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Dettaglio seduta n.259 del 24/10/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 14.47)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Brigandì, Casoni Cavallera, Chiezzi, Ghigo, Pichetto, Racchelli e Riba.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

c) Approvazione modifiche di coordinamento, ex art. 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale, agli artt. 2, 4 e 16 della deliberazione legislativa "Norme per la gestione dei rifiuti", approvata nella seduta consiliare del 9 ottobre 2002


PRESIDENTE

Comunico inoltre che l'Ufficio di Presidenza, nella seduta del 17 ottobre 2002, ha approvato, ai sensi dell'art. 83, comma 4, del Regolamento interno del Consiglio regionale, in seguito all'approvazione della deliberazione legislativa "Norme per la gestione dei rifiuti", nella seduta del 9 ottobre 2002, le seguenti correzioni formali di coordinamento ai sotto elencati articoli, resesi necessarie a seguito dell'approvazione di emendamenti.



PRESIDENTE

ART. 2



PRESIDENTE

L'approvazione di un emendamento al comma 1 dell'art. 2, aggiuntivo della lettera v), ed integrativo quindi delle competenze della Regione pone il problema di coordinamento con il comma 2 del medesimo articolo.
Il comma 2 dell'art. 2 è pertanto così riformulato: "Le competenze di cui al comma 1, lettere b), c), d), e), f), g), h), i) l), m), n), o), p), q), r), s), t), u) e v) sono esercitate dalla Giunta regionale. Sulle competenze di cui al comma 1, lettere b), e), f), g), h) i), m), n), o), p), q), r), t), u) e v) la Giunta regionale fornisce semestralmente un aggiornamento alla competente Commissione consiliare".



PRESIDENTE

ART. 4



PRESIDENTE

L'approvazione dell'emendamento aggiuntivo della lettera v) al comma 2 dell'art. 2 (che pone in capo alla Giunta "la predisposizione dei criteri di assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani, ai fini della raccolta e dello smaltimento in attesa dell'emanazione degli stessi da parte dello Stato ai sensi dell'art. 18, comma 2, lettera d), del D.lgs. n. 22/97") evidenzia un problema di coordinamento con l'art. 4 (Competenze dei Comuni) in particolare con il comma 1, lettera b), punto 7).
Il numero 7) della lettera b) del comma 1 dell'art. 4 è pertanto così riformulato: "l'assimilazione, per quantità e qualità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani ai fini della raccolta e dello smaltimento sulla base dei criteri fissati dallo Stato ai sensi dell'art. 18, comma 2 lettera d), del D.lgs. n. 22/97 e sulla base dei criteri fissati dalla Giunta regionale ai sensi dell'art. 2, comma 1, lettera v)".



PRESIDENTE

ART. 16



PRESIDENTE

L'approvazione di un emendamento aggiuntivo di un comma 3 bis (divenuto comma 4), ha comportato, come conseguenza, non solo la rinumerazione dei commi seguenti, ma anche l'inclusione del nuovo comma 4 nei riferimenti interni ai successivi commi 6 (ex 5), 9 (ex 8) e 10 (ex 9).
I commi sopra citati sono pertanto così riformulati: "6. La misura minima dei contributi di cui ai commi 1, 2, 3, 4 e 5, previo accordo con i gestori dei succitati impianti, può essere aumentata e pu essere destinata parzialmente o totalmente a favore dei Comuni limitrofi alla sede di ubicazione degli impianti di cui ai commi 1, 2, 3, 4 e 5, dei Comuni interessati dall'aumento del traffico veicolare conseguente all'attivazione degli impianti nonché dei Comuni nei quali si evidenzino criticità a causa dell'attivazione dei suddetti impianti".
"9. La Giunta regionale può incrementare la misura dei contributi di cui ai commi 1, 2, 3, 4 e 5 in relazione alle diverse esigenze territoriali e a seguito di specifiche criticità ambientali o per sottoporre la medesima misura a rivalutazione secondo l'indice ISTAT del costo della vita".
"10. I contributi di cui ai commi 1, 2, 3, 4, 5 e 7 sono versati dai gestori degli impianti, rispettivamente ai Comuni e alle Province territorialmente competenti, entro il mese successivo alla scadenza del trimestre solare in cui sono state effettuate le operazioni di gestione dei rifiuti".


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

d) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Mariangela Cotto


PRESIDENTE

Comunico infine che, con decreto n. 90 del 24 ottobre 2002, il Presidente della Giunta regionale ha attribuito temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta, con delega a sostituirlo nella giornata odierna, all'Assessore Mariangela Cotto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento ad una richiesta di informativa da parte della Giunta regionale in merito all'attuale situazione della FIAT e ad una richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge n. 174: "Riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori parrocchiali e valorizzazione del loro ruolo nella Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori chiede di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, vorrei chiederle se non ritiene opportuno, dopo l'incontro di ieri tra il governo regionale e le Amministrazioni provinciale e comunale - dove ci sono state delle reazioni durissime rispetto al comportamento di queste rappresentanze politico-amministrative - che il governo regionale comunichi formalmente e ufficialmente, senza aprire un dibattito, cosa è avvenuto in quell'incontro con la FIAT.
Si tratta di un tema di un certo rilievo per la nostra regione e non possiamo continuare a far finta che non si possa determinare un processo che può avere effetti durissimi nei confronti dell'assetto sociale ed economico del Piemonte.



PRESIDENTE

Con riferimento alle comunicazioni, vedremo di calendarizzarle al più presto, perché purtroppo oggi l'Assessore Pichetto e il Presidente Ghigo sono in congedo, quindi risulta materialmente impossibile organizzare tali comunicazioni.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, probabilmente è atto dovuto, perché resti all'aula, come ho già avuto occasione di riferire alla Conferenza dei Capigruppo: il provvedimento che stiamo per esaminare, del quale mi pare sia già stata letta la relazione di maggioranza (mi è sembrato di comprendere che ci sia anche una relazione di minoranza), riletto con più attenzione conferma, in particolare all'art. 3, la nostra preoccupazione sul fatto che una parte consistente del Consiglio, sicuramente i componenti della VI Commissione non ha potuto esprimere un parere preventivo sul documento stesso.
Sono ben consapevole, Presidente, del fatto che il Regolamento dica altro, però mi appello alla sovranità dell'aula affinché possa valutare con attenzione la possibilità di rinviare questo testo di legge alla VI Commissione consiliare.
In particolare, vorrei ricordare che all'art. 3 - ma non entro nel merito, mi serve solo per argomentare - la titolarità della parrocchia sancisce ad essere soggetto promotore di programmi, azioni ed interventi che si realizzano negli oratori, per la diffusione dello sport, la promozione di attività culturali nel tempo libero, per prevenire e contrastare l'emarginazione sociale, il disagio, anche a causa di handicap per la devianza in ambito minorile.
Credo ci sia una corrispondenza anche sostanziale nella volontà del legislatore sull'opportunità di inquadrare la problematica degli oratori (che sono una realtà nel nostro Paese) in una problematica più ampia, che resta stretta se limitata solo ed esclusivamente ad una funzione di tipo assistenziale o genericamente sociale. Ritengo che, nei fatti, siano stati compiuti dei passi avanti.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, la ringrazio. Lei ha già anticipato questa sua valutazione questa mattina, nella Conferenza dei Capigruppo, e, per l'appunto, il rinvio in Commissione può essere soltanto deliberato dall'aula.
Chiedo se lei vuole formalizzare una richiesta di rinvio in Commissione oppure no e, in caso affermativo, la porremo in votazione dopo aver ascoltato la relazione di minoranza.



CONTU Mario

Presidente, suggerirei questa riflessione ai proponenti, proprio per garantire alla legge un percorso certo, lineare, di discussione e approfondimento nel merito, ferma restando magari la diversità degli atteggiamenti delle opposizioni.



PRESIDENTE

Esauriamo questo punto; mi pare che i proponenti non accedano al rinvio in Commissione.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame proposta di legge n. 174: "Riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori parrocchiali e valorizzazione del loro ruolo nella Regione Piemonte" (richiesta rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Riprendiamo pertanto l'esame della proposta di legge n. 174, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Palma per la relazione di minoranza.



