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Dettaglio seduta n.257 del 15/10/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 9.36 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.00)



(La seduta ha inizio alle ore 10.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'.o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bolla, Botta Marco, Cota, Cotto Dutto, Ferrero, Galasso, Ghigo, Manica, Pichetto e Saitta.


Argomento: Parchi e riserve - Tutela dagli inquinamenti idrici

Risposta scritta all'interrogazione n. 1478 inerente a "Manutenzione del Parco di Stupinigi" e all'interpellanza n. 1600 inerente a "Inquinamento Sangone, tratta Rivalta-Moncalieri"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Interrogazioni ed interpellanze" comunico che è stata data risposta scritta da parte dell'Assessore competente alle seguenti interrogazioni ed interpellanze: interrogazione n. 1478, presentata dal Consigliere Caracciolo, inerente a "Manutenzione del Parco di Stupinigi" interpellanza n. 1600, presentata dal Consigliere Caracciolo, inerente a "Inquinamento Sangone, tratta Rivalta-Moncalieri".


Argomento: Veterinaria

Interrogazione n. 1617 dei Consiglieri Tomatis, Riba e Muliere inerente a "Blocco sanitario a causa di malattia vescicolare dei suini"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1617 presentata dai Consiglieri Tomatis, Riba e Muliere.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

L'insorgenza della malattia è datata 10 giugno 2002, quando è pervenuto all'Azienda Sanitaria Locale l'esito delle analisi su campioni prelevati in data 29 maggio 2002 presso un allevamento di Fossano (CN), che indicavano la presenza, in una stalla di sosta, del virus della malattia vescicolare dei suini.
Il Presidente della Giunta regionale, con decreto n. 45 del 12 giugno 2002, ha disposto l'attivazione delle barriere sanitarie necessarie a prevenire la diffusione dell'epizozia consistenti in: un'area di protezione, di 3 chilometri di ampiezza, che coinvolge circa 90 allevamenti con oltre 70 mila capi. Le aziende ricadenti all'interno della zona di protezione sono state sottoposte a tassative norme di polizia veterinaria consistenti nel sequestro degli animali, blocco di ogni trasferimento degli stessi, divieto di circolazione e trasporto dei suini (e delle specie sensibili alla malattia), vincoli alla macellazione sospensione di fiere e mercati, ecc. Nella zona di protezione è stato inoltre vietato, per 21 giorni dalle operazioni preliminari di abbattimento di tutti i capi, di pulizia e di disinfezione dell'allevamento infetto qualsiasi movimentazione di animali. Trascorso il periodo previsto, i suini degli allevamenti ricadenti nella zona di protezione possono essere diretti ad un macello concordato con le autorità sanitarie della Regione, qualora tutti i suini di ogni singolo allevamento siano stati sottoposti ad esame clinico e identificati individualmente con marchio auricolare. E' stata inoltre adottata la macellazione separata, con bollatura speciale (timbro a croce), attestante la provenienza da zona a rischio e la destinazione delle carni solamente a prodotti cotti un'area di sorveglianza, di ulteriori 7 chilometri, che interessa altri 250 allevamenti con oltre 190 mila capi. Agli allevamenti ricadenti all'interno di questa zona le autorità sanitarie hanno potuto autorizzare lo spostamento dei suini - ad esempio, per l'invio al macello - se nelle 48 ore antecedenti tutti i suini di ogni singolo allevamento sono stati ispezionati e sottoposti ad esame clinico con esito negativo e ad un esame sierologico negativo nei 14 giorni che precedono il trasporto.
Un secondo caso di malattia vescicolare dei suini è stato accertato il 15 luglio 2002 presso uno degli allevamenti compresi nella zona di protezione, con conseguente procrastinarsi temporale delle misure di prevenzione sanitaria.
Si tratta di allevamento ad elevata specializzazione e ad indirizzo misto con produzione di riproduttori oltre che di suini da ingrasso.
L'Assessorato alla sanità ha predisposto gli abbattimenti dei soggetti presenti nei due allevamenti interessati alla malattia, che si sono conclusi nei giorni 13/15 giugno e 24 luglio 2002, e ha provveduto ad avviare le procedure di indennizzo dei danni secondo la normativa vigente.
Nelle zone di protezione e di sorveglianza sono stati effettuati decine di migliaia di accertamenti clinici e 24 mila accertamenti sierologici.
La zona interessata dall'insorgenza dell'epizozia ha un'elevata concentrazione di allevamenti suinicoli di elevata specializzazione, sia a ciclo chiuso, sia a ciclo aperto e sia produttori di scrofette ibride da riproduzione. La produzione carnea è destinata quasi totalmente alla produzione di prosciutto crudo dei maggiori Consorzi italiani (Parma e San Daniele compresi).
Il danno commerciale per gli allevamenti compresi nella zona di protezione, essenzialmente legato al blocco della commercializzazione all'impossibilità di onorare i contratti e alle spese supplementari di alimentazione degli animali, è stato stimato in circa 3,5 milioni di euro e in 7,5 milioni di euro per gli allevamenti della zona di sorveglianza.
Considerate quindi le caratteristiche zootecniche dell'area interessata gli Assessorati Agricoltura e Sanità hanno congiuntamente predisposto un piano di intervento sanitario con l'obiettivo di ottimizzare i tempi dei controlli sanitari per l'effettuazione degli esami clinici e dei prelievi in allevamento e delle analisi sierologiche in laboratorio, con l'obiettivo di ridurre al minimo i danni provocati alla produzioni finita e pronta per la macellazione dal periodo di fermo sanitario, in particolare nella zona di sorveglianza.
Sono stati infatti implementati i Servizi Veterinari interessati con undici professionisti operanti in campo zootecnico, al fine di accelerare gli accertamenti sanitari negli allevamenti e parallelamente si è provveduto a segnalare il 19 luglio u.s. al Ministro Alemanno la grave situazione venutasi a creare a seguito dell'insorgere della malattia chiedendo di discutere dell'emergenza nella prima riunione del Comitato tecnico degli Assessori all'Agricoltura nell'ambito della Conferenza Stato Regioni.
Successivamente, è stata altresì proposta ai Ministri delle Politiche Agricole e della Sanità una bozza di provvedimento straordinario nell'intento di sopperire ai gravi danni patiti dagli allevatori.
Nel Comitato tecnico degli Assessori all'agricoltura, convocato dal Ministro il 18 luglio u.s., si è pertanto sollecitata l'attenzione nazionale al problema in oggetto, anche a seguito di interrogazioni parlamentari, significativamente da parte dell'on. Tarditi, che ne ha portato il dibattito alla Camera nella seduta del 24 luglio u.s., e del sen. Vallone, che ancora recentemente (26 settembre 2002) ha sollecitato sulla problematica, il Governo.
A livello locale, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessorato alla sanità, ha accantonato con DGR n. 17-6447 dell'1 luglio 2002 la somma di 100.000,00 euro per il pagamento degli indennizzi spettanti agli allevatori che abbattono suini infetti e su proposta dell'Assessorato Agricoltura ha adottato la DGR n. 21-6768 del 29 luglio 2002 quale intervento straordinario per contribuire a riavviare la produzione delle aziende colpite con una previsione di spesa di 77.500,00 euro.
Le misure di protezione e di sorveglianza per la malattia vescicolare dei suini sono state revocate con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 66 del 26 luglio 2002.
Quindi, ci troviamo di fronte ad una situazione che all'inizio appariva molto grave e pesante, ma che in 45 giorni è stata superata, grazie anche all'impegno notevole di tutti i Servizi veterinari che sono stati rinforzati.
Si è costituita un'Unità di crisi presso il Comune di Fossano, con la presenza della Regione e della Provincia, ma soprattutto c'è stata un'enorme massa di accertamenti che - come ho riferito in precedenza - era l'unica strada per poter liberalizzare tutti gli allevamenti non colpiti ma collocati nei 10 chilometri della zona di rispetto. In quella zona infatti ci sono diverse centinaia di migliaia di suini.
L'epidemia è stata superata, ma noi teniamo in modo particolare - ecco la rigidità nell'affrontare la situazione - al fatto che i nostri allevamenti siano indenni, anche se ricordo che, in qualche altra Regione viene considerata endemica. Viene contrastata, ma molte volte non si riesce a sradicarla. Noi, per fortuna, siamo riusciti a superare questo momento anche se è caduto in un periodo, quale quello di giugno-luglio, in cui anche la temperatura esterna certamente non contribuiva a creare condizioni ottimali di contrasto e di intervento.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Interrogazione n. 1488 del Consigliere Moriconi inerente a "Proposta di variante al Piano d'area del Parco fluviale del Po - Tratto torinese, per l'ipotesi di realizzazione di un Parco antropologico"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 1488, presentata dal Consigliere Moriconi, cui risponde ancora l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e vigilanza parchi

Il progetto del Parco antropologico "Progetto Anthropos" è stato formulato nel 1999, dopo cinque anni di studi, da un Comitato promotore di cui fanno parte la Regione Piemonte, il Comune di Torino, il Comune di Nichelino, l'Ordine Mauriziano e l'ISA (International Survival Association).
Il Comitato ha individuato a tal fine l'area compresa tra il Parco Piemonte della Città di Torino ed il Parco del Boschetto di Nichelino, di proprietà dell'Ordine Mauriziano.
Sono stati quindi calendarizzati incontri con tutti i soggetti coinvolti, compreso l'Ente di gestione del Parco, per verificare e definire nel dettaglio gli aspetti progettuali.
Nel mese di ottobre 2001 è stata quindi presentata all'esame della V Commissione consiliare, e nell'ambito dell'iter di approvazione della variante del Piano d'area del Sistema delle Aree protette della Fascia fluviale del Po - Tratto Torinese, una specifica richiesta di modifica per consentire la realizzazione del progetto che, va precisato, non prevedeva la realizzazione di strutture fisse nelle zone più prossime al Torrente Sangone; solo sul terrazzo sulla sponda sinistra idrografica nell'area del Parco Piemonte era prevista la realizzazione di una struttura ipogea "Amigdala" per attività didattiche, museali, ecc.
Considerata l'importanza dell'iniziativa sotto il profilo culturale che aveva anche raccolto il parere favorevole della Sovrintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici e il suo interesse pubblico, sottolineato dall'adesione delle Amministrazioni comunali interessate e dalla disponibilità da parte pubblica delle aree coinvolte, si è ritenuto opportuno proporre in Commissione una specifica modifica del Piano d'area già approvata con DCR n. 982-4328 dell'8 marzo 1995 nell'ambito dell'iter di approvazione della Variante generale del Piano predisposta dall'Ente di gestione del Parco in seguito agli ampliamenti approvati con legge regionale 13 aprile 1995, n. 65.
Rispetto al Piano d'area approvato nel 1995, la valutazione del Settore Pianificazione Aree Protette, che ha analizzato in prima istanza la proposta, è stata favorevole da un punto di vista tecnico in quanto la localizzazione del progetto era stata individuata all'interno della Scheda progettuale n. 9, che prevede la riqualificazione ambientale dei territori intorno al Torrente Sangone, ora interessato da varie forme di degrado attraverso la realizzazione di parchi urbani affacciati sul corso d'acqua.
In questo contesto, la realizzazione del Parco antropologico avrebbe potuto essere, fatte salve le opportune verifiche e l'osservanza delle prescrizioni di sicurezza idraulica ed idrogeologica dell'Autorità di Bacino, lo strumento attraverso il quale garantire il raggiungimento dell'obiettivo di riqualificazione e di riassetto territoriale, ambientale e di fruizione dell'area e la successiva gestione ed il mantenimento del territorio e degli interventi ivi realizzati.
Successivamente alla discussione in Commissione consiliare, ed alla trasmissione in aula del provvedimento, è emerso che la localizzazione del progetto del previsto Parco antropologico era stata male interpretata dal Settore anche per la presentazione di una documentazione cartografica inadeguata.
E' stato in effetti verificato che l'area interessata dal progetto era esterna all'Ambito progettuale n. 9.
Si è pertanto provveduto con l'Ente di gestione dell'Area protetta ad effettuare una serie di incontri con l'ISA, i progettisti, l'Assessorato regionale alla cultura, l'Assessorato regionale ai parchi, le Amministrazioni comunali interessate, la Provincia di Torino e l'Ordine Mauriziano, per verificare le problematiche connesse con l'ipotesi di realizzazione del Parco antropologico nel nuovo contesto territoriale.
In particolare, durante gli incontri sono emerse interferenze con le progettualità sviluppate dalla Provincia di Torino e dall'Autorità di Bacino per garantire la sicurezza idraulica ed idrogeologica; la Provincia di Torino ha sottolineato in proposito che, nell'ambito degli approfondimenti progettuali del Piano di Assetto Idrogeologico da essa predisposti, è prevista la realizzazione nell'area (sponda destra del Sangone in corrispondenza con il Parco del Boschetto di Nichelino) di un bacino di laminazione delle piene che interesserebbe una parte rilevante dell'area necessaria per lo sviluppo del Parco antropologico.
La realizzazione del bacino di laminazione, incidendo sul Parco del Boschetto, cancellerà, inoltre, le tracce dell'impianto storico che costituiscono l'ultima memoria del Parco del Castello di Mirafiori che sorgeva sulla sponda sinistra del Sangone in corrispondenza dell'attuale Mausoleo della "Bela Rosin".
L'emergere della problematica connessa con la necessità inderogabile di garantire la sicurezza idraulica del Torrente Sangone ha quindi comportato da parte del gruppo di lavoro, la presa d'atto della non realizzabilità del Parco antropologico nell'area del Boschetto di Nichelino.
La relativa previsione è stata pertanto stralciata dal Piano d'area rimandando ad un provvedimento specifico e successivo la sua riproposizione in un sito idoneo.
In merito alla richiesta di chiarimenti sulla frase contenuta nella proposta di deliberazione, che recita "dando atto che tale riclassificazione è di possibile attuazione solo nel rispetto delle procedure definite dalla legge", si precisa che tale proposizione è stata inserita nel provvedimento dagli uffici che si occupano della correttezza amministrativa e legislativa degli atti per ragioni di tecnica legislativa.
Per quanto riguarda il futuro del Parco antropologico, stante l'importanza didattica e culturale dell'iniziativa, si precisa che sono in corso confronti e verifiche con Amministrazioni comunali per individuare un sito alternativo idoneo.
Mi sono concentrato solo sugli aspetti procedurali normativi di piano poi le iniziative sul Parco antropologico saranno portate avanti dall'Assessore Leo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

