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Dettaglio seduta n.284 del 19/12/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta è aggiornata alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Caramella, Ghigo, Leo Pichetto, Rossi Giacomo, Rossi Oreste, Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Tapparo chiede di intervenire sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, volevo segnalare che ieri dagli organi di stampa abbiamo avuto l'informazione sul rinnovo delle nomine alla Finpiemonte, in una forma rispetto alla quale non voglio usare termini irrituali, per certamente con qualche sorpresa persino da parte degli addetti ai lavori del Consiglio regionale.
Non sarebbe il caso, ovviamente dopo questo lavoro intenso sul provvedimento all'o.d.g., che la Giunta desse a questa Assemblea una qualche spiegazione rispetto a ciò che è successo, le modalità, i rapporti i criteri, visto che in qualche modo è il Consiglio regionale depositario di questa funzione, per cui dovrebbe essere centrale nel problema delle nomine? Non intendo sottrarre del tempo, sono due minuti, come lei vede; chiedo solo se in futuro, una volta espletati tutti questi adempimenti, la Giunta può spiegare brevemente quali sono i criteri, le ispirazioni, le ragioni la strategia che ci sono dietro alle nomine in Finpiemonte, di cui la stampa ci ha informato ieri.



PRESIDENTE

Il tema della comunicazione e del coinvolgimento del Consiglio regionale sulle nomine è sicuramente un tema importante, che attiene anche alla funzione di controllo del Consiglio regionale. E' un tema che potrebbe trovare sede nello Statuto con nuovi strumenti e anche con nuove competenze che il Consiglio potrebbe avere. Ad ogni modo, vedremo nel corso di queste sedute, prima della pausa natalizia, se e come riuscire a calendarizzare una comunicazione complessiva.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di legge n. 468 "Modifiche e integrazioni alla l.r. n. 24/2001 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali)" - Presentazione questioni sospensive


PRESIDENTE

Comunico che sono state presentate 11 questioni sospensive (aventi carattere incidentale) ex art. 63 Regolamento. Colleghi, tali questioni sospensive sono tutte ammissibili, tranne la n. 1, presentata dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Tapparo e Suino: Si richiede di sospendere la discussione della proposta di legge. 468 perché risulta contraddittorio al documento della Conferenza dei Presidenti dell'Assemblea, dei Consigli regionali e delle Province autonome, che si presume fonte ispiratrice della stessa proposta, in quanto non tiene conto degli orientamenti atti a non allargare le forme collaterali di incremento delle disponibilità finanziarie dei singoli eletti.che non è una questione sospensiva, ma una valutazione con riferimento al merito del provvedimento per cui basterebbe fare degli emendamenti per caratterizzare in questo senso la proposta.
Questione sospensiva n. 2 presentata dai Consiglieri Contu, Chiezzi Tapparo e Suino: L'esame della proposta di legge n. 468 è condizionato alla presentazione da parte degli Uffici di un quadro comparativo delle indennità complessive corrisposte agli eletti nelle diverse Regioni italiane a Statuto ordinario e speciale.
Il quadro comparativo deve contenere la distinzione analitica delle indennità di carica dalle altre forme di erogazione corrisposte a titolo di indennità di presenza o rimborso.
Per questo si richiede la sospensione della di discussione della proposta di legge n. 468 del 25 novembre 2002 ed il rinvio alla competente Commissione ai fini di completare l'istruttoria di merito.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, la richiesta non era oziosa, ma forse poteva già essere espressa nei documenti che dovrebbero essere normalmente allegati ai provvedimenti, nel senso che per poter decidere - in questo caso si tratta di una legge delega, delega che viene data all'Ufficio di Presidenza bisogna sapere e avere una conoscenza abbastanza analitica di quali sono i quadri di riferimento. Non è nemmeno una critica al provvedimento in quanto tale: è una rivendicazione, forse propriamente rivolta a lei, affinch quando un provvedimento viene messo in discussione sia arricchito di tutti quegli elementi, dati e informazioni che i Consiglieri regionali non possono autonomamente raccogliere (non è un compito loro proprio).
Quindi il senso del provvedimento è questo: poter disporre delle informazioni; possiamo anche accantonarlo e ricevere questi elementi in corso d'opera, se vogliamo, però questo problema sussiste, almeno io lo sento.
Presidente Cota, uso questo passaggio per ricordarle che tutti i provvedimenti devono sempre essere corredati di opportuna documentazione in modo che il Consigliere regionale sia in grado di poter assumere una decisione sulla base del maggior livello possibile di informazione rispetto al merito del problema.



PRESIDENTE

Questione sospensiva n. 3 presentata dai Consiglieri Contu, Chiezzi Tapparo e Suino: Si richiede di sospendere la discussione della proposta di legge 468 affinché siano acquisiti dall'Ufficio legislativo della Regione Piemonte autorevoli pareri per ciò che riguarda l'applicazione dell'art. 12 dello Statuto regionale e la possibile violazione di esso da alcune norme previste nella proposta di legge n. 468.
La parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Questa questione sospensiva è stata già trattata in parte come pregiudiziale e credo che la carenza istruttoria di questo atto che approda all'aula, sia sottolineato da questa nostra questione sospensiva.
Tutte le volte in Commissione si pone sempre una questione: che ruolo ha l'Ufficio legislativo in questo Consiglio regionale? Io credo che abbia un ruolo che gli debba essere riconosciuto, e molto spesso invece viene disatteso.
Ieri ho accennato alla questione relativa alla possibilità di acquisire nel nostro dibattito l'interpretazione autentica del legislatore. Qual era la volontà del legislatore quando sia in sede referente sia in sede redigente si è posta la questione dell'art. 12? Ho ragione di credere che il motivo fosse solo uno: dare all'assemblea legislativa una competenza che le è propria, quella di emanare le leggi e di definirne il contenuto. L'art. 12 è chiarissimo, sostanzialmente la materia delle indennità è materia di legge.
Certo, nel frattempo sono avvenute molte cose. La legge costituzionale n. 1 del 1999 affronta il problema dei regolamenti e delle competenze sui regolamenti, ma non tratta tale questione. Da nessuna parte, in nessuno atto è sancito che lo Statuto sia un elastico che si tira o si manipola come meglio si crede.
In questo devo esprimere il mio rammarico, Presidente, perché lei dovrebbe essere garante delle prerogative di questo Consiglio, dovrebbe tutelare lo Statuto come la carta costituzionale della Regione Piemonte con lo stesso rispetto che si deve ai dettami della Costituzione, proprio perché le procedure, anche se innovate, relative alle modifiche dello Statuto, ci impongono questa cautela. Stiamo parlando di prerogative e di ruoli, stiamo parlando di competenze.
Oggi sento che quest'aula - se verrà approvato il provvedimento - è espropriata di una sua prerogativa, quella di legiferare in materia.
Per quanto riguarda la delega, ieri si è sollevata una questione: ma sono veramente aumentate le competenze di questa assise? O, di fatto, con la legge Bassanini prima, con la legge costituzione n. 1/99 dopo e la modifica del titolo V della Costituzione questa assemblea è stata progressivamente svuotata del suo potere legislativo? Credo che nel bilancio che dobbiamo fare, si debba tenere conto anche di questi aspetti. Faccio quindi un appello ai Consiglieri, perché qui è in gioco una prerogativa di quest'aula, cioè quella di fare una legge e di farla con delle accortezze che possano portare alla sua piena applicazione.



PRESIDENTE

La questione sospensiva n. 4 possiamo accorparla alla n. 11 presentata dal gruppo DS.
Questione sospensiva n. 4 presentata dai Consiglieri Contu, Chiezzi Tapparo e Suino: Si richiede di sospendere la discussione della proposta di legge 468 sino alla approvazione del Bilancio di previsione della Regione Piemonte per l'esercizio 2003.
Questione sospensiva n. 11 presentata dai Consiglieri Ronzani, Marcenaro Riggio, Suino, Manica, Placido e Muliere recita: Si sospenda l'esame della pdl n. 468 in attesa che il Consiglio regionale approvi preliminarmente il Bilancio Previsionale per l'esercizio 2003 e Bilancio Pluriennale per gli anni finanziari 2003-2005, ddl n. 469.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Noi riteniamo che sia veramente complicato e difficile passare all'esame di questo provvedimento di delega all'Ufficio di Presidenza per rivedere tutta la problematica relativa alle indennità e al trattamento dei Consiglieri e alla condizione degli stessi; delega che, ad un certo punto implica una norma finanziaria, che rimanda comunque il provvedimento all'esame del Consiglio.
Mi riferisco all'art. 5, in cui "l'Ufficio di Presidenza, in sede di predisposizione del bilancio, ai sensi degli articoli... (omissis) definisce l'ammontare della spesa per l'indennità dei Consiglieri e la sottopone all'approvazione del Consiglio".
E' indubitabile che l'art. 5 sia l'unico momento che prevede un ulteriore passaggio di questa legge all'interno del Consiglio regionale l'unico momento che viene sottratto ad una funzione delegata all'Ufficio di Presidenza; tuttavia, implica una competenza di ordine finanziario che, a nostro avviso, è molto difficile poter definire, tenuto conto che discutiamo della proposta di legge n. 468 mentre il Consiglio regionale non ha potuto ancora esaminare il bilancio previsionale per l'esercizio 2003 e il pluriennale per gli anni finanziari 2003-2005.
Voglio ricordare che la discussione generale fatta in I Commissione e le consultazioni tenutesi da parte della I Commissione con le forze sociali, le organizzazioni imprenditoriali dell'artigianato e del commercio sul bilancio, nonché l'esame fatto nelle Commissioni di merito non hanno consentito fino a questo momento di arrivare, da parte della Commissione competente - a licenziare il provvedimento di bilancio, cioè il bilancio previsionale per l'esercizio 2003. Vi è stata infatti una sospensione, un accantonamento del testo del bilancio stesso per passare ad una veloce discussione sul DPEF e ad una discussione, ancora in corso in I Commissione, sulla legge finanziaria.
Pertanto, riteniamo che, a questo punto, la cosa più probabile che si delinei all'orizzonte sia non tanto una discussione sul bilancio e sulle postazioni di bilancio in quest'aula, quanto un avviarsi ineluttabile verso l'esercizio provvisorio, come è avvenuto in tutti questi anni, nel corso di questa legislatura, ma anche in quella precedente.
Devo dire che sul quel bilancio abbiamo alcune preoccupazioni, ad esempio sulla dimensione del disavanzo delle competenze della partita sanitaria: la sola parte corrente supera l'80% del bilancio stesso; anzi mi pare che ci sia un avvicinamento addirittura al 90%. Abbiamo dunque un vera incertezza per quanto riguarda il disavanzo, che viene dichiarato in 120 miliardi di vecchie lire (circa 67 milioni di euro), ma che invece, a nostro avviso, si aggira sui 350 miliardi di vecchie lire.
Vi è un'insufficienza all'interno del bilancio per quanto riguarda la situazione complessiva della Regione, a partire dalla vicenda FIAT. Vi è una situazione di inadeguatezza di quel documento, peraltro rilevata dalle stesse consultazioni con le organizzazioni sociali.
Pur trovandoci in una situazione come questa, ci avviamo ad affrontare il merito e a volere votare, con ripetute sedute del Consiglio, una legge delega, quale la proposta di legge n. 468, nell'assoluta incertezza delle postazioni di bilancio, nell'assoluta incertezza dei termini stessi del bilancio, in una situazione complessiva quale quella che ho cercato di realizzare.
Per queste ragioni riteniamo che tale questione sospensiva sia sostanziale e chiediamo al Consiglio di esprimere un voto a favore in questa direzione per passare all'esame di bilancio e dei documenti finanziari nel più breve periodo possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, però...



PRESIDENTE

No, c'è l'illustrazione prima e, poi, c'è un unico dibattito su tutte le sospensive dove può parlare un Consigliere per ogni Gruppo.



CONTU Mario

Sulla procedura.



PRESIDENTE

No, non le sto accorpando. Ne sono state presentate due identiche.
Quindi, io posso dare la parola solo al proponente per illustrarla, è una organizzazione interna.
Lei ha presentato la n. 4, Consigliere Contu, e la Consigliera Manica ha presentato la n. 11, che è identica, allora, ho dato la parola alla Consigliere Manica perché finora non aveva ancora parlato.
Lei può illustrare tranquillamente tutte le altre.
Questione sospensiva n. 5 presentata dai Consiglieri Contu, Chiezzi Tapparo e Suino: Si richiede di sospendere la discussione della proposta di legge 468 perch non risulta evidenziato l'onere finanziario aggiuntivo per la Regione Piemonte in caso di applicazione della stessa, come previsto dalle attuali norme sulla redazione dei testi legislativi.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, voglio preliminarmente ringraziare gli Uffici per la realizzazione del "Vocabolario del Consigliere", che sicuramente ha rappresentato uno sforzo notevole, e che consiglierei ogni tanto di consultare, in quanto è uno strumento a disposizione dei Consiglieri, degli Uffici, ma anche del Presidente.
"Il progetto di legge - recita questa guida - è un testo normativo redatto in articoli, preceduto da una relazione illustrativa dei proponenti titolari del diritto di iniziativa legislativa - sin qui ci siamo pienamente - e proposto all'approvazione del Consiglio regionale".
Suggerirei di prestare attenzione al seguente passaggio: "Peraltro i progetti di legge che prevedono nuove o maggiori spese, ovvero diminuzioni di entrate - e questo potrebbe essere il caso perché più volte abbiamo sentito il Presidente Cattaneo dire che questa legge potrebbe anche concludersi senza oneri aggiuntivi - sono corredati da una relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri recati e sulle relative coperture, come previsto nell'articolo 26, comma 2, della legge regionale 7/2001".
Allora andiamo a vedere che cosa dice la legge regionale all'articolo 26.
Signor Presidente, l'articolo 26, al primo comma, recita: "La copertura finanziaria delle leggi che importino nuove o maggiori spese, ovvero minori entrate, è determinata esclusivamente...".
Signor Presidente, chiedo scusa, non ho la pretesa che l'Aula mi ascolti.



PRESIDENTE

Ha ragione, Consigliere Contu.
Colleghi, per cortesia! Chiedo scusa, facciamo un po' di silenzio.



