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Dettaglio seduta n.256 del 09/10/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.06 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bolla, Brigandì, Caramella, Casoni Costa Rosanna, Ghigo, Giordano, Manolino, Muliere, Pichetto, Pozzo Ronzani, Rossi Giacomo, Rossi Oreste e Vaglio.
Mi comunicano che la Consigliera Manica è arrivata.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sciogliamo il Consiglio!



PRESIDENTE

Qualcuno sta ancora arrivando, comunque il numero legale è garantito.
TAPPARO Giancarlo (fuori microfono) Quale è il numero legale?



PRESIDENTE

Il numero legale è 25.
Procediamo, dunque, con l'esame del punto 4) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze" per i primi sessanta minuti della seduta.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata) - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 858 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Copertura in eternit e deposito materiali contenente amianto nei sottotetti dell'edificio del quartiere 3003 ERP 'Fiordaliso' di Venaria Reale"


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 858 presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea.
Risponde l'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interpellanza di cui all'oggetto e alle precisazioni fornite in merito dall'ATC di Torino, si fa presente quanto segue.
Il progetto di manutenzione straordinaria degli edifici del quartiere 3003 di Venaria, esperito nell'aprile 1998, pur non avendo come oggetto interventi riguardanti il tetto e lo smaltimento di lastre in cemento amianto indicava all'impresa esecutrice dei lavori, tramite il piano di sicurezza, le prescrizioni comportamentali per il trattamento dei materiali contenenti amianto.
Per quanto riguarda il rifacimento del tetto dei diciassette edifici del quartiere 3003, con delibera del Consiglio di amministrazione dell'ATC del 17/9/2001, è stato approvato il progetto preliminare dell'intervento nell'ambito del Piano di Recupero Urbano - quartiere 3003 Venaria, che prevede la sostituzione delle attuali lastre in cemento-amianto con quelle di alluminio, per un importo di lire 2.472.955.000.
L'ATC ha in corso le procedure per l'approvazione del progetto definitivo e l'appalto dei lavori.
Si prevede che l'aggiudicazione dei lavori possa avvenire entro la fine del corrente anno.
Durante i lavori di manutenzione straordinaria di altre parti degli edifici in questione sono risultati presenti in alcuni sottotetti spezzoni di lastre di copertura per le quali è stata accertata la presenza di amianto (prelievi effettuati a settembre 2000 e riscontri analitici di laboratorio prodotti dal Politecnico di Torino in data 18/7/2001). La ditta appaltatrice (qualificata per interventi di bonifica amianto) durante la posa dell'isolamento nei sottotetti ha rinvenuto la presenza dei suddetti residuati di lastre di copertura e li ha movimentati senza tenere adeguatamente conto della loro composizione.
Occorre rilevare che il piano di sicurezza predisposto dall'ATC per tale intervento prevedeva esplicitamente che l'operazione di isolamento dei sottotetti si sarebbe dovuta effettuare previa verifica della presenza di amianto da parte dell'impresa. Il piano di sicurezza prevedeva inoltre che ogni lavorazione che interferiva con l'amianto fosse vincolata alla predisposizione di apposito piano di intervento con evidenziazione dei rischi e delle ulteriori misure di sicurezza da adottare.
L'intervento dell'impresa è però avvenuto in violazione delle specifiche disposizioni del piano di sicurezza, secondo quanto rilevato dai Vigili Urbani e dall'ASL competente.
L'ATC di Torino, a scopo cautelativo, e in attesa dei riscontri analitici del Politecnico, ha provveduto in data 14/6/2001 a interdire l'accesso alle botole dei sottotetti e a segnalare il potenziale pericolo con cartelli informativi per gli abitanti e le ditte di manutenzione.
Infine, in data 30/7/2001, con delibera n. 323 del Consiglio di amministrazione, l'ATC ha affidato alla ditta CHIM.ECO di Moncalieri l'appalto relativo allo smaltimento delle lastre di cemento-amianto presenti nei sottotetti del quartiere 3003. Mentre in data 30/8/2001 l'ASL di Venaria ha approvato il piano di smaltimento e il 13/9/2001 è stato avviato il cantiere per la bonifica a norma di legge di tutti i sottotetti.
Le operazioni di smaltimento sono state regolarmente ultimate il 27 novembre 2001 in ottemperanza alle norme previste dai decreti legislativi n. 277/91 e n. 257/92.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, si tratta di un'interpellanza a futura memoria, perché era datata in illo tempore, tra giugno e luglio del 2001.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Giugno.



CONTU Mario

Giugno 2001.
Volevo solo sottolineare, lasciando una dichiarazione a verbale, che avevamo visto giusto: c'era una serie di problemi e di anomalie nella procedura relativamente allo smaltimento di un prodotto così delicato e pericoloso per la salute come l'amianto.
Ci conforta il fatto che, a seguito del nostro intervento, l'ATC abbia assunto tutte le deliberazioni in merito.
Era sicuramente una carenza del capitolato d'appalto, che noi abbiamo giustamente rilevato nell'interpellanza.
Oggi prendiamo atto che probabilmente l'azienda verrà sanzionata e che di fatto, si è provveduto a rimuovere un potenziale pericolo, anzi, un evidente pericolo, per chi abitava in quei locali.
Per il futuro, Presidente, vorrei segnalare questo elemento: stiamo parlando di un'interpellanza che è datata quattordici mesi fa.
Devo dire con soddisfazione che è stato utile segnalarla, però credo che il ruolo del sindacato ispettivo debba essere onorato dando la possibilità agli interlocutori di poter... Ma questa è un'altra questione della quale credo discuteremo in sede di revisione del Regolamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Contu.


Argomento: Province - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Risposta scritta all'interrogazione n. 1516 inerente a "Variante generale al PRG del Comune di Borgo S. Dalmazzo (CN)"


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta da parte dell'Assessore competente all'interrogazione n. 1516, presentata dal Consigliere Riba inerente a "Variante generale al PRG del Comune di Borgo S. Dalmazzo (CN)".


Argomento: Commercio - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1606 dei Consiglieri Angeleri, Costa Rosa Anna, Deorsola e Tomatis inerente a "Fallimento COGEAM S.p.A. (Gruppo Maciotta)"


PRESIDENTE

In merito all'interrogazione n. 1606, presentata dai Consiglieri Angeleri, Costa Rosa Anna, Deorsola e Tomatis, risponde l'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione n. 1606, presentata il 13/6/2002 dai Consiglieri Angeleri, Costa Rosa Anna, Deorsola e Tomatis, inerente il fallimento di COGEAM S.p.A. (Gruppo Maciotta), si fa presente che, a seguito di verifiche effettuate, l'intervento realizzato dalla COGEAM S.p.A. nel Comune di Sauze d'Oulx non rientra fra gli interventi che usufruiscono di contributi di edilizia residenziale pubblica agevolata finanziati con fondi statali o regionali.
Per quanto riguarda la problematica connessa ai fallimenti immobiliari (ieri abbiamo avuto una manifestazione, durante la quale una delegazione è stata ricevuta dal sottoscritto e da alcuni Consiglieri regionali, tra i quali anche il Consigliere interrogante Angeleri) devo dire che si tratta di un tema molto attuale. Questo Consiglio regionale aveva già espresso con ordini del giorno, la necessità che il Parlamento nazionale provvedesse alla modifica della legislazione nazionale (Codice Civile, legge fallimentare e legge che riguarda il settore bancario). In questo senso anche la Giunta regionale si è attivata, proponendo recentissimamente al Consiglio regionale una proposta organica di legge, al fine di evitare che in futuro si possano ripetere situazioni nelle quali i cittadini che intendono acquistare un immobile da un'impresa costruttrice o da una cooperativa perdano tutto o in parte il prezzo dell'alloggio.
Ci sono anche altre iniziative presentate da alcuni Gruppi consiliari il Gruppo di Alleanza Nazionale, il Gruppo del Consigliere Giordano - più finalizzate a rispondere all'esigenza di ridurre il danno dei cittadini colpiti da questi fallimenti immobiliari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Innanzitutto, vorrei chiarire che questa non era un'interrogazione concordata, essendo l'Assessore dello stesso Gruppo a cui appartiene il sottoscritto; poiché c'è stato qualche sorrisino in tal senso, volevo fare subito questa premessa e ringraziare invece l'Assessore.
L'esame di questa interrogazione arriva all'indomani di una manifestazione che c'è stata qui davanti e che interessa migliaia di cittadini, ovviamente preoccupati di una situazione che purtroppo la legge italiana oggi non tutela.
Mi pare di aver visto, in questi ultimi mesi, un'attenzione maggiore da parte della Giunta regionale su questo argomento. C'è l'intenzione di intervenire, attraverso ordini del giorno al Parlamento, attraverso la proposta di legge dell'Assessore Botta, che è stata inoltrata al Parlamento, attraverso anche la presentazione di un disegno di legge (a prima firma, mi pare, della collega D'Onofrio e del collega Cesare Valvo, a cui mi sono unito anch'io), per cercare di evitare questi drammi, che non sono solo familiari, ma di un'intera società. Come ricordavo, in questo ambito la legge italiana non offre tutela, ben venga dunque la nostra attenzione.
Ritengo inoltre corretta la formula ipotizzata di guardare, per esempio, allo Stato francese e alla sua legislazione, in maniera da indirizzarci verso quel tipo di tutela del cittadino, dell'acquirente, del futuro proprietario.
L'augurio e l'invito - se posso farlo - nei confronti non solo dell'Assessore che si è già attivato in questa direzione, ma di tutto il Consiglio, è di concretizzare questa attenzione in tempi brevi e di non relegarla, come capita per tante proposte, negli ultimi punti all'o.d.g.
L'invito è rivolto in particolare al Presidente del Consiglio pro tempore al Vicepresidente Riba, perché questo problema non riguarda solamente le famiglie interessate, ma ritengo opportuno offrire una forma di tutela in generale ai cittadini, alle giovani generazioni che in futuro dovranno acquistare una casa.
Mi sembra che, una volta tanto, si possa copiare qualcosa di positivo dalla vicina Francia. Poiché ho colto questa intenzione da parte di tutte le forze politiche, mi auguro si possa andare in fretta verso la soluzione del problema.
Grazie ancora all'Assessore Botta per la risposta e per gli interventi svolti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta per una breve replica.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Una breve considerazione in replica all'intervento del Consigliere Angeleri, per dire che l'Assessorato, come abbiamo ricordato ieri ai delegati dell'associazione CONAFI, fornisce, in occasione dei fallimenti di queste imprese, tutta l'assistenza e l'aiuto necessari in sede normalmente, si riuniscono dei tavoli presso le Prefetture e - ripeto - gli uffici dell'Assessorato mettono a disposizione la loro esperienza per arrivare, caso per caso, alla definizione di una soluzione.
Nella giornata di ieri, l'Amministrazione regionale ha altresì assunto l'ulteriore impegno di sensibilizzare i Prefetti, i Presidenti dei Tribunali e i Presidente dei Settori fallimentari, al fine di verificare da un lato, la possibilità di avviare una trattativa più generalizzata, più sistematica con le banche e, dall'altro, la possibilità di chiedere ai Presidenti dei Tribunali e ai Presidenti dei Settori fallimentari affidandoci ovviamente alla buona volontà di questi organi, almeno il rinvio o la sospensione delle aste immobiliari nelle more dell'approvazione delle leggi.



PRESIDENTE

Mi corre l'obbligo di precisare che di questo problema è stato investito, a vario titolo, anche la Presidenza.
Come proponeva anche il Consigliere Angeleri, è opportuno cogliere l'occasione per avviare un'iniziativa nelle direzioni dovute, anche perch effettivamente, esiste una normativa secondo la quale l'acquirente dell'alloggio non è neanche un creditore privilegiato. Questo non va bene: sono privilegiate le imposte, è privilegiato tutto, ma non il soggetto che ha investito il proprio denaro. Il denaro viene sostanzialmente espropriato per essere associato all'asse fallimentare, come una risorsa in positivo dell'asse fallimentare.
Ho visto che anche altre Regioni hanno promosso delle iniziative in questo senso. Allora se l'interrogante - lo dico più in generale al Consiglio - convenisse, si potrebbe chiedere all'Assessore Botta di promuovere, al di là dell'interrogazione, una comparazione delle ipotesi di intervento esistenti in altre Regioni, acquisendo il parere degli interroganti e formulandone eventualmente una nostra nei tempi più brevi possibili, anche come ipotesi di lavoro proposta dalla Presidenza.
L'Assessore conviene.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

So che non avrei diritto ad intervenire nuovamente, ma vorrei far rilevare che c'è stato un disegno di legge di proposta al Parlamento, già inoltrato dalla Giunta regionale, affinché il Parlamento possa prenderne atto, e che c'è una proposta di legge presentata dalla collega D'Onofrio ed altri colleghi, alla quale il sottoscritto aggiunge la propria firma.
Se si riuscisse a lavorare, all'interno della Commissione, con la disponibilità di tutti gli altri colleghi, e far uscire un provvedimento che vada nella direzione, non solo di aiutare in termini di assistenza, ma di prevenire attraverso una legislazione adatta e non faccia altro che copiare quella francese, potremmo aver fatto una bella cosa.



PRESIDENTE

Grazie. Suggerisco, allora, al Presidente della Commissione competente di iscrivere il punto all'o.d.g. della Commissione, in modo da esaminare nella sede giusta, le ipotesi prospettate e l'attività che si può insediare al riguardo.
Prego la dott.ssa Garabello di prendere cortesemente nota di proporre per la prossima convocazione della II Commissione, l'iscrizione del punto all'o.d.g. conseguente alla trattazione dell'interrogazione appena discussa.


