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Dettaglio seduta n.296 del 29/01/03 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VIPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.10 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.45)



(La seduta ha inizio alle ore 10.46)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caramella, Casoni, D'Ambrosio Ghigo, Pedrale, Pozzo, Racchelli e Rossi Giacomo.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Comunico, altresì, che il Presidente della Giunta regionale, Enzo Ghigo, attribuisce temporaneamente all'Assessore Cavallera le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, con delega a sostituirlo nella giornata del 29 e 30 gennaio 2003, con Decreto n. 11 del 27 gennaio 2003.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Proseguimento esame disegno di legge n. 465: "Legge Finanziaria per l'anno 2003" e disegno di legge n. 469: "Bilancio di Previsione per l'anno finanziario 2003 e Bilancio Pluriennale per gli anni finanziari 2003-2005"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare i punti 4) e 5) all'o.d.g., che prevede l'esame dei disegni di legge nn. 465 e 469.
Ieri il Vicepresidente Riba ha concluso i lavori sul dibattito generale. Erano state accorpate le due relazioni e si era stabilito di dare corso ad interventi che non rimanessero nel tempo dei dieci minuti, così come previsto per il dibattito generale, ma di procedere con degli interventi di quindici minuti. Quindi, il dibattito generale dei disegni di legge n. 465 e n. 469 è unico.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Ieri ho lasciato, per ragioni di utilità, il Consigliere Saitta al mio posto, che ha potuto parlare di fronte ad un pubblico più vasto e autorevole. Io mi accontento del pubblico che ho a disposizione per una disamina in realtà molto parziale, perché la discussione di merito si farà presumibilmente...



(Commenti in aula)



PALMA Carmelo

Si è sempre in mondovisione via internet.



PRESIDENTE

Consigliere Palma, chiedo scusa, in questo momento è ripreso in primo piano e si notano anche le smorfie.



PALMA Carmelo

Oltre ad essere in mondovisione, sono anche ripreso in primo piano.
Terrò un contegno inappuntabile.
Come dicevo, la discussione di merito si svolgerà sui singoli articoli e sugli emendamenti ai singoli articoli. La considerazione di fondo che volevo fare in sede di discussione generale è che dal complesso di questi provvedimenti emerge un quadro di finanza pubblica che potremmo definire passiva, in parte per l'obiettiva indeterminatezza nel meccanismo delle assegnazioni, dei conferimenti e dei trasferimenti pubblici rispetto alla spesa regionale, che è un prolema che attiene non solo le politiche della spesa del bilancio, ma, complessivamente, il ridisegno delle competenze istituzionali delle Regioni e tutte quelle materie che normalmente rientrano nel capitolo della devoluzione e del federalismo fiscale; per altro verso, però, questo è un quadro di finanza passiva che si limita a trascrivere in maniera parziale, con qualche modifica nella legge finanziaria, sicuramente ancora in maniera automatica rispetto al documento contabile, una serie di scelte politiche che inizialmente il bilancio regionale finisce per dare attuazione senza che la discussione sulla legge finanziaria e sulla legge di bilancio possa contribuire a modificare alcune delle strategie di fondo della politica regionale e, quindi, anche della politica della spesa.
Un dato di sistema che emerge in maniera molto chiara non solo dalla finanziaria, ma anche dal documento contabile è che il bilancio regionale presenta elevatissimi gradi di rigidità. Noi siamo normalmente abituati a giudicare i bilanci sulla base dei volumi della spesa. Ci troviamo di fronte ad una situazione in cui l'elemento di rigidità strutturale del bilancio costituisce il vincolo fondamentale del bilancio stesso.
La scelta di "saturare" la capacità mutuabile e, dall'altra parte, la capacità impositiva non è solo e tanto grave - ritorneremo su questo punto nella discussione di merito - perché trasferisce una parte del reddito privato nella spesa pubblica, ma anche perché ingessa e assesta la capacità di spesa regionale a nessun livello massimo possibile, non lasciando margini di flessibilità alle politiche di bilancio.
La scelta dell'IRPEF a livello massimo per quest'anno e pluriennale quindi con una misura di sistema, di fatto lascia, emergeva in maniera molto chiara in Commissione, un margine di manovra fiscale, alla Giunta regionale e al Consiglio regionale, sostanzialmente inconsistente. Mi parte che i margini aggiuntivi di manovra fiscale - uso termini impropri - in generale impositiva della Regione sia ancora intorno ai 30-40 miliardi oltre quello non si può andare, si finisce per raschiare il fondo del barile e si ingessa il bilancio regionale. La stessa cosa è rispetto alle scelte dell'indebitamento. Ho un'impostazione sostanzialmente distinta da quella illustrata ieri dal Consigliere Saitta.
Continuo a ritenere che la scelta di sostenere una parte della spesa per investimenti con spesa regionale, senza il ricorso alla capacità mutuabile, sia una scelta prudente. Anche in questo quadro, la capacità mutuabile della Regione è sostanzialmente saturata, ed è cresciuta rispetto all'imposizioni fiscale; quindi, dalle entrate presumibili per l'addizionale IRPEF rimane il dato, se vogliamo leggerlo in chiave storica che l'indebitamento regionale degli ultimi tre anni è che, per una parte serve ed è servita (i mutui sanitari) a coprire il disavanzo della spesa sanitaria e, dall'altra parte, a coprire, con un qualche grado di indeterminatezza, un ambiziosissimo piano sui trasporti e sull'infrastruttura, lasciando un margine zero rispetto ad altri tipi di intervento.
Il terzo elemento che volevo sottolineare riguarda il fatto che è vero che questa finanziaria presenta, a dire la verità, meno di quella dello scorso anno, il carattere del provvedimento omnibus, però contribuisce, in questo grazie anche ad una serie di emendamenti presentati dal nostro Gruppo e recepiti dalla maggioranza e dall'Assessore, ad un riordino normativo di alcune materie che, senza intervenire indirettamente sui meccanismi di spesa, rendono più trasparente e più leggibili i meccanismi della spesa.
Ieri, durante un intervento, il Consigliere Tapparo, in particolare rispetto all'art. 11, lamentava la decisione di delegare la materia delle politiche attive del lavoro alla Giunta e, quindi, di trascrivere in un articolo della legge finanziaria un meccanismo di delega, ma il Consigliere Tapparo non ha notato che questo articolo, proposto dal nostro Gruppo e recepito dalla Giunta, serve per rendere trasparente e leggibile una serie di decisioni che già adesso sono assegnate alla Giunta regionale e che non hanno nessun tipo di passaggio d'aula.
Nel quadro generale delle assegnazioni istituzionali che vedono, ad esempio, gestire il fondo sociale europeo sostanzialmente in esclusiva dalla Giunta regionale, la scelta di elaborare un unico programma regionale di politiche attive del lavoro, istituendo una sede di confronto anche istituzionale con il passaggio in I Commissione, non è assecondare un processo ad un eccesso di delega nei confronti della Giunta, ma tentare all'interno dei meccanismi di spesa esistente, che sono meccanismi dati, di assicurare un grado di trasparenza istituzionale maggiore a queste scelte.
L'ultimo punto che voglio esaminare - che mi sta molto a cuore non solo perché è stato proposto dal nostro Gruppo ed è stato recepito nel documento della Finanziaria - è quello relativo all'art. 16, che si pu intendere come un articolo di interpretazione autentica della legge di ordinamento contabile. Una delle ragioni per cui, anche sulla spesa corrente regionale, il bilancio regionale presenta un elevato grado di rigidità per cui su 525 milioni di Euro di spesa corrente circa 438 sono costituiti da spesa rigida e semi rigida, è dato dal fatto che la legge Finanziaria, pensata dalla legge di ordinamento contabile, è una legge finanziaria che consente al Consiglio di ridurre o di azzerare le autorizzazioni legislative di spesa. In assenza di una scelta obiettivamente coraggiosa e riformatrice delle singole direzioni e dei singoli assessorati, consente alla Giunta regionale, e quindi al Consiglio di trascinare inerzialmente nel bilancio dei singoli esercizi, la spesa corrente degli anni precedenti.
Uno dei dati che abbiamo dinnanzi in maniera macroscopica, è che tutte le leggi vengono finanziate perché esistono e sono state finanziate nella spesa storica, non perché rispondono ad un qualche obiettivo di strategia politica attuale e verificabile.
L'emendamento introdotto, e quindi l'art. 16 della legge finanziaria, capovolge questa impostazione. Tutte le spese correnti relative a leggi che hanno una spesa autorizzata rinviando al documento di bilancio o autorizzate per esercizi precedenti, devono essere, di volta in volta, nuovamente autorizzate nella legge finanziaria per trovare trascrizioni, quindi attuazione, nel documento contabile. Anziché trovarci di fronte a finanziarie come quelle di questo anno in cui non c'è, rispetto ad una sola legge, una riduzione delle autorizzazioni di spesa. A partire dell'esercizio 2004, quindi con la Finanziaria 2003, noi avremmo una legge Finanziaria che analiticamente dovrà indicare tutti i provvedimenti legislativi di spesa di cui la spese viene autorizzata nella misura in cui la spesa viene autorizzata. Questo non inciderà, nell'immediato, rispetto ai volumi del bilancio regionale, ma inciderà sicuramente rispetto alla rigidità del Bilancio regionale contribuendo a ridurre la quota di spesa rigida e semi rigida (per noi una spesa storica ed ereditata) e per ampliare in maniera consistente i margini di operatività e quindi di flessibilità del nostro bilancio regionale.
Per le ragioni esposte permane un giudizio fortemente negativo rispetto al bilancio sull'esercizio 2003, sul pluriennale. Rispetto alla legge finanziaria sono convinto che questa, per la prima volta, introduca - non solo rispetto ai temi che ho toccato e che sono stati oggetto di nostri emendamenti, ma anche rispetto ad altri temi che esamineremo con l'analisi dell'articolato - degli elementi di novità che se non rendono il nostro giudizio positivo e favorevole sulla Finanziaria, per lo meno ci consentono di distinguere il documento della Finanziaria dal documento contabile in senso stretto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà



