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Dettaglio seduta n.291 del 23/12/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 16.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che è convocata la Conferenza Capigruppo



(La seduta sospesa alle ore 16.30 riprende alle 17.22)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Nella Conferenza Capigruppo si è deciso, prima di iniziare il Consiglio, di incontrare una delegazione di Cassintegrati FIAT.



(La seduta sospesa alle ore 17.24 riprende alle ore 18.25)



PRESIDENZA DEL SEGRETARIO BOTTA



PRESIDENTE

Comunico la convocazione dei Capigruppo in sala A.



(La seduta sospesa alle ore 18.26 riprende alle ore 19.09)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Comunico che la Conferenza Capigruppo ha deciso di trattare oggi l'esercizio provvisorio del bilancio che è stato licenziato dalla I Commissione.
La Conferenza ha deciso che i lavori del Consiglio proseguiranno il giorno 27 con la riunione della I Commissione per l'esame del DPEF e della legge finanziaria. Il giorno 27 si farà il punto della situazione prevedendo o lavori di Consiglio per il 30 dicembre ed, eventualmente, per il 31 oppure lavori di Commissione per il 30 o il 31.
Comunico inoltre che sono pervenuti i seguenti congedi:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bolla, Cavallera, Cotto, Ghigo Marengo e Rossi Giacomo.


Argomento: Esercizi provvisori

Iscrizione ed esame disegno di legge n. 477 "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 2003 per la Regione"


