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Dettaglio seduta n.250 del 27/09/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 10.00 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 7 (n. 210 e n. 211), 9 (n. 212), 10 (n. 213), 14 (n. 214 e n.
215), 21 (n. 216) e 30 (n. 217 e n. 218) maggio 2002, dell'11 (n. 219), 18 (n. 220 e n. 221), 20 (n. 222) e 25 (n. 223 e n. 224) giugno 2002 e del 2 (n. 225 e n. 226), 9 (n. 227, n. 228 e n. 229), 11 (n. 230 e n. 231) e 16 (n. 232) luglio 2002. Se non vi sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caramella, Cotto, D'Ambrosio Ghigo, Giordano, Mellano, Pichetto, Pozzo, Racchelli e Riggio.


Argomento:

b) Modifica di coordinamento ex art. 83 Regolamento interno del Consiglio regionale


PRESIDENTE

A seguito dell'approvazione di un emendamento aggiuntivo all'art. 5 del disegno di legge n. 397 "Potenziamento della capacità turistica extralberghiera. Modifiche ed integrazioni alla L.R. n. 31/85 (Disciplina delle strutture extralberghiere)", approvato nella seduta consiliare del 17 settembre 2002, che introduce la lettera c) bis (che nella sistemazione definitiva del testo dell'art. 5 diventa lettera d), con conseguente ridenominazione della precedente lettera d) che diventa lettera e) l'Ufficio di Presidenza, con provvedimento n. 154 del 24 settembre 2002, ha deliberato una modifica di coordinamento, riformulando come segue il testo della seguente lettera: "e) opere di arredamento e di rinnovo dell'arredamento degli immobili di cui alle lettere a), b), c) e d)".


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione n. 1619 del Consigliere Ronzani inerente a "Proposta di realizzazione di un nuovo invaso sul torrente Sessera"; interpellanza n. 1730 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Duro attacco al Consorzio della Baraggia da parte del Vicepresidente del Consiglio provinciale di Biella"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1619, presentata dal Consigliere Ronzani e l'interpellanza n. 1730, presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea.
Risponde ad entrambe l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

La Regione Piemonte ha ricevuto, in data 11 giugno 2002, una relazione trasmessa dal Consorzio d'irrigazione e bonifica "Ovest Sesia Baraggia" inerente il programma integrato di potenziamento degli impianti idrici interconnessi della Baraggia biellese e vercellese mediante l'utilizzazione delle acque del torrente Sessera per il superamento delle crisi idriche ricorrenti e il mantenimento, la valorizzazione e lo sviluppo dell'ambiente.
Il programma in argomento riguarda l'ipotesi di costruzione di una nuova diga sul torrente Sessera, nel territorio dei Comuni di Trivero e Vallenzago in provincia di Biella, poche centinaia di metri a valle dell'attuale invaso "Mista", di capacità massima pari a circa 1.500.000 mc al servizio dell'impianto idroelettrico denominato "Piancone I".
Detto invaso e lo stesso sbarramento verrebbero sommersi dalle acque invasate dal nuovo manufatto di sbarramento.
Il nuovo ipotizzato invaso sul torrente Sessera avrebbe una capacità di 7 milioni di metri cubi in grado di soddisfare le seguenti utilizzazioni: 100 l/sec per l'uso potabile 60 l/sec per l'uso industriale 1.500 l/sec da utilizzarsi nel periodo aprile-agosto per l'integrazione dei fabbisogni irrigui e negli altri mesi a uso idroelettrico.
La nuova opera, alla luce delle scarne informazioni tecniche ad oggi rese disponibili, tende ad aumentare la capacità di accumulo del sistema di invasi artificiali già realizzati sui torrenti Ostola, Ravasanella e Ingagna, incrementando quindi l'attuale disponibilità volumetrica, pari a circa 18 milioni di metri cubi.
L'opera, se realizzata, sempre con riferimento alle prime ipotesi progettuali, consentirebbe inoltre di migliorare significativamente la capacità di distribuzione dell'acqua al servizio delle aree di pianura della Baraggia biellese e vercellese.
Il progetto in argomento investe una porzione di territorio regionale caratterizzata dalla presenza di un sistema di infrastrutture irrigue all'avanguardia e che in presenza di condizioni meteorologiche ordinarie non soffre di particolari criticità di disponibilità d'acqua, anche se proprio nel recente inverno e nella più recente primavera, le particolari condizioni climatiche hanno reso problematica la prima sommersione delle risaie.
Potenzialmente, quindi, le proposte di aumentare la disponibilità di risorsa idrica e di razionalizzare i sistemi di trasporto e distribuzione delle acque sono da valutare positivamente.
Ovviamente, le considerazioni sopra esposte non superano le determinazioni che dovranno essere assunte in considerazione dell'esame sull'impatto sull'ambiente, della verifica costi-benefici e dell'accertamento della compatibilità dell'intervento rispetto ai vari e diversi strumenti di pianificazione regionale.
Un'eventuale adozione del progetto infatti dovrà essere sottoposto all'esame degli organi competenti in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e in tale sede potranno essere meglio (ed in modo esaustivo) valutate le caratteristiche tecniche, progettuali, di impatto di coerenza con i vari piani di settore e quindi di sostenibilità dello stesso progetto.
In tale sede, oltre a valutare l'impatto dell'opera sull'ambiente naturale e sulle risorse idriche, verranno prese in considerazione le eventuali soluzioni alternative al problema di carenza idrica, alternative alla soluzione proposta, consentendo così l'individuazione della migliore soluzione progettuale nel rispetto del bilancio idrico delle risorse dell'area e dell'ambiente naturale.
La Regione in sede di VIA dovrà esprimere il proprio parere vincolante sul progetto ai sensi dell'art. 56 della legge regionale 26 aprile 2000 n.44, per quanto attiene l'uso delle risorse idriche, valutandone la compatibilità con gli obiettivi di qualità dei corpi idrici e con le linee di programmazione e pianificazione regionale.
La sostenibilità della proposta progettuale, cui l'interrogazione fa riferimento, sarà strettamente correlata alla valutazione della consistenza del fabbisogno e alla coerenza con le azioni proposte nel "Piano direttore regionale delle risorse idriche", approvato con deliberazione del Consiglio regionale del 12 dicembre 2000, n. 103-36782, nonché con le valutazioni e previsioni che emergeranno dagli studi propedeutici alla definizione del "Piano di tutela delle acque" la cui adozione è prevista per il primo semestre del 2004.
Occorrerà verificare inoltre se la costruzione dell'invaso, sia per quanto riguarda la localizzazione che il suo corretto dimensionamento consentirà di supplire alla stima delle idroesigenze degli areali dominati secondo le previsioni degli strumenti pianificatori regionali.
Analoghe verifiche dovranno essere sviluppate nel campo del fabbisogno idropotabile, potendosi rapportare alle previsioni programmatiche del redigendo "Piano d'Ambito" (n. 2 Biellese - Vercellese - Casalese). Gli studi propedeutici ai piani d'ambito redatti dalla Regione allo stato attuale non prevedono la necessità di realizzare l'ipotizzato invaso.
Specifiche valutazioni dovranno essere sviluppate nel settore del fabbisogno irriguo, con particolare riferimento alle disposizioni dettate dalla legge regionale 9 agosto 1999, n. 21 "Norme in materia di bonifica e irrigazione" che, attraverso più approfonditi rilevamenti, studi, indagini e ricerche, renderanno disponibile una migliore conoscenza degli aspetti fisici, ambientali, agronomici, sociali ed economici indispensabili per valutare la sostenibilità del progetto.
Nella proposta di "Piano regionale per le attività di bonifica e irrigazione", redatta dall'Assessorato regionale all'agricoltura ai sensi dell'art. 2 della L.R. n. 21/99, la realizzazione dell'invaso sul Sessera non è stata inclusa fra gli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari, da realizzare al servizio di contesti territoriali che evidenzino gravi squilibri nel bilancio idrico - anche qui siamo a livello di proposta, di bozza, di studio.
Nella parte della proposta di piano dedicata alla ricognizione della situazione esistente viene rilevato che nell'areale della Baraggia, in condizioni di ordinarietà, corrispondenti all'anno idrologico medio, non si rilevano squilibri di bilancio che si evidenziano unicamente in presenza dell'anno "secco".
Per quanto concerne infine la proposta presentata nel corso di un convegno dal CORDAR biellese per la fornitura alle aziende della Valle Strona di acqua proveniente dal ciclo di depurazione in sostituzione della risorsa superficiale di pregio attualmente utilizzata a scopo industriale si ritiene che la stessa sia in sintonia con le linee generali di pianificazione.
In tal senso, interventi che seguono linee d'azione orientate al corretto uso e valorizzazione delle risorse idriche finalizzate a "liberare" risorse di qualità da usi impropri per destinarle all'uso potabile, non possono che essere pienamente condivisi e promossi dall'Amministrazione regionale.
Questa soluzione progettuale non può tuttavia essere considerata alternativa alla realizzazione di un invaso a uso plurimo, in quanto i volumi disponibili sono di gran lunga inferiori e l'acqua potrà essere impiegata per alleviare le carenze dei settori industriale e irriguo, ma non potrà essere utilizzata per scopi potabili, in quanto questo è un riciclo.
In conclusione, allo stato delle conoscenze attualmente disponibili l'ipotesi di realizzare un nuovo invaso sul torrente Sessera è un'ipotesi che potrà essere valutata in termini positivi o negativi esclusivamente in presenza di una serie di informazioni tecniche progettuali che costituiscono gli elementi fondamentali della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA): in quella sede, fabbisogni, impatti sull'idrologia dell'area, sostenibilità tecnico-economica e impatti ambientali dovranno essere approfonditi al punto da rendere la proposta progettuale chiaramente sostenibile o non sostenibile da un punto di vista ecologico.
All'interrogazione n. 1619 è collegata un'interpellanza, la n. 1730, a firma dei Consiglieri regionali Contu e Papandrea.
L'interpellanza riporta un "duro attacco al Consorzio della Baraggia da parte del Vicepresidente del Consiglio provinciale di Biella" in occasione dell'audizione del Direttore del Consorzio della Baraggia, avvenuta in data 22 luglio 2002.
Intanto, giova precisare che il Consorzio di bonifica della Baraggia Vercellese è stato soppresso a seguito della fusione, attuata ai sensi dell'art. 47 della L.R. n. 21/99 e decretata con DPGR 25 gennaio 2000 n.
11, con l'Associazione Irrigazione dell'agro all'Ovest del Sesia.
Il nuovo Ente (privato di interesse pubblico), denominato Consorzio Ovest Sesia Baraggia, in conformità a quanto disposto dall'art. 47 della citata legge, esercita oltre alle funzioni proprie dei Consorzi di irrigazione anche attività di bonifica nel comprensorio classificato ai sensi del RD n. 2357 del 30 dicembre 1929.
All'interno del nuovo Consorzio l'attività di bonifica è demandata alla "Gestione Separata Bonifica" attuata da specifico organo statutario denominato Comitato della zona Baraggia.
Codirettore del nuovo Ente, ai sensi dell'art. 46 dello Statuto consorziale, approvato con DGR 9 aprile 2001 n. 63-2759, è il Direttore del precedente Consorzio.
Le affermazioni riportate nelle premesse dell'interpellanza toccano argomenti, anche personali, che esulano dalle competenze dell'Amministrazione regionale.
Non si ritiene, pertanto, di dover esprimere alcuna valutazione di merito, risultando il contenuto dell'audizione, riportato nell'interpellanza, del tutto estraneo ad argomenti che documentalmente possano anche solo indurre a ipotizzare un coinvolgimento o una competenza dell'Amministrazione regionale.
Detto questo, per quanto riguarda la risposta più diretta all'interpellanza, colgo l'occasione per comunicare che, comunque, noi stiamo seguendo le vicende del Consorzio irriguo Ovest Sesia Baraggia e i nostri uffici stanno svolgendo un'opera di mediazione tra le varie componenti presenti.
A mio avviso, è di notevole importanza la lettera che abbiamo ricevuto dai due codirettori, cioè il codirettore di estrazione Ovest Sesia e il codirettore di estrazione Baraggia, nella quale si prefigura chiaramente la volontà di cercare di risolvere eventuali contrasti; quindi, prescindendo da ogni ipotesi di commissariamento come da voci girate in precedenza sulla stampa locale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Sono soltanto parzialmente soddisfatto della risposta fornitami dall'Assessore Cavallera. Credo che sulla questione sarebbe il caso di ritornare, e lo faremo sicuramente, perché avremo modo di affrontare questa questione che fa a pugni con qualsiasi esigenza di programmazione.
L'Assessore Cavallera, giustamente, ha insistito sull'esigenza di collegare e realizzare interventi di queste dimensioni con questi costi all'interno di un contesto programmatorio. Qui la programmazione non c'entra nulla. Tutte le volte che si muove il Consorzio Ovest Sesia di bonifica della Baraggia - la nuova denominazione è quella che lei ha ricordato - la programmazione non c'entra nulla.
Voglio solo ricordare in quale contesto è maturata la proposta di dare vita e di presentare questo progetto: in un convegno in cui il CORDAR di Biella - come lei giustamente ha ricordato - ha presentato un progetto rispettabilissimo di riciclo delle acque. Quella è la strada verso la quale occorre andare sapendo che il progetto che il CORDAR ha presentato ha un costo dieci volte...



PRESIDENTE

Scusi, la questione ha un rilievo che deve interessare tutto il Consiglio. O il Consigliere Ronzani non parla abbastanza vicino al microfono, oppure sono io che devo rivedere il mio sistema di ricezione perché non riesco a sentire bene.
La prego di riprendere dall'inizio.



RONZANI Wilmer

Stavo dicendo all'Assessore Cavallera che sono parzialmente soddisfatto della sua risposta e che dovremo tornare sulla questione.
L'intervento di cui stiamo discutendo non ha alcun rapporto con una politica di programmazione degna di questo nome. Del resto, il Consorzio di bonifica della Baraggia, oggi chiamato Consorzio Ovest Sesia, è - diciamo così - noto per compiere interventi che con la programmazione c'entrano poco o nulla. E' invece noto per avere le entrature politiche necessarie per farsi finanziare progetti come questo, che costano 300 miliardi di vecchie lire. E con i tempi che corrono - aggiungo una valutazione politica spero proprio che la Commissione Agricoltura, che oggi svolge un'ispezione nel Biellese, l'Assessore competente, che pure dovrà esprimere un parere vincolante su talune questioni, e il Consiglio regionale tengano conto del fatto che questo progetto - come ripeto - non ha un raccordo concreto con la programmazione.
Vorrei ricordarle, Assessore Cavallera, che noi, sempre su iniziativa del Consorzio, abbiamo realizzato due invasi nel Biellese, che sono costati decine e decine di miliardi, e che oggi sono sottoutilizzati.
Il Consorzio è diretto dal dottor Iacopino, che frequenta volentieri i Palazzi della politica regionale; è un signore che ha investito alcune decine di miliardi per collegare il torrente Strona di Postua alla diga sul Ravasanella (è una delle dighe che ha realizzato il Consorzio), diga che a tutt'oggi non risulta pienamente utilizzata.
Ricordo, altresì, che deve ancora terminare, nonostante la convenzione con il Comune interessato sia stata realizzata alcuni anni fa, la posa di quelle condutture.
La proposta di cui stiamo discutendo è stata presentata, in quattro e quatt'otto, il giorno dopo che il CORDAR biellese, un Consorzio pubblico ha avanzato la possibilità di attuare una politica di riciclo delle acque.
Ora, dobbiamo stabilire alcuni punti fermi: non si fanno nuovi invasi se prima non si utilizzano pienamente quelli esistenti; non si affrontano tali questioni se prima non vi è una politica di programmazione e se questa scelta non sta in quel contesto. Non ha senso costruire gli invasi per poi decidere come utilizzarli. Come possiamo pensare che siano credibili un organismo e un ente che hanno realizzato in questi anni degli invasi che non sono stati capaci di riempire, la cui finalità e la cui utilizzazione è cambiata, in questi anni, in corso d'opera (da finalità agricole, siamo passati a finalità idropotabili-agricole)? Allora, l'esigenza è che la politica regionale e l'Assessore affrontino questa questione con grande determinazione.
La Provincia di Biella, che è diretta da forze che non appartengono al partito nel quale io milito, ha espresso riserve su questo progetto, anche se io rilevo un'anomalia in quell'Amministrazione, nella quale il Presidente di questo Consorzio è anche Assessore di quella Giunta, e tutto questo contribuisce a complicare ulteriormente la discussione o, quanto meno. a porre un problema di conflitto di interessi, perché vorrei capire con quale autonomia può decidere quell'Amministrazione quando, in quella Giunta, siede il rappresentante del Consorzio, cioè l'Ente che è interessato a realizzare questi progetti.
Lei, Assessore, sa meglio di me che c'è una convenienza diretta da parte dei Consorzi, come quello del quale stiamo discutendo, a realizzare gli invasi. Non si tratta soltanto di una convenienza finalizzata all'esigenza di dare una risposta per esempio al problema idrico o agricolo, ma anche una convenienza diretta, perché è evidente che il Consorzio che realizza investimenti e opere di questo tipo ha, in ragione del fatto che li realizza, un agio che gli viene riconosciuto dal Ministero che finanzia il progetto.
Credo che, con i chiari di luna attuali, sia opportuno stabilire se quella è una priorità. Io, francamente, non credo che sia una priorità perché se in Piemonte occorre investire 300 miliardi di vecchie lire per intervenire su questo fronte, lei, come Assessore, credo abbia mille ragioni per sostenere che prima vi siano altre priorità.
Se questa è la scelta, cioè la programmazione, le priorità, come dire un tentativo di fare in modo che le risorse pubbliche vengano destinate per fare programmazione, dovremmo, rispetto al discorso che lei ha fatto, che dal punto di vista tecnico non fa una grinza, fare un passo avanti, e cioè, insieme alle valutazioni che sono di vostra competenza (che sono i pareri che vanno espressi sulla base delle competenze che ci spettano, o il VIA piuttosto che i pareri, perché si tratta di grande derivazione) esprimere anche una valutazione politica, che una Giunta regionale non pu non compiere, nel senso di dire: "Ci sono delle priorità in questa Regione che vengono prima".
E se dobbiamo fare un ragionamento che attiene alle priorità, è evidente che la scelta che stiamo discutendo è l'ultima che deve essere compiuta.
In ogni caso, credo che vi siano ragioni fondate per contrastare e impedire che questo progetto venga realizzato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, devo dire che l'Assessore, in relazione al contenuto dell'interpellanza, ha sollevato delle obiezioni che, per certi aspetti condivido. Credo, infatti, che l'Assessore non risponda dell'operato di un Presidente del Consiglio provinciale, esponente della Lega Nord, che liberamente, nell'ambito dell'assemblea elettiva, esprime queste affermazioni.
Per quanto concerne il problema, invece, dal quale non si può esimere è chiaro che il carattere dell'interpellanza era pretestuoso per porre all'attenzione dell'Amministrazione regionale il significato di un'opera e di un invaso di quella portata, che sono sostanzialmente le argomentazioni portate dal collega Ronzani, sul cui merito non intendo assolutamente discostarmi, perché è evidente che lei non può rinunciare al suo diretto dovere, su questioni di grosso impatto ambientale, come potrebbero essere quelle determinate da un grande invaso, di entrare nel merito e condizionare le scelte del Consorzio.
Quindi, prendo atto della sua risposta e approfondiremo la materia.
Le ho spiegato che era pretestuoso. Le affermazioni servivano a segnalarle aspetti inquietanti. E' una questione che si sta verificando molto spesso nei rapporti fra questa Amministrazione e le Amministrazioni periferiche, fra questa Amministrazione e gli Enti partecipati, dove è chiaro, in modo reciproco (in modo strumentale, in questo caso), che probabilmente si insinua la presenza di una cupola o una sorta di società del malaffare. Credo che la Regione, quando è a conoscenza di tali elementi, debba necessariamente trasmettere a chi di competenza il risultato di queste note e informazioni che provengono dal territorio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interpellanza n. 1663 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Gratuità o semigratuità dei libri di testo - A rischio il beneficio per migliaia di famiglie - Riapertura termini"; interpellanza n. 1664 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Borse di studio - Art. 1, comma 9, della legge n. 62/00 - Abbattimento delle domande anno scolastico 2001/2002 - Perché?"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora le interpellanze n. 1663 e n. 1664, presentate dai Consiglieri Contu e Papandrea.
Trattandosi di interpellanze, chiedo ai proponenti se desiderano illustrarle.



CONTU Mario

No, attendo la risposta dell'Assessore Leo.