CONTU Mario

Signor Presidente, lo chiedo solo per rispetto a chi lavora e alle persone addette al resoconto verbale, non perché ho la pretesa di essere ascoltato da un'Aula sorda.
Il comma 1, punto a), precisa anche la procedura mediante la quale debba avvenire la quantificazione di queste spese.
Allora, credo che siamo anche in aperta violazione di una legge che io ritengo perfettamente vigente e operativa, invece, qui, viene violata.
Il comma 2 recita: "I progetti di legge che comportino nuove o maggiori spese ovvero diminuzioni di entrate sono corredati da una relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri recati e sulle relative coperture, con la specificazione, per la spesa corrente e per le minori entrate, degli oneri fino alla completa attuazione delle norme e, per le spese in conto capitale, della modulazione relativa agli anni compresi nel bilancio pluriennale e - signor Presidente! - dell'onere complessivo in relazione agli obiettivi che si intendono...".
Signor Presidente, lo sa che è difficile parlare, sarà una deformazione professionale!



PRESIDENTE

Consigliere Contu, prosegua, cercheremo tutti di ascoltarla.



CONTU Mario

"...conseguire con il provvedimento".
Nella relazione sono altresì indicati i dati e i metodi utilizzati per la quantificazione degli oneri e ogni altro elemento utile per l'esame del progetto di legge.
Vede, Presidente, c'è un'aperta violazione dell'articolo 26 della legge 11 aprile 2001, n. 7.
Presidente Gallarini, mi auguro che lei, che è molto attento ed è Presidente di una Commissione così importante, possa esprimere nel corso del dibattito anche certamente i suoi rilievi e mi aiuti magari a capire se siamo nel rispetto delle norme.



PRESIDENTE

Questione sospensiva n. 6 presentata dai Consiglieri Contu, Chiezzi Tapparo e Suino: Si richiede di sospendere la discussione della proposta di legge n. 468 perché risulta contraddittorio al documento della Conferenza dei Presidenti dell'Assemblea, dei Consigli regionali e delle Province autonome, che si presume fonte ispiratrice della stessa Proposta, in quanto non tiene conto della particolare criticità che tocca congiuntamente la finanza pubblica".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Signor Presidente, relativamente all'assunzione di questo provvedimento da parte dei proponenti, ho cercato di capire, siccome si è detto che il riferimento importante era l'Assemblea dei Presidenti tenutasi a Bruxelles che fa una serie di raccomandazioni. La Conferenza dei Presidenti dell'Assemblea dei Consigli regionali e delle Province autonome considera che - primo punto - nella piena consapevolezza della particolare criticità che tocca congiunturalmente la finanza pubblica...
Questa è la premessa, cioè, una sorta di assunzione di responsabilità nella quale dice: "Stiamo tutti attenti sulle scelte che operiamo perch prima ancora di varare qualsiasi provvedimento, l'Assemblea legislativa deve necessariamente avere piena consapevolezza della particolare criticità della finanza pubblica".
Assessore D'Ambrosio, lei in questo ci può aiutare. Ha dichiarato un deficit di 147 miliardi sulla sanità, noi diciamo che sono 340 o 350, poi ci potremo sbilanciare sulle cifre, sicuramente, siccome la voce del suo Assessorato è quella che maggiormente incide, prenderà atto che dirottare un miliardo, un miliardo e mezzo, due miliardi di vecchie lire sul suo bilancio è, come si dice, una goccia d'acqua nel deserto, ma ci consentirebbe, ad esempio, di aprire la struttura dell'ex ospedale San Giuseppe a Cumiana, almeno per un anno; si porrebbe, poi, il problema di dare una continuità a questo.
Rispetto al "mutato rapporto di competenze e di operatività, entrambe incrementate rispetto al Parlamento nazionale", è emersa certamente la legislazione concorrente. Io, però, metterei sulla bilancia un altro aspetto, che ho già sottolineato: quante, delle prerogative del Consiglio regionale, sono state messe in capo alla Giunta? Anche rispetto alla sanità, Presidente, ci sono 82 competenze esclusive della Giunta (ho provato a studiarle tutte, rispetto alla proposta di Piano socio-sanitario).
Il Consiglio regionale non interviene sulla nomina dei direttori, non fissa i traguardi produttivi, non entra nel merito di una serie di questioni che pure sarebbero importanti per restituire il controllo pubblico, su un settore così delicato come quello della sanità.
Invece, si spogliano le prerogative e le competenze del Consiglio regionale.
Non ultimo, è stata votata da poco una legge, dove il nostro Gruppo si è astenuto perché riguardava la necessità di snellire le partecipazioni del Consiglio nelle società partecipate, ma, questa competenza che si è arrogata la Giunta, di poter dismettere autonomamente tutte le partecipazioni quando queste non superano il 20%, con l'obbligo di relazione annuale, ritengo sia stato un punto di caduta notevole, anche se ispirato da una parte politica che certamente non ci è avversa. Vi è, cioè un obbligo di relazione annuale, dopo che la competenza è stata assunta dalla Giunta.
Ebbene, Presidente, c'è un altro passaggio delicato: la raccomandazione di quella assemblea sottolinea che si debbano ricercare orientamenti a non allargare le forme collaterali di incremento delle disponibilità finanziarie dei singoli eletti. Pongo, allora, una domanda: il vitalizio Consigliere Mercurio, non i vitalizi - è una forma collaterale di incremento delle disponibilità finanziarie dei singoli eletti? Sì, magari in fase successiva all'espletamento del mandato.
Per queste ragioni, Presidente, poniamo una questione sospensiva.



PRESIDENTE

Questione sospensiva n. 7 presentata dai Consiglieri Contu, Chiezzi Tapparo e Suino: L'esame della proposta di legge 468 è condizionato alla presentazione da parte degli Uffici di un quadro comparativo delle indennità complessive corrisposte agli eletti nelle diverse Regioni italiane a statuto ordinario e speciale.
Il quadro comparativo deve contenere la distinzione analitica delle indennità di carica dalle altre forme di erogazione corrisposte a titolo di indennità di presenza o rimborso.
Per questo si richiede la sospensione della discussione della proposta di legge 468 del 25 novembre 2002, in attesa della acquisizione degli atti richiesti".
Chiedo scusa, Consigliere Contu, non voglio fare un accorpamento, ma questa questione sospensiva è quasi uguale alla n. 2, che abbiamo discusso per prima.
La lascio perché comunque ci sarà una votazione unica, ma la diamo per illustrata.
Prego, Consigliere Contu.



CONTU Mario

Vede, Presidente, qua sono raccolte tutte le leggi regionali in materia.
Un lavoro è già stato svolto dagli Uffici, però questo lavoro presenta un limite; per esempio, è importante vedere come in alcune di queste norme siano inserite delle penalizzazioni.
Badate bene: nelle nostre indennità c'è anche quella relativa al riconoscimento dell'indennità per la partecipazione a otto sedute, a prescindere. Se non ho inteso male, è così.
Noi, cioè, a prescindere dalla partecipazione, godiamo di un riconoscimento pari a otto partecipazioni a sedute di Commissione o di Aula. Probabilmente questo completa i sabati e le domeniche, fermo restando che abbiamo diritto alla corresponsione del gettone di presenza fino alla differenza fra il numero di giorni del mese, detratte le otto che sono inserite a prescindere.
Dando una scorsa veloce alle altre proposte di legge, c'è un dato estremamente interessante, che è un criterio applicato anche alle Camere: viene inserito un meccanismo di penalizzazione.
Mi rendo conto che questa è già una questione di merito, per Presidente, sarebbe stato estremamente interessante avere, in modo analitico, il quadro delle indennità che ha come riferimento quella corrisposta ai parlamentari e tutte le voci collaterali che contribuiscono a fare il monte globale delle risorse e degli emolumenti riconosciuti.
E' un lavoro che ritengo si possa ancora fare.
E' importante capire come funziona il rimborso chilometrico, quali sono i diversi trattamenti in relazione al luogo di residenza.
E' un punto di riferimento, dove noi chiediamo di fare un quadro comparativo, anche perché questa scelta sarebbe coerente con la raccomandazione fatta proprio dal documento ispiratore del provvedimento cioè la raccomandazione di uniformare, per quanto possibile, i trattamenti con le altre Assemblee legislative. E, allora, per avere questo quadro non si può assolutamente prescindere da un'analisi e da una ricerca mirata a restituire, attraverso un quadro comparativo, tutte le voci che contribuiscono a definire i nostri emolumenti mensili.
E' un esercizio non accademico, di buona pratica legislativa, cioè quella di corredare gli atti legislativi di elementi di riferimento certi di un'istruttoria seria.
Senza questo lavoro, difficilmente il voto su questi atti e su questo provvedimento legislativo sarà un voto libero, esercitato con cognizione di causa, perché non ci sono elementi sufficienti a corredo della proposta.
Presidente, suggerisco di procedere, una volta esaurita la discussione delle sospensive, ad una pausa tecnica dei lavori in modo che gli Uffici abbiano il tempo materiale di poter completare il primo quadro di riferimento e restituire all'Aula quello di cui ogni Consigliere ha bisogno: sapere di cosa stiamo parlando e sapere quale delega diamo, visto e considerato che nella proposta di legge esiste una forchetta fra un limite e un massimo e che, con cognizione di causa, deve essere valutato con estrema attenzione. Grazie.



PRESIDENTE

Questione sospensiva n. 8 presentata dai Consiglieri Marcenaro Ronzani, Muliere e Manica: Si sospenda l'esame della proposta di legge n. 468 in attesa che il Presidente della Giunta regionale esponga preliminarmente al Consiglio la propria opinione nel merito del provvedimento.
La parola al Consigliere Muliere



MULIERE Rocco

Perché abbiamo presentato questa sospensiva? Perché, pur sapendo che il Consiglio ha una sua autonomia che noi dobbiamo difendere, stiamo parlando di una questione estremamente delicata, non vorrei dire importante. C'é da aggiungere che gli Assessori sono anche Consiglieri e il Presidente della Giunta è un Consigliere del Consiglio. A noi sembra opportuno che la Giunta e, in particolare modo, il Presidente Ghigo, esprima la sua opinione in merito.
Ripeto, stiamo parlando di una questione estremamente delicata, se ne sta parlando da tempo, al di là dell'ufficialità, senza conoscere l'opinione della Giunta e, soprattutto, l'opinione del Presidente della Giunta, l'On. Ghigo, che sarà senz'altro impegnato in cose molte importanti. Ripeto ancora una volta, stiamo discutendo di una questione delicata, ne siamo coinvolti tutti, ne parlano anche i giornali (tutti i Consiglieri presenti hanno potuto leggere oggi quello che è pubblicato su "La Stampa" e la "La Repubblica" e quello che scrivono altri giornali).
Dobbiamo discutere della questione senza falsi moralismi, non credo che discuterne in un certo modo possa essere utile. Dobbiamo discuterne seriamente, entrare nel merito.
Non è sufficiente dire "lo hanno già fatto altre Regioni, è un semplice adeguamento della nostra Regione ad un indirizzo generale". Non è sufficiente dire e affermare che oggi noi stiamo discutendo semplicemente di una delega all'Ufficio di Presidenza, di nessun aumento dell'indennità ma dell' assegnazione all'Ufficio di Presidenza di un compito per valutare se sia utile o meno adeguare l'indennità dei Consiglieri della Regione Piemonte a operazioni che hanno già fatto altri Regioni.
Ricordo che il nostro reddito è pubblico, consegniamo le nostre dichiarazioni, vengono pubblicate, perché i nostri lettori debbono sapere qual è il reddito di ogni Consigliere regionale, come di ogni amministratore pubblico.
Credo che ognuno di noi, in questi giorni, parlando con cittadini e amici, si è sentito rivolgere la stessa domanda: cosa state facendo? Perch in questo momento così delicato per la nostra Regione state discutendo di un provvedimento del genere? Dovremmo fare questa riflessione senza falsi moralismi, dovrebbe farla il Presidente della Regione, dovrebbe farla ognuno di noi. Stiamo discutendo da due giorni della questione, ma forse non era più utile discutere di altre questioni più importanti in questo momento? Penso di sì.
Ci sono altri problemi che coinvolgono la nostra regione, i cittadini i nostri elettori tutti, al di là degli schieramenti di centrodestra e centrosinistra. Se c'é ancora un'etica politica, dobbiamo discutere della questione senza falsi moralismi, senza fare demagogia. Credo sia utile parlarne seriamente.
In questo momento è un errore discutere del provvedimento in oggetto per l'immagine che noi diamo ai nostri elettori e ai cittadini della regione piemonte. Il messaggio che esce da quest'aula, anche attraverso i giornali, non è un'immagine positiva per nessuno dei Consiglieri che siede in quest'aula.