PRESIDENTE

Ai sensi dell'art. 51 del Regolamento propongo di iscrivere all'o.d.g.
l'esame del disegno di legge n. 477 "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 2003 per la Regione".
L'aula acconsente all'iscrizione.
Esaminiamo il disegno di legge n. 477: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio finanziario 2003 per la Regione" La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Non ho la relazione predisposta perché gli Uffici, che ringrazio per tutto il lavoro svolto, non hanno fatto in tempo predisporla visto che abbiamo finito i lavori alle 2.30.
Tutti sono a conoscenza che da un po' di tempo sono in discussione presso la I Commissione alcuni provvedimenti di natura economico finanziaria. I provvedimenti fino a questa mattina erano tre, sono diventati quattro da oggi pomeriggio.
I tre documenti precedenti erano: il Documento di Programmazione Economico-Finanziaria, la legge Finanziaria 2003 e il bilancio preventivo 2003 e il bilancio pluriennale. Dicevo che da oggi sono diventati quattro perché la Giunta, in una seduta della settimana scorsa, ha preso atto della realtà. La realtà era, ed è, quella per cui i tre provvedimenti sono stati oggetto di consultazione, ma non sono ancora stati licenziati e, per la verità, neanche sviscerati nella loro completezza, da parte della I Commissione. I tre provvedimenti, uno in particolare (il bilancio preventivo 2003) ha avuto il voto favorevole di merito delle sette Commissioni che lo hanno esaminato. Il documento è ritornato in I Commissioni e la Giunta lo ha concepito in questo modo: esercizio provvisorio della durata di 60 giorni (fino al 28 febbraio).
La legge regionale consente un massimo di provvisorietà di quattro mesi, quindi fino al 30 aprile. In sede di I Commissione è emerso un suggerimento che l'Assessore Pichetto ha recepito, cioè limitare la portata di accesso ai fondi con i quali finanziare, per quanto concerne l'esercizio provvisorio. Inoltre, sempre in Commissione, si è inserito il limite di un quinto.
La proposta, licenziata a maggioranza dalla I Commissione, è quella che contempla l'esercizio provvisorio per la durata di 59 giorni (dal 1 gennaio al 28 febbraio) con il limite di un quinto della capienza dei capitoli. Con la nuova legge, in Commissione abbiamo visto le aggregazione di grandi insieme, quindi le unità previsionali di base e non i singoli capitoli.
Mi sembra una proposta molto semplice. Le ragioni politiche per le quali siamo ad esaminare questo provvedimento, possono avere sfaccettature diverse a seconda di chi li esprime.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta, ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Non è il primo anno che la Giunta, autonomamente, ancora prima dell' esame complessivo della proposta di bilancio, decide di procedere per esercizio provvisorio. Indubbiamente, questo è un fatto grave perch l'esercizio provvisorio, per forza di cose, comporta un'attività molto ridotta, di tipo normale, della Regione Piemonte proprio in un momento in cui sarebbero necessari interventi mirati in relazione alla situazione socio-economica in cui versa la nostra regione (in modo particolare facendo riferimento alla crisi della FIAT).
Approviamo un provvedimento che consente all'Amministrazione regionale di procedere nella sua normalità, addirittura a ritmo ridotto. Questo è un fatto grave che si sarebbe sicuramente potuto evitare, se la maggioranza avesse proceduto all'approvazione della proposta di bilancio con anticipo se avesse proceduto a fare un bilancio realistico, cioè un bilancio che tenesse conto non soltanto delle risorse proprie, ma facendo anche una previsione dei trasferimenti statali.
Il bilancio che c'è stato presentato è incompleto, è stato rilevato anche da Consiglieri della maggioranza, in modo particolare dal Consigliere Angeleri il quale, ad un certo punto durante i lavori di Commissione, ha detto: "ci proponete di approvare un bilancio che non contiene delle previsione sui trasferimenti statali".
Questo vuol dire mancanza di ipotesi e di impiego di risorse per le uscite. Abbiamo anche notato che questa è una proposta di bilancio irrealistica anche per la parte relativa, ad esempio, alla sanità, in modo particolare per la mancanza di previsioni di trasferimenti per il Mauriziano e il Valdese. Una proposta irrealistica anche per quanto riguarda la parte relativa al conto capitale. Un bilancio che dovrebbe essere tutto rivisto nella sua completezza, cercando di fare un bilancio vero e proprio di previsione. Nella Giunta, ormai, prevale l'opinione che bisogna fare dei bilanci anziché preventivi, consuntivi.
Si prevedono i trasferimenti soltanto certi, sul quale c'è una previsione certa dello Stato, cosa che non è neppure coerente per quanto riguarda la parte sulle entrate. La Giunta, per quanto riguarda le entrate prevede delle ipotesi di trasferimenti statali che non sono neppure certi perché la Finanziaria non è ancora stata approvata. Sono tutti elementi accennati brevemente, che hanno consentito alla Commissione di richiedere una proposta di bilancio molto più completa perché quella presentata è una proposta notevolmente incompleta.
Non possiamo che constatare che siamo ancora di fronte ad un esercizio provvisorio. Il nostro giudizio, per i motivi fin qui espressi, è negativo perché si ricorre, ancora una volta, all'esercizio provvisorio. E' indubbiamente un fatto grave e credo che la I Commissione dovrà tenere conto dei tanti pareri negativi espressi dai consultati. E' necessario che la Commissione, quindi l'amministrazione regionale, il Consiglio regionale nel suo complesso, faccia un'operazione seria, per quanto riguarda anche alcune categorie adoperate nella discussione in Commissione, ritenendo che la discussione del bilancio debba soltanto limitarsi alle - cosiddette risorse libere. Non c'é nulla di più falso, perché anche la ripartizione tra risorse libere, risorse rigide e risorse semirigide, è una ripartizione molto soggettiva che dà per scontato che alcune previsioni di spese non si possano toccare.
Nulla di più falso, perché accettare questo principio vuol dire che la Giunta regionale, di per sé, rinuncia a fare un esame sull'impianto complessivo di organizzazione della propria struttura e della distribuzione delle risorse.
Ritengo che la situazione particolare della nostra Regione richieda come è avvenuto da parte dell'Unione Industriale, un riesame complessivo dell'impianto. Occorre rimettere in discussione l'attuale sistema di distribuzione delle risorse, per verificarne la credibilità complessiva e l'utilizzo delle risorse, circa qualche obiettivo non ancora sviluppato.
L'augurio è che il tempo che abbiamo ancora sia utilizzato, da parte del Consiglio regionale (quindi da parte della Commissione), per un esame serio che consenta di esaminare i reali punti critici, quindi una rimpostazione complessiva del bilancio, in modo particolare per quanto riguarda la parte sulla sanità, che è l'80% delle risorse di parte correnti.
Spero che ci sia una fase seria e che la Giunta, nei prossimi giorni proceda seriamente ad una presentazione di questo maxi emendamento, per quanto riguarda, ad esempio, il Piano sanitario. Ovviamente, nessuno pu illudersi che l'obiettivo di contenimento e di riqualificazione della spesa possa avvenire al di fuori di un ragionamento serio, per quanto riguarda la sanità (cosa che non è avvenuta finora perché anche le riflessioni sui quadranti sono, per come è avvenuta finora la discussione, ragionamenti complessivamente mediocri). Un ragionamento serio richiede un'impostazione programmatica di grande respiro. Solo questo può consentire un governo della sanità che vada al di là di una politica, come è stato fatto finora invece di contenimento della spesa, senza preoccuparsi della riduzione dei servizi che è realmente avvenuta.
L'auspicio è che nei prossimi giorni ci sia una fase interessante per un ripensamento complessivo di tutta l'impostazione del bilancio, in modo particolare sulla sanità, e che ci sia, soprattutto da parte della Giunta regionale, una rinuncia a spese discrezionali e d'immagine. Occorre rinunciare, complessivamente, ad alcune spese, in modo da tener conto della difficoltà della situazione.
Il nostro voto negativo sull'esercizio provvisorio è l'auspicio di una fase interessante di un ripensamento delle politiche economiche e finanziarie della Regione Piemonte, in modo da affrontare i veri problemi che sono quelli occupazionali (FIAT in modo particolare) e quelli relativi alla sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Prima di iniziare il mio intervento vorrei dire che per certi aspetti l'esercizio provvisorio, anche se questo non modificherà la nostra intenzione di voto sul provvedimento, era la via obbligata.
Ho poca esperienza in materia amministrativa, però credo che non sia sfuggito a nessuno quelle poste "zero" sulle partite di giro, in riferimento ai trasferimenti dello Stato alle Regione.
Come si fa a presentare un bilancio nel quale esistono delle poste zero? Consigliere Gallarini, mi era sembrato di capire che nell'ordinaria conduzione di un bilancio si potesse operare un'altra scelta: ascrivere a quella voce di bilancio la spesa storica, salvaguardando attraverso lo strumento dell'assestamento di bilancio.
Da questo punto di vista, credo che abbiamo perso l'occasione di poter svolgere un'istruttoria sul bilancio pregnante ed attenta.
Ho seguito con molta attenzione l'intervento del Consigliere Saitta, ma farei un ulteriore passo, rivolgendomi all'Assessore D'Ambrosio: se scorporiamo l'incidenza del bilancio della sanità sulla sola spesa corrente, allora la sorpresa è grande. La voce sanità incide sulla spesa corrente per l'85% del bilancio. La cosa ci preoccupa notevolmente perch abbiamo l'impressione, Assessore D'Ambrosio, che i dati sul bilancio della sanità non siano ancora dati sufficientemente affidabili da riportare la gestione del bilancio ad una logica di programmazione che ci consenta di poter poi amministrare questa Regione. E' un onere che spetta voi, in modo coerente con alcune linee di indirizzo.
Ci sono anche altri settori in grande sofferenza: penso alla realtà drammatica della crisi occupazionale che sta investendo la nostra Regione.
Più che crisi occupazionale è la mancanza di un modello di sviluppo che stabilisca, con certezza, che la scelta operata da questa Regione non è la scelta dell'industrializzazione, ma è la strada per il recupero di questa vocazione naturale. Il terziario è uno degli elementi di contorno al quale bisogna guardare con importanza e valorizzazione, perché la vera scommessa dello sviluppo di questa Regione si gioca ancora nell'industria primaria in questa Regione: la filiera dell'auto.
Bisogna operare scelte coraggiose.
C'é un altro settore che non è da meno. Gli oneri che vengono posti in capo alla Regione in materia di formazione, in materia di competenze esclusive, in campo scolastico e della formazione aprono nuovi scenari.
Eppure abbiamo visto che già nelle ipotesi formulate a proposito degli investimenti sul recupero e sulla manutenzione degli edifici scolastici ahimè - viene operato un taglio che ci preoccupa tantissimo.
Politiche attive del lavoro (per tornare all'aspetto importante).
L'Assessore, che ha il duplice compito di gestire la partita del bilancio insieme a quella delle politiche per il lavoro, ha manifestato la necessità improrogabile di rivedere tutta la normativa sui cantieri di lavoro.
Siamo di fronte ad una nuova grande emergenza: è inutile che ce lo nascondiamo. Credo che tutti, oggi, nell'incontro dei Capigruppo, abbiamo potuto prendere atto in modo drammatico delle testimonianze relative alle prospettive di migliaia di lavoratori in questa Regione. E badate bene: lavoratori che appartengono ad una fascia di età e ad una condizione lavorativa tale per cui, stante la storia di questi ultimi anni e le ciniche leggi di mercato, sarà difficile che per loro si apra un'altra prospettiva.
E allora occorrono scelte coraggiose. Noi siamo qui pronti a dare il nostro contributo di proposta e di analisi; va dato apprezzamento alla maggioranza di aver saputo cogliere la gravità di questo momento proponendo anche una programmazione dei lavori, ma che sottoporremo a verifica sin da subito dopo Natale, chiedendo di lavorare a tappe forzate attorno a questi documenti.
