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Dettaglio seduta n.262 del 31/10/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


BOTTA MARCO



(Alle ore 9.59 il Consigliere Segretario Botta Marco comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.39)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caramella, Casoni, D'Ambrosio Ferrero, Ghigo, Marcenaro, Marengo, Pedrale, Riba, Suino e Vaglio.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Attribuzione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Cavallera


PRESIDENTE

Comunico inoltre che, con decreto n. 91 del 28 ottobre 2002, il Presidente della Giunta regionale ha attribuito temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, con delega a sostituirlo nella seduta odierna, all'Assessore Cavallera.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame proposta di legge n. 174: "Riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori parrocchiali e valorizzazione del loro ruolo nella Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Prosegue ora l'esame dell'articolato della proposta di legge n. 174, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ricordo che bisogna ripetere la votazione dell'emendamento abrogativo dell'art. 3 (n. 3.1) presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea.
Il parere dei relatori è contrario.
Indìco pertanto la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 25 hanno votato NO 25 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Sull'ordine dei lavori, Presidente. Non ho intenzione di chiedere verifiche severe sulle votazioni; la prego solo di non mettermi nella condizione di doverlo fare. La ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Proseguiamo l'esame degli emendamenti presentati all'art. 3.
3.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Deorsola, Costa Rosa Anna Tomatis e Angeleri: all'art. 3, sostituire le parole "della parrocchia ad essere soggetto promotore" con le parole "delle parrocchie e degli altri soggetti di cui all'art. 1 ad essere soggetti promotori".
Lo diamo per illustrato, perché è stato ampiamente illustrato nella discussione di ieri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Anche per un chiarimento: poiché si parla di vari tipi di culto, vorrei capire se il termine "parrocchie" può essere utilizzato per tutti.
Io individuerei un termine che permetta di comprendere tutte le strutture e non unicamente la parrocchia. Le parrocchie sono relative alla religione cattolica; gli altri culti non hanno necessariamente le parrocchie, pertanto non le si può imporre anche agli altri culti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Papandrea. "Gli altri" non sono parrocchie, sono enti e soggetti di cui all'art. 1, quindi è evidente che il termine "parrocchie" attiene a un'organizzazione nell'ambito della Chiesa Cattolica. Sotto questo aspetto, è pacifico.



PAPANDREA Rocco

E l'articolo vale solo per loro?



PRESIDENTE

No, il termine "parrocchie" attiene ad una struttura nell'ambito delle organizzazioni della Chiesa Cattolica, non vi è dubbio, ma non voglio entrare nel merito adesso.
Per quanto riguarda le "organizzazioni che attengono ad altre strutture", sono quelle previste dall'art. 1.
E' una scelta di merito; di più non si può dire.
Indìco pertanto la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.2).
La votazione non è valida, in quanto non è presente il numero legale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.48 riprende alle ore 11.22)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco nuovamente la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.2).
Il Consiglio approva.
3.3) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 3, dopo la parola "parrocchia" aggiungere le parole "e di ogni organizzazione territoriale di altri enti di culto riconosciuti dallo Stato".
3.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Riggio Ronzani, Manica e Muliere: all'art. 3, dopo le parole "della parrocchia", aggiungere le parole "e degli altri soggetti di cui all'art. 1" e sostituire con "di essere promotori".
Questi emendamenti li dichiaro assorbiti perché sono uguali all'emendamento appena approvato.
3.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: all'art. 3, abrogare le parole "per la diffusione dello sport, la promozione di attività culturali".



CONTU Mario

Chiedo scusa, volevo solo un chiarimento: la riunione era stata interrotta per mancanza del numero legale?



PRESIDENTE

Abbiamo ripetuto la votazione. La votazione è valida.
Il parere dei relatori sull'emendamento n. 3.5) è contrario.
Indìco pertanto la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.5).
Il Consiglio non approva.
3.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: all'art. 3, dopo le parole "che si realizzano negli oratori" cancellare "per la diffusione dello sport, la promozione di attività culturali" ed inserire "per promuovere interventi per garantire la qualità della vita pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza prevenendo, eliminando e riducendo le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale o familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Sembra una seduta un po' convulsa. Forse l'interruzione di ieri, dopo le notizie riportate dal Consigliere Mellano, hanno creato un certo imbarazzo in tutti. Mi sembra che ci sia un po' la necessità di concludere quanto prima la discussione su questo provvedimento, che mi pare rappresenti un punto basso e sicuramente di scarsa qualità, che pure dovrebbe caratterizzare l'attività legislativa di questo Consiglio regionale.
Presidente, l'emendamento ha lo scopo di richiamare l'attenzione alla complessità nella quale si trova ad operare questa rete di oratori così diffusa sul territorio, una rete che appartiene ad una sola confessione.
Credo che per gli oratori si possa parlare di esperienze secolari - da non confondere con gli aspetti di laicità - anzi, di una storia che conferma l'attenzione che man mano il legislatore, la politica e gli amministratori degli Enti locali hanno riservato alla valenza educativa degli oratori.
Però, Presidente, io intendo ribadire che questa complessità non pu essere svilita con un'elemosina che aiuta gli oratori a risolvere questo o quel piccolo problema contingente che si trovano a dover affrontare.
Esaminando la legge della Regione Lazio, abbiamo visto che la sua attuazione pratica ha avuto come conseguenza la richiesta di una miriade di finanziamenti, tanto che la Regione Lazio ha dovuto incrementare l'originale risorsa stanziata e la qualità delle richieste è la medesima: tinteggiare le pareti di una sala ricreativa, acquistare un biliardino o un tavolo da ping-pong, e via di questo passo. Tutto questo - e mi rivolgo soprattutto ai proponenti - niente ha a che fare con una legge di riferimento a livello nazionale che, invece, colloca il rapporto con il privato sociale, con il volontariato e con le realtà organizzate sul territorio su una dimensione altra, che non è solo quella di dare una risposta ad un bisogno economico immediato degli oratori, ma di richiedere come minimo, la progettualità e la possibilità, da parte dell'Ente erogatore (in questo caso la Regione), di controllare e verificare la bontà dei progetti presentati.
Allora, siccome non esiste questa modalità, l'esperienza ci porta a pensare che la delega all'esecutivo, mediante l'attuazione di un Regolamento (che dovrà pur essere varato per definire queste modalità) necessita di arricchire il contenuto di questa legge. Da qui la proposta del nostro emendamento, un emendamento che vuole contemplare molteplici attività che attualmente vengono svolte, fermi restando alcuni limiti.
Ieri nei nostri ragionamenti è apparso evidente che gli emendamenti presentati non modificheranno il carattere di questo provvedimento, intanto perché in parte verranno respinti, ma anche i pochi che verranno approvati non ne modificheranno il carattere escludente, privilegiato e clientelare di questo provvedimento ad hoc, fatto per chi? Per la Regione ecclesiastica. Ieri ho imparato un nuovo termine che non conoscevo: pensavo ancora alle Curie vescovili, invece c'è una realtà che si chiama "Regione ecclesiastica" che diventa il riferimento di questo atto di legge.
Io, quindi, sollecito l'approvazione di questo emendamento, che ha l'obiettivo di dare maggiore dignità al provvedimento.



PRESIDENTE

Il parere del relatore, Consigliere Deorsola, è contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.6).
Il Consiglio non approva.
Adesso possiamo procedere alla votazione dell'art. 3 nel suo complesso.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario del nostro Gruppo.
E' vero che nell'ambito della discussione ci è stato garantito che attraverso la stesura del testo coordinato, la stessa dicitura del titolo di riferimento dell'articolo - chiamiamolo così per comodità, non ho altro termine tecnico per definirlo - si pone l'obiettivo ambizioso di non limitare ad una sola religione, in modo confessionale, il provvedimento però l'art. 3 nella sua proposta originale tradisce invece il fatto che il provvedimento sia ad hoc, perché l'art. 3 recita "ruolo delle parrocchie".
Ieri, in modo provocatorio ho chiesto se sul territorio risultano le parrocchie musulmane. Mi pare che il termine "parrocchia" poco si addica ai Testimoni di Geova o ad altre confessioni religiose o ad altre aggregazioni laiche.
Se fossero confermate per vere le notizie date ieri dal Consigliere Mellano, secondo le quali un esponente di questo Consiglio, prima ancora che questa legge venisse approvata con degli emendamenti significativi rivolgendosi alle parrocchie di una certa provincia si sia posto come l'interlocutore privilegiato affinché le parrocchie possano avere la garanzia del finanziamento, quindi degli oratori, allora capite che il termine clientelare e il termine di clientes usato dal Consigliere Mellano ledono la dignità di questo Consiglio regionale coinvolgendoci tutti perché non si pronuncia e non si annuncia la volontà di compiere un atto legislativo, ma, mentre è in corso l'iter istruttorio della legge, si comunica ai soggetti destinatari di questo provvedimento di legge quanto segue: "Scrivete a me perché io sono l'interfaccia con l'Amministrazione regionale, con l'Assessorato competente" - perché ci sarà pure un Assessorato competente - "perché voi possiate avere i finanziamenti".
Questo svilisce la politica e riduce questa assemblea elettiva ad una dignità inferiore a quella che si può determinare in una qualsiasi bocciofila che, probabilmente, ha regole più certe di funzionamento interno e di democrazia che non quelle che rischiano di essere violate da comportamenti assolutamente censurabili.
Quindi, "parrocchie" non va bene, le parrocchie non sono gli unici destinatari di questo provvedimento di legge. Lo dico per la cronaca siccome non abbiamo fatto nomi: ieri, in aula, a verbale, è comparso su questa questione un atto di accusa pesante nei confronti del Consigliere Tomatis. Ieri questo nome è circolato, ma ci auguriamo che non corrisponda al vero.
Presidente, mi riservo nel corso della mattinata di rivolgermi a lei per denunciare un altro fatto che ritengo altrettanto grave: c'è una strana coincidenza di comportamenti sicuramente censurabili da parte dei Consiglieri nell'esercizio del loro mandato. Mi riservo di poter chiedere nel corso della mattinata, credo anche a nome di altri Consiglieri, la sua attenzione su fatti altrettanto gravi che stanno derivando dall'uso improprio della propria funzione e del proprio ruolo di eletti in questa assemblea elettiva, che, certo, ci colloca senza vincolo di mandato, ma ci impone delle regole etiche e delle regole di comportamento che in nessun modo devono essere violate.
Per questo, come ho già avuto modo di dire, annuncio il nostro voto contrario all'art. 3 richiamando i proponenti ad una maggiore attenzione anche al contributo di dibattito, che mi pare sereno, che parte dell'opposizione sta dando per fare in modo che venga licenziato da quest'aula un testo degno di un'assemblea legislativa.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, la ringrazio.
Mi corre l'obbligo di intervenire con riferimento alla questione che ieri è stata sollevata in aula su una presunta lettera che un Consigliere regionale avrebbe scritto dai contenuti censurabili; addirittura, si invitava il Presidente a censurare il collega, poi ne era uscito anche il nome nel corso di alcuni interventi in aula.
Richiamo i Consiglieri ad una maggiore attenzione a non utilizzare l'aula del Consiglio regionale per strumentalizzazioni politiche o personali di diverso tipo.
Questa mattina ho conferito con il collega in questione, il Consigliere Tomatis, il quale mi ha fatto avere una copia della lettera che avrebbe inviato ai parroci.
Colleghi, vi posso assicurare che tale lettera ha un contenuto che non può essere in alcun modo oggetto di censura. Il Consigliere Tomatis ha inviato una lettera con un contenuto che rientra assolutamente nei limiti della correttezza. Ci tengo a questa precisazione perché molte volte l'aula del Consiglio regionale viene utilizzata per strumentalizzazioni che assolutamente non hanno ragione di essere.
Non solo il collega Tomatis non merita una censura per la lettera che ha scritto, ma, assolutamente, la lettera rientra nei limiti della correttezza e nel pieno adempimento del mandato di Consigliere regionale.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, la ringrazio per la precisazione.
Di questa precisazione - e mi ringrazierà di questo - correva l'obbligo perché il clima instauratosi ieri in aula non era certamente di quelli auspicabili in un'assise come questa. Lei avrà fatto i dovuti accertamenti avrà sicuramente svolto le sue osservazioni del caso. Oggi ha fatto la comunicazione all'aula, che io considero dirimente, nel senso che prendo atto delle sue comunicazioni, però mi permetto di fare un'obiezione: la sede deputata per l'esame di fatti rilevanti - può essersi trattato di un uso improprio - che riguardano questa assemblea elettiva è proprio l'assemblea riunita in seduta plenaria, affinché venga resa edotta di fatti e circostanze che si verificano. Fermo restando che l'assemblea si è dotata di organi disciplinari interni e competenti, è chiaro che queste cose vanno segnalate a chi di competenza.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, l'avevo già ringraziata prima della segnalazione.
La parola al Consigliere Tomatis per fatto personale.



