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Dettaglio seduta n.274 del 26/11/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 10.05 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.35)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 10.38)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Brigandì, Cantore Costa Enrico, Ghigo, Pichetto Fratin e Racchelli.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti seduta", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 16, 25, 26, 29, 30 e 31 luglio 2002, del 1° agosto 2002 e del 17 settembre 2002.
Se non vi sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento ad una richiesta di incontro con una delegazione del CSA (Coordinamento Sanità e Assistenza) e all'ordine di svolgimento delle interrogazioni e interpellanze. Richiesta inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Chiezzi ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Due questioni sull'ordine dei lavori.
La prima. Ho presentato, insieme ad altri colleghi, delle proposte di inversione di punti all'o.d.g.; le chiedo quando vorrà trattare tale richiesta.
La seconda. E' presente, fuori dal palazzo, una delegazione del CSA che chiede di incontrarci per gravi problemi legati alla gestione di situazioni difficili.
Le chiedo, pertanto, di ricevere tale delegazione insieme ai Capigruppo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Mi associo alla richiesta del Consigliere Chiezzi. In particolare, la problematica sollevata dai manifestanti all'esterno del palazzo investe sia il settore della sanità, sia quello dell'assistenza. Mi sembra di capire Presidente, che abbia anche una stretta relazione con un tema di attualità in quest'aula, quello dei LEA.
Mi associo, dunque, alla richiesta del collega Chiezzi.