Noi ci saremo - lo ripeto - con molta più attenzione; qualcuno - il Partito Radicale - ci ha rimproverato di non essere stati sufficientemente presenti su questa materia. Credo di aver già detto che un piccolo Gruppo che non è una federazione ma è solo un piccolo Gruppo, non può avere la forza e la determinazione di essere puntualmente presente su tutto. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, perché, pur non avendo marcato sempre la presenza costante, abbiamo lavorato, abbiamo comunque prodotto. Abbiamo idee da sottoporre al dibattito, abbiamo emendamenti significativi da proporre, con l'attenzione che in questo momento occorre da parte di tutte le forze politiche per un impegno più incisivo, un impegno di interlocuzione anche con la maggioranza, affinché sappia cogliere appieno la gravità della situazione e della pesante crisi economica di prospettiva e di sviluppo che attraversa il nostro Paese e la nostra Regione.
Tre sono i documenti importanti: il documento di programmazione finanziaria; la legge finanziaria; il bilancio. Sono documenti che non si possono leggere separatamente, come fatti a se stanti; c'è fra loro una concatenazione che dobbiamo saper valorizzare e approfondire.
Certo, probabilmente ci divideremo sul voto, ma abbiamo anche la sensazione che, al di là dell'annunciata crisi istituzionale nei rapporti tra le forze politiche di questo governo regionale, ci sia il tempo e anche la volontà politica di far prevalere la ragione. E dico che deve prevalere solo una ragione: quella della politica sulle appartenenze. La ragione della politica deve prevalere sull'interesse di cortile, cioè ci deve essere la capacità di rimettersi attorno ad un tavolo per discutere restituendo dignità a questo Consiglio regionale, che nei prossimi giorni e nella prossima settimana sarà chiamato ad un banco di prova importante.
Mi auguro - ed è un appello che rivolgo soprattutto alla forza di maggioranza relativa, a Forza Italia - che, trascorso l'impatto mediatico della giornata di domani, prevalga il buon senso, elemento che dovrebbe sempre guidare un amministratore o chiunque sia stato chiamato a svolgere questo compito da un mandato popolare, in modo da far prevalere l'interesse della collettività rispetto agli interessi particolari di questa o quella forza politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Andare in esercizio provvisorio è sempre un segno negativo; però, in questo caso, potrebbe anche essere un'opportunità - Assessore Pichetto che ci permetterebbe finalmente di poter operare su un bilancio di previsione con carattere di maggiore completezza. Le ho anche chiesto, non sul piano del formalismo della legge (che ovviamente rispettiamo), di aiutarci a capire come la Regione agisce nei diversi comparti, nella politica industriale.
Leggevo gli interventi fatti con il DOCUP, per esempio sulle aree industriali, sui servizi reali, ecc.: sono squisite azioni di politica industriale. Questo potrebbe essere un primo tentativo di offrire, insieme al bilancio di previsione, un bilancio parallelo, informale, al cui interno siano indicati i fondi statali e i fondi comunitari, in modo da sapere come la Regione pesa nei diversi comparti (citavo la politica industriale, la politica del lavoro, la politica formativa).
Quindi, i due mesi che abbiamo a disposizione potrebbero essere per lei una buona opportunità per introdurre un'innovazione che non esiste nemmeno a livello nazionale, dove la battaglia sulla finanziaria e sul bilancio di previsione non tiene conto, per esempio, degli interventi comunitari fornendo un'interpretazione non completa dell'operatività finanziaria a livello generale.
C'è un'altra anomalia che dobbiamo prendere in considerazione. Io spero che questa finanziaria a livello nazionale, con questo carattere di interferenza - chiamiamolo così - sugli assetti e le prospettive finanziarie delle Regioni, non abbia più questa virulenza, nel senso che se questa modalità continuasse nel tempo, le nostre leggi finanziarie, i nostri bilanci di previsione dovrebbero essere varati solo dopo l'approvazione a livello nazionale, altrimenti non avremmo un quadro di riferimento preciso.
Tra l'altro, a livello nazionale - lì sì - andare in esercizio provvisorio è considerata una sconfitta; i casi non sono frequenti, ma quando si sono verificati è stato a fronte di situazioni drammatiche dei nostri conti.
Non ho notizia circa lo stadio della discussione alla Camera in terza lettura della finanziaria, ma qualora si apportassero delle modifiche, è chiaro che il Senato dovrebbe, dopo Natale, a Santo Stefano, subito operare, perché a livello nazionale andare in esercizio provvisorio ha una gravità ben più alta che nella dimensione regionale.
Spero che l'atto che noi compiamo adesso - e che considero negativo sotto l'aspetto del significato che assume, perché non si sono fatti tutti gli adempimenti - ci permetta di metterci a posto nella cadenza che dovrebbero avere i normali provvedimenti finanziari.
La legge finanziaria deve andare in parallelo con il bilancio di previsione, spero che quando entreremo a regime, anche sulla base della scansione della finanziaria nazionale che, dopo questa ultima esperienza dovrà essere un po' rivista, potremo operare nel modo più proficuo.
Concludo, Assessore, evidenziando che questo potrebbe essere un elemento innovativo, dal quale anche lei potrebbe trarne giovamento.
Occorre operare per dare alla Regione Piemonte una contabilità generale non parziale, che fornisca un quadro utile per governare, in modo da capire e poter intervenire, sommando l'intervento puro, proprio regionale all'intervento dei fondi statali, dei fondi comunitari e dei fondi strutturali (cosa che materializziamo, in larga parte, con il documento unico di programmazione economica).
Solo in questo modo avremo una capacità di lettura dell'azione più completa ed eviteremo di rendere il Consiglio regionale un gestore che recita una "finzione", approvando dei documenti che danno un segno parziale dell'azione politica ed amministrativa della Regione.
Quindi, la mia raccomandazione va in questa direzione. Considero ovviamente negativo ed un insuccesso andare in esercizio provvisorio, ma questa volta potrebbe anche essere un'opportunità, se questi due mesi a disposizione saranno utilizzati in modo proficuo.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Mi rivolgo all'Assessore Pichetto, nell'ambito del confronto che stiamo svolgendo sulla partita del bilancio, con una premessa: il nostro bilancio ha raggiunto i 20 mila miliardi. Sarebbe una cifra molto significativa; poi ci sono le partire di giro, ma anche la sanità ha ormai raggiunto una quota dell'85% del bilancio regionale. Tuttavia, resta il fatto che la dimensione del bilancio regionale rapportata al PIL della Regione arriva attorno all'8 10%. Quindi, è una cifra particolarmente incisiva e significativa, e non la si può governare, Assessore - mi permetta questa considerazione - in questo modo: mi sembra una navigazione un po' troppo a vista.
E' pur vero che il bilancio ha delle rigidità che non consentono particolari voli pindarici e fantasie operative - di questo ce ne rendiamo conto anche noi - ma nel contempo è altrettanto vero che occorrono almeno due parametri tecnici per guidare l'orientamento sulla definizione di un bilancio.
Il primo parametro è un programma, un progetto; se fosse una cosa più politica, mi permetterei di parlare di valori, ma i valori possono essere la categoria alla quale fanno riferimento le forze politiche. L'istituzione in quanto tale, invece, ci accontenteremmo che facesse riferimento ad un progetto sufficientemente ponderato e, nei limiti del possibile, condiviso.
E non tanto condiviso dall'opposizione, che può mantenere delle sue posizioni al riguardo, ma condiviso dall'insieme di quegli attori istituzionali, sociali, operativi ed organizzativi che rappresentano il dato sociologico, culturale, politico ed economico della Regione.
Lei ha presente, Assessore, come è stato severo il giudizio dell'Unione Industriale quando abbiamo fatto la consultazione sul bilancio, e com'è stato severo - anzi, in questo caso preoccupato - il giudizio di alcuni operatori sociali. Io ho presente l'intervento del Presidente dell'ex IACP di Torino, che ha detto: "Guardate che la povertà aumenta significativamente e noi abbiamo un alto tasso di crescita delle insolvenze, e quindi del bisogno di destinazione di nuove risorse per sostenere gli interventi di tipo sociale sulla casa, pena, se non vengono fatti questi interventi, un ulteriore arretramento della situazione sociale all'interno della città di Torino".
Torino naturalmente è il punto più esposto, in molteplici settori. Ieri su La Stampa c'era un articolo particolarmente allarmante che segnalava come l'agricoltura in Italia accusi quest'anno la riduzione di un punto e mezzo del PIL. Se un settore significativo come l'agricoltura, che in Piemonte è individuato come uno di quelli in fase di espansione, registra questi dati, allora abbiamo bisogno di Piano di sviluppo. E se questo termine non piace più, perché connotato come facente parte della cultura di sinistra; chiamiamole linee di governo, non è questo il punto, anche se i piani quinquennali di onorata memoria, tutto sommato, rispetto alla mancanza dei medesimi, rappresentavano comunque un elemento utilizzabile.
Tornando al discorso principale, ritengo utile la memoria da lei fornita, poiché quanto meno rappresenta un'indicazione corretta di un cambiamento profondo dello scenario in Piemonte. Il bilancio, però, deve da una parte, ubbidire a delle finalità e, dall'altra, far fronte alle contingenze. Non è immaginabile diversamente. Tra le contingenze poi c'è quella di una "bordata" di operazioni sul bilancio nazionale che sono finalizzate a quella manovra, che voi non dichiarerete mai di non condividere, salvo il Presidente Ghigo che continua a dichiararlo tutti i giorni - inascoltato, immagino - su la Stampa e su altri giornali nazionali. Sto parlando della totale non condivisione delle Regioni della politica finanziaria del Governo centrale.
Noi abbiamo questa situazione complessa, che comunque ha delle conseguenze molto gravi. Si sgrava la situazione nazionale di mezzo o di un punto di IRPEF e lo si carica di un punto e mezzo alla periferia (0,9 più 0,5 fa 1,4).
Naturalmente cambiano le interfacce e la situazione si aggrava; la povertà aumenta; la capacità contributiva diminuisce e le risorse con le quali far fronte a questa situazione complessivamente drammatica sono minori. Da questo punto di vista non è sufficiente una riduzione proporzionale sulle politiche dei vari dicasteri: quale sarà l'impatto sull'evoluzione del sistema economico, e quindi della capacità contributiva da un lato e della capacità di produrre risorse da ridistribuire in Piemonte dall'altro? Come tradurremo tutto questo nelle nostre politiche di bilancio? Questa è una domanda che credo debba porsi anche lei come un problema da affrontare con appositi strumenti e validi argomenti. In questo senso è pur vero che, come hanno detto alcuni colleghi, il bilancio provvisorio pu perfino rappresentare un'opportunità, perché sono due mesi in più che ci consentono di capire qual è il bilancio nazionale e quali sono gli scenari tuttavia, c'è un grande punto negativo, perché rappresentano comunque due mesi di grave precarietà nella definizione delle nostre politiche, che si aggiungono ad altre situazioni di precarietà. Io le anticipo già, per quanto riguarda i ragionamenti e le scelte, gli argomenti sui quali il nostro Gruppo intende stabilire un confronto.
Non possiamo permetterci di veder crescere la povertà nella nostra Regione senza che ci sia un'adeguata politica di concorso per ridurre i margini dell'aumento di questa situazione, che non soltanto non aumenta l'inclusione ma in qualche maniera aggrava i problemi dell'esclusione.
Dall'altro punto di vista, Assessore, lei ci proverà? Ne sono sicuro.
Ci riuscirà? Ho tutti i miei dubbi. Ho visto che ha messo in campo un'ipotesi per cambiare il sistema della contabilità delle ASL. Lo apprezzo, perché se non abbiamo una contabilità finanziaria, evidentemente abbiamo esaurito tutti i margini. Gli Assessori e i predecessori hanno provato a contarcela, ad intortare le cose, ma siamo arrivati ad una situazione che non è sotto controllo neanche adesso. Realisticamente avremo 500 o 600 miliardi di disavanzo, quindi la manovra sull'IRPEF è già totalmente assunta. E cosa diciamo ai cassaintegrati? Cosa diciamo alla domanda di investimenti? Cosa diciamo alle zone periferiche? Cosa diciamo alla formazione professionale e agli strumenti per affrontare lo sviluppo? Ricordo a memoria che abbiamo esaminato un suo documento in cui si dice che il Piemonte, nel prossimo triennio, potrà, al massimo, realizzare un fronte di aumento dell'1% del prodotto, contro un'inflazione oramai sicura del 5% o del 6%, forse 8%.
Questa situazione, evidentemente, prospetta degli scenari che vanno affrontati con questo tipo di bilancio.