TOMATIS Vincenzo

Signor Presidente, mentre la ringrazio per le parole che lei ha espresso nei miei confronti, intervengo solo per un chiarimento.
In effetti, le cose stanno come lei bene ha evidenziato: il giorno 16 settembre 2002 mi sono rivolto con una lettera ai parroci con questo tenore. E' bene che si conosca anche il tenore della lettera, in quanto tra le righe, si può dare un'altra interpretazione.
La lettera recita: "Ad oggi posso affermare che gli oratori avranno un futuro, che potranno continuare a svolgere quell'importante funzione sociale che da sempre viene loro riconosciuta. Sta infatti proseguendo l'iter che presto tradurrà in realtà la legge sugli oratori. L'obiettivo che si intende raggiungere è quello di permettere l'accesso ai finanziamenti già a partire dal 2003: è un impegno che ho voluto assumere, di concerto con altri Consiglieri regionali, pensando soprattutto ai giovani che potranno così continuare a trovare negli oratori quei punti di riferimento irrinunciabili che sono stati nel nostro passato, nel presente e, ora, anche nel futuro.
L'appuntamento è quindi per i prossimi mesi quando diventeranno realtà le disposizioni che oggi si stanno definendo.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento e per raccogliere gli eventuali suggerimenti che potranno contribuire al miglioramento di questa legge".
Questo è il tenore della lettera. Mi dispiace per motivi istituzionali di non essere stato presente ieri in Consiglio, in quanto ho dovuto uscire prima, altrimenti avrei risposto già con queste parole semplici al Consigliere Mellano.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Tapparo)



PRESIDENTE

Non posso negare la parola ai Consiglieri. Se mi è stato affidato un mandato, mi sento di averlo espletato. Forse non ha sentito il mio intervento, Consigliere Tapparo, non so se lei lo condivide, ma rispondendo al Consigliere Saitta che aveva chiesto la parola avevo fatto questa riflessione. Nel corso della discussione di ieri l'aula mi ha affidato un mandato, io l'ho espletato e ho dato all'aula una risposta. Non penso ci siano le condizioni per fare un dibattito.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Se il Consigliere Tomatis ha commesso un peccato, è stato veniale, in quanto è successo di peggio.
Ricordo quando la Cassa Depositi e Prestiti dava comunicazione, dopo due mesi, delle deliberazioni del Consiglio di amministrazione; il senatore "x" inviava il Sindaco di un certo Comune alla Cassa Depositi e Prestiti che aveva deliberato "tot" milioni per il suo Comune, così il Sindaco poteva dire: "Il senatore x ha fatto arrivare i soldi alla Cassa Depositi e Prestiti".
Consigliere Tomatis, non si preoccupi, lei ha dovuto fare una lettera ma altri più potenti hanno utilizzato messaggi sui giornali. Ha tutta la solidarietà da questo lato. Peccato veniale: non ha gli strumenti potenti che hanno altri per comunicare.
L'art. 3 è poco chiaro. Malgrado, lo devo riconoscere, quel passaggio positivo nell'ampliare anche ad altre religioni l'attenzione della normativa con l'intervento nell'art. 1, c'è un elemento ambiguo che bisognerebbe chiarire negli atti preparatori del provvedimento per i futuri amministratori del provvedimento stesso.
L'elemento a cui facevo riferimento è il seguente. I partiti sono organizzati territorialmente sulla base delle sezioni, le chiese sono organizzate sulla base delle parrocchie, ma per le altre religioni, di cui se ne riconosce la presenza in questa normativa con l'emendamento che l'aula ha votato, non si conosce come siano strutturate sul territorio.
Penso, ad esempio, ai Testimoni di Geova o ad altre confessioni religiose che assumono altri caratteri. Dobbiamo specificare meglio. Dobbiamo specificare la struttura territoriale delle altre entità religiose e quindi, come per le parrocchie, anche quelle entità territoriali possono essere soggetti diretti nel presentare le domande per ottenere contributi su determinati progetti, altrimenti abbiamo un'ingiusta differenziazione.
Una, la Chiesa cattolica può presentare domanda attraverso le sue singole strutture territoriali, le altre confessioni religiose attraverso la loro struttura centralizzata (su base provinciale o regionale, non so, non sono preparato in materia). Questo è il nodo.
Il Presidente, che è un giurista, sa che si crea una discriminazione che potrebbe anche essere oggetto di un'azione della Corte Costituzionale fin dal primo ricorso, perché c'è una non uguaglianza di considerazione, di trattamento. Se politicamente avessimo deciso che era solo la Chiesa cattolica, con le sue articolazioni territoriali, ad averne diritto, alcuni di noi potevano essere contrari, ma aveva un suo valore. Nel momento in cui, molto opportunamente - riconosco l'attenzione dei Consiglieri proponenti - inseriamo anche le altre religioni riconosciute dallo Stato all'interno del sistema che prevede questa norma, all'art. 3 creiamo un meccanismo di disuguaglianza.
Ritengo che l'art. 3 sia contraddittorio rispetto allo spirito introdotto con l'emendamento delle altre religioni riconosciute dallo Stato e crea in sé una debolezza della normativa. In qualsiasi momento potrebbe essere impugnato per dimostrare una disuguaglianza ingiustificata di trattamento.
Il mio voto sarà contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola per dichiarazione di voto.



DEORSOLA Sergio

Dichiaro il nostro voto favorevole all'art. 3 e un invito all'Ufficio di Presidenza affinché, in sede di coordinamento, il titolo dell'articolo stesso venga esteso: "e degli altri soggetti di cui all'art. 1".
La mia è una dichiarazione a margine a seguito dell'intervento del Consigliere Tapparo.
Nell'art. 4, quando si parla di Protocollo d'intesa, si prevede un apposito protocollo sia con la Regione ecclesiastica del Piemonte che con gli altri soggetti. Non credo che si possa parlare di disparità di trattamento. L'articolazione è molto più diffusa per la religione cattolica che non per altre forme di culto.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese mediante procedimento elettronico, sull'art. 3 come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Prosegue l'esame dell'articolato.
ART. 4 4.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: abrogazione dell'art. 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
4.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Riggio Ronzani, Manica e Muliere: all'art. 4, abrogare da "la Regione" (seconda riga) fino a fine periodo e sostituire con "i soggetti di cui all'art. 1".
Ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Il contenuto di questo emendamento, secondo noi, è già ricompreso nell'art. 4. Quando diciamo che l'apposito Protocollo si deve sottoscrivere con la Regione ecclesiastica del Piemonte, nonché con gli altri soggetti di cui al citato art. 1, pensavamo e pensiamo che la richiesta sia già presente nel testo di legge.



PRESIDENTE

Quindi, avendolo già inserito nell'art. 1 e votato nell'art. 1 e successivamente nell'art. 2, lei ritiene che valga anche per...



DEORSOLA Sergio

E' già esplicitato. L'ultima parte dell'art. 4 dice: "nonché con gli altri soggetti di cui al citato art. 1". E' esattamente quello che viene richiesto.



PRESIDENTE

Però l'emendamento presentato chiede di abrogare.



DEORSOLA Sergio

No, l'emendamento propone di abrogare "Regione ecclesiastica del Piemonte" e sostituire con "i soggetti di cui all'art. 1". La formulazione è leggermente più ampia, ma prevede il Protocollo con tutti i soggetti di cui all'art. 1.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Quando abbiamo presentato questo emendamento era chiaro che l'intento non era un'azione rivolta contro gli oratori, tant'è che abbiamo votato addirittura a favore. Il nostro obiettivo era quello di non limitare.
Quando si parla di Regione ecclesiastica, si fa un preciso riferimento ad una realtà. Abbiamo presentato l'emendamento per dire di non limitarci solo ad una realtà, ma di allargare anche agli altri enti.
Quindi, concordando con quanto diceva il collega Deorsola e con la precisazione che ho fatto, riteniamo superato l'emendamento perché è compreso nella formulazione.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 4.2) è pertanto ritirato dai proponenti.
4.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Deorsola e Costa Rosa Anna: all'art. 4 aggiungere il seguente comma: "2. I soggetti che possono beneficiare degli interventi della Regione Piemonte, di cui alla presente legge, accedono ai finanziamenti sulla base di presentazione di specifici progetti".
La parola al Consigliere Deorsola per l'illustrazione.



DEORSOLA Sergio

Questo emendamento, che chiede di introdurre il comma 2, riprende un emendamento del collega Tapparo. Voglio rilevare questa particolarità. Con questo emendamento si evidenzia l'intento di portare all'attenzione dei progetti. Non accogliamo tutto l'emendamento proposto dal collega Tapparo ma questa parte riteniamo di accettarla e di proporre un voto positivo.
Chiederei al collega Tapparo se potesse considerare ritirato il suo emendamento e se ritiene eventualmente - circostanza molto gradita - di sottoscrivere l'emendamento da noi proposto, perché riprende una parte del suo emendamento.
4.4) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: Art. 4 bis 1. Con riferimento ai soggetti che possono beneficiare degli interventi della Regione Piemonte di cui alla presente legge, accedono ai finanziamenti sulla base di presentazione di specifici progetti rivolti ad una qualificata aggregazione dei giovani, dando priorità a quelli che presentano i caratteri più innovativi 2. la Giunta Regionale entro 90 giorni dalla approvazione della presente legge, definisce i criteri per l'ammissibilità e la valutazione dei progetti e per la conseguente quota di finanziamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ovviamente ho fiducia non solo in termini a se stanti, ma anche della competenza del collega Deorsola.
L'idea che avevo sostenuto fin dall'inizio, in qualche modo, serviva anche a stimolare una creatività e un'attenzione forte al provvedimento era quella che le domande fossero formulate in modo diverso da quello che purtroppo, si è verificato in alcune esperienze di pratica di questi tipi di legge.
In certi casi, basta una domanda con un arricchimento molto lieve per poter accedere al finanziamento.
Qui, invece, occorre accompagnare la domanda ad un progetto che abbia un minimo di requisiti. Forse occorrerà un rinvio ad una specie di regolamento, che la Giunta dovrebbe poi darsi nella gestione del carattere di queste domande.
Ritiro il mio emendamento, ma non sottoscrivo l'emendamento del collega Deorsola, perché in queste circostanze c'è anche un rituale che va mantenuto. Se viene accolta la questione proposta circa la progettualità sono soddisfatto.
Non ho approfondito fino in fondo il carattere, ma in questo senso ho fiducia nel lavoro che il collega Deorsola ha svolto. Spero di non trovare delle sorprese e che il senso della mia proposta sia assorbito dalla sua.
In questo senso, ritiro il mio emendamento.



PRESIDENTE

Il Consigliere Tapparo ritira pertanto l'emendamento n. 4.4).
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.3).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 4 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: "abrogazione dell'art. 5" Consigliere Contu, non credo sia ricevibile un emendamento che abroga la norma finanziaria.
Prego, ha la parola per l'illustrazione.



CONTU Mario

Mi sembra necessario spiegare il senso dell'emendamento.
L'assemblea legislativa, oltre ad erogare contributi, in particolare dopo la legge Bassanini, ha il compito di varare leggi di indirizzo su una serie di competenze a noi delegate. Esiste, comunque, il divieto simbolico di approvare leggi di principio che riconoscano il valore degli oratori come rette presenti sul territorio. Non per questo c'è la necessità di adottare una legge finanziaria, altrimenti sarebbe inammissibile.



PRESIDENTE

Le faccio una proposta, Consigliere Contu: se lei ritira l'emendamento io non glielo rendo nullo...



CONTU Mario

Suggerisco un percorso di garanzia per l'aula: il Presidente, prima di distribuire copia di tutti gli emendamenti, comunichi ai proponenti l'eventuale inammissibilità. Questa mi sembra una procedura di garanzia.
Lei non può, Presidente di turno in questa assemblea, sconfessare l'operato del Presidente Cota in relazione all'ammissibilità degli emendamenti, a meno che non riesca a motivarlo in modo convincente.
Le ripeto, Presidente, che le leggi possono anche essere leggi di principio.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, non può abrogare una norma finanziaria visto che in essa non vi è l'importo. L'emendamento proposto quindi...



CONTU Mario

Non c'è l'importo?



PRESIDENTE

L'emendamento da lei proposto...



CONTU Mario

Non c'è la dotazione di 2 miliardi? Presidente, si è confuso.



PRESIDENTE

L'emendamento sostitutivo seguente...



CONTU Mario

Presidente, siccome non voglio fare polemica, l'aiuto in questo modo: a dimostrazione di tutto questo, essendo un profondo conoscitore della proposta di legge regionale, mi rendo disponibile ad incontrare le parti interessate per ulteriori approfondimenti e chiarimenti in merito alla possibilità di accesso ai finanziamenti.
Questa è una legge con una dotazione finanziaria. Cosa vieta Presidente, che una legge, che valorizza gli oratori come rette presenti sul territorio, necessiti di una dotazione finanziaria? Potrebbe avere simbolicamente, una dotazione finanziaria di mille lire. Vale, invece, il principio affermato dei proponenti. Non si tratta di un'operazione per distribuire soldi e risorse; se però è così, Presidente, siccome sono un novello Consigliere inesperto in materia, lei deve avere l'accortezza di indicare se una legge...



PRESIDENTE

Glielo rendo formalmente ricevibile e lo pongo in votazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Durante l'interruzione dei lavori per mancanza del numero legale ho potuto discutere sulla legge con la Consigliera Costa, la quale mi sembrava convenisse sull'atipicità della stessa. Si vuole sanare una situazione di discriminazione che gli oratori hanno subìto in questo periodo, non potendo accedere a finanziamenti per una serie di progetti previsti da altre leggi.
Con la legge si vogliono creare condizioni che permettano agli oratori riconosciuti giuridicamente, e ad altri soggetti previsti dalla legge, di accedere ai finanziamenti previsti in altre leggi.
Personalmente, ritengo che abolendo questo articolo finanziario si potrebbe salvare la possibilità di creare una situazione particolare in cui, da una parte, si apre questo percorso agli oratori e ad altri enti, e dall'altro, si crea un fondo specifico per gli oratori e gli altri enti previsti dalla legge in modo preciso. Accedendo all'approvazione della legge si permetterebbe di avviare l'altro percorso, senza creare questa particolarità, questo elemento riconosciuto atipico, il cui vero scopo è quello di permettere che le parrocchie possano, insieme ad altre figure accedere all'utilizzo di una serie di leggi, quasi tutte mirate ai giovani allo sport e alla cultura.
Se si accetta tutto questo, o, al limite, si azzera il capitolo (ma allora non avrebbe neanche più senso redigere il capitolo), potremmo aver sensibilizzato e creato un percorso in cui gli oratori, in futuro, potranno accedere, insieme ad altri enti previsti dalla legge, a finanziamenti senza generare una situazione negativa.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 5.1).
Il Consiglio non approva.
5.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: sostituire l'art. 5 con il seguente testo: "All'onere derivante dall'applicazione della presente legge si provvede attraverso gli stanziamenti per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali già previsti ai sensi della legge n.
328/2000".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Sollecito l'attenzione dell'aula perché l'emendamento proposto vuole ribadire con forza un fatto: non si può svilire così l'attività legislativa, e badino bene i proponenti che tra due miliardi di vecchie lire e un euro potremmo stare qui a ragionare delle ore! Le chiedo, Presidente, a verbale, di vigilare maggiormente sull'attività di questo Consiglio regionale, senza nulla togliere alle prerogative dei singoli Consiglieri.
Questo Consiglio non può essere svilito con una produzione legislativa di migliaia di leggi ad hoc, mirate a questo o a quel soggetto sociale, a questa o a quell'organizzazione, pur sapendo che esiste ampia normativa di riferimento che consente agli oratori, alle loro associazioni, alle organizzazioni presenti sul territorio, di poter accedere a dei contributi anche attraverso competenze assessorili diverse da quella indicata.
La competenza assessorile, che è quella delle politiche sociali, mal si coniuga con l'attività svolta normalmente dagli oratori, attività che non è solo quella di distribuire abiti vecchi, raccolti in parrocchia durante la messa domenicale, ma è ben altra cosa ed incide e condiziona fortemente la formazione dei giovani.
Da questo punto di vista, il senso dell'emendamento è proprio quello della denuncia: denunciare un'attività legislativa di tipo clientelare escludente soggetti altri, che pure avrebbero titolo ad accedere a quel tipo di finanziamenti, assolutamente indecorosa per la dignità di questo Consiglio.
Presidente, continuiamo a declamare, nei convegni, la necessità di delegificare, di ridurre le leggi al minimo essenziale, nell'ambito di un'attenzione che si deve - stiamo parlando di politiche sociali, di politiche ricreative e culturali - alle varie realtà organizzate presenti sul territorio, ma probabilmente questo provvedimento passerà alla storia di questo Consiglio regionale come uno dei provvedimenti più "partigiani" che questa assemblea abbia prodotto; "partigiano" al punto tale da essere sicuramente lo sarà - sotto osservazione da parte della Corte Costituzionale, alla quale il Consigliere Mellano si è già rivolto (il nostro Gruppo farà altrettanto, perché, se verrà approvata questa legge, è indubbio ed obbligatorio il ricorso alla competente sede, che credo sia quella costituzionale, non esistendo più altri organismi intermedi).
Se si mette in dubbio la legittimità costituzionale di questa legge, è competente la Corte Costituzionale. Poi, sulla legittimità degli atti, non esiste più il Co.Re.Co. Il TAR si può invocare, ma dovranno farlo i soggetti altri, eventualmente esclusi, attraverso un dispositivo...
Collega Mercurio, sto facendo l'Azzeccagarbugli...



