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Dettaglio seduta n.286 del 20/12/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.02 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.34)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Caramella, Costa Enrico Dutto, Ghigo, Leo, Pichetto.


Argomento: Gruppi consiliari

b) Nomina Vicepresidente del Gruppo Consiliare


PRESIDENTE

Comunico che, in data 19 dicembre 2002, il Consigliere regionale Emilio Bolla è stato nominato Vicepresidente Vicario del Gruppo di Forza Italia.
Congratulazioni.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Proseguimento esame proposta di legge n. 468: "Modifiche e integrazioni alla l.r. n. 24/2001 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali)"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di legge n. 468, di cui al punto 4) all'o.d.g. Vi è una serie di emendamenti. Colleghi, per dare un significato normativo a questi emendamenti li accorpo in gruppi di dieci per cercare di rendere ammissibili emendamenti che sono privi di significato normativo e quindi per cercare di salvarne l'impostazione. Sono quelli che all'art. 1 comma 2, 2° rigo, sostituiscono le parole "365 giorni" e all'art. 4 della legge 24/2001 sostituiscono le parole "x giorni" con le parole "365 giorni".
Abbiamo dunque una serie di emendamenti, che porrò in votazione di dieci in dieci.
ART. 1 1.10) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "139 giorni".
1.11) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "140 giorni".
1.12) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "141 giorni".
1.13) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "142 giorni".
1.14) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "143 giorni".
1.15) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "144 giorni".
1.16) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "145 giorni".
1.17) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "146 giorni".
1.18) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "147 giorni".
1.19) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "148 giorni".
Il relatore esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti dal 1.10 al 1.19.
Dichiaro non valida la votazione constatata la mancanza del numero legale.
Pertanto aggiorno la seduta di trenta minuti.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 10.38 riprende alle ore 11.11)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione degli emendamenti dal 1.10 al 1.19) mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tali emendamenti.
Il Consiglio non approva.
1.20) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "149 giorni".
1.21) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "150 giorni".
1.22) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "151 giorni".
1.23) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "152 giorni".
1.24) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "153 giorni".
1.25) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "154 giorni".
1.26) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "155 giorni".
1.27) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "156 giorni".
1.28) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "157 giorni".
1.29) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "158 giorni".
Chiede la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Il motivo di questo emendamento si ricollega alla discussione che abbiamo già fatto ieri e che riguarda il comma 2 dell'art.
1 della proposta di legge che va a modificare l'art. 4, comma 3, della legge 24/2001.
Presidente, lei era assente quando abbiamo fatto questa discussione era impegnato nel lavoro di riorganizzazione degli emendamenti, ma non è assolutamente chiaro - e francamente nessuno dei proponenti è riuscito a spiegarlo - perché si modifica la dizione originaria del termine perentorio di 180 giorni dalla data di mancata rielezione o dalla cessazione del mandato per altre cause, portandolo a 365 giorni.
Se nel primo provvedimento votato, Presidente, la scelta era caduta su 180 giorni, quindi parliamo di sei mesi, credo che fosse volontà dell'Ufficio di Presidenza quella di porre un limite temporale congruo, ma che io ho ragione di credere non avesse ragione di escludere nessuno (è un termine come tutti i termini).
Presidente, quando si partecipa ad un concorso, c'è una data perentoria entro la quale bisogna presentare la domanda d'iscrizione; se però ci si accorge che qualcuno dei concorrenti, per varie ragioni, non ha potuto adempiere, le situazioni sono due: se ne sancisce l'esclusione e quindi l'intendimento, oppure si trova un vizio procedurale per cui l'Ente che ha bandito il concorso, lo annulla (si trovano sempre delle formule) e si ricomincia.
A mio parere, noi rientriamo in questa seconda fattispecie: ad appena 14 mesi dal varo di questa legge, l'Ente che ha bandito il concorso (si tratta di una legge del Consiglio regionale) dice: "Mi sono sbagliato".
Aver indicato 180 giorni è stato motivo di esclusione per qualcuno, e allora sarebbe meglio correggere la legge. Ho quindi ragione di credere che, in definitiva, siamo in presenza di un provvedimento ad personam.
C'è una prerogativa alla quale noi Consiglieri (non tutti) siamo particolarmente attaccati: la privacy (esiste una legge). Trovo difficoltà mi stupisco e francamente non comprendo la ragione per cui, mentre sono note le buste paga di tutti i dipendenti, non esiste una bacheca su cui appendere e rendere pubbliche, in virtù del fatto che rivestiamo un mandato pubblico, anche le nostre indennità. Proprio non ne riesco a capire la ragione.
Nonostante tutto, dico: va bene, la privacy c'è, però sulla questione della necessità di modificare il termine, chiederei che il proponente della prima legge - l'Ufficio di Presidenza - dicesse a quante persone si riferisce questo provvedimento. Non chiedo i nomi; chiederei però, per correttezza e trasparenza - degli atti in cui sono indicati i potenziali beneficiari - quanto ciò comporta in termini di aggravio sul bilancio del Consiglio regionale. Mi sembra una domanda doverosa, alla quale, nonostante le domande poste ieri, non ho ricevuto alcuna risposta; la richiesta di 149 giorni è così? L'abbiamo posta in questi termini? Le ha accorpate queste cose? Delimita invece ulteriormente questo fatto: allora, modifica per modifica, tanto vale cimentarsi anche su altre ipotesi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Consigliere Contu, anzitutto non è assolutamente vero che nessuno le ha risposto, perché lei questi problemi li ha posti "a pigna"; com'è noto, al di là del distinguo di qualche giorno, sono depositati circa 7-8 centimetri di carta in materia, e se lei avesse avuto una buona disponibilità e fosse rimasto fino alla fine della seduta di ieri, avrebbe... Allora non può dire adesso, arrivando addirittura a mistificare il quadro reale un'altra volta che i proponenti non le hanno risposto, perché non voglio dire di essere stato esaustivo, ma ieri ho cercato di spiegare la questione, e mi sembrava che tutti avessero capito.
Comincio dall'elenco dei nomi, violando la legge sulla privacy.
L'elenco dei nomi, signor Presidente, è semplicissimo: tutti i 60 Consiglieri regionali assegnati a quest'aula nella VII legislatura avranno la possibilità, una volta ultimata la legislatura, di incassare i contributi versati in forza del fatto di percepire un giorno un vitalizio e avranno - e questo è già previsto dalla legge a cui lei si riferiva - 365 giorni di tempo per riversare i contributi, non un giorno di più. Tutti i Consiglieri e gli ex Consiglieri regionali avranno, a far data dalla fine di questa VII legislatura, a prescindere dalla legislatura in cui sono stati in servizio come Consiglieri regionali, questa possibilità. C'è un elemento di novità che non è per nulla scandaloso: si propone di riaprire semplicemente i termini; c'è un elemento di equità che è stato introdotto perché, a differenza della legge che era stata approvata da questo Consiglio regionale in questa legislatura e a larghissima maggioranza, sono stati introdotti gli interessi legali; chi usufruirà di questa opportunità dovrà - questa è una novità che noi abbiamo voluto introdurre come proponenti - pagare gli interessi. Quindi nessun danno per la cassa dei vitalizi dei Consiglieri, nessun danno per il bilancio del Consiglio regionale; anzi, com'è noto, il Consiglio regionale, qualora dovesse eventualmente restituire ai Consiglieri i contributi versati, non pagherebbe una lira d'interesse, mentre nel caso il Consigliere o l'ex Consigliere regionale dovesse cambiare idea, dovrà a sua volta versare gli interessi. Non c'è danno e non c'è - mi conceda il gioco di parole inganno.
Sul fatto di rendere pubblici i nomi, lei lo ha già fatto, caro Consigliere n. 16, perché io credo che tutto il Piemonte e tutto il Paese leggendo la stampa, abbia visto la copia del foglio di retribuzione del Consigliere regionale n. 16. Io mi chiamo Cattaneo Valerio e sono il Consigliere n. 12, ho al mio fianco il Consigliere Angeleri, che è il n. 2 abbiamo visto quello del n. 16 e ci sembra che sia sempre un Consigliere con il cognome che inizia con la C e finisce con la U, per cui potrebbe trattarsi di Contu, ma dopo andremo a verificare contando semplicemente i cognomi, e se lei avrà la casella n. 16, probabilmente il foglio di retribuzione che è stato pubblicato sulla stampa è il suo. Lei lo ha già fatto: è una sua libera scelta; ci sono delle leggi che non possono essere certamente violate. Io credo che con tutto il "patage" che mistifica il quadro reale di quello che avviene in quest'aula, essendo fatto sulla stampa, ci sono tutti gli specchietti esaustivi.
Personalmente, credo che esporre all'Albo Pretorio i fogli di retribuzione di ogni singolo Consigliere non sia né una cosa giusta né una cosa logica; è giusto e logico che i cittadini sappiano esattamente quanto guadagnano i Consiglieri regionali, ma penso che questo lo sappiano già anzi lo possono sapere, hanno letto i giornali, hanno visto il suo foglio di retribuzione che lei probabilmente avrà voluto dare alla stampa. Io la copia del suo foglio di retribuzione non ce l'ho e giustamente sono tutelato anche dal fatto che le dichiarazioni dei redditi dei pubblici amministratori, siano essi Consiglieri comunali piuttosto che Consiglieri regionali o provinciali, sono pubbliche, e anche questo noi riteniamo che sia giusto.



PRESIDENTE

Chiedo scusa se mi inserisco nel dibattito, ma bisogna sapere di che cosa si parla quando si fanno gli interventi. Questo emendamento - glielo dico, Consigliere Contu - è a vantaggio del Consiglio regionale, nel senso che introduce il principio per cui una somma che poteva essere riversata senza interessi, oggi deve essere riversata con gli interessi legali.
Glielo dico perché altrimenti qui si parla di aria fritta. L'allungare il termine che consente il versamento implica comunque che per ogni giorno vengano corrisposti gli interessi legali al Consiglio regionale. Poi ognuno dice quello che vuole e fa le considerazioni che crede, però l'importante è che si parli dell'argomento che viene trattato in questo momento. Grazie.
Chiede la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Vorrei fare chiarezza su questo punto, perché dobbiamo evitare che si introducano elementi di confusione.
L'oggetto della discussione di questa mattina è l'articolo che si riferisce alla possibilità per i Consiglieri regionali di versare i contributi volontari per i periodi scoperti del loro mandato.
Chiedo l'attenzione dei colleghi Consiglieri.
Il testo in vigore della legge n. 24/2001, che noi stiamo modificando stabiliva che il Consigliere regionale che decideva di versare i contributi volontari per maturare il diritto al vitalizio pieno dovesse versare il corrispettivo dei contributi nei 36 mesi successivi e senza pagare interessi. La scelta doveva essere compiuta nei sei mesi successivi dalla cessazione del mandato.
Per quanto riguarda la prima condizione, la proposta di legge presentata dai colleghi di maggioranza peggiorava da questo punto di vista il testo, perché stabiliva che non vi fosse più un termine (i sei mesi).
Quindi, i Consiglieri che cessavano il mandato potevano decidere in piena autonomia di versare i contributi volontari per maturare il diritto a percepire il vitalizio pieno.
Per quanto riguarda la seconda condizione, gli interessi non si pagavano. Quindi, un Consigliere che cessava il suo mandato, ad esempio domani mattina, non aveva un vincolo, poteva fare la scelta e richiedere di poter versare i contributi tra uno, due, tre, quattro o cinque anni.
Questo era il testo presentato dalla maggioranza...



