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Dettaglio seduta n.239 del 30/07/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 9.37 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.07)



(La seduta ha inizio alle ore 10.07)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bussola, Caracciolo, Costa Enrico Ghigo, Racchelli, Riggio e Rossi Oreste.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 432: "Legge finanziaria per l'anno 2002". Presentazione questioni pregiudiziali di merito


PRESIDENTE

I lavori del Consiglio iniziano con l'esame del disegno di legge n.
432, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Presidente, prima che si dia avvio alla discussione del provvedimento annuncio la presentazione di questioni pregiudiziali ad esso attinenti.
Presento la prima di tali questioni pregiudiziali, premettendo che naturalmente, abbiamo valutato il provvedimento nel contesto della discussione del Consiglio regionale e siamo arrivati alla determinazione di presentare una serie di questioni pregiudiziali, oltre che - come avrete visto - una mole consistente di emendamenti.
In un percorso che aveva visto maturare - lo dico perché penso faccia ancora parte della discussione, in questo Consiglio regionale, una valutazione politica, almeno per sapere fra di noi cosa stiamo facendo - in una normale dialettica fra maggioranza e opposizione, una serie di provvedimenti e l'avvio verso la loro conclusione (come sono stati quelli che hanno riguardato il bilancio consuntivo 2001 e la manovra di assestamento di bilancio dell'anno in corso), ci siamo trovati di fronte all'annuncio di quello che noi consideriamo un vero e proprio "colpo di mano" - si possono usare anche altre parole - "un'imboscata", il fatto che si punta a introdurre, in questo provvedimento, questioni che hanno altro rilievo, altro tipo di rilevanza, altre sedi di discussione.
Il fatto che ciò avvenga - lo dico come Gruppo che ha contribuito in queste settimane, prima in Commissione e poi in aula, all'approvazione di questi provvedimenti - determina, da parte nostra, una valutazione politica e una determinazione che vi prego di prendere in considerazione.
Questo, naturalmente, vale per quello che vale; sarà la discussione d'aula che deciderà sull'esito di questo confronto, ma, per quanto ci riguarda, esprimiamo una fortissima e ferma determinazione nel respingere quello che - come ho detto - consideriamo un "colpo di mano" "un'imboscata", comunque un atto che logora le già incerte relazioni politiche all'interno di quest'aula, che rende sempre più faticosi i tentativi di ricostruire, fra di noi, una difficile e reciproca affidabilità che, poi, è la base per la continuazione di questa discussione.
Questa battaglia, che iniziamo con la presentazione di tali questioni pregiudiziali, è un atto che compiamo anche in difesa di quelle prerogative.
Per queste ragioni - mi scuso per la premessa, ma era doverosa per capire il senso del momento in cui entriamo - annuncio la presentazione di una serie di questioni pregiudiziali di merito, ai sensi dell'art. 63 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Chiedo, in particolare, che, prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 432, il Consiglio regionale svolga un'approfondita discussione sulla questione della riforma fiscale, come punto propedeutico ed essenziale per inquadrare la questione della legge finanziaria della Regione Piemonte per l'anno 2002 in un quadro di valutazione e previsione delle politiche finanziarie, delle politiche delle entrate nelle loro diverse articolazioni, nelle responsabilità nazionali e in quelle regionali, come verranno modificandosi e articolandosi anche sulla base di un processo di trasformazione dell'apparato dello Stato e del sistema delle responsabilità, che è largamente in corso.
Questa è la prima questione pregiudiziale che propongo e la deposito insieme ad altre che saranno successivamente illustrate da altri Consiglieri del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Questo lo considero un intervento sull'ordine dei lavori, in modo da poter concedere la parola ad altri colleghi che l'hanno richiesta.
Pertanto, ai sensi dell'art. 63 del Regolamento "...Su tali questioni può parlare soltanto un oratore per ciascun Gruppo consiliare. In caso di concorso di più pregiudiziali il Consiglio procede a distinguere quelle di legittimità costituzionale e statutaria da quelle di merito" - sono tutte questioni di merito - "Su ciascuna categoria si procede ad un'unica discussione, con le modalità di cui al secondo comma...".
Ci sarà, dunque, un'unica discussione su tutte le questioni, con l'intervento di un relatore per ciascun Gruppo, alla quale seguirà la votazione, perché sono tutte questioni di merito.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno inerente al bonus fiscale relativo all'autotrasporto merci


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, sempre sull'ordine dei lavori, il Consigliere Valvo; ne ha facoltà.



VALVO Cesare

Grazie, Presidente. Desidero chiedere l'iscrizione dell'ordine del giorno, presentato da Alleanza Nazionale, sul bonus fiscale relativo all'autotrasporto merci.
Come è noto, l'Unione Europea ha ritenuto il bonus fiscale, concesso alle imprese dell'autotrasporto italiane negli anni 1992/1993/1994, in contrasto con le regole sulla concorrenza tra imprese comunitarie.
Subito dopo la pausa feriale il Governo dovrà adottare, come da impegno assunto con le Organizzazioni sindacali dell'autotrasporto, alcune norme a sostegno della concorrenza dei nostri autotrasportatori a livello europeo.
Pertanto, data la delicatezza e l'urgenza di questo provvedimento, che coinvolge decine di migliaia di imprese di autotrasporto a livello nazionale ed anche della nostra regione, chiediamo l'iscrizione di questo ordine del giorno e, se possibile, la votazione prima della pausa feriale.
Grazie.



PRESIDENTE

Questo è l'annuncio della presentazione della richiesta; vedremo, poi nel corso della seduta, se ci sarà lo spazio per l'iscrizione e la discussione di tale ordine del giorno.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 432: "Legge finanziaria per l'anno 2002". Presentazione questioni pregiudiziali di merito (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Presidente, contesto l'intervento del Consigliere Marcenaro; la prima parte era sicuramente sull'ordine dei lavori, però poi ha annunciato la questione pregiudiziale, esprimendo anche una considerazione.
Intervengo, quindi, sulla prima questione pregiudiziale.