PRESIDENTE

Ha pertanto la parola l'Assessore Leo per la risposta.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Rispondo ad entrambe le interpellanze, perché sono collegate.
Devo dire al Consigliere Contu che le interpellanze toccano un problema reale e molto concreto, pertanto la segnalazione è stata molto seria e importante, né strumentale né accessoria, ma centrale per una politica del diritto allo studio.
Tali interpellanze hanno mobilitato gli Uffici e hanno toccato gangli vitali delle esigenze delle famiglie.
Fornirò al Consigliere Contu la risposta scritta, in modo che possa disaminare, punto per punto, quanto è stato fatto dagli Uffici stessi.
In risposta all'interpellanza n. 1663 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Gratuità o semigratuità dei libri di testo - A rischio il beneficio per migliaia di famiglie. Riapertura dei termini" e alla lettera aperta a firma del Consigliere Mario Contu, che affronta la stessa problematica, informo i presenti di quanto segue.
L'Assessorato all'istruzione ha diramato le indicazioni operative, con nota del 2 maggio 2002, anticipando la lettera ufficiale del Ministero inoltrata soltanto il 2 luglio 2002, nella quale è stato confermato, anche per l'anno 2002, lo stanziamento per la Regione Piemonte, vale a dire euro 3.194.370,00 (lire 6.185.174.945) per i libri di testo per la scuola dell'obbligo ed euro 1.095.388,00 (lire 2.120.967.051) per i libri di testo per la scuola secondaria superiore. Come sapete, c'è stato il ricorso delle Province di Trento e Bolzano, che ha bloccato e ci ha portato una nuova ripartizione, sulla quale vorrei poter riferire anche in Commissione, per discutere dei provvedimenti da adottare per il futuro.
Il DPCM n. 226/2000 prevede che le Regioni adottino il piano di riparto entro il 15 luglio, termine perentorio pena l'azione sostitutiva da parte del Ministero dell'Interno. Conseguentemente, la Regione ha chiesto ai Comuni di comunicare il numero delle richieste entro il 20 giugno 2002, per poter svolgere l'istruttoria ed approvare in tempo utile la deliberazione relativa al piano di ripartizione.
I Comuni, anche sulla base delle modalità e dei tempi già applicati nei precedenti anni scolastici, hanno previsto la conclusione della raccolta delle domande entro il termine dell'anno scolastico.
Per ridurre l'impatto dell'applicazione dell'attestazione ISEE - che ha validità per un anno per tutte le prestazioni sociali previste dalla normativa - si è data l'indicazione ai Comuni di far valere nella fase della raccolta delle domande l'attestazione già utilizzata per le borse di studio trattandosi della stessa tipologia di utenti (famiglie fino a 30 milioni di reddito netto equivalenti ad un ISEE di euro 10.632,94 per un nucleo familiare teorico di tre componenti), ciò al fine di evitare adempimenti aggiuntivi, tenuto conto che non tutti i Comuni sono organizzati per rilasciare l'attestazione ISEE (compreso il Comune di Torino), e che pertanto i cittadini devono avvalersi dei CAF - che operano secondo la loro prassi con possibili difformità nell'erogazione del servizio - o delle sedi territoriali dell'INPS.
Sulla base di quanto segnalatoci dai Comuni, l'ISEE è un punto di criticità per le incombenze e i tempi procedurali necessari, ed è anche nell'attuale fase applicativa, uno strumento di selezione dei richiedenti in quanto è calcolato rispetto al reddito complessivo, non solo quello da lavoro, ma anche quello patrimoniale (secondo quanto previsto dalla normativa statale), con responsabilità diretta del dichiarante rispetto ai dati forniti per il rilascio dell'attestazione ISEE. Tanto che la normativa stessa prevede il controllo di veridicità delle informazioni fornite dai richiedenti le prestazioni sociali agevolate che per questa fattispecie compete al Comune.
L'introduzione dell'ISEE, come è emerso anche nella riunione tenutasi presso il Ministero dell'Istruzione in data 28 giugno 2002 tra i rappresentanti delle Regioni e i Ministeri dell'Istruzione, delle Finanze e dell'Interno, ha creato problemi non solo alla Regione Piemonte, ma a livello nazionale, riducendo le domande di prestazioni sociali agevolate come il collega aveva opportunamente segnalato.
In tale occasione, la nostra Amministrazione, stante la situazione emergente, ha valutato con i Ministeri competenti la possibilità di procedere ad un riparto dei fondi che consentisse: a) l'assegnazione dei fondi ai Comuni sede di autonomia scolastica sulla base delle domande comunicate dai Comuni stessi entro il 20 giugno 2002 e per la scuola dell'obbligo, sulla base del costo medio dei libri in relazione al decreto direttoriale ministeriale del 13 febbraio 2002, anche al fine di rispettare i termini previsti (regionali e statali) b) la redistribuzione dei fondi restanti ai Comuni, in data successiva, per le necessità perequative e le situazioni particolari che i Comuni stessi avessero necessità di far fronte, al fine di dare soluzione alle situazioni di sofferenza manifestatesi o che potranno manifestarsi ed anche per tenere conto delle problematiche verificatesi a seguito dell'introduzione dell'ISEE e dei casi particolari segnalati nella nota dell'Assessorato all'istruzione del 2 maggio 2002 e successivamente dai Comuni (ad esempio studenti residenti in Piemonte e frequentanti in altre Regioni o presenza di studenti provenienti da altre Regioni, anomalie nel flusso di trasmissione delle richieste, libri di testo in Braille, ecc.).
Su tale base, la Giunta regionale ha approvato con deliberazione n. 83 6596 dell'8 luglio 2002 il piano di riparto per la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo - anno scolastico 2002/2003, prevedendo senza la necessità di riaprire i termini, che i Comuni possano comunicare su apposito modulo, entro il termine perentorio del 30 settembre 2002, le ulteriori richieste per le situazioni sopra esemplificate, in modo da far corrispondere tale termine con la data già stabilita nella nota dell'Assessorato del 2 maggio 2002 per i casi particolari.
Tale soluzione è stata valutata preventivamente anche con gli Uffici del Comune di Torino, stante le problematiche segnalate e sapendo che una tale scelta avrebbe avuto una ricaduta rispetto al rilascio delle cedole librarie.
In data 17 luglio 2002, in seno al gruppo tecnico Regione-Comuni capoluogo di provincia, si è approfondita anche la problematica "ISEE" e la clausola prevista nel piano di riparto che consente ai Comuni di presentare entro il 30 settembre 2002 le ulteriori domande per dare soluzione alle situazioni sopra indicate. E' emerso che tale clausola risponde soprattutto alle esigenze segnalate dal Comune di Torino, mentre altri Comuni la applicheranno solo se necessaria, volendo anche assicurare certezza amministrativa. Sta quindi all'autonomia del Comune valutare le necessità.
Rispetto alla sovrapposizione dei termini di presentazione delle domande, si sottolinea che per il servizio di refezione il Comune di Torino ha fissato i termini al mese di settembre, data utile a quel Comune per fare il punto sull'ISEE e sull'erogazione dei propri servizi, mentre i termini previsti per i libri di testo (20 giugno e 30 settembre) sono validi per tutti i Comuni del Piemonte.
Inoltre, la deliberazione della Giunta regionale n. 73-6735 del 22 luglio 2002, relativa al piano di riparto dei fondi per i libri di testo esercizio 2002, già comunicata al Ministero dell'Interno e ai Comuni del Piemonte, è stata sospesa con DGR n. 73-6735 del 22 luglio 2002, a seguito della nota n. 1999 del 17 luglio 2002 del Ministero dell'Istruzione che ha comunicato che deve intendersi sospesa la ripartizione dei fondi statali per i libri di testo agli studenti della scuola dell'obbligo e della scuola superiore, esercizio 2002.
Questo è stato superato, ma dico cos'era successo.
Ciò per effetto dell'intervenuta emissione della sentenza della Corte Costituzionale con la quale viene annullato l'art. 3, comma 1, del DPCM n.
320/1999 e relative tabelle, nonché l'art. 1, comma 2, del DPCM n.
226/2001, per la mancata inclusione delle Province autonome di Trento e Bolzano fra i destinatari del finanziamento.
Della sospensione di efficacia della deliberazione di riparto dei fondi si è già data comunicazione ai Comuni, ferme restando le indicazioni relative ai casi particolari contenuti nella comunicazione già inviata ai Comuni sulla ripartizione dei fondi per i libri di testo e sulle modalità operative, in base alle quali i Comuni potranno comunicare all'Amministrazione regionale il numero delle ulteriori richieste rientranti in tali casi, entro il termine perentorio del 30 settembre 2002.
E' poi stata data comunicazione che è stata sbloccata e che la Giunta ha provveduto a una nuova ripartizione.
La richiesta di riapertura dei termini sarebbe stata necessaria se non fosse già stato previsto l'ulteriore termine del 30 settembre. Inoltre vanno considerati anche gli effetti indotti dalla sentenza della Corte Costituzionale.
L'anello scuola-famiglia e, soprattutto, alunno-famiglia è un punto di criticità nella divulgazione delle informazioni, nonostante i punti e le forme di informazione siano molteplici, sia da parte dei Comuni e dell'Amministrazione regionale, sia da parte delle Autonomie scolastiche e della Direzione regionale MIUR, sia da parte dei giornali locali. Ciò che occorre realizzare è un modello di scuola cooperativa in cui sia potenziata la collaborazione fra autonomia locale e autonomia scolastica e in cui anche la famiglia possa svolgere pienamente la propria funzione e lo studente sia posto nella condizione di conoscere e partecipare al meglio.
L'opportunità di un riordino normativo in materia di istruzione, da più parti evidenziato, anche nella prospettiva della riforma della scuola, non può che essere riaffermata e condivisa, come è da condividere l'orientamento emerso in sede nazionale, e spinto dagli Assessori delle Regioni, del Coordinamento dell'istruzione, ecc., di ricondurre a un quadro unitario tutti i finanziamenti provenienti dallo Stato per superare la frammentarietà, i microprocedimenti e le difficoltà dovute ad una finalizzazione rigida della spesa.
Essendo il termine previsto per il 30 settembre siamo a cavallo e penso di dover dare un'integrazione alla risposta dopo tale data.
Ho voluto dare questa risposta per segnalare all'aula, e al collega Contu, che la sua interpellanza, assolutamente opportuna, ha toccato materia di grande attualità e delicatezza.
In risposta all'interpellanza n. 1664 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Borse di studio - Art. 1, comma 9, legge n. 62/00 Abbattimento delle domande anno scolastico 2001/2002. Perché?", si informa che per l'assegnazione delle borse di studio si è applicato il Regolamento regionale n. 17 del 30 novembre, come modificato dal Regolamento n. 19 del 21 dicembre 2001, che, all'art. 5, prevede che i Comuni comunichino alla Regione le domande ammissibili entro il termine perentorio del 20 marzo 2002, termine dettato dalla necessità di predisporre il piano di ripartizione dei fondi entro il 15 aprile, per poter comunicare al Ministero dell'Economia e delle Finanze i dati relativi alle richieste con opzione per la detrazione fiscale (prevista dalla legge n. 62/00) e ai cittadini che hanno compiuto tale opzione l'importo della borsa di studio in tempo utile per l'inserimento nel modello 730/2002, da compilare entro il mese di maggio.
Conseguentemente, il Ministero dell'Economia e delle Finanze trasferirà alla Regione la somma prevista dal DPCM n. 106/2001 al netto dell'importo delle borse portate in detrazione fiscale dai beneficiari.
Non è pertanto possibile fissare una scadenza differita se si dà attuazione all'opzione prevista dalla legge e ai tempi procedurali che comporta.
L'introduzione dell'ISEE ha sicuramente comportato difficoltà per la sua attuazione, non soltanto per la richiesta delle borse di studio, ma anche per la richiesta di altre prestazioni sociali agevolate (si veda il canone scontato del 50% Telecom su cui si aspettavano nella fase iniziale almeno un milione e trecentomila domande, risultate solo 55 mila dopo quattro mesi).
Come hanno segnalato alcuni Comuni piemontesi, possono esserci motivi di carattere culturale e sociale, soprattutto per i nuclei familiari più bisognosi che hanno più difficoltà ad usufruire dei supporti assistenziali e ad accedere alle informazioni, oltre ai motivi legati alla necessità di soddisfare contemporaneamente i requisiti, sociali ed economici, previsti dalla legge e una procedura specifica: infatti, per calcolare l'ISEE il cittadino non può operare autonomamente, ma deve rivolgersi al Comune o ai Centri di assistenza fiscale o alle sedi territoriali dell'INPS.
I Comuni hanno altresì fatto rilevare che le ragioni dell'abbattimento delle richieste sono da ricercare principalmente nella nuova normativa ISEE e nel fatto che non tutti i Comuni sono organizzati per ricevere la documentazione e rilasciare l'attestazione, mentre non sempre i CAF hanno sopperito tempestivamente alle richieste.
Come evidenziato nella relazione al piano per le borse di studio 2001/2002 distribuita ai componenti la VI Commissione il 23 aprile 2002 allegata alla risposta scritta - l'Amministrazione regionale, i Comuni, la Direzione regionale MIUR, gli organi di stampa e i giornali locali e gli uffici URP hanno dato ampia informazione e diffusione dell'intervento. Si è anche diffuso un messaggio di informazione alle famiglie e si è chiesta ampia collaborazione alle istituzioni scolastiche.
Nella stessa relazione sono contenuti i dati relativi alle richieste di borse di studio suddivise per ordine di scuola, che evidenziano la notevole riduzione delle domande (11.647) rispetto a quelle pervenute lo scorso anno (25.003), quando la normativa non prevedeva l'ISEE e il calcolo rispetto al reddito complessivo del nucleo familiare e non solo al reddito da lavoro, a fronte di un incremento del fondo statale da lire 10.488.283.443 nell'anno scolastico 2000/2001 a lire 12.585.968.072 nell'anno scolastico 2001/2002.
I Comuni hanno fatto rilevare che le ragioni dell'abbattimento delle richieste sono da ricercare principalmente nella nuova normativa fiscale ISEE e nel fatto che non tutti i Comuni sono attrezzati per ricevere la documentazione e rilasciare l'attestazione (compreso il Comune di Torino) mentre non sempre i CAF hanno sopperito tempestivamente alle richieste, e che, presumibilmente, il punto critico della divulgazione attiene all'anello scuola-famiglia e alunno-famiglia.
In tale relazione - e devo dire stimolati dall'interpellanza - si è anche suggerito (ma vorrei discuterne in Commissione in modo da acquisire i suggerimenti dei colleghi, sicuramente opportuni) per il prossimo anno scolastico di valutare l'opportunità di elevare da lire 30 milioni a lire 50 milioni netti (da rapportare al valore ISEE) il reddito familiare e di prevedere borse di studio differenziate per fasce di reddito, in relazione all'innalzamento del reddito a lire 50 milioni netti (70 milioni lordi) inoltre, si è indicato di divulgare presso i Comuni e le scuole un opuscolo illustrativo che faciliti le famiglie anche per l'applicazione dell'ISEE e di proseguire il confronto con i Comuni e il gruppo tecnico Regioni-Comuni capoluogo per valutare le criticità e i suggerimenti, prevedendo altresì di verificare con l'INPS i punti cruciali di criticità rilevati nella prima applicazione dell'ISEE.
Si prevede inoltre di contattare i CAF con cui sono già intervenuti confronti e di approfondire la percorribilità tecnica di un unico procedimento per la presentazione delle richieste per le borse di studio e per i libri di testo, anche ai fini di una semplificazione amministrativa.
L'opportunità, infine, di un riordino normativo in materia di istruzione, evidenziato nell'interpellanza, anche nella prospettiva della riforma della scuola, non può che essere riaffermata e condivisa Ritengo che sarebbe utile una discussione in Commissione su tutta la materia, onde acquisire orientamenti dopo il 30 settembre, avendo tutti i dati (un po' di studio, un'analisi, il rapporto con i Comuni e con tutte le altre realtà), in modo da dare indicazioni per il prossimo anno in maniera più consona, anche perché l'interpellanza ha evidenziato come l'ISEE ed altre misure siano state veramente devastanti per il sistema.
Ringrazio, quindi, per queste interpellanze e sono a disposizione per un lavoro in Commissione che produca un nuovo bando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Sono spaventato e preoccupato, Assessore, perché lei, dicendo: "Temi importanti come questi discutiamoli in Commissione", ha fatto una proposta di alta democrazia e di valorizzazione del Consiglio.
Effettivamente, il 29 luglio lei ha mandato al Presidente della Commissione, Oreste Rossi, una comunicazione relativamente alle disposizioni, o al bando, che definiva i criteri per la destinazione di 9 miliardi e mezzo (non ricordo l'importo in euro), rivolto ai piani delle offerte formative. Grande atto democratico, tanto che i Commissari, vista la sua proposta, hanno detto (io parlo per me): "Va beh, non mi piace la legge n. 62/00, ma quella hanno applicato"; ma poi, da buon democristiano ha fatto quello che mai mi sarei aspettato (almeno per i rapporti che hanno sinora caratterizzato il suo modo agire, il suo Assessorato e le opposizioni: battaglia leale, lei vuole i buoni scuola e noi diciamo di no l'assemblea elettiva decide, si fanno le grandi battaglie alla democrazia e alla dialettica democratica): ha fatto un autentico "colpo di mano" e il 5 agosto destina, con una piccola clausola, il 50% di quell'importo alle scuole private, cioè a chi accoglie nella propria scuola 27 mila allievi contro i 500 mila allievi che frequentano le scuole pubbliche.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

C'è una ragione.



CONTU Mario

No, non c'è ragione, Assessore.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Per me c'è una ragione.



CONTU Mario

Quello si chiama presa in giro. Non c'è altro modo. Si tratta di un atto di pirateria giustificato solo dal nuovo corso instaurato dalla sua maggioranza (maggioranza nella quale lei oggi si trova: quella di Ghigo).
Tutte le opportunità che mi saranno date per dare uno schiaffo all'assemblea elettiva, nel non utilizzare la legge come strumento di riferimento per destinare determinate risorse e per normare, passerà attraverso atti di imperio della Giunta. Questa è la risposta. Sono turbato dal modo con il quale oggi si presenta nel dare soluzione ai problemi. Mi auguro che quello sia un episodio che non si abbia a ripetere, ma la ragione vera, e che contrasteremo in tutti i modi, è un'altra. Parto dal termine della nostra interpellanza: occorre mettere mano ad una legge sul diritto allo studio.
Occorre rivedere tutta la materia; occorre "temporalizzare" i provvedimenti che riguardano le borse di studio, i buoni libro o altri provvedimenti, o il trasferimento delle risorse agli Enti locali all'interno dell'unico provvedimento che riordina tutta la materia: su questo avete fallito clamorosamente. C'è un impegno da oltre un anno e voi non siete riusciti ad arrivare in Commissione con una proposta credibile non c'è neanche una traccia sui cui poter discutere se la proposta sia o meno credibile. Sulle borse di studio è fatta. L'Assessore involontariamente - dico l'Assessore, ma devo prendere atto che il colore di questa Amministrazione non è diverso da quello del Governo - ha sulla coscienza questo dato: a fronte di 25 mila beneficiari, 14 mila famiglie non hanno avuto la borsa di studio. E' una responsabilità vostra.
Certo, è in corto circuito il rapporto comunicazione-famiglia-scuola certo, ci sono i ritardi dei Comuni, ma il dato non cambia: 14 mila famiglie non hanno beneficiato di una risposta, in termini economici, di un rimborso in termini economici, pari ad almeno 500 mila lire a testa. Al contrario, ha reso fortunate altre 11 mila famiglie - verificherò se scopro che poi, in termini di percentuale, quei pochi poveri che ci sono nelle scuole private saranno assunti tutti, farò una disamina più attenta.
Lei ha sulla coscienza il fatto che 14 mila famiglie non hanno beneficiato delle borse di studio e gli 11 mila che ne hanno beneficiato non hanno avuto contributi da poco: siamo passati dalle 500 mila lire pro capite a borse di studio di 2 milioni. Una disparità gravissima, che non è indice che ci sono dei falsi poveri, perché i dati dello Stato, forse attraverso l'incrocio fra la popolazione della regione e l'anagrafe tributaria, dicono che sono circa 60 mila le famiglie in quella condizione che hanno figli nell'età della scuola dell'obbligo e che quindi ne hanno diritto.
Supponiamo che i beneficiari siano un numero maggiore e non inferiore a 60 mila, certo è che il dato è assolutamente sconfortante. Non si chiude una pratica come questa a marzo sapendo che il giorno dopo arriverà un'altra circolare in cui si propone la questione dei buoni libro, perch sulle borse di studio si è chiusa la partita il 3 marzo. Qualcuno dice: "Avevamo paura del commissariamento", ma, commissariamento o meno, non ci avrebbero tolto le risorse. Il problema è quando al centro dell'azione amministrativa si pone la scadenza burocratica come elemento dal quale non si può prescindere e non c'è l'assunzione della responsabilità della politica che opera delle scelte che vanno nell'interesse dei beneficiari.
Questo potevate farlo! Voi potevate procrastinare i termini rischiando anche il commissariamento che non voleva dire perdere le risorse.
Buoni libro. La questione dei buoni libro è un fatto clamoroso.
L'Assessore (condizionato in parte dai suoi uffici) non ha avuto il coraggio, fino in fondo, di dare la risposta che era giusto dare.
Le fornisco i dati. Solo la Città di Torino ha avuto un abbattimento in termini di richieste, di 5 mila famiglie con reddito inferiore ai 30 milioni che non hanno rinnovato la domanda per i libri gratuiti nell'ordine di scuola che riguardava loro. Riferisco anche di altri Comuni. Su 187 famiglie, 40 in meno a Rivoli; su 170 famiglie a Collegno, 82 in meno; a Venaria 76 famiglie in meno. Sono piccoli numeri, ma vogliono dire che il 50% delle famiglie non hanno potuto godere del beneficio.
Qui dobbiamo scindere le responsabilità. Ritardi da parte di tutti. Il Comune di Torino ha le sue gravi responsabilità e si è trovato di fronte a questi scenari: dover curare la risposta rispetto alle borse di studio, la questione dei buoni libro gratuiti e l'introduzione dell'ISEE anche per beneficiare delle mense scolastiche. E' chiaro che tutto il sistema sia andato in tilt, ma ciò che non mi preoccupa è il fatto che il Comune di Torino, anche su nostra sollecitazione, abbia riaperto i termini.
Come ben ricorderete, sempre su nostra denuncia, ogni anno mi ritrovo sistematicamente in quella data e in modo rituale, a denunciare una situazione analoga a quella che si è verificata quest'anno. Non capisco perché chi amministra non sia in grado di affinare la macchina. Il dato che avevo già denunciato l'anno scorso aveva consentito ad altri 5 mila studenti e loro famiglie di avere i libri gratuiti grazie alla riapertura dei termini fatta dal Comune di Torino. Voi non avete avuto il coraggio di andare fino in fondo! A parte il Comune di Torino, la limitazione imposta dai casi particolari ha fornito l'alibi a tutti i Comuni della regione di non riaprire i termini. Se io non vedrò sostanziali modifiche, denuncer ancora una volta, l'inosservanza da parte delle Amministrazioni comunali alle quali anche voi avete dato un pretesto. Nelle maglie delle circolari era chiaro: "Casi particolari" può essere il fatto di non aver raccolto le domande; può essere il fatto di aver dovuto applicare l'ISEE, può essere anche il fatto che la macchina dell'Ente locale, sulle quali lo Stato continua a trasferire competenze, non è adeguata a dare risposte rispetto alla cadenze temporali. Bisogna avere più coraggio, occorre riordinare la materia, bisogna riunificare le date per non costringere le famiglie a "pietre" e a dover ripetere sempre la stessa domanda per avere un altro beneficio proponendo altra documentazione. Questo è quello che si è verificato. Tutto questo non è possibile, Assessore! Assessore, mi auguro che le sue intenzioni non sortiscano la fine che hanno fatto quelle risorse destinate alle scuole private. Bisogna pur fermarsi, c'è un limite a tutto. Se la Giunta sostiene che ha tutti i numeri per poter prendere a schiaffi questo Consiglio, credo che prima o poi dovrà fare i conti con il proprio elettorato: stiamo uccidendo la democrazia elettiva. Mi dispiace - lo dico con molto rammarico Assessore che lei sia salito su quel carro, ma è sempre in tempo a scendere.


