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Dettaglio seduta n.263 del 05/11/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.53)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Varie

Commemorazione delle vittime del terremoto del Molise


PRESIDENTE

Chiedo all'Assemblea di osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del terremoto del Molise.
Questa mattina, anche dopo aver consultato i Capigruppo, ho provveduto a convocare per domani mattina, alle ore 12.30, il Comitato di Solidarietà per studiare le iniziative da portare a termine, in aiuto alle popolazioni del Molise e alla Regione Molise, prendendo atto che la Regione Piemonte è intervenuta tempestivamente già dal 1' novembre, con il servizio di Protezione Civile, mettendo a disposizione 50 apparecchi radiomobili.
Nella riunione di domani si potranno studiare, dal punto di vista operativo, le migliori forme di aiuto ed intervento per le popolazioni del Molise.
Per il momento, commemoriamo le giovani vittime, con un minuto di silenzio.



(I presenti, in piedi osservano un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, D'Onofrio, Ferrero Ghigo, Leo e Riba.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Variazioni di bilancio

c) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2002


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni della Giunta regionale sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Intervengo, in apertura di seduta, per porre un problema che le è stato posto ormai da parecchi mesi e che riteniamo la Presidenza abbia risolto in modo, non solamente inadeguato, ma non rispondente agli obblighi istituzionali della Presidenza stessa.
In data 9 luglio 2002, una serie di Consiglieri regionali, il primo dei quali il mio collega di Gruppo, Bruno Mellano, le richiedevano un'urgente informativa e la trasmissione della documentazione relativa al referendum anti-caccia, in una situazione nella quale il procedimento referendario era, per così dire, sospeso, ma la Commissione consultiva regionale riteneva che alcuni dei quesiti referendari non fossero assorbiti dalla nuova normativa sulla caccia e, pertanto, andassero sottoposti al voto popolare.
La richiesta preventiva d'informativa alla Presidenza serviva, da una parte, per ordinare i lavori del Consiglio regionale, che stava per esaminare una serie di proposte di legge su quella materia e, in secondo luogo, per verificare, con un'attività di sindacato ispettivo, il rispetto dell'esercizio del diritto di partecipazione dei cittadini, attraverso un istituto di partecipazione previsto dallo Statuto della Regione Piemonte.
La cosa, per così dire, inusitata - e uso un eufemismo - è che il Presidente ha provveduto a fornire la comunicazione e la trasmissione di una documentazione in larga misura insufficiente, al termine del procedimento relativo al quesito referendario.
Questo, dopo che la Commissione consultiva regionale aveva già dichiarato inammissibile, ribaltando in parte il proprio orientamento, il referendum e dopo che era già stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte il decreto del Presidente della Giunta regionale n.
89, del 21/10/2002, che ratificava l'inammissibilità.
La questione è molto delicata perché il Presidente sa che, avendo richiesto una comunicazione di quel tipo, nelle more di un procedimento, i Consiglieri che hanno avanzato la richiesta si sono affidati fiduciosamente al Presidente, per avere una comunicazione tempestiva che lasciasse a ciascun Gruppo consiliare, anche ai promotori del referendum, il diritto di procedere ad atti di tipo diverso.
La Presidenza non ha risposto per mesi, anzi ha sollecitato la Presidenza della III Commissione a continuare l'esame dei provvedimenti sulla caccia; ha, poi, provveduto a riunire l'VIII Commissione, unicamente per comunicare l'avvenuta "esecuzione" del quesito referendario e la pubblicazione della sentenza stessa - chiamiamola così - sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
La questione istituzionale che pongo - e concludo - è che in casi di questo tipo, laddove sono investiti i diritti di partecipazione dei cittadini attraverso uno strumento importante come quello referendario, il comportamento della Presidenza non può essere un comportamento digressivo e obiettivamente complice, rispetto all'attività della Commissione consultiva sul referendum, ma deve essere di tutela dei diritti del Consiglio e dei diritti dei promotori del referendum.



PRESIDENTE

La ringrazio. Le devo una risposta su questo punto.
Consigliere Moriconi, cosa c'è?



MORICONI Enrico

Chiedo la parola, Presidente.



PRESIDENTE

Su questo punto?



MORICONI Enrico

Sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Moriconi, ha la parola.



MORICONI Enrico

Per quanto riguarda le dichiarazioni del Consigliere Palma, concordo sulla vicenda del referendum.
Voglio, però, sollecitare un altro punto, sull'ordine dei lavori.
Mi rendo conto che ci sono dei tempi e delle circostanze diverse, a seconda dei momenti, però voglio ricordare che siamo in presenza di una scadenza. In questo senso: entro il 12 novembre scadono i termini affinch le Regioni, gli Enti, possano eventualmente proporre ricorso, per quanto riguarda il "decreto Gasparri".
Il 17 settembre, insieme ad altri Consiglieri, ho presentato una mozione che sollecitava la discussione in Consiglio regionale, per chiedere l'impegno della Giunta e dell'Assessore competente a contrastare l'applicazione del decreto legislativo n. 198, del 4 settembre 2002 conosciuto come "decreto Gasparri", ricorrendo alla Corte Costituzionale per gli aspetti di incostituzionalità contenuti nello stesso.
Abbiamo presentato quella mozione proprio perché poteva prevedere un'azione della Regione Piemonte, che in questo modo andava a svolgere un'iniziativa che riveste sicuramente un'importanza per quanto riguarda la tutela della salute dei cittadini che vivono in Piemonte. Purtroppo devo dire che dal 17 settembre non abbiamo ancora trovato modo di discutere questa mozione.
Chiedo la possibilità di discutere, con l'iscrizione in Aula, questa la mozione, proprio perché è l'ultimo Consiglio utile prima che scadano i termini del ricorso davanti alla Corte Costituzionale.



PRESIDENTE

Ringrazio anche lei, Consigliere Moriconi. Verificheremo nel corso della seduta se ci sono eventualmente i 41 voti per fare l'iscrizione.
Devo una risposta al Consigliere Palma, che ringrazio, come sempre, per le puntuali argomentazioni.
Innanzitutto sottolineo che non ho tenuto un atteggiamento connivente con la Commissione, semmai ho tenuto un atteggiamento rispettoso del lavoro e delle determinazioni della Commissione.
Onestamente ho appositamente rinviato la comunicazione al termine dei lavori della stessa Commissione, proprio per non interferire, ritenendo che la nostra legislazione regionale avesse istituito questa Commissione tecnica proprio quale organismo tecnico terzo ed imparziale per potersi pronunciare in ordine all'ammissibilità delle richieste di referendum e in ordine al mantenimento delle stesse richieste in caso di intervenuta modifica legislativa.
Quindi non è sfuggito al Consigliere Palma, come agli altri Consiglieri regionali, il fatto che io abbia effettivamente aspettato, dopo la richiesta del 9 luglio, sia la decisione della Commissione con riferimento al dispositivo, e cioè alla decisione di inammissibilità che è intervenuta in data 23 luglio, e sia con riferimento alla parte legata alle motivazioni che questa Commissione tecnica ha ritenuto di dover redigere, che sono state appunto trasmesse nella terza settimana di ottobre. Tenendo conto dei tempi tecnici di organizzazione dell'audizione, non appena la Commissione ha concluso i propri lavori ho fatto le comunicazioni. Effettivamente è vero, ho aspettato proprio le determinazioni della Commissione.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio sui fatti di cronaca riguardanti l'Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino


PRESIDENTE

Ha chiesto parola l'Assessore D'Ambrosio per delle comunicazioni.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie.
Presidente e cortesi colleghi, devo confessare che la mia prima reazione alla notizia che i cardiochirurghi Michele Di Summa e Giuseppe Poletti erano indagati per concussione, è stata di incredulità, di sbigottimento, addirittura di rabbia.
Prescindendo dai miei rapporti personali con il professor Michele Di Summa, a cui mi ero affidato cinque anni fa per un delicato intervento, il livello di eccellenza della Cardiochirurgia delle Molinette era tale da rendere inimmaginabile che potesse annidarsi la serpe della corruzione.
Anche le rivalità e le lotte intestine che, senza esclusione di colpi in passato avevano avvelenato l'ambiente della Cardiochirurgia delle Molinette, sembravano definitivamente superate e l'altissima percentuale di successi (oltre l'80% sulla media degli interventi) che scandivano il cammino della struttura sembravano aver posto una pietra definitiva sulle guerre tra primari. Nelle sale operatorie - lo posso testimoniare personalmente - si lavorava in un'atmosfera di serena operosità documentata tuttora dalle centinaia di attestazioni di medici e pazienti sulla coscienziosa capacità professionale dei due medici.
La stessa Università non aveva avuto dubbi nell'affidare prima, e confermare poi, l'incarico ai due docenti. Nel mondo medico, si sa, è regola che alla capacità professionale si accompagnino prestigio e riconoscimento economico, due corollari del successo che, almeno in teoria dovrebbero mettere al riparo da ogni tentazione.
Stando alle decisioni della Magistratura, e le prove paiono invero schiaccianti, le cose sono andate diversamente. Da qui i provvedimenti di immediata sospensione concordati ieri sera con l'Azienda e seguiti da analoghe decisioni da parte del Rettore.
Ora, mentre gli organi di informazioni si sono dimostrati molto obiettivi, e ve ne sono grato, sembra che a livello politico qualcuno voglia innestare polemiche (ovviamente nella piena facoltà di farlo) connotate da evidente strumentalità. Va infatti ribadito che sotto il profilo della correttezza procedurale, le gare di appalto per l'acquisto delle valvole cardiache, come riferitomi dai vertici dell'Azienda Molinette, erano regolari. E, di grazia, chi fino ad oggi ha potuto pensare di negare ad un professionista del valore di Di Summa il diritto di scegliere il dispositivo tecnico che reputa più idoneo per eseguire nel migliore dei modi l'intervento? Il mio impegno è ora rivolto proprio alla ricerca di nuove modalità di acquisizione di beni e servizi in grado di realizzare nuovi equilibri tra le giuste aspettative del professionista e l'etica del sistema.
Per quanto attiene i controlli che può fare l'Assessorato alla sanità essi sono di due tipi: il primo, fondamentale, è sull'efficacia degli interventi, riferita al prioritario obiettivo salute. Nel caso specifico è fuori di discussione, se è vero, com'è vero, che anche per quanto attiene le valvole cosiddette brasiliane (Tree Technology) vi è stata una mortalità più bassa che per le altre valvole, per la precisione il 3.22% quella ospedaliera (perché quattro di questi pazienti sono morti durante l'intervento), e la mortalità nell'anno, escluse appunto queste quattro ospedaliere, è stata del 3,3%, quindi una mortalità molto bassa, di gran lunga più bassa anche della Saint Jude che ho io, che è la valvola che si usava prima di usare queste valvole cosiddette brasiliane.
Dicevo poc'anzi che i controlli che poteva fare l'Assessorato alla sanità erano di due tipi: questo primo tipo che ho descritto è basato sull'efficacia, mentre il secondo attiene alla regolarità delle procedure: in questo caso, stando agli episodi di procedura, sostanzialmente corretti sotto il profilo formale, ovvero aderenti alle procedure previste dalla legge per l'aggiudicazione delle forniture. Sull'onestà individuale, sui cedimenti morali degli insospettabili, c'é poco da vigilare. D'altronde ne costituiscono un esempio ben più grave ed esteso, recenti avvenimenti non solo torinesi. Purtroppo bisogna provvedere dopo. E la Regione ha immediatamente agito, come ho già detto, nel modo più pesante consentito dalle normative vigenti. Inoltre, non appena appresa la notizia, ho conferito con il Magistrato inquirente, mettendomi a sua completa disposizione. Ora attendiamo ulteriori sviluppi. Ma attiene alla mia funzione e al mio senso di responsabilità garantire innanzitutto che l'attività del reparto continui a livelli di eccellenza. Il capochirurgo è certamente la punta di diamante, ma il buon esito degli interventi è sempre merito di tutta l'équipe, medica e non. Ed al personale del reparto di Cardiochirurgia delle Molinette va tutto il mio apprezzamento e riconoscimento. Quanto è avvenuto è un brutto e deprecabile episodio e ho già interessato il gruppo di indagine dell'Assessorato, attivo dal 21 gennaio 2002, dopo le note vicende accorse anche queste ahimè alle Molinette, per ricavare, partendo dallo specifico caso, altri elementi che consentono di rendere ancora più incisiva e stringente l'attività di controllo, che, com'è noto, ha i suoi limiti: d'altronde anche la Commissione presieduta dal collega Saitta, pur ponendoselo come obiettivo specifico, mi pare che non abbia evidenziato particolari irregolarità nelle procedure.
Al gruppo che sta indagando ho dato preciso mandato di analizzare a fondo anche gli aspetti commerciali delle forniture: se emergeranno elementi di dubbio, li segnaleremo alla Magistratura per indagini sulle persone i cui comportamenti, ripeto, al momento attuale, senza riscontri oggettivi, non possono essere oggetto di censura.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti, invitando tutti a considerare gli elementi oggettivi dell'episodio, che appare caratterizzato da una devianza etica assolutamente imprevedibile ed insospettabile.



