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Dettaglio seduta n.261 del 30/10/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


BOTTA MARCO



BOTTA MARCO

(Alle ore 15.24 il Consigliere Segretario Botta Marco comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.45)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 15.58)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Bussola, Dutto Ferrero, Ghigo, Racchelli, Riba, Rossi Giacomo, Suino e Vaglio.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame disegno di legge n. 174: "Riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori parrocchiali e valorizzazione del loro ruolo nella Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con il proseguimento dell'esame degli emendamenti presentati all'art. 1 del disegno di legge n. 174, di cui al punto 3) all'o.d.g.
ART. 1 1.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Riggio Ronzani, Manica e Muliere: art. 1.1 dopo 328 (....) aggiungere le parole "e a quanto previsto dalla legge n. 285/97".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Questo emendamento, così come gli altri che abbiamo presentato, pone l'obiettivo di raccordare il testo che stiamo discutendo in Aula con il testo nazionale. Come molti colleghi sanno - di sicuro il collega Deorsola ne è a conoscenza - è giunto all'esame della competente Commissione nazionale.
Questo emendamento fa riferimento alla legge nazionale dell'allora Ministro Turco relativo ai giovani e all'infanzia, ecco il motivo per cui proponiamo - mi auguro che il Consigliere Deorsola possa condividerlo insieme alla maggioranza - che venga inserito in riferimento alla legge nella quale sono previsti, con molta chiarezza, una serie di indicazioni relativi a chi si fa riferimento.
Questo mio primo intervento su questa proposta di legge mi permette di affrontare alcuni punti, che senz'altro riprenderò successivamente, visto che abbiamo presentato otto emendamenti in proposito, partendo dal titolo anche se, per come sono strutturati i nostri lavori, viene affrontato alla fine della discussione. Siamo disponibili a cooperare - il collega Mellano non condivide completamente alcune posizioni, ma mi auguro che possa smentire - e non vi è una preclusione ideologica da parte nostra contro questo provvedimento.
Per chi come me ha trascorso gli anni dell'infanzia all'oratorio non può che essere sensibile a certe problematiche. Non si può pensare che alcune formulazioni recepite dal testo nazionale, ossia di allargamento e non di chiusura, non siano condivise anche dalla maggioranza o da chi ha presentato il testo del quale stiamo discutendo. Questo primo emendamento che fa riferimento alla legge n. 285/97, è coerente con tutti gli altri.
Il collega Deorsola sicuramente ha verificato, ma devo dire che per buona parte sono emendamenti che nel testo nazionale sono passati in Commissione, a cominciare dal testo, così nel proseguo dell'articolato.
Il nostro obiettivo non è quello di contrastare con durezza e ideologicamente questo provvedimento, ma di permettere che non ci siano discriminazioni, ovvero che non vi siano degli esclusi da questo provvedimento e che non si crei una situazione regionale diversa da quella nazionale, escludendo altre forme di associazionismo perché non si riferiscono a luoghi di culto o non si rivolgono alla religione cattolica.
Se questo è l'intento siamo disponibili e pronti a contribuire con interventi ed emendamenti, anche oltre a quelli presentati e a votare parti del provvedimento, ma alla base ci deve essere disponibilità.
Ci auguriamo che questa nostra disponibilità sia apprezzata e condivisa. In questo caso, non abbiamo problemi particolari, perché vuol dire includere altre associazioni oltre a quelle di religione cattolica.
Questa è la nostra posizione e ci auguriamo che possa essere condivisa anche da colleghi di altri Gruppi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intanto devo spiegare la battuta del collega Placido. Questa mattina ero assente per un impegno assunto precedentemente e anche domani sar assente per la scelta del mio Capogruppo, che io non ho condiviso, di non chiedere la sospensione del Consiglio regionale per seguire lo svolgimento dei lavori del Congresso del Partito Radicale Trasnazionale, che avranno inizio domani a Tirana. Il mio collega è già in viaggio per Tirana e io partirò domani mattina.
In questo modo voglio giustificare la mia assenza, che non è un'assenza rispetto al tema. Rispetto al tema, lo sanno bene i colleghi primi firmatari, c'è stata un'attenzione assidua, in particolare del collega Carmelo Palma, che è sfociata nella relazione di minoranza e nella presentazione di quattro emendamenti molto precisi e mirati, che so essere stati respinti questa mattina.
Purtroppo, credo che questa mattina si siano respinti con leggerezza quegli emendamenti, perché ponevano la questione, sottolineata più volte dal collega Palma sia in Commissione che nella relazione di minoranza anche della quasi certa incostituzionalità di una serie di clausole, in particolare quelle che riconoscono a questo provvedimento una valenza soltanto per gli enti riconosciuti dallo Stato. Ci sono sentenze, tra l'altro, anche di questo anno (le sentenze n. 346/2002 e n. 195/1993), che bocciano leggi della Regione Lombardia e leggi della Regione Abruzzo laddove prevedono interventi mirati con questo tipo di clausola, cioè soltanto per gli enti riconosciuti dallo Stato all'interno di concordati intese e riconoscimenti vari.
Prendo atto che questa mattina non ho potuto portare il mio contributo alla discussione; ovviamente, è stata una scelta dettata dalla volontà di rispettare un impegno preso precedentemente. Ho avuto la collaborazione assidua, come sempre, di un ottimo collaboratore, Giulio Manfredi dipendente regionale, peraltro, che mi ha relazionato relativamente agli interventi svolti.
Quanto ho detto prima al collega Placido, voglio ribadirlo subito qui in apertura: mi sono state nuovamente segnalate alcune frasi e alcune battute - mi dispiace - del collega Marcenaro laddove argomentava un'astensione con la seguente frase: "Non vogliamo contribuire a creare campi integralistici contrapposti". Siccome mi fido molto del collega dipendente regionale, Giulio Manfredi, voglio dire in questa sede, collega Marcenaro, che non si tratta di creare i campi contrapposti. Noi, in quest'aula, abbiamo assistito ad un dibattito feroce, nove mesi di battaglie campali, di trincee addirittura, su una legge che aveva ben altro valore e ben altro spessore: i buoni scuola. La legge sui buoni scuola, non condivisa da gran parte del centrosinistra, aveva una valenza, che è generale, verso tutti. Era una legge che, piacendo o non piacendo, poteva creare degli spazi di libertà.
Questa è una legge che dà contributi a pioggia ad una parte specifica e ben individuata della platea, dei possibili votanti, clienti, persone che si riconoscono in un certo mondo molto definito. E' una leggina ad hoc per una parte specifica che, invece di riconoscere progetti e valori progettuali, iniziative specifiche, riconosce finanziamenti a delle strutture in generale.
Il problema è questo: di fronte a questa legge, come sempre, noi non facciamo campagne moralistiche, ostruzionistiche, oppure di assoluto diniego, per evitare un passaggio alla legislazione regionale; insomma, se la maggioranza vorrà, questa sarà la legge della Regione Piemonte. In questa fase, anche i correttivi che il Gruppo DS opportunamente cerca di portare a questo articolo non possono cambiare la natura dell'articolo, che è profondamente ingiusta e profondamente sbagliata, perché interviene su strutture private, non ne riconosce all'interno una progettualità generale e la possibilità di essere davvero servizio qualitativo sul territorio regionale. E' un contributo a pioggia ad alcune fasce della società che si ritengono vicine alla maggioranza e a parte delle opposizioni.
Il problema è tutto lì. Non voterò a favore di questo emendamento a prima firma della Consigliera Suino e, a seguire, del Consigliere Placido e altri, perché quel tipo di articolo non è migliorabile, era sostituibile con il nostro primo emendamento, è stato bocciato. Credo davvero, e lo dico qui, che ci sarà anche con questa legge un intervento della Corte Costituzionale che farà giustizia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola per dichiarazione di voto.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Contu)