Argomento: Varie

Saluto al Consigliere regionale Piergiorgio Peano


PRESIDENTE

Mi permetto di salutare, anche a nome vostro, il Consigliere regionale Piergiorgio Peano che è venuto a salutarci.


Argomento: Musei

Interrogazione n. 1233 del Consigliere Tapparo inerente a "Calo di visitatori nei Musei piemontesi: quale rapporto con le politiche regionali per il turismo e la cultura?"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 1233 presentata dal Consigliere Tapparo.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Caro collega Tapparo, questa è un'interrogazione che merita attenzione.
In merito all'interrogazione n. 1233 "Calo dei visitatori piemontesi" tenuto conto che non è possibile stabilire un rapporto proporzionale tra numero dei visitatori e le politiche regionali per il turismo e la cultura è stata chiesta una relazione all'IRES, che ci ha fornito dei dati molto interessanti in una tabella che poi citerò.
La disomogeneità dei dati a disposizione fra Sistema Museale Metropolitano e i Musei localizzati nel resto del territorio regionale suggerisce di effettuare separatamente l'analisi dei dati relativi all'affluenza di pubblico.
Nel corso del 2002 verrà ulteriormente esteso il monitoraggio dei Musei piemontesi, che comprenderà tutte le istituzioni appartenenti al circuito dell'Abbonamento Musei.
A questo proposito, voglio dire al Consigliere Tapparo e all'aula che abbiamo raggiunto un numero record di Musei che aderiscono alla Carta Musei. Sono 146; eravamo partiti, come ricorderete, da 20/30 musei. Quindi questa Carta Musei è un grande successo, perché sta avendo una diffusione notevole, anche perché molti Musei privati hanno accettato di partecipare.
Quindi, siamo arrivati a 146 nel sistema della Carta Musei.
Per quanto riguarda le affluenze ai Musei localizzati nella città di Torino, si registra, nel corso degli anni, un incremento di visite assai significativo. La serie storica di dati, disponibili per i Musei torinesi dal 1952, evidenzia come si sia passati da poco meno di 200 mila visitatori (per i nove musei monitorati nel 1952) a quasi un milione 800 mila visitatori nel 2000 (per trenta musei monitorati); e si prevedono circa 2 milioni e 700 mila visitatori nel 2002.
Quindi, è un incremento robusto, e in percentuale è uno dei più alti d'Italia. Alla forte irregolarità delle affluenze che va dal 1952 sino al 1967, fa seguito un periodo (dal 1968 al 1986) di relativa stabilità, in cui, ad eccezione del picco di affluenze registrato nel 1978 in occasione dell'Ostensione della Sindone, i visitatori oscillano attorno alle 800 mila unità. A tale periodo, segue un quinquennio in cui si registra un calo dei visitatori di Musei. Quindi, dal 1978 alla metà degli anni '90, c'è stato un calo.
E' a partire dalla metà degli anni '90, in coincidenza anche con i significativi investimenti effettuati sul patrimonio culturale, che si assiste ad una dinamica di continua crescita dei visitatori nel Sistema Museale Metropolitano: dal 1995 si supera infatti stabilmente la soglia del milione di visitatori, e a partire dal 1998 si assiste ad un incremento continuo delle visite. Le affluenze sono oltre un milione e 300 mila nel 1998 e oltre un milione e 400 mila nel 1999.
Un ulteriore e significativo aumento dei visitatori si registra nel 2000 in cui le affluenze sono state oltre 1 milione 780 mila. Tale dato viene riconfermato anche quando non c'era l'Ostensione della Sindone, e diventa un dato costante.
Abbiamo fatto una comparazione con le varie Regioni alla Conferenza delle Regioni, ed è un incremento di visitatori tra i più alti in Italia.
L'andamento di crescita si registra anche per quanto riguarda i Musei monitorati non appartenenti al Sistema Museale metropolitano: circa 770 mila sono state le affluenze nel 1998, oltre 800 mila quelle del 1999 e oltre 850 mila i visitatori nel 2000. Quest'ultimo dato viene ulteriormente superato nel 2001 e sarà superato nel 2002.
Sebbene gli eventi costituiscano indubbiamente un incentivo alle visite, l'incremento registrato, in particolare a partire dalla metà dagli anni '90, è imputabile ad una serie di fattori, fra cui una più ampia offerta, un maggior coordinamento delle politiche museali, il rafforzamento delle politiche di sistema, lo sviluppo di attività volte a migliorare la fruibilità dei beni ed una più efficace attività di promozione.
Questo è stato fatto - lo dico perché è stato rivendicato da alcuni colleghi nel corso di dibattiti - con una grande collaborazione istituzionale fra i vari Enti e con il privato.
Ho anche il comunicato stampa dell'IRES, che invierò insieme alla relazione, il quale fa rilevare che negli ottanta musei monitorati in tutta la Regione (adesso con il Sistema diventano 146) sono affluiti 2 milioni 740 mila visitatori, di cui oltre il 67% nell'Area metropolitana di Torino.
Agli oltre 2 milioni di visite in tutto il Piemonte nel 2001, che si prevede saranno superati nel 2002, si è arrivati grazie ad una serie di condizioni che, nell'insieme, hanno reso più attrattivo il terreno culturale piemontese. Vi è stata una stagione di investimenti molto forti e gli sforzi compiuti dai Musei verso programmi sempre più attenti alle scuole e alle fasce di pubblico più giovani.
Sebbene nel 2001, come negli anni precedenti, sia ancora il Sistema Museale Metropolitano ad attrarre la quota più consistente di visitatori il significativo incremento evidenziato nei Musei ben localizzati nel resto del territorio è indicativo di una nuova dinamicità ed attrattività, frutto di una stagione di investimenti che ha riguardato sia strutture che attività.
A differenza del triennio 1998/2000, caratterizzato da eventi eccezionali (1998/2000 Ostensione della Sindone, 1999 grande Mostra sul barocco, 2000 apertura del Museo del Cinema), il 2001 si presenta come un anno quasi normale, e in più c'è stata la vicenda delle Twin Towers.
Nonostante questo, si va avanti nella crescita. Quindi, la considerazione dell'IRES è che si sia fatto un grosso lavoro che ha questi tre punti cruciali: investimenti, lavoro comune fra i vari Enti territoriali, Regione ed Enti territoriali, rapporto positivo con i privati.
E' indubbio che tutto questo ci pone ad una riflessione e magari nella necessità di ulteriore e più approfondita analisi.
L'interrogazione è stata un'occasione - ho risposto oggi, ma volevo già rispondere nei giorni scorsi - e comunico che, anche sulla base della stessa, stiamo facendo un lavoro ancora più dettagliato da fornire in Commissione, perché è materia sicuramente importante e ritengo, con le vicende note dell'economia piemontese, anche strategica per il Piemonte.
Devo dare atto che, su questo fronte, la Commissione Cultura ha lavorato molto per migliorare le condizioni generali e per rendere possibile questa politica. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RIBA


Argomento: Varie

Saluto agli alunni ed insegnanti della Scuola elementare "C. Collodi" di Rivoli


PRESIDENTE

Voglio salutare, anche a nome dei colleghi Consiglieri, i ragazzi della scuola elementare "Collodi" di Rivoli che sono in visita nella nostra sede regionale ed assistono ad una parte dei nostri lavori. Spero che questa giornata di rapporti con il Consiglio regionale sia per voi utile e serena e che ne riportiate un buon ricordo.


Argomento: Musei

Interrogazione n. 1233 del Consigliere Tapparo inerente a "Calo di visitatori nei Musei piemontesi: quale rapporto con le politiche regionali per il turismo e la cultura?" (seguito)


PRESIDENTE

In merito all'interrogazione n. 1233, ha la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Grazie, Assessore Leo. E' un peccato che si aspetti la sollecitazione di un Consigliere per dare gambe, in qualche modo, a una funzione che dovrebbe essere importante sia per lei, per governare, sia per noi, per poter giudicare, stimolare ed eventualmente intervenire. Questa funzione di monitoraggio che ha attivato con il lavoro egregio dell'IRES è vitale per poter governare, e vi dirò adesso quali sono le ragioni di questa vitalità.
In primo luogo, è importante capire il rapporto investimento/numero di visitatori, perché se la quantità di investimenti fosse strabiliante e la crescita magari certamente c'è, ma è modesta, ci dovremmo porre un problema, oppure se l'investimento è modesto, ma la crescita è strabiliante, avrà un altro giudizio. Allora, il rapporto tra investimento globale pubblico (regionale, provinciale e comunale) e andamento degli accessi ai Musei è un dato importante e dovrebbe essere inserito in un istogramma, oppure in un grafico per capire, ad esempio, che tante volte l'investimento fatto nel passato produce successivamente la crescita oppure la trascina subito. Personalmente, questo non sono in grado di dirlo, ma al riguardo esistono degli studi. Penso che anche in altri campi dovrebbe essere questo il modo di procedere.
Ho l'impressione che la quantità di risorse messe in campo per polarizzare l'attenzione sul Piemonte sia enorme, ma non la critico, voglio solo vederne gli effetti. Per capire gli effetti, questi valori assoluti non sono sufficienti. Mi piacerebbe sapere, di questi due milioni o un milione di presenze, quanti sono visitatori extrapiemontesi, perché se per ipotesi il Museo "enne" ha visto crescere la sua attenzione, ma è un'attenzione di vicinato, è un conto, mentre se si tratta di visitatori stranieri o extrapiemontesi, di altre Regioni, è un altro conto. E' chiaro che questo richiederebbe degli investimenti anche di indagine, perché i Musei non sono in grado di selezionare, tra i visitatori del Piemonte, i visitatori di altre Regioni o i visitatori stranieri, ma questo lo si potrebbe rilevare attraverso una forma di indagine con una percentuale di errore ragionevole.
Vi è poi un altro dato: il confronto con le altre Regioni. Per esempio le altre Regioni, in rapporto alla loro popolazione, che carico di investimento hanno per tali tipi di iniziative? Se di tutte le Regioni avessimo un confronto relativamente al numero dei visitatori rapportato anche al numero della rete museale e al numero degli abitanti, in questo modo riusciremmo a capire se ogni euro investito in questo tipo di politica ha una produttività superiore o inferiore. Anche se tutto va misurato in termini relativi, sapere come gli altri si muovono può essere importante capire come si muovono Regioni che non hanno una tradizione museale enorme (come la Toscana, il Lazio, il Veneto), Regioni medie come la nostra, pu essere significativo; può essere interessante vedere che cosa succede nel confronto.
Assessore, in sostanza sono soddisfatto, perché lei diligentemente dalla mia interrogazione ha messo in movimento un braccio operativo come un Ente strumentale, in questo caso l'IRES, per fare il lavoro. Tuttavia, non lo faccia fare eccezionalmente, ma renda questa una vera e propria funzione.
Il discorso può investire anche altri campi. Ad esempio, io ho fatto una ricerca sull'utilizzo della lingua piemontese nella provincia di Torino, che sarebbe stata compito suo; ho impegnato delle risorse del mio piccolo Gruppo, che ha un terzo delle risorse, a parità di Consiglieri, di un altro Gruppo, per poter capire oggi il grado di attenzione alla lingua piemontese e quindi il rapporto con gli investimenti, con la legge regionale esistente. In questo campo, uno studio sistematico ci permetterebbe di capire se la nostra spesa è significativa a stimolare perché se noi impegniamo una valanga di risorse e abbiamo questi risultati potrebbero anche essere risultati insoddisfacenti, anche se crescono perché le risorse impegnate sono enormi.
In sostanza, noi dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra una giusta quantità di risorse impegnate e la crescita di attenzione dei Musei. E io le chiedo ancora se lei può rivolgersi all'IRES e darmi questi dati: fatti pari a cento, quanti sono visitatori piemontesi, dell'Italia ed extraitaliani, perché è un dato molto importante.



PRESIDENTE

Grazie. Abbiamo concluso il tempo destinato all'attività di sindacato.


Argomento: Problemi energetici

Proseguimento esame disegno di legge n. 282: "Disposizioni in campo energetico. Approvazione del Piano regionale energetico ambientale" e atti di indirizzo collegati (ordini del giorno n. 304 e n. 457 e mozioni n. 463 e n. 475 - Connesse interrogazione n. 613, interrogazione n. 866 interpellanza n. 1025, interrogazione n. 1277, interrogazione n. 1323 e interrogazione n. 1532)


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo riprendere l'esame del disegno di legge n.
282, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Colleghi, eravamo all'art. 2, precisamente alla discussione di un emendamento che riguardava l'art. 2, comma 2. Tuttavia, in sede di valutazione tecnica, ci siamo accorti che ci sono due emendamenti che attengono al comma 1, per cui, non avendo avuto esito la votazione sull'emendamento al comma 2 per mancanza del numero legale, ritornerei al comma 1 dell'art. 2 per esaurire la discussione delle due proposte di emendamento presentate rispettivamente dal Consigliere Chiezzi e dall'Assessore Cavallera.
In sostanza, c'era una proposta emendativa del Consigliere Chiezzi, che aggiungeva due punti; poi l'Assessore Cavallera, reinterpretando l'emendamento, proponeva una sua modifica alla lettera f).
Il Consigliere Contu chiede la parola sulla procedura; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Non ho ben presente il Regolamento, ma mi pare che sul voto di un emendamento per l'esame della legge in questione sia caduto il numero legale e quindi dobbiamo riprendere...



PRESIDENTE

Sì, ha perfettamente ragione. Ho tentato di spiegare che siccome ci troviamo in...



CONTU Mario

Mi appello alla procedura, dopodiché facciamo tutti i discorsi dopo il voto di questo emendamento, che non è stato ritirato, a meno che - ma dubito che sia regolare - l'Assessore non ritiri quell'emendamento. In sostanza, dovremmo riprendere esattamente dalla votazione.



PRESIDENTE

La questione è posta correttamente. Effettivamente, la votazione sul comma 2 deve essere ripetuta, ma ricordo che il nostro Regolamento consente la presentazione di emendamenti in corso di discussione.
L'emendamento proposto dal Consigliere Chiezzi deve essere collocato sul comma 1; non era scritto collegato al comma 1 e quindi la Presidenza l'aveva collegato a conclusione dell'articolo, ma chiedo anche alla collaborazione dell'aula di poter vedere prima il completamento degli emendamenti che vanno attribuiti al comma 1 per correttezza di procedura fermo restando che il suo richiamo alla procedura è perfettamente corretto.
Quindi, procedo come ho ipotizzato, anche con la collaborazione dell'aula, perché ci troviamo in una fattispecie...
Se l'Assessore Cavallera vuole rapidamente riepilogare la questione attinente alla proposta dell'emendamento Chiezzi, aggiuntivo al comma 1, e la sua ipotesi di sostituzione, può prendere la parola.
Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Colgo l'occasione per dare una risposta al Consigliere Chiezzi riguardante l'interrogativo dell'altra volta.
Ho presentato una riformulazione dell'emendamento all'art. 5 che il collega aveva condizionato di conoscere preventivamente; forse è già stato distribuito e quindi ritengo che possa essere un grosso passo avanti.
Per quanto riguarda lo specifico - l'ho già detto l'altra volta nell'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi alcune parti sono già presenti nel comma dell'art. 2, lettera f), che tratta tutto il discorso dell'uso nazionale dell'energia e la classificazione delle fonti energetiche rinnovabili e assimilate addirittura rientrano in una direttiva europea. L'unica cosa che abbiamo dimenticato e che ha una funzione importante è il risparmio energetico, infatti non viene citato nella formulazione che abbiamo redatto. Quindi, ho presentato un subemendamento per introdurre questo discorso.
Il mio emendamento completa il provvedimento che avevamo illustrato l'altra volta e richiama i contesti di competenza legislativa concorrente e, quindi, gli obiettivi nazionali e internazionali di riferimento dal punto di vista programmatico.
Per quanto riguarda l'altra parte, il comma 1, lettera l), dato che la tensione che stabilisce lo spartiacque di competenza tra Regioni e Stato potrebbe essere cambiata nel corso del tempo, anziché scrivere "150 chilovolt", diciamo "le competenza non rilevate dallo Stato", vale a dire quelle regionali in materia di autorizzazioni di elettrodotti.
La seconda parte dell'emendamento è un perfezionamento e la prima parte, ovviamente, richiama il nuovo quadro legislativo dopo l'approvazione del Titolo V.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, vuole rispondere alla proposta dell'Assessore? Posso procedere alla votazione dell'emendamento come formulato o vuole ritirarlo considerandolo superato? La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, non ritiro una proposta valida. La mia proposta rimane. Se c'è una correzione tecnica di formulazione viene implementata all'interno della proposta di emendamento, altrimenti i risultati che otteniamo scompaiono e rimane la Giunta che fa tutto: propone, cancella e ripropone.
L'emendamento che ho presentato ha posto il tema del risparmio energetico e rimane come emendamento che ho presentato io. Se l'Assessore presenta un subemendamento mi va bene, purché rimanga in piedi l'emendamento proposto da me. Dopo aver segnalato all'Assessore una sua carenza, mi ritiro anche dal fatto di avergliela segnalata? Così facendo l'Assessore potrebbe dire che è stata una sua idea. Nella procedura deve essere evidente il fatto politico di una mancanza dell'Assessore e la segnalazione da parte di un Consigliere e, quindi, l'accettazione dell'Assessore.



PRESIDENTE

A questo punto, votiamo prima la proposta dell'Assessore che è un emendamento alla lettera f) e, poi, l'emendamento aggiuntivo del Consigliere Chiezzi.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

E' chiaro che il parere della Giunta è di astensione sull'emendamento Chiezzi, perché la formulazione è diversa, e naturalmente di approvazione del nostro emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, anche lei ha molta esperienza come me in quest'aula. Non può mettersi in moto una prassi politica sorretta da aggeggi amministrativi; una prassi politica nella quale un'idea dell'opposizione viene respinta dalla maggioranza, ma approvata dalla maggioranza nel momento in cui l'Assessore la scrive con parole appena un po' diverse. E' evidente il problema politico.
Il risparmio energetico non era previsto, adesso viene previsto perch è stato evidenziato da un Consigliere di opposizione. C'è un mio emendamento, si corregga questo emendamento sino a che l'Assessore crede ma questo emendamento politicamente dovrebbe essere approvato dalla maggioranza. Questo è il mio emendamento, non il suo. Non si può bocciare il risparmio energetico perché proposto da un Consigliere di opposizione e approvarlo un minuto dopo, nonostante sia stato contestato dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Assessore, il Consigliere Chiezzi ha ragione, perché se propone una modifica al suo emendamento lo considero un subemendamento.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Ho presentato formalmente un subemendamento, magari impropriamente all'emendamento Chiezzi. Ho detto che per ragioni tecniche bisognava non votare l'emendamento Chiezzi e votare il subemendamento, però non ho alcuna difficoltà a riconoscere che il "padre" del richiamo al risparmio energetico è il Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Questo è un ragionamento fatto tra di voi.
Ho una proposta del Consigliere Chiezzi che integralmente costituisce un'aggiunta a un emendamento e ho un emendamento dell'Assessore Cavallera che attiene alla stessa materia, ma riguarda completamente un'altra cosa perché corregge la formulazione della lettera f).
Per procedere correttamente, pongo in votazione prima l'emendamento dell'Assessore e, poi, quello del Consigliere Chiezzi. Sono due emendamenti diversi.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, vorrei cinque minuti per riscrivere o scrivere un altro emendamento, in modo tale che possa essere l'attore di questa innovazione.



PRESIDENTE

D'accordo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.56 riprende alle ore 11.58)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
I due emendamenti di cui abbiamo testé discusso (n. 2.3 e n. 2.4) sono entrambi ritirati e sostituiti da un emendamento a firma del Consigliere Chiezzi e dell'Assessore Cavallera.
2.5) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi e dall'Assessore Cavallera: all'art. 2, comma 1, lettera f), dopo le parole "uso razionale dell'energia", inserire le parole "risparmio energetico".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
2.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido e Muliere: il comma 2 dell'art. 2 è così modificato: "Le funzioni di cui alle lettere a), b), c), d), f), i) sono normate secondo la procedura di cui all'art. 6. Le restanti funzioni sono riservate alla competenza della Giunta".
Questo emendamento era già stato discusso e la votazione, effettuata nel corso della seduta del 24 settembre, doveva essere ripetuta in quanto non valida.
La Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 2 come emendato.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi energetici - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame proposta di legge n. 259: "Promozione dell'impiego del metano come combustibile per l'autotrazione per ridurre l'inquinamento atmosferico" (assegnazione in sede congiunta alle Commissioni II e V)


PRESIDENTE

Colleghi, prima di procedere all'esame dell'art. 3, ho una richiesta sull'argomento iscritto all'o.d.g., ai sensi dell'art. 31 del Regolamento e precisamente la proposta di legge n. 259: "Promozione dell'impiego del metano come combustibile per l'autotrazione per ridurre l'inquinamento atmosferico", presentata dal Consigliere Tapparo in data 7 giugno 2002.
C'è la richiesta del presentatore e del Presidente della Commissione competente, Consigliere Godio, di votare la trasmissione da parte dell'aula alla II Commissione, in quanto la materia era stata assegnata alla Commissione Ambiente. Ora c'è l'opportunità e la necessità di rimandare il provvedimento in discussione alla II Commissione.
Credo che ci sia l'accordo da parte di tutti i Gruppi, quindi dichiarerei aperta la votazione facendo presente che occorrono 31 voti.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Intervengo per una precisazione. Considerato l'argomento, dovrebbe trattarsi di congiunta semmai, perché è evidente che una parte significativa del merito inerisce i compiti della V Commissione. Poi, c'è il Presidente in aula, quindi lungi da me sostituirmi, ma, pur rimanendo in capo alla II Commissione, è evidente che dovrebbe esserci perlomeno un passaggio o una forma congiunta di discussione.



PRESIDENTE

Il proponente mi segnala che è d'accordo.
La parola al proponente, Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Volevo segnalare che la proposta che avevo presentato parecchio tempo fa è stata assegnata alla V Commissione. Un provvedimento quasi analogo presentato quale primo firmatario dal collega Tomatis, che considero un provvedimento valido, è stato assegnato alla II Commissione, che l'ha messo in discussione, quindi, paradossalmente, ci sono due provvedimenti quasi analoghi che, per assegnazioni diverse, vedono l'uno escluso da un procedimento legislativo che si è avviato.
Chiedevo semplicemente con questa votazione di permettere l'assegnazione dalla V alla II Commissione. Ovviamente, questo è un provvedimento che con la V Commissione dovrà trovare una sede di concertazione, però, è per evitare che questo mio provvedimento presentato prima resti a piedi perché si è avviata la procedura nella II Commissione.