Argomento: Consorzi

Sollecito risposta all'interrogazione n. 1166 inerente a "ATR"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente, perché rimanga agli atti e lei se ne faccia carico di informare sul problema di alcune interrogazioni. Una in particolare, che il Capogruppo dei Democratici di Sinistra ha sollevato nella relativa riunione al Presidente Cota, datata 7 dicembre 2001 e riguardante l'ATR.
Questa interrogazione è stata sollecitata più volte da me all'Assessore competente, che, quando c'è, è già terminata l'ora dedicata al sindacato ispettivo e, quando si svolge il sindacato ispettivo, l'Assessore è in congedo.
E' una situazione insostenibile! Evidentemente, se non è sufficiente un comportamento cordiale e collaborativo con l'Assessore competente, vuol dire che funziona meglio un comportamento diverso, com'era fino a qualche mese fa.
Ne prendo atto, perché rimanga agli atti - al di là del bisticcio. Per quanto mi riguarda, si cambierà musica e si tornerà al vecchio spartito.
Rimane, comunque, la sollecitazione rispetto a questa interrogazione datata 7 dicembre 2001.
Mi auguro che, in occasione del prossimo Consiglio, ci sia la risposta altrimenti mi comporterò di conseguenza. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Placido, all'interrogazione n. 1166, presentata dai Consiglieri Placido, Muliere e Riba, sull'ATR, risponde l'Assessore Racchelli. Se l'Assessore Racchelli arriva questa mattina, l'interrogazione è all'o.d.g.; se non dovesse arrivare, chiediamo all'Assessore Racchelli di rispondere nel corso della prima riunione in cui sono iscritte le interrogazioni.



PLACIDO Roberto

Questa sarà la decima o la dodicesima volta che l'interrogazione è regolarmente in elenco. Uso un eufemismo dicendo che mi sento preso in giro; mi auguro che arrivi l'Assessore perché, se non arriva - mi creda lo metterò nelle condizioni di dover rispondere. La ringrazio.



PRESIDENTE

Consigliere Placido, forse possiamo fermarci alla prima parte della sollecitazione, senza la seconda che è un po' più impegnativa! Fra dieci minuti l'Assessore Racchelli dovrebbe essere qui; nella discussione delle interrogazioni, quella da lei richiamata era prevista appena arriva l'Assessore risponderà a tale interrogazione. Grazie.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Risposta scritta all'interpellanza n. 1621 del Consigliere Angeleri inerente a "Mancata erogazione di contributi per gli interventi di edilizia agevolata"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1621 presentata dal Consigliere Angeleri.
Risponde l'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente.
Rispondo all'interpellanza del Consigliere Angeleri inerente a "Mancata erogazione di contributi per gli interventi di edilizia agevolata".
Si tratta di un problema che è andato a soluzione, pertanto, se il Consigliere ritiene, posso fornire risposta scritta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, giustamente l'Assessore suggeriva di consegnarmi la risposta scritta, in quanto il problema sollevato dall'interpellanza è stato, nei giorni immediatamente successivi, risolto. Pertanto, siamo riusciti a portare a casa il risultato.



PRESIDENTE

Va bene.


Argomento: Valutazione impatto ambientale - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 1094 del Consigliere Moriconi inerente a "Bonifica da amianto ed insediamento residenziale nel Comune di Lanzo Torinese"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 1094 presentata dal Consigliere Moriconi.
Rispondono gli Assessori Botta e Cavallera; la presenza di entrambi consente una certa speditezza, nonostante l'impegno di due Assessori.
Prego, Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente. Per quanto riguarda le competenze dell'Assessorato il Consigliere regionale Moriconi ha chiesto di sapere se: la Variante approvata dal Consiglio comunale, in data 25 febbraio 2001 risulta conforme alla vigente normativa la concessione edilizia n. 11/2001, rilasciata senza indicazione delle quote relative alle distanze dei fabbricati esistenti, risulti essere regolare o se viziata nella forma e sostanza.
quale considerazione e valutazione in merito alla sopraelevazione del solaio.
Le due successive questioni evidenziate nell'interrogazione in esame riguardano invece aspetti di tutela della salute e dell'ambiente, alle quali risponderà successivamente l'Assessore Cavallera.
Sulla base dei quesiti posti, è stato verificato che la Variante adottata con deliberazione del Consiglio comunale n. 8 del 25/2/2000 e successivamente approvata con deliberazione n. 24 del 23/6/2000, ai sensi dell'art. 17, comma 7, della legge n. 56/77, e sue successive modifiche e integrazioni, è una Variante urbanistica di tipo parziale di competenza comunale.
Essa ridefinisce in riduzione alcuni parametri dimensionali dell'area residenziale RU2, già sottoposta a PEC dal PRGC vigente, accogliendo le istanze avanzate in tal senso dagli stessi privati proponenti.
In merito ai punti 2) e 3) dell'interrogazione, è stato verificato che la concessione edilizia n. 11/2001 è stata rilasciata per la nuova costruzione di edifici ad uso civile, abitazione e autorimessa negozi fabbricati B e D, nell'ambito del piano esecutivo convenzionato n. 9.
L'intervento edilizio è collocato in area RU, zone di ristrutturazione urbanistica del Piano Regolatore Generale vigente, approvato dalla Regione il 13/6/1985.
Per tale area, la tabella 45 del Piano Regolatore prevede la ristrutturazione urbanistica, previa approvazione dello strumento urbanistico esecutivo definito dall'autorità comunale, mentre per quanto riguarda l'altezza consentita, questa è indicata in metri 16,50, mentre 5 è il numero massimo dei piani fuori terra previsti.
A quanto è stato appena riferito, bisogna aggiungere che con deliberazione del Consiglio comunale n. 51 del 30/9/1998 è stata approvata la modifica alla tabella 45 sopra indicata, sulla base del procedimento previsto dall'art. 17, comma 8, della legge n. 56/77 e sue modifiche e integrazioni, senza peraltro mutare in maniera significativa il quadro normativo che qui interessa.
Per finire, risulta adottata con deliberazione n. 2 del 9/2/2001 e trasmessa alla Regione la revisione di Piano Regolatore Generale, progetto definitivo che classifica l'area in esame come RBR1, residenziale di recupero, aree totalmente edificate, prive di valore storico-ambientale dettando i medesimi valori per le altezze e il numero di piani fuori terra rispetto al PRG vigente.
Per quello che concerne la verifica della concessione edilizia trasmessa, è stato accertato che la scheda di Piano vigente, adottata dell'area in esame, non prescrive un valore delle distanze tra i fabbricati in termini assoluti, cosicché sulla base degli elaborati progettuali agli atti, tavola 1, "Planimetria e conteggi", risulta comunque indicato e verificato il relativo ribaltamento degli edifici in progetto rispetto ai fabbricati esistenti.
Il piano mansardato è ammesso nel computo del numero totale dei piani fuori terra consentiti e anche la superficie e il volume che si sviluppano risultano conteggiati e compresi rispetto ai calcoli della superficie del volume totale, assentiti ed ammessi.
Per completezza, si segnala che l'intervento edilizio risulta autorizzato sotto il profilo paesaggistico-ambientale, con l'autorizzazione comunale in regime di subdelega n. 11/ 2001 S. del 28 marzo 2001 rilasciata ai sensi dell'art. 13 della L.R. n. 20/89, come riportato nell'atto di concessione.



PRESIDENTE

L'assessore Cavallera procede con l'integrazione per la sua parte.
Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Come Assessorato all'ambiente abbiamo la competenza sui punti n. 4) e n. 5) dell'interrogazione.
Per quanto riguarda il punto n. 4), si domandava se l'ARPA, con il settore di competenza, sia stata interessata ad una valutazione in merito all'abbattimento dell'ex fabbrica, se abbia effettuato carotaggi per le ricerche del caso e quali eventuali pareri e relative prescrizioni abbia emesso.
La risposta è la seguente.
La ditta Possio non lavorava amianto, ma effettuava lavorazione di talco tremolitico, ovvero sostanza inquinata da amianto. Durante tale attività esisteva una discarica adiacente allo stabilimento, coltivata fino al 1991, con residui inquinanti da amianto.
Nel maggio 1991, il Corpo delle miniere, dell'allora Ministero dell'Industria, propose l'interramento in loco di tale materiale per una quantità di residui di lavorazione da 1.000 a 5.000 metri cubi. Il materiale fu interrato in un'area di proprietà comunale non interessata dai lavori di demolizione e di costruzione del centro residenziale.
La bonifica dei fabbricati della ditta Possio iniziò nel 1998, sotto il controllo dell'ASL e dell'ARPA - Centro regionale amianto. Nell'ambito della bonifica vennero effettuati carotaggi allo scopo di individuare l'eventuale presenza di materiale contenente amianto. Gli accertamenti diedero esito negativo.
Il Centro regionale amianto dell'ARPA ritiene che, allo stato attuale essendo il materiale contenente amianto interrato in un'area non oggetto di intervento, vi sia una situazione tale da non destare preoccupazione.
I tecnici dell'ASL n. 6 e del Centro regionale amianto hanno, inoltre effettuato prelievi all'interno dell'abitazione di un residente in Via Dei Mulini e dei campionamenti di aerodispersi, in prossimità dell'area interessata, per verificare la presenza di amianto. I risultati delle analisi sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Torino, che sta indagando sull'intera vicenda.
Il punto 5) dell'interrogazione chiedeva: "Quale il piano di prevenzione delle polveri, considerata la natura del materiale in oggetto presentato dalla ditta costruttrice e quali livelli, se misurati, di inquinamento da rumore emessi".
La Società Italresine di Lanzo Torinese, per conto della Società I Molini, presentò al Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (il famoso S.Pre.S.A.L.) nel 1997, un piano di bonifica, ai sensi del D.lgs. n. 277/91, art. 34.
Il piano, opportunamente integrato nel rispetto delle prescrizioni conseguenti all'esito dei sopralluoghi preventivi di ASL e ARPA - Centro regionale amianto, e ai risultati delle analisi dei campioni prelevati in situ, venne approvato.
Successivamente, venne verificata l'attuazione delle procedure contenute nel piano di lavoro.
Ad avvenuta bonifica, furono effettuate ispezioni a cura di ASL ed ARPA, condotte nell'ambito della procedura di restituibilità di ambienti bonificati, così come previsto dal DM n. 6/9/1994.
A seguito dell'esito positivo delle ispezioni vennero eseguiti i lavori di demolizione dei vecchi fabbricati bonificati, con particolare attenzione al controllo dell'emissione di polveri, come riscontrato dagli ispettori dell'ASL 6 durante i reiterati sopralluoghi.
Ai fini della tutela della salute dei lavoratori vennero inoltre effettuati campionamenti di aeriformi per valutare la quantità di aerodispersi presenti.
Non fu invece riscontrato un livello di rumore tale da giustificarne la misurazione.
Tutti gli atti compiuti e la relativa documentazione sono attualmente depositati presso la Procura di Torino, che, come ho detto in precedenza sta svolgendo indagini in merito all'intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ringrazio gli Assessori per le risposte anche se le giudico insufficienti. L'Assessore Botta ha ripetuto l'iter procedurale seguito nelle varie fasi, ma il dubbio che rimane, a coloro che hanno sollevato il problema di questa vicenda, è che l'Ente Regione dovrebbe configurarsi anche come Ente di controllo, un Ente che vada a verificare, non solo la congruità degli atti, ma anche la situazione reale su cui si interviene.
Alcuni cittadini di Lanzo hanno segnalato, in particolare, come, con la revisione effettuata nell'ambito dei Piani Regolatori, questi edifici anziché essere ristrutturati, sono stati totalmente stravolti, facendo perdere alla città di Lanzo il suo aspetto caratteristico.
Il problema sollevato dai cittadini è proprio questo. E' chiaro che il Comune ha seguito una serie di procedure per arrivare a questo punto, ma quello che si chiede è il motivo per cui si è giunti a questo punto e com'è possibile che su queste decisioni non ci sia alcun Ente sovraordinato che tragga linee di confine capaci di salvaguardare le opere che, secondo chi ha sollecitato questa interrogazione, meritano di essere maggiormente tutelate.
Per quanto riguarda l'aspetto ambientale, nella risposta dell'Assessore Cavallera si fa ben presente che il problema di base è il controllo delle polveri. Come sovente accade, quando furono eseguiti i controlli, le norme di prevenzione erano ben rispettate, ma alcuni abitanti del luogo riferiscono che non sempre è così e che durante i lavori si sono verificate dispersioni di materiali pericolosi per la salute. Questo ci riporta nuovamente al problema di come gestire le partite nel campo dei controlli.
Il problema è stato evidenziato anche da chi doveva effettuare i controlli, però non credo che vi sia stata la dovuta correttezza nella gestione della questione.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Risposta scritta all'interpellanza n. 1240 inerente a "Determine dirigenziali 307-308-309 emanate dalla Direzione 32 - Promozioni attività culturali - Istruzione e spettacolo - Richiesta di sospensione dell'esecutività e loro revoca"


PRESIDENTE

Comunico che all'interpellanza n. 1240, presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea, verrà trasmessa risposta scritta da parte dell'Assessore Leo per intervenuto accordo in tal senso tra gli interpellanti e l'Assessore.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1656 del Consigliere Giordano inerente a "Rincari per le mense scolastiche". Interrogazione n. 1700 del Consigliere Giordano inerente a "Ancora sfruttamento nei night club" (rinvio)


PRESIDENTE

Comunico che l'interpellanza n. 1700, presentata dal Consigliere Giordano, non può essere svolta per l'assenza giustificata del Consigliere stesso.
Comunico inoltre che l'interpellanza n. 1656, presentata dal Consigliere Giordano, alla quale l'Assessore Leo è pronto a rispondere, va ugualmente rinviata per la necessaria presenza del collega oggi in congedo.


