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Dettaglio seduta n.260 del 30/10/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.43 il Vicepresidente comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.00)



(Alle ore 10.14 il Vicepresidente comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'odg "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Ferrero, Ghigo Pichetto Fratin, Racchelli, Suino e Vaglio.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1374 presentata dai Consiglieri Suino, Di Benedetto Riggio e Manica, Moriconi, Chiezzi, Giordano, Caracciolo e Tomatis inerente: "Denunce decreto pro-espulsione"


PRESIDENTE

Come concordato nella Conferenza Capigruppo, la seduta di oggi dedica allo svolgimento delle interrogazioni ed interpellanze due ore anziché una compatibilmente con il fatto che abbiamo a disposizione gli Assessori.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1374 presentata dai Consiglieri, Suino, Di Benedetto, Riggio, Manica, Moriconi, Chiezzi Giordano, Caracciolo e Tomatis Risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore politiche per l'immigrazione

Pur considerando con la dovuta attenzione i problemi legati alla presenza di immigrati sul nostro territorio e, in particolare alla presenza di immigrati irregolari o clandestini, si rileva come la Regione Piemonte non abbia alcuna competenza in merito all'emissione di decreti di espulsione e tanto meno all'attuazione degli stessi che restano di specifica competenza dello Stato.
La Regione Piemonte, con propri fondi stanziati in base alla L.R. 64/89 e successivamente con risorse derivanti dal Fondo Nazionale per le politiche migratorie istituito con il D.L.vo 286/98, ha promosso e finanziato progetti tesi a favorire l'integrazione dei cittadini immigrati extracomunitari nel territorio piemontese, mettendo in atto attività volte a ridurre gli ostacoli che lo straniero incontra per una piena integrazione nel tessuto sociale.
Con D.C.R. n. 564-CR 13913 del 9.11.1999 è stato approvato il "Programma 1999 degli interventi a favore degli immigrati extracomunitari" che indicava come linee di intervento: reinserimento degli immigrati nei Paesi d'origine; sistema informativo sull'immigrazione; inserimento scolastico; accoglienza; misure di integrazione sociale; iniziative varie.
Sulla base del suddetto programma sono stati finanziati con D.D. n. 89 del 20.03.2000 n. 63 progetti per un importo pari a L. 4.572.624.000 e, con D.D. n. 126 del 12.04.2001 n. 81 progetti per un importo pari a L.
4.517.916.000.
Al fine di attuare iniziative tese all'inserimento scolastico di alcuni stranieri, nel 1999 è stata stipulata una convenziona tra Regione Piemonte Provveditorato agli Studi di Torino, Provincia e Comune di Torino ed è stato istituito il Centro di Informazione, documentazione e inserimento scolastico degli stranieri (C.I.D.I.S.S.) che in questi anni ha realizzato progetti rivolti a scuole, insegnanti e allievi. Il 13.11. 2001, con D.C.R.
n. 209-35411 è stato approvato il "Programma triennale degli interventi a favore degli immigrati extracomunitari" in cui si stabilisce che la Regione, per realizzare i propri obiettivi relativi alla politica a favore degli immigrati extracomunitari residenti in Piemonte si avvale della collaborazione delle Province a cui vengono assegnate risorse e si riserva di promuovere e coordinare iniziative di interesse regionale così individuate: Osservatorio sull'immigrazione straniera in Piemonte. Una conoscenza approfondita, sistematica e tempestiva dei movimenti migratori e dei fenomeni sociali collegati è necessaria per una efficace azione di governo anche a livello locale. A questo fine è stato affidato all'IRES Piemonte la realizzazione di un Osservatorio regionale sull'immigrazione straniera in Piemonte ( e diversi incontri e convegni di cui anche i Consiglieri hanno ricevuto invito sono stati fatti).
Storie di migrazioni è un'iniziativa già realizzata nell'anno 2000/2001 e riproposta anche nel 2001/2002 per far riflettere sui fenomeni migratori intesi sia come immigrazione di piemontesi nel mondo, sia come immigrazione da altre regioni italiane e da altri paesi del mondo verso il Piemonte. Il concorso, realizzato in collaborazione con il quotidiano La Stampa e la RAI è rivolto alle Scuole medie inferiori e ai Centri Territoriali Permanenti (da quest'anno è rivolto all'Università della Terza Età e alle scuole elementari).
Reinserimento sociale di persone straniere vittime di abuso e sfruttamento. Il progetto intende dare continuità al progetto già realizzato nello scorso anno teso a dare risposte a fenomeni di abusi maltrattamenti e tratta delle persone straniere per fini sessuali e non ed è cofinanziato dalla Regione Piemonte e dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Inserimento scolastico Al fine di promuovere gli interventi finalizzati a creare le condizioni più idonee all'effettiva integrazione socio culturale, sociale e scolastica degli stranieri nella scuola sono stati finanziati alcuni progetti del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca per la sperimentazione di iniziative finalizzate all'apprendimento dell'italiano lingua seconda, dell'educazione interculturale e a favorire la comunicazione scuola-genitori.
Con D.D. n. 229 del 29.06.2001, D.D. n. 529 del 20.11.2001, D.D. 532 e 533 del 29.11.2001 sono stati assegnati contributi per L. 4.953.947.000.
La programmazione è rivolta ad adulti regolari ed a minori soli o accompagnati con disagi e non, per garantire loro uno sviluppo psicofisico ed una crescita armoniosa. In un incontro con il Console del Marocco è stato inoltre analizzato il problema dei minori extracomunitari e sono stati presi impegni su un progetto di affidamento di minori a famiglie di connazionali. Si allega nota del Settore Lavoro redatta per l'Assessore Pichetto a cui è stata inviata, per competenza, l'interpellanza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio



RIGGIO Angelino

Chiedo copia della risposta all'Assessore Cotto, tuttavia l'interpellanza conteneva un terzo punto nel quale si chiedeva se non si ritenga che denunce pro-espulsione a carico di tali soggetti, ancorch parte di una seria politica dell'immigrazione di sicurezza, contribuiscano ad aumentare la clandestinità e il sommerso e a penalizzare chi negli anni ha onestamente tentato di inserirsi nella nostra comunità.
L'Assessore non ha risposto a questa domanda, ha elencato una serie di politiche, di provvedimenti e di progetti che sono stati sostenuti dall'Assessorato e noi non possiamo che prenderne atto. In realtà, vogliamo sottolineare che non si fa mai abbastanza per accogliere l'ondata di immigrazione. Il movimento di popolazioni dai paesi del Terzo Mondo verso i paesi industrializzati, è un movimento di dimensioni bibliche assolutamente inarrestabile. Le persone che vengono in Italia hanno bisogno di accoglienza: o l'accoglienza viene fatta dallo Stato e dalle sue articolazioni, le Regioni, le Province, i Comuni o le organizzazioni di sostegno come le organizzazioni no profit, oppure vengono fatte dalla delinquenza.
Dobbiamo avere chiaro questo, noi e chi deve fare l'accoglienza: accoglienza significa moltissime cose, che vanno dalla mediazione culturale, all'alfabetizzazione rispetto a quelle che sono le caratteristiche fondamentali della nostra comunità, a partire dalla nostra stessa lingua, alle questioni dell'abitazione, alla ricerca del lavoro.
Questo spiega perché non è mai sufficiente e non è mai abbastanza quello che viene fatto per l'accoglienza.
Colgo l'occasione della presenza dell'Assessore alla sanità per sottolineare un problema reale che esiste per le persone che sono in via di regolarizzazione, per quello che riguarda la recente legge Fini-Bossi. Il tempo di regolarizzazione, purtroppo, è abbastanza lungo e, nel frattempo queste persone, che sono regolarmente in Italia a svolgere tutta una serie di funzioni, hanno necessità di assistenza sanitaria. Di fatto, queste persone si trovano in una situazione piuttosto ambigua, perché non avendo documenti di nazionalità italiana, non hanno di fatto assistenza, se non un centro che avviene a livello distrettuale.
Questo rende particolarmente complesso il ricorso alle prestazioni sanitarie ordinarie, che vanno dalla prescrizione dei farmaci alla prescrizione di indagini diagnostiche.
Voglio sottolineare questo, perché, di fatto, si tratta di un grosso buco, che rappresenta un pericolo per la salute di queste persone, e siccome la salute è un problema interconnesso, è un problema per la salute di tutti quanti.


Argomento: Questioni internazionali

Interrogazione n. 1700 presentata dal Consigliere Giordano inerente a "Ancora sfruttamento dei night club"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1700 del Consigliere Giordano.
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche per l'immigrazione e l'emigrazione

Pur considerando con la dovuta attenzione le problematiche segnalate relative alla tratta e allo sfruttamento sessuale di donne straniere immigrate - ricordo il convegno realizzato una settimana fa con l'UNICRI sull'argomento si rileva come la Regione non abbia competenza ad intervenire sul fronte del controllo e della repressione del fenomeno.
Si segnala comunque che la Regione Piemonte ha finanziato con i fondi relativi al decreto legislativo 286/98 (Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) e alla L.R. 64/89, nel 2000 e nel 2001, diversi progetti sul tema.
Nel 2001, inoltre, è stato realizzato dalla Regione il progetto "Reinserimento sociale di persone straniere vittime di abuso e sfruttamento" finanziato in parte dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e, in parte, dalla Regione stessa ed attuato dal Gruppo Abele.
Attualmente è in corso il progetto "Opportunità", anche questo finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Regione Piemonte, la cui realizzazione è affidata al Gruppo Abele.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie Presidente.
La ringrazio della risposta, di cui chiedo una copia, e vorrei sollecitare l'Assessore a prestare attenzione su questa materia, perché si tratta di persone ridotte in schiavitù.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione n. 1555 presentata dal Consigliere Bolla "Iniziative per la tutela della lingua delle Valli Olimpiche"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1555, cui risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alle minoranze linguistiche

In merito all'interrogazione del Consigliere Bolla - interrogazione opportuna e anche utile per un lavoro di riflessione e di raccordo - si ritiene opportuno rammentare innanzitutto come sia nata la questione della presenza della lingua occitana all'interno delle manifestazioni dei prossimi Giochi Olimpici 2006. L'Associazione Chambra d'Oc di Paesana (CN) ha lanciato una campagna di adesioni, presso Enti e Istituzioni nazionali e internazionali, affinché l'occitano potesse trovare uno spazio, accanto alla lingua italiana, nella cerimonia inaugurale e durante lo svolgimento delle manifestazioni olimpiche del 2006.
La ratio di questa richiesta, secondo l'associazione proponente, si collocherebbe nell'ambito dell'applicazione della L. 482/99 che, per quanto riguarda il Piemonte, riconosce, tra le minoranze storiche, il walser, il franco-provenzale, il francese e, appunto, l'occitano.
Ricorderà il collega Bolla che noi avevamo contestato, come Consiglio regionale, questa decisione nazionale, perché avevamo chiesto che fosse inserito anche il piemontese, e questo non avvenne.
Questa iniziativa, che ha raccolto l'adesione di Governi regionali enti locali, personalità politiche, Enti e Istituzioni, è stata presentata al Toroc all'inizio di quest'anno. L'organismo di coordinamento olimpico pur manifestando un generico interesse per la proposta, ha tuttavia manifestato la propria perplessità circa la possibilità di trovare uno spazio per la lingua occitana all'interno della cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici, stante la rigidità del protocollo che norma l'utilizzo delle lingue ufficiali. Si tratta del protocollo delle Olimpiadi.
Ritenendo tuttavia legittima l'esigenza avanzata dall'associazione proponente, ha rinviato ad uno specifico tavolo di lavoro l'esame e la proposizione di eventuali soluzioni atte a soddisfare quanto richiesto. A tale proposito, possiamo dire che l'Assessorato alla cultura ha inteso tale vicenda "semplicemente" quale forte e significativo segnale di come sempre di più, le lingue minoritarie assumano un ruolo propositivo e positivo nella crescita e nello sviluppo della cultura della nostra Regione.
Per quanto riguarda poi ciò che è direttamente di competenza dell'Assessorato alla cultura, in materia di politica linguistica, la L.R.
26/90, successivamente modificata e integrata con L.R. 37/97, è la fonte normativa dalla quale discendono gli interventi regionali in materia di tutela, valorizzazione e promozione delle lingue storiche del Piemonte ovvero il piemontese, l'occitano, il franco provenzale e il walser.
Relativamente all'assegnazione di contributi regionali ad Enti ed Associazioni, per la realizzazione delle attività relative, si è sempre proceduto mantenendo una posizione super partes, attribuendo cioè alla legge regionale l'accezione più ampia possibile, di modo che tutte le sfumature e differenze di concezione e interpretazione, presenti all'interno di ogni lingua riconosciuta e portate avanti dalle diverse Associazioni, non costituissero un fattore discriminante per concorrere ai benefici della legge.
Questo perché si è ritenuto che la Regione Piemonte dovesse assumere il ruolo innanzitutto di indirizzo, programmazione e coordinamento nei confronti dei soggetti attivi nella tutela delle minoranze linguistiche storiche, senza esprimere giudizi o imporre una propria posizione in merito alle diverse correnti di pensiero presenti all'interno di ogni minoranza.
Ed è con il medesimo spirito che si è instaurato un proficuo rapporto di collaborazione, ormai consolidato da anni, a livello più autorevole possibile, con il Dipartimento di Scienze del Linguaggio e Letterature Moderne e Comparate dell'Università di Torino per la realizzazione dell'Atlante Linguistico ed Etnografico del Piemonte Occidentale - che ha avuto grandi riconoscimenti a livello nazionale ed europeo per la sua validità - e dell'Atlante Toponomastico del Piemonte Montano e per la redazione dei materiali piemontesi dell'Atlante Linguistico Italiano, dando priorità, anche in questo ambito, all'alto valore della proposta culturale.
Aggiungo che dovremmo discutere in quest'aula - e ringrazio il Presidente della Commissione cultura Rossi che l'aveva proposta - una ridefinizione e un rafforzamento dell'ufficio e della direzione per le minoranze linguistiche.
In quell'occasione, sperando che questo provvedimento giunga presto in Aula, perché vorrei esporre una relazione completa su tutto il lavoro che si sta svolgendo, che è veramente notevole.
Ringrazio il collega che ci ha permesso di fare il punto su questa importante questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOLLA Emilio

Ringrazio l'Assessore Leo. Mi dichiaro soddisfatto perché l'argomento è stato affrontato in modo ampio e soddisfacente rispetto alla richiesta che avevo posto.
Volevo chiedere, se era possibile, di avere a disposizione la copia della risposta scritta, riservando di approfondire l'argomento con altri elementi, soprattutto sul discorso relativo alle differenziazioni all'interno della stessa area, ossia quei particolari che ho sottolineato con l'interrogazione.


