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Dettaglio seduta n.276 del 27/11/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.02 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 11) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Ghigo, Leo, Pedrale Racchelli e Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Distribuzione processi verbali


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 17, 20, 24 e 27 settembre e del 1° ottobre 2002.
Verranno posti in approvazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

d) Convocazione Comitato di Solidarietà


PRESIDENTE

Chiedo, inoltre, ai Consiglieri di fermarsi, al termine della seduta di questa mattina, per la riunione del Comitato di Solidarietà, che convoco sin d'ora, perché sia il Presidente, sia l'Assessore Ferrero, sia il Consigliere Ronzani intendono riferire circa il sopralluogo effettuato mercoledì scorso in Molise.
Assumeremo così le determinazioni di competenza.
Il Comitato di Solidarietà è pertanto convocato nella Sala A), al termine della seduta di questa mattina.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 364: "Piano degli investimenti sulla rete stradale trasferita ai sensi dell'art. 101 della L.R. 26 aprile 2000, n. 44"


PRESIDENTE

Prosegue ora l'esame della proposta di deliberazione n. 364, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Occorre la presenza dell'Assessore Casoni, che in questo momento non vedo in aula.
Sospendo pertanto la seduta per qualche minuto, in attesa che arrivi l'Assessore Casoni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.36 riprende alle ore 10.40)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Poiché l'Assessore Casoni non è ancora rientrato, possiamo iniziare l'esame del provvedimento anche senza la sua presenza.
Quando arriverà l'Assessore...



(Proteste da parte di alcuni Consiglieri della minoranza)



PRESIDENTE

Siamo in discussione generale, colleghi! Se vogliamo aspettare qualche minuto, per rispetto nei confronti di tutti, iniziamo la discussione con la presenza dell'Assessore Casoni, che si è allontanato per pochi minuti per esigenze personali. Se, invece, c'è polemica sulla ripresa dei lavori, non ho difficoltà a farli riprendere subito e ad iniziare la discussione generale.
Mi rimetto a voi: se vogliamo iniziare la discussione in presenza dell'Assessore Casoni, riprendiamo i lavori alle 10.50; se, diversamente ci sono dei problemi, la iniziamo senza di lui.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

L'Assessore Casoni è abilitato a conoscere il tema a fondo e a dare risposte nel merito degli interventi.
La sua presenza, pertanto, è essenziale: non è uno sfizio, non è un atto di malvagità dell'opposizione, ma è per avere un interlocutore che sappia risponderci (anche il Presidente Ghigo va bene!).
Seconda questione, Presidente. Questo provvedimento è atteso e perorato dall'Assessore da tempo; poiché si sapeva che questa mattina i lavori del Consiglio sarebbero iniziati alle 10.00 e sono ormai le 10.40, mi sembra che ci sia qualcosa che non funziona, a proposito del maggiore gravame che c'è sui Consiglieri e sugli Assessori, anche in tema di emolumenti! Vedete un po' di mettervi d'accordo: questa non è una bocciofila! Presidente, passi al punto successivo all'o.d.g.!



PRESIDENTE

L'Assessore è qui, quindi aspettiamo qualche minuto.



(L'Assessore Casoni entra in aula)



PRESIDENTE

L'Assessore Casoni è arrivato, quindi possiamo iniziare l'esame della proposta di deliberazione n. 364.
La relazione è già stata svolta nella scorsa seduta, quindi dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Già nella scorsa seduta, relativamente a questa proposta di deliberazione avevamo chiesto la presenza dell'Assessore Pichetto - e ci sembrava di aver colto un cenno positivo da parte della Presidenza - per gli evidenti risvolti finanziari e sul bilancio pluriennale che l'esame di questa proposta di deliberazione comporta.
E' uno degli aspetti fondamentali della valutazione.
Poiché mi sembrava che ci fosse un accordo su questo punto, cioè garantire la presenza dell'Assessore Pichetto durante la discussione vorrei sapere qualcosa in merito.