PRESIDENTE

Vi sono altri interventi per il dibattito generale? La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Non ho difficoltà a cedere la parola al collega Contu, intervengo sul dibattito e annuncio anche come voteremo, senza perciò utilizzare nuovamente del tempo, per economia.
Innanzitutto, vorrei rassicurare il collega Mellano che non è nostra intenzione, né si può dedurre dalla proposta di legge, dare contributi a pioggia. Non solo, questa mattina nel suo intervento la collega Costa l'ha anticipato, lo voglio ribadire anch'io: noi intendiamo accettare un emendamento presentato all'art. 4, parzialmente accettare perché c'è una modalità, ma comunque accettare il principio che la contribuzione sia data su progetti e non a pioggia.
Dico questo per smentire chi pensasse ancora che il provvedimento sia finalizzato ad avere qualche consenso in più o in meno. Credo che questo collida con la realtà degli oratori, è riduttivo basare le argomentazioni su quel tipo di analisi.
Mi auguro che il provvedimento possa essere condiviso non solo da noi proponenti e dalla maggioranza, ma anche da parti importanti e significative della minoranza e dell'aula. E' un provvedimento che parte non dalla Giunta, ma dai Consiglieri; in questo senso, noi chiediamo che ci sia un consenso ampio.
Relativamente all'emendamento in questione, noi abbiamo inteso presentare una proposta di legge che colmasse una lacuna, non una proposta di legge che andasse a normare l'universo degli interventi sulla materia trattata.
Anche se è assolutamente vero che nella discussione che c'è in Parlamento si fa riferimento - peraltro è una discussione, non è un testo di legge - alla legge n. 285, noi crediamo che non ci debba essere un federalismo dell'uniformità. La nostra proposta di legge non è uguale a quella presentata da altre Regioni. Noi crediamo di colmare una lacuna, anche se siamo stati un po' combattuti.
Non siamo d'accordo con l'emendamento proposto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sul dibattito generale, il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Il Consigliere Mellano ha sottoposto all'attenzione dell'aula una questione apparentemente di tipo etimologico, usando, ad un certo punto del suo dibattito, i termini "clienti" o "utenti".
Vorrei spostare l'asse della discussione proponendo questa riflessione: i ragazzi che frequentano la scuola sono utenti o clienti a seconda chi difende questo servizio, come un servizio pubblico. Possiamo parlare di utenti di un servizio, così come le nuove norme e il processo di aziendalizzazione in sanità, ci dice che non dobbiamo più parlare di utenti del servizio sanitario, ma di clienti del servizio sanitario. L'ho già detto nei precedenti interventi: chi frequenta l'oratorio è utente o cliente? E' utente per un certo arco della giornata durante un periodo dell'anno, è cliente in un altro periodo dell'anno. Se accettiamo tutti quelli che si rivolgono ad un Ente, ad una istituzione che ha rapporti con l'ente locale, allora possiamo dire che ci sono tanti giovani che frequentano gli oratori come clienti perché gli oratori, in modo assodato svolgono anche una funzione di servizio: supplente delle assenze degli enti locali i quali, stretti nella morsa economica, delegano una serie di servizi, tradizionalmente erogati da loro, agli oratori. Gli oratori, da questo punto di vista, si stanno proponendo come agenzie a tutto campo anche educative che operano nel campo del tempo libero e che quindi, come ho già detto in precedenza, assumono una complessità notevole.
L'emendamento proposto dal Consigliere Placido ha un difetto perch pur venendo incontro alla nostra proposta, vuole mettere una pezza alla legge, ma il Consigliere Placido dimentica che fa riferimento ad una legge che non ha più dotazione finanziaria e che il Governo ha svuotato. La legge n. 285 è stata svuotata. I finanziamenti che provengono da una legge quadro a livello nazionale, sono un altro dei serbatoi nei quali è possibile attingere, semmai sarà riconosciuta, con la prossima finanziaria, una ulteriore detrazione finanziaria. Stiamo intervenendo su una materia, dove le possibilità di accesso alle risorse sono vastissime. La legge regionale, in questo caso, da un obolo per un progetto. Il progetto di ristrutturare un ambito ricreativo che può essere il salone dell'oratorio piuttosto che il campo di calcetto, è un progetto. Cambia la sostanza? Dubito che il regolamento attuativo voglia differenziare, l'esperienza insegna che quando la quantità delle risorse disponibili non è assolutamente sufficiente, è evidente che bisogna fare di ristrettezza virtù e dare a tutti un po'. Così succede normalmente, stiamo parlando di 2 miliardi di vecchie lire.
La questione è molto delicata. Insisto, stiamo operando in un campo minato, proprio per le caratteristiche del provvedimento di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Ho già anticipato che non parteciperò al voto. Penso che l'articolo non sia migliorabile, nonostante i tentativi e gli sforzi dei Consiglieri di centrosinistra che cercano di introdurre delle piccole pezze all'articolo.
Tuttavia, volevo precisare meglio il mio pensiero. Il vizio fondamentale della legge e dell'art. 1 con le sue finalità è quello di non riconoscere alla soggettività degli enti come le parrocchie, che sono chiaramente destinatarie di questa legge, una capacità progettuale e una capacità di intervento sulla società che, in effetti, hanno sempre avuto e hanno sempre alimentato all'interno di una legge generale.
In Commissione Cultura stiamo lavorando ad una legge sulle politiche giovanili: bastava riconoscere anche ai soggetti oratori, ai soggetti parrocchiali di poter accedere ai progetti finanziati dalla Regione sugli interventi di politiche giovanili. Perché creare un canale di finanziamento particolare, ad hoc? Una corsia preferenziale per quegli enti che hanno la possibilità, per le capacità dimostrate secolarmente e per la disponibilità dovuta anche alla motivazione spirituale e religiosa di chi vi lavora, di realizzare dei progetti migliori e la possibilità di gareggiare in un mercato del privato sociale che li vedrebbe sicuramente primeggiare? Questo è il solito problema di un Consiglio regionale che, a larghissima maggioranza, si definisce liberale, liberista ma poi, anche su questa legge, rinnega completamente i propri valori di partenza.
Queste sono le ragioni per cui non parteciperò al voto di questo emendamento e le ragioni per cui ritengo l'articolo non modificabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Anche il nostro Gruppo non parteciperà al voto. Riteniamo che ci siano pezzi della legge che sono migliorabili, ma se l'impianto resta quello attuale, anche un miglioramento, manterrebbe il nostro giudizio negativo.
La caratteristica centrale e negativa di questa legge è quella che hanno ricordato altri Consiglieri, compreso il Consigliere Mellano nell'ultimo intervento. E' una legge rivolta ad una serie ben limitata di figure. Per cui introdurre il principio che si devono fare progetti, è giusto, per rimane il fatto che coloro che possono accedere ai finanziamenti restano queste figure.
Se non s'interviene su quel meccanismo, la legge non è migliorata, e rimane sostanzialmente con un elemento negativo di fondo. Lo ripetiamo: la nostra posizione non è che gli oratori, o altre strutture di natura simile possano essere finanziati, bensì che solo essi lo siano.
Tra l'altro, sarà poi interessante sentire alla fine, o nel corso della discussione, non solo il giudizio di merito che dà la Giunta, ma anche il problema del finanziamento di questa legge. Perché questa legge viene dotata di un determinato finanziamento, e sappiamo bene quali problemi ha l'Assessorato, di cui si occupa l'Assessore Cotto. Sarebbe interessante capire come si taglia altrove per finanziare qui. Perché conosciamo anche bene i problemi che la legge finanziaria crea ai bilanci regionali.
Quindi, ci troviamo di fronte, da una parte, a questo tipo di situazione, e dall'altra a leggi che vengono promosse dal Consiglio che vengono finanziate, ma che, a mio avviso, determinano poi problemi su altri pezzi del bilancio regionale, in quanto la legge non incrementa le entrate di 2 miliardi. Semplicemente fa sì che i 2 miliardi di uscita - circa un milione di euro - trovino questa destinazione, ma proprio perché non incidano sulle entrate, bisognerà capire dove vengono effettuati i tagli.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.7).
Il Consiglio non approva.
1.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Riggio Ronzani, Manica e Muliere: art. 1, comma 1, dopo le parole "sociale svolto" (terza riga), aggiungere "dagli oratori o attività similari dalle parrocchie e dagli istituti religiosi cattolici e non", abrogando "dall'ente parrocchia, dagli istituti cattolici e dagli altri enti di culto".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Riprendo quanto ho detto nell'intervento precedente, e mi rivolgo ad alcuni colleghi dell'opposizione che hanno frequentato l'oratorio, compreso il collega Papandrea.
Caro collega Mellano, io che non sono liberale né libertario n liberista - mi ritengo un uomo di sinistra - vorrei ricordare che i migliori quadri della sinistra sono usciti dagli istituti religiosi.
Venendo al problema, la cosa che non riesco a capire è il fatto di non partecipare al voto su un emendamento che ha lo scopo di migliorare un testo. E' un testo che può essere non condiviso, ma non capisco il fatto di non condividere il tentativo di migliorare il nostro emendamento.
Gli emendamenti presentati vanno tutti nella direzione di non escludere alcuni soggetti - per i quali pensiamo che il testo presentato possa creare questa situazione - e di allargare la possibilità di poter ricevere i contributi. E' su questo che facciamo fatica a capire, e mi riferisco a quanto ha detto il collega Papandrea nella sua dichiarazione di voto.
Al di là se la legge nazionale può avere le risorse o meno e se le Regioni possono aggiungere risorse proprie, l'emendamento precedente questo emendamento e gli altri hanno tutti lo stesso scopo. Dopo di che si può condividere o meno il testo di legge, si può fare ricorso alla Corte Costituzionale legittimamente - come preannunciava il collega Mellano.
Ma la cosa che faccio fatica a capire - magari è un problema personale è non condividere il tentativo di migliorare, non di escludere, ma di provare ad allargare e di includere altri che nel testo presentato, a nostro parere, non sono previsti. E' per questo motivo - perché non ci sia una concezione di parte o di una parte - che noi abbiamo proposto con l'emendamento al comma 1, dell'art. 1, di aggiungere "dagli oratori o attività similari dalle parrocchie e dagli istituti religiosi cattolici e non" - perché non ci sono solo gli istituti cattolici - abrogando le parole e qui sta il ragionamento dell'emendamento - "dell'ente parrocchia o degli enti istituti cattolici e degli altri enti di culto". Riteniamo che così come formulato, escluda alcuni e si rivolga solo ad una parte.
Inoltre, collega Deorsola, il problema degli enti di culto si presenta in altri emendamenti. Noi speriamo che si possa trovare una formulazione diversa da quella che avete presentato nel testo. Fra l'altro, non è una richiesta solo nostra, perché noi facciamo riferimento al testo nazionale condiviso anche dal mio partito. Non abbiamo nessun problema a dirlo: è essere conseguenti a quanto avviene a livello nazionale, è essere conseguenti a quanto avviene a livello regionale.
Lo dico io, senza problemi, che, nel mio gruppo, sono - simpaticamente mi definisco così - l'unico ateo praticante. Sono pronto a votare un testo di legge, sul quale, a livello di fede, non mi riconosco.
Però chiedo anche a voi di fare uno sforzo e un sacrificio, perché vi chiediamo di uniformare il testo che avete presentato al testo nazionale che i vostri stessi partiti, compreso il mio, hanno votato.
Non mi sembra una richiesta eccessiva. Forse lo sforzo è più quello mio personale, ma gli sforzi personali possono anche essere superati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Il collega Placido continua a non voler capire il problema posto dal Consigliere Papandrea e dal sottoscritto. Il problema non è tentare di migliorare l'articolo (quindi sembra incredibile non partecipare all'opera emendativa predisposta dai colleghi del Gruppo DS), ma che esso contenga un vizio, molto evidente, di illegalità costituzionale.
Il problema non è mettere le virgole al posto giusto o correggere gli eventuali congiuntivi sbagliati, ma è che questo secondo emendamento, che va nel senso di miglioramento, non tocca il nocciolo della questione, ossia le tre parole seguenti la fase emendativa proposta dal Gruppo DS: "riconosciuti dallo Stato".
Ci sono varie Sentenze in merito: n. 195 dell'anno 1923 della Corte Costituzionale, in cui si dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art.
1 della legge regionale Abruzzo, 16 maggio 1988 n. 29 "disciplina urbanistica dei servizi religiosi", limitatamente alle parole "in cui i rapporti con lo Stato sono disciplinati dall'art. 8 terzo comma della Costituzione"; ossia il "riconosciuti dallo Stato".
La Sentenza n. 346 del 2002 (quindi molto recente), riconferma un orientamento definito della Corte Costituzionale, in cui si dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge regionale della Lombardia, 9 maggio 1992 n. 20 "norme per la realizzazione di edifici di culto e attrezzature destinate ai servizi religiosi", limitatamente alle parole" in cui i rapporti con lo Stato sono disciplinati dall'art. 8 terzo comma della Costituzione.
Sono Sentenze recenti della Corte Costituzionale, tra altro non di un gruppo regionale, ma di una confessione religiosa (in questi due casi dalla congregazione cristiana dei Testimoni di Geova). In questo modo tutte le comunità, ad esempio quelle islamiche, risulterebbero escluse dalla legge.
Questo è l'obiettivo, molto probabilmente, del testo di legge presentato.
Non si può migliorare, o almeno, non si può migliorare con questo tipo di emendamenti. Purtroppo, non ho potuto essere in aula per illustrare gli emendamenti presentati dal mio Gruppo che toccano proprio questi aspetti.
Gli emendamenti attualmente in discussione hanno il pregio di introdurre correttivi lessicali importanti, ma che non toccano la sostanza.
Rimane una legge con una certa finalità, certi obiettivi, certi destinatari, ma che stravolge l'impianto di ciò che dovrebbe essere una legge generale della Regione Piemonte: garantire, anche ad adepti come gli oratori parrocchiali, di poter ottenere finanziamenti per servizi portati alla collettività, all'interno di un quadro di pari dignità, di pari trattamento, di regole certe, di requisiti e parametri richiesti, e non canali di finanziamento privilegiati, (a pioggia o non a pioggia poco cambia) mirati e destinati alla valorizzazione delle strutture.
Non a caso, come mi è stato riferito dal mio collaboratore riguardo agli interventi di questa mattina dei Consiglieri Contu e Papandrea su quanto è accaduto nella Regione Lazio per opere di ristrutturazione, sono costruzioni di campi di calcetto. Tutto questo, quindi, è mirato ad una fascia di interesse, di questo Consiglio regionale, che non è volta né ad aumentare la concorrenza e la valorizzazione delle attività progettuali n a valorizzare gli interventi esistenti e passati.
Personalmente colgo la provocazione del Consigliere Placido: "Qui, chi non ha peccato, scagli la prima pietra".
Siamo stati tutti all'oratorio e come ci comportiamo? Ci asteniamo? Votiamo a favore di questa legge? Assolutamente no.
Anch'io, come altri, sono cresciuto in un piccolo paese della provincia di Cuneo il cui centro di aggregazione era, inevitabilmente, l'oratorio.
Questo non cambia il mio giudizio. Se io - e questo è un privilegio che ho nei confronti di altri Consiglieri - non molto tempo fa avessi potuto presentare progetti e gareggiare a livello regionale per ottenere un finanziamento per un'attività progettuale o ricreativa, per un dopo-scuola o per un'"estate ragazzi", sarebbe stata una mia crescita culturale all'interno dell'oratorio parrocchiale.
Se i soldi vengono dati al prete per fare un'iniziativa che lui stesso decide, va bene, però stravolge le logiche del buone mercato. Ragionateci: è come dare i soldi al tesoriere di partito, è lui che decide cosa farne.
La mia storia, nell'oratorio parrocchiale di Trinità, finisce quando è stato chiuso un giornalino che noi ragazzi avevano iniziato a redigere e siamo stati cacciati dalla sede, avendo scritto cose non gradite.
Se dietro questo ci fosse stato un finanziamento regionale, ci fosse stata una richiesta di garanzia e di criteri, molto probabilmente quel progetto sarebbe continuato e l'attività del mio paese sarebbe stata arricchita da una pubblicazione, oltretutto esistente, e l'attività di quell'oratorio non sarebbe diventato, come in parte è diventato, un qualcosa di settario e chiuso.
Non voglio democratizzare gli oratori parrocchiali, però rendiamoci conto che intendiamo usare soldi, finanziamenti regionali, anche di chi non crede a nulla, o crede in altro, e li daremo anche a questi fini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mercurio; ne ha facoltà.



MERCURIO Domenico

A differenza del Consigliere Mellano non ho frequentato l'oratorio (anzi, tiravo le pietre), però ho letto l'art. 8 della nostra Costituzione e ricordo a memoria la prima riga. Stiamo mischiando il sacro con il profano.
La prima riga dell'art. 8 della Costituzione afferma che tutte le religioni sono uguali di fronte alla legge. Ma non ha niente a che vedere con la materia in questione, nel senso che essa elargisce quattrini a tutte le religioni, sia a quella dell'art.7, cioè la vecchia religione di Stato poi diventata la religione del Patto, primo e secondo (il secondo lo abbiamo votato nel 1985, il secondo Concordato. La materia che stiamo trattando oggi non discrimina i culti. Se un culto presenta un progetto che è ritenuto idoneo, perlomeno così mi è parso di capire dalla lettura dell'art. 1, questo progetto verrà finanziato.
Pertanto, le pronunce della Consulta non riguardano la legittimità di questa legge. Addirittura se volesse la Regione Piemonte potrebbe dare anche i quattrini ai preti: oltre a quelli che dà lo Stato, rispetto al secondo Concordato, potrebbe dare anche un qualcosa in più, ritengo io.
Non mischiamo il sacro col profano, non creiamo guerre di religione, il tradimento a principi. Io ritengo di essere d'accordo con questo progetto di legge e di non tradire niente, nemmeno lo spirito laico. Nella sostanza si prende atto che nel nostro Paese gli oratori hanno una funzione storicamente riconosciuta a 360 gradi, anche perché le nostre parrocchie vivaddio, non si limitano soltanto a presentare progetti per i cattolici ma si rivolgono all'intera società, sono in prima linea, sotto tutti i punti di vista, sul piano sociale. E ve lo dice uno che cattolico non è, e che non ha mai frequentato gli oratori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Innanzitutto in questa legge si opera una selezione tra "culti riconosciuti" e "culti non riconosciuti", quindi si introduce già una differenza. Inoltre, il dato di fondo è che esclude quelli che non sono culti e che magari sono attivi in questo campo.
Oltretutto la legge è scritta con un forte sbilanciamento nei confronti del culto cattolico. Mi pare che il problema sia dunque questo.
Io scomoderei la Costituzione per far notare come si fa una violazione alla stessa Costituzione, perché si finanziano solo alcuni e non altri. In più, fa sì che una determinata struttura venga immediatamente riconosciuta in modo positivo - senza andare a verificare concretamente - e non intorno ad una questione di progetti.
Se si entra nel merito, ci rendiamo conto che questa legge ha una serie di limiti profondi, ed è il motivo della nostra opposizione. Avremmo preferito una legge con caratteristiche realmente universali, che questa legge ha. Ripeto che dietro la nostra opposizione non c'é nessuna prevenzione di alcuna natura. Anch'io, grazie a Dio, sono ateo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Costa Rosa Anna.