PALMA Carmelo, relatore

Grazie, Presidente.
Signor Presidente e colleghi, è abbastanza complesso svolgere una relazione di minoranza su un provvedimento che ha una finalità che contrasta in maniera sostanziale con l'articolazione del provvedimento stesso e che ha un significato politico molto più rilevante dell'ammontare della cifra che viene stanziata a bilancio, per il finanziamento del provvedimento stesso, che potrebbe far pensare ad un provvedimento di rilievo politico ed istituzionale non particolarmente grande.
Voglio prendere molto sul serio questa proposta di legge e voglio prendere molto sul serio le finalità con cui i proponenti hanno scelto di avanzarla al Consiglio.
La finalità dichiarata più o meno esplicitamente all'art. 1 è quella di integrare, con una parte rilevante di organizzazione sociale spontanea ed autentica, non solo della nostra regione, ma di tutta la realtà italiana quel complesso di servizi di natura sociale, che vengono messi in campo per la realizzazione del complesso degli interventi previsti dalla legge quadro di riforma dei servizi sociali ed assistenziali.
Come abbiamo già sostenuto in Commissione, se questa fosse la finalità e se l'articolazione del provvedimento corrispondesse a questa finalità probabilmente non ci sarebbe alcun problema e io non sarei relatore di minoranza, ma farei parte dei proponenti.
In realtà, malgrado la finalità dichiarata sia questa, il provvedimento non chiede di allargare ad un ulteriore soggetto la titolarità di accesso a quel sistema di finanziamenti o contributi regionali, previsti per la realizzazione e il potenziamento delle politiche giovanili, ma configura semplicemente un sistema di finanziamento diretto ad organismi ecclesiastici o di culto, sulla base della rilevanza sociale e culturale di queste organizzazioni, ma non all'interno del quadro dei servizi sociali che la legge quadro nazionale e la legge regionale, che stiamo discutendo in IV Commissione, dovrebbero disciplinare.
Su questo bisogna essere molto chiari. Io sono relatore di minoranza ma come Consigliere regionale non sono affatto contrario all'idea che gli oratori cattolici, non meno di altre organizzazioni che svolgono attività di oratorio, a partire da diverse impostazioni religiose o culturali possano accedere a questi finanziamenti o possano addirittura concorrere sulla base della normativa regionale, alla realizzazione di alcuni progetti che li vedrebbero non semplicemente come beneficiari, ma come parti contraenti, in un contratto che vedrebbe la Regione come committente.
Più volte in Commissione - e le fornirò in aula - ho tentato delle formulazioni alternative, che riconoscessero agli oratori e alle parrocchie questa titolarità, senza renderle automaticamente beneficiarie di un finanziamento diretto.
L'aspetto che bisogna notare e segnalare, secondo me molto significativo dal punto di vista politico ed istituzionale, è che con questa scelta, che fa il paio con quella dei buoni scuola, con l'abbandono dell'ipotesi del buono scuola e di ritorno sostanziale ad un meccanismo di finanziamento diretto degli istituti di istruzione privata, si ritorna non già a rendere concorrenziale e competitivo il sistema di mercato delle prestazioni sociali, ma a creare degli ambiti di diritto speciale e riservato, che viene definito in rapporto all'identità dei soggetti beneficiari, e non già alla rilevanza sociale dei servizi che vengono finanziati.
Questo è il punto più rilevante; più volte alcuni proponenti - penso alla Consigliera Costa Rosanna e al Consigliere Deorsola - lamentavano l'impossibilità, ad esempio, per le parrocchie e per gli oratori di accedere ai finanziamenti previsti dalla legge n. 16.
Anch'io concordo sul fatto che è assolutamente assurdo immaginare un divieto di questo tipo, ma ritengo che di fronte ad un problema del genere si risponde in modo pertinente, aprendo anche alle parrocchie l'accesso a questo tipo di finanziamenti, e non bypassando il problema ed istituendo un sistema di finanziamento separato, diretto ed esclusivo per le parrocchie e per gli oratori, ovviamente esclusivamente, alla prova dei fatti, quelli cattolici.
Questo è il primo problema ed è molto rilevante dal punto di vista giuridico-istituzionale. Noi siamo alle prese con una legge regionale di attuazione della legge quadro nazionale molto complessa; poteva essere una sede adeguata per questa apertura del mercato delle prestazioni sociali. La maggioranza ha scelto, in maniera assolutamente consapevole e - a quanto pare di vedere - irrimediabile, di procedere su un'altra strada.
C'è poi una seconda considerazione che attiene ai profili di legittimità di questo provvedimento. Con una scelta che accomuna questa maggioranza ad altre maggioranze consiliari di altre Regioni italiane, i finanziamenti per l'attività di oratorio - come viene propriamente definita sono riservati unicamente ai culti riconosciuti, perché sono unicamente riservati o alla religione cattolica, che - come tutti sanno - è legata allo Stato italiano da un vincolo e da un trattato concordatario, oppure a quelle altre forme di culto che hanno stipulato intese con lo Stato italiano.
La cosa grave è che i proponenti non hanno tenuto conto del fatto che in maniera ormai definitiva, la Corte Costituzionale ha per due volte bocciato due leggi regionali, una della Regione Abruzzo e una della Regione Lombardia, le quali, prevedendo alcuni finanziamenti per una serie di culti riconosciuti dallo Stato - ovviamente erano leggi di finanziamento non dell'attività di oratorio, ma dei luoghi di culto e il principio è esattamente il medesimo - avevano escluso altre confessioni che non avevano stipulato intese con lo Stato italiano.
Come avremo modo di discutere lungamente nell'esame di questa proposta di legge, per due volte consecutivamente, sulla base dello stesso ricorso dando la medesima sentenza, la Corte Costituzionale ha chiarito che l'esistenza di un'intesa con lo Stato italiano non è rilevante ai fini della concessione di contributi che servano, in senso lato, a promuovere le attività religiose o le attività ad esse connesse, perché da questo punto di vista la nostra Costituzione assicura un assoluto regime di parità fra tutte le confessioni che abbiano sottoscritto o meno intese con lo Stato italiano.
Su questo ritengo che i proponenti debbano dare una risposta. Io posso anche leggere, dilungandomi particolarmente, le due sentenze della Corte Costituzionale. Ho la sentenza n. 346 del 2002 e la sentenza n. 195 del 1993; mi pare che sia abbastanza inutile, perché penso che questa sia a mano dei Consiglieri e sicuramente dei proponenti.
La cosa che continuo a non comprendere è per quale ragione la Regione Piemonte dovrebbe esporsi ad un'eccezione di costituzionalità, che quasi inevitabilmente qualche confessione non riconosciuta avanzerà, e ad una sentenza fotocopia rispetto a quelle che ho citato, che dichiarerà l'illegittimità costituzionale di questa legge, limitatamente alle parti in cui i beneficiari vengono individuati sulla base delle intese stipulate con lo Stato italiano, ai sensi dell'art. 8, comma 3, della Costituzione.
Queste sono le ragioni più rilevanti che depongono contro un provvedimento di questo tipo. Per altro verso, e aggiungo un terzo elemento, anche qualora - e ho presentato un emendamento in tal senso - si scegliesse per ragioni, secondo me, più di pulizia legislativa che di altro, di eliminare il vincolo dell'intesa per il riconoscimento del beneficiario, ci troveremmo nuovamente di fronte ad una legge che finanzia l'attività di "oratorio" unicamente promossa, organizzata o gestita da organizzazioni religiose.
Ci troveremmo nuovamente di fronte ad una legge che non finanzia un servizio o una prestazione, ma finanzia il gestore e il prestatore, non già sulla base dell'eccellenza del servizio prestato, ma sulla base della rilevanza della confessione, di cui il gestore o il prestatore porta l'identità, oppure la rappresentanza.
La cosa che continuo a non comprendere è per quale ragione, anzich procedere a disciplinare una materia, e quindi a disciplinare l'oggetto della materia che è il servizio e la prestazione, si sceglie di disciplinare, in modo confuso e con particolari profili di illegittimità il gestore o il prestatore di questa prestazione.
L'attività di oratorio si individua inevitabilmente sulla base di una serie di servizi o di interventi che non hanno direttamente a che fare con l'espressione o la promozione di una confessione religiosa. L'attività di oratorio, che in questo provvedimento viene beneficiata, non è, per intenderci, Consigliere Deorsola, la messa, ma sono i campetti di calcio, i ping-pong, ossia l'attività complessiva che gli oratori normalmente esprimono.
Un'attività di questo tipo, quando venisse promossa ed organizzata allo stesso modo, negli stessi termini e con le medesime finalità, con organizzazione non religiosa, ma laica, che come la parrocchia non fosse titolare di quel diritto di accesso ai finanziamenti che la legge n. 16 riconosce ad una platea di soggetti relativamente limitata, non potrebbe sulla base della legge che avete proposto, concorrere all'assegnazione di questi fondi quando questi fondi, sulla base delle intenzioni che voi dichiarate, non servono a finanziare - non lo dico in senso dispregiativo un prete, ma servono a finanziare l'attività sociale ed educativa che il prete riesce ad esprimere con l'attività di oratorio.
Per quale ragione un'attività di questo tipo, quando fosse prestata da organizzazioni di volontariato laico e non confessionale, dovrebbe essere privata dei finanziamenti e dei benefici che voi riconoscete alle organizzazioni religiose sulla base dei medesimi servizi che forniscono? Questo è un problema, secondo me, istituzionalmente rilevante, esattamente come è rilevante per converso il principio secondo il quale - ripeto, a parere mio - poco rileva il fatto che questa sia una legge di finanziamento rivolta agli oratori piuttosto che ai centri sociali, perché il problema è proprio il finanziamento diretto agli oratori e ai centri sociali e non già la messa a bilancio di somme a cui possono accedere in modo concorrenziale una serie di soggetti che vengono riconosciuti non sulla base della propria identità religiosa o culturale. Questa legge, secondo me, è pateticamente clericale.
Continuo a non capire per quale ragione volete costringere gli oratori come volete costringere le scuole private, all'accattonaggio istituzionale piuttosto che al mercato delle prestazioni sociali, cioè continua a sfuggirmi per quale ragione i cattolici di questa Regione dovrebbero essere felici di stare a libro paga dell'Assessore piuttosto che competere, in un mercato di prestazioni, alla pari con altri competitori e con altri contendenti.
Al di là di questa considerazione, devo dire che questa legge, prima di essere pateticamente clericale, è miseramente centralista e statalista. E' una legge che non assicura finanziamenti a dei servizi, ma, semplicemente assicura dei quattrini a qualche Assessore per tenere buoni, dal punto di vista politico ed elettorale, una serie di supporti, oppure per contenderli allo schieramento avversario.
Solo in questo senso si può giustificare una legge di questo tipo, che individua praticamente per nome e cognome i beneficiari della legge stessa dimenticando e abbandonando di fatto, all'interno dell'articolato, le finalità per cui era stata proposta.
Ho tentato, con una strategia tutt'altro che dilatoria e digressiva con solo quattro emendamenti, di riscrivere progressivamente, per diversi stadi di gravità, questo provvedimento, partendo dall'art. 1. Se voi accettate di approvare l'art. 1, così come da relatore di minoranza ho inteso emendare, da una parte, assicurate alle parrocchie e agli oratori l'assoluto diritto di accesso a questi finanziamenti e, nello stesso tempo non escludete, rispetto agli stessi servizi e agli stessi finanziamenti un'altra rilevante platea di fornitori che potrebbero essere interessati magari più di qualche parrocchia e meno di qualche parrocchia potrebbero avere titolo di accedervi.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito generale.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e Consiglieri, credo che a nessuno di noi sfugga il grande problema dei giovani. Il sistema di socializzazione, il rapporto con la scuola e l'informazione costituiscono importanti temi per il futuro della nostra società, che è sottoposta a profonde trasformazioni, anche della famiglia.
E' indubbio che non solo la scuola e la famiglia possono arrivare a compiere quel processo di crescita della personalità e della sensibilità dei giovani, ma ci sono molte altre sedi e bisogna che siano adatte ad evitare, certamente in casi estremi, fenomeni di devianza e, in altri casi fenomeni vari, certamente che riescano a raggiungere l'obiettivo di creare una società coesa, equilibrata e che riconosca i principi della convivenza e il patto che si sottoscrive dalla Carta Costituzionale fino alle norme che regolano i nostri comportamenti.
Ci sono altri strumenti, oltre agli oratori, che possono intervenire in questo processo - la Regione Piemonte già osserva, considera e interviene penso, ad esempio, all'associazionismo sportivo. Credo che una pratica sportiva in associazioni ben strutturate e ben guidate da un lavoro volontario, in genere da dirigenti, siano sedi importanti di formazione.
Per questo motivo, i meccanismi di finanziamento che utilizziamo non sono rivolti a una crescita della sensibilità civile dei giovani che praticano sport, ma c'è una visione univoca legata alla pratica sportiva.
Ci sono altre sedi in cui i giovani si possono incontrare: penso all'associazionismo culturale e ricreativo. Non voglio parlare delle bocciofile, ma pensate cosa vuol dire oggi la sede di una bocciofila: è un centro di aggregazione e di socializzazione che tocca gli anziani, è un punto di vita importante per gli anziani. Ho fatto l'esempio della bocciofila solo per avere un riferimento del clima che si vive in queste organizzazioni, così come in altre organizzazioni storiche, sulle quali la Regione interviene, come le Società di mutuo soccorso o altre società.
Non possiamo escludere che ci possano essere delle strutture associazionistiche ricreative che stentano ad andare avanti perché le strutture di base, che possono essere la sede o un riferimento fisico, non sono riconosciute se non per l'azione di piccole, medie o grandi Amministrazioni pubbliche che non operano sistematicamente.
Molte volte c'è una volontà di impegno civile da parte degli adulti per i giovani, ma spesso a queste idee, a questa volontà e a questa passione manca il combustibile minimo delle infrastrutture, che se non cadono nelle grinfie di qualche "padrino", che li finanzia per "strappare" quattro preferenze, è difficile che possano con i loro mezzi, se non sono dei benefattori ricchi, continuare ad esistere.
In questo senso, mi pare che la legge sia monca, perché è una legge chiaramente confessionale, in quanto circoscrive all'oratorio l'esclusiva sede del rapporto dei giovani con la vita post-scolastica, infrascolastica e familiare. Questo è un elemento importante che i proponenti dovevano inserire, per dare più forza a questa proposta di legge, rendendola meno clericale e meno confessionale, ossia l'avrebbero resa aperta a tutti.
Io sono un laico, non un laicista, come ha affermato l'on. D'Alema forse un po' esagerando, quando si è recato nella piazza per celebrare la santificazione del fondatore dell'Opus Dei, di non essere stato toccato dalla grazia della fede. Non voglio esagerare. Capisco il ruolo e la funzione dell'oratorio, come ha avuto la parrocchia sino a metà o fine del secolo scorso quando era "ufficio anagrafe" e, quindi, svolgeva il ruolo di organizzazione civile dello Stato (sino a quando lo Stato, strutturandosi non è stato in grado di svolgere). Sarebbe paradossale che oggi qualcuno volesse dare dei soldi alla parrocchia per tenere un registro anagrafico.
Anche qui dovremmo valutare come "cucire" questa importante funzione degli oratori. Ho giocato a pallone negli oratori, quindi conosco l'importanza che gli stessi assumono.
Occorre, però, trovare un sistema di finanziamento per un progetto di intervento sui giovani. Chiedere, quindi, una qualificazione dell'intervento, non solo basandosi sull'abilità e sulla prontezza del parroco. Il parroco non deve soltanto limitarsi a formulare la domanda, ma deve anche pensare ad un progetto. L'oratorio vecchio stile, per forza e intuizione dei gestori della parrocchia, è cambiato, e via via si è modificato. Questo finanziamento, in una società che cambia e vede i giovani attenti a stimoli diversi da quelli che potevano essere, ad esempio, il calciobalilla, deve progettare nuovi e più stimolanti ambiti che invitino il giovane a recarsi all'oratorio, o all'associazione laica, e non alla macchinetta "mangia soldi".
Pertanto, è importante il progetto e non la semplice erogazione del finanziamento.
Ho presentato una serie di emendamenti proprio per riuscire a rendere più chiaro e più trasparente il concetto - io non sono credente e quindi per me anche gli altri culti non hanno una graduatoria in più o in meno rispetto alla confessione cattolica - di parrocchie e di altri enti riconosciuti dallo Stato. Mi risulta che ci siano. Ho fatto notare questo aspetto; infatti ho cambiato anche il titolo della norma perché non comprendeva quel tipo di presenza.
Tuttavia, se avessi la forza politica - ho solo un sessantesimo di espressione di voto - proporrei il ritiro del provvedimento in esame.
Sarebbe necessario lavorare tutti insieme su un altro provvedimento, sempre sugli oratori, ma visto in una dimensione più globale, più complessiva e più adatta a rispondere al nuovo. Le parrocchie oggi stentano, non per mancanza di fondi, ad avere un rapporto con i giovani. Dobbiamo costringerli a pensare a nuove modalità del rapporto con i giovani, non solo a far arrivare "quattro soldi" per ristrutturare (magari dare la vernice alle stanze). E' importante la dignità del posto dove si vive, ma non basta: occorrono anche le idee e i progetti.
Per tutti questi motivi, sono contrario a questa proposta, non perch ne escluda il valore, ma perché la ritengo solo una parte, un modulo. Mi riterrei soddisfatto se adesso uno dei proponenti dicesse: "No, ma possiamo anche lavorare adesso per rendere più ampio lo spettro degli interventi e per rendere più stimolante l'innovazione che altre parrocchie mettono in questo particolare". Ma se è un'operazione chiusa di "quattro soldi", che vanno in maniera clericale e non di progettazione, mi ritengo contrario.



