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Dettaglio seduta n.287 del 20/12/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(La seduta ha inizio alle ore 15.49)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Caramella, Cavallera Ghigo, Leo e Rossi Oreste.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Proseguimento esame proposta di legge n. 468: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale n. 24/2001 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali)"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame della proposta di legge n. 468, di cui al punto 4) all'o.d.g.
1.57) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, abrogare il punto "1 bis".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, siccome ho sul banco un po' di confusione, pu ripetermi il testo dell'emendamento?



PRESIDENTE

Volentieri.
L'emendamento recita: "All'articolo 1, comma 4, abrogare il punto '1 bis'".



CONTU Mario

Grazie.
Cosa recita questo emendamento? In pratica, l'art. 1 bis recita: "I Consiglieri, ai quali durante lo svolgimento del mandato siano stati conferiti ulteriori incarichi previsti dallo Statuto o dal Regolamento e sia stato corrisposto un assegno integrativo mensile in relazione alle funzioni e alle attività svolte possono chiedere che la misura dell'assegno vitalizio sia definita tenendo conto anche di tali incarichi".
Presidente...



PRESIDENTE

C'è un'aggiunta, però...



CONTU Mario

E tanto dovrà rispettare, però, Presidente...



PRESIDENTE

Per cortesia, se volete che si svolga la seduta, si devono creare delle condizioni normali nell'Aula!



CONTU Mario

Suggerirei cinque minuti di pausa.



PRESIDENTE

Altrimenti, credo che al Consigliere Contu non dispiaccia se restiamo qui ancora per molto tempo.



CONTU Mario

Invece, mi dispiace, non sono masochista!



PRESIDENTE

Dispiace anche al Consigliere Contu se dobbiamo rimanere qui più del normale!



CONTU Mario

E per quello credo che...



PRESIDENTE

Io spero che sia sufficiente, altrimenti, devo richiamare i colleghi uno per uno.



CONTU Mario

Signor Presidente, chiami i Questori.



PRESIDENTE

Per cortesia! Chiedo ai Questori se è possibile creare un po' di ordine nell'Aula perché, in queste condizioni, non si può minimamente svolgere una seduta.
La prego di proseguire, Consigliere Contu.



CONTU Mario

In pratica, noi chiediamo di abrogare - e qui voglio interloquire con la Presidenza, prima di mettere al voto quell'emendamento aggiuntivo - ma la pregherei, coerentemente con il Regolamento, di mantenere l'ordine. Ci arriveremo all'emendamento aggiuntivo, ma prima dobbiamo discutere quelli abrogativi. Si deve seguire la procedura prevista dal Regolamento, che mi pare dia un ordine rispetto agli emendamenti da porre in discussione.
Qui si pone una questione controversa, della quale abbiamo già discusso a lungo, se sia legittimo o meno, poi tutto è legittimo perché l'Aula è sovrana, estendere come ulteriore beneficio l'aver ricoperto un incarico che ha come risultato un assegno mensile, che, di fatto, remunera la funzione, possiamo metterla in questi termini.
Il Consigliere Marcenaro ricordava all'Aula che per quanto riguarda l'opposizione su diciotto venti, almeno per quanto riguarda la minoranza consiliare, solo tre Consiglieri su venti hanno una situazione che non prevede un incarico e, quindi, non beneficerebbero di questo. Per correttezza, devo dire che questo numero, se viene approvato questo articolo, diminuisce ulteriormente, perché, magari, il Consigliere Papandrea ha svolto la funzione di Capogruppo, quindi, verrebbe beneficiato da questo provvedimento.
Come vede, è un provvedimento estensivo che non tiene conto del fatto che la funzione svolta è già remunerata da un assegno mensile.
Questa è la discussione, è inutile girarci attorno. Probabilmente nell'ispirare questa proposta di modifica, si è dovuto tener conto di altri equilibri.
Presidente, io qui pongo un interrogativo: stiamo operando, almeno come atto di volontà politica, nella direzione di rendere più snello il lavoro d'Aula, per cui il numero di Commissioni dovrebbe essere ridotto e conseguentemente, si ridurrebbe in modo proporzionale anche il numero degli incarichi? Presidente, le chiedo di recuperare almeno la pausa e di completare il ragionamento.
Credo che sia profondamente sbagliato operare in questa direzione. Noi riceviamo un'indennità in funzione del mandato che abbiamo e credo che sia una questione di equità riconoscere a tutti i Consiglieri lo stesso status per quanto concerne il vitalizio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, non è sempre facile insistere, però, in questo caso occorre farlo e credo che il collega Contu opportunamente lo abbia fatto.
Torno sull'argomento anche perché questa mattina il collega Valerio Cattaneo ha richiamato l'ordine del giorno che era stato firmato da un numero consistente e significativo di Consiglieri.
Volevo ricordare che quello era un classico ordine del giorno di indirizzo, poi è chiaro che l'Aula è sovrana e deve verificare il lavoro che è stato svolto. Quindi, non c'è una contraddizione avendo firmato quello che mi sembra opportuno, allora lo avevamo fatto, consapevoli, con tutti i problemi e i limiti.
Oggi, torniamo in Aula. Io non sono in grado di partecipare a tutte le riunioni e questo vale anche per i Gruppi che sono formati da un solo Consigliere, a livelli di assemblea più grande vale per quei Gruppi anche di dieci componenti che magari hanno tredici Commissioni, che recuperano in Aula. Non vorrei che il mio intervento venisse considerato contraddittorio rispetto ad un mandato che aveva proprio quei caratteri molto generali e io ritengo logici e positivi.
Oggi ci troviamo dinnanzi ad una proposta concreta che io vedo per la prima volta, perché non ho avuto la possibilità di partecipare ai lavori di Commissione, ma mi sembra che le regole, forse, il Presidente Riba, avendo guidato questa assemblea per tempo...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Lo dico, perché c'è un brusio che non consente il normale svolgimento degli interventi.



TAPPARO Giancarlo

L'importante è il dialogo anche con lei, che assomma e rappresenta quindi, sono già felice della sua attenzione.
Lei che ha questa esperienza, sa che io posso arrivare qui in Aula senza aver dibattuto questo testo e sono legittimato a svolgere le mie considerazioni, che non possono essere considerate come un menare il can per l'aia.
Qui, siamo di nuovo ad un aspetto di fondo: nel mio primo intervento avevo detto dello status del Parlamentare, al quale comincio ad equipararci e, probabilmente, con la riforma dello Statuto, ci chiameremo "Assemblea" qualcuno ha proposto persino di chiamarlo "Parlamento. Quindi, si procede ad una equiparazione come avviene già in molti altri Paesi che si definiscono Parlamentari, Deputati o Senatori regionali o provinciali o di lander; ritengo la nostra figura equipollente in qualche modo a quella del Parlamentare.
Il problema dello status è importante, ma dove si qualifica questo status? Questo status si qualifica attraverso la fonte del voto, che credo sia la fonte principale della democrazia che dà un mandato, fa diventare deputato un soggetto a compiere un qualcosa.
E' quella la funzione del Parlamento o dell'Assemblea, che ha un suo riconoscimento. Da quel riconoscimento, in epoche storiche, è stata intrapresa l'opportunità di conferire una copertura impropriamente previdenziale, perché la nostra non è una copertura previdenziale, ma un vitalizio.
Da quando è stato originato storicamente il vitalizio, si è portata sempre più attenzione; ad esempio, è stata introdotta la reversibilità, che rappresenta un principio importante, come nel sistema previdenziale.
Anche il recupero dei periodi, per quanto riguarda il vitalizio, è stato introdotto molto avanti nel tempo.
Tutti questi elementi fanno sì che il corpo centrale sia l'emolumento che arriva al parlamentare.
Riguardo agli elementi aggiuntivi, occorre valutare l'opportunità di inserirli all'interno del vitalizio. Ad esempio, si potrebbe adottare un meccanismo premiale.
Questo mi sembra un elemento discutibile; non nego in termini assoluti il valore della proposta, ma la considero molto discutibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Siamo alla discussione dei singoli articoli, quindi abbiamo lasciato le varie periferie del provvedimento. Discutiamo nel merito del provvedimento, ma vi è un soggetto che, pur facendo parte di questo Consiglio, non ha ancora fornito il proprio contributo. E' un soggetto non irrilevante, dal punto di vista del ruolo politico istituzionale e amministrativo che riveste: il nostro Presidente, l'On.
Enzo Ghigo.
Questo provvedimento, infatti, riguarda anche lui, che è un Consigliere regionale. Stiamo svolgendo, a questo riguardo, un confronto duro, con punti di vista, non solo diversi, ma opposti, per ispirazione, filosofia indole, priorità: sono due mondi che si stanno scontrando.
Ritengo sia uno di quei casi nei quali il Presidente - che, oltre ad essere componente del Consiglio regionale, ha anche avuto direttamente dalla popolazione l'incarico di governare - dovrebbe essere presente per esprimere la propria opinione, come stiamo facendo noi, illustrando le nostre idee e cercando di convincere l'avversario a cambiare la sua.
E' questo il compito dell'Aula.
Essere privati di questa importante componente istituzionale è forse un fatto superato; forse potremmo affrontare la discussione in modo diverso ma ritengo che la presenza del Presidente Ghigo nell'affrontare questi problemi sia un dovere d'ufficio, imperativo istituzionale.
E' un imperativo istituzionale al quale è bene che non si sottragga.
Certamente, il Presidente Ghigo ha molti impegni e noi rispettiamo il suo calendario, ma riteniamo che questo passo, forse non risolutivo, sia comunque da compiere, perché la sua presenza è necessaria e utile.
Ho svolto queste considerazioni perché mi sembra che dal dibattito siano emerse delle spinte molto preoccupanti alla frantumazione dell'Aula.
Sono vere e proprie frammentazioni; sono nate delle polemiche, degli spigoli, una situazione che in un'aula che fa politica non si incontra così sovente.
Quando si incontra, denota una sofferenza che, evidentemente, in assenza di punti di riferimento forti, di progetti compiuti, si dilania in tutti i modi, perdendo ogni ritegno politico, sprofondando in una contrapposizione che rimane sterile.
Mi sembra che sia auspicabile anche solo il prendere atto di questa situazione.
Prego, pertanto, gli Assessori presenti di chiedere al Vicepresidente Casoni - che non vedo in aula - se è in grado di dirci qualcosa riguardo alla volontà del Presidente Ghigo di venire in aula a discutere insieme a noi di una questione che interessa anche lui. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Le discussioni che sono state svolte e gli argomenti che sono stati portati dovrebbero indurre a riflettere i proponenti di questo testo della proposta di legge che sarà sicuramente un problema per l'Ufficio di Presidenza. Ripeto, quando, e se, il testo di legge passerà in questi termini, darà sicuramente dei problemi non indifferenti all'Ufficio della Presidenza nel momento in cui dovrà rendere effettivi ed efficaci i contenuti del testo.
A parte ciò, il comma IV dimostra qual è il problema del comma e di tutto l'art.1. Con la proposta di legge non parliamo solo di indennità dei Consiglieri regionali, ma di materie che riguardano le leggi previdenziali. Avevo già detto che, quando si parla delle indennità possiamo avere pensieri diversi riguardo all'ammontare dell'indennità prevista per i Consiglieri regionali. Avevo anche già espresso la mia opinione riguardo al fatto che l'operatività dei Consiglieri regionali pu essere valutata in modo diverso. Possiamo avere una valutazione puramente numerica riguardo alle presenze che abbiamo in aula e nelle varie Commissioni, possiamo avere una valutazione di merito legata al numero di provvedimenti legislativi che siamo in grado di emanare e votare. Tuttavia anche possiamo fare una valutazione relativa al fatto di come le nostre decisioni rispondono alle richieste che ci provengono dalla società.
A mio modo di vedere, non è tanto il numero delle leggi che giustifica o dimostra l'impegno di un'assemblea. Oltre al numero delle leggi, credo sia importante la qualità delle leggi proposte e la capacità che un'assemblea ha di rispondere agli interessi del sociale.
Mi sembra, sotto questo punto di vista, che l'impegno del Consiglio regionale, essenzialmente per colpa della maggioranza a cui certamente compete l'onere di proporre testi legislativi, fino ad ora non abbia risposto, in modo così puntuale, alle richieste e alle esigenze che provenivano dalla nostra società. Per questa ragione ritengo che l'ammontare dell'indennità attuale sia appropriato.
L'art. 1 va oltre il tema dell'indennità, tratta materie che riguardano il tema previdenziale. Penso sia necessario cambiare l'art. 1 in maniera tale che non vada a trattare le norme previdenziali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

