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Dettaglio seduta n.271 del 19/11/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


POZZO GIUSEPPE



(Alle ore 14.45 il Consigliere Segretario Pozzo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(Alle ore 15.42 il Consigliere Segretario Pozzo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cavallera, Ghigo e Rossi Giacomo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Bilanci preventivi

Iscrizione all'o.d.g. ed esame del disegno di legge n. 466: "Disposizioni in materia di addizionale regionale IRPEF" e ordine del giorno n. 656 collegato


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 51 del Regolamento, pongo in votazione l'iscrizione e la conseguente trattazione del disegno di legge n. 466 recante "Disposizioni in materia di addizionale regionale IRPEF" licenziato pochi minuti fa dalla Commissione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'iscrizione del punto all'o.d.g.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 466.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

L'art. 50, comma 3, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 (Istituzione e disciplina dell'imposta regionale sulle attività produttive), come modificato dall'articolo 3 del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56 (Disposizioni in materia di federalismo fiscale), in materia di addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), dispone che "ciascuna Regione, con proprio provvedimento da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale non oltre il 30 novembre dell'anno precedente a quello cui l'addizionale si riferisce, può maggiorare l'aliquota suddetta fino al 1.4%".
L'articolo 3 del disegno di legge C. 3200 bis ("Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge finanziaria 2003"), nel testo risultante dopo l'accoglimento della proposta di emendamento da parte della Regione Piemonte, dispone che sono sospesi fino a quando non si raggiunge un accordo ai sensi del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, gli aumenti delle addizionali all'imposta sul reddito delle persone fisiche per i Comuni e per le Regioni deliberati successivamente al 29 settembre 2002 e che non siano meramente confermativi delle aliquote in vigore per l'anno 2002. In proposito l'articolo 1 della legge regionale 13 dicembre 2001, n. 34 (Provvedimenti in materia di tasse regionali) fissa, per l'anno 2002, l'aliquota dell'addizionale regionale IRPEF per la Regione Piemonte nella misura dell'1,4%, con esenzione per i redditi inferiori ad euro 10.329,14, per i quali l'aliquota è fissata nella misura dello 0,9%.
Il presente provvedimento, licenziato dalla 1^ Commissione in data 19 novembre 2002, conferma, per l'anno 2003, l'aliquota della addizionale regionale all'IRPEF, nella misura dell'1,4% con esenzione dei redditi inferiori a euro 10.329,14.
Nel corso dell'istruttoria, la Commissione ha avuto modo di ascoltare le motivazioni che hanno indotto la Giunta regionale a proporre il provvedimento oggi in esame.
In particolare sono state esaminate le entrate presunte con e senza addizionale rispetto a tre grandi voci quali imposte sul patrimonio e sul reddito, tasse imposte sugli affari, imposte sulla produzione e sui consumi, nonché il calcolo del tetto di indebitamento.
Le entrate presunte per l'esercizio finanziario 2003 sono quantificabili in 7.700 milioni di euro, comprensive dell'addizionale proposta e di 7.170 in assenza di tale addizionale.
L'impiego delle risorse riguarda per 6.745 milioni di euro la spesa rigida e per 955 milioni di euro quella "libera". Se ne deduce che, in assenza di addizionale, la capacità di spesa della Regione sarebbe quasi completamente vincolata nella sua destinazione.
Nel corso dell'istruttoria, il Presidente della Giunta regionale ha sottolineato l'importanza della ricaduta della manovra in campo sanitario e della ricerca, in particolare per il settore auto e relativo indotto.
Tuttavia, il quasi contestuale esame in Commissione della legge finanziaria, provvedimento organico, ha suggerito di procedere ad una modificazione del testo presentato limitando l'applicazione della addizionale all'anno 2003.
E' stato presentato e votato dalla Commissione un emendamento all'articolo 1 con il quale si limita il campo di applicazione dal tempo indeterminato all'anno 2003.



PRESIDENTE

La ringrazio molto, Consigliere Gallarini.
Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Signor Presidente e colleghi, in questi giorni abbiamo chiarito le ragioni della nostra opposizione a questo provvedimento, che è diverso da quello presentato in un primo tempo dalla Giunta e dall'Assessore competente. Tutti voi vi ricorderete che la Giunta aveva scelto di aumentare l'IRPEF dello 0,5% da qui in avanti, cioè, per i prossimi anni ricorrendo allo strumento della deliberazione, violando in questa maniera una delle prerogative del Consiglio regionale. Il provvedimento presentato dalla Giunta nella forma della deliberazione prevedeva altresì che l'aumento dell'addizionale non avesse carattere di una tantum, così come era avvenuto lo scorso anno, ma avesse un carattere permanente.
Anche grazie alla battaglia che i Gruppi di opposizione hanno condotto in questi giorni, la Giunta ha dovuto prendere atto che sarebbe stata una forzatura istituzionale che avrebbe rappresentato uno strappo rispetto alle regole, all'ordinamento, l'idea di aumentare le tasse ricorrendo ad un atto amministrativo, cioè ad una delibera. In secondo luogo, è stato giusto attribuire a questo provvedimento un carattere tecnico senza il quale non sarebbe stato possibile rispettare i termini della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
La Finanziaria e il bilancio, come voi sapete, devono essere letti insieme essendo la legge di riforma della contabilità lo strumento che ci dà la possibilità di esaminare entrambe gli strumenti. Tuttavia, il fatto che si sia rinunciato alla delibera, il fatto che il provvedimento non abbia più un carattere permanente, non ci impedisce di rilevare le contraddizioni, i limiti della manovra che la Giunta ha presentato (questa mattina il Presidente Ghigo in Commissione ci ha illustrato il carattere della manovra).
Ricordo ai Consiglieri della maggioranza che quando votammo il provvedimento a novembre dell'anno scorso, alcuni Consiglieri della maggioranza condizionarono il loro voto all'aumento dell'addizionale IRPEF al fatto che si trattasse di un provvedimento una tantum, oggi prendiamo atto che con questo provvedimento, per quanto temporaneo, per quanto limitato al 2003, l'orientamento della Giunta è quello di dare carattere permanente all'aumento dell'addizionale. Questo cambia, in qualche modo l'orientamento, la filosofia e la politica dell'amministrazione regionale.
E' davvero singolare il fatto che si discuta dell'aumento dell'IRPEF dello 0,5%, cioè di una manovra che incide pesantemente, in maniera sensibile, sulla politica delle entrate della nostra Regione, prescindendo totalmente da un ragionamento che in Commissione è stato appena abbozzato su come affrontare la politica degli investimenti e su come governare la politica delle uscite della Regione. Qui c'é un primo grosso limite.
Discutiamo dell'addizionale dello 0,5% che nel 2003 preleverà, grossomodo dalle tasche dei cittadini e delle famiglie altri 400 miliardi di vecchie lire, in una fase nella quale la congiuntura economica è negativa. Se noi sommassimo i due provvedimenti, da un lato la politica finanziaria del Governo, il fatto che essa avrà obiettivamente un impatto sulla politica dei consumi, e dall'altro il fatto che l'addizionale che la Giunta regionale si accinge a deliberare ed approvare anche per il prossimo anno inciderà sui consumi della nostra Regione, tutto questo non potrà non avere un effetto negativo sull'economia della Regione.
Questo la dice lunga sul fatto che siamo in presenza di una maggioranza che aveva fatto della riduzione della pressione fiscale uno degli strumenti con il quale riallocare le risorse e fare una politica di investimenti, che avrebbero dovuto consentire una ripresa di politica di sviluppo nella nostra Regione.
Questa era la filosofia con la quale vi siete presentati al corpo elettorale nelle ultime elezioni, noi oggi siamo in presenza di un Giunta regionale che cambia la politica delle entrate e immagina una politica che dovrebbe diventare un dato strutturale permanente nel prelievo fiscale della nostra Regione, una politica che abbraccerà i prossimi anni attraverso il ricorso all'addizionale.
Tutto ciò avrà conseguenze negative sull'economia della Regione, lo abbiamo dimostrato questa mattina intervenendo in Commissione. Viviamo una fase di congiuntura negativa per la nostra economia regionale, il Piemonte rispetto ad altre Regioni italiane, perde colpi; noi avremo bisogno di una politica di investimenti e di sviluppo, in grado di alzare la soglia di competitività della Regione e del nostro sistema economico sociale complessivo. La politica di aumento dell'addizionale, di ripetizione dell'addizionale non può che incidere sulle domande e quindi con il determinare fenomeni di congiuntura negativa per quanto riguarda l'economia della regione. Questo è il primo punto che volevo sottolineare.
Una politica delle entrate che, obbiettivamente, finisce non soltanto per contraddire ciò che avete detto in questi anni, in particolare lo scorso anno, e sul fatto che per voi era straordinario, eccezionale il ricorso all'addizionale dell'IRPEF, ma una politica delle entrate del prelievo fiscale che contraddice un'idea della politica economica industriale su cui avevate fondato le vostre prospettive, i vostri programmi elettorali, che era quella di allentare la pressione fiscale ritenendo, in questo modo, che fosse possibile creare le condizioni per una ripresa delle politiche di sviluppo.
Con questa manovra che oggi abbiamo limitato ad un anno ma che avrà sicuramente un carattere permanente (di questo discuteremo quando affronteremo i temi del Bilancio e della Finanziaria), di fatto introducete un elemento di cesura. Prelievo fiscale per fare che cosa? Questo mi sembra il punto. E' una politica volta a realizzare un maggiore prelievo fiscale, ancorché avrà queste conseguenze sui consumi e sul reddito delle famiglie, potrebbe essere una politica destinata a creare le premesse per una ripresa degli investimenti in regione. Potrebbe essere una politica volta a liberare risorse per favorire una politica di sviluppo in una regione nella quale le rigidità di bilancio sono così forti, da rendere sempre meno libere risorse da destinare a politiche di sviluppo. Questo però non mi pare che emerga da una lettura dei documenti che ci avete presentato e neppure dalle considerazioni che il Presidente Ghigo ha fatto questa mattina in Commissione. Questo non soltanto perché, come hanno ricordato alcuni Consiglieri, molto giustamente, noi interveniamo sul fronte della politica delle entrate riproponendo l'addizionale dell'IRPEF e non ci poniamo il problema di una moratoria o di un blocco delle spese correnti. Lo valuteremo nella Finanziaria e nel Bilancio ma questo è un nodo ineludibile per la vostra politica e per la politica della Giunta regionale.
Non è concepibile immaginare un aumento dell'addizionale e pensare che esso debba avere un carattere permanente, nel momento in cui non ci poniamo seriamente il problema di come governare e di come riqualificare in regione la spesa corrente. Il paradosso è questo. Oggi è l'ente che discute di aumentare l'addizionale per il prossimo anno, ma è lo stesso ente che in questi mesi ha discusso, in questa aula, leggi e leggine che hanno allocato risorse senza finalità di sviluppo, non finalizzato ad una politica di investimenti che erano destinate non a rimuovere le cause di tante strozzature che stanno riguardando la nostra regione, ma volte ad accontentare questo o quel gruppo sociale.
Questa politica non vi fa e non vi consente di fare molta strada.
Dai dati che noi abbiamo verificato discutendo della manovra Finanziaria che state proponendo, mi pare risulti evidente il fatto che la manovra che state presentando, ancorché presentata come una manovra volta a creare le premesse per una ripresa degli investimenti - il Presidente in Commissione ci ha detto: "vogliamo creare una riserva di risorse con le quali incentivare gli investimenti" - mi sembra sconfessata dalla luce dei fatti. La manovra della quale stiamo discutendo, se i dati che abbiamo esaminato in Commissione hanno un fondamento, sarà una manovra che vi consentirà di rastrellare 350 miliardi dalle tasche delle famiglie piemontesi, ma da destinare a che cosa? Per fare che cosa? Non certamente per rilanciare una politica di investimenti, ma per affrontare problemi che non sono stati minimamente risolti. Il primo è quello per compensare i minori trasferimenti dallo Stato, come ha ricordato questa mattina il Presidente, in secondo è per fare i conti con un disavanzo della sanità che rimane fuori controllo. Poco fa l'Assessore D'Ambrosio ci ha raccontato che il disavanzo prevedibile per il 2002 sarà di 120 miliardi di vecchie lire, poi abbiamo discusso con l'Assessore D'Ambrosio e abbiamo scoperto che una serie di imposte esulano da tale valutazione, per cui è ragionevole pensare che il disavanzo della sanità sia superiore a quello che questa mattina lo stesso Assessore ci ha detto in Commissione. In terzo luogo rimane aperta la grande partita dei LEA.
Concludendo, Presidente, siamo in presenza di una manovra che ha il carattere che prima ho cercato di riassumere; in questo modo non risolviamo nessuno dei problemi aperti, non creiamo le premesse per creare una politica di investimenti e, per contro, ci accingiamo a varare una manovra che produrrà effetti negativi sull'economica della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

