Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.267 del 12/11/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 16.01 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.30)



(La seduta ha inizio alle ore 16.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Bolla, Burzi, Galasso Ghigo, Marcenaro, Marengo, Pedrale, Pichetto, Racchelli e Rossi Giacomo.


Argomento: Informazione - Formazione professionale

Sull'ordine dei lavori in merito al ritorno in Commissione della proposta di legge n. 230


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, mi permetto di segnalarle che dopo essere rimasto per molti mesi in Aula un provvedimento che avevo presentato a suo tempo, oggi ho notato che nella Commissione di merito un analogo provvedimento presentato molto più recentemente va in discussione.
Pertanto, chiedo l'atto formale suo e dell'Aula per un ritorno alla Commissione di merito della proposta di legge n. 230, di cui sono firmatario: "Iniziative per la diffusione della cultura e della capacità operative per il migliore utilizzo delle reti di telecomunicazioni e dei connessi servizi".
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Tapparo.
Il provvedimento è quello che lei ha richiamato, il pdl n. 230. So che la Commissione ha previsto una riunione venerdì per la discussione del provvedimento avente la stessa materia.
Se l'Aula acconsente, lo rinviamo in Commissione e lo trasmetto subito alla Commissione per la seduta di venerdì.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 605 "Salviamo Amina Lawal dalla lapidazione" esame ordine del giorno n. 651 "Condanna a morte del professor Hashem Aghajari"


PRESIDENTE

Procediamo ora con l'esame dell'ordine del giorno n. 605 "Salviamo Amina Lawal dalla lapidazione" presentato dai Consiglieri Caracciolo Cattaneo, Contu, Galasso, Marcenaro, Palma, Di Benedetto e Godio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Nella mattina di oggi, grosso modo lo stesso numero di Consiglieri ha presentato un ordine del giorno su un caso sostanzialmente analogo, che riguarda la situazione iraniana.
Pertanto, chiederei di associare i due ordini del giorno facendo un'unica discussione e procedendo contestualmente alla votazione di entrambi gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Sì, certo. L'ordine del giorno di cui ha parlato il Consigliere Palma è il n. 651 "Condanna a morte del professor Hashem Aghajari" presentato dai Consiglieri Caracciolo, Giordano, Deorsola, Di Benedetto, Tomatis, Suino Manica, Tapparo, Ronzani, Gallarini, Cattaneo, Muliere, Bussola, Contu D'Ambrosio, Bolla, Riba, Caramella, D'Onofrio, Pedrale, Burzi, Palma Mellano, Valvo, Manolino, Chiezzi.
Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 605 e n. 651.
Do lettura dell'ordine del giorno n. 651 presentato questa mattina: "Il Consiglio Regionale premesso che l'intellettuale riformista iraniano, Hashem Aghajari, docente di storia all'università di Teheran è stato condannato a morte, nel suo Paese, per aver auspicato, in un intervento pubblico, una riforma dell'Islam sciita simile a quella protestante nel cristianesimo la grande maggioranza dei parlamentari iraniani ha sostenuto la dura condanna della sentenza capitale venuta dal presidente del Parlamento Iraniano che l'ha definita "una odiosa e vergognosa sentenza" questa grave decisione decretata dalla magistratura iraniana sembrerebbe essere frutto del pesante scontro politico, tra conservatori e riformisti che attualmente sta caratterizzando l'Iran impegna il Presidente della Giunta a sostenere unitamente alle altre Regioni l'appello votato all'unanimità alla Camera dei Deputati.
invita il Presidente della Commissione Europea ad intervenire con fermezza e determinazione sulle Autorità competenti affinché questa sentenza non si applichi".
Do lettura dell'ordine del giorno n. 605: "Il Consiglio Regionale preso atto che una giovane donna, Amina Lawal, di nazionalità nigeriana è stata condannata a morte con lapidazione nel suo paese da un tribunale islamico per aver concepito una figlia al di fuori del matrimonio. L'uomo con cui ha avuto la figlia non è stato più disponibile a sposarla e non ha riconosciuto la bambina considerato che la Sharia prevede, per le donne "colpevoli" di adulterio la lapidazione, Amina sarà sepolta fino al collo e colpita da pietre abbastanza piccole fino alla morte impegna il Presidente della Giunta a farsi promotore nei confronti delle altre Regioni di un appello "Salviamo Amina Lawal" invita l'Ambasciatore di Nigeria in Italia, il Governo Italiano, il Presidente della Commissione Europea ad intervenire con fermezza e determinazione sulle Autorità competenti affinché la condanna inflitta ad Amina Lawal venga definitivamente cancellata".
Su questi due ordini del giorno mi pare ci sia una convergenza assoluta di tutte le forze politiche.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 605.
Il Consiglio, all'unanimità, approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 651.
Il Consiglio, all'unanimità, approva.


Argomento: Commercio

Esame ordine del giorno n. 612 "Salvaguardia dei consumatori e tutela dei minori dalla pericolosità dei videogiochi atti a promuovere la violenza"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 612 presentato dai Consiglieri Caracciolo, Costa R,. Godio, Mercurio, Gallarini, Deorsola, Dutto, Bolla Chiezzi, Saitta, Tomatis, Scanderebech, Bussola, Galasso, Suino, Manica e Angeleri.
Il Consigliere Caracciolo è il primo firmatario, pertanto, se vuole può illustrarlo.Si tratta di una materia di assoluta attualità, sulla quale ho raccolto l'unanimità, perché anche l'Osservatorio sull'usura ha evidenziato, in tutti gli incontri che si sono tenuti, quanto è scritto nell'ordine del giorno.
Prego, Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Grazie, Presidente. La notizia dell'immissione sul mercato di un videogioco, che simula con grande realismo e senso della partecipazione le guerre di mafia della Chicago degli anni Venti, non può lasciare indifferente chi riveste un ruolo pubblico e, a maggior ragione, quando le vittime di un commercio spregiudicato sono i giovani e i giovanissimi.
Si tratta di un gioco atto a promuovere la specializzazione dell'utente in attività delittuose e criminali; nel caso specifico, omicidi, minacce regolamenti di conti, vendette trasversali e racket.
Gli esperti dell'età evolutiva - e io condivido pienamente il giudizio espresso - valutano questi giochi assolutamente diseducativi, da un punto di vista pedagogico, e pericolosi per l'equilibrio psico-sociale soprattutto per i minori, in quanto inducono sintomatologie di tipo aggressivo ed ansioso.
Non è da sottovalutare, inoltre, la negatività dei valori eticamente inaccettabili che questi giochi sviluppano.
Sono queste le ragioni che mi hanno spinto a sottoporre all'attenzione dell'Aula una questione che ritengo di rilevanza sociale e rispetto alla quale l'impegno che il Consiglio tutto deve chiedere al Presidente della Giunta è di prendere ogni efficace iniziativa, anche nei confronti del Governo, atta a stimolare la consapevolezza dei fruitori di questo particolare tipo di prodotto e delle rispettive famiglie.
L'ordine del giorno chiede anche maggiore vigilanza, al fine di tutelare quella fascia di adolescenti considerati a rischio.
Gli strumenti che ritengo possano essere adottati anche nel rispetto della libera scelta da parte del cittadino utente, sono indicati nella seconda parte dell'ordine del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Caracciolo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 612 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale appresa la notizia dell'imminente arrivo sul mercato italiano dell'ennesimo videogioco, dal nome inglese "Mafia: the city of lost haven", atto a promuovere la specializzazione dell'utente in attività delittuose e criminali, nel caso specifico: omicidi, minacce, regolamenti di conti vendette trasversali, racket considerato che questi giochi sono stati valutati dagli esperti dell'età evolutiva come assolutamente diseducativi da un punto di vista pedagogico pericolosi per l'equilibrio psico-sociale soprattutto per i minori in quanto tesi a sviluppare sintomatologie di tipo aggressivo ed ansioso considerata la negatività dei valori inaccettabili eticamente che questo tipo di giochi sviluppano considerato che il suddetto gioco, come tanti altri dello stesso genere sono tutti facilmente reperibili e disponibili presso locali pubblici abitualmente frequentati anche da minori impegna il Presidente della Giunta a intraprendere ogni iniziativa volta a salvaguardare il diritto alla consapevolezza dei consumatori-utenti e delle rispettive famiglie a sollecitare il Governo affinché istituisca una commissione di esperti e specialisti dell'età evolutiva che esamini i videogame sulla base del loro valore emozionale ed educativo prima dell'immissione in commercio, con particolare attenzione verso quei giochi che saranno presenti nei locali pubblici a normare l'obbligatorietà di una comunicazione su una etichetta ben visibile che faccia riferimento al parere degli esperti circa la dannosità del gioco." Il Consiglio, all'unanimità, approva.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Sull'ordine dei lavori in merito alla riformulazione dell'ordine del giorno n. 647 (rinvio)


PRESIDENTE

Prima di riprendere l'esame del disegno di legge 332, vorrei trattare un'altra questione.
E' giunto alla Presidenza un ordine del giorno, a firma dei Consiglieri Deorsola, Dutto, Costa Rosa Anna, Angeleri, Galasso, Mercurio Scanderebech, Cattaneo, Tomatis, Di Benedetto, Contu, Moriconi, Vaglio Caracciolo e Giordano, che vi leggo: "Il Consiglio regionale Preso atto dei tragici fatti capitati nel Molise, che, oltre a causare numerosissime vittime innocenti, hanno evidenziato ancora una volta una situazione di disordine, rispetto alle condizioni d'illegittimità edilizia strutturale e statico-manutentiva degli impianti e degli edifici pubblici Considerato che presso la Commissione consiliare giace la proposta di legge n. 140, dal titolo "Istituzione del libretto della casa e dell'anagrafe funzionale dei fabbricati", presentata dai Consiglieri Sergio Deorsola e Rosa Anna Costa Ritenuto opportuno che, a partire dagli edifici pubblici venga istituita a scopo preventivo l'anagrafe funzionale dei fabbricati Impegna la Commissione competente a licenziare la proposta di legge n. 140 opportunamente modificata e limitata agli edifici pubblici, entro il 30 novembre p.v., in modo che possa essere approvata dall'Aula entro il corrente anno".
Colleghi, ho ricevuto tale documento, ma, dopo averlo letto, devo riconoscere che è un po' inusuale. Magari lo possiamo riformulare.
Se lo vogliamo riformulare prima della fine della seduta, non ho difficoltà a farlo.
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Come Presidente della II Commissione, posso impegnarmi a inserire all'o.d.g. e mettere in discussione l'argomento; a licenziarlo non può impegnarsi nessuno, perché dipende dalla Commissione.



PRESIDENTE

Consigliere Dutto e Consigliere Deorsola, quest'ordine del giorno richiederebbe un dibattito anticipato su un provvedimento.
Se l'impegno del Presidente Dutto viene accolto, esauriamo la questione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Non voglio far perdere ulteriore tempo. Possiamo togliere il limite temporale, cioè dire: "quanto prima".



PRESIDENTE

Consigliere Deorsola, pensavo che questo fosse un ordine del giorno completamente condiviso. Le chiedo, quindi, la gentilezza di accogliere l'invito del Presidente Dutto, oppure di riformularlo, consultando eventualmente gli altri Capigruppo, per poterlo iscrivere con la procedura...



DEORSOLA Sergio

Lo riformulo, sentendo anche altri Gruppi.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Deorsola.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Proseguimento esame disegno di legge n. 332: "Ampliamento delle attività dell'ARPA a seguito del d.lgs. 300/1999. Modifiche ed integrazioni alla l.r. 60/1995"


PRESIDENTE

Passiamo al proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 332.
Emendamento aggiuntivo 13.1) presentato dai Consiglieri Cattaneo, Galasso Brigandì, Deorsola e Angeleri: "Art. 13 (Disposizioni finali) Le aree funzionali di cui all'art. 6, comma 1, non possono essere previste in numero superiore a quattro.
I compensi del Direttore Generale dell'ARPA sono parametrati a quelli dei Direttori Generali delle ASL/ASO e dei Direttori Regionali".
Subemendamento aggiuntivo 13.1.1) presentato dai Consiglieri Placido Suino, Riggio e Ronzani: "Per l'individuazione del Direttore Generale e dei quattro Responsabili delle Aree Funzionali, si procederà mediante concorso pubblico".
Ho valutato quest'ultimo emendamento e classificato come subemendamento aggiuntivo, rispetto all'articolo sulle disposizioni finali.
Pertanto, da un punto di vista logico, va votato prima il subemendamento aggiuntivo.
Il problema è che tale emendamento non è congruente con il testo dell'articolo già votato e, pertanto, è inammissibile.
Infatti, abbiamo già approvato il testo dell'articolato della legge (l'art. 5, comma 1), che recita: "Il Direttore Generale è nominato con deliberazione della Giunta regionale, tra persone in possesso di comprovata professionalità ed esperienza nella Direzione delle organizzazioni complesse".
Allora, se è nominato con deliberazione della Giunta, non possiamo introdurre, dopo aver approvato quell'articolo, una nomina per concorso.
Quindi non ho altra possibilità che dichiararlo inammissibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Placido; ne ha facoltà



PLACIDO Roberto

Chiedo qualche minuto di sospensione per capire se riproporre o ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

Sospensione concessa.