PRESIDENTE

Devo precisare che il trasferimento alla II Commissione è anche perch la stessa sta discutendo sull'argomento quattro provvedimenti. Quindi, si poneva l'opportunità di raccogliere i quattro provvedimenti insieme.
Naturalmente, la partecipazione della V Commissione credo che sia un atto assolutamente naturale o come parere consultivo o come partecipazione congiunta, ma questo normalmente è possibile deciderlo. Se lo vogliamo assegnare formalmente dobbiamo deciderlo qui.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cantore.



CANTORE Daniele

Le chiedo scusa, prima non avevo capito molto bene, forse ero distratto, ma adesso mi pare che sia chiaro e mi pare anche funzionale il raggruppamento in un'unica discussione.
A questo punto, chiederei la congiunta, essendo stata assegnata a noi.
Il collega Tapparo ha richiamato ad una maggiore funzionalità dei lavori su questo suo provvedimento ed essendo d'accordo anche il collega Godio, che mi pare rappresenti la II Commissione, chiedo che, a questo punto, non sia consultata la V Commissione, ma parta la congiunta.



PRESIDENTE

Mi pare di poter formulare la proposta di assegnazione alla II Commissione in sede congiunta con la V Commissione. Questa è la proposta.
Se l'aula è unanime, non dobbiamo neanche procedere alla votazione.
La parola al Consigliere Godio.



GODIO Gianluca

Intervengo solo per fare chiarezza. In quella Commissione, visto che avevamo valutato anche altri quattro provvedimenti, bisognava procedere alle consultazioni; per non far perdere ulteriore tempo e fare successivamente delle consultazioni solo per il provvedimento di legge Tapparo si era pensato di riportarlo proprio nella II Commissione, per poter procedere alle consultazioni. Poi, immagino che il provvedimento stesso dovrà essere visto in congiunta con la V Commissione, ma il motivo per il quale doveva arrivare in II Commissione era semplicemente per fissare le consultazioni con tutte le altre proposte.



PRESIDENTE

Comunque, essendo come prassi fermo che il collega Cantore nella II Commissione dirige il provvedimento in quanto collegato ad altri provvedimenti analoghi, naturalmente la partecipazione alla consultazione da parte della V Commissione è inclusa nell'assegnazione congiunta.
Colleghi, prendo atto dell'approvazione all'unanimità da parte del Consiglio senza necessità di votazione.


Argomento: Problemi energetici

Proseguimento esame disegno di legge n. 282: "Disposizioni in campo energetico. Approvazione del Piano regionale energetico ambientale" e atti di indirizzo collegati (ordini del giorno n. 304 e n. 457 e mozioni n. 463 e n. 475 - Connesse interrogazione n. 613, interrogazione n. 866 interpellanza n. 1025, interrogazione n. 1277, interrogazione n. 1323 e interrogazione n. 1532)


PRESIDENTE

Prosegue ora l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 282.
ART. 3 3.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: sopprimere le parole da "previsti dall'art. 16" fino alla fine del capoverso e sostituirle con le parole "non riservate alla competenza dello Stato".
3.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: alla fine del primo periodo, dopo le parole "dell'art. 53, comma 1 lettera d), della L.R. n. 44/00", aggiungere le parole "con facoltà di prevedere l'autocertificazione anche per gli impianti civili di potenza superiore a 35 Kw".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Il primo emendamento prevede di eliminare dalle parole "previsti dall'art. 16" fino alla fine del capoverso, e sostituirle con le parole "non riservate alla competenza dello Stato".
E' un fatto coerente con l'emendamento precedente, proprio per rendere la legge sempre valida, anche a fronte di cambiamenti dal punto di vista delle competenze sul piano generale.
Il secondo emendamento prevede l'introduzione della facoltà di procedere all'autocertificazione anche per impianti civili di potenza superiore ai 35 Kw. Stiamo parlando delle verifiche degli impianti civili che competono alla Regione e che noi abbiamo attribuito alle Province.
Il principio dell'autocertificazione, peraltro, potrebbe già dedursi dalle norme di carattere generale. Tuttavia, riteniamo opportuno inserire la facoltà per l'Ente competente - la Provincia - di poterlo prevedere nei propri Regolamenti attuativi.
Ci hanno anche fatto presente che già altre Regioni hanno ricorso a questa strada, in modo tale da poter concentrare l'attività di controllo a campione, oppure su impianti maggiori (a questo punto, vi è la possibilità di diversificare).
La situazione attuale prevedeva, invece, un impegno di carattere generale che, anziché garantire una qualità dei controlli, poteva andare a discapito di un'incisività.
Questa è la ragione per cui abbiamo introdotto l'emendamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Il mio intervento consta solo sul limite che è stato introdotto nel secondo emendamento presentato dall'Assessore, ovvero l'autocertificazione oltre i 35 Kw.
Volevo sapere in base a quale normativa si è scelto quel limite e non ad esempio, una misura diversa, come i 30 Kw, che mi sembra siano in vigore attualmente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Il limite dei 35 Kw termici è previsto da un provvedimento dello Stato.
La normativa diceva: "Fintanto che le Regioni non disciplinano la materia". Dunque, limitatamente per quelli ad uso civile, non è prevista la generalizzazione d'emblée dell'autocertificazione, perché desideriamo lasciarla all'apprezzamento delle Province.
Le Province si stanno organizzando con servizi, con l'ARPA e quant'altro. E' introdotta solo una possibilità, ovvero "con facoltà di prevedere". Quindi, l'Ente competente, che è la Provincia, potrà prevederlo o meno.
Dato che la Regione Emilia Romagna è già andata in quella direzione, e noi l'abbiamo saputo la settimana scorsa, cogliamo l'occasione anche noi di prevedere tale facoltà. Non si tratta assolutamente di un'imposizione, ma di una possibilità in più.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori interventi, procediamo alla votazione degli emendamenti relativi all'art. 3.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.2).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 3 come emendato.
Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento ad una dichiarazione rilasciata dall'Assessore Pichetto al quotidiano La Stampa in merito alla Finanziaria


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Presidente e colleghi, "Se non cambiano le cose, dovremo seriamente valutare la possibilità di chiudere per un anno la Regione".
Questa è la dichiarazione, oggi riportata su "La Stampa" dell'Assessore al bilancio della Giunta regionale, dott. Pichetto.
Io chiedo alla Giunta se, di fronte a tale eventualità, non ritenga di dover portare la questione in Consiglio regionale per una valutazione e una discussione. La stessa domanda la rivolgo naturalmente a tutti i Gruppi consiliari.
A mio giudizio, siamo di fronte ad una situazione che, per la Regione oltre che per l'intero sistema delle autonomie locali, nonché per il Paese costituisce una vera e propria emergenza, non solo finanziaria, ma politica, e mi chiedo se non si ritenga che questo debba essere un terreno di valutazione, di dibattito e di discussione in questa sede.



PRESIDENTE

La Giunta farà le proprie riflessioni e deciderà, durante la Conferenza dei Capigruppo, che atteggiamento tenere.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, ma il mio intervento non è sull'ordine dei lavori.
Dato che il collega Marcenaro ha posto una questione interessante e si è rivolto anche ai colleghi, chiedendo cosa ne pensano, io credo che su un'affermazione bislacca come quella dell'Assessore Pichetto forse meriterebbe dire qualcosa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Casoni.
Chiedo cortesemente ai colleghi di non aprire una discussione sulle dichiarazioni dell'Assessore Casoni, perché mi sembrerebbe...



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Io credo di ripetere quella che è una frase consolidata: io ho notizie che la discussione è in corso. Poi, sulle notizie stampa io non riporto quelli che sono pareri espressi da altri Assessori. Mi risulta che le trattative stiano continuando. Questa mattina è uscita un'ANSA con dichiarazioni anche del Sindaco Chiamparino, secondo le quali pare che la situazione sia ancora in evoluzione in senso non così negativo come si prospettava in una prima fase. Quindi, ritengo che sia un tema da decidere innanzitutto in Conferenza dei Capigruppo.
Inoltre, aspettiamo di vedere l'esito della questione, perché - ripeto sono in corso diversi incontri; non possiamo certamente fare una discussione su una dichiarazione stampa che, non essendo presente il soggetto interessato - l'Assessore Pichetto - non so se sia vera oppure no.
Questa mattina, dunque, non abbiamo gli elementi per poter definire la questione; abbiamo espresso chiaramente che vi è una fase di discussione tra le Regioni e il Governo, fase che è tuttora aperta. Ancora questa mattina stanno uscendo diverse notizie ANSA e non è possibile fermarsi ad ogni notizia ANSA.
Pertanto, la questione potrà essere posta alla riunione dei Capigruppo e, se lo si riterrà opportuno, si potrà effettuare un dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente, solo per chiarire. Sono partito dalla dichiarazione dell'Assessore Pichetto, non per biasimarla, ma semplicemente perch indicava uno stato di urgenza e drammaticità.
Caro Vicepresidente Casoni, proprio perché è in corso una discussione e un confronto, se il Consiglio regionale prendesse la parola ed esprimesse una posizione, forse rafforzerebbe le richieste di maggiore considerazione nei provvedimenti che saranno adottati, dei problemi della nostra regione.
Pertanto, se il fine è quello di contribuire ad una certa soluzione invece che ad altre, sarebbe bene che questa discussione non avvenisse a bocce ferme.
Ovviamente, come minoranza abbiamo gli strumenti regolamentari per determinare una discussione in Consiglio regionale e preferirei che su tale questione, che vede impegnato il Presidente della Regione in una dialettica e in un confronto con altri rappresentanti istituzionali, la discussione non fosse solo un'iniziativa della minoranza.
Se fossimo costretti, potremmo ricorrere a questa possibilità, anche perché - se posso aggiungere un elemento scherzoso - la minaccia di sospendere per un anno i lavori della Regione, per l'opposizione è una minaccia seria, perché se voi smettete per un anno di lavorare, noi corriamo il rischio di perdere le elezioni!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

E' un rischio che avete corso e consumato nel 1995 e nel 2000 e, se i proverbi popolari hanno ancora un senso, non c'è il due senza il tre magari le perderete a prescindere, nel 2005! Ma questo lo vedremo.
Ciò detto, signor Presidente e colleghi, ritengo che l'affermazione dell'Assessore al bilancio sia stata ripresa in un contesto generale di un articolo che credo abbia costituito unicamente il titolo, per il Presidente Marcenaro, per ricordare una questione più seria, sulla quale mi sembra di capire che alcuni Gruppi vogliono confrontarsi all'interno del Consiglio regionale.
Peraltro, Presidente Marcenaro, ne avevamo già parlato ieri.
Probabilmente, oggi è uno dei pochi giorni in cui il Presidente Chiezzi è contento, dal suo punto di vista, che il Presidente Ghigo non sia qui, ma che è a Roma a combattere anche contro un Governo del suo stesso segno politico, per cercare di difendere gli interessi e le istanze delle Regioni, quindi anche della Regione Piemonte.
Indubbiamente, la questione è di importanza vitale o estremamente strategica per l'Ente Regione e per la comunità regionale.
Riteniamo estremamente utile, avendo anche ascoltato il Vicepresidente Casoni, confrontarci su questo tema; magari le modalità e la calendarizzazione le possiamo determinare in una riunione dei Capigruppo cosiddetta "volante", magari nella giornata di lunedì o nella pausa del Consiglio di martedì. Concordiamo con il rappresentante della Giunta regionale, che nel frattempo avrà parlato personalmente con il Presidente Ghigo, che si possa trovare lo spazio per una discussione nelle riunioni di Consiglio previste per l'1, 2 o 8 ottobre.



PRESIDENTE

Mi sembra una proposta che l'aula può accettare.


Argomento: Problemi energetici

Proseguimento esame disegno di legge n. 282: "Disposizioni in campo energetico. Approvazione del Piano regionale energetico ambientale" e atti di indirizzo collegati (ordini del giorno n. 304 e n. 457 e mozioni n. 463 e n. 475 - Connesse interrogazione n. 613, interrogazione n. 866 interpellanza n. 1025, interrogazione n. 1277, interrogazione n. 1323 e interrogazione n. 1532)


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo riprendere l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 282.
ART. 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi, Contu e Papandrea: all'art. 5, comma 1, sostituire le parole "persegue obiettivi" con le parole "individua precisi obiettivi, parametri e indicatori".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. L'emendamento all'art. 5, comma 1, è il seguente: sostituire le parole "persegue obiettivi di qualità" con le parole "individua precisi obiettivi, parametri e indicatori".
Già nel corso della discussione generale su questo Piano avevo sottolineato come fosse necessario introdurre dei criteri di valutazione.
Indicare in senso lato e indefinito "obiettivi di qualità" non permetterebbe, quando il Piano regionale arriva in Consiglio, e non permette di valutare se gli obiettivi perseguiti sono effettivamente raggiungibili. Sapendo che per pianificare e programmare è necessario dotarsi di strumenti di valutazione, tra cui i parametri e gli indicatori chiediamo all'Assessore la disponibilità a modificare questo articolo proprio per dare chiarezza e certezza al Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Se il Presidente è d'accordo, farei un unico intervento su tutti gli emendamenti all'art. 5.
Accolgo il primo emendamento all'art. 5 se viene eliminata la parola "precisi"; in questo caso, presenterò un subemendamento.
Ritengo corretto l'emendamento che chiede di aggiungere le parole "in coerenza con i parametri fissati dalla Conferenza di Kyoto", riscrivendolo però, con "In coerenza con i parametri fissati dagli accordi internazionali ed europei", perché si fa riferimento a tutte le Conferenze.
Siamo d'accordo con l'emendamento presentato dalla collega Suino che chiede di inserire la parola "agricolo", perché serve a completare la definizione.
L'emendamento al punto e), che chiede di aggiungere la parole "Attraverso un più basso impatto ambientale", viene accolto se riformulato con: "Attraverso sistemi a minore impatto ambientale" (non sono nominalismi, ma cerchiamo di mantenere una razionalità negli emendamenti stessi).
L'altro emendamento presentato dalla collega Suino è stato riformulato e a questo punto chiedo alla collega se è d'accordo a ritirarlo.
Sono arrivati altri due emendamenti sull'art. 5.
Il primo chiede di aggiungere al comma 1, riga seconda, dopo "in termini di" le parole "risparmio energetico". Su questo emendamento ho qualche perplessità perché non si tratta di azioni o obiettivi, sono varie fasi: l'energia viene prodotta, trasportata, distribuita e consumata. Il risparmio energetico è già stato inserito negli obiettivi in precedenza e quindi, secondo me, qui è fuori posto.
Il secondo emendamento, che chiede di aggiungere, al termine del comma a), le parole "Sviluppando i collegamenti con i territori limitrofi mediante la stipula di accordi di piano (di rilievo interregionale) tesi a definire le quote di produzione necessarie", tenderebbe a prefigurare importazioni dall'estero. Questo è al di fuori di quelle che sono, da un punto di vista strategico, le nostre impostazioni, nel senso che noi, come Regioni, proprio giovedì ci siamo riuniti con il Sottosegretario Dell'Elce (che nel frattempo è tornato a coordinare la materia), in cui abbiamo chiesto un tavolo, noi e la Regione Toscana, per fare un quadro immediato ed urgente sulla materia, in modo da avere, da parte di varie Regioni, le quote di produzione.
Il primo obiettivo è l'autosufficienza regionale. E' chiaro che, per definizione, su una rete elettrica collegata interconnessa, in ogni istante l'energia consumata corrisponde a quella prodotta, cioè non si pu immagazzinare l'energia elettrica. Sono state ipotizzate varie soluzione tra le quali un impianto di pompaggio che non immagazzini l'energia, ma crei disponibilità di potenza.
Su questi ultimi due emendamenti...



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

CONTU Mario (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Basta aggiungere "regionale"...



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Ma, Consigliere Contu, c'è un articolo che dice che si fa il piano con determinati contenuti.
In questo caso, quindi, si prefigurava una politica estera verso altre Regioni, ma, da un punto di vista attuale, abbiamo già importazioni massicce dalla Liguria, con gli impianti di Vado e di La Spezia, e con la Francia e la Svizzera per quanto riguarda i rapporti internazionali.
Per quanto riguarda il discorso con la regione Lombardia, già storicamente l'impianto di Turbigo alimentava la rete del compartimento di Torino dell'ex ENEL, quindi regione di transito di tutti gli elettrodotti metanodotti, oleodotti che ci collegano con l'estero; perciò lo ritengo, al limite, fuorviante.
Vi è poi l'emendamento presentato dal collega Tapparo, che chiede che all'art. 5, comma 1, punto b), dopo "di carattere energetico", si aggiungano le parole "con il divieto all'ubicazione di nuovi impianti (centrali termoelettriche e termovalorizzatori di RSU) in aree territoriali con un forte carico ambientale". Questo è un discorso di piano, quindi non è, a mio avviso, da introdurre in una previsione di legge; le Direttive europee nel 2005 faranno sì che i valori limite di emissione in atmosfera siano a livelli minimi, per cui i piani dovranno lavorare in questo modo.
Credo di aver esaminato tutti gli emendamenti; semmai, di volta in volta, li potrò puntualizzare.



PRESIDENTE

Gradirei che tutti gli emendamenti fossero distribuiti non solo ai Capigruppo, ma a tutti i Consiglieri, e che gli stessi arrivassero in tempo utile per poterli fotocopiare.
A questo punto, possiamo passare all'esame dell'emendamento n. 5.1) nel testo riformulato dall'Assessore Cavallera.
5.1.1) Subemendamento presentato dall'Assessore Cavallera: all'art. 5, comma 1, sostituire le parole "persegue obiettivi" con le parole "individua obiettivi, parametri e indicatori".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

E' una questione non irrilevante. Se proponessi ancora un subemendamento in cui scrivo "individua imprecisi obiettivi, parametri e indicatori", sarebbe d'accordo la Giunta?



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento n. 5.1.1).
Il Consiglio approva.
5.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Contu e Moriconi: all'art. 5, comma 1, riga seconda, dopo le parole "in termini di" aggiungere le parole "risparmio energetico".
Ricordo il parere negativo della Giunta.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
5.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Contu e Moriconi: all'art. 5, punto 1, comma a), al termine del comma a) aggiungere le parole "sviluppando i collegamenti con i territori limitrofi mediante la stipula di accordi di piano (di rilievo interregionale) tesi a definire le quote di produzione necessarie".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Cerco di spiegare la ratio di questo emendamento anche se credo che non cambierà il parere negativo espresso dalla Giunta.
La ratio di questo emendamento consta nel fatto che non assistiamo l'Assessore lo sa, alla richiesta di costruire delle centrali termoelettriche, talvolta anche a pochissima distanza l'una dall'altra. Qui si tratta di due centrali che sono situate al confine: una al confine del Piemonte, l'altra della Lombardia. Forse non era chiaro il concetto di questo emendamento, però il motivo che lo sosteneva era questo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Il decreto "sblocca centrali" ha portato un serie di effetti negativi criticato in origine anche dalle Regioni. Successivamente, è stato migliorato, di conseguenza una parte delle Regioni ha espresso un giudizio di accettabilità.
Proprio tra questi miglioramenti rientra il coinvolgimento delle Regioni confinanti nei procedimenti decisionali. Tant'è che, relativamente alla centrale di Cairo Montenotte, noi abbiamo scritto ai due Ministeri di coinvolgerci e loro lo hanno fatto. La questione è stata risolta dalla legge dello Stato. Non è necessario introdurlo (peraltro, andrebbe formulato in modo diverso) e sarebbe molto fuorviante inserito a questo punto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 5.3).
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. 5.4), presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu, è stato riformulato dall'Assessore Cavallera.
5.4.1) Subemendamento presentato dall'Assessore Cavallera: all'art. 5, comma 1, lettera b), sostituire le parole "in coerenza con la Conferenza di Kyoto" con le parole "in coerenza con i parametri fissati dagli accordi internazionali ed europei".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale subemendamento.
Il Consiglio approva.
5.5) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 5, comma 1, punto b), dopo le parole "di carattere energetico" aggiungere le parole "con il divieto all'ubicazione di nuovi impianti (centrali termoelettriche e termovalorizzatori di RSU) in aree territoriali con un forte carico ambientale".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione



TAPPARO Giancarlo

Ho proposto questo emendamento perché questa legge, che in qualche modo dà le direttrici con cui si dovranno sviluppare i vari Piani regionali energetico-ambientali, possa fissare, se non criteri specifici (ad esempio quelli delle emissioni, ecc.), almeno un alveo, un solco, un'indicazione.
Lei sa bene, Assessore, a quali problemi mi riferisco relativamente alle centrali termoelettriche, ma anche ai termodistruttori, che qualche volta, quando si trova un'Amministrazione comunale compiacente - uso il termine compiacente per non andare più pesante - è chiaro che lì, a prescindere che in quel Comune o attorno ci sia un forte carico ambientale è facile che si verifichi un riversamento, perché poi la valutazione di impatto ambientale successiva non riesce a fare probabilmente... Perché? Perché anche la Valutazione di Impatto Ambientale non ha la forte indicazione della valutazione del rapporto tra carichi relativi che ci sono sul territorio.
Posso immaginare le risposte, ma insistevo attorno a questa indicazione; è quasi un consiglio, ma a questo livello potrebbe stare anche se è chiaro che il programma e il piano d'azione dovranno contenere degli elementi più specifici.
Nella distrazione totale, ho cercato di spiegare a me stesso le ragioni del mio emendamento.



PRESIDENTE

La ringrazio, ma non è propriamente così.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Ribadisco che stiamo continuando un dibattito con il collega Tapparo in Commissione, in aula e anche a margine dei nostri lavori. Devo dire che non a caso, il 5 giugno 2001 abbiamo ipotizzato un Piano energetico ambientale; la legge costruisce, dà il "la" a un Piano energetico ambientale, per cui abbiamo escluso in partenza un approccio puramente energetico. Tradizionalmente, venivano redatti i Piani energetici e i Piani ambientali, quindi si correva il rischio di essere poi travolti da emergenze o da esigenze puramente... Invece noi l'approccio lo faremo in questo Piano che presenteremo e saremo giudicati in quella sede proprio sotto questo profilo. Nell'immediato, non ci sono preoccupazioni, a mio avviso, perché noi avevamo già adottato una delibera di autolimitazione indicando una serie di criteri, però una deliberazione analoga, sotto forma di accordo Stato-Regioni-Province-Comuni in sede di Conferenza unificata, è stata stipulata il 5 settembre, per cui nel frattempo abbiamo già questo accordo che noi abbiamo promosso e che dà un valore paritetico sia alle esigenze energetiche, sia a quelle ambientali che devono essere coniugate.
Questo governa l'immediato; poi, con il nostro Piano metteremo più a punto le cose.
Peraltro, prima avevo fatto un accenno semplicistico anche alle nuove direttive europee e ai nuovi limiti. Secondo me, di paletti ce ne sono, per cui chiederei al collega se eventualmente potesse ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto.



