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Dettaglio seduta n.252 del 01/10/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 15.10 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.43)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.43)



PRESIDENTE

La seduta è aperta


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caramella, D'Onofrio, Deorsola Ghigo, Giordano, Leo, Riggio e Rossi Giacomo.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Gruppi consiliari

b) Adesione al Gruppo Misto con la denominazione "Movimento popolare europeo" da parte del Consigliere Scanderebech


PRESIDENTE

Comunico che, in data 23 settembre 2002, ai sensi dell'art. 13 del regolamento il Consigliere Deodato Scanderebech aderisce al Gruppo misto con la denominazione "Movimento popolare europeo".


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordini del giorno n. 618 e n. 619 e n. 620 inerente a "Crisi FIAT Auto. Definizione di una strategia e piano industriale di difesa e rilancio della produzione automobilistica" e interrogazioni e interpellanze assorbite: interpellanza n. 1540 inerente a "Utilizzo di CIGO e CIGS e serie storica degli occupati nel Gruppo Fiat nel periodo 1977-2002" interrogazione n. 1601 inerente a "Crisi alla Lelpa di Torino, azienda dell'indotto Fiat Auto e dell'Iveco"; interrogazione n. 1651 inerente a "Intenzioni del Gruppo Fiat in ordine all'accordo con GM" e interrogazione n. 1714 inerente a "Caso Italtest di Volpiano con 80 lavoratori coinvolti: una nuova vittima della crisi Fiat?"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'illustrazione dei tre ordini del giorno: ordine del giorno n. 618, presentato dai Consiglieri Gallarini, Tomatis Costa Enrico, Valvo, Cattaneo, Cota, Deorsola, Galasso, Cantore, Bolla Manolino, Angeleri, Botta M., Marengo, D'Onofrio.
ordine del giorno n. 619, presentato dai Consiglieri Tapparo, Caracciolo Contu, Tomatis, Moriconi, Papandrea, Chiezzi, Saitta e Ronzani ordine del giorno n. 620 presentato dai Consiglieri Marcenaro, Manica Saitta, Ronzani, Suino, Placido, Muliere, Moriconi, Tapparo e Chiezzi.
La parola al Consigliere Cattaneo per l'illustrazione del primo ordine del giorno.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno è stato presentato dalla maggioranza sottoscritto da tutti i Capigruppo di maggioranza e da buona parte dei Consiglieri di maggioranza, che erano presenti stamattina durante i lavori del Consiglio regionale.
Abbiamo ascoltato con molta attenzione - e molti Consiglieri sono intervenuti - la puntuale relazione dell'Assessore Pichetto riguardo ad un tema estremamente importante, come quello concernente le problematiche legate al gruppo FIAT, che sono state evidenziate nelle ultime settimane.
Questo ordine del giorno esprime la piena condivisione alla relazione dell'Assessore Pichetto e, da parte del Consiglio regionale, il sostegno alle iniziative che la Giunta regionale ha già posto in atto su questa importante problematica, e alle iniziative che la Giunta regionale - così come l'Assessore Pichetto ha puntualmente ribadito nella replica - vorrà adottare per affrontare le difficoltà derivanti dalla crisi del settore degli autoveicoli, non solo limitatamente alla FIAT, ma - come ha citato il Consigliere Dutto - anche all'indotto ad esso collegato.
Inoltre ribadisce anche la necessità d'interventi straordinari e un coinvolgimento - altro tema evidenziato da molti Consiglieri del governo nazionale - più importante e più significativo rispetto a quello avvenuto finora.
Esprime inoltre la volontà della Regione di monitorare con estrema attenzione le decisioni dell'azienda per superare la crisi. E mi ricollego anche alla considerazione che l'Assessore Pichetto ha fornito, come interpretazione autentica della Giunta, e della maggioranza che la sostiene, della parola "monitorare".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione del secondo ordine del giorno.



TAPPARO Giancarlo

L'ordine del giorno che porta la mia firma come primo firmatario - ma è stato firmato da tutti i gruppi del centrosinistra - è in qualche misura complementare con l'ordine del giorno che successivamente verrà illustrato dal Consigliere Marcenaro.
Infatti entrambi affrontano il problema dal versante del ruolo della politica industriale che maggiormente deve mettere in campo la Regione Piemonte, e soprattutto l'attenzione al fatto che la ristrutturazione del gruppo FIAT non determini dei gravi danni al sistema dell'indotto. Questo perché, come è stato illustrato stamattina, le operazioni in corso, cioè quella della riduzione del riconoscimento dei prezzi dei prodotti dei sub fornitori, da parte della FIAT, connessa anche ai tempi di pagamento molto lunghi, possono portare ad una selezione "darwiniana" delle imprese dell'indotto, non corretta rispetto al patrimonio importante, che non va disperso.
In questo ordine del giorno vengono indicati tre o quattro punti d'attacco specifici, che sono in qualche modo misurabili da un impegno e da un comportamento del governo regionale.
Il primo è relativo ai fondi strutturali che devono essere qualificati nell'intervento sulla filiera automobilistica. Siamo in una fase in cui nell'elaborazione della strutturazione dell'uso dei fondi strutturali occorrerà dare particolare attenzione allo sviluppo dell'intervento nella filiera autoveicoli.
Il secondo aspetto è quello di valorizzare fortemente le politiche territoriali, soprattutto per un recupero di ruolo dei patti territoriali che non ha visto la presenza della Regione in modo protagonista. Seppure sappiamo che la Provincia di Torino, in questo caso, ha espresso una presenza importante.
Accennavo alle economie di sistema costituite dai trasporti e dalle reti telematiche.
Un altro elemento - ma questo è immediato, Assessore - è quello di riuscire a trovare un meccanismo di sinergia nella ricerca e nello sviluppo, che ha un'importanza vitale nella diffusione dell'innovazione tecnologica, tra Università e centri di ricerca. Voglio accennare ai colleghi - magari non ne sono tutti a conoscenza - che abbiamo un'importante presenza del CNR a Torino e centri privati. Saldando la filiera della ricerca ai distretti industriali si potrebbe accrescere, in qualche modo, la capacità diffusiva dell'innovazione.
La Regione Piemonte è in ritardo - ma questo è un ritardo storico e non può essere addebitato a questo governo regionale - circa l'utilizzo delle forme di alleanza tra le imprese, che migliorerebbero le politiche consortili.
Concludo con una battuta: certamente occorre che le politiche attive per il lavoro siano utilizzate a 360 gradi, e non solo per affrontare l'emergenza delle eccedenze della FIAT.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione del terzo ordine del giorno.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. Come ha detto il collega Tapparo i due ordini del giorno non sono in conflitto, ma affrontano punti diversi.
Questo ordine del giorno sottolinea, in particolare, l'urgenza di un'iniziativa, che abbia carattere d'iniziativa politica pubblica con il rilievo che questa deve avere.
Per questo proponiamo un intervento che, in questo momento, solleciti lo sblocco di una situazione che ha le caratteristiche di gravità che abbiamo descritto. Abbiamo chiesto che ci sia, da parte della Giunta, una proposta per quanto riguarda la questione distrettuale, e di mettere in calendario un'iniziativa politica - abbiamo parlato di una conferenza regionale con il concerto fra varie istituzioni - per affrontare la questione con il dovuto rilievo.
A noi sembra che questo corrisponda al dibattito che si è svolto quindi abbiamo pensato che ci potesse essere una convergenza, visto che tra l'altro, mi pare che abbiamo approvato un ordine del giorno che impegnava la Regione ad una conferenza sulle dimensioni internazionali della politica dell'auto.
Se non ricordo male tale ordine del giorno, presentato allora dal gruppo Rifondazione Comunista, era stato votato all'unanimità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore all'industria e al lavoro

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta è favorevole al documento della maggioranza.
Esprime un parere negativo sul documento illustrato dal collega Tapparo perché una parte del contenuto invita la Giunta a recuperare un ruolo autorevole. L'autolesionismo non è nella nostra vocazione.
In merito all'ordine del giorno illustrato precedentemente dal collega Marcenaro, di fatto, c'era già un impegno della Giunta regionale, assunto con il Consiglio, a indire una conferenza, una valutazione sul settore automotive, ipotizzando la data entro novembre. Pertanto la mia posizione è di astensione, in quanto era un impegno già assunto. Sembra pleonastico ribadire questa posizione, ancorché la data si deve valutare bene quando porla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea, per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Intervengo per annunciare il voto favorevole all'ordine del giorno che abbiamo sottoscritto e a quello illustrato dal Consigliere Marcenaro facendo una breve precisazione.
Siamo d'accordo sulla parte finale e sulle ispirazioni incluse nella prima parte, ma non accettiamo totalmente la soluzione inevitabile e comunque, positiva dell'accordo con la General Motors, perché riteniamo che anche l'accordo con la GM presenti, allo stato attuale, dei rischi enormi e crediamo che in questo accordo ci sia la chiusura di Mirafiori.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione degli ordini del giorno.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 618 il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale udita la relazione della Giunta regionale riguardo alla crisi in atto nel settore autoveicoli, con particolare riferimento alle problematiche relative al Gruppo FIAT constatati gli effetti che il prolungarsi di tale congiuntura negativa potrebbe avere sull'intera economia piemontese che ha nell'automotive uno dei settori trainanti del proprio sistema produttivo e commerciale soprattutto con riferimento alle potenzialità dell'export esaminati gli elementi riferiti al mercato occupazionale, che dimostra una sostanziale tenuta, con la riduzione della disoccupazione ai livelli minimi nell'ultimo decennio, a conferma della capacità di diversificazione del Piemonte, anche a seguito delle politiche attuate dalla Regione in tal senso valutati i contenuti del "Progetto Piemonte" elaborato dalla Giunta regionale, con il concorso delle parti sociali e delle istituzioni locali indirizzato a fornire concrete e tempestive risposte, sia in materia di politiche industriali che di politiche attive del lavoro pur ritenendo superata la centralità del sistema FIAT sia per la città di Torino che per il Piemonte, ma valutando molto seria la crisi del settore sia sul piano economico che su quello occupazionale esprime il proprio sostegno alle iniziative poste in atto dalla Giunta regionale per affrontare le difficoltà derivanti dalla crisi del settore autoveicoli e per trattare le problematiche occupazionali e di sviluppo industriale ad essa conseguenti ribadisce la necessità di adeguati interventi straordinari, anche con il concorso del Governo nazionale, sia di carattere normativo che mediante l'assegnazione di risorse finanziarie aggiuntive, così come delineato nel "Progetto Piemonte", in modo da poter garantire una forte risposta di tutte le Istituzioni esprime la volontà della Regione di monitorare con estrema attenzione le decisioni dell'azienda per superare la crisi".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 619 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la gravità della crisi della FIAT auto e la indeterminatezza delle prospettive industriali considerato che tale crisi si ripercuote nel settore dell'indotto auto, che se lasciato solo nel rapporto con FIAT subirà una selezione darwiniana attraverso una scelta del gruppo torinese di ridurre del 3,5% i prezzi dei subfornitori (che già subiscono tempi di pagamento molto lunghi) tenuto conto che le regioni hanno acquisito maggiori spazi nella politica industriale dalla recente riforma costituzionale tali da permettere forti politiche di distretti e di filiere produttive invita la Giunta regionale a recuperare un ruolo autorevole di politica industriale: sviluppando i fondi strutturali dell'U.E. ad un intervento qualificato nel settore della filiera autoveicoli accentuando l'impegno nelle politiche territoriali che concorrono ad aumentare i livelli di competitività (patti territoriali, trasporti, reti telematiche) impegnandosi fortemente per sinergizzare la filiera della Ricerca Università - Centri Ricerca (pubblici e privati) - Distretti Industriali, e per accrescere l'alleanza tra le PMI con politiche consortili anche per le esportazioni oltre che per la ricerca rafforzando tutti gli strumenti di politica attiva del lavoro, non solo come scelta per intervenire sulle "eccedenze" espresse dalla FIAT" Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 620 il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale considera necessario un intervento straordinario del Governo, della Regione e delle istituzioni pubbliche sulla questione Fiat in un momento così grave per il futuro del maggior gruppo industriale piemontese e italiano.
Questo intervento deve : sollecitare e sostenere le scelte per determinare gli assetti finanziari e il quadro di rapporti e di alleanze - a partire da quelli con General Motors - necessari per definire una strategia e un piano industriale di difesa e rilancio della produzione automobilistica adottare le politiche di competenza della Regione finalizzate al rafforzamento e alla dotazione dei servizi e degli strumenti necessari al distretto tecnologico dell'auto e al sistema di imprese piccole e medie ad esso collegato.
Il Consiglio Regionale impegna la Giunta a predisporre e a presentare al Consiglio regionale una specifica proposta e a convocare a questo fine, d'intesa con la città e la provincia di Torino, entro il mese di novembre, una apposita Conferenza regionale con la partecipazione di tutti i soggetti interessati.
Il Consiglio Regionale impegna la Giunta ad agire per rendere disponibili per tutti i lavoratori coinvolti nella crisi e per il tempo necessario, gli ammortizzatori sociali adeguati".
Il Consiglio non approva.
Dichiaro chiuso questo punto all'ordine del giorno, con l'assorbimento delle seguenti interrogazioni: 1540-1601-1651 e 1714.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 224 "Norme per la gestione dei rifiuti"