(La seduta sospesa alle ore 16.48 riprende alle ore 16.52)



PRESIDENTE

Il subemendamento, presentato dai Consiglieri Placido, Suino, Riggio e Ronzani è stato riformulato nel seguente modo: Subemendamento aggiuntivo riformulato 13.1.1): "Per l'individuazione dei responsabili delle aree funzionali si procederà mediante selezione pubblica".
Fermo restando tutte le procedure relative al contratto che è di diritto privato. Diventa il III comma di questo articolo.
Proseguiamo con la discussione generale dell'emendamento, poi votiamo il subemendamento e l'emendamento.
Sulla discussione generale ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Volevo sottolineare il valore di questo emendamento aggiuntivo e ringraziare i Consiglieri Costa e Marengo che si erano attivati per sollecitare questo intervento anche se tardivo e in fase finale.
Questa legge sull'ARPA è una torta un po' indigesta, una torta con tanta panna e tanta sostanza, molto difficile da digerire, e a noi Radicali non piace. L'emendamento finale aggiuntivo ha per noi due valori: di essere una ciliegina, una piccola cosa, anche apprezzabile - e che noi apprezziamo - e nello stesso tempo essere anche il segno di tutta l'operazione, per come noi abbiamo più volte denunciato. Una sistemazione delle funzione, in capo all'organizzazione elefantiaca dell'ARPA, con una serie di interessi e di logiche che erano più interessi e logiche interne alla struttura regionale, che non interne al problema di governare fenomeni e situazioni.
Vi ricordo che stiamo parlando di sistema geologico, sistema sismico quindi quel controllo dell'ambiente quanto mai urgente ed importante.
Approfitto di parlare dell' emendamento in esame per dire che lo stesso ha il pregio di fare emergere la logica del provvedimento. La logica del provvedimento è un riassetto anche interno alle strutture regionali attraverso un riassetto dell'ARPA, di funzioni che sono anche di potere, di controllo, funzioni con retribuzioni molto elevate. Il fatto che l'emendamento aggiuntivo dei Consiglieri, poi proposto dalla maggioranza abbia deciso di mettere dei paletti - qualche Consigliere diceva "fissa un termine di almeno 4 aree funzionali", io dico "al massimo di 4 aree funzionali" - allo stipendio, alla retribuzione del direttore generale, è positivo.
E' positivo anche perché denota qual è lo scopo e la logica del provvedimento, che è uno scopo e una logica che valeva su alcune figure molto precise, molto identificabili. La battuta che si faceva l'altra settimana era: "manca solo il nome e il cognome per individuare le persone a cui si riferisce il provvedimento".
Questo emendamento finale dà ragione a tutti quei Consiglieri di minoranza del centrosinistra che hanno criticato l'impostazione della legge, dà ragione agli interventi che abbiamo fatto, in modo anche accorato, su un argomento delicatissimo come il riordino del sistema sismico regionale, dà ragione a quanto abbiamo voluto sostenere nella seduta di venerdì che, purtroppo, è rimasto in gran parte inascoltato.
Come Gruppo Radicale voteremo a favore dell'emendamento perch inserisce dei paletti che sono condivisibili all'interno di un provvedimento regionale che rimane incondivisibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Ne approfitto per estendere l'intervento oltre il subemendamento. Mi rivolgo all'Assessore che ringrazio per l'attenzione.
Ci troviamo di fronte alla soppressione di una importante direzione, lo abbiamo già ripetuto più volte nel corso della discussione. C'é un altro provvedimento della Giunta regionale che chiederà al Consiglio di sopprimere la direzione del Museo di Scienze Naturali allora, rivolgo una domanda all'Assessore e al Presidente della Giunta: perché non riformare la legge n. 51 e all'interno di quella riforma sopprimere o modificare le direzioni che esistono? Al di là delle nostre perplessità e contrarietà rispetto al fatto che la Regione Piemonte non ha un suo servizio che possa intervenire su alcune questioni, ci troviamo con la direzione di geologia che viene soppressa, la direzione del Museo di Scienze Naturali che viene soppressa, mentre la legge n. 51 rimane invariata. Poteva essere più utile, al di là delle posizioni che potevano essere le più svariate, intervenire sulla legge n.51, dopodiché c'erano tutte le possibilità per modificare, sopprimere aggiungere, togliere.
Nessuno mette in discussione alla Giunta il fatto di scegliere in termini fiduciari chi deve dirigere una struttura. Se così non fosse, si dovrebbe espletare un concorso pubblico, o una selezione pubblica.
Ringraziamo il Presidente Cota per l'aiuto rispetto alla modifica del subemendamento che noi avevamo presentato, in quanto l'art. 5 comma I era già stato discusso.
Relativamente ai 4 responsabili di aree. Per le dimensioni e l'importanza che ha già e che avrà l'ARPA regionale e per una parte delle argomentazioni sostenute dal Consigliere Mellano, è quanto mai necessario visto che il direttore generale lo nomina la Giunta (che ritengo lecito) che relativamente ai quattro responsabili si proceda finalmente ad una vera, seria e reale selezione pubblica in modo da nominare i più meritevoli e capaci. Ecco il motivo per cui noi abbiamo presentato questo sub emendamento e ci auguriamo, Consiglieri della maggioranza, che una volta tanto la meritocrazia, che è l'applicazione del mercato alle competenze personali, venga riconosciuta. Ci aspettiamo che la maggioranza condivida il nostro subemendamento.



PRESIDENTE

Il parere dell'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Il parere della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

Il subemendamento Placido chiede di inserire, nelle disposizioni finali, un terzo comma aggiuntivo che così recita: "Per l'individuazione dei responsabili delle aree funzionali, si procederà mediante selezione pubblica".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, del subemendamento Placido.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1 L'esito della votazione è il seguente: Presenti 37 Consiglieri Votanti 35 Consiglieri Hanno risposto SI 29 Consiglieri Hanno risposto NO 6 Consiglieri Non hanno partecipato Alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Intervengo per confermare quanto già detto nella discussione generale e ripreso man mano che si affrontavano i diversi articoli.
Riteniamo che questo disegno di legge sia un provvedimento sbagliato.
Ne siamo stati preoccupati in Commissione, lo abbiamo dichiarato in aula e lo ripetiamo in fase di conclusione del provvedimento.
Ricordiamo, a sommi titoli, i principali argomenti che qualificano la nostra opinione. Innanzitutto c'é un discorso importante legato alla tutela.
Dal nostro punto di vista è necessario ed indispensabile in questa Regione, così come deve esserlo a livello generale, che quanto attiene alla tutela rimanga in capo alle Istituzioni pubbliche. Questa nostra tesi è avvalorata da posizioni espresse dall'ordine dei geologici e da realtà che in parte sono state udite e consultate in occasione della presentazione del disegno di legge. La tutela, in questo caso, viene abdicata ad un soggetto terzo. Indipendentemente dall'attenzione e dal rispetto che portiamo al contributo fattivo che l'ARPA realizza nelle varie attività sul territorio e per la Regione, è comunque soggetto terzo. Nella situazione, invece, che ha visto crearsi una storia, un percorso, un'evoluzione in questa Regione Piemonte, la tutela è sempre stata esclusivamente in capo alle competenze specifiche di una Regione, di un Consiglio, di un esecutivo.
In questo caso, invece, vengono delegate a terzi.
Secondo ragionamento. Altro aspetto importante, dal nostro punto di vista, è relativo alla soppressione di una direzione.
Come già espresso dal Consigliere Placido, con questo disegno di legge si ingerisce una scelta pesante, andando a sopprimere una direzione attraverso un provvedimento che non avrebbe, peraltro, la natura di questa finalità, ma in qualche modo viene ricreata e ritagliata una specificità che consente di far saltare una direzione e, anche in questo caso, passarla ad un soggetto terzo. Qualunque esso sia è un soggetto terzo, non è più la Regione. La soppressione di una direzione oggi riguarda una direzione importante, una direzione che ha, tra i suoi compiti, anche funzioni legate al dissesto idrogeologico, alla sismologia, alla prevenzione sul territorio. Si tratta di competenze di primaria importanza per qualunque Regione, in particolare per la nostra Regione che ha, tra le sue priorità aspetti negativi e preoccupanti, quali il dissesto idrogeologico.
Questo è un fatto assolutamente noto.
Con questo disegno di legge andiamo a sopprimere una direzione che ha fatto storia, una direzione pilota, una guida, un riferimento importante per altre Regioni e per lo stesso Governo. Lo riteniamo un danno culturale e un danno per le strutture. Ci lascia veramente perplessi il fatto di non aver assistito, nemmeno da parte delle organizzazioni dei lavoratori, quelle attenzioni necessarie a far sì che questo aspetto venisse garantito e tutelato. La soppressione di una direzione si porta insieme un altro elemento importante: la precarietà dei posti di lavoro. Abbiamo parlato di direttore e di responsabili e con questa legge si creano le condizioni per mettere al direttore e ai responsabili di trovare un loro percorso e una loro strada (speriamo proficuamente).
Così non è per quanto riguarda i subalterni. Il disegno di legge non tutela, non dà garanzia, mantiene ed instaura, in questo sistema, un aspetto preoccupante: precarietà del posto di lavoro. Si sopprime una direzione e, di fatto, si crea una condizione di precarietà per tutti coloro che non sono il direttore e i responsabili di area. Ci pare un'operazione pesante, negativa, sbagliata, irrispettosa del lavoro significativo che è stato portato avanti in questo anni all'intero di queste direzioni.
Da ultimo, citiamo quanto lo stesso ordine dei geologici aveva a suo tempo fatto pervenire a tutti i Consiglieri ritenendolo una motivazione assolutamente seria: "...Le soluzioni di garanzia tali da non vedere vanificato l'impegno profuso in questi anni dalla Regione Piemonte per la crescita e l'affermazione di quella struttura pubblica ad elevata valenza tecnica e sociale, che ci piace richiamare ancora con la passata denominazione di Servizio Geologico, oramai divenuto imprescindibile, punto di riferimento per lo studio e la gestione delle problematiche geologiche in Piemonte, con forte ed indiscusso riflesso sulla sicurezza ambientale e la pianificazione territoriale, invidiato e indicato a modello in più parti d'Italia per gli eccellenti risultati conseguiti.
Un trasferimento di competenza della Direzione 20 ad un soggetto terzo potrebbe determinare conseguenze negative per tale operazione non solo dal punto di vista gestionale-amministrativo in termini di dilatazione dei tempi, dell'iter di acquisizione dei pareri con competenze distribuite su più enti diversi, ma anche in termini di sicurezza ambientale, di prevenzione e di salvaguardia territoriale. Con il nuovo assetto potrebbe determinarsi una minore attenzione agli aspetti di carattere geologico e un ridimensionamento del loro peso, soprattutto per quanto riguarda le tematiche di pianificazione territoriale".
Questo è il motivo fondamentale che continua a darci preoccupazione.
Per questi motivi, prima tra tutti quello della tutela, che viene svenduta ad un terzo soggetto, il nostro Gruppo conferma il suo parere negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Sono d'accordo con le parole usate dalla collega Suino per riassumere la battaglia che è stata fatta tra venerdì e oggi, ma anche in Commissione per cercare di porre l'attenzione sul provvedimento che state per votare.
Voglio aggiungere alcune considerazioni più specifiche. Questo provvedimento ha anche una logica interna alla struttura regionale e ha anche nella logica usata dalla Giunta, una valenza di puntare su alcune persone in grado di ristrutturare e far funzionare un apparato complesso e complicato come quello dell'ARPA.
Questo è un provvedimento ad personam ed è questa la forza che la vostra Giunta regionale riconosce a questo provvedimento, cioè di essere un provvedimento che ha una logica e una funzione collegata ad alcuni nomi di persone che saranno chiamate, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi ad esercitare il massimo del controllo e del potere nella nuova riorganizzazione dell'ARPA. Questa rappresenta la forza che la Giunta regionale riconosce a questo provvedimento, ma è anche la debolezza del provvedimento stesso.
Spero da cittadino piemontese, prima ancora che da Consigliere, che le scelte che vi apprestate a fare, dando il voto finale a questo provvedimento, siano scelte soppesate attentamente almeno dall'Assessorato e dagli Uffici, però è un provvedimento legato ad alcune funzioni e persone che saranno chiamate ad esercitare queste funzioni. Questo è, a nostro giudizio, un elemento di debolezza, che rischia di inficiare la logica complessiva della legge e che ci lascia parecchi dubbi, perché nel calderone generale sono rientrate delle funzioni delicatissime, come quelle del sismico, su cui abbiamo cercato di richiamare la vostra attenzione, non solo perché è un argomento caldo in questi giorni, ma così delicato che anche a livello nazionale non ha avuto chiara definizione e un chiaro assetto.
Partivamo da una situazione assestata a livello piemontese, con un servizio che ha dato buona prova di sé nei mesi passati. La logica del riassetto generale ha portato a considerare anche questo delicatissimo settore nella riorganizzazione complessiva e nel passare anche queste funzioni all'ARPA. Quello che ci resta da dire, nel momento in cui annunciamo il nostro voto negativo alla legge, è che speriamo che l'Assessore Cavallera abbia fatto attentamente i suoi calcoli e le opportune valutazioni. Crediamo che non ci siano le condizioni di base per sperare che questo provvedimento sia giusto e opportuno, però ci rimane la speranza che l'Assessore abbia visto giusto almeno nelle persone che vorrà indicare nei prossimi giorni al controllo di questa situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Mi associo ai colleghi che mi hanno preceduto nel sostenere che questa legge è sbagliata e spiace vedere la disattenzione con cui l'Aula si appresta a votare quello che invece avrebbe potuto essere uno strumento importante se credevamo nella prevenzione. L'argomento di base, che è al di sotto delle argomentazioni che ci sono state presentate, è quanto veramente crediamo che sia utile l'attività di prevenzione.
Noi crediamo che sia molto importante, per questo motivo facciamo i dovuti rilievi. Come in altri passi che facciamo in quest'Aula, devo dire che tutto il processo che segue il provvedimento prima di arrivare in Aula non ha mai considerato gli operatori del settore. Le osservazioni che erano state fatte dagli operatori del settore, per cercare di correggere questo testo sbagliato, non sono state raccolte. Questa è l'ennesima dimostrazione di come questo Consiglio regionale lavori, da parte della maggioranza, su idee preconcette, per finalità che vanno al di là di quello che viene scritto nella legge, come hanno illustrato precedentemente i colleghi Mellano e Suino.
Credo che sia inevitabile giudicare sbagliato il concetto di delegare la tutela dell'ambiente ad un ente terzo. È sbagliato sopprimere la Direzione regionale dei servizi tecnici di prevenzione, perché con questa legge cambiamo progressivamente le vere finalità dell'ARPA.
Non so quanti tra i presenti ricordano che l'ARPA ed altri istituti regionali sono stati istituiti in seguito ad un referendum che chiedeva maggiore tutela per i cittadini italiani. La strada che abbiamo imboccato oggi, Assessore, porterà ad un inevitabile diminuzione dell'attenzione per quanto riguarda la prevenzione e la tutela del territorio. In altre circostanze abbiamo parlato dell'ARPA, ed è inevitabile osservare che c'è una corrente che porta alla deriva il depotenziamento dell'ARPA. Come al solito, a parole, si potrà dire tutto quello che si vuole e anche il contrario di tutto.
Nella realtà dei fatti, si vedrà che con strumenti come questo progressivamente, come cittadini perderemo la possibilità di avere un ruolo di tutela su quella che è la prevenzione ambientale. Le scelte che sono alla base di questa legge, le scelte stesse che portano già ad individuare quelli che saranno e potranno essere i Direttori delle quattro aree create indicano ed evidenziano con chiarezza che la stessa Giunta non crede assolutamente all'importanza del ruolo dell'ARPA.
Il ragionare solo sui possibili nomi, il costruire una legge che porta verso una strada che é solo tesa all'individuazione dei soggetti che dovranno dirigere la struttura, dimostra chiaramente che non c'è la volontà di fare attenzione al problema generale, perché se si volesse fare attenzione al problema generale, che è quello della prevenzione per quanto riguarda la tutela del territorio, non c'é la necessità di istituire questa legge. Anzi, questa legge va proprio in senso opposto a quelle che sono le finalità che noi chiediamo all'ARPA.
Questa legge segnerà inevitabilmente un cambiamento del ruolo che l'ARPA sta avendo sul nostro territorio. Credo che le conseguenze saranno molto evidenti negli anni a venire.
Negli anni a venire, chi avrà l'onestà di ammetterlo non potrà negare la situazione di tutela non più adeguata alle esigenze e alle necessità dei cittadini piemontesi.
Per questo motivo voterò contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Questa è una legge sbagliata e non condivisibile perché con questa legge la Regione Piemonte si spoglia, in misura apprezzabile dell'esercizio di una responsabilità politica in tema ambientale. Questa è la critica di fondo.
E smantellando gli organismi inseriti all'interno della compagine regionale di competenze importanti, soprattutto di prevenzione, per esportarle all'esterno - all'interno dell'ARPA - significa sottrarre al decisore politico il compito proprio di prendere quelle decisioni di prevenzione che sono in campo ambientale le decisioni a più alto coefficiente di volontà politica. La prevenzione è una scelta tutta politica, non ha mai ragioni economiche che la costringono. Anzi, le ragioni economiche spesso portano ad impedire la prevenzione.
Parliamo del rischio sismico, tanto per piangere qualche lacrima a ragion veduta? Il rischio sismico (noto da tempo, secondo indagini aggiornate) è un rischio che costa; è un rischio che richiede una volontà politica di prevenzione capace di assumere degli oneri economici a carico di tutta la collettività, oneri economici di parte pubblica e di parte privata.
Rischio sismico vuole dire costruire edifici che reggano spinte anomale rispetto alle spinte che si hanno in situazioni non sismiche. Bisogna costruire in modo da resistere ad una forza orizzontale. Ma questo costa costa dei soldi. Fare una casa antisismica costa di più che fare una casa non antisismica. A parità di capitale impiegato, si costruiscono alloggi in meno se sono antisismici. Oppure si costruiscono alloggi più cari.
In questo secondo caso è il privato che non trova conveniente spingere per avere una normativa antisismica applicata; nel primo caso è l'Ente Pubblico che non ama che il proprio territorio venga assoggettato ad una regolamentazione antisismica, perché comporta oneri maggiori nella realizzazione di opere pubbliche.
Qui ci vuole volontà politica. Le lacrime che versiamo sono sempre a posteriori. Ma almeno fossero versate producendo cambiamenti di comportamento! Se tutti i Comuni che fanno parte della mappa aggiornata insorgessero per chiedere immediatamente di essere inseriti all'interno delle zone sismiche, sarebbe un bell'atto, non di risarcimento dei lutti che non possono essere risarciti, ma di prevenzione di lutti futuri, dei quali questi sì - possiamo sentirci sin d'ora responsabili.
C'é tanta prevenzione da fare, ma c'é tanta volontà politica da esercitare, anche controcorrente, anche contro il mercato che chiede di tutto fuorché di attivare strumenti di prevenzione per gli alti oneri che comporta.
Questi sono dei fatti che segnano negativamente questa legge, perch comodamente tutti questi temi, portati al di fuori dell'esercizio di una responsabilità politica regionale, saranno ancora più condizionati dal "giorno per giorno", dal "fare tanto per fare", da tutti i condizionamenti economici che in questa società purtroppo esistono. Questo noi addebitiamo come difetto a questa legge.
Certo è che così facendo si creano dei posti, si creano delle competenze, si creano dei meccanismi che possono costruire un consenso politico, ma impediscono l'esercizio di una responsabilità politica, senza la quale l'ambiente continuerà ad essere degradato, vilipeso e torturato dalle forze economiche del cosiddetto "libero mercato", che di certo non possono, per struttura delle loro ragioni, occuparsi dei temi al alto impatto sociale come la tutela dell'ambiente, la sicurezza e tutti i temi che a noi stanno molto a cuore.
Voto contrario. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Chiezzi.
Se non ci sono altri interventi, procediamo alla votazione.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri hanno votato NO 9 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame disegno di legge n. 376: "Istituto per il marketing dei prodotti agro alimentari del Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 376, di cui al punto 7) all'o.d.g.
E' relatore il Consigliere Bolla, che ha la facoltà d'intervenire.