PRESIDENTE

Colleghi, noi avevamo concordato un intervento per ogni Gruppo. Ricordo che, comunque, il termine è di due minuti per intervento.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Signor Presidente, come abbiamo già avuto modo di dire nella riunione dei Capigruppo, ritenevamo e riteniamo, e questa questione la riponiamo che rispetto a questa vicenda si dovesse in quest'aula svolgere un dibattito che non fosse ridotto a interventi di due minuti per Gruppo.
Presidente, la ragione è ben precisa - mi rivolgo anche a lei Assessore - in quanto nessuno di noi pensa che una vicenda come questa, di questa gravità, che lancia segnali inquietanti nei confronti delle cittadine e dei cittadini piemontesi, in particolare in quella direzione sia una vicenda che non dovesse avere un'attenzione a quel livello del Consiglio regionale e una capacità delle istituzioni di rispondere a quel livello, al livello dell'inquietudine che oggi c'è in Piemonte, tra i nostri cittadini, e in particolare a Torino. Questo un dibattito di due minuti non lo può fare. Non sarebbe stato il dibattito sulle responsabilità o meno di chi in questo momento è arrestato o indagato. Questo è compito della Magistratura e lei deve svolgere fino in fondo con la nostra piena fiducia il suo ruolo.
Noi non avremmo discusso di questo. Avremmo, invece, voluto discutere non con due minuti, e riproponiamo questa questione complessivamente all'aula, della sanità piemontese, di questa strutturale debolezza che continua a manifestarsi ripetutamente in una serie di vicende. Sono vicende complesse, che vanno dagli sprechi agli scandali a momenti di questo tipo.
Avremmo dovuto discutere di controlli, di come li si possa e li si debba fare diversi, facendo in modo che il Governo di questa Regione, non solo l'opposizione, facesse della questione dei controlli la questione oggi fondamentale nel governo della sanità piemontese. Avremmo voluto discutere del rapporto tra la programmazione, la gestione e il controllo, Assessore e il recupero di un livello di programmazione nella sanità piemontese, dal Piano sanitario ad altri, che determini una indicazione precisa nei confronti della gestione; la quale gestione poi venga sottoposta regolarmente ai controlli che il Piano sanitario, già quello vigente indica che devono essere fatti dalla Regione.
Presidente, per questi motivi, le chiederei in questo contesto se non fosse possibile ripensare alla decisione che lei ha proposto e assunto nella riunione dei Capigruppo per poter fare questa discussione oggi. In ultimo, non lo dico strumentalmente, è una questione che abbiamo posto più volte, avrei apprezzato se il Presidente Ghigo avesse avuto la sensibilità di essere oggi presente in aula.



PRESIDENTE

La ringrazio collega Manica e ribadisco quanto già detto nella riunione dei Capigruppo: organizzeremo un dibattito preparandolo non in cinque minuti.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, Assessore e colleghi, il fatto determinatosi all'Ospedale Molinette dimostra come l'autonomia degli operatori rivendicata rispetto all'ingerenza della dimensione politico-amministrativa e ai carichi burocratici, sia fallita anche in questo caso. Quindi, questa vicenda dimostra che il meccanismo dei grandi indirizzi e dei controlli deve essere una funzione primaria e sofisticata.
Quando l'Assessore dice che le gare d'appalto per le valvole erano regolari, francamente, se è solo una regolarità formale, questa può essere bypassata sempre, è sufficiente che un soggetto indichi delle specifiche particolari per determinare un percorso o una gara d'appalto, pur rispettandola formalmente.
Dobbiamo stare molto attenti, ma non solo in questo campo, in tutti i campi, quando si definiscono linee guida, quando in qualche modo si determinano i protocolli, questi devono essere fatti in un modo che oggettivizzi al massimo.
L'Assessore ha parlato di rivalità e di lotte intestine. Purtroppo, la medicina è fortemente caratterizzata da questo, Assessore, quindi, quando lei si avvale di consulenze o di rapporti, deve stare attento che non prevalga una scuola o un'altra, io mi mantengo a livello delle scuole e non vado più in basso, come potrebbe anche esserci l'articolazione in questo mondo. Si deve stare molto attenti. La sua funzione è quella di oggettivizzare al massimo, in modo che linee guida e protocolli non subiscano le influenze di scuole - non voglio usare la parola "interessi" e di tendenze.
Qui c'è la sconfitta di quel mondo che nel passato aveva rivendicato l'autonomia nelle decisioni rispetto all'ingerenza politica e amministrativa. Oggi quel mondo ne esce sconfitto da questa vicenda ovviamente, aspettiamo il corso della giustizia in questo senso. Dall'altro lato, Assessore, noi dobbiamo recuperare capacità sofisticate per poter intervenire in questo senso. Anche l'assemblea in qualche modo ne è sconfitta perché non siamo riusciti ad anticipare dei processi che sono molto gravi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore, possiamo dire che il re è nudo. Oggi, lei, con quelle sue affermazioni pesanti, ha parlato di serpe della corruzione e di prove assolutamente inconfutabili sui fatti avvenuti.
Eppure lei, Assessore, dopo lo scandalo Odasso, alcuni provvedimento li aveva assunti, vorrei ricordarglieli. Il 21 dicembre lei assunse la deliberazione per procedere allo sviluppo del sistema dei controlli sulla attività di contrattazione delle aziende sanitarie regionali. A maggio ha stanziato per la bisogna oltre 200 milioni di lire, credo che questa consulenza venne affidata alla società Pitagora. E' tempo di chiederle conto delle iniziative assunte dalla vicenda Odasso ad oggi in relazione a questa delicata materia.
Guardi, Assessore, la Sorin non ha pagato solo tangenti illegali, ha pagato alla amministrazione anche tangenti legali, perché attraverso l'istituto della rinegoziazione, pur di mantenere i contratti in essere alla ASL 11, alla ASL 13, alla ASO 907, a più riprese e in occasione della rinegoziazione, ha ridotto i propri contratti per cifre significative.
Allora, c'è qualcosa che non quadra, Assessore, perché lei ha posto l'obiettivo in capo al suo Assessorato di razionalizzare la spesa. Oggi posso affermare che il "Re è nudo" perché i fatti che si stanno susseguendo dimostrano che l'Assessore non ha più nessun alibi per dismettere un solo posto letto e chiudere una sola struttura minore. Lo spreco nella sanità è bene individuato e su quello bisogna agire.
In un'altra seduta di Consiglio, anche per il ruolo di sindacato ispettivo, mi auguro che l'Assessore possa rispondere a questi quesiti. Le procedure sono assolutamente ineccepibili. La Magistratura ci dice altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Il Presidente del Consiglio, d'accordo con la sua maggioranza, ha impedito il dibattito in Consiglio regionale: protesto per questo. Il Presidente Ghigo non ha avuto, ancora una volta, quel minimo di sensibilità politica che l'avrebbe dovuta portare in quest'aula, anche per pochi minuti, per segnalare di fronte a fatti gravissimi, con la propria presenza, la volontà di affrontare i problemi. La responsabilità politica della gestione della sanità è tutta del Presidente Ghigo e dell'Assessore D'Ambrosio. Vostra è la responsabilità politica di tutto quanto accade nella sanità: nel bene e nel male. Voi gestite la sanità, voi gestite le nomine, voi dovreste gestire i controlli.
Nelle nomine avete il potere assoluto, l'avete esercitato con una catena di comando che parte da voi, arriva ai direttori generali e da questi all'assetto di gestione amministrativa. Avete tutto il potere di nomina e di controllo. Non è accettabile che non vi assumiate mai la responsabilità politica delle vostre scelte che sono autonome, sono scelte piene, assolute e, in modo certo, identificabili. E' qui che dovete assumere la responsabilità politica dei vostri atti. Invece scappate fuggite, vi servite anche della vostra maggioranza per illudere un confronto su quanto è accaduto nella sanità piemontese.
Non è la prima volta che la sanità viene messa in gravi difficoltà di gestione organizzata a causa del vostro modo di governare, a causa della vostra incapacità politica di avere compiti di nomina e controllo che permettano alla sanità di funzionare. Le Molinette hanno avuto un primo inciampo di funzionamento quando il direttore Odasso non ha più potuto svolgere il proprio ruolo, oggi è il secondo grave inciampo perché il reparto di cardiochirurgia rimane scoperto.
Caro Assessore D'Ambrosio, visto che il Presidente Ghigo è assente quando vorrà assumersi la responsabilità politica di questi insuccessi e prendere le misure necessarie?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Penso che la vicenda richieda un approfondimento e che non bastino due minuti di discussione per affrontare la questione. Mi limito a sottolineare come beni e servizi da tempo sono indicati da noi come uno dei punti nodali per quanto riguarda i problemi legati alla sanità e la crescita del deficit della spesa. Di nuovo beni e servizi sono al centro di un problema, di nuovo beni e servizi sono al centro di illeciti come la vicenda Odasso.
La vicenda richiede particolare attenzione, non si tratta solo di discutere su un illecito, di un illecito che ha provocato morti. Persone che sono morte a causa di scelte dissennate. Di questo risponderete di fronte all'opinione pubblica.
Il problema va ancora più in là. Non si tratta solo di pensare e fare dei controlli, dobbiamo renderci conto che il sistema che la Giunta ha messo in atto per quanto riguarda la gestione degli appalti, le regole per l'assegnazione degli appalti, sono da cambiare. Non è solo questione di controlli, ma di cambiare le regole. E' questione di rivedere le regole con le quali la Giunta sceglie i responsabili. Non è possibile che periodicamente, ci troviamo di fronte a problemi di questa gravità.
Come è già stato detto, c'é una catena del comando forte che la Giunta riconosce solo nel momento in cui serve; è noto il rapporto di forza che lega l'Assessore ai Direttori sanitari e questi ai principali responsabili quelli che una volta erano i primari. Questa catena di comando serve solo in un senso, nel senso che la Giunta sceglie i vari responsabili, non è mai in senso inverso, ma quando i responsabili cadono in grossi problemi la Giunta se ne lava le mani e rimane al di fuori di qualsiasi problema.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Sono meravigliato di non vedere il Presidente della Regione Piemonte in un momento così delicato, in un momento in cui la questione morale è all'ordine del giorno. Il Presidente, indipendentemente se sia responsabile o meno, è il Presidente della Regione. In un momento del genere i cittadini piemontesi non nutrono fiducia nei confronti dell'istituzione. Tutti abbiamo assistito ai fatti recenti, ai fatti di cronaca nera. Abbiamo visto come è stato trattato il problema FIAT: come se fosse un semplice raffreddore, ma la FIAT è un malato terminale. Questo non può che trasferire e trasmettere a tutta la cittadinanza piemontese sfiducia nei confronti delle istituzioni. Il fatto che oggi, il Presidente Ghigo, non sia presente, è un problema, ma soprattutto un fatto gravissimo. Il Presidente rappresenta tutti i cittadini piemontesi, proprio perché è la prima espressione della Regione Piemonte. Penso che fatti, così gravi accaduti nei giorni scorsi, ci devono far riflettere tutti: non è un problema di appartenenza politica al centro, al centrosinistra o al centrodestra. In questo momento sono libero da ogni vincolo di partito quindi parlo come Consigliere regionale primo eletto nella provincia di Torino.
Questa vicenda che evidenzia un aspetto morale, oltre a farci riflettere, ci deve far intervenire. E' impensabile che un qualsiasi primario possa scegliere liberamente di comprare un oggetto, mentre noi Consiglieri regionale, per poter aver un computer dobbiamo aspettare diversi giorni. Questo aspetto deve essere rivisto, e qui mi rivolgo a lei Presidente. E' inaudito che un Consigliere regionale, per lavorare, per espletare l'incarico che gli è stato affidato, deve aspettare venti giorni per avere un computer, mentre un primario ha l'autorizzazione e la libertà di scelta...