(Commenti in aula)



RONZANI Wilmer

Ci arrivo, un attimo.



(Commenti in aula)



RONZANI Wilmer

No, non erano previsti.
Consigliere Cattaneo, mi lasci terminare, sto facendo la storia.
Dopodiché, in I Commissione sono stati presentati alcuni emendamenti dal collega Palma, per la precisione. Il collega Palma ha proposto il ripristino di un termine entro il quale il Consigliere deve fare una scelta e il termine è diventato quello dell'anno, non più quello di sei mesi, che era indicato nella legge attualmente in vigore (legge n. 24/2001), ma che era stato soppresso nella proposta di legge presentata dalla maggioranza.
In quel contesto, il collega Palma ha proposto che il versamento avvenisse sempre in 36 rate, così come previsto nella legge 24/2001 attualmente in vigore, ma prevedendo il pagamento degli interessi. Stiamo discutendo di un testo che è stato, almeno per questa parte, modificato in Commissione e che viene trasmesso all'Aula in una versione migliorativa rispetto alla proposta di legge presentata dai colleghi di maggioranza.
Secondo me, rimane aperto il problema di valutare se è giusto che il termine sia quello dei 365 giorni, così come proposto dal collega Palma e accolto dalla maggioranza, o se, invece, non debba tornare ad essere il termine dei sei mesi. Questa è la questione aperta: valutare se è giusto che un Consigliere per decidere se versare i contributi per poter maturare il diritto a percepire il vitalizio pieno abbia sei mesi di tempo o un anno.
Il nostro Gruppo ha presentato un emendamento in questo senso ritenendo giusto mantenere fermo il termine dei sei mesi.
Questo per chiarezza, Presidente.



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, la ringrazio molto per l'intervento.
Per la verità, gli emendamenti del Consigliere Contu restringono ulteriormente il periodo dei sei mesi: sono 149 giorni fino ad arrivare a 180 giorni; qui dicono una cosa ancora diversa.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che il problema per cui proponiamo dei termini accorciati sia semplice, però, prima svolgo una premessa.
In Commissione la situazione si è svolta esattamente come già descritto dal Consigliere Ronzani. Noi eravamo di fronte ad una proposta che era veramente illimitata, cioè, dava la possibilità di riflettere moltissimo di restituire in un periodo lungo e di restituire senza interessi. Quindi questa proposta è già migliorativa di un testo che comunque, in sé, è estremamente negativo.
I termini che noi abbiamo presentato sono eccessivi perché, a differenza di leggi che devono essere pubblicate e delle quali si deve dare informazione alla cittadinanza - è un aspetto di cui si deve tener conto in questo caso, stiamo parlando di poche persone. Ora non ho voglia di svolgere l'indagine, però, coloro che non hanno compiuto almeno 30 mesi nella loro storia, quindi, che non hanno potuto effettuare il riscatto sono pochissimi e sono gli unici a cui si dovrebbe dare questa possibilità in quanto gli si offre la possibilità di scegliere.
Adesso facciamo anche una cosa in più: estendiamo questa possibilità anche a chi era in una determinata condizione e ha scelto allora di fare un'opzione, perché chi era sotto i 30 mesi l'opzione non ce l'aveva, poteva solo riprendere i soldi e basta. Noi estendiamo l'opzione a tutti.
Estendiamo l'opzione a chi aveva già allora la possibilità di scegliere una cosa o l'altra, li ha ritirati, li ha usati, magari gli hanno reso abbastanza, più del tasso di interesse legale, e adesso ci ripensa decidendo una restituzione a rate, cioè, in 36 mesi, e gli diamo ancora 365 giorni.
Poiché sono pochi credo che, a parte l'estensione arbitraria, perch credo che l'estensione, al limite, avrebbe dovuto riguardare quelli che all'epoca non avevano l'opzione e pertanto non avevano la possibilità di scegliere, chi ha scelto ha scelto, non si può scegliere ogni volta che modifichiamo le leggi.
Ripeto: queste persone sono talmente poche, per cui anche il termine di due mesi è sufficiente. Noi addirittura vogliamo dargli un anno per riflettere! Ma se dopo due mesi che abbiamo fatto questa legge ha deciso che non lo fa, basta, vuol dire che non gli interessa, a meno che non ragioniamo veramente in termini speculativi: dato che dovrà versare una cifra, gliela lasciamo tenere il più possibile per vedere se in quel periodo gli rende di più rispetto ad un periodo molto più breve in cui dovrebbe decidere, quindi, iniziare la restituzione di quello che aveva ritirato a suo tempo.
Mi pare che si vogliano introdurre in questa legge dei criteri veramente pazzeschi, come se tutti quanti ragionassimo come coloro che si occupano di finanza, per vedere se ci interessa o meno e quanto guadagniamo, optando in una direzione piuttosto che in un'altra.
Ancora più grave è un'estensione per il futuro, ma su questo possiamo riprendere il discorso in un intervento successivo.
Altrettanto grave sarebbe se io, una volta finito il mandato, potessi ritirarli e avere un anno di tempo per ripensarci, dicendo: "Li ho ritirati, ma adesso ho cambiato idea, quindi li posso rimettere". Magari nel frattempo, ho fatto una speculazione significante e ho guadagnato.
Con questa legge, dunque, si introducono delle logiche veramente barbare.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Papandrea.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti dal n. 1.20 al n. 1.29.
Il Consiglio non approva.
1.30) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "159 giorni".
1.31) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "160 giorni".
1.32) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "161 giorni".
1.33) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "162 giorni".
1.34) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "163 giorni".
1.35) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "164 giorni".
1.36) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "165 giorni".
1.37) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "166 giorni".
1.38) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "167 giorni".
1.39) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "168 giorni".
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. Naturalmente spero che lei consideri le mie argomentazioni pertinenti all'emendamento in discussione.
Una delle ragioni per le quali vengono presentati numerosi emendamenti anche ripetitivi, è dovuta al desiderio di sollecitare una riflessione e un ripensamento nei presentatori del provvedimento, rispetto alle prospettive verso le quali si sta andando.
Naturalmente, ci si può imbarcare nell'ennesima strada senza via d'uscita oppure provare a capire quali sono i punti essenziali di un confronto e di una discussione.
Da tutti questi emendamenti che stiamo discutendo, emerge una domanda che voglio porre ai nostri interlocutori e alla maggioranza, che propone questo provvedimento.
Davvero pensate sia possibile andare in una direzione nella quale le norme non sto parlando della quantità delle indennità, ma delle norme, delle regole - che determinano la retribuzione e gli elementi collegati (in questo caso gli aspetti contributivi, gli aspetti previdenziali e successivamente, gli aspetti fiscali) possano portare ad un'ulteriore divaricazione fra le regole che presiedono ai trattamenti dei Consiglieri regionali e quelle che riguardano la generalità della popolazione? Vorrei far presente a lei, Presidente, e ai colleghi Consiglieri, che con questo tipo di legislazione andiamo verso un'ulteriore frammentazione diversificazione, in un quadro che mi pare ci porti in un terreno impraticabile.
Una cosa è stabilire la quantità di un'indennità; un'altra cosa è avere la pretesa di pensare, dal punto di vista delle normative pensionistiche in questo caso - delle normative contributive o addirittura, come vedremo dopo, delle normative fiscali, che un Consiglio regionale possa stabilire ritagliandole quasi sulle persone, sulle singole esigenze, delle normative ad hoc.
Mi chiedo dove si vada in questa direzione.
Sottolineo, poi, che con questo emendamento entriamo nel merito e prescriviamo le norme contenute nella contraddizione di un provvedimento che, da un lato, è fatto così e, dall'altro, contiene una delega all'Ufficio di Presidenza.
Chiedo, pertanto, alla maggioranza e ai presentatori: l'idea di un provvedimento ispirato a un criterio omogeneo, è cosa che prendete in considerazione? Non vi pare che il provvedimento presenti un'evidente contraddizione in questo rincorrere, e non il bisogno di dare una struttura e una soluzione razionale al problema? Chiedo semplicemente se pensate di andare dritti per questa strada fino a portare - quale che sia il risultato - a una bella testata contro il muro, o se pensate di riconsiderare che oltre a tante sollecitazioni e bisogni corporativi, ai quali vi sforzate di dare risposta, c'è il problema di una risposta più generale, che dovrebbe trovare altre soluzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione l'intervento del Presidente Marcenaro. Già nella giornata di ieri ho fatto, non un cenno di apertura, perché non c'è nulla da aprire (mi sembra che le posizioni siano delineate reciprocamente, con le varie differenziazioni ben esplicitate, in modo cristallino, all'interno dell'aula; non mi riferivo certamente a un mutamento dell'una o dell'altra posizione), ma un ragionamento riguardante il lavoro avvenuto in Commissione.
In Commissione abbiamo licenziato un prodotto che, successivamente alla fase delle pregiudiziali e delle preliminari, ha tenuto debitamente conto dei risultati di un'attività emendativa e di un confronto dialettico serrato e acceso, ma che ha prodotto alcune modifiche, ricordate nella serata di ieri e questa mattina.
I punti sui quali, a nostro giudizio, ma anche a giudizio di altre parti del Consiglio regionale, esistono possibilità di confronto, sono sostanzialmente tre: il discorso dell'imponibilità e della non imponibilità, che è uno dei temi che aleggia all'interno e all'esterno del Consiglio regionale; gli ambiti cosiddetti "di manovra"; la questione della disciplina del vitalizio, in materia di eventuali incompatibilità con il percepimento del vitalizio di parlamentare o di Consigliere regionale.
Sarebbe un'incompatibilità totale o parziale del vitalizio dell'ex Consigliere regionale rispetto a quello dell'ex parlamentare.
Il collega Ronzani, che è stato parlamentare, ha dato la propria disponibilità a confrontarsi sul tema, soprattutto riguardo all'età minima del percepimento del vitalizio.
Siamo in una situazione in cui l'ex Consigliere può percepire il vitalizio a 60 anni, con l'anticipabilità di anno in anno, per un massimo di cinque. Quindi, a 55 anni, con una riduzione del 6% annuo; partendo dal 59' anno, con una riduzione del 6%, e arrivando al 55' anno, abbiamo una riduzione complessiva del 30%.
I lavoratori dipendenti, indipendenti e anche i professionisti, avranno un futuro dove l'età minima pensionabile sarà per tutti di cinquantasette anni. Questo è un altro elemento che era stato evidenziato e sul quale siamo disponibili ad un confronto, non per concedere qualcosa, ma perch riteniamo che il tema debba essere approfondito e che possa essere un elemento di equilibrio e di perequazione che può essere certamente introdotto e debitamente affrontato.
Su questa materia e altro che eventualmente dovesse emergere certamente siamo, lo eravamo e saremo disponibili a confrontarci.
Avevo proposto anche una riunione all'inizio della seduta di oggi. Io alle ore 10.00 ero qui in Aula, ma non erano presenti gli altri interlocutori. Sicuramente non siamo disponibili a trattare uno stravolgimento del provvedimento, perché ne abbiamo assunto non la paternità, ma la responsabilità politica della sua presentazione e pertanto, abbiamo il fine politico, nelle piena responsabilità, di una sua approvazione. Altra cosa è invece un confronto sul merito, su cui siamo disponibili in quest'Aula ad affrontare con tutti.
Se si vuole entrare nel merito degli emendamenti presentati dai diversi Gruppi e dai diversi Consiglieri noi siamo disposti a toccare quei punti nel senso che è nostro dovere farlo, però con un comportamento diverso. Se invece si vuole introdurre una specie di mixing tra l'attività ostruzionistica e la parte che interessa discutere, siamo molto più prudenti, perché è logico che di fronte ad un atteggiamento di questo genere non abbiamo che una via maestra: quella di andare avanti.
Presidente, la ringraziamo di aver puntualmente convocato la seduta notturna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Mi rendo conto che il momento è inopportuno per fare questa proposta però, Presidente, la pregherei di prestare attenzione. Mi rivolgo prendendo spunto dall'intervento del Consigliere Marcenaro. Ieri non era presente nell'ultima parte dei lavori del nostro Consiglio, ma è emersa con forza una proposta. Nel fare l'elenco di tutte le leggi che normano la materia ho sottolineato la necessità, lo rivendichiamo per il diritto allo studio e per tutta una serie di materie di competenza della Regione, di fare un Testo Unico.
Presidente, per quale motivo non si può pensare di realizzare un Testo Unico sulle materie che riguardano l'indennità dei Consiglieri? Siamo in presenza di sette, otto leggi di riferimento.
Consigliere Cattaneo, se questa esigenza è veramente intesa da tutti perché non pensare di evitare maratone, lacerazioni all'interno del Consiglio e investire di questa delega, con un ordine del giorno, l'Ufficio di Presidenza, fermo restando una prerogativa che non può essere assolutamente messa in discussione, nella vigenza dello Statuto, in relazione a quanto previsto dall'art. 12, il Testo Unico di riordino del trattamento indennitario e degli emolumenti accessori che contribuiscono a formare le indennità complessive siano contemplati dentro un Testo Unico che venga sottoposto al voto dell'Aula? Perché rinunciare a questo esercizio della democrazia? Perché continuare a pensare che sia utile fare questo braccio di ferro nei confronti dell'opposizione, essendo ben delineate le posizioni, salvo qualche apertura, quando siamo in presenza di un ostacolo come quello rappresentato dall'art. 12? Siccome è materia sottoposta ad interpretazione di Giurisprudenza, è evidente che una materia come questa potrebbe poi tornare: esce dalla porta e rientra dalla finestra o viceversa. Questa legge, votata dall'Aula, per delega all'Ufficio di Presidente, nel momento in cui diventa applicativa potrà essere impugnata perché assunta in modo difforme rispetto alle competenze esclusive dell'Assemblea, ci farà riiniziare un ragionamento rispetto al quale non so cosa sia previsto dalle norme, ma con oneri e problemi estremamente gravi da questo punto di vista, cioè viene applicata una legge, viene varata una norma che non è legge.
Presidente, tornando all'emendamento in modo molto incisivo, noi insistiamo su questo concetto, però non so se la sua sottolineatura al mio intervento era relativa alla questione degli interessi. Non ho parlato degli interessi, perché ho ben presente il nostro emendamento. Non ho trattato questa questione, ho posto la questione di ridurre i termini, che mi pare abbia interessato già il dibattito della Commissione e adesso viene ripreso nel dibattito d'Aula.