PRESIDENTE

A questo punto, passiamo alla votazione della richiesta del Consigliere Contu di rinviare il provvedimento in Commissione, in conseguenza degli emendamenti presentati.
Il relatore esprime parere contrario.
Indìco pertanto la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul rinvio in Commissione della proposta di legge n. 174, ai sensi dell'art. 81 del Regolamento.
Il Consiglio non approva.
Prosegue pertanto il dibattito generale.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, ho l'impressione che l'approdo di questa legge in aula sia un po' un colpo di mano, non perché non ha rispettato la procedura, ma perché quest'aula esamina questo provvedimento dopo che il Parlamento, in materia, ha già legiferato. E' stupefacente come nel testo di legge non si trovi alcun riferimento di merito, almeno nella relazione, a quel dibattito.
La legge è stata sufficientemente emendata, tanto da ridurla ad una "bella legge di bandiera", nella cui applicazione pratica difficilmente ha visto che ha la pretesa di sostituire quanto previsto dalla legge n. 285 alla quale è stato sottratto ogni finanziamento, la possibilità di godere dei trasferimenti dello Stato.
Cosa succede qui? Si prende un provvedimento ispiratore e si fa ahimé, Consigliere Deorsola, mi dispiace dirlo! - una "bella" marchetta elettorale priva di dignità. Svilire il ruolo degli oratori ad attori del recupero del disagio sociale è un approccio al problema che offende l'onestà intellettuale di chi propone questa legge ed è ingenerosa nei confronti di chi, dai disposti di questa legge, dovrebbe trarne benefici.
Mi spiego meglio. In questa Regione almeno il 10-15% della popolazione non è cattolica, oppure lo è, ma non è sicuramente praticante, soprattutto non delega l'educazione e la formazione dei propri figli agli oratori.
Ma sottostimiamo questa platea di riferimento, perché parliamo dei giovani e, quindi, di famiglie: perché, allora, non si è pensato di dare un carattere di universalità ad una legge come questa, proponendo un atto importante, forte e laico da parte di questa Regione e di questa assemblea elettiva, che abbia la forza e il coraggio di rivolgersi, con delle proposte serie e credibili anche sul piano delle risorse e del riferimento normativo e legislativo, alla miriade di associazioni che operano, in modo volontario, nel campo del tempo libero, dell'attività ricreativa e culturale, che potrebbe avere anche conseguenze sulla prevenzione del disagio sociale? E' una legge che offende e lede la dignità di quest'aula, perché non è rispettosa dei diritti di tutti: laici, confessionali, musulmani, chi più ne ha più ne metta, di diverse culture, di diverse religioni e di diverse appartenenze. Perché non riconosce, come ricordava prima il collega Palma ai centri sociali un ruolo comunque di aggregazione giovanile?



CONTU Mario

PALMA Carmelo (fuori microfono)



CONTU Mario

Scusa, ma Palma diceva il contrario.