PRESIDENTE

E' giusto; passiamo, dunque, alla prima questione pregiudiziale annunciata poco fa dal Consigliere Marcenaro.
1) Questione pregiudiziale presentata dai Consiglieri Placido, Ronzani Manica, Riba, Marcenaro e Muliere: "Prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 432, il Consiglio regionale svolga una discussione approfondita sulla riforma fiscale".
Prego, Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Semplicemente, Presidente, per riportare la situazione nell'alveo della verità.
Come lei sa, noi siamo particolarmente affezionati ad una battaglia politica, che è quella di combattere la bugia e la mistificazione. Non ci facciamo certamente dipingere - come maggioranza - come persone o come parte politica avvezza ai "colpi di mano" e alle "imboscate".
Noi, Presidente e colleghi, "colpi di mano" e "imboscate" non ne facciamo. Quando ci confrontiamo, ci confrontiamo. Quando assumiamo delle decisioni o degli impegni, li esprimiamo chiaramente e non li assumiamo in modo sottaciuto piuttosto che automatico.
In questi giorni, in I Commissione e nella Conferenza dei Capigruppo sono state evidenziate alcune problematiche, sono state annunciate nell'ufficialità e nell'ufficiosità, delle resistenze di questa maggioranza su un'eventuale attività emendativa alla legge finanziaria.
Questo è vero, com'è vero che è stato richiesto dalle minoranze - e potevamo non concederlo, potevamo non condividere tale richiesta - di discutere il Documento di programmazione economico-finanziaria nel mese di settembre.
Non abbiamo fatto concessioni; quando ci avete detto: "Sarebbe meglio farlo a settembre" - ed è già stata fissata la data del 13 settembre - "in quanto potrebbe essere utile avere l'occasione di ascoltare cosa pensano su questo documento, la società civile e i rappresentanti dell'economia piemontese", quindi poteva essere utile un'audizione, abbiamo risposto di sì.
L'audizione non era e non è obbligatoria per quel tipo di provvedimento; avete presentato una richiesta, l'avete motivata, abbiamo condiviso la motivazione e abbiamo risposto di sì.
Relativamente all'attività emendativa, c'era una prima ipotesi di istituire un apposito capitolo sulla legge dei buoni scuola, ma avete alzato i muri prima ancora che questa fosse ufficializzata e pertanto non abbiamo presentato l'emendamento.
C'erano, poi, alcuni emendamenti di maggioranza che erano stati annunciati in Commissione e l'opposizione, in particolare il Consigliere Marcenaro, aveva detto: "Se si presentano degli emendamenti di maggioranza allora tutti siamo tutelati...", in pratica la solita storia per cui se non si porta fuori dal Consiglio regionale un provvedimento blindato, nessuno può portare un contributo.
Chi ha vinto le elezioni, non può portare un contributo nemmeno minimo con un emendamento che era applicato al proprio programma elettorale e al proprio programma di governo? Non abbiamo presentato questi emendamenti, ma abbiamo semplicemente annunciato - e chiedo alla Giunta di presentarlo, se non lo ha ancora fatto - un emendamento di Giunta regionale e, anche in questo caso, non della maggioranza, com'era la prima ipotesi, relativamente all'istituzione di un capitolo aggiuntivo, con fondi regionali limitatissimi, a quello obbligatorio, in entrata e in uscita (per quanto disposto dalla legge n. 62/00, che il vostro Governo, con la vostra maggioranza - Amato era il Presidente del Consiglio - ha voluto), a sostegno delle scuole non statali.
Non mi sembra di stravolgere nulla né nella liturgia né nel merito; non mi sembra che la maggioranza non possa nemmeno millimetricamente applicare una parte importante del proprio programma elettorale e di governo.
Se volete fare ostruzionismo, siamo pronti.



PRESIDENTE

Sono state presentate nove questioni pregiudiziali; le ho raccolte e numerate.
Ai sensi dell'art. 63 del Regolamento, secondo e terzo comma, ci sarà un'illustrazione in sequenza.
Prego, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Scusi, Presidente, come dobbiamo considerare l'intervento del collega dal punto di vista formale?



