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Dettaglio seduta n.268 del 13/11/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.03 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Botta Franco, Brigandì Costa Enrico, D'Onofrio, Ferrero, Ghigo, Pedrale, Pichetto, Racchelli Riba, Ronzani e Vaglio.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Proseguimento esame disegno di legge n. 376: "Istituto per il marketing dei prodotti agroalimentari del Piemonte"


PRESIDENTE

Prosegue ora l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 376, di cui al punto 7) all'o.d.g.
ART. 1 Propongo la ripetizione della votazione dell'emendamento n. 1.1) presentato dai Consiglieri Muliere e Caracciolo: all'art 1, comma 1, sono aggiunte le parole così come segue: "attraverso il quale verranno realizzate tutte le attività di promozione e di pubblicità della Regione Piemonte".
La Giunta ha espresso parere contrario.
Come richiesto dal Consigliere Cattaneo, indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Siccome si sono verificati problemi tecnici nel sistema elettronico dispongo la ripetizione della votazione per appello nominale sull'emendamento n. 1.1).



(Il Consigliere segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 25 hanno risposto NO 25 Consiglieri Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano sull'ordine dei lavori.



MELLANO Bruno

Volevo capire in che modo procediamo oggi, perché lei, poco fa, fuori microfono, ha detto che non effettuerà più votazioni per appello nominale senza utilizzare il sistema elettronico, cosa che sottoscrivo pienamente anche perché io e un'altra collega abbiamo contato ventiquattro Consiglieri, con la difficoltà della posizione e di non avere ruolo ad essere delegati al conteggio.
Pongo questo problema.



PRESIDENTE

Ho detto che non avrei continuato i lavori senza il supporto elettronico per le votazioni, ma per sollecitare un intervento dei tecnici però, se il sistema elettronico non funziona, non posso rimandare a casa i Consiglieri. Voteremo con il metodo tradizionale.
Continuiamo l'esame degli emendamenti.
1.2) Emendamento presentato dal Consigliere Mellano: all'art. 1, comma 2, introdurre le parole "scopo dell'Istituto è l'individuazione delle linee di" al posto delle parole "scopo dell'Istituto è il".
La parola al Consigliere Mellano per l'illustrazione.



MELLANO Bruno

Approfitto del microfono per dire che questo non fa cadere la fiducia che ho nell'operato del Consigliere Pozzo, ma è che, provando a contare avevo contato 24. Ma ovviamente mi fido di ciò che è stato fatto dall'Ufficio di Presidenza.
Volevo spiegare il motivo di questo emendamento che ieri, nel corso della discussione, ho tentato di costruire.
Al comma 2 dell'art. 1, rubricato "Finalità", invece di dire che lo scopo dell'istituto è il marketing dei prodotti agroalimentari, per le argomentazioni che ho voluto usare ieri, cioè per la difficoltà che questo istituto riesca al suo interno ad avere le risorse, le capacità tecniche ma anche progettuali e scientifiche per fare in proprio questa attività di marketing dei prodotti agroalimentari, ritengo che sarebbe più onesto e più trasparente dire che lo scopo dell'istituto è l'individuazione delle linee.
Il tavolo di concertazione con le istituzioni locali, i consorzi e gli imprenditori, necessariamente deciderà, concordandolo tra i vari soggetti su quali linee di azione muoversi. Avendo definito le linee, si avvarrà dell'apporto di società esterne di quanto riterrà utile delle risorse che reperirà sul mercato per fare quelle attività di ricerca, quelle attività promozionali e pubblicitarie, per fare appunto le attività di consulenza tecnica alle imprese.
Quindi, la mia richiesta - spero che possa essere accolta dall'Assessore - è semplicemente di sostituire in quell'articolo le parole "scopo dell'Istituto è il marketing" con le parole "scopo dell'Istituto è l'individuazione delle linee". E' un compito grande, importante, che non snatura il senso dell'istituto, ma semplicemente lo chiarisce: prende atto che questo istituto non deve diventare, né nell'attuazione immediata né in prospettiva, una megastruttura. Deve essere una struttura leggera, snella come diceva l'Assessore, che avrà la responsabilità di individuare le linee di azione, ma poi troverà chi per lei e meglio di lei riuscirà a fare quelle azioni e quelle attività così importanti che sono state individuate nell'art. 1.
Questo è lo scopo dell'emendamento, ma anche dell'emendamento successivo che illustrerò.
Spero che l'Assessore voglia apprezzare l'obiettivo di questo emendamento e usare questa fase emendativa per chiarire, chiarificare e dare, a mio modesto avviso, anche una maggiore onestà al provvedimento.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Prima di tutto voglio ringraziare il Consigliere Mellano per i suoi interventi, che sono sempre puntuali e precisi. Naturalmente, partono da punti di vista che ciascuno ritiene coerenti con la propria impostazione.
Credo però che aderire a questo emendamento vorrebbe dire spogliare la Regione di quelle che sono le proprie attività di programmazione. Credo che l'individuazione e la definizione delle linee di azione competano alla Regione, naturalmente all'interno di quelli che sono i documenti di programma, i bilanci e i documenti di programmazione economico-finanziaria.
Mentre noi, dal nostro punto di vista, riserviamo a questo soggetto (che adesso viene ipotizzato e che dovrà essere costruito con il concorso un po' di tutti coloro che sono gli attori delle filiere nei prossimi mesi e nei prossimi anni) soltanto l'attuazione di determinati interventi, dal punto di vista del supporto all'entità che deve decidere (che è la Regione) le linee di promozione, oppure - emendamento successivo - dal punto di vista dell'azione effettiva.
Per cui io ritengo che sarebbe un allargamento in modo spropositato del campo di azione di questo istituto. Comunque, credo inoltre che non sia condivisibile devolvere la definizione delle linee di azione ad un soggetto che è molto importante, che potrà avere un ruolo, ma che ovviamente, anche da un punto di vista pratico, non potrebbe nell'immediato svolgere questo compito. Ciò non toglie, come ho detto prima, che su tutta la partita della promozione e della valorizzazione dei prodotti non si possa (e magari non si debba) tornare con un'ottica di tipo complessivo per tutte quelle che sono le competenze della Giunta regionale. Io credo che ci possiamo accontentare del primo gradino che è stato ipotizzato dal disegno di legge stesso, così come riformulato in Commissione.
Per queste ragioni, non concordo sulla proposta emendativa.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per alzata di mano sull'emendamento n. 1.2).
Il Consiglio non approva.
1.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Mellano e Palma: all'art. 1, comma 2, introdurre le parole "attraverso la definizione di" al posto di "attraverso la realizzazione di".
La parola al Consigliere Mellano per l'illustrazione.



MELLANO Bruno

L'obiettivo è identico a quello precedente. Avendo io fatto un'analisi che parte dalla difficoltà e impossibilità di questo istituto di agire direttamente per la realizzazione di quegli obiettivi importanti che si sono prefissati nell'art. 1 che stiamo per votare, ho pensato che fosse più corrispondente alla realtà del divenire di questo istituto dire che l'istituto si occuperà appunto del marketing dei prodotti agroalimentari piemontesi di qualità attraverso non la realizzazione, come indicato dal comma 2, ma attraverso la definizione delle linee di attività promozionali e pubblicitarie, ricerche di mercato, attività di consulenza tecnica.
Anche qui, l'associazione di un sostantivo con un altro sostantivo non snatura il provvedimento, ma lo riconduce a una fotografia della realtà e ad un disegno del divenire che ritengo più corrispondente a quanto molto probabilmente succederà.
Invito, quindi, i colleghi e l'Assessore - che ha già anticipato la risposta - a valutare se almeno questo emendamento può essere accolto poiché per certi aspetti è simile, ma per una sottile interpretazione potrebbe essere diverso da quello precedente.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Da un certo punto di vista, sarei spinto a riformulare l'emendamento in "definizione e realizzazione". Ritengo, però, che non sia il caso di stare sugli equilibrismi delle parole.
Ho compreso le preoccupazioni del Consigliere Mellano, ma confermo il testo originario che, dal nostro punto di vista, mantiene una certa omogeneità e coerenza.
Non concordo, quindi, con questo emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione per alzata di mano sull'emendamento n. 1.3).
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto sull'art. 1.