PRESIDENTE

Consigliere, adesso è chiaro il senso del suo intervento e della sua posizione.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Presidente, ho una curiosità da esporre. Capisco l'uso dei dieci a dieci, ma non capisco perché abbiamo iniziato dall' emendamento 1.19 e non abbiamo fatto cifra tonda. Questa è una curiosità che mi resta.



PRESIDENTE

Consigliere Papandrea, ha iniziato lei dall'emendamento 1.19. Ho preso il primo dei suoi. Visto che lei ha iniziato con l'emendamento 1.19, ho pensato di proseguire da dove ha iniziato lei.
Sono partito dalla più lontana per poi salvarle anche l'ultimo.



PAPANDREA Rocco

Presidente, ho capito. A parte questa considerazione, vi è un aspetto che non capisco e che mi pare abbia già sollecitato prima il Consigliere Contu e altri Consiglieri. Presidente, non riesco a capire come mai, di fronte a una legge che ha un articolo importante che la coinvolge in modo significativo in prima persona perché demanda a lei una responsabilità, lei non abbia esercitato un'azione di mediazione nel trovare delle soluzioni.
Non voglio dire che questa sia una legge di maggioranza, perché non credo che tutti della maggioranza siano entusiasti di questa legge, penso che riguardi una parte del Consiglio. È una materia sempre delicata. Ho sentito spesso dire "se ne occupa l'Ufficio di Presidenza". Capisco che di questa legge se ne interessi un'istituzione "neutra", ma qui la legge non è neutra, la legge parte da alcuni. Soprattutto in questi articoli che stiamo discutendo, la legge si intreccia con gli interessi di alcuni Consiglieri che l'hanno presentata.
Su questo punto mi sarei aspettato, anche per superare l'empasse in cui siamo, un esercizio di maggior mediazione da parte del Presidente. Se si arrivasse alla delega, su cui su alcuni punti già si decide e su altri si dà delega, il Presidente dovrebbe segnalare gli aspetti su cui si vuole già decidere e su cui i promotori della legge stessa hanno un certo interesse diretto. Mi sembra un ruolo attivo e positivo del Presidente anche per evitare lunghe maratone inutili.
Sappiamo che la legge è costruita in un determinato modo. Il Presidente rifletta sul fatto che tutte le volte questa tematica è stata affrontato con un iter e con un livello di consultazione e consenso più generale cercando di arrivare in aula avendo già smussato gli angoli. In questo caso, si è arrivati senza assolutamente cercare di evitare questo percorso.
Il Presidente e l'Ufficio di Presidenza, potrebbe ancora giocare un ruolo per evitare un confronto che, sicuramente, non servirà a migliorare i rapporti tra di noi. In genere, questo tipo di discussione non ci aiuta quando poi la discussione riguarda soprattutto noi stessi, si rischia di sollevare una serie di temi e problemi che sarebbe bene evitare. Sollecito a riflettere nelle prossime ore, prima della conclusione della mattinata se sia possibile ipotizzare, da parte del Presidente, un ruolo attivo diverso da quello che ha esercitato fino ad ora.



PRESIDENTE

Se ci saranno le condizioni per cui io possa svolgere questo ruolo, lo svolgerò volentieri.
Indìco votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento dal 1.30 al 1.39).
Il Consiglio non approva 1.40) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "169 giorni".
1.41) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "170 giorni".
1.42) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "171 giorni".
1.43) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "172 giorni".
1.44) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "173 giorni".
1.45) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "174 giorni".
1.46) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "175 giorni".
1.47) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "176 giorni".
1.48) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "177 giorni".
1.49) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'articolo 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "178 giorni".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Insisteremo molto su questi numeri, a meno che, Presidente, non ci sia un orientamento, che già abbiamo argomentato, di cogliere questa opportunità nella direzione in cui dicevamo prima: testo unico di riordino della materia indennitaria. Credo che questo incontri la sensibilità del Presidente, ne sono convinto, anche il Presidente più volte ha parlato di delegificazione, di rendere trasparente tutti gli atti della Regione Quale opportunità unica di raccogliere, all'interno di un unico testo, tutta la materia.
E' un appello che faccio, in particolare all'Ufficio di Presidenza dove sono rappresentate anche le opposizioni: si studi la possibilità.
E' vero che non ho votato per l'Ufficio di Presidenza, come non ho votato nessuno dei rinnovi, tuttavia in democrazia anche il non voto, la non partecipazione al voto e l'astensione è una di quelle questioni che rubrichiamo ogni volta e della quale ognuno se ne assume la responsabilità politica.
Approfitto adesso del tempo concessomi per manifestare un pensiero che non ho potuto sviluppare prima. E' vero, questa è una norma universale, non è ad personam, quindi correggo il mio intervento perché credo che le osservazioni del Presidente si riferissero a questo aspetto del problema e non alla questione legata alla storia degli interessi che è altro argomento, sulla quale ieri, sino da subito, avevo percepito.
Per correttezza e per amore di verità vorrei riprendere il testo originario. Il testo originario recitava al comma 3 dell'art. 4: "sono abrogate le parole entro il termine perentorio di 180 giorni dalla data di mancata rielezione o se la cessazione del mandato avvenga per altre cause dalla data nella quale è uscito di carica". Consigliere Cattaneo, non si parla di interessi, si lascia invariata la dicitura originale, senza pagamento di interessi. Nella vostra proposta non si entra in questa materia. Al comma 2 della vostra proposta voi lasciate invariata la questione "senza interessi". Sto parlando delle proposte originarie.
Le osservazioni sollevate dal Consigliere Cattaneo gli si rivolgono contro. Ha detto "non c'era in Commissione", ma chi c'era ha avuto la possibilità di inserire degli emendamenti migliorativi, Consigliere Ronzani. La dicitura "interessi e senza interessi" restava invariata rispetto al testo originario, così come riportato nella lettura della proposta. Qui sta l'aspetto di valorizzazione del Consiglio: nel momento in cui operiamo una delega nei confronti dell'Ufficio di Presidenza, quegli atti non passano più al vaglio dell'assemblea legislativa, non passano più nella Commissione di merito. Questo è il dato. Potrebbe poi inserirsi da qualche parte forse nel tentativo di riequilibrare, sentito il parere della Commissione, però - ahimè - abbiamo tante e tali brutte esperienze nell'arroganza con la quale la Giunta, utilizzando questo cavillo, ha baypassato la volontà del Consiglio, che riteniamo sia necessario, da questo punto di vista, la competenza a chi, per norma statutaria, la possiede.
Insistiamo, Presidente, perché si può pensare, serenamente, di ridurre i termini per portarli ad una norma più vicina a quello che normalmente avviene per tutte le altre categorie del lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Contu.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento dal 1.40 al 1.49).
Il Consiglio non approva.
1.50) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: All'art. 1, comma 2, 2° rigo sostituire le parole "365 giorni" con "179 giorni".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Nel mio precedente intervento l'avevo invitata, Presidente, a riflettere sul ruolo attivo; lei ha risposto dicendo: "Se si creano le condizioni lo farò", ma ora il provvedimento la rimette in causa. Mi auguro che lei rifletta sul fatto di non attendere che si creino le condizioni, ma che agisca affinché esse si creino.
Nella seconda parte dell'intervento mi rivolgo al Consigliere Cattaneo quale presentatore importante della proposta, anche se non primo presentatore, facendogli riflettere sul fatto che 179 giorni corrisponde grossomodo, ai 180 di prima, i famosi sei mesi. Nella Commissione competente si era lavorato per migliorarne il testo, introducendo il pagamento degli interessi; in aula possiamo fare un'ulteriore miglioramento: accettare il termine che riporta la situazione precedente (possiamo anche modificarlo in 180 se viene accolto, evitando, tra l'altro la discussione di un bel numero di successivi emendamenti). Cambia poco, ma almeno date un segnale di attenzione e di interesse.
Siccome credo che il Consigliere Cattaneo non mi abbia sentito, e quindi non sarà in grado di darmi una risposta, spero che altri - ho visto ad esempio, il Consigliere Gallarini molto attento - possano rifletterci.
Votando per i sei mesi si ritorna alla situazione precedente semplicemente con l'introduzione degli interessi (oltretutto la legge è perfettamente applicabile).
Tutto questo sarebbe un segnale, da parte vostra, che non modifica gli aspetti essenziali da voi posti nella legge.