L'interrogazione ha trovato una sua giustificazione nelle parole stesse dell'Assessore quando, in conclusione, dice che il progetto non può essere realizzato nell'area in cui era stato ipotizzato.
Vorrei solo sottolineare alcuni elementi che emergono dalla risposta.
Mi riferisco in primis ai problemi dell'area nella quale, in un primo momento, era prevista la realizzazione del Parco e la sua compatibilità con le necessità di sicurezza idrogeologica.
Credo che l'Assessore si renda conto che, quando si parla di un parco urbano, questo è chiaramente compatibile con eventuali problemi di esondazione. Un parco urbano, nel caso di esondazione, subirà sicuramente dei danni, ma in ogni caso può rappresentare uno sfogo per l'esondazione del corso d'acqua; al contrario, se noi realizziamo delle costruzioni sicuramente queste andranno incontro a degli inconvenienti.
Quando, nella sua risposta, l'Assessore sostiene che, anche per motivi di cartografia, si era visto che la localizzazione del Parco antropologico non era ubicato nella zona in cui si pensava dovesse essere realizzato, mi permette di sottolineare un punto, ovvero l'importanza di indicare sempre il livello di cartografia, che deve sempre accompagnare i progetti e che deve essere il più possibile chiara.


Argomento: Agricoltura biologica

Risposta scritta all'interrogazione n. 1563 del Consigliere Di Benedetto inerente a "Finanziamenti regionali agli agricoltori biologici"


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta da parte dell'Assessore competente all'interrogazione n. 1563 presentata dal Consigliere Di Benedetto


Argomento: Edilizia scolastica

Interpellanza n. 1420 dei Consiglieri Placido, Marcenaro e Suino inerente a "Competenze e nuove determinazioni in seguito al trasferimento alle Province in materia di edilizia scolastica - Prime applicazioni sul territorio regionale della riforma Moratti"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 1420, presentata dai Consiglieri Placido, Marcenaro e Suino, alla quale risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza ed edilizia scolastica

Premetto che con la legge n. 23/96 sono state definite le competenze degli Enti locali in materia di edilizia scolastica. L'art. 3 della citata legge stabilisce che i Comuni provvedano alla realizzazione, fornitura e manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere riguardanti le sedi delle scuole materne, elementari e medie. Alle Amministrazioni provinciali competono le opere riguardanti le scuole di istruzione secondaria superiore.
I finanziamenti che lo Stato ha destinato alla Regione Piemonte sono ripartiti nella tabella che verrà distribuita ai Consiglieri (no sto a leggerle tutte).
La Regione Piemonte, ai sensi della L.R. 18/84, ha destinato ai Comuni aventi popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, per la realizzazione di opere di adeguamento normativo, le quote che sono riportate nella tabella che verrà anche questa distribuita ai Consiglieri.
Con le leggi n. 44/00 e n. 5/01 sono state trasferite alle Amministrazioni provinciali anche le competenze in materia di assegnazione dei finanziamenti regionali stanziati a favore delle strutture scolastiche dei Comuni fino a 5.000 abitanti. Si precisa che per l'anno 2002 lo stanziamento di bilancio per tali interventi è stato stabilito in 3.613.752,22 euro.
Considerato che la Finanziaria 2002 non ha stanziato risorse sulla legge n. 23/96 - è molto grave che la Finanziaria non abbia stanziato risorse per un settore così in espansione, così coinvolto da riforme e quindi con necessari lavori di aggiustamento - la Giunta regionale, con un emendamento presentato dai Consiglieri in Commissione, ha stanziato la somma di 3.615.198,29 euro di risorse regionali (mentre le risorse precedenti si era inteso che fossero tutte trasferite dallo Stato, e questa Finanziaria, per la prima volta, non ha trasferito risorse alle Regioni) per la concessione di contributi regionali a sostegno delle strutture scolastiche materne, elementari e medie inferiori dei Comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti.
Il bando per la presentazione delle domande è stato trasmesso alla Conferenza permanente Regioni ed Enti locali e successivamente verrà approvato dalla Giunta regionale e pubblicato sul BUR della Regione Piemonte.
Si informa inoltre che gli uffici competenti stanno provvedendo, in collaborazione con le Amministrazioni comunali, al censimento delle strutture scolastiche al fine di poter indirizzare il sistema scolastico regionale verso una equilibrata organizzazione territoriale in rapporto agli andamenti demografici e migratori, alle dinamiche formative culturali, economiche e sociali sempre in continua evoluzione.
Quanto sopra esposto sarà possibile anche grazie al censimento annuale della realtà scolastica piemontese, che rileva per ogni sede scolastica: la situazione scolastica con riferimento alla gestione, al tipo di unità scolastica (sede, - succursale, ecc) la situazione scolastica con riferimento alla gestione, al tipo di unità scolastica (sede, succursale, ecc) la caratteristica dei locali in uso (aule, laboratori, palestre, locali precari, ecc) il numero di alunni suddiviso per anno di corso e sesso i ripetenti gli alunni handicappati le lingue straniere i servizi erogati dalla scuola (mensa, tempo pieno, moduli nelle varie articolazioni, corsi di sostegno, sperimentazione) i risultati degli esami e scrutini il personale insegnante e non, suddiviso per sesso e qualifica gli alunni stranieri inseriti nella scuola italiana la pendolarità per le scuole medie superiori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Ovviamente ringrazio l'Assessore per la risposta, anche se arriva il 15 ottobre e l'interpellanza era stata presentata l'8 marzo 2002.
Dalla risposta dell'Assessore mi pare che venga confermata la preoccupazione che era alla base della questione che abbiamo sollevato: ci troviamo di fronte ad una sensibile riduzione delle risorse a disposizione per quanto riguarda il sistema piemontese della formazione e dell'istruzione, riduzione che ha le sue origini naturalmente nelle decisioni della Finanziaria e dunque nelle scelte generali di utilizzazione e destinazione delle risorse del Governo nazionale che non sono compensate se non molto parzialmente, dalle decisioni che la Regione Piemonte ha assunto.
Prendiamo atto di questi dati e li teniamo da parte, in attesa della discussione che avremo in Piemonte sulla legge finanziaria regionale e sulle misure di bilancio che dovremo prendere la prossima settimana.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 1169 del Consigliere Tapparo inerente a "Area ex AGIP di Chivasso - Richiesta di ulteriori chiarimenti"