COSTA Rosa Anna

Grazie Presidente.
Tornando all'emendamento presentato ed illustrato dal collega Placido le motivazioni dell'analogia che il collega ha esposto relativamente alla legge nazionale snaturano un po' il senso di questo testo di legge, perch quando si dice "dagli oratori o attività similari" credo che si incorra invece, in un mondo pressoché vago e non specifico, come può essere quello degli oratori, che sono legati non ad un'attività solo di culto cattolico ma anche di altre religioni, quelle che noi citiamo. Quindi bisogna stare un po' attenti a dire "attività similari".
La ragione per cui noi non accogliamo questo emendamento, è proprio perché nella rettitudine nel nostro pensiero, ancorché ovviamente diverso da molti colleghi, non si intende fare un lavoro che sia di tipo marchettaro - lo dico così, perché le altre cose non mi piacciono - e si intende ribadire che c'é un vuoto legislativo in questa direzione, per cui gli oratori, e non già le parrocchie, non sono in grado di accedere ai contributi che noi diamo al mondo del volontariato, dell'associazionismo della prevenzione e quant'altro.
Quando i colleghi si esprimono "riconoscendo questa funzione sociale degli oratori" possiamo aggiungere tutti i campi che vogliamo; li riconosciamo idealmente, ma non ci rendiamo conto che c'é comunque un'opportunità che è venuta a mancare per tanti anni e per tante situazioni. Per cui noi con questo progetto di legge intendiamo semplicemente ridare - e noi riteniamo giustamente - le opportunità di cui hanno bisogno.
Si vuole, inoltre dare una risposta a chi dice che è un provvedimento di nicchia o settoriale:la nicchia è stata fatta fino ad oggi, escludendo gli oratori, perché il mondo dell'associazionismo ha una legge, come pure il mondo del volontariato.
Allora, noi in questa direzione ci vogliamo muovere, dando a tutti i culti ovviamente riconosciuti dallo Stato (in questo siamo abbastanza certi. Il collega Deorsola ha già risposto questa mattina sulle questioni di anticostituzionalità) la possibilità di accedere con progetti a dei contributi. Ribadisco con progetti, perché nessuno ha mai pensato tantomeno noi, ai contributi a pioggia.
Vorrei dire un'ultima cosa ad alcuni colleghi, e se hanno frequentato gli oratori, credo che possano esserne anche testimoni. Io li ho frequentati, ma troppi anni fa, ho però una testimonianza più recente riguardo ai miei figli: a nessun giovane che sia entrato nell'oratorio è mai stato chiesto se apparteneva o meno ad un determinato tipo di fede. I giovani accedono alla parrocchia e, se ritengono, possono fare anche un cammino di fede,diversamente conosco e ho amici dei miei figli che sono totalmente lontani dalla religione cattolica.Nonostante questo, accedono lavorano in gruppo e fanno tutte le attività che la parrocchia mette a disposizione ai giovani negli oratori.
Quindi la parrocchia è un luogo dove c'é un'utenza e non un cliente.
Questo mi piace precisarlo, perché è l'utenza generale ed è l'attenzione all'uomo nel suo insieme, come mente e cuore di cui si tiene conto. L'anima è una cosa di cui si occupa la persona che ritiene di fare un cammino di fede. Se non ritiene di fare un cammino di fede, comunque nell'oratorio è accettato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

La collega Costa ha introdotto il tema della prostituzione. Io cerco di stare nell'ambito, perché non si prostituisce solo il corpo, a volte c' anche la prostituzione delle idee. Quando cerca di allontanare da s l'idea di un provvedimento marchettaro cade in questa ambiguità. È una marchetta. Chiamiamo le cose con il loro nome.
La mia unica preoccupazione che devo far presente come legislatore è che noi continuiamo ad accumulare leggine su leggine, fatte ad hoc per questo o quel soggetto, che rappresenta l'indecenza della politica. E' questo l'aspetto, perché esistono una miriade di leggi di riferimento alle quali si possono attingere in modo certo risorse anche finalizzate nell'ambito dell'attività esplicata, ad esempio, nell'ambito ricreativo culturale, e sicuramente gli oratori svolgono questo ambito.
Allora, si facciano le battaglie nelle sedi opportune, che sono le sedi di bilancio, facendo riferimento alle leggi esistenti. Possono accedere sotto forma di associazioni perché, di fatto, sono associazioni, sono e rappresentano un momento associativo importante.
Sono convinto che il piccolo oratorio della Chiesa di San Giuseppe a Tempio Pausania, in Sardegna, che ho rivisto dopo trent'anni ed è ancora lì come allora, parteciperebbe al progetto, eppure quel campetto ha una sua originalità: è in terra battuta e i ragazzi di oggi continuano a giocare come noi giocavano trent'anni fa, rappresenta sempre un punto di aggregazione importante. Sono convinto che anche l'oratorio del Sacro Cuore gestito dalla Congregazione delle Figlie di Gesù Crocifisso farebbe altrettanto, l'ho visto nelle stesse condizioni, ma poi penso ai Silenziosi Operai della Croce di Moncrivello che hanno un Centro di Formazione Professionale e che magari svolgono anche una funzione oratoriale.
Potremmo continuare all'infinito, ma vedete che, alla fine, il soggetto è sempre lo stesso e che questa legge apparentemente ha un carattere universale.
Il titolo recita chiaro: è una legge di finanziamento agli oratori! E' una legge di finanziamento agli oratori, non svicoliamo dal problema sapendo che svolgono un'attività rilevante, ma che si deve provare a ricondurre nell'ambito delle leggi di riferimento già esistenti. Non è possibile che questa assemblea continui a legiferare con leggi ad hoc mirate.
Allora, richiamo al buonsenso oltre al fatto che, essendo leggi mirate e ad hoc, hanno e si trascinano problemi di legittimità costituzionale però, mi pare che questa sia l'ultima delle preoccupazioni che anima la compagine governativa non solo di questa Regione, ma di questo Paese.
Intanto, i tempi degli attuali pronunciamenti della Corte costituzionale, come ha ricordato il Consigliere Mellano, riguardano provvedimenti di dieci-dodici anni prima. La Corte Costituzionale non è un problema. Si può prendere a calci la Costituzione, se ne può stravolgere lo spirito originario. Qualsiasi provvedimento arriverà dopo non sanerà il danno fatto, mai, quello che è stato è stato, se ne sancisce solo l'incostituzionalità. Ognuno agisce come crede, ma credo che l'unica cosa che non potete imputare all'opposizione sia di avere un approccio marchettaro rispetto ai provvedimenti che proponiamo all'aula.
In genere, parlo per quanto riguarda il nostro Gruppo e le proposte di legge presentate, soprattutto se operanti nel campo del diritto allo studio, del disagio sociale o dei portatori di handicap, hanno questo carattere di universalità: non guardano il colore della pelle, non guardano al credo religioso, non guardano altri aspetti.
Questo è il limite di questa legge. Credo che sia giusto e legittimo ricordarvelo nella discussione di ogni emendamento, proprio per questo limite che, in qualche modo, nel confronto, che credo alto, comunque significativo, che si sta svolgendo in quest'aula possa e debba trovare un punto d'incontro da qualche parte dell'articolato che consenta di riequilibrare il dispositivo. Sarebbe utile trovarlo nell'art. 1, che definisce le finalità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Dopo aver ascoltato tutti gli interventi su questo punto, compresi quelli dei giorni scorsi, inviterei tutti ad una riflessione nel seguente senso. Condivido quanto viene detto dalle opposizioni per quanto riguarda l'impostazione di questa legge. La Consigliera Costa ha detto che questa legge non vuole creare una specifica diversa, anzi, vuole sanare un difetto che ci sarebbe in quanto gli oratori non avrebbero questi finanziamenti.
Però, vorrei dire che noi qui stiamo perdendo di vista lo scopo delle parrocchie, che credo di poter citare, visto che qui sono citate. Credo che tutti coloro che sono cattolici, che credono nella religione cattolica e che seguono le iniziative della religione cattolica non dovrebbero dimenticare che esiste un vincolo che dovrebbe essere l'appartenenza, ma dovrebbe anche esserci un vincolo di sostegno per la propria religione.
Ancora di più, qui viene dimenticato un particolare: la religione cattolica, come altre religioni, invero, ha la possibilità di finanziarsi attraverso l'8 per mille della tassazione IRPEF che i cittadini possono devolvere alla Chiesa Cattolica.
Qui, noi comunque aggiungiamo un contributo economico, che può essere ridotto, a seconda del giudizio che più o meno possiamo condividere, ad un contributo che comunque la Chiesa Cattolica può già avere attraverso quelle sottoscrizioni che i cittadini italiani che credono nella religione cattolica possono liberamente fare, mentre il contributo dovrebbe essere dato a quegli Enti laici che non possono accedere all'8 per mille.
Allora, noi non colmiamo un deficit, ma aumentiamo questa differenza perché gli Enti laici non hanno la possibilità di accedere a questi finanziamenti. Ecco che noi facciamo un'operazione di ingiustizia, che è un po' insita proprio nell'atteggiamento della Chiesa Cattolica. La Chiesa Cattolica in Italia, essendo la Chiesa in cui, bene o male, si riconosce la maggioranza degli italiani, in fondo, ha sempre un po' preteso dallo Stato di essere considerata con un occhio di riguardo. Personalmente, ricordo che la Chiesa Valdese, prima di accettare di essere inserita nell'8 per mille ha vissuto lunghi anni di travaglio per capire se poteva o meno accettare questa partecipazione economica che arrivava dalle tasse degli italiani proprio perché voleva capire il motivo che portava, la chiesa, ad accettare un finanziamento pubblico. Non mi risulta che simili dubbi travaglino la chiesa cattolica, infatti vediamo che leggi come queste non sono solo facilmente accettate, ma anche sollecitate.
Per chi è credente, l'importante è promulgare leggi più giuste, leggi che servano veramente per risolvere le ingiustizie a cui assistiamo tutti i giorni, invece è meno religioso, nel senso deteriore del termine, pensare di risolvere i problemi con le elargizioni economiche. Questa legge dimostra la diminuzione della fede nei cittadini italiani, si sposta il concetto dalla funzione etica e di giustizia, che dovrebbe ricoprire una religione, ad una funzione puramente economica di raccolta fondi per fare qualche intervento. Lo sforzo che stiamo facendo in quest'aula è di cercare di ragionare tutti insieme, soprattutto di far ragionare i proponenti di questa legge per scoprire una funzione che, attraverso questo dispositivo si va perdendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Devo al Consigliere Placido una spiegazione sul perché non parteciper al voto. Non partecipo al voto per evitare di sbagliarmi, per evitare di dare il numero legale a codesta maggioranza, di cui fa parte anche il Consigliere Brigandì, semplicemente non voglio che la leggi passi con una mia astensione, o una mia partecipazione.
Non voglio fare ostruzionismo, o quasi finito gli argomenti di discussione, ci sono trenta emendamenti sui quali interverrò solo su alcuni, poi ognuno si assume le proprie responsabilità. Non voglio che accada quello che è successo prima: su 28 votanti, ci sono stati 4 voti contrari e 24 favorevoli.
Se c'é una maggioranza favorevole a questo testo, si palesi appieno con la piena responsabilità. Mi sembra di aver capito che ci sia un accordo di governo e la maggioranza di questo Consiglio è pronta a votare questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Mi trovo nelle vesti di dovere difendere una proposta di legge presentata dai Consiglieri di maggioranza.
Al Consigliere Mellano rispondo che non c'é nessun accordo di governo come non c'é una guerra di religione su un argomento come questo. Non c' stato nessun apporto alla maggioranza che deve dimostrare di avere i voti: non è successo prima, non succede oggi e, per quanto riguarda il Gruppo DS non succederà neanche domani. Abbiamo votato i nostri emendamenti dopo che c'era il numero sufficiente, sono pronto a chiedere scusa di quello che dico se è possibile dimostrare il contrario.La maggioranza non ha bisogno del nostro aiuto e nemmeno siamo disponibili a dare aiuti non richiesti.
Anticipo una richiesta al Consigliere Deorsola e alla Consigliera Costa: i nostri emendamenti sono stati presentati per cercare, come ha detto qualcuno, di limitare i danni, ma non si può far riferimento alla "regione ecclesiastica piemontese". Quando parliamo che non deve essere di una sola religione, se si prende a riferimento una struttura organizzativa a quel punto, è evidente che il dubbio più che sospetto è quanto mai lecito. L'intento da parte nostra, con i nostri emendamenti è quello di migliorare una proposta di legge che lascia dubbi e perplessità.
Al Consigliere Papandrea, visto che sono difensore di questa proposta di legge, dico che nei campetti degli oratori non gioca né l'anima né lo spirito santo, ma i "gagni" che abitano in Piemonte.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento Il Consiglio non approva



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Volevo sapere qual è il numero legale in questo momento.