E' paradossale, Assessore alle prese con le telecomunicazioni, una new economy che stenta ad andare avanti e di cui lei si fregia come competenza.
La contraddizione è forte nel vostro programma. Vi siete presentati come schieramento che avrebbe ridotto il prelievo fiscale, invece dimostrate di fare un'operazione di incremento senza considerare eventuali strade alternative (o almeno senza approfondirle). C'è una pubblicità vergognosa che invita i cittadini a consumare per tenere in piedi l'economia.
Voi sottraete, con questa operazione, una quantità di risorse rilevanti.
Non c'é il tentativo e lo sforzo, da parte vostra, di valutare strade alternative. Occorre capire, Assessore alla finanzia virtuosa (perché il Ministro delle Finanze nazionali ci ha abituato ai virtuosismi e nella stretta ha dimostrato quanta difficoltà abbia) che non tutto è risorsa finanziaria; sono anche forme organizzative, sono anche selezione degli interventi.
Sto assistendo a fatti curiosi. Questa mattina avete presentato il DOCUP in una manifestazione con qualche decina di persone (60 o 70 presenti, ho mandato un funzionario del mio Gruppo a seguire attentamente i lavori) dopo parecchi giorni di grande pubblicità, intere pagine sui quotidiani per dimostrare questa meraviglia, oltretutto fatto tecnico.
Fosse stata un'assemblea per insegnare a costituire una nuova impresa avrei anche potuto capire il mettere manifesti ovunque, ma questo è un settore specialistico. Mi piacerebbe sapere quanto è costata questa campagna di paginate e se non c'era un impiego alternativo. Non so se avete speso 30/50 o 100 milioni, ma sono scelte alternative. Gli esempi, tra l'altro, si fanno sulle piccole cose, non su quelle grandi.
Verificando, analiticamente, i lavori in corso attivati dal DOCUP o quelli già avviati, si nota che gli investimenti non risentono dell'emergenza che stiamo vivendo. Quando una famiglia è in difficoltà smette di abbellire la casa per concentrarsi sulla formazione dei figli o su scelte prioritarie come la salute o il futuro. Ci sono alcuni Comuni che abbelliscono le strade e valorizzano l'arredo urbano in un periodo in cui vista la situazione attuale, sarebbe più utile concentrare le risorse in aree di sviluppo sulle quali voi sostenete - e il Presidente Ghigo lo ha fatto questa mattina - la necessità di risorse per investimenti (esempio la ricerca).
Sapete qual è l'esempio della ricerca che ci viene offerto? L'auto ad idrogeno, con un accordo tra Politecnico di Torino e Politecnico di Milano.
E' sicuramente un filone importante che, avendo un carattere forte dovrebbe investire la ricerca pubblica generale dello Stato senza prosciugare le risorse di una Regione che dovrebbe, invece, impegnarsi sulla ricerca scientifica e tecnologica, in grado di riverberarsi sulla piccola e media industria. Pensiamo all'indotto auto. Ormai non ci sono più imprese terziste, ma ogni impresa dell'indotto auto ha con sé spese, fa investimenti nella ricerca; se noi l'aiutiamo e la qualifichiamo possiamo rendere più competitiva l'impresa e il filone dell'indotto auto in generale.
Questo ha implicazione sul fatto della permanenza o meno di un'industria automobilistica in un certo posto. Pensavo che questo Governo regionale conducesse una battaglia con il Governo nazionale per dimostrare che la ricerca pubblica in Piemonte è al 2%. In una realtà così industrializzata abbiamo questa scarsa ricerca, oltretutto poco valorizzata. L'area di ricerca CNR non è sufficientemente valorizzata e qualche volta - per usare un termine piemontese - si "bamblina", cioè mancano stimoli. Abbiamo settori, nell'area pubblica, di ricerca CNR di altissima qualificazione (penso solo alla metodologia che potrebbe trovare una concatenazione) ma questo è il programma, non sono risorse, anche se indirettamente possono esserlo perché è una battaglia di qualificazione. Ma il Governo nazionale fa la grancassa e riconosce la crisi dell'auto? Bene ci dia una dimostrazione rafforzando la ricerca pubblica in uno dei settori chiave di questa involuzione che potrebbe subire il settore auto.
Voi fate un'operazione che riduce il reddito speso, comprimete il ciclo, che è uno dei fattori che determinano il calo del prodotto interno lordo, e sostenete che queste risorse servono per lo sviluppo, ma quando sullo sviluppo vi affacciate a dire qualcosa, vediamo un DOCUP non ritirato, una spesa per la ricerca che finisce - per carità - in settori importanti, ma non sul nervo scoperto, ossia la possibile crisi dell'impianto della piccola e media industria Piemontese: industria molto di subfornitura e poco di prodotto finito.
Questi sono gli elementi che dovrebbero sentirsi. Dovete prendere coraggio, dare un segno e non arrivato all'1,5%. Dovete dire: "Abbiamo riverificato in questo dibattito e vogliamo arrivare a considerazioni più positive; riduciamo questo carico fiscale perché riteniamo che ragionando possiamo, non solo trovare strade alternative per il recupero di risorse ma quelle che erano risorse che volevamo raggiungere con questo prelievo fiscale per lo sviluppo, lo possiamo ottenere per altre strade, con altri percorsi, maggiore efficienza, maggiore sinergie, maggiore rapporto e maggiore rivendicazione con lo Stato centrale di una distribuzione più corretta della ricerca pubblica".
Questi sono i forti limiti della vostra proposta. Non so come potrà recepire la comunità piemontese, dipende anche dal sistema informativo; a volte fa più gioco, per il sistema informativo, il problema della paletta dei cani che magari una scelta che, non per la rilevanza quantitativa che è già grande, ma per il carattere e la logica che voi incorporate nel dirci che tipo di sviluppo volete, sostanzialmente dimostra una carenza profonda una capacità di perlustrare tutte le strade alternative che ci possono essere.
Assessore, - e in proposito presenterò un'interrogazione - vorrei sapere quanto avete speso per raccontare quella cosa del DOCUP di questa mattina. Ma quelle risorse le potevate impegnare magari nel fondo ricerca o in qualche altra iniziativa, in quanto c'è un limite a queste paginate che costantemente leggiamo anche nei giornali locali, e poi non so che effetto abbiano.
Assessore Pichetto, le racconto una cosa che mi è successa. Un'impresa di Sparone ha licenziato 130 lavoratori nelle montagne della Valle Orco e ne ha messi 100 in Cassa Integrazione a zero ore, e gli interessati mi hanno telefonato per conoscere le possibilità per tentare il rilancio di una nuova impresa.
Dovrebbe esserci una pubblicità che segnali tutti questi percorsi quasi un diagramma a blocchi su come accedere, qual è la modulistica e quali sono gli uffici competenti.
In quel caso potrei capire un investimento informativo, ma stanziare un investimento di una cifra che mi pare iperbolica solo per dire che ci sarà una riunione in cui si spiega il DOCUP a 60 specialisti in materia, che sarebbero venuti ugualmente anche con una spesa di un quinto di pubblicità a me pare che anche con questo piccolo esempio dimostrate di aver sbagliato approccio.
E' per questo che vi chiedo di dare un segno tangibile: riducete il prelievo fiscale che volete incrementare, e scandagliate maggiormente le strade alternative che ci possono essere allo sviluppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Condivido molte delle considerazioni fatte negli interventi che mi hanno preceduto.
Ci troviamo di fronte ad un provvedimento di grande spessore e, allo stesso tempo, di grande gravità, anche per il modo in cui viene presentato.
Teniamo conto che ci troviamo di fronte ad un provvedimento di grande rilevanza, perché peserà fortemente sulle tasche dei piemontesi, e quindi avrà degli effetti pesanti sulla vita quotidiana di molti. Nello stesso tempo, ci siamo trovati a discutere di questo provvedimento con un'eccezionale rapidità, in quanto la Giunta ha pensato bene, come ha fatto su altre materie, di poter evitare il confronto della discussione in aula e tentare un percorso diverso.
Molto tardivamente la Giunta si è resa conto che non poteva far questo per cui, nei fatti, pone il Consiglio di fronte ad un ricatto: occorre rapidamente, in tempi inusuali, approvare un provvedimento. Infatti il provvedimento, preparato alla fine della scorsa settimana, oggi è già in aula.
Quindi, siamo di fronte ad un atteggiamento di scarso rispetto verso l'istituzione Consiglio.
Questo non ci ha permesso un minimo approfondimento, tanto più che è un provvedimento importante in quanto prevede un prelievo forte dalle tasche dei piemontesi, e quindi comporta anche una serie di entrate per il bilancio della nostra Regione. Ma non ci ha permesso di discutere su cosa fare in merito a questo provvedimento: non ci permette di contestualizzarlo e di avere una discussione seria per giustificare anche agli occhi dei cittadini.
Credo che quando un governo adotta provvedimenti di questo genere deve avere la capacità di spiegarne il motivo e le finalità. Le finalità non ci sono: viene assunto un provvedimento presentato quasi come un fatto tecnico. Dietro a questo credo che ci sia una tecnica di governo o di non governo, che è grave e che deve essere sottolineato: non può passare sotto silenzio questo primo aspetto della questione, perché - come dicevo poc'anzi - si tratta quasi di tecnica di non governo (anche se il non governo può essere un modo per governare) perché separando la discussione sul provvedimento dalla finalità, perpetua il metodo che, in questa Regione, ormai è di moda, cioè emanare dei provvedimenti perché c'è urgenza, senza inquadrarli in una prospettiva. Riusciamo a far emergere il profilo di una politica che affronta le urgenze, le scadenze e le drammaticità che può avere la nostra Regione. Tutto questo non c'è, perch abbiamo un provvedimento in cui tutto questo è assente. Può darsi che si dica che si farà in un secondo momento, ma credo che questo metodo sia sbagliato.
Ripeto, non si tratta semplicemente di confermare le entrate che abbiamo avuto, ma si tratta di un provvedimento che incide con un prelievo sulle tasche delle famiglie piemontesi e anche in modo pesante; famiglie che vivono una congiuntura non favorevole.
Questo mette tutti in imbarazzo, perché avremmo voluto tutti poter fare una discussione concreta su quello che avviene e su come utilizzare queste risorse e in quali politiche inserirle.
Nello stesso tempo, come già sottolineavano altri Consiglieri, questo metodo non ci permette, con i tempi che ci impongono, neanche di discutere seriamente le possibilità alternative di questi aspetti, di poter fare una attenta analisi di prospettiva del bilancio per vedere se, attraverso anche operazioni di risparmio su una serie di voci, si poteva eliminare o ridurre l'impatto di questo provvedimento. Invece anche questo non avviene perch abbiamo questo tipo di separatezza.
Inoltre, c'è un elemento di schizofrenia dei comportamenti della Giunta. Due settimane fa circa abbiamo votato un provvedimento in quest'aula che comportava una spesa relativamente modesta (circa 2 miliardi), però era un provvedimento che aggiungeva 2 miliardi di spesa al bilancio regionale. In questo senso avevo fatto un intervento in cui avevo detto: "Attenzione che queste leggi alla fine sono un insieme di provvedimenti che vanno ad incidere in modo del tutto caotico sul bilancio regionale". Quando si discute queste leggi bisognerebbe capire che effetto hanno sul bilancio regionale. Oggi noi abbiamo approvato quelle leggi, che possono non essere assolutamente un elemento prioritario, però intanto sono state introdotte come elemento di spesa.
Negli ultimi tempi abbiamo avuto - mentre la situazione si profilava con la gravità che abbiamo visto - l'introduzione di una serie di leggi e leggine che comportano spese, a mio avviso, semplicemente per rispondere a una serie di sollecitazioni di lobby che hanno più che altro una logica elettorale, per avere un minimo riscontro di tipo elettorale per chi le presenta e poter poi dire: "Io ho fatto passare questo tipo di legge a tuo o a vostro favore".
Credo sia grave che su questo l'Assessore Pichetto sia stato passivo in questo periodo di fronte a questo tipo di politica e dimostra, ancora di più, la mancanza di governo della questione finanziaria da parte del governo regionale. Questa politica non solo è stata condotta fino ad oggi ma si continua in questo modo. Oggi pomeriggio siamo stati convocati per discutere un provvedimento che ha quelle caratteristiche, cioè per discutere un provvedimento che comporterà delle spese per il bilancio regionale. Sarebbe utile, nel momento in cui si presenti un provvedimento di prelievo fiscale, decidere se si mantiene o meno, e non stabilire che comunque si va avanti. C'è un comportamento della Giunta che non può essere accettato.
Credo che la Giunta, proponendo un provvedimento di questo genere dovrebbe contemporaneamente assumere un impegno formale e forte, cioè dovrebbe dire: "Tutta la discussione su quanto la Regione spenderà deve avvenire all'interno della legge di bilancio, ossia prima facciamo la legge di bilancio e poi vediamo se ci sono i margini per finanziare questa o quella legge nuova e occorre fare delle scelte prioritarie nel momento in cui si è all'interno del bilancio". Devo dire che, invece, si continua a procedere in senso contrario. Si è fatto questo provvedimento denunciando una situazione di allarme del bilancio regionale, però, concluso questo provvedimento, dopodomani si ricomincia daccapo.
Se non date un segno tangibile di cambiamento, cioè che ci sarà una discussione tangibile sul bilancio per vedere come utilizzare anche queste risorse, non avrete da parte nostra una collaborazione per portare a casa questo provvedimento. Se volete una collaborazione in questo senso, che non vuol dire un voto favorevole, dovete assumere un impegno, cioè che, d'ora in poi, le uscite le discuteremo dopo il bilancio e non prima. Se non c'è questo tipo di impegno e se saremo convocati in Consiglio per discutere dei provvedimenti che hanno una caratteristica di spesa, da parte nostra ci sarà un tentativo di bloccare l'esame di questi provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Signor Presidente, credo che con questo provvedimento la Giunta abbia deciso di avvalersi della facoltà che la legge stabilisce nella materia dell'addizionale IRPEF. Ritengo che, di per sé, non sia né un fatto negativo né positivo, ma dipende da come questo provvedimento si sistemerà nel contesto che riguarda la manovra finanziaria e il bilancio che andremo ad approvare.
Credo che oggi faremo una discussione monca, perché la Giunta non è in grado di dirci come spenderà i proventi, i circa 350 miliardi che arriveranno dall'addizionale IRPEF.
Ritengo, tuttavia, che di per sé può diventare un fatto positivo se vengono considerate e proposte dalla Giunta una serie di elementi. Sostengo che possa essere un fatto positivo perché tutte le Regioni, la nostra compresa, hanno scarsissime risorse se togliamo i trasferimenti di spesa corrente e vincolata, vedesi la sanità con l'85%. Le risorse libere, sia per investimenti sia per attività corrente, sono modeste. Mi pare - non vorrei sbagliare - che nel prossimo bilancio questa Giunta non sarà in grado di avere risorse libere per avviare investimenti e per spesa corrente per oltre 200-250 miliardi, cifre che - ripeto - sono molto modeste.
La manovra che la Giunta farà nella finanziaria e nel bilancio dipenderà da una serie di variabili, fra cui una molto importante, che è la variabile sanità, nel senso che piccoli scostamenti e sforamenti nella sanità rappresentano il blocco eventuale di qualunque manovra. Anche sforando dell'1% significa sforare del 50% delle risorse libere, se poi si va oltre è possibile avere un blocco, perché il Piemonte non è diverso dalle altre Regioni. Si può immaginare un blocco rispetto agli investimenti.
Da più parti è stato detto, non soltanto oggi, ma anche nel passato che c'è un solo bilancio, perché la sanità è spesa corrente, anche se vincolata. Non si può avviare un ragionamento se non si ha l'insieme di tutto il bilancio, quindi non ci può essere nessuna variabile cosiddetta indipendente. Se c'è una spesa come quella della sanità che corre per conto suo e se c'è questa variabile, che finora è stata indipendente per ragioni nazionali, internazionali ed europee, tutto il bilancio ne soffre, per non dire che rischia la paralisi, perché i numeri li conosciamo bene.
La Giunta non credo che oggi sia in grado di dire come investirà questi soldi, quindi abbiamo tempo fino al 31 dicembre per capire meglio se riuscirà ad utilizzare il grosso dei proventi dell'addizionale IRPEF per investimenti su settori che interessano la nostra Regione. Certo c'è la questione della FIAT, ma se non vogliamo essere velleitari ritengo che sia più vicino a noi il settore che riguarda la soglia di povertà, che rappresenta già il 30%-35% e riguarda persone dai sessant'anni in su, che equivale al 28% della nostra popolazione.
Come dicevo all'inizio, di per sé non è né un fatto positivo né un fatto negativo avvalersi della facoltà dell'addizionale IRFEP, il punto è sapere se facciamo investimenti e in che direzione vengono fatti.
Se 100 miliardi è l'1% della sanità, credo che sia quattro, cinque volte le risorse libere che potrebbe avere l'assistenza. Qualcuno ci deve dire se nel prossimo bilancio l'assistenza va indietro rispetto al programma della Casa delle Libertà, che vedeva passare l'assistenza dall'1 al 2%, oppure se va avanti.
Nonostante l'addizionale IRPEF, alcuni settori tipo l'assistenza e il socio-sanitario potrebbero non trarne vantaggio. Rispetto a tale tassazione, personalmente, sono molto critico, anche se non contrario per principio, anche in vista del venir meno di alcun leggi nazionali nel prossimo anno.
Credo che la Giunta debba fornire risposte precise e concrete su come utilizzerà l'aumento di introiti; consideriamo che 350 miliardi possono innestare investimenti per 2 - 3 mila miliardi. Ci accontentiamo del 25 di cui mi pare la legge nazionale faccia obbligo, oppure andiamo oltre questo 25%, perché è una percentuale abbastanza modesta.
La Giunta ci deve dire con precisione come investirà questi soldi. Mi parrebbe strano che questi soldi facessero la fine dello scorso anno quando noi votammo l'addizionale per coprire un deficit. Una volta può andar bene ma, poi, per evitare questo, avevamo detto di utilizzare lo strumento del ticket, con il quale, se non vado errato, nel 2002, sono entrati 150 miliardi, o qualcosa del genere.
Concludo, anche perché il tempo è terminato, dicendo che, per quanto mi riguarda, non ha senso un'addizionale IRPEF che faccia la fine dello scorso anno. Ha senso, invece, un'addizionale IRPEF per innestare un programma di investimento serio, soprattutto nei settori deboli della nostra società che non riguarda la FIAT. La FIAT non riesce a metterla a posto lo Stato figuriamoci se può farcela la Regione Piemonte! Come ho già detto i settori deboli della nostra società riguardano gli anziani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente e colleghi, volevo innanzitutto far notare che la discussione sta avvenendo in un'aula piuttosto distratta. Ci era stata assicurata, in assenza del Presidente Ghigo, la presenza del Vicepresidente, che ho visto, ma non mi pare abbia molto seguito la discussione svolta in Commissione, quindi, non credo che sarà in grado di dare delle risposte alle questioni che già alcuni colleghi hanno posto e che altri sicuramente porranno.
In una situazione di distrazione sta avvenendo un fatto importante viene inserita l'addizionale dell'IRPEF...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Galasso)