PRESIDENTE

Il relatore, Consigliere Gallarini, esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.50).
Il Consiglio non approva.
1.51) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Riggio, Suino Placido, Muliere, Ronzani, Manica: Il comma 3 dell'art. 1 è abrogato.
1.52) Emendamento presentato dai Consiglieri Palma, Mellano: Il comma 3 dell'art. 1 è abrogato.
1.53) Emendamento presentato dai Consiglieri, Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: Abrogare l'art. 1 comma 3.
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Da alcuni degli interventi di questa mattina (penso all'intervento del collega Papandrea, del collega Marcenaro e in parte anche alla risposta del Consigliere Cattaneo) ho colto il problema di capire come affrontare il prosieguo della nostra discussione. In questo momento stiamo discutendo la proposta di sopprimere il comma 3 dell'art. 1. Ho già avuto modo di chiarire ieri sera che alcune norme, inserite nell'art. 1 della legge oggi in discussione, sono norme particolarmente inique, ingiuste e in certi casi anche un po' eccessive. Personalmente, ritengo che una materia del genere debba essere stralciata dalla discussione di questo provvedimento ed essere più utilmente oggetto di una specifica proposta di legge di riforma della legge 24.
Ricordo ai colleghi che stiamo discutendo di modificare alcune norme della legge n. 24, legge che regola il trattamento dell'indennità dei Consiglieri regionali. Abbiamo inserito nell'art. 1 una serie di norme con carattere iniquo, che pongono problemi e aprono contraddizioni. Sarebbe meglio discuterlo in un quadro di riforma della legge 24 e non in questo provvedimento. Quando il Consigliere Papandrea, o il collega Marcenaro chiedono come si intende proseguire la discussione, ritengo che sia opportuno avere un momento di riflessione su questo punto.
La maggioranza, di fronte al fatto che l'opposizione sta ponendo una serie di questioni, è pronta a considerare delle proposte di modifica e, se sì, quali possono essere? Perché altrimenti rischiamo di parlarci l'un l'altro senza intenderci; dobbiamo aprirci per cercare di capire se esistono i termini non per modificare un'opinione di partenza - anche perché io resterò contrario a questo provvedimento - ma per capire se rispetto all'attuale situazione, è possibile individuare le condizioni per un confronto diverso. In caso contrario, seguitiamo a discutere di provvedimenti.
Penso all'art. 1, rispetto al quale noi non possiamo non essere contrari, Presidente, perché all'interno vi sono delle norme che non devono stare qui e che è sbagliato mettere qui; meglio sarebbe invece - questa è un'opinione molto personale - circoscrivere alcune questioni e, quelle sì magari delegarle alla competenza dell'Ufficio di Presidenza, ma alcune.
Qui invece abbiamo fatto un pout-pourri di questioni, alcune delle quali sarebbe meglio affrontarle con la calma necessaria.
Quando tocchiamo il tema dell'indennità dei Consiglieri, dei diritti e dei doveri, rischiamo davvero di risolvere problemi particolari e magari di aprire problemi generali, per cui confermo le ragioni per le quali abbiamo proposto e invitiamo i colleghi a votare la soppressione del comma 3 dell'art. 1.
Ripeto, penso che questa materia andrebbe stralciata; penso che se questa materia venisse stralciata, noi potremmo far incamminare la discussione su un binario diverso da quello sul quale finora si è incamminata. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, proprio ieri, ovviamente con il solito problema del grado di attenzione che si può pretendere dall'assemblea, avevamo affrontato il fatto che noi non possiamo costruire un sistema previdenziale o trasformarlo in maniera divaricante rispetto al processo di trasformazione che è in corso, anzi che si paventa o si delinea, per quanto riguarda l'impianto previdenziale generale pubblico. Avevo anche accennato che quando era stato indicato con allarme, già sulla fine degli anni '80, il problema della sostenibilità del nostro sistema previdenziale, allora non c'era nessuna linea di tendenza di trasformazione del sistema previdenziale pubblico, ma nel decennio appena passato ci sono stati tre grandi fatti uno di riforma vera e propria e due di forte incidenza. Questi percorsi che hanno caratterizzato il graduale superamento dell'anzianità, salvo i lavori usuranti, l'innalzamento della pensione di vecchiaia, il problema delle ricongiunzioni dei diversi tipi di periodi maturati, il rendimento della pensione, ecc., presentano dei caratteri, e io accennavo ieri che, a partire dal 1995, si erano normate le collaborazioni coordinate e continuative introducendo il contributo previdenziale del 10%.
Oggi abbiamo un segnale che le assunzioni a tempo indeterminato sono sempre più scarse e che la modalità di assunzione prevalente è quella delle collaborazioni coordinate continuative, che portano in sé il problema del saldo di periodi di copertura previdenziale e non hanno la forza di alimentare, per esempio, una seconda gamba previdenziale, come quella dei fondi pensioni sia chiusi che aperti (aperti nel caso delle collaborazioni coordinate continuative, chiusi li troviamo solo nelle grandi aziende o in certi segmenti particolari). Qui noi andiamo a introdurre in qualche modo un privilegio su una situazione che a livello generale rappresenta e rappresenterà per le future generazioni e le loro pensioni un grave problema di saldatura dei loro periodi di lavoro. Ora io non nego che questo possa essere oggetto di trattazione, ma fatto con una operazione chirurgica di questo tipo - lo diceva già Ronzani in precedenza contribuisce in qualche modo a costituire un percorso previdenziale casuale. Non sarebbe il caso anche qui, torno a dire, di dare una delega all'Ufficio di Presidenza perché possa, nel giro di quattro mesi presentare all'aula una proposta organica di riforma o di assestamento del nostro sistema previdenziale? Voglio citare l'esempio della Valle d'Aosta - ovviamente per il valore che può avere ciò che dico - che ha fatto proprio questo lavoro. All'inizio dell'anno scorso, la Regione nel suo corpo, cioè nel Consiglio, si è detta che era necessario rivedere in qualche modo il suo impianto; l'Ufficio di Presidenza ha lavorato, con l'ausilio di consulenti importanti, e si è ridelineato un sistema di copertura previdenziale, per quanto riguarda i Consiglieri e il Consiglio regionale della Valle d'Aosta, con un'innovazione e un'organicità io dico buona, su alcuni punti magari posso non essere d'accordo, ma la proposta tiene nella sua organicità, non è a pezzi, a spizzichi e bocconi come nel nostro caso.
Allora non sarebbe il caso, senza negare la necessità di intervenire quindi senza cercare di scassare, guadagnare tempo, ecc., dirci che ci fissiamo un obiettivo di sei mesi (quattro mesi per l'Ufficio di Presidenza per poter lavorare con calma e due mesi successivi per una verifica nostra, come Consiglio) per arrivare a una proposta che non abbia il carattere di questa occasionalità, al di là del merito che mi sembra apra alcune contraddizioni?



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Intervengo su questo punto; ero già intervenuto prima a fronte di alcune domande che erano state poste e rispetto alle quali erano state delineate alcune ipotesi, esponendo qual era la posizione dei proponenti e quindi che, riguardo al merito, noi non avevamo alcun problema, così come avevamo fatto in Commissione, ad affrontare le varie tematiche.
Tuttavia mi corre l'obbligo, sia per onestà intellettuale che per amore di verità, fare una puntualizzazione riguardo alla questione che è stata posta all'attenzione dell'aula un'ora, un'ora e mezza fa, relativamente al versamento degli interessi nel caso di voler riprendere una condizione che possa garantire all'ex Consigliere il percepimento del vitalizio e quindi di riversare i contributi precedentemente incassati.
Ho riletto la nostra proposta originale e in effetti non prevedeva la questione degli interessi, ma mi si darà atto - perché ho vissuto i lavori di Commissione prima e chi ha voluto farlo o lo vuol fare può leggere i verbali - che la maggioranza ha sempre parlato, e il sottoscritto ha sempre parlato - anche perché è stato un elemento di confronto all'interno della maggioranza prima di presentare il provvedimento - della necessità di versare gli interessi; avevamo detto in Commissione che quindi avremmo presentato un emendamento tecnico.
Ho ascoltato anche con attenzione l'intervento del collega Giancarlo Tapparo, il quale pone per l'ennesima volta legittimamente all'attenzione dell'aula la proposta di delegare l'Ufficio di Presidenza per un provvedimento complessivo con un ordine del giorno entro quattro mesi e quant'altro. Ebbene, ci sono due elementi ostativi a questa proposta, dal mio punto di vista: il primo è che i vari ordini del giorno che si sono susseguiti in questa VII legislatura in materia (e non solo su questa materia) che hanno impegnato l'Ufficio di Presidenza non hanno dato un esito favorevole, non certamente per negligenza dell'Ufficio di Presidenza riguardo al mandato consiliare, ma perché semplicemente l'Ufficio di Presidenza, che deve rappresentarci tutti, ha verificato che non c'erano grandi convergenze.
La situazione è sempre quella che è: una situazione calda. Noi non vediamo le condizioni per un percorso di questo tipo; altra cosa è un impegno complessivo per un riordino di tutta la materia in un Testo Unico che dal mio punto di vista non deve essere fatto certamente oggi, ma più verso fine legislatura, per cercare di riordinare tutte le materie ed eventualmente anche quanto emanato dall'Ufficio di Presidenza in forza di questa delega, qualora il Consiglio regionale approvasse questa proposta di legge.
Però, Consigliere Tapparo, visto che sono stati toccati alcuni temi importanti (si è parlato del vitalizio, degli interessi, ecc.), vorrei sapere come la pensa riguardo a una materia su cui lei non si è ancora espresso.
Noi abbiamo proposto anche una valutazione e un confronto riguardo alla non compatibilità del vitalizio di ex parlamentare e di ex Consigliere regionale. Laddove un ex Consigliere regionale, in forza di un mandato parlamentare, percepisce già un vitalizio come ex parlamentare, vorrei sapere se lei è d'accordo su questa incompatibilità o almeno su un principio di concorrenza del vitalizio dell'ex Consigliere regionale solo in misura massima del 100% dell'indennità consiliare percepita da un Consigliere regionale in carica.
Sarebbe certamente importante avere un suo autorevole pensiero su questo punto, perché, visto che si parla di legge ad personam, qui ci sono anche delle persone che un giorno percepiranno il vitalizio da ex parlamentare, da ex Consigliere regionale, vivaddio, anche per il lavoro che hanno svolto, pagando regolarmente i contributi e magari ce n'è anche qualcuno che si "cuccherà" la pensione con la legge Mosca o quant'altro.
Capite? Alla fine dobbiamo certamente affrontare il tema delle compatibilità tra i vari vitalizi, in particolare quelle relative ai mandati parlamentari e da Consigliere regionale.
Dobbiamo senz'altro affrontare questo tema, poterci confrontare ed avere una risultanza da questo confronto, per essere tutti più sereni e convinti sul voto di una proposta di legge importante come questa.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Anche noi del Gruppo Radicale abbiamo presentato un emendamento soppressivo del comma 3 dell'art. 1, ma per quanto ci riguardava era strettamente collegato e connesso con l'altro emendamento precedente del nostro Gruppo, soppressivo del comma 1 dell'art. 1.
Ci rendiamo conto che, non essendo stato accolto quello precedente questo secondo emendamento rimane un po' campato in aria nella nostra impostazione emendativa generale, che ci ha portato a fare 12 emendamenti di merito molto puntuali.
Quindi voterò comunque a favore di questa abrogazione, sapendo però che potrà esservi qualche problema di connessione qualora fosse approvato da un'aula che si rinsavisse improvvisamente.



