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Dettaglio seduta n.299 del 30/01/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 15.12 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.46)



PRESIDENTE DEL



VICEPRESIDENTE TOSELLI



TOSELLI PIETRO FRANCESCO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi:


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Brigandì, Bussola, Casoni Chiezzi, D'Ambrosio, Ghigo, Moriconi, Pedrale, Rossi G., Vaglio e Valvo.
Pertanto, il numero per deliberare i provvedimenti è 25.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 465: "Legge finanziaria per l'anno 2003"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 465, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Siamo alla discussione generale dell'art. 1; seguiranno gli emendamenti.
ART. 1 Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Discutiamo l'art. 1 e, in particolare, della politica delle entrate o meglio, del fatto che la Regione abbia deciso di utilizzare la leva fiscale, l'addizionale IRPEF, non soltanto per l'anno in corso, ma anche per gli anni successivi.
Con questo articolo stabiliamo che d'ora in poi la Regione Piemonte utilizzerà l'addizionale IRPEF, che, nella concezione dello strumento doveva essere utilizzata dalle Regioni a seconda delle esigenze finanziarie. Questo fatto in Piemonte non è più una tantum.
Questo vuol dire, colleghi, che le famiglie piemontesi pagheranno circa 2000 miliardi in più di tasse nel 2001, 2002, 2003, 2004 (Cattaneo è giusto, i conti sono questi?).
Questo è il regalo della Giunta Ghigo ai piemontesi.
Il Presidente Ghigo, dopo essersi candidato al governo di questa Regione con l'obiettivo di ridurre la pressione fiscale - ricordo ancora la campagna elettorale di Forza Italia e del centrodestra: "Un cittadino quando si alza al mattino, lavora 4 ore per lo Stato e 4 ore per se stesso obiettivo della politica del centrodestra" - immagino in sede nazionale nel governo delle Regioni, delle Province e dei Comuni - "è quello di fare in modo che la leva fiscale venga utilizzata il meno possibile, e comunque l'obiettivo è quello di ridurre le tasse".
Il risultato è questo: 2000 miliardi in più e non considero i ticket che sono altri 450 miliardi.
Cosa significhi questo per l'economia piemontese, l'ho detto in discussione generale.
Avremo un impatto sulla domanda di consumi di grandi dimensioni.
L'Assessore Pichetto può convenire con me sul fatto che preleviamo dalle tasche dei piemontesi l'equivalente dei fondi dell'Unione Europea: 1500 miliardi, dal 2003 al 2006.
Quindi, preleviamo una quantità di risorse superiore a quei fondi che consideriamo essere giustamente un volano importante per realizzare una politica di sviluppo in questa regione.
Questa è la prima considerazione che vi invito a fare, perché questo ci offre l'opportunità di aprire una discussione tra di noi.
Lo scorso anno votammo il bilancio e, per la prima volta, la Giunta regionale decise di fare ricorso all'addizionale, una tantum. Ci fu un dibattito in Consiglio e la maggioranza pretese e ottenne dalla Giunta l'impegno a considerare quella misura fiscale, una misura circoscritta al 2002.
Non devo ricordare ai colleghi di questo Consiglio quale fu la dialettica interna alla maggioranza, in quell'occasione, e quali furono le prese di posizione, in ordine all'esigenza di ottenere dalla Giunta quella garanzia.
Il Presidente Ghigo e l'allora Assessore sostennero che si trattava di un provvedimento straordinario, che avrebbe avuto una durata di 12 mesi.
Faccio una prima considerazione: vorrei che i colleghi della maggioranza prendessero il cedolino della busta paga di un dipendente della Regione, per verificare qual è il combinato disposto rappresentato dalla riforma Tremonti, che non ha ridotto le tasse per una parte consistente di italiani - altra bugia, come quella delle pensioni - e la scelta di rendere permanente l'aumento dell'addizionale IRPEF.
L'impatto mi pare facilmente immaginabile. Mi domando perché la Regione decida adesso per allora.
Badate, se dovessimo fare un ragionamento che ha come punto di vista il nostro tornaconto, potremmo dire che ci fate un regalo, Assessore Pichetto perché potremmo sostenere, da qui alle prossime elezioni, che i piemontesi pagheranno questa tassa per sempre, dimostrando qual è l'entità del gettito fiscale e quale sarà la tassa che pagheranno nei prossimi 2 o 3 anni.
Noi non facciamo questo ragionamento, ma poniamo un problema di politica fiscale della Regione e ci poniamo la seguente domanda: perch ostinarsi a non considerare la leva fiscale uno strumento da utilizzare anno per anno, in rapporto alle esigenze del bilancio regionale? Queste infatti, possono variare, perché diversa può essere la politica finanziaria della Regione e diverse possono essere le esigenze della contabilità regionale.
Francamente, questo non lo capisco.
Vi ricordo, colleghi, che siamo una delle sei Regioni che hanno operato questa scelta, mentre vi sono Regioni che non l'hanno sostenuta.
Durante le feste di Natale ero in Toscana e il Presidente della Giunta toscana mi ha detto che quest'anno non metteranno i ticket e non faranno ricorso all'una tantum dell'IRPEF.
Perché la Regione Toscana non ne fa ricorso e noi sì? Perch evidentemente quel bilancio è un bilancio diverso, più solido, più strutturato finanziariamente.
Da questo punto di vista, abbiamo un bilancio che presenta vistose crepe.
Io non nego il fatto che si possa immaginare di ricorrere, nel 2003 alla leva fiscale; contesto che voi pensiate di decidere, adesso, che nei prossimi anni (e cioè per sempre) dovremo scaricare sui piemontesi questo balzello! Questo vi contesto! Poi, per favore, smettetela di dire che non siete il partito delle tasse! Questa cosa finisca una volta per tutte, colleghi della maggioranza! Stendiamo un velo pietoso: voi siete, in Piemonte, il partito delle tasse! E badate che le tasse si devono e si possono anche pagare; io non sono contrario, perché in una società del Welfare le tasse dovrebbero servire a finanziare anche i servizi; andrebbero pagate in proporzione al reddito e dovrebbero essere utilizzate per fare una politica sociale che crei pari opportunità. Ma voi siete il partito delle tasse! Questa è la prima questione.
Secondo: perché quest'anno immaginiamo nuovamente il ricorso alla leva fiscale? Immaginiamo questo perché, in una condizione di crisi del Piemonte, riteniamo che la leva possa essere lo strumento con il quale riallocare le risorse? Potrebbe essere una scelta, noi diciamo ai piemontesi: "Tiriamo la cinghia quest'anno -voi lo dite per sempre - perch abbiamo la Fiat, il tessile - dice l'Assessore Pichetto - e tanti altri settori in crisi, abbiamo bisogno di risorse con le quali sostenere l'economia regionale". Sarebbe una scelta, una tassa di scopo, la immagini in funzione di una politica, oppure di una riorganizzazione dei servizi sociali o di una sanità che funziona.
Tra l'altro, vorrei chiedere all'Assessore Pichetto in quale misura e in quale modo la Giunta regionale intende risolvere il problema degli oneri che gravano sulle ASL per effetto della mobilità passiva, siccome mi risulta che avete dato ai direttori generali la disposizione che questa deve rientrare, che deve essere finanziata dalle ASL, nel senso che ciascuna ASL deve farsi carico degli oneri che comporta questa mobilità passiva.
Prima abbiamo tagliato i servizi, quindi, altro che sprechi; tagliati i servizi, la gente va a curarsi da altre parti e poi dite di no.
Prima avete inventato l'ossessione dei pareggi, per cui i direttori avevano il problema di garantire il pareggio di bilancio indipendentemente dal servizio e, paradossalmente, erano interessati i direttori delle ASL a favorire la mobilità passiva; oggi, gli dite: "Pagatela voi", ma in quali condizioni, in quale contesto, con quali risorse? In ogni caso, non c'è qui la conferma che occorre riqualificare la sanità senza tagliare i servizi e le prestazioni? Tutto questo, Presidente, per concludere in questo modo. Voi utilizzate la leva fiscale nel prossimo anno non per investimenti, ma per sanare il deficit. Voi siete costretti a fare ricorso alla leva fiscale perché non avete avuto la forza e il coraggio di mettere mano ad una riforma della spesa corrente della Regione. Non c'è una lira in più destinata agli investimenti che derivi da una riqualificazione della spesa corrente della nostra Regione.



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, la prego di terminare l'intervento.



RONZANI Wilmer

Ho terminato, mi scuso.
Dico soltanto più che non c'è una lira che provenga dalla spesa corrente. Se aveste fatto quella scelta avremmo probabilmente avuto la possibilità di rastrellare e recuperare risorse che, magari, potevano consentire di fare ricorso in maniera diversa, per l'anno in corso naturalmente, all'aumento dell'addizionale. Non è scritto da alcuna parte che deve essere per forza lo 0,5% ed è anche per questo che noi contestiamo il fatto che questo balzello, che vorreste far pagare negli anni a venire alle famiglie piemontesi, diventi permanente.



PRESIDENTE

Informo i colleghi Consiglieri che sull'art.1 gli emendamenti sono così rubricati nell'ordine di votazione, così ognuno, se decide autonomamente può già riflettere il tipo di intervento da svolgere successivamente: n.
1.1), emendamento interamente soppressivo dell'art. 1; il n. 1.2) che è praticamente uguale al n. 1.3).
La parola al Consigliere Saitta sulla discussione generale.