PAPANDREA Rocco

Quest'anno introduciamo una nuova modalità di discussione di cui bisognerà verificarne l'efficacia. Probabilmente ci permetterà di identificare delle scelte e di trovare una collocazione nel bilancio stesso.
Un primo dato da segnalare, certamente non positivo, è che anche quest'anno siamo andati in esercizio provvisorio e anche quest'anno la responsabilità è dovuta ai ritardi che la Giunta ha accumulato nel presentare i documenti, in particolare quello di bilancio. Questo ha un effetto politico significativo. Lo abbiamo visto in altri provvedimenti riusciamo a coinvolgere positivamente la comunità piemontese nella discussione delle nostre leggi quando attiviamo un percorso che favorisce il confronto e la partecipazione. Con il bilancio assumiamo un atteggiamento che non solo non favorisce, ma ostacola la partecipazione rende ostica, dal punto di vista della partecipazione della comunità piemontese, se non impossibile, una discussione, se non agli addetti ai lavori che hanno uffici e studi potenti, come può essere l'Unione Industriale o altre associazioni che sono in grado di intervenire perch sono dotate di professionisti che si dedicano a tale materia.
Su scelte di bilancio, legge fondamentale che dovrebbe illustrare le scelte di governo che la Giunta fa per un anno e il rapporto tra le scelte di governo che la Giunta fa e quello che è nel suo programma, questo aspetto viene ostacolato.
Non ci si può aspettare una partecipazione positiva presentando un documento così complesso e corposo come il bilancio. Mi auguro che il passaggio alla legge finanziaria permetta, nel prossimo periodo, di avere un rapporto diverso. Mi sembra importante che ci sia una verifica, così come avvenuto per altri strumenti, da parte della comunità.
Accennavo prima al rapporto fra programmi, come si viene eletti e al comportamento pratico. Abbiamo visto che la Giunta, nel corso della campagna elettorale, ha fatto della riduzione delle tasse una delle sue bandiere programmatiche e poi, con una serie di provvedimenti neanche tutti presentati in modo organico, andare nella direzione opposta (per stato di necessità, per ragioni che si possono comprendere).
Una trasparenza in queste scelte permetterebbe di chiarire questi aspetti, di evidenziarli. Abbiamo un comportamento per cui si dicono delle cose, si promettono delle cose e poi se ne fanno altre. Un anno fa, anche in un contesto diverso, quello della legge di bilancio, abbiamo introdotto i ticket, nonché ulteriori elementi di tassazione: mi pare che nessuno, per esempio, si sia presentato in campagna elettorale dicendo che avrebbe fatto quello. Quindi credo che la verifica dell'operato del governo e la sua trasparenza siano degli elementi che dovrebbero interessarci; forse preoccuparsi di questi aspetti potrebbe anche far sì che il rispetto dei tempi sia facilitato e non ostacolato, perché in qualche modo bisogna individuare un percorso che deve essere rispettato. Questo è un primo aspetto.
Il secondo aspetto è il collegamento che esiste tra questa legge finanziaria, soprattutto il bilancio, e le scelte contenute all'interno del documento di programmazione che abbiamo votato ieri. Evidentemente dovrebbe esserci un elemento di rapporto, se non di vera e propria continuità, ma penso che il nostro modo di operare faccia sì che non ci sia una linearità nella trasmissione delle indicazioni dal documento programmatico alle scelte concrete sul bilancio, che invece sono sottoposte a pressioni di natura diversa. Tuttavia mi pare che una certa coerenza esista e che dentro questa coerenza ci sia un elemento forte, che è il non intervenire sufficientemente sulle questioni di fondo che vive la nostra Regione.
E' vero, ci è stato detto che adesso un pezzo di questo bilancio soprattutto quello relativo all'aumento dell'IRPEF, sarà dedicato alle attività produttive, ma personalmente sono convinto che quanto si stanzierà in questa direzione sarà insufficiente - su questo c'è una divergenza con l'Assessore - perché c'è una sottovalutazione di quello che sta accadendo e che accadrà e quindi ovviamente queste valutazioni diverse si riflettono anche sul tipo di investimenti. A mio parere, è necessario un intervento più vasto; se vogliamo salvaguardare le attività produttive fondamentale e i pezzi più ricchi di queste attività, il tipo e la quantità degli investimenti dovrebbe essere diversa, finalizzata sì - lo abbiamo già discusso ieri - al mantenimento delle attività produttive, pensando anche come avviene in Germania e in altre zone, a una partecipazione della Regione nella gestione diretta di quella che è la più grande impresa, ma senza tralasciare l'aspetto di contorno, di stimolo delle altre attività soprattutto quelle di ricerca, che in questo caso sono fondamentali.
L'altro elemento è che questa finanziaria mantiene una scelta sulle grandi infrastrutture, in particolare sulle Olimpiadi, legando il turismo a questi aspetti. Ebbene, io credo che in questo si individui un modello di sviluppo errato: non si interviene sulla struttura, sul territorio in modo vero, vasto, diffuso - questo sì sarebbe un grande investimento infrastrutturale - ma si fanno scelte limitate, senz'altro forti, ma molto limitate e concentrate, che a mio avviso non avranno assolutamente le ricadute attese.
Nei due minuti di tempo che restano a mia disposizione, volevo sollevare un problema: il fenomeno di crisi che colpisce la nostra Regione con la messa in mobilità e la messa in cassa integrazione a zero ore di migliaia di persone, comportando una grave preoccupazione per i redditi dei lavoratori.
Credo che sia necessario pensare a un intervento in questa direzione al riguardo, noi abbiamo presentato degli ordini del giorno e fornito alcune indicazioni, che in qualche modo rappresentano un suggerimento (anche da non prendere a scatola chiusa). Secondo me, nei confronti ripeto - non solo dei lavoratori della FIAT, ma dell'insieme dei lavoratori colpiti in questo momento da questa condizione, esiste la necessità di intervenire in maniera selettiva per dare un sostegno al reddito, tenendo conto delle varie situazioni (chi lavora da solo in famiglia e magari si ritrova in cassa integrazione a 1 milione e 300 mila lire al mese, con i figli da mantenere a scuola, oppure gente che nel periodo precedente alla crisi ha contratto mutui, ecc. ecc.). Ebbene, a mio parere nella finanziaria bisognerebbe individuare una parte di risorse da stanziare per il sostegno dei redditi; ciò in modo selettivo, ovvero non con un intervento a pioggia, ma cercando di intervenire selettivamente al sostegno dei lavoratori che si trovano a vivere una situazione drammatica, per far sì che, oltre alla solidarietà che gli abbiamo espresso in certi momenti quando magari sono venuti fin qui in corteo (qualcuno di noi ha anche partecipato personalmente ai loro cortei), ricevano un interesse concreto che si manifesta anche nel prossimo periodo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni

