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Dettaglio seduta n.272 del 21/11/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 9.30 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.00)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 10.10)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Verifica del numero legale


PRESIDENTE

Alla richiesta del Consigliere Gallarini di verifica del numero legale per appello nominale si sono associati altri Consiglieri.
Si proceda pertanto alla verifica del numero legale per appello nominale mediante procedimento elettronico.
Si constata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula 17 Consiglieri anziché 25.
Pertanto, ai sensi dell'art. 52, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale, la seduta è sospesa per trenta minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 10.12 riprende alle ore 10.45)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Cantore, Caracciolo Caramella, Cota, Cotto, D'Onofrio, Ghigo, Manolino, Pedrale, Pichetto Fratin, Rossi Giacomo, Tomatis e Vaglio.


Argomento:

b) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 16 25, 26, 29, 30 e 31 luglio, del 1° agosto e del 17 settembre 2002, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento all'assenza in aula dei Consiglieri regionali


PRESIDENTE

Come concordato nella Conferenza dei Capigruppo, possiamo passare al primo punto all'o.d.g. della seduta straordinaria, la cui convocazione è stata richiesta da più Consiglieri. La prima firmataria è la Consigliera Suino.
E' stata richiesta la convocazione straordinaria del Consiglio regionale ai sensi dell'art. 43, comma 1, lettera b), del Regolamento interno del Consiglio regionale, ponendo i seguenti punti all'o.d.g.: "Determinazioni circa l'aggiornamento della mappa dei territori regionali a rischio sismico - Verifica delle condizioni strutturali e di sicurezza degli edifici adibiti a scuole pubbliche in Piemonte".
Credo che possa intervenire l'Assessore Cavallera per la relazione dopodiché darò la parola alla Consigliera Suino, che interverrà per prima nel relativo dibattito.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente.
Ci tenevo ad intervenire sull'ordine dei lavori per porre all'attenzione e alla sensibilità della Presidenza un fatto: ci accingiamo ad iniziare una seduta straordinaria del Consiglio regionale richiesta dall'opposizione, dal centrosinistra e dal Gruppo Radicale.
Alle ore 9.30 erano presenti in aula una serie di Consiglieri di maggioranza. Alle ore 10.15, per la seconda volta, si sono aggiornati i lavori del Consiglio, posto che il collega Deorsola aveva chiesto l'appello nominale ed erano risultati presenti diciassette Consiglieri, di cui tredici di maggioranza e due Consiglieri Radicali.
Dei diciassette richiedenti la convocazione straordinaria, erano presenti solo la Consigliera Suino e il Consigliere Muliere (Gruppo DS).
Mancavano sei dei sette Gruppi di opposizione che avevano richiesto la seduta straordinaria, nonché il 90% dei Consiglieri che avevano chiesto la riunione odierna del Consiglio regionale.
Ancora adesso ci accingiamo ad iniziare questo Consiglio straordinario richiesto dalle minoranze su un argomento così importante con l'assenza totale, ad esempio, del Gruppo dei Verdi, del Gruppo di Rifondazione Comunista e del Gruppo della Margherita.
Tanto dovevo al Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per fare presente al collega Cattaneo che il tema sul quale abbiamo richiesto la convocazione di un Consiglio straordinario che vede, peraltro, l'interesse anche di altri Consiglieri che avevano manifestato la disponibilità a sottoscrivere tale richiesta, è un tema di rilevanza ed importanza generale.
Pertanto, vogliamo credere e pensare che tutta la maggioranza si senta impegnata a ritrovarsi in aula per dibattere un tema importante relativo alla condizione sismica, ai terremoti, e quindi a quelle che saranno le decisioni e le azioni politiche che il Governo nazionale e il governo locale intraprenderanno. Per cui trattasi di argomento non strumentale - ne siamo profondamente convinti - e quindi riteniamo giusto ricordarlo al collega Cattaneo.
E' un argomento sul quale riteniamo che tutti i Consiglieri indipendentemente dagli schieramenti, debbano sentirsi attivi ed impegnati.
Noi siamo comunque qui presenti; abbiamo addirittura tentato di consentire l'avvio dei lavori, ma la mancanza del numero - ovviamente non imputabile alla minoranza, perché è "strabordante" il numero della maggioranza - non lo ha consentito.
Adesso ci siamo e quindi si dia corso ad un argomento importante e non soltanto pretestuoso, come gli ultimi argomenti che arrovellano e rendono difficili i lavori in questo Consiglio per colpa, ovviamente, di Gruppi interni alla maggioranza. Grazie, Presidente.



SUINO Marisa

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



SUINO Marisa

Ma se avete chiesto il Consiglio in diciannove e siete presenti in due!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Signor Presidente, intanto volevo precisare che, come lei ricorderà c'è stato un problema di funzionamento delle nostre schede, ma eravamo presenti - altrimenti ho paura delle sanzioni da parte del Vicepresidente del mio club - sia io che il Consigliere Tino Rossi.
Dopodiché, vorrei precisare un fatto: nel momento in cui un Consigliere o un Gruppo richiedono la convocazione del Consiglio regionale, è perché si ha un interesse politico a tale richiesta. Questo interesse politico non può che essere manifestato con la presenza in aula della persona interessata.
Abbiamo visto e constatato che c'erano soltanto due presenti e il resto non c'era. Il 90% dei richiedenti non era presente. Quindi, non si può dire che una minoranza chiede e la maggioranza ha il diritto di garantire il numero legale.
Si precisa ancora, signor Presidente, che, a nostro modesto avviso, il numero legale non è un onere di maggioranza, ma dei Consiglieri. Cioè i Consiglieri hanno come loro compito quello di venire in aula e fare il loro lavoro. Che poi il numero legale sia un meccanismo per cercare di fare ostruzionismo è un altro paio di maniche! Qui non siamo in una fase di votazione o di ostruzionismo per cui non si poteva cominciare. Siamo in una fase di dibattito aperto, dove si doveva essere presenti. Certamente, se coloro che avevano richiesto la convocazione fossero stati presenti, il numero legale era assicurato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Gli interventi dei Consiglieri Cattaneo e Brigandì mi sembrano politicamente indecenti. Politicamente indecenti, Presidente, perché uno degli elementi di degrado del Consiglio regionale, causato dal reiterato comportamento della maggioranza di non essere presente in aula, ha comportato gravissimi danni nell'esecuzione dei nostri lavori e anche un certo ridicolo che può essere illustrato con vari esempi.
Mi sembra che l'esempio più ridicolo del punto in cui la maggioranza con la sua reiterata assenza all'inizio lavori, ha portato i lavori del Consiglio sia rappresentato dal fatto che nemmeno il bar interno apre i battenti all'ora prevista. Infatti, è noto a tutti gli addetti ai lavori che non hanno l'indecenza politica come abito, che il Consiglio, a causa dell'assenza della maggioranza, non riesce mai ad iniziare i propri lavori né al primo né al secondo e, qualche volta, neanche al terzo appello. Che i Consiglieri di maggioranza sostengano quello che hanno sostenuto è veramente ridicolo! Chiedo alla Presidenza di fare la serie storica degli appuntamenti pubblicando tutti i verbali dell'inizio lavori. Chiedo inoltre alla Presidenza, vista la ridicola presa di posizione della maggioranza, che dalla prossima volta, ad inizio di ogni seduta, non si proceda come da mesi il Presidente di turno fa, cioè arrivare in aula dopo un quarto d'ora dalla convocazione fissata e comunicare ai presenti che la seduta è rinviata di mezz'ora. No, il Presidente deve fare l'appello per la verifica del numero legale. Fatto su cui abbiamo lasciato correre tante e tante volte quando la maggioranza non era presente.
Per quanto mi riguarda, ad ogni inizio seduta chiederò la verifica del numero legale e non semplicemente il rimando di mezz'ora come usualmente placida, la maggioranza ha fatto. Indecenti!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Notoriamente, come il Consigliere Cattaneo sa, le prediche si fanno ai presenti perché gli assenti, essendo tali, difficilmente le possono sentire. Questo è un rammarico forte del Consigliere Cattaneo, il quale è costretto a fare sempre le prediche ai presenti della minoranza, stante le quasi compiute assenze del suo Gruppo.
Questo atteggiamento è una chiara manifestazione di segnali di nervosismo di una maggioranza che è ormai completamente allo sbando per le sue divisioni interne. Psicologicamente posso anche comprendere un nervosismo e uno stato di tensione che non hanno niente a che fare con i problemi dell'aula e di numero legale (una maggioranza che non riesce a garantirlo, sceglie un altro argomento, quanto meno per evitare di cadere nel ridicolo). Ha, invece, problemi di forte divisione interna; di tensioni fra la Lega e il resto della maggioranza, di tensioni in tutte le situazioni possibili ed immaginabili che, peraltro, vengono anche testimoniate dai giornali e dalle ripetute conferenze stampa che la maggioranza fa, e dalla ripetuta attività ostruzionistica che una parte dei Gruppi della maggioranza compiono l'uno contro l'altro.
E' del tutto evidente - anche dalla presenza nei banchi della Giunta pur ringraziando gli Assessori che sono presenti con testimonianza quasi solitaria - che la situazione in Consiglio risente di stati di nervosismo di una maggioranza allo sbando, di un Presidente assente nel governo dello sbando stesso.
Noi siamo qui a discutere di zone sismiche, non interveniamo oltre in questo perfetto stato di divisione perché, se si intervenisse ulteriormente, riusciremmo magari a compattarli. Va bene così come sono non certo per il Piemonte: per quello si possono trarre altre conseguenze quando non si sa governare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Sono un po' indignato per quanto sta succedendo in Consiglio regionale.
Indignato dal comportamento di alcuni Consiglieri, indipendentemente dall'appartenenza politica. In un momento così delicato, in un momento così difficile per i lavoratori torinesi tutti, per quello che sta succedendo, noi dovremmo essere un punto di riferimento istituzionale, un punto di riferimento che dovrebbe trasferire sul territorio tranquillità fiducia, ma, soprattutto, rispetto delle istituzioni. A me non sembra così almeno da quello che leggo sui giornali, da quello che vedo quotidianamente: questo vale per tutti i Consiglieri regionali e per tutti i partiti che costituiscono l'assemblea.
Faccio appello al Capogruppo di Forza Italia affinché venga ripristinata in Consiglio regionale la questione morale.
Oggi ho letto sui giornali delle dichiarazioni inaudite, inaccettabili.
Sono ancora seduto tra i banchi del centrodestra e non accetto che sui giornali vengano quotidianamente riportati eventi relativi a questioni morali che riguardano il passato. Dobbiamo andare avanti se vogliamo essere un punto di riferimento per tutti i cittadini piemontesi, non stiamo dando un buon esempio.
Per queste ragioni, in segno di protesta abbandonerò l'aula.



(Il Consigliere Scanderebech abbandona l'aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Il Consiglio di oggi è stato convocato per aggiornare la mappa dei territori regionali a rischio sismico, tuttavia mi sembra che, dopo il terremoto in Molise, sia da segnalare ancora qualche scossa di assestamento nella maggioranza. Ne prendiamo atto, ne avvertiamo le ripercussioni, perché, nostro malgrado, ci troviamo in contiguità della "zona sismica" e speriamo che il cratere non si allarghi così restiamo ognuno nella propria area.
Per quanto riguarda le dichiarazioni del Consigliere Cattaneo, che fa riferimento ad un noto organo di disinformazione, Presidente, mi creda avendolo lasciato da molti anni, ma avendo qualche esperienza, possiamo tranquillamente dire che il giornale citato dal Consigliere Cattaneo è un noto organo di disinformazione.
Per quanto riguarda, invece, la seduta di Consiglio di questa mattina nella mia terra d'origine si dice: "La vacca dice cornuto al ciuccio", per dire che ci vuole una bella faccia tosta per fare certe affermazioni. Il problema vero è che su un argomento di questa importanza diventa imbarazzante che la maggioranza, che vuole governare e che non è assolutamente in grado di farlo, ponga questioni di questo genere e non si faccia carico di affrontare seriamente il problema.



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Non lo venga a dire a me, ma a chi, documenti alla mano, nelle Commissioni e in aula è costretto a starci continuamente per la latitanza di questa parte dell'aula. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, finché è presente la troupe televisiva della RAI questa situazione perdurerà: o ci rassegniamo e aspettiamo l'intervento di "enne" Consiglieri, oppure lei interrompe e fa iniziare il dibattito sul merito di questa situazione. Il problema diventa fisiologico. Nel parlare non mi alzo nemmeno per non sfruttare le riprese televisive, ma a questo punto deve fare qualcosa lei, Presidente.



PRESIDENTE

Credo che la RAI abbia fatto le immagini di cui necessitava, quindi la faremo rientrare quando inizierà il dibattito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Vorrei ricordare ai colleghi che hanno parlato dai banchi dell'opposizione che sarebbe opportuno, prima di accusare i collegi della maggioranza, guardare a casa propria. D'altronde, quando si alzano al mattino non sanno se il loro Segretario è Fassino o l'ex leader della CGIL.
Per cui - ripeto - è meglio che guardino a casa propria, quando si alzano al mattino, prima di aprire bocca.
Per quanto riguarda i problemi interni della maggioranza, credo che ogni forza politica abbia il diritto, su determinati provvedimenti, di dirla in modo diverso, magari anche da altri partiti della stessa maggioranza. Se la pensassimo tutti allo stesso modo, non solo su tutti i provvedimenti presentati in aula o addirittura in Commissione, ma addirittura sul singolo emendamento, allora non avrebbe senso tenere partiti divisi: facciamo un bel "partitone" unico dove la si pensa tutti nello stesso modo e siamo tutti "scatolati".
Io, per fortuna, non essendo di sinistra, credo esista una parola, che a volte è stata abusata dagli amici della sinistra, "democrazia", che vale sia all'interno della propria famiglia, sia all'interno del Paese, sia all'interno del proprio Gruppo politico di appartenenza, ma, ancora di più all'interno della propria area politica di appartenenza.
Per questi motivi, rivendico per me, per i miei colleghi e per qualunque collega Consigliere che siede in un qualunque banco, dal Consiglio di circoscrizione fino al Parlamento, il diritto di poter esprimere la propria opinione, anche in dissenso dal proprio capo di partito, ancora di più da una coalizione. E' ovvio che, se il dissenso persiste su tutti gli argomenti, la coalizione non starebbe più in piedi ma quando si deve lavorare, e si deve portare il proprio contributo su un provvedimento, se su quel provvedimento non si è d'accordo, c'è la libertà di votare contro.
Un atteggiamento del genere non mette in alcun pericolo e non crea alcun problema alla coalizione di maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Dagli errori altrui non si conseguono vantaggi né istituzionali n politici; non si ottiene neppure una modesta irrorazione del proprio orticello.
Può soltanto giovare, invece, una continua irrorazione dei solchi meningei, per un migliore operare. Deve far parte del nostro patrimonio l'insegnamento manzoniano dei polli di Renzo.
Per cui, abbiamo detto la nostra, cominciamo a lavorare.


Argomento: Calamità naturali - Edilizia e norme tecnico-costruttive - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Determinazioni circa l'aggiornamento della mappa dei territori regionali a rischio sismico - Verifica delle condizioni strutturali e di sicurezza degli edifici adibiti a scuole pubbliche in Piemonte. Esame collegati ordini del giorno n. 647, n. 660 e n. 661.


PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo iniziare il dibattito.
La parola all'Assessore Cavallera per la relazione.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo c'è, siccome è lui il responsabile di tutta questa vicenda? No? E' assente, tanto per cambiare.
Vada solo a verbale l'assenza del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Cavallera, ha la parola.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Abbiamo preparato una relazione per consentire ai Consiglieri di svolgere un dibattito con tutta la documentazione che ritenevamo utile.
Ovviamente, c'è una certa logica, almeno noi riteniamo che ci sia, nella predisposizione del documento che parte, al punto n. 1), dalla classificazione sismica del territorio, che, per quanto riguarda il nostro Paese, decolla dopo i famosi terremoti di Reggio Calabria e di Messina del 1908, e precisa via via che studi geofisici e geologico-strutturali, oltre all'avvento di una sismologia strumentale con progressi dell'ingegneria antisismica, si sviluppano, per arrivare a definizioni più precise con leggi significative, ad iniziare dalla legge n. 64 del 1974.
Tale legge, tuttora vigente, ha introdotto tre livelli di sismicità. La prima categoria con codice 12; la seconda con codice 9 e la terza con codice 6.
Sostanzialmente, la legge n. 64/74 reca anche la predisposizione di una normativa tecnica attuativa della legge.
La legge n. 64/74 è distinta in vari Titoli: il Titolo I "Disposizioni generali", che regola tutte le situazioni dei territori da consolidare (che riguardano anche, con altre problematiche, la nostra Regione); il Titolo II, specifico per quanto riguarda le zone sismiche, "Norme per le costruzioni in zone sismiche"; il Titolo III "La repressione delle violazioni"; il Titolo IV "Disposizioni transitorie e finali".
In particolare, la legge 64/74 costituisce il fondamento normativo di tutte le disposizione tecniche, in quanto all'art. 1 - lo ricordo - recita: "In tutti i Comuni della Repubblica le costruzioni sia pubbliche che private devono essere realizzate in osservanza delle norme tecniche riguardanti i vari elementi costruttivi che saranno fissate con successivi decreti del Ministro per i Lavori Pubblici, di concerto con il Ministro per l'Interno, sentito il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, che si avvarrà anche della collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche".
Le norme tecniche emanate, che possono essere modificate nel tempo regolano i seguenti criteri tecnici: criteri generali tecnico-costruttivi carichi e sovraccarichi di progettazione da considerare per la progettazione degli edifici, le loro combinazioni, indagini su terreni e rocce, criteri generali e precisazioni tecniche per la progettazione esecuzione e collaudo delle opere (in particolare, ponti, dighe, serbatoi tubazioni, torri, acquedotti e quant'altro) ed infine la protezione delle costruzioni dagli incendi.
Il Titolo II si riferisce alle zone dichiarate sismiche. L'art. 3 precisa che rientrano, nell'ambito delle zone classificate sismiche, tutte le costruzioni la cui sicurezza interessa la pubblica incolumità (naturalmente specifiche norme tecniche devono individuare tali classificazioni). Lo stesso articolo stabilisce che, con decreto del Ministero dei Lavori Pubblici, si provvede all'aggiornamento degli elenchi delle zone dichiarate sismiche, attribuendo ad esse valori differenziati del grado di sismicità e al successivo aggiornamento di tali elenchi.
Praticamente, è precisata nei successivi articoli una serie di altri elementi che riguardano distintamente i nuovi edifici rispetto alla riparazione o alla sopraelevazione di edifici esistenti.
In questa legge vi è anche un articolo che regola particolari deroghe o condizioni - se così le vogliamo definire - tecniche per quanto riguarda gli edifici esistenti, soprattutto quelli dei centri storici, che sono quelli che presentano le maggiori problematiche.
L'art. 13 della legge n. 64/74 innova in modo sostanziale, perch prevede che gli strumenti urbanistici generali ed esecutivi e le loro varianti devono ottenere un preventivo parere da parte degli organi tecnici della Regione.
Naturalmente, ci sono poi successivi articoli, altre precisazioni e normative per gli interventi di riparazione, per gli uffici monumentali e per la vigilanza sulle costruzioni.
Infine, la relazione - mi riferisco al punto 3) - prevede varie procedure a seconda che ci si trovi nella prima, nella seconda o nella terza categoria.
A pagina 8, possiamo vedere che per la prima e la seconda categoria vi è l'autorizzazione preventiva di tutti gli interventi edilizi, mentre per la terza categoria vi è solamente - ma non è poco - il deposito preventivo dei progetti degli interventi edilizi. E' comunque previsto anche per la terza categoria il parere preventivo per quanto riguarda gli strumenti urbanistici generali ed esecutivi.
Dopo questa legge, si è lavorato a livello nazionale attraverso il Progetto Finalizzato Geodinamica del CNR, che ha cominciato a produrre le "Carte di Scuotibilità del territorio nazionale".
Sulla base di tale Carta veniva quantificato il livello di esposizione valutando tre parametri: la massima intensità macrosismica, riportata nei cataloghi dei terremoti dell'ultimo millennio; l'intensità osservata all'interno di un periodo di tempo, per valori assegnati (è il famoso "tempo di ritorno dell'evento") suddivisi secondo tempi di ritorno che, in genere, negli eventi naturali, sono considerati: 50, 100, 200, 500 o 1000 anni; un coefficiente che è utilizzato dalla normativa antisismica per la verifica progettuale delle costruzioni.
Sulla base della proposta del Progetto Finalizzato Geodinamica praticamente vi era la semplice proposta di classificare tutti i Comuni che superavano una certa soglia prefissata.
Circa 1.300 Comuni presentavano tali requisiti e il Ministero dei Lavori Pubblici, secondo quanto previsto dalla legge n. 64/74, ha emanato una serie di decreti che stabilivano l'iscrizione di tali Comuni negli elenchi di seconda categoria. Per quanto riguarda il Piemonte, è vigente il decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 4 febbraio 1982.
Il terremoto della Campania, Puglia e Basilicata, che aveva impresso sia dal punto di vista scientifico, che dal punto di vista politico e tecnico, un'accelerazione all'approfondimento e anche al dibattito, ha portato ad un'accelerazione dell'attività di riclassificazione sismica secondo i criteri precedentemente esposti, ma anche aprendo nuove questioni, soprattutto per quanto riguardava zone del Centro e Sud Italia.
A pagina 11, abbiamo riportato il decreto ministeriale e, a pagina 12 nella cartina abbiamo riportato i territori classificati sismici di seconda categoria. Lo ripeto: sono territori nei quali teoricamente tutte le attività edilizie dovevano essere, ai sensi della legge n. 64/74 autorizzate preventivamente.
A questo punto, è intervenuta l'attività legislativa, normativa e organizzativa della Regione Piemonte, che ha costituito, dopo il decreto del 1982, una sezione del Servizio geologico, deputata alle problematiche sismiche, che è stata ubicata a Pinerolo. E' stata anche emanata la legge regionale n. 19/85, che, sulla base della legge nazionale n. 741/81, ha previsto l'obbligo del deposito e il controllo a campione, piuttosto che il generalizzato controllo di tutti gli interventi, fermo restando ovviamente, l'obbligo di valutare tutte le variazioni inerenti i Piani Regolatori e gli strumenti urbanistici esecutivi (Piani Particolareggiati e PEEC).
Tutte queste strumentazioni devono essere sottoposte a verifica preventiva. La parte attuativa, che compete alle concessioni edilizie, è ovviamente regolata attraverso il deposito preventivo del progetto e naturalmente, il controllo a campione attraverso un sorteggio e una procedura rigorosa di controllo.
La legge n. 19/85 prevedeva anche il deposito presso l'Ufficio di Pinerolo delle opere in calcestruzzo, in modo da permettere un controllo più diretto.
Per quanto riguarda, invece, le costruzioni pubbliche o di uso pubblico è sempre necessaria un'autorizzazione preventiva nelle zone classificate sismiche della nostra Regione prima dell'inizio dei lavori; poi naturalmente, ci sono varie altre articolazioni previste dalla legge regionale n. 19/85.
Ricordo il controllo preventivo sugli strumenti urbanistici per verificare la compatibilità delle previsioni urbanistiche, che deve essere effettuata prima ancora che lo strumento urbanistico vada in Consiglio comunale per la prima adozione (pagina 16).
Voi capite che, trattando questa materia, ci si rende conto che la classificazione con tutte le sue conseguenze è un'azione che ha effetto futuro, soprattutto di medio termine, per cui si devono imbrigliare tutte quelle che sono le pianificazioni riguardanti le trasformazioni del territorio, cominciando dagli strumenti più pregnanti: il Piano Regolatore i PEEC, i Piani Particolareggiati, le Varianti e così via.
Per quanto riguarda l'attività edilizia di interesse pubblico, i controlli vengono estesi a tutti gli edifici, mentre, per quanto riguarda l'attività privata, i controlli sono a campione e in questi anni si sono svolti regolarmente attraverso azioni programmate, rigorose e aritmetiche con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione dell'esito di tali controlli.
La stragrande maggioranza di tali controlli ha sempre dato esito favorevole, nel senso che hanno dato conto del rispetto delle condizioni.
Nella Circolare 7LAP della Regione Piemonte degli scorsi anni, insieme alle problematiche idrogeologiche, abbiamo anche ripetuto tutte le questioni geologiche, quindi anche quelle sismiche, indicando tutte le procedure a beneficio dei progettisti geologico-sismici, o geologico tecnici, che supportano le progettazioni dei vari Piani Regolatori.
In questo periodo, il nostro Servizio geologico ha portato avanti anche una serie di attività come lo studio sismotettonico del Piemonte, che è confluito a sostegno dell'integrazione degli studi del CNR, con la definizione delle carte di pericolosità sismica.
Sono state condotte indagini geologiche e geotecniche, soprattutto nelle zone classificate, quali le Comunità montane Valli Chisone e Germanasca, Val Pellice e Pinerolese Pedemontano.
E' stata svolta anche un'indagine a campione sul rischio sismico di alcuni edifici pubblici della zona classificata, coordinata dal CNR-GNDT ed effettuata secondo la metodologia GNDT, ed è stata condotta parallelamente alle Regioni Emilia Romagna, Toscana e Abruzzo.
proseguita l'attività formativa e informativa, perché è molto importante anche quella da trasferire ai tecnici.
Addirittura, si sono tenuti corsi di ingegneria sismica a Pinerolo ovviamente nell'ambito dei corsi e sotto l'egida delle Facoltà.
Ci siamo avvalsi in tutto questo periodo - e anche dopo il terremoto del 2000 - delle attività del Politecnico di Torino, in particolare del Dipartimento di Ingegneria strutturale, per consulenze, sostegni e predisposizione degli atti.
A pagina 17 della relazione diamo conto che, dopo il terremoto del 21 agosto 2000, che ha interessato i territori delle province di Alessandria e Asti, l'Ufficio ha partecipato alle operazioni di emergenza e alla rilevazione dei danni. I piani di ricostruzione sono stati attivati proprio perché era stata segnalata la precarietà di alcuni edifici (200 edifici privati e 200 edifici storico-monumentali). Infatti, come sapete, il terremoto del 2000 ha creato problemi al patrimonio storico-monumentale.
Per il monitoraggio dei fenomeni sismici, la Regione si avvale di una rete sismica, collegata con l'Università di Genova, che fa da centro validatore scientifico delle nostre rilevazioni, interconnessa alle reti dell'Italia nord-occidentale (Liguria, Lunigiana-Garfagnana, zone che potrebbero dare origine a terremoti e che potrebbero risentirsi anche nel Sud del Piemonte). Su 27 stazioni, che comprendono tutta l'area nord occidentale, ce ne sono 12 piemontesi.
E' in corso un aggiornamento della rete perché ci sono stazioni di vecchia e nuova generazione. Tutti i dati disponibili confluiscono in un unico database che consente una prima elaborazione, con riconoscimento del tipo di terremoto e localizzazione, così da poter dare gli allerta alla Protezione Civile, alle Prefetture e a tutti i soggetti interessati. Per la cronaca, la nostra rete ha rilevato, dal 1982 ad oggi, ben 5 mila attività sismiche nel nostro territorio, ma solo poche sono state avvertite anche dalle persone (confrontate alle 17 mila attività che sono state sentite a livello generale).
Per ogni evento, la nostra rete è in grado di rilevare l'ora, i parametri focali (epicentro e ipocentro); i parametri statistici e i riferimenti geografici.
La rete si è rivelata uno strumento importante per gestire la partita.
Al verificarsi di un evento sismico i dati rilevati vengono utilizzati per una prima localizzazione dell'attività. Specifica procedura permette di visualizzare, per ogni evento, le coordinate geografiche dell'epicentro, il Comune più prossimo, la profondità e la magnitudo per allertare il sistema di Protezione Civile.
Il 21 agosto 2000 mi trovavo nella zone centrali del terremoto e ho avvertito la scossa: dopo un minuto ero già in collegamento con il responsabile del Servizio, il quale mi comunicava che l'epicentro del terremoto era stato localizzato nelle zone di Bergamasco-Oviglio-Incisa Scapaccino, tant'è che, nella stessa serata, abbiamo effettuato un sopralluogo e due riunioni nelle Prefetture di Asti e Alessandria alla presenza di tutti i Sindaci. Ricordo che tutti i mezzi di soccorso erano sul posto. Ho avuto modo di collaudare personalmente il sistema che si è attivato subito. C'erano pochi sfollati, ma quelle poche tende che servivano erano già state allestite per la notte.
A pagina 22 e seguenti della relazione è riportato il testo della legge regionale n. 19/85 che regola il nostro lavoro.
L'art. 1 prevede la denuncia dei lavori, gli obblighi dei progettisti e l'autorizzazione preventiva quando necessaria; l'art. 2 le responsabilità l'art. 3 il controllo; l'art. 4 l'inizio lavori. Per inizio lavori si intende l'inizio dell'esecuzione delle strutture di fondazione previste in progetto. E' previsto in modo tale da poter controllare, tempestivamente l'inizio e la fine delle operazioni strutturali, siano esse in nuovi edifici, nelle riparazioni o nelle sopraelevazioni che nelle zone classificate sismiche e sono limitate solo ad un piano.
Per quanto riguarda l'ultimazione dei lavori (art. 5), ci sono degli obblighi ben precisi: comunicare all'ufficio regionale competente l'ultimazione dei lavori per poi ottenere l'agibilità. L'art. 6 riguarda la procedura per gli strumenti urbanistici. L'art. 7, essendo in un sistema di corresponsabilizzazione Regioni-Enti locali, prevede dei compiti per quanto riguarda i Comuni. L'art. 9 prevede "Criteri e modalità attuative" con cui la Giunta regionale emana delle delibere, che negli anni abbiamo sempre emanato, per regolare tutte le procedure.
Veniamo a quella che è la querelle di questi giorni, a tutto il discorso sulle zone classificate, classificabili, classificande e da classificare sismiche.
Abbiamo una serie di provvedimenti che regolano la materia. Ad esempio l'art. 12 della legge n. 449 del 1997 prevede agevolazioni fiscali per interventi di miglioramento e adeguamento sismico degli edifici rimborsando l'IVA pagata fino ad un massimo del 10%. Contributo non eccessivamente elevato che può essere usufruito dai Comuni dichiarati ad elevato rischio sismico ed individuati con ordinanza del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale. La Protezione Civile ha emanato l'ordinanza n.
2788 del 12 giugno 1998 che ha individuato in Piemonte 72 Comuni ad alto rischio sismico, compresi 41 già classificati.
Fra i criteri usati per l'individuazione delle zone ad alto rischio quelli che hanno determinato l'individuazione sono stati la classificazione sismica ufficiale e il rischio sismico dovuto a terremoti frequenti, ma non catastrofici, in territori con patrimonio edilizio vulnerabile.
Dopo tale classificazione e la pubblicazione del Decreto del Ministero dell'Interno sulla Gazzetta Ufficiale, l'Assessorato ha comunicato ai Comuni interessati che, qualora qualche privato avesse voluto fare degli interventi, poteva usufruire di contributi, traendone un beneficio da chiedere attraverso il circuito fiscale (si espone nella denuncia dei redditi). Gli interventi eseguiti beneficiando del contributo avrebbero dovuto rispettare tout court le procedure previste per le zone sismiche classificate "zone di III categoria". In Piemonte non vi erano zone classificate in quella categoria. Erano stati classificati temporaneamente, per quei fini, quei Comuni che erano la differenza tra 72 e 41, vale a dire 31 Comuni. Abbiamo indicato i Comuni i cui cittadini avrebbero potuto beneficiare dello sgravio del 10%. Devo dire che la questione non ha avuto seguito, nonostante un'opera di sensibilizzazione perché il contributo, a mio avviso, era modesto.
Successivamente, si è avuto lo sgravio del 30% per chi effettuava la manutenzione, quindi, con ogni probabilità, i cittadini si sono avvalsi del provvedimento che, in varie Finanziarie negli scorsi anni, prevedeva tali agevolazioni e non hanno utilizzato questo strumento.
In seguito, abbiamo registrato, come evento significativo dal punto di vista sismico, il terremoto del 21 agosto 2000. Quel terremoto - come dicevo prima - ha interessato, come epicentro, la zona dei Comuni di Bergamasco, Carentino, Incisa Scapaccino e Oviglio, quindi proprio al confine fra Alessandria ed Asti, con un'intensità macrosismica del V-VI grado della Scala Mercalli, anche se i danni rilevati agli abitati sono ascrivibili al VI-VII grado della Scala Mercalli, soprattutto per i vecchi edifici.
La zona di massimo risentimento è stata localizzata nel territorio amministrativo delle Province di Alessandria (dove sono stati segnalati danni in 113 Comuni), Asti (dove sono stati segnalati danni in 98 Comuni) e Cuneo (una segnalazione nel Comune di Mango, che confina con Asti). La scossa, come ricorderete, era avvenuta alle ore 19.14. Nella documentazione sono riportate tutte le notizie in ordine allo svolgimento dell'evento, a cui sono poi seguite varie scosse di assestamento nei giorni successivi. Si stima che la profondità di quei processi sismici fosse di 5 chilometri.
Nelle pagine seguenti, una serie di cartine indica le intensità dei fenomeni e le localizzazioni sul territorio, in modo che i colleghi possano rendersi conto precisamente delle zone colpite.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a rivolgere un minimo di attenzione al dibattito affinché l'Assessore Cavallera possa terminare il suo intervento.
Il Presidente ha risposto qualche volta al telefono perché è stato sollecitato dal piano superiore, quindi, per educazione, ritengo di dover rispondere al telefono.