SAITTA Antonio

Il centrodestra - volevo solo ricordarlo anche al collega Galasso - sta decidendo di aumentare l'IRPEF.
Sicuramente avete presente cosa rappresenta l'aumento dell'addizionale in termini di costo per la famiglia. Il Sole 24Ore, qualche mese fa, ha scritto che con l'aumento dello 0,5% dell'addizionale IRPEF una famiglia con un reddito superiore a 20 milioni dovrà pagare in più 354 euro. Quindi in questo momento, state decidendo di inserire un'imposta di 354 euro che gravita sulle famiglie con un reddito superiore a 20 milioni.
Contemporaneamente, sta avvenendo un altro aumento, che passa di nascosto: l'aumento del metano. Credo vi ricordiate che contemporaneamente alla manovra dell'IRPEF era stata fatta anche la deduzione del metano, che era provvisoria. Siccome la deduzione non c'è più, c'è aumento dell'IRPEF e aumento del metano per le fasce più deboli. Ve lo ricordo perché, allora mi pare che il collega Brigandì, la Lega in modo particolare, fece questa battaglia per quanto riguarda il metano e oggi l'ha completamente dimenticata. Quindi, aumenta l'IRPEF e aumenta il metano. Semplifico, ma questo è il quadro all'interno del quale ci stiamo movendo.
Ora, giustamente, è stato detto che la discussione sull'aumento dell'IRPEF, che noi contestiamo, è monca - ha ragione, collega Mercurio perché la nostra legge sulla contabilità regionale prevede che una misura di questo tipo, cioè, un aumento dell'aliquota sulle imposte, presuppone la presentazione della legge di bilancio . Infatti, la legge dice, come ho ricordato oggi in Commissione, che contemporaneamente si deve presentare il bilancio per capire la distribuzione dei soldi. E' questo il tema: non si può soltanto parlare di entrate, ed è un ragionamento politico credo un po' di tutti quanti, senza avere la certezza, ma soltanto qualche promessa, su come le maggiori entrate vengono autorizzate. Politica vuol dire questo: entrate e modalità di spesa. Non si fanno soltanto politiche delle entrate senza avere la certezza della loro distribuzione. Non mi pare che la questione sia illogica.
Abbiamo già formulato oggi queste osservazioni ed abbiamo assistito ad un balletto di cifre. Si dice che dobbiamo finanziare in parte il disavanzo della sanità, dobbiamo finanziare il fondo investimenti per fare investimenti, dobbiamo finanziare l'aumento delle spese correnti rigide semirigide, sottorigide, con tutte le categorie possibili; insomma, con 180 milioni di euro la Regione prevede di fare la rivoluzione in Piemonte. La sostanza è questa, perché ha promesso miliardi, una pioggia di miliardi di investimenti, ha promesso di coprire il disavanzo, ha promesso di finanziare le spese correnti.
La verità dal nostro punto di vista è che questa manovra, dal punto di vista sostanziale, ricorda la manovra delle ASL, anche se dal punto di vista formale le cose, apparentemente, sono diverse: ancora una volta, e me ne assumo la responsabilità, c'è una vera falsità nel modo in cui i bilanci delle ASL vengono redatti, perché non venite a dirmi che la contabilità economica può consentire dei trucchi di carattere contabile.
Questo non esiste. Sono trucchi di carattere contabile che tentano di trasferire i disavanzi reali negli esercizi successivi. Continua così la modalità che in questi anni vi è stata suggerita dai consulenti relativamente ad operazioni di questo tipo, indicazioni precise che voi avete dato attraverso le circolari per redigere i bilanci in questa maniera, ma non è una modalità corretta. Dove è scritto che la contabilità economica consente di fare operazioni di questo tipo? Questo non è serio.
Si deve rappresentare realmente qual è la realtà, non quella che si immagina.
Assessore Pichetto e Assessore D'Ambrosio, quando un'ASL come l'ASL 11 di Vercelli, diretta dal Commissario Scarabosio - parlo di questa ma posso parlare di altre - vi racconta e vi scrive che questa ASL, al momento, ha realizzato 20 miliardi di lire di disavanzo e che alla fine dell'anno il disavanzo sarà zero, credo e spero che questo direttore lo abbiate chiamato per chiedergli come riesce a fare un'operazione simile, perché, se è così bravo, credo sarebbe opportuno sostituirlo al posto dell'Assessore Pichetto. Come è possibile fare un'operazione di questo tipo? Si chiudono gli ospedali? Si vende tutto il patrimonio? Sono operazioni irrealistiche.
Posso citare anche altri esempi: come fate a credere che l'ASL n. 1 che ha realizzato 32 miliardi di disavanzo, possa realizzare alla fine dell'anno soltanto 24 miliardi di disavanzo? O come l'ASL n. 17 che ha realizzato 8 miliardi e realizzerà 0 alla fine dell'anno. Sono tutte previsioni irrealistiche! Assessore Pichetto, credo che anche lei abbia delle responsabilità, la Giunta ha una sorta di solidarietà attiva e passiva, avete tutti la responsabilità di fidarvi di dati che non sono veri, questa è una rappresentazione irreale, non rappresenta la realtà. In Commissione ci è stato detto che la previsione del disavanzo di 130 miliardi è dovuta al fatto che si immagina di vendere gli immobili: ma questo vuol dire che il disavanzo reale, è un disavanzo maggiore. Tuttavia bisogna vedere se poi gli immobili vengono venduti e a che prezzo vengono venduti. Avete consentito che alle Molinette e ad altre ASL di vendere degli immobili ad un prezzo inferiore rispetto al mercato, ma la politica di vendita del patrimonio non è una politica che si può applicare in qualunque momento.
Il problema vero è che l'IRPEF servirà esclusivamente per finanziare il disavanzo della sanità che sarà di 250 miliardi di lire. Non so come Assessore D'Ambrosio, ci si è assunti un impegno nei confronti dei comuni per dire che la Regione Piemonte è pronta e disponibile a finanziare per 80 miliardi i LEA: ma dove Assessore? Quali occhiali adopera per vedere nel bilancio e nelle entrate della Regione Piemonte 80 miliardi di lire per i Lea! Non so se l'Assessore Pichetto ha visto da qualche parte che nel 2003 saranno disponibili 80 miliardi: ma come fa assumersi impegni di questo tipo? C'é un problema che riguarda il disavanzo complessivo della sanità e riguarda i Lea, dopodiché per investimenti non resta più nulla.
Ciononostante la cosa grave è che decidete di applicare delle imposte aumentare il metano e, contemporaneamente, continuate a spendere senza rendervi conto della gravità della situazione. Non so se domani sarà presente il Presidente Ghigo, spero di si, ma domani farò un elenco, una sorta di rosario di tutte le spese inutili, spese che non si possono fare in questi momenti quando si chiede ad ogni cittadino di pagare l'IRPEF quando si chiede di pagare l'aumento del metano. Faremo una rendicontazione puntuale di alcune assurdità che riguardano il Presidente Ghigo e tutti gli Assessori.
Possiamo dare un'anticipazione. Ha senso, ad esempio, spendere 200 milioni per il progetto di comunicazione della qualità dell'aria? Ha senso aver speso dei soldi per partecipare alle manifestazioni collaterali del campionato di calcio in Giappone? Ha senso spendere 200 milioni di lire per l'iniziativa di comunicazioni "Sicuri di essere sicuri"? Ha senso spendere 288 milioni per le trasmissioni televisive in occasione del "Salone del gusto"? Potrei continuare, ho un fascio di deliberazioni e determine che sono state assunte che danno il senso di una irresponsabilità complessiva da parte della Giunta che chiede sacrifici e poi spende e spreca.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Morioni; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

A distanza di circa un anno ci ritroviamo a discutere dello stesso argomento: il mantenimento della tassa addizionale IRPEF. Effettivamente si tratta di una nuova tassa in quanto se questo balzello doveva terminare la sua validità e invece la proroghiamo, è come se noi imponessimo una nuova tassa.
Come è già stato sottolineato c'é una contraddizione evidentissima nei termini: da un lato questa Amministrazione di centrodestra pensa di risollevare le sorti economiche puntando tutto sui consumi, dall'altro persegue politiche finanziarie che, aumentando le tasse, di fatto, rendono difficile l'incremento dei consumi. Non sono tra coloro che pensano che la soluzione, il miglioramento dello stato dell'economia passi necessariamente attraverso l'aumento dei consumi. Credo che il semplice incremento dei consumi, potrebbe portare più problemi che vantaggi. Credo che, come era già stato ricordato dal Consigliere Tapparo, la strada per salvare una società attraverso l'economia sia quello di puntare, in questi tempi, ad un'economia sostenibile. In questo senso ha ragione il Consigliere Tapparo quando dice che la proposta avanzata riguardante lo sviluppo e la ricerca sull'idrogeno è un indirizzo, ma è un indirizzo falso. Credo che l'Assessore sia a conoscenza che studi approfonditi riguardanti il futuro dell'idrogeno portino, senza grandi difficoltà, a prevedere la possibilità di creare anche quel famoso milione di posti di lavoro su cui, alcuni anni fa, ci si era scontrati.
Per un percorso di questo genere, si richiede un investimento economico che va oltre le limitate risorse che la Regione Piemonte può mettere in campo in questo settore. Parlare di investimenti per la ricerca dell'idrogeno, diventa uno specchietto per le allodole, è come indicare la luna perché si guardi il dito. Queste risorse poi saranno molto, ma molto inferiori a quelle che si pensa di poter avere a disposizione.
Non possiamo dimenticare che il problema per quanto riguarda la tassazione non è solo quella di diminuirla, come vuol far credere il centrodestra, il problema della tassazione è quello di lavorare per una tassazione giusta. Lo stato sociale si costruisce solo attraverso risorse che devono essere reperite attraverso una giusta tassazione.
C'é una contraddizione nel percorso che stiamo facendo, la contraddizione principale è che l'anno scorso si diceva che questa sarebbe stata una tassa una tantum, che sarebbe stata in vigore per un solo anno invece ci ritroviamo a riproporla. Mi chiedo come possano, quei partiti della stessa maggioranza che l'anno scorso si erano detti garanti del fatto che questa tassa non sarebbe stata riproposta, oggi accettare la sua riproposizione, senza sentirsi irrisi dai loro alleati. Avevano promesso una tassa una tantum, invece sta diventando "una sempre".
C'é una contraddizione. La riproposizione di questo aumento IRPEF non servirà per l'investimento (come l'Assessore sa bene), ma servirà semplicemente per ripianare i deficit della sanità, così come è stato dimostrato. C'è una contraddizione enorme sul fatto che continuiamo a prevedere leggi, "leggine" e provvedimenti legislativi che propongono - e il Consigliere Saitta ha fatto un piccolo elenco - voci di spesa che ancorché indurre al risparmio, come sarebbe necessario quando ci sono problemi economici da affrontare, continuano a proporre uscite che non vanno nel senso di sviluppare questa Regione.
Che i conti presentati oggi dall'Assessore D'Ambrosio siano, per definirli eufemisticamente, ottimisti, lo si deduce non solo leggendo i consuntivi presentati, perché se in nove mesi si sono accumulati deficit, è difficile immaginare che negli ultimi tre si riesca, non solo a fermare il deficit, ma addirittura a recuperarlo.
Nei documenti si legge che i direttori delle ASL, in commento alla famosa deliberazione che istituiva i quadranti nella gestione della sanità assumeranno i provvedimenti indicati dall'Assessore sui quadranti, ma nessuno di loro ha potuto affermare con certezza che queste misure avrebbero portato alla diminuzione dei costi.
Nessun Direttore, infatti, ha potuto affermare che con tali misure si sarebbero ottenuti i risultati sperati.
Mi dispiace, Assessore, ma questa è la realtà. Tutti i direttori generali hanno detto: "Vedremo se riusciremo ad ottenere risparmi". La dimostrazione che tali risparmi non si sono potuti ottenere la stiamo avendo dalla rendicontazione del terzo trimestre e l'avremmo confermata alla fine dell'anno. La decisione e la volontà di continuare con questa addizionale IRPEF si va a sommare ai problemi che i cittadini italiani dovranno affrontare a seguito dell'approvazione dell'ultima Finanziaria nazionale. In essa si afferma la riduzione di circa 300 euro per ogni famiglia italiana; però non viene detto che gli effetti di questa Finanziaria indurranno maggiori spese per i cittadini italiani di più di 700 euro. Quindi, di fronte ad un'affermata riduzione di 300 euro, gli effetti dissennati di questa Finanziaria provocheranno un aumento dell'esborso per ogni famiglia italiana. Fate un po' voi i conti.
Anche in Piemonte, a questo esborso si aggiungerà il problema dell'addizionale IRPEF.
Di fronte a questi dati la Giunta dovrebbe considerare, con attenzione la proposta fatta da alcuni settori dell'opposizione, di non dare corso a nuovi disposizioni legislative e di non pensare a nuovi strumenti legislativi che prevedano un impegno di spesa, se non dopo aver varato la legge sul bilancio.
E' una richiesta che non può non essere accolta da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Anzitutto voglio esprimere apprezzamento nei confronti della Giunta che ha deciso di abbandonare la strada della deliberazione per seguire la strada - che noi definiamo maestra - del disegno di legge. Oggi parlare di pressione fiscale che viene aumentata può dare - come dà - un senso di disagio, specialmente per quei Gruppi politici, come il nostro, che hanno sempre sostenuto, in situazioni economiche diverse, la strada opposta.
Dobbiamo avere logiche di responsabilità istituzionale e, se facciamo riferimento a principi di logica e di comprensione politica, dovremmo fare questa discussione, che porterà ad un inasprimento della fiscalità in Piemonte, insieme con l'utilizzo di queste risorse. Il discorso lo faremo in due momenti separati: questo, che è l'anticipazione, e successivamente con l'approfondimento, nel momento di assegnazione ed utilizzo delle risorse.
Anticipiamo oggi che la nostra valutazione positiva è condizionata dal fatto che la maggior parte delle risorse verranno destinate ad investimenti. Chiedere sacrifici alla realtà piemontese per avere semplicemente risorse da destinare a spesa corrente ci sembra una scelta non solo in contrasto con ciò che è stato il patto con gli elettori, ma in contrasto con la nostra impostazione di fiscalità e di rapporto con i cittadini di scelte di bilancio.
Allora noi, che vogliamo essere rispettosi del patto con gli elettori (che hanno ampiamente privilegiato il centro e il centrodestra nelle elezioni del 2000) diciamo che l'utilizzo di queste risorse dovrà essere per la maggior parte, destinato ad investimenti.
Questa mattina abbiamo sentito sia il Presidente della Giunta sia l'Assessore confermare uno scostamento intorno all'1% delle somme destinate alla sanità. Oltre questo utilizzo, il resto dovrà essere destinato ad investimenti, facendo riferimento ai grandi numeri, la manovra porterà circa 350 miliardi - parlo ancora in lire; questi 120 miliardi di risorse dovranno coprire questa difficoltà e questo deficit della sanità, che purtroppo non è solo un deficit della Regione Piemonte, ma è una situazione che si riscontra in tutte le Regioni.
Questo forse ci deve fare pensare che un provvedimento di carattere generale nazionale non sia insensato. Magari è necessario trovare dei momenti di collegamento tra le varie realtà regionali e il deficit delle sanità regionali.
Il nostro intervento e le nostre valutazioni sul punto possono anche finire qui, riservandoci in sede di bilancio di verificare il rispetto di queste indicazioni, cioè - lo voglio ripetere ancora una volta - che la maggior parte delle risorse sia destinata ad investimenti.
In caso contrario, questa manovra non potrà avere il nostro consenso perché va contro quelle che erano le indicazioni proposte agli elettori e sulle quali abbiamo avuto il consenso.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Grazie, Presidente. Assessore Pichetto, ho ascoltato alcuni interventi della maggioranza. Credo che non sia insensibile al grido di dolore che, da ogni gruppo della maggioranza, si leva verso di voi, in rappresentanza dei piemontesi tartassati sotto diversi aspetti ed anche con questa misura eccezionale, impopolare e probabilmente anche evitabile.
Però prima di arrivare al punto, sarebbe necessario consentire un chiarimento di ordine politico rispetto alla manovra, essendo voi parte di una maggioranza nazionale, della quale in qualche maniera un po' di solidarietà o di condivisione di responsabilità la portate anche voi.
Abbiamo fatto un po' di conti, e non abbiamo faticato molto, perché i dati sono tutti scritti su il "Sole 24Ore".
La manovra di esenzione delle fasce cosiddette popolari, da parte del Governo, per quanto riguarda la manovra del 2003, comporta un risparmio ed una riduzione di entrate, quindi un benefit per il popolo italiano esattamente di 3 milioni 704 mila euro, circa 7 mila miliardi di vecchie lire. Contemporaneamente il Governo fa applicare a tutti l'1,4% in più; di fatto da parte di tutti, perché non c'é nessuno che non metta quello 0,50 perché se ci fosse qualcuno che non lo mette, lei al grido di dolore sarebbe ancora più imbarazzato a rispondere. Quindi, il Governo fa applicare a tutti l'1,4% in più, che significa esattamente 11700 miliardi.
Per cui spero sia chiaro, a coloro che hanno la compiacenza di esaminare questa manovra per quello che è, che è una manovra truffa.
Abbiamo già detto in Commissione che la mano sinistra dovrebbe non sapere quello che fa la destra, ma abbiamo anche detto che nessuno si offende se non viene rispettato questo precetto. Da un lato, quindi con la mano sinistra si tolgono circa 7 mila miliardi e con la mano destra se ne impongono 11 mila. Soltanto che il lavoro sporco, Assessore Pichetto, lo dovete fare voi. Perché non chiedete di fare il lavoro onesto, né sporco n pulito? La pressione fiscale era quella e quella rimaneva, e noi, in qualche maniera, essendo soltanto dei soggetti che lavorano su una finanza derivata quando avremo la nostra autonomia finanziaria, avremo delle responsabilità, ma anche degli strumenti - avremmo potuto prescindere da questo passaggio che, intanto, è imbarazzante ed anche ingiusto e che, alla fine, è finalizzato a prendere 2000 miliardi dalle tasche dei cittadini italiani, attraverso una manovra che sembrerebbe esentarli invece di 7 mila. Questo non va bene, perché quando l'opposizione cerca di entrare nel merito, non deve trovarsi di fronte a delle operazioni alterate o truccate in questa maniera. Sono d'accordo, Assessore Pichetto, che questa è una premessa che rende tutto imbarazzante.
L'altra questione di cui sono contento - e di questo gliene devo dare atto - è che abbiate rinunciato ad un'operazione, non so inventata da chi e come, che tendeva, in qualche maniera, a calpestare troppo clamorosamente le regole che ci siamo dati noi. Infatti è la nostra legge di contabilità all'art. 8 della legge n. 7, che stabilisce che le normative di applicazione d'impegni finanziari e di imposte debbano essere accompagnate alla presentazione del bilancio.
La questione era imbarazzante, e do atto di avere, anche personalmente cercato di indirizzare la posizione su un comportamento istituzionale.
Infatti, dopo avere approvato l'anno scorso la legge sulla nostra contabilità, non potevamo oggi calpestarne clamorosamente la natura. Se il Presidente Ghigo, che in questo momento è assente - quindi non voglio interloquire a distanza, perché non riesco a farlo neanche direttamente quando c'é - si fosse immaginato di fare un provvedimento soltanto perch la legge nazionale poteva anche fare ipotizzare che questo fosse possibile non è la legge nazionale che modifica la nostra sotto questo profilo. Era sicuro che un'impugnativa anche fatta da un badilante in materia di diritto finanziario e di diritto costituzionale, l'avremmo vista come niente.
C'é un principio, in base al quale in materia di bilancio l'unica competenza è quella del Consiglio, non è quella della Giunta; e questa è materia di bilancio, non soltanto materia fiscale.
Veniamo ad altri elementi di natura più concernente il merito. Non lo so quando discuteremo sul bilancio, quali tipi di destinazione della spesa dovremo mettere, però noi non faremo, almeno come DS, un ragionamento Assessore, troppo misero, troppo classico o troppo restrittivo. Noi abbiamo delle esigenze grosse davanti, come quella di competere in termini di ricerca con un'istituzione come quella, secondo me, incautamente troppo seguita dal Presidente Berlusconi. Ci sono delle conseguenze: se si lodano gli Stati Uniti, li si possono anche lodare; io sarei molto imbarazzato a farlo. Ma li lodiamo perché vogliono fare la guerra all'Iraq, o li lodiamo perché destinano l'8% del reddito nazionale alla ricerca? Se di quest'ultima cosa si tratta, magari è meglio imitare, perch ognuno non è così malvagio da non avere qualcosa di buono. Noi riusciamo a destinare un misero 2%, e in queste condizioni, creando le premesse per un'ulteriore difficoltà, per rendere sempre claudicante, ansimante e arretrato il nostro sistema sarebbe meritevole che una Regione avesse un progetto. Ma se l'idea di presentare un bilancio, assieme a una finanziaria, in qualche maniera rende più ragionevole la responsabilità collettiva attorno a quello che può essere la destinazione delle eventuali risorse. Il Presidente Ghigo questa mattina ha elencato una serie di cose da fare: c'è questo, c'è quello, c'è da comprare eventualmente una parte della FIAT, c'è da fare della ricerca, c'e da prevedere la sanità, ecc...
Non vi basta aumentare neanche del 10% l'IRPEF, perché in questo senso l'aumento è dell'1%, ma la massa di aumento è del 5% del prelievo. Non possiamo fare dei discorsi in questo senso. Domani arriva in quest'Aula la proposta dell'Assessore Casoni, che prevede 1.800 miliardi di spesa per la viabilità, chi non è d'accordo? Ci sono degli interventi giusti, ma il problema è che mancano 1.000 miliardi. Senza considerare il fatto che la spesa sanitaria non è ancora sottocontrollo.
chiaro che prima di dire adesso cosa si potrà fare vorrei vedere qualcosa di definito. Sono d'accordo invece che si faccia uno sforzo per applicare la contabilità finanziaria e non quella di cassa ai grandi cespiti di spesa, altrimenti paghiamo sempre a piè di lista ed a consuntivo.
Noi abbiamo accettato che si procedesse, non essendo d'accordo né sul merito né sulla misura, su questa operazione, che non si può definire uno straccio di finanziaria. Questo è un provvedimento finalizzato ad applicare una normativa che, se avessimo il tempo di contestare, è illegittima.
Assessore, voglio capire perché il sovrano comportamento di una Regione, cioè di un Istituto dotato di sovranità, deve sottostare alla normativo dell'Istituto poligrafico dello Stato. È una legge? Per fortuna tutti assieme abbiamo deciso che c'era un limite che riguardava le nostre prerogative, altrimenti per una circolare dell'Istituto poligrafico dello Stato mettevamo da parte le nostre leggi e le nostre norme di comportamento. Prego, ora per un'altra volta, di agire in modo corretto dopodiché la questione può riguardare l'interferenza dello Stato che afferma che la nostra eventuale applicazione di legge deve essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Chi ha stabilito questa regola? materia di sua competenza o nostra competenza? Si può sollevare il conflitto di attribuzione sotto questo profilo. Se ne derivasse che seduta stante tutto il Consiglio regionale dovrebbe mettersi sull'attenti e fare una legge perché c'è fare una circolare dell'Istituto poligrafico e una pretesa interferenza da parte del Governo nazionale, non del Parlamento quindi non di un Ente sovrano, ma di un organo esecutivo, ne deriverebbe un'altra volta che viene malamente calpestata la nostra prerogativa. Non dico generosamente, ma realisticamente non vogliamo sollevare trecento questioni che non si possono risolvere in una volta sola, ma che ci sono tutte all'interno della emergenza con la quale ci siamo venuti a trovare.
Non presentiamo proposte di modificare, alterare o ridurre, per noi la questione non sussiste. Questo è un atto che voi, anche per le connessioni di appartenenza al Governo, ritenete di subire. Per quanto ci riguarda, il metodo, il merito e la stessa operazione non dovrebbe essere proposta perché lede la nostra legge e la nostra prerogativa di organismo parlamentare autonomo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Anche se molti colleghi della minoranza sono intervenuti per esprimere la propria contrarietà a questo provvedimento ho ritenuto di intervenire perché in Commissione l'opposizione ha chiesto di venire in Aula a discutere questo provvedimento per battere quella coerenza che il Presidente Ghigo aveva annunciato in quest'Aula dicendo: "Cercherò e cercheremo di assumere sempre più provvedimenti di Giunta e cercheremo di venire sempre meno in Consiglio". La Giunta ha cercato di portare avanti coerentemente questo indirizzo, ma abbiamo chiesto di portare in Aula questo provvedimento pesante e grave perché peserà sul reddito delle famiglie piemontesi.
Il Consigliere Mercurio poteva dire nel suo intervento: "Io l'avevo detto". Il Consigliere Mercurio un anno fa aveva invitato la Giunta ad essere coraggiosa e assumere un provvedimento che prevedesse un aumento permanente dell'IRPEF. Questa maggioranza, presa dal panico dell'insuccesso elettorale, ha escluso questa possibilità, aumentando l'IRPEF soltanto per un anno, perché riteneva che non ce ne sarebbe stato bisogno. Ad un anno di distanza, questa maggioranza viene in Consiglio a riproporre l'aumento IRPEF.



