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Dettaglio seduta n.245 del 17/09/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 9.43 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 10.03 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.44)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ghigo, Mercurio, Moriconi Papandrea e Riggio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico infine che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute del 7, 9, 10, 14, 21 e 30 maggio 2002, dell'11, 18, 20 e 25 giugno 2002 e del 2, 9, 11 e 16 luglio 2002. Verranno posti in approvazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Valutazione impatto ambientale

Interrogazione n. 1131 della Consigliera Manica inerente a "Variante al PRGC del Comune di Premeno (VB)"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1131 presentata dalla Consigliera Manica.
Risponde l'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Nell'interrogazione di cui all'oggetto vengono sostanzialmente avanzate due distinte richieste: una concernente lo stato attuale dell'iter di approvazione della Variante '99 al PRGC vigente del Comune di Premeno l'altra relativa alla valutazione dei carichi insediativi aggiuntivi e alla scelta di talune aree di intervento.
Con riferimento al primo argomento, si rappresenta che l'esame della pratica è ormai giunto quasi a conclusione e la definitiva approvazione da parte della Giunta regionale dovrebbe avvenire, orientativamente, nelle prime sedute dopo la pausa estiva: le controdeduzioni comunali al parere espresso dalla Regione (adottate in sede locale con deliberazione comunale n. 15 del 23 agosto 2001) in effetti sono divenute istruibili solo a far data dalla metà del mese di marzo, a seguito della trasmissione di specifici documenti integrativi.
Per quanto attiene la seconda parte dell'interrogazione - che sottolinea, riproponendo di fatto considerazioni ampiamente sviluppate nell'iniziale relazione istruttoria della Direzione Urbanistica, una certa sottostima delle previsioni di piano e la critica definizione di determinate proposte insediative - si precisa che per l'espressione del definitivo parere di merito si è ritenuto indispensabile avvalersi ancora delle valutazioni del Settore Gestione Beni Ambientali (pervenute con nota in data 19 giugno 2002) e del Gruppo Interdisciplinare di Lavoro istituito a norma della DGR n. 31/3749 del 6 agosto 2001 (riunione del 16 maggio 2002).
In relazione ai riscontrati valori di pregio ambientale, al grado di "integrità naturalistica" di ampi contesti, nonché alla criticità idrogeologica di ben definiti settori del territorio comunale, si è pertanto assunta la decisione di procedere all'eliminazione dalle previsioni di progetto di alcuni ambiti di nuovo impianto azzonati, in contraddittorio anche con quanto proposto dal Comune di Premeno all'atto delle controdeduzioni di cui alla precedentemente richiamata deliberazione comunale n. 15/01.
Gli stralci così operanti (che hanno interessato in particolare alcuni previsti insediamenti in località Pollino), ai quali se ne aggiungono altri determinati da valutazioni più squisitamente urbanistiche, contribuiranno quindi a ridurre le potenzialità edificatorie aggiuntive fissate dalla Variante in questione, già in parte rideterminate dall'Amministrazione stessa in conseguenza dell'accoglimento di talune richieste regionali formulate sull'originario progetto, evitando negative compromissioni di contesti ancora intatti e contribuendo, conseguentemente, a migliorare, per quanto possibile, l'assetto territoriale proprio dello strumento urbanistico.
E a proposito di questo ultimo aspetto, non si può infine sottacere il fatto che da parte degli uffici dell'Assessorato si è inteso incidere anche sull'apparato normativo che regola le possibili trasformazioni, ribadendo l'inedificabilità delle zone boscate (la cui delimitazione è stata ulteriormente implementata) escludendo, comunque, l'utilizzo dei lotti caratterizzati da specifiche criticità, estendendo l'ambito degli strumenti esecutivi per favorire un più razionale intervento di infrastrutturazione richiamando l'attenzione sull'utilizzo di tipologie e forme compositive proprie della tradizione locale, inibendo la trasformazione dei settori più prossimi ai vari corsi d'acqua presenti sul territorio comunale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Essendo l'interrogazione molto articolata, non poteva non esserlo anche la riposta. Ringrazio pertanto l'Assessore per la sua articolata risposta e chiederei, se fosse possibile, il testo scritto della stessa. Grazie.


Argomento: Protezione civile

Interrogazione n. 1716 del Consigliere Ronzani inerente a "Ordinanza e contributi attività di Protezione Civile"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 1716 presentata dal Consigliere Ronzani, alla quale risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla Protezione civile