PRESIDENTE

Riprendiamo con il procedimento avviato con la relazione introduttiva del relatore Cantore sul disegno di legge n. 224, di cui al punto 5) all'o.d.g..
Dichiaro aperto il dibattito generale.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Devo dire che questo disegno di legge presentato dalla Giunta regionale sulla gestione dei rifiuti è atteso da più parti nella nostra Regione. E' un disegno di legge che giunge opportunamente per regolamentare una materia estremamente importante.
Devo dire che, come in altri casi, per quanto mi riguarda, si tratta di una legge né totalmente condivisibile né del tutto non condivisibile. E' un disegno di legge che presenta dei contenuti, per certi versi, importanti ma lascia aperti ancora parecchi dubbi. E' una situazione simile a quella che abbiamo affrontato con il piano energetico regionale. E' un provvedimento molto atteso e importante, ma non fornisce tutte le risposte che il territorio attende. Anche l'Assessore sa queste cose, anche se non lo ammetterà mai. I punti che, secondo noi, non sono trattati con la chiarezza dovuta, riguardano il recupero, il riciclo e la riduzione della produzione dei rifiuti. Non c'é chiarezza sulle indicazioni e sulle direttive che la Regione intende assumere per quanto riguarda quello che una volta si chiamava "incenerimento dei rifiuti", e che oggi viene definito, con un termine più moderno (ma che non risolve i problemi che la pratica comporta) "termovalorizzazione".
Non dà neanche risposte sull'uso delle materie cosiddette "prime" e "seconde", cioè non incentiva politiche che permettano lo sfruttamento a fondo di materie ricavate dal recupero e dal riciclo.
Questa scarsa propensione alle politiche del recupero e alla riduzione del rifiuto dispiacciono. Ma dispiacciono ancora di più perché si è conclusa da poco la "Conferenza sullo sviluppo sostenibile" di Johannesburg, dove, lì come in altre sedi istituzionali, è stata sottolineata l' importanza delle politiche del recupero delle materie prime e del riciclo.
Questa non chiara indicazione potrebbe privare anche la Regione di risorse economiche importanti. Ad esempio, soprattutto oggi che abbiamo parlato di crisi occupazionale, non dobbiamo dimenticare che dal recupero e dal riciclo delle materie prime possono nascere delle interessanti opportunità per il mondo del lavoro. Non devo essere io a ricordare all'Assessore Cavallera che ad esempio in Germania esistono floride imprese che lavorano sul recupero e sul riutilizzo delle materie prime. E sovente dall'Italia andiamo a comprare queste materie riciclate proprio in Germania.
Allora, il discorso di base qual è? Che queste politiche devono essere incentivate proprio dalla Regione. Non possiamo pensare che su scala più piccola i Comuni e le Province possano intervenire per incentivare il recupero e il riutilizzo delle sostanze. Questo è un compito primario della Regione Piemonte.
Noi, in questo disegno di legge, non vediamo questo indirizzo così chiaramente espresso come avremmo voluto e come ci saremmo aspettati di trovare. Così per quanto riguarda la distruzione termica dei rifiuti, che in base a questo disegno di legge, è praticamente messa sullo stesso piano degli altri sistemi di gestione dei rifiuti. Noi, invece, avremmo voluto indicare più chiaramente che la termovalorizzazione non può che essere l'estrema ratio, la soluzione ultima ed estrema, quando, cioè, non si è riusciti ad affrontare il problema diversamente.
Per noi affrontare il problema diversamente vorrebbe dire incentivare la raccolta differenziata e soprattutto puntare sul compostaggio del materiale organico, che sappiamo essere la frazione più abbondante dei rifiuti, quella che più dà problemi e che deve essere posta al centro della nostra attenzione.
Non credo che possa valere il discorso che le leggi nazionali trattano la termovalorizzazione allo stesso livello di altri sistemi, e neppure che la termovalorizzazione viene assunta anche su base europea come modalità per creare energia.
Credo che giustamente la Regione debba guardare gli altri esempi quando sono utili e positivi. Quando invece presentano dei punti di criticità, ritengo che la Regione abbia tutto l'interesse (nell'interesse dei cittadini) a scegliere strade autonome, anche se contrastanti con quelle di altri Enti.
Puntare sulla limitazione della termodistruzione dei rifiuti urbani poteva costituire per la Regione Piemonte una priorità, una scelta qualitativa, che l'avrebbe sicuramente messa all'avanguardia, in questo campo, rispetto ad altre Regioni italiane.
Inoltre, manca chiaramente un indirizzo per quanto riguarda la riduzione della produzione dei rifiuti, scelta che dovrebbe essere supportata sul piano degli impegni economici. L'Assessore sa - ce lo siamo detti anche in Commissione - che in questi anni, nonostante sia comunque aumentata la raccolta differenziata dei rifiuti (aumento che purtroppo non è ancora significativo come vorremmo), sono aumentate le quantità dei rifiuti da smaltire.
Solo per citare qualche dato, nel 1969 a Torino i chilogrammi dei rifiuti pro-capite erano 183, nel 2001 i chilogrammi di rifiuti pro-capite sono diventati 577, equivalenti a 520.000 tonnellate. L'Assessore lo sa bene. In circa trent'anni abbiamo avuto un aumento del 300%: si pu calcolare un 10% annuo, anche se sappiamo che è stato esponenziale, nel senso che sono aumentati prima più moderatamente e poi in maniera più decisa.
C'é ancora tempo per affrontare questo problema. Ritengo che questa legge dovrebbe dimostrare un po' più di coraggio nell'indicare e nel perseguire la finalità della riduzione della produzione dei rifiuti.
Sappiamo che in altre zone d'Italia questa strada è già stata scelta e ci sono anche delle esperienze interessanti, che hanno portato ad una decisa riduzione, ad esempio dell'imballaggio, che sappiamo essere uno dei problemi cardine per quanto riguarda la produzione dei rifiuti.
Ritengo che questa legge potrebbe migliorare di molto la sua qualità se riuscisse a fare un ulteriore passo nel senso della riduzione dei rifiuti non solo assumendola come dichiarazione di principio, ma mettendo in campo quegli strumenti che permettono effettivamente di arrivare ad una riduzione e al contenimento della loro produzione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Signor Presidente, Assessore e colleghi, è certamente un altro di quei provvedimenti che ci ha visti e ci vede disponibili ed interessati perch lo riteniamo necessario. Per lungo tempo è stato in Commissione, dove si è svolto un lavoro approfondito, che comunque pensiamo sia da valorizzare e da considerare. La necessità si colloca di fronte ad una serie di problemi che esistono non solo nella nostra Regione, ma in generale. La necessità di tale provvedimento, che già nel precedente anno avrebbe dovuto vedere la propria emanazione, è stata segnalata da tempo. Così non è stato e certamente questo non aiuta le annose e complesse discussioni che si verificano su tutti i territori - di cui l'Assessore è assolutamente informato - sulla questione del posizionamento degli inceneritori - io preferisco ancora chiamarli nella vecchia maniera - e sulle zone da destinare a compostaggio.
Sostanzialmente, il problema è che in Italia si producono 30 milioni di tonnellate di rifiuti, che è una quantità impressionante e in perenne crescita. Questo è il dato ed è un problema con il quale, prima o dopo tutte le amministrazioni dovranno scontrarsi. Io uso dire che i rifiuti non hanno una colorazione politica, ma sono qualcosa che appartiene a tutte le realtà.
Nel 2001, come ha detto il collega Moriconi, il 74-75% dei rifiuti è finito direttamente in discarica.
Questa è la seconda grande questione, che non può non far riflettere e non imporre anche delle scelte e misure conseguenti.
Il 75% di questi rifiuti è finito direttamente in discarica; vuol dire che 22-23 milioni di rifiuti tal quali, quindi senza pretrattamento, sono finiti nelle discariche.
E' evidente che questo è un problema nell'ordine di utilizzo improprio di questi siti destinati a discariche e di conclusione anzitempo della disponibilità di volume che queste discariche comportano. E' un problema legato, a monte, alle scelte o non scelte che portano verso questo risultato.
Secondo la direttiva europea, come ribadito recentemente nell'ultima circolare, i rifiuti devono essere tutti trattati e si deve andare verso l'azzeramento delle discariche. In sostanza, non si vogliono nuove discariche. Questo, però, contrasta con la situazione che esiste soprattutto nel sud Italia, ma anche nei nostri territori piemontesi. Ad esempio, per quanto riguarda la discarica di Via Germagnano, che è la più grande in assoluto in Torino e in Piemonte, noi cittadini torinesi di questa zona ci sentiamo dire che, probabilmente, si arriverà ad una proroga perché c'è la necessità di un ampliamento, c'è la necessità di salire ulteriormente con gli scarichi, in quanto non sono state adottate altre decisioni. Una delle quali riguarda certamente la questione dell'incenerimento. Noi siamo convinti e continuiamo a sostenere che altre decisioni vanno anche nella direzione di trattare prima il rifiuto sotto varie modalità e nel vero potenziamento e incentivazione della raccolta differenziata. Cioè, vanno nella direzione di un intervento in rapporto con le industrie, ad esempio, per tentare di ridurre e di contenere gli imballaggi, che sono uno dei veri problemi almeno per quanto riguarda l'aspetto volume.
Nel comparto del compostaggio si è visto un certo miglioramento, in effetti, sono cresciuti una serie di impianti, ma siamo ancora lontani anche su questo versante, da quello che avrebbe dovuto essere, almeno secondo le previsioni della fine degli anni novanta del trend di aree proporzionali ai cittadini.
Dopodiché, per quanto riguarda l'incenerimento, è certamente cresciuta la termovalorizzazione, trattando, però, di fatto, una cifra molto bassa che arriva all'8-10% dei rifiuti prodotti nel nostro paese, quindi arrivando a distruggerne a malapena un terzo, anche scarso.
I problemi principali sono certamente di ordine culturale, ma soprattutto, sono legati alle strutture ed alle infrastrutture. Di fatto noi abbiamo una situazione nella quale mancano gli impianti di selezione di incenerimento e di compostaggio; questo è assolutamente noto.
Per quanto riguarda i rifiuti, di fatto, ci ritroviamo con un obiettivo principale che dovrebbe concernere la maggior riduzione possibile e in cui questo obiettivo continua a non essere rimandabile, ma non sono sufficienti le misure intraprese per raggiungerlo.
Questo provvedimento, che dà una serie di misure e di indicazioni, in primo luogo, quale nota critica, arriva abbastanza in ritardo e, in secondo luogo, concerne misure che dal nostro punto di vista continuano a non puntare abbastanza il dito su due questioni: 1) stringere in qualche modo le Amministrazioni locali affinché si ritrovino veramente nella determinazione di assumere le scelte conseguenti 2) nell'incentivare.
Questi sono i due grandi problemi.
Lo spirito che anima questa legge dovrebbe essere, ma secondo noi lo è solo in parte, l'autosufficienza regionale, anche se è apprezzabile il passaggio attraverso il quale la Regione dice - speriamo che non venga emendato - che vi saranno solo degli accordi eccezionali relativamente ad altre Regioni quindi, di fatto, non si accetteranno più - banalizziamo, semplifichiamo rifiuti da altre Regioni, ma in qualche modo la Regione deve garantire una certa autosufficienza e rispondere in modo completo dell'intero percorso del ciclo combinato.
Dal nostro punto di vista, lo scopo primario, però, dovrebbe anche essere, oltre all'autosufficienza, la riduzione dei rifiuti. E' vero che questo provvedimento si è sforzato di apportare una serie di modifiche positive, motivo per il quale abbiamo avuto un'attenzione, e continuiamo ad averla in aula fino al suo esito conclusivo, diversa dall'attenzione che abbiamo dedicato ad altri provvedimenti.
Facciamo degli esempi: è evidente che i criteri stabiliti per i rifiuti ospedalieri sono un segnale importante, come lo sono i criteri individuati per le discariche come fase finale del ciclo; cioè, ci sono stati degli apporti utili. Dal nostro punto di vista rimangono ancora dei problemi: i Comuni, soprattutto quelli piccoli, si ritroveranno in una situazione particolarmente delicata perché la legge, parametrando a livello di ogni Comune il raggiungimento del 35% di raccolta differenziata, consente, di fatto, di valutare da parte del Comune se economicamente conviene o meno fare la raccolta differenziata.
Questo dal nostro punto di vista è un problema che impone alla Regione di essere più determinata e più stringente. Alcuni emendamenti vanno in questa direzione. E' un problema che riguarda soprattutto i piccoli e i medi Comuni. Quanto gli convenga, scegliendo una strada oppure l'altra; in entrambi i casi, siamo sicuri che si vada nella direzione di potenziare e incentivare la raccolta differenziata. Abbiamo, in tal senso, delle perplessità.
Un altro problema che rimane, dal nostro punto di vista, è quello legato all'art. 15, se nel frattempo non è stato modificato, relativamente allo smaltimento dei rifiuti speciali, cioè i rifiuti assimilati agli urbani.
