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Dettaglio seduta n.325 del 25/03/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VIPRESIDENTE POZZO



(Alle ore 10.58 il Vicepresidente Pozzo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.15)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 11.19)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Brigandì, Cavallera D'Onofrio e Ghigo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 18, 19 20, 21 dicembre 2002. Verranno posti in votazione la prossima seduta consiliare.


Argomento: Gruppi consiliari

d) Costituzione organi gruppo consiliare di Rifondazione comunista


PRESIDENTE

Vista la nota 13 marzo 2003 (pervenuta il 14 marzo prot. CR 8665) con la quale il Consigliere Rocco Papandrea comunica che il "Consigliere Mario Contu non rappresenta più il Gruppo di Rifondazione comunista" e quindi non può più ricoprirne il ruolo di Presidente Rilevato che risulta che in precedenza, con note in data 3 e 5 marzo, il consigliere Papandrea aveva richiesto senza esito la convocazione del gruppo vista altresì la nota del consigliere Contu in data 13 marzo (pervenuta il 18 marzo prot. CR 8824) con cui informa che la convocazione del gruppo con all'ordine del giorno l'eventuale subentro del Presidente del Gruppo stesso non è ancora stata programmata visto il comma 7 dell'articolo 13 del regolamento consiliare in cui si attribuisce al Presidente del Consiglio il potere-dovere di convocare i gruppi che non abbiano provveduto alla costituzione degli organi dei gruppi stessi attraverso la nomina di un Presidente ed eventualmente di uno o due vicepresidenti e di un segretario ritenuto che l'articolo 13 comma 7 si applichi per analogia tutte le volte in cui un gruppo non abbia più un Presidente legittimato ai sensi dell'articolo 13 del regolamento, stante appunto la necessità che il capogruppo sia espressione della maggioranza del gruppo stesso preso atto della nota in data 20 marzo 2003 prot. n. CR 9370 con la quale il Presidente del Consiglio ha convocato per il giorno 25 marzo alle ore 9.30 i due consiglieri per procedere alla regolare costituzione della presidenza del gruppo di rifondazione comunista al fine di assicurarne il funzionamento vista la nota in data 24 marzo 2003, prot. n. CR 9723 con la quale il consigliere Contu contesta la convocazione e comunica che non potrà ottemperare alla convocazione udita la relazione del Presidente che ha riscontrato alla predetta riunione la presenza del Consigliere Rocco Papandrea che ha confermato i contenuti della nota 13 marzo citata e la volontà di procedere in tal senso ritenuto necessario e inderogabile che le funzioni individuate in capo ai Presidenti dei gruppi dal regolamento e dalla normativa regionale in materia e in particolare dalle leggi regionali n. 12 del 10 novembre 1972 n. 84 del 24 novembre 1995 e n. 33 dell'11 novembre 1998 e smi l'Ufficio di Presidenza delibera a) di sospendere le funzioni di Presidente di gruppo in capo al consigliere Mario Contu sia per quanto riguarda la corresponsione dell'indennità di cui alla l. r. n. 10 del 1972 e smi sia per quanto riguarda le funzioni amministrative di cui alle leggi citate sia per quanto riguarda le prerogative e le facoltà individuate in capo ai Presidenti dei gruppi dal regolamento consiliare b) di assegnare termine di giorni 5 ai due consiglieri per definire all'interno del gruppo di rifondazione comunista le questioni attinenti all'individuazione del Presidente del gruppo c) di individuare sin d'ora nel caso di mancato accordo tra i due consiglieri i seguenti criteri in ordine decrescente per l'attribuzione della funzione di capigruppo in caso di parità di voti: 1) maggior numero di voti ottenuti nelle liste elettorali, 2) anzianità di età 3) ordine di presentazione nella lista elettorale d) attribuire nel frattempo al consigliere Rocco Papandrea l'esercizio delle funzioni di cui alla lettera a) in rappresentanza del gruppo di Rifondazione comunista e) di convocare sin d'ora la riunione del gruppo di Rifondazione comunista per il giorno 1° aprile alle ore 9.30 presso l'Ufficio del Presidente del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, la ringrazio della sua comunicazione, perché apparentemente pone fine ad una vicenda. Intendo precisare, però, quanto segue: devo prendere atto della superficialità con la quale lei ha assunto la mia nota in relazione all'indebita convocazione del Gruppo, facendo presente che il Gruppo si è formalmente costituito.
Il richiamo sovente, fino dall'inizio della Legislatura, all'articolo del Regolamento che pone in capo al Presidente poteri sostitutivi è impropriamente assunto, anche perché la materia non è attualmente normata dal Regolamento.
L'utilizzo improprio di quella norma ha portato ad una situazione anomala che lei, certamente confortato dall'Ufficio di Presidenza, nella sua funzione di Segretario coordinatore della Lega, oltre che di Presidente del Consiglio, non ha avuto la capacità e l'intelligenza di scindere le prerogative dei partiti dalla funzione istituzionale che lei in quest'Aula deve garantire. Credo che lei prenderà atto che non è riuscito a svolgere e a dividere queste due funzioni.
Considero un fatto gravissimo che il Segretario coordinatore di un altro partito decida chi sia il Presidente di un Gruppo consiliare dopodiché lei era perfettamente informato che la partita è ancora aperta e le prerogative istituzionali dei Gruppi sono intangibili e che l'ingerenza dei partiti in materia di costituzione dei Gruppi è normata dal Regolamento. Quella norma del Regolamento lei l'ha utilizzata in modo proprio, perché ritengo di rappresentare il Gruppo consiliare di Rifondazione Comunista.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, le farò avere copia del provvedimento, in modo da permetterle un'attenta lettura.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Mi dispiace che il Consiglio sia coinvolto in una vicenda che poteva essere affrontata e risolta dal Gruppo. Prendo atto della correttezza che ha avuto l'Ufficio di Presidenza nell'affrontare la questione e intendo come ho fatto finora, attenermi alle indicazioni dettate nella delibera che avete adottato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Senza entrare nel merito della vicenda politica che ha prodotto questo risultato, ritengo di dover eccepire sulla sua interpretazione data al Regolamento, in particolare rispetto all'uso sistematicamente analogico che nelle interpretazioni regolamentari la Presidenza, ma mi pare congiuntamente l'intero Ufficio di Presidenza ha scelto di adottare.
Ritengo che rispetto ad un'interpretazione regolamentare di questo tipo, che non attiene solo alle responsabilità del Presidente, ma anche alle prerogative del Consiglio e dei Gruppi, la sede di discussione e di interpretazione regolamentare non sia il Decreto Presidenziale, ma la Commissione per il Regolamento.
Ritengo, quindi, che interpretazioni di questa natura, che investono prerogative dei poteri del Consiglio e dei singoli Consiglieri, debbano coinvolgere l'intero Consiglio regionale. Non mi riferisco, in particolare all'interpretazione di merito (anche se personalmente avrei seguito tutt'altra linea rispetto a quella adottata dal Presidente) ma di metodo.
Una questione riguardante i poteri dei Consiglieri è stata decisa, per decreto, dal Presidente, mentre organi consiliari, che hanno la responsabilità di interpretare il Regolamento, non sono stati neppure convocati. In questo modo sono state lese, non le prerogative del Consigliere Contu o del Consigliere Papandrea, ma le prerogative di tutto il Consiglio regionale.
Considero grave, nel metodo prima che nel merito, la decisione del Presidente e, anche se qualcuno potrà condividerla, ritengo che la vita dell'aula e le prerogative dei Consiglieri non possano essere governate a colpi di Decreti Presidenziali.
Per questa ragione, le chiedo di convocare la Commissione per il Regolamento e di richiedere, a norme del nostro Regolamento, al Presidente della Commissione la convocazione della stessa, per affrontare un caso evidentemente inedito, ma, altrettanto evidentemente, molto delicato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo sull'ordine dei lavori.



TAPPARO Giancarlo

Malgrado questa vicenda certamente triste per la nostra Assemblea, in quanto rappresenta una forte dialettica all'interno di un Gruppo che costringe ad un'attenta valutazione da parte, non solo del Presidente, ma dell'intera assemblea, vorrei ricordare, visto che il Presidente non l'ha fatto, che ieri è deceduto il primo Presidente del Consiglio Regionale.
Mi sembra opportuno, almeno da parte sua, darne comunicazione: Paolo Vittorelli, primo Presidente di quest'assemblea, è morto ieri.
vero che a salma calda è difficile pensare ad un ricordo, per credevo che il Presidente potesse spendere due parole.
Paolo Vittorelli rappresenta un pezzo della nostra storia ed è stato l'interprete (anche se capisco che a molti Consiglieri possa non interessare) dell'approvazione del primo Statuto, quello per cui oggi stiamo discutendo e cercando di riformare in base alle modifiche del Titolo V.
Mi permetto quindi di ricordare, ad un'assemblea legittimamente distratta, che è mancato un pezzo della nostra storia: il primo Presidente di questa assemblea elettiva.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Tapparo, ma lei è a conoscenza, avendo preso accordi ieri anche con lei, che avremmo organizzato una commemorazione degna del Presidente Vittorelli e quindi rimando a questo tipo di cerimonia il ricordo della sua figura.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Sono assolutamente d'accordo che in tempri brevi venga commemorata la figura del primo Presidente del Consiglio regionale; ma nel frattempo volevo ricordarle, Presidente, che l'Ufficio di Presidenza non ha ancora provveduto a commemorare la morte del primo Presidente della Giunta regionale del Piemonte, cosa che credo debba essere fatta in tempi stretti.
Qualora non potesse essere fatta, le anticipo che chiederò, a nome dei Gruppi che intendono procedere alla commemorazione, di utilizzare l'aula (sicuramente non in tempi stretti, ma entro l'estate, entro la chiusura dei lavori estivi) per commemorare la figura del primo Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Deorsola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni

Da quello che ho sentito questo mattina, lei ha preso accordi con il Consigliere Tapparo - nulla contro il Consigliere Tapparo - ma l'unico Partito con il nome "Partito Socialista Democratico" è il mio Partito; per cui, se ci sono da prendere accordi, si ricordi anche di me.



PRESIDENTE

Ci mancherebbe altro, Consigliere Caracciolo, solo che ho avuto occasione, anzi, gli Uffici hanno avuto occasione di parlare della questione con il Consigliere Tapparo. Ci mancherebbe altro che lei venga lasciato fuori dall'organizzazione della commemorazione.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 378 "Modifica agli articoli 23 e 26 del Regolamento interno del Consiglio regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Possiamo iniziare con la proposta di deliberazione n. 378 "Modifica agli articoli 23 e 26 del Regolamento interno del Consiglio regionale," articolo 1.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Chiedo scusa, Presidente, ma ho presentato delle inversioni dei punti all'o.d.g. sul provvedimento, la cui ragione credo sia da lei facilmente intuibile.
Lei ha voluto dare al provvedimento carattere di urgenza, ma personalmente ritengo che non rivesta quel carattere di urgenza da lei riconosciuto. D'altronde, Presidente, stiamo discutendo del raddoppio delle Vicepresidenze, pur non essendo in presenza - mi pare - della volontà espressa da tutti i Gruppi, di ridurre in modo significativo il numero delle Commissioni per restituire snellezza e garanzia di tutela per l'iter delle proposte di legge e dei disegni di legge che man mano vengono esaminati dalle varie Commissione di merito.