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Bisogna provocare un procedimento giudiziario, comunque, perché un privato sollevi una questione di costituzionalità.



CONTU Mario

I soggetti eventualmente lesi, perché esclusi in modo aprioristico da un beneficio, possono ricorrere al TAR.
Sono tutte sedi che cercheremo di esperire, sapendo che il motivo del contendere, sul piano delle risorse, è veramente risibile. Salvo, poi, che succeda ciò che è successo nel Lazio, e ci sarà da ridere quando arriveremo a discutere il bilancio.
E', comunque, una questione di principio, di diritti, e non possiamo restare indifferenti rispetto a questo.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, solo perché mi ha chiamato in causa, e non per replicare a lei, abbiamo approvato meno di ottanta leggi in tutta la legislatura.
Indìco pertanto la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.2) Il Consiglio non approva.
5.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: all'art. 5 (Norme finanziarie), sostituire "euro 1.000.000,00" con "euro 1.000,00".
Lo diamo per illustrato; il parere del relatore è contrario.
Indìco pertanto la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
5.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Riggio Ronzani, Manica e Muliere: sostituire virgolettato con nuovo titolo.
Questo emendamento è da considerarsi assorbito.
Scusi, Consigliere Placido, solo per precisione, le chiedo se vuole mantenerlo, perché c'è un emendamento del Consigliere Deorsola che riformula il titolo.
Colleghi, con riferimento agli emendamenti all'art. 5, comunico che sono tutti ritirati, perché per esigenze di tecnica legislativa la Presidenza ha stabilito che nel caso di modifica del titolo della legge che potrebbe verificarsi con votazione al termine dell'esame degli articoli - verranno automaticamente modificati tutti i riferimenti al titolo nel testo della legge. Quindi, poiché gli emendamenti n. 5.4), n.
5.5), n. 5.6) e n. 5.7) avevano attinenza alla modifica di riferimento al titolo, si intendono assorbiti e ritirati, anche per concorde volontà dei presentatori.
Indìco pertanto la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 5.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Presidente e colleghi, se è possibile, senza termini di polemica volevo solo avere un chiarimento.
Oggi abbiamo visto su tutti i giornali del Piemonte che i Democratici di Sinistra hanno cambiato idea e vogliono, quindi, votare questa legge in corso d'opera. L'ho letto su tutti i giornali, su La Stampa, su La Prealpina, molti giornali l'hanno riportato, c'è anche un comunicato ANSA della Presidente Manica.
Quindi, senza termini polemici, ma solo per sapere, siccome questa era una votazione di un singolo articolo, che è una parte importante (una somma di articoli compone un provvedimento di legge), vorrei capire se quella dichiarazione è una dichiarazione di facciata o se invece è una dichiarazione di sostanza. Perché se fosse una dichiarazione di sostanza è chiaro che dal mio punto di vista i Democratici di Sinistra dovrebbero partecipare, se non hanno cambiato idea per la terza volta, alla costruzione di questo progetto di legge e, quindi, alla votazione almeno degli articoli, e non solo al voto finale.
Questa è solo una questione di chiarezza, giusto per capire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

In assenza del Capogruppo e del Vice per motivi personali, mi corre l'obbligo di fare alcune precisazioni occupandomi dell'argomento, ma lo faccio esclusivamente per questo e in questi termini.
Noi abbiamo discusso tutti gli emendamenti che abbiamo presentato e abbiamo votato gli articoli fino a questo momento senza problemi, e lo abbiamo dichiarato sia a livello nazionale che a livello locale. Non ho letto l'ANSA né i giornali, ma mi auguro che riportino questa nostra posizione, che è condivisa da gran parte di coloro che fanno riferimento al nostro partito.
Dopodiché, sull'art. 5 ci siamo trovati con il Presidente su alcuni emendamenti e piccole modifiche che riguardavano l'articolo stesso. Per questo motivo, non abbiamo votato l'articolo, ma solo l'art. 5.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Contu)



PLACIDO Roberto

Caro Mario Contu, se vogliamo iniziare una polemica su tale questione non c'è problema. Mi trovo anche abbastanza a mio agio, perché poi ce n'è per tutti, sia da una parte che dall'altra.
Mi sembra che la discussione sia proseguita molto bene. Noi siamo pronti a continuarla e a terminare l'esame di questa proposta di legge.
Abbiamo iniziato la seduta di questa mattina con qualche problemino proprio su chi doveva votare. Io mi auguro che il cammino prosegua con senso di collaborazione. Faccio finta che fosse esclusivamente una richiesta di informazioni da parte del collega Cattaneo, che mi auguro di aver esaudito.
Una singola votazione su un singolo articolo sul quale avevamo qualche emendamento che viene assorbito non pregiudica quello che abbiamo fatto fino adesso e il voto finale del nostro Gruppo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Placido.
Invito i colleghi ad andare avanti con il lavoro, perché se interpretiamo il significato delle votazioni...
C'è stata una richiesta politica di chiarimento, però non è che possiamo aprire un dibattito sul significato delle votazioni. L'aula è sovrana e vota. Ci sono i risultati delle votazioni, il Consiglio approva o respinge, c'è chi vota e chi non vota.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Sono d'accordo con lei, però nel momento in cui si ammettono delle comunicazioni, credo sia un diritto di tutti intervenire sulle medesime.
Brevemente, credo che prima di tutto si poteva anche approvare l'abbiamo già detto - la legge senza l'art. 5. Sarebbe stato un gesto significativo ed importante, perché in qualche modo si poteva intervenire sui principi senza fare un'ennesima leggina, per di più di origine consiliare, che va ad incidere sul bilancio regionale.
Ovviamente, coloro che sostengono questa legge la votano, e fanno bene a farlo se sono convinti di quello che fanno.
Constato, però, due elementi: il primo è che questa mattina sistematicamente, senza un allargamento della maggioranza, non si sarebbe potuto approvare questo provvedimento, perché la maggioranza, che lamenta sempre il fatto che questo Consiglio non lavora, poi non viene a lavorare.
Molti esponenti della maggioranza non vengono a lavorare in Consiglio creando, quindi, le condizioni per cui viene a mancare il numero legale che, in questa occasione, è stato supplito dal voto di esponenti dell'opposizione, non del nostro Gruppo.
Credo che ci sia, però, un altro aspetto politico grave. Spesso abbiamo lamentato come il bilancio di questa Regione non possa essere fatto a "pezzettini", considerandolo un qualcosa da assaltare per andare incontro ad interessi particolari. Mi pare che in questa occasione si stia procedendo, invece, in quella direzione. Su questo il nostro giudizio rispetto al comportamento delle altre forze dell'opposizione, è più grave.
Sul principio potevamo essere d'accordo, invece prestarsi ad una serie di leggi che hanno carattere di finanziamento lo riteniamo un elemento grave.



PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento successivo.
6.1) Emendamento (aggiuntivo dell'art. 6) presentato dai Consiglieri Deorsola e Costa Rosa Anna: è aggiunto il seguente nuovo articolo: "Art. 6.
La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto della Regione Piemonte ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Intervengo per esprimere il voto contrario a questo emendamento. Non comprendo le ragioni di urgenza. Comprendo che ci possano essere ragioni di urgenza in materia delicata come la sanità o in altre materie delicate che ci siamo trovati a dover affrontare più volta in quest'aula: aiuto alle famiglie che necessitano di risorse per acquistare libri, ecc.
Stabilire l'urgenza per una legge come questa è in linea con la scelta della maggioranza, avallata dai DS e dalla Margherita, credo in modo cosciente, coltivando l'illusione che la firma in calce a quel provvedimento chissà quali proseliti elettorali potrà portare.
E' una visione miope della politica. Questo è tipicamente un provvedimento clientelare, ed è un provvedimento che esclude soggetti altri, che limita il campo di intervento. Qui la gravità.
Credo che non vi sia imbarazzo nella maggioranza, perché ormai questa pratica è una costante di questa legislatura. Certo, qualche imbarazzo in più lo crea nell'opposizione, perché è evidente che non si può assecondare in modo così supino, scelte formulate da altri.
Il voto su questo emendamento, da questo punto di vista, scopre anche le carte.
Consigliere Deorsola, se scriverà alle parrocchie, lo farà nei tempi dovuti dopo l'approvazione di questa legge; comunichi che è possibile avere finanziamenti già dal 2002, perché mi pare che siano inseriti già a bilancio 2002. C'è un problema di comunicazione incerta, potreste ancora recuperare, facendo i primi della classe, inviando a tutte le parrocchie della regione questa comunicazione.
L'emendamento non deve essere approvato perché non sussistono ragioni di urgenza. Chiedete all'Assessore Cotto, visto che è il suo l'Assessorato di competenza, se è più urgente ricavare cinque posti letto nelle RSA o finanziare questo provvedimento. Cos'è che determina l'urgenza? La chiusura degli oratori? Stiamo riducendo i posti letto, non siamo in grado di garantire risposte alle numerose liste di attesa di anziani di questa regione, e poi operiamo scelte come queste, gravi nella loro portata, proprio perch limitate ad un ambito ben preciso e demarcato ed escludenti di diritti di altri soggetti che pur avrebbero titolo. La gravità sta in questo: oggi una legge di principio ci avrebbe diviso di meno e avrebbe sancito gli orientamenti della Regione Piemonte che devono essere improntati all'equità e al rispetto dei diritti di tutti. Qui è venuto meno questo aspetto fondamentale.
Fate un atto di buon senso, ritirate questo emendamento: sarebbe un atto del tutto simbolico, ma importante per i rapporti in questa assemblea legislativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Non ho notizia che gli oratori siano "alla canna del gas" e che aspettino con trepidazione, prima di morire, questo atto. Abbiamo cercato pur nelle diverse posizioni e dove era possibile, di apportare dei miglioramenti. Non vedo perché ci debba essere un'accelerazione. Tutti i provvedimenti di spesa dovrebbero avere questa formula perché intervengono sul problema che si vuole affrontare, per dare gli effetti che la norma interpreta in sé. Allora, o riteniamo prassi per tutti i provvedimenti di spesa, qualsiasi cosa contengano, questo tipo di impostazione di urgenza oppure non si capisce il senso. Non è che la variazione di qualche settimana possa essere significativa.
Per chi, come me, ha cercato di fare un'azione non di contrapposizione ma di avanzare delle argomentazioni, questo non aiuta e mi porta a chiudermi sulle posizioni di partenza. Ho cercato di capire là dove non avevo tutti gli elementi, in certi casi i proponenti sono stati convincenti e in altri no (l'articolo precedente mi da ragione), però si è lavorato.
Credo che questo sia il senso della dialettica democratica che si sviluppa in un'assemblea elettiva. Alla fine, si propone questo emendamento, ed è un po' come uno schiaffo a tutto il dibattito.
Sono contrario. Se mi si motiva che qualche settimana di diversità è essenziale e c'è un numero significativo di casi, posso analizzarlo, ma non mi risulta che siamo in tale situazione. Invito i Consiglieri sommessamente, umilmente per quel poco che posso contare, a ritirare l'emendamento. Mi colloco nel campo del centrosinistra, il Consigliere Contu non so dove mi colloca, però sono un riformatore moderato. Non è colpa mia se da sinistra mi hanno scavalcato in molti.
Chiedo solo un atto di coraggio ai proponenti: perché fare quest'ultima operazione che vivifica le divisioni iniziali e non aiuta ad integrarci?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Solo per ricordare ai Consiglieri, soprattutto, in maniera più comprensibile, ai Consiglieri Contu e Tapparo che non erano presenti nella scorsa legislatura, alcuni elementi di fatto che credo testimonino l'autorevolezza della richiesta che stiamo per votare.
Questo disegno di legge, come altri disegni di legge, è prassi del Consiglio che vengano evidenziati nella legge finanziaria della Regione come disegni di legge finanziabili.
E' almeno dal 1998 che sussiste questa modalità e da allora esiste un elenco, per tutte le leggi in materia di bilancio della nostra Regione che, da un lato, individua i percorsi di legge (essenzialmente di spesa corrente, ma non solo) che la Giunta, il Consiglio e la maggioranza intendono proporre all'esame, e, dall'altro, evidenzia un analogo fondo.
Questa legga è, nei nostri bilanci, inattuata dal 1999 (le motivazioni saranno meglio espresse dai proponenti). Se si tratta di una componente del percorso politico della maggioranza proporre, come lavoro, questa legge oggi in discussione (che discutiamo dal 1999 e oggi siamo alla fine del 2002), non si deve parlare di urgenza, se non in sede tecnica, quanto piuttosto di autocritica complessiva delle modalità che dal 1999 ci ha hanno portato, con responsabilità diverse tra maggioranza e minoranza, ad affrontare solo oggi un percorso già individuato in allora.
Esiste una modalità tecnica, Consigliere Tapparo. Le riconosco una capacità contributiva riformistica (e, secondo me, chi fa riformistica oggi non è affatto un moderato) su alcune leggi non tutte già arrivate a buon fine. Ne cito una a cui sono particolarmente legato: i fondi immobiliari pubblici. Le attività emendative sono state vissute, da me all'epoca come Assessore e dalla Giunta, come contributi. Se e quando questa legge sarà discussa in Commissione e poi in aula, l'attività riformistica verrà riconosciuta.
La legge esce dall'aula migliorata, rispetto al suo ingresso, al punto che un laico come me la vota volentieri perché - come ha detto con parole efficienti il Consigliere Mercurio in fase di discussione generale - non lede, ma esalta i principi di equità e libertà.
Mi spiego: chi parla di clientele - e l'ha fatto poc'anzi il Consigliere Contu - dovrebbe riflettere sul fatto che chi vuole gestire le clientele ha bisogno, tutti gli anni, di poter andare negli stessi indirizzi e garantire la continuità di percorsi. La clientela e l'amministrazione si gestiscono con leggi, possibilmente discusse in un'unica Commissione (potrei fare degli esempi, ma sicuramente l'Assessore Leo potrà enumerarcene alcuni), non con atti di programmazione o di legge che, in quanto tali, rendono i soggetti riceventi liberi di non dover più ricorrere all'erogazione, essendo garantiti per legge.
Parliamoci con chiarezza: se uno ha bisogno dei voti degli oratori ogni anno costringe il parroco dell'oratorio a recarsi a chiedere al "Deorsola del caso", e il "Deorsola del caso", se potrà, darà. Se si fa una legge che garantisce, nella modalità che stiamo per votare, ad un certo numero di soggetti un percorso di legge e se rispettando la legge di bilancio della Regione si garantissero finanziamenti per un certo numero di anni, allora guardate che stiamo dando, ai soggetti riceventi, la libertà.
Questo è l'esatto opposto della ricerca di clientele.
Riflettiamo bene: chi non crede alla programmazione cerca le clientele e vuole la spesa corrente, non le leggi pluriennali o gli investimenti.
Personalmente, ritengo che anche in sede di Finanziaria ritorneremo su alcuni punti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Prendo atto della soddisfazione del Consigliere Burzi, ma il suo ragionamento non mi convince. Se si varano leggi che coinvolgono un numero limitato di soggetti, e non hanno valore generale, credo che il rischio di pensare alle clientele esista.
In quest'aula abbiamo discusso leggi riguardanti, ad esempio, pescatori del Lago Maggiore, ma erano leggi in cui si conoscevano i soggetti riceventi. Questa legge ha, secondo me, la caratteristica di avere una platea limitata.
Non capisco l'urgenza (non avendo neppure appuntamenti elettorali nella prossima primavera) di tale legge che, tra l'altro, "spunta" in aula all'ultimo momento. Mi considero, quindi, contrario.
Mi auguro che almeno su questo punto i Consiglieri del Gruppo DS e della Margherita si sottraggano facendo un gesto di autonomia nei confronti di una legge di cui è possibile comprenderne i principi, ma che poi comprenda tutto il resto mi stupirebbe.
Spero che almeno su questo aspetto l'opposizione possa ritrovarsi tutta unita. Oltre all'urgenza - e spero che in tal senso la Giunta esprima la sua opinione - spero che l'Assessore Cotto si alzi e dica: "No, guardate che io ho tantissmi problemi, ho tante questioni su cui intervenire, quindi è meglio se questo punto non ha un criterio di urgenza".
Mi stupisco dell'atteggiamento della Giunta e delle forze di opposizione che hanno votato il provvedimento, andando incontro ad una serie di leggi e "leggine" che incidono sul bilancio della Regione.
Poco fa è venuto nei nostri banchi il Consigliere Riggio proponendo di convocare una riunione nel prossimo periodo, perché si è creato un problema di finanziamento dei LEA. Cari colleghi, quando votiamo contributi per altro, si creano problemi ai punti più critici del bilancio. Possiamo votare la legge, ma almeno obiettare sull'entità e sull'urgenza.
Se qualche Consigliere - soprattutto della maggioranza, avendo il potere di legiferare - comincia a dire, riferendosi a leggi varate dal Consiglio, "tale legge è uscita grazie a me" e ottiene questo effetto, la tentazione di non rimanere ultimi è una tentazione che è umano avere.
Accettando di varare leggi in questo modo, creiamo solo ulteriori e seri problemi al bilancio regionale. Se domani il Consigliere Brigandì proponesse una legge seria ed importante, che però non trova nel bilancio dei riscontri, potrebbe dire: "Sì, però per la legge proposta dagli altri i soldi sono stati trovati, quindi vorrei lo stesso trattamento nei miei confronti". Abbiamo sempre avuto una preoccupazione - e uso un termine che riguarda tutti - rispetto a questi temi.
Noto che ultimamente si sta abbassando l'attenzione, e questa legge sicuramente è uno degli esempi di abbassamento di attenzione. Almeno su questo, mi aspettavo che da parte del Consigliere Burzi, come ex Assessore al bilancio, ci fosse maggiore prudenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente e colleghi. Credo che negli interventi in aula dovremmo sempre partire dalle cose ovvie e dagli impegni presi. Quest'aula si era presa l'impegno di approvare la legge sugli oratori entro il 30 settembre 2001; poi ha preso un altro impegno e cioè di approvarla entro il 30 settembre 2002.
Siamo chiaramente in ritardo di un anno e un mese, e che si parli di accorgimenti per ridurre o non aumentare il ritardo, dato che siamo abituati ad onorare gli impegni che ci assumiamo, credo sia singolare.
Voglio ricordare anche un altro elemento che porta a proporre questo articolo, che non a caso non era inserito nel testo originario, ma che chiediamo venga votato adesso proprio per il protrarsi dei lavori.
L'esecutivo ha una scadenza, cioè il 30 novembre di tutti gli anni. Perci anche con il 30 novembre di quest'anno ci sarà una scadenza.
Se vogliamo che ai provvedimenti che si adottano ci siano dei seguiti logici e concreti, dobbiamo approvare questo emendamento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 6.1) che propone il nuovo art. 6.
Il Consiglio approva.
Sono stati presentati alcuni emendamenti al titolo.
1) Emendamento al titolo, presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: (Sostituzione del titolo della proposta di legge 174) il Titolo del disegno di legge n. 174 è sostituito dal seguente: "Riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori e dagli enti che svolgono attività similari".
I relatori hanno dato parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
2) Emendamento al titolo presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Riggio Ronzani, Manica e Muliere: il titolo viene così modificato: "Riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori e dagli enti che svolgono attività similari e per la valorizzazione del loro ruolo nella Regione Piemonte".
I relatori hanno dato parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
3) Emendamento al titolo presentato dal Consigliere Tapparo: al titolo, dopo "oratori parrocchiali", aggiungere "e strutture analoghe di altri enti di culto riconosciuti dallo Stato".
Collega Tapparo, l'emendamento è praticamente uguale a quello presentato dal Consigliere Deorsola. Quindi, lo consideriamo assorbito.
4) Emendamento al titolo presentato dai Consiglieri Deorsola, Costa Rosa Anna, Tomatis e Angeleri: il titolo viene così modificato: "Riconoscimento e valorizzazione della funzione educativa, formativa aggregatrice e sociale svolta dalle parrocchie, dagli istituti cattolici e dagli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato attraverso le attività di oratorio".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola alla Consigliere Manica.