MELLANO Bruno

Intervengo per sottolineare come l'art. 1, sulle finalità di questo provvedimento, sia un articolo importante.
E' l'articolo che definisce lo scopo di questa legge e voglio richiamare l'attenzione dell'aula - ma lo vedremo nei prossimi anni, nella realizzazione concreta, ma anche a breve - sul fatto che state per definire un istituto che o non avrà le gambe per realizzarlo, oppure sarà una mera sede di concertazione per appaltare all'esterno quelle attività specialistiche indicate.
E' un articolo, quindi, che ha già in sé la non fattibilità; è un articolo che individua delle attività che difficilmente questo istituto riuscirà a portare a termine; è un articolo che ha una dose di ambiguità notevole, che non ritengo accettabile.
Nonostante gli obiettivi di questa legge possano essere condivisi da tutti, la realizzazione pratica, gli strumenti pratici che sono stati scelti per la realizzazione e il conseguimento di questi obiettivi sono del tutto insoddisfacenti e non ci permettono di votare a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano per dichiarazione di voto.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente e colleghi. Approfitto della votazione dell'art. 1 per dire all'Assessore che questo provvedimento, che ha nella sua sostanza della buona volontà e anche dell'intelligenza nella riqualificazione dei prodotti, sta sbagliando il metodo.
Come è stato evidenziato da altri colleghi, per svolgere questo tipo di attività non è importante costituire un istituto, ma sarebbe sufficiente formulare un registro nel quale possano essere iscritti tutti i produttori e tutti quei soggetti che si occupano di qualità e di questo tipo di attività.
Questo, facendo pagare ai produttori agricoli e a coloro che hanno a cuore la riqualificazione dei prodotti una piccola quota di partecipazione in modo che questa attività costituisca un costo zero per la Regione.
Non capisco per quale motivo si voglia fare del marketing e perché la Regione debba spendere 2 miliardi e 600 milioni di vecchie lire per mettere a punto un istituto, quando è sufficiente istituire un registro, facendo pagare una piccola quota ai produttori che ne fanno parte, in modo che quell'attività vada in equilibrio con i costi.
In questo modo, si fa bella figura con i cittadini, con i produttori e ritengo - si fa bella figura anche nella presentazione del provvedimento che, così com'è presentato, risulta un pochino sbilanciato. Risulta un impegno troppo grosso per la Regione che in questo tipo di attività non dovrebbe avere alcun costo.
Esprimeremo, pertanto, il nostro voto negativo nei confronti dell'art.
1, però preghiamo l'Assessore di ritirare il provvedimento e di riportarlo in Commissione, sostituendo l'istituto e i costi a carico della Regione con un registro, con il quale si può svolgere la stessa attività senza costi per la Regione, offrendo un servizio più qualificante alle aziende che si occupano di queste attività. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere per dichiarazione di voto.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Anch'io per sottolineare la nostra contrarietà, che abbiamo già espresso ieri nel dibattito generale.
Si vuole intraprendere la strada dell'Istituto per il marketing dei prodotti agroalimentari nonostante i dubbi espressi nel dibattito generale su questo provvedimento.
La nostra intenzione era quella di dare a questo istituto una reale possibilità di operare, utilizzando tutte le risorse che oggi vengono spese dall'Assessorato e dagli altri settori della Regione, rispetto alla pubblicità e alla promozione dei prodotti agroalimentare.
L'aula ha respinto l'emendamento che tendeva a dare una valenza forte all'istituto.
La nostra contrarietà è rafforzata da questo fatto: pensiamo che l'istituto non avrà una funzione vera nella promozione dei prodotti agroalimentari.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione per alzata di mano sull'art. 1 nel testo originale.
Il Consiglio approva.
ART.2 2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Caracciolo e Muliere: al comma 3, dopo la parola "deliberazione" aggiungere le parole "da sottoporre all'esame della III Commissione consiliare permanente per un parere obbligatorio e vincolante".
L'Assessore fa una valutazione di ordine politico, io faccio una valutazione di ordine tecnico relativo al processo legislativo.
La Giunta esprime parere favorevole all'emendamento proponendo la seguente modifica: "sentita la Commissione consiliare competente", in quanto, dal punto di vista tecnico, è migliore.
Indìco pertanto la votazione per alzata di mano sull'emendamento n. 2.1) come modificato.
Il Consiglio approva.
2.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Caracciolo e Muliere: all'art. 2, dopo il comma 4, aggiungere il comma 5 con il seguente testo: "Le spese di gestione non possono superare il 20% del bilancio annuale".
La parola al Consigliere Caracciolo per l'illustrazione.



CARACCIOLO Giovanni

Considerato il budget di 660 mila euro, bisognerebbe chiarire e stabilire quanto di questa spesa è utilizzata per mantenere la struttura dell'istituto. Abbiamo individuato il 20%, ma si può anche discutere sulla percentuale in quanto non vorremmo che la componente di mantenimento della struttura superasse la somma destinata all'investimento vero e proprio per le sue funzioni. Rappresenta un paletto da scrivere nel budget dato destinato alla struttura. Si eviterebbero certe libertà di spesa, ad esempio, nell'uso di un certo tipo di occupanti e anche delle spese improprie. E' un momento di messa in ordine di certe materie. Vorrei sentire il parere dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

L'Unione Europea ci ha messo non solo un paletto, ma un paracarro, nel senso che non possiamo finanziare spese di gestione. Proprio la natura privatistica di questo soggetto parte dal presupposto che, o c'è la volontà e la disponibilità dei consorzi di tutelare e delle organizzazione di produttori di mettersi assieme e quindi decidere di esistere accollandosi le spese basilari dell'esistenza, altrimenti non se ne fa nulla. Non sono ammissibili spese di gestione, possono solamente essere svolte le attività indicate.
Ritengo che non sia il caso di inserire il 20% - potrebbe essere anche il 10% o il 30% - in quanto vorrebbe dire ammettere spese di gestione.
Noi non finanziamo spese di gestione, perché fa parte costitutivamente, degli orientamenti negli aiuti di Stato dell'Unione Europea, che, in questa casistica, non sussistono perché non l'abbiamo costituito come Ente regionale o Ente pubblico, perché in quel caso andrebbe bene. In questo caso, saranno previsti finanziamenti mirati su determinati progetti e attività.
La mera spesa di gestione è una preoccupazione fondata perché in passato si costituivano Enti inutili che, alla fine, spendevano più per la loro esistenza che non per il servizio erogato, che era ridotto al minimo.
In questo caso, non può sussistere perché, se noi finanziassimo spese di gestione, violeremmo l'impostazione della possibilità di intervento sul mercato con delle regole precise.
Se viene mantenuto l'emendamento c'è il parere contrario, ma con queste precisioni chiedo ai Consiglieri di ritirarlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto.



MELLANO Bruno

La dichiarazione di voto del Gruppo Radicale è a favore di questo emendamento perché, avendo sentito bene l'illustrazione del parere negativo dell'Assessore Cavallera, credo che lo stesso abbia frainteso.
Leggo questo emendamento come l'istituzione di un tetto alle spese generali dell'istituto, non ai contributi che la Regione eroga. Il problema è che mentre istituiamo una nuova organizzazione, un nuovo istituto poniamo dei paletti. Riteniamo che un istituto come questo per giustificare la propria esistenza debba avere la garanzia del fatto che non avremo speso in gestione del personale, in uffici, in strutture al 100% e poi nelle attività.
E' discutibile fissare un tetto; il tetto non è al contributo regionale, e quindi tutto quello che deriva dal ragionamento dell'Assessore, ma è un tetto alle spese dell'Ente. L'Ente, comunque, dal nostro punto di vista, per giustificare la propria esistenza, non deve avere spese di struttura che superano il 20% (poteva essere anche il 10, 15 o 30%.). Era per dare una razionalità ad un istituto che creiamo per alcune finalità e che rischia di diventare un carrozzone che si autoalimenta, che si autogiustifica, che diventa utile a se stesso, utile al fine di esistere. Ripeto, non è un tetto ai contributi regionali, ma un tetto alle spese che questo Ente andrà a definire.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento n. 2.2).



(Il Consigliere segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 8 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco ora la votazione per alzata di mano sull'art. 2 come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ART. 3



PRESIDENTE

3.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Caracciolo e Muliere: al comma 1, sostituire le parole "può finanziare", con le parole "finanzia, anche con stanziamenti pluriennali".



PRESIDENTE

Indìco la votazione per alzata di mano su tale emendamento.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco ora la votazione per alzata di mano sull'art. 3 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 4



PRESIDENTE

4.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Mellano e Caracciolo: al comma 1, le parole "nonché di svolgere ricerche di mercato" sono abrogate.