PRESIDENTE

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, lei non deve giustificare quello che fa!



PRESIDENTE

Siccome mi ritengo una persona estremamente educata, rispondo anche a ciò che mi viene riferito.
Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

A seguito del terremoto del 21 agosto 2000, come ricorderete, è stato proclamato lo stato di emergenza e il Ministro dell'Interno aveva emesso l'ordinanza n. 3084 con un contributo di 20 miliardi, di cui 5 miliardi per il ripristino degli edifici storico-monumentali; dopodiche c'è stata una serie di altri provvedimenti che hanno portato il finanziamento complessivo a 105 miliardi e 600 milioni. I Comuni interessati sono stati 179, rispetto ai 233 nei quali erano state avvertite le scosse.
Facciamo presente che il territorio piemontese colpito dal terremoto del 21 agosto 2000, come risulta dai dati sopra riportati, ha determinato notevoli danni economici, ma, fortunatamente, senza conseguenze per l'incolumità delle persone. Devo dire che, sia per il terremoto, sia per l'alluvione del 2000, vi è stata un'attivazione tempestiva secondo i piani prestabiliti, questa volta veramente efficaci, di tutto il sistema (Comuni Sindaci, Prefettura, Forze dell'Ordine, ecc.), che si è subito attivato transennando le zone a rischio e allontanando le persone, infatti successivamente furono registrati dei crolli.
Questo territorio non è compreso nelle proposte di riclassificazione di cui parleremo più avanti.
Ne consegue che tali proposte non sono sufficientemente cautelative rispetto ai livelli di protezione da adottare nei confronti dei terremoti in quanto si basano prevalentemente sull'intensità del terremoto atteso e non tengono conto dei fattori locali di amplificazione sismica e della vulnerabilità del patrimonio edilizio esistente.
Si ricorda inoltre che uno dei criteri utilizzati per l'individuazione delle zone ad alto rischio sismico, di cui all'ordinanza n. 2788 del 12 giugno 1998 del Dipartimento della Protezione Civile, è stato il seguente: "Comuni nei quali eventi sismici recenti hanno portato al finanziamento di programmi di ripristino e ricostruzione di immobili danneggiati".
A pagina 38 vi è la cartina con i Comuni interessati dal sisma del 2000 e i relativi elenchi relativi ai danni alle strutture pubbliche e di interesse pubblico.
Le proposte di riclassificazione sismica del territorio nazionale.
Prima di introdurre questa considerazione dobbiamo porre i punti basilari sul quale si deve appoggiare una corretta classificazione di rischio sismico.
Naturalmente, il rischio sismico è il risultato della valutazione di tre fattori: prima di tutto, la pericolosità sismica dell'aera, cioè la probabilità che in un certo intervallo di tempo sia interessata da terremoti che possono produrre danni; il secondo fattore è la vulnerabilità delle opere costruite dall'uomo che sono presenti sull'area, espressa con un indice che rappresenta le caratteristiche di resistenza delle costruzioni al terremoto; il terzo fattore è l'esposizione, un indice che rappresenta quante persone vivono in quella zona o utilizzano una determinata costruzione.
Vale a dire che, dalla combinazione di tali fattori, può emergere che ci potrebbe essere una zona ad alta pericolosità sismica, ma senza alcuna abitazione, per cui non è rilevante ai fini della classificazione, mentre zone con una pericolosità inferiore, ma con edifici in un determinato stato o con forte addensamento di abitanti, aumentano l'indice. Occorre andare a classificazioni più sofisticate che sono quelle su cui si è lavorato in questi anni.
Infatti, la Commissione Nazionale di Prevenzione dei Grandi Rischi ha dato mandato nel 1997 al Servizio Sismico Nazionale di costituire un gruppo di lavoro per la formulazione di una proposta di riclassificazione sismica del territorio italiano.
Il gruppo di lavoro, costituito da esperti nei settori dell'ingegneria sismica, della geofisica e della geologia, ha concluso la sua attività con la proposta di riclassificazione, che è stata presentata pubblicamente alle Regioni a Roma il 13 aprile 1999.
Per ciascun Comune italiano, da parte del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti, sono stati previsti tre diversi indicatori di pericolosità sismica: un pericolo con un tempo di ritorno di 47anni, uno con un tempo di 95 anni e poi una massima intensità risentita storicamente.
Sono state fatte altre valutazioni di ordine statistico e delle valutazioni riferite al centro urbano, del centro capoluogo. Non avendo ulteriori di elementi di analisi a livello subcomunale, questo è molto importante soprattutto nei Comuni che hanno tantissime frazioni.
In sostanza, questa proposta andava nella direzione di prevedere un allargamento consistente della terza categoria. L'area di maggiore pericolosità che veniva individuata era rappresentata dall'Appennino centro meridionale e dall'arco calabro, includendo, naturalmente, zone della Garfagnana e del Friuli. Prevedeva, inoltre, una zona a bassa pericolosità che include quasi tutto il territorio nazionale, classificandolo in terza categoria.
Tanto per darvi dei numeri, a pagina 43 vi è una tabella che evidenzia come prima ci fossero circa 3 mila Comuni classificati sismici, di cui 368 in prima categoria, 2.500 circa in seconda e circa 100 in terza.
Nell'ipotesi che veniva fatta in allora, i Comuni classificati in terza categoria diventavano 2.258, quelli in seconda diminuivano a 1.810 e quelli in prima salivano a 542.
Per quanto riguarda il Piemonte, in quella bozza di classificazione sono stati individuati 209 Comuni, compresi i 41 già classificati in seconda categoria (si proponeva, però, di declassificare tutti in terza categoria, con la declassificazione conseguente dei Comuni interessati).
Le zone interessate sono evidenziate a pagina 45: si tratta della zona centro-sud occidentale, un'appendice sud-orientale, che probabilmente potrebbe risentire dei fenomeni dell'Appennino tosco-ligure, e naturalmente una parte a nord, che potrebbe risentire di fenomeni dell'arco alpino.
Seguono gli elenchi dei Comuni.
Proseguendo, arriviamo a pagina 53, dove ci sono i confronti delle situazioni con l'articolazione dei 209 Comuni di quell'ipotesi di classificazione: 46 Alessandria, 60 Cuneo, 80 Torino e 23 a Verbania.
Agli inizi del 2000, un apposito gruppo di lavoro tra il Servizio Sismico Nazionale e il Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti ha prodotto nuove Carte di pericolosità sismica.
Questa partita è in divenire, perché, nel frattempo - lo dir successivamente - era stato definito il Decreto Bassanini, che prevedeva una ripartizione dei compiti. Infatti, mentre in precedenza la competenza di classificazione era totalmente dello Stato, con la Bassanini il lavoro è stato diviso in due: lo Stato deve approvare i criteri generali e le Regioni devono poi attuarli, andando a fare le specifiche classificazioni.
Come dicevo, all'inizio del 2000 il gruppo di lavoro ha elaborato una nuova Carta di pericolosità sismica, aggiornando tutti gli elaborati prodotti come base di partenza. Naturalmente, è stata fatta una riclassificazione nel 2000, che cambia ancora i numeri. Ovviamente aumentano sempre i Comuni classificati in prima categoria, diminuiscono quelli in seconda e aumentano, ma in misura inferiore rispetto alla precedente classificazione, i Comuni da classificare in terza, che sono quelli della prima soglia di attenzione.
Per il Piemonte, si propone di ridurre tutto alla terza categoria praticamente, si tratta di 121 Comuni (a differenza dei 209), compresi i 32 classificati in seconda categoria. Addirittura, tale proposta prevede che 9 Comuni classificati in seconda categoria devono essere totalmente declassificati nella nostra Regione. Naturalmente, la cartina è sempre la solita. Come vedete, non c'è, anche perché non era prevedibile, il famoso terremoto dell'agosto 2000, perché avvenuto qualche mese prima.
Adesso veniamo alla parte conclusiva, cioè cosa abbiamo fatto e cosa stiamo facendo.
Come ricordavo prima, il D.lgs. n. 112, cioè la Bassanini, all'art. 94 prevede che le Regioni provvedano alla classificazione. Però l'art. 93 nella discutibile impostazione della Bassanini, che le Regioni avevano accettato un po' con il collo storto, come si suol dire, perché su ogni materia c'è competenza dello Stato e competenza della Regione - creando una sorta di "catena di Sant'Antonio", che molte volte non porta a raggiungere il risultato tempestivamente - prevede che lo Stato indichi i criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e, naturalmente, le norme tecniche per le costruzioni.
L'art. 94 prevede che lo Stato, sulla scorta dei criteri generali prima detti, individui materialmente le zone sismiche (nella nostra Regione avendole già individuate, provvedere all'aggiornamento degli elenchi che già ci sono dal 1982).
Nel 2001 ci sono stati due provvedimenti di legge che hanno trattato questa materia. Il primo è il Decreto Legge n. 343, che è stato poi convertito nella legge n. 401, che, per intenderci, è quel famoso decreto legge che ha abolito l'Agenzia di Protezione Civile e ha restituito il Dipartimento di Protezione Civile. Esso prevede che competa al Dipartimento della Protezione Civile assolvere i compiti di cui all'art. 93 della Bassanini, vale a dire indicare i criteri generali di classificazione.
Precedentemente, ovvero a giugno 2001, era stato emanato il DPR n. 380 quello sui Regolamenti Edilizi, per intenderci - la cui entrata in vigore, se non erro, è stata posticipata al 1° gennaio 2003. Esso prevede che i criteri per le zone sismiche siano dati dal Ministero dei Lavori Pubblici (ora Ministero delle Infrastrutture), sentito il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Questo quadro normativo, per quanto ancora da perfezionare in merito al coordinamento dei due ultimi citati disposti normativi, modifica le procedure di individuazione di cui alla legge n. 64/74, attribuendo ora funzioni differenziate, ma allo stesso tempo interconnesse, sia per lo Stato che per le Regioni, in raccordo con gli Enti locali dei rispettivi territori.
Constatando verso la fine del 2001 l'inerzia degli organismi governativi competenti, con nota del 21 febbraio 2002 indirizzata al Ministro per gli Affari Regionali, il Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni - l'on. Ghigo nel caso particolare - ha chiesto l'istituzione di un tavolo tecnico in seno alla Conferenza Stato-Regioni (ma è da intendersi Conferenza unificata, cioè Stato, Regioni, Province e Comuni) per la concertazione dei criteri per l'individuazione delle zone sismiche, con i relativi gradi di sismicità, e delle norme tecniche per le costruzioni, in modo tale da consentire poi alle Regioni di arrivare ad emanare il provvedimento finale di definitiva classificazione.
La prima riunione del tavolo tecnico si è svolta a Roma il 4 luglio 2002, presenti i rappresentati del Dipartimento di Protezione Civile, del Servizio Sismico Nazionale, del CNR e di numerose Regioni, compreso il Piemonte. A tale riunione, per la verità, non ne sono seguite altre, perch nel frattempo ci sono stati alcuni chiarimenti tra Lavori Pubblici e Protezione Civile.
Comunque noi, che abbiamo sempre premuto affinché questo lavoro andasse avanti, l'8 novembre abbiamo definitivamente indirizzato al Ministro per gli Affari Regionali un'ulteriore sollecitazione affinché questo tavolo riprenda a lavorare e definisca, una volta per tutte - mettendo dentro tutti, cioè Protezione Civile, Lavori Pubblici, Istituto Nazionale di Geofisica, tutti i servizi e quant'altro - questi criteri, con la benedizione di tutti, affinché siano pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale e si possano aggiornare le classificazioni.
Questo tavolo tecnico è stato convocato per lunedì 25 novembre, come mi informava il nostro rappresentante; speriamo che sia la volta conclusiva.
In conclusione, le ipotesi di classificazione del gruppo di lavoro istituito dalla Commissione Grandi Rischi appaiono non sufficientemente cautelative (mi riferisco a quelle del Piemonte). Infatti, rimangono esclusi i Comuni dell'Astigiano e dell'Alessandrino interessati dal terremoto del 21 agosto 2000, considerato che uno dei criteri utilizzati per l'individuazione delle zone ad alto rischio, di cui all'ordinanza n.
2788, è stato quello di tenere conto dei Comuni nei quali eventi sismici recenti hanno portato al finanziamento di programmi di ripristino e di ricostruzione di immobili danneggiati. Pertanto, tali Comuni devono essere presi in considerazione. Questo sarà quanto noi diremo al tavolo di lavoro a cui parteciperemo lunedì prossimo.
Le due ipotesi di classificazione di cui sopra, che si basano sulla stessa metodologia, combinando in modo diverso i tre fattori di rischio sono molto diverse tra loro e devono essere approfondite, in quanto la prima individua 209 Comuni da classificare in terza categoria e non più in seconda, e la seconda 117 Comuni (mi riferisco sempre al Piemonte).
L'estensione della classificazione a parte del Cuneese, Verbano e Alessandrino, va comunque approfondita e valutata nella sua dislocazione territoriale.
Inoltre, l'ipotesi di declassificare dalla seconda alla terza categoria 41 Comuni già classificati, o addirittura di considerarne non sismici una parte di essi, se comprensibile come risultato di studi scientifici suscita perplessità dal punto di vista applicativo. Occorre, infatti tenere conto che, dopo vent'anni di applicazione delle norme sismiche, gli extra costi di costruzione sono minimi e le procedure ormai consolidate nonché occorre considerare l'aspetto positivo della protezione in un momento come questo, in cui è fortissima la richiesta di protezione avanzata dalla popolazione.
Noi diciamo: andiamo adagio prima di declassificare, perché abbiamo visto come, fra la teoria e la pratica, ci sia, in questa materia peraltro imprevedibile, una certa differenza.
Se, come detto, il mantenimento della seconda categoria per i Comuni già classificati come tali non comporta cambiamenti ed è positivo per la protezione, la classificazione di nuovi Comuni in terza categoria è meno onerosa, da un punto di vista soprattutto burocratico, per la popolazione rispetto alla classificazione in seconda ed è altrettanto positiva per la protezione. Le norme sismiche, infatti, sono meno severe, in particolare per quanto riguarda la realizzazione di nuovi edifici, mentre sono sostanzialmente identiche per gli interventi sugli edifici esistenti che sono il vero e grosso problema del nostro tipo di edilizia e del nostro diffuso sistema di centri storici. Anche le procedure sono più semplici in quanto i lavori di edilizia devono solo essere denunciati, e non autorizzati preventivamente, e poi controllati con quei sistemi a campione.
Rimane anche in terza categoria il parere obbligatorio e vincolante sugli strumenti urbanistici sia generali che esecutivi.
Certamente, in caso di classificazione di nuovi Comuni in terza categoria si dovranno predisporre le procedure il più possibile snelle e semplici per raggiungere la tempestività del controllo che è fondamentale e non aspettare tempi successivi.
Sarebbe inoltre opportuno, nelle zone dichiarate sismiche, incentivare l'adozione di misure di riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici, ad esempio con agevolazioni per chi intraprende lavori di ristrutturazione con miglioramento sismico, in quanto il nostro patrimonio edilizio è costituito in prevalenza da edifici non antisismici, specie quelli dei centri storici che presentano il rischio maggiore (questo è un problema di tutto il Paese).
Infine, per i Comuni non classificati e che rimarranno esclusi dalla futura classificazione, sarebbe opportuno che i nuovi edifici di primaria importanza per la Protezione Civile, quali Prefetture, caserme, sedi comunali e ospedali, ecc., e quelli con destinazione d'uso che possono dare luogo a situazioni di particolare rischio, quali scuole, edifici di culto sale di spettacolo e di riunioni, ecc., fossero realizzati secondo le norme di terza categoria, cioè per la bassa sismicità. I benefici della maggiore protezione sono senz'altro superiori ai maggiori costi di costruzione peraltro minimi, che sono valutabili nell'ordine dell'1-2% rispetto al costo complessivo della costruzione perché riguardano sostanzialmente le strutture.
Come peraltro sopra specificato, la Regione Piemonte si è resa parte attiva affinché gli organismi ministeriali competenti procedano ad una rapida definizione dei criteri per la classificazione. Sulla base di tali criteri, è intendimento della Giunta procedere celermente alla classificazione dei territori interessati, attivando tutte le procedure previste dalle leggi vigenti.
Da subito, si potrebbe procedere, previa intesa nella Conferenza Regioni-Enti locali, al rilievo della vulnerabilità degli edifici pubblici strategici, al fine di individuare le priorità di intervento da realizzarsi a cura degli enti proprietari degli immobili, che, come sapete, sono Comuni e Province per quanto riguarda il sistema scolastico o l'edilizia locale.
La nostra Direzione "Servizi tecnici di prevenzione" fornirà l'assistenza per i rilievi e per tutta la procedura ipotizzata.
Mi sembra di aver dato conto di tutta la situazione operativa dal punto di vista del nostro Servizio sismico. Soprattutto, penso di aver dato conto di quello che si è cercato di fare per addivenire al più presto al provvedimento nazionale di definizione dei criteri e all'aggiornamento della classificazione sismica del territorio che ha bisogno dell'adempimento dell'art. 93 del D.lgs. n. 112 (peraltro richiamato nella legge n. 401 e nel DPR n. 380).
L'Assessore Ferrero eventualmente potrebbe svolgere considerazioni più attinenti alla protezione civile e opere pubbliche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Ci troviamo tutti concordi su una serie di procedure da mettere in atto relativamente alla tematica relativa alle sedi pubbliche e di pubblica utilità che insistono sul territorio. Si tratta di un lavoro particolarmente consistente, che probabilmente riguarderà un tempo non immediato di verifica. Sicuramente, è un lavoro propedeutico cercare di rendere il nostro territorio il più sicuro possibile con degli accorgimenti che, dalle verifiche che si sono effettuate, rappresentano una percentuale di incremento di costo relativamente limitata.
Un paio di considerazioni in ordine al ragionamento legato all'aspetto di protezione civile (sulla parte relativa all'edilizia scolastica interverrà l'Assessore Leo).
La Protezione Civile rappresenta varie fasi della gestione dell'emergenza. Nell'ambito della Protezione Civile ci sono anche aspetti legati alla pianificazione di quella che deve essere la gestione dell'emergenza e la previsione degli eventi.
Devo premettere che la Regione Piemonte è a prevalente rischio idrogeologico. Questo significa che l'organizzazione della Protezione Civile è tale da poter creare una sorta di struttura di sistema della protezione civile che è prevalentemente evocata e destinata a questo tipo di rischio. Ciò nonostante, come avete sentito poco fa dall'Assessore Cavallera, all'interno della struttura dei servizi tecnici di prevenzione il sistema di previsione legato al rischio idrogeologico, al rischio sismico, è un sistema attestato, ormai funzionante, quindi è uno strumento per la gestione del territorio assolutamente importante e fondamentale anche per le pianificazioni successive.
Nell'ambito della Protezione Civile vi è, oltre a strutture di soccorso vere e proprie, anche una presenza di volontariato che ormai ha assunto una connotazione di utilizzo piuttosto consistente, piuttosto all'avanguardia.
Ieri mi trovavo in Molise nei Comuni adottati dalla Regione Piemonte e devo dire che gli interventi che la Regione ha messo a disposizione sono stati molto apprezzati; apprezzati non tanto dal punto di vista delle strutture inviate, ma dal punto di vista della consulenza relativamente alla pianificazione dell'emergenza, alle parti più burocratiche di gestione di questo aspetto che, forse, è la parte che ci ha fatto più piacere dal punto di vista delle considerazioni.
E' importantissimo che il sistema di Protezione Civile parta dal basso cioè dai Comuni: i Comuni, i Sindaci, sono le prime autorità di Protezione Civile, e di lì bisogna partire con la pianificazione. Il Piano di protezione una volta era un'indicazione, ma con le leggi Bassanini è diventato un obbligo.
Questo ragionamento è stato accolto positivamente dalla Regione, nel senso che è fondamentale, nel momento in cui si verifica l'evento, partire da basso con un piano di Protezione Civile. E' necessario, quindi, che i Comuni coinvolti sappiano come mobilitarsi e come muoversi in un contesto così difficile. Dal punto di vista della gestione della Protezione Civile questo aspetto è in corso, ma sarebbe opportuno accelerare la tipologia di interventi, perché non è semplice trasferire agli Enti locali, fra i tanti problemi che già hanno, anche un piano di Protezione Civile che recepisca le tipologie di rischio, a maggior ragione nei Comuni con rischio sismico ed individui le pianificazioni per tipologia di rischio (tra l'altro, ci sono zone con entrambe le peculiarità, quindi è ancora più difficile).
A livello piemontese, relativamente al discorso del rischio idrogeologico, la pianificazione è ormai più che elevata, anche perché, per quanto riguarda le ultime deliberazioni predisposte sull'erogazione di risorse ai gruppi di volontariato e a gruppi comunali, abbiamo stabilito per quanto riguarda la richiesta di risorse dei Comuni, che uno dei criteri di selezione fondamentale sarà che i Comuni dovranno dimostrare la loro intenzione, con queste risorse, di avere un piano di Protezione Civile.
Questo ci è sembrato un meccanismo per incentivare la programmazione sul territorio, soprattutto per quanto riguarda i piani di Protezione Civile legati al rischio sismico.
L'assessore Cavallera faceva notare, dal punto di vista della gestione che dalla prima individuazione delle zone a rischio sismico alla seconda individuazione e a dove il terremoto si è verificato, ci sono tre versioni diverse. Diventa difficile, quindi, convincere i Comuni che occorre fare pianificazione con una certa tipologia di rischio, perché nella realtà si individuano zone, dal punto di vista di studio, e poi i terremoti si verificano da altre parti. Anche questo aspetto, dal punto di vista della gestione, non è così semplice. Ecco perché è importante il lavoro che si dovrà svolgere all'interno della Conferenza Stato-Regioni con il Dipartimento di Protezione Civile, proprio per approfondire i criteri attraverso i quali ci vengono fornite indicazioni dallo Stato da trasmettere sul territorio. Esse comportano, dal punto di vista della Regione, l'assunzione di tutta una serie di provvedimenti e di indicazioni che avranno notevoli ricadute.
Aggiungerei un altro aspetto, oltre al discorso legato ai piani di Protezione Civile e all'accorgimento di dare ai Comuni un'indicazione di criteri per poter costruire e per individuare zone sismiche, riguardante la formazione di tecnici che siano in grado, ovviamente dal punto di vista della protezione civile, di gestire una tipologia di emergenza, nel momento in cui si verifica o nel momento in cui si devono verificare gli assetti territoriali.
E' un lavoro in corso, non è tutto da cominciare, perché nel corso di questi anni sono stati formati dei tecnici che devono essere in grado, nel momento in cui un'emergenza si verifica, di coordinare i soggetti che lavorano nell'ambito di tale emergenza. Un esempio sono i soggetti che abbiamo formato (sono dipendenti della Regione Piemonte del Settore Protezione Civile, ma l'abbiamo fatto anche su molti altri funzionari di Amministrazioni pubbliche), che in questi giorni si sono recati in due Comuni colpiti dall'emergenza. Un Sindaco del posto proprio ieri ci diceva: "Ci hanno dato un supporto organizzativo importante", perché, al di là delle tende e dei pasti, a volte è importante saper gestire il discorso dell'ordinanza piuttosto che tutta una serie di aspetti di coordinamento delle varie realtà locali e di pianificazioni di protezione civile.
Sono tutti aspetti che, se adeguatamente formati, nel momento in cui si verifica l'emergenza diventano un utile supporto.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