L'emendamento in oggetto dimostra il modo estremamente affrettato con cui è stata elaborata la legge. Avendo introdotto un emendamento che ha aspetti profondamente negativi, su cui ci siamo già soffermati quando abbiamo discusso la soppressione del comma, si ritiene precisarlo, si ritiene di fissare un limite minimo alla proposta. La legge è ispirata ad un altro senso. La legge è ispirata esattamente ad abbattere ogni limite.
Il problema non è fissare dei limiti, ma eliminare il contesto in cui questi limiti vengono fissati.
Il problema non è dire che chi ha ricoperto degli incarichi possa avere un ulteriore beneficio sulla pensione per il periodo che ha ricoperto l'incarico, aspetto minimo, che si potrebbe accettare, ma quello di non introdurre questa regola. Così come non introdurre quanto è contenuto nel primo comma, che è esattamente l'opposto.
Nel primo comma abbiamo votato che chiunque può portare a cinque anni i suoi contributi, anche avendo ricoperto per un breve periodo l'incarico di Consigliere. C'é una contraddizione: avere introdotto l'elemento precedente che impone ai proponenti della legge, in questo punto, di dire che è diverso. Va bene che lo stesso Consigliere Cattaneo si renda conto che "strafa", però mi pare veramente poco. Non è un limite sufficiente, è un limite che non maschera nulla rispetto a questo tipo di provvedimento.
Continuo a pensare che la soluzione sarebbe quella di affidare all'Ufficio di Presidenza una proposta più equilibrata su cui ci pronunceremo, daremo il nostro giudizio.
Quando abbiamo esaminato proposte elaborate con attenzione da parte dell'Ufficio di Presidenza, abbiamo reagito con la medesima attenzione, pur non condividendole. Tuttavia abbiamo riconosciuto gli sforzi che sono stati effettuati nel tener conto di sollecitazioni che noi non ritenevamo dovessero essere prese in considerazione, ma di cui abbiamo preso atto che c'erano. C'era una gestione di questi impulsi più equilibrata. Aver fatto sì che gli stessi che hanno dei "desideri" possano scriversi le norme, crea dei problemi non di poco conto.
Lì non c'é limite, quando ci si fa prendere le mani da quella logica da quel modo di agire, si scopre un meccanismo per cui può far saltare tutto. Che tutto il Consiglio regionale gli vada dietro è preoccupante.
Che ci sia una maggioranza che vada dietro a queste pulsazioni, che posso comprendere ma non giustificare, mi sembra uno dei momenti bassi sicuramente di questa assise, perché ci sono dei limiti che sono ben diversi da quelli che sono introdotti qui.
Mi pare che sia veramente deludente il metodo con cui si sta procedendo, perché anche su queste cose non c'è interlocuzione. Capisco che si voglia portare avanti un programma, ma perché lo si deve blindare e difendere a tutti i costi e in tutti gli aspetti, anche quelli più indecenti? Rifletteteci un attimo su questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Abbiamo iniziato questa mattina la discussione sul comma 4 e sull'intera abrogazione dello stesso, perché ne avevamo rilevato alcune incongruenze, che sono, poi, le incongruenze di tutto questo provvedimento e del rapporto tra l'art. 1 e il resto degli articoli.
Noi siamo complessivamente contrari al provvedimento, come penso si sia potuto rilevare a questo punto del dibattito sia di Commissione che dell'Aula.
Certo è, però, che un provvedimento che si configura come un provvedimento delega all'Ufficio di Presidenza per rivedere disposizioni in materia di trattamenti indennitari dei Consiglieri regionali, e che poi nell'art. 1, invece, su tutte le parti previdenziali e su alcuni singoli casi - che si configurano come ad personam - si arriva ad un'individuazione tale fino alla individualizzazione, capite che è ben strano come legge delega. Perché se si caratterizzasse come tale, delegherebbe complessivamente - che noi si sia d'accordo o meno sul processo di delega all'Ufficio di Presidenza la determinazione di criteri per quanto riguarda tutta la materia indennitaria e previdenziale, fissando al limite dei paletti di minimi, di massima o di qualche tipo.
Ma arrivare fino all'individuazione di cose di questo tipo, che sono quasi un'individualizzazione, è già un elemento di per sé singolare, per cui ritengo che se si fosse cominciato con l'accogliere il nostro emendamento iniziale, che era di compiuta abrogazione dell'art. 1 (che mi pare avessero presentato anche i colleghi del Gruppo Radicale, il Consigliere Contu ed altri, se non erro), non ci troveremmo in questa complicazione e in queste difficoltà. Perché più ci addentriamo all'interno dei commi - adesso arriviamo al comma 4 - e più si rilevano tutte le contraddizioni di ordine generale che, ad esempio, faceva rilevare questa mattina il collega Marcenaro per quanto riguarda il complesso dell'art. 1 bis, che consente la possibilità di recuperare all'interno dell'assegno vitalizio, tenendo conto di incarichi precedentemente svolti, i quali possono esserci stati nel corso della legislatura e che sono durati magari, pochi mesi.
Abbiamo, quindi, una contraddizione compiuta. Qui ci sono una decina di emendamenti che si riferiscono all'abrogazione del comma 1 bis. Ma vorrei dire alcune cose anche rispetto ai successivi, che si riferiscono anche all'abrogazione del comma 1 ter.
Vorrei che voi provaste a rileggere, per ragioni di coerenza logica il comma 1 bis introdotto in Commissione e il comma 1 ter di conseguenza il quale, ad un certo punto, dice che tutte queste misure si applicano per i Consiglieri in carica dalla V legislatura.
Guardate che anche qui si sta procedendo di incongruenza in incongruenza, perché se una misura come questa si applica, o lo si fa esclusivamente ai Consiglieri di questa legislatura - per cui, sulla linea del privilegio, andiamo fino in fondo e partiamo da oggi - oppure se ci si riferisce alle legislature precedenti, ci si riferisce a tutte, anche perché più si scende nelle legislature - lo dico con buona pace d'inventario - e minore è il numero di Consiglieri che si andrà a ritrovare, per ragioni, diciamo così, legate al corso naturale degli eventi e ai cicli della vita, che, come sempre, si risolve ad un certo punto ineluttabilmente nella morte.
Ho voluto provare a fare alcuni di questi esempi per dimostrare come questo art. 1 compiutamente non stia in piedi anche nel corpo di una legge delega così come voi l'avete voluta concepire. Ma se noi ci addentriamo all'interno dei commi, e dentro ai commi ai sottocommi dei commi stessi, il numero delle incongruenze diventa enorme e rilevante.
Noi faremo di tutto affinché questa legge non venga emanata, perché non vorrei trovarmi nei panni di quell'Ufficio di Presidenza che dovrà normare una cosa che ha un art. 1 come questo, con un comma come il comma 4, in particolare l'1 bis, da dover definire.
Ma poi, quando l'Ufficio di Presidenza arriverà all'1 ter, sarà ancora più semplice normare un macello di questo tipo nel modo più ingiusto possibile, non solo nei confronti dei Consiglieri all'interno di un singolo Consiglio e di una singola legislatura, ma nel corso di un numero di legislature più ampio di quello che noi non vogliamo considerare nella vicenda odierna.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu, per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Presidente, ritengo che abbiamo portato alla riflessione dell'aula molte argomentazioni, per cui si potrebbe anche dire che sarebbe superfluo un ulteriore intervento. Ma ogni occasione va colta per cercare di collocare l'ambito della discussione e dell'oggetto anche da diversi punti di vista.
Sicuramente il punto di vista che abbiamo privilegiato è discutibile tuttavia è assolutamente inoppugnabile, Presidente. Perché questo provvedimento, che interviene sullo status dei Consiglieri, ha un vizio: per esempio non parla di legislature.
Non parla di legislature, non so se anche lei lo ha inteso.
Questo è un beneficio che, retroattivamente, si estende anche a precedenti legislature? C'é scritto? E senza aver quantificato quali sono gli oneri riflessi sul bilancio, chiamiamoli così per comodità, rispetto alla potenziale platea di beneficiari. Anche perché, se non ricordo male i nostri ragionamenti sul vitalizio, c'é pure una quota a parte a carico del bilancio: sarà influenzato direttamente dall'attesa di vita? Io auguro a tutti i Consiglieri lunga vita, però è evidente che si debba pur entrare nella logica di comprendere come questa scelta, almeno nei prossimi anni e almeno nel contingente, vada ad incidere sulle scarse risorse disponibili.
L'Assessore Pichetto ha sempre ricordato che è un bilancio da lacrime e sangue: è venuto qui e ci ha proposto l'aumento dell'IRPEF. C'è relazione fra questi elementi? Io non ho ancora compreso se questo è un provvedimento che riconosce solo un diritto e non ha oneri aggiuntivi. Andiamo avanti, ma forse non è così, e siccome continuo a non ricevere risposte, ribadisco la nostra posizione di abrogare l'art. 1 bis. Nell'incertezza è meglio non fare pasticci: è meglio, anziché votare l'ignoto, votare cose certe.
Qui non ci sono risposte. Chi ha steso questa proposta di legge non interloquisce con l'aula. Vorrei, ogni tanto, sentire anche il primo firmatario, l'ispiratore della proposta di legge. Non credo che le firme siano state scelte in ordine alfabetico; questa è stata battezzata, come diceva ieri il Consigliere Mellano "legge Mercurio". Una legge occorre pur difenderla ed io non ho sentito, se non a notte fonda (forse perché il Consigliere Mercurio ama lavorare di notte), un suo intervento per sgombrare dubbi su questa proposta di legge.
Restiamo comunque in attesa, confermando il nostro voto a favore.



PRESIDENTE

Prima di darle la parola, Consigliere Papandrea, le chiedo un chiarimento: tenendo conto che lei è firmatario dell'emendamento, deve dichiarare di non votarlo o di astenersi. Nei limiti del possibile, dato che abbiamo ancora tanti emendamenti e il tempo sembra non essere sufficiente per tutti, mi ritrovo in difficoltà a seguire una situazione in cui i proponenti dell'emendamento dichiarano di non votarlo.
La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

I nostri emendamenti vengono inseriti per essere accolti, ma, se così non avviene, ritengo non emendabile questa parte. Di fronte ad un atteggiamento di rifiuto di dialogo della maggioranza, anche su proposte logiche e comprensibili, il mio sarà un voto di non partecipazione. Sono presente, ma non voterò in alcun modo, perché un atteggiamento di rifiuto ad interloquire, persino su questioni ragionevoli, mi crea un certo imbarazzo. Quindi, sono presente per intervenire e dibattere, ma non per partecipare al voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La mia intenzione è di votare l'emendamento, in quanto segue una linea che condivido, ma devo anche dire che ritengo molto fascinose le argomentazioni espresse del Consigliere Papandrea. E' ben vero che quando a sinistra si litiga, diciamo che la diversità è una ricchezza. A questo punto, però, quale ricchezza scegliere, da parte di un Gruppo, Comunisti Italiani, che fa parte di una diversità più ampia, ma estranea ed esterna ad un'altra organizzazione politica? Mi avete messo di fronte ad un bel dilemma. Vedo, nei trenta secondi che ho a disposizione, di decidere come comportarmi. La risolverò in quei trenta secondi. Intanto, sottolineo il fatto che stiamo discutendo di merito; stiamo discutendo del merito relativo alle nostre condizioni di indennità, non di una delega e, tra una discussione e l'altra, avanzano proposte che si approvano o si respingono.
Tutto questo era già stato sottolineato, come elemento di contraddizione, già dal collega Tapparo in uno dei suoi primi interventi (o nel dibattito generale o sulla discussione generale dell'art. 1). La legge è divisa in due sfere: una sfera di competenza del Consiglio il quale, sia pure in modo puntuale e microscopico, decide quale norma di legge applicare allo status dei Consiglieri; e una seconda sfera nella quale, invece, si delega all'Ufficio di Presidenza il compito di decidere.
Fatto inusuale, stranissimo e incoerente all'interno della stessa legge presentata. Lascio questa osservazione alla riflessione di tutti.
Nel mio precedente intervento avevo pregato gli Assessori presenti di riferire all'aula circa un eventuale interesse del Presidente Ghigo sui nostri lavori. Rinnovo di nuovo questa richiesta perché pian piano la discussione sulla legge procede e non vorrei, una volta discussa tutta doverla ricominciare per l'arrivo del Presidente Ghigo all'ultimo articolo.
C'è una speranza di godere del contributo del Presidente Ghigo in queste prime fasi di discussione della legge o no? E' consuetudine dire quando si richiede la presenza del Presidente Ghigo in aula (perlomeno dalla mia parte di schieramento): "Quello chiedilo tu perché sei sempre tu che chiedi la presenza di Ghigo". Così ho fatto anche questa volta.
Questa mia insistenza, accolta con molta freddezza in aula, è invece accolta con molto entusiasmo fuori dall'aula. Continuo a permettermi di proporla qui dentro, certo e rassicurato dal silenzio degli astanti, mentre nel mio cuore è ben presente il sorriso di compiacimento e di condivisione che questa mia richiesta ottiene non appena si passa dall'ufficialità alle condizione di colloquio civile tra i cittadini piemontesi.
Mi permetto, di nuovo, di sottolinearvi questa necessità, chiedendo a tutti i colleghi, ognuno secondo la propria possibilità. Io ne ho pochissime; in questi sette anni avrò telefonato cinque o sei volte al Presidente Ghigo, perché ho rispetto del ruolo. Quello che devo dire al Presidente Ghigo, lo dico in aula, anche se lui non è presente, sapendo che glielo riferiscono. Credo nel dovere del Presidente, eletto direttamente di partecipare ai lavori dell'Aula, dando il proprio contributo.
Rinnovo pertanto ai colleghi tale richiesta e deciderò come votare in quei 30 secondi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Voterò a favore di questo emendamento. Voglio dire al collega Chiezzi che io non ho mai telefonato al Presidente Ghigo, non per vanto, ma perch dopo la terza telefonata, si entra nell'indirizzario degli "abituali".
Rilevo che alcune nostre considerazioni non sono campate in aria, ma hanno un fondamento. Il timore legittimo, che dovrebbe permetterci di analizzare la questione, è che la minoranza, o una parte di essa, cerca di spolpare il provvedimento, lasciando la parte più difficile e complessa.
Uso questa terminologia per non aggravare il clima della giornata.
In effetti, non c'è, da parte mia, il tentativo di spolpare il provvedimento. Se potessimo lavorare sul provvedimento, non si spolperebbe nulla, semmai si potrebbero accettare alcune modifiche, che siano più vicine alle tesi che la minoranza ha avanzato. Certamente non speriamo in un successo pieno, ma diamo il nostro contributo poiché abbiamo il timore che la richiesta di portare questo argomento in una sede più tranquilla per avere un disegno organico, non venga accettato, visto il carattere politico e di simbologia politica del provvedimento. Stiamo parlando di una questione che ci accompagnerà, in termini di materia (impropriamente detta) previdenziale e di vitalizio, e che si proietta nel tempo, pressata da una sfida politica.
Tra l'altro, all'interno dell'ANCI, per la crescita ormai chiamata "indennità di carica", che anche il Consigliere comunale è venuto ad assumere, si sta valutando quale percorso dare a una forma di copertura impropriamente previdenziale (ma noi sappiamo cosa intendiamo dire).
C'é un dibattito in corso; i più frettolosi sostengono di istituire un fondo chiuso di tutti i Consiglieri comunali, gestito dall'ANCI. Un fondo chiuso, però, è a capitalizzazione, pertanto i Consiglieri comunali andranno poco lontano, o dove potranno arrivare con un sistema non a contribuzione, ma a capitalizzazione. Questo per evidenziare come la materia richiederebbe una valutazione diversa; direi quasi che è un tema da portare alla discussione della Conferenza delle Regioni. Tralasciamo le Regioni a Statuto speciale, dove abbiamo il caso del vitalizio degli onorevoli dell'Assemblea siciliana, per i quali si sono formati dei meccanismi ormai irraggiungibili e dove ci sono delle forme di compensazione particolari.
Mi chiedo se non sia il caso che il Vicepresidente Riba o il Presidente Cota portino questo tema alla Conferenza delle Regioni. Nella Conferenza delle Regioni vengono trattate anche altre tematiche, che vengono prese in considerazione per dare una comunanza.
Questo potrebbe essere un tema che ha un carattere regolatorio più generale e che toglie un po' di imbarazzo a queste situazioni che bisogna affrontare. E' un po' come fa l'Unione Europea con le sue direttive; stiamo aspettando la direttiva sulle pensioni dall'Unione Europea, per togliere le castagne dal fuoco ai singoli Paesi membri, in materia di riforma delle pensioni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.57.
Il Consiglio non approva.
Ci sono alcuni emendamenti, i quali, mancando di contenuto giuridico o per una terminologia non utilizzabile (cioè non tecnicamente comprensibile) sono dichiarati inammissibili dal Presidente, nell'ambito della sua competenza e con la collaborazione dei Dirigenti.
Li leggo: 1.58) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis, dopo "I Consiglieri, ai quali" sostituire le parole "durante lo" con le parole "al tempo dello" 1.59) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis dopo "I Consiglieri, ai quali" sostituire le parole "durante lo" con le parole "nel corso dello" 1.60) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis dopo "I Consiglieri, ai quali" sostituire le parole "durante lo" con le parole "all'epoca dello" 1.61) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis dopo "I Consiglieri, ai quali" sostituire le parole "durante lo" con le parole "nel mentre dello" 1.62) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis, dopo "I Consiglieri, ai quali durante lo" sostituire la parola "svolgimento" con la parola "sviluppo".
Direi che la parola "sviluppo" non sia appropriata.
1.63) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis, dopo "I Consiglieri, ai quali durante lo" sostituire la parola "svolgimento" con la parola "elaborazione".
In questo caso, le due parole non sono neanche sinonimi.
1.64) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis, dopo "I Consiglieri, ai quali durante lo" sostituire la parola "svolgimento" con la parola "trattazione".
Collega Contu, devi rivedere queste cose con i tuoi collaboratori, perch altrimenti...! 1.65) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis, dopo "I Consiglieri, ai quali durante lo" sostituire la parola "svolgimento" con la parola "esecuzione".
In questo caso, la parola "esecuzione" è addirittura troppo minacciosa! 1.66) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis, dopo "I Consiglieri, ai quali durante lo" sostituire la parola "svolgimento" con la parola "attuazione".
La parola "attuazione" è più blanda, ma è la stessa cosa.
1.67) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis, dopo "I Consiglieri, ai quali durante lo" sostituire la parola "svolgimento" con la parola "andamento".
In questo caso, mi sembrerebbe un po' troppo musicale.
1.68) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis, dopo "I Consiglieri, ai quali durante lo" sostituire la parola "svolgimento" con la parola "corso".
1.69) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 bis, dopo "I Consiglieri, ai quali durante lo" sostituire la parola "svolgimento" con la parola "decorso".
Anche questi ultimi due sono da considerare inammissibili.
Ritengo, dunque, che questi emendamenti possano considerarsi superati.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu per fatto emendativo.



CONTU Mario

Intervengo per fatto personale nei confronti del personale del Gruppo che, invece, ha svolto il suo compito in modo molto diligente, perch probabilmente ha anche pensato che quando si discutono questi argomenti ogni tanto bisogna contribuire a sdrammatizzare il clima.



PRESIDENTE

L'abbiamo fatto, e credo che l'abbiano apprezzato tutti!