PRESIDENTE

4.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi e Giordano: sostituire le parole da "La Giunta" fino a "l'Istituto" con le parole "le Aziende aderenti al registro possono incaricare un loro delegato".
L'emendamento n. 4.2) è incomprensibile alla Presidenza, dato che non è stato discusso, perché inammissibile, il precedente emendamento che chiedeva l'istituzione del registro.
Allo stato, l'unico ammissibile è l'emendamento n. 4.1) che chiede di abrogare le parole "nonché di svolgere ricerche di mercato".
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione dell'emendamento n. 4.1).



MULIERE Rocco

Durante un intervento di ieri è stato fatto riferimento, in particolar modo dal Consigliere Riba, alla necessità di utilizzare strumenti di cui oggi disponiamo.
Oggi abbiamo, ad esempio, l'IRES che ha, tra le proprie funzioni, la possibilità di svolgere indagini di mercato; ecco perché proponiamo di abrogare questa frase, che dà mandato all'istituto di svolgere ricerche di mercato affidando consulenze, utilizzando gli strumenti che oggi la Regione ha messo in campo.
Crediamo che occorra utilizzare gli strumenti già esistenti.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Il particolare tipo di entità di istituzione che auspichiamo è un'entità che mette in sinergia le iniziative dei vari consorzi di tutela o di organizzazione dei produttori dei vari comparti.
Auspichiamo, quindi, che buona parte di tali iniziative sia a carico dei comparti e dei soggetti stessi, prevedendo la compartecipazione della Regione.
In questo caso, non andiamo a costituire il soggetto unico per la promozione e la valorizzazione, ma cerchiamo di stimolare la nostra realtà che è forte dal punto di vista della qualità, ma che difetta proprio nel momento in cui occorre definire dei panieri di offerta e di promozione complessiva.
Credo che non si possa, in linea di principio, impedire che questa entità faccia un'attività di questo tipo, anche se, ovviamente, occorrerà governare la vicenda per evitare doppioni.
Sappiamo che certamente l'IRES è un'entità importante che svolge ricerche sul piano più generale e, naturalmente, questa istituzione potrà a livello di interventi mirati, andarli ad integrare. Il fatto che ci sia comunque una vigilanza e una sovrintendenza della Regione dovrebbe evitare le preoccupazioni che hanno animato gli interventi dei colleghi con la presentazione di questo emendamento. E' sconsigliabile cancellare questa possibilità di sostegno da parte della Regione per questa attività, però è raccomandabile un coordinamento, anzi, direi, il massimo del coordinamento.
Il parere della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto.



MELLANO Bruno

Voterò a favore dell'emendamento presentato dal Consigliere Muliere che peraltro ho sottoscritto, perché l'art. 4 evidenzia in modo, secondo me abbastanza chiaro, come alcune contraddizioni siano presenti nel testo di legge.
Abbiamo già nell'art. 1, su cui abbiamo parlato e votato prima definito che fra le attività dell'istituto ci sono le ricerche di mercato.
Questo articolo esplicita il fatto che la Giunta regionale in questo settore (avendo deciso di fare delle ricerche di mercato che, si presume l'istituto non vuole fare, altrimenti l'istituto le deciderebbe attorno al tavolo con i consorzi, gli enti, le strutture che diventano, assieme alla Regione, costitutive dell'Istituto per il marketing) può fare delle ricerche di mercato.
Queste ulteriori ricerche di mercato sono appunto le ricerche di mercato che un Assessore bislacco o che non intende coordinarsi con l'istituto, con quella sede di concertazione che avete creato, decide di fare. Quindi, queste altre ricerche di mercato, realizzate senza l'accordo dell'istituto, possono essere fatte dall'istituto! Ovviamente, capisco la filosofia. E' un modo per dare all'istituto altre risorse per fare delle ricerche specifiche su indicazioni soltanto della Giunta regionale che ha il portafoglio; però, questo è un dato che stravolge la filosofia dell'istituto.
Se, ad esempio, l'istituto si riunisce per decidere quali linee adottare nel marketing e quali ricerche fare e poi la Giunta formalizza tale decisione, ad esempio quante patate vendere in Polonia, e gliela commissiona, pur avendo un istituto che non ha al proprio interno le strutture per fare quelle ricerche di mercato, l'istituto avrà la commissione dalla Regione per effettuare tali ricerche, dopodiché andrà a chiedere a una società demoscopica polacca di fare la ricerca di mercato sui parametri decisi, a questo punto non si sa se dalla Giunta dall'istituto o dalla demoscopia polacca. C'è qualche contraddizione.
Voto a favore dell'emendamento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione per alzata di mano sull'emendamento n. 4.1).
Il Consiglio non approva.
Indìco ora la votazione per alzata di mano sull'art. 4 nel suo complesso.
Il Consiglio approva.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi e Giordano: sostituire le parole da "Per l'attuazione" fino a "Forestale" con le parole "Per l'attuazione della presente legge le Aziende aderenti sottoscrivono quote proporzionali per lo sviluppo del marketing".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
5.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Placido e Mellano: all'art. 5, comma 1, si aggiungono le parole: "d) dall'anno 2005 tutte le risorse finanziarie destinate all'attività di promozione e di pubblicità dei prodotti agroalimentari della Regione Piemonte saranno trasferite all'Istituto per il marketing dei prodotti agroalimentari del Piemonte".
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Abbiamo presentato questo emendamento, che si ricollega al primo emendamento bocciato dall'aula, perché abbiamo raccolto le riflessioni dell'Assessore.
L'Assessore, esprimendo il parere contrario della Giunta al primo emendamento, quello che destinava tutte le risorse all'istituto, ci ha ricordato che è auspicabile che in futuro tutte le risorse utilizzate per la promozione dei prodotti agroalimentari - mi riferisco alle risorse dell'Assessorato o alle strutture che vengono gestite dalla Regione - siano utilizzate direttamente dall'istituto. Raccogliendo le riflessioni e l'auspicio dell'Assessore, ho detto: "Benissimo. Il primo anno consegniamo 100.000 euro per avviare l'istituto. Nel 2003 destiniamo 600.000 euro e ugualmente nel 2004, che sono poca cosa per l'attività che deve svolgere l'istituto di promozione dei prodotti agroalimentari".
In questo senso, dal 2005, chiusa la fase iniziale che può durare un anno o due, questo istituto dovrebbe - io non ci credo - essere in grado di gestire questa partita così importante - come è stato detto - della promozione e della pubblicità dei prodotti agroalimentari della nostra Regione.
Se è così, credo che questo emendamento vada nella direzione auspicata dall'Assessore e, quindi, spero che la Giunta possa accoglierlo favorevolmente.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Certamente le considerazioni del Consigliere Muliere sono pertinenti.
Però faccio presente - come ho detto poc'anzi - che occorrerà quanto prima arrivare ad una rivisitazione di tutta la strategia che in questi anni si è consolidata anche attraverso determinate istituzioni: pensiamo al decollo del Distretto del Vino (Langhe, Roero e Monferrato), che ha dei compiti propri, pensiamo anche ad una serie di iniziative dirette della Regione come il Salone del Gusto o il Salone del Vino, che vedono la nostra presenza. Arrivare ad un'affermazione assoluta di questo tipo significherebbe tornare giustamente, come diceva il collega all'emendamento sull'art. 1.
Credo che dovremo porci come obiettivo quello di avere il massimo di sinergia pubblico-privato per la promozione e la valorizzazione del marketing. Non dimentichiamo che è interesse soprattutto delle imprese, dei consorzi di tutela e delle associazioni di prodotto; quindi, noi dobbiamo solamente stimolare tali iniziative.
L'idea nostra è che quanto più crescerà una strategia e un soggetto di questo tipo, tanto meglio potremo evitare dispersioni di iniziative. Per proprio perché non lo vogliamo burocratizzare, a questo punto diventa l'ente universale di tutte le iniziative pubblicitarie e di promozione, ed è proprio quello che noi non volevamo.
Certamente, noi lavoreremo per razionalizzare e concentrare tutti gli interventi, naturalmente anche in termini di costi/benefici, nel senso che bisognerà fare una valutazione sulla qualità di questa azione. Quindi concorrerà certamente a ridurre e a sfoltire il panorama dei soggetti a cui noi ci siamo rivolti, di fatto, fino ad ora e non è escluso che si possa anche pensare ad una rivisitazione complessiva di tutte le iniziative promopubblicitarie di marketing. Su questo è in corso una serie di dialoghi e coordinamenti.
Rispondendo inoltre ad alcune domande che mi sono state poste in precedenza su altri emendamenti e su altri articoli, ribadisco che non è vero che noi non ci coordiniamo. Ogni anno c'è più di una riunione tra Assessorati, ICE e Centro Estero delle Camere di Commercio. E le presenze che si disimpegnano e si garantiscono anche a livello esterno sono coordinate.
Per una serie di ragioni, ho sempre pochissime possibilità di presenziare a mercati e ad iniziative anche di promozione all'estero. Per se non c'è l'Assessore all'agricoltura, ci sarà l'Assessore al turismo o al commercio, proprio perché si lavora in squadra.
Noi abbiamo ritenuto opportuno sottolineare l'importanza dell'agroalimentare, che probabilmente nel passato è stato anche un tantino sottovalutato. Poi ha avuto questo grande risalto con la valorizzazione del Salone del Gusto e dei prodotti tipici. Oggi come oggi si tratta di razionalizzare tutti gli altri interventi, quelli che riguardano la massa delle produzioni, che magari non hanno quelle punte di visibilità che già hanno autonomamente, ma che nel complesso costituiscono il "made in Piemonte" agroalimentare.
Queste ragioni non consentono di condensare in una previsione così precisa e peraltro differita al 2005. Qui siamo addirittura ad un'epoca nella quale dovrà essere un'altra legislatura a decidere cosa dovrà fare.
Noi, però, confermiamo e assumiamo l'impegno che lavoreremo nell'utilizzazione di queste risorse in modo integrato, anche perché i prossimi saranno anni nei quali bisognerà veramente centellinare le risorse e domandarsi, a fronte di ogni spesa, quali saranno i ritorni e le priorità anche nell'ambito di queste attività.
Quindi, il parere è contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido per dichiarazione di voto.