PRESIDENTE

Il Consigliere Mellano ha ragione, nel senso che l'accoglimento di questo emendamento creerebbe dei problemi di compatibilità con il testo implicitamente approvato in precedenza, in quanto sono stati respinti gli emendamenti. Tuttavia io ho fatto una valutazione e dichiarer inammissibili diversi emendamenti.
Quando l'emendamento è abrogativo di un comma, a mio avviso diventa difficile dichiararlo inammissibile, posto che evidentemente, se approvato si dovrà ricostruire la legge mediante l'attività ai sensi dell'art. 83 del Regolamento. Però è vero quello che lei dice.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

La discussione testé fatta dimostra la centralità di un argomento che è stato più volte sollevato in questa sede, ovvero la difficoltà che l'Ufficio di Presidenza si troverà davanti una volta approvato questo testo legislativo.
Noi chiediamo l'abrogazione di questo comma, proprio perché non si riesce a capire esattamente la ragione di quanto viene proposto. Se pensiamo che si debba, in base al comma 1, fare riferimento ad un versamento contributivo di almeno 30 mesi, la formulazione utilizzata dal comma 3, quando inserisce il termine "ovvero versare i contributi per completare un quinquennio contributivo", potrebbe indurre la possibilità per il Consigliere di versare contributi anche per un periodo in cui non sia stato Consigliere. Mi spiego: potrebbe verificarsi addirittura la possibilità di contribuire in maniera aggiuntiva, costruendo un periodo che in verità non è stato vissuto da Consigliere.
Questo è un problema che rimane aperto stante la formulazione utilizzata, per cui bisognerebbe esplicitare e maggiormente chiarire questo concetto, nel senso che tutti sappiamo che è possibile ricostruire le carriere dal punto di vista contributivo per quanto riguarda la previdenza però le carriere devono comunque essere ricostruite in base ad una logica lavorativa.
Ricordo, ad esempio, che quando si riscattano gli anni della laurea, lo si fa in base al principio per cui quello è un periodo nel quale si è svolto un lavoro propedeutico a quello che poi si va a fare una volta conseguita la laurea.
In questo caso, così com'è formulato, noi riteniamo che il comma 3 debba e possa essere abrogato, proprio perché la formulazione usata è di un'incertezza e un'indeterminatezza tali che - ripeto - ciò sicuramente complicherà ulteriormente il lavoro dell'Ufficio di Presidenza nel momento in cui dovrà passare, una volta approvata la legge, all'atto decisionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Rispetto alle osservazioni che ha fatto anche il Consigliere Cattaneo (su chi si oppone, se ha delle proposte), ebbene io sono uno di coloro che si oppongono e anch'io sollecito, come strada alternativa, quella di una trattazione più organica del provvedimento in capo all'Ufficio di Presidenza.
Al di là delle sollecitazioni, penso che sarebbe utile una trattazione organica e che non necessariamente una trattazione organica debba portare a chissà quali stravolgimenti. Ovviamente è chiaro che chi è contro il provvedimento non ne sente la necessità, per cui non deve per forza mettersi a elaborare delle controproposte. Noi lo facciamo perché siamo in qualche modo obbligati a trattare la materia, che comunque non riteniamo né urgente né necessaria (tra l'altro, penso che non avrebbe neppure la necessità di sedute straordinarie notturne). Ad ogni modo, ritengo che le decisioni siano state prese con una certa fretta.
Volevo introdurre una considerazione che più volte volevo esporre anche ieri sera, quando ho lasciato la parola al Consigliere Cattaneo, per far notare una stranezza nella nostra discussione (mi pare che lo ricordasse anche precedentemente il Consigliere Tapparo). In questi anni ho spesso affrontato la questione pensionistica; stavo in una categoria che aveva il "privilegio" di andare in pensione dopo 35 anni di lavoro e che si è vista togliere quel privilegio. Quindi, poco tempo prima di essere eletto, mi sono trovato in una situazione del genere, cercando di impedire quel tipo di provvedimento che, se ricordo bene, era portato avanti dalla Casa delle libertà, che all'epoca si chiamava in altro modo, che aveva vinto le elezioni e....



(Commenti fuori microfono)



PAPANDREA Rocco

No, quello dopo, ma, inizialmente, se si ricorda bene, nel settembre del 1994 quando iniziarono le mobilitazioni, eravamo di fronte ad un tipo di provvedimento di questo genere.
In tutti questi anni, compresa l'azione del successivo Governo Dini che era il promotore della stessa proposta di Berlusconi, si andò nella direzione di riduzione dei cosiddetti privilegi. Ricordo che io personalmente e molti appartenenti della categoria di cui facevo parte allora (e di cui faccio parte tutt'ora perché sono in distacco dai meccanici) ci opponemmo anche alla seconda versione dell'accordo, tanto è vero che nella categoria fu respinto.
Noto una incongruenza da parte delle forze politiche, in particolare del centrodestra, che, da una parte, sollecitano riforme generali sulle pensioni, estendendo il periodo lavorativo e riducendo tutte quelle che sono le eccezioni positive e, dall'altra, aprono una discussione politica che per quanto li riguarda va nella direzione opposta.
Noi, come forza politica, che generalmente abbiamo difeso le eccezioni dei lavoratori, le eccezioni che esistevano, compresa quella dei trentacinque anni, in questo caso, però, siamo contrari alla proposta. Mi trovo occasionalmente a far parte di questo strato particolare, come tutti gli altri Consiglieri, perché occupiamo questo posto in quanto eletti, e ritengo che, qui, per noi, si agisca in modo diverso.
Notavo una certa incongruenza e una schizofrenia politica. Quando si parla degli altri si ragiona in un determinato modo, quando si guarda se stessi si agisce in modo opposto.
Credo che questa schizofrenia non faccia bene né a noi né tanto meno agli altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, sa qual è il limite di modificare le leggi? Molto spesso, nello svolgimento del nostro dibattito, io non so quanti Consiglieri abbiano a disposizione il testo originario.
Presidente, io non so quanti Consiglieri abbiano a disposizione il testo originario.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, lei intende la legge 24. Non insultiamo l'intelligenza e soprattutto la diligenza dei Consiglieri regionali.



CONTU Mario

Il testo ci aiuta nella discussione, ne propongo la distribuzione.



PRESIDENTE

Sì, però, insomma...



CONTU Mario

Propongo la distribuzione del testo e le spiego la motivazione: per capire di cosa stiamo parlando.



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, le do subito la parola. Certamente, tutti i Consiglieri regionali, prima di affrontare il dibattito, visto che è il loro lavoro, credo che si siano preparati.



CONTU Mario

E' la semplificazione.



PRESIDENTE

Scusi, prosegua.



CONTU Mario

Non era un atto offensivo nei confronti dei Consiglieri. Sicuramente della Giunta non ce l'ha nessuno e sono molto preoccupato di questo.
Il comma 3 recita testualmente: "Qualora il Consigliere già cessato dal mandato rientri a far parte del Consiglio regionale, il pagamento dell'assegno vitalizio di cui eventualmente già goda resta sospeso per tutta la durata del nuovo mandato consiliare" - fin qui non so cosa voglia dire. "Alla cessazione del mandato l'assegno sarà ripristinato tenendo conto dell'ulteriore periodo di contribuzione".
Qui, nella proposta arrivata all'Aula, dopo le parole "a versare nuovamente contributi per il suddetto periodo...".
Non mi trovo, Presidente, io sto guardando l'art. 5 e parliamo del comma 2: "...del suddetto periodo sono aggiunte le seguenti parole...".
In pratica, dopo la virgola: "il suddetto periodo, ovvero a versare contributi per completare un quinquennio contributivo".
Qui pongo la domanda: cosa vuol dire "dopo un mandato, dopo due mandati dopo tre mandati che sono intercorsi"? Riguarda solo il quinquennio contributivo dell'eventuale decadenza dalla carica durante uno di questi mandati? O è una sorta di riconoscimento al Consigliere di ricostruire dal primo mandato, se poi è arrivato alla VII legislatura, le cinque legislature? Mi rivolgo a chi conosce questa materia, per capire se sto proponendo un emendamento che rischia di essere penalizzante oppure se si tratta di un emendamento di salvaguardia delle prerogative.
Diventa difficile parlare di un testo di legge, sul quale dovremo esprimere un voto, che non è sufficientemente esplicativo.
Signor Presidente, le pongo una domanda molto semplice: a quale fattispecie si riferisce? Vorrei chiederle se è in grado di dare un esempio pratico di condizione ipotetica che si può determinare, anche qui per cercare di capire gli eventuali oneri aggiuntivi che verrebbero scaricati sul bilancio del Consiglio, se ce ne sono. Stiamo parlando di soldi che verrebbero versati e, in qualche modo, quando uno fa questa operazione ne otterrà pur una certa rivalutazione e l'operazione ha senso perché se ne trae un beneficio! Però, non riesco a comprendere, in termini di tempo, a cosa si riferisce. Non è chiaro nel testo di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Il tempo che abbiamo impiegato a trattare questo piccolo punto dimostra come questa materia meriterebbe un lavoro diverso, proprio perché, se si vuole procedere seriamente, ci sono argomenti molto forti.
Questo è un aspetto molto delicato perché valorizza una forma di privilegio che è una linea di tendenza che altri non hanno, quindi, si apre un problema reale.
Il collega Valerio Cattaneo, molto puntualmente, pensando magari di mettermi in difficoltà, non lo so, ha fatto una proposta sulla quale io sarei d'accordo, anzi, sono d'accordo, purché risolva alcuni problemi tecnici.
Voglio citare per memoria tutti coloro che sono stati Parlamentari e Consiglieri regionali; alcuni lo sono ancora e alcuni sono morti, per cui c'è la reversibilità della pensione parlamentare. Se vogliamo approfondire la materia, abbiamo già i nostri giovani come i Consiglieri Salerno, Galli e Mancuso; Livia Turco, che è stata qui; Fassino, Parlamentare che è stato del PLI e Consigliere regionale; Gandolfi, appartenente al Partito Repubblicano e Consigliere regionale; Nerio Nesi, è stato Consigliere regionale ed è attualmente Parlamentare; Farassino - credo valga anche per gli Europarlamentari - Ghigo; Chiabrando; Brigandì; Dameri, che è Parlamentare; Rossi; Zanoletti, è stato Presidente della I Commissione ed è Senatore di Alba; Ronzani è stato parlamentare per un lungo periodo, più lungo del mio; il Consigliere Zacchera, di AN, allora MSI, eletto come successore di Carazzoni a Verbania; Paolo Vittorelli, primo Presidente del Consiglio regionale, vivente; Gianni Alasia, qualcuno lo conosce, magari non tutti; Lasso, che percepisce in questo momento le due pensioni Adalberto Minucci, Libertini, la cui moglie ha la reversibilità; Rinaldo Bontempi, Europarlamentare; San Lorenzo, già Presidente di questa Assemblea e parlamentare; Paganelli, che è stato in quest'Assemblea credo per due legislature.
Vogliamo trovare un criterio che dia omogeneità, per non fare un'operazione ad personam? Io sarei per un criterio generale; come facciamo a regolare il caso delle reversibilità in corso, oppure lo stabiliamo per una prospettiva futura? Diciamo: "Tiriamo una linea e sappiate che, d'ora innanzi, da oggi da domani, il criterio non può permettere la congiunzione dei due elementi e la sovrapposizione".
Sono aspetti che si possono discutere, ma non con superficialità facendo un'operazione di battuta. Io - ripeto - sono formalmente d'accordo a trovare una soluzione equilibrata e onnicomprensiva, quindi non discriminante, su questo problema. La possiamo anche trovare in aula, se vogliamo: approfondiamo, dedichiamo il tempo necessario.
Per questo, c'è una ragione e non un pretesto a tornare ad affrontare in modo organico, la materia e non a spizzichi e bocconi, con colpi di forza.
Torno a dire: pensate che una materia di questo genere, dove non è sufficiente dire sì o no, ma occorre avere delle subordinate, delle posizioni diverse, debba essere affrontata in questo modo, in una situazione di emergenza, nella pressione, nella provocazione? Perché non assumere un atto di coraggio e affrontare questo problema magari mandando anche una lettera ai nostri ex colleghi! Tra l'altro, il Consigliere Gianni Alasia, con la V legislatura verrebbe discriminato! Per questo dicevo: "Se la fate, fatela senza una barriera di una certa legislatura. Perché non la IV e proprio la V, tra l'altro con un ex Consigliere che si siede lì, vivo e vegeto, e viene ad assistere ai nostri lavori?".
E' in questo senso che torno a chiedere a lei, Presidente Cota, di riportare, almeno questa parte del provvedimento, in una dimensione più serena, più approfondita e fattiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Presidente, ho chiesto agli uffici se mi procurano qualche altra realtà regionale, che questo cimento che non vogliamo assumere, quello di istituire un testo unico, possa avere dei precedenti da sottoporre alla riflessione.
Ho chiesto di intervenire, Presidente, perché sono indignato dall'assenza dell'Ufficio di Presidenza in questa discussione.
Presidente, questo è inammissibile: voglio capire di cosa stiamo parlando. Ho chiesto una delucidazione tecnica su un disposto di legge alla quale nessuno ha dato risposta...



