da colloqui verbali con la Direzione sanitaria degli Istituti penitenziari del Piemonte, emerge come la spesa globale per garantire l'assistenza sanitaria ai detenuti nelle carceri piemontesi ammonti a circa 12 miliardi di vecchie lire l'anno (dati 2002). Poiché i detenuti in Piemonte sono circa 4000, ne discende che la spesa pro capite per il 2002 sia stata di circa 3.000.000 di vecchie lire (ovvero circa 1550 euro) senza considerare la spesa farmaceutica che, come sopra detto, è passata dall'inizio del 2002 a carico del SSR. Siamo in attesa che la Direzione sanitaria degli Istituti penitenziari piemontesi ci comunichi formalmente a seguito della verifica che ci risulta in corso, i dati succitati che sarà mia cura fornirvi i dati presentati nell'articolo de Il Sole 24 Ore del 7/10/2002, cui fanno riferimento gli interpellanti, risulterebbero pertanto sottostimati per quanto attiene la Regione Piemonte. Sempre rispondendo ai quesiti degli interpellanti, debbo dire che non reputo inadeguate le politiche regionali in materia, perché, come ampiamente illustrato sopra, nelle more dell'emanazione del decreto attuativo che sancirà il passaggio operativo delle funzioni e delle risorse relative al SSR, il mio Assessorato ha posto in essere tutte le iniziative che le normative vigenti consentivano. Mi preme sottolineare, altresì, come il mio Assessorato si stia interessando fattivamente del problema, citando ad esempio il progetto di telemedicina carceraria, che è in fase di predisposizione e che ha già ottenuto l'avallo informale del Ministero della Salute e del Provveditorato regionale degli Istituti penitenziari piemontesi. Questo progetto consentirà già dalla fine di quest'anno di incrementare notevolmente, dal punto di vista quali quantitativo, l'assistenza specialistica ai detenuti del carcere torinese "Vallette" e, secondo le previsioni, verrà esteso a tutte le carceri piemontesi entro la fine del 2004.
In estrema sintesi, debbo dire - purtroppo - che in Italia non v'è stata nessuna attuazione concreta dell'importante decreto legislativo n.
230/99 e che sicuramente bisognerà provvedere con altro decreto o con altre decisioni per quanto attiene l'assistenza ai detenuti.
Mi preme sottolineare altresì ai colleghi che attualmente i medici che prestano assistenza nelle carceri sono medici convenzionati, eccetto 8 alle Vallette, i quali sono strutturati. Quindi c'è una convenzione e non c'è stato quel passaggio che il decreto n. 230/99 prevedeva.
In sostanza, v'è la necessità di fare chiarezza e speriamo che i Ministeri competenti si decidano sollecitamente a fornirci le loro comunicazioni in materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Ringrazio l'Assessore per la risposta.
E' mia intenzione invitare l'Assessore D'Ambrosio in una delle visite che regolarmente faccio negli istituti di pena e nelle case circondariali della nostra Regione, non perché ritenga - e non mi pare che il tenore dell'interrogazione manifestasse questo - che esiste una responsabilità della Regione Piemonte rispetto all'andamento dell'assistenza sanitaria e farmaceutica nelle carceri, ma perché secondo me è necessario che anche sul piano della sanità carceraria - come su altri piani su cui siamo intervenuti, ad esempio con l'ultima legge finanziaria un emendamento importante ha accresciuto la dotazione organica di educatori per le carceri piemontesi - la Regione Piemonte sappia come vive la gente dentro le carceri e in generale come vive l'universo penitenziario in una situazione difficile di transizione come quella attuale, in cui una serie di interventi - ma non parlerò di questo - come i provvedimenti di clemenza non sono provvedimenti di clemenza, ma misure di emergenza rispetto alla situazione degli istituti di pena.
Per venire al merito dell'interrogazione, l'Assessore ha forse capito leggendo le note che gli hanno preparato gli uffici, che il carcere in Italia è il luogo dell'illegalità non semplicemente perché ci stanno coloro che delinquono, ma perché è il luogo in cui vengono violate sistematicamente tutte le leggi che dovrebbero disciplinarne il funzionamento. Sulla sanità, in particolare, il decreto del 1999, a cui si faceva riferimento, disegnava una riforma complessiva della medicina penitenziaria. So che su quella riforma vi furono contrasti anche molto forti; il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Conso, intervenne in difesa dell'autonomia della medicina penitenziaria, ma la prospettiva era quella della progressiva integrazione, non solo amministrativa ma anche funzionale, del personale sanitario penitenziario nei ruoli del SSN secondo una logica condivisibile: esistendo un unico servizio sanitario all'interno e all'esterno del carcere tutti i cittadini dovevano godere degli stessi diritti ed usufruire delle stesse prestazioni.
Temo che l'Assessore, semplicemente leggendo le note che gli hanno preparato gli uffici, abbia capito che così non è. Comunque si voglia giudicare questa discrepanza fra i dati riportati da Il Sole 24 Ore, che immagino abbiano una fonte nazionale del Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria, rispetto a quelli riferiti dall'Assessore, che penso abbiano una fonte locale (Provveditorato regionale delle carceri), un dato emerge con assoluta chiarezza: che sia poco più o poco meno di 3.000.000 di vecchie lire la spesa sanitaria pro capite per un cittadino detenuto nel nostro Paese, non c'è dubbio che negli anni in cui la spesa sanitaria per la generalità dei cittadini cresceva del 4, 5, 6% l'anno mediamente in tutta Italia, nelle carceri italiane la spesa sanitaria diminuiva del 5, 6 7% l'anno. Il problema non sono i cento euro in più o i cento euro in meno ma è il fatto all'interno del carcere vi è una tendenza della spesa sanitaria del tutto inversa a quella che si registra all'esterno. E io ho l'impressione che la Regione di questo dato debba innanzitutto avere contezza e debba farne tesoro per immaginare forme di iniziativa, anche semplicemente negoziale o - come dicono alcuni - concertata, rispetto all'Amministrazione penitenziaria circa il problema dell'assistenza sanitaria.
Dicevo, Assessore, se lei viene con me nelle carceri, lo troverà molto divertente, perché i carcerati si lamentano ovviamente sempre di tutto, in primo luogo del fatto di stare in galera. Tuttavia, negli ultimi due anni mi è capitato di notare e di registrare proteste crescenti sull'assenza di cure sanitarie, in particolare per la lentezza nell'accesso alle prestazioni specialistiche e in maniera drammatica rispetto ai di assistenza farmacologica. In carcere - e lei può parlare con tutti i direttori - la situazione è questa: i farmaci non ci sono, c'é un farmaco che serve quasi per tutto. C'è un modello da sanità di guerra, non da sanità di pace; non c'è un modello di servizio sanitario come quello che bene o male, i cittadini italiani, i cittadini piemontesi, hanno a disposizione al di fuori degli istituti di pena.
Su questo, la Regione dovrebbe riflettere: non si può applicare - mi scusi il termine - una contabilità della serva e capire se ci sono cento euro pro capite in più o in meno per i detenuti piemontesi. Si deve capire come procedere, ovviamente sentendo il Ministero e il Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria ed investendo in questo anche alcuni Parlamentari della nostra zona che hanno qualche potere rispetto alla materia (se non altro perché come sottosegretari hanno la delega sull'amministrazione penitenziaria): come si può saldare questo abisso che separa la sanità del carcere dalla sanità fuori dal carcere.
Non è un problema di casi singoli, è un problema sistemico. Se negli stessi anni in cui la spesa sanitaria per altri aumenta del 5% all'anno e per questi diminuisce del 5%, il problema non è organizzativo, ma politico (nelle politiche generali della spesa) e sistemico. Rispetto al problema dell'assistenza sanitaria in carcere c'è poca assistenza sanitaria, ma c'è molta vertenza sindacale e giudiziaria.
Il decreto n. 159 del 10 aprile 2002, che individuava personale operante negli istituti penitenziari (una sorta di pianta organica nazionale dei medici delle strutture penitenziarie) è stato attuato e si è scoperto che i medici non erano dipendenti, ma convenzionati. Il decreto è stato ritirato e i medici convenzionati, sulla base di un decreto fatto e poi ritirato, sono ricorsi al Giudice del Lavoro per essere integrati nei ruoli del servizio sanitario nazionale. La medicina penitenziaria, quindi produce questi effetti, ma non produce salute e sanità per i cittadini detenuti.
Al di là della risposta formale che acquisirò - per cui la ringrazio le chiederei di iniziare (come, per altro verso, sta iniziando a fare l'Assessore Cotto rispetto ai profili sociali ed assistenziali) una ricognizione sugli istituti di pena della nostra regione.
Se l'Assessore regionale alla sanità iniziasse a visitare qualche carcere, qualcosa, in piccolo ma in meglio, cambierebbe.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 1181 dei Consiglieri Bolla, Gallarini e Bussola inerente a "Patologia Labio-Palato"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1181, inerente a "Patologia Labio-Palato" presentata dai Consiglieri Bolla, Gallarini e Bussola.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore all'assistenza sanitaria

In relazione alle problematiche sollevate dai colleghi e sulla base della documentazione che questo Assessorato ha ottenuto dall'Azienda Sanitaria Ospedaliera OIRM S. Anna (dove c'è la maggior parte dei casi di bambini affetti da questa malformazione) si fa presente questo segue: I casi trattati nel periodo 1998-2001, suddivisi per provenienza regionale ed extraregionale, sono rispettivamente: 146 riferiti alla presa in carico regionale e 44 extraregionale, per un totale complessivo di 190 casi.
Il trattamento di queste malformazioni, che inizia dalla nascita e finisce nell'età adolescenziale, comporta, generalmente, per i pazienti 2 o più interventi chirurgici. Attualmente circa 500 pazienti sono seguiti nelle varie fasi del trattamento, con una media di 60 interventi chirurgici all'anno.
Esiste da tempo (anni 70) un team chirurgico per il trattamento delle labiopalatoschisci. Negli ultimi anni, parallelamente all'aumento delle attività e della tipologia di interventi chirurgici, il team è stato integrato con altri specialisti (ORL, Genetiste, Psicologhe, Logopediste).
L'Azienda, in considerazione della specializzazione richiesta nel trattamento delle malformazioni labiopalatine, ha ritenuto di attivare, a livello organizzativo, una unità operativa (struttura semplice) per gestire l'attuale attività e per meglio programmare l'evoluzione futura; ha inoltre avanzato la richiesta per il riconoscimento di struttura di riferimento regionale (che la Regione certamente accorderà).
Sono in fase di progettazione alcune iniziative per l'utilizzo delle nuove tecnologie in campo informativo, quali la creazione di un sito internet dedicato, la fondazione di una associazione che raccolga i familiari di pazienti affetti da labiopalatoschisi ed il rafforzamento della collaborazione con la Clinica Odontoiatrica dell'Università di Torino.
In applicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 luglio 1999 "Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni ed alle province autonome di Trento e Bolzano in materia di accertamenti utili alla diagnosi precoce delle malformazioni e di obbligatorietà del controllo per l'individuazione ed il tempestivo trattamento dell'ipotiroidismo congenito della fenilchetonuria e della fibrosi cistica", ed in applicazione del Decreto Ministeriale 16 luglio 1991, n. 349, Regolamento recante: "Modificazioni al certificato di assistenza al parto per la rilevazione dei dati di sanità pubblica e statistici di base relativi agli eventi di nascita, alla nati-mortalità ed ai nati affetti da malformazioni", la Regione Piemonte sta predisponendo la rete relativa all'Osservatorio Regionale delle malformazioni che comprende la patologia in oggetto.
Per quanto riguarda la partecipazione alla spesa per la patologia in oggetto, in Regione Piemonte si applica la normativa generale.
Per quanto attiene all'eventualità di costituire un nucleo di assistenza specifica, presente periodicamente nel territorio delle province piemontesi, e l'adozione di eventuali iniziative volte a ridurre i disagi e le spese a carico delle famiglie, ho avviato i necessari ulteriori approfondimenti in merito ai dati attualmente in nostro possesso, che dovranno essere integrati da quelli che proverranno dal costituendo osservatorio regionale.
In tal senso siamo ovviamente disponibili a svolgere una approfondita verifica e ad accogliere i suggerimenti che in merito proverranno dal territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bolla.