Come ho già detto ieri, la discussione sulle leggi di spesa e di programmazione economico-finanziaria cade in un momento di particolare difficoltà economica e politica sia a livello locale che a livello internazionale. Di fronte a questo scenario, oggi non sono ammessi errori o tentennamenti in campo economico e finanziario.
Gli obiettivi definiti nella relazione di accompagnamento alla legge finanziaria di contenimento dei costi e di sostegno agli investimenti sono ambiziosi e, dal punto di vista contabile, definiti in modo rigoroso, ma bisogna dire che purtroppo si presentano eccessivamente avulsi da una solida politica di sviluppo e poco idonei, a mio avviso, al rilancio dell'economia, nonché insufficienti nel lungo termine, seppur indirizzati al raggiungimento dell'equilibrio finanziario nei settori a rischio di deficit; sicuramente non all'altezza dei compiti di programmazione di una Regione dal peso economico e sociale qual è il Piemonte.
Si parla di contenimento dei costi e destinazione delle risorse, ma quello che nei fatti si produce è che si riduce la spesa per le politiche sociali mentre aumentano le spese delle famiglie insieme all'aumento della pressione fiscale. In questo quadro appare iniquo, oltre che discutibile rispetto agli obiettivi, che il gettito derivante dall'aumento dell'aliquota IRPEF voluto dal governo regionale venga utilizzato per accendere mutui che vanno a favore esclusivo dell'impresa, mentre nulla si dice rispetto ad altre voci che riguardano più direttamente il bilancio dei cittadini e delle famiglie.
Vorrei dire che un segnale di apertura in questa direzione potrebbe essere rappresentato anche da un impegno di spesa volto ad affrontare il problema dei medici specializzati, per il quale abbiamo già depositato un ordine del giorno. La situazione dei medici specializzati sicuramente non è stata recepita appieno nella sua importanza, anzi non è stata nemmeno presa in considerazione per risolverla, pur avendo assunto impegni in tal senso alla presenza del Ministro Sirchia; vuol dire che la carenza degli specialisti in un settore della sanità di primaria importanza non rientra nelle strategie di questa Giunta: basta solo avere il coraggio di dirlo.
C'è anche un altro impegno di spesa di circa 32 miliardi di vecchie lire con i medici generici e il loro sindacato per le quote aggiuntive, di cui non si fa menzione in alcun punto della legge finanziaria e non trova copertura nel bilancio di previsione 2003. Siamo d'accordo con tutti i progetti prospettati sulle Molinette e sui Centri di Eccellenza, ci mancherebbe altro, ma vi invito a non trascurare i problemi di cui ho fatto cenno prima, altrettanto importanti, che, se risolti, hanno una ricaduta di efficacia notevole per la nostra sanità.
Un altro segnale di attenzione che avremmo voluto trovare nei documenti finanziari è quello relativo al sostegno all'edilizia economica popolare dove la situazione sociale diventa sempre più drammatica. Basta vedere i casi di Orbassano e di Nichelino di questi giorni.
Queste voci purtroppo non trovano riferimento alcuno nella legge Finanziaria che stiamo discutendo.
Di tutto rispetto è l'impegno verso la formazione e l'orientamento nell'ambito del piano delle politiche attive del lavoro. Gli interventi attivi di mediazione nella selezione e nella formazione del personale sono strumenti già da tempo usati in altri paesi d'Europa. Strumenti che risultano efficaci per affrontare il problema del sostegno all'occupazione ma che risultano poco applicabili e costosi se non sono inseriti all'interno di una politica complessiva del mercato e dei rapporti di lavoro che vada nella medesima direzione.
La formazione è sempre una risorsa strategica per la società; ma la formazione, se manca la ricerca e l'innovazione, diventa sterile, fine a se stessa e priva di un mercato di sbocco. Inoltre sarebbe opportuno che nella previsione di bilancio trovasse più spazio quella formazione finalizzata a rilanciare la professionalità nel settore socio assistenziale: la nostra società invecchia sempre di più mentre nulla si fa per fronteggiare questi nuovi scenari.
L'investimento di maggiori risorse in questa direzione permetterebbe inoltre di sperimentare nuove vie e di realizzare nuove forme di collaborazione anche tra Comuni, enti, associazioni e tutta l'area del volontariato che prestano opera di sostegno verso le persone a rischio: anziani, disabili, persone non autosufficienti, ecc.
Quello della cultura, dell'istruzione e ricerca è un capitolo che non trova spazio adeguato nelle voci del Bilancio regionale, come in quello del Governo nazionale. Siamo di fronte alla solita logica di una mancanza di obiettivi chiari che rappresenta un varco per i noti finanziamenti che ora vanno agli oratori, ora alle scuole private, ora all'associazione di turno.
Ricordiamoci che non basta sostenere gli investimenti, bisogna che questi vengano ascritti all'interno di attive politiche di sviluppo che non possono prescindere dalla promozione della ricerca, dell'innovazione.
Altrimenti un investimento, di per sé, non produce sviluppo e può diventare una perdita secca di risorse.
Quindi, ritengo che lo strumento del fondo per gli investimenti di per sé sia del tutto inadeguato a promuovere il rilancio dello sviluppo della Regione, anche se può rivelarsi uno strumento che, nell'immediato pu essere utile a risolvere i problemi di liquidità delle piccole e medie imprese; crisi che, ove non dovuta a problemi strutturali, dipende in gran parte dalla crisi del settore auto e dal momento negativo della congiuntura economica. Non è molto lungimirante una politica che affronta il problema attuale della liquidità delle aziende senza che si faccia carico delle prospettive future di sviluppo della ricerca e di mercato.
Per quanto riguarda ancora lo sviluppo della imprenditorialità invece di ridurre, nel Bilancio di Previsione le risorse disponibili, sarebbe più coerente che in un contesto di rilancio dello sviluppo si andasse ad aumentare quelle risorse necessarie per creare servizi, logistici, di consulenza per chi vuole avviare un'impresa, specialmente riguardo ai settori più innovativi e a rischio che servirebbero ad aprire nuovi sbocchi per un personale giovane ed altamente qualificato.
Anche l'introduzione della finanza di progetto rischia di rimanere un espediente di pura contabilità, un meccanismo per realizzare partite di giro tese solo a pareggiare le cifre del bilancio, se non viene contestualizzato all'interno di un chiaro piano di sviluppo regionale.
In ogni caso è apprezzabile il principio della promozione di sinergie tra pubblico e privato nella realizzazione delle opere e delle infrastrutture; così come è apprezzabile il principio che, nella collaborazione tra pubblico e privato, pone il mercato come fonte di reperimento per le risorse necessarie per il finanziamento delle opere.
Si tratta certamente di uno strumento che serve a mettere sui binari dell'innovazione gli stessi soggetti imprenditoriali privati e che mira a forme innovative di collaborazione tra pubblico e privato. Sono comunque passi che vanno nella giusta direzione, in quanto hanno l'effetto di riformare il modo con cui si fa impresa nel nostro Paese.
L'introduzione poi della possibilità dell'utilizzo di strumenti di finanza innovativa per la gestione del debito può essere un proposito lodevole se considerato all'interno di un piano virtuoso di risanamento che permetta alla Regione anche di emettere titoli obbligazionari. Ci permetterebbe di finanziare sul mercato i progetti di sviluppo e presenterebbe il vantaggio di attrarre capitali verso il Piemonte. Tuttavia le prove da superare anche nei confronti della società di vigilanza e delle agenzie di Rating non sono poche e non del tutto semplici.
Si può apprezzare il proposito, ma non vorrei però che ciò si presentasse come un ulteriore vincolo di bilancio, dopo quello della stabilità, in quanto ciò costituirebbe un altro elemento che, senza ombra di dubbio, andrebbe a discapito delle politiche sociali.
Per questo motivo ritengo che sarebbe più opportuno che la Regione si attrezzasse per promuovere la finanza innovativa presso le imprese private in quanto strumento di innovazione e di reperimento di canali di finanziamento alternativi a quelli tradizionali costituiti dalle banche.
Tanto più che con i recenti accordi di "Basilea 2" le piccole e medie imprese verranno sottoposte a più severi parametri di Rating per l'erogazione di crediti; parametri che potrebbero portare ad una lievitazione del costo dei finanziamenti per gli elevati interessi da corrispondere e ad una conseguente riduzione degli investimenti.
Se poi l'introduzione degli strumenti sta ad indicare che anche in Piemonte si ha intenzione di avviarsi sui percorsi delle cartolarizzazioni per coprire, una tantum, i buchi di bilancio diciamo subito che ci troviamo sulla strada sbagliata, in quanto ciò non servirebbe a rilanciare l'economia né lo sviluppo ma non sarebbe altro che un espediente contabile per procrastinare i problemi, inefficace quanto pericoloso per le gestioni future.
Questo tipo di provvedimenti sono tanto più pericolosi in quanto nella finanza pubblica si presentano come espedienti contabili che non vanno a beneficio di investimenti, come potrebbe accadere nel caso di una azienda privata; ma sono utilizzati allo scopo di coprire dei buchi di bilancio che vengono spostati in avanti nel tempo senza porre rimedio al problema specifico.
E' il caso della sanità, dove ben vengano meccanismi di controllo come quelli previsti dai meccanismi di coordinamento della contabilità dei piani finanziari delle aziende sanitarie. Ma di fronte alla pratica del trucco contabile per pianificare i bilanci delle ASL, non vi sono meccanismi che possano mettere sotto controllo la spesa senza la realizzazione di un piano sanitario efficace, condiviso e verificabile nei suoi effetti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Dopo l'intervento di ieri relativamente al Documento di Programmazione Economico Finanziaria, ritengo sottolineare alcuni aspetti di fondo sia per quanto riguarda la Finanziaria che il bilancio di previsione 2003. In I Commissione alcuni componenti hanno rilevato come per alcuni settori, tipo Turismo e Cultura, negli ultimi tre quattro anni, sono triplicati i fondi a loro destinati.
Coglierei lo spunto da queste osservazioni per sottolineare come, a parere nostro, la scelta che la Giunta Ghigo 1 e poi Ghigo 2 fece nel lontano 1995, fu giusta, valida e lungimirante. Il fatto di privilegiare o, comunque, di destinare grossi fondi sia di investimento che in spesa corrente, al turismo e alla cultura, a fatto sì che dopo sette-otto anni si cominciassero a vedere gli effetti. A fronte, non tanto dell'ultima crisi FIAT, ancora in atto e che è stata "paracadutata" nella nostra regione negli ultimi mesi, ma in questo scorrere dei sette-otto anni a cui facevo riferimento prima, c'è stato lo spostamento del baricentro socio economico finanziario e produttivo della nostra regione dall'industria monocoltura relativamente alla FIAT, all'auto soprattutto - ad una diversificazione che ha trovato, sicuramente, sostegno e sbocco nel turismo e nella cultura (per altro sono settori interconnessi).
La scelta di destinare grossi fondi, rispetto al passato, al settore Turismo e Cultura può costituire un beneficio. Per esempio, in occasione delle Olimpiadi 2006, la realizzazione di infrastrutture potrà costituire un patrimonio per la nostra regione, anche all'indomani delle Olimpiadi. Lo si accennava anche ieri, come, per esempio, i Mondiali del Sestriere non lasciarono alcuna traccia. In questi ultimi anni anche riviste specializzate hanno messo in evidenza come la Regione Piemonte sia all'avanguardia in Italia per iniziative culturali.
Non sfugge a nessuno che il circuito culturale che oggi esiste a Torino e in Piemonte, attraverso il Castello di Rivoli, la Galleria d'Arte Moderna, la Fondazione Bricherasio, Palazzo Cavour e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, è un circuito che ha portato una grossa vivacità dal punto di vista culturale, nella nostra città e nella nostra regione, a fronte di un diffondersi di interesse e di partecipazione a fenomeni artistici che in questi ultimi tempi è emerso. Vuoi perché, con il crollo della Borsa, c'è che si rivolge ad una Borsa culturale, quindi ad investimenti nel campo dell'arte, vuoi perché il fenomeno dell'11 settembre ha prodotto un trauma a livello mondiale per cui è nata, in modo più continuo e più sottolineato rispetto a prima, una ricerca dei valori. Una ricerca dei valori non può che passare attraverso la scoperta, il rifugio e l'aggrapparsi ai valori che vengono offerti, soprattutto nel campo dell'arte.
Sottolineata la questione, vorremmo accennare e sviluppare un po' di più un concetto al quale già ieri abbiamo accennato: la necessità di servizi alla persona. Ieri abbiamo fatto alcuni accenni per quanto riguarda questo settore, oggi possiamo dire che l'emendamento che i Capigruppo di maggioranza, unitamente ad altri Consiglieri fra cui anche il sottoscritto hanno firmato e presentato (quindi con la disponibilità della Giunta a recepirlo) che indirizza in modo certo e continuativo, quindi non episodico, almeno il 10% dei proventi dell'addizionale dello 0,5 dell'IRPEF (dai 35 ai 40 miliardi annui) è una grossa iniziativa che incrementa le disponibilità nel campo dei servizi alla persona e del socio assistenziale. Questi fondi, così come stanziati in bilancio, negli ultimi due o tre anni, sono rimasti grosso modo dello stesso valore relativo. Se teniamo conto che da un anno all'altro c'è un'inflazione reale di almeno 2,2-2,5%, in due anni significa il 5% in meno. Se poi pensiamo che all'interno del bilancio, su tutte le voci, c'è un accantonamento del 5% in un fondo globale comune a disposizione per iniziative straordinarie, questo significa che, in valore assoluto, gli stanziamenti del bilancio 2003 iniziale sono circa il 10% in meno rispetto agli stanziamenti degli ultimi anni.
C'è poi il problema dei LEA al quale so che qualche Consigliere sta lavorando per avere delle garanzie che, in oggi, ancora, da parte di qualcuno, non vengono ravvisate al 100%. Nelle legislature scorse abbiamo avuto l'esperienza di cosa ha significato destinare, attraverso legge specifica, prima il 10% dei proventi dell'addizionale sul gas metano regionale alle comunità montane e poi l'aggiornamento della legge e la sua modifica destinando il 20%, avere, quindi, una garanzia del 10 all'interno dello 0,5% dell'IRPEF, da destinare a servizi sociali, ci sembra un grosso salto di qualità. L'emendamento proposto, immaginiamo anche recepito dalla Giunta, costituisce un'attenzione al sociale che, in questo momento storico e nella crisi che stiamo vivendo, ritengo particolarmente degno di sottolineatura.
Un'ultima questione. Invito la Giunta nel suo complesso e gli Assessori competenti, D'Ambrosio e Cotto, ad approfondire il discorso relativo ai patrimoni delle ASL e della ASO. Più volte abbiamo sbandierato ma è la verità, in quest'aula e nelle Commissioni di merito, che il patrimonio delle ASO e della ASL in Piemonte, consiste dai 3 ai 4 mila miliardi di vecchie lire (sono cifre grosse). In questi ultimi tempi è iniziata, purtroppo, una erosione, attraverso le mini vendite, di alcuni di questi patrimoni e l'utilizzazione dei proventi in spesa corrente. Ci sembra un modo non solo non corretto, ma politicamente non condivisibile di operare. Riteniamo che i proventi patrimoniali, o meglio, le rendite patrimoniali, che sono spesa corrente, entrata continua in tutti i bilanci che vivrà l'Ente da oggi in poi - come è stato per il passato - vengano prima di tutto quantificati e, in secondo luogo, all'interno di quella quantificazione, individuata una percentuale di quella rendita corrente da destinare sempre, ad incrementare i fondi per il socio assistenziale.
Non suggeriamo questa analisi e approfondimento alla Giunta affinché ci sia un depauperamento delle risorse alla sanità, ma siamo convinti, e alcuni dati di cui disponiamo dimostrano che la convinzione è realistica che, laddove invitiamo la Giunta a completare l'analisi che ha in atto relativamente al fatto che, all'interno delle ASL quando i direttori generali hanno indirizzato la risposta all'RSA e al socio-assistenziale, è diminuita la spesa sanitaria, perché si è spostato il ricovero dall'improprio al proprio, quindi, riteniamo che questo sia un concetto da perseguire e da sottolineare.
Convinti di questo, nell'ambito delle singole ASL, svolta un'analisi ed evidenziando al primo e al secondo membro di un'equazione quanto si spende per il socio-assistenziale e, di conseguenza, quanto diminuisce la spesa sui ricoveri, venendo depurata dai ricoveri impropri che ancora oggi rappresentano in tutta la nostra Regione una percentuale molto alta, noi riteniamo che attraverso questa forma si recupererebbero altre risorse aggiuntive che potrebbero alimentare in modo continuo la maggiore risposta andando incontro e dando attuazione a quell'ordine del giorno approvato, a cui abbiamo fatto riferimento ieri, che tende gradualmente a spostare la risposta dall'1 al 2 per mille. Riteniamo questa una direzione molto molto valida.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Signor Presidente, aspetto l'Assessore Pichetto Fratin perché c'è una situazione assolutamente calma e discorsiva, quindi, si fa un discorso privo di qualsiasi elemento di impennata o di aggressività, però, devo svolgere qualche considerazione. E' l'ambiente, non è la mia predisposizione, se c'è questo tipo di ambiente dovremmo cercare di sovvertirlo. In attesa di sovvertire questa situazione, si deve anche lavorare visto che, in qualche maniera, non tutti lo considerano un lavoro come noi vorremmo.
Ci sono alcuni punti nell'ambito del ragionamento e degli interventi che hanno un carattere di collegialità da parte del nostro Gruppo, quindi il mio intervento non pretende di essere complessivo, ma si ferma ad alcune valutazioni.
Assessore, la legge finanziaria deve essere l'operazione attraverso la quale si dirige la politica e il governo di una massa di risorse, una parte delle quali hanno una destinazione di natura rigida e un carattere di natura ordinaria. Però, guardando bene, mi sembra che complessivamente noi alteriamo la rigidità di una finanza, che è ancora interamente derivata con una massa che va un po' oltre i mille miliardi di risorse proprie, nel senso che conto tra queste l'ammontare della manovra sull'IRPEF l'ammontare della manovra sui ticket e la parte finanziaria che noi imponiamo. Mille miliardi su venti mila miliardi non sono molti, ma non costituiscono neanche una operazione di natura particolarmente risicata e parsimoniosa, siamo comunque una istituzione che ha delle elasticità finanziarie che il sistema complessivo degli enti locali non possiede potendo ammettere soltanto tasse di scopo, cioè, incassare corrispettivi di spese che devono essere definite sulla base della stessa decisione di stabilire dei corrispettivi.
Partendo da questo fatto ed avendo esaminato il documento di politica economica e finanziaria con delle indicazioni che credo anche lei considererà utili per il discorso successivo, ci sembra particolarmente inadeguato, essendo in atto una enorme crisi ed in presenza di una situazione di grande trasformazione dell'impianto economico tradizionale del sistema produttivo da cui derivano le risorse per sviluppare le politiche sociali e di indirizzo, assumere una impostazione di bilancio che in qualche maniera impegna tutte le risorse di aumento e di elasticità che il bilancio può inventariare come disponibili da adesso fino alla fine della legislatura. Ci sembra di poter dire che c'è una enorme carenza di impostazione.
Assessore, qual è la ragione per la quale, in presenza di una situazione che sicuramente richiederà la possibilità di manovra e di intervento da parte del Consiglio regionale, decidiamo per una Finanziaria e un bilancio che bloccano già tutto il sistema delle entrate, creando una rigidità che, in seguito, non ci consentirà alcuna forma di intervento? Questo era un po' il difetto dei bilanci dell'Assessore Burzi e mi sembra inopportuno continuare in questa direzione, per altri versi c'erano anche delle politiche innovative, ma la rigidità che si crea con questa Finanziaria e con questo bilancio non corrisponde agli interessi oggettivi del Piemonte.
In merito alla prima questione, Assessore e colleghi, l'entrata straordinaria corrispondente al prelievo fiscale deve essere ridotta e deve essere decisa annualmente, non può entrare a far parte di un sistema perché, a quel punto, non può creare alcuna opportunità, ma soltanto un irrigidimento delle nostre politiche. Abbiamo mille miliardi di elasticità 400 sono quelli che derivano dai bolli e dalla tassa sul metano, i ticket sono già fissi, rendiamo fissi anche questi 400 miliardi che provengono dalla maggiorazione dell'IRPEF e non avremo più elasticità, a meno che ci siano delle informazioni, di cui normalmente gli Assessori dispongono, che non vengono messe a disposizione del Consiglio.
Assessore, se lei ha informazioni di disponibilità che realizzerà nel corso dell'anno e non le comunica e non le mette a disposizione del Consiglio, non la voglio sanzionare, ma così si comporterebbe come un cattivo Assessore e un cattivo referente nei confronti del Consiglio regionale che non ha dimostrato ostilità o pregiudizi nella discussione almeno finora, abbiamo cercato di essere particolarmente coerenti e stare al merito, però, lei ci deve dire se ha altre risorse di cui prevede l'incasso nel corso dell'anno. Se non ha tali informazioni, questo bilancio non va bene perché un tale irrigidimento non è praticabile. Assessore glielo ripeto, perché è un punto...
Per cortesia, lasciate un attimo che gli Assessori possano seguire il dibattito, altrimenti, mi sembra effettivamente di rendere un cattivo servizio per la causa, per quanto disperata, di questo Consiglio che cerca di ragionare sul problema del proprio bilancio. Siete solo tre Assessori.