PRESIDENTE

Questo accordo non mi risulta; io non l'ho di certo fatto.
E' presente l'Assessore Casoni e direi che ci sono tutti gli elementi per iniziare il dibattito. Peraltro, l'Assessore Pichetto è in congedo perché ha impegni istituzionali.
La parola al Vicepresidente del Consiglio Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Assessore, non mi considero competente nella materia, ma a livello di Regione conosco un po' le questioni di cui ci siamo occupati negli ultimi dieci anni.
Ritengo di poter affermare che il filo conduttore è l'inventario di tutte le opere considerate necessarie negli ultimi dieci anni, a partire da quel famoso Piano della viabilità dell'ANAS del 1993, un elenco aperto dove era presente il Piano triennale, con l'inseribilità delle opere che potevano essere inserite.
Lei ricorda, Assessore (solo per vedere se abbiamo la stessa lettura della situazione e se questo ci consentirà di arrivare a delle conclusioni)? Il Piano ANAS era un piano triennale, che diventò decennale, con le inseribilità, e divenne, nella misura in cui era finanziabile, un piano annuale stralcio degli interventi.
Questa era, più o meno, la filosofia e il meccanismo del piano ANAS e degli interventi dell'ANAS.
Naturalmente, le esigenze del nostro territorio si ripartivano e si ripartiscono tuttora in tre categorie (mi pare che questa sia anche la filosofia dell'esposizione della sua proposta).
Le tre categorie sono: quella per il momento filosofica, delle strategie di sviluppo delle reti e delle porte di accesso (ingresso e uscita) della Regione, nelle quattro direzioni storiche rispetto alle quali c'erano complessivamente elementi di convergenza tra le Province e la Regione. La Regione, per la verità, fece soprattutto un'opera di registrazione del parere delle Province, ma le quattro porte di accesso riguardavano gli indirizzi verso l'area della Liguria, tutto il versante Ponente e Levante della Liguria, quindi le porte di accesso alessandrine e cuneesi verso l'area ligure, le porte di accesso cuneesi chiuse e torinesi in parte aperte verso la Francia, le porte di comunicazione verso la Lombardia e le porte di comunicazione verso il sud-est, cioè il territorio nazionale.
Qui abbiamo essenzialmente opere stradali, non mi pare che la questione attenga anche alle opere ferroviarie, però era importante avere dei corridoi. La filosofia che noi vogliamo riaffermare, perché ci sembra che rappresentasse la modernizzazione del ragionamento, è la filosofia dei corridoi.
E' vero che tra il 1958 e il 1963 l'Italia riuscì a realizzare un'opera mai più vista, perché adesso in cinque anni non si fa neanche una circonvallazione, mentre in quell'epoca si costruì l'Autostrada del Sole salvo alcuni punti che mancarono allora e mancano ancora adesso, ma questa è un'altra partita.
Tuttavia, in allora il grande limite non fu quello della capacità, ma che non furono progettati dei corridoi, per cui dove c'era l'autostrada mancava il complemento alla ferrovia e ci siamo trovati con questo lunghissimo elenco di opere che, dalla fine dell'altro secolo, si sono integralmente trasferite qui, perché negli ultimi dieci anni praticamente tranne alcuni lotti della Asti-Cuneo, non abbiamo fatto nient'altro, un po' per il blocco della Merloni e un po' soprattutto per il blocco delle concessioni di nuove reti autostradali, salvo le manutenzioni fatte normalmente con proroga delle concessioni alle società operanti sul nostro territorio, che non sappiamo se è un bene o un male, ma essendo sette potrebbero rappresentare una fluidificazione, anche se i semafori, come pare, non sono quelli giusti, per cui continuano a rappresentare tra di loro un livello in qualche maniera di rallentamento (è il millepiedi, in buona sostanza, che non ha le ruote sincronizzate, per cui non gira più veloce, ma ce n'è sempre qualcuna che si trascina). Questo è un po' il quadro.
Ora, la situazione ereditata, e nella quale mi pare che si inserisca la filosofia di questo piano, cerca di affrontare la nuova situazione con due ragionamenti; quello delle grandi opere rimane un elemento di fondo perch tanto qui non trova capienza, non fa parte della spesa realizzabile su fondi ordinari, si realizza su progetti di concessione.
Poi ci sono le opere strategiche di comunicazione: attività ANAS tradizionale e le attività tradizionali delle Province, entrambe sommate perché mi pare di capire che la distinzione del livello non è più una distinzione di piani finanziari, il livello è indicato per una lettura, ma non è una distinzione di piano finanziario.
Messa così, la questione presenta due o tre limiti che mi permetto di ipotizzare, anche se so bene che esiste un accordo con le Province, ma il fatto che ci sia un accordo con le Province non risolve il problema della Regione circa la necessità di avere quanto meno una rilettura della situazione.
La domanda delle Province - Assessore, poi mi risponderà al termine del dibattito - fino a che punto corrisponde alla necessità di ricreare una vera articolazione sistemica delle comunicazioni all'interno della Regione e non di ricreare, come si vede invece chiaramente - e questo è un appunto che faccio alle Province, anche alle migliori, dando loro atto di aver fatto un grosso lavoro - delle centralizzazioni provinciali? Noi abbiamo un'eredità difficile del territorio regionale, perché dai Savoia in avanti tutta la rete stradale è stata realizzata partendo da Torino per andare fin dove interessava; meno male che avevano le case a Valdieri, così si fece Racconigi e Valdieri, che dagli anni umbertini e ancora prima rimasero dotate di una strada che serviva a quel tipo di comunicazione. Ma se guardate - guardi lei, Assessore, che è cuneese come me - tutta la rete regionale di strade verso la provincia di Cuneo, queste andavano nella direzione dei Castelli Sabaudi, così le vecchie strade sono state quelle, nel torinese pure e nel nord non conosco la situazione (pu darsi che non sia così); in seguito le relazioni sono state tutte sviluppate per andare a Torino.
Oggi abbiamo una situazione di limiti e abbiamo bisogno di correggere questa rete. Una delle questioni migliori che negli anni '80 si discusse nella Regione fu quella di creare una rete di comunicazione fra le venticinque città regionali che comprendono Pinerolo, Biella, Alba, Bra Cavaglià, Domodossola, ecc., per le relazioni fra queste città, altrimenti tutto passa tramite Torino e tutto naturalmente si ferma sui nostri grandi nodi: finché non avremo la circonvallazione est, la rete stradale rimarrà profondamente condizionata da questo.
Quindi, io vorrei, al di là dell'approvazione, Assessore, che cominciassimo nella II Commissione, nella sessione dedicata a questi argomenti, uno studio delle priorità, perché delle priorità bisognerà pur definirle. Noi abbiamo qui un piano di 1.920 miliardi, con dei fondi per 900 miliardi o giù di lì e questo naturalmente è il limite del piano, nel senso che l'Assessore Pichetto dovrà illustrare lui la parte finanziaria.
E' un po' come quando parliamo con l'Assessore D'Ambrosio: lui si occupa della sanità e deve anche farsi carico della parte della spesa; sarebbe meglio che adesso cominciassimo a vedere che l'Assessore al bilancio si occupa anche di questa partita. Qui poi è determinante, perché noi approviamo un piano di intenti, per giunta decennale, che diventerà realizzabile.
Sento anche il parere degli Assessori provinciali: "Avremo in quattro anni tutti i soldi". Sì, è possibile, se noi facciamo un'anticipazione di tutta la partita finanziaria. Tuttavia, Assessore, il punto è questo: se è per approvare un piano che è l'elenco ponderato, razionato ed aggiornato di tutto ciò che il ventesimo secolo ci lascia in eredità per il lavoro decentemente fatto negli anni '90 e successivi come identificazione, ma non come copertura e come definizione delle risorse necessarie, allora il piano ha una sua configurazione, perché non mi sentirei di dire che c'è un'opera che non va fatta e, se volessi proprio aiutare, ne aggiungo altrettante e sono sicuro che sono altrettanto giustificate, ecc. Quindi, fin qui la parte meno complicata.
Di qui in avanti, come reperiamo e distribuiamo eventualmente non i 900 miliardi che vengono dall'ANAS, perché quelli tradizionalmente erano un'azione diretta di transito verso le Province e quindi rispetterei questo tipo di transito; invece per noi è fondamentale che lei ci dica, che la Giunta ci dica se e quando si discuterà del piano finanziario, che riguarda i nostri soldi, quelli che noi dobbiamo anticipare. Siamo disponibili a discutere un piano nel quale ragioniamo di strategia regionale e non soltanto di somma di strategie provinciali, perché quello sarà un piano di priorità che ci consentirà di dire se per noi è interessante una linea di comunicazione Asti-Casale e magari Vercelli e altri territori, se abbiamo superato in qualche maniera i limiti dell'eredità della rete ottocentesca della viabilità piemontese e se destiniamo le nostre risorse a immaginare una strategia della Regione Piemonte.
Chiudo con la seguente considerazione. Questo, Assessore, è un elenco mi creda, non è severo il giudizio, è inevitabile - non una strategia della Regione Piemonte; la strategia della Regione Piemonte sarà fatta di indicazioni, di priorità interprovinciali connesse con un nostro progetto che oggi deve essere assolutamente posto a corredo della parte finanziaria che rappresenta veramente l'elemento di precarietà di questo progetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi e Assessore, attraverso la riforma amministrativa si è proceduto a fare la scelta del trasferimento delle strade statali alle Regioni e con il meccanismo a cascata alcune di queste sono passate al demanio provinciale. L'ambizione era quella di fare un'operazione incisiva: è riuscita per alcune Regioni, penso per il Piemonte, ed è riuscita meno per altre Regioni del Mezzogiorno, che hanno cercato di bloccare il trasferimento. Se oggi controllassimo il patrimonio e il demanio delle strade di alcune Regioni del Mezzogiorno osserveremmo che il numero delle strade provinciali e regionali di provenienza statale è più basso del nostro.
Vorrei chiedere all'Assessore come mai nella trattativa successiva per concordare questo processo non si è posta un'ulteriore limitazione alla presenza delle strade statali, perché quelle che vanno ai valichi di confine o agli aeroporti sono giustificate dal decreto legislativo, mentre ci sono alcune strade che rimangono statali di cui non se ne ha la ragione.
Un esempio è la strada che da Fossano porta al Colle di Nava, che non collega praticamente alcun valico alpino; tra l'altro, sapere che Corso Francia, uscendo da Torino, è ancora strada statale è sorprendente! Si poteva lasciare al patrimonio dello Stato il raccordo Susa-Moncenisio oppure Cesana-Monginevro e far acquisire al demanio della Regione altre strade che non hanno ragione di essere statali.
Ho già chiesto informalmente come mai - lo segnalo ai colleghi - nella rete stradale c'è l'acquisizione da parte della Regione della strada che porta a Sestriere, mentre alla periferia di Sestriere, uscendo da Sestriere, la strada diventa provinciale, per poi riprendere la caratteristica statale.
Vorrei capire che tipo di contrattazione è avvenuta con la Provincia di Torino. E' legittimo che la Provincia di Torino chieda determinate cose, ma dato che non è la nonna alla quale non possiamo negare nulla, ma è l'istituzione con la quale ci confrontiamo, volevo capire in base a quale ragionamento lei, Assessore, ha ceduto alla richiesta della Provincia di Torino di avere il tratto di Sestriere, tenendo conto che le strutture provinciali interessate alla manutenzione e agli interventi sono lontane rispetto agli interventi da effettuare.
Al di là di questo aspetto e dell'irrisolta questione con la Valle d'Aosta, anche le strade di interesse interregionale mantengono il carattere statale, ma se non è risolvibile agiamo in modo che la Chiasso Carema, che arriva al confine, non possa essere in futuro acquisita al demanio dello Stato.
Assessore, lei durante l'estate ha girato come un cardinale laico per il Piemonte a presentare le tante magnificenze. E' andato a Gassino a presentare il ponte e in altri luoghi: una magnificenza indubbiamente, ma dietro queste presentazioni c'è il peso delle cifre.
L'impianto di spesa, che si proietta di qui al 2009, con delle Finanziarie che dovranno alimentare questo progetto, avendo un fronte aperto con una suddivisione a blocchi estremamente grossolana, senza già oggi avere il coraggio di indicare delle priorità, potrebbe in futuro, per una Giunta futura - mi auguro che lei non sieda più su quella poltrona, non per farle un dispetto, ma per il cambio di segno politico - creare qualche difficoltà.
A questa mia considerazione finanziaria, che mettendo tutti ai nastri di partenza e non avendo le risorse in tasca oggi, ma acquisendole nel tempo attraverso questo meccanismo di prestito che è stato congeniato, a prescindere che riesca o meno, ma supponiamo che riesca - mi auguro che riesca nell'interesse del Piemonte - lei ha fatto un'operazione finanziaria che ulteriormente irrigidisce la spesa della Regione e non dà spazi diversi. Potrebbe succedere che fra due o tre anni vi sia uno scenario di esigenze completamente diverse, con delle emergenze e delle priorità nuove.
Questo disegno, così proiettato nel tempo, ambizioso e in un fronte ampio senza priorità, costringe a mortificare eventuali esigenze che emergono. Un governo regionale rappresenta il governo di un'entità, di un territorio corrispondente ad uno Stato in altri Paesi dell'Europa, quindi deve avere una capacità di governo di spesa che tenga conto di una tastiera vasta di interventi. Questa operazione che è stata compiuta non ha il coraggio delle priorità; in caso contrario, nella sua visita episcopale in occasione della presentazione del ponte, avrebbe dovuto dire: "Sì, faremo il ponte, ma tenendo conto delle diverse priorità, quindi non possiamo stabilire una data e precisare una realizzazione". E' chiaro che il successo delle visite sarebbe stato meno roboante, perché tutti siamo capaci di comportarci in quel modo.
Vorrei chiedere all'Assessore, al di là della suddivisione nei blocchi che abbiamo visto, se ci può essere anche un criterio di priorità.
Lei presenta un emendamento al dispositivo del provvedimento che dice: "Si dà mandato alla Giunta regionale di procedere agli eventuali aggiornamenti", cioè il transito dall'area di inseribilità all'area degli interventi.
Assessore, credo che, anche per venire incontro a coloro che vogliono gli aumenti degli emolumenti giustificandoli al nostro carico di lavoro lei dovrebbe farci lavorare. Assessore, coinvolga la Commissione competente a darle un parere in questo transito di opere da un blocco all'altro, anche per avere una valutazione collegiale della congruità della scelta che fa.
Non dico questo per creare una zeppa ai comportamenti e alle scelte del governo, ma per associare il governo a una valutazione collettiva del Consiglio in questa operazione.
Poi presenterò un emendamento, ma anche lei potrebbe, in sede di replica, anticipare che in questo meccanismo, che delega al buio la Giunta regionale a fare i transiti dall'area di inseribilità all'area degli interventi, può essere chiamata in causa almeno la Commissione competente.
Lei può chiamarla in causa con un parere, con un "sentito" canonico, che è un grado in più dell'acqua fresca. Io lo propongo in termini di parere, in modo che lei abbia il conforto di un'elaborazione collegiale su un tema così importante.
Il piano in sé ha un suo valore, ma il limite grosso è che ha un sistema di priorità scarso.
Capisco che è imbarazzante, ma se lei costruisce un sistema con una scala gerarchica degli interventi rende il futuro di questa iniziativa più praticabile, perché potrebbe presentarsi in futuro, quando già le progettazioni sono partite, quando si sono mossi i primi passi, il blocco di alcuni progetti e alcune realizzazioni.
Credo che nessuno debba nascondere il fatto, soprattutto il governo regionale, che siamo dinnanzi a future Finanziarie che potranno scaricare sui bilanci delle Regioni, delle Province e dei Comuni degli oneri imprevisti, imprevedibili, che potrebbero, se non intaccare questo disegno finanziario che l'Assessore ha congeniato, prosciugare le altre parti in modo tale da avere il paradosso che va avanti il progetto dei trasporti e rimangono ferme tutte le altre progettualità. Nei confronti del sistema degli interessi plurimi presente in Piemonte, francamente è una questione discutibile.
Non sono d'accordo sulla logica dell'impianto - non contesto punto per punto, ogni individuazione ha un sua logica - mi sembra tutto affastellato e benedetto da quella famosa visita da cardinale laico che l'Assessore ha fatto per il Piemonte durante l'estate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Molte cose sono già state dette dal Vicepresidente Riba e dal Consigliere Tapparo. Oggi stiamo discutendo di una delibera importante anche se, come accade molte volte in quest'aula quando si discutono di questioni importanti, l'attenzione del Consiglio è quella che è.
Colgo l'occasione per dire che, forse, sarebbe stato opportuno, in apertura di seduta, avere una comunicazione da parte dell'Assessore sui danni provocati in questi giorni dalle grandi piogge. In alcune province della nostra regione - mi riferisco in particolar modo all'Alessandrino - i danni causati alla rete viaria sono notevoli.
E' chiaro che siamo di fronte ad un'altra "emergenza", perché, da un primo esame, l'intervento che bisognerà adottare per rimediare ai danni di questi giorni sarà notevole. Forse è il caso di prevedere nella giornata di oggi un minimo di comunicazione per conoscere la situazione dopo questi giorni di grandi piogge.