Argomento: Attivita' di promozione

Interrogazione n. 1566 presentata dalla Consigliera Manica inerente a "Grandi mostre per Arona"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1566, presentata dalla Consigliera Manica.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Per quanto di competenza degli uffici, si precisa quanto segue: negli ultimi anni, i contributi assegnati al Comune di Arone sono stati assolutamente proporzionati sia alla portata culturale del programma espositivo, sia all'entità dei contributi assegnati ad altri comuni, per attività analoghe. Quando ci sono state attività analoghe si è seguito questo livello di proporzione.
Nel 2000 sono stati assegnati 20.000.000 per un programma espositivo che comprendeva tre mostre: Opere dello scultore Giacomo Manzù. Capolavori e opere scelte.
Renato Guttuso. Capolavori nelle collezioni piemontesi e lombarde.
2000 volte 2000. Arte per la pace in omaggio a K. Woitiva.
Nel 2001 sono stati assegnati 15.000.000 per un programma espositivo che comprendeva tre mostre: Giorgio de Chirico. Capolavori e opere scelte nelle collezioni piemontesi e lombarde La Nuova Figurazione in Europa Omaggio ad Aligi Sassu.
Si precisa che i contributi sono stati sempre accuratamente rendicontati e documentati e sono state sempre consegnate alcune copie dei cataloghi relativi alle mostre realizzate.
Per il 2002 è stato ipotizzato un contributo di Euro 103.000,000 per una grande mostra dedicata al grande maestro Picasso. Ma l'ufficio scrivente non è al corrente degli accordi intercorsi per determinare l'entità del contributo.
inutile ripetere che vi è la stessa disponibilità per altre iniziative in quella zona. Il programma generale era stato approvato ed esposto in Commissione Cultura e, successivamente, approvato, fornendo come ogni anno, indicazioni in Commissione. Purtroppo, la Consigliera Manica non fa parte della Commissione Cultura.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Mi sono consultata con il Consigliere Placido in ordine al dibattito svolto in Commissione Cultura sulla programmazione e gli eventuali finanziamenti.
Siamo favorevoli alla diffusione di tutte le forme artistiche soprattutto quelle più elevate e alla fruizione di queste da parte di tutto il territorio regionale. Siccome le risorse sono limitate e abbiamo imposto pesanti sacrifici ai piemontesi, anche con l'imposizione di tasse (l'addizionale Irpef e Ticket) è opportuno, per salvaguardare la diffusione di queste mostre e la fruizione da parte del maggior numero di cittadini piemontesi nel modo più dispiegato e unitario sul territorio regionale, che la Commissione Cultura possa valutare non un indifferenziato ammontare di contributi, che non hanno l'ordine di dettaglio, ma valutare, insieme a lei, Assessore, l'ordine di priorità e di precedenza rispetto ad alcune richieste. Potremo scoprire, con le successive determine di Giunta, che una città a caso, magari casualmente amministrata dalla stessa amministrazione coerente a quella regionale... Assessore Leo, questo getta su di lei un sospetto che invece non dovrebbe essere mai gettato.



(Commenti in Aula)



MANICA Giuliana

Proprio perché riguarda l'Assessore Leo, mi preoccupo che questo sospetto non ci sia. Proprio perché è l'Assessore Leo non vorrei che magari in coincidenza di qualche campagna elettorale, su alcune realtà giunga un numero di miliardi o centinaia di milioni di finanziamento che altre realtà, magari di uguale importanza o anche di importanza superiore non hanno, da questo punto di vista, mai visto.
Chiedo, pertanto, Assessore Leo, il dettaglio di tutte le iniziative e le cifre di ordine complessivo, perché solo da questi dati penso si possa attentamente valutare il tutto.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione n. 1746 del Consigliere Tapparo inerente a "Scuola americana e presenza di scuole di eccellenza a Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1746, presentata dal Consigliere Tapparo.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Il collega Tapparo ha opportunamente sollecitato che si discutesse questa interrogazione perché è materia importante e urgente.
In risposta all'interrogazione n. 1746 del Consigliere Tapparo recante "Scuola americana e presenza di scuole di eccellenza a Torino", si evidenzia che l'esecutivo ha all'attenzione tale problematica che intende affrontare nell'ottica di favorire l'internazionalizzazione della città di Torino e lo sviluppo di poli scolastici di eccellenza, in grado di rispondere alla crescente presenza di comunità non solo di lingua inglese ma francese e tedesca.
L'iniziativa di potenziare la scuola americana di Via Roddolo e Moncalieri si inserisce in questo contesto sostenuto dalla proposta progettuale che vede la presenza di soggetti pubblici e privati.
Analogamente, la Regione intende considerare con attenzione le scuole già operanti in tale ottica, quali la Scuola internazionale "Altiero Spinelli" che costituisce un ulteriore risorsa da sviluppare per tali obiettivi.
Al fine di dare soluzione positiva alla crescente domanda e ai problemi evidenziati dalla Scuola internazionale "Altiero Spinelli", gli uffici dell'Assessorato all'Istruzione hanno svolto un incontro con la Dirigente della scuola che ha fornito elementi conoscitivi elementi conoscitivi in ordine sia alla convenzione in scadenza nel dicembre 2003 e alle risorse necessarie per la sua prosecuzione (alla cui copertura partecipano, oltre al Comune di Torino, anche le famiglie degli studenti), sia alle prime risultanze di audizioni con il Comune di Torino e con la Provincia di Torino, sia alla crescente domanda di formazione da parte delle comunità inglese e francese e, in particolare, di quella tedesca.
Tenuto conto delle indicazioni già formulate dal Comune di Torino (ho avuto anche contatti con il Sindaco del Comune per parlare di questa vicenda e con gli Assessori alla Cultura e all'Istruzione del Comune) e dell'opportunità di affrontare i problemi e le esigenze della Scuola Spinelli (come viene richiesto in questa interrogazione) la Regione intende farsi promotrice di un incontro tra i vari soggetti interessati (Comune di Torino, Provincia, di Torino, Regione Piemonte, Direzione regionale MIUR Comunità linguistiche, operatori pubblici e privati) al fine di trovare una positiva e stabile soluzione alle problematiche di sviluppo della scuola Spinelli.
Le lettere di convocazione sono già state spedite, quindi dichiaro la possibilità di organizzare questo incontro entro una decina di giorni.
Rimango a disposizione anche per un incontro con le famiglie da relazionare poi in Commissione. Sulla materia, quindi, ci siamo attivati.
Come ho già riferito al Consigliere Tapparo, la riunione è stata posticipato di qualche giorno solo per questioni logistiche: per l'importanza della presenza di una Dirigente capace e sensibile, la dott.ssa Marchiori, all'incontro e per un ritardo dovuto al cambio della Direzione regionale istruzione. Il nuovo Direttore ha chiesto un po' di tempo per potersi documentare sulla vicenda, ma comunque l'incontro avverrà nei prossimi giorni. Manifesto anche la disponibilità a concorrere (non l'ho ancora reso pubblico) con risorse economiche da parte dell'Assessorato per farsi parte, solidalmente con altri soggetti indicati, di questo importante problema.


Argomento: Varie

Saluto i docenti e gli allievi della scuola media superiore "Bella" di Acqui Terme


PRESIDENTE

Saluto, a nome del Consiglio regionale, i docenti e gli allievi della scuola media superiore "Bella" di Acqui Terme, augurandovi una buona giornata.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione n. 1746 presentata dal Consigliere Tapparo inerente a "Scuola americana e presenza di scuole di eccellenza a Torino" (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Grazie Assessore della risposta, anche se interlocutoria, per la mancanza di ulteriori elementi.
Mentre lei, Assessore, si prodiga per convocare una riunione, la Provincia di Torino ha organizzato un tavolo, per il 4 novembre 2002 (a cui non so se la Regione è stata invitata), in cui affrontare questi problemi.
I poli d'eccellenza formativi, soprattutto per quegli allievi legati a famiglie che si recano a Torino per lavoro, sono un segno di vitalità per Torino, essendo una domanda sempre più crescente.
Il liceo Spinelli ha saputo rispondere adeguatamente a tale domanda anche se si è trovato, improvvisamente, a veder messo in discussione, dopo anni di investimento da parte del pubblico, questo tipo di apporto.
Parallelamente, si è notato una particolare attenzione, da parte della Provincia e della Regione, per l'istituendo di un altro polo analogo nella collina di Moncalieri (non saprei definire con maggiori dettagli, ma ho visto i personaggi che ruotano attorno).
Lei sa, Assessore, che sono contrario al fatto che la Regione partecipi elargendo "quattro soldi" di qua e di là: deve avere una strategia.
Dovrebbe indicarci quale strategia la Regione intende adottare in questa materia. Anche il cuneese, pur essendo una realtà forte con una particolare attrazione economica, incomincia a risentire del fenomeno.
Dovrebbe esserci una strategia, da parte della Regione, che permetta a famiglie europee, che per ragioni di lavoro si trasferiscono in altre realtà, di poter trovare istituti idonei in cui iscrivere i propri figli non trovare barriere.
Per quanto riguarda il liceo Spinelli, le famiglie si autotassano per compensare la quotaparte che dovrebbe spettare al pubblico. Mi pare ingiusto.
Mi sembra anche ingiusto che la Regione venga chiamata a elargire soldi sulla vicenda. Perché non fare una scelta sua, Assessore, visto che la cifra non è così elevatissima per una Regione? Per l'istituto Spinelli la cifra è, tra quota pubblica e quota privata, di 600 milioni, quindi perch non si prende incarico la Regione, pilotando una strategia di questi poli formativi plurilingue che servono a dare una risposta e a favorire la mobilità europea di maestranze e di dirigenza di vari soggetti? Non so che significato possa assumere il tavolo organizzato dalla Provincia il 4 novembre, ma dovrebbe essere la Regione che conduce, per le sue competenze, la strategia. Di conseguenza, Comuni e Province possono calibrare, in modo più personalizzato territorialmente, la questioni.
Resto, quindi, in attesa di conoscere quale sarà la strategia da usare in questa situazione. Sono contrario, Assessore, a che lei faccia un "bagno" con le famiglie, rischiando solamente di trasformare il tutto in una melassa. Lei esprima la politica, dica quali sono le linee. Lasciare che il liceo Spinelli si arrabatti in questa situazione, mi sembra incredibile. O se ne fa carico la Provincia e il Comune (e lei lo accerti) oppure interviene pesantemente la Regione con una sua scelta autonoma.
In questo senso, allora, si vede la vera politica e non, come sosteniamo da tempo, semplicemente intervenire con contributi a pioggia sulle varie sollecitazioni.
Resto in attesa di capire se vuol fare nascere un indirizzo politico un pezzo forte, una componente di un processo più vasto, che è la politica scolastica, sulla quale esiste una dialettica forte e costruttiva, come in questo caso.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1656 del Consigliere Giordano inerente a "Rincari per le mense scolastiche"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1656, alla quale risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assistenza ed edilizia scolastica

Inerente all'interrogazione del Consigliere Giordano (che, tra l'alto saluto perché so non essere stato molto bene) avevo già preparato la risposta diverse sedute fa, proprio per rispetto ad un collega sempre preciso e corretto.
In risposta all'interrogazione n. 1656 del Consigliere Giordano inerente a "Rincari per le mense scolastiche", si informa, per debito d'ufficio e per correttezza, che non compete a questa amministrazione intervenire sui criteri stabiliti dal Comune del Torino per l'individuazione delle fasce di esenzione totale e parziale del regolamento delle rette per le mense scolastiche.
Il servizio refezione, pur rientrando tra i servizi a domanda individuale che di norma non sono obbligatori, in alcune realtà (ad esempio scuole materne e i primi anni della scuola elementare) assume valenza didattico-pedagogica, essendo inserito all'interno dell'organizzazione scolastica come momento educativo, diventando di fatto obbligatorio.
Per quanto riguarda il sostegno economico nei confronti delle famiglie bisognose, si informa che, oltre ai contributi regionali assegnati ai Comuni ai sensi dei parametri definiti dalla legge regionale n. 49/85 - che per il servizio refezione della scuola dell'obbligo nell'anno 2001 sono stati di euro 1 milione 420.250,00 - per borse di studio la legge 66/2000 (parità scolastica) stanza attualmente euro 6 milioni 500.110,00 a sostegno della spesa per l'istruzione sostenuta dalle famiglie con un ISEE inferiore a euro 10 mila 632,94 (pari a 30 milioni di reddito netto per ogni famiglia dei componenti.
E' una spesa che, in questo caso, comprende come contributo regionale anche la refezione per garantire un aiuto alle famiglie più svantaggiate.
Quest'anno abbiamo aumentato anche per volontà della Commissione, dove si è ragionato di agire su questi livelli, agiamo sui livelli previsti dalle nostre leggi e dalle leggi nazionali, mentre non abbiamo competenza diretta sulla definizione delle rette del Comune di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Volevo ringraziare l'Assessore per la celerità e precisione operativa desidererei soltanto avere la copia scritta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 1375 presentata dai Consiglieri Suino, Tomatis, Di Benedetto, Manica, Riggio, Moriconi, Caracciolo, Giordano inerente a "Cure urgenti all'estero"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1375, presentata dai Consiglieri Suino Tomatis, Di Benedetto, Manica, Riggio, Moriconi, Caracciolo e Giordano.
Credo che possiamo svolgere tale interrogazione anche in assenza della collega Suino, essendo presenti molti altri Consiglieri presentatori. I Consiglieri presenti informeranno la collega Suino della risposta dell'Assessore.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore all'assistenza sanitaria

Signor Presidente e cortesi colleghi...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Brigandì)



PRESIDENTE

Ha già iniziato a parlare l'Assessore D'Ambrosio, se lo lasciamo terminare.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Brigandì)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Brigandì, non l'ho sentita, altrimenti le avrei dato certamente la parola, possiamo procedere e lasciar terminare l'Assessore?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Brigandì)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì sull'ordine dei lavori.