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Scanderebech, ha esaurito il suo tempo.



SCANDEREBECH Deodato

A tal proposito ritengo opportuno istituire una commissione di controllo che controlli le determine e le delibere ma, soprattutto, cosa hanno acquistato i primari. In Commissione avevo avanzato una proposta proprio perché pensavo che potesse succedere qualcosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giuseppe

Avrei gradito che lei avesse solo fatto un cenno sull'ordine del giorno sul Molise.



PRESIDENTE

Lo faccio volentieri e mi scusi, perché è giusto farlo.
Stamattina abbiamo riunito la Conferenza dei Capigruppo e tempestivamente il Consigliere Caracciolo mi aveva fatto pervenire un ordine del giorno, con il quale si chiedeva la convocazione del Comitato di solidarietà.
Diciamo che l'idea l'abbiamo avuta insieme, però a lei va certamente il merito di avere coinvolto una serie di Consiglieri regionali su questa iniziativa, nonché la sensibilità di essersi attivato fin dalle prime ore di questa mattina.



CARACCIOLO Giovanni

Sulla vicenda delle Molinette, riguardante le tangenti sull'acquisto di valvole cardiache, non posso che esprimere la più profonda condanna.
E' un'ulteriore dimostrazione che il sistema gestionale della macchina sanitaria ed amministrativa delle Molinette non funziona.
Dalla conclusione dell'indagine effettuata dalla Commissione speciale predisposta erano già emersi fenomeni ben chiari di mala sanità.
Oggi si sa che si sono usate valvole cardiache che non hanno funzionato, con l'epilogo di 9 morti. L'episodio descritto dai giornali circa la rottura di una valvola nell'atto del suo impianto in camera operatoria e in circolazione extra corporea, con tutto il panico che ne è conseguito, ha qualcosa di raccapricciante e di inquietante.
Non tiro in campo i personaggi Di Summa e Poletti, su cui sta indagando la Magistratura, e fino a prova contraria, nei loro confronti esiste, allo stato attuale, la presunzione d'innocenza.
Tra l'altro, il sottoscritto conosce personalmente il prof. Di Summa, e lo ha sempre ammirato e stimato per la sua capacità di scienziato e di cardiochirurgo di fama mondiale. Di certo, oggi, sappiamo che si sono acquistate valvole che non hanno funzionato e che non funzionano attraverso un sistema di appalto che non ha funzionato e che non funziona e che ha favorito, tra l'altro, la pratica tangentizia.
A noi interessa sapere perché è accaduto tutto questo. Chiediamo almeno una relazione del Direttore generale delle Molinette su questo episodio e sullo stato dell'arte di tutti gli altri appalti in itinere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Grazie, Presidente.
Io, in sede di Conferenza di Capigruppo, ho sostenuto di limitare il tutto alla comunicazione dell'Assessore. Il dibattito mostra la strumentalità che già lei, Presidente, per la verità temeva.
Ancora una volta abbiamo motivo di constatare come le ipotesi scandalistiche, anche quando non riguardano - come queste e come non hanno riguardato le altre, coinvolgimento di politici, diventano esclusivamente vetrina per moralisti in sedicesima.
La ragione dell'inutilità di questo rito sta nel fatto che, alla puntuale comunicazione dell'Assessore, sul lavoro svolto, sulle preoccupazioni, delle decisioni prese e sulle prospettive di controllo, non è seguita alcuna considerazione, non è seguito alcun contributo, non è seguita alcuna proposta, come accadde purtroppo da tanto tempo.
Noi rischiamo di trasformare questa, che è e deve essere un'assise legislativa, in una tribuna politica o - per dire meglio e più incisivamente con le parole del compianto filosofo Colletti - una "fabbrica del nulla". Questo è il problema vero, che ci deve preoccupare e ci deve vedere impegnati per trovare delle soluzioni serie.
All'Assessore diciamo di continuare su quest'opera iniziata oltre sette anni fa, quando ha ereditato una sanità in condizioni comatose, e l'ha riportata a livelli di eccellenza. Questo è il dato vero.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì. Ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Innanzitutto vorrei ribattere le affermazioni calunniose fatte dall'ottimo Consigliere Chiezzi. Io non credo che si possa fare risalire in capo alla Giunta alcunché, per un motivo semplice.
Come ho detto e ripetuto centinaia di volte, all'interno di questo Consiglio regionale non vige nient'altro che l'inciucio, cioè la possibilità di governare solo con una ricerca di mediazione da parte di tutte le forze politiche. Per cui non si può dire che è una responsabilità di una maggioranza, quando all'interno il potere di controllo non può che essere stato delegato a dei dirigenti che certamente non appartengono alla maggioranza, e quando soprattutto pare che uno dei due medici sia stato iscritto a uno dei politici della minoranza.
Dopodiché vorrei lamentare nei confronti dell'Assessore la carenza della sua relazione, perché sarebbe stato interessante - se ha la bontà di interessarsene - di avere un dato sia su quante siano le mazzette introitate, sia su quanto sia l'importo pagato dalla Pubblica Amministrazione in riferimento a queste valvole cardiache.
A ragion di ciò, è evidente che, non avendo questi dati, aprire un dibattito all'interno di quest'aula per discutere del nulla - per usare l'espressione del Presidente del gruppo di AN - é del tutto inutile. E' inutile che discutiamo, se non diciamo che dobbiamo perdere del tempo a buttare dell'inutile fango sulla maggioranza.
Se ci sono i dati, preghiamo di fornirceli, e chi deve fornirceli prima di ogni altro, se non la Magistratura? Ho presentato un ordine del giorno che - se si ritiene - chiedo venga discusso e votato immediatamente, perch la Magistratura, che è stata così solerte a spiegare tutti gli elementi di carattere politico e non processuale, con un atto che dimostra la sensibilità della Magistratura stessa - ancorché al di fuori degli atti tipici del suo uffici -, deve chiarire se e quali responsabilità ci siano in capo ai politici.
Concludo, Presidente, nell'annunciare che, avendo visto personalmente delle persone già indagate e condannate per questi fatti, girare all'interno di questo Consiglio regionale, ho presentato un emendamento in Commissione Sanità - già fatto vedere a tutti i Capigruppo di maggioranza con il quale s'inibisce alla Regione di trattare con i ladri da oggi in avanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Respingo al mittente le supposizioni calunniose messemi in bocca. Non c'é nessuna calunnia. Ci sono opinioni politiche che fanno parte di un confronto politico che dà tanto fastidio al collega Brigandì che probabilmente, ha più un regime politico in testa che non un confronto politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Le questioni di regime sono note, evidentemente, solo a lui e ci sono precedenti storici in riferimento al Partito da lui rappresentato. Quindi le respingo al mittente.



BRIGANDI' Matteo

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



BRIGANDI' Matteo

Le respingo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Signori Colleghi, alla Magistratura spetta il compito di accertare e perseguire ogni profilo di responsabilità, ma il giudizio politico non pu che essere, anche in questa occasione, di profonda condanna per l'incapacità di questa Giunta a governare la Regione nell'interesse dei suoi cittadini e, in particolare, di quei soggetti che, come gli ammalati si trovano in condizione di maggior svantaggio. I fatti penalmente rilevati, contestati ai professori Di Summa e Poletti, non possono, a questo punto, essere valutati come episodi isolati. Devono essere inseriti nel quadro di un clima diffuso e generalizzato, in cui corruzione e concussione appaiono, purtroppo, essere diventati la regola.
A questo punto è veramente necessario comprendere quanto la corruzione e la concussione siano diffuse nella sanità regionale e quali siano i livelli decisionali operativi, eventualmente coinvolti. I casi di corruzione e di concussione verificatesi alle Molinette sono tanto più riprovevoli in quanto essi arrecano danno non soltanto all'immagine della Regione e dei suoi amministratori ma, altresì, colpiscono mortalmente le ragioni degli ammalati e di tutti coloro che si rivolgono alle strutture sanitarie regionali nella speranza di trovare una positiva soluzione alle proprie sofferenze.
La razionalizzazione della spesa e dei servizi sanitari passa anche attraverso l'articolazione di precisi livelli di responsabilità che possono validamente contrastare corruzione e concussione. È inutile rammaricarsi quando ormai i reparti ospedalieri e le Direzioni Sanitarie hanno già ricevuto le visite delle forze di Polizia Giudiziaria. Occorre, invece agire affinché simili episodi non abbiano più a ripetersi, prevedendoli sul nascere.
La mia domanda è quanti ancora altri casi di arresti e di scandali i cittadini piemontesi dovranno sopportare, per fare un po' di pulizia e coerenza all'interno della sanità regionale? Questa è la domanda che rivolgo all'Assessore e al Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Quando succedono episodi di questo genere, l'Italia si divide in due parti: l'Italia giustizialista (largamente maggioritaria, che tende a colpevolizzare immediatamente coloro che sono nelle mani della Giustizia) e l'Italia garantista. Personalmente appartengo alla seconda categoria dando, ovviamente, piena fiducia all'operato della Magistratura. Lasciamo però, lavorare in pace i Magistrati perché, fino a prova contraria, il nostro Ordinamento Giudiziario stabilisce che fino a quando una persona non è dimostrata colpevole, deve essere considerata innocente.
Ritengo che il dibattito odierno, oltretutto ancorato ai due minuti sia totalmente inutile. Confermiamo, quindi, la nostra piena fiducia nell'operato del potere giurisdizionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Se confrontassimo il numero di ore e i toni utilizzati normalmente nella discussione di casi giudiziari nel campo della sanità, e il numero di ore dedicate a provvedimenti propri di questo Consiglio regionale sulla materia (intendo sia provvedimenti di iniziativa consiliare sia provvedimenti di iniziativa della Giunta regionale) ci accorgeremo che molto più di quanto non faccia la Magistratura torinese, siamo noi a concorrere e a trasformare la giustizia in "giustizia spettacolo" trasformando le discussioni in discussioni patetiche, di commento della rassegna stampa e di accuse reciproche. Sulla vicenda non dico nulla voglio solo segnalare, non tanto sulla comunicazione dell'Assessore quanto sull'ordine dei lavori, che è vero che sono stati presentati pochi provvedimenti in materia e che pochi Gruppi consiliari hanno tradotto, in iniziative legislative, la richiesta di riforma del sistema dei controlli amministrativi (ovvero delle procedure di nomina dei vertici delle aziende sanitarie regionali), però questo Consiglio regionale, nelle sue diverse articolazioni (dalla IV Commissione fino all'Aula del Consiglio) ha rinunciato, quando non si è direttamente rifiutata, di iscriverli all'ordine del giorno, facendoli diventare oggetto di discussione politica del Consiglio regionale. Su tutti gli aspetti relativi al processo amministrativo, alla disciplina sull'assegnazione dei beni e dei servizi e di tutti i controlli che stanno a valle delle procedure di assegnazione l'unica chiarezza è che abbiamo una disciplina legislativa insufficiente e che, da due anni e mezzo, rifiutiamo di affrontare il problema.
Tutto il resto è spettacolo, tutto il resto è rassegna stampa, tutto il resto è scoprire se questo o quest'altro arrestato ha la tessera di un Partito o di un altro.
La mia richiesta è, visto che qualche provvedimento di questo natura è stato presentato (sicuramente dal nostro Gruppo consiliare), di iscriverlo all'ordine del giorno, almeno della IV Commissione, perché la discussione possa iniziare in modo proprio e nelle sedi proprie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deorsola; ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Colleghi, il mio sarà un intervento molto breve.
Gli episodi letti in questi giorni sugli organi di stampa sono fatti incredibili e devastanti per la credibilità della struttura indipendentemente dall'esito giudiziario. Anche in questa occasione ribadiamo ciò che abbiamo sostenuto in vicende analoghe: abbiamo completa fiducia nella Magistratura.
Oggi il nostro obiettivo è quello evitare che aumenti la sfiducia della cittadinanza nei confronti delle Istituzioni. Abbiamo presentato un ordine del giorno, approvato dall'aula, in chiusura dell'inchiesta e c'erano impegni da parte dell'esecutivo, che attendiamo che se ne dia seguito. Non pensiamo di fare oggi un dibattito perché non abbiamo a sufficienza elementi certi; occorrono ulteriori elementi.
Il problema è recuperare la fiducia dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente e colleghi, siamo, ancora una volta davanti ad un fatto estremamente grave.
Come molti colleghi hanno richiamato, dobbiamo avere fiducia piena nella Magistratura. Dal nostro punto di vista, fiducia piena vuol dire anche rispetto e rispetto vuol dire anche aspettare che le sentenze vengano emesse dalla Magistratura e non, come ho letto ad esempio sui giornali di ieri e di oggi, da una parte politica (mi riferisco esplicitamente al centrosinistra).
Oggi ho ascoltato una serie di bugie e mistificazioni del quadro reale.
Non è vero che la cardiochirurgia non funziona più; la cardiochirurgia va avanti e proprio sui giornali odierni è stato richiamato come l'equipe della cardiochirurgia delle Molinette esegua, proprio questa mattina, tre interventi a cuore aperto.
Il lavoro in "cardio" - come la chiamano i medici e i pazienti - non si ferma.
Anche l'Università va avanti. Come hanno scritto i giornali di ieri, è stato bandito un concorso, o comunque verrà affidato un incarico, per la cattedra, quindi i corsi della scuola di specialità proseguiranno.
I controlli che la Regione poteva e doveva effettuare sono stati svolti, come puntualmente ha richiamato, nella sua relazione l'Assessore D'Ambrosio. E' vergognoso, dunque, che si cerchi ancora una volta di ammantare quest'Amministrazione regionale di responsabilità che non ha.
E' falso, collega Chiezzi - mi spiace che non sia presente in aula che noi abbiamo impedito il dibattito. Come è già stato detto, siamo stati subito d'accordo sulla necessità di una comunicazione da parte dell'Assessore; il Presidente del Consiglio l'ha subito calendarizzata per l'inizio di questa seduta, dandoci l'opportunità di intervenire due minuti.
Abbiamo dato la nostra disponibilità, a bocce ferme, su un dibattito e un confronto più ampio sulla sanità, anche su questi temi.
Pertanto, non corrisponde al vero che abbiamo impedito il dibattito o che ne abbiamo paura.
Caro collega Giordano, ritengo sia importante non introdurre polemiche e non fare la gara degli arresti e, in un certo senso, non fare dei proclami con grande retorica su quanto tempo devono aspettare i cittadini piemontesi per usufruire dei servizi e quant'altro.
Al momento, Comune e Città di Torino docet, il centrosinistra è in vantaggio e, se continua così, vincerà il campionato!