CONTU Mario

Ma questa è una provocazione! Perché quando parliamo di forme di aggregazione - su questo ho il dubbio che gli oratori svolgano quel ruolo - non ci rivolgiamo ad una universalità di soggetti che pure in questo campo operano? Non avete avuto il coraggio - e trovo offensivo questo atteggiamento di concedere, com'è stato fatto in tante altre leggi, che fosse espresso il parere da parte della VI Commissione. Voi, maldestramente, pur di raggiungere l'obiettivo, vi siete appellati all'aspetto delle politiche sociali, quando vi dimenticate che ormai il ruolo che svolgono gli oratori nel rapporto con gli Enti locali assume una rilevanza economica tale da doversi porre seriamente l'interrogativo se non sia opportuno far rientrare nelle regole - e ribadisco nelle regole - il rapporto di lavoro che porta moltissimi giovani (utilizzando la voglia di aggregazione degli stessi) a svolgere il ruolo di educatori, ancorché minorenni, in attività, per esempio, come "Estate Ragazzi".
Fornisco un dato: durante l'estate scorsa, 10 mila bambini hanno frequentato gli oratori per "Estate Ragazzi" del Comune di Torino, sulla base di un contributo capitario dato dal Comune di Torino, che non si distanzia nella quantità economica da quello dato ai centri gestiti dagli Enti di promozione sportiva.
Si apre un problema non da poco: c'è un trasferimento di risorse ingenti per gestire attività tradizionalmente gestite dagli Enti locali e che, in funzione suppletiva, monetizzate, svolgono gli oratori.
Abbiamo assistito a delle tragedie, come il viaggio premio ai ragazzi degli oratori che hanno trascorso "Estate Ragazzi" al mare. Si è consumata una tragedia immane, che ha comportato la perdita di vite umane.
Io pongo una questione: sono coperti da assicurazione le migliaia di ragazzi (quattordicenni e quindicenni) ai quali vengono affidati bambini di otto, sette, dieci o dodici anni, accompagnati da un educatore adulto, in un rapporto di un educatore adulto ogni sessanta o ottanta bambini monetizzato dal Comune di Torino? Non aprono prospettive sconcertanti attorno al ruolo e alla funzione che potrebbero svolgere gli oratori se danno agli educatori la possibilità di utilizzare quell'opportunità come un momento di formazione, di crescita professionale e - perché no? - anche di riconoscimento economico minimo attraverso la regolamentazione dei contratti atipici.
Lo lancio come allarme, perché non stiamo parlando di un'ostilità da parte nostra affinché questo provvedimento non venga varato dal Consiglio regionale, intendiamoci bene! Noi dobbiamo avere il coraggio, la forza morale ed etica di porre le questioni nel senso corretto. Dobbiamo avere l'onestà intellettuale di dire che questa non è una prebenda, di questa o di quella forza politica, a questa o a quell'associazione confessionale, a questa o a quella realtà educativa, come compenso, che premia il senso di appartenenza o di sostegno. No.
Dobbiamo partire dal soggetto principe al quale questa rete di oratori si rivolge, ovvero i giovani, e porre loro al centro della nostra attenzione e nel rapporto che negli anni si è determinato nei confronti degli Enti locali, perché questi rapporti vanno regolati da apposite convenzioni, e vanno regolati perché ci sono gli strumenti di legge e le delibere di riferimento. E allora noi non possiamo bypassare i problemi. Se c'è un problema di rapporto economico fra gli Enti locali e queste realtà che svolgono un ruolo suppletivo su funzioni che i Comuni stanno abbandonando, si abbia il coraggio di mettere ordine.
Io sono passato attraverso quell'esperienza: mi sembra la questua fatta al politico che risponde con l'elemosina - perché risponde con un'elemosina perché la realtà degli oratori è talmente vasta che... Però vince un principio, agita una bandiera e non pone al centro i problemi veri. Ma soprattutto non ha il coraggio di affrontare un'altra questione di fondo: quante sono le opportunità alle quali si possono rivolgere queste realtà? Quante sono le realtà legislative separate, le determine dirigenziali su questo o quel progetto che rispondono anche a questa domanda, che pure esiste? Io suggerirei - e mi appello ai proponenti - di fermarci un attimo e guardare nel merito questa proposta di legge, fare nostro il dibattito parlamentare, capirne le direttrici e lavorare insieme per poi poter varare un testo che dia veramente una risposta.
Questa, ahimè, lo dico con rammarico ed amarezza, è un'elemosina agli oratori, ed è triste per tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Sono tra quelli che riconoscono il ruolo sociale svolto dagli oratori di cui è nota la capacità di penetrazione sul territorio, nei piccoli Comuni o nei piccoli conglomerati sociali, lontani dai centri urbani laddove i luoghi di aggregazione per i ragazzi sono praticamente inesistenti.
Agli oratori va riconosciuto, altresì, un ruolo educativo che essi svolgono di fronte ad una crescente disgregazione dei valori di una civile convivenza, disgregazione che sovente spinge i giovani, soprattutto coloro che sono chiusi in se stessi, verso forme di intolleranza.
Il sottoscritto, per motivi professionali, conosce abbastanza bene questo aspetto e lo usa spesso per poter risolvere alcuni problemi.
Tuttavia, ciò che non condivido di questa legge è che non riconosce il ruolo di tanti altri Enti o Associazioni di volontariato o di non profit che pure, laddove sono presenti sul territorio, operano per gli stessi fini e con le stesse modalità.
Mi sembra quindi giusto sostenere il ruolo svolto dagli oratori, così come recita la legge n. 328 del 2000; ma sarebbe altrettanto corretto sostenere il ruolo di tutti coloro che operano in questo settore, siano essi laici o di confessioni religiose diverse da quella cattolica.
Ed è a questo proposito che la proposta di legge n. 174 andrebbe rivista. E' opportuno che non si creino "precedenti" che potrebbero incidere negativamente sui vari aspetti del dialogo tra le diverse confessioni e culture e lo Stato laico. Penso, in particolare, all'art. 1 che "non prevede gli Enti che svolgono attività similari" a quelle riconosciute per gli oratori, dicitura che andrebbe aggiunta all'art. 2 laddove si prevede la "partecipazione ad organismi regionali".
Infine, credo che gli stessi proponenti della legge siano d'accordo a non riconoscere soltanto alla Regione ecclesiastica la facoltà di far parte delle Commissioni consultive e degli organismi regionali che si occupano del settore mediante rappresentanti da loro designanti, escludendo, in tal modo, tutti gli altri Enti.
Sempre per dare un contributo costruttivo al dibattito, chiedo che l'art. 3 sia soppresso, per una duplice ragione: la prima, perché il contenuto dell'articolo è già contemplato nelle finalità di cui all'art. 1 la seconda ragione è che così com'è formulato potrebbe far pensare ad un diretto coinvolgimento delle strutture ecclesiastiche (parrocchie, Regione ecclesiastica) e ad un loro formale riconoscimento come partner istituzionale. Ciò appare in evidente contrasto con il principio costituzionale di sovranità e di reciproca indipendenza fra Stato e Chiesa.
D'altronde, né il Concordato né le intese successive con le confessioni religiose diverse dalla cattolica autorizzano una simile ingerenza.
Prima di avviarmi alla conclusione, vorrei ancora aggiungere che le finalità socio-educative che si prefigge la proposta di legge possono essere raggiunte attraverso una pluralità di Enti ed Associazioni laiche o di ispirazione religiosa, siano esse pubbliche o private.
E' giusto, pertanto, che "tutti gli Enti che svolgono attività similari" siano egualmente riconosciuti quali destinatari dei finanziamenti previsti dall'art. 5 del testo di legge.
Se questo suggerimento non venisse accolto, il Piemonte si doterebbe di una legge che prevede finanziamenti mirati, esclusivi, ai quali possono accedere soltanto gli oratori.
A conclusione del mio ragionamento, faccio presente che le finalità espresse nella proposta di legge che oggi stiamo discutendo sono già contenute nella legge regionale n. 48/95, laddove al comma 3 dell'art. 1 recita: "La Regione favorisce il ruolo degli Enti locali nella diffusione e valorizzazione delle realtà associative di ogni ispirazione ideale culturale, etnica, religiosa, che concorrono alla vita democratica".
Da cattolico quale io sono, che da piccolo ha frequentato l'oratorio sono spiaciuto per non essere d'accordo con quanto si prefigge questa legge, che, a mio giudizio, tende ad affermare un principio a favore di determinati soggetti più che preoccuparsi del servizio in sé. A queste condizioni, dando il mio assenso, tradirei i principi laici che mi appartengono. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi Consiglieri, il collega Caracciolo, concludendo il suo intervento, ha fatto riferimento alla necessità di un'azione laica nell'impegno politico.
Pur essendo cattolico, concordo completamente con questa impostazione nel senso che se la nostra attività politica non fosse ispirata ad un sano principio dello Stato laico, si cadrebbe nel fondamentalismo. Concordo dunque, sulla necessità che le nostre valutazioni debbano fare riferimento a principi più generali sui quali è fondato il nostro Stato.
Partendo da questa considerazione, credo che la proposta di legge contenga sicuramente qualche contraddizione, in particolare nell'art. 1 e negli articoli successivi.
Al di là di questi aspetti, mi pare che l'art. 1 faccia riferimento non soltanto agli istituti cattolici, ma anche agli altri enti di culto riconosciuti. L'art. 1, da questo punto di vista, mi pare abbastanza chiaro. Eventualmente, qualora fosse necessario, l'indicazione che è stata formulata dai presentatori può essere rafforzata. C'è, comunque, un riferimento non soltanto agli istituti cattolici, ma anche agli altri enti di culto riconosciuti. E questo è un dato rilevante, perché resta, in ogni caso, un principio importante.
Noi siamo d'accordo su questa proposta di legge e tenteremo di proporre eventuali emendamenti per cercare di eliminare qualche contraddizione.
D'altronde, il significato è alto, e poco fa lo stesso collega Caracciolo lo ha evidenziato: si tratta del riconoscimento del ruolo socio-educativo degli oratori.
Tale riconoscimento è opportuno, perché ormai, di fatto, è già così. Se c'è un limite - ma credo che anche i colleghi presentatori lo sappiano - è che questa proposta di legge regionale è tardiva, nel senso che il riconoscimento del ruolo socio-educativo degli oratori è già avvenuto da parte di tutti gli Enti locali, indipendentemente dall'appartenenza politica, siano amministrazioni di sinistra, di centrosinistra, di centrodestra, di centro o di destra. Tutti gli Enti locali ormai riconoscono questo importante ruolo degli oratori. Questo è il dato di fatto.
Per cui, ad esempio, a Nichelino, come ad Asti o a Rivoli o a Mondovì ormai il rapporto tra gli oratori e gli Enti locali è sicuramente consolidato. Si tratta normalmente di un ottimo rapporto e molto spesso gli Enti locali si rivolgono agli oratori per poter svolgere alcune funzioni che loro stessi non riescono a svolgere. Anzi, molto spesso viene riconosciuta agli Enti locali una funzione ancora più forte, nel senso che c'è quel supplemento derivante dalla presenza del volontariato, che è un elemento importante.
Questo è l'elemento che ci induce ad essere d'accordo su questa impostazione, perché alla fine, anche se in ritardo, si ribadisce il riconoscimento che gli Enti locali assicurano con la stipula, ad esempio di molte convenzioni. Ormai quasi tutti gli Enti locali stipulano delle convenzioni con gli oratori: "Estate Ragazzi" ne è un esempio.
Con questa legge, dunque, avviene un riconoscimento più generalizzato da parte della Regione Piemonte.
Non concordo - e lo dico mentre ho l'opportunità di farlo - con l'impostazione del collega Contu, perché è ingenerosa, nel senso che si tratta di una forzatura. Alcuni giudizi negativi che sono stati espressi anche in ordine alla qualità degli educatori negli oratori non sono assolutamente veritieri. Chi poi ha vissuto la vita degli oratori (ma non soltanto loro), sa che, come tutte le attività basate sul volontariato c'è di tutto, in sostanza: c'è chi è bravissimo, chi un po' meno, c'è anche chi sbaglia. Ma questo è tipico del volontariato. D'altronde, non sono dipendenti pubblici, ma è questo che fa la differenza degli oratori rispetto ad altri problemi.
La nostra impostazione, il nostro giudizio, come Gruppo appartenente alla Margherita, è favorevole.
Bisogna precisare meglio l'art. 4 sui protocolli d'intesa, nel senso che c'è uno scarto tra l'art. 1, laddove si fa riferimento agli istituti cattolici e agli altri enti di culto riconosciuti, e l'art. 4, che fa riferimento soltanto agli istituti cattolici.
Su questo, si può sicuramente intervenire.