PRESIDENTE

La ringrazio dell'intervento, Consigliere Contu, ma sono inammissibili ai sensi del comma 4 dell'articolo 51 del Regolamento.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vuole specificare qual è, visto che non ho il Regolamento, Presidente?



PRESIDENTE

Leggo l'articolo 51, comma 4 del Regolamento: "L'iscrizione di nuovi punti all'ordine del giorno, per i quali sia stato dato preavviso scritto nell'avviso di comunicazione della seduta del Consiglio, può essere proposta dal Presidente del Consiglio, dalla Giunta, dal rappresentante di un Gruppo consiliare o da tre Consiglieri".
CONTU Mario (fuori microfono) No, devo eccepire...



PRESIDENTE

Che cosa vuole eccepire, Consigliere Contu?



CONTU Mario

Per prenderne solo atto e ribadire, rispetto alla decisione assunta, la gravità della scelta da lei operata. Ora è chiaro un mandante; ora è chiaro un esecutore. Queste sono le conseguenze di una preoccupante degenerazione della politica. L'arma dell'ostruzionismo è un'arma democratica. Questa è l'agorà nella quale, anche ad un solo Consigliere deve essere consentita la possibilità di dissentire e di utilizzare tutti gli strumenti che il Regolamento mette a disposizione per fare sentire all'esterno di questa assemblea, una voce.
La voce è solo questa. Ribadisco quanto già detto e ribadisco quanto denunciato sui giornali: siamo in presenza di un atto di arroganza molto venale. È evidente che il raddoppio degli Uffici di Presidenza non risponde, in modo conclamato da tutti i Gruppi, ad esigenze di razionalità ma costituisce solo il riconoscimento di una prebenda ad un Gruppo consiliare, uno o due Gruppi consiliari, che hanno manifestato il loro interesse per ricoprire quella carica. Com'è noto, Rifondazione Comunista il Gruppo dei Verdi, i Comunisti Italiani, e credo anche una Consigliera dei DS, hanno optato per una scelta diversa.
Ne prendo atto, Presidente, però oggi è avvenuta una caduta di democrazia. Registro una caduta di democrazia all'interno di quest' aula.
L'asse è chiaro: c'é un mandante, che forse siede in quest'area dello schieramento, e c'è un esecutore: la Guardia Padana. È sicuramente un atto di arroganza politica e, soprattutto, di grave lesione delle prerogative istituzionali.
Proseguirò esaminando nel merito gli emendamenti da me proposti, nelle forme che riterrò più opportune.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Iscrizione ed esame ordine del giorno n. 734 inerente a: "Necessità di revisione e aggiornamento del piano territoriale regionale (P.T.R.) relativamente alle 'aree interstiziali'"


PRESIDENTE

Do lettura della seguente richiesta (rubricata n. 134) dei Consiglieri Mellano e Palma: "I sottoscritti Consiglieri regionali chiedono sia iscritto all'o.d.g.
odierno, al punto 2) l'ordine del giorno n. 734: "Necessità di revisione e aggiornamento del Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) relativamente alle 'aree interstiziali'", (presentato dai Consiglieri Riba, Tomatis Caracciolo, Saitta, Di Benedetto e Dutto) Tale richiesta è ammissibile; la parola al Consigliere Mellano, primo firmatario.



MELLANO Bruno

So che è ammissibile perché non mi risulta abbia destituito il mio Presidente di Gruppo oggi.
Ritengo che il clima che si è determinato questa mattina in aula sia grave e penso che la gravità - lo dico a titolo personale - riguardi ed investa tutti i membri dell'Ufficio di Presidenza.
Le cose dette dal collega Contu a me fanno riflettere; se agli altri componenti di questo Consiglio non fanno riflettere, ognuno ha le proprie sensibilità.
Io chiedo che venga inserito al secondo punto dell'o.d.g., quindi al primo punto della discussione di oggi, l'ordine del giorno da me predisposto su indicazione dei Sindaci della zona del Beinale, competenti rispetto alla megacentrale Magliano Alpi. Si tratta di un testo concordato e discusso con gli altri Consiglieri; faceva parte di un accordo preso da alcuni Presidenti di Commissione ed era già all'o.d.g. di questo Consiglio nella seduta precedente. E' inopinatamente sparito dall'o.d.g. di oggi: credo che anche questo sia un modo di gestire l'aula che a me non piace.



PRESIDENTE

C'è qualcuno che vuole intervenire contro la richiesta di inserimento?



CATTANEO Valerio

Presidente, chiedo una sospensione di 5 minuti.



PRESIDENTE

Accordata.



(La seduta, sospesa alle ore 11.40 riprende alle ore 11.42)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Noi guardiamo con attenzione alla questione che è stata posta dal Gruppo Radicale. Relativamente alla centrale di Magliano Alpi, siamo stati impegnati in un incontro che abbiamo tenuto qualche settimana fa, nel corso del quale avevamo espresso la volontà di trattare tale ordine del giorno già quel giorno o comunque nel corso di quella settimana. Ebbene, è passato quasi un mese e ancora non l'abbiamo trattato.
E' chiaro che la trattazione di questo documento, inserita in questo contesto e in questo clima, non è certo la più preferibile. Adesso non voglio commentare, riservandomi di farlo successivamente, visto che passeremo la giornata insieme, ma quello che è successo questa mattina ci preoccupa; non vorremmo che fosse l'occasione per bloccare e fermare tutto perché comunque, Presidente, noi gli impegni li prendiamo e cerchiamo, per quanto possibile, di onorarli.
Siamo di fronte a due impegni che dobbiamo onorare: il primo, che avevamo deciso alla Conferenza dei Capigruppo e in sede consiliare successivamente, è quello di andare avanti con la proposta di deliberazione n. 378; l'altro è dare la risposta a un Comune importante, a una zona importante della provincia di Cuneo, che era quello su cui ci eravamo impegnati tre, quattro settimane fa, approvando questo ordine del giorno.
Noi individuiamo due soluzioni. Naturalmente siamo a favore sulla questione del merito - ci mancherebbe! - e ci sembra che vi sia, a meno che non venga smentita da un voto consiliare, una certa unanimità o una forte maggioranza su questo tema, per cui siamo disposti e riteniamo che possa essere utile inserire e votare il documento, se c'è questa disponibilità.
Poiché credo che abbiamo discusso moltissimo sul tema dentro e fuori dal palazzo, se c'è l'impegno del Consiglio di votare immediatamente l'ordine del giorno, possiamo anche trasmettere oggi stesso a Magliano Alpi la notizia che l'abbiamo votato, ottemperando a un impegno che abbiamo preso come Consiglio regionale, al di là del discorso di maggioranza o opposizione, grazie a una convergenza molto ampia.
Se invece la necessità è quella di discutere questo ordine del giorno cioè di riportare all'attenzione del Consiglio ancora questo tema riteniamo che sia più utile non invertire l'o.d.g., ma affrontare la deliberazione n. 378 e verso le ore 18/18.30 di stasera, in chiusura discutere e votare questo documento.
Prego quindi il Presidente di verificare se, come credo, visto che ci siamo impegnati tutti, c'è la possibilità di votare semplicemente questo ordine del giorno, perché su questo tema abbiamo già ampiamente discusso e penso che tutte le forze politiche, sia all'interno che al di fuori dell'istituzione Regione, abbiano preso una posizione che è la stessa degli abitanti e dei comitati di Magliano Alpi.



PRESIDENTE

Sospendo nuovamente la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 11.43 riprende alle ore 11.44)



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 734 mediante procedimento elettronico.
Il Consiglio approva.
Pongo ora in votazione mediante procedimento elettronico il testo dell'ordine del giorno n. 734: "Necessità di revisione e aggiornamento del Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) relativamente alle 'aree interstiziali'", presentato dai Consiglieri Riba, Tomatis, Caracciolo Saitta, Di Benedetto e Dutto, che recita: "Premesso che il necessario aggiornamento del Piano Territoriale Regionale, insieme alla mancata predisposizione degli strumenti di coordinamento previsti dalla pianificazione provinciale, comporta problemi di coerenza ed equilibrio delle politiche del territorio ed introduce forme di 'discriminazione territoriale' e di 'scarico' nelle cosiddette 'aree interstiziali' delle opere maggiormente impattanti sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista ambientale lo squilibrio e l'incoerenza degli strumenti di pianificazione territoriale è recentemente emerso in maniera manifesta a proposito dell'area comprendente l'altipiano del Beinale, che nel giro di pochi anni sembra di fatto condannato ad 'ospitare' la bretella dell'Asti-Cuneo, la discarica del Consorzio Monregalese, ed ora una megacentrale termoelettrica di circa 1150 Mwe a questo proposito, le amministrazioni comunali della zona hanno congiuntamente e unanimemente convenuto sull'esigenza di provvedere alla riclassificazione delle aree interstiziali (così come definite dall'articolo 15 delle 'Norme di Attuazione' del Piano Territoriale Regionale, approvato con deliberazione n. 338-CR 9126 del 19 giugno 1997) tenendo conto in particolare del fatto che il Ministero dei Beni Culturali ha, nel frattempo, individuato una parte della zona interessata dai progetti infrastrutturali e di insediamento industriale come 'area a rischio archeologico' e che, come tali, queste zone sono ricomprese e tutelate all'interno dei Piani Regolatori dei Comuni interessati la zona interessata manifesta una storica vocazione agricola e zootecnica che sarebbe definitivamente compromessa, con gravi conseguenze economiche dalla concentrazione di interventi particolarmente impattanti dal punto di vista ambientale, e si inserisce in un delicato contesto territoriale posto alle porte di un'area montana e collinare con una vocazione turistica di altissima qualità e rilievo produttivo che la zona del Beinale è storicamente destinata ad attività agricole intensive che richiedono un'adeguata tutela del microclima e dell'ambiente come condizione necessaria di produzioni sottoposte a tracciabilità e certificazione di origine considerando altresì che solo due province piemontesi (Alessandria e Torino) hanno sinora provveduto ad adottare il Piano Territoriale Provinciale, mentre le altre hanno sinora, di fatto, privato le rispettive comunità locali in termini di riferimento certi relativamente ai criteri per la definizione delle scelte ubicative di impianti, insediamenti e attrezzature a notevole impatto ambientale è, in generale, necessario prevedere forme di coordinamento coerenti fra la legislazione urbanistica e la pianificazione territoriale il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta a provvedere alla revisione e all'aggiornamento del Piano Territoriale Regionale relativamente alle 'aree interstiziali', definendo i limiti sulle modalità del loro utilizzo in una strategia territoriale complessiva di ambito provinciale e, dove necessario, sovraprovinciale di provvedere, in questo quadro, alla revisione del Piano Territoriale Regionale relativamente all'altipiano del Beinale ad attivarsi presso le Province piemontesi tuttora inadempienti perch adottino quanto prima i rispettivi Piani Territoriali Provinciali".
Il Consiglio approva.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 378 "Modifica agli articoli 14, 23 e 26 del Regolamento interno del Consiglio regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Continuiamo ora ad esaminare il punto 2) all'o.d.g.: "Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 378".
Propongo una sospensione di 5 minuti in aula per numerare gli emendamenti.