Queste tipologie di rifiuti - mi riferisco ai rifiuti prodotti dalla depurazione delle acque reflue urbane ed ai rifiuti prodotti dall'attività di recupero e smaltimento dei rifiuti urbani - che sono stati dichiarati "speciali" dal decreto legislativo del '97, come dovranno essere smaltiti? La formulazione che ritroviamo nella legge lascia aperte grosse perplessità.
I rifiuti derivati dal recupero e smaltimento di altri rifiuti potrebbero non essere così innocui, e questo è un problema che dobbiamo assolutamente tenere presente.
Cito ad esempio due o tre interrogazioni che ho presentato in questi anni legate alla vicenda di Sommariva del Bosco, ma potrei citare altri casi piemontesi, esempi nei quali è indispensabile avere un articolato esplicito, che non consenta il dubbio dell'interpretazione.
E' evidente che solo in questo modo la legge può diventare stringente e rispondente all'obiettivo primario: quello di una riduzione dei rifiuti quello di perseguire l'obiettivo della salute e della qualità della vita che dovrebbero essere, prima del business e di tutto il resto, in assoluto l'obiettivo primario.
Rimane altresì aperta un'altra questione legata all'autosmaltimento.
Così com'è scritto e formulato, l'articolo - non ho il tempo di andare a vedere di quale articolo si tratta - non esplicita con chiarezza che è fatto divieto dell'autosmaltimento.
Attenzione, perché vi sono alcune realtà di campagna o piccole realtà dove è ancora molto diffuso e dove ci si potrebbe trovare nella condizione per spendere meno, di procedere in modo diretto.
Nella legge non c'è scritto che l'autosmaltimento è vietato e questo è un altro degli argomenti di preoccupazione.
Poiché il tempo è tiranno, farò qualche accenno in dichiarazione di voto conclusiva alle politiche generali sulla partita rifiuti che vengono portate avanti nel nostro Paese.
Così com'è stato fatto per l'energia, anche sulla politica rifiuti va considerata l'importanza di un buon provvedimento, come in parte riconosciamo - è questo.
Abbiamo presentato, al riguardo, una serie di emendamenti costruttivi e ci auguriamo di ottenere l'attenzione da parte della Giunta.
Questa politica, comunque, va letta e coniugata con quella che, in modo più generale, viene portata avanti nel nostro Paese.
Concludo dicendo che vanno considerati prioritari la qualità del vivere e l'obiettivo salute, quindi apportiamo quelle modifiche che possono rendere più chiaro e definito l'obiettivo che ci siamo dati con questa legge, cioè ridurre i rifiuti e fare in modo che si vada sempre di più verso una politica che non faccia crescere le discariche e gli abusivismi.
L'aumento in corso, relativo al 2-3% per ogni abitante, è un aumento pesante e va fermato. La Regione ha una competenza diretta in tal senso.
Gli emendamenti, Assessore, tratteranno questi temi, quindi la raccolta differenziata, il recupero e riciclo, la riduzione degli imballaggi, lo sviluppo delle tecnologie pulite. Probabilmente, l'accoglimento di alcuni di questi emendamenti renderà meno critico il giudizio complessivo sull'intero testo.
Per ora mi fermo qui. Grazie per il tempo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Concordo, parola per parola, sulle critiche che hanno svolto i compagni Moriconi e Suino, pertanto non riprendo quelle questioni.
Ne sollevo solo una: quando un Consiglio regionale si appresta ad aggiornare la legge su un tema così importante come quello dei rifiuti, non può fare a meno di illuminare il testo della legge con un giudizio sulle condizioni in cui quel processo di legge viene portato in aula, cioè su quanto l'Assessore ha fatto in questi anni riguardo al tema e come, dopo aver fatto tutto ciò, riversa l'attività svolta entro una normativa.
Non mi sembra che in questi anni l'Assessore Cavallera abbia mai radunato il Consiglio regionale e coloro che si occupano di questo tema lanciando iniziative, appelli e progetti volti a segnalare l'allarme che hanno citato i colleghi e compagni, cioè che i rifiuti continuano ad aumentare e continuano ad essere gettati, quando potrebbero essere utilizzati come risorsa e, quindi, come ricchezza.
Inoltre, c'è ancora parecchia confusione e superficialità sul tema degli smaltimenti, perché la catena che porta alla serie di raccolta differenziata, riciclo e le varie forme di smaltimento è una catena non ben organizzata, dal punto di vista logico. In assenza di provvedimenti coordinati l'un l'altro, l'ultima fase, quella più pericolosa, che desta più paure, quella più rischiosa (quella dell'incenerimento), rischia di affacciarsi sempre più, all'interno delle modalità di smaltimento, come un'eventualità da cogliere con molta apprensione, ansia ed urgenza, che è la cosa peggiore che possa succedere di fronte a un tema come quello dell'inceneritore.
Poiché in questi anni l'Assessore non ha affrontato, in termini politici alti e qualificati, questo tema, ma si è limitato a una gestione tutto ciò che di bene ha fatto l'Assessore in questi anni penso lo si debba al lavoro svolto dagli Uffici. Ho avuto modo di seguire il loro lavoro qualche legislatura fa e so che sono attenti, competenti e anche molto dedicati, non solo con la testa, a questo problema.
La Regione Piemonte, dunque, è senz'altro dotata di questa ricchezza strutturale, data dall'attenzione e dalla capacità con le quali gli Uffici strutturano i provvedimenti.
Quello che manca è proprio la politica, quel segno in più che la politica può dare, il segno prepotente di una legge che dica: "Adesso basta, adesso si riducono i rifiuti".
Questo non possono scriverlo i funzionari, che difatti l'hanno scritto ma dovrebbe essere l'Assessore che, in un nuovo impianto legislativo, segni nel primo articolo, visto che si rinnova e si cambia, degli input molto pesanti, dal punto di vista politico, che indirizzino tutta la legge.
Questo non esiste; quindi cercheremo, come al solito, di ridurre i danni e le insufficienze di questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Utilizzerò meno del tempo a mia disposizione, trovandomi d'accordo con quanto espresso dalla collega Suino.
Già in Commissione, come Gruppo, abbiamo dato, con impegno, competenza e passione, il nostro contributo nel lungo percorso di questa legge percorso che avrebbe potuto essere molto più veloce se non ci fossero state resistenze, non certo da parte dei Gruppi dell'opposizione, nel tempo impiegato ad affrontare tale provvedimento in Commissione.
una legge utile e necessaria, alla quale abbiamo cercato di dare il nostro contributo in Commissione, condividendo molti emendamenti (su alcuni ci siamo astenuti, ma su altri abbiamo votato a favore: azione che pensiamo di ripetere in aula, augurandoci che alcuni aspetti particolari vengano condivisi, non solo da altri colleghi dell'opposizione, ma dagli stessi colleghi della maggioranza), anche se, a nostro parere, alcuni aspetti vengono affrontati in maniera non esauriente o non come ci saremmo augurati fossero affrontati. Ci riferiamo, in particolare, all'azione che dovrebbe svolgere la Regione. Dovrebbe essere, a nostro parere, un'azione preventiva a monte, incentivando tutta una serie di azioni sul recupero degli obiettivi evidenti: ridurre i rifiuti, aumentare la differenziata gli imballaggi (tutti argomenti che chi segue la materia conosce bene).
Manca, da parte della Regione, un'adeguata azione preventiva. È vero che è previsto un suo intervento, in termini coercitivi o sostituendosi ai consorzi o Enti, ma questo sarebbe stato necessario svolgerlo prima.
un argomento che mi riguarda personalmente abitando, come la collega Suino, nella zona nord di Torino dove conviviamo (noi da meno, ma c'è chi convive da 50 anni) con la più grossa discarica europea. La domanda che ci poniamo è se su questo impianto, come negli altri previsti nella Regione esiste un piano regionale sugli inceneritori, o termodistruttori o termovalorizzatori. È prevista un'azione di Governo regionale? Se sì, si può pensare di inserirla in questo provvedimento oppure ognuno si organizza alla meglio? E' pensabile un federalismo dei rifiuti, un'autarchia, una concessione regionale? Ritornando alle Basse di Stura, Assessore, lei sa bene che noi abbiamo questo grande privilegio di ricevere i rifiuti, non solo dai 51 Comuni del consorzio e della Provincia di Cuneo e di Asti (e questo rientra in un federalismo del rifiuto, inteso come prodotto), ma anche da altre Province del nord Italia (e in alcuni casi anche oltre il nord Italia).
Su questi problemi è pensabile e possibile inserire qualche elemento? Non ho intenzione di utilizzare tutto il tempo a mia disposizione ritrovandomi assolutamente d'accordo con quanto detto dalla collega Suino ma queste sono le questioni: riduzione dei rifiuti, aumento delle differenziate, intervento sulle amministrazioni locali e sui consorzi, un ruolo regionale di incentivazione a monte, non tanto di commissariamento a valle, insieme alla possibilità di poter ragionare su impianti importanti e impattanti come le discariche e gli inceneritori, in un discorso regionale e non, come può essere in alcuni casi, solo per consorzi o province.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Intervengo per sottolineare la valenza di questa proposta legislativa che arriva in aula dopo un iter neppure tanto travagliato, vista l'utilità di tale disegno di legge. Quando i colleghi parlano di un sistema di federalismo dei rifiuti che oggi vediamo attuato, come diceva il collega Placido, nelle Basse di Stura, più che federalismo dei rifiuti si tratta di una reale incapacità organizzativa dei bacini d'utenza di molte parti della regione Piemonte, per le quali l'imprevidenza della quantità di rifiuti ha fatto sì che le Basse di Stura si trasformassero in questo polmone di sfogo. Laddove c'é stata una preveggenza e una capacità organizzativa, da parte di tutti i bacini di utenza nelle varie province, questo non si è verificato e non si è dovuto ricorrere, per molte Province del Piemonte, ad un sistema di raccolta tout court da parte del Comune di Torino e dell'Amiat.
Il fatto che le Basse di Stura oggi abbiano questo momento critico, è dovuto al fatto che è vicino il momento della chiusura e che l'Amiat e la città di Torino non abbiano saputo, nei tempi e nei modi dovuti, attuare le previsioni di programmazione, tali da eliminare il rischio incombente di ampliamento delle Basse di Stura, per non dover ricorrere a trasferimenti fuori Regione. In parte, tutto questo è stato orviato dal piano territoriale provinciale dei rifiuti che ha distinto le aree di pianificazione dei rifiuti in quattro quadranti della provincia di Torino.
chiaro, però, che se la legge oggi in discussione fosse già stata vigente al momento di questa suddivisione, credo che la città di Torino e l'Amiat avrebbero certamente dovuto inserirsi nel Piano di programmazione e di coordinamento e non solo individuare gli impianti da realizzare, come peraltro questa legge ribadisce chiaramente essere competenza della Provincia (l'art. 6 lo precisa molto bene). Invece di tentennare politicamente cercando di barcamenarsi tra un'elezione e l'altra, dovevano essere in grado di dare alla provincia di Torino quegli impianti che la tecnica moderna consiglia, per raggiungere il miglior smaltimento e la migliore produzione di raccolta rifiuti, senza creare continuamente impatti ambientali e visivi con le discariche.
Questa proposta legislativa che la commissione ha licenziato, nella quale sarà ancora necessario apportare dei piccoli ritocchi con piccoli emendamenti, è molto importante per dare, a livello regionale, una quadra e un coordinamento a tutte le leggi di raccolta rifiuti.
Molti paventano essere un pericolo l'inceneritore, ma pericolo non è è una scelta politica che, per il solito gioco del rimpiattino a cui abbiamo assistito l'anno scorso, non si è voluto realizzare nella città di Torino cercando di dimostrare che i torinesi erano tutelati da un'amministrazione oggi, invece, assistiamo ad un clamoroso, quanto evidente e prevedibile, ritorno di fiamma per far sì che il business generato da questo impianto tecnologico, ricada solo su Torino e non sulla provincia.
Le adduzioni che vengono fatte da molti Consiglieri e da molti tecnici sono di diversa natura. Mi auguro che questa legge venga quanto prima licenziata da parte dell'aula.
Tutti i comuni, indistintamente, di qualunque colore politico essi abbiano la loro gestione amministrativa, hanno la necessità di avere un coordinamento, non soltanto tra bacini di utenza, ma anche tra le province piemontesi, cosa che ad oggi manca. Ad oggi vediamo essere in atto la più disperata e più variopinta situazione da provincia a provincia. Questo certamente non è un bene e non sta agevolando il sistema di raccolta. Credo sia inutile pensare da parte nostra e da parte delle amministrazioni comunali o provinciali, di recuperare, di raggiungere quel livello qualitativo del riciclaggio previsto dalla legge Ronchi, quando non abbiamo la capacità, a monte, di coordinare gli impianti, di realizzare le strutture e quindi di permettere ai comuni di raggiungere questi livelli.
Ben venga il disegno di legge 224, mi auguro che il passaggio in aula sia produttivo senza colori senza ipotesi partitiche, ma, trasversalmente nell'interesse dei cittadini.



