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Dettaglio seduta n.326 del 25/03/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 15.48 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.05)



(La seduta ha inizio alle ore 16.14)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bussola, Pichetto Fratin e Rossi Giacomo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi chiede la parola sull'ordine dei lavori.
Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo scusa... mi dicono, si vocifera che stamane in seduta un nostro collega abbia citato il sottoscritto, in mia assenza, dando interpretazioni su miei comportamenti in aula, dei quali vorrei capire un po' la natura e il merito.
Quindi le chiederei, Presidente, di fornirmi le dichiarazioni che questo nostro collega ha svolto sulla mia persona in mia assenza, in modo che io possa valutarle. Grazie.



PRESIDENTE

Lo farò con sollecitudine, essendo anche un suo diritto.
Sempre sull'ordine dei lavori, chiede di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, chiedo l'interpretazione autentica del Regolamento, perch mi risulta che lei oggi abbia convocato due sedute, come da convocazione inviata ai Capigruppo, che io ho ricevuto sempre sino a quando ricoprivo tale prerogativa.
A me risultano sostanzialmente due convocazioni (una alle ore 10 e l'altra alle ore 14.30), tanto che i Consiglieri e i membri di questo Consiglio regionale firmano due verbali distinti; all'inizio della comunicazione d'aula, lei comunica formalmente i congedi rispetto alle sedute.
Capisco che lei rischi di abbondare nell'interpretazione di parte del Regolamento, però la richiamo a un limite di decenza, Presidente, perch non è la prima volta - e lo dimostrano i verbali delle sedute d'aula - che questa prerogativa viene utilizzata. In qualsiasi momento - e questo è normato dal Regolamento - un Capogruppo può richiedere, per sopraggiunte evenienze, una modificazione dell'o.d.g., fermo restando la presentazione nei termini stabiliti.
Mi risulta che, prima dell'inizio della seduta, il Capogruppo dei Radicali Palma abbia regolarmente depositato delle inversioni e degli inserimenti di nuovi punti all'o.d.g., sottoscritti anche da me.
Presidente, c'è un limite a tutto: lei non può, di volta in volta interpretare le norme come più ritiene rispetto al clima che si genera in aula. Mi appello ancora una volta al suo senso di responsabilità perché sia geloso del rispetto delle prerogative di tutti. Lei è il Presidente di questa assemblea elettiva, il Presidente che guida i lavori dell'aula: non può, di volta in volta, modificare le interpretazioni regolamentari. Ci sono precedenti notevoli, più volte si è proceduto in questo modo: è stato sempre chiesto all'inizio della seduta.
Quindi io chiedo l'interpretazione autentica del Regolamento, i riferimenti precisi.



PRESIDENTE

Confermo la mia interpretazione, e la ringrazio del suggerimento.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 378: "Modifica agli artt. 14, 23 e 26 del Regolamento interno del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Proseguiamo con la discussione dell'articolato e dei relativi emendamenti alla proposta di deliberazione n. 378, di cui al punto 2) all'o.d.g.
1.4) Emendamento (rubricato al n. 40) presentato dal Consigliere Contu: Nel primo comma dell'articolo 1 le parole comprese tra "Il Presidente..." e "...Commissione stessa" sono sostituite dalle seguenti: 1. "Il Presidente del Consiglio convoca ciascuna Commissione permanente per la propria costituzione, la quale ha luogo mediante l'elezione di un Presidente e di un Vicepresidente. Per l'elezione del Presidente e del Vicepresidente ciascun Consigliere vota un solo nome a scrutinio segreto.
Vengono eletti Presidente e Vicepresidente, nell'ordine, i due candidati che hanno ricevuto il maggior numero di voti. A parità di voti viene eletto il più anziano d'età".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Presidente, mi pare che la proposta di questo emendamento cerchi di normare una modalità di votazione, integrando il comma 1 dell'articolo 1.
Come lei ha citato, per l'elezione del Presidente e del Vicepresidente ciascun Consigliere vota un solo nome a scrutinio segreto. Vengono eletti Presidente e Vicepresidente, nell'ordine, i due candidati che hanno ricevuto il maggior numero di voti; a parità di voti, viene eletto il più anziano di età.
Cosa è che si modifica? Si modifica l'attuale dicitura, che così prevede: "Il Presidente del Consiglio convoca ciascuna Commissione permanente per la propria costituzione, la quale ha luogo mediante l'elezione di un Presidente e di due Vicepresidenti, con votazioni separate, riservando alla minoranza l'iscrizione di almeno un membro dell'Ufficio di Presidenza della Commissione stessa".
Credo che abbiamo già discusso a lungo e molti Consiglieri sono intervenuti sulla materia, ritenendo quanto ridondante sia la nomina di due Vicepresidenti per costituire un cosiddetto Ufficio di Presidenza delle Commissioni. Qualcuno ricordava che, stante la funzione svolta normalmente dal Vicepresidente, e in assenza di una modifica significativa in diminuzione del numero delle Commissioni, dovrebbe essere meglio precisata la necessità di nomina di due Vicepresidenti.
Abbiamo detto stamani, fra lo scherzoso e il serio, come può, un Vicepresidente che non ha poteri di veto, modificare la programmazione dei lavori della Commissione? E' accettabile un aumento delle Vicepresidenze senza definire, nel Regolamento, una norma che regoli e normi il funzionamento dell'Ufficio di Presidenza stesso? Lei, Presidente, presiede l'Ufficio di Presidenza e sa che esiste un Regolamento che richiama una serie di regole. Se così non fosse, anche questa coerenza va normata.
Entrando nel merito della questione, Presidente, nella sua comunicazione, dopo una seduta dell'Ufficio di Presidenza, non sono note ed è un atto di mancanza di trasparenza amministrativa - le posizioni manifestate sulle decisioni in atto. Mi auguro che...



PRESIDENTE

All'unanimità.



CONTU Mario

Ad un'unanimità. E perché non lo ha scritto nel documento? Lo dico per una questione di stile: occorre, necessariamente ed opportunamente, dare comunicazioni all'aula più complete possibili. Insisto molto su questo concetto, Presidente, perché non c'é alcuna ragione che giustifica l'aumento delle Vicepresidenze. Nessuna. Se nel dibattito in aula qualcuno riuscirà a convincermi del contrario, con argomentazioni solide e sostanziate, ritirerò gli emendamenti presentati. Ma, per favore si faccia questo sforzo, si dica qual è la vera ragione dell'allargamento dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Ci sono interventi sull'emendamento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Con questo emendamento pare che il collega tenti di introdurre obbligatoriamente nella vicenda di insediamento delle Commissioni (cioè nell'organizzazione dei lavori del Consiglio) il fatto che la gestione dei poteri consiliari sia sempre tale da prevedere una presenza, non solo di Consiglieri eletti nella maggioranza che ha vinto le elezioni, ma anche di Consiglieri eletti nella minoranza. Questo corrisponde ad un modo di gestire l'istituzione con vera democrazia. L'Istituzione è un'assemblea nella quale tutte le parti sono rappresentate e si ha l'occasione di verificare, certamente non su problemi capitali, decisioni che travalicano maggioranza o minoranze rigide.
Personalmente, ritengo che la legislatura in corso, da questo punto di vista, sia stata particolarmente ricca di momenti di confusione dei ruoli.
Condivido in pieno ogni tentativo di organizzare la nostra vita interna e la nostra democrazia, secondo il principio che, così come nell'Ufficio di Presidenza sono obbligatoriamente previste rappresentanze delle minoranze anche all'interno dell'Ufficio di Presidenza delle Commissione debba avvenire la stessa situazione. E' una priorità che va gestita all'interno di una composizione del numero delle Commissioni che la renda praticabile.
Non penso che l'attuale numero di Commissioni permanenti, più le altre Commissione istituzionali, più le altre Commissioni che abbiamo "montato" per questo o quel problema, sia tale da consentire una duplicazione delle Vicepresidenze.
A questo si unisce il ridicolo dei numeri: in un'assemblea di 60 persone, con otto Commissioni permanenti (che vedrebbero impegnati in ruoli direttivi 24 Consiglieri regionali) più altre Commissioni (Nomine, La Giunta per le elezioni, Regolamento, Statuto, Olimpiadi e qualche altra Commissione d'Inchiesta su qualche tema) diventa improponibile, per il riso sconcertato che può procurare, il fatto che questi 60 eletti debbano inventare punti di gestione presidenziale che per numero quasi raggiungono questa cifra: tutti i Presidenti o tutti i Vicepresidenti.
Così non funziona sul piano dell'etica e della pratica. Questo grande numero di Commissioni inciampa il lavoro delle stesse e del Consiglio. Si cerchino strade - ed è chiaro che deve farlo soprattutto la maggioranza per garantire alla minoranza una presenza, ma non a danno dell'Istituzione e del suo funzionamento.
Sarei anche d'accordo ad aumentare il numero delle Vicepresidenze, ma solo se ci fosse una contestuale diminuzione del numero delle Commissioni.
Personalmente, mi troverei d'accordo, ma stando così le cose, sono contrario ad un errore strategico, da tutti i punti di vista, che confermerebbe il numero di Commissioni e moltiplicherebbe il numero delle Vicepresidenze.
Per questo motivo, condivido l'emendamento presentato dal compagno Contu.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