PRESIDENTE

Questione sospensiva n. 9 presentata dai Consiglieri Ronzani, Marcenaro Riggio, Suino, Manica, Placido e Muliere: Si sospenda l'esame della proposta di legge n. 468 viste: le condizioni economico-generali del Paese e della regione; i contenuti della legge finanziaria dello Stato che determinano gravi difficoltà alla finanza regionale considerato che l'approvazione di tale provvedimento oggi rischia di alimentare atteggiamenti populistici nei confronti della politica e delle sue Istituzioni.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

In verità in questa sospensiva chiediamo di sospendere l'esame della proposta di legge n. 468, stante le condizioni economico generali del Paese e della Regione, i contenuti della legge Finanziaria dello Stato e l'aggravio che determina per la finanza regionale, considerato che, a nostro avviso, l'approvazione di tale provvedimento oggi rischia di alimentare, scriviamo nel testo, "atteggiamenti populisti nei confronti della politica e delle istituzioni".
Non so se questa riflessione sia stata fatta da qualche Consigliere della maggioranza o se sia semplicemente una percezione delle forze di opposizione all'interno del Consiglio. Noi siamo sempre stati una forza politica e un Gruppo consiliare, non solo in questa Regione ma anche in altre sedi (lo dico in relazione all'intervento del Consigliere Cattaneo di ieri, all'esibizione degli articoli sull'Espresso e alle considerazioni su altre regioni, a partire dalla Campania) che non ha mai fatto demagogia sulle questioni dei costi della politica, che ha sempre ritenuto che la politica debba avere dei costi pubblici e verificabili - perché se questi non ci sono, ci possono essere costi e prezzi occulti - proprio per la ragione di essere una forza non demagogica in questa direzione e di aver sempre riconosciuto la necessità di un finanziamento pubblico ed esplicito della politica verificabile, rendicontabile, pensiamo che questa riflessione possa essere ascoltata ed accolta.
Se noi facessimo semplicemente, sempre e comunque, una caccia alle streghe su queste argomentazioni, certamente potremo trovarci davanti ad una maggioranza che dice: "va beh, avete inseguito il populismo in ogni forma su queste cose, avete inseguito gli istinti più bassi in ogni forma non volete mica che vi stiamo ad ascoltare: procediamo nonostante gli articoli sui giornali in questa direzione ed andiamo avanti spediti".
Dovreste fare una riflessione alla luce di una considerazione di ordine più generale, non siamo minimamente interessati a ciò che avviene in altre regioni o in altri enti locali che faranno delle valutazioni rispetto alla loro realtà specifica, noi riteniamo che oggi, in Piemonte, nei modi, nelle forme, nei contenuti, nel metodo e nel merito questa legge sia sbagliata.
Sbagliata nel merito perché, a nessuno di voi possa sfuggire la situazione particolare del Piemonte, a seguito della profonda trasformazione modificazione e preoccupazione determinata dalla vicenda FIAT.
In questo Consiglio abbiamo avuto l'occasione di parlarne e di riflettere: sono tutte riflessioni preoccupanti e precari perché si tratta di una situazione che sta modificando la struttura occupazionale e produttiva della nostra Regione, oltre che dell'intero assetto industriale del Paese.
Solo alcuni mesi fa avevamo scritto, nel documento di programmazione economica finanziaria, che il Piemonte era una Regione che tendeva a disoccupazione zero. Oggi possiamo riscriverlo compiutamente, non solo nelle sue premesse, ma anche nelle sue conclusioni.
Siamo in presenza, inoltre, di una legge finanziaria dello Stato - oggi in discussione sia alla Camera sia al Senato - che ha trovato una forte opposizione da parte di tutte le autonomie locali, non solo della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Regioni stesse, ma, in particolare, dell'ANCI e dell'Unione delle Province Italiane. La politica più o meno precaria, e l'abile detassazione che il Governo nazionale ha sostenuto rispetto alla legge finanziaria, viene trasformata in tassazione che gli Enti locali devono imporre ai cittadini, attraverso varie forme di gabelle. In questo modo, si trasferisce direttamente, dallo Stato agli Enti locali, la necessità di imporre tassazione e l'impossibilità, da parte di questi ultimi (in particolare Comuni e Province), di far fronte agli obblighi dei propri bilanci e di realizzare importanti servizi, a partire dai servizi sociali.
Chiediamo: ravvisate ancora, in un contesto come questo, l'urgenza di un provvedimento con queste caratteristiche e non vi rendete conto (sicuramente non con l'urgenza e la cogenza con cui ce ne rendiamo conto noi), che forse questo provvedimento, sia nel metodo dello stesso che nei tempi con cui è stato proposto, abbia qualche problema? Assumere una questione sospensiva in questo momento, e per le ragioni sopraesposte avrebbe sicuramente un senso di saggezza. Non solo; parlerebbe ai nostri cittadini, ai cittadini piemontese, di una politica intesa ancora come una grande avventura collettiva per cui valga la pena spendere parte del tempo della propria vita quotidiana, e non come un oggetto lontano, misterioso e sempre più alieno rispetto alla vita quotidiana e ai propri bisogni.
Dovremmo avere più a cuore la politica, questione che personalmente ritengo di alto livello.



PRESIDENTE

Questione sospensiva n. 10 presentata dai Consiglieri Ronzani, Marcenaro Riggio, Suino, Manica, Placido e Muliere: Si sospenda l'esame della proposta di leggel n. 468, in attesa che il Consiglio regionale approvi preliminarmente la legge finanziaria per l'anno 2003, ddl n. 465.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Prima di illustrare l'interrogazione, vorrei sommessamente rispondere all'osservazione del collega Cattaneo fatta fuori microfono: "Rimaniamo fino al 31 dicembre a discutere la Finanziaria". Collega Cattaneo, non rimaniamo qui fino al 31 dicembre a discutere la Finanziaria, discutiamo prima della Finanziaria e dei documenti di bilancio, essendo questioni importanti per questa Regione, e poi discutiamo, attraverso un'inversione di questo "provvedimentino" di delega di scarso rilievo che riguarda la vita di sessanta persone in questa Regione.
Il provvedimento relativo alla Finanziaria, al bilancio e al DPF riguarda la vita di alcune migliaia di cittadini all'interno di questa Regione; quindi dovremmo avere, almeno, la dignità e la voglia di volere amministrare.
Per questa ragione chiedo l'inversione dei punti: affrontiamo immediatamente i documenti di bilancio e al 31 dicembre, invece, trattiamo il provvedimento.
Siamo disponibili, siamo pronti ad essere presenti il 31 dicembre per discutere, insieme a lei, questa legge-delega. Se riusciamo a farla entro la mezzanotte bene, altrimenti passeremmo all'anno prossimo con "anno nuovo nuova legge", riscrivendone anche il testo, se questo è l'ordine dei problemi.
Devo anche dire, rispetto alla legge finanziaria e ai documenti di bilancio, che non solo (posso parlare per il Gruppo dei Democratici di Sinistra, ma anche per il collega de La Margherita e per altri) abbiamo svolto un lungo lavoro nelle Commissioni di merito, ma anche in I Commissione si è molto lavorato; lavoro che è entrato nel merito dei provvedimenti di bilancio, sia testo del testo del documento di bilancio preventivo sia nel merito dei testi del DPF e della legge finanziaria della Regione. Addirittura, nella Conferenza dei Capigruppo di ieri eravamo nelle condizioni di discutere se non fosse opportuno, nella giornata di oggi convocare una I Commissione per continuare l'esame della legge finanziaria per l'anno 2003, esame già iniziato per alcuni capitoli e rispetto al quale abbiamo avanzato alcune proposte.
Se dovessi fare una considerazione, direi che quella legge finanziaria pur non trovando la nostra condivisione nel suo impianto complessivo, è la prima vera Finanziaria di una qualche dimensione che il Consiglio regionale del Piemonte si trova a dover affrontare e discutere, perché i testi degli anni precedenti avevano meno rilevanza e meno dimensione, sia di ordine programmatico sia di ordine di intervento. Rispetto a questa Finanziaria che riteniamo un testo importante anche se non condividiamo il complesso dell'impianto, dobbiamo esporre alcune osservazioni: osservazioni che riguardano l'IRPEF, che da "una tantum" diventa "una sempre"; osservazioni che riguardano i fondi immobiliari rispetto ai quali abbiamo richiesto uno stralcio dell'articolo perché ci sia un provvedimento legislativo ad hoc.
Rispetto a questa Finanziaria, quindi, ci sono molti aspetti da discutere, principalmente relativi all'impianto complessivo della struttura di questa Regione, che certamente "buttano" una luce ulteriore sulla possibilità di continuare con tale provvedimento. Per dare più lumi, e determinare un'ulteriore e maggiore chiarimento, si potrebbe inquadrare il dibattito della legge n. 468, non solo nella discussione del bilancio previsionale successivamente alla sua approvazione, non solo successivamente all'approvazione del DPF, ma anche - e soprattutto - nella legge finanziaria, caratterizzandosi adesso come legge strutturale.
Dovrebbe essere un qualcosa di più significativo di un semplice provvedimento riguardante sessanta persone e che alimenta atteggiamenti sconsiderati e populisti nei confronti della politica e delle Istituzioni gettando, su questo Consiglio regionale, una luce che non ci pare tra le più favorevoli e positive.
Per questa ragione, se i Gruppi di Maggioranza sono disponibili, per oggi pomeriggio, a convocare la I Commissione e a ritornare all'esame della legge finanziaria, non solo dichiariamo la nostra disponibilità, ma sollecitiamo una ricandelarizzazione dei nostri lavori in tal senso.



PRESIDENTE

Sono state illustrate tutte le questioni sospensive presentate.
Passiamo ora ad un'unica discussione. Può intervenire un Consigliere per Gruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Siamo d'accordo sulle questioni sospensive poste dai colleghi, perch puntuali e precise; così come siamo d'accordo sulle motivazioni addotte per illustrarle. Concordiamo sul fatto che quando si assumono decisioni occorre aver di fronte un quadro di priorità. Obiettivamente, questo provvedimento non può essere ritenuto, nel quadro complessivo, rispondente alle esigenze prioritarie definite o da questa maggioranza al momento delle elezioni oppure durante il percorso di questa maggioranza.
Quanti provvedimenti questa maggioranza, da qualche anno a questa parte, definisce prioritari e quante volte ha iniziato un percorso un po' da guerra per ottenere qualche risultato? Penso alla legge sui buoni scuola, in sostanza, rispetto alla quale siamo divisi anche noi come centrosinistra, ma per indicare un provvedimento sul quale sarebbe stato necessario, da parte di tutta la maggioranza, registrare un atteggiamento determinato, perché ritenuto un provvedimento prioritario.
Se si guardano un po' le cose che capitano, evidentemente le priorità vengono motivate e cambiate momento per momento in base a fatti contingenti. Questa è la prima osservazione.
La seconda osservazione è più di tipo generale, e io intervengo su questa, al di là delle opinioni puntuali che possono essere espresse. E' riferita al fatto che in questo dibattito finora non emerge complessivamente come questa richiesta che noi facciamo, che i colleghi di maggioranza fanno, attraverso questa delega, che presume sicuramente un aumento delle indennità, si inserisca nel quadro complessivo. Quando penso al quadro complessivo, penso a una cosa di questo tipo: si motiva - e lo posso anche capire - un aumento delle indennità per il fatto che le competenze del Consiglio e quindi dei Consiglieri sono aumentate rispetto al passato.
Questa è una motivazione che in qualche maniera ha una sua logica. Ci sarebbe da fare una riflessione: io non so se queste competenze ci stiamo battendo per poterle esercitare oppure ci passano sopra e vanno direttamente all'esecutivo. Ma questo è un problema di polemica politica di confronto politico.
C'è poi un problema più generale che riguarda tutte le forze politiche e tra queste ci metto anche la mia. Partiamo da una situazione in cui c'erano delle competenze legislative suddivise fra il Parlamento nazionale e le assemblee legislative regionali e poi, con questo percorso avviato attraverso le Bassanini prima e le modifiche al Titolo V della Costituzione poi, avviene un trasferimento di competenze legislative nei confronti delle Assemblee regionali. Questo motiva evidentemente una richiesta, ma il quadro complessivo è un quadro in cui a questa riduzione delle competenze legislative nazionali non corrisponde né un cambiamento delle assemblee legislative nazionali né una riduzione del numero dei loro componenti. Alla fine questo percorso di federalismo, così chiamato, in qualche maniera sta aumentando complessivamente i costi della gestione della cosa pubblica perché si riducono le competenze legislative nazionali, ma il costo è sempre quello, aumentano le competenze legislative a livello regionale e aumentano i costi.
Questo lo dico perché mi sembra un segnale importante. La mia opinione è che alla fine, se il federalismo viene inteso in questa maniera - e penso alle competenze legislative - con una modalità che aumenta complessivamente i costi della gestione della cosa pubblica, credo che tra non molto si avvierà una fase - cosa che per la verità mi pare già iniziata - di forte centralismo, una fase in cui l'opinione pubblica - cosa che sta già capitando - incomincerà a dire: "Ma siamo proprio certi che il percorso che è stato avviato sia un percorso utile per l'amministrazione seria del nostro Paese?".
Questo è un quesito che mi sembra che noi teniamo al di fuori dei nostri ragionamenti; è un problema che ci riguarda evidentemente come forze politiche. Mi sembra in qualche maniera il tema centrale: un trasferimento di competenze dal livello centrale nazionale comporta evidentemente una modifica a livello nazionale. Se non avviene contemporaneamente, c'è questa crescita dei costi. E' su questo che credo tutti quanti, indipendentemente dai ruoli che possiamo avere qui o da altre parti, saremo chiamati a una incoerenza di fondo che riguarda tutta la classe politica e a una crescita un po' del qualunquismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, noi non stiamo svolgendo nei confronti di questo provvedimento un'azione ostruzionistica intesa in tal senso, ma preferiamo entrare nel merito; lo faremo quando passeremo a un esame punto per punto dell'articolato. Tuttavia in questa fase di dichiarazioni sospensive vorrei portare qualche argomento a sostegno della richiesta di sospendere l'esame di questo provvedimento, perché mi pare che esistano tante buone ragioni che depongono a favore della decisione di accantonare per il momento l'esame di un provvedimento che interviene sul capitolo delle indennità e della condizione del Consigliere regionale.
La politica non può essere avulsa dai fatti, dai processi, dalla realtà e noi non possiamo in questo momento non interrogarci sull'impatto che la nostra discussione ha sull'immaginario collettivo, sul senso comune, sul modo di pensare di tanti cittadini piemontesi.
Non discuto il fatto che il nostro Consiglio possa e debba mettere mano a una riforma complessiva dello status del Consigliere regionale; quello che io avverto è che il momento che voi avete scelto è il momento meno opportuno, perché è evidente il paradosso rappresentato dal fatto che noi stiamo facendo questa discussione in un momento nel quale l'impegno l'iniziativa, le decisioni, l'attenzione, la discussione del Consiglio regionale piemontese dovrebbero dedicarsi a ben altre questioni, quelle che voi conoscete. Anche qui c'è un problema di tempi, un problema di tempi con i quali dimostrare con quali questioni, con quale situazione, con quali problemi chi governa le istituzioni, in questo caso il Consiglio regionale piemontese, è sintonizzato in questo momento.
Vedete, io ho sentito il ragionamento che ha fatto anche il collega Cattaneo ieri, ricordandoci che su questa materia hanno deciso altri Consigli regionali; è vero, io questo non lo nego, ma questo non sposta il nostro ragionamento, questo non sposta l'esigenza di considerare in questo momento inopportuna questa discussione e di prendere tutto il tempo necessario perché vengano iscritte in questo momento altre questioni all'o.d.g.
C'è una discussione infinita in questo Paese sul federalismo, che non decolla, che non va avanti per una serie di motivi; penso al fatto che in Parlamento è bloccata la discussione su come dare le gambe al Titolo V della Costituzione. Nell'immaginario collettivo che idea passerà? Quella che i Consiglieri hanno intanto risolto un problema, quello che li riguarda, per quanto attiene il federalismo, stabilendo un'equiparazione fra parlamentari e Consiglieri regionali: mi sembra sbagliato, inopportuno.
Noi avremmo e dovremmo, secondo me, dedicare questi giorni per affrontare in Consiglio regionale altre questioni.
Il Consigliere Cattaneo, i Consiglieri sanno che noi faremo ricorso quest'anno molto verosimilmente all'esercizio provvisorio, e non penso che sia un fatto tecnico il ricorso all'esercizio provvisorio, perché la Giunta non ha avuto...