PICHETTO Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Del PIL reale.



RIBA Lido

Sì, del PIL reale.
Però, in mezzo a due parametri di questa natura, quando l'inflazione è superiore al PIL in modo così netto, naturalmente si producono degli squilibri quantomeno sui consumi e sulla possibilità dei consumi. Poi l'andamento dell'economia potrà dipendere da una serie di altri fattori (il saldo degli investimenti e altro), ma anche di questo sarebbe bene che ne potessimo parlare, visto che non ci siamo fatti troppo coinvolgere dai problemi dello sviluppo e dell'economia ma lo scenario nel quale collocare il Piemonte nel prossimo triennio evidentemente è un elemento imprescindibile per fare un ragionamento sul bilancio.
Pertanto, sulla questione di presentare un esercizio provvisorio, che sottrae tempo ed altre condizioni preziose per lavorare alla Regione, ci riteniamo insoddisfatti.
Le chiediamo fermamente di tener conto delle nostre proposte e delle nostre impostazioni quando, tra qualche giorno, ricominceremo a ridiscutere in sede di Commissione di bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Leggo queste parole contenute nell'art. 1 della legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio: "La Giunta regionale è autorizzata ad esercitare provvisoriamente il bilancio della Regione per l'anno finanziario 2003 limitatamente ad un quinto degli stanziamenti".
Con questa frase si suggella, ancora una volta, dopo parecchi anni consecutivi, l'incapacità della Regione Piemonte di dotarsi di un bilancio di previsione e, quindi, di dotarsi dello strumento che, insieme ad altri due (la legge finanziaria e il documento di programmazione economica) consente alla Regione di dispiegare i propri programmi di Governo.
un fatto molto negativo che ha diverse componenti, in parte interne alla Regione Piemonte ed in parte esterne, legate alle vicende dalla legge finanziaria nazionale, anch'essa, in questi anni, oggetto di percorsi mi sembra sempre meno accettabili, al punto che la legge finanziaria nazionale per il 2003 ha avuto un percorso che lo stesso Presidente Casini ha definito imbarazzante, improponibile per il futuro e comunque da correggere.
Quindi il nostro esercizio provvisorio è figlio di due debolezze di Governo, una di livello nazionale per questo meccanismo della legge finanziaria, che nasce anch'essa in ritardo, e nasce con procedure, ritmi contrasti e proposte che per la natura della legge finanziaria consentono a qualsiasi istanza, anche puntiforme, anche periferica, anche clientelare di affacciarsi in Parlamento e di proporre le proprie ragioni.
Noi abbiamo voi: chi governa ha altre responsabilità, che sono quelle che dipendono dall'assenza di una qualunque progettualità di Governo.
Il bilancio di previsione non vive da solo. Se si cerca di farlo vivere da solo, anche in presenza di una legge finanziaria nazionale approvata ci sarebbero molte difficoltà. Il bilancio dovrebbe essere l'ultimo anello il penultimo insieme al bilancio pluriennale - di scelte di Governo complesse, connesse, articolate, discusse democraticamente e che prendono vita l'una insieme all'altra, l'una concatenata all'altra. Diventa difficile pensare, in assenza di un programma regionale di sviluppo, di un documento di programmazione economico-finanziaria e di una legge finanziaria, di poter dar vita ad un bilancio.
Metto quindi in rilievo che questo elemento che caratterizza l'agire di questo Governo, la debolezza progettuale, è anche un elemento che purtroppo da anni si è un po' consolidato nei modi di Governo, sia a livello locale, come il nostro, ma anche a livello centrale.
Il tema della programmazione economica, a livello nazionale e a livello regionale, è un tema che è stato disatteso e, per certi versi, anche contestato e rifiutato da qualche forza politica.
La mia impressione (e non è solo la mia) è che, viceversa, con questa fase di transizione difficile che vive il nostro Paese, in particolare con l'impatto della crisi automobilistica che ha investito il Piemonte, di una cosa ci sia soprattutto bisogno, ovvero di progetti di Governo, e che questa carenza debba essere rapidamente superata.
A questo scopo rinnovo la richiesta: solo con un programma regionale di sviluppo la Regione Piemonte può far fronte agli impegni di legge, far fronte ai propri doveri, far fronte alle necessità che la struttura economica e sociale piemontese ha per superare questo momento di crisi.
Noi, come Regione Piemonte, se non compiamo questa svolta di indirizzi di governo, penso che non siamo nelle condizioni di rivolgerci ai nostri amministrati pensando di aver fatto il nostro dovere.
Dobbiamo compiere questo salto.
Siamo a fine anno. Rinnovo la richiesta del programma regionale di sviluppo, ma rinnovo anche la richiesta che è stata accolta - ne sono contento - di utilizzare questi ultimi giorni per iniziare comunque il percorso che parte dal documento di programmazione economica, dalla legge finanziaria e poi dal bilancio.
Sono soddisfatto che nelle tre giornate lavorative ordinarie che abbiamo ancora ci impegneremo a mettere a fuoco il primo tassello. Forse sarà difficile giungere ad un consenso generalizzato sul DPEF, ma insieme ai colleghi di Rifondazione Comunista e ai Verdi abbiamo già presentato alcune nostre idee di correzione del documento stesso e le abbiamo consegnate oggi pomeriggio in Commissione. Speriamo di poterle discutere in questi giorni e speriamo di poter contribuire a dare ai piemontesi prima della fine dell'anno il primo tassello di Governo, condiviso o meno criticabile o meno, che la Regione Piemonte riuscirà a dare, grazie anche alla ripresa di senno della maggioranza che ha ritirato questo provvedimento, sul quale veramente ci si stava, a torto, dilaniando.
Dobbiamo dire grazie ai cassintegrati che, evidentemente, hanno dato un apporto decisivo e di fronte ai quali molti si sono vergognati di cosa si stava proponendo e di come stavamo impiegando il nostro tempo.
Quindi, sull'esercizio provvisorio il voto è negativo e, personalmente senza particolari assoluzioni della Giunta, che, non solo quest'anno, ma mi sembra nei sette anni precedenti - Gallarini - è sempre arrivata in ritardo. Oltre al ritardo, c'è anche - e qui potrebbe esserci un elemento di novità - la teorizzazione del fatto che è possibile fare a meno della programmazione.
Io penso che la riflessione sul caso FIAT porti tutti noi, e spero porti anche la maggioranza, a rivedere questa rinuncia alla programmazione che consegna una società in crisi come la nostra a non avere guida, a non avere orientamenti, a non avere sostegni, a vivere giorno per giorno, ben che vada secondo misure assistenzialistiche e non secondo misure progettuali.
Questo mio intervento vale anche come dichiarazione di voto contrario all'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Avevo preparato un altro intervento; tuttavia, l'attenzione - non soltanto doverosa, ma in questo caso specifica - con cui ho seguito l'intervento del collega Chiezzi, mi induce a cambiarne almeno l'impostazione.
Intanto, al Consigliere Chiezzi - questo vale certamente per me, ma mi auguro non solo per me - che normalmente è persona sincera e si dice contento - e in questo caso la contentezza è stata ampiamente motivata in una parte del suo intervento - io ribatto che quando ero Assessore mi preoccupavo; adesso mi preoccupo da Consigliere, ma credo che questa preoccupazione dovrebbe essere estesa in questi giorni, pochi o tanti che saranno, di meditazione (come sarebbe doveroso avvenisse intorno al Natale).
Ripeto: se il Consigliere Chiezzi è contento, personalmente sono preoccupato. Ciò detto, devo dire invece che, pur con finalità diverse condivido la restante parte del suo intervento.
Questa Regione - e certamente una delle concause è stato anche l'Assessore che fino a poco tempo fa si è occupato di programmazione - non ha brillato molto per documenti programmatori, ma non è l'unica. Credo che in 31, anzi 32 anni oramai, nella Regione Piemonte ci sia stato un unico serio documento di programmazione approvato - tanti scritti, solo uno approvato - dall'Assessore dell'epoca Simonelli (se non ricordo male).
Credo che fosse l'ultima Giunta Viglione; comunque, l'Assessore era Simonelli, perché andai a leggermelo come documento programmatorio, figlio della legge che fino a poco tempo fa imponeva un documento di programmazione.
Fare programmazione è oggettivamente difficile, impone una serie di scelte e di visuali non facili per qualunque forza di governo, nessuna esclusa. Il collega Chiezzi mi perdonerà se gli ricordo che questa finanziaria esce dall'ultimo dibattito alla Camera certamente molto diversa da come era entrata, ma - ahimè - non è una novità. Ricordo a tutti noi che l'ultima finanziaria del collega Ministro Visco entrò con 72 articoli e ne uscì con 173, il che significa che c'è da meditare sui rapporti tra esecutivi e aule, indipendentemente dai rispettivi colori.
Parlando invece della nostra finanziaria, mi piacerebbe invitare il collega Pichetto, che certamente non invidio - a parte che l'invidia è uno dei pochi difetti che non ho, molti ne ho, alcuni anche doppi, ma l'invidia no - a chiedere a quest'aula di concedergli il massimo dei tempi per potersi organizzare nel passaggio d'esercizio provvisorio a bilancio definitivo. Credo che la maggioranza in queste fasi così compatta, così presente e numerosa in quasi tutte le battaglie, non avrà alcune difficoltà in questo senso, ma consiglierei di usarne il meno possibile. E per usarne il meno possibile, tanto vale averne molto a disposizione.
Il fatto che quest'anno si sia fatta scelta di 1/5 ,in qualche modo agevola un minimo di urgenza per quanto attiene alla struttura, perché 1/5 è oggettivamente poco, soprattutto per ciò che concerne i progetti di investimento, non tanto per la spesa corrente, su cui già mi sembra si sia impegnato a discutere, tra gli altri, il collega Saitta.
Ho letto sui giornali di questa mattina che un noto esponente del centrodestra dice che le Regioni - tutte - farebbero bene a smetterla di discutere con il Governo in termini di ricerca di efficienza, perché ciò lo si può fare solo quando le efficienze sono state trovate in casa propria.
L'1% di IRPEF ammonta, per questa Regione, a circa 750-800 miliardi (miliardo più, miliardo meno).
Bisognerebbe sapere quanto il gettito di quest'anno sarà stato influenzato da una crisi oggettiva e che ha molti elementi di origine esogena al Piemonte; proprio per questo, credo che sia urgente fare presto e avere attenzione ad un Piemonte che è tutt'affatto diverso da quello che ci saremmo aspettati.
Le cause sono esterne, il governo è quello nostro: credo che questo comporti il dovere di avere un approccio non ordinario rispetto ad un Piemonte che inizia il 2003 in situazioni non ordinarie. E allora, non ordinarie non significa certo fare i rivoluzionari.
Per esempio, ricordo a quest'aula - ma in primis all'Assessore, che in altri momenti non si occupava solamente di procurare le risorse, ma era più orientato all'utilizzo delle stesse - che la gestione della contabilità finanziaria come suggerita dalla legge finanziaria in termini di sanità è uno dei grossi problemi che abbiamo in Piemonte. Ne capisco le motivazioni ma in una Regione non tanto lontana dalla nostra (150 chilometri in linea d'aria da quella che "loro" considerano la capitale della loro Regione e non il capoluogo) valutano l'area della sanità, tutte le entrate e tutte le uscite, come una normalissima area del bilancio della Regione, e non un qualcosa di esterno, alieno nelle fonti e nei consumi.
Se volessimo fare così, senza operare alcuno stravolgimento, credo che basterebbe - se ho studiato bene la cosa - una determina, neanche una delibera, anche se si tratterebbe di una determina con delle conseguenze notevoli, che comporterebbe un bilancio, un insieme di entrate.
In proposito, condivido quanto più volte ha detto il Consigliere Chiezzi: la sanità non è soltanto un problema di bilanciamento tra costi e entrate, lo è se non vengono gestite. La sanità è un problema e un diritto per i cittadini piemontesi.
Ed io, che sono greve liberista e non pentito neanche la sera dell'antivigilia di Natale - tra l'altro io non mi vergogno affatto per le stesse cose che dice Chiezzi, ho qualche elemento su cui riflettere e di cui vergognarmi, ma non quelli di cui lui parla, quindi rimaniamo sempre distinti e distanti, in questo lo tranquillizzo - dico che la sanità pu essere una grande opportunità. L'ho già detto due volte, ma lo ripeto e poi a gennaio, quando saremo tutti più freschi, se riuscirò, lo tradurrò anche in proposta.
Uno Stato importante come la Pennsylvania ebbe una crisi credo molto più grave di quella che stiamo attraversando noi, perché anche qui sorpresa! - i cassintegrati di oggi sono figli delle azioni fatte o non fatte dai Governi che si sono succeduti fino al 1990, prima non dopo...