L'interrogazione è articolata, sostanzialmente, in due punti: la prima parte chiede notizie relativamente alla situazione dell'ordinanza di Protezione civile delle risorse, relativamente agli ultimi eventi alluvionali; e poi una serie di considerazioni relativamente al bando per la presentazione delle domande sui gruppi comunali di Protezione civile.
A seguito degli eventi alluvionali dei mesi di maggio, giugno e luglio 2002, la Regione Piemonte ha richiesto le relative dichiarazioni dello stato di emergenza, alle quali si è fatto luogo con successivi Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (in data 9 maggio 2002, 6 giugno 2002, 14 giugno 2002 e 19 luglio 2002), che prendono atto delle dichiarazioni dello stato di emergenza relativamente a questi tre eventi.
A seguito dei suddetti DD.P.C.M., in data 12 agosto 2002 è stata emanata l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3237, con la quale vengono disposti i primi indirizzi normativi e finanziari per affrontare la situazione venutasi a creare.
L'Ordinanza in questione, che riguarda le Regioni Piemonte, Lombardia Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, prevede un'assegnazione di 50.000.000 di euro da ripartirsi tra le Regioni stesse. Le somme così stanziate devono essere utilizzate - come è indicato all'interno dell'Ordinanza - prioritariamente per le opere pubbliche e per gli interventi a favore di privati cittadini che abbiano avuto la residenza primaria distrutta o non ripristinabile secondo i criteri stabiliti dalla legge n. 365/00. Allo stato attuale, sono esclusi tutti gli altri tipi di intervento previsti dalla stessa legge n. 365/00 per i privati cittadini (seconde case danneggiate, beni mobili, ecc.) e per le attività produttive.
La Regione Piemonte ha avviato l'iniziativa di convocare le Regioni interessate dall'Ordinanza ministeriale citata per definire una proposta di riparto. In base a tale proposta, la Regione Piemonte risulta assegnataria di circa 16.000.000 di euro. Tali risorse, che stante la portata degli eventi sono insufficienti, serviranno semplicemente per fare fronte alle prime esigenze relative alle ordinanze dei Sindaci assolutamente vincolanti e indispensabili e alla porzione di privati che sono stati gravemente danneggiati per quanto riguarda le loro abitazioni. Questa seconda parte comporterà una valutazione quasi totalmente sulla provincia di Biella dove l'evento ha comportato ingenti danni anche alle abitazioni principali e verrà tradotta in un apposito programma non appena il Dipartimento darà l'assegnazione di tali risorse. L'ammontare complessivo dei danni per tutte le Regioni coinvolte dagli eventi di maggio e luglio è di circa 500.000.000 di euro, mentre, per quanto riguarda la Regione Piemonte, è di 264.000.000 di euro.
Le Regioni coinvolte stanno predisponendo un documento da sottoporre al Governo affinché si possa trovare un'adeguata risposta nella Finanziaria in corso di definizione.
In merito a quanto richiesto nelle note richiamate sulla questione "Criteri per la concessione dei contributi per le attività di Protezione civile", è in corso una serie di contatti non soltanto con i Comuni della Provincia di Biella che avevano fatto richiesta di modificare la tipologia di progetto, ma anche con altri Comuni. In questo senso, la Giunta condividendo il disagio che si è venuto a verificare in questi mesi relativamente agli eventi di maggio, giugno e luglio, ha ritenuto di prorogare al 15 ottobre 2002 la scadenza per la presentazione delle domande dirette ad ottenere i contributi per le attività di protezione civile effettuate dagli Enti locali.
In merito alle procedure previste dalla DGR per l'erogazione dei contributi, si fa presente che questa modalità è stata individuata come rispondente alle nostre esigenze per far sì che si possa garantire che i vari Comuni siano adeguatamente rappresentati nell'ambito del progetto aggregato. In considerazione della limitatezza delle risorse disponibili, è necessario evitare la possibilità di presentare una doppia domanda, una come Comune singolo e una come Comune facente parte di un'aggregazione. In questo senso, l'acquisizione del parere di tutti i Comuni pare possa essere uno strumento che permette di soddisfare tali finalità. In precedenti occasioni è capitato che, nonostante si presentassero progetti integrati alcuni Comuni presentassero parallelamente iniziative per proprio conto.
Dalle verifiche effettuate con gli uffici, la presentazione di questa domanda comporta una sottoscrizione del modulo tra i Comuni, quindi non delle particolari procedure per le quali è poi possibile, anche in momenti successivi, avere da parte del Comune, della Giunta, del Consiglio una presa d'atto. A nostro avviso, pareva che questa semplice sottoscrizione non ingessasse troppo le procedure.
In questo senso, avevamo ritenuto di utilizzare questo tipo di procedura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Prendo atto della risposta dell'Assessore che è una ricostruzione dei fatti, così come li abbiamo conosciuti in questi ultimi giorni. Noi dobbiamo andare al di là di una semplice ricostruzione dei fatti e fare una prima annotazione.
Il 5 giugno il Consiglio regionale ha discusso dell'alluvione che ha devastato intere porzioni del nostro territorio (ho fatto riferimento a Biella, ma i territori colpiti furono anche altri). In quell'occasione tutti noi facemmo una valutazione preoccupata della condizione del territorio piemontese e ci ponemmo il problema di come evitare in futuro tragedie simili e delle risorse che dovevano essere mobilitate per sviluppare una politica di prevenzione, di interventi sul territorio.
In quell'occasione, tutti ci ponemmo un problema che allora era immediato, cogente: la ricostruzione. Ricordo che un po' tutti - anche l'Assessore si recò prontamente nelle zone disastrate - il sottoscritto e le forze politiche di maggioranza e opposizione sostennero che ci saremmo mossi nei confronti del Governo per rivendicare procedure, norme e risorse adeguate. Sempre in quell'occasione feci riferimento alla normativa che venne varata dal Governo di centrosinistra, dall'allora Presidente del Consiglio Giuliano Amato, per affrontare un'altra grave calamità che riguardò le province di Alessandria e Torino nell'autunno 2000.
Ricordo che molti Consiglieri sostennero che quel tipo di normativa era una conditio sine qua non, cioè era giusto fare in modo che anche questa calamità venisse affrontata con la medesima procedura e con le stesse norme: così non è stato, Assessore Ferrero. Il Governo di centrodestra Consiglieri di maggioranza, ha stanziato 100 miliardi per sei Regioni.
Ricordo che la Regione Piemonte ha subìto danni per 400 miliardi di vecchie lire e l'ipotesi di accordo, che è stata raggiunta fra le sei Regioni prevede che alla Regione Piemonte vengano attribuiti 30/32 miliardi di vecchie lire.
La città di Biella - e non parlo dell'alta valle che è quella più colpita - ha avuto danni per 20 miliardi. La normativa che avete applicato e che il Governo ha introdotto nell'ordinanza, non prevede una sola lira per le imprese private e per le famiglie, a meno che non abbiano avuto la casa completamente distrutta. Non solo, quindi, non facciamo prevenzione ma non siamo in grado di ricostruire nulla con tali risorse. Esistono Comuni in alta valle che non hanno una lira per intervenire. Non basta prendere atto e meno ancora basta fare riferimento ad una Finanziaria che con i tempi attuali - e lei, Assessore Ferrero, lo sa meglio di me - non stanzierà una lira in più per ricostruire. C'è un problema che vi riguarda direttamente a Torino come a Roma.
Ricordo i discorsi di due anni fa in quest'aula: noi faremmo salti di gioia se il Governo Berlusconi e le Regioni di centrodestra avessero adottato la normativa che venne varata nel 2000, ma non è stato così.
Voglio vedere con quale coraggio verrete nel Biellese a spiegare che avremo una manciata di miliardi a fronte di danni che sono tre volte tanto.
L'appunto che faccio, Assessore Ferrero, sa qual è? Quello di non avere denunciato questa situazione e di non avere puntato i piedi con il Ministro Tremonti e il Governo di centrodestra. Avete dimostrato un realismo impressionante. C'è un problema di verità e coerenza: di verità verso quelle popolazioni dicendo loro che non ci sono le risorse per intervenire.
La prossima calamità, visto che avremmo problemi di cambiamento climatico avrà conseguenze ancora più disastrose su quei territori e voi vi siete accodati alle scelte del Governo: non ho sentito un Assessore regionale protestare contro in Governo di centrodestra. Prendo atto di questo.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist. - Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1155 del Consigliere Giordano inerente a "Realizzazione di un parco divertimenti nel territorio del Comune di Albiano d'Ivrea e denominato 'Canavese Millennium'"; interpellanza n. 1370 dei Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Suino inerente a "Progetto 'Canavese Millennium'" interrogazione n. 1598 del Consigliere Moriconi inerente a "Patto Territoriale del Canavese"; interpellanza n. 1608 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Approvazione progetto 'Canavese Millennium'"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame congiunto delle interrogazioni n. 1155 e n. 1598 e delle interpellanze n. 1370 e n. 1608.
Risponde l'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Tutte le interrogazioni in questione concernono la Variante n. 3 al vigente Piano Regolatore Generale del Comune di Albiano d'Ivrea contestuale al Piano Particolareggiato delle aree NC Guadolungo, volti ad individuare un'area da destinare all'insediamento di una consistente iniziativa di carattere innovativo costituita da un complesso polivalente denominato "Millennium Canavese" e a progettarne l'assetto planivolumetrico.
Innanzitutto, pare opportuno richiamare, per sommi capi, quali siano state le premesse che hanno condotto alla presentazione del progetto e quali le iniziative a sostegno dello stesso.
Nel marzo 1997, per proposta della Città di Ivrea, sono state avviate le procedure di definizione di un Patto Territoriale del Canavese inteso come strumento di concertazione e promozione per avviare un piano integrato di interventi (iniziative imprenditoriali e infrastrutture) a sostegno dello sviluppo socio-economico del Canavese.
A tale iniziativa, il cui tema conduttore era stato individuato nel binomio "Comunicazione-innovazione", hanno aderito 123 Comuni, 5 Comunità montane, la Provincia di Torino e 58 organizzazioni economico-sociali locali, nonché alcuni soggetti di interesse strategico operanti a livello regionale.
Nel maggio 1999 è stato approvato dal Ministero del Tesoro Bilancio e Programmazione Economica il Patto Territoriale del Canavese e il progetto "Millennium Canavese" presentato dalla Società Mediapolis, insieme ad altri, è stato ammesso al finanziamento. Nel contempo, la Regione Piemonte ha espresso parere favorevole sul Patto con proprio atto deliberativo impegnando risorse proprie a sostegno degli investimenti infrastrutturali pubblici previsti nel programma degli interventi.
Occorre, altresì, precisare che il progetto Millennium era stato ubicato, originariamente, nel territorio di Pavone Canavese e che su tale ubicazione la Direzione Regionale Pianificazione e Gestione Urbanistica e la Provincia di Torino avevano espresso pareri sostanzialmente negativi in sede di valutazione dei contenuti della specifica Variante urbanistica comunale. A seguito di ciò, la Società Mediapolis ha individuato un'area di proprietà della Olivetti Multiservices S.p.A., situata nel Comune di Albiano; la nuova localizzazione è stata recepita con specifica variazione dallo stesso Patto Territoriale.
Infine, nel settembre 2001, l'Amministrazione di Albiano ha adottato in forma definitiva il Piano Particolareggiato e la relativa Variante.
Il 19 aprile 2002 l'Amministrazione regionale ha promosso un "Protocollo sperimentale d'intesa" finalizzato a coordinare le procedure e gli atti in capo ai diversi soggetti che concorrono alla valutazione e all'attuazione del progetto Mediapolis. Il documento è stato sottoscritto dal Presidente della Giunta regionale, dall'Amministrazione provinciale di Torino, dai Sindaci di Ivrea ed Albiano, dal responsabile del Patto Territoriale nonché dai rappresentanti dei vari Enti e soggetti privati interessati all'iniziativa.
Per quanto concerne l'iter procedurale e le decisioni assunte in merito agli strumenti urbanistici in questione, si evidenzia quanto segue: l'Amministrazione comunale di Albiano ha trasmesso il Piano Particolareggiato e la Variante congiunta in data 15 ottobre 2001; la pratica, tuttavia, è stata dichiarata procedibile, in quanto completata dal punto di vista amministrativo e tecnico, il 12 marzo 2002. E' utile ricordare che, ai sensi del comma 7 dell'art. 40 della L.R. n. 56/77, la pratica presentava la scadenza perentoria del 2 luglio 2002. Oltre tale data, se non fosse intervenuto un provvedimento, il Piano Particolareggiato e la relativa Variante avrebbero dovuto intendersi approvati così come proposti.
Gli strumenti urbanistici in questione sono stati esaminati dagli Uffici della Direzione Pianificazione e Gestione Urbanistica che, con relazione in data 4 giugno 2002, hanno evidenziato e motivato la necessità di richiedere alcune modifiche ed integrazioni, sia cartografiche che normative, e di effettuare ulteriori approfondimenti.
Gli Uffici si sono avvalsi, per l'esame della pratica, della collaborazione delle Direzioni Difesa del suolo, Servizi Tecnici di prevenzione, Opere Pubbliche, Trasporti, Turismo, Commercio e Artigianato Programmazione; ognuna delle Direzioni richiamate ha rilasciato uno specifico parere che è stato assunto come parte integrante della relazione finale. Quasi tutti i pareri pervenuti hanno espresso richieste di modifiche e di specifici approfondimenti, recepite nella relazione finale della Direzione, ma nessuno è risultato ostativo al prosieguo dell'iter della pratica.
L'Assessorato ha quindi proposto di comunicare al Comune tali richieste affinché lo stesso provveda ad assumere le proprie determinazioni in merito, seguendo le procedure di cui al comma 13 dell'art. 15 della Legge Urbanistica Regionale, ovvero, qualora le modifiche conseguenti alle risultanze degli approfondimenti richiesti lo rendessero necessario, con le procedure di cui al comma 15.
Il sottoscritto ha comunque ritenuto di richiedere, ai sensi della lettera e) del comma 1 dell'art. 77 della Legge Urbanistica Regionale, il parere consultivo della Commissione Tecnica Urbanistica sebbene la pratica non rientrasse tra quelle che obbligatoriamente devono essere esaminate dalla Commissione stessa.
La Commissione Tecnica Urbanistica, riunitasi in data 12 giugno 2002 dopo ampia discussione, ha espresso il parere che il Piano Particolareggiato e la Variante congiunta fossero restituiti al Comune per rielaborazione totale e quindi, ai sensi del comma 19 del già richiamato art. 15 della Legge Urbanistica Regionale, con delibera della Giunta regionale.
In coerenza con le scelte programmatiche assunte dalla Giunta regionale, si è ritenuto di non condividere il parere espresso dalla Commissione Tecnica Urbanistica, bensì di far proprio il parere formulato dagli Uffici regionali, parere che, pertanto, è stato trasmesso al Comune di Albiano d'Ivrea in data 18 giugno 2002.
In merito alla seduta della Commissione Tecnica Urbanistica, occorre ancora puntualizzare che, contrariamente a quanto affermato, la proposta di rinvio ai sensi del comma 19 dell'art. 15 della Legge Urbanistica Regionale è risultata approvata per il voto favorevole di sei membri, il voto contrario di quattro membri e l'astensione di uno. L'esito della votazione esposto nell'interrogazione è relativo alla prima votazione che ha recepito le proposte avanzate dalla Direzione regionale.
Nel merito delle modalità di votazione, l'art. 76 della Legge Urbanistica Regionale al comma 4 stabilisce che i pareri siano espressi con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei presenti alla riunione a norma della legge 3 gennaio 1978, n. 1, art. 9, comma 2.
A tale proposito, nella gestione della Commissione Tecnica Urbanistica la "maggioranza assoluta", richiesta dal predetto art. 76 per la validità del parere, si intende raggiunta qualora il numero dei voti favorevoli espressi sulla proposta messa in votazione sia tale che il raddoppio di tale numero risulti superiore al numero dei membri presenti alla votazione.
Infine, in relazione alle rimanenti richieste formulate nelle interrogazioni e relative ad argomenti di specifica competenza dell'Assessorato, si fa presente che: Per quanto concerne il piano della viabilità di interconnessione con la rete esistente, la Variante urbanistica prevede tre livelli di intervento: interno al Piano Particolareggiato, in area locale e in area vasta. All'interno del Piano Particolareggiato saranno realizzati gli accessi, i parcheggi e la viabilità di servizio ed emergenza direttamente connesse con la viabilità locale; in area locale la Variante prevede l'adeguamento del casello autostradale esistente alle previsioni di afflusso veicolare, il collegamento dello stesso con il Parco e l'innesto con rotatoria sulla Strada Provinciale 80 Albiano-Caravino. Infine, gli interventi previsti per la viabilità di area vasta comprendono il collegamento e l'innesto con rotatoria sulla Strada Provinciale 78 Ivrea Vestignè e la nuova connessione tra il casello autostradale, la Strada Provinciale 80 per Caravino e la Strada Provinciale 79 per Azeglio.
In merito all'applicazione dei provvedimenti previsti dal PAI, si precisa che, a corredo della Variante n. 3, sono stati redatti specifici elaborati di indagine e di sintesi del quadro di rischio idrogeologico dell'ambito, che costituiscono uno stralcio e un'anticipazione dello studio effettuato, ai sensi della Circolare regionale 7/LAP/96, sull'intero territorio comunale; tale studio complessivo, adottato con specifica deliberazione del Consiglio comunale, non risulta però ancora collegato alla Variante di revisione dello strumento generale vigente, che il Comune dovrà adottare per conseguire l'adeguamento alle prescrizioni del PAI.
Tuttavia, tale procedimento risulta già attivato sulla base delle procedure dettate dalla DGR n. 31-3749 del 6 agosto 2001; infatti si è riunito, in data 19 marzo 2002, presso gli uffici della Direzione Pianificazione e Gestione Urbanistica, il primo tavolo tecnico a cui hanno partecipato i settori tecnici regionali competenti (prevenzione del rischio geologico opere pubbliche e difesa del suolo) nonché l'Amministrazione comunale.
Da quanto si evince dai documenti di progetto del Piano particolareggiato, l'intervento prevede un sistema idrico concepito per soddisfare quattro distinti utilizzi: per il consumo umano, antincendio industriale ed agricolo. Le acque destinate al consumo umano sono approvvigionate mediante un pozzo di nuova realizzazione posto a nord del concentrico di Albiano, autonomo rispetto all'acquedotto esistente e collegato direttamente con l'area di progetto, mentre le acque destinate agli altri servizi sono prelevate da un pozzo di nuova costruzione collocato all'interno dell'area di intervento.
In merito all'interpretazione e all'applicazione della L.R. n. 40/98 si precisa che l'Amministrazione comunale ha redatto, ai sensi dell'art. 20 della succitata legge, uno specifico studio di compatibilità ambientale ritenendolo esaustivo delle problematiche di carattere ambientale, non esprimendosi nel contempo in merito all'eventuale esclusione automatica di singole opere dalla fase di verifica prevista per i progetti di cui agli allegati B, non ricadenti in aree naturali protette, così come contemplato dal comma 5 dell'art. 20. In sede di valutazione del progetto si è quindi preso atto della mancata esplicita esclusione che, tenuto conto dell'entità dei singoli interventi, potrà comportare l'eventuale attivazione della verifica e/o valutazione ambientale per quegli interventi ricadenti negli elenchi di cui agli allegati A, B e C della L.R. n. 40, quali il parco tematico (progetto di competenza della Provincia sottoposto alla fase di verifica) e le strutture commerciali.
Allo stato attuale, l'unica iniziativa di valenza territoriale a conoscenza di questa Direzione riguarda il progetto denominato Motorshow di cui si prevede la localizzazione nel Comune di Montalenghe, in prossimità del casello autostradale di San Giorgio dell'autostrada Torino Aosta. Tale iniziativa è in parte contenuta, quale orientamento progettuale, all'interno di una Variante strutturale al PRGC vigente approvata con DGR n. 2-5188 del 4 febbraio 2002. In sede di approvazione regionale, l'attuazione dell'iniziativa nel suo complesso è stata subordinata alla predisposizione di uno specifico Piano Particolareggiato e di una contestuale Variante allo strumento urbanistico vigente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Assessore, la ringrazio della risposta alla mia interrogazione che, per la verità, era datata 3 dicembre 2001.
Volevo soltanto segnalarle che sono contento che, in qualche modo, la Regione Piemonte abbia preso in considerazione questo progetto, perché la zona sta subendo una grossa flessione industriale. Ricordo in modo particolare la chiusura della OLAM, della GFT, della ITALTEST, della EATON e della INTESE.
La pregherei di seguire in modo particolare questo progetto che, a mio giudizio, risulta fondamentale, perché è utile agli amministratori locali in quanto con esso cercano di recuperare un migliaio di posti di lavoro.
Ancora la ringrazio e la prego di seguire il progetto con costanza come lei è abituato a fare per quanto di sua competenza, trattandosi di un'iniziativa vitale per un territorio che sta attraversando un grande declino industriale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, ringrazio l'Assessore per la risposta e mi dichiaro del tutto insoddisfatto per i motivi che ora illustrerò. Ci sono motivi che travalicano di gran lunga le responsabilità e le competenze dell'Assessore.
I primi motivi di critica e delusione per questa scelta derivano purtroppo, dall'assenza della volontà di governare il territorio attraverso strumenti idonei. Per idonei intendo quegli strumenti capaci di determinare chiaramente delle scelte organizzate in modo organico tra loro e organico con l'ambiente, che dovrebbero essere le scelte consegnate agli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale.
Da tempo in Italia, priva di una legge sul regime dei suoli - direi dai tempi di Nicolazzi - è in atto uno smantellamento continuo di tutti gli strumenti capaci di governare sul serio e in modo organico il territorio.
Negli ultimi decenni, abbiamo affastellato nuove invenzioni di modalità e strumenti di gestione del territorio, tutti rivolti a gestirlo caso per caso e occasione per occasione.
Dal punto di vista del mio partito, i Patti Territoriali qui utilizzati continuano ad essere inseriti in questa logica nefasta di patti ad hoc di urbanistica contrattata, di interventi avulsi da una visione organica.
Quindi, per quanto concerne il primo elemento di critica, siamo all'interno di un percorso che non è ancora terminato. Spero che, magari tra qualche tempo, le forze di opposizione del centrosinistra e di Rifondazione riescano a delinearlo tra i loro contenuti come uno degli elementi unificanti.
Relativamente al secondo elemento di critica, quando si parla di sviluppo, di crisi di un'area, di crisi socio-economica e di crisi di un territorio, il rammarico è che tutto quello che si riesce ad inventare, per uscire dalla crisi e per individuare azioni che uniscano lo sviluppo economico e il benessere sociale, concerne interventi di questo genere che prescindono dalle caratteristiche ambientali nelle quali gli interventi vengono ad essere collocati.
In questo caso, siamo all'interno di un anfiteatro morenico, molto prezioso dal punto di vista paesaggistico e molto delicato dal punto di vista idrogeologico, essendo situato in una fascia interessata dalle esondazioni dei fiumi e in una fascia geologicamente molto delicata. Bene tutto quello che si è riusciti ad inventare, grazie anche a questo tipo di strumento, è un grosso intervento in un'area vergine, in un'area agricola in un'area delicata, in un'area che, in base ad una scelta di pianificazione complessiva, forse potrebbe essere individuata come un'area ambientalmente integra che fa da volano ad attività che la preservino e che non la colpiscano duramente.
Purtroppo, così non è stato. Evidentemente, siamo di fronte a un problema annoso, che riguarda tutti quanti noi e tutto il mondo: le scelte dello sviluppo. Ci facciamo grandi gargarismi quando svolgiamo i summit sugli sviluppi sostenibili, le prediche sul rispetto dell'ambiente, le proclamazioni di buona volontà quando un ambiente è degradato anche dagli interventi dell'uomo e viene particolarmente colpito da eventi meteorologici, ma poi, quando ci sediamo sui nostri banchi e prendiamo delle decisioni come questa, gli interessi a breve, spreconi, disattenti all'ambiente sono poi gli interessati che vincono.
Cito ancora, nei trenta secondi di tempo che ho ancora a disposizione che discuteremo, penso tra poco, un'altra scelta di questo genere, compiuta questa sì - in prima persona dall'Assessore Botta e da questa Giunta, che permetterà in Piemonte di violentare come si crederà dei manufatti in disuso per ogni tipo di destinazione sopra e sottoterra, dando un altro piccolo, ma concreto, contributo al degrado di quell'ambiente naturale e di quell'ambiente costruito che a parole tutti quanti diciamo di voler difendere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Assessore, l'argomento di cui trattiamo solo apparentemente esula dalle competenze del suo Assessorato. Stiamo parlando del Patto Territoriale del Canavese, che avrebbe come presupposto questo assunto: i Comuni sono sovrani nelle loro scelte; gli strumenti urbanistici conseguenti alle scelte operate devono essere piegati alla volontà sovrana espressa da quei Comuni.
Perché do questa lettura, Assessore? Perché, è pur vero che va salvaguardata l'autonomia dei Comuni nell'ambito delle scelte che riguardano un modello di sviluppo, perché di questo si tratta, ma è anche vero, Assessore, che gli strumenti governati dalla Regione sono in grado di condizionare gli esiti di quel patto, se quel patto, così come è concepito pone al centro della propria ipotesi di sviluppo la costruzione di un parco mediatico-tecnologico avanzato che, per le sue caratteristiche, per la mole dell'investimento, per le popolazioni del Canavese rischia di essere un autentico boomerang. Ma non solo. Siccome - come si è verificato in altre parti d'Europa - l'esperienza dei parchi tecnologici è un'esperienza estremamente a rischio, viene bene un'altra beffa, se mai le nostre previsioni fossero esatte: quella di aver attentato ad uno dei più pregevoli, dal punto di vista paesaggistico, anfiteatri morenici della nostra regione. Le caratteristiche, l'impatto e i caratteri architettonici e strutturali scelti per il tipo di insediamento sono un altro colpo a quel paesaggio, perché vorrei ricordare che siamo di fronte al Castello del Mesino, in una zona assolutamente invidiata che probabilmente ha delle risorse naturali tali che ben altre potrebbero essere le scelte delle comunità locali.
Quindi, sostanzialmente il paradosso è questo: i Comuni sono sovrani nelle loro scelte, effettuano relativamente la scelta di un modello di sviluppo in una realtà - ha ragione il Consigliere Giordano - profondamente in crisi, ma bisogna vedere se la ricetta che si mette in campo è in grado di dare risposte così come sono state millantate dall'investitore relativamente al portato di quell'intervento, perché la beffa che resterà sarà quella di un danno assolutamente irreparabile dal punto di vista dell'assetto idrogeologico.
Vorrei ricordare - forse lo ha ricordato anche il Consigliere Chiezzi che, proprio alla vigilia della trattazione, la Commissione Tecnica Urbanistica, esprimendo parere motivato, respingeva quella Variante - la respingeva, non voglio contraffare la verità - probabilmente dando anche atto della serietà con la quale gli uffici, i vari settori e le varie divisioni avevano operato la disamina istruttoria di quel piano. Non era assolutamente coerente con gli strumenti urbanistici vigenti e soprattutto con la necessaria cautela che deve avere l'intervento in un'area alluvionale. Nel maggio 2002 quell'area era totalmente alluvionata, ma peccato che sia un'area di ricarica delle falde acquifere, un'area attraversata da numerosi torrenti minori che rapportano la caratteristica paesaggistica, ma anche vitale, per evitare l'atropofia.
Bene, allora, lei, Assessore, aveva un grande alibi e una grande opportunità: poteva optare scegliendo di salvaguardare il paesaggio, di salvaguardare l'ambiente, operando una scelta coraggiosa. Aveva un parere è pur vero, motivato e solo consultivo da parte della Commissione Tecnica Urbanistica, ma forte di quel parere lei oggi poteva respingere l'approvazione di quel piano.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Assessore, innanzitutto richiedo copia scritta della risposta e doverosamente le esprimo anche la mia insoddisfazione.
Condivido molte delle cose che i colleghi hanno detto, ma ne sottolineo in particolare una.
Certamente questa proposta è il risultato di espressioni di molti Comuni e di una Provincia, però in certi casi noi diciamo: i Comuni vogliono questo e quindi noi li favoriamo; in altri casi (potrebbe valere per la sanità come su altri temi), i Comuni si esprimono in un modo, ma noi non li favoriamo affatto. Quindi, in primo luogo, la scelta compiuta è una scelta che in questo caso si difende dietro a quelle che sono le intenzioni di un territorio; dopodiché si poteva percorrere la strada del Patto per lo Sviluppo del Canavese in un modo diverso, che non è stato percorso. E' questo che noi diciamo.
Con tutte queste interrogazioni ed interpellanze non stiamo sostenendo che sia sbagliato; anzi, bene hanno fatto i Sindaci e i Consigli locali a stringersi attorno ad una proposta di rilancio di quel territorio, ma non a prescindere. Il danno gravissimo che provoca con la sua decisione Assessore, è che non si è tenuto conto di un parere tecnico espresso a maggioranza da una Commissione, che ha il compito di dire: "Attenzione geologicamente, come difesa del suolo, come esondabilità, esistono dei problemi. Noi, come Commissione tecnica, siamo contrari".
A fronte di un parere tecnico contrario, la Regione risponde che il progetto può andare avanti. Questo è un precedente pericoloso. Siamo in una zona con un dissesto idrogeologico; è una delle punte più significative di questo territorio.
Per quanto riguarda l'esondabilità, l'Assessore Ferrero ha nulla da dire in tal senso? Quello è un territorio che è andato tutto sott'acqua, e il progetto è calato esattamente su quel territorio. Ma non solo: c'è anche un aspetto paesaggistico di una certa rilevanza.
La Regione, insieme ai privati e agli Enti locali, ha investito molti soldi per dare un assetto migliore a tutta la zona del Mesino o al recupero di alcuni significativi insediamenti storici, culturali e artistici di quel territorio. Siamo nel pieno e nel cuore della collina morenica. Qualcuno ha fatto il ragionamento, a parte gli svincoli e le rotonde che sono impattanti, su cosa vorrà dire in termini di affluenza di persone? E' stato fatto un calcolo in tal senso? Il Patto per lo Sviluppo del Canavese non era coniugabile diversamente? Siamo sicuri che sono stati fatti tutti gli sforzi per dare una risposta in termini di rilancio di quel territorio, ma che, tra l'altro, sia compatibile con le risorse che quel territorio possiede? Sono risorse: la collina morenica è una risorsa; la presenza di fiumi è una risorsa; la presenza di residenze storico-culturali e artistiche è una risorsa. Si tratta di avere la creatività e l'intelligenza per fare su quello un business, uno sviluppo economico, un volano economico, ma tenendo conto dei pareri tecnici.
Assessore, è successo che una Commissione tecnica ha detto: "No, non ci sono le condizioni geologiche, di esondabilità e di sicurezza per realizzare questo; va trovata una sistemazione diversa" e che la Regione ha replicato: "Non ne teniamo conto, si proceda".
Questo è preoccupante. Dopodiché, ovviamente, prevediamo anche i soldi Assessore Ferrero, per il prossimo bagno che si farà - sperando che non succeda - nell'eventualità di una nuova alluvione. Questi sono catastrofismi, però quello che non è catastrofismo è il fatto che, per la prima volta, non si è tenuto conto di un parere esplicitato a maggioranza un parere che poteva essere ricondotto in una sede tecnica e trovare degli aggiustamenti per valorizzare quello che quel territorio ricchissimo e bellissimo possiede. Questo non è stato fatto.
Le chiedo copia scritta della risposta, e mi dichiaro gravemente insoddisfatta.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Botta per una breve replica.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Se volessi essere polemico dovrei chiedere ai banchi dell'opposizione a quale Consigliere devo prestare attenzione: se al Consigliere Giordano che mi dice "Andate avanti a spada tratta", oppure ai Consiglieri Chiezzi Suino e Contu.
Tuttavia, rispondo secondo la mia coscienza, dicendo che la Giunta ha deciso di dare comunque corso al Patto Territoriale del Canavese con le necessarie cautele e ascoltando i pareri tecnici dell'Assessorato interrompendo, tra l'altro, il termine perentorio fissato; diversamente, il progetto del Piano Particolareggiato sarebbe andato avanti così, perch questa era stata la scelta del Comune di Albiano. Interrompendo quel termine abbiamo chiesto una serie di approfondimenti sotto il profilo paesaggistico, idrogeologico e di messa in sicurezza dell'area, che credo vada nella direzione di coniugare, da un lato, l'attenzione per il paesaggio e l'ambiente, e, dall'altro, di dare delle risposte in termini di occupazione.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione n. 1543 del Consigliere Ronzani inerente a "Centrale cippato di Mongrando"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 1543 presentata dal Consigliere Ronzani, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