PRESIDENTE

Vi ringrazio. Per quanto riguarda il CSA (Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base), che sta manifestando all'esterno del palazzo, dopo aver assunto informazioni presso la Presidenza del Consiglio comunico che nessuna richiesta formale è pervenuta alla Presidenza in merito ad un incontro.
Vi è un'intesa dell'Ufficio di Presidenza a ponderare tali situazioni di volta in volta, ma sempre e soltanto rispetto alla richiesta pervenuta in modo da poter valutare correttamente, verificando anche la presenza in aula degli Assessori competenti in materia.
Comunico, fra l'altro, che l'Assessore Cotto, delegata all'assistenza oggi è in congedo.
Valuteremo, pertanto, dopo il punto relativo alle "Interrogazioni e interpellanze", la possibilità di organizzare un eventuale incontro, anche rispetto all'andamento dei lavori del Consiglio.
Non essendo alle ore 10.00 pervenuta alcuna richiesta formale di incontro, farò ancora verificare se nel frattempo è sopraggiunta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, solo per segnalarle che ufficialmente glielo chiediamo adesso. Comunque verifichi, perché dovrebbe esserci una richiesta precedente; tenga anche conto che fuori piove e che ci sono parecchi anziani.
Non sono d'accordo sul rimandare l'incontro a un momento indeterminato.
Le chiedo, visto che iniziamo i lavori con 40 minuti di ritardo, di sospendere subito la seduta e di affrontare, in venti minuti, mezz'ora, con questi cittadini e cittadine, che lasciamo tuttora sotto la pioggia, i temi da loro trattati.
Le chiedo di farlo subito. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Vedo adesso che è stata distribuita la proposta di legge n. 468, con la solita clausola "qualora approvata dalla Commissione competente".
Poiché i lavori di questi due giorni sono stati programmati molto attentamente, in modo da renderli producenti, come pensa la Presidenza di inserire questo provvedimento, qualora approvato dalla Commissione? Quando, visto che vi è un'egregia programmazione dei lavori faticosamente raggiunta nell'ultima riunione dei Capigruppo?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Anch'io questa mattina, entrando nel palazzo, ho visto la delegazione che manifestava fuori dal Consiglio, se non sbaglio per i malati di Alzheimer (ho visto alcuni cartelli).
Ritengo che si possa ricevere tale delegazione, come quasi sempre abbiamo fatto, quando è stata presentata una richiesta in tal senso, per un tempo circoscritto di un quarto d'ora, venti minuti.
Con questo spirito, possiamo andare incontro all'esigenza sollevata dai colleghi Contu e Chiezzi e alla richiesta, magari non formale, di chi sta manifestando in questo momento, senza incidere significativamente sui lavori del Consiglio, magari riducendo semplicemente il tempo destinato al sindacato ispettivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, molto velocemente, per non perdere tempo.
Ritengo che questo Consiglio abbia sempre accettato qualsiasi richiesta di invito e, anche in questo caso, mi sento di affermare di essere d'accordo.
Nulla vieta al Presidente di comunicare l'ora dell'incontro, in modo che le persone che stanno manifestando possano organizzarsi e non stare sotto la pioggia. Potremmo riceverli anche nella pausa del pranzo, verso le 13.00.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Ho l'impressione che la programmazione dei nostri lavori vada complessivamente rivista, secondo un criterio di prudenza.
La scorsa settimana vi è stata una riunione dei Capigruppo che, in maniera molto definita, aveva stabilito un doppio binario, assegnando alla riunione odierna la fase del sindacato ispettivo e l'analisi del provvedimento sul buono scuola e, alla giornata di domani, l'analisi di una serie di provvedimenti "di ordinaria amministrazione".
Non c'è dubbio che la presentazione di una proposta di legge e la convocazione d'urgenza della Commissione Bilancio cambiano il quadro della situazione.
Lo cambiano da due punti di vista: dal punto di vista procedurale perché oggi alle 13.30 dobbiamo esaminare un provvedimento assegnato in Commissione ieri sera alle 17.30, per il quale immagino che ancora nessun Gruppo consiliare sia stato in grado di attrezzarsi; in secondo luogo perché se, come traspare dalle intenzioni dei proponenti, l'intenzione è quella di chiedere di iscrivere - e lo ha già fatto il Presidente - questo provvedimento per la seduta di domani, ho l'impressione che sarebbe prudente prevedere una Conferenza dei Capigruppo al termine della seduta della I Commissione per modificare l'ordine dei lavori, in quanto mi pare abbastanza evidente che la discussione della legge sulle indennità, la discussione sul buono scuola e quella sull'ordinaria amministrazione insieme non possono stare.
Di conseguenza, inviterei il Presidente, magari consultandosi con l'intero Ufficio di Presidenza, a immaginare un percorso prudente che io mi limito a suggerire: esaurire nella mattinata la fase del sindacato ispettivo, che non mi pare problematica dal punto di vista procedurale alle 12.30 aggiornare la seduta per il pomeriggio; consentire a tutti i Gruppi consiliari almeno un'ora di tempo prima dell'inizio della Commissione Bilancio e immaginare, al termine dei lavori della Commissione Bilancio, una Conferenza dei Capigruppo che o confermi la calendarizzazione dei nostri lavori, oppure la modifichi sostanzialmente. Non facciamo, per le cose facendo finta che le cose non esistono, altrimenti tutte le cose inevitabilmente ci scoppiano in mano e non riusciamo a concludere nulla.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Intervengo per associarmi alla richiesta di ricevere i rappresentanti delle Associazioni che stanno manifestando davanti al Consiglio, ricordando che avevano già chiesto un'audizione da molto tempo e quella loro richiesta giace in IV Commissione dal mese di giugno. Pertanto, direi che si configura come assolutamente impossibile da parte nostra non ricevere immediatamente queste sette Associazioni.
Sono poi anch'io a richiedere che si termini il Consiglio alle 12.30 perché, stante la repentina convocazione della I Commissione su tale o.d.g., anche noi abbiamo l'esigenza di fare una riunione del Gruppo, come penso anche tanti altri rispetto a questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Un suggerimento pratico. Mi associo alla richiesta di ricevere la rappresentanza di coloro che stanno manifestando e siccome di solito le operazioni di recepimento sono piuttosto lunghe, direi che conviene cominciare a farli accomodare già adesso per poi sfruttare tutto il tempo a nostra disposizione.
Per quanto riguarda le considerazioni di buonsenso espresse dal Consigliere Palma e raccolte anche dalla collega Manica, credo che si possa aderire alla sospensione alle 12.30 e quindi poi alla ripresa dei lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Mi associo alla richiesta di ricevere coloro che stanno manifestando ma mi permetto di fare una segnalazione alla Presidenza, ovvero che in futuro si prevedano le audizioni di coloro che vengono a manifestare in orari e date diverse da quelle di convocazione del Consiglio. E' vero che c'è l'incontro dei Capigruppo, ma tutti gli altri Consiglieri perdono la mattinata e poi ci lamentiamo che la seduta non inizia mai.
Se le persone impiegano anche delle ore per venire a Torino a lavorare se non c'è il numero legale e si convoca la riunione dei Capigruppo, se c'è un partito che chiede la sospensione e poi c'è un'altra riunione, se si incontrano le delegazioni, non pensiamo di avere il numero legale quando il Consiglio viene convocato.
Quindi, chiedo un maggiore rispetto degli orari e dei lavori programmati, eccetto ovviamente i casi straordinari.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Colleghi, relativamente all'o.d.g. aggiuntivo c'è stato un errore.
L'o.d.g. della seduta consiliare del 27 novembre è così integrato e quindi procediamo alla correzione; ovviamente, questa prenotazione vale per domani, con riferimento alla proposta di legge n. 468 che verrà discussa e dibattuta in Commissione, la quale si determinerà come riterrà più opportuno.
Con riferimento alla richiesta di approfondimento avanzata da diversi Gruppi consiliari, ritengo di accoglierla perché un'ora prima della riunione di Commissione mi sembra una richiesta accoglibile, anche sentiti i pareri dei Gruppi consiliari sull'ordine dei lavori. Sospenderemo quindi la seduta alle 12.30.
Resta il problema della delegazione. L'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha assunto una precisa determinazione per cui colleghi, ha stabilito che durante i giorni di Consiglio - e qui chiamo in soccorso i colleghi dell'Ufficio di Presidenza - non è previsto il ricevimento di delegazioni, salvo che venga programmato dallo stesso Ufficio di Presidenza.
Pertanto, colleghi, devo informarvi che a me non è giunta alcuna richiesta preventiva per ricevere oggi la delegazione e quindi, stante le decisioni assunte dall'Ufficio di Presidenza, non ho alcun titolo e motivo per sospendere i lavori del Consiglio regionale per riceverla.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Sull'ordine dei lavori. Posso solo fare un commento: là dove non puote la norma, può il buonsenso. Siccome lei, Presidente, ha questa facoltà, che più volte ha dimostrato di esercitare, l'invito che le rivolgo - e non c'è in questo alcuna volontà dilatatoria, tanto stiamo parlando delle interpellanze e quindi del sindacato ispettivo - è di fare una valutazione visto che è una sua prerogativa.