C'è, poi, un altro aspetto (e non so come possa essere inserito nella proposta di legge) riguardante il modo in cui i nuovi finanziamenti che arriveranno agli oratori, attraverso gli organismi di culto di livello regionale, verranno coordinati con gli altri finanziamenti che gli oratori ricevono da parte degli Enti locali.
Sicuramente, sono finanziamenti aggiuntivi, ma servono per rafforzare i finanziamenti delle attività per le quali ci sono già delle convenzioni tra Comuni ed Enti locali, oppure si tratta di qualcosa in più? E' una domanda che rivolgo ai presentatori della legge, per capire come questa proposta si inserisce nel rapporto già esistente e positivo tra Enti locali e oratori.
Ritengo che la discussione ci possa aiutare.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Siamo tra quelle forze politiche nazionali e locali che hanno sostenuto e continuano a sostenere l'importanza del ruolo e del lavoro che viene svolto dagli oratori sul territorio; ruolo e rapporto di collaborazione estrema e importante con gli Enti locali.
Non abbiamo, quindi, perplessità nel riconoscere questa funzione generale. Siamo consapevoli che si tratta di un argomento complesso, un problema complesso.
Affrontiamo un tema che riguarda una delle età più delicate, in generale, dell'evoluzione dell'essere umano: l'adolescenza e la pre adolescenza.
Sappiamo quante difficoltà ci siano nel crescere, formare ed educare in una società dove sempre più facilmente i nostri figli trovano tutto costruito e confezionato, e quindi hanno anche una difficoltà oggettiva a darsi un percorso. Hanno bisogno di punti di riferimento, di sedi dove costruire e coltivare il gruppo, dove far parte del gruppo nel modo più positivo.
E' quel percorso delicatissimo, ma anche interessantissimo, che fa un po' capo all'adolescenza, quindi al tema della prevenzione al disagio e dell'educazione all'agio.
Prevenzione al disagio che ha visto negli anni, e che vede tuttora, un impegno molto forte da parte dei centri di aggregazione, di formazione, di educazione, importanti e vitali come sono gli oratori, ma come sono anche altre sedi laiche di incontro, di aggregazione e di formazione.
Tutto questo va riconosciuto e siamo consapevoli che, a livello nazionale, il Parlamento ha provveduto in tal senso con un provvedimento che ha tenuto conto anche della significativa evoluzione del dibattito che nel corso degli anni, nella precedente legislatura, è stato portato avanti.
I problemi che abbiamo dinnanzi a questa legge sono già stati espressi in Commissione, ma li ripetiamo in questo contesto.
Certamente, vi è un problema generale che ci porta a chiedere ai colleghi proponenti come mai non siano stati apportati quegli emendamenti alla proposta di legge che tenevano conto dell'evoluzione avvenuta a livello nazionale: non appiattirci sul culto o sugli aspetti legati unicamente al mondo cattolico, ma riconoscere la funzione vitale e importante nel senso più laico possibile.
Questo è il primo problema e a tale riguardo abbiamo presentato degli emendamenti; spero che i colleghi proponenti li stiano esaminando. Sono emendamenti presentati un po' frettolosamente - e di questo chiedo scusa al Presidente - ma che tentano di recuperare una sorta di modifica e miglioramento che tenga conto di quanto è avvenuto a livello nazionale.
Secondo ragionamento: quando i colleghi dicono - in particolare, il collega Palma ha insistito molto su questo - "contribuzioni riservate, una manciata di miliardi, una disciplina speciale", dicono qualcosa che corrisponde alla realtà.
Anche noi siamo perplessi dinnanzi a provvedimenti che sfogliano la margherita o il carciofo - fa lo stesso - e vanno a presentare degli ordinamenti speciali per dei settori, ritagliando da un insieme che non è più sostenuto.
E' questo che vorrei, a titolo personale, sottoporre ai colleghi: siamo consapevoli che nella situazione attuale i fondi della legge n. 285 (l'importantissima legge quadro nazionale sui minori e sull'adolescenza) sono finiti nel calderone generale e che, quindi, questi finanziamenti non arrivano più agli Enti locali per sostenere dei progetti di formazione, di educazione, di sostegno e di prevenzione al disagio, nell'ambito dei minori? Siamo consapevoli che i finanziamenti relativi al fondo generale nazionale della legge n. 328 (la legge sulle politiche sociali) sono stati fortemente decurtati e pertanto non daranno linfa vitale e ossigeno ai Comuni? Ricordo che, a partire dal 2003, i Comuni non saranno più nella condizione di varare quel Piano per i minori e per l'adolescenza, non saranno più nella condizione di portare avanti delle linee progettuali di sostegno alla famiglia, al diritto per i minori, perché i fondi sono tagliati dalla Finanziaria attualmente in discussione.
Nel momento in cui il contesto generale è di questo tipo, si va ad approvare una legge speciale che dice: "Riconosciamo il ruolo degli oratori". Questo concetto lo condividiamo, ma intendiamo estenderlo anche ad una realtà laica, perché è nostro dovere, come istituzione, uscire da un riconoscimento specifico, così specifico che effettivamente fa pensare a delle provocazioni nei confronti di un contesto più laico.
Nel contempo, occorre rendersi conto che ci troviamo in un contesto assolutamente delicato.
Potremo dare una manciata di contributi a certi enti, spero non solo agli oratori, ma anche ad enti laici, che arriverà come una goccia in un oceano, a fronte dei tagli voluti da una Finanziaria predisposta da un Governo appartenente alla vostra parte politica, che contiene nella fase attuale - speriamo che ci siano dei lavori di emendamento - tagli pesanti nei confronti degli Enti locali, sia riguardo ai fondi per la legge n. 285 sia riguardo ai fondi per la legge n. 328.
Questo è il nodo principale! Le proposte che presentiamo come emendamenti tentano di rendere migliore, dal nostro punto di vista, la proposta di legge, estendendola anche alle realtà laiche e facendo uscire la proposta stessa da una situazione pericolosa, da un angolo pericoloso, che è quello del riconoscimento forzato unicamente della realtà cattolica, oratorio parrocchiale e cattolico.
Formulato in questo modo, lo consideriamo sbagliato. Invitiamo i colleghi a tenere conto dell'evoluzione avvenuta a livello nazionale quindi a considerare i nostri emendamenti in tal senso, per dare spessore e dignità al provvedimento.
Dopodiché, esortiamo l'Assessore alle politiche sociali di questa Regione a svolgere la propria funzione e il proprio lavoro, perché ci deve dire cosa intende fare riguardo all'applicazione delle leggi n. 285 e n.
328, qualora permanesse una Finanziaria di questo tipo. Altrimenti ci ritroveremo nella situazione di andare ad elemosinare dei finanziamenti in modo assolutamente parziale, attraverso la formula del contributo, che è sempre una formula che mette in difficoltà anche i richiedenti, poiché gli riconosciamo un ruolo importantissimo nella società.
Io ho lavorato per molti anni con oratori e ho apprezzato il ruolo che svolgevano nel tessuto territoriale dei quartieri, delle periferie soprattutto delle periferie complesse com'era quella dove svolgevo un'azione politica ed amministrativa. Quindi, li mettiamo nella condizione di elemosinare dei fondi quando la cornice complessiva è cambiata radicalmente e non ci sono più i pilastri di riferimento che il Governo di centrosinistra - ma con l'approvazione anche dell'opposizione allora - var attraverso le leggi n. 285 e n. 328.
Questo è il contesto a cui deve essere data una risposta, e non è pensabile che la Giunta regionale nella sua massima rappresentanza attraverso l'Assessore competente, nulla dica in tal senso.
E' giusta la proposta che fanno i colleghi, soprattutto se avranno la disponibilità ad ampliarla per inserirla in quello che è il solco nazionale di un significativo e complesso dibattito che è avvenuto in Parlamento, ma è comunque iniziativa monca se, da parte dell'esecutivo e della Regione non vi sono degli impegni precisi per dare gambe e vita ai Comuni attraverso la realizzazione del piano per l'infanzia, per i minori e per l'adolescenza.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Possiamo pertanto passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, colleghi, l'art. 1 limita il campo di intervento in un modo da noi assolutamente non condiviso.
Intanto - e mi rivolgo ai proponenti - il riferimento è alla legge n.
328, ma i proponenti sanno - e ben lo sanno e non possono fare finta di ignorarlo - che su questa materia esistono altri provvedimenti dello Stato in particolare in relazione all'articolato e ai soggetti ai quali ci si riferisce? L'art. 1 parla di "soggetto sociale ed educativo delle comunità locali finalizzate alla promozione, all'accompagnamento e al sostegno della crescita armonica dei minori, degli adolescenti e dei giovani, anche portatori di handicap, che vi accedono spontaneamente". Ma, Consigliera Suino, non mi risulta la legge n. 285 sia stata abolita.
E' stata svuotata di ogni finanziamento; eppure, pur con la criticità che poteva rappresentare quella legge in alcune proposte, si sovrapponeva come proposta alternativa a funzioni tradizionalmente erogate dagli Enti locali, ma con il nobile scopo dell'integrazione e non della sostituzione.
Quindi, non comprendo perché voi, nell'art. 1, e in riferimento al quadro legislativo, non vi siate appellati alla legge n. 285.
Credo che, al termine di questo dibattito, dovremo pensare seriamente se non sia opportuno sottoporre all'approvazione dell'aula un ordine del giorno da accompagnarsi a questo provvedimento - se troverà la luce - che rilanci un'attenzione del Governo sulle tematiche legate alle problematiche giovanili e alla necessità di dare supporto alle famiglie e, in primo luogo, ai giovani per favorire una crescita armonica dei minori, degli adolescenti e dei giovani.
Quindi, è una legge che necessariamente nel suo portato ha dei limiti enormi, limiti ai quali speriamo che il dibattito e la pratica emendativa ci auguriamo con il consenso dei proponenti - possano almeno consentire di restituire l'universalità dei diritti a tutti. La funzione educativa è riconosciuta, così come la funzione di aggregazione e di catalizzatore di parte del tempo libero dei nostri figli. Parlo dei nostri figli, perché i miei figli hanno frequentato gli oratori, e non per questo loro non pensano che altre opportunità di organizzazioni laiche debbano avere la stessa valenza di queste proposte.
Ho citato prima la questione di "Estate Ragazzi", e voglio precisare i termini, perché forse rischio, anche per quanto detto a verbale, di essere equivocato. Ho preso come riferimento il Comune di Torino e cito un uomo un politico, un amministratore che ha dato molto a questa città: Gianni Dolino. Gianni Dolino - allora svolgeva le funzioni di Assessore - nel ricordare come fu possibile per un'Amministrazione di centrosinistra consentire la saletta del suo dipartimento nel lontano 1976, disse: "All'improvviso si riempì di Salesiani, Gesuiti, parroci gestori di oratori, fratelli delle scuole cristiane e via di questo passo". Sono sue parole.
E' nel 1976 che inizia la collaborazione dell'allora Sindaco Novelli e di quella Giunta con la realtà organizzata degli oratori e delle associazioni che le rappresentavano. Quell'anno furono sedici gli oratori che contribuirono a mantenere viva "Estate Ragazzi". E l'Assessore Leo allora Assessore in altre compagini governative come Assessore alla gioventù - ben sa che quell'anno cominciò la formidabile esperienza di rapporto tra la Città e la rete gli oratori. Niente meno, il pretesto scaturì dall'invito fatto in Val Salice al Sindaco Novelli di andare dai Salesiani a premiare i partecipanti alle mini olimpiadi che avevano organizzato durante quel periodo estivo per i bambini delle scuole della città. Disse: "Sono così bravi a fare animazione e a stare con i giovani che la città deve uscire dalla gestione esclusiva di questo servizio e aprirsi alla città".
Da allora tanto tempo è passato, ne è passato talmente tanto che oggi i bambini che frequentano "Estate Ragazzi" sono 10 mila e quelli che frequentano i centri del Comune sono circa 3 mila; 7 mila è il dato complessivo, ma sono circa 3 mila per turno, tanto per semplificare questo dato.
Quello che tratta questa legge è un aspetto che va sicuramente riconosciuto e valorizzato. Ma la Regione Piemonte è un'assemblea legislativa, e la Giunta non può continuare - e lo vediamo anche in altri settori, per esempio nel campo dell'urbanistica da chi propone di valorizzare i tetti in ardesia a chi vuole salvaguardare il mattone crudo e quando lo fa un singolo Consigliere qualche volta c'è una compressione a mettere in dubbio l'asse legislativo, la necessità di semplificare gli strumenti legislativi che questa assemblea mette a disposizione dei cittadini piemontesi, delle loro associazioni ed organizzazioni.