(Commenti in Aula)



MULIERE Rocco

Era evidente che non potevate farlo per motivi di carattere politico e non solo di carattere tecnico, e oggi siamo in quest'Aula, a distanza di un anno, a discutere nuovamente dell'aumento IRPEF.
Allora molti colleghi della maggioranza - basta rileggere i verbali di quella seduta - avevano detto: "Accettiamo l'aumento IRPEF, sia ben chiaro che deve essere destinato agli investimenti". Anche questa volta siamo in quest'Aula a discutere della stessa cosa e abbiamo sentito alcuni Consigliere della maggioranza affermare che accettano questo provvedimento limitatamente al fatto che questo aumento sia destinato non a coprire i buchi, i disavanzi, ma agli investimenti. Quello che abbiamo sentito in Commissione da parte dell'Assessore D'Ambrosio ci fa capire che una parte dell'aumento IRPEF sarà destinato a coprire il disavanzo della sanità.
Penso - lo diceva bene il collega Riba - che c'é la dimostrazione di un fallimento della politica economica del centrodestra, perché non soltanto in Italia non sono diminuite le tasse, ma, come stiamo vedendo, il prelievo fiscale sta aumentando. Sicuramente, il Consigliere Cattaneo ci dimostrerà che non è vero. Vi è un altro dato sul quale riflettere: l'evasione fiscale. Era evidente, perché quando un Governo annuncia il condono fiscale, è chiaro che i cittadini cercano di evadere. Questo è il risultato di questa politica: avete annunciato il condono fiscale e oggi c'è un'evidente ripresa dell'evasione fiscale.
Credo che questa sia proprio la dimostrazione di un fallimento, il fallimento della politica economica del centrodestra.
In questo provvedimento vi è l'incapacità di una previsione l'incapacità di programmare. Sempre in quest'aula, se vi ricordate, alcuni mesi fa l'Assessore D'Ambrosio (ma non soltanto in quest'aula, perché lo ha detto in decine di confronti e di dibattiti sul territorio piemontese) aveva annunciato che il 2002 si sarebbe chiuso con un avanzo del bilancio della sanità di 25 miliardi. Siamo a novembre e l'Assessore D'Ambrosio ci ha comunicato che ad oggi - poi vedremo nei prossimi mesi - si chiuderà il bilancio della sanità con un disavanzo di 120 miliardi. Questa è la capacità di previsione e di programmazione della Giunta e della maggioranza: "Aumentiamo l'IRPEF soltanto per quest'anno, perché non ce ne sarà bisogno", e dopo un anno aumentiamo l'IRPEF. "Chiuderemo il bilancio della sanità con un avanzo di 25 miliardi", e a novembre siamo qui a discutere già di un disavanzo di 120 miliardi.
Ebbene, questa è la capacità di previsione e di programmazione di questa maggioranza e della Giunta regionale.
Non so se ricordate - l'Assessore Pichetto si ricorderà sicuramente quello spot pubblicitario del primo Governo Berlusconi: "Fatto".
Bene, noi possiamo dire qui in Piemonte che relativamente all'aumento delle tasse: "Fatto"; introduzione dei ticket: "Fatto"; tagli nel settore della sanità: "Fatto".
Cosa farete ancora per cercare di coprire il buco della sanità che continua ad aumentare? Perché si pensava, inizialmente, che con l'aumento delle tasse si arrivava a coprire il buco, non è stato così; si pensava introducendo i ticket sui farmaci e sul pronto soccorso, di tamponare anche qui il disavanzo della sanità, non è stato così. Pensavate, tagliando il bilancio delle ASL, di risolvere, anche in questo caso, il problema del disavanzo della sanità. Tutto ciò non è stato raggiunto. Questi sono obiettivi che non sono stati raggiunti. Siamo di fronte ad un continuo permanere di questo disavanzo.
Vista questa situazione, siamo di fronte, davvero, al fallimento della politica della Giunta e di bilancio di questa maggioranza.
evidente che noi non saremo qui a presentare emendamenti al fine di cambiare questo provvedimento. La nostra contrarietà è nota: era nota un anno fa, è nota in questo momento e naturalmente, quando arriveremo al voto, voteremo contro, perché riteniamo che questo provvedimento sia sbagliato. Forse sarà necessario per la politica di bilancio della maggioranza, ma è un provvedimento in sé sbagliato, perché un anno fa non ha risolto completamente i problemi e, a nostro giudizio, non sarà destinato ad una politica di investimenti, ma sarà destinato a coprire buchi nella politica di bilancio, che sono evidenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Svolgo una considerazione preliminare prima di entrare nel merito del provvedimento in discussione.
L'addizionale IRPEF per il 2002 passava dallo 0,9 all'1,4% e nasceva come misura una tantum per sanare una situazione di squilibrio provvisoria.
La fissazione definitiva dell'aliquota all'1,4% mi suggerisce che gli squilibri da coprire hanno ben poco di provvisorio.
Secondo i dati forniti dall'IRES, il quadro della situazione economica della nostra Regione vede una crescita che, a partire dal 2001, si è attestata per più di mezzo punto al di sotto di quella nazionale. Crescita che, secondo i dati della Banca d'Italia, si collocherebbe, per quello che riguarda il 2002, in un margine che va dallo 0,3% allo 0,6%. Quindi, in Piemonte ci troviamo in una fase che è sulla soglia della recessione, una fase che richiederebbe interventi che si propongono come modelli adeguati a spingere in alto gli investimenti e la produzione attraverso una politica di concertazione da programmare e progettare innanzitutto in sede di Consiglio regionale. Proprio quello che oggi manca.
Si potrebbe leggere in questo atto della maggioranza un tentativo di "colpo di mano" per portarci di fronte ad un fatto compiuto, esautorando sistematicamente il Consiglio delle sue prerogative, bypassandolo con atti amministrativi e regolamenti. Si ritorna ad esso richiamandolo soltanto per far ratificare decisioni prese altrove (ricordo che alcuni colleghi anche della maggioranza hanno più volte richiamato il problema dichiarando la loro indisponibilità a questo modo di procedere).
Quale dev'essere la portata del potere regolamentare? Si può fare con Regolamento tutto quel che si può fare con legge? In questo caso la maggioranza surrettiziamente sposta competenze normative, che sarebbe più opportuno esercitare tramite lo strumento legislativo, dal Consiglio regionale alla Giunta abbandonando l'assetto alla sola fonte secondaria regionale.
Questa esigenza di venire in Consiglio per discutere una decisione che riguarda la fiscalità generale che ricade sulle spalle di tutti i cittadini si sarebbe dovuta avvertire un anno fa. Si arriva, invece, con un anno di ritardo e con gli scopi meno nobili, che sono quelli di divincolarsi dalle strettoie poste dalla Finanziaria nazionale e dalle incaute promesse elettorali di Berlusconi.
La decisione di aumentare la pressione fiscale in un momento in cui tutto consiglierebbe di scegliere vie che permettono un rilancio dei consumi privati, vista l'attuale fase di stagnazione, non mi sembra un segnale di lungimiranza di programmazione economica e finanziaria. In tutti i modi, è fondamentale capire a cosa viene destinato questo prelievo.
L'idea di far confluire l'addizionale IRPEF verso un fondo destinato ad alimentare gli investimenti privati mi sembra un modo per "togliere ai poveri per dare ai ricchi".
Bisogna certamente rilanciare gli investimenti, ma non è questa la via corretta per farlo. altra cosa sarebbe se il prelievo realizzato con l'addizionale andasse ad alimentare quelle risorse sempre più scarse che riguardano il Welfare. In questo caso, questo ulteriore sacrificio chiesto ai cittadini potrebbe avere anche un diverso significato.
Un suggerimento che vorrei dare alla Giunta a questo proposito è che parte del prelievo fiscale vada ad alimentare un fondo che consenta di sostituire l'attuale sistema della borsa di studio permettendo di applicare i contratti di formazione lavoro, adeguando così la figura del medico specializzando a quella degli altri Paesi dell'Unione Europea.
Ma, forse, questi discorsi propositivi lasciano il tempo che trovano.
Difatti mi sembrano molto reali e convincenti tutti i ragionamenti fatti negli interventi dei colleghi dell'opposizione, con cui è stato ribadito e dimostrato che i 350 miliardi ricavati dall'addizionale IRPEF, più che rilanciare gli investimenti, serviranno per tamponare buchi di bilancio che sembra esistano già, specie nel comparto sanità. Ma non voglio essere ripetitivo rispetto a quanto detto da altri colleghi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Mi pare che nella nostra discussione poco sia emerso rispetto all'iter di questo provvedimento. La discussione ha attraversato molto i lavori della Commissione. Sentivo il bisogno di intervenire, mi rivolgo soprattutto al Consigliere Palma, perché più volte è ritornato nella nostra discussione la questione relativa a quel era lo strumento più idoneo per varare il provvedimento. La Giunta aveva approvato, con atto di imperio, ad esercitare un diritto che apparentemente l'art. 121 della Costituzione come riformato dalla modifica del titolo V della Costituzione, gli consentiva. Su questo aspetto, a me sembra ci siano due orientamenti diversi della giurisprudenza, tanto che, su una questione come questa, il TAR della Regione Lombardia ha dato ragione a due consiglieri che avevano impugnato un atto deliberativo di Giunta senza essere passati attraverso il Consiglio Regionale.
E' stata citata più volte anche la Regione Umbria e la cosa ci chiama in causa per due ordini di ragioni: la prima perché la Regione Umbria è governata da un governo di centrosinistra, la seconda perché, in quel governo, noi facciamo parte della maggioranza. Era d'obbligo restituire ai Commissari, ai Consiglieri e all'Assessore, che soprattutto ha sostenuto questa tesi, poi gli atti della Commissione lo evidenziavano, che la Regione Umbria si sarebbe fatta capofila di una procedura interpretativa che arroga questa competenza in capo alla Giunta. Invece le cose non sono andate esattamente così.
Il documento di programmazione finanziaria è stato messo all'o.d.g. dei lavori d'aula e all'incontro con le parti sociali già dal mese di luglio 2001. Sono seguiti tre mesi di dibattito con le parti sociali e con gli enti locali, si è intrapreso un percorso concertativo e il documento di programmazione finanziaria è stato approvato dal Consiglio regionale con quella indicazione specifica sull'aliquota IRPEF dello 0,2% il 18 dicembre.
Il 19 dicembre la Giunta ha assunto un atto deliberativo che nella gerarchia delle fonti si configura come il varo di un regolamento attuativo, ma dopo, e in modo subordinato, è successivo di un atto deliberativo di indirizzo del Consiglio regionale. Probabilmente, nella forma e nell'iter giuridico qualcosa si può eccepire, certamente nella sostanza vi è una piena valorizzazione dell'assemblea elettiva nel suo potere di indirizzo, nel suo potere di fatto legislativo. Per fare che cosa, Assessore? Questo è l'altra questione di merito che solleviamo sul provvedimento assunto.
Allora l'aumento dello 0,5% venne giustificato in modo eccezionale, per intervenire sul deficit della sanità, utilizzando anche altri interventi come quello sul metano, come quello dell'IRAP. Non vorrei sbagliare, ma erano entrati a pieno titolo nella discussione, agendo sulle imposte indirette non in modo progressivo, come di fatto garantisce, ma in modo selettivo, colpendo parti sociali, cittadini, anche nel loro diritto fondamentale, non ultimo quello del diritto a riscaldarsi.
Si badi bene, il provvedimento della Regione Umbria non è stato applicato per coprire il deficit della sanità, ma per interventi di finalità sociale, quali quelli del salario sociale ai disoccupati e quale quello della forma di sperimentazione della riduzione d'orario a 35 ore.
Sicuramente un provvedimento di largo respiro, con finalità sociali conclamate all'interno di una situazione gravissima dal punto di vista delle risorse, che giustificava quel tipo di intervento.
Invece la Regine Piemonte cosa fa? La Regione Piemonte ha proposto, ed è stato utile il lavoro della Commissione, di rendere strutturale questa manovra. Voi certamente siete complici delle scelte del Governo. Il Governo nell'azione della finanziaria ha operato una scelta ben precisa. Riducendo trasferimenti agli enti locali e alle Regioni ha dato un segnale estremamente chiaro: utilizzate tutte le leve fiscali possibili a livello locale per continuare ad erogare. Operando, dall'altro, lo sgravio sull'IRPEF e sugli scaglioni per i redditi più bassi.
Vi rendete complici di una manovra che impone e fa uscire il Governo da questo manovra, assolto rispetto all'intervento sui redditi e, dall'altra vi rendete responsabili di manovre antipopolari ed impopolari che voi dovete attuare. Noi prendiamo atto di questo riferimento. Avete cercato di indorarci la pillola dicendo, sostanzialmente, che questo provvedimento non va a coprire il deficit della sanità è lì, in un Bilancio che é un calderone, dove appare già evidente, lo dico sommessamente, lo dico a basa voce, che i conti della sanità non sono veritieri, i conti della sanità sono falsi: lei ha questa responsabilità, Assessore. Lei dovrà affrontare in modo drammatico, l'emergenza che verrà a determinarsi nel momento in cui emerge - ho ascoltato con attenzione l'intervento del Consigliere Saitta che i resoconti trimestrali danno segnali allarmanti sulla tenuta del dato di bilancio, così come lo avete indicato. Lei ha una grande responsabilità verifichi se le norme previste dal Codice Civile e dalle leggi sul rendiconto di bilancio, siano rispettate dalle ASL. Lo verifichi, perché se così non è, lei si rende colpevole e complice di un disastro economico e di un deficit economico annunciato. Non esiste più il falso in bilancio - e forse questo è l'alibi - perché pare che qualcuno l'abbia cancellato.
Qualcuno mi suggerisce che non è mai esistito e che riguarda solo le società private, però che il bilancio possa essere falso è un fatto conclamato. Non occorre nessuna Sentenza, occorre solo onestà e diligenza dell'amministratore nel gestire la cosa pubblica.
Assessore, voi oggi vi rendete responsabili di un crimine: persistete sulla strada di applicare un provvedimento che doveva avere caratteristiche di straordinarietà. Doveva essere limitato nel tempo e oggi ce lo riproponete per un anno. Sicuramente non può non dispiacerci il fatto che si sia ridotto ad un anno, ma respingiamo con forza questo provvedimento che riteniamo debba essere riequilibrato da un'attenta gestione della spesa. Su questo vi aspettiamo al varco, per quanto riguarda i prossimi provvedimenti che presenterete.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente, Signori colleghi, oggi ai cittadini della regione Piemonte viene richiesto un ulteriore sacrificio economico.
I tanto invocati criteri imprenditoriali che avrebbero dovuto ispirare l'azione della Giunta regionale hanno prodotto una soluzione copernicana per risolvere i conti regionali: l'inasprimento della pressione fiscale a carico dei cittadini del Piemonte.
La Giunta regionale, infatti, propone di fissare, nella misura dell'1,4%, l'addizionale IRPEF per l'esercizio 2003.
L'impressione è di essere stati un po' traditi o, quantomeno, di trovarci di fronte ad un debitore decisamente incapace di mantenere fede ai propri impegni.
Si sta avverando ciò che ho affermato tempo fa quando ci accingevamo a votare il disegno di legge n. 263, necessario non già per far fronte alle necessità di cassa per l'anno 2002, ma per coprire il passivo registrato nei conti sanitari nel corso del 2001: "Non si ricava affatto la convinzione che l'incremento dell'aliquota dell'addizionale regionale IRPEF abbia carattere transitorio e limitato al solo esercizio 2003". Si stabiliscono aumenti che tengono conto soltanto di alcune fasce.
L'esenzione viene data soltanto a fasce che in questo momento hanno un reddito mensile di 860 euro, ciò vuol dire che l'Assessore ha deciso di prendere soldi anche a questi "poveracci" che hanno un reddito familiare di 865 euro mensili.
Assessore, fa veramente paura un atteggiamento di questo tipo, ma noi ci auguriamo il meglio.
L'aumento delle entrate non si giustifica con l'introduzione di nuovi servizi, ma quasi sempre con una lievitazione della spesa corrente. Abbiamo notato, infatti, come a fronte di una pressione fiscale considerevole non è stata neppure garantita l'efficienza del modello sanitario, né tanto meno l'incremento dei servizi alle persone. L'impressione è che si sia innescata una spirale perversa che porta contemporaneamente all'aumento della spesa da parte dei cittadini e al graduale scardinamento del servizio sanitario regionale.
La salute continuerà ad essere garantita in base alle possibilità economiche dell'interessato, cesserà di essere un diritto di cittadinanza sarà un diritto che si compra volta per volta, per chi potrà permetterselo.
Non si capisce quali progetti abbia in serbo il governo regionale e per questo vorremmo che venissero presentati in Consiglio lo stato dei servizi e gli obiettivi prefissati. Non dico che la Regione non faccia assolutamente nulla, ma non ha un progetto forte e non ha ancora stabilito delle priorità. E se la Giunta regionale si fosse comportata, non dico da manager, ma almeno secondo l'ordinaria diligenza del buon padre di famiglia, la spesa che grava sulla nostra Regione avrebbe potuto essere di molto contenuta.
E' troppo facile reperire risorse agendo sul versante dell'inasprimento della pressione fiscale: è sul versante del contenimento e della razionalizzazione della spesa che occorre agire, soprattutto ora che non si potrà più contare sull'intervento ripianatore dello Stato. Occorre avere rispetto per il denaro pubblico e, laddove risultano esservi sprechi occorre intervenire per eliminarli. Ciò che ci deve stare a cuore è la necessità di tutelare il nucleo fondamentale della società piemontese, cioè la famiglia, che dovrebbe ricevere agevolazioni in base al numero dei figli e trovare sostegno nel caso in cui si accolli l'onere di assistere in casa un parente anziano non autosufficiente.
Ora, invece, tutti questi sforzi sono risultati vani e ormai da oltre un anno le previsioni sono pessimistiche, ed è bene che si mettano il cuore in pace anche quei cittadini che legittimamente si aspettavano una soluzione ai loro problemi.
Pertanto, quello che ci aggiungiamo a votare è un provvedimento indubbiamente pesante che comporterà ulteriori sacrifici che a questo punto non so se necessari. Spero di essere riuscito a motivare in modo chiaro le critiche che vengono sollevate a questa maggioranza e che non vengono fatte solo per un dovere di "opposizione".
Nei miei interventi più volte ho evidenziato questi aspetti e penso che nel 2003 si avrà un grosso degradamento anche in ordine all'IRAP. Hanno chiuso decine e decine di aziende nell'esercizio 2002; sono tutti prelievi che avranno una ripercussione negativa sull'esercizio 2003. L'ultima operazione che si sta per consumare, di gravissima entità ma che l'Assessore come sempre ha dimenticato, è la fusione SAI-Fondiaria che, con il trasferimento della Direzione generale a Firenze, anche questi redditi andranno fuori dalla Regione Piemonte.
Mi chiedo, quindi, come la programmazione della Giunta regionale, che non ci dà un piano di sviluppo, un piano di programmazione e che non conosce nemmeno le aziende che si spostano, intende sviluppare questo territorio, non potendo applicare tasse oltre il dovuto. Prima o poi un minimo di programma per salvaguardare i cittadini di questa comunità Assessore, dovrà essere fatta, altrimenti la sua opera risulterà molto modesta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Non so se sia meglio trovarsi nei panni dell'Assessore Pichetto o peggio ancora, nei panni della Giunta regionale, nel suo complesso in questo momento, dovendo applicare nuove tasse e inserendo balzelli. Dico questo senza polemica, perché è una situazione che noi verifichiamo a livello nazionale. La battuta è chiara: non vorrei trovarmi in una situazione di questo genere (soprattutto dopo aver ascoltato il Presidente Ghigo questa mattina), situazione difficile per il futuro di questa Regione, in particolare nel settore economico ed occupazionale, che creerà nei prossimi mesi, problemi in questa Regione.
Attualmente, nonché per il futuro, sono molte le attese dei cittadini piemontesi nei confronti del bilancio che andiamo a votare, nei confronti di una Finanziaria e di un provvedimento che ci auguriamo possa creare un qualche spazio di manovra in più a questa Regione, soprattutto se indirizzata in settori oggi fortemente penalizzati dalla situazione economica e occupazionale. Se la manovra sarà impostata come evidenziato dall'Assessore Pichetto nella legge finanziaria, ovviamente non possiamo essere entusiasti. Politicamente parlando, applicare balzelli non è mai opportuno, né per una parte né per l'altra, ma se c'é questa finalizzazione l'appoggeremo; tanto più che il disegno di legge n. 467 all'art. 2 prevede com'é stato previsto l'anno scorso, che la maggiorazione dell'aliquota non si applichi ai redditi minimi, quindi ai redditi inferiori ai diecimila e 329 euro. È un aspetto che non ci soddisfa appieno, anche se garantisce che la fascia di povertà non sarà toccata, anzi verrà tutelata.
La nostra preoccupazione è che la stesura definitiva del bilancio per il 2003 - che ci auguriamo arrivi presto - proceda con un occhio alla chiusura dei conti 2002, in particolare per quanto riguarda la spesa sanitaria. Più volte in quest'aula abbiamo puntato il dito, con preoccupazione, verso conti della sanità sostanzialmente fuori controllo.
Oggi, 19 ottobre 2002, ad un mese e mezzo dalla chiusura dei conti della sanità piemontese, siamo fortemente preoccupati di un bilancio fuori controllo che rischia di vedere abbattuti i Livelli Essenziali di Assistenza, per i quali, non solo il sottoscritto e i partiti dell'area moderata di Centrodestra, ma anche altri colleghi in quest'aula, si sono battuti.
Queste le preoccupazioni del difficile momento contingente che stiamo vivendo: si rischia, come diceva il Presidente Ghigo, di ingessare il bilancio, non consentendo la necessaria elasticità, per quanto riguarda la parte di spesa corrente, per intervenire laddove i cittadini attendono risposte, non in termini assistenziali, ma di investimento sui settori in maggiore difficoltà.