MANICA Giuliana

Presidente, colleghi, prima di entrare direttamente nel merito della dichiarazione di voto, vorrei fare alcune considerazioni su leggi importanti che il Governo di centrosinistra aveva votato e realizzato in Parlamento e consegnato a questo Paese, riordinando in modo significativo una materia importante, che riguarda i servizi socio-assistenziali e i servizi in direzione dei giovani.
Si tratta di due leggi di grande rilievo: la n. 328 del 2000, che è la legge di riforma dell'assistenza e che esalta il ruolo del terzo settore del no profit, e la legge n. 285 del 1997, che tratta il tema dell'infanzia e dell'adolescenza in un modo nuovo e diverso in questo Paese, facendo dell'infanzia e dell'adolescenza non un momento che è semplicemente oggetto di intervento da parte del mondo adulto, ma un mondo di soggetti nei confronti dei quali gli Enti locali devono interloquire positivamente promuovendo il ruolo delle associazioni e dell'associazionismo in quella direzione, e costruendo elementi di promozione sociale delle associazioni di volontariato, anche con il sostegno di beni mobili e immobili da utilizzare per un'attività ad elevata finalità sociale.
A questo il Governo di centrosinistra aggiunge un altro importante elemento: la modifica del Titolo V della Costituzione. Sulla base di tale modifica attribuisce piena autonomia alle Regioni nella programmazione e nei finanziamenti in materia sociale.
Le ragioni del nostro voto si inquadrano all'interno di un lungo percorso politico, costruito da un Governo di centrosinistra nella scorsa legislatura in direzione del sociale, del privato sociale, del riordino di questi interventi, della valorizzazione del ruolo del giovani e della preoccupazione che una società, che tende sempre più a disgregare e a non consegnare importanti elementi di riferimento ai giovani, li possa lasciare soli ed abbandonati in un mondo adulto, per loro sempre più ostile.
Queste sono le ragioni di fondo per cui noi votiamo una legge che, in coerenza alla legge n. 328 e alla legge n. 285, decide di approntare disposizioni per il riconoscimento della funzione sociale svolta da oratori e da enti che svolgono attività similari per la valorizzazione del loro ruolo e che affronta uno dei temi sociali sul quale grandi energie sono state spese durante la precedente legislatura.
La coerenza del nostro voto e del nostro atteggiamento, sia quando siamo al governo, sia quando siamo all'opposizione, mi pare questione che ho cercato di dimostrare essere coerente e sulla quale non può esserci fraintendimento.
Proprio per quella coerenza di posizione, riconosciamo, altresì, che dal testo iniziale da cui si era partiti, grazie alle proposte che noi abbiamo formulato e alla disponibilità dei relatori e dei presentatori, vi è stata una capacità di ascolto, una capacità di inserire elementi nuovi e di accentuarne altri.
Qual è l'elemento che mi interessa particolarmente e sul quale l'accentuazione mi è sembrata di grande rilievo? E' il riferimento a tutte le confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, come del resto suggerito anche dai rappresentanti della CEI.
Mi sembra che questo sia un atto importante, un atto che, invece di parlare di elementi integralisti e confessionali, apre, nei confronti di tutte le religioni e della religione, un piano di discorso assolutamente nuovo.
Altro risultato importante è il riconoscimento dei ruoli di enti che esplicano attività educative e sociali.
Negli interventi di questa mattina ho apprezzato, da un versante all'interno della maggioranza particolarmente laico, una difesa, una dichiarazione di voto che ha fatto il collega Burzi in quest'aula.
Dal nostro punto di vista, riteniamo di esprimere un voto di piena laicità e in piena laicità su questo argomento, perché la misura della laicità è il rifiuto dell'integralismo e del confessionalismo dovunque esso si determini. E' la capacità di riconoscere il valore sociale, morale ed educativo di oratori parrocchiali, la loro capacità di essere presenti anche in località lontane dai centri urbani, dove spesso rappresentano l'unico punto di riferimento fondamentale per tanti giovani, un ruolo di aggregazione.
Si tratta di punti di riferimento che hanno assunto nella vita di tanti giovani un'importanza fondamentale in una società che, invece, sembrava perdere di vista il valore della solidarietà.
Essere laici vuol dire saper riconoscere questo e saper dire che queste strutture hanno un grande valore sociale di aggregazione, ovunque siano realizzate, da chiunque siano promosse, dalle parrocchie o da quant'altro.
Ed è con la stessa laicità che noi guardiamo a grandi questioni che dividono in questo Paese, e ne rispettiamo le differenze e le lacerazioni la cultura laica e la cultura cattolica.
Con la stessa laicità, affronteremo nei prossimi mesi in questa Regione, su una problematica complessa e dolorosa come quella dell'aborto un dibattito che non è legato all'aborto come ad un diritto civile, ma un dibattito legato all'aborto come un elemento per il quale, per le donne, la vera libertà è la libertà dall'aborto. Ma per realizzarla bisogna incentivare la prevenzione, per realizzarla bisogna applicare la legge n.
194 fino in fondo e in tutte le sue forme, anche nelle forme più innovative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, io non nascondo l'importanza di questo provvedimento; tra l'altro, svolge anche una funzione importante perch contribuirà un pochino a far crescere il Prodotto Interno Lordo, in quanto da domani mattina penso che i parroci riceveranno una quantità di posta e voi sapete che i francobolli e la lavorazione della posta, com'è misurato sono un valore convenzionale del Prodotto Interno Lordo, la cui crescita in questo momento, è particolarmente importante.
E' anche sorprendente, tra l'altro, questo "ficcarsi" di molti in un'area che, elettoralmente, è abbastanza circoscritta: quanti sono i praticanti cattolici e non cattolici? Una certa dimensione. Io penso che batterete la testa per infilarvi tutti in quella dimensione, perché credo che sia già molto piena. Le leggi fisiche hanno una loro ragione e sono delle realtà di fatto, quindi ho l'impressione che la capienza sia ormai superata per quell'area. Però certamente il provvedimento è importante.
Dov'è che il provvedimento non è laico? Tra l'altro, in parte si è recuperato un limite che aveva originariamente e per questo mi pare che vada riconosciuta, anche ai promotori, una capacità ricettiva significativa. Rispetto, quindi, questo loro comportamento, perché si era partiti in una dimensione esclusivamente cattolica, poi si è allargata.
Ma questo provvedimento che approviamo è confessionale. Pur riconoscendo il valore degli oratori - figuratevi che ho giocato a pallone negli oratori non solo italiani e non nego che sia importante e diffuso sul territorio il ruolo che essi svolgono - qual è lo sforzo di un laico? E' riuscire a dare a queste dimensioni una valenza generale in cui si aiuta o si mette in condizione anche quel privato sociale e laico che a volte ha potenzialità, ma non riesce a esprimerle proprio per limitazioni infrastrutturali, chiamiamole così. Noi l'abbiamo affrontato nel settore della pratica sportiva giovanile e l'abbiamo visto nell'aspetto delle espressioni culturali: molte energie che ci sono nella società civile passatemi questo termine, anche se voglio cercare di utilizzarlo il meno possibile - vorrebbero dare e fare, ma trovano delle barbiere all'ingresso da legislazioni che non offrono questi spazi e non hanno una spinta che deriva dalla storia della chiesa o delle varie chiese in questa materia.
Ecco dov'è il limite di laicità di questo provvedimento.
Vi è, inoltre, un'altra considerazione da fare, che ovviamente non rappresenta un'accusa ai proponenti (è magari più un'accusa alle strategie del governo regionale, che è stato silente in questa fase), ed è quella di riuscire finalmente a dare delle disposizioni legislative più complessive in questo caso delle politiche giovanili, con tutto il discorso sulla razionalizzazione del corpo legislativo regionale.
Io voterò contro questo provvedimento e voterò contro da riformatore moderato. Dicevo prima che non è colpa mia se mi hanno scavalcato a destra in molti, ma cerco di mantenere la barra su una certa direzione di marcia.
Uso il termine "riformatore" e non "riformista" perché, secondo un mio maestro, che si chiamava Riccardo Lombardi, dopo Turati, che è il padre del riformismo, questo termine è stato stiracchiato da tutte le parti ed è stato quindi usato per mettere qualche rattoppo al sistema invece di riuscire a cambiarne gli aspetti negativi.
Mi definisco, dunque, un riformatore moderato che anche in questa occasione ha fatto la sua piccola battaglia, magari anche solo una testimonianza, per dire che potremmo arrivare a questi stessi risultati per gli oratori, perché è importante, anche attraverso una strategia più complessiva, che non chiuda e non circoscriva nella dimensione non generale e non complessiva, ma in una dimensione confessionale, questo tipo di intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, mi lasci dire che Rifondazione Comunista francamente, non sentiva assolutamente la necessità di questo provvedimento. Ci sembrava che altre leggi, precedentemente votate da noi in parte anche sostenute e in parte anche criticate, come la legge 28 agosto 1997, n. 285, sui diritti dell'infanzia e della adolescenza, fossero sufficienti a garantire che nel nostro Stato tutti i bambini e tutti i ragazzi, indipendentemente dalle scelte personali delle loro famiglie potessero avere diritto a servizi sociali e progettualità nei luoghi di aggregazione, di incontro e di sviluppo di solidarietà. Invece, con questo provvedimento voi avete voluto creare una legge che, ancora una volta ribadisce che nel nostro Stato ci sono dei diritti, ma ci sono anche altri che hanno più diritti.
Questo è il dato di riflessione che proporrei agli assenti dagli scranni di quest'aula: abbiamo sancito per legge che ci sono soggetti beneficiari di diritti e ci sono altri che non hanno dei diritti. Credo che questo sia il fatto grave dal quale dobbiamo partire.
Non credo che questo sia il presupposto sul quale si fonda complessivamente uno Stato laico, ma, a maggior ragione, un impianto legislativo che si rivolge a molteplici soggetti.
Poi, cosa dire di questo provvedimento? Ha avuto un iter accelerato in Commissione. Strada facendo, ci potremo perfino congratulare con noi stessi se, alla fine del nostro dibattito, abbiamo perfino attenuato un provvedimento che - si sono usati termini diversi - sicuramente era improntato e rivolto solo ed esclusivamente ad un soggetto: la Chiesa cattolica, la Regione ecclesiastica, la rete delle parrocchie e la rete degli oratori.
Oggi, timidamente, ben magra consolazione, il dispositivo finale approvato all'art. 1 estende tale possibilità anche ad altri culti, quindi ad altre forme organizzate. Eppure noi avevamo proposto un emendamento che poteva attenuare l'illegalità di questo atto amministrativo.
Qual è l'atto illegale? E' quello di aver respinto - non a caso noi l'abbiamo inserito - la possibilità di estendere il finanziamento a tutte le altre organizzazioni laiche che svolgono attività similari. Perché fare un provvedimento targato e dotato? Badate che io dubito che i Centri sociali sarebbero andati da Rifondazione Comunista, né tanto meno io avrei fatto una lettera con la mia foto spiegando loro che potevano rivolgersi a me per avere i finanziamenti perché non è nel nostro costume, non è nella nostra pratica; comunque, non l'avrebbero fatto perché hanno una dignità e sono magari gelosi della loro autonomia.
Forse, nel corso delle audizioni avremmo fatto bene a sentire anche chissà, magari solo come punto di riferimento, l'Unione degli atei; forse ci avrebbero portato una verità e una lettura altra. Fatte le debite proporzioni rispetto al livello nazionale, possiamo dire che ci saranno pure in questa Regione cinquecentomila o un milione di persone che non sono credenti o altre che lo sono, ma che la pratica quotidiana le sconfessa.
Credo che tutti abbiamo attraversato questo mondo e io per primo l'ho vissuto come atto di imperio positivo su scelte che avrebbero dovuto condizionare la mia vita, eppure sono approdato ad una concezione laica della vita proprio partendo da quella esperienza, cioè dall'esperienza di chi non rispettoso del diritto...