Ecco, da qui la critica ad un provvedimento ad hoc, mirato, che è una grande bandiera da agitare, ma che nel suo portato è miserevole, non per la quantità di denaro, ma perché non coglie la complessità della problematica relativa ai principi ispiratori di questa legge, che pure sono richiamati nell'art. 1.
Ci vuole un atto di coraggio e umiltà. Tutti sanno che i proponenti di questa proposta di legge stanno portando avanti con coerenza una battaglia legittima, riconosciuta dagli stessi beneficiari di questa proposta di legge. Il dato è assunto dal punto di vista politico. Propongo di fermarci e di analizzare bene la proposta, in modo che questo diritto sia esigibile da tutti e non da pochi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, su questo aspetto centrale del provvedimento e sulle finalità volevo segnalare che è stato approvato, da uno dei due rami del Parlamento, un provvedimento analogo a quello che stiamo esaminando presentato dai Deputati Volonté, Buttiglione ed altri illustri componenti del mondo di ispirazione cattolica, che creerebbe un meccanismo di rinvio alle Regioni di un comportamento in materia di intervento sugli oratori.
Negli stessi giorni in cui i Deputati Volonté, Buttiglione ed altri presentavano quella proposta di legge, al Senato veniva presentato un disegno di legge a prima firma Eufemi ed altri proponenti, Cutrufo e Zanoletti, che è stato un membro di questo Consiglio regionale in tempi passati; tra l'altro, è un provvedimento che potrebbe andare a compimento non in tempi storici.
Mi chiedo se occorre bloccare il provvedimento nazionale per cogliere la sensibilità federalistica, sulla base del principio di sussidiarietà nel senso che è materia di nostra competenza e, quindi, rientra nella dimensione legislativa regionale.
Presidente Cota, lei potrebbe scrivere una lettera al Presidente del Senato per segnalare che potrebbe essere approvato un provvedimento che, in qualche modo, potrebbe entrare in conflitto con un altro provvedimento.
Dinnanzi a questo fatto, chiederei che le finalità di questo provvedimento fossero rese più neutre e più generali, senza alcun riferimento alla legge n. 328 dell'8 novembre 2000, perché credo che debba essere una nostra interpretazione delle ragioni del sostegno.
Nel mio intervento ho sollevato tutti i dubbi su come è strutturata la legge, senza negare il valore dell'intervento per il sostegno agli oratori ma ho sottolineato il limite di questa operazione e, nell'ambito dell'intervento degli oratori, il limite che è implicito in questo provvedimento, riportandola fuori dai principi generali della legge nazionale.
Siamo noi che, nella nostra autonomia, decidiamo di intervenire in uno spazio che riteniamo sia area di competenza regionale. Proporrò, con un emendamento, di modificare il senso di questa finalità, per rafforzare il carattere univoco che mette in mora il processo legislativo della dimensione nazionale, perché è poco riguardoso dei principi federalistici che lo stesso Parlamento, poi ratificato dal corpo elettorale, ha indicato con la riforma del Titolo V della Costituzione.
Suggerirei di tenere conto del fatto che le finalità dovrebbero avere questo carattere legato all'autonomia della Regione e non da altri aspetti.
Nelle finalità si poteva cogliere l'importanza generale dell'intervento sulle politiche giovanili, perché questo è il carattere del provvedimento.
Non si tratta di valorizzare una struttura in quanto tale, ma perché è legata ad una finalità.
A noi degli oratori ci può interessare poco, ci interessano in quanto strumenti di intervento legati alle politiche giovanili, anche se non nego che gli oratori, pur con molti limiti e difficoltà di intervento in questo campo, ancora oggi svolgono un ruolo importante.
Se successivamente - chiedo perdono ai colleghi - mi soffermerò ad illustrare gli emendamenti che ho predisposto all'art. 1, premetto che non lo faccio per smontare il meccanismo, ma per rafforzarlo. Forse i proponenti potrebbero farlo in modo migliore, perché più compenetrati nella proposta. Tuttavia, voglio sottolineare l'importanza di cogliere le finalità per tratteggiare una prospettiva aperta di questa legge e la possibilità che questa legge sia un punto di partenza, un cantiere aperto per le politiche giovanili e non un'operazione che si chiuda soddisfatta per aver assegnato un po' di quattrini alle parrocchie. Non deve essere così. E' un cantiere aperto e sicuramente ha dei limiti. Mi piego alla volontà della maggioranza, perché i numeri in democrazia hanno un senso, ma invito i colleghi promotori di considerare questa proposta una tappa, un processo, un'apertura.
Capisco che ai colleghi non interessa molto quello che sto dicendo, ma dico tutto ciò per convincere me stesso della bontà delle cose che dico.
Se queste finalità - dobbiamo intenderci - sono rispettose della pluralità, torno a dire che il ruolo degli oratori è importante. Vorrei aiutare questi operatori che si impegnano per i giovani a farlo meglio.
Per questo motivo, Presidente Cota, proponevo di assegnare il sostegno legandolo a un progetto, come ha ideato l'Unione Europea.
L'Unione Europea, dopo una prima fase sperimentale disastrosa, ha erogato i suoi contributi a fronte di progetti. Sapete cosa è successo? Per sette-otto anni l'Italia ha utilizzato il 20-30% dei contributi, perché non erano a pie' di lista e non venivano assegnati in modo generico, ma presentando un progetto. Se introducessimo nella finalità il premio al progetto, gli operatori degli oratori dovrebbero ingegnarsi per percepire l'assegnazione del sostegno.
Torno a ripetere che è un errore considerare questa proposta una politica per i giovani e non cogliere il fatto che può essere la tappa di un processo, un cantiere aperto, perché, in questo modo, si perde un'opportunità e si mortificano altre energie.
Non è che non sono d'accordo a rivolgere una parte di attenzione alla politica per i giovani, pur una parte importante, ma ho un'ostilità preconcetta nei confronti del ruolo degli oratori solo quando questo ha una politica esclusiva, totale ed assoluta.
Con l'approvazione del provvedimento, Presidente Cota, diamo un segno rispetto all'elaborazione legislativa nazionale, che mortifica, con le proposte presentate, questo tipo di lavoro che noi elaboriamo, al di là dei limiti che fino all'ultimo cercherò di sostenere e che sono impliciti nella proposta.
In questo senso, allora, chiedo ai colleghi, presentatori del provvedimento, di ritornare a riflettere e a ricompletare il provvedimento.
Se tutto questo non è possibile, almeno cercare, con emendamenti più puntuali ed intelligenti, di rendere il provvedimento meno chiuso e meno confessionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, intervengo adesso pur essendo intervenuto nel dibattito generale, in quanto sono uno dei firmatari convinti di questa proposta di legge. Siamo convinti, non solo perché lo Stato ha approvato la legge n. 328 stabilendo un'importante modifica di carattere culturale nel campo delle politiche sociali, ma perché ho avuto modo di vedere il ruolo essendo stato anche amministratore della Città di Torino, che gli oratori svolgono per la formazione e la crescita dei nostri giovani.
Parlo di un'esperienza di alcuni anni fa, ma ritengo che ancora oggi, a maggior ragione, il ruolo di queste realtà diventi determinante per una corretta crescita dei nostri figli. Non vedo solo - e lo dico al di fuori di qualsiasi polemica - gli amici tra i frequentatori degli oratori; vedo persone, ragazzi e giovani che attraversano trasversalmente le fedi, le convinzioni politiche e gli ideologismi vari. I frequentatori degli oratori, soprattutto nelle realtà più difficili dove la città è cresciuta a dismisura e dove la crescita strutturale non ha accompagnato quella personale, svolgono un ruolo determinante.
Oggi, in situazioni particolari dove la famiglia "non ce la fa più" e la scuola non è sufficiente ad accompagnare la crescita dei ragazzi, di fatto queste realtà suppliscono a questa vacanza di formazione.
Ciò che sosteniamo è la difesa di un'attività significativa ed importante in quei numerosi luoghi di forte depravazione sociale e culturale, che - come ripeto - ormai abbondano nelle grandi città, in cui se non ci fossero quelle isole felici - gli oratori - i nostri giovani non avrebbero realtà positive con cui colloquiare e con cui crescere; sarebbero soli e abbandonati a se stessi.
Caro Consigliere Palma, la nostra non è una trappola politica, ma il giusto riconoscimento di un'attività centrale per la formazione dei giovani. Non tendiamo mai trappole, parliamo estremamente chiaro. Se ce ne fosse bisogno - anche se penso di no - inviterei i colleghi del Consiglio a frequentare un po' di più queste realtà, soprattutto quelle di periferia per rendersi conto di come quanto affermato in quest'aula sia veramente distante dalla realtà.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare all'esame degli emendamenti presentati all'art. 1.
1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Papandrea: l'art. 1 è abrogato.
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Abbiamo proposto questo emendamento coerentemente con quanto già sostenuto finora. Bene ha fatto il Consigliere Tapparo a ricordare che uno dei due rami del Parlamento ha già approvato una legge che affronta tale problematica. Ragionevolezza vuole che di fronte ad un iter legislativo così definito, per di più con un sbocco in tempi certi, l'assemblea consiliare della Regione Piemonte si astenga dal varare un provvedimento che rischia di essere modificato dal dibattito parlamentare e, sulla base di questo riferimento, poter operare attraverso la legislazione ordinaria forti di questo atto legislativo primario. Questa è la prima considerazione.
La seconda considerazione che ci ha portato a proporre un emendamento abrogativo riguarda il riferimento. Esistono altri testi normativi che mirano ad affrontare e a sostenere, economicamente, il progetto di sostegno alla famiglia e all'attività di formazione dei giovani su vari campi.
Allora, è credibile il motivo del mancato riferimento alla legge n.
285: è stata svuotata dal Governo Berlusconi. La legge c'è, non è stata soppressa, ma è stata eliminata ogni dotazione finanziaria, tanto che oggi esistono punti di sofferenza gravissima, da parte di Enti locali, che pure aderiscono, massicciamente, con progetti, spendendo professionalità e mettendo a disposizione risorse proprie, a quanto previsto dalla legge n.
285, che attua tutta una serie di opportunità, che vanno dalla primissima infanzia alle varie fasce di età dei nostri giovani.
Insisto su questo, Consigliere Deorsola, primo firmatario di questa proposta di legge: dateci l'opportunità non di massacrare questa legge, ma di interloquire e di comunicare nel merito della vostra proposta.
Continuo a credere - e su questo insisto - che il modo migliore sia quello di restituire, al dibattito della VI Commissione, la titolarità prevista dal Regolamento di espressione di un parere, che sappiamo benissimo essere un parere autorevole, che può riportare l'oggetto delle nostre discussioni anche ad un merito che pure è richiamato dall'art. 3 della proposta di legge che oggi esaminiamo.
Per queste ragioni, riteniamo che questo articolo debba essere abrogato questo chiediamo in prima istanza - per poter essere riscritto e rivisitato su un contenuto più ampio, in grado di dare delle risposte a tutti i soggetti e agli enti educativi che esistono, non solo cattolici non solo certamente targati, ma anche un po' orientati ad un'opportunità laica e quindi al confessionale.
Se sarà accettata questa proposta, credo che si determineranno le condizioni per poter entrare nel vero merito dell'articolo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Intervengo per dichiarazione di voto.
Noi siamo contrari all'emendamento. Qualora venisse accolto, la proposta di legge non avrebbe senso.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1).
Il Consiglio non approva.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: l'art. 1 è così sostituito: "1. La Regione, in ottemperanza ai principi generali della legge 8 novembre 2000, n., 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali), riconosce agli enti e alle associazioni non lucrative, che svolgono attività di socializzazione rivolta ai giovani, il diritto di accedere ai finanziamenti previsti dalla normativa regionale per l'attuazione delle politiche giovanili..
2. La Regione riconosce altresì ai soggetti di cui al comma 1 il diritto di concorrere, alla pari con gli altri soggetti previsti dalla normativa regionale, all'affidamento di servizi e interventi di natura socio-educativa o socio-assistenziale.
3. La Giunta regionale, entro tre mesi dall'approvazione della presente legge, definisce i criteri di riconoscimento e accreditamento dei soggetti di cui al comma 1".
La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

