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Dettaglio seduta n.247 del 20/09/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 11.12 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.30)



(La seduta ha inizio alle ore 11.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Botta Franco, Brigandì Caramella, Cota, Cotto, D'Ambrosio, Ferrero, Gallarini, Ghigo, Marengo Racchelli e Riggio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione della liberazione di Roma avvenuta il 20 settembre 1870 (Presa di Porta Pia)


PRESIDENTE

Cari colleghi, su proposta di alcuni Consiglieri e con l'intesa dei Presidenti dei Gruppi, vogliamo ricordare il valore storico, politico e simbolico del 20 settembre, anniversario della conquista, o liberazione, di Roma, avvenuta da parte dei fanti e bersaglieri del Regno d'Italia il 20 settembre 1870.
Il Consiglio Regionale del Piemonte aveva celebrato come uno dei suoi primi atti questa ricorrenza, nel centesimo anniversario dell'avvenimento il 20 settembre 1970, con un importante intervento del primo Presidente dell'assemblea, on. Paolo Vittorelli, che ricordava tutte le circostanze storiche (tra cui la sconfitta a Sedan di Napoleone III, già sostenitore della libertà dell'Italia, ma custode e garante, anche del diritto pontificio su Roma) che soltanto nove anni dopo l'unificazione italiana avevano consentito la conquista di Roma e con questo, il 21 luglio 1871, la sua designazione a capitale dello Stato.
Va ricordato, sulla strada dell'unificazione del Paese, il dolore dei piemontesi per il trasferimento della capitale dello Stato da Torino a Firenze, imposta dalla Convenzione italo-francese del 1864, non come "avvicinamento", ma come espressione di implicita rinuncia ad ogni pretesa su Roma.
La costruzione dello Stato nazionale è stata l'impresa storica del popolo italiano nel corso di un percorso lungo, eroico, denso di impegno ideale e politico, di aspre lotte, di drammatici contrasti come, dopo i cinquant'anni decorsi dai moti del '21 e i quaranta dai moti del '31 (più sanguinosi), la "breccia" di Porta Pia, e tutto il contrasto che contrappose le varie posizioni e, da ultimo, in modo aspro, lo Stato italiano al Pontificato.
Paolo Vittorelli concludeva la sua rievocazione del 20 settembre ricordando, di quel periodo e dei successivi, il contrasto tra la destra e la sinistra, tra i cattolici e i laici liberali e radicali e l'ira dei Fiorentini espressa dai loro giornali come L'opinione, soprattutto La Nazione, ma anche il disappunto di Giuseppe Ferrari che prevedeva l'impossibilità di convivenza in Roma delle due sovranità (quella del Papa e quella del Re). I cattolici, già in parte critici, assumevano la posizione di distacco - "né eletti né elettori" - ritornando poi all'impegno politico e parlamentare solo molti anni dopo, con il Partito Popolare e, in particolare, con il lavoro e l'impegno di Don Sturzo.
Abbiamo celebrato da poco a Torino il 296° anniversario dell'assedio di Torino e del successo del duca Vittorio Amedeo II e dei torinesi contro gli assedianti franco-spagnoli. Allora, in Piemonte c'erano il Ducato di Savoia, il Marchesato di Saluzzo e il Marchesato del Monferrato, oltre a diverse dominazioni dirette dai francesi.
Quando i grandi Stati europei, ed in particolare Francia, Inghilterra e Spagna, erano già tali e l'Austria addirittura un impero multietnico l'Italia, per citare Metternick, era ancora "una semplice espressione geografica".
Di qui, dalle caratteristiche di uno Stato che si costituì con il volere dei suoi popoli, la storia del Risorgimento, che si conclude il 20 settembre con l'occupazione di Roma, l'unità del Paese non è, quindi, solo una storia di dinastie e di eserciti, ma è una storia di moti popolari, di plebisciti e di scelte.
Così come, in seguito, va sottolineata la scelta della presenza del popolo nel determinare, prima l'Assemblea Costituente e, poi, con la celebrazione del referendum, la scelta del nostro tipo di Stato repubblicano.
Ci è sembrato giusto - l'abbiamo fatto molto brevemente - ricordare il 20 settembre 1870, in particolare ora che abbiamo di fronte un'altra fase dell'impegno per la modernizzazione dello Stato: attuare la riforma federalista; rivedere gli Statuti; affrontare, nello scenario europeo un'altra stagione di grandi riforme, magari ricordando, assieme ai protagonisti del Risorgimento liberale, da Cavour a Giovanni Lanza (Presidente del Consiglio all'epoca di Porta Pia), e radicale (come l'astigiano Brofferio, di cui celebreremo quest'anno il 200° anniversario della nascita), anche gli inflessibili repubblicani, quelli che ebbero ragione "dopo", come Ferrari, Mameli, il federalista Cattaneo e Mazzini (per dire solo i nomi dei più significativi), associando, in questa fase, a coloro che hanno "pensato" l'Italia, anche coloro che, in seguito, hanno pensato l'Europa, come Schuman, Adenauer, De Gasperi e Spinelli.
Colleghi, grazie per l'attenzione e buon lavoro per la giornata che ci attende.


Argomento: Problemi energetici

Esame disegno di legge n. 282 "Disposizioni in campo energetico. Approvazione del Piano regionale energetico ambientale" e atti di indirizzo collegati


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare all'esame del disegno di legge n. 282 di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola alla relatrice, Consigliera D'Onofrio.



D'ONOFRIO Patrizia, relatrice

Il disegno di legge presentato dalla Giunta nel marzo 2001 si colloca nell'ambito del processo di decentramento amministrativo, in particolare del D.lgs. n. 112/98. Fanno capo alle Regioni le funzioni amministrative di cui all'art. 30 di tale decreto legislativo. Sono attribuiti alle Regioni anche i compiti previsti dagli artt. 12, 14 e 30 della legge n. 10/91 nonché funzioni in attuazione del DPR n. 412/93, in materia di progettazione, installazione, esercizio, manutenzione e controllo degli impianti termici degli edifici, ai fini del contenimento dei consumi di energia.
Inoltre, è di competenza delle Regioni la predisposizione del Piano energetico regionale, come essenziale guida per la politica energetica propria e degli Enti locali. Il decentramento alle Regioni di compiti di pianificazione, indirizzo e controllo nel settore energetico consente di meglio strutturare le funzioni in materia energetica, nel rispetto delle attribuzioni agli Enti locali.
Le finalità del disegno di legge tendono ad una corretta gestione del sistema energetico regionale nelle sue diverse articolazioni, anche ai fini della salvaguardia dell'ambiente, della qualità della vita e del corretto uso del territorio.
In armonia con la L.R. n. 44/00 vengono riordinate nella materia "energia" le funzioni e i compiti ripartiti tra la Regione, le Province e i Comuni, attribuendo le funzioni in materia di controllo sul risparmio energetico e l'uso razionale dell'energia e, in particolare alle Province la redazione e l'adozione dei programmi di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico, l'autorizzazione all'installazione e all'esercizio degli impianti di produzione di energia il controllo sul rendimento energetico degli impianti termici.
Il disegno di legge definisce i contenuti del Piano regionale energetico-ambientale e disciplina la sua approvazione e quella del suo programma di attuazione. Tale piano costituisce lo strumento di programmazione diretto a raggiungere obiettivi di qualità in termini di produzione, trasporto, distribuzione e consumo di energia raccordati con tutti gli altri obiettivi ambientali attraverso una serie di azioni mirate.
Esso deve risultare dalla cooperazione tra i diversi soggetti interessati suscettibile di aggiornamenti che tengano conto del mutare degli eventi e della necessità di adeguamento di certi obiettivi.
E' previsto un Forum regionale per l'energia quale luogo di confronto e di concertazione tra la Regione, gli Enti locali, i rappresentanti delle Agenzie per l'ambiente e per l'energia nazionali e locali, delle categorie produttive, delle forze sociali, delle Associazioni ambientaliste, degli Atenei e degli Enti di ricerca sui temi di maggiore interesse ai fini della definizione degli obiettivi da perseguirsi e della loro traduzione in uno specifico programma di azioni.
Una norma transitoria è volta a garantire, per i bandi già emanati e non ancora conclusi, la salvaguardia finanziaria.
Il disegno di legge inizialmente è stato assegnato in sede referente alla VII Commissione e in sede consultiva alla I Commissione. Ben presto però, considerate le implicazioni ambientali del provvedimento, viene assegnato in sede consultiva anche alla V Commissione, che, per esprimere il parere di competenza, ha seguito l'esame in congiunta con la VII Commissione.
Dopo lo svolgimento delle consultazioni con gli Enti e le Associazioni interessate, gran parte degli approfondimenti hanno riguardato il rapporto tra energia e valutazione dell'impatto ambientale. A questo proposito, sono state fornite informazioni in merito agli atti amministrativi assunti dalla Giunta regionale relativi: all'istruttoria delle istanze per centrali termoelettriche di potenza superiore a 300 MW termici all'individuazione delle aree territoriali su cui possano formarsi aggregazioni di consumo di energia elettrica allo schema di accordo volontario-tipo quale strumento per la promozione di iniziative finalizzate al miglioramento del sistema energetico ambientale piemontese all'individuazione delle aree più sensibili all'inquinamento luminoso a favore dei Comuni montani per consentire il completamento della metanizzazione agli interventi ammissibili a contributo carbon tax al capitolato per l'appalto di fornitura del servizio-energia e di realizzazione di interventi di efficienza energetica al servizio di pubblica illuminazione per la realizzazione di interventi di efficienza energetica e contenimento dell'inquinamento luminoso ai programmi europei relativi alla promozione dell'efficienza energetica (Save II) e dell'energia non nucleare (Joule-Thermie).
Ulteriori approfondimenti hanno riguardato il Protocollo d'intesa della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome per il coordinamento delle politiche finalizzate alla riduzione delle emissioni dei gas-serra nell'atmosfera, il Protocollo d'intesa per la VAS applicata al Programma triennale di sviluppo della rete di trasmissione nazionale e l'elenco centrali termoelettriche oggetto della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.
Le Commissioni V e VII hanno più volte rilevato l'opportunità di chiarire il ruolo che spetta alla Regione, in sede di elaborazione della politica energetica, anche in seguito alle modifiche del Titolo V della Costituzione, che inserisce tra le materie di legislazione concorrente la produzione, il trasporto e distribuzione nazionale di energia. Hanno rilevato, inoltre, l'opportunità di verificare quale sia il potere del Piano regionale, in relazione alle richieste di autorizzazione alla costruzione di nuove centrali elettriche di competenza statale. Su tali problematiche è stato interessato anche il Presidente della Giunta regionale, in qualità di Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni.
Infine, in risposta alla richiesta che l'esame dell'articolato si accompagni ad una riflessione più ampia sugli indirizzi ai quali il Piano dovrà essere impostato, è stata svolta prima del licenziamento un'informativa sulle linee guida propedeutiche alla stesura del Piano stesso. Sono stati in tal modo illustrati gli obiettivi di massima che il Piano dovrà perseguire: sviluppo di fonti energetiche alternative e rinnovabili ricorso alla termovalorizzazione dei rifiuti e al recupero energetico del biogas riduzione dell'intensità dei prelievi energetici riduzioni delle emissioni delle centrali termoelettriche e conseguente riconversione riduzione dei consumi di energia e di emissioni inquinanti nel settore dei trasporti incentivazione dei progetti sperimentali con particolare riferimento all'utilizzo di metano e idrogeno graduale dismissione dei siti nucleari esistenti in Piemonte sviluppo delle reti di trasmissione dell'energia.
Per quanto riguarda, nello specifico, l'esame dell'articolato, non sono state molte le modifiche introdotte durante l'istruttoria.
Nell'ambito delle competenze regionali sono state esplicitate le funzioni riservate alla Giunta e al Consiglio regionale (artt. 2 e 6); tra le finalità del Piano energetico-ambientale, la riduzione dei consumi energetici è stata affiancata all'aumento dell'efficienza nei settori produttivo, abitativo, terziario e dei trasporti (art. 6).
Tra gli strumenti di politica energetica (art. 8) sono stati inseriti i sistemi di gestione ambientale, con particolare attenzione alla registrazione comunitaria Emas e alla certificazione ISO-14000. In merito all'istituzione, presso Finpiemonte, di un fondo rotativo per il credito agevolato per sostenere interventi in materia energetica, è stato precisato che tali progetti devono rivestire particolare interesse pubblico, per contenuto innovativo, efficienza energetica e minore impatto ambientale in attuazione degli obiettivi del Piano regionale energetico-ambientale e in corrispondenza dei criteri e requisiti fissati dal programma di attuazione del Piano.
La norma finanziaria è stata riscritta, a seguito del parere espresso dalla I Commissione, per adeguarla alle previsioni della legge di contabilità regionale.
La Commissione, inoltre, sentita la posizione espressa dall'Assessore ha ritenuto che la concessione degli aiuti previsti dall'art. 2, comma 1 lettera g), e dall'art. 8 debba essere disposta solamente dopo il parere favorevole dell'Unione Europea.
Infine, si rileva che particolare attenzione è stata posta nel controllare la stesura del testo secondo la tecnica legislativa. La verifica della ricaduta normativa, conseguente all'abrogazione della legge regionale n. 19/84, ha portato, per pulizia legislativa, anche all'abrogazione di ulteriori leggi: la legge regionale n. 31/84 e la legge regionale n. 79/89.
Ottenuta, quindi, l'espressione del parere consultivo favorevole da parte della V Commissione, la VII Commissione, ritenendo di aver espletato tutti gli approfondimenti possibili in merito alla materia, ha licenziato il disegno di legge a maggioranza. Se ne raccomanda ora una sollecita approvazione da parte di questa assemblea consiliare.