(Commenti del Consigliere Scanderebech)



BURZI Angelo

Non sto parlando con te, Scanderebech; dopo leggi l'intervento e, se hai voglia, fai dei commenti al mio Capogruppo.
Mi sembra un pochino originale scoprire, al 23 dicembre, che c'è il problema della FIAT: il problema della FIAT è già passato.
Adesso, se qualcuno se ne vuole occupare seriamente, c'è il problema del San Paolo: agendo, aiutando, forse possiamo prevenirlo.
La FIAT è un disastro che ha delle origini esterne a quest'aula, forse potremmo riflettere se i Governi che si sono succeduti in questa aula abbiano fatto tutto ciò che potevano, in termini di infrastrutture, per dotare questo Piemonte di infrastrutture competitive, delle quali anche la FIAT avrebbe potuto godere, come tutte le altre imprese molto meno protette, molto meno rappresentate, molto meno capaci di esprimersi anche lobbisticamente a Roma, che tuttora vivono nel nostro Piemonte.
In Pennsylvania ebbero una grande crisi dell'acciaio nel 1979, persero 65 mila posti di lavoro, credo nell'arco di due anni, perché in tale luogo la legge sul lavoro - purtroppo o fortunatamente - è diversa dalla nostra ma dalla mancanza di lavoro hanno tratto delle conclusioni diverse dalle nostre e con la stessa logica definirono una progettualità che incentr essenzialmente gli investimenti sulla sanità. Oggi, in Pennsylvania - i calcoli sono del 1998, quindi sono obsoleti di almeno cinque anni - dicono che attorno al mondo della sanità si è creata occupazione per 116 mila addetti, diretti e indiretti.
Non so se questa debba essere la strategia di questa Regione. Certo so che questa Regione ha, nell'ambito della sanità e non solo, degli elementi di assoluta eccellenza, lo dicono tutte le statistiche, se volessimo anche leggerle, nell'ambito del livello umano, del livello universitario, del livello dei medici ospedalieri e non ospedalieri, dei paramedici, della ricerca. Il livello umano della sanità piemontese è oggettivamente non solo competitivo, ma eccellente. Probabilmente, è inserito nell'ambito di strutture, queste sì, obsolete o non sufficientemente rimodernate, anche questo dicono le statistiche, e probabilmente con un insieme di gestione che, come tutte le gestioni, può essere ottimizzato.
Ritornando agli elementi di programmazione dei quali ha parlato il Consigliere Chiezzi, credo che si tratti di vedere il bilancio non soltanto con una gestione ordinaria, certamente necessaria, ma con un'ottica non ordinaria. Quest'anno, il nostro bilancio pareggia credo a 35-36 mila miliardi di vecchie lire, lira più, lira meno. Credo che ci siano le spese discrezionali, che credo giustamente invocava il Presidente Saitta e delle quali ha dato una versione ovviamente politica, che io elimino in quanto non mi interessa, dell'1%, se vogliamo essere abbondanti.
Credo che il problema di questo Consiglio, in primis della Giunta, ma poi anche del Consiglio che deve approvarlo, sia di trovare all'interno dei 36 mila miliardi - secondo me si deve, non si può - le risorse per affrontare in maniera non ordinaria il periodo che si prospetta. Questo è essenzialmente un problema di investimenti. Da questo punto di vista, credo anch'io che gli interventi di spesa corrente, tutti legittimi, tutti utili su cui più volte ci siamo accapigliati, forse, quest'anno non siano così prioritari come negli anni precedenti o per lo meno devono essere oggetto di più seria e meditata considerazione.
Tutto questo l'Assessore Pichetto lo sa, perché oltre ad avere la delega al bilancio ha quella alle attività produttive, quindi, da un lato è colui che emette le grida di dolore, mentre con l'altro orecchio fortunatamente per noi, queste grida di dolore deve ascoltarle e tradurle in opportunità.
Da questo punto di vista, credo che tutti noi cercheremo, nei modi che il nostro lavoro consente, di essere utili alla ripresa dei lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Signor Presidente, è un po' difficile esercitare giudizi a fantasia su un provvedimento obbligato che, come quasi tutti i provvedimenti obbligati in sé non è né buono né cattivo, ma prende atto di una situazione che, in qualche misura, lo impone e rimane aperta e suscettibile di ulteriori definizioni sia per quanto riguarda il quadro complessivo delle entrate definito dalla legge finanziaria, sia per quanto riguarda gli strumenti di programmazione propri del nostro ordinamento a cui dovremo rapidamente porre mano a partire dai prossimi giorni.
Inizio con una premessa, avendo sentito la relazione del Consigliere Gallarini. Sarebbe forse il caso che l'Assessore al bilancio, e a molte altre cose, della nostra Regione, ma soprattutto con la delega al bilancio riferisse, sia pure nel quadro di un provvedimento di questa natura, sui problemi di cui quest'aula è stata informata dagli organi di informazione nel corso degli ultimi giorni, mentre era impegnata in una battaglia di altro tipo e di altro tenore, che è questa vertenza aperta. Mi pare ci sia qualche grado di conflitto istituzionale fra Regioni e Governo a partire dalla spesa sanitaria, in particolare rispetto ad un'interpretazione retroattiva dei risparmi sulla spesa per beni e servizi delle aziende sanitarie, che il Ministro Tremonti in qualche misura vorrebbe imporre, in questo anche condizionando la definizione del budget complessivo dei trasferimenti alle Regioni per l'esercizio 2002. Anche perché ho l'impressione che, rispetto alla sanità, noi stiamo ragionando su incertezze relative al deficit del 2002 che oscillano fra gli 80 e i 120 miliardi di vecchie lire. Credo che questa partita con il Governo nazionale comporti evidentemente la definizione di volumi maggiori e ponga, rispetto alla politica di bilancio, nell'immediato delle emergenze che sono sicuramente superiori a quelle che il bilancio adottato dalla Regione Piemonte affronta con un accantonamento di 40 milioni di euro e diciamo una riserva del 5% sul resto della spesa corrente.
Forse sarebbe il caso di avere questa informazione, perché, a partire da domani, ragionando sulla finanziaria e sul documento di programmazione economico, qualche elemento in più può essere dato al Consiglio per meglio riflettere e per meglio decidere su questa materia.
Rispetto al documento di programmazione economico-finanziaria ribadisco quanto ho già detto in Commissione. Sono in genere assai poco convinto di strumenti di programmazione che in qualche misura recepiscano un quadro definito di analisi degli andamenti del quadro economico-sociale. Sono molto più convinto che strumento congeniale ad una amministrazione e ad un'istituzione come la Regione sia un documento di programmazione che definisce il quadro delle politiche pubbliche in materie economiche e sociali, in un rapporto sostanzialmente inverso con il quadro dell'analisi.
Per spiegarsi: non capire qual è l'andamento dell'economia per capire che tipo di politiche pubbliche derivare, ma piuttosto che tipo di politiche pubbliche concepire e realizzare per influenzare positivamente un quadro di evoluzione economico e sociale che ha dinamiche in larga misura autonome e indipendenti, se non in negativo, mi verrebbe da dire, rispetto alle scelte e alle politiche pubbliche che in materia sociale ed economica la Regione può mettere in campo.
Da questo punto di vista, l'elemento di debolezza del nostro documento di programmazione economico non è tanto quello di non immaginare strumenti ancora più puntuali e costrittivi in intervento rispetto alle emergenze quali quelli in qualche misura delineati dagli emendamenti del Consigliere Chiezzi che ho avuto l'occasione di vedere, ma di non riflettere successivamente sull'impatto che questa politica di finanza pubblica ha inevitabilmente sulla vita economica e sociale della nostra Regione. Lo ribadisco per l'ennesima volta: l'adeguamento dell'IRPEF a regime al massimo livello di tassazione possibile e un IRPEF che sta al massimo di default senza ulteriori discussioni di nessun tipo ha, rispetto a qualunque cosa e a qualunque emergenza noi vogliamo considerare, dai cassaintegrati Fiat alla crisi del tessile, in genere, rispetto all'influenza che ha sulla domanda interna, un'influenza enormemente superiore a quella che si potrebbe esercitare in positivo con il ricorso a politiche della spesa che in qualche misura ridistribuiscano le poste di uscita del nostro bilancio.
Dico questo a partire da un giudizio negativo sulla legge finanziaria ma positivo su altri aspetti e profili della legge finanziaria, che l'Assessore e la Giunta hanno inteso promuovere all'attenzione del Consiglio. Strumenti di finanza innovativa e il tentativo di disciplinare in via legislativa, se non altro come prima attuazione, i fondi immobiliari e, soprattutto, ad intervenire - prendo per buono l'impegno che l'Assessore Pichetto ha espresso in Commissione - rispetto al ribaltamento dell'impostazione su provvedimenti legislativi di autorizzazione alla spesa, in modo da modificare il quadro delle spese rigide della Regione.
Infatti, su 25 milioni di Euro di spesa corrente regionale, oltre l'80% è rappresentata dalla spesa rigida e semi rigida in virtù di provvedimenti legislativi di volta in volta rifinanziati in modo inerziale e non considerati nel quadro complessivo della politica di bilancio.
Questo è il quadro nel quale ci muoviamo. Un quadro in larghissima misura suscettibile di determinazioni più puntuali, non solo per riempire i trattini delle voci di entrate - soprattutto di trasferimenti statali di cui è pieno il bilancio adottato dalla Giunta - ma anche per riempire di scelte alcune non scelte che il nostro bilancio ha finito per trascrivere.
Un'autorizzazione alla spesa relativamente ridotta, inferiore anche a quella degli scorsi anni, imporrà alla nostra regione di intervenire, di riflettere da subito all'apertura dei lavori del Consiglio di gennaio, su tutti e tre gli strumenti finanziari a cui dobbiamo porre mano (il Documento di Programmazione Economica, la Finanziaria e la legge di bilancio).
Quello che possiamo dire è che, con questo esercizio provvisorio lasciamo aperta una partita che è ancora da chiudere, per l'essenziale, in tutti i punti più gravi da un certo punto di vista e significativi dall'altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà



MORICONI Enrico

Sono diversi anni che si succedono i bilanci provvisori. Di anno in anno vengono smentite le affermazioni fatte in queste circostanze, i buoni propositi di arrivare per l'anno successivo ad avere approvato il bilancio senza ricorrere all'esercizio provvisorio. Questo dimostra l'incapacità di predisporre una calendarizzazione dei lavori in base al quale mantenere gli impegni ufficialmente presi.
Il DPEF, di cui cominceremo a discutere in questi giorni, era già pronto a luglio: da luglio fino ad oggi non abbiamo ancora trovato il tempo e il modo di portarlo in discussione. Arrivare ad un bilancio provvisorio come fosse un atto ordinario che assumiamo con una certa superficialità vuol dire non tener conto che non stiamo vivendo una situazione ordinaria ma una situazione straordinaria.
Come è già stato detto, abbiamo davanti due problemi urgenti che riguardano la Regione Piemonte: da un lato la crisi FIAT e l'indotto (la crisi significa sei mila esuberi per la FIAT, ma 18 mila per l'indotto) e dall'altro il bilancio della sanità. Non è solo un problema di cifre che possono essere scritte o meno a bilancio, il problema è che con il bilancio viene sancita la politica che chi governa la Regione prevede di fare e vuole impostare. Con il bilancio si verifica se vi sono o se mancano indicazioni progettuali.
Il governo della Regione dimostra, di anno in anno, con i bilanci che presenta, che le idee progettuali sono estremamente scarse e insufficienti per il momento che sta attraversando la regione. La crisi FIAT richiede delle precise prese di posizione da parte della regione, prese di posizione che significano anche interventi sul bilancio. Nei giorni scorsi avevo ricordato come i Lander tedesco, cioè la regione tedesca dove ha sede la Volkswagen, interviene direttamente nell'azionariato della società che è una delle prime industrie automobilistiche tedesche. Proprio la presenza del Lander tedesco nel capitale azionario della Volkswagen permette di condizionare le scelte, di indirizzare le scelte di ricerca e non solo quelle produttive di questa casa automobilistica. La Regione potrebbe pensare ad uno stesso tipo di intervento. Questo si potrebbe realizzare pensando a come noi prepariamo il bilancio e predisponendo nello stesso gli strumenti economici per andare su questo tipo di programma.
La crisi FIAT riporta alla luce un altro problema che, come ambientalisti, abbiamo più volte sottolineato. Dobbiamo lavorare per intervenire attivamente nella crisi FIAT, ma non dobbiamo dimenticare che un'altra grande linea di indirizzo, di sviluppo che la Regione non ha fino ad ora seguito, è lo sviluppo di quell'economia che viene definita sostenibile, verso quel tipo di sviluppo che è chiamato ecolavoro. Alla Camera, pochi giorni fa, il senatore Ripamonti, intervenendo proprio sulla finanziaria, ha affermato che l'economia sostenibile interferisce direttamente con la capacità del nostro Paese di essere più competitivo. Io dico con la nostra Regione di essere più competitiva. Ripamonti ha affermato che la sostenibilità non è solo un'idea romantica di alcuni ambientalisti.
La Germania a cui facevo riferimento prima, è uno dei paesi più avanti per quanto riguarda lo sviluppo della sostenibilità. La sostenibilità pu diventare un fattore di regolazione dei mercati, di aumento della competitività per i prodotti di innovazione tecnologica per vivere e lavorare meglio, pesando meno sugli equilibri ecologici. L'ecolavoro l'economia sostenibile, sono un'opportunità. Tuttavia per perseguire questa opportunità occorre investire delle risorse. Le risorse noi vorremmo vederle inserite nel bilancio della Regione Piemonte. Non è un sogno degli ambientalisti, è una opportunità, una possibile svolta che andrebbe anche a vantaggio di tutto il settore produttivo. Collegato a questo vediamo, in negativo, la mancata partenza della discussione sul Piano Regionale di Sviluppo. Crediamo che questo sia indispensabile.
Per quanto riguarda la sanità, non ci si stancherà mai di ripetere, che le spese nella sanità sono destinate a crescere considerando l'invecchiamento della popolazione e una serie di malattie che possiamo definire "sociali". Sappiamo quante malattie sono provocate dal fumo dall'alimentazione, dallo stress o dalla nuova patologia, la depressione (sembra che circa il 25% della popolazione ne soffra). Tutto questo va a incidere sulle spese sanitarie.
Ebbene, accanto alle politiche di riduzione dello spreco e di razionalizzazione delle risorse (che è sicuramente il primo indirizzo da dare nella gestione della sanità), c'è un'altra azione che può essere svolta proficuamente dall'Assessore al Bilancio: individuare una maggiore possibilità di risorse da destinare alla sanità.
un' altra mancanza del bilancio. Il bilancio è il principale documento di programmazione ha a disposizione della Regione, con il quale poter decidere dove collocare le risorse economiche.
Se la sanità, in futuro richiederà maggiori investimenti, il nostro primo obiettivo deve essere quello di risparmiare, di evitare spechi e di trovare risorse per permettere una sanità giusta che funzioni per tutti i cittadini piemontesi.
Per questi motivi riteniamo molto grave che si arrivi oggi alla discussione sul bilancio provvisorio senza che siano stati affrontati discorsi sul bilancio a tempo debito, per arrivare ad una vera programmazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Non voglio parlare del bilancio perché lo tratterremo al momento in cui il documento sarà presentato definitivamente; oggi siamo qui ad affrontare il documento provvisorio del bilancio. In questo senso voglio esprimere il mio parere. Sarebbe stato meglio se oggi fossimo giunti ad approvare il documento definitivo del bilancio, ma questo purtroppo non è stato possibile.
La I Commissione ha lavorato bene e alacremente, tanto da rendersi conto che non era possibile arrivare a questo punto. Alcuni Gruppi della minoranza hanno avanzato la richiesta di non presentare il documento del bilancio, ma di presentare in aula il documento di programmazione provvisorio; proposta condivisa anche dalla stessa maggioranza.
Oggi siamo arrivati ad approvare un documento obbligato.
Nel frattempo sono maturate altre soluzioni e nuovi problemi. Credo che il caso FIAT sia ormai di dominio pubblico e la risposta di quest'aula ritirando il documento n. 468, è stata significativa.
E' necessario trovare nuove soluzioni e credo che questi due mesi che ci separano dalla predisposizione del bilancio possano aiutarci a creare le condizioni per migliorare, laddove possibile, questo documento importante.
Oggi siamo a questo punto, anche perché il Governo centrale non ha ancora definitivamente approvato la Finanziaria, quindi sarebbe anche impossibile redigere un documento definitivo, per quanto concerne la Regione Piemonte.
Questi tempi, dunque, devono aiutarci a fare scelte mirate e a lavorare tutti in un unico senso. Non è il bilancio quello che andiamo a discutere oggi; lo considero una provvisorietà, un documento obbligato.
Come tale lo intendo e così lo dovrebbero intendere tutti i colleghi consiglieri. In quest'ottica, pertanto, esprimerò voto favorevole sull'esercizio provvisorio. Per quanto riguarda il bilancio, mi riservo di valutarlo attentamente per offrire, eventualmente, suggerimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente, signori colleghi, ritengo che i criteri e le modalità con cui risulta essere stato redatto l'esercizio provvisorio per l'anno finanziario 2003 si prestino ad una serie di brevi considerazioni.
Il bilancio di previsione rappresenta la stima delle entrate acquisibili nell'arco di un anno non ancora iniziato e la stima delle spese necessarie e sufficienti ad erogare servizi pubblici e per esprimere interventi a sostegno dello sviluppo sociale ed economico della Regione nel medesimo arco temporale.
L'esigenza di possedere un bilancio di previsione e non solamente un bilancio di fine esercizio, come hanno invece le imprese, ai cui metodi e criteri operativi questa Giunta vorrebbe ispirarsi, nasce dalla circostanza che la Regione, al pari di ogni altra "azienda" di erogazione, deve coordinare la sua finanza in anticipo, valutando il complesso delle sue risorse e rapportandole, in relazione all'ordine di grandezza all'importanza, alla distribuzione, alla redditività economica ed alla dimensione complessiva delle sue spese.
Il bilancio della Regione è un bilancio puramente finanziario, non dovendo dimostrare il reddito prodotto. Esso deve assicurare che i mezzi finanziari acquisibili o reperibili siano destinati agli impieghi previsti e non deve quantificare profitti. Tutto ciò vale a distinguerlo profondamente dal bilancio finanziario delle imprese, che è anche bilancio economico-patrimoniale, finalizzato a dimostrare il reddito conseguito, sia in termini di maggior valore registrato dal patrimonio aziendale per effetto della produzione sia in termini di differenza tra i ricavi ottenuti ed i costi sopportabili.
Il bilancio della Regione è anche e soprattutto di tipo giuridico.
Ciò deriva non tanto perché la Regione è ente di produzione di regole giuridiche, quanto piuttosto perché i mezzi finanziari previsti nel bilancio provengono, in ultima analisi, da un prelievo che viene effettuato sulle risorse fisiche e giuridiche o dal debito pubblico che utilizza altre risorse personali, risparmiate e giacenti nel sistema bancario.
L'impiego di queste risorse deve essere garantito da regole di comportamento che ne assicurino un uso proficuo e regolare. Il bilancio della Regione è anche un atto politico, posto che venga predisposto dalla Giunta e approvato dal Consiglio regionale con una legge ad hoc.
La Giunta regionale, e la maggioranza consiliare che la sostiene, si devono, quindi, assumere tutto il peso delle responsabilità che dalla rappresentazione dei fatti contabili che ne derivano.
Il bilancio della Regione, al pari di ogni altro bilancio, deve essere redatto secondo la verità. Il principio della veridicità indica che le previsioni finanziarie del bilancio devono essere sincere, ossia realistiche, e non alterate.