(La seduta, sospesa alle ore 11.49 riprende alle ore 11.55)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La seduta riprende. Siamo all'articolo 1.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, proprio in questi giorni abbiamo avviato le consultazioni sul territorio della Commissione Statuto. Emerge da questi primi incontri in qualche modo la sofferenza, la crisi, il disagio, la perdita di identità del ruolo di molti Consiglieri di assemblee elettive, e ciò viene denunciato ed evidenziato in qualche misura.
I processi di trasformazione istituzionale che ci sono stati l'esaltazione dell'elezione diretta del Sindaco, del Presidente delle Province e, aggiungo, del Presidente della Regione, hanno in qualche modo contribuito a sfocare il ruolo e la centralità delle assemblee elettive.
Ancora ieri il Presidente della Provincia di Cuneo, Quaglia, quasi con disagio, confessava che, avendo lui vissuto una lunga vita da Consigliere si rendeva conto che in molti casi il Consiglio provinciale veniva ad essere sede di comunicazione più che di ruolo attivo sui vari provvedimenti; ciò è detto da una persona autorevole per il ruolo che ricopre in questo momento. Ecco che il ruolo dei Consigli si perde e si sfoca.
Nell'incontro di Alessandria è stato, opportunamente dimostrato come nel normale meccanismo di formazione delle decisioni a cui eravamo abituati, anche storicamente, che vedeva una viva partecipazione da parte del Consiglio regionale, il Consiglio regionale si trovi persino depotenziato rispetto a legittime e importanti istanze della società civile che, in forme più o meno articolate, nuove o meno nuove, di rappresentanza interfaccia direttamente con le funzioni dei Presidenti o dei Sindaci e viene a trovare un peso, un ruolo, un'attenzione che supera di gran lunga il peso, il ruolo e l'attenzione dei Consiglieri. In questo quadro, oggi si fa un atto che tende a rendere questa Assemblea costituita, per metà, da rappresentanti di Uffici di Presidenza; il 50% dei componenti di questa Assemblea ha un incarico di Ufficio di Presidenza, non contando - sto parlando delle Commissioni di merito - tutte le altre presenze nelle altre Commissioni che portano questo numero, se aggiungiamo gli Assessori, vicino al completamento della rappresentanza dell'intera Assemblea regionale.
Ci troveremo in un'Assemblea regionale in cui quasi tutti, salvo pochissimi - questi proprio sì - peones, avranno un incarico di qualsiasi tipo.
Questo mi pare esagerato e non credo ci siano esempi di questo tipo nelle altre Assemblee. Se guardiamo le Assemblee maggiori, certamente anche lì ci sono i numeri, ma almeno metà dell'Assemblea è rappresentata da deputati o senatori che non ricoprono incarichi.
In un momento di difficoltà dell'Assemblea elettiva, di perdita di legittimazione, in cui il carico di lavoro si riduce, noi aggiungiamo incarichi. Credo che questo non aiuti. C'è sempre più una tendenza qualunquistica - che sarà inevitabile nel tempo - che tende a delegittimare il ruolo delle rappresentanze elettive, ma questa è una vecchia storia. A questo tipo di tendenza, se ne aggiunge un'altra non qualunquistica, ma oggettiva, che dice: "Se questa Assemblea perde di ruolo, non ha il peso che viene unanimemente riconosciuto; è marginale interviene solo in alcuni momenti".
Questa è una tesi che sta emergendo; diventerà sempre più necessario istituire delle Assemblee che abbiano un carattere di rappresentanza simbolica, onoraria, alle quali si parteciperà anche con riflessi di riconoscimenti economici. Un'Assemblea depotenziata nelle sue attività e nei suoi ruoli non viene a costare di più; è facile che, su una contraddizione del genere, si inserisca un'azione che tende ulteriormente a delegittimare, quindi a chiederne una trasformazione.
Adesso non viviamo questa fase, ma possono esserci cicli politici diversi. In un ciclo politico diverso, gli argomenti per decapitare definitivamente, come status del Consigliere, come riconoscimento economico e di ruolo, non li si regge più. Non li si regge più perché ci sono "enne" soggetti della società che riescono ad avere la rappresentanza degli interessi diffusi e collettivi che in precedenza avevano le Assemblee elettive, come grande ruolo legittimato.
Oggi si rischia e questo atto - collega Costa, che sta seguendo attentamente queste mie modeste parole - darà combustibile a tutte quelle considerazioni, in parte qualunquiste, ma in parte ben argomentate, che attribuiscono a queste Assemblee minore capacità di rappresentanza, per "enne" ragioni determinatesi, e non intravedono una ragione per riconoscere simboli forti, in termini di status e di costo.
La somma delle Assemblee elettive depotenziate: questo, che era un discorso qualunquista - e in quest'aula abbiamo affrontato questo tema oggi noi ha più sostanza, perché viene fatta un'operazione nella quale attribuiamo altri gradi, senza tenere conto di tutti questi aspetti.
Se questa operazione fosse stata fatta in un contesto diverso, di modifica radicale del numero delle Commissioni, oppure di un atto - collega Cattaneo - forte della maggioranza, che diceva: "Non creiamo nuove figure ma facciamo sì che il Vicepresidente unico sia un naturale rappresentante della voce dell'opposizione", sarebbe stato un bel gesto! Sarebbe stato un bel gesto il fatto di dire: "Non possiamo ancora rivedere i numeri, per facciamo un passo indietro e lasciamo che le Vicepresidenze siano appannaggio di ruolo dell'opposizione". Invece, con la vostra posizione, ci vediamo costretti a discutere di creare otto nuovi Vicepresidenti, che rappresentano più del 10% in un'Assemblea di 60 Consiglieri. Non faccio ostruzionismo, ma cerco di dare un piccolo contributo, dicendo che francamente, questa scelta mi sembra pericolosa e non opportuna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Brevemente, per associarmi a quanto ha affermato il Consigliere Tapparo. In questa proposta di deliberazione possiamo considerare due aspetti fondamentali: un aspetto che definirei politico ed un aspetto tecnico.
L'aspetto politico riguarda direttamente il tema dell'equilibrio dei poteri tra Giunta e Consiglio e il potere di rappresentanza delle diverse idee presenti nel corpo della società.
Non credo che, sotto questo punto di vista, la modifica che si vuole introdurre possa rappresentare un elemento di rilevante importanza o un elemento che possa contribuire a migliorare quello che è, in questo momento, il problema principale che si va delineando in tutte le democrazie elettorali.
Tutte le democrazie elettorali dei Paesi "occidentali" sono caratterizzate da una continua disaffezione al voto: un numero sempre crescente di elettori decidono di non votare. Questo è l'aspetto che le forze politiche non considerano con sufficiente attenzione.
Ritengo, invece, che la non partecipazione al voto, sia assolutamente ininfluente per coloro che vengono eletti. Questo è il principio strano.
Basterebbero solo cinque elettori che si recano alle urne che noi, tutti e sessanta saremmo lo stesso rappresentati in modo diverso. Basta che mille elettori si rechino al voto, questo non ha nessuna influenza su quanti vengono eletti e non ha nessuna influenza neanche sui ragionamenti che gli eletti fanno. Ragionamenti che devono riguardare la rappresentatività democratica e non un obbligo di costruire dei sistemi che, anzich scoraggiare la partecipazione al voto, la incoraggino. La partecipazione al voto è il primo elemento che contraddistingue una democrazia rappresentativa. In tutti i sistemi occidentali, invece, ad un calo netto della partecipazione e dell'interesse.
Sotto questo punto di vista la modifica che viene proposta non va assolutamente ad incidere. Un altro aspetto politico che attiene a questa decisione è il problema del rapporto tra i poteri della Giunta e i poteri del Consiglio. Il sistema elettorale che è stato creato ha determinato, come è noto, una rilevante importanza dei numeri della maggioranza che si trovano a governare con il premio di maggioranza.
Questo ha inevitabilmente portato ad una diminuzione del ruolo di controllo del Consiglio e ha esaltato il potere decisionale della Giunta. Anche in questo caso la modifica che viene proposta non andrà assolutamente ad interferire, a modificare a correggere il potere della Giunta rispetto al potere del Consiglio.
Vi è poi un aspetto tecnico. Non credo che la modifica dell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni, con l'introduzione di una doppia Vicepresidenza, possa determinare un vantaggio anche solo tecnico per l'opposizione. Sappiamo che l'Ufficio di Presidenza delle Commissioni ha il compito di stilare l'ordine dei lavori e quindi si presume che la presenza di un Vicepresidente per l'opposizione, potrebbe interloquire e predisporre un ordine dei lavori che tenga anche in considerazione le proposte legislative che arrivano dalla minoranza. Il problema è che non è sufficiente proporre una legge da parte della minoranza perché questa possa avere i numeri per passare in Consiglio. Non abbiamo visto leggi determinanti, proposte dalla minoranza, ottenere ascolto da parte della maggioranza, semmai è avvenuto il contrario: leggi proposte dalla maggioranza sono state votate anche dall'opposizione. Credo che dal punto di vista tecnico, ma questo sarà verificato nella concreta realtà dei fatti, l'aggiunta di una doppia Vicepresidenza non comporterà nessun evidente vantaggio per l'opposizione. Una discussione formulata in questo modo, non può reggere una critica oggettiva.
Come ricordava anche il Consigliere Tapparo, se l'Ufficio della Vicepresidenza delle Commissioni fosse accompagnato anche da una revisione del numero delle Commissioni, ecco che parzialmente potremmo recuperare un'utilità anche tecnica della modifica. La diminuzione delle Commissioni con l'accorpamento di più temi in discussione all'interno di ogni Commissione, potrebbe richiedere effettivamente un maggior impegno da parte dell'ufficio di rappresentanza e diventerebbe tecnicamente più sostenibile la doppia Vicepresidenza..
Quello che stiamo vivendo è un atto di prepotenza da parte della maggioranza. Il Regolamento attuale prevede che, nel costituire le Commissioni con una sola Vicepresidenza, si tenga conto, per quanto possibile, di tutte le forze presenti nel Consiglio regionale, e non solo delle forze di maggioranza. La maggioranza ha deciso di forzare e di non adottare quella che sembra una regola sempre seguita dal Consiglio regionale: dare la possibilità, per le opposizioni, di essere presenti nelle Commissioni, nell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni a regolamento attuale invariato. Di fronte a questo atto di prepotenza da parte della maggioranza la soluzione che viene suggerita, non può sanare la grave decisione assunta da parte della maggioranza. Ritengo che la proposta di deliberazione, sia inutile per migliorare il funzionamento del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Voglio intervenire in discussione generale sull'articolo 1 per riprendere il bandolo della matassa, nonché una posizione che avevamo espresso come Gruppo e come maggioranza. Ci siamo assunti la responsabilità politica - e questo ci è stato ampiamente riconosciuto - di procedere al rinnovo degli Uffici di Presidenza delle Commissioni permanenti, così come si era proceduto in fase di prima istituzione, eleggendo otto Vicepresidenti (al momento solo sette, perché la I Commissione non ha un proprio Vicepresidente) di maggioranza. Sono, invece, totalmente in capo alla maggioranza l'Ufficio di Presidenza delle Commissioni permanenti.
Abbiamo lungamente dibattuto, e non voglio riportarlo all'attenzione dell'aula, le questioni che ci hanno visto confrontarci alcune volte in modo particolarmente acceso, altre volte in modo più civile, sia in Commissione che nella Conferenza dei Capigruppo e ampiamente anche all'interno dell'aula consiliare.
Ritengo che, a lato di questo, vi sia stata un'assunzione di responsabilità da parte nostra cioè, successivamente al fallimento di un'intesa su una modifica regolamentare più ampia, di consentire al Consiglio regionale di confrontarsi all'interno dell'aula e cercare di arrivare, con l'approvazione di una proposta di deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, ad una modifica regolamentare - che ricordo essere, al momento, l'unica modifica regolamentare - per vedere, almeno con vigenza immediata e con durata fino alla fine della settima legislatura (quindi della legislatura in corso) un Ufficio di Presidenza delle Commissioni permanenti allargato, con la presenza della minoranza all'interno dello stesso.
Io non sono d'accordo con il collega Moriconi, e ritengo che la presenza della minoranza, soprattutto proporzionata - quindi in un Ufficio di Presidenza a tre che ha la possibilità, a differenza di un Ufficio di Presidenza a due, di deliberare, di decidere e di avere una convergenza su questa o quella decisione - sia estremamente importante. Così come non voglio semplificare - come ha fatto il Consigliere Moriconi - la questione della presenza preponderante della maggioranza di centrodestra all'interno del Consiglio regionale, dovuta - a suo dire - da una stortura elettorale.
E' comunque una legge vigente, è un sistema vigente che nel 2000 ha premiato il centrodestra. Lo aveva premiato anche nel 1995 in misura più ridotta, e - se andate avanti così - potrebbe vedere premiato il centrodestra anche nel 2005.
Riteniamo che sia una visione un po' disturbata della democrazia perché se in quel caso la legge elettorale è stata fatta dal Parlamento nazionale, noi siamo stati comunque regolarmente eletti e, in funzione di un dosaggio perfetto dei voti, non abbiamo avuto la diminuzione di sei seggi in capo alla lista maggioritaria. Quindi, per un combinato disposto di grande successo su delle liste proporzionali che sostenevano il Presidente Ghigo - che ha vinto ed è ritornato ad essere Presidente della Regione e ha visto eletta tutta la lista maggioritaria - siamo in 40 su 60.
Ricordo a questo proposito - non l'ho voluto fare in modo sterile - che comunque questa maggioranza, in prima battuta, alla conferma alla rielezione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio dopo 30 mesi, ha voluto per propria scelta politica, ancorché non obbligata dallo Statuto e dal Regolamento, dare alla minoranza una presenza autorevole - quella prevista dal regolamento, cioè di almeno un membro, quindi del Consigliere Questore permettendo l'elezione di un Vicepresidente, che in questo momento sta presiedendo l'Aula, il Vicepresidente Riba.
Differentemente, in forza della maggioranza che abbiamo - quindi 40 forse 41 su 20 - e delle divisioni che stanno fortemente emergendo anche nella giornata di oggi, avremmo potuto non fare una forzatura, ma procedere all'elezione di due Vicepresidenti di maggioranza. Non l'abbiamo fatto per scelta politica, con la stessa convinzione per cui invece abbiamo scelto di confermare l'Ufficio di Presidenza delle Commissioni totalmente in capo alla maggioranza.
Credo che oggi sia una giornata particolare, perché al di là del garbo e del clima, che sembra - per chi è distratto e per chi ha vissuto poco le prime ore dell'aula - apparentemente normale, è una giornata particolarmente carica di tensione e che evidenzia una situazione politica che, a nostro giudizio, non può essere sottaciuta e che deve essere posta in evidenza.
Siamo in presenza di una forte lacerazione, non tanto all'interno del Gruppo di Rifondazione Comunista - questo è evidente e lo stiamo vedendo da alcune settimane - ma all'interno del centrosinistra e di questa coalizione di sinistra, che vede l'Ulivo e Rifondazione quanto meno collaborare su alcuni temi.
Io ho notato l'assenza del Consigliere Chiezzi - che non è casuale perché il Consigliere Chiezzi, non è mai assente per caso - il quale è Presidente di un Gruppo importante all'interno del centrosinistra e della coalizione dell'Ulivo, che è il Gruppo dei Comunisti Italiani.
Ho visto altre volte il Consigliere Chiezzi prendere una precisa posizione, addirittura su temi forse meno importanti rispetto a quello che è stato evidenziato stamattina.
Non voglio commentare quello che è successo stamattina. Il Presidente del Consiglio regionale ha dato una propria comunicazione. Peraltro, il Gruppo, che ho l'onore di presiedere, ha due autorevoli membri, il Vicepresidente e il Consigliere Questore, all'interno dell'Ufficio di Presidenza che ha assunto questa deliberazione.
Le chiedo, Presidente, di farmi pervenire appena possibile una copia di questa deliberazione, perché ho l'interesse politico ed istituzionale di capire che cosa è stato fatto. E' stata letta, e l'ho ascoltata, ma desidero rileggerla, proprio per capire meglio. So che è stata richiesta quindi probabilmente credo che ci ritroveremo in Commissione Regolamento.
Il Presidente Palma l'ha chiesta per verificare l'interpretazione, e lo vedremo.
Questo è un aspetto più tecnico-istituzionale, che non ritengo debba essere affrontato dal sottoscritto quest'oggi, ma che sarà affrontato dal sottoscritto e dal Gruppo che ho l'onore di presiedere nei prossimi giorni tuttavia, sotto l'aspetto politico c'è questa lacerazione che ci preoccupa.
Ci preoccupa anche il fatto che il Presidente Contu - a me piace ancora chiamarlo così - non senza la chiarezza che lo contraddistingue - perché il Consigliere Contu è un po' particolare...
Oltre tutto, Consigliere Contu, le esprimiamo la nostra solidarietà perché proprio lei che ha fatto la battaglia per non aumentare - a prescindere che non era previsto nessun aumento - le indennità, oggi se la vede addirittura diminuita.
Il Presidente Contu, non senza sottacere con la chiarezza che lo contraddistingue - io ho visto le pupille del Presidente Contu che erano chiaramente posizionate sui 37-38 gradi, non erano certamente posizionate a 90 gradi - ha detto che in questo Consiglio regionale ci sono stati dei mandanti - penso che tutti i colleghi lo abbiamo ascoltato e percepito sull'aspetto di cui lui si sente vittima; chiedo scusa se mi permetto: poi sarà lo stesso Consigliere Contu a dare l'interpretazione autentica.
Questo, se fosse confermato, è un fatto grave, Presidente Contu. Credo che sia un fatto grave, che lei debba chiarire.
Abbiamo letto i giornali negli ultimi mesi e lei ha detto in queste file - e le pupille erano a 37 gradi e si fermavano alla seconda fila, ma questa è una mia interpretazione, poi magari erano 41 e allora eravamo già alla terza fila, ma ce lo dica - perché questo è un fatto politico che c'interessa vedere chiarito nell'interesse del Piemonte e del Consiglio regionale, soprattutto quando vengono dette cose di questa gravità.
Se vi fosse un mandante o più mandanti dietro questa scelta, di cui lei dice di essere vittima politicamente, a me interessa sapere chi sono questi mandanti. Quindi, quando sarà il momento, se lei ritiene - visto che passeremo una giornata insieme su un importante provvedimento, come è la deliberazione n. 378 - io le chiedo di chiarire.
Non so se lei si riferisse a una lettera che è stata inviata al Segretario del suo Partito, che tutti abbiamo letto su un importante organo d'informazione (il Giornale del Piemonte), o se lei si riferisse ad altre cose.
La prego, se ritiene, di chiarire, perché credo che sia giusto, nel rispetto del Consiglio regionale e nel rispetto dell'istituzione che tutti rappresentiamo e a cui tutti apparteniamo, che questo venga chiarito.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