PRESIDENTE

Il numero legale è 25.
1.9) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: art. 1, comma 1, aggiungere dopo "riconosciuti dallo Stato" le seguenti parole "e dagli organismi non lucrativi di utilità sociale, dagli organismi della cooperazione, dalle organizzazioni di volontariato, dalle associazioni ed enti di promozione sociale, dalle fondazioni, dagli enti di patronato e dagli altri soggetti privati".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Mi pare che questo emendamento tenda ad intervenire sulla proposta di legge, allargando il concetto. Mentre in altri casi si è eliminato un riferimento per non renderlo selettivo, in questo caso invece proponiamo l'allargamento a tutta una serie di altre strutture che svolgono un'attività analoga a quella che svolgono gli oratori o parte degli oratori.
Quindi, tende esattamente a far sì che la legge assuma un carattere universale, che - ripeto - è l'elemento di fondo su cui noi ci stiamo battendo per cercare di migliorare la legge. Direi che questo emendamento ci permette di essere ancora più chiari, nel senso che, estendendo e non escludendo, si vede che non siamo contrari alla legge, perché si parla degli oratori, ma siamo contrari alla legge perché non si parla di tutto il resto.
Probabilmente anche questa nostra formulazione forse dimentica qualcosa, ma pensiamo che nella sua formulazione permetta di ricomprendere tutti quei soggetti che agiscono sul territorio con funzioni analoghe a quelle che vengono richiamate per giustificare il finanziamento degli oratori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Sostanzialmente questo emendamento ripropone un argomento che abbiamo già trattato, perciò il nostro atteggiamento è sempre lo stesso: siamo contrari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intervengo anche perché nell'intervento precedente della collega Costa c'era un aspetto interessante. Laddove la collega diceva: "Attenzione, voi parlate degli oratori come una realtà chiusa, ma non è così; gli oratori sono una realtà molto più vasta, più aperta, più complessa e più ricca".
Mi viene in mente quello che è successo con le scuole cattoliche, e precisamente le scuole di formazione professionale cattoliche. Sempre per attività lavorativa precedente ho più volte collaborato con i salesiani.
I salesiani nascono come scuola molto chiusa, quasi confessionale, in cui la formazione era abbinata al collegio, ad una vita all'interno del collegio molto definita e controllata, anche spiritualmente controllata. Ho avuto la piacevolissima sorpresa di verificare come, grazie al fatto che le scuole di formazione professionale devono chiedere alla Regione i finanziamenti per le loro attività progettuali - e quindi devono gareggiare in quella corsa, anche dura, che ha fatto delle vittime illustri tra gli enti di formazione professionale regionale - hanno dovuto adottare criteri per valorizzare, in qualche modo, lo spirito ecumenico che già li animava.
Per cui i corsi di formazione, quelli che io ho conosciuto, quelli più significativi, anche quelli che danno più prospettive d'ingresso sul mercato del lavoro per giovani operai professionali o per tecnici di automazione CAD, hanno una parte di partecipazione di persone extracomunitarie notevole, e anche nelle attività di formazione connesse al corso scolastico normale - le classiche scuole medie fatte all'interno dell'istituto salesiano - sono ricche di figure multietniche multiculturali, e di figure che fanno riferimento ad altre religioni e ad altre confessioni religiose.
Questo, cara collega Costa, è dovuto principalmente al fatto che c' una legge regionale; loro devono, all'interno di un progetto formativo gareggiare per avere il finanziamento dell'attività progettuale formativa.
Ed è per questo che il discorso della legge ad hoc è sbagliato, perch impedisce a questa risorsa del territorio di crescere e di diventare perché no - associazione riconosciuta, collegata alla parrocchia, che diventa centro motore progettuale riconosciuto, chiaro, trasparente e anche controllabile delle attività che lì nascono, crescono, si evolvono e diventano patrimonio collettivo.
C'é un dato, che è quello della laicità delle istituzioni, a cui si pu essere più o meno affezionati, però è sicuramente un dato vero in generale e la legge crea poi la sostanza dell'evento. Quei corsi di formazione sono particolarmente interessanti ed appetibili, anche per la presenza plurietnica, dentro le scuole di formazione dei salesiani, perché c'é un bando regionale a cui anche i salesiani e le scuole confessionali devono adeguarsi e quindi gareggiare con quei criteri.
Qui c'é la corsia preferenziale a lato, c'é la corsia ad hoc, e vi prego di credere, colleghi promotori di questa legge, che se ci fosse una legge ad hoc per gli amici valdesi o per gli amici della confessione ebraica o di altre confessioni, sarebbe uguale l'atteggiamento. Tant' vero che il mio gruppo ha avuto l'onore e anche l'onere di beccarsi una serie di improperie, proprio anche dai colleghi di battaglia di oggi pomeriggio, quando abbiamo avuto la forza e il coraggio di dire in quest'aula che quel tipo di proposta di legge, o comunque quel tipo d'impostazione sulla proposta di legge dei buoni-scuola, era una legge che poteva andare bene, e poteva essere migliorata, perché garantiva un quadro generale all'interno del quale dicevamo: anche quelle confessioni religiose nuove, che stanno arrivando ed arricchendo il nostro territorio, possono gareggiare e pensare di costruire dei corsi formativi per gli islamici, per i valdesi o per gli ebrei.
Così non è in questo caso, intanto perché c'é questa previsione collega Mercurio, che esclude le religioni non riconosciute - e questo è un vulnus grave, che risottolineo - ma soprattutto perché la legge è fatta in questa forma ad hoc per una parte cattolica o non cattolica, ma per una parte specifica della nostra società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Mi sembra che siamo di fronte a una di quelle situazioni già viste in quest'aula, nelle quali si sostengono a parole determinate cose, e poi si fanno degli atti che vanno in senso esattamente inverso.
Prima la collega Costa aveva negato la possibilità che questa legge fosse fatta ad hoc per gli oratori, per la Chiesa cattolica, dicendo che non è una legge che va in questo senso, ma è una legge diversa.
In realtà,a dispetto delle affermazioni fatte, gli atti, cioè la legge che si sta portando avanti, vanno nel senso opposto, dando ragione a quanti sostengono che questa è una legge che serve esclusivamente per portare un po' di contributi economici agli oratori delle parrocchie.
Questo è dimostrato, in maniera ineludibile, dal fatto che emendamenti proposti, che vorrebbero ampliare la legge dandole caratteristiche di maggiore attenzione verso tutti gli organismi della cooperazione, del volontariato, delle associazioni ed enti di promozione sociale (ossia tutte quelle situazione che la legge non prevede), in pratica sostengono una categoria particolare.
Questa è una conclusione che non si può negare; ancora di più se teniamo presente che tutti questi organismi dipendono esclusivamente da eventuali progetti finanziati da leggi statali e regionali, mentre, per quanto riguarda gli organismi della chiesa cattolica, hanno la possibilità di accedere già ad un finanziamento tramite l'8 per mille delle tasse pagate dai cittadini italiani che decidono di devolverle alla chiesa cattolica.
Non si può negare che la legge, pur volendo avere un impianto generalista, dà solo un contributo agli oratori parrocchiali.
Invito i relatori a considerare la possibilità di dare un segnale che la Regione Piemonte crede ancora nella laicità delle Istituzioni. Chiedo veramente che facciano uno sforzo in questo senso e che aprano la legge accettando gli emendamenti proposti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Voterò favorevolmente l'emendamento perché, pur lasciando dubbi che come Gruppo abbiamo già espresso, introduce una sostanziale modifica che stravolgerebbe il senso dell'art. 1, cambiandone significativamente il testo.
Voterò a favore, avendo però la cortezza di attendere per verificare la presenza del numero legale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.9) Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto sull'art. 1.



TAPPARO Giancarlo

Questo articolo è il cuore della proposta, quindi credo che non si possa liquidare tranquillamente.
Il dibattito ha mostrato la presenza di divisioni interne di fondo.
Apprezzo l'attenzione e l'apertura dei colleghi a cercare un miglioramento ma è chiaro che la frattura è reale (e non mi soffermerei sulla vicenda dell'8 per mille evocata dal Consigliere Moriconi).
In questo modo si perde l'opportunità - ed è un po' il nostro limite di inserire un provvedimento specifico che non ha, però, una corposità tale da stare in una norma a sé, forzandolo in una norma specifica.
Come è stato detto dal Presidente Ghigo all'inizio della legislatura e dal Presidente del Consiglio nel suo insediamento, occorre riordinare il corpo legislativo della Regione legiferando leggi-quadro. Nel corso del tempo, l'artigianato, il commercio e le aree industriali hanno avuto una produzione legislativa che ne ha sfaccettato l'unitarietà. È giunto il momento di darci un'autoregolazione.
Potrei essere smentito perché ho presentato provvedimenti che possono apparire particolari, come la proposta di legge per sostenere il sistema delle piccole librerie, e qualcuno potrebbe dire che si tratta di una componente più generale sulla cultura. Se, però, portiamo all'estremo questo ragionamento, con "quattro leggi" potremmo essere felici e contenti limitandoci solo alla "manutenzione".
A mio parere, per superare eventuali limiti, è opportuno cogliere, in uno strumento legislativo unico, la politica giovanile. Componente significativa, ma che non può costituire il corpo generale della legge.
Dall'altra parte, nella norma si rileva il tentativo, la possibilità di inserire nel testo di legge altri culti riconosciuti - e magari anche non riconosciuti - dallo Stato.
La situazione è molto complessa. Resta l'impianto e sul punto la Consigliera Costa ha dato, opportunamente, una risposta.
I colleghi che sostengono il provvedimento non sono dei principianti quindi se non l'hanno blindato, certamente adesso, nel corso della discussione, gli hanno dato una maggiore difesa di quella che aveva l'impianto originale.
La risposta è quella, e va bene, ma non può valere per tutto il resto perché c'é già una legislazione legata all'associazionismo e ad altre cose.
Voi vorreste far valere la specificità degli oratori, che sono leader nelle politiche di servizio ai giovani come momento di aggregazione, ma è un aspetto che nella legislazione nostra dell'associazionismo difficilmente entra, perché il nostro è un associazionismo sportivo, è un associazionismo culturale. Certamente svolgono dei compiti importanti, ma la caratteristica proprio specifica dell'intrattenimento del giovane non c'é nella nostra legislazione. Oppure me la si può indicare, perch confesso di non essere un tuttologo e di poter avere dei limiti di conoscenza. Ma mi pare di non scorgere nel nostro sistema legislativo una normativa che preveda una forma di associazionismo che viene già finanziato e che ha proprio il carattere della socializzazione del giovane. Ha una serie di altre funzioni, come ad esempio quella culturale o quella sportivo, e così via.
Sappiamo che è preponderante l'assortimento da parte degli oratori sempre se presentano dei progetti, ma mi pare che su questo stiamo arrivando a punti di avvicinamento. Occorrerebbe rompere questo schema altrimenti resta un po' una legge confessionale, non più della confessione cattolica, ma una legge confessionale. Anche il laico ha una sua confessione, anche l'associazione libera laica ha una sua forma di associazione, che è la laicità intesa in senso generale.
Sarebbe stato bello nel corso della discussione un inserimento da parte dei proponenti o per esempio dall'Assessore Leo o dalla collega Cotto perché anche il Governo è parte attiva in queste cose, e lo vedo invece molto passivo.
Esprimo, pertanto, il mio voto contrario su questo articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