PRESIDENTE

Consigliere Contu, la prego di concludere.



CONTU Mario

Presidente, mi conceda trenta secondi per concludere, poi lascio agli atti il senso dell'intervento, per quello che può essere utile, anche se non a verbale.
Per queste ragioni, sommessamente accennate, esprimo il voto contrario a questo provvedimento, perché è profondamente ingiusto. Ci amareggia che un piccolo tornaconto messo in campo, ma che non si sa se esigibile, abbia portato una parte delle opposizioni ad assecondare con il voto favorevole questo provvedimento che ha un vizio di fondo: esclude altri e privilegia solo alcuni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Nella discussione generale ho spiegato, credo abbastanza chiaramente la posizione del mio Gruppo, per cui non mi ripeto.
Sono tra quelli che riconoscono il ruolo sociale svolto dagli oratori.
Tuttavia, ciò che non condivido di questa legge è che non riconosce il ruolo di tanti altri enti o associazioni di volontariato o di no profit che pure laddove sono presenti sul territorio operano per gli stessi fini e con le stesse modalità.
Quindi, mi sembra giusto sostenere il ruolo svolto dagli oratori così come recita la legge n. 328/00, ma sarebbe altrettanto corretto sostenere il ruolo di tutti coloro che operano in questo settore, siano essi laici o di confessione religiosa diversa da quella cattolica, intendo quindi di tutti gli enti che svolgono attività similari.
A conclusione del mio ragionamento, facevo presente che le finalità espresse nella proposta di legge che oggi stiamo discutendo sono già contenute nella legge regionale n. 48/95, laddove al comma 3 dell'art. 1 recita: "La Regione favorisce il ruolo degli Enti locali nella diffusione e valorizzazione delle realtà associative di ogni ispirazione ideale culturale, etnica e religiosa che concorrono alla vita democratica".
Concludendo, da cattolico che ha frequentato da piccolo l'oratorio sono dispiaciuto per non essere d'accordo con quanto si prefigge questa legge che, secondo me, tende ad affermare un principio in favore di determinati soggetti più che preoccuparsi del servizio in sé.
A queste condizioni, dando il mio assenso, tradirei quei principi laici, qui non riconosciuti, che mi appartengono e che sono il filo conduttore del mio agire politico.
Laicamente, comunque, rispetto la libertà di tutte le forze politiche di intendere la laicità interpretandola nel modo culturale che si crede magari anche molto originale.
Io non voto contro gli oratori, ma contro questa legge. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Caracciolo.
La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente, sarò brevissimo. E' evidente che siamo di fronte a una legge condivisibile, tanto condivisibile che abbiamo posto la nostra firma sotto il progetto, con il consenso del primo firmatario.
Condivisibile per tutti i motivi che sono stati spiegati e che saranno spiegati dai colleghi di maggioranza e, in parte, di minoranza che mi succederanno e che mi hanno preceduto.
Voglio, pertanto, dare semplicemente testimonianza del voto affermativo in riferimento a questa legge.
Voglio anche fare un passaggio relativamente al fatto che deve essere contestato in ogni modo il criterio del "tutti uguali". Tutti uguali, nel senso che siamo tutti uguali davanti alla legge o che tutti dobbiamo avere le stesse potenzialità, è vero, ma è evidente che una scelta politica non può che essere bianca o nera; pertanto, nel momento in cui la scelta politica è bianca, si esclude la nera e viceversa.
E' veramente apodittico il ragionamento espresso da Rifondazione Comunista, per cui si riconoscono dei diritti ad alcuni e li si nega ad altri.
Ciascuno di noi possiede determinati diritti, legati a se stesso e slegati a tal altro.
E' evidente, dunque, che il problema dell'uguaglianza è diverso dal problema dell'identità.
Se così è - come così è - non ho il minimo dubbio nel conferire delle agevolazioni, nel condividere la linea di pensiero del Presidente Deorsola in riferimento agli oratori, proprio perché tali.
Notoriamente, siamo di provenienza laica (io in particolare) e non di provenienza cattolica, ma certamente non possiamo non condividere, al giorno d'oggi e dopo i fatti di New York e di Mosca, che evidentemente la nostra cultura e la nostra religione devono essere salvaguardate.
Questo non vuole essere un problema di denigrazione delle posizioni altrui, ma evidentemente al problema dell'ecumenismo non può che corrispondere un altro problema di ecumenismo.
Se ad un ecumenismo, da una parte corrispondono dei segnali diversi dall'altra è evidente che si arriva a delle soluzioni diverse.
Infine, trovo veramente sgradevole dover sottolineare che siamo, ancora una volta, di fronte a un teatrino, cioè di fronte a una situazione per cui da questo Consiglio regionale continua a uscire nient'altro che le leggi condivise da tutti.
Sono leggi condivise formalmente sia dalle forze di maggioranza, sia da alcune forze di minoranza, ma sostanzialmente da tutte le forze di minoranza e da tutti i Consiglieri.
E' inutile che qualcuno si alzi e dica "Noi non condividiamo, voteremo contro", ecc., perché chiunque dica questo sa di avere in mano degli strumenti specifici per bloccare questo pronunciamento, ma non li usa.
Pertanto, se non usa tali strumenti, li condivide.
Per tali motivi, voteremo a favore di questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente e colleghi. Non si può non condividere il senso del provvedimento legislativo sugli oratori, che oggi ci apprestiamo a votare.
Esso ha come finalità primaria il promuovere, il valorizzare e il sostenere, sulla base dei principi di sussidiarietà e solidarietà sociale quelle iniziative culturali, religiose e formative che contribuiscono all'elevazione della qualità umana e sociale della vita dei giovani.
E' innegabile che le iniziative religiose e parrocchiali, quali gli oratori, e le esperienze affini rappresentino da decenni, in Italia e in Piemonte, un punto fondamentale di aggregazione giovanile, di costruzione di percorsi educativi, di valorizzazione intelligente del tempo libero, di affronto culturale delle principali dinamiche e domande assistenziali, al di là di qualsiasi valutazione sugli aspetti di identità che tali soggetti rappresentano.
Nell'intento di valorizzare al massimo il principio di sussidiarietà la Regione dovrà perciò riconoscere ed agevolare il ruolo di tutti i soggetti sociali, dalle associazioni agli enti di promozione sociale compresi gli enti riconosciuti dalle confessioni religiose, con le quali ha stipulato intese nell'organizzazione, nella gestione e nei servizi sociali.
L'oratorio rappresenta un'istituzione che va ben oltre i suoi originali compiti di catechesi giovanile, facendosi carico di rispondere a tanti bisogni sociali nel territorio, promovendo attività nel campo della solidarietà, dell'educazione, dell'impegno civile, dell'integrazione e della coesione sociale. Infatti, i giovani che li frequentano hanno occasione di conoscere la dimensione comunitaria, la solidarietà, la condivisione, il sacrificio e il servizio agli altri.
In un contesto di crescenti complessità nella vita giovanile, il nostro impegno deve essere quello di promuovere, sviluppare, valorizzare e potenziare pluralità di testimonianze e servizi in questo campo.
Solo così potremo dare un coerente segnale di sviluppo del nostro impegno e della nostra sensibilità nel campo giovanile.
Pur nella diversificazione delle funzioni, ritengo sia necessario riconoscere a tutti i soggetti pari dignità e quindi sostenere anche gli oratori parrocchiali con strutture adeguate e servizi e contributi finanziari.
Con questa proposta di legge favoriremo una più intensa ed efficace collaborazione, attribuendo alle Diocesi piemontesi il ruolo di interlocutore della Regione, nel predisporre programmi, interventi finalità e progetti globali che facciano degli oratori i punti d'incontro per chi è emarginato, per chi attraversa momenti di disagio ed è caduto nelle maglie della devianza e della delinquenza.
Questo intervento rappresenta, a mio giudizio, il primo passo di un lungo cammino da fare per realizzare politiche efficaci in favore dei giovani.
L'educazione dei giovani assume un'importanza centrale in una società i cui mutamenti, a volte troppo repentini, producono disgregazione sociale e disagio.
I ragazzi hanno un grande bisogno di luoghi di aggregazione e di una guida educativa e morale.
Riconosciamo l'alto valore morale ed educativo degli oratori parrocchiali e la loro capacità di essere presenti anche in località lontane dai centri urbani, dove spesso rappresentano l'unico punto di riferimento e di aggregazione per i giovani.
Non sono solo una comunità che educa e forma, ma una comunità che cura.
Rappresentano momenti di un'importanza fondamentale, in una società che sembra perdere il valore della solidarietà, dove le parole d'ordine sembrano essere "consumare, apparire, primeggiare".
La nostra Regione, in quanto Ente pubblico, proprio per la sua stessa funzione è tenuta a valorizzare imparzialmente le varie soggettività sociali, che adempiono a tali funzioni di pubblica unità, siano esse religiose, cattoliche, laiche o di altra natura, purché in armonia con i principi costituzionali e democratici della vita sociale.
Spesso, infatti, le parrocchie e le strutture similari, pur facendosi carico di fenomeni di disagio e di devianze che molti ragazzi oggi manifestano, non dispongono di mezzi, di servizi, di strutture e di risorse adeguate.
Occorrono pertanto moduli di sostegno formativo e consulenziale per favorire l'adeguamento di queste strutture idonee alla crescita equilibrata dei ragazzi e del loro futuro. Questi rappresentano momenti formativi effettivi per quei ragazzi che sia a scuola che in famiglia non hanno gli strumenti e le opportunità necessarie per far crescere e affermare la loro personalità.
Sono certo che questa proposta di legge favorirà una più intensa collaborazione fra la nostra Regione e gli uffici della pastorale giovanile delle Diocesi, avviando un confronto importantissimo nell'ottica della prevenzione del disagio sociale minorile e dello sviluppo del minore.
Coerentemente con tale convinzione, il mio voto sarà favorevole all'approvazione di questo provvedimento in quanto ritengo che possa fornire un contributo alla moltiplicazione delle offerte dei servizi degli oratori e degli altri enti simili che offrono questi servizi a tutta la popolazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, potremmo dire che, finalmente, gli oratori, da oggi avranno pari dignità rispetto a tutte le altre associazioni educative piemontesi. Era un giusto riconoscimento che dovevamo ad una realtà che è sostanzialmente capillare sul territorio. E' con grande soddisfazione anche personale, che da oggi abbiamo una nuova legge e possiamo vantarci del riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori e della valorizzazione del loro ruolo nella regione Piemonte.
Questo è stato possibile grazie al fatto che anche il Senato ha definitivamente approvato una nuova legge quadro sull'assistenza sociale per cui le Regioni possono programmare e organizzare i servizi sociali.
Devo dire che con sensibilità e tempismo politico i Consiglieri primi firmatari e relatori della legge, il Consigliere Deorsola e la Consigliera Costa, a cui si sono aggiunti altri firmatari tra i quali il sottoscritto non hanno perso tempo tanto che si è arrivati ad approvare, oggi, una legge in cui si sancisce una realtà positiva come gli oratori parrocchiali, con una diffusione capillare senza eguali sul territorio e una frequenza altissima di giovani, acquisiranno un ruolo centrale nel sistema formativo regionale. Del resto, non soltanto in Piemonte, ma in tutta Italia, la storia sociale del Paese è stata connotata da quegli straordinari centri di aggregazione giovanile che sono gli oratori parrocchiali.
Con giustificata enfasi, mi sento di dire che andava sostenuta e perseguita l'esigenza di promuovere un patto educativo in cui svolgono un ruolo anche queste strutture favorendo una più intensa ed efficace collaborazione tra la Regione e le Diocesi piemontesi, anche per l'avvio di un confronto che porti ad un armonico sviluppo di linee di intervento concordate e condivise in favore dei ragazzi e delle loro famiglie.
Affinché ciò possa essere realizzato in concreto, è stato necessario istituire adeguati finanziamenti, i quali ci auguriamo, possano essere ulteriormente accresciuti, cosicché gli oratori possano poter fare fronte in modo adeguato, alle tante necessità che incontrano nella loro attività.
Questa legge, fortemente voluta dai partiti dell'area moderata sin dall'inizio della legislatura e sostenuta da un abile gioco di squadra, non è una trappola politica come sostengono alcune voci dell'opposizione, ma la difesa e la valorizzazione di vere e proprie isole nei deserti delle nostre città. Non è forse vero che per tanti di noi la propria storia personale di crescita della personalità e di sviluppo della propria interiorità si è intrecciata saldamente alle esperienze fatte in qualche oratorio? Sono convinto che la risposta di molti, anche in questa aula, non possa che essere positiva.
Penso anche al lavoro svolto negli anni precedenti. Faccio riferimento all'Ente istituzionale da cui provengo come esperienza politica, cioè l'Assessorato alla Gioventù del Comune di Torino, che già aveva lanciato un'idea in questa direzione e collaborava fattivamente con questa realtà (parlo dell'Assessore Leo che aveva ricoperto questo incarico); lavoro che aveva prodotto dei grandi risultati e che aveva portato ad un interessamento nel settore della prevenzione e del disagio giovanile veramente importante. Se a Torino, negli anni '80, si sono ottenuti dei risultati è grazie alla presenza delle parrocchie e delle Diocesi torinesi in collaborazione con le istituzioni.
Con questa legge noi ripercorriamo quell'esperienza e sono convinto che, a livello piemontese, possa darci dei grandi risultati. Questa non è una legge fine a se stessa, ma è un investimento che la Regione fa. Non sono soldi di spesa corrente, ma soldi ben spesi che potrebbero tranquillamente essere inseriti nelle spese d'investimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