Argomento: Problemi energetici

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta di sospensione dell'esame del disegno di legge n. 282. Richiesta verifica numero legale


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani sull'ordine dei lavori.



RONZANI Wilmer

Vorrei sommessamente far notare che, trattandosi di una legge per elaborare il Piano energetico regionale, sarebbe necessario che a questa discussione fossero presenti i Consiglieri della maggioranza che governa questa Regione, perché dando uno sguardo all'aula, senza nulla togliere alla presenza dei Consiglieri della maggioranza presenti, credo sia indecente lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi. E' difficile pensare che sia possibile cominciare una discussione generale in queste condizioni.
Siccome si è parlato del Piano energetico come di uno strumento fondamentale, vorremmo che a questa affermazione corrispondesse una presenza d'aula adeguata all'importanza del provvedimento oggi in discussione.



PRESIDENTE

La Presidenza si associa, non ad un richiamo particolare a qualcuno, ma nel sollecitare la presenza di tutti i Consiglieri che risultano firmatari del registro di presenza. Oggi i congedi sono numerosi e il numero legale è 25.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Al di là dei toni e del richiamo all'indecenza, dato che ognuno ha la propria immagine di quanto possa essere decente o indecente, è indubbio che oggi la maggioranza non è presente con il numero legale.
Già in sede di Conferenza dei Capigruppo avevamo rappresentato che, con la presenza del Capo dello Stato, ma soprattutto con la concomitanza del Congresso dell'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia, sarebbe stato difficile garantire la presenza. Siamo stati convocati e i Consiglieri convocati (ed io sono uno di quelli, e con me un numero significativo anche se non sufficiente, dei Consiglieri della maggioranza) siamo qui presenti.
Quindi, signor Presidente, vista la convocazione della Conferenza dei Capigruppo alle ore 14.30, in concomitanza con i lavori d'aula, sul tema degli spazi sulla televisione nazionale (argomento che richiede una discussione di almeno due ore), proporrei di sospendere i lavori del Consiglio alle ore 14.30. Tale richiesta è dovuta, più che altro, per una forma di rispetto verso chi non partecipa ai lavori della Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Come sempre le sue indicazioni sono ispirate da valutazioni di buon senso istituzionale.
Il Consigliere Cattaneo ha avanzato una proposta che tiene conto di una giornata particolarmente fitta di impegni istituzionali. Magari Consiglieri, in altre occasioni non ricorreremmo in questa situazione, ma oggi certamente sì.
Chiedo se ci sono altre osservazioni.
Il Consiglio era convocato per una seduta unica, quindi non si tratta di modificare il calendario, ma possiamo proseguire i lavori fino alle ore 14.30, lasciando l'intervallo opportuno per la Conferenza dei Capigruppo e non proseguendo con i lavori del Consiglio nel pomeriggio.
Si può anticipare la seduta della Commissione Statuto alle 15.30 in modo che anche quel lavoro possa avere uno spazio all'interno di un calendario che, collocato alle ore 17.00, rendeva perigliosa la partecipazione di molti.
Se non ci sono osservazioni in merito, cominciamo la discussione con questo indirizzo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Osservazioni da parte del sottoscritto ce ne sono. Non ritengo trascurabile, politicamente, l'assenza dall'aula di così tanti Consiglieri di maggioranza e non concordo su un modo di ordinare i nostri lavori che faccia finta di nulla.
Per quanto mi riguarda, le convocazioni che ho ricevuto sono quelle che fanno fede, quindi non accetto cambiamenti di convocazioni, se non nei termini regolamentari: se la Commissione Statuto è convocata per le ore 17.00, sarà alle 17.00, se la Conferenza dei Capigruppo è convocata per le 14.30, sarà alle 14.30 e via dicendo.
Chiederei inoltre la presenza del numero legale per iniziare la discussione di questo importante disegno di legge; se è necessario posso proporre una votazione di inversione dei punti all'o.d.g.
Non penso sia questo il problema, ma siamo in un'aula convocata in modo corrente per lavori correnti e se qualcuno non è venuto, pazienza.
Facciamo la verifica del numero legale e lavoriamo se lo possiamo fare altrimenti facciamo altro.



PRESIDENTE

Dal punto di vista della procedura, abbiamo una convocazione unica fino alle ore 17.00, ma possiamo interrompere i lavori quando lo decidiamo come assemblea o quando le circostanze numeriche lo dovessero imporre.
Per quanto riguarda la convocazione della Commissione Statuto, nella stessa c'era già scritto alle ore 17.00 o comunque alla chiusura della sessione dei lavori. Dobbiamo affrontare la prima parte del lavoro sul provvedimento. L'orientamento, mi pare di cogliere dal punto di vista dei numeri dei Consiglieri di maggioranza, è di proseguire con i lavori del Consiglio non oltre le 14.30.
Aprirei la discussione sul provvedimento all'o.d.g.
Permettetemi di leggere la convocazione della Commissione Statuto: "La convocazione della Commissione Statuto è per le ore 17.00. L'orario della seduta della Commissione potrà essere anticipato nel caso i lavori del Consiglio terminassero prima".
Quest'ultima parte è una proposta che non ho messo in discussione, ma solo illustrato. Eventualmente, dovremmo parlare uno a favore e uno contro sulla proposta di chiudere i lavori del Consiglio alle 14.00 e convocare la Commissione Statuto a partire dalle 15.30.



(Il Consigliere Contu chiede di intervenire)



PRESIDENTE

Il Consigliere Contu voleva intervenire per altro?



CONTU Mario

Presidente, per una questione regolamentare.
Il Capogruppo dei Comunisti Italiani ha chiesto la verifica del numero legale. Siccome non siamo in prossimità di una votazione e visto che inizia la discussione su un provvedimento di legge molto importante, mi associo alla richiesta e chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

La richiesta di verifica del numero legale può essere accolta in prossimità di una votazione. Adesso non siamo in prossimità di una votazione perché abbiamo aperto la discussione, fatto la relazione introduttiva, quindi dobbiamo iniziare il dibattito. Non possiamo neanche iscrivere altri punti all'o.d.g.
Appena abbiamo terminato una prima fase, passiamo, dal punto di vista del Regolamento, all'adempimento.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo sia messa ai voti la sospensione dell'esame di questo provvedimento di legge.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la sospensione deve essere richiesta prima dell'inizio della discussione.
Leggo il Regolamento: "La questione pregiudiziale, cioè che un dato argomento non debba discutersi. prima che abbia inizio la discussione. Il Presidente ha tuttavia facoltà di ammetterle anche nel corso della discussione qualora la presentazione sia giustificata da nuovi elementi emersi durante l'inizio del dibattito".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Chiedo che la verifica sia fatta per appello nominale, con il procedimento elettronico.
Ho fatto un intervento per aiutare nella responsabilità istituzionale che compete ad ogni Consigliere regionale assegnato a quest'aula indipendentemente se eletto in questa o in quella lista, indipendentemente se appartenente alla maggioranza o all'opposizione: il numero legale è una condizione di lavoro del Consiglio regionale a cui tutti i Consiglieri regionali devono concorrere.
Se l'opposizione, a fronte di una proposta precisa della maggioranza che non ha ammesso una propria difficoltà, ma ha esplicitato, in modo riscontrabile ed oggettivo, che una serie significativa di Assessori Consiglieri regionali, il Presidente Cota e il Presidente Ghigo sono assenti in quanto è presente nella città di Torino il Capo dello Stato.
Inoltre in concomitanza ai lavori d'aula, si sta svolgendo un Convegno nazionale dell'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia in una Regione che conta più di mille Comuni e una serie significativa di Consiglieri regionali che sono anche amministratori comunali; se questa opposizione dicevo, non ha la sensibilità e con un escamotage chiede di votare la sospensione del provvedimento o quant'altro e vuole fare saltare il Consiglio regionale semplicemente per dire che la maggioranza è in crisi lo faccia pure, noi siamo qui con senso di responsabilità.
Abbiamo fatto una proposta corretta, nell'interesse della Regione e del Piemonte, sapendo, per chi ha lavorato in Commissione, che questa legge non potrà certamente essere approvata nella giornata odierna, soprattutto se il Consiglio regionale verrà sospeso alle ore 14.30. Se si vuole andare a casa, si vada a casa. Se non c'è il numero legale, noi non possiamo farci niente.
Signor Presidente, abbiamo avanzato una proposta corretta, di buon senso e istituzionale: se non viene accettata e vogliono andare a casa benissimo, ci vediamo alle 14.30 alla Conferenza dei Capigruppo e alle 17.00 in Commissione Statuto. Per quanto mi riguarda, si proceda alla verifica del numero legale.
Credo che quanto abbiamo detto sia riscontrabile - il Presidente me ne darà atto - e mi sembra che sia semplicemente nell'interesse della Regione Piemonte.
Se qui, invece, si vuole soltanto lavorare contro, non avanzare proposte e cercare di evidenziare una carenza della maggioranza, che oggi non c'è, si faccia pure, si proceda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Le parole del Capogruppo di Forza Italia hanno certamente una loro forza e un loro fondamento, però bisognerebbe vedere il quadro e il clima nel suo complesso.
Per quanto riguarda un primo aspetto, quando la scorsa settimana questa seduta è stata convocata credo che gli impegni importanti fossero già stati calendarizzati ed eravamo a conoscenza della riunione dell'Associazione dei Comuni e di una serie di altri appuntamenti.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, il provvedimento che stiamo per affrontare è stato sollecitato dal governo regionale e anch'io ritengo che abbia un certo livello di importanza.
Per quanto riguarda il terzo aspetto, questo andrebbe detto in un quadro di rispetto del ruolo del Consiglio regionale. Noi siamo in un Consiglio regionale che, per esempio, in materia sanitaria, ci vede mortificati a provvedimenti di grande cambiamento senza poter in qualche modo incidere.
Nello specifico, visto in questo contesto, il collega Cattaneo ha ragione, ma, in senso generale, è anche una reazione di autodifesa. Voi, in qualche modo, avete una maggioranza iper premiata dal sistema elettorale infausto; avete sollecitato questa riunione per affrontare un provvedimento vostro che ritenete rilevante; la centralità del Consiglio è solo evocata qualche volta nelle riunioni della Commissione Statuto, ma, al lato pratico, viene mortificata, ho citato l'esempio della sanità. Nel vostro atteggiamento c'è una contraddizione: dovete decidere cosa volete fare. Non siamo stati noi a sollecitare questa seduta, siete stati voi per approvare un provvedimento. Quindi, da un lato, mi sembra ingiusto.
Credo che, tecnicamente, la verifica del numero legale, al di là dell'inizio, debba essere richiesta quando si affrontano delle votazioni questa dovrebbe essere la tecnica.
Se poi il Presidente, che non vuole farne una guerra e uno scontro diplomatico, vuole addivenire alla richiesta del collega Chiezzi, ci sono tutte le ragioni, ma le responsabilità non possono essere scaricate sulla minoranza o sull'opposizione: c'è la maggioranza che ha grandi responsabilità in questo passaggio.



PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare alla votazione per appello nominale.
Consentitemi, come Presidente, di auspicare che la votazione ci assicuri i numeri per poter continuare questo tipo di lavoro, che - lo sottolineo - consiste nella discussione di un provvedimento, almeno fino a quando non ci saranno elementi di difficoltà o di contrasto sui contenuti della stessa proposta.
Non vado oltre all'auspicio. Spero che si passi a precise sollecitazioni, ma auspico che la verifica ci consenta di proseguire i lavori.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Indìco pertanto la votazione, mediante procedimento elettronico, per la verifica del numero legale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 votanti 22 hanno votato SI' 3 Consiglieri hanno votato NO 18 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Si constata la presenza del numero legale.


Argomento: Problemi energetici

Esame disegno di legge n. 282: "Disposizioni in campo energetico. Approvazione del Piano regionale energetico ambientale" e atti di indirizzo collegati (seguito)


PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale sul disegno di legge n. 282.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi e Assessore, forse il tempo trascorso prima di affrontare questo provvedimento è servito, in qualche misura, a capire di più in quale contesto.



(Scampanellio da parte del Presidente)



TAPPARO Giancarlo

Mi sembra che il passare dei mesi e il non aver affrontato questo provvedimento, ma l'essersi in qualche modo assestato il tema dell'attuazione del Titolo V relativamente alle materie concorrenti esclusive, in questo caso la materia dell'energia, possa averci dato qualche elemento in più. Avrebbe anche potuto, e in questo senso non ho visto ancora nulla da parte della Giunta, arricchire il provvedimento, in queste ore e in questi giorni, ancora di qualche emendamento, perché, così com'è nato, il provvedimento, per alcuni aspetti, può essere datato.
Potremmo arricchirlo di alcune considerazioni in modo che il ruolo della Regione in materia energetica sia precisato meglio.
A questo proposito, avevo insistito per invertire il dibattito dando spazio prima alle competenze regionali. Si tratta di capire come, in materia energetica, si sta definendo il confronto e il braccio di ferro tra Regioni e Governo centrale e centralista. Non ho mai sentito strillare i colleghi della Lega su questo centralismo in materia energetica da parte del Governo nazionale, ma questo sarebbe un fatto concreto che si potrebbe dominare subito, non sono cose astratte o lontane o più difficili da inquadrare.
Ma tant'è, per la legge dei numeri noi ci troviamo a dover affrontare il provvedimento.
Il provvedimento, sostanzialmente, è diviso in due parti.
La prima parte riguarda l'attuazione delle competenze della Regione delle Province e dei Comuni; ed è una parte che giustamente si può normare e non credo che ci siano grandi novità se non per quanto riguarda le competenze della Regione. La seconda parte è quella che impropriamente il testo definisce, creando anche degli equivoci: "Approvazione del Piano regionale energetico ambientale". Qui, ci troviamo dinnanzi all'approvazione dei meccanismi che permettono, di volta in volta ciclicamente, di poterlo affrontare.
Credo che questo non sia il Piano regionale. Il Piano regionale lo dovremmo poi costruire. Altrimenti, se così fosse, è chiaro che l'emarginazione del Consiglio regionale in questa materia sarebbe totale in quanto il programma d'azione della Giunta, con una lontananza siderale dal Consiglio regionale, è quello che sostanzia le cose.
Quindi, o si dice chiaramente che questa tornata è solo l'intelaiatura procedurale, nella quale sviluppare e definire di volta in volta, quando ci saranno, nel tempo, gli appuntamenti, i Piani regionali energetici, oppure se oggi siamo in sede di discussione del Piano regionale, francamente mi pare abbia maglie troppo larghe e lasci al programma d'azione specifico un ampio margine di azione e di isolamento del ruolo del Consiglio regionale.
Oggi noi, con questo documento, tentiamo di affrontare i vari temi dell'energia, ma ce n'è uno principe che evochiamo: come governare la localizzazione dei grandi insediamenti che producono energia, partendo dalle centrali termoelettriche. Lo dico all'Assessore che è alle prese con due Regioni di confine molto animose in materia energetica: la Liguria che vuole installare nell'ex area di Cengio una centrale non termoelettrica, ma a carbone, e la Lombardia che ne ha due. Tutto questo succede ai confini del Piemonte, senza possibilità di dominare.
Quindi, nel rapporto a livello nazionale, si pone il problema di un'interregionalità degli approcci, altrimenti rischiamo di ottenere qualcosa di estremamente rigoroso sul nostro territorio, mentre a pochi chilometri dal confine si fanno delle scelte a forte impatto, come quella del carbone. Dietro al carbone c'è una scelta strategica del Paese, che io rispetto e non contesto. Contesto però la scelta ubicativa che, in qualche modo, scarica, come succedeva per l'ACNA di Cengio, gli oneri sulla Regione.
L'altro punto, che mi sembra ancora vuoto, è il ruolo che giochiamo nel rapporto tra esigenze energetiche della nostra Regione e produzione. Non sono a favore dell'autosufficienza, perché questa, secondo me, non è un fatto necessario; forse è un'esigenza più legata al rapporto con l'economia e l'occupazione. Oggi, infatti, vediamo restringersi l'apparato produttivo per una serie di ragioni; ad esempio, ci comunicano che la sede della SAI viene trasferita da un certo Ligresti a Firenze. La questione passa nel totale silenzio, perché siamo alle prese con la bellissima raccolta di quadri che la famiglia Agnelli dona alla collettività piemontese, con l'arrivo del Salone del Gusto, con le Olimpiadi, con l'arretramento di Porta Nuova; ed intanto avvengono tutti questi fatti che impoveriscono il Piemonte.
Il problema di massimizzare la produzione di energia elettrica potrebbe essere visto in questo senso. Non è disdicevole non essere autosufficienti ma oggi lo si potrebbe essere perché è una ricchezza che si produce, ma bisogna governarla politicamente, inserirla e porla come un problema che rientra nel Piano regionale e nella nostra discussione.
Poi ci sono altri temi. Non voglio entrare nel merito del trasferimento alle Province e ai Comuni, perché "i buoi sono già scappati dalla stalla".
Le Province hanno fatto carte false per ottenere poteri autorizzativi molto elevati per quanto riguarda le centrali termoelettriche.
Il termodistruttore che vogliono costruire in provincia di Torino incorpora in sé una centrale termoelettrica, che ha una potenzialità tale che noi, come Regione, non entriamo "in palla" per poter dire qualcosa perché sta all'interno delle procedure autorizzative della Provincia di Torino.
Per quanto riguarda il Piano regionale, chiederò - e lo farò con qualche emendamento - di fare chiarezza, perché è troppo sbilanciato, ha un potere sul programma d'azione rispetto a quello che sta nelle maglie di un Piano regionale che si chiami così e che veda la Regione in un ruolo attivo.
C'è poi il Forum regionale dell'ambiente, per cui c'è una concertazione. Torno a dire che, se viene fatto in modo maldestro, questo tipo di concertazione sottrae - e lo dico anche al Presidente della Commissione Statuto ad abundantiam - potere al Consiglio regionale. O il Consiglio regionale viene inserito strutturalmente nel Forum - il Presidente o l'Ufficio di Presidenza, qualcosa e qualcuno - altrimenti è un altro punto su cui l'Assessore ci scodellerà le cose che hanno deciso al Forum. E non vorremmo mica metterci contro il Forum? Non saremmo mica così irriguardosi - ci diranno! C'è anche un accrescimento del ruolo della Finpiemonte, ma dove finirà questa implementazione del ruolo della Finpiemonte? Lo pongo solo come interrogativo. Anche questa è un'occasione per fare crescere la qualità.
Oggi c'è stata un'interessante audizione sull'inquinamento luminoso, a cui erano presenti gli istituti del CNR e dell'Università. In materia energetica, la crescita e la qualificazione della certificazione, della qualità e delle misurazioni, fa parte di una necessità che sta all'interno del Piano, come interrelazione con la ricerca, molto stretta l'una all'altra.
Concludo con due considerazioni.
Il collega Chiezzi ha presentato un'iniziativa - che è la stessa che avevo presentato in Parlamento - che riguarda la valutazione dell'impatto occupazionale delle scelte che si fanno nelle varie materie, quando in materia energetica la si può vedere.
Un Ente audito ha parlato di valutazione dell'impatto economico di queste scelte. Se realizziamo queste centrali, queste dighe, bisognerebbe attivare un meccanismo per avere una contabilità dell'effetto economico.
Concludo ribadendo che c'è un problema interregionale che ci sfugge.
Non è presente nella proposta che discutiamo, ma è un tema che, con i casi che ho citato, dovremmo, in qualche modo, recuperare, e il governo regionale dovrebbe farsene carico.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore e Presidente, hanno avuto ragione i colleghi che hanno sottolineato come ci fosse una certa distrazione - che, in parte, continua ad esserci - su questo tema. Al di là delle schermaglie, è una questione proprio di rilevanza e di importanza del tema.
In assoluto, questo è uno dei provvedimenti più importanti da discutere in questa sede, e il tutto avviene in un silenzio imbarazzante, con l'assenza imbarazzante di alcuni colleghi e dei media.
Detto questo, noi siamo comunque disponibili ad entrare nel merito almeno di una prima discussione, che potrà andare avanti anche con gli emendamenti nelle prossime sedute, auspicando che questo tema ritorni prestissimo in Consiglio, proprio per l'importanza dell'argomento e per il rispetto dovuto a chi - in questo caso, l'Assessore Cavallera e i suoi uffici - ha svolto un lavoro che riteniamo apprezzabile.
Infatti, da parte nostra, c'è un apprezzamento generale, perch l'aspetto prioritario per la Regione Piemonte era ed è che il Piano diventi tale prima possibile, e questo è lo strumento indispensabile che ci porta nella direzione di dotare la Regione di un Piano. Quindi, un apprezzamento perché quella è la priorità.
Abbiamo dichiarato in Commissione, sia in quella referente che nell'altra, che avremmo fatto l'impossibile, come opposizione, per non ostacolare e per accompagnare, con la nostra visione chiaramente in parte diversa, l'esito migliore possibile del provvedimento, considerando per che la priorità in assoluto è l'urgenza del provvedimento stesso.
Così non è stato, perché comunque è da mesi che giace in o.d.g. Questo lo riteniamo riprovevole ed imbarazzante; non va certamente imputato alla relatrice, alla presentatrice del provvedimento o all'Assessore, va imputato semmai all'Ufficio di Presidenza e ai lavori generali.
Perché, quindi, un apprezzamento generale? Perché questo è lo strumento che consente di definire le procedure e di andare verso la pianificazione come atto importante e come compito istituzionale della Regione, dunque non soltanto una gestione spiccia che in qualche modo ha caratterizzato storie recenti.
Vi è un forte ritardo, che però pagheremo, e questo ovviamente è uno dei limiti; vi è pure un'assenza di strumenti di analisi, come abbiamo già detto in Commissione, presentando anche degli emendamenti nel merito Assessore, perché continuiamo a ritenere che gli strumenti e i documenti richiesti per l'analisi e per l'accompagnamento obbligatorio al Piano siano ancora parziali. Vorremmo che ci fosse uno sforzo maggiore.
Dal nostro punto di vista, avrebbe più senso allargare ad una macroarea, visto che i bacini energetici non corrispondono a quelli amministrativi, anche perché i problemi che citava il collega Tapparo sono reali: quanto incide sulla Liguria, sulla Lombardia, sulla Valle d'Aosta o sul vicino confine francese porta inevitabilmente delle significative ripercussioni sul nostro territorio.
Detto questo, siamo però assolutamente convinti che questo provvedimento debba essere guardato con un'attenzione diversa per l'importanza del tema e per lo sforzo che è stato fatto, perché cerca di applicare la direttiva dell'Unione Europea del 17 giugno 2001. Le procedure di valutazione e di piano garantiscono che gli effetti siano considerati prima dell'adozione per prevedere soluzioni più sostenibili ed efficaci, e questa dovrebbe essere in qualche modo la linea portante.
