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Dettaglio seduta n.322 del 11/03/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 15.45)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Burzi, Bussola, Cantore Caramella, Casoni, Cavallera, Ghigo, Godio e Racchelli.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Comunicazione assegnazione temporanea funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Pichetto Fratin


PRESIDENTE

Vi è stata l'assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale con decreto n. 23 del 10 marzo 2003: il Presidente della Giunta regionale, On. Enzo Ghigo, attribuisce temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale per la seduta pomeridiana di martedì 11 marzo 2003 all'Assessore Gilberto Pichetto Fratin.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 1923 dei Consiglieri Chiezzi, Suino, Moriconi, Contu e Saitta inerente a "Corruzione della sanità pubblica"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) dell'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1923, presentata dai Consiglieri Chiezzi Suino, Moriconi, Contu e Saitta.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, si tratta di una interpellanza a mio modo di vedere un po' delicata, in questo senso: sappiamo tutti quale sia la situazione economica che contraddistingue la gestione della sanità. Sappiamo che da tempo è in corso un taglio delle spese da parte del governo regionale in tutto il settore sanitario. Tralascio ogni polemica sul fatto se il taglio sia stato fatto bene o male, giusto o ingiusto, ma il taglio c'è e, quindi la sanità piemontese è un settore dove fortissima è la preoccupazione di evitare spreco di denaro pubblico, evitare inefficienze che inducano a maggiori spese, evitare tutto ciò che può portare a una non oculata spesa delle risorse disponibili, che diventano sempre meno. Siamo qui dentro questo non è soggetto a interpretazioni politiche, la sanità deve trovare il modo di spendere bene quel tanto - io dico quel poco - che ha.
L'interpellanza è delicata perché solleva un problema relativamente ad un settore specifico, ma inviterei l'Assessore a prenderlo più come esempio che non come unico settore da prendere in considerazione. Il settore è quello dell'utilizzo da parte delle strutture ospedaliere degli strumenti monouso, usa e getta. Sono strumentazioni costose che, riferite al numero di interventi che si eseguono nei reparti, costituiscono cifre non indifferenti. Ad esempio, per quanto concerne il caso sollevato, relativo alle laparoscopie, in un reparto ospedaliero, dove usualmente si usa e getta lo strumento laparoscopico, si spendono diverse centinaia di milioni all'anno (500-600 milioni). In uno stesso reparto, per lo stesso tipo di operazione e con lo stesso esito, se si usano strumentazioni poliuso, si possono spendere alcune decine di milioni l'anno. La differenza di spesa è da uno a dieci.
L'interpellanza tende a sollevare il problema se ci sia stata qualche iniziativa da parte dell'Assessorato regionale per capire le modalità con cui vengono spesi i soldi della sanità pubblica, nel momento in cui nei reparti si decide di intervenire in un modo oppure in un altro. Lo sa l'Assessore che per una laparoscopia con gli strumenti monouso si ha una certa spesa e con la laparoscopia mediante strumenti poliuso si ha una spesa di dieci volte inferiore? Risulta all'Assessore che, magari, ci sono due reparti di chirurgia che svolgono lo stesso tipo di intervento, un reparto interviene solo con strumenti monouso, spendendo 600 milioni all'anno, mentre l'altro reparto mediante l'utilizzo di strumenti poliuso spende 40 milioni all'anno, magari verificando che l'esito è esattamente il medesimo dal punto di vista della qualità della cura e del servizio? L'interpellanza solleva questo problema e chiede all'Assessore se si sia mai accorto di tutto ciò. Se dal punto di vista della riuscita degli interventi si ritiene migliore la pratica dell'utilizzo dell'usa e getta allora, la si preferisca; oppure si conferiscano delle medaglie al reparti che continuano a cercare di risparmiare, anche sotto questo punto di vista garantendo pur sempre la qualità del servizio.
Si vuole capire se, in effetti, ci siano comportamenti da parte dei reparti molto difformi l'uno dall'altro. Poiché la difformità è rilevantissima ai fini della spesa e le ditte fornitrici sono ben liete che tali spese vengano effettuate, è necessario che la Regione vigili a fondo.
La pressione che può esistere all'interno del mercato della strumentazione sanitaria, affinché si spenda di più, è del tutto usuale e normale, fa parte delle regole del mercato. Le ditte che producono strumenti usa e getta premono per venderne il più possibile. E' il mercato capitalistico quindi, non c'è da stupirsi. C'è da stupirsi se, di fronte a forti disparità nell'utilizzo di questi strumenti, l'Assessore non vigilasse e non spiegasse a quest'Aula se ha verificato queste situazioni e se è intervenuto per riportare i comportamenti ad una serie di comportamenti confrontabili da reparto a reparto.
Questi rappresentano i motivi della delicatezza della presente interpellanza. Ritengo che la spesa pubblica e le scelte di qualità del servizio sanitario dovrebbero essere, in questo momento di stretta dei cordoli della borsa, verificate e controllate dalla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Ringrazio in modo sentito il collega Chiezzi e gli altri colleghi firmatari, in quanto sinceramente preoccupati della necessità di evitare sprechi e diseconomie e, a tal proposito, è stato evidenziato nell'esposizione iniziale da parte del Consigliere Chiezzi, che molto probabilmente si fa eccesso di uso di materiale monouso, soprattutto per la laparoscopia.
Devo chiarire, innanzitutto a beneficio della comprensibilità del dibattito, che per "apparecchiature di laparoscopia monouso" ho inteso, a puro titolo esemplificativo, ausilii quali: trocards (cioè i tubicini di plastica che vengono introdotti nell'addome e che costituiscono la via d'accesso per lo strumentario chirurgico); cannule di aspirazione; pinze forbici e suturatici monouso. E' sull'acquisto di tale attrezzatura pertanto, che abbiamo concentrato, su richiesta dei Consiglieri interpellanti, le nostre ricerche, tralasciando le spese per acquisti di vere e proprio apparecchiature, quali i sistemi per laparoscopia, i sistemi per videolaparoscopia, ecc., che vengono usati ripetutamente nel tempo per diversi anni.
I dati raccolti e aggregati nella tabella che allego, indicano che negli anni 2000, 2001 e 2002 (anni in cui si è avuto il boom della laparoscopia), la spesa complessiva per l'acquisto di simili ausilii si è attestata intorno ai 4 milioni e 900 milioni euro l'anno (quindi circa 8 miliardi di lire). I dati precedenti al 2000 sono purtroppo non completi in quanto diverse Aziende, per svariate motivazioni, lo hanno fatto in modo parziale. Il riferimento maggiore, quindi, è relativo agli anni 2000-2001 2002, anni nei quali - ribadisco - si è avuta una spesa stabilizzata sui 4 milioni 900 mila euro, per la precisione: 4 milioni 982.701 nel 2000; 4 milioni 902.488 nel 2001 e 4 milioni 726.977 nel 2002.
Per quanto concerne la domanda circa gli a spetti qualitativi e quantitativi degli acquisti di ogni singola Azienda Sanitaria nel corso degli ultimi sette anni, una risposta dettagliata richiederebbe, in questa sede, una lunga elencazione di dati e numeri oggettivamente difficile da proporre (ho comunque la risposta di tutte le Aziende ospedaliere e le ASL e la documentazione è a vostra disposizione). E' comunque possibile risalire ai dati attraverso le relazioni che le diverse Aziende hanno predisposto in riscontro alla nostra richiesta in merito. Tali dati sono a disposizione in Assessorato e, se interessati, gli interpellanti possono acquisirli direttamente.
L'incremento dell'utilizzo delle tecniche laparoscopiche e, quindi, il conseguente aumento dei costi per il materiale di consumo, deriva dalle ragionevoli considerazioni svolte in materia dalle direzioni sanitarie delle ASL. La tecnica laparoscopica, infatti, è una tecnica molto meno invasiva per il paziente e quindi favorisce una diminuzione del dolore post operatorio, una ripresa della canalizzazione intestinale precoce e una riduzione dei danni estetici. Tutti questi fattori hanno portato ad un abbattimento stimato in quasi il 50% delle giornate di degenza rispetto alla tecnica chirurgica tradizionale.
Particolare rilievo va poi dato al fatto che l'utilizzo di tecniche laparoscopiche ha consentito un'importante riduzione delle infezioni ospedaliere - questo è un dato importante - da sempre un problema di non facile soluzione e di impatto rilevante per le strutture mediche.
Per quanto attiene l'utilizzo di materiale monouso, sottolineo che questo è limitato esclusivamente alle applicazioni in cui detto materiale presenta indubbi vantaggi di atraumaticità, sterilità, assenza di manutenzione ed efficacia di funzionamento nella prospettiva del pronto e globale recupero del paziente.
Un corretto approccio all'attività chirurgica in laparoscopia, del resto, prevede necessariamente l'esigenza di dotare le equipes chirurgiche di presidi sia poliuso che monouso.
L'utilizzo del materiale poliuso - è questa non è tanto una mia affermazione, quanto la esplicazione di un principio largamente condiviso dagli operatori -dovrebbe essere previsto nei casi in cui interventi di laparoscopia fossero programmabili, inseriti cioè nel piano di sala attività delle sale ospedaliere, fatto questo che consente di organizzare il lavoro sulla base dei processi di sterilizzazione dei presidi laparoscopici. Una corretta sterilizzazione è fondamentale in questo campo.
L'utilizzo di presidi chirurgici monouso è invece obbligatorio in circostanze quali: l'urgenza. Sta a significare che l'intervento urgente non previsto deve necessariamente avvenire con materiale monouso (avendone la possibilità e la disponibilità, sempre che i costi non siano elevati). E' evidente, in questo caso, che l'utilizzo del poliuso potrebbe non essere possibile, in caso ad esempio di materiale indisponibile poiché ancora in fase di sterilizzazione, quindi il monouso rappresenta l'unica soluzione per evitare l'intervento con tecnologia tradizionale, più traumatico, invasivo e costoso presenza di patologie particolari, quali ad esempio il tumore al colon, che possono essere affrontate esclusivamente utilizzando la tecnica laparoscopica con presidi monouso.
Questo è quanto mi segnalano i responsabili delle chirurgie delle maggiori Aziende Ospedaliere e delle ASL del territorio.
Il maggior costo rispetto alle tecniche tradizionali è ampiamente compensato dalla riduzione dei tempi di degenza post-operatoria e degli oneri di assistenza alberghiera e di utilizzo di materiale sanitario e farmaci. A ciò va aggiunto il vantaggio ed il risparmio sociale che derivano da una ripresa molto più repentina dell'attività lavorativa.
Inoltre, quando si pensa al materiale poliuso, spesso si omette di considerare nei costi economici, oltre a quelli necessari per l'acquisto anche quelli derivanti dalle procedure di sterilizzazione, oneri del personale compresi. Confrontando tutte le voci di spesa per monouso e poliuso, si potrebbe verificare come le differenze non siano poi così rilevanti. In merito alle modalità di acquisizione sia delle apparecchiature che degli ausilii, le Aziende non possono che utilizzare i sistemi attualmente previsti dall'ordinamento vigente in materia di acquisizioni dell'Ente Pubblico, ossia Trattativa, Licitazione ovvero Pubblico Appalto. La scelta è in capo alle Direzioni delle Aziende e deriva da considerazioni di costo, opportunità, quantitativo, eccetera.
Il sistema di valutazione deve comprendere una parte collegata al costo ed una parte collegata alla dimostrazione di qualità della merce che la Ditta privata, partecipante alla gara, intende fornire.
Situazioni differenziate, da reparto a reparto, per l'acquisizione degli strumenti di intervento, di norma non esistono e comunque possono esclusivamente derivare dal fatto che una sala operatoria pratica o meno interventi di chirurgia laparoscopica.
Concludo dicendo che il costo nel 2002 degli ausilii monouso per tecnologia laparoscopica ammonta a Euro 4.726.977.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La risposta dell'Assessore è stata cortese e del tutto insoddisfacente. Segnalo nuovamente la questione all'Assessore perché sulle forniture sanitarie ne sono successe un po' di tutti i colori è banale citare la vicenda delle valvole cardiache alle Molinette di Torino.
L'Assessore non ha illustrato una situazione di cui se ne chiedeva la verifica, relativa al fatto che due reparti di chirurgia svolgano le stesse urgenze, le stesse necessità di utilizzo di poliuso, perché uno non è un pronto soccorso e l'altro neppure. Svolgono interventi programmabili nella medesima percentuale e non si capisce perché, in uno dei due reparti, si usino solo strumenti monouso e si spendano centinaia di milioni, mentre nell'altro si usino gli strumenti monouso unicamente per interventi urgenti e si spendano decine di milioni.
L'Assessore ha verificato questo fatto? Vuole monitorare la situazione dicendo: "Il reparto 'A' ha speso tanto; il reparto 'B' ha speso tanto", e così per il reparto C, D, E, F, ecc. Non le interessa, Assessore, capire come si spende il denaro pubblico, visto che lei ha detto con molta precisione che la strumentazione monouso va usata solo per urgenze e per particolari patologie? Faccia un esame della situazione, se non l'ha fatto! Le chiedo tutta la documentazione che le hanno fornito e spero che in questa documentazione non ci siano gli elementi a risposta della domanda che le ho posto, perché, se ci fossero e lei li avesse omessi, lo riterrei un atto di disattenzione.
Se non ci sono - come penso sia - vuole fare, Assessore, questa verifica riguardante forniture sanitarie costose che, sulla base di quanto lei ha detto, mi paiono non del tutto giustificate? Non è possibile che due reparti di chirurgia si comportino in modo tanto diverso, a meno che un reparto non si occupi solo delle urgenze e l'altro programmi tutto.
Assessore d'Ambrosio, non le viene la curiosità di vedere come si è allocata nelle varie divisioni di chirurgia - non saranno migliaia i reparti di chirurgia, saranno molte decine, ma non penso nemmeno molte centinaia - la spesa di 4.700.000 Euro? Se verifica che ci sono dei comportamenti così difformi, non vuole venirci a spiegare perché? Non la incuriosisce questo fatto? Ritiene che queste spese debbano essere lasciate senza governo e vigilanza, senza alcun tipo di controllo? Questi sono i motivi per i quali mi dichiaro del tutto insoddisfatto perché il punto principale, che avevo anche illustrato in via informale all'Assessore, non è stato trattato. Questo mi stupisce parecchio Assessore. O lei ci dice di non essere al corrente di disparità e che in ogni reparto di chirurgia la spesa oscilla in una forbice del tutto normale, oppure verifichi che le forbici non siano inusuali e un po' stupefacenti; verifichi se ci sono reparti che hanno sposato il monouso sempre e comunque. Se la spesa è di quel livello, le ditte fornitrici di quel reparto saranno contentissime, però la spesa pubblica ne patisce.
Assessore, con questi dati sono costretto a riproporre un'altra interpellanza. Non lascio cadere la questione, Presidente Toselli, perch non ho voglia di aprire i giornali e leggere che, rispetto alle valvole succedono alcune cose. Non ne ho nessuna voglia! Ho sollevato un problema e non ho ricevuto una risposta: pazienza leggerò la montagna di carta che avrebbe dovuto leggere l'Assessore, per fornire una risposta puntuale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Innanzitutto, Presidente, chiedo di poter fornire ulteriori dettagli riportando in aula questa interpellanza. Ritengo di aver risposto ai quesiti posti, ma il quesito dettagliato che sollecitava il collega Chiezzi non l'ho recepito, dallo scritto. Devo sottolineare che l'acquisto di beni e servizi è regolato dalla delibera del 13 gennaio 2003, per i servizi di importi superiori a 50.000 euro, pertanto il pericolo che si possa verificare nuovamente la problematica relativa alle valvole, alla luce della delibera e per quanto stanno facendo le Aziende, è sicuramente scongiurato.
Chiedo, dunque, di poter rispondere nuovamente a questa interpellanza per dare chiarimenti nei dettagli.



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, la invito informalmente, quando l'Assessore D'Ambrosio sarà pronto a fornirle le ulteriori informazioni, a chiedere nuovamente la calendarizzazione di questa interpellanza.


Argomento: Corsi e scuole musicali

Interrogazione n. 2069 presentata dal Consigliere Angeleri, inerente a: "Chiarimenti in merito alla gestione economica della scuola di alto perfezionamento musicale - città di Saluzzo"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2069, del Consigliere Angeleri.
La parola al Consigliere Angeleri, per l'illustrazione.