A me pare questa una delle tante leggine che discutiamo e mettiamo in approvazione. Stiamo per votare una leggina che tratta una grande questione, una grande questione che meritava una legge. Una legge che decidesse il futuro di un problema che è quello del: che fare? Cosa fare? Come organizzare le attività per i giovani? E' un problema che avrebbe avuto bisogno di una legge che rivolgesse la propria attenzione non al tema, non all'obiettivo, ma al soggetto che lo realizza.
Questo è il difetto fondamentale di questa legge: aver cambiato le carte in tavola, non occuparsi del problema dei giovani e delle organizzazioni che si occupano di organizzare le attività rivolte ai giovani, e di voltare lo sguardo esclusivamente ad uno dei soggetti che queste attività svolgono e propongono. In questo vi è una sconfitta di una concezione laica dello Stato e delle istituzioni.
Questa legge non è una legge laica. E' una legge che crea scomposizione del problema ed opera una frattura tra organizzazioni religiose e organizzazioni non religiose. Lo Stato laico vede oggi una sconfitta secca.
Non ritengo che oggi, almeno dal punto di vista di una componente di sinistra, l'obiettivo di spaccare la nostra società sia un obiettivo utile tanto più se la frantumazione avviene tra soggetti che si riferiscono ad attività religiose e soggetti che non si riferiscono ad attività religiose.
Entrambi, invece, andrebbero ricomposti dallo Stato (in questo caso, dal soggetto Regione Piemonte) attraverso una "vera" legge, nel rispetto delle reciproche autonomie, che unisca tutti i soggetti che si occupano della materia.
Oggi, purtroppo, si pratica il modo di procedere a pezzetti: le "leggine " per i benzinai alla frontiera, per i pescatori. Siamo pieni di situazioni di quel genere. E' un metodo di procedere di governo insufficiente, ma coerente con quanto questo governo regionale rappresenta: azioni puntiformi, non coordinate, a volte contraddittorie, unite tutte sotto il grande cappello della rinuncia alla programmazione segnata innanzitutto dall'assenza di un programma regionale di sviluppo.
All'interno di questo sistema, che frantuma la società e che affronta i problemi caso per caso con un livello di programmazione inesistente (o comunque molto basso), si genera opacità nella politica. La politica sta procedendo in modo opaco senza distinguersi per strategie. Si poteva sperare, almeno sul laicismo dello Stato, in una netta distinzione di strategie. Invece non esiste. C'è una politica opaca che addensa le posizioni e ricerca il consenso affannosamente o arrampicandosi sugli argomenti, addensando le situazioni politiche laddove ci sono interessi in cui si teme di non avere interlocutori al momento del voto.
Per questi motivi, esprimo voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Confermo il voto favorevole del Gruppo consiliare di Forza Italia alla proposta di legge presentata da iniziative del Gruppo consiliare di maggioranza, primi firmatari i Consiglieri Deorsola e Costa Rosanna. Altri Consiglieri del mio Gruppo l'avevano già in allora sottoscritta, tra cui i colleghi Bolla, Bussola e Pedrale, e molti altri si sono aggiunti condividendo tale proposta di legge, in questi ultimi mesi e in queste settimane.
E' una proposta di legge che ha visto il nostro Gruppo impegnato prima in Commissione e poi in aula. Su di essa abbiamo ascoltato polemiche e giudizi, quindi ci sia consentito dissentire su quelli più rigidi, che vedono questa legge solo ed esclusivamente da un ipotetico lato negativo: una legge emanata per riscontrare chissà quale consenso o per risolvere il problema di pochi. Personalmente, ritengo che non ci sia nulla di scandaloso se una proposta di legge di iniziativa del Consiglio regionale (quindi, non un disegno di legge dell'esecutivo, che ha comunque il dovere di presentare una serie di leggi che abbiano un contesto generale ed integrato, che chiamiamo "programma elettorale" prima e "programma di governo" dopo) serve a risolvere problemi di "qualcuno o di una categoria" o serve a sostenere l'iniziativa di "qualcuno o di una categoria".
E' un progetto di legge trasparente, chiaro e ampiamente dibattuto (c'è stata anche un'attività emendativa significativamente importante, sia da parte dei presentatori che da parte dell'opposizione).
Si tratta di un'importante proposta di legge che vede un Gruppo importante dell'opposizione, i Democratici di Sinistra, dapprima ritenersi contrari e poi, in corso d'opera, cambiare idea. Proprio per manifestare questa chiarezza e questo convincimento hanno dichiarato agli organi di informazione: "Ci siamo sbagliati; questa legge ci sembrava una legge 'marchetta', invece è una buona legge perché sostiene un comparto estremamente importante per l'educazione dei giovani, certamente non l'unico, ma, dal punto di vista di cattolici e di cittadini (quindi anche sotto l'aspetto laico), un comparto estremamente importante in una società civile come quella piemontese". Il Gruppo dei DS ha cambiato idea e ha detto: "Adesso la votiamo".
E' un momento importante, nella storia e nel prosieguo dei lavori del nostro Consiglio regionale, dare risposta al mondo significativo certamente non l'unico, ma importante e strategico, dei nostri giovani.
Ecco perché molti Consiglieri del Gruppo di Forza Italia hanno sottoscritto e presentato questa proposta di legge.
Ringraziando ancora una volta il primo firmatario per l'opportunità esprimo, con convinzione, il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia alla proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Voterò favorevolmente la proposta di legge presentata dai colleghi Deorsola e Costa Rosanna, perché profondamente convinto. Personalmente ritengo che la legge si inserisca molto positivamente in un quadro legislativo di livello costituzionale che ha segnato, nell'ultimo secolo la storia del nostro Paese.
Ho fatto questo riferimento lontano perché si sono dette, da più parti cose che ritengo inesatte (si è addirittura parlato di legge confessionale). Una legge, che per propria definizione può essere astratta e generale, per lo stesso motivo può non esserlo. In questo senso soprattutto da parte del Gruppo di Rifondazione Comunista, si è argomentato che tale legge non è rivolta alla generalità, ma è una legge che escluderebbe altri possibili interessati. La legge può e deve essere generale anche quando si rivolge ad un settore. Il pregio di questa legge è proprio la sua chiarezza: si rivolge ad un settore preciso, il settore degli oratori, senza voler essere una legge "omnibus".
In sostanza, la legge, per come il sottoscritto l'ha capita, si rivolge in modo laico alla generalità del mondo religioso...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