BRIGANDI' Matteo

Avevo chiesto la parola perché noi tutti sappiamo che normalmente si prepara una interrogazione, la si consegna alla Presidenza e, poi, magari qualche altro si accoda e firma. Quindi, mi pare estremamente scortese rispondere ad una interrogazione della Consigliera Suino essendo la stessa assente. Pregherei la Presidenza di valutare questo aspetto.
Inviterei altresì la Presidenza a sollecitare i Consiglieri affinch scelgano la forma delle interrogazioni scritte. Questa mattina abbiamo sentito delle interrogazioni per le quali, alla fine, si è richiesta la risposta scritta. Se così è, ci si avvalga subito della risposta scritta evitando così di impegnare il Consiglio.
Un'ultima cosa, Presidente, vorrei sapere se le margherite gialle sono state poste all'ingresso per le commemorazioni che si svolgeranno nei prossimi giorni.



PRESIDENTE

Collega Brigandì, le rispondo subito. E' sufficiente la presenza di uno degli interroganti. Qui, più che uno degli interroganti sono tutti presenti tranne la prima firmataria. Ho visto un cenno di assenso da parte dei Consiglieri che hanno firmato l'interrogazione, quindi, indirettamente, mi hanno autorizzato a procedere. Qualora avessi visto dei cenni contrari avrei avuto la necessaria sensibilità di non procedere all'espletamento dell'interrogazione. Così non è stato e lei ha fatto bene a ricordarlo perché sarà certamente sensibilità della Presidenza valutare opportunamente situazione per situazione, qualora si riproponga. Innanzitutto, la Presidenza cerca di comprendere se gli interroganti firmatari dell'interrogazione danno il via libera.
Compreso questo, credo che sia sufficiente informare la Consigliera Suino, visto che molti Consiglieri firmatari appartengono al suo Gruppo.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore all'assistenza sanitaria

Presidente e cortesi colleghi, mi rivolgo al collega Brigandì dicendo che mi premurerò di fornire quanto prima la risposta scritta e di parlarne perché, indubbiamente, l'interpellanza dei colleghi ha un'importanza notevole, verificandosi frequentemente questi disguidi.
Adesso risponderò all'interpellanza, dopodiché, penso che i colleghi vogliano sottolinearmi le necessità che ci sono e le eventuali proposte per ovviare a queste che sono situazioni che si ripetono spesso quando un cittadino italiano deve curarsi nei paesi extracomunitari.
L'assistenza sanitaria all'estero è garantita, nei quindici paesi membri dell'Unione Europea, da diversi regolamenti comunitari - 1408 del 14/06/71, 574/72 e così via.
Nei paesi al di fuori dei confini dell'Unione, invece, può solo essere assicurata nei casi in cui siano in vigore Convenzioni Bilaterali. Ne sono un esempio quella con il Principato di Monaco, quella con l'Argentina, con il Brasile, con l'Australia, etc.
I riferimenti normativi nazionali applicabili nel resto del mondo sono contenuti nel Decreto del Presidente della Repubblica del 31 luglio 1980 n. 618, e ineriscono la tutela sanitaria esclusivamente per i lavoratori che si spostano per distacco di servizio, ai quali in casi di necessità viene assicurato un rimborso in forma indiretta da parte del Ministero della salute.
In base a tale normativa, i cittadini italiani che si trovino in paesi non membri dell'Unione, come la Polonia - e il caso a cui fanno riferimento i colleghi - per motivi turistici, per temporaneo soggiorno, per motivi personali non connessi allo studio o al lavoro, non usufruiscono questi cittadini di alcuna copertura da parte del Sistema Sanitario Nazionale.
Se il cittadino italiano in Polonia, oggetto dell'interrogazione, non rientra nelle casistiche esposte nei capoversi precedenti, non è possibile procedere né totalmente né parzialmente al rimborso delle spese sostenute.
Per quanto attiene l'eventuale rimborso totale delle spese sanitarie sostenute all'estero è opportuno ricordare in questa sede che anche nell'ambito dell'Unione Europea la copertura sanitaria per le urgenze - il cosiddetto modello E111 - viene concessa solo sulla base della normativa vigente nel paese ospitante e non in base alle leggi che sono in vigore nel paese di provenienza dell'assistito.
Analogamente, per i passaggi in cura in forma diretta - modello E112 o in forma indiretta i paesi extra CEE, come previsto dal decreto ministeriale del 3 novembre 1989 - è prevista una copertura o rimborso ammontante al massimo all'80% della spesa sanitaria complessivamente sostenuta. La normativa di legge attualmente in vigore non prevede il rimborso totale.
Purtroppo la sentenza del TAR Lazio, citata dai Consiglieri interpellanti, non ha valore erga omnes, ma è limitata al caso singolo.
Soltanto l'emanazione di una nuova normativa nazionale, o con efficacia più circoscritta territorialmente, il prossimo allargamento dell'Unione Europea, potrà, superando l'attuale impianto legislativo, consentire il rimborso - totale o parziale che sia - delle spese sanitarie sostenute dai cittadini italiani fuori dal nostro paese.
Venendo infine all'ultimo punto dell'interpellanza sottolineo che i funzionari dell'Assessorato mi hanno assicurato che attualmente non vi sono pratiche in giacenza negli uffici per quanto attiene le prestazioni sanitarie prestate ai cittadini italiani all'estero.
Questa è la situazione normativa attuale, è chiaro che possiamo anche decidere di fare qualcosa per i cittadini italiani che occasionalmente purtroppo, sono necessitati a ricorrere alle cure, soprattutto chirurgiche nei paesi non della Comunità Europea.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazione n. 1356 presentata dal Consigliere Ronzani inerente a "Comunità alloggio Massaranga di Portula (BI)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1356 presentata dal Consigliere Ronzani. La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e alla famiglia

La comunità socio-assistenziale denominata "L'Albero" di Masseranga di Portula (BI) è autorizzata al funzionamento quale Residenza Assistenziale Flessibile di tipo B per 10 posti letto destinati a soggetti disabili.
La struttura, di proprietà del Comune di Portula, è stata concessa in comodato all'Associazione Handicappati Valsessera la quale, poi, ha stipulato un apposito contratto di sub-comodato con la Comunità Montana Valsesia che attualmente la gestisce ed è titolare dell'autorizzazione al funzionamento.
Dal mese di luglio del corrente anno la Comunità Montana Valsesia ha stipulato con l'Azienda sanitaria locale n. 11 di Vercelli una convenzione avente ad oggetto la R.A.F. di tipo B di Masseranga di Portula.
Tale convenzione, limitata all'effettiva occupazione dei posti nella Comunità, è subordinata alla cessazione di posti già altrove occupati e, a tal fine, l'ASL ha già provveduto a dare mandato ai Direttori di Distretto perché attivino, attraverso le competenti Commissioni Handicap, le procedure per il trasferimento degli assistiti già presenti in altre strutture, presso la Comunità di Portula, tenendo conto delle specificità personali di ognuno.
Per l'erogazione delle prestazioni a carattere sanitario, l'ASL mette a disposizione della Comunità Montana: medici di medicina generale (liberamente scelti dall'utente nell'ambito del Distretto ove insiste la struttura); medici del Servizio di Comunità Assistenziale; medici per le consulenze specialistiche necessarie, comprese quelle di natura psichiatrica svolte dal Servizio di Salute Mentale e fornisce direttamente i presidi sanitari utili agli ospiti.
La Comunità Montana, d'altro canto, oltre al personale addetto ai servizi generali, mette a disposizione della struttura il personale destinato all'assistenza diretta della persona, nonché il personale educativo.
La ripartizione della retta, determinata sulla base della DGR n. 230 23669 del 22 dicembre 1997, è di Euro 57,95 a carico del Servizio Sanitario e di Euro 35,45 a carico degli assistiti ovvero dei Servizi socio assistenziali.
La convenzione ha validità fino al 21 dicembre 2002 ed è rinnovabile di anno in anno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Ringrazio l'Assessore per la risposta; il fatto che mi sia stata data con questo ritardo fa sì che si ripeta un fenomeno al quale siamo abituati come Consiglieri, cioè che le risposte vengono date quando ormai il problema è risolto, come si è verificato in questo caso.
Approfitto però della risposta dell'Assessore per porre un problema: sulla questione specifica: mi auguro che in futuro l'ASL 11 mantenga e finanzi la convenzione con la quale questa struttura può e deve funzionare.
Ricordo tuttavia che l'Assessorato, insieme a quello della sanità, è inadempiente per quanto riguarda l'impegno, assunto con questo Consiglio regionale, di attivare - parlo di un argomento che è affine al tema che stiamo trattando - tutti i posti letto disponibili nelle case di riposo.
Ciò non è avvenuto. Il Consiglio regionale aveva impegnato la Giunta a sottoscrivere questo impegno, ma da una verifica che stiamo compiendo non risulta che la Giunta abbia autorizzato le ASL a finanziare l'attivazione mediante convenzione dei posti letto disponibili nella varie case di riposo.
Non mi risulta nemmeno - e qui mi rivolgo invece all'Assessore Cotto che la Regione abbia definito (lo dico perché siamo in prossimità della fine di questo anno e dovremo, in verità, metterci in condizione di essere precisi per il 2003) i criteri sulla base dei quali istituire l'assegno di cura.
L'Assessore Cotto ha girato mezzo Piemonte per dire che la Regione aveva istituito l'assegno di cura; io ho fatto una verifica e questo non risulta affatto istituito. Non avendo indicato i criteri, la Regione ha impedito che i vari consorzi socio-assistenziali, avendo dei criteri a cui uniformarsi, potessero per davvero istituire questo strumento, strumento che noi possiamo e dobbiamo attivare per consentire che l'anziano rimanga presente nelle mura domestiche.
Approfitto quindi della risposta che l'Assessore mi ha dato per porre tale questione: all'Assessore D'Ambrosio; per capire quando e come intendono attivare i posti letto disponibili nelle case di riposo che avrebbero dovuto attivare e che non sono stati attivati, destinando allo scopo finanziamenti specifici.
Mi rivolgo inoltre all'Assessore Cotto a proposito della definizione dei criteri. Io ho una copiosa letteratura in materia, ormai, perché vi sono Regioni che hanno presentato una bellissima modulistica, che non esiste in Piemonte: vorrei che in prossimità del nuovo anno gli Enti socio assistenziali avessero, dalla Regione, dei criteri ben definiti, sulla base dei quali poter corrispondere alle famiglie che ne fanno richiesta il cosiddetto assegno di cura.



PRESIDENTE

Pur essendo inusuale, ma al fine di agevolare il percorso di una completezza nella risposta, do la parola all'Assessore Cotto, per un'integrazione, in via del tutto straordinaria.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e alla famiglia

Per i 1300 posti è stato chiamato in causa l'Assessore D'Ambrosio; io mi limito al discorso dell'assegno di cura.
Volutamente, non abbiamo dato per l'anno 2002 dei criteri per l'erogazione dell'assegno di cura. Quando, con delibera di Consiglio, abbiamo ripartito i 39 miliardi, ci siamo limitati a dire "anche attraverso l'erogazione dell'assegno di cura". Non abbiamo fornito criteri, perché ci sono tanti "piemonti" in Piemonte e abbiamo voluto verificare come poter rispondere ai bisogni dei cittadini sul territorio.
Voglio ricordare che titolare delle funzioni socio-assistenziali sono i Comuni; poiché tanti Comuni, indipendentemente dai 39 miliardi aggiuntivi provenienti dallo Stato, già erogavano l'assegno di cura - cito il Comune di Torino, per fare un esempio - abbiamo lasciato il 2002 libero da indicazioni. Abbiamo comunque fatto un incontro con tutti gli Enti gestori proprio per monitorare il problema ed arrivare a fornire delle indicazioni per il 2003. Quindi l'aspettativa - spero - sarà soddisfatta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interrogazione n. 1499 presentata dal Consigliere Giordano inerente a "Il Parco Ticino e Malpensa 2000"