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, non voglio offenderla, Consigliere Contu, e per questo non intervengo. Lei è stato in Commissione giorni e giorni, si è occupato di questo provvedimento, io non voglio offenderla dando spiegazioni a questioni che sono chiare a tutti...



CONTU Mario

Io non sono in Commissione bilancio, non ero presente...



PRESIDENTE

Non voglio offenderla leggendole un articolo di legge che lei ha certamente già letto e approfondito, essendo Consigliere regionale, quindi mi scusi, ma proprio nel suo interesse la lascio continuare.



CONTU Mario

Presidente, non mi offende, quindi la lascio tranquillo con la sua coscienza.
Le ho solo chiesto di sapere se la possibilità dei versamenti rispetto ai quinquenni contributivi, riguarda tutte le legislature intercorse fra quella di riferimento (è una risposta tecnica; non una provocazione) nel periodo intercorso fra un'eventuale prima elezione, anche se parziale, che può essere completata e che prima veniva congelata, e tutte le successive legislature magari intercorse fra la rielezione all'interno dell'Assemblea legislativa.
E' una questione puramente tecnica, Presidente, per capire se a qualsiasi lavoratore, una volta svolta una determinata attività (20 anni prima, 20 anni dopo) può operare attraverso il versamento dei contributi e se il gioco vale la candela, tanto per intenderci, in termini di quantificazione economica.
Voglio capire se la nostra condizione risponde ad una corporazione che fa una legge o se, invece, tiene conto dei limiti che la legislazione nazionale ha in materia di istituti previdenziali.
Ritengo di chiedere una cosa banale: che si dica come va interpretata questa norma, perché, una volta votata, è legge.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Contu.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti nn. 1.51, 1.52 e 1.53).
Il Consiglio non approva.
1.54) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Riggio, Suino Placido, Muliere, Ronzani e Manica: Il comma 4 dell'art. 1 è abrogato.
1.55) Emendamento presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: Il comma 4 dell'art. 1 è abrogato.
1.56) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Moriconi e Papandrea: Il comma 4 dell'art. 1 è abrogato.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Non vorrei espormi anch'io ad una risposta aspra da parte del Presidente, ma chiedo effettivamente un chiarimento su una questione che non mi è chiara.
Il comma 4 dice: "I Consiglieri ai quali, durante lo svolgimento del mandato, siano stati conferiti ulteriori incarichi previsti dallo Statuto e dal Regolamento e sia stato corrisposto un assegno integrativo mensile..." ecc., "possono chiedere che la misura dell'assegno vitalizio sia definita tenendo conto anche di tali incarichi".
Chiedo se qualcuno che ha seguito ed elaborato il provvedimento pu dare una risposta a questa domanda: siccome le nostre misure previdenziali non sono misure a capitalizzazione, ma sono misure che si basano, immagino sull'ultima indennità percepita perché gli incarichi di cui si parla, sono incarichi che hanno una certa durata nel tempo e possono naturalmente cessare (si parla di incarichi di Presidenza del Consiglio regionale, di Presidenza in Commissione, incarichi di Capigruppo, ecc.). Prendiamo il mio caso: sono stato Capogruppo dei DS per un anno. In questo caso trovandoci di fronte a misure previdenziali che non sono a capitalizzazione, come viene misurata questa cosa? Sulla base di quali criteri? Viene data un'indicazione generale di cui non riesco a capire qual sia la traduzione operativa. Non so se sia chiaro quello che sto chiedendo, si parla di incarichi che sono provvisori, temporanei.
Sono domande che rivolgo a chi è in grado di darmi un chiarimento, un chiarimento che non ho avuto ai lavori di Commissione ai cui ho partecipato.



PRESIDENTE

Consiglieri, vi devo confessare che non guardo la mia busta paga quindi non sono preparato sulla materia. Chiedo sempre lumi al Vicepresidente Riba perché è più esperto sulla parte relativa alle indennità.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Relativamente questo punto abbiamo presentato un emendamento ben sapendo che, sulla stessa materia, in sede di approvazione della legge n.
24, era stato adottato un ordine del giorno che impegnava l'Ufficio di Presidenza a considerare nella partita complessiva del riordino della materia, che definiamo impropriamente previdenziale, anche le indennità aggiuntive.
Ci troviamo di fronte ad un problema pratico, che mi pare accennasse prima anche il Consigliere Marcenaro, ma anche ad un problema di principio relativo all'istituto e alla natura del vitalizio, rispetto a forme di contribuzione da parte dei Consiglieri regionali, che non corrispondono materialmente all'entità del vitalizio.
Il vitalizio è corrisposto, per questo si chiama tale, per gratificare lo status dei Consiglieri regionali, per il fatto che questi hanno ricoperto la funzione di Consiglieri regionali in una fase che normalmente, con la previdenza obbligatoria, è la fase pensionistica. Il vitalizio viene corrisposto al Consigliere in quanto tale, non è un vitalizio "pensionistico" che deve, in qualche misura, tener conto degli ulteriori incarichi di responsabilità istituzionale che il Consigliere ha ricoperto nel corso del proprio mandato.
Il vitalizio è assegnato ai Consiglieri, forse con una misura un po' retrò, per il fatto di avere "illustrato" l'istituzione con il proprio mandato, non per il fatto di aver ricoperto una responsabilità istituzionale piuttosto che un'altra. Se ha senso immaginare che le forme di contribuzione di persone, quindi anche forme di trattamento economico che hanno stipendi diversi, sia di tipo diverso, visto che ci troviamo di fronte ad una materia relativa alle indennità e non agli stipendi che attengono le diverse funzioni che nei diversi organigrammi, le diverse persone possono ricoprire, l'idea di rendere pensionabili anche le indennità aggiuntive, oltre a produrre dei problemi economici, contraddice la natura stessa dell'istituto del vitalizio. Vitalizio che non è relativo all'incarico interno ricoperto dal Consigliere, ma allo status del Consigliere e alla funzione di rappresentante del popolo che questo ha ricoperto per una parte più o meno lunga della propria vita.
Al di là delle cose che diceva il Consigliere Marcenaro, che sono tutte sacrosante - non si può pensare che ad una maggiore contribuzione corrisponda una maggiore corresponsione, non siamo in un sistema di capitalizzazione - il problema non è pagare un po' di più per prendere di più, ma esiste anche un problema di principio che andrebbe verificato in termini comparitivi o analogici con quello che succede in altre assemblee elettive.
Non so, temo non sia così, se al Parlamento nazionale chi ha svolto l'incarico di Presidente del Consiglio abbia, per quella legislatura, un trattamento "previdenziale" diverso rispetto ad un parlamentare semplice.
Ho l'impressione che anche in altri Consigli regionali il trattamento "previdenziale" dei Consiglieri regionali sia indifferenziato e non rispecchi le diverse funzioni ricoperte pro tempore dai diversi Consiglieri. Al di là dei problemi che si continueranno a porre anche di cassa, esiste un problema istituzionale che, secondo me, va verificato nel suo complesso per non snaturare la natura del vitalizio. Se il vitalizio deve diventare una pensione e chi guadagna di più e versa di più prende di più, allora facciamo un bel vitalizio a capitalizzazione: ho l'impressione che, complessivamente, tutti quanti e, soprattutto, i proponenti del provvedimento, un po', anzi molto, ci perderebbero.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Il Consigliere Palma ha già indicato la complessità e la contraddizione che insita in questa proposta. Per esempio: come trattiamo le situazioni del lontano passato? Anche questo è un provvedimento che incomincia ad avere valore da un certo momento. Come valutiamo i costi dell'ipotesi ventilata? Vorrei segnalare che oggi l'Assessore percepisce la quota spettante al Consigliere Regionale a cui si assomma la parte della sua funzione (questo vale per Ministri, Sottosegretari, Presidenti di Consiglio).
Quindi, o accettiamo il principio, ma questo è un principio di democrazia e di natura del nostro vitalizio, per cui si riconosce la funzione per la quale si è eletti, cioè si è deputati a qualcosa (ed è per questo che il vitalizio funziona), oppure ci apriamo un bel fondo pensione specifico e particolare. Secondo me, sarà un fondo in forte sofferenza soprattutto in una sostenibilità futura di questo impianto. Mi pare la proposta non solo discutibile, ma anche tecnicamente complessa che apre aspetti poco chiari. E anche da capire quel "possono chiedere o non possono chiedere" mi sembra che all'interno di una norma o questa diventa un principio generale che scatta e permette di operare, oppure non ha valore.
Volevo cogliere - me lo consenta Presidente - il momento per ricordare un suo predecessore, non molto lontano nel tempo, l'on. Picchioni, che è stato sia parlamentare sia Consigliere regionale sia Presidente di questa Assemblea.
Vorrei ricordare il Conte Calleri, democristiano di peso degli anni passati...



PRESIDENTE

Puntualmente il Consigliere Marcenaro ha precisato che alcuni sono ancora in vita.