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Cattaneo.
Dichiaro chiuso l'argomento.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Lei, Presidente, giustificando la mortificazione del dibattito che c'è stato, ha preannunciato che questo dibattito si svolgerà in altro momento e con altre modalità.
Io, che rappresento modestamente quel piccolo numero di Consiglieri regionali che non sono Capigruppo, avrei potuto, seguendo la moda della politica spettacolo, togliermi la cravatta e usarla come bavaglio, per dire: "Oggi non si può parlare di questa vicenda". Tra l'altro, con una mistificazione sulla politica. Sembra che la politica sia soltanto polemica e non un meccanismo affinché la politica stessa si assuma le proprie responsabilità, rispetto a determinate vicende.
Chiedo, pertanto, quando avrò la facoltà e la possibilità d'intervenire, come Consigliere regionale, su questa vicenda, non sugli aspetti giudiziari, ma per quello che mi compete.



PRESIDENTE

Di fatto è già intervenuto, ad ogni modo il dibattito sarà calendarizzato nella prossima seduta dei Capigruppo.


Argomento: Formazione professionale - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Comunicazioni dell'Assessore Pichetto in materia di sperimentazione obbligo scolastico nella formazione professionale (interpellanza n. 1668 "Protocollo d'intesa sottoscritto dalla Regione Piemonte con il Ministero della Pubblica Istruzione, dell'Università e della Ricerca ed il Ministro del lavoro e delle Politiche sociali 'per la sperimentazione di nuovi modelli nel sistema di istruzione e di istruzione e formazione professionale'" presentata dai Consiglieri Marcenaro, Placido, Ronzani e Suino collegata)


PRESIDENTE

Passiamo, ora, alle comunicazioni in materia di formazione professionale.
Chiedo all'Assessore Pichetto se cortesemente vuole intervenire.



PRESIDENTE

TAPPARO Giancarlo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Poi ci sarà dibattito?



PRESIDENTE

No, perché le comunicazioni sulla formazione professionale rientrano nella parte del sindacato ispettivo.
Al riguardo, era stata presentata un'interpellanza dal Consigliere Contu, che dovrebbe essere l'unico Consigliere a poter intervenire.
Concedo, comunque, due minuti a ciascun Gruppo, così come previsto dal Regolamento, a fronte della comunicazione dell'Assessore.
Gli interpellanti, invece, hanno diritto di parlare...



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

C'è anche una nostra interpellanza, Presidente.



PRESIDENTE

Io non ce l'ho, ma lo verifico subito.
Gli Uffici mi dicono che effettivamente c'è un'interpellanza a firma Marcenaro, Placido, Suino e Ronzani.
Prego, Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente. Ho già avuto modo di svolgere in quest'aula una comunicazione in merito al protocollo di sperimentazione firmato col Ministero della Pubblica Istruzione, quindi di esporre le considerazioni della Giunta regionale sul tema di fondo. Questo, in quel momento, ineriva alla costituzionalità del provvedimento, quindi alla legittimità della procedura e alla valutazione più di merito e sostanziale sull'opportunità di un intervento quale quello previsto dalla sperimentazione, applicando la legge 9, che prevede l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 15 anni e facendo così svolgere, anche a coloro che non vogliono continuare il corso dell'istruzione, un primo anno di scuola superiore.
Nella richiesta di comunicazione del collega Contu viene fatto un quadro della situazione.
Peraltro, al di là delle valutazioni che il collega esprime, devo riconoscere che l'excursus è abbastanza corretto. E', di fatto, la cronaca dei vari atti che sono stati posti in essere dalla Giunta regionale (con il bando e l'individuazione dei corsi suddivisi sulle varie province) e naturalmente delle procedure degli enti di formazione, con l'avvio dei corsi.
Alla data del 29 ottobre risultano iniziati quattro degli otto corsi previsti: Engim Pinerolo, con data d'inizio 11/10 e la presenza di 23 allievi; Casa di Carità di Torino, con data d'inizio 9/10 e la presenza di 23 allievi; CNOS FAP Vigliano Biellese, con data d'inizio 10/10 e 18 allievi; ENAIP Borgomanero, con data d'inizio 14/10 e 26 allievi.
Per questi quattro corsi erano state firmate, da alcuni dirigenti scolastici e dai direttori delle Agenzie formative, delle lettere d'intesa per convenire unitamente la necessità di sottoscrivere, in tempi brevi, una convenzione che consenta l'attivazione di percorsi formativi e sperimentali, nella logica dell'interazione tra istruzione scolastica e formazione.
Sono sorti alcuni problemi relativi alla posizione assunta da diversi colleghi docenti, in particolare nella provincia di Torino, che si sono opposti alla sperimentazione, votando affinché il loro istituto non procedesse in tal senso. Questo, basandosi sul principio dell'autonomia scolastica.
Certamente, tutto questo ha creato delle difficoltà di percorso.
Oggi non sono in grado di dire come finirà il processo di sperimentazione e quindi quanti saranno in totale i corsi attivati.
chiaro che se non ne attivano più in questi giorni, ritengo diventi difficile andare oltre nell'attivazione.
Io ribadisco quello che ho già espresso in quest'Aula alcuni mesi or sono. Le valutazioni che sono state espresse su questo tema hanno ignorato il fatto che ci siano in questa Regione 150 ragazzi (130 o 140 famiglie dietro questi ragazzi) che non vogliono l'imposizione dell'anno sabbatico nella scuola superiore, e che, in alcuni casi, non erano neanche iscritti alla scuola superiore. Di questo dobbiamo renderci conto, perché, ahimè, al di là del meraviglioso modello teorico - io sono un insegnante ancora di ruolo - il mio auspicio è quello di vedere tutti nel percorso dell'istruzione, e di vederli nei percorsi più alti dell'istruzione, perch lo considero fondamentale, oltre che per la crescita individuale, anche per la crescita del nostro Paese.
Ma non dobbiamo ignorare che ci sono, purtroppo, anche delle fasce che sono numericamente minime rispetto al fenomeno di ogni classe. Le classi di età nella nostra Regione sono di circa 40.000 ragazzi. La fascia minima in questo caso è minimissima, perché si parla di 100 ragazzi o di 100 famiglie che non hanno intenzione di svolgere il percorso dell'istruzione e che quindi svolgeranno l'anno sabbatico neanche con la frequenza, con la semplice iscrizione.
Maggioranza e opposizione sanno bene che non sono stato entusiasta del meccanismo, preferisco meccanismi più lineari. Ma questo è un meccanismo che ci è stato imposto, ed è stato imposto da un Parlamento che ha emanato una legge che ha innalzato l'obbligo a 15 anni, senza fare la riforma della scuola; che fosse maggioranza di sinistra e adesso, dopo un anno, sia maggioranza di centrodestra, il risultato è lo stesso. Ce lo ha imposto.
Abbiamo anche un Ministero della Pubblica Istruzione che non ha governato il proprio sistema delle dipendenze, delle scuole. È di un Governo della mia parte politica, ma non ho alcuna riserva nel dichiararlo.
Abbiamo visto i giochi di parte sindacale e ideologica; hanno fatto tutti le loro valutazioni, scomodando anche i costituzionalisti. Il risultato è che comunque di queste cento persone alcune andranno nel corso di formazione sperimentale, altre si fermeranno all'obbligo di iscrizione alla scuola superiore.
Io spero che coloro che non troveranno posto o che non riusciranno ad essere collocati nel sistema della formazione, se ciò si verificherà (se invece si riuscirà ad inserirli nel sistema della formazione è meglio riusciamo a chiudere il discorso), almeno frequentino. Questa è la speranza che porto.
Veniamo alle conclusioni del collega Contu, che fa anche delle proposte su come investire l'eventuale residuo dei fondi impegnati sulla sperimentazione. Io le accetto come proposte e come consigli che mi vengono da un collega del Consiglio regionale o da un Gruppo di questo Consiglio regionale, e quindi, quelle che sono le sue proposte in merito all'eventuale reimpiego, qualora vi siano disponibilità, saranno tenute in debita e seria considerazione. Rivendico la priorità della proposta da parte della Giunta regionale. In questo caso saranno tenute in considerazione, ma che sia la Giunta regionale a valutare e non a portarci ad una contrattazione. Questa è la risposta al collega Contu.
Invece, in merito alle affermazioni che ho letto sui giornali da parte di colleghi e Assessori provinciali, in particolare del collega e Assessore alla Provincia di Torino, me ne rammarico, perché non ho capito se il collega della Provincia di Torino parla come parte politica, come Assessore alla Provincia di Torino o come preside di scuola e, di conseguenza, in un conflitto di interessi, non in senso peloso come sovente si intende il conflitto di interessi in questo Paese, ma sicuramente in una condizione di disagio nel dover trattarlo, o nemmeno nell'interlocutore di capire da che parte viene l'osservazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.
Ricordo che il Collega Contu, come ha ricordato l'Assessore Pichetto, è firmatario dell'interpellanza n. 1873.
Ricordo, altresì, ai firmatari dell'interrogazione n. 1668, che sono i colleghi Marcenaro, Placido, Suino e Ronzani, che hanno cinque minuti per intervenire. Mentre tutti gli altri hanno due minuti, come concordato nella riunione dei Capogruppo.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Devo dire, Assessore, che mi sarei aspettato da lei un gesto di umiltà, perché quando si tratta di attribuire delle responsabilità, ogni tanto bisogna assumersi le proprie.
Lei si deve considerare in parte responsabile - lei o i suoi Uffici dello sfascio e della condizione di precarietà determinata per 200 allievi, 200 giovani della Regione Piemonte.
I fatti sono brevissimi e li percorro molto velocemente.
Il 24 luglio viene firmato il protocollo tra il MIUR e la Regione Piemonte. A quel protocollo aderiscono cinque Regioni.
Il 31 luglio lei assume una delibera di Giunta e, in modo colpevole certamente colpevole ma con un'aggravante, si assume la responsabilità di non rendere quella delibera di Giunta coerente con il protocollo di intesa appena firmato, tanto che esclude dalla sperimentazione le scuole superiori. E delega in toto alla formazione professionale la possibilità di gestire quello che va chiamato per ciò che è: la spendibilità dell'obbligo nella formazione professionale.
Si tratta di un riferimento di legge su una legge che ancora non è approdata neanche al Parlamento, o in via istruttoria, che è la riforma della scuola.
In data 29 luglio lei ci aveva comunicato, invece, che la sperimentazione avrebbe riguardato dieci corsi, distribuiti tre nella Provincia di Torino e sette nelle altre Province.
Ma quali sono i dati? Che a distanza di tre mesi, a seguito di un confronto difficilissimo, gli Uffici si accorgono del danno arrecato tanto che la direzione competente del Ministero della Pubblica Istruzione il 16 settembre ricorda a tutte le cinque Regioni firmatarie del protocollo che l'atto deliberativo della Giunta della Regione Piemonte non è da assumere come riferimento - non la cita ma entra nel merito - e dice: "Badate bene che qualsiasi sperimentazione di percorsi integrativi fra la formazione professionale e le scuole di stato ha come presupposto fondamentale il pronunciamento da parte degli organi competenti delle scuole statali", che hanno due obblighi: il primo è certificare il credito alla fine dell'anno, e il secondo è certificare l'assolvimento dell'obbligo scolastico.
Arriviamo al dunque: a questo punto, per tutti i ragazzi iscritti si doveva pur avere il nullaosta da parte dei Presidi competenti delle scuole di iscrizione di questi ragazzi e qui avviene quello che era già ampiamente prevedibile.
Assessore, non si distragga su questo, lei ha voluto portare avanti la bandiera di questa sperimentazione in maniera vassalla e succube nei confronti di una scelta del Governo non tenendo conto che già tutte le altre Regioni, che pur avevano sottoscritto quel protocollo d'intesa avevano detto: "No, è meglio fare un gruppo di lavoro, aspettiamo cerchiamo di fare una cosa che magari si può prospettare per l'anno successivo" e non sono partiti con i corsi ad esclusione della Regione Lombardia, che aveva già una situazione anomala, e della Provincia di Trento, a lato, che, invece, partiva da un'esperienza consolidata nella quale il centro della sperimentazione era la scuola di Stato e non le agenzie formative.
Lei, insensibile a tutto questo, ha proseguito per la sua strada continuando a lasciare nell'incertezza centinaia di giovani, almeno duecento.
Adesso arriviamo al consuntivo. Il consuntivo qual è? A parte l'ENAIP di Borgo Manero, la realtà di Arona ha tutte le carte in regola, diciamo così, noi diciamo in modo avventato, perché, badi bene, che le scuole hanno ricevuto il progetto. Per progetto intendo il curricolum, cioè, quella cosa che, come insegnante ben conosco, definisce quali saperi potranno acquisire questi ragazzi per avere la possibilità del doppio canale: proseguire per la formazione professionale o per il secondo anno della scuola superiore.
Le scuole hanno avuto dal MIUR il progetto, cioè, i curriculum manuali chiedo scusa, Presidente - solo ed esclusivamente il 22 ottobre.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, termini il concetto.