BOLLA Emilio

Ringrazio l'Assessore per la puntuale risposta all'interrogazione.
E' un argomento complesso, credo che la risposta abbia chiarito bene tutti i passaggi e l'impegno della Regione e dell'Assessorato alla sanità.
Un impegno notevole in questa direzione.
Vorrei ancora ringraziare, soprattutto l'Assessore, per l'impegno che si è assunto nell'ultima parte della risposta all'interrogazione, ossia il problema da noi sollevato, della costituzione di un nucleo di assistenza specifica itinerante, per venire incontro alle esigenze delle famiglie.
Chiudo il mio intervento ringraziando di nuovo e con la raccomandazione dell'impegno dell'Assessorato nella costituzione di questo nucleo specifico che raccolga le esigenze segnalate ai proponenti l'interrogazione.
Grazie, comunque, Assessore.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1728 dei Consiglieri Papandrea e Contu inerente a "Progetto per impianto di cogenerazione a Verrone (BI)"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1728, presentata dai Consiglieri Papandrea e Contu "Progetto per impianto di cogenerazione a Verrone (BI)".
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La società FENICE S.p.A., con sede in Rivoli, Cascine Vica, ha presentato alla Provincia di Biella, in data 8 aprile 2002, richiesta di autorizzazione alla realizzazione e all'esercizio di una piattaforma di trattamento rifiuti industriali con impianto di termodistruzione da realizzarsi nel Comune di Verrone, in Provincia di Biella. L'istanza è stata presentata ai sensi degli articoli 27 e 28 del Decreto legislativo 22/97.
La società FENICE aveva in precedenza ottenuto parere positivo di compatibilità ambientale con DEC/VIA/2213 dell'11 agosto 1995. La Provincia di Biella, previo parere del Ministero dell'Ambiente (nota n.
6122/VIA/A.o.13.i del 7 giugno 2002), ha richiesto un aggiornamento dello Studio di Impatto Ambientale, al fine di aggiornare il documento alle eventuali variazioni sopravvenute dalla data di emanazione del DEC/VIA/2213.
A seguito della presentazione delle integrazioni richieste, la Provincia di Biella, in data 3 luglio 2002, con nota n. 33623, ha avviato il procedimento amministrativo per la valutazione ex artt. 27 e 28 del D.lgs. 22/97.
Il Ministero dell'Ambiente, in data 1 agosto 2002, ha però richiesto la sospensione del procedimento in quanto, non essendo ancora pervenuto allo stesso Ministero l'aggiornamento richiesto dello Studio di Impatto Ambientale, questo non ha potuto ancora esprimere il proprio provvedimento.
La Provincia di Biella, con determinazione del Dirigente n. 3128 del 2 agosto 2002, ha quindi disposto la sospensione del procedimento ex artt. 27 e 28 del D.lgs. 22/97.
Circa l'ipotesi di costituzione di un "Parco letterario" che colleghi l'area protetta della Bessa e della Baraggia, interessando la zona di Verrone ove dovrebbe sorgere l'impianto, non si è in possesso di alcuna informazione; forse ci si riferisce alle proposte formulate dal Comune di Verrone e da Associazioni locali per l'istituzione di un'area protetta regionale ai sensi della legge regionale 22 marzo 1990, n. 12 (Legge quadro in materia di Aree protette), interessante proprio l'area ove è previsto l'impianto. Si tratta di un ampliamento della Riserva naturale orientata delle Baragge, che è in corso di valutazione da parte del Settore Pianificazione Aree protette; questo Settore ha affidato all'Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente l'incarico di effettuare una verifica e di produrre una apposita relazione.
Sulla base dei dati raccolti, che riconoscono un rilevante interesse naturalistico all'area in questione, è in corso di predisposizione uno specifico disegno di legge che proporrà l'ampliamento della Riserva naturale orientata delle Baragge in questo territorio. Questo in data 19 dicembre 2002. Il disegno di legge è all'attenzione del Consiglio e dei suoi organi; mi auguro che possa essere discusso al più presto.
Circa la procedura, possiamo aggiungere che la Provincia di Biella sta scandagliando a fondo la validità o meno di un Decreto VIA che risale a parecchi anni fa (1995). Noi abbiamo approvato la legge regionale n. 40/98 e abbiamo fissato un termine per i nostri provvedimenti, che non possono andare per più di cinque anni. La Provincia stava valutando con il Ministero se, per analogia, questa cosa possa valere anche in quel caso.
Quindi, è una questione molto seguita da un punto di vista istituzionale sociale, territoriale ed ambientale.
Naturalmente il Consiglio avrà un ruolo importante, qualora dovesse andare avanti l'ampliamento del Parco delle Baragge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per la replica.



PAPANDREA Rocco

Prendo atto della risposta dell'Assessore e chiedo se sia possibile avere la copia scritta.
Mi pare che i problemi sollevati facciano riscontrare anche nell'Assessore una certa preoccupazione ed interesse. D'altro canto questo è un problema estremamente sentito nel Biellese e che ha provocato molte prese di posizioni sia istituzionali sia della popolazione. Mi sembra logico che ci sia tutto questo interesse e invito la Regione, in qualche modo, ad agire secondo i criteri che si era data.
Anch'io credo che una VIA debba avere un termine, perché nel frattempo le condizioni possono modificarsi profondamente. Una VIA non solo di 5 anni fa, ma addirittura di otto anni fa, penso che necessiti assolutamente di essere rifatta e rivista per verificarne l'impatto con la realtà attuale.
Quindi credo che, da un punto di vista logico, non c'è dubbio che la Regione abbia ragione e il fatto che abbia introdotto nelle sue leggi quel limite evidentemente ha un senso. Mi parrebbe assurdo che dei cavilli tecnico-burocratici vadano a scontrarsi e a negare quella che invece dovrebbe essere la logica.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interpellanza n. 1769 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Inquinamento acustico nel Comune di Lombardore"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1769, presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea, cui risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Per completare il quadro circostanziato descritto nelle premesse dell'interpellanza, si è provveduto a sentire, per le vie brevi, il Comune di Lombardore e il Settore Beni Ambientali, quale ufficio regionale che richiese la documentazione fotografica citata, nonché chiarimenti in merito agli aspetti vincolistici che motivavano la richiesta di acquisire parere regionale. Quest'ultimo risulta infatti necessario qualora le opere da realizzare siano previste in aree vincolate.
Da tale ricerca di informazioni è emerso che nel maggio 2000 la Società Motor Park chiese al Comune il rilancio di concessione edilizia per realizzare barriere acustiche sulla scarpata boscata che congiunge la parte bassa della valle, in cui si trova l'autodromo, con la parte alta in cui è ubicata la via Vauda, sede delle abitazioni da tutelare.
Successivamente la Società Motor Park ha chiesto l'annullamento di detta domanda di concessione e, nel mese di ottobre 2001, ne ha presentata un'altra per la realizzazione di barriere acustiche nella zona alta. Quest'ultima concessione risulta al momento sospesa, in quanto subordinata al nullaosta dei proprietari dei terreni sui quali dovrebbero essere posizionate le barriere stesse.
Con riferimento al quesito posto dall'interpellanza in oggetto, va preliminarmente rilevato che ricade nella competenza del Comune di riferimento la gestione concreta delle situazioni di forte emissione acustica, con effetti localizzati in ambito locale, tra cui rientra sicuramente il circuito di Lombardore.
Il fondamento di questa impostazione si ravvisa sia nell'articolo 118 della Costituzione, così come novellato ai sensi della legge costituzionale 18/10/2001, n. 3, che espressamente attribuisce le funzioni amministrative in via primaria al Comune, secondo i noti principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione, sia nell'insieme della normativa regionale (vedasi legge regionale n. 52/2000 e legge statale DPR 3/4/2001, n. 304) che disciplina le emissioni sonore prodotte nello svolgimento delle attività motoristiche, che radica nel Comune funzioni amministrative di autorizzazione e, se del caso, di inibizione, in relazione allo svolgimento di attività rumorose. Con questa osservazione si vuole, innanzitutto, dirimere il paventato conflitto di competenze tra Regione, Provincia e Comune, per risolvere la situazione in oggetto.
Invero, alla luce delle considerazioni che precedono può fondatamente affermarsi che, in difetto di una rilevanza regionale o provinciale delle emissioni acustiche in oggetto, spetta all'autonomia comunale adottare i provvedimenti amministrativi più idonei e contemperare il diritto alla libertà di iniziativa economica dei titolari del circuito di Lombardore con il diritto alla salute acustica degli abitanti confinanti con detto circuito. Ciò, in omaggio al principio secondo cui destinatario di tutte le attribuzioni amministrative è tendenzialmente il Comune, avviene in un quadro normativo non a caso definito municipalismo di esecuzione, fatta eccezione che per le funzioni che richiedono un esercizio a livello provinciale o regionale. A tal proposito si ribadisce che la tipologia e la localizzazione delle emissioni acustiche in oggetto esclude una competenza in termini giuridici, della Regione Piemonte.
Sotto il profilo tecnico è auspicabile la predisposizione di un piano di risanamento, redatto da tecnico riconosciuto competente in acustica ambientale ai sensi dell'articolo 2 della legge 447/95, fondato su presupposti oggettivi e da cui emergano chiaramente: i livelli sonori emessi dall'autodromo presso i ricettori disturbati; le caratteristiche tecniche delle opere di mitigazione previste; nonché i livelli sonori garantiti dopo l'esecuzione di tali opere.
In sostanza, visto che l'interrogazione mirava a definire determinate competenze, vorrei ricordare che con la legge regionale abbiamo scandito nel tempo sia l'adozione del piano regolatore acustico (che fa parte del piano regolatore) sia i piani di risanamento.
Secondo noi, quindi, occorrerebbe procedere su questa strada.
Le attività relativamente ai circuiti di questo tipo sono rumorose per definizione. C'è tutta una storia di anni, qui non ricordata, con alterne vicende e alterni pronunciamenti a elle varie autorità in precedenza competenti, quindi è una situazione che va monitorata e tenuta sotto controllo per vedere, in primis, se è possibile una compatibilità con la salute acustica dei cittadini; in secundis, qualora non fosse perseguibile né con provvedimenti relativi alla competenza diretta comunale, né con i piani di risanamento, procedere con ovviamente un provvedimento più idoneodi diniego.
qualora non fosse possibile garantire.
Posso assicurare, comunque, che si tratta di una vicenda che l'ARPA sta tenendo sotto osservazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per la replica; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

E' evidente, rispetto alle ultime considerazioni espresse dall'Assessore, che esiste un problema di salute acustica dei cittadini altrimenti difficilmente sarebbero statei messei in campo iniziativei per attenuarle. Si scelgono ; iniziative, che prima si decidono, poi si modificano, , poi si procede va avanti con ulteriori modifiche in attesa che esse vengano accolte e valutate, ma nel frattempo non si è fatto nulla.
Il problema, comunque, sussiste (possiamo renderci conto tutti della rumorosità o meno di questo tipo di attività) e sonopresumo che siano eventi che si ripetono con una determinata frequenza:; non è come un concerto che si ripete una volta all'anno in diverseogni anno in una località, ma è un qualcosa con caratteristiche più continuative di esercizio. Questo, secondo me, crea problemi, soprattutto: sia di controllo sia problemi se, in attesa di svolgereche opere necessarie vengano svolto questa situazionela cosa prosegue. D'altro canto, non siamoci troviamo di fronte ad una strada rumorosa maperò obbligata (, per cui ci sono interessi superiori che impediscono il blocco della strada medesima), ma siamo. Siamo di fronte ad un tipo di attività ludica, quindi mi pare che possa, a fronte di una non soluzione dei problemi, possa essere anche momentaneamente interrotta. Credo che la Regione debba valutare attentamente , dentro le proprie competenze, un'ipotesi di questo genere.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il sindacato ispettivo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Chiederei,, a nome della maggioranza, dato che sulabbiamo un provvedimento importante oggi all'attenzione dell'aula sul quale vi è qualcheuna convergenza verificata in Commissione, da un lato, e dalla non presentazione di emendamenti dall'altra, trattandosi di un provvedimento urgente, già scaduto e sollecitato anche da altre Amministrazioni (Province e Comuni), riguardante il disegno di legge n. 442: "Disposizioni in materia di autorizzazione agli scarichi delle acque reflue domestiche e modifica alla L.R. 30 aprile 1996, n. 22: 'Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee".
L'Assessore Cavallera ha chiesto al Consiglio regionale e ai colleghi della Giunta di poter trattare questo punto all'o.d.g., che potrebbe essere approvato rapidamente, anche perché nel pomeriggio l'Assessore è impegnato a Roma.



PRESIDENTE

L'Aula acconsente. Procediamo pertanto all'esame di questo punto all'o.d.g.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame disegno di legge n. 442 "Disposizioni in materia di autorizzazione agli scarichi delle acque reflue domestiche"


PRESIDENTE

Passiamo, pertanto, all'esame del disegno di legge n. 442, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Informo che, nella seduta del 17 gennaio 2003, la V Commissione ha approvato a maggioranza il disegno di legge n. 442. Erano presenti i Gruppi: Forza Italia, AN, DS, Rifondazione Comunista, CDU-PPE. Hanno espresso voto favorevole i Gruppi: Forza Italia, AN CDU-PPE; non ha partecipato alla votazione il Gruppo di Rifondazione Comunista; si è astenuto il Gruppo dei DS. E' stata nominata relatrice la Consigliera D'Onofrio, che ha pertanto la parola.