PRESIDENTE

In merito all'interrogazione n. 1169, presentata dal Consigliere Tapparo, risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Questa interrogazione fa seguito ad un'altra, pertanto la richiesta di chiarimenti è da intendersi in questo senso.
Si riferiscono di seguito le indagini fatte dalle Direzioni Servizi Tecnici di Prevenzione e Tutela e Risanamento Ambientale circa la richiesta di chiarimenti espressa dal Consigliere interrogante in merito all'area ex AGIP di Chivasso.
In particolare, in merito alla presunta alluvionabilità dell'area ex AGIP, inserita dal Piano Stralcio Fasce Fluviali in fascia "C" del fiume Po a tergo di una fascia "B" non di progetto (cioè di una fascia "B" effettivamente funzionante), si riferisce quanto segue: la Direzione Servizi Tecnici di Prevenzione ha acquisito, in originale (qui naturalmente sono in copia), la documentazione fotografica allegata all'interrogazione, al fine di permettere una migliore valutazione del caso in esame le foto ritraggono allagamenti dell'area ex AGIP in occasione dell'evento alluvionale dell'ottobre 2000.
Considerato che dall'esame delle cartografie degli allagamenti, redatte dalla stessa Direzione a seguito dell'evento alluvionale dell'ottobre 2000 l'area di che trattasi non risulta allagata, preso atto che gli elaborati geologici redatti a supporto della Variante del PRGC di Chivasso non indicano l'area come allagabile, è stato effettuato un sopralluogo in data 4 aprile 2002 al fine di verificare nel dettaglio l'esatta situazione locale.
Il sopralluogo effettuato ha permesso di accertare che l'area su cui sorge l'ex AGIP presenta un fondo completamente impermeabilizzato caratterizzato dalla presenza di numerosi settori ribassati, delimitati da cordoli di calcestruzzo, che hanno probabilmente avuto in passato la funzione di contenere eventuali sversamenti accidentali di oli di vario genere stoccati nell'ex impianto.
Nel corso del sopralluogo sono state effettuate delle riprese fotografiche dagli stessi punti in cui sono state effettuate le foto allegate all'interrogazione.
La prima foto dell'interrogazione evidenzia la presenza di una "vasca" riempita da pochi centimetri d'acqua, mentre la seconda rappresenta un'area leggermente depressa al centro della quale, in corrispondenza di un tombino intasato, sono presenti modesti spessori d'acqua (pochi centimetri).
Si può ragionevolmente ipotizzare che le aree oggetto dell'interrogazione siano in realtà delle aree depresse (da un punto di vista geologico) ed impermeabili, probabilmente allagate per effetto delle sole, seppur abbondanti, acque di precipitazione cadute nel corso dell'evento alluvionale dell'ottobre 2000, che non hanno trovato adeguato drenaggio nella rete di smaltimento fognaria sotterranea, attualmente intasata stante le fatiscenti condizioni dell'ex impianto industriale (vi sono delle fotografie che mettono in risalto tale situazione).
Il sopralluogo, inoltre, ha permesso di accertare che l'area in esame è circondata da un rilevato ferroviario che funge da argine e risulta priva di possibili/probabili vie di deflusso di acque eventualmente esondate dalla rete idrografica, naturale ed artificiale, presente nella zona.
La Direzione regionale Tutela e Risanamento Ambientale riferisce inoltre, che l'area ex AGIP in Comune di Chivasso non risulta agli atti dei siti da bonificare né inserita nella banca dati ARPA. Anche i competenti uffici della Provincia, interpellati telefonicamente, hanno confermato la mancanza di specifiche notizie circa l'area in questione.
In data 7 febbraio 2002 è stato effettuato dall'ARPA stessa un sopralluogo finalizzato ad acquisire informazioni, che si riportano integralmente: "L'area risulta in stato di abbandono e non accessibile, all'interno non sono in corso attività produttive. Attraverso i cancelli d'ingresso all'esame obiettivo, si è accertato che i piazzali sono impermeabilizzati (battuto in cemento) e non sono presenti rifiuti abbandonati. Da informazioni telefoniche, assunte dal geom. Brianti dell'Ufficio Tecnico del Comune di Chivasso, risulta che la costruzione risale ai primi anni '60. Per quanto riguarda la presenza di pozzi piezometrici, lo stesso geometra non è a conoscenza di questo genere di costruzioni nell'area in questione".
La richiesta che ha attivato l'ARPA è stata contestualmente inviata anche al Comune di Chivasso. Si sottolinea, infatti, che la legge regionale n. 42/00 attribuisce al Sindaco la facoltà, avvalendosi dell'ARPA, di effettuare verifiche su aree oggetto di precedenti attività insalubri comunque nel rispetto dell'art. 10, che disciplina le modalità di accesso ai fondi o la loro temporanea occupazione, e di prescrivere, ove necessario, interventi di messa in sicurezza o bonifica. In particolare, il Sindaco, ai sensi dell'art. 6, comma 5, della citata legge regionale, pu su richiesta dell'ARPA, subordinare il riutilizzo di aree industriali dismesse all'accertamento della sussistenza di rischi, fattori di nocività o di contaminazione, nonché all'eventuale bonifica.
Insomma, se possiamo commentare, è una situazione che va recuperata. Si tratta di un'area di proprietà privata. Dagli accertamenti, per fortuna non emergono giacenze di rifiuti, però è chiaro che per ragioni di natura idrogeologica, ma anche dal punto di vista paesaggistico - mi sia consentito - o quant'altro, è opportuno che i siti industriali dismessi ahimè è un problema di carattere generale - siano messi in stand-by, non solo relativamente alla chiusura e all'inaccessibilità per evitare danni a persone, ma sempre più per un rispetto dell'ambiente che deve essere recuperato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore Cavallera per la puntuale risposta, che faceva seguito un po' ad una polemica che era sorta in precedenza, perché non mi ritenevo soddisfatto dell'analisi che era stata compiuta di questo caso.
Mi pare che adesso la risposta sia stata data con grande dettaglio vorrò poi vedere le fotografie, perché avevo esibito delle foto di uno o più giornali locali che mostravano dei dati che potevano presentare un certo allarme.
Assessore Cavallera, partendo dal caso dell'area dismessa ex AGIP attorno alla quale ruota un meccanismo societario incomprensibile, ma ovviamente non è un aspetto che tocca il merito della risposta - dovremo assumere un atteggiamento rispetto a tutte le dismissioni industriali viste le drammatiche crisi che vive la nostra realtà - e ne vedremo ancora di più - in particolare sul piano della messa in sicurezza, perché in questa area ci sono anche piccoli edifici, ecc.
Penso a casi diversi di cascinali abbandonati o altre strutture presenti in Torino e nella sua cintura: con la trasformazione, ci sono state per lungo tempo fabbriche abbandonate e non vigilate. E' un problema che, in una forte azione di antropizzazione che c'è nella realtà piemontese, ma anche lombarda e veneta, dovrebbe avere particolare attenzione.
In questo caso, per fortuna, non pare che sia un'area emergenziale tuttavia, Assessore, in aggiunta a quanto lei ha detto, voglio segnarle che nelle piccole strade di accesso all'area si è formato quel meccanismo delle piccole discariche abusive. Se ci fosse una forma non dico di vigilanza, ma di intervento regolatore, quei fenomeni si ridurrebbero.
C'è anche un altro problema. Lei ha accennato alla massicciata della ferrovia che costituisce barriera; noi sappiamo, però, che la massicciata della ferrovia non è stata costruita per fare da barriera all'azione delle acque, tanto più che in questo caso si tratta di un'area con un limitato drenaggio e un limitatissimo deflusso delle acque.
Traendo esperienza da questo intervento, che mi sembra puntuale e importante, perché sono intervenuti sia gli uffici regionali, sia l'ARPA sia il Comune, dovremo in qualche modo vigilare, censire, anche se non so quanto sia possibile effettuare una rilevazione dinamica e permanente e un monitoraggio di quei fenomeni. E' molto oneroso - lo capisco - perché si rischia che o si hanno strutture poderose e lo si fa bene, altrimenti, se si hanno strutture limitate, lo si fa in modo superficiale e si accendono i conflitti di valutazione.
Ringrazio l'Assessore: mi ritengo soddisfatto per questo grado di analiticità. Colgo l'occasione per invitarlo ad eventualmente avviare un'operazione di larga scala permanente di monitoraggio di tutti questi tipi di zone che - ahimé! - stanno crescendo nella nostra Regione.
Chiedo, se possibile, di acquisire la risposta scritta.



PRESIDENTE

L'esame delle interpellanze e delle interrogazioni è terminato.


Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 313 inerente a "Condanna di ogni violazione dei diritti umani"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

In apertura di seduta, prima di procedere nell'ordine dei lavori previsto dalla convocazione, volevo fare presente a lei, Presidente, ma so che è già informato, del fatto che ieri mattina in quest'aula si è svolto un importante Convegno sulla tortura, organizzato dal Consiglio regionale sotto l'egida della Consulta Giovani e con la partecipazione di Amnesty International.
E' emerso che da molti mesi è depositato un ordine del giorno predisposto dagli amici di Amnesty International, firmato praticamente da tutti, da Marco Botta a Chiezzi, da Moriconi a Palma, da Dutto a Tomatis ma non siamo riusciti a trovare il tempo o le forme e i modi per dargli seguito.
Credo che sarebbe opportuno - io dico anche doveroso - trovare oggi le modalità, i tempi e i voti per incardinare un ordine del giorno ampiamente condivisibile, che parla di una campagna "Non sopportiamo la tortura" - se non sbaglio, è già addirittura terminata - e che riguarda un impegno assunto dal Consiglio regionale tramite le sue istituzioni, la Consulta Giovani e lo stesso Vicepresidente Toselli.
Si tratta di una serie di attività che stiamo svolgendo. In questi giorni, partono (o sono già partiti) per le scuole dei materiali divulgativi preziosi: sarebbe bello unirvi anche l'ordine del giorno approvato da quest'aula.



PRESIDENTE

Se non ci sono obiezioni, potremmo considerare questo punto iscritto all'o.d.g. all'unanimità, senza fare il conteggio dei voti, per discuterne a fine della mattinata: ritengo che debba essere discusso e non soltanto approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento ad una richiesta di informativa sulla situazione FIAT


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Volevo segnalare a quest'aula e a lei, Presidente, che in questo momento autorevolmente presiede, che noi abbiamo effettuato un dibattito sulla FIAT in uno scenario di cui non avevamo i termini precisi dell'effetto dirompente.
Ora, io voglio capire - non so se con una riunione dei Capigruppo o altro - quando questa assemblea tornerà a parlare di un evento che, a seconda della soluzione che verrà adottata, potrebbe avere un effetto catastrofico per la nostra Regione.
Lei sa, Presidente, che in questo momento c'è un dibattito tra coloro che dicono "lasciamo che il mercato faccia il suo corso" e altri che dicono "bisogna fare qualcosa": in questo qualcosa ci si differenzia fortemente.
Mi sembra strano che la massima assemblea del Piemonte viva tranquillamente, routinariamente un evento che richiederebbe quasi di avere una convocazione permanente di questa assemblea, come se fosse un'unità di crisi, per i problemi che sta vivendo e probabilmente vivrà ancora più fortemente la nostra Regione.
Chiedo a lei se può farsi interprete di questa mia esigenza, in qualche forma, perché è paradossale che noi oggi, dinnanzi a questi fatti enormi passiamo la giornata a "ticchettare" un po' su alcuni piccoli provvedimenti, lasciando passare questo argomento in silenzio.



PRESIDENTE

La ringrazio; credo che la sua richiesta sia motivata.
Prima di dare la parola ad altri Consiglieri, volevo soltanto considerare conclusa la richiesta del Consigliere Mellano, con l'iscrizione all'unanimità dell'ordine del giorno sulla tortura, da discutere in chiusura della mattinata.
Do la parola al Consigliere Cantore sulla proposta del Consigliere Tapparo.



CANTORE Daniele

Sarò brevissimo. Mi pare che le parole del collega Tapparo siano appropriatissime. Faccio questo intervento a titolo personale, non ho consultato il mio Capogruppo, però vorrei invitare la Giunta regionale a relazionare, ad ogni Consiglio regionale, sullo stato della vicenda FIAT.
Non so se si possa istituire un Consiglio regionale permanente, mi parrebbe eccessivo, al di là delle convocazioni straordinarie per nuovi eventi, ma poiché la situazione è drammatica e grave, se vogliamo dimostrare non solo l'attenzione, ma avere anche le notizie in tempo reale penso che in ogni seduta consiliare - mi rivolgo all'Ufficio di Presidenza ma certamente deve esserci anche l'accordo della Giunta - potrebbe esserci uno spazio riservato alle comunicazioni in relazione alla crisi FIAT, dando la possibilità ai Consiglieri regionali di interloquire con il governo del Piemonte.