L'intervento del Consigliere Tapparo ha in parte preceduto le considerazioni che intendiamo esporre. Il voto è negativo su questo articolo.
Effettivamente è l'articolo centrale della legge stessa ed è l'articolo che abbiamo cercato di modificare in una legge che comunque si presenta con una sua relativa organicità (negli articoli seguenti oserei dire che peggiora, ma riprenderò il discorso in seguito).
Il fatto nel corso di questa fase del dibattito non si sia voluto accogliere una serie di emendamenti che correggevano l'errore di fondo di questa legge, cioè il fatto di promuovere e rivolgersi solo ad alcune realtà, nelle fattispecie gli istituti cattolici e gli oratori legati ad essi, mi pare il dato prevalente che ci porta ad un voto contrario.
Credo, inoltre, che nella parte successiva la legge accentui ulteriormente questo elemento, perché mentre in questa parte si parla anche di altri Enti di culto riconosciuti dallo Stato, gli altri articoli (in particolare gli articoli 3 e 4, ma anche lo stesso art. 2 o il 5, al di là dell'articolo finanziario), riducono il campo, e parlano esclusivamente delle istituzioni cattoliche. Mi pare che questi elementi mettano ulteriormente in chiaro che tipo di legge sia.
Per questo motivo, voteremo contro l'art. 1, ma, a maggiore ragione contro gli articoli successivi. Non avendo modificato l'art. 1, mi pare che la discussione sugli altri articoli sia quasi inutile sotto certi aspetti, cioè se si volesse intervenire per correggere l'impostazione di fondo, data dal fatto che la legge si rivolge solo all'ente parrocchia agli istituti cattolici e ad altri Enti riconosciuti dallo Stato. Se non si fa questo, diventa difficile intervenire, perché questo primo articolo lo rende praticamente impossibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi, colgo l'occasione della dichiarazione di voto sull'art. 1 per fare qualche considerazione che può valere, in parte anche per gli articoli successivi, prima della dichiarazione di voto finale.
Certamente avremmo preferito, come abbiamo avuto modo di dire anche in Commissione, un'altra legge, una legge che non isolasse alcune strutture rispetto al altre nel riconoscimento della loro funzione sociale, che le valorizzasse complessivamente tutte e che, nello spirito della legge nazionale n. 328 - la Legge Quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servici sociali - ma anche dentro lo spirito della legge n. 285, potesse svolgere e realizzare questa funzione.
Non vi nascondo, però, il fatto che nel momento in cui una proposta di legge come questa viene presentata, così com'è stato presentato il testo a livello nazionale, di cui ho una copia qui davanti a me, vi è una volontà precisa del riconoscimento di una precisa funzione sociale svolta da una precisa realtà e da una precisa struttura.
Io ritengo che già nel dibattito a livello nazionale - e questa è stata la ragione che ci ha portato ad esprimere un voto favorevole - sia stata ottima l'azione svolta in Commissione, per cui dal primo testo presentato al testo della Commissione si arriva a questo riconoscimento, che è un riconoscimento certo specifico, che va in direzione di una realtà e di una struttura specifica, ad un allargamento alle funzioni e alle attività similari a quelle delle parrocchie e degli altri istituti religiosi, nonch delle altre confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato un'intesa. Mi pare che in questa direzione, rispetto al dibattito, siamo riusciti ad andare anche con la legge attuale.
Quindi, se certo non è stata accolta una richiesta che veniva da più parti, soprattutto dalle opposizioni, di integrazione di questo momento dentro un momento più complessivo che riguarda altri servizi che si dice siano già finanziati da altre leggi (vengono ricompresi, è vero, ma qui c' un momento che può creare una situazione particolare di differenziazione tra servizi laici e servizi religiosi, servizi gestiti da qualcuno piuttosto che da qualcun altro), devo dire, però, che questa formulazione e questa caratteristica che la legge viene ad avere in questo momento è per noi elemento tale da consentirci di votare a favore.
Voglio poi dire che, come ricordava oggi il collega Marcenaro, questo voto assume un significato di merito rispetto a questo testo, ma anche un significato politico nel momento in cui, oggi, in questa Regione, su questioni di tale rilevanza, che investono con grande sensibilità le coscienze laiche e le coscienze cattoliche, invece di affrontare queste questioni e queste problematiche, dall'aborto a quant'altro, con pacata riflessione, nel rispetto delle problematiche, delle sollecitazioni e delle differenze di opinioni reciproche, vedo con preoccupazione insorgere e ritornare un dibattito con caratteristiche da crociata, che non vedevo più da tanto tempo in questo Paese, dopo il referendum sul divorzio e dopo quello sulla legge n. 194, che con queste caratteristiche e con questi toni non faceva più parte della realtà di questo Paese. Non ne faceva più parte grazie anche alla consapevolezza con cui le donne, in particolare, avevano consentito a tutti, laici e cattolici, di poter affrontare con serenità e fuor di spirito di crociata quel problema.
Questo voto è anche un voto che manda un segnale preciso in questa direzione: noi sappiamo dividere, sappiamo distinguere rispetto alle questioni, assumiamo delle decisioni precise su questioni che riguardano sia la coscienza laica che la coscienza cattolica con grande rispetto e con la stessa determinazione con cui diciamo che si deve applicare in tutte le sue forme la 194, anche quelle delle sperimentazioni più avanzate diciamo che bisogna finanziare gli oratori.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Signor Presidente, noi voteremo a favore dell'art. 1 nella formulazione che è il risultato del lavoro di Commissione. E' un lavoro che ha visto negli apporti degli enti e dei soggetti consultati un miglioramento rispetto a quella che era la formulazione originaria. Con questa formulazione si riconosce la funzione educativa, formativa, aggregatrice e sociale svolta dall'Ente Parrocchia, dagli Istituti cattolici e dagli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato attraverso le attività di oratorio.
Questo è il titolo della proposta che proporremo, abbiamo già fatto un emendamento che proporremo per la legge.
Desideriamo ringraziare tutti coloro che sono intervenuti in questo dibattito, sia a livello di Commissione sia in aula, anche chi non condivide questa nostra impostazione, perché ci ha permesso comunque di conoscere una parte assolutamente rispettabile della società civile che ha un'altra impostazione.
La nostra valutazione, ovviamente, è positiva e ringraziamo tutti coloro che aderiscono alla nostra proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Signor Presidente e cari colleghi, è un dibattito interessante davvero.
Alle ore 17.45, prendiamo atto che la proposta di legge n. 174 passerà alla storia come la legge Deorsola-Manica. Dopo aver avuto le proposte di legge Cavallera-Chiezzi sui rifiuti, dopo le proposte di legge Angeleri-Suino sulle medicine non convenzionali, è chiaro che c'è un disegno complessivo per cui questo Consiglio riesce a produrre alcune leggi, quelle leggi che il centrosinistra decide di far passare e, ovviamente, se ne assume tutta la responsabilità, soprattutto il partito di maggioranza relativa all'interno del centrosinistra. E' un centrosinistra che è stato in grado per nove mesi di fare barricate su una proposta di legge come quella Leo sui Buoni scuola, che aveva la dignità culturale di essere un disegno di legge liberale, perché garantiva a tutti di poter accedere a forme di contributi per un sistema scolastico libero. Su quello abbiamo avuto alti e pesanti interventi sulla moralità, sul ruolo, sulla dignità di questa istituzione, invece, oggi, di fronte ad una leggina bieca che darà finanziamenti ad alcuni, su cui c'è un fondato - lo ripeto - dubbio di costituzionalità, abbiamo anche questa assunzione di responsabilità.
Mi accaloro perché la Consigliera Giuliana Manica con sapienza ha saputo collegare argomenti e introdurre in questo dibattito il richiamo ad una polemica esterna al Consiglio, per il momento, rispetto all'aborto farmacologico. Purtroppo, è una questione molto diversa, molto tragica quella e molto paradossale questa, per cui è davvero un tono sbagliato quello di condurre insieme una discussione che ha piani completamente diversi.
Voglio ripetere in questa sede quello che abbiamo detto come Gruppo consiliare Radicale-Lista Emma Bonino, qualche giornale magari vorrà riprenderlo. Noi dobbiamo dare atto, e lo facciamo pubblicamente, lo faccio adesso sperando di non creare ulteriori problemi all'Assessore alla sanità D'Ambrosio, di un atteggiamento laico nella applicazione della legge, tutto quanto questa non ha: non è laica, non tiene conto della impostazione laica dello Stato, dà una corsia preferenziale di finanziamento a certi istituti e a certi clientes, che abbiamo scoperto non essere solo di centrodestra sono anche importanti lobby di potere e di voto del centrosinistra.
Prendiamo atto che, invece di finanziare, come peraltro è possibile fare, le attività di politiche giovanili e del lavoro all'interno delle leggi che ci sono, domani vi troverete a votare un Piano giovani, e anche su quello magari avremo il voto dei DS, dove 60 mila euro vanno ai progetti di finanziamento delle strutture pubbliche di informazione, a tutti i progetti comunali di tutti quei Comuni di centrosinistra che si sono inventati progetti per le politiche giovanili e per l'integrazione dei giovani, e 100 mila euro sono andati a Ernesto Olivero per una festa del Sermig, pubblica, ma privata nello stesso momento, di Piazza San Carlo.
Questo è il modo di governare le politiche. Questo è il modo di fare di una maggioranza che nella sua sgangheratezza, anche nella sua chiarezza di obiettivi, porta il Consiglio a votare questa proposta di legge. La notizia di oggi è che questa proposta di legge uscirà con questi dubbi gravi, con questa formulazione davvero inadeguata e uscirà anche con il voto degli amici e stimati colleghi DS. Questa è una cosa che dispiace, è una cosa che davvero in qualche modo è da segnalare.
Credo che davvero con questo abbiamo concluso relativamente agli interventi perché gli articoli successivi sono formulati in modo tale che si commentano da soli nella stessa lettura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ascoltando l'intervento del collega Mellano sembra quasi di essere in sede di dichiarazione di voto per l'approvazione della legge. In realtà, siamo all'art. 1, sappiamo che è l'articolo fondamentale, l'articolo che sancisce le finalità.
Mi auguro che la legge non passi alla storia come una legge formulata sulla base di un accordo tra maggioranza e opposizione, ma come legge che riconosce l'importante funzione sociale svolta dagli oratori e dalle altre realtà che abbiamo inserito nell'art. 1 modificato. Se questa legge avrà questa funzione, sarà riconosciuta valida e riconosciuta come un'ottima legge.
Facendo riferimento all'intervento del Consigliere Mellano, penso ci sia un modo di dialogare e di rapportarci tra opposizione e maggioranza soprattutto su quelle leggi che hanno come obiettivo un risultato immediato sui cittadini. Il Consigliere Mellano faceva riferimento ad un altro "inciucio" che ci sarebbe stato in precedenti leggi. Posso garantire, parlo per quanto riguarda la legge approvata qualche settimana fa relativa alle medicine convenzionali, che noi abbiamo guardato non solo all'effetto che poteva avere la legge sui cittadini, ma anche sugli operatori del settore.
Riteniamo, nonostante molti abbiano fatto pressioni perché questa legge non passasse, di non aver accettato pressioni, di aver fatto un passo in avanti verso la democrazia e un passo in avanti verso il miglioramento della qualità della vita nella nostra Regione approvando la legge stessa.
Ritengo che anche questa legge sia un altro passo in avanti; l'art. 1 così come formulato, è il giusto riconoscimento nei confronti di chi, da anni, svolge una funzione storica e importante nella nostra città a favore dei nostri figli.
Noi, ovviamente, voteremo a favore dell'art. 1.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Intervengo per esprimere voto favorevole sull'art. 1.
Mi sarei fermato a questa dichiarazione, tuttavia le considerazioni espresse dal Consigliere Mellano nell'ultimo intervento, obbligano ad esprimere qualche valutazione per evitare che alcune accuse, proprio perch passano in silenzio, possano sembrare vere.
Non concordo assolutamente sulle valutazioni che il Consigliere Mellano ha espresso. Innanzitutto per una questione di metodo. Il fatto che una proposta di legge, presentata dalla maggioranza o dalla minoranza, dopo un dibattito e un confronto consenta di avere un consenso molto più ampio, è democrazia. Gli altri termini sono impropri: è democrazia perché avviene tutto alla luce del sole.
In ogni caso, ritengo positivo il fatto che ci sia una convergenza attorno ad un obiettivo, che vale molto di più di posizioni espresse magari con forza e con dignità, da parte di qualche Consigliere che vuole assurgere ad un ruolo di censore di comportamenti che devono, per forza di cose, avere un comportamento distinto tra maggioranza e minoranza. Noi abbiamo una concezione diversa, del dibattito e del confronto. Questo è un fatto importante. Se valesse questo principio, Consigliere Mellano, quante volte avremmo dovuto censurare il fatto che il Partito Radicale ha condiviso molte proposte della maggioranza? Non lo abbiamo mai fatto.
Quante volte ha condiviso delle posizioni fortemente liberiste del Partito Radicale? Abbiamo censurato questo comportamento? Lo abbiamo sempre ritenuto un comportamento legittimo, sicuramente possibile, che fa parte del dibattito politico. Seconda osservazione. E' ingeneroso dire che si approva o si ha una posizione favorevole verso una proposta con queste caratteristiche, per accontentare dei clienti. Questo vuol dire avere un pregiudizio ideologico fortemente anticlericale che appartiene al secolo scorso. E' passato un sacco di tempo! Le questioni si sono evolute. Vengono utilizzati degli "arnesi" che sono completamente antistorici.
Non dico che la proposta di legge sia perfetta, probabilmente alcune osservazioni sono giuste. Ritenere grave il fatto che la Regione stanzi finanziamenti agli oratori che svolgono una funzione sociale e non ritenere grave, invece, che vengano dati finanziamenti a privati, quando magari svolgono attività per il turismo o di tipo economico, dal nostro punto di vista è ancora più grave e vuol dire avere atteggiamenti diversi. Vuol dire avere una pregiudiziale forte di carattere ideologico.
Sappiamo tutti, al di là della vicenda personale del Consigliere Mellano, che gli oratori non hanno mai svolto una funzione politica. Mi pare di capire che c'é questa preoccupazione da parte di qualche Consigliere, ma se fosse così l'Italia sarebbe fatta di cattolici. Gli oratori, svolgendo un funzione educativa nei confronti dei giovani, non hanno mai svolto un'educazione che ha limitato le libertà delle scelte di carattere politico ed educativo successive. Altrimenti nessuno potrebbe oggi affermare, come ha fatto il Consigliere Contu: "ho frequentato l'oratorio, ma oggi sono di Rifondazione Comunista". Questa è la dimostrazione più chiara e più lampante che gli oratori svolgono una funzione importante dal punto di vista educativo e sociale. Lo svolgono molto spesso in luoghi dove l'ente pubblico non l'ha mai svolto e continua a non svolgerlo. Una posizione estremamente importante. Un riconoscimento non mi sembra un fatto clericale, ma un fatto estremamente laico. C'é una componente della società che svolge una funzione sociale, questo lo abbiamo riconosciuto, deve essere aiutata. Un altro elemento importante - e mi pare che i presentatori siano d'accordo ad accogliere il suggerimento - è quello di estendere questo compito, non soltanto per gli oratori.
Ho voluto ribattere ad alcune osservazioni perché non vogliamo accontentare nessun cliente, ma riconoscere un ruolo importante nella società anche per i valori che gli oratori, sono capaci di infondere nella società. Valori alti, non banali mirati al rispetto della persona e all'aiuto dei più deboli. Questo non mi sembra un fatto secondario in una società in cui prevalgono altri valori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu, ne ha facoltà.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