L'Assessore Casoni ci ha ricordato più volte, anche in Commissione, che questo è il risultato di un lavoro e di una discussione che è stata fatta con le Province, quindi la risultanza dell'accordo avvenuto con le Province e tutte le richieste avanzate da anni dalle Province della nostra Regione sono state inserite nella proposta di deliberazione. Nella deliberazione ci sono opere che attendevano risposte da tempo e che finalmente sono state inserite in un piano di investimento.
L'osservazione del Vicepresidente Riba è un'osservazione attenta: c'è bisogno di una strategia che oggi ancora non esiste. Abbiamo messo insieme ed era un'operazione utile che andava fatta, le varie esigenze per poter dare delle risposte concrete.
E' chiaro che alcune di queste opere danno delle risposte al territorio, c'era bisogno, e c'è bisogno, di una strategia che oggi non vediamo. Mi riferisco, in particolar modo, al Piano regionale dei trasporti che comprende tanti progetti.
In questa situazione colgo l'occasione per chiedere all'Assessore di soffermarsi sulla questione e di riferire al Consiglio cosa ne pensa rispetto alla questione del Piano regionale dei trasporti.
La Regione e le Province si apprestano a fare grandi investimenti stiamo discutendo da tempo sulle linee ad Alta Capacità che dovranno attraversare anche la nostra regione; siamo in previsione di grandi investimenti, come quello delle Olimpiadi e noi discutiamo ogni volta di una questione senza riferirci ad una strategia regionale, e quindi ad un Piano regionale dei trasporti di cui la Regione si deve dotare.
E' da anni che aspettiamo un Piano regionale e non c'è alcuna risposta da questo punto di vista, siamo ancora in prorogatio del vecchio Piano regionale. Oggi dovremmo cogliere l'occasione per soffermarci sulla questione e invitare la Giunta e l'Assessore regionale ai trasporti ad iniziare un lavoro (una parte di questo è nei fatti). Stiamo parlando di linea ad Alta Capacità, stiamo parlando di investimenti sulla rete stradale, ma credo che ci sia bisogno di un strategia complessiva, ci sia bisogno di dotarci di un Piano regionale dei trasporti. Soprattutto nel campo dei trasporti, la programmazione è un dato estremamente necessario.
Senza la programmazione si corre il rischio di fare investimenti che possono risultare inutili per il nostro territorio.
Un'altra preoccupazione che vogliamo sottolineare è quella finanziaria.
Non è un caso che il Consigliere Marcenaro, in apertura di dibattito chiedesse la presenza dell'Assessore Pichetto. Siamo di fronte ad un impegno economico straordinario per la nostra Regione. E' vero, l'Assessore Casoni nella sua relazione ha dato ampie garanzie, da questo punto di vista, su un piano triennale di investimenti: prima ci sarà la progettazione, poi gli appalti e il saldo quando le opere saranno terminate.
La Regione deve impegnare il proprio bilancio per alcuni anni, abbiamo bisogno, visti i chiari di luna e visti i tagli del Governo con la nuova Finanziaria verso gli Enti locali, di dare delle garanzie. Non è sufficiente fare un elenco di investimenti, se poi avremo delle difficoltà a finanziare le opere.
A cominciare dal bilancio di quest'anno, c'è bisogno, da parte della Giunta, di garanzie precise rispetto agli investimenti che oggi stiamo per deliberare (torneremo sulla questione quando discuteremo del bilancio). Se non arriverà l'Assessore Pichetto, sarà di nuovo l'Assessore Casoni a rispondere. Quando discuteremo il bilancio della Regione, ci sarà la necessità di avere delle garanzie precise per quanto riguarda gli investimenti sulla rete stradale della nostra Regione.
In ultimo, voglio soffermarmi su due questioni.
La prima. Il Consiglio non ha discusso molto relativamente all'istituzione dell'ARES (anche se l'Assessore Casoni ha fatto qualche cenno nell'introduzione), tuttavia è utile capire meglio, magari nell'intervento conclusivo dell'Assessore Casoni, qual è il ruolo dell'Agenzia su un piano di investimenti straordinario che impegna, dal punto di vista non soltanto economico, ma progettuale di discussione tutta la Regione. Abbiamo bisogno di capire, per molti anni, qual è il ruolo di quell'Agenzia.
Noi abbiamo istituito un'Agenzia; abbiamo delegato molto del lavoro prima svolto dalla Regione e dall'Assessorato a quell'Agenzia. Vogliamo capire meglio qual è il suo ruolo in questo piano di investimenti, ovvero che cosa farà l'ARES da questo punto di vista.
Abbiamo istituito l'Agenzia, la Regione ha erogato dei soldi per istituire l'Agenzia, adesso abbiamo bisogno di capire quale sarà il ruolo dell'ARES.
L'ultima questione riguarda il fatto che ci sono alcune opere - non faccio alcun riferimento particolare - dove le Province e la Regione devono rimediare a situazioni difficili che si sono venute a creare per investimenti privati. Mi riferisco, in particolar modo, ai grandi centri commerciali. Come abbiamo detto più volte, non abbiamo nulla nei confronti dei grandi centri commerciali, però il privato che vuole investire per aprire grandi centri commerciali dovrebbe tenere conto dei problemi viari altrimenti, alla fine, chi dovrà risolvere il problema della viabilità? Sicuramente la Regione, la Provincia e i Comuni.
Credo che nel momento in cui la Regione autorizza l'apertura di grandi centri commerciali debba cautelarsi nei confronti del privato, affinch questo faccia degli investimenti rivolti anche al problema della viabilità.
Non è possibile che appena aperti i grandi centri commerciali ci si accorge che creano dei problemi dal punto di vista della viabilità; sicuramente erano prevedibili anche prima. Allora, bisogna chiedere degli investimenti.
Non sempre è così.
E' ovvio che non voglio farne dei casi particolari, ma ci vuole un'attenzione attenta da questo punto di vista. Bisogna sapere cosa fa una mano e poi l'altra; diversamente, rischiamo di concedere l'autorizzazione e poi di intervenire successivamente, impegnando il pubblico a spendere e a investire per riparare ai danni causati dal privato che ha giustamente investito, ma non tenendo conto di tutti gli aspetti relativi all'investimento.
Colgo l'occasione di questa discussione per sottolineare questo aspetto, perché credo sia un problema evidente che vediamo ogni qualvolta affrontiamo la discussione sui problemi della viabilità. Credo che, da questo punto di vista, ci debba essere un'attenzione e un impegno da parte della Giunta, altrimenti rischiamo che l'Assessorato al commercio svolga un lavoro, conceda delle autorizzazioni e l'Assessorato alla viabilità non sappia quali autorizzazioni sono state concesse, con problemi che sono evidenti e che possiamo riscontrare girando sulle strade della nostra regione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore Casoni, i colleghi Riba e Muliere hanno già illustrato la nostra posizione.
Vorrei partire da una nostra considerazione: chi può non condividere un piano del genere? Sarebbe strano se il Consiglio regionale e la sua maggioranza - a parte alcune posizioni che possono essere di critica - non condividesse un elenco di opere, alcune delle quali sono decenni che si attende che vengano realizzate e che voi avete costruito attraverso un confronto e un rapporto con le Province piemontesi. Quindi, è difficile immaginare una critica ad un elenco di opere. E' sufficiente che ciascuno di noi pensi ai problemi viari della propria provincia per rendersi conto che avete indicato almeno una parte delle opere che sono necessarie. Da questo punto di vista, non meritate alcun voto. Avete fatto una cosa normalissima, Assessore Casoni, ci mancherebbe ancora che non costruiste questo progetto in accordo con le Province e che vi dimenticaste o vi foste dimenticati di indicare in questo progetto opere che languono da alcuni anni! Penso alla mia provincia: avete indicato la Cossato-Valle Mosso, che è un'opera che viene richiesta da venticinque o trent'anni; spero che venga realizzata, ma vi dirò che ho dei seri dubbi che venga realizzata, e poi vi dirò il perché; poi avete indicato la tangenziale di Mottalciata, che è una prosecuzione di questa opera.
A questo punto, farei una prima considerazione. Tutto questo si lega con una politica di programmazione regionale? Io ho dei dubbi che si leghi e penso che in questi casi la mano destra non sappia cosa fa la mano sinistra. La Cossato-Valle Mosso è all'interno di un progetto che ha un valore provinciale, perché collega dal punto di vista viario il Biellese orientale, ma si interconnette con la Pedemontana, come lei sa.
Mi risulta che nella legge obiettivo la Pedemontana non abbia - diciamo così - un solo fondo di finanziamento, se non alcuni miliardi per la progettazione. E questo è un primo problema. C'è un nesso tra quell'intervento e la grande viabilità, in questo caso la Pedemontana? Le domando: la Pedemontana sta all'interno dell'intesa, che lei ha annunciato l'altra settimana, che state per sottoscrivere il 29 con il Governo nazionale? Se la risposta è sì, quante risorse sono state stanziate per costruire la Pedemontana? I 10 miliardi per la progettazione? Se è così non ci prenda in giro, chiudiamo il discorso! Dieci miliardi per la progettazione della Pedemontana lombardo-veneta-piemontese è una presa in giro e, siccome il vostro Governo era il Governo delle infrastrutture delle grandi infrastrutture - ricordo che Berlusconi in televisione aveva indicato la mappa delle opere che avrebbe realizzato - vorrei capire se la Regione Piemonte, essendo interessata alla Pedemontana, ed essendo la Pedemontana strategica per almeno tre Province piemontesi, nell'intesa che state per fare con il Governo, ha ottenuto non soltanto l'indicazione di questa priorità, ma anche le risorse per cominciare a realizzare alcune parti della Pedemontana.
Apro un capitolo: non capisco, da questo punto di vista, come siano compatibili, a meno che non si accetti il compromesso di fare un altro collegamento viario, il discorso della Pedemontana che rimaneva fino a qualche tempo fa strategico, con l'altra scelta che la Regione ha dichiarato di voler fare, che è il collegamento autostradale Biella Carisio, perché la Cossato-Valle Mosso e la Pedemontana in qualche modo rappresentavano una risposta ai problemi viari del Biellese. La Biella Carisio, che pure va modificata, può diventare un'alternativa soltanto se voi rinunciate alla Pedemontana, ma allora dovete dirlo.
Non potete continuare a raccontare tutto e il contrario di tutto! La Giunta regionale non può essere a favore della Pedemontana e della Biella Carisio, perché, come sapete, forse l'unica opera cantierizzabile è la Biella-Carisio, ma ho letto che difendete entrambe le soluzioni. Entrambe si possono difendere concretamente se stanno nei documenti della Regione se abbiamo le risorse per farle, perché, in caso contrario, siamo in presenza di un'altra cosa, e cioè della politica degli annunci, che è quella che io vi accuso di fare, anche con questo programma.
Questo programma è un libro dei sogni fondamentalmente, e una parte delle opere che voi avete indicato difficilmente potranno essere realizzate.
Vengo alla seconda questione, Assessore Casoni: le risorse disponibili perché non si fanno le nozze con i fichi secchi. Quindi, un primo problema riguarda il fatto che abbiamo, per i primi tre anni, trasferimenti che forse sono sufficienti. Esiste invece un grosso punto interrogativo dal terzo anno in poi. Nessuno è in grado di garantirci, come ricordava il Consigliere Muliere, che i trasferimenti statali, necessari per la realizzazione delle opere, verranno garantiti negli anni a venire.
E quindi? Abbiamo l'IRPEF? Ho letto sui giornali locali che l'Assessore al bilancio (che questa mattina non è presente) ha giustificato l'addizionale IRPEF con il fatto che sarebbe servita per realizzare le strade biellesi. Anche su questo dovreste mettervi d'accordo. Tutti sanno e dovrebbe saperlo per primo l'Assessore al bilancio - che l'IRPEF (i 400 miliardi che preleveremo il prossimo anno dalle tasche dei piemontesi) non "c'azzecca" con le strade. Mi risulta che avete impostato una legge finanziaria, un bilancio e una manovra sull'IRPEF, dando per scontata una cosa che tanto scontata non è. Avete ragionato, dal punto di vista delle risorse della Regione Piemonte, immaginando che la sanità piemontese chiudesse i conti in pareggio. Poiché questo non è assolutamente vero - e lo ha dimostrato l'Assessore D'Ambrosio in Commissione - è improprio e sbagliato parlare di un'addizionale per infrastrutturare il Piemonte finanziando una parte di interventi che riguardano il nostro sistema viario.
Non è possibile ricavare, da quel gettito, risorse da impiegare utilmente per realizzare politiche infrastrutturali. Questo è il problema che abbiamo di fronte; è un problema di una Regione che ha un gap, rispetto ad altre Regioni, rappresentato dal fatto che l'armamento complessivo della nostra Regione (infrastrutturale e viario) perde colpi e diventa una zavorra rispetto all'esigenza di avere un sistema che fluidifichi i rapporti delle Province con le altre Regioni e consenta di acquisire quote di competitività.
In questo momento, la zavorra, rappresentata da grandi strozzature nel sistema divario, diventa un costo sia per il sistema economico piemontese sia per le imprese, incidendo in termini di minore competitività.
Sarebbe stato necessario, Assessore Casoni, accompagnare l'elenco con una prospettazione delle risorse credibili, in modo che tutte le opere indicate siano, in un arco di tempo stabilito, effettivamente cantierizzabili. Se mancheranno le risorse, cosa capiterà? Ci fermeremo al momento della progettazione? Siamo daccapo. Avremo un elenco in cui, per alcuni casi partiremo con le opere e la fase di progettazione, ma poi ci fermeremo perché constateremo l'assenza di risorse. Se non ci sono o se quelle che abbiamo pensato di poter recuperare non sono sufficienti, sulla base di quali criteri deciderete? Quali sono le priorità di questo elenco ammesso e non concesso - e io dico ammesso - che le risorse che dovremo utilizzare per finanziarlo non saranno sufficienti? Chi deciderà quali sono le priorità? Qual è lo schema di ragionamento in base al quale stabilire quale opera privilegiare? E, in ogni caso, in che modo ci porremo il problema di recuperare le risorse? Lei converrà con me, Assessore, che in assenza di risposte esaurienti su questi due punti, è facile immaginare di trovarsi in presenza di un elenco di opere, in parte condivisibili, che rispondono ad esigenze obiettive, ma che rischiano di essere un elenco di opere, molte delle quali, pur essendo una necessità per il Piemonte, rimarranno "lettera morta" in qualche cassetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Il Consigliere Ronzani dice: "Chi non può condividere un piano del genere?". E' un buon esordio; poi elenca aspetti su cui indulgerà l'Assessore, avendo sollevato questioni specifiche di viabilità.
Siamo di fronte ad una programmazione generale che si muove secondo obiettivi strategici di infrastrutturazione, di necessità di miglioramento del livello del servizio e di sicurezza della rete. E' un piano regionale come analiticamente puntualizza la relazione, che tiene conto degli strumenti di programmazione, sia a livello regionale, sia a livello sovraregionale. Si evidenzia la procedura eseguita, secondo cui le consultazioni con gli Enti locali sono state effettuate con un criterio di redditività (vista la condivisione a cui si è giunti e di cui parlerò in seguito).
Si è provveduto a valutare un piano regionale sulla base di indicazioni formulate dalle Province e sulla scorta di programmi generali. Il piano quindi, riguarda la modifica strutturale della rete, così come trasferita alle Regioni e alle Province, ed ipotizza realizzazioni di varianti agli abitati e nuovi tratti stradali.
Non ci troviamo, come affermava il Consigliere Riba, di fronte ad un elenco e non ad un piano strategico; ci troviamo di fronte ad un piano "stra-strategico" che contiene un elenco. Vi è un progetto che ha il respiro di una progettualità che guarda lontano, senza dimenticare, anzi incardinandosi, nella concretezza di partire subito, con un'efficacia temporale e fattuale.
E' un percorso - come è già stato evidenziato dall'Assessore condiviso (le Province e i Comuni ne sono stati coinvolti) in cui si è individuato un piano che vuole, con concretezza e senza voli pindarici dare risposte alle esigenze e alle urgenze evidenziate dalle consultazioni (evidentemente con lo studio e la consapevolezza dell'Assessorato).
Il tutto, quindi, costituisce un piano che ha un respiro strategico su tutta la Regione. E' la prima volta che si verifica in Piemonte, senza dimenticare - anzi, sottolineando - che il Piemonte è la prima Regione che imposta un piano secondo il criterio della strategia e dell'immediatezza coniugando l'aspetto generale con l'aspetto particolare.
Cosa stabilisce, in definitiva, il piano? Stabilisce che appena saranno pronti i progetti, si avranno investimenti, con un saggio utilizzo delle risorse statali e regionali, che risponderanno, con celerità ed ampiezza alle domande di Comuni, Province e ai bisogni dei cittadini. Senza il piano, così come offerto, ci saremmo trovati nelle condizioni già proprie della gestione dell'ANAS.
E' proprio questo l'aspetto nuovo ed innovativo, sia sul piano dell'impostazione e della programmazione, sia sul piano di poter disporre concretamente di strumenti che conducono sul territorio, per poter subito risolvere i problemi.
Non bisogna dimenticare, senza con questo abbandonarci a facile enfasi che dopo un anno dal trasferimento dall'ANAS vi è un piano di copertura che può consentire di fare in un anno opere per le quali, secondo gli antichi strumenti e gli antichi schemi, sarebbero occorsi dieci anni.
Certo, non si può pensare, e nessuno lo pensa, che, partendo dagli irrisolti problemi o dai male impostati problemi dai Savoia in poi, per arrivare ai cinquant'anni di Repubblica, proiettandoli verso il Tremila, si possa risolvere in un anno tutti questi problemi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Avevo chiesto una certa alternanza per evitare interventi complessivi del Gruppo DS; se, però, non riuscite ad alternare, andiamo avanti così.