D'ONOFRIO Patrizia, relatrice

Il disegno di legge n. 442 è stato presentato dalla Giunta regionale il 7 agosto 2002. Il provvedimento è scaturito dall'esigenza di superare le difficoltà emerse nell'attuazione delle normative in materia di autorizzazioni nel settore delle acque.
La V Commissione, considerate le finalità del disegno di legge e preso atto delle ragioni dell'urgenza, ha svolto con sollecitudine le consultazioni con i soggetti interessati.
L'articolato, inizialmente volto a consentire la regolarizzazione delle posizioni dei titolari di scarichi di acque reflue domestiche non recapitanti in reti fognarie attraverso una proroga di diciotto mesi per la presentazione delle domande di autorizzazione e al proseguimento del processo di adeguamento alla disciplina dettata dal decreto legislativo 152/1999 in tema di tutela delle acque dall'inquinamento, è stato arricchito da una serie di modifiche alla normativa regionale sulle acque sotterranee.
Durante i lavori, inoltre, è emersa la necessità, dettata da esigenze di tecnica legislativa, di apportare alcune modifiche al provvedimento.
Anche a seguito delle memorie presentate, sono stati predisposti una serie di emendamenti finalizzati a rendere i contenuti del provvedimento più chiari e di facile applicazione. Tali emendamenti sono stati dettati anche dalla necessità di apportare modifiche alla legge regionale 30 aprile 1996 n. 22 in materia di ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee, in considerazione dell'evoluzione normativa e tecnico-scientifica della materia.
Le modifiche introdotte hanno riguardato: l'introduzione di un articolo sulle finalità che vengono individuate nella regolamentazione in tema di autorizzazioni, nell'attuazione dell'istituto del rinnovo tacito e nelle modifiche alla legge regionale 22/1996 (articolo 1) l'introduzione dell'istituto dell'autorizzazione provvisoria dedicato all'inapplicabilità delle sanzioni per disciplinare il regime transitorio (articolo 2) la previsione di apposita norma destinata alla modulistica predisposta dalla Giunta per la presentazione delle domande; ciò al fine di semplificare le fasi di applicazione della normativa (articolo 3) l'inserimento di un comma aggiuntivo in tema di rinnova tacito, che richiama la disciplina del decreto legislativo 372/1999 per l'autorizzazione preventiva integrata (articolo 4); l'aggiunta di alcuni articoli comprendenti una serie di modifiche alla legge regionale n.
22/1996, in tema di definizioni delle acque, che renderanno più agevole e uniforme l'interpretazione e l'applicazione delle norme da parte degli amministratori locali, segretari comunali e tecnici preposti; con questi ultimi emendamenti si è inteso tradurre in termini normativi la più articolata situazione idrogeologica delineatasi a seguito degli studi sulla progettazione della Rete di monitoraggio delle acque sotterranee che vengono così a distinguersi in acque sorgive, falda freatica (superficiale) e falda profonda (articolo 5-8) l'introduzione di un articolo dedicato alle abrogazioni, determinata da esigenze di pulizia normativa (articolo 9) In conseguenza delle modifiche apportate, il testo del provvedimento è stato suddiviso in quattro capi: disposizioni generali, scarichi delle acque reflue domestiche, modifiche alla legge regionale 22/1999, norme finali. Inoltre, sono stati coordinati il titolo e le rubriche degli articoli per renderli conformi alla disciplina contenuta nel provvedimento.
Il disegno di legge n. 442 è stato licenziato a maggioranza nella seduta del 17 gennaio 2003 e se ne raccomanda ora un sollecito esame da parte dell'Assemblea.



PRESIDENTE

Se non vi sono interventi di carattere generale, esaminiamo l'articolato di tale provvedimento.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull' articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Emendamento (aggiuntivo) 8 bis.1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: dopo l'articolo 8 inserire il seguente: "Articolo 8 bis (Modifiche all'articolo 13 della legge regionale n..
22/1996) 1. L'articolo 13 della legge regionale n. 22/1996 è sostituito dal seguente: 'Articolo. 13 (Sanzioni amministrative) 1. In caso di inosservanza delle norme regionali in materia di ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee, si applicano le seguenti sanzioni amministrative, in relazione alle sottoindicate violazioni: a) euro 500 in caso di uso domestico eccedente i quantitativi previsti b) da euro 3.000 a euro 10.000 per chiunque costruisca un'opera di captazione senza la prescritta autorizzazione o concessione c) da euro 3.000 a euro 10.000 in caso di inosservanza dell'obbligo di chiusura definitiva del pozzo d) da euro 2.500 a euro 10.000 qualora non si osservino le prescrizioni sancite nel disciplinare di concessione; la stessa sanzione si applica nel caso di dichiarazioni infedeli e) da euro 1000 a euro 5.000 per ogni altra violazione della disciplina regionale.
2. All'accertamento delle violazioni provvedono le Province, gli organi di polizia urbana e rurale dei Comuni, nonché gli altri organi previsti dalla normativa vigente in materia di sanzioni amministrative".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

Grazie, Presidente. Il responsabile della nostra direzione mi ha fatto presente un particolare: nella formulazione della norma non abbiamo citato la legge regionale n. 61, che prevede che alcune normative siano introdotte per Regolamento. Pertanto, se lasciassimo la norma così com'è, le sanzioni sarebbero riferibili solo alla legge n. 22 e non all'intero corpo normativo delle acque. A questo punto, abbiamo formulato un emendamento che estende la sanzionabilità a tutto il corpo normativo riferito alle acque, sia di tipo legislativo sia di tipo regolamentare. Penso che l'emendamento sia stato riprodotto e fotocopiato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento aggiuntivo 8 bis.1).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 (diventa articolo 10) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 9, che diventa articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 (diventa articolo 11) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 10, che diventa articolo 11.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Bolla per dichiarazione di voto.



BOLLA Emilio

Grazie, Presidente.
Intervengo per annunciare il voto favorevole del nostro Gruppo, ma anche per esprimere la soddisfazione per la discussione svolta e per l'approvazione del provvedimento che riguarda le disposizioni in materia di autorizzazione agli scarichi delle acque reflue domestiche. In questi ultimi tempi, infatti, è stato un problema dibattuto e devo dare atto all'Assessorato, al Direttore De Giorgio e a tutta la struttura di avere affrontato in modo adeguato la problematica.
Con questo provvedimento abbiamo contribuito a far chiarezza sulle incertezze che erano sorte in passato, da parte dei cittadini e degli Enti locali, nell'applicazione della normativa. Ritengo che sia un passaggio importante e vi ringrazio per aver presentato questo disegno di legge.
Esprimo, quindi, piena soddisfazione per l'approvazione di questo disegno di legge. È un passo importante, del quale potranno usufruire soprattutto gli Enti locali che si trovano a gestire la materia.
Annuncio il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera D'Onofrio per dichiarazione di voto.



D'ONOFRIO Patrizia

Annuncio il voto favorevole del Gruppo Alleanza Nazionale su questa proposta di legge, nata, come ribadivo poc'anzi, dall'esigenza di superare le difficoltà emerse nell'attuazione delle normative in materia di autorizzazione nel settore delle acque.
Questa legge, una volta approvata, offrirà un notevole beneficio all'utenza, riducendo le incombenze necessarie all'ottenimento dell'autorizzazione allo scarico di tali reflui. Conseguentemente diminuiranno i carichi di lavoro per le amministrazioni comunali e, in via secondaria, anche per quelle provinciali.
Esprimo soddisfazione e ribadisco il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 23 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 384: "Ratifica deliberazione Giunta regionale n. 66-8308 del 27 gennaio 2003 'Legge 67/1998, articolo 20, II fase - rimodulazione accordo di programma in materia di sanità. Approvazione con i poteri del Consiglio regionale ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto'"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 384, di cui al punto 3) all'o.d.g..
La parola all'Assessore D'Ambrosio per l'illustrazione del provvedimento.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

La delibera di Giunta regionale n. 66-8308 del 27 gennaio 2003 è stata assunta con i poteri del Consiglio, in quanto il Ministero della Sanità sollecitava la rimodulazione e l'aggiornamento eventuale delle opere previste nell'elenco sottoscritte in sede di accordo di programma Stato Regioni il 06 settembre 2000, che faceva riferimento alla delibera del Consiglio regionale n. 440 del 16/09/1997.
riportata l'elencazione degli interventi ASL per ASL, con affianco una nota approvata dalla maggioranza in IV Commissione dalla quale si evincono le opere che sono rimaste invariate e quelle che sono state modificate per motivi vari.
Presidente, non so se iniziare dall'ASL n. 1 e proseguire fino all'ultima.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma non ho sentito la sua domanda.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Stavo chiedendo se procedere elencando le singole opere ASL per ASL.



PRESIDENTE

Direi che è superfluo, visto che si tratta di questione ampiamente dibattuta in Commissione. Se siete d'accordo l'Assessore potrebbe fare una sintesi.



(Commenti della Consigliera Manica fuori microfono)



PRESIDENTE

Non intendevo assolutamente sminuire l'importanza del provvedimento Consigliera Manica. Intendevo agevolare i lavori d'aula concedendo maggior spazio agli interventi. Perlomeno questa mi sembrava una posizione corretta e di rilievo rispetto alla valorizzazione e al ruolo del Consigliere.
Assessore, direi di proseguire con un sunto. Se i colleghi vorranno interagire, lo faranno nella discussione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Per alcune Aziende Sanitarie Ospedaliere il Ministero ha richiesto una specifica dettagliata. Si tratta, dunque, semplicemente di un dettaglio che prima non era indicato.
Per altre ASL, invece, vi è stata una variazione della proposta iniziale.



PRESIDENTE

Colleghi, consentiamo all'Assessore di intervenire in un clima più sereno. Vi pregherei, quindi, di abbassare il tono di voce.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Presidente e cortesi colleghi, direi di procedere in questo modo laddove non sono state apportate modifiche, mentre entrerò nel dettaglio qualora vi sono state variazioni, spiegandone i motivi.