MERCURIO Domenico

Si rivolge alla generalità del mondo religioso che all'interno ha un oratorio.
Dico di più: si può rivolgere e per questo si inserisce positivamente in questo quadro legislativo di livello costituzionale, che è fortemente mutato negli ultimi anni. Ma nessuno lo dice.
Si fa riferimento a vecchi socialisti del secolo scorso, si fa riferimento ad altri socialisti, tipo Riccardo Lombardi, ma non si fa riferimento all'unico socialista che, nella storia del nostro Paese, ha fatto il secondo Concordato, che rende possibile questo quadro così modificato e che non fa più del nostro Paese un Paese confessionale. Il nostro era un Paese confessionale quando sul primo Concordato era scritto che la religione cattolica era la religione di Stato. L'atteggiamento venne poi riportato nel 1948 nell'art. 7 della Costituzione.
Questa è la storia del nostro Paese, a livello cosiddetto di compromesso nel 1948, e l'art. 7 fu votato allora dalla componente cattolica e dalla componente comunista di quegli anni.
Nel 1985, perché la storia va ricordata tutta - quando Blair e Schroeder erano ancora in fasce - un socialista riformista e moderato, oggi non più in vita, insieme all'attuale Papa Woityla, firmò il secondo Concordato.
Nel secondo Concordato era scritto che, nella sostanza, l'art. 7, che strideva con tutti gli articoli principali della nostra Costituzione, non era più tale e doveva essere modificato. Quindi, la sostanza venne modificata.
Mi avvio alla conclusione per dire che siamo di fronte ad una legge omnibus, cioè rivolta a tutto il mondo. E' rivolta ad un particolare settore della nostra società, che è quello del mondo degli oratori, che hanno alle spalle religioni che - ricordo - sono tutte libere (come recita l'art. 8 della Costituzione) davanti alla legge.
Noi non andiamo ad attentare a questa libertà di religione, nel senso che tutti i culti che volessero ancora oggi fare domanda al Ministero degli Interni possono essere accettati, oltre ai quindici-venti che sono già stati ammessi e hanno le relative convenzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Grazie, Presidente. Approfitto per ringraziarla ancora per avermi dato la possibilità di chiarire l'incidente di percorso accaduto ieri in Consiglio regionale.
E' una proposta di legge presentata due anni fa, che ha avuto il suo iter regolare e delle correzioni sia in Commissione che in aula. Sono tutte correzioni che hanno dato un valore aggiunto a quella che era la proposta di legge iniziale, con una convergenza quasi totale di tutte le forze politiche che siedono in questo Consiglio.
Credo che oggi andiamo a proporre ai cittadini della nostra Regione una legge che potrà aiutare quelle istituzioni che, per il nostro territorio hanno lavorato e stanno lavorando bene.
Per quanto riguarda la finalità degli oratori, molti di noi hanno avuto in questi giorni l'opportunità di chiarire quelle che sono le iniziative e l'importanza sotto l'aspetto culturale, sociale e anche di amicizia che gli oratori danno al nostro territorio e alla nostra gente. Se il valore aggiunto degli oratori viene quantificato in peso sulle grandi città, un peso maggiore deve essere riconosciuto agli oratori nei piccoli Comuni e nelle piccole comunità territoriali.
Noi, che viviamo in queste realtà, ci siamo resi conto - ecco perché il mio voto è favorevole e convinto - della loro importanza. Quante volte sono venuti in soccorso alle Amministrazioni pubbliche? Hanno fatto e continuano a fare interventi laddove l'Ente pubblico non può per motivi differenti. E' importante che questa legge dia l'opportunità anche alle Amministrazioni comunali, alle Amministrazioni locali di aiutare, in qualche modo, le parrocchie e gli oratori.
L'oratorio è un momento culturale e sociale; quindi, in questo momento difficile della nostra realtà piemontese e non solo, è necessario che ci siano questi aiuti finalizzati a sostenere le iniziative di volontariato.
Quindi, mi congratulo e mi compiaccio anche per la convergenza quasi totale e politica, che va dal centrodestra al centrosinistra, e da noi, misti e indipendenti.
Credo sia una buona legge e mi auguro che possa finalmente dare un aiuto concreto a quelle che sono le realtà e i bisogni del nostro territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Presidente, colleghi, soltanto per riaffermare il voto positivo del Gruppo di AN rispetto a questo progetto di legge, che riteniamo importante e significativo.
E' un progetto di legge che qualcuno ha definito partigiano. Noi non lo consideriamo tale, non solo perché verrà approvato con una maggioranza molto più ampia di quella data dai colleghi del centrodestra, ma anche perché non è un provvedimento di una parte, o che una parte ha voluto assumere per difendere il consenso, una riserva indiana o un gruppo di persone magari ad esso legato.
Così non è. Il centrodestra è ben conscio che con questo provvedimento si va ad incidere su una parte della nostra società, che liberamente ha fatto anche scelte diverse politiche, partitiche, anche di affidamento di consensi. Mi sembrerebbe perlomeno strano, forse ardito, pensare che qualcuno possa soltanto affermare che il mondo che questo provvedimento va ad esaminare sia un mondo legato esclusivamente al centrodestra.
Questo non è vero, e lo sappiamo tutti, ma, proprio per questo, il provvedimento è importante. Riteniamo che questo provvedimento potrebbe comunque essere assunto soltanto grazie ad una forte iniziativa consiliare.
I Consiglieri Costa e Deorsola sono stati supportati, durante il percorso da altri colleghi di centrodestra, ma anche da colleghi non di centrodestra.
Quindi, non è un provvedimento di parte, ma un provvedimento che va ad incidere o cerca di andare ad incidere su un'emergenza, su un momento che deve essere tenuto in grande considerazione: quello legato al mondo degli oratori e, quindi, quello legato ai giovani.
E' un provvedimento di natura consiliare; lo voglio sottolineare ancora, perché non è comune che i provvedimenti che nascono all'interno del Consiglio riescano a essere, in tempi non brevissimi, ma comunque sopportabili, trasformati in legge. Quindi, è un momento importante ed è la riaffermazione del fatto che quando il Consiglio si muove su grandi provvedimenti, su provvedimenti importanti, riesce anche a portarli al termine.
Speriamo che questo succeda anche in futuro con altri provvedimenti (quello sulla sicurezza, in particolare), con le numerose proposte di legge che giacciono in Commissione o in Consiglio, perché il Consiglio si qualifica anche attraverso provvedimenti di quel tipo.
Riaffermo, pertanto, con grande vigore e significato, il voto favorevole di Alleanza Nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Mi riconosco totalmente nella dichiarazione del collega Giordano, nella valutazione di merito che ha espresso attorno a questa legge.
Aggiungo due brevi riflessioni, che derivano un po' dal dibattito e anche da una certa confusione, un modo non sempre corretto di intendere la laicità.
Lo dicevo alla collega Manica poco fa: c'è una grande confusione tra laicità e laicismo, che sono due cose diverse.
Anche noi siamo laici, lo continuo a ripetere, la nostra concezione dello stato di cattolici è sempre stata una concezione laica, non siamo mai stati confessionali, la nostra tradizione è sempre stata questa.
Altra cosa è essere laicisti: noi non siamo sicuramente laicisti questo è un altro discorso, ma su questo argomento potremmo discutere a lungo e non è questa la sede.
Come giudizio complessivo - ho espresso alcuni rilievi all'inizio del dibattito, pur condividendone la sostanza - ritengo che gli emendamenti presentati dai colleghi abbiano sicuramente migliorato il testo.
I colleghi propositori, Deorsola e Rosanna Costa, hanno seguito il dibattito, permettendo di migliorare il testo, pertanto il testo che approveremo è complessivamente molto più equilibrato e dà quelle garanzie di pluralismo che qualcuno aveva messo in dubbio. Il fatto che siano state accolte dal Consiglio mi pare un segno importante.
Non concordo sicuramente sul fatto che, quando la Regione interviene e riconosce il ruolo sociale degli oratori, distrugge lo Stato laico. Quando sono i Comuni a farlo, questo non avviene.
I Comuni, infatti, intervengono pesantemente in questo ambito indipendentemente dalle maggioranze politiche. Ho esperienza di amministratore e ricordo che anche le Amministrazioni di sinistra intervenivano nei confronti degli oratori; penso al Comune di Collegno e al Comune di Torino, con Novelli.
Si tratta, quindi, di un intervento non a favore della religione cattolica, ma a favore del ruolo che gli oratori svolgono nella società.
In questo senso, sono sempre intervenuti i Comuni e in questo senso interviene, ad esempio, anche pesantemente, il Comune di Torino, per parlare di una città a noi vicina.
Oggi c'è, dunque, un riconoscimento più ampio e importante da parte dell'Ente Regione.
Non condivido i giudizi utilitaristici ed elettorali, o presunti elettorali, che sono stati dati per contestare questa proposta, anche perché chi sostiene che i parroci sono dei "clienti" non conosce la realtà parrocchiale.
I parroci non sono degli sprovveduti che, sulla base di un aiuto, di un provvedimento, cambiano le proprie opinioni! Sono persone con una grande cultura e conoscono perfettamente le proprie opinioni che, evidentemente, si formano come ritengono più opportuno.
La situazione, dunque, è più complessa e per questo motivo la nostra non è una valutazione utilitaristica; non facciamo una riflessione in termini di risultato e di vantaggio elettorale che si ricava dall'approvazione di questa legge. Questo, per parte nostra, ma credo di poter dire che è un ragionamento di tipo generale.
Quando si presentano dei provvedimenti importanti, lo si fa perché sono utili alla società, forse possono portare anche dei benefici, ma generalmente sono utili alla società.
Sotto questo aspetto, il provvedimento non è una grandissima legge, ma sicuramente è un contributo importante perché tende a dare una soluzione tende ad affrontare un problema, con tutti i limiti che qualunque proposta di legge può avere.
Ultima riflessione: lo dico, non per aprire polemiche, ma per far rilevare come complessivamente abbiamo notato un'insufficienza numerica da parte della maggioranza nel percorso dell'approvazione della legge.
I relatori della proposta di legge avranno notato la presenza continua e la convinzione di tutti i colleghi della Margherita e dei Democratici di Sinistra; al contrario, in alcuni momenti non solo è mancato il numero legale, ma c'è stata una difficoltà complessiva, da parte della maggioranza, a seguire con la dovuta attenzione e presenza fisica tale provvedimento.
Lo dico, non per polemizzare, ma perché abbiamo notato questa insufficienza e siamo contenti di aver contribuito in modo determinante insieme ad altri colleghi della minoranza, all'approvazione di questa legge.
Per questi motivi, il nostro voto è favorevole. Concordo con la collega Giuliana Manica, affermando che l'approvazione di questo provvedimento si inserisce in un lavoro che il centrosinistra ha svolto, a livello nazionale, sul piano legislativo, consentendoci di avere questa importante legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente. Colleghi, il nostro voto, quello di Rosanna Costa e il mio, sarà ovviamente a favore della proposta di legge che, insieme ad altri colleghi, abbiamo presentato più di due anni fa.
Nel frattempo, si sono aggiunte molte firme, tutte gradite; ricordiamo solo che non possiamo raccoglierne più di 60, perché questo è il numero dei Consiglieri che compongono il Consiglio regionale! Sono firme gradite - dicevo - perché dimostrano che il provvedimento era sentito. Nel corso di questi due anni, due anni e mezzo - ricordo brevemente le tappe - le consultazioni, che risalgono al giugno 2001, hanno contribuito a rendere sempre più condiviso il provvedimento.
Non c'è molto da argomentare rispetto alla bontà di una legge che voglio definire "una legge di civiltà", una legge che colma una lacuna che inspiegabilmente esisteva nella nostra normativa.
Sul ruolo degli oratori, sul giudizio positivo che deve essere dato e che viene dato agli oratori - ripeto - non c'è molto da argomentare, perch è un fatto noto.
Voglio solo rilevare che, anche dal dibattito che si è svolto in questi giorni, ne è venuto un ulteriore riconoscimento.
Anche chi si è dichiarato contrario a questa legge riconosce il ruolo degli oratori e - se mi concedete un'osservazione che è quasi una battuta molti di quelli che si sono schierati contro, che hanno avuto delle osservazioni, hanno poi ammesso di essersi formati, almeno inizialmente proprio negli oratori.
Questa è, per dichiarazione acquisita ancora in quest'aula, la conferma che l'attività di oratorio, svolta quasi esclusivamente nel passato nelle organizzazioni cattoliche, non era un'attività di tipo elettorale, come qualcuno ha voluto sottolineare, a volte con punte di sgradevolezza - mi si passi questo termine - ma è un problema sociale e culturale.
Pertanto, devo respingere - credo anche a nome della collega Rosanna Costa - i giudizi e le valutazioni che parlano di mercato delle prestazioni sociali (mi spiace che la collega Costa non possa portare il suo contributo in questa ultima dichiarazione di voto, perché il Regolamento non consente che si divida il tempo in due, di questo ne voglio dare atto pubblicamente). Le prestazioni sociali noi riteniamo che non siano semplicemente oggetto di mercato. Noi siamo per il liberismo, ma il liberismo solidale. Questa normativa mancava nel nostro quadro normativo.
Vorrei fare ancora alcune considerazioni sul testo della legge.
Noi riteniamo che questa sia una legge vera, come dovrebbero essere fatte le leggi per lo schema tecnico. E' una legge di pochi articoli che fissa dei principi. Credo che in questa discussione e nell'esame di questa proposta di legge sia stato esaltato il ruolo del Consiglio, oltre ad aver previsto, attraverso i protocolli, che l'esecutivo ne dia poi attuazione.
Io credo che ci debba essere attenzione magari anche interassesorile, al di là della nostra previsione; sicuramente, le deleghe che fanno capo all'Assessore Cotto, ma anche all'Assessore Leo, dovranno essere coinvolte e interessate.
E' una legge che fissa i principi. Per noi era già in qualche modo implicito, ma l'abbiamo voluto precisare: si parla di progetti, non di contributi dati singolarmente magari per amicizia o per vicinanza geografica.
Vorrei fare un'ultima osservazione. Questa legge è stata presentata non dalla maggioranza - non è un disegno di legge - proprio perché è un provvedimento che riguarda argomenti ampiamente sentiti. E' singolare però, che con questa legge, che appunto non riguarda solo la maggioranza ma anche molti componenti della minoranza, si cerchi poi di sottilizzare sostenendo che doveva essere appoggiata solo dalla maggioranza. Credo che in qualche modo sia una contraddizione in termini. Ma è un'annotazione che faccio a margine.
La soddisfazione per l'ampia condivisione supera anche questi piccoli punti, che magari avremmo preferito si svolgessero in altro modo.
Il nostro voto sarà ovviamente favorevole, grazie anche al consenso di Rosanna Costa.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno votato SI' 34 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Contu di una comunicazione in merito alla formazione professionale


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Nella Conferenza dei Capigruppo era stata prevista la comunicazione in aula dell'Assessore Pichetto relativamente alla spendibilità dell'obbligo nella formazione professionale quale approccio sperimentale.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, direi che possiamo dare corso alle comunicazioni, ma oggi sarebbe importante approvare il disegno di legge n. 332: "Ampliamento delle attività dell'ARPA a seguito del D.lgs. n. 300/99".
Se le comunicazioni dell'Assessore Pichetto non aprono il dibattito, si possono svolgere, ma, se lo aprono, vi chiedo la cortesia di affrontare prima il disegno di legge n. 332. Successivamente, dopo l'intervento dell'Assessore Pichetto, i Consiglieri potranno intervenire, perché, se si apre il dibattito adesso, non affrontiamo il disegno di legge n. 332, che ritengo importante per tutta l'aula.



CONTU Mario

Quanti emendamenti ha il provvedimento? Mi pare che ne abbia un numero tale da...
Da quanti articoli è composto?