(Il Consigliere Contu si ammanetta)



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Mi scuso se devo parlare in questo modo, ma oggi mi sento agli arresti domiciliari.



PRESIDENTE

Per cortesia, si metta in condizioni normali.



CONTU Mario

Sono in condizioni normalissime.



PRESIDENTE

Chiedo ai Consiglieri Questori di darmi una mano, perché lei ormai ha fatto la sua dimostrazione.



CONTU Mario

Sono in condizioni normalissime, ed è lo spirito... Presidente, mi fa parlare?



PRESIDENTE

No, se lei non si mette in condizioni normali, io sospendo la seduta.



PRESIDENTE

CONTU



PRESIDENTE

Lei ha fatto cadere...



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.25 riprende alle ore 12.26)



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Questore, possiamo proseguire la seduta.
Consigliere Contu, le azzero il tempo in modo che lei, per due minuti possa procedere alla sua dichiarazione sull'ordine dei lavori.
Ringrazio tutti i Consiglieri che hanno gridato: "Contu libero" perché, di fronte ad una situazione di questo genere, eravamo veramente preoccupati.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, devo dare atto della correttezza istituzionale di una parte di questa Aula.
La sollecitazione del Presidente del Gruppo di Forza Italia, Cattaneo mi obbliga a fare due precisazioni. Mi è stato chiesto conto di un mandante rispetto a quello che oggi si è verificato, credo doverosa una risposta Presidente Cattaneo, oggi si discuteva di un provvedimento importante: il raddoppio delle Vicepresidenze. Lei sa benissimo che con coerenza, il sottoscritto - e me ne ha dato atto - ha portato avanti una battaglia contro l'aumento delle indennità, oggi, io denuncio in quest'Aula la scelta che è stata operata circa il raddoppio delle Vicepresidenze, documento all'esame dell'Aula, rispetto al quale avevo presentato 133 inversioni ed immissioni di nuovi punti all'o.d.g., utilizzando una prerogativa prevista dal Regolamento, che consente ai Consiglieri di fare una battaglia d'Aula su provvedimenti che non si condividono. La risposta è contenuta qui Consigliere Cattaneo, oggi sono decadute 133 inversioni dei punti all'o.d.g. e viene data via libera ad un provvedimento che io ritengo della stessa portata, anche se nella ricaduta sul bilancio è esattamente del 10 perché oggi le Vicepresidenze andrebbero - ahimé - Presidente...



PRESIDENTE

Per l'ordine dei lavori, dato che lei aveva a disposizione due minuti per intervenire sull'incidentale e poi era iscritto ad intervenire sul punto, le chiedo se vuole cumulare i due tempi, in modo da arrivare a 12 minuti e concludere l'intervento.



CONTU Mario

La ringrazio, allora, riprendo il mio ragionamento.