E' chiaro che questo provvedimento si inserisce in un quadro che non è per niente di ottimismo e che condizionerà fortemente il nostro approccio conclusivo al voto, perché è un quadro generale di questo Paese e del Governo in carica che si caratterizza con sbagli energetici gravissimi come tutto quanto collegato al decreto "sblocca centrali", come tutti i provvedimenti collegati alla miriade di centrali termoelettriche che sorgono come funghi e sulle quali le Regioni, alla faccia del federalismo non hanno voce in capitolo o ne hanno molto poca. E questo è un dato gravissimo.
In un territorio vicinissimo alla sede nella quale ci confrontiamo stamane, abbiamo un'area che prevede una presenza che oscilla da nove a quindici possibili nuove fonti di emissioni che, combinate insieme, possono provocare dei danni gravissimi alla salute e all'ambiente. Mi riferisco all'area del Volpianese e del Chivassese, ma ce ne sono altre. Chiaramente questi sono problemi che inficiano fortemente un giudizio, anche se di massima positivo, di orientamento e di attenzione nei confronti di questo provvedimento.
Ovviamente, il provvedimento si pone l'obiettivo di disciplinare nel modo più corretto la gestione del sistema energia della Regione nelle sue diverse articolazioni, anche ai fini della salvaguardia dell'ambiente infatti, ha avuto un'attenzione positiva da parte di tutte le varie realtà ambientaliste e un'attenzione positiva da parte di chi si occupa della salute pubblica, ma anche dell'uso corretto del territorio. Vengono individuate le competenze per le Regioni, le Province e i Comuni; vengono definiti i contenuti del Piano che approva sostanzialmente il Consiglio mentre la parte programmatica è data all'attuazione della Giunta; viene formalizzato il Forum, che è uno strumento che riteniamo possa diventare nevralgico e importante per l'attuazione del Piano; viene istituito un fondo rotativo che ha una sua novità e una sua rilevanza.
Noi individuiamo una serie di nodi che abbiamo espresso sotto forma di emendamenti e che sono sostanzialmente sintetizzabili in questo modo: un coordinamento dei diversi settori di programmazione per la sostenibilità il sostegno economico strategico per le politiche di innovazione tecnologica è scarsissimo, quasi irrilevante, Assessore, e lei ne è assolutamente consapevole, e non solo sul versante degli impianti tecnologici alternativi.
Non dimentichiamo che qualche mese fa 108 premi Nobel hanno firmato un documento congiunto; gente che la pensa in modo assolutamente diverso ha firmato un appello per contrastare il surriscaldamento del pianeta. Non dimentichiamo che una realtà come quella che ci ospita, la realtà torinese ha un aumento progressivo che va oltre il 7% di surriscaldamento; la stessa ARPA, nel rapporto annuale sulla Regione Piemonte, parla di costante aumento delle emissioni gas-serra e di incremento dei consumi energetici in dieci anni del +13%. Ciò significa che, a parità di ricchezza PIL erogata in questo Stato, ben diversa è l'oscillazione in crescita - paurosa - dei consumi energetici. Diventa quindi essenziale risparmiare, razionalizzare i consumi energetici e non continuare a prospettare la costruzione di nuove centrali elettriche.
Noi crediamo che questo provvedimento e soprattutto la legge finanziaria di questa Regione avrebbero potuto e dovuto prevedere uno stanziamento più significativo, ma - ripeto - è quasi inesistente proprio per questa parte: l'occupazione ambientale (che potrebbe essere una bella risposta significativa e moderna), le fonti alternative, gli impianti tecnologici.
Così non è: pochi soldi alle Province anche per la promozione delle fonti rinnovabili. Pertanto, i nostri emendamenti si concretizzano su questi temi, cercando di cogliere lo spirito in itinere di costruzione perché questo non è il Piano, ma è lo strumento che consente di andare verso il Piano. Pretenderemmo, vorremmo, data anche l'attenzione che come minoranza abbiamo dedicato a questo provvedimento, perché siamo ben consapevoli che su questi temi la schermaglia politica non ha molto senso che uscisse un provvedimento il migliore possibile, che fissa dei paletti che definisce delle regole e poi con tali regole in qualche modo si andasse a ragionare.
Confidiamo che nel dibattito sugli emendamenti si possano ancora apportare dei correttivi; è evidente però, Assessore, che questa potrebbe anche essere un'isola felice dal punto di vista energia, ma deve tenere conto di quelle che sono le scelte strategiche generali. Il Governo Berlusconi sta andando in ben altra direzione: lei lo rappresenta e questo condizionerà fortemente il voto conclusivo e il dibattito nel merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Sicuramente siamo di fronte ad una legge importante che arriva in ritardo.
Questa è una legge che aspettiamo perché permetterà, una volta approvata, di elaborare il Piano regionale sull'energia, quindi un settore fondamentale, un settore che ha un'importanza enorme rispetto al modo in cui impostiamo il futuro delle nostre comunità.
E' una legge che pensiamo debba essere approfondita, ma anche approvata con sollecitudine, nel senso che se non facciamo questo non possiamo poi fare gli atti successivi. Nello stesso tempo, è una legge datata: la stessa Giunta ha dovuto introdurre degli emendamenti perché nel frattempo il quadro si è modificato.
Credo sarebbe utile, per la stessa discussione generale l'illustrazione degli emendamenti presentati dalla Giunta, perché, al di là degli emendamenti che presenterà la minoranza, cercano di superare gli elementi datati di questa legge e di aggiornarla alle modifiche che sono avvenute a livello costituzionale.
Questa legge è importante perché definirà il contesto in cui elaboreremo il Piano e il rapporto tra la nostra elaborazione e quella nazionale, più generale.
Da questo punto di vista, la relazione contiene un'inesattezza, cioè non comprende i contenuti del Piano. Questa legge è importante perch interviene in un settore rilevante; tra l'altro, negli ultimi anni, questo settore ha visto una liberalizzazione, che, a mio avviso, è stata accolta con troppa leggerezza. Si parla di energia e non di qualsiasi altra merce quindi coinvolge, da una parte, il diritto dei cittadini ad avere energia e, dall'altra, l'evoluzione del territorio in cui viviamo. Per questo motivo, è una scelta azzardata liberalizzare un settore così delicato.
Molti Paesi che hanno assunto questa decisione si sono trovati in difficoltà. Il più grande scandalo finanziario degli Stati Uniti è legato alla produzione di energia, perché si considera una merce come tante altre su cui speculare. La California, negli anni scorsi, si è trovata di fronte ad un'enorme difficoltà legata alla politica di privatizzazione dell'energia, così come l'Inghilterra.
Ci troviamo ad esaminare un settore in cui sono state compiute delle scelte pericolose e sbagliate. Il Piano dovrebbe avere la funzione di governare questo settore. Per tutti questi aspetti, credo non sia secondario il fatto di capire come ci rapportiamo con questi elementi.
Molti Consiglieri facevano riferimento al fatto che ci sono decine di richieste di autorizzazioni per la costruzione di centrali elettriche nel nostro territorio, che, sicuramente, vanno oltre le necessità del territorio medesimo. Al di là di questo, credo sia importante capire se con l'approvazione di questa legge, possiamo intervenire sull'iter già in corso.
Non solo le leggi che riguardano la giustizia devono poter intervenire sull'esistente, perché magari c'è qualche processo da salvare, ma anche leggi di questo genere devono poter intervenire su devastazioni di cui pu essere soggetto il territorio. Dobbiamo verificare se esistono spazi per poter intervenire su decisioni già assunte.
Poco fa ricordavo che siamo in un contesto in cui, negli ultimi tempi la liberalizzazione ha portato ad una serie di richieste di aumento della produzione di energia, che, a mio avviso, è da contrastare per molte ragioni. Nel Piano, così come nella legge, si dice che il risparmio energetico è un elemento che ci deve guidare, ma, secondo me, deve essere applicato anche alla produzione di energia sia per la qualità, cioè il modo in cui viene prodotta, sia per la quantità, ossia conoscere il modo in cui viene prodotta. Una legge che parla di risparmio energetico non può non tenere conto del numero di centrali elettriche che vanno a stanziarsi sul territorio. Se permettiamo la costruzione di numerose centrali elettriche oltre ad avere uno spreco di energia, rischiamo di determinare una crisi all'interno del mercato della produzione.
Rifacendomi a quanto affermato da altri Consiglieri, devo dire che in questa legge è molto importante il ruolo del Consiglio, perché questo argomento ha importanza anche dal punto di vista democratico.
Concludo dicendo che è necessario che la Giunta illustri gli emendamenti, per dare un quadro esauriente alla proposta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, il nostro Consiglio è per una parte afono, perché, come sempre più spesso succede, affrontiamo discussioni impegnative come questa che vengono aperte dalla relazione di una collega della maggioranza, ma, ad un certo punto, hanno uno svolgimento strano, perché chi interviene solitamente è l'Assessore competente e i Gruppi di minoranza.
Questa questione rende giustizia alle tante caricature fatte dei nostri dibattiti, cioè di un'opposizione che in Consiglio farebbe soltanto ostruzionismo. Quando si fanno queste affermazioni varrebbe la pena riportare alla mente il dibattito che si svolge oggi, ad esempio, dove i Gruppi di minoranza, in Commissione prima e in Consiglio poi, hanno avviato una dialettica con l'Assessore. Alcune volte anche con gli Uffici. Questa dialettica non si intreccia con il contributo di Consiglieri di maggioranza.
Per questo motivo, parlo di un Consiglio afono, perché c'é una parte che non si sente assolutamente vincolata da una discussione che, invece sarebbe utile perché potrebbe arricchire il provvedimento che stiamo discutendo.
La collega Suino ha detto molto bene: "Oggi non stiamo discutendo il Piano, ma la legge la cui approvazione consentirà l'elaborazione del Piano energetico". Consideriamo l'approvazione di questa legge uno strumento importante. Naturalmente le leggi sono perfettibili. Abbiamo svolto e svolgeremo anche in quest'aula un'attività emendativa per migliorare il provvedimento, perché pensiamo che questo provvedimento possa essere migliorato, ma lo riteniamo uno strumento fondamentale per dotare il Piemonte di una politica energetica e quindi un Piano senza il quale mancano i riferimenti programmatici necessari per fare una politica energetica degna di questo nome.
Naturalmente, tutto ciò, e cioè la discussione su tale legge, avviene in un contesto di profonda trasformazione.
Parliamo di Piano energetico e di politica energetica in una fase nella quale potranno intervenire, nella rete, diversi gestori; L'Enel sarà costretta o comunque venderà nel prossimo futuro una serie di centrali e dovendo noi decidere la politica energetica, siamo chiamati a compiere delle scelte. Saranno quelle scelte che dovranno ispirare, da qui in poi la legislazione della nostra Regione.
Vi è un mercato in profonda trasformazione, nel quale ci saranno vari soggetti italiani, ma non soltanto; ricordo che L'Edf ha già stipulato degli accordi con alcune società italiane (ad esempio, la FIAT) per diventare uno dei grandi produttori di energia di questo Paese, ma c'è anche un panorama in trasformazione per quanto riguarda la legislazione e le competenze.
Alcuni colleghi hanno ricordato che la riforma del Titolo V della Costituzione ha trasferito una parte di tali competenze in capo alle Regioni; peccato che i colleghi della Lega oggi siano assenti, avrebbero dovuto venire qui e puntare i piedi, perché hanno vinto le elezioni e stanno nella maggioranza in nome della devolution e del federalismo! Abbiamo incominciato questa legislatura discutendo di una delibera che avrebbe dovuto consentire il referendum su una serie di temi e oggi loro avrebbero dovuto aprire una polemica con il Governo nazionale, perché su questa materia il Governo ha approvato un decreto che sottrae una parte della competenza alle Regioni, in materia di politica energetica.