La proposta del Consigliere Contu non è priva di importanza; permette di individuare una soluzione al problema della rappresentanza delle opposizioni nelle Commissioni di merito, senza fornire un'indicazione rigida e precisa dell'appartenenza di uno dei due posti dell'Ufficio di Presidenza all'opposizione. Lascia, quindi, aperti i giochi, gli equilibri e le dinamiche che si possono determinare in Consiglio regionale.
Il Capogruppo di Forza Italia indicava ed individuava divisioni nell'opposizione, ma dovrebbe essere lui stesso ad abbracciare la proposta del collega Contu, perché renderebbe meno scontati i giochi per eleggere automaticamente un rappresentante dell'opposizione nella Vicepresidenza.
Questa potrebbe essere una proposta accettabile, sulla quale si pu ragionare e si potrebbero trovare dei meccanismi che la rendano ancora più efficace; nella sostanza, dunque, la proposta avanzata è accettabile e permetterebbe di risolvere questo problema, se non nell'immediato, comunque nel futuro. Sarebbe bello ed utile rendere un po' più dialettica questa giornata e svolgere delle considerazioni sulla proposta che il collega Contu ha evidenziato con il proprio emendamento.
Stamattina il collega Chiezzi non era presente, ma non so chi abbia fatto apprezzamenti sulla sua assenza. Sul fatto dell'eccessivo numero di Consiglieri con incarichi, abbiamo sottolineato più volte la contraddittorietà, l'inutilità, la mancanza di un'attenzione a salvaguardare l'immagine. Ovviamente, non è che, per settori che sono rispettosi e legati ai valori della democrazia rappresentativa, questo possa far cambiare qualcosa; certamente ci sono linee di tendenza storiche e magari più immediate di oggi che cercano ulteriormente di depotenziare delegittimare, sfocare il ruolo della democrazia rappresentativa che ha nelle Assemblee elettive il cuore pulsante.
Allora, la sottolineatura di stamattina, rispetto al fatto che con queste soluzioni si rischia di andare a gonfiare a dismisura, a rendere facile la polemica del numero di coloro che hanno incarichi in Consiglio regionale, aveva un po' questo senso. Tra l'altro, senza riuscire ad acquisire un potere di agenda che oggi manca e che nessuna soluzione che è sul tappeto può introdurre, se non verranno normate precisamente alcune forme dell'operatività dell'Ufficio di Presidenza, per evitare che la questione della preparazione dell'o.d.g. sia matematicamente alla merc totale e assoluta dei Presidenti.
Questo è un problema che tocca la responsabilità e la sensibilità politica, ma occorrerebbe trovare altre misure riequilibratici; non mi pare che quella della doppia Vicepresidenza possa risolvere questo problema perché ci sarebbe probabilmente la situazione in cui il rappresentante dell'opposizione dell'Ufficio di Presidenza veda abbattere le sue proposte.
Sarebbe, quindi, opportuno cogliere oppure discutere, vedere come si può sistemare l'emendamento del collega Contu; a me pare interessante valido, meritevole di una discussione che spero avvenga.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Siamo di fronte ad argomenti analoghi a quelli affrontati stamattina.
Ritengo sia un errore il fatto di presentare, contestualmente a un'esigenza giusta, una pluralità negli organismi di Presidenza delle Commissioni facendo sì che vengano rappresentate le minoranze (elemento già contenuto nel Regolamento regionale, che stabilisce di tentare di praticare quella strada).
Sarebbe stato utile farlo al momento del rinnovo delle cariche, tenendo conto che, come minoranze, abbiamo sottovalutato questo aspetto all'inizio della legislatura e che c'è stato un ripensamento. A fronte di questo, si trattava di prendere atto di un ripensamento e andare a una modifica degli Uffici di Presidenza, permettendo che ci fosse un'espressione delle minoranze. Volendo, poi, intervenire anche in modo legislativo, occorreva rafforzare le indicazioni contenute in un altro articolo del Regolamento che invita il Presidente a espletare i tentativi di permettere una pluralità di presenza negli Uffici di Presidenza, con una possibilità delle minoranze di farne parte. Sarebbe stato sufficiente rafforzare questa indicazione e andare al rinnovo. Ritengo che un aumento delle Vicepresidenze sia un errore e svilisca il valore di questa indicazione.
Come hanno detto altri colleghi - ma anch'io ho varie volte sottolineato - sarebbe stato diverso affrontare questo problema all'interno di una revisione generale dell'organizzazione del Consiglio e delle sue Commissioni, in una logica di razionalizzazione delle Commissioni stesse.
E' un punto largamente condiviso, quindi raggiungibile come obiettivo; a quel punto, in quel contesto, si poteva anche affrontare il problema di più Vicepresidenze.
In questo contesto, dove le Commissioni sono numerose, è un errore mettere insieme questi due elementi: la volontà di permettere alle minoranze di essere presenti e il fatto che questa possibilità venga concretamente realizzata attraverso una sorta di carità, fatta alle minoranze, aumentando le Vicepresidenze.
Per questo motivo, ritengo occorra votare l'emendamento in oggetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente, non intendevo intervenire, ma una serie di interventi dei colleghi di opposizione mi hanno messo nella condizione di svolgere una considerazione politica, entrando nel merito dell'emendamento proposto dal Consigliere Contu.
Voglio anche cogliere l'opportunità per chiarire e tranquillizzare il collega Chiezzi, essendo io uno dei Consiglieri, o il solo Consigliere, che lo ha citato in un ragionamento e in una considerazione politica complessiva, relativamente alla lacerazione del centrosinistra, della sinistra in senso più generale, nonché, in modo più evidente, del Gruppo di Rifondazione Comunista. Ho parlato anche di disagi e imbarazzi tra una parte e l'altra dell'opposizione, notando semplicemente l'assenza del collega Chiezzi che, di norma, fornisce contributi importanti e di intelligenza a questo Consiglio regionale.
Ho aggiunto, come considerazione politica - e la ribadisco - che, di norma, il Consigliere Chiezzi non è assente per caso. Ritengo di non avere compiuto un atto offensivo, ma semplicemente di avere svolto una considerazione politica di cui sono convinto.
La situazione che si sta verificando, Presidente, ci imbarazza un po' e ci mette a disagio, perché sembra quasi che questo provvedimento venga subìto e che si faccia un grande piacere alla maggioranza nel portarlo avanti, ed eventualmente votarlo, e che l'opposizione ne possa beneficiare.
L'ho detto e lo ribadisco: siamo convinti e abbiamo preso un impegno senza contropartita, perché l'intesa che si andava configurando rispetto a una modifica del Regolamento un po' più ampia è fallita. Nonostante questo abbiamo detto che, poiché ci assumiamo la responsabilità politica di rinnovare l'Ufficio di Presidenza delle Commissioni permanenti, eleggendo un Presidente o un Vicepresidente totalmente in capo alla maggioranza.
Diamo disponibilità di un'apertura, per questa legislatura, tant'é che è stato inserito l'articolo 3 che da vigenza immediata, non appena approvata la modifica di deliberazione al Regolamento, e lo vincola ad una durata per la VII legislatura. Siamo imbarazzati ad ascoltare alcuni interventi che sono ridondanti, ancora una volta sentiamo dire: "La maggioranza poteva dare la Vicepresidenza, poteva fare così, poteva fare ...ecc".
Ci siamo assunti, nel bene o nel male e con chiarezza una responsabilità politica a giugno 2000 e, con altrettanta chiarezza e determinazione, qualche mese fa quando abbiamo rinnovato gli Uffici di Presidenza. Confrontiamoci sul merito e su altre questioni, ma non ripetiamoci in queste cose. Siamo convinti che si possa divenire ad un coinvolgimento dell'opposizione, che noi riteniamo proficuo, per il proseguo dei lavori della legislatura e per dare vigore al processo legislativo all'interno dell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni permanenti.
Relativamente ad alcune considerazioni che ho sentito del tipo: "Siamo al ridicolo dei numeri, è un Consiglio regionale solo di capitani e colonnelli, la questione è da ricondurre all'aumento delle indennità ecc." E' una situazione che, anomala o meno, contraddistingue questo Consiglio e questa legislatura e anche buona parte della precedente legislatura in forza di questo Regolamento.
Le anomalie sono tante, Presidente, abbiamo: Gruppi composti da un Consigliere, con i fondi per il funzionamento, Capigruppo di se stessi portavoce che sono Capigruppo di se stessi e portavoce della coalizione di se stessi e quant'altro. C'é l'impossibilità di un lavoro parallelo delle Commissioni permanenti, come avviene in altri Consigli regionali, perché i Gruppi devono essere composti da almeno due o tre Consiglieri in modo da garantire a tutti i Gruppi la possibilità di essere rappresentati all'interno dei lavori di una Commissione permanente, anche nella contemporaneità della sedute di Commissione. Questo sarà un tema importante che dovremo affrontare, nel complesso, per una revisione regolamentare più ampia (che mi sembra ormai scontato qualora dovessimo averne la capacità) una vigenza a partire dall'VIII legislatura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro;ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Il merito della questione mi pare sufficientemente chiara perch abbiamo discusso a lungo. Ho partecipato a questa discussione sia in Commissione che in aula in sede di discussione generale. La nostra è una valutazione che potrebbe essere discussa, naturalmente ci sarebbero altre soluzioni che noi ritenevamo preferibili. Riteniamo che questo punto segnali un fatto che consideriamo positivo. Prendo atto che esistono nell'aula e, in particolare, nelle file dell'opposizione, valutazioni diverse da questa: le rispetto e credo che si debbano rispettare anche le mie.
Abbiamo fatto una valutazione, una valutazione diversa da quelli che hanno fatto altri Gruppi, riteniamo che, per quanto non sia possibile ignorare i limiti che una operazione del genere comporta, sia, comunque, un passo che va nella direzione che noi riteniamo apprezzabile, per questo sosteniamo il provvedimento pur con questi limiti.
C'é una valutazione diversa? C'é una valutazione diversa da altre forze, da altri Gruppi: si confronti con la calma e con il senso della misura necessaria. Questo abbiamo fatto fino adesso e questo intendiamo continuare a fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Ho lanciato un appello a chi maggiormente sostiene questo provvedimento per rendere manifeste le ragioni che hanno portato a sottoporre all'aula l'aumento delle Vicepresidenze. Non ho trovato risposte significative.
Il Consigliere Marcenaro ha balbettato qualcosa, mi pare che abbia invocato, genericamente, il diritto ad esprimere una posizioni che contraddice quella del suo Capogruppo. Ho sotto mano le dichiarazioni della Consigliera Manica, inequivocabili, dagli atti della Commissione Regolamento nella quale si ribadisce l'inopportunità di procedere ad una aumento delle vicepresidenze, senza una contestuale e significativa modifica del numero delle Commissioni. Lo stesso Consigliere Marcenaro nella seduta della Commissione Regolamento del 20 maggio 2002 - non comprendo le ragioni di queste modifiche di posizione - nell'intervenire sulla proposta del Consigliere Palma, ritiene che "la proposta presentata intervenga molto profondamente sull'attuale assetto delle Commissione ragion per cui è opportuno esaminare i compiti delle Commissioni stesse e il rapporto di queste ultime con i Gruppi consiliari". Ciò non esclude anzi, sollecita un approfondimento di merito sulla proposta del Consigliere Palma di riduzione del numero delle Commissioni e di accorpamento delle stesse, per procedere alla costituzione di un Ufficio di Presidenza significativo.
Torno nel merito dell'emendamento proposto. L'emendamento non fissa per norma, che il Vicepresidente debba appartenere alla minoranza. Il vero vulnus democratico che si è determinato è che la maggioranza ha fatto incetta di queste cariche. L'opposizione, quello che imputo a quella parte dell'opposizione che invece oggi sostiene la Vicepresidenza, non ha trovato di meglio che chiedere la compensazione. Per questa ragione confermo essendo primo firmatario dell'emendamento, il voto favorevole del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Mi pare che gli ultimi interventi abbiano introdotto quello che potrebbe apparire un equivoco del dibattito che è in corso.
Credo che nessuno abbia pensato che sia in corso un inciucio trasversale con indicibili rapporti contronatura politica; nessuna ha fatto queste affermazioni e nemmeno abbiamo considerato che la proposta di ampliare il numero di coloro che hanno incarichi nel Consiglio regionale sia un elemento disdicevole. La mia valutazione è stata di opportunità.
Anche il Consigliere Cattaneo non è stato accusato di una libidine politica per la quale, in qualche modo, l'abbiamo voluta castrare attraverso questo tipo di proposta. E' certamente un'argomentazione di fondo che tende a dire che questa è una soluzione sbagliata, non produce gli effetti per la quale si è motivata la ragione di farla ed è anche controproducente, perché si è detto che non raggiunge gli obiettivi di rendere dialettico il ruolo degli Uffici di Presidenza.
La mia non è una testimonianza unica; questa mattina, in apertura del dibattito, accennavo che in occasione delle consultazioni per la riforma dello Statuto il segnale del disagio, di chi vive la vita delle assemblea elettive a diversi livelli, è molto alto e la percezione del giudizio della società nel confronto del ruolo, del peso, della capacità di incidenza delle assemblee legislative, è molto basso, al tal punto che ancora ieri a Cuneo, ma soprattutto sabato ad Alessandria, in modo molto brillante alcuni Consiglieri provinciali e comunali hanno dimostrato che il potere di rappresentanza dell'assemblea elettiva dei componenti è più basso dell'articolazione della società civile e via via tende a regredire anche per il vizio inveterato di chi presiede, di chi è Assessore, di chi è Sindaco di dare udienza con alta valenza a quelle articolazioni della società e a considerare invece un "votificio" scontato il ruolo dei Consiglieri regionali, provinciali e comunali.
Oggi, infatti, c'é una situazione veramente frustrante dei Consiglieri provinciali. Situazione che non carica di ruolo o lo accresce, ma lo deprime. Se l'obiettivo che si vuol raggiungere oggi in questa Aula arrivasse con chiarezza all'esterno - per fortuna i giornali non parleranno di questa situazione, perché domani ci sarà la questione del Consigliere Contu che sarà il piatto forte - non verrà focalizzata la natura dell'operazione, legittima ovviamente, che è in corso, ossia quella di amplificare gli incarichi.
Quello che volevo sottolineare è che non ci devono essere timori che noi facciamo accuse su operazioni innaturali sul piano politico in corso ma cerchiamo semplicemente di dire che c'è un errore. Credo che questo sia un aspetto positivo della dialettica politica. Noi vogliamo solo fare delle raccomandazioni sul fatto che stiamo facendo un'operazione che potrebbe rappresentare un bumerang, che va contro di noi e in questo momento deprime il ruolo di una democrazia rappresentativa. Successivamente, durante questa discussione, avrò modo di soffermarmi sul ruolo della democrazia rappresentativa e come oggi viene riprodotto questo aspetto per significare che stiamo commettendo un errore. Non facciamo avanzare di un passo la possibilità di rendere dialettica la democrazia negli Uffici di Presidenza perché causiamo un danno all'immagine e alle prospettive di operatività della nostra assemblea elettiva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
1.5) Emendamento (rubricato al n. 41) presentato dal Consigliere Contu: Nel primo comma dell'articolo 1 le parole comprese tra "il Presidente..." e "...Commissione stessa" sono sostituite dalle seguenti: 1. "Ogni Commissione ha un Presidente e un Vicepresidente. Il Presidente ed il Vicepresidente della Commissione vengono eletti con un'unica votazione palese, dalla Commissione nel proprio seno, nella sua prima seduta. Si procede con un'unica scheda".
Consigliere Contu, l'emendamento formulato in questo modo non è ammissibile, probabilmente si tratta di un refuso.