PRESIDENTE

Dichiaro concluso il dibattito generale. Passiamo all'esame dei singoli articoli.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cavallera per un replica; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Mi auguro che la discussione sugli articoli faccia chiarezza sulle varie questioni. Faccio presente l'estrema difficoltà che abbiamo incontrato durante l'iter di Commissione e poi durante il "riposizionamento", perché il disegno di legge era già in aula ma la nuova legge Finanziaria ci ha condizionato con il nuovo articolo n.35.
Oggi abbiamo un testo che è veramente atteso e, aggiungo, veramente urgente, perché dà attuazione, nella realtà piemontese e nel settore dei rifiuti, all'articolo n. 35 della legge finanziaria 2002. Credo che sotto questo punto di vista avremo le convergenze necessarie.
Per quanto riguarda le sollecitazioni pervenute dai Consiglieri, metto in risalto il fatto che abbiamo un Piano di gestione dei rifiuti che ha compiuto la scelta di considerare residuale il ricorso all'incenerimento però io dico che bisogna farlo. L'introduzione di meccanismi di commissariamento non sottendono alla volontà di interventi autoritari, ma corrispondono alla volontà di assumersi le responsabilità ai vari livelli di governo. La realizzazione dell'impianto smaltimento rifiuti è soggetta a privativa comunale pubblica, quindi nasce dal basso ma, nel momento in cui vi fosse un'inerzia, i livelli superiori devono assolutamente intervenire, compresa la Regione che non ha nessuna intenzione di fare da spettatore, ma deve assolutamente cercare di portare a conclusione questo processo sia organizzativo che di scelte operative.
Si deve anche considerare, lo abbiamo anche illustrato in Commissione il volume di investimenti che abbiamo fatto in questi anni per quanto riguarda la raccolta differenziata, le isole di raccolta, gli impianti più complessi di selezione e di compostaggio, ecc. Tutto sommato quella è stata una scelta nei fatti. Nei fatti abbiamo finanziato non, in primis, la realizzazione dell'inceneritore, ma nei fatti abbiamo anche sostenuto impianti di compostaggio, impianti della raccolta differenziata e impianti di selezione e di recupero. Il problema adesso è gestirli, inserirli in un contesto economico di equilibrio di costi. Non dobbiamo dimenticare che alla fine, a pagare sono i cittadini.
Come auspicavano molti Consiglieri, il testo si potrà senz'altro migliorare, tuttavia devo ricordare, lo sa bene il Consigliere relatore Cantore, che questo disegno di legge è stato discusso in Commissione un po' da tutte le parti politiche. Il testo, i Consiglieri ne sono a conoscenza è stato approfondito punto per punto, comma per comma. E' chiaro che nel momento finale si possono valutare le varie questioni. Io mi atteggio con l'aiuto del relatore a valutare le proposte in corso.
Ringrazio i Consiglieri che sono intervenuti perché, a mio avviso hanno rafforzato e sottolineato ognuno dal proprio punto di vista politico (è chiaro che i punti di vista politici non si possono dimenticare).
Naturalmente, essendo un tema di così bruciante attualità, mi auguro che il provvedimento si possa tempestivamente varare affinché si possa fare, pur avendo avuto sei mesi di proroga (il termine è del 31 dicembre della legge Finanziaria) le trasformazioni dei consorzi, distinguendo nettamente la funzione di governo da quella di gestione, insomma, attuare tutto ciò che è previsto dal nostro ordinamento. Noi abbiamo voluto cogliere una serie di opportunità che derivano da una corretta interpretazione del titolo V. Non a caso il primo emendamento recita che la Regione emana questo provvedimento avendo consapevolezza del proprio ruolo, della funzione per quanto riguarda il governo del territorio per quanto riguarda la regolazione dei servizi pubblici locali.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame del primo emendamento 1.1) Emendamento presentato dalla Giunta, a firma dell'Assessore Cavallera: dopo le parole "riduzione dei rifiuti" aggiungere le parole "nei limiti delle competenze attribuite alle regioni dal titolo V in materia di governo del territorio di gestione dei servizi pubblici locali" Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.
Il Consiglio approva.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Suino, Placido Ronzani e Muliere: art. 1, comma 1, punto a), riga 5, dopo le parole "alla massima tutela dell'ambiente" aggiungere le seguenti parole: "1) riduzione e contenimento degli agenti inquinanti immessi nell'aria 2) salvaguardia del territorio ai fini della gestione rifiuti 3) minimo utilizzo delle risorse idriche e loro completa depurazione 4) riduzione massima, nella disincentivazione delle forme di trattamento del rifiuto indifferenziato 5) corretto rapporto tra costi, considerati anche quelli ambientali e benefici." La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Proprio in relazione agli interventi che alcuni Consiglieri hanno fatto nella discussione generale sulla legge, i firmatari di questo emendamento ritengono che sarebbe opportuno specificare, nelle finalità della legge, alcuni concetti importanti; in particolare, il concetto dell'inquinamento, della salvaguardia del territorio e della riduzione dei rifiuti.
Sappiamo che se non andiamo nel senso della riduzione dei rifiuti anche se aumenteremo - com'é auspicabile e come dobbiamo fare - la quota di raccolta differenziata, non riusciremo mai a risolvere il problema. Quindi indicare e fare propri nelle finalità della legge, obiettivi di qualità per quanto riguarda il problema della gestione dei rifiuti, mi sembra una specificazione qualificante per la legge, oltre che un intervento doveroso e utile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La Giunta non è d'accordo con questa formulazione, però trae da questo emendamento un'indicazione, che è quella di valutare, all'interno dei costi benefici, anche quelli di tipo ambientale.
Per cui propongo un emendamento che reciti: d'inserire dopo le parole "costi e benefici" le parole "il corretto rapporto tra costi, considerati anche quelli ambientali e benefici".
In sostanza, coglieremmo lo spirito dell'emendamento, anche perch riteniamo che, essendo una dizione di principio, piuttosto che un dettaglio, rischia di non essere esaustivo.



PRESIDENTE

Tecnicamente la proposta dell'Assessore è il ritiro dell'emendamento Moriconi ed altri e la sostituzione con il suo emendamento.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Poiché l'emendamento proposto dall'Assessore Cavallera, come ha spiegato, recepisce la sostanza dell'emendamento proposto, chiediamo di firmarlo anche noi.