Fortunatamente, il Parlamento ha operato una correzione relativamente alle centrali sopra i 300 megawatt e l'ha operata perché alcune Regioni hanno aperto un conflitto di attribuzioni o minacciato di farlo di fronte alla Corte Costituzionale.
Una parte di queste competenze è stata sottratta e, per quanto riguarda le centrali sopra i 300 megawatt, sulle quali il Governo federalista di Bossi voleva decidere a prescindere dalle Regioni - questo era il loro obiettivo - il Governo Berlusconi-Fini-Bossi ha presentato un decreto in Parlamento che è stato convertito in legge, il quale nella prima lettura prevedeva che su centrali di questa portata non ci fosse il parere delle Regioni.
Immaginate che razza di Piano energetico avremmo potuto mai discutere! Un Piano energetico nel quale, su materie come queste, di fronte a localizzazioni di quella potenza, la Regione non poteva dire nulla! C'è stata una battaglia parlamentare, si è strappato il meccanismo dell'intesa con le Regioni, nel senso che le centrali sopra i 300 megawatt vanno realizzate d'intesa con le Regioni; si è aperta una discussione su cosa significhi questa intesa, cioè se essa sia vincolante oppure no.
Chiedo pertanto all'Assessore Cavallera, in che modo, in quale contesto di programmazione, sulla base di quali scelte la nostra Regione darà l'intesa, giacché - come sapete, l'ha ricordato il collega Tapparo - è stato avviato un procedimento che il nuovo decreto prevede sia un rapporto diretto tra la società che presenta il progetto e il Ministero, bypassando la Regione e modificando la precedente normativa.
Voglio capire in che misura concederemo l'intesa con il Governo, su quali centrali, sulla base di quali obiettivi. Diversamente, rischiamo che l'intesa non risolva il problema.
Io lo immagino come uno strumento con il quale la Regione dovrebbe condizionare la propria adesione e, ovviamente, l'assenso a questa o a quell'intesa per realizzare questa o quella centrale. Deve stare dentro ad una politica di programmazione e ad una politica energetica che il Piano dovrà elaborare, ma - ripeto - vorrei che l'Assessore ci dicesse come, alla luce delle modifiche introdotte nel decreto legge, la Regione intende concertare questa eventuale intesa.
Naturalmente, ritengo che il Piano sia lo strumento sul quale avviare una discussione. Oggi stiamo discutendo una legge quadro che definisce competenze e ruoli, stiamo discutendo di questo in un quadro di profonda trasformazione e alla luce del fatto che il Parlamento ha approvato un provvedimento, chiamato "sblocca centrali", in cui fortunatamente si è inserita la norma sull'intesa tra Regioni e Governo. Certamente, però, il nocciolo della questione è rappresentato dal Piano energetico.
Ritengo che le scelte di fondo debbano essere quelle di una politica energetica che privilegi uno sviluppo sostenibile, all'interno del quale va collocato il discorso riguardante le fonti rinnovabili, di una politica energetica che punti a una riduzione dei consumi e che utilizzi le tecnologie che oggi abbiamo a disposizione, che ciascuno faccia la propria parte per ridurre i consumi.
C'è un modo concreto per combattere l'effetto serra al quale ciascuna Regione, ciascun Ente locale, ciascuna famiglia può contribuire e c'è la possibilità di fare in modo che, definito un quadro di riferimento, il Piano energetico regionale e tutta la legislazione regionale tengano conto di tali obiettivi.
Sarebbe davvero strano se noi non informassimo tutta la legislazione regionale delle scelte che sono contenute nel Piano energetico: penso, ad esempio, al significato e al valore che può avere, per una Regione come la nostra, la politica dei trasporti.
E' evidente che assumere come vincolo la scelta di potenziare un certo tipo di trasporto, pubblico o non pubblico - ma, in questo caso, penso essenzialmente a quello pubblico - ha un impatto formidabile sui consumi e sulla politica energetica. Non possiamo, una volta approvato il Piano energetico, non tenere conto degli obiettivi che vi indichiamo e quindi dell'esigenza di fare in modo che la politica e la legislazione regionale (non soltanto alcuni comparti di essa) siano compatibili e conformi alle scelte che abbiamo indicato.
Un Assessore ai trasporti non può non tenere conto del fatto che abbiamo elaborato e definito un certo Piano e una certa politica energetica regionale.
Credo, poi - e concludo, ma su questo torneremo con gli emendamenti presentati - che il Forum sia uno strumento positivo. Vorrei che su questo ci intendessimo, perché non si può, quando fa comodo, proporre il Forum per avere una sede in cui concertare le politiche energetiche e poi immaginarlo come strumento speculare all'attività della Giunta.
Io, al contrario, immagino che il Forum abbia una propria autonomia e sia una sede nella quale andare a una vera concertazione, a un confronto sulle opzioni che vanno compiute e che poi ci sia la responsabilità politica e una sede politica in cui decidere.
La sede non può essere quella del Forum, che io vedo come strumento di confronto per fare in modo che la politica energetica sia una politica concertata.
Ciò premesso, dopo aver affermato di condividere quanto ha detto la collega Suino, rinvio alla discussione sull'articolato una serie di emendamenti che riteniamo necessario proporre per modificare e migliorare questo provvedimento.
Ho detto, Presidente, di constatare sempre di più come il Consiglio sia afono, per una parte; lei giustamente, con grande senso di responsabilità ci ha invitati a proseguire la discussione e noi, per dovere verso l'istituzione, l'abbiamo fatto e stiamo dando il nostro contributo, per quanto siamo capaci, come Consiglieri di minoranza.
Le segnalo, però, che qui non c'è soltanto una maggioranza che in molti casi non garantisce il numero legale (pur avendo 41 Consiglieri), ma che c'è anche una maggioranza afona, che ha perso, cioè, la capacità e la voglia di parlare di questi argomenti. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Il provvedimento in oggetto, anche lungamente discusso in incontri con Comitati piemontesi che trattano questioni energetiche, è per certi versi come spesso avviene per i provvedimenti sul tema ambientale, anonimo, nel senso che non ha la capacità di entrare nel merito dell'argomento. E' un provvedimento atteso da tutta la regione; in parecchi incontri, infatti nei quali eravamo presenti io e l'Assessore, sono giunte sollecitazioni affinché si riuscisse a portare in aula questo disegno di legge.
Lo sforzo di tutte le opposizioni è quello di cercare di ragionare con la maggioranza e con l'Assessore per far comprendere i limiti e le possibilità di miglioramento di questo disegno di legge. Purtroppo, come spesso accade, non c'è rispondenza da parte della maggioranza. Pare che quest'ultima abbia scelto la linea guida di tacere e di lasciar fare all'Assessore di turno, in questo caso l'Assessore Cavallera, senza intervenire, forse per paura di allungare la discussione, e senza riconoscere al disegno di legge il valore da noi attribuito.
Com'è stato più volte ricordato, riteniamo che il disegno di legge così proposto, dia un rilevante potere alla Giunta, contribuendo, come in altre occasioni, alla diminuzione, di fatto, dei poteri legislativi del Consiglio, declinando alla Giunta tutte le decisioni concrete.
Per questi motivi, quando sarà il momento di votare, voteremo solo un testo che presenta una cornice labile, il cui interno sarà dipinto dalla Giunta, con i colori che riterrà di usare.
Uno dei nodi più pressanti da risolvere in campo energetico è il problema delle centrali termoelettriche. Essendoci stata molta richiesta in Piemonte di centrali termoelettriche, ci si chiede come si comporterà il governo del Piemonte, con questo disegno di legge, di fronte a queste richieste e se con queste disposizioni sarà in grado, non di mettere un freno indiscriminato alla costruzione di nuove centrali, ma riuscire ad individuare criteri in base ai quali stabilire se le centrali serviranno o meno.
Ulteriore quesito riguarda il problema delle centrali idroelettriche nelle valli alpine. Si tratta di impianti che, come l'Assessore sa, trovano la loro giustificazione nell'attuare centrali termoelettriche. Sappiamo che centrali termoelettriche e centrali idroelettriche sono strettamente connesse in quanto con una centrale idroelettrica da 40 watt posso trovare giustificazione per costruire una centrale termoelettrica da 800 watt (per la regola del 2% di energia pulita da produrre per ogni chilowatt di energia non pulita).
Il discorso è strettamente connesso perché, se avremo la fioritura di tutte le centrali idroelettriche sulle nostre valli alpine, oltre ad avere problemi ambientali dovuti all'impoverimento dell'acqua dei fiumi (perch bisogna ricordare che il fiume vive sull'acqua e non solo sulle sponde) alla fine si avrà un aumento dell'emissione di CO2, in quanto costruiremo centrali termoelettriche che caricheranno, con i loro fumi, l'atmosfera di anidride carbonica.
Quindi, nel momento in cui si ragiona sul Protocollo di Kyoto sull'inevitabile riduzione delle emissioni, se non interveniamo in maniera oculata e corretta porremo le basi per un aumento di CO2.
Questo è un dato di fatto inequivocabile.
L'aumento del CO2 avrà riflessi anche a livello nazionale perché le centrali termoelettriche sono permesse da un decreto, su scala nazionale che di fatto supera la potestà pianificatrice della Regione.
L'art. 5 del disegno di legge detta le finalità che dovrebbe avere il futuro Piano regionale emanato dalla Giunta e non più dal Consiglio. In questa fase, dovremmo, quanto meno, costruire un quadro più preciso, perch tutti i punti elencati (individuazione dei presupposti, aumento dell'efficienza, sviluppo della produzione di energia, riduzione dei consumi, miglioramento dell'efficienza dei sistemi) sono privi di parametri che permettano al Consiglio di dire: "Sì, il Piano lo predispone la Giunta però individua delle possibilità in base alle quali il Consiglio può sapere come giudicare il Piano".
Se si vuole lasciare questo potere decisionale nelle mani della Giunta è necessario chiarire quali sono i termini di sviluppo della produzione in base a questa scrittura, come si può capire se la Regione fa proprio o no l'indirizzo di puntare sull'aumento della produzione di energia con fonti rinnovabili. Non abbiamo criteri di individuazione.
Licenziando questo documento non possiamo sapere quanto potere diamo alla Giunta. Licenziando questo provvedimento, come è stato scritto, il Consiglio non è in grado di capire se la Giunta predisporrà il Piano energetico ambientale, se si muoverà in un certo tipo di ottica o di indirizzo piuttosto che in un altro.
Potrebbe essere una decisione che la Giunta può assumere in proprio condivisibile o meno, quella di dire "punto sulla produzione di energia punto a produrre tutta l'energia possibile per vedere cosa farne, magari venderla ad altre Regioni".
Indicare con più precisione i contorni e far capire al Consiglio come sarà costruito il Piano energetico regionale potrebbe essere un primo passo verso una maggiore chiarezza.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Burzi, devo fare qualche comunicazione all'aula.
La Commissione Statuto è rinviata a mercoledì 25 settembre p.v. alle ore 12.00.
Adesso proseguirei con la conclusione del dibattito generale, la replica dell'Assessore, poi sospenderei la seduta.
Ricordo che i Capigruppo sono convocati in Sala Morando alle ore 14.30.
Sempre alle 14.30 l'Assessore Cavallera riceverà una delegazione di cittadini della Valle Lemme (possono partecipare tutti i Consiglieri che lo ritengono opportuno, in modo particolare quelli provenienti dalla provincia di Alessandria) per questioni che riguardano problemi ambientali per i quali hanno richiesto audizione al Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Semplicemente per capire gli impegni del pomeriggio.
Mi sono assentato dall'aula e non ho colto che sia stata sconvocata la Commissione Statuto.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, ho appena comunicato all'aula che la Commissione Statuto è stata rinviata a mercoledì prossimo, per cui non avrà luogo oggi.