PLACIDO Roberto

Avevo già cercato di alzare la mano inutilmente nell'intervento sull'emendamento, mi sia consentita almeno la dichiarazione di voto.
Noi abbiamo presentato questo emendamento cercando di capire le reali intenzioni della Giunta su questo disegno di legge.
Dall'intervento dell'Assessore, al di là del "no" che è stato chiaro non ho francamente compreso la motivazione. Mi sono anche distratto un attimo, quindi non vorrei che l'Assessore avesse proprio in quel momento dato un'indicazione chiara. Mi è sembrata un'interpretazione alquanto fumosa, nel senso che noi proponiamo questo emendamento per verificare se questo istituto nelle intenzioni è quello che è dichiarato. Ci sembra che così non sia, nel senso che si mette in piedi, con un provvedimento rabberciato (qualcuno - quindi riporto - l'ha definito "sgangherato"), un istituto che non affronterà le problematiche che l'Assessore diceva. E visto che si continua a citare il Salone del Gusto - l'ho già detto ieri il rischio è che avremo al primo piano la Giunta, al piano terreno l'Assessorato e nel seminterrato l'istituto, perché senz'altro anche l'istituto vorrà partecipare a quella manifestazione.
Assessore, lei giustamente dice: "Ci saranno sempre meno risorse".
Questa non è la strada per ottimizzare le risorse. Questo è, ancora una volta, un incremento di costi, una cosa in più di cui non se ne sentiva la necessità. Non riuscirà a coordinare e non avrà la forza di respingere le pressioni di istituti pubblici o privati più o meno grandi; se va bene magari potrà essere sensibile a qualcuno piuttosto che a qualcun altro, ma non avrà gli strumenti, così com'è, per realizzare veramente indagini di mercato per verificare come cambiano i consumi, quali sono le nuove tendenze, come affrontare e realizzare una seria strategia di marketing e come impostare una vera e seria campagna pubblicitaria. E l'emendamento andava in quella direzione.
Sarà un istituto che sistemerà qualcuno, ma non qualche cosa, che utilizzerà delle risorse pubbliche senza ottimizzarle, che non affronterà perché non sarà assolutamente in grado - i problemi del settore agroalimentare.
L'art. 4 parla chiaro: "La Giunta regionale può incaricare l'istituto di attività di informazione istituzionale". Quindi, al Salone del Gusto, se prima eravamo in due ragazzini - diceva una vecchia canzone - a ballare l'hully-gully, nella prossima edizione saranno almeno in tre, come all'estero.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



PLACIDO Roberto

Noi sosteniamo il Salone del Gusto.
Presidente Cattaneo, non mi formalizzo assolutamente per l'interruzione; in tal senso, non sono permaloso, anzi, spesso le interruzioni mi sono utili per poter aggiungere qualche elemento in più.
Ringrazio sempre per le interruzioni.
Ritornando alla dichiarazione di voto, questo emendamento era la cartina di tornasole, la prova del nove delle reali intenzioni di voler far funzionare questo istituto.
Con il voto contrario della Giunta che l'Assessore ha espresso, noi abbiamo capito, tramite questo emendamento, che si mette in piedi un altro carrozzone - visto come parte, mi sembra più che altro un carrettino - con dei costi però, monoguida, per una sola persona, più qualcuno occasionale a 600.000 euro dal secondo e terzo anno, che non produrrà niente di nuovo e di utile nella politica agroalimentare, ma utilizzerà risorse che potrebbero essere impiegate meglio.
Per questo motivo, invitiamo a votare "sì" al nostro emendamento.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Voglio motivare il nostro voto favorevole all'emendamento.
Come diceva il collega Placido, le interruzioni sono gradite e utili e ritengo che l'interruzione, fuori microfono, del collega Cattaneo sia stata illuminante, almeno a me ha illuminato! Il collega Cattaneo, fuori microfono, ha detto: "Ma voi con l'Arcigola?". E' forse questo il vero obiettivo del Commissario ad un istituto famigerato, quello di avere un referente istituzionale che diventa il Commissario del gusto, il Commissario dell'agroalimentare, che va a coprire uno spazio lasciato vuoto in questi anni dalle istituzioni pubbliche, dalle imprese interessate, da una certa cultura miope di alcuni settori dell'impresa piemontese, ed è stato ottimamente coperto da un privato che ha saputo costruire attorno alle risorse agroalimentari del Piemonte una propria dimensione, una propria specificità, una propria riconoscibilità in Piemonte, in Italia e in Europa? Il tentativo, quindi di creare una sigla, un istituto per non lasciare all'Arcigola, a chi in questi anni ha opportunamente e ottimamente lavorato in questo settore, una primazia che è nei fatti? Questo è un dubbio che mi viene in seguito all'interruzione del collega Cattaneo ed è una delle motivazioni che porta il Consiglio a decretare la nascita di un istituto e subito a nominare un Commissario che, come dice l'art. 4, ha anche compiti di rilievo istituzionale.
L'Assessore ci diceva che non può andare ovunque e che, pertanto, sarà il Commissario dell'istituto a rappresentare il sistema Piemonte, il sistema agroalimentare piemontese nelle riunioni pubbliche, dove presumibilmente si troverà di fianco a persone che hanno concretamente lavorato sul territorio in questi anni.
Forse anche questa è una motivazione che spinge ad avere, non solo un piccolo posto di potere, ma anche la copertura di uno spazio che nella società è stato ottimamente coperto da istituzioni private, come l'Arcigola, che hanno costruito sul loro lavoro e sulle proprie intuizioni capacità di lavoro e coordinamento e valorizzazione delle ricchezze piemontesi, una credibilità che - è facile essere profeti - nessun istituto decretato da nessuna Giunta regionale potrà, sicuramente a breve e neanche a lungo termine, acquisire come conoscenza e credibilità sul territorio nazionale e internazionale.
Forse ciò che chiede questo emendamento, di prendere sul serio quanto detto dall'Assessore, è una provocazione volta a far scoppiare le piccole contraddizioni di un piccolo provvedimento, cioè che se è vero quanto è stato detto, allora andiamo radicalmente alle conseguenze e deleghiamo interamente a questo istituto tutti i compiti che la Regione chiaramente non vuole dismettere.
Infatti, ci serve un istituto, ci serve sicuramente un Commissario, ci serve una visibilità che in qualche modo andrà a fare ombra a chi già sta lavorando sul terreno, però nessuno vuole dismettere una gestione diretta della Regione su un settore delicato.
In conclusione di questa serie di illustrazioni e di interventi sugli emendamenti, mi rendo conto che è facilissimo sparare sul pianista, quindi la premessa di ieri la ripropongo anche oggi, però ogni tanto il pianista stona e forse merita, non dico che gli si spari, ma almeno di essere colpito dalle freccette verbali dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione per alzata di mano sull'emendamento n. 5.2).
Il Consiglio non approva.
Indìco ora la votazione per appello nominale sull'art. 5 nel suo complesso.