PRESIDENTE

E' appena intervenuto il Consigliere Galasso.



MANICA Giuliana

Beh, uno su sette-otto! Come noi sappiamo la deliberazione n. 364 concerne un punto significativo dell'attuazione del D.lgs. n. 112, cioè le competenze trasferite dallo Stato alle Regioni. Qui parliamo di competenze importanti relative a tutto il sistema della rete stradale, secondo lo spirito del citato decreto legislativo e dei criteri sulla base dei quali si era pensato a trasferimenti consistenti dallo Stato alle Regioni (penso a questo provvedimento e a tutto il trasporto pubblico locale, penso alla Montecchi e ad altri importanti provvedimenti). Questo è uno di quelli più significativi, perché si era constatato nel corso degli anni che il centralismo dello Stato, in particolare relativamente alla gestione di questi comparti e la centralizzazione di alcune strutture, come l'ANAS, ad esempio, aveva determinato una situazione in cui i ritardi a volte si sommavano ai ritardi e le esigenze del territorio non trovavano adeguata efficiente ed efficace risposta nei termini e nei tempi che quelle comunità e quelle realtà locali e territoriali richiedevano.
Siamo all'attuazione di una delle parti più importanti di quei trasferimenti, che è quella che concerne la rete stradale. C'è un'osservazione di ordine generale che noi abbiamo sempre fatto alle Bassanini, in particolare al Decreto Burlando e a questo, che a mio avviso vale e vive tuttora.
In merito alla prima questione, nel momento in cui si assume una competenza di questa rilevanza, in qualche modo la si inserisce nel complesso della programmazione regionale.
In merito alla seconda questione, che riguarda la parte delle risorse finanziarie, abbiamo sempre detto come questa operazione non dovesse essere semplicemente una suddivisione e divisione delle risorse che venivano dallo Stato tal quali, cioè, così com'erano, ma ci dovesse essere, rispetto a quella programmazione regionale, anche un'adeguata dotazione di risorse finanziarie conseguenti da parte delle Regioni.
Se l'azione delle Regioni, in applicazione di parti significative del D.lgs. n. 112, concerne semplicemente la ripartizione così come sono delle risorse statali e, nello stesso tempo, non ci si fa carico di quegli interventi con un adeguato stanziamento ulteriore della Regione o assumendo quelle competenze al di fuori di qualsiasi quadro di programmazione, questo non sarebbe stato un efficace processo di attuazione di una delle riforme che noi riteniamo più significative.
Qui vengo alla prima parte: la programmazione. Assessore, ripercorro anche gli allegati della sua deliberazione: comincio dal primo per proseguire con gli altri. Lei stesso ci dice nel Capitolo I della premessa come tutti questi interventi dovrebbero essere inseriti all'interno di un quadro generale di grande rilievo, che è il Piano regionale dei trasporti.
Lei, Assessore, sa bene che il Piano regionale dei trasporti questa Regione non l'ha mai fatto. Esiste un Piano regionale dei trasporti in regime di prorogatio, che è addirittura antecedente all'era Masaracchio.
C'era poi un testo, mai approvato, che l'Assessore Masaracchio fece circolare per le Commissioni, circolò per lungo tempo, ma non trovò mai dignità di documento di programmazione scritto.
Lei sa anche che la stessa sorte ha subìto il Piano di sviluppo, questo non per effetto dell'azione dell'Assessore Masaracchio, ma per effetto più complessivo dell'azione della Giunta. Abbiamo visto più volte girare un documento che conteneva una serie di allegati, raccolti dalle Province e da altre strutture finanziarie regionali, e quant'altro, con una sorta di progetti obiettivi giustapposti ad un testo generale. Anche quel testo è comparso e scomparso dalle Commissioni e non è mai diventato legge in questa Regione.
Pertanto, ritengo che lei abbia qualche difficoltà a inserire seriamente questa deliberazione in un quadro vero di programmazione regionale. Certo, che poi lei costruisce in qualche modo il Piano regionale degli investimenti e degli interventi, in qualche modo si riferisce a cosa già fatta, cioè al Piano triennale dell'ANAS 2002/2004, ma questa non è la programmazione regionale, non è la programmazione regionale all'interno del quadro dei trasporti. E' il Piano triennale dell'ANAS 2002/2004, come i vecchi Piani dell'ANAS, niente di più vecchio e di più uguale al passato e nello stesso tempo, quando lei fa il Piano regionale degli investimenti e degli interventi, per forza, cosa fa? Consulta le Province, inserisce gli interventi che le Province da anni chiedono e che da tempo giacciono, li suddivide a seconda del livello di progettazione in termini di tempi, se siamo al preliminare o al definitivo o all'esecutivo. Nello stesso tempo li giustappone, inserisce alcuni interventi di cui in questa Regione si parla da qualche decennio e che sono, da un certo punto di vista inevitabili, come l'Asti-Cuneo, come la Pedemontana di Biella e come il collegamento della Cuneo-Nizza (mi riferisco al Mercantour e al Traforo del Freius). Fa un elenco di queste grandi opere e delle richieste delle Province, che poi va ad interpolare con il Piano dell'ANAS. Questa diventa la sua programmazione, Assessore! Conseguentemente, di questo livello è l'utilizzo e la suddivisione delle risorse che fa di carattere nazionale e quelle che, a nostro avviso in modo insufficiente lei aggiunge sul piano dal punto di vista regionale.
Le dico insufficiente perché prendono semplicemente atto di interventi che dovevano essere fatti da molto tempo; speriamo che in qualche modo li accelerino, ma non programmano un nuovo sistema, in modo diverso e su un quadro pluriennale all'interno di queste Regioni, a un livello che noi possiamo da questo punto di vista ritenere adeguato.
Se poi le dobbiamo dire se siamo d'accordo sugli elenchi delle opere inserite dalle Province - vivaddio! - sono anni che diciamo che quelle opere bisogna farle e che nelle Province di riferimento vengono richieste! La domanda è addirittura retorica da questo punto di vista, anzi sollecitiamo l'Assessorato affinché da questo inserimento delle opere nelle Province ci sia un lavoro vero di supporto perché vengano realizzate nei tempi e nei modi adeguati.
Le devo dire di più, perché mi rimane un ultimo dubbio, Assessore: lei ricorderà che discutemmo a lungo della costituzione dell'ARES in questa Regione nel momento in cui discutemmo dell'applicazione del D.lgs. n. 112 e della sua collocazione a livello locale. Quella doveva essere una struttura strategica, cioè la struttura strategica che superava il centralismo statale e che faceva diventare il momento di intervento regionale un momento pregnante, assegnando alle Regioni delle competenze generali e di supporto alle Province e agli Enti locali, che invece trasferiva sul piano gestionale alle Province e agli altri Enti locali quanto di gestione ci doveva essere.
A noi non risulta - ma forse lei ci potrà fornire elementi più adeguati che l'ARES oggi riesca a svolgere questo ruolo in Piemonte.
Guardi che quella struttura, così come l'abbiamo realizzata, è abbastanza costosa e ha una certa dimensione.
A noi non risulta che quella struttura sia riuscita ad essere di quel livello e di quel supporto; ci risulta addirittura che in alcune Province per quanto riguarda la progettazione e l'aiuto, l'intervento in questa direzione, alcuni Presidenti abbiano detto, per velocizzare: "Guardate passiamo oltre l'ARES, lo facciamo direttamente noi, delegatecelo in questo modo e le questioni sono risolte".
Siccome è avvenuto, in alcune realtà, per opere significative, questo non depone a favore di una struttura che dovrebbe essere una struttura di programmazione, di progettazione e di supporto agli Enti locali.
C'è, pertanto, una terza ragione nelle riflessioni che svolgiamo su questa proposta di deliberazione, che le sottoponiamo, riguardante le questioni della programmazione, dell'adeguato utilizzo delle risorse finanziarie e degli strumenti di quelle grandi Agenzie di cui questa Regione si è dotata.
Ci pare che, da quella sulla sanità a questa sulle strade, non svolgano il ruolo per cui sono nate e per cui sono state copiosamente finanziate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Grazie, Presidente e colleghi. Ho sentito parlare di un elenco di opere; ebbene, credo che per capire quello che vogliamo fare sia anche necessario avere un elenco degli interventi programmati.
Non posso fare la storia di quello che è stato, nelle passate Amministrazioni, l'iter dei programmi della viabilità; mi limito, pertanto a esprimere il documento che andiamo ad affrontare.
Il Piano degli investimenti dedicati alla rete stradale, trasferiti dallo Stato, che tutti noi abbiamo avuto modo di esaminare con attenzione costituisce un tassello fondamentale nel complesso degli interventi strategici che garantiranno, se applicato il piano, lo sviluppo del territorio regionale.
Un piano che sicuramente potrà essere migliorato - ce lo auguriamo tutti - ma che intanto è stato attivato con una procedura nuova, quella della concertazione.
Vorrei, allora, fare brevemente due considerazioni in merito a questo argomento.
In primo luogo, ritengo possa essere opinione condivisa il fatto che la portata degli investimenti previsti e la capillarità degli interventi che verranno eseguiti nell'intero Piemonte, e che sono stati individuati su ciascuna area in ordine di priorità, costituiscono in questa fase una garanzia sull'efficacia del piano.
Efficacia che avremo modo di misurare nelle ricadute positive che l'implementazione del sistema viario avrà sull'economia del nostro territorio (almeno, lo speriamo tutti), facilitando la comunicazione interna regionale, la comunicazione tra Regione e Regione e tra Regione e Stati limitrofi.
Il riassetto viario, non va dimenticato, è importante anche sul problema dell'inquinamento, sulla sicurezza stradale e credo che il piano che ci è stato prospettato, l'elenco delle opere che sono state previste con le priorità, garantisca anche questi due importanti argomenti.
Il secondo punto che vorrei affrontare concerne una questione di metodo: questo piano rappresenta, al di là delle ricadute positive che saprà generare, un'esperienza significativa di governance del territorio.
Si è saputo, a mio modesto avviso, valorizzare le opportunità offerte dalla legislazione nazionale in materia di delega delle competenze agli Enti territoriali, per attivare un percorso di governo concertato del territorio, al quale hanno proficuamente partecipato la Regione, le Province e tutti gli Enti istituzionali interessati alla tematica della viabilità e alla titolarità dell'espressione.
Ho riscontrato questo modo di progettare ed operare in tutto il Piemonte e l'ho seguito con particolare attenzione in provincia di Cuneo visto che sono anche Presidente della II Commissione Trasporti e Viabilità.
Ritengo che in questa provincia siano state realizzate opere significative.
Costruire in modo concertato un piano come questo significa ottimizzare gli impieghi, utilizzarli sul territorio, declinando il progetto strategico regionale, sulle esigenze evidenziate da ciascuna comunità interessata direttamente o indirettamente dagli interventi.
Significa, a mio avviso, aver dato e individuato delle priorità, ma vuol anche dire acquisire una maggiore efficacia amministrativa.
Il metodo indicato nella proposta di deliberazione, per quanto concerne le progettazioni, l'esecuzione dei lavori, i pagamenti, è un momento importante, un passaggio importante che credo la Regione abbia avuto la logica di poter attivare.
E' anche una logica di trasparenza sugli interventi.
Questo metodo vuol dire avere un monitoraggio costante del territorio degli interventi sul territorio, dello stato di avanzamento dei lavori, per il rispetto delle tempistiche che sono la questione più importante per queste grandi opere.
Significa, insomma, avere delle maggiori garanzie sul fatto del denaro trasferito dallo Stato, ma anche le risorse trasferite dalla Regione alle Province e dalle Province ai Comuni.
Per questo motivo, esprimo un parere favorevole e accolgo con ottimismo questo piano di investimenti della rete stradale.
Esprimo infine soddisfazione nel veder avviato un programma di grande respiro che, se applicato, potrà dare nuove opportunità alla nostra Regione e al territorio del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Cerco di svolgere qualche breve considerazione su questo piano presentato dall'Assessore Casoni, da un punto di vista che ritiene questo documento non condivisibile.
I motivi sono legati a un ragionamento sul ruolo che spetta alla Regione Piemonte, e sul rapporto che questo ruolo deve tenere con le Amministrazioni, gli Enti locali interessati da decisioni come questa.
La prima considerazione è che la Regione Piemonte ha un ruolo ben diverso da quello di un Ente locale.
L'Ente locale progetta con deliberazioni il proprio assetto territoriale, formula richieste di investimento, le progetta esso stesso attende da livelli superiori (le Regioni, lo Stato e altri soggetti) che i propri progetti vengano bene accolti, vengano finanziati, rientrino in certe priorità.
La Regione Piemonte è un altro soggetto con altre e ben più pesanti responsabilità.
Prima fra tutte, la Regione Piemonte deve governare un progetto di sviluppo della propria regione. Questo è il compito per cui le Regioni sono nate: un rafforzamento delle sedi regionali, volte a governare il Paese, in tutti i suoi aspetti, quelli economici, quelli di infrastrutturazione del territorio, quelli sociali, di organizzazione dei servizi.
Le Regioni sono nate per programmare e pianificare interventi; sono nate per dotarsi, all'inizio di ogni legislatura, di un proprio progetto di discuterlo con le parti sociali, di approvarlo e dare le gambe a tutto ciò che, da un progetto di governo vero di tutti gli aspetti economici e sociali, deriva.
Il mio parere è che, in un capitolo importante come quello delle risorse da assegnare alle infrastrutture di vario livello, ma alle infrastrutture che consentono la comunicazione e il trasporto all'interno di questa Regione, l'ottica, il giudizio debba basarsi su questo ragionamento: do un giudizio in quanto responsabile di un'assemblea che ha come compito principale quello di individuare e votare un progetto di governo.
Da questo punto di vista, è indubitabile che noi ci troviamo da molti anni - ma parliamo solo di questa legislatura, partendo dal presupposto che ogni legislatura abbia la propria vita politica - dall'inizio di questa legislatura, privi di questo progetto di governo, perché il programma regionale di sviluppo non è stato approvato. Questo non è un fatto formale almeno non è un fatto formale dal punto di vista di una forza che crede che oggi vi sia necessità, nelle nostre comunità, di avere progetti di governo.
Penso che lo stesso tema che oggi viene affrontato a tutti i livelli locale e nazionale, quello della crisi di un importante settore dell'economia italiana e in particolare piemontese e torinese, il settore dell'auto, sia un problema che avrebbe dovuto per tempo trovare un'attenzione, una preoccupazione e una collocazione all'interno di un progetto di governo nostro, della Regione Piemonte, dentro un programma regionale di sviluppo che individuasse il settore dell'auto come un settore sicuramente in crisi per quanto riguardava il produttore automobilistico FIAT. Crisi annunciata, crisi evidente, crisi che, probabilmente, se inserita in una forte azione di governo per tempo, avrebbe potuto avere conseguenze non così drammatiche e urgenti come quelle che ci troviamo ad affrontare, ma avrebbe potuto per tempo essere affrontata.
La Regione Piemonte si è spogliata di questa responsabilità, lo ha fatto anche in termini programmatico-politici, perché all'inizio di questa legislatura e anche di quella precedente, retta sempre dalla stessa coalizione, in qualche cenno si è fin teorizzata l'inutilità l'inopportunità di predisporre veri progetti di governo. Allora, siamo fuori da questo progetto di governo.
Un progetto di governo, attraverso un programma regionale di sviluppo dovrebbe essere corredato da altri progetti di governo di natura settoriale, come quello dei trasporti, che dovevano dare gambe ulteriori e precisazioni ulteriori a delle scelte di strategia generale.
Anche il Piano dei trasporti non ha visto la luce, e questo è un fatto molto grave, perché ci troviamo dinnanzi alla mancanza strutturale del fare fronte ai compiti per cui siamo nati. Allora, ritengo che il nostro luogo sia il luogo della programmazione e della pianificazione e sia il luogo dei piani di sviluppo o dei piani settoriali. Se questi piani non ci sono, mi sembra che, rispetto a chi non condivide queste scelte politiche - che sono scelte politiche: no alla programmazione, se ne può fare a meno - questo sia un luogo in cui, in forza di queste primarie responsabilità che noi abbiamo, si potrebbe respingere questo piano, in quanto non si tratta di nessun piano, né dal punto di vista del collegamento con decisioni programmatiche inesistenti (e sono due) né, come dicevano i colleghi di minoranza che mi hanno preceduto, al proprio interno perché neppure richiudendo l'ottica a questo semplice provvedimento, questo provvedimento non è un piano, ma è un elenco di cose e di promesse, come diceva il collega Ronzani.
Quindi, mancano gli atti di governo fondamentali per acconsentire a decisioni di questo genere e mancano anche all'interno di questo piano le garanzie minime per essere sicuri che si tratti comunque di una serie di decisioni programmabili e realizzabili. Come hanno detto alcuni colleghi si tratta spesse volte - forse non solo per la Pedemontana, che passa da Biella, e per la Biella-Carisio, ma anche per altri settori - di promesse più o meno elettorali.
Allora, mi pare che questa ottica nulla abbia a che vedere con il fatto che le cose scritte siano state concordate con le Province, le quali hanno fatto benissimo a concordare tutto quello che hanno concordato, ma le Province sono un altro livello, che non deve fare velo alle responsabilità che sono regionali, per cui le Province hanno fatto benissimo. Sappiamo che l'Assessore Casoni ha trattato con esse il singolo intervento, ma non è compito delle Province inserire le proprie necessità in politiche che non competono loro, quindi quello delle Province è un discorso assolutamente laterale rispetto alle responsabilità che abbiamo.
Il voto che io assumo come contrario a questa deliberazione è un voto che nulla ha a che fare con il fatto che singolarmente questi interventi siano stati richiesti e approvati dalle Province, che hanno fatto bene a fare questi interventi, ad approvarli, hanno fatto bene a chiedere i finanziamenti. Però io non sono chiamato a votare sulla bontà del lavoro svolto dalle Province: io sono chiamato a votare sulla bontà del lavoro svolto dalla Regione Piemonte, ma questa bontà non esiste per nulla, è proprio lo zero programmatico, perché senza un programma regionale di sviluppo e senza un Piano dei trasporti non è politicamente accettabile una prassi di questo genere, che quindi io rifiuto in quanto prassi che contravviene alle leggi proprie della Regione Piemonte e contravviene anche al ruolo che la Regione dovrebbe avere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Io partirei con una battuta, rispondendo così alle istanze di parecchi Consiglieri di opposizione.
Vedete, cari colleghi, sovente il meglio è il peggior nemico del bene.
Capisco che sarebbe meglio avere oggi un Piano di sviluppo e un Piano dei trasporti, ma oggi la Regione ha ereditato dall'ANAS 2.200 chilometri di strade in condizioni non sempre ottimali, anzi, diciamo pure con gravi carenze, con punti pericolosi, con tutta una serie di interventi per lavori richiesti da anni dai nostri Enti locali all'ANAS e mai realizzati. Dunque oggi questa eredità rappresenta per noi un'urgenza, e dobbiamo dare risposte a tutte quelle richieste che ho appena citato, a cui l'ANAS non ha saputo finora rispondere.
Ebbene, questo piano di interventi sulla rete stradale regionale va esattamente in questo senso. Capisco che può essere un piano realizzato con una certa urgenza, con una certa fretta, ma avremo tutto il tempo per ristudiarlo e modificarlo in corso di attuazione. E' comunque un piano indispensabile e necessario per la nostra Regione per rispondere a tutta quella serie di urgenze e per risolvere una serie di criticità che la rete stradale, prima ANAS, adesso regionale, presenta.
Su questo mi sembra sia stato fatto un buon lavoro, un lavoro coordinato fra la Regione, le Province e i Comuni. È un elenco di opere, è vero, ma ricordiamo che il piano è un piano di interventi sulla rete stradale esistente, non è un piano di nuovi sviluppi della rete stradale.
Qui troviamo varianti, circonvallazioni, qualche nuovo ponte, ma non ci sono nuovi collegamenti. E' un piano che intende adeguare la rete stradale esistente, intende eliminare i cosiddetti punti neri, intende eliminare le criticità, le pericolosità e la situazione precaria che oggi troviamo sulle strade piemontesi.
Ho già dato atto che il piano è stato realizzato in piena collaborazione con Province e Comuni. Non sono state ammesse tutte le opere, ma rendo merito all'Assessore Casoni che, là dove sono state rilevate delle critiche, dei problemi, le opere sono state stralciate.
Siamo di fronte ad un piano con tutta una serie di opere su cui il consenso del Piemonte, oserei dire, è unanime. Sono tutte opere richieste volute ed è giusto che la Regione dia una risposta nel minor tempo possibile.
Faccio i complimenti all'Assessore e agli uffici per essere riusciti a redigere un piano di questa portata in tempi veramente brevi. E' un'ottima risposta della Regione alle necessità del Piemonte. Invito l'Assessore a continuare su questa linea.
Faccio ancora notare che, a livello di finanziamenti, di mezzi finanziari della Regione, questi vengono reperiti all'interno dei trasferimenti che lo Stato ha delegato alla Regione con l'obiettivo di gestire le strade. A livello finanziario, non intacchiamo le finanze degli altri settori della Regione. In sostanza, il piano si autofinanzia con i trasferimenti che sono avvenuti in questi anni o anticipando i trasferimenti futuri ricorrendo ad un fido bancario, su cui, però, il rientro verrà effettuato con i trasferimenti in questi settori negli anni successivi.
Non penso sia il caso di lanciare inutili allarmismi perché, ripeto non viene assolutamente intaccato il restante bilancio della Regione. Anche su questo piano, l'Assessore ha lavorato bene: ha tutto il mio sostegno e il voto favorevole al documento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Sono pervenuti alla Presidenza due emendamenti.
1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Casoni: aggiungere nel dispositivo della deliberazione il seguente secondo capoverso: Di dare mandato alla Giunta regionale di procedere agli eventuali aggiornamenti dell'allegato B) "Piano degli investimenti e degli interventi", limitatamente alle opere previste nell'allegato C) "Area di inseribilità".
2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Casoni: sostituire la scheda della "Area di inseribilità" relativa alla Provincia di Cuneo con la scheda allegata e di conseguenza rideterminare l'importo complessivo della "Area di inseribilità".
La parola all'Assessore Casoni per l'illustrazione.