CONTU Mario

Mi consenta di non abusare di questo atto di attenzione nei confronti dell'Aula, perché lei ha fatto di tutto un po', nel senso che posso permettermi di contestare che l'emendamento che prevede di sostituire le parole "...ai quali durante lo svolgimento del mandato" con le parole "...ai quali nel corso dello svolgimento del mandato" è locuzione perfettamente compatibile. Anzi, da un punto di vista letterale, è sicuramente più corretta.
Quindi, Presidente, le consiglierei di rivedere un attimo quei punti affinché su alcuni di questi non si applichi una norma che, invece, è ostativa all'esercizio di un diritto democratico.
Una delle possibilità che ci consente la legge, la norma e il Regolamento, proprio nell'ottica di rendere più trasparente il testo legislativo, è proprio quella di intervenire sulle questioni letterali perché i sinonimi sono una ricchezza della nostra lingua. Il sinonimo utilizzato in contesti e in situazioni diverse, trova piena coerenza.
Allora, la sostituzione delle parole "durante lo svolgimento" con "nel corso dello svolgimento" - mi pare che su questo mi stia seguendo nel ragionamento - lei mi dirà che è emendamento compatibile e, quindi, non può essere inserito in quel novero di emendamenti che lei ritiene siano da dichiarare inammissibili, anche per una questione di correttezza lessicale.
Mi sembrerebbe - ma qui l'Avvocato Mercurio mi può venire in soccorso estremamente più corretto esprimere la locuzione "nel corso dello svolgimento del proprio mandato", anche perché il mandato è un percorso non è imperituro, ha un inizio e una fine, e a volte si può interrompere prima. Lo trovo assolutamente coerente.
Allora, la proposta che volevo formulare è che di fronte ad un atto di attenzione da parte dei proponenti nel considerare ammissibile questo emendamento, e di fronte alla loro disponibilità, questo potrebbe essere uno di quegli emendamenti che votiamo insieme e che fa cadere gli altri.
La proposta è di sostituire le parole "durante lo svolgimento" con "nel corso dello svolgimento", emendamento che trovo assolutamente coerente con il testo. Inoltre, non ne modifica la sostanza, ma ne precisa i contorni.
Collega Mercurio, quando si apre una dialettica su questi elementi, si dovrà pur cercare di dare dei segnali di apertura, soprattutto se questo ci permette di snellire i nostri lavori.
Presidente, l'operazione che però non è consentita e sulla quale mi appello a lei in quanto garante dell'applicazione del Regolamento, è la semplificazione secondo la quale la dizione di tipo letterale non pu contribuire a rendere più chiaro, più trasparente e più leggibile un provvedimento legislativo. D'altronde tutti i provvedimenti legislativi vengono pubblicati sul Bollettino Ufficiale.
Presidente, completo il mio intervento perché credo che i cinque minuti dell'illustrazione siano da utilizzare tutti, si può intervenire sul testo e di questo ne chiedo sostanzialmente conferma - anche con modifiche che consentono di precisare meglio l'intenzione del legislatore, e in questo caso del proponente. Se da parte del primo firmatario c'é un segnale di attenzione, credo che, come potrà vedere, ci saranno dieci o dodici emendamenti che decadranno. Questo sicuramente contribuirà a snellire i nostri lavori. Altrimenti, Presidente, le suggerirei, per correttezza, di poterli argomentare uno per uno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Contu.
Naturalmente mi sembra anche corretto, perché poi c'è un senso istituzionale anche da parte sua, che apprezzo.
Questi emendamenti sono stati visti rispetto al contenuto, sulla base di una considerazione che è una prassi. La prassi costituisce una normativa, salvo un accordo di rivisitazione. La prassi è che il semplice sinonimo non costituisca un dato.
Però io sono disponibile a ridiscutere di questa situazione in un apposito incontro con i Capigruppo per prendere eventualmente altre decisioni. Naturalmente lei mi consentirà di applicare quelle che furono prese da tanto tempo, è una materia ereditata.
In seguito ci sono altre situazioni di questo genere. Casomai, in attesa di una concorde rivisitazione, li vediamo uno per uno se mi consente.
1.70) Emendamento presentato dal Consigliere Cattaneo: aggiungere al comma 4, punto 1 bis, dopo "incarichi", "per il solo periodo di effettivo svolgimento".
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo per l'illustrazione.



CATTANEO Valerio

Presidente e colleghi, abbiamo presentato questo emendamento successivamente alla discussione del punto di questa mattina semplicemente per dare un'interpretazione autentica alla norma, che era ovvia per chi aveva seguito i lavori in Commissione, ma è chiaro che la norma, oltre che essere astratta e di interesse generale, deve comunque contenere il minore numero possibile di interpretazioni.
Noi riteniamo che aggiungere con questo emendamento che il periodo, a cui si fa riferimento, è limitato all'effettivo svolgimento, possa essere utile e in linea rispetto alla preoccupazione che è stata sollevata, che noi condividiamo. Crediamo che con questo emendamento dimostriamo un'apertura per discutere nel merito.
Consigliere Contu, respingo la provocazione che ha fatto e voglio aggiungere una considerazione. Lei può mistificare il quadro reale e la verità, può dire tutte le bugie che preferisce fuori da quest'Aula, pu farlo, è una sua libertà, ma almeno in quest'Aula, dopo che questa mattina si è parlato di lealtà e di correttezza, cerchi di essere leale e corretto e di evitare di essere ridicolo, le dico questo con grande simpatia.
Non può dire che la maggioranza è sorda, che non vuole discutere e confrontarsi sul provvedimento e che non vuole entrare nel merito della questione.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Contu)



CATTANEO Valerio

Due interventi fa ha detto che la maggioranza non vuole il confronto.
Il Consigliere Papandrea successivamente, riprendendo il suo intervento, ha rafforzato questa tesi. Non è così. Se pensa di fare la politica del carciofo, ossia di modificare un pezzettino alla volta il provvedimento non lo accettiamo.
Abbiamo per due volte proposto un confronto nel merito, anche per questa mattina alle ore 10.00 prima dell'inizio della seduta. Questa mattina alle ore 10.00 ero presente in Aula, ma non c'era nessuno disponibile a questo incontro.



(Commenti in Aula)



CATTANEO Valerio

Lo dico in senso collettivo, con alcuni Consiglieri ho parlato. Alla Conferenza dei Capigruppo oggi pomeriggio eravamo in quattro: per la maggioranza ero presente io, poi c'era la Consigliera Manica e pochi altri Consiglieri di opposizione. Se si vuole un confronto si può fare, l'abbiamo fatto in Commissione e siamo disposti ad averlo in Aula. Questo emendamento è la prova che nonostante una nostra chiusura verso la politica del carciofo, cioè cambiare solo quello che vi interessa, stravolgendo il provvedimento, quando ci sono delle situazioni che devono essere sanate o interpretate nella norma, da parte nostra siamo disponibili. Questo emendamento è la prova della nostra disponibilità, difatti riguarda, il limitare il periodo all'effettivo svolgimento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu, che interviene per fatto personale.



CONTU Mario

Presidente, abbiamo ribadito un concetto più volte, ossia che su un argomento come questo siamo assolutamente disponibili al dialogo e a trovare un percorso che ci consenta di uscire da questa situazione di empasse.
Abbiamo fatto una proposta chiara e semplice: "Bisogna riordinare tutta la materia". Si abbia il coraggio di fare questo riordino, e su questo attento che venga spesa una parola da parte dell'Ufficio di Presidenza oltre che naturalmente dalla maggioranza, per consentire alla Regione Piemonte di avere un testo normativo unico sulla questione indennità, con un atto di delega imperativo all'Ufficio di Presidenza che entro due mesi esaurito il DPF e il bilancio, si possa riproporre all'Aula, certamente con il lavoro istruttorio della Commissione, il testo da licenziare che riordini tutta la materia, senza alcuna remora, anche laddove si possano configurare delle situazioni che, se esplicitate, possano aiutare a risolvere alcuni casi concreti (il caso e non la persona) che sono palesemente colpiti da un provvedimento che non ha caratteristiche di equità.
Da questo punto di vista, la miscellanea che è stata fatta nella proposta di legge non aiuta, perché, da un parte, si interviene sulla legge e, su un altro aspetto, si conferisce una delega.
Presidente, si faccia una proposta semplice, ossia un atto di delega all'Ufficio di Presidenza, lei è il Presidente dell'Ufficio di Presidenza e si assuma questo onere.
Mi correggo il Presidente del Consiglio è il coordinatore dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Rispondo sempre volentieri al Consigliere Contu, ma non come primo firmatario. Ho firmato per prima perché sono il più vulnerabile e il più debole. Detto questo, condivido quello che dice il Consigliere Contu.
Rispondo dicendo che nel più c'é il meno. Il più è rappresentato dal Testo Unico, dove troverebbero spazio almeno una quarantina di emendamenti. Il Vicepresidente Riba ne ha letti solo alcuni, ma penso che si possano leggere tutti e in un Testo Unico si farebbe una ripulitura, perché alcuni emendamento sono del tutto ininfluenti.
Sono d'accordo con la tesi della Presidenza che trattandosi di ordini del giorno del tutto ininfluenti non debbano essere discussi. Sarebbe coerente la prassi in questo Consiglio Regionale, come in tutte le Assemblee, non discutere emendamenti che non influiscono nel testo. Mi pare che la posizione espressa dall'Ufficio di Presidenza sia giusta. Detto questo, devo dire che il più comprende il meno. Cosa vuol dire? Questo provvedimento da cosa è preceduto? Mi pare che prima di questo provvedimento ci siano almeno altre cinque o sei vecchie leggi.
Quindi è giusto che si vada verso un testo unico, non solo su questa materia.
Il problema è: perché dopo 32 anni...



PRESIDENTE

Stiamo discutendo l'emendamento presentato dal Consigliere Cattaneo, il quale precisa, a scanso di ogni equivoco, che, nel caso di trattamenti aggiuntivi pensionabili, la possibilità di pensionare anche il trattamento aggiuntivo è limitata al solo periodo di effettivo svolgimento dell'incarico.



MERCURIO Domenico

Ovviamente sono d'accordo con l'emendamento del Consigliere Cattaneo.
Dicevo che il più comprende il meno, ma che in 32 anni non siamo riusciti a fare un testo unico, del quale c'è bisogno.
Ritengo che il Consiglio regionale, nel momento in cui approva questo provvedimento (che ovviamente è limitato) possa impegnarsi all'unanimità a emanare, entro sei mesi o un anno, un testo unico, e non solo su questa materia.
Ho letto la legge 24 dopo la sua approvazione; non mi ero accorto che avevamo votato la legge 24 e ancora oggi non riesco a capirla. L'ho letta perché c'era una questione che mi interessava, ma non sono riuscito a capire alcuni articoli di quella legge, che si richiama ad almeno sei o sette leggi precedenti.
Ritengo che anche i funzionari regionali abbiano grande difficoltà a capire i diversi testi di legge, pertanto è importante e necessario un testo unico.
Dobbiamo aspettare la notte di Natale del 2002, per fare un testo unico? Potevamo pensarci anche prima, in questi 32 anni!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Ritengo che l'emendamento del Consigliere Cattaneo - ma pongo anche una domanda rispetto a questo - sia tecnicamente un emendamento improponibile e inconsistente, perché allude a un sistema di calcolo dell'indennità che non esiste.
In base a questo emendamento, si dovrebbe immaginare che l'indennità di un Consigliere venga calcolata valutando, volta per volta, le retribuzioni percepite nei diversi periodi che compongono l'arco dei suoi mandati,. In questo meccanismo vi è una specie di ponderazione.
A quanto mi risulta - non credo di sbagliarmi - il conteggio delle indennità dei Consiglieri non avviene attraverso un meccanismo di ponderazione tra il più e il meno, ma attraverso altri meccanismi.
Un emendamento di questo tipo implicherebbe un metodo completamente diverso di calcolo, conosciuto come "calcolo contributivo".
La pensione di un lavoratore dipendente viene calcolata sulla media degli ultimi 10 anni di retribuzione; in questo modo, si capisce come avviene una ponderazione: c'è un mese in cui si ha guadagnato di più, un mese in cui si ha guadagnato meno, si effettua la ponderazione di quei mesi, escludendo i cinque o i sei peggiori - se ricordo bene - e su questa base si forma la pensione finale.
Come si fa a dire, ad esempio, che si calcola l'anno o il mese in cui un Consigliere ha avuto una carica? Non c'è questa possibilità, perché non ha una consistenza; è un riferimento al concreto modo di determinazione dell'indennità dei Consiglieri regionali.
Ripeto - e lo pongo anche come interrogativo ed incertezza, perché ho meno competenza sulla questione specifica - di avere l'impressione che il calcolo non avvenga in questo modo.
Mi sembra improponibile il fatto di incorporare, dentro questo meccanismo, un meccanismo di ponderazione.
Chiedo di sospendere brevemente la seduta e chiedere agli Uffici competenti di valutare se questo sia tecnicamente possibile. A me francamente, pare di no.



PRESIDENTE

La ringrazio. Questo argomento è già stato discusso stamattina, quando sono stati respinti gli altri emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Grazie, Presidente. Voglio precisare che questa non è una dichiarazione di voto (mi riservo di farla dopo), perché siamo ancora nella fase dell'illustrazione.
La proposta del collega Marcenaro dimostra come, malgrado i prolungati lavori di Commissione, questa sia materia che richiede ulteriori affinamenti.
La proposta del collega può anche essere accettata, in via di massima però sconta una difficoltà. Proprio in questi giorni si discute la legge finanziaria, in Parlamento giace una legge delega di riforma previdenziale e noi facciamo un'operazione completamente scollegata.
Il provvedimento che il governo di centrodestra ha presentato come delega prevede - e lo pone come un caposaldo - la solidarietà "infra" e "intragenerazionale". Qui non riusciamo a stare attenti a quel tipo di procedimento...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Tapparo, ma devo richiamarla al tema dell'emendamento.



TAPPARO Giancarlo

Certamente. La proposta del collega Cattaneo aggiunge al comma 4, alla penultima riga, dove si dice: "misura dell'assegno vitalizio", le parole: "sia definito tenendo conto anche di tali incarichi per il solo periodo di svolgimento".
E' così, Presidente?



PRESIDENTE

Per il solo periodo di svolgimento; quella degli altri incarichi l'abbiamo già discussa stamattina.



TAPPARO Giancarlo

Mi è sembrato che lei pensasse che io stessi parlando d'altro, pertanto voglio dire che la proposta del collega Cattaneo dimostra (e può anche essere accoglibile) come il provvedimento, che è stato sottoposto ad una lunga discussione nell'apposita Commissione, se parlassimo in termini informatici sarebbe un programma con molti bachi, cioè con qualche errore di funzionamento per cui il collega Cattaneo, che è attento, deve presentare un emendamento. Si tratta di un emendamento che esce da un dibattito e una pressione, altrimenti sarebbe stato approvato così, magari secondo la volontà e il desiderio legittimo da parte della maggioranza dimostra, inoltre, come questa materia, in questo passaggio così delicato tratti un aspetto che andrebbe curato meglio.
Cogliendo l'iniziativa (che approvo e apprezzo), faccio richiesta affinché si fatta una manutenzione, una trasformazione più profonda della materia del vitalizio che noi dobbiamo trattare.
Il mio voto sarà favorevole, ma con la convinzione che si tratta di un modo rapido, non voglio dire rabberciato perché ogni lavoro è rispettabile di un lavoro che non si sarebbe fatto, lasciando quindi la norma con un apparente dettaglio che il Consigliere colma.
Questo è un segno ulteriore della necessità di trattare la materia in modo più tranquillo. Abbiamo visto come relativamente sul punto sono state fornite, anche dal Consigliere Contu, indicazioni utili. Se voto a favore della proposta del Consigliere, vuol dire che alcune proposte possono essere legittime. Tuttavia questo tipo di intervento non riesce a salvaguardare la limitatezza della proposta che presenta molte, per certi versi anche gravi, lacune.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.70.
Il Consiglio approva 1.71) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, abrogare il punto "1 ter".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Proponiamo di abrogare la disposizione del Comma 1 bis che recita: "Si applica, a domanda, a tutti i Consiglieri in carica dalla V legislatura".
Perché solo dalla V legislatura? "Previo pagamento, per i periodi corrispondenti agli ulteriori incarichi ricoperti, dei relativi contributi calcolati nella misura del 20% dell'assegno integrativo percepito integrati degli interessi legali. La domanda può non riguardare tutti gli incarichi coperti, ma solo periodi corrispondenti a singoli incarichi".
Presidente, ho difficoltà nella lettura del testo comparato perch giustamente, prima abbiamo fatto tutta una discussione sui vari articoli.
L'art. 6 recita: "L'ammontare mensile dell'assegno vitalizio, è determinato in percentuale sull'indennità mensile lorda, attualmente definita ai sensi dell'art. 1 della legge regionale n. 10 del 1972. Come sostituito dall'art. 1 della legge regionale n. 21 del 2000". Non è possibile abrogare tutte questi leggi? E' possibile? E' fattibile non disperdere una norma in mille riferimenti legislativi, quando abbiamo una opportunità unica, che non so ancora se ci capiterà in questa legislatura cioè di riordinare tutta la materia in modo semplice? Faccio l'esempio della Valle d'Aosta. Il Presidente ha avuto modo di conoscere, ed è in ottimi rapporti, con l'allora Presidente del Consiglio e adesso Presidente della Regione. Non entro nel merito di cosa abbia deciso la Regione Valle d'Aosta, ma la Regione ha promulgato una legge di otto pagine. L'art. 1: "Trattamento indennitario spettante ai Consiglieri regionali", si articola in: indennità di carica e indennità di funzione.
Diaria, indennità di missione, indennità di fine mandato e assegno vitalizio. Presidente, c'é tutto lo scibile della nostra indennità: sono quattro indirizzi e poi, articolo per articolo, trattenute sulle indennità di carica, diritto alle indennità di carica, indennità di funzione, diaria mensile.
Alla voce "trattenuto per assenze" è scritto: "ai Consiglieri regionali, per ogni assenza dalle sedute del Consiglio e delle Commissioni permanenti, è applicata una trattenuta del 2% sull'indennità di carica e sulla diaria. Salvo che l'assenza sia dovuta ad incarico di missione dato dal Presidente del Consiglio o dal Presidente della Giunta o per ragioni di salute comprovate da certificato medico". Ritorneremo su questo argomento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Naturalmente siamo contrari a questo emendamento. Diamo la disponibilità, a fronte di richieste pervenute da molti Gruppi in questi giorni, ad accogliere l'emendamento che, di fatto, apre a tutta le legislature.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliere Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Come ormai stiamo discutendo da quasi una giornata, l'art. 1 è sicuramente l'articolo più incongruente rispetto alla legge (perché su una legge-delega, avere un articolo con principi di individuazione confusi fino all'individualizzazione di singoli Consiglieri, è un qualcosa che difficilmente rende il provvedimento leggibile, da qualsiasi punto di vista, nonostante la nostra contrarietà di ordine generale), ma l'1 ter è proprio la perla del provvedimento.
Entrando nella logica di chi ha scritto il comma, che non condividiamo complessivamente, o la si applica solo ai Consiglieri di questa legislatura, per cui, nella legge dei privilegi, il privilegio ulteriore (quindi si parte dalla legislatura in corso) o, altrimenti, qualcuno mi deve spiegare perché si arriva fino alla V e non alla IV, alla III, alla II. Qual è il criterio usato? Tanto più, come dicevo questa mattina, più ci si allontana nelle legislature più il numero dei Consiglieri, per un principio naturale, diminuisce. Il numero dei Consiglieri ancora presenti nella VII legislatura è diverso dal numero dei Consiglieri della I, della II, della III. Mi sembra del tutto evidente.
Per cui, o lo stralciate definitivamente, insieme alla parte precedente a cui si collega o, almeno, lo razionalizzate. Ritengo che una cosa di questo genere, per quanto sbagliato, lo sia un po' meno e abbia un suo principio di razionalità interna.