SAITTA Antonio

Signor Presidente e colleghi, mi pare che la discussione che stiamo avviando sull'articolo 1 del disegno di legge sia un po' monca, nel senso che abbiamo deciso, se ho capito bene, di intraprendere questa navigazione a vista senza avere in qualche maniera immaginato, come era stato ieri annunciato da parte dell'Assessore Pichetto, una modalità o alcune linee sulle quali si poteva svolgere la discussione.
L'Assessore Pichetto, ieri, rivolgendosi alla minoranza prevalentemente, ma non soltanto, tra le numerose cose che ha detto, se non ho sbagliato l'interpretazione, ha lasciato intendere una disponibilità da parte della Giunta ad esaminare alcuni emendamenti della minoranza e ha fatto anche riferimento ad alcuni temi che gli emendamenti della minoranza hanno messo in rilievo.
Non ripeto ora le questioni messe in rilievo, ma ricordo perfettamente che l'Assessore Pichetto si è soffermato sulla questione dell'assistenza in modo particolare su RSA e RAF, si è soffermato sulla questione degli ospedali e su altri temi, che sono abbastanza noti.
Credo che si debba cercare di capire se questa risposta che lui ha iniziato a dare è una risposta sua personale oppure se è una risposta della Giunta. Ieri, durante la sospensione richiesta dal collega Cattaneo, è stato detto che la Giunta e la maggioranza valuteranno gli emendamenti.
Credo che sia utile e opportuno capire l'orientamento non soltanto dell'Assessore Pichetto, ma, a questo punto, della Giunta, in ordine all'ipotesi che lui ieri ha avanzato e capire su quei temi che la minoranza ha messo in evidenza qual è poi la posizione definitiva, perché lui ieri si è spinto fino ad un certo punto e finora non ci sono commenti alle sue dichiarazioni.
Non vorrei essere malizioso, ma la strada scelta da parte della maggioranza non è come quella indicata dalla Giunta, c'è un dibattito in corso, la minoranza pone alcune questioni, la Giunta comincia a dire alcune questioni, non tutte si possono vedere, la risposta non arriva da parte della maggioranza, ma arriva da una parte della maggioranza che si impossessa di alcuni emendamenti della minoranza.
Si deve essere chiari: se intendete che il confronto politico voglia dire impossessarsi degli emendamenti della minoranza, siamo sulla strada sbagliata.
Qui, le questioni sono quelle di ieri, la minoranza che pone alcune questioni, la Giunta che ha dato la disponibilità ad affrontare alcuni temi, non è che il meccanismo cambia momento per momento e la minoranza accetta di lasciarsi imbavagliare in questa maniera, cioè, lasciando che parte della maggioranza acquisisca emendamenti! No, così non ci siamo, non può essere! Credo di interpretare anche la volontà degli altri colleghi dicendo di non illudervi che il bilancio possa avere una discussione facile se pensate di bloccare l'azione politica che una minoranza vuole fare, ponendo delle proposte, dando dei suggerimenti, togliendo la titolarità di svolgere un ruolo. No, queste sono furbate! Il tema va riportato alle questioni di ieri, la minoranza ha posto delle questioni, l'Assessore ha detto che su alcune c'è una disponibilità e una apertura, poi è stata chiesta la sospensione, ora si deve capire se questa disponibilità c'è ancora. Si deve capire se dobbiamo discutere con la maggioranza e con la Giunta, oppure se non ci sono interlocutori, oppure se tutto è lasciato alla libertà, alla fortuna e al caso.
Non credo che questo sia un elemento irrilevante, perché ieri l'Assessore Pichetto, parlando di ospedali, ci ha detto che la proposta di finanziamento agli ospedali di Verbania, Novara, ecc., è sulla strada sbagliata perché si deve approvare la legge finanziaria. Ci ha criticato e ha detto: "No, che senso ha bloccare delle risorse?". L'Assessore ha contestato un emendamento. Allora, se c'è coerenza, credo che l'Assessore Pichetto dovrebbe dire alla sua maggioranza che l'incoerenza della minoranza è perfetta, identica ed uguale a quella della maggioranza. Si è impossessato di questo emendamento, con una cifra diversa, ma se n'è impossessato letteralmente. Bisogna capire la situazione, occorre un minimo di coerenza tra le posizioni della Giunta e quella della maggioranza. Se la minoranza avanza delle proposte queste sono irrealistiche, pretestuose ed occorre la legge finanziaria, se invece le stesse vengono proposte dalla maggioranza, sono diverse? Questo è il tema. Sono questioni politiche estremamente delicate.
In merito ai LEA l'Assessore ieri ha detto: "l'anno scorso ... la cifra ... qua... là.. su.. giù, ad ogni modo vediamo..." mentre oggi viene riproposto con modalità abbastanza simili. No, non va bene. Dobbiamo decidere qual è il momento, altrimenti scatta un meccanismo alla rincorsa degli emendamenti, al rialzo. È una strada che non porta assolutamente da nessuna parte.
Assessore, lei è una persona molto corretta nei rapporti istituzionali non è che qui non si discute delle questioni sanitarie, ieri lei ci ha detto che sulla sanità vedremo nel Piano sanitario. No, la questione sanitaria è la parte più importante del bilancio e dobbiamo discutere in aula tutti i risvolti finanziari. E' importante la presenza dell'Assessore come quella del Presidente Ghigo. Sulla questione dell'ospedale Valdese dell'ospedale Mauriziano, delle Molinette, se ne discute qui e sarebbe interessante che l'Assessore D'Ambrosio ci spiegasse - se ne è capace e se ha capito il funzionamento dei meccanismi finanziari - dove, nel bilancio di previsione 2003, è indicato il disavanzo del 2002. Se l'ha indicato oppure ha deciso di non indicarlo. Sarebbe bene che l'Assessore ci spiegasse se è condivisibile, se il Consiglio condivide l'indicazione da lui data, cioè contenere il disavanzo limitando il trasferimento della Regione a quello che lo Stato gli dà, attraverso le vendite immobiliari.
Non è sufficiente dire, Consigliere Gallarini, che il tema va regolamentato. Il problema è che è già avviato un processo, che è di 70/80 miliardi all'anno di vendita del patrimonio. E' un processo ormai avviato: copertura delle spese sanitarie attraverso la vendita di immobili. Ad esempio per il Piano finanziario dell'Ospedale del VCO, ci viene spiegato che l'ASL venderà gli immobili per coprirne una parte. Si tratta di immobili che ha già venduto, quindi vuol dire che questo è un impianto che non tiene più. Ma ha senso continuare a sostenere una politica di vendite immobiliari, già avviata, che ci porterà, tra quattro anni, alla distruzione completa e totale del patrimonio per finanziare le spese correnti? Chi ha autorizzato l'Assessore D'Ambrosio, la Giunta, il Consiglio, a vendere il patrimonio? Ha senso la decisione di avere facilitato la vendita del patrimonio per le spese correnti? Questi temi vanno discussi fino in fondo, non ci sono rapporti che tengono, in sostanza. Qui occorre la presenza dell'Assessore D'Ambrosio e in ogni caso, ritorno al punto iniziale: non so a chi rivolgermi.
Normalmente un'amministrazione, una Giunta ha un capo a cui rivolgersi, con il quale avviare una discussione, presumo che, a questo punto - il Vicepresidente della Giunta non é mai presente -l'interlocutore della Giunta sia l'Assessore Pichetto. Sul piano politico l'Assessore Pichetto ci deve dire che tipo di garanzia vuole dare nel dibattito. Certamente, non accettiamo di essere imbavagliati in una discussione e di essere espropriati di proposte avanzate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Il carattere degli interventi che mi hanno preceduto, sia quello di carattere generale e politico del Consigliere Ronzani, sia la contestazione introdotta dal Consigliere Saitta, meritano alcune considerazioni e risposte e l'esplicitazione ulteriore di una posizione della maggioranza che credo sia doverosa e chiara, partendo dalla considerazione che la Giunta è la Giunta e la maggioranza la sostiene. Più volte abbiamo sentito in Consiglio regionale - ed io sono d'accordo - che lo stesso non pu essere spogliato di tutto.
Cerco di dare un'interpretazione, non autentica perché la può dare solo il Consigliere Saitta, sull'incidente sollevato, penso che tutto il Consiglio regionale, e anche i Consiglieri di maggioranza, possano avanzare le loro proposte.
Noi, come ho detto anche prima della sospensione, non abbiamo stravolto, con la nostra attività emendativa (compreso l'emendamento sulla questione della sanità che vorrei spiegare e riportare nella propria dimensione) il disegno di legge della Giunta regionale (Giunta regionale che sosteniamo e con cui ci siamo confrontati).
Vorrei ribadire che per il 2003 l'IRPEF è stata introdotta con una legge del Consiglio regionale, ma che nell'articolo 1 della legge finanziaria si prevede la conferma dell'addizionale IRPEF per gli anni 2004 2005. E' chiaro che se si fa un calcolo, non dico superficiale perché non voglio essere offensivo, ma certamente e meramente matematico come ha fatto il Consigliere Ronzani, si può sostenere - miliardo più o miliardo meno che, partendo dall'anno 2002, se calcoliamo un gettito di 350/400 miliardi l'anno, sono circa 1600 miliardi di vecchie lire.
Alcune considerazioni. L'anno scorso fu introdotta l'IRPEF per ottemperare, come tutti sappiamo, all'accordo Stato-Regioni dell'8 agosto 2001, quindi per coprire il disavanzo della sanità a totale carico della Regione che era, grossomodo, 360-370 miliardi. Quest'anno siamo in una situazione diversa. La Giunta e la maggioranza che la sostiene si assumono la responsabilità di avere introdotto l'IRPEF con la legge approvata nei mesi scorsi, relativamente all'anno 2003 e nella legge finanziaria sosteniamo l'introduzione anche per il 2004 e 2005. Ma perché? Perché c'è una sostanziale novità, collega Ronzani.
L'IRPEF non serve più per coprire un'emergenza, costituita dal disavanzo nel caso del 2002, quindi per coprire il disavanzo 2001 della sanità, ma serve a finanziare un piano degli investimenti per il rilancio della regione. Lo abbiamo ribadito sia in occasione del dibattito sul DPEFR sia in occasione del dibattito generale, congiunto con legge finanziaria e legge di bilancio. Basta pensare a quanto riportato dalla relazione dell'Assessore, letta dal relatore: il 25% di questo gettito è destinato e vincolato al piano degli investimenti, coprendo un piano di investimento di circa 1000 miliardi vecchie lire. È chiaro che, per sostenere questo Piano di investimenti, nonché la scelta politica che è stata fatta - ci assumiamo la responsabilità di aver introdotto l'addizionale sull'imposta - dobbiamo garantirne la fattibilità, ma soprattutto la possibilità da parte della Regione Piemonte di coprire le rate (o quote, se si preferisce) per gli esercizi futuri, assicurando l'ammortamento dei mutui che consentiranno tali investimenti.
Dall'IRPEF trarrà sostegno anche il Fondo rotativo della FIAT e dell'automotive, con alcune disponibilità, in aggiunta al conto capitale anche sulla spesa corrente.
L'introduzione di nuove tasse non è mai una decisione popolare.
sempre una scelta difficile, ma ce ne siamo assunti la responsabilità.
Tuttavia, a fronte di un'emergenza di due anni fa, abbiamo anche puntualmente specificato nei documenti che sono all'attenzione dell'Aula (il disegno di legge della Finanziaria e del Bilancio) che cosa intendiamo fare con tali risorse.
Chi governa deve operare delle scelte. Potevamo, come hanno fatto altre Regioni, non introdurre l'addizionale IRPEF. Non avremmo avuto, però, la disponibilità di questi fondi, e il Piemonte sarebbe stato privato di un progetto e di un piano di rilancio che, attraverso gli investimenti, pu garantire alla nostra Regione un ruolo centrale non solo in Italia, ma anche in Europa.
Si tratta, comunque, di una politica che ha conseguito dei risultati: in due anni e mezzo, come ricordavamo l'altro ieri, grazie anche all'azione del Governo regionale, sono stati creati, ad esempio, 100.000 posti nuovi di lavoro; abbiamo portato il tasso di disoccupazione al 5%, e siamo una delle Regioni "pilota" in Europa per il sostegno all'imprenditoria e al lavoro femminile.
Sono scelte. Se si vuole governare, offrire risposte, certezze e riscontri alle speranze e alle aspettative dei piemontesi, si devono fare delle scelte e prevedere dei finanziamenti per le stesse.
A tal proposito, ricordo che vi è un emendamento depositato da tempo dalla maggioranza di destinare il 10% del gettito IRPEF - è un aspetto che so essere condiviso anche dall'opposizione, come ribadiva ieri la collega Suino - per creare, in prima battuta, circa 1.300 o 1.400 posti convenzionati per gli anziani non autosufficienti. È una risposta sociale garantita dal gettito IRPEF.
Al di là di qualche emendamento strumentale, che peraltro rispettiamo valutiamo e sul quale ci confronteremo, mi si dica come si vuole sostenere questa partita in modo alternativo. Si poteva proporre di diminuire da una parte o dall'altra, ma se vogliamo sostenerla concretamente, andava operata una scelta.
Noi abbiamo fatto la scelta "in entrata" e ce ne assumiamo la responsabilità, ma facciamo anche la scelta "in uscita" in un comparto importante e significativo come quello sociale, garantendo dei posti convenzionati per gli anziani, che rimane una nostra priorità, ma che sappiamo essere condivisa anche da voi. In questi anni, ci siamo confrontati e abbiamo trovato, quantomeno su questo obiettivo, una convergenza. Magari le modalità proposte sono state diverse, ma l'obiettivo è stato sempre condiviso.
Siamo stati accusati di voler spogliare l'opposizione delle proprie idee. A tal riguardo, consentitemi una considerazione di carattere generale e una di carattere particolare.
Noi non vogliamo spogliare nessuno delle proprie idee, tanto meno l'opposizione. Abbiamo semplicemente presentato un'attività emendativa parlo a nome della maggioranza - molto ridotta, che non stravolge questo documento. La Giunta ha presentato i propri emendamenti che, così come ricordava l'Assessore Pichetto nella relazione iniziale, comprendono alcuni temi e alcune problematiche poste in evidenza dall'opposizione che erano contenute in quegli emendamenti che sono stati respinti in blocco in Commissione.
La maggioranza ha voluto precisare e portare all'attenzione dell'Aula delle proprie scelte storiche, sulle quali, in questi anni, ha preso posizioni politiche e istituzionali chiare, che voi avete interpretato come "politica dell'annuncio", come quella sugli ospedali (penso che si riferisse a questo il Consigliere Saitta). Abbiamo presentato un emendamento che voglio illustrare e riportare nella reale dimensione.
Quante volte in quest'Aula e sugli organi di informazione il Presidente Ghigo, la Giunta regionale e l'Assessore D'Ambrosio sono stati accusati di operare una "politica degli annunci" (vedasi l'ospedale del Verbano-Cusio-Ossola, l'ospedale di Novara e altri). Quante volte! Quante volte, a fronte di posizioni politiche chiare e di delibere di Giunta anche con copertura finanziaria (mi riferisco, ad esempio, al finanziamento dello studio di fattibilità del nuovo ospedale del Verbano Cusio-Ossola) è stato falsamente detto, all'esterno di quest'aula, che non c'era nessuna delibera, tanto meno esistevano le risorse! La Giunta regionale - come vedete non spogliamo nessuno delle proprie idee - ha già previsto nel disegno di legge così come licenziato dalla Giunta stessa 100 milioni di euro sul 2003 e sul 2004.
Come maggioranza - e rivendichiamo questo ruolo come Consiglieri regionali, perché non ci facciamo mettere il bavaglio da nessuno! abbiamo semplicemente presentato un emendamento dignitoso, di chiarezza e in linea con le scelte fatte dalla Giunta e con le scelte politiche da noi esplicitate e contenute in senso generale in quei capitoli di Bilancio così come licenziati dalla Giunta regionale. Abbiamo precisato e valutato con attenzione la vostra proposta di voler inserire ulteriori 50 milioni di euro per l'anno 2005. Abbiamo semplicemente aggiunto un ulteriore comma dove esplicitiamo - in modo che non si possa più essere accusati di fare le "politiche dell'annuncio" oppure il "gioco delle tre carte" - la dotazione già indicata dalla Giunta almeno sull'anno 2003 e 2004. L'aggiunta del 2005 viene introdotta con l'emendamento proposto dalla maggioranza. Ma si specifica, inoltre, che queste risorse sono destinate prioritariamente al finanziamento e alla compartecipazione (non dimentichiamo che la stessa legge Finanziaria ha due articoli importanti sulla finanza di progetto e sulla finanza innovativa) per la realizzazione e l'istituzione delle nuove strutture sanitarie. Ne abbiamo fatto un elenco. Tra parentesi, manca un ospedale che voi avete indicato, mentre ne abbiamo aggiunto un altro che per la Giunta e per la casa delle Libertà resta una priorità, che è la nuova Cittadella della salute Molinette 2. Per noi rimane un obiettivo indispensabile per offrire una risposta importante nell'ambito della sanità e del rilancio socio-economico del Piemonte e della città di Torino.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Cercherò, naturalmente, di rispettare il tempo che mi viene concesso ma ho visto che il Presidente ha mostrato una certa tolleranza, per cui, se per caso non ce la farò, spero che la stessa tolleranza sia riconosciuta anche al sottoscritto.
Credo che il Consigliere Saitta abbia sollevato un problema serio.
Ieri abbiamo interrotto i lavori dopo una comunicazione dell'Assessore che annunciava una serie di proponimenti sui quali la maggioranza ha richiesto una sospensione per un confronto con la Giunta.
Effettivamente, prima di entrare nel merito di un dibattito generale sugli articoli, sarebbe stato serio avere delle informazioni. Ieri c'è stata una richiesta di interruzione dei lavori del Consiglio, ma a me pare che non abbiamo ancora ricevuto un'informativa sul risultato dell'interruzione, mentro lo ritengo utile per il proseguimento del dibattito.
Ieri, l'Assessore Pichetto nella sua replica è stato più determinato ed efficace del solito, è stato abbastanza deciso e preciso ed ha indicato delle scelte. Devo dire che - mi dispiace per lui - non è stato assolutamente convincente. Se il risultato di ciò che ha indicato nella sua replica è che la sua maggioranza fa esattamente l'opposto, ci deve essere qualcosa che non funziona. Evidentemente, la sua maggioranza non ha ascoltato con attenzione ciò che ha detto.
Sulla questione degli ospedali l'Assessore Pichetto è stato molto preciso nel dire che non sarebbe servito aggiungere un solo euro nel prossimo bilancio, semmai si poteva indicare i capitoli dove venivano eseguite determinate operazioni, ma ha precisato che non serve indicare cifre.
L'Assessore ha perfino detto: "Fatelo pure, perché quell'operazione mi crea delle riserve". La maggioranza forse ha colto questo aspetto, anche se non mi sembra dalle dichiarazioni del Consigliere Cattaneo che fosse questa l'intenzione degli emendamenti. Assessore - ripeto - dopo la sua dichiarazione la sua maggioranza gli va contro. Esiste un problema, come credo ci sia un problema di rapporti tra maggioranza e minoranza sulla Finanziaria. È chiaro che la maggioranza ha teoricamente i numeri, anche se sappiamo che nei fatti questa possibilità non viene sempre esercitata da parte della maggioranza.
Mi pare che ci sia qualcosa di malato se la maggioranza contemporaneamente presenta una manovra finanziaria e pretende anche di correggerla, mentre gli altri assistono al gioco; anzi, quando riteniamo che vi sia una proposta intelligente, voi ci dite: "Non dovete appropriarvene, ci pensiamo noi".
A me pare che ci sia un gioco malato e perfino pericoloso, perch permette qualsiasi cosa.
Un altro problema che volevo sollevare, che è stato al centro dell'intervento del Consigliere Ronzani, riguarda il fatto che la manovra finanziaria di aumento delle tasse quest'anno ha una durata limitata. Credo che questa operazione non era nelle intenzioni della Giunta, perché ci aveva proposto un provvedimento illimitato, ossia una proposta che avesse un valore illimitato, e penso che questa continui ad essere l'intenzione della Giunta. Ritengo che sia stato il dibattito in Commissione e in Aula a porre dei vincoli di tempo, ma l'intenzione della Giunta è di rendere permanente una manovra straordinaria. Quello che è cambiato non è l'oggetto della questione, ma gli elementi che avevano all'origine la straordinarietà della manovra sono diventati permanenti e strutturali. Credo che questo fatto non sia positivo.
Il Consigliere Ronzani ha fatto bene a sottolineare il gioco delle tre carte che fa la maggioranza: a livello nazionale dice che vuole diminuire le tasse, mentre a livello locale le aumenta, ed è la stessa compagine politica che compie entrambe le operazioni. Anche su questo vi è un elemento di imbroglio politico.
Agli elettori durante la campagna elettorale si promette un determinato percorso, poi, quando si governa, bisogna essere pratici e, quindi, si fa quello che si può. Bisogna riconoscere che forse è stato un errore fare certe promesse e se si cambia una strategia almeno si abbia il coraggio di dire: "Quella strategia aveva degli elementi non realistici e, quindi, la cambiamo", invece non si ammettono i propri errori. Si continua a dire una cosa che è esattamente l'opposto. Si continua a fare questo tipo di giochetto che mi pare che non sia utile alla trasparenza. I politici devono essere giudicati non solo per le promesse che fanno durante la campagna elettorale, ma sull'operato, quindi cerchiamo di avere un'etica da questo punto di vista, che - ripeto - non è molto in voga tra di noi.
L'ultima considerazione che volevo fare è che credo fossero possibili mi pare l'abbiamo detto più volte - fare manovre alternative anche rispetto all'aumento delle tasse, così come forse era possibile fare una politica più rigorosa, non dico di taglio, ma di controllo della spesa. Devo dire che, oggi, seguendo i giornali radio, l'On. Fini ha partecipato all'annuale riunione della Corte dei Conti, in quell'occasione il relatore ha denunciato una gestione "allegra" dei conti da parte delle amministrazioni citando una serie di fondi, tra cui l'eccessivo uso delle consulenze per gli appalti esterni da parte degli enti pubblici e si riferiva non solo allo Stato, ma all'insieme degli enti pubblici. È una questione che solleviamo da più tempo e che invece viene perseguita con forte determinazione da parte della maggioranza. Anche in questo caso ci arrivano dei suggerimenti da parte di chi controlla e sarebbe tempo di accoglierli perché potrebbero permettere delle manovre alternative e liberare possibilità di spesa più efficaci.
Spero che le dichiarazioni di questo Magistrato non vengano considerate come, essendo anch'esso Magistrato, semplicemente frutto di una sorta di politicizzazione della Corte dei Conti, per cui non contano niente e sono un puro attacco politico alla maggioranza. Credo che non si tratta di un attacco politico, quindi queste dichiarazioni e la relazione debbano essere acquisite da parte nostra e colte attentamente per capire dove possiamo avere sbagliato e agito in modo scorretto rispetto alla gestione della cosa pubblica di cui siamo in qualche modo responsabili.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Riprendo da dove i Consiglieri Saitta e Papandrea hanno interrotto.
Si delinea un problema di una qualche consistenza che ci ha portato già altre volte, a vivere non tra le pagine migliori, ma tra quelle peggiori, della nostra vita consiliare.
In qualcuno c'é un difetto antico. Non saper tenere un confronto anche alternativo, da posizioni diverse - ma un confronto istituzionalmente corretto in cui le diverse posizioni emergono, si confrontano in un'aula e si arriva ad un merito di dialettica politica che conoscerà dei risultati piuttosto che altri, in un confronto esplicito, aperto e istituzionalmente corretto. In questo modo la maggioranza potrà dire "della mia manovra iniziale ho salvaguardato, l'80, il 90%." Nelle sue linee fondamentali dentro una dialettica istituzionale e politica si sono affermate, per una quota parte ritengo inferiore stante anche le composizioni numeriche alcune delle ragioni, qualora reali e sostanziosamente presentate, che anche altre forze politiche, minoranze anche nella loro diversa collocazione e caratteristica, hanno rappresentato in Consiglio perch erano questioni del Piemonte.
A questa, che sarebbe la normale e sana dialettica politica, esplicita aperta che può avvenire all'interno di una istituzione fatte salve le maggioranze e le minoranze che gli elettori hanno determinato, c'é sempre qualcuno che ha il vizio del gioco dell'ultimo momento, della carta dell'ultimo momento, dello scompaginamento della carte stesse. Noi vorremo capire alcune questioni. Una l'abbiamo capita dai giornali: la maggioranza ha un candidato per il terzo mandato, non abbiamo capito se ha un referente della maggioranza in quest'aula, per ciò che resta del mandato attuale.
Questo è il punto, un po' controverso in tutte le posizioni cruciali. Il terzo mandato va bene, ma da qui al terzo mandato cosa succede? Con chi parliamo delle questioni sostanziali del Piemonte? Con quale parte della maggioranza? Con quella più oltranzista, rappresentata dall'ala dura di Forza Italia che sempre, su tutti i provvedimenti più consistenti spinge mostra i muscoli e poi, naturalmente, come sempre capita in una politica muscolare, si scivola sul numero legale. Il numero legale è quella cosa insidiosa, che sta sempre alle spalle di qualsiasi maggioranza muscolare.
Dall'altra parte, c'é un'ala governativa-istituzionale che, mantenendo le reciproche e diverse posizioni, quanto meno si predispone all'ascolto (i risultati poi sono il merito della battaglia politica che ognuno sa dare o sostenere).
C'é poi qualcuno che si mette in mezzo e impasticcia le carte che, per una parte sceglie una linea governativa istituzionale, per l'altra soprattutto quando si parla del VCO che è questione assolutamente eccitante, scivola verso le linee più dure e più oltranziste e si conclude un momento di confronto in un certo modo. Si fanno anche precise domande chiedendo se quello era l'unico merito che avevamo davanti e si arriva al pomeriggio con il solito gioco delle tre carte, con l'emendamentino furbesco, con il gioco che impedisce qualsiasi ordine di confronto.
Se le cose stanno così, noi siamo molto tranquilli, abbiamo capito che la possibilità di esercitare un confronto su linee anche alternative e fare un discorso serio di merito, non è possibile. C'é sempre qualcuno che elude il merito e sceglie o le proprie scivolate clientelari, oppure l'incapacità di mettere insieme le anime, non solo della maggioranza, ma magari del suo stesso Gruppo.
Davanti ad una cosa come questa sapete cosa facciamo? Cominciamo dall'emendamento n. 1 con grande modestia ed umiltà, facciamo il nostro mestiere, interveniamo, vediamo se, attraverso questa strada, si riesce far comprendere con più forza le ragioni di quel Piemonte che noi vogliamo sostenere, e procediamo con tranquillità ed umiltà. Probabilmente perderemo l'intera battaglia politica, ma l'avremo data, quanto meno con chiarezza facendo sapere quali erano le ragioni della nostra opposizione. Tutte le altre cose, rendono impossibile qualsiasi ordine di confronto.
A questo punto a voi una scelta. Per quanto riguarda la giornata odierna, al momento in cui siamo, avremmo anche un problema di numero legale. Si tratta di capire se si continua con la linea muscolare anche senza il numero legale e, in una sala dove ognuno parla e non c'é nessuno che riesce ad interloquire con l'altro, è una scelta che si può fare.
Bisogna capire se sia istituzionalmente utile per discutere documenti dell'importanza di un bilancio e di una finanziaria. Se, invece, si pensa di dover fare un confronto di merito e programmatico tra un visione di bilancio e di finanziaria presentata, una proposta alternativa di forte contenuto sociale - in particolare sulla sanità, sull'assistenza, sulla questione dei lavoratori oggi disoccupati o in cassa integrazione in particolare condizione di difficoltà nella nostra regione - bene, allora si fa quel confronto, su quell'ordine di problematiche e lo si fa seriamente.
Si ritorna, sostanzialmente, ad un punto che ci sembrava abbastanza avanzato, quanto meno del regime di ascolto, che era quello di ieri sera.
Se il punto da cui si comincia a discutere è quello determinato dalle scelte di oggi, che possiamo definire solo "furbesche", noi riprenderemo dal primo emendamento facendo il lavoro a cui avevo accennato prima.
In sostanza vogliamo capire che discussione stiamo facendo, con quali caratteristiche e di che tipo: prima questione. Seconda questione: con quale interlocutore lo stiamo facendo? Chi è la maggioranza? Chi è in questo momento la maggioranza e il governo di questa regione? Ovviamente se è ciascuno per sé, lei capisce, Assessore Pichetto, che per noi si moltiplicano le sedi e i tavoli della discussione: a questo dovremmo attrezzarci. Troveremo una soluzione anche per questo, come l'Assessore sa la nostra fantasia istituzionale è poliedrica. Ripeto, vorremo sapere chi è l'interlocutore. Vorremmo soprattutto sapere se, nelle sue varie anime, il Governo e la maggioranza che lo sostiene, riescono ad unificare una posizione. Sia per lei, Assessore, che ha le più ampie competenze sulla questione, ma anche per noi, il lavoro sarebbe più semplice e produttivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Ho seguito attentamente il gradevole intervento della Consigliera Manica. Sono d'accordo che conviene procedere oltre e poi verificare, come si dice nel linguaggio imprenditoriale, a stato avanzamento lavori.
Capisco tutti gli auspici reconditi che l'opposizione può coltivare, ma in quest'aula, da quello che è emerso in Commissione e in questi tre giorni non vi è nessun elemento per potere rendere legittima, come provocazione la domanda: "Qual è la maggioranza?". Questo, per la semplice ragione che qui non ci sono né muscoli né anime da evidenziare. Per la conseguente ragione, non vi sono esigenze di composizioni da operare, perché è stato detto stamattina ed è stato ribadito oggi - non vi è mai stata nessuna smentita alla linea che ha tracciato il Presidente, prima, e l'Assessore poi.
Con il terzo mandato, evidentemente, si determina una presenza che diventa ontologica in quest'aula. Questo è il dato di fondo e capisco che possa crearvi qualche smarrimento o suscitare qualche forzata ilarità, ma la situazione è questa.
La serietà del confronto, quindi, sta avvenendo su quelle posizioni che sono note: 80 emendamenti in Commissione, 200 emendamenti oggi in aula, che ci hanno fatto riunire e riflettere.
Il punto è che ci sono due filosofie che si confrontano e tutto pu essere raccolto in un confronto serio, senza pensare a snaturamenti né a sbiadimenti, perché riteniamo che operando così non si faccia il bene del Piemonte e dei piemontesi.
Andiamo avanti! Non inventiamo situazioni di frizioni o di fratture che non esistono: c'è un'esigenza di confronto; non c'è stata, non c'è e non ci sarà nessuna furbizia.
Vi è un momento di riflessione, che raccoglie le posizioni della maggioranza.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Galasso.
La parola alla Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Sollecitata anche dall'intervento del collega Galasso - che è sempre un intervento che si ascolta volentieri - pongo una questione di metodo, poi arriverò al merito dell'art. 1.
Sulla questione di metodo, già diceva la collega Manica e, prima ancora, il collega Ronzani.
Francamente, siamo rimasti stupiti e anche delusi, perché non c'è limite all'incoerenza con la quale avete caratterizzato questo ritorno in aula.
Nella giornata di ieri ci avete chiesto giustamente di sospendere il Consiglio, dopo aver sentito un intervento alla "Valium" dell'Assessore Pichetto. Metodo vorrebbe che oggi in aula venissero tracciate delle linee e comunicato l'eventuale permanere delle divergenze, quali continuano ad essere, ed i punti sui quali si addiviene ad un accoglimento.
Questo significa entrare nel merito degli emendamenti che sono stati presentati correttamente in Commissione, che sono stati poi ripresentati in aula e che meritano delle risposte chiare.
Ci saranno degli emendamenti sui quali la maggioranza è disponibile ad un accoglimento, e quindi dirà sì; ci saranno degli emendamenti - la stragrande maggioranza, probabilmente - sui quali la maggioranza non è d'accordo ad un accoglimento, e quindi dirà no.
Non esiste il gioco delle tre carte, dove la maggioranza presenta gli stessi nostri emendamenti, presentando dei controemendamenti e ponendoci nella condizione di non discutere nel merito di quanto da noi posto.
La domanda che diventa inevitabile è questa: se non ci fossimo sentiti in dovere e in diritto di presentare degli emendamenti di merito (vedasi quelli sui LEA, sul fondo sociale di sostegno ai lavoratori in crisi, sulle RSA e gli anziani), di sostanza economica e sociale, voi non vi sareste sentiti in dovere di presentarli? Non c'è l'Assessore Pichetto, che cortesemente e simpaticamente ho chiamato "Valium", quindi non so a chi rivolgermi; ci sono altri significativi esponenti della Giunta, ma mi pare che l'effetto "Valium" stia dando anche su di loro delle conseguenze non proprio attivissime.
Questo, colleghi, è un problema! Se non avessimo presentato i nostri emendamenti, questa maggioranza, così unita e compatta all'unisono, non avrebbe presentato modifiche sui LEA, sugli anziani, sul sostegno, in vari modi, alla popolazione che paga in prima persona gli effetti di una crisi industriale? Abbiate almeno il coraggio di venire in aula, senza fare il gioco delle tre carte e senza prendere in giro la gente! Diteci: "Riconosciamo che questi 10 emendamenti sono, nella sostanza, meritevoli di una modifica magari facciamo di più, siamo in grado di aggiungere qualcosa o di diversificarli, ma riconosciamo la valenza politica della minoranza".
Questo è democrazia e istituzione! Il gioco delle tre carte non fa bene a nessuno! Dopodiché, stamattina abbiamo sentito il collega Cattaneo intonare la solita storia sugli ordini del giorno. Per cortesia, collega, questa è una finanziaria! Come giustamente mi diceva il collega Ronzani,una finanziaria si fa con una legge: sono leggi! Cosa ci venite a dire sugli gli ordini del giorno! Abbiamo esperienza anche noi! Certo, un ordine del giorno non si nega mai a nessuno, ma quanti ordini del giorno abbiamo già votato, sui quali abbiamo trovato unanimità di intenti, e poi non hanno modificato assolutamente nulla? Dopo un'operazione del genere, una finanziaria di questo tipo e uno sforzo emendativo quale il nostro, di cui ci siamo fatti carico doverosamente, voi tornate in aula e ci dite: "Ma sì, vedremo, risolviamo il problema con qualche ordine del giorno!".
Per cortesia, comportiamoci da adulti e possibilmente con una certa coerenza! Dopodiché, l'art. 1, che è quello, tra tutti, forse, più iniquo e pesante, conferma una manovra che avete detto in tutti i modi, ai piemontesi e a noi, nel passato anno, essere una manovra straordinaria e di emergenza: l'IRPEF.
Avete detto: "Adottiamo questa soluzione perché siamo in una situazione tragica, tremenda per la sanità", quasi che prima non ci foste e ve ne foste accorti solo all'ultimo momento! Ma lasciamo stare, questo è un altro discorso, ma è un fatto straordinario: chiediamo ai piemontesi di farsi carico di una misura eccezionale e straordinaria per porre freno ad una emorragia che non sappiamo dove ci stia conducendo. Bene, vi abbiamo creduto tutti quanti, anche se noi un po' meno.
Nell'articolo 1 c'è la riconferma dell'IRPEF non più come forma straordinaria, eccezionale e di emergenza, ma quale misura strutturale, per una pluriennalità che non sappiamo quando si potrà fermare. E' una misura che richiede nuovamente ai piemontesi di tirare la cinghia ulteriormente quindi, si tratta di aggiungere almeno un altro foro a quello che già si è fatto per lo scorso anno, non basta più, bisogna tirarla un po' di più questa cinghia! Ciò che continuate a sottovalutare è la somma delle azioni politiche nazionali e regionali, che provocano il devastamento in termini finanziari delle politiche sanitarie, per questo motivo sono necessari tanti fori a questa cinghia, che si tira sempre di più.
Riconoscete che è stata una grossa bugia che avete raccontato ai piemontesi. Forse, eravate anche convinti che si potesse mantenere una tantum, dopodiché, vi è piaciuto il giocattolo e lo avete imposto. Questo giocattolo lo imponete a tutti i piemontesi che già da un anno continuano a pagare pesantemente sul versante sanitario e delle tasse.
Questo è quanto fate con l'articolo 1, dopodiché, applicate tutto ci che la legge consente. La legge consente il 25%, bene, quel 25% viene preso interamente e utilizzato - voi dite - come volano e come rilancio. Noi tanto per cominciare, Assessore Pichetto, le diciamo di venire in Aula a dirci come si rilancia sul fronte degli ospedali dell'Ordine Mauriziano e Valdesi, come si rilancia sulla mobilità passiva alla quale siamo stati assoggettati come popolazione piemontese soprattutto del nord-est. Come si fa fronte a quello che è ancora il disavanzo attuale in quella stessa voce che si chiama "sanità", per la quale vi siete inventati una misura straordinaria lo scorso anno? Come mai non venite a fornire queste risposte? Come mai fornite soltanto una risposta, nuovamente demagogica e populista, che prende in giro la popolazione piemontese, perché le dite: "Vi riconfermiamo l'IRPEF sine die, poi vedremo, ma non preoccupatevi, darà valore aggiunto, sarà un grande rilancio"? Diteci prima come vengono sanate le enormi fratture che ancora esistono sul versante sanitario e non solo. Diteci prima come pensate di attuare una politica seria e industriale, entriamo nel dettaglio, ma con onestà. Su una serie di emendamenti avete ragione, lo riconosciamo e li votiamo, su altri emendamenti avete torto, dal nostro punto di vista, e ve li respingiamo, ma in trasparenza e confrontandoci sulle idee nel merito, non con i giochetti delle tre carte!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente, ricordo quanto verificatosi in una trasmissione televisiva condotta da chi, per ordine del Presidente del Consiglio, non conduce più la sua trasmissione alla Rai. L'ex coordinatore regionale di Forza Italia, Rosso, a una precisa domanda relativa alla vicenda Odasso e alla questione dell'addizionale IRPEF aveva detto esplicitamente: "L'addizionale IRPEF è solo per questo anno, lo ha detto il Presidente Ghigo e Ghigo non è un quaquaraqua. Se la dovesse reintrodurre l'anno successivo, sarei il primo a dirgli che è un quaquaraqua".