PRESIDENTE

Un intervento di due minuti, sull'ordine dei lavori, poiché la presentazione rientrava nell'ordine dei lavori, così come l'intervento del Consigliere Valvo.
Sull'ordine dei lavori ogni Consigliere può parlare due minuti; mi sembra che il fatto politico della presentazione di questioni pregiudiziali rientri nell'ordine dei lavori.
Procederemo all'illustrazione, in sequenza, delle nove questioni pregiudiziali e, successivamente, alla discussione delle stesse, con l'intervento di un rappresentante per Gruppo; seguirà un'unica votazione dopodiché passeremo al merito del provvedimento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Sono uno dei Consiglieri della I Commissione che ha seguito i lavori della stessa e condivido il giudizio espresso dal Consigliere Marcenaro su quanto sta avvenendo. Abbiamo discusso e licenziato il provvedimento in Commissione e non è stata introdotta alcuna modifica.
Non mi sembra siano emerse questioni di novità improvvise da giustificare la presentazione di emendamenti; se la Giunta intendeva introdurre determinate questioni nel provvedimento, lo doveva fare al momento della presentazione.
Uno dei motivi che ha permesso una determinata discussione del provvedimento in Commissione era la natura del provvedimento stesso.
Se il provvedimento viene stravolto nel momento in cui arriva in aula vuol dire che viene modificato in alcune sue parti essenziali, soprattutto se alcune di quelle parti hanno visto una sensibilità del Consiglio, con discussioni avvenute in passato.
Non si può - Consigliere Cattaneo - fare i furbi e non inserire alcuna modifica in Commissione, licenziare il provvedimento e poi arrivare in aula e tentare il giochetto, perché in questo modo si rovinano i lavori d'aula.
Se si voleva farlo, bisognava esplicitarlo; poi si poteva richiamare il provvedimento in aula e attivare tutti i meccanismi che i Consiglieri conoscono per accelerare i lavori.
Quello che non è accettabile è che il governo regionale si comporti in questo modo su una questione importante, non secondaria, giocando a nascondino, cioè nascondendo in Commissione le sue reali intenzioni.
Un atteggiamento di questo genere farà sì che la discussione in aula non sarà come quella avvenuta in Commissione. Ognuno, però, fa le proprie scelte - e io ritengo siano scelte sbagliate - che poi hanno delle conseguenze che pagheremo tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Grazie, Presidente. Devo dire che il ricorrere ad espressioni come "colpi di mano" o "imboscato" costituisce ormai un malvezzo che è bene rimuovere.
Siamo assolutamente disponibili per un confronto serio, aspro antagonista, perché questa è la dimensione culturale e politica delle parti che si confrontano, ma dire cose mistificatorie non sta bene.
Nella Conferenza dei Capigruppo di ieri il Presidente Cattaneo ha esplicitato, a nome della maggioranza - e su questo siamo intervenuti in più d'uno - quale sarebbe stata oggi la condotta della maggioranza sul punto.
Ad eccezione del collega Contu, che ha preannunciato l'ostruzionismo anche se non aveva ben colto il contenuto della proposta e quindi dell'eventuale emendamento annunciato dalla Giunta, tutti gli altri hanno taciuto.
Ovviamente, si può modificare l'idea, si possono modificare i comportamenti perché la realtà evolve e, pertanto, per tutto quanto è stato spiegato ieri - e non ho tempo per riprenderlo, ma deve essere noto a chi è intervenuto - intendiamo svolgere questa azione.
Il tutto avviene dopo un preannuncio ufficiale di ieri, ma era già stato preannunciato in via ufficiosa anche in precedenza. Quello che vale è il rilievo in sede di Capigruppo.
Per l'ennesima volta, faccio un richiamo su questo punto: confrontiamoci seriamente, aspramente, teniamo presente che l'esasperazione inopportuna non giova mai alla dignità dell'istituzione e che, soprattutto dobbiamo sempre privilegiare il fare rispetto al dire, non sempre fondato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Questo è un modo negativo di iniziare l'esperienza delle leggi finanziarie in Regione. Voglio solo ancora ricordare che non stiamo discutendo della Finanziaria 2003, ma siamo in ritardo sull'approvazione della Finanziaria 2002.
Questa operazione, quindi, doveva essere fatta in modo leggero, essendo un atto da compiersi nell'autunno-inverno dello scorso anno, mentre invece lo compiamo ad estate avanzata di quest'anno.
Utilizzare questo strumento per inserire operazioni, legittime dal punto di vista del contenuto, in quanto facenti parte del programma della maggioranza, ma contestabili in sede politica, è improprio. Visto che lei Presidente Cota, è molto attento alle date e alle scadenze, ricordi che stiamo approvando lo strumento finanziario 2002, cioè relativo ad un esercizio che si sta già consumando e che doveva essere approvato nel dicembre scorso.
In questo caso, occorrerebbe, da parte della maggioranza, una maggiore attenzione ad usare questa tornata di assestamento e di transizione. Invece assistiamo alla degenerazione dell'avvio dello strumento, che consiste nel collegare tanti vagoni al "trenino" della finanziaria. Di tutto un po'.
Questo è un modo per far partire male questo strumento.
Ormai, a livello nazionale è tutto degenerato: nella legge finanziaria entra di tutto, ma noi, che abbiamo uno strumento vergine, con il quale avviamo un'esperienza, dovremmo autoregolarci per evitare che abbia aspetti degenerati.
Torno a dire - e mi rivolgo al Presidente Cota, che dovrebbe essere colui che tutela l'andamento dei lavori - che stiamo approvando un provvedimento che doveva essere approvato nell'autunno-inverno scorso. Si approva adesso, quindi, Presidente, evitiamo di fare operazioni su questo provvedimento che lo snaturano e segnano la strada per il futuro.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Sono d'accordo con il Consigliere Galasso quando afferma che è un problema, per la stessa credibilità e dignità dell'aula, procedere con forzature che determinano un quadro del dibattito che è assolutamente negativo per un spedito ordine dei lavori e per portare a casa provvedimenti utili per l'intera comunità piemontese. Sono talmente d'accordo che penso che la riunione dei Capigruppo di ieri, con l'annuncio da parte del collega Cattaneo a nome degli altri Capigruppo di maggioranza di una modifica, apparentemente lieve, ma in realtà molto consistente dello spirito del provvedimento che stavamo discutendo (la legge finanziaria, peraltro già licenziata e discussa dalla I Commissione), sia stato un atto che ha determinato un momento di modifica dei termini del dibattito e una forzatura che altera, compiutamente, l'intero dibattito e il clima all'interno in quest'aula.
Ci sono diversi modi per procedere: la I Commissione aveva esaminato e discusso il provvedimento, ma ad un certo punto si inserisce un argomento di una certa rilevanza, che riguarda l'utilizzo dell'art. 138 del D.lgs. n.
112 (Bassanini), su cui c'è un provvedimento di recepimento regionale.
Viene preannunciato un emendamento sull'inserimento di un capitolo, oltre al recepimento al trasferimento nazionale, per quanto riguarda il finanziamento alle scuole private.
Questo è un elemento, all'interno di quest'aula, di una certa consistenza che modifica il quadro della situazione.
Per questa ragione, a livello del nostro dibattito sull'ordine dei lavori, abbiamo presentato una serie di questioni pregiudiziali ed interverremo con un numero consistente di emendamenti per ripristinare il provvedimento nei termini originari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi pare, dopo due anni di lavoro, che l'esigenza di riprendere un filo di programmazione, nell'ambito del quadro delle leggi vigenti, sia un obiettivo sentito. Lo stesso collega Brigandì, in una recente riunione aveva sollevato il problema di rimettere ordine nell'attività di programmazione.
Il tentativo, annunciato ieri nella Conferenza dei Capigruppo e trasformato in azione concreta oggi, di inserire risorse finanziarie per l'anno 2000 in questo strumento regolatore, appare in controtendenza rispetto ad una linea di rimessa in ordine di tutto il processo di pianificazione e programmazione economica. Ricordo che il programma regionale di sviluppo dovrebbe essere l'elemento primario dal quale far discendere sia il Documento di programmazione economica-finanziaria, sia le leggi di bilancio, sia la Finanziaria stessa. Il sistema di giungere all'ultimo minuto, ponendo una questione che non siamo stati in grado di risolvere in via ordinaria attraverso un confronto sulla legge sui buoni scuola, vuol dire cercare di trovare scorciatoie per un problema politico che si rifiuta di affrontare, sino alle ultime conseguenze, nella sede propria legislativa.
Condivido quanto ricordato dal collega Tapparo: questa è la prima esperienza di legge finanziaria e il primo passo che compiamo potrebbe essere un passo di assoluta sobrietà nei contenuti delle norme finanziarie e di credito che questo nuovo strumento dovrebbe avere, se diventa uno strumento inserito in un quadro di attività programmatoria corretto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Mi associo a quanti hanno sostenuto che questa è una Finanziaria impropria che si configura, più che altro, come un'ulteriore variazione al bilancio della nostra Regione. Andremo a regime il prossimo anno e avremo in allora, tre strumenti sui quali ragionare: il Documento di programmazione economica-finanziaria regionale; la Finanziaria (che sarà lo strumento con il quale il governo regionale e la Giunta regionale tradurranno in scelte di politica finanziaria gli orientamenti del DPEF) e il bilancio. Oggi dovremmo limitarci ad una legge finanziaria con tali caratteristiche, che non dovrà diventare uno strumento utile a compiere scelte che possano assumere un valore di principio e aprire una discussione, com'è giusto che sia, all'interno del Consiglio regionale.
Del resto, ciò che avete compiuto è una forzatura che pone problemi dal punto di vista politico, dal punto di vista del principio e dal punto di vista di ciò che potrebbe diventare in futuro la legge finanziaria. Se il bel giorno si vede dal mattino, è evidente che l'idea di presentare una Finanziaria, che anticipi riforme che andrebbero discusse in altra sede utilizzando lo strumento del disegno di legge, dà la misura di cosa potrebbe diventare il prossimo anno la Finanziaria di questo Consiglio regionale. Tutto questo, secondo me, ha due conseguenze inevitabili.
La prima, è la possibilità di rendere più complicata l'approvazione di questa manovra - io la chiamo così - che impropriamente definiamo "legge finanziaria".
La seconda, è che questo episodio, che è uno dei tanti che si verificano in questo Consiglio regionale - potremmo fare un elenco di tutti gli atti che hanno finito per rappresentare una forzatura che ha determinato un inasprimento dei rapporti all'interno del Consiglio stesso non ci dà quelle garanzie che sono fondamentali per poter sviluppare una discussione sulla riforma del Regolamento del Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Non essendo presente ieri, a causa di altri impegni, sono stato informato ieri pomeriggio, con una certa sorpresa dell'intenzione di utilizzare la legge di bilancio come un provvedimento omnibus, dove inserire una serie di problemi che dovrebbero essere trattati in maniera specifica, con disegni di legge propri.
Voglio portare un esempio, e mi ricollego a quanto sosteneva il Consigliere Cattaneo: una cosa, è la questione delle materie delegate - mi riferisco al famoso D.lgs. n. 112 - con le risorse stanziate per le scuole private (dalle materne alle superiori), dove vengono date le deleghe alle Regioni con le stesse risorse da stanziare; altra cosa, sono le risorse regionali che legittimamente qualsiasi Regione può stanziare, previo un provvedimento legislativo specifico.
Altrimenti, si arriva all'informativa che l'Assessore Pichetto ha fatto sulla formazione professionale, dove addirittura troviamo una situazione opposta. Il Governo nazionale, non riuscendo e non potendo presentare un provvedimento di legge proprio, con proprie risorse sulla formazione professionale, fa un accordo con alcune Regioni e chiede a queste di utilizzare risorse proprie su una materia dove le risorse dovrebbero essere statali.
Mi rivolgo in particolare ai colleghi più sensibili al federalismo: siamo in una situazione paradossale in cui "Roma ladrona" chiede le risorse del Piemonte e del Nord su materie di competenza propria.
Siamo al paradosso! Il Governo nazionale ha chiesto alla Regione Piemonte di provvedere, su una materia che non riesce ad affrontare, con risorse proprie e non con quelle statali. Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo all'illustrazione delle questioni pregiudiziali; se qualche Consigliere vuole intervenire, ci sarà il dibattito e seguirà la votazione.
La prima pregiudiziale, relativa alla riforma fiscale, è già stata illustrata dal Consigliere Marcenaro.
Passiamo, pertanto, alla pregiudiziale n. 2).
2) Questione pregiudiziale presentata dai Consiglieri Placido, Ronzani Manica, Riba, Marcenaro e Muliere: "Prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 432, il Consiglio regionale svolga una discussione approfondita sulle imposte locali".
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Con questa pregiudiziale solleviamo una questione che ha diretta attinenza con il provvedimento che stiamo discutendo, ma che ragioni di impostazione e correttezza vorrebbero venisse discussa prima di entrare nel merito della discussione del disegno di legge n. 432, che noi impropriamente chiamiamo "legge finanziaria", per le ragioni che prima ho ricordato.
Sarebbe opportuno che il Consiglio regionale, dovendo esaminare la legge finanziaria, discutesse in concreto sull'insieme delle imposte locali.
Non so se i colleghi hanno ben chiaro cosa capiterà il prossimo anno nei Comuni del Piemonte; moltissimi Comuni già oggi ci dicono che non sapranno come fare i bilanci.
Questa è una situazione drammatica per moltissime Amministrazioni locali. Ricordo, ad esempio, che lo 0,5% di ICI, che i Comuni ormai hanno portato al massimo livello, equivale alla corresponsione dell'intero aumento per quanto riguarda gli oneri che graveranno sui Comuni, relativi per esempio, ai contratti del pubblico impiego. Qui sarebbe facile ridurre le tasse (cosa che peraltro non avviene).
E' simpatico che il Governo nazionale abbia vinto le elezioni immaginando di ridurre le tasse, ma nell'idea originaria l'obiettivo era quello e non di scaricare sugli altri Enti l'onere di imporre le tasse.
Questo non sta capitando.
Faccio un esempio banalissimo: con la Finanziaria dello scorso anno, il Governo ha deciso di esentare le imprese commerciali dall'onere di pagare l'imposta sulle insegne luminose. Questo, di per sé, sembrava o appariva un intervento che avrebbe ridotto il carico fiscale sulle imprese commerciali; invece il Governo ha semplicemente stabilito che quell'imposta non doveva essere pagata; essendo, però, un'imposta che restava come entrata nell'autonomia delle Amministrazioni locali, oggi quelle Amministrazioni locali non hanno un cespite che era fondamentale per garantire i Comuni.
Non possiamo fare una discussione sulla politica finanziaria della nostra Regione e immaginare una discussione sulla legge finanziaria, senza fare o avere un quadro d'insieme di riferimento su come incideranno in futuro le imposte locali.
Questa è una Regione che, per ripianare il disavanzo della sanità del 2001 - non parlo del disavanzo del 2000, che abbiamo ripianato contraendo un mutuo di 1.000 miliardi, che graverà in larga misura anche sulle ASL costrette, per poter fare fronte a tale onere, a contenere i propri servizi ha introdotto un aumento sull'IRPEF, senza sapere se questo consentirà di sanare davvero il disavanzo 2001 della sanità piemontese.
Qual è la politica di imposte di questa Regione? Ci sono Regioni che hanno deciso, per quanto riguarda la politica impositiva, di farla diventare uno strumento con il quale incoraggiare la creazione di piccole imprese; ci sono Regioni che hanno deciso di esentare ad esempio, le piccole imprese dal pagamento dell'IRAP.
Noi, ovviamente, non siamo una di queste Regioni, non siamo una Regione che si muove su questa frequenza d'onda; siamo una Regione che, dal punto di vista impositivo, ha introdotto dei balzelli.
Questo, in controtendenza rispetto a moltissime affermazioni che erano state fatte durante la campagna elettorale da parte di questa maggioranza.
Per questo motivo, dico che se vogliamo affrontare la questione dobbiamo affrontarla fino in fondo e discutere un riassetto o un assetto nuovo delle imposte locali, che è fondamentale per decidere come riorganizzare la politica finanziaria della nostra Regione.
La politica finanziaria non può essere disgiunta dal volume complessivo del gettito delle imposte che potranno derivare da queste o da altre politiche agli Enti locali e alla Regione medesima.
Per questo motivo, Presidente, pensiamo che tale questione dovrebbe essere discussa in via preliminare.