PRESIDENTE

Infatti poi verrà posto in discussione l'emendamento del Consigliere Tapparo che estende questo principio a tutte le legislature.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Dovrò ripetermi anch'io, ma questa è una delle parti più infelici.
Mi è sembrato di cogliere, anche se poi si vedrà al lato pratico, che ci sia oggi la volontà di apporre una correzione. E' un'ulteriore dimostrazione di come questa lunga discussione faccia da "manutenzione" ad un provvedimento, già passato al vaglio di un lungo lavoro di Commissione (e come questo ce ne possono essere "n" altri), che dimostra, ancora una volta, il rischio di trattare una materia che si proietta nel tempo, il vitalizio, considerato strumento portante della nostra vita.
Vorrei fare una considerazione di ordine più generale: perché ci deve essere questo premio (che tale si configura malgrado il 20% di pagamento per il recupero)? Ovviamente c'é un problema legato all'età: chi è in età meno avanzata avrà un riverbero diverso rispetto a chi si trova in età avanzata, ma occorrerebbe non usare, nel calcolo, un sistema brutale come il 20%; andrebbe visto (come qualche assicuratore preparato suggerirebbe) legando a speranza di vita e di età media dei soggetti potenzialmente percettori, differenziato, un po' per la sostenibilità della cosa.
Nel momento in cui si dice che il 3% del PIL serve a tenere in piedi il sistema previdenziale, noi costruiamo un meccanismo che mette ulteriormente a rischio la sostenibilità. In questo modo, si avrà una parte relativa alle pensioni pubbliche che cercherà di intervenire sulla formazione dell'esistenza di un deficit strutturale che si vuole comprimere. Proprio in questo momento, mentre noi discutiamo, c'è una delega del Governo presente in Parlamento che procede in questa direzione.
Noi facciamo un'operazione che tende ad ampliare, e non solo a sostenere per la nostra contribuzione, questo sistema. Probabilmente lei sa, Presidente, che il sistema non si sostiene tutto attraverso la nostra contribuzione.
C'è ancora una valutazione di fondo. Il vitalizio è legato a coloro che sono stati invitati, dall'elettorato, nelle assemblee elettive come deputati ad un incarico. Si tratta, comunque, di organizzazione interna (ad esempio, il Presidente di Commissione o il numero dei Presidenti di Commissione); è per questo che bisognerebbe essere più legati all'espressione elettorale, madre di tutte le espressioni della democrazia che rende tutti uguali.
Ho presentato un emendamento per intervenire sulla V legislatura che spero, dato che sono per lavorare in modo costruttivo, che venga accolto.
In questo passaggio, tuttavia, sostengo l'opportunità di abrogare integralmente l'1 ter, per evitare equivoci. In caso contrario, svolger opera di salvaguardia di un principio che, così impostato, mi sembra non corretto, ossia quello di individuare un periodo che discrimina.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Sempre nel tentativo, Consigliere Cattaneo, di non "sfogliare il carciofo", ma di restringere il campo, mi rendo conto di aver proposto un emendamento che limita la prerogativa solo ed esclusivamente ai Consiglieri della VII legislatura.
E' una modalità, non è il tentativo di mettere in difficoltà la maggioranza. E' una constatazione: quando si agisce come corporazione è meglio fare i corporativi sino alla fine e, oltretutto, essendo la vigenza della legge limitata all'intera legislatura, tanto vale farla "sporca" fino in fondo. Non guardiamo il resto, limitiamoci alla VII legislatura. La strada più corretta è quella che stiamo cercando di percorrere: si cancelli questa norma. In questo senso vi chiediamo l'abrogazione perché sarebbe più limpida e più trasparente e ai tolga dal testo questa parte.
Io capisco che i proponenti lo hanno fatto come atto di sfiducia nella capacità dell'Ufficio di Presidenza. Il tentativo di mischiare l'atto di delega su una materia che sta a cuore a tutti, invece di legarlo a un provvedimento ad hoc che riguarda un certo numero di Consiglieri, la dice lunga. Mentre sull'altro si possono mettere dei vincoli, in questo caso si decide di operare in forza di legge. E' un provvedimento che varia uno esistente, modificandolo sostanzialmente.
Quindi, rinnovo l'invito ai Consiglieri: forse il migliore modo per uscire da questo punto controverso è quello di evitare soluzioni pasticciate. Ce n'è una che propone di estenderla a tutte le legislature ed è una proposta ragionevole. Si depuri questo testo, lo si renda chiaro si abroghi questa norma, anche perché - lo ripeto - è un grave vizio di forma di questa legge, che contraddice le norme che ci siamo dati sulla redazione dei testi normativi e che non ha copertura finanziaria (non è indicata, non c'è nel bilancio). La scorciatoia non ci convince. Il provvedimento comporta dei costi, che non sono indicati, e qui non stiamo parlando di delega. Presidente, lei deve vigilare su questa norma, perch non compaiono i costi. Nella norma finanziaria allegata a questa legge non c'è alcuna indicazione dei costi, neanche di quelli presunti, sui quali poter agire.
Io ne metto in dubbio la legittimità. Questo articolo porta a delle conseguenze economiche - è stato detto più volte - e lei, che vigila tanto sull'ammissibilità degli emendamenti, non ha vigilato sull'ammissibilità della legge, che non è accompagnata da una norma finanziaria.
Credo che questo sia un incidente istituzionale di non poco rilievo. Si abbia il coraggio di togliere l'art. 1, perché non c'è la norma finanziaria di accompagnamento. Non c'è, in palese violazione della legge.
Chiedo che le mie dichiarazioni vengano messe a verbale, perché da qualche organo sovraordinato verranno pure acquisiti gli atti relativamente alla legittimità di questo atto! Non finisce qua, non può essere! Siamo in palese violazione della legge. E' una legge non accompagnata dalla norma finanziaria. E a questo i proponenti non possono fare finta di sfuggire.
Non si può, così!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Mentre a livello nazionale si studiano tutti i meccanismi per comprimere la tendenziale crescita del fabbisogno previdenziale - per esempio l'allungamento dell'età lavorativa - mentre in tutti i dibattiti teorici (soprattutto le scuole liberali e liberiste) tendono a porre il problema della solidarietà intergenerazionale, noi qui creiamo un meccanismo - ed è per questo che la proposta tende a stralciare questa parte dal testo - che certamente aggraverà il carico e l'onere che subirà il fondo che alimenta i vitalizi dei Consiglieri regionali.
Questo è già un primo elemento che sconsiglierebbe - se ci fosse coerenza politica e ragionevolezza finanziaria - di percorrere una strada che certamente aggraverà la situazione, al di là dell'elemento di non correlazione con i fatti che stanno avvenendo: il dibattito; le linee di tendenza; quasi l'accusa ai lavoratori anziani di avere una responsabilità rispetto ai giovani, i quali non avranno una copertura previdenziale come loro, perché hanno dei lavori non continuativi. Si pensi che si vuole introdurre l'istituto del lavoro per chiamata, nel senso che verrà fatta una telefonata - e l'Assessore al lavoro Pichetto lo vedrà - e la persona sarà chiamata per una prestazione: addirittura per un periodo più spezzettato di quello delle collaborazioni coordinate e continuative, che sono l'oggetto della necessità di trovare una solidarietà infragenerazionale.
E' per questo motivo che "caricare" ulteriormente, con questo provvedimento che in qualche modo premia - perché è vero che si recupera con il versamento del 20% - è cosa che andrebbe discussa. Tra l'altro, se allegato a questo provvedimento ci fosse stato, almeno per la V legislatura, un quadro non dico nominativo ma almeno per anno di nascita dei Consiglieri regionali, noi avremmo avuto elementi di valutazione migliori.
Il collega Contu non dice una cosa impropria quando parla di indeterminatezza finanziaria di questa parte, perché è lasciata un po' al caso. Tra l'altro, è una richiesta che vale anche per altri provvedimenti cioè che siano sempre accompagnati da quei supporti tali da permetterci di fare delle valutazioni di merito.
Costava poco avere l'elenco dei Consiglieri dalla V legislatura, ma a questo punto lo chiederei dalla prima; un elenco non nominativo di tutti i Consiglieri regionali passati: compresi gli esistenti; saranno 130-140.
In questo modo si può fare una valutazione, anche a grandi linee perché comparando la data di nascita con le statistiche legate alla speranza di vita, si può fare una valutazione economica.
Un'altra critica che si può rivolgere a questo provvedimento è che non solo va contro la linea d'interpretazione generale, secondo cui si considera l'eletto nella Assemblea elettiva come riferimento unico ed esclusivo, ma va a premiare, in modo quasi umiliante, i "peones".
Ritengo sia necessario individuare un criterio, ad esempio in relazione ai voti, perché può succedere che chi ha ricevuto 150 preferenze, per una serie di circostanze, è stato eletto.
Quindi, è opportuno un criterio più congruo, altrimenti è un'umiliazione per coloro che, attraverso vari meccanismi, non hanno avuto incarichi, perché vengono ulteriormente sanzionati rispetto a chi era già stato premiato. Non sempre quei premi sono stati linearissimi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Volevo rassicurare il Consigliere Tapparo che, noi "peones", siamo una minoranza orgogliosa che non teme l'umiliazione.
Detto questo, secondo me - e la prego, signor Presidente, di prestarmi un minimo di attenzione - il comma 1 ter dimostra ampiamente la natura di questo provvedimento fatto per sanare e rispondere ad alcune domande, senza minimamente preoccuparsi di quale sia il sistema che viene disegnato per il futuro.
Le leggo testualmente il testo dell'1 ter: "La disposizione del comma 1 bis, si applica a domanda a tutti i Consiglieri in carica dalla V legislatura, previo pagamento, per i periodi corrispondenti agli ulteriori incarichi ricoperti...". Si preoccupa, cioè, solo di dire cosa capita per il passato, e non di dire cosa si fa per il futuro e, in questo quadro risolvere il problema eventualmente esistente per il passato.
Per il futuro cosa sarà? Ciascuno deciderà, di volta in volta, se c' prelievo contributivo o meno su quella domanda? Di solito non avviene così perché questa idea - un'idea contributiva scelta fior da fiore - sarebbe una primizia assoluta.
Normalmente si stabilisce una regola, che vale da oggi in poi, e poi si dice: per quanto riguarda il passato, si risolvono le situazioni preesistenti in questo modo. In questo comma non è iscritto come ci si comporterà in futuro. Non c'é nessuna parola che dica come agirà il sistema per il futuro. Semplicemente si dice il caso di quel Consigliere di quello e di quell'altro. Per il passato lo risolviamo in questo modo.
l'unica preoccupazione che ha mosso questa scrittura.
Davvero vi chiedo di leggerla e dirmi se c'é una previsione di come agirà il sistema per il futuro, di come il sistema delle cariche, diciamo così, lasciando perdere il merito della contestazione, verrà regolato: per tutti nello stesso modo o, invece, anche lì, ciascuno sceglierà, come all'inizio, quando qualcuno viene nominato Presidente di un Gruppo e decide e dichiara se vuole che gli sia fatta la trattenuta contributiva o no? O ci sarà un sistema che varrà per tutti? C'é un sistema nuovo? Qual è? Io, in questa formulazione, non lo vedo. Non c'è in questa formulazione. Perché non è una legge fatta per fare una legge che risponde ai problemi, che dia una struttura razionale e delle risposte conseguenti.
Per questo insisto. Questa è una legge sbagliata. Andare in questa direzione, vuol dire compromettere la cosa, è evidente che è così, ed è evidente che si tratta di questo. Perché dovete ostinarvi nella costruzione di un testo corporativo assurdo, privo di qualsiasi volontà che dovrebbe essere propria del legislatore? Lei, Presidente, che ci parla delle caratteristiche del Parlamento e di quest'Aula? Ma neanche nel Sindacato, che è una modesta associazione di categoria, si arriva a dei livelli come questo.
Per questo vi chiedo una risposta. Non me ne importa niente della quinta o della settima legislatura o della prima, sono questioni del tutto secondarie. Per il futuro, quali sono le regole su questo punto? O a nessuno preoccupa provare a definirle?



PRESIDENTE

Per il futuro, la materia é disciplinata dal comma precedente, cioè dall'1 bis, che è già stato trattato in precedenza.



MARCENARO Pietro

Ma scusi, posso chiedere se...



PRESIDENTE

Chiedo scusa Consigliere Marcenaro: lei può non essere d'accordo ma...



(Commenti del Consigliere Marcenaro fuori microfono)



PRESIDENTE

legittimo. Lei ha fatto una domanda e io mi sono sentito di risponderle dicendo che la situazione per il passato è regolamentata da questo comma, che è già stato esaminato, l'1 bis.



MARCENARO Pietro

No, non c'é per il futuro! Non c'é neanche per il presente!



PRESIDENTE

Per il presente, vuol dire per il futuro, perché le norme dispongono per l'avvenire normalmente.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Presidente e colleghi, innanzitutto parto dal ribadire la disponibilità della maggioranza ad accogliere - vedo che nel frattempo è stato formalizzato, nel senso che era già stato presentato in precedenza - un emendamento del Consigliere Tapparo, se non erro, che prevede che questo valga non solo dalla V legislatura, ma già dalla I legislatura, nel senso che sia esteso a tutti i Consiglieri e agli ex Consiglieri regionali affinché siano trattati nello stesso modo e valutati sullo stesso piano.
Credo che non sia utile fare il processo alle intenzioni o fare indagini per comprendere come mai fosse prevista la V legislatura. Non so se è perché magari ci sono autorevoli esponenti dell'Ufficio di Presidenza che siedono in questo Consiglio dalla V legislatura, piuttosto che il Gruppo di Forza Italia, alcuni Consiglieri o Assessori sono qui dalla V legislatura. Comunque il problema lo vedo superato a fronte dell'accoglimento di quell'emendamento che prevede la disponibilità dalla I legislatura, in modo che tutti siano stati posti sullo stesso piano.
Credo anche che questo sia in linea certamente con l'emendamento puntuale presentato dal collega Tapparo, ma anche con alcune richieste in questo senso che sono state avanzate da altri esponenti del centrosinistra e, se non ricordo male, quantomeno in termini dialettici, anche dal gruppo dei Democratici di Sinistra.
In merito alla norma finanziaria del progetto di legge - con questo intendo rispondere al collega Contu - rimanda la copertura di quanto previsto da questa norma in progetto al bilancio del Consiglio regionale.
chiaro che nel frattempo abbiamo approvato il bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2003 ed è altrettanto chiaro e logico che comunque il Consiglio regionale e l'Ufficio di Presidenza proporranno certamente qualora vi fosse la necessità, un assestamento. In quella fase, in forza della legge approvata, l'Ufficio di Presidenza puntualmente proporrà nell'assestamento di bilancio...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, la richiamo al tema dell'emendamento.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
In merito all'emendamento sulla I legislatura abbiamo già precisato.
Non è questione di passato o di futuro. Mi viene in mente una battuta: se vuoi un futuro sereno, guarda al passato.
Do atto della coerenza del Presidente Marcenaro e di un'opposizione che aveva già anticipato, quantomeno in un impianto complessivo, una forte critica a questa legge: la linea può essere a domanda oppure obbligatoria perché dal momento che è a domanda, è a domanda per il passato, per il presente e per il futuro.
Noi abbiamo un punto di vista e sosteniamo questa opportunità. Lei, il suo Gruppo e l'opposizione che si oppone a questo provvedimento ne ha un altro, che rispettiamo.