(Commenti fuori microfono)



RIGGIO Angelino

E' registrato.
Ma il Presidente Ghigo non c'è, ma spero proprio che non ci sarà per i piemontesi per altri cinque anni dopo questi due anni e mezzo, lo spero veramente per la sanità piemontese. La sanità piemontese ha una tradizione formidabile, eccezionale e di grande valore, ma riuscire a reggere a 15 anni del Presidente Ghigo e dell'Assessore D'Ambrosio è un'impresa che nemmeno alla sanità piemontese potrebbe riuscire.
Comunque, qui siamo in presenza della ripresentazione dell'addizionale IRPEF e lasciamo a Rosso la spiegazione del significato di una cosa di questo genere. Il Capogruppo di Forza Italia ci spiega, invece, che l'addizionale IRPEF ha un significato abbastanza importante e preciso perché si tratta di sostenere un piano di investimenti, che - ahimé - non può essere sostenuto dall'intero aumento dell'addizionale IRPEF, ma solo dal 25%.
Innanzitutto, vediamo da dove nasce l'esigenza di avere questo ulteriore finanziamento; nasce da usa cosa precisa, dal fatto che avete raschiato il fondo del barile per quello che riguarda la capacità di indebitamento della Regione Piemonte, perché siete stati costretti ad accendere un mega mutuo di 1.200 miliardi, che, in parte, avete spalmato sulle aziende sanitarie, ma, nella sostanza, è a carico della Regione Piemonte e, malgrado il trucchetto contabile di farlo ricadere sulle aziende sanitarie, di fatto, ha messo la Regione Piemonte nella condizione di non potersi più indebitare, se non ricorrendo ad un innalzamento di quelle che sono le proprie entrate. Questo per il 25%; però, non è chiaro quale sia questo piano di investimenti. Sappiamo che c'è all'orizzonte il grattacielo di Ghigo e siccome, per esempio, ci ricordiamo di Ramses perch ha costruito una piramide, il Presidente Ghigo si preoccupa per cosa dovrà essere ricordato. Sarà ricordato per quello che ha fatto per la sanità piemontese? Sicuramente no, almeno, lui spera di non essere ricordato per quello, allora, cerca per lo meno di essere ricordato per un grattacielo che a qualcosa dovrà servire.
L'altro 75% a cosa serve? Questo 75% serve per un deficit della sanità che non è ancora chiaro in questa Aula, rappresentando un difetto gravissimo di questo bilancio. In questo bilancio non è ancora stato detto qual è il vero disavanzo.
In alcune dichiarazioni estemporanee, l'Assessore alla sanità ha detto che ci sono 120 - 140 miliardi di disavanzo. Lasciamo da una parte il fatto che questa diminuzione di disavanzo che si è registrata la stanno pagando i cittadini piemontesi, che si vedono negato un servizio o che se lo vedono posposto fino al limite della negazione con l'allungamento dei tempi di attesa e con il taglio dei 3.905 posti letto. Lasciamo da una parte il fatto che, per poter avere questa situazione di diminuzione del disavanzo della sanità, non ci si è fatto scrupolo di mandare in rovina degli ospedali che sono, sì, privati, ma a funzione pubblica, come gli ospedali dell'Ordine Mauriziano e della Tavola Valdese.
Lasciando da parte questo aspetto, qual è la vera cifra del disavanzo? L'Assessore alla sanità parla di 120 miliardi. All'ultima Conferenza dei Servizi dell'ospedale Molinette, Conferenza a cui non era presente, dopo la vicenda Di Summa e Poletti, né l'Assessore alla sanità né il Presidente della Giunta regionale, il direttore generale Monchiero mi parlava di un disavanzo di 120 miliardi che dovrebbe essere sanato da un contenzioso con l'Università, ma sapendo che l'Università non ha questi soldi, non li darà mai.
Ci sono, quindi, 120 miliardi soltanto alle Molinette. L'Assessore alla sanità parla di 120 miliardi per tutta la Regione Piemonte; ma allora, per cortesia, spiegateci con precisione qual è la situazione.
Terza questione. La terza questione riguarda il fatto che questo bilancio - che nasce da presupposti incredibili, dal fatto che secondo l'opinione dell'ex segretario regionale di Forza Italia, Roberto Rosso, si fa un'operazione da quaquaraquà e dal fatto di non sapere con precisione qual è il vero disavanzo della voce di spesa sanitaria della Regione Piemonte - è senza idee. Il bilancio è senza idee perché questa maggioranza è senza idee; tanto che è costretta, miserabilmente, a prendere le idee in prestito da fuori. E' una situazione desolante per il futuro del Piemonte.
Immaginiamoci altri sette anni e mezzo governati in questo modo: senza idee.
L'altro giorno abbiamo sentito una cosa triste: il Presidente della Giunta regionale, come un bambino che ha bisogno di farsi lodare, inventa come se fosse venuto fuori dalla sua mente (come Minerva dalla testa di Giove) la questione del trasferimento delle Molinette. Non è nata dal DPEF non ce n'è traccia nel DPEF e in nessuno dei documenti finanziari che oggi stiamo discutendo, però, siccome occorre tirare fuori qualche idea "buttiamo" sul dibattito in Consiglio questa idea.
La maggioranza, di fronte ad emendamenti, non ostruzionistici, ma di merito, della minoranza, si scopre ancora di più senza idee perché "il re è nudo".
Sono una vera e propria contro-finanziaria che indica quale sarebbe il progetto che porteremmo avanti noi e tratta questioni importanti come il finanziamento ai LEA (altrimenti si metterebbero in ginocchio Comuni o peggio ancora, famiglie che vivono situazioni gravi).
Sono emendamenti di sostanza che trattano di come occorre finanziare gli ospedali di cui si parla ripetutamente per fare campagna elettorale e che, rispetto al raddoppio della percentuale delle RSA (promessa con un ordine del giorno), oggi si vorrebbe di nuovo riproporre.
Di fronte a questi 200 emendamenti, che indicano 200 cose che andrebbero fatte, la maggioranza risponde: "Per cortesia, time-out dobbiamo riunirci". E poi cosa fa? Invece di accettare la dialettica del Consiglio, che dovrebbe essere il confronto delle idee, cerca di riproporre la dialettica di tipo muscolare e dice: "Queste idee ce ne impadroniamo noi, siamo senza e facciamo come Ghigo, che non aveva idee da mettere nel DPEF e si è tirato fuori il trasferimento delle Molinette, e alla stessa maniera ci appropriamo delle idee della minoranza".
Chiedo veramente che ci sia un sussulto, da parte di molti Consiglieri di maggioranza, di non accettare questo gioco, di fare di nuovo un time-out e dire: "Abbiamo bisogno di cambiare il modo di presentarci in Consiglio abbiamo bisogno di presentare un Consiglio regionale che sia all'altezza dei nuovi tempi, delle nuove sfide e delle nuove e grandi difficoltà, come l'emergenza Fiat, senza inventarci numeri e assumendoci seriamente le nostre responsabilità, confrontandoci nella sostanza delle idee.
I Consiglieri di minoranza hanno presentato delle loro preposte confrontiamo con queste e con umiltà riconosciamo che alcune cose dette sono valide e le accettiamo. Questa è la prassi, il percorso; diversamente si possono fare trucchetti, ma "il re nudo era e nudo resta", in quanto senza idee.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Mi unisco alla domanda rivolta, in vari modi e in varie espressioni dai banchi dell'opposizione alla Giunta e alla maggioranza. Approfittate di queste ore, anche serali, per rendere esplicite le vostre intenzioni sulla prosecuzione del confronto e dare un segnale politico sulla strada da imboccare. A meno che non abbiate trascorso la serata di ieri, e le ore che stanno alle spalle, esclusivamente a litigare sulla questione Finpiemonte diteci, sul merito delle cose che abbiamo di fronte, cosa pensate di fare e se avete qualcosa di politicamente significativo per rispondere a quanto chiesto dall'opposizione. È stato molto efficace l'intervento della Consigliera Manica quando ha chiesto se pregiudicate le prospettive dal 2005- 2006 in poi con chi si discute oggi, se c'è un interlocutore politico e una responsabilità di governo o di maggioranza che sia in grado, non di unificare la maggioranza, ma di costituire un interlocutore affidabile credibile nello stile, nel comportamento, nel merito e nella capacità di confronto, rispetto alle domande poste.
Questo è, a mio parere, il punto essenziale. Da questo punto di vista la discussione sull'art. 1, come è già stato espresso da altri colleghi, è molto significativo.
L'art. 1 è esemplare, è un punto programmaticamente caratterizzante: qui siamo nel cuore delle impostazioni programmatiche, siamo di fronte ad una maggioranza che, contro tutte le proprie affermazioni, è costretta dalle proprie scelte e dalla realtà, a proporre una politica di aumento dell'imposizione. Non erano sbagliati, caro Consigliere Cattaneo, i calcoli fatti dal collega Ronzani. Se si calcola i quattro anni che abbiamo di fronte, prevedendo anche le dinamiche del prodotto, valutare che tra il 2002 e il 2005 ci sia una cifra compresa tra i 1800 e i 2000 miliardi, è attendibile. Quando si parla di queste cifre, si parla di grandi eventi. Se si pensa alla quantità di investimenti che possono essere mobilitati attraverso una raccolta di risorse di tali dimensioni, stiamo parlando di un qualcosa che è dello stesso livello di ordine di grandezza di quando si discute di grandi scelte di politica industriale o di grandi gruppi. Stiamo discutendo di una regione che può muovere queste risorse. Questo lo fate per il 2002, in parte per sanare un disavanzo, con una soluzione, oggi, che neanche voi sapete bene caratterizzare. E tutto questo senza che ci sia nulla di significativo.
Quando una Giunta sceglie un super-prelievo di 2.000 miliardi di lire dovrebbe quantomeno annunciare un corposo programma di iniziative. Voi invece, lo fate per finanziare, sostanzialmente, l'ordinaria Amministrazione, perché gli investimenti di cui parlate non sono altro che quote delle quali nessuno ha mai fatto a meno. Per forza di cose, anche se non vorreste, nell'equilibrio della spesa di una Giunta qualche "pezzetto" di investimento è previsto.
Perché questo atteggiamento? In queste settimane e nei mesi scorsi ho sentito più volte dalla maggioranza un ragionamento del tipo: "Abbiamo già commesso l'errore l'anno scorso! Avremmo dovuto approvarlo già l'anno passato senza tutte quelle limitazioni. Andiamo a cercarci delle grane perché se lo limitiamo, dovremo discuterne con le minoranze, coi tutti i problemi conseguenti". Ma questo è un ragionamento un po' opportunistico.
Forse, delimitare questa decisione, e rinviare la trattazione di ulteriori decisioni fino a quando questa Giunta non sarà in grado di proporre qualche degna iniziativa di investimento e un'adeguata utilizzazione di queste risorse, potrebbe essere un'idea da non trascurare.
Guardate che nella discussione e nel confronto politico, questo punto non può essere evitato, perché voi non perdete occasione per rimarcare il vincolo programmatico che voi avete contratto con gli elettori.
Rilevare questa contraddizione e chiederne conto rientra nel ruolo dell'opposizione. Naturalmente possiamo proseguire in questo modo, ma vi chiederei di puntualizzare una linea e di esprimere un'opinione (se esiste) e, su questa base, verificare lo sviluppo che questo confronto potrà avere nelle prossime ore e nei prossimi giorni.