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Consigliere Ronzani, ma invito i colleghi ad abbassare la suoneria dei cellulari. Grazie.
Prego, prosegua pure.



RONZANI Wilmer

In queste ore noi dovremmo essere impegnati non tanto sul sul bilancio che, per come è stata impostato, non può essere approvato entro il 31/12 ma quanto meno sulla discussione che attiene all'esercizio provvisorio. Non penso che possa essere considerato da quest'aula un fatto meramente tecnico decidere i caratteri dell'esercizio provvisorio; neppure penso che noi possiamo esimerci dal risolvere la questione attraverso una discussione con un piede fuori e uno dentro il Consiglio regionale, anche questo francamente mi sembra sbagliato.
Allora la domanda che io vi rivolgo, colleghi della maggioranza, è la seguente: tra le due questioni, l'esigenza che il Consiglio intervenga in questo momento sulla materia che riguarda il bilancio e l'esercizio provvisorio e la finanziaria, che non è ancora stata esaminata dalla I Commissione se non per il fatto che si è fatta una prima discussione di carattere generale, quali sono le priorità? Penso che noi avremmo dovuto utilmente impiegare questi due, tre quattro, cinque, sei giorni di discussione del Consiglio prima della pausa per le vacanze per affrontare queste questioni e che avremmo, per contro utilmente dovuto dare un segnale evidente su questo punto.
So bene che i conti della Regione Piemonte non verranno sconquassati dalle nostre decisioni, non è questo in discussione. Anch'io non voglio cedere a una facile demagogia su questo punto, ma noi dovremmo anche dare dei segnali all'opinione pubblica, quella che governiamo, per cui sarebbe un segnale positivo se noi, nel momento in cui discutiamo di bilancio e di finanziaria - ahimè, non solo per colpa nostra - discutiamo di un bilancio che impone restrizioni, dessimo nel breve periodo un segnale, rinviando tutte quelle decisioni che ci possono in qualche modo riguardare direttamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Una serie di argomentazioni è già stata portata dagli interventi che mi hanno preceduto. Credo però che esista anche un problema di valutazione di opportunità dei provvedimenti. Lo abbiamo sollevato sia presentando le sospensive, sia anche nella discussione di ieri, con le richieste di inversione dell'o.d.g. Questo perché ritengo esista, da parte nostra l'esigenza di valutare il momento in cui si varano determinati provvedimenti.
Credo che la valutazione del contesto generale che vive il Paese - e in particolare, la nostra Regione - sia un primo dato importante. Ricordo che una settimana fa discutevamo di FIAT e, congiuntamente, alcuni Consiglieri hanno fatto mancare il numero legale, per cui non si è riusciti a concludere la discussione. Il giorno prima migliaia di lavoratori in Italia, di cui una buona percentuale nella nostra Regione, erano stati messi in cassa integrazione, ma il nostro Consiglio non è riuscito a discutere di questa situazione.
Mi pare un primo elemento di gravità estrema, cioè un Consiglio che da una parte non riesce ad affrontare questi argomenti, però riesce, su altre questioni - che riguardano soprattutto i Consiglieri stessi - ad andare avanti ad oltranza nella discussione. Per fortuna su questo non c'è un'attenzione altissima, perché altrimenti il giudizio sull'operato di questa Assemblea non sarebbe sicuramente positivo.
L'altro problema riguarda in modo più specifico i nostri compiti. I membri della I Commissione avrebbero dovuto, in questo momento, essere riuniti per cercare di portare a termine l'iter della finanziaria, del bilancio e del DPEF. Invece si è preferito sospendere la discussione della I Commissione, che poteva concludersi e licenziare i provvedimenti, per permettere questa discussione.
In passato sul bilancio abbiamo invece adottato comportamenti opposti cioè abbiamo sempre sospeso le altre discussioni, perché giustamente si dava un'elevata importanza all'approvazione del bilancio, che ha a che fare esattamente con i problemi di cui parlavo prima.
Il bilancio e la legge finanziaria e il DPEF dovrebbero essere i provvedimenti principali con cui questo Consiglio governa i problemi del Piemonte, a partire dai problemi economico-occupazionali, che sono l'emergenza principale, per arrivare a tutti gli altri: problemi sanitari problemi dell'assistenza, della casa, dei trasporti e della scuola. In sintesi, l'insieme dei problemi che sono interessati dalla discussione che effettueremo sul bilancio.
Faccio un esempio: all'interno della discussione sul bilancio c'è' il problema dei finanziamenti ai LEA; i Comuni aspettano con attenzione, e i cittadini aspettano con una certa preoccupazione il provvedimento. Ebbene rispetto a questo noi diciamo: "Attenzione, sospendete un momento, perch abbiamo problemi più seri da affrontare".
Non credo che sia così, innanzitutto perché non abbiamo problemi più seri di quelli. In fondo, siamo stati eletti per occuparci soprattutto dei problemi generali della Regione.
In secondo luogo, non sono questioni urgenti. Tanto più che i nostri sono veramente problemi secondari. Alcuni di noi pensano che non ci siano problemi, ma anche quelli che ritengono che i problemi invece ci sono, non penso possano sostenere credibilmente che i temi contenuti nel provvedimento in discussione siano fondamentali per l'espletamento del nostro mandato. Non è assolutamente credibile.
Siamo dunque di fronte ad elementi che non hanno alcuna giustificazione, neanche se guardiamo noi stessi, non dico se guardiamo a tutti gli altri.
Per questo motivo credo che sarebbe utile accogliere le questioni sospensive che abbiamo posto e soprattutto far sì che la legge finanziaria e la legge di bilancio ricevano quella priorità che normalmente dovrebbero avere e sulle quali normalmente la Giunta - che vedo non essere molto presente - in passato ci sollecitava per una tempestiva approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Molte delle cose dette meriterebbero di essere raccolte dai Consiglieri presenti. Personalmente condivido in larga parte le argomentazioni svolte dall'opposizione.
Credo che, al di là della demagogia, come Consiglieri abbiamo anche il ruolo scomodo di valutare noi stessi e il nostro operato. Vorrei dunque partire da questo punto: da come giudichiamo, in termini di efficienza, il lavoro che abbiamo svolto e che stiamo svolgendo in quest'aula.
C'è il modo che ci propone sempre il Presidente Cota, ovvero quello di fare il semplice conteggio numerico dei provvedimenti che riusciamo a licenziare dall'aula.
Ritengo, invece, che la valutazione dell'efficacia del nostro operato andrebbe fatta in relazione alla capacità che abbiamo, con gli strumenti legislativi, di rappresentare le istanze e le richieste che ci vengono dalla società. In questo senso, dovremmo avere il coraggio di darci un voto insufficiente. Noi siamo insufficienti, perché da parte della maggioranza c'è la visione di una democrazia basata sui numeri.
La maggioranza sa di avere la prevalenza numerica in questo Consiglio però non si preoccupa più di tanto di conoscere l'effetto delle sue azioni sulla società, e tira diritto mostrando i muscoli numericamente.
Richiamo un esempio semplicissimo che mi viene in mente: stamattina c' stata una dimostrazione di alcuni movimenti impegnati sul fronte contro la caccia. Per dimostrare come questa maggioranza si interfaccia con la società piemontese, ricordo che, in base ad un sondaggio, circa il 90% dei cittadini piemontesi è contrario alla caccia. A suo tempo erano state accolte 60 mila firme per effettuare un referendum, perché i piemontesi potessero esprimersi sulla caccia si era, invece, baypassato questo referendum con una legge che non recepiva assolutamente i temi quesiti presenti nel referendum, ma si era artificiosamente detto che con questa legge era superato il referendum. Infine, lunghi anni di battaglie giudiziarie avevano, e non poteva che essere così, dato ragione ai promotori del referendum.
Quando si poteva finalmente dare voce ai cittadini piemontesi, la Giunta di questa Regione è andata addirittura contro lo stesso parere della Corte di Cassazione decidendo che il referendum non si faceva più.
Questo è uno dei tanti motivi per i quali credo che, se noi dobbiamo discutere di questo provvedimento e valutare il nostro operato di Consiglieri per poi prendere dei provvedimenti anche di tipo economico dovremo avere il coraggio di dire che questa maggioranza non ha assolutamente la capacità di rappresentare la globalità delle posizioni presenti nella società piemontese.
Questa è una maggioranza che ha scelto di rappresentare solo una parte degli interessi presenti nella società piemontese.
Per questo credo che sarebbe bene assumere delle decisioni, sospendere il trattamento di questo provvedimento e passare all'esame di altri provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, eccoci ad una nuova giornata di confronto su questo provvedimento.
Oggi trattiamo il tema della sospensiva del provvedimento, quindi siamo in una fase nuova del confronto. Penso sia opportuno ricordare a noi stessi che la giornata di ieri l'abbiamo trascorsa annotando quanto lavoro abbiamo già prodotto nell'ambito delle Commissioni, nella elaborazione fin del Consiglio, e quanto di questo lavoro sia inevaso non per motivi di contrasto politico, ma a causa dell'inefficienza del nostro modo di agire.
La giornata di ieri la considero utile, al di là del confronto che ci divide, evidentemente, sulla opportunità di assumere questo provvedimento.
Accantonando la giornata di ieri, per quanto riguarda il mio piccolissimo Gruppo, faccio tesoro di questa presa d'atto concreta di quanto lavoro ci sia da fare già pronto, di cui avevo un'idea forse un po' sintetica e anche approssimativa. Adesso penso che questo sarebbe bene farlo tutti insieme, affrontare tutta la serie di provvedimenti che pure avete rifiutato di affrontare nella giornata di ieri. Credo che affrontarli nei prossimi mesi sia una cosa possibile, utile per il Piemonte e utile anche per noi perché possiamo sviluppare confronti, sia pure da punti di vista diversi, su temi concreti.
Oggi, siamo al capitolo "sospendere". Perché sospendere, colleghi? Sospendere innanzitutto per una questione: non è il momento di ingaggiare delle battaglie su questo tipo di contenuti, non è questo il momento.
Quando avete presentato questo disegno di legge non eravamo di fronte ad una evidenza così drammatica di una situazione economica e sociale del nostro Piemonte, non c'era e direi che in questi ultimi mesi e in queste ultime settimane vi è stato un crescendo impressionante di fatti che hanno lasciato stupefatti e financo increduli molti di noi e che hanno segnato la vicenda della crisi Fiat in modo sempre più drammatico e sempre più sorprendente. Ricordo una delle ultime sedute consiliari quando in diretta è stato annunciato che vi era una ipotesi di cambiamento radicale all'interno del gruppo dirigente della Fiat mentre noi eravamo qui che stavamo discutendo. La cosa ci ha colto di sorpresa, lo stesso Presidente Ghigo non ne sapeva nulla. Eravamo in diretta all'interno di una crisi che conosceva un altro ulteriore e drammatico aggravamento dello stesso.
Quasi ogni giorno noi prendiamo atto di quanto sia dura quella situazione, di quanto questa situazione, purtroppo, segnerà il futuro prossimo e anche quello un po' più lontano di questo nostro Piemonte. Ci sono gli operai direttamente coinvolti, ma ci sono le famiglie indirettamente coinvolte nelle aziende collegate. Diciamolo pure che ormai abbiamo sotto il naso due prospettive: o noi come Consiglio regionale siamo in grado, sia pure nella differenza delle posizioni, di confrontarci su proposte e su un progetto complessivo da offrire al nostro Piemonte, oppure qui si rischia grosso. Si rischia grosso non tanto in modo puntiforme, in quanto in modo puntiforme interverranno i provvedimenti, quale la cassaintegrazione, che intervenendo qui e là riescono, se non a eliminare a lenire forme di povertà. Quello che rischia di scappare di mano al Piemonte è il suo sviluppo e il suo sviluppo non può che essere fondato su quanto esiste. L'industria attorno alla quale siamo cresciuti è senz'altro uno degli strumenti e dei settori che noi dobbiamo aiutare insieme ad altri.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, termini la frase.



CHIEZZI Giuseppe

Sospendere questo provvedimento ha per noi il significato di iniziare subito, da domani, immediatamente, l'esame del DPEF - tralascio la polemica sul programma regionale di sviluppo - quale primo appuntamento che noi porgiamo al Piemonte per confrontarci e dividerci, ma su un progetto. DPEF legge finanziaria e bilancio sono le tre cose che noi dobbiamo fare per il Piemonte, queste facciamole subito, questa non c'è urgenza di farla.
La ringrazio, Presidente, per avermi concesso ancora un minuto.