(Il Consigliere segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 25 hanno risposto SI' 25 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ART. 6



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale sull'art. 6 nel suo complesso.



(Il Consigliere segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 25 hanno risposto SI' 25 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione dell'intero testo della legge, comunico che l'emendamento al titolo, che proponeva di sostituire la parola "istituto" con la parola "registro", è stato ritirato perché uguale ad altri emendamenti già ritirati.



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Siamo nella fase finale di votazione di un provvedimento importante perché importanti sono le premesse da cui si parte.
Riteniamo che lo strumento utilizzato per rispondere a queste premesse e a questi obiettivi sia uno strumento inadeguato, uno strumento che rischia di essere un boomerang rispetto agli obiettivi.
Mi sovvengono le motivazioni con cui ieri, non so più se il Consigliere Chiezzi o il Consigliere Contu, ha esordito nel suo intervento sull'articolato dicendo: "Non vorrei che fra qualche anno i Consiglieri Radicali siano di nuovo qui a chiedere atto, come sulla dismissione delle partecipate minori e su tutte le partecipati regionali, di un istituto che diventa una sorta di piccola partecipata regionale, una sorta di luogo di sottopotere regionale". Una partecipata regionale che parte con obiettivi e premesse, anche condivisibili, ma che diventa strumento che si autoalimenta, strumento autoreferenziale della propria esistenza, strumento per costruire attorno ad un problema vero, serio, importante, semplicemente un luogo di concertazione, di nomina e di gestione parziale dei problemi connessi al marketing dei prodotti agroalimentari.
Ho chiesto la parola perché ritengo che questo sia l'ennesimo piccolo tradimento del programma elettorale di un Gruppo che ha chiesto il voto agli elettori per fare una politica liberale, una politica priva di lacci e lacciuoli delle istituzioni burocratizzate e che avrebbe dovuto snellire e creare una maggiore sinergia tra società e Regione (Regione che avrebbe dovuto aprirsi alla società e sganciarsi dalle logiche partitocratiche). Mi sembra invece - sempre con il dubbio e la speranza di sbagliarmi - che si vada in un altro senso, nel senso tradizionale di creare luoghi di potere di gestione, ma senza individuare linee programmatiche e grandi obiettivi.
Non si chiama partecipata, non ha sigle strane (come in genere vengono sapientemente costruite le partecipate), è un Istituto del marketing.
Leggendo il nome, si nota un certo appeal, però temo che abbia gli stessi effetti, le stesse logiche e gli stessi vizi di sue strutture parallele simili ed omogenee.
E' per questo che, pur apprezzando i problemi e l'analisi da cui si parte, ma non apprezzando le risposte che ad essi vengono date, come Gruppo Radicale voteremo contro l'intero provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bolla.



BOLLA Emilio

Intervengo per dichiarare il voto favorevole del nostro Gruppo e per fare un ultimo tentativo di convincimento a chi ha espresso approfondite osservazioni in merito al disegno di legge. Vorrei cercare di convincerli dell'utilità dell'approvazione della legge e dell'istituzione di uno strumento che ritengo importante sotto molteplici aspetti.
Non voglio enfatizzare gli aspetti che ritengo positivi, dico solo che le criticità sollevate dai Consiglieri durante il dibattito hanno avuto una puntuale risposta da parte dell'Assessore Cavallera.
Questo strumento offre importanti opportunità per il marketing nel settore agroalimentare, settore su cui la Regione sta puntando molto. Molto lavoro è stato fatto in questi anni per offrire una qualità migliore delle nostre produzioni; tuttavia, credo che ci sia ancora molto da fare.
Uno degli aspetti su cui si è molto lavorato, con una carenza organizzativa e funzionale, è proprio la commercializzazione dei nostri prodotti. Non sempre, quando andiamo nei nostri mercati troviamo una percentuale elevata di produzioni del Piemonte; se invece andiamo in altre Regioni, o fuori dall'Italia, troviamo molti spazi di mercato.
Molte iniziative di questi anni sono state positive, ma la funzione di coordinamento, che si potrà svolgere con questo istituto e con questo strumento, è utile per migliorare l'aspetto fondamentale del fine posto dai produttori attraverso le produzioni di qualità: ricavare un reddito importante per chi lavora nel settore.
Non dobbiamo leggere nella legge ciò che non è scritto, dobbiamo leggere le opportunità che essa può darci. E' chiaro che per ogni legge per ogni strumento legislativo, l'applicazione è l'aspetto fondamentale quindi, come Consiglio, raccomandiamo alla Giunta di prestare la massima attenzione nel realizzare questo meccanismo, questo strumento.
Il settore agroalimentare potrà avere risultati positivi e le iniziative di coinvolgimento dei privati del settore, senza dimenticare la funzione importante della Regione, permetteranno di sviluppare l'attività dell'istituto. E' necessario porre attenzione proprio su questo aspetto.
Dobbiamo far sì che questi attori partecipino attivamente ed intervengano direttamente nella gestione di un settore, nella propria organizzazione e nel proprio coordinamento, se vogliamo raggiungere gli obiettivi posti per il settore agroalimentare, settore estremamente importante e determinante per il futuro sviluppo della nostra economia regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Devo dire al Consigliere Bolla che i dubbi iniziali si sono rafforzati durante la discussione dell'articolato. Le risposte fornite dall'Assessore non ci hanno convinto e per alcuni aspetti hanno rafforzato i nostri dubbi circa la costituzione dell'istituto.
Siamo consapevoli che oggi - come è stato ribadito dall'Assessore siamo di fronte ad un'agricoltura sempre più competitiva. Dobbiamo reggere il confronto con altri Paesi, con la globalizzazione, con tutto ciò che ne consegue, ma siamo consapevoli che lo sforzo fatto in questi anni, di puntare molto sulla qualità dei prodotti, ha dato buoni risultati. Da questo punto di vista, è stato svolto un buon lavoro dalle Organizzazioni sindacali dell'agricoltura, dall'Assessorato con altri Enti, dalle Camere di Commercio (in Piemonte come in altre Regioni), puntando molto sulla qualità.
Oggi i consumatori chiedono una garanzia, da questo punto di vista.
Siamo consapevoli che promuovere i nostri prodotti agroalimentari è una sfida importante che dobbiamo assolutamente vincere. E' l'unico modo per promuovere il nostro territorio.
Nonostante le rassicurazioni dell'Assessore, notiamo che questo coordinamento è venuto "un po' a mancare" e che i vari settori seguiti dalla Giunta regionale vanno "per loro conto". E' naturale che occorra un coordinamento generale, perché siamo consapevoli dell'utilità della promozione collettiva. Diventa sempre più difficile avere successo se si promuove un singolo prodotto. Dobbiamo "vendere" all'esterno una Regione che esprime e che può dare molto dal punto di vista turistico, della qualità, della cultura, del patrimonio architettonico e artistico. Possiamo dare molto da questo punto di vista e la promozione collettiva è l'elemento importante che ci può far vincere la sfida.
Credo, però, che a tutto ciò non risponda l'Istituto per il marketing che stiamo costituendo. I dubbi iniziali e la discussione dell'articolato non ci hanno convinto che a queste domande si risponda con la costituzione dell'istituto. Non ci convince. Non ci convincono le risposte date dall'Assessore, anche se siamo consapevoli dell'impegno che l'Assessore ha riversato in questi settori, insieme ad associazioni agricole, ai consorzi di tutela, perché riteniamo che vadano utilizzate meglio le risorse a nostra disposizione; probabilmente, bisogna spendere di più in questo campo se vogliamo ottenere dei risultati.
Ho riletto quanto è stato detto nella consultazione, ed è chiaro che di fronte ad una proposta di questo tipo, molti hanno detto: "Bene, c'è bisogno di un coordinamento e forse l'istituto può dare queste risposte" ma forse sarebbe stato opportuno, trattandosi di materia delicata, fare un lavoro preliminare, partendo da una convinzione supportata da risorse, non solo dall'assenso alla costituzione dell'istituto. Ecco perché il coordinamento e l'impegno di risorse potevano essere oggi assicurate dalla Giunta, dalla Regione, ossia da quell'autorevolezza politica data da un ruolo importante (come ha la Regione), che forse l'istituto non potrà e non avrà, per raccogliere e coordinare tutte quelle Associazioni e quegli Enti che potranno contribuire a promuovere i nostri prodotti agroalimentari.
Per tutte queste ragioni, annuncio il voto contrario del nostro Gruppo al provvedimento in discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi che si differenzia dal voto del suo Gruppo.