CONTU Mario

Ora, della quattro scuole che hanno sottoscritto i protocolli l'intesa lei sa benissimo che lo Zerboni, con un dato assolutamente clamoroso (75 voti contrari alla sperimentazione, 19 a favore e 4 astenuti), ha respinto questa ipotesi.
Le altre due scuole, anche quelle che avevano già firmato con atto unilaterale del Preside, hanno comunicato dei quattro corsi residui, quelli che lei ha citato prima, di non voler più prendere parte a questa sperimentazione.



PRESIDENTE

Collega Contu, la ringrazio.



CONTU Mario

Adesso, Assessore, si fermi e ci dica cosa facciamo. Lei ha impegnato sul bilancio nove miliardi in tre anni, più o meno, otto miliardi e mezzo e la nostra proposta, che abbiamo formulato come Gruppo, è molto semplice: una parte di questi soldi servono a rafforzare il sistema integrato già così come sta operando fra il periodo post-obbligo e le agenzie formative.
In secondo luogo, valuti attentamente la possibilità di utilizzare queste risorse per far fronte alla crescente disoccupazione anche in termini di formazione professionale; non ultimo, estendendo i voucher anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, che sono esclusi da ogni rapporto, nonché all'inserimento a tempo determinato lungo o a tempo indeterminato per l'avvio al lavoro.
In questo momento, non le chiedo questo atto perché dovrà seguire....



PRESIDENTE

Collega Contu, sia così cortese, mi sembra di averle accordato oltre i cinque minuti concessi.



CONTU Mario

Chiedo scusa.
Credo che lei debba darci oggi una risposta e togliere dall'incertezza duecento giovani.


Argomento: Varie

Saluti agli alunni e insegnanti della Scuola media "A. Dalla Chiesa " di San Mauro


PRESIDENTE

Salutiamo la Scuola media "A. Dalla Chiesa" di San Mauro: benvenuti e buona mattinata.


Argomento: Formazione professionale - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Comunicazioni dell'Assessore Pichetto in materia di sperimentazione obbligo scolastico nella formazione professionale (interpellanza n. 1668 "Protocollo d'intesa sottoscritto dalla Regione Piemonte con il Ministero della Pubblica Istruzione, dell'Università e della Ricerca ed il Ministro del lavoro e delle Politiche sociali 'per la sperimentazione di nuovi modelli nel sistema di istruzione e di istruzione e formazione professionale'" presentata dai Consiglieri Marcenaro, Placido, Ronzani e Suino collegata) (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente e colleghi, ha ragione l'Assessore Pichetto e per la simpatia cercherò di volgere un intervento assolutamente moderato, nei toni, anche se la sostanza è tutt'altro che da affrontare in termini moderati.
Ha ragione l'Assessore Pichetto, noi ne abbiamo già parlato in quest'aula e avevamo annunciato quello che è diventato. Lei, Assessore, lo sa in cuor suo, anche se poi la carica che ricopre la porta ad affermare altro, che noi siamo di fronte ad un fallimento. Questo è un fallimento Assessore Pichetto, perché su dieci scuole previste, tre a Torino e una per le altre Province, ce ne sono quattro, su dieci corsi neanche la metà.
Si sono ingenerate delle aspettative che non trovano risultanza. Lo avevamo detto: aver accettato e aver subìto le pressioni del Ministro Moratti sull'accelerazione di questa sperimentazione, che è avvenuta a fine luglio, a scuole chiuse, ha portato alcuni Presidi improvvidi a firmare delle dichiarazioni d'intenti, sapendo che poi dovevano essere ratificate dall'organismo competente, che è il Consiglio d'istituto, ratifica che non c'è stata.
Assessore, lei si è messo contro il mondo della scuola che, nella quasi totalità, ha respinto questa frettolosa e sgangherata sperimentazione.
C'è un aspetto ancora più grave, lo voglio dire all'inizio dell'intervento per stare assolutamente nei cinque minuti. Noi assistiamo ad una cosa incredibile, che ho già avuto modo di sottolineare nell'intervento svolto nella discussione di alcuni mesi fa: i ragazzi in organico alle scuole sono, mi permetta il termine, un costo e nei costi generali delle scuole sono previste delle quote verso la Regione Piemonte.
Poi, cosa si fa? Si fa una sperimentazione voluta dal Governo nazionale, ma con i soldi regionali.
Collega Brigandì e colleghi della Lega, noi assistiamo ad una cosa clamorosa - certo, mi rivolgo a lei, Presidente Brigandì - ad un federalismo al contrario: il Governo nazionale chiede una sperimentazione alla Regione, ma senza stanziare i contributi. Dice alla Regione di fare il federalismo regionale con i suoi soldi, ma sulla base di una loro richiesta. E' incredibile non solo perché è un federalismo al contrario, io potevo capire, ma non condividere, se il Ministro Moratti avesse chiesto alle Regioni - quattro, cinque, dieci - di effettuare una sperimentazione mettendo a disposizione anche le risorse, invece, no, si chiede e si impone una sperimentazione senza fornire le risorse, perché, Assessore, come lei sa, i nove miliardi li mette la Regione Piemonte. Sottolineo il fatto che per questi ragazzi, pochi o tanti, c'è un doppio costo: quello previsto nella pianta organica e quello che la Regione è disponibile a dare e che ha stanziato, che sono i famosi nove miliardi in tre anni di cu ho detto.
Questo è il risultato: un fallimento clamoroso! Assessore Pichetto, la ritengo una persona disponibile al dialogo, la invito a riaprire il dialogo con il mondo della scuola e con le organizzazioni sindacali per provare a porvi rimedio. Non facciamo in modo che, come si usa dire normalmente, la toppa sia peggio del buco preoccupiamoci dei ragazzi delle famiglie.
Mi permetta, Assessore, è un discorso vecchio, come quando si è passati dall'Avviamento alla scuola media, non serve l'elevazione a quindici anni io avrei sperato a sedici anni - dell'obbligo scolastico, ma, intanto, è una legge nazionale e come tale va rispettata. Non si può non tenere conto e non rispettare una legge nazionale finché non la si cambia. Se la riforma fosse proseguita non avremmo questo problema.
Lei ha ragione, Assessore, perché esistono dei problemi, esiste un problema di abbandono e dispersione scolastica, ed è per questo - ha ragione il collega Contu, noi lo sottoscriviamo in assoluto - che queste risorse sono assolutamente sproporzionate per 90 ragazzi. Io ho segnato l'elenco che lei ha fatto delle quattro scuole e, se non ho sbagliato i calcoli, sono 90 ragazzi. Utilizziamo queste risorse, i 3 miliardi all'anno, affinché ci sia integrazione tra scuola e formazione professionale, senza permettere la dispersione, che purtroppo c'è in percentuale elevata anche in una Regione come la nostra, e finanziamo i corsi. Concordo con quanto detto dal collega Contu relativamente a chi non è garantito, perché le aziende si preoccupano, comprensibilmente, dei propri dipendenti e non di chi - sono una percentuale in numero decisamente in aumento - ha contratti di collaborazione, ma anche per i lavoratori disoccupati in cassintegrazione guadagni finalizzata all'assunzione sia a tempo indeterminato che a tempo determinato 18 mesi.
Concludendo, Assessore, riallacci i rapporti con il mondo della scuola ammetta che questo è stato un fallimento, preoccupiamoci dei ragazzi che sono in questo limbo ricordandoci che c'é una legge dello Stato che garantisce l'obbligo scolastico fino a 15 anni; utilizziamo le risorse nel modo migliore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Veramente ho chiesto la parola come interrogante firmatario dell'interrogazione n. 1668 per la quale ho diritto di parlare per esprimere la mia opinione sulla risposta fornitami dall'Assessore.
Dopodiché c'é il dibattito sulla comunicazione, i due minuti per Gruppo, ma poiché si è detto che la risposta dell'Assessore è risposta alle interrogazioni, chiedo, come firmatario dell'interrogazione, come da prassi e consuetudine, la possibilità di esprimermi.