PRESIDENTE

Ci mancherebbe.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Signor Presidente, queste questioni sospensive che sono state presentate e illustrate definiscono un quadro di inopportunità politico simbolica rispetto all'approvazione di un provvedimento di questo tipo facendo riferimento alla situazione difficile che vive la nostra Regione e ad alcuni elementi di priorità che dovrebbero in qualche modo consentirci o costringerci ad affrontare prima documenti di programmazione economica o documenti di bilancio che attendono la valutazione del Consiglio e, in alcuni casi, ancora la valutazione della Commissione.
Vorrei, invece, incentrare il mio intervento su ragioni di opportunità specifica di provvedimenti di questa natura. Il mio Gruppo consiliare è l'unico che ha espresso in questa Regione un voto non favorevole al bilancio di previsione del Consiglio per l'esercizio 2003, non tanto lamentando "simbolicamente" il fatto che una serie di spese, di indirizzi di spesa non tenevano conto del difficile quadro generale della situazione regionale, piuttosto rilevando come la dinamica della spesa e dell'aumento della spesa, all'interno del bilancio del Consiglio regionale, manifestasse dei trend di crescita che, se parametrati al volume complessivo del bilancio della Regione Piemonte, avrebbero portato ugualmente una crescita di parecchie centinaia di miliardi.
Ripeto che un Consiglio regionale che aumenta del 6% le proprie spese di esercizio, da un esercizio all'altro, non è un Consiglio regionale che offende direttamente i lavoratori in difficoltà; sicuramente non ruba delle risorse determinanti per lo sviluppo della regione, ma fa molto male il proprio mestiere.
Fa molto male il mestiere di un'Amministrazione di un'istituzione pubblica che, in una fase molto difficile, nella quale anche le istituzioni locali sono chiamate a rispettare i criteri imposti da un patto di stabilità nazionale, ritiene che le dinamiche di spesa e le dinamiche di crescita della spesa possano essere indipendenti rispetto al quadro generale delle compatibilità economiche e finanziarie che la Regione deve rispettare.
Questo, secondo me, è il profilo di inopportunità determinante rispetto all'esame di un provvedimento di questo tipo.
Ho fatto qualche conto, immaginando degli aumenti ragionevolmente deliberati dall'Ufficio di Presidenza qualora questa legge delega venisse approvata e, a fronte di aumenti ragionevoli, rileverei che l'aumento connesso all'adeguamento dell'indennità dei Consiglieri regionali sarebbe non solo di gran lunga inferiore all'aumento del bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio 2003, ma, sommandosi a questo, produrrebbe, da un esercizio 2002 a un consuntivo 2003 comprensivo degli adeguamenti, un aumento complessivo superiore al 10%.
Questo è l'aspetto gravemente inopportuno e, da un certo punto di vista, anche politicamente inammissibile, di una manovra di questo tipo.
Non è tanto che con un miliardo e mezzo si offenda la dignità di chi sta meno bene di noi; è che noi ragioniamo come se la dinamica della spesa e dell'aumento della spesa di questa Assemblea fosse del tutto indipendente rispetto ai criteri di stabilità e compatibilità complessiva.
Da questo punto di vista, il provvedimento non ci conforta, anzi ci conferma in questo sospetto, perché non richiede neppure, nel quadro degli adeguamenti previsti, delle forme di razionalizzazione della spesa che, se non in grado di assicurare un saldo zero del costo dei Consiglieri dopo la riforma, perlomeno consentano di immaginare delle forme di risparmio e razionalizzazione della spesa.
Faccio un esempio molto concreto: se un provvedimento di questo tipo non si accompagna, fra i criteri dati all'Ufficio di Presidenza all'indicazione di una razionalizzazione radicale del sistema dei rimborsi e di "gettonazione" delle presenze dei Consiglieri regionali, è evidente che ci si muove in una prospettiva di aumento, che non è una prospettiva efficiente e di razionalizzazione della spesa.
Da questo punto di vista, pur non condividendo nel merito molte delle questioni sospensive che sono state presentate, voteremo a favore della sospensione del provvedimento, se non altro per consentire ai proponenti di formulare delle linee di indirizzo generali, non solo più comprensibili e leggibili, non semplicemente in filigrana, ma inserite in un piano complessivo di controllo dei costi di questo Consiglio regionale, che unanimemente tutti i Gruppi consiliari hanno scelto di accrescere del 6 dall'esercizio 2002 all'esercizio 2003.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Ritengo che una delle ragioni per la richiesta di una sospensione di questo provvedimento sia data dalla delicatezza del tema che trattiamo tale per cui non dovrebbe cadere nel normale scontro tra maggioranza e opposizione. Dovrebbe essere un tema generale da affrontare.
La questione dello status del parlamentare, quindi anche del Consigliere regionale, è un tema affrontato sin dalla fine dell'800; il fatto di conferire al parlamentare una serie di prerogative era legato alla possibilità di svolgere il mandato nel modo migliore, cioè senza condizionamenti.
Da questo nacque la possibilità di avere una specie di meccanismo franco.
Posso capire, Presidente, che non importi a nessuno quanto sto dicendo ma chiedo almeno di poter essere messo nella condizione di parlare.
Dicevo che questo tema, che dovrebbe fuoriuscire dalla polemica ordinaria, proprio per la sua delicatezza, ed essere un tema trasversale ha avuto, sin dalla fine dell'800, una particolare attenzione, perch occorreva creare alcune condizioni che permettessero al parlamentare eletto dal popolo di non avere dei condizionamenti e, quindi, potersi muovere sia sul versante delle prerogative di comportamento (quindi il tema dell'immunità) sia sul versante della funzionalità del suo mandato (non essere, ad esempio, un appannaggio a persone ricche o facoltose, oppure a persone che erano andate in pensione).
Questo, affinché la selezione per la guida del Paese (per quello che può guidare il Paese un'Assemblea elettiva, ormai) potesse essere fatta senza o con il minimo condizionamento possibile.
In questo senso, c'è stato uno sviluppo; ovviamente, sin dalla fine dell'800 si è sviluppata un'azione antiparlamentare che coglieva, attorno allo status del parlamentare e del Consigliere regionale, un elemento di attacco.
In questo momento, anche la delicatezza di tale proposta è tesa a difendere il nostro ruolo, ad evitare che entri nel tritatutto di una polemica politica rispetto al parlamentarismo e alle Assemblee elettive.
La questione sospensiva potrebbe avere una ragione per portare ad una riflessione più ampia e serena, rispetto a quello che potrebbero essere il nostro ruolo e le nostre prerogative.
Nel 1970, quando sono state fondate le Regioni, venne posto il problema del tipo di emolumento da riconoscere ai Consiglieri regionali; un periodo come quello - alcuni di voi ne ricorderanno i caratteri e i toni - port alcune Regioni, prevalentemente controllate da maggioranze di sinistra, a stabilire che la retribuzione del Consigliere regionale fosse equiparata a quella di un lavoratore metalmeccanico di IV livello.
La Regione Emilia Romagna incominciò questo percorso, non comprendendo con quella scelta legata ad un momento particolare, che nella selezione degli amministratori non ci poteva essere quella barriera. Infatti, un dirigente d'azienda, mettendosi in aspettativa, passava improvvisamente da un reddito di 10 a un reddito di 1, e questo portava a rifiutare la candidatura che avrebbe rappresentato un'importante risorsa, per l'impegno civile e politico.
Occorreva, dunque, liberare la questione da tali condizionamenti e portarla, sia come status, come operatività, sia come condizione economica ad un livello superiore. Questo anche per altre ragioni, ma svilupper tale aspetto quando si aprirà il dibattito generale.
Ricordo di aver polemizzato in quest'aula, nel 1987, con il Consigliere Pezzana (rappresentante dei radicali), proprio su questo tema; c'era, da parte sua, una preclusione in assoluto verso questo tipo di status mettendo in discussione la possibilità del parlamentare e del Consigliere regionale di equipararsi.
Abbiamo, allora, costruito una condizione non marginale del nostro status, pertanto ritengo che oggi sia inopportuno e ingiustificato questo aumento, rispetto al carico di lavoro e alle condizioni.
L'attuale status del Consigliere regionale è uno status buono, non eccezionale, ma buono, ed è migliorato notevolmente rispetto al passato rispetto alla mia parentesi di esperienza parlamentale, da quando l'ho lasciata ad oggi è molto migliorata, tale da avvicinarsi alla condizione del Parlamentare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Ho seguito attentamente tutti gli interventi, anche quello del Consigliere Tapparo. Sono stati illustrati, devo dire con garbo, le ragioni di opportunità, le problematiche in ordine a una progetto complessivo della Regione, il lavoro inevaso, l'attività proficua ed anche le ragioni storiche.
Sono tutti argomenti che, analiticamente considerati, sono apprezzabili e magari anche condivisibili. Ma qual è il dato e il filo che possiamo cogliere in questi discorsi? Intanto, in questi due giorni abbiamo svolto un lavoro proficuo e direi anche educativo. La problematica sollevata in ordine ai lavori inevasi pone subito l'attenzione su un dato che deve essere fondamentale, ovvero che la nostra prima obbligazione da adempiere è di svolgere un lavoro fatto bene. Questo è il dato che ovviamente enunciamo soltanto, perché non è questo il tema del confronto. È importante che la Regione abbia capacità progettuali ed abbia capacità di cogliere con respiro ampio le domande che sorgono per dare delle risposte adeguate.
Si è parlato di ragioni di opportunità, e stanno a significare che non ci sono in questa materia, oggi, delle smentite radicali, ma che si percorre il piano della discrezionalità per un verso e, dall'altro, della responsabilità. La scelta della maggioranza si pone su un terreno di responsabilità e, quindi, come responsabilità merita rispetto, così come voglio aggiungere, che i riferimenti ad altre iniziative di altre Regioni o di altre istituzioni piemontesi non costituiscono un alibi, ma stanno semplicemente a significare che si può condividere una strada che indica un percorso fisiologico che sulla proposta di legge è scandita anche in due momenti: un primo momento ancora regolamentare e un secondo che sarà esecutivo.
Per quanto riguarda tutte le ragioni storiche, condivido quello che dice il Consiglio Tapparo, ma la storia non deve farci fermare a quando è intervenuta la modifica nella società, dal politico che operava sostanzialmente in ragione del censo, ma la possibilità ad altri. Dobbiamo tener presente che la storia è in continua evoluzione e come è avvenuto quel mutamento copernicano sotto il profilo sociale ne sta avvenendo un altro all'interno di quel mutamente che riguarda l'evoluzione della società, i bisogni della società e, quindi, di tutti i suoi corpi sociali e di tutti i suoi componenti: l'evoluzione dei tempi, l'accelerazione dei tempi nelle decisioni e nella individuazione dei problemi, così come dei bisogni e degli impegni. Tutto questo rende fisiologico un provvedimento ed un'iniziativa di questo genere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni esaminate.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti 39 Consiglieri Votanti 37 Consiglieri Hanno risposto SI' 12 Consiglieri Hanno risposto NO 25 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'esame della proposta di legge n. 468.
La parola al Consigliere Gallarini per la lettura della relazione introduttiva.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Presidente e colleghi, leggerò la relazione, per la verità, molto breve e predisposta dagli Uffici, che ringrazio, sulla quale sono intervenuto solo per ammorbidire tre o quattro vocaboli, per il resto la traccia è quella degli Uffici, perché ritengo che in questi giorni la sostanza, la politica e le posizioni dei singoli Gruppi siano emerse, quindi proseguo ad elencare una traccia di quello che riguarda il provvedimento; tra l'altro è stato visto e discusso a lungo in Commissione.
La proposta di legge in oggetto intende introdurre nella recente legge che disciplina la materia dell'assegno vitalizio alcune integrazioni e modifiche resesi necessarie dall'esperienza emersa nella fase di prima applicazione della legge regionale 24 del 2001. Con l'occasione si intende anche ridefinire, rendendole più flessibili, le modalità del trattamento indennitario globalmente dovuto ai Consiglieri regionali dando delega all'Ufficio di Presidente all'interno di limiti e criteri definiti con legge, di razionalizzare tale trattamento tenendo anche conto delle innovazioni istituzionali recenti che hanno incrementato le competenze delle Assemblee regionali e, quindi, dei Consiglieri (nuove e gravose competenze legislative concorrenti ed esclusive, ruolo della Regione nel sistema istituzionale italiano, nuova legge elettorale, ecc.).
Qui ci si limita ad elencare i principali filoni, ricordo che le incombenze sono aumentate. All'interno di queste incombenze c'é chi sostiene, giustamente, che con la legge "presidenziale" gli esecutivi sono stati molto caricati e le assemblee legislative sono in una condizione di un disequilibrio. Uno dei pochi concetti emersi, fino ad ora, nella discussione di Commissione Statuto è quello che occorre andare (chi dice di procedere in un modo chi in un altro), verso un riequilibro fra esecutivo e assemblea legislativa.
Solo nel momento in cui ognuno dei due organi ha vita autonoma, ci pu essere dignità e rispetto reciproco dal punto di vista politico e istituzionale. Occorre, quindi, riconoscere anche lo status dei Consiglieri, definire in modo formale nuovi parametri per determinare la misura dell'indennità consiliare rispetto a quella parlamentare. Parametri che devono tener conto del mutato rapporto tra le competenze legislative delle assemblee parlamentari e le competenze legislative delle assemblee regionali. In tal senso, recentemente si è anche espressa la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome.
La I Commissione ha esaminato la proposta di legge ed ha apportato alcune modifiche emendative al testo iniziale al fine di rispondere alle intenzioni sopra descritte e ha quindi licenziato la proposta nella seduta del 28 novembre.
Non mi sentirei a posto con me stesso se, arrivati a questo punto, non facessi, come un sessantesimo di questa assemblea, alcune considerazioni. I Capigruppo hanno l'onere di avere sulle spalle la conduzione politica dei lavori dell'assemblea, unitamente al Presidente del Consiglio e a tutto l'Ufficio di Presidenza. Tuttavia da quanto è emerso in aula fra ieri e oggi mi induce a fare qualche considerazione che espongo con molta umiltà al solo scopo di portare un piccolo contributo al lavoro che ci sarà da oggi in poi su questo e su altri argomenti. Sono emerse considerazioni tipo: "non possiamo approvare il provvedimento oggi a fronte della crisi FIAT e della crisi economica della nostra regione", "non possiamo approvare questo provvedimento prima che la I Commissione si riunisca nuovamente e chiuda i lavori sul documento di Programmazione Economico Finanziaria sulla Finanziaria e sul bilancio".
Senza ipocrisia, ho ascoltato queste considerazioni giunte da alcuni banchi dell'opposizione, in particolar modo dal Consigliere Contu che sulle proprie spalle, e lo ammiro per questo, ha retto fra ieri e oggi forse il 90% dell'ostruzionismo, chiamiamolo così, fuoco di sbarramento che è stato posto. Mi chiedo se il Consigliere Contu non abbia pensato ad un'altra forma per raggiungere lo scopo. L'opposizione continua a dire che non è il momento, che il provvedimento va esaminato in un altro momento e che prima dobbiamo prendere altre misure, per la FIAT, per i lavoratori per l'economia del Piemonte in crisi, ecc. Voi ritenete che i lavoratori della FIAT e quanti vivono e soffrono all'interno della regione hanno apprezzato il fatto che siamo stati per un giorno e mezzo chiusi in quest'aula a presentare pacchi di sospensive, ipotesi di illegittimità emendamenti, sub emendamenti ecc? La maturità di questa Assemblea poteva essere dimostrata assumendo un atteggiamento, molto più snello, molto più efficace e molto meno costoso per la collettività e la Regione. Il Consigliere Contu, mi rivolgo a lui perché è il Consigliere che ha portato sulle proprie spalle il peso maggiore di questo atteggiamento, poteva semplicemente dire: "ritengo che non sia il momento giusto per presentare questo disegno di legge".
Il progetto di legge in esame è semplicemente l'affidamento di un compito e di una delega all'ufficio di Presidenza, lo ha già detto anche il Capogruppo di Forza Italia, il Consigliere Cattaneo. Non è da sottovalutare che su 60 componenti l'assemblea 43 Consiglieri hanno votato a favore del Presidente Cota (Presidente del Consiglio ed espressione della maggioranza) e 18 a favore del Vicepresidente Riba (Vicepresidente di tutto il Consiglio ed espressione della minoranza).
Al di là di cinque Consiglieri che non hanno ritirato la scheda per procedere alla votazione, ritengo che l'Ufficio di Presidenza possa degnamente rappresentare, (dal punto di vista politico istituzionale credo che il sessantunesimo voto abbia un grosso significato) tutta l'Assemblea.
Allora, Consigliere Contu non poteva essere più apprezzabile - se la nostra funzione in quest'aula non è solo quella di razionare o aumentare le indennità, ma anche quella di attuare una certa programmazione, per quanto ci è possibile, avendo gli elettori scelto che noi fossimo classe dirigente a livello regionale relativamente questo quinquennio - scegliere un'altra strada? La strada da seguire poteva essere quella di ritenere inopportuno, in questo particolare momento, licenziare il provvedimento. Tuttavia probabilmente, lo voteremo in trenta secondi, salvo "smussarvi" all'interno dell'articolato parti che stridono, nonché introdurvi idee suggerimenti e consigli che le forze politiche, attraverso i loro componenti, hanno portato in I Commissione, al fine di rendere il testo licenziabile. D'altronde, questa assemblea, concordando la propria fiducia ha eletto l'Ufficio di Presidenza a larga maggioranza. Conseguentemente vi è la delega a tradurre in pratica il mandato, che porta a licenziare il provvedimento in trenta secondi, per non far perdere tempo al Consiglio regionale.
Non sarebbe più opportuno riprendere il provvedimento fra 1, 2, 3 o 6 mesi, quando la responsabilità e la sensibilità politica istituzionale dell'Ufficio di Presidenza, che penso che non viva fuori dal mondo, ma sia il sensore - tanto quanto noi - della società piemontese, riterrà sia il momento.
Tale soluzione poteva rappresentare un più maturo atteggiamento nei confronti degli elettori - e fra questi i cassaintegrati FIAT dell'indotto, e gli altri già in cassintegrazione, che continueranno ad esserlo indipendentemente dalle vicende della FIAT - che guardano a questa assemblea non solo per le indennità che ognuno di noi percepisce, ma anche alla qualità del prodotto che dobbiamo esprimere nel governo della società piemontese.