BOLLA Emilio, relatore

Grazie, Presidente e colleghi. Tra gli obiettivi di maggiore rilievo della politica agricola regionale figura la valorizzazione dei prodotti agro-alimentari di qualità.
E' evidente che l'Italia, e in particolare le regioni come il Piemonte non possono ipotizzare di sostenere la concorrenza internazionale con una competizione di prezzo sui prodotti agricoli di massa.
E' noto, peraltro, che il Piemonte dispone di un numero elevato di prodotti di qualità, con una vasta gamma merceologica (vini, formaggi salumi, ortofrutta), per i quali esiste un ampio interesse da parte dei consumatori, suscettibile di essere trasformata in quote via via più ampie di mercato.
I 44 vini DOC e gli 8 DOCG rappresentano circa il 75% della produzione piemontese.
Il peso degli altri prodotti DOP e IGP è inferiore e diversificato a seconda del prodotto.
Per quanto riguarda i formaggi, è da segnalare che sui 113 prodotti DOP e IGP italiani, il Piemonte conta ben 9 formaggi DOP, di cui 6 interessano esclusivamente il territorio piemontese (Bra, Castelmagno, Murazzano Raschera, Robiola di Roccaverano, Toma piemontese) e 3 riguardano anche regioni limitrofe (Grana padano, Taleggio e Gorgonzola).
Inoltre, in Piemonte sono stati riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole, su istruttoria della Regione, 310 prodotti tradizionali, sui 3100 identificati a livello nazionale, ai sensi del decreto legislativo n. 173/1998.
Non si tratta evidentemente di produzioni di massa: tuttavia tali prodotti ben rappresentano, insieme al vino, "il made in Piemonte", in Italia e sui mercati esteri.
Il Piemonte ha ormai da tempo operato la scelta della qualità con comportamenti concreti dei produttori agricoli e dell'industria agro alimentare piemontese, sostenuti dall'ente pubblico e principalmente dalla Regione.
Presupposto fondamentale per il proseguimento di una politica della qualità, contro l'omologazione ed i prodotti anonimi, è in primo luogo la sicurezza alimentare, quale requisito obbligatorio, seguita dalle elevate caratteristiche organolettiche, dalla certificazione della tracciabilità nonché dalla tutela, tramite il riconoscimento dell'origine, dei processi produttivi e del legame con il territorio.
Sono nate in questi anni numerose iniziative di promozione d'indiscutibile successo; iniziative avviate sia dal pubblico che dal privato, non collocate però all'interno di una strategia regionale complessiva, organica e stabile, di valorizzazione dei prodotti agro alimentari piemontesi.
Un'attenzione particolare della politica agricola regionale è stata rivolta fino ad ora al sostegno della produzione agricola (miglioramento delle strutture, delle condizioni di produzione, dei servizi di assistenza tecnica alla produzione), con l'impiego di elevate risorse finanziarie.
Si tratta oggi di compiere un vero e proprio salto di qualità affiancando la politica di sostegno alla produzione con una più incisiva politica di stimolo della domanda di prodotti agro-alimentari di qualità dedicandovi risorse finanziarie ed umane maggiori che nel passato.
E' necessario pertanto far conoscere ed apprezzare al consumatore la qualità dei prodotti piemontesi, attraverso la promozione, la comunicazione e l'educazione alimentare.
Da tale azione deriverà necessariamente un ritorno economico per il mondo della produzione, con un riconoscimento da parte del mercato degli sforzi compiuti in questi anni per il miglioramento della qualità.
Considerato che il Piemonte può contare su di un patrimonio importante di prodotti VQPRD (Vini di qualità prodotti in regioni determinate), DOP (Denominazione di origine protetta), IGP (Indicazione geografica protetta) di prodotti agricoli tradizionali, di prodotti biologici e di agricoltura integrata, e tenuto conto delle condizioni di favore di cui tali prodotti verosimilmente fruiranno nei prossimi anni a livello di WTO, diviene indispensabile dotarsi di una politica moderna di marketing, promuovendo la costituzione di uno strumento organizzativo che, perseguendo risultati di economicità ed efficacia, sia capace di: . consolidare ed aumentare le quote sui mercati maturi, su cui la nostra regione è già presente . ricercare nuovi mercati presso i Paesi di recente massiccia industrializzazione (ad esempio la Cina ) L'azione di marketing deve essere orientata anche alla promozione del territorio che esprime i prodotti, sollecitando un ulteriore flusso turistico attirato dall'enogastronomia piemontese.
E' utile sottolineare che la presenza diffusa ed ulteriormente ampliabile in Piemonte di denominazioni di origine e di marchi collettivi di qualità costituisce una condizione necessaria, ma non sufficiente, per il successo dei prodotti sui mercati. Accanto alla politica dei marchi va promosso un sistema complessivo di servizi alle imprese, di comunicazione di pubbliche relazioni, di studi di mercato.
In Piemonte esistono, come già ricordato, numerose iniziative di promozione dei prodotti, avviate in modo episodico e non coordinato. E' pertanto necessaria un'istituzione stabile che rappresenti il "made in Piemonte" nel suo complesso, che attiri sinergie tali da rendere l'azione più efficace ed economica, attraverso una strategia che, facendo leva su prodotti di punta, funga da traino per gli altri prodotti agricoli piemontesi.
La nuova struttura non dovrà impedire né mortificare il fervore delle iniziative messe in atto dalle singole organizzazioni, associazioni ed istituzioni, bensì rappresentare il punto di raccordo per esportare il "made in Piemonte" e rappresentare la "qualità Piemonte". Dunque un'istituzione di servizio per il marketing dei prodotti piemontesi, che consenta di fare "sistema" tra i vari prodotti e le varie istituzioni interessate.
Esistono in merito esperimenti positivi in altri Stati, come, ad esempio, l'esperienza francese della SOPEXA (Société pour la promotion de l'exportation des produits agricoles et alimentaires francais), avviatasi nei primi anni sessanta, che rappresenta un modello interessante da valutare anche tenendo conto dei risultati concreti ottenuti (la Francia partendo nel 1960 da una situazione di deficit della bilancia commerciale agro-alimentare di 3 miliardi di franchi, è attualmente il secondo esportatore di prodotti agro-alimentari dopo gli Stati Uniti).
Il presente disegno di legge si propone pertanto di promuovere la costituzione dell'"Istituto per il marketing dei prodotti agro-alimentari piemontesi".
Trattasi, secondo quanto stabilito dall'art. 2, di un'istituzione di natura privatistica, costituita ai sensi del codice civile, dotata di un proprio Statuto e formata da istituzioni pubbliche e private interessate al settore agro-alimentare (consorzi di tutela, enti pubblici, organizzazioni agricole, associazioni dei produttori, fondazioni bancarie, aziende, e così via).
L'articolato del disegno di legge, che si compone di 6 articoli, è stato modificato in modo rilevante nel corso dell'esame in sede di Commissione, al fine di adeguarne il contenuto alle osservazioni formulate dalla Commissione europea, sul provvedimento ad essa inviato dagli Uffici della Giunta regionale, per un parere preventivo e, quindi, di renderlo compatibile con gli indirizzi della Comunità in materie, ricompresi sia negli Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo sia negli Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato a favore della pubblicità dei prodotti agricoli.
All'at. 1 sono pertanto state ridefinite nel dettaglio le attività rientranti nella funzione di marketing dei prodotti agro-alimentari piemontesi di qualità, che è lo scopo fondante attribuito all'Istituto.
Si tratta della realizzazione di attività promozionali e pubblicitarie in Italia e all'estero, ricerche di mercato, attività di consulenza tecnica alle imprese per la definizione di accordi e partnership commerciali.
E' stato altresì previsto che l'Istituto, per la realizzazione dei propri scopi statutari, possa avvalersi della collaborazione di altre istituzioni pubbliche e private.
L'art. 2 definisce, come già ricordato, la natura giuridica dell'Istituto per il marketing. Mentre inizialmente era previsto che il nucleo fondante dello stesso fosse rappresentato dai Consorzi di tutela dei prodotti agro-alimentari piemontesi tutelati da DOP, IGP e VQPRD, sulla base della normativa comunitaria si è deciso, in sede di Commissione, di allargarne fin da subito la partecipazione a tutte le istituzioni pubbliche e private interessate al settore agro-alimentare della nostra Regione.
Un aspetto di particolare rilievo, cui occorre attribuire il dovuto rilievo, consiste nel fatto che il disegno di legge si limita ad assegnare alla Regione il semplice ruolo di promotore attraverso la nomina di un Commissario che dovrà adempiere, entro tempi certi, stabiliti con deliberazione della Giunta regionale, alle operazioni di costituzione dell'Istituto; ciò, nella convinzione che spetti ai soggetti interessati il ruolo di attori principali. Dovrà trattarsi in ogni caso di uno strumento moderno ed agile, dotato di specifiche professionalità, al servizio delle imprese agricole ed agro-industriali ed in particolare delle loro forme organizzate ed a disposizione della Regione e degli altri enti pubblici per le rispettive iniziative di marketing aziendale e di marketing istituzionale.
L'art. 3, che stabilisce i finanziamenti regionali, ha subito nel corso dell'esame una revisione profonda. Il finanziamento da parte della Regione come previsto in origine, delle spese di avviamento sopportate dall'Istituto nel primo quinquennio, con una percentuale rispetto ai costi sostenuti decrescente dal 100% nel primo anno di attività fino al 20% nel quinto anno, è stato ritenuto non ammissibile dalla Commissione europea per la tipologia di intervento disciplinata dal presente provvedimento. Tale finanziamento è stato pertanto sostituito con l'introduzione della possibilità da parte della Regione di finanziare l'Istituto per la sola realizzazione di studi di mercato, di iniziative promozionali e di campagne pubblicitarie nonché di consulenze tecniche alle imprese per la definizione di accordi e partnership commerciali. Gli incentivi indirizzati a tali finalità dovranno rispettare, ai fini del mantenimento di un sistema di libera concorrenza, quanto previsto dagli Orientamenti comunitari per gli aiuti di stato nel settore agricolo, approvati nel 2000: in particolare l'Istituto dovrà rivolgere i propri servizi, quando sovvenzionati dagli aiuti regionali, a tutti gli operatori agricoli ed agro-industriali, anche non aderenti all'Istituto medesimo. Il prezzo dei servizi in questione sarà limitato unicamente ai costi della prestazioni, detratti dall'ammontare dell'aiuto ricevuto.
La Giunta regionale è tenuta a stabilire, con propria deliberazione da assumersi entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, le procedure, i criteri e le condizioni per l'erogazione dei finanziamenti. E' precisato, inoltre, che tale deliberazione sia vincolata al rispetto delle condizioni e delle modalità fissate dall'unione europea nella decisione di approvazione degli aiuti previsti dal presente disegno di legge. In ogni caso, l'importo globale degli aiuti concessi ad un singolo beneficiario non potrà superare i 100.000 euro nel corso di un triennio. Con riferimento a quanto previsto negli Orientamenti comunitari suindicati, per "beneficiario" è da intendersi il fruitore del servizi: quindi risulterà necessario calcolare tale massimale in relazione all'utenza dell'iniziativa sovvenzionata. Per quanto concerne le campagne pubblicitarie, il riferimento obbligato sono gli Orientamenti comunitari per gli aiuti di stato a favore della pubblicità dei prodotti agricoli (settembre 2001).
Tale riferimento va osservato non solo per individuare il massimale di aiuto previsto (50% della spesa ammissibile) ma anche per definire le azioni possibili, che devono essere compatibili con l'art. 28 del Trattato istitutivo della Comunità europea, recante divieto delle restrizioni quantitative all'importazione nonché di qualsiasi altra misura di effetto equivalente, e non contrastare con il mercato comune ai sensi dell'art. 87 paragrafo 3, lettere c) del Trattato stesso (che considera compatibili gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di alcune regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contrario al comune interesse).
Con riferimento ai criteri negativi e positivi indicati negli Orientamenti in questione, si può sostenere che gli aiuti previsti nel presente disegno di legge saranno erogati in presenza: di campagne pubblicitarie organizzate sul mercato di un altro stato membro, ovvero organizzate sul mercato interno, senza alcun riferimento ovvero con riferimento assolutamente secondario circa l'origine regionale o nazionale del prodotto reclamizzato, salvo la valorizzazione delle specifiche qualità o varietà del prodotto in questione; di campagne rivolte a visitatori di uno stato membro o di una Regione; di campagne pubblicitarie che garantiscano il rispetto delle disposizioni comunitarie, come ad esempio le norme di etichettatura dei prodotti alimentari; di campagne pubblicitarie che reclamizzino prodotti di qualità pregiata, compresi i prodotti ottenuti con metodi di produzione o di raccolta che rispettino l'ambiente, quali i prodotti biologici ovvero produzione agricole in eccedenza, ovvero produzioni di cui al regolamento comunitario 2082 del 92 (relativo alle attestazioni di specificità dei prodotti agricoli ed alimentari) oppure produzioni DOP ed IGP di cui al regolamento comunitario n. 2081 o vini di cui agli articoli 54-58 del regolamento comunitario 1493/1999 (relativo all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo).
In base all'art.4, introdotto nel corso della discussione in sede di Commissione, è altresì previsto per la Giunta regionale la possibilità di affidare all'Istituto per il marketing lo svolgimento di attività di informazione istituzionale nell'ambito della valorizzazione del territorio rurale e della qualità dei prodotti agro-alimentari, nonché la realizzazione di ricerche di mercato.Gli incarichi verranno affidati previa verifica delle condizioni di mercato offerte dall'Istituto. In ogni caso le attività commissionate all'Istituto dovranno rientrare nell'ambito della divulgazione di dati riferiti ad attività di ricerca e sperimentazione dell'informazione sulle caratteristiche di politiche promosse dalla Regione in ordine al miglioramento della qualità dei prodotti, ovvero al funzionamento di sistemi di rintracciabilità. di studi di mercato utili per lo svolgimento da parte della Regione delle funzioni di definizione delle politiche del settore.
Nell'art. 5 sono contenute le disposizioni finanziarie, opportunamente riviste, rispetto al testo originario, sulla base delle modifiche introdotte nel disegno di legge.
Per l'attuazione del recente provvedimento sono previste, fino al 2004 spese ammontanti complessivamente ad 1,3 milioni di euro, così suddivise: 100 mila euro per l'anno 2000; 600 mila euro per ciascuno degli anni 2002 e 2003.
Infine l'art. 6, di nuova introduzione, contiene la dovuta clausola sospensiva, subordinata la concessione degli aiuti previsti dal provvedimento in oggetto alla decisione di approvazione dell'Unione europea.
Si richiede una rapida approvazione del presente provvedimento da parte dell'Aula consiliare, in considerazione dell'importanza che esso riveste non solo per il settore agricolo ma per l'intera economia regionale e tenuto conto dell'approfondito esame cui è stato sottoposto da parte della III Commissione, anche con l'indizione di consultazioni nel corso delle quali i soggetti interessati hanno condiviso l'iniziativa di dotare il Piemonte di uno strumento che contribuisca a superare l'attuale frammentarietà delle iniziative di promozione dei prodotti agro-alimentari piemontesi, al fine di consolidare e aumentare le quote sui mercati maturi in cui la nostra Regione è già presente e di ricercare nuovi mercati presso i Paesi di recente industrializzazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Con questo provvedimento la Giunta vuole, in apparenza - sottolineo apparenza - contribuire a promuovere i prodotti della Regione Piemonte.
Dico subito all'Assessore e ai Consiglieri che questo documento non ci convince pur consapevoli del fatto che il settore della promozione, in questo caso dei prodotti agro-alimentari, sia un settore molto importante.
La promozione è importante per quanto riguarda il turismo, la promozione del territorio piemontese. Siamo in una fase dove promuovere il nostro territorio e i nostri prodotti è molto importante.
Se vogliamo aprire una fase di sviluppo nuovo, anche dal punto di vista economico, la promozione è una parte consistente, una parte importante soprattutto, quando si parla di prodotti agro-alimentari, quindi della qualità dei prodotti.