PRESIDENTE

L'art. 89, comma VII, procedura che attuiamo nella seduta antimeridiana quando ci occupiamo di interrogazioni ed interpellanza recita: "dopo la risposta orale della Giunta in Consiglio o in Commissione l'interrogante, o uno degli interroganti in caso di interrogazioni firmata da più Consiglieri, ha diritto di replica per dichiarare la sua soddisfazione o motivare l'eventuale insoddisfazione". Mi sembrava corretto osservare il Regolamento. Visto che è un argomento importante, ritengo, se il Consigliere Marcenaro desidera intervenire, di rispondere sia all'interrogazione che all'interpellanza. All'interpellanza si è già ottemperato attraverso l'intervento del Consigliere Contu così per l'interrogazione attraverso l'intervento del Consigliere Placido. Per aiutare, posso dare, non ad uno per Gruppo, ma a chi desidera intervenire due minuti di intervento concordati nella Conferenza Capigruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Rinuncio all'intervento. Ho preso atto della lettura dell'articolo del Regolamento.
E' prassi, di norma, che nella risposta alle interrogazioni e alle interpellanze, gli interroganti possano prendere la parola, quando la chiedono, per replicare. Prendo atto che in questo caso c' un'interpretazione rigida del Regolamento, ragion per cui mi attengo protestando.



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, solo sull'interpellanza vi è diritto di replica.
La si può illustrare e, se non si è soddisfatti della risposta dell'Assessore, si può intervenire nuovamente. Sull'interrogazione questo non avviene, può solo avvenire l'illustrazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore nella risposta alle questioni poste ha segnalato, a titolo di merito, di far parte delle persone impegnate nella pubblica istruzione.
Ha segnalato questa sua doppia condizione di Assessore, ma anche di uomo di scuola, di essere particolarmente sensibile al fatto che la scuola pubblica funzioni e che sia di elevata qualità. Tante grazie! Lei ha parlato del suo status formale di persona dipendente dal Ministero della Pubblica Istruzione, ma lei, in questa sede, rappresenta l'Assessore che dispone in quale modo la Regione Piemonte impiega delle somme in direzione della pubblica istruzione. L'Assessore deve prendere atto che la scelta che ha compiuto a luglio di applicare, in modo frettoloso, non dirò servile, un input di alta valenza politica, ha comportato una scelta di impiego delle risorse molto viziata da interessi politici di maggioranza. Quando la scuola viene investita pesantemente da scelte e condizionata da interessi politici di parte, la scuola soffre, alla scuola si nuoce. E' quanto l'Assessore ha fatto: 200 alunni sono privi di serie prospettive di completamento della scuola dell'obbligo. Questa è una sua responsabilità grave. Insieme ad altri Consiglieri, anch'io le chiedo una autocritica su questo modo di procedere, le chiedo di riavviare i rapporti con le scuole in termini corretti e la prego di non essere così supinamente disteso su idee che il Ministro Moratti ha avuto, o potrà avere, di condizionamento pesante della libertà della scuola pubblica, di organizzare i propri lavori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Mi rivolgo all'Assessore perché so essere persone responsabile. Occorre stare attenti a coinvolgere giovani e famiglie in una sperimentazione che da segni di fallimento già in partenza o, comunque, segni di forte rischio.
L'Assessore prenda un'iniziativa, faccia un atto di coraggio, faccia rientrare quei giovani nel circuito ordinario e poi riflettiamo e prendiamo tempo di questa vicenda che ha segni premonitori molto negativi. Si vuole cercare di forzare, attraverso questa esperienza, l'apertura del canale formativo della formazione professionale parallelo a quello scolastico facendo fare la scelta ai giovani dell'obbligo in età anticipata, verso i 13 anni.
Sappiamo che questo, attraverso la legittimazione che si vuole ottenere con questa esperienza, è l'elemento più critico, più tragico, più negativo perché rischia di creare una divisione nella nostra società. E' vero che poi si troveranno dei punti di interrelazione tra i due percorsi formativi quando saranno stabilizzati, ma i segni non sono molto confortanti.
L'Assessore ha anche firmato un provvedimento sul contenuto formativo dell'apprendistato. Noi sappiamo che anche per l'apprendistato si sta pensando ad uno strumento che concorre a dare la certificazione dell'assolvimento dell'obbligo formativo dal versante della formazione professionale. Voglio ricordare una perla: sembra quasi quando nel secolo scorso gli studiosi economici dicevano che il proletariato doveva saper leggere e far di conto. Oggi le materie che vengono indicate in questi corsi - 240 ore fino a 18 anni - sono: italiano, matematica e informatica.
Credo che questo sia il segno, collegato anche al fallimento dei primi passi, di un approccio alla formazione professionale come formazione che assolve all'obbligo scolastico, drammaticamente insufficiente. Se aggiungiamo la scelta a 13 anni, stiamo predisponendo un meccanismo di forte ingiustizia sociale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Occorre sottolineare ancora un particolare. Non metto in dubbio che l'Assessore Pichetto avrebbe svolto - come poi ha fatto - una relazione tecnica, ma qui necessita ragionare, come abbiamo cercato di proporre dai banchi dell'opposizione, in termini politici.
Non serve solo una risposta tecnica, bisogna ragionare sulle proposte tecniche espresse anche da parte nostra; l'Assessore non può esprimersi sul contesto politico.
Il contesto politico dimostra, inequivocabilmente, che questa Regione che ha voluto "sdraiarsi" sulle richieste del Ministro Moratti (che aveva lanciato, con grande enfasi, la riforma della scuola partendo proprio da questo tipo di interventi) con una proposta di riforma, che doveva precedere riforme più ben gravi sulla quale si erano accentrate le critiche del mondo della scuola, coinvolgendo - purtroppo - famiglie e ragazzi che si trovano oggi a gestire gravi problemi, politicamente ha fallito.
Questa vicenda dovrebbe dimostrare a tutta la Giunta, non solo all'Assessore Pichetto, come sia necessario, prima di prendere decisioni inerenti il mondo della scuola, avere un po' di più di modestia ed ascoltare le critiche costruttive che essa propone, senza continuare a procedere per la propria strada, infilandosi in situazioni negative che ricadono sulla vita dei cittadini.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Moriconi.
Sottolineo che l'interrogazione n. 1668 è stata assorbita dal dibattito.


Argomento: Provvidenze per la costituzione di aree industriali ed artigiane attrezzate - Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione dell'Assessore Pichetto in merito agli scarichi industriali dell'azienda Acetati e Italpet Verbania e ordini del giorno collegati n. 642, n. 644 e n. 645


PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Pichetto per una comunicazione siccome sono giunti diversi ordini del giorno, sarebbe il caso di unirli per farne uno unitario.
Passiamo ad un'altra comunicazione dell'Assessore Pichetto in ordine al blocco della produzione dell'azienda Acetatis S.p.a, dove vi è in atto una crisi occupazionale che determina la messa a rischio di oltre 270 posti di lavoro.
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore all'industria e al lavoro