PRESIDENTE

Posso fare nel modo seguente, per non creare dei precedenti poi difficili da gestire per quanto riguarda l'aula.
Venendo incontro alle richieste dei colleghi, posso fare in modo che l'incontro venga ricompreso nel sindacato ispettivo. Dunque, visto che oggi avevamo previsto due ore di sindacato ispettivo in apertura, possiamo ricevere la delegazione subito e alle 11.30 proseguire con il sindacato ispettivo, che terminerà alle ore 12.30, nel momento in cui sospenderemo i lavori per l'approfondimento prima della riunione di Commissione.
Quindi, se l'aula è d'accordo, ci determiniamo in questo modo.
L'incontro è subito al piano terra, nella Sala dei Presidenti.
La seduta è pertanto sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.57 riprende alle ore 11.54)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo i lavori con la trattazione delle interrogazioni e interpellanze. La proposta di inversione dei punti all'o.d.g., richiesta dal Consigliere Chiezzi, sarà valutata nel pomeriggio.
Verifico se gli Assessori sono presenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Presidente, pongo una questione di metodo rispetto al sindacato ispettivo. In questo momento, vedo entrare in aula l'Assessore Cavallera che è l'Assessore che più ci sta a cuore in questa fase. Il problema è che non possiamo disciplinare il sindacato ispettivo sulla base degli Assessori presenti, perché la riunione dei Capigruppo stabilisce quali sono le interrogazioni che troveranno risposta in aula. Non si può arrivare in aula e riformulare l'ordine di risposta alle interrogazioni e interpellanze sulla base dei congedi. Presidente, non so come intenda procedere.



PRESIDENTE

Consigliere Palma, voglio procedere in ordine.



PALMA Carmelo

Presidente, la Conferenza dei Capigruppo ha stabilito un ordine differente di risposta alle interrogazioni. Il problema è capire se la Conferenza dei Capigruppo serve per stabilire l'ordine delle interrogazioni da trattare, oppure se serve a segnalare le interrogazioni che stanno a cuore a qualche Consigliere, lasciando alla Giunta la discrezionalità di decidere a quale interrogazione rispondere. Non so se è chiaro il mio ragionamento. Se c'è una disciplina bisogna seguirla.



PRESIDENTE

Consigliere Palma, lei ha sollecitato le interrogazioni n. 1737, n.
1738 e n. 1739 che sono in elenco e, successivamente, altre interrogazioni.
Credo che la Giunta abbia comunicato la disponibilità a rispondere ad alcune sue interpellanze e interrogazioni, ma solo dopo quelle richieste da altri Consiglieri. Quindi, è corretto iniziare dalla prima interpellanza prevista dall'elenco.
Le richieste pervenute alla Conferenza dei Capigruppo sono inserite in questo pacchetto, infatti, dopo le prime tre interrogazioni, risponderemo anche alle sue tre richieste. Ho l'elenco che la Giunta mi fornisce. Se si decide di cambiare metodo, quindi di dare precedenza, rispetto a quanto la Giunta decide di rispondere, basta deciderlo nella Conferenza dei Capigruppo.
Siccome in via preliminare dai Capigruppo non ho ricevuto questa indicazione, intendo procedere in questo modo.
Consigliere Palma, se solleverà questo problema alla Conferenza dei Capigruppo si potrà decidere di instaurare un metodo differente.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interpellanza n. 1568 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Impianti per telefonia mobile UMTS ad Acqui Terme"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1568, presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea.
Rispondono gli Assessori Botta e Cavallera.
Prego, Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