MORICONI Enrico

Vorrei dire al Consigliere Tapparo che ho ascoltato il suo intervento e che approvo quanto ha detto.
Voglio far notare all'Assessore Cavallera che giustamente proprio l'art. 5 parla di Piano energetico ambientale, però, se poi andiamo a leggere l'art. 5, la formulazione riguarda solo gli obiettivi che si dice di voler perseguire, che sono tutti relativi alla produzione, al trasporto alla distribuzione e al consumo di energia, cioè mentre si parla di Piano energetico ambientale, poi si vanno a delineare i paletti, le linee direttrici su cui noi andremo ad operare solo in campo energetico.
Le perplessità e i problemi che sollevava il Consigliere Tapparo sono poi di fatto tutti limitati alla formulazione di raccordarli con tutti gli altri obiettivi ambientali. Allora, per quanto riguarda gli obiettivi ambientali, nella formulazione che ci è stata data non c'è la possibilità di capire se metteremo dei paletti, perché la formulazione di tutti gli altri obiettivi ambientali non escluderebbe, ad esempio, l'evento che ha ricordato il collega Tapparo, in quanto è una formulazione assolutamente generica. Se noi chiamiamo un Piano energetico ambientale e poi, nel momento in cui formuliamo le linee di indirizzo e il quadro entro cui il Piano deve muoversi, vediamo che la tutela dell'ambiente, cioè gli obiettivi ambientali non sono richiamati. Allora, il problema sollevato dal Consigliere Tapparo non mi sembra superato nella formulazione che è stata proposta.
Non so se l'Assessore abbia presente questo problema; credo però, per dare anche ragione alla formulazione di Piano energetico ambientale, che il definire comunque un quadro anche sui confini di cosa noi intendiamo come obiettivi ambientali sarebbe fondamentale e giustificherebbe una terminologia che addirittura in questo momento non sembra giustificata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Prima della dichiarazione di voto da parte del Consigliere Tapparo penso sia opportuno rispondere al Consigliere Moriconi, altrimenti potrebbe ritenerla una scortesia.
In ogni caso, credo che dobbiamo partire dal cappello del comma 1 laddove ci sono gli indirizzi e le norme riguardanti la produzione, il trasporto, la distribuzione e il consumo di energia, raccordati con tutti gli altri obiettivi ambientali.
In particolare, si fissano subito due obiettivi: al punto b) si parla di efficienza del sistema energetico, quindi chiaramente di rendimento, e questo fa già giustizia delle vecchie centrali che hanno il convenzionale termico (i rendimenti oggi arrivano forse al 40-43%, i vecchi erano sul 30%, ma i nuovi a ciclo combinato sono sul 53-55% e possono, se ci fosse un recupero energetico o un teleriscaldamento, arrivare anche quasi al 70 rispetto alla fonte primaria); però non ci si ferma qui e si parla di "riduzione delle emissioni dei gas responsabili delle variazioni climatiche", quindi fissiamo, se l'italiano non ammette dubbi, l'obiettivo della riduzione, che rappresenta un aspetto molto importante; il punto successivo poi parla dello "sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili, ivi comprese quelle relative alle produzioni agricole", per cui, tutto sommato, credo che siamo abbastanza blindati anche con riferimento alle cose che ho detto prima in ordine alle direttive transitorie che ci siamo dati noi e all'accordo quadro fatto tra Governo Regioni, Province e Comuni in data 5 settembre, che ha disseminato sostanziali obiettivi e paletti di tipo ambientale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Siccome ho fiducia nell'Assessore Cavallera per quanto riguarda la serietà del lavoro che sta facendo, insisto come bandiera a mantenere questo emendamento, ma gli pongo un interrogativo.
La ragione di questo mio emendamento è riuscire a costruire un impianto normativo, un sistema che poi produca una programmazione che eviti che si determinino dei fenomeni del tipo Commissione Bobbio che lavora su criteri e produce come area ideale per installare un termodistruttore due Comuni in testa altamente impattati da "enne" attività. C'è qualcosa che non funziona nei criteri, non nella Commissione Bobbio, che ha svolto il lavoro in forma egregia e professionale; infatti, si atteneva alle indicazioni.
C'è qualcosa, c'è un buco, c'è una maglia larga che permette delle soluzioni che sono, a rigor di logica, improponibili, perché in un rettangolo di pochi chilometri quadrati sono concentrate due attività pericolose secondo la legge Seveso, c'è una centrale già esistente in fase di ristrutturazione, una in fase di costruzione, c'è l'Alta Velocità, c'è il più grande digestore delle acque reflue europee, ci sono discariche critiche, tra le quali l'ultima autorizzata.
Attraverso un procedimento oggettivo basato su criteri, si individua che l'area è prioritaria per installare il termodistruttore. Ora è chiaro che c'è qualcosa nelle procedure, nelle norme e nelle leggi che non funziona.
E' per questo che io tento di inserire un qualcosa che costruisca un alveo di correttezza decisionale in questi procedimenti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 5.5).
Il Consiglio non approva.
5.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido e Muliere: alla lettera d) dell'art. 5 aggiungere la parola "agricolo".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
5.7) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 5, comma 1, punto e), dopo le parole "dei trasporti" aggiungere le parole "attraverso un più basso impatto ambientale".
L'Assessore Cavallera ha riformulato tale emendamento nel modo seguente.
5.7.1) Subemendamento presentato dall'Assessore Cavallera: all'art. 5, comma 1, punto e), dopo le parole "dei trasporti", aggiungere le parole "attraverso sistemi a minore impatto ambientale".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento n. 5.7.1).
Il Consiglio approva.
5.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido e Muliere: aggiungere, alla fine del comma 1, un comma 2: "2. Il Piano regionale energetico ambientale conterrà i seguenti documenti di analisi, in unità omogenee, georeferenziati, suddivisi per fonti e per tipologie di consumi: analisi della produzione, dei consumi, delle perdite, dell'efficienza, dei gas climalteranti prodotti analisi dei fabbisogni analisi delle potenzialità di produzione, di risparmio, di incremento dell'efficienza, dei gas climalteranri prodotti o evitati analisi delle situazioni ambientali riferire ai temi energetici.
Il Piano conterrà inoltre: uno studio specifico sugli indirizzi per la ricerca, la diminuzione dei consumi, l'aumento dell'efficienza, la produzione ecosostenibile, la minimizzazione dell'impatto ambientale uno studio sull'individuazione degli strumenti finanziari".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Ritiriamo il nostro emendamento e sottoscriviamo quello che è stato riformulato, poiché è tecnicamente più rispondente agli obiettivi che ci eravamo prefissati.



PRESIDENTE

Tale emendamento è pertanto da considerarsi ritirato e sostituito dal seguente.
5.9) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: aggiungere un comma 2 alla fine del comma 1: "2. Il Piano regionale energetico ambientale si articolerà in: una valutazione preliminare dello scenario energetico contenente, oltre ad un inquadramento degli orientamenti internazionali e nazionali in materia di politica energetica, il bilancio energetico regionale, quale analisi della domanda e dell'offerta di energia in Piemonte, suddivisa per fonti energetiche e settori di utilizzo una definizione degli indirizzi generali e specifici della programmazione energetica regionale in correlazione con gli altri strumenti di programmazione di settore un'individuazione delle esigenze di ricerca finalizzate all'efficienza energetica, alla produzione ecosostenibile e alla minimizzazione degli impatti ambientali una previsione degli strumenti per facilitare il conseguimento degli obiettivi posti dai predetti indirizzi di programmazione una previsione di priorità nelle principali azioni di intervento".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 5 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 6 6.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido e Muliere: all'art. 6, comma 1, la parola "quinquennale" è sostituita con la parola "triennale".
Chiede di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Forse c'è un errore al comma 3 dell'art. 6, nel quale si propone che gli aggiornamenti al Piano energetico ambientale e al programma di azioni siano approvati dalla Giunta regionale con proprio provvedimento. Noi sosteniamo che debbano essere sottoposti all'approvazione del Consiglio regionale, così come - preannuncio - per quanto riguarda l'art. 8.
Credo che le modalità, non l'erogazione dei contributi che è atto separato, ma le modalità e i criteri per l'erogazione dei contributi debbano essere disciplinati con apposito provvedimento della Giunta regionale, ma da sottoporre all'approvazione del Consiglio regionale.
Sono due aspetti che si intrecciano con l'art. 2, sul quale abbiamo già discusso, e che pongono all'attenzione dell'aula la necessità di riprendere e restituire alla sede naturale alcune competenze.
Mi rendo conto di essere controcorrente dopo l'annuncio dato dal Presidente Ghigo di volere - come dice il Consigliere Chiezzi podestariamente assumere tutti gli atti come atti della Giunta regionale.
Questa questione, però, è molto delicata, perché stiamo parlando di aggiornamenti.
Non è possibile che il Consiglio regionale approvi un Piano e la Giunta lo modifichi di sana pianta senza utilizzare lo strumento più idoneo quello del confronto con l'assemblea e del voto dell'assemblea elettiva.
Questo è il senso della proposta. Assessore, le chiedo di valutare attentamente la situazione.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, bisogna seguire l'ordine degli emendamenti.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Il problema che viene sollevato è assolutamente condiviso da me, perch quando abbiamo approvato l'art. 2 abbiamo concesso una serie di azioni che la Giunta ha attribuito a se stessa. Mi sembra che questo disegno di legge sia il primo che va nella direzione che ci ha annunciato l'altro giorno il Presidente Ghigo, ovvero di far fare alla Giunta regionale tutto quello che può fare.
Spero che l'Assessore possa fugare i nostri dubbi, ma credo che questo emerga anche nell'art. 6, perché il comma 3 recita: "Gli aggiornamenti al Piano regionale energetico-ambientale e al programma di azioni...".
Secondo noi, questo programma di azioni deve essere introdotto all'interno del Piano energetico. Il programma di azioni - viene detto chiaramente - è al di fuori del Piano energetico regionale e come tale viene riservato solo all'intervento e all'impegno della Giunta regionale con proprio provvedimento. Quindi, il Consiglio regionale viene esautorato del proprio ruolo.
L'emendamento presentato sottolinea proprio questo punto, infatti l'art. 2 dice: "eroga contributi per i progetti dimostrativi di cui...". In questo disegno di legge ci sono delle scelte, anche economiche, che potrebbero passare al di fuori del Consiglio regionale. Questo fatto rappresenta una piccola o grande esautorazione delle prerogative del Consiglio regionale.
Non ci soddisfa il concetto che questo programma di azioni passi solo previa informazione alle competenti Commissioni consiliari, perché il passare previa informazione alla Commissione e non il passaggio regolare con voto in Consiglio regionale ha un significato politico ben diverso, in quanto non c'è la possibilità per il Consiglio regionale di svolgere la propria attività di controllo e vigilanza.
Ripeto, non si tratta di sospetti o di paure che non abbiano fondamento, perché chi ha steso il provvedimento ha scritto: "Programma di azioni al di fuori del Piano regionale". C'è una serie di atti che credo di individuare in tutte quelle azioni previste dall'art. 2, che sono al di fuori delle competenze e delle possibilità di controllo del Consiglio.
Per quanto mi riguarda, trovo che sia un aspetto negativo e sostengo l'emendamento che è stato proposto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, sull'art. 6 non avevamo presentato emendamenti relativi al ruolo delle Commissioni consiliari, perché contavamo che tale modifiche venissero considerate nell'art. 2. All'art. 2 abbiamo detto che le linee guida rimangono, in qualche modo, in capo all'assemblea consiliare. E' evidente che avevamo fatto un ragionamento, delle considerazioni anche di federalismo nei confronti di questa sede. Quindi, sull'art. 6 che, di fatto, è specifico dei programmi di attuazione, oltre che delle azioni politiche, ci siamo limitati a segnalare due questioni: la necessità di portare a triennale ciò che qui è previsto in quinquennale, ma per evidenti motivi di evoluzione, perché triennale assicura una certezza all'aggiornamento che consente a tutti dei tempi più certi; il parere del Forum regionale, perché, dal nostro punto di vista, è importante che in un Piano di attuazione ci sia un parere sentito, seppure non vincolante perché questo parere del Forum sia svolto e tenuto nella debita considerazione.
E' chiaro che venendo a mancare l'accoglimento sull'art. 2 non ci rimane altro che l'art. 6. E' vero che l'Assessore aveva proposto: "Previa informazione alle competenti Commissioni consiliari". Questo gli va riconosciuto. Quando i colleghi parlano di espropriazione del Consiglio devo dire che è vero, ma con le debite proporzioni, perché i provvedimenti che riguardano questo Assessorato e l'ambiente in particolare, di solito cercano di coinvolgere in vari passaggi le Commissioni. Cosa ben diversa è ciò che viene fatto in altri settori - vedasi la sanità - a seguito dell'allucinante dichiarazione del Presidente della Giunta di qualche giorno fa. E' chiaro che non c'è altro che da inorridire su un pilastro del federalismo, ma non c'è limite al peggio.
In questo caso, parliamo di tutt'altra cosa, di un argomento che viene sentito e discusso nelle Commissioni, di un settore, di un Assessorato, di tecnici che hanno a cuore, almeno tentano di avere a cuore quello che è il rispetto delle istituzioni.
Detto questo, Assessore, quel "sentite le Commissioni competenti" considerato che è vanificato dall'art. 2, qualche preoccupazione la desta.
Quale prima distinzione, volevo segnalare ai colleghi la differenza che va comunque tenuta nella debita considerazione quando si fanno dei paragoni, perché - lo ripeto - la gravità di quanto avviene sugli atti sanitari non è paragonabile al metodo, alla procedura, alla democraticità e al rispetto delle regole su questo tema. In merito alla seconda distinzione, sull'art. 6 - piano di attuazione, Forum triennale e un "sentito" la Commissione consiliare - forse è un po' rafforzato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

La prima considerazione è la seguente. Noi abbiamo proposto questo testo in coerenza un po' all'impostazione della L.R. n. 44/00, quindi, non c'è alcuna novità, solo da un punto di vista di impostazione di carattere generale.
Certe elencazioni di compiti le abbiamo viste anche per chiarezza verso gli Enti locali: cosa fa la Regione, cosa fa la Provincia e cosa fa il Comune. Comunque, mi rendo conto che i provvedimenti vengono adottati nel contesto del dibattito politico-generale che c'è in questo Consiglio.
Allora, desidererei attrezzarmi cercando, nel limite del possibile, di migliorare il provvedimento nel senso della chiarezza.
Il Piano lo approva il Consiglio, come dice chiaramente il punto 1): è predisposto dalla Giunta, è approvato dal Consiglio. Al punto 3), come già ricordava la collega, ci sono tutti gli aggiornamenti di questo piano eventuale: dovrebbe essere informata la Commissione. Rimarrebbe sul comma 2 una riflessione, che è quella della collega Suino, in ordine all'adozione dei programmi di azione.
Tra l'altro, vorrei dare la corretta definizione di questi programmi di azione che, in realtà, sono programmi di attuazione del piano. Adesso è d'uso nelle terminologie correnti, quando si parla di piano, parlare di programma di azione, si copia anche da altri livelli decisionali che usano questa terminologia.
Comunque, per fugare ogni timore, direi, prima di tutto, che per quanto riguarda il Piano non abbiamo difficoltà, vista anche la mutevolezza degli scenari, a farlo scendere da quinquennale a triennale, in modo tale che in una legislatura l'argomento, anche in termini pianificatori, passi due volte in Consiglio. Capisco che la cadenza quinquennale sia un po' troppo ampia, anche perché siamo in una fase di scenari molto mutevoli, quindi pu essere opportuna una revisione di carattere generale.



PRESIDENTE

Quindi, l'emendamento n. 6.1) della Consigliera Suino lo dà per approvato.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

L'altro emendamento sul quale è stata richiamata l'attenzione riguarda il portare anche al comma 2 l'approvazione dei piani di azione sentita la Commissione competente.
Rendetevi conto che, nel momento in cui convengo su questo emendamento l'intera attività di gestione della Giunta viene in qualche modo a passare in Commissione, però non andiamo più in là perché non sono d'accordo quando si parla di portare questi atti all'approvazione del Consiglio. Il Consiglio fa il piano; poi ci sono i piani d'azione, che sono l'attuazione dopodiché, ci possono essere, in un periodo di tempo più ridotto, cioè i tre anni, le variazioni che vengono comunicate in Commissione. Io, per coerenza, userei anche per il comma 2 la formula che avevamo definito in Commissione per il comma 3, laddove si dice "previa informazione alla competente Commissione". Questo lo farei per coerenza terminologica altrimenti, alla fine, da una parte si dice "sentito" e, dall'altra "previa".
Volutamente, nel comma 3 non avevamo messo solo "informazione", perch potrebbe intendersi che io faccio il provvedimento e poi do informazione alla Commissione. Avevamo usato la terminologia "previa informazione" intendendo con ciò che la Giunta, prima di adottare un atto, va in Commissione e la informa. Dopodiché, è chiaro, nella distinzione dei ruoli ognuno fa la propria strada.
A questo punto, accetterei, Presidente, l'emendamento laddove si propone di ridurre da quinquennale a triennale.
Per quanto riguarda il discorso del Forum, il Forum non viene costituzionalizzato. La risposta è negativa sull'emendamento presentato dalla Consigliera Suino.
In merito all'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi all'art.
6, comma 2, cambierei la formulazione: anziché "approva sentita la Commissione" inserirei la formula del comma 3, per omogeneità, dove si dice "previa informazione alle competenti Commissioni consiliari".
L'altro, dove si dice al comma 3, è già in essere. Qui diceva "previa informazione" e lui diceva di cambiare le parole "sentito il parere", ma chiedo di fare l'opposto, di portare al comma 2 la stessa formulazione del comma 3. Ovviamente, non sono d'accordo, collega Contu, a portare in aula...



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

CONTU Mario (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Non vedo il motivo.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Sottolineo che non mi sottraggo al confronto, però, non in aula, ma in Commissione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

CONTU Mario (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Aggiornamento.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Sì, gli aggiornamenti, previa informazione.
Ribadisco che con il parere che sto dando io in questo momento non esiste un atto, legato all'attuazione della partita energetica, che la Giunta possa fare in totale autonomia senza prima avere informato la Commissione.
Mi sembra che su questa strada possiamo individuare un'intesa accettabile.



PRESIDENTE

Assessore Cavallera, probabilmente li ha sul tavolo, ma, sfogliando gli emendamenti a mie mani, ce n'è un altro del collega Tapparo: se li cita tutti ci aiuta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

La seconda parte è già compresa nell'emendamento Chiezzi riformulato perché verrebbe in Commissione.
Intanto, il collega Tapparo consideri che riduciamo da cinque a tre anni la validità del Piano, quindi la riformulazione. Comunque, come ho già avuto modo di precisare, avendo ridotto la durata del Piano, gli aggiornamenti nel periodo transitorio sono solamente di scenario, ma non di scenario strategico, di scenario quantitativo, cioè possono esserci le statistiche energetiche a livello nazionale. Sono fatti che comunque non incidono. Gli aggiornamenti non sono modifiche sostanziali al Piano facendo riferimento alla partita urbanistica, proprio per poter avere un Piano sempre aggiornato, intendendolo come piano processo.
Quindi, su quello non sono d'accordo, però consideri il collega Tapparo che sia il piano di azione, sia gli aggiornamenti li adottiamo con le formulazioni che io ho proposto, cioè sempre con "previa informazione della Commissione".



PRESIDENTE

Sull'emendamento n. 6.1) la Giunta è favorevole Indìco la votazione palese mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
6.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido e Muliere: al comma 1) dell'art. 6 aggiungere le parole "sentito il parere del Forum regionale per l'energia".
Su tale emendamento la Giunta ha espresso parere negativo.



SUINO Marisa

E' ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 6.2) è pertanto ritirato.
6.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi, Contu e Papandrea: all'art. 6, comma 2, sostituire la parola "individua" con le parole "approva sentita la Commissione competente".
Tale emendamento è riformulato dall'Assessore Cavallera nel modo seguente.
6.3.1) Subemendamento presentato dall'Assessore Cavallera: all'art. 6, comma 2, sostituire la parola "individua" con le parole "previa informazione alle competenti Commissioni".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale subemendamento.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Prosegue l'esame degli emendamenti all'art. 6.
6.4) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 6, il comma 3 è soppresso.
Su tale emendamento la Giunta ha espresso parere negativo.



CHIEZZI Giuseppe

Ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 6.4) è pertanto ritirato.
6.5) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 6, il comma 3 è sostituito dal seguente: "3. Gli aggiornamenti al Piano regionale energetico-ambientale sono predisposti dalla Giunta regionale ed approvati dal Consiglio regionale. Il programma di azione è approvato dalla Giunta regionale con proprio provvedimento sentite le Commissioni consiliari competenti".



TAPPARO Giancarlo

Ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 6.5) è pertanto ritirato.
6.6) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art.6, comma 3, sostituire le parole "e previa informazione alle" con le parole "sentito il parere delle".