L'interrogazione del Consigliere Ronzani è relativa alla centrale di Mongrando.
Il Piano energetico ambientale regionale, in via di predisposizione come previsto dall'art. 5 del disegno di legge n. 282, che poi avremo in esame, recante "Disposizioni in campo energetico", persegue obiettivi di qualità in termini di produzione, trasporto, distribuzione e consumo di energia raccordati con tutti gli altri obiettivi ambientali, in particolare mediante: a) l'individuazione dei presupposti per un corretto sviluppo del sistema energetico regionale b) l'aumento di efficienza del sistema energetico regionale e riduzione delle emissioni dei gas responsabili delle variazioni climatiche derivanti dai processi di carattere energetico c) lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate, ivi comprese quelle relative alle produzioni agricole o forestali, come in questo caso d) la riduzione dei consumi energetici nei settori produttivo, abitativo e terziario e) la riduzione dei consumi energetici nel settore dei trasporti f) il miglioramento dell'efficienza dei sistemi di distribuzione e di trasporto dell'energia.
Quindi, i capisaldi della politica energetica cui si ispirerà il Piano sono quelli alla base degli accordi internazionali, diretti alla riduzione delle emissioni di gas serra e al miglioramento della qualità ambientale.
Tra i programmi attuativi degli impegni scaturenti dalle decisioni internazionali, il CIPE, nelle deliberazioni n. 211 del 3 dicembre 1997 e n. 137 del 19 novembre 1998, prevede l'attuazione di politiche e misure per lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.
A questo proposito, va ricordato che la direttiva 2001/77/CE, del 27 settembre 2001, del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità sottolinea la necessità di promuovere in via prioritaria le energie rinnovabili - tra le quali è compresa la biomassa - poiché queste, nel contribuire alla protezione dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile, permettono di conseguire più rapidamente gli obiettivi di Kyoto.
In un'ottica di promozione generale delle rinnovabili, l'art. 6 della direttiva citata prevede che gli Stati membri valutino l'attuale quadro legislativo e regolamentare esistente delle procedure autorizzatorie agli impianti che producono elettricità da fonti rinnovabili al fine di ridurre gli ostacoli normativi e di altro tipo all'aumento della produzione di elettricità da fonti energetiche rinnovabili e di razionalizzare e accelerare le procedure amministrative.
Tanto premesso e in considerazione dei diversi meccanismi di sostegno delle fonti rinnovabili, nella valutazione di impatto ambientale, ferma restando la disciplina normativa in materia, potrà essere considerato come elemento positivo la produzione di energia attraverso l'utilizzo del cippato di legno come combustibile. In una logica di filiera locale, in effetti, l'utilizzo del cippato prodotto nel territorio circostante consente di coniugare la produzione di energia con la manutenzione e il recupero del patrimonio boschivo.
Si evidenzia, infine, che il progetto relativo alla centrale di Mongrando non risulta ancora pervenuto alla Provincia di Biella. Pertanto al momento non è possibile conoscere la ragione sociale della società proponente.
Peraltro, questa mattina, rileggendo l'interrogazione, ho notato che il collega faceva una serie di considerazioni in ordine alla dimensione di quegli impianti, cioè se devono essere di una certa dimensione o di ordine superiore.
Credo che si possa raccogliere la preoccupazione, che, a mio avviso, è contenuta nell'interrogazione, affermando che occorre valutare il dimensionamento di quegli impianti, sia dal punto di vista dell'energia prodotta da immettere sulla rete, che può essere energia elettrica o calore, sia anche in rapporto ad un eventuale bacino di riferimento per quanto riguarda l'afflusso del cippato. Non dimentichiamo che da diversi anni, come Assessorati all'agricoltura, all'ambiente e alla montagna prefiguriamo e incentiviamo - possiamo rilevarlo anche in diversi provvedimenti e nel Piano di sviluppo rurale precedente - la realizzazione della filiera legno-energia, perché è in grado di ridare economicità alla coltivazione del bosco e, quindi, favorire la manutenzione del territorio che è veramente carente. Un bosco che non offre più alcun prodotto e non è più economico e, di conseguenza, viene abbandonato, produce il diradamento durante le forti precipitazioni atmosferiche, causando quindi una serie di erosioni che, a loro volta, si ripercuotono a valle, creando - ahimé! tutti i fenomeni che in questi anni abbiamo registrato. Questi fenomeni sono dovuti anche al fatto che, molte volte, lo zero termico è molto alto quindi, anziché esserci le consuete nevicate, vi sono forti piogge che, a loro volta, si riversano nella zona boscata generando situazioni anomale.
In linea di principio, è un'impostazione corretta localizzare impianti di questo tipo.
Per quanto riguarda il dimensionamento, anche sulla base delle considerazioni che mi hanno evidenziato gli uffici, che io condivido bisogna valutare il caso in sé, ma quando ci sarà il progetto di valutazione di impatto ambientale, andando a fare una valutazione di tipo dimensionale. Credo, tutto sommato, che sarà una delle ragioni di approfondimento e di confronto tra i vari soggetti che parteciperanno alle conferenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Ringrazio per la risposta. Mi soffermo solamente sulla prima parte di quanto ha affermato l'Assessore, perché su questi problemi avremo modo di ritornare quando discuteremo della legge propedeutica all'elaborazione del Piano energetico regionale.
Assessore, anch'io credo che nel quadro di una politica che punti ad una diversificazione delle fonti di energia la scelta del cippato e altre scelte siano da condividere. Ne è prova il Biellese che, attraverso un impegno diretto delle Amministrazioni locali, intende realizzare o sta realizzando alcune piccole centrali di cippato, ponendosi il problema di un utilizzo della filiera, perché la centrale di cippato, oltre a produrre energia in sede locale, ci consente di sviluppare un discorso di filiera che ci porta ad utilizzare una parte del legno che esiste nel territorio nel quale sorgono le centrali di cippato.
La questione che ponevo, a cui lei ha risposto nella parte conclusiva del suo intervento, riguarda questo tipo di intervento, per il quale lei ha detto che non esiste ancora un progetto. Si è parlato moltissimo, nel Biellese, nei giorni scorsi, di una centrale che dovrebbe costare circa 35/40 miliardi e consumare 130 tonnellate di cippato.
Se lei considera che le altre sei centrali che si stanno realizzando dovrebbero consumare 9.000 tonnellate, otteniamo la dimensione delle questioni.
Il problema che le pongo è esattamente questo. Siamo assolutamente d'accordo con l'esigenza che si vada verso la diversificazione delle fonti di energia; siamo assolutamente d'accordo che in questo contesto venga fatta la scelta di costruire centrali come questa, ma la questione riguarda le dimensioni della centrale in questione.
Prendo atto del fatto che lei ha espresso una preoccupazione e ha detto che occorrerà valutare il dimensionamento di questa centrale, perché è evidente che questi interventi non possono essere, intanto, disgiunti da una politica di programmazione e, soprattutto, debbono obbedire a una logica di filiera.
Per questo motivo, ripromettendomi di ritornare sull'argomento nel momento in cui avremo sottomano il progetto, penso che intanto vada acquisito nella discussione il punto relativo al problema delle dimensioni di queste centrali, che non è un problema secondario e che sarà oggetto di una riflessione attenta da parte dell'Assessorato competente.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Valutazione impatto ambientale