Argomento: Problemi energetici

Esame disegno di legge n. 282: "Disposizioni in campo energetico. Approvazione del Piano regionale energetico ambientale" e atti di indirizzo collegati (seguito)


PRESIDENTE

In merito alla discussione generale sul disegno di legge n. 282, ha ora la parola il Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Parlo per fatto personale, molto minimale, di maggioranza.
Il Consigliere Ronzani provoca ed io condivido l'idea, come diceva Wilde parlando delle tentazioni che alle stesse si deve cedere, che alle provocazioni si deve rispondere.
Oggi non siamo silenziosi o afoni, come ha detto il Consigliere Ronzani e come è stato ripreso nel merito dal Consigliere Moriconi, ma semplicemente su questo tema non abbiamo niente da dire (può capitare che la maggioranza su alcuni temi non abbia niente da dire). E' una scelta metodologica che il Consigliere Ronzani contraddice. Lo dico con molta passione, perché il Consigliere Ronzani è uno dei Consiglieri che più appassionatamente interloquiva nelle Commissioni che frequentavo.
Mi spiego meglio. Credo di conoscere bene questo disegno di legge perché sono molto interessato all'argomento. Durante la campagna elettorale del 2000 ho sostenuto un interessante dibattito - almeno per me lo era coordinato da un Sottosegretario dell'allora Governo Amato.
Le mie idee, come sempre dovrebbe avvenire, sono state esposte all'Assessore competente; l'Assessore ha predisposto il provvedimento che ha ritenuto di fare, la Giunta l'ha approvato, il provvedimento è andato in Commissione, non frequentando la V Commissione non so quanto questo disegno di legge sia stato fermo lì, certamente non un giorno. Sono certo che se i membri della maggioranza avessero avuto, come un tema così importante potrebbe suggerire, altre cose da dire le avrebbero esposte all'Assessore Cavallera, il quale, normalmente, ha una capacità di attenzione molto più alta della media (magari non sempre condivide, ma sul sentire l'Assessore Cavallera ha dei voti eccellenti da sempre).
Noi non abbiamo niente da dire in aula, perché tendiamo, come ha detto non con sospetto, ma con felice scelta di parole il Consigliere Moriconi, a metterci il meno possibile per fare la parte del nostro lavoro. Il "meno possibile" sta nell'autonomia dei lavori di questo Consiglio.
La maggioranza attende i diritti dell'opposizione che vengono espressi nelle sedi consiliari; noi facciamo molto lesionismo in più sedi, non soltanto di aula, vediamo se possiamo evitare ulteriore danni, ma per scelta metodologica. Noi stiamo zitti perché abbiamo avuto tutte le occasioni per dire, se lo avessimo voluto, quello che avremmo voluto dire.
Se voi proporrete, come talora capita, elementi interessanti questi potranno essere sollecitati dall'Assessore o dai Capigruppo e su questi discuteremo ed interverremo. Mi sembra una modalità normale che un Consiglio dovrebbe seguire sempre: proprio per questo intervengo, perch qui non l'abbiamo mai.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Consigliere Burzi ha impiegato tre minuti per dire: "Chi tace acconsente". Poteva limitarsi a queste tre parole, invece, con la sua usuale verbosità, ha impiegato tre minuti per dire una cosa di questo genere.
Caro Assessore Cavallera, non mi farò portare a spasso da questo tentativo, da vecchio buon democristiano, di proporre un profilo basso del confronto politico, quasi che su questo tema, per qualche azione saggia e miracolosa, l'Assessore Cavallera abbia individuato una soluzione commestibile, politicamente per tutti. L'Assessore Cavallera, lo conosco da tempo, sviluppa potenti anticorpi della dialettica politica e ne sviluppa tanto più e tanto più virulenti quanto più le questioni che tratta sono questioni importanti. Quindi, l'Assessore Cavallera cerca sempre di sopire tanto più quanto gli avversari dovrebbero non essere sopiti, anzi dovrebbero stare con gli occhi ben aperti.
In questa legge la trappola c'è: è nascosta, sopita, avvolta nelle nebbie, ben congegnata da questo democristiano di lungo corso. La trappola è nascosta come tutte le trappole, ma c'è e io vorrei evitare il sorrisino di compiacimento all'Assessore al termine di questa legge mentre dice: "Beh, li ho menati per il naso, li ho portati a spasso".
Non mi faccio portare a spasso per due motivi.
In primo luogo, l'Assessore Cavallera è politicamente responsabile della gestione del tema energetico a livello del nostro Paese, che torna a centralizzare le grandi decisioni in capo al Governo e ad espropriare le comunità locali dalle decisioni che contano, che poi ai fini ambientali sono anche le più pesanti.
L'Assessore Cavallera, comodo comodo, fa parte di una coalizione che sta politicamente riportando l'Italia molto indietro rispetto ad una gestione corretta e democraticamente discussa delle risorse e di questo deve rendere conto. L'Assessore Cavallera non può fare la faccia buona, non può fingersi un Assessore che capisce questi problemi.
In secondo luogo, l'Assessore Cavallera presenta una legge con la quale, fosse approvata così com'è, questo Consiglio regionale non discuterà più di energia e di scelte energetiche se non nel testo qui presentato.
La legge nei primi articoli compone le competenze in capo a Regione Provincia e Comune, elenca i ruoli di questi tre soggetti istituzionali.
Poi, inizia il cuore della legge, che è illustrato anche nel titolo: "Approvazione del Piano regionale energetico. Procedure di approvazione".
L'Assessore Cavallera mette in atto questa trappola, definisce il Piano regionale energetico ambientale in modo ambiguo, banale, ovvio e privo di qualsiasi elemento concreto di riferimento, in modo da renderlo privo di elementi di indirizzo sicuro.
Una legge istitutiva del Piano regionale energetico ambientale siffatta, cioè assolutamente una scatolina buona buona, ben decorata, ma senza nulla dentro, permetterà all'Assessore Cavallera di presentare un Piano regionale coerente con queste maglie così indeterminate e così larghe, e nessuno potrà dirgli nulla. Io vedo già l'Assessore Cavallera che arriva con il Piano energetico ambientale, parente, se non gemello, del Piano sanitario originario presentato dall'Assessore D'Ambrosio, che era un Piano in cui si diceva: "Lavoreremo per la buona salute di tutti i piemontesi - punto - la Giunta vedrà come".
Qui siamo nella stessa identica situazione: l'Assessore Cavallera si predispone una situazione che gli consente di presentarsi in aula con un Piano vuoto. In aula dovrà farlo, perché, almeno questo, non riesce a sottrarre all'aula l'approvazione del Piano energetico, però lo sottrae nei contenuti indicando in questa legge che nel Piano energetico potrà esserci nulla.
Nell'articolo successivo, l'Assessore Cavallera ha introdotto due trappole. La prima concerne il programma relativo all'attuazione del Piano energetico, che se lo fa la Giunta. Il Piano energetico viene approvato dal Consiglio, cioè la scatolina buona e vuota, mentre la Giunta si approva il programma concreto; i numeri, i parametri, i riferimenti saranno lì, nel programma concreto. Questa è la prima trappola.
Per quanto riguarda la seconda trappolina, piccolina e ben utile l'Assessore Cavallera dice che il Piano energetico è quello che approverà il Consiglio, la Giunta regionale approva le scelte. Poi, l'Assessore Cavallera aggiunge, tra una riga e l'altra, che la Giunta regionale approva anche gli aggiornamenti al Piano energetico.
Allora, il fatto che il Piano energetico si componga di un piano energetico "a" e di un piano energetico "b", dove l'"a" viene approvato dal Consiglio e il "b" no, è una furbata, Assessore Cavallera! L'aggiornamento di un Piano energetico è la variante al Piano energetico. Se il Piano energetico viene approvato dal Consiglio, la variante al Piano energetico viene approvata dal Consiglio; non è che siccome fai la variante, la variante te la fai in Giunta! Questo è un trucchetto per dire che nel Piano energetico magari scrivo poco o nulla, in ogni caso, dovessi poi scrivere qualcosa, non passo dal vaglio del Consiglio, ma lo faccio direttamente come Giunta.
Quindi, questo elemento permette lo svuotamento del Piano energetico e consegna alla Giunta la possibilità di decidere le cose da fare, non solo ma anche le variazioni dello stesso Piano. Poi, a lato, c'è la nascita di un Forum con il quale la Giunta regionale discuterà le scelte. Nel Forum la Giunta regionale sarà costretta a discutere le scelte, perché, convocando soggetti pubblici e privati, associazioni, questi faranno sentire la loro voce e in quella sede ci sarà una discussione vera: peccato però che sia una sede completamente estranea al Consiglio regionale! Questo è il tentativo di svuotare il Consiglio regionale della possibilità di indicare scelte energetiche precise. Queste scelte vengono discusse fuori dall'aula regionale, quindi fuori da un dibattito tra le rappresentanze politiche della popolazione. Poi, si aggiunge ancora la solita finestrina della Finpiemonte, alla quale si delega il compito di individuare, con programmi e progetti, chi saranno i vari destinatari delle politiche.
Per questo motivo, abbiamo presentato insieme ad altri colleghi alcuni emendamenti. Denunciamo questa ossatura ostile ad un rapporto dialettico democratico all'interno del Consiglio regionale e battaglieremo per fare in modo - è possibile farlo - che il Piano energetico ambientale venga approvato in Consiglio e che, obbligatoriamente, in forza di questa legge contenga le scelte come Piano energetico, scelte che poi la Giunta trasformerà in atti concreti con i provvedimenti che possono essere di Giunta, sentite le Commissioni. Gli artt. 5 e 6 hanno bisogno di profondi cambiamenti. Vediamo se l'Assessore Cavallera rinuncia alle trappole o se continuerà a dirci che le trappole non ci sono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Credo che l'assemblea abbia fatto male - non so in quali termini sia stato posto - a non invertire l'ordine delle nostre discussioni.
A norma di Regolamento, si approva una legge e con essa si discutono le mozioni collegate. C'è un problema, però, Assessore: il Piano energetico regionale non è neutro rispetto al decreto Marzano e al decreto "sblocca centrali". Se non si rimuove il campo dai profili di illegittimità costituzionale e dal mancato recepimento delle direttive in materia definite a livello europeo, qualsiasi Piano energetico approvato da questa Regione non potrà che essere un atto di vassallaggio nei confronti del Governo centrale.
Quindi, riterrei preliminare alla possibilità di entrare nel merito del testo oggetto di discussione che l'Assessore riferisse all'aula sul contenuto della proposta di mozione che in pratica - mai discussa, ma certo a vostra conoscenza - invitava il Presidente della Giunta regionale a ricorrere alla Corte Costituzionale per impugnare quel provvedimento, che di fatto, toglie ogni potestà alle Regioni.