CHIEZZI Giuseppe

Ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 6.6) è pertanto ritirato.
6.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: sostituire le parole "previa informazione alle competenti Commissioni consiliari" con le parole "sottoposto all'approvazione del Consiglio regionale".
Su tale emendamento la Giunta ha espresso parere negativo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
6.8) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 6 aggiungere il comma 4: "4. Il programma di azione contiene le procedure autorizzative di competenza regionale per nuove centrali termoelettriche e per termovalorizzatori".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Vorrei premettere che le procedure di autorizzazione di competenza regionale sono già regolamentate dalla L.R. n. 44/00, che attua la Bassanini. In più, qui abbiamo stabilito tutta una serie di ulteriori precisazioni.
Sostanzialmente, le centrali sotto i 300 megawatt termici le autorizza la Provincia, secondo il quadro normativo. Di conseguenza, per le procedure specifiche c'è un potere di auto-organizzazione delle Province, che è salvaguardato dalla 142, ora legge n. 267. Mentre le grosse centrali quelle di cui si tratta, sono tutte ad autorizzazione statale.
Naturalmente, mi ricordano che con la legge n. 55 "sblocca centrali" nella somma del dare e dell'avere, tra le cose positive e quelle negative alla fine abbiamo strappato l'intesa Stato-Regione.
Per quanto riguarda i rifiuti, vale lo stesso principio. Con la L.R. n.
44/00, attuando la Bassanini, abbiamo attribuito alle Province qualsiasi competenza di autorizzazione in materia di rifiuti, anche quando ci troviamo di fronte a valutazioni di impatto ambientale che erano in precedenza di competenza statale.
Adesso avremo dei programmi di azione che punteranno ad interventi per la riduzione delle emissioni sulle fonti rinnovabili; ci sarà anche una parte che darà delle indicazioni sulla quantità di potenza che si pu prevedere di installare nei prossimi anni nella nostra Regione; ma direi che il quadro autorizzativo è già tutto regolato. Sostanzialmente, la stragrande maggioranza delle cose è di competenza statale, perché hanno mantenuto i 300 megawatt termici che, alla luce delle proposte che abbiamo avuto fino adesso, sono tutte di competenza statale. Per quanto riguarda i rifiuti, li abbiamo demandati alle Province.
Pertanto, non sono favorevole. Se vogliamo valutarlo, diciamo "asteniamoci", o comunque ritiriamolo. Per me, sarebbe da non proporre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ritiro l'emendamento, ma voglio fare una sconfortante considerazione: il quadro che fa l'Assessore evidentemente lascia in mano a un'operatività forte della Regione in questo campo, in modo molto limitato.
Tra l'altro, questa frontiera dei 300 megawatt di potenza installata al di sotto Province, al di sopra Stato - pone un grosso problema che, nel recente accordo riguardante l'applicazione della legge "sblocca centrali" (legge n. 55), tempera un po' questo aspetto, ma sempre fuori dall'alveo legislativo nell'ambito degli accordi.
La considerazione è che abbiamo, per governare una componente importante del processo di insediamento di attività pesanti sul territorio le pistole scariche o ad acqua, che dir si voglia. Questo è abbastanza sconfortante, comunque - ripeto - ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 6.8) è pertanto ritirato.
Abbiamo concluso l'esame degli emendamenti all'art. 6.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art.6 come emendato.
Il Consiglio approva.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato - Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Formazione professionale - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame proposta di legge n. 403: "Norme in materia di politiche giovanili" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Il Presidente della VI Commissione, Consigliere Rossi Oreste, ha chiesto di intervenire per una proposta sull'ordine dei lavori.
Prego, Consigliere.



ROSSI Oreste

Come Presidente della VI Commissione chiedo, per conto del Gruppo dei Radicali, di poter rinviare in Commissione la proposta di legge n. 403: "Norme in materia di politiche giovanili". Ciò si rende necessario in quanto in Commissione stiamo per iniziare la discussione di più proposte o disegni di legge, proprio sulle politiche giovanili. Pertanto, è per mettere insieme tutto il materiale simile.



PRESIDENTE

La proposta è chiara. Se non ci sono osservazioni, la dichiaro accolta all'unanimità.


Argomento: Problemi energetici

Proseguimento esame disegno di legge n. 282: "Disposizioni in campo energetico. Approvazione del Piano regionale energetico ambientale" e atti di indirizzo collegati (ordini del giorno n. 304 e n. 457 e mozioni n. 463 e n. 475 - Connesse interrogazione n. 613, interrogazione n. 866 interpellanza n. 1025, interrogazione n. 1277, interrogazione n. 1323 e interrogazione n. 1532)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 282.
ART. 7 La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Per quanto riguarda la partecipazione dei Consiglieri al Forum, non c'è problema. Nelle consultazioni precedenti abbiamo sempre convocato i due Presidenti di Commissione, i quali, a loro volta, hanno esteso la partecipazione a tutti i componenti della Giunta.
Per quanto riguarda gli altri emendamenti all'art. 7, relativamente al discorso del coinvolgimento del Forum nella predisposizione del Piano e nella convocazione almeno annuale, accolgo l'emendamento.
Anche sull'emendamento successivo, riguardante una relazione sul Forum da svolgere una volta all'anno, non ci sono problemi.
Assicuro che, per quanto riguarda la partecipazione dei Consiglieri al Forum, la questione è aperta, poiché la composizione del Forum è, di volta in volta, allargata per cogliere il mondo della ricerca e tutto il mondo sociale ed economico.
Pertanto, una volta che assicura l'Assessore e dispone in questo senso verso gli Uffici, potete stare tranquilli che ci sarà sempre la convocazione; non deroghiamo dal principio di prevederlo, non come un organismo, ma come un luogo di confronto.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dei singoli emendamenti presentati all'art. 7.
7.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Papandrea: all'art. 7, comma 1, sostituire le parole "della Giunta" con le parole "del Consiglio regionale".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
7.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Muliere: il comma 2 dell'art. 7 è sostituito con il seguente: "2. Il Forum di cui al comma precedente è convocato dalla Giunta regionale durante la fase di predisposizione del Piano ed almeno annualmente, nonch ogni qualvolta se ne ravvisi la necessità, anche a richiesta dei soggetti che ne fanno parte".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
7.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido e Muliere: aggiungere il comma 5 così come segue: "5. La Giunta regionale a seguito del Forum relazione una volta all'anno al Consiglio regionale".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 7 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 8 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 9 9.1) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera: si propone di apportare i seguenti emendamenti: alla lettera a) "Spese per approfondimenti tecnico-scientifici e istituzione di borse di studio", sostituire le parole "con dotazione di 10 mila euro per l'anno 2002 da determinarsi mediante riduzione di pari importo dell'unità previsionale di base 22081 (capitolo 15145)" con le parole "con dotazione per memoria per l'anno 2002" alla lettera b) "Spese per la diffusione dell'informazione in campo energetico e per attività volte agli operatori", sostituire le parole "con dotazione di 15 mila euro per l'anno 2002 da determinarsi mediante corrispondente riduzione di pari importo dell'unità previsionale di base 22081 (capitolo 15145)" con le parole "con dotazione per memoria per l'anno 2002".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 9 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 10 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 11 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 12 12.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido e Muliere: il punto c) del comma 1 dell'art. 12 è abrogato.
12.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido e Muliere: aggiungere all'art. 2 il comma 2 così come segue: "2. Si predispone congiuntamente alle linee guida la modifica ed aggiornamento della legge n. 79/89".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Per quanto riguarda il primo emendamento, il parere è contrario perch questo si riferiva a fondi statali su vecchie leggi.
Per quanto riguarda il comma 2, non riesco a collegarlo perché nel mio testo ho un solo comma 1, comunque erano questioni non accoglibili, secondo me, per ragioni di ordine tecnico, perché attualmente i fondi sono tutti regionali. Queste abrogazioni, comunque, sono necessarie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 12.1).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 12.2).
Il Consiglio non approva.
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 12.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora a due emendamenti riguardanti il titolo.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido e Muliere: la parola "approvazione" è sostituita con la parola "formazione".
La Giunta esprime parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
2) Emendamento presentato dalla Consigliera D'Onofrio: dopo la parola "ambientale", aggiungere le parole "Abrogazione delle leggi regionali 23 marzo 1984, n. 19, 17 luglio 1984, n. 31 e 28 dicembre 1989, n. 79".
La Giunta esprime parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
A questo punto, possiamo passare alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questa legge è arrivata in aula dopo un buono lavoro di Commissione e con una posizione da parte dell'Assessore. Tuttavia, non ho capito bene se la maggioranza sia stata presente nel dibattito. Una maggioranza implicitamente ancora spostata in direzione di una legge molto collocata sul versante della Giunta. Una legge che espropria il Consiglio regionale un po' esplicitamente e un po' con delle trappole - così le avevo chiamate di una competenza fondamentale in una materia che è già di per s fondamentale, quella dell'energia, di una competenza fondamentale che è quella che assegna alla Regione Piemonte il compito di predisporre e approvare il Piano energetico.
Come abbiamo potuto vedere tutti, un'opposizione compatta e ricca di argomenti concreti e non di pregiudizi ha dato battaglia. Un Assessore l'Assessore Cavallera, che sa svolgere il proprio mestiere - sia pure dall'altra parte della barricata - memore dei trascorsi democristiani che inducevano, quando si trattava di non poter più dimostrare di avere ragione, ad accedere alle ragioni dell'avversario, così parzialmente ha fatto. Le trappole più evidenti sono state tolte, ma qualche retropensiero mi permetta, Assessore, dall'opposizione di continuare a dire questo può ancora rimanere.
Sappiamo che le leggi, anche buone e chiare, devono essere sempre gestite e, nel momento della gestione, quelle intenzioni, se erano dell'Assessore, o quelle forze che esprimevano certe intenzioni, se facevano parte dell'entourage politico dell'Assessore, possono sempre ritornare in campo. Vedere come sotto la forma della gestione poter tornare ad un comportamento e ad una gestione della legge, che ritorni a mettere in capo alla Giunta regionale più poteri di quelli che le sono conferiti sapendo che, quando si legge uno scritto, si aprono le interpretazioni.
Questo elemento di preoccupazione è fortemente rafforzato dall'incredibile dichiarazione del Presidente Ghigo che, con tracotanza, nell'ultimo Consiglio ha dichiarato a tutti noi che farà tutto il possibile per sottrarre al Consiglio regionale dei poteri e farà tutto il possibile per gestire, in capo alla Giunta regionale, il maggior numero di argomenti e decisioni possibili.
Questo mi porta ad esprimere intanto una soddisfazione per il lavoro svolto non da me, ma in particolare da tanti compagni che si sono spesi su questo argomento e dire che, rimanendo una possibilità di cattiva gestione di questa legge e non essendo state tolte tutte le ombre che nella stessa erano presenti, esprimo il mio voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Nell'annunciare il voto favorevole del Gruppo di Alleanza Nazionale, mi preme soltanto puntualizzare che il Presidente Ghigo non ha affermato di voler sottrarre poteri al Consiglio regionale (credo non intenda sottrarli e nessuno consentirà che ciò avvenga). Il Presidente ha semplicemente affermato il diritto-dovere di governare, non in quanto potere della maggioranza, ma in quanto diritto che spetta ai cittadini.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Una parte di motivazioni significative che condividiamo sono già state espresse dal Consigliere Chiezzi, che ringraziamo. Aggiungo soltanto alcune questioni in riferimento a quanto diceva il Consigliere Galasso.
Il Presidente Ghigo qualche giorno fa, in quest'aula, ha detto con chiarezza che sarebbe andato avanti comunque con delibere e determine. Il Presidente ci ha invitato a ricorrere come e quanto vogliamo al TAR o ad altri organismi superiori a proposito e nel merito del Piano sanitario motivo per il quale continuiamo, e continueremo finché avremo fiato, a ribadire che questo è uno sbaglio, è un vulnus alla democrazia poich trattasi di uno dei pilastri del federalismo, uno dei pilastri delle sedi istituzionali, uno dei compiti espliciti e prioritari che ha una sede istituzionale che si chiama Regione e Consiglio regionale. Questo il Presidente lo ha negato, espropriando e spodestando quello che è il ruolo che deve avere questa sede. E' nostro diritto dirlo qui e, soprattutto ribadirlo fuori da questa piazza.
Lo avevamo già anticipato nella discussione generale, Assessore Cavallera, questo è un buon provvedimento che ha visto la collaborazione attiva della Commissione presieduta dal Consigliere Cantore. Abbiamo cercato in tutti i modi di accelerare i tempi poiché riteniamo importante e necessario che la Regione Piemonte si doti di un Piano regionale energetico. E' assolutamente uno strumento fondamentale, nonostante dal Governo Berlusconi siano venuti dei segnali pesanti di contrazione ulteriore del federalismo, di un centralismo in Roma di azioni e di compiti che, invece, avrebbe potuto amministrare bene questa Regione, come altre.
Questo ci preoccupa fortemente.
Lo abbiamo ribadito nella discussione generale, ma ci corre obbligo ribadirlo, al di là del decreto "sblocca centrali", che è stato ridimensionato, ma che comunque esiste, al di là che l'Agenzia di protezione dell'ambiente sia stata commissariata dall'attuale Governo Berlusconi. Questo è un fatto grave che non era mai capitato in questo Paese, come grave è che un Ministro, mi sembra il Ministro della Difesa Martino, quando parla degli ambientalisti li paragoni a dei catastrofisti peggio dei nazisti. Queste cose è chiaro che non possono non preoccupare e non creare delle perplessità.
Detto questo, abbiamo riconosciuto all'Assessore, dopo il lavoro attivo in V Commissione, ringraziando anche i Consiglieri di maggioranza e minoranza, che questo è un buon Piano. Ci siamo attrezzati per renderlo migliore, riconosciamo il lavoro svolto dall'Assessore e dal suo Assessorato e contiamo di poter continuare proficuamente questa collaborazione nel campo dell'energia.
E' chiaro che i poteri che Roma ha voluto tenersi centralmente, alla faccia di tutto quanto è stato detto a proposito di federalismo e altro, ci impongono di avere un'attenzione assolutamente vigile.
Dichiaro il mio voto di astensione anche se su questo provvedimento tutta l'opposizione sarebbe stata unanime. Dichiaro il voto di astensione per il mio Gruppo e per quelli che non ancora fatto la dichiarazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

La prego di far partire il mio tempo dopo due o tre minuti affinché mi si riservi lo stesso trattamento.



PRESIDENTE

Faccio una precisazione: l'errore era soltanto mio, non mi era scattato il meccanismo. Ho peraltro tenuto conto che la collega parlava da circa due minuti. Tornerei alla procedura normale, garantendo equità di trattamento.
Prego, Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Io non posso non fare un paio di osservazioni.
La prima è che non trovo coerente l'affermazione che il Presidente della Giunta vuole snobbare questo Consiglio regionale per emettere il maggior numero possibile di atti amministrativi, con eventuali ricorsi al TAR in riferimento a problemi di legittimità.
Prego il Vicepresidente della Giunta, qui presente, di riferire al Presidente della Giunta che noi abbiamo molto ben valutato questa sua proposizione, non già perché è condivisibile il fatto che la Giunta debba avere maggiori poteri e il Consiglio debba essere spodestato; noi non l'abbiamo letta in quel senso. Anche perché mi parevano abbastanza chiare le motivazioni con cui il Presidente della Giunta ha fatto quelle affermazioni. E' vero che non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire ma erano chiare.
Aveva detto: "Io non posso fare altrimenti, altrimenti resto paralizzato. Per cui quando il Consiglio mi consentirà dei tempi certi per l'emissione della norma, io sarò felice di sottoporre al Consiglio il maggior numero possibile di provvedimenti".
Questa ottica ci trova perfettamente in coerenza, ed è evidente che ancora una volta - caso mai non fosse chiaro - il problema grosso di questo Consiglio oggi non è nient'altro che il problema del Regolamento, quanto meno nella visione dello stralcio di quei punti che potranno permettere la possibilità di legiferare in tempi certi.
Chiaramente, non si vuole negare alcun diritto alla minoranza, però non può essere negato neanche il diritto alla maggioranza di emettere dei provvedimenti, siano essi legislativi o amministrativi, in quanto questo diritto consegue direttamente dal popolo e dalle elezioni, con le quali hanno ritenuto di volerci concedere la fiducia. Dico questo perché ricordo alcune frasi dell'ex Presidente del Consiglio, il quale diceva che se i risultati delle elezioni fossero stati a favore del centrodestra erano delegittimate perché comunque contrarie al popolo.
Detto questo, arrivo alle considerazioni sul merito di questo provvedimento per poterlo poi votare. Avevo dei dubbi se astenermi o meno perché ho visto purtroppo che questo è stato un provvedimento molto "inciuciato", nel senso che nel momento in cui vengono accolti numerosi emendamenti da parte della sinistra, e nel momento in cui si dice che il provvedimento è valido, comunque c'è un voto di astensione. Non posso che leggerla esattamente così com'è.
Siamo di fronte ad un teatrino, dove si arriva ad una soluzione che è una soluzione generalizzata e condivisa. Quindi, si arriva ad una votazione che, formalmente, è differenziata tra la maggioranza e la minoranza. Basta leggere le parole della Consigliera Suino per capire che il provvedimento è ampiamente condiviso dalla minoranza nel merito.
Se così è, io non posso fare altro che votare contro, non perché non condivida l'opinione di questo provvedimento, ma non posso fare nient'altro che votare contro, perché il mandato elettorale che ho ricevuto è stato quello di votare contro le sinistre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Definirei questo testo di legge un provvedimento necessario, perch quando si affrontano questi problemi sul territorio, da parte di varie forze della società civile e delle associazioni viene una richiesta.
Quello che avevamo in Regione non era propriamente il piano, ma la legge che permetteva alla Giunta di produrre il piano; quindi, lo definirei un provvedimento necessario.
Non mi sento di sbilanciarmi nel dire se sarà un piano valido o se sarà soltanto sufficiente, o forse insufficiente. Nonostante l'interessamento con il quale l'Assessore ha seguito l'iter di questo testo, nonostante l'opera in cui tanti si sono prodigati per arrivare alla stesura del documento che arriva al voto, credo che vedremo la validità di questo piano innanzitutto quando la Giunta lo farà, e quando questo si confronterà con i problemi presenti sul territorio. Continuo ad avere il timore che questo testo legislativo ci porterà a un piano un po' evanescente, anche un po' timido, che potrebbe non essere in grado di risolvere i problemi che ci sono sul territorio. Questo l'Assessore deve saperlo.
Credo che non dalla prossima settimana, ma da quando ci sarà il piano noi sapremo e vedremo cosa succederà. Vedremo in Val Sesia, nel Canavese, a Carmagnola, a Piossasco e a Cumiana, se questo piano sarà valido. Non siamo noi che dobbiamo dire se è valido o meno, ma dovremmo chiederlo ai cittadini di Cumiana, di Carmagnola o di Piossasco. Lì vedremo cosa abbiamo votato oggi.
Sappiamo - e l'Assessore lo ha ricordato ripetutamente - che i rapporti di decisionalità riguardo a questa materia sono molto distribuiti tra lo Stato, la Regione, la Provincia e i Comuni. Lo abbiamo ricordato durante tutto l'iter di questo testo legislativo. Però continuo a pensare che il problema - con il federalismo che sempre viene sbandierato a parole - è quello di capire se prendiamo delle decisioni ascoltando i cittadini - i quali devono poi convivere con le decisioni che noi prendiamo - oppure se prendiamo delle decisioni pensando che comunque i cittadini dovranno accettarle.
Mi stupiscono molto le dichiarazioni del Consigliere Brigandì, perch a parte che del mandato elettorale che ha avuto ne risponde personalmente pensare di prendere delle decisioni solo su criteri di appartenenza politica, e non pensando alle conseguenze delle nostre decisioni su quello che avviene sul territorio, mi sembra francamente incomprensibile.
Credo che se il Consigliere Brigandì andasse in uno dei Comuni che ho citato prima, forse si accorgerebbe che tanti suoi elettori sono più preoccupati di cosa avviene nell'area e nell'ambiente che non del fatto se lui vota un provvedimento con o contro le forze del centrosinistra.
Il problema fondamentale di questo testo legislativo sarà proprio comprendere se, ad esempio, le richieste che vengono da tante parti del territorio per una sospensione delle scelte, ci chiedono delle moratorie e di prendere in considerazione l'idea di avere una moratoria per quanto riguarda l'istituzione delle grosse centrali termoelettriche.
Credo che con questo provvedimento non potremo dare le dovute risposte ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì per fatto personale; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Il rapporto che ho con i miei elettori e quali siano i miei programmi elettorali sono fatti esclusivamente miei. Spero di non seguire i consigli e di avere i risultati elettorali dell'amico, Consigliere del Gruppo dei Verdi.
Credo che sia importantissimo differenziare il proprio comportamento in base agli schieramenti politici, per il semplice motivo che, alla fine, la gente si deve rendere conto per chi vota, da quale parte stanno le parti che vanno in contraddittorio all'interno di un'aula, qualunque essa sia, e quindi, anche dell'aula consiliare.
Per questi motivi, rilevando che questo Consiglio regionale è perfettamente completo, anche nel numero legale, la presenza della Lega è del tutto superflua, essendoci l'inciucio in questo provvedimento come in tutti i provvedimenti che sono stati emessi dall'inizio di questa legislatura ad oggi...



(Commenti in aula)



BRIGANDI' Matteo

Sì, di inciucio. Non posso che abbandonare l'aula, tanto il provvedimento partorirà lo stesso.



(Il Consigliere Brigandì abbandona l'aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

L'avvocato Brigandì, nonché Consigliere regionale, deve stare ai fatti perché usa in modo strumentale una legge e il voto su una legge per denunciare una difficoltà all'interno della maggioranza di governo di questa Regione. Diciamo le cose come stanno. E' del tutto pretestuoso l'utilizzo che si fa di una questione di merito supportato da una legge sulla quale l'unica cosa che mi sento di dire, al di là che il mio voto non si limiterà all'estensione, ma sarà contrario, è che il lavoro svolto in Commissione è stato estremamente serio e costruttivo, ha portato significative modifiche al testo, ma due elementi incontrano la nostra insoddisfazione.
Il primo elemento riguarda, coerentemente con la svolta imposta dal Presidente Ghigo sulla volontà di arrogare tutti gli atti in capo all'esecutivo, anche i contributi significativi, come quello dato da noi con un emendamento, il fatto di sottoporre almeno al parere della Commissione e non di informare la Commissione sui provvedimenti che si vanno ad assumere.
Il secondo elemento di insoddisfazione, che è quello più grave, è relativo all'Assessore che, pur avendo accolto l'emendamento connesso alla durata triennale del Piano, ha inserito un altro elemento che restituisce le competenze sull'aggiornamento del Piano alla sola prerogativa dell'esecutivo.
Ritengo che questo sia un fatto gravissimo e, mantenendosi irrisolti i nodi dell'atto di vassallaggio compiuto da questo governo nei confronti del decreto Marzano, al di là che si possa aver trovato una via concertativa confermiamo il nostro orientamento per un voto contrario al Piano, così come è stato formulato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Presidente e colleghi, intervengo per esprimere il voto favorevole di Forza Italia e della maggioranza su questo provvedimento. Non vorrei che fosse né drammatizzato né esaltato dalla dichiarazione di voto del collega Brigandì, che rispetto. Certamente, l'ultimo intervento che mi ha preceduto, quello del Consigliere Contu, credo sia quanto meno un giudizio strumentale, almeno in questo contesto.
Come sapete, questa legge è importante per la Regione Piemonte. La Giunta regionale l'ha assunta come disegno di legge già nella primavera del 1991. Ci siamo confrontati all'interno della V Commissione e ci sono stati nel merito alcuni contributi da parte dei Gruppi di maggioranza e di opposizione.
La legge è stata assegnata all'aula, ci siamo confrontati durante il dibattito generale dello scorso Consiglio regionale dove abbiamo colto delle prese di posizione differenti da una e dall'altra parte del Consiglio, però da quel dibattito civile ed estremamente utile - ricordo che sono intervenuti tanti Consiglieri regionali - si è addivenuti a una procedura, in un certo senso a un accordo di proseguire con l'esame degli emendamenti dell'opposizione, che erano stati preannunciati, e oggi stiamo procedendo con le dichiarazioni di voto sugli emendamenti che sono stati presentati.
Alcuni emendamenti sono stati accolti positivamente, altri sono stati semplicemente respinti, non con un mero parere dell'Assessore Cavallera e della Giunta regionale, ma con una valutazione da parte dell'intero Consiglio regionale e con la dovuta attenzione.
La legge è innovativa, come ho già detto nell'intervento di carattere generale, e la preoccupazione principale è quella della delega alla Giunta e della presentazione del Piano. Quando nel dibattito generale era nato questo punto di confronto, che sembrava essere di divisione, abbiamo semplicemente ricordato l'aspetto innovativo di questa legge contenuto nell'art. 7, quello del Forum regionale per l'energia.
Un Gruppo della maggioranza, Consigliere Contu, si è distinto. Non mi sembra di aver ascoltato - non voglio mancare di rispetto al Consigliere Brigandì, perché non è presente in aula in questo momento - motivazioni particolarmente robuste per questa distinzione di voto rispetto al resto della maggioranza che, invece, è compatta. Non siamo sicuramente scandalizzati dal fatto che l'opposizione, almeno questa volta, ha apportato un contributo positivo per la costruzione di una buona legge.
Voteremo in maniera favorevole.