PRESIDENTE

Quindi, dichiariamo ritirato l'emendamento presentato dal Consigliere Moriconi ed altri, e sostituito con l'emendamento Cavallera, integrato con le firme dei Consiglieri Moriconi, Suino, Ronzani, Placido e Muliere, il cui testo è il seguente: 1.2.1.) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera e dai Consiglieri Moriconi, Suino, Ronzani, Placido e Muliere Art. 1, comma 1, lettera a), sostituire le parole "corretto rapporto tra costi e benefici" con le parole "corretto rapporto tra costi, considerati anche quelli ambientali e benefici".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Do lettura di un'integrazione per coordinamento all'art. 1, comma 3.
"Riferimento alla legge 44/2000" deve essere così aggiornato: sostituire le parole "da ultimo modificato dalla legge 6/8/2001 n. 19" con le parole "da ultimo modificato dalla legge 5/8/2002 n. 20".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 1 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 2 2.1) Emendamento n. 4 a firma dei Consiglieri Moriconi, Suino, Placido Ronzani e Muliere: Art. 2, comma 1, punto a), aggiungere ", nonché alla disincentivazione dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati sia in discarica che all'incenerimento. Allo scopo si procederà alla creazione di un'Agenzia Regionale per l'incentivazione dei prodotti fabbricati con le materie prime seconde" La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
L'emendamento propone una maggiore attenzione alle politiche regionali sui rifiuti per quanto riguarda la disincentivazione dello smaltimento dei rifiuti differenziati, sia in discarica sia all'incenerimento.
Siamo coscienti che per ottenere dei risultati utili, è necessario dare degli sbocchi commerciali ai prodotti ottenuti dalle materie recuperate. A questo scopo mi sembra fondamentale la creazione di un'agenzia regionale che lavori proprio nel senso d'incentivare la fabbricazione di prodotti ottenuti con la lavorazione delle materie prime e seconde, come vengono definite, cioè le materie prime di seconda utilizzazione.
Questo punto è molto importante proprio per quanto riguarda una diminuzione della produzione dei rifiuti, perché in questo modo si pu recuperare molta materia prima. La sostenibilità è data anche dalla possibilità di risparmiare sull'utilizzo della materia in quanto risorsa.
Si ottiene così un doppio risultato utile, da un lato, un minor conferimento in discarica e, dall'altro, un minor utilizzo di materie prime. Riteniamo che l'Agenzia regionale sia importante per stimolare l'incentivazione verso questo percorso e una presa di posizione della Regione potrebbe facilitare la crescita di un mercato e di un sistema produttivo che si basi su questo principio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La Giunta non è d'accordo su questo emendamento per le seguenti considerazioni. Prima di tutto, siamo già in un sistema nel quale vi è il divieto di conferimento del rifiuto in discarica; peraltro, questo era previsto nella legge n. 22 del '97. Non dimentichiamo che, comunque, in questa legge, all'art. 17, è prevista la sanzione per il mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata.
A livello nazionale, è in discussione un provvedimento per la costruzione e l'esercizio delle discariche dove, con norma generale e nazionale, verrà previsto chiaramente e tutto questo ribadito. In ultimo, è stato espresso un parere, nell'ultima seduta della Conferenza Stato Regioni, per un provvedimento, che recita: "Impiego di manufatti e beni ottenuti con materiale riciclato in misura non inferiore del 30% nei fabbisogni degli enti pubblici". Questo provvedimento rappresenta una svolta non indifferente. In base a questo provvedimento è previsto la costituzione, a livello nazionale, di un gruppo di lavoro interregionale per muoversi in questa direzione.
Credo che non sia il caso di costituire un'Agenzia sotto questo profilo, tanto meno solo per svolgere un ruolo di propulsione. Non dimentichiamo l'esistenza del CONAI e di tutti i consorzi di filiera.
Colgo l'occasione, visto il richiamo che viene fatto a questa problematica, per proporre, a titolo personale e in rappresentanza della Giunta, un'integrazione del comma, aggiungendo, in fondo alla lettera a) le parole "nonché alla disincentivazione dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati". Se vogliamo ribadire, considerandola una scelta definitiva di legge, sicuramente posso farlo; peraltro, è già previsto dalla norma, anche se era stata prorogata per un breve periodo. Chiedo ai Consiglieri che hanno seguito questa partita, al relatore Cantore, al Consigliere Manolino e agli stessi presentatori dell'emendamento, se ritengono di condividere questa posizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Apprezziamo molto l'iniziativa dell'Assessore. Riteniamo un fatto positivo la formulazione proposta, però, rispetto alla nostra formulazione risulta non sufficiente.
Riconfermiamo il nostro emendamento.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione dell'emendamento presentato dal Consigliere Moriconi e, sulla base dell'esito, votiamo l'emendamento presentato dall'Assessore Cavallera.
La Giunta esprime parere negativo sull'emendamento, perché ha presentato un emendamento alternativo.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale e sospendo la seduta, ex art. 52, comma 4, del Regolamento.



(La seduta, sospesa alle ore 17.10 riprende alle ore 17.40)



PRESIDENTE

Indìco, nuovamente, la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1) presentato dal Consigliere Moriconi e altri.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

2.1.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Art. 2, comma 1, lettera a), aggiungere infondo le seguenti parole "nonch alla disincentivazione dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati".



PRESIDENTE

Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento presentato dall'Assessore Cavallera.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

2.2) Emendamento successivo a firma dei Consiglieri Moriconi, Suino Placido, Ronzani e Muliere:: art. 2, comma 1, punto b), dopo la parola "produzione"aggiungere "della riduzione".



PRESIDENTE

Parere favorevole della Giunta.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

2.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Suino, Placido Ronzani e Muliere: art. 2, comma 1, punto g), eliminare le prime righe fino alle parole "e viceversa nonché" comprese.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Anche se ho già sentito che il parere della Giunta è contrario, questo emendamento ha lo scopo di rendere più difficile il conferimento dei rifiuti prodotti in Piemonte in altre Regioni o viceversa. Così com'è formulata, la legge prevede la possibilità di effettuare uno spostamento di rifiuti in uscita dal Piemonte.
Questa formulazione, di fatto, può anche sembrare neutra, nel senso che sappiamo che anche in altre Regioni talvolta si verificano delle emergenze per le quali i rifiuti prodotti in una Regione devono essere smaltiti in un'altra. Però, poiché una delle problematiche inerenti la gestione dei termodistruttori è il reperimento del materiale di conferimento, prova ne è che il grande inceneritore di Brescia è sempre alla ricerca di materiale da incenerire, noi crediamo che la formulazione, così come proposta, di fatto possa configurare la possibilità di aumentare il numero dei termodistruttori per le eventuali necessità.
Noi speriamo di poter attuare delle politiche per le quali non sia necessario ricorrere a questo sistema, però, in ogni caso, con una formulazione di questo tipo si potrebbe pensare di realizzare i termodistruttori, in quanto, in mancanza di rifiuti prodotti in Piemonte si potrà sempre sopperire con rifiuti che arrivano da Regioni vicine.
Noi crediamo che questo principio non sia accettabile. Lo riteniamo un principio ambientalmente pericoloso, perché, l'Assessore lo sa, non è affatto chiarito il problema delle emissioni dei termodistruttori. Quindi crediamo che la nostra formulazione garantisca maggior sicurezza e tranquillità per i cittadini preoccupati dalla possibile dislocazione dell'inceneritore sul loro territorio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Noi abbiamo introdotto nella legge e in un altro punto un principio chiaro circa il divieto di accesso dei rifiuti urbani all'interno del nostro territorio.
La preoccupazione del collega sulla possibilità di mantenere accordi di interscambio con altre Regioni, sempre in casi eccezionali, potrebbe in qualche modo essere giustificata se fossimo in una situazione nella quale in Piemonte affluissero rifiuti. Questo assolutamente non si verifica e anche le prospettive in termini di realizzazione di inceneritori alle nostre latitudini, a mio avviso, non creano assolutamente preoccupazione.
Perciò, eliminare la possibilità di raggiungere accordi, anche a volte diversificando le tipologie dei rifiuti, mi sembra un qualcosa di dannoso per la nostra Regione.



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie l'emendamento.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 2.3 Il Consiglio non approva.
2.4) Emendamento n. 7 presentato dai Consiglieri Suino, Muliere, Manica Placido, Moriconi e Contu: al comma 1 dell'art. 2 la lettera "l" è abrogata.
La Giunta non accoglie l'emendamento.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
2.5) Emendamento dai presentato dai Consiglieri Suino, Muliere, Manica Placido, Moriconi e Contu: all'art. 2, comma 1 è aggiunta la lettera "v" così come segue: "v) alla predisposizione dei criteri di assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani ai fini della raccolta e dello smaltimento, in attesa della eliminazione degli stessi da parte dello Stato ai sensi dell'art. 18, comma 2) lettera d) del D.Lgs 22/1997".
La Giunta accoglie l'emendamento.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
2.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Suino, Placido Ronzani e Muliere ed altri: Art. 2, comma 1, aggiungere punto z: "a costituire, in funzione del minore impatto ambientale possibile della fase impiantistica riguardante l'intero ciclo della gestione rifiuti, una Commissione Tecnica che valuterà le proposte impiantistiche sulle coerenze dello stesso Piano Regionale, delle leggi di salvaguardia ambientale, delle normative esistenti. La Commissione Tecnica esprimerà un parere di supporto alle decisioni degli enti autorizzativi." La Giunta non accoglie l'emendamento.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
2.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Muliere, Manica Placido, Moriconi e Contu: il comma 2 del articolo 2 è così interamente sostituito: "Le competenze di cui al comma 1), lettere e), f), i), p), u) sono di competenze della Giunta regionale previa comunicazione in Commissione le competenze di cui al comma 1), lettere b), g), h), m), n), o), q), r) t) sono di competenza della Giunta regionale che semestralmente fornirà un aggiornamento alla competente Commissione le competenze di cui al comma 1), lettere c), d), s) sono di competenza della Giunta regionale".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

L'emendamento mi sembra chiaro. Noi, per ragioni di funzionalità proporremmo di assoggettare alla disciplina della seconda parte dell'emendamento, laddove si fa riferimento ad una relazione semestrale.
Abbiamo proposto un testo alternativo, che recita: "Sulle competenze di cui al comma 1, lettere b), e), f), g), h), i), m), n), o), p), q), r), t) ed u), la Giunta regionale fornirà semestralmente un aggiornamento alla competente Commissione".
Questo perché ci sono dei provvedimenti che richiedono urgenza e quindi un conta è la trasparenza e l'informazione alla Commissione, un altro conto è, invece, creare delle incertezze operative, perché non è mai cagliato chiaro il problema. Interesserebbe poi una parte e l'altra, e allora avremmo difficoltà ad operare. A nostro giudizio, in questo modo si garantisce l'informazione. Prima mi ero consigliato anche con il collega Cantore e mi pare che lui condividesse questa proposta.



PRESIDENTE

Vi è, quindi, la proposta di un testo alternativo.
Tecnicamente, la proposta dell'Assessore Cavallera è di ritirare l'emendamento e di sostituirlo con quello formulato dalla Giunta.
Consigliera Suino?



SUINO Marisa

Va bene, lo ritiriamo.



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato.
2.7.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera e dei Consiglieri Suino, Muliere, Manica, Placido Moriconi e Contu: Art. 2, comma 2, aggiungere in fondo le seguenti parole "Sulle competenze di cui al comma 1, lettere b), e), f), g), h), i), m), n), o), p), q), r) t) ed u), la Giunta regionale fornirà semestralmente un aggiornamento alla competente Commissione".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico in votazione sull'emendamento testé illustrato dall'Assessore Cavallera, integrato con le firme dei proponenti dell'emendamento ritirato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 2 così come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 3 3.1) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: All'art.3, comma 1, lettera f) sostituire le parole "sentiti i Comuni" con "con il parere dei Comuni interessati".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Volevo illustrare il senso di questo emendamento, che sembra, ad una prima lettura, uguale.
Sappiamo perfettamente, per esempio nel rapporto tra Giunta e Commissione, la differenza tra "sentito" e la possibilità dell'espressione di una posizione più consistente.
Colleghi, voi che vivete anche nella provincia grande e piccola - lo dico a tutti voi, anche di maggioranza, Valerio Cattaneo, e i tuoi piccoli comunelli - ho proposto di sostituire le parole "sentiti i Comuni" con le parole "con il parere dei Comuni interessati", visto che ci si riempie spesso di esaltazione del principio di sussidiarietà, proprio per farlo valere anche quando si operano delle scelte che possono pesare nei Comuni in sostanza, e nel territorio.
Questo è il senso della mia proposta.