BOTTA MARCO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Cercherò di integrare, per quanto possibile, quanto i miei colleghi di Gruppo e altri Consiglieri dell'opposizione hanno già ampiamente esposto in merito alla situazione in cui ci troviamo. Questi due giorni, in cui si è cominciato a discutere della legge Finanziaria, sono trascorsi nel modo che tutti conosciamo, con una grandissima e folta partecipazione da parte della maggioranza.
Proverò ed esporre alcuni concetti in merito all'art. 1.
Il collega Riggio ha praticamente paragonato il Presidente Ghigo ad un faraone.
Nutro per l'Assessore Pichetto una forte stima e simpatia, ma purtroppo la sua funzione è quello che è. Quindi, caro Assessore Pichetto "ònere e onòri"! Il Presidente Ghigo, più che un faraone, mi ricorda il Principe Giovanni, mentre lei, Assessore Pichetto, il grande gabelliere, ovvero lo Sceriffo di Nottingham, che fa pagare la gabella ai piemontesi. Queste non sono più tasse, ma sono gabelle! Noi lavoriamo affinché arrivi Robin Hood, perché è scritto nella storia che il Principe Giovanni sarà travolto, e, insieme a lui, il gabelliere lo Sceriffo di Nottingham. È questione di tempo, e il tempo è galantuomo! Purtroppo, non ne risentirà soltanto la sanità piemontese. Infatti chi subirà le conseguenze di una simile situazione saranno i piemontesi, o meglio, la salute dei piemontesi.
Sono stato ospite in una trasmissione televisiva privata e, in diretta, ho fatto una scommessa con l'Assessore D'Ambrosio. Perché non ci siano né dubbi né equivoci, preciso che ho scommesso un cappuccino e una brioche! Si tratta di una scommessa politicamente corretta e assolutamente lecita.
Prossimamente ci troveremo in quello studio e l'unica difficoltà sarà quella di incassare tale scommessa alle nove o alle dieci di sera, ma fra i miei pasti principali apprezzo particolarmente il cappuccino e la brioche quindi sarà il male minore! La scommessa su cosa verteva? Innanzitutto è nata in una pausa pubblicitaria - premetto che la pubblicità è uno dei miei grandi amori, ed è sempre benvenuta - mentre si discuteva del deficit sanitario piemontese.
L'Assessore, testimone, disse: "80 miliardi". Io, per non essere scorretto ripresa la trasmissione, ho detto: "100 miliardi". Non mi potrà dire quindi, che ho giocato al ribasso.
Ormai è chiaro che la scommessa l'ho vinta. Aspetterò i dati ufficiali, se mai li sapremo, perché dopo il "mistero della fede" e i "tre misteri di Fatima" c'é anche il "mistero del buco della sanità piemontese".
Quando conosceremo i dati ufficiali, potrò riscuotere - non uso il termine 'esigere' - la vincita della scommessa, ovvero il cappuccino e la brioche, in diretta in questa emittente locale. È ben magra soddisfazione perché l'avrei volentieri voluta pagare la scommessa. Non gioco al "tanto peggio, tanto meglio", né sono contento se il deficit sanitario cresce.
Purtroppo non saranno neanche 100 miliardi, ma saranno molti di più: ce ne sono almeno 100 delle Molinette, come diceva il collega Riggio, ci sono quelli degli ospedali Valdesi (l'altro giorno hanno assistito ad una seduta di Consiglio tutti i Sindaci delle vallate interessate), nonché quelli del Mauriziano, altra vicenda spinosa. E scopriamo che lo 0,5% - e non il 75% - dell'art. 1 sulla legge Finanziaria sarà assolutamente inadeguato e insufficiente.
In questo quadro di gabelle e di imposizioni manca solo più la tassa sul macinato, manca la rivolta e mi auguro che questo non avvenga.
L'Assessore ricorderà - e la storia conferma - come seguirono i fatti.
Come dicevo, la situazione diventa insostenibile e il quadro è preoccupante. L'opposizione presenta degli emendamenti, ma non si riconosce la bontà degli emendamenti presentati. Non ci offendiamo se accettate e votate i nostri emendamenti; anzi, auspichiamo che lo facciate ringraziando anche con un comunicato stampa se si creasse questa situazione. Allo stesso modo non abbiamo problemi a votare qualche vostro provvedimento, articolo o emendamento se condividessimo e fossimo d'accordo sul merito. Il problema è che non c'é il coraggio delle proprie azioni.
Non c'è niente di disdicevole nel dire: "Abbiamo presentato una finanziaria, ma ci siamo resi conto che è un provvedimento manchevole in alcune parti. Ringraziamo l'opposizione per lo stimolo, per la sollecitazione e il contributo".
Non è un reato, Assessore Pichetto, ricevere contributi e stimoli dall'opposizione per migliorare un provvedimento così importante. Tutta la discussione potrebbe proseguire speditamente nell'interesse generale.
L'esame di questo provvedimento mi ricorda l'ultimo che ci ha tenuti inchiodati in quest'Aula in maniera spropositata, inusuale e ingiustificata. Incomincio a pensare che c'è un problema di gestione: rimettete a posto le idee, parlatevi, mettetevi d'accordo.
Il Consigliere Ronzani è intervenuto in maniera brillante, appassionato e competente. Se permettete, oserei dire, il nostro Ministro ombra delle finanze, altro che il Ministro Tremonti, che è anche antipatico, basta ascoltarlo per rendersi conto. A parte l'intervento del Consigliere Ronzani, che nel merito si è espresso con passione e preparazione, e di altri colleghi che con le proprie esperienze, professionalità e capacità sono intervenuti nel merito, ho voluto dare il mio contributo segnalando alcuni aspetti che mi lasciano perplesso, con l'auspicio non tanto per chi è presente in quest'Aula, ma per quei pochi, ma significativi, che pagano le vostre scelte, e anche per quelli che arriveranno - noi prepariamo il terreno - in attesa, e forse vi sorprenderemo, anche senza effetti speciali, del nostro Robin Hood che rimetterà a posto le cose, dove il buon Giovanni e il suo sceriffo gabelliere saranno messi al loro posto e si potrà tornare a un momento di prosperità per la nostra Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

L'intervento che mi appresto a fare è molto semplice. Al collega Placido volevo dire che non bisogna essere un Ministro per capire la gestione e la contabilità di questo Ente, è sufficiente leggere alcune cifre, senza avere tanta dimestichezza sulla materia.
Sette anni e mezzo fa, quando il centrodestra prese in gestione la Regione Piemonte - mi riferisco soltanto al versante della sanità - a parità di servizio, anzi con un servizio superiore aveva un costo complessivo di 6.000 miliardi, oggi ritroviamo un costo complessivo di 12.000 miliardi e la qualità non è migliorata.
All'Assessore Pichetto volevo dire, dato che conosce bene l'argomento anche se si trova in una situazione generale che rende difficile portare avanti la contabilità di questa Regione, che se questa Regione non punta le proprie armi gestionali sullo sviluppo economico non si può continuare tutti gli anni ad aumentare l'imposizione fiscale, e la cosa può ancora andar bene perché l'imposizione fiscale, secondo quanto dice la legge dello Stato, ha un limite, altrimenti ogni giorno ci sarebbe un aumento.
L'altro giorno, quando c'è stata la discussione sul Documento di Programmazione Economico e sul Bilancio è emerso qualche dato. Nel settore dello sviluppo economico è inutile rigirare le cifre, perché i servizi si offrono solo se ci sono delle entrate. Capisco che l'Assessore è costretto a prelevare fondi dove sono disponibili, ma in questo modo continuiamo a strozzare i cittadini di questa Regione.
Vorrei spostare il mio ragionamento su un versante più professionale.
Non riesco a capire come mai questa Giunta non riesce ad esprimersi con più managerialità in modo da procurarsi delle entrate, perché un Ente gestito con intelligenza in qualche modo si autofinanzia. Se questo Ente non agirà sul versante economico continuerà a imporre tasse.
Nei documenti che abbiamo esaminato nei giorni scorsi non c' intuizione per il futuro che l'apparato economico crescerà, anzi continuiamo a decrescere. Il prodotto interno lordo di 180.000 miliardi di sei anni fa della Regione anziché crescere continua a decrescere.
Questa sera, con molta pacatezza e utilizzando i minuti che mi spettano, volevo ricordare all'Assessore Pichetto che nessuno dei diversi comparti economici e finanziari, a partire dall'agricoltura dall'industria, ecc... sta crescendo. Vorrei trattare un comparto in particolare e parlare della situazione del Biellese, dove lei, Assessore viene eletto, ossia della situazione del tessile. Se i miei dati non sono corretti, Assessore, la prego di correggermi. Non è giusto continuare ad aumentare l'imposizione fiscale, non è corretto per i piemontesi e non è corretto per l'opposizione soltanto protestare: occorre dare delle indicazioni, e noi continuiamo a darle, però si recepisce sempre poco e il suo bilancio - come hanno detto i colleghi -continua ad essere schiacciato dal macigno sanitario, che incide per il 75%-76%. Certo, non tutte le volte che parliamo di bilancio dobbiamo sempre riparlare di sanità, degli ospedale e dei debiti che ha la Regione. E qualcuno ha intuito che, tra i conteggi, non vi togliete i debiti e che l'imposizione fiscale serve solo ed esclusivamente per cercare di andare avanti per la spesa corrente.
Per essere un po' provocatorio, volevo parlare della sua industria tessile, Assessore Pichetto (sua nel senso che lei è un biellese e per la professione che ha conosce bene questo segmento). Volevo leggere due righe per sensibilizzarla un po' di più sul fatto che, senza lo sviluppo economico, non arriviamo da nessuna parte: "Il 2002 per il tessile è un anno da dimenticare (per l'industria tessile piemontese che ha in Provincia di Biella il suo cuore pulsante). Le esportazioni sono calate del 10,9 rispetto al 2001, e la contrazione dei fatturati è risultata superiore al 10%. L'industria manifatturiera in Provincia di Biella rappresenta un fatturato di 5,6 miliardi di euro ed occupa circa 32 mila addetti per un monte stipendi che sfiora i 750 milioni di Euro. All'interno di questo quadro generale, il comparto del tessile abbigliamento rappresenta oltre che la punta di diamante, anche la voce di gran lunga più importante con 1300 aziende, 23 mila addetti e circa 4 miliardi di fatturato per una quota export che raggiunge il 35%, e che nel 2001 ha rappresentato un valore a quasi 1300 miliardi di euro. Una riduzione di oltre 10 punti percentuale comporta quindi una perdita secca di 130 milioni di euro. Un'ulteriore conferma delle difficoltà in cui versa l'industria tessile arriva dai dati relativi all'andamento della produzione nel periodo compreso della luglio e settembre rafforzati con quelli dello stesso periodo del 2001. Per alcuni sottosettori i valori negativi sono a due cifre - è il caso delle aziende di finissaggio - meno14,31%. Anche gli altri comparti non stanno meglio: meno 9,39% per la filatura, meno 5,92% per i tessili, meno 5,11% per le tessiture, meno 2,07% per i maglifici e meno 2,37% per le industrie metalmeccanico-tessile".
Assessore, non la voglio più affliggere, però i numeri che ho letto inquadrano la situazione: siamo in pieno regresso e sicuramente la continua imposizione delle imposte non è la strada giusta. Per certi versi, alcune cose gliele riconosco, perché un'opposizione corretta deve anche riconoscere le cose buone che fa questa amministrazione. Quella dei fondi rotativi, per esempio, anche se l'utilizzo che lei ne fa, secondo me, è insufficiente (però è una versione che si autoalimenta) è una soluzione che può incrementare l'attività industriale di questa Regione. Tuttavia ne ha utilizzati troppo pochi rispetto al contesto complessivo e al tessuto imprenditoriale del Piemonte.
La sua azione è troppo modesta, perché le grosse aziende non si muovono. A proposito di grandi aziende, in una classifica che è stata fatta, il Piemonte non ne ha nemmeno una tra le prime 20 aziende in Italia ad eccezione della FIAT, che è "inguaiata", e dell'IFIL. Quindi, per racimolare delle ire anche sul fronte delle attività produttive, bisogna mettere in moto la concorrenzialità fiscale.
La invito a fare in modo che questa Regione attragga capitali italiani o stranieri affinché la facciano crescere. Continuando in questo modo, non andremo da nessuna parte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Intervengo per pochi minuti, perché i colleghi dell'opposizione hanno già sottolineato con valide argomentazioni il fatto che si stia decidendo di aumentare la tassazione IRPEF per i prossimi anni.
Per quanto ci riguarda, è una scelta sbagliata. Nella relazione alla legge finanziaria vi è un passaggio che volevo ricordare all'aula. Si dice: "E' opportuno inoltre sottolineare che la legge finanziaria proposta non modifica il livello della pressione fiscale, perché si tratta di una pura conferma di quanto introdotto con la L.R. 34 del 2001, nei limiti consentiti...". Quindi, si sostiene che, poiché l'abbiamo aumentata nel 2002, attraverso il provvedimento del 2001 che viene richiamato, oggi confermiamo la pressione fiscale decisa nel 2001.
Mi pare una motivazione alquanto singolare! Almeno si riconosca che con questa legge finanziaria si sta decidendo di aumentare la pressione fiscale così come è stato fatto nel 2001 - per il 2003-2004-2005, per un totale già rilevato negli interventi che mi hanno preceduto. Ripeto, pare una giustificazione alquanto singolare.
Richiamo sempre l'intervento del collega Mercurio, il quale in allora aveva detto: "Facciamolo adesso anche per gli anni successivi". Il Consigliere Mercurio aveva visto bene, perché aveva capito che, senza l'aumento della pressione fiscale, non solo non si sarebbe potuto coprire il disavanzo della sanità, ma neanche fare le altre cose che avevate dichiarato di voler fare.
Il Consigliere Mercurio aveva visto lungo, aveva visto bene, ma gli altri colleghi della maggioranza gli avevano detto: "No, abbiamo la situazione sotto controllo e ci servono soltanto per coprire il deficit del 2001; siamo sicuri che non ne avremo più bisogno".
Oggi vi è stata la conferma che il Consigliere Mercurio e anche noi all'epoca, avevamo ragione. Noi vi avevamo avvertito che sareste stati costretti a confermare l'aumento dell'IRPEF anche in futuro. E con l'art.
1 della legge finanziaria stiamo decidendo questo.
Perché noi siamo contrari? Anzi, vorrei dare una risposta al collega Ronzani, che adesso è assente e che si chiedeva: "Perché lo fate con un provvedimento della legge finanziaria e stabilite, da oggi al 2005, che aumentiamo l'IRPEF?".
Ma è chiaro il motivo per cui si sta facendo attraverso la legge finanziaria e state decidendo oggi anche per gli anni successivi: sicuramente non si può decidere il prossimo anno, quando ci saranno le elezioni, e non si può decidere nel 2004, che è l'anno prima delle elezioni regionali! Si decide oggi con la legge finanziaria, sperando che i piemontesi si dimentichino che la Regione ha aumentato la tassazione anche per i prossimi anni. Questa è la giustificazione politica all'aumento dell'IRPEF attraverso la legge finanziaria, ed è evidente a tutti. Spetta a noi, come opposizione, ricordarlo ai piemontesi nei prossimi anni. Ricorderemo ai piemontesi che la Giunta regionale, la maggioranza di centrodestra, ha deciso nel 2001 l'aumento dell'IRPEF per il 2002 e con la Finanziaria per tutti gli anni fino al 2005. Si è anche detto che noi non siamo contrari all'aumento delle tasse in generale.
Ricordo che il Governo di centrosinistra quando decise di entrare in Europa, chiamò gli italiani ad uno sforzo e a sacrifici notevoli, ma c'era un obiettivo da raggiungere, cioè quello di entrare a far parte dell'Unione Europea. Abbiamo chiamato gli italiani a compiere un sacrificio enorme con quella Finanziaria di quasi 100 mila miliardi, ma poi abbiamo anche restituito quella tassa.
In questo caso l'obiettivo da raggiungere qual é? Quello di continuare a risanare il deficit della sanità. Le strutture sanitarie della nostra regione hanno bisogno di investimenti per essere modernizzate, basta guardare e visitare gli ospedali, sono stati fatti degli sforzi, ma la strutture sanitarie hanno bisogno di un processo di modernizzazione e di grandi investimenti e noi, invece, la risposta che diamo qual è? Pagare i debiti senza modernizzare le strutture sanitarie della regione. Di fronte a questi fatti è chiaro che non possiamo dire ai piemontesi che stiamo aumentando le tasse anche per i prossimi anni, che confermiamo l'aumento dell'IRPEF fino al 2005 e poi dopo si vedrà: non diamo una grande risposta ai cittadini piemontesi. C'é un'altra questione messa in evidenza con forza da tutti gli altri Consiglieri intervenuti: in questi giorni abbiamo discusso il DPFR, la legge finanziaria, c'é stato un dibattito generale anche per le cose dette dalla maggioranza, un dibattito interessante. La minoranza cosa può fare di fronte ad un provvedimento di questo genere? Presenta degli emendamenti. La maggioranza raccoglie la sostanza degli emendamenti importanti che noi abbiamo presentato, e presenta, a sua volta un emendamento. C'é una questione di correttezza istituzionale, di rapporti tra maggioranza e minoranza. Ma la minoranza cosa può fare se non agire attraverso l'emendamento, attraverso gli strumenti che sono dell'aula, di un confronto democratico nei rapporti tra la maggioranza e la minoranza? Non sono emendamenti per fare ostruzionismo, avete visto che sono tutti di merito: e voi agite in questo modo? Siamo di fronte ad un problema di correttezza istituzionale, siamo ancora in tempo per rivedere la situazione. Se la situazione va avanti in questo modo, mettete l'aula di fronte ad un fatto inusuale, scorretto, che porterà la minoranza a reagire con forza. Ricordo che siamo ancora in apertura di discussione dell'articolato della Finanziaria e degli emendamenti, credo che questo elemento deve far riflettere tutta la maggioranza. Dobbiamo fermarci un attimo e vedere se sia possibile continuare il nostro confronto e il nostro dibattito, senza mettere in campo scorrettezze che credo siano estremamente gravi e sbagliate come hanno ricordato anche atri Consiglieri della minoranza.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Di Benedetto che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Gli interventi di alcuni Consiglieri mi hanno stimolato. Il Consigliere Riggio mi ha anticipato su un episodio che anch'io volevo ricordare, cioè l'intervento dell'ex Segretario regionale di Forza Italia Roberto Rosso, ad una trasmissione di Santoro.
In quella trasmissione Roberto Rosso aveva dato la sua parola, per conto del Presidente Ghigo, che la tassa dell'addizionale IRPEF non sarebbe più stata applicata. Si diceva, in sostanza, che il Presidente Ghigo era un uomo e non un "quaquaraqua" e pertanto avrebbe garantito per lui. Sono un corregionale del Consigliere Riggio, conosco la categoria con cui anche Sciascia aveva diviso gli uomini.
Volevo ricordare, per tutti quelli che non sono siciliani, che quella categoria a cui facevo riferimento è composta da "uomini", cioè coloro che danno la parola e la mantengono, "ominicchi", gli uomini piccoli "pulcinella", "mezzi uomini" e i "quaquaraquà".
Il quaquaraquà è considerato dalle mie parti quella persona priva di ogni valore, quindi i danni sono assicurati ed è l'ultimo della categoria degli uomini. Purtroppo i piemontesi al Presidente Ghigo hanno creduto già due volte, ma l'aspetto più comico è che lui stesso crede alle sue "quaquaraquate" e annuncia di ricandidarsi per la terza volta, pensando che i piemontesi gli diano ancora fiducia.
Il Consigliere Riggio ricordava che, come in Egitto si costruivano le piramidi per ricordare la grandezza del Faraone, così anche il Presidente vuole lasciare un segnale visibile da tutte le parti annunciando la realizzazione di grandi ospedali, (adesso ne hanno annunciati cinque, ma poi, più si avvicina la scadenza della campagna elettorale e più aumenteranno).
Quando si prendono sul serio le persone, i danni diventano grandi e pesanti per il Paese. I piemontesi non sono più disposti ad essere presi in giro.
Consiglio all'Assessore Pichetto di fare una telefonata a Fiuggi al Presidente Ghigo e farsi autorizzare a mantenere quella parola che aveva dato Roberto Rossi in quella trasmissione, cioè di cancellare l'addizionale IRPEF, anche per mantenere fede a quanto lui stesso avevo detto e dichiarato in questa legislatura, cioè che la stessa sarà diversa diversa da quella precedente, sarà all'insegna dell'efficienza, perché il Piemonte ha bisogno di rilancio.
Anche su questo fronte, il collega Giordano ha ricordato all'Assessore Pichetto i problemi enormi che ci sono nella provincia da dove proviene anche l'Assessore, che quindi conosce bene questa materia, che tra l'altro è sprofondata proprio nell'esportazione a partire dal 1995. Io stesso, per 12, 13 anni ho svolto l'attività di imprenditore tessile e vi garantisco che segnali non ne sono arrivati e quei pochi che arrivavano erano confusi e abbastanza incerti per poter programmare un'attività in un settore così competitivo; all'epoca, il settore del tessile rappresentava circa 44 mila miliardi, sulla bilancia dei pagamenti con l'estero. Non solo il tessile abbigliamento, ma anche il tessile filati.
Sulla questione FIAT e della piccole e media impresa, sentiamo annunci di milioni di euro a garanzia per le piccole imprese, ma scopriamo, magari in chiacchierate personali con l'Assessore che per poter accedere a questi fondi le piccole imprese devono avere i bilanci a posto. Come fa un'impresa o un artigiano, un piccolo imprenditore che lavora per l'indotto dell'auto ad avere il bilancio a posto? Non ce l'ha assolutamente! Fatture per 350 mila euro, piccoli artigiani con 10 dipendenti che aspettano oltre 300 giorni per poterli incassare! Le banche chiedono loro i rientri bancari stanno ipotecando i loro alloggi, quando non hanno gli alloggi chiedono ai propri genitori di mettere a garanzia questi immobili, qualcuno che guarda il marito a vista perché rischia, ha paura di trovarlo appeso all'interno del bagno, situazioni che ho vissuto e che sto vivendo con colleghi e amici imprenditori di questa regione! Io ho sostenuto queste persone, come tutti però c'è stato un fenomeno preoccupante: l'eurofurbo, quello che ha arrotondato indiscriminatamente, attraverso il meccanismo dell'introduzione dell'euro, e la Regione non ha fatto nulla. L'Assessore Pichetto è garante per la questione dei consumatori; tra l'altro ci si è messo anche lui sulla questione dei bolli auto. Code: code per pagare il bollo! L'hanno mandato persino a degli automobilisti che sono deceduti da anni! Adesso finalmente almeno su quel punto, siamo riusciti a spiegare ai cittadini, tramite un comunicato abbastanza chiaro, che l'onere della prova è a carico della Regione (meno male, altrimenti diventava un problema di persecuzione anche su quel fronte). Ma le famiglie che sono state prese in giro dagli eurofurbi, dove non si è fatto nulla! Andate nei supermercati e guardate quanto costa il cavalluccio dove la nonna prima metteva sopra il bambino per fargli fare un giretto: dalle vecchie 500 lire è passato a 50 centesimi; l'Assessore Pichetto, Presidente della Commissione sui consumatori cosa ha fatto? Cosa fa il Presidente Ghigo? Sono 1000 lire, non sono 500 lire! Conosco un amico che lavora nel settore della grande distribuzione e mi dice che per i prodotti che costano da 10 centesimi a 5 euro è stato triplicato il guadagno. Ho chiesto all'Assessore - ma probabilmente non lo ricorda nemmeno - perché non si fa, come Regione un'iniziativa che si accompagni per tutto il 2002, con il doppio prezzo (lira ed euro), in modo che il cittadino possa rendersi conto di questo. In Francia è successo e non hanno i danni che abbiamo avuto noi. Noi, invece cosa facciamo? Aumentiamo l'addizionale IRPEF.
Uno dice: "Ghigo è una persona di parola, non aumenterà l'IRPEF per gli altri anni" e invece l'addizionale IRPEF viene garantita per altri cinque anni.
Noi non presentiamo gli emendamenti solo perché vogliamo tenervi in aula e stare qua in compagnia; probabilmente ognuno di noi sa come passare il proprio tempo anche con le persone più care e magari più simpatiche! Lo facciamo perché vogliamo cercare di portare gli elementi di un ragionamento e di un confronto rispetto ai problemi drammatici che abbiamo sul territorio. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione sull'art. 1.
Passiamo ora all'esame degli emendamenti presentati.
1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Saitta e Di Benedetto: l'art. 1 del disegno di legge n. 465 è soppresso.
La parola al Consigliere Saitta per l'illustrazione.