Ritenete che sia meglio esprimere qualità "x", supponiamo, avendo una indennità da elemosina piuttosto che esprimere qualità "10x" con una indennità da manager? Sottopongo queste considerazioni, sulle quali tutti dobbiamo riflettere.
Questione FIAT e crisi. Come molti di voi, all'interno della I Commissione, non ho sentito una sola idea e una sola proposta al di là del solito ritornello e la solita filastrocca: "c'é la crisi della FIAT bisogna... bisogna..". Su questi luoghi comuni - se anziché 60 Consiglieri vi fossero altre 60 persone prese a caso, probabilmente non ci sarebbe molta differenza di opinione - come Consiglio ci dobbiamo caratterizzare con proposte di qualità.
Se il tempo fra ieri e oggi, lo avessimo impiegato ad impostare, ad esempio (é una proposta, probabilmente ce ne sono altre) per dire lo votiamo in 2 minuti e non perdiamo altro tempo.
In realtà, si tratta di una delega all'Ufficio di Presidenza del quale come Assemblea, ci fidiamo, viste le modalità con cui è stato eletto dopo l'esperienza di due anni e mezzo. Non ho sentito, né all'interno dell'Assemblea né delle Commissioni, in questi due anni e mezzo sollevare critiche o appunti. L'abbiamo riconfermato in blocco: evidentemente abbiamo ritenuto che il lavoro sia stato svolto in modo degno.
Se avessimo speso i due minuti di cui dicevo in precedenza, affidando alla sensibilità e alla responsabilità dell'Ufficio di Presidenza il tempo per "calare" questa legge (che non comporta né un euro di aumento né un euro di diminuzione rispetto a quanto percepito finora), probabilmente avremmo dato dimostrazione di voler veramente impostare le cose dal punto di vista della sostanza e non della forma o della pretestuosità. Dopodich pensate quante idee, in tutte queste ore, avremmo potuto tirare fuori sulla questione FIAT. Personalmente, ritengo che il problema (non tanto della FIAT, quanto delle vittime della situazione FIAT), vada affrontato scindendolo in due parti: la contingenza e l'attualità. E' proprio questo il momento in cui cassaintegrati e le loro famiglie, costretti a vivere con 600 o 700 euro al mese, necessitano di un certo supporto e di una certa vicinanza dell'Istituzione Regione nelle forme e nei modi - e qui servono le idee - che siamo in grado di fornire. Dopodiché, ci sarà la cernita e con Consiglio e Giunta congiuntamente, si procederà in una certa direzione.
Siamo tutti concordi nel dire che questo bilancio, questa legge finanziaria e questo documento di programmazione (discusso a lungo e in profondità in I Commissione), costituiscano tre articolati predisposti negli ultimi mesi "dell'era FIAT", che avranno i loro effetti dal 1 gennaio 2003, ormai considerato come il primo anno del "dopo FIAT". Siamo di fronte ad una linea di discrimine fra un passato di un certo tipo, con certe connotazioni e caratteristiche, e un futuro del quale sappiamo una cosa sola: non sarà più assimilabile al passato.
E allora, se è così, invece di spendere ore e giorni su una delega che torno a ripetere - può essere tranquillamente affidata all'Ufficio di Presidenza che ci ha rappresentato e ci rappresenta tutti, dovremmo spendere il nostro tempo cercando nuove proposte e nuove idee da confrontare con la Giunta, da portare in Commissione e magari, nelle due righe del documento sull'esercizio provvisorio che la Giunta ha predisposto ieri mattina, stralciare un fondo destinato a questa emergenza. Il resto mi pare l'ipotesi che sta emergendo - si può tranquillamente rimandare a gennaio.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Personalmente, in questo momento ritengo inopportuno e ingiustificata la proposta espressa in questo provvedimento. Discuto anche il metodo. Come già detto in Parlamento, da parte del centrodestra nella scorsa legislatura l'uso delle leggi-delega è un modo per togliere e per svuotare, alle Assemblee elettive, l'assunzione diretta di responsabilità.
L'inopportunità è un aspetto più labile, ma sicuramente importante mentre, per quanto riguarda l'ingiustificatezza della richiesta, ritengo che il Consiglio regionale abbia lavorato meno che in passato; tant'è vero che è stato svuotato di molti temi, trattati in passato in sede di Commissione e in Aula: non trattiamo nulla sull'occupazione e i fondi statali, che giungevano per l'occupazione, non subiscono più la verifica dell'Aula e delle proprie Commissioni.
Il fondo unico dell'industria, parte importante nel processo di federalismo amministrativo, non è stato trattato adeguatamente. In relazione alla formazione professionale in quest'aula e nelle Commissioni competenti, dove sono stati svolti duri e lunghi lavori di approfondimento oggi non c'é più nulla. Dire alla società esterna che chiediamo l'aumento (perché volgarmente di questo si tratta), perché il carico di lavoro è superiore, è una menzogna, oltretutto suffragata dai fatti. Non possiamo vendere all'esterno questo tipo di indicazione, essendo sostanzialmente scorretta.
Oltretutto, operando in questo modo, si contribuisce a delegittimare non il Presidente Ghigo e la Giunta regionale (che proprio ieri, in una forma discutibile, hanno assunto decisioni per quanto riguarda il Consiglio di amministrazione della Finpiemonte), ma proprio questa assemblea.
Stiamo lavorando per delegittimare questa assemblea. Personalmente sono contrario alla tutela dello status, sia nell'operatività sia negli emolumenti dei Consiglieri (anche se mi rendo conto che occorre giocare questo aspetto in termini politici, altrimenti ci facciamo male da soli).
Se fare ostruzionismo vuol dire far perdere tempo, allora anche nella scorsa legislatura, quando parlamentari di Centrodestra chiedevano ad ogni emendamento la verifica del numero legale e il voto elettronico, era un modo per rubare tempo, rispetto alla produttività dell'assemblea, e creare un forte danno all'erario.
L'aver dato una delega all'Ufficio di Presidenza, oltretutto votato con 43 voti, può essere letto anche al rovescio: siccome credo molto nella democrazia, come fatto di dialettica tra maggioranza e opposizione e non di forme diverse, 43 voti mi suonano sospetti o, perlomeno, potrebbero suonarmi sospetti. Avrei preferito vedere una maggioranza e un'opposizione durissima nell'Ufficio di Presidenza, al quale so che dandogli una delega si otterrà una dialettica democratica forte, rispetto a un qualcosa che potrebbe suonare da "inciucio" e non da legittimazione.
Anche questo potrebbe essere un tema a doppia lettura: potrebbe essere letta in un modo o in un altro, perché non è una tesi forte per smontare il tipo di situazione esistente.
Torniamo al tema dello status del Consigliere regionale, o meglio, del parlamentare, ossia di colui che è deputato a rappresentare la comunità in una democrazia rappresentativa a base parlamentare che viene ogni giorno scardinata. È inutile portare a casa l'aumento e lasciare che vengano scardinate, come dicevo riferendomi al comportamento della Giunta sulla questione della Finpiemonte "n" cose. Non è ridicolo parlare di un bilancio di previsione che tiene fuori, dal nostro controllo, dalla nostra operatività e dalla nostra proposta, due parti corpose: i fondi strutturali e i fondi statali che non vediamo. E' finzione discutere di un bilancio di previsione di cui quest'aula, che dice di essere rappresentante e che quindi si è caricata attraverso il federalismo di nuovi compiti e - ahimè di lavori enormi, sfuggono di mano due dei tre pezzi della componente finanziaria con cui si muove la Regione. Di questi pezzi che sfuggono citavo l'esempio della formazione professionale; qui forse una o due persone ne sono a conoscenza sin dall'inizio, ma quest'aula ha parlato di formazione professionale in modo sofisticato e approfondito, mentre oggi non c'è più niente. Comunque questo stesso tema lo si può ripetere per l'industria e per una serie di "n" altre cose, altro che lavoro in più.
Semmai, Presidente Cota, io rivendico un'indennità alla nostra dignità colpita; allora l'aumento lo potrei accettare, un aumento legato al fatto che ci vediamo emarginati e in molti casi anche umiliati, e allora si da l'indennità perché non si tocca più la palla e si sta lì a fingere di giocare una partita senza pallone, come due squadre che entrano in campo ma non viene dato loro il pallone, però poi prendono i soldi.
La comunità nazionale, rispetto ad assemblee elettive come queste, che costano (costano il giusto, magari), non le sopporterà più a lungo se percepisce che non hanno più una funzione cruciale nel rappresentare il sistema degli interessi diffusi. Quando la comunità - e la comunità è poi l'opinione pubblica, sono i mass media, che butteranno camionate di sterco su queste cose e continueranno a buttarne - percepirà che noi non reggeremo più questo ruolo, il nostro sarà solo un ruolo onorario, cioè le assemblee elettive diventeranno funzioni onorarie, perché le decisioni sono in altre sedi, come lentamente (nemmeno molto lentamente) sta già avvenendo.
Qui dentro c'è un gioco che è una finzione, e il potere che determiniamo è solo più una parte; se voi pensate che il Presidente della Regione, solo per sua graziosa elargizione, ci legge uno straccio di programma all'inizio della legislatura, questo vi dà il senso di che cos'è questa assemblea. Ma che cos'è? Allora noi in questo contesto, al di là dell'opportunità del momento chiediamo, a una condizione che non è marginale - vi dicevo che ho avuto un'esperienza parlamentare, per cui posso dire che la nostra non è marginale né come supporto di vita ai Gruppi né come status, come condizione e altre cose - di prendere il coraggio e dire alla comunità: "Saltiamo un giro, ma vogliamo batterci adesso per recuperare ruolo e dignità all'assemblea elettiva sia nel lavoro della riforma dello Statuto sia negli altri lavori". Invece ci andiamo a infilare in un'operazione di ulteriore delegittimazione di questa assemblea.
Naturalmente il Presidente Ghigo ne uscirà in bellezza, non toccato minimamente; qui chi prenderà solo i colpi saranno questi parlamentari regionali, chiamiamoli così, come potrebbero chiamarsi nelle altre realtà federali che ci sono nel mondo, che si fanno l'aumento, che hanno mille indennità e che hanno mille intrighi, perché poi abbiamo visto com'è facile produrre queste cose. Allora l'attacco al parlamentarismo avviene in forma più o meno qualunquistica, perché - badate - non è solo il qualunquismo, è anche un sistema di interessi: i poteri forti che preferiscono trattare con i Presidenti piuttosto che con le assemblee elettive in cui uno straccio di dialettica democratica c'è ancora all'interno. E in questo momento l'attacco alle assemblee elettive passa anche in questo senso: è meglio avere a che fare con un Presidente che avere a che fare con un'assemblea elettiva o con un parlamento magari riottoso e che ha un'anima.
E' per questo che io chiedo, per inopportunità del momento, perché è ingiustificata e perché la delega è scorretta farla in questo modo, di fermarvi, di lasciar perdere, di rinviare un giro, di lasciar passare un giro e poi vediamo.
Io sono per un buon status del parlamentare e del Consigliere regionale per evitare il degrado di questa funzione, ma diamo questo segnale. Abbiamo riflettuto, non vogliamo rinunciare alle nostre condizioni, ma riteniamo che in questo momento la battaglia sia un'altra: sia quella di riconquistare ruolo e dignità a questa assemblea.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Nella sua introduzione, il Consigliere Gallarini ha fatto riferimento al dibattito che si era svolto precedentemente, un dibattito che tendeva ad illustrare le questioni sospensive e le questione di modifica dell'o.d.g. che noi avevamo proposto; ovviamente quel dibattito, nel tener conto di quelle considerazioni, cercava di giustificare perché chiedevamo delle sospensioni e perché chiedevamo delle inversioni dell'o.d.g.
Nel dibattito generale possiamo intervenire nel merito più specifico e quindi affrontare in un modo più ampio questo tipo di proposta. Il primo motivo per cui ci opponiamo è che, a nostro parere, questa proposta non doveva essere presentata. Riteniamo questa proposta non necessaria, non utile a nessuno se non a noi stessi, che comunque siamo in condizioni di poter fare a meno dei miglioramenti che vengono evocati, anche se non vengono esplicitati nella legge stessa.
Una prima questione è che si potrebbe dire: "Ma la legge non costa nulla". Allora, se non costa nulla, lasciamo tutto com'è. Perché dobbiamo inventarci un meccanismo per far lavorare l'Ufficio di Presidenza in una proposta che, alla fine, lascia tutto come prima? Personalmente non credo che sia così, tutti sappiamo che non è così, che le intenzioni sono altre e che ci attendiamo che alla fine qualcosa cambi.
Ritengo dunque che il primo motivo sia questo: non è una legge necessaria, non siamo in condizioni tali da dover richiedere una modifica del nostro status per operare, ma siamo nelle condizioni di poter operare perfettamente.
Credo che questo sia il primo motivo, al di là di tutte le altre considerazioni. In sostanza non credo che siamo, come Consiglieri, in una condizione tale per cui si possa dire nella situazione attuale i Consiglieri non possono efficacemente svolgere il loro lavoro.
Per quanto riguarda poi ipotetici miglioramenti legati a perdite dovute a inflazione e cose del genere, esistono già meccanismi di compensazione in questo senso, per cui non sarebbero necessari. Questo lo considero un motivo di fondo, perché è un privilegio che abbiamo, che tocca pochi (tocca i dirigenti e lo abbiamo poi esteso anche ai dirigenti delle ASL e a molti altri), tocca una fetta relativamente ridotta della popolazione: il privilegio di poter intervenire sul proprio status. Personalmente credo che sia sufficiente quello che abbiamo ottenuto finora e quindi non penso che dobbiamo operare ulteriormente in quella direzione. Questo è il motivo di fondo del perché diciamo no.
C'erano poi motivazioni collaterali che abbiamo sviluppato, ovvero il momento, il contesto, l'operatività stessa di quest'aula. Su questo mi soffermo rispetto ad alcune delle considerazioni che ha esposto il Consigliere Gallarini. Diceva che qui bisognerebbe operare per avere delle idee; è vero, io devo dire per esempio che, affrontando il tema più spinoso che oggi ha la nostra Regione, sarebbe utile chiedere un dossier agli uffici sui dibattiti, che sono stati non pochi, sul tema dell'occupazione della FIAT, per vedere cosa è stato detto in questi anni, perlomeno in questa legislatura (non pretendo di esaminare quella precedente), perch personalmente, come forza politica, ci siamo trovati da tempo controcorrente a dover dire: "Attenzione che si va in una determinata direzione".
Per molto tempo, il nostro Gruppo ha presentato degli ordini del giorno nei quali si chiedeva di rendersi conto di ciò che si stava determinando e in cui da subito si diceva che l'Azienda era stata venduta a GM da parte degli Agnelli. Per anni abbiamo chiesto e votato di sentire General Motors. Sono passati anni e non l'abbiamo fatto. Io credo che il Governo regionale e la Presidenza non abbiano fatto nulla per dar seguito a quelle richieste.
Uno dei primi punti sui quali ci siamo battuti è stato quello di chiedere di sentire chi comanda veramente. Ma occorreva farlo in tempo prima che fosse troppo tardi per conoscere le reali intenzioni. Ebbene, non è stato fatto nulla. La proposta c'era, ed è stata persino votata più di una volta su ordini del giorno che avevano probabilmente me come primo firmatario.
Dunque non è vero che non sono state sviluppate idee o proposte.
Abbiamo chiesto anche di inserire tutto questo in una capacità di programmazione della Regione: cerchiamo di avere degli atti di programmazione, a partire dal Piano regionale di sviluppo, che in qualche modo vincolino l'operato di tutti gli operatori economici, anche di Fiat e GM.
Recentemente abbiamo anche cambiato posizione. Abbiamo rinunciato ad un argomento che avete sentito usare spesso da me, ovvero "Sentiamo GM" perché non avendola sentita a suo tempo, ormai è troppo tardi. E poiché noi non ci siamo rassegnati a considerare il 2003 il primo anno del "dopo Fiat", perché sarebbe un trauma per questa Regione e per questo Paese noi riteniamo che questa tragedia debba essere evitata, non solo registrata.
Non vogliamo che altri seguano Cantarella nella ricollocazione.
Cantarella ha avuto un'ottima ricollocazione, ma altri non avranno questa fortuna. Infatti, oltre a una buona liquidazione credo che abbia avuto successivamente una buona offerta di lavoro.
Ritengo che le altre decine di migliaia di persone che potrebbero essere coinvolte dalla catastrofe della Fiat non avranno la stessa possibilità e quando ho sentito la scorsa settimana chiedere che in un ordine del giorno unitario venisse inserito il fatto che i lavoratori messi in mobilità o in cassa integrazione venissero privilegiati dall'Agenzia per le Olimpiadi, ho detto: "No, su questo non ci sto".
Non voglio che si arrivi a questo, prima di tutto perché sarebbe inefficace, e in secondo luogo perché il problema è un altro, ovvero evitare che il Piemonte viva un "dopo Fiat"; che viva magari un "dopo Agnelli", ma non un "dopo Fiat", riuscendo a distinguere tra un'attività economica e chi l'ha gestita finora, andando a colpire i responsabili di questa questione.
La scorsa settimana, infatti, un ordine del giorno è rimasto in votazione e non l'avete voluto votare. Una settimana fa ci siamo rifiutati di elaborare un ordine del giorno unitario che non dicesse nulla. Ci sono gli ordini del giorno che dicono delle cose, tra cui il nostro, quindi votiamoli.
Il nostro ordine del giorno, firmato anche da altri Gruppi, tra cui i Comunisti Italiani e i Verdi, in quel momento assenti, ribadiva, in primo luogo, il ruolo della Regione nella sua programmazione, nella programmazione economica (pertanto andava ad individuare anche le responsabilità della Regione), e dall'altro ribadiva che per evitare di vivere il 2003 come primo anno del "dopo Fiat" è opportuno un intervento pubblico, non a sostegno degli Agnelli ma controllo gli Agnelli, che salvaguardi la sopravvivenza della Fiat, un intervento pubblico non per politiche di ammortizzatori sociali, ma che intervenga nell'azionariato all'interno del quale, per esempio come le regioni tedesche, la nostra Regione possa avere un ruolo nella gestione dell'azienda, nel futuro progettando qualcosa di più ampio e di diverso.
Delle idee dunque sono state sviluppate e le ripresenteremo nel momento in cui si discuterà del bilancio e della finanziaria, perché in quel contesto quell'ordine del giorno che non si è potuto votare potrà trovare un'altra collocazione, una discussione dei capitoli e delle voci di bilancio.
Credo che sia dunque ingeneroso dire che non sono state poste delle idee. Sono state poste, si possono discutere e hanno, come ripeto, una priorità.
Al di là del giudizio che noi esprimiamo di quella legge, che è un giudizio negativo, noi non riteniamo che debba essere fatta successivamente, ma pensiamo che sia sbagliato approvare quel tipo di provvedimento con quel tipo di delega.
In ogni caso, ci sono dei problemi che hanno la precedenza, quelli che ho cercato di ricordare.Altri problemi potranno essere ricordati negli interventi che farò successivamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Desideravo semplicemente avere un'informazione sul proseguimento dei lavori dell'aula.