ANGELERI Antonello

Ho sollecitato la discussione di questa interrogazione, che considero urgente, in quanto riguarda la gestione, in particolare fino a sei mesi fa degli ultimi due anni della scuola di perfezionamento musicale. La mia preoccupazione è data dal fatto che tale scuola, oltre ai proventi della stessa, vive anche grazie ad una contribuzione regionale, in base ad una legge che avevamo approvato al termine della scorsa legislatura.
Per questo motivo, mi sono permesso di sollecitarne la discussione perché mi pare - ma mi auguro di sbagliarmi - che ci sia qualcosa che non funziona.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore assistenza ed edilizia scolastica

Ringrazio il Consigliere Angeleri per aver segnalato questo problema di grande importanza. Anche perché è stata approvata una legge che ha dato fiducia a questa scuola e quindi è giusto preoccuparsi e monitorare.
Segnalo alla Presidenza del Consiglio tre aspetti: giudico molto importante l'interrogazione; non è ancora pervenuta dalla Presidenza della Giunta ufficialmente all'Assessorato (quindi sollecitiamo che pervenga al più presto); infine comunico che gli Uffici, considerando l'urgenza e l'importanza, stanno già lavorando (sono in possesso dell'80% delle risposte e del materiale). Siamo in attesa soltanto dalla Scuola di Saluzzo dell'invio di materiale integrativo, in particolare il Bilancio relativo al 2001, approvato dall'assemblea dei soci il 13 febbraio. Penso martedì prossimo di essere pronto materialmente a rispondere.



PRESIDENTE

Accolgo la sollecitazione dell'Assessore. Vorrei ricordare che è necessario diminuire i tempi in merito alla procedura tra Consiglio e Giunta, dal protocollo fino al termine ultimo che è la scrivania dell'Assessore competente il quale deve provvedere a dare indicazioni per le risposte.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Ringrazio l'Assessore della risposta puntuale, tuttavia devo richiamare la Presidenza della Giunta affinché la sollecitazione del Presidente venga trasmessa ufficialmente. Non è pensabile che noi, solo grazie alla cortesia e al lavoro assiduo dell'Assessore, abbiamo solo parzialmente la risposta e questa interrogazione, che è datata da circa un mese, e che non sia ancora stata trasmessa all'Assessore stesso. Vorrei capire il perché di questa lentezza. Ringrazio l'Assessore perché, avendo dato la disponibilità a rispondere già la prossima settimana, penso che il Consiglio sia nei tempi per prendere ulteriori provvedimento sul futuro della scuola stessa e su una gestione non certo felice che c'é stata negli ultimi tempi.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà



RONZANI Wilmer

Mi associo alla raccomandazione che il Presidente ha rivolto agli Assessore e alla Giunta in ordine all'interrogazione che ha presentato il Consigliere Angeleri, penso che il suo richiamo avesse un valore generale.
In effetti questa è una questione che sta diventano importante per il Consiglio.
Nei giorni scorsi, provocatoriamente, ho trasformato 30 interrogazioni da risposte in aula e in Commissione, a interrogazioni a risposta scritta: erano interrogazioni che giacevano da quattro mesi. Spero che, ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento - che prevede la facoltà, la possibilità che un Consigliere trasformi un'interpellanza o una interrogazione in Commissione o in aula a scritta - almeno vengano rispettati i 15 giorni previsti dal Regolamento. Sarebbe opportuno che, in una qualche sede immagino la Conferenza dei Capigruppo, venisse una volta per tutte affrontata la questione. Abbiamo un arretrato di interrogazioni, sarà bene affrontare apertamente con i Capigruppo la questione in modo che sia possibile chiudere il pregresso per metterci in condizione che il Consiglio affronti in tempo reali le interrogazioni presentate. Non so come risolvere il problema del pregresso, lo consegno al Presidente questo interrogativo che riguarda alcuni decine, se non centinaia, interrogazioni.
Sarebbe opportuno che ci mettessimo in condizione di rispondere nei tempi previsti dal Regolamento, altrimenti, in caso contrario, cosa succede? C'é un lavoro istruttorio che svolgono gli Uffici, e non gli Assessori, che è meritorio da questo punto di vista, ma, poiché la risposta viene data fuori tempo massimo, gran parte delle risposte che vengono fornite ad interrogazioni che hanno pertinenze, hanno un valore se vengono trattate entro tempi ragionevoli e finiscono per perdere efficacia per non aver alcun senso. Con questo, viene incrinato il ruolo di sindacato ispettivo che spetta ai Consiglieri di maggioranza e minoranza.



PRESIDENTE

Sapete qual è la mia preoccupazione, che è la preoccupazione di ogni singolo Consigliere? E' che vi sono dei tempi di attesa davvero lunghi che intercorrono dal primo protocollo in Consiglio regionale - sede di presentazione delle interrogazioni, delle interpellanze o altro - a quando l'Assessore competente viene investito e portato a conoscenza, dal punto di vista pratico, proprio con il documento sul tavolo. Successivamente l'Assessore, è nelle condizioni di decidere come intervenire rispetto alla risposta.
Quando si presenta un'interrogazione urgente, al di là della dicitura "urgente", la si reputa tale perché si chiede chiarimenti su un fatto accaduto, se passano diverse settimane prima che l'interrogazione dal Consiglio arrivi sul tavolo dell'Assessore, ecco che si perde la velocità dell'ipotetica risposta che l'Assessore potrebbe fornire al singolo interrogante.
Dovremo farci carico di capire dove il meccanismo non funziona o perché, effettivamente, si tarda ad avere le risposte a seguito di quanto viene presentato dai singoli Consiglieri.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Musei

Interrogazione n. 1924 dei Consiglieri Placido, Manica, Ronzani, Suino inerente a: "Museo di Scienze Naturali" e interpellanza n. 1943 dei Consiglieri Placido, Manica, Ronzani e Suino inerente a: "Soppressione della Direzione del Museo di Scienze Naturali"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1924, alla quale risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

Prima di rispondere all'interrogazione in oggetto, devo dire che in questi pochi secondi ho sentito i miei Uffici i quali mi hanno garantito che per martedì prossimo sarà pronto nei dettagli la risposta all'interrogazione precedente. Gli Uffici hanno potuto lavorare perch l'interrogazione era stata trasmessa non formalmente, quindi non avevano preparato la procedura, però era stata trasmessa dal Gabinetto della Presidenza via fax, quindi hanno potuto iniziare a lavorare. Ringrazio anche la signora Garino per la sollecitudine, questo ci mette in condizione per perfezionare le procedure e martedì fornire tutte le risposte.
Vengo all'interrogazione, chiedo solo cortesemente di potermi sedere perché ci sono quindici pagine di risposta, in quanto è inclusa una documentazione che parte dal 1980.
Punto A L'Amministrazione regionale ha provveduto al recupero edilizio di buona parte dei locali del M.R.S.N..
Dal 1980 ad oggi l'immobile è stato oggetto di 14 lotti di intervento per una spesa di oltre 40 miliardi finanziata in parte con fondi regionali e in parte con fondi FIO, assegnati al progetto "Residenze Collezioni Sabaude" - (importo complessivo finanziamento FIO 19.350.000.000).
Gli interventi di restauro sinora realizzati (il 14° lotto è in corso e sarà ultimato a breve) hanno consentito, tra l'altro, con il consolidamento strutturale, il rinnovo di gran parte della copertura, la pulitura ed il restauro della facciata, il restauro artistico dell'atrio e dello scalone monumentale della manica di via Giolitti e la costruzione dei saloni sotterranei e delle centrali tecnologiche, l'apertura al pubblico della manica prospiciente via Giolitti.
Il completamento del lotto in corso inteso a dare funzionalità a parti del Museo oggi ancora non agibili, consentirà di rendere operativa una prima sezione espositiva nella crociera a piano terra prospiciente il cortile 38, collegabile funzionalmente con i servizi e i depositi, e di realizzare una sala conferenze e proiezioni nel cortile interrato.
Le opere realizzate iniziate nel 1980 e proseguite sino ad oggi hanno avuto come filo conduttore le seguenti modalità: Dal punto di vista costruttivo: A) Risanare il complesso dal punto di vista statico dalle fondamenta alla copertura anche in funzione del rispetto delle normative edilizie vigenti.
B) Liberare il complesso da tutte le sovrastrutture edilizie susseguitesi nel tempo causate anche dell'uso del complesso edilizio quale ospedale.
C) Riportare il complesso edilizio alle origini Castellamontiane restaurando e recuperando gli elementi architettonici originari, con particolare riguardo per le facciate.
D) Ristrutturare tutte le coperture.
E) Recuperare i sottocortili con nuove strutture interrate atte a nuove destinazioni espositive.
Dal punto di vista destinazione museale: A) Costituire una manica per uffici, servizi destinati al pubblico biblioteca.
B) Costituire una prima area destinata a uffici conservatori.
C) Costituire una nuova struttura per esposizioni temporanee aperte al pubblico.
D) Costituire nuovi depositi interrati.
E) Costituire una nuova centrale tecnologica a uso di tutto il Museo.
F) Costituire una nuova area espositiva permanente.
Punto B La complessità del cantiere ha fatto si che i rapporti tra l'Amministrazione e la Sovrintendenza si siano sviluppati attraverso un continuo dialogo ed un confronto tesi alla individuazione di soluzioni che consentissero il completamento delle opere di recupero edilizio. In questa fase si sta ottemperando congiuntamente al fine di regolarizzare gli interventi anche dal punto di vista formale, alla luce dei sopravvenuti obblighi di legge.
Punto C Attualmente vi è una sala di circa mq 1000 destinata ad esposizione permanenti ed in essa vi è collocata la collezione storica di zoologia già dell'Università. Per le nuove sale museali si dovrà attendere il collaudo dei locali del XIV lotto.
Punto D Attualmente i magazzini hanno trovato una sistemazione provvisoria ma con la consegna dei nuovi locali questa situazione troverà una soluzione definitiva; infatti sono già stati appaltati parte delle attrezzature necessarie per i nuovi magazzini; per la conservazione dei reperti si stanno adottando le normali tecniche ed i prodotti specifici per tali tecniche; esiste una situazione di precarietà costituita dalla collezione osteologia ma sono già state avviate le necessarie procedure costituite dalla pulizia e da un conseguente adeguato ricovero dei reperti.
Il progetto straordinario, allegato al presente documento, consentirà infatti la messa in sicurezza curatoriale e inventariale della totalità delle collezioni nel tempo stimato di 18-36 mesi secondo la tipologia delle collezioni.
Priorità è stata data appunto al recupero della collezione osteologia storica dell'Università.
Punto E 5) Catalogazione.
Il CSI Piemonte sta lavorando dal 1999 al Sistema Integrato di Catalogazione del Museo, ma la consegna del programma, ipotizzata per l'autunno del 2002, è slittata a causa del ritardo nel finanziamento dell'ultima tranche; tale finanziamento si è reso disponibile a novembre 2002.
Le Sezioni hanno però operato da sempre con sistemi di catalogazione in data base auto-realizzati (susseguenti e diversi nell'arco dei 22 anni di attività), manca a questo punto il riversaggio di questi dati in un sistema unico centralizzato e il completamento della catalogazione delle parti mancanti.
Parte (consistente) dei cataloghi è stata pubblicata, o è in fase di pubblicazione, in forma cartacea nella serie "Cataloghi" del Museo ed è di conseguenza disponibile per i ricercatori.
I cataloghi pubblicati sono: Collezione Entomologica Spinola (in tre volumi), Collezione Entomologica Giglio-Tos, Collezione Peleontologica Bellardi e Sacco (2 volumi), Collezione Erpetologica dell'Università (Anfibi); Collezione di Colibrì; Erbario Giacinto Abbà (2 volumi).
I cataloghi in fase di pubblicazione sono: Collezione Petrografica dell'ex Museo di Geologia dell'Università, Collezione Erpetologica dell'Università (Rettili), Collezione Ortotterologica Niedl, Erbario della Flora della Val Sangone (piante vascolari), Erbario della Flora della Val Sangone (briofite).
Per meglio comprendere lo schema riassuntivo allegato occorre specificare che il termine catalogazione ha un significato diverso nel linguaggio tecnico museologico rispetto all'accezione comune. In particolare il termine comunemente usato di "catalogazione" corrisponde alla sequenza di 3 azioni curatoriali ben distinte: informatizzazione dei cataloghi antichi (se esistenti) riscontro inventariale (o "creazione" dei cataloghi se inesistenti) catalogazione e studio (con pubblicazione dei dati e/o dei cataloghi se necessario).
Premesso che il Museo ha avuto in gestione dall'Università collezioni in grave stato di abbandono, lo stato di avanzamento dei lavori di inventariazione può essere così riassunto.



(Vedi allegato n. 1)



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

Un caso particolare è rappresentato dalle Collezioni Entomologiche.
prassi consolidata a livello internazionale, a fronte di quantitativi di esemplari impossibili da gestire in altro modo (si parla sempre di milioni di esemplari), non procedere alla catalogazione del singolo esemplare ma al "riordino" con impostazione per ordine sistematico delle collezioni. Solo collezioni storiche di particolare rilevanza sono considerate, a giudizio insindacabile del Conservatore, meritevoli di catalogazione e pubblicazione a parte; tale decisione è stata presa per la Collezione Spinola e per la Collezione Giglio-Tos. Si può conseguentemente affermare che il livello di "riordino" delle Collezioni Entomologiche nel loro complesso assomma al 90%.
Si ricorda che gli interventi per il recupero delle collezioni universitarie sono stati impostati, negli anni, assegnando priorità alle collezioni con maggiori problemi di conservazione (nel caso della zoologia agli esemplari in pelle e piuma). Questo ha fatto sì che le ultime collezioni zoologiche sulle quali si deve ancora intervenire per le operazioni di pulitura, siano le collezioni osteologica e malacologica.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

6) Pubblicazioni.
Il Museo non pubblica solo Museum Naturae (periodico divulgativo fra l'altro interrotto alla fine del 2000), ma anche un Bollettino Scientifico di levatura internazionale giunto al 19° anno di pubblicazione (per un totale di circa 10.000 pagine pubblicate). Tale Bollettino è inviato in cambio ad altre 700 istituzioni scientifiche internazionali.
Il Museo, oltre al Bollettino, pubblica altre quattro collane scientifiche non periodiche di levatura internazionale: Le Monografie: 35 opere pubblicate.
Gli Atti dei Convegni: 10 volumi pubblicati.
I Cataloghi: 15 opere pubblicate.
Le Guide: 1 opera pubblicata.
Le acquisizioni bibliografiche sono comunque sempre state effettuate sulla base di segnalazioni fatte dai conservatori e relative alle discipline scientifiche afferenti al Museo e/o inerenti i rispettivi campi di ricerca la conservazione dei libri e dei periodici è garantita dall'allocazione entro armadi compatibili collocati nello stesso deposito della biblioteca al primo piano del Museo; per quanto riguarda l'archiviazione, i libri e periodici sono stati catalogati in SBN in quanto la biblioteca fa parte del polo bibliografico regionale e i dati sono anche su supporto cartaceo per gli schedari di consultazione.
Per quanto riguarda altro materiale librario, in particolare le pubblicazioni edite dal Museo, queste (in attesa di vendita o spedizione in cambio) sono immagazzinate in un'ala del secondo piano della crociera protette dalla polvere in quanto imballate e ordinatamente depositate presso scaffalature. E' allo studio un nuovo piano editoriale che dovrà consentire in futuro la stampa di volumi di alto contenuto scientifico, ma di grande impatto verso l'esterno e, quindi, assicurare la fruibilità dei medesimi.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

Punto F 1) Collezione entomologica acquistata in Spagna.
Come si potrà evincere da quanto andrò a trattare, questa è meramente materia di ordine dirigenziale che avviene per atto amministrativo proprio del Direttore, ai sensi della legge regionale 51/97. Con determina 120/S4 dell'allora Direttore regionale, il Museo ha acquistato in data 11.11.1998 per lire 180.000.000 la collezione specialistica del Dr. Joaquin Mateu di Barcelona, già Professore di Entomologia, per circa 30 anni al Laboratoire d'Evolution des Êtres Organisés del Museum National d'Histoire Naturelle di Parigi. La Direzione ha giudicato conveniente per il Museo l'offerta del Dr. Mateu (oggi di anni 81) di continuare lo studio (con relativo aumento di valore scientifico) e l'incremento gratuito della collezione stessa fino alla sua morte o alla cessazione dell'attività scientifica.
Di detta collezione è stato quindi stilato un elenco dettagliato e una documentazione fotografica completa a cura della Sezione di Entomologia del Museo. In data 24.09.1999, con determina 176/S4 del Direttore Regionale Dr.
Paolo Sibille, è stata approvata una Convenzione fra il Museo e il Dr.
Joaquin Mateu e il Dr. Giuliano Mateu (figlio e legittimo erede del Dr.
Mateu) che affidava in studio al Dr. Mateu la collezione in questione alle precise condizioni elencate nella Convenzione stessa. Da segnalare fra queste il dovere di custodia e conservazione della collezione sopra citata l'obbligo di restituzione e la responsabilità civile del Dr. Mateu per la somma di L. 180.000.000 in caso di perimento o deterioramento della collezione stessa. La firma congiunta del figlio Giuliano Mateu costituisce ulteriore garanzia di responsabilità civile e di restituzione della collezione.
Il pagamento del corrispettivo per l'acquisto è stato effettuato solo dopo la firma della Convenzione.
Si ricorda che affidare in studio a specialisti di provata fama e fiducia per periodi di tempo variabili, i propri materiali scientifici è prassi routinaria nell'attività di un Museo di Scienze Naturali e che tale affidamento avviene normalmente a titolo gratuito.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