Prima di illustrare l'emendamento, visto che mi pare ci fosse un accordo nella Conferenza dei Capigruppo sul termine dei nostri lavori per le ore 16.45...



PRESIDENTE

...alle ore 16.45, ne sono cosciente, ne sono stato informato.
Alle ore 16.45 sospenderò la seduta.



PALMA Carmelo

Questo però significa che con ogni probabilità non termineremo la discussione e la votazione su questo emendamento.



PRESIDENTE

Credo invece che la volontà dell'aula sia quella di chiudere su questo emendamento e poi di sciogliere il Consiglio.



PALMA Carmelo

Era una questione aritmetica.



PRESIDENTE

Le chiedo di aiutarmi, Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Io l'aiuto molto volentieri.



PRESIDENTE

Non interromperò la discussione, ma sospenderò la seduta al termine della votazione dell'emendamento.
Prego, Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Con questo emendamento, abbiamo tentato, insieme al collega Mellano, di riscrivere l'art. 1, facendo tesoro o immaginando l'impostazione originaria di quanti hanno inteso promuovere questo provvedimento, trasformandolo in realtà in un provvedimento di finanziamento diretto degli oratori attraverso il riconoscimento di una titolarità giuridica, diciamo così, per enti e associazioni non lucrative (fra i quali rientrano ovviamente anche gli oratori) che, svolgendo attività di socializzazione rivolte ai giovani acquisiscono, per questo solo fatto e non sulla base della propria identità culturale e religiosa, il diritto di accedere ai finanziamenti previsti dalla normativa regionale per l'attuazione delle politiche giovanili (in questo rispondendo ad un rilievo corretto della collega Rosanna Costa, che lamentava l'impossibilità per gli oratori di accedere direttamente ai finanziamenti previsti dalla legge n. 16), ma anche il diritto di concorrere, alla pari con gli altri soggetti previsti dalla normativa regionale, all'affidamento di servizi e interventi di natura socio educativa o socio-assistenziale, che trovano, nell'ambito dell'attività di oratorio (e degli oratori cattolici in particolare), un proprio momento di caduta, di svolgimento di attività particolarmente rilevanti dal punto di vista sociale.
Qui occorre intendersi: se la vostra finalità - e lo domando in particolare ai proponenti, ai colleghi Rosanna Costa, Angeleri e Deorsola è quella di riconoscere la titolarità degli oratori, con questo emendamento si riconosce la titolarità degli oratori.
Se il problema è quello di porre rimedio all'ingenerosa ed ingiusta esclusione degli oratori da una serie di finanziamenti che vengono previsti dalla normativa regionale per altri soggetti - oggi gli oratori sono esclusi per la loro configurazione giuridica - questo emendamento dà una risposta assolutamente coerente.
Se il vostro obiettivo non è quello più o meno esplicitamente dichiarato, ma è quello di assicurare una riserva speciale, giuridica e finanziaria agli oratori, e agli oratori cattolici in particolare ovviamente questo emendamento non serve alla vostra bisogna, nel senso che questo emendamento parifica i soggetti titolari di questo diritto sulla base della funzione che esercitano, e non sulla base dell'identità culturale e religiosa di quanti la promuovono o la organizzano.
Su questo bisogna intendersi, perché ho sentito il collega Angeleri: su questi temi le parole velate mi insospettiscono sempre abbastanza.
Nessuno in questa sede sta discutendo sulla natura positiva o negativa di quella o di quell'altra esperienza oratoriale. Nessuno vuole mettere in dubbio la generosità, l'abnegazione o lo slancio con cui volontari di varie età portano avanti l'attività degli oratori. Però, visto che qui non si sta facendo retorica, ma si sta disciplinando una materia enormemente complessa, ancora più complessa per l'esistenza di una serie di discipline riservate, vorrei solo sgomberare il campo da questo equivoco: qui non si discute se i preti sono buoni o cattivi, se gli oratori sono straordinari o pessimi, ma si discute di titolarità rispetto all'accesso ad alcuni finanziamenti, e di criteri di accreditamento o di riconoscimento per i soggetti che a questi finanziamenti vogliono accedere.
Allora, ripropongo la questione: il problema è quello dell'esclusione degli oratori - e questo emendamento va benissimo per sanare quel problema oppure - e mi pare di comprenderlo non essendo totalmente ingenuo - è quello di dichiarare con una legge-manifesto particolarmente esplicita che: a) la Regione ha a cuore la sorte degli oratori; b) la Regione intende finanziare gli oratori; c) la Regione intende finanziare solo gli oratori cattolici? Perché il combinato disposto di questo provvedimento porta inevitabilmente a questi risultati.
Aggiungo un'ulteriore riflessione. Ragionando, come dicevo nell'intervento iniziale...
Vedo che il tempo a mia disposizione è terminato. Continuerò in sede di dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Consigliere Palma, termini pure il concetto.