Si è tenuta ieri, presso l'Assessorato all'Industria in via Pisano, una riunione a cui hanno partecipato i rappresentanti delle Istituzioni Verbanesi (Presidente della Provincia e Sindaco di Verbania) rappresentanze sindacali e rappresentanti della società Acetatis, per valutare la situazione creatasi nella realtà del Verbano, a seguito di un provvedimento di sequestro degli scarichi dell'impresa che opera sul territorio. Il provvedimento assunto dal GIP del Tribunale competente, a seguito di istanza da parte della Procura, è motivato in riferimento agli scarichi che l'industria effettua nel lago Maggiore, ad una profondità di 90 metri.
Secondo l'impresa e secondo certificazioni da parte dell'Arpa, gli scarichi sono compatibili con la norma, ma probabilmente (anche se non ne siamo a conoscenza) le conclusioni a cui è giunto il Procuratore sono di tipo diverso. Durante la riunione di ieri si è esaminata la situazione, ma è stata sospesa ogni valutazione perché è prevista per oggi la riunione del Tribunale del Riesame che valuterà tutte le eccezioni presentate dall'impresa (eccezioni illustrate ieri dalla società sia alla Regione sia alle parti sociali). Da questo dovrebbe scaturire la decisione finale, da parte del Tribunale del Riesame, se è corretta la posizione dell'impresa così come è sostenuto dalle Istituzioni locali in questo momento (e quindi c'è una posizione unanime, anche in merito al contenuto), o se invece è corretta, e su quale motivazione, la posizione della Procura di Verbania.
E' chiaro che dalla decisione del Tribunale del Riesame discendono due tipi di percorso. Prima di valutare gli eventuali percorsi, occorre ricordare che l'Acetatis ha firmato con la provincia di Verbania (e penso anche con il Comune, visto che insiste su tale comune) un protocollo alcuni mesi or sono, che li impegna, nel giro di un anno e mezzo, ad intervenire con interventi migliorativi rispetto alla condizione attuale partendo dal presupposto che la condizione attuale non sia fuori legge.
Queste sono le considerazioni, trasferite verbalmente, nella riunione di ieri.
Se questa è la condizione, e oggi il Tribunale del Riesame (che per legge ha dieci giorni di tempo dalla comunicazione per pronunciare la sentenza) accoglie le tesi dell'industria, stante alle conclusioni raggiunti nel tavolo di ieri, si inizia un percorso. C'è stato un invito da parte della Giunta regionale all'impresa, di accelerare gli interventi ed è stata confermata una disponibilità sindacale a valutare le modalità di gestione del periodo transitorio in cui vengono svolti gli interventi.
Scenario diverso, invece, se ci trovassimo in una situazione in cui il Tribunale del Riesame conferma la decisione di sequestro degli scarichi. E' chiaro che a questo punto la conseguenza è quella di non poter più riprendere l'attività produttiva, attività che è altamente - almeno così mi è stato spiegato - innovativa, tecnologica, ma anche di alta competitività a livello mondiale. Si rischierebbe, con una serie di rischi di mercato prima ancora che di produzione e di tecnologia, di perdere quote di mercato. Sorgerebbe, quindi, la necessità di valutare se riposizionarsi e prima ancora, da parte dell'azienda, se agire ancora o non agire. E questo avrebbe conseguenze molto gravi sotto l'aspetto occupazionale. Altre questioni sono emerse nella riunione di ieri, ma ritengo non debbano investire alte comunicazioni al Consiglio regionale né un tavolo di mediazione regionale. Ci sono questioni più prettamente di discussione sindacale tra le parti, tra l'azienda e il sindacato nell'ambito dell'azienda, che riguarda proprio il periodo transitorio (oggi, domani) sul fatto se le merci devono uscire o meno. Ma queste sono valutazioni sulle quali io stesso ho invitato le parti a vedersi a livello locale immediatamente, ma a livello locale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie signor Presidente, e grazie all'Assessore all'Industria. Grazie innanzitutto di avere accolto la richiesta, che ho fatto nella giornata di ieri, di svolgere una comunicazione oggi in Consiglio regionale riguardo a questo fatto drammatico, che riguarda l'ipotesi di chiusura o, comunque, di momentanea difficoltà di un'importante realtà industriale nella città di Verbania e nella Provincia del VCO. Voglio anche ringraziare l'Assessore Pichetto - con il quale sono stato in contatto nella giornata di sabato evidenziandogli la drammaticità della situazione - per avere subito accolto l'invito del Presidente della Provincia del VCO e di avere ricevuto già nella giornata di ieri una delegazione completa del VCO, composta dall'amministrazione provinciale, dal sindaco della città di Verbania, ma anche dalle rappresentanze sindacali e dalla rappresentanza della proprietà dell'azienda. Oggi è una giornata cruciale, perché mentre siamo qui in Consiglio regionale, è all'attenzione della Magistratura verbanese - come ricordava l'Assessore - quindi al Tribunale del riesame, il provvedimento di sequestro preventivo che la Procura della Repubblica e il GIP di Verbania hanno predisposto nella giornata di giovedì scorso. Il Tribunale del riesame ha tempo fino a domenica per esprimersi. Se confermerà il sequestro preventivo, la situazione sarà estremamente drammatica perché la proprietà non fa mistero, sia sugli organi d'informazione che nella riunione di ieri, e credo che qualora non fosse nella possibilità di riprendere la produzione nel giro di qualche settimana, non avrebbero la possibilità di onorare i contratti in essere per le forniture e, di fatto uscirebbero dalla loro quota di mercato. In questo caso è evidente che ci sarà la messa in libertà delle maestranze, che sono circa 270 più 18 della centrale elettrica, e soprattutto ci sarà anche un coinvolgimento negativo da parte dell'indotto che ricomprende alcune centinaia di persone che lavorano nelle cooperative e nelle aziende che collaborano con "Acetati" nella produzione o nel reperimento della materia prima. E' chiaro quindi che abbiamo presentato come maggioranza un ordine del giorno, aperto alle firme dei Consiglieri che eventualmente volessero sottoscriverlo, con il quale impegniamo il Presidente della Giunta e l'Assessore - anche se riconosciamo che da subito la Regione si è occupata del problema pur non avendo competenze dirette, e di questo ringrazio ancora l'Assessore Pichetto - ad attivarsi per le proprie competenze, anche mettendo a disposizione la struttura tecnica per contribuire alla soluzione di questo problema. L'obiettivo deve essere quello, nel caso che il riesame confermasse il provvedimento della Magistratura ordinaria, di attivarsi anche con delle iniziative straordinarie per garantire i livelli di redditività alle famiglie dei lavoratori. Qualora invece il tema del riesame si esprimesse rigettando il sequestro preventivo da parte della Magistratura ordinaria, attivarsi affinché l'azienda sia, al più presto messa in regola e si possa avere non più una situazione di precarietà, ma di stabilità di quell'azienda verbanese.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Avrò naturalmente da lei, Presidente, la stessa tolleranza nei tempi che è stata consentita agli altri Capigruppo. Volevo solo fare un'annotazione brevissima. Anch'io ritengo che l'Assessore Pichetto abbia fatto bene a fare la riunione di ieri. Pongo solo una questione: a queste riunioni, aldilà della presenza della Giunta e delle figure istituzionali qual è il criterio che soprassiede alla presenza di Consiglieri regionali e quali Consiglieri? E, qualora ci siano dei termini, non sarebbe meglio mandare una comunicazione a tutti i Capigruppo, e i gruppi in quel caso valuteranno chi mandare a queste riunioni? E' una questione che avevo già posto in una riunione dei Capigruppo, perché non è la prima volta che avviene che siano presenti sempre e solo alcuni Consiglieri. O non c' nessuno o, se ci sono, vanno informati i Capigruppo che decidono, a seconda del gruppo, di mandare i Consiglieri di competenza per quella materia. In questo caso, tutti i gruppi non erano avvertiti, tranne il gruppo Forza Italia e AN, nonostante noi avessimo già presentato un ordine del giorno in tal senso. Tornando alla vicenda, che mi sembra molto grave e di grande importanza, devo dire che, in seguito al sequestro disposto in data 29 ottobre 2002 nei confronti dell'industria chimica "Acetati" - che tra l'altro è situata nell'area della ex Montefibre di Pallanza -, si apre un duplice problema di una certa complessità. Il primo ordine di problemi riguarda certamente i lavoratori, le 500 famiglie dei lavoratori e l'indotto che questa azienda coinvolge, che hanno bisogno di avere una risposta e un ordine di certezze tra le più rapide possibili. 500 famiglie più centinaia di lavoratori dell'indotto e le loro famiglie stanno vivendo in questo momento, una fase ed una vicenda assolutamente drammatica. Si tratta poi di accertare anche in modo rapido ed efficiente - e in questo senso riteniamo che la Magistratura vorrà con la maggiore rapidità procedere nell'inchiesta - tutte le problematiche di ordine ambientale coinvolte in questa vicenda. L'Assessore Pichetto giustamente diceva che questa è un'azienda che offre un certo tipo di produzione anche rilevante sofisticata e difficilmente sostituibile, non solo nel quadro del VCO, ma in un quadro più complessivo per quanto riguarda la nostra nazione. Si tratta, quindi, da parte di tutti, della Regione, del Presidente della Giunta regionale e degli Assessorati competenti - in tal senso l'abbiamo sollecitato nell'ordine del giorno - di muoversi per quanto riguarda le proprie competenze per arrivare a questo duplice risultato. Sapendo che per il VCO, e in particolare per il VCO che ha conosciuto già gravi vicende dal punto di vista occupazionale, questa è questione che ha una grande rilevanza e che richiede un intervento in tempi rapidissimi. Penso che la Regione possa svolgere al meglio il suo ruolo di coordinamento e di sollecitazione dell'iniziativa per arrivare ad affrontare questi due nodi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi eravamo informati della riunione che c'era in Assessorato. Ce l'hanno comunicato i nostri rappresentanti in Provincia e in Comune, ma non abbiamo partecipato perché normalmente non partecipiamo alle riunioni dell'Assessorato, a cui non abbiamo un ruolo per partecipare. Credo che di questa vicenda, soprattutto se gli esiti non fossero positivi, sarebbe bene che la Commissione competente se ne occupi, oltre che il Consiglio. Perch dico questo? Perché tutti ci auguriamo che l'azione del Magistrato sia stata un'azione con un eccesso di garanzia verso la salute dei cittadini ma che questo eccesso possa poi risultare tale e che non ci siano problemi.
Se così è, come hanno già sostenuto altri colleghi, il problema si risolve. Se risulterà, cioè, che non ci sono problemi d'inquinamento e soprattutto d'inquinamento grave, l'azienda riprenderà la propria produzione.
Il problema sorge se questo non avviene, cioè se il Tribunale del riesame conferma.
Voglio dire una cosa all'Assessore e ai Consiglieri che mi hanno preceduto: se ci sarà una conferma, i problemi purtroppo non saranno solo occupazionali, ma saranno più gravi.
Nel caso di una conferma, infatti, seguirà sicuramente un problema occupazionale, ma questo significherà anche che in questi anni l'azienda ha inquinato impunemente e coscientemente, falsando i dati.
Una fabbrica che si è comportata in questo modo non può semplicemente chiudere e trasferirsi altrove, perché - ripeto, e mi auguro che non sia così - se si verifica un fatto di questo genere vuol dire che non si reca solamente un danno all'economia e ai lavoratori, ma che si è recato un danno pesante a tutta la comunità, che ha subito negli anni una produzione inquinante.
Occorre stare attenti e non considerare banalmente chi ha avuto questo atteggiamento, pensando che si è trovato nelle condizioni di non proseguire la produzione e pertanto di chiudere l'azienda.
Questi soggetti dovranno essere chiamati a delle responsabilità ben più pesanti, sia nei confronti dei lavoratori, individuando delle strade che permettano la salvaguardia dei posti di lavoro (per esempio una ristrutturazione degli impianti), sia nei confronti della comunità, perch per anni hanno inquinato impunemente.
Dicevo impunemente - e concludo - perché nel caso di una conferma dei fatti, esisterebbe anche un problema di comportamento delle comunità locali, della Provincia, del Comune, forse della stessa Regione, che non si sono accorti di nulla.
Occorre capire perché tutto questo è avvenuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Anche per conoscenza storica, occorre dire che il problema non si è verificato improvvisamente, come si usa dire, "come un fulmine a ciel sereno", in quanto già dal 2000 l'attuale Amministrazione provinciale chiedeva alle industrie di attivarsi per separare i reflui di lavorazione.
In quei reflui sono presenti sostanze nocive in concentrazioni maggiori rispetto ai limiti previsti dalla legge. Tali reflui contengono formaldeide (sostanza usata nella lavorazione e considerata cancerogena), oltre all'ammoniaca.
Il problema di un'industria che - come sostiene l'Assessore - è all'avanguardia anche su scala mondiale, dovrebbe essere la competitività non solo dal punto di vista della produzione, ma anche della tutela del territorio, quindi della salute dei lavoratori e degli abitanti della zona.
Siamo tutti preoccupati per le 500 famiglie che lavorano nell'indotto che potrebbero avere problemi d'impiego, però dovremmo essere ugualmente preoccupati per la salute di tutti i cittadini che vivono in quella zona.
Non possiamo dimenticare che il Lago Maggiore è stato, anche in passato, al centro di problemi di tipo ambientale.
Occorre riflettere e intervenire per offrire garanzie ai lavoratori perché la sicurezza del posto di lavoro è fondamentale, ma non possiamo contrattare nuovamente i posti di lavoro con un degrado ambientale che va a discapito di tutti.
Come ricordava il Consigliere Papandrea, chiediamo un intervento della Regione che salvaguardi gli operai, ma anche, e in maniera chiara, la qualità dell'ambiente in quella zona.



PRESIDENTE

Dichiaro concluso il punto delle comunicazioni.
Comunico che sono stati presentati alcuni ordini del giorno: il n. 642 "Sequestro scarichi industriali Acetati e Italpet Verbania" presentato dai Consiglieri Marcenaro, Manica e Ronzani il n. 644 "Crisi occupazionale Acetati spa Verbania" presentato dai Consiglieri Cattaneo, Cota, Bolla, Valvo, Mercurio, Angeleri, Racchelli Toselli, Caramella, Bussola, Galasso, Burzi, Deorsola, Gallarini, Manolino Brigandì, Rossi Giacomo, Cantore, Costa Enrico, Rossi Oreste, Godio Scanderebech, Pedrale e Botta Marco il n. 645 "Tutela dell'ambiente e dei lavoratori della Acetati a Verbania" presentato dai Consiglieri Moriconi, Contu, Papandrea, Chiezzi, Suino e Tapparo.
Avevamo concordato in sede di Conferenza dei Capigruppo di iscrivere all'o.d.g. tali ordini del giorno. Sempre in sede di Conferenza dei Capigruppo avevamo concordato anche una rapida votazione.
Se c'è il consenso dell'Aula, li iscriviamo tutti.
L'Aula acconsente, pertanto li iscriviamo all'o.d.g.
Possiamo fare una dichiarazione per ogni documento e votarli direttamente.
Il primo ordine del giorno è a firma dei Consiglieri Manica, Marcenaro e Ronzani.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Il problema che pongo è il seguente: vogliamo mantenere tutti gli ordini del giorno, e quindi votarli separatamente, o esiste una possibilità di unificazione degli stessi?