Interrogazione n. 1533 del Consigliere Tapparo inerente a "Progetto autostradale Carisio-Vigliano, centrale termoelettrica e mega inceneritore per rifiuti industriali a Verrone: quale concentrazione con il territorio interessato?"


PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera risponde ancora all'interrogazione n. 1533 presentata dal Consigliere Tapparo.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In riferimento ai progetti a cui fa riferimento l'interrogazione in oggetto, si evidenzia quanto segue.
Presso gli uffici regionali della Direzione Ambiente non esistono elementi e informazioni di nessun tipo rispetto a un "Collegamento autostradale Carisio-Vigliano". In proposito, si rimanda alle informazioni del collega Casoni come da nota prot. 435/UC del 24 maggio inviata a questo Assessorato per conoscenza. Si fa comunque presente che, qualora si trattasse effettivamente di un nuovo collegamento autostradale, il progetto dell'infrastruttura dovrebbe essere sottoposto a procedura di valutazione di compatibilità ambientale di competenza statale, procedura che è previa a qualsiasi iter autorizzativo.
Per quanto concerne il progetto di una "Centrale termoelettrica a Verrone", unico elemento agli atti è una nota in data 8 ottobre 2001 (pervenuta in data 12 ottobre 2001) con cui il Ministero dell'Ambiente trasmette copia della comunicazione di "inizio studi" inoltrata da Fiat Energia S.p.A. relativa ad un progetto di "Centrale a ciclo combinato da 400 MW da localizzarsi nei Comuni di Verrone e Salussola".
Da allora non si è saputo né ricevuto altro.
Infine, per quanto attiene al progetto di "Inceneritori di rifiuti industriali", la Società Fenice S.p.A. in data 14 giugno 1993 aveva richiesto la pronuncia di compatibilità ambientale ex art. 6 della legge n.
349/86, di competenza statale, per il progetto di una "Piattaforma per lo smaltimento di rifiuti industriali tossico-nocivi a Verrone", conclusasi con giudizio positivo di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente, di concerto con il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, espresso con DEC/VIA/2213 dell'11 agosto 1995.
A seguito del decreto, ai fini della predisposizione del progetto definitivo da sottoporre all'autorizzazione regionale, si era costituito un Tavolo tecnico. Numerose erano state le riunioni di approfondimento svolte all'interno del succitato Tavolo, ma in Regione non è mai stato presentato un progetto per l'autorizzazione.
Si ricorda che la competenza in materia di rifiuti è passata alle Province; con la L.R. n. 59/95 la Regione aveva conservato esclusivamente la competenza autorizzativa solo per i progetti di smaltimento di tossico nocivi, soggetti a VIA di competenza statale. Nel 2001, in applicazione della L.R. n. 44/00, è stata trasferita alle Province anche l'autorizzazione sui rifiuti tossico-nocivi.
Recentemente è giunta notizia che la Società Fenice S.p.A. ha presentato alla Provincia di Biella un progetto per la realizzazione di una "Piattaforma di trattamento rifiuti industriali di Verrone", per avere l'autorizzazione ai sensi degli ex artt. 27 e 28 del D.lgs. n. 22/97.
In data 3 giugno 2002 è poi pervenuta copia della nota 10 maggio 2002 inviata al Ministero dell'Ambiente, con la quale la Provincia di Biella rispetto al progetto presentato per l'autorizzazione, ha contestato e rilevato "l'inattualità del giudizio di compatibilità ambientale...
rispetto ai significativi mutamenti avvenuti nell'area negli ultimi setti anni" e ha evidenziato tutta una serie di "incongruenze progettuali...
rilevate da una prima analisi degli elaborati", richiedendo allo stesso Ministero di esprimere un parere in merito.
Abbiamo cercato, anche se sinteticamente, di rispondere ai vari punti naturalmente, rispetto a quelli riguardanti l'energia si intrecciano anche le discussioni che avverranno con il disegno di legge n. 282, che è all'attenzione del Consiglio.
Nella risposta sono riportate solamente le questioni di informazione specifica e la proposta della Fiat si inserisce nelle quattro proposte che la Fiat stessa ha presentato sul territorio regionale (tre in provincia di Torino, più quella a cui si faceva riferimento).
Per quanto riguarda la questione dei rifiuti, giunge la notizia che la Provincia di Biella sta organizzando adeguatamente la Conferenza dei Servizi e tutta l'istruttoria, partendo dal presupposto che già in allora quando abbiamo avviato la procedura ricognitoria 95/96, abbiamo espresso forte preoccupazione e perplessità circa l'attivazione di quell'impianto a Verrone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore Cavallera, esprimerò in seguito il mio grado di soddisfazione o insoddisfazione rispetto alle sue risposte.
Il problema che ho cercato di evidenziare dovrebbe fornire alla Regione l'opportunità di dare dei giudizi generali. Uno dei grandi compiti della Regione, infatti, è quello di avere una visione generale. Ad esempio l'Assessore Pichetto - che se ne sta andando - dovrebbe dirci qualcosa rispetto al fatto che la Fiat, in una situazione di crisi e trasformazione ha presentato, rispetto ai quattro stabilimenti del Piemonte - il quinto Mirafiori, potrebbe vedere l'inceneritore - quattro domande per la costruzione di centrali elettriche.
Lo stabilimento Fiat di Verrone, in seguito a un accordo con General Motors per la costruzione di cambi e differenziali, rischia di veder diminuire ulteriormente, attraverso un processo di questo genere, la propria chance di operare.
Il fatto che un gruppo in crisi in tutti i suoi siti industriali faccia domanda per la costruzione di centrali elettriche, dovrebbe essere oggetto di una valutazione politica da parte della Regione.
Non nego la presenza di un'opera di diversificazione della Fiat anche nel settore energetico, ma il fatto che in tutto il suo sistema industriale siano presenti delle domande per la costruzione di centrali termoelettriche dovrebbe rappresentare una grande preoccupazione.
Secondo aspetto: l'Assessore Cavallera, in modo quasi liberatorio sosteneva che molte competenze in materia di smaltimento rifiuti sono passate alle Province. Ritengo opportuno il governo di questi processi; non possiamo dire che burocraticamente non è arrivato nulla.
Di fronte alla vicenda della centrale elettrica e termodistruttore di Verrone, alla costruzione di quello che da due anni, nel dibattito, viene definito il "peduncolo autostradale", all'impatto nel sistema stradale biellese di questa eventuale scelta e alle dichiarazioni che la società dell'autostrada Torino-Milano ha fatto, al di là dei formalismi, se il governo del territorio deve esserci, da parte della Regione, come suo compito più alto, dovrebbe esserci altresì un posizionamento e non un'attesa delle varie richieste.
Al di là del fatto che il rapporto con le comunità locali è stato svolto - a mio parere - in una forma insufficiente, in queste materie molto delicate, come l'individuazione di un sito per grandi strutture come le centrali termoelettriche e l'inceneritore, occorre avere la cultura del rapporto con il territorio e non considerare le comunità locali come degli incompetenti o degli inadeguati e quindi rabbonirli e informarli.
Dovrebbe far parte del DNA del modo di operare dell'istituzione, dalla Regione alle Province ai Comuni, in rapporto con le comunità locali.
Si pensi che questa comunità locale ha visto la proposta di un sistema stradale scoordinato con il grande problema del collegamento tra Biella e Vercelli e quella che loro chiamano "la strada statale Trossi"; questa ipotesi, il dibattito che si sta facendo in Provincia di Biella per quel pezzo di autostrada che dovrebbe collegare Vigliano a Carisio, non si inquadra nel problema stradale esistente nell'ex strada statale Trossi.
Questo è un altro elemento che dovrebbe far scattare la Regione.
Quindi, al di là del merito sulla centrale termoelettrica, che credo affronteremo in occasione della discussione della mozione che ho presentato con altri colleghi (spero che tra il Consiglio odierno e quello di venerdì si possa affrontare l'argomento), ho l'impressione che il governo del territorio debba essere un atto più attivo da parte della Regione piuttosto che un atto quasi unicamente di recepimento.
C'è un forte dibattito, ci sono comunità in allarme, ci sono passi che si stanno compiendo; la vicenda dell'inceneritore o della piattaforma è stata illustrata in modo corretto e ritengo che la Regione debba far sentire la propria voce.
Per questa ragione, dichiaro la mia parziale soddisfazione. Ringrazio l'Assessore per la correttezza dei dati, ma considero insufficiente questa volontà sul piano industriale (per capire come intende muoversi la Fiat) e sul piano delle scelte che avvengono sul territorio, solo di prenderle quando i buoi sono scappati dalla stalla. Il ruolo della Regione dovrebbe essere più attivo e più capace di monitorare quanto avviene nel territorio intervenendo ed orientando.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso lo spazio dedicato alle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 367: "Sostituzione di un membro della Commissione consultiva per i procedimenti di iniziativa legislativa popolare e degli Enti locali e di referendum (Titolo II della L.R. 20 dicembre 1990, n. 55)"