Punto G 2) Collezioni acquisite da personale del Museo.
Risultano due casi di questo tipo: l'acquisto della Collezione Imenotterologica Ponti-Scaramozzino (il solo Sig. Scaramozzino era dipendente del Museo) e l'acquisto degli esemplari zoologici del Madagascar dal Dr. Andreone.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

Collezione Ponti-Scaramozzino.
Trattasi di una collezione specialistica (in comproprietà fra i due venditori) di un gruppo di Insetti poco studiato e quindi, per tipologia molto rara da trovare in offerta, con annessa biblioteca specialistica. Si tratta per importanza della seconda collezione italiana di questo gruppo e una delle prime dieci europee.
stata acquistata con determina n. 230/S4 del 30.11.1999 del Direttore Regionale Dr. Paolo Sibille.
Detta collezione era stata primariamente offerta in vendita per lire 130.000.000 (esclusa la biblioteca) al Museum d'Histoire Naturelle di Ginevra che aveva espresso un primo interessamento informale all'acquisto.
In considerazione dell'importanza della raccolta, equiparabile ad un bene culturale di primaria importanza, e con l'intento di evitare l'acquisizione da parte di un museo non italiano la Direzione del Museo, venuta a conoscenza dell'offerta al Museo di Ginevra, decise di valutare la possibilità di acquisirla al patrimonio del Museo Regionale e, quindi garantirne la conservazione nell'ambito del territorio nazionale.
Una prima valutazione (31.8.1998) del Dirigente del Reparto Conservazione e Ricerca stabilì che l'eventuale trattativa doveva prendere avvio da una cifra pari a L.100.000.000 (biblioteca inclusa), anzich dall'offerta originaria di L. 130.000.000, con una riduzione, accettata dai proprietari di L. 30.000.000.
Considerata la delicatezza della procedura (trattandosi in parte di personale dipendente) e la cifra consistente fu deciso, sentito il parere del Comitato Scientifico del Museo, di acquisire un parere esterno da uno specialista di chiara fama, individuato in Monsignor Prof. Franco Frilli Rettore dell'Università di Udine, incaricato della perizia dall'allora Direttore Regionale con determina n. 97/S4 del 16.6.1999.
In seguito alla valutazione tecnica del Prof. Frilli che attestava l'importanza scientifica della collezione e ne definiva la cronologia d'origine, il Comitato Scientifico del Museo esprimeva parere favorevole all'acquisto. Il Direttore regionale Dr. Paolo Sibille riteneva opportuno procedere ad un'ulteriore trattativa diretta e informale svoltasi il giorno 15 novembre 1999 alla presenza del Dirigente del Reparto Conservazione e Ricerca e del Dirigente dell'Ufficio Amministrativo, trattativa durante la quale il prezzo veniva ulteriormente abbassato a L. 88.000.000, consentendo così l'acquisizione al patrimonio del Museo di una Collezione e di una Biblioteca specializzata di elevato valore scientifico e culturale.
Attualmente questa collezione fa parte della Collezione Generale Imenotterologica del Museo, della quale costituisce la base per quanto attiene agli Imenotteri Icneumonidi.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

Esemplari zoologici del Dr. Androne.
Nel 1998, il Dr. Franco Andreone, Conservatore Zoologo del Museo, avendo realizzato a proprie spese tre spedizioni scientifiche in Madagascar durante periodi di congedo ordinario (e precisamente nei periodi 1 - 27 luglio 1995; 20 maggio - 8 luglio 1996, 10 maggio - 30 giugno 1997), offre in vendita, con l'intenzione di rientrare parzialmente delle spese sostenute, i materiali zoologici (erpetologici per la maggior parte) raccolti in questo ambito. Si tratta in particolare di 554 esemplari dall'esame dei cartellini annessi, riconducibili con certezza, per quanto attiene alle date di raccolta, ai periodi di congedo sopra citati.
La Direzione del Museo, in considerazione del fatto che il Museo Regionale possiede la più importante collezione erpetologica del Madagascar esistente in Italia, già frutto delle missioni ufficiali del Dr. Andreone per conto del Museo, e la terza per importanza in Europa, ritiene opportuno valutare la possibilità di acquisizione ai fini di incrementare ulteriormente la completezza e l'importanza scientifica della collezione stessa. In considerazione della cifra richiesta non particolarmente elevata (L.
9.000.000) la valutazione circa l'importanza scientifica e la congruità del prezzo della raccolta viene affidata al Conservatore della Sezione di Zoologia e al Dirigente Responsabile del Reparto. In seguito a trattativa informale, il Dr. Andreone accetta di applicare un ulteriore sconto portando la cifra richiesta a L. 8.500.000, cifra che viene ritenuta congrua da entrambe le parti.
Con determina n. 129/S4 del 20.11.1998, l'allora Direttore regionale acquisisce il materiale al patrimonio del Museo.
Attualmente questo materiale è conservato nella Collezione Erpetologica generale con i numeri di catalogo compresi fra 5.000 e 5.900 e fra 6.600 e 6.800.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

3) Spedizioni scientifiche in collaborazione con altri Enti.
Il Museo ha organizzato negli anni diverse spedizioni scientifiche in collaborazione con Enti e/o Istituti. Il prospetto viene fornito diviso per sezioni.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

Sezione di Paleontologia.
Sono state organizzate le seguenti campagne in collaborazione: Ottobre 1982 a Pietraroia (BN) in collaborazione con l'Università di Napoli Ottobre 1993 a Bayeux in Francia in collaborazione con l'Università di Torino Ottobre 1993 a Bayeux in Francia in collaborazione con l'Università di Torino I materiali paleontologici italiani sono sottoposti alla tutela della L.1089/39, sono le Soprintendenze ai Beni Archeologici a disporre presso quale Istituzione devono essere conservati i reperti raccolti. Nel caso specifico di Pietraroia i materiali sono ancora in fase di preparazione e studio, di conseguenza la Soprintendenza non ha ancora dato disposizioni.
I materiali raccolti a Bayeux sono in studio presso l'Università di Torino, essi confluiranno nelle collezioni del Museo una volta ultimato lo studio.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

Sezione di Entomologia.
Sono state organizzate le seguenti campagne in collaborazione: Giugno 1991 in Grecia e Bulgaria in Collaborazione con il Museo di Brescia Giugno 1993 in Grecia e Bulgaria in Collaborazione con il Museo di Brescia Giugno 1994 in Grecia in Collaborazione con il Museo di Brescia Giugno 1995 in Grecia in Collaborazione con il Museo di Brescia Giugno 1998 in Grecia in Collaborazione con il Museo di Brescia I materiali raccolti durante queste missioni congiunte, una volta studiati, sono stati, e saranno, depositati e ripartiti equamente fra le collezioni dei due Musei.
Non risultano acquisizioni da partecipanti alle spedizioni sopra elencate.



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore, se i Consiglieri firmatari dell'interrogazione sono d'accordo a farle leggere solo i punti più salienti e avere poi copia di quanto sta leggendo, potremmo andare avanti con altre interrogazioni e interpellanze. Mi sembra rispettoso anche verso gli altri Consiglieri.
Magari, anziché leggerla tutta, leggere solo i punti salienti e successivamente il Consigliere Placido la leggerà con calma.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

Presidente, vorrei solo fare una precisazione. Intanto la ringrazio però visto che l'interrogazione era così dettagliata e precisa, i punti salienti sono tutti.



PRESIDENTE

Avranno avuto la stessa fonte, perché se è dettagliata l'interrogazione ed è così dettagliata la risposta, credo che la fonte sia unica e tutti e due abbiate attinto dalla stessa.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

Io sono disposto a consegnare tutto lo scritto, però non posso riassumere. Posso dare tutto lo scritto che è molto dettagliato; mi dica il Consigliere Placido.



PRESIDENTE

Sentiamo il parere dell'interpellante.



PLACIDO Roberto

Grazie Presidente. Mi scuso con i colleghi, a noi stessi che abbiamo sollevato il problema non risulta molto avvincente la lettura dell'Assessore Leo, però approfitto della possibilità per sottolineare ai colleghi che l'Assessore sta leggendo, tra altre cose meno interessanti alcuni aspetti che riteniamo molto gravi.
Di conseguenza, mi scuso ancora, ma ringraziando l'Assessore lo invito nella lettura.



PRESIDENTE

Allora può proseguire. Prego Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore museo regionale di scienze naturali

Le spedizioni di ricerca in Australia sono state realizzate sulla base di un programma che ha usufruito di un contributo spese dell'Accademia Nazionale dei Lincei di Roma per gli anni 1996, 1997, 1998, 1999, 2002; le spedizioni finanziate dall'Accademia sono state realizzate sempre in periodi di congedo ordinario dei partecipanti. Negli anni 1998 e 1999 sono state realizzate anche due missioni ufficiali del Museo, ma in periodi diversi rispetto alle spedizioni su fondi dell'Accademia.
Il Governo Australiano richiede, all'atto della concessione dei permessi di raccolta, l'impegno al deposito presso i Musei Australiani degli Olotipi delle specie nuove descritte. I materiali raccolti nelle missioni ufficiali del Museo sono depositati nelle collezioni del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, fatte salve le trattenute d'uso degli specialisti che le studiano. I beneficiari dei contributi dell'Accademia Nazionale dei Lincei si sono impegnati a depositare parte dei materiali, anche tipici, raccolti durante le spedizioni autofinanziate nelle collezioni del Museo, cosa che è stata e continua ad essere fatta.
Il risultato di questa attività ha prodotto la redazione di un volume monografico, in nome del Museo, di circa 500 pagine che è in corso di pubblicazione.
Non risultano fatte acquisizioni da partecipanti alle missioni del Museo in Australia.
Sezione di Zoologia.
Sono state organizzate, in Madagascar, le seguenti campagne in collaborazione: Spedizioni ufficiali (nel corso di missioni retribuite): (1) XI-XII.1994, (2) I-II.1996; (3) XII.1996-I.1997; (4) XI-XII.1997; (5) XI.1998-I.1999; (6) XI-XII.1999; (7) I-II.2001 [durate da 30 a 60 giorni Spedizioni private non retribuite (in periodo di congedo): (1) VII-VIII.1988; (2) IV-V.1990; (3) XI-XII.1991; (4) VIII.1992; (5) I.II.1993; (6) IV-V.1994; (7) VII.1995; (8) V-VII.1996; (9) V-VI.1997; (10) VII.1998; (11) II.1999; (12) III-IV.2000; (13) V.2001.
Le campagne del 1998, 1999, 2000 e 2001 sono state realizzate sulla base di un accordo di collaborazione fra il Museo e il Parc Botanique et Zoologique de Tzsimbazaza (ente statale che svolge attività di studio e conservazione, gestisce un parco zoologico e botanico e un museo naturalistico), firmato il 14.10.1998 dall'allora Direttore Regionale e rinnovato per altri 3 anni il 30.01.2002. Tale accordo prevede, fra l'altro, che i materiali raccolti siano equamente suddivisi fra il Museo e il Parc Zoologique et Botanique di Tsimbazaza.
Prima di tale accordo l'attività di ricerca è stata possibile grazie ad accordi personali di collaborazione del Dr. Andreone con organismi non governativi quali ad esempio il WWF Madagascar, l'Associazione Nazionale per la Gestione delle Aree Protette del Madagascar (ANGAP) e l'Università degli Studi Antananarivo.
Questa attività ha prodotto la pubblicazione di 50 contributi scientifici in nome del Museo.
L'unica acquisizione collaterale che risulta è quella sopra citata dal Dr. Andreone (determina n° 129/S4 del 20.11.1998), che però è riferibile a spedizioni autofinanziate dal Dr. Andreone stesso e realizzate in periodi di congedo non contigui alle missioni ufficiali.
Dal punto di vista generale si ricorda che il materiale raccolto nelle spedizioni di ricerca non può essere immediatamente catalogato al rientro perché si tratta di materiale indeterminato, spesso appartenente a specie nuove per la scienza, e che deve essere preventivamente studiato per potergli assegnare un nome. Questi studi, realizzabili solo da specialisti interni o esterni al Museo, sono spesso di grande complessità e possono richiedere anni, basti ricordare, a tale proposito, che capita spesso di studiare materiali museali indeterminati raccolti ancora nella seconda metà del 1800.
La modalità di deposito dei materiali raccolti in collezione pu variare considerevolmente da Sezione a Sezione e, a volte, anche all'interno della Sezione stessa. I materiali indeterminati possono trovare collocazione in miscellanee divise per gruppo sistematico, per area geografica o per periodo geologico, mentre i materiali studiati possono essere collocati in Collezione Generale, in collezioni per area geografica per periodo geologico, o ancora, in tipologie miste.
Punto H La risposta all'interrogazione 1924 e all'interpellanza 1943 permette di svolgere la relazione sull'attività del Museo.
Per quanto riguarda - punto molto importante e contenuto nell'interrogazione dei colleghi - l'istituzione del Settore Museo regionale di Scienze naturali (per cui avete presentato sia l'interrogazione sia l'interpellanza urgente su questa trasformazione) per la cui copertura si procederà attraverso idonea ricerca di professionalità interna ed esterna, si precisa che l'esigenza nasce dalla necessità di un'azione amministrativa di forte coordinamento rispetto alla situazione estremamente complessa, quale emerge dalla risposta ai precedenti punti.
Alcuni colleghi di minoranza avevano evidenziato che forse una struttura speciale non era la soluzione ideale; si era pensato, come soluzione ideale, alla Fondazione.
Tale azione di coordinamento può essere garantita in particolare dall'Ufficio di Gabinetto, che assicura, in base alla declaratoria delle sue funzioni, la necessaria sinergia tra le Direzioni regionali.
L'istituzione del Settore permetterà inoltre al Direttore del Museo considerato il suo attuale ruolo di Capo di Gabinetto, di garantire la presenza giornaliera in sede di un Dirigente responsabile, al fine di monitorare quotidianamente l'attività del Museo.
Punto I Il prossimo Responsabile di Settore potrà proporre soluzioni organizzative al Direttore, fatte salve le decisioni che verranno prese dalla Giunta regionale in occasione della scadenza degli incarichi.
Per quanto riguarda i responsabili del recupero edilizio, la Direzione lavori, per l'eventuale prosieguo all'attività di recupero, verrà affidata alla Direzione regionale al Patrimonio.
Punto L Il temporaneo rallentamento dell'iter del DISEGNO DI LEGGE n. 350 pu consentire alla struttura di superare alcune problematiche del Museo onde poter proporre ai potenziali soci della Fondazione una diversa e qualificante realtà. Peraltro desidero informare il Consiglio che comunque, venerdì scorso (7 marzo 2003) la Prima Commissione ha proseguito nel lavoro di disamina del disegno di legge.
Credo con queste dichiarazioni di avere dato ampie risposte ai problemi sollevati dal Consigliere Placido.
Ma ritengo di cogliere l'occasione dell'interrogazione per informare il Consiglio Regionale in ordine a due iniziative, peraltro già richiamate nella relazione, che ritengo siano da considerarsi una importante svolta per il rilancio del Museo, accanto al disegno di legge di trasformazione del museo in fondazione.
La prima come è noto è l'incarico affidato al Prof. Michele Lanzinger massimo esperto di museologia nonché presidente dall'Associazione Nazionale Musei Scientifici, che ha messo a punto, con la cooperazione del personale tecnico scientifico del museo, un piano di riordino delle collezioni e di definitiva e corretta conservazione delle medesime.
Non sfuggirà al Consiglio Regionale che è la prima volta in 20 anni che il museo si dota di un programma di lavoro così organicamente e autorevolmente elaborato, sul quale vi è il consenso di tutto il personale scientifico.
E' questo è anche un merito dell'attuale direzione che, seppur svolta tra gravi difficoltà e scarsità di tempo (ma la presenza fissa di un dirigente responsabile potrà superare il problema), è riuscita ad imprimere un significativo impulso verso la soluzione di un problema da anni irrisolto.
L'altra iniziativa è che, essendo venuta a scadere la convenzione tra l'Università degli Studi di Torino e il Museo, il Rettore dell'Università mi ha manifestato una rinnovata volontà di collaborazione completamente nuova rispetto a quella che ha caratterizzato la nascita del museo.
L'Università ha acquisito negli ultimi anni una consapevolezza della ricchezza del suo patrimonio e della grandezza delle sua storia.
Mentre negli anni '70 la cessione delle sue collezioni scientifiche era stata vissuta come un liberarsi di un problema oneroso, oggi l'Università propone di riprogettare insieme alla Regione la missione del museo concependolo come un centro propulsore di attività scientifiche di divulgazione di cultura.
Per questo riconfermando la volontà di collaborare con la Regione chiede la costituzione di un soggetto gestore che la possa vedere coprotagonista, insieme alla Regione, di un lavoro continuo sulle sue raccolte.
Ho ovviamente accolto con grande favore questa disponibilità dell'Università a collaborare con la Regione e per la messa a fuoco di un nuovo progetto generale di rinnovo la Giunta Regionale, con delibera n. 55 8297 del 27 gennaio 2003, ha insediato una commissione costituita sia da rappresentanti dell'Università che della Regione Piemonte, a cui sono stati assegnati i seguenti compiti: definizione delle missioni e degli ambiti che devono orientare il progetto ostensivo, scientifico, culturale, educativo ed espositivo del Museo predisposizione di un programma realistico di opere e definizione del relativo fabbisogno finanziario che consenta al Museo, nel medio periodo (3/5 anni), di poter esercitare appieno le proprie funzioni (scientifiche culturali, espositive) definizione delle modalità di cooperazione fra Università e Regione per la realizzazione della riforma istituzionale del Museo revisione del ruolo del Comitato Scientifico e delle sue modalità di nomina nonché della sua operatività nell'ambito della realizzazione del programma scientifico ridefinizione dei termini della convenzione che disciplina le modalità di consegna delle collezioni universitarie.
Non sfuggirà il grande rilievo di questa operazione e in questa ottica va letta la grande attesa che il sottoscritto e la Regione stessa dedica ai risultati dei lavori della Commissione nonché all'approvazione del disegno di legge di trasformazione del museo in fondazione che rappresenta un passaggio fondamentale per consentire all'Università di esprimere le proprie energie.
Per questo motivo terrò informato il Consiglio sui lavori della Commissione ai fini di consentire di riprendere l' esame del disegno di legge di trasformazione del museo.
Riconfermo, anche a nome del Presidente Ghigo, che la Regione Piemonte ha intenzione di rilanciare il museo e reinvestire in esso considerando quella istituzione uno dei punti essenziali, se non il principale, di quel sistema della cultura scientifica piemontese che è stato un punto forte della nostra identità e deve e può essere un punto primario ed indispensabile per il nostro sviluppo non solo culturale.
Termino con alcune precisazioni: se si vuole, si può anche programmare in Commissione, un'audizione, un ulteriore approfondimento. Inoltre confermo che l'interrogazione è servita a fare il punto, oltre che un lavoro, su tutte queste vicende.
Infine, ringrazio ancora - l'ho fatto anche in apertura - il Gabinetto della Presidenza e la sig.ra Garino, che mi hanno trasmesso tempestivamente anche queste, come le altre, notizie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Questa risposta all'interrogazione potrebbe passare come record della legislatura, almeno fino adesso, sia per la lunghezza dell'interrogazione sia per la lunghezza dell'Assessore.
Avremmo avuto piacere di avere la risposta del nostro Presidente - che non c'è mai - in quanto l'interrogazione l'avevamo rivolta al Presidente della Giunta, On. Ghigo.
Quindi, Assessore Leo, non me ne voglia se riceverà una serie di dichiarazioni da parte nostra assolutamente insoddisfacenti, se la prende per procura.
Incredibilmente, nella ridistribuzione delle deleghe, il Presidente Ghigo, dopo aver dichiarato più volte l'importanza del Museo tanto da avocarlo al Gabinetto della Presidenza della Giunta, di fatto l'ha scaricata all'Assessore alla Cultura. Personalmente mi ritengo, al di là della lunghissima e burocratica risposta che l'Assessore ci ha fornito assolutamente insoddisfatto. Cercherò di spiegare i motivi della mia insoddisfazione.
Stiamo parlando di uno dei più importanti Musei di Scienze Naturali d'Europa, in cui sono stati spesi male, sono stati "buttati" 100 miliardi di vecchie lire, (ci si é accapigliati per molto meno) per avere un Museo in completo stato di abbandono. E' un Museo abbandonato a sé stesso, senza guida e nemmeno direzione.
Per quanto ci riguarda, Assessore, non sarà lei che ci dovrà fornire delle risposte, ma saremo noi che chiederemo ancora conto: è una cosa completamente diversa. Voglio fare un esempio: il famoso quattordicesimo lotto, quello in corso. Siamo all'ennesima dichiarazione del Museo, c'é una ponderosa rassegna stampa dove, periodicamente, il Presidente della Giunta annuncia il rilancio e l'apertura del Museo di Scienze Naturali. Capisco che negli incarichi nazionali, negli incarichi di maggioranza, nelle altre competenze - le Olimpiadi - il Museo di Scienze Naturali occupi non so bene quale posizione, ma questa è una cosa scandalosa che grida vergogna per chi ne è responsabile e vendetta da parte dei contribuenti. Mi rivolgo anche al Consigliere Di Benedetto che rappresenta un' Associazione di categoria di consumatori e pensa ai contribuenti. Ripeto, 100 miliardi di risorse pubbliche buttate! Assessore, mancano alcune risposte clamorose, non c'é un progetto complessivo per questo Museo, non si vede la luce.
Il famoso quattordicesimo lotto doveva essere ultimato a fine 2001, poi è stato rinviato a marzo 2002, a settembre 2002, a dicembre 2002, a gennaio, febbraio e ancora a 10 marzo 2003. L'impresa ad un certo punto è scomparsa e ha messo un lucchetto: nessuno sa dov'è e l'impresa non ha ancora consegnato il quattordicesimo lotto. Avete dato una consulenza all'esimio e validissimo professor Michele Lanzinger, Presidente dei Musei di Scienze Naturali d'Italia (sorvolo sui 75 mila euro) e poi sento dire che studierete un'operazione complessiva di valorizzazione del Museo con l'Università: vergogna, Assessore Leo.
Sempre per procura la prego di riferire al Presidente della Giunta questa parola: vergogna! Sono stati stanziati 100 miliardi per un progetto che non esiste, non c'é capo e non c'é coda. Ci sono centinaia di reperti storici abbandonati nella polvere, calpestati, pezzi unici, non quelli che si comprano alla Coop. Si è autorizzato dei dipendenti a vendere proprie collezioni, gli stessi hanno compiuto le loro missioni durante periodi di congedo ordinario, oppure lavoravano i cinque giorni della settimana e poi la domenica, a livello privato, hanno compiuto le loro missioni: vergognatevi! Questa è la verità che l'Assessore ci ha testé letto, non sono mie considerazioni. Metto in discussione, lo abbiamo chiesto nell'interrogazione, l'azzeramento di tutti i vertici che hanno diretto fino adesso il Museo di Scienze Naturali, compreso il Presidente del Gabinetto. Mi rivolgo alla signora Spagnuolo, che mi riconoscerà non esserci una grande familiarità nei rapporti, ma la ritengo un tramite con il Presidente Ghigo: glielo riferisca da parte mia: vergogna. Voglio aggiungere che la situazione non è più sostenibile verso il Presidente Ghigo in queste condizioni, bisognerà cambiare registro a metà legislatura.
Non ci sono le risposte alla principale richiesta che noi abbiamo fatto: 100 miliardi! Sette milioni di reperti non catalogati: vent' anni per non riuscire a catalogare i reperti? Mineralogia è catalogata al 70 zoologia al 40%. Se andiamo a leggere le determine c'é da mettersi le mani nei capelli.
Voglio aggiungere una imprecisione nella nostra lunghissima interrogazione quando diciamo che "la biblioteca non è funzionante". Mi scuso con i dipendenti della biblioteca, ma la biblioteca funziona e ci tengo a correggere questa imprecisione, mi auguro l'unica. Ricordo che c' un'indagine della Magistratura che non é ancora terminata. Questo è l'esempio di come non si dovrebbe gestire la "cosa pubblica" e siccome ce n'è per tutti, anche per il centrosinistra che ha amministrato per qualche anno la Regione, il Presidente Ghigo ne detiene il primato ad oggi: di tutti i Presidenti dal 1975 in poi, il Presidente Ghigo è al primo posto quindi ha le maggiori e principali responsabilità documentate. Presentare una richiesta ...