PRESIDENTE

Passiamo alla questione pregiudiziale n. 3).
3) Questione pregiudiziale presentata dai Consiglieri Placido, Ronzani Manica, Riba, Marcenaro e Muliere: "Prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 432, il Consiglio regionale svolga una discussione approfondita sul Fondo Investimenti Piemonte (FIP)".
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Come sapete, la legge finanziaria, in particolare all'art. 3, nei suoi diversi commi, prevede misure che sono legate (e, in qualche modo comportano una valutazione) alla situazione congiunturale dell'economia piemontese, ma sono anche una delle conseguenze del dibattito che avvenne anche in quest'aula sulla questione dell'auto e della FIAT e sui processi che in questo campo sono in corso. Credo che nessuno dimentichi che fu proprio il Presidente Ghigo, concludendo la discussione in aula, ad annunciare l'esenzione dal pagamento della tassa automobilistica regionale per gli autoveicoli alimentati a gas metano già dotati di dispositivo per la circolazione.
Siamo di fronte ad una materia che viene affrontata, a nostro avviso in modo molto parziale, come vedrete, altresì, da una serie di emendamenti che abbiamo presentato. Noi riteniamo, infatti, che dovrebbe essere affrontata in modo molto più incisivo e profondo, richiedendo, per una maggiore efficacia di discussione, una valutazione dell'insieme delle politiche che la Regione Piemonte, sotto la propria responsabilità, conduce in materia di politica economica e, in particolare, in materia di fondi di investimento e di politica di investimento.
Questa discussione - come hanno potuto verificare i colleghi in questa sede - si è rianimata proprio in questi giorni con proposte che, per certi versi, hanno costituito, anche in modo inatteso, forti elementi di novità rispetto al tradizionale confronto in corso. Mi riferisco alle proposte che erano state annunciate nella giornata di ieri e che cominciano ad essere discusse nella giornata odierna a proposito di possibili investimenti finalizzati ad un intervento pubblico sul futuro di una grande industria come la FIAT (il dibattito che è stato aperto in questi giorni).
La questione merita una considerazione, perché siamo in un quadro che credo sorprenda chiunque si sia occupato di tali argomenti nel corso degli ultimi anni: tutto avremmo potuto aspettarci, tranne l'idea che, di fronte ad un problema così acuto di un grande gruppo industriale, noi potessimo assistere alla riproposta di un'ipotesi di intervento diretto da parte non solo dello Stato, ma anche dei Comuni e delle Regioni.
Visto il quadro di questi problemi fortemente ancorati alla particolarità della situazione congiunturale piemontese e alla straordinarietà delle decisioni che sarebbe necessario assumere per intervenire, in modo adeguato, sui processi in corso per influenzare tendenze che, se lasciate semplicemente alla dimensione spontanea potrebbero avere conseguenze molto serie sulle prospettive della nostra Regione, tale questione, a nostro avviso, anche in occasione dell'adozione di uno strumento come quello della legge finanziaria, potrebbe essere utilmente ripresa.
Aggiungo che, naturalmente, a questo proposito vale una questione che già avevamo affermato nel corso degli interventi precedenti: l'annuncio di un emendamento con le caratteristiche illustrate da parte della Giunta emendamento di cui, peraltro, noi non siamo ancora a conoscenza, forse ci diranno quando lo presenteranno - è ovvio che, prefigurando un'idea della legge finanziaria come legge omnibus, autorizza chiunque a porre all'interno di questa legge qualsiasi tipo di problema e qualsiasi tipo di esigenza e di domanda.