Argomento: Consorzi

Interrogazione n. 1166 dei Consiglieri Placido, Muliere e Riba inerente a "ATR"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1166, presentata dai Consiglieri Placido, Muliere e Riba.
Risponde l'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

L'ATR si configura come organismo autonomo rispetto alle strutture regionali, ma è pur sempre riconducibile alla responsabilità dell'Ente che esercita i relativi poteri di indirizzo, controllo e vigilanza.
L'autonomia, che si estrinseca nell'attribuzione della personalità giuridica, è dovuta principalmente alla possibilità di intrattenere rapporti con le altre Amministrazioni. Sostanzialmente, l'ATR può essere considerata come il braccio operativo della Regione.
La Regione esercita, ai sensi della legge istitutiva, poteri di indirizzo e coordinamento, nonché funzioni di controllo e vigilanza. Dette funzioni, in assenza di diverse specifiche disposizioni, sono riconducibili all'esecutivo regionale, in quanto organo investito della più generale funzione di nomina, indirizzo e controllo ai sensi dell'art. 17 della L.R.
n. 51/97, e non invece alla Struttura regionale competente in materia di turismo.
Si ritiene pertanto che l'individuazione del Responsabile della competente struttura regionale, quale rappresentante regionale in seno all'ATR, salvaguardi comunque l'esigenza di tenere distinta la partecipazione dell'Ente nell'Agenzia dall'attività di vigilanza e controllo sulla medesima, funzione che, come sopra osservato, è riservata alla Giunta regionale.
Si informa inoltre che, come risulta dalla comunicazione del 27 febbraio 2002, prot. n. 1095, pervenuta dall'ATR, il Responsabile del Settore Organizzazione Turistica della Direzione Turismo Sport Parchi ha rassegnato in data 1 febbraio 2002 le proprie dimissioni da componente del Consiglio direttivo del Consorzio.
Per quanto riguarda lo Statuto dell'ATR e le successive modifiche, la L.R. n. 75/96 non ne prevede esplicitamente l'approvazione da parte della Regione. L'art. 8 stabilisce infatti che il Consiglio regionale deliberi l'adesione al Consorzio previa verifica che lo Statuto stesso preveda norme che garantiscano la partecipazione maggioritaria degli Enti pubblici. Tale adesione è stata deliberata con provvedimento consiliare n. 387-CR8951 del 18 giugno 1997.
Successivamente, lo Statuto è stato modificato nel settembre 1998 (artt. 3, 4, 11, 13, 14, 15, 16, 17, 22, 23 e 29) con il consenso implicito della Regione; infatti, la deliberazione della Giunta regionale n. 35-25461 del 15 settembre 1998 nell'autorizzare l'Assessore al turismo a partecipare all'Assemblea dei consorziati dell'ATR, dichiara condivisibili le proposte di modifica dello Statuto all'ordine del giorno dell'Assemblea stessa e sottolinea come le proposte non modifichino i presupposti in base ai quali era stato costituito il Consorzio e ne era stata approvata la partecipazione da parte del Consiglio regionale.
Infine, per quanto riguarda le modifiche approvate nel marzo 2001 queste sono state proposte dalla Regione, come risulta dalla DGR n. 50-2352 del 26 febbraio 2001, che proprio a quello scopo ha chiesto la convocazione dell'Assemblea del Consorzio ATR. Tali proposte sono state approvate dall'Assemblea nella sua seduta straordinaria del 19 marzo 2001.
Qui, probabilmente, manca un passaggio, ma ne avevamo già discusso. Ora lo voglio ricordare. Assolutamente, non è stato inserito nello Statuto dell'ATR quel famoso passaggio che era stato ipotizzato sull'attività dell'ATR stessa rispetto al famoso progetto del revisore, per cui era stato stralciato ed era stato tolto dalle modifiche fatte all'ATR. Non è scritto qui, ma, forse, lo avevamo già detto.
Comunque, riconfermo che non era stata inserita quella modifica perch di fatto, quella situazione era stata riportata in Consiglio, per cui non era stata reputata una modifica funzionale all'attività dell'ATR.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Ringrazio l'Assessore che, con grande velocità, ha colto il cordiale invito che gli ho rivolto alcuni minuti fa e chiedo gentilmente di avere copia della risposta.
Pongo un problema: vorrei sapere se la persona che ha dato le dimissioni - stavo prendendo un appunto - è la stessa che indicavamo nell'interrogazione, che, per un certo periodo di tempo, ha svolto o, se non è così, vuol dire che sta svolgendo, contemporaneamente il ruolo di controllore e controllato. Nel momento in cui l'ATR, come l'Assessore sa riceve i contributi dall'Assessorato al turismo, la struttura che concede i contributi è anche preposta al controllo dell'utilizzo degli stessi contributi. Nel momento in cui la stessa persona che concede i contributi è la medesima che poi li utilizza, è evidente che noi siamo di fronte ad un chiaro esempio di controllore e controllato. Nel senso che io, Roberto Placido, sono responsabile della struttura che dà i contributi ad un'altra realtà e, poi, sono sempre io, con un altro cappello, che li utilizzo.
Oggettivamente, diventa un problema e su questo chiederei gentilmente all'Assessore un supplemento di risposta, per capire se esiste ancora questa situazione o se si tratta della persona che ha dato le dimissioni.
Nel contempo, rimane il problema di capire se è intenzione da parte dell'Assessore di portare o meno in discussione in Consiglio regionale le modifiche dello Statuto dell'ATR.
Inoltre, chiedo se l'ATR si muove nell'ambito di quanto previsto nella L.R. n. 75/96.
Queste erano le domande specifiche che ponevamo; io presumo che gli Uffici e l'Assessore abbiamo letto tutte le considerazioni e le verifiche che venivano esplicitate nel lontano 3 dicembre 2001 in questa interrogazione.
Alla fine, i quesiti sono relativi allo Statuto dell'ATR, se si porta in Consiglio regionale; se l'ATR stessa si muove nell'ambito della L.R. n.
75/96 e se è stata rimossa. L'Assessore mi dice di sì, quindi vuol dire che era la persona in questione.
Però, Assessore, sottolineo che, dipendente dalla sua responsabilità per alcuni mesi c'è stata una situazione imbarazzante, perché la stessa persona svolgeva il ruolo di controllore e controllato. Non penso che ci siano - me lo auguro - le condizioni per verificare l'operato di quel periodo con tutte le decisioni che sono state assunte sia in Assessorato sia in ATR.
Assessore, la ringrazio anticipatamente se vorrà dare un supplemento di risposta ai due quesiti e se mi farà avere la risposta scritta.


Argomento: Varie

Saluto agli studenti e insegnanti delle Scuole elementari di Valfenera (AT)


PRESIDENTE

Desidero porgere il benvenuto agli studenti e agli insegnanti delle Scuole elementari di Valfenera (AT), che assistono ad una parte dei nostri lavori.


Argomento: Consorzi

Interrogazione n. 1166 dei Consiglieri Placido, Muliere e Riba inerente a "ATR" (seguito)


PRESIDENTE

In merito all'interrogazione n. 1166, ha ancora la parola l'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Quello che mi è stato posto come domanda ha una risposta affermativa nel senso che la persona, quando è stata nominata Direttore della Direzione Sport - Turismo, ha immediatamente presentato le dimissioni dall'ATR.
Quella presenza era stata indicata dal settore regionale competente ed era compatibile rispetto alle attività di vigilanza e controllo. Infatti prima della nomina era stato richiesto un confronto.
Sottolineo, inoltre, che questo non è determinante, in quanto il Consiglio di amministrazione era composto da tre membri e lui era un componente.
Adesso, comunque, la situazione è tranquilla, nel senso che questa persona non fa più parte del Consiglio di amministrazione.
L'altra domanda posta si riferiva alle modifiche dell'ATR.
Tali modifiche sono state valutate non significative rispetto alla finalità dell'ATR stessa, ma molto marginali. Per questo motivo, non sono state portate in Consiglio, in quanto non facenti parte di una valutazione di sua competenza.
Se, per esempio, si andasse a modificare nell'ATR la quota maggioritaria, o i cardini della presenza ATR o della Regione nell'ATR allora sarebbe necessaria la discussione in Consiglio per avere, ai sensi della L.R. n. 95/97, il parere del Consiglio.
Mi creda, Consigliere Placido, le modifiche erano veramente molto insignificanti, erano di dettaglio e non di merito.



PRESIDENTE

Consideriamo chiuso l'esame delle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", aggiungo quanto segue:


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Cavallera


PRESIDENTE

Comunico che per la seduta odierna le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, con delega a sostituire il Presidente della Giunta regionale, sono temporaneamente attribuite all'Assessore Cavallera.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 224: "Norme per la gestione dei rifiuti"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo riprendere l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 224, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Eravamo arrivati alla votazione dell'art. 12, quindi proseguiamo con l'art. 13.
ART. 13 13.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Suino, Muliere e Manica: al termine del comma 1 dell'art. 13 sono aggiunte le seguenti parole: "I Consorzi di bacino, tenuto conto delle diverse realtà territoriali possono organizzare il servizio di raccolta in base a criteri di tutela ambientale, efficacia, efficienza ed economicità, in modo tale da assicurare a livello di bacino il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata di cui all'art. 24 del D.lgs. n. 22/97 e del Piano regionale".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

E' un emendamento condivisibile perché va nel senso di una corretta programmazione degli obiettivi di raccolta differenziata a livello di bacino.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 13.1).
Il Consiglio approva.
13.2) Emendamento presentato dalla Giunta, a firma dell''Assessore Cavallera: all'art. 13, comma 5, sostituire la parola "regionale" con le parole "dell'ambito territoriale ottimale".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Intervengo anche in ordine all'emendamento successivo, primo firmatario il Consigliere Muliere, dove si chiede di considerare positivamente il caso di quei Comuni che producono una quantità di rifiuti sotto la media.
E' chiaro che ci sono zone, soprattutto le zone rurali, in cui la quantità di rifiuti prodotta è inferiore alla media. In quei casi è più difficile raggiungere la percentuale di raccolta differenziata perché vi è già una prevenzione a monte. Sarebbe la soluzione ideale su tutto il fronte generale.
Ritirerei il mio emendamento e lo sostituirei con un altro emendamento che tiene conto di questa situazione.
Si conferma come osservazione l'ambito territoriale ottimale, che è la Provincia, per quanto riguarda la media, e si tiene conto che la percentuale di raccolta differenziata può essere raggiunta direttamente oppure anche mediante una produzione alla fonte in percentuale, tanto da fare il 35%, per quanto riguarda la riduzione che il Comune pratica alla fonte.



PRESIDENTE

Procediamo alla distribuzione dell'emendamento presentato dall'Assessore. Tale emendamento propone di sostituire sia il suo emendamento, sia quello successivo, il cui testo recita: 13.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Suino e Ronzani: al termine del comma 5 dell'art. 13, sono aggiunte le seguenti parole: "..., nel caso in cui la somma della percentuale di riduzione rispetto alla produzione media regionale e la percentuale relativa alla raccolta differenziata raggiunga il 35%".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Nel nuovo emendamento presentato adesso ritroviamo la questione importante e corretta relativa all'ambito territoriale ottimale, e ritroviamo anche la preoccupazione che avevamo manifestato relativamente al 35%.
Quindi, ritiriamo il nostro emendamento e chiediamo di sottoscrivere l'emendamento presentato ora dall'Assessore.



PRESIDENTE

Quindi, gli emendamenti presentati rispettivamente dall'Assessore (n.
13.2) e dal Gruppo DS (n. 13.3) sono ritirati e sostituiti dal seguente emendamento, integrato con le firme dei proponenti dell'emendamento ritirato.
13.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Suino, Ronzani e Cavallera: sostituire il comma 5 con il seguente: "Nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata da parte di Comuni, non si applica la sanzione amministrativa di cui all'art. 17, comma 2, qualora la somma tra la percentuale di riduzione della produzione di rifiuti rispetto alla media pro capite di Ambito territoriale ottimale e la percentuale relativa alla raccolta differenziata raggiunga il 35%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indico la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 13 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 14 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 15 15.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Muliere, Manica Placido, Moriconi e Contu: al comma 1 dell'art. 15, le parole "ad esclusione dei rifiuti assimilati agli urbani" sono abrogate.
15.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Muliere, Manica Placido, Moriconi e Contu: la lettera c) del comma 3 dell'art. 15 è abrogata.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Per quanto riguarda l'emendamento al comma 1 dell'art. 15 non lo accogliamo, in quanto preferiamo che rimanga chiaro che ci sono due canali: rifiuti urbani e rifiuti speciali. Nel momento in cui i rifiuti vengono assimilati agli urbani seguono il canale degli urbani.
Inoltre, vi è l'emendamento alla lettera c) del comma 3. Non condividiamo l'abrogazione di questo comma perché, tra l'altro, è prevista da un decreto ministeriale nazionale la possibilità di incenerire i rifiuti sanitari qualora sterilizzati.
A questo punto, forse può aver tratto in inganno l'inciso che abbiamo inserito alla lettera c), dove si dice: "I rifiuti sanitari sterilizzati qualora non siano assimilati ai rifiuti urbani, ai sensi dell'art. 2, comma 1, lettera g), punto 8) del citato decreto ministeriale".
Questo inciso forse è fuorviante. Quindi, proponiamo di toglierlo, in modo che rimanga chiaro che i rifiuti sanitari sterilizzati possono essere inceneriti negli inceneritori con caricamento normale. Per quanto riguarda i rifiuti non sterilizzati, questi devono andare ad un caricamento nell'inceneritore speciale dedicato, perché ovviamente il grado di pericolosità è diverso.
Per cui, per concludere, "no" all'emendamento al comma 1 e "no" all'emendamento al comma 3, lettera c), però si coglie l'occasione per presentare un emendamento da parte nostra per poter chiarire meglio qual è la casistica a cui ci vogliamo riferire. Riteniamo che questo forse pu aver tratto in inganno i colleghi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Ci pare che il risultato del lavoro di emendamento da parte nostra e di attenzione da parte dei tecnici dell'Assessorato porti ad un buon risultato, anche se nel comma c) c'era la preoccupazione legata a quell'inciso, perché lei, Assessore, di fatto, lo ha presentato come un inciso: "qualora non siano assimilati ai rifiuti urbani, ai sensi dell'art.
2 del decreto ministeriale...". Questo era il problema.
Rimane però il passaggio sulla frase "non dotati di appropriato sistema di alimentazione per rifiuti sanitari a rischio infettivo". Questo aspetto ci crea delle perplessità, perché stiamo parlando dei rifiuti sanitari sterilizzati. Mantenendo la dicitura com'è formulata, noi di fatto diciamo che, anche se non sono dotati dell'appropriato sistema di alimentazione per sanitari a rischio infettivo, vengono inceneriti.
Al riguardo, faccia un supplemento di informazione, se il Presidente è d'accordo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La legge nazionale prevede, nel caso ci si trovi di fronte a rifiuti sanitari non sterilizzati, che si debba ricorrere ad un sistema di caricamento speciale, adatto a questa condizione. Nel momento in cui i rifiuti sanitari sono sterilizzati - e la sterilizzazione è un'operazione che segue determinati canoni, è prevista proprio da precise normative ambientali e soprattutto sanitarie - in questo caso perdono la loro pericolosità e devono sempre essere inceneriti; non possono andare in discarica ma, attraverso procedure di caricamento, nell'inceneritore normale. Questo è quanto prevede la legge nazionale.
Noi abbiamo inteso consolidare la situazione non per i rifiuti non sterilizzati, per i quali esiste una precisa norma nazionale, ma - ecco perché togliamo l'inciso - per tutti gli altri rifiuti sterilizzati che vanno negli inceneritori presenti nella nostra Regione attraverso le procedure di caricamento ordinarie, perché così è consentito da una legge nazionale.