PRESIDENTE

Allora, lei può procedere fino a 12 minuti esatti con l'argomento che riteniamo connesso.



CONTU Mario

Riprendo dall'inizio il mio ragionamento.



PRESIDENTE

Purché lei intervenga anche sul punto all'argomento.



CONTU Mario

Certo. Credo di dovere formali scuse all'Aula circa le motivazioni per cui mi sono presentato in questa sede a discutere di questo provvedimento sotto forma - ahimé - di arresti domiciliari, lei, oltretutto, non mi ha espulso, le do atto della correttezza, ma volevo esprimere un sentimento profondo che oggi vivo.
Credo che oggi mi siano state negate delle prerogative che sono in capo ad ogni Consigliere, cioè il poter esprimere il proprio punto di vista dare un apporto ai lavori d'Aula, certamente per suscitare discussione su un provvedimento che non condivido.
Sul fatto in sé, oggi a perderci è questa Assemblea elettiva. L'Ufficio di Presidenza ha compiuto un atto improprio. Quali siano le ragioni credo di averle intuite, credo di aver dato un contributo significativo in quest'Aula con la discussione di provvedimenti importanti, dalla legge sui buoni scuola, che è ancora in itinere, alla proposta di deliberazione dell'Ufficio di Presidenza sulle indennità, e tanti altri atti che hanno caratterizzato parte di questa VII Legislatura.
Con il dispositivo letto dal Presidente mi viene tolta, defenestrandomi e destituendomi da Capogruppo consiliare, ogni possibilità di intervento sulle materie in esame in Aula. Lei sa benissimo che, non ricoprendo più la carica di Capogruppo, non mi è data la possibilità di utilizzare parte degli strumenti previsti per tale carica dal Regolamento.
In questo senso, oggi vivo questo stato d'animo, mi sento vittima e allo stesso tempo, consapevole anche delle conseguenze di una legge non scritta, Presidente, che obbliga questa Aula su certi provvedimenti ad operare come una conventicola, cioè facendo in modo che non ci siano voci dissonanti, che non ci siano voci diverse, voci altre che possano dare voce a migliaia di cittadini e di elettori che, magari, da questa Assemblea elettiva si aspettano ogni tanto anche degli scatti di orgoglio.
Entrando nel merito, Presidente, ho riletto il suo intervento in Commissione Regolamento, ho letto l'intervento del Presidente Galasso, del Presidente Cattaneo e della Presidente Manica, alla quale devo almeno un rimprovero: quando si richiede al mio...



PRESIDENTE (fuori microfono)

Intervento quale Presidente o quale persona?



CONTU Mario

Quale Presidente del Gruppo consiliare dei DS, che è un Gruppo rappresentativo.
Quando si fa una comunicazione istituzionale su carta del Gruppo consiliare di appartenenza, rivolgendosi ad un partito quale Rifondazione comunista, mi sarei atteso dalla Presidente Manica almeno un invio per conoscenza al Presidente del Gruppo consiliare di Rifondazione comunista.
In quella lettera, sostanzialmente, mi si dava del mascalzone e si chiedeva alla Segreteria del mio partito di prendere gli opportuni provvedimenti a seguito della mia denuncia sul giornale circa l'arrivo in Aula del provvedimento del raddoppio delle Vicepresidenze nella Commissione Regolamento.
A seguito di questa mia denuncia, mi è stato dato del mascalzone ed è stato chiesto alla Segreteria del mio partito di "prendere provvedimenti perché con simili personaggi - cito testuali parole - non vogliamo avere a che fare".
Questo si verificava il 31 gennaio 2001, poi è passata tanta acqua sotto i ponti, siamo arrivati al culmine e prendo atto che, oggi, siamo in presenza della mia destituzione da Capogruppo, perché il percorso indicato è questo.
L'avverto, Presidente, non so quale sia la sede che tuteli da arbitri all'interno di una Assemblea elettiva, verificherò, se il TAR sarà competente, impugnerò questo provvedimento, ma lo ritengo un fatto gravissimo, lesivo delle prerogative istituzionali dei Gruppi consiliari che si costituiscono autonomamente nel Consiglio regionale. Il Gruppo consiliare era operante, aveva un suo Presidente, oggi, voi, come Ufficio di Presidenza, vi siete assunti una gravissima responsabilità con un atto di intromissione e una invasività senza precedenti su una discussione oltretutto ancora aperta, all'interno del partito di Rifondazione comunista.
Non si procede in questo modo, c'è sede e sede, nella sede istituzionale bisognava applicare le norme del Regolamento, la materia della sfiducia di uno dei componenti del Gruppo consiliare non è normata dal Regolamento.
Presidente, ho chiesto che l'Ufficio di Presidenza la demandasse all'unico organismo preposto, la Commissione Regolamento.
Oggi sono confortato in questa tesi dalla posizione autorevole del Gruppo Radicale, che ringrazio, e anche dall'attenzione da parte del Presidente del Gruppo di Forza Italia. Non lo faccio e non do questi atti di onestà, almeno nel dibattito interno a questa Aula, per piaggeria o per far pendere il bilancio da una parte o dall'altra rispetto alla decisione che sarà assunta, perché a questo mi rimetterò. Credo che voi, oggi avreste fatto cosa giusta a rimettere la questione, come da me richiesto alla Commissione Regolamento, senza operare come sta operando in modo metodico la Giunta, quale esecutivo, che sta spogliando questa Assemblea elettiva di tutte le sue prerogative.
Presidente, vorrei ricordarle che i Consiglieri vengono eletti senza vincolo di mandato e noi siamo qui a rappresentare una parte dei cittadini di questa Regione, a loro dobbiamo rispondere del nostro operato e a nessuno è dato di intromettersi in modo così pesante e, se posso dirlo volgare per bassi fini, perché oggi questo provvedimento probabilmente avrebbe avuto una discussione più approfondita, avrebbe dovuto contrastare un'opposizione che oggi mi è stata negata. Per me è una giornata triste non solo perché colpisce me, ma per la democrazia presente in quest'Aula.
Di quanto è successo so a chi dire grazie, comunque continuerò il mio lavoro in quest'Aula e la mia battaglia politica, di certo mi sento impedito nell'esercizio delle mie funzioni.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, la ringrazio per avermi dato atto che nella gestione della risposta istituzionale alla sua iniziativa non le è stato negato lo spazio che lei ha ritenuto di rivendicare.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 378 "Modifica agli articoli 14, 23 e 26 del Regolamento interno del Consiglio regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Continuiamo la discussione generale del punto 2) all'o.d.g.: "Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 378".
La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Se noi fossimo mossi soltanto da intendi e interessi di parte dovremmo salutare positivamente questa crisi che vede dimenarsi un Gruppo della nostra Assemblea, quale quello di Rifondazione Comunista. Invece, non è così, perché un Gruppo rappresenta un momento vitale di questa Assemblea e qualunque lacerazione non può che essere letta, in ogni caso, come un vulnus al Consiglio regionale.
Non ho avuto modo di leggere e approfondire il provvedimento Presidenziale, ma sono convinto che sia stato redatto con scienza, scrupolo e con attenzione ai problemi istituzionali. In seguito, se sarà ripreso l'esame e l'analisi del documento e della situazione, approfondiremo in tal senso, ma non perché ci interessano le problematiche interne, ma solo nella misura in cui si riverberano sulla salute della istituzione.
Devo anche dire che i passaggi e i collegamenti sui fini infimi o bassi che ispirerebbero certi provvedimenti sono delle scorciatoie logiche e soprattutto politiche, non dico morali, ma istituzionali che non possono essere accettate. Non possono essere accettate perché quando si discute di una proposta di legge va valutata per quella che rappresenta, soprattutto quando viene evidenziato come un momento evoluto di un rapporto che mirava mira e che intende mirare ad una composizione anche di incomprensioni che evidentemente, ci sono state in passato, soprattutto quando è volta, come è stato sottolineato, a comporre e a dare forza ad una lealtà istituzionale attraverso la cooperazione all'interno delle istituzioni. Dico questo senza operare alcuna scelta per il problema sollevato dal Consigliere Contu che sarà esaminato.
Devo anche aggiungere - mi rivolgo al collega Moriconi - che democrazia vuol dire soprattutto rispetto delle leggi e vanno rispettate sempre chiunque le ponga in essere, anche quando una legge sia stata ispirata da fini di parte nel momento in cui è legge assume un respiro di carattere generale e solo attraverso un ulteriore procedimento di revisione si pu metterla in discussione.
In ogni caso, bisogna scongiurare che per ragioni di lotte intestine siano essi Gruppi o coalizioni si strumentalizzino le istituzioni. Questo è un principio a cui dobbiamo ancorare la nostra condotta sempre e in ogni momento, dal provvedimento banale o di scarso rilievo deliberativo fino alle proposizioni legislative costituenti più significative.
Voglio riprendere un passaggio del Consigliere Cattaneo, laddove invitava in termini espliciti, forse rudemente espliciti il collega Contu a chiarire se vi siano dei mandanti e, quindi, a indicarli. Devo dire che non sono di solito portato a proposizioni che possono avere il senso della parte rispetto al senso istituzionale, quindi cerco di interpretare e in questo senso mi allineerei alle richieste del Consigliere Contu, non come momento di pettegolezzo d'Assemblea, ma in una prospettiva di tutela delle prerogative dell'Assemblea, quindi non per far scadere a problemi personali o di parte certe situazioni, ma per ricondurre anche quelli che possono sembrare aspetti personali o di Gruppi al respiro che deve essere di tutta l'Assemblea e, pertanto, istituzionali.
Questo proprio perché, come dicevo all'origine, le lacerazioni, la difficoltà di un solo componente del Consiglio regionale mette comunque in una luce che non è certamente positiva o, comunque, non riceve quel contributo di luce che deve avere una istituzione.
Ritengo che ancora una volta nell'affrontare il provvedimento che è a nostro esame non dobbiamo procedere per scorciatoie moralistiche e dobbiamo ricondurre l'esame sotto il profilo del rigore e normativo e soprattutto istituzionale.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale sull'articolo. Procediamo all'esame degli emendamenti. Sulla base di quanto già comunicato dal Presidente Cota nella scorsa seduta, in cui si è esaminato il criterio di ammissibilità degli emendamenti, richiamo quanto era già stato comunicato all'Aula. Il primo criterio per l'ammissione è che gli emendamenti non devono insistere sul Regolamento del Consiglio regionale, ma devono insistere sulla proposta di modifica del Regolamento al Consiglio regionale, essendo prevista una specifica procedura per le proposte di revisione del Regolamento, disciplinata dall'articolo 18 del Regolamento stesso, secondo il quale si può emendare la proposta di modifica, ma non il Regolamento, per cui l'Ufficio di Presidenza, avendo esaminato le proposte di emendamento pervenute, dichiara ammissibili gli emendamenti che si riferiscono al testo della modifica regolamentare proposta e non ammissibili quelli che si riferiscono in generale ad altri passaggi del Regolamento o articoli del Regolamento, in quanto per i medesimi è prevista una procedura che deve seguire la discussione presso la Commissione Regolamento.
L'emendamento n. 1 è dichiarato non ammissibile per le ragioni appena esplicitate, così gli emendamenti 2, 3 e 10. L'emendamento n. 13 presentato dal Consigliere Contu, che regola l'articolo 1 è abrogato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

I collaboratori del Consiglio mi hanno consegnato un gruppo di emendamenti a cui lei prima faceva riferimento. Siccome c'è il provvedimento, c'è l'articolo e c'è questo gruppo di emendamenti, vorrei se fosse possibile, avere un quadro del provvedimento e capire quanti di questi emendamenti sono considerati ammissibili e quanti no, in modo che quelli che non sono ammissibili li considero un lavoro terminato.