DI BENEDETTO ALESSANDRO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

La situazione dei finanziamenti e il monitoraggio dell'edilizia scolastica dell'anno 2003 sono questioni delicate e importanti.
Da fonti ministeriali ci è stato assicurato che, per l'anno 2003, la legge n. 23 dell'11 gennaio 1996 verrà rifinanziata.
Informo i colleghi del Consiglio, in particolare i Consiglieri Suino e Placido (sempre molto attenti alle vicende amministrative ed estremamente competenti), che la legge, già precedentemente finanziata in maniera molto più sostanziosa, verrà rifinanziata da parte dell'Assessorato alla Regione con il servizio speciale dell'architetto Casale, con grande soddisfazione per Comuni e Province.
Oggi il finanziamento è molto inferiore. Verranno stanziati - non sappiamo ancora quanto - fondi straordinari per le zone sismiche. Do atto per onestà della vicenda, che c'era stato un finanziamento cospicuo della legge n. 23 e un atteggiamento della Regione condiviso e sottoscritto da tutti i Comuni e le Province.
Saranno garantiti fondi regionali, in ottemperanza agli impegni assunti con le Amministrazioni provinciali, con trasferimento delle competenze nelle opere riguardanti gli interventi per i Comuni fino a 5 mila abitanti.
Verranno stanziati fondi straordinari per finanziare l'opera presentata dai Comuni, in seguito al bando approvato con DGR n. 50-6296 del 10 giugno 2002, e uno Studio preliminare per la costruzione di un modello funzionale di un sistema "Geographical Information System". Il collega Moriconi ha più volte sostenuto di adottarlo il meno possibile; infatti, abbiamo ripiegato sullo Science Center (Cittadella della Scienza) - questo me l'hanno dato in inglese, collega Moriconi - per l'elaborazione informatizzata e successiva consultazione di dati relativi a modelli geometrici, spaziali e descrittivi riferiti alle strutture edilizie scolastiche pubbliche materne, elementari e medie del territorio piemontese.
La legge n. 23 dell'11 gennaio 1996 prevede che, nell'ambito del Sistema Informativo del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca e con la collaborazione degli Enti locali interessati, si crei un'Anagrafe Nazionale dell'Edilizia scolastica articolata per Regioni.
Scopo principale del predetto nodo regionale sarà quello di una ricongiunzione dei dati relativi agli edifici esistenti nei Comuni della Regione e del continuo aggiornamento dei predetti dati.
La Regione Piemonte ha prontamente attivato le procedure di rilevamento e successiva rielaborazione dei dati a partire dall'anno 2000, in collaborazione con istituzioni scolastiche, uffici del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, Comuni e Province, al fine di consentire la programmazione degli interventi in materia fondata su elementi di valutazione certi e rilevati con una metodologia scientificamente corretta.
I dati disponibili dalla rilevazione effettuata con schede ministeriali vengono ulteriormente integrati con dati geometrici, spaziali e descrittivi relativi ad ogni singola autonomia scolastica, al fine di costruire un modello funzionale per la realizzazione di un sistema "Geographical Information System" (GIS), concepito per l'elaborazione informatizzata e successiva consultazione dei dati raccolti.
Sarà possibile rendere consultabile direttamente su Internet la composizione di ogni singola Autonomia Scolastica, consentendo, sia all'utenza che agli operatori, di visualizzare dati relativi all'Offerta Formativa (specifiche territoriali, corpo insegnante, programmi didattici) alle strutture specifiche di ogni singola scuola (aule, laboratori, mense palestre, ecc.) e, più in generale, alla rispondenza del servizio pubblico alle esigenze dell'utenza.
Svolgo ancora due constatazioni politiche finali. In primo luogo, la Regione ha svolto - mi permetto di citarlo, ringraziando l'architetto Casale - questo lavoro con grande diligenza. In secondo luogo, la legge n.
23 è finanziata assolutamente in maniera insufficiente. In terzo luogo, il discorso sulle aree sismiche, invece, può essere molto interessante e noi siamo pronti a fruirlo e a svilupparlo in ogni modo per il bene dell'edilizia scolastica e delle realtà della nostra Regione.
Ringrazio i colleghi che hanno avuto la bontà di ascoltare; la relazione scritta è a disposizione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ringrazio lei, Assessore Leo, e gli Assessori intervenuti.
E' aperto il dibattito generale.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Signor Presidente, noi abbiamo ritenuto doveroso richiedere la convocazione straordinaria del Consiglio, anche se, poi, rimane un certo imbarazzo a cogliere come ci siano forti assenze e significative disattenzioni quando si tratta di uno di quegli argomenti che nella fase cruciale o critica in cui si manifesta un evento di questo tipo, parliamo di terremoto, in un territorio che è ad alto rischio di dissesto idrogeologico, finisce su tutte le pagine dei giornali e che per giorni e settimane, anche giustamente, richiama l'attenzione collettiva degli amministratori che si ritrovano in quella fase in un contesto di emergenza.
Il nostro tentativo nel proporre questo Consiglio - e ringraziamo perché questo è avvenuto - era ed è quello di suscitare il più possibile una fase di prevenzione e di sollecitare - poi verrò alle proposte - il Governo, più che la Regione, a svolgere quella serie di atti indispensabili, perché tutto ciò che è annesso al terremoto, al piano di emergenza, al piano di Protezione Civile, alla rete di rilevazione e così via, necessita di andare avanti, di essere implementato e sostenuto.
E' chiaro che ci siamo basati su due aspetti. Il primo aspetto è generale ed è relativo al rapporto sull'attività regionale. Ringraziamo l'Assessore Cavallera, il suo Assessorato e il Settore per la significativa e completa relazione, che, per quanto mi consta, definirei significativa e positivamente da accogliere.
Il secondo aspetto è maggiormente legato alla Protezione Civile e all'edilizia scolastica, in quanto sono due aspetti sui quali siamo stati di nuovo recentemente tutti emotivamente coinvolti per i gravi fatti del Molise e riteniamo siano fatti che possano avvenire già in contesti assolutamente ben organizzati e con sistemi ben sostenuti, a maggior ragione in un contesto nel quale il nostro Paese sta andando verso un allontanamento da quelle che dovrebbero essere le misure di prevenzione indispensabili.
Quindi, partiamo con due ragionamenti positivi, poi verrò a quelli meno positivi. Innanzitutto, un apprezzamento va alle tre relazioni, in particolare per quella dell'Assessore Cavallera, che si occupa di tutta l'attività regionale in campo sismico.
Un apprezzamento - e le vostre relazioni lo hanno ricordato - per la rete di rilevazione delle varie stazioni sismiche, cioè il lavoro che viene svolto a Pinerolo, dal dottor Coccolo e dal resto della struttura, che si è rivelato essere uno strumento di fondamentale importanza sia per la rilevazione, sia per la conoscenza del fenomeno.
Ancora un apprezzamento doveroso da parte di tutti noi, amministratori e Consiglieri regionali, al servizio di Protezione Civile, perché nelle varie situazioni ha saputo essere presente in modo attivo, anche nei confronti delle altre Regioni. Riteniamo che il Piemonte possa vantare una pianificazione dell'emergenza piuttosto avanzata e questo è sicuramente un beneficio per noi e per le altre Regioni.
Detto questo, ricordiamo, come già hanno fatto i colleghi Assessori che noi siamo stati toccati dal fenomeno in alcune occasioni, in particolare nell'anno 2000, quando il 21 agosto ci fu quel terremoto significativo che ha riguardato i Comuni piemontesi dell'Alessandrino e dell'Astigiano, dove da cinquant'anni - se ricordo bene e se mi sono informata nel modo dovuto - non si verificavano fenomeni sismici. Quei Comuni, ad esempio, non sono compresi nelle aree sismiche e non hanno ancora ricevuto tutti i fondi necessari per i lavori di ripristino che, a seguito del terremoto del 2000, si sono dovuti svolgere.
Non sottovalutiamo quanto accadde solo due anni fa, poiché ha riguardato 113 Comuni dell'Alessandrino, 98 Comuni dell'Astigiano, un paio di Comuni del Cuneese e ha riguardano zone che erano ritenute non in territorio sismico. Perché metto questa enfasi su questa affermazione?