(Commenti fuori microfono)



RIBA Lido

Adesso ce n'è uno di passaggio, va bene, sono quattro.
Glielo ripeto, Assessore, se ci sono altre disponibilità di cui lei ritiene di poter disporre nel corso dell'anno ce lo deve dire, altrimenti se questo venisse occultato, anche se con dispiacere, direi che sarebbe un cattivo comportamento nei confronti di un Consiglio che cerca di stare al merito, anche per rispetto della gravità della situazione che coinvolge la nostra Regione, che non fa sconti, evidentemente ed oggettivamente, nei confronti dei grandi problemi di cui molto più autorevolmente hanno parlato tanti colleghi già nella giornata di ieri.
Se non ci sono altri elementi, non è saggio e non è ammissibile bloccare tutta la disponibilità del bilancio adesso, quindi, la politica del prelievo dello 0,50% deve essere ridotta ad un anno. Se ce ne sarà nuovamente la necessità, non abbiamo fatto ostruzionismo, abbiamo solo posto il problema, ma si discuterà anche come dovere di elasticità sui bilanci successivi. Ogni famiglia piemontese, a parte quelle toccate dalla crisi Fiat, in questo anno finisce per avere, per effetto del nostro caricamento di IRPEF e di ticket, circa 600 mila lire di spesa. Questa è la conseguenza: circa 100/150 mila lire per piemontese, sono 5/600 mila per ogni famiglia media. Se si aggiunge il fatto che c'è - posizione non contrasta e non contestata - almeno un 3% di inflazione non recuperata e non conteggiata (a parte i recuperi) si ha che ogni famiglia avrà un milione/un milione e 200 mila lire di aumento di costi. Non è il caso di metterci anche noi ad aggravare la situazione, dato che già i Comuni, per i loro pareggi, aggiungeranno altri incrementi.
A fronte di una spesa per i servizi pubblici, che aumenta così massicciamente, occorre che gli interventi, ed i corrispettivi del loro relativo utilizzo, siano sufficientemente importanti.
Sa da un lato abbiamo utilizzato tutta la possibilità di intervento assicurato dall'IRPEF, incidendo sull'elasticità che bisognerebbe mantenere a nostra disposizione, dall'altro lato dobbiamo fare riferimento all'IRAP.
Non abbiamo più la possibilità di incrementare contributi, rispetto a quelli decisi prima del 30 novembre, ma possiamo ridurli. Tuttavia consideriamo che un intervento saggio nei confronti del sistema produttivo che si riduce ad incidere su alcune manovre e su alcuni elementi di ordine finanziario, debba anche prevedere una graduale applicazione dell'IRAP.
La Regione Lombardia, ad esempio, ha utilizzato l'IRAP per fare una manovra di tipo fiscale interessante, nel senso che ha ridotto l'applicazione dell'IRAP relativamente alle capacità contributive delle diverse aree territoriali, arrivando all'esenzione per i comuni montani che hanno una ridotta capacità contributiva ed aumentandola per le imprese finanziarie, di intermediazione finanziaria, introducendo una Tobin tax.
Noi non possiamo, adesso, introdurre questa Tobin tax, non avendo imprese di intermediazione finanziaria, però esiste la possibilità di applicarla per il futuro. Per adesso esiste la possibilità di esentare dall'IRAP perlomeno quelle fasce considerate di alta marginalità nell'ambito della nostra regione. Non sono centinaia di miliardi, ma sono elementi di indicazione di volontà e di sensibilità politica.
Naturalmente, la crisi che investe la nostra regione pone una notevole accelerazione del problema della coesione, trasformandola in un obiettivo che si segue e si insegue (noi con molta convinzione, voi in maniera molto più claudicante: c'è stato proprio un intervento del Consigliere Gallarini che aveva questo sfondo sui problemi del documento di programmazione economico-finanziaria). Seguire la coesione sociale, in una situazione di scardinamento del sistema economico come questo, equivale ad avere, per questi obiettivi, risorse che siano adeguate e ponderate. Fronteggiare la crisi richiede di intervenire sul problema degli incentivi, degli investimenti, del sostegno alla disoccupazione, della trasformazione e dell'assicurazione di risorse finanziaria mai state assicurate in maniera adeguata per le attività di competenza dei Comuni e delle Pubbliche Amministrazioni, in particolare ai consorzi socio-assistenziali.
Rimanere nelle 20 mila lire per ogni soggetto assistito, contro una media di spesa considerata attorno ai 100, implica la necessità di riorganizzare il bilancio in funzione di una destinazione specifica di risorse. Questa è materia non trattabile, non per la rigidità politica e culturale, ma per le esigenze oggettive del Piemonte, nel momento in cui andiamo ad assemblare un bilancio che utilizza e colloca tutte le risorse.
Evidenzio ancora una questione, posta più volte anche in Commissione.
Non possiamo continuare a leggere sui mezzi di informazioni che ci sono 200/300/500 miliardi di destinazione di fondi per le opere di accompagnamento delle Olimpiadi, senza che lei Assessore - che legge il giornale come noi - si chieda e ci dica dove sono stanziati, senza richiedere che sul bilancio siano scritte le partite di entrata e senza pretendere un imprescindibile rigore, anche quando si ventilano operazioni ed impegni di spesa. Su questo punto ci saranno altri interventi da parte nostra, perché il bilancio non può valicare questi aspetti.
In questo mio intervento, che come avevo anticipato è un intervento circoscritto (altri colleghi del Gruppi completeranno le nostre posizioni) ho cercato di dimostrare all'Assessore che non c'é una rigidità di ordine politico, c'è un'esigenza di merito che alcune questioni di bilancio, nel momento in cui andiamo a definire un bilancio sostanzialmente rigido sul piano triennale, siano adeguatamente risolti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Credo che sul piano del metodo probabilmente non sia più opportuno ripetere questa esperienza. Mi pare che molti lo abbiano già detto; non può essere una normale prassi che documenti così importanti come il Documento di Programmazione Finanziaria, la legge finanziaria e il Bilancio approdino contestualmente all'Aula. Credo che vadano fondamentalmente separati gli ambiti e i tempi.
Il Documento di Programmazione Finanziaria dev'essere uno strumento agile e un atto di indirizzo che definisce e sottopone al Consiglio gli intendimenti della Giunta e la proposta in relazione a delle direttrici in campo economico e sociale, rispetto alle quali la legge finanziaria e i successivi atti (adempimenti di natura economica) intendono operare.
Mi riferisco, in particolare, a due dati che non trovano coerenza negli atti successivi del Bilancio. Nell'ambito del DPEF, dalla comparazione con altre Regioni emerge che sostanzialmente bisogna recuperare un deficit negativo in alcuni settori, penso fra tutti a quello dell'istruzione.
paradossale, perché abbiamo sempre sostenuto che sicuramente l'approccio al settore dell'istruzione e l'impegno che la Regione e gli Enti Locali riversano in questa materia è di grande riguardo. Ma anche su questo abbiamo da superare notevoli difficoltà.
L'altro aspetto è quello relativo al lavoro. Il Documento di Programmazione Finanziaria dovrebbe indicare qual è la vocazione di questa Regione in una fase di grande cambiamento e spiegare quale sarà la fine dell'Auto. Da questo tipo di approccio e da questo tipo di analisi risulterà se sarà prevalente la vocazione di tipo terziario, o se prevarrà la volontà, nelle scelte delle politiche regionali, del rilancio del settore secondario e quindi della trasformazione in particolare del settore dell'Auto; anche questo deve trovare coerenza nella legge finanziaria e nel Bilancio.
Ebbene, di tutto questo noi non troviamo traccia, nel senso che per quanto concerne la presunta vocazione al terziario, una serie di stanziamenti che oggi leggiamo all'interno delle politiche di sostegno ai grandi eventi restano sostanzialmente sufficientemente standardizzati: penso al Salone del libro, al Salone del gusto, penso a quelli che qualcuno millanta (penso all'evento delle Olimpiadi 2006) come il terreno sul quale, diciamo così, indicare uno sviluppo della Regione, sia in termini occupazionali, sia in termini di indotto sinergico per quanto riguarda le strutture ricettive e alberghiere della nostra Regione, e quindi per incrementare il turismo.
Dall'altra, non essendo ben definito questo aspetto, c'é tutta l'incertezza sul settore dell'Auto. Questo intervento, e più in generale nell'ambito del lavoro, necessità però di una premessa. Nella relazione dell'IRES risulta un dato eclatante: a tappe forzate, stiamo abbattendo la disoccupazione, -27.000 unità (cito i riferimenti così come ricordo), a fronte, però, di un'uscita dal percorso di lavoro di almeno 10.000 unità.
preoccupante il tipo di analisi che si fa del fenomeno: da una parte si canta vittoria sul dato disoccupazione, mentre dall'altra si sottolinea che i 10.000 posti di lavori in uscita dall'industria sono in parte imputabili all'invecchiamento della popolazione, e quindi c'é sì un fattore congiunturale di crisi, ma sono percorsi di accompagnamento.
Quello che a noi interessa sapere, perché questo guida le politiche del lavoro e dell'occupazione, è come si disaggrega quel dato di 27.000 disoccupati in meno. È questo che ci preoccupa. Cos'è questo lavoro? lavoro interinale? È lavoro a tempo? È lavoro non tutelato sindacalmente? Cos'é questo lavoro? In termini occupazionali, al di là del dato nudo e crudo della statistica, l'elemento quantitativo e di qualità trova respiro? Perch credo che questo sia il vero problema.
In un sistema che cambia e che, dai passaggi della relazione, pone alla base del rilancio dello sviluppo industriale in questo Paese come condizione si ne qua non la questione della flessibilità, allora sulla questione della flessibilità noi dobbiamo intenderci. Perché dietro a questo nostro approccio, così crudo, ci sono vite, ci sono persone.
Anche noi abbiamo dei figli, ai quali riservare, magari, un avvenire migliore. rispetto a quelle che sono, almeno congiunturalmente sul piano economico, di sicuro la soddisfazione di alcuni bisogni primari.
Ma ai nostri giovani cosa offriamo per il futuro? Possono costruire un progetto di vita sul lavoro di quattro mesi, o sul lavoro interinale, o sul lavoro flessibile, improntato alla temporaneità? È questo realmente ci che offriamo ai nostri giovani per il futuro? O occorre, invece nell'ambito delle politiche attive del lavoro, mettere in campo quegli strumenti che sappiano limitare il fenomeno dell'accesso al lavoro che è di tipo parasubordinato e sostanzialmente maschera la vera natura dei contratti di lavoro, ma che sicuramente dà grandi vantaggi al padronato? Dà grandi vantaggi ai "padroni" - termine che qui non usiamo più, ma chiamiamoli col loro nome. Poi ci sono padroni buoni e padroni cattivi padroni illuminati e padroni conservatori - e offre all'imprenditoria una grande posizione di vantaggio relativamente ai benefici che possono derivare sull'abbattimento dei costi del lavoro, ma pongono i nostri giovani, che oggi si avvicinano al mondo del lavoro, nella prospettiva di non poter progettare il loro futuro.
Questo meccanismo dell'andamento anomalo dal punto di vista demografico, ha delle origini sociali e sociologiche profonde. Sicuramente dietro c'é una modifica dei costumi. Per quale motivo le giovani coppie decidono di non avere figli? Interroghiamoci su come oggi si accede al bene casa, su come si accede ai servizi e su come si può sviluppare il progetto.
Un programma di sviluppo della Regione deve tenere conto di questi indicatori importanti sull'andamento e deve programmare le linee di sviluppo coerentemente con un progetto che è rivolto, prima di tutto, ai cittadini di questa Regione. Credo che in questo modo agiamo giustamente.
evidente che se fondiamo il nostro programma di sviluppo sulla persona tutte le varie voci che pongono al centro la persona, i servizi alla persona e l'attenzione ai diritti delle persone devono trovare nei capitoli di spesa e nei settori in cui si concentra la spesa la loro ragione di essere. Ripercorro velocemente i settori in cui si concentra la spesa: il lavoro e l'istruzione, ma non c'é lavoro e istruzione se non c'è il diritto alla cura e una sanità efficiente.
Credo che il compito di questo esecutivo e di questa maggioranza sia quello di farci sognare. Il Presidente Ghigo non è presente, ma lo diciamo al Governo di centrodestra e a lei, Assessore: "Assessore, per la prima volta, ci faccia sognare; fateci sognare".



(Commenti in aula)



CONTU Mario

Diteci che il vostro referente non è più la grande imprenditoria, il padrone del vapore e che non ci sono altri referenti se non quei settori dei quali parlavo prima, non ultimo la questione della sanità, il diritto alla cura e il diritto delle persone ad essere curate.