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, ho cercato di spiegare all'Aula come valutare gli emendamenti, ma l'attenzione è un po' difficile da ottenere. L'Ufficio di Presidenza ritiene che siano ammissibili tutti gli emendamenti che riguardano il testo delle proposte di modifica del Regolamento e non ammissibili quelli che riguardano altri articoli del Regolamento, perch per la modifica di articoli del Regolamento è prevista una precisa procedura di passaggio preliminare alla discussione della Commissione Regolamento.
Gli emendamenti 1, 2, 3 e 10 riguardano la modifica di articoli, che non sono quelli citati in questa deliberazione, mentre altri, gli emendamenti dal n. 24 al n. 35, sono non ammissibili perché si riferiscono al testo della deliberazione.
1.1) Emendamento (rubricato al n. 13) presentata dal Consigliere Contu: L'articolo 1 è abrogato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, il Consigliere Contu intende illustrarlo o posso intervenire?



PRESIDENTE

Il testo è "L'articolo 1 è abrogato", quindi non c'è molto da illustrare, naturalmente ne avrà facoltà, se al suo rientro in aula vorrà illustrarlo.



TAPPARO Giancarlo

In questo momento non c'è un bel clima per discutere di architettura istituzionale del Consiglio regionale, ma anch'io, come alcuni colleghi hanno approfittato nella discussione generale per esprimere riflessioni su quanto è avvenuto, ho qualche perplessità di procedura e di merito.
Per quanto riguarda la procedura, ritengo che questi passaggi investano la Commissione Regolamento. E' molto grave, quindi, l'avvenuto.
Secondo aspetto. Ritengo che solo se il Consigliere Contu non appartenesse più al Partito di Rifondazione Comunista per sue formalizzate dimissioni, o perché espulso e quindi è terminato l'iter di tutela, il Presidente dell'assemblea poteva, mano militare, rimuoverlo dal suo incarico. Non essendoci questa situazione, ritengo che il Presidente abbia fatto una forzatura. Il Consigliere Contu ha affermato che intenderà tutelarsi in altre sedi; ma non è facile. E' difficile trovare sedi in cui si possa essere tutelati quando viene violata la regola di organizzazione interna.
Questo, tra l'altro, genera in un provvedimento connesso non esaltante per il ruolo già menomato della nostra assemblea elettiva.
Come ho già cercato di esprimere garbatamente alla Consigliera Costa l'argomentazione espressa nella relazione: facciamo questo atto perch siamo più carichi di lavoro, è ridicola, inadeguata e modesta.
Non è vero. Per quanto riguarda la formazione professionale, ad esempio, in questa assemblea avrà una trattazione che porterà via lo 0,2 per mille di tempo, mentre in precedenza era un tema che richiedeva impegno e un approfondito e lungo lavoro della Commissione di merito, per portare in aula dibattiti, non voglio dire laceranti, ma certamente ad alta intensità, ricchi, molto motivati e che vedevano gli Assessori, via via succeduti, fortemente impegnati nella loro parte significativa di competenza.
Oggi - ho citato questo esempio ma potrei citarne altri - anche questo elemento ci è tolto. Avevo segnalato - e anche lei, Consigliere Riba ricorda queste vicende - che almeno l'argomentazione per la quale si inserisce un secondo Vicepresidente non è perché i lavori sono più gravosi.
Non è giusta, non è quella, se ne trovi un'altra. Si trovi un'altra ragione e si dica qual è con un'argomentazione. Qual è l'essenzialità per la quale, in un'assemblea relativamente piccola come la nostra, dobbiamo aggiungere altri otto Consiglieri, quindi più del 10%, per svolgere il ruolo di Vicepresidenti? Mi pare che almeno tentare di rendere convincenti le argomentazioni, in uno scambio sereno perché non voglio fare ostruzionismo, sia utile.