PRESIDENTE

Alle ore 13.30 sospenderemo la seduta per il pranzo e riprenderemo i lavori alle ore 14.30.



PLACIDO Roberto

Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
La relazione del Consigliere Gallarini, collega che ascoltiamo sempre con grande attenzione e rispetto, anche perché svolge un ruolo importante in numerose Commissioni e di certo non è persona accusabile di non essere presente, di non dare continuità, di non entrare nel merito e così via, ha toccato sostanzialmente due questioni: una è quella della produttività l'altra è quella della delega.
Allora, tenterò di fornire alcune risposte che peraltro si riferiscono a contenuti di merito che hanno caratterizzato le nostre richieste di sospensiva che, nella giornata di ieri (peraltro solo la seconda parte della giornata è stata dedicata a questo provvedimento) hanno tentato ripetutamente di offrire delle buone ragioni alla maggioranza per sospendere questo provvedimento.
Prima ancora di un ragionamento sulla delega - quella che io chiamo "delega" è sostanzialmente la funzione che viene riconosciuta all'Ufficio di Presidenza - c'é un altro ragionamento generale che, dal mio punto di vista, vale per tutte le riforme, e questa è, in parte, una piccola riforma.
Quando si affrontano temi che riguardano tutti, con delle modifiche sostanziali a delle norme, a delle regole o ad un merito - in questo caso lo status dei Consiglieri - dovrebbe essere buona e primaria regola garantire che quel provvedimento trovi la disponibilità corale, perch altrimenti diventa forzatura, diventa violenza, diventa prerogativa di alcuni - poi fa lo stesso se stanno con la maggioranza o con la minoranza nei confronti di altri.
Le riforme si basano sull'ABC della dialettica e del dialogo.
Quando un provvedimento di questa natura riguarda 60 persone - non 58 ma 60 - e poniamo caso che ci sia il sessantesimo, quello che conta meno ammesso che ci sia questa gerarchia (ma c'è nel momento in cui, ad esempio si vanno a fare delle distinzioni nell'indennità di carica)- che nel merito non è d'accordo, si prende tempo, si cerca di convincere, s'introducono altri elementi: si fa un'azione di dialettica, di socializzazione.
Le riforme, secondo me, vanno affrontate in questo modo, e ritengo debba essere un principio di base, il sale della politica e delle istituzioni.
Secondo ragionamento: la delega all'Ufficio di Presidenza. Vede collega Gallarini e colleghi molti distratti, aldilà di quanto questo Ufficio di Presidenza rappresenti tutti o una parte, al di la che sia stato pluridecorato o meno, il dato evidente è che il Consiglio decide di delegare all'Ufficio di Presidenza un'altra funzione.
La dico in questo modo: noi, Consiglio, ci ritroviamo in parte a teorizzare sulle funzioni del Parlamento, sul federalismo, ecc., ecc.
dall'altra siamo svuotati di funzioni.
E, permettetemi, questa è una funzione che non compete ad un Ufficio di Presidenza, conché sia stato così fatto in altre sedi. E' una competenza propria di 60 persone, che decidono che cosa fare del loro stipendio.
Nel momento in cui questa sede parlamentare - è consiliare, ma alcuni preferiscono chiamarla parlamentare - si ritrova da una parte con una Giunta esecutiva che decide sempre tutto e sempre di più, e dall'altra parte un Ufficio di Presidenza che decide sempre tutto e sempre di più non ha funzione! Ed è lì la produzione!.
Noi non siamo d'accordo. Io faccio parte di quel gruppetto di Consiglieri che non è proprio convinto e d'accordo che questa delega debba essere esercitata in capo all'Ufficio di Presidenza, perché è una competenza specifica del Consiglio, e come tale il Consiglio la eserciti.
Altrimenti, quando si parla di produttività e di produzione, vale il ragionamento fatto dal collega Tapparo, ovvero "la produzione innanzitutto". Trovo inoltre bella la battuta sul fatto che forse questa legge si potrebbe chiamare "l'indennità per l'umiliazione", che si confà abbastanza a numerosi temi di questo consesso.
Tuttavia, in questo caso, produzione significa continuare a dare funzioni e argomenti di merito, che sulla finanziaria e sul bilancio non vi sono stati. Aldilà che siano stati esplicitati con sufficiente chiarezza io non sono in I Commissione, ma sono certa che i colleghi di minoranza li hanno esplicitati - elementi di dibattito e di discussione nel merito, il dato certo è che, ad oggi, non è stata presentata né la finanziaria regionale (non sappiamo se vi sarà una convocazione di I Commissione) né il bilancio regionale.
Inoltre, nelle Commissioni dove abbiamo cercato di fare sul serio, non abbiamo, in molti casi, ottenuto le risposte alle domande poste. Potrei aprire il filone della sanità, esempio classico di un muro di gomma, dove si può porre qualunque grande questione senza ottenere assolutamente alcuna risposta né dalla componente politica tanto meno dai dirigenti, che continuano ad essere gli stessi e continuano a caratterizzarsi per gli stessi errori o scelte di errori.
Quali possono essere gli altri elementi su questo provvedimento per il quale continuiamo a chiedervi anche in fase di dibattito di sospenderlo? Sulla questione che sia demagogico dire che sia inopportuno in questo momento, lungi da me il pensiero di dare una valutazione morale o di permettermi di esprimere giudizi sulla morale degli altri: mi è sufficiente la mia.
Nel caso in questione, però, quando diciamo che è inopportuno ci appelliamo a motivi di ordine generale. Io non sono tra i Consiglieri che amano dare priorità o valore aggiunto alla tutela dello status del Consigliere rispetto ad altri temi, e lo ritengo anche sbagliato. Ritengo sbagliato che ci si ritrovi un consesso nel quale ognuno può decidere del proprio stipendio, quando c'è una parte di umanità che non deciderà mai nemmeno... Ma sono temi così demagogici? Può darsi che siano demagogici può darsi che siano populisti, ma sono anche di giustizia sociale.
Ritenere questo provvedimento di inopportunità temporale significa rivalutare la questione in un altro momento, considerato che siamo in una delle situazioni di maggiore crisi come da 50 anni non si viveva in questo paese, in questa Regione, in questa città. Questo è noto a tutti.
Quindi, andarci a mettere in una condizione di assoluta ed esclusiva tutela di uno status, che peraltro è già assolutamente degnamente riconosciuto, mi pare un'esagerazione.
Ancora una questione: è un provvedimento ad personam, è un provvedimento che contiene in sé ampia discrezionalità e, dal mio punto di vista rischia, di contenere un'iniquità proprio perché si caratterizza per elementi di personalizzazione.
Questi sono elementi che credo impongano un'attenzione maggiore nei confronti della situazione generale nella quale noi ci ritroviamo. Inoltre a fronte di una crescita dei costi pesante, che riguarda anche questa Regione e questo Consiglio, noi rispondiamo non presentando una finanziaria, non presentando un bilancio, ma presentando soltanto un provvedimento che riguarda lo status di ognuno di noi. Sono operazioni molto delicate e quindi, a maggiore ragione, richiedono che tutti quei 60 Consiglieri possano parlarne, possano convincersi, possano avere anche il diritto di richiedere una temporalità diversa.
Vale dunque la pena di richiedervi, ancora una volta, di sospendere questo provvedimento e di differirlo nel tempo, e di procedere invece con l'esame dei documenti relativi alla finanziaria e al bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Comincerei subito dalla questione sollevata e dai temi portati all'attenzione dell'aula dal Consigliere Gallarini.
Prima questione: la controversa e, per certi aspetti, nuova discussione sulle competenze del Consiglio. Bene ha fatto a ricordare che sulla materia sono intervenuti due provvedimenti importanti. Io vorrei ricordare quello madre, cioè la normativa Bassanini. E' poi seguita la legge costituzionale n. 1 del 1999 e la modifica del titolo V della Costituzione, che hanno aperto il baratro della legislazione concorrente con il carico di contenziosi in atto che pare, ad oggi, ammontino a 700-800 presso la Corte Costituzionale, su queste materie.
Si apre un nuovo contenzioso: sono aumentate le nostre competenze in seguito a queste modifiche legislative? Sì.
Sono diminuite le nostre competenze in seguito alle leggi cui facevo riferimento prima? Sì. Questo è il problema! Se le mettiamo sulla bilancia, l'aumentata competenza di merito niente ha a che vedere con il progressivo svuotamento delle competenze di quest'aula, perché, da una parte, aumentano le competenze di merito e dall'altra, l'onere dei provvedimenti, dal punto di vista delle decisioni e degli atti di potestà regolamentare, si è trasferito sull'esecutivo.
Fosse solo la potestà regolamentare sulle leggi emanate da questa Assemblea legislativa! No, sono interessati anche atti che erano storicamente di competenza del Consiglio regionale (almeno per quanto concerne la vita di questa Assemblea elettiva)! Allora, la bilancia probabilmente tende a dire che è diminuita la quantità del lavoro ed è aumentata la qualità.
Quando si parla di qualità e quantità del lavoro, non si tratta di applicare criteri aziendalistici, criteri premiali, criteri di produttività, ma di dare a Cesare quel che è di Cesare! E allora, su tutte le indennità accessorie, sulla questione delle presenze, bisognerà pur discutere quali sono i correttivi da mettere in campo per riportare la questione ad una partecipazione effettiva.
Sui tempi del provvedimento: faccio autocritica pubblica, a nome del mio Gruppo, riconoscendo che sulla materia del bilancio siamo stati un po' assenti. Siamo stati un po' assenti, ma è difficile parlare di un bilancio che, per la prima volta nella storia di quest'atto programmatorio, si presenta con la posta zero sui trasferimenti dello Stato.
Non comprendo queste ragioni; ho cercato di porre più volte la questione per capirne le ragioni.
Abbiamo un documento di programmazione finanziaria che giace e che doveva essere approvato entro il 30 luglio. Bene, se abbiamo una responsabilità, nei confronti della quale stiamo cercando di rimediare, pur non essendo stati presenti in aula, interverremo sulla discussione di merito.
Siamo un piccolo Gruppo, non abbiamo la forza di essere presenti sempre, ma sulle questioni che ci stanno a cuore (il lavoro, la sanità, la scuola) marcheremo certamente la nostra presenza e il nostro contributo sarà costruttivo, sicuramente di grande qualità.
C'è, però, una responsabilità che rimando al mittente, Presidente Gallarini: chi ha scelto di dare priorità a questo provvedimento? Noi, coerentemente, in Conferenza dei Capigruppo abbiamo chiesto di fermarci e di convocare per oggi la I Commissione. Alle 15 di ieri pomeriggio avevamo tutto il tempo per convocare la I Commissione, nel pieno rispetto del Regolamento, più volte violato per ragioni altre (di urgenza straordinaria).
Ieri - ripeto - in Conferenza dei Capigruppo abbiamo detto: "Si programmi la I Commissione per le 15.30 di domani, noi siamo pronti: discutiamo la legge finanziaria, il DPF, vediamo se la maggioranza ha la forza e il coraggio di proporci il bilancio con quelle condizioni che a noi sembrano preoccupanti e inaccettabili!".
Personalmente stimo il collega Gallarini per l'equilibrio con il quale interviene in aula.
Io, più volte, mi sono lasciato andare a momenti di ira e a ragionare con la pancia più che con il cervello! Può succedere e di questo chiedo scusa soprattutto al Consigliere Caracciolo. A queste scuse seguiranno, per correttezza, delle scuse formalmente scritte, ma anche di ricostruzione storica (per quanto possibile, per quanto le mie conoscenze permettano) di un'epoca gloriosa, da una parte, per un partito come il Partito Socialista e certamente preoccupante, dall'altra, negli esiti finali.
Questo, in ogni caso, è un dato storico sotto gli occhi di tutti; il tempo, poi, farà giustizia.
Ieri ho vissuto una delle giornate più brutte della mia esperienza consiliare, non solo quella regionale, ma anche del Consiglio comunale. Nel rispetto della dialettica politica e nel rispetto, soprattutto dell'utilizzo di tutti gli strumenti regolamentari, abbiamo portato avanti un ostruzionismo sul merito, sulle questioni di merito importanti.
Questa posizione ha una sua dignità, ma ieri quest'Aula ha perso la dignità, perché ritengo di aver subito un'aggressione senza precedenti.
Ho fatto maratone di ostruzionismo in Consiglio comunale - ho anche richiamato il collega Cantore a questo ricordo - avendo però grande rispetto ed equilibrio e mai forzando il Regolamento per questioni di parte.
Potete presentare un maxi emendamento, con il quale cancellare tutti i nostri emendamenti! Questo lo potete fare, usando, però, gli strumenti regolamentari.
In quel caso, ne metteremo in campo altri.
Chiedo scusa, Presidente, non suggerisco alla controparte, perché poi ci sono strumenti regolamentari che possono impedire anche questo atto di pirateria istituzionale. Vorrei, però, dire questo, Presidente, ed è una raccomandazione che faccio anche ai miei colleghi: continuiamo questo dibattito serenamente, prendiamoci il tempo che è necessario e si rispettino le regole.
Per quanto riguarda il nostro Gruppo, cercheremo di rispettarle sino in fondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