SAITTA Antonio

Signor Presidente, questo emendamento, come lei ha detto, è un emendamento soppressivo, per ragioni già anticipate nel mio precedente intervento, ma riprese anche da molti colleghi.
Questo articolo che stabilisce l'addizionale dell'IRPEF a partire dal 2004 è un articolo in contraddizione con la politica complessiva del centrodestra, che ritiene che l'aumento delle imposte sia una modalità che riduce complessivamente la domanda.
Mi pare che le politiche liberiste si pongano l'obiettivo del sostegno della domanda cercando di aumentare la ricchezza dei consumatori. E' sempre stato così e questa è la posizione espressa dal Presidente Berlusconi questa è la posizione espressa da sempre dai liberisti.
Questa, invece, è la posizione adottata nell'ultima finanziaria da parte del governo del centrodestra; mentre qui, andando in completa contraddizione, viene aumentata la pressione fiscale, passando all'1,4 con gli effetti ricordati poco fa dai colleghi Giordano e Di Benedetto, che le famiglie avranno meno quattrini da spendere. Questo vuol dire che nella dimensione che ormai conosciamo, è una misura depressiva della domanda. Non so se questa valutazione di ordine macroeconomico ogni tanto sia oggetto di valutazione politica da parte della Giunta di centrodestra; non mi pare perché se lo fosse penso che anche il collega Cattaneo si renderebbe conto di essere in una contraddizione fortissima, perché magari sarebbe costretto a giustificare cosa capita a livello nazionale, dove viene detto: "Riduciamo le imposte, perché bisogna aumentare la domanda", ma qui viene detto: "Facciamo una manovra di tipo inverso". O è vera l'una o è vera l'altra.
E' chiaro che le due manovre sono fortemente in contraddizione.
Questa è chiaramente una misura che riduce la domanda, che ha degli effetti fortemente negativi. Devo dire che se colleghiamo questa misura riguardante l'IRPEF, ad esempio all'IRAP, per la parte delle aziende produttive, ma anche per la parte dei privati, viene fatto anche qui in termini di politica economica.
Gran parte dell'IRAP ormai finanzia il sistema sanitario, rappresenta una delle entrate maggiori. Questo vuol dire che il sistema produttivo finanzia anche il sistema sanitario. Non considerare questi aspetti, di come una parte di risorse derivanti dal sistema produttivo, derivanti dalle famiglie, vengono utilizzate è un'altra contraddizione a quella politica di tipo liberista.
E' sicuramente una contraddizione enorme.
C'è poi un altro elemento di tipo più attinente al bilancio e alla legge finanziaria. Nel momento in cui si stabilisce un aumento dell'aliquota di una imposta, come in questo caso, comporta la decisione del suo utilizzo, anche perché parliamo di addizionale. Qui c'è una scelta che è soltanto parziale, si dice che il 25% deve essere utilizzato, mi pare, per finanziare il fondo degli investimenti, sul resto non si dice nulla. Non essendo detto nulla, vuol dire che la Giunta di centrodestra una Giunta liberista, ha sostanzialmente deciso di utilizzare quelle risorse per finanziare le spese correnti.
Non è vero, quelle sono banalità che sono state ripetute, ogni tanto sento dire che quelle maggiori risorse, cioè, 1,4%, mi pare, che sono 300 400 miliardi di vecchie lire, il 25% va utilizzato per i mutui, del resto cosa viene fatto? Nella legge finanziaria non c'è scritto nulla, non c'è una indicazione sull'utilizzo di quelle risorse. E' stato detto e viene ripetuto che "è per maggiori investimenti". Quali? Come? Dove è scritta una cosa di questo tipo? Nel bilancio non è scritto, si tratta di una volontà.
Noi abbiamo il timore che invece il resto dell'IRPEF, cioè, la parte residua meno il 25%, sia una risorsa che sicuramente servirà per l'aumento delle spese correnti, tra le quali metto anche l'aumento della spesa sanitaria, che è la parte più consistente.
Questo è il dato vero e non poteva essere diversamente. Oggi i Consiglieri Cattaneo e Gallarini continuano a dire che abbiamo quasi raggiunto il pareggio di bilancio, ma lo abbiamo quasi raggiunto perché è stata inserita l'imposta, cioè, 300 miliardi, in quanto sono aumentate le entrate, non è che il disavanzo...
Invito chiunque a una riflessione: possiamo dire che oggi il sistema sanitario è un sistema che grazie alle politiche serie dell'Assessore D'Ambrosio costa molto di meno? Nessuno ci crede, ci mettiamo obiettivamente a ridere, perché non è così.
Cosa si è verificato? La spesa sanitaria, che è lievitata, questo è il problema, viene finanziata ed è stata finanziata nel 2002, e lo sarà ancora per il 2003, con l'aumento dell'IRPEF. D'altronde non credo di scoprire nulla di nuovo perché quando inizialmente era stato deciso l'aumento dell'IRPEF negli anni passati era stato detto per tutti gli anni, perch bisogna finanziare la spesa sanitaria, quindi, sostanzialmente si finanzierà ancora la spesa sanitaria.
Nel frattempo, è intervenuto un altro aspetto per finanziare la spesa sanitaria: la vendita degli immobili. Ora si deve vedere cosa si verificherà.
Faccio notare che questo articolo, così come è scritto, essendo di tipo generale e non fornendo indicazione di vincolo di questa spesa, consente la più ampia discrezionalità, la può consentire al grande Assessore D'Ambrosio, che è colui che ha salvato la sanità, come riconosciutogli anche dal Presidente Ghigo, perché oggi la situazione è eccezionale, c'è quasi il pareggio, siamo a posto! Quando la finiremo di ragionare in termini di disavanzo per ragionare in termini di spesa assoluta, perch l'entità del disavanzo è il risultato che deriva dai trasferimenti dello Stato, l'aumento dell'IRPEF e altre cose che capitano nel frattempo? Il problema è di spesa. Se noi osserviamo la spesa in termini assoluti e poi facciamo anche un ragionamento percentuale, viene fuori che continua ad essere un sistema non governato.
Noi siamo contrari all'articolo n. 1 per motivi di ordine politico. Se ci fosse un ragionamento serio - su questo esprimo una posizione che appartiene al centrosinistra, nel senso che non condivido la posizione liberista che prima ho ricordato - relativamente ad una politica di ristrutturazione seria del sistema sanitario - l'Assessore D'Ambrosio ha dimostrato di esserne incapace - che garantisca un servizio sanitario pubblico, cioè, cure appropriate a tutti indipendentemente dal reddito, si può anche ricorrere al sistema impositivo, ma con quella finalizzazione: faccio una politica di pressione fiscale se sono in grado di attuare politiche degli investimenti finalizzate a ristrutturare un sistema che ha problemi di sostenibilità finanziaria, questo è vero. Siccome questo disegno non c'è e noi alimentiamo gli sprechi, le clientele - ciò che è capitato - le consulenze - ciò che avete fatto in questi anni - e dimostrate di non volere gestire, anzi, di continuare ad incrementarle, la nostra è una posizione contraria all'articolo n. 1 e per questo ne chiediamo la totale soppressione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, svolgo alcune considerazioni sull'emendamento e, in parte, visto che è tutto collegato, su quanto è stato dichiarato precedentemente da altri Consiglieri.
Sono dispiaciuto che ci arrivino da parte del centrosinistra, da parte dell'opposizione, dei richiami ad un tono e ad un confronto istituzionale.
Non voglio certamente dare giudizi su interventi di altri, quindi, in termini di confronto, ma di tono ne vedo molto poco, perché, per l'ennesima volta, è stata richiamata l'assenza strumentale del Presidente quando sappiamo che, insieme all'Assessore D'Ambrosio, anche se non si condividono le loro azioni, non sono andati a Fiuggi a bere l'acqua minerale, ma mi sembra stiano facendo una importante riunione difendendo, in termini generali per le Regioni e in termini più specifici per questa Regione l'interesse e le necessità delle Regioni in un ambito importante, che è centrale anche nelle discussioni di questi giorni riguardo il riparto dei fondi della sanità.
Poi, mi sono anche meravigliato di questo richiamo ai toni nei confronti istituzionali da parte vostra quando sento delle questioni innanzitutto un po' confuse, non me ne voglia il collega Di Benedetto.
Quando si fanno citazioni di un importante scrittore come Sciascia e si fanno anche dei riferimenti precisi a quanto avvenuto, si dovrebbe quanto meno, prima di intervenire, riordinarsi un po' le idee, altrimenti si ottiene esattamente il contrario rispetto forse all'obiettivo che ci si prefigge all'inizio dell'intervento.
Ho sentito i soliti richiami e i quaquaraqua (è stato anche richiamato il nostro ex coordinatore regionale in una trasmissione televisiva, è stato richiamato il Presidente, è stato citato il Presidente della Giunta regionale facendo un paragone come se fosse un bambino) da parte oltretutto di un Consigliere, quale il collega Riggio, che, non me ne voglia certamente non voglio mettere nulla di personale in questo intervento aveva lasciato platealmente questa Aula dicendo che non avrebbe più messo piede e che per quanto riguardava l'incarico di Consigliere regionale sarebbe finita lì la sua esperienza. Ricordo platealmente che io sono uno di coloro, lo dico prima, che aveva insistito con il Presidente del Consiglio regionale per fare in modo che il Consigliere Riggio tornasse da noi, quindi, credo che ognuno, sotto il profilo dell'umano comportamento abbia le proprie caratteristiche e sia giudicato rispetto alle proprie azioni in un modo o in un altro dai singoli.
Questo non lo introduco in termini di polemica, ma lo introduco come contributo per dire che, prima di saltare sulla cattedra e dare lezioni di morale, di richiamo istituzionale e di comportamento un po' per tutti - mi rivolgo prima di tutti a me stesso - soprattutto, se mi ponessi un obiettivo vero e reale, cioè arrivare ad un confronto e a toni più produttivi proprio anche per l'Aula, che - uso un termine improprio - ci ospita, sarei quanto meno un pochino più prudente.
Si potrà condividere o non condividere, ma ci siamo assunti - vorrei un po' di attenzione, chiedo scusa - la responsabilità di proporre l'addizionale IRPEF in questa legge finanziaria anche per gli anni 2004 e 2005, in quanto per l'anno 2003 è già stata introdotta con legge del Consiglio regionale ed è già stata approvata da questo Consiglio regionale non per coprire in forma straordinaria, come avevamo fatto in quella occasione dicendo per un solo anno, il deficit del disavanzo della sanità dell'anno precedente, quindi, dell'anno 2001, ma in quanto intendiamo finanziare con questa addizionale un programma importante di investimenti che vede anche delle rate di ammortamento annuali, ecco perché la scelta di confermarla sotto un ambito pluriennale - potete deriderlo, ma fino adesso nel merito, confronti non ne ho sentiti - per mantenere il Piemonte con un ruolo centrale nel Paese e in Europa. Ci sono investimenti importanti nell'ambito dei trasporti; ci sono investimenti importanti che noi abbiamo proposto con un nostro emendamento, ma riconosco - l'ho detto anche prima che qui non dobbiamo fare la corsa al primo genitore del tipo: siamo stati noi, siete stati voi. Sulla questione dei posti convenzionati per gli anziani non autosufficienti, ad esempio, è prevista una convergenza da questa e da quell'altra parte: ci sono sempre stati emendamenti presentati dalla minoranza e ordini del giorno presentati dalla maggioranza. Sono state indicate modalità diverse e noi abbiamo risposto: "Siamo cattivi ..
introduciamo l'IRPEF ... facciamo questo e questo ... vogliamo che l'IRPEF abbia anche un suo aspetto e un suo risvolto sociale" e abbiamo deciso legittimamente. Finché governiamo noi penso che - speriamo che la salute ci assista e primo fra tutti il nostro Presidente - dovete aspettare fino al 2005 e rassegnarvi. Forse il Presidente del Consiglio dei Ministri pu dimettersi e rivincere le elezioni dopo qualche mese, ma il Presidente della Regione non credo abbia questi intendimenti, credo, quindi, che almeno per due anni e mezzo dovete rassegnarvi al fatto che siamo noi a governare e che siamo responsabili delle scelte di governo che facciamo.
La parte brutta della discussione è che applichiamo l'imposta addizionale IRPEF. La parte, non dico bella, ma di responsabilità di governo, è rappresentata dal fatto che per una maggioranza che sostiene la Giunta, la modalità per raggiungere l'obiettivo e il risultato che tutto il Consiglio regionale si è posto, cioè di aumentare i posti convenzionati per gli anziani non autosufficienti, è che il 10% del prelievo dell'IRPEF venga destinato a quella partita.
Quindi, a lato di questo, mi sembra che il problema sia l'emendamento sugli ospedali e quant'altro. Prima di tutto vi ricordo che su ANSA e su altri giornali è emerso che il centrosinistra, primo firmatario il Consigliere Saitta e il Gruppo DS, hanno avuto questa idea e quindi non mi porrei, se fossi al posto vostro, la preoccupazione "Ma adesso copiano" non abbiamo copiato nulla.
La maggioranza si è riunita giovedì scorso a Villa Gualino e ha fatto delle scelte pubbliche: un documento che è stato pubblicato su tutti i giornali e integralmente sull'ANSA. Abbiamo fatto una scelta di politica sanitaria. Sulla questione delle Molinette 2 abbiamo avuto un dibattito e la maggioranza, la Giunta, nel documento presentato in quest'aula è licenziato, come disegno di legge, dalla Giunta, aveva elargito 100 milioni di euro sull'edilizia sanitaria, noi l'abbiamo integrato di altri 50 milioni per il 2005. E' un emendamento completamente diverso dal vostro. Il vostro emendamento prevede 150 milioni all'anno: se moltiplichiamo 150 per 3 otteniamo come risultato 450 che sommati ai 100 della Giunta fanno 550 il nostro emendamento conferma semplicemente i 100 milioni della Giunta più 50 per un totale di 150.
Sono emendamenti sostanzialmente diversi in termini di quantità finanziaria e in termini di merito e diametralmente opposti perché, ad esempio, poniamo il punto del tema delle Molinette 2 della città sanitaria di Torino, come elemento di novità che abbiamo annunciato con il Presidente della Regione in aula. La minoranza nel suo emendamento non l'ha annunciato, non l'ha confermato, non l'ha posto e quindi vi proponiamo - e su questo siamo disponibili anche a trovare una modalità - di aderire e di convergere su questa scelta e prendere, finalmente, anche una posizione forte sulle Molinette 2. La Regione vuole essere promotrice, protagonista ed è fermamente intenzionata a portare in porto questo progetto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Condividiamo l'emendamento e voteremo a favore per una serie di ragioni.
Prima ragione. Si sostanzia, in un dibattito svolto in quest'aula circa un mese fa quando, chiedendovi di trasformare in un atto di Consiglio una vostra determinazione di Giunta di aumento dell'IRPEF in pianta stabile da 0.9 all'1.4 (cioè rendere permanente quello 0.5 di aumento con un provvedimento di Giunta regionale) si era svolto un duplice ordine di discussione: la legittimità del Consiglio a discutere materia importanti come la tassazione e la nostra contrarietà a quella misura, tanto più se diventava una misura permanente. In allora la nostra contrarietà rimase, ma una parte di merito di battaglia politica fu quella di trasformare, quanto meno, quell'addizionale in un'addizionale sull'anno corrente. Ciò detto, a neanche un mese di distanza da quel dibattito ritroviamo in Finanziaria nell'art. 1, l'aumento dell'aliquota dell'addizionale regionale IRPEF come aumento permanente che da questo momento in poi accompagnerà i bilanci regionali.
Non voglio ironizzare sulle trasmissioni di Santoro (rispetto a quella potrei dire solo una cosa: avete tolto Rosso, ma avete lasciato l'IRPEF) ma il problema dell'art. 1 è di tipo sostanziale. In questo articolo, e nella sua approvazione, si sostanzia il cuore della nostra contrarietà al provvedimento. Non pensiamo che sia possibile utilizzare l'aumento di tasse per pagare buchi di spesa corrette. Siamo fermamente convinti che la più gran parte di questa addizionale IRPEF dovrà coprire un disavanzo sulla spesa corrente e, in particolare, per quanto riguarda la spesa sanitaria.
Ne siamo tanto più convinti dopo avere esaminato i rendiconti delle ASL e delle ASO; non solo quelli definitivi del terzo trimestre, ma le previsioni del quarto trimestre, previsioni che impegnano la quasi totalità dell'addizionale IRPEF, così come da voi definita. Non so se sarà possibile utilizzare quel 25% sugli investimenti o quella parte di addizionale IRPEF che voi vincolate, per quanto riguarda lo spostamento su altre voci di spesa sociale.
Come vedete, il dibattito è piuttosto complesso, sia sul corpo degli emendamenti da noi proposti sia sulle controproposte avanzate dalla Giunta o, quelle più "garibaldine" e più affini di propaganda sul territorio presentate adesso dal Consigliere Cattaneo (non voglio neanche entrare nel merito della proposta sugli ospedali, perché si declama da sola la struttura dell'emendamento).
Comprendere quale potrebbe essere un'eventuale correzione è questione che richiede una visione d'insieme: non il tentativo di correzione di qualche articolo o il tentativo di scippo di qualche emendamento. Non funziona, quindi, né mantenere una manovra quale voi rappresentate, n vedere quali ed eventuali correzioni un'opposizione può mettere in atto per convincere una maggioranza.
Pertanto vi chiediamo, per ragioni di contrarietà particolari a questo articolo e per ragioni di omogeneità della nostra discussione su questi provvedimenti (la Finanziaria e il bilancio) di non procedere alla votazione dell'art. 1 (a cui noi comunque voteremmo contro) o, comunque, di accettare un emendamento di soppressione o di sospensione, trattandosi di discussione sull'impianto complessivo dell'ordine del confronto che intendiamo realizzare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Presidente, mi sembra che la logica, la prassi concordata oppure il Regolamento, consentano di intervenire senza bisogno di differenziazioni di voto.