La L.R. n. 44/00 (in attuazione del D.lgs. n. 112/98) all'art. 48 comma 2, recita testualmente: "Sono altresì attribuite ai Comuni le funzioni connesse al rilascio di provvedimenti autorizzativi, nulla osta e concessioni, in materia di localizzazione, costruzione ed esercizio degli impianti di teleradiocomunicazione, tenuto conto del parere dell'ARPA".
L'Assessorato non è a conoscenza dell'operato del Comune di Acqui Terme in materia, non avendo alcuna funzione amministrativa o di controllo nei confronti dell'Amministrazione locale per quanto concerne il rilascio dei provvedimenti autorizzativi; a maggior ragione, non può sindacare, esulando dalla propria competenza, l'operato di un dirigente del Comune e la legittimità del ruolo da questi svolto.
Non risulta, invece, che il Comune di Acqui Terme abbia posto in essere misure regolamentari di natura urbanistico-edilizia per disciplinare l'installazione di impianti di telefonia mobile.
Infatti, il Comune non è dotato di Regolamento Edilizio aggiornato e per quanto concerne le Norme di Attuazione del Piano Regolatore, si è appreso, durante la fase istruttoria, che l'assenza di una specifica disciplina nella variante generale è dovuta ad una precisa scelta conseguente ad una sentenza che avrebbe dichiarato illegittimo l'inserimento di tale regolamentazione negli strumenti urbanistici. Il Comune avrebbe quindi deciso di chiarire prima la questione a livello legale. Non risulta, peraltro, alcuna disposizione di legge che obblighi a prevedere la menzionata regolamentazione nell'ambito dei Regolamenti Edilizi e/o degli Strumenti Urbanistici, mentre valgono gli artt. 46 e 47 della già citata L.R. n. 44/00 per quanto concerne l'attività di indirizzo da parte della Regione e di vigilanza da parte delle Province in materia di infrastrutture generanti campi elettromagnetici.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Per quanto riguarda le considerazioni urbanistiche, mi richiamo a quello che ha detto l'Assessore Botta. In sostanza, ci troviamo di fronte ad una questione, quella della telefonia mobile, che è stata ampiamente discussa in questi ultimi tempi. Vorrei precisare che la materia è stata regolata nel mese di settembre dall'arcinoto Decreto Gasparri, sul quale alcune Regioni hanno provveduto all'impegnativa, mentre da parte nostra non si è andati in quella direzione.
Rispondo anche ad un'altra sollecitazione, non ricordo se contenuta in un'altra interpellanza o in un ordine del giorno presentato dal Consigliere Contu. Seguendo la strada indicata dal Presidente della Conferenza, on.
Ghigo, e dalla maggioranza delle Regioni, preferiamo seguire la strada del confronto e quindi la possibilità di modificare in Conferenza i provvedimenti.
Secondo la maggior parte delle Regioni, le modifiche ottenute in sede di Conferenza possono magari giustificare delle critiche in ordine a qualche contenuto, perché non hanno accolto totalmente i nostri emendamenti, ma complessivamente non si è raggiunta la soglia del conflitto ad un livello tale da richiedere un'impugnativa alla Corte Costituzionale.
Si deve agire all'interno del quadro che si va consolidando, che vede appunto, il decreto legislativo cosiddetto Gasparri, in sostanza partendo dal presupposto che ci si trova di fronte ad impianti e non ad opere e quindi a strutture che, dal punto di vista ambientale, hanno un impatto sostanzialmente reversibile.
Sicuramente, la questione deve essere affrontata sotto il profilo della tutela della salute, quindi diventa importante la configurazione delle installazioni rispetto alle distanze misurabili verso i luoghi di lavoro o di studio - o comunque quei luoghi dove si sta più ore al giorno rispetto alla generalità dei luoghi nei quali ci può essere una presenza occasionale.
Questo decreto va visto con i successivi decreti attuativi che sono stati esaminati nella scorsa seduta della Conferenza Stato-Regioni, nella quale non abbiamo dato un consenso ad un'intesa sostanziale formale perch alcune Regioni, avendolo impugnato, non hanno ritenuto di accettare i decreti attuativi. Mancando l'unanimità non si può dare l'intesa.
Voglio cogliere l'occasione per dire che i due decreti - uno per le teleradiocomunicazioni e l'altro per gli elettrodotti, ma soprattutto quello delle telecomunicazioni - confermano i volt/metro, cioè i parametri del cosiddetto Decreto Ronchi del 1999: 6 volt/metro e 20 volt/metro a seconda che si sia in locali di vita, di lavoro o di studio continuo piuttosto che in esposizioni occasionali.
Nel proporre questo da parte del Governo, c'è stata una scelta di continuità, di mantenere il quadro normativo che scaturiva dagli anni scorsi, anche se vi erano richieste di restringimento dei valori che credo debbano essere adottati correttamente, non solo in base ad un principio di precauzione. I 6 volt/metro e i 20 volt/metro sono un principio di precauzione in quanto, a livello europeo, mediamente, i valori di riferimento sono superiori; per andare verso valori più stretti occorrono delle conferme e dei supporti da parte delle autorità del mondo scientifico ed accademico nazionale e internazionale.
Questo ho voluto dirlo perché, a mio avviso, occorre affrontare il discorso con la dovuta attenzione alle varie casistiche. Quando parliamo di teleradiocomunicazione, parliamo delle grosse antenne radiotelevisive tipo quelle che si trovano sul Colle della Maddalena (il famoso caso della Radio Vaticana ha fatto discutere negli scorsi anni), dove ci sono grandi emissioni, campi magnetici pesanti e quindi indici superiori.
Per quanto riguarda la telefonia, abbiamo due casistiche: le antenne di una certa rilevanza, perché sono punti nodali della rete, oppure gli antennini che si susseguono tecnologicamente andando verso l'UMTS (si ha un infittimento di queste installazioni anche se si ha una riduzione delle potenze di emissione).
Credo che si debba proseguire su una strada quale quella che viene fuori dal quadro delineato, che prevede per le piccole antenne di potenza limitata un'autocertificazione, oppure una dichiarazione di inizio attività ai sensi delle leggi urbanistiche e controlli susseguenti da parte dell'ARPA e delle ASL, in modo da avere la certezza che siano rispettati i parametri di riferimento. Invece, per le grandi installazioni l'autorizzazione preventiva.
I Comuni possono avere o meno emanato un regolamento, può esserci il caso specifico dell'antenna di cui si parla nell'interpellanza, ma sta di fatto che vi è un sistema normativo in grado di intercettare, in modo proporzionato all'incidenza e alla pesantezza dell'impatto, le varie situazioni e approntare la giusta risposta dal punto di vista della vigilanza, dal punto di vista degli accertamenti tecnici e dal punto di vista della tutela della salute dei cittadini, al di là degli aspetti paesaggistici (che è un altro aspetto da non sottovalutare).
Bisogna anche riconoscere che c'è un problema di inserimento nell'ambiente di certe infrastrutture, quindi di una loro collocazione o meno sui crinali dei colli o delle montagne che può creare dei problemi se non adeguatamente pensata dal punto di vista paesaggistico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