Nella relazione letta dal Consigliere Bolla si sottolinea come oggi ci sia la necessità per i consumatori del nostro territorio, a livello nazionale e non solo, soffermarci molto sulla qualità. C'è una ricerca della qualità: elemento essenziale per vendere un prodotto. Sono tutti concetti su cui tutti concordiamo: sarebbe sbagliato e assurdo non concordare. Guardando al panorama della nostra Regione, consapevoli dell'esistenza di molte associazioni private e pubbliche impegnate nella promozione dei prodotti, mi chiedo se è utile, oggi, costituire un Istituto che favorisca il marketing dei prodotti agro-alimentari. E' utile, vista la situazione in Piemonte (e quanto si spende oggi nella promozione di questi prodotti) impegnarsi, come Regione, ad istituire un altro ente, un Istituto che favorisca la promozione dei prodotti agro-alimentari? A questa domanda bisogna dare una risposta che si basi anche sull'articolato e sugli impegni economici della Giunta in questa direzione.
Intanto chiedo all'Assessore quanto si spende oggi, come Assessorato all'Agricoltura, per il settore della promozione e quanto spendono altre Istituzioni, come l'enoteca regionale (per quanto riguarda la promozione dei nostri vino) o le Camere di Commercio in Piemonte, per promuovere prodotti agro-alimentari? Era necessario costituire un Istituto? Nell'articolato si specifica che entro 60 giorni la Giunta dovrà nominare un Commissario per iniziare l'iter dell'Istituto. A questo punto è doveroso porre qualche domanda: un altro Commissario? Altri posti da distribuire? Nell'articolo 5, Assessore, si scrive che vengono destinati, come risorse iniziali per l'Istituto, 200 mila euro per l'anno in corso e poi, per gli anni successivi, 600 mila euro (un miliardo e 200 milioni). Se vogliamo promuovere i nostri prodotti agro-alimentari, mi pare che la cifra sia quasi irrilevante. E' vero che servono; è vero che la Regione ha un ruolo nella parte iniziale, ma quante saranno le spese di gestione? C'è da preoccuparsi: si costituisce un Istituto, c'è un Commissario che deve dotarsi di una struttura tecnica, di un ufficio, quindi credo che il rischio sia di spendere, in proporzione, più nella gestione dell'Istituto di quanto esso effettivamente possa spendere. Anche se nella consultazione molti soggetti hanno dichiarato di doversi allargare e che l'Istituto gode della partecipazione di associazioni pubbliche e private, ho dei dubbi. Le Camere di Commercio oggi sentono la necessità di entrare in un Istituto di questo tipo; le associazioni, anche se hanno detto di volerci entrare conducono grandi campagne di promozione; le associazioni agricole spendono molti soldi e molte delle loro attività sono destinate alla promozione di prodotti agricoli e alla qualità dei prodotti agro-alimentari. E' giusto fa parte del ruolo delle associazioni agricole, ecco perché ritengo che qualche dubbio, rispetto alla costituzione di tali Istituti, ci debba essere.
Quale sarà il ruolo della Giunta nell'indirizzare il lavoro dell'Istituto? Dalla consultazione è emerso che oggi promoviamo prodotti agro-alimentari di nicchia (parte importante per il nostro territorio). Si faceva l'esempio del formaggio Castelmagno. E' stato pubblicizzato il Castelmagno a New York e nei giorni successivi vi è stato un ordinativo di ottomila forme di formaggio. Il Castelmagno viene prodotto in quattromila mila forme con il rischio (come ricordava il Consigliere Mellano nella consultazione) che si arrivi a produrre formaggi che si chiamano in un modo, ad esempio Castelmagno, ma che non hanno nulla a che fare con il Castelmagno. Potrei fare altri esempio: il formaggio Montebore, lanciato due anni fa nel Salone del Giusto. Bisognerebbe parlare con i produttori di questo formaggio.
Occorre aiutare i produttori a produrre. Sembra che ci siamo dimenticati di questi giovani che hanno intrapreso con coraggio questa strada. Dobbiamo difendere la qualità, anche se a volte sembra non andare "a braccetto" con le logiche di mercato. Si parlava di strategia, ma abbiamo bisogno, per promuovere il "made in Piemonte", di sinergie e di coordinamento.
Ci sono momenti in cui ho l'impressione che l'Assessore Racchelli vada per proprio conto, che l'Assessore Cavallera vada per conto proprio, che l'Assessore Pichetto e il Presidente Ghigo presentino alla stampa cifre considerevoli per promuovere il Piemonte all'estero. Ho l'impressione che ci stiamo infilando in tanti settori, ma senza nessun coordinamento.
A questo punto credo che ci siano dubbi sulla capacità che questo Istituto possa svolgere, così come è stato strutturato, un'azione di coordinamento di strategia. Per promuovere il "made in Piemonte" abbiamo bisogno di un'impostazione diversa che parta, innanzitutto, dalla Giunta.
Oggi manca proprio questa impostazione e questo coordinamento; ecco perch non abbiamo bisogno di istituire un altro ente, un altro Istituto.
Cominciamo ad utilizzare le risorse che abbiamo. Cominciate voi, Giunta, a coordinare le politiche di promozione del nostro Piemonte e del nostro territorio.
Per tutti questi motivi, esprimiamo dubbi sulla proposta avanzata dall'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Presidente e colleghi, mi rendo conto in giornate come oggi che fare il Consigliere di minoranza è quasi troppo facile, per cui basta leggere il provvedimento, farsi un'idea più o meno giusta, più o meno sbagliata alzarsi e cercare di essere il più possibile convincenti e chiari nell'argomentare i propri dubbi e le proprie perplessità.
Mi rendo conto che è fin troppo semplice e facile, però, visto gli esiti del nostro tentativo di richiamare l'attenzione, di sottolineare i dati critici e le perplessità, cerchiamo di fare il meglio possibile questo compito, perché, alla fine, ciascuno si assume le proprie responsabilità.
Ho fatto questa premessa per dire che condivido a pieno l'intervento del Consigliere Muliere che, in modo molto sapiente e dettagliato, ha richiamato in Aula una serie di argomentazioni già esplicitate in Commissione.
Mi permetto, partendo dalla relazione, quasi una relazione di minoranza, che ha fatto il collega Muliere, di sottolineare alcuni aspetti e nodi critici che avevamo già evidenziato in Commissione e che è importante riportare in Aula, non dimenticando di ringraziare il Consigliere Bolla che ha avuto la pazienza e la volontà di leggere l'intera relazione che è molto corposa, ma anche problematica.
Alla terza pagina della relazione si evidenzia come l'art. 1 di questo disegno di legge indica le attività che questo istituto di marketing deve svolgere, almeno negli obiettivi, nelle premesse e nelle motivazione per cui si va ad istituire. Le attività che dovrebbe svolgere questo Marketing sono: attività promozionali e pubblicitarie in Italia e all'estero ricerche di mercato; attività di consulenza tecnica alle imprese per la definizione di accordi e partnership commerciali.
Come abbiamo detto in Commissione queste sono pure elencazioni per giustificare la creazione di un nuovo istituto, oppure sono palesemente competenze che questo istituto non riuscirà a fare. Un istituto che abbia l'obiettivo di fare delle ricerche di mercato dovrà essere strutturato in un modo particolare, non sarà un tavolo di concertazione dove si riuniscono delle istituzioni pubbliche, private, produttori e consorzi. Svolgere delle ricerche di mercato vuol dire occuparsi di una cosa seria, di una cosa scientifica che ha delle regole e ha bisogno di una struttura.
Capire se il mercato cinese, un mercato di un miliardo e mezzo di persone, può accogliere il mitico Braghetto o la Robiola di Roccaverano vorrà dire investire soldi, competenze, strutture in un'analisi di mercato che questo istituto di marketing, se si vuole dare, deve prevedere di diventare un'organizzazione burocratica di un certo livello. Non potrà essere quel tavolo di concertazione che l'Assessore ci ha venduto. Non potrà essere quel tavolo in cui si siedono attorno un po' di persone esperte, un po' di persone interessate a vendere e istituzioni pubbliche interessate a coordinare. Svolgere una ricerca di mercato vuol dire avere dei scienziati della ricerca del mercato, avere degli esperti che sanno quali domande fare ad certa platea di possibili consumatori, sapere interpretare le risposte e saper scientificamente tirare delle conclusioni.
Questa attività sono sicuro - è una facile previsione - non sarà svolta dall'istituto di marketing; al limite, questo istituto, che nasce con questi obiettivi, dipenderà da altre società di consulenza, di altre istituzioni private che forniranno all'istituto di marketing, su una richiesta specifica, le risposte. A questo punto è lecito il dubbio: serve questo istituto di marketing? Fare attività promozionale e pubblicitaria in Italia e all'estero vuol dire avere uno staff di pubblicitari, di persone esperte nell'individuare il mercato, le caratteristiche dei mercati e quindi, il prodotto da vendere. Devo dire che quella sede potrà, anche in questo caso, semplicemente proporre la concertazione su quali saranno gli interessi da seguire e da privilegiare, puntando sul Grana o sul Castelmagno, sull'iniziativa del vino o sul Porro di Cervere, ma potrà solo questo, non farà sicuramente le attività promozionali e pubblicitarie in Italia e all'estero, altrimenti sarà un'altra cosa più grossa e specializzata.
Avere una struttura tecnica di consulenza per le imprese presume che accanto al commissario, ci debbano essere flotte di consulenti. Questa attività di consulenza non sarà una cosa semplice. Non si può dare delle indicazioni pressappochiste o a naso agli imprenditori, occorrerà avere delle basi - ripeto - scientifiche su cui dare degli orientamenti.
Leggendo l'art. 1 e la relazione introduttiva di questo provvedimento ci vengono dubbi davvero amletici. Cos'è questo istituto di marketing? Che cosa vuole essere questo istituto, visto che sicuramente non svolgerà direttamente queste attività? Questo istituto non potrà fare direttamente la promozione, la ricerca, la consulenza per gli accordi di partnership e per gli accordi commerciali, perché le risorse stanziate non sarebbero sufficienti, occorrerebbe prevedere subito uno staff di centinai di persone, anche per la complessità e la varietà - per fortuna - del nostro prodotto e del nostro mercato nel settore agro-alimentare. Allora, se non farà questo, farà altro. Sarà, nel migliore dei casi, un'ennesima sede di concertazione, dove, inevitabilmente, se la Regione lascerà il libero concertare, prevaricheranno i consorzi già strutturati, quelle attività che già sono forti e attrezzate e lo scopo stesso e gli obiettivi, che sono condivisibili, perché nessuno è contro questi obiettivi, ma il dubbio è se lo strumento sia adeguato agli obiettivi dichiarati, ossia di fare tutte le attività previste.
Con questo dubbio e con il dubbio che anche il mercato agro-alimentare è davvero delicato, dove andare a promuovere quei prodotti di nicchia di cui siamo ricchi rappresenta un momento importante, si rischia di creare un effetto boomerang. L'esempio del Castelmagno è eclatante. Come ha risposto l'Assessore in Commissione, occorre saper legale ai prodotti più conosciuti i prodotti meno conosciuti per effettuare l'effetto traino, però attuato in una sede di concertazione dove avremo il consorzio del Toma di Murazzano che avrà peso nullo vicino al Consorzio del Grana Padano, che avrà peso 150, sarà difficile riuscire a contemperare in questa sede questi interessi. Quindi, avere dei dubbi anche sui fini che si potranno ottenere con questo istituto è lecito, e noi comunque li coltiviamo e ve li riversiamo come contributo di riflessione che, partendo dalla premessa e dal fatto che sicuramente è molto più facile fare una critica che fare una proposta, vuole, però, essere anche un campanello d'allarme per dire: attenzione, non facciamo l'ennesimo provvedimento che ha delle logiche parallele ai problemi posti, ma certo non dà risposte ai problemi che sono sul tavolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il disegno di legge che stiamo esaminando porta all'attenzione del Consiglio regionale una proposta che ritengo possa essere importante e interessante, anche se così com' formulata presenta limiti da un punto di vista della sua operatività.
Sono convinto che la valorizzazione dei prodotti agro-alimentari piemontesi rappresenta un'importante iniziativa economica che apre nuove vie al sistema economico regionale, soprattutto in un momento di forte crisi che investe l'industria automobilistica piemontese.
Certo non possiamo illuderci che queste nuove attività siano completamente sostitutive di quelle minacciate di chiusura; possono, per rappresentare una delle tante iniziative che è necessario avviare nella nostra Regione se vogliamo mantenere un minimo di coesione nel tessuto sociale piemontese.
Entrando nel merito del disegno di legge, devo innanzitutto rilevare che esiste una sproporzione tra le aspettative generate dal titolo stesso "Istituto per il marketing dei prodotti agro-alimentari del Piemonte" e il contenuto dell'articolato, che è fortemente riduttivo: riservare 600.000 euro all'anno per promuovere i prodotti agro-alimentari del Piemonte tramite un'istituzione di natura privatista, peraltro con forti costi di gestione, sembra veramente troppo poco rispetto alle risorse finanziarie che la Giunta regionale destina ad altre iniziative, anche meritevoli quali il Salone del gusto, il prossimo Salone del vino, per il quale non è stato necessario attivare un apposito Ente.
Un'altra perplessità deriva dal mancato coordinamento con altre attività, quali quelle svolte dall'Enoteca regionale per il Piemonte, il cui Statuto prevede già la possibilità di promuovere, oltre ai prodotti vitivinicoli, anche quelli agro-alimentari piemontesi.
Ed è per queste ragioni che secondo me il provvedimento che ci avviamo a discutere dovrebbe contenere in modo chiaro che l'istituto di marketing dei prodotti agro-alimentari dovrà essere il veicolo di spesa di tutte le iniziative atte a valorizzare i prodotti piemontesi, e ciò al fine di coordinare e finalizzare le risorse finanziarie, che come tatti sappiamo sono sempre scarse rispetto alle esigenze, destinate a far conoscere in Italia e all'estero le eccellenze qualitative e le tipicità della nostra Regione che sono certamente molte.
Così come sarebbe necessario fissare limiti alle spese di "funzionamento" rispetto a quelle di "investimento", ciò per evitare che vengano disperse risorse nell'attività di supporto a scapito di quelle molto più produttive, delle "attività di merito".
Ancora un accenno vorrei farlo a proposito dell'utilizzo del "può" di cui al comma 1 dell'art. 3 anziché il "deve" come suggerirei che venisse sostituito. Mi sembra abbastanza "inusuale e curioso" che si dedichi del tempo ad approvare una legge la cui concreta attuazione viene lasciata alla discrezione dell'esecutivo regionale, che può decidere, o no, se finanziare un proprio istituto strumentale.
Se il suggerimento che porto all'attenzione del l'Aula non dovesse venire accolto, allora dovrei ritenere che il provvedimento che stiamo discutendo rappresenta una "declamazione politica" e non, come credo debba essere, un preciso impegno della Giunta regionale per rafforzare e coordinare le attività promozionali e pubblicitarie per i prodotti agro alimentari. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Io intervengo per due motivi: il primo è perché mi sono trovato, per caso, nella Commissione competente e ho ascoltato la presentazione di questo disegno di legge; il secondo è perché professionalmente mi sono occupato di marketing per circa dodici anni, e allora mi sono detto: finalmente la Regione si muove in termini innovativi.
Però, Assessore, questo è un disegno di legge rabberciato, che offende gli Enti e le aziende che vogliono seriamente fare del marketing.
L'intervento del collega Muliere è stata una vera relazione, o una relazione di opposizione (preferisco "opposizione" a "minoranza). Col collega Mellano ci siamo casualmente trovati in Commissione, ma c'eravamo assolutamente trovati d'accordo nelle perplessità critiche. Perché è vero che fischiare i falli è più facile che giocare, ma se la partita è bella normalmente un bravo arbitro non fischia falli. In questo caso, purtroppo la partita non è bella: il provvedimento è rabberciato, ed è facile giocare.
Se si voleva intervenire su una materia del genere, questo non è un provvedimento che ha il peso, le caratteristiche e la struttura di un intervento serio in materia di marketing.
Abbiamo finito poc'anzi la discussione sull'ARPA. Se si vogliono svuotare completamente di responsabilità, di ruolo e di funzioni gli uffici regionali, i funzionari e i dirigenti, bisogna avere il coraggio di dirlo, perché vuol dire che nell'Assessorato all'agricoltura non ci sono le risorse, le capacità e le competenze per affrontare queste materie.
Ma quando dico "per affrontare queste materie" sono convinto che non ci siano a livello di capacità professionali di mercato. Allora non riesco a capire, Assessore e colleghi, perché istituire una realtà del genere: se è solo per sistemare una persona, ci sono altri modi. Non mi scandalizzo nemmeno. Probabilmente - io ne sono convinto - se fossimo al Governo faremmo meglio magari cose simili.