CONTU Mario

Confermo il refuso e riformulo l'emendamento eliminando l'ultima frase.



PRESIDENTE

Do lettura dell'emendamento riformulato: 1.5) Emendamento (rubricato al n. 41) presentato dal Consigliere Contu: Nel primo comma dell'articolo 1 le parole comprese tra "il Presidente..." e "...Commissione stessa" sono sostituite dalle seguenti: 1. "Ogni Commissione ha un Presidente e un Vicepresidente. Il Presidente ed il Vicepresidente della Commissione vengono eletti con un'unica votazione palese, dalla Commissione nel proprio seno, nella sua prima seduta".



(Sono cancellate le parole "Si procede con un'unica scheda")



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Questo emendamento introduce una modalità di votazione che supera lo scrutinio segreto e, sostanzialmente, chiede che la nomina e il voto del Presidente e del Vicepresidente della Commissione avvengano con un'unica votazione nella prima seduta di Commissione per alzata di mano.
Credo che in democrazia non ci sia cosa più evidente e più chiara di una votazione palese. Il presupposto di inammissibilità poteva derivare da una norma consolidata: tutte le volte che si pongono ai voti incarichi che riguardano le persone, le nomine vengano considerate come atti riservati e quindi, cautela vorrebbe, che si proceda con voto segreto.
In occasione della votazione del rinnovo della Presidenza della Commissione Olimpiadi l'opposizione aveva sostanzialmente il numero per esprimere un proprio candidato. Non ho citato a caso la Commissione Olimpiadi, perché ho ragione di credere che la prossima settimana i mezzi di informazione potrebbero occuparsi di come vengono assegnati i lavori e le grandi opere in vista delle Olimpiadi 2006. L'esito di quella votazione mi ha stupito, perché credo che sia stato pesantemente condizionato da un accordo fra la maggioranza di centrodestra e parte dell'opposizione sull'inopportunità di chiedere la Presidenza della Commissione di vigilanza sulle opere relative e sull'Osservatorio per le Olimpiadi 2006.
Eppure, signor Presidente, mi rivolgo anche ai colleghi dell'Aula quale occasione migliore di riconoscere alle minoranze la Presidenza di una Commissione e di un Osservatorio sulle Olimpiadi 2006.
Mi ha stupito, lo registro, è uno spunto per l'approfondimento di quelle prerogative di sindacato ispettivo che consentono qualche volta di svelare l'arcano, che di arcano ha poco e ha molto di terreno; forse, ha molto di eredità della I Repubblica, però, su questo non voglio anticipare niente.
Per una maggiore chiarezza, la proposta di questo emendamento recita: "Visto che la votazione segreta non è sufficientemente tutelante, perch non procedere per voto palese?".
E' una constatazione che deriva dal fatto, dopo aver verificato di persona, che, anche quando l'opposizione ha la possibilità di esprimere un proprio candidato, c'è qualcosa che la blocca, è condizionata da altre ragioni. Non posso neanche minimamente pensare che la vera ragione sia la presenza di un accordo di non desistenza da parte della maggioranza di centrodestra sull'ampliamento dell'Ufficio di Presidenza. Su questo ritornerò successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Il collega Contu con questo emendamento introduce una ipotesi interessante: potrebbe trattarsi di aprire, anche per il futuro, una strada al voto palese relativamente all'assegnazione di incarichi interni al Consiglio regionale, cioè che toccano noi sessanta Consiglieri, mantenendo invece, il voto segreto per quanto riguarda le nomine che noi facciamo di soggetti terzi per ricoprire incarichi esterni al Consiglio regionale.
Il superamento del voto segreto ha una storia e una ragione: nel nostro Parlamento, negli anni Sessanta e Settanta, il voto segreto è stato un elemento di imboscate, li chiamavano franchi tiratori, in quei periodi allora sì, di inciuci possibili, cioè non farli vedere pubblicamente, ma manovrare attraverso il voto segreto.
La nostra storia è interessante, credo che qualche studioso o qualche politologo abbia fatto degli studi su quello che è stato un fenomeno degenerato dell'utilizzo del voto segreto non solo per la nomina di incarichi, ma anche per "n" situazioni di voto politico su vari provvedimenti di diversa importanza.
Faticosamente, il Parlamento ha superato la questione del voto segreto ha in qualche modo migliorato quella che è la vita, la trasparenza e i fattori diretti.
Il Consigliere Contu, oggi pomeriggio, ci sta presentando una serie di elementi sui quali ragionare, non so se passeranno o se potranno essere recuperati in occasione di lavori più complessivi che dovremo fare sul Regolamento e sullo Statuto, però, certamente, almeno parzialmente superare il voto segreto, cominciando da questi casi, è un buon segno. In qualche modo, lo dovremo valutare come un percorso che si collega idealmente a quella che è stata una lunga battaglia in Parlamento e che nel tempo, ha portato al superamento, come ho già detto in precedenza, di alcuni fatti e fenomeni che il voto segreto aveva portato nella patologia della distorsione della vita delle nostre due massime Assemblee elettive.
Quindi, voterò a favore di questo emendamento. Se non verrà approvato magari, potrebbe servire quale segnale o segnalibro. Per esempio suggerisco al collega Cattaneo di inserirlo quale segnalibro, in modo che quando affronterà la questione più globalmente con la sua autorevolezza guidando un Gruppo notevole, potrà ricordarsi di questa annotazione e intervenire. Tutto serve e quando la democrazia è occasione di discussione e di dialettica, in qualche modo, arricchisce; poi, può anche darsi che i tempi non siano maturi, ma, certamente, è una sollecitazione che spero possa avere una qualche utilità.
Presidente Cota, riconfermo il mio voto favorevole a questo emendamento del collega Contu.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Ringrazio il Consigliere Tapparo anche per l'arricchimento con il quale ha contribuito a chiarirmi un po' le idee sull'importanza del voto palese.
Ho sempre rimproverato, almeno su questo chiedo che me ne venga dato atto, che la scelta operata dalla maggioranza di operare lo spoil system in modo plateale su tutte le Commissioni abbia rappresentato un fatto grave.
Proprio per la chiarezza della politica, per la necessità più volte manifestata dagli elettori e dai cittadini, che si dimostrano insofferenti verso il gioco della politica, credo che non ci sia cosa migliore che rispondere del proprio operato sempre e comunque in modo palese.
D'altronde, siamo qui in forza di un voto che ci deriva dai nostri elettori, dai cittadini e dai referenti sociali, che, a volte, lo dico per me, abbiamo la presunzione di rappresentare.
Signor Presidente, la proposta di questo emendamento chiede di sottrarre al voto segreto la votazione relativa alle cariche nelle Commissioni, perché, sostanzialmente, evita di nascondere nell'anonimato e quindi, lacerare di dubbi, ci saranno stati franchi tiratori. Sulla questione dell'insindacabilità discussa in quest'aula, recentemente ho visto quante congiunture e quante illazioni si sono fatte sui numeri e sui voti espressi. Credo che il voto palese aiuti la politica a fare chiarezza in quanto è un atto di trasparenza. Mi pare che quando il Presidente Ghigo venne eletto Presidente dei Presidenti delle Regioni, abbia beneficiato di un grande credito.
Il Consigliere Chiezzi mi ricordava - e lo ha ricordato più volte in quest'aula - che il centrosinistra aveva la possibilità di esprimere un proprio rappresentante. Oggi, forte di questo credito, ma anche per meriti propri, il Presidente Ghigo pare goda di maggiore popolarità in questa Regione, e qualcuno gli ha dato una rendita di posizione, sulla quale io non entro nel merito.
Mi sorge quindi una domanda (e mi aiuti, lei, Presidente Ghigo): in quell'occasione, è stato votato con votazione segreta o con votazione palese? E' un dubbio che mi viene, ma che ci può aiutare, perché per votare un emendamento del genere, bisognerebbe sempre avere piena cognizione delle letture che si potranno fare. Sicuramente però una si fa, ed è quella che ognuno risponde del proprio operato pubblicamente ed in modo trasparente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

In precedenza non sono riuscito a concludere una valutazione.
Volevo ricordare che il voto palese - che, come avevo cercato di evidenziare, era stato una conquista della trasparenza e della riduzione dei giochi sotto banco nel Parlamento - aveva trovato opposizione da parte di quella che veniva definita "la palude".
In Parlamento, con il termine "palude" si definiva quel mondo meno legato ai grandi ideali o ai grandi indirizzi che i partiti esprimevano e che trovava nel voto segreto qualche occasione di poter operare. Anche il dissenso di piccole correnti - ad esempio, all'interno della DC - trovava talvolta dei giovamenti dal voto segreto.
Ora, paradossalmente, difendendo il voto palese, difendo la forza delle grandi organizzazioni e dei grandi partiti, perché su un indirizzo generale, con il voto palese, c'è l'impossibilità di sfuggire, nemmeno in qualche forma. Con il voto segreto, invece, un singolo Consigliere, che volesse non rispondere alle direttrici espresse dal proprio gruppo, avrebbe l'opportunità di farlo.
Potrei pensare quasi che, appoggiando la proposta del collega Contu, si vada a premiare la capacità di muovere e di orientare da parte dei grandi gruppi. In effetti, la possibilità di rendere palese, toglie ogni dubbio e rende più chiara la situazione. Ad esempio, io avrei preferito un voto palese nella votazione del Presidente Cota, del Vicepresidente Riba o dell'Ufficio di Presidenza. Sarebbe stata una bella occasione, affinch ognuno si assumesse le proprie responsabilità, senza nulla nascondere.
Personalmente, ritengo che il Presidente Cota, il Vicepresidente Riba e l'Ufficio di Presidenza siano pienamente legittimati e che, in qualche modo, mi rappresentino: anzi, mi rappresentano in tutto e per tutto, perch anche se io non ho votato il Presidente Cota, una volta diventato Presidente, è il mio Presidente. Anche per questo, dovrebbe sapere che ha delle responsabilità di rappresentanza più generali e più complessive, che lo devono richiamare ad una grande attenzione.
Sulla vicenda di stamattina io ho qualche difficoltà, però è un passaggio difficile anche per il Presidente Cota.
Da una proposta, che è nata dal Consigliere Contu quasi di slancio come lui stesso ha dichiarato - emerge una valutazione che potrebbe rappresentare un elemento interessante da introdurre nel nostro dibattito.
In Parlamento, con quell'atto, si è superato il potere della "palude" e qualche particolare potere; quell'atto quindi è un pezzo di storia del nostro sistema parlamentare.
Potremmo introdurlo anche qui come elemento da valutare, per rendere sulle nostre nomine, che toccano i 60 Consiglieri, il comportamento di ogni Consiglieri un fatto trasparente, diretto e responsabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento molto interessante. Personalmente non lo condivido e ho parecchie perplessità, ma poiché viene presentato con argomenti certamente interessanti e da parte di persona che considero appartenente a un campo politico che è anche il mio e poiché ritengo che il confronto in atto sia serio - e che debba essere un confronto e non una perdita di tempo - provo a svolgere alcune considerazioni.
Considero quella che stiamo facendo una discussione dagli esiti non scontati. Se la considerassi una discussione dagli esiti scontati, non farei un intervento di questo genere. Ritengo che le giornate che trascorriamo in quest'aula siano giornate nelle quali tutti noi cominciando dal sottoscritto, possiamo cambiare idea.
Quindi, esprimo molta simpatia e affetto al collega Contu, ma ho moltissimi dubbi che, in una votazione che riguardi persone, la scelta di rendere non segreta la votazione sia una scelta corretta e democraticamente protettiva. Non lo penso, perché in ogni consesso, quando si consegnano dei poteri a una persona, penso che sia preferibile e più prudente, e democraticamente più sicura, la scelta che, in ultima analisi, consente, a ciascuna delle persone che in quel momento devono prendere la decisione, di prenderla in completa libertà di coscienza, soprattutto quando si parla di persone.
Infatti, proprio perché si decide su persone, possono essere messi in moto dei meccanismi che limitano l'espressione di una volontà di coscienza che solo il voto segreto garantisce.
Dal mio punto di vista questo è valido, soprattutto in democrazia. Non mi sono ignoti casi in cui la rappresentanza e la forma della democrazia sono più gracili o, addirittura, inesistenti, in cui il voto palese viene utilizzato per determinare pronunciamenti plebiscitari e unanimi che lasciano parecchio a desiderare in punto di libertà di coscienza. Nel momento in cui si delegano poteri ad altri, le persone devono essere sempre libere di farlo, al di là di ogni possibile condizionamento.
Anch'io, come il Consigliere Contu, ho la curiosità di sapere se il nostro Presidente Ghigo è stato eletto con voto segreto o con voto palese.
Forse solo il Presidente Cota potrebbe darci un'informazione in tal senso perché, magari, è a conoscenza della procedura. Sarei ben lieto di terminare il mio intervento con questa informazione.
Presidente Ghigo, nell'ambito della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, quel voto era un voto palese o segreto? Non è ininfluente Presidente Cota, al fine di una determinazione di voto, essendo ancora incerto se votare contro l'emendamento del collega e compagno Contu o se astenermi con un atteggiamento più meditabondo.
In questo pronunciamento mi aiuterebbe avere questo tipo di informazione...