(Commenti in Aula)



CONTU Mario

Assessore, ritorno alla questione della sanità perché si è detto molto ed è un elemento importante che condiziona tutta la struttura del bilancio.
Assessore, lei ha una grandissima responsabilità, non è presente l'Assessore D'Ambrosio, quindi le dico che i conti della sanità non ripercorrono e non restituiscono i fatti di gestione nella loro portata di verità. I conti della sanità sono alterati - come ho detto più volte in quest'Aula - e questo è evidente soprattutto nel rapporto fra il 2000 e il 2001, perché essendo modificata la modalità di rendicontazione il dato di bilancio non corrisponde più alla realtà gestionale, che è il dato cui deve riferirsi un bilancio, cioè ai fatti di gestione e non inquinarlo con altri obiettivi.
evidente che la fonte di inquinamento è quello dell'obiettivo sine qua non del raggiungimento del traguardo di bilancio. Senza questo obiettivo il manager non tiene il suo posto di lavoro, senza questo obiettivo si alimenta un meccanismo perverso di riconoscimento della spesa sanitaria e, quindi, di penalizzazione. Siamo molto preoccupati per questa cosa, perché i debiti si possono trascinare in bilancio in conto all'anno successivo e si possono determinare delle sopravvenienze attive e si pu mettere a bilancio una tentata vendita per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, ma alla fine il dato che viene fuori è assolutamente sconcertarne e rischia di lasciare alla bancarotta la sanità con pesanti ripercussioni su tutto il bilancio della Regione.
Lancio a lei, Assessore, che è il responsabile del bilancio, questa considerazione. Abbiano competenze e professionalità all'interno dei nostri uffici per fare in modo che il lavoro di controllo di gestione, ma soprattutto per quanto concerne l'atto di recepimento dei bilanci delle ASL e ASO, possa essere messo sotto una lente di ingrandimento e possa restituire verità, perché questa cosa ci preoccupa.
Dico questo non perché ho preso il Lexotan, ma forse perché - il Consigliere Marcenaro non ci crederà - noi ci candidiamo a governare questa Regione.



(Commenti in aula)



CONTU Mario

Come centrosinistra. Noi ci candidiamo a governare questa Regione. Vi chiediamo solo una cosa: lasciateci i conti in regola. Non lasciateci bancarotta fraudolenta soprattutto sui conti della sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Dopo un intervento che ci esortava a farci sognare o, perlomeno, chiedeva all'Assessore Pichetto Fratin di farci sognare ho qualche imbarazzo in più. Altro che sogni, sono incubi.
Venendo al tema serissimo che ci impone questo dibattito, partiamo dalla finanziaria. Il ragionamento che porta avanti la Giunta è sostanzialmente di sostegno agli investimenti, quindi, dal suo punto di vista, per una ripresa dell'occupazione e di contenimento dei costi. Queste sono le due linee.
Per quanto riguarda il sostegno degli investimenti fa la scelta di inserire in modo anche improprio dal nostro punto di vista, perché non sono elementi da finanziaria, ma un insieme di elementi che tendono a massimizzare il più possibile il volume generale degli investimenti.
Sull'altro fronte, il contenimento dei costi si fa esclusivamente sulla partita sanitaria, ed è una scelta che non condividiamo, considerato che siamo molto più propensi a ritenere la sanità uno dei possibili motori di sviluppo e non un settore da continuare a contenere in termini di costi con questa unica strategia. Si conferma una pressione fiscale permanente.
Questo fatto grida vendetta già di per sé, in quanto è una misura fiscale iniqua, perché avevate detto nel precedente anno che trattasi di una tantum straordinaria, oggi diventa permanente ed è iniqua in quanto viene distribuita sulla popolazione senza tener conto di sacche di debolezza e quindi, dei redditi diversi e, oltre a queste caratteristiche, questa pressione fiscale quest'anno viene presentata come una sorta di valorizzazione, cioè si dice: "Questo gettito del 25% dell'IRPEF viene valorizzato perché non lo utilizziamo più per coprire i disavanzi in sanità, ma per incentivare gli investimenti. Questa è un po' la scelta.
All'interno di questa scelta ci stanno anche altre operazioni di deroga sulla mobilità del personale: mobilità come? Mobilità significa licenziamento? "Mobilità sulla partita pubblica sanitaria": cosa significa? Quali sono le linee di riferimento? Prolungamenti di età pensionabile ecc, aspetti che non possono non creare qualche perplessità.
Ritorno al dato che interessa di più, cioè sul controllo e contenimento della sanità. "Per evitare nuovi disavanzi..." poi aggiunge: "per maggiori controlli sulla spesa sanitaria...", e poi ancora "per una più agevole gestione della mobilità del personale sanitario..". Ma queste scelte stridono! Dal vostro punto di vista sono razionalizzazione e qualificazione di una spesa sanitaria ma, con che siano coniugabili in una legge di contabilità, dal nostro punto di vista sono scelte sbagliate.
Come si coniugano queste scelte con la svendita dei gioielli di famiglia che è in corso in tutta Italia ed, in particolare, in questa regione? Come si coniugano queste scelta con obiettivi di salute? Qui si parla solo di budget, ma non di obiettivi di salute. Se il rendiconto delle ASL e delle ASO sarà negativo, come si attueranno interventi straordinari che tengano conto dell'appropriatezza di cura su quei territori e di obiettivi di salute su quei territori? Assessore Pichetto Fratin, capisco che sia materia a lei impropria in quanto contiene degli aspetti finanziari, ma qui si tratta di politica sanitaria pura! Comprendiamo l'imbarazzo e la difficoltà, ma diventa inevitabile chiederle perché confermate delle scelte che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha di nuovo decretato come scelte sbagliate: ve l'hanno scritto in modo chiaro ed esplicito! Hanno inviato una direttiva apposita al Governo del nostro Paese dando un'indicazione, richiedendo di soffermarsi sulla loro elaborazione.
Cosa dice l'OMS? Dice no a ticket per l'esecuzione di esami e per l'accesso al Pronto Soccorso, fortemente sconsigliati perché scoraggiano l'accesso tempestivo alla struttura sanitaria, soprattutto da parte della popolazione più debole, con conseguenze gravi. Gravi sul fronte individuale della salute (individuale di ogni cittadini), grave sul fronte della salute collettiva. La collettività comporterà dei costi aggiuntivi dopo. A voi sembra di recuperare e risparmiare in questa fase - si tratta di 170 miliardi di lire che sono entrati attraverso i ticket, quindi un'operazione che colpisce l'immaginario, non gli aspetti simbolici, - ma quanto hanno fatto da deterrente nei confronti dell'approccio dei cittadini piemontesi a questo tipo di prestazioni? Questo è un primo grande ragionamento.
Un secondo grande ragionamento. L'OMS dice: "Ampliate la prevenzione ampliate la rete ambulatoriale, ampliate l'accesso a queste reti ampliateli con strumenti di prevenzione e di educazione della popolazione per un uso proprio della struttura sanitaria". Questa invece, riconfermata dall'ultima delibera varato dalla Giunta, è una delle voci meno sostenuta in termini economici dall'Assessorato alla Sanità e ratificata all'unanimità, dalla Giunta esecutiva Ghigo. Non solo, l'OMS dice: "reale integrazione tra territorio e ospedale" e così non è "perché una reale integrazione fra territorio e ospedale, favorisce la collaborazione vera tra medici e specialisti e quindi favorisce quell'unità di intendi di direzione che per tutte le ASL dovrebbe essere confermata". Così non è.
Ieri qualche Consigliere, forse il Consigliere Cattaneo, faceva riferimento all'invecchiamento della popolazione, confondendo l'invecchiamento con l'aspettativa di vita: sono due cose diverse.
L'invecchiamento è un dato nel quale ci ritroviamo, ed è quindi molto alto per la nostra regione. L'aspettativa di vita non ci pone tre le regioni che hanno più aspettativa di vita, se andate a vedere la graduatoria, siamo scesi al di sotto della metà. L'aspettativa di vita è ben altra cosa, ed è il risultato di più azioni, di più politiche che determinano questo fattore. Rimanendo sul tema invecchiamento: come si coniugano le scelte della vostra Finanziaria e del vostro bilancio con le scelte del Ministro Sirchia che prevede la pesatura soltanto sul 17% del fondo? Non si riconoscono più soldi alle Regioni più anziane (tra queste il Piemonte, la Liguria, la Lombardia e l'Emilia Romagna). Come si coniuga con quanto avete detto in tutti gli interventi relativamente ad una caratteristica che ha la Regione che deve fare i conti con una popolazione che sta invecchiando? Non è da leggersi in termini di aspettativa di vita, ma da leggersi in termini anagrafici. Diventa inevitabile e doveroso per noi domandarvi: è sopportabile per la nostra Regione un ulteriore ridimensionamento dei livelli di welfare? E' sopportabile e pensabile oggi, nel pieno di una crisi industriale come quella del settore dell'auto e della sua filiera ridurre la copertura sanitaria e socio-assistenziale per i Piemontesi? Non è pensabile! Stride, urla vendetta. Non è accettabile e l'Assessore Pichetto Fratin ne è consapevole.
E' evidente che la nostra azione vada nella direzione di distinguere delle priorità: e come si può fare diversamente dinnanzi ad una Finanziaria di questa natura! Certo, nei nostri emendamenti c'é l'attenzione ai territori montani, l'attenzione al settore della cultura, al settore dei rifiuti a tutti gli aspetti importanti per la nostra regione, ma noi puntiamo soprattutto, come diceva la Consigliera Manica ieri e come lo ripeterà il nostro Segretario oggi pomeriggio, sui LEA. Sui LEA andremmo fino alla fine.
Vi chiediamo che ci sia il riconoscimento per quest'anno e nel pluriennale dell'intera coperta LEA: Livelli Essenziali di Assistenza. Così come vi chiediamo il raddoppio al 2% dei posti per anziani. Vedete Consiglieri, quando certe famiglie si devono far carico di assistere i loro anziani con l'applicazione dei LEA, chiedete un po' in giro che cosa significa in termini economici, in termini di disagio, che cosa significa in termini di difficoltà sul lavoro. Lo scorso anno c'era stato un impegno da parte di questo Consiglio. Impegno che è stata vanificato, Assessore Cotto: quell'1% non è stato realizzato in posti letto, in RSA, in RAF per anziani del nostro territorio. Ma allora cosa ci venite a parlare di invecchiamento (leit motiv di tutti i vostri interventi)? Colleghi facciamo sul serio e copriamo i LEA per tre anni, dando garanzia e copertura; facciamo sul serio e, per quanto riguarda RSA, RAF e posti letto per anziani, arriviamo al 2%, riconoscendo che non abbiamo toccato nemmeno l'1%, mentre questo era un impegno formale lo scorso anno, in occasione del bilancio. Prendendovi sul serio, per quell'impegno formale, noi decidemmo di ritirare centinaia di emendamenti: vi abbiamo creduto. Questa volta non ripeteremo lo stesso sbaglio.