PRESIDENTE

Passiamo alla questione pregiudiziale n. 4).
4) Questione pregiudiziale presentata dai Consiglieri Placido, Ronzani Manica, Riba, Marcenaro e Muliere: "Prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 432, il Consiglio regionale svolga una discussione approfondita sull'uso delle risorse idriche".
La parola al Vicepresidente del Consiglio Riba, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione di tale questione pregiudiziale.



RIBA Lido

Presidente, l'uso del demanio idrico, in sostanza, è una questione con la quale veniamo in contatto frequentemente, in questo caso per gli aspetti fiscali.
Siamo una Regione che produce, complessivamente, 14 miliardi di metri cubi d'acqua e ne deve smaltire, grosso modo, 11 miliardi. Per cui, il problema di come questa risorsa investe il Piemonte è una questione che rientra nelle normali attività che riguardano la gestione e i problemi dell'ambiente.
L'Assessore Cavallera, che dimostra di voler affrontare questo problema con organicità, essendo partito con la legge Galli alcuni anni fa (che peraltro, sta arrivando ad una fase di diffusa e complicatissima applicazione), ci ha anche comunicato, in qualche occasione, che abbiamo 1.000 miliardi all'anno di danni causati dall'acqua, quanto meno come elemento veicolare. Comunque, avremo modo, magari in un'altra sede, di discuterne.
Per quanto riguarda il trasferimento delle competenze fiscali, che mi sembrano particolarmente gestite al rallentatore a livello nazionale abbiamo una piccola competenza sul demanio idrico ai fini della fiscalità.
Soltanto per illustrare la ragione di un'ipotesi di discussione che, in questa o in un'altra occasione, dovrà essere fatta, ritengo che in qualche maniera l'acqua acquisisca un valore significativo ed esponenziale a seconda dell'uso che se ne fa.
L'Assessore Cavallera, in genere, conferma sempre ciò che affermiamo sul punto, perché, se è sbagliato, è opportuno correggere tali affermazioni, anche in un'occasione contingente come questa.
Noi abbiamo acqua che vale 25 lire al metro cubo, che è l'unico prezzo che possono pagare le coltivazioni arboree tradizionali, acqua che pu valere fino a 500 lire al metro cubo, che è il prezzo che può essere sostenuto dalle coltivazioni più pregiate, acqua che vale attorno alle 800 lire al metro cubo se viene erogata per usi alimentari, a cui si aggiungono 600 lire per la depurazione, ed infine acqua che vale 600.000 lire al metro cubo se viene imbottigliata e venduta come acqua minerale. In mezzo a questa partita ci sono le imposte demaniali della parte demaniale che è trasferita anche alla Regione.
Ritengo che sia una cosa fuori dal mondo che si facciano pagare delle tasse di concessione a chi potrebbe pagare l'acqua al massimo 0,25 lire al metro cubo: è corretto, Assessore? Dovrebbe essere come minimo esentata, e la tassa avere un senso di registrazione e basta.
Invece, paga meno, o in proporzione quasi niente, colui che vende l'acqua a 600.000 lire al metro cubo, perché è soggetto alla medesima tassa di concessione di colui che la vende a 0,25 lire. I produttori vercellesi pagano l'acqua a prezzi che arrivano fino a 600.000 lire per ettaro, che penso sia più di quello che prendono come integrazione, ed è acqua per uso agricolo che dovrebbe essere pagata 0,25 lire al metro cubo. Anche lì sono previste pesanti tasse di concessione.
Ritengo che su tale questione - ma vuole essere un dibattito - l'uso dell'intervento regionale debba avere, in qualche maniera, una funzione di politica generale sull'uso delle risorse idriche.
In primo luogo, credo che sia indubbiamente importante collegare una fiscalità generale, e lo si sta facendo a favore dei settori che devono essere considerati settori di consumi e non settori di servizi.
Capisco che dobbiamo offrire il servizio gratuito per l'assistenza, per la scuola e per tutto ciò che fa parte dello stato sociale, ma nello stato sociale, al di là della fascia sociale, non rientra l'erogazione gratuita dell'acqua, perché certamente l'acqua può essere pagata, è uno dei consumi.
Si tratta, su questo profilo, di avere il senso del business complessivo che l'acqua costituisce; in Piemonte essa rappresenta qualcosa come 1.000 miliardi per i consumi civili e credo altrettanto per i consumi industriali; quelli agricoli non si misurano in termini di volumi, ma di metri cubi.
Concludo con un'affermazione: quando parliamo dell'acqua, la legge n.
97/94 impone, in modo sostanziale, di considerarla una risorsa per la montagna. Troviamo necessario discutere preliminarmente come noi inquadriamo la politica nel settore fiscale relativo alle risorse idriche un elemento di costituzione di una risorsa a favore del territorio montano che, tra l'altro, è quello che per produrla deve affrontare i rischi di dissesto e situazioni di precarietà di cui siamo tutti drammaticamente a conoscenza.



PRESIDENTE

Passiamo alla pregiudiziale n. 5).
5) Questione pregiudiziale presentata dai Consiglieri Placido, Ronzani Manica, Riba, Marcenaro e Muliere: "Prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 432, il Consiglio regionale svolga una discussione approfondita sugli impianti idroelettrici".
La parola al Vicepresidente del Consiglio Riba, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione di tale questione pregiudiziale.