PRESIDENTE

Prima di passare al disegno di legge n. 397 vi è un'integrazione all'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 367 relativa alla sostituzione di un membro della Commissione consultiva per i procedimenti di iniziativa legislativa popolare e degli Enti locali e di referendum.
La procedura è molto semplice, nel senso che noi, come aula, dobbiamo prendere atto che la prof.ssa Piera Vipiana, componente della Commissione consultiva, ha comunicato di rassegnare le proprie dimissioni. Inoltre dobbiamo prendere atto del sorteggio effettuato dal Difensore Civico, ai sensi dell'art. 7 della L.R. n. 55/90, la quale prevede che la sostituzione deve avvenire mediante individuazione di un nome, da parte del Difensore Civico, tramite sorteggio.
Quindi, se l'aula acconsente, la darei per iscritta.
Non essendovi interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale proposta di deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame disegno di legge n. 397: "Potenziamento della capacità turistica extralberghiera. Modifiche ed integrazioni alla L.R. n. 31/85 (Disciplina delle strutture extralberghiere)"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare all'esame del disegno di legge n.
397, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola alla relatrice, Consigliera Albano.



ALBANO Nicoletta, relatrice

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, il presente disegno di legge si pone la finalità di favorire e sostenere il potenziamento della capacità turistica extralberghiera del Piemonte, nell'ottica di giungere agli appuntamenti turistici e sportivi che si svolgeranno nei prossimi anni sul territorio piemontese (in particolare, le Olimpiadi Invernali di Torino 2006), con un'offerta turistica ricettiva variegata e soprattutto sufficiente ad ospitare i turisti che soggiorneranno nel territorio subalpino.
In particolare, il disegno di legge offre l'opportunità, a coloro che intendono costruire nuove abitazioni da adibire a strutture ricettive extralberghiere o ai proprietari di "seconde case" intenzionati ad utilizzarle a fini ricettivi, di usufruire di finanziamenti regionali per la realizzazione di nuove strutture o per effettuare interventi di ristrutturazione e di riqualificazione di quelle già esistenti. L'obiettivo è sia di stimolare le piccole e medie imprese a realizzare dei mini appartamenti da destinare al settore turistico, sia di indurre i proprietari delle seconde abitazioni ad una maggiore propensione ad immetterle sul mercato, attraverso il beneficio degli incentivi regionali di cui possono usufruire e che sono diretti a migliorare le caratteristiche edilizie e di arredo e a renderle congruenti con i bisogni e le richieste avanzate dalla domanda turistica.
L'intervento da parte della Regione Piemonte a sostegno di tale nuova tipologia di ricettività extralberghiera dovrà consentire, pertanto: a) di inserire le seconde abitazioni nel circuito della "locazione turistica", con l'intento di sfruttare il vasto patrimonio immobiliare esistente, attualmente sotto utilizzato, e ridurre in tal modo il gap della ricettività turistica piemontese, che vede nei pochi posti letto alberghieri un punto di debolezza b) di creare opportunità di reddito per chi gestisce le seconde case a scopo turistico, concedendo allo stesso tempo degli incentivi ai proprietari affinché siano sensibilizzati a migliorare le condizioni tecnico-edilizie e di arredamento delle stesse abitazioni e a metterle a disposizione degli intermediari che le gestiranno c) di rivitalizzare il tessuto sociale ed economico del territorio, con la creazione di nuove attività ed occupazioni per i residenti.
Sebbene l'esigenza prioritaria alla base del disegno di legge sia stata quella di giungere ai Giochi olimpici del 2006 con un sistema turistico ricettivo capace di soddisfare le richieste di ospitalità che provengono dal mercato, occorre evidenziare che il presente provvedimento va oltre la necessità di rispondere alla domanda di picco connessa all'evento olimpico.
In effetti, con il testo legislativo in esame si intende anche perseguire l'obiettivo di dare vita ad una nuova economia turistica locale, che consenta di svolgere nuove forme di attività turistica in maniera sistematica e abituale.
Prima dell'esame, da parte dell'aula, dell'intero articolato del testo vorrei sottolineare l'importanza del provvedimento in oggetto per il sistema ricettivo piemontese, nonché l'urgenza della sua entrata in vigore anche in vista degli adempimenti collegati all'evento delle Olimpiadi invernali del 2006. Visto l'approfondito esame a cui il disegno di legge è stato sottoposto da parte della III Commissione (anche con svolgimento di consultazioni), ne sollecitiamo una rapida approvazione da parte dell'aula consiliare. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale sul disegno di legge.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Il disegno di legge in discussione è sicuramente interessante per il futuro dello sviluppo turistico della nostra Regione. Anche in Commissione abbiamo ritenuto di favorire la celerità della discussione di tale disegno di legge, tant'è vero che - come ricorderà l'Assessore - abbiamo concordato di svolgere le consultazioni nel più breve tempo possibile, adoperandoci affinché venisse approvato rapidamente.
Il testo di legge è stato approvato a maggioranza dalla Commissione il 3 giugno e viene posto in discussione a settembre.
L'aspetto più singolare è che stiamo discutendo di un disegno di legge in cui c'è un bando, per ricevere finanziamenti, che fa riferimento alla L.R. n. 18/99; bando pubblicato il 27 giugno sul Bollettino della Regione e che scadrà il 20 settembre. In un punto di tale bando si fa riferimento a questo disegno di legge: "Realizzazione di almeno quindici nuove unità abitative o ristrutturazione, riqualificazione, rinnovo arredi attrezzature, acquisto di almeno dieci unità abitative da destinare ad alloggi vacanza, secondo la definizione di cui al disegno di legge della Giunta regionale n. 397/02; tipologia ammissibile solo successivamente all'approvazione del disegno di legge da parte del Consiglio regionale".
Ritengo che questa sia una procedura singolare; non credo che ci siano problemi di carattere di illegittimità, perché se la legge non dovesse essere approvata entro il 20 settembre si stralcia questo punto dal bando e si fa finta che tutto ciò non sia avvenuto. Credo, Assessore, che questa procedura sia davvero singolare.
Noi abbiamo approvato, anzi, la maggioranza ha approvato questo disegno di legge in Commissione - capisco che in quest'aula si affrontano molte tematiche, ma su questo disegno di legge l'attenzione non è molto elevata ma noi avremmo potuto discuterne molto prima e permettere, a chi ha partecipato al bando, di avere la sicurezza di partecipare ad un bando che si basa su una legge, non su un'ipotesi di legge.
Se noi, per vari motivi, non approvassimo questo testo di legge entro il 20 settembre, la Regione farà una magra figura nei confronti di chi ha partecipato al bando.
In quest'aula si è parlato molto delle Olimpiadi grazie al fatto che l'Assessore ha ripreso altri Enti locali per non aver prestato la massima attenzione e per non aver agito nei tempi dovuti per affrontare un appuntamento importante come quello delle Olimpiadi. Noi stiamo affrontando una questione importante...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a fare un po' di silenzio.
Non si riesce a sentire l'intervento del Consigliere Muliere malgrado stia parlando a tono sostenuto.