TAPPARO Giancarlo

Stavo parlando del Conte Calleri, come deceduto, mentre l'on. Picchioni è vivente.
Come Gabriele Salerno, come Zanone. Vorrei ricordare anche due casi significativi, per il carattere: Morando, che è stato Consigliere regionale per 48 ore ed è parlamentare; e uno dei rappresentanti più autorevoli del Gruppo Radicale, Emma Bonino, Consigliere regionale per soli due mesi (non penso che abbia redatto atti per completare, eventualmente, la legislatura). Volevo aggiungere questi elementi per completare l'elenco.
Non so se mi sono dimenticato altri nomi, magari compiliamo poi uno specchietto.
Come già detto in precedenza, trattando l'art. 3, ribadisco la difficoltà di operare nella forma che attualmente stiamo usando.
Torniamo all'art. 4. Si tratta di un articolo di grosso peso perch introduce, da una parte, un principio legato agli incarichi "extra" al ruolo del Consigliere regionale semplice e, dall'altro ritroviamo, nel comma 4, la famosa barriera della V legislatura perché, come già ribadito nell'intervento in sede generale di apertura del dibattito e in sede di apertura della discussione di questo articolo, occorre prendere coraggio a due mani e modificarlo in un modo o nell'altro.
Ho visto alcuni colleghi della maggioranza risentirsi per il mio intervenuto di ieri, ma ribadisco che intervengo sempre e solo con spirito costruttivo, perché mi sembra che sia un qualcosa, non vogliano dire "ad personam", ma che discrimina qualcun altro. Accennavo prima a Gianni Alasia, parlamentare e Consigliere regionale, che in questo caso sarebbe uno discriminato.
Credo, quindi, che questo comma andrebbe cassato per intero.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Prima di tutto, invito i colleghi della maggioranza a riflettere, per un attimo, su questo punto, perché quando si "mette mano" ad interventi di questo tipo, prescindendo da un ragionamento unitario, il rischio è di risolvere un problema, ma aprirne altri. Questo mi sembra un caso tipico.
Il Consigliere Palma ha posto il problema che un intervento del genere potrebbe snaturare il carattere del vitalizio; mentre il Consigliere Marcenaro si chiede in che misura, coloro che hanno ricoperto un incarico istituzionale e in quanto tale pensionabile, non possa essere calcolato.
Per la verità, il comma successivo dà una risposta incredibile alla questione: consente che il Consigliere, che per un po' di tempo ha svolto un incarico istituzionale, possa versare il corrispettivo dei contributi per maturare, anche per quel tipo di incarico, il diritto a percepire un'integrazione della pensione.
Presidente, la invito a darci una mano a risolvere questa questione.
Secondo me, una norma che introduce un criterio di disparità e di iniquità all'interno del Consiglio, rischia di scatenare un meccanismo perverso, per cui si avranno Consiglieri - spero che non capiti, ma questo è un rischio concreto - che avranno il problema di avere incarichi istituzionali non in ragione del fatto che è importante occuparli, ma perché essi sono, in quanto tali, pensionabili. Nella nostra concezione invece, l'indennità per un incarico (Vicepresidenza piuttosto che Presidenza) è accessoria, in quanto riferita ad un mandato che si ha per un limitato periodo di tempo e che non può essere, in nessun modo, confuso con il mandato che esercitiamo in quanto eletti del popolo, in quanto Consiglieri regionali.
Su questo punto vi invito a riflettere, colleghi della maggioranza.
Questa norma è particolarmente "odiosa" perché introduce un elemento di forte disparità. In questo modo si avranno Consiglieri che vorranno svolgere il ruolo di Vicepresidente, di Presidente o di essere, comunque nell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale anche solo per un giorno o due giorni perché, con la norma stabilita, gli avremmo dato la possibilità di versare contributi affinché la propria pensione venga calcolata considerando questo periodo.
Mi sembra un po' sbagliato (lo dico in questa maniera per non usare un termine più forte). Mi sembra ingiusto.
Personalmente ritengo che si debba eliminare, dal provvedimento, norme come queste che sono - consentitemi - particolarmente odiose e ingiuste perché producono, nel Consiglio medesimo, una condizione di iniquità e disparità.
Questa è la mia opinione, Presidente.



PRESIDENTE

Su questa questione basta prevedere se si vuole mantenere lo spirito di considerare la parte aggiuntiva commisurata solo al periodo di effettivo svolgimento dell'incarico.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

La precisazione del Presidente del Consiglio regionale è stata molto utile perché ha già anticipato alcune soluzioni che, semplicemente con un'interpretazione autentica dei proponenti da un lato, e con un eventuale emendamento, per dare un'interpretazione inequivocabile alla norma da parte nostra, dall'altra, potranno risolvere i vari problemi.
Faccio un appello alla coerenza: mettiamo da parte un po' di ipocrisia cari colleghi del centrosinistra e cerchiamo, nella pausa pranzo, di fare buona scorta di zuccheri per recuperare, in particolare il Consigliere Ronzani che ci invita a ritirare un pezzo di norma scandalosa, un po' di memoria.
Più di un anno fa, questo Consiglio regionale, Presidente Cota Vicepresidente Riba e Vicepresidente Toselli (visto che siete la massima espressione dell'Ufficio di Presidenza che ci rappresenta) ha approvato, su proposta della Conferenza dei Capigruppo, un ordine del giorno con il quale si impegnava l'Ufficio di Presidenza a normare questa materia. Quell'ordine del giorno, con votanti 41, fu approvato con favorevoli 40 e contrari 1.
Quei 40 erano 27 o 28 della maggioranza e 12 dell'opposizione, quindi dei Gruppi DS, La Margherita e di altri colleghi presenti. Un solo collega vot contro. Non veniamo in aula a presentare una proposta di legge perché siamo impazziti. Su questa materia eravamo tutti d'accordo. Rispondo a chi politicamente ha invitato i proponenti a ritirare il punto perch scandaloso e ingiusto. Non sto entrando nella fase tecnica del provvedimento, questa è un'altra questione.
Il Presidente Cota durante l'interruzione ci ha detto cosa si può fare ed è ovvio che si riferiva alla parte relativa alla carica, come è ovvio che bisogna pagare i contributi relativi. Sono tutti elementi ovvi che vanno interpretati e normati in modo inequivocabile. Il punto politico riguarda il fatto che ho detto prima, cioè che non siamo giunti in quest'Aula perché siamo impazziti o perché vogliamo proporre chissà cosa ma semplicemente perché abbiamo ripreso un'iniziativa politica assunta da questo Consiglio e dall'Ufficio di Presidenza su questa specifica materia e con uno specifico fine.
L'ordine del giorno nacque in Conferenza dei Capigruppo con l'ausilio e l'apporto dei Capigruppo anche del centrosinistra e con la presenza dei rappresentanti del Consiglio regionale e dell'Ufficio di Presidenza.
A questo punto bisogna essere leali e coerenti in questo Consiglio regionale. Non si può invitare politicamente a ritirare una parte di norma perché è scandalosa o perché si vuol far credere che l'abbiamo presentata senza un senso. Chiediamo almeno che ci venga riconosciuto questo, così come chiediamo un po' di serietà.
Se qualcuno immagina di togliere un pezzo alla volta al provvedimento un chicco alla volta, diciamo che non ci stiamo. Noi andiamo avanti con la nostra proposta di legge, siamo disponibili e rinnoviamo la disponibilità a confrontarci nel merito, ma non immaginate neanche di dividere la maggioranza o di fare a fette il provvedimento su questo o su quel punto perché non è comprensibile e ammissibile una cosa del genere per la maggioranza che si è assunta una responsabilità politica. Altra cosa è se ci si vuole riunire - lo diciamo da due giorni in Conferenza dei Capigruppo intorno ad un tavolo, procedendo all'esame, punto per punto, come ci è stato chiesto, del provvedimento. Certo che, a fronte di questa richiesta vogliamo uno sblocco della situazione e richiediamo un percorso che ci porti ad approvare, con la responsabilità politica - immagino che voi voterete comunque contro - questa proposta di legge.
A fronte di un ostruzionismo ed una chiusura su un provvedimento complessivo non si può immaginare di apportare delle modifiche in corso d'opera, per poi magari nemmeno approvarlo. Questo non è possibile. Tutti siamo dei politici e dei rappresentanti, facciamo tutti lo stesso mestiere e abbiamo tutte le stesse responsabilità, credo che questa votazione possa essere condivisa da chiunque al nostro interno abbia onestà intellettuale capacità politica e cerca di dare una interpretazione alla volontà politica e alla responsabilità politica di questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Presidente, svolgo un intervento rapido perché non capisco come può il collega Ronzani, che ha ricoperto anche la carica di Parlamentare, dire che è scandaloso legare la pensione alla contribuzione. Di fatto se l'indennità è più alta, come noi proponiamo, la pensione sarà più alta, perché i contributi versati ai fini pensionistici saranno più alti, e questo vale anche per chi vuole riscattare periodi contributivi precedenti.
Non capisco per quale motivo il centrosinistra ha votato una legge per i dipendenti Rai molto più interessante di quella che proponiamo noi. Un dipendente RAI una volta raggiunto un livello massimo di carriera (direttore, vicedirettore, caporedattore) anche se ritorna a svolgere il ruolo di semplice giornalista all'interno della RAI continuerà a prendere lo stesso stipendio. Questo provvedimento è stato votato dal centrosinistra, però il Consigliere Ronzani non ha gridato allo scandalo.
Non possiamo usare due pesi e due misure, cerchiamo di essere corretti al nostro interno.
Volete fare opposizione per far notizia sui giornali, volete fare ostruzionismo, volete farci trascorrere la vigilia di Natale in quest'Aula va bene, ma siate corretti. Vendere sempre e solo fumo non è piacevole.
So che mi tirerò dietro l'ira di alcuni giornalisti, ma purtroppo i giornali dalle nostre parti, in Piemonte in particolare, sono leggermente di parte. Porto l'esempio del quotidiano La Stampa che ha pubblicato la busta paga del Consigliere regionale, Capogruppo n. 16. Io e altri colleghi abbiamo scritto una letterina al direttore di quel giornale, se si pu chiamare giornale indipendente, e abbiamo chiesto: "Caro Direttore ha fatto bene a dare l'informativa ai cittadini di quello che guadagna un Consigliere regionale, d'altronde la dichiarazione dei redditi la presentiamo tutti gli anni ed è pubblicata addirittura sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ma perché non pubblica sul giornale anche la sua busta paga e dei suoi collaboratori, in modo che i cittadini possano confrontarle?".
Non solo non ha pubblicato la sua busta paga e quella dei suoi collaboratori, ma non ha neanche pubblicato la nostra lettera. Questo esempio la dice lunga sull'estrema correttezza di coloro che tengono bordone a voi, il motivo è solo quello, perché leggendo La Stampa notate solo quello che vi fa comodo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, signor Presidente. Intervengo non a nome del mio Gruppo ma di quello che consideriamo il più esclusivo dei club presenti in questo Consiglio regionale, al quale l'adesione è prescritta alla strana maggioranza di voi, ossia il club dei Consiglieri semplici, che è composto solo da tre persone: la Consigliera Suino, il Consigliere Papandrea e il sottoscritto.