PRESIDENTE

Le lascio ancora qualche minuto, non avevo visto che c'era un'interpellanza sullo stesso tema.



PLACIDO Roberto

L'interpellanza prevede 5 minuti di presentazione all'inizio.
L'interpellanza la escludiamo, la trattiamo per poter approfondire l'argomento ...



PRESIDENTE

Teniamo presente che l'Assessore ha risposto anche all'interpellanza.



PLACIDO Roberto

Termino velocemente, anche perché sull'interpellanza possono parlare anche gli altri Consiglieri.



PRESIDENTE

No, soltanto un Consigliere per Gruppo.



PLACIDO Roberto

L'interpellanza, mi corregga, non ho grande dimestichezza con i Regolamenti può essere illustrata da un Consigliere e possono intervenire dopo l'intervento dell'Assessore tutti i firmatari?



PRESIDENTE

Solo per aiutarla, poi la lascerò concludere: l'interpellanza viene illustrata da uno dei firmatari, risponde l'Assessore competente e, poi può intervenire per dichiararsi soddisfatto o no, quindi interagire rispetto a quanto ha indicato l'Assessore nella sua risposta, un Consigliere per Gruppo, non i firmatari; se i firmatari sono dello stesso Gruppo risponde un Consigliere.



PLACIDO Roberto

Va bene.
Il 5 novembre 2001 ci avete presentato la creazione della fondazione con urgenza, l'avete fatta passare il 9 novembre 2001, ma questo provvedimento è ancora fermo lì, non si capisce - e noi non siamo contrari dove è andato a finire! Poi, trasformate la direzione in settore per un incarico costruito ad personam, su misura, è una cosa indecente! Perché non modificate la legge n. 51? Fate i bandi su misura per i dirigenti specificando anche la loro laurea: è una cosa indecente! Questa è la verità che si collega a questa interrogazione.
Termino l'intervento preannunciando che su quanto non ci è stata fornita una risposta ripresenteremo puntualmente l'interpellanza, senza voler andare in Procura, perché non si fa politica in questi termini; ecco perché questa mattina ho condiviso una parte della discussione comportandomi di conseguenza.



PRESIDENTE

Consigliere Placido, la invito a concludere l'intervento.



PLACIDO Roberto

Questa è una situazione insostenibile, c'è un Presidente latitante bisognerà cambiare registro!



PRESIDENTE

Siccome c'è anche l'interpellanza, collega Ronzani, se lei vuole interagire, diamo per espletata anche l'interpellanza e, qualora vogliate ritornare sul tema, ne presentate una ulteriore.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Vorrei soltanto dare per acquisita la risposta che l'Assessore Leo ha dato all'interpellanza e volevo intervenire cinque minuti, in sede di replica, sulla risposta che l'Assessore ha dato alla mia interpellanza.



PRESIDENTE

Glieli concedo in modo che, con il suo intervento, chiudiamo il blocco sull'interrogazione n. 1924 e sull'interpellanza n. 1943.



RONZANI Wilmer

Non ho nulla da aggiungere a quanto ha detto il collega Placido, voglio soltanto ricordare all'Assessore che noi abbiamo una sede in cui riprendere questo ragionamento, che è la I Commissione aggiunta alla VI, che dovrà discutere la deliberazione. E' già convocata per venerdì, quindi Assessore, la invito a considerare quella sede un luogo in cui riprendere le fila del nostro ragionamento.
Per quanto riguarda il resto, condivido quanto ha detto il collega Placido. Lei, per un verso, è stato reticente nelle sue risposte, alcune addirittura le ha saltate a piè pari; noi, invece, vorremmo tornare su alcuni argomenti che abbiamo sollevato. Per l'altro verso, lei ha fatto delle ammissioni che sono, secondo me, molto gravi. Assessore, lei ha ammesso - e questo è un fatto positivo - che alcuni dipendenti del Museo sono andati in missione per conto del Museo, hanno raccolto dei reperti e li hanno venduti al Museo.
Non so se i colleghi hanno ben chiaro di cosa si tratta e se hanno ben chiaro che l'Assessore ha fatto una affermazione di questa gravità. Non so quali provvedimenti voi avete assunto e intendete assumere, ma questa è una prima questione, Assessore Leo.
La Giunta regionale, l'Assessore competente e il direttore come intendono atteggiarsi di fronte ad una ammissione così grave che riguarda alcuni dipendenti del Museo di Scienze naturali? Qui, arrivo alla questione di fondo, secondo me, che ha ben sollevato il collega Placido: voi dovete affrontare le questioni che riguardano il Museo, che è una risorsa della nostra Regione, avendo però un progetto, ma questo progetto non lo vedo, Assessore Leo. Voi avete raccontato le iniziative che ha svolto il Museo, noi, però, non chiedevamo questo; io no ma il collega Placido, che è molto attento all'attività del museo, queste cose le conosceva quasi tutte.
Noi stiamo chiedendo a lei, e lo chiederemo alla Commissione di venerdì, con quali idee e progetti intendete veramente rilanciare il Museo perché è soltanto in questo quadro che si pone la questione dell'assetto del Museo medesimo. Qui, secondo me, la Giunta ha dato prova di una totale e grande confusione. Prima avete sostenuto il progetto della fondazione avete presentato un progetto che voleva costituire una fondazione, a cui avrebbero aderito Cassa di Risparmio e gli Enti locali interessati; poi avete abbandonato questo progetto senza che fossero chiare le ragioni per le quali abbandonavate ad un certo punto il progetto di dar vita ad una fondazione che doveva gestire il Museo, nonostante avessimo fatto in Commissione le audizioni e avessimo raccolto una serie di pareri e consensi attorno a questa proposta, e avete, di soppiatto, abbandonato il progetto della fondazione per rispolverare e proporre il progetto di far diventare il Museo un settore.
Se i problemi sono questi, Assessore Leo, quelli che lei in qualche modo ha ammesso, altri no, ma alcuni li ha ammessi, davvero voi pensate che sia possibile garantire un governo e una guida al Museo di Scienze naturali immaginando un settore e un dirigente, perché di questo si tratta? Voi pensate a questa soluzione: un settore che vi consenta di gestire il Museo attraverso un dirigente, perché un direttore voi lo avete, ma non fa il direttore, con tutto il rispetto, fa altre cose, rispettabili, ma altre cose.
Allora, secondo me, questo è un punto che riguarda l'assetto con il quale vorreste rilanciare il Museo di Scienze naturali.
Non voglio dilungarmi più di tanto su questa questione, ci torneremo in Commissione, però, anch'io ho il sospetto che voi abbiate, diversamente da quanto lei ha dichiarato, già in mente chi sarà il dirigente di questo settore del Museo di Scienze naturali. Se fosse così, noi saremo in presenza di un'operazione - mi scusi, Assessore Leo - che è di corto respiro, perché ridurremo a una questione di bassa cucina un problema che invece, merita, da parte della Giunta regionale, un'attenzione fortissima e formidabile.
E' evidente che questo progetto di rilancio del Museo presuppone una guida autorevole e una valorizzazione delle tante professionalità che esistono all'interno della struttura, ma prevede anche un impegno da parte della Giunta regionale.
Francamente, questo impegno straordinario sul piano culturale e politico della Giunta regionale non lo vedo e dalla sua risposta traggo ahimé - motivi di preoccupazione circa l'effettiva volontà che voi dimostrate di avere, rivoltando come un calzino questa situazione, di far diventare questo Museo, come io penso, una grande risorsa nel panorama culturale e scientifico della nostra Regione.



PRESIDENTE

E' inusuale che l'Assessore Leo intervenga dopo gli interpellanti e gli interroganti. Se non vi sono ulteriori interventi da parte dei Consiglieri firmatari dell'interpellanza, do la parola all'Assessore Leo per qualche ulteriore elemento, visto che, successivamente, l'argomento verrà ripreso in Commissione e visto che lei, Consigliere Ronzani, lo ha richiesto nel suo intervento.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore al museo regionale di scienze naturali

Ringrazio il Presidente e i colleghi.
Non essendo stato sviluppato questo secondo argomento molto importante volevo assumere alcuni impegni e fornire alcune specifiche. Soltanto perch è colpa mia che sono da troppo tempo su questi banchi, volevo dire che non sono Assessore alla cultura dal 1980, siccome, oggi, molte cose risalgono al 1980. Sono Assessore regionale da molto tempo, ma non lo ero nel 1980 da allora si sono avvicendati tanti Governi e tanti direttori.
In secondo luogo, vorrei far notare, e credo che questo vada scritto a merito della Giunta regionale e del Presidente, che è stato uno dei rari casi in cui abbiamo sostituito il direttore. Mentre in altri casi abbiamo effettuato una riconferma, l'attenzione della Giunta si dimostr scegliendo, in sostituzione, un nuovo direttore e dando indicazioni.
Quindi, c'è stato un tentativo di discontinuità, mentre in altri campi mi sono battuto per la continuità.
Terzo aspetto: arriverò con il progetto complessivo e lo illustrer avete ragione! Quarto aspetto: torneremo alla fondazione perché non è stato assolutamente abbandonato e quinto aspetto - lo dico pubblicamente siccome è stato ipotizzato il fatto che si stia pensando ad una persona specifica che si faccia "un vestito su misura" io, ma sono sicuro anche il Presidente e la Giunta regionale, non ho la più pallida idea del fatto.
Stiamo ragionando in termini generali e di assoluta correttezza e non mi risulta che si stia procedendo in questa direzione.
In ogni caso, essendoci stata una svolta nell'impegno, proseguiremo gli sforzi e saremo pronti e sollecitati a venire in Commissione per rispondere all'altra interpellanza.