CASONI William, Assessore alla viabilità e comunicazioni

Ricordo ai Consiglieri che prima del voto finale risponderò alle osservazioni. L'emendamento dà mandato alla Giunta regionale nei limiti del piano che approviamo. Il documento prevede opere inserite e opere di inseribilità. Sono opere numerate ed è logico che non possiamo venire in aula con una legge su ogni opera che dovesse scattare dal piano di inseribilità. Potremmo incontrare, durante la realizzazione delle opere inserite nei piani, ad esempio, dei blocchi. Blocchi che possono essere di natura geologica o di altra natura, ma che ad oggi non siamo in grado di prevedere.
Le opere di inseribilità, per essere inserite, hanno bisogno di un passaggio. Questo passaggio mi sembra corretto che lo possa fare la Giunta regionale in quanto, oggi, è verificabile da chiunque perché nel documento è allegato anche il piano di inseribilità. Non si prendono interventi terzi e si inseriscono, ma si agisce nella logica del piano. E' uno strumento operativo che permette, qualora qualcosa non andasse avanti, di far scattare l'inseribilità.
L'altro emendamento va in direzione della logica che riprenderò nella relazione finale, cioè che tutti gli interventi previsti sono stati guidati dalla regia regionale e condivisi dalle Province.
Perché mi sono preoccupato di questo? Tutti sappiamo che quando si fa un intervento sul territorio, se non c'è il parere favorevole delle Province, dei Comuni interessati e delle Conferenze dei Servizi, le autorizzazioni dei progetti non vanno avanti.
Su uno degli interventi abbiamo rilevato che ci sono delle contrarietà che fanno presumere che il progetto non potrà essere realizzato. Mi riferisco al tratto di strada fra Saluzzo e Costigliole Saluzzo (praticamente una parallela all'attuale strada) sul quale ho verificato non esserci le necessarie condivisioni, per cui chiedo che venga stralciato che non venga inserito nel piano.
Non dobbiamo inserire nel piano interventi che già sappiamo oggi trovare contrarietà locali forti, per cui sappiamo che si insinueranno strumenti che non li faranno avanzare. Sarebbe demagogico. Questa è l'unica opera sulla quale ho rilevato non esserci una condivisione territoriale, e per questo chiedo che venga stralciata dal Piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Relativamente all'emendamento presentato dalla Giunta, nel punto in cui si dice di dare mandato alla Giunta regionale di procedere agli eventuali aggiornamenti dell'allegato B, chiederei, se fosse possibile, di aggiungere "previo parere della Commissione competente".
Siccome oggi approviamo un piano e si chiede di verificarlo in corso d'opera, sarebbe opportuno, secondo noi, un passaggio in Commissione. Il subemendamento che presentiamo, è aggiuntivo all'emendamento presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Subemendamento 1.1) presentato dal Consigliere Muliere: aggiungere dopo le parole "Area di inseribilitò" le parole "previo parere della Commissione competente".
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore alla viabilità e comunicazioni

Accolgo l'emendamento presentato dal Consigliere Muliere, ma, anzich inserire la parola "parere", preferirei inserire le parole "sentita la competente Commissione".
Accolgo l'emendamento così modificato: aggiungere dopo le parole "Area di inseribilitò" le parole "sentita la Commissione competente".



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento n. 1.1), presentato dal Consigliere Muliere, come modificato dall'Assessore Casoni.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1) come modificato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2).
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Marcenaro per dichiarazione di voto sull'intero testo della deliberazione.



MARCENARO Pietro

Dichiaro, a nome del nostro Gruppo, l'astensione su questa deliberazione. Riscontriamo il fatto che siamo in presenza di una deliberazione che è il risultato, come è stato detto, di un lavoro e di un concerto avvenuto con le Province e con il sistema degli Enti locali quindi che elenca una serie di provvedimenti sui quali crediamo non sia utile insistere.
Voglio sottolineare, in sede di dichiarazione di voto, le tre questioni che abbiamo posto nel corso di questa discussione.
La prima questione riguarda il rapporto fra questa decisione e questo problema e l'elaborazione della proposta di un Piano generale dei trasporti.
Dico questo al collega Chiezzi, che ha sollecitato una riflessione che anche noi riteniamo necessaria, perché è indubbio che esiste un'idea di questa natura e il fatto che facciamo questa discussione nel 2002, in una situazione nella quale la discussione sul piano e sulla programmazione è notevolmente diversa da quella che si poteva fare nel 1980, come veniva ricordato, in presenza di una delega e di un trasferimento di poteri su questa materia alle Province e, in particolare, di un trasferimento concreto di strade dall'ANAS alle Province, che richiedono, oggi, su questo punto, misure diverse. Per questo motivo, secondo noi, è un punto che comporta questo grado di valutazione.
La seconda questione, Assessore Casoni, riguarda il fatto che non sarebbe stata inutile la presenza dell'Assessore al bilancio, come abbiamo più volte sottolineato, perché la questione importante è la partita finanziaria. Viene presentato un elenco di opere e di iniziative alle quali non corrisponde oggi un'ipotesi di finanziamento realistica e credibile almeno per una parte consistente. Questo apre tutti gli interrogativi che abbiamo sollevato nel corso della discussione.
Infine, la terza questione, conseguenza della seconda, è che, di fronte all'incertezza che si manifesta sul fronte della capacità di finanziamento delle opere che qui sono prospettate, c'è un problema molto serio di come avverranno le scelte e quali saranno le priorità che verranno stabilite.
Questo punto è eluso dal provvedimento che oggi viene sottoposto al nostro esame.
Dico questo, Assessore Casoni, colleghi e Consiglieri della maggioranza, per far capire che la questione del piano e della programmazione non è una questione astratta, non ha nulla di ideologicamente pregiudiziale, ma è semplicemente quel quadro nel quale un discorso sulle priorità può essere correttamente svolto. E' singolare di una Giunta, portatrice dell'esperienza della quale voi siete protagonisti non tenere conto del rischio delle priorità, ritenendo che sia semplicemente legato alle dinamiche di organizzazione del consenso e al sistema di relazioni, al centro dei quali la Giunta regionale o addirittura, i singoli Assessori o i singoli Consiglieri si collocano.
Questi sono gli elementi che ci portano ad un voto di astensione dato dal fatto, da un lato, di riconoscere l'importanza delle opere che vengono proposte e, dall'altro, la totale inadeguatezza della strumentazione delle risposte che voi date su questo provvedimento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame proposta di deliberazione n. 365: "Bilancio annuale di previsione del Consiglio regionale per l'anno 2003, determinazione del fabbisogno finanziario del Consiglio regionale per lo stesso periodo, ai sensi degli artt. 42 e 43 della L.R. n.7/01". Presentazione ordine del giorno n. 664