MULIERE Rocco

Dicevo che stiamo affrontando un argomento importante basandoci su un testo che era alla base di un bando pubblico.
Dal punto di vista metodologico, Assessore, questa è un'osservazione sulla quale non solo l'Assessore e la Giunta, ma tutto il Consiglio deve riflettere. Mi chiedo perché non ne abbiamo discusso prima se questa è una questione importante per lo sviluppo turistico della regione. Credo che ci sia superficialità nell'affrontare questi temi. Detto questo, come dicevo all'inizio del mio intervento, abbiamo valutato e sollecitato questo provvedimento altre volte e in altre occasioni.
Consentitemi di aprire una parentesi. E' vero che noi abbiamo lo sguardo e la mente rivolta all'appuntamento delle Olimpiadi, ma ricordo che l'Assessore in Commissione si era anche impegnato a presentare, al più presto, un'ipotesi di legge quadro sul turismo. La questione di una legge quadro sul turismo non è un'altra cosa rispetto alle tematiche che stiamo affrontando. Ecco perché approfitto dell'occasione per ritornare su questo argomento e per sollecitare l'Assessore e la Giunta. Invece ogni due o tre mesi, siccome abbiamo l'appuntamento delle Olimpiadi, affrontiamo la questione del turismo attraverso una proposta di legge. Forse sarebbe il caso di presentare una legge quadro sul turismo che aiuti soprattutto gli operatori del settore.
Guardiamo con attenzione questo disegno di legge, in altre occasioni abbiamo sollecitato la presentazione di un'ipotesi di una proposta di legge di questa natura. Lo dicono i dati che oggi c'è bisogno di affrontare e risolvere il problema positivamente. I dati dicono che nelle ultime stagioni invernali le strutture ufficiali non sono state in grado di offrire una soluzione alle domande che venivano dai turisti che si trovavano in villeggiatura nelle località turistiche della nostra regione.
Lo dicono i dati che ci sono migliaia di seconde case che non vengono utilizzate correttamente. Sarebbe opportuno e necessario risolvere affrontare e dare trasparenza al problema mettendo sul mercato le seconde case per affrontare l'appuntamento delle Olimpiadi e per dare una risposta concreta al turismo della nostra regione. Lo dicono i dati delle località montane del Cuneese, del Verbano Cusio Ossola; lo dicono i dati di altre località turistiche della nostra regione.
Dove nascono le nostre perplessità? Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti che vanno nella direzione di aumentare il controllo per far svolgere alle ATL un ruolo importante non nella gestione, ma nel controllo dell'attuazione della legge.
Abbiamo presentato altri emendamenti che affrontano in modo particolare alcune questioni: l'acquisto e la costruzione di nuovi alloggi. Non è un caso che nel bando le priorità di finanziamento, che fanno riferimento a questa legge, prevedano la priorità per l'acquisto di almeno dieci unità e la realizzazione di almeno quindici alloggi. Questo vuol dire che tutta una serie di piccoli proprietari inizialmente vengono esclusi da queste priorità. E' vero che nella legge è prevista la costituzione di consorzi per la gestione e l'acquisto di immobili, ma è singolare che venga subito data priorità per l'acquisto e la costruzione.
Noi crediamo che vada soprattutto incentivata la ristrutturazione, per valorizzare il patrimonio immobiliare esistente. Ecco perché abbiamo alcune perplessità che, nel corso della discussione del testo di legge, metteremo in evidenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Metterò in luce gli aspetti di critica preoccupata a questo disegno di legge. Le buone intenzioni spesso fanno da scudo ad attività che tendono ad impiegare il denaro pubblico a vantaggio di pochi. Quando questi pochi sono pochi speculatori edilizi, la questione si fa ancora più critica. Questa legge è di senso comune, buonista, perché arriva in occasione di un evento eccezionale o comunque in relazione ad un comparto economico legato all'affitto delle case, che i turisti possono decidere di affittare per il periodo delle vacanze. Di fronte quindi a un tema condivisibile ed affrontabile, il fatto molto negativo di questa legge è che lo affronta strizzando l'occhio agli speculatori di tutti i generi.
Ora, in Piemonte sappiamo che di case vacanze o alloggi vacanze - sono nuove terminologie del tutto inutili e fuorvianti, ma prendiamole come tali non ce ne sono pochi in Piemonte, ce ne sono tanti, anzi, ce ne sono troppi. Sappiamo che se nelle nostre vallate c'è un'economia turistica da aiutare, andrebbe aiutata l'economia legata alla residenzialità alberghiera e non quella legata alla presenza di seconde, terze o quarte case. Ci sono molte vallate che continuano ad avere un'economia molto stentata e assistono a un esodo di persone che non trovano un'occupazione a causa dell'economia turistica che nelle nostre valli è cresciuta con il mattone privato. Le imprese hanno fatto lottizzazioni, hanno costruito case e le hanno vendute a gente di pianura, di collina e anche di montagna. Hanno immobilizzato i propri capitali in alloggi che rimangono vuoti per gran parte dell'anno, molte volte deturpando l'ambiente e creando danni e pericoli. Questa situazione non fa crescere l'economia anche perché le famiglie, quando vanno nel loro alloggio in montagna, a volte hanno già fatto la spesa, per cui non sostengono neppure l'economia locale.
Non c'è necessità di case. Semmai, si devono utilizzare quelle esistenti in modo più attento al loro valore d'uso, senza mettere questo loro valore d'uso per troppo tempo in frigorifero.
Questa legge, viceversa, furbescamente, fa di ogni erba un fascio e accanto all'affrontare un problema che potrebbe essere affrontato giustamente apre la stura all'ipotesi che con questa legge i soldi dei contribuenti vanno ad aiutare chi fa una bella speculazione immobiliare in montagna. Questa è un'indecenza assoluta! Quindi, come ho proposto - poi ho visto che l'emendamento c'è già - si dovrebbe, assolutamente, se si è in buona fede, escludere da qualsiasi tipo di contributo tutti coloro che pensano di costruire edilizia agevolata a fini speculativi.
In merito alla seconda critica, in ogni caso, visto che il denaro pubblico proveniente dai contribuenti finisce nelle casse dei proprietari delle case e dei gestori di esse, in nome dell'alloggio vacanze, si dovrebbe fare in modo che i contributi pubblici abbiano una contropartita di ordine sociale.
In merito alla contropartita su questo tema, chi riceve i contributi dovrebbe effettuare una convenzione, ma all'interno della convenzione ci devono essere anche i parametri che fissano i livelli di affitto di questi alloggi vacanze legati al fatto che sono locali che sono stati agevolati dai soldi dei contribuenti.
Quindi, questa legge dovrebbe prevedere nelle convenzioni l'individuazione dell'ammontare dell'affitto o i criteri secondo i quali dovranno essere conteggiati e misurati gli affitti che i turisti riconosceranno alla proprietà e per essa alla gestione di questi alloggi.
Presidente del Consiglio, su questo secondo tema mi riprometto di formulare un emendamento che inserisce la stipulazione di una convenzione che preveda anche i criteri di determinazione degli affitti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Un plauso all'Assessore per aver avuto il coraggio di scrivere una legge che tutti - quando dico tutti intendo tutti, gli operatori e i non operatori, in particolare delle vallate alpine, ma un po' di tutto il territorio a vocazione turistica - da anni vogliono, da anni chiedono e da anni aspettano.
Ho sentito sollevare delle critiche a questo disegno di legge, che sono culminate in un qualcosa che veramente trovo aberrante: il fitto calmierato per una casa vacanze! A questo punto, perché non chiediamo alla Fiat di venderci le macchine ad un costo inferiore, visto che lo Stato dà dei soldi per costruirle? Questa è una logica che è fuori dalla storia e dal percorso di civiltà in cui, fortunatamente, l'Italia è giunta.
Al di là dei fitti calmierati (che sono una barzelletta e mi ricordano gli anni '60, ma in quel caso parlavamo di prime abitazioni e non di case vacanze) in questa legge c'è forse un po' di utopia, un po' di speranza che sono convinto non si realizzerà, cioè, pensare di mettere in circolazione le cosiddette seconde case attuali. Le seconde case sono vuote, ma è un fatto che riguarda il proprietario. Se il proprietario ritiene di tenerla vuota, vige la libertà di scegliere di tenerla vuota.
Non possiamo dire che c'è una negatività nel fatto che le seconde case siano vuote. La decisione di acquistare una seconda casa e di usarla per venti o trenta giorni all'anno rientra nella mia assoluta libertà.
Cominciamo a togliere di mezzo il problema delle seconde case vuote.
Non è un problema, è una libertà del proprietario usarle o tenerle vuote.
La legge, invece, va in una direzione molto interessante: favorire in futuro la costruzione o quantomeno - uso un termine improprio sponsorizzare la costruzione di quelli che io chiamo chalettoni, o residenze vacanze, che sono veramente i cugini primi del sistema alberghiero.
Quando il Consigliere Chiezzi dice che si deve potenziare il sistema alberghiero, bene, è con le costruzioni nuove che noi potenziamo il sistema alberghiero. Noi diamo un'offerta di tipo para-alberghiero che, leggendo la legge nei singoli articoli, è riconducibile molto di più all'ospitalità di tipo alberghiero che non a quella della locazione di immobili.
E' chiaro, questa legge in qualche punto è migliorabile e durante il dibattito sull'articolato ne parlerò con il relatore e con l'Assessore.
Qualche punto non mi convince, forse qualche rigidità di questa legge non mi convince, però, la legge, sicuramente, ci porta nella direzione che tutti noi vogliamo: cercare di creare quelle strutture necessarie per riuscire ad avere la capacità di rispondere alla grande domanda che tutti gli anni perviene e che l'attuale sistema non è in grado di accontentare.
Un ultimo elemento e poi termino.
Un ultimo plauso all'Assessore, che con questa legge non ha messo tra i soggetti carrozzoni pubblici che si sono dimostrati incapaci di promuovere il turismo, che si sono dimostrati inadeguati al ruolo per cui sono stati costituiti e ha dato spazio alla libera iniziativa, ha dato spazio al privato, senza congelare, senza ingessare la legge su carrozzoni pubblici che forse sarebbe ora di rivedere in quelle che sono le loro attività, le loro funzioni.
Grazie, Assessore, per questa legge: è un grazie non da Consigliere regionale, ma è un grazie da frequentatore delle vallate alpine, da proprietario di seconda casa. Grazie per questa legge che serve e serve alle nostre vallate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Se non altro, abbiamo saputo che non ci sarà il problema eventuale di imbarazzo o incompatibilità, perché ritengo che il Consigliere Marengo non sarà fra quelli che ricorreranno a questa legge mettendo a disposizione il suo chalettone per risolvere i problemi della recettività alberghiera.
Venendo al problema, non ripeto quanto affermato dal collega Muliere che è entrato nel merito relativamente al ritardo della legge - che in parte è come la teoria della media del pollo a testa - legge che noi auspichiamo, Assessore, e non solo noi. Come la media del pollo a testa, la legge arriva in ritardo, il bando arriva in anticipo, ma alla fine tutto quadra.
Oggi alcuni dati dovrebbero far riflettere il collega Marengo più che l'Assessore Racchelli. Relativamente alla fonte Touring Club Italiano penso che non ci siano dubbi sull'attendibilità. Per quanto riguarda il turismo montano, nella realtà alpina noi abbiamo 350 mila letti nell'ambito della recettività alberghiera e 3 milioni in quella extralberghiera, il che porta a 120 milioni nella realtà alberghiera e 38 nelle presenze alberghiere.
Esiste un problema: ci sono pochi alberghi e c'è l'appuntamento olimpico, con tutte le problematiche che conosciamo, ma non è questa l'occasione per rimarcarle, in quanto ne abbiamo ampiamente dibattuto e magari avremo altre occasioni per farlo.
Mi auguro che tutto avvenga in termini di positività, per risolvere e far ottenere il miglior risultato possibile all'appuntamento olimpico, che interessa le nostre realtà alpine: mi riferisco in particolare alla provincia di Torino, anche se il Verbano Cusio Ossola (l'Assessore lo sa benissimo) ha la punta, in termini di percentuale, di presenza di seconde case nel territorio regionale. Comunque, mi fermo alla provincia di Torino che, rispetto all'appuntamento olimpico, è quella che presenta una certa situazione.
Nella provincia di Torino abbiamo una presenza di seconde case notevole e, relativamente a questo aspetto, mi auguro e penso che l'Assessore possa concordare con quanto sto per dire. Ferma restando la libertà di chi non vorrà affittare o mettere a disposizione il proprio chalettone - ci mancherebbe, non penso che questa sia una legge coercitiva! - questa legge cerca tuttavia di affrontare un problema, che è anche un problema culturale su questo concordo con l'Assessore - ovvero quello di creare le condizioni per permettere che una serie di appartamenti vuoti durante tutto l'anno possano essere messi in circolo e risolvere quello che è uno dei principali problemi che riguarda la recettività alberghiera nella nostra regione, in particolare nella provincia di Torino.
Non utilizzerò tutto il tempo che ho a disposizione, perché mi ritrovo assolutamente d'accordo con quanto affermato dal collega Muliere rispetto a quello che dovrebbe essere il ruolo fattivo dell'ATL e di quanto bisognerà creare per far funzionare...