Fatta questa rapida premessa, è necessario valutare se l'esercizio provvisorio di bilancio di previsione della Regione fino al 28 febbraio 2003 rappresenta una fedele ed analitica esposizione di fatti contabili sia sul versante delle entrate che della spesa.
La nostra attenzione deve essere concentrata soprattutto sul bilancio della spesa sanitaria piemontese, vista la sua entità e le sue rilevanti ricadute sociali.
Dati contabili alla mano, la spesa prevista al 28 febbraio 2003 risulta essere incerta per la mancata indicazione dei trasferimenti governativi per la scarsa politica del lavoro, per la mancata reale attività politica.
Gradiremmo sapere se il provvedimento n. 476 trova rispondenza nella realtà dei fatti oppure se rappresenta un'ennesima alchimia contabile, in attesa dell'intervento salvifico per i conti regionali da parte del Governo centrale.
E' giunto il momento che ai cittadini di questa Regione si diano delle risposte precise e puntuali circa il reale stato dei conti pubblici, posto che l'attuale situazione di grave indebitamento finirà, presto o tardi, per gravare su tutti noi.
Non ritengo, infine, che il bilancio parziale di previsione della Regione elaborato da questa Giunta regionale risponda ai criteri sopra indicati; sicuramente non palesa una situazione veritiera dei conti pubblici piemontesi.
Posto che in più di un'occasione la Giunta regionale, per bocca del suo Presidente e dei suoi componenti, ha dichiarato di ispirare la sua azione ad un non meglio precisato "criterio di ottimizzazione della spesa", mi permetto di ricordare ai signori Consiglieri che nella vita dell'ente regionale il bilancio rappresenta un momento qualificante, una sorta di biglietto da visita sul reale stato dei conti della nostra Regione.
A complicare la contabilità regionale si è messo anche il Governo facendo mancare il necessario supporto.
Questo breve esercizio provvisorio lo riteniamo non veritiero; come indicato nel quinto capoverso della stessa relazione, si ispira all'esercizio provvisorio del 2001. Riteniamo che il provvedimento in esame sia solo un provvedimento pro-forma, ossia tanto per "tirare a campare".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi, ci apprestiamo a votare l'autorizzazione all'esercizio provvisorio per il bilancio della Regione relativamente all'anno 2003. Arriviamo a questo atto dopo un percorso intrapreso in I Commissione e nelle Commissioni competenti. All'interno di quel percorso che vedeva una discussione di tre provvedimenti importanti (il bilancio di previsione 2003, la legge finanziaria e il DPEF), abbiamo potuto, in un lungo dibattito, prendere in esame il corpo di un bilancio che, nella sua struttura generale - se dovessi dare una valutazione di sintesi - è parso inadeguato rispetto all'attuale fase che il Piemonte sta vivendo e rispetto ai compiti che la Regione avrebbe dovuto assumersi in termini di politica di sviluppo, di investimento, di sostegno all'occupazione, di ricerca di una strada congiunturale e di lungo periodo.
Debbo dire che la sensazione che noi avevamo avuto rispetto al bilancio è stata ampiamente condivisa dalle organizzazioni sociali e dalle categorie economiche che su quel testo abbiamo consultato. Dalle organizzazioni sindacali alle rappresentanze degli industriali, la rilevazione dell'inadeguatezza di quel testo e delle scelte ivi contenute rispetto alla fase che si è aperta nella nostra Regione era giudizio ricorrente e, direi unanimemente condiviso. Se a questa preoccupazione di carattere generale rispetto al documento dovessimo aggiungere una preoccupazione ulteriore che aggrava e rende vera la mia affermazione e il mio assunto, certamente la riscrittura di quel testo diventerebbe una cosa importante ed anche urgente.
Qual è l'ulteriore elemento? Per quest'anno abbiamo introdotto un'ulteriore addizionale Irpef con una proposta della Giunta, che è una proposta di reintroduzione permanente, divenuta tale dopo un dibattito in cui noi avevamo chiesto in aula una reintroduzione solo per quest'anno di circa 400 miliardi di vecchie lire e che in quel testo venivano allocati sugli investimenti.
Noi abbiamo potuto rilevare - e di questo siamo particolarmente convinti - che l'inadeguatezza si aggrava perché quell'addizionale difficilmente avrebbe potuto essere lì allocata, in quanto il deficit della spesa sanitaria non si rappresenta, a nostro avviso, solo da un esame un po' attento dei rendiconti a consuntivo del terzo trimestre della spesa sanitaria delle ASL, ma dalla previsione sul quarto ed ultimo trimestre una spesa che va ben al di là di quei circa 120 miliardi di vecchie lire che lì venivano segnalati, ma che si poteva aggirare - occhio e croce, più o meno ben contati - attorno a una cifra di circa 350 miliardi di vecchie lire.
In sostanza, un buco sanitario strutturale e permanente, nonostante l'introduzione dell'Irpef, dei ticket, dei tagli (le famose "tre t", di cui noi avevamo parlato), che avrebbero impedito di allocare risorse su quella parte relativa agli investimenti, allo sviluppo e alla ricerca, che era già inadeguata in questo testo, come da molti rilevato, ma che diventava compiutamente inadeguata dentro a una lettura che è certamente una lettura nostra, del nostro Gruppo, di parte, delle opposizioni, ma che poteva essere discussa e confutata in aula da parte dei rappresentanti degli altri Gruppi consiliari della Giunta.
Quindi un'inadeguatezza compiuta. A questo aggiungiamo il fatto che la legge finanziaria è ancora in queste ore in corso di discussione e che all'interno della relazione tra Stato e Regioni, si è consumata e prodotta una grave rottura tra il Governo e le Regioni nel loro complesso. Abbiamo sentito le dichiarazioni sia del Presidente Ghigo che del Vicepresidente Errani, le quali andavano entrambe nella stessa direzione in ordine al rapporto tra Governo centrale e Regioni, in particolare sulla problematica relativa alla spesa sanitaria, con una forte preoccupazione regionale della rimessa in discussione del welfare regionale per quanto riguarda sanità e assistenza in modo generalizzato sul quadro nazionale.
Arrivare a una situazione come questa, con un bilancio senza livelli di adeguatezza e senza possibilità di essere discusso e verificato nell'adeguatezza delle cifre fino in fondo, sarebbe stato estremamente grave e rischioso.
Devo dire che se avessimo cominciato quell'esame con altri tempi o in altro modo, con un'altra scadenza all'interno delle Commissioni e del Consiglio, forse a qualcuna di quelle insufficienze segnalate nel dibattito, si sarebbe potuto ovviare confrontandoci.
Ma questa è la condizione. Un esercizio provvisorio, per l'ennesima volta, all'interno di una legislatura non è certo un successo o una cosa che si possa considerare positivamente. Tuttavia, come ha detto qualcuno nel corso del dibattito, stante l'analisi che ho cercato di fare e la grave situazione, forse oggi possiamo cogliere l'occasione di questo esercizio provvisorio - un esercizio breve, che peraltro si limita ad 1/5 degli stanziamenti, come da noi proposto e recepito dall'Assessore Pichetto nel dibattito della Commissione - per mettere mano, in modo serio e programmato, alle questioni della spesa sanitaria, degli investimenti e della ricerca in questa Regione: questo potrebbe essere un terreno di grande rilievo.
Penso che uno stesso terreno di grande rilievo si dovrebbe determinare su altri due documenti.
Per quanto riguarda il DPEF, terremo le Commissioni di merito già venerdì prossimo, che poi continueranno e vedremo se riusciremo ad arrivare in aula prima della fine dell'anno. Anche su quel DPEF abbiamo una qualche sorta di preoccupazione: che sia un documento scritto in tempi diversi; soprattutto nella prima parte, ma si riverbera nel corpo compiuto del documento stesso e anche nelle parti successive, sembra scritto in una fase in cui i tempi non erano questi.
L'assunto delle prime pagine recita che "questa è una Regione che tende a disoccupazione zero". Alla luce delle problematiche che abbiamo davanti, ci chiediamo se, essendo un testo di programmazione, occorra procedere emendando singole frasi del DPEF e se riteniamo che questo sia possibile. Oppure dobbiamo chiederci se, proprio perché un testo di programmazione deve essere all'altezza della situazione in cui siamo tanto più in assenza di un Piano di sviluppo - non debba essere strumento centrale e importante di programmazione, o se vogliamo limitarci a mettergli mano con questo livello e a questa altezza del dibattito. Solo allora potremo valutare se saranno sufficienti una o due riunioni di Commissione o se occorrerà invece un più alto piglio e analisi in questa direzione.
La finanziaria. Forse è la prima vera finanziaria davanti alla quale noi ci troviamo nell'assunto nuovo che a questo testo vogliamo dare contiene molti aspetti al suo interno, di cui abbiamo già cominciato l'esame in Commissione; ci sono punti che ci convincono, punti che ci convincono meno, però riconosciamo che ci troviamo davanti ad un documento che ha determinate caratteristiche e che, avendo quelle caratteristiche, a quella dimensione e a quel livello deve essere affrontato.
In sostanza, la nostra preoccupazione, più che al testo crudo dei documenti, va al Piemonte; una preoccupazione in particolare rispetto alla presenza del buco nella spesa sanitaria, rispetto alle prospettive di sviluppo e alla possibilità di dislocare spesa su investimenti e ricerca e non sull'uso indiscriminato di spesa corrente per finanziare sostanzialmente consenso elettorale in questa o quella Provincia incrementando questo o quel capitolo, come si è fatto tendenzialmente fino ad oggi.
Ecco, questo è il dibattito che auspicheremmo. Sull'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio richiesta dalla Giunta, rispetto ad un bilancio che è frutto di una sua rielaborazione, mi sembra del tutto evidente, addirittura pleonastico, dire che il nostro voto sarà negativo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto per la replica.