PRESIDENTE

Siamo in sede di intervento generare sull'emendamento. Se fossimo invece, in sede di dichiarazione di voto...



BURZI Angelo

Per ulteriori interventi ci sarebbe la necessità...



PRESIDENTE

Tuttavia, non vorrei per questo aprire la stura ad altri interventi per dichiarazioni di voto.



BURZI Angelo

Ma infatti io sceglievo anche la seconda opzione, onde limitare i danni. Com'è noto, sono un teorico praticante della riduzione del danno.
Pertanto, non avrei problemi ad intervenire anche in tal senso.
Tutto ciò premesso, rilevo che i tre interventi che ho ascoltato quelli dei colleghi Di Benedetto, Saitta e Manica - suscitano potenziali reazioni diverse.
noto che il sottoscritto, insieme ad altri, appartiene alla Casa delle Libertà. Mi pare che uno spot molto divertente definisse che aveva dei comportamenti creativi nell'ambito della propria capacità di Governo.
Se non erro si trattava di uno spot che andava in onda su Rai 3 all'interno di una trasmissione non pubblicitaria. Questa trasmissione, peraltro, non l'abbiamo ancora soppressa. La collega Manica sbaglia, a mio giudizio, in quanto ben abbiamo fatto ad eliminare Rosso. È noto che all'interno delle anime di Forza Italia io sono un sostenitore non occulto di questa tesi.
Abbiamo già anche eliminato Santoro - due su tre - vedete un po' voi che tipo di fonte può essere considerata autorevole, da noi o da coloro che la pensano come me, nel ricordare un'eventuale promessa non mantenuta.
Comunque, collega Manica, siamo già due su tre!



BURZI Angelo

MANICA Giuliana (fuori microfono)



BURZI Angelo

Quindi l'unica certezza che ci rimane è l'IRPEF!



BURZI Angelo

Arriverò anche a questo, ma ci arriverò facendo un giro un po' lungo prendendola volutamente in maniera allegra, come peraltro ha fatto la collega. Mi pare, infatti, che anche scherzando si possano annunciare cose serie. Io, per esempio, ho detto esattamente ciò che pensavo. È solo il tono che modifica, non i contenuti.
Il secondo passaggio, quello più importante, è relativo alle tasse, ma ci arriverò dopo aver parlato del bollo (argomento trattato dal collega Di Benedetto) e dell'IRAP (sollevato, invece, dal Consigliere Saitta).
L'applicazione del bollo in sede regionale avvenne sotto la guida del Ministero gestito dal Ministro Visco.
So che vi fidate quando cito questi dati, ma chi volesse andare a vedere il dibattito che le Regioni ebbero con l'allora Ministro Visco e col suo Ministero sull'applicazione regionale della tassa, verificherebbe con puntualità che le Regioni (non solo il Piemonte, ma anche la Lombardia capofila su questa tematica -nonché tutta l'area dell'Emilia Romagna, con l'allora Presidente Bersani e l'attuale Presidente Errani) richiesero un coinvolgimento, pena il caos che ne sarebbe conseguito, e che puntualmente, è arrivato. Questo caos ha un'origine specifica: la disuniformità degli archivi (intesi come strumento tecnico) che non erano non sono e così facendo non saranno mai, organizzati.
Alcuni, tra i quali il sottoscritto, proposero una modifica: eliminare questo problema (che, tra l'altro, a livello tecnico, non è facilmente gestibile, o perlomeno oggi è provato che non lo sia) e incrementare un passaggio dell'aliquota IVA, che rappresenta una delle fonti di finanziamento, ad esempio, del fondo della sanità. Questo aveva, ed ha tuttora, una serie di vantaggi: infatti, non occupandoci più della questione del bollo, si sarebbero azzerate le code perché si sarebbe eliminata l'origine per farla; inoltre avremmo mirato a ridurre l'evasione ai sensi IVA, anche se questo avrebbe potuto non piacere ad alcune zone del territorio nazionale. Nello stesso Piemonte credo che alcune aree indipendentemente da chi siano governate, non avrebbero visto di buon occhio questa manovra antievasiva o antielusiva, ma avrebbe consento una maggior chiarezza di cifre, perché il gettito IVA è più facilmente determinabile.
Il Ministro Visco - cito lui ma in realtà dovrei dire il suo Ministero neanche volle prendere in considerazione la proposta, ma la cito ugualmente perché è tuttora fattibile e, secondo me, prima o poi ne riparleremo, perché la gestione dei tributi, chiunque la eserciti e chiunque ne tragga le conseguenze, è un problema non facilmente risolubile se mancano gli strumenti. E sistemare l'archivio del circolante della Regione Piemonte non è questione da poco. Ma se è così per la Regione Piemonte, che è sempre stata per motivi oggettivi particolarmente attenta al proprio circolante, figuratevi per le altre Regioni, indipendentemente dalla loro allocazione sul territorio nazionale.
Però, andarsi a cercare delle responsabilità politiche, come cercava il collega Di Benedetto, attribuendosene solo una parte, è un'ipotesi che francamente non mi convince. Non andrei a giudizio su una tesi del genere.
Credo che la Procura - scelgo un termine di Magistratura che al collega di Benedetto è particolarmente caro per altre motivazioni - sarebbe molto restia ad avventurarsi in giudizio, carriere separate o meno, su questo tipo di prove.
Per quanto riguarda il comportamento delle banche, altro tema spinoso ritengo che prima di criticare bisognerebbe verificare chi le governa.
Infatti, se si stilasse un elenco delle banche italiane di oggi e si facesse una classifica di chi le governa, il collega Di Benedetto o chi volesse avventurarsi in questa direzione, si troverebbe nell'indelicata posizione di dover criticare, dall'interno, magari se stesso. Potrebbe essere una cosa piacevole, anzi costruttiva, ma da fare con la consapevolezza che si sta criticando se stessi. È un particolare che vorrei non sfuggisse, perché, a torto o a ragione, non mi sembra che oggi ci siano tante banche gestite dal centrodestra. Di questo mi rammarico, perché lo considero, per parte nostra, uno dei tanti errori commessi.
In ultima analisi, tratterei insieme sanità e tasse. Nel 2001, se non erro, affrontammo per la prima volta il tema IRPEF in questa simpatica congrega. Come Assessore al bilancio ero contrario.
Ho esaurito il tempo a mia disposizione per l'intervento, ma non perderò il filo e continuerò successivamente il mio ragionamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Interloquendo con l'ex Assessore Burzi, mi sembra che sulla questione dell'IRPEF, in particolare sul suo incremento, la maggioranza abbia fatto un "colpaccio", perché su una manovra così impopolare e di fronte ad una scadenza perentoria entro la quale, se non veniva approvato questo provvedimento, sarebbe stato d'obbligo un provvedimento di Giunta oggi forse nelle more di un contenzioso in campo giuridico sulla potestà regolamentare della Giunta e sulla competenza della materia. Forse il tema sarebbe stato di attualità e forse oggi all'ordine del giorno ci sarebbe stato lo 0,5% che noi incautamente e fidandoci - non ero convinto della bontà di questa operazione - assecondammo, perché c'era un impegno da parte della maggioranza, cioè che l'incremento sarebbe stato limitato al 2003.
Oggi la sorpresa che la manovra sull'IRPEF dell'1,4% è diventata di tipo strutturale, quindi con tutto quello che ci è stato detto su come i proventi di questa gabella, perché di questo si tratta, verranno utilizzati, e l'art. 2 delinea un certo tipo di intervento.
Nessuno ci dice come una parte della copertura di questa manovra darà risposta alle questioni già aperte dall'Assessore alla sanità: l'impegno con gli Ospedali Valdesi, che non risultano da nessuna parte nel bilancio l'impegno, per certi aspetti, già assunto con i due presidi del Mauriziano l'Ospedale di Lanzo e di Valenza, che probabilmente saranno portatori di entrate negative o di situazioni di passività, alle quali bisognerà dare risposta.
L'altro aspetto che voglio sollevare, Presidente, riguarda una questione di correttezza istituzionale. Nella mia breve esperienza di Consigliere comunale è successo che presentando degli emendamenti insieme all'opposizione siano stati recepiti dalla maggioranza. Presidente, sono stati recepiti con maggiore stile, come mi pare si delinei nell'ambito di questo dibattito e per di più da un Governo di centrosinistra.
Consigliere Cattaneo, se un appunto può essere fatto, è proprio una questione di stile, perché la prassi più corretta sarebbe stata non quella di assumere gli stessi emendamenti come maggioranza, ma l'esecutivo chiedendo una sospensione tecnica, si appropriava di quegli emendamenti, li recepiva e correggeva la manovra. Questa procedura sul piano dei rapporti istituzionali sarebbe stata sicuramente più corretta, perché non avrebbe dato la stura a nessuna accusa di plagio, di utilizzo improprio dell'apporto che l'opposizione ha dato. Sarebbe stato molto più corretto sul piano dello stile che l'esecutivo assumesse gli emendamenti integrandoli, trasformandoli con un emendamento nell'ambito del provvedimento.
Credo che l'Assessore Burzi si riferisse a questo quando guardando avanti paventava quello che poi è successo: esprima l'esecutivo quale sarà l'atteggiamento sulle proposte emendative presentate dall'opposizione.
Questo atteggiamento avrebbe ricondotto i rapporti tra maggioranza e opposizione ad una dialettica corretta sul piano istituzionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto per la replica.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Colleghi, le motivazioni che ci hanno portati a prevedere l'art. 1 della legge finanziaria hanno già avuto ampie ed esaurienti discussioni nella fase dove è stata introdotta l'addizionale IRPEF per il 2003, quindi entro il 30 novembre 2002. In quel momento il provvedimento originario prevedeva già un meccanismo di permanenza, avendo una doppia valutazione: una valutazione politica espressa dagli interventi dei colleghi di maggioranza e che trova giustificazione ad una serie di interventi di opposizione, di emendamenti di opposizione o di espressione politica che chiedono comunque meccanismi di spesa corrente, ma la motivazione più forte è che noi prevediamo, a partire da questo bilancio e con questa legge finanziaria, una serie di investimenti pluriennali che devono determinare la certezza di una copertura pluriennale. La motivazione del rendere permanente il meccanismo è la garanzia di copertura.
vero che vengono usati per spesa corrente, ma devo ricordare che vanno nello stesso "sacco" e la spesa corrente può essere lo sforamento della sanità. Una valutazione che può essere fatta, e giustamente ha fatto questo Consiglio, riguarda la razionalizzazione, le modifiche che devono intervenire, ma sono anche i confinanziamenti per milioni e milioni di euro che riguardano il settore del Lavoro, della Formazione, del Turismo, della Cultura che trovano peraltro puntuali emendamenti da parte della maggioranza e dell'opposizione nell'incrementare alcune dotazioni. Questo meccanismo è un'esigenza per mantenere i livelli di funzione di parti correnti e per far partire iniziative di investimento a fianco alle grandi opere finanziate dallo Stato. Questo è il motivo che ci ha portati a renderla continua di anno in anno.
L'ultima considerazione che volevo fare è rivolta al Consigliere Placido. Volevo invitarlo a leggere un saggio di uno scrittore francese che con un po' di revisionismo afferma che il Re Riccardo non era inglese e non era affatto bravo come narra la storia, quindi il famoso Robin Hood potrebbe non essere il buono della favola al servizio del Re Riccardo. Alla fine, il buono della storia potrebbe risultare il Re Giovanni. Forse è il caso di cominciare ad aprire una fase di revisionismo storico andando indietro di mille anni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1).
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Volevo solo precisare che, per quanto riguarda la votazione precedente il voto del Gruppo di Rifondazione comunista era favorevole.