PRESIDENTE

La dichiarazione del Consigliere Brigandì la devo registrare come dissenso da se stesso, nel senso che è intervenuto per correggere un'indicazione di voto contrario con una dichiarazione di abbandono dell'aula.
Da un punto di vista strettamente procedurale, l'ho registrata come una dichiarazione di dissenso dalla dichiarazione precedente, anche se era la sua medesima.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, ho preso la parola in quanto non parteciperò a questa votazione. Sono allibito di fronte alle affermazioni di un esponente della maggioranza, il collega Brigandì, perché è singolare quello che si verifica in quest'aula. Se l'opposizione partecipa costruttivamente ad una discussione, come è giusto che sia, se non ci sono atteggiamenti pregiudiziali da parte della maggioranza, viene accusata di cercare l'inciucio. Se, viceversa, l'opposizione, perché capita in alcuni momenti irrigidisce le sue posizioni, ecco che viene accusata di svolgere un'azione ostruzionistica.
Direi che è il caso di mettersi d'accordo. Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, in questo caso al collega Brigandì, perché lui ha una strana concezione della democrazia anche in un sistema maggioritario. Un sistema maggioritario non esclude che l'assemblea elettiva, tanto più un'assemblea legislativa, sia una sede in cui si sviluppa un libero confronto tra maggioranza e opposizione.
Qui non c'entra né l'inciucio e neanche l'ostruzionismo. E' singolare dover discutere di una questione così elementare. Credo di poter venire in quest'aula a discutere e a confrontarmi, ho uno strumento: l'emendamento, e mi sembra normale che una maggioranza degna di questo nome, per quanto convinta delle proprie opinioni, se davvero è una maggioranza rispettosa del Consiglio e di un'assemblea legislativa, si predisponga a discutere cosa che ha fatto l'Assessore Cavallera, in Commissione prima e in aula adesso.
Colleghi, sono queste le posizioni che rendono difficile un confronto sul Regolamento e sullo Statuto. Mi rivolgo a lei, collega Gallarini: è legittimo dubitare di questa maggioranza e della sua affidabilità, perch se la riforma del Regolamento o dello Statuto viene concepita non per velocizzare i lavori del Consiglio e per farvi decidere, ma per mettere in un sacco l'opposizione - questa è la vostra concezione della democrazia voi capite che non è possibile discutere! Su queste basi non è possibile discutere!



(Commenti in aula)



RONZANI Wilmer

Anche qui, collega Cantore, quando fa comodo non possiamo considerare la Lega a tutti gli effetti parte della maggioranza e, quando non fa comodo, considerare la Lega il cugino scemo della maggioranza! Non potete dire questo!



(Ulteriori commenti in aula)



RONZANI Wilmer

Non potete dire questo! Ciascuno si assume le proprie responsabilità ma voi, in questo momento, non potete ignorare il fatto che un esponente della maggioranza di primo piano abbia sostenuto quelle posizioni! Le posizioni che ha sostenuto sono tali per cui noi, in quest'aula, dovremmo limitarci a diventare la cassa di risonanza delle decisioni che prende la Giunta, neanche la maggioranza.
Consigliere Cantore, ho partecipato al dibattito in Commissione e in aula e le posso dire - il Consigliere Cattaneo è buon testimone - che non ho assistito ad un atteggiamento della Lega per cui in Commissione essa ha difeso un'impostazione di Cavallera, per cui essa, Lega, oggi, sarebbe sconvolta e arrabbiata per il fatto che c'è stata una dialettica in Consiglio! No, non abbiamo assistito a niente di tutto questo, perché la Lega in Commissione ha fatto scena muta, non ha discusso il provvedimento non è entrata nel merito. Per cui, presumo che la sua sia una posizione politica di difesa astratta della decisione della maggioranza e di rifiuto di considerare il Consiglio una sede in cui discutere. Altrimenti, temo di essere in presenza di un atteggiamento pretestuoso, che non c'entra niente con l'oggetto del contendere, che rappresenta una delle puntate, che ogni tanto vanno in onda in questo Consiglio, in cui la Lega, avendo un problema e un contenzioso da risolvere con la vostra maggioranza, utilizza tutte le occasioni per dare un colpo e riaprire la questione.
Collega Cantore, le ricordo, in quanto sta seguendo il mio intervento che la Lega l'altra settimana non ha votato alcuni provvedimenti astenendosi e che ha assunto le posizioni che sappiamo su alcune questioni.
Ho l'impressione che anche l'odierna discussione sia stata davvero strumentalizzata per non dire la sua su un merito. In questi tre giorni non ho mai assistito all'intervento di un collega leghista sul piano energetico: capisco se lo avessero fatto, ma non l'hanno fatto.
Allora, sono portato a ritenere che anche questa vicenda sia stata utilizzata per riaprire il discorso del contenzioso che c'è all'interno della maggioranza di centrodestra.
Siccome il collega Cattaneo mi ha detto l'altro giorno che il Presidente Ghigo non ha bisogno di avere un turbo, perché lui corre ugualmente, perché ha la cilindrata alta, concludo con una battuta: con episodi come questo ho l'impressione di avere tutti i giorni la conferma che quel motore è sempre più ingrippato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi sulla procedura.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghi, il Consigliere Brigandì bisogna anche capirlo, e, avendolo capito, bisogna perdonarlo!



PRESIDENTE

Riprendendo le dichiarazioni di voto, ha la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Oggi doveva esserci un atto di grande rilevanza, quello che i mass media magari seguono con attenzione, ma ho l'impressione che non ci sia un media dietro questa cosa che stiamo facendo oggi: manca, come diceva un mio compagno di partito che si chiamava Formica, il sangue e l'altra cosa nella vicenda di questo provvedimento, quindi, non c'è passione.
C'è anche una ragione dell'assenza della passione: si tratta di un provvedimento proprio spuntato. Dico questo con grande sconforto, con grande dolore e nel massimo rispetto dell'Assessore. E' spuntato perché, lo si è visto, in qualche modo, l'ha detto ancora l'Assessore, in certe materie, per esempio quella energetica, noi siamo in parte fuori gioco. Lo si è visto perché nel gioco tra programma generale e piano di azione c'è qualcosa che non permette di tenere insieme.
Ci sono anche le mozioni sull'energia, che credo affronteremo dopo questo provvedimento. Dopo il provvedimento "sblocca centrali" c'è anche questo accordo nel quale bisogna fare una forzatura enorme per recuperare quello che la Costituzione ci ha dato, cioè, nelle materie concorrenti, la parte dei grandi indirizzi è dello Stato e la parte dell'attuazione è delle Regioni.
Noi abbiamo conquistato un meraviglioso tavolo dove ci ritagliamo qualcosa, meglio di niente.
Devo anche fare qualche apprezzamento, in quanto la situazione rispetto al federalismo, quello vero, quello di sostanza, non quello di bla bla, è drammatica. I grandi e i piccoli interessi antifederalisti sono diffusi ovunque e operano nel concreto. La legge "sblocca centrali" ne è un emblema, e non ho sentito la Lega intervenire su questa legge "sblocca centrali". Quindi, c'è un qualcosa che entra, in qualche modo, in un procedimento che tende ad emarginare i processi federalistici.
Ma, alla fine, Assessore, questo ruolo di programmazione della Regione in materia energetica è ben poca cosa. Sembra un po' come in materia di trasporti, dove l'Assessore si è felicemente liberato di qualche strada che poteva essere di competenza regionale e l'ha "sbolognata" alla Provincia (come quella del Colle del Sestriere, e ovunque si svolgano le Olimpiadi) tanto la Regione poi ha altre cose! Invece di conquistare degli spazi di indirizzo e di programmazione - ma di programmazione vera, che dà il segno, che fa correre in una direzione in qualche modo ci ritraiamo. Questo, tra l'altro, lo dico anche ai colleghi che vogliono aumentare il numero dei Consiglieri nella riforma statutaria: tutto ciò va a deperimento di quella richiesta, perché siamo un'assemblea che emana leggi, che dà qualche provvedimento di programmazione che non fa male a nessuno - perché le Province ormai si sono ritagliate il loro spazio operativo, come lo Stato - e si diventa quasi come le Province di una volta, quando si discuteva se erano o meno un Ente inutile.
Noi rischiamo di essere un Ente inutile. Qui ne abbiamo una rappresentanza abbastanza significativa. Senza questo nostro atto (cioè se oggi non lo facessimo), non succederebbe nulla di particolare: il mondo procede, le Province procedono, lo Stato procede, la comunità non ne vedrebbe. Cioè non morde, non incide questo provvedimento, e io ne sono sconfortato.
E' per questo che esprimerò il mio voto contrario proprio amareggiato perché questa opportunità non l'abbiamo colta in pieno, ma non per colpa dell'Assessore, per carità, ma di un processo che è in corso che ci chiude che ci mette in un angolo. A qualcuno farà piacere stare in un angolo tanto ha ancora qualcosa da distribuire: un po' di fondi ci sono, un po' di rapporti di un certo tipo ci sono, e allora va tutto bene. Ma chi, almeno come me, pensa all'istituzione, al suo prestigio, al suo ruolo e alla sua valenza, da questa giornata ne trae solo un segno di sconforto. Per questo motivo, esprimerò voto negativo.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso le dichiarazioni di voto.
Possiamo procedere alla votazione dell'intero testo della legge. Come previsto dalla procedura, la votazione si svolge per appello nominale.
Indìco pertanto la votazione per appello nominale, mediante il procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno votato SI' 26 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri Il Consiglio approva.
A questo punto, possiamo procedere con l'esame degli ordini del giorno collegati.
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino sulla procedura; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Mi stavo domandando che fine ha fatto l'ordine del giorno n. 304 del 29 giugno 2001, che è certamente ciò che ha provocato, in qualche modo, la legge che abbiamo testé varato. Come ordine del giorno, se ne dovrebbe comunque discutere.
Si tratta dell'ordine del giorno n. 304 del 29 giugno 2001, relativo al Protocollo d'intesa della Conferenza dei Presidenti delle Regioni sulla riduzione delle emissioni dei gas serra nell'atmosfera, che aveva le firme di colleghi di minoranza, ma credo anche di maggioranza.



PRESIDENTE

Non è stato allegato, ma è certamente depositato e quindi lo recuperiamo.



SUINO Marisa

Sostanzialmente, era il provvedimento che impegnava la Giunta a procedere in tempi rapidi e certi all'approvazione del Piano regionale energetico ambientale, che è ciò che abbiamo fatto. Però, essendovi questo atto, sarebbe bene che si iniziasse la discussione dei vari ordini del giorno a partire da questo. Grazie.



PRESIDENTE

Da quello più lontano, certo.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, intervengo per segnalare a verbale il mio voto contrario sul precedente provvedimento di legge, la cui votazione si è svolta per appello nominale, perché per un disguido non è risultato registrato.



PRESIDENTE

La sua dichiarazione è agli atti.
Collega Suino, c'era anche l'ordine del giorno n. 22 del 2000, che riguardava la produzione di energia idroelettrica in Val Chiusella, che credo di poterlo considerare superato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Intervengo per segnalare il mio voto di astensione sul precedente provvedimento legislativo. Ho votato, ma credo di aver sbagliato a votare.



PRESIDENTE

Collega Suino, relativamente all'ordine del giorno n. 304, chiede che sia posto in votazione?



SUINO Marisa

Abbiamo fatto la legge!



PRESIDENTE

Ritiene di illustrarlo brevemente o lo diamo per illustrato?



SUINO Marisa

Lo do per illustrato, avendo votato la legge.



PRESIDENTE

Anche l'ordine del giorno n. 457, a firma del Consigliere Giordano, lo riteniamo illustrato, così come l'ordine del giorno n. 463, a firma dei Consiglieri Tapparo, Suino ed altri, e l'ordine del giorno n. 475, a firma del Consigliere Moriconi ed altri.
Le interrogazioni le consideriamo assorbite dalla discussione, ma le elencheremo successivamente.
La parola all'Assessore Cavallera, che intende esprimere l'opinione della Giunta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Riguardo ai tre ordini del giorno che richiamano la necessità di ricorrere alla Corte Costituzionale per opporsi al decreto "sblocca centrali", il mio parere è contrario. Infatti, vanno nella direzione opposta rispetto all'impostazione politica che era prevalsa a maggioranza nella Conferenza delle Regioni, quella di tendere al miglioramento del decreto "sblocca centrali", così come a nostro giudizio è avvenuto.
L'ordine del giorno n. 304, che è stato testé riesumato dall'archivio essendo un impegno a presentare in tempi rapidi l'approvazione del Piano regionale energetico, come essenziale guida della politica energetica in grado di contemperare le esigenze dello sviluppo con quelle dell'ambiente riassume l'essenza del disegno di legge che abbiamo approvato, che prevede la definizione del Piano energetico ambientale. Su questo non ho alcuna contrarietà.
Ribadisco che, rispetto agli ordini del giorno n. 463, n. 457 e n. 475 riguardanti una collocazione politica sulla politica complessiva a livello nazionale, il nostro parere è contrario. Inoltre, tali documenti sono superati, nel senso che i tempi sono decorsi, il decreto "sblocca centrali" è diventato legge e pertanto siamo nella fase attuativa.



PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare alla votazione degli ordini del giorno e delle mozioni.
Iniziamo dall'ordine del giorno n. 304, presentato dai Consiglieri Suino, Muliere, Riba, Manica, Marcenaro, Ronzani, Placido e Riggio, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che il Protocollo d'intesa della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome per il coordinamento delle politiche finalizzate alla riduzione delle emissioni dei gas serra nell'atmosfera ha prodotto i seguenti impegni: 1) l'orientamento delle diverse politiche alla riduzione dei gas serra 2) il coordinamento degli interventi e dei finanziamenti sia statali, sia locali per il prioritario obiettivo della sostenibilità 3) l'individuazione, nell'ambito dei Piani di Tutela e Risanamento della Qualità dell'aria, delle strategie ottimali per la riduzione dei gas serra 4) l'elaborazione entro l'anno 2002 di un Piano Energetico Ambientale sulla base dei singoli bilanci energetici che privilegi: le fonti rinnovabili e l'innovazione tecnologica la razionalizzazione della produzione elettrica la razionalizzazione dei consumi energetici, con particolare riguardo al settore civile anche attraverso l'introduzione della Certificazione Energetica 5) il raccordo dei diversi settori di programmazione ai fini della sostenibilità complessiva 6) la valorizzazione del ruolo delle politiche di sostegno dell'innovazione tecnologica nonché degli strumenti macroeconomici fiscali, tariffari ed incentivanti 7) la promozione nel settore produttivo dell'ecoefficienza e della cooperazione internazionale visto il decentramento alle Regioni di compiti di pianificazione, indirizzo e controllo nel settore energetico rilevato che mentre allo Stato sono riservati la definizione degli indirizzi di politica energetica nazionali, il coordinamento della programmazione energetica regionale, l'unificazione tecnica delle condotte delle varie Amministrazioni, l'assolvimento di funzioni di rilevanza nazionale, agli Enti locali sono attribuite le funzioni in materia di controllo sul risparmio energetico e l'uso razionale dell'energia, nonch le altre funzioni previste dalla legislazione regionale e, in particolare alle Province, la redazione e l'adozione dei programmi di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico l'autorizzazione all'installazione e all'esercizio degli impianti di produzione di energia, il controllo sul rendimento energetico degli impianti termici considerato che il Piemonte è tra le regioni con il più alto consumo energetico e che l'Italia è uno dei Paesi europei che importa più energia nucleare rilevato che dalla privatizzazione dell'ENEL potrebbe esservi una proliferazione di nuove centrali sul territorio nazionale e regionale dato che il Piemonte non ha avviato in alcun modo forme di energia alternativa, nemmeno a livello sperimentale vista la presenza intensiva sul territorio regionale di elettrodotti con conseguenti rischi potenziali per la salute umana, soprattutto perch aggiuntivi alla concentrazione mirata di più fonti di rischio (elettromagnetismi) considerato priorità assoluta il principio imprescindibile della tutela della salute pubblica e poiché spetta, pertanto, alle Regioni, attraverso l'esercizio della potestà legislativa, tradurre in attività amministrativa efficace gli obiettivi individuati dalla legislazione nazionale, risultando evidente come ogni Regione possa concorrere alla realizzazione di una strategia nazionale volta a conseguire obiettivi sovraterritoriali impegna il Presidente della Giunta regionale a garantire, in tempi rapidi e certi l'approvazione del Piano regionale energetico ambientale, come essenziale guida per la politica energetica, in grado di contemperare le esigenze di sviluppo produttivo industriale con quelle di tutela della salute e dell'ambiente".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 457, presentato dal Consigliere Giordano, il cui testo recita: "Considerato che l'art. 117, comma 3, della Costituzione definisce, tra le altre, come materie di legislazione concorrente tra Stato e Regioni quelle relative alla produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia rilevato che il dettato costituzionale nella sua nuova formulazione dispone che nelle materie di legislazione concorrente spetti alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato posto che Stato e Regioni sono tenute, in forza della normativa costituzionale, a confrontarsi su basi paritarie nell'attività di concertazione e definizione dei temi inerenti alla gestione di tutte le questioni energetiche affermato che le Regioni debbono avere competenza nell'attività di programmazione di nuovi impianti di produzione nonché in materia di procedure autorizzative, trasporto, stoccaggio, distribuzione dell'energia e fonti rinnovabili rilevato che le Regioni debbono poter essere rappresentate in seno all'Authority per l'energia così come nell'organismo di gestione della rete di trasmissione nazionale posto che le Regioni debbono poter incidere sui prezzi e sulle tariffe dei servizi energetici, intervenendo normativamente nella fissazione e determinazione delle regole che influenzano il sistema tariffario espressa piena ed assoluta contrarietà nei confronti delle iniziative intraprese dal Governo nazionale che, mediante il ricorso al concetto di pubblica utilità, aggirano nei fatti il dettato costituzionale e mortificano le legittime aspettative della Regione per quel che attiene alla materia dei servizi energetici il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale, nella persona del suo Presidente e degli Assessori competenti, ad attivarsi concretamente promuovendo, se del caso conflitto di attribuzioni innanzi alla Corte Costituzionale, affinché nella predisposizione ed attuazione del nuovo Piano energetico nazionale siano fatte salve le prerogative e le competenze regionali in conformità a quanto previsto dall'art. 117, comma 3, della Costituzione invita il Governo ed il Parlamento nazionali ad agire nel pieno rispetto del dettato costituzionale, confrontandosi con le Regioni su base paritaria nella trattazione delle questioni energetiche".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'esame della mozione n. 463, presentata dai Consiglieri Tapparo, Suino, Chiezzi, Tomatis, Contu, Moriconi, Caracciolo, Di Benedetto, Giordano, Ronzani e Saitta, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevato che in data 1 febbraio 2002 il Consiglio dei Ministri ha varato il cosiddetto decreto 'sblocca centrali', che accelera l'iter autorizzativo per nuove centrali elettriche fuori da ogni significativa possibilità di intervento da parte delle Regioni considerato un fatto grave tale decreto perché consente al livello centrale, pur nell'ambito di una nuova situazione costituzionale che considera l'energia materia concorrente tra Stato e Regioni, di accentuare i suoi poteri autorizzativi per la costruzione di centrali elettriche emarginando ulteriormente il ruolo delle Regioni nel governo del proprio territorio e del processo di sviluppo, relegando, esclusivamente e in modo limitato, all'ambito della valutazione ambientale l'intervento regionale visto che il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri era stato in precedenza bloccato dalla Conferenza Stato-Regioni in attesa di una ridefinizione delle competenze in materia di energia elettrica evidenziato che attualmente è in discussione in Piemonte il Piano energetico regionale, con il quale si intendono fissare le linee guida soprattutto cercando di conciliare il rapporto tra fabbisogno energetico reale e capacità produttiva, nell'ambito di un'equilibrata distribuzione nel territorio di eventuali nuove centrali ed anche in rapporto alla minimizzazione dell'impatto nella qualità della vita fortemente condizionata da nuove emissioni nell'aria tenuto conto che attualmente sono quattordici le domande per la costruzione di nuove centrali termoelettriche (di grande potenza) in Piemonte e che l'elenco tende a crescere impegna Il Presidente della Giunta regionale a ricorrere alla Corte Costituzionale per impugnare il provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri e, più in generale, alcuni aspetti della legge n. 433/01 e ridefinire in sede di Conferenza Stato-Regioni la ripartizione delle competenze in materia di energia elettrica, così come prevista dalla riforma del Titolo V della Costituzione recentemente approvata".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, prendo la parola per ribadire - anche se l'Assessore su questa questione si è posizionato - che la nostra sollecitazione a ricorrere alla Corte Costituzionale, che ovviamente è datata poiché il provvedimento è del 12 febbraio 2002, ha visto la Regione nel tentativo di cercare di strappare quanto era possibile in un accordo con il Governo.
E' chiaro che si è avanzato, ma avendo ancora una contesa di questo livello, per aspetti che la Costituzione attribuisce chiaramente alla competenza delle Regioni, dovete considerare il vostro impegno come un primo momento per riuscire a fare chiarezza, anche perché in materie concorrenti si costruisce un precedente nel rapporto con il Governo.
Se ne usciamo molto emarginati nel rapporto dialettico, che può anche essere una strada giusta, è chiaro che su ogni altra materia concorrente il Governo avrà la tentazione di giocare sempre all'emarginazione della Regione.
Per questo motivo, continuo a ribadire che occorre dare un segno forte al Governo, dicendo che ci troviamo dinnanzi a una mediazione del momento ma che non siamo soddisfatti.
Tornando al problema delle centrali, su cui si impernia la mia proposta, vorrei che l'Assessore mi dicesse cos'è cambiato in termini di forza per le Regioni dal momento in cui è stato emanato il decreto "sblocca centrali" ad oggi.
Abbiamo un Governo molto più forte e incisivo nelle procedure di ubicazione e autorizzative di ubicazione di centrali in Piemonte? E' più forte e significativo rispetto alla nostra critica, che sosteneva fosse fortemente centralizzato? Ripeto: se si trova un'Amministrazione comunale compiacente, molto felice di ricevere le facility che vengono date o dove ti sbolognano una centrale - ce ne sono di Amministrazioni di questo tipo - passa de plano la procedura con qualche difficoltoso contenimento da parte della Regione.
E' cambiato qualcosa, con questo accordo, nelle procedere autorizzative? Secondo me, non c'è la forza adeguata in mano alle Regioni ed è per questo che, seppure vecchio e un po' improprio nel linguaggio ritengo ancora valido l'allarme sollevato da questa mozione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla mozione n. 463.
Il Consiglio non approva.
Passiamo infine all'esame della mozione n. 475, presentata dai Consiglieri Moriconi, Suino, Tapparo, Chiezzi, Contu e Papandrea, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale visto le richieste di autorizzazione recentemente presentate per nuovi impianti termoelettrici di grossa taglia da realizzarsi in Piemonte nei Comuni di Borgo San Dalmazzo (CN), Carmagnola (TO), Crescentino (VC), Cumiana (TO) Leinì (TO), Livorno Ferrarsi (VC), Alessandria, Novi Ligure (AL), Piossasco (TO), Salussola (BI), Settimo (TO) e, probabilmente, altri le procedure di autorizzazione per gli impianti di Borgo San Dalmazzo (CN) Carmagnola (TO) e Piossasco (TO), che sono già in questi giorni in fase avanzata lo stato critico dell'inquinamento atmosferico in molte aree del territorio regionale, recentemente evidenziato in grado così acuto da rendere necessari blocchi della circolazione in numerose località richiamato le nuove normative nel campo dell'inquinamento atmosferico emanate dall'Unione Europea con la Direttiva 1999/30/CE, la quale fissa nuovi valori limite per gli inquinanti le nuove normative in merito alla Valutazione ambientale di Piani e Programmi emanate dall'Unione Europea con la Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente, la quale, all'art. 3, comprende il settore energetico nel proprio ambito di applicazione il dettato della Costituzione della Repubblica, che, all'art. 117 recentemente modificato, prevede che 'sono materie di legislazione concorrente quelle relative a... produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia', specificando che 'nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato' ricordato il Protocollo di Torino, sottoscritto il 5 giugno 2001 dai Presidenti di tutte le Regioni italiane, nel quale si afferma, tra l'altro, che 'le Regioni e le Province autonome si impegnano a garantire l'elaborazione entro l'anno 2002 di un Piano energetico ambientale, sulla base dei singoli bilanci energetici che privilegi: le fonti rinnovabili e l'innovazione tecnologica la razionalizzazione della produzione elettrica la razionalizzazione dei consumi energetici, con particolare riguardo al settore civile anche attraverso l'introduzione della Certificazione Energetica il raccordo dei diversi settori di programmazione ai fini della sostenibilità complessiva la valorizzazione del ruolo delle politiche di sostegno dell'innovazione tecnologica nonché degli strumenti macro-economici fiscali, tariffari ed incentivanti la promozione nel settore produttivo dell'ecoefficienza e della cooperazione internazionale' preso atto delle nuove procedure autorizzative per le centrali termoelettriche previste nel Decreto del Ministero dell'Industria del 7 febbraio 2002 (cosiddetto decreto 'sblocca centrali') impegna la Giunta regionale e il suo Presidente ad intervenire in difesa dell'ambiente, del diritto alla salute, del diritto all'autodeterminazione dei cittadini del Piemonte, attraverso le seguenti azioni: rendere noto al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Industria il dissenso del Consiglio regionale del Piemonte sulle nuove procedure autorizzative per le centrali termoelettriche previste nel Decreto ministeriale del 7 febbraio 2002 (cosiddetto decreto 'sblocca centrali') ed avviare tutte le iniziative anche legali al fine di invalidarlo, in base a quanto previsto dall'art. 117 della Costituzione della Repubblica, come recentemente modificato, nonché in base alle normative internazionali comunitarie e nazionali sulla Valutazione ambientale di Piani e Programmi esaminare con estremo rigore, attraverso gli uffici regionali competenti e gli enti strumentali preposti, le ricadute sull'ambiente e sulla salute dei nuovi progetti di centrali termoelettriche proposti nel territorio piemontese, anche alla luce dell'attuale situazione di inquinamento atmosferico nonché delle recenti normative di carattere comunitario e nazionale in merito esprimere parere negativo per l'autorizzazione di tali progetti, a partire da quelli in esame in questi giorni per le centrali termoelettriche di Borgo San Dalmazzo (CN), Carmagnola (TO) e Piossasco (TO), non solo a causa del probabile verificarsi di ricadute ambientali insostenibili, ma anche per la loro non rispondenza alla pianificazione energetica del proprio territorio che la Regione Piemonte intende stabilire in proprio, in base a quanto le è riconosciuto dall'art. 117 della Costituzione della Repubblica".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale mozione.
Il Consiglio non approva.
Ricordo infine che devono intendersi assorbite l'interrogazione n. 613 l'interrogazione n. 866, l'interpellanza n. 1025, l'interrogazione n. 1277 l'interrogazione n. 1323 e l'interrogazione n. 1532.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame disegno di legge n. 224: "Norme per la gestione dei rifiuti"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 224 "Norme per la gestione dei rifiuti", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Mi pare di aver capito che il Consiglio si sia dato un termine, per la chiusura dei lavori odierni, verso le 17.00 e quindi, dovendo affrontare un provvedimento di enorme rilevanza, vorrei capire, non volendolo affrontare "a spizzichi e bocconi", come si intende procedere: sentiamo la relazione e poi chiudiamo i lavori? Tutto questo per evitare di procedere, su provvedimenti che richiedono una visione organica, in modo estremamente difficoltoso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ritengo che la proposta del collega Tapparo sia da valutare con grande attenzione, trattandosi di legge estremamente importante, ma vorrei implementarla chiedendo se fosse possibile, avendo notato un contributo da parte dell'opposizione nel disegno di legge appena discusso, assumere e vedere depositati gli emendamenti di merito, per avere il tempo, da parte della Giunta e della maggioranza, di valutarli con attenzione.