(Richiesta di chiarimento relativamente all'ordine dei lavori da parte del Consigliere Mellano, fuori microfono)



PRESIDENTE

Comunico che copia della risposta verrà fornita a tutti i Capigruppo.


Argomento: Informazione

Interrogazione n. 1918 del Consigliere Tapparo inerente a"Verso la vendita del Palazzo RAI della radiofonia di via Verdi, 31?" e interpellanza n. 2025 dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi inerente a "Chiusura Palazzo Radio della Rai di via Verdi 31"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare, congiuntamente, l'interrogazione n. 1819 del Consigliere Tapparo e l'interpellanza n. 2025 dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi, alle quali risponde l'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

La vicenda, oggetto delle richieste di sindacato ispettivo, risale a circa cinque anni fa, quando il Consiglio di Amministrazione della Rai allora presieduto dal prof. Zaccaria, propose al Comune di Torino un accordo, sia per la vendita del grattacielo di Via Cernaia (che ospita circa 500 addetti Rai dei settori amministrativi, finanziari e tecnologici), sia per la vendita del Palazzo della radiofonia di via Verdi 31.
Dal momento che la trattativa è stata intrattenuta con il Comune di Torino, i termini esatti dell'ipotesi di accordo non sono a conoscenza della Regione, se non per le informazioni ricavabili delle fonti di stampa; la situazione, a quanto si evince, è in itinere e forse non ancora vicina alla conclusione (anche da informazioni tratte dal Comune di Torino richiesta fatta dalla Regione Piemonte).
Un fatto sembra comunque chiaro: c'è, da un lato, l'intenzione dell'Amministrazione comunale della Città di acquistare dalla Rai i due palazzi contigui, cioè il diroccato ex Teatro Scribe e quello storico della Radio di via Verdi 31, e, d'altro lato, c'è l'analoga intenzione della Rai di vendere le due strutture al Comune.
Nella trattativa sembra anche inserirsi il grattacielo di via Cernaia di proprietà Rai e l'area circostante il grattacielo di proprietà del Comune. L'ipotesi avanzata è la seguente: il Comune cederebbe alla Rai l'area di via Cernaia, e la Rai successivamente venderebbe area e grattacielo. Il Comune, nel cambio, diverrebbe proprietario degli immobili di via Verdi 31 e dell'ex Teatro Scribe.
Su un'ipotesi del genere c'è già stata una presa di posizione nettamente contraria dei dipendenti Rai e delle organizzazioni sindacali alla fine degli anni '90, nei confronti delle iniziative poste in atto dalla seconda Giunta Castellani. Di fronte alle resistenze ed ai dubbi (espressi anche dalla Regione in quel momento) sull'operazione, la trattativa si è per un certo tempo arenata, pur proseguendo - a quanto è dato sapere - a piccoli passi e con una certa riservatezza.
Allo stato attuale la conclusione dell'accordo sarebbe legata alla nomina del nuovo direttore della sede Rai di Torino, attualmente gestita ad interim dal dott. Lorenzo Secchione (quindi si è in attesa di questa nomina per attuare le ultime fasi di trattativa).
Per quanto gli scenari futuri, si possono esprimere le seguenti valutazioni.
Se passa l'accordo di vendita della sede radiofonica di via Verdi 31 (che, tra l'altro, è anche sede di uno studio televisivo che ha visto la registrazione della trasmissione Parola mia), o la Rai propone anche, e contestualmente, un piano di consolidamento logistico e di rilancio dei programmi radio e TV per la sede torinese, oppure tutto ciò vuol dire che purtroppo e certo non intenzionalmente, il Comune di Torino finisce per assecondare la Rai nella sua politica di riduzione del peso nazionale della sede torinese.
Perché, se è interessante il progetto comunale di realizzare la "Cittadella del Cinema e dello Spettacolo", non lo è di certo se questo offre l'occasione per impoverire di programmi e persone la sede di via Verdi 16. Tra l'altro, nell'ipotesi di accordo di vendita degli studi di via Verdi 31 al Comune di Torino, la radiofonia verrebbe spostata in via Verdi 16, dove gli spazi ci sono solo se si riducono le produzioni.
Ritengo che il futuro della Rai in Piemonte dipenda dal verificarsi di alcune condizioni, cui anche il Presidente Ghigo ha fatto esplicito riferimento nel corso di un recente incontro con i Parlamentari presso Federpiemonte: la sede Rai Piemonte nel progetto di decentramento deve avere pari dignità rispetto a Milano e Napoli; la recente decisione di trasferire la direzione di Rai 2 a Milano, deve essere dunque collocata in un disegno organico di decentramento, che preveda esplicitamente il potenziamento del centro di produzione di Torino ciò significa che parrebbe opportuno evitare che, in attesa della devoluzione riformatrice, vengano attivati spostamenti, vendite o permute che favoriscano la riduzione di personale e programmi della sede radiotelevisiva torinese infine, che sulla questione Rai bisogna fare lobby istituzionale, tra Regione, Provincia e Comune, con il concorso, anche, dei Parlamentari piemontesi e con il sostegno delle grandi Associazioni d'impresa e di sindacato, riteniamo di essere pienamente d'accordo.
Voglio infine ricordare che già il 19 luglio scorso abbiamo organizzato in quest'aula un dibattito sugli "Insediamenti Rai in Piemonte nella prospettiva del federalismo". In quella circostanza, pur non essendo omogenei i dati riportati da alcuni relatori (ad es. Ettore Albertoni, del CdA Rai, sosteneva che il centro di produzione Rai di Milano era sfruttato al 40%, mentre quello di Torino solo al 20%, mentre Vecchione sosteneva che il centro torinese era sfruttato al 69%!), si concordava da parte di tutti i relatori di raggiungere un equo equilibrio di programmi e produzioni tra tutte le sedi Rai, evitando penalizzazioni incomprensibili e ingiustificate.
Occorre, quindi, un'attenzione vigile ed un impegno più stringente da parte nostra e delle altre istituzioni locali affinché nessuna azione che possa indebolire la sede Rai torinese venga messa in atto.
La Giunta regionale è, quindi, favorevole a proseguire un confronto con il Comune e la Provincia di Torino, con la Rai e le diverse parti sociali per delineare e concordare un quadro di certezze per il sistema radiotelevisivo piemontese, anche all'interno del processo generale di riforma del sistema radiotelevisivo nazionale. Ora abbiamo un nuovo Presidente della Rai, che conosce bene la realtà di Torino, e un nuovo Consiglio di Amministrazione. C'è da augurarsi che si riprenda immediatamente il confronto per raggiungere un risultato che non penalizzi i livelli occupazionali e il ruolo storico della Rai a Torino, pur dando i risultati, anche immobiliari, di un cambiamento di scenario urbanistico nella città di Torino, secondo le volontà che l'Amministrazione comunale espressione della maggioranza dei cittadini di Torino, vuole perseguire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Assessore, aspettavamo da tempo questa risposta, perché si rischia di arrivare in ritardo rispetto a dei processi che sono in corso.
Mi aspettavo che lei dicesse di aver consultato la direzione della Rai e il Sindaco di Torino per conoscere lo stato dell'arte, e non - come lei ha accennato - limitarsi a recuperare informazioni dalle fonti di stampa.
Mentre a Milano e Roma c'è un fermento di ricerca di nuove costruzioni per trovare spazi di sviluppo, a Torino viene fatta un'operazione contraria: vengono ceduti gli stabili e smobilizzati gli immobili. E' una realtà che non va nella direzione di Torino, perché, se si sviluppa fortemente il polo di Milano, questo non gioca facilmente a favore di Torino.
L'atteggiamento, dunque, deve essere molto duro. In via Cernaia, ad esempio, ci sono gli uffici amministrativi, che in passato avevano una presenza di 1200 impiegati, mentre oggi sono meno di 500; se si tocca quella situazione senza un quadro di definizione di un progetto concreto finanziariamente supportato, sarà un'operazione che smobilita ulteriormente delle risorse. Se la sede della radiofonia (che la Commissione ha visitato) viene spostata in un palazzo più grande, c'è il rischio di perdere opportunità, in una situazione finanziaria, di costi e di spazi, non definita, e di promuovere attività minori di sviluppo.
Assessore, capisco che la problematica della Rai a Torino sia poco importante, salvo poi che il Presidente Ghigo si presenti al cospetto della radio e della televisione, dove riceve grandi dosi di sovraesposizione però ritengo che lei, o il Presidente Ghigo - ma forse il Presidente è affaccendato in altre faccende di esposizione sulla Rai! - dovreste dire con estrema durezza che non si tocca nulla, se non è compreso in un quadro di definizione organizzativa della nuova Rai.
Sarebbe opportuno sapere dove vuole andare a parare il nuovo Consiglio di Amministrazione e capire se ha una nuova ispirazione, se vuole definire un quadro di riferimento diverso. Pertanto, non si deve toccare nulla, e badate che solo Torino sta subendo queste operazione sugli immobili.
Ritengo che la Giunta regionale abbia le parti in causa sul piano e le prospettive della Rai (per questo sono stupito quando lei mi dice che non ha le parti in causa sugli immobili), che sono strettamente concatenate agli immobili, non sono neutrali. In linea teorica, in una situazione stabilizzata di piano, di programma, i contenitori potrebbero essere neutrali, ma oggi, con la chiusura degli spazi per un problema di costi, di limitazione, e per l'espansione a Milano potremmo avere un ulteriore ridimensionamento della presenza Rai a Torino, sia nel settore amministrativo e gestionale sia nel settore radiofonico, con poche speranze per il settore televisivo.
Dovrebbe esserci, dunque - Assessore - una sua assunzione di impegno politico.
Sarebbe stato bello se lei oggi fosse arrivato qui, dicendo: "Ho parlato con la direzione generale della Rai" - per quello che può valere oggi - "ho parlato con l'Amministrazione di Torino, ho questi elementi e ho espresso queste posizioni". Non possiamo pretendere dai parlamentari, che sono già tanto impegnati sulla questione delle Olimpiadi del 2006, un ulteriore impegno sulla Rai. Dobbiamo batterci duramente noi Consiglieri sulla salvaguardia e sullo sviluppo delle prospettive della Rai a Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Che delusione la risposta dell'Assessore! La nostra Regione sta cercando delle linee di sviluppo e di crescita del proprio ruolo - e tra queste non può di certo non considerarsi quella del ruolo che la Rai può svolgere in Piemonte - e ad un'interpellanza presentata da tre Gruppi minuscoli, l'Assessore Pichetto, probabilmente incaricato da qualcuno, fornisce una risposta in assenza del Presidente Ghigo e del Vicepresidente Casoni. E' un bel modo di trattare un tema che, se affrontato correttamente, potrebbe individuare senz'altro uno degli sbocchi possibili per un rinnovato assetto della nostra regione, dal punto di vista economico, culturale e scientifico! Siamo alle solite, Assessore Pichetto! Questo corrisponde al vostro metodo di governare senza un progetto strategico. Continuate a correre dietro ai problemi, mano a mano che si evidenziano, senza fare quello che pure era possibile, in forza dell'attività costante di analisi dell'assetto socio-economico e territoriale che svolge l'IRES. L'IRES continua a produrre analisi per chi governa, ma chi governa non le usa per governare.
Senza un progetto, penso che la conseguenza sia quella di non affrontare i problemi a livello in cui la difficoltà degli stessi richiede. L'Assessore Pichetto si presenta in aula leggendo una velina (infatti mi sembra la classica velina stilata diligentemente dagli Uffici).
Gli Uffici parlavano all'Assessore e sulla velina c'era scritto, e l'Assessore ha letto, che occorre un impegno più stringente: un impegno più stringente da parte di chi? Vostro? L'Assessore si presenta in aula dicendo che occorre un impegno più stringente: ma a chi parla? Al Consiglio regionale, alla Giunta, a se stesso. Vede, Assessore Pichetto, voi neppure elaborate il materiale che gli Uffici vi danno: venite qui, in un'aula distratta e siccome sono solo tre Consigliere che chiedono, si risponde per dovere d'ufficio, in forma notarile. Il Presidente Ghigo, ha ragione il Consigliere Tapparo, stasera comparirà per qualche minuto sul TG3 dicendo non so bene cosa, ed evidentemente tanto gli basta.
Se posso aggiungere una osservazione, Assessore Pichetto, secondo me su tutta la vicenda Rai, pesa anche un vizio ottico che ha ridotto per parecchi anni il tema della Rai, ad un'ottica immobiliare. C'é una miopia nei confronti del tema Rai, che negli anni passati continua ad affrontarlo dal punto di vista dell'immobile: cosa facciamo dell'immobile di via Cernaia? E, sia pure in misura meno rilevante, cosa facciamo dell'immobile di via Verdi 31 e cosa facciamo del Teatro Scribe? Questa è un'ottica sbagliata perché assorbe una quantità enorme di risorse per ipotizzare valorizzazioni fondiarie. Il Palazzo di via Cernaia dovrebbe servire, nella testa di qualcuno, a creare artificiosamente attraverso la rendita fondiaria, un accumulo di ricchezza che può mettere in moto altre cose. Se un impegno deve essere sviluppato, è proprio quello di parlare dei progetti e dei contenuti di un'attività della Rai in Piemonte: il centro di ricerca, il centro di produzione. Questi sono i punti che dovrebbero stare al centro della vostra attività.
Diversa, è l'attività verso le questioni immobiliari che sono in parte indipendenti da tutto ciò: manca l'uno e sull'altro non ci si mette d'accordo. Quanto valga l'area di via Cernaia è oggetto di contenzioso, se come io penso, la sede Rai di via Verdi sia meritevole di essere tenuta lì per storia e cultura oppure no, non è stato ancora risolto. Chiedo Assessore Pichetto, su questo tema di invitare il Presidente Ghigo, o l'Assessore Casoni se si occupa di questa vicenda, a svolgere una relazione in aula meno generica e vaga di quello che ha fatto e chiedo l'impegno dell'Assessore ad intervenire immediatamente, con il nuovo Consiglio di amministrazione della Rai e con il nuovo Presidente, su questo tema per Torino. Il modo in cui la Giunta si è presentata in aula indica la qualità del vostro impegno: qualità molto bassa, qualità insufficiente. Se deve essere messo in atto l'impegno più stringente, le chiedo, Assessore Pichetto (sul piano della presenza è sempre stato corretto) di dare al Consiglio, nel giro di qualche settimana, l'occasione per discutere seriamente, in modo approfondito, di come la Regione Piemonte, in un suo progetto di governo, intenda rilanciare il ruolo della Rai.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il sindacato ispettivo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Mi rivolgo al Presidente per chiedere come posso fare per avere una risposta a due interpellanze che abbiamo sollecitato attraverso una lettera del Presidente del mio Gruppo e sollecitato in aula circa un mese fa.
C'era l'impegno, da parte del Presidente, a fare in modo che queste interpellanze venissero inserite all'o.d.g. Non ho visto, ne martedì scorso e nemmeno oggi, che queste interpellanze siano state inserite. Mi riferisco alle interrogazioni nn. 1930 "Concorsi interni all'ASL 22" e 2017 "Ospedali di Novi Ligure ed Ovada".



PRESIDENTE

Lei aveva già provveduto a sollecitare l'Ufficio di Presidenza del Consiglio? Noi l'abbiamo inoltrata alla Giunta ed è la Giunta che deve ...



MULIERE Rocco

L'ho sollecitata in aula.



PRESIDENTE

Volevo solo comunicarle che il Presidente del Consiglio ha provveduto a sollecitare la Giunta. Adesso, attraverso il mio intervento, sollecito la Giunta a verificare l'iter di queste due interpellanze e a fare in modo di inserirle all'o.d.g. del Consiglio programmato per la settimana prossimo.
Passiamo al punto successivo dell'o.d.g.
Prima di esaminare la deliberazione n. 378, di cui al punto 4 all'o.d.g, ricordo che sono pervenute alcune richieste di inversione dell'o.d.g a firma del Consigliere Contu. Visto che abbiamo complessivamente 100 richieste, possiamo raggrupparle, oppure il Consigliere Contu vuole illustrare una ad una? Il Consigliere le vuole illustrare una ad una.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Ho avuto modo di vedere le richieste di inversione all'o.d.g: mi sembra che abbiano un tenore leggermente ostruzionistico. Può darsi che la mia sia solo un'illazione. Chiedo al Presidente del Consiglio di verificare queste richieste e il tenore delle stesse e di seguire l'o.d.g della seduta odierna. Ci sono temi che sono stati concordati e che sono all'o.d.g. da tempo, come, per esempio, il punto 6) all'o.d.g: Proposta di legge n. 279: "Norme per la tutela e la regolamentazione dei campeggi educativo-didattici nel territorio della Regione Piemonte" a cui dobbiamo dare una risposta perché si sta avvicinando il momento in cui i giovani andranno in quella direzione e il Regolamento non esiste. Quindi incapperanno ancora una volta nelle maglie della burocrazia e non avremmo fatto il nostro dovere.
Avevamo assunto un impegno e mi auguro che questo Consiglio, almeno per quanto riguarda gli impegni assunti all'interno della Conferenza dei Capigruppo, una volta tanto voglia rispettarli. La mia richiesta è di andare in quella direzione, proseguendo sull'ordine del giorno n. 696, sul punto 7) all'o.d.g. e così via.