Inviterei l'Assessore Pichetto (invito, tra l'altro, già esteso oggi in Commissione all'Assessore D'Ambrosio) ad essere molto attento ai conti delle singole ASL e delle singole ASO, perché l'impressione che si ha leggendo i conti al 30 giugno e gli aggiornamenti al 30 settembre, è che sia molto difficile rimanere nella previsione di questa mattina del Presidente Ghigo e di oggi pomeriggio dell'Assessore D'Ambrosio in Commissione, per bocca dei suoi funzionari.
Personalmente, mi auguro che tutto proceda in questa direzione, perch significherebbe avere il necessario ed indispensabile spazio per gli investimenti di cui parla l'Assessore Pichetto nella Finanziaria. Se così non fosse, il bilancio 2003 non solo sarà un bilancio ingessato, ma prevedrà per gli anni a venire - per usare una classica battuta - "lacrime e sangue".
Assessori Pichetto e D'Ambrosio, sarebbe utile un supplemento di indagine: non sarebbe utile richiedere ad un'agenzia specializzata la verifica dei conti della sanità piemontese? Assessore Pichetto, prima di deliberare un bilancio, prima di parlare, in una legge finanziaria, di investimenti in un settore o in un altro, vorrei che i conti, della sanità in particolare, fossero certi e chiari. Sarebbe utile una riflessione anche su questa ipotesi, in modo da dare le necessarie garanzie che il bilancio preventivo - anche se come tutti i bilanci preventivi non potrà essere esatto alla lira - si avvicini il più possibile alla realtà.
Questo quanto dobbiamo ai cittadini che ripongono grandi attese soprattutto quest'anno, nella situazione che si verrà a creare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Chiedo scusa all'Assessore e ai colleghi se sarò costretto, in parte, a ripercorrere una serie di argomentazioni che già ci hanno visto discutere animatamente ma anche molto ragionevolmente in Commissione, per definire il quadro complessivo di questo provvedimento e anche di una serie di proposte emendative, oltre a quelle in larga misura già accettate dalla Giunta, attivabili anche con strumenti diversi da quello dell'emendamento che potrebbero sostanzialmente migliorare il provvedimento dando a questo un respiro diverso rispetto a quello obiettivamente un po' asfittico che ha assunto anche nell'ultima formulazione.
Dicevo già questa mattina che il rischio della finanza creativa, che molti hanno addebitato alle Amministrazioni nazionali e locali del Polo, si era mutato e convertito in un rischio di finanza passiva e nella consumazione del sostanziale divorzio fra la politica delle entrate e la politica di bilancio. Per ragioni congiunturali, dovute essenzialmente ai tempi di approvazione della legge Finanziaria nazionale, questa Regione è costretta ad approvare una norma di aumento sostanzialmente della tassazione diretta, quindi di adozione dell'addizionale IRPEF, anche per il 2003, prima ancora della presentazione al Consiglio, prima ancora dell'approvazione da parte della Giunta del bilancio annuale e pluriennale di preventivo 2003 e sul preventivo 2003-2005. E' evidente che questo crea un quadro di compatibilità anche normativa difficilmente agibile dal punto di vista politico. Ma è anche vero che nelle relazioni, nelle discussioni e nelle proposte che la Giunta ha presentato nelle sue diverse articolazioni e nelle sue diverse presenze in Commissione, manca totalmente qualunque riflessione complessiva sulla politica del bilancio regionale. E questa mancanza rende inevitabilmente questo provvedimento un provvedimento "arraffa arraffa" di 180 milioni di euro, che vengono incamerati nel bilancio regionale, per cui si immaginano le destinazioni obiettivamente più varie e più disparate.
Siamo partiti da una prima ipotesi dell'Assessore Pichetto, che sostanzialmente tripartiva questo gettito in parte sulla spesa sanitaria senza neanche precisare se a copertura del disavanzo 2002 o a finanziamento della spesa 2003, in parte sulle rate di ammortamento dei mutui (immagino anche del mutuo sanitario sul disavanzo 2000), in una parte molto consistente di 55 milioni di euro a finanziamento della spesa libera, della spesa corrente e discrezionale per l'esercizio 2003, a diverse formulazioni della giornata di oggi che sostanzialmente riportano l'intero gettito dell'addizionale IRPEF sul conto investimenti, sulla spesa in conto capitale e sostanzialmente su di un uso - ragiono per ipotesi, perché non ho capito molto - più proprio di questa addizionale dell'IRPEF.
Non essendo chiaro il quadro della spesa, e quindi non essendo chiaro il quadro della previsione 2003, la cosa che è emersa dalla discussione in Commissione è che è assai poco chiaro anche un dato di preconsuntivo sull'esercizio 2002. Mentre dall'intervento dell'Assessore D'Ambrosio e in parte anche dall'intervento del Presidente Ghigo di questa mattina io ho sostanzialmente compreso che almeno la metà di questo gettito andrà nei fatti a copertura del disavanzo sanitario, dall'intervento dell'Assessore Pichetto, forse anche interessato nella sua veste di Assessore alle attività produttive, una parte più consistente di questo gettito sembrava proiettata sulla politica degli investimenti, o comunque sulla politica volta a migliorare la capacità produttiva e di sviluppo del sistema Piemonte nel suo complesso.
Ma il fatto che continuiamo a ragionare in termini ipotetici di questa materia, il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi continuiamo a pensare una manovra fiscale 2003 sostanzialmente rivolta agli esiti del disavanzo 2002, dà già la misura, direi anche normativa ed istituzionale del quadro in cui si muovono le politiche di bilancio nella nostra Regione.
Noi abbiamo una legge manifesto sulla contabilità regionale che dice nella sostanza che facciamo prima il documento di programmazione economico finanziaria e poi, congiuntamente, affrontiamo la legge finanziaria regionale e i documenti di bilancio annuale e pluriennale. Noi, ancora una volta, ci muoviamo con un provvedimento stralcio che tutto sommato anticipa, agli effetti di una manovra finanziaria 2003, una manovra di copertura di un disavanzo 2002, senza dire sostanzialmente una parola rispetto al bilancio 2003 anche sui punti più delicati e più nodali di questo bilancio.
Dai documenti che ho potuto vedere, che sono stati approssimativamente consegnati in Commissione, visti anche i tempi, continua a non essermi chiara la destinazione di questo gettito. Ma soprattutto continua a non essermi chiaro se nell'ipotesi di bilancio previsto dalla Giunta regionale esiste un'ipotesi di copertura del disavanzo 2002 ed eventualmente che percentuale del gettito aggiuntivo IRPEF 2003 sarà destinata alla copertura di questo disavanzo.
In un quadro così complesso, a mio giudizio manca anche un dato di coraggio e insieme di responsabilità politica da parte della Giunta e della maggioranza. Noi abbiamo un quadro molto grave e gravemente presentato da parte del Presidente Ghigo della finanza regionale. Il Presidente Ghigo ha oggi sostanzialmente detto che senza questa manovra fiscale la Regione per il prossimo esercizio difficilmente potrebbe far fronte ai propri oneri contrattuali. Lo ha detto in modo più raffinato, ma sostanzialmente questo era il concetto.
A fronte di tutto questo non viene presentata, come ripeto, neanche un'ipotesi - neppure in sede di pura discussione politica - di politica di contenimento delle spese, in particolare delle spese correnti, ed in particolare di quella fattispecie di spese correnti che sono le spese discrezionali, le spese libere, le spese non dovute ad interventi obbligatori, che nel bilancio 2002 valevano grosso modo 120 miliardi di lire, più una quarantina di miliardi tenuti sul fondo indistinto del finanziamento delle leggi di approvazione, toccando il quale si potrebbe secondo me, in maniera sostanziale e anche sostanziosa, provvedere a ripianare almeno una parte del disavanzo sanitario del 2002.
Cioè io mi chiedo perché questa maggioranza e questa Giunta, chiedendo 360 miliardi di lire ai cittadini piemontesi (360 miliardi di lire che diventano da reddito privato a spesa pubblica) non si possano impegnare a ridurre per un terzo, sostanzialmente andando a spanne per 50 miliardi, la spesa discrezionale, ben sapendo che questi 50 miliardi hanno una destinazione sostanzialmente obbligata - quella del deficit sanitario - per cui la nostra Regione non può attivare lo strumento dell'indebitamento perché ormai, dopo la finestra del disavanzo 2002, non esiste neppure più costituzionalmente la possibilità di attivare dei mutui per il finanziamento della spesa corrente e quindi anche per il costo del debito regionale in materia sanitaria.
Una riflessione di questo tipo, al di fuori di ogni narcisismo e tentazione ostruzionistica, in qualche misura noi e voi e la dobbiamo fare. Visto che i conti tutto sommato io li ho fatti molto a spanne, per in una qualche misura mi sembrano tornare, in qualche messaggio alla nostra Regione e non solo al nostro Consiglio di inversione di rotta, non tanto rispetto alla crescita della spesa corrente, che per minori trasferimenti ovviamente non è destinata a crescere, ma rispetto a politiche di contenimento sostanziale della spesa corrente una riflessione di questo tipo, secondo me, voi la potreste fare e sarebbe anche ben augurale per la discussione complessiva che dovremo fare sulla politica di bilancio.
Se l'Assessore si vuole alzare in piedi, avendo il cuore ed il coraggio di sostenere che non è possibile tagliare neanche una lira della spesa corrente prevista, io immagino che allora il quadro di compatibilità del nostro bilancio sia un pochino diverso da quello che viene descritto normalmente nelle nostre riunioni e che il dato di rigidità del nostro bilancio non è solo riferito alle spese rigide tradizionali, ma anche alle spese politicamente rigide: sostanzialmente a quei 120 miliardi più quelli per le leggi che il Consiglio, la maggioranza hanno a disposizione e a cui non vuole rinunciare per finanziare i mille rivoli della politica del consenso, ma non per finanziare i mille interventi utili per la nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Egregi colleghi, la situazione della nostra Regione, come per altre Regioni, è - se vogliamo - la fotografia della nostra nazione: una situazione preoccupante in tanti settori operativi. Per esempio, il caso FIAT, al nord come al sud, crea problemi sull'indotto e ripercussioni sulle famiglie; il terziario è certamente in fase di stallo, e questo ci preoccupa. Questo per dire che in questo momento siamo tutti contrari all'applicazione di tasse ai cittadini.
Ma per tornare al problema odierno, noi ci siamo trovati con una deliberazione di Giunta, con la quale l'esecutivo aveva applicato l'IRPEF dello 0,5%. Oggi, dopo un'attenta e proficua discussione in Commissione questo documento è tornato nella sede istituzionale, vale a dire nella sede del Consiglio.
Una manovra, quella dell'IRPEF, da 350-400 miliardi di vecchie lire; si dice che una parte dovrà servire per sanare il disavanzo della sanità; una parte dovrà servire per investimenti.
Sarebbe opportuno conoscere sin d'ora quali sono gli investimenti che la Giunta vorrà attivare. Ho l'impressione che si applichi una politica delle entrate senza conoscere a fondo, con certezza, le indicazioni della spesa.
Non possiamo, cari colleghi, chiedere sempre sacrifici ai cittadini. Il bilancio che andremo ad esaminare nei mesi successivi sarà sicuramente la cartina di tornasole degli investimenti che vorremmo che la Giunta ci proponesse. Ma non credo che la grande colpevole di questa situazione sia solo la sanità. Certamente questa fa la parte del leone, ma altre spese significative, come ha avuto modo di evidenziare il collega Saitta, sono motivo di attenzione.
Il trend della spesa sanitaria che oggi - ma non solo oggi - abbiamo avuto l'opportunità di verificare ci convince sempre di più che i Direttori non ci garantiscono tranquillità, visto il disavanzo di questi mesi. Certe situazioni sono un pochino pericolose: occorrerà allora un controllo sistematico più convinto, più determinato, nei confronti di alcuni Direttori generali che ci propinano la risoluzione di un problema in pochi mesi, a fronte di disavanzi di decine e decine di miliardi.
Voglio dunque sollecitare l'Assessore e la Giunta a far sì che una grande parte della cifra dell'IRPEF venga applicata sugli investimenti.
Credo che questo possa essere un segno importante per un miglioramento economico e di immagine della nostra regione Piemonte.
Mi auguro che in fase di bilancio la soluzione proposta venga quanto meno evidenziata in modo significativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Sarò brevissimo, perché credo sia del tutto inutile ripetere argomentazioni, della maggioranza e della minoranza, che abbiamo risentito un sacco di volte.
Tuttavia non si può non intervenire nell'esame di un provvedimento di questo tipo e vorrei confermare che la Lega Nord, sostanzialmente, è sulle posizioni descritte dal Consigliere Antonello Angeleri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Cercherò, come i miei colleghi, di essere particolarmente breve. Voglio iniziare questo dibattito con una considerazione: ritengo - l'ho detto anche alla fine dei lavori - che l'attività svolta in Commissione, con un confronto di merito estremamente costruttivo, pur nelle proprie fermezze e posizioni da parte dell'opposizione e della maggioranza, sia stata particolarmente utile e quindi molte questioni le abbiamo già affrontate in quella sede.
Voglio però fare alcune considerazioni politiche da un'angolazione diversa da altre che ho ascoltato, considerazioni che rispetto, ma che naturalmente non condivido. L'anno scorso, quando abbiamo introdotto l'addizionale dell'aliquota IRPEF del 5 per mille con legge regionale - è stato ricordato sia in Commissione che in aula - la maggioranza, lo aveva fatto e lo aveva proposto per un solo anno; aveva detto - e io aggiungo anche con correttezza - e abbiamo detto anche nel corso di questi mesi del 2002, che questa sarebbe stata un'addizionale una tantum. In effetti l'anno scorso l'addizionale era stata introdotta, come tutti ricordiamo perché c'era una previsione di un disavanzo di circa 300-350 miliardi sui conti della sanità del 2001 e, per la prima volta, questo disavanzo era a totale carico della Regione, in funzione della riforma della Costituzione e in funzione dell'accordo dell'8 agosto.
Perché riproponiamo l'addizionale IRPEF? Prima consentitemi di fare un altro inciso. L'addizionale IRPEF anche per il 2003: non è giusto e corretto dire che abbiamo cambiato idea perché avevamo dubbi sulla legittimità di assumere l'addizionale con un atto amministrativo, quindi con una delibera di Giunta. Semplicemente, come abbiamo chiarito nella Commissione di ieri, la Giunta ha voluto fortemente fare un atto di sensibilità e di coinvolgimento del Consiglio regionale privilegiando, non per smentire ma per affrontare un percorso più corretto sotto l'aspetto politico, l'adozione dell'aliquota del 5 per mille con legge regionale.
Alcuni Consiglieri hanno fatto riferimento anche alla politica della riduzione delle imposte della Casa delle Libertà che è stata una delle proposte della campagna elettorale sia in occasione delle elezioni regionali del 2000, che di quelle del Parlamento nazionale nel 2001. Siamo ancora fermamente convinti di questa idea, bisogna, con correttezza e con amore di verità, ricordare in quest'aula che qualcosa, da allora, è cambiato. Sono subentrate delle dinamiche e delle variabili complessive estremamente significative, dei fenomeni esterni alla vita di questa regione, intesa come comunità e territorio, e di questo Paese che hanno determinato una congiuntura forte a livello internazionale a cui n l'Italia e nemmeno il Piemonte fanno eccezione. A fronte di questo vogliamo mantenere e perseguire un programma elettorale con il quale ci siamo presentati agli elettori nel 2000, vogliamo per il Piemonte, che sta vivendo un momento di difficoltà, garantire degli investimenti. Nei momenti di difficoltà, si può uscire dalle crisi grazie ad una politica seria degli investimenti.
Non a caso vogliamo destinare buona parte delle risorse, ipotizzate a circa un miliardo di vecchie lire, che saranno incamerate, passatemi il termine improprio, con l'addizionale IRPEF per il 2003. Una politica di investimento a sostegno degli investimenti.
E' stato detto: "si pagano più tasse". E' vero, noi confermiamo altrimenti non sarebbe stato possibile reintrodurre né con atto amministrativo né con legge regionale, l'aliquota del 5 per mille, ma è altrettanto vero che abbiamo una situazione di difficoltà nella quale il Governo nazionale sta dando delle risposte anche per la diminuzione della pressione fiscale. Lo ha già fatto in parte nella Finanziaria del 2002, lo sta facendo in modo molto più profondo ed evidente nella Finanziaria del 2003, dove il governo Berlusconi, se sarà confermata al Senato la Finanziaria approvata dalla Camera dei Deputati l'11 novembre, ha centrato cinque promesse fatte agli italiani.
14 milioni di italiani vedranno ridotte le tasse. L'aliquota IRPEF del 23% per i redditi fino a 15 mila Euro. Gli sgravi IRPEF riguarderanno 23,6 milioni di contribuenti fino a 25 mila euro (fra questi 23 milioni, ci sono anche molti contribuenti piemontesi); 356 mila imprese risparmieranno oltre due miliardi e mezzo di euro rispetto al 2002; lo sconto IRAP per 3,4 milioni di imprese; i farmaci diminuiranno del 7% (quelli a totale carico del paziente a partire dal 1 gennaio 2003); più fondi per le politiche sociali; sostegno alle nuove famiglie e sostegno all'acquisto della prima casa.
Come vedete, noi vogliamo introdurre l'IRPEF per garantire gli investimenti, per garantire anche investimenti che sostengono il lavoro e la necessità di dare risposte all'esigenza di lavoro dei piemontesi. Alcune decine di migliaia di nuovi posti lavoro, a partire dal 2000, grazie anche alla politica di questo governo regionale sono già stati realizzati, che sostengono l'economia piemontese.
Credo che dall'alto si da una risposta complessiva, quindi non è vero che si pagheranno più imposte, ci riferiamo particolarmente ai redditi medio bassi, ma ci sarà una diminuzione complessiva delle imposte pagate e noi aggiungiamo, anche significativa. Abbiamo voluto fortemente confermare le esenzioni per i redditi fino a 10 mila e 329 Euro, che sono corrispondenti ai 20 milioni dell'anno scorso.
Uno degli elementi di criticità che è stato evidenziato in aula e in Commissione è quello relativamente all'ipotesi di disavanzo per l'anno 2002 della sanità. Questa mattina il Presidente Ghigo era presente in Commissione su richiesta delle opposizioni, ha presentato il disegno di legge della Giunta regionale e ha affermato che il disavanzo previsto per il 2002 sui conti della sanità sarà di circa 100 miliardi di vecchie lire dicendo così che i conti della sanità sono sostanzialmente in pareggio.
Abbiamo chiesto la presenza dell'Assessore alla Sanità il quale ha confermato questa ipotesi di sostanziale pareggio e ha confermato, come ipotesi massima di disavanzo, 67 milioni di euro che sono esattamente la quota della sanità a totale carico della Regione e non sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale. Abbiamo ascoltato sia in Commissione che in aula le dichiarazioni dei Consiglieri di opposizione che affermano che i dati non sono veri: noi riteniamo che questi dati sono veri perché la Giunta ci dice che lo sono e l'Assessore alla Sanità ce ne da garanzia. Non è corretto e contestiamo il messaggio che volete fare passare all'esterno che l'addizionale IRPEF di quest'anno serve per coprire il disavanzo dalla sanità.
Può darsi che il Presidente Ghigo, con correttezza ed onestà, abbia detto che una parte di quelle cifre - quindi nell'ipotesi di 100 miliardi di vecchie lire come diceva il Presidente o 67 milioni di euro come diceva l'Assessore - possano essere coperte, qualora dovessero essere confermate con una parte molto meno di un terzo, dal gettito dell'addizionale IRPEF del 2003.
Sostanzialmente, l'addizionale IRPEF serve a rilanciare il Piemonte a centrare il nostro programma elettorale e dare delle risposte ad una politica degli investimenti seria che possa sostenere il mondo del lavoro e dell'economia in un momento difficile per la Regione Piemonte. Altri lo hanno ricordato, come la crisi della FIAT stia piegando un settore importante come quello dell'industria automobilistica e l'indotto ad essa collegato.
Credo che avere accettato, la Giunta ha presentato un emendamento già in Commissione, di legare la legge che stiamo per approvare per inserire l'addizionale IRPEF solo per il 2003 e rimandare una eventuale conferma pluriennale alla discussione del bilancio della Finanziaria ad esso collegato, sia stata una scelta giusta. Chi vuole leggerla superficialmente o vuole venderla all'esterno come una vittoria lo può fare, certamente noi siamo già consapevoli che per il 2003, e questa legge ci darà la possibilità, i soldi saranno in gran parte destinati agli investimenti, al lavoro, all'economia, al rilancio e sostengo del Piemonte.
Siamo fortemente anche convinti della necessità per gli anni avvenire lo dimostreremmo con la discussione della Finanziaria e del bilancio dove potremmo confrontarci con voi esattamente anche sulla tipologia di questi investimenti e dimostrarvi che quello che noi affermiamo e sosteniamo corrisponde a verità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per dire che la Giunta ha dimostrato eleganza e senso di responsabilità istituzionale, e che il contenuto della legge è confermativo dell'addizionale già in vigore e non ha nulla, dunque, di sconvolgente.
Intervengo, altresì per sottolineare che la risorsa che ne deriva oltre a far fronte alla spesa sanitaria, favorisce una politica di investimenti particolarmente giovevole in questo difficile momento per l'economia piemontese.
In buona sostanza, sarà un provvedimento che consentirà di continuare la navigazione pur in un mare difficile, anche per il generale contesto nazionale ed internazionale, e si pone in linea con la vocazione a dare risposte alle urgenze piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Pichetto per la replica.