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Caro compagno Chiezzi, faremmo! Lo faresti anche tu, come l'abbiamo fatto magari nel Governo di centrosinistra. Io non mi scandalizzo di queste cose, non mi scandalizzo. Evitiamo la demagogia di basso livello: chi vivrà, vedrà. Io mi auguro quanto prima, prossimamente, su questo Consiglio, magari a ruoli di invertiti.
Dicevo che l'impressione è che si vogliano svuotare di competenze.
Per fare questo c'è bisogno di una struttura pesante, una struttura di professionisti, capaci e riconosciuti sul mercato, che, fra l'altro rappresentano un costo elevato; i 600.000 euro non sono sufficienti per una realtà di questo genere.
Succederà che quella struttura, "l'Istituto per il marketing" (potevate chiamarlo "Agenzia regionale per il marketing", così se ne aggiungeva un'altra), si dovrà rivolgere al mercato.
Ma allora, Assessore Cavallera - lei sa che ho grande stima e simpatia nei suoi confronti - perché al mercato non si possono rivolgere gli Uffici regionali, i Funzionari e i Dirigenti regionali? Se mi toglie questa curiosità, la ringrazio in anticipo.
Nell'era della semplificazione, gli Uffici regionali si rivolgono all'Istituto per il marketing, che, a sua volta, si rivolge a chi di marketing si occupa veramente.
Pertanto, invece di ridurre i passaggi, li aumentiamo! La domanda che pongo è questa: potrà un istituto terzo resistere alle pressioni dei singoli, piccoli produttori o dei consorzi interessati esclusivamente al proprio piccolo particolare? Chi si occupa delle politiche agricole in questa Regione, se non l'Assessore all'agricoltura e l'Assessorato competente, che hanno la visione d'insieme? Divago un attimo, anche per alleggerire l'argomento: girando per Torino ho visto un manifesto pubblicitario che rappresentava una tazzina bianca.
Mi sono chiesto: "E' la Lavazza?". No, era la Regione Piemonte! Chiederò qual è l'Agenzia che ha realizzato quel manifesto.
Avevo già chiesto i documenti in base ai quali la Giunta regionale sceglie le società pubblicitarie, ma sarà opportuno che incominci ad occuparmene un po' più da vicino.
Arriviamo al Salone del Gusto: voglio provare a spezzare una lancia contro l'intoccabile Salone del Gusto, per andare un po' controcorrente.
Alcuni colleghi hanno presentato un'interpellanza relativamente ai costi, ma io non voglio entrare nel merito.
Ciò che mi lascia perplesso (non metto in discussione i benemeriti contributi al Salone del Gusto), e rientriamo sempre nel discorso complessivo dell'immagine e delle operazioni di marketing, è cosa faccia la Regione al Salone del Gusto, presente con due stand - collega Marengo - uno sopraelevato e uno al pianterreno (al primo piano il Presidente e al pianterreno l'Assessore!).
Approfondirò l'argomento relativamente ai costi e alla necessità della presenza delle "veline"; le "veline" sono certamente interessanti, ma non per promuovere l'azione della Regione Piemonte! Tornando agli argomenti seri, quello in oggetto è un provvedimento rabberciato; è stata soppressa la Direzione che si occupava di geologia viene proposto di sopprimere la Direzione del Museo di Scienze Naturali.
Perché non sopprimiamo anche la Direzione Agricoltura? Personalmente sono contrario, ma se questa è la strada che intendete intraprendere, allora vale la pena mettere mano alla legge 51; sopprimete anche la Direzione Agricoltura, perché mi chiedo - Assessore - cosa dovrà fare, se i lavori verranno appaltati all'esterno.
Assessore, alla base ci deve essere la conoscenza del mercato: la conoscenza dei propri produttori e le esigenze e necessità del mercato.
Chiedo troppo? Le aziende serie, poi, cercano anche di capire come si evolve il mercato (ma qui sarebbe fantascienza!), per capire come produrre i prodotti che vanno incontro alle esigenze del mercato.
Diversamente, si può andare negli Stati Uniti a produrre il "Big Castel", il Castelmagno! Lì fanno in fretta, cambiano il nome, producono una schifezza e la propongono al mercato, se il mercato ne ha bisogno.
Se non ci sono questi elementi, come si può pensare di proporre un provvedimento di quel livello? Assessore, mi aspettavo qualcosa in più dalla sua persona nell'affrontare un argomento come questo.
Per concludere, sono completamente d'accordo con quanto hanno detto i colleghi Muliere e Mellano: all'art. 4, la Giunta regionale può incaricare un istituto a svolgere un'attività d'informazione istituzionale.
E allora, sopprimiamo anche la Direzione regionale della Giunta, se si appalta all'esterno anche l'informazione istituzionale! Fate attenzione, però, perché in questo modo non si arriva a 14 Assessori semmai se ne riduce il numero.
Questo potrebbe essere utile, non si sa mai! Grazie, Assessore.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Condivido molte delle parole che sono state espresse.
Non condivido totalmente quanto ha detto il collega Mellano, cioè che è facile fare il Consigliere di minoranza, perché sento che a volte c'è dell'inutilità nelle affermazioni che facciamo.
Ritengo che le affermazioni della minoranza siano motivate e che meriterebbero una discussione, mentre la maggioranza, per partito preso, va avanti per la propria strada, senza curarsi della portata di tali affermazioni.
Temo (ma posso già dire di averne la certezza) che accadrà così anche riguardo a questo provvedimento, perché non ci viene data la possibilità non dico di risolvere, ma perlomeno moderare, i punti di principio presenti in questa legge, che non sta al passo con la realtà del territorio.
Questo disegno di legge vorrebbe incidere sul mercato dei prodotti di qualità, e ne fa anche un elenco parziale. Ma, come è già stato evidenziato, in questo elenco non è presente, ad esempio, il Castelmagno.
Il Castelmagno può essere portato come esempio anche per richiamare un altro problema: la promozione è efficace se si riesce a garantire la continuità della produzione.
Ebbene, l'Assessore non può ignorare che il Castelmagno è un formaggio prodotto in una zona limitata, dove viene sfruttata la pratica dell'alpeggio.
L'Assessore all'agricoltura non può non sapere che sull'alpeggio pesano delle minacce continue. Regole per l'estensivizzazione degli allevamenti che noi approviamo, vengono mal interpretate in Regione Piemonte come in altre Regioni italiane, per cui gli allevatori della pianura segnano, come quote di terreno a disposizione per gli animali allevati negli allevamenti intensivi, gli alpeggi che sono sulle montagne. Questa è una situazione che viene periodicamente ricordata da chi opera in campo agricolo, perch in questo modo si tolgono gli spazi per l'alpeggio.
Il Castelmagno regge perché è un prodotto di pregio, però deve affrontare la concorrenza di prodotti che hanno lo stesso marchio. In più c'è la difficoltà di dover difendere i terreni sul quale vanno a pascolare d'estate le vacche che danno il latte per il Castelmagno.
Sempre a proposito di garantire la produzione viene citata, tra i prodotti tipici, la robiola di Roccaverano che tutti sappiamo essere un prodotto tipico. Poco tempo fa ho avuto modo di visitare una cooperativa che lavora nella produzione della robiola di Roccaverano. I ragazzi che vi lavoravano segnalavano il fatto che, nonostante avessero fatto richiesta di fondi previsti da leggi regionali per la ristrutturazione e l'adeguamento della struttura che avevano acquistato (una struttura fatiscente che i ragazzi hanno messo in attività) non sono stati sostenuti dalla Regione Piemonte. Gli aiuti tardano ad arrivare per i soliti problemi burocratici per cui hanno difficoltà a sostenere questa attività che è agli inizi. Non possiamo pensare di promulgare delle leggi per il marketing, dei prodotti, senza verificare come sosteniamo tutta la filiera produttiva.
Questa è una legge che serve per fare un po' di vetrina, come è stato illustrato, ma difficilmente riuscirà ad entrare nel circuito della filiera e sostenere la produzione. Noi non dobbiamo preoccuparci solo del marketing, che permette di vendere, ma anche di come garantiamo la produzione.
Come è già stato ricordato da chi mi ha preceduto, nella relazione vengono proposte una serie di produzioni estremamente circoscritte e limitate nella quantità, che vengono messe a confronto con tre prodotti che invece sono a livello industriale. Nell'Istituto che si vuole creare partecipano tutte le associazioni private che lavorano nel campo produttivo, chiaramente la forza dei produttori delle tre tipologia di formaggio - il grana, il taleggio e il gorgonzola - schiacceranno le rappresentanze degli altri soggetti più piccoli.
C'è un altro discorso, sempre legato al tema della promozione della qualità. Credo che l'Assessore non ignori il fatto che parliamo di prodotti di qualità che hanno difficoltà a sostenere una presenza quantitativa sul mercato. Credo che l'Assessore non ignori che nella nostra regione la grande maggioranza delle produzioni agricole, è dedicata ai seminativi.
Non illudiamoci, con questa legge, di garantire la qualità territoriale, noi garantiamo la vendita di prodotti di qualità. Non pensiamo di sostituire la qualità territoriale, perché la qualità territoriale della regione deve fare i conti con la presenza massiccia di seminativi che, sappiamo, comportano l'uso di sostanze chimiche che producono conseguenze sull'ambiente. Da questo lato non vorrei che si facesse confusione dicendo che noi, con questa legge, sosteniamo anche un miglioramento della qualità ambientale della regione. La legge in esame serve per fare opera di marketing, ma come è stato illustrato, non riuscirà neanche a fare quello che la legge vorrebbe proporre. Non è con questa struttura che riuscirà ad adempiere ai compiti che le sono indicati. E' una struttura così leggera, è una struttura di cui non sono specificate neanche le capacità tecniche che sono richieste a coloro che ne faranno parte. La Regione entra in questo consorzio come un commissario, ma questo commissario unico sarà in grado di garantire la Regione Piemonte sul modo in cui saranno utilizzati i fondi, per ora limitati, che la Regione metterà a disposizione? Questa è una domanda a cui sarà difficile rispondere vedremo nel proseguo come sarà possibile garantire questo passaggio.
Infine c'é un altro punto: questa legge potrebbe anche essere una legge inutile, una legge che ci occupa per un po' di tempo nella discussione senza avere alla fine una ricaduta pratica. All'art. 6 non dobbiamo dimenticare che non si è potuto evitare di inserire una clausola sospensiva, in quanto si dice: "la concessione degli aiuti previsti dalla presente legge, è disposta dopo la decisione di approvazione dell'unione europea". Esaminiamo una legge in cui prevediamo tutta una serie di azioni prevediamo una serie di finanziamenti e poi non sappiamo a che livello potrà funzionare.
Corriamo il rischio di costituire un Istituto per il marketing che alla fine, non potrà avere aiuti dall'Unione europea quindi daremo soldi per mantenere in piedi un istituto, che a questo punto di dovrebbe chiamarsi carrozzone, che non potrà fare nulla. Se l'Unione europea non darà la disponibilità, l'approvazione all'utilizzo di questi aiuti l'Istituto non potrà funzionare, e non riuscirà a svolgere i compiti per cui è stato creato. Si tratta di una legge che disorienta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Nell'intervallo del Consiglio mi sono recato in un'altra Istituzione che è il Comune. All'o.d.g. di una Commissione di merito c'era una discussione su una delibera di Giunta che assegnava una consulenza per ipotizzare una modalità diversa di gestione dei servizi. Dico questo essendo oltretutto un servizio di grande pregio, perché assistiamo sempre di più da parte degli Enti locali (in questo caso dall'Ente Regione), al di là delle formule di governo, ad un filo conduttore unico che svuota delle competenze professionali interne e crea altre istituzioni. L'obiettivo del consulente è di individuare, tra la fondazione, l'istituzione e la società di capitali, la forma migliore per gestire un certo servizio da parte dell'Ente locale. In questo caso si sceglie una strada abbastanza assimilare: valorizzare i prodotti agro-alimentari della nostra Regione. Si nomina un Commissario, il cui compito è studiare la forma migliore per costituire un'istituzione fatta di capitali pubblici e privati, con lo scopo di svolgere promozione di marketing del prodotto.
La Giunta si arroga anche un'altra competenza. In relazione al disposto dell'art. 3 si arroga il diritto di decidere quale sia l'equo compenso per l'incarico di Commissario. Con deliberazione di qui al comma 3 si stabilisce l'ammontare dell'emolumento da riconoscersi al Commissario.
Per fare tutto questo, Assessore, occorreva una legge? Era una sua prerogativa quella di assumere un consulente che svolgesse, incrementando un'altra voce, un lavoro di consulenza per l'Assessorato, in relazione allo studio della migliore modalità di accompagnare gli imprenditori che operano nel campo agro-alimentare, verso una politica di promozione del proprio prodotto. Questo rientrerebbe perfettamente in un compito compatibile con le norme comunitarie, invece no, scegliamo una strada più difficile.
Abbiamo discusso di molte società partecipate, però vorrei ricordare che su molte di esse gli emolumenti vengono decisi nell'ambito della legge.
Qui c'é un'altra prerogativa che spoglia complessivamente e rischia di sottrarre, al controllo dell'assemblea elettiva, la costituzione di organismi che declupicati (perché di questo si tratta) svuotano le competenze tradizionalmente svolte dagli Uffici della Regione Piemonte e dei suoi Assessorati. E' un fatto di estrema gravità. Da una parte assistiamo a battaglie sacrosante da parte del Gruppo Radicale che da tempo sostiene la necessità di approdi in aula e al voto di provvedimenti sulla dismissione delle partecipazioni delle società minori, dall'altra attiviamo un percorso virtuoso che probabilmente spingerà i Radicali, nel corso della prossima legislatura, a sostenere un altro provvedimento ad hoc per l'abbattimento di queste cose. Si decuplicano le istituzioni, si creano altri poteri, forse utili alla clientela politica ma che rischiano di svilire, ancora una volta, il ruolo di indirizzo che dovrebbe essere mantenuto in capo alla Regione.