PRESIDENTE

Direi di procedere alla distribuzione del testo del provvedimento.
Prego Assessore D'Ambrosio, prosegua con l'illustrazione della relazione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Vi leggo nel numero d'ordine l'accordo di programma: il n. 1 riguarda l'oftalmico e non cambia; il n. 2, relativo al San Giovanni Battista, non cambia; il n. 3 attiene al Dipartimento di Salute Mentale e Poliambulatorio (costruzione di un fabbricato su area ex Saint Gobain per destinarlo a sede di nuovi servizi del D.S.M. e Poliambulatorio), che cambia passando da iniziali 3.669.942,72 euro a 4.596.466,40. Con la redazione del computo metrico del progetto esecutivo, l'importo complementare è stato, come si evidenzia, aumentato di 1.253.533 euro perché nel progetto iniziale non era stata inserita la realizzazione dell'impianto di condizionamento d'area. Questo punto è stato modificato con delibera di Giunta n..1176949 del 5/8/2002 e il progetto esecutivo è stato approvato con decreto del Ministero della Salute del 9/8/2002.
Anche il punto 4 cambia, relativamente all'Ospedale Martini, per quanto riguarda la ristrutturazione, ampliamento e adeguamento a norme di sicurezza e umanizzazione delle degenze, ricovero degenze ordinarie in day hospital, day surgery, attrezzatura intramoenia, razionalizzazione dei percorsi. L'ASL 2 ha previsto un progetto che ricomprende anche i finanziamenti previsti per l'intramoenia, assegnati inizialmente con delibera di Giunta del 27/5/2002, ammontanti a euro 5.345.378. L'importo del progetto è stato rimodulato relativamente agli altri finanziamenti (fondi propri e fondi intramoenia), per cui nel complesso è stato aumentato di euro 4.743.000. La delibera a cui si fa riferimento è la n. 1176949 del 5/8/2002.
Punto n. 5: Presidio Ospedaliero Maria Vittoria - ASL 3. Anche qui cambia, perché passiamo da 4.994.138,21 euro a 9.037.995,73 euro. Al riguardo, debbo fare una piccola cronistoria. Con delibera di Giunta del 5/8/2002 l'importo del progetto era stato ridotto a euro 8.000.0004, in quanto nella delibera di Consiglio regionale del 16/9/1997 vi era incluso erroneamente anche l'importo relativo al primo triennio dell' articolo 20 legge n. 67/88. Rispetto all'accordo di programma, diminuiscono i fondi propri (per la precisione, il mutuo diminuisce di 1.000.033 euro); rispetto alla delibera del Consiglio regionale del 1997, i lavori del secondo triennio aumentano della somma a carico dell'Azienda, quindi la somma in variazione è a carico dell'Azienda. Sempre per l'ASL 3 - Presidio Ospedaliero Maria Vittoria, c'è il completamento e la ristrutturazione dell'edificio esistente (ex Istituto di Riposo Marco Antonetto) per la realizzazione dei servizi di diagnostica strumentale: non cambia.
Passiamo all'ASL 4, dove c'è una variazione sostanziale, perché per quanto attiene il Presidio Giovanni Bosco vi è un incremento di fondi, in quanto l'ASL ha trasferito l'intervento precedentemente previsto sul Presidio Sanitario Einaudi sul Giovanni Bosco.
Per l'ASL 5, invece, sostanzialmente non cambia nulla sia per quanto riguarda Giaveno che per quanto riguarda il Poliambulatorio di Orbassano.
Anche per l'ASL 6 di Venaria non cambia niente.
Invece, per quanto riguarda il Presidio Ospedaliero di Ciriè, cambia.
L'Azienda ha ritenuto opportuno rimodulare gli interventi, approvando un progetto unico, comprendente anche fondi intramoenia per euro 3.029.019.
Rispetto all'accordo di programma, il progetto è aumentato dell'importo corrispondente ai fondi intramoenia, mentre rispetto alla delibera di Consiglio regionale, oltre ai fondi intramoenia, il progetto è anche aumentato di euro 836.000, finanziati con fondi aziendali.
Anche per quanto attiene il Poliambulatorio di Venaria, l'importo non cambia.
Invece il Presidio Ospedaliero di Chiasso - ASL 7 cambia lievemente perch per specifica richiesta da parte del Ministero della Salute, si è dovuto specificare, con numeri d'ordine ben distinti, quanto già previsto con unico oggetto e numero d'ordine. Rispetto alla delibera di Consiglio regionale del 1997, il progetto aumenta di euro 859.900, finanziati dall'Azienda.
Passo all'ASL 8 (Moncalieri, Chieri, Carmagnola). Per quanto riguarda il Presidio Ospedaliero Maggiore di Chieri, anche qui vi è una variazione: la prima modifica introdotta dalla delibera di Giunta regionale n. 3201 attiene alla richiesta del Ministero della Salute; si è dovuto specificare con numeri d'ordine ben distinti quanto già previsto con unico oggetto e numero d'ordine. Per quanto riguarda l'Ospedale Maggiore di Chieri, questo non cambia. Cambia invece l'importo per quanto riguarda il Presidio Ospedaliero di Moncalieri: vi è una modifica introdotta con delibera di Giunta n. 66 del 27/1/2003; il secondo lotto subisce un radicale cambiamento, poiché anziché un parziale aumento volumetrico delle degenze in parte a valle e in parte a monte del fabbricato storico, l'ASL ha previsto un ampliamento più razionale e funzionale, posizionato a monte del fabbricato storico. Debbo dire che molte di queste variazioni sono dovute al fatto che c'era una difficile via di accesso alla struttura, per cui erano insorte quelle complicazioni a livello del Pronto Soccorso addirittura c'era stato qualche intervento satirico, il "Gabibbo" andò a vedere questa situazione. Però - ripeto - la colpa non è stata solamente dell'Azienda, ma vi è stata una serie di situazioni per quanto riguarda le disposizioni date dal Comune e per quanto riguarda il Piano Regolatore stesso del Comune. Adesso, con questa variazione, si ovvia definitivamente a quello che era un inconveniente veramente grave. Per quanto riguarda il Presidio Ospedaliero San Lorenzo di Carmagnola, anche qui vi è una variazione, perché l'ASL ha deciso di rimodulare l'intervento distinguendo decisamente i due lotti di lavori, ritenendo di dare maggiore celerità all'inizio dei lavori del primo lotto, per l'importo modificato di 5.350.000 euro; la prima modifica introdotta con delibera di Giunta n. 3201 attiene alla richiesta del Ministero della Salute. Si è dovuto specificare altresì, con numeri d'ordine ben distinti quanto già previsto con unico oggetto e numero d'ordine. Quindi vi è la specificazione di quelli che sono stati i cambiamenti per l'Ospedale di Carmagnola.
Parco Sanitario di Nichelino: anche qui vi è stata una variazione soprattutto per quanto attiene il secondo lotto (siamo al numero d'ordine 21): una modifica apportata con deliberazione di Giunta 3/8/2001.
Lo sviluppo del progetto ha portato ad un aumento, della spesa prevista di lire 400 milioni, coperti dal bilancio dell'ASL. L'importo complessivo di progetto è ridimensionato in 7 miliardi 300 mila. La psichiatria di Chieri non cambia.
Per quanto riguarda l'ASL 9 di Ivrea, il Presidio Ospedaliero di Castellamonte cambia perché l'Azienda ha ritenuto opportuno sintetizzare la dicitura degli interventi non cambiando la finalità degli stessi. Rispetto alla deliberazione del Consiglio regionale del 1997, l'intervento aumenta di euro 15 milioni 493, finanziati con fondi aziendali.
All'ASL 10 di Pinerolo, invece, non cambia il progetto iniziale.
Anche per quanto attiene l'ASL 11 di Vercelli non cambia alcunché, soltanto che, come detto poc'anzi, c'era stata la richiesta del Ministero di specifica il tutto; per cui sono stati specificati ed evidenziati, sia con il numero d'ordine 26A-26B-26C-26D-26E-26F-26I-26M-26N, per arrivare poi a 27, Presidio Ospedaliero di Borgosesia, che cambia perché vi è una modifica, introdotta con una deliberazione di Giunta regionale del 6/8/2001, in cui viene corretto un errore materiale nell'importo del progetto: da 59 miliardi diventa, correttamente, 56 miliardi.
Per quanto riguarda il Presidio Ospedaliero San Giovanni Battista di Gattinara c'è una variazione, una modifica introdotta con deliberazione di Giunta del 6 agosto 2001, per specifica richiesta, da parte del Ministero della salute, si è dovuto specificare, con numeri d'ordine ben distinti quanto già previsto con un unico oggetto il numero d'ordine.
Anche per quanto riguarda l'ospedale Santhià c'è una variazione: una modifica introdotta con deliberazione di Giunta del 6 agosto 2001, per specifica richiesta, da parte del Ministero della salute, si è dovuto specificare, con numeri d'ordine ben distinti, quanto già previsto con un unico oggetto il numero d'ordine.
Presidio Ospedaliero di Biella, ASL 12, non cambia.
ASL 13 di Novara. Presidio di Borgomanero cambia.
A seguito della presentazione del progetto esecutivo, l'ASL 13 di Novara ha ridefinito il titolo del progetto e l'importo complessivo è passato da 7 milioni 746 mila euro a 10 milioni 500 mila, dove il maggior onere di euro 2 milioni 753 mila, è a carico dell'ASL stessa.
ASL 14 Verbania non cambia niente.
ASL 15 di Cuneo non c'è alcuna variazione.
ASL 16 di Mondovì non c'è alcuna variazione.
ASL 17 di Savigliano non c'è alcuna variazione; così come nessuna variazione, almeno per quanto attiene il finanziamento con l'articolo 20 della legge 67/1988, per quanto riguarda il Presidio di Alba-Bra.
Ieri sera la Giunta ha licenziato il tutto per complessivi 280 miliardi 579 milioni; per cui il piano finanziario dell'ospedale di Alba si è concretizzato in questa cifra, tra fondi avuti con l'articolo 20, fondi regionali e anticipazioni sulla deliberazione CIPE, ossia questi fondi per investimento che erano stati decisi, ma che verranno assegnati alla Regione a ottobre di quest'anno.
Per l'ospedale di Asti c'è una variazione dovuta alla specifica del tutto.
Non cambio ciò che era stato finanziato per l'ospedale di Nizza Monferrato mentre cambia per l'ospedale di Canelli. Questa modifica, introdotta con deliberazione di Giunta del 27 gennaio 2003, è dovuta al fatto che il Presidio di Canelli verrà riconvertito a Centro di Rieducazione Funzionale di secondo livello, da realizzarsi con i fondi INAIL. Molti di voi sanno che la legge 549/1995 permette, con fondi INAIL, queste variazioni, essendo l'INAIL che gestisce direttamente la struttura. Anche il finanziamento al Centro Psichiatrico di Nizza Monferrato non cambia.
Per quanto riguarda l'ASL 20 di Tortona, c'è un finanziamento che cambia in aumento, in quanto l'Azienda ha ritenuto opportuno rimodulare gli interventi accorpandone alcuni in un lotto unico. Non cambia la finalità già precedentemente individuata, così come non cambiano i vari lotti indicati con 47A-47B-47C.
Sempre per quanto riguarda l'ospedale di Tortona, il finanziamento rimane lo stesso per il Nuovo servizio di Endoscopia; Nuovo ingresso in aree esterne; Nuovo Servizio di Terapia Antalgica e Interventi di Umanizzazione.
A Casale Monferrato c'è una variazione: una modifica, introdotta con una deliberazione di Giunta del 3 agosto 2001, su richiesta del Ministero della salute si è dovuto specificare, con numeri d'ordine ben distinti, quanto già previsto con un unico oggetto il numero d'ordine. Contemporaneamente l'Azienda ha rimodulato gli interventi accorpandone alcune, introducendone di nuovi ed escludendo altri, ma sempre nell'ambito delle risorse assegnate.
C'è, quindi, la specificazione dei vari lotti, così come ci è stato richiesto dal Ministero.
Per quanto riguarda il Poliambulatorio del Distretto Sanitario di Moncalvo non c'è alcuna variazione; così come non c'è variazione per la messa a norma e ristrutturazione del Poliambulatorio di Casale Monferrato.
C'è, invece, una variazione per quanto riguarda il potenziamento ed ampliamento dei servizi ospedalieri di Casale; una modifica introdotta con deliberazione del 3 agosto 2001, su richiesta del Ministero della salute si è dovuto specificare i numeri d'ordine ben distinti, quanto già previsto con un unico oggetto il numero d'ordine. Quindi vedrete 53A-53B-53C (era tutto formulato con un unico d'ordine, adesso è stato specificato).
Ospedale San Giacomo di Novi Ligure (ASL 22), non cambia alcunché; così come non cambia per quanto attiene all'ospedale di Acqui Terme secondo lotto. Segue tutta la lunga serie di interventi per l'Ospedale San Giovanni Battista di Torino (le Molinette). Devo dire che tutte le opere di ristrutturazione ammontavano in una prima ipotesi a 108 miliardi. Però di questi 58 erano della Regione e 50 dovevano essere dell'Università. Dico dovevano, perché l'Università non ha contribuito in alcun modo, per il momento. Speriamo, se riusciranno ad avere le risorse, che possano contribuire con questi 50 miliardi.
Devo altresì sottolineare che ci sono lavori in corso per 24 miliardi alle Molinette 1, con la speranza che possa esserci in un periodo non lontano il Molinette 2, ma su questa partita avremo modo di discutere sicuramente in IV Commissione e in Consiglio. Sono elencati tutti i numeri d'ordine con gli eventuali stralci. Arriviamo così al numero d'ordine 56 b.20, mentre il 57 riguarda l'Azienda ospedaliera di Cuneo, dove non cambia alcunché, così come non cambia il finanziamento per il Sant'Antonio e Biagio di Alessandria e per il Celsere Arrigo, cioè la struttura pediatrica di Alessandria.
Per quanto attiene all'Azienda Ospedaliera CTO, c'è una variazione. Per specifica richiesta del Ministero della Salute, si è dovuto specificare con i numeri d'ordine, anche qui ben distinti, quanto già previsto con un unico oggetto e numero d'ordine. Quindi, sostanzialmente non cambia niente rispetto a quanto era stato approvato con la deliberazione del 97, anche se ci sono numeri d'ordine diversi.
Arriviamo al n. 61. Anche per quanto attiene al Maria Vittoria, c'è una variazione per specifica richiesta del Ministero della Salute. Si è dovuto specificare con numeri d'ordine ben distinti quanto previsto con unico oggetto.
In merito al numero d'ordine 63, riguardante l'Azienda Ospedaliera OIRM Sant'Anna, c'è una variazione per i seguenti motivi: c'è, innanzitutto, la richiesta del Ministero della Salute per la specificazione dei vari passaggi. Inoltre, c'è una modificazione apportata con deliberazione di Giunta regionale del 3/8/2001: si è escluso l'intervento di via Zuretti che è stato finanziato con 450 milioni. Infine, c'è una variazione anche per quanto riguarda la ristrutturazione della palazzina Avis, che ora ha preso il nome di edificio Carl Marx (non sta a me dire chi ha proposto il nome e quant'altro). Il tutto è stato ridotto di 185 milioni, che sono per stati aggiunti al progetto relativo al laboratorio delle analisi del Presidio ospedaliero del Sant'Anna.
Siamo al numero d'ordine 64, che riguarda l'Azienda Ospedaliera San Luigi di Orbassano, e dove c'è una variazione. Sempre per specifica richiesta del Ministero, c'è stata una variazione del numero d'ordine e si è ridotto l'importo degli interventi di euro 3.150.387, in quanto l'Azienda non riesce a stipulare mutui. Su questa dichiarazione, c'è stato un dibattito in IV Commissione. Devo far presente che le Aziende possono accendere mutui soltanto sul 15% delle entrate proprie, per cui l'Azienda non aveva ulteriori possibilità, avendo già utilizzato la percentuale prevista.
Siamo ora all'Azienda Ospedaliera Maggiore della Carità di Novara. Anche qui c'è una variazione. Rispetto all'Accordo di Programma, l'importo del progetto è aumentato di Euro 3.356.000 derivanti, per Euro 883.000, da fondi della legge n. 135/90 e, per Euro 2.473.394, da fondi dell'ASL mediante alienazione di immobili.
Anche per quanto riguarda i finanziamenti all'Ordine Mauriziano c'è una variazione, sia per quanto riguarda le esplicitazioni con numeri d'ordine specifici voluti dal Ministero, sia rispetto all'Accordo di Programma. Gli interventi sono stati rimodulati e, nella globalità, l'importo è aumentato di euro 663.647 a carico dell'Ordine stesso.
Rispetto alla deliberazione del Consiglio Regionale del 1997, è aumentato di Euro 6.456.227 l'importo a carico dell'Ordine. Infine, c'è stato un nuovo inserimento per quanto riguarda l'ospedale Evangelico Valdese di Torino. Inizialmente, lo Stato aveva addirittura detto che non si poteva finanziare, ma successivamente per questa struttura, con nota ulteriore, è stato assicurato il finanziamento; l'importo complessivo è di Euro 7.850.144.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Pur non considerando particolarmente importante il mio intervento vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula, perché questo provvedimento rappresenta un investimento complessivo della Regione Piemonte per 1200 miliardi. Si tratta quindi di una cifra di tutto rispetto, e soprattutto riguarda un elemento di pianificazione estremamente importante.
Il provvedimento riguarda la pianificazione degli strumenti operativi per il Piano sanitario, in particolare dell'edilizia ospedaliera. In proposito, occorre fare una serie di annotazioni. Non si tratta, com'è stato detto dall'Assessore, di cambiamenti di piccole dimensioni.
Addirittura, l'Assessore ha detto che per l'ASL 5 praticamente non cambia nulla. Invece l'ASL 5 è proprio quella in cui avvengono cambiamenti di grosso spessore.
In particolare, voglio sottolineare che per quanto riguarda l'Ospedale Civile di Susa il progetto è stato ridimensionato per quasi 3 miliardi perché l'Azienda non è riuscita ad alienare degli immobili. Quindi, questa deliberazione, che sembra di poco spessore e che è accolta nella totale indifferenza dell'Aula, richiama invece grandi questioni. Richiama, ad esempio, la questione dell'incapacità da parte delle Aziende di alienare gli immobili, perché siamo in presenza di un'alienazione che doveva già essere fatta da circa 6 anni. E' un'alienazione anche piuttosto modesta perché si parla di 2 miliardi e 800 milioni, che però non è riuscita a concretizzarsi, con il risultato che per quanto riguarda il Presidio ospedaliero dell'Ospedale Civile di Susa, l'intervento è ridotto per pari cifra.
Se teniamo presente che l'alienazione degli immobili aveva un grosso rilievo sulla questione del mega mutuo, le cifre non dovevano essere coperte dalle aziende sanitarie tagliando i servizi, ma con le alienazioni.
Le difficoltà oggettive relativamente alle alienazioni, le possiamo constatare in questo prospetto, in particolare per l'ospedale di Susa: si ha la verifica puntuale di come le aziende sanitarie si trovino in una situazione di estrema difficoltà e di come siano costrette a ridurre notevolmente i servizi.
Si evidenzia in modo particolare - direi vergognoso - come l'ospedale San Luigi di Orbassano non riesca a contribuire alla propria ristrutturazione, non essendo nelle condizioni di accendere un mutuo di 6 miliardi e 400 milioni, avendo ormai ha esaurito la propria capacità di esposizione nei confronti delle banche.
Questo è un fatto gravissimo. Il San Luigi di Orbassano non è un ospedale qualunque, è un'azienda sanitaria ospedaliera di rilievo nazionale. Siamo in presenza di un'azienda sanitaria ospedaliera di rilievo che non riesce ad accendere un mutuo di 6 miliardi 400 milioni avendo esaurito la propria capacità di esposizione.
Durante la discussione, per me dolorosa da ricordare, del mega mutuo si assicurava che nulla sarebbe cambiato per le aziende. Oggi ci troviamo con la "prova provata", non solo dei tagli ai servizi (che tutti i cittadini comuni, che quindi non godono di percorsi preferenziali, possono constatare quando vedono allungarsi i tempi di attesa) ma delle enormi difficoltà in cui si trovano le aziende sanitarie.
Il provvedimento, tra altro, non è di tipo burocratico in cui i cambiamenti sono marginali, si tratta di interventi di grande spessore. In molti casi si tratta di contrazioni di servizi tutt'altro che trascurabili.
Per quanto riguarda l'ospedale di Carmagnola, ad esempio, si è deciso di non realizzare l'ampliamento di un intero piano. Potremmo citare altri interventi del genere che stati eliminati - ad esempio Luigi Einaudi dell'ASL 4 di Torino - senza interpellare le Conferenze dei Sindaci. E' un fatto estremamente grave che fa saltare tutti i meccanismi di programmazione.
Ci sono, inoltre, elementi "eleganti", come l'ospedale di Moncalieri dove nel giro di pochi anni si interviene tre volte per il pronto soccorso: prima è stato tacconato, poi spostato in un area dove è accaduto l'episodio del "Gabibbo" (le ambulanze, in pratica, non riuscivano ad entrare nella porta di acceso del pronto soccorso e ricordo che il Consigliere Caracciolo aveva presentato un'interpellanza sul punto) ed ora si interviene di nuovo per modificarlo. Questo dimostra un difetto generale di programmazione.
Giungo, infine, alla questione di merito di fondo che c'è dietro tutto questo. Con i fondi dell'ex articolo 20 abbiamo sprecato l'opportunità di fare scelte programmatorie per l'edilizia sanitaria e per gli strumenti.
Purtroppo, queste scelte sono avvenute in assenza del vecchio piano sanitario, e senza neanche delinearne le linee generale, con il risultato di spendere soldi a pioggia - e continuano ad essere spesi - per presidi ospedalieri con un futuro incerto che in alcuni casi saranno chiusi, perch antieconomici ed insicuri.
Infine, mancano risorse per interventi qualificanti, come la valorizzazione del San Luigi di Orbassano o dell'Unità Spinale Unipolare da realizzare davanti al CTO.
La domanda é una sola: c'è un difetto di intelligenza nella programmazione, oppure c'é un disegno perverso che vuole mettere le aziende sanitarie in enorme difficoltà per essere costrette a rivolgersi al privato, come avviene per l'Unità Spinale Unipolare? Per quest'ultima si parla di una cifra modesta: 25 miliardi che, uniti alle risorse del Toroc, ci permetterebbero di realizzare questa struttura con denaro pubblico senza consegnare una funzione strategica al privato e senza vincolarsi con un global service all'infinito.
In questi giorni, Assessore, abbiamo esaminato il maxi emendamento sul piano sanitario regionale, ma ciò che emerge è la mancanza di un elemento fondamentale (mancano vari aspetti, ma questo in modo particolare): gli allegati, soprattutto quello di cui stiamo discutendo oggi: su quali edifici, su quali strutture sanitarie possiamo effettivamente contare? importante conoscere, nel momento di inizio di vigenza del piano sanitario quali saranno le strutture sanitarie su cui contare e quali saranno alla fine del piano sanitario. Non si deve vivere una situazione di incertezza in cui reparti, o interi ospedali, dovranno essere chiusi e non si sa se strutture di eccellenza potranno essere sviluppate.
Ultimo aspetto: se denaro ci dovesse essere per l'edilizia sanitaria ricordiamoci che con quello che costa un ospedale possiamo dotare tutti i distretti della Regione Piemonte di un poliambulatorio di eccellenza facendo nei fatti ciò che lei dice da tanto tempo e che non fa mai: spostare l'utenza dall'ospedale al territorio, vero meccanismo di razionalizzazione di contenimento delle spese senza tagliare servizi ai cittadini.