PICHETTO Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti, anche se molti interventi non sono riassumibili.
Il filone fondamentale ci vede oggi a votare un disegno di legge che mantenendo lo 0.5% dell'IRPEF anche per il 2003, è in linea con il disposto della legge Finanziaria licenziata dalla Camere e, in questo momento, in discussione al Senato, e che in sede di Commissione è stato ridotto all'anno 2003, con un percorso che io ritengo corretto, lasciando alla discussione di legge Finanziaria e di bilancio le valutazioni sulla pluriennalità e, quindi, su quello che è l'investimento dei fondi che provengono dall'istituzione dell'addizionale IRPEF.
Pertanto, il luogo giusto e deputato per ogni valutazione e per ogni riferimento ai meccanismi di spese che si faranno con le entrate provenienti dallo 0.5%, ritengo sia la discussione di bilancio.
Diventa quanto mai difficile in questo momento, valutando che lo 0.5 IRPEF, come ho avuto modo di distribuire in Commissione, va a dare un quadro sul 2003 diverso sulle entrate, perché a questo punto possiamo dire che le entrate del 2003 ammontano a 7.700 milioni di euro, composti principalmente per le voci di parte corrente da 6.800 milioni di euro e per il disponibile investimento da 900 milioni di euro.
Condivido certamente tutte le considerazioni che molti hanno fatto anche con letture in chiave negativa o, comunque, con richieste di intervento.
La spesa rigida complessiva, quella in qualche modo vincolata, è di 6.745 milioni di euro, e quindi raggruppa gran parte del bilancio regionale. Questo ha portato molti colleghi a chiedere una serie di interventi che ritengo siano corretti, oltre ad essere anche un invito a ricercare quelle che sono soluzioni alternative, non solo come meccanismo e fonte di entrata (e nell'ambito della Finanziaria alcune ci sono) ma anche per una selettività delle spese.
Quando il collega Tapparo - è stato uno dei primi ad intervenire - dice di cercare le strade alternative o andare a verificare gli interventi dei costi, su alcuni sono anche d'accordo, collega.
Io sono colui che ha proposto di ridurre le spese di immagine relative a tutti i documenti di programmazione, peraltro molti sono in gestione proprio al sottoscritto (il DOCUP è in gestione al sottoscritto, così come il POR), anche perché - mi passi una battuta - sono pubblicità che non portano neanche un granché all'Amministrazione, hanno sotto i tre simboli Regione Piemonte, Unione Europea e Stato Italiano. Forse una valutazione di una finalizzazione di tipo diverso si può anche fare. Ci sono percentuali da rispettare anche per questi meccanismi di campagna che vengono concordate addirittura nel QCS, neanche a lavello di POR regionale per quanto riguarda il fondo sociale. Per i DOCUP vengono concordate direttamente nella definizione degli indirizzi.
Sono valutazioni che però accolgo come invito, perché un conto è il discorso di immagine, l'altro è come può essere fatto. Può essere fatto in modo diverso. Su questo accolgo l'invito che è venuto.
Rilevo che in tutti gli interventi la questione della sanità era ricorrente. Parto da un intervento di maggioranza, quello del collega Mercurio, che ritengo abbia detto una cosa importante: la sanità nonostante sia un servizio, un obbligo e un dovere pubblico, non pu essere una variabile indipendente del bilancio. Questa è, a mio giudizio l'affermazione principale. È in questa valutazione che vanno poi riportate me ne rendo conto - tutte le considerazioni, in positivo e in negativo e le richieste di attenzione che molti colleghi hanno fatto su quella che è l'entità del deficit. Non è in sede di addizionale che lo facciamo, ma lo riporteremo in sede di bilancio, quindi con qualche dato ulteriore.
Quando in sede di Commissione si parlava di distinguere a grandi linee dove potevamo allocare queste risorse (ed era nella seduta di ieri peraltro l'affermazione la face il collega Saitta, perché traspariva da quella che è un'allocazione ideale; in realtà queste risorse vengono allocate complessivamente, mi permettono di aumentare il mutuabile, mi permettono di svolgere tutta una serie di operazioni), posso dire che a grandi linee sono tutte allocate sugli investimenti in questo momento.
Nella previsione di bilancio, comunque, il finanziamento degli investimenti, compresi gli investimenti diretti finanziati con parte corrente, superano i 180 milioni di euro, tra ammortamenti e finanziamenti diretti. È chiaro, e lo ribadisco in questa sede, che ogni sopravvenienza passiva dovesse verificarsi va a scapito degli investimenti previsti come diretti, ma è un fatto matematico. In questo caso, non è più un fatto politico, ma è matematico. Questo è quanto volevo affermare.
In merito agli emendamenti e all'ordine del giorno a firma dei Consiglieri Mellano e Palma, una riduzione così drastica del terzo mi è difficile in questo momento e in questa sede accettarla. Un'indicazione alla riduzione sono stato il primo a proporla ai miei colleghi e devo dire perché non so se è stato detto durante la riunione di Commissione - che nella relazione di bilancio ho chiesto ai miei colleghi (e poi la Giunta ha deciso in questo senso) la riduzione di almeno il 10% delle spese di funzionamento. A questo punto è applicabile anche alle spese libere; quindi un ragionamento di questo tipo può essere fatto.
Oltre al ragionamento di percentuale puro, però, sarebbe necessaria una valutazione sulle singole materia, andando a valutare - e qui anticipo una valutazione che non vorrei aprisse un dibattito - se questa Regione deve sempre, ogni anno, aggiungere cento leggi di spesa e poi preoccuparsi dell'entrata, o se non sia il caso di cominciare ad andare a vedere le leggi di spesa, stabilire le priorità e capire quali non finanziare più.
Questa è la valutazione da fare. Sulle mie legge lo sto facendo e so che anche i colleghi, a cui è stato chiesto di farlo, lo stanno facendo. Ecco perché non posso dare parere favorevole ad una percentuale di un terzo in questo modo.
Altrettanto vale per l'emendamento presentato dal Gruppo DS che regalerebbe a tutti noi circa 100 euro, perché sull'effetto di bilancio nella parte di coloro che superano i venti milioni, determinerebbe una cifra che, secondo gli uffici, si stimerebbe in venti milioni di euro quindi non quadrerebbe più la questione.