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Come? Si può sempre fare la proposta di chiudere l'ATL. Collega Marengo, presi da un impulso liberista-liberale, si può sempre presentare una legge per chiudere l'ATL. Collega, non ci sono problemi, la presenti se questo è il pensiero; io, se lo pensassi, lo farei.
Per quanto riguarda l'ATR - visto che questa è la prima seduta dopo le vacanze è concesso un clima post-vacanziero e non mi sento assolutamente disturbato o infastidito - mi auguro che l'Assessore sia un po' più veloce perché aspetto una risposta precisamente dal dicembre 2001.
Assessore Racchelli, la prego, risponda alla nostra interpellanza sull'ATR, se non altro almeno durante il prossimo Consiglio; non mi dichiaro soddisfatto in anticipo, ma mi auguro che risponda all'interpellanza.
Dicevo, con gli emendamenti il nostro atteggiamento andrà nella direzione di migliorare una legge attesa, che poteva e forse doveva essere presentata prima con una serie di questioni, nell'articolato, che ci trovano concordi, mentre su altre abbiamo qualche perplessità. Penso che le perplessità siano legittime, magari alcune potranno essere le stesse, altre diverse.
Termino qui il mio intervento, che non voleva aggiungere altro - se non alcuni aspetti sulle cifre - a quanto affermato dal collega Muliere.
Nell'ambito della discussione, con gli emendamenti che abbiamo presentato proveremo a dare un contributo per migliorare una legge che, ripeto, era attesa da molto tempo e che - meglio tardi che mai! - rappresenta il pezzo fondamentale per risolvere uno dei problemi dell'appuntamento olimpico quello della recettività alberghiera.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Mi rivolgo al collega Marengo per precisare che l'opera di rieducazione dell'Assessore ai fini di allontanarlo dalla propensione all'uso dei baracconi pubblici l'abbiamo fatta in Commissione proprio noi, perché nel testo originale era previsto che le ATL facessero il lavoro di acquisizione e ristrutturazione, ma era per rivendicare un merito liberistico in questa situazione di pesante sospetto che sempre grava nei nostri confronti di non svolgere un'opera di modernizzazione culturale quando ne abbiamo l'occasione. L'Assessore poi ha accolto le motivazioni e quindi ritenevamo opportuno che venisse citata un'insolita fonte di rieducazione liberista.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. In Commissione non ho seguito molto questa discussione, anzi, probabilmente non è passata in una delle Commissioni che seguo io, però devo dire - e mi rivolgo soprattutto all'Assessore - anche alla luce di quanto affermato dal Consigliere Riba, che probabilmente abbiamo spostato l'asse del nostro intervento nel disposto di questa legge ma, alla base della valorizzazione della capacità ricettiva delle nostre strutture residenziali, qual è la ragione, se non quella di costituire un forte potere attrattivo nei confronti di un potenziamento dell'offerta anche in termini di risposta turistica, che valorizzi la vocazione naturale dei nostri centri? Invece tutto il motore promozionale è lasciato alla capacità dei singoli e non si è operato attraverso la costituzione di strutture ad hoc in grado di coniugare la promozione dell'offerta e la sua eventuale gestione, lasciando ai privati la capacità di iniziativa, che, tra l'altro può essere supportata anche da eventuali finanziamenti.
Personalmente, ho l'esperienza dell'Haute Maurienne (sopra Modane). Per anni ho beneficiato di quell'offerta turistica e devo dire che è un sistema che funziona veramente bene: il livello promozionale è gestito direttamente dall'Agenzia turistica locale, che è lo strumento che i proprietari degli alloggi si sono dati per poter promuovere l'offerta turistica.
Con il disposto di questa legge, in nome del liberismo, rischiamo invece di creare una giungla e lasciamo alla singola iniziativa dei privati la gestione di un patrimonio immobiliare che, nel momento in cui si concretizza con il sostegno e l'intervento pubblico, in qualche modo deve essere restituito alla collettività locale.
Mi spiego meglio. Anziché lasciare al libero mercato e alla libera contrattazione un patrimonio immobiliare - penso ad una città come Bardonecchia - si potrebbe pensare ad una struttura locale ad hoc che sia il volano di promozione dell'offerta e, allo stesso tempo, l'ente regolatore in grado di promuovere la capacità ricettiva di quella città con la messa a disposizione degli alloggi, attraverso un catalogo unico che fissa le tariffe in base alle metrature, con un ritorno da parte dei proprietari che mettono a disposizione gli alloggi e con la certezza che quell'alloggio viene locato.
Invece qui contemporaneamente, senza tenere conto delle potenzialità locali, si lascia alla libera attività imprenditoriale, e la si sostiene economicamente, la possibilità di costruire del nuovo, a volte anche in presenza di un patrimonio immobiliare assolutamente da recuperare.
E' questo l'elemento che va probabilmente separato nei nostri ambiti perché nella foga dell'evento olimpico mi sembra che ci abbandoniamo ad una sorta di deregolazione totale della possibilità e ad un potenziamento dell'offerta, che non si sa se avrà un prosieguo.
E' vero che le Olimpiadi hanno un effetto sicuramente promozionale, ma non è assolutamente certo che sia un effetto moltiplicatore. Credo che bisognerebbe dare, anche nell'ambito dei finanziamenti, un ordine di priorità; vanno sicuramente privilegiati gli interventi di recupero o di messa a norma e di messa a disposizione dell'esistente. Sulle nuove costruzioni bisogna operare quei sottili distinguo che cerchino di salvaguardare un ambiente rilevante, parlando prevalentemente di alloggi montani.
Personalmente, esaminerò bene questa legge, ma mi stupisce l'andazzo che ha preso in Commissione la questione dell'eliminazione del soggetto pubblico, degli ATL solo come elemento di governo e regolatore dell'offerta, ma niente di più. Questo può essere fatto analogamente a quello che avviene in altre parti d'Europa con ottimi risultati. Il privato mette a disposizione gli alloggi e c'è un organismo che ne cura la promozione e il rapporto con l'esterno, e al singolo proprietario delegherà la restituzione e la consegna dell'alloggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, Assessore Racchelli, penso che tra una visione statalista, quale quella emersa da alcuni interventi, e una visione liberista, quale quella espressa dal collega Marengo, si possa invece ragionare in termini di un sistema integrato di sviluppo turistico prevedendo che l'intervento privato potrà essere coordinato anche da realtà che, tra l'altro, sono avallate dalla Regione anche dal punto di vista legislativo.
Penso che questo disegno di legge della Giunta regionale, che è stato preparato già molti mesi or sono, sia un provvedimento che il Piemonte attendeva da tempo e che abbia urgenza di essere approvato. Ritengo anche che l'esigenza primaria del 2006 sia indiscutibile.
Ritengo però che la nostra Regione si debba anche mettere al pari di altri territori che, oltre confine, già operano proficuamente da anni in tale direzione, contribuendo al sistema turistico, quel sistema turistico integrato tra pubblico e privato, che troviamo immediatamente scavalcando le Alpi. Maison de la France è un sistema che lavora ed opera in questo quadro.
Pertanto, sono d'accordo con l'Assessore quando persegue l'obiettivo di dare vita ad una nuova economia turistica locale, un'economia che consenta di svolgere nuove forme di attività turistica, in maniera non episodica e non saltuaria, ma sistematica ed abituale. Sotto questo aspetto, ritengo che il disegno di legge debba essere approvato attraverso un ragionamento che in quest'aula può essere sviluppato.
Riteniamo inoltre che si possa ragionare su alcuni emendamenti proposti in questa sede. Ci pare però che, al di là di tutto, anche rispetto al bando della L.R. n. 18, questo testo non possa aspettare oltre per l'approvazione, perché il sistema turistico regionale ha necessità, urgenza e bisogno di un ulteriore provvedimento che vada ad integrarsi e dia, in termini di posti letto, l'aumento che ci deve essere in termini di qualità e non solo di quantità che la Regione necessita e - come torno a ripetere non solo in previsione di un appuntamento olimpico importante come quello del 2006, ma in previsione di una differenziazione economica e di prospettiva di cui la nostra Regione necessita e di cui ha sempre più bisogno, considerando anche in quale direzione sta andando l'economia.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Racchelli per la replica.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Ringrazio tutti per gli interventi, che hanno espresso valutazioni generalmente positive, ma con dei distinguo che cercherò di spiegare dal mio punto di vista rispetto all'interpretazione che viene data e l'interpretazione invece autentica che abbiamo pensato di inserire in questo testo di legge.
Sono preoccupato, perché è la prima volta che il Consigliere Placido è d'accordo con me. Questo fatto mi turba, ma mi fa piacere.
Devo dire che condivido quello che il Consigliere Muliere ha voluto esprimere nel suo intervento, nel senso che ha voluto puntare la sua attenzione su una procedura, che lui ha chiamato singolare, rispetto alla nostra volontà di inserire anche come opportunità, se concessa dal Consiglio, già su questo bando, le procedure di intervento per fare in modo che si scegliesse la costruzione di alloggi vacanze al posto di alberghi.
Le due questioni non possono essere interpretate nella stessa misura, nella stessa dimensione e quantità, bensì una delle due è subalterna all'altra addirittura sostituisce l'altra.
Con questa opportunità si faranno meno alberghi, ma vi è una ragione perché si faranno meno alberghi. La ragione è che il costo degli esercizi degli alberghi è superiore rispetto a quello che gli alloggi vacanze possono essere nell'immaginario del turista. La nostra ricerca va nella direzione di offrire al turista dei costi più bassi per la sua residenza per acquisire quote di mercato che portino più gente nei territori montani e, quindi, un ritorno di carattere sociale.
Se portissimo decina o migliaia di persone in più sul nostro territorio, qual è il riscontro sociale che otteniamo? Ricaviamo che questa gente spende nei nostri negozi, nelle nostre attività e utilizza i nostri servizi, e, di conseguenza, la comunità, l'ambito sociale ne ha un beneficio di carattere economico e sociale.
Consigliere Muliere, condivido quello che dice, ma la legge quadro la faremo, non è un problema, però per fare una legge quadro ci vogliono delle leggi. Arriviamo da un settore in cui non vi erano delle leggi, per cui ho dovuto costruire lentamente un percorso che ci porterà alla famosa legge quadro. Questo percorso, però, non è stato agevolato dalla legge quadro del Governo, che doveva metterci in condizione, a cascata, di fare delle leggi regionali, perché è miseramente naufragata, nel senso che la modifica del Titolo V della Costituzione ha fatto sì che, di fatto, questa legge non aiutasse in alcuna maniera le Regioni, anzi - ahimé! - complicando maggiormente il rapporto tra la legislazione regionale e quella nazionale.
Per quanto riguarda gli altri interventi, devo dire che respingo il concetto di base, soprattutto non condivido quando dite che vogliamo dare il via ad un aspetto speculativo e ad una cementificazione. Questo non è assolutamente vero. Sappiamo che la difficoltà esistente oggi nel costruire nelle aree montane e nelle aree critiche dell'economia piemontese e nazionale è sempre più forte. I costi di costruzione e gestione delle attività alberghiere sono pressoché insostenibili, infatti gli alberghi restano aperti uno-due mesi l'anno. Abbiamo la possibilità di proporre agli alberghi che oggi esistono e a quelli che dovrebbero essere realizzati di poter interpretare l'esigenza della ricettività su una formula diversa cioè quella degli alloggi vacanza.
Vi prego, non consideratela una scelta illuminata che un Assessore della Regione Piemonte, Ettore Racchelli, ha fatto. Certamente, non ho sognato né inventato questa formula. Mi pregio di aver inventato altre cose, ma questa l'ho copiata dai quei Paesi che il turismo lo sanno fare molto bene, dalla Francia, dalla Spagna, dal Portogallo, dove per sviluppare il sistema turistico hanno inventato le residenze alberghiere ricavate dagli alloggi vacanze che possono ospitare un numero più elevato di turisti a costi inferiori e con costi di gestione effettivamente molto più bassi. Questo è l'indirizzo che proponiamo. Guai se pensassimo di cementificare o di costruire ulteriori infrastrutture nelle zone montane.
Tutte le leggi che abbiamo vanno nella direzione opposta.
In più, questa legge vuole centrare un obiettivo più alto, ovvero indirizzare un cambio culturale nei confronti di chi oggi possiede una seconda casa.
Viviamo in una Regione dove - ha ragione il Consigliere Placido esiste un numero elevatissimo di seconde case; seconde case che sono oggetto di una scelta di carattere personale di chi le ha acquistate per realizzare la sua seconda casa, cioè per realizzare una casa che fosse la sua casa nella sua zona di vacanza, quindi strutturata con una dimensione di un certo tipo, con un'assenza globale di servizi, con una dimensione difficile da poter affittare o mettere sul mercato, ma, soprattutto costruita con una determinata tipologia e dotata di una serie di servizi che fanno parte della qualità della vita di chi l'ha acquistata.
Sfido chiunque a rivolgersi al proprietario di un alloggio in montagna o al mare e di proporgli di immetterlo sul mercato degli affitti sicuramente, la percentuale di risposte positive sarebbe notevolmente bassa, per cui non si può avviare un percorso di ricettività evolutivo di quel tipo.
Cosa dobbiamo fare oggi? Dobbiamo fare degli investimenti in tale direzione per realizzare dei poli reali di questo mercato per convincere chi possiede alberghi, che magari sono chiusi o che è difficile mantenere aperti, o case che si usano pochissimo, a riconvertirli, perché il sistema che abbiamo inventato è produttivo e, quindi, evolutivo. Chiaramente, ogni evoluzione ha dei costi e anche noi sosteniamo dei costi che seguono l'ottica di uno sviluppo del sistema sociale.
Questo è quello che vogliamo proporre ed è quello che ci chiede il mercato. Crediamo che sia anche corretto dare una maggiore attenzione e possibilità di controllo, anche perché è nel nostro interesse - l'abbiamo fatto in Commissione, modificando l'articolato e dando molta più attenzione al controllo e alla verifica, e lo facciamo anche in fase di discussione in aula - fare sì che quello che abbiamo immaginato sia controllato e accompagni la nuova realtà degli alloggi vacanza e non della ricettività alberghiera.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Racchelli.
A questo punto, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 2 Sull'art. 2, ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ho già votato contro l'art. 1 perché considero strumentale questa invenzione: inventa una nuova struttura ricettiva non perché ci sia bisogno di nominarla, ma perché c'è bisogno di un nome nuovo per fare vecchie cose, cioè dare soldi alla speculazione edilizia.
Ma vediamo cos'è questa nuova struttura ricettiva, questi alloggi vacanze, questa invenzione ipocrita che copre vecchie pratiche in uso specialmente nel centrodestra.
L'articolo dice che "sono alloggi vacanze le unità abitative di tipo residenziale, come tali accatastate, composte da uno o più locali, con superficie calpestabile compresa tra un minimo di 30 e un massimo di 60 metri quadrati".
Sono, quindi, alloggi piccoli, fra i 30 e i 60 metri quadrati.
Si dice, poi, che questi alloggi devono avere i requisiti igienici come tutti gli alloggi, ci mancherebbe! - e si aggiunge, per far capire la novità, che in questi alloggi sono assicurati dei servizi essenziali, e questo è l'elemento minimo di gestione.
Quindi, siamo fuori dall'unità abitativa "alloggi vacanze"; siamo nel tipo di gestione di un alloggio.
La gestione deve prevedere la pulizia, il cambio biancheria, la fornitura di energia elettrica e il recapito. Il terzo comma, dunque spiega non in cosa consiste un alloggio vacanze, ma in cosa consiste la gestione di un alloggio, ai fini di permettere la vacanza nell'alloggio stesso ai turisti.
L'ultimo comma, poi, recita: "...possono essere inoltre forniti i servizi di telefono e di radiotelevisione...". Trovo molto curiosa e tenera questa precisazione; non capisco bene perché si enumeri che possono essere dati dei servizi altri. Ognuno riterrà di dare i servizi che crede! Ritengo, pertanto, inutile tale precisazione.
Questo articolo, com'è congegnato, non dice se il legislatore ha pensato a delle caratteristiche fisiche inequivocabili che portino una struttura, somma di più alloggi, a diventare una struttura "alloggi vacanze".
Chiedo la specificazione di qualche caratteristica fisica, perch com'è descritto, un qualunque orrendo condominio con il suo ascensore e il suo corridoietto può essere definito "struttura ricettiva extralberghiera" o "alloggio vacanze".
Penso che si debba fare uno sforzo per determinare le caratteristiche fisiche di organizzazione degli spazi, tali da fissare in modo inequivocabile queste strutture edilizie come strutture diverse dalla somma di alloggetti o di minialloggi in cui insaccare i vari turisti. Occorre che siano strutture degne di denominarsi "strutture turistiche" e, per essere degne di questo, bisogna uscire dal semplice accostamento di alloggi e fare qualcosa di diverso.
Questo, Presidente, è l'intervento generale sull'articolo; illustrer poi, una delle proposte possibili con l'emendamento da me presentato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo ora all'esame degli emendamenti presentati all'art. 2.
2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Riba: all'art.2, comma 1, punto 1, dopo le parole "60 metri quadrati" aggiungere le parole "organizzati intorno a spazi comuni di soggiorno".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