PRESIDENTE

La Giunta?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La Giunta non accoglie questo emendamento, anche perché tutta la filosofia che sta alla base della legge n. 22, non va in questa direzione.
Fino adesso, noi abbiamo impostato sia la legge n. 59 del 1995 che la legge n. 44 di attuazione della Bassanini, nonché il nostro piano di gestione dei rifiuti. Tra l'altro, devo anche far presente che, per quanto riguarda l'art. 20 della legge n. 22 - che è la legge nazionale - prevede proprio l'individuazione sulla base dei piani territoriali degli impianti "sentiti i Comuni". Praticamente abbiamo una disciplina nazionale.
Peraltro, sappiamo anche che la materia dei rifiuti, in quanto materia specifica dei rifiuti, è di competenza esclusiva dello Stato. Quindi, se andassimo contro, vorrebbe proprio dire farci impugnare la legge.
Non siamo all'interno di una norma quadro nella quale possiamo decidere. Capisco che sarebbe bello vivere in una realtà nella quale vi è un diffuso senso di responsabilità per cui se gli impianti vanno fatti comunque si fanno. Però credo che comunque ci sia la necessità di garantire la trasparenza, il coinvolgimento e la partecipazione.
Da ultimo, non dimentichiamo che ci sono delle procedure di via, che consentono la partecipazione non solo ai Comuni ma anche a tutti coloro che hanno titolo (ad esempio i cittadini, che possono far pervenire memorie). Per cui, credo che l'impianto normativo, che poi non è solamente italiano perché è una filosofia di carattere comunitario, sia più che sufficiente per poter garantire la partecipazione e il coinvolgimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore Cavallera, che ovviamente fa uno sforzo, e magari anche una violenza contro se stesso, perché deve oggettivizzare la situazione basandosi sulla normativa esistente.
In un clima di federalismo più o meno mortificato, occorre tentare di spostare alcune elementi. Qui abbiamo proprio il classico atteggiamento di considerare i Comuni come delle entità recalcitranti, poco adatte a rapportarsi con questo problemi. Ma perché? Perché questi Comuni si devono far carico di macrostrutture, in quanto tutta la filosofia dello smaltimento dei rifiuti - destra, sinistra o centro - è basata sulla ottimizzazione della dimensione.
Voglio dire che nel mondo delle imprese, dove le economie di scala auspicherebbero che la Fiat avesse tutti i suoi stabilimenti in un'unica realtà perché si ridurrebbero i magazzini e diminuirebbero tante funzioni, come la vigilanza, non lo fanno perché esistono altri vincoli (sociali, per esempio).
Noi, qui, insistiamo con la logica imposta dai costruttori - si tratta di una vecchia logica e di un vecchio discorso - dei macroimpianti che poi non si riescono a fare, perché occorre fare violenza alle comunità.
Allora, avere la possibilità di far esprimere la comunità sarebbe un atto importante quando questa comunità sa che non gli arriva addosso un'enorme struttura, ma un qualcosa che risolve un problema di comunità, di ambito non enorme, dove, in qualche modo, ne è partecipe.
La comunità si rifiuta quando dev'essere la vittima sacrificale di una soluzione territoriale enorme, quasi planetaria. E ne ha ragione.
Ecco perché volevo, in qualche modo, dare alle Amministrazioni Comunali uno spazio per dire la loro in questo campo (ovviamente quando si va nei piccoli comuni si alza la bandiera da parte magari dei Consiglieri che sono qui).
Invito caldamente a votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente, per annunciare che voterò a favore di questo emendamento.
Ho sentito le affermazioni dell'Assessore e ritengo che non si debba pensare solo in termini meramente teorici, nel senso che l'Assessore ha fatto riferimento alla legge nazionale e chiaramente c'è una ragione nelle parole che ha espresso.
Quello che l'emendamento sottolinea, e che il collega Tapparo ha illustrato, consiste nel riportare il livello decisionale il più possibile vicino ai cittadini.
Poiché la costruzione degli inceneritori comporta inevitabilmente dei problemi, non possiamo ignorare le discussioni e le assemblee che si svolgono tra i cittadini, quanto avviene cioè sul territorio quando si affrontano determinati problemi.
Non possiamo ignorare che i cittadini chiedono giustamente di essere parte attiva, nel momento in cui si deve decidere la localizzazione di quegli impianti.
Questa formulazione trova un rafforzamento anche nelle procedure del VIA, citate dall'Assessore, nel senso di dare importanza ai Comuni, non solo nei "sentiti"; sappiamo bene che i "sentiti" non significano un coinvolgimento diretto dei Comuni stessi.
Il parere, dunque, è un modo per rispettare e rispondere alle richieste provenienti dai cittadini.
Se l'Assessore ha l'occasione di parlare con i cittadini che devono decidere se accettare o meno un inceneritore, sentirà sicuramente il loro parere sfavorevole alla formulazione presentata.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 3.1.
Il Consiglio non approva.
3.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Suino, Muliere Manica, Placido, Moriconi e Contu: al termine della lettera f), comma 1, dell'art. 3 sono aggiunte le parole: "Relativamente ai rifiuti speciali, non possono essere realizzati impianti di smaltimento e recupero in zone che non siano espressamente indicate nei programmi provinciali".



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, voglio richiamare la vostra attenzione e quella dell'Assessore su questo emendamento. Stiamo discutendo delle competenze delle Province in materia di gestione dei rifiuti.
Il Consiglio regionale ha stabilito, con la legge n. 44, quella che ha trasferito le competenze in capo alle Province, che i poteri autorizzativi riguardanti gli impianti di smaltimento sono poteri che devono essere conferiti alle Province.
Partiamo, pertanto, da questo presupposto: le Province hanno il potere di esprimersi a favore o contro un impianto di smaltimento. Prova ne è che il comma f) dell'articolo che propongo di emendare affronta alcune di tali questioni e recita testualmente: "Compito delle Province è anche quello di procedere all'individuazione all'interno del programma provinciale, sentiti i Comuni delle zone...", ecc.
Il presupposto dal quale partiamo è semplicissimo: crediamo che debba essere rafforzata la politica di programmazione.
Il potere della Provincia è un potere autorizzativo, che deve essere espresso sulla base della programmazione e di un programma provinciale.
Vorrei che l'Assessore mi dedicasse un po' della sua attenzione; questo è un emendamento delicato per noi, perché diamo molta importanza all'atteggiamento della Giunta nei confronti dell'emendamento stesso.
La Provincia - dicevo - ha delle competenze, che esercita esprimendo i poteri autorizzativi; è ragionevole pensare che il potere autorizzativo venga espresso in ragione di un programma provinciale entro il quale c'è la politica dei rifiuti e le scelte che devono essere compiute.
Con questo emendamento, pertanto, abbiamo voluto fare una sottolineatura particolare riguardo allo smaltimento dei rifiuti speciali.
Qui si apre un capitolo grossissimo - e i colleghi lo sanno perfettamente e in questo vogliamo rafforzare l'elemento di cogenza rispetto alla programmazione e agli obiettivi individuati dalla programmazione.
La norma stabilisce, per quanto riguarda gli impianti di smaltimento dei rifiuti speciali, che le zone entro le quali vengono realizzati questi impianti devono essere chiaramente individuate nei programmi provinciali in modo che la Provincia si ponga il problema della raccolta differenziata e una serie di altri interventi.
La Provincia, che ha la funzione che prima ricordavo e che ha già il potere autorizzativo da esprimere sugli impianti di smaltimento, deve individuare, nel programma, il sito nel quale un tale impianto - parlo di impianto di smaltimento di rifiuti speciali - deve essere realizzato.
Mi pare un punto importante, Assessore, e spero che la Giunta voglia accogliere questo emendamento, che si muove dentro una logica che non è contestabile.
Siamo, cioè, perché la Provincia, alla quale abbiamo trasferito con la legge 44, abbia quei poteri; siamo perché li eserciti (e questo è un passo avanti, prima questo potere era in capo alla Regione); siamo perché i programmi provinciali, che sono lo strumento con il quale fare la politica dei trasporti, dei rifiuti e della programmazione, si sforzino di indicare i siti entro i quali devono sorgere gli impianti di smaltimento.
Questo è un problema di responsabilità e di cultura di governo di chi amministra la Provincia. Grazie.



PRESIDENTE

La Giunta ha cambiato opinione?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La Giunta cerca di spiegare meglio il proprio ragionamento: in sostanza, facciamo riferimento all'ultimo capoverso dell'art. 20, punto e) della legge Ronchi, che, dopo aver trattato i rifiuti urbani, recita espressamente: "...nonché delle zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti".
Pertanto, per i rifiuti urbani è prevista una serie di situazioni più cogenti, mentre per la generalità dei rifiuti devono essere previste le zone non idonee.
Peraltro, la legge Ronchi fa espressamente richiamo sia al piano territoriale sia al piano dei rifiuti. Questa norma, quindi, è stata scritta con una ratio. C'è una legge nazionale che già prevede: 1) che devono essere predisposti i piani 2) che il piano territorio prevale su tutto. La Provincia, quindi, avendo già il piano territoriale su cui lavorare, può inserire tutti i vincoli e i divieti. Non solo. Qualora non li avesse messi, nei piani territoriali pu individuare le zone non idonee.
Quando noi eravamo competenti, subito dopo l'emanazione della legge Ronchi, avevamo predisposto una deliberazione di Giunta che fissava i criteri per le zone non idonee. Faccio lo stesso ragionamento di prima: noi non abbiamo più una determinata podestà, se non entro certi limiti, di legiferare, per cui non scardiniamo l'impianto della legge 22 che, nel bene o nel male, è un punto di riferimento unificante. Credo che, con le precisazioni fatte e con i combinati disposti da norme regionali e nazionali, siamo abbastanza tranquilli. È chiaro che la sede locale deve esercitare il proprio ruolo precisando in quali contesti ambientali non si possono ubicare. Avevamo individuato alcune zone di ricarico delle falde e alcune zone interstiziali, cioè avevamo individuato una serie di criteri anche se poi ogni Provincia ha la propria peculiarità territoriale e ambientale.
Ipotizzare un puntuale piano dei siti è l'opposto della legge Ronchi.
Predisporre un piano dei siti vuol dire esaminare, in modo analitico, tutto un territorio, mentre è più facile fare la somma delle condizioni negative ed indicarle all'ingrosso nel suo complesso; sarà poi obbligo di chi fa le proposte andare a vedere, analizzare e approfondire. L'onere della prova quindi, invece di essere a carico della pubblica amministrazione è, in primis, affidato al proponente; la pubblica amministrazione ha, poi, dopo aver dettato i criteri per "le zone no", la possibilità di dire sì o no alle proposte presentate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Assessore, siamo in uno di quei casi che giustificano quanto detto in apertura: esistono delle precondizioni, anche buone, in questo provvedimento e poi, su una serie di misure, è come se non si volesse andare fino in fondo. In questo caso parliamo di rifiuti speciali.
Prima distinzione: rifiuti speciali, quindi l'attenzione dovuta a questa tipologia di rifiuti.
Secondo punto. Lei ha detto, Assessore, che in applicazione della legge Ronchi esistono già il piano dei rifiuti e il piano territoriale, ma allora non sussistono neanche problemi a renderlo esplicito in questo passaggio essendo già previsto da una legge di Stato.
Terza questione. Si parla di otto aree, perché otto sono le nostre Province, quindi, Assessore, dal nostro punto di vista è particolarmente importante capire quali sono le zone. Questo va dichiarato ed è compito della Regione, come Ente di programmazione, precisare il fatto che le Province debbano indicare, con chiarezza, quali sono le zone non idonee per i rifiuti speciali. Va dichiarato, invece questa esplicitazione non è indicata.
Noi le chiediamo questa chiarezza, Assessore. Tra l'altro questo emendamento, ritenuto importante dalle minoranze (e dal mio Gruppo in modo particolare), sarebbe uno di quegli emendamenti che renderebbe l'art. 3 "Competenze delle Province", decisamente più chiaro e determinato nella sua funzione. Ma da subito. La vaghezza nella quale quel passaggio si trova in questo momento, in assenza di tale emendamento, potrebbe creare grossi problemi nelle Province - e lei lo sa - perché parliamo di rifiuti speciali.
In questa fase, essendo in pieno l'applicazione della legge 22/97 essendo richiesto come emendamento migliorativo e non avendo nulla in contrasto con le leggi vigenti, la Regione deve rendersi garante del suo compito di programmazione e le Province, con estrema chiarezza, devono individuare le zone, di modo che i cittadini piemontesi sappiano e gli amministratori dei territori, quando difendono o meno un territorio da una presunta nuova discarica, abbiano, con certezza, l'ubicazione. In questo modo la Provincia ha espletato una sua funzione. Ma è nostro compito andargliele a dire; non lasciamo questo limbo di incertezza perché poi, in quell'incertezza, è evidente che le varie pubbliche amministrazioni si ritaglino spazi per una conduzione che ci allontana, comunque, dalla necessità che abbiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'Ambiente.