(Brusìo in aula)



SUINO Marisa

PRESIDENTE



SUINO Marisa

Consigliera Suino, le chiedo scusa se non le faccio terminare la considerazione.
Colleghi, vi invito a rispettare il collega che interviene e tutti i colleghi Consiglieri che sono interessati al dibattito, perché diventa davvero difficile, soprattutto su un argomento così importante, non registrare, anche solo per sensibilità dei singoli Consiglieri, un interesse che ritengo sia dovuto istituzionalmente.
Vi chiedo di abbassare il tono della voce affinché la Consigliera Suino e i Consiglieri a seguire abbiano l'opportunità di essere ascoltati.
Consiglieri, vi invito a prendere posto in aula: chi non vuole ascoltare, si accomodi all'esterno, così diamo modo a tutti di ascoltare quanto avviene.
Prego, Consigliera Suino, prosegua.



SUINO Marisa

Ritorniamo ai dati del terremoto del 2000. Per conoscere il rischio sismico, la relazione complessa e completa dell'Assessore ci ha fatto notare come esistano tre livelli: la pericolosità, la vulnerabilità e l'esposizione. La classificazione vigente per l'Italia sostiene che ci sono 2.965 Comuni, quindi il 45% dei Comuni esistenti nel nostro Paese, che si ritrovano classificati in prima, seconda e terza categoria.
Per i Consiglieri che magari non hanno fatto in tempo ad esaminare con attenzione la relazione, ricordo che la differenza fra le tre categorie è importante. In prima e seconda categoria abbiamo progetti che devono ricevere preventivamente l'autorizzazione per la costruzione o per le modifiche (lo dico in modo bonario, per rendere di più l'idea); in terza categoria si ha l'esclusivo deposito dei progetti e non la preventiva autorizzazione. Comprendete come vi sia una differenza sostanziale.
Nella riclassificazione, che peraltro non esiste perché non è definita come è possibile che, per quanto riguarda i 209 Comuni del Piemonte, 41 che già erano in seconda categoria passino tutti in terza? Quindi, c'è un declassamento di Comuni già classificati e un abbassamento del livello di protezione: ne siamo sicuri? E' proprio ciò che è necessario per i Comuni del nostro territorio? Peraltro, un territorio che ha elevato rischio di dissesto idrogeologico? La nuova mappa sismica, allo studio di un gruppo di lavoro della Conferenza unificata, porta da 41 ad alcune centinaia il numero dei Comuni del Piemonte a rischio terremoto. La riclassificazione del 1998 non è stata ancora adottata: questo lo ritengo grave e lesivo della sicurezza dei cittadini italiani. Occorre che dalla nostra Regione parta un monito chiaro ed esplicito a rafforzamento di quanto già fatto dal Presidente delle Regioni italiane affinché il Governo concluda i lavori, definisca la riclassificazione dei finanziamenti soprattutto per pagare i danni dei terremoti passati, nel nostro caso quello del 2000. E' vergognoso che abbiano ricevuto un po' meno del 50% dei contributi che erano necessari ai Comuni disastrati. La prevenzione ha senso non quando si piangono le vittime, siano esse bambini, insegnanti o anziani, ma ha senso prima, per evitare di piangere quelle vittime.
Sono particolarmente sensibile al problema semplicemente perché per molti anni ho vissuto l'esperienza di volontaria a Gemona, a seguito del terremoto che ha colpito il Friuli. Per molti anni ho visto, ho lavorato ho contribuito e mi sono resa conto di cosa vuol dire vivere le conseguenze di un terremoto di quelle proporzioni. Allo Stato i criteri, alle Regione il compito di applicarli, però il rischio sismico è molto esteso. Certo, è un rischio che riguarda soprattutto le zone appenniniche del centro meridione e il Friuli. Anche sul territorio piemontese esiste una serie di problemi. Ricordo, in particolare, nella provincia di Torino, la Valle di Susa, la Val Chisone, la Val Pellice e il Pinerolese. Nel Cuneese abbiamo Comuni come Bagnolo e altri; la Valle del Po, dello Stura, la Val Maira sono tutte zone sulle quali sono previste significative infrastrutture nuovi insediamenti futuri, quindi una maggiore attenzione.
Ancora un aspetto per affrontare almeno il titolo. Mi riferisco alla questione relativa all'aspetto dell'edilizia scolastica. Il Ministro Moratti ha ignorato, fino ad ora, l'allarme sulla sicurezza e sono stati cancellati 200 miliardi di vecchie lire per l'adeguamento degli edifici.
Consiglieri, le scuole in possesso di agibilità statica sono vergognosamente basse, ci sono i certificati. Il Piemonte è tra le Regioni che ne ha di più (viaggiamo sul 52%); ci sono Regioni in Italia che hanno il 15% di presenza di certificati di agibilità statica: è vergognoso! E poi andiamo tutti quanti ai funerali dei bimbi che vengono massacrati all'intero delle scuole! Consiglieri di maggioranza, di qui deve partire un monito chiaro perch dobbiamo intervenire affinché questi morti non ci siano più. Gli incidenti possono esserci in ogni caso, ma dobbiamo almeno creare uno stato di sicurezza e di coscienza tale per cui evitiamo i danni maggiori. Per aiutare i Comuni a rispettare la legge, il Governo deve varare un grande piano per l'edilizia scolastica. Si tratta di un piano da 3 miliardi di euro, lo sappiamo perfettamente, ma non c'è una lira in questa Finanziaria e, di conseguenza, la data del 2004, che era la data stabilita entro la quale presentare il piano di edilizia scolastica per la messa a norma, la certificazione sismica e la certificazione della prevenzione incendi, non potrà essere rispettata a queste condizioni.
Ripeto, da questo Consiglio deve partire un monito chiaro: servono dei soldi, e saranno soldi spesi bene perché incidono sulla prevenzione.
Pertanto, noi chiediamo che all'ordine del giorno, che illustrerò più avanti, ci sia un'adesione corale poiché nello stesso abbiamo tenuto conto degli elementi essenziali e della significativa e positiva relazione dell'Assessore Cavallera.


Argomento: Varie

Saluto agli studenti e insegnanti della Scuola media "F. Alberti" di Torino


PRESIDENTE

Saluto gli studenti e gli insegnanti della Scuola media "F. Alberti" di Torino in visita a Palazzo Lascaris.


Argomento: Calamità naturali - Edilizia e norme tecnico-costruttive - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Determinazioni circa l'aggiornamento della mappa dei territori regionali a rischio sismico - Verifica delle condizioni strutturali e di sicurezza degli edifici adibiti a scuole pubbliche in Piemonte. Esame collegati ordini del giorno n. 647, n. 660 e n. 661 (seguito)


PRESIDENTE

Proseguendo il dibattito generale in merito al punto in esame ha la parola il Consigliere Bolla.