PRESIDENTE

Ho già verificato le cento richieste di inversione dell'o.d.g. e soltanto quattro sono inammissibili, per cui non le metteremo in discussione in Consiglio regionale.
Se lei formalizza la richiesta di inversione dei punti all'o.d.g., la Presidenza mette in discussione la proposta del Consigliere. Mi spiego meglio: uno a favore e uno contro, dopodiché, se vi è la maggioranza, il punto richiesto verrà inserito all'o.d.g. dei lavori.
La parola al Consigliere Tomatis sull'ordine dei lavori.



TOMATIS Vincenzo

Per gli stessi motivi evidenziati poc'anzi dal collega Angeleri chiedevo, come ho già fatto la scorsa volta, di analizzare la possibilità di anticipare la discussione del settimo punto all'o.d.g. C'è un'urgenza per quanto concerne l'impianto di una megacentrale nel Comune di Magliano Alpi, e tutti voi conoscete le difficoltà e i problemi emersi. Quindi chiedevo anch'io, nel limite del possibile, se si riteneva necessario e opportuno continuare secondo una logica prevista all'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu sull'ordine dei lavori.



CONTU Mario

Dal punto di vista regolamentare, credo che sia perfettamente legittima la richiesta di procedere rispetto all'o.d.g. odierno. E' evidente che la richiesta di inversione e di immissione di nuovi punti all'o.d.g. pone all'attenzione dell'Aula un problema di priorità che più volte abbiamo affrontato.
Siccome ho ragione di ritenere che il punto all'o.d.g. rubricato al numero 4), che concerne la modifica agli articoli 14, 23 e 26, potrebbe necessitare di più tempo nella discussione in Aula, credo che si debba procedere e mi dichiaro assolutamente favorevole. Nulla osta alla discussione, stanti i tempi e le scadenze impellenti del punto 6), così come del punto 7), essendo in presenza di urgenze sufficientemente motivate, dopodiché, è evidente che si riapre la discussione rispetto al punto 4).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta Marco, che interviene sull'ordine dei lavori in qualità di Consigliere.



BOTTA Marco

Intervengo solo per ricordare l'importanza di un mantenimento logico dell'o.d.g. che vede, dopo il punto 4), che presenta i problemi di cui siamo a conoscenza, il punto 5), relativo ad un disegno di legge importante della Giunta, tra l'altro atteso, che, quindi, meriterebbe una giusta considerazione, al di là del fatto, Presidente, che tanto per il punto 5) quanto per il punto 6) mancano gli Assessori di riferimento, costituendo ciò un problema.



BOTTA Marco

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



BOTTA Marco

No, non è un problema. Lo spiego perché non è un problema.



PRESIDENTE

Collega Angeleri, non tocca a lei rispondere al Consigliere Botta.
Glielo spieghi informalmente, vedrà che Marco Botta la capirà e sarà disponibile anche a ritirare quella richiesta.
Sto registrando le richieste in ordine, poi, se verranno confermate, le porrò in votazione come ordine di richiesta.
La parola al Consigliere Tapparo sull'ordine dei lavori.



TAPPARO Giancarlo

Rispetto ad un ordine che è stato dato ai nostri lavori, occorrerebbe anche applicare il criterio della urgenza, della tempestività. Per esempio in merito al caso della Centrale di Magliano Alpi, di cui al punto 7), c'è un'indicazione, è legata ad un fatto contingente, se lo si affronta più avanti perde di efficacia.
Ritengo che la proposta dei colleghi sugli altri punti, anche relativamente ai campeggi, sia importante, tra l'altro, essendo di nostra iniziativa, potrebbe anche svilupparsi.
Per quanto riguarda Expo Piemonte, lo dico quale consiglio, siccome sono vecchio di questi boschi e ne ho viste di tutti i colori (Expo 2000): se arriviamo un po' in ritardo, forse, avremo più tempo per riflettere in merito a questo.
Quindi, oggi pomeriggio, se c'è un'emergenza, si tratta di entrare in campo su un tema sul quale si è mobilitata una parte della popolazione piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, penso che questo ordine del giorno sia stato concordato tra i Capigruppo. Se oggi dobbiamo valutare l'urgenza per poter discutere una di queste questioni che sono all'o.d.g., naturalmente concordo sulla questione degli ordini del giorno sulla politica energetica della nostra Regione, però, è chiaro che, di fronte a un disegno di legge e a una proposta di legge, concordo con quanto ha detto il Consigliere Botta.
C'è una proposta, discussa in Commissione, che è quella dell'Expo di Valenza, non sarà urgentissima, però, è chiaro che tutti si sono impegnati visto che una settimana fa c'è stata la chiusura della mostra orafa di Valenza, e questo provvedimento era atteso. Dopodiché, ognuno di noi ha le sue valutazioni, ma è chiaro che non possiamo protrarlo per discutere altre questioni che non sono urgenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Signor Presidente e colleghi, per rendere utile lo svolgimento dei nostri lavori, insieme ai colleghi Angeleri e Rosanna Costa, ho presentato una richiesta da esaminare subito quando passeremo all'esame dei provvedimenti, di cui al punto 6): proposta di legge n. 279 "Norme per la tutela e la regolamentazione dei campeggi educativo-didattici nel territorio della Regione Piemonte".
Tra l'altro, mi risulta che la proposta di legge sia ampiamente condivisa, perciò, se potessimo nella prosecuzione dei lavori esaminare il punto 6), che è ampiamente condivisa e, a seguire, il punto 7), che ha anche una notevole urgenza, credo che completeremmo la nostra giornata il modo positivo. In questo senso ho presentato una richiesta di inversione.



PRESIDENTE

Sono pervenute diverse richieste di inversione di punti all'o.d.g., che anticipano di fatto le richieste di inversione di ordine del giorno presentate dal Consigliere Contu, in quanto - permettetemi questo termine le richieste di inversione di ordine del giorno del Consigliere Contu pescano dall'elenco a parte; viceversa, le vostre richieste fanno un cambio di punti all'o.d.g. previsti nella discussione del Consiglio regionale in seduta ordinaria.
Rispetto alle richieste che complessivamente sono pervenute in Aula devo provvedere sulle stesse. È stato richiesto di metterle ai voti: un intervento a favore e uno contro.
Il primo intervento è del Consigliere Angeleri che chiede di discutere il punto 6) all'o.d.g., suffragato da una richiesta pervenuta, anche per iscritto, dal Consigliere Deorsola. Gli stessi hanno convenuto di chiedere l'inversione dell'o.d.g. con l'inserimento del punto 6) "Norme per la tutela e la regolamentazione dei campeggi educativi e didattici nel territorio della Regione Piemonte" in discussione.
Ovviamente, vado in ordine rispetto alle richieste; se viene approvata la discuteremo, se non viene approvata andrò ad esclusione.
Ha chiesto di intervenire, a favore, il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Mi dichiaro a favore del punto riguardante la proposta di legge per la tutela e la regolamentazione dei campeggi educativi e didattici nel territorio della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, contro, il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Mi dichiaro contrario perché qualcuno deve spiegarmi come mai è più urgente la proposta di legge per la tutela e la regolamentazione dei campeggi educativi e didattici nel territorio della Regione Piemonte e non la partecipazione della Regione Piemonte alla costituzione della società Expo Piemonte S.p.a.
Se qualcuno mi spiega la ragione posso anche ritenermi a favore, perch non sono contrario alla proposta di legge, però non ne vedo l'urgenza.
Discutiamo con ordine: c'é la proposta della costituzione della Expo affrontiamola, discutiamo e poi passiamo ad altro punto.
La mia dichiarazione non è per essere contrario, in quanto in Commissione c'é stato un largo consenso, ma solo perché non capisco le motivazioni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante proce7dimento elettronico, sulla richiesta di inversione dei punti all'o.d.g..
Il Consiglio approva.
Decadono, quindi, le richieste successive e viene inserito questo nuovo punto all'o.d.g. Il punto 6), quindi, diventa precedente al punto 4).


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Proposta di legge n. 279 "Norme per la tutela e la regolamentazione dei campeggi educativo-didattici nel territorio della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di legge n. 279 dei Consiglieri Angeleri, Costa R., Saitta, Tomatis, inerente a "Modifiche della legge regionale 15 aprile 1985, n. 31" (disciplina delle strutture ricettive extralberghiere) e della legge regionale 31 agosto 1979, n. 54 (disciplina dei complessi ricettivi all'aperto) La parola al relatore, Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello, relatore

Signor Presidente, innanzitutto grazie per questa votazione che consente di andare avanti concretamente sui lavori.
Illustre Presidente, Egregi Consiglieri, l'impegno di garantire a tutti i cittadini, soprattutto se in giovane età, un pieno sviluppo della personalità attraverso situazioni aggregative rientra sicuramente tra le competenze regionali.
La presenta proposta di legge intende favorire, incentivare e promuovere le attività di aggregazione, anche riqualificando gli interventi sociali, nella certezza che per consentire un'armoniosa crescita personale e la formazione della personalità individuale nel confronto con gli altri sia essenziale creare le condizioni di socializzazione già a partire dall'età dello sviluppo in cui maturano le prime esperienze di vita in comune.
Il mondo giovanile rappresenta un punto centrale in ogni politica che intenda responsabilmente proiettarsi verso il futuro. Tale scelta non pu prescindere da un'assunzione di responsabilità da parte degli amministratori pubblici nei confronti delle opportunità concesse ai giovani per realizzare in modo equilibrato il loro cammino di crescita.
Partendo da queste considerazioni, la presente proposta di legge intende riconoscere e tutelare le attività educative e ricreative realizzate dalle associazioni senza fini di lucro, che operano nel territorio della nostra regione nel settore giovanile, attraverso l'esperienza dei soggiorni in campeggio.
I responsabili e gli educatori di queste associazioni giovanili dedicano una parte molto rilevante del proprio tempo per un servizio alla società civile da ritenersi prezioso, fornendo occasioni nelle quali i giovani delle diverse fasce di età imparano a convivere, a socializzare, a testare il proprio livello di autonomia e, spesso, a conoscere, nel pieno rispetto dell'ambiente circostante, luoghi naturali o patrimoni turistici di significativo pregio.
Per quanto concerne l'attività specifica di campeggio, si tratta senza alcun dubbio di un fenomeno le cui dimensioni meritano di essere sottolineate. Ogni anno, infatti, migliaia di giovani partecipano alle iniziative promosse per lo più nel corso dei mesi estivi. Inoltre, sebbene la presenza di ragazzi portatori di handicap distribuiti nelle varie tipologie di campeggio e nelle diverse fasce di età non sia facilmente stimabile, è tuttavia noto come molte delle associazioni di volontariato dedichino un'attenzione particolare all'inserimento di tali soggetti.
Se la funzione socio-educativa dell'attività di campeggio è da tempo nota e riconosciuta, così come non sono da sottovalutare le sue valenze di carattere turistico (le aree interessate dall'attività campeggistica sono infatti diffuse sull'intero territorio regionale con una particolare presenza nelle zone alpine), rilevante importanza assumono altresì le problematiche di carattere organizzativo che le associazioni senza scopo di lucro devono affrontare ogni qualvolta, nell'ambito dell'azione didattico educativa, venga programmato uno specifico momento di attività esterno alla sede abituale, da svolgersi sotto forma di campeggi in aree o strutture parzialmente attrezzate a questo scopo.
Notevoli difficoltà vengono riscontrate soprattutto nel rapporto con gli enti locali e con gli organismi incaricati dei controlli e delle successive autorizzazioni.
Il presente progetto di legge regionale si propone il fine di delineare un quadro normativo che definisca in modo chiaro ed univoco i soggetti autorizzatori, i tempi di risposta, le modalità di accesso alle aree, le disposizioni in materia di utilizzo di beni e servizi pubblici.
Si tratta dunque di una disciplina che, nell'agevolare tale tipo di attività, semplifica e rende più chiare per tutti i soggetti coinvolti, in particolare associazioni ed amministrazioni pubbliche, le procedure da seguire e le caratteristiche da possedere.
Vado brevemente verso la fine, perché poi c'é l'enunciazione dell'articolato che, come vedete, è estremamente breve. Si tratta di quattro articoli che giustificano il progetto di legge. In sede di Commissione consiliare, tra l'altro, è stato svolto, come è stato già ricordato, un esame approfondito della proposta di legge, anche con lo svolgimento di consultazioni, nel corso delle quali è emerso l'unanime consenso sul provvedimento dei soggetti interessati.
Proprio per i motivi che abbiamo esposto, chiediamo una rapida approvazione da parte dell'aula consiliare, ritenendo che sia urgente l'approvazione del provvedimento, in quanto ci stiamo appropinquando verso la stagione che può interessare i soggetti che sono oggetto di questo progetto di legge.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente e colleghi. Come diceva il Consigliere Angeleri questo provvedimento è stato ampiamente discusso in Commissione, con un certo interesse e risultato. Personalmente, e anche a nome del Gruppo, sono partito da una certa criticità iniziale, ma sono riuscito a vedere accolta non voglio rivendicare meriti o sottolineare aspetti della legge - una serie di emendamenti che modificano in modo significativo l'impostazione iniziale, che rispecchiava una parte del fenomeno sociale connesso alle gite alpine o ai campeggi estivi. Ovviamente, rispecchiava quella parte di impostazione maggiormente legata al mondo cattolico, che è qui rappresentato dai primi firmatari, mentre, come Commissione, abbiamo svolto un importante ed opportuno lavoro di allargamento ad altri fenomeni sociali, con una più equa formulazione della legge.
Ritengo che questa legge abbia recepito quell'impostazione e quegli stimoli. Vi sono ancora alcuni aspetti che non mi convincono, ma che mi porteranno ad un voto finale favorevole. Voglio sottolineare all'attenzione dei colleghi l'aspetto della deregolamentazione dell'accoglienza presso le case estive, perché l'impostazione è certamente quella di favorire e agevolare l'utilizzo delle case estive e alpine, delle strutture organizzate, o più meno organizzate, dei giovani, però questo rischia di portare una deresponsabilizzazione o una responsabilizzazione in capo a soggetti non del tutto consapevoli della propria responsabilità.
Non voglio indicare figure specifiche, ma, nel momento in cui si individua il responsabile di un gruppo e la legge individua in capo a quel responsabile l'intera responsabilità della sicurezza, dell'igiene dell'utilizzo delle strutture (come le case), si rischia di attribuire eccessiva responsabilità a delle figure che forse non hanno l'intero controllo della situazione.
Forse l'ho detto in modo un po' confuso, ma è l'aspetto di attenzione che pongo, che mi sembra difficilmente recepibile in un contesto in cui si vuole tentare di agevolare il più possibile la partecipazione o l'utilizzo di questi sistemi ricettivi.
L'altro aspetto che intendo sottolineare è quello solito (probabilmente anticipo il collega Chiezzi, ma su questo siamo d'accordo): questa proposta di legge rientra in una leggina, cioè in una legge specifica e settoriale che è in risposta ad alcuni aspetti, convincenti o meno convincenti, ma è un'esigenza specifica. Anche su questo abbiamo rinunciato ad effettuare un testo unico o comunque un intervento più generale di sistematizzazione. E' quindi una nuova legge, una delle tante leggi della Regione Piemonte che risponde a delle richieste e rischia di avere il limite di essere una legge settoriale.
Questo, come appunto iniziale, cercando di ricordare quel dibattito che ci ha visti parecchio appassionati in Commissione, dando atto - e lo voglio dire e ripetere in questa fase iniziale - che alcuni stimoli e momenti più significativi sono stati accolti dalla Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Abbiamo discusso e corretto questa leggina, che continuo a considerare, anche a seguito delle correzioni migliorative affrontate, una leggina per certi versi incomprensibile e non condivisibile.
La finalità, per carità, è buona; chi può dire che non sia buono e giusto consentire ai giovani di andare in vacanza in campeggio, di trascorrere ore in educazione, in cultura, in attività religiose, culturali di vario tipo, all'interno di strutture? Quello che non mi sembra convincente è il fatto che questa leggina quando è chiara (perché in molte parti è oscura), definisce delle condizioni d'uso di questi immobili che non tutelano la qualità dei servizi resi.
Questo è il motivo più forte di non condivisione della legge.
Questa legge consentirà un'interpretazione per cui, in base ad un'autocertificazione, sarà consentito a qualcuno di alloggiare molte persone all'interno di stabili che non hanno la dotazione di servizi e quindi, di qualità della vita tipica degli stabili adatti ad accogliere persone.
Considero grave che si dia, per legge, una possibilità di sistemazione di serie C, quando si va in vacanza.
Ci sono affermazioni molto belle, per la loro curiosità: si parla di "soggiorno temporaneo di gruppi autogestiti di persone", questa me la segno, perché è molto bella, non so cosa voglia dire, ma è molto bella. "Un gruppo autogestito di persone": siamo tutti autogestiti! Non so, non capisco! Sono tutti quei fronzoli che servono a scrivere delle leggi buone.
Un altro elemento molto preoccupante riguarda la conservazione degli alimenti; il frigo c'è o non c'è, le merci sono aperte o chiuse? Sono pur sempre comunità di più persone, sappiamo che le comunità di più persone devono seguire delle regole igieniche. Tali regole non mi sembra possano essere contenute nelle frase: "le condizioni minimi dovranno prevedere" punto "E" della legge "manipolazione e conservazione degli alimenti analoga a quella dell'autoconsumo famigliare": perla assoluta che segnalo alla mia attenzione.
In definitiva, con questa "leggina", si autorizza a praticare in condizioni indefinite e, comunque, con standard più bassi di condizioni che sicuramente tutelano l'igiene, la qualità della vita, la qualità dei servizi, le attività che in questo modo renderanno un servizio di ordine inferiore rispetto a quello che secondo ma va sempre garantito quando si organizza la vita altrui. Queste sono forme di organizzazione della vita altrui.
Non sono d'accordo a fare leggi che dicano che c'é qualcuno che pu organizzare la vita di certi giovani in modo qualitativamente peggiore rispetto a quello che le leggi vigenti prevedono per i campeggi, per gli ostelli della gioventù e quant'altro. Questo degrado della vita di vacanza non mi vede consenziente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