BURZI Angelo

La differenziazione è l'esito tecnico del Regolamento che, altrimenti mi impedirebbe di intervenire. Non parteciperò al voto per rispettare la forma del Regolamento.
Ci tenevo a intervenire perché, a fine di questo dibattito di un giorno e mezzo, che ho seguito con molto interesse, credo che ci siano nell'ambito della positività, che mi pare sia stata riassunta più che ottimamente dal collega relatore, due riflessioni che volentieri conservo all'Assessore Cavallera, che, per esperienza, non soltanto di questa legislatura e di questa delega, credo che ben potrà farne tesoro nella rimanente parte della legislatura.
Nei primi interventi fatti dall'opposizione - ho sempre detto che i Consiglieri di maggioranza hanno altre modalità, se lo ritengono, non escludendo quella dell'aula, per interloquire con la propria maggioranza e con la propria Giunta - scelgo quelli dei colleghi del Gruppo Radicale, non volendo escludere altri interventi che sulla stessa trafila si sono orientati, si è posto un tema che è oggettivo.
Questa Regione, non soltanto in questa legislatura, non ha univocità di comportamento nella promozione di se stessa. E' un tema che è stato toccato anche nella precedente legislatura, senza inutili ipocrisie, è evidente.
Chi conosce anche superficialmente gli equilibri di una Giunta, non di questa Giunta, delle Direzioni regionali, non soltanto di quelle attuali ma di quelle che prima erano Settori e oggi sono diventati (ex legge n. 51) Direzioni regionali, si rende ben conto che dare univocità di comportamenti alla promozione di questa Regione di se stessa è il tema di cui abbiamo parlato, ed è certamente un tema fondamentale nel mondo della promozione, è un obiettivo da porsi, ma non facile da realizzarsi. Ritengo che sia un obiettivo importante per la Regione e per la politica e, quindi, per l'alleanza all'interno della quale io milito.
E' evidente che cercare di migliorare lo stato non sempre ottimale dell'univocità di comportamenti non tanto in sede politica, ma in sede applicativa, quindi non tanto in sede di delibere di Giunta o di indirizzi di legge, ma nell'applicazione delle stesse - e dire che questa applicazione è univoca sarebbe certamente un atto di ipocrisia - è un miglioramento che credo debba interessare tutti e, in tal senso, il primo attore non può che essere la Giunta, e - ripeto - l'Assessore Cavallera credo abbia, per esperienze personali in più legislature e in più deleghe un utile serbatoio a cui attingere. Come diceva giustamente l'amico Bolla non andiamo a leggere cose che non ci sono all'interno di una legge.
Non vorrei citare qualcuno che mi ha preceduto dicendo che chi ha il sospetto ha il difetto, perché questo tema verrà ripreso in altri interventi e, sicuramente, non mancherà l'occasione in quest'aula, ma è altrettanto certo che non tutti gli enti, che, per leggi nazionali o per leggi regionali, sono nati nel corso di questa legislatura, dalla precedente e - perché no! - anche di quella precedente ancora e, quindi cerco di accomunare il Consiglio regionale, le Giunte della Regione Piemonte in un'attività non sempre perfetta, non sempre hanno dato gli esiti che le leggi si sono poste.
Questo è un invito chiaramente politico; d'altronde, era parte del lavoro che svolgevo all'interno della Giunta e continuo a svolgere semplicemente con altra modalità.
Noi apparteniamo a una maggioranza che ha fatto della delegificazione della semplificazione, della sburocratizzazione, della riduzione dello spazio del pubblico a vantaggio del privato, ove ciò sia possibile e non contrasti con la filosofia del pubblico, motivo fondamentale per cui siamo stati eletti. Non sempre questo finora è avvenuto. Non è oggetto di critica, perché soltanto chi non ha provato a fare non può capire le difficoltà del tradurre i pensieri in opera, ciò non di meno credo si possa fare meglio o si debba perlomeno provarci.
Voglio fare alcune riflessioni su enti che non sempre rispondono alle direttive per le quali sono nati e inutilmente prolificano funzioni e persone, disperdendo risorse, che va bene farlo nei giorni in cui la Finanziaria della Regione è stata approvata - sarà oggetto di discussione quanto prima in Commissione e anche in quest'aula - ma mi pare che il patrimonio comune di tutte le forze politiche che in questo momento governano il Paese, a qualunque livello, sia la convinzione che le risorse non sono sufficienti. La dispersione delle risorse è peccato grave per una parte politica. I peccati gravi vanno ad essere ridotti, quanto prima, in peccati veniali, ove è possibile, onde poi, l'unico ad averne diritto l'elettore, non ci ricordi che chi ha peccato non sempre viene assolto.
L'ultimo passaggio che volevo fare riguarda specificamente il settore dell'agricoltura, che è stato oggetto di quest'ultimo provvedimento di legge. Personalmente, lo considero il settore strategico in questo momento in Piemonte.
Credo che ci siano degli enormi spazi che debbono, non possono, essere occupati da iniziative di investimenti, possibilmente non di spesa, ma, con questo convincimento personale, spero di riuscire a tradurre in azione contributiva, visto che la Finanziaria e il bilancio sono imminenti.
Mi scuso con l'Assessore per essere obbligato a non partecipare in sede tecnica e ringrazio i colleghi per l'attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Speravo che lei, Assessore, accogliesse l'emendamento con cui si proponeva di stabilire un tetto nelle spese di gestione dell'Istituto per il marketing, perché per me aveva una certa importanza come principio nella stesura di questa legge. La giustificazione che lei ha dato non è sicuramente, per quanto mi riguarda, quella giusta. Invece convince sempre di più il sospetto che si sia voluto creare il solito carrozzone - come è stato più volte evidenziato - in cui il Commissario o chi per lui ha la mano libera di spendere e di usare questa spesa per fini clientelari a seconda delle circostanze e delle stagioni politiche. Già è nato con qualche peccato originale di forzatura dal momento che, come è stato dimostrato, molti dei suoi compiti sono già svolti da altri enti esistenti.
Questi paletti che non ha voluto introdurre avvalorano sempre di più questa ipotesi.
Bene ha detto il collega Burzi denunciando la non univocità di dettame della Giunta, specie in questo campo. Il collega Placido parlava di carrozzino. Caro collega, non sottovaluterei molto la divina provvidenza le cui strade sono infinite, perché, strada facendo, si iperatrofizzerà al punto da diventare un bel carrozzone.
Vorrei non nominare quello che ha detto il Consigliere Mellano, il quale ha affermato che questo istituto non si pone grandi obiettivi, ma è una chiara operazione di potere. Per questi motivi, esprimo il mio voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marco Botta.