PRESIDENTE

Acquisisco la proposta.
La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Volevo solo ricordare ai colleghi che non ne fanno parte che la VII Commissione aveva richiesto una relazione quindicinale dell'Assessore Pichetto sulla crisi FIAT. Adesso la situazione si è aggravata ed è precipitata, per cui ritengo che un'informativa in aula sia quanto mai opportuna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Volevo fare un intervento riguardo a tale questione, che è già stata sollevata dal collega del Gruppo, Cantore, e in precedenza dal collega Tapparo.
E' indubbio - non ci sarà sicuramente nessuno in disaccordo - che la situazione della FIAT e dell'indotto collegato, soprattutto perché si parla molto di FIAT sui giornali in questi giorni, e meno di una tragicità che è tutta piemontese e tutta torinese, sia ormai arrivata ad un punto di gravità tale che la preoccupazione non può che appartenere a tutta la comunità piemontese, quindi anche al Consiglio Regionale che la rappresenta.
Per quanto riguarda la proposta del collega Cantore, relativamente ad una comunicazione in ogni seduta consiliare piuttosto che lo svolgimento di sedute straordinarie in caso di necessità, credo che, semplicemente, nel rispetto della sua posizione e di quella di alcuni Consiglieri che mi hanno preceduto, si possa affrontare una modalità ordinaria all'interno della Conferenza dei Capigruppo con il rappresentante della Giunta Regionale non vedo nessuno in questo momento. In questo modo, ci si può accordare per individuare una modalità nella normalità - scusate il termine improprio cioè nella quotidianità del problema.
Ad ogni evento straordinario, sia per decisione della Presidenza senza la consultazione, qualora non vi fosse il tempo, sia nella Conferenza dei Capigruppo, dovrà essere riservata a questo problema la massima attenzione.
Quindi, ci deve essere la massima disponibilità da parte del Consiglio Regionale e dei Consiglieri Regionali ad ascoltare la Giunta, ma anche a dibattere sul tema e portare un contributo del Consiglio stesso per ricomporre questa grave situazione la cui soluzione credo stia a cuore a tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, svolgo una dichiarazione anche a nome degli altri Gruppi del centrosinistra, ma non vedo Rifondazione, per cui non posso parlare a nome di quel Gruppo.
La situazione, com'è a conoscenza di tutti, è di una gravità eccezionale. In questi giorni, anche commentatori molto moderati dal punto di vista politico segnalano l'eccezionalità della crisi che porta la FIAT quasi sull'orlo.
Anche a nome degli altri Gruppi, condivido molto le osservazioni svolte dal Consigliere Tapparo e la proposta avanzata dal Consigliere Cantore, a titolo personale ha detto, però trasformerei il "titolo personale" di questa proposta in un appello di tutto il Consiglio regionale. Tutti coloro che si stanno occupando di questo grave problema chiedono che ciascuno faccia la propria parte al massimo livello possibile.
Ora, il Consiglio regionale non ha funzioni di governo diretto, per può diventare un'istituzione importante, importantissima, sul piano politico se coralmente preme - e noi dobbiamo farlo nei confronti di questa Giunta - affinché vengano impegnate tutte le forze e tutte le idee possibili.
Non sottovaluto questo elemento perché un'assemblea come questa vive di pronunciamenti alti di questo tipo, vive di affermazioni di voler stare in campo per quello che un'assemblea può fare.
Mi rivolgo a tutti i colleghi: mi piacerebbe che la proposta del collega Cantore avesse il giusto rilievo e che non si limitasse ad essere una raccomandazione a titolo personale delle preoccupazioni del collega Tapparo o del collega Cantore, che per primi hanno sollevato il problema.
Vorrei che coralmente il Consiglio oggi esprimesse la propria attenzione e preoccupazione; si possono fare anche dei Consigli aperti, possiamo andare a farli anche davanti alle fabbriche.
La situazione è talmente grave che chiedo alla Presidenza se non ritiene meritevoli le osservazioni dei Consiglieri Tapparo e Cantore del più alto livello di attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intervengo soltanto per dire un po' sommessamente, se mi riesce, che non sono d'accordo con il collega Cantore, che stimo per molti aspetti.
Devo assolutamente sottolineare che questa proposta ha il pregio di essere una proposta chiara di investire il Consiglio, ma è una proposta che sa molto di movimentismo per fare qualcosa, per far vedere che c'è un Consiglio regionale.
Intervenendo - e qui chiudo - nel dibattito della settimana scorsa sulla FIAT ho detto che è compito di questa istituzione fare quanto deve fare. Avevo fatto un esempio, provocando un po' l'Assessore Pichetto: noi siamo competenti direttamente, caro collega Chiezzi, in merito alla legge sul collocamento pubblico. Noi regolamentiamo quel settore e i risultati di quella legge che abbiamo fatto, che avete fatto, sono il 4% di persone che trova un'occupazione, di persone che si rivolgono all'ufficio di collocamento pubblico. Cominciamo da lì, cominciamo a fare quello che dobbiamo, quello che deve fare quest'aula, non pronunciamenti su attività presunte e possibili o tentativi di pressione indiretta o diretta sull'esterno.
Facciamo quotidianamente quello che dobbiamo fare: una proposta riformatrice di un sistema del collocamento pubblico che non funziona perché questi sono i servizi che i cittadini, anche quelli che necessariamente troveranno nei prossimi mesi la disoccupazione, devono avere da noi per quanto riguarda quel settore. Le telefonate del Presidente Ghigo ad Agnelli, o chi per esso, per avere dichiarazioni o garanzie nel mercato mondiale globalizzato, hanno il valore che hanno: nessuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, volevo soltanto dichiarare la volontà del nostro Gruppo di aderire alla proposta del collega Cantore, chiedendo, però, al Vicepresidente di convocare nei prossimi giorni una riunione dei Capigruppo per organizzare i lavori dell'assemblea.
Comprendo benissimo la preoccupazione del Consigliere Mellano, relativa al fatto che questo Consiglio iniziando a discutere tutte le settimane non concretizza assolutamente nulla.
Forse è utile che in una riunione dei Capigruppo apposita si organizzino i lavori, in modo tale che il Consiglio regionale sia informato costantemente - mi pare fosse quello lo spirito originario del Consigliere Cantore - per verificare le reali possibilità che lo stesso ha anche in termini di pressione. Noi non dobbiamo solo testimoniare a parole, ma dobbiamo cercare in qualche modo di intervenire, per quanto di nostra competenza, nel più breve tempo possibile: essere aggiornati in tempo reale significa questo.
Chiederei al Vicepresidente se condivide questo tipo di organizzazione e, poi, di convocare un'apposita Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Ringrazio tutti i colleghi intervenuti. Innanzitutto, hanno dimostrato una comune sensibilità, indipendentemente dall'articolazione. Anche il Consigliere Mellano ha rappresentato una sensibilità su un punto sottolineando una responsabilità e uno strumento di cui disponiamo.
Relativamente ad una questione di tale dimensione, mi sembra onorevole che da parte del Consiglio regionale emerga la necessità di non affrontare altri temi, naturalmente importanti, ma che potrebbero rappresentare un po' una rinuncia ad affrontare un tema importante.
Indipendentemente da quello che potremo fare nelle sedute successive c'è la necessità, in qualche modo, di affrontare il problema nella seduta odierna.
Penso che gli interventi di informazione possano essere svolti dalla Giunta. Non vorrei sorprendere il Consiglio, ma anche i Presidenti di Commissione possono riferire al Consiglio, eventualmente, se si decidesse in tal senso.
Vorrei svolgere la riunione dei Capigruppo alle ore 14.30 per un quarto d'ora, in modo da individuare le modalità di discussione del problema nel pomeriggio, posto che ora non è presente il Vicepresidente della Giunta con il quale vorrei interloquire, ma so che sta arrivando. Vorrei rappresentare alla Giunta il quadro degli interventi svolti e avere gli elementi necessari.
Per cui, se la proposta è condivisa da parte di tutti i proponenti possiamo interrompere i lavori del Consiglio e alle ore 14.30 convocare la Conferenza dei Capigruppo e magari procedere, nella seduta pomeridiana, con un'informazione, una breve riflessione sulla questione.
Con il Vicepresidente Toselli abbiamo deciso di proseguire l'esame dei punti all'o.d.g. fino alle 12.45 e poi passare alla nomina degli esperti nelle Sezioni decentrate delle Commissioni regionali per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali; sospendere alle 13.00 riprendere alle 14.30 con una breve riunione dei Capigruppo sulla questione FIAT e alle 15.00 ricominciare con la seduta pomeridiana del Consiglio.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 378 inerente a "Mascotte Olimpiadi Invernali Torino 2006" (assegnazione in sede congiunta alle Commissioni VI e Speciale XX Giochi Olimpici Invernali 2006)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 378, presentato dai Consiglieri Cantore, Albano, D'Onofrio, Pedrale, Manolino, Tomatis Caramella, Mercurio, Scanderebech, Bolla, Tapparo, Gallarini, Costa Rosa Anna, Bussola, Marengo, Dutto, Palma, Rossi Oreste e Cattaneo, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Cantore.



CANTORE Daniele

In attesa dell'inizio dei lavori della seduta odierna del Consiglio regionale ho scambiato alcune opinioni con i colleghi e mi pare che sia stata avanzata l'ipotesi di un ulteriore approfondimento in Commissione.
Su tale rinvio, mi riservo di intervenire successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

In merito alla proposta di ordine del giorno chiederei, insieme ad altri Consiglieri, un ritorno in Commissione per un ulteriore approfondimento.
Il problema della mascotte delle Olimpiadi invernali è importante.
Sicuramente occorre esaminare la fattibilità di una mascotte legata ad un soggetto privato ben riconoscibile ed individuabile fisicamente. Nel passato non si è mai adottata una strada del genere, ma ciò non esclude che la si possa proporre adesso.
Ci sono, tuttavia, alcuni punti da approfondire. Le mascotte sono sempre state soggetti inanimati; non è mai successo, nella storia delle Olimpiadi, che sia stato scelto un soggetto animato e privato.
Ritengo, quindi, che sia utile un ulteriore approfondimento degli aspetti tecnici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

A nome del Gruppo Radicale (quindi anche a nome del collega Palma oggi non presente in aula, ma che ha firmato, a suo tempo, l'ordine del giorno) chiedo formalmente che venga rimandato in Commissione, in quanto sono necessari ulteriori approfondimenti.
Il Consigliere Moriconi ha girato attorno al problema. Il problema è nell'ultima fase: si chiama Lupo italiano. Non voglio ripetere e non è il caso di iniziare polemiche o discussioni, però invito tutti i colleghi a valutare che, con le forme dovute, occorre davvero ragionare attentamente su questo problema. E' inutile nascondersi dietro ad un dito.


Argomento: Varie

Saluto agli studenti e docenti della Scuola superiore "Rosa Luxemburg"


PRESIDENTE

Prima di continuare con gli interventi, vorrei porgere un saluto di benvenuto agli studenti della Scuola superiore "Rosa Luxemburg" di Torino che assistono ad una parte dei nostri lavori, in occasione della loro visita a Palazzo Lascaris. Come potete vedere, stiamo discutendo di questioni strettamente di attualità.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 378 inerente a "Mascotte Olimpiadi Invernali Torino 2006" (assegnazione in sede congiunta alle Commissioni VI e Speciale XX Giochi Olimpici Invernali 2006) - (seguito)


PRESIDENTE

Tornando all'ordine del giorno n. 378, ha la parola il Consigliere Cantore.