E' chiaro che l'impostazione ha lo stesso valore, perché io esprimo la non partecipazione al voto, ma ha la valenza di espressione di contrarietà al provvedimento.
Presidente, sono voluto intervenire, soprattutto stimolato dall'intervento del Consigliere Saitta, che ha introdotto un elemento molto interessante nella nostra discussione, e che sempre più mi fa sentire orfano della vecchia Democrazia Cristiana.



(Commenti in aula)



CONTU Mario

Voglio specificare il motivo. In questo paese - è vero - stanno succedendo delle cose strane: tutto quello che non ha osato fare la vecchia DC, oggi lo fa qualcuno al suo posto, ma - badate bene - lo fa quella parte della DC, e non a caso primo firmatario è Buttiglione, che ha portato ad una deriva il centrodestra, nella sua collocazione nell'arco politico, ma soprattutto con un recupero di tipo integralista.
Questi provvedimenti hanno questa caratteristica, non è differente la questione dei buoni-scuola, che trova convergenze parallele ed abbastanza strane. Però dietro c'é questo approccio di tipo integralista, che invece stride con una società che cambia e che ha bisogno probabilmente di provvedimenti improntati ad un'universalità dei diritti che, nella loro connotazione, non siano mirati ad hoc, e soprattutto non siano escludenti.
Questa è la nostra preoccupazione.
Poi entrando nel merito del ruolo svolto, questo è un atto che va assolutamente riconosciuto. Non è in discussione questo aspetto, ma il fatto che si privilegia una scuola (tipo pedagogico), un orientamento, un approccio di tipo confessionale, non tenendo conto che siamo in una società multietnica. Questo è il problema, è da qui che dobbiamo partire.
L'accusa che formuliamo al portato di questa legge è proprio che, nella sua articolazione e soprattutto nelle sue finalità e nei soggetti fruitori resta particolarmente targata. Bisognava compiere un atto di coraggio.
Persino il provvedimento legislativo approvato in Parlamento, da questo punto di vista, ha carattere di maggiore universalità.
Questo, invece, affonda sempre di più le radici e si connota - come sosteneva giustamente la Consigliera Costa - in un'attenzione particolare privilegiata, solo ed esclusivamente ad un pezzo importante - ma che nessuno disconosce - che opera nella nostra società con risultati anche significativi. Però è su questo che non troviamo un punto d'accordo.
Secondo me, almeno nei punti successivi, ci sono almeno due articoli che si prestano a riequilibrare il problema. Non sono così sconfortato e pregiudizievole come ha manifestato il Consigliere Mellano.
Secondo me il tentativo lo ha fatto, e probabilmente questa discussione ci accompagnerà oggi, domani, ma noi non abbiamo forzato, perché avevamo tutti gli strumenti per procrastinare al massimo l'approvazione di questo provvedimento. Il tentativo è ancora quello di vedere se c'é un atto di attenzione alle argomentazioni che noi portiamo.
Per questo annuncio la non partecipazione al voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Grazie, Presidente. Ritengo che molta acqua sia passata sotto i ponti in questi anni, e mi riferisco in particolare al secondo concordato, quello del 1985, che ha stemperato il clima creato precedentemente dal primo concordato.
In particolare, questa proposta di legge segue l'orientamento emerso a seguito del secondo concordato dell'85. Le cosiddette intese, a cui faceva riferimento e fa ancora riferimento oggi l'art. 8, non sono più le intese del primo concordato, ma sono intese che, in questi anni, hanno dato la possibilità a molte confessioni di avere il cosiddetto riconoscimento da parte dello Stato, che è molto semplice, non è molto macchinoso.
Se non ci fosse stata la previsione dell'art. 1 della proposta di legge, allora sì, avremmo avuto un problema di legittimità costituzionale perché avremmo urtato non l'art. 8, colleghi Mellano e Palma, ma l'art. 3 che riguarda il principio di uguaglianza. Secondo me il principio di uguaglianza è tutelato da questa norma contenuta nell'art. 1 della proposta di legge presentata dal Consigliere Deorsola. Quindi, le più diverse confessioni possono chiedere di essere equiparate a tutte le altre.
Teniamo conto che oggi c'é la massima libertà per tutte le confessioni religiose. Ma giustamente si è detto: "E chi non c'é? Chi non ha il riconoscimento?" Chi non ha il riconoscimento, intanto risponde al principio di libertà che viene sempre garantito. Il principio di libertà è molto semplice: tutte le confessioni sono libere di fronte alla legge. Ma la legge costituzionale cosa dice, caro Mellano? La legge costituzionale dice che bisogna avere il riconoscimento, e lo si deve chiedere. Se lo si chiede, lo si può ottenere, e quindi si possono fare i matrimoni e tutte le cose che possono fare gli altri.
Qui sono emerse delle preoccupazioni, nel senso che qualcuno ha detto che questa è una legge fotografia. Questa è una legge che nasce in un paese, in cui "in ogni paese c'é una campana", come si suole dire. C' anche un detto che dice: "la campana è ...." - e non lo concludo perch contiene una brutta parola. Se in ogni paese c'é una parrocchia, quindi c' un oratorio, è perché storicamente questo paese è nato e si è sviluppato attraverso una formazione millenaria, culturale e di progresso di un certo tipo. Ma questo nulla impedisce a confessioni che vengono da tutto il mondo di chiedere al Ministero degli Interni e, se hanno i requisiti, di ottenere l'equipollenza.
Quindi, voto con piacere questo articolo e, in generale, voto questa legge, perché non pregiudica, non attenta né al principio di libertà né al principio di uguaglianza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Esprimo il voto favorevole del Gruppo Alleanza Nazionale sull'art. 1 che definisce finalità e oggetto. Nel ribadire il riconoscimento della funzione educativa, formativa, aggregativa e sociale degli oratori dico una ovvietà: sono funzioni e ruoli che hanno storicamente svolto; tanto è vero che le critiche mosse partono da un pregiudizio di tipo ideologico. Mi stupisce che proprio oggi, in una società sempre più evoluta dove si attenuano sempre di più i controlli sociali (rilevanti sotto il profilo formativo) e dove gli oratori si pongono - storicamente ed attualmente come agenzie formative, devono essere incoraggiati e sostenuti.
Il rilievo mosso dal Consigliere Mellano (e qualche giorno fa anche dal Consigliere Palma) in ordine al vizio di incostituzionalità e il richiamo alle Sentenze della Corte Costituzionale pronunciate in ordine all'attribuzione di contributi sugli edifici, non sono riferimenti pertinenti, in quanto partono da un dato oggettivo: la natura confessionale e religiosa degli istituti.
Mi pare che qui si sia spostato il problema: non è in ragione della soggettività dell'ente che si pensa di dare vita a questa legge, ma partendo proprio dal riconoscimento della funzione educativa, cioè da un dato oggettivo. Come è stato giustamente espresso dal Consigliere Mercurio non vi è nessuna discriminazione, anzi, si parte da una valutazione che, se esistente, può essere universalmente apprezzata.
Per quanto riguarda il rilievo di schieramento, concordo sul fatto che la flessibilità degli schieramenti, quando non è ispirata da reconditi motivi, è un fatto positivo.
Trovo assolutamente incredibili le parole del Consigliere Contu quando sottolinea che quella parte del mondo cattolico è approdata a destra.
vero, la destra si connota e si caratterizza sempre per una sua socialità che comprende tutti i corpi sociali e tutta la collettività; quindi, se prima non è accaduto, è perché sul punto vi era, se non proprio un tradimento, quanto meno qualche timidezza.
Questa occasione diventa motivo per verificare come in effetti vi siano coalizioni rette sul piano di un'evidente strumentalità che nelle verifiche serie ne denunciano l'innaturalezza.
Per ragioni sociali, religiose e politiche, voteremo favorevolmente l'articolo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante il procedimento elettronico, sull'art.
1.
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo art. 1 bis) presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: è aggiunto il nuovo articolo: "Art. 1 bis.
I Comuni, titolari delle funzioni amministrative concernenti gli interventi sociali svolti a livello locale concorrono alla programmazione regionale per i soggetti riconosciuti della presente legge attraverso il metodo della programmazione degli interventi e delle risorse, dell'operatività per progetti, della verifica sistematica dei risultati in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni, nonché della valutazione di impatto di genere".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Proponiamo l'art. 1 bis che testualmente recita: "I Comuni, titolari delle funzioni amministrative, concernenti gli interventi sociali svolti a livello locale, concorrono alla programmazione regionale per i soggetti riconosciuti dalla presente legge, attraverso il metodo della programmazione degli interventi delle risorse, delle operatività per progetti e della verifica sistematica dei risultati, in termine di qualità e di efficacia, delle prestazioni; non ché delle valutazioni di impatto e di genere".
E' un articolo mirato: richiama un discorso già aperto nei nostri ragionamenti in occasione della discussione sull'art. 1 che, se impostato in questo modo (e mi rivolgo, in particolare, ai proponenti), dovendo decidere di non consumare un atto di complicità sulla legge, lo dovremmo ritirare.
Così com'è articolato afferma che le finalità sono sancite dall'art. 1 e, in relazione ad esse, si inseriscono elementi che definiscano l'entità delle risorse, ma, soprattutto, inseriscano elementi di valutazione dei progetti, della verifica sistematica sulla qualità e sull'efficacia delle prestazioni che all'interno di un progetto dovrebbero rappresentare l'aspetto saliente.
Qui "casca l'asino". Se i proponenti sostengono di voler approvare un emendamento per evitare i finanziamenti a pioggia agli oratori e stabilire il principio della progettualità, allora dovete approvare l' emendamento perché inserisce elementi di precisazione nell'ambito dei quali si pu espletare ciò che poi dovrà essere un regolamento attuativo.
Se non si inseriscono elementi che normano con una serie di criteri minimi, allora è inutile continuare a dire che il modello non è la Regione Lazio, punto e basta.
Pertanto, vi invito a leggere con attenzione questo articolo, perch dovrebbe trovare sicuramente l'adesione dei sottoscrittori della proposta di legge.



PRESIDENTE

Il parere del relatore?



DEORSOLA Sergio

Il nostro parere é contrario. Abbiamo appena approvato l'art. 1, che definisce le finalità e l'oggetto e questo, surrettiziamente, lo vediamo come un emendamento fuori tempo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
ART 2 2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: "Abrogazione dell'art. 2"



DEORSOLA Sergio

L'emendamento in discussione è dello stesso tenore del successivo.