PRESIDENTE

Grazie Assessore Pichetto.
Passiamo ora all'articolo 1 e agli emendamenti ad esso relativi, per i quali ha già espresso il parere l'Assessore Pichetto.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Contu, Papandrea e Moriconi: "L'articolo 1 è abrogato" La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, colleghi, dopo l'intervento di difesa dell'Assessore Pichetto, riconfermo come sarebbe stato necessario, prima di un precipitoso atto (prima delibazione e poi disegno di legge) "vestirlo" di una grande proposta politica.
Al di là del fatto di avere questo documento di programmazione economica finanziaria, che dovrebbe contenere linee guida sulle quali innestare il bilancio di previsione e gli elementi della legge finanziaria mi sembra che la situazione non si sia sbloccata. Ho tentato, forse visto come un atteggiamento estremistico, di aiutare la Giunta a ritrovare, con scelte diverse, maggiore efficienza, selezionando la spesa. Quando ho affermato che il Governo ha in mano un documento unico di programmazione economica (il DOCUP) che può selezionare gli interventi, intendevo proprio questo.
Potrò dimostrale, Assessore, che sono in corso lavori di abbellimento chiamiamoli così - non essenziali. Oggi stiamo vivendo un periodo di emergenza che probabilmente si aggraverà, quindi sarebbe necessario, da parte sua, assumere il DOCUP come timoniere per dire: "In questo momento è meglio concentrarlo in certe aree", proprio per creare effetti di sviluppo attraverso l'incremento di risorse e da un aumento di prelievo fiscale.
Una parte delle ambizioni che vorreste acquisire con queste risorse potrebbero essere meglio fatte operando con quanto già esistente. L'esempio della pubblicità è un esempio minimale, ma sta a significare uno stile (e del resto lei lo riconosce). E' vero che ci sono vincoli dati dalla burocrazia dell'Unione europea, ma lì si opera con schemi procedurali diversi dai nostri.
Se le parole del Presidente Ghigo hanno il senso di dire che queste sono risorse per sostenere l'accordo sull'idrogeno, allora "siamo fritti".
Voi sapete che il ritorno dell'azione sulla ricerca sull'idrogeno è a 15 anni, ma noi abbiamo bisogno di accrescere la competitività ad oras cioè immediatamente. Occorre intervenire - cito la ricerca piuttosto che i servizi reali alle imprese piuttosto che altro - direttamente.
Cito ancora un particolare: l'elemento costo, che oggi hanno le aziende piemontesi per quanto riguarda la ricerca, potrebbe essere attenuato da un intervento regionale. Se voi, avendo un forte potere contrattuale nei confronti del Governo, dimostrate che la ricerca pubblica in Piemonte è ad un livello trascurabile che però potrebbe essere meglio indirizzato verso il sistema della piccola impresa con convenzioni, atti o azioni, allora tutti questi elementi potrebbero essere elementi forti che potrebbero magari, spostare la percentuale di prelievo IRPEF da 1.5 a 1.3.
In questo senso chiedo, simbolicamente, il recesso del vostro provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Per fortuna, Assessore, il provvedimento non indica come sarà indirizzata la spesa. Credo che ci sia bisogno di un congruo tempo - che sicuramente è dato dall'approvazione del DOCUP - per capire come si orienterà la spesa. Lei ha detto che probabilmente - ma qui le idee sono abbastanza confuse - solo una minima parte di questi introiti saranno destinati a sanare il deficit della sanità obbligatoria, perché comunque c'é un segno negativo che sicuramente verrà coperto. Dall'altra, invece c'é una crisi drammatica che attraversa un settore per noi vitale, nel sistema economico Piemonte, il settore automobilistico, che ci fa intravedere una possibilità concreta di intervento del pubblico sul settore della ricerca.
Presidente, mi rivolgo a lei, non so se il settore della ricerca sia prioritario di intervento. La storia recente dimostra che tutto si è fatto tranne che intervenire su un terreno così importante come quello della ricerca, infatti, oggi, il prodotto FIAT attraversa un'autentica crisi non di tipo strutturale, ma di prodotto. Quando si è in presenza di una crisi di prodotto è evidente che poco si è investito sul sistema ricerca e sulla qualità. Il prodotto è appetibile quando ha i numeri non per richiamarsi all'italianità e all'acquisto italiano, perché questo non può essere messo all'ordine del giorno, ma quando le caratteristiche del prodotto sono in grado di competere con una concorrenza che opera in modo aggressivo nel settore dell'auto. Assessore, attendiamo dei segnali. Oggi, probabilmente quest'Aula licenzierà un provvedimento che indica un introito certo.
Diamoci i tempi e le modalità per definire come questa risorsa di bilancio andrà ad essere investita, sapendo che nessuno oggi ha la soluzione del problema.
Presidente, su questa questione mi rivolgo a lei. Il Presidente del Consiglio, Marino, del Comune di Torino ha lanciato, attraverso i giornali un appello che non so se sia stato formalizzato, ossia la proposta di riunire attorno alla questione FIAT i tre Consigli: comunale, provinciale e regionale. Credo che possa essere la sede giusta dove ogni Ente locale scopre le proprie carte e, di fronte alla questione della crisi FIAT, possa dire cosa concretamente intende mettere in campo sulla crisi del sistema auto nella nostra Regione. Solleciterei, da questo punto di vista, il fatto che il Presidente del Consiglio possa prendere in seria considerazione questa proposta.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, c'é stata una valutazione preliminare dell'Ufficio di Presidenza in ordine alla possibilità di fare una seduta unica di Consiglio. Parleremo formalmente di questa questione nella seduta di giovedì, anticipo che vi sono delle perplessità relative alla diversa competenza tra il Consiglio regionale, che è Assemblea legislativa, e i Consigli Provinciali e Comunali che hanno competenze di tipo amministrativo.
La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, approfitto della dichiarazione di voto per completare l'intervento. Volevo ricordare all'Assessore Pichetto che ci viene posta un'altra sfida, ma è estremamente delicata.
Con la proposta Moratti e l'attivazione, come già la riforma Berlinguer aveva individuato, del canale della formazione professionale come un canale formativo fino ai diciotto anni, ci troviamo, da adesso in avanti, su un terreno di sfida estremamente complesso e oneroso, ma importante per la nostra Regione; tra l'altro, con dei gradi di personalizzazione regionale che l'Assessore Leo sa che dovrebbe darne particolare cura, perché nei programmi ci sono degli spazi per poter incidere e pensare.
Posso capire che mi si dice che si apre questo grande scenario strategico della formazione, metà del quale è di competenza della Regione e supera la tradizionale formazione professionale nella quale eravamo impegnati. A questo punto, è un'emergenza, allora avvisiamo i piemontesi: "Attenzione, abbiamo un grande programma strategico per far crescere la nostra Regione". Non dite neanche questo, ve lo devo suggerire e anche ricordare. Ci sono azioni che non costano, ma bisogna educare le altre amministrazioni che hanno queste potenzialità. Per quanto riguarda i patti territoriali, una volta fatto il primo turno, presi i primi quattrini adesso si pensa che non ci sia più niente da fare. La ricchezza dei patti territoriali è quella di avere abituato le amministrazioni comunali e le altre energie, che si muovono sul territorio al principio della negoziazione, non a caso si chiama programmazione negoziata, che è un valore, al di là del finanziamento che non fa mai male. Anche questi sono grandi elementi.
Assessore Pichetto, siccome ha la capacità di sentire, parlare grattarsi e ascoltarmi contemporaneamente, le dico che anche questo elemento può essere importante. Siamo carenti nelle politiche consortili che solo in parte costano, ma sono un gioco grande, ma dove la pubblicità sarebbe rilevante. Sono tutti elementi forti che non riuscite a considerare opportunamente e nei quali i grandi piani di sviluppo, che voi presentate e con i quali fate il salasso dei redditi dei piemontesi, vanno in controtendenza rispetto a questo famoso bisogno di consumare, di non degradare la spesa come fattore di sostegno al prodotto interno lordo.
chiaro che non potete ritirare questo provvedimento, ma non vi è nessun atto, una considerazione che può in qualche modo suscitare un qualche interesse. Quello che dico non lo dico a dispetto, in modo negativo o distruttivo, ma in modo da arricchire il bagaglio, il patrimonio di proposte che potete fare, che partivano da quello che avevo detto, di una riconfigurazione dei DOCUP futuri, accennando alla questione della ricerca e indicando il grande aspetto strategico della formazione, come elemento fattoriale, dove all'interno può essere inserita la formazione continua e permanente.
Assessore, governo regionale e maggioranza, occorre un piccolo segno che qualcosa può cambiare, un segnale che questo dibattito non sia solo per chiacchierare, ma per arrivare a qualche miglioramento dell'operatività della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Comunico il parere contrario della Giunta sull'emendamento.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento abrogativo.
Il Consiglio non approva.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Contu, Papandrea e Moriconi: Al comma 1 sostituire le parole "nella misura dell'1,4%" con le parole "nella misura dell'1,2%".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Con questo emendamento cerchiamo di far comprendere ai Consiglieri di maggioranza l'opportunità di ridurre l'incidenza percentuale del prelievo IRPEF. Questo è un atto dovuto.
E' pur vero che il Governo vi obbliga a reiterare un provvedimento e non vi dà la possibilità di incrementarlo, ma niente vieta l'operazione contraria: che di fronte ad un intendimento iniziale, voi oggi possiate anche operare una scelta diversa.
Di fronte ad un'indeterminatezza sull'utilizzo di queste risorse, lei Assessore, potrebbe fare una cosa buona, riducendo la disponibilità di spesa anche su molte delle intenzionalità del programma che avete varato.
Quando bisogna stringere i cordoni della borsa, è pur vero che l'opposizione rinuncia a qualcosa, ma certamente anche la maggioranza di governo dovrà rinunciare a qualche aspetto del suo programma e riconoscere di fronte ai proprie elettori, di non aver potuto raggiungere l'obiettivo.
La nostra proposta è semplice e dice: "Riduciamo l'entità del tributo" perché di questo si tratta, poi giuridicamente sarà collocato in altro modo - "ad una cifra significativa che è la riduzione dello 0,2% rispetto all'intendimento originario.
Credo che voi abbiate tutta la possibilità per farlo; così facendo aiutate un po' tutti, anche l'opposizione, a rendere credibile la scelta che oggi questa Assemblea legislativa si appresta a fare e che comunque è improntata alla moderatezza e all'attenzione, sapendo che questo 0,2% pu essere ampiamente ricavato da tagli di quelle spese superflue di cui abbiamo già tante volte parlato.
Iniziamo dunque da lì. Adesso non riesco a quantificare, ma cosa potrà rappresentare questo 0,2% su 180 milioni di euro? Una somma di meno di un terzo. Potrebbe essere una boccata di ossigeno per tutti e soprattutto uno sprone a lei che ha la responsabilità di quel dicastero (chiamiamolo così) anche per tenere sotto controllo la spesa e quindi proteggerla dagli "appetiti" dei suoi Assessori.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.2).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 1 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ART. 2 2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Saitta, Manica Tapparo, Giordano, Caracciolo, Riba, Placido e Muliere: "La maggiorazione dell'aliquota di cui all'art. 1 non si applica ai primi 10.329,14 euro di reddito, per i quali permane l'aliquota dello 0, 9%".
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Come è evidente, questo emendamento non altera il senso generale delle discussioni che abbiamo fatto: tende semplicemente a dare un segno di maggiore ragionevolezza e sensatezza all'esclusione dell'aumento dell'imposta, adottando il criterio che viene normalmente adottato in qualsiasi regime e sistema di imposizione progressiva delle imposte, nel quale non si determina una situazione come quella che il vostro provvedimento determinerebbe.
Naturalmente, vi sarete accorti che, con il vostro provvedimento, il detentore di un reddito di 19.999.000 avrà l'esenzione di imposta, mentre chi avrà 20.000.001 di reddito, per effetto dello scatto dell'addizionale si troverà ad avere un reddito netto inferiore di colui che percepiva meno.
Questo sistema provoca, cioè, un'evidente ingiustizia che tutti i sistemi di progressività delle imposte determinano attraverso il meccanismo dell'esenzione per fasce.
E' ovvio, caro Pichetto, che ciò significa che anche chi guadagna 1 miliardo avrà una riduzione dell'aliquota su quei 20.000.000, ma è l'unico sistema inventato per far sì che la progressività delle imposte non determini quegli squilibri a cui accennavo. In questo modo l'esenzione potrebbe valere anche per una certa fascia, per un normale operaio, per un normale impiegato, per un normale percettore di un reddito medio, che sarebbe esentato per i primi 20.000.000 da questa tassa.
Voi dite che costa di più perché riguarda una fascia maggiore, ma poiché il Consigliere Palma ha presentato un ordine del giorno che impegna la Regione a minori spese, queste minori spese possono compensare questo tipo di soluzione.
Per questo motivo chiedo all'Assessore di riconsiderare la questione: sei un commercialista, dimmi se, fatta in quel modo, un'esenzione è sensata.
Secondo me, si presta addirittura a dei ricorsi, perché appunto introduce, attraverso l'imposta, una disuguaglianza, capovolgendo la gerarchia dei redditi, anche se per fasce minori.
Questo è il senso dell'unico emendamento che abbiamo presentato.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere contrario. Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Non abbiamo sottoscritto questo emendamento, ma, al di là delle valutazioni di merito sulla logica della progressività dell'imposizione che sono ovviamente suscettibili di diversa valutazione, quelle esposte dal Consigliere Marcenaro hanno una forza "tradizionale" di una certa importanza.
Comunque, votiamo a favore di questo emendamento perché comunque riduce il prelievo, riduce almeno per una parte la percentuale di reddito privato che diventa spesa pubblica e, in quota parte, ha un impatto, dal nostro punto di vista, meno devastante rispetto al sistema economico regionale.
Ogni lira di reddito privato che non diventa spesa pubblica ha per noi, per voi fino al "Tremonti pensiero", un impatto positivo rispetto al sistema economico regionale e ritengo che anche questa misura possa favorire un'evoluzione di questo tipo. Quindi, annuncio il voto favorevole del Gruppo Radicali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Il parere della Giunta, l'ho già annunciato prima nell'intervento, non è favorevole, comprendendo anche le ragioni che possono chiedere l'esenzione complessiva fino ai vecchi 20 milioni di lire, ma c'è una valutazione, da un lato, del gettito e, dall'altro, non si tratta di una progressività di imposta, ma di una esenzione di fatto quella che noi mettiamo. Peraltro, si deve ricordare che comunque su questa fascia ha già effetto anche la riduzione della Tremonti.
Relativamente alla questione ideale richiamata dal Consigliere Palma sono profondamente colpito, perché la penso in quel modo, però, ragioni d'ufficio e di incarico mi impongono anche di far quadrare i conti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Mi rivolgo a voi perché la Giunta può anche sbagliare. Con questo provvedimento chi guadagna 20 milioni e 10 mila lire paga la tassa e chi guadagna 20 milioni non la paga. Quindi, chi prende 10 mila lire in più si ritrova ad avere meno, mentre la proposta del Consigliere Marcenaro toglie ai primi 20 milioni di chiunque di noi. Mi pare che sia il minimo altrimenti introduciamo un meccanismo secondo il quale chi guadagna 10 mila lire in più si ritrova ad avere 90 mila lire in meno, mi pare che non abbia senso una cosa di questo genere.
Mi rendo conto che l'Assessore Pichetto non possa dire di no, ma ragioniamoci seriamente. Quei soldi, che non sono tanti, si troveranno in un altro modo, intanto, non commettiamo un errore di questo genere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 2.1, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
2.2) Emendamento sostitutivo dell'articolo 2 presentato dal Consigliere Tapparo: al primo 1 sostituire le parole "non si applica ai redditi inferiori ai 10.329,14" con le parole "non si applica ai redditi inferiori a 12.829,14".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, intanto volevo dirle che non avevo ritirato il mio emendamento all'articolo 1, quello che proponeva di sostituire la misura 1,4% con 1,2%.



PRESIDENTE

Lo abbiamo votato, non se n'è accorto forse.



TAPPARO Giancarlo

Scusate, ma si è aperta la discussione?



PRESIDENTE

Sì, discussione, votazione, tutto.