CANTORE Daniele

Ho chiesto di intervenire come primo firmatario dell'ordine del giorno.
Mi rendo conto delle perplessità poste, peraltro non sarei nemmeno in grado, per sincerità, di fare una prova di forza. Mi trovo, quindi, in una situazione obbligata.
Chiederei - e lo chiedo al Consigliere Moriconi e a lei, Presidente che questo rimando in Commissione non affossasse una discussione che ritengo utile. Come lei sa, per esperienza d'aula e di Consiglio regionale si può rinviare in Commissione un ordine del giorno o un provvedimento perché ci stia sine die, o, invece, rinviarlo per poi richiamarlo in aula.
I Consiglieri, in questo caso, si dovranno assumere - ha ragione il Consigliere Mellano - le proprie responsabilità di fronte ad un argomento che prevede un'approfondita discussione.
Le chiederei, quindi, che possa ritornare al più presto all'esame dell'aula.
Su questo avanzerei la seguente proposta: non essendo convocato il Consiglio regionale il prossimo martedì, ma giovedì, proporrei che in questi dieci giorni si approfondisse l'argomento nelle Commissioni competenti: in primis la VI, ma poi anche nella Commissione Olimpiadi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, le chiedo di essere garante della scelta di un ritorno in Commissione del documento per un approfondimento. Comunque, il documento dovrebbe tornare all'esame dell'aula entro il prossimo Consiglio regionale.
Ricordo che questa vicenda trova, nel Consiglio regionale negli anni passati, l'approvazione di una specifica legge. Abbiamo una legge regionale operante sul Lupo italiano, per la quale le leggi finanziarie dello Stato hanno sempre previsto le risorse. Mi risulta che il Ministro dell'Agricoltura, quindi su iniziativa del Governo, anche nella Finanziaria di quest'anno abbia dato l'indicazione specifica per il Lupo italiano.
Vorrei ricordare, a coloro che hanno dubbi sulla scelta del Lupo italiano come mascotte per le Olimpiadi, che non si sono posti lo stesso problema sul piemontese, patrimonio linguistico più importante e più grande del Piemonte. Il piemontese non è stato minimamente considerato per le Olimpiadi, invece aspetti minoritari, rispettabilissimi (previsti anche in copertura da leggi nazionali) come l'occitano, sono previsti come lingua per le Olimpiadi. Nessuno si è scandalizzato di questo fatto: la lingua piemontese è esclusa dal riferimento alle Olimpiadi che ha per capitale Torino.
Siccome sulla questione del Lupo ci sono problemi - è vivo, è morto, è un cane - chiederei che ci fosse un minimo di visione d'insieme di ciò che sta aprendosi con le Olimpiadi.
Conosciamo tutti la polemica sul Lupo italiano, ma se noi vogliamo giocarla, tenendo in piedi i punti fermi esistenti, allora possiamo andare in Commissione. Non vorrei che il ritorno in Commissione si limitasse ad una specie di "rissa" senza alcuna conclusione.
Preferisco che in quest'aula ognuno si assuma le proprie responsabilità pubblicamente e apertamente. Se invece si decidesse il ritorno in Commissione del documento, per un passaggio costruttivo, di approfondimento e di valutazione, chiederei che giovedì prossimo - e lei, Presidente, deve essere garante - venga riscritto, non come quarto punto, ma come primo punto all'o.d.g.
A queste condizioni, accetto il rinvio del documento in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Ritengo utile il ritorno in Commissione, considerando la problematica e i trascorsi, per un rapido approfondimento. Una volta che ritornerà in aula ogni Consigliere, nella propria libertà ad autonomia, interverrà e voterà come crede più opportuno.
La segnalazione al TOROC penso non crei alcuna difficoltà, sapendo che è poi il TOROC, come per altre questioni, che dovrà decidere e valutare l'opportunità e l'importanza della proposta.
Quindi, per quanto riguarda i tempi rapidissimi, non c'è alcun problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo anch'io il passaggio in Commissione per i motivi già rappresentati, ed anche per un altro motivo, che cerco di rappresentare.
Decidere la mascotte per questo straordinario evento sportivo, che vede il nostro territorio coinvolto, non dovrebbe essere un tema sul quale le proposte nascono attraverso un percorso comune? Quando abbiamo individuato la Sacra di San Michele come monumento simbolo del Piemonte, ricordo che allora il collega Consigliere ne parlò.
Sono un po' stupito dal fatto che uno di noi, o cinque o venti, si alzano al mattino e buttano nell'aula la loro proposta di mascotte.
Sono un po' stupito di questo e anche rammaricato, perché ritenevo che su un tema così piccolo dal punto di vista politico, ma importante dal punto di vista dell'immagine, che riguarda un avvenimento che coinvolge tutti, si potesse scegliere la strada di segnalare l'esigenza e l'opportunità che il Consiglio presentasse una sua proposta consiliare.
Quindi, sul fatto che si viene in aula con un ordine del giorno firmato solo da alcuni, esprimo il mio rammarico e il mio stupore. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Grazie, Presidente. Intervengo naturalmente a titolo personale, perch alcuni colleghi del mio Gruppo hanno sottoscritto l'ordine del giorno.
Condivido la richiesta del collega Moriconi per le ragioni che lui ha sottaciuto, ma che il collega Mellano ha cercato invece di esplicitare.
Avevamo fatto un ampio dibattito - mi sembra in occasione della Finanziaria dell'anno 2000 - sull'opportunità di continuare a finanziare la legge regionale, alla quale ha fatto riferimento il collega Tapparo.
Quindi, ritengo quanto mai opportuno il passaggio in Commissione dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cantore.



CANTORE Daniele

Volevo solo dire al collega Chiezzi che probabilmente non ricorda, ma questo documento in temporibus illis era stato fatto girare tra i banchi di tutto il Consiglio. Infatti, le firme ne sono a dimostrazione, perché non rappresenta solo uno schieramento.
Probabilmente, già allora - penso sia questa la giustificazione che possiamo dare all'atteggiamento di allora del collega Chiezzi - di fronte al merito della proposta, c'erano delle perplessità, sebbene ci fosse l'intendimento che questa fosse una proposta condivisa.
Peraltro, anche il fatto che ho accettato, come primo firmatario, ma anche a nome di altri colleghi, di andare in Commissione significa che si vuole praticare un percorso condiviso.



PRESIDENTE

Ai sensi dell'art. 93 del Regolamento, assegniamo il documento alla Commissione che non l'aveva ancora discusso. Quindi, non è un ritorno, ma è un'assegnazione ad entrambe le Commissioni: la VI e la Commissione speciale Olimpiadi.
Stabiliamo anche la reiscrizione del punto all'o.d.g. nell'ultima seduta di ottobre o nella prima di novembre, che stia nell'ambito dei 15 giorni che sono assegnati alla Commissione.
Quindi, l'iscrizione, come hanno chiesto alcuni Consiglieri, il collega Tapparo in particolare, avviene d'ufficio.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame testo unificato proposte di deliberazione n. 285 e n. 319: "Legge 24 dicembre 1993, n. 560. Ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare al punto 4) all'o.d.g., che prevede l'esame del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 285 e n.
319.
La parola all'Assessore Botta Franco.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente.
Le proposte contenute nel testo unificato delle deliberazioni n. 285 e n. 319 riguardano l'ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Alessandria. La proposta era stata approvata all'unanimità dalla II Commissione.
Si tratta di integrare il piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Alessandria mediante l'inserimento nel piano stesso degli alloggi indicati nella tabella 10 cioè per un numero complessivo di dieci alloggi.
Se il Consiglio lo ritiene, possiamo passare all'approvazione.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 318: "Legge 24 dicembre 1993, n. 560. Esclusione di immobili dal piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Asti"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 318.
Non essendovi interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 330: "Programma delle economie di edilizia residenziale pubblica 1992/1995 (legge 17 febbraio 1992, n. 179 e legge 10 novembre 1983, n. 637)"


PRESIDENTE

Procediamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 330, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Sono stati presentati alcuni emendamenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Manica e Muliere: il punto 3 del dispositivo della deliberazione è così sostituito: "3. Per gli interventi di nuova costruzione il contributo è diminuito di 5.000,00 euro per alloggio. Il contributo varia di entità per funzione delle superfici. Ciascun alloggio finanziato non può fruire di altri contributi di natura pubblica, fatti salvi i finanziamenti concessi per incrementare il risparmio energetico e quelli previsti dalla L.R. 17 maggio 1976, n. 28 (Finanziamenti integrativi a favore delle cooperative a proprietà indivisa) e successive modificazioni; questi ultimi sono concessi per gli alloggi destinati alla locazione permanente realizzati dalle cooperative edilizie a proprietà indivisa e loro consorzi, il limite massimo finanziabile per alloggio è di 85.000,00 euro comprensivo dei contributi in conto capitale di cui alla presente deliberazione, con un limite di spesa massimo annuo a carico della Regione per la L.R. n. 28/76 di 320.000,00 euro".
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Manica e Muliere: dopo il punto 2), alla tabella "Destinazione d'uso - Soggetti beneficiari (operatori) -Contributo per alloggio (euro)" alla prima riga l'importo di euro 75.000,00 è sostituito con euro 85.000,00.
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Il provvedimento in discussione i colleghi lo conoscono, ma naturalmente l'Assessore dovrà illustrarlo.
Per quanto riguarda il primo emendamento, nella deliberazione all'interno della ripartizione delle risorse, in parte, per l'ATC del Piemonte e, in parte, per le imprese, i consorzi e le cooperative di edilizia agevolata, viene fissato il tetto massimo per l'utilizzo del contributo per ogni alloggio.
Il primo emendamento riguarda la tabella che è all'interno del secondo comma. Nella deliberazione viene fissato un contributo massimo. Ricordo che è un contributo massimo all'interno del quale le ATC possono muoversi, nel senso che possono utilizzare un contributo minore per ogni alloggio o arrivare sino ad un tetto massimo di 75.000,00 euro. La nostra proposta è di arrivare a 85.000,00 euro per quanto riguarda le ATC.
Il secondo emendamento è relativo alle cooperative edilizie a proprietà indivisa e loro consorzi e propone di innalzare il contributo massimo per alloggio a 85.000,00 euro.
Tutto ciò non cambia la ripartizione finale proposta nella deliberazione, cioè, mantenendo la quota finale, modifichiamo il tetto massimo di contributo assegnato per ogni alloggio. Voglio sottolineare che è il tetto massimo all'interno del quale le ATC, i consorzi, le cooperative e i privati di edilizia agevolata possono muoversi.
Questi sono i due emendamenti che abbiamo presentato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

La Giunta esprime parere favorevole. Questo argomento è già stato richiamato in sede di Commissione e i Commissari si erano riservati di rivedere il tetto massimo per quanto riguarda le ATC e le cooperative restando impregiudicata la suddivisione delle quote, cioè per la locazione viene destinato il 70% e per l'acquisto il 30%.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2).
Il Consiglio approva.
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame testo unificato proposte di deliberazione n. 329, n. 331 e n. 361: "Legge 24 dicembre 1992, n. 560. Modifiche al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 329, n. 331 e n. 361, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Si tratta di un provvedimento ampiamente approfondito in sede di Commissione. Bisogna stralciare dal provvedimento di vendita gli alloggi che non sono stati optati o non sono vendibili per via di vincoli.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Commercio

Esame proposta di deliberazione n. 313: "Piano di attività triennale 2002/2004 in materia di difesa e tutela del consumatore, ai sensi dell'art. 1 bis della L.R. n. 21/85" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 313, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Capisco che la Commissione abbia sviscerato l'argomento, ma l'aula ricompone un po' il problema anche per coloro che non appartengono alla Commissione di merito.
Credo che uno "straccio" di relazione, seppure breve, debba sempre essere anticipato ad un provvedimento esaminato in aula, perché francamente sembra proprio l'obliteratrice delle Stazioni ferroviarie.
Si propone un provvedimento e vi è il consenso, ma una breve relazione anche per gli uditori, mi sembra opportuna. Chiedo solo questo.



PRESIDENTE

E' corretta la sua richiesta, collega Tapparo. La ringrazio per l'indicazione, anche al fine di evitare la dispersione della nostra attenzione.
Questo provvedimento è proposto dalla Giunta, ma l'Assessore Pichetto è in congedo.
Se è presente il Presidente della Commissione, Valvo, ritengo che, per i provvedimenti che sono all'attenzione del Consiglio, le relazioni dei Presidenti di Commissione possano essere esaustive anche delle esigenze che ha posto il collega Tapparo.
Pertanto, darei la parola al Consigliere Valvo per l'illustrazione del provvedimento.



VALVO Cesare

Grazie, Presidente.
Per cortesia, chiederei soltanto che mi fosse fornita copia della proposta di deliberazione con la relazione.



PRESIDENTE

Si tratta della proposta di deliberazione n. 313: "Piano di attività triennale 2002/2004 in materia di difesa e tutela del consumatore, ai sensi dell'art. 1 bis della L.R. n. 21/85".



VALVO Cesare

Presidente, chiedo scusa, ma non ho ascoltato le rilevazioni del collega Tapparo sul provvedimento.



PRESIDENTE

Il collega Tapparo ha semplicemente esposto un'esigenza corretta: per discutere un provvedimento, ancorché approfondito in Commissione, è opportuno un richiamo dal proponente o dal relatore. Trattandosi di delibere, per le quali non è previsto un relatore, ritengo che l'illustrazione possa essere svolta dal Presidente della Commissione.
Se ci sono delle difficoltà, questo provvedimento potremmo sospenderlo e passare ad altri punti. Eventualmente, vedremo di riprenderlo nel corso della seduta odierna.



VALVO Cesare

Presidente, la ringrazio per la cortesia.
Non vorrei riprendere il testo del provvedimento e della relazione che è stata redatta dagli uffici. Per cui, se lei ritiene, potremmo calendarizzarlo per la seduta pomeridiana, riservandomi di dare le risposte che si aspetta il collega Tapparo.



PRESIDENTE

Va bene. Era soltanto una richiesta di illustrazione del provvedimento che il collega Tapparo aveva posto in modo assolutamente collaborativo e discorsivo.


Argomento: Personale del servizio sanitario - Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Esame testo unificato proposte di legge n. 73, 100, 254, 258 e 426: "Disciplina delle pratiche terapeutiche non convenzionali"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare all'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 73, 100, 254, 258 e 426: "Disciplina delle pratiche terapeutiche non convenzionali", di cui al punto 9) all'o.d.g..
I relatori sono i Consiglieri Angeleri e Suino.
SUINO Marisa (fuori microfono) Presidente, non abbiamo i testi dei provvedimenti.