RIGGIO Angelino

DI BENEDETTO ALESSANDRO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Approfitto dell'intervento per formulare delle domande all'Assessore D'Ambrosio, non avendo fatto una disamina così attenta di tutti gli interventi previsti, mi limito a tre considerazioni.
Per quanto riguarda la prima considerazione: l'alienazione degli immobili è atto raccomandato, incentivato dalla Giunta regionale, e attraverso una liberatoria con una deliberazione di Giunta si consente alle ASL e alle ASO di vendere immobili - se non ricordo male - per importi fino a 200 milioni di vecchie lire. Questa è la prima domanda, possiamo far intervenire l'architetto in aiuto.
Questo è un problema e, qui, pongo un interrogativo: anche laddove la procedura è più certa, in relazione alla richiesta preventiva di autorizzazione della Giunta alla alienazione degli immobili, qual è il percorso che ha messo in campo la Giunta affinché non ci si trovi in presenza di una svendita generalizzata del proprio patrimonio immobiliare che certo impoverisce la capacità successiva di poter accedere ad altre forme di finanziamento per investire nei bisogni emergenti di quella ASL e di quella ASO? La prima questione che pongo concerne la certezza che noi abbiamo affinché dietro la vendita degli immobili non si determini una grossa speculazione edilizia ed immobiliare, per la quale i soliti noti possano fare incetta, senza colpo ferire, del patrimonio immobiliare, puntando sulla necessità dell'alienazione per fare cassa e per poter investire.
In merito alla seconda domanda, apprendiamo oggi che la capacità di accensione dei mutui, che avviene tramite una determinazione dirigenziale (mi pare di comprendere che una deliberazione di Giunta fissi il limite massimo del 15% delle entrate proprie), apre certamente, per certi aspetti un altro doveroso limite di salvaguardia e, per altri aspetti, pone gli interrogativi che molto bene ha posto il collega Riggio relativamente alla capacità delle ASL e delle ASO di accendere i mutui.
Il terzo punto concerne le priorità di spesa e gli investimenti. Con un grande fracasso e mediante un asse Regione-Comune (non mi ricordo se ci fosse anche la Provincia) è stata annunciata la costruzione della Cittadella della salute, che, se non ho compreso male, dovrebbe superare le Molinette, le quali, dal punto di vista delle caratteristiche delle infrastrutture e gli elevati costi di manutenzione, pongono seri problemi sulla tenuta in termini di costo-benefici in relazione agli interventi che vengono effettuati.
Assessore, in questa difficoltà in cui gli interventi assumono ben altra caratteristica di priorità, come giustifica che la Regione intervenga, mediante lo Stato (credo che l'Amministrazione abbia ampi margini di manovra circa la destinazione d'uso a questa o a quella ASL) con oltre sette miliardi di lire per la costruzione del parcheggio multipiano nel cortile delle Molinette? L'interrogativo che si pone è il seguente: quale logica sovrintende un'opera di pianificazione necessaria su un programma pluriennale di investimenti sul tema dell'edilizia sanitaria senza che ancora quest'Aula con cognizione di causa e con voto approvi il piano socio-sanitario? Mi aiuti a comprendere quale nesso esiste tra la programmazione sanitaria e il piano socio-sanitario, e la necessità del suo adeguamento.
C'è un intreccio tra questi due elementi o lo strumento della pianificazione e degli investimenti, unito allo strumento delle determinazioni dirigenziali, unito ad una gestione tutta esterna alla volontà espressa da questa Aula, attraverso la ratifica di un piano socio sanitario, di fatto esautora il Consiglio regionale, non essendo ben chiara la portata degli investimenti, in materia di edilizia sanitaria, e come questi siano coerenti con il piano socio-sanitario? In fase di approvazione del bilancio è successo di tutto un po'. Mi sembra che una parte dell'opposizione si sia messa in concorrenza con una prassi largamente collaudata della maggioranza andando sul territorio a promettere l'apertura di qualche nuovo ospedale. Pongo qui delle questioni di metodo, si tratta di riportare il confronto e l'assunzione delle decisioni nelle Commissioni competenti con necessariamente l'approdo al voto del Consiglio, che non è più rinviabile, Assessore, perché gli ospedali esistenti sul territorio rischiano di essere razionalizzati di moto proprio con atti dirigenziali, sbloccando magari i trasferimenti svuotando dall'interno i reparti, riducendo il numero dei letti, senza che quest'Aula abbia ben chiaro qual è il modello che l'Amministrazione ha deciso di mettere in campo, qual è la proposta che formula e che pone al giudizio e al voto dell'Aula in materia socio-sanitaria.
Assessore, queste sono le questioni. Il mio contributo certamente è stato molto sommario, perché non sono competente in materia, ma ho voluto richiamare un bisogno essenziale: sottoponga quanto prima all'Aula il piano socio-sanitario perché i provvedimenti di Giunta e l'assunzione della gestione di questa materia così delicata come la sanità da parte dell'esecutivo sta espropriando l'Assemblea elettiva di ogni prerogativa.
Tutto questo non è giusto. Voi rispondete all'elettorato e ai cittadini piemontesi dell'operato del vostro governo; i Consiglieri e i Gruppi che li rappresentano e i partiti dei quali sono espressione rispondono ai propri referenti sociali sulla capacità di condizionare quei piani, ma datecene la possibilità, non espropriate quest'Aula del potere, dell'incombenza e del ruolo che è dato in virtù delle leggi e del rispetto dovuto ai cittadini piemontesi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