PRESIDENTE

Sì, è dello stesso tenore.
Dichiaro accorpati gli emendamenti 2.1) e 2.2) in quanto identici.
Infatti, l'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo recita: 2.2) "L'art. 2 è abrogato" .
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, questo mio emendamento, che è analogo a quello presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea, ha il senso di eliminare in qualche modo una specie di dispositivo nella norma che porta proprio quei limiti, dal mio punto di vista, che la norma ha.
La proposta, quindi, è di eliminare questo passaggio. Capisco che occorrerà fare un intervento di manutenzione all'impianto normativo perché altrimenti si affloscia, perché si tiene ovviamente tutto l'impianto. Però questo lo si può vedere in sede emendativa.
Ritengo, dunque, che questo art. 2, proprio per lavorarci sopra e non con uno spirito semplicemente distruttivo, vada abrogato. Potrebbe essere un'occasione per permettere eventualmente di ricostruirlo in forma più idonea. Non sto a ripetere quali sono gli elementi di questa idoneità dal mio punto di vista, cioè allargare in modo generale l'intervento della norma, evitare che sia un meccanismo chiuso, con carattere confessionale e quindi dargli quel senso di norma generale che, non potendo farlo all'interno di una normativa più ampia delle politiche giovanili, possa almeno tentare di mettere un rattoppo in questo modo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Prima discutevo col funzionario d'Aula sul Vocabolario del Consigliere che è norma sulle fonti di diritto. Io ero rimasto ancora alla Curia Arcivescovile o Vescovile e non capisco, invece, la citazione "attribuisce alla Regione ecclesiastica piemontese". Si tratta di un organismo sovraordinato? Non riesco a comprendere questa "facoltà di far parte di Commissioni consultive e di organismi regionali che si occupano del settore mediante rappresentanti da loro designati". E soprattutto va oltre, traborda questo articolo, "in fase di elaborazione del programma regionale di interventi nell'area minori, adolescenti e giovani".
Presidente, sull'ammissibilità di questo articolo io ho qualche dubbio, perché di quale legge di riferimento stiamo parlando a livello regionale? È generico. "Programma regionale di interventi nell'area minori": ma cosa c'entra il finanziamento agli oratori col "Programma regionale di interventi nell'area minori"? Qui c'é un'invadenza di campo legislativo che mi sembra debba attirare un po' la nostra attenzione, perché non riesco a comprenderne l'ammissibilità, perché parla d'altro e non della legge di riferimento.
Cosa c'entra "la Regione ecclesiastica piemontese" se parliamo di oratori e di organismi analoghi che operano anche in diversi culti? Cosa c'entra in tutto questo? Anche dal punto di vista terminologico questo art. 2 è estremamente limitativo. È al limite dell'ammissibilità.
Io non conosco bene la procedura, ma cosa vuole dire? A chi si riferisce? Qual è, Assessore, il campo di intervento nel quale si fa la programmazione nell'area minori, adolescenti e giovani? Oltretutto, forse è una competenza di un altro Assessorato, ma non lo so. Non riesco a comprendere cosa c'entri l'art. 2, visto che nelle finalità e nell'oggetto ci sono riferimenti altri, con questa specifica attribuzione alla Regione ecclesiastica piemontese. Non so se esiste la Regione ecclesiastica musulmana o la Regione ecclesiastica valdese o la Regione ecclesiastica dei Testimoni di Geova. Non lo so, qualcuno mi aiuti a capire perché trovo questo art. 2 assolutamente incoerente rispetto al testo di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente.
Come sottolineava adesso il collega Contu, questo articolo è di una vaghezza sconcertante e di una precisione sconvolgente, perché il problema è capire quali sono le finalità di un articolo di cui, onestamente, non si capisce dove si vuole andare a parare.
L'unica cosa certa è garantire ai rappresentanti de La Chiesa - con "L" e la "C" maiuscola - l'unica Chiesa possibile ed immaginabile un posto di rappresentanza nelle Commissioni consultive sui problemi dei minori.
Questo è il dato - non c'é più in quest'Aula ma lo voglio fare lo stesso - per cui io mi vanto di essere un anticlericale. Io sono un anticlericale di tipo ottocentesco. Sono e mi inserisco, cari amici del centrodestra, in quell'ottica della destra storica, quella che ha fatto l'Italia e l'ha fatta davvero, dove i re sabaudi avevano il coraggio e la forza di dire ai cugini Papi che c'era un tempo per il potere temporale e c'era un tempo per il potere spirituale. Quindi davanti ad un Papa che addirittura chiedeva al cugino Vittorio Emanuele II di non introdurre l'obbligo scolastico, perché era il demonio, il re diceva: "No.
Attenzione, su questo decidiamo noi".
Qui, invece, c'è la commissione totale, non si sta neanche più a specificare di quale Chiesa parliamo. La vostra Chiesa, è la vostra Chiesa non è la Chiesa.
Caro, Consigliere Mercurio, la cosa tragica del Concordato I e II è il Concordato stesso, cioè, lo Stato che scende a patti con una parte della popolazione, che scende a patti con una parte della cittadinanza riconoscendo ad una parte della cittadinanza diritti diversi: privilegi.
Questa è la filosofia del Concordato, caro Consigliere Mercurio, questa è la filosofia di tutte le Intese.
Il problema è che questo articolo ha la forza di una luce che illumina anche probabilmente la Capogruppo diessina Manica sulla ratio di questa legge. Non è per impostazione ideologica, davvero, lo ripeto, mi sono preso gli strali del collega Moriconi come venduto al centrodestra perché stavo abusivamente su questi banchi e sostenevo che era giusta la proposta di legge Leo sui buoni scuola.
Rivendico il fatto che non in modo ideologico questa è una pessima legge settaria e settoriale, nel migliore dei casi, che l'art. 2 palesa in modo evidentissimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Signor Presidente, prima non sono riuscito a farmi vedere per chiedere la parola perché, altrimenti, alcune valutazioni che sono state espresse probabilmente, non sarebbero state fatte.
Ho presentato, insieme alla collega Rosanna Costa e ad altri firmatari un emendamento, rubricato al n. 34, in cui, dopo "Regione ecclesiastica piemontese", si chiede di aggiungere: "ed agli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato".
Credo che con questo emendamento venga...



DEORSOLA Sergio

MELLANO Bruno (fuori microfono)



DEORSOLA Sergio

Dire almeno che è cattolica: Regione ecclesiastica cattolica.



DEORSOLA Sergio

Tecnicamente si chiama così: Regione ecclesiastica piemontese.



PRESIDENTE

E' un termine del diritto canonico.



PRESIDENTE

MELLANO Bruno (fuori microfono)



PRESIDENTE

Il diritto canonico è di parte.



DEORSOLA Sergio

Sostanzialmente, è rappresentata dal Vescovo di Torino, che è il Presidente, e dal Vescovo di Ivrea, che è il Segretario; poi, il Vescovo di Torino è anche Cardinale.
Volevo solo evidenziare all'aula la presenza di questo art. 34, che credo assorba altri emendamenti. Perciò, anche con questo emendamento viene rispettato il principio di uguaglianza.
Credo che questa dichiarazione valga, perché stiamo ancora formalmente parlando degli emendamenti 11 e 18, come abrogazione dell'art. 2, ma opportunamente, credo di aver anticipato questo discorso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, ho apprezzato l'intervento del collega Deorsola, che anticipa anche un nostro emendamento che va in quella direzione, per chiederei una ulteriore disponibilità al collega Deorsola su un aspetto.
Quando si parla di politiche che riguardano i minori, gli adolescenti e i giovani, come fra l'altro avviene quando si fanno le audizioni, e qualcuno chiede non si esclude nessuno, ci mancherebbe. La questione riguarda la facoltà di far parte. Nel senso che, se capisco bene, io leggo: "La Regione ecclesiastica piemontese ha la facoltà di far parte di commissioni consultive e di organismi". Oggettivamente, mi sembra eccessivo. Io la leggo al contrario, si potrebbe anche togliere la questione, non la facoltà: "La Regione Piemonte ritiene opportuno o meno, ha la facoltà di invitare tutti gli enti e le associazioni, o quant'altro, nel momento in cui tratta la materia minori e giovani", altrimenti, demandiamo relativamente ad una competenza della Regione, la facoltà a enti religioni, tutti e nessuno escluso, di partecipare o meno.
Chiederei di ribaltare la questione: è facoltà della Regione di invitare o meno enti, non di chi deve essere invitato di partecipare.
Propongo al collega Deorsola di modificare questo passaggio, che nel suo intervento anticipa il nostro emendamento al comma 2.1; in parte, se n'era discusso anche prima.



PRESIDENTE

E' in arrivo un...
La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

...sugli emendamenti che chiedono di abrogare l'art. 2, nel frattempo aderendo a questa richiesta, che era in qualche modo una impostazione nostra.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Deorsola.
E' stato espresso il parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti 2.1) e 2.2) che sono stati accorpati.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

2.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: art. 2, dopo le parole "adolescenti e giovani, attribuisce" abrogare le parole "alla Regione ecclesiastica piemontese" e inserire le parole "a tutti i soggetti di cui all'art. 1".



PRESIDENTE

2.4) Emendamento, presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Riggio Ronzani, Manica e Muliere: art. 2.1 dopo "attribuisce" (2 riga) abrogare "alla Regione ecclesiastica piemontese" e sostituire con "ai soggetti di cui all'art. 1"



PRESIDENTE

2.5) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: integrativo all'art. 2, comma 1, aggiungere dopo "ecclesiastica piemontese" "e le organizzazioni che rappresentano gli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato"



PRESIDENTE

Comunico che gli emendamenti 2.4) e 2.5) sono assorbiti dall'emendamento 2.3).



PRESIDENTE

Li diamo per illustrati? La parola alla Consigliera Costa Rosa Anna.



COSTA Rosa Anna

La nostra proposta, se può andare bene, è: "alla Regione ecclesiastica piemontese e agli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato".



PRESIDENTE

E' stato espresso parere contrario dalla Giunta.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.3).
Il Consiglio non approva.
2.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Deorsola, Costa R., Tomatis e Angeleri: Dopo "Regione ecclesiastica piemontese" aggiungere "ed agli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato".
Indìco votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva 2.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Deorsola e Costa R: art. 2 sostituire le parole "attribuisce di far parte" con le parole "pu invitare la Regione ecclesiastica piemontese e gli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato a far parte"



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Con tutta la pacatezza possibile. Faccio notare che la clausola usata sarà quella giusta del diritto canonico, ma se non si specifica che cos' la regione ecclesiastica, rimane un nome comune senza cognome. Dovete dire secondo me, che per Regione ecclesiastica piemontese si intende: della chiesa cattolica, dei testimoni di Geova, dei Valdesi, quello che volete ma mettere accanto al nome il cognome. Il diritto canonico sarà una cosa, ma noi stiamo esaminando una legge della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Do atto che l'emendamento viene modificato in questo modo: dopo "piemontese" aggiungere le parole "della chiesa cattolica".
Indìco votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 2.7), come modificato.
Il Consiglio approva Indìco votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 2 così emendato.
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo art. 2 bis) presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: è inserito il nuovo: "art. 2 bis.
(Funzioni dei Comuni) I Comuni, titolari delle funzioni amministrative concernenti interventi sociali svolti a livello locale concorrono alla programmazione regionale di cui all'art. 2 in particolare: a) coordinare programmi e attività degli enti che operano nell'ambito di competenza, secondo le modalità fissate dalla Regione, tramite collegamenti operativi tra i servizi che realizzano attività volte all'integrazione sociale ed intese con le aziende unità sanitarie locali per le attività socio-sanitarie e per i piani di zona b) adottare strumenti per la semplificazione amministrativa e per il controllo di gestione atti a valutare l'efficienza, l'efficacia e i risultati delle prestazioni, in base alla programmazione di cui all'art. 2 c) effettuare forme di consultazione dei soggetti di cui all'art. 1 per valutare la qualità e l'efficacia dei servizi e formulare proposte ai fini della predisposizione dei programmi d) garantire ai cittadini i diritti di partecipazione ai controllo di qualità dei servizi, secondo le modalità previste dagli statuti comunali.
(Funzioni delle Province) Le Province concorrono alla programmazione regionale di cui all'art. 2 in particolare attraverso: a) la raccolta delle conoscenze e dei dati sui bisogni e sulle risorse rese disponibili dai Comuni e da altri soggetti istituzionali presenti in ambito provinciale fornendo, su richiesta dei Comuni e degli Enti locali interessati, il supporto necessario per il coordinamento degli interventi territoriali b) all'analisi dell'offerta assistenziale per promuovere approfondimenti mirati sui fenomeni sociali più rilevanti in ambito provinciale fornendo su richiesta dei Comuni e degli Enti locali interessati, il supporto necessario per il coordinamento degli interventi territoriali c) alla promozione, d'intesa con i Comuni, di iniziative di formazione con particolare riguardo alla formazione professionale di base e all'aggiornamento d) alla partecipazione, alla definizione e all'attuazione di quanto previsto all'art. 4".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione



CONTU Mario

L'art. 2 bis cerca di inserire alcuni elementi di maggiore certezza del diritto, assumendo soprattutto la novità in campo legislativo che sempre più dà alla Regione Piemonte un ruolo di indirizzo che, in pratica, lo nobilita perché evita di far scendere il livello di questo Consiglio regionale a quello di un consiglio di Circoscrizione (guardiamo il tenore di alcuni provvedimenti assunti dai Consigli di Circoscrizione a favore degli oratori).
Questo è uno di quegli adempimenti e scadenza annuale che, in prossimità del Bilancio, in modo sistematico, si pone al centro dell'attenzione di quel Consiglio il finanziamento a questo o a quell'oratorio cercando di stabilire un principio di rotazione che consenta a tutti quelli presenti sul territorio di beneficiare di questi aiuti.
L'art. 2 bis ha un'ambizione: collocare la funzione degli oratori in un ambito di riconoscimento del loro ruolo cercando di separare le funzioni che la legge attribuisce ai Comuni e quelle che invece verrebbero attribuite alle Province. In relazione agli ambiti di programmazione regionale, è indubbio che questi organismi, attraverso le loro rappresentanze, debbano concorrere tenendo conto che al centro ci sono i giovani. Continuo a sostenere che questa legge invade competenze legislative altre, il prezzo che oggi pagheremo è un atto di pirateria, da questo punto di vista. Nel proporre questo articolo aggiuntivo noi chiediamo di dare maggior certezza per quanto concerne le modalità di accesso ai contributi.