PRESIDENTE

Per cortesia, si provveda alla distribuzione delle copie del provvedimento.
La parola al Consigliere Angeleri per lo svolgimento della relazione di presentazione del testo della proposta di legge.



ANGELERI Antonello, relatore

Signor Presidente, la relazione - devo dirlo con estrema sincerità - è il frutto di una collaborazione che...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Abbiamo ripreso la seduta e si sta svolgendo la relazione introduttiva.
Chiedo la collaborazione dei colleghi.
Stiamo provvedendo alla distribuzione degli emendamenti. Vi chiedo due minuti di pazienza per la distribuzione del materiale e degli emendamenti in questione.



(La seduta è sospesa per alcuni minuti)



PRESIDENTE

Mi informano che il materiale è stato distribuito, pertanto invito il Consigliere Angeleri a svolgere la relazione introduttiva.



ANGELERI Antonello, relatore

Stavo dicendo poc'anzi che questa non è la relazione realizzata solitamente dal Consigliere che la legge, ma è una redazione fatta a più mani. E' il frutto del lavoro di Commissione, anzi, di un sottogruppo che è stato formato all'interno della Commissione.
Inizialmente, erano state presentate cinque proposte di legge, che sono confluite, con la collaborazione e il lavoro competente dei Commissari, in un unico provvedimento, che è il provvedimento che porta la firma di tutti i Consiglieri firmatari delle cinque proposte di legge. Non a caso abbiamo voluto che ci fossero due relatori in quest'aula, ma non sono da intendersi come il "relatore di maggioranza" e la "relatrice di minoranza", nella persona della collega Suino. Si tratta di un'integrazione per far comprendere a questo Consiglio regionale che dopo tanti mesi di lavoro si è arrivati finalmente alla sintesi di queste complicate proposte di legge che inizialmente erano anche divise da forti divergenze.
Venendo al merito, lo sviluppo della medicina moderna ha avuto, nel mondo occidentale, una spinta da sempre orientata verso una concezione meccanicistica dell'uomo.
Superando infatti alcune aperture che già si manifestavano nello studio della medicina a partire dai tempi di Ippocrate, il pensiero positivistico di fine '800, che ha permeato il sapere umano dalla filosofia alla scienza si è sempre più indirizzato alla ricerca delle cause delle malattie all'interno della corporeità materiale dell'uomo.
Si è pertanto sviluppato, e sempre più affinato, un filone diagnostico e, di riflesso, terapeutico che ha segnato le proprie tappe all'insegna di un approccio tecnico e materiale alla malattia e al malato e che, se da un lato ha fatto registrare importanti e significativi progressi nel campo della lotta alle varie patologie, giungendo fino, nel volgere di pochi decenni, alle elevatissime vette dell'ingegneria genetica i cui esperimenti hanno posto in campo l'innegabile intrecciarsi di profili scientifici ed etici, dall'altro lato, ha portato con sé l'opportunità di un approccio terapeutico che ponga altrettanta attenzione sia all'aspetto puramente materiale e nosologico della malattia, sia ai profili riconnessi alla sofferenza psichica e al travaglio interiore del paziente.
Si è assistito pertanto ad una sempre maggiore attenzione verso quegli indirizzi diagnostici e terapeutici che, prescindendo dalla suddetta concezione meccanicistica della persona umana, approdano ad una visione olistica della stessa, e che, lungi dal concepire il corpo umano come macchina indipendente e meccanica, affrontano il delicato profilo della piena integrazione dell'uomo all'interno della natura e dell'ambiente circostante.
Si è pertanto registrato un progressivo sviluppo delle metodiche terapeutiche che, genericamente, sono state denominate "terapie non convenzionali" e che, nelle preferenze degli utenti, sempre più si sono affiancate ai percorsi diagnostici delineati dalla cosiddetta medicina ufficiale.
Le statistiche recenti dimostrano una crescente attenzione verso le medicine non convenzionali, tanto che la media europea dei cittadini che ad esse si rivolgono oscilla tra il 20% registrato nei Paesi dell'Europa del Sud (Spagna, Italia e Grecia), fino al 40% della Germania e della Francia.
Il Parlamento europeo non è rimasto indifferente al fenomeno, tanto che sin da 1997 è stata approvata una risoluzione nell'ambito della quale si evidenziava la necessità di garantire agli utenti la più ampia libertà possibile di scelta terapeutica, assicurando allo stesso tempo anche il più elevato livello di sicurezza nonché l'informazione più completa e corretta in ordine all'innocuità, qualità ed efficacia di tali medicine.
Gli Stati membri hanno reagito in maniera difforme agli impulsi del Parlamento europeo.
Gli Stati dell'Europa settentrionale hanno sviluppato legislazioni organiche che disciplinano in maniera compiuta l'utilizzo e la diffusione delle medicine non convenzionali.
In Germania, ad esempio, si è dato riconoscimento esplicito ad alcune discipline alternative alla medicina ufficiale e si è stabilito che i medicinali utilizzati da tali metodiche terapeutiche siano integralmente rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale; analoga evoluzione legislativa si è avuta in Svizzera, mentre in Belgio la legge è giunta ad identificare i criteri generali per l'esercizio delle singole professioni riconnesse alle discipline riconosciute, nonché a prevedere i percorsi formativi degli operatori esercitanti.
In Italia, viceversa, come del resto negli altri Paesi dell'Europa del Sud, manca una specifica disciplina legislativa in materia.
L'unico approccio normativo nazionale regolamenta esclusivamente il profilo fiscale ed economico, dal momento che, dando esecuzione ad una direttiva dell'Unione europea, il Governo italiano ha emanato nel 1995 un decreto legislativo che ha ridotto l'aliquota IVA sui medicinali omeopatici dal 20% al 10%, allineandola all'imposizione tributaria prevista per i farmaci galenici e convenzionali, mentre da ultimo il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 febbraio 2001, nel definire i livelli essenziali di assistenza, fa espresso riferimento alle medicine non convenzionali, includendole fra le terapie a totale carico dell'assistito.
L'iniziativa parlamentare in materia ha fatto registrare importanti evoluzioni.
Nella scorsa legislatura, la XII Commissione della Camera dei Deputati aveva discusso in sede redigente l'unificazione di numerose proposte di legge, giungendo ad un documento che, dopo aver sottoposto a riconoscimento sette indirizzi terapeutici non convenzionali, ne disciplinava l'esercizio esclusivo da parte di operatori medici. La scadenza della legislatura ha comportato la decadenza del testo unificato.
Nella legislatura parlamentare vigente sono stati assegnati alla medesima Commissione numerosi provvedimenti di analogo tenore, alcuni dei quali, a differenza del testo unificato della precedente legislatura disciplinano altresì l'esercizio delle pratiche terapeutiche non convenzionali da parte di operatori non medici. La Commissione parlamentare, anche in questa legislatura, sta quindi valutando un percorso di unificazione istruttoria, avviato nel giugno 2002.
Si deve inoltre ricordare che la Federazione nazionale dell'Ordine dei Medici, in data 18 maggio 2002, ha approvato proprie linee guida sulle pratiche non convenzionali, giungendo ad identificare un elenco di discipline riconosciute, a condizione che le medesime siano praticate esclusivamente dai medici, previa acquisizione del consenso esplicito e consapevole del paziente.
In questo quadro di attuale assenza di cornici normative nazionali, le Regioni si sono mosse in via autonoma, inserendo nei propri Piani sanitari l'impegno ad avviare tavoli di lavoro per approfondire e valutare gli aspetti di efficacia delle medicine non convenzionali e l'attivazione di programmi di sperimentazione tendenti a verificare la possibilità dell'inserimento delle medicine non convenzionali nell'ambito delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario regionale.
Il provvedimento di cui si chiede all'aula consiliare sollecita approvazione non costituisce esclusivamente impegni o dichiarazioni di intenti, bensì, per la prima volta nel panorama legislativo regionale definisce una disciplina organica ed articolata delle pratiche terapeutiche non convenzionali.
Il documento - come dicevo poc'anzi - è il frutto dell'unificazione istruttoria elaborata da un gruppo di lavoro istituito in seno alla IV Commissione permanente per esaminare le cinque proposte di legge assegnate alla Commissione medesima nel corso della vigente legislatura regionale.
Il testo, licenziato a maggioranza dalla IV Commissione previa acquisizione del prescritto parere di conformità finanziaria, regola l'esercizio delle pratiche terapeutiche non convenzionali nell'ottica del pluralismo scientifico e della libertà di scelta da parte del paziente.
Nell'ambito delle pratiche terapeutiche non convenzionali, sono sottoposte a riconoscimento alcune discipline, e precisamente, oltre alle nove dichiarate dalla Federazione nazionale dell'Ordine dei medici in data 18 maggio 2002, che sono l'agopuntura, la fitoterapia, l'omeopatia l'omotossicologia, la medicina antroposofica, la medicina tradizionale cinese, l'ayurveda, l'osteopatia e la chiropratica, anche la naturopatia lo shiatsu e la reflessologia.
E' poi prevista l'istituzione di una Commissione regionale per le pratiche non convenzionali, di cui vengono individuati i componenti, e che ha come competenze principali la promozione e la divulgazione delle citate pratiche terapeutiche, nonché la collaborazione con l'Assessorato regionale alla sanità per la definizione dei percorsi formativi degli operatori.
La proposta di legge definisce inoltre i criteri per l'identificazione dei requisiti minimi per il riconoscimento degli istituti formativi e provvede all'istituzione di un registro regionale degli operatori articolato in due sezioni dedicate rispettivamente agli operatori medici e agli operatori non medici suddivisi per specialità, indicando altresì le modalità per l'iscrizione.
L'articolato termina con la previsione di disposizioni transitorie per regolamentare la situazione giuridica degli operatori che già esercitano sul territorio regionale, nonché le disposizioni finanziarie che, in ossequio alle prescrizioni della vigente legge di contabilità regionale individuano le unità previsionali di base a cui vengono imputate le spese previste per l'attuazione delle prescrizioni legislative.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Signor Presidente, ha già riferito il collega Angeleri, quindi aggiungo soltanto poche note.
Innanzitutto, anche da parte mia un breve excursus sui passaggi che hanno portato a questo provvedimento che ha visto nascere in IV Commissione un gruppo di lavoro articolato costituito da più Consiglieri; ricordo che oltre al collega Angeleri e alla sottoscritta erano presenti i colleghi Godio, Dutto e Moriconi. Ringrazio i colleghi della minoranza per aver proposto e accettato il mio nome in rappresentanza delle minoranze e ringrazio in particolare il collega Angeleri che comunque ha creduto molto in questo provvedimento ed è stato il motore che ha consentito di arrivare a questo risultato.
Ovviamente, un apprezzamento e un ringraziamento va all'équipe che segue la IV Commissione e all'ufficio che segue le Commissioni consiliari che hanno messo a disposizione grande esperienza e grande capacità professionale, perché senza il loro contributo non avremmo raggiunto questo risultato.
E' un provvedimento che cerca di far fare un passo avanti. Abbiamo tentato - e speriamo di essere riusciti nell'intento - di considerare le più recenti e significative espressioni in tal senso, cioè l'espressione dell'Unione Europea che già da molto tempo invitava gli Stati membri ad andare verso un riconoscimento formale e di sostanza della medicina non convenzionale; il riconoscimento e l'approvazione da parte dell'Ordine dei medici, che si è espresso con un elenco ben preciso di medicine ritenute non convenzionali, ma da sostenere in tal senso.
Abbiamo tenuto conto delle varie proposte giacenti in Parlamento e tentato una sintesi delle numerose proposte presentate negli anni presso il nostro Consiglio.
La novità di questo provvedimento concerne il tentativo di dare un riconoscimento sostanziale a queste medicine e anche un percorso di sicurezza per i cittadini che ne fanno uso. I cittadini si ritroveranno in una situazione chiaramente di difficoltà, poiché non sono previsti accompagnamenti economici; tutte queste medicine alternative sono a carico del singolo utente. Questo è un fatto pesante di per sé, perché chi ha avuto modo di sperimentare queste medicine nello specifico come terapia o come farmaci o pratica sa che sono particolarmente onerose. Questo aspetto non viene affrontato, ma ci si augura che, a livello nazionale, nel quadro generale che prima o poi dovrà assumere nelle disposizioni generali il Ministro Sirchia, si tenga conto anche di questo aspetto.
Noi ci siamo preoccupati soprattutto di regolare - e speriamo di esserci riusciti - dal punto di vista del cittadino-consumatore, l'accesso a tali pratiche. Quindi, si è costituita una Commissione tecnica che sarà in capo all'Assessorato alla sanità. Tale Commissione vedrà al suo interno le rappresentanze delle diverse medicine, a partire dall'Ordine dei medici e dell'Assessorato, e avrà lo scopo e la funzione di riconoscere i titoli ammessi, quindi una sana e importante distinzione tra i medici e i non medici, che è una distinzione che la legge fa.
Un secondo passaggio concerne i titoli acquisiti, quindi un percorso di formazione, che con grande sforzo da parte del collega Angeleri si è cercato di scaglionare nelle modalità e nei tempi, ma che dovrebbe comunque raggiungere lo scopo di dare certezza e sicurezza al cittadino utente consumatore.
Si tratta di un percorso formativo di ore e di crediti formativi a carico dei medici e di un percorso chiaramente diverso, decisamente più pesante e impegnativo, per i non medici.
E' evidente che il compito tecnico della Commissione sarà particolarmente rilevante, delicato e complesso, ma crediamo di aver creato le condizioni. Ripeto: non sarà un organismo politico, ma un organismo tecnico che vedrà al suo interno le rappresentanze di tutti i vari Ordini e discipline. La sua funzione principale sarà rappresentata dalla certezza di percorso terapeutico che deve dare al cittadino.
Il cittadino, nel momento in cui leggerà sul tale ambulatorio o centro privato la scritta "Regione Piemonte", avrà la certezza che l'attività svolta al suo interno è stata in qualche modo analizzata, ha seguito un suo percorso e dei criteri. Si tratta del tentativo di far fare un passo avanti nell'ordine della medicina non convenzionale, di dare una risposta alle migliaia e migliaia di cittadini piemontesi che fruiscono già normalmente di medicine alternative, parzialmente o totalmente. Poi c'è tutto il settore delle palliative, che ha un mondo assolutamente articolato e complesso, anche particolarmente importante. Lì mettiamo il dito nella piaga, perché parliamo di malattie complesse, magari degenerative, che possono condurre alla conclusione del percorso di vita, quindi hanno maggiore necessità di sostegni a vario livello.
E' chiaramente un tentativo ambizioso, altre Regioni hanno scelto la strada di inserire nel Piano sanitario questo percorso. La nostra Regione ovviamente ed evidentemente non ha scelto questa strada anche perché un Piano sanitario non ce l'ha.
Riteniamo che questo provvedimento possa dare anche uno sprone a livello nazionale, affinché si affrontino i provvedimenti giacenti in Camera e Senato, e si faccia questo passo di libertà, ma anche di approfondimento e di riconoscimento scientifico, nell'ottica di salvaguardare gli interessi del cittadino utente-consumatore-cliente.
Mi fermo qui. Sono disponibile ad intervenire sui vari articoli laddove ci fosse la necessità. Ci sono numerosi emendamenti di carattere soprattutto tecnico, poiché, nel frattempo, è andata avanti una sorta di consultazione e di lavoro, con i quali si è cercato di superare una serie di ostacoli che erano comunque rimasti tecnicamente nel provvedimento.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito generale.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intervengo semplicemente per sottolineare l'esigenza mia e del Gruppo Radicale di sentire in merito a questo provvedimento l'opinione dell'Assessore alla sanità.
Volevo sollecitare l'Assessore D'Ambrosio a svolgere un intervento a nome della Giunta, anche se non è importante conoscere la posizione della Giunta, ma volevo conoscere la posizione dell'Assessore e i suoi suggerimenti.