Sotto quale spinta è nato quel decreto? Lo leggiamo dalla relazione accompagnatoria: "Imminente pericolo di interruzione di fornitura di energia elettrica su tutto il territorio nazionale". E a un'emergenza si risponde con un decreto che ha le caratteristiche del provvedimento di emergenza.
E' un provvedimento che, a prescindere dalla filosofia di politica energetica nazionale che abbraccia, è palesemente illegittimo almeno per tre ordini di ragioni, e su questo, Assessore, credo che debba preliminarmente darci una serie di risposte, perché da questo potrà derivare un atteggiamento più o meno di accondiscendenza da parte delle forze politiche, almeno per quanto riguarda la nostra, su una parte di questo provvedimento.
Queste tre ragioni voglio citarle e attendo poi delle risposte dall'Assessore.
Il provvedimento si fonda sul presupposto di emergenza, che non esiste e questa emergenza che viene denunciata non giustifica comunque il decreto di urgenza, anche perché se va bene, stante l'attuale situazione, i tempi di costruzione e di messa in funzione di una centrale come minimo sono due anni, e da qui a due anni ho paura che questo Paese, se fossero veri questi presupposti, andrebbe al collasso.
Il provvedimento è in contrasto con il nuovo art. 117 della Costituzione. Bene ha fatto il collega Ronzani a sottolineare l'assenza della Lega; forse è una di quelle potestà, che noi pure abbiamo contestato meglio normate dal Titolo V della Costituzione, perché l'art. 117 assegna espressamente la produzione di energia alla competenza di legislazione concorrente delle Regioni. Ciò in pratica vuol dire che non spetta al Governo disciplinare le procedure autorizzatorie delle centrali termoelettriche - si badi, delle centrali termoelettriche di qualsiasi potenza - e quindi questo è un contrasto di fondo sul quale chiedo informazioni relativamente al ruolo svolto dalle Regioni nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni e se è a conoscenza dell'Assessore la notizia relativa all'impugnazione di quel testo presso la Corte Costituzionale, che mi pare sia l'organismo in grado di dirimere queste questioni, perché è fondamentale per definire il livello di concertazione oggi in atto possibile fra le Regioni e lo Stato. Però è anche in contrasto con la normativa sul VIA, che è pur vero che non è stata recepita con una legge apposita da parte del nostro Stato, ma una sentenza non tanto recente della Corte di Giustizia (causa n. 431/92) ha stabilito l'obbligo degli Stati ad adeguarsi a quella normativa, che prevede che la procedura di VIA debba concludersi con un provvedimento distinto e precedente all'autorizzazione principale dell'opera, che è chiaro il decreto Marzano potrebbe assolutamente, con la sua potestà autorizzativa, di fatto eliminare.
Quindi, credo che questo sia preliminare ad ogni altra nostra discussione.
E' chiaro che non ci possiamo sottrarre al merito. Assessore, credo che il quadro l'abbia definito molto bene il Consigliere Chiezzi. Ho riletto con attenzione il testo normativo: è una legge di metodo, priva di contenuti, perché di fatto cosa fa? Espropria ogni competenza dell'assemblea legislativa. E' una scatola, definisce alcune linee, ma non parla di politica energetica ambientale, rimandando ad un ruolo consultivo del Forum, che io preferirei chiamare Conferenza e magari definirlo meglio liberandolo dalle catene del solo potere consultivo, per trovare anche una forma istruttoria che non sia solo l'aspetto consultivo, ma che dia maggiori competenze, perché rappresenti una maggiore incisività nelle scelte che si vanno ad operare.
Sugli artt. 2 e 5 è già stato detto molto. Ma lei veramente, Assessore pensa di poter gestire il Piano regionale energetico senza un accordo interregionale in relazione ad un'attenta valutazione dei fabbisogni? E perché dentro questa legge, che è tutta di metodo sul piano delle procedure, prima di rendere attuativi quegli atti che la Giunta ha arrogato a sé, non si istituisce un organismo come questo? Quindi, su tutti i punti dell'art. 2 credo che bisogna evitare l'esautoramento dell'assemblea legislativa e la capacità quindi di poter decidere nel merito.
Lo sviluppo dei rapporti con i territori limitrofi sicuramente deve pienamente rientrare all'interno dell'art. 5; sulle formule regionali ci riserviamo una serie di emendamenti di merito, mentre per quanto riguarda l'art. 8 anche qui, rispetto al comma 6, credo che occorra ripensare con attenzione all'eccessivo potere attribuito alla Giunta in materia di Piano energetico.
Questo, in sintesi, il nostro atteggiamento. Ma io ritengo, Assessore che per garantire un buon prosieguo di questa legge ed una sua rapida approvazione debbano essere sciolti quei nodi di fondo, senza lo scioglimento dei quali chiaramente una legge siffatta potrebbe incontrare grosse difficoltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Certo, qualche riflessione sul funzionamento di quest'aula dovremmo farla! Noi siamo chiamati, come Consiglio, a legiferare e ogni volta che quest'aula discute un provvedimento c'è un disinteresse evidente, mentre è molto più attiva la partecipazione quando si leggono i comunicati di un Segretario o dell'altro, del Presidente che deve nominare, ma non nomina e così via. Certo, se la politica si riduce a questo, non sorprendiamoci se poi i cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni hanno un atteggiamento di sfiducia.
Non so se le sedute del Consiglio regionale siano trasmesse in internet; bene, io mi auguro che qualcuno veda, che qualche cittadino sia attento ai lavori del Consiglio regionale. Davvero non è simpatico quello che sta accadendo oggi e in altre occasioni. E l'atteggiamento e la risposta che c'è stata da parte del Consigliere Burzi e di altri, anche nell'ultima seduta consiliare, nei rapporti tra la maggioranza e la minoranza, il ruolo che deve avere la maggioranza e il ruolo che deve avere la minoranza: se non è questo il luogo dove ci si confronta, qual è? Certo anche la Commissione.
Prendiamo la Commissione o le Commissioni che hanno esaminato questo testo: io non ho sentito alcun intervento da parte di Consiglieri della maggioranza. Ora, è chiaro che la maggioranza deve avere fiducia nell'Assessore - ci mancherebbe ancora, perché l'Assessore è espressione della maggioranza che governa questa Regione - ma è evidente che è l'aula consiliare dove ci si deve confrontare e dove, attraverso il confronto, si cerca di migliorare i provvedimenti.
Noi stiamo cercando di farlo, lo abbiamo dimostrato più volte, e lo faremo anche nel corso del dibattito generale, ma entrando nel merito dell'articolato. Presenteremo degli emendamenti, come ha annunciato la collega Suino, perché vogliamo migliorare le parti che non condividiamo.
Alcune sono state evidenziate nel corso del dibattito, ma il nostro ruolo è quello di intervenire, confrontarci e migliorare i provvedimenti presentati dalla Giunta.
E' chiaro che noi ci auguriamo che gli emendamenti che presenteremo proprio perché vanno nella direzione di migliorare il provvedimento vengano accolti; sulla base di questo, decideremo il nostro giudizio finale, ma credo che il ruolo del dibattito consiliare sia questo.
Se continuiamo a dire che, invece, il ruolo dell'aula diventa un altro non so cosa veniamo a fare in quest'aula consiliare. Penso che su questo dovremmo riflettere. Faccio solo un auspicio: mi auguro che la replica dell'Assessore avvenga in un'aula più affollata e più attenta.
Quindi, Presidente, forse è il caso, dopo l'intervento del Consigliere Cattaneo, di sospendere la seduta, perché se è vero che questo è un provvedimento importante, come altri che abbiamo discusso in quest'aula, mi sembra sbagliato e scorretto che l'Assessore replichi di fronte ad un'aula quasi deserta. Questo è un provvedimento importante, e lo hanno ricordato altri colleghi. Stiamo definendo un quadro che stabilisce delle regole all'interno del quale dovremo poi definire il Piano energetico della nostra Regione.
Le riflessioni di carattere generale, anche nel merito del provvedimento, sono già state illustrate, ma ho ritenuto doveroso intervenire, perché quello che sta accadendo oggi nella nostra regione e nelle zone limitrofe è un fatto estremamente preoccupante e grave. Mentre discutiamo per stabilire delle regole e per arrivare ad una programmazione quello che sta avvenendo fuori da quest'aula fa a pugni con la programmazione.
Non c'è nulla che fa riferimento alla programmazione, e quel decreto cosiddetto "sblocca centrali" - pericoloso per l'impatto ambientale che pu avere nel nostro Paese - ha aperto una strada estremamente pericolosa per il futuro del nostro territorio. Lo ricordava prima il Consigliere Tapparo: ai confini con il Piemonte, a Cairo Montenotte, è stata presentata la proposta di costruire una centrale, e ci sono già le risposte, pubblicate dai giornali, dell'Assessore Cavallera. In un'area vicina al Piemonte, a Voghera, Sannazzaro, Casei Gerola, in provincia di Pavia, a pochi chilometri dai Comuni del territorio piemontese, si vorrebbero aprire tre centrali termoelettriche, e domande sono state presentate anche per aprirne a Spinetta Marengo e a Novi Ligure, in provincia di Alessandria.
Quindi, nell'arco di 15 chilometri, si vorrebbero aprire cinque centrali termoelettriche. Credo che tutto ciò non abbia nulla a che fare con una giusta programmazione energetica. Se c'è bisogno di maggiore energia nel nostro Paese, questa non è la risposta e non è il modo per affrontare il problema.
Ecco perché anche nel rapporto tra Regioni ci deve essere un chiarimento, perché è assurdo che la Regione Lombardia abbia in qualche modo avallato questa operazione e che la Regione Liguria avalli questa operazione. E noi, come Regione Piemonte, cosa diciamo? Cosa dovremmo dire di fronte a questa situazione? Dobbiamo reagire fortemente, come ha reagito la popolazione del territorio alessandrino, come hanno reagito le istituzioni della provincia di Alessandria e altre aree della nostra regione.
Ecco perché oggi possiamo compiere un atto importante se riusciamo a correggere quelle parti di provvedimento che non condividiamo. Ma credo che da quest'aula si debba sollevare una forte voce di protesta anche e soprattutto nei confronti del Governo, che su questo campo ha dimostrato che non vuole indirizzarsi verso una giusta programmazione, ma vuole aprire le porte a chiunque voglia costruire centrali termoelettriche sul territorio nazionale.
Quante sono? Sono centinaia le domande di aziende che vogliono costruire queste centrali. Per fare che cosa? Si vuole vendere energia, ma le reti per vendere energia agli altri Paesi ci sono o no? Sono domande rispetto alle quali dobbiamo dare delle risposte.
Penso che, da questo punto di vista, qualche motivo di riflessione debba esserci anche in quest'aula, nel momento in cui discutiamo un provvedimento che può avere la funzione di fare svolgere un ruolo alla Regione, se certe regole a livello nazionale verranno corrette, cosa importante per il nostro territorio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cantore.