Su questo si intersecano altre risorse. Se andiamo ad analizzare un'altra voce di bilancio del Consiglio regionale, le voci di rappresentanza, possiamo notare che molto spesso gli ambasciatori fanno viaggi in India, in Cina per rappresentare i nostri prodotti. Non che la Regione, di fatto, non svolga già un ruolo in questo campo, ma mi sembra che questo provvedimento rischia di trasformarsi in un pesante fardello sul bilancio della Regione privo, probabilmente, dell'efficacia che nei propositi si tenta di raggiungere. Stiamo appesantendo la macchina, anzich alleggerirla; anziché valorizzare le competenze che abbiamo, le duplichiamo, delegando all'esterno funzioni di istituto che possono essere svolte dalla competenze professionali presenti nell'Assessorato di riferimento per il provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Botta che interviene in qualità di Consigliere, ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Vorrei terminare il dibattito con una voce quasi fuori dal coro, perch le legittime critiche rivolte a questo disegno di legge della Giunta possono essere giudicate ingenerose. Riteniamo, infatti, che tale disegno di legge sia importante e che rientri in una strategia generale che la Giunta regionale, il Presidente e l'Assessore competente, stanno mettendo in atto da tempo.
Non possiamo dimenticarci o prescindere dal fatto che oggi abbiamo un Assessorato all'Agricoltura e qualità. Il fatto di avere questa dizione precisa è una chiara volontà, espressa dalla Giunta regionale, di collegarsi ad un progetto generale dell'agricoltura italiana, ben definita anche dal Ministero delle Politiche Agricole, di legare l'agro-alimentare italiano ai termini della qualità. I colleghi non possono ignorare che nel 2006 l'agricoltura europea sarà toccata dal fenomeno dell'allargamento dell'unione e non potranno dimenticare che per avere ancora un ruolo e un significato non sarà prescindibile una scelta dell'intera agricoltura italiana rivolta alla qualità.
Il disegno di legge si pone in questa grande e strategica prospettiva epocale - se mi è concesso il termine. Il fatto che il Piemonte abbia già un'agricoltura di qualità (e lo dimostrano i suo vini DOC, i suoi prodotti DOP e IGP) deve essere accompagnato, migliorato, rafforzato ed aumentato.
Dobbiamo rendere certificati. I prodotti di qualità, non solo con la qualificazione e la certificazione regionale, ma con i passaggi successivi fino alle certificazioni europee, di molta parte della nostra produzione agricola e agro-alimentare. Abbiamo poi bisogno di mettere in moto un grande processo virtuoso di promozione di questi prodotti dell'agro alimentare piemontese.
Negli anni passati, forse, questo progetto di marketing dell'agro alimentare piemontese è stato posto un po' ai margini dell'azione del nostro Assessorato, viene riconosciuto anche nella relazione al disegno di legge, perché, giustamente, si è data maggiore enfasi e maggiore sottolineatura agli aspetti della produzione. Oggi è il momento, proprio perché mancano sostanzialmente tre anni al 2006, di mettere in campo un grande sforzo sul marketing della produzione agro-alimentare piemontese.
Guardate che qui ci giochiamo i destini importanti della nostra produzione agro-alimentare. Il prodotto agro-alimentare è uno straordinario momento di promozione del Piemonte ed è assolutamente necessario uscire da quella fase di artigianalità della promozione che ha contraddistinto in questi anni la Regione Piemonte. Dobbiamo avere uno strumento sicuramente agile, ma molto competente e professionale, come dovrebbe essere e sarà, se le intenzioni verranno confermate. Questo tipo di istituto di promozione è sicuramente simbolo e significato di una volontà precisa.
Qualcuno ha fatto riferimento alle esperienze di promozione avvenute in Cina, in Australia, in India e in molte altre parti del mondo. Chi c'è stato, come gran parte dei Consiglieri che vi si recano non per fare del turismo o per controllare, ma per osservare gli esiti di queste promozioni capisce quanto sia importante avere un istituto di marketing, soprattutto del prodotto agro-alimentare, che faccia da traino a tutto il marketing piemontese. E' ora magari anche di avere una maggiore attenzione per l'internazionalizzazione del prodotto piemontese. E forse qualcuno potrebbe anche pensare che sarebbe ora di creare addirittura un Assessorato o una direzione alle relazioni e alla promozione internazionale, perché oggi le nostre frontiere non sono più le frontiere della nostra regione, oggi i nostri prodotti, in particolare quelli dell'agro-alimentare, possono fare benissimo. E' straordinario, e i colleghi che parleranno dopo di me lo confermeranno, vedere quanto bene sia stata accolta la nostra produzione agro-alimentare di qualità, ad esempio, l'anno scorso in Cina durante la fiera del vino. E' chiaro che lì siamo arrivati non totalmente preparati e non totalmente supportati a livello di marketing prevendita e postvendita.
Questo istituto dovrà poi riuscire a dare una dimensione di grande professionalità al lavoro che oggi è stato svolto dai nostri Uffici molto bene, ma, sicuramente, come lavoro marginale rispetto a tutte le altre occupazioni.
Il Piemonte, che vuole diventare sede dell'Authority nazionale sull'agro-alimentare, che risulta sede del Salone del gusto, del Salone del vino e di alcune eccellenze internazionali della produzione agro alimentare, non può che avere uno strumento di questo tipo che rientra in un progetto generale. Non è nostra intenzione sostituire i tartufi alla produzione di automobili, ma, sicuramente, questo è un filone importante sul quale lavorare e creare strutture di professionalità e di sviluppo per la nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, sono rimasto molto stupito nel sentire echeggiare la parola "bravo" al termine dell'intervento del collega Botta, parola pronunciata ad alta voce dal collega Gallarini, decano come me in quest'aula.
Sono rimasto molto stupito perché trovo così evidente il divario tra questo piccolo istituto che l'Assessore Cavallera e il collega Botta vogliono far nascere e i problemi che si intendono, a parole, affrontare.
Il problema del marketing, delle ricerche di mercato e il problema stesso dello strumento pubblicitario hanno dimensioni tali, come hanno detto bene molti colleghi in precedenza, che per essere affrontati richiedono grandi risorse e grandi professionalità, progetti complessivi e integrati, un cumulo di forze coordinate con varie competenze. Richiedono che una società intera che si dedica alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti si coordini e metta in campo le proprie energie. Tutto questo con questo "istitutino" e con il "Commissarino" che viene nominato che cosa ha a che fare? Un bel niente! Il mercato è un Moloch difficilmente controllabile. Comunque, per entrare in rapporto con queste tendenze e penetrare nel mercato è necessario un complesso di risorse, competenze scienza e volontà che trapassa le forze che possono essere individuate all'interno di questo istituto. Allora, come mai l'Assessore Cavallera e il Consigliere Botta vogliono questo istituto? Bisogna chiederselo. Da parte dell'Assessore Cavallera c'è una lunga militanza all'interno di un partito che delle organizzazioni clientelari nel campo sociale è stato veramente un esempio per tutti; da parte del collega Botta ci può essere un ritardo in questo senso, che intende recuperare rapidamente. Noi possiamo vedere come tutto questo castello sia un piccolo castello di carte, che chiederei all'Assessore di provare a rafforzare un pochino, dargli un po' di dignità.
Assessore Cavallera, sollevo un problema di decenza, che è il seguente: questa leggina non dice niente, sono quattro chiacchiere, però, questa legge una cosa seria la fa. Questa legge dice che il Consiglio Regionale permette alla Giunta di iniziare la costituzione di questo istituto delegando alla Giunta il compito di fare tutto ciò che crede, senza alcun vincolo e senza alcun criterio per nominare "immediatamente" (60 giorni mi sembra) un Commissario che lavora per dare vita all'istituto. Nella legge non si dice nulla delle caratteristiche che deve avere questo Commissario.
O avete già il nome e cognome in tasca, e ce lo dite, per cortesia, oppure bisogna che come Consiglio regionale, qui mi rivolgo al collega Botta e non all'Assessore Cavallera, che è beneficiario di una norma di questo genere scusa collega Botta, va beh, che Gallarini ti ha detto bravo, per riusciamo a dare delle indicazioni alla Giunta con le quali, come Consiglio, ci cauteliamo, nel senso che in una legge a nessuna Giunta è giusto o è prudente consegnare piena libertà e discrezionalità in una nomina così temeraria, per tanti che sono intervenuti prima di me, e comunque così difficile da applicare, come quella di mettere in piedi un istituto attraverso un commissariamento e un Commissario, cioè una persona fisica. Questo deve avere una testa grande così! Allora, se perlomeno si inserisse - chiedo al collega Botta - una correzione rilevante, che condizioni la Giunta regionale a fare qualcosa di diverso dalla nomina di un Commissario così semplicemente definito, allora rimarrebbero tutte le altre cose però l'indecenza da questo punto di vista potrebbe essere corretta. Teniamo presente che la Giunta, ad esempio potrebbe dare incarico al proprio Assessore di montare questo istituto, o potrebbe dare incarico alla struttura dell'Assessorato di tessere le fila di questo ordito.
Io chiedo al collega Botta di stringere un'alleanza contro l'Assessore Cavallera per impedirgli di fare quello che crede il giorno che in Giunta solitario, senza il Consiglio, dovrà nominare questo Commissario.
Aspetto delle proposte anche da parte della maggioranza. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Chiezzi. Consigliere Botta, ci faccia cortesemente sapere i suoi intendimenti.
terminato il dibattito generale.
La parola all'Assessore Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Inizierei subito dicendo che qui non ci troviamo di fronte ad una nuova partecipata. Questo l'ho già precisato e sottolineato sia nella Commissione competente, sia in I Commissione.
Comincio dal ricordare a me stesso e ai colleghi che noi abbiamo nella nostra Regione 370 prodotti di antica tradizione, classificati ai sensi del Regolamento Comunitario. Sono il nostro punto di forza. Da questi prodotti di antica tradizione emergono i prodotti a denominazione di origine, i DOP e gli IGP, o i vini, che sono siglati VQPRD, cioè DOC, DOCG o IGT.
Ebbene, noi abbiamo constatato in questi anni, ma soprattutto nel periodo in cui io sono Assessore, che ci sono dei soggetti nel campo agro alimentare che non hanno certamente bisogno del sostegno della Regione per stare sui mercati. Ma sono, ovviamente, situazioni particolari, correlate alla dimensione e all'incidenza sul mercato di questi produttori. Mentre vi è una miriade di produttori, nell'ambito delle varie produzioni tipiche che hanno grossi problemi di questo tipo per poter portare avanti un'azione di marketing dei loro prodotti.
Naturalmente noi ci rivolgiamo ai cosiddetti "marchi collettivi", per cui la denominazione classificata da noi come PAT: sono 370 (fra l'altro il 4 di dicembre li presenteremo al Centro Congressi di Corso Stati Uniti 23 ricapitoleremo l'argomento di cui trattiamo), e poi la ventina di prodotti DOP o IGP ( altrettanti sono in corso) o i 45 vini DOC o DOCG.
Come abbiamo constatato anche in questi anni, i vari consorzi di tutela di questi marchi e di questi prodotti o le varie associazioni di prodotto, più o meno riorganizzate come organizzazioni dei produttori ai sensi dei più recenti Regolamenti Comunitari, hanno grosse difficoltà a compattarsi in un'azione coordinata. Non che non si siano tentati incontri, riunioni o altri tentativi istituzionali di coordinamento...
Proprio dal confronto con questi soggetti è emersa l'opportunità non tanto di costituire l'ennesima agenzia o l'ennesimo istituto pubblico di cui non si sente assolutamente la necessità, ma di creare, di contro un'opportunità affinché dall'incontro di questi consorzi e di queste società di produttori possa nascere una sinergia per poter essere presenti in modo coordinato a svolgere determinate funzioni.
Questa legge ha unicamente questo scopo: far decollare e stimolare.
Quindi, in qualche modo, rispetta un principio anche di sussidiarietà.
Poteva essere portata avanti anche un'azione di sussidiarietà orizzontale (noi parliamo sempre da un punto di vista verticale). Potevamo probabilmente, portare avanti delle azioni - qualcuno l'ha riconosciuto anche senza la necessità di elaborare un nuovo testo di legge, ma abbiamo voluto dare una certa enfasi, un risalto e una sanzione di livello più elevato quale quello dell'indirizzo da parte del Consiglio.
Alcuni interventi davano per scontato che ci potessero essere contribuzioni anche a carattere permanente per quanto riguarda il sostegno delle spese di gestione: questo è escluso. Noi abbiamo avviato un dialogo preventivo con gli uffici della Comunità Europea, per cui - salvo loro ripensamenti dell'ultimo minuti, perché ciò è sempre possibile - ci siamo premurati di predisporre uno strumento che fosse in linea con gli orientamenti comunitari in materia di aiuti al settore delle imprese dunque la costituzione di questo incontro, di questa collaborazione, di questa cooperazione e di questa sinergia che viene in qualche modo promossa da questo Commissario, che non vuol essere nient'altro che un soggetto a tempo, sottoforma di Commissario promotore. Perché poi è chiaro che questo organismo deve strutturarsi, nell'interesse di questi soggetti privatistici, o come società consortile o come consorzio o come altra possibilità ritenuta più idonea da parte del soggetto privato per stare sul mercato. Come ha ricordato il collega Botta, noi siamo di fronte ad una serie di ulteriori liberalizzazioni. E mi pare di aver anche raccolto dallo stesso mondo dei no global una richiesta di togliere ulteriori...