Queste sono le priorità sulle quali vi chiediamo di fare sul serio peraltro priorità riconosciute anche da altri colleghi della maggioranza e a vario titolo evidenziati. E' evidente che un Gruppo come il nostro, un centro-sinistra quale quello che noi rappresentiamo, non è insensibile alla tematica generale del mondo del lavoro e quindi vi è una serie di emendamenti specifici che vanno in questa direzione, perché sono i due grandi filoni, i due grandi temi sui quali vogliamo caratterizzare la nostra - chiamiamola così - "controfinanziaria", la nostra proposta alternativa ed emendativa. Di conseguenza, ci sarà la proposta di un fondo speciale per i lavoratori e di un fondo rotativo per l'indotto automobilistico, ma ho colleghi più competenti di me per entrare nel merito.
Ancora una cosa, Assessore Pichetto Fratin. Non è pensabile che si concluda questo dibattito sulla finanziaria e sul bilancio senza che qualcuno ci venga a dire, da parte di questa Giunta, come si coniuga questo bilancio e questa finanziaria con la voce Mauriziano, con la voce Ospedali Valdesi, con i famosi quattro territori (ASL 1 di Torino, ASL 4 di Torino ASL 11 di Vercelli, ASL 19 di Asti) che hanno avuto un ridimensionamento ulteriore nel loro bilancio.
Nelle Commissioni non abbiamo avuto delle risposte in merito, perch c'è sempre l'incertezza (soprattutto nella IV Commissione) relativa alle varie informazioni di bilancio e al fatto che le voci economiche siano vere, certe, definite e reali, in quanto queste oscillano da un incontro all'altro, da una Commissione all'altra in modo pericoloso. Quello che è certo è che c'è un'idea di mercificazione del diritto alla salute e la sua subordinazione a parametri tutti economici: lo riteniamo sbagliato.
Riteniamo che questa scelta non vada nella direzione di utilizzare la sanità e - a meglio dire, Assessore Pichetto Fratin - la salute come uno dei grandi polmoni motori di sviluppo per la nostra Regione. Ma va fatta sul serio, questa scelta. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Nel discutere il documento di programmazione economico-finanziaria, la legge finanziaria e il bilancio, penso sia opportuno auspicare che il prossimo anno si riesca a separare questo dibattito generale, perché credo che il documento di programmazione economico-finanziaria, se affrontato anticipatamente, possa permettere di preparare successivamente la legge finanziaria e quindi il bilancio con una visione diversa. Invece, accomunare tutto in questo dibattito come abbiamo fatto, credo sia un limite che si possa e si debba superare.
Esiste dunque, prima di tutto, una questione di metodo che io credo sia importante, visto che per la prima volta discutiamo su strumenti di bilancio innovativi, che personalmente considero importanti e che ritengo possano davvero aiutare una politica di bilancio della nostra Regione.
C'è un punto politico molto importante che è stato sollevato dal nostro Gruppo e dalle opposizioni anche nel dibattito di ieri, cioè il ruolo della programmazione nel lavoro della nostra Regione. Credo che questo sia un impegno estremamente importante, rispetto al quale non si può tralasciare la nostra impostazione.
C'è molte volte una separazione, un solco che si crea tra le cose che vengono dette e le cose che poi vengono fatte, che vengono realizzate, e la mancanza degli strumenti di programmazione è un elemento estremamente delicato sul quale riflettere.
Molte volte notiamo che ci sono enunciazioni - ce ne sono molte nel documento di programmazione economico-finanziaria della nostra Regione e nella legge finanziaria - e poi verifichiamo, nel corso del nostro lavoro nella discussione dell'aula, nel lavoro delle Commissioni, che c'è una discrepanza tra le cose che vengono enunciate e le cose che vengono poi realizzate con gli strumenti legislativi propri della nostra Regione.
Giustamente sottolineava con forza questo punto il Presidente del nostro Gruppo, la Consigliera Manica: non si capisce qual è - appunto - il progetto politico, qual è il disegno che segue il lavoro della Giunta, che segue la maggioranza che regge la nostra Regione.
Nella relazione alla legge finanziaria, in apertura, si dice che la legge finanziaria è uno strumento di manovra finanziaria che serve ad individuare le scelte strategiche in grado di incidere non solo sul contingente, ma consentendo anche importanti modifiche strutturali. Io mi chiedo quali siano le scelte strategiche di questa Regione, nonché quali siano le importanti modifiche strutturali che intende perseguire la Giunta regionale. A noi pare che, sia nella relazione del documento di programmazione sia nella relazione e nell'articolato della legge finanziaria, queste scelte strategiche, queste modifiche strutturali non emergano. Allora credo che il dibattito generale debba servire anche a questo, ma soprattutto è l'impostazione del bilancio, l'impostazione della legge finanziaria a determinare le scelte strategiche e le modifiche strutturali.
Voglio trattare un argomento, tra i tanti che sono già stati citati e che verranno ancora trattati nel corso del dibattito; mi riferisco alla questione dell'utilizzo del territorio e a quale disegno fanno riferimento i vari Assessori e il lavoro dei vari Assessorati.
Ebbene, penso che ci sarebbe bisogno di un'inversione di tendenza sulla questione dell'utilizzo e degli investimenti sul territorio. Il dissesto, i cambiamenti climatici, in questi anni hanno creato quello che hanno creato e credo che ci sia bisogno di una riflessione anche sui dati relativi ai danni che si sono verificati a causa delle alluvioni nel corso dell'anno passato. Si parla - chiedo conferma all'Assessore Ferrero - tra i danni alle infrastrutture, i danni alle imprese e i danni ai privati, di circa 500 miliardi di vecchie lire. L'Assessore Ferrero fa segno che purtroppo sono molto di più. Bene, questo è un dato che ci fa capire la dimensione del problema, quando parliamo dell'impostazione del bilancio e della legge finanziaria.
Credo che l'Assessore Ferrero debba combattere ogni giorno per cercare di ottenere più risorse possibili, addirittura per coprire i danni alluvionali del 2000. Pertanto, dovendo ancora chiudere la partita del 2000 e affrontare quanto è avvenuto nel 2002, si tratta di un impegno economico non indifferente.
Dobbiamo dare delle risposte a chi ha subito dei danni: ai privati alle imprese, al sistema economico della nostra regione. Occorre investire in questa direzione, perché si tratta di più di 500 miliardi di vecchie lire per affrontare i danni subiti nel 2002.
Non è forse più utile investire per evitare di pagare molto di più in futuro, quindi investire nella prevenzione? Questa è una scelta strategica se vogliamo salvaguardare il nostro territorio.
Da questo punto di vista, abbiamo carenze notevoli, ma non emerge dalle scelte di questa Giunta e di questa maggioranza, un'inversione di tendenza: investire molto più di quanto finora abbiamo fatto, per evitare di sprecare risorse e, soprattutto, per evitare un danno al nostro territorio. Anche gli investimenti sul territorio montano sono indispensabili, se vogliamo fare prevenzione.
Illustreremo alcuni emendamenti che vanno in questa direzione, anche dal punto di vista della politica fiscale nei confronti di queste aree marginali del Piemonte. Collegandomi alla questione dell'utilizzo del territorio, faccio un riferimento ad una competenza propria dell'Assessore Pichetto Fratin: quella del commercio.
Nella relazione del DPEF non viene fatto alcun accenno relativo al commercio. Più volte, in aula, abbiamo chiesto che la Giunta porti all'attenzione della Commissione e dell'Aula la revisione della legge sul commercio. Non è cosa diversa, rispetto alle politiche sul territorio perché in questi anni, si sta sviluppando una politica della grande distribuzione sul territorio regionale, senza alcun controllo.
Questo incide fortemente sulle politiche del commercio della nostra Regione, sulle piccole realtà commerciali e, naturalmente, sull'utilizzo del territorio. Parliamo, infatti, di grandi territori che vengono utilizzati dalla grande distribuzione, con tutti i problemi che ne conseguono dal punto di vista della viabilità e della cementificazione.
Per quanto riguarda le politiche commerciali, ritengo vi sia una carenza molto forte da parte della Giunta, la quale si era impegnata ad operare una revisione della legge 28 (che considero indispensabile ma che non è ancora avvenuta).
Anche questo è uno strumento di programmazione, se vogliamo governare il nostro territorio e la nostra economia.
Occorre fare, poi, una riflessione rispetto ad un'altra carenza, che è stata sollevata dal nostro Gruppo, ma anche da alcuni colleghi della maggioranza. Mi riferisco alla revisione della legge n. 56, la legge urbanistica.
In II Commissione, impegniamo gran parte del nostro tempo per affrontare piccole problematiche, quando abbiamo la necessità di affrontare una grande questione, che sicuramente è utile per governare diversamente il nostro territorio. Anche nel DPEF si fa riferimento alla necessità di snellire le procedure amministrative. Abbiamo la possibilità, anche attraverso la legge urbanistica, di facilitare il lavoro dei Comuni, perch sappiamo qual è l'iter e qual è la spesa per arrivare a determinare un Piano regolatore.
Non torno sulla questione dei trasporti, perché lo hanno già fatto altri colleghi. Voglio concludere il mio intervento con un argomento che è stato largamente dibattuto, ieri ed oggi: quello relativo alla sanità. Gran parte del bilancio regionale è, infatti, occupato dalla voce "sanità" pertanto è utile dedicare l'attenzione a questo argomento.
Si è parlato - anche nell'introduzione del Presidente Ghigo - di un punto di eccellenza, costituito dalle Molinette e dal disegno che si prevede di realizzare nei prossimi anni. Questo è un argomento importante ma occorre allargare la nostra visuale a tutto il territorio piemontese.
Sono state comunicate alcune cifre, relative al deficit dell'anno 2002 sulle quali torneremo per verificare tale deficit.
Anche il Consigliere Burzi ha detto: "Liberati dalla questione dei numeri, potremmo discutere di più della politica sanitaria e della qualità dei servizi". Ritengo sia utile discutere della politica sanitaria e della qualità dei servizi.
Mentre discutiamo di un possibile punto di eccellenza (come abbiamo fatto ieri), non dobbiamo dimenticare che ci sono intere aree del nostro territorio, dove, in questi anni, la sanità pubblica si è fortemente impoverita. L'impoverimento della sanità pubblica va a scapito della qualità dei servizi erogati ed è stato causato dalle scelte sbagliate sostenute in questi anni.
Infatti, la politica dei tagli, attuata dalla Giunta regionale, ha impoverito le strutture ospedaliere del Piemonte e, di conseguenza l'intervento sul territorio.
Ritengo sia opportuna un'inversione della politica sanitaria regionale perché, in mancanza di uno strumento importante come il Piano sanitario regionale, la Giunta ha attuato delle deliberazioni che comprometteranno la politica sanitaria dei prossimi anni.
Da questo punto di vista, bisogna sottolineare con forza quali sono le carenza, gli errori e le mancanze della Giunta regionale. Ecco perch ritengo importante una politica di programmazione, una politica coerente un progetto politico che sia conseguente alle affermazioni che si fanno.
Da questo punto di vista la Giunta è di fronte ad un fallimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà



MARCENARO Pietro

Mi pare che la discussione abbia affrontato quasi tutte le questioni che sono oggetto della legge finanziaria e del bilancio della Regione. Per quanto mi riguarda, cercherò di limitarmi ad alcuni punti essenziali solo per rendere più evidenti alcune linee di confronto che noi proponiamo riservandoci successivamente di sviluppare, come è già stato detto da molti Consiglieri, queste linee quando illustreremo i nostri emendamenti e li discuteremo in aula.
Il punto di valutazione politica sulla Finanziaria e sul bilancio che più volte abbiamo ripetuto, mi pare sia abbastanza chiaro. La nostra valutazione è che nella situazione nella quale siamo - questo è vero in generale, ma ancora più vero in una situazione particolare come quella che il Piemonte attraversa - con le possibilità che ci sono, ma anche con tutti i dati di preoccupazione che tante cifre sul Piemonte mettono in evidenza sarebbe necessaria una forte scelta politica. Una scelta politica che punti a recuperare le risorse necessarie per politiche straordinarie dal punto di vista dello stato sociale, dal punto di vista del lavoro e dello sviluppo.
Risorse straordinarie per una politica di investimenti, una politica anche coraggiosa di limitazione della spesa corrente che, invece, continua a correre senza che su questo punto ci sia, da parte della Giunta e delle politiche che vengono proposte dalla maggioranza, nessuna reale scelta che presenti un carattere innovativo. La spesa corrente continua a crescere e ad andare avanti, senza che ci si soffermi su questo punto.
Ci sono alcuni Consiglieri di maggioranza che usano molto spesso demagogicamente, l'argomento della crescita della spesa e della spreco, ma poi, quando si tratta di andare concretamente a scelte che riducano anche limitatamente gli elementi di spreco che esistono nella spesa corrente, non troviamo interlocutore in aula. Invece secondo noi c'è uno spazio che pu essere pratico, serio, di riduzione della spesa corrente. Allo stesso modo pensiamo che, dal punto di vista della politica fiscale, si possa dare qualche segnale su quelle leve di politica fiscale sulle quali la Regione può intervenire. Gli esempi li abbiamo fatti. Contestiamo una maggioranza che impugna demagogicamente la questione fiscale e poi, quando si tratta di determinare scelte che consentano di finalizzare una modulazione delle aliquote fiscali rispetto a problemi di sviluppo, in particolare delle aree più difficile e a più rischio di marginalità, ci troviamo di fronte ad interlocutori sordi.
Il risultato è quello che conoscete benissimo: la Regione ha seguito, e confermato anche per quest'anno, una politica di incremento del prelievo fiscale, senza che questo abbia una finalità ragionevole. Questa è la vostra politica. Una politica tutta basata sul "galleggiamento", sulla gestione. Le stesse risorse che vengono dai fondi sociali europei, sono usate in questo modo. E' una politica in cui il segno della gestione della spesa pubblica, ai fini della costruzione e del consenso, non voglio dire che sia esclusiva, ma è certamente così forte e prevalente da orientare tutte le cose.
Abbiamo detto di non essere d'accordo con questo tipo di politica ragion per cui abbiamo avanzato una serie di proposte ed alternative che segnano e danno un indirizzo diverso. Aspettiamo risposte. Ricordo solo tre grandi temi: aspettiamo risposte su una richiesta di proposte che abbiamo avanzato, delle politiche fiscali. Un utilizzo della leva che la Regione può manovrare a partire dall'IRAP per favorire scelte di investimento e di sviluppo e di avviamento di attività nelle aree più difficili, nei settori e nei campi più difficile della regione e in quei settori più esposti a crisi. Voi avete presentato un disegno di legge che riguarda la possibilità di sostegno ed investimenti nel campo del settore automotiv da parte di imprese diverse da quelle presenti oggi in Piemonte. Noi ne vorremo discutere: abbiamo delle obiezioni da fare. Non è che una cosa del genere ci lascia indifferenti.
Nella Finanziaria, nel bilancio i segni di quella politica, le risorse necessarie dove li vediamo? Perché non ci sfidate presentando il contenuto di quella proposta di legge come emendamento alla finanziaria e aprendo su quella un confronto? Perché non ci sfidate su questo piano? Altrimenti siamo portati a pensare che avete presentato quella proposta di legge per dire che l'avete presentata, ma non per arrivare ad una effettiva conclusione su un piano operativo.
Seconda cosa che voglio ribadire. C'è una questione molto importante che riguarda le politiche del lavoro. Ne voglio parlare un secondo perch per noi, è un tema molto rilevante. Cosa si può fare? Cosa può fare la Regione? Oltre a ciò che in parte è stato fatto ma che ha ricevuto dal Governo una risposta negativa, come l'Assessore ha riconosciuto nel rapporto e nelle relazioni che ha presentato. Nei punti concordati nel cosiddetto "Progetto Piemonte", alcune cose sono andate in porto altre hanno avuto una risposta negativa. Parlo in particolare delle questioni che riguardano il lavoro, e non solo, di quelle che riguardano l'impresa come il Fondo di rotazione sulla quale siamo intervenuti altre volte.
Noi vi proponiamo, con un emendamento che abbiamo presentato e che discuteremo, di considerare che in questa situazione la cassa integrazione e i problemi che questa comporta, non ha gli stessi effetti su tutte le persone. Ci sono, l'Assessore consce il problema, fasce di persone per le quali la sospensione, temporanea o definitiva, dal lavoro ha effetti più gravi che per altre. Questo non perché si guadagna di meno, ma perché la condizione sociale, la situazione familiare e la storia personale fa sì che per certe persone, abbastanza numerose, la cassa integrazione o il licenziamento rappresenti l'essere sospinti sotto quella soglia di povertà che è poi un difficilissimo punto di non ritorno. Quando non si riesce a pagare il mutuo acceso con la banca per l'acquisto di una casa, che poi viene tirata via, voi sapete o potete immaginare cosa provoca in una famiglia.
Esistono delle situazioni sociali che sono spinte da questa situazione in quella direzione mentre il vostro Governo - purtroppo è anche il mio perché non ne ho un altro che mi amministri - elimina una esperienza, come quella del reddito minimo di inserimento, che puntava esattamente ad affrontare queste situazioni sospinte al di sotto della soglia di povertà.
Ribadisco che un simile trauma sul campo lavorativo può avere conseguenze sul piano sociale e familiare.
Non ho voglia di rinfocolare polemiche, ma, come concezione, mi considero agli antipodi di quello che ha fatto il Presidente insieme alla Giunta regionale siciliana retribuendo le ore di sciopero. Personalmente mi ritengo di un'altra cultura rispetto a questa scelta; questa è la mia opinione.
Detto questo, siccome lì c'è il problema di intervenire sul lavoro, noi vi proponiamo una linea di intervento coerente con un'idea della solidarietà del lavoro e del rapporto tra lavoro e dinamiche sociali e familiari; vi chiediamo di istituire un fondo speciale che sia diretto al sostegno e al finanziamento di una operazione che abbia queste caratteristiche e che vada in questa direzione. Si può fare, si può fare con risorse che sono importanti, ma misurate. Si può avviare questa operazione non aprendo qui uno sportello di erogazione, ma gestendo in rapporto con i Comuni, cioè, con i soggetti che sono in grado di verificare le condizioni, quello che serve, che possono essere integrazioni reddituali o prestazioni sociali, per prevenire l'esposizione al rischio di emarginazione e di povertà, a cui una parte del mondo del lavoro è sottoposta a causa della crisi che noi oggi stiamo attraversando.
Un altro punto che abbiamo proposto di affrontare riguarda la questione dei LEA, affrontato in particolare dalla Consigliera Suino nell'ultimo intervento, in merito al quale vi chiediamo un segnale forte.
Ha ragione il Presidente Ghigo quando dice che non dobbiamo guardare alla sanità solo come un servizio, l'ho già detto ieri, guardiamola anche come un prodotto, che può essere un prodotto nuovo del Piemonte.
Sbaglieremmo se vedessimo questo aspetto solo per la sanità o addirittura solo per quelle punte sanitarie ad alta tecnologia, non è lì il carattere nuovo che un prodotto può avere. Questo carattere è altrettanto potenzialmente presente in un campo come quello dell'assistenza agli anziani. Nessuno di noi commetta l'errore di considerare questi come campi arretrati, come campi nei quali si eroga puramente assistenza. Lì si affrontano i problemi delle società moderne, ad esempio, la "vecchiaia" che si allunga, relativamente alla quale si possono sperimentare nuove soluzioni molto importanti.
La questione dei LEA non è solo una questione quantitativa, noi dobbiamo smettere di considerare avanzato il "trapianto" e arretrato l'"assistenza agli anziani". Non è così. E' un errore che ciascuno di noi può commettere, non lo addebito ad una parte, naturalmente, ma, se vediamo le cose così, commettiamo un errore di impostazione.
Sui LEA, anche qui, vi chiediamo uno sforzo, affinché la qualità del livello di assistenza non arretri, essendo oggi di fronte ad un rischio di deterioramento e di arretramento; se non si trovano le risorse, questo costituirà un punto molto importante.
Queste sono le tre questioni che volevo richiamare: alcune misure di politica economica, in particolare di politica fiscale, alcune misure di politica del lavoro e alcune grandi questioni relative al problema dell'assistenza. Poi ci sono tutte le altre questioni di cui hanno già parlato i colleghi e che ora non ripeto: si va dalle questioni che riguardano più classicamente i problemi irrisolti della spesa sanitaria ai temi della formazione, della scuola o alle politiche per le imprese.
Relativamente a questo confronto che noi abbiamo finalizzato a questioni rilevanti dal punto di vista di merito, anche con lo sforzo di selezionare i contenuti che proponiamo, vi chiediamo di avere nelle prossime ore e nei prossimi giorni degli interlocutori capaci di discutere e di verificare se c'è la possibilità di fare un progresso nelle proposte.
Naturalmente, sappiamo qual è il compito e il ruolo di una opposizione nella fase del bilancio e qual è il giudizio di fondo; mi pare che non si dovrebbe escludere il fatto che questa collocazione alternativa consenta anche un confronto sui contenuti che può arricchirci.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Signor Presidente, intanto continuo a salutare come positivo questo clima di confronto, ovviamente, ponendo quelle che sono le peculiarità delle scelte della Giunta.
Cominciamo subito con il dire che non si può parlare sic et sempliciter di una rigidità di bilancio, posto che la stessa fonte che muoveva questa censura rilevava correttamente come la maggiore parte delle fonti siano di finanza derivata. Dopo tutto, l'altro aspetto, cioè entrare in una analisi che non lascia spazi a margini di non conoscenza, urta con lo stesso principio ed entra in conflitto.
Questa è un po' la censura che ci è stata già mossa dagli osservatori internazionali quando si parlava della legge finanziaria nazionale, che evidentemente, ha posizioni e contenuti assolutamente contrapposti, e in un qualsiasi altro Paese quattro quinti di quelle che sono le prescrizioni rigide che contengono le nostre leggi finanziarie sarebbero invece frutto di aperture e di confronti in corso d'opera.
Veniamo ad alcuni aspetti particolari. La legge finanziaria si pone in coerenza con gli obiettivi strategici di cui già ieri si è parlato e, se perdiamo di vista il quadro offerto dal DPFF, evidentemente non riusciamo neppure a cogliere gli aspetti concreti.
Faccio un esempio, che già il Consigliere Caracciolo faceva con la sua solita puntualità e scrupolosità, in ordine all'edilizia residenziale convenzionata.
Proprio l'ultimo capitolo del DPEF evidenza come ci sia tutta una riconsiderazione del problema della casa, con una serie di iniziative per agevolare l'acceso alle abitazioni e l'esigenza di contribuire al miglioramento ambientale e architettonico. Tutte queste considerazioni fanno parte di un orientamento politico e programmatico. C'é da rilevare innanzitutto, il trasferimento al Piemonte di risorse finanziarie relative sia agli interventi già programmatici sia a quelli da programmare, con cifre imponenti di 413 milioni 165 mila euro in edilizia sovvenzionata, e 242 milioni 734 mila di euro di edilizia agevolata, oltre ai 42 milioni per quanto riguarda le misure per ridurre il disagio abitativo. È proprio di questi giorni un altro provvedimento di carattere nazionale, ma che qui ora non giova richiamare.
Tutto questo rappresenta una politica che tiene conto anche di aspetti sociali che ben possono essere coniugati con le preoccupazioni prima esposte. Vi è un dato importante, offerto dal contenimento dei costi, che serve per favorire in positivo il rilancio degli investimenti. Per quanto riguarda la sanità, proprio questa mattina il quotidiano Il Sole 24 ore riporta dati secondi cui la sanità piemontese si pone tra le dieci regioni più virtuose o, comunque, quelle che meno sono attaccata da una finanzia che rende problematici e critici alcuni momenti gestionali. Confidiamo ovviamente, che l'Assessore e il Presidente tornino dall'incontro di Fiuggi con qualche ulteriore contributo, ma, al di là di questo, dobbiamo evidenziare come tutta la politica sanitaria abbia dato i suoi frutti.
Veniamo ad altri aspetti segnalati nella relazione ed evidenziati lucidamente dal Consigliere Gallarini. Un primo aspetto riguarda il piano socio sanitario e tutte le problematiche legate al quadrante e alle questioni capitali che dovranno essere affrontate in un contesto armonioso ma che le linee strategiche tracciate ci dicono essere avviate a buon risultato.
Un altro problema, segnalato dal Consigliere Gallarini, in ordine alle necessità di un monitoraggio e di una conoscenza idonea per poter affrontare temi che riguardano il socio-assistenziale, è dato dalla conoscenza del patrimonio immobiliare. Anche su questo punto dobbiamo evidenziare come l'Assessorato alla Sanità abbia già operato su questa linea. Vi è una relazione che contiene dati approssimativi, basati non tanto su valori catastali (che non consentono una congrua valutazione del patrimonio immobiliare), quanto su voci di bilancio che, evidentemente risultano inadeguate a cogliere la dimensione corretta del patrimonio di bilancio. L'ARESS ha operato con tale scrupolo da richiedere, dopo aver raccolto tutti questi dati (quelli catastali e quelli risultanti dal bilancio) un parere al prof. Curto, docente del Politecnico, che conclude dicendo che allo stato della conoscenza si può solamente affermare che i valori di bilancio dedotti dal valore catastale del patrimonio delle aziende sanitarie sono sotto stimati. Questo rende puntuale il richiamo del Consigliere Gallarini ad operare in questo senso.