E' un intervento per chiarire alcuni dubbi e perplessità che sono sorte rileggendo il testo (sinceramente non ci avevo pensato in Commissione).
Segnalo alla Presidenza che avevamo presentato tre emendamenti e che ritiriamo proprio per correttezza nei confronti dei Consiglieri che hanno presentato il documento.
I nostri dubbi e le nostre perplessità nascono rileggendo l'articolo 4 particolarmente il comma 6 che recita "campeggi itineranti organizzati dai soggetti di cui al seconda comma che prevedono di massima spostamenti quotidiani e periodi di sosta nella medesima località non superiore alle 48 ore, sono consentiti, anche in assenza di autocertificazione, a seguito di una comunicazione da inviarsi con un anticipo di 24 ore al Sindaco del Comune interessato". Non vorremmo che questi soggetti fossero elementi appartenenti a centri sociali o vari che, sfruttando questa norma organizzano rave party o similari, trovando un adulto che li garantisca (cosa assolutamente semplice) creando, così, grossi problemi magari a piccoli comuni che non hanno neanche polizia municipale e non sono in grado di gestire situazioni di questo tipo.
Questa è una preoccupazione che vogliamo segnalare all'aula, dopodich ritiriamo gli emendamenti per coerenza con la maggioranza e non abbiamo nessun problema a votare il provvedimento. Tuttavia vogliamo sia verbale e sia indicata questa nostra preoccupazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Alcune osservazioni emerse durante la discussione in aula, ripetono problemi già sollevati in Commissione. Ho ascoltato la relazione del Consigliere Angeleri e non ho trovato quella risposta che avrei voluto sentire, ovvero: il dispositivo a quale scopo risponde? Qual è l'obiettivo di questo impianto legislativo? Sembra di capire che potrebbero essere due gli obiettivi: la semplificazione del regime autorizzativo e l'inserimento della nuova struttura della Case Vacanza. Per quanto riguarda il regime autorizzativo il Consigliere Angeleri non ha spiegato perché servisse una semplificazione dello stesso. Dobbiamo accettare e arguire che il regime autorizzativo fosse troppo burocratizzato e che quindi era necessario provvedere a velocizzare lo stesso che, difatti, prevede l'autocertificazione e il consenso-assenso nel giro di 60 giorni. Su questo abbiamo certezze che sia necessario passare ad una delegificazione.
Per quanto riguarda le Case Vacanza sono due le perplessità che avevamo già sollevato in Commissione. Da un lato il III comma dell'articolo 2 recita che le attività sono organizzate in periodi di durata non superiore a 20 giorni, ma non si dice nulla circa la ripetitività dei periodi. Si dice che "a pensar male si fa peccato", ma certe volte si indovina, e allora si potrebbe fare l' ipotesi per cui delle situazioni strutturali le Case vacanza, potrebbero essere dotate di strutture minimali potrebbero essere usate per tutto il periodo estivo, per periodi successivi di venti giorni. Invece di un uso parziale, potremmo avere una situazione in cui la casa, di venti giorni in venti giorni, viene sempre utilizzata pur essendo magari una struttura che non ha le condizioni minime per sopportare un utilizzo di questo genere.
Infine vi è ancora il punto che ha sollevato il Consigliere Chiezzi.
Quando in Commissione abbiamo sollevato la critica relativamente quella dizione che recitava: "manipolazione e conservazione degli alimenti analoga a quella dell'alto consumo familiare", questa regola determinerà il fatto che noi avremmo una situazione di somministrazione degli alimenti, che non sarà oggetto di verifica e controllo da parte delle ASL. In tutte le situazione in cui c'é una somministrazione di alimenti, l'Assessore alla Sanità è a conoscenza della possibilità di verifica e controllo. In questo caso non abbiamo la possibilità di verifica e di controllo.
In base all'operatività dei servizi sanitari, l'Assessore è a conoscenza che nei luoghi dove si somministra cibo viene effettuato almeno un controllo all'anno. Durante questi sopralluoghi viene non solo verificata la rispondenza delle caratteristiche igieniche, ma impartite le istruzione ai conduttori dei centri di distribuzione del cibo affinché si mantengano delle regole di correttezza Questo non avverrà, tutto viene lasciato alla libera formazione di chi presenta l'autocertificazione e non mi stupirei se dovessimo riparlare di questa legge per qualche caso di intossicazione alimentare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Signor Presidente, intervengo per esprimere un parere fortemente positivo e anche di soddisfazione per questo provvedimento. Noi speravamo che nella giornata odierna si potesse arrivare alla discussione di questo provvedimento e, considerato il tenore degli interventi, riteniamo che vedrà la sua conclusione nel giro di pochi attimi.
Apprezziamo lo sforzo intrapreso dai colleghi di minoranza e di maggioranza nel presentare e nel seguire questa proposta di legge.
Riteniamo che le preoccupazioni sollevate da alcuni colleghi della minoranza, come i Consiglieri Chiezzi e Moriconi, ma anche il Consigliere Mellano, riguardino problemi assolutamente legittimi e comprensibili, ma non nell'ottica di quello che è lo spirito, la filosofia e l'impostazione di vita dei gruppi scout.
Questo provvedimento, che non dà contributi o finanziamenti strani come magari è capitato a provvedimenti precedenti - certo che è una leggina tende a semplificare il rapporto con gli Enti locali. Detto da noi e visto da questa postazione, sembra una cosa un po' banale e assurda, ma nella vita quotidiana di questi gruppi potete comprendere come sia più facile poter accedere direttamente mediante una semplice richiesta o una segnalazione di fatto al Sindaco del tale Comune dicendo: "C'è quel prato c'è quello spiazzo, c'è quel pezzo di cascina, c'è quell'area, noi ci piazzeremo lì per 20 giorni". Proprio nei 20, 15 o 25 giorni è presente una delle regole che rappresentano la specificità di questi gruppi, così come mi si consenta il termine, spero di non portare a demerito la gloriosa tradizione e cultura scout - la precarietà del luogo, del sito, delle varie funzioni, prima si è anche parlato di alimenti. Tutto questo fa parte di uno spirito di gruppo, fa parte di una scuola, fa parte di un modello e di un processo educativo. I genitori che scelgono di iscrivere i propri figli a questi gruppi ne sono assolutamente consapevoli, ed è proprio per questi motivi che scelgono questi gruppi. E' una scuola di vita, è un modello condivisibile o meno, ma è certamente un significativo percorso educativo e di aggregazione che viene offerto a queste realtà e a questi giovani.
Quindi, ben vengano provvedimenti che tendono a semplificare un iter burocratico; certo, in questo caso, si deregolamenta un po', ma è una deregolamentazione a beneficio della responsabilizzazione. Una delle regole portanti e fondamentali degli scout consiste nell'assunzione di responsabilità da parte del singolo ragazzo che fruisce delle attività e da parte dei loro capi, quindi, ai vari livelli, di coloro che, in qualche modo, si fanno carico di giorno e notte nelle varie funzioni di assumere questo ruolo e questa scelta. E' una scelta, è un modello educativo, si basa proprio sulla autoresponsabilizzazione.
In questo caso, diventa meno preoccupante pensare agli aspetti di deregolamentazione, ad esempio, dell'accoglienza per le case estive, perch sappiamo che viene fatto entro certe regole e con certi principi, che sono fondamento dei principi educativi dell'essere scout, facendo un po' la differenza.
Non siamo dinanzi ad una proposta che è aperta a qualunque tipo di gruppo, ma siamo dinanzi a una proposta rivolta a soggetti che operano una scelta nel campo dello scoutismo e dell'associazionismo, cioè nel campo di Enti che hanno tra le loro prerogative la crescita dei giovani. E' un modello di sviluppo e di educazione rivolto alle giovani generazioni fondato sul principio della solidarietà, del rispetto, dell'accoglienza e della responsabilità; ecco perché assume una dimensione totalmente diversa.
Con questo non mi fraintendano i colleghi che hanno paventato delle perplessità, peraltro perplessità e non dinieghi, in quanto mi è parso di cogliere uno spirito di assoluta accoglienza ed accettazione nei confronti di questo provvedimento. Lo posso capire, soprattutto se non si è vissuta l'esperienza dei gruppi scout o dell'essere educatori o responsabili in questi gruppi, oppure, anche avendola vissuta, ci si è ritrovati in situazioni precarie, che possono destare preoccupazione e complessità. I giudizi da parte delle famiglie e del gruppo, in qualche modo, comportano delle scelte che non dovrebbero permettere situazioni di precarietà o preoccupazione.
Comunque sia, lo scopo di questa proposta di legge consiste nel portare queste giovani generazioni, che operano questa scelta nell'ambito di un modello educativo, a vivere i territori che, in certi casi, sono anche un po' sconosciuti o meno utilizzati nei grandi circuiti turistici, rendendoli fruitori.
Questo è un altro aspetto importante, pensiamo alle vallate o ai piccoli Comuni del Canavese o della Val di Susa, difficilmente questi gruppi fanno un rave party. Il rave party, il social forum o iniziative di questo tipo, che peraltro non vedono me o i Gruppi della minoranza particolarmente preoccupati od ostili, ben vengano anche queste realtà necessitano di istanze con altre caratteristiche, in quanto comportano la musica e una serie di altri elementi che queste realtà, invece, non hanno tra le loro regole e i loro modelli.
Inviterei i colleghi della minoranza e della maggioranza a guardare con maggiore accoglienza e generosità un provvedimento di questo tipo, sapendo di offrire un piccolo contributo, che non si inserisce nel filone turistico, ma semplicemente in una più funzionale accoglienza per una particolare fascia di età. Sono giovani che scelgono uno stile di vita, o almeno per una parte del loro cammino per diventare adulti, basato sullo spirito di gruppo, la solidarietà e la responsabilità. Diamo una mano a questi ragazzi educatori e responsabili che fanno tutto quanto a loro carico, molte volte in modo anche disagevole, chi c'è passato lo sa.
Lo considero un piccolo segnale, quindi, come Gruppo DS, ringraziamo i proponenti e pensiamo di sostenere questa proposta augurando che, nel giro di qualche minuto, giunga alla conclusione con una felice approvazione possibilmente unanime.



PRESIDENTE

Comunico ai Consiglieri che non è più necessaria la riunione dei Capigruppo in chiusura di seduta, poiché l'ordine del giorno per martedì prossimo è già formato, nel senso che si prosegue con quello di oggi più le nomine urgenti, trasmettendo a tutti i colleghi - anche se lo avevo già fatto - l'elenco delle nomine.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Ciò che mi preoccupa di questa legge - essendo stato anch'io uno scout è il tentare di regolamentare un'esperienza bella ed originale, fondata su una scuola secolare, togliendo quella dimensione liberamente pionieristica che ha rappresentato lo scoutismo. Credo invece che occorrerebbe ispirarsi, nella predisposizione di un testo di legge, a quel tipo di riferimento storico, culturale ed istitutivo Se non è così, si corre il rischio che la norma non sia limitata, com'è nelle intenzioni dello scoutismo, ma che si estenda, in modo generalizzato a tutte le attività con questo tipo di finalità (rapporto con la natura, il ricupero di una dimensione, a volte agropastorale, l'esperienza diretta di costruire manufatti, di esplorare un terreno di esperienze che la vita metropolitana nega alle giovani generazioni: i miei figli hanno praticato l'esperienza dei parchi "Robinson", un'esperienza molto interessante di approccio alla natura).
La mia preoccupazione è solo questa: mentre si pongono standard rispetto ai requisiti igienici, nulla è detto - anzi, è tutto rimandato alla finalità soggettiva - riguardo all'attenzione da porre per evitare disastrose conseguenze, quando abbiamo l'opportunità, oltretutto non utilizzata, di fissare un minimo di rapporti numerici nel regolamentare esperienze significative: rapporti numerici fra il numero di adolescenti o minori che partecipano a queste esperienze ed il numero degli educatori (parlo, soprattutto, di educatori adulti e responsabili).
Vorrei ricordare a tutti la tragedia di quel campo scoutistico travolto da una piena di un fiume dove l'imperizia, sommata ad altri aspetti, ha determinato la tragedia.
La preoccupazione è che, involontariamente, con questa norma di legge si estenda e si dia veste autorizzativa anche ad iniziative che si configuravano, non solo per il puro spirito associativo, ma per la prestazione di servizi a favore di enti, molto spesso enti pubblici. Penso e la cito come esempio - all'esperienza di "Estate ragazzi", dove molti enti locali si affidano, stretti da problemi di finanza locale, ad associazioni esterne.
Nella legge in discussione si rischia di trovare una modalità autorizzativa - che andrebbe supportata e regolamentata - per quanto concerne la prestazione d'opera verso terzi, sapendo che molto spesso famiglie affidano i loro figli ad associazioni (spesso parrocchie) che sono in rapporto terzo con l'amministrazione, in virtù di una convenzione.
Questo aspetto mi pare un po' carente nella disposizione di legge vedremo poi nel merito dell'articolato di poter inserire qualche elemento di salvaguardia, da questo punto di vista.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Possiamo passare ad esaminare gli articoli.
ARTICOLO 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeleri, Costa e Saitta: All'articolo 1 sostituire le parole "dalle associazioni senza fine di lucro" con le parole "dalle associazioni e dagli enti senza fine di lucro".
La parola al Consigliere Angeleri per l'illustrazione.



ANGELERI Antonello

Colgo l'occasione per rispondere ad alcune domande dei colleghi.
Non voglio essere esaustivo, ma le risposte ai problemi posti questa sera li possiamo tranquillamente leggere all'interno della relazione.
Se mi è permessa una battuta, Consigliere Contu, il poter gustare la natura, così come è stato fatto in passato, non vuol dire togliere libertà di improvvisazione. Non si tratta, quindi, di imbrigliare un lavoro di associazioni giovanili o di enti.
Con l'emendamento abbiamo voluto evitare che gli enti fossero automaticamente non ricompresi nella legge, perché non si tratta solo di associazioni, ci sono anche enti, senza scopo di lucro, che promuovono campeggi. Vogliamo dare la possibilità, invece che continuare a fare questo tipo di attività, dato che le leggi oggi vigenti non consentono la libertà come quando anch'io, ex scout, potevo andare in giro senza alcun tipo di autorizzazione.
Ci sono aspetti, come le norme igienico-edilizie, che oggi è corretto rispettare, dato che coloro che utilizzano e sfruttano questa possibilità sono sempre di più.
Se non ci fosse una regolamentazione alla base, rischieremmo di avere disastri, anche dal punto di vista ecologico, in realtà che non possono sopportare questo tipo di intervento massiccio.
Questo il motivo per il quale abbiamo voluto inserire, oltre alle associazioni, anche gli enti, in modo da essere compresi nella legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1).
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Mellano, per dichiarazione di voto sull'articolo 1.