PRESIDENTE

Sono stati presentati dodici emendamenti. Credo che con dodici emendamenti presentati potremmo affrontare subito il disegno di legge n.
332 e successivamente procedere con le comunicazioni dell'Assessore Pichetto.
Consigliere Contu, io tengo conto della richiesta che lei ha formulato e di quanto è stato deciso dai Capigruppo. Le prometto che l'Assessore Pichetto oggi farà le comunicazioni, glielo dichiaro pubblicamente.
Affrontiamo il disegno di legge n. 332, visto che vi sono dodici emendamenti, e credo, essendo le ore 14.20, di poter addirittura rispettare, ivi comprese le comunicazioni dell'Assessore Pichetto l'orario di chiusura dei lavori dell'aula.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame disegno di legge n. 332: "Ampliamento delle attività dell'ARPA a seguito del D.lgs. n. 300/99. Modifiche ed integrazioni alla L.R. n. 60/95"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del disegno di legge n. 332, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Signor Presidente e signori Consiglieri, il disegno di legge in oggetto, disciplinando il riordino dell'assetto delle competenze dell'ARPA prevede anche il trasferimento all'Agenzia delle funzioni svolte finora dalla Direzione regionale "Servizi tecnici di prevenzione", nonché il trasferimento del personale, della dotazione finanziaria e strumentale della suddetta Direzione.
Con la legge n. 93/01 si è proceduto all'attuazione del disposto degli artt. 38, opportunamente modificato, e 39 del citato D.lgs. n. 300/99 nonché a finanziare lo sviluppo delle Agenzie regionali secondo i progetti proposti dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici, ai fini dell'operatività integrata del sistema.
Si rende pertanto necessario, ai fini dell'efficacia e della sistematicità dell'azione delle singole Agenzie regionali di protezione dell'ambiente, coordinare le funzioni, peraltro per alcuni versi già prefigurate nelle competenze affidate all'ARPA del Piemonte dalla legge n.
60/95, perché finalizzate alla prevenzione primaria a tutto campo.
Con il disegno di legge si opera pertanto un riordino delle competenze di ARPA provvedendo anche al trasferimento delle funzioni oggi svolte in base alla L.R. 8 agosto 1997, n. 51 dalla Direzione regionale "Servizi Tecnici di Prevenzione", nonché al trasferimento del personale, della dotazione finanziaria e strumentale in capo alla suddetta Direzione.
Nel contempo, il presente disegno di legge apporta alcuni ritocchi alla normativa della L.R. n. 60/95 sia per coordinare le funzioni trasferite sia per allineare l'assetto alle nuove normative e alle esigenze emerse nei cinque anni di attività dell'Agenzia.
La discussione del provvedimento è avvenuta in seduta congiunta delle Commissioni consiliari I e V. L'esame del testo è stato complesso ed articolato, a partire dall'8 agosto 2001 e ha seguito un lungo iter di istruttoria. Sono state svolte nel febbraio 2002 le consultazioni con gli Enti e le Associazioni interessate quali Enti locali, Sindacati, Servizio sismico nazionale, Istituti scientifici, Ordini professionali e Associazioni ambientaliste.
Le Commissioni consiliari competenti I e V hanno inoltre ritenuto di audire il Direttore dell'ARPA l'1 marzo 2002 al fine di raccogliere notizie e osservazioni utili, da tenere in debito conto nella stesura del testo di legge. A margine dell'istruttoria si è registrata la sottoscrizione di un protocollo d'intesa tra le Organizzazioni sindacali e la Giunta regionale.
A seguito degli approfondimenti giuridici e delle modifiche di tecnica legislativa apportati dagli uffici delle Commissioni I e V, si è pervenuti ad un nuovo testo emendato che è stato licenziato a maggioranza dei Consiglieri presenti. In particolare, le modifiche di tecnica legislativa hanno riguardato: a) la norma relativa all'attribuzione delle funzioni amministrative alle Province in tema di rilascio di autorizzazioni, che è stata introdotta con una modifica esplicita e testuale della L.R. n. 44/00, in un articolo aggiuntivo b) le modifiche alla L.R. n. 60/95, istitutiva dell'ARPA, che sono state apportate con un numero di articoli corrispondenti agli articoli da modificare, invece che con un unico articolo c) la norma finanziaria, che è stata scorporata dalle "Norme transitorie e finali", inserendola, riformulata, in apposito articolo d) l'incremento di un articolo sulle abrogazioni in cui sono state accorpate tutte le norme abrogative e soppressive.
L'art. 1 disciplina le finalità e l'oggetto della legge, che consistono nell'armonizzazione delle attività dell'ARPA regionale alle funzioni dell'ANPA nazionale. Inoltre, l'articolo citato stabilisce il trasferimento all'ARPA delle nuove funzioni già svolte dalla Direzione "Servizi Tecnici di Prevenzione".
Nel quadro delle competenze, delineato dalla L.R. n. 44/00, l'art. 2 affida alle Province le funzioni autorizzatorie relative alla legge 2 febbraio 1974, n. 64, e alla L.R. 12 marzo 1985, n. 19, da svolgersi sulla base degli approfondimenti effettuati dall'ARPA.
Al fine di apportare le necessarie modifiche alla L.R. 60/95, gli artt.
3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9 attribuiscono ad ARPA le funzioni dei servizi tecnici a livello regionale, ivi comprese le competenze del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale e la partecipazione al Servizio Meteorologico distribuito, competenze trasferite, sempre nel quadro del processo riformatore innescato dalla legge n. 59/97, attraverso il D.lgs. n. 112/98 nonché le funzioni relative all'organizzazione e gestione dell'articolazione regionale del Centro funzionale per il controllo dei rischi naturali, di cui all'art. 2, comma 7, della legge 3 agosto 1998, n.
267. Sono inoltre previste modifiche volte a rendere più snella e funzionale l'organizzazione dell'ARPA e ad allineare la contabilità dell'Agenzia, sia per il patrimonio che per il bilancio, alla L.R. 11 aprile 2001, n. 7.
L'art. 10 riguarda le norme transitorie e finali e stabilisce la tempistica per la funzionalità dell'organizzazione, e le modalità del trasferimento.
L'art. 11 riguarda la norma abrogativa.
La disposizione finanziaria all'art. 12 del disegno di legge, infine stabilisce i meccanismi per garantire la provvista finanziaria per l'esercizio delle funzioni trasferite per l'anno in corso e per gli anni 2003, 2004 e successivi.
Concludendo, ringrazio il Presidente della V Commissione, Cantore tutti i membri di quella Commissione, oltreché della I Commissione, perch il lavoro congiunto ha interessato e visto il coinvolgimento delle due Commissioni. Il fatto che io sia stato relatore è abbastanza casuale, nel senso che relatore avrebbe potuto essere anche il collega Cantore Presidente della V Commissione. Semplicemente, nell'ultima seduta congiunta il collega Cantore non c'era e, quindi, è stato abbastanza automatico che fossi io unico Presidente di una delle due Commissioni congiunte riunite.
Detto questo, ringrazio per l'attenzione.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Marcenaro, Muliere Placido e Riggio: il comma 3 è interamente abrogato.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Marcenaro, Muliere Placido e Riggio: la lettera c) del comma 3 è abrogata.
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, per un attimo non sono riuscito ad alzare la mano in quanto era mia intenzione intervenire precedentemente, ma non è un problema.
Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti. Qui segnalo anche una preoccupazione che abbiamo per l'iter della legge.
Come diceva poco fa il collega Gallarini, dall'8 agosto 2001 è trascorso un anno e mezzo e non mettiamo in discussione la necessità di mettere mano alla materia per la quale, per certi versi, nella Commissione competente abbiamo cercato di dare un contributo. Lo stesso tempo che è passato dimostra la non semplicità - se mi permettete questo termine - di mettere mano al problema.
La preoccupazione che abbiamo non è solo nostra e pertanto voglio riprendere un passaggio di uno dei numerosi pareri giunti (sono stati auditi tutti gli Enti o comunque chi aveva interesse all'argomento). Il passaggio a cui facevo riferimento recita: "affinché il ruolo fin qui svolto, da tutti riconosciuto come determinante non solo nello sviluppo del quadro delle conoscenze fisiche del territorio piemontese, ma anche e soprattutto la gestione del rischio geologico, non venga affievolito e non subisca ridimensionamenti in termini di operatività e di professionalità".
Tralascio il seguito perché entra nello specifico della situazione che riguarda il personale, che per certi versi è risolto. Questa è una delle perplessità principali, non solo nostra, ma anche di altri, che ci ha portato ad intervenire in Commissione presentando una serie di emendamenti.
Il fatto è che un'importante Direzione, per certi versi riferimento anche a livello nazionale, viene spostata in un'altra realtà, con la conseguenza che la Regione Piemonte si trova a non avere più un geologo. La stessa Regione, per le necessità che sempre più si verificano, deve rivolgersi ad una terza struttura, seppure l'ARPA sia una struttura costituita con la legge n. 60/95. Tutta la Direzione viene trasferita all'ARPA con il rischio che si possa affievolire: questo è il parere dell'Ordine dei geologi.
Le difficoltà sul versante personale non sono state le uniche che hanno determinato un iter così "lungo", ma esistono delle perplessità serie e reali sul fatto che la Regione Piemonte si trovi a non avere più un geologo a disposizione.
Relativamente al primo emendamento, noi chiediamo che il comma 3 dell'art. 1 venga completamente abrogato.
L'Assessore aveva dato segnali di voler recepire una serie di nostri emendamenti. Noi ci auguriamo che sia così perché il nostro intento è quello di dare un contributo affinché, alla fine, esca un testo migliore.
Mi auguro che la disponibilità dell'Assessore cominci da questo primo emendamento che abbiamo presentato. Mi auguro di ascoltarla direttamente dalla voce dell'Assessore Cavallera anche per poterci regolare nel prosieguo dell'illustrazione degli emendamenti che il nostro Gruppo ha presentato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Prima di tutto devo rispondere alle osservazioni di carattere generale del Consigliere Placido e poi entrare nel merito dell'emendamento specifico. Se leggiamo l'ultima stesura del testo, per chiarirci quello in aula, rispetto al testo iniziale, verifichiamo che ci sono stati dei profondi mutamenti. Tante preoccupazioni o tante necessità di perfezionamento sono state, nel limite del possibile, ma anche con modifiche sostanziali, accolte.
La motivazione, come ha sostenuto il relatore Gallarini, che origina questa legge è un orientamento che noi avevamo colto a livello nazionale e a livello di altre Regioni: cercare di concentrare nell'ARPA tutte le professionalità e gli strumenti di supporto specialistico all'Amministrazione regionale e alle Amministrazioni locali per quanto riguarda le tematiche ambientali e del territorio.
A livello nazionale, la riforma che era partita un anno e mezzo fa quindi con il precedente Governo, si è completata. Da poco non abbiamo più l'ANPA, ma l'ANAT (Agenzia Nazionale dell'Ambiente e del Territorio).
Quello che noi avevamo prefigurato con un disegno di legge un anno e mezzo fa, adesso è diventata norma nazionale per l'Agenzia nazionale.
Ricordo, ad esempio, che l'Agenzia della Regione Emilia Romagna era già stata costituita con il coinvolgimento dei Servizi idrografici e meteorologici che operavano in quella regione. Adesso possiamo constatare che le ARPA, con la costituzione dell'ARPA della Sardegna, sono state tutte realizzate a livello nazionale. Il decorso quinquennio è stato di avanzamento difficoltoso della costituzione delle ARPA da parte delle Regioni. In prospettiva futura avremo operazioni tipo quella che stiamo compiendo oggi, che è in perfetta sintonia con quello che si è fatto a livello nazionale, anche nelle altre Regioni. Non dimentichiamo che nell'ANPA nazionale è confluito il Servizio geologico nazionale e il Servizio idrografico e mareografico nazionale: stessa operazione che vogliamo compiere nella nostra regione. Successivamente, avremo modo di entrare nel merito delle varie questioni specifiche.
Relativamente alla questione dei geologi. Sapete che il Servizio geologico regionale dispone non solo di geologi, ma anche di ingegneri architetti e altre professionalità. Ricordo che la difesa del suolo regionale ha come compito quello di elaborare i piani di difesa dell'assetto idrogeologico, realizzare programmi per gli interventi sul suolo e di coordinarli: lavori che, nella grande maggioranza dei casi, sono portati avanti dalle Amministrazioni locali.
La Direzione della difesa del suolo, istituita nominalmente con la legge n. 51 e che in questi anni si è consolidata e opera, garantirà tutte le funzioni amministrative. Quando parlo di amministrativo parlo di tecnico amministrativo, con le professionalità che nel frattempo si sono consolidate. Il vantaggio sostanziale è quello di avere un unico sistema di monitoraggio di tutte le condizioni dell'ambiente del territorio, quindi un'unica voce. Quando occorre intervenire nelle procedure, come le valutazioni di impatto ambientale, trovano un equilibrio molto più snello e accettabile. Ci sono elementi di valorizzazione di professionalità all'interno dell'ARPA ed elementi di semplificazione, fatto che non va mai dimenticato.
Per quanto riguarda lo specifico degli emendamenti, cogliamo la preoccupazione soprattutto del secondo emendamento.
Il primo emendamento lo possiamo definire un emendamento di principio nel senso che nel momento in cui a noi viene dato il Servizio idrografico periferico di Torino, Corso Bolzano n. 44, persone in servizio zero nominalmente passa tutto a noi. Punto e basta.
Il punto c) del comma 3, invece, è molto generico (e potrebbe andare nella direzione citata dal Consigliere Placido), in cui noi ci spogliamo di qualsiasi competenza in materia di legge n. 183. Per quanto riguarda l'emendamento successivo, quindi, siamo d'accordo a riformularlo.
Per concludere, Presidente, non intendiamo accogliere l'emendamento n.
1.1), mentre riformuliamo la lettera c) del secondo emendamento nel modo seguente: "La progettazione, realizzazione e la gestione, a livello regionale, delle reti di monitoraggio e dei relativi sistemi di allarme e preallarme, di cui all'art. 2, comma 7, del decreto legge 11 giugno 1998 n. 180".
Sotto questo profilo, proponiamo la riformulazione del secondo emendamento che consegno adesso alla Presidenza.



PRESIDENTE

1.3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: Art. 1, comma 3, lettera c.
"c) La progettazione, realizzazione e la gestione, a livello regionale delle reti di monitoraggio e dei relativi sistemi di allarme e preallarme di cui all'art. 2, comma 7, del decreto legge 11 giugno 1998, n. 180.
(Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite dai disastri franosi nella Regione Campania), convertito con modificazione della legge 3 agosto 1998, n. 267".
La parola al Consigliere Placido per dichiarazione di voto sull'emendamento 1.1)



PLACIDO Roberto

Ha ragione l'Assessore Cavallera: il nostro primo emendamento è un emendamento di principio; il secondo è molto più specifico ed entra nel merito della questione. Condividiamo - e mi fa piacere che insieme a noi lo condividano anche l'Assessore Racchelli e il Consigliere Cattaneo - e apprezziamo che l'Assessore riformuli l'emendamento.
La precisazione del secondo emendamento è in una direzione diversa, non solo dal testo iniziale, ma dalla stessa formulazione dell'Assessore.
Anticipo in parte l'intervento sul secondo emendamento. Non lo ritiriamo, ma ci asteniamo sulla riformulazione, votando il nostro emendamento, perché, oltre al motivo principale ripetuto dall'Assessore c'è un'altra ragione: la Regione Piemonte appalta - se mi è consentito usare questo termine - a un soggetto esterno la tutela del territorio nelle materie di competenza. La Regione Piemonte trasferisce tutte le strutture e le Direzioni, quindi è una sorta di spogliazione di competenze tutt'altro che secondario.
Questi sono i due motivi principali.
Voteremo a favore dell'art. 1. Apprezziamo la riformulazione della lettera c) del comma 3 e voteremo a favore del secondo emendamento; ci asterremo sulla riformulazione presentata dall'Assessore.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
La votazione non è valida, in quanto non è stato raggiunto il numero legale.
La seduta è sospesa per trenta minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 14.46 riprende alle ore 15.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
A questo punto, dobbiamo ripetere la votazione sull'emendamento n.
1.1).
I Consiglieri Gallarini, Bussola e Cattaneo richiedono l'appello nominale.
Indìco pertanto la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 1.1).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 21 hanno votato NO 20 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La votazione non è valida per mancanza del numero legale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori e in particolare sulla richiesta di comunicazioni al Presidente del Consiglio regionale in merito ad un articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa relativo alla presidenza CORECOM


PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Questo tema lo ribadiremo nella Conferenza dei Capigruppo. Volevamo chiedere una comunicazione del Presidente del Consiglio regionale, nella prima seduta utile, relativamente ad un articolo del quotidiano La Stampa di Torino, a pagina 40, nel quale è apparsa un'intervista del neo Vicepresidente del CORECOM, prof. Giulio Cesare Rattazzi.
A nostro giudizio, ci sono delle dichiarazioni estremamente gravi che violano il codice deontologico, a cui i membri del CORECOM sono sottoposti e lo stesso Rattazzi lo ha sottoscritto nella seduta di insediamento.
Non vogliamo certamente introdurre una polemica, ma siccome, a nostro parere, è estremamente grave quello che è successo, chiediamo, da un lato una comunicazione ufficiale da parte del Presidente del Consiglio regionale, e, dall'altro, di avere l'opportunità di mettere in condizione il Consiglio regionale di fare una valutazione.
Dico questo a nome di tutti i Gruppi della maggioranza, quindi non solo del Gruppo che ho l'onore di presiedere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Mi fa piacere la sollecitazione del Consigliere Cattaneo, anche perché, come lo stesso senza dubbio sa, l'elezione del Vicepresidente del CORECOM è stata un'elezione lunga, travagliata e problematica, di cui il Presidente del Consiglio è a conoscenza.
Siamo felici che, alla fine, quanto previsto dalla legge regionale sia potuto accadere.
Ho letto l'intervista del Vicepresidente Rattazzi e la condividiamo completamente.
CATTANEO Valerio (fuori microfono) Non è il fatto di condividere o meno. E' il codice deontologico che è stato violato; è un'altra cosa.



PLACIDO Roberto

Su violazioni del CORECOM, complessivamente da quando è stato costituito fino ad oggi, siamo pronti a discutere in maniera più ampia possibile, possibilmente in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Chiede ancora di intervenire il Consi gliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Volevo solo dire che l'organizzazione dei lavori d'aula di oggi non ha consentito di avere le comunicazioni dell'Assessore Pichetto, in relazione ad una fase molto delicata della sperimentazione dell'obbligo scolastico nella formazione professionale.
Presidente, chiederei che lei si faccia portatore anche nei confronti del Presidente Cota affinché queste comunicazioni siano assicurate almeno in occasione della prossima seduta del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Sarà mia cura segnalare questo tema al Presidente Cota.
Comunico che i Capigruppo sono convocati in Sala A) alle ore 15.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 15.22)



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