PRESIDENTE

Possiamo passare all'interrogazione n. 1449, rivolta all'Assessore Cavallera; prego, Assessore.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Premesso che l'assegnazione delle nuove rotte di decollo entrate in vigore il 14/8/1997 e il progressivo aumento del traffico aereo a causa dell'ampliamento dell'Aeroporto di Malpensa hanno generato fin da allora numerose proteste per i disagi sociali, ambientali e di sicurezza generati sul territorio dell'Ovest Ticino e che, a maggior ragione, si condividono le preoccupazioni per il possibile aggravarsi della situazione ambientale a seguito della realizzazione del terzo satellite, dell'hangar per Cargocity e della terza pista dell'aeroporto di Malpensa, si fa presente che numerose sono state le iniziative tese a ricercare soluzioni all'impatto pregresso e futuro, con particolare riferimento ai sorvoli sul nostro territorio e alla ridefinizione delle rotte di decollo.
Non si può però dimenticare che l'ubicazione di Malpensa in territorio lombardo rende più difficile effettuare azioni incisive, e che la nostra Regione ha dovuto costantemente lottare per aver voce nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, o per tentare di essere rappresentata in seno alla Commissione aeroportuale, come si dirà nel seguito.
In merito alla Valutazione di Impatto Ambientale si rammenta che la procedura "per il potenziamento dell'aeroporto a livelli di traffico superiore alla soglia dei 12 milioni di passeggeri/anno" fu espletata nel corso del 1999 e che la nostra Regione, con DGR n.12-28431 del 25/10/1999 ritenne non compatibile tale potenziamento sotto il profilo ambientale richiese la predisposizione urgente di adeguate misure di mitigazione stante la situazione di notevole impatto già in essere, e una conseguente riduzione sostanziale dei movimenti aerei sul Piemonte, ferma restando la richiesta di effettuare i decolli secondo la direzione di destinazione degli aeromobili (al fine di evitare il cosiddetto "risorvolo" e comunque in misura inferiore al 50% in direzione ovest (la direzione che interessa la Regione Piemonte).
La procedura di via si è conclusa con l'espressione di parere di compatibilità ambientale negativo da parte del Ministero dell'Ambiente con un decreto emanato dall'allora Ministro. Il trasferimento dei voli fu confermato con decreto Presidente Consiglio dei Ministri in data 13 dicembre 1999 in cui sono indicati una serie di interventi immediati e di medio termine rimasti in buona parte inattuati.
In merito all'applicazione di tale DPCM si richiesero le informazioni con nota del 13 febbraio 2001 al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri dell'Ambiente e dei Trasporti del precedente Governo (che peraltro rimase senza riscontro). La richiesta di far rispettare quanto stabilito in detto provvedimento, è stata rinnovata con nota dell'8 luglio scorso.
Per quanto attiene alla sopra richiamata commissione aeroportuale previsto dall'art. 5 del Decreto Ministro dell'Ambiente 31.10.97 metodologia di misura del rumore aeroportuale - essa dovrebbe fornire una risposta almeno parziale al problema dell'inquinamento acustico poiché il suo compito è di definire le procedure antirumore, nonché di individuare le zone di rispetto aeroportuali previste dal provvedimento citato. Tuttavia è necessario evidenziare subito che, seppur i confini di detta zona di rispetto possono essere al momento solo ipotizzati, la porzione di territorio piemontese che rientra in essa, sarà limitata e la reale criticità per l'ovest Ticino deriva dall'aumento del livello sonoro su di un territorio esterno alla suddetta zona di rispetto, per il quale la quiete rappresenta un bene di rilevante valore in quanto avocazione turistica, residenziale, agricola e parzialmente destinata a parco.
La commissione di cui al citato art. 5, è tuttora operante in modo provvisorio, con la partecipazione dei soli comuni sui quali insiste l'infrastruttura con l'obiettivo di stabilire i parametri tecnici per definire i comuni ricompresi nei limiti indicati nel parere dell'ufficio legislativo del Ministero dei Trasporti. Su tale parere che esclude dalla partecipazione alla Commissione alla nostra Regione, la Provincia di Novara, l'Arpa Piemonte e numerosi comuni piemontesi e lombardi (il problema riguarda tutta la fascia più ampia intorno all'aeroporto) che non rientrano nelle cosiddette zone di rispetto, ma risultano disturbate dal traffico aereo, questa amministrazione ha sollecitato l'ufficio legislativo del Ministero dell'Ambiente per risolvere la situazione che è rimasta ferma a livello di interpretazione da parte del Ministero dei trasporti. In tali condizioni, questa Regione è pronta ad impugnare le determinazioni che saranno assunte a fine lavori dalla citata commissione.
Per quanto riguarda l'ampliamente del territorio del parco finalizzato a porre un vincolo all'espansione dell'aeroporto di Malpensa facendo applicare pienamente le norme che vietano il sorvolo di aree protette, si evidenzia quanto segue. Sotto il profilo della pianificazione delle aree protette il Parco naturale della Valle del Ticino, istituito con legge regionale n. 53 del 21 agosto 1978, individua e sottopone a misure di tutela e conservazione di valorizzazione, uno specifico ambito territoriale la fascia fluviale - caratterizzato e strettamente legato al fiume dal punto di vista idrogeologico, paesaggistico, economico e storico culturale.
Lo stesso concetto è stato utilizzato nella definizione della fascia ristretta del progetto territoriale operativo del Po che è alla base della definizione dei confini del parco fluviale avvenuta con legge regionale n.
28 del 1990.
La fascia allargata costituita dai territori comunali dei comuni adiacenti a quelli rivieraschi, è oggetto del PTO (Progetto Territoriale Operativo) approvato dal Consiglio regionale in data 8 marzo 1995.
Il cosiddetto approfondimento Ovest Ticino del Piano territoriale regionale, approvato in data 23 luglio 1997 dal Consiglio regionale interessa il territorio adiacente l'area protetta con obiettivi paragonabili a quelli del PTO e, in particolare, rivolti alla salvaguardia dei corridoi di connessione tra i parchi e i territori limitrofi, al coordinamento normativo urbanistico per razionalizzare le funzioni compatibili, al recupero degli impatti connessi con le attività estrattive al contenimento degli sviluppi insediativi lineari, alla connessione e ricostruzione paesaggistico ambientale tra le aree urbane e quelle agricole.
A tal fine, l'approfondimento Ovest Ticino, individua una specifica fascia di preparco in cui sono previste e normate unità territoriali ambientali, cosiddette UTA, per le quali, in apposite schede, sono disposti specifici obiettivi ed indirizzi. In questo quadro e secondo le indicazioni più generali della politica regionale delle aree naturali protette, non è prevista ne prevedibile una generalizzata estensione dell'area protetta nelle aree oggetto dell'approfondimento Ovest Ticino.
Integrazioni territoriali potranno essere eventualmente proposte solo per garantire la tutela, la conservazione e la valorizzazione di beni e sistemi ambientali di particolare pregio, che esigono una gestione particolare e delicata quale quella garantita da un ente di gestione di area protetta.
Per quanto riguarda il sorvolo, si precisa che la normativa regionale vigente, legge regionale n. 19 del 1992, modificata con legge regionale n.
3 del 4 febbraio 2002, che disciplina l'utilizzo e la fruizione dell'area protetta, non prevede limitazioni particolari rifacendosi alle disposizioni nazionali in materia che prevedono, all'art. 11 comma 3 lettera H della legge quadro nazionale in materia di aree protette (la n.394 del 91), la limitazione del sorvolo di mezzi autorizzati esclusivamente alle aree protette nazionali. Sotto il profilo dell'inquinamento acustico, non risulta una norma esplicita che vieti il sorvolo di aree protette, tuttavia, il secondo capoverso dell'art. 3, comma 2 del DPCM del 1897 "determinazione dei valori, limiti delle sorgenti sonore" stabilisce che le infrastrutture aeroportuali all'esterno delle proprie aree di rispetto, zone A B C del decreto ministeriale del Ministero dell'Ambiente 31 ottobre 1997, concorrono al raggiungimento dei limiti assoluti di immissione. In altre parole, il rumore complessivo, e quindi comprensivo di quello derivante dai sorvoli, dovrà rispettare, nel territorio destinato a parco, i limiti di 50 decibel diurni e 40 decibel notturno associati alla classe I della zonizzazione acustica comunale.
Infatti, tale classe è quella che compete ai parchi, in base a quanto indicato al punto 3.2 della delibera Giunta regionale del 2001 n.3085/3802 recante le linee guida per la classificazione acustica del territorio (il livello più basso previsto).
Per giungere a tale risultato, occorre peraltro che i comuni interessati siano dotati della classificazione acustica e che il gestore aeroportuale presente, realizzi il piano di contenimento e di abbattimento del rumore prodotto nell'esercizio della infrastruttura secondo le modalità e i termini di cui al DPCM del 2000 recante "criteri in merito a tali piani". In proposito, occorre segnalare che il DPCM in parola, è stato impugnato avanti il TAR Lazio, dall'Associazione italiana gestori aeroporti e da numerose società di gestione aeroportuali. Questa impugnativa è stata respinta con sentenza del 20 aprile 2002, ma è presumibile un ricorso al Consiglio di Stato da parte dei soggetti prima citati.
Il contenzioso su tale provvedimento non esime il gestore aeroportuale dal rispetto dei limiti assoluti stabiliti dal citato DPCM del 1997 e associati alla classificazione acustica adottata dai comuni. Stante quanto sopra, non si ritiene opportuno provvedere ad un allargamento territoriale del parco in quanto tale azione non appare aggiungere elementi determinanti per aumentare i vincoli all'espansione di Malpensa. L'attuale estensione del Parco, unitamente all'applicazione della classificazione acustica secondo i citati criteri regionali, forniscono infatti ai Comuni interessati gli strumenti necessari per incidere sugli effetti derivanti dall'esercizio dell'infrastruttura aeroportuale, poiché le rotte sorvolano porzioni di Parco ricomprese nei Comuni stessi.
Si assicura agli interroganti che la Regione proseguirà a far valere in ogni modo le proprie ragioni per tutelare il proprio territorio e la qualità della vita delle popolazioni interessate.
Quindi, ribadisco che stiamo attendendo le conclusioni di quella citata Commissione aeroportuale, dalla quale ci hanno escluso, ma se non ci aggraderanno le conclusioni, le impugneremo, così come ci siamo opposti all'impugnativa contro il decreto ministeriale che hanno fatto i gestori aeroportuali.
E' una partita che sarà ancora lunga, ma nella quale noi siamo schierati con tutti coloro che richiedono che questo esercizio aeroportuale avvenga nei limiti e nelle compatibilità fissate dalle leggi e con una scelta politica operativa che è quella di suddividere le rotte, senza penalizzare aprioristicamente il territorio dell'ovest Ticino.
Per cui se gli aerei diretti a est girano subito a est, quelli a ovest girano a ovest; questo perché all'inizio si era registrato un risorvolo quasi generalizzato dell'ovest Ticino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente e Assessore.
Ho notato che la risposta è particolarmente dettagliata. La invito soltanto a non mollare questo argomento, perché sul territorio c'é un enorme disagio e le contestazioni, in quest'area, sono quotidiane.
Chiedo la copia scritta.


Argomento: Caccia

Interrogazione n. 1553 presentata dal Consigliere Giordano "Cresce il numero degli ungulati"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1553, cui risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla caccia e alla pesca