L'Assessore Cavallera - mi riferisco a quanto affermato dall'Assessore Botta - l'11 giugno 2002 inviò una lettera di suo pugno alla dott.ssa Tasselli nella quale chiese di raccogliere - adesso scopro che questa è la procedura - tutti gli elementi per la risposta all'interpellanza.
Prendo atto che ha risposto su tutta la parte riguardante la questione della regolamentazione, perché il Comune di Acqui abbia deciso di non dotarsi di questo strumento per il quale altri Comuni hanno operato una scelta più coraggiosa, intraprendendo un contenzioso legale di una certa portata, forti del fatto che, di fronte all'indeterminatezza, all'ansia e agli allarmi attorno ai danni derivanti dalle emissioni di cui trattiamo, è evidente che l'autorità - Sindaco o chi, per legge, tutela la comunità - la maggior autorità in campo sanitario, quindi obblighi e competenze di intervento e prevenzione, ha fatto scelte coraggiose.
Tuttavia, Assessore, è completamente assente la risposta - anche qui mi rendo conto che la risposta poteva essere: "si rivolga alla Magistratura".
Assodato che le norme sono quelle, Assessore, non trova sorprendente che le quattro installazioni più importanti, che si sono insediate nel Comune di Acqui nel periodo preso in esame, abbiano come firma del progetto di richiesta di autorizzazione all'installazione quella dell'ing. Muschiato che è il general manager dello stesso Comune? Francamente, lascia estremamente sorpresi. Comprendo però che la Regione non possa svolgere quel ruolo di vigilanza che dovrebbe svolgere magari la Prefettura o altri organi preposti.
Non vorrei reiterare l'interpellanza, ma noi avevamo chiesto soprattutto all'Assessore Botta, se era in grado di ricostruirci questa istruttoria.
Perché è utile al Consiglio regionale normare questa materia? Per verificare se siamo in presenza di carenze conclamate della L.R. n. 44/00 che, da questo punto di vista, dovrebbe almeno stabilire, come legge sovraordinata, degli iter assolutamente trasparenti sulle modalità di concessione di queste autorizzazioni.
Fermo restando il dissenso politico per la scelta operata dall'Amministrazione regionale, che non ha voluto intraprendere la strada del contenzioso nelle sedi competenti con il Governo in relazione all'emanazione di quel decreto, ritengo che su tale materia l'acquisizione di questi ulteriori elementi possa essere utile al legislatore per apportare eventuali correzioni al testo di legge di riferimento.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 1768 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Progetto per la realizzazione di un residence in zona esondazione del Lago Maggiore presso il Comune di Dormelletto (NO)"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interpellanza n. 1768 presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea, alla quale risponde l'Assessore Botta Franco Consigliere Contu, la vuole illustrare?



CONTU Mario

No.