BOLLA Emilio

Ero pronto ad affrontare questo tema importante sin dalle 9.30 di questa mattina, ma, avendo iniziato con leggero ritardo i lavori del Consiglio, ho avuto modo di approfondire la relazione dettagliata presentata dall'Assessore Cavallera.
Gli approfondimenti che l'Assessore ha esposto nella relazione sono fondamentali per fare un ragionamento utile e non sull'onda emotiva che è sempre conseguenza di fatti gravi che sono frequenti e drammatici.
Volevo fare alcuni approfondimenti in relazione a quanto l'Assessore, e poi gli Assessori, per le loro competenze, hanno detto ad integrazione.
Il lavoro che ha svolto la Regione, dal mio punto di vista, è molto importante e positivo, perché nel campo della prevenzione e del rischio sismico la delicatezza è alta, quindi il lavoro che si svolge è importante e deve essere curato e appropriato. L'importanza, che citava l'Assessore del ruolo di una rete, che è stata distribuita sull'intero territorio della Regione, ma anche il collegamento con le altre Regioni del Nord-Ovest, pone l'attenzione su elementi ai quali spesso non facciamo molto caso. Non ricordo i periodi, ma aver rilevato negli ultimi tempi almeno 5 mila terremoti, dei quali pochissimi avvertiti nel nostro territorio, è un elemento di preoccupazione ed attenzione.
I dati relativi a questo settore, per fornire adeguati strumenti di valutazione al Consiglio, sono fondamentali. Tali rilievi confermano il rischio sismico del territorio della nostra Regione. I tanti amministratori che hanno operato negli anni nei Comuni classificati sismici erano a conoscenza di quei rilievi. E' un argomento che non deve essere sottovalutato, perché i 41 Comuni - se non ricordo male - che sono attualmente classificati a rischio di seconda categoria da molti anni si trovano ad affrontare questo argomento e devono agire di conseguenza, ma anche i cittadini che da questi adempimenti hanno degli oneri molto più consistenti rispetto ad altri.
Da questo rischio sismico derivano due aspetti che dobbiamo valutare.
Il primo aspetto, sicuramente più importante dal mio punto di vista, è quello di ricercare una sempre maggiore sicurezza per i cittadini e quindi, affrontare con estrema cautela e precisione l'aspetto della prevenzione. L'altro aspetto è rappresentato dai costi che derivano, per i cittadini e per le comunità, da questi adempimenti che sono necessari per la prevenzione.
Per quanto riguarda lo sviluppo e gli insediamenti, nonché le ristrutturazioni, quindi il recupero del patrimonio edilizio e urbanistico hanno procurato dei notevoli costi, a volte non solo in termini economici ma anche di attesa, più lunghi rispetto alle procedure normali.
Chiaramente chi ha svolto la funzione di amministratore in quelle aree ha accettato dall'inizio, direi con difficoltà, questa situazione, perch ha procurato un rapporto difficile rispetto all'applicazione concreta da parte dei cittadini, ma, ad oggi, possiamo dire che i risultati sono stati positivi. Il lavoro svolto, soprattutto dal Servizio che si occupa del rischio sismico, è stato importante, perché c'è stata un'azione educativa rivolta prima agli amministratori e poi ai cittadini. Credo che i frutti di questo lavoro siano evidenti, perché c'è stato un adeguamento e ritengo che sia particolarmente delicato parlare di una declassificazione.
Non sono un tecnico, ma, oggi, non mi sento di dire se questa azione sia o meno opportuna. Dobbiamo procedere con estrema cautela in questa valutazione. E' chiaro che gli oneri sono di tipo diverso; anche la collega Suino affermava che gli oneri sono di tipo diverso.
Credo, però, che occorra attuare una valutazione molto attenta e agire in una direzione di tipo diverso. Per quanto riguarda l'allargamento previsto per i Comuni classificati, penso che gli eventi abbiano dimostrato, come ha detto l'Assessore Cavallera, che è una necessità rivedere l'estensione di questa classificazione derivante dall'esperienza ma anche dagli eventi del 2000. E' opportuno che la Regione intervenga e affronti l'argomento in modo preciso e puntuale.
Ritengo inoltre che si debba intervenire in un'altra direzione, in relazione a quello che dicevo prima, ossia tenere conto degli oneri che derivano da queste nuove classificazioni e, in questa direzione, si dovrebbe pensare senza demagogia - vorrei invitare la collega Suino a non farne - perché non possiamo chiedere al nuovo Governo di intervenire in poco tempo, magari per carenze che si trascinano nel tempo, nel campo dell'edilizia pubblica.
Dobbiamo, con responsabilità, intervenire ciascuno nell'ambito della propria rappresentanza istituzionale, quindi la Regione per quanto compete il proprio ambito, fino a scendere ai Comuni, oppure salire fino al Governo e al Parlamento.
E' chiaro che un intervento complessivo in questo settore non pu essere attuato in poco tempo. Bisogna intervenire in modo deciso, iniziando dai Comuni per l'estensione dei Piani Regolatori e, quindi, per gli approfondimenti che sono necessari negli studi di settore e di prevenzione del rischio sismico da una parte e, dall'altra, di trovare delle forme per consentire, soprattutto ai Comuni che sono classificati o diventeranno classificati, un sostegno o, almeno, una priorità di finanziamento per le opere pubbliche che si rendono necessarie. Questo è un altro aspetto importante, ma si andrà ad individuare una forma di agevolazione maggiore per i cittadini rispetto alle necessità che si pongono negli interventi di ristrutturazione e di nuova edificazione.
Dal mio punto di vista, è importante mantenere una forte sensibilità nel campo della prevenzione, ma è anche giusto e doveroso intervenire a sostegno degli interventi che ci consentono di raggiungere la sicurezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Parlare degli eventi legati al terremoto ci porta inevitabilmente, come prima riflessione, a pensare all'imprevedibilità di tali fenomeni.
La stessa documentazione presentata dall'Assessore dimostra come l'evento nella zona dell'Astigiano si sia verificato in zone limitrofe rispetto a quelle precedentemente indicate. Tuttavia, non possiamo dimenticare che il territorio italiano ha una struttura geologica totalmente a rischio di terremoti e questo deve condizionare tutti i nostri ragionamenti. Tanto per fare un esempio, possiamo ricordare come lo stesso Giappone sia in una situazione simile a quella italiana, avendo una struttura geografica definita globalmente a rischio di terremoti, che per ha portato quella nazione ad operare delle scelte tecniche ed operative che, di fatto, sono riuscite a limitare fortemente i danni di eventuali eventi sismici alle opere e a rendere quasi nulle le conseguenze per le persone.
Sappiamo anche, ed è riassunto nel documento presentato, che si possono affrontare i problemi del terremoto sotto vari punti di vista: dal punto di vista della prevenzione, dal punto di vista dell'attività di monitoraggio del territorio e dal punto di vista della predisposizione delle operazioni di protezione civile che si possono mettere in atto successivamente all'evento sismico.
Il documento presentato dall'Assessore illustra il problema della classificazione delle zone a rischio e le attività relative alle attitudini che si prevedono per gli edifici.
L'obiettivo principale che mi sembra possa essere assunto dalla Regione, anche alla luce degli episodi in Molise, è l'atteggiamento che si vuole assumere nei confronti dell'attività di salvaguardia degli edifici pubblici e privati.
Dobbiamo ricordare - è stato ribadito da tutti coloro che sono intervenuti - che le zone di classificazione si basano essenzialmente su eventi già accaduti, su eventi precedenti. Pertanto, laddove la zona non è indicata come sismica, non si ha la sicurezza che non si potranno mai verificare eventi sismici. In Piemonte, oltretutto, con gli episodi del 2000, abbiamo proprio la dimostrazione che questo può succedere. E da noi è effettivamente successo.
Credo che la nostra preoccupazione - parlo anche a nome del collega Chiezzi che non è presente - dovrebbe essere quella di aumentare il livello di sicurezza e per questo riteniamo che siano fondamentali alcune decisioni che noi dovremmo assumere.
E' stato presentato un ordine del giorno che verrà illustrato dopo dalla collega Suino, che noi abbiamo sottoscritto e sosteniamo. Noi chiediamo che si impegnino i Comuni a seguire le misure che sono indicate per quanto riguarda la prevenzione sismica. Siamo d'accordo con la collega Suino sul fatto che questa partita debba vedere l'intervento deciso e decisivo per quanto riguarda le strutture statali e un intervento decisivo per quanto riguarda la sottoscrizione dei fondi necessari per affrontare sia i problemi della prevenzione, sia i problemi della ricostruzione.
L'evento più recente è quello accaduto in Molise. A tale riguardo, è opportuno fare una riflessione su come è stata gestita la vicenda anche dagli organi di informazione.
In caso di eventi dolorosi, assistiamo normalmente ad una fase di grossa partecipazione emotiva sottolineata anche dagli organi di informazione. Nella fase di ricostruzione, però, ovvero nella fase altrettanto dolorosa che accompagna le popolazioni colpite, che devono ricostruire una loro speranza di vita e una loro qualità di vita, sovente sono lasciate sole.
Come ha ricordato la collega Suino, dopo un primo momento di grossa emotività, si tende a dimenticare e le risorse finanziarie, che servono per ricostruire la vita laddove sono successi eventi dolorosi, tardano ad arrivare o spesso non arrivano.
Noi siamo preoccupati non solo per questo aspetto, ma anche per quello che riguarda la costruzione di un sistema di tutela, di prevenzione e di messa in sicurezza degli edifici.
Le indicazioni che l'Assessore Cavallera indica a pagina 59 della relazione, ovvero che nelle zone dichiarate sismiche sarebbe necessario incentivare l'adozione di misure di riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici esistenti, o ancora quei buoni propositi per cui anche nei Comuni non classificati occorrerebbe prendere delle decisioni che riguardano la messa in sicurezza dei nuovi edifici di importanza primaria quali Prefetture e Caserme, nonché quelli che possono dare luogo a situazioni di rischio (scuole, edifici di culto, ecc.), temiamo possano rimanere solo dei buoni propositi.
Tante volte abbiamo dovuto constatare come in campo ambientale si esprimono buone intenzioni e poi come le stesse non siano effettivamente realizzate. Non possiamo ignorare che questi interventi comportano un costo e c'è il rischio che di fronte al costo aggiuntivo si cerchi, come altre volte in Italia è successo, di non affrontare l'argomento e di non risolverlo.
Io credo che questi interventi siano fondamentali. Penso anche che proprio in questo senso, la stessa opera di monitoraggio sullo stato degli edifici vada condotta non a campione, bensì su tutti gli edifici esistenti che ricadono nelle tipologie che l'Assessore ha indicato, proprio perch l'evento sismico non è totalmente prevedibile e quindi noi dovremmo essere preparati ad affrontarlo in qualsiasi parte del territorio piemontese esso si verifichi.
Di fronte a queste prospettive, ritengo che si debba fare anche un altro ragionamento: investire nella tutela e nella salvaguardia del proprio patrimonio edilizio rappresenta sicuramente un'attività che si può, a buona ragione, definire di economia sostenibile, di ecolavoro. Tante volte in quest'aula abbiamo provato a parlare di economia sostenibile e di altre attività lavorative, affinché non partano solo dall'idea dello sviluppo legato alla crescita continua del PIL, ma basino l'economia proprio su sistemi ambientalmente compatibili.
Nelle attività legate alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio nazionale credo che ci sia anche un valente aspetto di economia sostenibile che non deve essere trascurato. Purtroppo, anche in questi giorni assistiamo ad un'idea di sviluppo dell'Italia legato più ad opere faraoniche che al recupero dell'esistente.
Siccome siamo obbligati a ragionare in termini di risorse limitate sarebbe opportuno, invece di investire soldi in opere faraoniche investirli nella tutela del nostro territorio. Sarebbe un'opera meritoria che va nel senso di un'economia sostenibile.



PRESIDENTE

Ricordo che il Consigliere Moriconi è intervenuto anche a nome del Consigliere Chiezzi che ha dovuto lasciare l'aula.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