Dai dati in possesso degli Uffici competenti, rilevati dai censimenti e dai risultati dei piani di prelievo selettivo, si evince un generale e diffuso incremento delle popolazioni di ungulati selvatici presenti nel territorio regionale (in particolare di cervi, camosci, caprioli e cinghiali).
Tale aumento, imputabile anche ad immissioni, è determinato da numerosi fattori tra i quali figurano, principalmente, l'assenza di "nemici" naturali e l'abbandono delle attività colturali in vaste aree montane e collinari.
Si premette, tuttavia, che l'art. 1, primo comma, della Legge 11 febbraio 1992, n. 157 sancisce che "la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale" e, pertanto, l'aumento delle popolazioni di ungulati nella Regione costituisce un fatto positivo in quanto il patrimonio comune ne risulta incrementato.
Tuttavia la stessa legge nazionale cui sopra si accenna (art. 19) e la legge regionale 4 settembre 1996, n. 70 (art. 29), stabiliscono la possibilità di autorizzare, una volta esperito inutilmente il controllo della fauna con metodi ecologici, piani di abbattimento nei confronti di quelle specie la cui eccessiva consistenza interagisce negativamente con le attività antropiche, cioè dell'uomo.
Va precisato tuttavia che una consistenza faunistica tale da compromettere l'equilibrio, che deve instaurarsi tra attività umane e presenza di fauna selvatica, si verifica, al momento, esclusivamente per la specie cinghiale. Pertanto, in considerazione dell'impatto che il suide ha sulle attività antropiche, la Regione ha provveduto a dotarsi di un organico quadro normativo, costituito dalla legge regionale 9/2000 e dai successivi provvedimenti attuativi emanati dalla Giunta regionale, con il fine di limitare e ridurre i fenomeni dannosi collegabili a tale specie.
Le Province hanno, dal canto loro, posto in atto interventi coordinati per il contenimento dei cinghiali con risultati non sempre eclatanti, ma comunque apprezzabili. Gli interventi di cui sopra, ai sensi del punto 2.4 dell'allegato alla DGR 48-2127 del 29/1/2001, possono essere attuati dalle Province attraverso la predisposizione di specifici piani di contenimento anche nelle aree protette regionali.
I programmi di attuazione dei piani anzidetti sono predisposti dalle stesse Province e dagli Enti di gestione di dette aree protette. Va aggiunto che nelle aree protette le Province esercitano il potere sostitutivo previo provvedimento regionale ai sensi degli artt. 20 della l.r. 12/1990 ed art. 11 della l.r. 36/1992.
Lo stesso mondo venatorio è sensibile al problema e ne condivide la gravità attuando una più razionale ed efficace gestione della specie durante il periodo venatorio e partecipando agli interventi di contenimento cui sopra si accenna nella veste di sede controllore. Questa figura coadiuva i guardiacaccia delle Province o le guardie dei parchi per quanto riguarda gli abbattimenti previsti.
Tale scenario, allo stato attuale, non è rilevabile per le altre specie di ungulati, cioè questa proliferazione pesante dei cinghiali; per le altre specie non è rilevabile. Tuttavia si fa presente che singole situazioni anomale possono essere affrontate e risolte nell'ambito dell'elaborazione degli stessi piani di prelievo selettivo o, in alternativa, ai sensi del comma 3 del citato art. 29 della l.r. 70/1996. Particolare attenzione è inoltre, prestata dagli uffici competenti dell'Assessorato alla caccia alla consistenza della specie capriolo ed alla sua evoluzione. Tale ungulato infatti è particolarmente elusivo, e quindi difficilmente censibile.
Le caratteristiche ecologiche, inoltre, permettono l'espansione del suo areale anche a zone di pianura o di media collina ove insistono coltivazioni di pregio e dove, per contro, l'assenza nella tradizione venatoria locale di tale specie rende difficoltoso il completamento dei piani di prelievo selettivo.
Relativamente al secondo punto dell'interrogazione si fa presente che l'Assessorato ha incrementato le risorse finanziarie destinate, per l'anno in corso, al risarcimento dei danni arrecati dalla fauna selvatica e dall'attività venatoria alle produzioni agricole, portandone la consistenza complessiva da poco meno di un milione e mezzo di euro stanziati nel 2001 a due milioni e 4 mila euro per quanto riguarda l'anno corrente.
Infine, relativamente all'ultimo quesito posto dall'interrogante, si precisa che le somme cui sopra si è accennato possono essere utilizzate oltre che per indennizzare i soggetti che ne hanno diritto e liquidare le competenze dei periti accertatori, anche per porre in atto adeguate misure preventive (repellenti, reticelle a difesa dei fusti e delle radici delle piante coltivate, recinzioni elettriche).
Colgo l'occasione per fare il punto della situazione. La famosa assicurazione che era prevista per le collisioni sulle strade pubbliche è stata assegnata, previa una gara dell'Assessorato al patrimonio; quindi siamo coperti e quella è una realizzazione raggiunta.
Per quanto riguarda i tre contesti territoriali nei quali si devono pagare i danni, per quanto riguarda le zone cacciabili i danni li pagano gli ATC e i CA, nelle oasi e nelle zone di popolamento e cattura li pagano le Province, perché sono zone istituite dalle Province, e nei parchi li pagano l'Ente dei Parchi.
Credo che i problemi residui sostanzialmente ci siano ancora per quanto riguarda le zone di popolamento e cattura. Abbiamo definito quella che era la pendenza 2000/2001. C'é ancora un residuo relativo al '98 e '99. Ho chiesto informazioni all'Assessore al bilancio. Sono circa 480 milioni di vecchie lire, vale a dire 250.000 Euro. Mi auguro che si possa prelevare dal fondo di riserva e, quindi, chiudere tutte le pendenze con le Province.
Bisogna prestare una maggiore attenzione per quanto riguarda le ATC e i CA. In attesa della nuova legge, che darà maggiore responsabilità alle Amministrazioni delle ATC e dei CA (comparti alpini), credo che vada richiamato il senso di responsabilità di queste Amministrazioni nel fare i piani di prelievo adeguati al mantenimento del numero di queste specie.
Premesso che il cinghiale è una specie abnorme, occorre particolare attenzione, ma anche per le altre specie per evitare fenomeni non desiderati ecologicamente e dal punto di vista agricolo, come quella relativa alla migrazione del capriolo, a cui ho accennato prima, che pu creare problemi anche nelle zone a valle.
una situazione critica, come gli interroganti hanno rilevato, ma assicuro che stiamo cercando di fronteggiare questa situazione con un certo equilibrio, perché, da un lato, bisogna evitare proliferazione e dall'altro, bisogna evitare eccessi di soppressioni che potrebbero in futuro creare disequilibrio sia per la fauna selvatica in generale sia per l'attività venatoria che comunque, gradualmente nel tempo, deve svolgersi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Assessore. Non ho inteso bene, al di là del risarcimento dei danni, la programmazione in termini di sviluppo dei cinghiali, ma legger attentamente la risposta scritta. In ogni modo, se non mi è chiaro qualcosa le chiederò ulteriori dettagli.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione n. 1584 presentata dal Consigliere Giordano inerente a "Il Lago Verbano a rischio di inquinamento"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1584, presentata dal Consigliere Giordano.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In riferimento all'interrogazione in oggetto, si ritiene opportuno rammentare che sul fenomeno dell'inquinamento da DDT e suoi metaboliti ed analoghi (in seguito denominati DDTs) nel lago Verbano sono state promosse e realizzate specifiche campagne di monitoraggio sin dai primi ritrovamenti in pesci ed altri organismi acquatici del lago, risalenti al 1996. Proprio grazie a tali indagini, sviluppate in vari punti del lago ed estese poi al bacino del fiume Toce ed al lago di Mergozzo, è stato possibile individuare in un grande stabilimento industriale di Pieve Vergonte (VB) la più probabile ed importante sorgente di questi inquinanti, che erano veicolati al Verbano dal fiume Toce attraverso l'affluente Rio Marmazza.
La produzione dell'insetticida è stata abbandonata ed è in corso la bonifica del sito. Tuttavia, stante il perdurare di fenomeni di contaminazione da DDT nei pesci del Lago Maggiore, è tuttora in vigore il divieto di pesca nel lago per alcune specie ittiche di interesse commerciale (lavarello, bondella, agone, scardola ed alborella).
Inquinamento nel Lago Verbano: situazione e probabile evoluzione A seguito del riscontro di elevati valori di DDT nei pesci del lago la Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo-Svizzere (C.I.P.A.I.S.), in accordo con la Regione Piemonte, la Regione Lombardia la Commissione internazionale per la pesca nelle acque Italo-Svizzere ed il Canton Ticino, ha finanziato e realizzato un primo programma annuale di "Ricerche sulla distribuzione e gli effetti del DDT nell'ecosistema del Lago Maggiore". Tale programma, che si è svolto nel 1998 e che prevedeva campagne di rilevamento su acqua e sedimenti fluviali e lacustri particolato in sospensione, plancton, benthos (molluschi), pesci e uova di uccelli acquatici, ha permesso una valutazione complessiva dell'inquinamento da DDT e omologhi nei vari comparti (matrici inorganiche organiche e catena alimentare) dell'ecosistema del fiume Toce e del lago Maggiore.
Gli studi sono stati realizzati dal CNR, presso l'Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) di Brugherio, l' Istituto per lo Studio degli Ecosistemi (ISE) di Pallanza e l'Istituto di Geologia Marina di Bologna dall'Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Biologia, dall' Università degli Studi dell'Insubria, dal DT-SPAA di Lugano e dall'ARPA Piemonte presso il Dip. provinciale di Novara.
I risultati, presentati ad agosto 1999 nel "Rapporto finale sui risultati delle indagini", hanno consentito di evidenziare come l'inquinamento da DDTs nell'area oggetto di studio sia pluridecennale (i picchi più elevati risalgono agli anni '70), ed estesamente diffuso nell'area vasta comprendente il bacino del Fiume Toce nel suo tratto terminale ed il lago Maggiore nel suo sviluppo centro-meridionale (principalmente nella Baia di Pallanza), ma anche come questo fenomeno sia negli ultimi decenni, in regresso, nonostante alcuni picchi riscontrati nei periodi '86-'88 e '92 -'96.
La soglia di rilevabilità del DDT nell'acqua del lago non è mai stata superata anche per la sua bassissima solubilità. Peraltro, anche le analisi effettuate dai competenti Laboratori di Novara e Varese in corrispondenza delle stazioni di prelievo per uso idropotabile (Ghiffa e Leggiuno) hanno sempre evidenziato concentrazioni di DDT nei campioni d'acqua prelevati dal lago Maggiore almeno 10 volte inferiori ai limiti previsti dalla normativa italiana per le acque destinate al consumo umano.
Gli studi hanno inoltre escluso qualsiasi rischio derivante dalla balneazione, ritenendolo del tutto insignificante e di gran lunga inferiore a quello di per sé ridottissimo associato al consumo per uso potabile delle acque del lago Maggiore.
Il Rapporto tuttavia ha evidenziato come altri due fiumi recapitanti nel Verbano, rispettivamente sulla sponda lombarda (Torrente Margorabbia) e su quella cantonale ticinese (Torrente Verzasca), presentino valori di DDT non trascurabili nei propri sedimenti e contribuiscano quindi in parte all'apporto complessivo al lago, indicando la necessità di un quadro più esaustivo circa la distribuzione dei DDT nell'intero bacino del Verbano.
Del resto, la natura dei risultati di un unico anno di indagini non poteva che essere interlocutoria e parziale, se si tiene conto che il tempo teorico di ricambio delle acque del lago Maggiore è stimato in 4,1 anni e che, per inquinanti persistenti quali il DDT, i processi di diffusione e rilascio da parte del terreno, del sottosuolo e dei sedimenti fluviali e lacustri, possono compiersi in tempi molto lunghi, dipendenti dalla vastità dell'area contaminata e dall'evoluzione dei cicli climatici, geochimici ed ecologici che la caratterizzano. Inoltre, vi è da considerare che, al termine della messa in sicurezza del sito industriale principale responsabile dell'inquinamento in oggetto, è previsto il confinamento del materiale contaminato entro e fuori lo stabilimento, il che comporterà notevoli movimentazioni di terreno da effettuare necessariamente in tempi differiti, per evitare ulteriori fenomeni di contaminazione diffusa.
Per valutare l'evoluzione della situazione e verificare se e quanto la chiusura dello stabilimento già citato, ma ancor più le odierne attività di bonifica ed i pregressi e futuri eventi di piena, abbiano potuto e potranno influire sulla mobilizzazione, sul trasporto e sulla distribuzione dei DDTs e di altri inquinanti, nel maggio del 2001 è stato attivato dalla Commissione C.I.P.A.I.S. un nuovo programma quinquennale di "Monitoraggio della presenza di DDT nell'ecosistema Lago Maggiore" i cui risultati relativi al primo anno di studi, saranno disponibili in forma ufficiale nel prossimo autunno. Proprio oggi è riunita a Stresa la Commissione Italo Svizzera. Ieri sera ho partecipato alla preriunione, purtroppo per essere in Consiglio ho lasciato un rappresentare della Regione. È disponibile un fascicolo che farò avere agli interroganti in modo da potere essere aggiornati.
Queste indagini, assieme alle informazioni sinora acquisite concorreranno a definire il quadro storico e tendenziale dell'inquinamento in oggetto lungo un arco di tempo a scala almeno decennale e solo allora presumibilmente, potranno avere una certa significatività.
In particolare, l'attività del quinquennio 2001-2005 prevede un'estensione delle indagini sul DDT nei sedimenti lacustri lungo la direttrice nord-sud del lago, nonché analoghe determinazioni delle concentrazioni relative ad altri insetticidi organoclorurati (in particolare esaclorobenzene, HCB), ai Policlorobifenili (PCBs), e ad alcuni metalli pesanti (mercurio, arsenico, rame e cadmio); sono previsti inoltre studi puntuali sui processi di sedimentazione e risospensione estesi anche ai sedimenti ed agli apporti dei tributari al lago, correlati ai dati di precipitazione atmosferica, ed inoltre campagne di monitoraggio su indicatori biologici (molluschi e uova di svasso) ed ulteriori indagini sul comparto ittico (a cura dell'ARPA Piemonte, Dip. di Novara, campionamenti ed analisi a cadenza stagionale per 7 specie ittiche - tinca, scardola cavedano, persico, lavarello, bondella e agone, in due aree di cattura: una piemontese Stresa - Isola dei Pescatori ed una lombarda - Angera ).
Ad integrazione del suddetto programma di studi, la Direzione Pianificazione delle Risorse Idriche della Regione Piemonte, in collaborazione con l'ARPA di Novara ed il CNR di Pallanza, ha recentemente realizzato il potenziamento della propria stazione idrometrica sita sul Fiume Toce, in località Candoglia (Comune di Mergozzo) dotandola di un campionatore automatico di acqua e del particolato solido: l'analisi dei relativi campioni consentirà, a regime, un'osservazione continua dell'evoluzione dell'apporto di DDT dal bacino del Toce e, non appena vi sarà un numero sufficiente di dati significativi e validati, permetterà la messa a punto di un modello di simulazione idrodinamica del suo trasporto e abbattimento.
I primi risultati, non ancora ufficiali, sulle concentrazioni dei DDTs nei pesci, sono relativi ad analisi effettuate dall'ARPA Piemonte Dipartimento provinciale di Novara, su un totale di 217 campioni prelevati in sponda piemontese nell'arco di un anno solare, in quattro pescate stagionali - estiva, autunnale, invernale 2001 e primaverile 2002 - (le concentrazioni dei DDTs e di altri inquinanti lipofili subiscono infatti variazioni periodiche nei tessuti dei pesci, legate alle fluttuazioni stagionali nel metabolismo dei grassi), e permettono un confronto indicativo fra i dati 2001-2002 e quelli riscontrati dall'ARPA su campioni analoghi relativi al 1996. Ad esempio, paragonando le concentrazioni medie riscontrate nel pesce persico, rapportate alla percentuale di grasso nella parte edibile, si osservano, a cinque anni di distanza, valori molto simili (media 1996 = 3,1 mg DDTs /kg grasso edibile; media 2001-2002 = 2,6mg DDTs/Kg grasso edibile). Sempre a titolo esemplificativo, l'agone, specie ad elevato contenuto di grasso e fra quelle di maggior interesse commerciale di cui è attualmente vietata la pesca, sembrerebbe avere un contenuto di DDTs minore nel 2001-2002 rispetto al 1996 (6,3 mg DDTs/kg grasso edibile e 11,6 mg DDTs/kg grasso edibile, rispettivamente). Invece la bondella, fra i coregoni, non mostrerebbe sostanziali variazioni nel contenuto di DDTs nei due periodi a confronto (media 1996 = 4,4mg DDTs/kg grasso edibile; media 2001-2002 = 4,2mg DDTs/Kg grasso edibile). I dati relativi all'omologo pescato in sponda lombarda, riferiti ad analisi effettuate dall'ARPA-Piemonte Dip.di Novara nelle annate 1996 e 2001-2002 e dall'A.S.L. di Varese nel 1998, indicherebbero come, mediamente, i livelli di inquinamento da DDTs nei pesci siano minori rispetto a quelli della sponda piemontese, pur rimanendo spesso al di sopra del limite di legge per la edibilità delle carni. Tale evidenza, al di là di alcune eccezioni confermerebbe come il maggior "serbatoio" di DDT sia localizzato nella Baia di Pallanza, coerentemente con quanto sinora emerso anche dalle indagini precedenti. Anche sulla sponda lombarda un confronto fra le pescate del 1996, del 1998, e del 2001-2002 confermerebbe livelli di contaminazione invariati o, al più, in lenta diminuzione per alcune specie (ad esempio l'agone) in questo arco di tempo. In definitiva quindi, si registrerebbe (il condizionale è d'obbligo, data la parzialità dei risultati) una persistenza, in lento decremento tendenziale, della contaminazione da DDT nei pesci riscontrata alla fine degli anni '90 e sembrerebbe plausibile quanto prospettato dai primi studi, ossia che l'interruzione dell'apporto esogeno al lago di DDT e omologhi, a seguito della chiusura della loro più probabile sorgente, non avrebbe comportato miglioramenti rapidi della situazione, bensì dilazionati e suscettibili di fluttazioni, poich fenomeni endogeni di risospensione possono e potranno ancora interessare per effetto di piene, di variazioni termiche nelle acque lacustri e delle stesse attività di bonifica nel bacino del Toce, sedimenti che sono caratterizzati da una contaminazione profonda e pluridecennale (Fiume Toce Baia di Pallanza), come emerso dall'analisi delle carote di sedimento effettuata nel 1998. Del resto, i processi di precipitazione, deposizione e risospensione all'interfaccia acqua-sedimento costituiscono un equilibrio dinamico, in cui variazioni significative, a meno di eventi eccezionali e repentini, si rendono evidenti in tempi molto lunghi, raramente in pochi anni.
Va infine osservato che i dati sul DDT nei pesci, calcolati come valore medio annuale tra il 2001 ed il 2002, risentono in misura notevole dei massimi riscontrati nell'estate 2001, qualche mese dopo l'alluvione dell'ottobre 2000 che ha colpito l'intero Verbano. In effetti, i valori riscontrati nel popolamento ittico nei campionamenti successivi sono invece diminuiti sensibilmente, collocandosi al di sotto dei livelli riscontrati nell'estate 2000. In questo caso è stato ipotizzato da tutti i ricercatori che il forte incremento di DDT sia probabilmente legato agli eventi di piena dell'ottobre 2000, che nei mesi successivi hanno avuto un sensibile impatto negativo sulla qualità delle acque lacustri.
A questo punto sospenderei la lettura (che consegnerei poi al collega per iscritto) per esporre un breve commento finale.
In sostanza, si procede sotto due profili: da un lato, arrivare ad imporre all'Elica di Pieve Vergonte la bonifica attraverso un accordo di programma (che stiamo definendo e mi auguro che entro il mese di novembre possa essere firmato tra Stato, Regione, Provincia e Comune di Pieve Vergonte con la Sovrintendenza dell'Arpa e con impegni finanziari, com' è già avvenuto nel Comune di Cengio, dove l'Elica si è impegnata formalmente a spendere 400 miliardi); e, dall'altra parte, ciò che qui veniva ipotizzato, anche con l'alluvione di quest'anno si è ipotizzato. Dopo un mese o due dall'alluvione, nel lago affluiscono ancora portate e sedimentazioni contenenti DDT. Ciò vuol dire che abbiamo DDT nelle aree interne ed esterne allo stabilimento, ma, come succede anche da altre parti (vedasi nel Bormida) si sono sedimenti anche lungo il corso d'acqua. Ecco il motivo per cui abbiamo introdotto la misurazione automatica al termine del Toce e prima dell'immissione del lago, per poterlo monitorare e per poter avere eventuali curve di intervento nel limite del possibile. Sapete bene che non vi è la salubrità del DDT, quindi c'è un'evoluzione naturale biologica molto graduata nel tempo. Per noi è un grosso problema su cui lavoriamo costantemente.
La bonifica di Pieve Vergonte del DDT, quindi, è una bonifica di interesse nazionale che viene portati avanti con il coordinamento diretto del Ministero dell'Ambiente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Assessore, ho visto che ha svolto un lavoro approfondito, però, mi sta a cuore capire se la rilevazione dell'inquinamento del lago, a seguito di questo accordo, venga effettuata con un solo sistema, evitando che se misurano gli svizzeri siamo a posto e se misurano gli italiani siamo inquinati.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il punto "Interrogazioni e interpellanze".