Non è nostra intenzione fare sconti a nessuno, nel senso che le Province devono definire le zone non idonee. In questi anni abbiamo emanato criteri di localizzazione, per cui l'emendamento, secondo noi, tende a ricreare il piano dei siti. Le Province devono individuare, per i rifiuti speciali, punti di localizzazione. Non dimenticate, colleghi, che il nostro piano era stato impugnato ed era stata censurata quella parte di piano che vietava l'ingresso in Regione dei rifiuti di altre Regione (legge regionale n. 59).
Stiamo legiferando, ma tenete conto che in Regione Piemonte c'era prima di questa legge, la legge 59 il cui articolo interessato, l'art. 18 è stato "cassato" dalla Corte Costituzionale. Nel frattempo è uscita la legge 22 che impone di attuare il piano delle aree non idonee. Le Province hanno il piano territoriale, per quanto riguarda gli aspetti di non idoneità o di vincolo e, qualora non avessero già provveduto in quella sede, gli si dà la possibilità, con la nostra legge, di intervenire con l'individuazione di altre zone non idonee.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Siccome penso che l'Assessore abbia posto un problema per quello che è avanzo una proposta.
Se l'Assessore ritiene che questo emendamento ponga a carico della Provincia il vincolo di realizzare il Piano dei Siti, proponiamo che relativamente ai rifiuti speciali, non possano essere realizzati impianti di smaltimento e recupero che non siano espressamente indicati nei programmi provinciali. Noi non facciamo riferimento alle zone, non obblighiamo a realizzare il Piano dei siti, poniamo soltanto un problema di programmazione. Altrimenti, applichiamo degli sconti, Assessore Cavallera.
Voglio che la Provincia, che deve decidere quali impianti di smaltimento realizzare nel suo territorio, trattandosi in questo caso di impianti di smaltimento dei rifiuti speciali, almeno lo scriva nel programma provinciale dei rifiuti: è il minimo che si possa fare. Parliamo di programmazione! Perché non deve essere scritto: "Io Provincia di Torino credo che...", "io Provincia di Vercelli credo che...".
Ho dimostrato di farmi carico del problema che ponete: non facciamo il Piano dei siti. Ma questo non deve impedirci di prevedere che nel programma provinciale venga inserita la proposta di realizzare, in quella provincia l'impianto di smaltimento dei rifiuti speciali. Se risponderete di no comincio a pensare che ci sia qualcosa che non è quello che voi dite allora è vero che vogliamo applicare degli sconti.
La programmazione ci obbliga di realizzare i Piani provinciali, in quell'ambito, io Provincia che ho la responsabilità di decidere quale politica dei rifiuti applicare sul mio territorio, individuo, insieme a tante altre cose, qual è, se lo realizzo, l'impianto di smaltimento dei rifiuti speciale. Ma è il minimo che posso fare. Anche perché, io Provincia, ho il potere autorizzativo di decidere se realizzare o meno quell'impianto.
E' solo un problema rafforzato, se risponderete di no, è chiaro perché.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, vorrei ordinare un cappuccino e due brioches.
Quest'aula si sta trasformando in un bar, non mi pare di aver sentito la dichiarazione di voto del Consigliere Ronzani, anche se ho ascoltato con attenzione l'intervento di due minuti. Dichiarazione di voto significa votare bianco o nero per tot motivi.
Cortesemente, Presidente, o lei fa rispettare il Regolamento, oppure un cappuccino e due brioches.



PRESIDENTE

Accetto la sollecitazione che è rivolta a tutti e a nessuno in particolare, anche se trae spunto da una circostanza. Vi chiedo cortesemente che le dichiarazioni di voto si attengano al merito.



(Commenti fuori microfono della Consigliera Suino)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 224 "Norme per la gestione dei rifiuti"


PRESIDENTE

Riprendiamo ora l'esame del disegno di legge n. 224.
Dichiaro aperta la votazione sull'emendamento presentato dai Consiglieri Ronzani, Suino, Manica, Placido, Moriconi, Muliere e Contu.
Ricordo il parere contrario della Giunta.
Indìco votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 3.2 Il Consiglio non approva


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Poiché sono le 18,30 invece del cappuccino e brioche, sarebbe più gradito un piatto di spaghetti ...



PRESIDENTE

Consigliere, non è sull'ordine dei lavori per cortesia...



MULIERE Rocco

Stiamo discutendo di una legge e la dichiarazione di voto del Consigliere Ronzani entrava nel merito cercando di trovare una soluzione e un consenso da parte dell'Assessore. Invece riceviamo, da parte del Consigliere Brigandì, una richiesta che si valuta per quella che è.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Pensavo che lei, Presidente, riprendesse duramente l'intervento del Consigliere Brigandì.
Da circa tre ore stiamo discutendo di una legge e il nostro Gruppo fino a prova contraria, ha cercato di esaminare il merito del provvedimento. Penso che l'intervento del Consigliere Brigandì sia un insulto ai Consiglieri che stanno lavorando da tre ore.
E' vero, ha ragione il Consigliere Brigandì, siamo in un bar, il Consigliere ha fatto un intervento da Bar Sport: questo non è accettabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Poiché il fatto si è ripetuto altre volte, volevo chiedere se è previsto dal Regolamento che un Consigliere intervenga per commentare gli interventi che lo hanno preceduto.
Se instauriamo questa prassi e il Presidente, quando ci sono interventi con queste caratteristiche non lo sottolinea non trovandosi di fronte a dichiarazioni di voto o ad interventi di merito, ma semplicemente a commenti degli interventi altrui, se si decide di fare così, anch'io, da adesso in poi, chiederò la parola per esprimere la mia opinione sulla qualità degli interventi che mi hanno preceduto.



PRESIDENTE

Prendo atto delle sollecitazioni e delle critiche che mi sono state rivolte, ne terrò sicuramente conto. Naturalmente c'é anche una mia responsabilità per non avere interrotto tutto quello che non era strettamente attinente al tema, ma è mia abitudine cercare di far procedere i lavori.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame disegno di legge n. 224 "Norme per la gestione dei rifiuti"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 224, di cui al punto 5) all'o.d.g.
3.3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Art. 3, comma 1, lettera a), dopo le parole "all'art. 12, comma 3" aggiungere ",4" Indìco votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani, per dichiarazione di voto sull'intero articolo 3; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Mentre sugli altri articoli il nostro Gruppo ha dato un voto di astensione, sull'art. 3 voterà contro per le ragioni che ho ricordato e che riassumo brevemente.
Non c'é una ragione valida, dal punto di vista legislativo, che deponga a favore dell'atteggiamento assunto dall'Assessore sulla questione dell'art. 3.
Noi abbiamo stabilito che le Province hanno potere autorizzativo per quanto riguarda gli impianti di smaltimento, abbiamo insistito, e la ratio della legge è ispirata da questa filosofia, sul fatto che occorre fare riferimento alla programmazione e mai, come il settore dei rifiuti essenziale, è una politica di programmazione che ci consente di intervenire con vari strumenti per fare una politica ambientale e dei rifiuti complementare a questa decisione e al fatto che la Provincia ha poteri autorizzativi.
Noi pensavamo che fosse necessario prevedere, nel programma provinciale dei rifiuti, l'indicazione quanto meno degli impianti, se non delle zone che andavano realizzate. Questa richiesta e questa esigenza non è soddisfatta dall'art. 6, Assessore Cavallera.
In ogni caso noi, pur votando contro questo articolo, ci riserviamo eventualmente, visto che la questione viene affrontata anche in articoli successivi, di riproporre la questione esattamente negli stessi termini.
Confidiamo che la Giunta utilizzi questo periodo che intercorre tra l'art. 3 e l'art. 6 per fare mente locale e valutare la ragionevolezza di questa proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Dichiaro il voto favorevole del Gruppo.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione sull'articolo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 3 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 4 4.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Muliere, Manica Placido, Moriconi e Contu: alla lettera b), del comma 1, dell'art. 4 è aggiunto il punto 1.bis) così come segue: "1.bis) Il divieto dell'autosmaltimento non autorizzato di rifiuti tramite la combustione".
Su tale emendamento la Giunta ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 4 così come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 5 All'art. 5 è stato presentato un emendamento dai Consiglieri Moriconi Suino ed altri, per il quale il recepimento è tecnicamente complicato Si potrebbe impostare in maniera diversa. Dopo una consultazione con i firmatari, l'emendamento verrebbe così riformulato: 5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Suino, Placido Ronzani e Muliere: articolo 5, comma 2, sostituire la parola "contiene" con "si indirizza verso la creazione ed il consolidamento dei sistemi integrati di raccolta tecnologie di trattamento e di strutture organizzative, atte ad ottenere i migliori riutilizzi nelle varie realtà territoriali e i diversi flussi di produzione dei rifiuti: ridurre la produzione dei rifiuti e limitare il ricorso a pratiche 'usa e getta', promuovere e sviluppare il mercato dei residui riutilizzabili e le tecnologie a minore produzione di rifiuti:" La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Noi siamo dell'idea di non accoglierlo, perché tutte queste finalità sono già individuate nell'art. 2, nelle competenze dell'ente.
Inoltre appare ridondante, perché nel piano regionale queste finalità sono già individuate. Si potrebbero anche ripetere a ogni piè sospinto certe finalità, ma in questo caso sembrerebbero davvero molto ridondanti, e comunque non congrue rispetto alla stringatezza del testo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento, cui la Giunta ha dato parere negativo.
Il Consiglio non approva.
5.2) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'articolo 5, comma 2, lettera c), aggiungere dopo "produzione dei rifiuti" le parole "minimizzando le distanze nel conferimento agli impianti e la ubicazione in cui insiste già un elevato carico ambientale".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Con questa mia proposta volevo concorrere a rendere più razionali quelle che possono essere le localizzazioni, dando un'indicazione di minimizzazione del sistema di trasporto per il conferimento di quanto viene portato agli impianti.
E' una mia vecchia tesi quella di evitare che l'ubicazione degli stessi sia insistente in zone già a forte carico ambientale. Certo, l'Assessore mi può rispondere che ho poca fiducia della valutazione d'impatto ambientale, ma in questo caso credo che abbondare non guasta. In qualche modo si dà un indirizzo, in modo tale che diventa un'indicazione estremamente netta.
Laddove ci sono territori già con un forte carico ambientale, non è possibile andare ad ubicare un altro impianto. Noi sappiamo come sono le vicende; i territori più degradati, a volte, o sono più deboli nell'ambito della propria difesa, o trovano anche amministrazioni che io chiamo sviluppiste - quelle dell'inceneritore della piazza del Municipio.
Questa è una raccomandazione che possiamo dare: ottimizzare in qualche modo i trasporti, e non inserire gli impianti tecnologici laddove c'é già un forte carico ambientale, che renderebbe inaccettabile la qualità della vita di quelle comunità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Secondo il nostro parere questo emendamento non è da accogliere, non tanto perché nella pianificazione poi non si debba, di fatto, articolare nel piano in quel modo. Però abbiamo già creato un sistema, in base al quale ci sono il piano regionale, il piano provinciale, gli ATO, i bacini la divisione degli impianti complessi da quelli più semplici.
Credo che di paletti ne abbiamo già messi molti. Inoltre voglio ribadire che la valutazione d'impatto ambientale è finalizzata proprio agli obiettivi a cui faceva riferimento il collega Tapparo, cioè quello di valutare le ricadute e, naturalmente, anche le scelte.
La valutazione d'impatto ambientale è l'unica procedura che prevede al punto 1) l'opzione zero, o comunque la richiesta di adeguamento dei progetti. Non è una procedura come le altre, dove si ha già un progetto definitivo ed esecutivo, del tipo prendere o lasciare. Qui viene proposto un progetto preliminare, dopo di che si danno delle indicazioni ai proponenti per adeguarlo.
La storia di tutti i nostri impianti è proprio costellata di questo stop and go per adeguare i progetti. Credo che abbiamo individuato le funzioni e i requisiti essenziali di un Piano e di una proposta progettuale; diversamente, sono i contenuti e le scelte che devono competere alla fase attuativa locale e devono andane in quella direzione.
Se mi si chiede nelle delibere attuative e negli indirizzi senz'altro sono elementi da aggiungere. Adesso sarebbe relativo in quanto siamo sensibilizzati ad un problema, ma ne abbiamo dieci di questioni. Corriamo il rischio, nel momento in cui si determinano, di dimenticarne altre nove per cui qualcuno, in sede interpretativa, potrebbe intendere che, visto che non ci sono, non hanno rilevanza.
Per chiarezza e coordinamento della norma che abbiamo discusso a lungo in Commissione, in questa sede, ribadisco la non adesione a questa proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo, per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