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 365, di cui al punto 13) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marco Botta per l'illustrazione.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Il fabbisogno finanziario del Consiglio regionale per l'esercizio 2003 è pari a euro 51.628.000, 00, a cui si fa fronte con trasferimenti dal bilancio della Regione per euro 49.393.000,00 e con introiti acquisiti in maniera autonoma pari a euro 2.235.000,00.
Rispetto al bilancio 2002 assestato di euro 48.603.031,52, vi è un incremento per il 2003 di euro 3.024.968,48.
Premesso che le voci del bilancio del Consiglio regionale attengono sostanzialmente a spese obbligatorie, evidenziamo di seguito gli scostamenti più significativi e le relative motivazioni.
Capitolo 10 - Spese per indennità di carica e di missione spettanti ai componenti del Consiglio regionale.
L'incremento è di euro 612.000,00, sostanzialmente dovuto ai rimborsi spese e ai vitalizi.
Capitolo 20 - Spese di rappresentanza del Presidente del Consiglio regionale.
Questo capitolo è rimasto invariato.
Capitolo 30 - Spese per servizi e provviste diverse.
Rispetto al 2002, il fabbisogno è incrementato di euro 756.000,00, così suddiviso tra le Direzioni del Consiglio: Direzione Segreteria dell'Assemblea regionale: euro 2.272.000,00.
Direzione Processo Legislativo: euro 113.000,00.
Direzione Amministrazione e Personale: euro 5.803.000,00.
Direzione Comunicazione Istituzionale: euro 1.305.000,00.
L'incremento del fabbisogno è principalmente ascrivibile alle seguenti voci: iniziative di carattere informativo e promozionale del Consiglio regionale: euro 250.000,00 sviluppo, implementazione e manutenzione rete elettronica, sostegno del sistema informativo informatico delle sedi consiliari, canoni rete: euro 315.000,00.
Inoltre, devono essere considerati i canoni delle nuove sedi acquisite in locazione, nonché gli adeguamenti dei contratti di servizio.
Capitolo 40 - Spese per il personale addetto agli uffici del Consiglio regionale (ivi compreso il personale degli uffici di comunicazione).
L'incremento è di euro 695.000,00, dovuto, sostanzialmente, ai rinnovi contrattuali.
Capitolo 50 - Contributi e spese per il funzionamento dei Gruppi consiliari.
L'incremento è di euro 320.000,00, conseguente all'adeguamento della remunerazione del personale dei Gruppi al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
Capitolo 60 - Compensi, onorari, rimborsi per consulenze prestate ad enti o privati; spese per l'attività dei Comitati e delle Consulte.
L'incremento complessivo è di euro 138.631,00 ed è legato alle iniziative programmate dalla Consulta europea, dal Comitato regionale per l'affermazione dei valori della Resistenza e dalla Consulta regionale dei giovani.
Il provvedimento oggi in approvazione è passato già nella competente Commissione consiliare senza obiezioni e senza particolari questioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Comunico che è stato presentato il seguente emendamento.
1) Emendamento a firma dei Consiglieri Mercurio, Brigandì, Galasso Mellano, Cattaneo e Angeleri: vista la deliberazione n. 149 dell'Ufficio di Presidenza del 9 settembre 2002 relativamente all'approvazione del bilancio di previsione 2003 del Consiglio regionale, vista la proposta di deliberazione n. 365 si propone di variare il bilancio di previsione 2003 così come segue: il capitolo 50 viene diminuito di euro 220.000,00 trasferendo i fondi al capitolo 9100 "Fondo di riserva", che viene incrementato di pari importo.
Collegato a questo emendamento, vi è un ordine del giorno, a firma dei Consiglieri Cattaneo, Brigandì, Galasso, Costa Rosa Anna e Mercurio, il cui dispositivo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte impegna l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale a prevedere nel programma operativo del bilancio di previsione 2003, relativamente agli stanziamenti del capitolo di bilancio 60 pari a euro 2.841.000,00, ad incrementare del 20% le spese per l'attività della Consulta femminile e quelle della Consulta delle elette, nonché a lasciare invariate quelle per l'attività della Consulta dei giovani, del Comitato regionale per l'affermazione dei valori della Resistenza, destinando il risparmio derivante dalla differenza tra l'assestato 2002 e quanto previsto dalla bozza di programma operativo 2003 al Fondo regionale per la solidarietà".
Praticamente si tratta di una destinazione della minore previsione relativa al capitolo 50.
Giunge, inoltre, un ulteriore emendamento.
2) Emendamento presentato dalle Consigliere Manica, Suino, Costa Rosa Anna e D'Onofrio: il capitolo 60 è aumentato di 25.000,00 euro dal fondo di riserva.
Provvedo immediatamente a far distribuire le copie dei documenti che ho testé letto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Presidente e colleghi, mi permetto una parziale integrazione dell'illustrazione, peraltro molto succinta, svolta dal Consigliere Botta.
Dico "parziale integrazione" perché in sede di Commissione io - e altri colleghi con me - avevo chiesto un maggiore dettaglio onde poter giungere ad un voto motivato e consapevole sul bilancio. In particolare, proprio sulle spese che non sono obbligatorie. Nell'illustrazione di questo provvedimento il Consigliere Botta ha premesso che le voci attengono quasi tutte a spese obbligatorie.
Come dimostrano gli emendamenti presentati, e come dimostra la nostra richiesta in Commissione, c'è invece una parte - anche abbastanza consistente - di spese che potremmo definire, con un aggettivo critico voluttuarie, nel senso che sono iniziative in gran parte condivisibili e di alto valore morale, etico e culturale, però sono scelte di opportunità.
Si potrebbe fare un intervento sul demagogico rispetto all'IRPEF, per sostanzialmente, siamo di fronte ad una proposta di bilancio che prevede proprio sulle spese non obbligatorie, forti incrementi.
Per ottenere maggiori informazioni sulla parte che particolarmente mi aveva interessato in sede di Commissione, avevo annunciato che non avrei partecipato al voto se non avessi avuto, almeno in aula, materiale informativo, informazioni maggiori e più dettagliate.
Proprio sull'incremento notevole di 138.631,00 euro sulle voci di spesa per le Consulte, per i Comitati, per i vari Enti di quel tipo, sarebbe forse opportuno riflettere. Se non ho inteso male, l'emendamento presentato dal Consigliere Cattaneo va, almeno in parte, in quel senso, affermando che forse ci sono altre priorità.
Il Presidente Cattaneo indicava la priorità del Comitato di solidarietà. Ricordo che l'anno scorso abbiamo speso tutti i soldi del Comitato di solidarietà per un intervento straordinario come quello sull'Argentina e poi abbiamo avuto problemi ad intervenire su crisi presentatesi successivamente.
Prendendo atto che solo questa mattina i Consiglieri hanno avuto a proprie mani il materiale prodotto dagli Uffici, in base alla richiesta formulata in I Commissione di esplicitare i dati relativi alle Consulte personalmente ritengo che l'ennesimo incremento di soldi, relativi alle attività delle Consulte, si configuri come inopportuno, sia nel quadro generale di un'auspicata riduzione delle spese non obbligatorie, sia nel quadro generale di un potenziamento ed incremento di attività legate al Consiglio e al suo Ufficio di Presidenza. Queste ultime, infatti, si configurano, in qualche modo, parallele alle attività dell'Assessorato alla cultura, alle attività di rappresentanza della Regione stessa e ad una serie di iniziative già incardinate e praticate da altri soggetti regionali.
Invito tutti i colleghi a non prendere solo atto di una proposta di deliberazione, autorevolmente presentata dall'Ufficio di Presidenza all'interno della propria responsabilità, ma di esercitare, come mi sembra sia il senso dell'indicazione dei Consiglieri Manica e Cattaneo, il ruolo di Consiglieri: dare indicazioni di priorità.
Nelle indicazioni di priorità che sottolineo, proprio la parte relativa alle spese non obbligatorie collegate alle attività importanti (e per molti aspetti anche condivisibili) delle Consulte varie credo sia un elemento serio di riflessione. Tutto ciò non deriva soltanto da un giudizio complessivamente negativo sul ruolo delle Consulte, ma da una riflessione connessa ad un certo criterio di coerenza e di rigore, laddove chiediamo ai cittadini piemontesi uno straordinario prelievo dal punto di vista fiscale.
Sarebbe opportuno rinunciare ad alcune di tali iniziative, certamente importanti, ma non essenziali per questa Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Intervengo sulla discussione del bilancio del Consiglio regionale per attualizzare un dibattito che vede forze politiche divise sulla questione controversa degli emolumenti per noi Consiglieri regionali.
Faccio notare che, a fronte di un incremento di spesa di bilancio di 3 miliardi, oltre 1/3 riguarda la voce "Vitalizi e rimborsi vari" relativamente alle modifiche intercorse sul Regolamento di riferimento.
Un altro dato preoccupante riguarda l'incremento di circa 600 milioni (esattamente 315 mila euro) per i canoni di localizzazione delle sedi dei Gruppi.
Sottolineo questi due aspetti facendo notare che gli emendamenti presentati riguardano, per la maggior parte delle voci di bilancio, travasi tra aspetti relativi alle attività delle Consulte ed altre attività in capo al Consiglio regionale. Lo evidenzio per ricordare a tutti i Consiglieri l'opportunità di approfondire il dibattito rispetto a scelte che potrebbero derivare dalla proposta di legge in esame.
Pur essendo tranquillizzato dal fatto che la voce "Vitalizi" dei Consiglieri non avrebbe inciso così profondamente (avendo tempo fa espresso voto negativo), oggi registriamo che l'incidenza incide pesantemente per 1/3 sull'aggravio di bilancio. Lo registro solo perché resti a verbale e perché si noti che tale discussione avviene in un contesto viziato da altre discussioni in corso. Lo sottolineo ai Consiglieri per richiamarli alla cautela e all'inopportunità di andare avanti sull'altro provvedimento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