PICHETTO Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Intervengo brevissimamente, perché una parte degli interventi ringrazio tutti i colleghi - vertevano sui contenuti del bilancio, quindi sono elementi di discussione importanti, ma che dovranno essere analizzati nel dibattito nell'ambito della Commissione.
Ho colto le diverse osservazioni, alcune delle quali ho peraltro già dichiarato di condividere in ambito di prime valutazioni in sede di Commissione.
Quando si dice che per capire il bilancio non dovrebbero esserci solo i fondi statali (mi pare l'abbia detto il collega Tapparo), vorrei ribattere che sono impegnato a fare un riordino, anche per una mia valutazione personale, della Giunta e della maggioranza. Ho sempre dichiarato la disponibilità a rispondere al Consiglio e alle Commissioni di merito sui diversi programmi approvati in sedute precedenti, anche della passata legislatura, che hanno trovato sviluppo nelle azioni di questa legislatura, spendendo fondi non solo regionali, ma anche statali ed europei.
Quindi, condividendo l'impostazione che si vuole dare, ritengo che non solo la Giunta regionale debba essere impegnata in quello che potrebbe essere un meccanismo metodologico e schematico per dare maggiore informazione, ma che tutto questo debba essere uno sforzo che dobbiamo compiere come Consiglio anche per dare una logica di sequenza nelle letture. In caso contrario, potrebbe succedere come per il documento di programmazione economico-finanziaria: possiamo andare avanti a pezzi d'aggiornamento, ma - ahimè - potremmo anche dover constatare come i nostri meccanismi di valutazione non siano più al passo con il cambiamento che questa realtà sta vivendo (cambiamento in positivo o negativo chiamiamolo pure evoluzione, se così rende meglio l'idea).
Il collega Palma mi chiede informazione. Posso dire che stiamo vivendo un momento di grande cambiamento, con conseguenti evoluzioni nell'economia nella società e nei nostri percorsi decisionali, ma anche nel confronto che le Regioni stanno vivendo con il Governo nazionale.
La Conferenza dei Presidenti ha assunto la decisione di impugnare delle norme dello Stato. La valutazione dell'impugnativa sarà fatta cumulativamente come Conferenza delle Regioni.
Nella riunione di Giunta di questa sera, abbiamo autorizzato a procedere in tal senso; sarà quindi la Conferenza delle Regioni ad affidare gli incarichi formali: questo è il percorso che abbiamo individuato.
Al di là delle appartenenze politiche, nel confronto con il Governo riteniamo importante - noi difendiamo il Piemonte, così come ognuno difende la propria Regione - tentare di trovare una posizione di equilibrio con del buon senso che avvantaggi complessivamente il nostro Paese come sistema.
Questa come valutazione generale.
Non entro nel merito delle considerazioni di bilancio relative al DPEF mi auguro solo che l'azione decisa dalla Conferenza dei Capigruppo, ma - e ringrazio - sollecitata già oggi in sede di I Commissione da alcuni Gruppi consiliari che hanno voluto portare il loro contributo, abbia degli esiti positivi. Ho anche avuto modo di vedere le proposte, in parte condivisibili e in parte non condivisibili, ma questo sarà un elemento di valutazione e di confronto in ambito di Commissione. Spero che tutto ciò ci porti, con un meccanismo di tempi anche un po' certi, durante il mese di gennaio, a dare a questa Regione il bilancio.
Certo, il bilancio sarà frutto di una somma di numeri e di valutazioni tecniche, ma sarà un bilancio politico.
L'Amministrazione, e penso la maggioranza, cercherà di creare un bilancio politico con la sua proposta. Ma - questo lo garantisco l'esercizio provvisorio ci permette di affrontare e di rispondere a tutte quelle che sono le istanze e le richieste dell'opposizione con la disponibilità, da parte della maggioranza, anche a fare delle valutazioni e a rivedere alcune posizioni, laddove ci sia la convinzione di aver individuato scelte e soluzioni migliori.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi in sede di dichiarazione di voto dichiaro chiusa la discussione generale e procedo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 1.
Il Consiglio approva.
ART. 2 - Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 Hanno votato SÌ 31 Consiglieri Hanno votato NO 15 Consiglieri Il Consiglio approva.
Auguro buon Natale a tutti voi e alle vostre famiglie.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 20.55)



(La seduta termina alle ore 20.55)



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