MELLANO Bruno

Per dire, in particolare alla collega Suino, ma anche agli altri colleghi che hanno difeso questa legge, dandone un'interpretazione restrittiva, che, leggendo questa legge, ritengo letteralmente e politicamente sbagliato voler ridurre il suo impatto.
L'articolo 1 - come dicevo - ha recepito gran parte della discussione che abbiamo svolto in Commissione, ha allargato le fasce di associazioni redenti ad esso, che possono usufruire delle modifiche che questa legge apporta alle altre leggi già esistenti. Questo articolo ha volutamente allargato le definizioni "attività educative e didattiche", introducendo "culturali e sociali, religiose e di educazione ambientale", che già erano previste dalla formulazione originaria.
E' sbagliato pensare soltanto ad un certo mondo; se davvero fosse solo così, sarebbe un po' misero e riduttivo. Non c'è solo lo scoutismo o il mondo cattolico che si organizzano attorno agli oratori parrocchiali e alle parrocchie, pertanto questa legge deve avere un'ambizione più alta e generale.
Ho dei dubbi, quindi non voterò a favore di questo articolo e non voterò a favore di questa legge, perché si tratta di una legge generale.
Abbiamo ottenuto una formulazione più corretta e, proprio all'articolo 1 e ringrazio i colleghi Deorsola, Costa, ma anche Angeleri per aver inserito questa modifica - questa legge definisce, per la prima volta, chi sono i giovani. In Commissione ci siamo chiesti: "Chi sono e quanti anni hanno i giovani?", ed è stata recepita l'indicazione dell'età di 29 anni. E' dunque, sbagliato e riduttivo pensare che questa legge sia soltanto mirata a quelli che saranno presumibilmente i maggiori fruitori delle disposizioni previste. E' davvero significativa - ed era già nella proposta iniziale l'educazione ambientale. Sono sempre più numerosi i gruppi autorganizzati che, per interessi legati ad una fruizione diversa dell'ambiente, si possono autorganizzare per visite e spedizioni ambientalistiche utilizzando questa legge.
Il mio intervento, anche se esprime un voto di astensione, vuole mettere i puntini sulle "i". Come il collega Rossi ha paventato, dicendo: "Attenzione, questa legge allarga troppo", anch'io ritengo che questa legge abbia il merito di non rispondere ad un interesse specifico, ma generale che potrà andare a vantaggio degli scout, degli oratori parrocchiali, ma anche di tutte quelle associazioni e aggregazioni più o meno codificate, di gruppi informali, che avranno la possibilità di utilizzarla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Su questo articolo mi spingerò anche più in là di quanto abbia fatto il collega Mellano. Ho apprezzato l'intervento della collega Suino, pur nella permanenza di una leggera differenza di punto di vista, che mantengo.
Questo apprezzamento mi porta, proprio per evitare fraintendimenti di qualsiasi tipo, a dichiarare che voterò a favore di questo articolo, ma con dei "ma". Il primo è questo: se fosse una legge che si rivolge agli scout e analoghi, non avrei alcun problema, perché quanto ha detto la collega Suino corrisponde al vero ed è condivisibile. Questa non è una legge che si rivolge agli scout, perché una legge non si può rivolgere agli scout; il problema nasce perché questa legge apre la possibilità di svolgere attività con qualità di servizi inferiori al normale. Una legge non assicura che una persona qualunque, di un'associazione qualunque, nata domani, possa prendere una baita qualunque in disuso, diroccata, pericolosa, e prevedere al suo interno un'attività di studio, di vacanza, remunerata come attività non come profitto. Questo è l'elemento di differenza che rimane.
Tutto ciò premesso, proprio per dimostrare che non voglio essere ostile su questo, esprimerò voto favorevole.
C'è, però, un secondo "ma". La legge è stata discussa in Commissione ma adesso i proponenti, o alcuni dei proponenti, secondo lo stile Angeleri (già noto alle cronache), vengono in aula e fanno dell'altro. Proprio sui punti sui quali si è discusso e si discute, che sono punti di confronto tra idee parecchio diverse e preoccupazioni spero legittime, peggiorano ulteriormente le garanzie - già poche - che questa legge dà.
Allora, Presidente, se è così, mi attivo a fare del mio meglio per difendere almeno quel poco che nella legge c'è, perché non approvo che i proponenti consegnino in aula, all'ultimo minuto, degli emendamenti che stravolgono parti importanti della legge. Le chiedo cinque minuti di tempo perché si tratta di emendamenti che tolgono alcune garanzie - come quella degli impianti antincendio - che non sono d'accordo a togliere.
A questo punto, poiché non sono presentatore della legge, voglio introdurre altre garanzie e poiché i colleghi presentatori rimettono tutto in discussione, sono disponibile a farlo; andiamo avanti, alla fine la voteremo, non c'é nessun problema.
L'unico problema è dare tempo alle minoranze di fare quello che hanno fatto i proponenti la legge stravolgendola. Adesso tentiamo, con qualche emendamento, di difendere e di migliorare la legge dal punto di vista delle opposizioni. Questa è una mozione d'ordine, un invito di ordine politico.
Sull'articolo 1 voto favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 1, nel testo emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi ha chiesto cinque minuti di sospensione tuttavia ricordo al Consigliere stesso che un emendamento sull'articolo 2 è suo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Cinque minuti di sospensione non si negano a nessuno, ma volevo capire meglio, forse capirò nella sospensione, le affermazioni del Consigliere Chiezzi quando dice "il solito modo di presentare gli emendamenti". Cosa significa?



PRESIDENTE

Magari si chiarisce personalmente con il Consigliere Chiezzi. Mi sembra che la richiesta di sospensione del Consigliere Chiezzi sia costruttiva.



(La seduta sospesa alle ore 18.57 riprende alle ore 19.03)



PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta proseguendo con l'esame degli emendamenti.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeleri, Costa R.A. e Saitta: Al comma 4 dell'articolo 5 bis (aggiunto alla legge regionale n. 31/1985 dell'articolo 2 della proposta di legge), dopo le parole "l'autorizzazione o le generalità del proprietario", aggiungere le parole "o del gestore".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri per l'illustrazione.



ANGELERI Antonello

Abbiamo fatto riferimento, per quanto riguarda l'autorizzazione, alle generalità del proprietario. Infatti, molto spesso, il terreno è dato in gestione, ad un affittuario, a più proprietari, allora diventa molto difficile raggiungere il proprietario in prima persona. Per esemplificare l'iter autorizzativo, volevamo aggiungere le parole "del proprietario o del gestore". Mi sembra di esemplificare la procedura.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 2.1), sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva 2.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeleri, Costa R.A. e Saitta: Sopprimere la lettera d) del comma 5 dell'articolo 5 bis (aggiunto alla legge regionale n.31/1985 dall'articolo 2 della proposta di legge).



ANGELERI Antonello

Ritiriamo l'emendamento 2.2).



PRESIDENTE

L'emendamento n. 2.2 è ritirato dal proponenti e conservato agli atti.
2.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: Al comma V dell'articolo 5 bis, sopprimere il punto "E".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione



MORICONI Enrico

Quello che noi vogliamo eliminare con questo emendamento è la parte che recita "manipolazione e conservazione degli alimenti analoga a quella dell'autoconsumo famigliare". Questa è una norma imprecisa che non garantisce ciò che dovrebbe garantire. Nessuno sarebbe in grado di verificare il rispetto della regola, tanto vale eliminarla e lasciare che ricada tutto sotto la responsabilità di chi fa l'autocertificazione.
Quando abbiamo parlato in Commissione di questa norma, è stato detto che è la stessa che vale per l'agriturismo: ma negli agriturismo le ASL effettuano operazioni di controllo, almeno una volta all'anno, c'é una persona che viene formata per questa gestione. Se noi inseriamo una regola così imprecisa, non serve a nulla, non cambia la legge se noi aboliamo la stessa. E' pleonastico. Che sicurezza da in più ai cittadini, ai genitori dei ragazzi, nessuna sicurezza in più, anzi, toglie sicurezza. Per scrivere, in una legge, una regola così aleatoria che non fornisce elementi di certezza, tanto vale eliminarla.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Questo ragionamento lo verifico sui comportamenti concreti e sulle questioni che normalmente si verificano nel momento in cui viene organizzata un'attività di questo tipo. Se non c'é una definizione particolare per questo tipo di attività educativa, così come l'abbiamo definita bene nell'articolo 1, per forze di cose il sistema di controllo riferito in modo particolare all'ASL, è un sistema che richiede, per quanto riguarda il punto oggetto della proposta, una tipologia di conservazione identica a quelle delle strutture di carattere alberghiero.
Il problema è esclusivamente questo: stiamo discutendo di un'attività che ha delle caratteristiche particolari per dimensioni, per modello educativo, che per forza di cose è diversa da un'attività di tipo alberghiero o da ristoratore. Indicare nulla, vuol dire, per forza di cose fare in modo che le ASL utilizzino gli strumenti classici delle strutture alberghiere. Vuol dire impedirlo di fatto. Queste proposte, che possono avere dei limiti, non dico che siano perfette, nascono soltanto dalla constatazione che, in assenza di una norma particolare per questa attività per forza di cose, il comportamento delle strutture di controllo fa riferimento alla norma generale, cioè alle attività alberghiere e ai ristoranti.
Il significato è questo e sono contrario a questa norma proprio per il raggiungimento di questo obiettivo: consentire sicuramente un controllo ai sistemi di conservazione, ma relativamente all'autoconsumo, d'altronde, non ci riferiamo a grandi numeri, ma a piccoli numeri.



PRESIDENTE

Invito i colleghi a partecipare ai lavori fino alla fine, perch l'obiettivo è di approvare la legge.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Esprimo una preoccupazione per le considerazioni espresse dal Consigliere Saitta, sempre in modo interlocutorio. Per quanto riguarda la somministrazione degli alimenti a terzi, non legati da vincoli e da affinità familiare, come si verifica, ad esempio, quando le famiglie affidano i propri figli ad un'associazione di scout, facciamo i debiti scongiuri, ma un caso di botulismo si può determinare e forse, è meglio non scrivere niente, perché sarebbe facilmente impugnabile.
Mi dispiace che non sia presente Mario Valpreda, era qui fino ad un'ora fa, sarebbe stato utile un suo consiglio.
Presidente, in conclusione, la proposta è la seguente: sarebbe meglio non scrivere niente su una materia così delicata come quella della somministrazione degli alimenti a terzi, anche perché dubito che una legge della Regione possa essere ostativa dell'applicazione di un decreto ministeriale sulla manipolazione degli alimenti, quando la somministrazione degli stessi avviene verso terzi. I fruitori di questo tipo di iniziative didattiche, culturali e naturaliste - il senso lo estendo come concetto sovente non sono neanche vincolati fra di loro dal vincolo associativo, ma entrano per le ragioni che dicevo prima in rapporto terzi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 2.3), sul quale c'è il parere contrario del relatore.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2 come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

4.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeleri, Costa Rosa Anna e Saitta: Al comma 2 bis (aggiunto all'articolo 16 della legge regionale n. 54/1979 dall'articolo 4, della PDL), dopo le parole "l'autorizzazione o le generalità del proprietario", aggiungere le parole "o del gestore".



ANGELERI Antonello

Bisogna aggiungere al punto e), articolo 4.



PRESIDENTE

Scusi, su quale emendamento insiste questo subemendamento, sul n. 4 sul n. 5 o sul n. 6?



ANGELERI Antonello

Questo è l'emendamento all'articolo 4.



PRESIDENTE

Il numero dell'emendamento?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Emendamento n. 4.



ANGELERI Antonello

Il subemendamento interviene sull'emendamento n. 6, cioè sull'ultimo.



PRESIDENTE

Va bene, però, cominciamo a trattare gli emendamenti n. 4 e 5, poi tratteremo anche il n. 6.
Non è necessario il subemendamento, è sufficiente il ritiro di un precedente emendamento con presentazione di nuovo emendamento, visto che si tratta degli stessi proponenti, così facciamo una votazione in meno.
L'emendamento n. 4 è mantenuto.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Non intervengo per illustrarlo, lo abbiamo già illustrato precedentemente.
Evidentemente, il gestore è colui che gestisce in quel momento il terreno ed è più facile recuperarlo rispetto al proprietario.
Volevo rispondere al collega Contu quando prima diceva che sarebbe opportuno che si parlasse con il direttore, dottor Valpreda. Con il dottor Valpreda sono stati fatti più incontri proprio per confrontare questi aspetti; pertanto, lo stesso è informato di questa legge e ha dato il suo prezioso parere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Intervengo soltanto per una precisazione da parte del relatore sulla definizione esatta del gestore. Il gestore può gestire una casa vacanze, ed è soggetto che esercita questa attività, stiamo attenti all'elemento di confusione. Il gestore che presta ad un'associazione un'opera, lo dico con certezza, se questa è l'interpretazione del termine gestore, non è esonerato dagli obblighi che derivano dal decreto n. 57 sulla gestione manipolazione e conservazione degli alimenti. La contraddizione è tutta qui perché sta prestando un servizio a terzi ed è responsabile nella filiera della somministrazione degli alimenti. Lo dico solo nel caso che per gestore la legge intenda quella figura.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 4.1) sul quale è stato espresso il parere favorevole del relatore.
Il Consiglio approva.
4.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeleri, Costa R.A. e Saitta: Al punto n. 1) della lettera g) del comma 2bis (aggiunto all'articolo 16 della legge regionale n. 54/1979 dell'articolo 4 del progetto di legge) sopprimere le parole "l'area non deve altresì essere coltivata".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 4.2) Il Consiglio approva Sub4.3.1) Subemendamento presentato dai Consiglieri Tomatis, Angeleri e Saitta (come modificato dal Consigliere Angeleri): dopo la parole "collocata" e fino alle parole "ad eventuali" sostituire con le parole "....in zone non interessate da acquedotti, o da...." e cancellare le parole "...calce ad altri...".
4.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeleri, Costa R.A. e Saitta: Sostituire il punto n. 6 della lettera g) del comma 2 bis (aggiunto all'articolo 16 della legge regionale n. 54/1979 dall'articolo 4 della pdl) con il seguente: "6) smaltimento dei liquami mediante w.c. da campeggio, nella misura di uno ogni dieci partecipanti, quotidianamente svuotati in una fossa profonda almeno un metro, che deve essere collocata ad almeno duecento metri da eventuali sorgenti ad uso potabile e al di fuori dalle eventuali aree di rispetto, disinfettata con calce idrata o altri materiali non inquinanti, e completamente ricoperta con la terra dello scavo al termine del suo utilizzo".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 4.3) e sul subemendamento 4.3.1) Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo. 4, come emendato.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Non vorrei fare l'uccello del male augurio (o del buon augurio per altri), però invito tutti i colleghi, in particolare il Consigliere Rossi Oreste, a leggere il combinato disposto dall'articolo 1 e dall'articolo 4 comma 2 ter, che sicuramente, dato che la legge è legge e il testo è generale, riguarderà anche quelle persone, con età massima di 29 anni e coordinate da una persona adulta, che chiederanno - giustamente e logicamente - di poter fare campeggi itineranti, fermandosi meno di 48 ore con finalità che possono essere culturali, come quelle che questa estate hanno portato migliaia di persone al Colle della Maddalena per un rave party, indicato e intitolato come contestazione ad una legge francese che proibisce riunioni di questo genere.
La legge, a mio giudizio (ed è scritto nero su bianco) permetterà giustamente, opportunamente e perfettamente - l'autorizzazione, con semplice comunicazione al Sindaco di Argentera 24 ore prima, di organizzare riunioni che, per come si sono svolte, sono state, su un livello di civiltà e di correttezza, davvero notevoli.
Rimango con i miei dubbi su una legge che assume il valore di legge generale e che riguarda la generalità dei cittadini. Non potrete sicuramente, dare interpretazioni autentiche e restrittive.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Mi pare che il testo, sia a seguito del lavoro svolto in Commissione sia con gli aggiustamenti effettuati durante il dibattito, risponda meglio all'obiettivo posto: fare in modo che, per quanto riguarda l'attività educativa, il quadro normativo fosse più chiaro, soprattutto nell'individuare i soggetti interessati dal processo autorizzativo.
Il problema è solo questo: evitare una deresponsabilizzazione, nelle procedure, per ottenere l'autorizzazione.
Ritengo che qualche elemento di chiarezza sia stato introdotto e risponda alle esigenze e alle finalità che molto bene la Consigliera Suino ha specificato nel suo intervento.
Per questo motivo, voteremo favorevolmente la proposta di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Non si tratta di "fatta la legge, trovato l'inganno". L'intendimento dei relatori - mi rivolgo, in particolare, al Consigliere Mellano - è di esemplificare normative che oggi non consentivano più a realtà, non solo scoutistiche, quindi non solo legate al mondo cattolico, di essere fruitori della legge. Abbiamo approvato un apposito emendamento che apre la possibilità anche ad altri. Il nostro intendimento non è aprire le possibilità a chi organizza rave party o riunioni del genere, ma è ribadisco - esemplificare l'iter autorizzativo. Ritengo di essere riuscito insieme ai colleghi, a dare questa possibilità.
Aggiungo, con molta chiarezza, che siamo qui per controllare che l'applicazione della legge sia corretta e apporre modifiche nel caso in cui essa venisse utilizzata nel modo contrario alle finalità date come relatori.
ovvio, quindi, il nostro voto a favore.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri Si sono astenuti 3 Consiglieri Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
La seduta è tolta



(La seduta termina alle ore 14.09)



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