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo: ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Prendo la parola perché se ci fosse stato un minimo di interventi mi sarei esonerato dall'intervenire, ma dinnanzi a questi momenti, che mi ricordano "enne" altri momenti della mia vita politica, mi corre il dovere di parlare, dando un seguito a quanto stavo dicendo.
In precedenza ho parlato dell'argomentazione del carico di lavoro più gravoso per giustificare l'inserimento di altro Vicepresidente.
Analizziamo, allora, il ruolo e la figura del Vicepresidente nella storia di questa assemblea e, forse, anche di altre assemblee elettive.
Purtroppo, per una serie di ragioni, vuoi per il ruolo di peso dei Presidenti che spesso sono persone con storie e spessore significativo vuoi per "enne" altre ragioni, il ruolo del Vicepresidente è sempre stato minimo. Non c'é mai stata un'interazione fortemente dialettica, viva e partecipata. È sempre molto marginale. È un problema che dovremmo porci se non vada normato e regolato nel Regolamento: dare, cioè, al Vicepresidente una figura che non lo costringa a restare alla mercé della bontà e della sensibilità - o della non sensibilità - dei Presidenti.
Ho vissuto esperienze da Vicepresidente nella Commissione lavoro del Senato ed ho visto che anche in quelle assemblee, più o meno, la figura del Vicepresidente stenta ad avere un ruolo adeguato per ragioni di varia natura: storiche o perché i Presidenti sono personaggi con un peso enorme.
Il 99% delle volte, il dialogo tra Presidente e Vicepresidente è semplicemente per dire: sì, ratificare o plaudire alla decisione assunta dal Presidente. È così ricca di esperienza, di logica e di capacità di convincimento, alla quale il Vicepresidente può dire: "Sì, va bene" o se il Presidente è abile, dargli una parvenza di ruolo nel processo decisionale.
Ma questa non c'è, non esiste. Dato che iniziamo a lavorare, oltre che con la riforma dello Statuto, anche con il Regolamento, si potrebbe trovare un meccanismo che costringa ad una collegialità istituzionale, di modo che il ruolo del Vicepresidente non sia lasciato alla benevolenza o alla sensibilità del Presidente.
L'opportunità di fare questo lavoro l'avremo nel momento in cui dovremmo affrontare il Regolamento.
Allora torno a chiedere ai colleghi dell'aula di riflettere un attimo sul seguente aspetto. Adesso andiamo su Internet, per cui io sono tranquillo che almeno un cittadino ci segue. Mi viene in mente la fine di quei film, dove si diceva: "Se anche solo una persona che ha visto questo film è stata colpita, questa viene recuperata e non si suicida". Adesso queste cose non esistono più, ma nel neorealismo italiano si citavano, mi pare, alla fine dei film; ad esempio, nella conclusione delle "Mani sulla città" di Rosi vi era un'affermazione di questo genere. Allora anche solo una persona che su Internet segue questo dibattito monco a me basta già non cerco l'attenzione, anche se discutere di queste cose non sarebbe molto disdicevole e, secondo il mio modesto parere, è un'occasione persa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Come ho detto prima nell'intervento - lo avevamo detto a suo tempo in altri Consigli e in Conferenza dei Capigruppo - la prosecuzione della discussione di questo provvedimento (delibera n. 378) la sua votazione e la sua approvazione sono un impegno che noi vogliamo portare avanti, anche quando vi sono degli emendamenti importanti come questo, che di fatto propone l'abrogazione dell'impianto della legge. Se fosse approvato l'emendamento che sopprime l'articolo 1, infatti, cadrebbe l'impianto della modifica regolamentare e quindi i nostri lavori finirebbero, almeno su questo tema, qui.
Di conseguenza, voglio fare alcune considerazioni e motivare il nostro voto convinto e contrario.
Noi voteremo sfavorevolmente alla richiesta di abrogazione dell'articolo. Ci siamo già confrontati sul tema e abbiamo ritenuto, in Commissione e nelle varie sedi istituzionali del Consiglio, di condividere la proposta dell'Ufficio di Presidenza; peraltro noi abbiamo due autorevoli rappresentanti in Giunta che fanno "andare la testa" come Pichetto e Racchelli, mentre in Ufficio di Presidenza, com'è noto, abbiamo il Vicepresidente Toselli e il collega Pozzo.
Noi riteniamo che, a fronte di una presa di posizione politica di una responsabilità, non ci sottrarremo - lo dicevo prima, e tutti o la gran parte ce lo ha riconosciuto - a procedere al rinnovo dell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni, reintroducendo, così come avevamo fatto nel giugno del 2000, il cosiddetto "spoil system", procedendo all'elezione dei Presidenti e dei Vicepresidenti delle Commissioni totalmente in capo alla maggioranza. Riteniamo che sia opportuno sostenere invece questa modifica regolamentare, che rappresenta l'unica opportunità.
Ricordiamo all'aula che in questa legislatura - e non a caso, poi ci confronteremo anche su questo quando arriveremo all'articolo 3 - è prevista la vigenza immediata, ma la decadenza coincide con la fine della legislatura. Si prevede che, o con una modifica regolamentare più ampia dove ci sarà anche il discorso delle Commissioni affrontato in termine organico e strutturale, o con una modifica regolamentare all'inizio dell'VIII legislatura, con l'eventuale riduzione del numero delle Commissioni per introdurre un maggiore funzionamento, come tutti hanno sostenuto e su cui spesso ci siamo confrontati, vi sarà una situazione nuova (a partire dal primo giorno della prossima legislatura).
Noi riteniamo che questa sia una via importante, perché la presenza dell'opposizione, da un lato, qualifica l'Ufficio di Presidenza e dall'altro, offre la possibilità di avere una presenza pluralista. Tuttavia non vogliamo semplificare ciò come una soluzione di un problema di coscienza, poiché riteniamo - così come nella relazione puntualmente viene ricordato - che indubbiamente la presenza dell'opposizione possa da un lato, sì, tutelare la minoranza, ma dall'altro tutelare il buon funzionamento del Consiglio.
Questa mattina, se non ricordo male, il collega Moriconi diceva - ed è vero - che a oggi non vi sono stati dei percorsi d'aula che hanno portato all'approvazione di proposte di legge presentate dalla minoranza, ma ricordo che parimenti non vi sono state grandi proposte di legge approvate dall'aula su proposta dei Gruppi di maggioranza - grandi non voglio dire nel merito, ma grandi in termini di numeri, e io credo che si contino su una mano e forse possiamo anche togliere un dito o due e otteniamo quello che è individuato, quei due o tre provvedimenti di iniziativa consiliare, a prescindere se di maggioranza o di minoranza, che sono stati proposti in questa legislatura.
Riteniamo che, sotto l'aspetto della Commissione, forse i problemi sono meno evidenti rispetto all'aula, perché non mi risulta che vi sia ostruzionismo da parte dell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni permanenti verso le proposte di legge della minoranza. Il fatto è che questo Consiglio, almeno in termine di proposta, è fortemente impegnato e produce molto; tuttavia vi sono delle giacenze importanti al protocollo del Consiglio in termine di proposta, che però vengono puntualmente affrontate in Commissione, Presidente, a prescindere se proposte dalla maggioranza o dall'opposizione. Riteniamo quindi che la presenza nell'Ufficio di Presidenza dell'opposizione possa contribuire anche, ad esempio, a una sollecitazione condivisa da parte delle Commissioni sotto l'aspetto istituzionale per permettere al Consiglio regionale di affrontare questo o quel percorso legislativo di questa o quella proposta di legge.
Voteremo quindi non fermamente per partito preso - perché condividiamo la deliberazione n. 378 - contro l'abrogazione dell'articolo 1, ma convinti di questo nell'interesse generale di un buon funzionamento del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1) Il Consiglio non approva.
1.2) Emendamento (rubricato al n. 4) presentato dal Consigliere Tapparo: L'articolo 1, comma 1 è abrogato.
1.3) Emendamento (rubricato al n. 14) presentato dal Consigliere Contu: L'articolo 1, comma 1 è abrogato.
Propongo un'unica discussione su tali emendamenti, in quanto identici nel contenuto.
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio il collega Cattaneo, il quale ha attivato un minimo di dialettica su questa vicenda, anche se, ovviamente, dal mio punto di vista le sue argomentazioni sembrano deboli, non sufficienti.
Avevo sottolineato in precedenza come poteva essere un gesto importante, da parte della maggioranza, quello di lasciare all'opposizione le Vicepresidenze (l'unica Vicepresidenza): si sarebbe risolto, in qualche modo, il problema di quella che dovrebbe essere la normale articolazione delle Presidenze. Aumentarne il numero per dare soddisfazione a una riconosciuta esigenza di pluralismo nell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni, implementandone la dimensione, mi sembra una non soluzione.
Ho ritrovato gli appunti utilizzati in sede di dibattito generale e adesso posso ripuntualizzare un po' la storia per l'unico visitatore di Internet, che magari ci sta seguendo, per ricapitolargli com'è l'organizzazione del Consiglio regionale.
Con l'operazione che viene fatta e che presumibilmente verrà approvata perché, come ho detto, non faccio dell' ostruzionismo - ai 24 componenti che si determineranno con questa operazione negli Uffici di Presidenza delle Commissioni, vanno aggiunti sei componenti dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale: arriviamo così a 30 componenti. Ricordo che su 60 Consiglieri, il 50% degli stessi ricopre incarichi negli Uffici di Presidenza. Poi ci sono le Commissioni speciali, le commissioni varie: la Commissione Regolamento, la Commissione Statuto, la Giunta per le Elezioni la Commissione Nomine e la Commissione Olimpiadi. Ci troviamo dinnanzi ad altri 10 Consiglieri che hanno incarichi, arriviamo quindi a 40 Consiglieri, di commissione. Se aggiungiamo i 12 Assessori, un Assessore non è Consigliere regionali, arriviamo a 52 membri (senza contare i Capigruppo).
Ho l'impressione che in Consiglio regionale coloro che non hanno nessun incarico, i peones, dovrebbero essere intervistati da un giornalista con relativa foto e una didascalia che recita: "in un Consiglio regionale di 60 Consiglieri, ecco i pochissimi peones presenti".
In nessun'altra assemblea regionale esiste questo tipo di situazione proprio in un momento in cui le assemblee elettive soffrono di una situazione di delegittimazione strisciante, o più o meno palese. Diventa un facile obiettivo per quei settori, da un lato qualunquisti, che attaccano la democrazia rappresentativa, oppure quella pluralità di vita e di fermenti nella società, nell'associazionismo, nella società civile, che ritiene di essere interlocutore forte e ritiene di essere molto più forte di un Consigliere: quanti Consiglieri regionali se ne renderanno conto di queste cose (si potrebbero anche citare dei casi).
In questa situazione di indebolimento oggi nominiamo altri colonnelli maggiori, capitani, caporali, non so come definirli: lo ritengo sbagliata per l'interesse della prerogativa e della rappresentatività della nostra assemblea.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani;ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Ho ascoltato con interesse l'intervento dei Consiglieri che mi hanno preceduto e vorrei fare un intervento a titolo personale.
Sono tra quei Consiglieri che non hanno altri incarichi, sono un peones: non sono Vicepresidente, non sono Presidente di Gruppo, non sar Vicepresidente in futuro. Parlo, quindi, senza avere macchie da questo punto di vista (considerando che sia una macchia avere un incarico istituzionale). Se adesso stabiliamo il principio secondo il quale avere un incarico istituzionale è titolo di demerito, cominciamo una discussione che sappiamo dove inizia, ma non sappiamo dove finisce. Da questo punto di vista devo dire che non sono d'accordo con una parte degli interventi che mi hanno preceduto, pur essendo uno di quelli che avrebbe ritenuto che la questione andasse affrontata in maniera diversa.
C'é un punto fondamentale che attiene al funzionamento delle istituzioni, all'esigenza di garantire nel funzionamento, dentro il funzionamento delle istituzioni, la garanzia e la presenza delle minoranze.
Non c'é niente da fare, ci sono delle concezioni di fondo che attengono al funzionamento della democrazia rappresentativa qual è il nostro Consiglio regionale. Io, Consigliere Tapparo, avrei preferito, lo dico molto onestamente, non avere un Presidente e un Vicepresidente. Era giusto così colleghi del Consiglio, parlo indipendentemente dalle collocazioni di maggioranza o minoranza. Era la soluzione giusta, la via maestra.
Detto questo, mi chiedo: il fatto che la via maestra non sia stata perseguita, la soluzione che stiamo adottando, che è transitoria, è una soluzione che può essere giudicata un inciucio? E' un problema o no, per noi che siamo in Commissione, avere una presenza negli Uffici di Presidenza delle varie commissioni permanenti per condizionare, per esempio, l'o.d.g. delle Commissioni permanenti.
Davvero un Vicepresidente di una Commissione parlamentare non conta niente? Io non sono assolutamente d'accordo, Consigliere Tapparo. Credo, anzi, che la presenza di uffici di presidenza rappresentativi sia stata, nelle democrazie - quelle che fino ad ora ci hanno consentito di fare funzionare le istituzioni - uno degli strumenti con i quali, per esempio, fare in modo che vi sia un concorso della minoranza all'elaborazione degli o.d.g. delle Commissioni.
Io ho assistito, in questa esperienza di Consigliere regionale, a tantissimi o.d.g. che sono stati definiti dall'Ufficio di Presidenza e che riflettono la maggioranza di questo Consiglio: non è giusto per un errore commesso dalle opposizioni all'inizio di questa legislatura. Credo che inizialmente, ci sia stato un errore delle opposizioni a tirarsi fuori da un discorso che riguardasse una compartecipazione agli Uffici di Presidenza. Nelle istituzioni stanno maggioranza e opposizione, il problema di farle funzionare è un problema di tutti e, negli Uffici di Presidenza la garanzia delle minoranze è una garanzia di funzionamento delle istituzioni e di rispetto delle minoranze. Non credo che questa operazione possa essere considerata alla stregua di un inciucio tra maggioranza o minoranza anche se vi dico che avrei preferito, onestamente, votare l'altra soluzione, cioè quella di fare in modo che una Commissione avesse un Presidente e un Vicepresidente. Mi sembrava una soluzione più sobria più giusta, avremmo garantito, al tempo stesso, una presenza della maggioranza, nella figura del Presidente, e una presenza delle minoranze attraverso la figura del Vicepresidente. Stabilito che questa soluzione oggi, non è percorribile, sarei stato davvero preoccupato se avessimo stabilito un precedente che valeva per sempre, se avessimo stabilito che da adesso in poi, questo Consiglio avesse nel suo seno eletto un Presidente e due Vicepresidente per ogni Commissione. Ma non è così.