PRESIDENTE

D'accordo.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Ronzani, Riggio Muliere, Placido, Riba, Suino e Marcenaro: al comma 1 dell'art. 1, dopo le parole "A decorrere dal 1 gennaio 2004" sono aggiunte le parole "e limitatamente a tale anno".
1.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Saitta e Di Benedetto: al primo comma dell'art. 1 del disegno di legge n. 465, dopo le parole "A decorrere dal 1 gennaio 2004" sono aggiunte le parole "limitatamente a tale anno".
La parola al Consigliere Riggio che li illustra entrambi.



RIGGIO Angelino

In apertura riconosco all'Assessore Pichetto che il principe Giovanni ahimé - è stato un riformatore, perché a lui si deve la Magna Carta Libertatum. Ma lo è stato perché, di fatto, era un re molto debole ed era stato costretto ad ascoltare i nobili. Comunque con tutto ciò, la Magna Carta Libertatum è la prima carta costituzionale.
C'è da augurarsi che il Presidente Ghigo sia capace di ascoltare l'opposizione alla stessa maniera, non impadronendosi degli emendamenti dell'opposizione, ma ascoltandola, che è quello che abbiamo chiesto. Noi ci siamo impegnati in modo molto serio: per quanto riguarda il dibattito sulla finanziaria, non abbiamo voluto presentare emendamenti di tipo ostruzionistico. Si tratta di emendamenti di sostanza e su questi chiediamo di confrontarci, anche con uno scontro aspro di idee, ma su questioni sostanziali.
Quello che si propone con questo emendamento è una cosa estremamente semplice: l'impegno ad aumentare l'IRPEF, ma limitatamente a questo anno.
Come ha ricordato bene il collega Muliere non si facciano astuzie.
Vediamo se riusciamo a mantenere la politica su un livello alto: le piccole "turbate" sono delle cose tristi, che è opportuno non fare. La vera verità del perché l'aumento non è limitato a quest'anno è che i 2 anni che ci aspettano saranno due anni di impegni elettorali. Se sarà necessario, la maggioranza, la Giunta vengano qui in Consiglio e si espongano di nuovo eventualmente smentendosi, perché l'anno scorso ci si era impegnati ad un provvedimento per un anno soltanto, invece quest'anno ci ritroviamo di fronte ad una riproposizione dell'aumento dell'IRPEF.
Devo dire che se questa riproposizione avvenisse in presenza di idee nuove e coraggiose, originali, oppure anche assorbite da altri... Il Presidente della Giunta regionale non avrebbe fatto nulla di male se avesse detto: "Abbiamo saputo cogliere un'opportunità che ci è stata prospettata da altri". Sarebbe stato un gesto dignitoso, così come sarebbe un gesto dignitoso oggi proporre questo aumento dell'IRPEF se, a fianco di questo aumento, fosse stato presentato quello che aveva chiesto il relatore di maggioranza della Commissione d'indagine sulla spesa sanitaria Consigliere Gallarini, il quale aveva richiesto - ed è stato formalizzato con un ordine del giorno della maggioranza, approvato da questa maggioranza un provvedimento che la Giunta avrebbe dovuto presentare al Consiglio in tempi brevi per intervenire su tutte le storture che erano state riconosciute come dati oggettivi di criticità nella spesa sanitaria.
Erano dei dati oggettivi, e io sono convinto che, al di là degli sprechi, la questione del disavanzo della spesa sanitaria abbia le sue radici non tanto nel mancato controllo, quanto nel mancato governo; nel fatto che non si è capita la nuova domanda sanitaria, non la si è saputa governare e non si è saputo trasportare la domanda dall'ospedale al territorio. Di fatto, non si è saputo eliminare il meccanismo che oggi trasforma la sanità in una specie di supermarket delle prestazioni, invece che un governo dei percorsi di salute, cioè che portino ad affrontare la domanda di salute della popolazione, dal momento in cui si esprime - sotto forma di disagio - al momento in cui ha una soddisfazione da parte dell'organizzazione sanitaria nel suo complesso.
Penso che il problema sia più questo che non la questione degli sprechi. Con tutto ciò abbiamo fatto una Commissione d'indagine, che è arrivata a delle soluzioni e a delle determinazioni. Alcune sono state espresse dal Presidente della Commissione Saitta; altre sono state espresse dal collega Gallarini, come Vicepresidente e sposate dalla maggioranza che ha chiesto alla Giunta in tempi brevi un provvedimento che fosse capace di correggere queste storture. Questo provvedimento non c'è stato.
Devo dire che, se a fianco della richiesta di un aumento dell'IRPEF la Giunta regionale avesse prodotto questo documento, avrebbe sicuramente fatto qualcosa di maggiormente dignitoso. In assenza di questo prudentemente, sarebbe corretto limitare l'aumento dell'IRPEF a questo anno.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Presidente, mi scuso perché ho perso qualche battuta della discussione di oggi pomeriggio e anche qualche aspetto degli avvenimenti. Ho appreso che alcuni Capigruppo della maggioranza hanno ripreso alcuni nostri emendamenti, proponendone dei loro, in modo da assicurarci, una collocazione su quelle materie che, rappresentando un elemento di crisi dei rapporti e delle espressioni e capacità di governare delle questioni complesse, avevano bisogno di essere affrontate.
Relativamente ad alcune questioni che vengono governate in modo particolarmente disorganizzato come avviene per gli ospedali, su queste partite potrei chiamare a testimoniare il Consigliere Enrico Costa e il Vicepresidente Toselli (il Presidente Ghigo non è più molto assiduo nei rapporti con il Consiglio, naturalmente mantiene un rapporto intenso con alcune delle nostre province, immagino con tutte).
Cito per tutte la data del 25 ottobre. Quel giorno è nato un comitato in cui i caudatari (non trovo un altro termine) del Presidente Ghigo hanno organizzato una manifestazione di 780 persone, una cifra riguardevole, nel grande auditorium di Bra. Il Presidente Ghigo in quella manifestazione fu travolto dal consenso, da una massa di applausi - una massa di applausi anche per l'organizzazione ineccepibile della serata che fu all'altezza delle migliori aspettativi o delle peggiori tradizioni - dall'entusiasmo dei partecipanti ai quali disse: "dopodomani metterò a disposizione per l'ospedale di Alba-Bra non 243 miliardi, ma 280 come avete chiesto (è testuale, possiamo verificarlo). Immagino che il Presidente Ghigo abbia comunicato questa sua affermazione all'Assessore D'Ambrosio o all'Assessore Pichetto. Probabilmente entrambi hanno dimenticato clamorosamente questo impegno preso a nome dell'Amministrazione - potrebbe essere una spiegazione comunque, sta di fatto che nel bilancio non c'era né una somma e nemmeno l'altra. Quel Comitato di festeggiamenti del 25 ottobre è rimasto in piedi come comitato di registrazione del rammarico, del disagio e dell'insoddisfazione, delle pressioni, per altro molto tenui, che continuano a rivolgere al Presidente Ghigo affinché le somme promesse e gli impegni promessi per quell'ospedale, siano effettivamente mantenuti.
Ho citato l'esempio dell'ospedale Bra, ma lo potremmo fare anche per la chiusura dell'ospedale di Domodossola o per la realizzazione del nuovo ospedale a Novara ecc. Magari rispetto a Domodossola il Consigliere Cattaneo potrà fornire qualche elemento in più per collaborare ...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



RIBA Lido

Il Comitato di Alba continua ad implorare che l'impegno preso sia mantenuto.
Noi abbiamo proposto l'iscrizione delle somme promesse che sono rese necessarie dalla storia e dalle esigenze. Voi, invece, di quelle somme non avete rilevato neanche l'impegno e non le avete scritte in bilancio.
L'Assessore Pichetto lo sa bene. Immagino che vi siano state riferite, non posso pensare che siano state organizzate della "serate" di questa natura senza che vi siano stati riportati gli impegni presi. Se, al contrario vi è stato riportata e non è stata inserita in bilancio la proposta, vuol dire che non c'era l'intenzione, la volontà politica e, magari, sulla base del vostro impianto, neanche le spazio tecnico finanziario. Visto che la questione ha un suo rilievo immagino che, correndo maldestramente ai ripari, abbiate inteso presentare un emendamento.
E' da 13 anni che, impegnandomi per quello che posso, sono in Consiglio regionale e l'idea che si possa fare contemporaneamente maggioranza e opposizione è una novità tale che noi siamo molto restii a considerare accettabile come prassi dei rapporti politici. Quelle proposte noi le abbiamo avanzate in tutte le Commissioni: nella IV e nella I Commissione gli atteggiamenti sono sempre stati di non disponibilità.
Adesso abbiate lo stile istituzionale di considerare che gli emendamenti sono fondati e sono nostri. Questo vuol dire non costruire delle ulteriori innovazioni perché, alla fine, anche la deontologia non può sopportare qualsiasi cosa. Non potete immaginare che avendo rappresentato la maggioranza in modo trionfante sulle piazze, adesso possiate rappresentare anche l'opposizione alla maggioranza presentando voi gli emendamenti (che peraltro li fate copiando). E' una questione di correttezza nei rapporti politici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi, ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Devo fare una digressione. Ero indeciso se intervenire sulla discussione generale o per fatto personale, tuttavia ho deciso di intervenire per discussione generale. Abbiamo appena avuto un esempio di come, in certi momenti, piace raccontare fiabe. Ne abbiamo appena ascoltata una (con tutta l'amicizia personale che mi lega al Consigliere Riba amicizia solo personale, non politica).
Francamente, per la parte di Cappuccetto Rosso avrei scelto un personaggio, almeno dal punto di vista fisico, più idoneo al ruolo.
Cappuccetto Rosso che, simpatica verginella, si inoltra nel bosco del bilancio e dei rapporti con maggioranza e minoranza e viene sorpresa dal Lupo cattivo (anche in questo caso, francamente, per il lupo cattivo avrei scelto un personaggio diverso) e viene colpito nell'intimo della sua espressione politica. Il Vicepresidente Riba, di sua spontanea volontà certe volte aiutato dai Capigruppo che si sono succeduti nel suo Gruppo, ne ha fatte sul bilancio di tutti i colori. Ne cito alcune, e di qui la motivazione del mio intervento per fatto personale: ricordo che una volta siamo a marzo '98, il Vicepresidente Riba esordì dicendo che avevo presentato un bilancio falso: lì discutemmo argutamente se era falso in bilancio o bilancio falso perché ne avrei tratto delle conclusioni diverse.
Falso in bilancio semplicemente perché, udite udite, avevo ridefinito le entrate con un emendamento di Giunta. Questo è successo in quest'aula e io ho molto imparato da queste esperienze. Ripeto, falso in bilancio perch con un emendamento di Giunta, avevo aumentato le entrate del bollo - credo che fossero 30 o 40 miliardi- che a marzo non erano accertabile e a dicembre neanche per il buono motivo che non si ancora chiuso l'esercizio.
Ripeto: falso in bilancio. Il Consigliere Chiezzi lo migliorò subito, non volendo perdere la battuta, emendando il Consuntivo, ripeto il Consuntivo.
In quest'aula abbiamo discusso di emendamenti al Consuntivo di un bilancio! A volte si dicono cose che dette in un determinato momento non risultano significative, ma le stesse dette in altri momenti lo possono risultare, mi riferisco a quando, impropriamente, chiamai un bilancio bilancio a base zero: sei mesi di Commissione e di aula, che mi sembrano una punizione sufficiente, per aver fatto questa affermazione che è il presupposto per cui oggi si dice, prendendolo seriamente, che si vorrebbe discutere di impianto di bilancio e di impianto di sanità. Siccome credo sarebbe utile e possibile, guardate che la modalità esiste; bisognerebbe però impegnarsi, anche a stralcio del Regolamento attuale, senza prenderne gli impegni che valgono al di là della giornata in cui li si prende limitando i danni della discussione ad un tempo certo. Se la minoranza proponesse - perché ritengo spetti alla minoranza proporlo - e garantisse un dibattito sull'argomento in tempi certi, ove per tempi certi significa che il giorno tale si vota, a stralcio di tutto il resto, sono disponibile a titolo del tutto personale, rappresentando me stesso e null'altro, a discutere.
E' possibile perché, comunque, sia che si mantenga oppure no l'art. 1 l'IRPEF (ma ne discuteremo in altri momenti), rappresenta 350, 400 miliardi ed è l'1% del nostro bilancio. Certamente si può fare molto meglio; è prevalentemente un compito della maggioranza, ma può anche contribuire la minoranza, perché si tratta sempre di 350, 400 miliardi, né in più né in meno.
Ritengo che siamo già stati abbastanza masochisti nel 2001, quando ci siamo limitati ad un anno, perché è più facile decidere e poi rimuovere che proporre aumenti ogni anno. Questi errori li abbiamo già fatti e credo che non se ne debbano fare di nuovi.
Lo stesso discorso vale per la sanità. Sulla sanità, però, lasciando l'elemento, non dico di provocazione, ma di meditazione, guardi Consigliera Manica - che il Piano sanitario del '99, al quale lei ha certamente contribuito come Consigliera di opposizione, riletto oggi, come documento storico, è ben più che un Piano dei sogni; ritengo sia una concausa non piccola di quello che, a suo tempo, è stato chiamato erroneamente "distretto della sanità piemontese".



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba che interviene in qualità di Consigliere per fatto personale.