RIBA Lido

Nella scorsa seduta i Capigruppo hanno avuto l'opportunità di partecipare alla presentazione di circa 10 mila cartoline di denuncia di una situazione da parte dei cittadini di uno dei nostri territori; si trattava di realizzare, in una zona particolarmente carica di impianti industriali, un'ulteriore industria di produzione energetica di tipo elettrico, con alimentazione derivante dal metano.
Mi collego a quanto ho detto nel precedente intervento: disponiamo di 14 miliardi di metri cubi d'acqua che ci creano molti problemi; il Piemonte importa dalla Francia la metà dell'energia elettrica che produce, mentre spreca quasi la totalità della propria acqua, senza utilizzarla ai fini delle produzioni idroelettriche ed energetiche.
Dal nostro punto di vista, la questione ci interessa sotto il profilo della fiscalità, perché le concessioni d'acqua per le derivazioni idroelettriche - com'è noto - sono delle concessioni a titolo oneroso, per le quali vengono pagati dei corrispettivi; vengono, poi, pagati dei corrispettivi come sovracanoni per il consumo di risorsa energetica.
L'Assessore Cavallera non è presente, pertanto mi rivolgo all'Assessore Laratore, che conosce il problema e dunque un accenno da parte della Giunta può essere fatto: Assessore, per circa cinquant'anni, dalla Costituzione in poi, abbiamo avuto le risorse dei territori montani, sotto il profilo della restituzione dei benefici realizzati attraverso i contributi erogati ai BIN (Bacini Imbriferi Montani), come sovracanoni per la produzione di risorsa energetica derivata dalle acque, perché in allora, almeno nel settore alpino, l'acqua veniva trasformata - vista la sua abbondanza - in energia e pertanto in risorsa: risorsa pulita, risorsa rinnovabile, risorsa specifica.
Adesso, invece, importiamo energia molto sporca, energia atomica importiamo energia prodotta da centrali atomiche per il 50% del fabbisogno piemontese.
Il Piano delle centrali è stato abbandonato dal sistema della distribuzione dell'energia a livello nazionale e, di conseguenza Assessore Cavallera, può darmi una conferma in tal senso? - avendo smesso di utilizzare l'acqua per produzioni energetiche, abbiamo tolto alla montagna quel piccolo ritorno che le derivava dalla fornitura dell'acqua.
Non solo; abbiamo la centrale ENEL di Entracque, la più grande centrale d'Europa - le centrali più piccole hanno un carattere di modesto soccorso e integrazione all'economia locale - che si avvale di due bacini rispettivamente di 25 e 40 milioni di metri cubi d'acqua. I colleghi che si occupano di questioni ambientali non avrebbero consentito una situazione del genere se fossero stati operativi negli anni tra il 1957 e il 1963/1965, quando vennero costruiti quei "mostri".
Da quella realtà non deriva neanche una lira, come sovracanoni e ridistribuzione al territorio, perché i bacini sono stati riempiti e l'acqua viene utilizzata per l'integrazione, per cui durante la giornata comprano energia sul territorio europeo e durante la notte riutilizzano l'energia in eccesso per fare il pompaggio. Pertanto, il consumo d'acqua non c'è più e il sovracanone si è ridotto ampiamente.
Concludo segnalando che occorre rivedere - lo dico anche per l'Assessore Pichetto, perché non è tempo sprecato - tutto il sistema dei derivati finanziari dall'impianto complessivo del nostro sistema energetico.
Questo è necessario per riordinare la materia dei ritorni a favore della montagna e del gettito fiscale che può derivare da una risorsa così ingente.



PRESIDENTE

Passiamo alla pregiudiziale n. 6).
6) Questione pregiudiziale presentata dai Consiglieri Placido, Ronzani Manica, Riba, Marcenaro e Muliere: "Prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 432, il Consiglio regionale svolga una discussione approfondita sull'uso del demanio lacuale".
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

L'art. 12 della legge finanziaria prevede, al punto b) - essendo prevista dall'art. 86 del D.lgs. n. 112 (Bassanini) nell'ambito dei conferimenti di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni e agli Enti locali - la partita relativa ai porti turistici e ai demani lacuali.
Nel recepimento della Bassanini, nel momento in cui avevamo emanato i provvedimenti regionali di recepimento, avevamo dedicato una particolare attenzione alla vicenda dei porti turistici.
Voglio ricordare all'aula la lunga discussione che avvenne su un articolo, in particolare, della legge attuativa del D.lgs. n. 112 relativamente ai porti turistici di interesse regionale e quelli rispetto ai quali la gestione doveva essere esercitata direttamente dai Comuni o data in concessione ad imprese per il turismo nautico, che fossero pubbliche, private o miste, comunque costituite in conformità alla normativa.
Rispetto a quella discussione, noi eravamo molto favorevoli al fatto che la gestione dei porti turistici dovesse essere di interesse esclusivamente comunale. Avevamo una forte contrarietà al mantenimento da parte della Regione di competenze in tale direzione e dell'individuazione di alcuni di questi a cui si riservavano dei momenti di interesse regionale.
La Regione, rispetto al D.lgs. n. 112, non si deve rappresentare come un Ente locale un po' più grande o una Provincia un po' più grande assumendo compiti di coordinamento che non le spettano, o un Comune un po' più grande, assumendo compiti di gestione che non le spettano, ma deve svolgere dei compiti di programmazione in ordine a queste materie e, in particolare, nell'applicazione delle leggi Bassanini: un campo di prova importante demandato alle Regioni e dispiegato compiutamente.
Dietro a quel dibattito, c'era una concezione di programmazione che noi volevamo riservare alle Regioni; una concezione di programmazione che si deve realizzare anche nelle leggi finanziarie per quanto riguarda i tributi. Infatti, con l'art. 12, discipliniamo una serie di norme per la gestione diretta o affidata a società dei porti turistici di interesse comunale. Addirittura noi abbiamo il compito - e questa è una definizione preliminare che dovremo fare rispetto alla legge finanziaria - di istituire un'anagrafe regionale dell'utilizzazione di tutti questi beni del demanio idrico, con un particolare riferimento alle spiagge lacuali e a tutte le pertinenze idrauliche che riguardano i Comuni.
Un'altra questione di ordine preliminare che dovremmo affrontare in tutta questa vicenda relativa ai canoni è quella della definizione di criteri per la loro determinazione, sia per quanto riguarda questo demanio che le altre pertinenze idrauliche a cui mi riferivo prima.
Vi è poi un ulteriore momento preliminare, nel momento in cui noi andiamo a definire l'utilizzo di questi beni del demanio idrico ai sensi dell'art. 59, comma 1, ed è quello della definizione dei criteri e delle modalità per il rilascio delle concessioni, sia quelle riguardanti il demanio idrico, sia quelle riguardanti le spiagge lacuali all'interno della realtà regionale.
Pertanto, noi riteniamo che atti come quelli della definizione del canone, la preliminare formazione di un'anagrafe regionale, la preliminare definizione dei criteri e delle modalità per il rilascio delle concessioni dovrebbero essere compiuti per dare sostanza più compiuta sia all'art. 12 che all'art. 14 di questa legge finanziaria, concernente le pertinenze del demanio lacuale.
E' per questo motivo che abbiamo presentato tale questione pregiudiziale di merito all'attenzione del Consiglio e della Giunta.



PRESIDENTE

Ho visto che, di fatto, ha illustrato anche la pregiudiziale relativa al demanio idrico, ma se vuole, naturalmente, ha diritto di illustrarla nuovamente: non c'è problema.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Chiedo se è stato depositato l'emendamento della Giunta e, in tal caso di poterne prendere visione durante una breve sospensione. Se non fosse stato presentato, visto che si tratta del centro della nostra discussione chiedo una sospensione della seduta fino a quando non sia disponibile per poterlo esaminare.