Stiamo adottando una soluzioni transitoria, che dura da adesso a fine legislatura e che risponde ad una esigenza: superare quel limite, quella anomalia che ha fatto sì che per anni il Consiglio avesse degli Uffici di Presidenza zoppi. Che io ritengo un fatto sbagliato per il funzionamento delle Commissioni, degli Uffici di Presidenza, per garantire una presenza delle minoranze negli Uffici di Presidenza. Per questo non ritengo che questa soluzione debba essere considerata qualcosa di fuori dal mondo: mi sembra una risposta ad un problema che esisteva, ad un problema reale e io penso che, dal punto di vista delle minoranze, che devono essere rappresentate nelle assemblee elettivi e negli organismi di governo delle assemblee elettive, questo fatto non sia negativo, ma un fatto che ci consente di pesare di più nelle decisioni di programmazione che verranno assunte dalle varie Commissioni. Naturalmente nulla toglie al fatto che questo Consiglio ha una maggioranza e una minoranza e che la maggioranza presente in Consiglio esprime 40 Consiglieri di maggioranza. Questo è un problema che attiene ad un'altra sfera decisionale politica. Stiamo ponendo un problema che viene prima: quello della rappresentatività degli Uffici di Presidenza nel contesto della presenza, che va garantita anche alle minoranze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Pur condividendo molte argomentazioni poste nell'ultimo intervento del Consigliere Ronzani, ritengo che la conclusione debba essere diversa.
Ritengo sia stato un errore, sin dall'inizio della legislatura, non rivendicare, come opposizioni, una rappresentanza negli Uffici di Presidenza delle Commissioni, non solo le Vicepresidenze.
In alcune Commissioni le minoranze devono anche rivendicare un ruolo più importante, in particolare penso a quelle che hanno un controllo sul ruolo della nostra Istituzione.
Condivido questa impostazione; ritengo sia stato un errore compiuto allora, così come penso sia stato un errore non condurre in modo forte la battaglia, affinché ci fosse, in occasione del rinnovo delle Presidenze una rappresentanza plurale.
Occorreva chiedere che gli Uffici di Presidenza, al momento del loro rinnovo, fossero plurali e avessero comunque un rappresentante della minoranza; occorreva provvedere, prima di tutto, alla rappresentanza plurale, invece abbiamo accettato che un provvedimento con queste caratteristiche andasse a sanare una situazione che non era tollerabile.
Ritengo che l'esistenza di questo provvedimento abbia inibito l'iniziativa delle minoranze, in questo senso. Teniamo conto che si discuteva di una modifica delle Commissioni più ampie, che avevamo raggiunto un accordo sostanziale con la maggioranza delle forze che propongono una riduzione delle Commissioni, pertanto penso che questo provvedimento rappresenti un elemento di debolezza, svilisca la battaglia che conduciamo. Alla fine ci viene dato il contentino, ma non rientra nella visione di una modifica organica.
Per questo motivo, siamo contrari al provvedimento in oggetto e sosteniamo gli emendamenti che cercano di modificarlo e correggerlo Questo, non per un'impostazione generale di non accettazione di una rappresentanza delle minoranze negli Uffici di Presidenza, bensì per il modo con il quale abbiamo agito, che ci porta ad accettare una procedura un po' ricattatoria: "Se volete, dovete passare per le forche Caudine e accettare un provvedimento che aumenta il numero dei membri dell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni". Si tratta di Commissioni che non hanno una particolare difficoltà di gestione, non sono Commissioni ampie da meritare un Ufficio di Presidenza composto da più Consiglieri. La battaglia, semmai deve essere quella di richiedere una rappresentanza, magari attraverso una modifica della rappresentanza attuale, ma non attraverso l'aumento del numero dei membri dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento, non intendendo ripetere in questa sede quanto lungamente è stato detto in Commissione Regolamento.
Sono convinto che, anche rispetto al problema del funzionamento delle Commissioni consiliari, il nostro Regolamento abbia bisogno di modifiche sostanziali ed innovative. Io stesso avevo presentato una proposta di riduzione consistente del numero delle Commissioni consiliari e continuo ad essere convinto che il numero delle Commissioni e il tipo di organizzazione dei loro lavori, a partire dal fatto che nelle Commissioni normalmente non si applica il Regolamento, costituisca una ragione di inefficienza dei lavori del Consiglio regionale.
In un quadro di questa natura, occorre verificare le condizioni di contesto politico ed istituzionale, rivendicare all'opposizione, non tanto un posto negli Uffici di Presidenza, ma un qualche grado di corresponsabilità rispetto all'esercizio di un potere che è il potere sostanziale degli Uffici di Presidenza delle Commissioni, il cosiddetto "potere di agenda", il potere di iscrizione dei provvedimenti all'o.d.g.
problema che è emerso nella sua assoluta drammaticità nella prima parte della legislatura, dove si possono contare sulle dita di una mano i provvedimenti di iniziativa dei Gruppi o dei Consiglieri di opposizione iscritti per l'esame e la discussione nelle Commissioni consiliari.
La ragione per cui continuo, pur in un quadro complessivo da riformare ad essere dell'idea che la corresponsabilità della gestione delle Commissioni consiliari vada estesa all'opposizione, è questa: non affidare un posto, ma rendere l'opposizione e i rappresentanti di opposizione all'interno dell'Ufficio di Presidenza corresponsabili rispetto al loro funzionamento. Questo, perché è difficile immaginare che ciascun membro dell'Ufficio di Presidenza sia in quota parte, come rappresentante dell'opposizione o della maggioranza, unicamente responsabile di quei provvedimenti che afferiscono all'area politica che lo esprime. Dovrebbe accadere - ma temo non succeda - che, all'interno dell'Ufficio di Presidenza, i rappresentanti dell'opposizione difendano le prerogative generali del Consiglio e di ciascun Consigliere, rappresentando quei Consiglieri che più dovrebbero essere tutelati da uno Statuto giuridico dell'opposizione, che dovremmo discutere in sede di Commissione Statuto e che il nostro Regolamento non prevede.
Per questa ragione, confermo il voto contrario rispetto a questo emendamento e il voto favorevole sull'impianto complessivo di questo provvedimento.
Non intervengo sul merito della vicenda occorsa in quest'aula prima della discussione di questo provvedimento, perché tento sempre di fare interventi pertinenti e perché ritengo che di questo continueremo a parlarne nelle prossime settimane, perché sicuramente non sarà una questione chiusa dal decreto dell'Ufficio di Presidenza.
Per tutte queste ragioni, voto contro l'emendamento. Anch'io ritengo che un numero meno pletorico di Commissioni e di componenti dell'Ufficio di Presidenza sarebbe ottimale. Questa delibera è semplicemente il meglio rispetto ad una situazione attuale, che per tanti versi è una situazione insostenibile e che non riesce a garantire le prerogative di nessuno, in particolare dei colleghi di opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Credo, Presidente, di avere sufficientemente spiegato all'Aula le ragioni della posizione del Gruppo consiliare di Rifondazione Comunista rispetto a questo provvedimento. Nel prosieguo dei lavori, torneremo sull'argomento, però, vede, Presidente, la relazione introduttiva, che credo lei abbia avuto il merito di avere sostanziato, al secondo passaggio dice una cosa importante: "Premesso che la legge costituzionale n. 3/2001 ha riscritto la potestà legislativa regionale, attribuendo sempre più al Consiglio regionale una funzione di 'Parlamento' regionale".
Sono parole altisonanti, però, va dato atto, Presidente, che il termine "Parlamento" è stato messo tra virgolette, un po' per rispetto al Parlamento, che mi pare sia la massima rappresentanza elettiva, almeno nell'ambito dei disposti della Costituzione.
Dubito che oggi si possa parlare di Parlamento regionale, ma dubito soprattutto della malafede, che ha avuto necessità di scomodare una parola così alta per giustificare e per partorire un topolino, relativo all'allargamento del numero di Vicepresidenti e della costituzione, questa sì, roboante, di un Ufficio di Presidenza delle Commissioni. E' atto offensivo nei confronti dei funzionari. Chieda lei, Presidente - lo dico per onestà, lo ammettano i Presidenti delle Commissioni - come viene stilato l'o.d.g.
Credo che un'indennità la dovremmo dare ai funzionari (i veri artefici sull'atto di indirizzo politico, certamente del Presidente, della programmazione dei lavori), i quali spesso inseguono nei corridoi i Presidenti per chiedere conferma sull'ordine di esame delle proposte di legge, dei disegni di legge e dell'assegnazione alle loro Commissioni.
Perché ci dobbiamo prendere in giro? Veramente qualcuno si illude che nella conduzione delle Commissioni, avere nell'organo dell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni - così si chiamerebbe - due rappresentanti della maggioranza e uno della minoranza sia sinonimo di maggiore garanzia? Vicepresidente Riba, perché lei non si fa garante e promuove tutti gli atti necessari affinché quella lunga lista di attesa di provvedimenti proposti dalle opposizioni, che attendono di essere assegnati all'Aula passino nell'ambito di priorità, riconoscendo alle opposizioni il diritto di dare dignità al loro operato attraverso il passaggio ai lavori d'Aula? Perché continuiamo a prenderci in giro? Diciamo quello che è! Intanto, va registrato un fatto: le opposizioni non sono tutte d'accordo e, in modo residuale, abbarbicati a questa prerogativa, oggi alcuni esponenti del gruppo di maggioranza relativa delle opposizioni, del suo Gruppo di appartenenza, e forse - non lo so - della Margherita, hanno qualche scrupolo di coscienza.
Presidente, l'aumento delle indennità avrebbe appesantito il bilancio di due miliardi; devo dire che è un problema dopo l'atto di oggi, almeno per cinque giorni ci sarà un introito in meno. Però, se sono 300 milioni il principio non cambia, Presidente, è un atto puramente economico, non ha dignità di atto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Siccome proseguiremo la seduta nel pomeriggio con l'esame di una serie di emendamenti, anche se non in numero elevatissimo, ma che certamente ci impegnerà, volevo far chiarezza rispetto all'intervento del Consigliere Ronzani e rassicurarlo: non ho mai detto che questa proposta avesse il carattere dell'inciucio e non ho mai detto che un incarico istituzionale fosse un titolo di demerito; si tratta di un problema di opportunità sarebbe come se un esercito fosse formato prevalentemente di colonnelli e di capitani, non è disdicevole di per sé essere colonnello e capitano. Vi racconto una storia: dopo la sconfitta della Spagna con gli Stati Uniti e dopo le vicissitudini della Spagna nel primo decennio del secolo appena trascorso, l'esercito spagnolo si caratterizzò per un numero elevatissimo di generali e di ufficiali di grado superiore, a tal punto che tale esercito venne un po' dileggiato proprio per quelle caratteristiche.
Non credo che nel nostro caso ci troveremo in questa situazione, ma palesemente, presentarci fuori rappresenta un aspetto in qualche modo un po' anomalo, non voglio dire ridicolo. Ho usato il termine "todos caballeros" per intendere la presenza di un momento di difficoltà, un re risorse il problema della forte pressione per gli incarichi mediante la geniale operazione di una promozione a tutti. Qui, salvo due o tre peones siamo nella formula di Carlo V: "todos caballeros".
Voglio sgombrare il terreno, non c'è alcuna insinuazione da parte mia che qui sia in corso un inciucio, non c'è alcuna insinuazione o considerazione da parte mia che chi farà il Vicepresidente abbia una specie di demerito.
Voglio solo dire che è una inopportunità politico-istituzionale cercavo di forzarla verso quell'uditore su Internet e di spiegare che è proprio legata alla salvaguardia, in qualche misura anche attraverso questo aspetto, di un ruolo di una Assemblea elettiva che verrebbe, anche per questo aspetto, menomato. Se si spiega all'esterno quanto costa la manovra di alcune nuove nomine di incarichi, comportando un ruolo ridotto, la considerazione finale non può che concernere la constatazione di un costo elevato e un incarico molto marginale che si va riducendo. C'è, magari, la considerazione qualunquista, ma poi c'è una considerazione anche ragionevole in termini di rappresentanza.
Se poi l'argomento - i colleghi Palma e Ronzani lo enfatizzavano concerne il potere di agenda, in un Ufficio di Presidenza di una Commissione, con un Presidente e un Vicepresidente di maggioranza e uno di opposizione sarà come giocare tra Juventus e la squadra dell'oratorio, cioè non ci sarà partita. Il potere d'agenda non ci sarà, l'agenda la formerà ancora come prima, il Presidente con una finzione di riunione, sarà una riunione, sarà un onere in più, magari, per il Presidente, ma lo sopporterà, l'Ufficio di Presidenza deciderà come prima già decideva il Presidente senza dare spazi al potere di agenda.
Quindi, l'operazione che stiamo facendo è senza significato, cioè la rappresentanza dell'opposizione non esiste. Se cercate la rappresentanza dell'opposizione con tale operazione non la otterrete. Allora perché la si fa? Sarebbe rilevante che il Presidente Cattaneo avesse il coraggio di dire: "Lasciamo all'opposizione uno spazio e ritiriamo la nostra presenza".
Ma il Presidente Cattaneo non farà mai una cosa del genere, perché non ha la possibilità politica e la forza per poterlo fare, anche se sarebbe un bel gesto in termini democratici. Si bilance rebbe molto di più il rapporto tra maggioranza e opposizione nel potere di agenda. Stiamo invece facendo un atto che non modifica di una virgola la strutturazione di potere all'interno degli Uffici di Presidenza. Quindi, è uno sforzo sbagliato e dannoso per il ruolo della nostra Assemblea elettiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, sono contrario a questo emendamento che abolisce l'articolo, però proporrei che l'aumento delle Vicepresidenze sia accompagnato da un potere di veto da parte del Vicepresidente. È vero che l'ONU è un ferro vecchio, però bisognerebbe stabilire delle modalità.
Naturalmente, voto a favore.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, anch'io condivido la sua posizione.
Dichiaro chiusa la discussione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti n. 1.2 e 1.3) sui quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
La seduta è chiusa.



(La seduta ha termine alle ore 13.41)



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