PRESIDENTE

La parola ancora alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Solo per comunicarle, Presidente, che ritiriamo i nostri due emendamenti e chiediamo di aggiungere le firme all'emendamento test presentato in aula dall'Assessore.



PRESIDENTE

D'accordo. Sono ritirati gli emendamenti n. 15.1) e n. 15.2) e sostituiti con l'emendamento presentato dall'Assessore Cavallera, al quale vengono aggiunte le firme dei proponenti gli emendamenti ritirati.
15.3) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera e dai Consiglieri Suino, Muliere, Manica, Placido, Moriconi e Contu: al comma 3, lettera c), eliminare le parole "qualora non siano assimilati ai rifiuti urbani, ai sensi dell'art. 2, comma 1, lettera g), punto 8), del citato DM n. 219/2000".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 15 come emendato.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale. Di conseguenza sospendo la seduta per trenta minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 11.46 riprende alle ore 12.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco nuovamente la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 15 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 16 16.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Suino, Placido Ronzani e Muliere: l'art. 16 è abrogato.
In merito all'art. 16, chiede la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Tra i vari passaggi rilevanti di questo provvedimento, uno credo sia quello relativo ai contributi a favore delle Province e dei Comuni coinvolti dall'ubicazione di impianti tecnologici o comunque impianti della filiera del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti.
E' una vicenda molto vecchia e culturalmente potremmo anche fare riferimento ad altre questioni; è il meccanismo premiale che si dà agli amministratori locali affinché, accettando di ubicare un impianto nel proprio territorio, con questi premi possono costruire una strada, una piscina, provvedere all'abbellimento di una piazza, ecc., che è uno dei più gravi elementi diseducativi. L'avevamo visto quando c'era stata la scelta di Trino 2 come sito di costruzione della centrale termoelettrica; lì vi era un meccanismo di negoziazione certamente più indeterminato e complesso ma uno degli argomenti forti è che in qualche modo il Comune che avrebbe dovuto sostenere il carico ambientale di quel grande impianto aveva dei premi enormi.
Noi dobbiamo fare una scelta ottimale di localizzazione non perch troviamo un amministratore sviluppista che pensa che con i quattrini che può ricavare dal fatto che gli piazzano un inceneritore sul suo territorio potrà fare un sacco di altre cose alternative; noi dobbiamo riuscire a trovare delle ubicazioni che siano un corretto rapporto con il territorio e valide di per sé.
Nella vicenda delle centrali elettriche si trova la compiacenza di un'Amministrazione e la scelta del territorio non è quella ottimale, ma è in base agli interessi o ad una logica di una certa Amministrazione.
Pertanto, chiederei all'Assessore - a questo proposito, ho presentato degli emendamenti che attenuano le convenienze - di evitare in qualche modo di rompere, se non in modo assoluto, ma certamente di attenuare, questo meccanismo premiale sulle Amministrazioni locali, per permettere invece che avanzi una procedura che oggettivizzi la scelta ottimale di campo.
A me sembra penoso; sarebbe un po' come tornare alla vecchia logica della monetizzazione del rischio: lavoratore, non trasformiamo il tuo posto di lavoro e lo rendiamo adeguato, ma ti diamo dei quattrini, così ti puoi comprare un televisore o un'apparecchiatura elettronica e sei contento; ti si inquinano e ti si minano le tue condizioni di salute, ma ti diamo dei quattrini. Qui succede un po' così, perché o gli impianti sono adeguati e non creano problemi, oppure gli impianti sono a forte degrado della qualità della vita e quindi si dà un premio che, a mio parere, è scorretto, perch occorre riuscire ad avere delle tecnologie piccole e adeguate in termini di rilasci esterni.
Per questo motivo, ho presentato un emendamento su questo punto che mi sembra importante e sarebbe anche importante conoscere la posizione dell'Assessore. Occorre disinnescare il meccanismo premiale sulle Amministrazioni pubbliche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Devo dire che l'argomento è particolarmente interessante, in quanto i Comuni staranno a guardare che cosa succede in questo campo, peseranno le posizioni assunte, perché è indubbio che, con le ristrettezze che attualmente le Amministrazioni locali affrontano rappresenta un miraggio o un obiettivo la possibilità di accedere a una forma di finanziamento.
Condivido totalmente le parole del Consigliere Tapparo. Sovente sentiamo parlare di compensazioni, nel senso che facciamo delle scelte e poi, compensiamo in qualche modo. Ritengo che il principio che sostiene la parola compensazione sia sbagliato. Se una tecnologia, un impianto, una scelta produttiva crea dei problemi, non ci possono essere compensazioni economiche che giustifichino o che ribaltino i giudizi negativi rendendo possibile la sua realizzazione. Se una scelta ha delle problematiche negative non deve essere fatta.
Se la scelta assunta non provoca problematiche negative, non si capisce per quale motivo si devono dare delle compensazioni economiche. E' questo il dubbio che rimane. In fondo, la compensazione diventa di fatto l'ammissione che la tecnologia, l'impresa, l'industria, l'infrastruttura che si propone non è una soluzione del tutto pulita, non è una costruzione scevra da pericoli.
Se gli inceneritori non provocano problemi di salute per quanto riguarda le emissioni non c'è bisogno di incentivare i Comuni a riceverli sul loro territorio, tanto più che dei vantaggi intriseci potrebbero derivare dalle possibilità di lavoro. E' molto difficile da accettare teoricamente l'idea della compensazione.
Teniamo presente che questo va direttamente ad inserirsi nel discorso che talvolta facciamo quando in sanità parliamo di prevenzione. Se facciamo delle scelte che, comunque, potrebbero apportare ricadute negative per la salute dei cittadini, in questo caso, facciamo un discorso doppiamente negativo, perché offriamo delle compensazioni, degli incentivi per attivare delle attività che potrebbero generare dei problemi alla salute, quindi dobbiamo sapere che ogni incentivo che diamo potrebbe provocare nel futuro la necessità di interventi per correggere i danni alla salute dei cittadini che sono sottoposti a tali pericoli.
Anche se può sembrare molto dura come posizione, se non è possibile partire dall'idea di abolire gli incentivi, in ogni caso occorre una moderazione per non farli diventare il motivo principale per il quale l'inceneritore viene collocato in un luogo piuttosto che in un altro. Se gli inceneritori sono scevri da pericoli e se vogliamo dare degli incentivi diamoli in modo che giustifichino reali problemi che il territorio viene a subire: pensiamo all'aumento del traffico (camion e mezzi pesanti). Se vogliamo dare degli incentivi teniamo presente questo aspetto ben preciso e non facciamo diventare questo incentivo la molla che alla fine farà scegliere la localizzazione dell'inceneritore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Noi avevamo presentato un emendamento abrogativo di questo articolo, un po' sulla falsariga dei ragionamenti che in parte i colleghi della minoranza hanno espresso, dopodiché comunichiamo che ritiriamo l'emendamento abrogativo che, tra l'altro, si ritrova temporalmente in un contesto di maggiore preoccupazione.
Siamo, praticamente, al giorno dopo di una Finanziaria che penalizza tantissimo i Comuni e, in particolare, i piccoli Comuni e, quindi, si aprono nuovi scenari di grande difficoltà per le Amministrazioni locali. A maggior ragione, la nostra politica e le nostre leggi devono prevedere dei sistemi che, in qualche modo, possano aiutare, gratificare o rendere meno pesante il danno che i territori vengono a subire.
Le teorie alle quali facevano riferimento i colleghi Tapparo e Moriconi sono, in linea di principio, assolutamente condivisibili. Devo dire che però, ci ritroviamo in una situazione dove è anche giusto andare ad una negoziazione. L'importante è che questa negoziazione sia trasparente quindi avvenga in modo lineare e aperto nei confronti dei cittadini e che non sia la motivazione che induce ad ottenere un determinato impianto.
Noi siamo consapevoli delle enormi difficoltà che si incontrano nei Comuni, nei territori là dove bisogna andare a proporre impianti complessi pesanti come quelli che si stanno cercando di sistemare. Pensiamo alla vicenda dell'inceneritore per l'area torinese e pensiamo a zone, terreni e aree che devono essere destinate ai rifiuti, alle discariche. Sorgono comitati da tutte le parti, sorgono reazioni campanilistiche in alcuni casi, ma nella stragrande maggioranza anche di preoccupazione.
Dal nostro punto di vista, l'articolo così com'è non ci soddisfa, ma apre la possibilità al fatto che ci sia, in qualche modo, un sistema premiante e incentivante, affinché venga riconosciuto lo sforzo, il sacrificio di un territorio che accoglie e assume. Di conseguenza, in questo momento riteniamo corretto ritirare l'emendamento che proponeva l'abrogazione e sostenere quanto disciplinato all'art. 16.
Certo, non deve essere sviluppista e non deve essere il motivo che fa scatenare una determinata azione da parte dei Comuni. Deve essere, invece premiante, deve essere incentivante, trasparente, non deve essere la molla che fa in qualche modo scattare l'operazione, e deve essere riconosciuto perché in questo momento abbiamo bisogno che i Comuni si rendano disponibili e venga riconosciuto loro il servizio e lo sforzo che affrontano nell'accettare determinate scelte e nell'accettare determinati impianti, a maggior ragione - ripeto - il giorno dopo una pesantissima Finanziaria che non va assolutamente incontro ai cittadini e ai Comuni.
Quindi, ritiriamo l'emendamento n. 16.1).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cantore.