PRESIDENTE

E' consuetudine che l'Assessore ascolti il dibattito generale e poi replichi a conclusione dell'iter dell'istanza in aula.
Non credo di dover instaurare prassi differenti, visto che abbiamo consolidato quella del parere della Giunta a termine del provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Godio; ne ha facoltà.



GODIO Gianluca

Per una mia distrazione non ho potuto valutare attentamente l'o.d.g. e quindi non ho avuto la possibilità di informare i colleghi del Gruppo sul lavoro svolto in IV Commissione per la valutazione della legge oggi in votazione. Pertanto le chiedo, Presidente, la possibilità di una breve sospensione dei lavori per potermi relazionare con i colleghi su alcuni punti, in modo da proseguire con l'esame della legge.



PRESIDENTE

Non essendoci nulla in contrario, la sospensione viene accordata.



(La seduta, sospesa alle 12.04 riprende alle ore 12.35)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Godio.



GODIO Gianluca

Trattandosi di una materia complicata sarebbe il caso di rivedere attentamente alcune posizioni della normativa della legge. Per cui, o rinviamo la discussione nel pomeriggio, altrimenti, per non bloccare i lavori dell'aula, si potrebbe rinviarla al primo punto dell'o.d.g. del prossimo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Sono d'accordo ad una sospensione per avere modo di esaminare, con i Consiglieri del sottogruppo, alcuni emendamenti presentati.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 313 inerente a "Condanna di ogni violazione dei diritti umani"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 313, precedentemente iscritto all'o.d.g.
La parola al Consigliere Mellano per l'illustrazione.



MELLANO Bruno

Mi trovo ad essere, involontariamente, relatore di un documento il cui merito va esclusivamente agli amici di Amnesty International, i quali all'interno di una campagna dell'anno scorso "Non sopportiamo la tortura" hanno presentato e sollecitato, a vari Enti locali ed Istituzioni l'approvazione di un ordine del giorno complessivo sulla questione "tortura", come condanna di ogni violazione dei diritti umani.
Anche il Consiglio regionale, con le firme di molti Consiglieri regionali, ha provveduto a depositarlo e a incardinarlo. Purtroppo, sapendo come procedono i lavori del nostro Consiglio, l'ordine del giorno è stato messo agli atti, ma non è mai stato formalmente votato. In parte, quindi risulta un ordine del giorno che, almeno nelle due premesse, a mio giudizio, è superato, semplicemente perché è superato l'evento dal quale scaturiva la presentazione di tale ordine del giorno.
Al riguardo, ho proposto un emendamento che cancella i primi due capoversi. Sarebbe opportuno, come diceva il collega Marcenaro, dare lettura di questo testo.
Ordine del giorno n. 313, rubricato con il titolo "Condanna di ogni violazione dei diritti umani": "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata nel 1948 dall'Assemblea Generale dell'ONU, afferma 'Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o punizioni crudeli, inumane o degradanti' (art. 5) nel 1966 l'Assemblea Generale approvava il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR), che ribadiva con effetti giuridicamente vincolanti il divieto assoluto dell'uso della tortura. Nel 1984 l'Assemblea Generale approvava il documento delle Nazioni Unite più importante in materia di messa al bando della tortura: la Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti il Consiglio d'Europa ha adottato nel 1987 la Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti disumani o degradanti ed ha anche predisposto il sistema più avanzato per quanto concerne i riscorsi individuali, anche in materia di tortura. La Convenzione infatti prevede la giurisdizione della Corte europea per i diritti umani automaticamente riconosciuta dagli Stati firmatari , fra cui l'Italia la Costituzione della Repubblica italiana recita all'art. 11: 'L'Italia.
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo' valutato che torture e maltrattamenti sono pratiche diffuse in oltre 150 Paesi chiunque può essere vittima di torture, a prescindere dall'età, dal genere, dall'appartenenza etnica e dalle convinzioni politiche o religiose in molti Paesi l'impunità della tortura è un problema endemico. Le indagini sono spesso bloccate, laddove sarebbero necessarie, a causa dell'inazione, dell'inefficienza o della complicità dei corpi investigativi: raramente i torturatori sono portati a giudizio, fatto che crea un ciclo di impunità che permette il ripetersi di atti di tortura ritenuto inoltre che uno degli strumenti principali per combattere la tortura sia la sensibilizzazione dell'opinione pubblica attraverso campagne di informazione, educazione ai diritti umani delle giovani generazioni coinvolgimento e presa di posizione delle istituzioni democratiche a tutti i livelli, attraverso atti concreti e significativi ed essendo a conoscenza del fatto che Amnesty International, movimento volontario per la difesa dei diritti umani composto da oltre un milione di persone, promuove la campagna internazionale 'Non sopportiamo la tortura' in oltre settanta Paesi del mondo, condannando incondizionatamente ogni forma di violazione dei diritti umani chiede che il Presidente e la Giunta regionale sostengano la campagna 'Non sopportiamo la tortura' attraverso azioni ed iniziative volte a promuovere la più ampia consapevolezza su tali violazioni e a diffondere un'autentica cultura dei diritti umani assumano, mediante il presente ordine del giorno, le seguenti proposte e raccomandazioni di Amnesty International rivolte a tutti i rappresentanti delle istituzioni al fine di sostenere la campagna 'Non sopportiamo la tortura': 1) condannare ufficialmente e incondizionatamente la tortura quale pratica inumana e degradante in tutte le sue forme 2) garantire ai prigionieri l'accesso immediato e regolare a familiari avvocati e medici 3) non ricorrere alla detenzione segreta 4) fornire garanzie nel corso della detenzione e degli interrogatori 5) proibire la tortura nella legislazione 6) indagare sulle denunce 7) punire i responsabili 8) vietare l'utilizzo di dichiarazioni estorte mediante tortura 9) addestrare in modo adeguato tutti i pubblici ufficiali 10) risarcire le vittime 11) ratificare i trattati internazionali che contengano garanzie contro la tortura 12) esercitare la responsabilità internazionale".
Questo è il testo lungo, nutrito e corposo. L'obiettivo per cui oggi siamo mobilitati, anche con il Vicepresidente Toselli, è che ieri quest'aula era particolarmente ricca di persone e di voci.
Ieri, infatti, il Consiglio regionale, con il patrocinio della Consulta regionale dei Giovani e di Amnesty International ha organizzato un interessantissimo convegno contro la tortura.
In quest'aula ci sono state alcune significative testimonianze, molto forti e molto toccanti, da parte di una donna cilena e di un responsabile di Amnesty del Togo, che hanno raccontato le loro storie e le loro vicende e hanno, in qualche modo, testimoniato quanto anche il Consiglio regionale del Piemonte può fare, come tante altre istituzioni - ho visto che, nei giorni scorsi, i Comuni di Ivrea e di Fossano hanno approvato questo ordine del giorno.
Ritengo che oggi il Consiglio regionale possa, anche con il ritardo dovuto ai nostri lavori e alle nostre difficoltà di lavoro, approvare un ordine del giorno, che è un impegno politico che, in qualche modo, ratifica e consacra una campagna che il Consiglio regionale del Piemonte ha già attivato, tra l'altro producendo anche un ottimo materiale diffuso in tutte le scuole piemontesi.
Il materiale è intitolato "Contro la tortura", ed è un cofanetto del Consiglio regionale e della Consulta regionale dei Giovani di Amnesty International con materiali didattici divulgativi molto importanti.
Concludo questa presentazione, ricordando e richiamando l'importanza non formale che il Consiglio regionale abbia la forza e la coralità di approvare degli ordini del giorno come questi, che sono condivisi condivisibili e di comune sensibilità di ogni Consigliere.
Però auspico che, come in questo caso ha già fatto il Consiglio regionale, l'ordine del giorno sia accompagnato da azioni ed iniziative concrete ed importanti. So - e lo voglio testimoniare - che l'Ufficio di Presidenza ha anche deciso di appoggiare un'iniziativa del Comune di Ivrea che si terrà sabato su situazioni come la pena di morte o come i diritti umani in Birmania.
Quindi, l'approvazione dell'ordine del giorno rientra e, in qualche modo, mette il cappello ad una serie di iniziative e di attività che il Consiglio regionale ha avuto la forza di fare e di approvare.
E' importante che, in qualche modo, arriviamo all'approvazione di questo ordine del giorno che, un po' a conclusione dell'iniziativa, è la premessa politica e culturale di queste attività e azioni.



PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare alla votazione dell'ordine del giorno con la soppressione dei capoversi "visto" e "considerato".
Gli emendamenti non si votano, perché sono modifiche accettate dai proponenti.
Quindi, l'ordine del giorno è automaticamente modificato e ricostituito nel testo letto poc'anzi dal Consigliere Mellano.
Indìco pertanto la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'ordine del giorno n. 313 come modificato.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

In merito al punto 12) all'o.d.g., si distribuiscano le schede per le seguenti nomine.


Argomento: Nomine

Sezione decentrata della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali - Sede di Verbania. Nomina di 7 esperti e designazione del Presidente (art. 8, L.R. n. 20/89)

Argomento: Nomine

Sezione decentrata della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali - Sede di Vercelli. Nomina di 7 esperti e designazione del Presidente (art. 8, L.R. n. 20/89)

Argomento: Varie

Saluto agli studenti e docenti delle Scuole medie di Benevagienna, Trinità e Sant'Albano Stura


PRESIDENTE

Saluto gli studenti e gli insegnanti delle Scuole medie di Benevagienna, Trinità e Sant'Albano Stura.
Ringrazio gli insegnanti che hanno predisposto la vostra visita al Palazzo Lascaris. Spero sia per voi una giornata proficua.
Vi do il benvenuto in particolare da parte del Consigliere Mellano che è di Trinità. Posso segnalare la sua presenza particolarmente affettuosa per voi, come, del resto, da parte di tutti noi.
Benvenuti ai ragazzi che stanno assistendo ai nostri lavori e per voi dico che, in questo momento, stiamo svolgendo un lavoro tecnico, ossia stiamo procedendo a una votazione, quindi assisterete al percorso per nominare dei rappresentanti della Regione nelle Commissioni regionali per i beni culturali ed ambientali.


Argomento:

Nomine (seguito)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda le nomine, nomino scrutatori i Consiglieri Moriconi, Pedrale e Valvo.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Volevo fare la dichiarazione di rito.
A nome del Gruppo Radicale preannuncio che, a differenza dei colleghi del centrosinistra e centrodestra, non partecipiamo a questo tipo di votazione.



PRESIDENTE

Prendo atto della non partecipazione alla votazione del Gruppo Radicale.
Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Pozzo procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la votazione.
I risultati saranno proclamati nel corso della seduta pomeridiana.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente.
In merito al punto 10) all'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di legge n. 174: "Riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori parrocchiali e valorizzazione del loro ruolo nella Regione Piemonte", volevo chiedere all'aula di poter svolgere la relazione insieme alla collega Rosanna Costa.
Siccome il relatore di minoranza, Consigliere Palma, oggi non è presente, pur essendo combattuti con la possibilità di un'approvazione del provvedimento nella giornata odierna, in questo caso prevale la volontà del confronto con un filone culturale diverso dal nostro (ritengo inconciliabile su questo provvedimento).
Pertanto, le chiederei, Presidente, se l'aula acconsente, di poter svolgere, insieme alla collega Rosanna Costa, la relazione di maggioranza e di aggiornare i nostri lavori alla riunione già prevista per giovedì 24 ottobre, in apertura, con la prosecuzione della relazione di minoranza e l'ulteriore esame del provvedimento.



PRESIDENTE

Poiché il Consigliere Mellano, a nome del Consigliere Palma, aveva chiesto di posticipare questo provvedimento, in quanto il Consigliere Palma riteneva di dover svolgere personalmente la relazione di minoranza, la richiesta del collega Deorsola va in tale direzione.
Se non ci sono osservazioni né obiezioni, trattandosi di una lettura che mi pari non occupi più di qualche minuto, darei la parola ai colleghi Deorsola e Rosanna Costa per la lettura della relazione, rinviando la relazione di minoranza e la relativa discussione alla prossima seduta.
Naturalmente, sarà iscritto come primo punto all'o.d.g..
Ricordo, inoltre, che la seduta pomeridiana è convocata per le ore 15.00, mentre la Conferenza dei Capigruppo è convocata in Sala A) alle ore 14.30.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame proposta di legge n. 174: "Riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori parrocchiali e valorizzazione del loro ruolo nella Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo pertanto con la relazione alla proposta di legge n. 174, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Prego, Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, l'entrata in vigore della legge n. 328 del 22 novembre 2000 ha stabilito un'importante modifica di carattere legislativo e culturale nel campo delle politiche sociali.
Superando una concezione di tipo assistenzialistico, che vede l'intervento pubblico come momento di sollievo e di riparazione di situazioni di disagio, il moderno concetto di politica sociale approda ad un modello di intervento integrato e fondato sulla promozione del raggiungimento di un sistema globale di benessere sociale ed individuale.
I fili conduttori di un tale modello sistematico sono quindi molteplici.
Una prima caratteristica va individuata nella pluralità dei soggetti erogatori delle prestazioni sociali, non più identificabili nel solo attore pubblico, bensì scomponibili in una multiforme gamma di categorie che vanno dagli Enti locali agli organismi della cooperazione, alle organizzazioni di volontariato, alle associazioni di promozione sociale, fino a comprendere ogni altra aggregazione di natura pubblica e privata Presidente, non vorrei disturbare troppo i crocchi che si sono formati!



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri che stanno discutendo di altro a farlo in altra sede, in modo che coloro che intendono seguire la relazione siano messi nelle condizioni di poterlo fare.
Ci sono obiezioni, oppure consentite che la relazione si svolga nelle condizioni dovute? Prosegua pure, collega Deorsola.



DEORSOLA Sergio, relatore

La seconda specificazione, che alla prima si interfaccia in maniera indissolubile, va identificata nella necessità di un'azione integrata dei vari soggetti sopra elencati, che devono commisurare le proprie azioni di intervento all'interno dei confini di una programmazione generale e settoriale articolata sul territorio, secondo i principi di sussidiarietà cooperazione ed efficacia degli interventi.
La visibile traduzione normativa dei filoni conduttori sopra ricordati può essere agevolmente rintracciata nell'elenco dei soggetti erogatori delle prestazioni sociali, delineato dalla citata legge n. 328/00 nell'ambito della quale, accanto agli Enti locali ed agli altri soggetti pubblici, vengono inseriti nel sistema integrato dei servizi sociali gli organismi non lucrativi di utilità sociale, gli organismi della cooperazione, le fondazioni, gli enti di patronato, nonché gli enti riconosciuti delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi e intese.
Il progetto di legge, di cui si chiede all'aula consiliare sollecita approvazione, si può a tutti gli effetti definire quale prodotto dell'attuazione regionale dei citati principi delineati dalla legge nazionale di riforma dei servizi sociali.
La finalità esplicita, e che a tutti gli effetti si inserisce nell'ambito della promozione e valorizzazione dei soggetti erogatori delle prestazioni sociali, consiste nel riconoscere la funzione educativa formativa e aggregatrice delle strutture di oratorio, nonché, nel pieno principio costituzionale di riconoscimento delle altre confessioni religiose, delle altre strutture similari che svolgono la medesima attività.
Nel moderno concetto di politica assistenziale, infatti, l'oratorio non può essere riduttivamente identificato quale momento esclusivamente ludico o quale surrogato di altri soggetti di beneficenza, bensì può e deve essere individuato quale strumento operativo delle Parrocchie e delle Diocesi attraverso il quale questi enti ecclesiastici svolgono la propria funzione socio-educativa ad essi affidata dalla vigente normativa sui servizi sociali.
Chiederei, Presidente, di poter far svolgere la seconda parte della relazione alla collega Rosanna Costa, anche lei relatrice, come me, di maggioranza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Costa per la prosecuzione della relazione.



COSTA Rosa Anna, relatrice

Nell'ottica di un analogo trattamento di tutti i soggetti che svolgono funzione socio-educativa nei confronti della fascia adolescenziale e giovanile, la proposta di legge si propone altresì di valorizzare anche economicamente, attraverso strumenti che saranno puntualmente identificati attraverso protocolli d'intesa stipulati con la Regione ecclesiastica piemontese, gli interventi in campo educazionale e formativo svolti dagli oratori, allineando pertanto queste strutture ad altre organizzazioni operanti in campo giovanile e nel mondo del volontariato e che già beneficiano di contribuzioni regionali attraverso apposite legislazioni settoriali.
Già altre Regioni hanno adottato prodotti normativi di analoga portata: leggi regionali di valorizzazione degli oratori e di altre strutture similari afferenti le confessioni religiose riconosciute possono essere identificate nei panorami normativi della Calabria, del Lazio, dell'Abruzzo e della Lombardia.
Anche il Parlamento non è rimasto indifferente all'esigenza identificata nella finalità del presente progetto di legge, tanto che la Camera dei Deputati ha recentemente approvato un provvedimento che analogamente riconosce la funzione sociale dei soggetti sopra identificati.
Ed esaminando il prodotto legislativo nazionale è agevole notare come esso si qualifichi come provvedimento generale e di principio, dal momento che l'intero corpo degli articoli, che nella versione originaria dei presentatori dovevano disciplinare i rapporti delle Regioni con gli oratori, è stato integralmente stralciato dal testo definitivo proprio per consentire alle Regioni stesse, nell'ambito del pieno riconoscimento della potestà legislativa in campo socio-assistenziale, la facoltà di legiferare in piena autonomia discrezionale.
La proposta di legge ora in esame, in ordine alla quale il Consiglio regionale ha anche approvato un ordine del giorno che, per un verso, ha identificato l'onere economico di riferimento e, per altro verso, ha stimolato l'iter cronologico dell'esame istruttorio, dopo aver affermato il principio di valorizzazione della funzione sociale svolta dagli oratori e dalle altre strutture similari, attribuisce alla Regione ecclesiastica piemontese la facoltà di partecipare a titolo consultivo agli organismi regionali che si occupano del settore adolescenziale e giovanile, ed impegna la Regione a stipulare con gli enti ecclesiastici, nonché con gli altri soggetti di culto riconosciuti dallo Stato, appositi protocolli d'intesa che agevolino il raggiungimento delle finalità normative.
La norma finanziaria, in ossequio alle prescrizioni della vigente legge di contabilità regionale, individua le unità previsionali di base a cui vengono imputate le spese previste per l'attuazione delle prescrizioni legislative.



PRESIDENTE

Questo provvedimento viene iscritto al primo punto dell'o.d.g. della seduta di giovedì prossimo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprenderà alle ore 15.00 con la proclamazione dei risultati delle nomine.
La parola al Consigliere Mellano sul l'ordine dei lavori.



MELLANO Bruno

Intervengo per una richiesta sull'ordine dei lavori.
Chiedo se oggi pomeriggio abbiamo soltanto più un punto all'o.d.g.: mi risulta il punto 11).
Vorrei capire se si tratta di una convocazione rituale o sostanziale perché iniziamo alle ore 14.30 con una riunione dei Capigruppo, di cui conosciamo l'ora di inizio, ma non il termine: sarà una tragedia per i colleghi che aspetteranno invano nel pomeriggio.



PRESIDENTE

Collega, poiché le condizioni lo consentivano, ho cercato di avere nel pomeriggio un po' di spazio per un'informazione sulla FIAT, che, se si svolgerà, evidentemente dovrà essere svolta in condizioni di tempo e di collocazione utile. Poi, dobbiamo concludere il provvedimento in materia di difesa e tutela dei consumatori e ragionare sulla prosecuzione di quello che avevamo incardinato.
Inoltre, c'è il completamento delle nomine che abbiamo svolto, in quanto si devono proclamare i risultati ed eleggere i Presidenti. Pertanto, abbiamo lo spazio di due o tre ore di lavoro, che dovrebbe essere quello normale per svolgere un lavoro utile.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.13)



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