BOTTA Marco

Presidente e colleghi, intervengo per esprimere l'intenzione di voto del mio Gruppo, che sarà sicuramente favorevole.
Qualche ora di dibattito è servita, a mio giudizio, per specificare e approfondire il valore di questo provvedimento, sulla cui importanza mi sembra siamo tutti d'accordo, anche se, poi, evidentemente, lo vediamo da angolazioni diverse.
Non posso concordare, in particolare, con i toni tristi e lugubri dell'ultimo intervento del collega Caracciolo, perché qui non c'è la volontà, né da parte della Giunta né da parte della maggioranza, di creare carrozzoni o carrozzini, né di svolgere con questo istituto un ulteriore momento di spartizione di poteri. C'è la piena consapevolezza della necessità di creare una struttura snella ed agile in un campo strategico fondamentale come quello del marketing dell'agroalimentare piemontese.
Questa struttura oggi non c'era. C'era, invece, una debolezza delle strutture esistenti, c'era una lacuna che viene riconosciuta, e questo è motivo di merito. Oggi noi diamo una risposta a questo momento di difficoltà.
Non c'è alcuna contraddittorietà rispetto al programma elettorale, noi non creiamo una struttura pubblica che va ad aumentare burocrazia o sprechi di denaro. Noi creiamo una struttura dove chiaramente la Regione avrà un ruolo di coordinamento, ma una struttura soprattutto partecipata e fatta dai privati, dalle associazioni di categoria, dalle organizzazioni che si occupano di promuovere i prodotti dell'agroalimentare: sarà loro merito e loro dovere capire se questa struttura poi decollerà. La Regione svolgerà questa opera di coordinamento, che è un'opera importante soprattutto nel campo dell'agroalimentare.
Noi oggi viviamo in una regione che è agli onori delle cronache dei giornali nazionali e internazionali per alcuni eventi legati all'agroalimentare. Più volte abbiamo assistito, qui oggi e in questi due giorni, all'evocazione del Salone del Gusto. Certo, è un grande momento internazionale, perché, con la partecipazione e con la diffusione delle condotte di Slow Food in tutto il mondo, il Salone del Gusto diventa la massima espressione di un certo modo di intendere l'agroalimentare a livello mondiale, dovuto, ricordiamolo sempre - ed è giusto che la Giunta il Presidente Ghigo e anche la maggioranza lo rivendichino - ad un'intuizione assolutamente brillante e originale, che ha posto il Piemonte nella condizione di poter ospitare questo grande evento.
Noi, però, non possiamo fermarci soltanto a gloriarci di questo successo. La nostra Regione ha la necessità, proprio perché ospitiamo questa grande manifestazione, come ospitiamo il Salone del Vino, che non ha ancora raggiunto quei livelli, ma sicuramente crescerà, e proprio perché il Piemonte sta diventando luogo ospitante di manifestazioni di tale livello di fare uno sforzo maggiore per promuovere i propri prodotti di gastronomia che, essendo prodotti di così alta fascia, possono ben costituire l'immagine e il biglietto da visita del nostro territorio. Sarebbe un delitto non cercare di unire tutti i soggetti che già oggi svolgono questo lavoro, dando quel coordinamento che è assolutamente necessario, e investire le risorse che si riterrà opportuno investire, anche in virt degli obiettivi che ci si vorrà porre.
Quindi, è un atteggiamento assolutamente positivo e un'aspettativa positiva rispetto a questa legge che andremo tra poco a votare, ma anche la chiara presa in considerazione del fatto che la legge decollerà non solo in virtù dell'impegno della Regione Piemonte, ma, soprattutto, grazie all'impegno degli altri soggetti che verranno chiamati a riempirla di contenuti, di programmi e di realizzazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente e signori colleghi, ci accingiamo a votare il disegno di legge n. 376 "Istituto per il marketing dei prodotti agroalimentari del Piemonte", che ritengo essere utile per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità. Il Piemonte dispone di un numero elevato di prodotti di qualità e, quindi, è fondamentale per conoscere sempre più e sempre meglio le specialità agroalimentari e i prodotti della nostra terra dando una politica incisiva di stimolo della domanda dei prodotti in questione. Questo non solo perché riteniamo doveroso conservare e diffondere i sapori e gli odori del Piemonte, ma perché vogliamo che siano esaltate le loro qualità intrinseche e il loro legame con la nostra storia e la nostra cultura.
Sono fortemente convinto che questi valori rappresentano la nostra forza, la scelta vincente nella difesa e nella valorizzazione dell'identità piemontese, anche in campo agroalimentare, nel momento in cui la globalizzazione rischia seriamente di portare all'omologazione delle culture.
Il presente disegno di legge si propone però di promuovere la costituzione dell'Istituto per il marketing dei prodotti agroalimentari piemontesi, ma io non sono d'accordo in quanto costituirebbe un ulteriore aggravio di spesa a carico della Regione Piemonte.
Ritengo che l'istituto possa anche essere costituito, ma per la Regione Piemonte deve risultare un costo zero, considerando che gli stessi prodotti danno luogo ad un altissimo fatturato e che il costo a carico dei produttori, dei consorzi e delle società risulterebbe effettivamente irrisorio.
Questa era un'occasione che la maggioranza doveva evidenziare: quando si può, si deve far spendere meno a questa istituzione, invece creiamo sempre le condizioni per aggravare il bilancio della nostra Regione, che in questo momento non ha bisogno di ulteriori spese.
Per questo motivo, voteremo in modo contrario.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Mi rivolgo all'Assessore Cavallera, Consigliere Bolla, perché credo che sia lecito aspettarsi nei prossimi giorni, prima in III Commissione e poi in aula, una proposta dell'Assessore Pichetto, che potrebbe avere per oggetto: "Istituto per il marketing del prodotto automobile FIAT nel mondo".



CONTU Mario

BOTTA Marco (fuori microfono)



CONTU Mario

Non in III Commissione, semmai in VII Commissione.



CONTU Mario

In VII Commissione.
Io, però, Assessore, ho pensato che alla presidenza di una Commissione come questa, di un istituto come questo, potremmo richiedere un autorevole intervento, anche perché disoccupato, di Cantarella, che potrebbe prestare la propria immagine...



PRESIDENTE

Collega Contu, si attenga cortesemente alla dichiarazione di voto perché sta divagando. Abbia pazienza, faccia la dichiarazione di voto sul provvedimento!



CONTU Mario

Ho usato questo esempio, Presidente, per sottolineare all'aula un problema.
Come è meglio specificato nella legge che ci apprestiamo a votare, e come è già stato detto da molti colleghi, è evidente che questo istituto anziché perseguire quegli scopi, pur nobili nelle intenzioni, che esprimeva l'Assessore Burzi, che oggi come Consigliere semplice, prende le distanze da questo provvedimento...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Burzi)