PALMA Carmelo

E' un po' lungo.



PRESIDENTE

Come preferisce.
Vi sono altri interventi sull'emendamento? Il Consigliere Deorsola è contrario.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Palma)



PRESIDENTE

Ho colto il cenno del Consigliere Deorsola, che ciondolava con il capo a destra e a sinistra e ho capito che era un "no". Credo di aver interpretato la sua ferma volontà.
Se non ho sbagliato, Consigliere Deorsola, darei la parola al Consigliere Palma per la dichiarazione di voto.
Prego, Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Presidente, la ringrazio, perché dai "ciondolamenti" laconici del collega Deorsola dipendono i destini di questo provvedimento. Capisco che il collega Deorsola abbia una certa fretta nel portarlo a casa, e non è nel mio costume e neanche nella mia intenzione mettere in campo delle manovre particolarmente digressive, però a qualche domanda almeno una risposta la vorrei.
Io ho posto due questioni di non scarsissimo rilievo costituzionale visto che ci sono due sentenze della Corte Costituzionale. Mi pare di aver posto una questione giuridicamente articolata in un modo quantomeno decente, che contribuirebbe a risolvere un problema che i proponenti lamentano, ma ovviamente - e questo lo comprendo - non soddisfa pienamente gli obiettivi che, un po' inconfessatamente, i proponenti esprimono.
Tuttavia, un interlocutore lo vorrei, nel senso che abbiamo due relatori di maggioranza e uno di minoranza, sta intervenendo solo la minoranza e rispetto ad ogni questione ci sono, appunto, i "ciondolamenti" laconici del collega Deorsola: non mi pare il modo più adeguato per discutere questo provvedimento. Possiamo discuterlo in questo modo anche la prossima settimana, però, francamente, sulle questioni che vengono poste mi aspetterei almeno una risposta un pochino meno laconica.
Concludo il concetto di prima, perché è particolarmente rilevante. Qual è la ragione dell'esclusione delle attività di oratorio gestite da culti non riconosciuti dallo Stato? Si tratta di una ragione comprensibilissima e, in realtà, dichiarata a chiarissime lettere. Perché se questo è un mercato che va via via arricchendosi di contributi e finanziamenti, le uniche serie competitrici degli oratori cattolici da qui a brevissimo tempo saranno le forme di organizzazione sociale di carattere più o meno oratoriale che la comunità islamica piemontese metterà in campo ed organizzerà.
Io ho posto le due questioni costituzionali non perché mi diverta particolarmente studiare o aggrovigliare giuridicamente le questioni, ma perché le due sentenze della Corte Costituzionale, peraltro su ricorsi di una "religione piccola", che è quella dei Testimoni di Geova contribuiscono a chiarire il concetto di parità e libertà delle confessioni religiose previste dalla nostra Costituzione, svincolando il riconoscimento di questa uguaglianza e di questa parità da forme di intesa o di concordato che sono stabilite sulla base dell'art. 8 della Costituzione.
Allora, il problema è questo: se voi volete privilegiare l'attività di oratorio, e gli unici oratori che di fatto esistono fra i culti riconosciuti (una volta, con termine abbastanza spregevole, si diceva fra i "culti acattolici") sono quelli cattolici, visto che gli unici destinatari diventano gli oratori cattolici e visto che gli unici seri concorrenti entro pochissimi anni saranno inevitabilmente le forme di organizzazione della comunità islamica, vorrei poter discutere di questo problema non sperando o non immaginando di dover sollecitare una qualche eccezione costituzionale sollevata della comunità islamica su questo provvedimento nel senso che il mio mestiere di legislatore non dovrebbe essere quello di consulente per le altre confessioni religiose affinché si muovano sulla base non di un binario, ma di un'autostrada che la Corte Costituzionale ha aperto su questo tema, ma piuttosto quello di far riflettere i colleghi su questo punto.
Allora, la formulazione dell'art. 1 proposta dall'emendamento sostitutivo, per il quale ovviamente esprimo il voto favorevole del mio Gruppo, risolve, da questo punto di vista, tutti i problemi: al centro non ci stanno i titolari, non ci stanno gli oratori, non ci stanno le confessioni, ma le attività di socializzazione rivolte ai giovani svolte da associazioni non lucrative. Badate, ho sostanzialmente ricopiato il comma 4 dell'art. 1 dell'allora legge quadro sui servizi sociali, in questo muovendomi sulla linea che voi avete indicato.
In questo modo, si fa un provvedimento non solo di interesse, ma anche di natura generale, che interviene rispetto a evidenti lacune della normativa regionale senza forme non solo sbagliate, ma illegittime e di discriminazione negativa di alcuni culti e di alcune confessioni.
Visto che si tratta di una questione per la quale, come ripeto, pu essere significativa, dal punto di vista istituzionale, o può diventarlo come inevitabilmente la fareste diventare con questa formulazione, la "messa a libro paga" degli oratori (non so se alle Direzioni dell'Assessore Leo o di qualche altro Assessore), vi chiederei di riflettere su questo punto.
Con questa formulazione l'alibi è cancellato. Non è vero che gli oratori sarebbero esclusi e non è vero che un'attività socialmente rilevante non troverebbe, all'interno della legislazione regionale, un adeguato riconoscimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

La Conferenza dei Capigruppo ha deciso che alle ore 16.45 i lavori sarebbero stati interrotti.
Presidente, mettiamoci d'accordo: non succede nulla se interrompiamo i lavori dopo l'illustrazione dell'emendamento, in modo coerente con i tempi che abbiamo stabilito per il dibattito.



PRESIDENTE

Siamo già in dichiarazione di voto.
Infatti, il Consigliere Palma è già intervenuto per la dichiarazione di voto. Pertanto, se lei vorrà continuare, la lascerò proseguire sulle dichiarazioni di voto. Qualora non vi siano ulteriori interventi, porrò in votazione l'emendamento.



CONTU Mario

Credevo che avesse illustrato il provvedimento.



PRESIDENTE

No, l'aveva già fatto. Ha illustrato il provvedimento e ha fatto la dichiarazione di voto.
Consigliere Contu, lei interviene per dichiarazione di voto?



CONTU Mario

Per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Presidente, ho riletto bene il testo dell'emendamento e devo dire che ne condivido il portato. Proporrei, però, un subemendamento - se mi concede due minuti lo formalizzo - che non limiti l'ambito d'intervento di questa legge ai principi generali della legge 8 novembre 2000, n. 328, ma lo estenda anche alla legge n. 285.
Se il primo firmatario dell'emendamento concorda, potrebbe essere semplificato anche il percorso, però adesso il Consigliere Palma è distratto...
E' importante, dicevo, avere il parere del primo firmatario...



PRESIDENTE

Collega, dopo la sua dichiarazione di voto, il Consiglio sarà sospeso e riaggiornato, come d'accordo, alla settimana prossima.
Se lei vuole completare la sua dichiarazione di voto, poi chiudo i lavori dell'aula.



CONTU Mario

Presenterei un subemendamento, su questo punto...



PRESIDENTE

Collega, siamo in dichiarazione di voto! Cortesemente, completi la dichiarazione.



CONTU Mario

Per orientare meglio il voto, almeno per quanto riguarda il mio Gruppo propongo al Presidente Palma e al primo firmatario...



PRESIDENTE

Siamo in dichiarazione di voto, Consigliere Contu! Svolga la sua dichiarazione di voto, dopodiché l'aula si esprimerà.



CONTU Mario

La prassi è ben altra...



PRESIDENTE

Questo è il Regolamento; se lei vuole instaurare una nuova prassi quando si modificherà il Regolamento potrà farlo...



CONTU Mario

L'abbiamo sempre fatto.
Dalla rilettura attenta dell'emendamento, chiedo, per poter meglio esprimere il voto del nostro Gruppo, se il primo firmatario accetta di poter integrare il riferimento di legge anche con la legge n. 285.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Contu. Può presentare un emendamento sostitutivo dell'intero articolo, però lei ha appena dichiarato di essere d'accordo con l'emendamento del Consigliere Palma. Francamente, mi renderebbe incomprensibile la posizione rispetto ad un altro suo emendamento.
Come concordato nella Conferenza dei Capigruppo, chiudiamo i lavori dell'aula. Il Consiglio è riconvocato per i giorni 30 e 31 ottobre, alle ore 9.30 e alle ore 14.30 circa. Il giorno 31 ottobre la seduta terminerà alle ore 17.00, per ovvie ragioni di festività riguardanti il giorno successivo.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.49)



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