La discussione non dovrebbe basarsi esclusivamente su una valutazione quasi ragionieristica del bilancio; mi sarei aspettato che uno dei rappresentanti dell'Ufficio di Presidenza indicasse degli indirizzi politici. Essendo in scadenza l'Ufficio di Presidenza, credevo che coloro che intendono candidarsi intervenissero per illustrare il loro orientamento circa le politiche e le scelte del Consiglio. Inoltre, il Presidente avrebbe dovuto fare una valutazione circa gli investimenti per l'URP.
La proiezione esterna ha una sua rilevanza. Quando un cittadino passa davanti a Via Alfieri, guarda il Palazzo e dice: "Che bel Palazzo, ma cos'è?". Non c'è un'indicazione, non c'è niente, forse c'è un numero al campanello per riservatezza. Ci dovrebbe essere un ingresso pedonale al Palazzo per far capire di cosa si tratta.
Avrei voluto chiedere, a questo punto, dove sono finiti i dibattiti sulla sicurezza delle sedi dei Gruppi, sulla razionalizzazione e sulle politiche, anche se capisco che dopo due anni e mezzo non è facile modificare; forse è possibile farlo a cambio legislatura.
Un anno fa avevamo iniziato un dibattito sul problema della sicurezza ora vorrei sapere come è "vestita", finanziariamente, quella eventuale linea.
Per quanto riguarda la Biblioteca, sottolineo che prima del trasferimento era frequentata; io stesso mi ci recavo abitualmente, ma adesso che è lontana diventa più difficile frequentarla, perché, non avendo molto tempo a disposizione, anche 300/400 metri incominciano a pesare. E' frequentata? Quale valore ha? Cosa si investe? Quale ritorno ha di immagine? Come si colloca nel contesto delle Biblioteche della città e del Piemonte? Il supporto che l'Ufficio Legislativo dà ai Consiglieri per il sostegno al processo di elaborazione legislativa com'è? Si può fare di più, di meno meglio? E l'Ufficio Stampa? Credo che il bilancio sostenga una politica anche qui e non è una cosa astratta.
Presidente Cota, capisco che lei possa essere preso da altre emergenze ma mi aspettavo che l'Ufficio di Presidenza svolgesse un intervento un po' più vestito politicamente, per capire in quale direzione marcia. Tra l'altro, siccome circola la voce che questo Ufficio di Presidenza vuole essere riconfermato, sarebbe stata un'ottima opportunità indicare un percorso nella seconda parte della legislatura. Nulla di questo è avvenuto solo quattro cifre, alle quali si gira intorno, si cerca di ottimizzare in qualche modo le risorse e basta.
Nuovamente lamento il fatto di non cogliere l'occasione per un approfondimento. Ci sono delle aree del Consiglio regionale che devono essere ulteriormente valorizzate e altre che possono essere viste in modo diverso; invece, si usa un po' la mancia per qualche Consulta, per guadagnarsi la benevolenza, ma dell'operatività materiale del Consiglio non si dice nulla.
Ho accennato ad alcuni punti, ma potrebbero essercene altri. Non si vedono i caratteri che assume in questo modo l'Ufficio di Presidenza, che tipo di orientamento e che disegno ha.
Mi asterrò dinnanzi a questo bilancio, perché non è un bilancio che deve fare il responsabile della Ragioneria del Consiglio regionale, ma è compito da svolgersi in sede politica. Voglio capire come queste cifre si vestono di orientamenti e di indirizzi. Questo non si è verificato. Se in sede di replica c'è, ne prenderò atto e sono pronto a modificare la mia posizione, ma, se non è chiaro l'impianto politico di questo bilancio, mi astengo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Chiedo la parola perché considero abbastanza grave quanto affermato dal collega Tapparo e intendo rispondere almeno per quanto riguarda il nostro Gruppo.
Non credo che questa sia l'occasione per la campagna elettorale del nuovo Ufficio di Presidenza, che dovrebbe qui presentare il suo programma e cercarsi i voti. L'Ufficio di Presidenza per quanto ci riguarda non presenta alcun programma politico. E' semplicemente una composizione plurale di diverse forze che dovrebbe garantire, attraverso questa composizione e attraverso la saggezza, l'equilibrio del Consiglio.
Per questo ritengo che altre richieste siano in questa sede e in questa occasione aspetti pretestuosi che noi respingiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ringrazio il Presidente del Consiglio regionale e i membri dell'Ufficio di Presidenza per quanto ci hanno fatto avere, forse per la prima volta anche in forza della modifica che vi è stata in questo bilancio.
Dico subito che su questo bilancio noi, come maggioranza, abbiamo presentato un emendamento e un ordine del giorno collegato, ma avremo modo nel prosieguo della discussione di illustrarlo.
Voglio anch'io a mia volta svolgere qualche considerazione. E' un bilancio importante perché supera i 90 miliardi di vecchie lire d'altronde, il Consiglio regionale è un'istituzione importante che ha sue spese di funzionamento, ma - vivaddio! - oltre all'attività dell'aula cosiddetta assembleare, parlamentare, legislativa, ha anche un aspetto estremamente importante nella gestione di alcune problematiche e di alcune iniziative che danno lustro a questo Piemonte e che portano puntualmente sul territorio del Piemonte delle politiche. Soprattutto, è anche un organo che ha avuto la capacità, e i costi ci sono anche per questo, di ascoltare le istanze del territorio e di rappresentarlo, attraverso le Commissioni cioè gli organismi deputati, all'interno dell'aula e comunque all'interno dell'Ente Regione.
Credo, collega Contu, che se si volessero approfondire - nello stimolo che, puntualmente, con correttezza e altrettanta franchezza il Consigliere Contu propone all'aula - i vari capitoli di bilancio o i vari incrementi ai capitoli di bilancio, non si potrebbe ricondurre la discussione solo ed esclusivamente alla questione delle eventuali maggiorazioni di costo che può comportare un progetto di legge presentato, che, in un certo senso, sta sollevando un po' di polemica all'interno e all'esterno di quest'aula eventualmente aggravando il bilancio regionale. In primo luogo, sarebbe un processo alle intenzioni e i processi alle intenzioni quanto meno sono inaccettabili e chi è sottoposto surrettiziamente o evidentemente a questo processo alle intenzioni ha, secondo me, il dovere, se non di difendersi quanto meno di chiarire.
Quindi, volentieri svolgo alcune considerazioni su questo, così come farò altre considerazioni sull'opportunità di approfondimento. Credo che con grande serenità l'aula, nel prosieguo della legislatura, potrà evidentemente, nei tempi e nei metodi che vorrà scegliere, percorrere questo percorso di approfondimento.
Il progetto di legge lo confronteremo in Commissione e quando eventualmente sarà licenziato dalla Commissione lo affronteremo in aula. E' iniziata una discussione pacata su un progetto di legge che semplicemente come è noto, trasferisce una competenza nella determinazione eventuale di indennità dello status di Consigliere all'Ufficio di Presidenza. Non è previsto da quel progetto di legge l'aggravio di un centesimo di euro che sia un solo centesimo; purtroppo, con la disinformazione e la mistificazione del quadro reale della situazione che puntualmente alcuni fanno, direttamente e correttamente a viso scoperto come il collega Contu magari altri a viso celato, quindi, in modo più surrettizio e, sotto certi aspetti, magari anche vigliacco, ha voluto trasferire all'esterno una maggioranza assetata di aumentarsi lo stipendio, quindi di presentare un progetto di legge furbo per arrivare a questo risultato.
Così non è. Noi ci confronteremo e approfondiremo l'argomento nelle sedi opportune, in Commissione o in aula, quando sarà il momento.
E' un dato di fatto che il progetto di legge, che il Consigliere Contu cita qui come esempio per un aggravio ulteriore eventuale dei costi, non prevede, al momento, un aumento del carico dei costi di un solo centesimo di euro. Questa è la verità e tanto dovevo.
A nostro giudizio, va approfondita, ad esempio, una voce significativa che è quella dei contributi per il funzionamento dei Gruppi nel loro complesso. Lo abbiamo già detto ieri in Commissione con grande serenità e grande attenzione, lo faremo probabilmente nel prosieguo del 2003 per iniziativa dell'Ufficio di Presidenza e dei Gruppi, non lo so. Poi, pu darsi che dovremo aumentare, mantenere, diminuire, lo vedremo. Siccome è un dato di fatto e storico che nel 2001 complessivamente i Gruppi, facendo la somma dei trasferimenti, hanno avuto un avanzo di amministrazione trasferito all'anno successivo, di circa il 25-30% di quanto ricevuto, con un ragionamento semplicissimo di buon senso vuol dire che i soldi non solo bastano, ma magari sono anche un pochino abbondanti. Anche questo sarà motivo di una discussione serena, non vessatoria e successiva, lo vedremo quando sarà il momento.
Invece, per quanto riguarda il programma che sollecitava il Consigliere Tapparo, anch'io sono abbastanza prudente nell'immaginare che in sede di bilancio di previsione - adesso voglio aggiungere qualche argomentino in più - non ci sia la campagna elettorale, come diceva il Consigliere Marcenaro, ma quanto meno si illustri la strategia del bilancio di previsione per l'anno 2003, perché comunque il 3 dicembre si eleggerà un nuovo Ufficio di Presidenza che può essere questo, questo parzialmente modificato, tutto nuovo, ma vedremo nella libertà di scelta del Consiglio regionale quale sarà l'Ufficio di Presidenza che dovrà gestire - e vengo alla considerazione di merito - nel 2003 questo bilancio.
Ebbene, la sede per un confronto su un programma, a mio sommesso avviso può darsi che sbagli - non è quella del bilancio di previsione del Consiglio dell'anno 2003, che è fatto per macro titoli e per capitoli anche abbastanza generali, perché il bilancio complessivamente è di 46 milioni di euro e i capitoli mediamente hanno uno stanziamento di 8/9 milioni di euro quindi vanno dal minimo di 2 milioni del capitolo 60 al massimo dei 15 milioni del capitolo 10, e tutto quello che ci sta in mezzo.
La sede opportuna, a mio giudizio, è il programma operativo del bilancio di previsione 2003, che è altra cosa. In altre parole il dettaglio di questo bilancio, che è un buon bilancio, è un bilancio quasi dovuto; ci può essere qualche scostamento di qualche decina o centinaia di migliaia di euro, ma questo è il bilancio che l'Ufficio di Presidenza poteva e doveva predisporre.
L'Ufficio di Presidenza non poteva fare chissà cosa, non poteva dire "Benissimo, i fondi per l'indennità di carica e i vitalizi li dimezziamo" perché ci sono delle leggi che stabiliscono quanti sono e quindi la cifra di 15 milioni, ad esempio, che è poco meno di un quinto del bilancio, è già una spesa cosiddetta "obbligatoria".
E così via, per il 95% delle voci.
Il programma operativo è altra cosa. Il dettaglio arriverà successivamente, presumibilmente nel mese di gennaio, se il bilancio sarà approvato, e dovrà essere, anche in quel caso, proposto dall'Ufficio di Presidenza nel mese di gennaio o dicembre, quando assumeranno questa delibera, e dovrà essere discusso come questo documento e approvato da questo Consiglio regionale.
Allora, sarà altra cosa, perché lì vedremo cosa sono i 15 milioni di euro, alias 30 miliardi di lire; lì vedremo cosa sono i 7 milioni di euro dei Gruppi, alias circa 14 miliardi di lire; lì vedremo cosa sono i 2 milioni 841 mila euro, quindi poco meno di 6 miliardi di vecchie lire, di compensi onorari, rimborsi, consulenze, attività, convegni e quant'altro.
Discuteremo su un programma operativo che sarà sicuramente disponibile perché dovremo discuterlo e votarlo qui, confrontandoci sulle scelte della destinazione di questi fondi, soprattutto per quella parte che è libera discrezionale.
L'Ufficio di Presidenza, sulla scorta dell'esperienza degli ultimi anni della Regione e di questi due anni di legislatura, ci dirà: "Per il Comitato di Solidarietà facciamo questo, per il Comitato della Resistenza facciamo quest'altro, per quanto riguarda i convegni vogliamo attuare queste iniziative e quant'altro...", e in quell'occasione potremo dire: "No, è troppo, vogliamo meno", oppure: "No, è poco, diamo di più". Diremo esattamente, confrontandoci, cosa vogliamo proporre come modifica.
Il Consiglio regionale in quel momento, con un voto democratico sui vari documenti che verranno presentati (quello complessivo e quello complessivo emendato, secondo l'attività dei singoli Consiglieri), si esprimerà.
A mio giudizio, Presidente, quella sarà la sede opportuna e, pertanto per risparmiare la dichiarazione di voto, fatta salva naturalmente l'illustrazione e la discussione dell'ordine del giorno e dell'emendamento da noi presentati, voteremo a favore, con grande serenità, di questo bilancio del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Cattaneo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica, che interviene sia sull'emendamento, sia sul bilancio; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Molto velocemente. Incomincio dall'emendamento, anche a nome della collega Rosanna Costa e delle altre colleghe Consigliere regionali che l'hanno sottoscritto.
Chiediamo che il capitolo 60, in particolare il punto che comprende le Consulte, anche la Consulta delle Elette, venga aumentato di 25 mila euro da prendere dal fondo di riserva. Questo nell'emendamento non era specificato, in quanto lo davamo per scontato, ma, se lo dobbiamo precisare, scrivendolo, lo facciamo immediatamente.
Tale richiesta, non solo perché l'attività della Consulta si è particolarmente incrementata, anche dopo l'ultimo convegno di venerdì e sabato scorso, che ha avuto un risultato di un certo rilievo, ma anche perché abbiamo in programmazione, per l'anno prossimo, la messa in cantiere dei lavori di predisposizione del primo Salone delle Elette e delle pari opportunità, che si terrà non solo in Europa, ma a livello mondiale.
Proponiamo che sia Torino la città che ospita tale Salone. Abbiamo già attivato la richiesta di finanziamenti europei; lavoreremo, poi, per ulteriori finanziamenti, perché ci rendiamo conto che l'iniziativa è di carattere internazionale, inedita e di una certa rilevanza.
La ragione per cui chiediamo questo aumento, dunque, non è assolutamente casuale e destituita di un fondamento, ma è collegata ad una progettazione precisa, di cui volevo rendere conto all'intero Consiglio regionale.
Per quanto riguarda la dichiarazione di voto sul bilancio di previsione 2003 del Consiglio regionale, intervengo, come Gruppo dei Democratici di Sinistra, annunciando che il nostro voto sarà favorevole.
Faccio, al riguardo, alcune considerazioni.
Ogni documento è perfettibile e anche l'attività di un Ufficio di Presidenza è sempre perfettibile.
Ci avviamo all'insediamento di un nuovo Ufficio di Presidenza, che si presenterà al Consiglio, al momento del suo insediamento, con un programma di azione e di intervento, per quanto di sua competenza - perché le competenze dell'Ufficio di Presidenza sono di un certo tipo - in modo rinnovato, per la seconda parte della legislatura.
Fatta salva tale questione, voglio presentare delle considerazioni su alcuni aspetti di questo bilancio che a noi paiono particolarmente importanti.
E' rilevante che nel bilancio dell'Ufficio di Presidenza siano presenti delle cifre consistenti, ribadite e aumentate, riguardo, ad esempio, al Comitato per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana.
Su questo punto, come Gruppo, esprimiamo un reale apprezzamento, così come lo esprimiamo per tutte quelle attività più innovative che riguardano le Consulte; dalle Consulte europee a quelle dei giovani, a quelle che riguardano le problematiche per le pari opportunità, che dovrebbero rientrare tra quelle attività innovative che un Consiglio regionale intraprende e sviluppa.
Fatto salvo, quindi, che ogni attività di ogni organismo, di ogni Commissione, di ogni Consulta e anche dell'Ufficio di Presidenza e il suo bilancio, può essere sempre ulteriormente perfezionata, il giudizio dei Democratici di Sinistra è positivo, per quanto registriamo dell'attività e dei documenti, e non concorda, in questo senso, con le osservazioni di altro tipo, svolte da altri colleghi.
Ribadisco, dunque, un voto a favore.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Mi sento in dovere di rispondere, non entrando ovviamente sulle questioni dal punto di vista politico-programmatico, perché l'Ufficio di Presidenza non ha questa funzione, ad alcune considerazioni che ho sentito nel corso del dibattito.
L'URP è stato aperto da questo Ufficio di Presidenza; le visite scolastiche sono state incrementate da questo Ufficio di Presidenza; la nuova Biblioteca è stata inaugurata da questo Ufficio di Presidenza; i nuovi locali a disposizione dei Consiglieri regionali, compresa una Sala stampa denominata "La Sala dei Presidenti", sono stati inaugurati da questo Ufficio di Presidenza.
Proseguiamo, ora, con l'esame del provvedimento e dei relativi emendamenti.
Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

La situazione mi pare un po' confusa. E' stato annunciato un ordine del giorno che il nostro Gruppo considera significativo, anche ai fini della valutazione complessiva del documento di bilancio, che non è ancora in distribuzione.
Tale ordine del giorno contiene una serie di indicazioni di emendamenti in itinere del bilancio di previsione, che inciderebbero, se approvati, in maniera consistente rispetto agli orientamenti che l'Ufficio di Presidenza deve adottare nel programma operativo.
Chiedo di fare un'unica discussione su tutti i documenti disponibili perché - ripeto - sia la fase di discussione dei singoli emendamenti, sia la fase della dichiarazione di voto non possono prescindere dalla valutazione complessiva dei documenti che vengono presentati. Quindi, se c'è un problema di redazione o di ponderazione dell'ordine del giorno depositato, si sospenda un momento l'esame del provvedimento, si concluda la redazione dell'ordine del giorno e si consenta al Consiglio di giudicare il complesso dei documenti che vengono presentati.