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame proposta di legge n. 174: "Riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori parrocchiali e valorizzazione del loro ruolo nella Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di legge n. 174, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Eravamo in sede di discussione di un emendamento sostitutivo all'articolo 1 e, per la precisione, in sede di dichiarazione di voto.
In sede di dichiarazione di voto erano già intervenuti i Consiglieri Palma e Contu, chiedo se qualche altro Consigliere vuole intervenire per dichiarazione di voto.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Il materiale è stato distribuito nel corso dell'ultima seduta. Non possiamo in tutte le sedute ristampare centinaia di fogli di carta colleghi!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo so, però, tutte le volte stampiamo delle cartelline che poi dobbiamo ristampare. Io lo faccio distribuire, per carità, però, è presente anche questo aspetto.
La parola al Consigliere Contu sull'ordine dei lavori.



CONTU Mario

Presidente, volevo complimentarmi con il responsabile dei lavori d'aula per la modalità, che già la volta precedente abbiamo inaugurato, sulla sistematizzazione del lavoro a supporto dei Consiglieri per quanto riguarda i lavori d'aula. E' una cosa buona perché, magari, ci può consentire di evitare spiacevoli perdite di tempo.
Siccome nella seduta precedente abbiamo interrotto i lavori su un punto delicato, oggi avvertiamo la necessità di immergerci nuovamente nella problematica e magari di avere la contezza esatta dello stato dei lavori.
Eravamo fermi alla discussione di un emendamento, sarebbe opportuno avere il testo dello stesso. Per quanto mi riguarda, recupero il resto.



PRESIDENTE

La cartellina che lei ha avuto è quella che abbiamo fatto distribuire nel corso dell'ultima seduta per preparare la discussione del provvedimento.
Adesso faccio ridistribuire ulteriormente il materiale che abbiamo dovuto rifotocopiare, così avrete a vostre mani tutti gli emendamenti.
Stiamo discutendo degli emendamenti all'art. 1, in particolare di un emendamento sostitutivo dell'art. 1, a firma dei Consiglieri Palma e Mellano. Avevamo già respinto nella seduta scorsa l'emendamento abrogativo del Consigliere Contu. Gli emendamenti sono rubricati anche nella vostra cartellina con questi numeri.
Do ora lettura dell'emendamento.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: Sostitutivo dell'art. 1.
1. La Regione, in ottemperanza ai principi generali della legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) riconosce agli enti e alle associazioni non lucrative, che svolgono attività di socializzazione rivolta ai giovani, il diritto di accedere ai finanziamenti previsti dalla normativa regionale per l'attuazione delle politiche giovanili.
2. La Regione riconosce altresì ai soggetti di cui al comma 1 il diritto di concorrere, alla pari con gli altri soggetti previsti dalla normativa regionale, all'affidamento di servizi ed interventi di natura socioeducativa o socioassistenziale.
3. La Giunta regionale, entro 3 mesi dall'approvazione della presente legge, definisce i criteri di riconoscimento e accreditamento dei soggetti di cui al comma 1.
Si era già svolga la discussione generale, c'era già stato il parere del relatore, che era contrario. Poi, avevano chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, i Consiglieri Palma e Contu.
Se non ci sono altri interventi in sede di dichiarazione di voto dichiaro aperta la votazione.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, abbiamo già avuto modo di sentire, da parte dei presentatori della legge, che c'è il parere negativo su questo emendamento.
Credo sia un errore non considerare con attenzione questo emendamento, in quanto i principi che lo sostengono dovrebbero essere presenti nella legge proposta. Cioè, se noi pensiamo alle funzioni che possono avere i centri come gli oratori, non possiamo pensare che gli oratori siano gli unici centri che abbiano queste incombenze e queste finalità.
Credo che la funzione di un ente pubblico come la Regione sia di preservare la laicità dello Stato. Per assolvere questa funzione è necessario pensare a tutte quelle associazioni che lavorano per garantire quei servizi che la società odierna e la vita nelle città industrializzate richiedono, affinché sia possibile aiutare veramente i giovani ad affrontare i problemi che incontrano ogni giorno.
Credo che questo emendamento sostitutivo fornisca dei motivi per poter permettere di lavorare in maniera fondamentale e per garantire la qualità della vita nelle nostre città.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.2).
Il Consiglio non approva.
1.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: sono soppresse le parole: "in ottemperanza ai principi generali della legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali)".
Non ci sono i presentatori.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Volevo ricordarle, Presidente, che nella pagina successiva c'è un analogo emendamento, che ho presentato.



PRESIDENTE

E' vero. Tale emendamento recita: 1.4) Emendamento, presentato dal Consigliere Tapparo: All'art. 1, comma 1, eliminare "in ottemperanza ai principi generali della legge 8 novembre 2000, n. 328 (legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi)" Dichiaro accorpati gli emendamenti 1.3) e 1.4).
Il Consigliere Tapparo, essendo firmatario dell'emendamento, ha facoltà di illustrare l'emendamento.



TAPPARO Giancarlo

Anche questo emendamento, ovviamente, risponde allo spirito che ho dato ai precedenti e che ho illustrato in sede di intervento generale. Si tratta di una normativa specifica per tutte quelle realtà che svolgono politiche interventi e pratica concreta di valorizzazione del ruolo e della presenza dei giovani in quell'area intermedia che sta tra la presenza scolastica e quella della famiglia.
Mi sembra utile - come credo anche ai colleghi della Lista Bonino eliminare il riferimento alla legge n. 328. Ovviamente questo mio emendamento ha un senso se è visto nell'ambito dell'operazione che tendo a fare su tutto il corpo della proposta di legge, con la ricerca di uno sbocco diverso da quello ipotizzato dai proponenti.
Quindi, in sostanza, il senso di questa estrapolazione dall'art. 1 va nella direzione che ho brevemente illustrato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Il Consigliere Tapparo, nell'illustrazione, ha sollevato un problema che noi abbiamo già posto all'attenzione dell'aula, che, in modo inopportuno - è chiaro che l'aula è sovrana - ha respinto.
Noi avevamo proposto di restituire la disamina di questo articolo ai lavori della VI Commissione, che in materia ha competenza quasi esclusiva.
Il richiamo alla sola legge n. 328, Assessore Cotto, ci sta stretto.
Lei non è fra i propositori, ma credo che ne condivida lo spirito.
Concorderà con noi che, nel tempo, gli oratori hanno assunto un'altra funzione, che non è solo limitata ad un aspetto importante di prevenzione del disagio, di luogo di aggregazione giovanile, di momento d'incontro e valorizzazione delle esperienze che, dal basso e dai giovani, possono provenire sui tanti temi che agitano anche la nostra società.
Recenti fatti di cronaca hanno confermato fino in fondo la giustezza delle nostre argomentazioni: molto spesso, dietro al termine "volontariato", si nascondono vere e proprie prestazioni di servizi, legate al tempo libero e a quello spazio tra la famiglia e la scuola, di cui ha parlato il Consigliere Tapparo.
Non ultima, la questione che ho sollevato in quest'aula per "Estate Ragazzi".
Ho avuto già modo di riferire all'aula che sono circa 10.000 i ragazzi che frequentano gli oratori, ma voglio precisare esattamente i termini nei quali li frequentano. Li frequentano per una scelta, prima d'integrazione oggi obbligata dalla ristrettezza delle risorse da parte degli Enti locali di rivolgersi al volontariato per usufruire di servizi tradizionalmente erogati direttamente dagli Enti locali.
Questo avviene in una forma che, dal punto di vista economico, appare anche rilevante. Nella città di Torino il contributo che viene erogato dal Comune agli oratori si aggira intorno ai 2-3 miliardi, ma ad ogni famiglia viene chiesta una quota d'iscrizione, cioè ad ogni famiglia viene chiesto a piè di lista di contribuire per coprire i costi relativi, ad esempio, alle gite, alle uscite, ecc..
Questi sono gli oratori dentro le varie organizzazioni di riferimento aprendo dei problemi non da poco. In genere i ragazzi hanno voglia di stare insieme, sono minorenni e, utilizzando questo bisogno, al quale gli oratori danno risposte diversificate nel campo dello sport e di altre attività questi ragazzi minorenni vengono utilizzati come animatori, a fare da balia e da educatori ad altri ragazzi minorenni.
Quindi, capite che la problematica esce dai contorni e dai limiti dai quali i propositori di questa legge l'hanno posta: collocato così, diventa anche offensivo ed umiliante nei confronti degli stessi oratori, che magari negli anni hanno compiuto dei passi avanti, affermandosi come soggetti educativi e di riferimento sul territorio. La questione è pertanto estremamente complessa.
Se leggete la rassegna stampa della Regione Lazio di ieri, potrete verificare - ne saranno felici i propositori - che le domande per l'analoga legge emanata dalla Regione Lazio hanno superato di gran lunga la copertura di spesa possibile. Infatti sono già 560 gli oratori che hanno presentato la domanda e che hanno avuto un contributo medio di 15 milioni (da 15 a 30 milioni), per cui la Regione Lazio è alla ricerca di altri fondi per soddisfare questa richiesta.
Io non so se le politiche culturali, educative e di aggregazione giovanile possano essere gestite in questo modo, con una sorta di contributo "a perdere", ché una volta riconosciuta la titolarità degli aventi diritto, diventa semplicemente una distribuzione a pioggia di risorse senza nessuna verifica su come si opera in questo campo così delicato.
Quindi, io richiamo l'attenzione dell'aula su quanto sia limitativo il solo riferimento alla legge dell'8 novembre 2002, n. 328, che - ricordo recita esattamente: "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato e servizi sociali". E' un'altra cosa, più ampia, che non pu contemplare aspetti così particolari come questi relativi al sistema educativo.
Quindi, invito ancora a ragionare se veramente l'obiettivo che si vuole raggiungere sia così poco nobile rispetto ai risultati che s'intendono conseguire: quello di avere la primogenitura di una legge che dispensa ed elargisce contributi.
Non è su questo che si fonda il consenso politico o, perlomeno, mi sembra che una certa pratica politico-legislativa miri proprio a questo: elargire elemosine per avere dei tornaconti puramente di tipo elettorale.
E' offensivo nei confronti dell'aula, è offensivo anche nei confronti dei soggetti che potranno dirvi grazie e riconoscervi questo atto.
Vi invito, dunque, mentre è in corso l'iter legislativo di questa legge, a prestare attenzione a quanto sta avvenendo in Parlamento. Il Parlamento si sta dimostrando più accorto, più attento e meno "partigiano" cercando di collocare la problematica dei diritti di tutti, che non sono gli unici soggetti portatori di questo contributo alla crescita e all'accompagnamento dei percorsi di crescita dei giovani, ma questo provvedimento rischia di essere fortemente escludente di soggetti altri che pure ne hanno titolo.
Limitazioni, quindi, per quanto riguarda la legge di riferimento che va assolutamente rimossa, e coinvolgimento degli altri Assessorati.
L'Assessore Leo sarebbe ben contento, basta che non si affronti questa problematica con lo stesso spirito con il quale si è affrontata la questione dei piani delle offerte formative perché ci tradirebbe ancora una volta e sarebbe certamente grave e imperdonabile.