CANTORE Daniele

Devo dire che mi riconosco nell'intervento della collega Suino. Mi pare che gli interventi dei colleghi Moriconi e Tapparo, condivisibili su un piano teorico, siano abbastanza distanti - se permettete - dalla realtà.
Caro collega Moriconi, incentivi o non incentivi, temo che questo termovalorizzatore, sia per chi ne è favorevole, che per chi ne è contrario, probabilmente avrà un parto molto lungo. Non credo, quindi, che siano gli incentivi previsti in questa legge che possano permettere l'individuazione di un sito che non è ancora stato individuato.
Mi pare che l'approccio sia sbagliato. Ritengo che tali contributi debbano essere intesi come contributi di disturbo nei confronti delle Amministrazioni comunali. Peraltro, al comma 5 dell'articolo si parla anche della possibilità di estendere questi contributi ai Comuni limitrofi per quanto riguarda il passaggio di veicoli da trasporto. Quindi, è da intendere, se non erro, come ha già sottolineato la collega Suino, come un'indennità al disturbo che la comunità piemontese dà a questi Comuni che ospiteranno discariche o impianti di trattamento dei rifiuti .
Peraltro, si tratta di tema estremamente caldo: si vorrebbe la discarica o l'impianto sempre nel paese limitrofo. E' forse essere concreti pensare che i Comuni che accettano la sede di un impianto possano essere indennizzati per il disturbo che viene arrecato con tale impianto.
Io non farei discorsi diversi, nel senso che non mi pare che ci sia un'incentivazione a costruire degli impianti che non siano a norma o che non garantiscano l'ambiente o la salute. Questo è un altro campo che deve essere verificato e sul quale dobbiamo prestare la massima attenzione.
Qui si tratta di contributi da dare ai Comuni disturbati. Mi pare fuori dalla realtà voler confondere i due piani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Intervengo brevemente a sostegno delle tesi espresse dalla collega Suino e per introdurre semplicemente delle considerazioni di principio.
La cosiddetta "Sindrome NIMBY" (Not in my backyard), cioè "i rifiuti dappertutto, ma non nel mio cortile", è uno dei casi più studiati dalla politologia moderna, e riguarda esattamente le modalità di assunzione delle decisioni politiche complesse e controverse come quelle che riguardano, in questo caso, la materia dei rifiuti.
Naturalmente, non è affatto vero che le posizioni e gli atteggiamenti neocontrattualistici sono alternativi alla capacità del decisore di offrire una serie di garanzie su piani diversi, che sono quelli della soluzione tecnica più avanzata e delle procedure più trasparenti di comunicazione, ma è riconosciuto dalle teorie democratiche più avanzate che non esiste altra forma che quella del cosiddetto "neocontrattualismo", cioè di negoziati espliciti e trasparenti, nei quali si scambiano non favori, ma beni socialmente riconoscibili, come forma che contribuisca alla soluzione di queste decisioni complesse, ammesso che, in questa materia, si voglia pensare a decisioni che vengono assunte ricercando il consenso delle istituzioni e delle popolazioni interessate. Perché naturalmente ci sarebbe un'altra soluzione, che è quella di chi pretende di individuare dal di fuori, astrattamente, la soluzione più giusta, e poi di mandare i Carabinieri ad applicarla.
Se su materie così controverse si vogliono ricercare quegli elementi di consenso e si vuole costruire un metodo di partecipazione neocontrattuale di uno scambio trasparente, tutto ciò non è affatto in contraddizione con il fatto che si scelgano le soluzioni tecnicamente più avanzate.
C'è un altro principio che ritengo debba essere affermato in queste situazioni: quando si affrontano decisioni così delicate come quelle che riguardano i rifiuti, bisogna escludere un approccio orientato a principi di risparmio sulle tecnologie e sui mezzi. Questo è un altro dei principi.
Il risparmio va fatto su altri elementi.
Vanno messe a disposizione di queste soluzioni e decisioni difficili le tecnologie e le soluzioni più avanzate, anche se i loro costi sono alti.
Questo è uno dei modi con il quale la comunità ripaga la sua parte.
Alla comunità si richiede indubbiamente un sacrificio, anche quando le soluzioni tecniche sono tali da garantire sicurezza e da non provocare rischi, perché comunque, per una serie di ragioni, avere i rifiuti vicino a casa propria è un elemento che pesa anche quando le soluzioni sono le migliori disponibili, possibili e immaginabili.
Lo dico perché questo punto fa parte, a mio giudizio, di una metodologia avanzata. Non siamo su un piano deteriore di scambio, ma siamo sul piano della ricerca di soluzioni più avanzate. E così si cerca di muoversi, con tutte le difficoltà che questo comporta, per trovare delle decisioni.
Questo a sostegno delle argomentazioni che già dal nostro Gruppo erano venute.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Io avrei volentieri sostenuto l'emendamento che è stato ritirato. Per lo stesso motivo, voterò contro l'articolo (su altri articoli mi sono astenuto).
Credo che il problema esista e stia abbastanza nei termini in cui li ha illustrati il Consigliere Tapparo.
E' evidente che tutto può essere contrattato: abbiamo contrattato la salute. E' stata una strada perseguita e che si può tornare a perseguire.
Quindi, non sta al di fuori delle logiche. E' una delle strade che si possono adottare.
Penso, però, che sia una strada molto pericolosa. Laddove queste strade vengono intraprese (ad esempio, quando si tratta della salute all'interno dei luoghi di lavoro), le conseguenze sono nefaste: si verifica un abbassamento sistematico dell'attenzione e un aumento dell'esposizione al rischio, che poi viene compensata in modo monetario.
Tutto ciò è fatto in trasparenza, con conoscenza e coscienza dei fattori. Però l'effetto concreto è questo, anche perché alla lunga è la strada più economica, più comoda e, in qualche modo, più razionale. Non è che le altre strade eliminano in assoluto il rischio, perché il rischio nei luoghi di lavoro sussiste, non viene eliminato totalmente. C'è, a mio avviso, una maggiore coscienza del rischio e non si trova una soluzione comoda per aggirare il problema.
Nel caso specifico, non ci si può limitare all'ultimo pezzo, cioè dove si vanno a collocare gli impianti, pertanto, sapendo che arrecano non solo danno, ma sicuramente un consistente disturbo, viene premiato chi li accetta.
Se vengono premiati, un motivo c'è; se diamo loro un premio perch accettano, un motivo c'è e quel motivo ha a che fare con la salute dei cittadini e del territorio, che non è secondario, ma è strettamente collegato.
Si interviene - dicevo - sull'ultima parte, cioè nel momento in cui si deve decidere di costruire l'impianto.
Chi si oppone ad un appoggio di questo genere collega quest'ultimo pezzo all'insieme di una politica che non ha avuto il coraggio di assumere scelte molto più radicali, e magari anche costose (come in questo caso) per ridurre la quantità di rifiuti.
Possiamo fare un elenco immenso di possibilità: per legge, si dovrebbe intervenire per ridurre la produzione di quei prodotti che generano un'enorme quantità di rifiuti. Pensiamo a tutto quello che compriamo al supermercato: dovremmo avere il coraggio di intervenire dicendo che quel "rifiuto" non va prodotto e non solo che costa di più.
Sappiamo che questo crea un danno alla comunità e il mercato o la libertà non c'entrano con tutto questo; è il non avere coscienza fino in fondo del problema rifiuto, del problema che crea la gestione e lo smaltimento dei rifiuti che è determinante.
L'opposizione, pertanto, valuta anche questo aspetto di fondo: il non coraggio di adottare misure più drastiche e, alla fine, l'arrivare a queste soluzioni che hanno la stessa logica.
Non avendo avuto quel coraggio e dovendo accettare il rifiuto, si monetizza chi si accolla il problema. In questo modo, però, si finisce con il rendere interessante il fatto che su un territorio ci sia un impianto che sappiamo non avere quelle caratteristiche di interesse vero.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiuso il dibattito generale sull'art. 16.
Ha ora la parola l'Assessore Cavallera per un parere della Giunta su tutti gli emendamenti.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente. Intervenendo sugli emendamenti, vorrei fare qualche breve considerazione.
Ci troviamo in un sistema nel quale la possibilità che il singolo Comune proceda solamente con il miraggio di ricevere qualche corrispettivo per chilogrammo di rifiuto smaltito o trattato nel suo territorio è veramente un'ipotesi remota.
Il nostro ordinamento prevede una pianificazione e una contrapposizione istituzionale tra il soggetto che autorizza e controlla - la Provincia - e il soggetto Comune, che sul proprio territorio vede la localizzazione, o per scelta del Consorzio intercomunale o per proposta, trattandosi di rifiuti industriali, di colui che propone l'impianto.
Proprio per evitare queste situazioni, a livello generale, sono state introdotte, per disposizione dell'Unione Europea, quindi con regolamenti comunitari, tutte le procedure di VIA.
Per quanto potevamo, anche dal punto di vista della certezza che alle proposte di costruzione e gestione corrispondessero effettivi comportamenti gestionali, corretti dal punto di vista ambientale, abbiamo introdotto la fideiussione identica, sia che si tratti di impianti di tipo industriale sia che si tratti di discariche o impianti gestiti da Enti pubblici.
Abbiamo visto, infatti, che, alla fine, i problemi non hanno un marchio particolare; se vengono creati, è giusto che l'Ente pubblico abbia in mano le risorse fideiussorie per poterli fronteggiare qualora il soggetto obbligato non dovesse procedere motu proprio.
Pertanto, il fatto che gli impianti vengano costruiti a norma è fuori discussione.
Per quanto riguarda, ad esempio, le discariche per rifiuti speciali abbiamo chiesto che anche le cosiddette "discariche 2B", utilizzate per rifiuti speciali non tossico-nocivi, com'erano classificate prima, siano costruite con tutti i requisiti previsti per le discariche "2C".
A volte, pensare male è peccato - come diceva qualcuno - ma non ci si sbaglia.
A questo punto, condivido totalmente l'impostazione dei colleghi quando dicono, riguardo alle caratteristiche tecniche, sulla corretta localizzazione, che sulle scelte non si cede ad alcun principio di monetizzazione.
Nel momento in cui si arriva, attraverso tutte le procedure garantite e dialetticamente vissute, a un determinato risultato, un insediamento, le conseguenze possono essere, ad esempio, le aree di rispetto. Le aree di rispetto non riguardano solamente gli impianti di smaltimento di rifiuti perché quando si costruisce un centro intermodale merci, anche questo ha un'area di rispetto.
Non sempre le legislazioni prevedono che le conseguenze degli insediamenti siano valutate e le Amministrazioni hanno risorse per fronteggiarle.
Condivido pertanto gli interventi di coloro che hanno messo in risalto quanto sia importante poter disporre di una risorsa a livello locale, non come contrappasso o come monetizzazione di un rischio (questo deve essere implicito nell'autorizzazione, nella costruzione e nella gestione), ma proprio per le conseguenze, dal punto di vista territoriale dell'insediamento.
Il fatto di prevederle per legge aiuta ad evitare approcci al problema fuorvianti.
Si dà un'indicazione, che può anche essere rivista nel valore assoluto io sono contrario a introdurre il limite massimo, perché siamo di fronte a un problema per cui o si accetta questa impostazione, altrimenti l'alternativa è il non prevederla.
Al comma 5 dell'articolo è previsto il discorso della intercomunalità tale questione è molto importante perché i Comuni sono tantissimi, i territori comunali si intersecano e a volte si deve prevedere di raddoppiare, di fare un incremento al 60%, perché si deve risolvere una questione o costruire una circonvallazione. Il Comune, allora, dovrà assumersi un onere parziale, perché mentre il proponente fa le proprie opere strettamente necessarie, fa una ristrutturazione di servizi locali e quant'altro, assumendo anche impegni pluriennali, queste poche risorse che non sono cifre enormi - alla fine servono per fronteggiare le conseguenze territoriali, non quelle ambientali.
Le conseguenze ambientali sono fuori discussione; bisogna stare nelle norme.
Ritengo che, se inserito correttamente in una procedura di negoziazione territoriale, ambientale e sociale, possa ritenersi uno strumento utile.
Ribadisco assolutamente quanto riferito dal collega Tapparo, che conosce direttamente le questioni relative agli insediamenti di quindici vent'anni fa sulle centrali nucleari mai realizzate. Poi, c'è stato un episodio legato alla nuova centrale di Trino che non si realizzò, ma si fece una centrale a ciclo combinato. Qui, sono assolutamente escluse perch l'approccio dei Comuni è la contrarietà in linea di massima. Nel campo dell'energia può essere diverso, in quanto, magari, ci può essere un'utilità reale, allora la negoziazione può avere un'impostazione e una conclusione di tipo diverso.
Nella presente situazione, la regolamentazione avviene anche sulla base dell'esperienza, perché abbiamo indicato dei valori. Nella Conferenza Regioni-Enti locali abbiamo discusso a fondo di questa partita, che concerne un elemento da non sottovalutare, e abbiamo individuato un equilibrio, proprio parola per parola. Faccio presente che non discutevamo con il Comune "x" o "y", bensì con i vertici degli organismi rappresentativi (UPI, ANCI e UNCIM).
Avendo individuato questo equilibrio, mentre i Comuni, gelosi della loro autonomia, hanno manifestato le più disparate esigenze, le Province hanno accettato che già per legge noi indirizzassimo la quota di loro competenza verso il sistema di realizzazione del sistema integrato dei rifiuti.
Ritengo che l'articolo sia equilibrato, pur comprendendo le ragioni che metteva in risalto il collega Tapparo. Secondo me, in questo momento, non è questo il problema per quanto riguarda i rifiuti. L'introduzione di un massimale distorcerebbe il meccanismo e rischierebbe di non renderlo utilizzabile per la finalità che, invece, aveva di un qualcosa che veniva dopo, non prima, come elemento di captatio benevolentiae da parte dei proponenti, ma come elemento necessario ad una comune sede di impianto per adeguare la sua strumentazione ambientale e i suoi servizi a rete territoriale, in conseguenza di questa nuova attività che si svolge su quel territorio.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 16.1) è pertanto ritirato.
16.2) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 16, comma 1, dopo "un contributo minimo annuo di 0,5 euro (lire 968,14)", integrare con "e massimo di 0,7 euro (lire 1.355,4)".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

L'Assessore, che è persona accorta e conosce la materia, ha riferito che, nell'incontro con le Province e le Amministrazioni comunali nella loro rappresentanza, si è sentita dai Comuni l'esigenza di rispondere con quelle risorse alle più disparate esigenze - ha usato il termine "disparate esigenze". Io vivo il territorio del Piemonte e tra quello che si dice ufficialmente e quello che si dice informalmente si sente la spinta di alcuni amministratori sviluppisti che sono a destra, a sinistra e al centro indifferentemente E' chiaro che si propone una limitazione alla possibilità che contrattualisticamente un'Amministrazione per essere benevola, magari, si faccia carico della pressione della comunità. E' bello il neocontrattualistico, ma è anche bello il rapporto partecipativo. Cioè, è anche bello quello, pesa in qualche misura, non è che si viene eletti, si sparisce per cinque anni e si va nelle segrete stanze a fare il neocontrattualista.
Porrei una moderazione, cioè una fascia in cui si svolge il meccanismo dei contributi che vengono dati alle Amministrazioni. E' per questa ragione che ho inserito un tetto, per evitare che con la contrattazione qualcuno riesca ad ammorbidire l'Amministrazione: poi lì ci vogliono i Carabinieri non è che si risolva la cosa solo con il neocontrattualismo. I Carabinieri intervengono proprio quando la partecipazione dei cittadini viene schiacciata da decisioni decisioniste degli amministratori.
Non dico di eliminarlo, ma porre un minimo di limitazione, cioè evitare che si determini un mercato a volte inqualificato, ma comunque diciamo solo un mercato. Questo mi pare ragionevole.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'emendamento.
Chiede ancora la parola il Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

C'è anche un vizio di fondo. E' una storia che ho seguito da decenni anche quando abbiamo fatto il primo piano di smaltimento dei rifiuti generali nel 1988 qui in Regione; quando le competenze erano tutte in capo alla Regione, si è cominciato ad individuare per le discariche quali erano i territori in qualche modo adatti, c'erano delle mappe - vi ricordate - e i geologi.
Allora, si diceva che se la dimensione dei bacini di riferimento, i bacini ottimali, era di quel tenore e si voleva risolvere il problema con macroimpianti, era forse in termini tecnologici la migliore soluzione, per non la si metteva in atto. Cioè, il macroimpianto che ci proponete è forse il meglio, solo che non lo fate, perché a Mirafiori non lo vogliono, a Volpiano non lo vogliono, a Chivasso non lo vogliono, a parte i criteri che ci sono per stabilire i punti di caduta in questo senso, che sono discutibili, ma li recupererò parlando degli altri aspetti.
Il discorso della dimensione ottimale vi viene fatto dai produttori di questi impianti che dicono che l'impianto deve essere grande, non piccolo ma è una vecchia storia. E' un po' come le centrali nucleari, poi, quando si è detto di no alle centrali nucleari, c'era la tecnologia autofertilizzante e veniva avanti la comunità scientifica del settore nucleare proponendo un'alternativa, perché, messa alle strette, come si è verificato nel settore informatico, la comunità scientifica individua delle alternative.
In questo caso, questo macroinceneritore è di difficile collocazione per "n" ragioni, non solo, dirò poi della viabilità. Se poi voi dite Assessore, che è il VIA che la verifica, ma il VIA non verifica, invece, il carico ambientale di zona. Il VIA verifica l'aspetto specifico di localizzazione, ma non dice: "Scusate, in questi sei chilometri quadrati c'è di tutto un po' e gli mettete anche l'inceneritore", a parte i criteri con i quali si è arrivati alla determinazione di Volpiano e Chivasso che mi incuriosiscono molto.
Questo è il senso: si tratta di stringere un attimo questo versamento di contributi alle Amministrazioni comunali che si fanno zelanti a volere l'inceneritore.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 16.2).
Il Consiglio non approva.
16.3) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 16, comma 2, dopo "un contributo minimo annuo di 0,5 euro (lire 968,14)", integrare con "e massimo di 0,7 euro (lire 1.355,4)".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione



TAPPARO Giancarlo

L'Assessore, nel suo intervento, ha evidenziato che le compensazioni sono legate alle conseguenze territoriali dell'impianto, ma se serve una circonvallazione, un "peduncolo" autostradale (come succede per la domanda dell'inceneritore a Verrone e mi dispiace che sia assente il collega Ronzani che ha fatto una battaglia su quel problema), è chiaro che questo dovrebbe essere a carico della Provincia. La compensazione non serve al Comune, che subisce il carico ambientale dell'inceneritore e con essa risolve i problemi di viabilità. E' un progetto "chiavi in mano" che rispetta la qualità della vita, quindi dovrebbe essere la Provincia ad intervenire.
L'impianto è viabilità, l'impianto è spostamento di altre cose per trovarne l'ottimizzazione.
Se si tratta di un termovalorizzatore, allora c'è un problema di linea ad alta tensione per il trasporto di energia elettrica, quindi occorre creare una servitù che consenta alla comunità, che subisce questo carico di non preoccuparsi, con interventi, anche di questi aspetti.
E' un progetto "chiavi in mano" di agibilità, non è solo l'impianto istituito lì. Occorrerebbe, quindi, un minimo di regolazione per evitare che attraverso la contrattazione ci siano suggestioni, per certi amministratori che amano essere suggestionati. Poniamola come livello regionale senza eliminarla completamente. Diamo un alveo dove muoversi evitando il succedersi di cose strane.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 16.3).
Il Consiglio non approva.
16.4) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 16, comma 3, dopo "un contributo minimo annuo di 0,25 euro (lire 484,07)", integrare con "e massimo di 0,4 euro (lire 774,5)".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Approfitto di questi interventi per sostenere la validità della mia proposta.
C'è un passaggio legislativo molto delicato che meriterebbe riflessione, tranquillità e non influenza dal contingente. Occorre risolvere il problema dell'inceneritore di Torino, il macroinceneritore.
Ormai ci troviamo in una situazione in cui c'è il rischio sorprendente salvo la dignitosa e dura reazione delle comunità locali, che si blocchi un procedimento. Allora, c'è un baco nella procedura, perché se essa individua territori come Volpiano o Chivasso per istituire una centrale, c'è qualcosa che non funziona alla radice. E' necessario rimuovere e noi, come legislatori, ci chiediamo come sia possibile, rispettando tutte le procedure, che la scelta di un inceneritore cada proprio su Volpiano (ho sentito parlare di questa scelta due anni fa quando non c'era ancora la Commissione Bobbio, e poi magari più avanti potremmo dire dove e come l'ho sentita). Come può essere possibile che sia realizzato in una zona che ha accanto uno dei punti più critici del Piemonte, classificato come pericoloso dalla legge Seveso? C'è qualcosa che non funziona.
Ecco che allora noi, come amministratori legislativi, dobbiamo intervenire in modo che quando si fanno queste procedure, non succeda ci sta avvenendo adesso e si disincentivino gli amministratori, disincentivati dalla forte pressione della comunità, non certamente da valutazioni tranquille.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

L'emendamento abrogativo ritirato, sollecitato da Associazioni che lavorano sul territorio, chiedeva alla Regione di esprimersi chiaramente.
Sicuramente l'Assessore, la maggioranza e la Giunta risponderanno che stiamo deliberando una legge in cui non si indicano i luoghi in cui verranno costruiti inceneritori in futuro, però chi abita sul territorio vorrebbe sapere se la Regione ha intenzione o meno di assumere decisioni gestionali, per quanto riguarda questo argomento così delicato e non vedono, nel meccanismo dell'incentivazione, un sistema, un metodo o un percorso in grado di favorire determinate scelte da parte dei Comuni.
E' inevitabile che ci si chieda come mai, in una legge relativa ai rifiuti e al loro recupero, non si riesca a fare chiarezza (ad esempio, per il territorio indicato dal Consigliere Tapparo). Questo è lo scopo di una legge regionale, non quello di essere timida e super partes. Una legge regionale, a mio avviso, non può permettersi il lusso di non entrare nel merito di scelte così difficili e controverse.
I cittadini di Volpiano e Settimo sono cittadini che vivono nella nostra regione, quindi hanno il diritto di conoscere le opinioni della Regione Piemonte, ovvero se pensa che l'inceneritore possa essere messo in qualsiasi parte della regione o se la Regione delega tutte queste scelte alla Provincia e ai Comuni, senza indicare chiaramente standard di qualità che considerino la situazione del luogo, per tracciare dei paletti e per rassicurare, chi vive in situazioni con un alto carico ambientale, di non avere, in futuro, un ulteriore aumento di tale carico.
La Regione ha il dovere di pianificare e di indicare chiaramente quali sono gli standard di qualità da rispettare sul territorio. Legiferare solo una legge che detti norme, un po' asettiche e un po' al di sopra dei problemi che si vivono sul territorio, rischia - com'è stato ricordato - di non dare sicurezza e di generare lunghi contenziosi a livello locale: situazione che, purtroppo, si sta verificando.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 16.4).
Il Consiglio non approva.
16.5) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: aggiungere il seguente comma 3 bis: "3 bis. I soggetti che gestiscono impianti pre-trattamento e di trattamento di scarti animali, tali quali ad alto rischio e a rischio specifico BSE corrispondono ai Comuni sede degli impianti un contributo mimino annuo di 0,25 euro ogni 100 chilogrammi di materiale trattato nell'anno. I soggetti che gestiscono impianti di riutilizzo di scarti animali trattati ad alto rischio e a rischio specifico BSE corrispondono ai Comuni sede degli impianti un contributo minimo annuo di 0,15 euro ogni 100 chilogrammi di materiale riutilizzato nell'anno".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
16.6) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 16, comma 4, dopo "un contributo minimo annuo di 0,5 euro (lire 968,14)", integrare con "e massimo di 0,7 euro (lire 1.335,4)".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
16.7) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 16, comma 5, dopo "può essere aumentata", integrare con "nei limiti di cui ai commi 1, 2, 3 e 4".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
16.8) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 16, comma 5, alla fine, dopo le parole "dei suddetti impianti" integrare con "La misura minima dei contributi di cui al comma 1 è finalizzata alla riduzione della tariffa rifiuti per gli abitanti del Comune che ospita l'impianto di smaltimento e dei Comuni direttamente confinanti che subiscono i riflessi di tale scelta di ubicazione d'impianto".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Si tratta di una proposta di mediazione: il premio, invece che all'Amministrazione comunale, deve essere "spalmato", almeno in parte automaticamente sulla comunità che subisce il carico. In questo modo, gli riconosciamo automaticamente, in termini di adozione della tassa smaltimento rifiuti, un beneficio.
Di tutto questo dovrebbe essere soddisfatto un amministratore; ma sono convinto che sia molto difficile da accettare. Se si facesse capire a tutti gli amministratori che non c'è più "trippa per i gatti", ma un beneficio per la loro comunità e che quegli investimenti estemporanei, che con quella compensazione alcuni amministratori vorrebbero utilizzare, non ci sono vedrete che arriveremo all'esigenza di trovare un'ubicazione a questi impianti attraverso una procedura che "oggettivizza" di più, che tiene conto dei carichi ambientali e che ottimizza i percorsi.
Bisogna ottimizzare i percorsi; è inutile istituire un grande inceneritore e poi si ha una viabilità, non tanto come viabilità compromessa (si possono costruire altre autostrade), ma una non ottimizzazione dei trasporti. A volte, le imprese fanno studi complessi per ottimizzare i loro trasporti; in questo caso, l'ottimizzazione esiste per l'impianto, ma non c'è per l'ubicazione che dovrebbe, invece, pesare. Il problema dell'ubicazione non entra nel VIA. L'implicita procedura del VIA non tiene conto dell'ottimizzazione dei percorsi.
Ho ritirato gli altri emendamenti, quindi coglierei l'occasione per fare la mia dichiarazione di voto, altrimenti i Consiglieri, se intervengo troppe volte, si lamentano poiché è già l'ora di pranzo: magari alcuni hanno già prenotato al Cambio, quindi non vorrei creare dei problemi. Spero che non vadano a pranzo coloro che "pompano" le tecnologie per lo smaltimento.
Ho visto molte delegazioni partire per andare a visitare inceneritori e rimanere meravigliati, per esempio, dai famosi inceneritori di Copenaghen o quelli del Canada; a bocca aperta, bere quello che raccontava il detentore della tecnologia e non avere l'autonomia per dire: "Ci servirebbe una tecnologia che risponda a caratteristiche di un territorio fortemente antropizzato: ce la può dare, per cortesia?". Questo dovrebbe essere un decisore pubblico, non com'è successo nell'informatica dove venivano "sbolognate" le macchine dal produttore privato il quale non aveva l'autorevolezza per dire: "No, a noi servono macchine con certe caratteristiche".
Non credo ci sia un rifiuto da parte della comunità a risolvere il problema dello smaltimento rifiuti; non c'è la tesi di sobbarcarsi un carico di tale dimensione per un bacino di un milione di abitanti. Perch il Comunello "x" deve risolvere il problema di un bacino di un milione di abitanti? A chi la potete raccontare questa storia? Non ci sarà mai occorrerà l'intervento dei Carabinieri e io starò dall'altra parte ad organizzare quelli che dicono: "Avete una legislazione, dei meccanismi procedurali che offendono le comunità che sono poi investite di questo obbligo". E noi, in termini legislativi, dovremmo ridurre (io chiedevo di ridurre, non di alterare) leggermente la "violenza" che si farebbe ad una comunità installandogli un macroinceneritore che risolve il problema di un bacino di un milione di abitanti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 16.8).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 16 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 17 17.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: sostituire il comma 2 con il seguente: "Nel caso in cui non vengano raggiunti, a livello di Comune, gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dall'art. 24 del D.lgs. n. 22/97 e calcolati con il metodo normalizzato di calcolo di cui al precedente art.
13, comma 3, punto c), si applica ai Comuni la sanzione amministrativa calcolata sulla base degli abitanti residenti, di 1 euro per ogni punto percentuale inferiore agli obiettivi minimi previsti dall'art. 24 del D.lgs. n. 22/97 e successive modificazioni ed integrazioni".
Tale emendamento viene ritirato e sostituito dal seguente: 17.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Manolino, Cantore, Bolla Albano, Gallarini, Bussola, Burzi, Toselli, Angeleri, Costa Enrico Pedrale, Valvo, Godio, Dutto, Deorsola, Mercurio e Galasso: sostituire il comma 2 con il seguente: "Nel caso in cui non vengano raggiunti, a livello di Comune, gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dall'art. 24 del D.lgs. n. 22/97 e calcolati con il metodo normalizzato di calcolo di cui al precedente art.
13, comma 3, punto c), si applica ai Comuni la sanzione amministrativa calcolata sulla base degli abitanti residenti, di 0,50 euro per abitante per il primo anno, mentre per gli anni successivi la sanzione verrà calcolata nella misura di 0,30 euro per abitante per ogni punto percentuale inferiore agli obiettivi minimi previsti dall'art. 24 del D.lgs. n. 22/97 e successive modificazioni ed integrazioni. Detti valori possono essere adeguati annualmente in sede di approvazione della legge finanziaria".
A questo emendamento sono stati presentati i seguenti subemendamenti.
17.2.1) Subemendamento presentato dai Consiglieri Suino, Marcenaro e Placido: le parole "0,50 euro" sono sostituire dalle parole "0,75 euro" per il primo anno.
17.2.2) Subemendamento presentato dai Consiglieri Suino, Marcenaro e Placido: le parole "0,50 euro" sono sostituire dalle parole "0,85 euro" per il secondo anno.
17.2.3) Subemendamento presentato dai Consiglieri Suino, Marcenaro e Placido: le parole "0,50 euro" sono sostituire dalle parole "0,99 euro" per il terzo anno.
La parola al Consigliere Cantore per l'illustrazione dell'emendamento n. 17.2).