PRESIDENTE

Personalmente, posso dirle che, di solito, nella Conferenza dei Presidenti il voto è all'unanimità.



CHIEZZI Giuseppe

Palese?



PRESIDENTE

Sì, palese, ma direttamente all'unanimità, di solito, per acclamazione.



CHIEZZI Giuseppe

Questo è un ulteriore aggravamento della situazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Sono ancora indeciso se assumere la posizione di voto contrario o di astensione. Condivido pienamente le osservazioni espresse negli ultimi interventi riguardo alla forma di voto palese e alla possibilità che con esso si arrivi, di fatto, a forme di plebiscitarismo sforzato. È utile, nel ragionamento, quanto affermato dal Presidente Cota: esiste ancora la possibilità di un voto animistico, ciò che una volta veniva indicato con il termine di "votazione bulgara".
Rispetto alla discussione svolta precedentemente, ritengo che il Consigliere Galasso, rivolgendosi a me, sollevasse il problema di rispettare le leggi. Personalmente, non credo di aver detto, nei miei interventi, che le leggi non vadano rispettate; difendo il diritto, per i Consiglieri, di poter intervenire nel corso della formazione delle leggi e difendo la possibilità, nel corso del dibattito in aula, di poter dire che questa proposta di deliberazione, che non giunge da Consiglieri dei Gruppi della maggioranza o della minoranza, ma dall'Ufficio di direzione (quindi non è "targata" da una forza politica specifica) non suscita la mia approvazione. Come abbiamo già spiegato in diversi modi, la proposta di legge non risolverà i problemi del funzionamento del Consiglio, visto che le Commissioni ne fanno parte. Non credo, quindi, che occorra questa legge.
Nella discussione di una legge che ritengo inopportuna si inserisce la questione - che personalmente giudico corretta - se sia più utile, ai fini del proseguimento dell'esame della legge, ragionare sulla votazione in maniera palese o in maniera non palese.
Credo che ci sia, fondamentalmente, la necessità di garantire libertà per ogni Consigliere di esprimere il proprio parere sull'Ufficio di Presidenza della Commissione, indipendentemente dalle indicazioni del Gruppo appartenente. In questo senso, dal momento che la votazione sull'Ufficio di Presidenza delle Commissioni si basa su nomine di persone mi sembrerebbe ancora più opportuno che la votazione avvenisse a scrutinio segreto. È pur vero che le obiezioni sollevate dal Consigliere Contu hanno una loro fondatezza.
L'insieme di questi due ragionamenti mi pone nell'imbarazzo, di cui dicevo all'inizio, di non sapere, in questo momento, se il mio voto sarà contrario o di astensione all'emendamento.
In ogni caso, la presentazione dell'emendamento è elemento importante per poter discutere questioni di importanza fondamentale.



PRESIDENTE

Il Consigliere Contu aveva espresso voto favorevole, mentre il Consigliere Papandrea interviene con un'altra posizione.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Voterò contro l'emendamento, anche se ritengo che le forme di votazione siano tutte imperfette, ognuna ha i propri limiti, quindi si possono individuare i limiti della formula stessa.
Ricordo che nella mia lunga militanza politica mi sono costantemente battuto per smantellare il sistema di votazione che prevedeva obbligatoriamente, il voto palese. Mi sono sempre battuto affinché anche piccole minoranze potessero chiedere che il voto avvenisse in forma segreta.
Poiché mantengo quel tipo di impostazione, ricordando che il voto palese ha molti difetti, soprattutto dal punto di vista del controllo dell'espressione di chi vota, voterò contro l'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.5).
Il Consiglio non approva.
1.6) Emendamento (rubricato al n. 42) presentato dal Consigliere Contu.
Nel primo comma dell'articolo 1, le parole comprese tra "Il Presidente..." e "...Commissione stessa" sono sostituite dalle seguenti: 1. ""Le Commissioni, nella loro prima seduta convocata dal Presidente Consiglio regionale procedono all'elezione di un Presidente e di un Vicepresidente. All'elezione dell'Ufficio di Presidenza si procede con un'unica scheda nella quale i commissari votano per il Presidente ed il Vicepresidente. Risultano eletti coloro che, per la rispettiva carica raggiungono i tre quinti dei voti." Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Chiedo scusa, Presidente, ma ero distratto leggendo la convocazione del Gruppo per mercoledì 26 marzo 2003 alle ore 9.30.
L'emendamento recita testualmente: "Le Commissioni, nella loro prima seduta convocata dal Presidente del Consiglio regionale, procedono alle elezioni di un Presidente e di un Vicepresidente. All'elezione dell'Ufficio di Presidenza si procede con un'unica scheda nella quali i Commissari votano per il Presidente e per il Vicepresidente. Risultano eletti coloro che per la rispettiva carica raggiungono i 3/5 dei voti".
Con questo dispositivo, che credo sia del Consiglio regionale delle Marche, si richiede una maggioranza qualificata. In questo momento non ricordo quanto sia il numero dei componenti le Commissioni, ma ipotizzando il numero di 15, succederebbe che, se il principio è: ogni testa è un voto si otterrebbe un bell'assist alla maggioranza. 3/5 di 15 sono 9, quindi restituisce alla politica la sua dignità. Una maggioranza attenta dovrebbe riconoscere, come avviene in molte altre Assemblee elettive, la carica di Vicepresidente alle opposizioni. In alcune Regioni vanno oltre: alcune Commissioni significative - al di là di quelle di vigilanza, dove c'è un dato assoluto - generalmente quelle di garanzia vengono presiedute dall'opposizione. Questo potrebbe rappresentare una sfida: quella di restituire ad un ambito di correttezza tra le forze politiche, tra i Gruppi consiliari, l'attribuzione degli incarichi nelle Presidenze delle Commissioni e nelle loro Vicepresidenze.
E' una scommessa, però è anche significativo, almeno per me che l'ho proposto, perché rimanda molte responsabilità.
Ripeto la mia critica ai colleghi dell'opposizione, che, anziché tenere alta la polemica e la denuncia nei confronti della maggioranza, che aveva operato lo spoil system, hanno deciso supinamente, come atto di vassallaggio, di accontentarsi di un piatto di lenticchie, che non modifica l'organizzazione del lavoro delle Commissioni e non garantisce sulla priorità.
Su questo voglio aprire una parentesi: in sede di Commissione ho dato atto pubblicamente al Presidente Cattaneo, che, pur non confortato dallo stimolo di una Vicepresidenza allargata nella VI Commissione, ha programmato una proposta di legge sugli artisti di strada, primo firmatario il Consigliere Chiezzi. Non eravamo certo in presenza di una Vicepresidenza allargata, ma era un atto di sensibilità dovuta.
Mi auguro che, al di là dell'esito di questa proposta di deliberazione al Consiglio, da parte dell'Ufficio di Presidenza, molti altri Presidenti sappiano cogliere autonomamente il senso democratico di questa scelta, che si stabilisca un'alternanza, che si dia la possibilità di un binario preferenziale per le proposte di legge presentate dalle minoranze. In fin dei conti, l'Aula è sovrana ed esprimerà il voto decisivo. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.6).
Il Consiglio non approva.
1.7) Emendamento (rubricato al n. 43) presentato dal Consigliere Contu: Nel primo comma dell'articolo 1, le parole comprese tra "il Presidente..." e "...Commissione stessa" sono sostituite dalle seguenti: 1. "Nella prima seduta, convocata dal Presidente del Consiglio entro dieci giorni dalla loro costituzione, ciascuna Commissione procede all'elezione del proprio Ufficio di Presidenza, composto da un Presidente e da un Vicepresidente. Se nel corso della prima elezione del Presidente e del Vicepresidente nessuno riporta la maggioranza assoluta dei componenti la Commissione, si procede, nella stessa seduta, al ballottaggio tra i due Consiglieri che abbiano ottenuto il maggior numero di voti; a parità di voti risulta eletto il Consigliere più anziano d'età".
La parola al Consigliere Contu, per l'illustrazione.



CONTU Mario

Lo leggo soprattutto per i Consiglieri che non hanno sotto mano gli emendamenti: "Nella prima seduta, convocata dal Presidente del Consiglio entro dieci giorni dalla loro costituzione, ciascuna Commissione procede all'elezione del proprio Ufficio di Presidenza, composto da un Presidente e da un Vicepresidente". Anche qui, cerco di formulare una proposta all'Aula che dica sostanzialmente questo: "Se nel corso della prima elezione del Presidente e del Vicepresidente nessuno riporta la maggiorana assoluta dei componenti la Commissione, si procede, nella stessa seduta, al ballottaggio tra due Consiglieri che abbiano ottenuto il maggior numero di voti; a parità di voti risulta eletto il Consigliere più anziano d'età".
E' un criterio, Presidente, che propongo di inserire all'interno del Regolamento, perché non sia consentito a nessuno, in mancanza di norme cogenti, regolate dall'unico strumento che il Consiglio regionale ha (quello del Regolamento), di andare per via analogica ad interpretare in modo forzoso la lettura del Regolamento. Le regole sono regole e servono a garantire le prerogative di tutti. L'analogia è uno strumento improprio altrimenti perché, Presidente, per via analogica non si procede ad eleggere due Vicepresidenti, senza bisogno di sottoporre all'Aula, visto che altre Regioni sono dotate degli organismi degli Uffici di Presidenza? E' una via analogica; c'è una richiesta qualificata da parte dei Capigruppo! C'era bisogno di una legge? Per via analogica si può fare tutto! Lei, Presidente, poteva assumersi questo potere e, in mancanza della norma, dire: "Perché la Regione Piemonte non si comporta come la Regione Sicilia, visto che alcuni autorevoli Capigruppo chiedono che la Presidenza e le Vicepresidenze diventino due?".
Guardi, Presidente, per via analogica si può fare tutto: si possono anche assumere leggi di altre Regioni e dire: "Questa è la norma, l'ha deciso il Presidente del Consiglio. Non vi piace? Impugnatela nelle sedi opportune" (il TAR, oppure il giudice ordinario, se si ha ragione di ritenere che quell'atto sia viziato dalla necessità di occultare altre prerogative che magari sono ancora in capo al Presidente, che ha, ad esempio, compiti di grave responsabilità sull'unica prerogativa, quella della rendicontazione delle voci di bilancio, delle risorse assegnate ai Gruppi). Si può fare tutto! Presidente, prendo atto di tutto, per ribadisco un concetto: in assenza della norma, bisogna procedere...