5.3) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo.
all'art. 5, comma 2, lettera e), aggiungere dopo le parole "ai rifiuti urbani" le parole "prevedendo per l'ambito territoriale ottimale relativo alla Provincia di Torino, che gli impianti tecnologici, in particolare i termodistruttori e termovalorizzatori, non possono superare le quantità trattate di 80.000 tonnellate annuo".
La parola al Consigliere Tapparo, per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Il termovalorizzatore ipotizzato per la Provincia di Torino prevede 25.000 tonnellate l'anno, però non si riesce a fare, come è noto.
Torno a ripetere, colleghi, un industria troverebbe le migliori economie di scala se verticalizza in un unico posto il suo sistema produttivo: ha meno magazzini, ha meno movimentazione di materiale, ha servizi unificati, cioè l'economia di scale è massima.
Quando si costruì lo stabilimento di Mirafiori era un'epoca in cui 65.000-70.000 operai potevano stare in uno stabilimento. Oggi, gli stessi imprenditori non praticano più questa soluzione, spezzano le unità produttive pur sapendo che ripetono le funzioni amministrative, le funzione di gestione del personale, i magazzini e movimentano i materiali tra l'Italia e l'estero i materiali, però sanno che è una gestione praticabile mentre, la soluzione della concentrazione e della grande dimensione non è praticabile.
Per quanto riguarda i rifiuti è la stessa cosa. Faccio un esempio Assessore Cavallera. Quando il referendum bocciò le centrali nucleari in Italia, la comunità scientifica nuclearista fu pronta, dopo che per anni insistette sui grandi impianti, ad offrire delle centrali autofertilizzanti, nel settore nucleare, molte piccole a sicurezza implicita che, in caso di incidenti gravi, avrebbero avuto una limitata ricaduta sul territorio. Non siamo stati mai in grado di incalzare dei produttori di inceneritori che proponessero un prodotto di questo genere.
Propongo una soluzione per la Provincia di Torino, torno ad usare le parole che non usai io, ma una mia maestra in materia ambientale nelle IV Legislatura: " Gli impianti devono essere piccoli, armonizzarsi con il territorio, in modo tale che le comunità li vive come propri e non con ostilità." Io sono ancora legato a questo schema. Per questo motivo ritengo che 80.000 tonnellate l'anno è un peso rilevante per una comunità.
Assessore, le raccomando di considerare questa eventualità, sarebbe un grande gesto di civiltà in questo caso oltre che di concretezza, perch l'impianto di 250.000 tonnellate la Provincia di Torino non riuscirà a farlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Volevo fare una precisazione sull'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo, visto che si parla della Provincia di Torino, poi il tutto è allargato alla Regione, ma per la Provincia di Torino le problematiche sono collegate a quelle delle altre Province.
Le 250.000 tonnellate previste dal piano provinciale corrispondono a quelle per smaltire la sola città di Torino - ripeto - la sola città di Torino e non la quantità di rifiuti della Provincia.
Capisco la logica del piccolo se fosse piccolo e se piccolo volesse dire minore impatto ambientale e parità di utilizzo e, quindi, di risorse e di servizi. Se pensiamo che solo Torino ha 600.000 tonnellate l'anno di previsione e che il costo di questi impianti si aggira intorno ai trecento miliardi di vecchie lire, credo che il farli piccoli e, quindi moltiplicare l'impiantistica per un certo numero, quindi cinque-sei-sette al posto di uno per arrivare allo stesso risultato, non dia un risultato ambientale, ma non solo. Credo che gli impianti di 250.000 tonnellate, un esempio lampante è l'impianto della città di Brescia se vogliamo restare in Italia, altrimenti in Francia abbiamo parecchi modelli, diano maggiore garanzia di quelli piccoli, perché sono dotati di maggiori tecnologie purtroppo - ahimè - sono leggermente più costosi.
Credo che non si debba commettere l'errore che si è commesso nel passato di fare - parlo delle discariche - da per tutto buchi per riuscire a interrare i rifiuti. Credo sia meglio concentrare tecnologia e impiantistica, che non vuol dire più grande, perché - ripeto - l'impianto di Brescia corrisponde a un impianto di una semplice fabbrica, sicuramente non impattante. Ritengo che lo scopo sia quello di evitare di sovraccaricare, proprio secondo la logica espressa dal Consigliere Tapparo nell'emendamento precedente, troppe zone di questi impianti che, seppur non più nocivi, perché oramai è dimostrato che procurano soltanto vapore acqueo e non diossine o altro - parlo a livello tecnologico, poi possiamo confrontarci su questo - costituiscono una disseminazione di impianti dei quali non abbiamo bisogno.
Ritengo che 80.000 tonnellate come logica di quantificazione sia davvero risibile per la necessità che la Provincia di Torino ha e la stessa Provincia di Torino suggerisce la quantità che ho detto prima.
Mi associo al parere negativo dell'Assessore su questo emendamento.



PRESIDENTE

L'Assessore non ha ancora espresso il suo parere sull'emendamento.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Le considerazioni che voglio esporre sono due.
Non siamo in sede di Piano, per cui non sono le scelte di Piano. Se non ricordo male, il Piano vigente regionale prevede circa 300.000 tonnellate per la Provincia di Torino e indica da 2 o 3 di questi impianti.
Questa è la norma, con facoltà dei Piani provinciali di individuare la giusta contemperazione.
Per quanto riguarda la seconda considerazione, il maggior costo degli impianti di incenerimento, così come delle centrali, riguarda i sistemi di abbattimento. Se vogliamo avere sistemi di abbattimento efficaci, dobbiamo effettuare investimenti molto elevati, che devono essere rapportati anche alle quantità in gioco.
Per cui quanto diceva il collega Manolino è certamente condivisibile non credo che manchi la disponibilità da parte delle autorità preposte anche in Provincia di Torino a fare una programmazione, però, dobbiamo garantire ai cittadini che le emissioni siano di un certo tipo. Il collega ha fatto riferimento al vapore acqueo, ma intendeva dire che tutti gli inquinanti vengono abbattuti e che ci sono monitoraggi continui. Oggi si parla di impianti di questo tipo, quindi, tutto sommato, pur non avendo seguito la corrente di pensiero secondo la quale dal 1995 al 1996 si dovevano realizzare prima gli impianti di incenerimento e poi il resto, in questi anni, avendo spinto la raccolta differenziata, abbiamo dato dimostrazione relativamente al recupero e al compostaggio, finanziandolo anche.
Oggi il nostro Piano dei rifiuti prevede un terzo, un terzo e un terzo: un terzo di raccolta differenziata e recupero, un terzo di incenerimento e un terzo di cenere o di rifiuti non altrimenti trattabili.
A mio avviso, accontentiamoci di realizzare questa modica dose di impianti di termovalorizzazione di cui abbiamo necessità. Dal punto di vista impiantistico, si sceglierà quello che la tecnologia del momento consiglia. Oggi, anche dal punto di vista del contenimento delle emissioni servono impianti di una certa dimensione. Dire adesso 80 mila, 150 mila sarebbe una fuga in avanti perché deve essere eseguita una approfondita valutazione in sede tecnica e le procedure diranno poi qual è la scelta da approvare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, credo che i discorsi relativi a questo emendamento di fatto, sottolineino una delle preoccupazioni che sottende la discussione che si sta svolgendo, ovvero le scelte che noi individueremo per promuovere effettivamente la raccolta differenziata.
Attualmente, l'Assessore, concludendo il suo intervento, ha detto: "Un terzo, un terzo, un terzo", ma non può non sapere che quanto più aumenta la raccolta differenziata tanto più difficile è reperire una parte efficacemente ed utilmente combustibile. Quanto più noi isoliamo le materie recuperabili in termini di energia combustibile (carta, plastica e legno) tanto più impoveriamo la sostanza che deve bruciare e tanto più facciamo uso degli inceneritori come semplici forni che funzionano in base all'energia che noi introduciamo. Quindi, tutto il discorso della termovalorizzazione viene a cadere in quanto noi produciamo energia e si deve individuare quanta energia è necessaria per avere la combustione.
Invece, il timore di tanti di noi riguarda il fatto che con questo sistema non si raggiungerà la finalità che noi intendiamo, ovvero una maggiore quota di raccolta differenziata. Noi temiamo che l'applicazione pratica di questa legge comporti un aumento degli inceneritori e non una loro diminuzione. Lo stesso Assessore ha parlato di due o tre...



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente (fuori microfono)

Adesso siamo a zero.



MORICONI Enrico

Sì, certo, ma la preoccupazione è per il futuro, perché l'Assessore ha parlato di due o tre inceneritori per Provincia.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente (fuori microfono)

In Provincia di Torino.



MORICONI Enrico

In Provincia di Torino.
In base a calcoli reali su una quota di raccolta differenziata spinta e in base a dati che, a richiesta, sono fornibili dai tecnici, se noi effettuiamo la raccolta differenziata spinta in base alla popolazione che vive nella Provincia di Torino, sarebbe sufficiente un solo inceneritore.
Se non indichiamo chiaramente la strada che vogliamo seguire, c'è la preoccupazione e il rischio che nell'applicazione di questa legge, sulle ali dell'entusiasmo, ci prendano la mano, soprattutto nella spinta dei Comuni. Non dobbiamo ignorare che laddove sorge un inceneritore sono previsti degli incentivi per i Comuni, quindi può verificarsi la corsa all' inceneritori.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta lo abbiamo acquisito ed è negativo.
Comunico che conclusa la discussione e la votazione di questo articolo sospenderemo i lavori dell'aula.
Domani la seduta consiliare inizierà con l'esame delle interpellanze e interrogazioni che oggi non abbiamo esaminato e proseguirà con la discussione sullo Statuto.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 5.3 presentato dal Consigliere Tapparo.
Il Consiglio non approva.
5.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Muliere, Manica Placido, Moriconi e Contu: al comma 7 dell'art. 5, le parole "almeno ogni cinque anni", sono sostituite dalle parole "almeno ogni tre anni" La Giunta ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento.
Il Consiglio approva.
Do lettura di alcuni refusi: art. 5, comma 1, le parole "dei sistema integrato di gestione" vanno lette come "del sistema integrato di gestione" art. 5, comma 2 lettera f) le parole "dei programma di cui all'art. 42..." vanno lette come "dei programmi di cui all'art. 42..." art. 7, comma 3, lettera a), in fondo alla lettera le parole "in materia rifiuti", vanno lette come "in materia di rifiuti".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, l'intero testo dell'art. 5, come emendato.
Il Consiglio approva.
La seduta è conclusa ed è aggiornata a domani mattina alle ore 9.30.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



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