(Commenti in aula fuori microfono)



CATTANEO Valerio

O quello di toglierlo, ma non l'abbiamo ancora sentito. Mi sembra però, che non sia questo in discussione, perché c'era quell'ordine del giorno dove anche il suo Gruppo ha contribuito a redigerlo e a votarlo.
Quell'ordine del giorno ottenne 40 voti su 41 votanti. Oppure abbiamo idee diverse, e noi sosteniamo questa. Tutto qua.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Pongo in votazione...



MARCENARO Pietro

No, un momento, Presidente, perché...



PRESIDENTE

No, no, no, le chiedo scusa Consigliere Marcenaro, ma eravamo già in dichiarazione di voto. Glielo assicuro, perché il Consigliere Tapparo è intervenuto nel merito e lo ha fatto successivamente anche per dichiarazione di voto. Glielo confermo, Consigliere Marcenaro. Siamo in votazione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.71.
Il Consiglio non approva.
1.72) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 ter sostituire la parola "disposizione" con la parola "collocazione".
Tale emendamento è inammissibile, perché il testo emendato diventerebbe "La collocazione del comma 1 bis, si applica a domanda" e risulterebbe privo di senso.
Per gli stessi motivi, dichiaro inammissibili i seguenti emendamenti: 1.73) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 ter sostituire la parola "disposizione" con la parola "sistemazione".
1.74) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 ter sostituire la parola "disposizione" con la parola "composizione".
1.75) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 ter sostituire la parola "disposizione" con la parola "distribuzione".
1.76) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 ter sostituire la parola "disposizione" con la parola "norma".
1.77) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 ter sostituire la parola "disposizione" con la parola "regola".
1.78) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto 1 ter sostituire la parola "disposizione" con la parola "normativa".
Tali emendamenti sono privi di portata normativa.
La parola al Consigliere Contu. E' un intervento di carattere procedurale, pertanto ha due minuti.



CONTU Mario

Presidente, questa discussione è già stata fatta prima; vorrei contestare gli ultimi tre punti che ha toccato, quelli sull'inammissibilità.
Vorrei, Presidente, che lei mi indicasse i numeri...



PRESIDENTE

Il tempo a sua disposizione si sta esaurendo, Consigliere Contu.



CONTU Mario

Sto aspettando che lei mi dica qual è il numero che ha reso inammissibile...



PRESIDENTE

Gliel'ho già detto: sono i numeri 1.76, 1.77 e 1.78.



CONTU Mario

Adesso li recupero e mi permetta di contestare queste interpretazioni Presidente.



PRESIDENTE

Ha due minuti di tempo e li sta esaurendo, Consigliere Contu, abbia pazienza!



CONTU Mario

Lei mi ha detto: il numero 1.76...



PRESIDENTE

Sono i numeri 1.76, 1.77 e 1.78; stiamo esaminando degli emendamenti in sequenza e le ho motivato perché sono inammissibili. Consigliere, lei ha due minuti a disposizione ed è una gentile concessione. Se li esaurisce in questo modo, deve avere pazienza!



CONTU Mario

Presidente, lei deve spiegare la ratio secondo la quale la norma del comma precedente non è coerente rispetto alla disposizione. Questo lei non l'ha spiegato...



PRESIDENTE

La ringrazio dell'intervento. A scanso di equivoco, glielo rispiego.
Dire "norma" al posto di "disposizione", o dire "regola" al posto di "disposizione", o dire "normativa" al posto di "disposizione", non cambia nulla nel testo, quindi è privo di reale portata normativa. Non le do più la parola e la ringrazio.



(Il Consigliere Contu chiede la parola sull'ordine dei lavori)



PRESIDENTE

Non le do più la parola, ha già parlato sull'ordine dei lavori. Mi lasci andare avanti! Se crede, interloquirà su altre decisioni.



(Proteste da parte del Consigliere Contu)



PRESIDENTE

Avrà tempo di parlare! Non le do la parola su questo e la prego! 1.79) Emendamento presentato dal Consiglieri e Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 1, comma 4, punto ter, sostituire la parola "applica", con la parola "attribuisce".
Consigliere Contu, leggiamo insieme l'articolo: "Art. 1, comma 4, punto ter. La disposizione del comma 1 bis si attribuisce a domanda". E' privo di senso e tecnicamente scorretto, oltre che privo di reale portata normativa.
Per questo motivo, l'emendamento è inammissibile.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, riconosco l'inammissibilità di quest'ultimo emendamento. La prego, però, di fare uno sforzo ed indicarmi - ma sia preciso, per favore qual è la norma del Regolamento in virtù della quale lei ritiene che un sinonimo letterale non possa essere applicato.
La prego, Presidente, sia preciso: indichi la norma regolamentare dopodiché ci sono delle situazioni nelle quali l'applicazione di un sinonimo può non dare senso, e allora è illegittimo, però per favore, non si allarghi troppo e mi indichi la norma regolamentare che le attribuisce il potere di rendere inammissibile l'uso di un sinonimo che possa precisare meglio il testo.



PRESIDENTE

E' il principio per il quale gli emendamenti sono privi di una reale portata normativa, oltre che incomprensibili, e questi sono privi di portata normativa (la prima parte e l'ultimo che ho citato).
Sugli altri emendamenti privi di portata normativa le ho già risposto però non mi sottraggo dicendole che è una prassi consolidata in tutte le Assemblee parlamentari, quella di dichiararli inammissibili.
Il fatto che i suoi emendamenti siano privi di portata normativa, l'ho giudicato io.
Proseguiamo con l'emendamento successivo.
1.80) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro e Manica: all'art. 1, comma 4, punto 1 ter, eliminare le parole "a domanda".
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Sono intervenuto sull'emendamento del Presidente, quello che chiedeva l'eliminazione del comma 1 ter, e approfitto di questa possibilità per riproporre una questione alla quale il Presidente ha dato, nel suo breve commento dopo il mio intervento, una risposta che considero un onoris post.
Anch'io ho visto, al punto 1 bis del comma 4, che viene definita la possibilità di chiedere (e lei dice che questa è l'indicazione per il presente e per il futuro).
Anche in quest'ambito, vorrei sapere se c'è lo spazio per una riflessione razionale, naturalmente. Le chiedo, Presidente, se lei conosce (o se gli Uffici conoscono) un solo sistema contributivo nel quale il dipendente o il soggetto interessato possano scegliere che una parte della propria retribuzione sia o meno soggetta a contribuzione.
Una cosa è che questo principio sia applicato per il passato, quando si tratta di sapere come dei soggetti vogliano recuperare dei diritti scambiando beni diversi (si integrano dei contributi per il passato, per avere una retribuzione per il futuro).
Ma in nessun caso, in natura, in società e in nessuna norma - vi chiedo veramente di citarmene uno - esiste una situazione in cui venga stabilito che, per il presente o per il futuro, il soggetto decide se una parte della retribuzione sia o meno soggetta a contribuzione.
Lo sbocco della tesi che state sostenendo dovrebbe essere razionalmente questo: da oggi in poi, tutte le indennità di carica fanno parte della retribuzione pensionabile - scusate l'imprecisione - che va a formare l'indennità finale e pertanto sono tutte soggette a contribuzione.
Questo, da oggi in poi. Per il passato, si apre una facoltà: chi vuole lo può fare, chi non vuole, può non farlo, come una specie di finestra per sanare situazioni pregresse. E' l'unica cosa che stia in piedi dal punto di vista normativo e giuridico, in qualsiasi sistema. Come fate a sostenere che si può costruire un sistema di questo tipo, col fatto che le persone scelgono? Se è così, lo si dovrebbe fare anche per la retribuzione complessiva: scegliamo se è sottoposta o meno a contribuzione. Sapete che non è possibile farlo, perché l'indennità è sottoposta a contribuzione e non si può scegliere.
Così com'è formulato, dunque, è un errore serio. Scrivete un provvedimento in un modo che può essere inficiato, non ha consistenza e non ha basi di legittimità reale. Questo dimostra, secondo me, con quale spirito sia stato scritto questo testo, non guardando in avanti a una Legislatura da perfezionare e migliorare e preoccupandosi di come si risolvono eventualmente i premi lasciati indietro.
Vi chiedo di riscrivere il testo. Come fate a non rendervi conto di una cosa del genere. Chi di voi può pensare che per il futuro si può decidere quale parte della retribuzione è soggetta a contribuzione e quale no. Avete in mente una cosa del genere o si lascia che le cose vadano avanti per poi essere recuperate a posteriori con un procedimento di ennesima sanatoria? Chiedo che qualcuno mi spieghi come avverrà questa cosa a partire da domani. Chi è che firma? Il Presidente di Commissione da domani può firmare per avere o non avere i contributi? Come si fa da domani a regolare questa situazione? Si lascia che le cose vadano avanti, ma poi bisognerà fare una sanatoria fra un anno? Vorrei che prendeste in considerazione questo problema. Per questo motivo, a domanda, è un assurdo. Presidente, ho formulato in un modo sbagliato questo emendamento rispetto allo scopo che mi propongo, ma non voglio mettere in discussione il passato. Sul passato, per il fatto che sia a domanda, è evidente che ha una base di legittimità. Voglio evidenziare un problema.
Quando si hanno i voti dalla propria parte si può sostenere tutto anche che l'Italia sia un Paese africano, ma non basta una maggioranza per stabilire che l'Italia è un Paese africano. In quest'Aula state facendo una cosa del genere, scrivete una cosa che non ha basi e verità. Non pu esistere nessuna maggioranza, secondo me, soprattutto se ha un po' di sale in zucca, che possa compiere delle scelte che non stanno né in cielo né in terra. Provate a rivedere e rileggere il testo e ve ne renderete conto.



PRESIDENTE

La ringrazio per l'illustrazione.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Già questa mattina, ragionando complessivamente sull'art. 1, ho tentato di sollecitare l'attenzione dell'Aula sulla natura dell'istituto che stiamo andando a disciplinare. Se posso esemplificare in modo apparentemente retorico, il vitalizio è un istituto per il quale il popolo, attraverso la propria istituzione, decide di gratificare i propri rappresentanti o determinate categorie di persone con un trattamento economico successivo all'esercizio del mandato o del tutto slegato dall'esercizio di mandati istituzionali. Il vitalizio rappresenta una cosa del genere. Il vitalizio non è una assicurazione a fine previdenziale e non è un fondo pensione chiuso. È una forma di gratificazione economica riconosciuta per ragioni di status, che si può considerare legittima o non legittima, che non ha nessuna relazione di carattere economico e finanziario con i livelli di contribuzione che vengono richiesti ai rappresentanti del popolo per assicurare la copertura finanziaria dei trattamenti economici con cui il popolo decide di gratificare i propri rappresentanti. Trattare per una quota relativa alle indennità aggiuntive il nostro fondo vitalizio come se fosse un fondo pensione chiuso o una assicurazione previdenziale modifica la stessa natura dell'istituto. In teoria, ma non è affatto una teoria per chi ha presente la Legge Bacchelli, a un vitalizio non corrisponde una contribuzione. Non è che Bacchelli aveva versato qualcosa e ha ricevuto un vitalizio. Il vitalizio è corrisposto - scusate la retorica - dal popolo quindi è corrisposto complessivamente dalla fiscalità generale; poi, questa Assemblea prudentemente sceglie di coprire una parte pressoché irrisoria dei costi del fondo per i vitalizi che, mi pare, in questa fase sia intorno ad un terzo, con forme di contribuzione diretta da parte dei Consiglieri regionali. Già oggi, a differenza di tutti i cittadini italiani che dalla Riforma Dini in poi non avevano i diciotto anni di contribuzione obbligatoria, noi siamo quelli che riceviamo un vitalizio che non ha nessuna relazione - ripeto, anche per il relatore - con quello che abbiamo versato, ma unicamente una relazione con l'indennità di carica percepita dai Consiglieri regionale nel momento in cui ciascuno di noi, ovviamente se tutti quanti decideremo, percepirà il vitalizio.
Mi rivolgo al Consigliere Gallarini: il vitalizio è parametrato per il Consigliere Palma, posto che il Consigliere Palma percepirà a sessant'anni il vitalizio, a quando il Consigliere X, in carica nel momento in cui il Consigliere Palma percepirà il vitalizio, percepirà come indennità di carica. Questo è attualmente il meccanismo ed è un meccanismo che voi non avete nessuna intenzione di modificare.
Se voi non avete intenzione di modificare questa materia per quale ragione per una quota aggiuntiva di indennità relativa a funzioni interne ritenete che questo sistema, che non ha relazione fra vitalizio e contribuzione, possa avere una qualche relazione, ovviamente priva di qualunque significato economico, con la contribuzione aggiuntiva relativa alla indennità aggiuntiva? Esiste un problema di istituto e di sistema che non potete sottovalutare pensando che il problema di principio, che dovete tenere presente, sia solo relativo alla remunerazione aggiuntiva dell'indennità.
Termino il mio intervento con un'ultima considerazione. Più volte alcuni di noi, l'opposizione vi ha suggerito di utilizzare anche per l'istituto dei vitalizi, ossia lo stesso principio che avete scelto di utilizzare sulla materia delle indennità, cioè una misura di delega all'Ufficio di Presidenza con la fissazione di una serie di criteri che non sia unicamente di massimali economici ma di criteri di natura normativa demandando all'Ufficio di Presidenza il riordino di questa materia.
State molto attenti, perché se voi forzate fino alla votazione dell'art. 1 - il Presidente lo confermerà - indietro non si torna. Se votate l'art. 1 e scegliete di fare un articolo di questa natura, con nome e cognome di fianco a ciascun comma, dopo non possiamo disporre l'atto di delega all'Ufficio di Presidenza, perché non decidiamo più nulla e andiamo avanti su questa linea, tendenzialmente trascinando anche la materia delle indennità inevitabilmente su questa linea. A fronte di un provvedimento che non è più un provvedimento di delega difficilmente potranno essere considerarti inammissibili gli emendamenti che tenderanno a fissare la natura e la portata delle corresponsioni economiche.