CANTORE Daniele

Devo dire che l'emendamento, che ha avuto come regista il collega Manolino, è frutto di un'analisi successiva al licenziamento da parte della Commissione del disegno di legge.
Nell'art. 17, comma 2, veniva previsto, nel sistema sanzionatorio, una sanzione amministrativa che andava da 5 a 10 euro per abitante per i Comuni che non raggiungevano gli obiettivi di raccolta differenziata. Poi c'è stato un emendamento presentato dall'Assessore, che poi ha ritirato, che riduceva a 1 euro questa sanzione nei confronti dei Comuni.
Noi abbiamo pensato di presentare questo emendamento in relazione alla situazione complessiva nella quale si trovano oggi le Amministrazioni comunali. Intanto, soprattutto i medi e i piccoli Comuni devono passare da tassa a tariffa. Quindi, questa è già un'incombenza importante.
Inoltre, c'è una Finanziaria alle porte - anzi, probabilmente la porta è già stata aperta - che penalizzerà ulteriormente le Amministrazioni comunali. Ci pareva eccessiva la penalizzazione che mettevamo in essere all'interno della legge oggi all'attenzione del Consiglio regionale.
Quindi, la nostra proposta era di ridurre a 0,50 euro per abitante per il primo anno, mentre per gli anni successivi la sanzione verrà calcolata nella misura di 0,30 euro per abitante per ogni punto percentuale inferiore agli obiettivi minimi previsti.
Il primo anno c'è una sanzione di 0,50 che va nei confronti dell'atteggiamento non ricettivo da parte dell'Amministrazione comunale, e negli anni successivi, se viene reiterato questo atteggiamento, si passa a 0,30 che è per ogni abitante, ma in relazione anche ai punti che distanziano l'obiettivo dal risultato veramente ottenuto dall'Amministrazione comunale.
Devo dire che poi, in fase di rielaborazione con l'Assessore, abbiamo aggiunto: "Detti valori possono essere adeguati annualmente in sede di approvazione della legge finanziaria".
Qual è lo spirito di questo emendamento? Mettere in piedi l'impianto sanzionatorio per chi non raggiunge l'obiettivo, senza essere troppo severi nei confronti delle finanze delle Amministrazioni comunali, soprattutto dei Comuni piccoli che sono governati sia dal centrosinistra che dal centrodestra, ma in molti casi anche da liste civiche che non hanno dei riconoscimenti specifici. Inoltre, adeguare questa norma sanzionatoria di anno in anno in relazione all'atteggiamento delle singole Amministrazioni.
Questo emendamento - che abbiamo dovuto predisporre in aula anche per una nostra tardiva presa di coscienza - ci pare di buonsenso e pu contemperare, da una parte, la necessità di spingere le Amministrazioni comunali nei confronti della raccolta differenziata, e, dall'altra, di non chiuderle in vicende molto difficili di gestione di bilancio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione dei subemendamenti.



SUINO Marisa

A noi stava bene la formulazione adottata dalla Commissione consapevoli delle difficoltà che esistono sui territori, consapevoli e magari pressati anche noi da Comuni. Ci pareva che lo sforzo compiuto dalla Commissione fosse da apprezzare, in quanto è l'unica occasione che ci viene data, peraltro dopo parecchio tempo di elaborazione, per tentare seriamente una virata a favore della raccolta differenziata.
Quindi, il ragionamento stava in piedi in questo senso: "Comuni fate l'impossibile affinché si raggiunga il tetto e l'indice che ci siamo dati" che già non è quel 50% al quale si dovrebbe aspirare, ma siamo decisamente a cifre più contenute. Ragioniamo su percentuali del 35% quando, di fatto nella nostra Regione abbiamo una media che si aggira sul 24%. Da 24 a 35 la differenza non è enorme, e con uno sforzo e con un sistema che vada a regime in tutta la Regione il risultato sarebbe probabilmente raggiungibile.
L'emendamento presentato dall'Assessore Cavallera, che poi è stato ritirato, già ci portava a 1 euro, e quindi scendeva in modo significativo rispetto alle scelte fatte dalla Commissione.
La proposta avanzata adesso dai colleghi della maggioranza è una proposta che sostanzialmente tende a dire: in questo momento, a seguito della Finanziaria del Governo nazionale, i Comuni sono talmente penalizzati questa è un'ammissione - che almeno noi, visto che arriviamo qualche giorno dopo con un nuovo provvedimento, cerchiamo di venirvi incontro in qualche modo e quindi si riduce ulteriormente.
Vengo ai subemendamenti, perché vedo che il Presidente mi dà tempi un pochino stretti. I subemendamenti servono sostanzialmente a tentare di convincere la maggioranza, consapevole delle difficoltà nelle quali si trovano i Comuni, a svolgere veramente l'azione della raccolta differenziata.
Ragionato in questo modo, come avete formulato l'emendamento, colleghi diventa, per il primo anno, poco penalizzante. Allora, bisogna darsi un sistema che, in qualche modo, punisca chi non si mette nella condizione di fare sul serio; nello stesso tempo, abbiamo cercato di inserire degli articoli che aiutino, sostengano e incentivino i Comuni.
La formulazione adottata nella seconda parte dell'emendamento dei colleghi è apprezzabile, cioè di fatto si dice: "Facciamo il punto con la prossima Finanziaria e quindi, a distanza di un anno, vediamo che tipo di aggiornamento dare".
Questo mi pare assolutamente accettabile e di buonsenso, mentre noi suggeriremmo di cogliere i subemendamenti che abbiamo presentato poich danno un segnale più forte e più netto dell'obiettivo che vogliamo raggiungere, non contro i Comuni, ma insieme ai Comuni, che deve essere l'obiettivo di toccare il traguardo del 35% di raccolta differenziata in tempi stretti, perché questo è nell'interesse generale della collettività piemontese.
Ecco perché abbiamo presentato degli ulteriori subemendamenti e vi chiediamo di rivedere una formulazione e un conteggio che tenga conto di questo obiettivo che, come Commissione, all'unanimità avevamo insieme riconosciuto.



PRESIDENTE

Ho lasciato più tempo: facciamo un dibattito unico sui tre subemendamenti.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Si tratta di un sub emendamento che presenta sicuramente un problema di analisi, in quanto, ad un primo esame, potrebbe sembrare che noi andiamo incontro alle esigenze dei Comuni piccoli o grandi che possono avere dei problemi a raggiungere la quota di raccolta differenziata; in quanto tali non andiamo a penalizzare ulteriormente le casse comunali, che sappiamo avere dei problemi di gestione delle risorse proprio a livello di avere delle risorse disponibili.
Tuttavia, se analizziamo il portato di questa modifica, assieme a quella che abbiamo appena votato riguardante gli incentivi sull'incenerimento, temo molto che la combinazione delle due azioni ci porti poi a un esito: quello di avere molto più materiale da conferire all'interno degli inceneritori.
La combinazione dei due articoli porterebbe di fatto a questo risultato, perché non si coinvolgono i Comuni nella raccolta differenziata e si introduce una penalizzazione, una sanzione amministrativa che non incentiva a fare quelle trasformazioni che, si sa, nella fase iniziale della raccolta differenziata richiedono un certo impegno economico.
Se noi non incentiviamo i Comuni, anche con la leva economica, a fare la raccolta differenziata, per i Comuni sarà molto più conveniente pagare la penale prevista da questo emendamento che non fare la raccolta differenziata; a quel punto, avremo molto materiale indifferenziato e allora lo conferiremo obbligatoriamente agli inceneritori.
Di conseguenza, con questi due passaggi, che sembrano solo tecnici andiamo a fare esattamente l'opposto di quello che chiedevo prima: anzich dare una svolta in chiara direzione per la riduzione dei rifiuti e per l'aumento della raccolta differenziata, la Regione Piemonte farà una legge che, anche se non lo scrive, di fatto incentiverà la termodistruzione dei rifiuti.
Devo dire inoltre che il cambiamento di questa proposta di emendamento introduce un altro problema di discussione e di valutazione, ovvero il fatto che noi abbiamo fatto le consultazioni su questa legge, su un impianto di legge e poi arriviamo in aula e l'impianto della legge viene cambiato anche profondamente. Allora, certo che una modifica di questo tipo richiederebbe comunque l'accortezza di pensare quali potrebbero essere le reazioni dei vari soggetti di fronte al cambiamento intervenuto, perché io non penso solo ai Comuni, ma anche a tutte le Associazioni ambientaliste che sicuramente non condividono questa modifica.
Anche perché in base a questa modifica - lo posso dire a futura memoria, per la verbalizzazione - possiamo essere sicuri che l'obiettivo del 35%, che ricordava prima la collega Suino, non lo raggiungeremo; lo possiamo dire oggi qui sicuramente, perché questa modifica sarà di ostacolo alla volontà di fare veramente la raccolta differenziata.
Questa modifica e il non aver accettato le proposte di emendamento del collega Tapparo, con questi due piccolissimi strumenti noi costruiamo il sistema per rendere inevitabile il ricorso all'incenerimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io invito in prima battuta i presentatori di questo emendamento a ritirarlo e a riconoscersi nel testo elaborato dalla Commissione e proposto dalla Giunta, perché ha tutti gli inconvenienti e i rischi che ha ben illustrato il Consigliere Moriconi nell'intervento che mi ha preceduto.
Credo che attraverso la non accettazione, da una parte, di certe modifiche e l'introduzione, dall'altra, delle modifiche proposte da questo emendamento si vada effettivamente nella direzione di non voler raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata, ma anche di delineare un nuovo modello rispetto allo smaltimento dei rifiuti, quello che noi molte volte abbiamo denunciato come rischio: utilizzare l'incenerimento come soluzione nei fatti alternativa alla riduzione della quantità di rifiuti che vengono sia prodotti, sia smaltiti.
Siamo quindi di fronte a un emendamento estremamente importante, pieno di rischi e di pericoli. Per questo ribadisco l'opposizione all'emendamento stesso; rinnovo l'invito ai presentatori di ritirarlo e, in ogni caso, alla Giunta di esprimere parere contrario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Intanto, voglio fare una precisazione preliminare.
Il ricorso all'incenerimento o, vale a dire, alla valorizzazione energetica dei rifiuti non è una scelta di questa legge, ma della legge n.
22/97 che è fondamentale al momento, peraltro in sintonia con le disposizioni comunitarie. Non dimentichiamo che la prima soluzione da avversare è la discarica, perché è un vincolo territoriale permanente e quindi, prima di tutto, la raccolta differenziata. In questi anni, abbiamo creduto e investito in tal senso, infatti la curva della raccolta differenziata sta crescendo e abbiamo raggiunto il 25%. E' vero, siamo un anno in ritardo rispetto ai limiti imposti dalla legge n. 22/97, comunque siamo una Regione complessa e, quindi, questo ritardo è ampiamente giustificato, anche se ci poniamo sempre in una posizione di stimolo verso le Amministrazioni locali.
Vorrei ricordare ai colleghi quello che avevamo già detto in Commissione. Con questa legge diventiamo la prima Regione in Italia che introduce un sistema sanzionatorio per chi non raggiunge gli obiettivi di raccolta differenziata. Non è assolutamente un'azione di retroguardia.
Siamo - ribadisco - la prima Regione in Italia che introduce un sistema sanzionatorio per chi non raggiunge gli obiettivi di raccolta differenziata. Alla faccia del disinteresse per la raccolta differenziata! Cosa si può fare di più? Abbiamo investito, stiamo operando, stiamo spingendo in tal senso i Consorzi, i Comuni e le municipalizzate. Credo che, sotto questo profilo, abbiamo la coscienza a posto.
Altra cosa è la taratura di questo meccanismo. Credo che le proposte che sono venute e il ripensamento su questa materia, tenendo conto di tutti i fattori, perché si tratta di andare ad incidere sulle Amministrazioni comunali, sia un fatto positivo. Nessuno, in questo dibattito, ha messo in discussione questo meccanismo e questo sistema sanzionatorio. Si propone un livello più contenuto e, su questo, non posso che essere d'accordo.
Circa i subemendamenti, essendo dei subemendamenti all'emendamento presentato dai Consiglieri Manolino, Cantore ed altri, lascio loro pronunciarsi in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cantore.