PRESIDENTE

Ha pertanto la parola l'Assessore Botta per la risposta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Rispondo all'interpellanza n. 1768 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Progetto per la realizzazione di un residence in zona esondazione del Lago Maggiore presso il Comune di Dormelletto (NO)".
Il PEC "AO" del Comune in oggetto è previsto nella Variante Generale al Piano Regolatore, approvata con DGR n. 6-28221 del 27 settembre 1999 e normato all'art. 20 delle norme tecniche di attuazione del medesimo.
Il Comune, nel rispetto delle norme vigenti, può quindi autonomamente procedere all'approvazione del progetto di Piano Esecutivo Convenzionato che non è soggetto a provvedimento autorizzativo della Regione Piemonte e può stipulare la relativa convenzione con la parte proponente.
Risulta agli uffici che, in sede di approvazione dello strumento urbanistico generale, sono state valutate le condizioni di pericolosità geomorfologica dell'area interessata secondo le specifiche classificazioni della circolare regionale 7 LAP/96, opportunamente vagliate dal competente Settore Regionale di Prevenzione Territoriale del Rischio Idrogeologico che ha espresso parere in merito.
Risulta, inoltre, che il Comune di Dormelletto, proprio per la coerenza degli studi idrogeologici presentati a corredo delle previsioni urbanistiche con le direttive espresse dalla circolare 7 LAP/96, rientra nel primo elenco dei Comuni esonerati dall'adeguamento al PAI.
Poiché non vengono segnalate né violazioni di legge né eventuali difformità del PEC rispetto alla normativa vigente, che comprende anche la disciplina dei parcheggi, non si è ritenuto di dover interessare il Settore Vigilanza Urbanistica per un controllo non supportato da una puntale contestazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore, sono allibito dalla risposta. I cittadini, mediante un atto richiesto dai Consiglieri regionali, formulano un'interpellanza, segnalando un possibile punto di pericolo legato al problema di assetto idrogeologico di opere necessarie per mettere in sicurezza l'inserimento e la realizzazione di un residence.
Non riapro tutte le questioni già sollevate, ma trovo sconcertante la risposta: lei, sostanzialmente, dice che la contestazione non è talmente puntale da non richiedere l'attivazione degli organismi competenti.
Relativamente alle competenze del CTU, questa probabilmente non è materia che è passata all'attenzione di quell'organismo. Lei ha affermato che il Settore preposto alla difesa del suolo ha espresso un parere. Già è sconcertante la risposta perché ha espresso un parere nel merito, ma non ha detto se il parere è favorevole o contrario, o ancora se è un parere nel quale si vincola la realizzazione.
Noi le abbiamo chiesto - e qui lancio un allarme - esclusivamente di mandare in missione un responsabile del Settore affinché verifichi se relativamente all'iter istruttorio messo in campo e alla scelta operata da quel Comune, si possono paventare pericoli tali da determinare l'intervento da parte della Regione, almeno in via cautelativa o di autotutela in relazione alle incombenze che competono alla vigilanza dovuta per legge dagli organismi preposti.
Assessore, la invito a riflettere sul tenore della risposta: cosa dobbiamo fare per avere questo atto? In fin dei conti, riguardando bene il tenore dell'interpellanza chiediamo che si eserciti un diritto di vigilanza. Non chiediamo nient'altro.
Credo che questo sia un atto assolutamente dovuto. Anzi, ci indichi qual è la modalità. Non credo che lei abbia bisogno dell'unico sensore diciamo così, che rende sensibile la politica quando si lanciano degli allarmi; dobbiamo andare sul posto, fare una conferenza stampa, porre all'attenzione dell'opinione pubblica... No. Abbiamo utilizzato i normali atti di sindacato ispettivo segnalando, sostanzialmente, una condizione che a noi pare possa rappresentare una situazione di rischio idrogeologico.
Le chiedo formalmente di rivedere il tenore della sua risposta e di mettere in campo quegli atti che, a mio giudizio, sono dovuti nel momento in cui si è in presenza di una segnalazione di quella portata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta per una breve replica.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Volevo replicare brevemente.
Evidentemente, la mia è una risposta che si basa anche sul fatto che ho trasmesso agli uffici l'interpellanza per avere gli elementi per un'eventuale attivazione del Settore Vigilanza, il quale, in base a quello che ho prima esposto, ha ritenuto di non dover ravvisare, in quegli elementi e per le ragioni che ho detto, l'attivazione della vigilanza stessa.
Ad ogni buon conto, anche alla luce di quanto lei ha testé affermato riproporrò la questione agli uffici competenti.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e docenti della Scuola statale "L. Einaudi" di Domodossola


PRESIDENTE

Saluto gli alunni e i docenti della Scuola statale "L. Einaudi" Domodossola; buona visita in Consiglio regionale e buona permanenza.


Argomento: Trasporti su gomma

Risposta scritta all'interpellanza n. 1618 inerente a "Accordo di programma sulla realizzazione della tratta autostradale Asti-Cuneo"