PRESIDENTE

La parola a Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, vorrei fare notare anche un'altra perla di elaborazione un po' frettolosa: "La domanda non può non riguardare tutti gli incarichi".
Praticamente è un self-service. Immaginiamo chi ha ricoperto la carica di Presidente, Vicepresidente, Assessore, Presidente dell'assemblea Segretario, Presidente di Commissione Speciale. Non riesco a capire in che modo l'elaborazione "la domanda non può riguardare tutti gli incarichi" pu essere introdotta. Non so in che modo è avvenuta l'ispirazione, ma sarebbe interessante vedere la formazione delle decisioni perché se se ne capisca la natura, le virtù e i vizi. Ma questo si salda all'anomalia di lasciare a domanda, la possibilità di usufruire del beneficio.
A me interessa il riferimento che viene fatto alla V legislatura anch'esso improprio. Se vogliamo lavorare con un valore generale, con una organicità generale, non si capisce perché dobbiamo stabilire un periodo per il quale valgono i benefici qui indicati e per altri non viene data l'opportunità di attingere a questo beneficio. E' giusto cogliere l'emendamento presentato per togliere il riferimento alla domanda.
Il Consigliere Gallarini oltre ad essere relatore della legge è anche persona di lunga esperienza in questa assemblea potrà, quindi, spiegare molte cose che a me sfuggono (devo scusarmi per non aver partecipato ai lavori di Commissione, forse questi mi avrebbero fatto capire molte cose).
E' un'altra dimostrazioni di una elaborazione, non voglio dire frettolosa, ma se non avesse passato il vaglio di queste ore (e queste ore sono frutto anche di una presenza per uno scontro politico), una materia così delicata, sarebbe "uscita" in fretta. Credo che i Consiglieri abbiano già indicato gli elementi che possono mettere in difficoltà il funzionamento di lungo periodo di questa normativa.
Abbiamo visto i casi precedenti di discussione, adesso ci troviamo dinnanzi ad un fatto che balza agli occhi, e che probabilmente potrà anche venire accolto, spero, perché se la motivazione è forte e convincente, io sono laico, mi inchino ad una dimostrazione forte e convincente. Siamo arrivati a metà del periodo relativo all'art. 1, abbiamo preso atto di aver dovuto fare enne interventi - alcuni accolti altri no - prendiamo il coraggio a due mani, proseguiamo la nostra battaglia su altri punti prendiamo il modulo, lo portiamo all'esterno e poi o lo trattiamo nello specifico, oppure, secondo una mia proposta, lo trattiamo all'interno di un quadro di riforma complessiva del nostro sistema di vitalizio.
Personalmente, suggerirei questa seconda strada. Avevo proposto di costituire una Commissione che, in un tempo ragionevolmente breve, potesse verificando anche l'esperienza di altre Regioni alcune delle quali hanno fatto una riforma profonda e innovativa, presentare all'Assemblea una elaborazione che, recuperando questa parte che, come ho detto andrebbe scorporata, potrebbe essere l'oggetto di una trattazione complessiva.
Raccomando i Consiglieri di accogliere l'emendamento, perché potrebbe essere il segnale definitivo della necessità di scorporare questo articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Insisto molto su un aspetto. Prima il Presidente mi ha interrotto e non mi ha consentito di poter meglio esplicitare i limiti della legge.
Il Presidente ha fatto curare dagli uffici un opuscolo "Il vocabolario del Consigliere", siccome su questa materia interloquiva il Consigliere Cattaneo, abbiamo la questione di come collocare le leggi, rispetto alla norma finanziaria. Per me questa norma è legge.
Richiamo al dovere di vigilanza l'Ufficio di Presidenza e al dovere di vigilanza del Presidente. Nel "vocabolario del Consigliere" si legge: "Il progetto di legge è un testo normativo redatto in articoli, preceduto da una relazione illustrativa dei proponenti, titolari del diritti di iniziativa legislativa e proposto all'approvazione del Consiglio regionale.
I progetti di legge che prevedono nuovi e maggiori spese" ed è questo il nostro caso "ovvero diminuzioni di entrate"...



PRESIDENTE

Scusi Consigliere Contu, la richiamo al tema. La disposizione finanziaria è all'art. 5, quindi ha tutto il tempo per parlarne all'art. 5 e io le risponder



CONTU Mario

Sto argomentando l'emendamento. Il portato dell'emendamento ha incidenza sicuramente sulla norma finanziaria. Non si può non argomentare un emendamento senza tener conto anche degli elementi di contorno.
Il testo recita: "Peraltro, i progetti di legge, dovranno essere corredati da una relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri recati e sulle relative coperture, come previsto dall'art. 26, comma 2 della legge di contabilità regionale n. 7 del 2001".
Poiché stiamo discutendo di un testo normativo, poiché stiamo discutendo di un emendamento che inciderà pesantemente sul testo normativo è evidente che dobbiamo ragionare e verificare se la proposta di legge presentata dal Consigliere Gallarini sia ammissibile o meno. Più volte il Presidente Cota ha segnalato ai Presidenti di commissione l' inammissibilità di alcune proposte di legge perché non corredate da una relazione tecnica: non comprendo come mai questo provvedimento sia arrivato in aula senza essere assolutamente accompagnato da una relazione tecnica.
Con la relazione tecnica si da indicazione di una ipotesi di spesa, io avevo capito così. Da adesso in avanti, questo atto su un provvedimento che ci riguarda personalmente, è in palese violazione delle norme di riferimento. Non si possono prendere due pesi e due misure a seconda di che cosa discutiamo. Questa è la mia preoccupazione. Non aggiungiamo inequità ad inequità. Questo è un provvedimento ad hoc, che riguarda l'assemblea legislativa, riguarda la vita finanziaria. Avere, in modo così poco rispettoso della legge, portato all'attenzione dell'aula un progetto di legge non accompagnato dalla relazione tecnica: lo considero un atto gravissimo, che lascio come elemento di traccia di questa contestazione. La contestazione - e la preciso per il verbale - è che questa proposta di legge non poteva e non può essere sottoposta al voto dell'aula, perch priva della relazione tecnica prevista ai sensi dell'art. 26, comma 2 della legge regionale n. 7/2001.



PRESIDENTE

Do la parola al relatore Gallarini, perché esprima il suo parere ed eventualmente argomenti sulle risultanze del dibattito. Prego.



GALLARINI Pierluigi

Argomentare è abbastanza difficile, perché non sono un tecnico. La proposta non è accoglibile. In merito alle osservazioni del Consigliere Contu, che dice che non esiste un parere finanziario sull'impegno di spesa ovviamente il parere in I Commissione quando fu licenziato il provvedimento... La relazione c'è, è sintetica ma l'abbiamo letta. Ripeto: la relazione tecnica c'è, era breve, mezza paginetta, io l'ho anche integrata con delle considerazioni non scritte, comunque è stata fatta.
Questo è tutto quello che riesco a dire; mi scuso per non essere in grado di entrare maggiormente dal punto di vista tecnico nelle argomentazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per dichiarazione di voto.



MARCENARO Pietro

Naturalmente sono capace di prendere atto di una maggioranza che rifiuta di dare risposte; che addirittura un uomo come Pierluigi Gallarini uomo attento ai contenuti e al merito su un punto come questo, non riesca a dire una parola di interlocuzione sui contenuti e sui problemi effettivi che si sono cercati di porre nel corso di questa discussione è un fatto piuttosto desolante e deprimente. Il fatto resta; continuo a dire che con una maggioranza numerica si può votare quasi tutto, però questo è un punto rilevante.
Svolgo semplicemente una considerazione politica, riprendendo le cose che ha detto il Consigliere Palma. Ci riflettano i Consiglieri della maggioranza, perché se pensano di andare avanti su questa strada e se si passa quel confine che è segnato in qualche modo dall'approvazione dell'art. 1, senza cercare un'altra via e un'altra soluzione, si entra in una fase nella quale poi le possibilità di trovare una strada mi paiono...
E' vero che non bisogna mai dire mai, ma si avvicinano allo zero, e l'unica possibilità diventa "passa o non passa", in un braccio di ferro che a quel punto, secondo me, non consentirà più consentirà molto difficilmente la ricerca di vie di uscita che tengano aperte una strada di confronto e di dialogo.
Questa, almeno, è la mia impressione, e lo dico su questa base, perch nonostante quella brutta lingua di Burzi, che viene qui a fare cose invereconde per le quali meriterebbe ben più che un richiamo dal Presidente....



(Commenti in aula)



MARCENARO Pietro

Come vedete, per fortuna, tra di noi c'è anche un clima in cui ci ascoltiamo. Sono comunque profondamente convinto di quello che dico, perch se di fronte a rilievi come quello che ho fatto prima, sul quale appunto non ho sentito nessuna contestazione, di quali tutti si rendono conto, fate finta di niente, andate avanti anche se vi diciamo che è un provvedimento improponibile nella sua logica, nella sua intima contraddittorietà, secondo me si va in una strada... Se posso osare - e non assuma questo tono un'aria di sfida - dico che, se si entra nella logica "o così ...o tutto o niente... o passa o non passa", il provvedimento non passerà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo per dichiarare, vista la specificità dell'emendamento, un voto favorevole, che contrasta con una dichiarazione di voto che avevo fatto sull'insieme della tematica legata a questo articolo. Nello stesso tempo, devo constatare amaramente - mi sono dovuto assentare poco più di un'ora - che purtroppo quest'ora non è servita a modificare nulla. Mi auguravo che, rientrando, alcune cose fossero cambiate e che fosse cominciata un'operazione finalizzata ad affrontare in modo diverso il tema.
In questa seduta, a partire da questa mattina, ci siamo trovati di fronte ad un atteggiamento un po' strano, perché da parte dei Gruppi di minoranza sono giunti più segnali di disponibilità ad affrontare l'argomento e ad intervenire nel merito, superando il blocco del niente tuttavia, come diceva il Consigliere Marcenaro prima di me, se si vuole tutto e di più, diventa inevitabile un'ulteriore drammatizzazione dello "scontro" (anche se, tutto sommato, questo aspetto non merita la nostra discussione).
Segnalo però un elemento. Io non so perché il Presidente del Consiglio non è presente, probabilmente avrà le sue ottime ragioni per essere assente (non sto parlando del Presidente Ghigo, ma sto parlando del Presidente del Consiglio che dovrebbe gestire questa assemblea); il Presidente del Consiglio che è stato attivo ad esempio nel suggerire di fare anche una seduta notturna, oggi, durante i lavori non c'è, non lo vediamo. Data la particolare natura della discussione, mi sembra un atteggiamento... Non parlo di te, tu ci sei, qualcuno presiede. Il Presidente invece è presente in alcuni momenti, determinando magari delle scelte che creano ulteriore elemento di scontro, e poi si assenta per lunghe fasi di questa discussione che invece, a mio avviso, dovrebbero vederlo molto più attivo e partecipe anche sensibile nel cogliere elementi di novità che possono sorgere nel corso dell'assemblea e intervenire.
Trovarci di fronte ad un sostenitore delle posizioni della maggioranza abbastanza deciso, protervo da questo punto di vista, mentre quando presiede fa semplicemente il notaio delle discussioni e non ascolta, non cerca di avere un'azione propositiva nella discussione stessa, credo sia un ulteriore elemento di demerito che vorrei segnalare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Dalla discussione emerge come un punto, apparentemente piccolo possieda delle implicazioni notevoli, in quanto il meccanismo presenta caratteri differenziati nella proiezione per il futuro e per il passato.
Mentre per il futuro potremmo regolare rigidamente il meccanismo di funzionamento, per il passato ci troviamo dinnanzi a soggetti che possono o non vogliono, impegnare risorse proprie per compiere questa operazione.
Una volta che con questa operazione si sono acquisite, per via del recupero previsto con il 20%, delle risorse, improvvisamente si forma, nel nostro fondo, un gradino di erogazione, ossia una crescita repentina.
Sono stati fatti calcoli, simulazioni o valutazioni? Da un intervento apparentemente minore emerge la delicatezza della materia, non facilmente dominabile senza un particolare lavoro. Faccio un esempio.
L'incremento determinato dal vitalizio può essere regolato con una forma diversa, ad esempio con un sistema contributivo? O con un rendiconto analogo a quello delle pensioni INPS? Innanzitutto, stabiliamo di avere un sistema che forma il nostro vitalizio e poi parliamo di una quota aggiuntiva per coloro che hanno avuto altri incarichi. Dato che incominciamo da zero (non abbiamo l'onere di un passato), possiamo dire: "Va bene, allora per il futuro, tutti questi incrementi sono determinati con un sistema contributivo, che è un rendimento analogo a quello della pensione pubblica".
In effetti, non esiste la parte di proiezione per il futuro (o perlomeno mi è sfuggito). Nella norma non é chiaramente delineato. Si parla per il passato, con tutti i propri limiti, ma si tace sul futuro.
Allora come possiamo agire? E' giusta una soluzione così netta: togliere "a domanda" e renderlo valido per tutti? Potremmo trovarci di fronte ad un primo ostacolo, perché potrebbe delinearsi una situazione di indigenza di un Consigliere che non sia in grado, nemmeno facendosi prestare i quattrini, di compiere l'operazione; oppure non ha voglia di farla; oppure ha un'età così elevata che non ha voglia di mettersi ad operare in questo senso.
Sicuramente, eliminare "a domanda", semplifica e rende giustizia, nel senso che coinvolge tutti, però, dato che si dovranno impegnare soldi nell'operazione, è chiaro che quest'ultima potrebbe anche non reggersi perché sembrerebbe quasi che, in forma coattiva, gli dobbiamo prendere automaticamente, il 20%. Lasciando "a domanda", invece, si determinerebbe un meccanismo perverso, mancando un pezzo di proiezione in avanti. E' un elemento che dovrebbe indurci a dire: "Questo è un passaggio di una complicatezza notevole; occorre trovare un meccanismo che ci permetta di funzionare bene e di vedere la proiezione futura di questo tipo di apertura".
Non vale la pena, anche per questa ragione, avere il coraggio di estrapolare l'art. 1 dal contesto e proseguire poi nel nostro scontro politico legittimo?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro sull'ordine dei lavori.



MARCENARO Pietro

Chiederei, se possibile, di sospendere la seduta per pochi minuti prima di passare alla votazione, anche per permettere, alla riunione di maggioranza che è in corso, di finire senza che debbano ritornare immediatamente a votare.