CONTU Mario

Era l'unico modo per parlare, era un escamotage! Nel suo intervento, però, ha tradito un pezzo di verità, perché ha denunciato un fatto: c'è bisogno di organismi come questi, pur condividendo la filosofia di fondo che dovrebbe portare ad alleggerire la macchina amministrativa della Regione Piemonte? E' proprio questo lo strumento? Nel disposto di legge non si escludono gli ulteriori interventi dell'Assessorato, e stiamo parlando di prodotti che hanno già una rete commerciale che non è quella FIAT, che ha fallito nella promozione del prodotto, e lo dice un autorevole esponente come Boschetti.
Stiamo parlando di prodotti che, attraverso fiere, fierucole e iniziative a livello locale, godono già di veicoli promozionali notevoli.
Parliamo delle Camere di Commercio, di tutta una rete di interventi che già contribuiscono a valorizzare il prodotto Piemonte nel campo agroalimentare.
E' questa l'accusa che formuliamo, Assessore. Oggi costruiamo un carrozzone, con tutti gli annessi e connessi della costituzione di tante istituzioni, con tutto quello che comporta; ci sarà da ridere quando il Commissario indicherà la forma giuridica e statutaria sulla quale, in termini di proposta, dovrà marciare questa istituzione e la proporrà al voto dell'aula, dove i rappresentanti di un eventuale Consiglio di Amministrazione saranno pure espressi dalle forze politiche. Continuiamo con i soliti carrozzoni che appesantiscono e non snelliscono la macchina burocratica.
C'è, quindi, un appesantimento di tipo economico, un ruolo di coordinamento assolutamente resistente, che va a sovrapporsi ad iniziative autonome di varie associazioni (Camere di Commercio e altro). Non esclude e non limita l'intervento diretto dell'Assessorato a sostegno di quell'iniziativa promozionale, mentre oggi, con questo atto, la Regione rinuncia a quel ruolo di regia che poteva continuamente ed egregiamente continuare a svolgere, cercando di rendere compatibile con le norme comunitarie del sostegno, in relazione a questi tipi di interventi, anche l'appropriazione che poteva essere di raccordo e di promozione.
Per queste ragioni, anche il nostro Gruppo esprime voto contrario al provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Nel corso della discussione è emersa l'importanza della filiera alimentare, dei distretti che si caratterizzano sempre in modo molto più marcato e forte (pensiamo alle Langhe, al Roero, al Monferrato, ma anche ad aree più piccole, che incominciano ad avere una caratterizzazione e un'eco che sovrasta la nostra dimensione regionale).
E' un punto di iniziativa e di attacco importante per il Piemonte, sul quale bisogna impegnarsi, anche se non lo sovrastimerei in termini di incidenza nel PIL regionale.
Molto spesso ci attardiamo in analisi che non tengono conto del fatto che pezzi di deindustrializzazione sono ferite che non possono essere sanate anche se ci fosse una moltiplicazione per dieci della potenza economica che possono dispiegare questi settori.
Tuttavia, questi, come altri, non sono più interstiziali e sono settori importanti d'azione.
Ritengo che questa iniziativa sia un'occasione mancata, perché è qualcosa a metà strada rispetto a un tavolo di concertazione, che oggi cerca di evitare questa grande proliferazione di iniziative e di promozione o di difesa del proprio piccolo ambito.
Questo è un limite, perché, al di là di una certa soglia, non basta più questo tipo di azione, quindi occorre un coordinamento, sul quale la Regione giochi un proprio ruolo da subito e in prospettiva e ne dia qualche indirizzo di fondo.
C'è un Assessore regionale che in genere, in Commissione, dice: "Se ci caccio io i soldi" - detto in modo un po' più volgare di ciò che lui esprime - "ci voglio stare dentro".
Visto che i soldi "ce li cacciamo" e che non è un'iniziativa nella quale diamo una semplice benedizione formale, è chiaro che si viene meno Assessore Cavallera - alla possibilità di dare un segno e un indirizzo.
Il termine "marketing", poi, evoca una funzione molto più ampia e complessa: è programmazione degli interventi, è analisi del mercato, è studio delle modalità di promozione, è campagna pubblicitaria. E' pertanto, una questione complessa.
Sono competenze che non si possono avere se non si crea una struttura molto pesante e complessa, e non mi pare che questa sia la strada intrapresa. Non credo che lei voglia resuscitare una specie di ESAP o qualcosa del genere! Ma se non è così, questa struttura sarà una struttura virtuale che darà all'esterno delle commesse di attività e di ricerca.
Ovviamente, non mi scandalizza che si diano questi compiti all'esterno anzi, se vogliamo esaltare il terziario avanzato, ci sono molte funzioni che possono essere presenti nella nostra realtà regionale.
Non si vada poi a "pescare" alla Bocconi; so che alcuni Amministratori quando hanno un'esigenza, non si rivolgono alle due Università piemontesi ma vanno alla solita Bocconi, con la quale - ho studiato alla Facoltà di Economia e Commercio di Torino - c'è un po' di antagonismo.
Ho il timore che nell'operazione delle commesse da assegnare all'esterno ci sia l'incapacità di considerare quella domanda che si sprigiona da questo tipo di attività e che si ripercuote sul terziario.
Credo sia un'occasione mancata - questa - certamente tentata (non metto in dubbio la volontà dell'Assessore).
Si poteva fare di più e meglio: di più, perché in questo modo diventa una cosa che cerca di mettere insieme, cerca di concertare; di meglio perché poteva essere un luogo dove la Regione, senza porsi in modo asfissiante, poteva dare i propri grandi indirizzi.
Per questa ragione, voto contro il provvedimento in esame.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo della legge.



(Il Consigliere segretario Botta Marco effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: Presenti 37 Consiglieri Votanti 36 Consiglieri Hanno risposto SI' 26 Consiglieri Si sono astenuti 10 Consiglieri Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Proseguimento esame disegno di legge n. 334: "Autorizzazione alla dismissione di partecipazioni minoritarie regionali in società per azioni" (rinvio)


PRESIDENTE

Prima di aggiornare la seduta alle ore 15.00 (nel frattempo, cercheremo di riparare il sistema di votazione), comunico che il punto 8) all'o.d.g.
che prevede il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 334, è rinviato in quanto non è presente l'Assessore Pichetto.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame disegno di legge n. 118: "Sottoscrizione del quarto aumento di capitale della società MIAC S.p.A." (rinvio)


PRESIDENTE

Comunico altresì che il punto 9) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 118, è rinviato perché non è presente l'Assessore Pichetto.


Argomento: Variazioni di bilancio - Acque minerali e termali - Norme generali sui trasporti

Esame disegno di legge n. 210: "Modificazioni alla legge regionale 6 dicembre 1999, n. 31 (Prima variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1999 nonché disposizioni finanziarie per gli anni 2000 e 2001 e approvazione delle schede Fondo Investimenti Piemonte - FIP). Adeguamento schede Termalismo e Trasporti 2" (rinvio)


PRESIDENTE

Lo stesso dicasi per il punto 10) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 210, in quanto l'Assessore Ferrero è in congedo.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 139: "Convalida della DGR n. 1-447 del 13 luglio 2000 (Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2000 mediante prelievo dal fondo di riserva per le spese impreviste". Esame proposta di deliberazione n. 205: "Primo prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001 al fine di consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui" (provvedimenti superati)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda i punti 11) e 12) all'o.d.g., Consigliere Gallarini, diamo atto che i provvedimenti sono superati perché si propone una variazione del bilancio 2000 confluita nel conto del bilancio del rendiconto dell'anno di riferimento.
L'esame del disegno di legge n. 139: "Convalida della DGR n. 1-447 del 13 luglio 2000 (Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2000 mediante prelievo dal fondo di riserva per le spese impreviste)" si ritiene superato in quanto la nuova legge di contabilità regionale n. 7 del 2001 all'art. 19 prevede l'iscrizione nel bilancio regionale del fondo di riserva per le spese impreviste.
Da questo fondo sono prelevate le somme occorrenti per provvedere alle eventuali deficienze delle assegnazioni di bilancio per spese che non hanno natura obbligatoria, che non sono prevedibili al momento dell'approvazione del bilancio o dell'assestamento, ma che hanno carattere di assoluta necessità nell'ambito delle funzioni regionali e che non impegnano, in alcun modo, i bilanci futuri.
Per tale prelievo, la nuova legge di contabilità prevede una determinata forma: la deliberazione della Giunta che autorizza il prelievo l'iscrizione negli stanziamenti nell'UPB di competenza ed entro 30 giorni la presentazione al Consiglio regionale della proposta di convalida che avviene con deliberazione del Consiglio stesso.
Il provvedimento in questione tratta la convalida della deliberazione di Giunta formalizzata con legge regionale secondo l'art. 39 della vecchia legge regionale di contabilità n. 55 del 1981, ora abrogata.
Tale provvedimento è da ritenersi superato in quanto propone una variazione al bilancio 2000, confluita nel conto del bilancio del rendiconto dell'anno di riferimento, documento che, secondo la nuova legge regionale di contabilità, dimostra le risultanze della gestione delle entrate e delle spese secondo la struttura del bilancio di previsione.
La proposta di deliberazione n. 205: "Primo prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001 al fine di consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui" è da ritenersi superata in quanto la nuova legge di contabilità regionale n. 7 del 2001 all'art. 20 prevede l'iscrizione nel bilancio regionale del fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa.
Da questo fondo sono prelevate le somme occorrenti per provvedere ai pagamenti da eseguire, nel corso dell'esercizio finanziario, in eccedenza agli stanziamenti previsti.
La forma indicata dalla nuova legge di contabilità regionale consta nella deliberazione della Giunta che autorizza il prelievo e la destinazione ad integrazione delle dotazioni delle UPB della spesa.
Il provvedimento in questione, quale primo prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, al fine di consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui, è da ritenere superato in quanto propone una variazione al bilancio 2000, confluita nel conto del bilancio del rendiconto dell'anno di riferimento, documento che, secondo la nuova legge regionale di contabilità, dimostra le risultanze della gestione delle entrate e delle spese secondo la struttura del bilancio di previsione.
Diamo atto, quindi, che questi due provvedimenti sono da ritenersi superati e assorbiti dal rendiconto.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Comunico all'aula che la seduta di oggi pomeriggio riprenderà alle ore 15.00 con l'esame della proposta di deliberazione n. 364, relativa al Piano degli investimenti sulla rete stradale trasferita ai sensi dell'art. 101 della legge regionale n. 44/00.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Mellano ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Approfitto di un intervento sull'ordine dei lavori per segnalare un problema.
In I Commissione Bilancio, quando è stato esaminato il punto 17) all'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 365 "Bilancio del Consiglio regionale", avevo formulato una richiesta trascritta e trasmessa ai competenti uffici, a nome del Gruppo Radicale, ma sottoscritta anche dal Consigliere Tapparo e da altri Consiglieri, per acquisire documentazione relativa alle spese delle Consulte e dei Comitati.
Questo è, per quanto mi riguarda, pregiudiziale a qualsiasi esame d'aula di quel provvedimento.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.49)



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