PRESIDENTE

Abbiamo già un numero di emendamenti depositati, quindi credo che sia possibile, iniziando la discussione di un provvedimento, distribuirli.
Naturalmente, la presentazione di altri emendamenti può avvenire nel corso della discussione, ma se fossero presentati prima della discussione si renderebbe più spedito il lavoro.
Al momento la Giunta ha presentato i propri emendamenti; il Gruppo DS e i Verdi hanno presentato i propri emendamenti; la maggioranza non ha emendamenti; solo Rifondazione Comunista si riserva di presentarne.
La parola al Consigliere Cantore per la relazione.



CANTORE Daniele, relatore

La Regione Piemonte con la legge n. 59/95 aveva ordinato la normativa in materia di rifiuti in attuazione del DPR n. 915/82 prevedendo sistemi integrati per lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti e un'articolazione territoriale in bacini.
Successivamente, è cambiato sostanzialmente il quadro normativo di riferimento con il D.lgs. n. 22/97, che ha definito nuovi obiettivi: riduzione della produzione e incentivazione del recupero dei rifiuti sviluppo della raccolta differenziata, smaltimento con tecnologie idonee conferimento in discarica solo per rifiuti trattati e autosufficienza regionale di smaltimento per rifiuti urbani. Sono state, inoltre ridefinite le competenze degli Enti locali in materia di rifiuti.
Per dare attuazione al D.lgs. n. 22/97 è quindi necessario adeguare la normativa regionale di settore.
Il disegno di legge "Norme per la gestione dei rifiuti" disciplina in modo organico ed integrato la gestione dei rifiuti; riorganizza le competenze della Regione e degli Enti locali, anche alla luce della L.R. n.
44/00 e del "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali" (D.lgs. n. 267/00); incentiva il recupero e la valorizzazione dei rifiuti.
Rimangono di competenza della Regione le attività di programmazione e di regolamentazione della gestione dei rifiuti, mediante l'adozione del piano regionale e di direttive e criteri tecnici anche ad integrazione con quelli emanati dallo Stato. E' prevista la concessione di contributi per la riduzione dei rifiuti e il completamento del sistema integrato dei rifiuti urbani.
Sono attribuite alle Province le funzioni amministrative concernenti la programmazione, l'organizzazione e il controllo della gestione dei rifiuti a livello provinciale, le funzioni autorizzative in materia di rifiuti e di oli usati, compreso il rilascio dei provvedimenti per il trasporto transfrontaliero dei rifiuti.
Le competenze dei Comuni sono definite nell'ambito della L.R. n.
44/00.
L'attività di gestione dei rifiuti urbani deve essere realizzata tramite un sistema integrato, articolato su base provinciale, costituita da un complesso di attività e di interventi che permettono di ottimizzare i servizi, separando le funzioni di governo e coordinamento dalla gestione operativa dei servizi stessi.
La gestione dei rifiuti urbani, quindi, si organizza in ambiti territoriali ottimali, coincidenti con i territori delle Province piemontesi, nei quali devono essere realizzati e gestiti gli impianti tecnologici di recupero e smaltimento dei rifiuti, ivi comprese le discariche. Tali ambiti sono a loro volta suddivisi in uno o più bacini. I Comuni dello stesso bacino assicurano l'organizzazione in forma associata dei servizi, attraverso le forme obbligatorie previste dal D.lgs. n.
267/00.
Considerate le finalità di autosufficienza regionale stabilite dal D.lgs. n. 22/97, per ciò che riguarda lo smaltimento dei rifiuti urbani è previsto il divieto di smaltimento in impianti piemontesi di rifiuti prodotti in altre regioni salvo specifici accordi regionali.
Per quanto riguarda l'organizzazione della gestione dei rifiuti speciali, sono previste la riduzione dei rifiuti alla produzione, la gestione dei rifiuti speciali in piattaforme polifunzionali, le discariche come fase finale del ciclo dei rifiuti trattati o inerti, infine, sono definiti i criteri per lo smaltimento dei rifiuti sanitari.
Ai Comuni sedi di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani speciali, pericolosi e non, è dovuto dai gestori degli impianti un contributo annuo minimo relativo alla quantità di rifiuti trattati.
Analogamente, il contributo è previsto anche per le Province sedi di impianti di incenerimento e di discarica di rifiuti urbani, speciali pericolosi e non, ad esclusione dei rifiuti inerti.
Per i casi di mancato rispetto della presente legge e delle prescrizioni attuative, sono previste sanzioni amministrative.
La V Commissione ha svolto ampie consultazioni con Enti ed Associazioni interessati e ha esaminato a fondo l'articolato con metodo estremamente analitico che è durato mesi, ma che ha portato ad un testo finale organico integrato ed aggiornato.
Particolare attenzione è stata posta alla tutela dell'ambiente.
Tra le competenze della Regione la promozione della gestione integrata dei rifiuti è stata finalizzata anche all'ottimizzazione della riduzione dell'uso degli imballaggi, prevedendo accordi con la grande distribuzione.
Sono state aggiunte, inoltre, competenze relative: all'individuazione di forme di semplificazione amministrativa per enti e imprese che adottino sistemi di gestione ambientale all'incentivazione dello sviluppo di tecnologie pulite, della valorizzazione dei rifiuti, dell'utilizzo del materiale riciclato, della produzione di beni di consumo ecologicamente compatibili alla riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti tramite la promozione di accordi di programma e la concessione di contributi ed incentivi a soggetti privati e per la rilocalizzazione degli impianti di trattamento sulla base dei criteri stabiliti dal piano regionale, nel rispetto della regola comunitaria del "de minimis".
Analoga attenzione è stata precisata nella definizione del piano regionale, che ha lo scopo di promuovere la riduzione dei rifiuti e che deve contenere le indicazioni relative alla riduzione alla fonte degli imballaggi e alla gestione dei rifiuti da imballaggio.
Si è dato, inoltre, incarico alla Regione di istituire apposite borse di studio finalizzate all'ottimizzazione della gestione dei rifiuti e di regolamentare il passaggio da tassa a tariffa; le informazioni ai Comuni per la predisposizione dei piani finanziari, al fine dell'istituzione della tariffa, saranno fornite, invece, dalle Associazioni dei Consorzi di bacino.
Tra le competenze delle Province è stato precisato che la verifica dell'attuazione del programma provinciale di gestione dei rifiuti possa avvenire anche tramite gli osservatori provinciali.
Per quanto riguarda i Comuni, si è previsto l'obbligo di prevedere nei propri strumenti di pianificazione urbanistica l'inserimento delle infrastrutture finalizzate alla raccolta differenziata.
Le funzioni relative alla gestione delle informazioni sui rifiuti e raccordo con gli Enti locali sono state attribuite all'osservatorio regionale dei rifiuti che opera su scala regionale e coordina gli osservatori provinciali.
Ulteriori attenzioni verso la tutela ambientale sono state apportate precisando che il Sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani si basa anche sul compostaggio domestico (art.8) e che i Servizi di bacino e di ambito sono svolti anche secondo criteri di tutela ambientale, con particolare attenzione ai costi ambientali (art. 10) E' stato precisato che nel programma provinciale possa essere prevista la costituzione di un bacino per ciascun Comune con popolazione superiore a 500 mila abitanti (art. 11). Per quanto riguarda la definizione degli organi del Consorzio di bacino, è stato fatto un rinvio a quelli previsti per i Consorzi dal D.lgs. n. 267/00. Sono stati riscritti con maggior dettaglio gli impegni che il Consorzio di bacino deve ottemperare entro centottanta giorni dalla sua costituzione ed è stato previsto che la Provincia provveda, in via sostitutiva, a garantire il governo delle funzioni, in caso di inerzia dei Consorzi, anche con un Commissario ad acta. Inoltre, in conformità con il principio della separazione delle funzioni di governo da quelle di gestione operativa, queste ultime devono essere svolte nelle forme previste dal D.lgs. n. 267/00.
Per quanto riguarda gli obiettivi di raccolta differenziata di cui all'art. 24 del D.lgs. n. 22/97, la Commissione ha previsto che sia il Consorzio di bacino ad assicurarne il raggiungimento in ciascun Comune prevedendo agevolazioni a favore dei Comuni in proporzione ai risultati raggiunti. In merito al mancato raggiungimento di tali obiettivi da parte di Comuni che hanno una produzione media pro capite di rifiuti inferiore di almeno il 35% rispetto alla media regionale, dovuta anche a pratiche di riduzione di rifiuti alla fonte, è stato sostituito l'aumento del tributo per il deposito in discarica con la sanzione amministrativa da 5 euro (lire 10 mila) a 10 euro (lire 20.000) per abitante all'anno.
Per la gestione dei rifiuti prodotti dalle strutture sanitarie si fa riferimento a quanto previsto dal decreto ministeriale 26 giugno 2000, n.
219. E' previsto, inoltre, che le indicazioni e i criteri regionali per la gestione dei rifiuti sanitari siano diffusi anche tramite corsi di formazione per il personale delle strutture sanitarie.
I contributi a favore di Comuni e Province (art. 16) sono stati messi in riferimento alla quantità di rifiuti espressa sul quintale invece che sul chilogrammo, per permettere una riconversione corretta da lire in euro.
Le sanzioni incamerate dalle Province (art. 17) sono destinate al completamento del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani e a favore dei Comuni per le agevolazioni previste in proporzione agli obiettivi di raccolta differenziata raggiunti.
La norma finanziaria è stata riscritta e riguarda la conferma di capitoli e relativi stanziamenti già iscritti sul bilancio regionale per l'anno 2001, la conferma di stanziamenti di capitoli ridenominati, il mantenimento a bilancio di capitoli per la sola gestione dei residui l'istituzione di nuovi capitoli nello stato di previsione della spesa.
Nelle norme transitorie (art. 19) sono state aggiunte norme relative al piano regionale e ai programmi provinciali, al ruolo delle Province nelle more dell'Associazione dei Consorzi di bacino, al ruolo delle società controllate dagli Enti locali nella gestione operativa dei rifiuti urbani per un periodo transitorio di otto anni prima che la gestione dei servizi sia effettuata secondo le forme del D.lgs. n. 267/00. Ulteriori norme riguardano gli oneri previsti dalla legge urbanistica e le spese per l'esercizio dei poteri sostitutivi e per le domande relative al trasporto transfrontaliero di rifiuti.
Particolare attenzione, infine, è stata posta nei confronti della tecnica legislativa in base alla quale è stato rivisto l'intero testo. Per fare pulizia legislativa è stato abrogato anche l'art. 13 della L.R. n.
39/96, il quale in parte modificava la legge n. 59/95, di cui il presente disegno di legge propone l'abrogazione, ed in parte è risultato superato ed assorbito dal presente testo.
L'aggiunta di un articolo finale, denominato "Norme di coordinamento" ha permesso di coordinare la legislazione vigente con il contenuto del presente disegno di legge in ogni caso in cui sono citate la legge n. 59/95 e la legge n. 39/96 di cui si propone l'abrogazione.
La V Commissione ha licenziato il testo con voto favorevole a maggioranza al termine di un esame minuzioso ed ora ne sollecita l'approvazione da parte di questa assemblea.



PRESIDENTE

La seduta si può concludere, come avevamo concordato, per quanto riguarda il lavoro sull'argomento con la relazione introduttiva. Il dibattito si svolgerà nella prossima seduta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ho ancora una serie di argomenti iscritti all'o.d.g. perché tutti richiamati dai presentatori ai sensi dell'art. 34 del Regolamento, il quale al comma 4 stabilisce che "le proposte di legge richiamate in aula dai proponenti, ai sensi del Regolamento, devono essere discusse entro 30 giorni".
Si tratta di provvedimenti per i quali questo termine è già oltrepassato. Naturalmente, non penso di metterli in discussione adesso perché non sarebbe riguardoso rispetto alla materia che viene proposta dai relativi provvedimenti. Sono tutti allegati all'o.d.g., ma siccome per due provvedimenti è intervenuta una richiesta di riproposizione in Commissione qualora dovessero esserci altri provvedimenti che vogliamo riproporre in Commissione, la procedura può essere svolta con una votazione, sottintesa all'unanimità, da parte dell'aula.
I provvedimenti sono i seguenti: proposta di legge n. 11: "Istituzione di un marchio etico di certificazione dei prodotti ottenuti senza impiego di lavoro minorile e lavoro nero", presentata dalla Consigliera Suino in data 27 marzo 2001, che rimane in aula proposta di legge n. 20: "Tutela della persona che lavora da violenze morali e persecuzioni psicologiche nell'ambito di attività lavorativa" presentata dalla Consigliera Suino proposta di legge n. 51: "Istituzione del distretto floricolo per il Lago Maggiore", presentata dalla Consigliera Manica proposta di legge n. 211: "Sostegno e valorizzazione del sistema delle piccole librerie", presentata dal Consigliere Tapparo disegno di legge n. 295: "Modalità gestionali, organizzative e di funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte della Liguria e della Valle d'Aosta", presentato dall'Assessore D'Ambrosio proposta di legge n. 297: "Sviluppo in Piemonte del sistema di trasporto pubblico filoviario per ridurre l'inquinamento atmosferico ed acustico e per migliorare la mobilità urbana ed extraurbana", presentata dal Consigliere Tapparo proposta di legge n. 285: "Pulizia dei fiumi", presentata dal Consigliere Pedrale proposta di legge n. 230: "Iniziative per la diffusione della cultura e delle capacità operative per il migliore utilizzo delle reti di telecomunicazioni e dei connessi servizi", presentata dal Consigliere Tapparo proposta di legge n. 369: "Norme sull'istituzione e il funzionamento di una casa da gioco di interesse regionale nella provincia di Vercelli" presentata dal Consigliere Pedrale.
Questi sono i provvedimenti che rimangono in aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo sulla proposta di legge n.
51 riguardante il distretto floricolo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Avevo già detto in occasione del rinvio dalla Commissione e in una riunione dei Capigruppo, che riteniamo non sia oppor tuno procedere alla trattazione di quella proposta di legge - e l'ho già detto alla Consigliera Manica - semplicemente perché vi è un altro progetto di legge in Commissione a mia firma e di altri Consiglieri, e un progetto di legge di iniziativa del Consiglio provinciale del VCO.
Ho dato parimenti - e la ribadisco qui - la piena disponibilità a ritornare in Commissione per cercare di fare un testo unificato, che sarebbe utile all'approvazione di una legge da parte del Consiglio regionale.
Differentemente, sarebbe difficile vedere approvata una proposta di legge di iniziativa del Gruppo DS, quando sono in giacenza un progetto di legge di iniziativa di un Gruppo della maggioranza e soprattutto nel massimo rispetto del Consiglio provinciale del VCO che - se non ricordo male - lo ha addirittura approvato all'unanimità, quindi anche con i voti del Gruppo DS.
Da un lato, ritengo che non sia produttivo, cioè non vedo la possibilità di approvare la proposta di legge, e, dall'altro, ribadisco la piena disponibilità a farlo immediatamente quando lo riterrà la Consigliera Manica in III Commissione.



PRESIDENTE

Prendo atto della proposta ed eventualmente nella prossima seduta valuteremo la restituzione del provvedimento alla III Commissione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 15.21)



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