PRESIDENTE

Va bene. Sospendiamo per 10 minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 18,38 riprende alle ore 18,48)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che il Consigliere Marcenaro ha ritirato l'emendamento n. 1.80).
1.81) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 1, comma 4, sostituire "dalla V legislatura" con "dalla I legislatura".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Abbiamo girato parecchio attorno a questo punto, ora voglio spiegare bene il senso. Non è solo togliere la parola "V" e andare all'inizio delle legislature, significa rimuovere un'elaborazione che ha determinato una frattura inaccettabile che mina alla stessa funzionalità della norma.
Perché non è ozioso avere un quadro del fenomeno? Non sarebbe forse stato utile? L'ho invocato ieri: stiamo lavorando su circa 160 nomi (forse la dott.ssa Rovero ha la percezione esatta del numero dei Consiglieri, tra presenti e passati) e penso che siano ricavabili in automatico, per avere un quadro che ci avrebbe permesso di capire meglio gli esiti. Supponiamo che io faccia una proposta e che questa venga accolta: ne comprendiamo gli effetti? Ne conosciamo gli esiti? La mia scelta ha un carattere induttivo è un po' intuitiva e può anche darsi che, domani, nel funzionamento di questo meccanismo, venga accusata come una proposta che ha "scassato" l'armonia.
Sono anche un po' imbarazzato, perché, da un lato, mi fa piacere che un minimo di dialettica si determini anche nei momenti peggiori di questo scontro; dall'altro lato, però, mi pare di non avere una certezza. Il collega Contu si è prenotato per intervenire e spero che mi possa illuminare; lo stesso contributo lo può dare il Consigliere Gallarini, che ha un po' di memoria storica. Mi possono aiutare a capire se, con questa operazione, diamo una maggiore armonia alla norma, oppure togliamo un meccanismo che poteva apparire ingiustificato o, ancora, se apriamo lo spazio a un'altra forma di malfunzionamento.
Forse non sarebbe stato risolutivo, ma avrebbe aiutato di più conoscere l'effetto che poteva avere.
Collega Riba, siamo migliorati notevolmente nel procedimento legislativo, come arricchimento di materiali, ma dobbiamo curare maggiormente il sostegno agli amministratori e ai Consiglieri che devono assumere delle decisioni. In questo caso, si trattava di un documento presente negli allegati. Pertanto erano lavori di arricchimento e di documentazione che si sarebbero potuti svolgere.
Oggi ci troviamo in questa situazione e - lo dico a futura memoria degli studiosi -devo dire che è nata anche da una mia intuizione di carattere induttivo. Io non sono in grado di suffragarla da contenuti quantitativi, perché non ho elementi per poterlo fare; faccio un po' una valutazione a memoria. Io sono arrivato alla terza legislatura, quindi mi rendo conto di quello che può esserci stato nel passato, e credo che questa soluzione possa essere migliore rispetto alla precedente. Non è la migliore, perché, per farla bene - ripeto - dovremmo affrontare questa materia con un altro approccio ed un'altra serietà.
Sono disposto a sottoscrivere la mia disponibilità ad un lavoro mirato.
Possiamo anche darci un tempo certo, collega Cattaneo, magari stabilire quattro mesi, ma deve essere fatta una rivisitazione profonda di tutto l'impianto che sorregge il vitalizio, con queste aggiunte. Non mi sottraggo, ma fatto così è una cosa molto rischiosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, intervengo su questo emendamento perché è evidente che quando si affronta un provvedimento così ostico, gli emendamenti - io ne ho preparato uno su questo argomento e mi riservo di discuterlo - rischiano di vanificare le intenzioni dei proponenti o rischiano di applicare norme estensive che non hanno quel supporto istruttorio, di cui parlava il Consigliere Tapparo, che ci consenta di capire di cosa stiamo parlando, se stiamo parlando di un beneficio esigibile, di 100 o 200 Consiglieri che accederebbero a questa proposta.
Considero incredibile affrontare una materia di questa portata, senza quel minimo d'indagine istruttoria che permetta di quantificare il quadro dei possibili beneficiari. Diversamente, diventa un puro esercizio dialettico, legislativo, privo di conseguenze pratiche significative, che si fa solo per contrastare un provvedimento iniquo o limitato temporalmente, riguardante una legislatura e non un'altra.
Mi riservo di discutere in seguito la proposta che limita questo beneficio ai Consiglieri della VII legislatura. Vorrei discuterla, vorrei argomentarla e, successivamente, vorrei provare a capire se quella è la strada giusta. Per fare questo, però, bisogna avere degli interlocutori, ma qui gli interlocutori non ci sono. I proponenti sfuggono al confronto su questioni così delicate.
Noi ne poniamo una: bisogna quantificare il problema. L'emendamento che limita il beneficio ai Consiglieri della VII legislatura è certamente provocatorio. Si fa un ragionamento molto semplice: "Stiamo emanando una legge ad hoc, quindi emaniamola solo per noi". Ma su questo mi riservo di riferire in seguito. In questo caso, c'é l'esatto opposto: perché limitarlo alla V legislatura? Si estenda questo beneficio a tutte le legislature! Leggo una legge di un'altra Regione: "Assegno vitalizio mensile compete ai Consiglieri cessati dal mandato che abbiano compiuto il sessantesimo anno di età e abbiano corrisposto il contributo di cui all'art. 3, per un periodo di almeno 5 anni di mandato svolto nel Consiglio regionale, e che abbiano esercitato la facoltà di cui all'art. 16". Mi pare che noi abbiamo superato questa legge - non vorrei sbagliare - portando il termine a 30 mesi. Se dovessimo raccogliere l'invito e la raccomandazione dei Presidenti dei Consigli regionali, dovremmo lavorare nella direzione di uniformare.
Non prendiamoci in giro su questo! Cerchiamo di assumere un riferimento preciso sulle norme che riguardano le altre Regioni; cerchiamo realmente di percorrere quella strada! Probabilmente ci sarà bisogno di un periodo istruttorio, ma lo si faccia! Ho portato alcuni esempi: con una legge di 32 articoli, si norma tutta la materia.
Ma ce n'è una ancora più simpatica, quella del Friuli-Venezia Giulia e poi potremmo vederli in seguito.
Però, Presidente, invito il Consigliere Tapparo - non so se sia ancora in aula - a ritirare quell'emendamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
In merito all'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo, che prevede l'estensione sin dalla I legislatura, avevamo già precisato nell'intervento precedente, anzi, se non ricordo male, in occasione del penultimo emendamento prima della votazione.
Di fatto, in alternativa alla V legislatura prevista dal testo originario, si erano prospettate due scelte: quella di riservare solo a questa legislatura l'applicazione di quelle disposizioni, che ha una sua logica ed è coerente anche con una politica di opposizione che è stata posta in atto da Rifondazione Comunista di guardare al futuro, e quella di estendere tali disposizioni a tutta la storia della Regione, dalla I legislatura, dal 1970, per evitare che l'originaria scelta di applicazione a partire dalla V legislatura desse adito ad un'interpretazione che consideri la norma ad hoc per quell'ex Consigliere o per quell'altro che siede ancora in questa assemblea.
Noi abbiamo scelto - si tratta quindi di una scelta politica - di accettare questo emendamento perché è in linea con alcune osservazioni che, come ripeto per la seconda volta, sono state poste in essere nel dibattito generale dal centrosinistra e da alcuni Consiglieri del Gruppo Democratici di Sinistra.
Crediamo, quindi, che l'emendamento possa ricevere il voto positivo dell'intera maggioranza, con un parere favorevole dei proponenti il provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Non parteciperò alla votazione di questo emendamento.
Anch'io ritengo che il proponente debba riflettere prima di porre in votazione tale emendamento, perché è vero che la proposta originaria contiene un elemento discriminatorio per alcuni, perché fatto ad personam però quello che introduce è un privilegio e io sono contrario a generalizzarlo.
Questo provvedimento, seppur di impatto minore, ricorda provvedimenti che vengono discussi anche alla Camera, che sono fatti "sulle persone" e su conflitti di interessi, come la legge Cirami. Si tratta di provvedimenti fatti ad personam per rispondere a sollecitazioni e ad interessi personali.
Indubbiamente questo ha una valenza minore; non ha certamente la valenza della legge sul conflitto di interessi fatta per tutelare qualcuno e non ha certamente il tenore della legge Cirami, presentata per tutelare qualcun altro (tal Previti).
Il provvedimento in questione è meno grave e le persone coinvolte sono anche meno significative. Però la caratteristica è la medesima, quella di una legislazione mirata a se stessi.
Durante il dibattito generale sugli articoli avevo sottolineato un aspetto. Avevo rilevato che con questa legislazione, applicando questo provvedimento, si introduce un meccanismo per cui ognuno guarda la propria situazione. Non è detto che i nostri successori non proseguano nella stessa direzione, avendo avuto dei pessimi esempi da noi.
Questo si è già verificato, perché dalla proposta di legge iniziale in particolare fatta, per questi aspetti, non tanto dal collega Mercurio ma per il collega Mercurio - si è arrivati già a questa generalizzazione perché in particolare al punto 4) si è cominciato a dire: "Qui ci posso mettere qualcosa anche di mio. Io sono stato presidente di Commissione: perché non comprendiamo anche i Presidenti di Commissione?" e allora si risponde: "Perché solo i Presidenti di Commissione? Comprendiamo tutti gli incarichi". E così si è già instaurato questo meccanismo, per cui se si crea una legge mirata e ritagliata sulle persone, immediatamente si stimolano una serie di interessi e di voglie a non essere da meno.
quello che sta avvenendo nella discussione di questa legge. È già avvenuto in Commissione.
Dovremmo rifletterci un pochino e fermarci prima di aver commesso un reato, se non penale, quantomeno un reato contro l'intelligenza e contro il buonsenso, nonché un'offesa, secondo me, verso molti cittadini di questo Paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Ho chiesto la parola per ricordare a me stesso, ai colleghi che volessero ascoltare, ma sicuramente alla Presidenza, una polemica che avevo condotto io in particolare alcuni mesi fa, quando, con una lettera un po' burocratica, di fatto si invitavano i Presidenti di Commissione a consultare, in ogni occasione, l'Associazione di ex Consiglieri o già Consiglieri regionali.
Per fortuna, quell'indicazione è stata tramutata in un'indicazione facoltativa, alla valutazione dei Presidenti di Commissione, laddove si ritenesse opportuno e necessario sentire l'Associazione di ex Consiglieri regionali.
Ragionavo che su questa norma, che forse è l'unica norma su cui legittimamente e opportunamente avremmo potuto sentire l'Associazione di ex Consiglieri, per voler dare corsia preferenziale e urgenza assoluta ovviamente ci siamo privati della memoria storica del buon Presidente dell'Associazione di ex Consiglieri e del contributo che quell'Associazione ci poteva dare per districare un elemento come questo obiettivamente complicato.
Ho preso la parola anche per un secondo aspetto. Volevo sottolineare l'intervento del collega Tapparo che, quando ha visto profilarsi la possibilità che questo emendamento venisse accolto e votato dalla maggioranza, ha cominciato, giustamente, opportunamente e seriamente, a ragionare su delle conseguenze, che purtroppo non sono meditate n valutate, dell'accoglimento dell'emendamento.
per questo che noi del Gruppo Radicale non parteciperemo al voto di questo emendamento, perché lo scenario che si apre è totalmente sconosciuto e perché il privilegio esteso ai più è sempre un privilegio, e quindi va in senso contrario a quanto noi indichiamo, e perch onestamente, trasformare una norma da ad personam a ad personas non cambia molto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica, per dichiarazione di voto.



MANICA Giuliana

Non parteciperemo al voto di questo emendamento.
Abbiamo avuto un'incertezza nella decisione di voto, perché avremmo anche potuto votare contro; cercherò di spiegare perché abbiamo scelto di non partecipare alla votazione.
Una legge come questa, strutturata come una legge sull'art. 4, di delega all'Ufficio di Presidenza, presenta un articolo (l'art. 1) che sulla materia pensionistica, previdenziale, ecc., entra nel merito, creando dei principi di individualizzazione, che possiamo rilevare nei singoli commi dell'articolo; all'interno dei singoli commi, in particolare al comma 4, sia l'1 bis sia l'1 ter sia l'1 quater, di cui discuteremo successivamente, sono casi singoli.
Per questa ragione, riteniamo che l'art. 1 sia, rispetto al complesso della legge, che pur non condividiamo, uno degli aspetti peggiori.
Una volta che l'intero art. 1 dovesse passare, il dibattito diventerebbe sempre più complesso.
L'esame dell'art. 1 e dei suoi commi, compreso questo, rende sempre più arduo e complesso il livello di dibattito in quest'aula. In particolare abbiamo cercato di far rilevare come l'incongruenza dell'1 ter appaia in modo macroscopico. Non c'è principio discrezionale più ampio di quello che decide "dalla V legislatura" nel determinare un privilegio. In una legge di privilegi e di corporativismo massimo, o si decide di estendere un privilegio unicamente all'Assemblea che in quel momento sta decidendo oppure non si riesce a capire sulla base di quale criterio si stabilisce il numero della legislatura dalla quale incominciare a determinare il privilegio.
Noi avevamo proposto una linea abrogativa dell'intero 1 ter.
Per questa ragione, non possiamo accedere né a una linea restrittiva del privilegio a questa Assemblea - come sintesi più alta di tutte le corporazioni - né a un elemento di tipo estensivo, quale quello proposto di cui non condividiamo il principio.
Questa è la motivazione per la quale non parteciperemo alla votazione anche se ci sarebbero state tutte le ragioni per votare contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. L'emendamento del collega Tapparo evidenzia, sotto forma di provocazione, le questioni inaccettabili che contiene questo comma dell'art. 1.
Ci sono molti modi per polemizzare; uno di questi è quello di portare all'estremo l'inaccettibilità e, se si vuole, l'insensatezza, il ridicolo di una norma che sceglie, da 1 a 7 (tante sono le legislature), la legislatura n. 5 come quella da cui inizia qualcosa.
E' veramente un fatto ridicolo, se legato a ragionamenti di tipo astratto e generale. Se, invece, è legato a problemi di nominativi che fanno parte di una legislatura o dell'altra, allora è più comprensibile in termini di logica, ma è ancora meno accettabile in termini politici, perch si costruiscono norme legate alle persone.
Il collega Tapparo intende provocare, con questo emendamento, un dibattito sull'inaccettabilità di questo terzo comma, portando all'estremo la logica da questo prevista, dicendo: "Se c'è un privilegio, incominciamo da pagina 1".
Questo è un elemento ad alta coerenza interna.
Volete iniziare con i privilegi? Non si capisce perché chi fa parte della IV legislatura non debba averli! E' razionale dire: "Se volete il privilegio, abbiate almeno la correttezza e la coerenza di farlo partire dall'inizio". Penso che il collega Tapparo si renda conto che, pur con questa discussione, che ha consentito di mettere in luce l'assurdità della proposta, nel merito, si tratta comunque di estendere un privilegio. E' una linea di condotta, per chi critica questa legge, che va nella direzione opposta (noi, infatti tentiamo di impedire o limitare i danni di questa proposta).
Se si dovesse approvare questo emendamento (e sareste anche capaci di farlo!), otterremmo il risultato opposto a quello che stiamo cercando di ottenere con la nostra battaglia.
Attendo, pertanto, delle mosse - che forse verranno - prima di pronunciare il nostro voto.
Assegno nuovamente la paternità dell'emendamento al collega Tapparo per capire come colloca questo emendamento, se lo mantiene o se lo corregge, sulla base del dibattito avvenuto.
L'utilità dell'emendamento è stata quella di chiamare allo scoperto i Gruppi; il mio Gruppo ha svolto le osservazioni che avete sentito. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. A volte, nell'esercizio degli emendamenti, nel tentativo di inserire norme più giuste, si perde un punto di riferimento importante: quale pratica emendativa consenta di discutere del problema specifico, sapendo che noi intendiamo rimuovere il problema.
Ritengo che l'emendamento del Consigliere Tapparo avesse questa impronta originaria: provocare la discussione attorno ad un punto particolare.
Perché ci si è limitati alla V legislatura? Non lo so e devo riconoscere che non lo voglio neanche sapere! Nel momento in cui si pone un termine, è perché si è guardato alla necessità di sanare alcune situazioni.
Non metto in discussione questa prerogativa, però il limite di questa legge è che non è suffragata da un'attenta istruttoria sulla platea dei beneficiari. Non c'è quantificazione ipotizzabile sull'ordine dei costi che andranno ad incidere sul bilancio; non è una legge che, nella buona tecnica legislativa, ha seguito un iter lineare, anzi - l'abbiamo detto più volte è espressa e formulata derogando da una legge di riferimento, che è quella che guida la norma finanziaria.
Questo è l'elemento assolutamente fondante.
Per questo motivo - come diceva il Consigliere Chiezzi - rimettendo questo emendamento nelle mani di chi lo ha proposto, chiediamo con forza che lo stesso venga ritirato.
Se i proponenti ritengono che questa norma li ponga a tutela di eventuali accuse di partigianeria, di aver avuto un occhio di riguardo rispetto ai Consiglieri di questa o quella legislatura, siano conseguenti.
Chi con testardaggine vuole inseguire questo provvedimento si assuma anche tutti gli oneri relativi e forse anche gli onori. Non so se ad una legge come questa si può applicare la logica della riduzione del danno. Avevo fatto un tentativo in tal senso, ossia ho chiesto al primo firmatario di dare un segnale di disponibilità.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