I colleghi che mi hanno preceduto, in modo particolare il collega Riggio, che ho ascoltato soltanto nella parte finale, mi pare che abbiano fatto qualche riferimento puntuale per notare le contraddizioni di questa proposta. Io faccio soltanto una considerazione più che altro di tipo globale e di sistema per dare un giudizio complessivo sulla proposta che ci viene presentata.
Volevo soltanto svolgere una considerazione di tipo generale e di sistema, al di là dei casi specifici, perché la conclusione alla quale sono arrivato - per la verità, non è soltanto questo l'elemento che mi permette di arrivare alla conclusione, è una opinione che mi sono formulato da un po' di tempo a questa parte - viene confermata da questa deliberazione che modifica il precedente piano di edilizia sanitaria; credo che sia sufficiente il confronto, e immagino che i colleghi della maggioranza lo abbiano fatto, tra la deliberazione del piano di edilizia sanitaria assunta nel mese di agosto e quella che assumiamo oggi.
Il collega Cattaneo, che è anche imprenditore e che ogni tanto ci impartisce lezioni per non essere sufficientemente attenti a queste tematiche, soprattutto ci dice di essere un po' qualunquisti, si sarà reso conto che, confrontando queste due deliberazioni, la cultura della programmazione non esiste per l'edilizia sanitaria, non esiste neppure per la gestione, ma per quanto riguarda l'edilizia sanitaria questo è evidente.
D'altronde la deliberazione assunta ad agosto, collega Cattaneo, con il suo voto favorevole, aveva 70 e oltre interventi, con la modifica odierna mi pare che ne vengano modificati la metà, cioè, neppure in un anno, in 6 - 7 mesi, la Giunta regionale ci propone di cambiare alcuni interventi. E' sufficiente osservare la tabella, facciamo la somma tabella per tabella dove c'è scritto "cambia" e ci rendiamo conto che su 60 (il totale degli interventi del piano prima e ora erano 71), ne modifichiamo 33, ma non si tratta di modifiche formali. Mi pare che questo sia il numero, non so se è 32, ma la dimensione è questa: in sei mesi modifichiamo il Piano sanitario.
Non sono modifiche formali, ma sostanziali, che dimostrano innanzitutto come la Giunta regionale abbia autorizzato interventi di edilizia sanitaria su progetti sottostimati. Il problema era di partire per accontentare il più possibile la domanda, che è consistente, ma con risorse scarse.
E' stato deciso di finanziare molti interventi e oggi ci accorgiamo che i progetti erano sottostimati. Questo è il primo dato.
E' possibile che, nel giro di sei, sette mesi ci siano interventi come quello per il Maria Vittoria, da quattro a nove miliardi? Questo vuol dire che qualcuno (non so chi) ha preso delle decisioni, ma non so se i progetti siano stati verificati. Continuo a pensare che la Regione si adegui alle pressioni di carattere e di consenso politico per dire sì a tutto e che i funzionari, a loro volta, si adeguino alla pressione esistente da parte della struttura, senza compiere scelte significative e trascinando gli appalti per tanti anni.
C'è, poi, un problema che avevamo previsto e che la Commissione aveva indicato, relativamente alla parte corrente (ma emerge anche per la parte investimenti): le indicazioni che i direttori avevano fornito - il finanziamento di alcuni investimenti con la vendita di immobili - si stanno verificando come una possibilità impraticabile. Si tratta di una strada inesistente, perché la vendita degli immobili richiede tempo, ragionamento riflessione.
Leggendo attentamente questa proposta di deliberazione ci si pu rendere conto che, ad un certo punto, qualche direttore potrà dire: "Poich non riusciamo a vendere gli immobili, accendiamo un mutuo". A parte il fatto che occorre verificare - e non è stata data una dimostrazione - che le ASL possano accendere dei mutui, in ogni caso il mutuo ha un costo.
Pertanto, la scelta di vendita degli immobili che i direttori hanno compiuto, dandolo come dato certo, come riferimento nel quadro finanziario è irrealistica.
Ritengo che una Regione seria, che vuole controllare gli Assessori, nel momento in cui un direttore presenta un quadro finanziario, dicendo: "Finanzio quell'opera vendendo un immobile", qualche intervento lo debba fare. Spero che quel direttore conosca la procedura per vendere un immobile; saprà perfettamente se ci sono vincoli e dovrebbe sapere quali sono i tempi.
Quei direttori, dunque, hanno ingannato la Regione Piemonte, la quale modifica quei quadri finanziari perché ha subito un inganno. La Regione cioè, anziché reagire all'inganno, accetta pacificamente e magari confermerà quei direttori! Viene, poi, attuato un giochino: i direttori, sapendo di avere questa difficoltà, perché non sono riusciti a mantenere un impegno impossibile dicono che il progetto è stato esagerato e che lo si deve ridimensionare.
Dovrebbero esserci, quindi, dei progetti di ridimensionamento, dei progetti che vengono ridimensionati di un terzo o di un quarto, perché le nuove esigenze di carattere sanitario impongono una rivisitazione degli stessi.
E' così? Se è così, diteci quali sono i nuovi interventi di programmazione sanitaria della Regione! In realtà, i quadri finanziari erano imprecisi, irrealistici e, pertanto, i direttori hanno ridimensionato i progetti in base alle risorse esistenti.
Non è detto che queste scelte siano razionali. Razionalità nelle scelte significa che la Regione deve fare delle scelte: se un progetto era utile (e questo era considerato tale), lo si finanzia fino in fondo, magari rinunciando a finanziare altri interventi. Questo vuol dire fare scelte serie di programmazione! Il meccanismo che si instaura è questo: poiché non abbiamo venduto gli immobili, o si accende il mutuo o si ridimensionano gli interventi, per poi scoprire - penso di poterlo sottoscrivere, sicuramente lo sottoscriveranno anche altri colleghi - magari tra qualche mese che le indicazioni della Regione sono cambiate, per cui si fa la variante al Piano, la variante al progetto, una variante suppletiva e magari si introduce quello che non si intende fare oggi.
C'è, poi, un'altra indicazione: si spezzettano gli appalti perché le risorse non sono sufficienti, perché si pensa che un appalto unico non abbia senso. Si incomincia, quindi, con una parte e il resto si farà negli anni successivi, quando ci saranno le risorse! Questo è possibile, ma è serio fare edilizia sanitaria con questa modalità? E' serio immaginare che un ente appaltante debba avere come interlocutore parecchie imprese? Sappiamo tutti che sarebbe serio avere interlocutori unici, pertanto bisogna scegliere.
Ritengo che questa proposta di deliberazione sia la dimostrazione concreta che normalmente i progetti presentati sono imprecisi, che la scelta di finanziare attraverso la rete degli immobili sia una scelta impraticabile; c'è un'indicazione imprecisa di finanziamento attraverso mutui di opere.
Alla domanda posta in Commissione - "Può quell'ASL contrarre un mutuo?" è stato risposto: "No, questa è una questione che a noi non compete e che riguarda la parte finanziaria". Ma come? Parliamo sempre di Regione! Se qualcuno scrive di contrarre un mutuo, qualcun'altro dovrà pur verificare se è stato raccontato, ancora una volta, qualcosa di irrealistico! Ritengo, pertanto, che complessivamente questa proposta di deliberazione sia l'ennesima dimostrazione di un'incapacità di programmazione. Come conseguenza - ma del resto siamo abituati - ci ritroveremo con delle situazioni paradossali, sottostimate, come quella di Asti, dove l'Assessore continua a dire: "Ad aprile apriremo l'ospedale", e cose simili...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Io questo non l'ho detto...



SAITTA Antonio

Assessore, lei continua a sostenere molte cose e poi dice di non averle dette! Un giorno scopriremo le cose che ha raccontato e quelle che ha sempre negato...



(Commenti dell'Assessore D'Ambrosio)



SAITTA Antonio

Lei, ad Asti, ha detto che l'ospedale sarà aperto ad aprile. Mi dica che non è vero!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Io ad Asti non sono mai stato...



SAITTA Antonio

Lei ha fatto queste affermazioni! Lei continua a dire cose non vere! Questa, comunque, è la situazione: una modalità di gestione dell'edilizia sanitaria giorno per giorno, senza chiarezza, senza compiere scelte. L'indicazione data dall'Assessore è: cerchiamo di accontentare tutti, vediamo di vivere un po' alla giornata, compiamo delle scelte e poi faremo perizie suppletive e opere. Vedremo quante saranno completate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani.
Ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Gli interventi che mi hanno preceduto, non ultimo quello del collega Saitta, mi offrono lo spunto per evidenziare quanto siano fondate le preoccupazioni espresse. Si tratta di una delibera che in molti casi non solo non garantisce un criterio di programmazione degli interventi che vengono realizzati (fatto che, se vogliamo, fa il paio con tutta una serie di altri provvedimenti assunti in campo sanitario da codesta Giunta regionale, nonché da questo Assessore), ma dimostra che le risorse stanziate per realizzare alcuni presidi ospedalieri non sono assolutamente sufficienti. Per cui, verosimilmente, fra qualche settimana o fra qualche mese, ci troveremo di fronte al problema degli stanziamenti, che non ci consentiranno di realizzare le opere che qui abbiamo indicato, anche laddove la decisione di alcune Amministrazioni locali di riconvertire le strutture ospedaliere esistenti (mi riferisco, in questo caso, ad una parte della Provincia di Vercelli, che non è un mio collegio elettorale) avrebbe richiesto un'attenzione così forte da parte del Governo regionale da porre quei progetti nelle condizioni di avere subito tutti i finanziamenti necessari per realizzare le strutture previste in questa delibera. Sto parlando dell'ospedale di Borgo Sesia, Assessore D'Ambrosio.
Tale questione, collega Riggio, mi serve per dimostrare che avete ragione a sostenere che non vi è soltanto il rifiuto a considerare quegli interventi all'interno di un quadro di programmazione, ma vi è anche il fatto che le risorse che avete stanziato non sono sufficienti. Mi riferisco ad una provincia, ad una realtà nella quale gli amministratori, molti anni fa, assumendosi responsabilità impopolari, hanno deciso di chiudere alcuni ospedali, ad esempio quello di Varallo.
Sono passati otto anni e ancora oggi quella vicenda rappresenta un "libro dei sogni" aperto. Potremmo scrivere la storia di quella struttura ospedaliera: nove anni, un impegno dell'Amministrazione regionale per riconvertire quella struttura. Siamo nel 2003 e nell'ultimo incontro l'Assessore D'Ambrosio ha consegnato a quelle popolazioni un progetto che grida vendetta rispetto agli impegni assunti a suo tempo per quanto riguarda la struttura di Varallo. In ogni caso, era del tutto evidente che tale decisione implicava un forte impegno da parte dell'Amministrazione nel realizzare in quella vallata un nuovo presidio ospedaliero, per l'appunto l'ospedale di Borgo Sesia.
Sono previsti 59 miliardi di vecchie lire (29 milioni di euro). Il Direttore dell'ASL 11 di Vercelli, che, se non erro, sarà colui che dal punto di vista istituzionale gestirà tutta questa partita, ha dichiarato che ritiene tali risorse insufficienti per realizzare quella struttura ospedaliera.
Recentemente è stata adottata una delibera da parte di quell'ASL in cui si è deciso, in vista dell'elaborazione del progetto definitivo, di fare una serie di rilievi sotto il profilo idrogeologico, perché si ha la fondata preoccupazione che si stia costruendo una struttura ospedaliera su un terreno non dico inagibile, ma certo problematico e con moltissime criticità (falde e quant'altro).
Emergono, dunque, alcuni aspetti, come la fretta di fare le cose, di parlare ad una parte del proprio elettorato, di promettere comunque un ospedale (perché questo è un modo per tacitare il malcontento della popolazione visto che si deve chiudere una struttura a Varallo) per poi in corso d'opera, in mancanza di una visione programmatoria, scoprire alcuni problemi, quei problemi che si sarebbero dovuti affrontare per tempo se avessimo avuto la capacità di affrontare la questione all'interno di una logica di programmazione.
Approfitto di questa discussione per ricevere dall'Assessore alcune risposte agli interrogativi che vorrei porgli. Se quei rilievi - che peraltro qualcuno si era già permesso di suggerire qualche mese fa, quando si ritenne, invece, di non prendere in considerazione quei suggerimenti perché il problema era dimostrare che si faceva l'ospedale - dimostreranno che l'ospedale potrà essere fatto ma a costi elevatissimi (perché in questo Paese tutto si può fare, ma un conto è intervenire in un'area idonea, un conto è intervenire in un'area che idonea non è, prevedendo una serie interventi di consolidamento che non possono non avere un impatto fortissimo sui costi della struttura), chi pagherà per questo? Intanto i valsesiani, perché non sappiamo quando avranno l'ospedale.
In secondo luogo, chi pagherà per il fatto che abbiamo agito con tanta leggerezza promettendo un ospedale senza preoccuparci prima di capire se il terreno era idoneo per realizzarvi questa struttura? E ancora, come risolviamo il problema delle risorse, che avremmo dovuto affrontare per tempo se fossimo stati capaci di fare programmazione? Oggi diventa un problema che devo assolutamente affrontare in corso d'opera perché ho un costo, una variante che dev'essere fatta e che non può non avere un impatto sul costo di questa struttura. Vorrei delle risposte Assessore.
Il Direttore Scarabosio ha affermato che con quei soldi non è comunque possibile fare questo ospedale, e lo diceva prima ancora che emergesse il problema sotto il profilo idrogeologico, figuriamoci adesso, di fronte al fatto che lui stesso ha dovuto predisporre ulteriori rilievi perché si rende conto che è opportuno un approfondimento delle problematiche legate all'area sulla quale sorgerà la struttura.
Assessore D'Ambrosio, sono preoccupato per questo modo di procedere.
Hanno ragione i colleghi che hanno spiegato e documentato come questa delibera per un verso sia un elenco delle opere che sono necessarie e per un altro verso sia la dimostrazione che non vi è la volontà di fare una politica di programmazione sanitaria, ovvero decidere e indicare delle priorità, assumendosi le proprie responsabilità. Chi governa ha questo dovere. Quando lei farà l'oppositore potrà fare ciò che faccio io, ma al momento, poiché lei governa, avrebbe il dovere di assumersi le proprie responsabilità, dicendo dei "sì" e dei "no" ai cittadini piemontesi.
Vorrei, inoltre, che mi spiegaste nella fattispecie se queste risorse sono possibili, necessarie e adeguate per realizzare quella struttura e quali conseguenze eventualmente potrà avere sui costi di quell'ospedale la decisione che ha preso recentemente il Direttore di quella ASL di proseguire con una serie di altri approfondimenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Godio.