E' indubbio che la questione è approdata all'aula dopo una tragica fatalità, sulle cui responsabilità e colpe la politica si interroga.
D'altronde, il criterio per classificare le zone sismiche ha sempre avuto la seguente caratteristica: si registra l'evento, ci sono migliaia e migliaia di vittime, si aggiorna la mappa (così ho letto nella relazione introduttiva al documento che avete portato in aula). Tutto questo è un approccio storico, possiamo dire secolare o addirittura milionario, che definiva la localizzazione dei siti in cui ricostruire quanto un evento sismico aveva distrutto. Sarebbe opportuno cominciare a pensare a norme improntate sul piano preventivo, attraverso norme prescrittive, sulle caratteristiche degli edifici dal punto di vista strutturale, della loro portanza (in termini di materiale) e, naturalmente, che rispondano a determinati requisiti.
Voglio inserire un elemento di riflessione: mai come in questo momento storico il mondo si deve interrogare su tutto quello che è sul piano del rischio in generale, dall'assetto idrogeologico al rischio sismico al rischio derivante dall'uso incauto delle forze energetiche (e su questo ho appreso solo questa mattina - non so se il Presidente ne ha dato notizia in aula - che a Pinerolo è saltato in aria un edificio, pare per una fuga di gas, non si sa se dovuto ad una bombola GPL o ad una fuga dell'impianto a metano).
Non si devono aspettare tragedie per, al di là delle norme fissate mettere in campo un'educazione sulla convivenza con i rischi.
La prima domanda che pongo all'Assessore - non so se replicherà - è di capire come la Regione Piemonte opera nel campo dell'educazione al rischio.
La definirei così, sia di natura alluvionale, sia di natura sismica, sia di altra natura (incendio o fuga di gas).
Tornando al ragionamento iniziale, siccome è mutato l'approccio rispetto alla questione della registrazione delle zone sismiche, dobbiamo interrogarci se non sia opportuno, ferma restando la legislazione di riferimento, fare un salto qualitativo.
La tragedia di San Giuliano ci ha insegnato che la definizione di quell'area, secondo la classificazione indicata dai tecnici, era ferma - mi pare di comprendere - nelle procedure burocratiche del riconoscimento di una certa area. A questo dobbiamo affiancare l'imprevedibilità - e ribadisco il concetto che il mondo deve interrogarsi sul destino e sullo sviluppo compatibile per salvaguardarlo - del mutamento del clima e la responsabilità dell'uomo nel non aver saputo paventare questo grande rischio.
Questo vale anche per la classificazione delle zone sismiche, perché il vero ostacolo è di natura economica, il vero ostacolo è l'incidenza del 20 aggiuntivo sul costo della costruzione. Alla classificazione come zona sismica si oppongono, in questo Paese, potenti lobby. Questo va detto.
Questo va chiarito e la politica deve avere, da questo punto di vista, un approccio del tutto indifferente a queste pressioni, perché è evidente che dietro il rallentamento burocratico della classificazione delle zone sismiche, si muovono altri interessi che mettono, come le tragedie ci insegnano, a rischio la sicurezza dei cittadini.
Anche noi abbiamo sottoscritto, Consigliera Suino, l'ordine del giorno sulla classificazione delle aree del Piemonte a rischio sismico, per credo che il vero problema sia guardare a tutto campo le questioni relative al rischio.
I nostri figli, i nostri ragazzi, i ragazzi di questa Regione, di questo Paese, devono avere la certezza che le loro famiglie li hanno lasciati in luoghi sicuri, al di là dell'evento disastroso, in luoghi progettati ponendo al centro, prima di tutto, la sicurezza.
Qui si impone subito una mappatura esatta dell'attuale patrimonio dell'edilizia scolastica (annunciato nell'intervento precedente), che deve a tempi rapidi, porre sotto inchiesta la staticità delle strutture. Questo vale per le scuole, per i luoghi di cura, per i luoghi di assistenza.
Certo, Consigliere Deorsola, che vale per tutti gli edifici, ma occorre pur darsi un ordine di priorità e, per fare questo, occorrono risorse.
Siamo in una situazione di gravissima carenza di stanziamenti per la manutenzione straordinaria dell'edilizia scolastica nella nostra Regione.
Anche per questo mi appello al senso di responsabilità della maggioranza che molto spesso, nella priorità di spesa, decide altre politiche, altre priorità.
Mi rivolgo alla Consigliera Rosanna Costa: non è più opportuno utilizzare 35 miliardi per mettere a norma e in sicurezza gli edifici scolastici, anziché pensare di inseguire un obiettivo, sicuramente coerente con il programma elettorale, ma che di fronte alla mancanza di risorse questa assemblea deve indicare priorità di spesa? Bisogna avere il coraggio di fare passi indietro e, nel momento in cui affrontiamo alcune leggi dire: "No, ci sono altre priorità".
Vi presenteremo il conto per qualsiasi cosa possa succedere nel campo del rischio, perché noi oggi abbiamo gli strumenti legislativi per poter operare con opportuni stanziamenti, per fare una seria opera di prevenzione.
Stiamo parlando del comparto scolastico e a questo mi limito. Se parliamo di spese nel comparto scolastico, Assessore Leo, faccia un atto da cristiano cattolico praticante e abbia il coraggio, una volta tanto - di fronte all'opportunismo politico che può derivare dal dare rispondenza ad un obiettivo di programma politico presentato agli elettori - di presentarsi da quegli elettori e dire: "In questo momento la Regione ha altre urgenze. Primo: il problema della sicurezza".
Sarebbe un segnale che consentirebbe alla politica di riaccreditarsi verso i cittadini tutti, perché la si sottrae e si sottraggono gli atti legislativi a pura e semplice esigenza di parte.
Gliela lascio come riflessione, Assessore, proprio perché questa discussione è stata generata da un fatto gravissimo, da una sciagura che ha colpito ed emozionato tutto il Paese.
Dobbiamo essere conseguenti, sugli atti: una delegazione della Regione Piemonte si è recata in quei luoghi, ma non vorremmo, in futuro, dover ospitare altre delegazioni che ci portino attestati di solidarietà, sapendo che chi ha l'obbligo di decidere, chi è stato mandato qui per legiferare ha omesso il proprio compito e ha creato le condizioni per qualsiasi disastro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, sono reduce, con l'Assessore Ferrero e il Presidente Cota, dalla visita, compiuta ieri, nel Molise.
Come ha già detto l'Assessore Ferrero, anch'io sono rimasto colpito da molte questioni: la dignità di quella popolazione, il giudizio espresso dagli amministratori che abbiamo incontrato, l'efficienza e il livello di professionalità dei funzionari piemontesi della Protezione Civile.
Sono orgoglioso di questo, non ho difficoltà a riconoscerlo; per un piemontese che si sente italiano, andare in Molise e ricevere apprezzamenti è un fatto di orgoglio.
E' stata apprezzata l'attività, la generosità e l'impegno dei nostri funzionari.
Ho avuto, poi, sempre in seguito a quella visita, una conferma: l'Italia è davvero una e indivisibile.
Vedete, la tragedia del terremoto che in questo momento ha colpito il Molise, ma che in passato ha colpito altre regioni italiane, dimostra come questo sia un Paese unito da valori di fondo. Un'ora dopo la tragedia del terremoto in Molise, i funzionari piemontesi erano presenti e lavoravano ed erano considerati, non degli ospiti, ma delle persone che in quelle ore lottavano per superare la fase dell'emergenza.
Se penso a quanto ho visto ieri in Molise, insieme all'Assessore Ferrero, e poi mi sposto con l'attenzione alle vicende del Parlamento della Repubblica italiana, mi sento tremare le vene dei polsi! In questi giorni, infatti, il Parlamento sta discutendo un provvedimento sulla devolution nel nostro Paese - e badate che c'è un nesso molto stretto fra le due questioni - che stabilisce che le Regioni abbiano piena autonomia in una serie di campi (per il momento tre o quattro), e questo va in controtendenza rispetto a quanto ho ricordato prima.
Se passa il principio per cui le Regioni più povere - e il Molise è una di queste, lo abbiamo toccato con mano ieri - non possono contare sulla solidarietà nazionale, non soltanto per affrontare emergenze di questo tipo, ma in generale, significa che stiamo portando l'Italia verso una prospettiva che dovrebbe far tremare le vene dei polsi, non soltanto al sottoscritto o ai colleghi Marcenaro e Manica, ma anche a molti esponenti della maggioranza.
In Molise abbiamo ricevuto apprezzamenti; dobbiamo essere orgogliosi di questo e mettere sempre più la Protezione Civile nella condizione di essere efficiente fino in fondo, capace di intervenire.
In questo ha ragione l'Assessore Ferrero: è fondamentale il fatto che la Protezione Civile sia parte di un sistema e che uno snodo fondamentale di questo sistema sia rappresentato dai Sindaci.
E' in atto una discussione, per esempio, relativamente al fatto che il Governo ha nominato Commissario straordinario il dott. Bertolaso.
Questo non lo fece - collega Bolla - il Governo di centrosinistra tanto per essere chiari! Non possiamo mescolare le due questioni, perch qui c'è stata una scelta centralistica, e io non discuto le capacità di quel Commissario, presente e puntuale insieme a noi, ma è un punto di principio: di fronte a quelle emergenze, chi interviene è la Regione, è il sistema delle Autonomie locali, tant'è che oggi quel Consiglio regionale maggioranza e minoranza - chiede: "Superata la fase dell'emergenza, i Sindaci, il capo della Giunta regionale, pensino alla ricostruzione".
Questa è una prima differenza - non vedo il collega Bolla fondamentale.
Secondo: dobbiamo considerare l'ambiente come una risorsa, l'abbiamo sempre sostenuto.
Il problema è che in Italia, per tante ragioni, si interviene a valle quando ormai i disastri si sono compiuti.
I problemi, dunque, sono due: il primo è relativo alla legislazione naturalmente, ma anche alle risorse con le quali si interviene per prevenire, perché le alluvioni e i terremoti non si possono prevedere, ma si possono prevenire, in una certa misura, con politiche che implichino l'impiego e l'utilizzo di alcune risorse.
Faccio un esempio, Assessore Ferrero, e la prego di ascoltarmi: parliamo di assetto idrogeologico e, dopo le vicende che hanno riguardato l'Italia e Sarno, il Dipartimento per la Protezione Civile ha classificato alcune zone piemontesi ad alto rischio idrogeologico.
La nostra Regione ha giustamente stabilito che i Comuni dovessero intervenire in quelle zone, e ha stanziato una parte delle risorse necessarie per tali interventi.
Sapete cosa sta capitando? Che quei Comuni che abbiamo considerato ad alto rischio idrogeologico, per cui si presume che un'alluvione possa scatenare una tragedia, quei Comuni che hanno avviato dei progetti, sulla base di un impegno e di una sollecitazione della Regione, oggi non hanno i soldi per realizzarli e devono chiedere anticipazioni presso le banche perché la Regione Piemonte attua i pagamenti fino al 15 ottobre.
Assessore Ferrero, mi ascolti, rida dopo, per favore: la questione è troppo seria per ridere! La Regione non dà i soldi a questo o ad altri Comuni per poter intervenire sulle aree considerate ad alto rischio idrogeologico, per spende decine di milioni per fare quelle porcherie che ho visto oggi aprendo i giornali: la pubblicità.
Sui giornali di Biella ho addirittura letto che chi ha fatto la pubblicità si è dimenticato di farla a Biella, per cui a Biella viene fatta la pubblicità del Centro per l'impiego di Borgosesia, che è altra cosa perché appartiene ad un'altra Provincia.
Non so quanto sia costata tale pubblicità, ma sicuramente qualche milione! Non abbiamo i soldi per intervenire, per dare ai Sindaci le risorse per risolvere un problema di emergenza, ma troviamo i soldi per fare un po' di propaganda alla Giunta regionale, facendola anche male, perché non siamo neppure capaci di correggere le bozze, Presidente, quindi valorizziamo in quel di Biella un ufficio che è distante 100 chilometri, complimenti! Questo dà la misura del pressappochismo con il quale voi affrontate alcune di queste questioni.
Allora, domando, Assessore Casoni: quanti dei 350 miliardi che abbiamo deciso di prelevare dalle tasche dei piemontesi finiranno per realizzare interventi di prevenzione sul territorio? Quanti? Ce lo dite? Quanti? C'è lo Stato, ma c'è la Regione: quante risorse stanzia la Regione per interventi di questo tipo? Abbiamo scelto di tassare in più i piemontesi, che avrebbe un senso: immaginiamo una grande politica di prevenzione del territorio, immaginiamo una grande politica di modernizzazione del Piemonte e, allora, per questo stabiliamo che 100 di quei 350 miliardi vanno per difendere il territorio per prevenire le tragedie! Non mi pare che voi mettiate una lira su quel fronte.
Consigliere Bolla, l'ultima questione è la seguente: è vero, non possiamo farvi carico di tutti i problemi, naturalmente, anche se voi avete considerato i Governi di centrosinistra l'inizio e la fine di tutti i mali dell'Italia, ma non voglio toccare questo tasto. Però, prendo atto, e lo ha riconosciuto l'Assessore Leo, che avete ridotto le risorse destinate all'edilizia scolastica, le avete ridotte! Un conto è dire che non bastano e sono d'accordo, ma un conto è invertire una tendenza, un conto è dire ce ne vanno di più, ne avete messe di più e non bastano, un conto è invece ridurle, voi le avete ridotte! Vicepresidente Casoni, i 35 miliardi del buono scuola perché non li usiamo per l'edilizia scolastica? Ve lo domando. Se questa è un'emergenza perché non li spendiamo qui i soldi? Perché non difendiamo i ragazzi, che magari vanno a scuola in edifici considerati obsoleti, vecchi e magari neppure sicuri? E' un modo. Utilizziamo 35 miliardi, non basteranno, ma sono 35 miliardi! No, voi ci impegnerete qui martedì a discutere di buoni scuola per otto ore, per accontentare qualche amico del Consigliere Angeleri: cose dell'altro mondo! C'è una cesura tra la discussione che facciamo oggi e quello che faremo martedì e c'è una cesura tra le risorse che abbiamo e il fatto che dovremo impiegarle per fini più corrispondenti all'interesse generale del Piemonte.
Ve lo dico: utilizziamo per questo i 35 miliardi. Sapete quante scuole metteremmo in sicurezza in Piemonte? Alcune sicuramente. Certo è che, se mi impegno per il buono scuola, in sicurezza non ne metto nessuna.
Ho terminato, Presidente.
Prendo atto che avete deciso di non stanziare risorse per fare fronte all'alluvione del mese di giugno dello scorso anno, 30 miliardi a fronte di danni quantificati per 100/120 miliardi.
Prendo atto che il governo ha chiesto e ottenuto la delega per riscrivere tutta la legislazione ambientale e non credo che abbiate chiesto e ottenuto la delega per rafforzare il valore ambientalista di una politica. Credo che l'abbiate chiesta per abbassare la soglia di una politica ambientalista.
Allora, se è così, io dico che va bene questa discussione, va bene l'ordine del giorno, però, se continua ad esistere un divorzio tra le cose che diciamo in aula e le cose che fate tutti i giorni, la vicenda del Molise non ci ha insegnato assolutamente nulla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Signor Presidente e colleghi, devo dire che, invece, non ho alcuna voglia di cercare di rincorrere le capacità oratorie dei colleghi Suino e Ronzani, che sono stati ottimi sia nei contenuti, sia nella retorica usata per cercare di attrarre l'attenzione di quest'aula su un argomento importante. Non ho voglia di rincorrerli su quella strada perch obiettivamente, quello che è successo qui questa mattina dimostra, a mio giudizio, che la nostra politica ha qualcosa di patologico. C'è un verme che si è insediato nel nostro e, scusatemi, dico soprattutto vostro modo di fare politica perché non riuscite più a capire quando ci sono argomenti importanti, fondamentali e vitali. Quindi, quest'aula non riesce più a onorare, con l'attenzione, gli interventi, le divisioni, le scelte di opportunità alte, quelli che sono argomenti fondamentali e vitali.
Questa mattina abbiamo avuto un'ottima relazione da parte dell'Assessore Cavallera, gliene do volentierissimo atto. E' una relazione corposa, nutrita da analisi importanti per aiutarci a capire, ma anche, e non succede sempre, con una parte finale di suggerimento, di proposte, di linee di attuazione condivisibili ed importanti.
E' un documento che ci può aiutare e ci deve aiutare ad uscire da quest'aula con qualche decisione e a orientare la nostra attività politico amministrativa su quel solco segnato.
Onestamente, il dibattito davvero mi ha depresso, non lo voglio negare.
Temo che questo Consiglio, che abbiamo significativamente richiesto su stimolo degli amici del centrosinistra, che, come Radicali, abbiamo condiviso, rischi di essere la vetrina, anche un po' deludente, di questo nostro modo di fare politica, ma, poi, domani, la gestione sarà di nuovo impantanata nelle difficoltà amministrative e nelle difficoltà di dare risposte anche quando le risposte, soprattutto quando sono pesanti comportano scelte tra opportunità diverse, scelte tra finanziamenti di opere in alternativa.
Ricordando che quest'aula, nelle settimane scorse, si è già occupata un po' indirettamente e forse anche un po' abusivamente, di questo argomento quando abbiamo discusso dell'ARPA e della risistemazione delle competenze tecniche regionali, come le nuove definizioni dell'ARPA, è servita la convocazione di questo Consiglio straordinario. Mi rivolgo soprattutto ai colleghi che questa mattina hanno voluto approfittare della mancanza, evidente peraltro, di colleghi firmatari di convocazione. Per dobbiamo dare atto che questa richiesta di seduta ha prodotto questo materiale, questa relazione ed è un dato importante anche per chi non ha condiviso la convocazione, oppure l'ha ritenuta un ennesimo escamotage dilazionistico delle opposizioni.
Quindi, ringrazio gli Assessori Cavallera, Leo e Ferrero per quello che hanno detto, però il nodo rimane: dobbiamo assolutamente andare alla definizione delle zone sismiche, dobbiamo assolutamente andare alla definizione del rischio sismico e, voglio essere provocatore, ma lo penso davvero, non credo che abbia ragione il Consigliere Ronzani quando coglie l'aspetto più deteriore del federalismo o del possibile federalismo o del federalismo che ci vorranno dare.
Voglio invitare quest'aula, anche l'Assessore per le proprie competenze, a valutare se su questo terreno così delicato e importante continua il balletto per il quale abbiamo avuto, dal 1909 al 1984, 53 decreti di riclassificazione del territorio dal punto di vista sismico e poi abbiamo avuto uno stop dal 1984 ad ora. Nonostante ci siano state Commissioni, Sottocommissioni, Agenzie, dimissioni e ricomposizioni, non abbiamo più avuto alcuna decisione governativa che ci aiutasse a governare il territorio.
La provocazione è la seguente: so che la Regione Campania, in attesa delle non decisioni governative, ha deciso di procedere autonomamente.
Credo che un federalismo serio - dovrebbero dirlo gli amici assenti della Lega - dovrebbe farsi carico anche di questo. Se il Governo nazionale è impantanato nelle liti interne fra il Ministero delle Infrastrutture e il Dipartimento di Protezione Civile e non è in grado di darci null'altro che un tavolo di lavoro che si riunisce una volta, a luglio (e poi, siccome, ha lavorato bene non è più stato convocato), una Regione seria, che vuole governare il territorio, deve anche poter decidere di fare lei stessa la classificazione.
Lo dimostra questa relazione - ma io ne ero già convinto quando abbiamo discusso dell'ARPA - che abbiamo le competenze tecniche e specialistiche in grado di farlo; spero che da domani non siano trasferite tutte all'ARPA, ma continuino a rimanere risorsa di questa Regione. Questo lo possiamo e lo dobbiamo fare, altrimenti ha ragione il Consigliere Ronzani: finisce che noi ci commuoviamo e osserviamo il momento di silenzio per i morti, ma poi quando dobbiamo decidere e abbiamo una responsabilità sulla nostra testa di queste scelte, non le facciamo.
Ha ragione anche il Consigliere Bolla: dobbiamo valutare il problema dei costi che andranno a ricadere sui Comuni e sulle persone che devono costruire nelle zone dichiarate sismiche, però deve prevalere la sicurezza e il governo del territorio.
Chi ci impedisce di fare il monitoraggio con i criteri moderni, con i criteri scientifici che sono stati, fino adesso, esclusi dalla classificazione nazionale? Il dato di una classificazione nazionale che si basa e si basava sugli eventi pregressi, sull'avvenuto, è chiaro che non è più un metodo; lo dicono tutti, lo hanno detto anche al tavolo di concertazione che non è più un metodo valido. Però, dall'altro punto di vista, non si può fare l'errore di escludere le zone che hanno avuto, negli ultimi anni, eventi sismici.
Che ci venga fornito un criterio serio per fare il monitoraggio altrimenti dobbiamo avere la responsabilità di deciderlo noi, con le competenze che abbiamo a disposizione. Su queste responsabilità, dove si parla di vita e di morte, non possiamo trincerarci dietro al pantano della politica partitocratrica - che, in questo momento, può essere di centrodestra, ma comunque è stata di centrosinistra - un metodo di governo dove prevalgono logiche di Direttori, Direzioni e Dipartimenti.
Dal 1994 ad oggi non abbiamo avuto la capacità di darci dei criteri per rispondere, per definire che cosa è, che cosa deve essere, il rischio sismico, come si devono individuare e reindividuare le zone e i Comuni sismici; monitoraggio delle zone con rischio fisico di territorio, ma anche, come viene richiesto e indicato, monitoraggio dello stato degli edifici, pubblici in particolare, come scuole, ospedali, ma anche privati.
E' importante che i Consiglieri Deorsola e Rosanna Costa abbiano voluto ricollegare a quella proposta l'idea di un libretto, che personalmente non mi convinceva, ma che comunque rappresenta uno strumento di lavoro. Uno strumento per valutare e per rispondere ad un monitoraggio che dobbiamo fare, che non abbiamo fatto e che non possiamo più rimandare all'infinito.
La politica è scelta di opportunità. Scelta di opportunità vuol dire saper rinunciare a qualcosa perché c'è una priorità che ha una valenza etica, morale, di convenienza politica alta e diversa. Si potrebbero fare degli elenchi lunghissimi, ma vorrei che quest'aula, che il governo della Regione Piemonte, sapesse fare delle scelte alte perché, rispetto a questi temi, parliamo di vita e di morte. Ripeto: di vita e di morte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Il nostro Paese nello scorso mese fu colpito da una calamità naturale di proporzioni eccezionali. Forse non si ha ancora la netta percezione di quanto il terremoto in Molise sia stato forte. Due scosse dell'VIII grado la tragedia della scuola di San Giuliano di Puglia, oltre 10 mila sfollati 37 Comuni danneggiati.
A Larino i senza casa sono 1.800 su 7 mila abitanti, a Santa Croce di Magliano 1.600 su 4.900, mentre l'intero paese di Ripabottoni è stato evacuato.
Ci piacerebbe che si parlasse di prospettive, ma è difficile. Sono purtroppo in emergenza, le scosse continuano, seppure con minore intensità mentre l'area di crisi si allarga con l'aggiunta quotidiana di nuovi Comuni.
Il rischio più grande è che quella zona diventi un deserto: si ha un enorme problema demografico in quanto la popolazione è sempre più anziana.
Sono stati colpiti nel profondo, non solo nella loro realtà materiale, ma anche nella residua speranza di restare nel loro paese.
Oggi, in questa sede, ribadiamo l'assoluta necessità di intraprendere un'azione continua e costante nella tutela del territorio, considerato che tra le zone individuate dall'ordinanza n. 2788 del 12 giugno 1998 del Dipartimento della Protezione Civile "Individuazione delle zone ad alto rischio sismico del territorio nazionale in Piemonte", sono stati individuati 72 Comuni prevalentemente nella parte centro-sud occidentale del Piemonte e nella parte sud orientale.
Non possiamo neppure dimenticarci del terremoto del 21 agosto 2000 del V-VI grado della Scala Mercalli e che ha prodotto danni all'abitato del VII VIII grado nella provincia di Alessandria, mentre sono stati danneggiati 98 Comuni della provincia di Asti.
E' prioritario che si affermi, sia a livello di Governo centrale che locale, una politica di pianificazione preventiva, indirizzo, coordinamento e controllo in materia di tutela ambientale in un Paese, come il nostro che è storicamente a rischio calamità.
Troppo poco sino ad ora si è fatto - a nostro giudizio - per quelle che oseremmo definire l'attività di "manutenzione" del territorio ed, infatti i maggiori progressi compiuti si concentrano nell'attuazione degli interventi di soccorso immediato di protezione civile.
E' giusto e, diremmo, doveroso mostrarsi decisi e risoluti ad emergenza in atto, ma ancora più lodevole sarebbe, a nostro avviso, investire nella tutela dell'ambiente nel "governo" del territorio.
Nel 2006 nella nostra Regione si terranno i Giochi olimpici invernali e per quella data vorremmo veder realizzate opere strutturali di tutela e difesa del territorio, dall'intento di offrire un contributo sostanziale alla definizione delle azioni di previsione e prevenzione che devono essere condotte a livello regionale nel campo della protezione civile.
L'azione di governo del territorio deve ispirarsi a "previsione" "prevenzione" "superamento dell'emergenza".
Una serie di adempimenti riteniamo essere utili della massima importanza al fine di garantire un'efficace attività di previsione e prevenzione. In primo luogo, si stabilisce il principio per cui i cittadini debbono assicurare la manutenzione dei propri fondi e delle opere su di essi realizzate.
Tutti devono sentirsi responsabilizzati e devono provvedere, per quanto di competenza e in loro potere, all'adozione delle misure necessarie per la messa in salvaguardia dei propri fondi e delle opere su di essi realizzate affinché dagli stessi non derivi danno o pericolo di danno per l'incolumità pubblica.
Similmente, gli Enti pubblici o privati proprietari di infrastrutture dovrebbero assicurare che l'utilizzo delle stesse non comporti situazioni di pericolo, vigilare affinché ciò non si verifichi, realizzare tutti gli interventi necessari alla salvaguardia dell'opera, segnalare eventuali pericoli ed assumere tutte le iniziative ritenute necessarie per limitare i rischi, realizzando opere di protezione e definendo piani di sicurezza e pronto intervento in caso di emergenza.
I Comuni devono assicurare un'adeguata pianificazione del territorio comunale, curando il rispetto dei vincoli derivanti dall'applicazione dei Piani Regolatori Generali Comunali.
La Regione deve tutelate l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali.
Essa, nel rispetto del principio di sussidiarietà, ovvero quando gli eventi non possono essere previsti, prevenuti e fronteggiati con i mezzi a disposizione dei Comuni e delle Comunità montane, provvede agli interventi di propria competenza al fine di prevedere e prevenire il verificarsi di calamità naturali, di catastrofi e di altri eventi calamitosi e, in relazione al verificarsi di tali eventi, attua le misure per il superamento dell'emergenza.
Riteniamo che, nel complesso, si debba costituire un valido contributo affinché anche in Piemonte si diffonda la cultura della previsione e della prevenzione degli eventi calamitosi, posto che, ricordando un vecchio adagio, prevenire è sempre meglio che curare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un brevissimo intervento. Ho seguito con viva attenzione i pregevoli interventi dei colleghi e mi riconosco nella maggior parte dei contenuti esposti.
Vorrei fare, tuttavia, una piccola censura, nel senso che non ci si sta muovendo sull'onda dell'emotività, come solitamente accade. E come solitamente accade, l'emotività non è sempre la migliore consigliera.
Dalle relazioni di questa mattina degli Assessori, in particolare dell'Assessore Cavallera, è emerso che vi è un lavoro di lungo respiro che la Regione sta svolgendo e che, ovviamente, tutti auspichiamo porti ai frutti desiderati.
Vorrei però fare una considerazione. Il collega Ronzani ha sollevato un problema serio. Sono dolente per non aver potuto partecipare al viaggio per sopravvenuti impegni, ma ribadisco che sulla linea del federalismo solidale noi saremo sempre presenti. Lo abbiamo esposto molte volte e lo vorremmo confermare nei fatti.
Devo però aggiungere - ecco perché ho esordito facendo riferimento all'emotività - che c'è un'emotività data dai sentimenti e c'è un'emotività determinata dall'approssimarsi delle scadenze elettorali. Purtroppo, questo ordinamento che ci troviamo a dover vivere è frutto un po' di questa seconda emotività. Questo lo dico non per amore di polemica, ma perch certe preoccupazioni, che pur condividiamo nella possibilità di interpretazione della riforma del Titolo V, non sono certo frutto né della nostra parte né di questa coalizione.
Ciò nonostante - e questo è un altro aspetto - anziché inseguirci sulla strada delle responsabilità antiche, dobbiamo piuttosto emularci o cercare di emulare quelle iniziative e quelle proposte che possono essere edificanti, è il caso di dirlo, per la comunità tutta.
E' evidente che questo obbedisce anche ad una visione europea che abbiamo e per la quale ci battiamo - per un'Unione Europea degli Stati proprio perché gli egoismi non abbiano a prevalere. Ma dobbiamo cominciare a praticare un federalismo solidale che si muove dalla capacità di operare all'interno delle istituzioni: questo come dato concettuale, come aspetto direi morale della condotta nostra.
Quindi, con questo auspicio, concludo il mio intervento, confidando che sempre nelle nostre iniziative si ponga al centro la persona, i corpi intermedi, i corpi sociali, quindi quella che è la società naturale, e dunque lo Stato e la nazione come momento che raccoglie le varie espressioni di tutti. Così facendo, potremo far viver bene questo federalismo, farlo crescere meglio e portarlo sulle vie della solidarietà.