CONTU Mario

Non so se sia la cosa più giusta. Avevo chiesto al presentatore di quella che passerà agli annali dei verbali del Consiglio regionale, per chi avrà voglia di leggerli, come la legge Mercurio, un segnale di disponibilità.
Avevo chiesto di modificare all'art. 1 il termine "durante" con "nel corso della Legislatura". È un emendamento apparentemente ininfluente sicuramente dal punto di vista letterale più ricco e coerente, ma non è stato accolto. A questo punto, è meglio proseguire su questa linea, ovvero che la costanza, l'impegno e la resistenza fisica che sta mettendo in campo questa maggioranza su questo provvedimento, ed è un auspicio che faccio sia altrettanto efficace e venga traslata ad atti certamente più importanti che invece restano al palo della legge finanziaria, del DPF e del bilancio.
Forse sarebbe utile una maggiore coerenza della maggioranza su provvedimenti legislativi certamente più importanti per i cittadini piemontesi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, fuori da questo scontro duro basato su delle scelte che hanno le loro ragioni e perché no anche la loro nobiltà in alcuni casi sono tormentato e sto approfondendo questo tema; tra l'altro presenterò un emendamento aggiuntivo al comma otto per calcolare il sistema contributivo quindi facendo riferimento all'art. 1 della legge di riforma previdenziale n. 335, per avere un rendimento conforme a quello che è il sistema previdenziale pubblico. Voglio dire che sto vivendo questa discussione con molta attenzione - vista la complessità della materia - cercando di scavare fra quel poco che conosco sul sistema previdenziale, in particolare sulla Riforma Dini-Treu del '95.
Mi rendo conto - sono arrivato per gradi a questa constatazione, non per togliere ai Consigliere Contu e Chiezzi il valore della loro sollecitazione - della irriformabilità di questo articolo. Posso affermare ciò dopo aver lavorato molto e dopo aver contattato degli esperti che mi hanno dato il loro conforto da persone preparate; tra l'altro degli esperti che avevano seguito in Senato l'iter di questa norma. Dico ciò anche per dimostrare, può valere nulla, che mi dedico alla questione che stiamo trattando. Ritengo, dopo aver esaminando la questione insieme a degli esperti, che questo passaggio dell'art. 1 è irriformabile. È difficile aggiungere un correttivo, perché il mio correttivo non fa altro che eliminare una barriera fittizia che attenua l'impatto. Forse sarebbe più giusto dire: "A partire dalla prossima Legislatura". In questo modo forse la cosa si semplifica, perché sappiamo che ci sono certe regole, sappiamo che esistono e si conosce anche il sistema che si applica per attuarle e lo si differenza rispetto alla fase contributiva del Consigliere semplice dando un carattere diverso a quel tipo di riconoscimento.
Devo dire che andando indietro nel passato e applicando schematicamente il 20% si inserisce una violenza anche tecnica. Ho letto questo passaggio a degli esperti e sono rimasti stupiti, per non dire allibiti, che ci fosse una semplificazione eccessiva nell'approccio a questo aspetto. Dopo avere lavorato molto ho presentato questo emendamento due giorni fa, anche se ero parzialmente convinto, pensando che migliorasse la cosa, ma sono giunto alla conclusione che il grado più negativo, se volessimo dare una valutazione scolastica, è quello di collocare la V Legislatura. Ritengo che eliminare questa limitazione migliora profondamente la cosa, anche se non la rende completamente agibile. Sono arrivato alla determinazione che questo passaggio è irriformabile. Ho aggiunto questo emendamento successivamente, qualora si venga battuti, per fare in modo che ci sia almeno un modo per calcolare questo meccanismo che parte dalla prossima Legislatura e sia il contributivo pubblico. Mi sembra un atto di giustizia qualora venissimo battuti e non ci fosse un atto di coraggio per ritirare tutto l'art. 1 e rivedere la riforma.
Presidente, le dichiaro che ritiro il mio emendamento, anche se mi dispiace e ho apprezzato il Consigliere Cattaneo dell'attenzione e ho cercato nel limite delle mie possibilità di trovare una qualche forma di dialogo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Tapparo dichiara di ritirare l'emendamento n. 1.81.
Consigliere Papandrea, comunque lei la pensi, l'emendamento è ritirato quindi non è il caso che lei intervenga.
1.82) Emendamento presentato dal Consigliere Contu: all'art. 1, comma 4, 1 ter, II rigo, sostituire le parole "dalla V Legislatura" con le parole "nella VII Legislatura".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Presidente, voglio spiegare il senso di questo emendamento, perché non era assolutamente chiaro il perché si parlasse della V Legislatura e io lo dico in quest'Aula - non voglio neanche saperlo. Non è materia che riguarda quest'Aula.
Presidente, avrei preferito solo un dato, ma nono mi è stato fornito ossia conoscere il numero dei Consiglieri della V Legislatura che potenzialmente potevano accedere a questo beneficio. Chiederei, quando si rivedrà, semmai si rivedrà, la materia indennitaria, di audire gli ex Consiglieri. Non è materia sottoposta a consultazione, però poteva esserci un parere di parte, certo, ma assolutamente interessante.
Ricorderò sempre ogni volta che si tenta di modificare un testo immodificabile perché viziato da vizi di forma (mi riferisco alle leggi di riferimento per quanto riguarda la norma finanziaria). Ricorderò sempre che la legge, nel suo contenuto, va in violazione dello Statuto. Quando si tenta di modificare una norma o una legge che, di per sé, è irricevibile si rischia di provocare danni. Questo emendamento, se approvato, passerebbe alla storia come il privilegio dei 61 Consiglieri della VII legislatura che hanno approvato un provvedimento ad hoc per se, e solo per se, senza considerare che, forse, occorreva guardare prima fuori dall'aula, occorreva guardare cosa succedeva per le altre categorie di lavoratori.
Non so se il Presidente abbia mai letto la rubrica "Lettere a Oreste del Buono" su La Stampa che mi convince sempre di più (non conosco Oreste del Buono, forse, chi ha scritto questa lettera, è andato un po' oltre).
Ho ricoperto la carica di Consigliere comunale e, lo dico pubblicamente, è stato un grande sacrificio anche dal punto di vista economico-finanziario ma l'ho fatto con orgoglio. In un Consiglio che ormai è esautorato nel 90 delle sue funzioni originarie, perché sono passate tutte di competenza della Giunta, a cui è rimasto solo l'affidamento delle bocciofile, alcuni diritti di voto sulle varianti, Piano regolatore ed è stato ridotto quasi a rango di un Consiglio di Circoscrizione. Dicevo, Oreste del Buono scrive in relazione a Claudio Ferro, Capogruppo della lista civica Unità Popolare del Consiglio circoscrizionale della Fraschetta di Castelceriolo (AL): "Gentile corrispondente, arrivano moltissime lettere sul tema del tenore della sua". Il titolo è: "Lo stipendio dei nostri politici". Sino a qualche tempo fa ...



PRESIDENTE

Ha finito il tempo a sua disposizione.



CONTU Mario

Grazie, Presidente, continuo dopo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Bisogna ringraziare i Consiglieri Tapparo e Contu che hanno profuso un impegno, fino all'ultima virgola, di smascheramento non solo delle questioni inaccettabili contenuti nella legge, ma anche delle contraddizioni insite in essa.
Il Consigliere Tapparo, ad esempio, su questo tema, ha segnalato l'incoerenza e il privilegio nel privilegio nato dalla norma: perch privilegiare solo dalla V legislatura in poi? Il Consigliere Tapparo ha svolto la considerazione se privilegio è, erga omnes. Volete dare un privilegio? Noi siamo contrari, ma se ci deve essere un privilegio perch ne deve beneficiare solo i Consiglieri dalla V legislatura in poi? Perch nella IV c'era qualche Consigliere non degno? Ed è stata la prima fase della discussione.
Ho apprezzato che il Consigliere Tapparo abbia sollecitato una discussione a seguito della quale, abbia preso la decisione che ha preso.
Il Consigliere Contu ha fatto un altro tipo di operazione. Operazione che ha un altro riferimento generale e astratto e sempre condivisibile, che è quello di dire: voi volete dare un privilegio? Vediamo di limitare i danni economici di questo privilegio. Altro punto di vista estremamente generale.
Tuttavia, entrambi i punti di vista avevano l'altro lato della medaglia: negativo il primo che estendeva i benefici, quindi gli oneri negativo il secondo perché è chiaramente un provocazione dire che solo noi abbiamo diritto ad avere il proprio privilegio. Ringrazio e apprezzo i due Consiglierei perché, nelle discussioni, serve anche portare all'estremo, al paradosso, con proposte ed emendamenti che giungono al paradosso, elementi per discutere, per riflettere e per costringere la maggioranza a prendere atto, anche nei verbali dell'assemblea, di queste contraddizioni.
Il Consigliere Contu faceva riferimento ad un fatto, ad una lettera, ai Consigli comunali, alle aule che sono sempre meno cariche di poteri e doveri. E' una riflessione che voglio fare in un altro intervento quando sarà presente anche il Consigliere Contu perché la considerazione che le Istituzioni, le loro aule, vengano ridotte sempre di più di ruolo a causa della sottrazione di competenze, è particolarmente interessante.
Il Consigliere Contu ha citato l'esperienza del comune, che anche il sottoscritto ha vissuto, mi proporrei di fare qualche analisi anche a sinistra, di quando si cominciò questa vicenda, di come cominciò e di cosa si disse quando cominciammo a smantellare le competenze delle aule. Storia che in quest'aula è continuata fino all'altro ieri, anche con voti che stramazzano dall'opposizione verso la maggioranza, nello svuotamento di quest'aula di competenza che, nella storia lunga ed interessante, ha fatto bene il Consigliere Contu a riproporre una meditazione. Purtroppo è una storia che continua, non finisce mai, che secondo questo punto di vista, va contrastata.
I governi hanno le loro autonomie, ma le aule, le istituzioni, il Parlamento, i Consigli regionali, comunali e provinciali hanno sempre meno competenze: dobbiamo fare una battaglia per invertire questa tendenza che va avanti a grandi passi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea;ne ha facoltà



PAPANDREA Rocco

No ho firmato questo emendamento, quindi non lo voterò. Sollecito che venga invece ritirato, perché è vero che, in qualche modo, limita i danni però non credo che in questo caso si debba andare in quella direzione. E' come il caso della donna incinta: secondo me non può essere "un po' incinta". Per cui, una porcheria, anche se un pochino più limitata, rimane sempre una porcheria (non che la donna incinta sia una porcheria: era solo per fare un esempio).



(Commenti in aula)



PAPANDREA Rocco

Era per dire che ci sono delle situazioni inequivocabili.
Invito tra l'altro tutti i Consiglieri a chiedere con me alla Presidenza di sospendere brevemente o comunque per il tempo necessario i nostri lavori per avere una simulazione dei costi di questa legge, perch non è possibile che noi andiamo avanti senza avere un dato di questo genere.
Molti di voi, probabilmente, non ci hanno riflettuto sufficientemente non riflettono su cosa vuol dire estendere la copertura per gli Assessori dal 65% all'85%; tra l'altro, l'aumento è del 30%, perché se si calcola la differenza tra 65 e 85 la differenza è 20, ma 20 è il 30% del 65%, quindi l'incremento è del 30%: è un bell'incremento. Complimenti agli Assessori che non hanno sollecitato con provvedimento di Giunta questa legge, però ne traggono un beneficio di non poco conto. Penso poi ad alcuni Assessori di lungo corso, non solo quelli nominati da poco. Il beneficio è significativo e sarebbe interessante capire che effetto ha sulle finanze regionali, ma anche quali meccanismi ha.
Non possiamo decidere al buio, senza avere una valutazione di questo genere, perché è troppo comodo pensare che tali questioni verranno comunque risolte, perché riguardando noi i Consiglieri, per cui alla fine tutto si aggiusterà e si troverà il modo di reperire i fondi necessari, sottraendoli ad altro. Saranno sottratti all'Assessorato della Cotto piuttosto che a quello dei Trasporti; in qualche caso si potrebbe fare qualche trampolino in meno e potremmo anche essere contenti, ma se invece eroghiamo meno ai poveri oratori oppure a quelli che devono pagare gli affitti, il discorso è diverso.
Sarebbe quindi utile conoscere la ricadute dell'insieme di queste norme. Cosa vuol dire, in termini economici, che si passa da 5 a 12 mensilità di liquidazione? Quanto fa? Se tutti quanti ritirassimo la liquidazione perché non ci presenteremo più, quanto deve stanziare la Regione Piemonte per far fronte ad un'ipotesi di questo genere? Non possiamo dunque discutere di questi argomenti senza avere elementi di conoscenza sufficienti per valutare il provvedimento. C'è un provvedimento che è tutto economico, ma non contiene una valutazione dell'impatto economico: è pazzesco.
Concludo dicendo che se vogliamo introdurre dei limiti alla legislatura, propongo che sia per lo meno sull'undicesima legislatura, che sia cioè nella legislatura in cui ci sarà il cinquantenario della Regione: in quel momento, potremo fare una riflessione attenta, avendo 50 anni alle spalle (per chi ci sarà). Ma da adesso fino ad allora, riflettiamo e cerchiamo di avere un po' di prudenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Come dicevo prima, nel cercare la soluzione più giusta, molto spesso incappiamo in incidenti di percorso. E' evidente che questo emendamento apparentemente così equo, è un emendamento autoreferenziale.
E' un emendamento che riguarda noi, che riguarda i Consiglieri di questa legislatura. Non riesco nemmeno a quantificare i possibili beneficiari: stiamo parlando di mandati che si sono interrotti... Ma questa è una cosa che non mi interessa molto.
Tuttavia, io non vorrei aggiungere a questo provvedimento di per se inaccettabile nell'art. 1 altri elementi che lo appesantiscono, che gettano nell'opinione pubblica che cosa, se non un accomunamento di questa assise rispetto a...? Invece bisogna distinguere le posizioni: per noi, per il nostro Gruppo questo articolo, questi commi non sono assolutamente modificabili: possono essere solo ritirati.
Inoltre, non voglio anticipare un'altra possibile discussione se non avanti nel dibattito sul provvedimento. Quest'aula ha respinto il nostro emendamento che abroga l'art. 1. E qui si impone una scelta: quest'aula ha già speso il suo voto; gli emendamenti abrogativi non si possono più presentare; siamo già alla fase degli emendamenti sostitutivi, e ci siamo messi in un "culo di sacco"(scusate questo termine, non lo uso alla francese, ma in versione italianizzata): l'unica strada che possiamo percorrere è quella di tornare all'origine.
E' una legge che non tiene conto...



PRESIDENTE

Collega Contu, lei non sta parlando dell'emendamento: la invito ad entrare nel merito.



CONTU Mario

L'emendamento riguarda una questione di privilegi.



(Commenti in aula)



CONTU Mario

Scanderebech, ti pensavo più galantuomo. Oggi ho persino accompagnato un tuo elettore fino al n. 15 di via Alfieri.



PRESIDENTE

Collega Scanderebech, per cortesia, se vuole intervenire chieda la parola e le verrà accordata. Lasci concludere il Consigliere Contu.



CONTU Mario

La questione sono i privilegi. Vorrei richiamare la risposta comparsa oggi su La Stampa alla lettera di un lettore: "Gentile corrispondente risponde Oreste Del Buono - arrivano moltissime lettere sul tema del tenore della sua (il titolo della lettera è 'Lo stipendio dei nostri politici').
Sino a qualche tempo fa, criticare i privilegi e gli alti compensi dei dirigenti pubblici nazionali e locali veniva considerato un segno di qualunquismo e di invidia sociale...".



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere, o parla sull'emendamento o, altrimenti, termina con la dichiarazione di voto. La invito, cortesemente, ad entrare nel merito dell'emendamento.



CONTU Mario

Voglio giustificare la mia dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Lei l'ha già ampiamente giustificata la sua dichiarazione di voto credo che se...



CONTU Mario

E motivare quanto sto per dire, che può semplificare i lavori dell'aula.



PRESIDENTE

...entra nel merito faccia piacere a tutti i colleghi.



CONTU Mario

...che può semplificare i lavori dell'aula.
L'egocentrismo (ed io ne ero vittima con questo emendamento) e la velocità con cui viene praticata quella che lei definisce "monetizzazione dell'impegno politico" sono cresciuti dismisura, diventando offensive per tutti i cittadini. Ogni critica, quindi, anche la più aspra, ha diritto di venire espressa.
Personalmente, critico l'emendamento da me presentato e, sollecitato da altri colleghi, lo ritiro, perché ritengo che entrerebbe nel novero di quei privilegi che, invece, dovremmo assolutamente abolire.



PRESIDENTE

Quindi l'emendamento n. 1.82 presentato dal Consigliere Contu è ritirato.
1.83) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro e Manica: all'art. 1, comma 4, 1 ter, eliminare l'ultima frase del punto da: "la domanda" a "singoli incarichi".
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

E' sufficiente leggere questo punto per avere un'ulteriore conferma della logica che informa tutto il provvedimento in ogni sua parte.
Il punto recita: "La domanda può non riguardare tutti gli incarichi ricoperti, ma solo periodi corrispondenti a singoli incarichi".
Anche in questo caso siamo di fronte alla possibilità di scegliere "fior da fiore". E' un qualcosa che è stato costruito, non solo per dare nuove possibilità, ma per consentire a ciascuno una precisa valutazione delle proprie convenienze, sulla cui base stabilire per quale periodo chiedere il riscatto e per quale no. E' un qualcosa nel quale è stato cancellato qualsiasi riferimento al fatto che esiste un mondo di cui tenere conto, che esistono altri, oltre se stessi, con i quali misurarsi. L'unica cosa che conta sono i propri - scusatemi l'espressione - porci comodi.
Questo è l'aspetto che ispira questa scrittura e questo provvedimento.
E' l'unica cosa che conta; non c'é nulla che riguardi un minimo di riguardo per principi, criteri ed elementi che abbiano una validità generale. E' uno strumento, una legge messa al servizio di persone che hanno definito i proprio comodi e puntano, attraverso tale strumento, a realizzarli.
Tutto questo è insopportabile, sia politicamente che istituzionalmente.
State commettendo un errore serio e più volte vi abbiamo già detto di rivedere il tutto. Come fate a pensare a cose di questa natura? Che senso hanno? Mi chiedo come certe cose, secondo me fuori dal mondo, possono essere proposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto.



CATTANEO Valerio

Mi scuso con i colleghi per essermi allontanato dall'aula, ma da dov'ero ho potuto ascoltare molto bene l'intervento del Consigliere Marcenaro, dato che il suo vigore usciva anche dal monitor.
Abbiamo sempre detto - e questa è un'ulteriore prova - che l'impianto della legge non può essere messo in discussione, dal nostro punto d vista e che siamo indisponibili a praticare la politica del "carciofo", però non abbiamo mai chiuso, nonostante questa posizione, un confronto sul merito.
Rispetto alla possibilità che il comma 1 bis si applichi, a domanda anche per i Consiglieri in carica, riteniamo possa essere logico che quando un ex Consigliere, o un Consigliere in carica, sceglie questa via, la scelga per la sua carriera, per il suo impegno, non a "spizzichi e bocconi". Deve essere assunta una scelta precisa: sì o no. Se è "no" è "no"; se è "sì" è "sì", e se è "sì" bisogna pagare anche gli interessi legali su tutta la carriera, quindi su tutte le indennità aggiuntive.
Siamo quindi favorevoli e accogliamo, essendo questa una proposta di merito che migliora il provvedimento senza stravolgerlo, l'emendamento soppressivo dalla parola "la domanda" alla parola "a singoli incarichi".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19,56)



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