TAPPARO Giancarlo

Ma vi siete messi tutti d'accordo! Consigliere Contu, Rifondazione, perché vi devo scavalcare a sinistra.
Va bene, come in Parlamento mi è successo di scavalcarli a sinistra.
Allora cerco di difendermi ancora con questo.
Signor Presidente, qui intervengo semplicemente per quella argomentazione che avevo cercato sommessamente di far valere. Ampliare in qualche modo la pressione fiscale va in controtendenza rispetto ad appelli che anche rappresentanti autorevoli del governo fanno, che concerne in qualche modo il sostenimento della spesa. Il Presidente Berlusconi lo dice: "Spendete, spendete, che così sostenete il Paese e incrementate il prodotto interno lordo che è molto basso". Però, da un certo punto di vista, abbiamo delle famiglie in cui la soglia se non di povertà non è certamente alta.
Non siamo al livello dell'Argentina, relativamente alla quale oggi i giornali ci danno una drammatica informazione di cosa sia la povertà, che tocca il 48% della popolazione di questo nostro paese fratello.
Si tratta in qualche modo di alzare quella che è la soglia di reddito perché quella che è stata stabilità l'anno scorso è convenzionale ovviamente, e cercava in qualche modo di salvare le famiglie a basso reddito.
Ora quella soglia, ahimè, si è alzata per una serie di ragioni. Io cerco con la mia proposta semplicemente in qualche modo di, lo dico ai colleghi di Rifondazione, applicare la scala mobile ai redditi, altrimenti se non si tiene conto di questo elemento, oggi, quella soglia che avevamo individuato l'anno scorso non è più adeguata.
Per questa ragione ho fatto questa proposta alla Giunta regionale e anche ai colleghi di maggioranza per vedere in qualche misura di tenerne conto.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 2.2).



(Commenti fuori microfono del Consigliere Tapparo)



PRESIDENTE

Va bene, interrompiamo la votazione.
La parola al Consigliere Tapparo.



PRESIDENTE

TAPPARO Giancarlo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Mi scuso per la distrazione. Chiedo scusa a lei, in genere sono abbastanza attento, mi è sembrata che fosse un'operazione sorprendente, uso il termine sorprendente. Chiedo scusa per non essere stato attento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 2.2.
Il Consiglio non approva.
2.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: All'art. 2 sostituire le parole "ai redditi inferiori a 10.329,14 Euro" con le parole "ai redditi inferiori a 12.500,00 Euro".
Lo diamo per illustrato.
La Giunta regionale esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 2.3.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'articolo 2 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Prima di votare l'intero testo, se non ci sono altri interventi, c'è un ordine del giorno collegato, il n. 656 "Addizionale IRPEF", presentato ai sensi dell'articolo 78 del Regolamento dai Consiglieri Palma e Mellano.
Chi intende intervenire sulle dichiarazioni di voto e sull'ordine del giorno collegato ne ha facoltà.
L'ordine del giorno collegato nella parte dispositiva recita: "Impegna la Giunta regionale a presentare al Consiglio una proposta di bilancio preventivo annuale e pluriennale che riduca di almeno un terzo i livelli di spesa libera corrente indicati nel preventivo per l'esercizio 2001".
La parola all'Assessore Pichetto per esprimere il parere della Giunta regionale.



PICHETTO Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Esprimo parere contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Non mi voglio dilungare né allontanare il tempo della cena per tutti i colleghi.
Prendo atto che abbiamo un Assessore convinto che i principi ideali valgono se sono ideali, poi se diventano pratici, non essendo più ideali possono essere fatti valere. Abbiamo delle nozioni diverse degli ideali gli ideali sono cose concrete che guidano i comportamenti concreti.
Al di là della battuta, vorrei far riflettere l'aula sulla proposta.
Capisco che il termine "un terzo" faccia paura, ovviamente non è riferito ad un terzo delle spese correnti, ma ad un terzo delle spese discrezionali correnti, che fanno, ripeto, circa 120 miliardi nelle disponibilità degli Assessorati e circa 40 miliardi sul fondo indistinto per le leggi in approvazione.
Una manovra che riduca anche di un terzo l'importo di queste spese, è una manovra a spanne di 50 miliardi che non si riferisce in nessuna misura ad interventi obbligatori. Per intendersi, non avrebbe nessuno riflesso particolarmente negativo rispetto al trend della spesa sanitaria. Al contrario, consentirebbe di liberare delle risorse semplicemente convertibili rispetto alla spesa di capitale da una parte o rispetto alla spesa di conto corrente, ad esempio a copertura del disavanzo sanitario per cui non sono attivabili gli strumenti dell'indebitamento ed altri strumenti di più difficile attivazione. Il fatto che l'Assessore auspichi una riduzione delle spese correnti, sono disposto a fare una scommessa con l'Assessore: il prossimo anno le spese libere correnti saranno superiori ai 120 miliardi, malgrado la riduzione ai trasferimenti statali. Se è d'accordo, le stringo idealmente la mano, saranno superiori. Il fatto che l'Assessore auspichi una riduzione delle spese correnti non significa nulla se non si indica un parametro, una cifra, anzi, significa che le spese correnti il prossimo anno, come sempre succede quando si auspica che vadano in riduzione, aumenteranno secondo un trend del tutto comprensibile in tutte le assemblee politiche.
Dico solo che questo voto non va sottovalutato perché è il voto che svela le vostre intenzione e la logica della vostra politica di bilancio.
Questa è una politica di bilancio fatta di entrate certe e di spese incerte fino all'ultimo momento. In parte perché ci sono problemi di conto in parte perché, di volta in volta, si provvede, con la dispensa di cui ci si è dotati, a finanziare le spese urgenti secondo le vostre contingenze politiche. La mia impressione è che se quei 55 milioni di gettito IRPEF che voi sostanzialmente avete spostato sulle spese libere del 2003 (cito l'Assessore Picchetto ieri in Commissione), diventano finanziamento del disavanzo sanitario 2002, il meccanismo in termini di bilancio è virtuoso se diventano 55 miliardi di leggi sugli oratori (lo esemplifico, non ce l'ho con gli oratori) temo che l'effetto sulla politica di bilancio sarà meno virtuoso.
Tenetene conto, questo, secondo me, è un voto significativo perch ripeto, svela fino in fondo le vostre intenzioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà



CONTU Mario

Solo Presidente per dire cinque volte no a questo provvedimento.
La prima ragione è perché, Assessore, non ci ha convinto. Soprattutto perché questo provvedimento doveva essere l'atto conseguente al documento di programmazione Finanziaria. Questa è la seconda motivazione. Non essendo l'atto successivo al documento di programmazione finanziaria, non fa chiarezza sulla priorità di spesa e sulle autentiche priorità di spesa in questo paese. Di fronte all'indeterminatezza delle uscite e di fronte alla quasi certezza delle entrate, è evidente che rischia di dare un forte alibi a quel livello legislativo che molto spesso ha ridotto questo assemblea al rango di una assessorato che distribuisce contributi che dovrebbero essere, nell'ambito della ripartizione delle deleghe e delle competenze e nell'ambito del federalismo e della sussidiarietà, atto non più consentito a questo organismo, ma certamente delegato agli enti locali. Sempre più questo organismo deve rappresentare una modalità di indirizzo rispetto alle spese e quindi di piena applicazione della norma.
No, perché ancora una volta, con questo atto vi rendete complici di una politica scellerata del Governo che, riducendo trasferimenti verso le Regioni e gli enti locali, vi obbliga - questo lo posso dire, ma c'è un atto di complicità d'altronde questo Governo è pienamente in sintonia con il vostro operato - ad agire sulle leve fiscali per dare risorse.
No, perché non ci dite chiaramente e non siete stati in grado di indicarci qual è la situazione dei conti e non avete giocato a carte scoperte sulla situazione del deficit della sanità. Su questo Assessore ripeto quanto già detto prima: operi affinché possa utilizzare questa opportunità, per fare chiarezza su quello che può presentarsi l'autentico baratro dei conti del bilancio e sulla quale credo debba assolutamente prestare la massima attenzione il responsabile dell'assessorato al bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

A nome dei Gruppi del centrosinistra dichiaro il voto favorevole all' ordine del giorno presentato dal Consigliere Palma e il voto contrario al provvedimento della Giunta di aumento dell'IRPEF.
Apparentemente, il provvedimento viene presentato come riconferma di un provvedimento già preso un anno fa, credo che chiunque di voi abbia analizzato il documento non abbia potuto non notare che ci troviamo di fronte ad un provvedimento che ha come unico punto in comune il fatto che ci sia una maggiorazione dello 0,5% dell'IRPEF.
Allora si trattava di un intervento straordinario da parte di una coalizione che confermava l'obiettivo di riduzione delle imposte come leva fondamentale per la ripresa dello sviluppo e motivava un aumento straordinario dell'imposizione per coprire un disavanzo sanitario che si era manifestato nel 2001 e per 2002.
Oggi, come sapete, siamo di fronte a un provvedimento motivato in modo del tutto diverso, prima l'Assessore Pichetto, dopo il Presidente Ghigo questa mattina hanno autorizzato il necessario aumento della pressione fiscale per finanziare un maggiore intervento pubblico nell'economia.
Questo è l'intervento e il fatto nuovo che è avvenuto, non a caso la Giunta aveva presentato non un aumento una tantum per un anno, ma un aumento permanente che ha dovuto riconsiderare esclusivamente per la nostra opposizione, così come esclusivamente per la nostra opposizione siamo in quest'Aula a discutere di un aumento delle imposte in Consiglio regionale che, altrimenti, la Giunta aveva già deliberato attraverso un proprio atto amministrazione, a nostro avviso, carico di legittimità e che ha dovuto revocare, caso unico nel panorama istituzionale politico italiano. Una Giunta nel giro di pochi giorni delibera un aumento dell'imposta, ma successivamente, con altrettanta delibera revoca. Questo per quanto riguarda il quadro istituzionale è una differenza di fondo e mi stupisce che non l'abbiate discussa e mi stupisce di non aver sentito, su questo punto, per un confronto di posizioni, una sola argomentazione da parte dei Consiglieri dei Gruppi della maggioranza. Questo comportamento ha reso il nostro dibattito più povero di quello che avrebbe potuto essere.
Assessore Pichetto e colleghi della Giunta, è singolare che una maggioranza, che ha la vostra impostazione politica-culturale, prima di aumentare le imposte non si sia neppure posta il problema della possibilità di trovare forme possibili di riduzione della spesa. È singolare che lei Assessore Pichetto, di fronte a richieste esplicite che abbiamo fatto, non indichi una spesa superflua da tagliare, proponendo una soluzione alternativa. Il Consigliere Palma nella discussione in Commissione ha espresso un'opinione che considero interessante: prima di aumentare le imposte si potrebbe considerare l'esigenza di una moratoria della spesa corrente. Questo dice che non è vero che l'aumento delle imposte è finalizzato a grandi progetti, al futuro del Piemonte, ad una nuova qualità dell'intervento per lo sviluppo della Regione Piemonte. Questa posizione che confermate, contraria a qualsiasi riduzione della spesa corrente conferma semplicemente che l'aumento Irpef è finalizzato - uso questa espressione - a mettere fieno in cascina, per finanziare la stessa politica, una politica che disperde in mille rivoli seguendo i canali di organizzazione del consenso e non le esigenze produttive e sociali di sviluppo della Regione Piemonte. Per questi motivi, siamo convinti di un no così forte, naturalmente, mentre diciamo no, sappiamo che, attraverso le limitate forze delle quali disponiamo, ancora una volta ci troviamo ad affrontare un dibattito trasparente.
Spero che nessuno invochi il Regolamento in una discussione nella quale un disegno di legge, presentato ieri per la prima volta, oggi viene approvato. Anche in questa situazione, senza nessun uso del Regolamento subite una sconfitta, perché avete dovuto revocare la delibera che avete preso, riconoscendo la gravità istituzionale dell'errore che avevate compiuto e accettare una limitazione.
Nella discussione sul bilancio contestuale alla finanziaria, che ci attente nelle prossime settimane, avremo, di fronte ai cittadini piemontesi, un'altra occasione di verifica della vostra impostazione politica che, a nostro parere, oggi passa con i voti di una maggioranza schiacciante della quale disponete in questa Assemblea, ma sulla quale voi stessi sapete quanto debole sia la vostra posizione e immotivata, tant'è vero che in questa discussione non siete stati in grado di entrare nel merito e avete dovuto prendere atto di una situazione che vi sta portando in una direzione che non so se sapete quale sia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ho ascoltato con attenzione l'intervento appassionato del Consigliere Marcenaro. Credo che ognuno di noi può avere una sua valutazione quantomeno sull'impegno della Commissione dell'Aula. Nella giornata di oggi abbiamo avuto occasione di confrontarci in modo profondo e, a mio giudizio utile su questo provvedimento, tant'è che tutti l'abbiamo riconosciuto alla fine dei lavori della Commissione.
Credo che, l'ho detto con la fermezza delle convinzioni e le differenze delle posizioni, si è arrivati a fare un lavoro proficuo, infatti al di là delle ipotesi, che erano state fatte in un primo momento, di approvare il provvedimento nella giornata di domani, siccome siete una opposizione attenta e l'avete dimostrato nel dibattito d'Aula, vuol dire che tutto sommato il Consiglio regionale, compresa la maggioranza, ha ben lavorato.
Devo contestare una tesi e respingerne un'altra. Non è corretto - l'ho già detto circa un'ora fa - dire che la Giunta, non credendo in un suo provvedimento amministrativo, la delibera con la quale aveva introdotto l'addizionale IRPEF per l'anno 2003, l'abbia semplicemente revocata scegliendo il percorso d'Aula. La Giunta e la maggioranza che sostiene questa Giunta regionale ha ritenuto di coinvolgere su una decisione di questa portata il Consiglio regionale con due obiettivi: il primo, di confrontarsi con il Consiglio, e l'ha fatto; il secondo, per dare la possibilità alla maggioranza, che sostiene la Giunta, di fare nell'istituzione e nella chiarezza del Consiglio regionale una scelta chiara a sostegno di questo provvedimento. Forse il centrodestra in Piemonte, Consigliere Marcenaro, ha avuto una sensibilità politica più forte e maggiore rispetto al centrosinistra, che governa la Regione Umbria che, fino a prova contraria, è l'unica Regione del Paese che ha adottato l'addizionale IRPEF per l'anno 2003 con provvedimento amministrativo con delibera di Giunta.



(Commenti in Aula)



CATTANEO Valerio

Ogni Regione ha la sua disgrazia. Questo è un fatto incontrovertibile.
La seconda tesi che voglio contestare è quella che è stata un po' ammantata, non detto chiaro nella dichiarazione di voto, ma ben ripreso nella discussione di carattere generale da parte dei Gruppi del centrosinistra è che questa addizionale serva solo ed esclusivamente a coprire l'eventuale buco della sanità che voi dite esserci e della portata che voi dite essere di circa 300 miliardi di vecchie lire. Siamo convinti che l'Assessore D'Ambrosio abbia assunto una responsabilità seria dicendo che il debito eventuale della sanità sarà di 67 milioni di Euro, cioè di quella quota che è a carico totale della Regione Piemonte e non del servizio sanitario nazionale. Vedremo se è così. Noi siamo convinti che i conti della sanità siano in sostanziale pareggio, quindi ci sarà un'ampia disponibilità di questa addizionale IRPEF del gettito relativo a questa addizionale per gli investimenti che vogliamo fare e che vogliamo confermare a sostegno dell'economia e del mondo del lavoro di questa Regione che vive un momento di difficoltà e, lo diciamo con chiarezza anche a sostegno dell'economia che dovrà vedere anche nella FIAT una protagonista del nostro sistema economico finanziario.
Sull'ordine del giorno dei colleghi radicali, al di là del parere della Giunta, che ringraziamo perché ha dato un parere - anche se ricordo che i pareri sugli ordini del giorno da parte del governo regionale non sono n obbligatori né vincolanti per una maggioranza - noi voteremo in modo contrario.
Apprezziamo, comunque, e valutiamo con attenzione il dispositivo di questo ordine del giorno, che di fatto - se approvato - obbliga la Giunta a presentare al Consiglio una proposta di bilancio per il 2003 che preveda un taglio di almeno un terzo della spesa corrente libera.
Noi lo prendiamo come una raccomandazione, perché - l'avevamo già detto anche in Commissione, addirittura nella giornata di ieri - indubbiamente il bilancio dovrà incidere anche sulla spesa corrente libera; aggiungo che occorrerà anche fare una valutazione sull'accensione o meno di alcune leggi di spesa che sono fatte di anno in anno, secondo la volontà del governo regionale.
Certamente occorrerà una razionalizzazione della spesa che dovrà contribuire a liberare ulteriori risorse per fare quegli investimenti e quel sostegno all'economia del Piemonte che noi riteniamo determinante per il futuro della nostra Regione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Palma e Mellano (sul quale c'è il parere contrario della Giunta), il cui testo recita: "Il Consiglio regionale nell'atto di votare l'addizionale IRPEF dello 0,5% per l'esercizio finanziario 2003 ritenendo che il quadro della finanziaria regionale presenti tuttora caratteristiche di gravità e di incertezza tali da imporre una politica di sostanziale contenimento della spesa corrente impegna la Giunta regionale a presentare al Consiglio una proposta di bilancio preventivo annuale e pluriennale che riduca di almeno 1/3 i livelli di spesa libera corrente indicati nel preventivo per l'esercizio 2001".
Il Consiglio non approva.
Indìco infine la votazione, per appello nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti 45 Consiglieri Hanno votato SI 30 Consiglieri Hanno votato NO 15 Consiglieri Il Consiglio approva.
Comunico che la seduta di domani non si terrà e si terrà il lavoro ordinario delle Commissioni. Comunico altresì che è invece confermata la seduta di giovedì.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.05)



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