CANTORE Daniele

Intanto, vorrei dire al Consigliere Papandrea che non siamo nella possibilità di ritirare questo emendamento, perché il testo licenziato dalla Commissione era già stato emendato dall'Assessore. Se dovessimo ritornare alla situazione ante, andiamo a 2 euro, quindi ad una situazione che penso anche il Consigliere Papandrea possa ritenere inaccettabile anche per il fatto che l'Assessore ha ritirato il suo emendamento. Il nostro emendamento è un emendamento all'emendamento presentato dall'Assessore.
Ho ascoltato con attenzione la posizione dei colleghi, però ritengo che il nostro emendamento vada nella direzione - come ho detto prima - di incentivare la raccolta differenziata. Non sono d'accordo che questa legge vada a comprimere una cultura che, per fortuna, si sta diffondendo nel nostro Paese, nella nostra Regione e nella nostra città. Peccato che ci siano dei ritardi che sono ascrivibili ad alcune Amministrazioni comunali cito la città di Torino, perché doveva realizzare dieci ecocentri, ma non ne ha fatto neanche uno e oggi parte a Mirafiori con un progetto sperimentale con anni e anni di ritardo, avendo in passato presentato cifre di raccolta differenziata che, probabilmente, nemmeno nel Nord dell'Europa sono state raggiunte.
Ribadisco che questo emendamento va nella direzione di incentivare la raccolta differenziata, ma, nello stesso tempo, non di aiutare le Amministrazioni comunali, ma di evitare che entrino in una situazione di collasso nella formazione dei loro bilanci.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento n. 17.2.1).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento n. 17.2.2).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento n. 17.2.3).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 17.2).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 17 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 18 18.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: sostituire l'art. 18 con il seguente: "1. Per l'attuazione della presente legge sono confermati gli stanziamenti iscritti sul bilancio regionale per l'anno 2002 e sul pluriennale 2002/2004 nell'ambito delle UPB n. 22051, n. 22052 e n. 22061 della parte del bilancio relativa alle spese e nella UPB n. 0902 Titolo 3 della parte del bilancio relativa alle entrate.
2. A decorrere dall'esercizio finanziario 2003 è inoltre autorizzata l'ulteriore spesa di 1.213.673,00 euro per incentivare l'uso dei materiali riciclati, per sostenere la riduzione della produzione dei rifiuti nell'ambito del ciclo produttivo, la produzione di beni ecocompatibili, la riduzione degli imballaggi e per la rilocalizzazione di impianti di trattamento.
3. All'onere di cui al comma 2 si provvede con le risorse iscritte nella UPB n. 22051 e nella UPB n. 22052".
Si tratta di un emendamento tecnico, perché il testo era vecchio e prevedeva ancora i capitoli. Invece il nuovo testo prevede gli UPB, quindi la sostituzione è soltanto la previsione degli UPB.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 18 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 19 19.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: Rubrica, eliminare le parole "termini, modalità di adeguamento e" e le parole "e finali".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
19.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: eliminare il comma 6.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
19.3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: eliminare il comma 7.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 19 come emendato.
Il Consiglio approva.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: dopo l'art. 19, inserire il seguente articolo: "ART. 19 bis (Trasformazione delle forme di gestione).
1. Le assemblee dei Consorzi per la gestione dei rifiuti urbani, che svolgono anche le funzioni amministrative di governo, deliberano la trasformazione di cui all'art. 35, comma 8, legge 28 dicembre 2001, n. 448 per scissione e destinazione a società di capitali di nuova costituzione dei complessi aziendali aventi ad oggetto la gestione delle attività di cui all'art. 10 della presente legge, nonché la conseguente limitazione dell'oggetto sociale del consorzio alle funzioni di governo ai sensi dell'art. 11.
2. In attuazione, parziale o integrale, della disposizione di cui all'art.
11 della presente legge, la deliberazione di scissione di cui al precedente comma determina altresì l'attribuzione delle funzioni ad un unico consorzio di governo per l'intero bacino. I restanti Comuni adempiono all'obbligo di cui al medesimo art. 11 con atto di adesione al Consorzio unico di bacino.
3. I consorzisti assenti o dissenzienti dalla determinazione di cui al precedente comma hanno diritto di recedere dal consorzio, ferma restando l'applicazione nei confronti dei singoli Comuni dell'art. 11, comma 13 della presente legge, ove ne ricorrano i presupposti. La dichiarazione di recesso del dissenziente o dell'assente deve essere comunicata al Presidente del Consorzio e al Presidente della Provincia entro trenta giorni, rispettivamente dalla data della deliberazione ovvero di comunicazione della stessa.
4. Ogni trasformazione deve comunque avvenire nel rispetto del principio di cui all'art. 113 del D.lgs. n. 267/2000, come modificato dall'art. 35 legge 28 dicembre 2001, n. 448, di separazione dell'attività di erogazione del servizio pubblico dalla titolarità della proprietà delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali.
5. La disposizione di cui al precedente art. 10, comma 3, deve essere attuata dagli Enti locali o dai Consorzi prima di esperire le gare di cui all'art. 113 del D.lgs. n. 267/2000, come modificato dall'art. 35 legge 28 dicembre 2001, n. 448, in ogni caso entro cinque anni dall'entrata in vigore della presente legge. A tal fine, entro il 30 giugno 2003 o comunque in sede di trasformazione le società in mano pubblica devono prevedere nell'oggetto sociale che, oltre il periodo indicato nella prima parte del presente comma, le stesse possono svolgere solo una delle due attività previste dal medesimo art. 10, comma 3. In difetto, provvede in via sostitutiva la Provincia ai sensi del precedente art. 11, comma 13. L'art.
10, comma 3, non riguarda i rapporti di concessione in atto e sorti prima dell'entrata in vigore della presente legge.
6. La Giunta regionale, con atto generale, individua modi e tempi, anche intermedi, necessari ad assicurare l'attivazione delle forme di gestione secondo le soluzioni organizzative e i termini previsti dalla legge, nonch individua l'Autorità di settore ai sensi dell'art. 113, D.lgs. n. 267/2000 come modificato dall'art. 35 legge 28 dicembre 2001, n. 448".
Assessore Cavallera, lo diamo per illustrato?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Sì, in Commissione lo abbiamo approfondito.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento che propone l'art. 19 bis (diventerà art. 20).
Il Consiglio approva.
ART. 20 20.1) Emendamento presentato dal Consigliere Cantore: l'art. 20 del disegno di legge n. 224 è così sostituito: "Art. 20 (Abrogazione di norme regionali).
1. Sono abrogate le seguenti norme regionali: a) legge regionale 13 aprile 1995, n. 59 b) legge regionale 26 maggio 1997, n. 26 (Primo adeguamento al D.lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 e proroga dei termini dell'art. 18, comma 4, della legge regionale 13 aprile 1995, n. 59) c) legge regionale 17 aprile 1990, n. 30 (Utilizzo di carta riciclata e recupero di carta da macero nella Regione Piemonte) d) legge regionale 7 luglio 1976, n. 34 (Rifinanziamento della legge regionale 4 giugno 1975, n. 46, 'Interventi a favore di consorzi fra Enti locali per lo smaltimento dei rifiuti solidi') e) legge regionale 22 maggio 1980, n. 61 (Modifica del disciplinare allegato alla legge regionale 4 giugno 1975, n. 46, 'Interventi a favore dei consorzi fra Enti locali per lo smaltimento dei rifiuti solidi) f) legge regionale 15 novembre 1982, n. 34 (Deroga all'art. 2, comma 20 lettera b), della legge regionale 5 giugno 1979, n. 28) g) legge regionale 16 ottobre 1989, n. 59 (Spedizioni transfrontaliere di rifiuti in attuazione e ad integrazione delle norme di cui alla legge 9 novembre 1988, n. 475 e al decreto ministeriale 22 ottobre 1988, n. 457) h) art. 13 della legge regionale 3 luglio 1996, n. 39 (Tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Attuazione della legge 28 dicembre 1995, n. 549. Delega alle Province)".
La parola al Consigliere Cantore per l'illustrazione.



CANTORE Daniele

Volevo ringraziare - penso a nome della Commissione e del Consiglio gli uffici del Settore Commissioni legislative, perché hanno svolto un lavoro molto utile che vorrei significare a quest'aula.
Questo disegno di legge ha permesso al Settore, con intuizione propria una pulizia legislativa che spesso non viene fatta in altre materie.
Quindi, oltre a quello che si trova nell'articolato, che era già un lavoro di pulizia, si è aggiunta la pulizia di tre leggi che sono già state abrogate, e di un'altra legge, la n. 59/89, che non è più operante, in quanto superata dall'applicazione del Regolamento della Comunità europea.
Mi pareva doveroso significare questo opportuno e importante lavoro degli uffici.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul nuovo testo dell'art. 20 (diventerà art. 21).
Il Consiglio approva.
ART. 21 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 21 (diventerà art. 22).
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, credo che questa sia stata un'occasione persa perché abbiamo in parte lavorato sotto una pressione forte per trovare delle soluzioni contingenti, mentre avremmo potuto operare (come un legislatore dovrebbe operare) avendo una visione generale e d'insieme valutando come ha funzionato sinora il meccanismo della selezione dei siti e della funzionalità. E dopo queste valutazioni approfondite si poteva intervenire.
Invece si è subita, in qualche modo, una deriva che imperversa da anni che non risolve adeguatamente i problemi, ma che si intestardisce nel trovare delle soluzioni che non sono accettate dalla comunità, perché la comunità non è così ostile alla soluzione di un problema. Lo è quando la soluzione, in qualche modo, è imposta attraverso meccanismi e procedure, e non rispetto a valutazioni.
Si poteva fare di più e di meglio, però certamente qualcosa si è operato. Adesso passeranno anni prima di fare un'adeguata manutenzione oppure una trasformazione (non uso la parola "riforma" perché ormai è usata a sproposito, ma certamente qualcosa che faccia fare un salto di qualità).
Forse richiede un intervento anche nella legislazione nazionale, per certamente qui oggi abbiamo dato l'impressione a molti Amministratori che ci può essere "l'assalto alla diligenza" dei benefici che possono derivare quando si prende un impianto in casa.
Avevo cercato di trasformare questi benefici in benefici diretti per i cittadini, senza l'intermediazione dell'Amministrazione, e questo è stato negato. Noi sappiamo - le parole dell'Assessore sono molto significative cosa nasconde dietro: forme e appetiti vari.
Concludo dicendo ancora una volta che se per il macroinceneritore di Torino le scelte che sono state prospettate sono quelle che vediamo, c'è un errore clamoroso di non funzionalità delle procedure: non si è riguardosi sui carichi ambientali e, in qualche modo, si cerca di risolvere il problema così come viene, e non cercando un'ottimizzazione della scelta.
Accennavo al problema dei bacini di trasporto: voi sapete che, per esempio, nelle reti di distribuzione ci sono degli strumenti molto sofisticati per trovare i baricentri dei magazzini, per trovare la minimizzazione di quelli che possono essere i costi del trasporto, non solo per l'impatto, ma anche per il costo in sé e per sé. Questa strada non c'è, non esiste, perché se viene fuori a Volpiano è Volpiano, se viene fuori a Chivasso è Chivasso, e così via, e fra i criteri questi elementi non pesano.
Io esprimerò il mio voto contrario su questa occasione mancata, perch non ha colto quello che era un sentire della comunità.
Voglio anche dire che quando si operano delle scelte che saranno delle violenze per la comunità, non considerate poi la comunità "selvaggia". La comunità reagirà, si difenderà in qualche modo e cercherà di essere ostile.
Io sarò dalla parte di quella comunità, perché non sarà una difesa autarchica o poco sensibile ai problemi generali, ma un'accusa rispetto ai meccanismi di selezione di queste scelte (dei tipi di impianto, delle tecnologie, dei bacini) profondamente errate.
Dovrete andare là e non basteranno nemmeno i Carabinieri. Saranno delle cose che lacereranno la comunità. Avrete magari il sostegno dei mass media ovviamente. Però anche la democrazia in qualche modo ne verrà toccata perché si dirà: "Le assemblee elettive, i processi legislativi, ecc., non hanno tenuto conto di quello che è il nostro sentire".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Come ho detto all'inizio della discussione, ci apprestiamo a votare una legge sicuramente necessaria, voluta e attesa dai cittadini piemontesi, dai movimenti ambientalisti e da molti soggetti che vivono in Piemonte.
Ritengo, però, che questa legge non sia totalmente condivisibile, per una serie di problemi che ho già evidenziato all'inizio di questo percorso legislativo.
E' una legge che cerca di affrontare i problemi, ma che dimostrerà, al momento della sua applicazione, le manchevolezze che mi appresto a segnalare.
E' una legge che va letta non solo per quello che dice, ma anche per quello che non dice; è una legge che affronta un argomento sicuramente complesso, senza sciogliere tutti i nodi che la tematica fa sorgere sul territorio.
Ci sono, poi, delle manchevolezze specifiche; nel corso delle audizioni e del percorso in Commissione - come l'Assessore sa - è stato ripetutamente richiesto, da parte delle minoranze, l'inserimento nella legge di un Osservatorio regionale. Osservatorio che doveva rappresentare un momento di coordinamento tra i vari soggetti che entrano nella gestione dei rifiuti.
Una visione regionale, globale e complessiva, derivante dall'osservazione degli eventi e delle conseguenze che si creano sul territorio, era necessaria e indispensabile. Così non è stato.
Riteniamo, inoltre, che non ci sia un chiaro indirizzo verso quello che secondo noi è e resta uno dei principali argomenti nel settore dei rifiuti ovvero le politiche per la riduzione dei rifiuti.
Infatti, con questa legge si prevedono incentivi per i Comuni nei quali sorgeranno gli inceneritori, però non sono stati introdotti degli incentivi concreti ed efficaci per quanto riguarda la politica della riduzione del rifiuto.
L'Assessore, e la legge stessa, recepiscono indirettamente l'importanza della riduzione del rifiuto quando sostengono che i Comuni che producono meno rifiuti sono esentati dalla necessità di raggiungere il 35% di quota differenziata.
Il riconoscimento dell'importanza della minore produzione di rifiuti doveva essere maggiormente evidenziato all'interno della legge.
Queste sono alcune di quelle parole che non sono state dette e scritte nella legge.
Alcuni di noi sono convinti che questa legge non riuscirà a dirimere la questione "incenerimento sì, incenerimento no".
Come ha ricordato l'Assessore, una legge regionale non può risolvere un problema che viene affrontato sia su scala nazionale, sia su scala internazionale (europea), però questa legge arriva molti anni dopo la legge nazionale e soprattutto arriva in seguito alla segnalazione, da parte di diverse esperienze in Europa, della pericolosità degli inceneritori.
Non possiamo ignorare, scrivendo una legge sui rifiuti, le conoscenze acquisite nel campo delle problematiche della termodistruzione o termovalorizzazione dei rifiuti stessi.
Pertanto, non dobbiamo pensare a una legge che dica: "incenerimento sì o incenerimento no", ma perlomeno a una legge che sia molto più chiara ed esplicita nel porre dei limiti al sistema di distruzione dei rifiuti proprio perché non possiamo ignorare le più recenti acquisizioni nel campo della salute e della tutela ambientale.
Il meccanismo messo in atto permette di ridurre la sanzione amministrativa per quei Comuni che non raggiungono la quota di raccolta differenziata, ma in questo modo questi non saranno incentivati a progredire sulla strada della raccolta differenziata.
Questa dichiarazione di voto è a nome di tutto il centrosinistra. Per tutti i motivi che ho esposto, per il fatto che è una legge necessaria, ma non condivisa, ci asterremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Voglio solo ricordare che nell'iter di approvazione di questa legge la Lega Nord aveva presentato due emendamenti che, dopo una riunione abbastanza animata, sono stati ritirati. In seguito a ciò, votammo contro l'art. 11.
Pertanto, pur avendo votato a favore di tutti i restanti articoli, sul testo complessivo della legge ci asterremo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno votato SI' 24 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si sono astenuti 11 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di dichiarare chiusa la seduta odierna, come convenuto, do alcune notizie ai colleghi.
Martedì prossimo ci sarà la seduta del Consiglio, con il completamento dell'o.d.g. previsto per la seduta stessa.
La settimana successiva, la seduta di Consiglio sarà il giorno 24, con inizio alle ore 14.30, perché una parte della delegazione ritornerà mercoledì e anche perché il giorno 23 ci sarà il sopralluogo ai due tunnel del Frejus e del Monte Bianco.
Per il mattino dello stesso giorno, alle 9.30, è convocata una Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.22)



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