GODIO Gianluca

Grazie, Presidente.
Vorrei comprendere se, per l'ennesima volta, siamo di fronte ad un gioco delle parti o se invece si vuole dare un taglio diverso e aiutare a capire cosa ci propone tale delibera.
Questi 1.200 miliardi che vengono spesi o comunque programmati, mi pare che siano, di fatto, di sostegno alla sanità piemontese. Invece, per l'ennesima volta, ci troviamo di fronte ad un gioco delle parti, in una sorta di contraddizione.
Non riesco a comprendere, inoltre, il concetto che ha espresso il Consigliere Riggio, ribadito più volte anche in Commissione, quando fa riferimento al S. Luigi di Orbassano, che non ha più capacità di indebitamento.
Se fino a ieri abbiamo sempre discusso sul fatto che la spesa doveva essere gestita e tenuta sotto controllo, non vedo per quale motivo il S.
Luigi di Orbassano debba investire di più o accendere mutui maggiori nel momento in cui ha superato la propria capacità di indebitamento.
(Commenti del Consigliere Riggio fuori microfono)



GODIO Gianluca

Se c'è un parametro allegato per cui i mutui non possono essere accesi oltre il 15% delle proprie entrate, non vedo perché per il S. Luigi si deve applicare un criterio differente dalle altre ASL.
Di fatto, non comprendo neanche il concetto espresso dal collega Saitta, il quale addirittura accusa i funzionari di essere complici della politica. I politici tirano per la giacca la Giunta e l'Assessore, e di fatto i funzionari non sanno più come arrabattarsi nell'assecondare l'Assessore? Mi sembra che sia veramente un gioco strumentale, mi sembra veramente che si perda di vista quella che è la volontà del provvedimento.
Comunque, personalmente esprimo soddisfazione su questo provvedimento e invito anche a valutare quello che succede, ad esempio, nel mio territorio, quello che succede all'Ospedale di Borgomanero, perché per noi diventa fondamentale il completamento e il riordino del Dipartimento di Emergenza e Accettazione; diventa fondamentale sistemare in via definitiva i reparti di dialisi, di urologia, di radiologia, di servire meglio l'area tecnica, di attivare definitivamente la costruzione del nuovo DEA. Noi abbiamo la necessità di averlo, perché Borgomanero è un Ospedale di secondo livello e deve avere il suo DEA, è di fondamentale importanza.
Quindi ritengo che questo sia un provvedimento giusto, atteso e spero che sia realizzato nel più breve tempo possibile. Personalmente voterò a favore.



PRESIDENTE

Il Consigliere Saitta chiede la parola per fatto personale; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Il fatto personale è rivolto esclusivamente all'intervento che ha svolto il collega che mi ha preceduto, il quale ha riferito che io ho espresso un giudizio negativo sui dipendenti.
Se sono stato interpretato così, chiedo scusa. Ritengo che compito della politica sia quello di fissare chiaramente gli elementi della programmazione, dopodiché a questo punto ai funzionari compete evidentemente la scelta nel ruolo proprio di carattere tecnico. Mancando elementi di carattere certo, credo che tutta la struttura regionale, dai Direttori delle ASL a tutti, si trovi in una situazione di grandissima incertezza, e quando vi è incertezza prevalgono molto spesso le opinioni del potere politico.