PRESIDENTE

Vi ricordo che il tempo a disposizione per gli emendamenti è di cinque minuti. Ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per ribadire il nostro voto contrario a questo emendamento.
Nell'annunciare il voto contrario, vorrei anche sottolineare come noi abbiamo intenzione di svolgere un confronto sulle diverse posizioni. Non ci lasceremo coinvolgere in polemiche che sono fuori dalla realtà oggettiva non solo di quella che è l'intenzione, ma di quello che è lo svolgimento o la negazione dello svolgimento dell'attività degli oratori.
Il provvedimento, così come proposto, non si presta né vuole essere un momento solo di distribuzione di elemosine. Mi pare uno svilimento del confronto affrontare l'argomento sotto questo aspetto.
Ribadisco il nostro voto contrario all'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

La scorsa settimana non ero presente e quindi non ho potuto neanche svolgere le considerazioni generali, pertanto alcune considerazioni le farò adesso.
Innanzitutto mi rivolgo a lei, Presidente, ma anche alla stampa presente, perché ho avuto modo di leggere gli articoli che descrivevano lo svolgimento dei nostri lavori. Trovo che sia abbastanza offensivo nei nostri confronti e non utile all'immagine che si offre descrivere la situazione come se ci trovassimo di fronte ad una battaglia a base di emendamenti ostruzionistici. Perché se la presentazione di una trentina di emendamenti (perché di questo si tratta) viene presentata come una "non normale prassi" - e mi rivolgo a tutti perché ritengo che la questione riguardi tutti - allora se vedete la "pioggia" di emendamenti alla legge Finanziaria... Con il termine "pioggia" si immagina una cosa ben diversa immagina che qui non si intervenga nel merito.
Credo che sia opportuno un richiamo alla correttezza informativa perché altrimenti si offre un'immagine a mio avviso errata del tipo di lavoro che noi svolgiamo, e soprattutto negativa, con ricadute negative. Mi pare, invece, che sia una discussione abbastanza nel merito.
Noi siamo contro la legge così com'è stata presentata, perché non ha un carattere universale, ma particolare, individua solo alcuni soggetti e si rivolge solo a costoro. Il tipo di attività svolta da questi soggetti è svolta, infatti, anche da altre strutture all'interno del territorio piemontese. Mi è parso di capire che gli emendamenti che sono stati presentati abbiano la caratteristica semmai di allargare, e non di escludere qualcuno. Contestano il fatto che sia una legge fatta apposta e su misura e non abbia dei concetti che allargano.
chiaro che se perdurerà questo tipo di impostazione, se nel corso della discussione non si andrà in una direzione che accolga una visione diversa, più universale, permarrà ovviamente anche l'opposizione alla legge. Ma è bene precisare che avviane per questa ragione e non per un'opposizione di principio nei confronti della legge o perché pensiamo che gli oratori, per esempio, debbano essere esclusi dalla possibilità di utilizzare i finanziamenti. Pensiamo che non si possa fare una legge solo sugli oratori, è una cosa abbastanza diversa.
Pertanto, gli emendamenti che vanno in questa direzione (mi pare che siano gli emendamenti presentati dai colleghi Tapparo, Palma e Mellano) sono emendamenti che condividiamo o comunque che non trovano una nostra opposizione. Vi sono, altresì, i nostri emendamenti come Gruppo, che appunto specificano che questa è la prospettiva, la visione in cui noi ci stiamo movendo.
Su questo emendamento credo che tenderemo a dare un voto positivo.
Speriamo che nel corso degli emendamenti non permanga l'atteggiamento avuto sinora dai presentatori, di non cercare di modificare il testo della legge ma di mantenerlo così come esso è.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Tante volte abbiamo sentito fare in quest'Aula affermazioni sulla presenza di atteggiamenti ostruzionistici, e sono state presentate in modo erroneo anche sugli organi di stampa. In questo momento, invece, credo che si stia facendo un tentativo per allargare e per rendere più giusta questa legge.
Se pensiamo in senso generale a tutti quei soggetti, anche laici, che operano nella nostra Regione in un campo importante, come quello che rientra nella formazione delle giovani generazioni, non credo che si possa pensare ad un progetto di legge che sia rivolto solo ed esclusivamente ad una parte di questi soggetti.
L'indirizzo di questa legge è molto limitato; è un indirizzo che ad esempio esclude, nello stesso mondo religioso, altri Enti religiosi. Penso per esempio, ad altre religioni, come la valdese, che è molto rappresentata nella nostra Regione. Ebbene, questa legge non permette alla religione valdese di ottenere quei finanziamenti che invece la religione cattolica avrebbe.
Io penso che gli intendimenti dei presentatori non vogliano andare nel senso di garantire solo alcune religioni. In ogni caso, rimarrebbe comunque scoperto la realtà del mondo laico che lavora in questo campo.
Spero che i presentatori della legge ragionino su questi punti che vengono sollevati dall'opposizione e si facciano carico di prevedere degli allargamenti. Poiché ritengo che la Regione debba darsi una struttura di tipo laico, credo che sia fondamentale prevedere, per questa legge, un allargamento anche per gli enti laici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Voglio dire ai Consiglieri che hanno presentato questa iniziativa legislativa che, pur contenendo dei caratteri importanti, non coglie strutturata in questo modo abbastanza circoscritto, una opportunità. Lo dicevo questa mattina anche all'Assessore Leo: essendo la Regione un Ente che opera in una dimensione legislativa con carattere globale, dovrebbe uscire dalla logica del grande comune che interviene nello specifico.
Potremo cogliere l'occasione per intervenire sugli oratori, ma con un intervento a pioggia che deve essere selettivo in base alla capacità di porgersi, da parte di ogni oratorio, nei confronti di aggregazione dei giovani. Al di là di questo aspetto non possiamo, come era stato ipotizzato nell'originaria proposta, circoscriverla alla dimensione degli oratori cattolici, ma ampliarla ai punti di aggregazione per i giovani di tutte le confessioni. Cogliere l'occasione da questo stimolo, che riconosco essere importante, per rappresentarlo come un'iniziativa di carattere generale.
Se poi sono di più gli oratori, per la loro storica e tradizionale capacità di intervenire sul sostegno alle forme di aggregazione dei giovani, a coglierne i benefici, è un altro aspetto...
Scusi Presidente, faccio fatica a sentire me stesso. Mi assumo questo impegno: parlerò su tutti gli emendamenti sia in fase di illustrazione che di dichiarazione di voto. La maggioranza lo merita proprio per la mancanza di rispetto per quello che è un tentativo di elaborare...



PRESIDENTE

Consiglieri, vi invito a fare un po' di silenzio, però, Consigliere Tapparo, l'aula non è così disattenta.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, mi rivolgo a lei che guida faticosamente questi lavori: non siamo una macchina produttrice di leggi, ma i nostri interventi dovrebbero avere un carattere il più ampio e complessivo possibile.
Mi rivolgo ai proponenti: ci potrebbe essere anche un'iniziativa emendativa da parte del Governo regionale, quindi cogliere questa occasione per dare una ampio spettro di possibilità e di intervento a questa legge.
Saranno poi le capacità, la storia a selezionare gli interventi ed è presumibile e probabile che saranno gli oratori a fare la parte del leone in questa vicenda. Ma in una situazione aperta, non chiusa, altrimenti diventa un'operazione quasi confessionale, quasi di emarginazione ad un carattere più complessivo e più generale.
Gli emendamenti che ho presentato non sono più di dieci e vanno in una direzione costruttiva, non si oppongono all'iniziativa presentata. Il Consigliere Contu accennava all'esperienza della Regione Lazio che ha applicato una legge di questo tipo. Francamente, è preoccupante che ci sia un finanziamento che viene distribuito, in modo uniforme, su tutti gli oratori: sia su quelli che stanno svolgendo bene il loro lavoro, sia su quelli marginali, che non intendono muoversi e che prendono quei 15 milioni per tinteggiare i muri o per cambiare il vecchio calciobalilla. Questo è invogliare tutti, anche gli oratori, soprattutto forse loro, a misurarsi su nuove forme più innovative di aggregazione. C'é il rischio che il giovane non frequenti più l'oratorio perché trova fuori, in modo spontaneo disordinato e negativo degli stimoli diversi.
Perché non tentare un percorso più alto, più complessivo, più stimolante con questo passaggio di cui riconosco il valore della proposta dei proponenti?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Le argomentazioni del Consigliere Papandrea, unitamente a quelle del Consigliere Tapparo, hanno già dato un'indicazione di orientamento del nostro voto che, naturalmente, sarà favorevole e a sostegno di questo emendamento.
La sola dichiarazione di volontà sull'espressione del voto, non ci deve far venir meno il tentativo, che intendo ripetere, di aprire il confronto d'aula in modo serio. Il Consigliere Deorsola replicando alle nostre argomentazioni non ha portato argomenti, non è stato convincente. Noi abbiamo formulato un'accusa estremamente pesante nell'aver sottratto attraverso un percorso altro di commissione, una discussione di merito.
L'oggetto, sul quale oggi ragioniamo per assumere un atto legislativo è diverso dalle finalità sociali ormai ampiamente assunte da queste rete capillare e diffusa sul territorio di presenza di oratori. A volte gli oratori sono unico riferimento certo per i giovani soprattutto in realtà locali dove la politica, il governo locale non è stato in grado di porre a disposizione dei giovani strutture organizzate, anche come punti di riferimento rivolgendosi a soggetti altri, di agenzie educative dedite a valorizzare le istanze che dal basso arrivano su vari e diversi settori di interesse giovanile. Mi riferisco ai settori dello sport, della cultura e a quelli delle attività ricreative: questo non c'é. Allora diventa limitativo, diventa assolutamente improprio la modalità con la quale questa legge si propone di agire. Successivamente vi porterò alcuni passaggi dell'articolo de "Il Sole 24 ore" che analizza la prima concreta attuazione della legge nella Regione Lazio, che credo debbano essere motivo di riflessione per tutti.
Un atto di "mecenatismo", chiamiamolo così, della politica per consentire, come ricordava il Consigliere Tapparo, a qualche oratorio di dotarsi di un biliardino, di avere un tavolo da ping pong, ecc. Tutte cose importanti, assolutamente non in discussione, ma il limite che noi denunciamo è che questa legge è unilaterale. Non tiene conto della complessità e, soprattutto, non tiene conto del fatto, assolutamente non secondario, che questa società non è quella del dopoguerra. E' una società che è cambiata, nella quale insistono sulla nostra realtà, dal punto di vista sociale, etnie diverse e religioni diverse. Intervengono anche modelli culturali diversi, ai quali non è nell'ordine delle cose che ad una, e ad una sola, agenzia d'intervento sul territorio possa essere delegata questa funzione, della quale invece dobbiamo, almeno come assemblea elettiva, tenere conto. I soggetti di riferimento sono un'universalità di soggetti che questa legge esclude.
E' una legge non di proposta, ma è una legge escludente per ragioni poco nobili - insisterò molto su questo concetto - che niente hanno a che vedere con la bontà degli interventi che, molto spesso, in modo assolutamente non discutibile - anzi a volte apprezzabile - svolgono la rete degli oratori sul territorio.
Adesso siamo al primo articolo, e su questo dichiaro il nostro voto a favore dell'emendamento presentato dal collega Tapparo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: sono soppresse le parole: "riconosciuti dallo Stato".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie Presidente.
Mi pare che l'emendamento non debba trovare l'opinione sfavorevole dei proponenti, ai quali rimanderei subito la proposta.
Invito veramente i proponenti a riflettere, perché di fronte a un parere favorevole finirei le argomentazioni. Un parere favorevole da parte dei proponenti, potrebbe condizionare il voto dell'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie Presidente e colleghi.
Nella discussione che si era sviluppata nella passata riunione d'aula era stata sollevata da qualche collega, in particolare dai presentatori dell'emendamento in questione, un'eccezione, secondo la quale non accogliendo questo emendamento ci sarebbe un principio d'incostituzionalità. E, in proposito, sono state citate delle sentenze.
Devo ribadire che le sentenze citate non riguardano queste ipotesi, e sono assolutamente sicuro che il provvedimento, così come è presentato, non avrà problemi di censura costituzionale. Riteniamo, in linea anche con altri provvedimenti di legge ed in linea con quanto è stato normato da altre Regioni, senza che ci siano state delle eccezioni, che il provvedimento non sarà attaccato, e non sia comunque attaccabile dalla censura costituzionale.
Quindi, su questo emendamento siamo contrari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