PRESIDENTE

I documenti sono pochi e semplici, nel senso che abbiamo due emendamenti che vanno votati ed eventualmente discussi prima della votazione finale.
Il primo emendamento, a firma del Consigliere Cattaneo ed altri, chiede di diminuire di 220.000,00 euro il capitolo 50 (spese per il personale dei Gruppi), trasferendo i fondi al capitolo 9100 (fondo di riserva). Tale emendamento è motivato, dal punto di vista tecnico, dal fatto che è stato previsto un aumento del capitolo nel nostro bilancio, determinato da una modificazione del Contratto nazionale di lavoro, modificazione che ancora non è intervenuta e quindi, da un punto di vista tecnico, è possibile non inserire tutta la cifra prevista subito nel bilancio 2003 come se l'aumento scattasse dal primo gennaio 2003, perché non sappiamo quando scatterà questo aumento. Questa mi pare la motivazione dal punto di vista tecnico (dal punto di vista politico è un'altra questione).
Il secondo emendamento, a firma della Consigliera Manica ed altri chiede che il capitolo 60 (relativo sia al Comitato per la Resistenza, sia alle varie Consulte) venga aumentato di 25.000,00 euro, presi dal fondo di riserva (capitolo 9100). Questo emendamento va discusso in ordine cronologico, perché è stato presentato successivamente, dopo l'emendamento presentato dal Consigliere Cattaneo ed altri.
Poi c'è un ordine del giorno che invece non attiene alla modifica di bilancio, ma attiene all'impiego delle somme previste in bilancio da parte dell'Ufficio di Presidenza e, in particolare, attiene all'impiego delle somme stanziate al capitolo 60 e chiede di incrementare del 20% le spese dell'attività della Consulta Femminile e della Consulta delle Elette, oltre che lasciare invariate le spese relative alla Consulta dei Giovani e al Comitato Regionale per l'Affermazione dei Valori della Resistenza. Se approvato, questo ordine del giorno rappresenta un impegno, ovviamente di carattere politico, per l'Ufficio di Presidenza, che l'Ufficio di Presidenza terrà in debito conto nella predisposizione del programma di attività, ovviamente con particolare riferimento ai fondi previsti dal capitolo 60.
Detto questo, distribuisco tutti i documenti e, se del caso, per consentirne la lettura, sospendo la seduta per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 13.07 riprende alle ore 13.17)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Rendo noto all'aula che è vero che l'Ufficio di Presidenza predispone un programma operativo all'inizio dell'anno, ma è altrettanto vero che lo stesso non è previsto che venga sottoposto all'assemblea.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Illustro innanzitutto l'emendamento che presentiamo, a firma dei Consiglieri Cattaneo, Brigandì, Angeleri, Galasso e Mercurio, relativamente ai trasferimenti al capitolo 50 del bilancio della Regione (Consiglio regionale).
Nelle entrate, dove è previsto, per i contributi per il funzionamento e le spese per il personale dei Gruppi consiliari, da una competenza e un'incidenza di cassa di 6.953.000,00 euro sull'assestamento 2002 chiediamo di passare a 7.273.000,00 euro per lo stanziamento previsto per l'anno di competenza 2003, con un incremento complessivo di 320.000,00 euro, pari a circa 600 milioni di vecchie lire.
Abbiamo verificato con gli uffici, siccome la cifra ci è balzata all'occhio, che questa cifra rappresenta un incremento del 5% scarso rispetto all'anno scorso. La cifra incrementata, quindi la variazione di previsione, sostanzialmente si fonda su due previsioni: la prima, la costituzione di eventuali nuovi Gruppi consiliari o un aumento dei sottogruppi del Gruppo Misto, ed è un'ipotesi in previsione; la seconda l'attuazione di alcune modifiche e quindi degli incrementi salariali di un contratto già da 14 mesi in discussione, che non è stato approvato, che difficilmente verrà approvato entro la fine dell'anno e che forse verrà approvato nel corso del 2003.
Che cosa proponiamo, in buona sostanza? Molto sommessamente, credo con una proposta logica, se condivisa, proponiamo di trasferire 220.000,00 euro (poco meno di 440 milioni di vecchie lire) al fondo di riserva (capitolo 9100), che viene incrementato di pari importo, e di incrementare di soli 100.000,00 euro (200 milioni di vecchie lire) con la variazione in aumento lo stanziamento rispetto all'assestato 2002 del capitolo 50.
Questo perché? Perché qualora fosse approvato il Contratto di lavoro o costituito un ulteriore Gruppo o un ulteriore privilegio di sottogruppo del Gruppo Misto, con questa cifra si potrà certamente affrontare il periodo di uno-due-tre mesi (abbiamo fatto il calcolo in questa ipotesi), salvo l'applicazione di leggi vigenti o di Contratto di lavoro che eventualmente dovesse subentrare.
Nel frattempo, l'Ufficio di Presidenza, come gli compete, farà una variazione di bilancio e trasferirà dal fondo indistinto in quel capitolo la cifra che eventualmente fosse necessaria. Quindi: danno alcuno e previsione rispettata in ipotesi.
Non voglio criticare gli uffici - anzi, colgo l'occasione per ringraziarli del lavoro che hanno svolto - né tanto meno l'Ufficio di Presidenza, ma a nostro sommesso avviso e modesto parere e convinzione ci sembra che sia una formulazione più corretta rispetto a quella proposta.
Vengo all'emendamento presentato dalla Consigliera Manica ed altri.
Debbo dire che le nostre due Consigliere di Forza Italia non lo hanno sottoscritto semplicemente perché sono membri della Giunta e quindi normalmente non viene fatto, ma Forza Italia è un partito che valorizza le donne, due ne abbiamo e due le abbiamo in Giunta... Tre, è vero, la terza è Presidente di Commissione. Quindi, siamo favorevoli, anche se la Presidente Manica ci deve dire dove prende questi soldi, perché se si fa un incremento...
Relativamente all'ordine del giorno, che ritiriamo, questo era un documento con il quale si dava un indirizzo, un impegno a presentare un programma operativo del bilancio di previsione 2003 che prevedesse relativamente agli stanziamenti del capitolo 60 del bilancio complessivamente 2.841.000,00 euro e incrementasse le spese per l'attività della Consulta delle Elette. Diciamo che, in un certo senso, questo indirizzo è già assorbito, tenendo conto della discussione dall'emendamento che le donne del nostro Consiglio regionale hanno presentato... Le Consigliere; mi correggono, giustamente... Lo dicevo simpaticamente, naturalmente.
In secondo luogo, la questione dell'operatività relativamente alla Consulta dei Giovani, al Comitato Regionale della Resistenza e quant'altro che erano comunque citati a titolo di esempi, di presentare questo programma al Consiglio, dando la possibilità al Consiglio di discutere ed incidere, ma visto che il Regolamento e la legge attuale non prevedono questa possibilità, perché, come abbiamo verificato con gli Uffici durante la sospensione e come ci ha comunicato il Presidente Cota ufficialmente in apertura dei lavori, è un programma che spetta ed è competenza esclusiva dell'Ufficio di Presidenza, ritiriamo l'ordine del giorno, perché non abbiamo la possibilità di discuterne e, quindi, non vorremo interrompere o impedire attività importanti. Non era questo il nostro spirito, volevamo semplicemente discuterne, ma lo lasciamo come patrimonio dell'Ufficio di Presidenza di oggi e di domani, alla base di una discussione che vi porterà a licenziare un vostro provvedimento che è di vostra competenza.



PRESIDENTE

Volevo esprimere il parere favorevole, a nome dei colleghi dell'Ufficio di Presidenza, sull'emendamento presentato dal Consigliere Cattaneo ed altri e su quello presentato dalla Consigliera Manica ed altri.
Come annunciato dal Consigliere Cattaneo, l'ordine del giorno n. 664 è da considerarsi ritirato.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2).
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Palma per dichiarazione di voto sull'intero testo della deliberazione.



PALMA Carmelo

Penso che la discussione sia stata abbastanza confusa per diversi errori commessi nella presentazione e nell'elaborazione di una serie di emendamenti che non hanno consentito, secondo me, delle modifiche migliorative al provvedimento in esame, sul quale voglio fare una considerazione generale alla stregua delle considerazioni che ci accingiamo a fare sul bilancio complessivo dell'Ente Regione.
Abbiano insistito, in particolar modo discutendo l'aumento dell'addizionale IRPEF per l'anno 2003, sull'esigenza complessiva della Regione di attuare politiche di contenimento, in particolare della spesa corrente, della spesa libera e discrezionale. Continuiamo a ritenere che anche il bilancio del Consiglio regionale debba rientrare nella logica complessiva del bilancio della Regione e, quindi, non possa evidenziare complessivamente incrementi superiori a quello del bilancio della Regione ed, in particolare, incrementi di quelle voci su cui rispetto al bilancio della Regione chiediamo di intervenire con interventi di contenimento e di riduzione.
Posso sbagliare, ma, complessivamente, la previsione di bilancio del 2003 pareggia a 6 miliardi in più rispetto all'assestato 2002, con un incremento del 5-6%, con un incremento marcato e sensibile del capitolo complessivo della spesa libera. Si può discutere a lungo o non discutere come sostanzialmente abbiamo scelto di non discutere sui singoli capitoli e sulle attività dei singoli organismi che amministrano e gestiscono questa spesa libera, ma un dato complessivo emerge con grande chiarezza.
Se il bilancio del Consiglio regionale riproducesse le dinamiche del bilancio della Regione Piemonte ci troveremmo, di qui a qualche settimana a discutere aumenti di bilancio molto consistenti del bilancio della Regione Piemonte, che sarebbero non affrontabili e non rimediabili con gli strumenti finanziari che abbiamo a disposizione.
In questo senso, interpreto anche le parole del Consigliere Tapparo perché, o rientriamo in una logica complessiva che ci vincola tutti complessivamente e, quindi, laddove interveniamo sulle spese discrezionali della Giunta interveniamo con la stessa logica che adottiamo rispetto alle spese del Consiglio, oppure è difficilmente sostenibile che c'è una dinamica virtuosa di bilancio che deve coinvolgere il bilancio della Regione Piemonte e non deve coinvolgere il bilancio del Consiglio regionale, in cui tutte le poste, tranne quelle del fondo di riserva nella proposta dell'Ufficio di Presidenza, sono in aumento.
Non credo all'errore statistico, così come non credo al fatto che se nel bilancio della Regione Piemonte è possibile tagliare qualcosa da qualche parte, allo stesso modo nel bilancio del Consiglio regionale è sicuramente possibile tagliare qualcosa da qualche parte.
Avevo visto con favore l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Cattaneo, non perché punitivo di una serie di organismi rispetto a certi altri, ma tentava, perlomeno in linea di principio, di introdurre un meccanismo di contenimento di quella parte di spesa che, non essendo legata a oneri contrattuali o a spese contrattuali in senso generale, era più suscettibile di essere affrontata con dinamiche di contenimento.
Tutto questo non avviene. Non voglio dare un parere di sfiducia rispetto a questo bilancio, direttamente trasferibile come sfiducia nei confronti dell'Ufficio di Presidenza, però prendo atto che l'Ufficio di Presidenza presenta un bilancio in crescita del 6%, esattamente il contrario di quello che il Consiglio regionale richiede rispetto alla Regione Piemonte.
Per questo fatto e per il tentativo evidente di non contenere da alcuna parte, se non sul fondo di riserva, le spese che vengono previste, questo bilancio non può comportare un voto favorevole da parte del Gruppo Radicale.
Non confido troppo sul fatto che nel programma operativo dell'Ufficio di Presidenza - qualunque sia l'Ufficio di Presidenza - ci si possa muovere diversamente, come la logica delle cose impone di muoversi, cioè utilizzando tutte le poste previste ed incamminandoci verso una direzione in cui - ripeto - il trend di aumento del bilancio del Consiglio regionale del Piemonte continua ad essere un trend di crescita, al di là delle spese obbligatorie e delle spese in senso lato contrattuali che, per altro verso tutti i Gruppi o molti Gruppi dell'opposizione tentano di contenere rispetto all'aumento delle indennità di carica e rispetto alla materia del trattamento economico dei Consiglieri regionali e di finanziamento dei Gruppi consiliari.
Annuncio l'astensione del Gruppo Radicale rispetto al bilancio presentato, aggiungendo un'ultima considerazione.
Sono d'accordo con il Consigliere Marcenaro che questo bilancio non è la sede per la campagna elettorale del nuovo Ufficio di Presidenza.
Gradirei che anche il Presidente del Consiglio fosse della stessa opinione.
Visto che il Presidente del Consiglio ha inteso concludere la discussione generale con un intervento che ricordava gli spot del primo Governo Berlusconi (nuova Biblioteca: realizzata; nuovo Ufficio di Presidenza: realizzato; nuovo URP: realizzato), non vorrei che l'interpretazione che il Presidente, o l'Ufficio di Presidenza, dà di questo bilancio, sia l'interpretazione di un voto di sfiducia o di fiducia rispetto all'Ufficio di Presidenza. Certo, l'Ufficio di Presidenza si giudica rispetto al governo della materia economica che viene ad esso assegnata, si giudica, più complessivamente, rispetto ai meccanismi di funzionamento dell'assemblea e delle Commissioni e rispetto alla garanzia dei diritti di esercizio del mandato elettorale che ciascuno di noi ha ricevuto. Sicuramente, su questo versante, che non è oggetto di questa delibera, le critiche del Gruppo Radicale sarebbero decisamente più forti e più sostenute di quelle che abbiamo riservato al bilancio.



PRESIDENTE

Concordo con la sua valutazione, Consigliere Palma. Il mio intervento era solo per puntualizzare alcune questioni concrete che erano emerse nella discussione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà



TAPPARO Giancarlo

Quanto puntualizzato dal Presidente e sostenuto dal Consigliere Palma cioè di una metodologia del Governo Berlusconi del 1994, sono elementi che potevano stare nella relazione introduttiva dell'Ufficio di Presidenza.
Chiedo che la prassi - non guardo altre assemblee elettive che magari si comportano in maniera più ermetica in questo campo - sia una relazione di bilancio di previsione che l'accompagni, che dia, per esempio - io accennavo al tema della sicurezza, e dell'URP - qualche elemento in più.
Chi non è Consigliere regionale, o acquisisce le informazioni per vie informali, oppure le "cava" come un dentista cava un dente. Il bilancio di previsione rappresenta un segno, una prospettiva. Sono stati attuati degli investimenti e delle scelte più o meno buone, non negative. Era questa la domanda che ponevo.
E' chiaro che in un bilancio di previsione si segnano gli indirizzi, le priorità, gli orientamenti delle maggiori sensibilità. La vicenda, per esempio, della Biblioteca poteva essere risolta in un modo piuttosto che in un altro: è su quello che si può discutere.
Questo è quello che rivendico anche per la prossima volta: che un bilancio di previsione sia accompagnato da una relazione chiamiamola politica. In tutti i bilanci di entità, associazioni, attività industriali o fondazioni, c'è una relazione che accompagna il bilancio di previsione che lo arricchisce e permette, a chi deve approvarlo, di farne una valutazione. Noi, invece, abbiamo ricevuto quelle schematiche informazioni (anche queste cose fatte in modo brusco!) da parte del Presidente Cota.
Voterò a favore del bilancio. Tuttavia, mi rammarico che, anche questa volta, si sia persa l'occasione per rendere il dibattito un po' più ampio e un po' più complessivo, e si è cercato di liquidarlo in un angolo del nostro tempo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ricordo ancora ai Consiglieri che i lavori riprenderanno alle ore 15.30 e che è riunito il Comitato di Solidarietà.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.38)



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