RIBA Lido

Il collega Burzi ha generato in me un turbamento rispetto alla mia onorabilità di ragioniere, anche perché non ho mai usato il termine "falso in bilancio" e neanche "bilancio falso".
Ho sempre posto all'Assessore Burzi, che era una pelle di Savoia unica nella gestione di questo tipo di rapporti, come si doveva definire un bilancio - come l'avevamo definito allora - de iure condendo, nel quale ogni tanto si aggiungevano pezzi, senza consentirci mai il piacere di poterlo leggere.
In questo, ho sempre speso la mia onesta fisionomia di ragioniere della pubblica amministrazione, quindi sarei grato se il collega Burzi ripristinasse quello che ha detto rispetto alla mia affermazione. Io non ho mai detto "falso in bilancio"; ho posto dei quesiti connessi all'abilità con la quale lui, pur non essendo un esperto in materia, proponeva in maniera appuntata le operazioni sul bilancio, dandogli atto di essere stato, comunque, irresistibilmente indecifrabile dall'inizio alla fine.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per fare ulteriori considerazioni; chiedo scusa se in parte mi ripeto, rivolgendomi al Consigliere Riba che, evidentemente, è stato male informato. Vorrei avere non la presunzione di convincerlo, ma quella di fargli ascoltare, se ha la compiacenza, una lettura in parte diversa della questione degli emendamenti messi in correlazione, e da lui riportati; potrà riscontrare questo anche rispetto ai documenti che sono a sue mani.
Gli emendamenti sono sostanzialmente diversi, e questo è un aspetto tecnico. L'emendamento del Consigliere Saitta e degli altri Consiglieri del centrosinistra prevede una provvista - mi piace chiamarla così - di 150 milioni di euro all'anno, dal 2003 al 2005, per un totale di 450 milioni che, in aggiunta al capitolo di bilancio previsto dalla Giunta, arriva a 550 milioni di euro (circa 1.100 miliardi delle vecchie lire); una cifra impossibile da spendere, da qua al 2005, e questo è evidente perch l'emendamento non è ostruzionistico, ma strumentale e propagandistico.
Infatti, quando si va a proporre 550 milioni di euro, semplicemente per dire che è stata proposta una cifra significativa per questi ospedali, si vuole fare della propaganda. Ricordo che parliamo di ospedali; a Novara c'è un accordo sul territorio, ma di effettivo non c'è ancora nulla; nel VCO c'è poco di più, cioè è in essere lo studio di fattibilità; per l'ospedale eporediese non si è ancora sicuri - nel nostro emendamento non l'abbiamo previsto - se potrà essere realizzato a breve.
Caro Presidente Riba, noi non vogliamo copiare nulla, però non vogliamo neanche che ci venga impedito di presentare emendamenti su argomenti importanti, tra cui la sanità, che rappresenta l'80% del nostro bilancio.
Abbiamo semplicemente presentato un emendamento completamente diverso parliamo delle Molinette 2, mentre non parliamo dell'ospedale eporediese.
Parliamo di cifre completamente diverse, in coerenza con un documento politico che abbiamo predisposto il 23 gennaio, pubblicato dall'ANSA quando voi non avevate presentato questo emendamento. Abbiamo detto come destinare, in via prioritaria e con una compartecipazione al finanziamento (non con il finanziamento, perché la nostra Finanziaria prevede la finanza innovativa e la finanza di progetto), quei 200 miliardi che la Giunta aveva stanziato sull'edilizia sanitaria nel disegno di legge approvato dalla stessa ed assegnato al Consiglio regionale. Probabilmente il collega è disinformato, ma la Giunta ha già messo 200 miliardi sull'edilizia sanitaria.
Noi abbiamo detto semplicemente di aggiungere 50 milioni anche per il 2005, perché riteniamo che la cifra (non 550, come dite voi, perché è impossibile, ma i 150 milioni di euro), sia congrua con quell'elenco sul quale abbiamo la primogenitura dell'iniziativa politica, non fosse altro perché governiamo.
Il vostro ravvedimento, operoso, ma insostenibile, di 550 milioni di euro, riguarda ospedali come Novara, dove la Consigliera Manica dice spesso che non si farà mai, o quello del VCO, dove c'è il Sindaco dei DS che è contrario (l'ha detto pubblicamente anche in Consiglio comunale); adesso voi proponete - e di questo sono contento - di stanziare delle risorse anche su quel progetto.
In buona sostanza, non abbiamo copiato nulla; abbiamo semplicemente detto (e credo che possiamo farlo, come maggioranza e come Consiglieri regionali che sostengono questa Giunta): "Cara Giunta, grazie per aver provveduto a mettere 100 milioni di euro sull'edilizia sanitaria, ma non sono abbastanza. Riteniamo che, per quanto abbiamo deciso politicamente insieme - il documento del 23 gennaio - e per come ci siamo esposti con atti amministrativi e non solo, ne servano almeno altri 50 milioni di euro nel 2005. Riteniamo opportuno, qualora non bastassero, fare ragionamenti di co-finanziamento. Ecco perché siamo d'accordo con una Finanziaria che prevede finanza di progetto e finanza innovativa.
Se non dovessero ancora bastare, l'anno prossimo discuteremo del riparto dei famosi 180 miliardi che il Governo ci darà nel 2004 (e li vedremo perché nel frattempo un po' di strada sarà stata percorsa). Non abbiamo copiato niente; siete stati voi ad uscire per primi sui giornali su questo argomento. Ribadiamo, semplicemente, che sul nodo delle Molinette 2 ancorché dovrà essere realizzato nel 2007 e su cui la Regione crede molto (il Presidente Ghigo l'ha inserito come punto fondante dell'impegno nel futuro di questi due anni e mezzo di amministrazione regionale) occorrere fare qualcosa. Il vostro emendamento non lo prevede; quindi potrebbe essere una via d'uscita, una via di convergenza, trovare una posizione e una soluzione a questo problema.
Se veramente crediamo in questa necessità e se veramente vogliamo confrontarci in nome di una istituzionalità e di una realtà che dovrebbe sempre essere il nostro faro, sia per minoranza sia per maggioranza, non si può proporre un miliardo e 100 mila delle vecchie lire, che non riusciremo a spendere, e pretendere di vincolarle. Noi governeremo almeno fino al 2005 e non ci sentiamo di vincolare una somma di questa portata che, siamo sicuri già da ora, non riusciremo a spendere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Colgo l'occasione di questo emendamento, visto che si parla molto di nuovi ospedali nel cuneese e nel verbano, per sottolineare le esigenze del "profondo sud", Assessore Pichetto. Io provengo dal profondo sud addirittura a due chilometri dal confine con la regione Liguria, e siccome si parlava di nuovi ospedali, Assessore, vorrei ricordare (a lei e ai Consiglieri della maggioranza) che nella prima bozza del piano regionale ormai ritirato si parlava anche di un altro nuovo ospedale, del terzo ospedale tra Novi Ligure e Tortona.
Ricordo all'aula che Novi Ligure si trova nella regione Piemonte nonostante si chiami Novi Ligure e nonostante qualche volta qualcuno telefonasse al Comune per chiedere quando sarebbe iniziata la stagione balneare.
L'Assessore D'Ambrosio, durante un'assemblea a Novi ligure (non ricordo la data precisa, ma era aprile del 2002) alla presenza dell'Assessore Cavallera ha detto che si sarebbe costruito un nuovo ospedale di terzo livello tra Novi Ligure e Tortona. A questo punto intervenni dicendo: "Assessore, guardi che c'é già un ospedale di terzo livello a 15 chilometri da Novi Ligure, cioè ad Alessandria. Ad Alessandria c' un'azienda ospedaliera nazionale e forse non è il caso di costruire un nuovo ospedale di terzo livello". Dopo alcuni mesi l'Assessore D'Ambrosio si è ripresentato dicendo che si sarebbe costruito un nuovo ospedale di secondo livello.
La vicenda è proprio andata così, c'è la testimonianza dei Sindaci.
Non ho mai avuto, né io né la mia parte politica, atteggiamenti pregiudiziali nei confronti dell'ipotesi di un nuovo ospedale tra Novi Ligure e Tortona, ma nel frattempo è successo, giustamente, che si sia finanziata la costruzione di un nuovo reparto e la ristrutturazione dell'ospedale di Novi Ligure, per un ammontare di 15 miliardi. Per quanto riguarda l'ospedale di Novi Ligure c'é già l'appalto e si sta già lavorando; mentre a Tortona si sta ristrutturando un ospedale molto vecchio e si è aperto un nuovo reparto di rianimazione.
chiaro che siccome occorre guardare al futuro si dice: "Beh discutiamo se è necessario o meno costruire un terzo ospedale e poi si penserà cosa fare dell'ospedale di Novi Ligure e di Tortona". Cominciamo a discutere seriamente, dal punto di vista tecnico e della politica sanitaria, se c'è o meno la necessità di costruire questo nuovo ospedale.
L'Assessore D'Ambrosio parlava di un tavolo di confronto e di concertazione; non solo non c'é il tavolo, ma non ci sono neanche le sedie per sedersi. Non si è mai riunito, pur essendoci i Sindaci e i soggetti preposti a discutere nel merito la situazione.
Prendo atto, Assessore, che il Presidente Ghigo non ha nemmeno citato l'ipotesi di questo ospedale; non è presente nei pensieri di questa maggioranza. Prendiamo atto della situazione: è un elemento di chiarezza.
Forse volevamo entrare nel merito discutendone, ma prendiamo atto che la Giunta non ha nessuna intenzione, vista la situazione economica, di pensare ad un nuovo ospedale tra Novi Ligure e Tortona. Forse ci sono altre necessità e priorità, ma allora lo si dica in quest'aula e nella provincia di Alessandria, soprattutto tra Novi e Tortona che, ricordo, sono due città del Piemonte, compresa Novi Ligure anche se si chiama Novi Ligure.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Marco Botta, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Marco

L'argomento trattato nell'intervento del Consigliere Muliere sollecita una riflessione; oltretutto, trattandosi di argomento importante, è giusto che rimanga nei verbali di questo Consiglio e i colleghi siano informati della questione.
Caro collega Muliere, il problema è di tipo tecnico. Nella stesura dell'emendamento sono stati considerati gli ospedali e i progetti di ospedali che hanno già una loro definizione a livello tecnico e dove ci sono già - alcuni da mesi e altri da anni - piani di fattibilità. Si tratta di una progettualità molto avanzata. Non è stato inserito il discorso di Novi Ligure e Tortona, che giustamente lei ha ricordato perché risulta sicuramente un'opzione politica che la Giunta e la maggioranza riconoscono come importante per quel territorio, semplicemente perché il Piano di fattibilità di questo nuovo ospedale non ha ancora visto la luce ma è in fase di elaborazione.
Lei sbaglia, anche se in buonafede, quando afferma che il problema dell'ospedale Novi-Tortona non è nei pensieri del Presidente Ghigo, della Giunta regionale o della maggioranza. Lo è, e lo è costantemente. Lei porti questo messaggio rassicurante in particolare al Novese. Adesso sinceramente, non ricordo che l'Assessore D'Ambrosio avesse potuto assicurare un ospedale di interesse nazionale tra Novi e Tortona, con tutto il rispetto per queste meravigliose zone dal punto di vista paesaggistico artistico e industriale.



(Commenti del Consigliere Galasso fuori microfono)



BOTTA Marco

Come ripeto, esiste un impegno, da parte della maggioranza e della Giunta, che troverà la sua concretizzazione non appena si arriverà ad una fase di progettualità avanzata, e soprattutto non appena gli Enti Locali manifesteranno, in maniera così chiara come hanno fatto gli altri Enti Locali degli ospedali di cui stiamo parlando, un'indicazione precisa.
Per onestà intellettuale, ricordo che neanche l'emendamento presentato dal centrosinistra cita l'ospedale di Novi-Tortona. Infatti, mentre sono citati gli ospedali di Alba-Bra, Borgosesia, Novara, VCO e dell'Eporediese se lo ritenevate così importante, come noi riteniamo sia l'ospedale di Novi-Tortona, forse valeva la pena di aggiungerlo nel vostro emendamento.
Noi vi abbiamo spiegato il motivo tecnico per cui non è stato inserito nell'emendamento di maggioranza, ma rimane l'impegno all'edificazione di questa nuova struttura.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Vorrei fare alcune precisazioni in merito all'intervento del collega Botta, il quale ha fatto questa differenziazione di "progettati" ospedali a diversi livelli di azione.
La proposta che il centrosinistra ha formulato - so che non stiamo discutendo di questo, per cui sarò breve - si riferisce ad ospedali in parte già oggetto di leggi e in parte già oggetto di studi di fattibilità da parte dell'ARES. In merito a questi studi di fattibilità nutriamo dei dubbi, nel senso che i progetti di fattibilità vengono fatti nel memento in cui si decide collegialmente di procedere alla realizzazione di una nuova struttura. Nel caso di Borgosesia e di Biella, ad esempio, l'Assessore ricorderà che si è creata prima la legge, mentre qui si adotta una modalità diversa.
anche vero, però, che una legge non può essere emanata se manca il finanziamento, quindi anticipiamo, in qualche maniera, la possibilità di presentare una legge perché altrimenti non avrebbe la copertura finanziaria.
Il problema, tuttavia, è di questo tipo: noi ci siamo limitati soltanto agli ospedali già oggetto di legge o sui quali ci sono degli studi di fattibilità. Non abbiamo indicato, invece, la struttura sanitaria delle Molinette, così come ha indicato la Giunta di centrodestra, per il semplice fatto che qui, pur essendo complessivamente d'accordo su questa idea, non è stata ancora fatta una valutazione sulle modalità di realizzazione di quell'infrastruttura: cosa vuol dire "Molinette 2"? Cosa comporta il trasferimento? Che cosa significa questo ospedale rispetto agli altri? In sostanza, mi pare che ci troviamo in una situazione quasi identica a quella dell'ospedale che prima i colleghi Botta e Muliere citavano. Si tratta ancora di un'idea che dev'essere sostanziata da qualche atto preciso, soprattutto in merito alle modalità di finanziamento.
Ricordo ai colleghi che la scelta delle Molinette non è una ancora compiuta, nel senso che esiste la convinzione che questa sia una soluzione possibile, ma le modalità concrete per poterla realizzare e finanziare sono tutte da definire. In sostanza, ci troviamo ancora in questa fase.
previsto un finanziamento proprio da parte della Regione Piemonte? Averlo indicato qui, vuol dire che la Giunta regionale ha deciso, qualora verrà approvato questo emendamento, che la struttura delle Molinette sarà realizzata con finanziamento pubblico? È una scelta che noi, personalmente condividiamo. La Giunta regionale ha deciso di finanziare il trasferimento delle Molinette con risorse proprie? una scelta condivisibile. Noi non l'abbiamo indicata perché ci pareva che il tema fosse ancora oggetto di discussione. Volevo, dunque, far notare questa contraddizione.
Non mi pare che le valutazioni che sono state mosse finora per quanto riguarda le Molinette fossero nella direzione di realizzarlo totalmente con risorse pubbliche. Questa parentesi voleva semplicemente dimostrare che ci troviamo in una situazione pressoché identica a quella dell'ospedale citato prima, in sostanza.
Allora, se vale un criterio come quello che è stato adottato dal Capogruppo di Forza Italia, cioè quello di indicare anche le idee ancora non perfezionate, addirittura avanzando un'ipotesi di finanziamento che non mi pare corrisponda all'idea del Presidente Ghigo (non so, infatti come quest'idea sia stata partorita dal Capogruppo di Forza Italia), credo che si possano inserire tutte le idee, basta averle in mente e averle annunciate. Per la verità, alcune di esse sono in una fase successiva all'annuncio. Ma se è sufficiente il criterio dell'annuncio di quell'idea (o anche solo il pensiero o l'immaginazione di quell'idea) la lista potrebbe continuare. Ricordo, infatti, che vi é un'altra proposta dell'Assessore D'Ambrosio che non abbiamo indicato, quella di un ospedale nuovo nella zona compresa tra il Maria Vittoria e Venaria. Ve la ricordate? Ma ce ne sono tante altre. Sono tutte idee che nascono così senza un minimo di riflessione.
In conclusione, siamo favorevoli all'emendamento, ma ci tenevo a far rilevare una contraddizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo, per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Il nostro voto sarà contrario, le questioni relative all'IRPEF le abbiamo già spiegate prima. Volevo entrare nel merito di alcune considerazioni che poneva all'attenzione del Consiglio il Consigliere Saitta.
Consigliere Saitta, lo abbiamo già detto e lo ribadisco, il nostro emendamento prevede una cifra complessiva di 300 milioni di vecchie lire quindi abbiamo interpretato un impegno che la Giunta aveva già inserito nel disegno di legge in termini di edilizia sanitaria. Non abbiamo fatto la lista della spesa.
Ribadisco che il nostro emendamento è sostanzialmente diverso da quello della minoranza, parliamo di cofinanziamento e non di finanziamento. Nel cofinanziamento abbiamo due articoli della Finanziaria che prevedono la finanza di progetto e la finanza innovativa; parliamo di priorità e parliamo di ospedali che sono molto di più, passatemi il termine improprio di un annuncio. Gli ospedali di Alba-Bra e Mondovì sono in progetto, per l'ospedale di Novara abbiamo la delibera della Giunta regionale, una presa d'atto, il territorio è d'accordo e concorde, così come le forze politiche locali (abbiamo visto le prese di posizioni del centrosinistra). Per l'ospedale del Verbano-Cusio-Ossola la Conferenza dei Sindaci, a larga maggioranza, ha fatto la sua scelta, c'é una presa d'atto della Giunta, c' un piano dell'ARES (discusso,ma c'è); c'é uno studio di fattibilità già finanziato dalla Giunta regionale con 600 mila euro (una delibera di pochi mesi fa).
La struttura sanitaria delle Molinette in correlazione con quello che si diceva prima dell'ospedale dell'alessandrino. Ad Alessandria siamo in presenza di una bella campagna, i Sindaci non si sono ancora espressi, c' una parte politica che ha un'idea, che mi sembra abbastanza condivisa all'interno del Consiglio regionale, bisogna lavorare ancora molto e credo che ci vorranno un paio d'anni prima di arrivare ad una situazione e ad un punto in corso d'opera come sono gli altri ospedali. Non a caso, non me ne voglia il Consigliere Muliere, intelligentemente il centrosinistra non aveva inserito in elenco l'emendamento a firma del Consigliere Saitta primo firmatario. Credo che, o per disinformazione del Consigliere Muliere o perché tutti dobbiamo impegnarci di più e confrontarci su questi temi sia condivisa questa prudenza. Certo, no si può accusare l'Assessore Cavallera, piuttosto che il Consigliere Bussola, o la Consigliera Albano Consiglieri della provincia di Alessandria, di essere disinteressati a questo obiettivo. Sono semplicemente amministratori attenti, amministratori che vogliono arrivare concretamente a quel risultato con tutti i crismi e gli scalini di una lunga scala per arrivare in cima al percorso, cogliere questo obiettivo che tutti i Consiglieri di Alessandria vogliono. Altra questione è la struttura delle Molinette. L'ho detto prima, si prevede la realizzazione delle Molinette nel 2007. Per noi questa è una priorità, il Sindaco di Torino, Chiamparino, ha detto di essere d'accordo. Ha detto che vuole la realizzazione di questo progetto, allora diciamo, ed ecco perch l'abbiamo inserito, che dovrà essere fatto un Accordo di Programma. Credo che nessuna possa immaginare che, a lato della Regione e del Comune, non ci siano altri soggetti istituzionali interessati.
Riteniamo che inserirlo coerentemente e correttamente, visto che noi abbiamo questa priorità e questo punto (l'ha citato il Presidente Ghigo in apertura della sessione finanziaria), sia ribadire un nostro obiettivo politico, forte nella sede istituzionale del Consiglio regionale, un obiettivo su cui è coesa e determinata tutta la Casa delle Libertà sia a livello istituzionale, compreso il Sindaco Chiamparino, che a livello politico (mi sembra ci sia una convergenza del centrosinistra). Non a caso ho detto che potremmo trovare proprio su questo, un punto di sintesi.
Siamo d'accordo prevedere un co-finanziamento, un Accordo di Programma di un progetto che ambisce alla costruzione di una città della salute nella città capoluogo della regione - immagino un impegno finanziario della Regione - come credo siano d'accordo anche l'Assessore D'Ambrosio e il Presidente Ghigo. Non credo che abbiamo fatto alcun peccato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Vicepresidente del Consiglio, Riba, che intervenire in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



RIBA Lido

La questione è: cosa ne facciamo delle risorse? Ne abbiamo già discusso per una parte senza trovare delle convergenze. Voglio dare atto al Consigliere Burzi che per tutto il periodo in cui ha amministrato il bilancio era disposto a sostenere delle accuse complicate, ma non era disposto a rendere chiaro che cosa intendeva fare. Sotto questo profilo c'è stata una resistenza ad oltranza nella quale effettivamente abbiamo sopportato il disagio che ne conseguiva. Adesso vorremmo provare con un'altra tecnica.
Spero di poter strappare una promessa in conclusione di serata: chiedete al Presidente Ghigo di non continuare a raccontare delle bugie clamorose a quel suo amico Sindaco di Alba su cose intende fare e come intende finanziare l'ospedale (quel Sindaco non è di Forza Italia, ma è del CCD, CDU, non può contare certamente sulla protezione del Consigliere Deorsola).
L'emendamento recita: "a decorrere dal 1 gennaio 2004, e limitatamente a tale periodo", perché l'applicazione di una sovrimposta, che comporta un prelievo attorno ai 400 miliardi su base regionale, quindi 100 mila a testa sui 4 milioni di piemontesi rimasti, non è una cifra che si impone come prelievo, senza avere una giustificazione che deve essere motivata annualmente. Questa è l'unica forma di elasticità esistente per decidere il bilancio annuale (c'è una parte quinquennale, ma quella va sui mutui, se ho capito bene, altrimenti chiedo al collega Burzi, o all'Assessore Pichetto per avere una conferma).
La questione del bilancio triennale è risolta con i mutui.
L'applicazione dell'im posta consente di fronteggiare la spesa, sia pure di investimenti annualmente necessaria, sulla base di un programma. Quello che non si pu accettare è che si decida il prelievo, senza limitazione di tempo sottraendo la possibilità di avere un ragionamento che è alla base della logica del governo e del contratto istituzionale con i cittadini, che è quello di dire: "Ti prelevo questo, sulla base di una possibilità di tipo eccezionale ed integrativo, perché ti do quest'altro". Questo è il corrispettivo. Invece, si preleva a tempo indeterminato, senza che questa questione sia giustificata, se non da una situazione di finanza obiettivamente complessa e pesante.
Così come abbiamo accettato, in sede di discussione della sovrattassa per il 2003, che questa avesse corso, non intendiamo stabilire a priori di non discutere (non dico condividere), specialmente con un anno di anticipo tale possibilità per il 2004, ma non a tempo indeterminato. Questo non è lo spirito con il quale viene attribuita all'istituzione regionale la possibilità di prelevare quelle 100 mila lire a persona dalle tasche dei cittadini, stabilendolo fin da adesso, a prescindere dalla proposta della relativa utilizzazione, quindi dalla documentazione dell'effettiva esigenza di individuare e decidere un prelievo esoso.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti nn. 1.2) e 1.3) Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.35)



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