PRESIDENTE

Stiamo esaminando le questioni pregiudiziali: terminiamole.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Io ho posto un problema: chiedo che sia sottoposto al voto.



PRESIDENTE

Chiedo scusa: stiamo esaminando una questione pregiudiziale. Lei ha fatto una richiesta, ma prima di sottoporre al voto...



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Rinnovo la richiesta di sospensione dei lavori fino a quando l'emendamento della Giunta non sarà disponibile.



PRESIDENTE

Ripeto: stiamo esaminando una questione pregiudiziale: esauriamola e poi ne facciamo un'altra!



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo di sospendere la seduta!



PRESIDENTE

La questione è legittima, però prima concluderei l'esame delle questioni pregiudiziali. Mi attiverò, però prima terminiamo l'illustrazione delle questioni pregiudiziali.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo di sospendere la seduta!



PRESIDENTE

Prendo atto della sua richiesta, ma non posso metterla in votazione fino a quando non sarà ultimata la trattazione delle questioni pregiudiziali. Poi la metterò in discussione senza indugio.
Passiamo alla questione pregiudiziale n. 7).
7) Questione pregiudiziale presentata dai Consiglieri Placido, Ronzani Manica, Riba, Marcenaro e Muliere: "Prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 432, il Consiglio regionale svolga una discussione approfondita sull'uso del demanio idrico".
La parola al Vicepresidente del Consiglio Riba, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione di tale questione pregiudiziale.



RIBA Lido

Chiedo scusa, ma sono senza voce. La collega Manica ha già in parte illustrato l'argomento. Io volevo solo sollevare due questioni.
Il demanio idrico è essenzialmente la risorsa che ci consente di esercitare il diritto di pesca sia nella forma della concessione di usi civici (a cui sono diffusamente riservati alcuni tratti di correnti e laghi montani come pertinenza delle comunità locali), sia perché, in molti casi il demanio idrico rappresenta una proprietà della Regione, in base alle disposizioni più recenti (non so quali siano: è una lacuna che dovr colmare). Invece, non è più consentita la concessione di riserve, per cui il demanio idrico è il luogo per l'esercizio dell'attività della pesca sia sportiva, sia professionale. Dall'esercizio della pesca sportiva ne deriva comunque un gettito finanziario per la Regione, di cui non conosco l'entità, e che non viene citato nella Finanziaria, perché è una materia che è già stata regolamentata.
La legge n. 97 del 1994 che ho già richiamato in altre occasioni, ma anche la nostra legge sulla montagna, ribadisce che le risorse della caccia e della pesca, più quelle del sottobosco o qualcosa di simile (il che mi richiama alla mente Cappuccetto rosso che va alla raccolta di fragole e mirtilli, perché non si tratta di risorse capaci di generare un grande flusso economico), devono essere considerate, perché, per legge, sono risorse di proprietà delle Comunità montane (intese sempre in senso giuridico e in senso della comunità come titolare di usi civici, ossia dei diritti esclusivi di pesca, caccia e pascolo). Tali risorse, che derivano in modo specifico dall'uso di strumenti che producono reddito e che sono dalla legge considerate attribuzione delle comunità e dei territori montani, dovrebbero in qualche maniera ritornare alle Comunità montane.
Concludo con un richiamo che è comunque pertinente, perché la stessa cosa vale anche per la caccia. Il cacciatore - persona che può essere più o meno gradita o gradevole - è in ogni caso un contribuente che paga circa un milione all'anno di tasse per la concessione dell'esercizio di questa sua prerogativa. In questo milione di lire c'è una consistente quantità di tasse regionali e nazionali. Soltanto una parte va a favore dei comprensori alpini e degli ambiti territoriali di caccia, il resto sono tasse. In base alla legge statale n. 97, queste ultime dovrebbero essere ridistribuite a favore dei territori montani direttamente e non sulla base del riordino della fiscalità generale. Questo vale per la caccia, vale per la pesca quindi vale come impegno per l'utilizzo dei prodotti derivanti dall'uso del demanio idrico. Vale per la pesca sportiva e vale per pesca professionale che si esercita esclusivamente nei tre laghi principali, ma che comunque costituisce un'attività soggetta a tassazione, le cui risorse dovrebbero essere ridestinate ai territori che le producono.