PRESIDENTE

Propongo di sospendere per cinque minuti la seduta, in modo da capire come intendiamo procedere.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Cercare di arrivare ad un ordine del giorno unitario del Consiglio regionale - come altre volte è successo - avrebbe un grande significato.
L'ordine del giorno presentato dal Gruppo dei DS e quello della maggioranza mi sembrano abbastanza compatibili e, in un certo senso assimilabili, pertanto si potrebbe trovare una possibilità di ordine del giorno unico, oppure ritenere il documento dei DS assorbito dal nostro perché il dispositivo è identico.
Per quanto riguarda l'altro ordine del giorno, Presidente, pu certamente sospendere la seduta, ma mi sembra difficile trovare un punto d'incontro, letto il tenore sia delle premesse sia del dispositivo.
E' molto più complesso e certamente è più difficile trovare un'unitarietà.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per cinque minuti. I lavori riprenderanno alle ore 13.
Nel caso in cui l'intesa venga raggiunta, procederemo con la votazione del documento unico, altrimenti voteremo i singoli provvedimenti con un'unica dichiarazione di voto sugli stessi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.56 riprende alle ore 13.06)



PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta.
Colleghi, a seguito della sospensione della seduta, si procederà alla votazione degli ordini del giorni per parti separate ai sensi del comma 5 art. 66 del Regolamento.
Indìco la votazione palese, mediante il procedimento elettronico, sulla prima parte dell'ordine del giorno n. 642, presentato dai Consiglieri Marcenaro, Manica e Ronzani, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte Preso atto che Martedì 29 ottobre 2002 è stato disposto il sequestro degli scarichi dell'azienda "Acetati S.p.A.", industria chimica situata nell'ex area Montefibre di Pallanza (Verbania).
Il provvedimento è stato assunto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale su richiesta della Procura nell´ambito delle indagini aperte dopo un esposto del Circolo Verbano di Legambiente - sugli scarichi del polo chimico (Acetati e Italpet) che farebbe confluire nel lago sostanze diluite ma inquinanti.
Gli impianti di «Italpet» (azienda anch'essa collocata nella medesima area) potrebbero rimanere in attività visto che gli scarichi di lavorazione sono esigui e perciò trasportabili su autobotte. Il sequestro degli scarichi in uscita, a monte del collettore fognario (che ha prodotto concretamente il fermo della produzione) si sarebbe reso necessario per consentire agli inquirenti di verificare qualità e quantità d'eventuali agenti inquinanti.
Il titolare dell'inchiesta, sostituto procuratore Fabrizio Argentieri ipotizza che all´interno di «Acetati» siano impiegate quantità eccessive di formaldeide, sostanza che secondo la tabella n. 5 del decreto legislativo 152 del `99 sarebbe a rischio d'azione cancerogena. Inoltre la magistratura contesta all´azienda l´attività di scarico in assenza d'autorizzazione.
Da lunedì 4 Novembre 2002 i 254 dipendenti di «Acetati S.p.A.» saranno posti dall'azienda in libertà e senza salario Che i lavoratori hanno proclamato uno stato permanente di mobilitazione, insieme con i 170 colleghi d'Italpet, a tutela del proprio lavoro e del futuro produttivo ed occupazionale nel polo chimico verbanese collegando l'esigenza del lavoro al pieno rispetto delle normative in vigore per la tutela dell'ambiente Il Consiglio Regionale del Piemonte Considerate le forti e motivate preoccupazioni che questa vicenda determina tra i lavoratori e l'opinione pubblica l'assoluta necessità di accertare in tempi rapidissimi ed in modo inconfutabile se risponde al vero che Acetati e Italpet inquinano e nell'eventualità di una risposta affermativa, l'immediato avvio dei provvedimenti necessari a garantire il risanamento dell'ambiente e delle aziende Auspica che la magistratura proceda con assoluta rapidità nell'inchiesta, al fine di chiarire l'intesa vicenda in termini certi, motivati e definitivi possibilmente entro pochi giorni.
Che i 500 lavoratori - più le centinaia dell'indotto, le loro famiglie l'intera comunità - non siano lasciati in uno stato di tragica incertezza sul loro futuro.
Che sia scongiurato il rischio di una gravissima crisi occupazione, sociale ed economica nel VCO Il Consiglio Regionale del Piemonte Sottolineando La profonda convinzione che il VCO, oggi e in futuro, non possa fare a meno di una presenza industriale ed artigianale, compatibile con l'ambiente ed il territorio in una realtà che rappresenta l'eccellenza del turismo piemontese. Una significativa presenza delle attività produttive legate all'industria, rispettosa dell'ambiente, è elemento di rafforzamento e di diversificazione di un'economia che non può trovare nel solo turismo la risposta alle esigenze occupazionali del VCO".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante il procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'ordine del giorno n. 642, presentato dai Consiglieri Marcenaro, Manica e Ronzani, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale impegna il Presidente e la Giunta regionale ad avviare tutte le azioni utili e necessarie, a partire dall'incontro del 4 novembre 2002, per contribuire alla positiva risoluzione del caso "Acetati e Italpet", salvaguardando il lavoro e la prospettiva produttiva del sito industriale verbanese".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante il procedimento elettronico, sulla prima parte dell'ordine del giorno n. 644, presentato dai Consiglieri Cattaneo, Cota, Bolla, Valvo, Mercurio, Angeleri, Racchelli, Toselli Caramella, Bussola, Galasso, Burzi, Deorsola, Gallarini, Manolino Brigandì, Rossi G., Cantore, Costa E., Rossi O., Godio, Scanderebech Pedrale, Botta M., il cui testo recita: "Premesso che nella città di Verbania a causa del blocco della produzione dell'azienda ACETATI SpA è in atto una crisi occupazionale che determina la messa a rischio di oltre 270 posti di lavoro, oltre ad alcune centinaia legati all'indotto, sia di cooperative che di ditte esterne, che vivono sulla presenza industriale considerato che con proprio provvedimento, motivato al fine di tutelare la salute pubblica e l'ambiente, la magistratura verbanese ha sequestrato preventivamente gli scarichi di ACETATI SpA e che a seguito di ci l'azienda ha messo in libertà le maestranze atteso che nella giornata di ieri l'Assessore all'Industria Gilberto Pichetto Fratin ha ricevuto una delegazione guidata dal signor Presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola, presenti il Vice Prefetto Vicario del VCO, il Sindaco della Città di Verbania, l'azienda ACETATI SpA ed i rappresentanti delle forze sindacali e che nello stesso incontro la Regione Piemonte ha palesato la propria disponibilità per contribuire alla soluzione della grave problematica".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante il procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'ordine del giorno n. 644, presentato dai Consiglieri Cattaneo, Cota, Bolla, Valvo, Mercurio, Angeleri, Racchelli, Toselli Caramella, Bussola, Galasso, Burzi, Deorsola, Gallarini, Manolino Brigandì, Rossi G., Cantore, Costa E., Rossi O., Godio, Scanderebech Pedrale, Botta M., il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte impegna il Presidente della Giunta Regionale ad attivarsi per le proprie competenze, anche mettendo a disposizione la propria struttura tecnica per contribuire alla soluzione del problema al fine di scongiurare l'ipotesi di chiusura dello stabilimento e giungere ad una soluzione positiva e tempestiva per la ripresa dell'attività al fine di veder garantito il livello di reddito dei lavoratori." Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante il procedimento elettronico, sulla prima parte dell'ordine del giorno n. 645, presentato dai Consiglieri Moriconi, Contu, Papandrea, Chiezzi, Suino e Tapparo, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte premesso che l'"Acetati s.p.a.", di proprietà Mossi &Ghisolfi, è una multinazionale con sede a Tortona, la quale, nell'anno 1989, riprendeva l'attività interrotta nel 1983, della Montefibre di Verbania, produttrice tra l'altro di acetato di cellulosa che nel 1994 la stessa proprietà costruiva, nel medesimo sito industriale l'impianto Italpet Preforme s.p.a., per produrre PET (polietilentereftalato), polimero base per bottiglie di plastica che Acetati disponeva di un piccolo impianto di abbattimento degli inquinanti liquidi, utilizzato in seguito anche da Italpet, che, dopo avere per qualche tempo scaricato nel torrente S. Bernardino, venne autorizzato a scaricare nel lago in zona antistante la riva di Villa Maioni, nello stesso tubo dell'impianto consortile urbano di depurazione che nel 2000, alla scadenza naturale dell'autorizzazione provinciale agli scarichi, l'attuale Amministrazione provinciale chiedeva alle industrie di separare i reflui di lavorazione da quelli di raffreddamento e di depurare accuratamente i primi tramite un nuovo impianto di depurazione a ci deputato che la questione si trascinava fino all'ottobre 2002, quando venne firmata una convenzione che rimandava al 2004 la messa in opera del richiesto impianto che nel frattempo il Circolo Verbano di Legambiente raccoglieva tutti i dati disponibili e presentava un esposto-denuncia ampiamente pubblicizzato (disponibile sul sito web dell'associazione www.legambienteverbano.com.) che in seguito all'esposto-denuncia del Circolo Verbano di Legambiente del marzo scorso, il sostituto procuratore della Procura di Verbania ha esperito tutte le indagini e gli interrogatori necessari per verificarne la veridicità, e più precisamente per confermare: che nei reflui derivanti dalle attività delle industrie chimiche Acetati/Italpet fossero contenute sostanze in concentrazioni tali da risultare molto al di sopra dei limiti di legge, salvo la loro diluizione con acque di raffreddamento degli impianti (80 mc di reflui all'ora diluiti con 1500 mc di acqua) che detti reflui contenessero in dosi massicce, oltre alla tossica ammoniaca, anche sostanze cancerogene ai sensi dell'Agenzia Internazione per la Ricerca sul Cancro (IARC), e più precisamente: formaldeide catalizzatore di reazione per l'acetilazione della cellulosa, e cloroformio, probabilmente composto finale indesiderato del ciclo di depurazione che il Sostituto Procuratore risulta abbia ritenuto di accogliere la richiesta dell'associazione denunciante e di chiedere al GIP il sequestro dello scarico a lago delle aziende che il sequestro dello scarico è avvenuto il 29 ottobre scorso considerato che la Legge generale sulle acque (L 152/99) considera reato la diluizione con acque di raffreddamento delle acque reflue contenenti sostanze cancerogene, come risulterebbe nel caso specifico che il sequestro disposto dalla Magistratura rende un grande servigio alla salute pubblica, minacciata dagli sversamenti di sostanze così pericolose che al tempo stesso il sequestro mette in difficoltà obiettiva i Lavoratori, che, per decisione dell'Azienda, si vedono costretti alla sospensione dell'attività lavorativa e privati del diritto al lavoro e alla remunerazione ritenuto che la migliore tutela dell'occupazione debba espletarsi non attraverso la difesa di situazioni industriali arretrate, ma attraverso lo stimolo alla modernizzazione dei processi ed alla loro compatibilizzazione con le giuste esigenze dell'Ambiente e della salute dei Cittadini e degli stessi Lavoratori".
Il Consiglio non approva.
Con riferimento all'ordine del giorno n. 645, diamo atto che nella parte dispositiva, e cioè "Impegna", il primo capoverso è considerato assorbito dagli altri testi, mentre il secondo capoverso del dispositivo risulta così modificato: "Impegna la Giunta regionale e gli Assessori all'ambiente e al lavoro a farsi parte attiva, affinché l'inquinamento delle acque lacustri non possa verificarsi, a tutela dell'ecosistema, della salute pubblica e dell'immagine del Lago Maggiore, patrimonio turistico di grande prestigio".
Indìco la votazione palese, mediante il procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'ordine del giorno n. 645, presentato dai Consiglieri Moriconi, Contu, Papandrea, Chiezzi, Suino e Tapparo, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale impegna il Presidente della Giunta e gli Assessori all'ambiente ed al lavoro a farsi parte attiva affinché l'inquinamento delle acque lacustri non possa verificarsi, a tutela dell'ecosistema, della salute pubblica e dell'immagine del lago Maggiore, patrimonio turistico di grande prestigio".
Il Consiglio approva.
La seduta è aggiornata alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.15)



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