PRESIDENTE

Informo i presenti che all'interpellanza n. 1618, presentata dai Consiglieri Riba, Manica e Muliere, inerente a "Accordo di programma sulla realizzazione della tratta autostradale Asti-Cuneo", verrà fornita risposta scritta da parte dell'Assessore competente.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interpellanza n. 195 del Consigliere Chiezzi inerente a "Incidente nello stabilimento Kemia Tau S.a.s. di La Cassa (TO)"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interpellanza n. 195 presentata dal Consigliere Chiezzi.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Preliminarmente è necessaria una precisazione sugli obblighi delle imprese e sui compiti affidati alla Regione, in tema di rischio di incidente rilevante, dal D.lgs. n. 334/99.
Premesso che l'azienda svolgeva, all'epoca dell'incidente, attività di miscelazione di materie prime liquide o in polvere, sulla base di ricette messe a punto dal laboratorio di ricerca e qualità interno, prevalentemente per il mercato tessile e conciario. L'incendio ha coinvolto un serbatoio contenente acido acrilico, sostanza classificata R10: infiammabile, ma non tossica.
Gli obblighi generali a carico dell'impresa sono definiti dall'art. 5 del D.lgs. n. 334/99 in cui si stabilisce che il responsabile di ogni attività che comporti l'uso di sostanze pericolose debba prendere tutte le misure atte a prevenire gli incidenti rilevanti e a limitarne le conseguenze per l'uomo e per l'ambiente.
Al superamento di determinate soglie quantitative di sostanze pericolose utilizzate o depositate (indicate nell'allegato I del D.lgs. n.
334/99) l'azienda è tenuta a trasmettere al Ministero dell'Ambiente, alla Regione, alla Provincia, al Comune, al Prefetto e al Comitato tecnico regionale dei V.V.F. una notifica (ai sensi dell'art. 6) entro un anno dall'entrata in vigore del D.lgs. n. 334/99 (la cui scadenza era il 13 ottobre 1999) per gli stabilimenti esistenti e 180 giorni per quelli nuovi mentre per gli stabilimenti in cui sono presenti sostanze pericolose in quantità uguali o superiori a quelle indicate nell'allegato I, parti 1 e 2 colonna 3, il gestore è tenuto ad inviare un rapporto di sicurezza, ai sensi dell'art. 8, al Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi.
Inoltre, il gestore è tenuto a trasmettere una relazione alla Regione in merito al superamento delle soglie già stabilite per l'assoggettabilità all'art. 6 del DPR n. 175/88. Al di sotto di tali soglie, il gestore non è tenuto a sottoporre alle autorità alcuna documentazione specifica.
Effettuata tale premessa, si informa che la ditta Kemia Tau di La Cassa non figurava, al momento dell'episodio incidentale, fra le attività già soggette al DPR n. 175/88, né erano pervenute segnalazioni che prefigurassero a suo carico tale obbligo. Inoltre, la stessa non risulta avere ad oggi presentato la notifica o il rapporto di sicurezza ai sensi dei citati artt. 6 e 8 del D.lgs. n. 334/99.
Con riferimento alle altre richieste avanzate dall'interpellante, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
L'ARPA e l'ASL, che in base alla L.R. n. 32/92 effettuano per la Regione le attività di vigilanza, nel quadro delle rispettive competenze stabilite dalle vigenti leggi, informano infatti l'Assessorato sulle attività svolte in via autonoma o previa richiesta della Regione nei confronti di aziende per le quali, in base a determinati elementi di conoscenza, si rendano opportuni accertamenti specifici.
In data 9 febbraio 2000, l'Unità Flessibile della Direzione Tutela dell'Ambiente ha quindi richiesto al Dipartimento Subprovinciale ARPA di Grugliasco di essere informata in ordine alla dinamica evolutiva dell'evento del 5 febbraio u.s. e di conoscere gli elementi raccolti nel corso dell'accertamento.
I dati per le vie brevi forniti dall'ARPA, relativi alle ricadute ambientali conseguenti all'incendio occorso presso la Kemia Tau evidenziano che le sostanze emesse nell'ambiente non sono state tali da causare effetti acuti e non sono state segnalate ricadute esternamente all'impianto.
Per quanto riguarda i successivi quesiti relativi all'accesso al rapporto di sicurezza e all'informazione alla popolazione, si torna a far presente che l'azienda non è attualmente iscritta nel registro degli stabilimenti con pericolo di incidenti rilevanti ai sensi del D.lgs. n.
334/99 e non risulta conseguentemente disponibile, alle autorità preposte all'informazione, il rapporto di sicurezza.
A tal proposito, la Protezione Civile ha organizzato nel maggio 1998 una giornata per informare i Sindaci dei Comuni sul cui territorio operano tali aziende, sui problemi di sicurezza e precisamente sulle schede di informazione alla popolazione come previsto dalla legge n. 137/97.
Per quanto riguarda il quesito sulla pianificazione di Protezione Civile si osserva che: l'art. 15 della legge n. 225/92 prevede che il Comune può dotarsi di una struttura di protezione civile l'art. 108, comma 2, del D.lgs. n. 112/98 attribuisce ai Comuni, tra l'altro, l'obbligo della predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza.
Ciò nondimeno, il Settore Regionale Protezione Civile ha avviato, fin dall'ottobre 1998, un'attività di indagine tramite l'invio di un questionario, volta alla verifica dello stato di fatto della pianificazione comunale ed intercomunale di protezione civile di tutti i Comuni piemontesi, da cui non risulta che il Comune di La Cassa abbia risposto a detto questionario. A seguito di successivi contatti telefonici, il Comune ha tuttavia segnalato di aver avviato le necessarie iniziative per l'elaborazione di un piano comunale di protezione civile.
Dagli elementi che ci sono stati forniti, risulta che siamo al di sotto delle soglie di detenzione di sostanze per ricorrere al discorso della notifica previsto dalla legge riguardante gli incidenti.
Faccio presente che in ogni complesso produttivo vigono particolari norme di carattere generale sulla prevenzione degli infortuni e sulla prevenzione degli incendi, indipendentemente dalle particolari procedure previste per gli stabilimenti classificati a livelli superiori di rischio e per la generalità degli insediamenti.
Se tali norme fossero rispettate, ci troveremmo di fronte ad un grado di sicurezza apprezzabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la risposta che è stata soddisfacente, anzi parecchio soddisfacente per quanto riguarda le premesse relative all'informazione sulla normativa vigente e alla collocazione del caso specifico all'interno di quella normativa. Questo fa piacere e direi che in questo settore succede abbastanza sovente, nel senso che, evidentemente disponiamo di una struttura amministrativa capace e attenta, che anche nella risposta alle interpellanze e interrogazioni ci consente di acquisire elementi informativi che aiutano i Consiglieri regionali nel proprio lavoro.
La parte insoddisfacente - anche questo si verifica sovente - è quella che riguarda l'Assessore, che si limita a leggere un'informativa e non rende edotto il Consiglio di tutti i problemi che, a partire da difficoltà amministrative, possono essere affrontati a livello politico, quindi, a livello di decisione, di cambiamento, di attenzione.
Dalla risposta dell'Assessore non si sono capite quali iniziative abbia intrapreso la Regione Piemonte nei confronti del Comune di La Cassa, visto che - vado a memoria - il Settore Protezione Civile già dal 1998 ha inviato a questo Comune un questionario per verificare l'organizzazione del sistema di Protezione Civile. L'Assessore ha detto che a quel questionario il Comune non ha risposto, ma non si capisce se non ha risposto alla data di oggi o alla data della velina che l'Assessore diligentemente ha letto, data della velina che l'Assessore non ha comunicato al Consiglio.
Quindi, dal punto di vista politico, esprimo una preoccupazione circa una disattenzione dell'Assessore nei confronti di questo problema.
Chiederei all'Assessore di indagare e precisare bene se ad oggi, nel 2002, il Comune di La Cassa ha risposto al questionario, o non ha risposto e quali interventi ha effettuato la Regione Piemonte, in modo da essere tutti tranquilli, eventualmente anche con una comunicazione in Commissione.
Sono insoddisfatto dal punto di vista politico. Complimenti ai funzionari che, come al solito, ci danno modo di capire le questioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una breve replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Dato che sono beneficiato di tantissime interrogazioni, al ritmo di un'interrogazione a giorno solare, mi scuso del ritardo con il quale arriva la risposta rispetto all'interpellanza in esame. Era partita nel periodo in cui era di mia competenza la Protezione Civile, ma oggi non è più così quindi, per tale ragione, ho dato notizie sommarie.
A questo punto, trasferirò questa parte alla collega che ha la delega della Protezione Civile, in modo da permettere una risposta più puntuale e precisa. Comunque, ho ritenuto di fornire informazioni sommarie. Penso che la questione possa svolgersi per via epistolare, se il collega è d'accordo.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Sì, grazie.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 1737 del Consigliere Palma inerente a "Individuazione delle aree di salvaguardia" (rinvio)