vero il collega Gallarini affronta questioni come queste che hanno delle implicazioni di un certo rilievo e sono comunque questioni spinose nei toni e nei modi giusti, e questo consente una discussione più di merito e anche più pacata.
Siamo di fatto in sessione di bilancio, perché siamo impegnati dal mese di settembre di quest'anno a discutere i documenti di programmazione e finanziari della nostra Regione, ma la cosa che mi pare assodata è il fatto che il bilancio che dovremo discutere e votare il prossimo anno è un bilancio a maglie strette e prevede, per un effetto combinato dovuto alla riduzione di trasferimenti statali e alla crisi che riguarda la nostra Regione, una riduzione delle risorse da destinare alle politiche pubbliche della nostra Regione.
Se questo è il quadro, la sessione di bilancio avrebbe il compito - non sto parlando d'altro, stabilirò un nesso tra questa questione e il DDL che stiamo esaminando - di fare uno sforzo per capire in che misura, di fronte ad una Regione che sta attraversando una crisi che non ha precedenti ricordo ai colleghi che i documenti che stiamo esaminando in Commissione dimostrano che nel prossimo triennio il Piemonte crescerà mediamente dell'1%, molto meno di altre Regioni italiane - sia importantissimo il ruolo delle politiche pubbliche. In questo quadro dovremmo cercare di capire come il bilancio della Regione Piemonte diventa il veicolo attraverso il quale liberare risorse per dare ossigeno all'economia della nostra Regione.
Il bilancio - il collega Gallarini può testimoniarlo - è stato sottoposto alle audizioni di rito e devo dire che non c'é una associazione che l'abbia difeso, anzi, le critiche sono generalizzate e da più parti ci viene richiesto di mettere mano ad una riforma di quel bilancio e, in generale, la richiesta che viene avanzata è quella di fare in modo che le risorse di parte corrente vengano il più possibile utilizzate per fare una politica di investimento. Su un punto contesto il mio amico Gallarini: non siamo ancora entrati nella fase emendativa. È vero. Abbiamo dovuto faticare un bel po' per poter comparare i dati del 2002 rispetto a quelli di quest'anno, che è la chiave di volta per capire come vengono allocate le risorse pubbliche nello strumento del bilancio e ci accingeremo nei prossimi giorni, a questo punto all'inizio del prossimo anno, a fare l'operazione che tu esattamente chiedevi: "Chi ha più filo tessa più tela".
Noi faremo uno sforzo in questo senso, cioè cercheremo di fare in modo che risorse di parte corrente vengano diversamente impiegate, perché pensiamo che in questa Regione sia necessario utilizzare tutte le risorse disponibili per interventi di politica pubblica, non per assistenzialismo non per interventi a pioggia, ma per dirottare risorse a innovazione ricerca, industria.
Se il quadro è questo c'è un problema, Consigliere Gallarini, intanto di opportunità. Abbiamo fatto le audizioni, abbiamo sentito le associazioni, le quali ci dicono: "Cambiate il bilancio". Sentiamo che lo schieramento di maggioranza che governa questa Regione, in Commissione comincia, questo è ormai chiaro, a far capire che è difficile in quel bilancio trovare le risorse per fare gli spostamenti che sarebbero necessari. È difficile.
Naturalmente faremo uno sforzo e potremo cercare di dimostrarlo. Penso che esiste una partita di risorse di parte corrente che va impiegata diversamente e deve essere impiegata diversamente, a costo di fare sacrifici.
Vi sono leggi che possono essere non finanziate per un anno, perché le priorità diventano investimenti in questa Regione e vanno, semmai finanziate meno quelle leggi che hanno una utilità residua sul nostro sistema economico. Ma questo lo vedremo, ma è un fatto, però, che nel momento in cui le associazioni economiche del Piemonte ci chiedono di andare ad una riforma del bilancio, che è stato presentato, noi siamo in questi giorni impegnati in una discussione che non penso venga considerata prioritaria dal sistema economico piemontese. Siamo d'accorso almeno su questo. Su questo punto possiamo almeno convenire.
Esiste, da questo punto di vista, una differenza, un divario tra la domanda di riforma del bilancio, le discussioni sulle politiche che vanno fatte, che ci proviene dalla società che rappresentiamo, e il fatto che abbiamo deciso o, più propriamente, la maggioranza ha deciso di dedicare una discussione a un tema che non nego sia importante. Non voglio banalizzare, non faccio neppure demagogia, ma è sicuramente meno importante di altri. Nella scala delle priorità oggi i piemontesi si aspetterebbero che discutessimo di qualcos'altro.



(Commenti fuori microfono)



RONZANI Wilmer

Ti rispondo con l'affetto che sai, voglio fare una battuta che non vuole essere polemica. Gli operai della FIAT, secondo me, in queste ore hanno giustamente la testa da un'altra parte, ma mi spaventa il fatto che possano confrontare due episodi che riguardano il nostro Consiglio, mi ci metto dentro anch'io, ossia il fatto che questo Consiglio non abbia trovato l'unità per approvare un ordine del giorno sulle vicende della FIAT e abbia discusso per ore il fatto che invece questo Consiglio trovi il tempo per approvare e riformare la busta paga dei Consiglieri.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Galasso)



RONZANI Wilmer

Consigliere Galasso, non sto parlando delle responsabilità, sto facendo una constatazione, perché io mi ci metto dentro. Io che sono critico per gli aumenti, so molto bene che poi verrà dato un giudizio d'insieme. Non voglio fare il furbo, non mi interessa fare la parte di quello che vuole in questo momento tirarsi fuori. Non è questo il mio ragionamento. Mi metto nei panni di chi giudica dall'esterno le scelte della politica regionale e mette a confronto due episodi significativi, da una parte, il Consiglio non trova gli strumenti, le politiche, il linguaggio per affrontare una crisi che è epocale e riguarda il futuro del più grande gruppo industriale italiano e, dall'altra, però, questo Consiglio, che potrebbe dedicarsi ad affrontare alcune di queste questioni, dedica la residua parte della Legislatura di quest'anno per affrontare questioni che sono, nel senso comune della gente, considerate meno importanti. Questo mi pare difficilmente contestabile. Lo dico con molta onestà intellettuale colleghi, e voterò alcuni emendamenti che sono stati presentati.
Credo che vada affrontato in questo contesto il nodo, per esempio, del cumulo dell'indennità. Non ho difficoltà ad affermare determinate cose, io seguo una linea unica. Ho sostenuto determinate posizioni in Parlamento e le sostengo anche in quest'Aula.
Questa cosa non soltanto non la trovo sbagliata, ma la trovo giusta.
Credo diversamente da altri colleghi, e qui tocco un punto che mi riguarda personalmente, che non sia sbagliato in via di principio sottrarre la questione indennità dal Consiglio. Non credo che il Consiglio debba tutti gli anni discutere dell'indennità dei Consiglieri regionali. Non lo trovo giusto.
In questo senso, non la penso come la collega Suino e una parte del mio Gruppo, sicuramente siamo legati da un affetto profondo e da una dialettica di posizioni, ma penso che sia giusto, in un sistema che funziona, che questa materia sia affrontata dall'Ufficio di Presidenza, che non è altra cosa rispetto al Consiglio, ma è emanazione del Consiglio.
Penso che sia giusto evitare che una volta all'anno sessanta Consiglieri discutono delle proprie condizioni, dando uno spettacolo ahimè - negativo della politica regionale, che per fortuna non è soltanto questo. Quindi, proprio per evitare questo avrei immaginato una delega diversa, invece avete fatto un pot-pourri dove dentro troviamo di tutto: c'è dentro in parte la delega, la forcella tra il minimo e il massimo. Su altre questioni interveniamo indipendentemente dalla delega e non le deleghiamo, perché su altri interveniamo decidendo noi, e c'è una contraddizione vistosa fra il principio di delegare la materia all'Ufficio di Presidenza e il fatto di intervenire invece con norme di legge in un provvedimento che in parte consegna una delega all'Ufficio di Presidenza.
Penso che questo sia un modo sbagliato per affrontare la questione.
Personalmente mi sarei comportato in modo diverso: avrei delegato l'Ufficio di Presidenza a raggruppare alcuni in un canovaccio dentro cui muoversi indicando due obiettivi: l'equità e la trasparenza.
Equità per evitare disparità tra di noi, sono d'accordo Consiglieri, vi guardo in faccia e lo dico onestamente: disparità. Trasparenza perché la busta paga di un Consigliere regionale deve essere la più leggibile di questo mondo. Poiché voglio che sia la più leggibile, è bene che tutte le voci siano chiare.
Proprio per questo motivo occorre fare un'operazione di pulizia e di riordino complessivo della materia pensando allo status del Consigliere regionale in modo che la mia busta paga possa essere presentata a qualsiasi cittadino piemontese e risulti per quello che essa è concretamente.
Voglio essere giudicato non solo per la busta paga, ma per come svolgo il ruolo di Consigliere regionale. La condizione affinché possa essere giudicato per come svolgo il mio ruolo, dipende anche dal modo con il quale affronto questioni come queste, dal rigore, dalla serietà e dalla trasparenza con le quali le affronto.
Questo è il mio pensiero Consiglieri, lo dico molto onestamente.
Personalmente avrei affrontato la questione senza demagogia, senza pregiudizi, ma in modo, ritengo, più rigoroso e più serio.



PRESIDENTE

Ricordo che il Consiglio è convocato alle 14,45.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.37)



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