(Commenti in Aula)



MARCENARO Pietro

Continuo a pensare che forse bisognerebbe fare una discussione. Se il Consigliere Rossi Oreste conosce la differenza fra un sistema previdenziale contributivo e le regole che determinano la nostra indennità possiamo iniziare la discussione. Il sistema di cui stiamo parlando non è un sistema previdenziale contributivo, perché l'indennità finale non è il risultato dei contributi versati e non siamo neppure paragonabili alla condizione di un normale lavoratore dipendente, non solo dipendente RAI, ma un qualsiasi lavoratore, perché si può cambiare qualifica, si può cambiare mansione, ma si mantiene la contribuzione acquisita. Questo è ciò che stabilisce la legge, i contratti e la legislazione del lavoro, ma vale in generale e non per i Consiglieri regionali, le quali indennità, come sapete, sono legate ad un'altra logica. Al di là di questo, vale la considerazione fatta dal Consigliere Ronzani. Il Consigliere Cattaneo ha detto una cosa giusta ossia ha rilevato un'inadempienza, non del centrosinistra, ma del Consiglio regionale, relativa all'impegno di normare una determinata questione che riguardava in particolare questo aspetto. Prendiamo su questo la piccola quota di responsabilità che ci spetta, ma non è questo il punto.
Io non credo che noi abbiamo fatto quell'ordine del giorno per trovare delle soluzioni personali; lo abbiamo fatto con l'intenzione di trovare una serie di norme che dessero un carattere razionale e generale. Qui incontriamo il vero punto che differenzia le nostre posizioni in questo dibattito! Voi avete sempre un'idea di comparazione all'interno del Consiglio regionale tra Consiglieri regionali, e a volte di comparazione della nostra istituzione con altre come il Parlamento; vi sfugge completamente, quando si affronta questo problema, un principio di equità generale. Non esiste solo questa comparazione, ma anche dei principi di equità che fanno sì che le decisioni che noi prendiamo siano più o meno riconosciute come opportune da un'opinione pubblica più complessa.
Per questo noi insistiamo sul fatto che una cosa è la determinazione di misure quantitative, altro è un sistema di regole nel quale noi non possiamo immaginare di separare le decisioni che prendiamo per questo Consiglio regionale e per le nostre personali condizioni da quelle che riguardano il resto dei mondi che guardano e vedono quello che noi facciamo e con i quali ci confrontiamo.
Noi non stiamo facendo - caro Presidente Cattaneo - nessuna azione ostruzionistica; stiamo facendo una discussione politica di merito di questo provvedimento, e non intendiamo cambiarlo o distruggerlo pezzetto per pezzetto. Vi diciamo che esistono delle condizioni,e le condizioni sono quelle che abbiamo provato a ripetere più volte in questa discussione.
In primo luogo, il fatto che questo provvedimento trovi una comprensione da parte dell'opinione pubblica ed entri diversamente in sintonia con il clima del tempo, con quello di cui le persone (uomini e donne) che fanno politica nelle istituzioni (come noi siamo) non possono non tenere conto. Il fatto che ci sia un giudizio su quello che noi facciamo è un punto non demagogico - per fortuna, oggi parliamo senza giornalisti presenti - ma che io considero deontologico: noi abbiamo il dovere di fare in modo che non si butti discredito sulla politica delle istituzioni, per cui anche le decisioni che prendiamo in questa materia devono essere costruite, secondo me, in modo tale da rispondere a questa preoccupazione.
Inoltre, ci sono le altre questioni che abbiamo sollevato: è in questo quadro che si può trovare uno sbocco di questa situazione. Vi rendete conto e finisco - che facciamo una discussione alla quale il Presidente della Regione si vergogna di partecipare? Vi rendete conto che si vergogna di partecipare a questa discussione e di essere coinvolto in questa situazione in cui la sua maggioranza lo mette? Vi chiedo di riflettere anche su questo aspetto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Come ricordava bene il Presidente Cattaneo, su questo impegno noi votammo contro. Però voglio spendere una parola a difesa di quella scelta che io contrastai, ma che voi avevate compiuto. Era un impegno che si concretizzava in un mandato all'Ufficio di Presidenza di predisporre un riordino o un adeguamento di quel tema specifico, da sottoporre al voto dell'aula. Oggi, questo provvedimento, in via definitiva, viene inserito come una modifica di una legge esistente, ma è accompagnato da una delega all'Ufficio di Presidenza, senza che venga sottoposto al controllo democratico dell'assemblea.
Parlo sommessamente, Presidente: per controllo democratico intendo riferirmi alla possibilità di tutti i Consiglieri di esprimere un voto.
Questa materia invece viene sottratta ! Questo è il fatto scandaloso! Cioè il fatto che ci viene imposto di operare come una "conventicola", dove nessuno ha visto e nessuno ha sentito, perché ci siamo lavati le mani: diamo la delega a qualcuno, con tutti gli effetti benefici o negativi che ne possono derivare.
Peraltro, io continuo a credere, in buona fede, al Presidente Cattaneo quando dice che non è detto che il mandato si debba concludere con un miglioramento delle condizioni complessive dello status dei Consiglieri anzi, nell'equilibrio delle risorse, se l'obiettivo fosse quello del pareggio del bilancio, come facciamo in sanità, significherebbe togliere una parte di privilegi e spostarli con una ripartizione equa, che tenga conto del fatto che, prima di tutto, noi in quest'aula siamo stati espressi da un voto popolare e abbiamo il riconoscimento per questo preciso mandato e non per tutte le cariche che strada facendo si potranno aggiungere.
Perché si potranno quintuplicare, e io lo capisco l'elemento compensativo! In allora, si era ottenuto un determinato risultato; era stata esclusa quella che era un'opzione tutta della maggioranza, questo va detto, in quanto, dovendo convivere con una realtà di Gruppi molto affollati, con una rappresentanza significativa in questo Consiglio regionale, avevano il problema di accontentare un po' tutti, di come riconoscere un po' a tutti qualcosa.
Io invece parto da un altro presupposto: la logica della differenziazione e dei carichi aggiuntivi è sufficientemente compensata dalle indennità accessorie, perché il Capogruppo percepisce un'indennità perché il Vicepresidente percepisce un'indennità, e così via. Allora forse, questo meccanismo sproporzionato va riadeguato.



(Commenti in aula)



CONTU Mario

Non troverai certo il mio ostacolo, da questo punto di vista. Bisogna allora avere il coraggio di fare una sola cosa, che consente di restituire trasparenza: riordinare tutta la materia in un Testo Unico. Non si può, a spizzichi e bocconi, come ricordava il Consigliere Ronzani, fare questo o quell'aggiustamento. Non è corretto. Sono 10 articoli; si scrivano 10 articoli che trattano le varie materie all'interno di un unico testo di legge: l'indennità, le indennità aggiuntive, quelle accessorie, il rimborso chilometrico.
Solo allora potremo dire che la Regione Piemonte è all'avanguardia almeno nel tentativo di rimettere ordine nella giungla legislativa.
Presidente, lei prima mi ha accusato, forse non ha seguito bene: io ho provato. Quella di mettere ordine nella miriade di leggi che abbiamo prodotto è un'impresa immane. Forse è il caso di metterci mano; conosco la sua attenzione al problema, però non si possono usare due atteggiamenti, a seconda della bisogna.
Se dobbiamo operare nel campo della delegificazione, si operi e si abbia il coraggio di farlo ad iniziare dal nostro trattamento indennitario.
Faremmo cosa giusta, Presidente!



PRESIDENTE

Accusare è una parola un po' grossa.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Dalle ultime considerazioni, credo che dovrebbe essere facile riguardando solo noi, affrontare un testo unico. Non dovrebbe essere complesso o perlomeno incontra meno ostacoli che non quando ci si rivolge all'esterno. La platea è relativamente ridotta, quindi sarebbe più semplice.
In questo provvedimento avevamo rilevato alcuni elementi di miglioramento rispetto all'originale; adesso, invece, ce n'è uno di pesante peggioramento. Forse il Consigliere Cattaneo non lo ricorda, ma nella proposta da lui presentata in Commissione, questa parte non c'era.
Questa parte è stata aggiunta nei lavori di Commissione, peggiorando ulteriormente un testo che già aveva caratteristiche negative, perch condivido totalmente il ragionamento che faceva il Consigliere Palma introduce delle differenze tra di noi, in funzione degli incarichi che abbiamo all'interno del Consiglio.
Tra l'altro, poiché riguarda anche i Capigruppo, succede che un Consigliere che è in un gruppo di un solo componente, automaticamente si trova in questa situazione. Inoltre, anche per il modo in cui abbiamo moltiplicato le Commissioni, questo provvedimento, non essendo ad personam alla fine è negativo per qualcuno e diventa discriminatorio per pochi introducendo un privilegio largo, quindi degli effetti pesanti sul bilancio regionale.
Consigliere Cattaneo, lei dice sempre: "Versiamo", ma non dimentichiamo che noi versiamo una parte, non tutto. Tutti quelli che dicono che "versiamo", anche il Consigliere Rossi, dimenticano che noi versiamo solo il 30%, mentre il restante 70% è a carico del Consiglio Regionale. E quanto versiamo non permette assolutamente di coprire la pensione che riceviamo.
Quindi, noi paghiamo solo una parte e ci assicuriamo un bel privilegio.
Stante le caratteristiche del provvedimento, molti di noi e alcuni ex Consiglieri - fino alla V legislatura - potranno, se hanno avuto incarichi di Presidenza di Gruppo, Presidenza di Consiglio o Presidenza di Commissione, versare un'integrazione e quindi migliorarsi la pensione o il vitalizio (ma sostanzialmente è la stessa cosa). Di conseguenza, ci sarà un Consigliere che, avendo costituito un Gruppo all'inizio di questa legislatura, con questo provvedimento riesce a mettere insieme le legislature precedenti sotto i 30 mesi, per il fatto di essere il Capogruppo per questo periodo.
Con un piccolo provvedimento di legge abbiamo un bel ritocco! Si dovrebbe almeno mettere un limite: tocchiamo quelle cose che riguardano tutti, non quelle che riguardano solo qualcuno. Tra l'altro, noi abbiamo discusso di Commissioni e di riduzione del numero delle Commissione, ma tutto quanto stiamo mettendo in opera va nella direzione opposta, cioè si introducono degli elementi di valutazione rispetto al fatto di moltiplicare o meno le Vicepresidenze delle Commissioni. Se decideremo che ci sono altre 12 Vicepresidenze, queste costeranno non solo per il periodo in cui le introdurremo, ma anche successivamente.
Mi pare che sia un elemento estremamente negativo. Visto che non c'era nel testo originale, almeno su questo date un segnale. Alcuni Gruppi finora non si sono esposti molto nella difesa di questo provvedimento e presumo che non ne siano entusiasti, ma date un segnale: non "bevete" tutto e non accettate tutto quello che vi viene proposto!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intervengo per ribadire la mia personale posizione, peraltro ottimamente espressa dal Capogruppo Palma.
Ritengo che questo emendamento sia da accogliere, perché il comma 4 obiettivamente introduce elementi di poca chiarezza e di poca trasparenza e di certa iniquità. Sarebbe dunque opportuno che i Consiglieri di maggioranza e i Consiglieri favorevoli a questo provvedimento valutassero con più attenzione questo particolare aspetto e questo particolare comma che per certi aspetti è davvero iniquo, introduce elementi complicati anche di gestione dell'intera macchina che riguarda i nostri vitalizi e le nostre indennità, poi tradotte in pensione.
Volevo semplicemente fare sentire anche la mia voce su questo emendamento, perché è significativo e particolare.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti nn. 1.54, 1.55 e 1.56) Il Consiglio non approva.
Prima di riaggiornare la seduta, comunico che l'emendamento firmato dal Consigliere Cattaneo che chiede di aggiungere dopo la parola "incarichi" le parole "per il solo periodo di effettivo svolgimento" non va discusso adesso, bensì dopo altri emendamenti che chiedono di intervenire su parole del comma 1 bis. Quindi, lo discuteremo dopo.
Comunico che alle ore 15.00, in sala "A", ci sarà la riunione dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.40)



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