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare all'esame dell'ultima interrogazione la n. 1737.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Ci sono due ragioni per le quali non mi pare il caso di procedere.
Per quanto riguarda la prima, si era concordato di interrompere i lavori del Consiglio alle 12.30 per dare ai Gruppi almeno un'ora di tempo prima dell'inizio della Commissione Bilancio.
Per quanto riguarda la seconda, si tratta di tre interrogazioni collegate che comporterebbero una discussione...



PRESIDENTE

Sono corpose e importanti nel merito, va bene.



PALMA Carmelo

Chiedo scusa, ancora un'ulteriore precisazione: vista la prassi, chiedo che...



PRESIDENTE

Ripartire, durante la prossima seduta, con l'esame di tale interrogazione: questo sicuramente, anzi, ne prendiamo nota.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Con riferimento alle osservazioni del collega Palma circa l'ordine di risposta, devo precisare, a nome della Giunta, che l'ordine viene esposto per ordine alfabetico di Assessore e per numero progressivo. Quindi, la Giunta dà la disponibilità a rispondere a quell'interrogazione, poi compete ad altri stabilire l'ordine dei lavori in questa sede.



PRESIDENTE

Bene, è un problema che il Consigliere Palma solleciterà ai Capigruppo al fine di individuare eventualmente una modalità differente.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ricordo a tutti i colleghi che alle ore 13.30 è convocata la I Commissione e che la seduta consiliare riprenderà alle ore 15.00.
Alle ore 15.00 riapriamo il Consiglio ma verifichiamo a tutti gli effetti l'opportunità, qualora i lavori della I Commissione fossero ancora in corso, di riaggiornarlo.
Invito i colleghi ad essere presenti alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.38)



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