CANTORE Daniele

Il collega Muliere è da un po' di sedute che ci fa la predica. Lo dico in modo simpatico. Penso però che tra di noi si debba anche chiarire ed utilizzare al meglio il tempo. Abbiamo affrontato questo provvedimento in più sedute di Commissione, dove maggioranza ed opposizione hanno potuto confrontarsi.
Nel momento del voto la maggioranza ha votato sì e l'opposizione ha rimandato all'aula non solo l'espressione del voto, ma anche - se non ho inteso male, come capita anche per altri provvedimenti - l'intenzione di spiegare perché era contraria al provvedimento, come è emerso questa mattina.
Se permette, collega Muliere, i richiami agli interventi della maggioranza, secondo me, cadono nel vuoto, perché è chiaro che se una maggioranza ha discusso all'interno dei propri Gruppi, ha discusso in Commissione, ha approvato il provvedimento presentato dall'Assessore, viene in aula convinta che il provvedimento stesso vada nella direzione giusta.
E' ovvio che tocca all'opposizione contestare la presunta bontà portata dalla Giunta e dalla maggioranza, ed ovviamente innescare un processo dialettico iniziato questa mattina. Mi chiedo: ma questo non vale anche per altri provvedimenti? E' utile intervenire nella discussione generale - è stato fatto e lo faranno membri della maggioranza - per fare una difesa d'ufficio, nel senso che si è d'accordo, e ribadire l'impostazione data dalla relatrice? E il merito non lo verificheremo poi negli emendamenti? Penso che quello sarà il momento in cui Giunta, maggioranza ed opposizione avranno la possibilità, nel concreto, di confrontarsi.
Penso che la discussione di questa mattina debba essere vissuta come inizio, peraltro previsto, perché era stato annunciato in Commissione. Non mi stupisce se non ci sono stati tanti interventi. Personalmente, ritengo scusate la franchezza - inutili gli interventi della maggioranza, perch non possono che seguire la traccia della relazione.
E' chiaro che nel merito degli emendamenti potremo su alcuni concordare e su altri essere contrari, ma è sugli emendamenti che il provvedimento vede veramente un confronto dell'aula consiliare; altrimenti, una domanda legittima potrebbe essere: "Perché abbiamo speso tante sedute di Commissione per discutere questo provvedimento?".
Credo che le discussioni in Commissione e la discussione di questa mattina in aula siano propedeutiche al traguardo del provvedimento e i vostri emendamenti siano la vera parte dialettica con la Giunta e con la maggioranza.
Devo dire che rimando la predica - lo dico in modo simpatico - del Consigliere Muliere. Penso che potrà misurare se questa maggioranza vuole contribuire a questo provvedimento quando entreremo nel merito degli emendamenti presentati dall'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Alcuni colleghi del mio Gruppo hanno già risposto alle questioni che sono state sollevate - come ricordava poc'anzi il Consigliere Cantore - dall'opposizione riguardo alla metodologia del dibattito su questa importante legge. Come hanno fatto altri Consiglieri voglio ricordare che questa legge è molto importante per la Regione Piemonte, perché tutti siamo sensibili al comparto dell'energia.
Il settore relativo all'energia, va ricordato, è collocato in un ambito estremamente ampio, quello dell'ambiente, su cui la nostra forza politica e la nostra maggioranza si è sempre attivata. Devo dire che questo è stato possibile anche grazie all'attività quotidiana di un Assessore che, oltre ad avere il merito di una lunga militanza nei partiti moderati l'Assessore Cavallera è in quest'aula da quindici anni ed ha sempre governato - ha anche il merito - credo che possiamo riconoscere questo pregio all'Assessore (dico questo non tanto per piaggeria o per affetto in quanto Assessore del nostro Gruppo consiliare) - di essere un Assessore particolarmente attento a questo settore, e non solo, sia nella sua attività di governo, sia nell'attività che settimanalmente svolge, essendo anche lui, come il Presidente Ghigo, colpevole di assenze reiterate dovendo recarsi a Roma per coordinare gli Assessori all'ambiente che fanno parte della Conferenza.
Questa legge è importante soprattutto perché rientra in quell'ambito come ricordava la collega D'Onofrio nella relazione - di decentramento amministrativo da parte dello Stato centrale alle Amministrazioni regionali.
Si tratta, come abbiamo visto nelle Commissioni, perché questa legge ha interessato più Commissioni, di una legge aggiornata e moderna, che vede sostanzialmente, due perni fondamentali: il Piano regionale e il Forum. Nel dibattito è stato attaccato il Piano regionale.
Devo dire che attendo, come il collega Cantore, con impazienza, di conoscere gli emendamenti annunciati, in particolare dal Consigliere Chiezzi, ma non solo, sugli artt. 5 e 6, che sono i due articoli centrali del Piano. Vedremo quali sono le proposte alternative rispetto al testo voluto dalla Giunta prima e, poi, licenziato con il voto unanime della maggioranza che sostiene questa Giunta.
Il disegno di legge, come è stato ricordato nella relazione, definisce i contenuti del Piano regionale energetico ambientale e disciplina la sua approvazione e quella del suo programma di attuazione nell'ambito di una programmazione diretta a raggiungere obiettivi di qualità. Per questo motivo, dicevo che questa è una legge importante e aggiornata.
Per quanto riguarda, in particolare, l'art. 5, devo dire che alcune motivazioni sollevate non mi convincono. Dico questo in fase di dibattito generale, certamente non sottraendomi e non sottraendo il nostro Gruppo nell'articolato o nella dichiarazione di voto a ritornare sulla questione ed eventualmente, se ci saranno degli interventi più premianti, non me ne vogliano i colleghi di opposizione, siamo disposti a cambiare idea, ma allo stato attuale, la nostra idea rimane quella espressa in Commissione.
Il Piano regionale energetico è lo strumento di programmazione, quindi è estremamente importante. Deve individuare i presupposti per un corretto sviluppo del sistema energetico regionale, che è l'obiettivo di questa legge e di questa Amministrazione e che non può che essere l'obiettivo di tutti gli amministratori regionali, anche quelli che siedono sui banchi dell'opposizione.
Un aspetto che voglio ricordare, che non è stato ricordato con la dovuta evidenziazione da parte dei colleghi, è la questione del Forum. E' vero che viene convocato, come vedremo nell'art. 7, una volta l'anno, che può sembrare quasi un convegno annuale per mettersi dalla parte della ragione o per fare il punto della situazione; ma in realtà, per chi ha letto l'articolato con grande attenzione e per chi ha partecipato ai lavori in Commissione, è evidente che il Forum è una sorta di Collegio dei revisori dei conti, perché è in quella sede che l'Amministrazione regionale e il sistema deve rendere conto, perché nel Forum, come avete visto, sono coinvolti la Regione, gli Enti locali, ma anche le forze sociali, le Associazioni ambientaliste, le Università, ecc. Quindi, il Forum rappresenta un momento di confronto, di dibattito estremamente alto che assicura una verifica della stessa attuazione del Piano, che sarà lo strumento di programmazione. Credo che questi siano i due perni e i due momenti di grande modernità di questa legge.
Concludo, riaffermando che questa legge deriva da un processo di decentramento amministrativo dallo Stato alle Regioni, ma abbiamo l'orgoglio - di questo ringraziamo anche l'Assessore Cavallera - che questa legge sia all'avanguardia e perfettamente aggiornata con i bisogni, in materia di energia e ambiente, della nostra comunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani, sull'ordine dei lavori.



RONZANI Wilmer

Siccome diamo importanza alla replica dell'Assessore Cavallera, che risponderà ad una serie di quesiti che hanno posto i vari Gruppi, credo che varrebbe la pena di considerare la proposta del Consigliere Muliere di riprendere la prossima seduta consiliare con la sua replica.
Siccome l'Assessore Cavallera, da questo punto di vista, non entra nel merito delle questioni, e alcuni colleghi che hanno posto dei quesiti non sono presenti in aula, vorrei che evitassimo una replica dell'Assessore che non tenesse conto delle considerazioni dei colleghi.
Sarebbe opportuno che la replica finale a questo provvedimento avvenisse in presenza di un'aula che non sia soltanto composta da pochi Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Intervengo brevemente per dire che è pur vero quello che dice il Consigliere Ronzani, però non dimentichiamo che le repliche sono collegate al clima che si determina con gli interventi. Per carità, posso anche essere avvantaggiato a rispondere nella prossima seduta, perché posso riordinare le idee, però ritengo che, anche per rispetto ai colleghi che sono intervenuti e che vedo quasi tutti presenti, salvo qualche eccezione si potrebbe svolgere la replica in questa sede. Mi rimetto, comunque, alle decisioni della Presidenza.



PRESIDENTE

Assessore, ritengo che lei possa riprendere l'argomento nella prossima seduta. Se ho capito lo spirito, rimane una reintroduzione del dibattito nel senso che il dibattito generale è terminato, ma ci sarà la discussione sugli articoli.
Si tratta di una legge lunga e mi sembra che non si possa estinguere oggi, pertanto possiamo riprenderla nella prossima seduta del Consiglio.
Dichiaro, pertanto, concluso il dibattito generale; nella prossima seduta di Consiglio ci sarà la replica dell'Assessore. Naturalmente auspico che gli emendamenti vengano consegnati, anche sperimentalmente.
Ringrazio coloro che l'hanno già fatto e questo vale anche per chi lo farà in seguito.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.54)



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