PRESIDENTE

Il dibattito generale è così concluso.
Sono pervenuti alla Presidenza i seguenti ordini del giorno: n. 647, a firma dei Consiglieri Costa Rosa Anna, Scanderebech, Moriconi Contu, Angeleri, Mercurio, Tomatis, Di Benedetto, Vaglio, Deorsola Galasso, Cattaneo, Brigandì, Caracciolo e Giordano, inerente a "Istituzione libretto per la casa - Anagrafe funzionale dei fabbricati" n. 660, a firma dei Consiglieri Suino, Mellano, Manica, Palma, Moriconi Chiezzi, Tapparo, Muliere, Giordano, Di Benedetto, Saitta, Marcenaro Ronzani, Placido e Contu, inerente a "Rischio sismico nel territorio piemontese" n. 661, a firma dei Consiglieri Suino, Muliere, Placido, Manica Marcenaro e Ronzani, inerente a "Istituzione fascicolo fabbricato".
Vi sono interventi su questi ordini del giorno? Per informare l'aula e per regolarci con gli interventi, intendevo porre in votazione l'ordine del giorno n. 647; poi metterei in votazione il n. 661, come ordine di arrivo, sempre sullo stesso argomento, perché chiede la discussione sulla proposta di legge n. 140 che il Gruppo DS ha presentato; infine, metterei in votazione l'ordine del giorno n. 660, sul quale stanno pervenendo proposte di modifica, che provvederò, appena giunte alla Presidenza, a consegnare ai Capigruppo e ai proponenti, per vedere se vi è condivisione o meno, al fine di procedere alla votazione finale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Sull'ordine del giorno a firma dei Consiglieri Deorsola e Rosanna Costa (che peraltro ho citato nel mio precedente intervento) mi chiedevo se non fosse il caso di modificare la frase del dispositivo, laddove si impegna la Commissione competente a licenziare il provvedimento. Non so se è possibile; ci segnalava il Consigliere Dutto che forse non possiamo impegnare la Commissione.



PRESIDENTE

E' già stato modificato, e mi auguro che lei abbia il nuovo testo dell'ordine del giorno n. 647, che recita: "Il Consiglio regionale preso atto dei tragici fatti capitati nel Molise che, oltre a causare numerosissime vittime innocenti, hanno evidenziato, ancora una volta, una situazione di disordine rispetto alle condizioni di legittimità edilizia strutturale, statico-manutentiva e degli impianti degli edifici pubblici considerato che presso la II Commissione consiliare giace la proposta di legge n. 140 dal titolo 'Istituzione del libretto della casa e dell'Anagrafe funzionale dei fabbricati', presentata dai Consiglieri Sergio Deorsola e Rosa Anna Costa' ritenuto opportuno che, a partire dagli edifici pubblici, venga istituita a scopo preventivo, l'Anagrafe funzionale dei fabbricati impegna la Commissione consiliare competente a licenziare quanto prima la proposta di legge n. 140 opportunamente modificata e limitata agli edifici pubblici, in modo che possa essere approvata dall'aula entro il corrente anno".
Indìco la votazione per alzata di mano su tale ordine del giorno.
Il Consiglio approva all'unanimità dei Consiglieri presenti.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 661.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deorsola per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

La dichiarazione di voto è conseguente al contenuto della proposta perché il fascicolo del fabbricato si intende su tutti i fabbricati o semplicemente sulla parte pubblica? Siccome su un tema analogo c'era stata una consultazione e delle riserve, che avevano poi fatto sì che nell'ordine del giorno appena votato fosse limitato agli edifici pubblici l'obbligo dell'istituzione del fascicolo del fabbricato, ovviamente noi siamo...



(Commenti fuori microfono della Consigliera Manica)



DEORSOLA Sergio

Sull'argomento c'è già stata una discussione in Commissione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Una battuta, anche se tragica: nel frattempo, da quando è avvenuta la presentazione di quella proposta di legge a questa, c'è stato un terremoto? Forse va considerato questo aspetto.
Secondo ragionamento: è ininfluente quanto è avvenuto in consultazione rispetto alla proposta formulata. Oggi chiediamo soltanto che in contemporanea si discutano le due proposte, senza nulla togliere all'ordine del giorno "Costa e Deorsola" che riconosciamo, ma di riconoscere lo sforzo fatto da noi, come da altre Regioni, a considerare l'evento straordinario del Molise come un'ulteriore necessità ed incombenza, per tutti quanti, di rispondere con misure adeguate, almeno limitamento al bisogno.
Quindi, Presidente, come dichiarazione di voto le chiediamo di mettere in votazione il nostro ordine del giorno che, sostanzialmente, chiede di poter discutere anche questo provvedimento, che è un po' più aggiornato rispetto al precedente.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare all'esame dell'ordine del giorno n. 661, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto dell'alto tributo di sangue pagato dalla Regione Molise in seguito al recente terremoto, che ha evidenziato con drammaticità la situazione di grave disordine rispetto alle condizioni di legittimità edilizia, strutturale, statico-manutentiva e degli impianti degli edifici pubblici impegna la Commissione consiliare competente affinché esamini al più presto la proposta di legge regionale 'Istituzione del fascicolo del fabbricato', presentata in data 20 novembre 2002 dal Gruppo Democratici di Sinistra, per poter essere iscritta ai lavori dell'aula".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio approva.
In merito all'ordine del giorno n. 660, comunico che sono pervenuti tre emendamenti a firma dei Consiglieri Cattaneo e Bolla. E' necessario consegnarli ai proponenti per indicare se vengono accettati o meno.
I tre emendamenti sono accolti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Visto che è un ordine del giorno importante, volevo formalmente ringraziare la Consigliera Suino che ieri ha provveduto a recuperare la relazione dell'Assessore Cavallera e a tradurla in un testo che impegna il Presidente della Giunta a fare qualcosa. Questo è un dato importante.
Traduciamo la discussione di questa mattina, peraltro complicata, in impegno.
Ho chiesto la parola per dichiarare, a nome del mio Gruppo, il voto favorevole (oltretutto, abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno), ma voglio che rimanga a verbale che uno degli emendamenti del Consigliere Bolla, che in qualche modo riformula il punto 1) degli auspicando iniziali (che riguarda i 41 Comuni), intende - lo so perché il Consigliere Bolla me l'ha spiegato - una riformulazione meno esplicita rispetto ad una riqualificazione tout court. E' spinto, da come mi ha spiegato, dagli stessi motivi e dalle stesse istanze che hanno spinto a scrivere questo articolo sulla riclassificazione dei Comuni. Non bisogna passare ad una meccanica riclassificazione, ma occorre valutare attentamente se confermarli, se declassificarli, se cambiare una procedura che in questi vent'anni è stata applicata, misurando attentamente tutto, anche le ricadute negative di una riclassificazione.
Siccome andiamo a modificare un testo, già molto esplicito, con una frase un po' più larga negli intendimenti, volevo formalizzare questo distinguo, che è recepito nel testo come formulato, ma che potrebbe lasciare adito a qualche dubbio.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Mellano.
Se non vi sono altri interventi, possiamo passare alla votazione dell'ordine del giorno n. 660, emendato con l'accordo dei proponenti, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerata l'urgenza e l'opportunità che il Tavolo tecnico costituito in seno alla Conferenza acceleri i propri lavori istruttori e definisca i criteri generali per la classificazione delle zone a rischio sismico al vaglio della Conferenza unificata Stato-Regioni, ai sensi del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 94.2 e Decreto del Presidente della Repubblica del 6 giugno 2001, n. 380, art. 83.2 auspicando che le ipotesi di classificazione siano sufficientemente cautelative all'insegna della protezione necessaria alle popolazioni tenendo in debita considerazione tutti i Comuni e non solo quelli in cui eventi sismici recenti hanno portato al finanziamento di programmi di ripristino e di ricostruzione che le ipotesi di classificazione vengano rese omogenee (per il Piemonte 209 Comuni in terza categoria nella prima ipotesi e 117 nella seconda ipotesi) che, per i 41 Comuni del Piemonte già classificati, sia attentamente verificata l'ipotesi di declassificazione tenuto conto dell'esperienza maturata in questi anni e del valore acquisito, nell'ambito della prevenzione del rischio e della sicurezza, dai cittadini dei Comuni interessati preso atto che tale ipotesi suscita perplessità e non rassicura le popolazioni ritenuto utile che vengano erogati tutti i finanziamenti atti a concludere i lavori di ripristino in Piemonte a seguito del terremoto del 2000 che vengano incentivate nelle zone dichiarate sismiche misure di riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici dismessi (ad esempio con agevolazioni per chi intraprende lavori di ristrutturazione con miglioramento sismico, in quanto il nostro patrimonio edilizio è costituito in prevalenza da edifici non antisismici, specie quelli di centri storici che presentano il rischio maggiore) che per i Comuni non classificati e che rimangono esclusi dalla nuova classificazione si preveda che i nuovi edifici di primaria importanza (scuole, ospedali, sedi comunali, ecc.) e quelli con destinazione d'uso di particolare rilevanza (sale spettacolo e riunioni, edifici di culto, ecc.) vengano realizzati secondo le norme previste per la terza categoria, cioè a bassa sismicità con benefici per la protezione senz'altro superiori ai maggiori costi di costruzione peraltro minimali che vengano verificate e incentivate misure a sostegno dei Comuni per il finanziamento di ristrutturazione e nuova edificazione di edifici pubblici (scuole, Comuni, ecc.) attraverso indicazione di priorità per i Comuni classificati impegna il Presidente della Giunta ad intervenire presso il Governo nazionale affinché: si proceda al rilievo della vulnerabilità degli edifici pubblici strategici al fine di individuare le priorità di intervento da realizzarsi a cura degli enti proprietari degli immobili; che venga definito ed attuato un piano di edilizia scolastica per il primo raggruppamento delle certificazioni di agibilità statica e di prevenzione incendi relativamente a tutti gli edifici scolastici presenti sul territorio nazionale vengano ricercate idonee risorse dal Governo utili per la sicurezza degli edifici pubblici con priorità per le scuole di ogni ordine e grado vengano inoltre svolte con urgenza tutte le procedure necessarie per definire il piano per l'edilizia scolastica entro il 2004 vengano rafforzate le misure di agevolazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione e nuova edificazione realizzati nei Comuni classificati dai cittadini residenti vengano conclusi i lavori della Conferenza unificata e si doti il Paese e la nostra Regione della indispensabile e ormai urgente classificazione delle zone a rischio sismico".
Indìco la votazione palese, mediante proce dimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio approva.
Informo l'aula che la Conferenza dei Capigruppo è convocata alle ore 15.00.
I lavori della seduta pomeridiana del Consiglio regionale riprenderanno alle ore 15.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.46)



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