PRESIDENTE

La richiamo al tema dell'emendamento. Qui c'è una norma e lei ne sta proponendo un'altra.



CONTU Mario

Certo, sto nella logica dei ragionamenti. Questa proposta dice una cosa diversa: usa una via analogica, però ha il coraggio - e di questo ne deve dare atto - di dire: "Sottoponiamola al voto dell'Aula", perché a lei non è dato, per via analogica, di applicare la norma regolamentare di un'altra Regione che stabilisce un criterio, cioè inserisce il ballottaggio. Non ricordo se il numero dei componenti le Commissioni sia pari o dispari, ma se il numero è dispari, è sufficiente che sia assente un Consigliere per diventare pari, e viceversa.
Ipotizziamo il caso che il numero dei membri della Commissione presenti al momento del voto sia in condizioni di parità.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.7).
Il Consiglio non approva 1.8) Emendamento (rubricato al n. 44) presentato dal Consigliere Contu: Nel primo comma dell'articolo 1, le parole comprese tra "Il Presidente..." e "...Commissione stessa" sono sostituite dalle seguenti: 1. "Il Presidente del Consiglio convoca ciascuna Commissione consiliare permanente per la propria costituzione, la quale ha luogo mediante l'elezione di un Presidente e di un Vicepresidente. L'elezione avverrà mediante distinte votazioni".
La parola al Consigliere Contu, per l'illustrazione.



CONTU Mario

Il Consigliere Marcenaro ritiene che la proposta del collega Palma basata sull'individuazione di quattro Commissioni, agevoli maggiormente i lavori, perché si potrebbero dedicare quattro giorni settimanali alle Commissioni ed uno ai lavori del Consiglio. Si potrebbero considerare anche ipotesi intermedie ed anche il numero delle Commissioni speciali dovrebbe essere rivisto.
Questa citazione è capitata per caso, solo perché ho aperto la pagina della seduta n. 10, del 22 maggio 2002, per dire che stiamo arrivando a discutere di emendamenti di merito ad una proposta di legge sulla quale c'era un accordo unanime - con qualche riserva credo del CCD-CDU - che questa cosa non "s'aveva da fare", che assolutamente dovevamo uscire da questa impasse facendo l'unica cosa possibile: ridurre il numero delle Commissioni.
A quel punto l'emendamento presentato avrebbe avuto ragione di essere ma anziché procedere all'elezione di un Presidente e di un Vicepresidente avremmo potuto parlare dell'elezione di un Presidente e di due Vicepresidenti. Avremmo avuto quattro Commissione che, in modo tematico, al mattino si riunivano su un tema, al pomeriggio su un altro e una seduta di Consiglio alla settimana: guardi, Presidente, che operatività! Avremmo potuto snellire le miriadi di proposte di legge e disegni di legge che sono lì al palo e che aspettano di arrivare in aula.
Invece siamo ancora qui, a disquisire se introdurre il ballottaggio nel caso di parità. Lo faccio perché è doveroso, perché parto sempre dal presupposto che tutto quello che non è normato, non è dato a nessuno il potere di normarlo motu proprio. Mi sentirà ancora su questa questione Presidente, ma lei se che non c'é risentimento personale perché ho sempre dato atto di aver gestito, con equilibrio, i lavori dell'assemblea: pu succedere a tutti di avere uno scivolone.
Qui sono due le questioni e per questo invito l'aula a riflettere attentamente. Si elegge un Presidente e un Vicepresidente, si introduce l'istituto di ballottaggio e, in caso di parità di voti, si dà la possibilità al Consigliere più anziano di età di prevalere in virtù di questa norma che chiedo al Consiglio di votare.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.8) Il Consiglio non approva.
1.9) Emendamento (rubricato al n. 45) presentato dal Consigliere Contu: Nel primo comma dell'articolo 1, le parole comprese tra "il Presidente ..." e "...Commissione stessa" sono sostituite dalle seguenti: 1. "Ogni Commissione elegge, a scrutinio segreto ed al proprio interno, un Presidente e un Vicepresidente. Si procede con un'unica scheda. Risulta eletto Presidente il Consigliere che abbia ottenuto la maggioranza dei voti, nel qual caso risulta eletto Vicepresidente il candidato che abbia ottenuto il maggior numero di voti. Nel caso che, nella prima votazione nessun commissario ottenga la maggioranza dei voti si procede al ballottaggio tra i due candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti; il vincitore del ballottaggio sarà eletto Presidente e l'altro candidato Vicepresidente. In caso di parità risulta eletto il candidato più anziano." La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Con questo emendamento si vuole inserire un elemento di chiarezza.
Essendo stati bocciati i precedenti questo emendamento ha ragione di esistere.
"Il Presidente del Consiglio convoca ciascuna Commissione consiliare permanente per la propria costituzione, la quale ha luogo mediante l'elezione di un Presidente e di un Vicepresidente. L'elezione avverrà mediante distinte votazioni". Prima l'aula ha bocciato un emendamento che introduceva la scheda unica nelle votazioni, si abbina un Presidente ad un Vicepresidente. Adesso propongo due distinte votazioni. Una votazione riguarda il Presidente e l'altra il Vicepresidente, lasciando indefinita la questione se questo avverrà per voto palese, che è stato già bocciato dall'aula (ricordo che oltre il voto palese c'é solo il voto segreto).
Quindi permarrebbe una norma, questa sì cogente, nell'attuale Regolamento.
L'istituto delle due distinte votazioni lo abbiamo applicato e, in un momento di alto conflitto tra opposizione e maggioranza, mi ha stupito che ognuno non sia stato al suo posto. In quelle sede di votazione, soprattutto sulla Commissione Olimpiadi, se ognuno fosse stato al suo posto avremmo sostituito il Consigliere Marengo alla Presidenza della Commissione. Lo dico per chiarezza, perché i numeri non si possono obiettare, la matematica non è una opinione, ma la forza dei numeri.
Mi stupirei se l'aula bocciasse l'emendamento perché è istituto di garanzia. In ordine successivo si vota il Presidente con una votazione che in mancanza di approvazione dell'altro emendamento che evocava il voto palese, avverrà per votazione segreta. A questa votazione segue quella del Vicepresidente e quindi si precede secondo una modalità normata da una norma precisa. Non so cosa modifichi rispetto all'attuale Regolamento, ma è rafforzativo perché in altri articoli questa modalità è stata, ed è già istituto cogente e solo rafforzativo di questa prerogativa. Per questo sottopongo all'Aula e insisto sulla opportunità di rafforzare il principio della modalità di espletamento delle votazioni nel momento in cui le Commissioni consiliari vengono convocate d'autorità dal Presidente in termini statutari, poi, siamo andati in prorogatio fuori Regolamento, ma senza creare alcun danno erariale alla Regione e ho ragione di credere regolarmente convocate, procedendo all'elezione mediante distinte votazioni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.9).
Il Consiglio non approva.
1.10) Emendamento (rubricato al n. 46) presentato dal Consigliere Contu: Nel primo comma dell'articolo 1, le parole comprese tra "Il Presidente..." e "...Commissione stessa" sono sostituite dalle seguenti: 1. "Ogni Commissione elegge, a scrutinio segreto ed al proprio interno, un Presidente e un Vicepresidente. Si procede con un'unica scheda e risultano rispettivamente eletti i due Commissari che abbiano ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità risulta eletto il candidato di sesso femminile; qualora ambedue i candidati siano dello stesso sesso risulta eletto il candidato più giovane." La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Signor Presidente, ogni Commissione elegge a scrutinio segreto dal proprio interno un Presidente e un Vicepresidente. Si procede con un'unica scheda e risulta eletto Presidente il Consigliere che abbia ottenuto la maggioranza dei voti, nel qual caso risulta eletto Vicepresidente il candidato che abbia ottenuto il maggior numero di voti. Nel caso in cui nella prima votazione nessun commissario ottenga la maggioranza dei voti si procede al ballottaggio tra i due candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti. Il vincitore del ballottaggio sarà eletto Presidente e l'altro candidato Vicepresidente. In caso di parità, risulta eletto il candidato più anziano.
Presidente, anche questo è un bell'esercizio di democrazia. Al di là delle appartenenze con quelle regole non scritte del rispetto delle prerogative delle minoranze, mi riservo di presentare un emendamento che aumenti il numero delle Commissioni, può essere la quadra del cerchio. Alla fine, potrebbe essere molto interessante superare la soglia fatidica di generali all'interno del Consiglio regionale.
Nella proposta di emendamento si introduce una modalità: la scheda è unica, i candidati sono due, uno alla carica di Presidente e uno alla carica di Vicepresidente, i commissari esprimono il loro voto mediante votazione segreta e viene eletto Presidente il candidato alle due cariche che abbia raggiunto il maggior numero di voti.
Pensi che bell'esercizio di democrazia: il Presidente, che viene eletto al di là delle appartenenze, perché è un Consigliere stimato e rispettato per la sua capacità di conduzione con equilibrio di una Commissione dovrebbe assolutamente prescindere da un aspetto di natura venale. Chi lo ha detto che il Presidente deve avere un'indennità di carica aggiuntiva? Lo ha detto una norma, ma non è dappertutto così, alcune Regioni non prevedono l'indennità aggiuntiva al Presidente della Commissione. Allora, a quel punto, ben vengano le cariche onorifiche di Presidente e di Vicepresidente anzi, a quel punto, cinque Vicepresidenti, un Ufficio di Presidenza composto da due Vicepresidenti e da un Presidente che, a turno, possono presiedere i lavori della Commissione.
In quel caso, sarebbe giustificato un Ufficio di Presidenza allargato perché non ci sono ragioni pecuniarie, c'è la ragione di rendere efficiente il lavoro di una Commissione, ed è fondato sulla disponibilità per la candidatura. Certo che tremo all'idea di quanti sarebbero i candidati, ho paura che lei, d'autorità, dovrebbe d'imperio, come fa normalmente quando nomina i Questori per le votazioni segrete, nominare d'ufficio i Presidenti delle Commissioni, non sarebbe una prerogativa, dovrebbe darsi dei criteri perché, non essendo normato, anche questo rischia di essere terra di nessuno, però, la fantasia potrebbe essere tanta e, allora, si potrebbe scegliere secondo l'anzianità di Legislatura o l'anzianità di età.
Lei non ha letto questo emendamento per l'Aula, però, questo lo voglio proprio leggere perché è interessante.



PRESIDENTE

Dimostra la sua galanteria.



CONTU Mario

Ogni Commissione elegge a scrutinio segreto e dal proprio interno un Presidente e un Vicepresidente. Si procede con un'unica scheda e risultano rispettivamente eletti i due commissari che abbiano ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità, risulta eletto il candidato di sesso femminile. Qualora ambedue i candidati siano dello stesso sesso, risulta eletto il candidato più giovane.
Non è prevista la terza ipotesi e mi posso riservare di presentare un emendamento di tutela anche per le minoranze.
Presidente, si ribaltano le proposte, è stata bocciata la proposta del candidato più anziano, qui inseriamo e propongo un criterio innovativo: lei è il Presidente più giovane di tutte le Assemblee elettive.



PRESIDENTE

Sono stato battuto recentemente.