(Commenti in aula)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Io ho seguito i dibattiti che ci sono stati e ci si domanda a che cosa servono gli aiuti all'agricoltura nei Paesi più sviluppati. Questa è la domanda che proviene da quel determinato mondo. Questi aiuti all'agricoltura, secondo alcuni punti di vista, penalizzano i Paesi più poveri e più arretrati, perché trovano delle barriere per entrare sui mercati. E questa è una tesi.
Dall'altro lato vi é una tesi iperliberista che promuove l'abbattimento di tutte le barriere, nel senso che i prodotti anche agro-alimentari possano circolare sul mercato.
Io non dico che ci sia un'ipotesi di manovra a tenaglia sui sostegni che per decenni hanno sostenuto un determinato tipo di agricoltura, a volte producendo anche delle eccedenze. Quindi, il futuro è di un'agricoltura sempre più competitiva e quindi di aziende agricole che devono sempre più valorizzare la loro imprenditorialità. Una di queste scelte prioritarie che devono compiere le imprese è proprio quella di preoccuparsi di come i loro prodotti andranno sul mercato.
Noi stiamo portando avanti anche azioni di rafforzamento dell'offerta.
Pensiamo a tutte le forme cooperative, a tutte le associazioni dei produttori che, dovendo competere con la grande distribuzione - ad esempio nel campo ortofrutticolo, ma anche in tanti altri campi - possono farlo non dico alla pari, ma perlomeno con una voce in capitolo.
Questi sono i soggetti che devono confluire e costituire tale organismo.
E' stato anche presentato il caso dello sparuto e isolato Consorzio di tutela, che va a promuovere un unico prodotto, nel caso particolare il Castelmagno.
Questo dimostra la necessità che i prodotti agro-alimentari di qualità abbiano un'offerta unica, complessiva, nel momento in cui, ad esempio, si va all'estero a dire che in Piemonte ci sono nove DOP, per quanto riguarda i formaggi (i prodotti DOP in Piemonte sono dieci), e che pertanto la produzione dei formaggi è una punta di diamante del nostro settore agro alimentare.
Si fa, dunque, una comunicazione nella quale si rende noto che ci sono i prodotti DOP e che complessivamente il sistema agro-alimentare del Piemonte sarà in grado di corrispondere alle richieste.
Ritengo sia stato fatto di tutto per trovare la soluzione più economica, la meno strutturata possibile, la più affidata - totalmente e sostanzialmente - ai soggetti e a quei corpi intermedi che rappresentano direttamente o indirettamente - la produzione, attraverso i Consorzi di tutela, i quali avranno una grossa opportunità di lavorare in modo coordinato.
Gli indirizzi saranno sempre dati dalla Regione, che farà i Piani di sviluppo rurale e i Piani di perseguimento della qualità.
Naturalmente, ci saranno le braccia operative, che sono quelle che sono; è chiaro che si dovrà fare i conti con l'ICE e con il Centro estero delle Camere di Commercio, ma in Commissione sono stati ascoltati i pareri di tutti. E' stato richiesto un coordinamento, ma ho colto, da parte dei soggetti esterni, delle sottolineature anche positive, con qualche richiesta di cambiamento, tant'è che il testo finale del provvedimento è diverso da quello iniziale.
Voglio tranquillizzare, poi, tutti i colleghi, in modo particolare il Consigliere Chiezzi, quando sostiene che si vuole mitizzare la figura del Commissario, mentre in realtà è un soggetto che si burocratizzerà e che sarà pesantissimo.
Colleghi, il Commissario è un soggetto promotore, per sua natura a tempo, che sarà scelto a livello di alta qualificazione.
Per questo soggetto non conta nessuna parentela - e voi intendete a cosa mi riferisco - perché in quest'ambito si gioca tutto: o è un soggetto tale da essere in grado di cooperare con l'Amministrazione regionale e gli Assessorati all'agricoltura delle Province, che svolgeranno un ruolo propulsivo in questo senso, oppure tutto il disegno fallirà.
Pertanto, la finalità dell'Amministrazione sarà quella di trovare un soggetto adeguato, attraverso quel rapporto fiduciario che è tipico di questo istituto.
Qualcuno ha fatto un accenno al provvedimento delle partecipate, delle dismissioni o meno.
Credo che non sfugga a nessuno che in quest'ambito non sottoscriviamo alcun capitale, non partecipiamo ad alcun consorzio; ci limitiamo solamente a offrire un'opportunità al sistema agro-alimentare piemontese.
In questo senso deve essere interpretata la norma; naturalmente, in base all'evoluzione di questa sperimentazione, che è basata sull'esperienza e sul dialogo con le strutture interessate, potremo anche trarre eventuali suggerimenti o rafforzamenti dell'iniziativa stessa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere e Caracciolo: art. 1, comma 1, sono aggiunte le parole così come segue: "attraverso il quale verranno realizzate tutte le attività di promozione e di pubblicità della Regione Piemonte".
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Sulla base del ragionamento che ho fatto nel dibattito generale ponendo dei dubbi - come del resto hanno fatto anche gli altri colleghi di minoranza - sull'istituzione di questo istituto, è scaturito l'emendamento in oggetto.
Voglio ricollegarmi subito alle parole dell'Assessore Cavallera nell'intervento che ha svolto poc'anzi, quando sottolineava la necessità del coordinamento delle politiche di promozione che effettua il Centro estero delle Camere di Commercio o altre associazioni ed enti.
E' vero, c'è bisogno di un coordinamento, ma ritengo che, per coordinare un'attività impegnativa e difficile come quella della promozione del settore agro-alimentare, ci sia bisogno anche di autorevolezza.
L'istituto di cui si parla, così come viene proposto, dovrà conquistare quest'autorevolezza, se sarà in grado di farlo. Ma l'autorevolezza, in questo caso, ce l'ha la Giunta, che deve coordinare queste attività di promozione, e non soltanto l'Assessorato all'agricoltura, perché per promuovere i prodotti c'è bisogno di un collegamento con la promozione del turismo, del territorio, e così via.
E' un'azione legata tra i vari settori.
Io non penso che ci sia bisogno di questo istituto, ma, se così si vuole fare - e ho già sentito che l'Assessore vuole andare avanti su questa strada, nonostante le obiezioni presentate dalle opposizioni - ritengo che occorra affermare con molta chiarezza che tutta l'attività di promozione deve passare da questo istituto.
Se così si vuole fare, allora tutto il settore dell'attività di promozione della Regione passi da questo istituto! Non possiamo prevedere un istituto che si occupa della promozione agro alimentare e continuare a spendere soldi tramite l'Assessorato, tramite l'enoteca regionale, tramite tutto quello che si occupa della promozione del settore agro-alimentare.
Se vogliamo attribuire un ruolo a questo istituto, un ruolo vero, un ruolo forte, occorre che la promozione del settore agro-alimentare passi attraverso l'attività di tutto l'istituto.
In questo modo, si dà credibilità all'istituto stesso.
Naturalmente, l'Assessore risponderà in modo negativo, darà parere contrario a questo emendamento, e ciò significa che tutte le obiezioni che abbiamo sollevato nel dibattito generale sono veritiere; hanno un fondamento, perché rifiutano questo emendamento.
Naturalmente, si rende debole il ruolo di questo Istituto. Se l'Assessore deve esprimere un parere negativo su questo emendamento cerchi almeno di argomentarlo, di spiegare perché non è d'accordo. Se si vuole dare un ruolo forte all'Istituto, diciamo che tutte le attività di promozione vengono espletate attraverso dell'Istituto.
Se così non sarà, vuol dire che le nostre obiezioni avevano un fondamento, rifiutando questo emendamento, ci convinciamo sempre di più che il ruolo dell'Istituto è solo di facciata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà



MELLANO Bruno

Sono d'accordo con la filosofia che ha spinto i Consiglieri Muliere e Caracciolo a presentare questo emendamento.
E' un emendamento volto a fare chiarezza, ad esplicitare quei dubbi che abbiamo tentato di esprimere e che prende sul serio le argomentazioni sostenute dall'Assessore e dal Consigliere Botta. Noi partiamo da premesse diverse, da dubbi e da perplessità radicalmente diverse. Se è vero quanto avete detto, se è vero quanto ha detto l'Assessore, occorre andare fino in fondo, avere il coraggio delle proprie opinioni, delle proprie dichiarazioni di principio, riconoscere a questo Istituto tutto il compito tutta la responsabilità di agire per individuare quelle linee programmatiche per il marketing che sono alla base della filosofia che vi ha spinto ad ideare il provvedimento.
L'emendamento firmato dai Consiglieri Muliere e Caracciolo ha questo scopo, ha questo aspetto positivo di costringere a ragionare con il nodo critico che è stato posto sul tavolo. Se è vero quanto avete detto, se è vero quanto ha detto l'Assessore dobbiamo, assieme, approvare questo emendamento perché esplicita e rende più chiaro il livello di responsabilità, rende più chiara la responsabilità della Giunta regionale rende più chiara la responsabilità e l'utilità di un Istituto come questo che volete creare. Dite che non è l'ennesimo carrozzone, diamogli la responsabilità, diamogli la possibilità di agire dando tutta la responsabilità, tutta intera l'attività, a questo settore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Anch'io ritengo che questo tipo di Istituto non sia opportuno e nemmeno necessario. Aggiungo, Assessore Cavallera, che relativamente a materie di questo genere è inopportuno che lei proceda soltanto con alcuni settori e non con un più largo lavoro istituzionale. La questione mi preoccupa soprattutto in funzione di un grosso lavoro che ci sarebbe ancora da fare nel settore dell'agricoltura e che, impostato così, non ci consentirà le condizioni di affidabilità e di serenità per procedere in altre situazioni. Noi abbiamo sottomano una pessima gestione dell'enoteca regionale, dove, anziché promuovere il vino del Piemonte, si promuove la medesima enoteca, se non direttamente i suoi personali rappresentanti.
L'Assessore queste cose le sa, le possiamo dimostrare ma non è nostra abitudine inseguire i particolari, con l'Assessore all'Agricoltura vogliamo un confronto sui temi del governo dell'agricoltura.
Creare un istituto piemontese per la promozione complessivamente, credo sia assolutamente chiaro di quanto questo elemento sia in contrasto con le esigenze e la situazione che già esiste nei campi che operano nella promozione. Lei, Assessore, immaginerebbe di creare un istituto piemontese per la promozione che comprende anche la promozione della FIAT e della meccanica? Evidentemente no. L'Assessore sa bene che il vino non si pu promuovere con un istituto burocratizzato di questa natura, con una società che diventa di tipo istituzionale, indipendentemente da come è fatta.
Anche le enoteche sono composte da una serie di associazioni e di soggetti ma poi diventano un soggetto a disposizione di un gruppo di operatori quando non di una persona sola. Il vino certamente non si promuove attraverso una istituzione trasversale che dovrebbe rappresentare tutto.
Abbiamo davanti agli occhi i pessimi esempi dell'azienda di promozione turistica regionale dell'ATR, sempre sottolineati dall'Assessore competente che ne prevedeva l'eliminazione e la sostituzione. Un'azienda che non funziona, non funziona perché il prodotto non è promovibile sia pure a livello di una situazione come il territorio e l'immagine complessiva del Piemonte.
Fare ricerche di mercato? Ma abbiamo l'istituto per le ricerche economiche e sociali. Cosa gli vogliamo far fare ad un soggetto che ha anche delle competenze notevoli nel campo delle ricerche economiche sociali a cui possiamo attribuire altro.
Ho l'impressione, Assessore, anche dal suo atteggiamento, che sia già stata assunta la decisione di costituire una nuova istituzione nella quale, fatalmente, l'Assessore inserirà un commissario, poi ci sarà un nuovo presidente che si aggiungerà agli altri, uno per ogni partito. Il tutto senza che sia emerso, in tutti i passaggi nei quali abbiamo discusso un elemento di giustificazione che ci spieghi come mai si possa mettere insieme la promozione dei fagioli secchi, che hanno un loro percorso, con quella dei tartufi, che si sono già iperpromossi, con quella del Castelmagno e con altri prodotti che invece hanno bisogno di altro.
E' immaginabile che questa situazione possa transitare attraverso un istituto regionale di nomina e di estrazione sostanzialmente compromissoria e burocratica al quale faremo, li sì, transitare un miliardo all'anno. Un miliardo è tanto, un miliardo presuppone l'istituzione di un soggetto di una certa raffinata professionalità.
In Piemonte oramai stiamo eccedendo in modo squilibrato con le promozioni e non stiamo raggiungendo i livelli necessari con l'assetto produttivo e organizzativo. Non si può continuare a sostenere una politica squilibrata relativamente ad un settore che è facile da sostenere perch basta stanziare dei soldi sotto capitoli generici, mentre invece la realizzazione di obiettivi di rafforzamento deve passare attraverso politiche più complete, più ponderate e, Assessore creda, più giustificate.
Adesso sentiamo che uscirà la promozione del "marchio prodotti caseari piemontesi", cioè il grana del Piemonte, ma il grana del Piemonte passa attraverso le associazioni, ma tutte queste promozioni di tutt'altro hanno bisogno, meno che di un istituto regionale che costituisca una transenna amministrativa burocratica allo svolgimento di attività, che sono proprie del sistema dei consorzi di rappresentanza del prodotto.
Dovrei richiamare la normativa europea sulle associazioni di prodotto e sui consorzi di rappresentanza del prodotto, o per lo meno, se si vuole presentare qualcosa. Ho ascoltato con attenzione la relazione, ho individuato aspetti sempre molto interessanti, però non abbiamo individuato risposte circa la motivazione del come si inserisce una nuova istituzione nell'insieme delle prerogative che già afferiscono. Tutto ciò non è casuale, Assessore; non è nostra abitudine essere severi nei confronti delle proposte che riguardano il settore. Abbiamo percepito, Assessore, una situazione di alterazione delle opportunità, sulla base delle quali si decidono istituzioni e nuove strutture e strategie nel campo dell'agricoltura.



PRESIDENTE

Comunico che sono pervenuti altri emendamenti ed invito i colleghi qualora intendessero depositarli, di farli pervenire, per procedere materialmente alle fotocopie e alla successiva consegna.
La parola all'Assessore Cavallera per una replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

L'emendamento sicuramente presenta caratteri di obiettività: in tal senso tenderemo a utilizzare il più possibile questo soggetto che avrà un periodo transitorio durante il quale dovrà rafforzare le proprie possibilità e le caratteristiche di coordinamento. Non sono assolutamente d'accordo ad accettare un formulazione così secca. E' chiaro che mi preoccupa, da un lato, cogliere le indicazioni di principio e gli obiettivi, ma dall'altra avere formulazioni che facciano risultare articoli e preposizioni normative gestibili.
Sotto questo profilo non sono d'accordo sull'emendamento; naturalmente ci sono altri emendamenti su cui potrà esserci l'accordo da parte della Giunta. Siamo nel campo dell'opinabile in cui occorre darsi obiettivi e perseguirli in un determinato lasso di tempo. Certamente può essere un'indicazione di ordine del giorno di indirizzo, perché nel momento in cui c'é un'entità di coordinamento e di azione, sotto il profilo del marketing agro-alimentare, è chiaro che uno dei presupposti per cui abbiamo presentato il provvedimento è diminuire eventuali contribuzioni oggi esistenti. Qualche Consigliere prima domandava che cosa si investe in promozione, in sostegno alla produzione o nella realizzazione delle strutture, ma non c'é paragone. Abbiamo leggi che sostengono sia la produzione individuale sia la cooperazione e la trasformazione agro alimentare, i cui valori si misurano complessivamente a centinaia di miliardi all'anno e a qualche miliardo destinato alla promozione e alla valorizzazione. Il quadro finanziario, quindi, non si sbilancia; non si toccano gli equilibri esistenti. Questo come quadro. Nello specifico c'è un ragionamento che mostra coerenza, nella proposta di emendamento in ossequio ad un principio, ma di fatto l'obiettivo verrà raggiunto gradualmente nel tempo.
La formulazione, a mio avviso, non è accettabile.



PRESIDENTE

Prima di porre in votazione l'emendamento, informo i Consiglieri Moriconi e Giordano che i loro emendamenti, essendo gli stessi sostituiti ed avendo già illustrato (e ormai arrivati alla fase di votazione) l'art. 1 comma 1, in base all'art. 80 non li posso accettare.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1.
La Giunta esprime parere contrario.
La votazione è dichiarata non valida per mancanza del numero legale.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle 19.30)



< torna indietro