PRESIDENTE

Perfetto, il collega ha chiarito; credo che sia stato compreso anche dal collega Godio e dai colleghi Consiglieri.
Sul dibattito generale, la parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Gli ultimi interventi, secondo me, denotano un'apertura di un dibattito che potrebbe avere alcune confusioni in quest'aula.
Noi stiamo parlando - mi corregga, Assessore D'Ambrosio dell'applicazione dell'ex articolo 20 in materia di edilizie sanitarie: si tratta di trasferimenti dello Stato alle Regioni con un Piano in ordine all'edilizia sanitaria piemontese. Questa è la rimodulazione della seconda fase dell'accordo di programma, quindi qui stiamo parlando - con un ritardo di anni rispetto alle predisposizioni di queste cose - della possibilità di utilizzo di alcuni fondi.
Facciamo alcuni esempi. La questione del DEA di Borgomanero arriva adesso, quando sarebbe dovuta arrivare molto tempo prima per l'utilizzo di questi fondi. Qui siamo addirittura al limite, quasi fuori tempo massimo per utilizzare non altra roba, ma trasferimenti dello Stato che la Regione deve prendere, deve utilizzare e deve rendere effettivi in questa direzione.
Ebbene, Assessore, se noi abbiamo qualcosa da dire rispetto a questa deliberazione, innanzitutto è sulla questione relativa ai tempi di questa Regione. Sappiamo che tutti i tempi in materia di edilizia sanitaria e di applicazione dell'articolo 20 sono complessi e farraginosi, ma certamente noi siamo sempre in ritardo anche nell'utilizzazione di finanziamenti che non sono nostri - sono tutti trasferimenti dello Stato, qui di nostro non c'è niente, sono in gran parte fondi del Governo precedente e anche di alcuni prima, quanto meno degli ultimi tre, due volte Ministro Bindi e uno Veronesi - e siamo addirittura in ritardo nell'applicazione di tutta questa partita.
Di conseguenza, se noi dobbiamo fare un'osservazione è questa: arriviamo all'ultimo giorno, all'ultimo minuto dell'ultima ora a fare una programmazione di edilizia sanitaria su fondi trasferiti dallo Stato e non siamo neanche in grado, su quella roba lì, non solo di accelerare, ma di operare una seria programmazione regionale.
La cosa che a questo punto le chiediamo, Assessore, è, stante la situazione piemontese, di operare una verifica diversa: in primo luogo, una verifica sui tempi del suo Assessorato, sulla velocizzazione di procedure in termini di opere pubbliche che hanno ancora dei ritardi insopportabili in questa Regione. Vedo qui dentro interventi di cui stiamo parlando da 5 anni; di alcuni di questi interventi stiamo parlando dall'inizio della scorsa legislatura, Assessore, e arrivano adesso a una qualche forma di compimento, qualche, perché poi bisognerà fare tutti gli atti successivi di questa deliberazione. La prima è questa questione.
La seconda questione è: se dentro a un quadro di programmazione più chiaro, come le hanno anche detto bene i colleghi che mi hanno preceduto nei loro interventi, noi siamo in grado di dire quanto di razionale c'è in queste predisposizioni di edilizia sanitaria sul Piemonte; se abbiamo risposto, come e dove a tutte le esigenze; se questa vicenda sta dentro a un quadro di programmazione, e dentro a quale quadro di programmazione stanno questi interventi rispetto a quella fantomatica riorganizzazione della rete ospedaliera che noi ci auguriamo lei un giorno o l'altro voglia fare.
Vede, Assessore, noi abbiamo sempre sostenuto che le nuove edilizie sanitarie le avete propagandate elettoralisticamente, ma non ne avete mai fatta una, perché i nuovi Ospedali di Biella e di Asti sono una delibera della Giunta Brizio. Eh, sì, della Giunta Brizio; Assessore, lei la pu girare come vuole, ma ci sono gli atti deliberativi ufficiali.
Sto dicendo che le uniche riorganizzazioni della rete ospedaliera le hanno fatte Giunte che non erano questa qui, quindi Asti e Biella sono una legge della Giunta Brizio (i finanziamenti vennero dati dal Ministro Bindi). Assessore, la giri come vuole, ma troverà che le documentazioni sono queste, e non si innervosisca... Si tratta di una documentazione ufficiale, non è che sia la mia interpretazione o la sua; tiriamo fuori la legge e vediamo chi l'ha votata, ci vuole mica tanto! L'Ospedale di Alba-Bra e Borgosesia, si ricorda benissimo che è una proposta di legge nostra; voi avete votato l'ultimo giorno dell'ultima legislatura, perché andare ad Alba-Bra e a Borgosesia a raccontare che non gli facevate l'Ospedale era un po' dura, se non le spiace. E per quanto riguarda le nuove edilizie sanitarie, voi avete fatto delle grandi propagande elettorali, ma l'unica volta che le avete inserite in programmazione sanitaria e ci avete messo tre soldi per i preliminari è quando noi abbiamo presentato un emendamento.
Quindi, come vede, sulla questione delle edilizie sanitarie, noi abbiamo sommessamente qualche cosa da dire in questa Regione; ce l'abbiamo avuta nelle Giunte precedenti, ce l'abbiamo anche adesso. E sommessamente a questo punto, Assessore, noi avremmo una curiosità: capire qual è la riorganizzazione della rete ospedaliera che lei ci prospetta, a partire da queste misure sull'ex articolo 20, a partire dalle cose che abbiamo scritto nella finanziaria 2003; capire come questa cosa la inseriamo in modo organico dentro alla bozza di Piano Sanitario Regionale che noi le abbiamo chiesto venga discussa in IV Commissione al più presto possibile, per la serie: vogliamo un allegato sulla rete ospedaliera e sulla sua riorganizzazione inserito dentro un quadro di programmazione, altrimenti la situazione debitoria, non tanto sulla spesa corrente, che è già piuttosto grave, ma anche su quella degli investimenti, sarà molto consistente: non le basterà più, Assessore D'Ambrosio, per coprire i debiti, neanche l'abolizione del trampolino sul Mottarone dell'Assessore Racchelli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Dopo qualche risata che non abbiamo potuto trattenere in seguito all'ultima parte dell'intervento della Consigliera Manica, vorrei svolgere qualche semplice considerazione, anche superficiale, visto che stiamo trattando un argomento che, in quest'aula, lo stiamo affrontando da 15 anni.
In questi 15 anni sono passati alcuni governi del vecchio centrosinistra della prima Repubblica, un'intera legislatura di Pentapartito della prima Repubblica e un'intera legislatura con vari governi: sei mesi di centrodestra e 4 anni e sei mesi di centrosinistra.
Riflettiamo sul fatto che stiamo parlando di 1200 miliardi di vecchie lire che furono stanziati sulla carta (nella realtà non esistevano) nel lontano 1988.
Molte volte si fa riferimento all'articolo 20, ma l'articolo 20 di quale legge? Della Finanziaria di 15 anni fa, del 1988, quando vennero stanziati, se ricordo bene, 30 mila miliardi (li vedemmo in Commissione Sanità qualche mese dopo con la Giunta Brizio 1). La profonda tristezza che deve essere in ognuno di noi è che, 15 anni dopo, stiamo parlando di cifre che furono stanziate in allora sulla carta: sono passati molti governi di segno diametralmente opposto e siamo ancora qui a ragionare di queste cose.
Non me la sento di imputare lentezze alla Giunta regionale, sono passati cinque piani sanitari triennali e invocare adesso il fatto mi sembra assurdo. Ci sono delle lentezze di fondo, ci sono delle situazioni di fondo in questo Paese, e la nostra Regione non è che un tassello del mosaico complessivo, in base alla quale ci troviamo di fronte ai vari Gabibbi.
Tornando al concreto. Il Consigliere Saitta ha messo in evidenza che su 70 progetti, 31 sono variati nel loro importo: certo, ma noi parliamo di programmazione come se fossimo vent'anni fa. Quando passano gli anni e le situazioni invecchiano e incancreniscono in questo modo, non per responsabilità della Giunta (su questo dobbiamo essere tutti d'accordo) è ovvio che le situazioni mutano. Non è tanto il fatto che il San Luigi di Orbassano ha raggiunto la propria capacità di indebitamento e non pu andare oltre, dal nostro punto di vista le ASL e le ASO hanno la possibilità di contrarre mutui perché hanno personalità giuridica, che è stata loro riconosciuta da qualche anno. Mentre fino a qualche anno fa non avevano responsabilità giuridica, quindi non potevano contrarre mutui, da qualche anno hanno personalità giuridica e quindi alcuni mutui possono essere in capo alle ASL e alle ASO in funzione delle loro entrate e della loro situazione finanziaria.
Intervengo per aver vissuto la discussione che c'è stata in questi ultimi due mesi relativamente a queste variazioni all'interno della IV Commissione e per dire che, dal nostro punto di vista, sono comprensibili le oscillazioni e le variazioni che ci sono state.
Sul fatto che alcune ASL e ASO hanno coperto una parte degli investimenti con i presunti proventi delle alienazioni che nel frattempo non sono riuscite a completare: anche questo è un dato di fondo del quale tener conto. Le bardature burocratiche e i tempi biblici che, dal punto di vista amministrativo, imbrigliano nei confronti di queste operazioni portano alla conseguenza che, quando un Ente pubblico deve alienare un bene, indire un'asta e presentare un importo, passano diversi anni: questa è una lezione della quale le ASL e le ASO dovranno tener conto. Penso che i proventi delle alienazioni vadano trattati con molta prudenza visto i tempi biblici che servono per introitare i proventi di queste alienazioni una volta effettuate.
Relativamente ad una certa parte dell'intervento della Consigliera Manica relativo al fatto propagandistico con il quale questa maggioranza ha inteso stanziare alcuni fondi per studi di fattibilità e partenze rispetto a nuovi ospedali, penso che, per buon gusto, ognuno di noi non deve scandagliare fino in fondo alcune considerazioni e fare radiografie. Se è vero che furono presentati, in occasione della Finanziaria e del bilancio da parte del centrosinistra alcuni emendamenti - qualcuno li può definire pretestuosi, io sono fra questi - di 150 miliardi e poi la Giunta e la maggioranza ne hanno potuto stanziare solo 50, ricordo che i 50 miliardi sono venuti dalla parte politica di centrodestra e dalla Giunta che da tre anni, dalla fine della scorsa legislatura, sostiene con continuità queste iniziative. Gli emendamenti da 150 miliardi o di altre cifre, sono stati presentati e firmati da chi, fino a quattro mesi fa, sosteneva che quelle iniziative erano bufale, erano superflue, non andavano fatte e c'erano altre direzioni nelle quali investire meglio quei soldi.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito generale.
La parola all'Assessore D'Ambrosio per la replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Rispondo prima alla Consigliera Manica e poi agli interventi degli altri Consiglieri. Consigliera Manica, le sue affermazioni giustificano quello che poi viene fatto, in modo difforme, quando passano setto-otto anni da un certo tipo di programmazione. Faccio riferimento alla delibera n. 27 con la quale il Consiglio approvò le opere da effettuarsi con fondi dell'articolo 20 della legge n. 67 del 1988. Dovessi programmare questo opere oggi, è chiaro che non potrei programmarle come nel 1997, per tanti motivi: l'edilizia sanitaria è cambiata, le situazioni delle aziende stesse sono diverse, l'accreditamento allora non c'era: tutte cose che vanno messe in Bilancio. Mi preme sottolineare, e penso che la Consigliera convenga su quanto sto per dire, che se la Consigliera Manica dovesse sottoscrivere oggi le legge n. 64 del '95, cioè quella legge della Giunta Brizio che indicava necessari per il Piemonte quattro ospedali (Biella Alba-Bra, Mondovì e il Valletta di via Farinelli), direbbe no. Direbbe: qualche ospedale non andrebbe realizzato, un ospedale è troppo vicino ad un altro. Tuttavia permettetemi di dire, non senza soddisfazione, che l'ospedale Valletta di via Farinelli, che sarà inaugurato certamente tra settembre-ottobre di quest'anno, si è potuto realizzare per la volontà politica di questa Giunta e del sottoscritto in particolare.
Quella struttura, che costava mediamente alla Giunta regionale, e quindi ai piemontesi, 6-7 miliardi all'anno che andavano distribuiti equamente non so dove, fu acquistata - in questo fui supportato dal Consigliere Gallarini - per 9 miliardi e 450 milioni.
Se dovessi riprogrammare oggi con l'articolo 20 determinate cose, non le farei. A chi sostiene che "i progetti si sono ridotti", "sono scomparsi", rispondo che tre fondamentalmente sono i progetti ridotti: il primo è il San Luigi. Se vogliamo fare polemiche qualcuno potrebbe dire: chi ha voluto quell'azienda? Era opportuno realizzare un'azienda ospedaliera a cinque chilometri da un ospedale che poteva diventare, e diventerà, un ospedale di eccellenza come Rivoli? Il secondo è il presidio di Carmagnola. L'ASL 8 comprende tre ospedali: Moncalieri, Chieri e Carmagnola. La struttura di Carmagnola non aveva bisogno di ristrutturare anche l'ultimo piano, cosa che non si poteva certo prevedere nel '97. Debbo sempre dire che quello che andremo ad approvare oggi è ciò che deriva da una programmazione fatta nel '97, quando la situazione era sicuramente molto diversa da quella attuale.
Passo a rispondere al collega Ronzani, che è sempre puntuale. Penso che la costruzione dell'Ospedale di Borgosesia, alla luce della documentazione in mio possesso, sia una sfida, ma ci sono tutte le condizioni per costruirlo con i 59 miliardi più 4 (quindi 63 miliardi), compresi elisoccorso e posteggi.
Devo ammettere che è una sfida, perché indubbiamente, se si riuscirà a costruire questo ospedale, che avrà solo 204 posti letto, la Regione potrà esserne orgogliosa.
Ho chiesto al Direttore generale dell'ASL 11, dott. Scarabosio, se in qualche occasione avesse dichiarato che i fondi a disposizione non erano sufficienti alla costruzione dell'ospedale. Egli mi ha detto, un anno fa circa, che in realtà, c'era stata una risposta in tal senso, ma l'aveva data senza fare bene i calcoli; aveva sbagliato il calcolo tra il numero dei posti letto e quello che poteva essere il costo di ogni singolo posto letto. Spero, al contrario, che il piano finanziario sia sufficiente.
Devo dire che i piani di fattibilità si fanno per vedere se i siti sono idonei, e il piano di fattibilità fatto per l'Ospedale di Borgosesia non evidenzia una situazione di siti non idonei; di conseguenza, spero che quanto afferma il collega Ronzani derivi da un sentito dire e non da cose concrete.
Il collega Contu ha giustamente detto che bisogna che il piano socio sanitario arrivi in quest'aula. Devo dire che è già stato iscritto in IV Commissione, dove lo dibatteremo, lo integreremo e faremo degli allegati se sarà il caso. Ad ogni modo, questo piano si diversifica dal precedente anche perché gli atti del piano non saranno assunti con deliberazioni di Giunta, ma con deliberazioni di Giunta al Consiglio, per cui tutto ciò che sarà programmazione ospedaliera, tutto ciò che sarà l'eventuale accorpamento di ASL e quant'altro, lo discuteremo in questa sede.
Veniamo al tema riguardante la possibilità di costruire la Cittadella della salute. Penso che molti di voi, anche l'opposizione, abbiano votato l'emendamento alla finanziaria che ha fatto sì che la Cittadella della salute venga considerata fra la programmazione sanitaria regionale. E' possibile farla? Non è possibile farla? E' una scommessa per tutti noi Consiglieri regionali, perché è bene che si sappia in questa sede (che è la sede idonea) che finché le Molinette resteranno come sono, noi avremo nel bilancio della sanità piemontese mediamente un costo che eccede di almeno 100 miliardi di lire quello che potrebbe essere il costo di una struttura nuova ed efficiente. Se è possibile o meno lo vedremo; c'è un tavolo che si sta attivando per definire il tutto.
Personalmente auspico per la sanità piemontese che quella struttura venga realizzata, perché solo così eviteremo quei costi che eccederanno sempre, qualsiasi Direttore generale ci sarà alle Molinette, a prescindere dalle scorrettezze, che ovviamente non possono essere previste.
Devo ribadire al collega Contu che certamente deve esserci un nesso strettissimo tra la programmazione - anzi, il piano socio-sanitario è la programmazione per eccellenza - ma ci sarà sicuramente questo nesso stretto tra programmazione e piano socio-sanitario.
Collega Saitta, penso che questa rivisitazione della deliberazione modifichi molto poco quella che è stata la deliberazione di Consiglio (n.
440 del 16/9/97). Non so se lei l'abbia votata o meno; può darsi che in quel momento lei l'avesse votata, non ci sarebbe niente di strano, perch allora poteva condividerla, mentre comprendo le motivazioni per le quali lei oggi non è più convinto di quella programmazione sanitaria.
Devo dire che, per quanto riguarda le Aziende, ci sono stati sicuramente dei progetti sottostimati, soprattutto perché nell'edilizia sanitaria sono avvenute delle modifiche tali per cui alcuni progetti sono stati doverosamente rivisti.
Devo ribadire, come ho detto poc'anzi, che fondamentalmente 3 progetti su 68 sono stati ridotti, e sono quelli del San Luigi, di Susa e di Carmagnola.
Per quanto riguarda Susa, in realtà non c'è stata una riduzione in quella che può essere la programmazione per un ospedale degno di tale nome.
E' chiaro che questa struttura - è bene che si sappia - nel '95 aveva un Pronto Soccorso che era costituito da due camere, e la lampada nella parte chirurgica era una normale abat-jour che, ovviamente mossa dall'operatore e dal medico, rifletteva la luce sulla ferita del paziente.
Devo, in estrema sintesi, ribadire una considerazione: non è che oggi abbiamo innovato in modo sostanzioso quella che era una deliberazione adottata nel 1997. Devo altresì ribadire che certamente in alcune cose non è più condivisibile quello che nel 1997 invece sembrava cosa giusta.
Un'ultima considerazione, che mi pare fosse già stata sottolineata dal collega Saitta: più di metà dei lavori previsti allora sono già stati appaltati e molti di questi sono già ultimati. Per cui non si è stati a guardare, ma molte strutture - faccio riferimento all'ASL 8, perché è l'ASL cara anche al dott. Riggio - sono letteralmente trasformate rispetto ad un recente passato, sia per quanto riguarda Moncalieri che Chieri e Carmagnola.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Cattaneo chiede la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Si tratta di un importante provvedimento - mi permetterà la collega Manica avendolo detto a microfono spento - al di là della simpatia di alcuni Consiglieri della minoranza che ripetono le solite battute sul numero legale. È evidente che in questo momento non c'é il numero legale in capo alla maggioranza, ma c'è un motivo. Molti Consiglieri regionali (fra cui anche molti della maggioranza: parlo per quelli appartenenti al mio Gruppo consiliare) hanno lasciato l'aula verso le ore 12.30/12.45, come già preannunciato nella giornata di ieri, per recarsi ai funerali, previsti per le ore 13.20, del Presidente del Consiglio regionale della prima legislatura, l'ex collega Paolo Vittorelli. Non c'è il numero legale per questo motivo.
Poiché l'opposizione chiede tempo per una valutazione prima di esprimere dichiarazioni di voto, ed essendo le 13.30, proporrei di sospendere i lavori e ricominciare nel pomeriggio, dando anche la possibilità ai colleghi, che si sono recati al funerale, di rientrare in aula.



PRESIDENTE

Va bene.
Il Consiglio regionale si riapre oggi alle ore 16.00.
La seduta è tolta.
(La seduta termina alle ore 13.31)



< torna indietro