CONTU Mario

Nell'ambito del rinnovo di metà Legislatura.
Peccato che lei abbia perso questo primato, non sempre essere i più giovani è sinonimo di scarsa esperienza legislativa, anche perché si pu invocare la giovane età per giustificare errori inevitabili che ognuno di noi commette nel proprio agire. Quello che ha commesso oggi è un po' pesante, però troveremo la sede dirimente.
Per quanto riguarda l'altro principio che si inserisce in questo emendamento, a parità di voti, risulta eletto il candidato di sesso femminile. Anche questo è un criterio, perché introduce una questione di genere. Sono sempre stato contrario alle riserve, però credo che su alcune norme di salvaguarda, in questo caso di parità di voti, ci si debba dare un criterio. Questo è un criterio magari opinabile, magari discutibile, ma pone una questione di genere e pone una questione di età. Ribaltando il luogo comune che vuole che presiedano certi organismi prevalentemente i Presidenti di sesso maschile, introduce un'altra opportunità e, ribaltando una norma che prevede, a parità di voti, l'attribuzione al candidato più anziano, propone l'attribuzione al candidato più giovane.
Presidente, lei questa norma la poteva applicare. Quando le leggi non si fanno con il consenso di un'assemblea elettiva, ci si può inventare di tutto: si può decidere che subentra il più giovane o che subentra il più vecchio. Quando non c'è la norma, si fa di tutto un po', basandosi sulle esperienze.
In questo caso, la proposta di emendamento è molto chiara: introduciamo una norma che ribalta una consuetudine ed una tradizione, ed essendo normata e non potendo invocare la norma e la consuetudine, votiamo un emendamento che stabilisce due criteri: il sesso e la giovane età. Credo che questa sia una norma di maggiore salvaguardia, ed è una norma comunque la si voglia indicare. Per questo chiedo all'aula di votare questo emendamento, perché lo considero più garantista di altre norme.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola l'Assessore Brigandì, che interviene in qualità di Consigliere.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente. Parlo a titolo prettamente personale e proprio per questo lo faccio dai banchi della Lega.
Credo che la votazione di oggi dimostri quello che io ho sempre asserito, ed è evidente che alcune osservazioni fatte in antecedenza dal Consigliere Contu siano vere. Ovviamente non posso fare nient'altro che schierarmi con la maggioranza; tuttavia in questo caso, Presidente, credo che non sia possibile continuare a schierarsi con la maggioranza, per cui la prego di far decadere l'emendamento, che è palesemente incostituzionale in quanto basato su una discriminazione di carattere sessuale. Inoltre - e questo è ancora peggio - è stata definita dal Consigliere Contu come una discriminazione sulla minoranza.
Io non credo che il sesso femminile sia una minoranza né una maggioranza, ma deve essere considerato paritario. In ogni caso, una nomina determinata esclusivamente da un fatto sessuale è evidentemente in contrasto con i più elementari principi delle norme costituzionali. Sarebbe stato meglio dire che è dichiarato eletto chi ha la testa più grossa: mi sembra una cosa maggiormente coerente, perché probabilmente contiene maggiore materia grigia.
Questo è un invito che rivolgo alla Presidenza.



PRESIDENTE

Ho già esaminato l'emendamento e l'ho dichiarato ammissibile, anche alla luce di alcuni recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale su alcune leggi.
Indìco quindi la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.10) Il Consiglio non approva.
1.11) Emendamento (rubricato al n. 5) presentato dal Consigliere Tapparo: all'articolo 1, comma 1, sostituire da "mediante l'elezione" a "dell'Ufficio di Presidenza della Commissione stessa", con "mediante l'elezione di un Presidente. In caso di parità di voti, prevale il più anziano di età".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Con il mio emendamento volevo sottolineare la necessità di evidenziare la prevalenza, in caso di parità, del Consigliere più anziano.
Mi pare che sia opportuno ripeterlo, e non si tratta solo di una questione di forma, ma anche di sostanza. E' per questa ragione che ho proposto questo; non credo che stravolga il provvedimento.
Auspico che i colleghi possano considerarlo un elemento utile a completare la proposta, così com'è stato espresso da parte dei proponenti cioè dall'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Devo esprimere condivisione sull'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo, visto che prima è stato bocciato quello che introduceva il principio del più giovane di età.
Credo che l'aula sia un po' in stato confusionale, perché si continuano a respingere emendamenti che non modificano sostanzialmente il provvedimento. Anche questo è un criterio: in caso di parità di voti prevale il più anziano di età. Oltretutto in genere c'è un candidato unico...



PRESIDENTE

Scusi Consigliere Contu, ha letto l'emendamento? L'emendamento propone di sostituire da "mediante l'elezione" a "mediante l'elezione di un Presidente. In caso di parità di voti, prevale il più anziano di età". Non c'è più il Vicepresidente: questo è lo spirito dell'emendamento proposto dal Consigliere Tapparo.



CONTU Mario

Mi sembra una cosa interessante, vista l'inutilità di questa figura.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Volevo che su questa proposta si potesse anche valutare il significato.
Certamente si introduce il principio dell'unico Presidente e, nel caso di parità, quella che è la nostra prassi di far prevalere il più anziano in età. Credo che ci sia una capacità di autogestione delle Commissioni. Noi lo vediamo spesso praticato questo principio, quando per ragioni di orario non vediamo presente il Presidente e la Commissione si muove - senza ovviamente togliere nulla agli attuali Presidenti di Commissione - con una certa fluidità, anche sostituita dai Consiglieri più anziani presenti.
Ad esempio, al collega Mercurio succede spesso di presiedere la Commissione, così come succede a me e qualche volta anche al collega Caracciolo, in quanto siamo forse i più vecchi del Consiglio. Quindi, non succederebbe nulla. Abbiamo anche visto che la programmazione dell'agenda cioè dello svolgimento dei lavori e della preparazione dell'o.d.g., non subisce influenza dalla presenza di un Vicepresidente o di due o di tre Vicepresidenti.
A mio parere, troveremmo un meccanismo di funzionalizzazione tranquilla, tra l'altro persino meno onerosa, che potrebbe anche essere interessante; non renderebbe non funzionante l'operatività della Commissione e permetterebbe, in qualche modo, di portare avanti i nostri lavori.
Per questa ragione ho proposto un emendamento che potrebbe essere tranquillamente approvato, ad esempio dal Capogruppo di Forza Italia o da altri.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.11).
Constatata la mancanza del numero legale, dichiaro la votazione non valida.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.20 riprende alle ore 18.58)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione sull'emendamento 1.11).
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.11).
Il Consiglio non approva.
1.12) Emendamento (rubricato al n. 6) presentato dal Consigliere Tapparo: All'articolo 1. Comma 1 sostituire da "mediante l'elezione" a "dell'Ufficio di Presidenza della Commissione stessa", con "mediante l'elezione di un Presidente e di un Vicepresidente, con votazioni separate, riversando alla minoranza l'espressione di un membro dell'Ufficio di Presidenza della Commissione stessa." La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