L'emendamento chiede e propone formalmente una cosa: che sia eliminata la dizione "riconosciuti dallo Stato".
E' una questione di diritto generale. Qui non stiamo parlando della delega relativamente ad una funzione legislativa quadro di riferimento, che possa riguardare, per esempio, la questione dell'ora di religione nelle scuole, rapporto concordato, l'ora alternativa o altre modalità, che mai potrebbero sorgere semmai la paura dell'islamizzazione di questo paese facesse perdere la testa a questa maggioranza.
Stiamo parlando di accesso a dei contributi da parte di soggetti che ne abbiano titolo, e i soggetti che ne abbiano titolo non possono essere sovraordinati rispetto alla funzione prevalente e allo scopo sociale.
Perché qualsiasi associazione o realtà organizzata sul territorio che, al suo interno, in linea del tutto teorica, abbia come scopo sociale quelle funzioni, aprioristicamente deve invocare una norma sovraordinata, che ha come presupposto gli accordi con il Governo, e quindi il conseguente iter del riconoscimento del culto? Sembra assolutamente straordinaria come punto di caduta di un diritto cioè il diritto di chiunque, in forma associativa, a svolgere quella funzione di tipo educativo, formativo, aggregatrice e sociale, svolta da altri enti, che non sono solo le parrocchie, non sono solo gli istituti cattolici, e non sono solo gli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato.
La platea è più ampia e a questa bisogna prestare attenzione, e le garantisco, collega Deorsola, che eliminare quelle righe probabilmente non porterà una sola richiesta in più, che magari, nella spartizione della torta, possa togliere risorse ai soggetti beneficiari.
Non è l'aspetto economico prevalente, è l'aspetto di diritto. Il legislatore deve prestare attenzione al fatto che una legge non può essere di per sé, escludente, quando investe problematiche come quelle indicate anche nelle finalità dell'art.1. Non poniamo limiti ai campi: non modifica i destinatari, però lascia aperto il campo di universalità dei soggetti che non devono essere penalizzati (magari quegli stessi soggetti che non presenteranno neanche istanza). Non per questo, però, bisogna determinare situazioni di esclusione.
Per tutti questi motivi invito i proponenti a riflettere e ad orientare il loro voto in modo da sostenere questo emendamento che nulla toglie agli effetti pratici nei quali le determinazioni dirigenziali daranno attuazione.
Sarà del tutto irrilevante, ma abbiamo affermato un principio dell'universalità dei diritti di tutti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.6) Emendamento presentato ai Consiglieri Palma e Mellano: sono soppresse le parole "dall'ente parrocchia, dagli istituti cattolici e dagli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato".
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

L'emendamento va nel senso, come avevo sottolineato nella mia proposta illustrata nell'emendamento precedente, di aprire l'iniziativa legislativa a tutti i soggetti che operano nel rapporto con i giovani, consapevoli del ruolo preponderante degli operatori cattolici in questa vicenda Potrebbe essere un'opportunità, anche sa capisco che l'operazione "chirurgica" di estrazione di questo passo del primo comma dell'art. 1 così come verrebbe espresso (anche se si potrebbe aggiustare rendendolo funzionale) lascia un po' sbilanciati. Se ci fosse un segnale di attenzione e di apertura da parte dei proponenti, o da parte di coloro che sostengono la proposta di legge così come formulata, potrebbe essere un segno per un'elaborazione positiva, almeno dal mio punto di vista.
Si potrebbe cogliere l'occasione approvando l'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenie la Consigliere Costa; ne ha facoltà.



COSTA Rosa Anna

Intervengo per sgombrare il campo, una volta per tutte, da una serie di affermazioni espresse, sulle quali non riteniamo di dibattere.
Questa proposta di legge colma un vuoto legislativo.
Esistono molte leggi regionali, a partire dalla legge giovani, sulla promozione culturale, piuttosto che sulla promozione turistica, che danno l'opportunità agli enti, o alle cooperative, di presentare progetti ed ottenere finanziamenti dall'ente pubblico.
Questa modalità, che per anni è stata applicata nelle varie leggi regionali, ha sempre escluso - e questa è la ragione della nostra proposta di legge - gli oratori; oratori intesi come l'unico luogo, in alcuni piccoli Comuni, di ritrovo dei giovani, ma che, guarda caso, non sono mai stati aiutati, o non sono mai stati messi nelle condizioni di poter presentare dei progetti.
Non è affatto umiliante da parte nostra (e mi riferisco ai colleghi che hanno espresso considerazioni abbastanza ingenerose) presentare questo progetto di legge. Siamo assolutamente convinti di fare una cosa necessaria, rispetto ad un panorama in cui non avevano dignità n l'oratorio né - dal nostro punto di vista (ed ecco perché siamo contrari anche a questo emendamento) - tutti gli altri enti di culto che comunque svolgono attività aggregative e sociali a favore dei giovani.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

L'intervento della Consigliera Costa mi rafforza sempre di più la convinzione che il soggetto è l'uno e non l'altro.
Questo è quello che contestiamo: non si può continuare ad operare, sul piano legislativo, con provvedimenti ad hoc completamente indifferenti al fatto che esistano altre leggi.
Questo avviene su molti campi: se penso al campo dell'urbanistica, il collega Manolino è, da questo punto di vista, un attento osservatore di tutto quello che, prendendo come riferimento una legge madre che già norma in modo generale, una problematica, aggredisce, in modo settorializzato, il singolo problema.
Presidente, lei si dovrebbe fare garante dell'impegno di delegificazione e di semplificazione della legislazione. Non possiamo continuare ad accumulare leggi e "leggine" che si sovrappongono a leggi già esistenti o che escludono altri settori di competenza e che poi magari portano alla somma dei benefici. Questo, forse, è l'effetto perverso che si ingenera: dare soldi a pioggia con le stesse finalità.
Chi vieta all'Assessore Leo di dare altri soldi a pioggia nel suo settore di riferimento, per uno degli altri scopi, sia pure qui non contemplato, e per il quale abbiamo un effetto di duplicazione che genera un aspetto un po' miserevole del rapporto della politica e dei governi locali nei confronti dei soggetti fruitori? Assessore Leo, cosa vieta gli oratori a rivolgersi a lei per avere sostegni, per quanto riguarda l'attività ricreativa, culturale e del tempo libero? Niente.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Contu.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Vorrei cogliere il senso dell'importante intervento della collega Costa per riconoscere certamente che c'é un vuoto legislativo da colmare per quanto riguarda gli oratori. Ma portando l'esempio delle altre associazioni, che sono in qualche modo già beneficiate, o possono accedere comunque a dei finanziamenti, ha ricordato che quell'accesso avviene su progetti, nel senso che non c'è nessuna associazione che automaticamente riceve i finanziamenti.
Allora, troviamo un punto di equilibrio tra il riconoscimento di un vuoto da colmare e la necessità che il rapporto con la Regione avvenga sulla base della presentazione di un progetto e non semplicemente dicendo "Siamo l'oratorio X" e scatta il finanziamento.
Questo potrebbe essere un modo - lo dico anche al Presidente Cota per rendere producente questo tipo di attività e dimostrare anche alla stampa, se mai ascolta (purtroppo le prassi in alcuni casi sono diverse) che questo lavoro che fasciamo fa maturare e fa crescere.
Riconosco che dal momento in cui ho iniziato a leggere il vostro provvedimento ad ora ho affinato la mia sensibilità sull'argomento riconoscendo che sono espressi anche elementi positivi. Dall'altra parte mi sembra di cogliere qualche segnale che ciò che andiamo dicendo non è solo distruttivo, ma serve a rendere più efficace ciò che stiamo facendo.
Quindi, cogliendo il passaggio ma soprattutto cogliendo l'intervento della collega Costa, vedo che nel corso della giornata ci potranno essere positivi atti che serviranno a far diventare questo provvedimento, quando si tradurrà in legge, migliore, più efficace e più completo di quello che avevamo visto al momento dell'avvio della discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Avevo promesso che avrei dato lettura dell'articolo apparso su "L'avvenire" che faceva il punto della situazione. Lo riassumo, non vi tedio.



CONTU Mario

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



CONTU Mario

Lo sappiamo, Consigliere Contu!



CONTU Mario

Allora entro nel merito di questo articolo.
Per la legge sugli oratori è tempo di bilanci.



PRESIDENTE

Per gentilezza, il tutto dev'essere finalizzato alla dichiarazione di voto, perché l'intervento nel merito l'ha già fatto.



CONTU Mario

Scusi, stiamo discutendo di quale emendamento, Presidente?



PRESIDENTE

Ricordo che le sedute si trasmettono via Internet, e non è una bella immagine quella di non sapere quale emendamento si sta discutendo.



CONTU Mario

Il numero 1.6



PRESIDENTE

Sì, il numero 1.6.



CONTU Mario

Quindi è nel merito, perché qui si parla di "Enti parrocchiali".



PRESIDENTE

Deve fare la dichiarazione di voto; quindi per gentilezza la faccia.



CONTU Mario

Procedo con la dichiarazione di voto.
La lettura di questo articolo mi convince sempre di più della necessità di sostenere questo emendamento, perché proprio la legge principe, cioè la legge che ha, diciamo così, fatto da grimaldello e da capofila a quel proliferare di leggi a livello regionale, che poi è approdata alla legge Buttiglione (il primo firmatario è l'On. Buttiglione), che è attualmente in discussione in Parlamento, è questa, è la legge della Regione Lazio.
E per dire che l'appetito vien mangiando, il meccanismo perverso che ha messo in campo questa legge è che si è passati da 4 miliardi di vecchie lire ad un implemento di altri 2 miliardi, con l'impegno da parte della Regione di proseguire.
Guardate che ce ne vogliono, però, di soldi per coprire i motivi delle richieste di finanziamento: 182 interventi hanno riguardato le ristrutturazioni di ambienti e saloni legati alle attività oratoriali, 89 le realizzazioni di campi di calcetto polivalenti, 77 gli allestimenti di sale multimediali e sempre 77 i finanziamenti di progetti educativi, altri ancora hanno riguardato l'acquisto di computer. Badate che qui si apre un pozzo senza fine.
Non possiamo spaccare il capello su questioni di bilancio come quelle della sanità, a meno non venga presentato qualche progetto in cui gli oratori mettono a disposizione gratuitamente delle strutture ambulatoriali per i Comuni e per gli Enti locali che non possono più mantenere questo tipo di prestazione, per garantire la presenza del medico e del pediatra una volta alla settimana. Allora forse fra le finalità sociali c' qualcosa che comincia ad esulare da questo.
L'invadenza di campo è notevole. Io non ho ragionato, e questo mi conferma sempre di più la difficoltà, perché non c'é mica bisogno di spogliare questa dotazione economica o questa dotazione di fondi. Su quello basta rivolgersi ad altri; magari per fare che cosa? La ristrutturazione di una stanza, e via di questo passo.
Guardate che è molto pericolosa la strada che abbiamo imboccato. Si fa prima con un provvedimento unilaterale dell'Assessore (utilizzando le norme vigenti) a dare un obolo ad ogni oratorio affinché ne faccia ciò che vuole, perché nella legge io non ho colto in modo chiaro le modalità di accesso né a che cosa è demandata la norma: sarà una delibera naturalmente di Giunta successiva? Sarà una determina dirigenziale? Entro quali limiti? Entro quali ambiti? La legge è molto dubbia.
Ribadiamo la nostra volontà di cercare di entrare nel merito, ma mi sembra che le resistenze siano notevoli, perché non mi sembra che venga modificato l'orientamento.
Per questa ragione, allora, rispetto all'emendamento presentato dai colleghi Mellano e Palma, noi voteremo a favore, proprio perché non limita il campo ma apre a settori altri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie.
Ho chiesto la parola per motivare la dichiarazione di astensione sull'emendamento presentato dai colleghi Palma e Mellano. Non ho preso la parola, come altri, per intervenire in questa discussione.
Come ha ribadito il collega Tapparo, penso che naturalmente nel corso della discussione dell'articolato tutti vedremo come tentare di migliorare questa legge per introdurre una serie di aspetti che, partendo dal riconoscimento di un'esperienza rilevante dal punto di vista associativo e del rapporto con i giovani, come quello degli oratori cattolici, la aprano in altre direzioni e diano a questa decisione un carattere che non confonda il sostegno opportuno ad un'iniziativa con una qualsiasi visione di tipo integralista. Contribuiremo nel corso della discussione per orientare, su questa via, le scelte che saranno compiute.
Dico però una cosa in conclusione di queste dichiarazioni di voto, che riguarda una valutazione di carattere generale. Noi scegliamo un atteggiamento su questa legge anche perché questo è un momento difficile nel quale, come sapete, sono in discus sione, anche nella nostra Regione, problemi complicati, che vedono anche delle differenze di posizione molto radicali su temi delicati che riguardano la coscienza delle persone, e penso in particolare alla questione oggi in discussione nella sanità piemontese sulla questione dell'aborto, ma penso anche ad altre discussioni in corso.
A noi interessa, anche attraverso il comportamento politico di voto non contribuire con nessuna scelta a costruire campi integralisticamente avversari. Ci sono dei punti sui quali esiste una differenza di posizioni ma siamo interessati a cercare politicamente i campi sui quali questo è possibile e, secondo me, questo è uno di quei campi. Si tratta di osservare con senso di equilibrio una legge che riguarda strutture che arricchiscono l'esperienza sociale, associativa, ecc.. e, quindi, in questo modo crediamo si possa dare, oltre che un giudizio di merito, anche un segnale della capacità che la politica ha di distinguere e di tenere separate le cose e di evitare che l'involontario cumulo delle questioni produca una dialettica che il nostro Paese credo abbia abbandonato da molto tempo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento presentato dai Consiglieri Palma e Mellano.
Il Consiglio non approva.
Comunico che i lavori riprenderanno oggi alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.23)



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