C'é ancora un problema che una conoscenza rigorosa ed ufficiale secondo le norme civili, ci porta a far ricorso a perizie asseverate, con enormi oneri per pagarle. L'Ufficio sta riflettendo se può, giovandosi anche degli uffici regionali, pervenire ad un risultato che sia ugualmente pregevole e che metta in condizione gli uffici di trarre le conseguenze sul punto. Ancora una volta, quindi, siamo in presenza di problemi ed aspetti insoluti, ma stiamo percorrendo la linea giusta, per dare, attraverso il contenimento di costi e una saggia gestione del patrimonio, risposte soprattutto sul campo sociale (e non a caso, proprio per quanto riguarda gli aspetti socio-assistenziali vi è già stata una proposta di emendamento sul punto).
E' vero che non è possibile pensare ad un'aristocrazia o ad una graduatoria dei problemi, perché, soprattutto quelli più urgenti, che più riguardano gli interessi dei cittadini meno abbienti, sono più urgenti e bisogna porre mano ad essi.
Le ipotesi di slancio e di investimento non sono tanto un momento, come dicevo, di aristocrazia della progettualità, quanto, piuttosto, strumenti idonei finalizzati a risolvere tutti i problemi, soprattutto quelli più brucianti e più incalzanti sotto il profilo sociale.
Mi pare comunque opportuno sottolineare, come già è stato fatto nella relazione, che la legge Finanziaria proposta non modifica il livello di pressione fiscale, pur ponendosi in un momento di contesto internazionale nazionale e regionale particolarmente grave. Questo va sottolineato.
Va sottolineato il respiro che è stato dato a tutto. Ma evidentemente, per togliere il respiro, bisogna mettere in relazione il tutto anche con quegli obiettivi strategici di cui si parlava all'inizio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Il dibattito di ieri è stato estremamente interessante. Abbiamo ascoltato alcuni colleghi che hanno svolto un intervento di carattere più generale sui tre provvedimenti. Io stesso sono intervenuto.
Credo - e vorrei, quindi, un po' dissentire dalla posizione - che sia utile, invece, fare almeno un dibattito unico tra legge Finanziaria e legge di Bilancio del 2003, perché i due provvedimenti - chi ha vissuto il lavoro in Commissione lo sa - sono sostanzialmente ed inevitabilmente se non concatenati, quantomeno mi sia consentito un termine più garbato ma altrettanto esplicito, sinergici.
Vorrei fare alcune riflessioni, solo in premessa, sulla legge Finanziaria. Quest'anno non è un esperimento, come è stato detto.
Ottemperando ad una legge, finalmente anche le Regioni si devono dotare di questo strumento. Siamo, quindi, all'approvazione di questa legge. Si tratta di una legge Finanziaria comunque innovativa, mi sia consentito, che apporta e introduce nell'Amministrazione della Regione Piemonte alcuni elementi di novità, sia sotto l'aspetto tecnico-procedurale (ma questi sono pochi importanti, tranne forse uno o due, e mi riferisco alla finanza innovativa e alla finanza di progetto su cui farò alcune riflessioni), sia certamente sotto l'aspetto politico.
L'anno scorso, come ha prontamente richiamato qualche collega, ci confrontammo sull'introduzione dell'addizionale IRPEF. In allora l'addizionale IRPEF serviva sostanzialmente per ottemperare all'accordo dell'08 agosto tra lo Stato e la Conferenza delle Regioni. Sostanzialmente è servita a coprire il disavanzo della sanità.
Oggi c'é un elemento di grande novità, che è dato dal fatto che il disavanzo della sanità, come avete visto dal capitolo previsto nel bilancio, è di circa 40 milioni di euro (poco meno di 80 miliardi di vecchie lire). Si sono rese dunque disponibili una serie significativa di risorse dal gettito IRPEF. Già nella legge Finanziaria si è previsto che il 25% di queste entrate sia sostanzialmente vincolato ad un piano importante di investimenti della Regione Piemonte. Uno fra tutti (se non ricordo male il 27 novembre si è votata una deliberazione di riparto tra le otto province piemontesi) l'investimento infrastrutturale della rete stradale trasferita, che può sembrare un intervento manutentivo, ma per chi ha seguito e letto con attenzione il testo della delibera che abbiamo approvato il 27 novembre, è comunque un grande investimento sulla rete stradale piemontese, che, in aggiunta all'investimento sull'Alta Capacità che, come ho ricordato ieri, probabilmente sarà realizzato almeno in una prima fase (cioè escluso il collegamento con Lione previsto per il 2010) entro il 2005, e l'ammodernamento della rete autostradale, porterà il Piemonte ad essere una Regione competitiva anche sotto l'aspetto dei collegamenti e dei trasporti nel sistema europeo, garantendo quindi un futuro socio-economico importante alle nuove generazioni.
Vorrei fare alcune considerazioni sulla finanza di progetto e sulla finanza innovativa. Sono stati introdotti questi due elementi da un lato per coinvolgere i privati, e quindi attivare un sistema sugli investimenti pubblici, e dall'altro per liberare delle risorse in futuro per poter fare investimenti proprio in quei comparti dove forse è meno difficile trovare investitori, come ad esempio - ma lo vedremo dopo con le considerazioni che farò sul tema - la questione socio-assistenziale o la questione prettamente sociale.
Si trattava di un tema ostico e difficile da affrontare in Consiglio regionale, perché ogni qualvolta veniva sollevato, insorgevano delle resistenze su cui confrontarsi.
Al momento, non ho sentito, in termini di dibattito e di confronto su questo tema, posizioni divergenti. Credo, quindi, che vi sia una condivisione su questa modalità di reperire risorse, così come la Giunta regionale propone nella propria legge Finanziaria. Ricordiamo, inoltre, che il nostro Gruppo ha presentato anche un progetto di legge proprio sulla finanza di progetto, che ci auguriamo verrà presto, nella Commissione competente prima e in Aula consiliare poi, preso in esame, in modo che ci sia, su questo tema, un'ulteriore e più puntuale occasione di confronto con il Consiglio.
Come lo stesso collega Gallarini ricordava, è stato evidenziato che negli ultimi tre anni vi è stata la triplicazione, sia in termini di fondi di investimento che in termini di spese correnti, per il settore del turismo e per quello della cultura. In particolare, sul Bilancio sono previsti 220 miliardi di vecchie lire, se non ricordo male, in spese di investimento, oltre agli investimenti per le Olimpiadi, e pertanto possiamo affermare che la Regione Piemonte crede e vuole continuare nella politica di sostegno a questo importante settore.
Come ho detto ieri, e lo ripeto oggi - poi farò alcune considerazioni anche sulla questione Fiat - nessuno può mettere in discussione il ruolo fondamentale e importante dell'industria e, all'interno di questo comparto del settore automobilistico come protagonista della vita sociale ed economica di questa Regione. Credo che la Giunta regionale - il Presidente l'Assessore Racchelli e tutta la maggioranza che sostiene il Governo Ghigo possa ritenersi soddisfatta per la politica di investimenti e di gestione che è stata attuata su un'altro importante comparto, cioè il turismo perché ha dato dei risultati: nel 2001 si è raggiunto l'8%, sfiorando quasi 9 milioni di presenze nella nostra Regione, in controtendenza col dato nazionale di presenze turistiche in Piemonte.
forse il primo anno che ha beneficiato di una tale politica di investimenti e di rilancio (dopo quattro o cinque anni, che è il periodo minimo per vedere i primi risultati), attraverso due leggi importanti, ma non solo, come la legge n. 18 e la legge n. 4, per non parlare poi della legge sulle seconde case e quant'altro.
Abbiamo assistito e assisteremo in futuro ad un ulteriore rilancio. Vi è stato un ammodernamento della rete dell'offerta turistica alberghiera ed extra-alberghiera, che ha portato il Piemonte ad essere maggiormente competitivo, dimostrando di essere all'altezza, anche per gli investimenti ordinari, oltre ai grandi investimenti straordinari che si stanno facendo di un evento importante come quello delle Olimpiadi del 2006; evento che creerà grandi aspettative in Piemonte, garantendo, in questa fase un'immagine positiva alla nostra Regione, e che darà senz'altro vita ad un sistema turistico che farà da protagonista in quell'economia diversificata dove pure il commercio e l'artigianato hanno svolto un ruolo estremamente importante. Questo è un dato di fatto oggettivo e riscontrabile; tutto il resto si potrà contestare, ma questo no - a considerare il Piemonte una Regione impegnata in prima linea per la creazione di nuovi posto di lavoro. In questi due anni e mezzo abbiamo visto un accrescimento di oltre 100 mila nuovi posti di lavoro. La nostra Regione è all'avanguardia e modello per il sostegno all'imprenditoria e al lavoro femminile, investendo oltre 15 milioni di euro.
Per quanto riguarda la Cultura non aggiungo altro, perché la relazione del Consigliere Gallarini è stata puntuale. Credo che tutti abbiamo visto il Piemonte ritornare protagonista in un settore importante come quello della cultura, tant'è che ci è stato riconosciuto anche da organismi nazionali e in occasione della visita ufficiale del Ministro competente avvenuta qualche settimana fa, abbiamo avuto modo proprio in quest'Aula di fare il punto della situazione su questo importante tema.
Voglio aggiungere delle considerazioni sulla questione della sanità e del socio-assistenziale e sul problema della FIAT.
Credo che l'impegno della Regione con il fondo rotativo - ieri l'Assessore Pichetto nella sua relazione ricordava essere di 30 milioni di euro - abbia dimostrato e dimostri che la Regione Piemonte e il governo regionale crede nella necessità di mantenere questa importante realtà industriale nella nostra Regione.
Come Gruppo abbiamo presentato - lo ricordava il collega Marcenaro una proposta di legge interessante e, come ho detto e ribadisco, è una proposta aperta a tutti i colleghi che vorranno apportare un proprio contributo. L'obiettivo del nostro Gruppo - mi sembra che il Consigliere Marcenaro sia d'accordo, e questo ci conforta, vista la sua autorevolezza nell'opposizione - è che questa legge venga affrontata e veda un percorso prima in Commissione e poi in Aula, abbastanza celere, quindi durante le prossime settimane, perché il problema si propone ora. Ripeto, è una proposta aperta, quindi confermiamo la nostra massima disponibilità al confronto. Ci conforta il fatto che non ci sono idee, come sostiene la Regione Sicilia, di fare solo assistenza, perché non garantirebbe certamente un rilancio. Non presentiamo emendamenti per rispetto a tutti i colleghi e, in particolare, ai colleghi della maggioranza, perché è una proposta di legge aperta e deve vedere nel Consiglio regionale un tempo sufficientemente adeguato per realizzare una buona legge che sostenga un comparto industriale importante come l'automotive e l'indotto collegato.
Questo è il nostro unico obiettivo e credo possa essere condiviso da tutti noi.
Per quanto riguarda la questione della sanità, come ho detto prima, il disavanzo è precipitato a sostanziale pareggio che ci ponevamo, quindi a meno circa 70-80 miliardi di vecchie lire e la posta in bilancio è di 40 milioni di euro.
Riteniamo che aver introdotto nella legge finanziaria un esplicito articolo per il controllo e il contenimento dei costi sulla sanità possa contribuire ad evitare eventuali futuri disavanzi, in particolare un eventuale disavanzo per il 2003. L'obiettivo del 2003 non dovrà essere più un sostanziale pareggio, ma il pareggio. Riteniamo che l'aspetto del patrimonio debba essere affrontato in modo chiaro, difatti abbiamo presentato un ordine del giorno. Dobbiamo conoscere esattamente il patrimonio delle ASL e delle ASO e l'Assessore si è impegnato in questo senso. Non possiamo più riferirci a cifre indicative, dobbiamo essere al corrente esattamente, e su questo siamo d'accordo, della consistenza di questo patrimonio e conoscere la rendita di questo patrimonio. Non voglio nascondere, ad esempio, un nostro progetto da proporre all'attenzione del Consiglio per vincolare la rendita di questo patrimonio a un sostegno ulteriore al comparto socio-assistenziale.
Voglio aggiungere specifiche considerazioni su questo argomento. Un Decreto di un Ministro della Repubblica, Gerolamo Sirchia, ha dimostrato che il Piemonte rispetto ai livelli essenziali di assistenza fissati dal Governo nazionale ha sostenuto 120 miliardi in più. Infatti, nello scorso anno, in occasione del bilancio, abbiamo evidenziato quanto il Piemonte dava e dà di più.
La Giunta regionale, a novembre, ha confermato ulteriori 80 miliardi da destinare ai disabili psichiatrici, ai malati di AIDS e quello che è stato richiamato poco fa, che rimanevano fuori dal tavolo dell'integrazione quindi tutte quelle case di riposo non autosufficienti, i famosi 9.700 posti convenzionati. Sarebbe interessante conoscere le disparità tra le varie ASL, perché l'ASL di Ovada convenziona a 47.000 lire, mentre una ASL di Torino convenziona a 91.000 lire, quindi queste situazioni vanno certamente verificate e sanate.
Noi esplicitiamo una proposta tecnica, Assessore Pichetto, che costa diciamo - niente, quindi non potrà negarcela: la costituzione di un apposito capitolo dove inseriamo la cifra esatta per il pagamento all'integrazione, ossia i 230-240 miliardi di vecchie lire. In questo modo vincoliamo le ASL a pagare e a rendere conto su quella cifra per il socio assistenziale e non saranno più possibili alchimie di bilancio, quindi togliere qualcosa dal socio-assistenziale per aggiungerla da qualche altra parte. Questo sistema costituirà una grande risposta e darà la possibilità al Consiglio regionale di verificare che non si creino situazioni del genere nelle diverse ASL, cioè che quanto destinato dalla Regione Piemonte sia veramente speso per il comparto del socio-assistenziale.
In aggiunta a questo - lo ricordava il Consigliere Gallarini nel suo intervento e non solo lui - abbiamo presentato un emendamento. Abbiamo confermato una scelta dolorosa, ma di cui siamo convinti, l'addizionale IRPEF. L'anno scorso non potevamo fare diversamente, perché dovevamo pagare un debito, quest'anno dobbiamo pagare un pezzettino piccolo di debito per sostenere degli investimenti per il rilancio del Piemonte. L'emendamento che ha presentato la maggioranza propone di vincolare il 10% del gettito IRPEF per avviare, in aggiunta al vincolo e al controllo delle ASL relativamente ai soldi destinati al socio-assistenziale, che rappresenterebbe l'1% o il 2%, su cui siamo sostanzialmente d'accordo, un percorso capace di passare al riscontro concreto.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso la discussione generale.
Comunico che riprendiamo i lavori oggi pomeriggio alle ore 15.30 con l'esame dell'articolato. Desidero, in chiusura di seduta, ringraziare tutti i Consiglieri regionali, perché questa mattina, visionando e ordinando gli emendamenti, ho notato che stiamo cominciando a interpretare lo spirito della nuova legge di contabilità.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.25)



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