La mia proposta è per risolvere, strutturalmente, il problema che oggi stiamo cercando di affrontare con un'operazione di ampliamento dell'Ufficio di Presidenza.
Dobbiamo definitivamente sancire nel Regolamento il ruolo e i diritti della minoranza, rendendo persino più forte il ruolo del Vicepresidente rispetto ad una doppia presenza: Vicepresidente di minoranza e Vicepresidente di maggioranza. Potrebbe essere una soluzione praticabile ed interessante.
Mi rivolgo a tutti i colleghi: questa proposta potrebbe essere un modo per uscirne fuori salvaguardando quel non gonfiamento del numero degli incarichi. Proprio questa mattina, difatti, si è cercato a lungo di dimostrare come sia di nocumento al ruolo e alla legittimazione nei confronti dell'opinione pubblica, dando un argomento in mano alle tradizionali - e meno tradizionali - forze che stoicamente sono contro la democrazia rappresentativa ed accusano di assemblearismo qualsiasi espressione di assemblea elettiva, anche quelle più votate al rigore, alla parsimonia e al decisionismo.
Per giungere all'attuale formulazione dei meccanismi elettorali dei Sindaci e dei Presidenti delle Regioni, si è sempre usato l'argomento dell'assemblearismo per denigrare, indicare l'impotenza e la perdita di tempo delle assemblee elettive. Questo meccanismo, che presento nell'interrogazione, ha la possibilità, in primis, di rispondere al tema evocato anche dalla relatrice Costa (che, tra l'altro, mi dispiace non vedere presente nei banchi perché avrebbe saputo affrontare il problema della rappresentanza dell'opposizione).
Questa mattina il Consigliere Ronzani, con un impeto oratorio superiore al solito, ha perorato la causa della presenza del Vicepresidente di opposizione. Avrei risolto il suo problema in modo molto più efficace e nel contempo avrei definito, in modo strutturale, il non incremento del numero dei graduati all'interno del Consiglio regionale, lasciando il piccolo gruppo di peones meno solo, in modo da formare una testuggine per potersi difendere da una prevalenza di alti incarichi (come vediamo lì seduti) medi incarichi e bassi incarichi (il gruppo dei senza incarichi sto cercando di tutelarlo per evitare che restino proprio due gatti).
Raccomando a tutti i Consiglieri una particolare attenzione. Mi piacerebbe, su questo punto, che il collega Ronzani, dopo l'energico intervento di questa mattina, intervenisse di nuovo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Condivido l'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo perché dà possibilità all'assemblea di valutare la necessità di stabilire un numero di regole democratiche. Il portato di questo emendamento stabilisce un principio importante: che uno dei due membri dell'Ufficio di Presidenza sia espressione della minoranza. I precedenti emendamenti respinti dall'Aula invocavano un accordo fra maggioranza e minoranza in grado di tutelare le minoranze nella possibilità di presiedere le Commissioni, di entrare a far parte dell'Ufficio di Presidenza.
La strada che è stata scelta non ci convince: siamo in presenza di una mancata riduzione del numero delle Commissioni e portiamo a due il numero dei Vicepresidenti, aggravando, anche se in modo non significativo l'indennità lorda del Vicepresidente aggiunto (il 5% dell'indennità, che equivale al salario di un operaio metalmeccanico). L'altro giorno abbiamo ricevuto l'ennesima delegazione di operai in cassa integrazione, i quali hanno chiesto un sostegno economico su due questioni: il diritto alla mobilità e il diritto a potersi curare, eliminando almeno l'aggravio del ticket. Si tratta di piccoli provvedimenti, qualcuno li definisce "assistenzialismo".
Se la coperta è stretta e i fondi del bilancio regionale sono limitati occorre prestare attenzione alla priorità di spesa; in questo caso, credo sia assolutamente documentato e documentabile che l'aggravio sul bilancio regionale, ancorché rappresenti il 10% (o il 20%, o il 30%) di quello che avrebbe potuto rappresentare l'incremento delle indennità previste dal precedente provvedimento, riguarda comunque risorse tolte alla collettività. Questo, per garantire il funzionamento della macchina amministrativa, senza ottenere, però, il beneficio che ne dovrebbe derivare.
Ho ascoltato con molta attenzione il collega Ronzani, il quale, forte della sua esperienza parlamentare, ha sufficientemente argomentato una tesi altra. Credo che lui sia perfettamente consapevole che i membri della Presidenza possono diventare sette (quattro di maggioranza e tre di minoranza), ma che, non avendo nessun potere di veto sulle decisioni, si è sempre portati a soccombere.
Cosa cambia? Cambia la sede della contestazione? Si mette a verbale (ma non è neanche previsto il verbale), in una riunione dell'Ufficio di Presidenza che deve programmare i lavori della Commissione consiliare, che si procede con un certo o.d.g., stante la contrarietà del Vicepresidente espressione della minoranza! Questo non migliora la funzionalità delle Commissioni! Nell'emendamento presentato dal collega Tapparo, invece, si ripropone una tesi che è cara anche a noi: dotare l'Ufficio di Presidenza delle Commissioni di un Presidente e di un Vicepresidente. Per questo motivo appoggiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Ritengo che il merito dell'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo sia indiscutibile, in quanto specifica in maniera inopinabile quello che gli estensori del Regolamento avevano scritto al comma 2 dell'articolo 23, "Insediamento delle Commissioni".
A dire la verità, non penso che chi ha scritto il Regolamento si sia espresso in una formula che possa dare adito ad interpretazioni diverse, in quanto la frase "affinché il Presidente e il Vicepresidente siano espressione della pluralità e delle forze del Consiglio" mi sembra sufficientemente chiara. E' chiaro che ci si riferisca a tutte le forze politiche presenti, con il proprio Gruppo, in Consiglio.
Il problema che ci troviamo ad affrontare - e che l'emendamento Tapparo risolve chiaramente - è nato perché la maggioranza di questo Consiglio ha voluto non dare corso a quanto è affermato nel Regolamento; si è realizzata una forma di Ufficio di Presidenza delle Commissioni, nel quale il Presidente e il Vicepresidente non rappresentano la pluralità delle forze presenti in Consiglio, ma la pluralità delle forze presenti nella maggioranza.
Se chi ha realizzato questo Regolamento avesse voluto esprimersi in questo modo, avrebbe sottolineato che il Presidente e il Vicepresidente devono essere l'espressione della pluralità delle forze della maggioranza del Consiglio. Invece, è chiaramente scritto che il Presidente e il Vicepresidente devono essere espressione della pluralità di tutte le forze presenti in Consiglio, pertanto mi sembra inevitabile che almeno una delle due posizioni debba essere riservata a tutte le forze politiche presenti in Consiglio: tutte le forze politiche hanno il diritto di avere una qualche rappresentanza all'interno degli Uffici di Presidenza delle Commissioni. In ogni caso, l'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo, potrebbe intendersi come una semplice - senza alcuna diminuzione di importanza chiarificazione ed esplicitazione del contenuto già presente nel Regolamento. Si tratta, quindi, di una modifica che spiega ed esplicita meglio ciò che era contenuto nel Regolamento ma che, da parte di più rappresentanti del Consiglio, non si è voluto considerare - e questo per ben due volte - nel rinnovo delle cariche rappresentative all'interno delle Commissioni, avvenute poco tempo fa.
Accogliendo l'emendamento si farebbe chiarezza, facilitando il lavoro di tutti i Consiglieri, sia della maggioranza che della minoranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Auspico che non si perda di vista - parlo per quanto riguarda l'opposizione - la questione politica centrale alla base della nostra discussione. L'opposizione si trova di fronte ad una maggioranza che all'inizio della legislatura, ha voluto dare un segno di sé prepotente e accaparratore di tutti i momenti di gestione istituzionale delle Commissioni. Siamo dentro questo problema che ha aperto la legislatura e l'ha segnata con una forte dose di arroganza e di prepotenza. Una maggioranza che, evidentemente, considera l'Istituzione il luogo in cui poter accontentare tutte le ambizioni, le speranze e, forse, anche qualche appetito che albergava all'interno di quella maggioranza. E' stato un atto sbagliato. Le Commissioni non hanno funzionato bene, le Commissioni sono di numero assolutamente esorbitante.
Questa è la questione che ha aperto la legislatura e che oggi sta sul nostro tavolo. Non dobbiamo perdere di vista questo elemento, come elemento di forte stonatura che la maggioranza introduce nella gestione istituzionale delle Commissioni. Se lo dimentichiamo, compiamo, almeno dal punto di vista della forze che hanno perso le elezioni, un atto subalterno e sbagliato.
La maggioranza, nel corso di questi oltre trenta mesi, verificando l'impossibilità di una gestione efficiente del calendario dei nostri lavori, aveva espresso, in forme ufficiose e ufficiali (e in sedi ufficiosi e ufficiali) l'opinione che il numero di Commissioni permanenti dovesse essere ridotto. Questo elemento, espresso dalla maggioranza più di una volta, si è poi scontrato, all'interno della stessa, con l'impossibilità di dare corso a fatti conseguenti a quelle parole e a quelle analisi.
Non siamo di fronte ad una differenza di giudizio sull'efficienza del numero delle Commissioni permanenti, perché il giudizio rimane. Un giudizio negativo da parte della maggioranza e da parte dell'opposizione.
La questione politica centrale che l'opposizione ha di fronte, è che la maggioranza, non potendo rinunciare all'occupazione dei numerosi posti di potere messi a disposizione da un numero esorbitante di Commissioni, ha cambiato, non idea, ma una prassi di coerenza con le proprie idee: si è irrigidita e ha riconfermato la necessità, per ragioni di potere, di mantenere otto Commissioni permanenti.
Questa è la questione politica centrale. Come ci si comporta? Come ci si comporta di fronte ad una maggioranza che, pur avendo detto che occorreva, per dare lavoro efficiente al Consiglio regionale, ridurre il numero delle Commissioni, si arrocca, si irrigidisce e ripropone, con arroganza, la propria occupazione di tutti i posti di potere? Come ci si comporta? Appartengo ad un Gruppo che, insieme ad altri, non si è arreso a questa prepotenza e vuole incalzare la maggioranza, per portare a conclusione gli stessi ragionamenti comuni di riduzione delle Commissioni.
Secondo me, questo elemento di valutazione dell'opposizione verso la maggioranza, è un elemento che cerco di tenere vivo in un confronto e in un dibattito che, continuo a ripetere, non do di esito scontato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Ho ascoltato l'intervento del Consigliere Chiezzi: è evidente qual è la sua volontà. La conclusione pratica della sua azione non è diminuire i posti occupati dalla maggioranza, ma impedire che la minoranza abbia anche quel minimo spazio che, riteniamo noi, sarebbe utile avere, pur con tutti i suoi limiti. È il risultato concreto che si determina con questa azione: mi pare indubbio e, quindi, è questo il punto di discussione e di confronto.
Ho chiesto di poter intervenire sull'emendamento perché questo corrisponde a quella che costituirebbe, a nostro avviso, la soluzione più ragionevole ed efficiente al problema che abbiamo di fronte: la soluzione è che, senza aumentare il numero delle Presidenze, si realizzi, nelle condizioni attuali, una presenza della minoranza (come, peraltro, sapete bene, è sempre avvenuto nelle precedenti legislature, quindi non sarebbe una novità della legislatura in corso). Questo punto, insieme ad altre misure, quale la riduzione delle Commissioni, potrebbe dare un'architettura più funzionale e sufficientemente pluralista. Questo non è stato possibile attuarlo perché, nel quadro di una discussione sul Regolamento, mentre si sono ottenuti consensi e convergenze su certi punti, non si è arrivati ad una conclusione sull'insieme dei punti prospettati.
Mi rivolgo anche a quei Gruppi che non hanno contribuito alla ricerca della soluzione perché questo fa parte dei comportamenti politici e delle libere responsabilità che ciascuno di noi si assume in una discussione comune.
Nell'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo, comunque, rimane un punto che potrebbe essere raccolto. In che senso? Nel senso che stiamo discutendo di un provvedimento che amplia le Presidenze delle Commissioni con un provvedimento a termine. Diciamo che questa è una misura che vale nella deliberazione che stiamo discutendo fino al termine di questa Legislatura.
Penso che sarebbe un fatto positivo, non so se il collega Tapparo su questo punto è d'accordo, se si potesse convenire che, al termine di questa Legislatura, si ritorni ad una dimensione degli Uffici di Presidenza quale quella oggi esistente, attraverso questa formulazione.
Segnalando semplicemente questa possibilità, penso che il nostro Gruppo potrebbe dare su questo punto e su questo emendamento un voto di astensione diverso da quello che abbiamo dato su altre questioni. Però, dico ai colleghi dell'opposizione, che, come che me, chiedono un'interlocuzione che questo è molto giusto e serio, ma si chiede un'interlocuzione se si rispettano le posizioni degli altri, se ci si confronta e se si discute non se si adotta nei confronti di una scelta che noi, insieme ad altri abbiamo fatto una posizione che non apre un confronto, ma un conflitto. Se è un conflitto, ciascuno di noi vi farà fronte assumendosene tutte le responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Discutendo emerge, faticosamente, anche qualche elemento nuovo; noi non abbiamo iniziato molto bene la giornata, può anche darsi che riusciremo a concluderla con qualche elemento di chiarezza e di luce.
Mi dispiace che il Presidente Ghigo, che non vediamo spesso perché è molto impegnato, non sia così attento e assiduo a questo dibattito che francamente, potevamo anche evitare se, forse, ci intendevamo meglio e individuavamo dei punti di equilibrio, permettendo a tutti, anche agli Assessori, di perdere meno tempo.
Le indicazioni che adesso forniva il Consigliere Marcenaro sono interessanti; sin dall'inizio, ho detto che il nostro Regolamento certamente manifesta dei limiti e che si potevano anche affrontare alcuni aspetti, ma in un quadro, da un lato, di garanzie e, dall'altro, di rispetto della opposizione. Così non è avvenuto, da un lato, forse, per alcune responsabilità di alcuni settori dell'opposizione, dall'altra parte forse, anche perché, a volte, le situazioni che si determinano non sono costruite con una strategia e la maggioranza, trovandosi con qualche difficoltà, ha dato una risposta che limitava l'opposizione.
Presidente Cota, chiedo di poter avere una breve pausa di riflessione per un incontro franco - uso il termine franco non come lo usa la diplomazia quando non trovano l'accordo - affinché si possano individuare dei punti di equilibrio, anche vedendo, come diceva il collega Marcenaro questa scansione temporale sulla quale possiamo collocare degli elementi.
Possiamo evitare di trascinare per un'intera altra giornata, se va bene questa discussione che non è appassionante e non ha sostanza, perch diventa un elemento di posizioni rigide.