La formulazione è senz'altro migliorabile, ma il concetto è questo: definiamo "alloggio vacanze" una struttura che permetta di essere usufruita dai vari villeggianti con una dotazione minima di spazi comuni organizzati.
Occorre che una struttura di alloggio vacanze preveda una sala incontri, una piccola sala comune di soggiorno, un locale in cui siano disposti quegli arredi e quelle funzioni che solitamente fanno parte della struttura ricettiva; può esserci il piccolo bar, il punto ristoro, quattro poltrone, un tavolino, quattro riviste, ecc. Diversamente, ritengo che l'ipocrisia sia certificata anche per legge.
Potrebbero esserci, poi, altri elementi, come i parcheggi. Dove si parla di parcheggi? Faccio presente che alcuni condomini hanno i parcheggi mentre altri non li hanno. Gli alloggi vacanze, pertanto, presentano la garanzia dei parcheggi o no? Questo tema, Presidente, mi viene in mente adesso, ma vorrei avere la possibilità di presentare un emendamento in proposito, perché ritengo inaccettabile istituire una nuova struttura ricettiva extralberghiera che non preveda la sicurezza per il turista di avere almeno il posto auto.
Bisogna allora aggiungere, Presidente, che la caratteristica intrinseca dell'alloggio vacanze è quella di garantire il posto auto in adiacenza o in prossimità dell'alloggio che viene affittato.
Gradirei sentire dai colleghi se c'è sintonia sia sull'emendamento che stiamo discutendo, sia sulla necessità di inserire il posto auto come uno degli elementi strutturali di dotazione dell'alloggio vacanze, per essere considerati tali.
Ripeto: adiacente o in prossimità, il parcheggio deve essere garantito.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Il parere della Giunta è contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.1).
Il Consiglio non approva.
2.2) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 2, comma 1, punto 1, dopo le parole "60 metri quadrati" aggiungere le parole "dotati di parcheggio o posto auto in adiacenza o prossimità".
La Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettrico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'art. 2 nel suo complesso.
La parola al Vicepresidente del Consiglio Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Sempre sulla base dello stimolo offerto dall'intervento del Consigliere Marengo, anche noi evidenziamo un eccesso di prescrizioni. Ad esempio quando si scrive "La fornitura e il cambio della biancheria, compresa quella del bagno, ad ogni cambio di cliente e comunque almeno due volte alla settimana", non rappresenta una ridondanza burocratica, quanto piuttosto un eccesso di prescrizione e di limitazione dell'articolazione della libera iniziativa. Riteniamo che discutendo di questioni di questo tipo, addentrandoci troppo nei dettagli, si rischia di creare perplessità.
Sulla questione dei parcheggi sono invece d'accordo con il Consigliere Chiezzi, essendo un problema già sollevato.
Quando si riorganizza un'abitazione, si potrebbero ipotizzare spazi aggregativi, mentre nel testo di legge in oggetto l'eventuale destinazione degli spazi ci sembra un po' precostituita. Speriamo che non avvenga così su parti che sono meno determinanti.
Pertanto, non potendo rivisitare il testo, ed essendoci questi particolari che ci lasciano perplessi, ci asteniamo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 2.
Il Consiglio approva.
ART. 3 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei segnalare ai colleghi una prescrizione che lascia il tempo che trova.
Il comma 2 dell'art. 3 prevede che gli alloggi possono essere locati ai turisti per un periodo non superiore a 30 giorni consecutivi. A cosa serve questa norma? Oltretutto, si usa una terminologia che non condivido: "I turisti possono beneficiare della locazione", ma che beneficio! Pagano! Sembra quasi un'elargizione benefica: possono beneficiare, mentre in realtà pagano profumatamente un bene e ne dispongono, quindi non capisco perché si dica "possono beneficiare". E' un loro diritto in quanto pagano. Questo ostacolo "per un periodo non superiore a..." mi sembra la classica norma che non serve a niente; scritta in quel modo vuol dire che il trentunesimo giorno si interrompe l'affitto e il trentaduesimo giorno ricomincia per altri 30 giorni. Cosa vuol dire? Avrebbe senso se fosse scritto: "Non ripetibili per 30 giorni consecutivi, non ripetibili nella stessa stagione nello stesso arco dell'anno", altrimenti diventa un affitto per tutto l'anno meno 12 giorni.
Non capisco perché sia stato scritto in quel modo e proporrei ai colleghi di valutare l'opportunità di aggiungere le parole: "non ripetibili dalla stessa persona" (anche se poi possono essere intestati ad un'altra persona e continuiamo in questo modo).



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo (fuori microfono)

C'è un controllo!



CHIEZZI Giuseppe

Questo per dire che quando si inventano cose finte e che servono ad altro facciamo finta di essere rigorosi, ma alla fine il rigore non riesce a prendere in mano la realtà che sfugge.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame degli emendamenti presentati all'art. 3.
3.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Bussola, Angeleri e Galasso: all'art. 3, comma 2, la parola "270" dopo "non inferiore a" e prima di "giorni" è sostituita con "275".
La parola al Consigliere Marengo per l'illustrazione.



MARENGO Pierluigi

Ci sono due termini in norma: 270 giorni e 90 giorni. Il dato tecnico porta a 360 la sommatoria dei due termini. Quindi, siccome l'anno è di 365 giorni, si è voluto, semplicemente come dato tecnico, portare a 365 la sommatoria.



MARENGO Pierluigi

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



MARENGO Pierluigi

Non c'è alcun riferimento all'anno!



PRESIDENTE

Allora, aggiungiamo la parola "all'anno".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.1) con l'aggiunta proposta dal Consigliere Marcenaro.
Il Consiglio approva.
3.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Bussola, Angeleri e Galasso: all'art. 3, comma 3, dopo le parole "gratuitamente per" e prima di "novanta giorni", sono inserite le parole "non più di".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 3.
Il Consiglio approva.
ART. 4 4.1) Emendamento presentato dai Consigliere Chiezzi e Contu: all'art. 4, comma 2, aggiungere al fondo del comma "che indica anche i criteri con i quali determinare gli oneri relativi agli affitti dei locali".
La parola al Vicepresidente del Consiglio Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Intervengo per una questione incidentale.
Il provvedimento in discussione è di un certo rilievo e riguarda la politica della maggioranza, della coalizione (almeno così ci è stato presentato). Anche in Commissione ci sono stati richiami da parte dell'Assessore e non mi pare che in quella sede ci siano state dissociazioni da parte dei Gruppi della maggioranza.
La questione, ripeto, ha un certo rilievo; stiamo sostenendo un dibattito, presentiamo emendamenti, ci assumiamo la responsabilità di votare alcuni articoli che riteniamo, anche se opinabili per alcuni aspetti, possano essere utilizzati per una politica turistica di una certa dimensione, indipendentemente dal giudizio che ci riserviamo sul testo.
Tuttavia, c'è un Gruppo della maggioranza che sulla votazione dei testi mantiene l'astensione.
Riteniamo, come Gruppo di opposizione, di avere diritto ad un'informazione sulla questione, che è evidentemente politica, perché, nel merito, non sono state sollevate questioni in occasione di almeno quattro sedute di Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà



CHIEZZI Giuseppe

Non capisco: il Vicepresidente Riba ha chiesto di mettere ai voti la pregiudiziale? RIBA Lido (fuori microfono) Ho chiesto un'informazione da parte della Giunta o dell'Assessore.



PRESIDENTE

Non è una questione pregiudiziale, ma un intervento sull'ordine dei lavori, perché in un Consiglio libero e sovrano ognuno vota come vuole e non c'è bisogno di dare alcuna spiegazione sul voto, salvo che lo ritengano opportuno i Consiglieri all'interno del dibattito. Ripeto, la richiesta del Vicepresidente Riba è irricevibile come pregiudiziale, è un intervento sull'ordine dei lavori.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione dell'emendamento n. 4.1).



CHIEZZI Giuseppe

Illustrerò l'emendamento, anche se il Consigliere Brigandì dovrebbe spiegare l'astensione della Lega.
L'emendamento dice che, stipulando la convenzione, questa deve contenere anche i criteri che determinano l'ammontare dell'affitto dei locali, almeno i criteri. Contrariamente, siamo nella situazione in cui vi è, a senso unico, un'erogazione di denaro pubblico derivante dai prelievi effettuati sui redditi, senza alcuna contropartita.
L'emendamento potrebbe essere scritto meglio, ma il concetto è quello di legare l'erogazione di denaro pubblico ad un effetto sociale che questo beneficio deve produrre, altrimenti siamo nella situazione in cui produciamo come unico beneficio sociale quello di aiutare i proprietari e i gestori ad avere un utile dalle loro attività. Chiederei che oltre a questo ne derivasse parzialmente anche un effetto calmieratore degli affitti.
Mi chiedo che differenza ci sia tra un proprietario di alloggio che decide di affittare un appartamento ad un turista ad una certa cifra e un gestore di un alloggio vacanze che decide di affittare lo stesso allo stesso turista.
Dato che il proprietario di un alloggio, nel libero mercato, nel diritto di proprietà, con i suoi oneri deciderà un livello di affitto, tra questo affitto e quello dell'altro proprietario che lo darà in gestione e prenderà anche dei soldi, ci sarà differenza? Uno, viene aiutato l'alloggio vacanze - l'altro, essendo un alloggio per vacanze, magari non è in buoni rapporti con il gestore, non glielo dà in gestione, lo affitta lo stesso.
Vogliamo capire se chi riceve aiuti pubblici ha qualche obbligo in più rispetto a chi non ne riceve e che per cercare il turista deve svolgere un'attività per conto proprio.
Vorrei capire questo elemento.
L'emendamento cerca di introdurre l'obbligo dei criteri, non di ammontare.
Presidente, almeno scriviamo dei criteri che dovranno essere utilizzati nella stipulazione del contratto di locazione tra il turista e il proprietario.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è negativo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.1).
Il Consiglio non approva.
I lavori consiliari riprenderanno alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.25)



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