PRESIDENTE

Indìco votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull' emendamento.
Il Consiglio non approva.
art. 3 3.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: "Abrogazione dell'art. 3" Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Questo provvedimento continua ad essere targato, tanto che il punto 3) parla del ruolo delle parrocchie.
Domando, Presidente - perché lei deve vigilare sulla correttezza degli atti - qual è l'emendamento che ci propongono i propositori di questa legge per attenuare - le parrocchie islamiche, io non le conosco - il ruolo delle parrocchie, se stiamo parlando di oratori.
La domanda è se avete già pronto un emendamento che corregga questo refuso, perché abbiamo detto che non si tratta di religione ecclesiastica.
Bisognerebbe poi fare un articolo aggiuntivo intitolato "Il ruolo delle comunità islamiche".
Ma qui all'art. 3 si fa un intervento mirato a definire il ruolo delle parrocchie, in una legge...
Presidente, come vede la sto aiutando.
L'emendamento recita: "delle parrocchie e degli altri soggetti, di cui all'art. 1".
A questo punto occorre un altro emendamento relativo al titolo dell'articolo stesso.



PRESIDENTE

L'aggiunta è già stata oggetto di un emendamento approvato dall'aula che ha individuato degli altri enti potenzialmente beneficiari, che sono gli enti di cui all'art. 1.



CONTU Mario

Sull'art. 2 noi non abbiamo avuto bisogno di modificare il testo.
Accanto all'art. 2 troviamo "Partecipazione ad organismi regionali"; se si fa un art. 3, sarà "Ruolo delle parrocchie" e di qualcos'altro per rendere coerente il comma 1). E allora bisogna farne due: uno che modifica l'art. 3 come dicitura, come titolo, e l'altro che modifica il testo in modo coerente. Non so se il Consigliere Mellano ha compreso il senso.
Presidente, mi deve rispondere lei, perché altrimenti è incoerente.



PRESIDENTE

E' un problema di titolo. Il titolo si può anche modificare con le modifiche di coordinamento, laddove il titolo debba rispondere in maniera sistematica al contenuto.
Quindi, laddove si approvasse questo emendamento, può essere che, nelle modifiche di coordinamento, l'Ufficio di Presidenza, ai sensi dell'art. 83 ritenga di modificare anche il titolo, oppure lo può fare anche l'aula immediatamente. Non è questo il problema. Però se prima non si approva l'emendamento, non si può fare.
Consigliere Contu, lei ha presentato un emendamento interamente abrogativo. Invece il Consigliere Deorsola ha presentato, anche su questo articolo, lo stesso emendamento che ha presentato sugli altri articoli segnatamente sull'art. 1, dove fa rientrare tra i soggetti beneficiari oltre che le parrocchie, anche gli altri enti di cui all'art. 1, cioè gli altri enti che sono riconosciuti dallo Stato.



CONTU Mario

Quindi, siccome gli oratori tipicamente sono forme organizzative delle parrocchie, bisognerebbe anche correggere...



PRESIDENTE

Io l'ho spiegato, poi l'interpretazione dell'emendamento è un'altra cosa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano. Ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Potrei ripetere parte dell'intervento fatto prima, ma ve ne faccio grazia, nel senso che anche questo, come quello prima, è un articolo che palesa evidentemente l'impostazione della legge.
Approfitto di questo intervento sull'art. 3 "Ruolo delle parrocchie" per rispondere al Consigliere Saitta. La prima parte sugli anticlericali l'ho letta prima. La seconda parte di risposta è sul fatto dei clientes.
Questa legge è talmente fatta ad hoc, che un suo caro collega - di cui non farò nomi e neanche cognomi - ha già mandato le lettere alle parrocchie con l'indicazione di un numero di telefono per dire: "Chiedete a me indicazioni su come ottenere i finanziamenti per la legge".
Questa, caro Saitta, è la sostanza di questa legge! Lo dico agli amici a quelli a cui sono amico.
Caro Enrico, datti da fare! Il territorio bisogna presidiarlo, sei stato anticipato! Cara Consigliera Manica, lo dica al Consigliere Riba che stia più attento su queste cose, almeno su queste cose. Lui lo fa su tutto, ma su questo è stato anticipato!



(Commenti in aula)



MELLANO Bruno

Ho avuto casualissimamente in mano questo simpatico opuscolo con tanto di foto e - ripeto - con tanto di indicazioni a caratteri cubitali: "Telefonate a questo numero per avere indicazioni su come ottenere dei finanziamenti su una legge..." che, al momento, non è legge.



(Commenti in aula)



MELLANO Bruno

No, collega Contu, io mi dissocio da queste tue dichiarazioni, perch io farò di tutto per non farla approvare, anzi rivendico il fatto che c' una larghissima maggioranza in quest'aula che è favorevole a questa legge e avrà la responsabilità di averla votata.
Ma volevo giustificare, parlando di questo articolo sul ruolo delle parrocchie, qual è il ruolo delle parrocchie che interessa alcuni dei promotori di questa legge, ed è un ruolo molto chiaro, molto netto, molto riconducibile alla parola che ho usato prima: clientes.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Credo che dopo l'intervento del Consigliere Mellano, lei, Presidente in qualche modo, deve tutelare l'aula, l'assemblea legislativa.
Dicevo prima che questo provvedimento di legge va bene per un deliberato di un Consiglio di circoscrizione, ma ho dei dubbi. Non mi viene l'espressione giusta, ma forse un Consiglio di circolo è ancora più democratico.
Sono sgomento. C'è un limite a tutto. Abbiamo detto che è targato, è una marchetta elettorale, ha dei clienti già predefiniti e prestabiliti si conosce la dotazione finanziaria e c'è anche un esponente di maggioranza che si arroga il diritto...



(Commenti in aula)



CONTU Mario

...su questo provvedimento. Se poi il collega, sotto mentite spoglie occupa un posto improprio, è un problema che riguarda l'etica. Su questa questione, però, rappresenta un incidente un percorso gravissimo.
Presidente, a questo punto il rischio è che l'elemento di perturbazione, inserito dal Consigliere Mellano in quest'aula...



CONTU Mario

MELLANO Bruno (fuori microfono)



CONTU Mario

No, che ho riferito.



CONTU Mario

Che ha riferito, inquina alle radici questa legge. La inquina profondamente e toglie dignità a questa assemblea, perché la esautora dal suo ruolo, oltre che esautorare il ruolo dell'Esecutivo e della Giunta che in fin dei conti, di fronte a questa legge dovrà pur varare un minimo di Regolamento, emanare un bando, stabilire criteri e definire gli importi.
Presidente, chiedo una pausa di riflessione, magari aggiornando i lavori d'aula a domani.



PRESIDENTE

Aggiorniamo i lavori appena dopo la votazione di questo emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Sarebbe necessario riflettere su quanto è stato detto e chiedo un suo intervento, Presidente, perché non mi un sembra un fatto secondario e non si può lasciare senza un commento ciò che è stato detto dal Consigliere Mellano.
Con il collega Mellano abbiamo opinioni diverse, ma credo di riconoscere la sua correttezza quando dà informazioni. Nel momento in cui qualche Consigliere, indipendentemente dalla sua collocazione politica compie un'operazione di questo tipo, è un fatto grave; nel senso che un Consigliere impegna il lavoro dell'aula, lavoro che ancora deve essere compiuto.
importante che il Presidente censuri, immediatamente, il comportamento di questo Consigliere (e credo che il Consigliere Mellano possa fornire le informazioni). Questo atteggiamento va censurato perch "riduce" all'esterno il mio ruolo di Consigliere. Nonostante la discussione di questa mattina ed alcuni giudizi espressi in ordine ad eventuali "clienti", il mio voto sarà favorevole, non per soddisfare una "clientela" ma per convinzione.
E' importante, Presidente, che lei intervenga immediatamente prima dell'approvazione della legge, prima di proseguire nella votazione; se questo principio "passa", significa che ormai vengono a mancare regole minime.
Personalmente mi sento intaccato nel ruolo di Consigliere regionale.
Ritengo fatto grave che qualcuno si permetta di propagandare all'esterno una legge che ancora deve essere discussa (e che in qualche modo, come sta succedendo, verrà modificata).
Un atteggiamento del genere è gravissimo: non ho parole per definirlo diversamente.
Per cui, Presidente, intervenga immediatamente. Domani continueremo la discussione, ma ritengo importante un intervento di censura nei confronti di questo collega.



PRESIDENTE

Raccolgo il suo invito, Consigliere Saitta, ovviamente prima devo vedere la lettera e quindi domani mattina, se il Consigliere Mellano mi fornirà la lettera, farò le valutazioni del caso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie Presidente. Non sarei certamente intervenuto su un punto che non voglio definire polemico per non mancare di rispetto ad alcuno, ma il fatto riferito dal Consigliere Mellano si ripercuote sull'attività di ogni singolo Consigliere, che dovrà essere giudicata e verificata da chi deve tutelare l'Assemblea.
L'intervento del Consigliere Saitta - non me ne voglia - mi ha stimolato a chiedere la parola. Collega Saitta, se il duro intervento di merito fosse stato svolto da altro Consigliere, l'avrei accettato ed ascoltato. Mi pare invece inopportuno che lei, che ha gestito la Commissione d'Indagine ed Inchiesta sulla Sanità - istituita nel mese di dicembre dello scorso anno e conclusasi poche settimane fa - fornisca in anteprima informazioni alla stampa, in modo tale da metterci nelle condizioni di leggere sui giornali, il giorno stesso della convocazione della Commissione, cosa avremmo dovuto trattare e leggere. Non pu Consigliere, fare la "morale" ad alcun collega: da lei non lo accetto. Mi sento, quindi, di esprimere la mia solidarietà - visto che in questo caso il giudizio è stato espresso da lei - al collega Tomatis.
Mi dispiace introdurre questo elemento di polemica...



(Commenti fuori microfono in aula)



CATTANEO Valerio

Il nome lo dicono tutti.



PRESIDENTE

Chiedo scusa; prima di esprimere giudizi nei confronti di un Consigliere assente, acquisiamo i documenti.



CATTANEO Valerio

Il nome l'ho sentito, non so se sia lui o non sia lui, me ne assumo la responsabilità di quanto ho detto.
Concludo l'intervento con la "pelle d'oca", facendo rilevare che il Consigliere Saitta ha tenuto comportamenti ben più gravi, per i quali abbiamo richiesto la censura - mai arrivata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano sull'ordine dei lavori.



MELLANO Bruno

Voglio ribadire quanto ho detto senza ulteriormente precisare.
Ho solo riferito, all'interno di una discussione politica, il mio pensiero sul ruolo delle parrocchie. Ruolo riconosciuto a pieno titolo dalla maggioranza di questo Consiglio ma, a mio parere, in realtà è solamente clientelare.
Ho fatto un esempio senza citare il collega e senza essere sufficientemente preciso nell'individuarlo; tengo ad essere corretto rispetto a chiunque: non intendo fare né il delatore né la spia, perché chi fa la spia "non è figlio di Maria...".



PRESIDENTE

La ringrazio e poi le parlerò in separata sede.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento abrogativo presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea.
Presenti 25 Consiglieri Votanti 24 Consiglieri Ha risposto SI 1 Consigliere Hanno risposto NO 23 Consiglieri Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La votazione risulta non valida per mancanza del numero legale.
Comunico che domani la seduta inizierà alle ore 9.30 per terminare alle ore 16.15, con seduta unica, al cui termine verrà convocata la Conferenza dei Capigruppo per programmare la seduta di martedì.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpel lanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.08)



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