Credo che si possano individuare delle soluzioni o, comunque, giocando su una scansione temporale degli impegni, si possa venirne a capo. In questo mi differenzio, pur apprezzando molte posizioni e anche essendo stato educato alle rigidità del collega Chiezzi - solo per scherzo, gli dico che è l'ultimo dei giapponesi, a volte ce lo diciamo e solo adesso svelo il segreto pubblicamente, perché l'ho sempre mantenuto molto riservato - che, in qualche modo, mi ha contagiato, perché in questi ultimi giorni ho fatto io il giapponese e lui no, anche se è arrivato da un lungo e importante viaggio in Giappone.
Ci sono dei punti sui quali si conviene, capisco le difficoltà per la maggioranza e capisco alcuni mutamenti in corso d'opera, ma non voglio guadagnare tempo, sarebbe ridicolo guadagnare due ore in una mezza giornata, una settimana, che senso ha? Forse, procedendo ad un approfondimento, troveremmo qualche equilibrio su alcuni punti. Avevo fatto una raccomandazione al Consigliere Cattaneo, che mi guardava con un certo interesse, insomma, potremo cercare di ragionare su queste cose, anche la veemenza di alcuni colleghi, come quella del Consigliere Ronzani, poi si è mitigata nel pomeriggio, che poi, in qualche misura, apprezzava e guardava il mio intervento; sono segnali che io ho colto nel pomeriggio. Suggerirei al collega Ronzani, in sede di dichiarazioni di voto, di chiarire il significato del suo annuire costantemente ad ogni mio intervento.
Presidente Cota, facciamo un'opera positiva, cerchiamo di aggiornare questa discussione, tanto se si guadagna una settimana non ne usciamo vincitori, però, verifichiamo l'ultima volta se i segnali che arrivano dai Consiglieri Ronzani e Cattaneo, o quelli autorevoli del Consigliere Marcenaro, sono sostanziali, oppure noi non possiamo accoglierli, e proseguiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, sono anche imbarazzato perché bisogna fare un ulteriore intervento di repertorio, ma ne abbiamo sentiti molti dai colleghi che mi hanno preceduto, soprattutto dal collega Chiezzi che, con coerenza, glielo riconosco, ha riproposto all'attenzione del Consiglio un'antica posizione: la questione che la maggioranza con arroganza e prepotenza ha voluto introdurre in due fasi, in due momenti della vita di questa Legislatura, lo spoil-system. Come il professor maestro Caramella mi insegna, l'allenamento costante perfeziona la qualità dell'esecuzione perciò, voglio anch'io ripetermi e chiedo scusa al Consiglio.
Innanzitutto, contesto, anche se rispetto, perché è un'opinione politica autorevole del Consigliere Chiezzi, che le Commissioni non abbiano funzionato bene, nel senso che in tutti questi primi 33-34 mesi di lavoro della VII Legislatura, come è stato detto, le Commissioni non hanno funzionate bene. Probabilmente, hanno avuto dei momenti di difficoltà e dei momenti, invece, di operatività e di lavoro qualitativamente importante.
Non ero Consigliere regionale nella passata Legislatura e, avendone discusso con altri colleghi, mi sembra che quantomeno le Commissioni abbiano funzionato normalmente, non credo in maniera particolarmente eccellente, ma neanche in un modo disastroso, se anche in modo surrettizio e più velato è stato dato ad intendere da interventi che mi hanno preceduto.
Presidente, però, noi abbiamo avuto il coraggio, lo abbiamo detto, e la chiarezza di assumerci pienamente la responsabilità politica di quella scelta che facemmo nel giugno dell'anno 2000 e che abbiamo ripetuto nuovamente, a distanza di trenta mesi, in occasione del rinnovo degli Uffici di Presidenza e delle Commissioni permanenti.
Altrettanto, ed ecco perché il repertorio, con convinzione politica ancorché per il combinato disposto della legge elettorale, cioè della lista maggioritaria e del grande risultato proporzionale, avevamo e abbiamo una maggioranza dei due terzi abbondante in questa Aula, abbiamo ritenuto nell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale - non eravamo obbligati perché era obbligatoria la presenza di almeno un membro, quindi quella del Questore, peraltro votato con una scheda con due preferenze su tre seggi quindi a votazione limitata - confermare la scelta che sempre il Consiglio regionale ha fatto. Anzi, dire sempre non è vero, perché c'è stato un momento della quinta legislatura in cui una maggioranza di segno opposto rispetto al centrodestra, una maggioranza di centrosinistra, per un certo periodo della legislatura, occupò i due seggi dei Vicepresidenti del Consiglio regionale. Invece abbiamo voluto riservare all'opposizione due posti nell'Ufficio di Presidenza: uno per il quale eravamo obbligati a tutela delle rappresentanze delle opposizioni all'interno dell'organismo più alto, e l'altro per convincimento politico e per una scelta politica precisa lo abbiamo voluto confermare.
Quindi, forse siamo meno arroganti, Consigliere Chiezzi, e meno prepotenti di quello che sembriamo o che lei ritiene noi siamo.
Entrando nel merito del discorso, ho ascoltato l'intervento del collega Marcenaro, e credo che la modalità di vedere rappresentata la minoranza all'interno dell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni, che viene posta all'attenzione dell'aula da parte del Consigliere Tapparo con questo emendamento, possa essere una delle modalità su cui si può trovare una convergenza in una revisione più complessiva del Regolamento vigente, a partire dalla prossima legislatura.
Credo che a questo guarderemo con attenzione, Consigliere Tapparo.
Quindi, voteremo contro solo per una questione di coerenza sull'emendamento.
Rispettiamo la posizione dell'opposizione che ha un altro significato e non vogliamo certamente prenderla in giro. Quando ci confronteremo su questo punto, se lei, Consigliere Tapparo, lo riproporrà all'attenzione dell'aula, noi lo guarderemo con la dovuta attenzione e ci confronteremo nel merito.
Presidente, sono le ore 19.30; è stata una giornata interamente dedicata a questo provvedimento, che vede la maggioranza impegnata e rispettosa di un impegno che aveva preso. Noi siamo preoccupati - e non lo vogliamo dire in termini polemici, ma con grande serenità - della piega che sta prendendo il dibattito su questo provvedimento.
Voglio dare un chiarimento politico. Questa è l'unica modalità - e su questo hanno ragione alcuni Consiglieri di opposizione che l'hanno detto nel dibattito di oggi - per vedere rappresentata l'opposizione all'interno dell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni permanenti in questa settima legislatura. Non c'è volontà né disponibilità da parte dei Presidenti e dei Vicepresidenti di maggioranza degli Uffici di Presidenza delle Commissioni permanenti di farsi da parte.
Questo lo diciamo per chiarezza, e ci assumiamo nuovamente la responsabilità politica di quello che diciamo.
Con altrettanta chiarezza diciamo che siamo impegnati su questo provvedimento; ci riserviamo però - siccome non lo chiuderemo oggi e ci sarà una programmazione per la prossima settimana - di verificare se ci sono le condizioni, in un prossimo Consiglio regionale o nei prossimi Consigli regionali, per affrontare questa proposta di deliberazione con un po' più di possibilità di arrivare all'approvazione. Su questo credo che tutti dobbiamo impegnarci, nel rispetto delle regole, forse non scritte per una chiarezza politica che almeno ci deve essere riconosciuta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.12).
Il Consiglio non approva.
1.13) Emendamento (rubricato al n. 15) presentato dal Consigliere Contu: Nel primo comma dell'articolo 1, le parole "con votazione separata" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. La proposta di emendamento chiede, nel primo comma dell'articolo 1, di eliminare il termine "con votazione separata". Potrebbe essere una modalità. Abbiamo già visto, esaminando non altre proposte, ma gli altri Regolamenti degli altri Consigli regionali, che esiste una procedura semplificata: gli organismi vengono eletti con un'unica scheda, e vi è come presupposto indispensabile un accordo di massima tra le forze politiche sulla presentazione dei vari candidati.
Ora la discussione si fa un po' più complessa. Mi sembrava di comprendere anche dall'intervento del Consigliere Marcenaro che ci fosse una sorta di spiraglio nel dibattito su questo provvedimento. Credo che il conflitto dialettico non abbia mai fatto male a nessuno. Quello che fa male è il conflitto armato, ma quello della forza delle parole arricchisce.
L'emendamento del Consigliere Tapparo riproponeva un ritorno alla proposta originaria, che è quella di non debordare, perché c'è un limite a tutto. E' acclamato ed ormai riconosciuto da tutti che si possono rendere ridondanti questi organismi estesi nel numero, ma che niente modifica l'organizzazione dei lavori. Ci sono alcuni gruppi che hanno lavorato per arrivare a questa soluzione. Se hanno lavorato, hanno lavorato male, hanno fatto un grande pasticcio, perché i gruppi e le loro rappresentanze nella Commissione Regolamento avevano operato per ridurre in modo drastico il numero delle Commissioni. Non si possono cambiare le carte in tavola.
Quello che è successo dopo non restituisce snellezza e organicità al lavoro delle Commissioni. E' un pataracchio: niente di più, niente di meno aggiunge e appesantisce il bilancio del Consiglio Regionale. L'unica cosa che appesantisce è il bilancio. Che rispetto a questo costo ci siano dei benefici, oggi in quest'aula non ho sentito ancora argomenti convincenti che abbiano sostenuto la bontà di questa posizione.
Si appesantiscono i costi, con l'incremento dei costi del bilancio; non si alleggerisce e non si facilita il lavoro delle Commissioni, anzi forse paradossalmente lo si rende più farraginoso, a meno che - e su questo mi riservo un emendamento perché man mano che si ragiona il confronto serve e questa può essere una strada - l'Ufficio di Presidenza delle Commissione venga riconosciuto un gettone per le riunioni, come viene riconosciuto all'Ufficio di Presidenza del Consiglio. Non viene riconosciuto? Allora possiamo studiarlo; può essere un modo per dare risposta ad un bisogno emergente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi.
Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Cerco di riprendere il filo del ragionamento, che inevitabilmente la tagliola dei cinque minuti interrompe, dal punto in cui il Consigliere Marcenaro, concludendo il suo intervento, esprimeva un'osservazione secondo me sbagliata, in forza della quale l'obiettivo, o almeno la conseguenza pratica di un atteggiamento di opposizione al provvedimento sia di impedire, alla parte dell'opposizione che lo ritiene giusto, di disporre di qualche momento di gestione delle Commissioni.
Per quanto mi riguarda, è sbagliato. Non si tratta di impedirlo - lo dichiaro palesemente - ma di invitare a riflettere sulle conseguenze della scelta. Siamo in pieno confronto politico, non in pieno conflitto armato tra parti che non si parlano.
Il tentativo è invitare a riflettere sulle conseguenze della scelta individuando nuove strade, se non comuni, almeno poco lontane.
La questione che ho posto di centralità politica meriterebbe qualche attenzione. Alla fine il Consigliere Cattaneo si è svelato, riproponendo la prepotenza del modo di gestire le Istituzioni che fa parte DNA di questa maggioranza. "I Presidenti e i Vicepresidenti - ha detto a conclusione di un intervento molto zuccheroso all'inizio - non sono disponibili a lasciare il loro posto".
Questo è un atteggiamento di prepotenza e di arroganza di una maggioranza che occupa tutti i punti di gestione.
Di fronte a questo fatto come ci si deve comportare? Lo si accetta perché sono fatti così? Non si muovono di lì, riconoscono l'inefficienza della sistema, la confermano, ma al massimo concedono all'opposizione la creazione di nuovi posti di gestioni assegnandoglieli.
Personalmente, mi sembra una situazione che merita un profondo ragionamento. Meriterebbe, a mio modo di vedere, qualche iniziativa comune contro lo stato delle cose.
Questo è il punto centrale: non si impedisce niente, se lo volete fare lo farete - peggio per voi, viene da dire - ma vediamo, invece, di fare qualcosa di diverso, anche perché, alla fine, queste Vicepresidenze doppie quanto valgono?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Contesto, innanzitutto, l'affermazione del Consigliere Chiezzi. In termini di opinione la rispettiamo (è libero di sostenerla fuori e dentro l'aula) ma non abbiamo riconosciuto - e non riconosciamo - l'inefficienza del sistema o delle Commissioni, anzi, quanto meno per le Commissioni permanenti, in questa prima fase avanzata della legislatura hanno funzionato in modo normale.
Non credo che si tratti di prepotenza o di arroganza. Non voglio giustificarmi sulle affermazioni o accuse comportamentali (legittime, ma certamente ormai ridondanti, come direbbe il Consigliere Galasso) del Consigliere Chiezzi.
In alcuni interventi veniva posta all'attenzione dell'aula la possibilità di un ripensamento, ma vediamo se ci sono altre strade. In termini di chiarezza, quindi non di arroganza o prepotenza, ho voluto chiarire, a nome del Gruppo che presiedo e dell'intera maggioranza, che questa è l'unica modalità, a due anni dalla fine della legislatura, in un momento di contrapposizione abbastanza accesa sotto l'aspetto politico dentro e fuori l'aula, nella società civile, nel Paese e in questa Regione.
l'unica modalità.
L'ho voluto dire al Consigliere Chiezzi per chiarezza e per offrire un contributo alla valutazione di ognuno (ecco perché mi riservo poi di verificare) confermando l'impegno e la volontà della maggioranza di arrivare alla votazione, quindi all'approvazione, della proposta di deliberazione per modificare il nostro Regolamento.
In questo senso l'ho detto; non con prepotenza, ma con la forza - mi sia consentito - della chiarezza e della volontà di non prendere in giro nessuno e di assumere le nostre responsabilità fino in fondo, dicendo esattamente come stanno le cose.
Se invece il Consigliere Chiezzi intendeva affermare che riconoscono l'inefficienza del sistema nel fatto che noi, in un'ipotesi di revisione regolamentare, abbiamo fatto un'apertura (e in un certo senso abbiamo anche condiviso l'ipotesi di una riduzione delle Commissione a sei, anche se in una prima fase si parlava di quattro Commissioni), su questo le posso dare ragione. Come ad oggi abbiamo registrato una divisione dell'opposizione, a parte la giornata di oggi sulla questione posta all'attenzione dell'aula (ma è una questione anche della storia dell'ultimo anno e mezzo di legislatura), a fronte di una disponibilità da parte sua, da parte dei rifondatori, dei Verdi e di altri Consiglieri del Gruppo Misto, che hanno operato da sempre una chiusura legittima, che rispettiamo, ma ferma ad un'ipotesi di modifica regolamentare limitatissima.
Se c'è la disponibilità sincera a percorrere quella modifica regolamentare in un'ottica più complessiva, con un confronto di merito alto per arrivare a un prodotto, allora è un elemento di novità; non mi sembra, però, anche in base a quanto è stato depositato nell'ultima ora di questa seduta e dagli atteggiamenti e interventi che ho ascoltato, che tale disponibilità ci sia.
A fronte di questa indisponibilità - ecco perché l'ho detto con chiarezza e non con prepotenza ed arroganza - la maggioranza si assume la responsabilità di affermare che questa è l'unica modalità per vedere rappresentata l'opposizione all'interno degli Uffici di Presidenza, in questa fase della VII legislatura.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.13).
Il Consiglio non approva.
La seduta riprenderà domani mattina, con l'o.d.g. consegnato oggi a tutti i Consiglieri.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.55)



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