PRESIDENTE

Passiamo alla questione pregiudiziale n. 8).
8) Questione pregiudiziale presentata dai Consiglieri Placido, Ronzani Manica, Riba, Marcenaro e Muliere: "Prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 432, il Consiglio regionale svolga una discussione approfondita sull'uso del metano per il sistema dei trasporti e il sistema produttivo".
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Siamo in una discussione che ruota intorno all'art. 3 della legge finanziaria, quello che prevede che a decorrere dal 1° gennaio 2003 siano esenti dal pagamento della tassa automobilistica gli autoveicoli alimentati a gas metano, già dotati di dispostivi.
Ho già ricordato come questa discussione sia nata e si sia ravvivata in occasione del confronto e del dibattito avvenuto in quest'aula intorno alla crisi dell'auto e come sia stato il Presidente della Regione, on. Enzo Ghigo, a denunciare tale misura. Avevamo detto allora - e lo ribadiamo oggi che si tratta di una misura giusta, ma fortemente limitata. Siamo convinti della possibilità, su questo campo, di avere misure più incisive più ampie e capaci di determinare un risultato maggiore da tutti i punti di vista: sia dal punto di vista del risultato che riguarda gli aspetti ambientali, sia dal punto di vista degli aspetti connessi al sistema produttivo, in particolare alla produzione di automobili nel nostro territorio.
I campi nei quali l'uso del metano potrebbe essere ulteriormente sviluppato sono, fondamentalmente, due.
Il primo: nei prossimi mesi verranno raccolte in un bando le concessioni che riguardano il trasporto pubblico regionale su gomma, ossia tutta la rete della circolazione del trasporto privato regionale non ferroviario. E' importante sapere se in quell'occasione, nei capitolati sui quali la Regione e l'ARES dovranno dare luogo alla gara per le concessioni automobilistiche, almeno uno degli aspetti (che naturalmente sarà considerato ai fini dell'assegnazione e delle concessioni) saranno i progetti che i diversi concorrenti potranno esibire, dal punto di vista ambientale e, in particolare, dei programmi di metanizzazione che andranno graduati nel tempo. Non c'è alcuna impresa che sia in grado, da un giorno all'altro, di trasformare il proprio parco autoveicolistico, perché, come sappiamo, si tratta di una misura che corrisponde non solo a scelte da parte delle imprese, ma anche all'esistenza di reti infrastrutturali, a partire da quelle dei servizi di erogazione di forniture e di distribuzione del metano, la cui indisponibilità oggi è un freno molto rilevante.
Il secondo punto, su cui è possibile avere da subito provvedimenti che abbiano una funzione importanze, riguarda, ad esempio, le flotte di taxi delle varie città, la cui trasformazione a metano può essere sostenuta e incentivata.
A questo si aggiunge un altro aspetto rilevante: le flotte pubbliche che, come tutti sappiamo, non dovrebbero essere sottovalutate. Le flotte pubbliche sono una parte limitata, ma non irrilevante, del parco automobilistico. Se uniamo il sostegno che, in base all'art. 3 della legge finanziaria, è previsto per i privati che decidono di acquistare un bipower, le misure prese per le imprese che gestiscono il trasporto locale (metanizzazione), quello che può essere fatto per quanto riguarda i taxi quello che può essere fatto per quanto riguarda il parco delle flotte pubbliche (pubbliche, semipubbliche o anche le flotte aziendali) incominciamo a mettere in moto, anche solo nella nostra Regione, una massa di domande ed iniziative significative, sia per gli effetti sulle politiche ambientali che sulle politiche industriali.
Dico questo perché il raggiungimento di una massa significativa in questo campo è molto importante. Chiunque, in passato, ha vissuto altre esperienze, come l'auto elettrica e il tentativo - mi riferisco alla fine degli anni '80 - di costruire linee di politica industriale più legate al versante ecologico, sa che allora, oltre ai vincoli tecnologici riconosciuti quasi insuperabili nel rapporto tra investimento e resa, c'era proprio una questione di dimensioni della domanda che, oltre una certa soglia, viene meno.
Nel provvedimento viene proposta una misura precisa, cioè la detassazione, il non pagamento del bollo. I nostri specifici emendamenti su questo terreno, sono emendamenti che, come l'Assessore sa, avevamo presentato prima dell'inasprimento della discussione oggi in corso, perch costituivano alcuni punti su cui volevamo concentrare il confronto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Passiamo alla questione pregiudiziale n. 9).
9) Questione pregiudiziale presentata dai Consiglieri Placido, Ronzani Manica, Riba, Marcenaro e Muliere: "Prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 432, il Consiglio regionale svolga una discussione approfondita sul Museo di Scienze Naturali".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Abbiamo presentato questa questione pregiudiziale di merito, ai sensi dell'art. 63 del Regolamento interno del Consiglio regionale, perché non condividiamo assolutamente l'art. 20 del disegno di legge n. 432.
Voglio ricordare ai colleghi che la VI Commissione ha svolto una seduta presso il Museo di Scienze Naturali e che in quest'aula sono state discusse due interpellanze sull'argomento, una delle quali, anche a fronte di un'indagine della Magistratura, non dipendente da cause riconducibili alla nostra attività; noi sospendemmo l'approfondimento della materia in attesa della definizione.
Voglio anche anticipare che su questo argomento chiederemo, alla ripresa dei lavori, indipendentemente dalla questione pregiudiziale di oggi, un approfondimento quanto mai necessario.
Per questo motivo, non possiamo accettare che venga tolta la competenza del Consiglio e venga inserita nella legge finanziaria.
Riguardo a questo, ho scritto una lettera al Presidente Cota, perché su questa materia viene in parte scippata, non investita nella maniera dovuta la VI Commissione, passando la materia alla Commissione Bilancio.
Fra l'altro, oltre alla mia lettera, vi è anche l'indicazione dell'Assessorato e dei dirigenti dell'Assessorato alla cultura riguardo al fatto che la materia dovesse essere trattata nella VI Commissione e non nella I.
Se su questioni di questo genere si riduce tutto ad un problema finanziario, allora si può pensare che ci sia un difetto di origine, un peccato originale che noi vediamo esplicitato questa mattina su una serie di materie e competenze, che vanno trattate con disegni di legge, con provvedimenti, con discussioni nelle sedi competenti - le relative Commissioni o il Consiglio - e che invece vengono messe in fila, con questo trenino, nella legge finanziaria.
In attesa dell'approfondimento che faremo a settembre, voglio dare qualche informazione ai colleghi che non fanno parte della Commissione ed anche perché rimanga agli atti: stiamo parlando di uno dei più importanti Musei regionali (forse il più importante), istituito nel 1978 un Museo in cui sono raccolti centinaia di migliaia di reperti, più o meno conservati - e questo sarà un argomento di discussione e approfondimento a settembre - più o meno gestiti, un Museo più o meno ristrutturato, con competenze più o meno precise, con un intervento della Giunta regionale più o meno efficace.
Una cosa è certa - e questo è riconducibile direttamente al Presidente Ghigo, tanto è vero che l'attuale Direttore è il Capo di Gabinetto dottoressa Bottero, che ha seguito la dottoressa Leddi (e potrei proseguire a ritroso, in quanto mi occupo dell'argomento da un po' di tempo): a fronte dell'ingente, ingentissimo e spropositato utilizzo di risorse pubbliche e dei risultati ottenuti, si potrebbe dire che per certi versi "la montagna ha partorito il topolino", se non fosse che si tratta del principale Museo regionale, con centinaia di migliaia di reperti, più o meno catalogati.
Lascio a voi commentare il fatto che, su un argomento del genere, non ci sia un'approfondita, indispensabile e doverosa discussione nella Commissione competente e in Consiglio, ma si sia scelto di infilarlo nell'art. 20 della legge finanziaria.
E' questo il motivo per il quale abbiamo presentato questa pregiudiziale di merito.



PRESIDENTE

Abbiamo terminato l'esame delle pregiudiziali di merito; si apre pertanto il dibattito generale. Ricordo che è previsto un intervento per ogni Gruppo, per un massimo di cinque minuti.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente. Ogni volta che questa maggioranza decide di attuare una parte del suo programma viene fuori uno spirito antidemocratico della sinistra, che si manifesta come abbiamo visto.
Il relatore Gallarini non ha neanche iniziato a discutere la legge finanziaria e già sono state presentate ben nove pregiudiziali! Sono sicuramente tutte importanti, ma - ritengo - non fondamentali come può essere, invece, una legge finanziaria che è la madre di tutti gli altri provvedimenti.
Oltretutto, mi è parso di capire che il problema sia in un emendamento che la Giunta regionale, in accordo con tutta la maggioranza del Consiglio regionale, ha presentato; emendamento in cui si chiede di inserire, in un nuovo capitolo dei fondi da destinare alla scuola...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, c'è troppo brusìo. Capisco che la discussione non sia ancora così appassionante in questa fase, ma è particolarmente significativa e quindi prego di dedicare l'attenzione necessaria affinch gli interventi possano essere svolti normalmente. Grazie.
Prego, Consigliere Angeleri, prosegua.



ANGELERI Antonello

Tutto questo - dicevo - perché c'è un emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma degli Assessori Pichetto e Leo, di un milione e mezzo di euro, che va ad integrare la quota che lo Stato dovrebbe far arrivare alla Regione Piemonte (la famosa divisione dei 50 miliardi fra tutte le Regioni).
La proposta della minoranza è che, se noi ritiriamo l'emendamento l'opposizione fa sparire le nove questioni pregiudiziali e tutti gli emendamenti.
Se la proposta è di questo tenore, significa che le questioni pregiudiziali non sono poi così importanti! Verifichiamo ancora una volta che, con la solita arroganza e prepotenza, non siete cambiati; avete cambiato look, questo sì, perch ricordo che quando ero Consigliere comunale e Giuliano Ferrara era Capogruppo del PCI veniva in Consiglio comunale con degli enormi maglioni rossi, veramente una cosa da pugno nello stomaco! Oggi, sotto questo aspetto, siete sicuramente migliorati, ma dal punto di vista interiore del credo politico...



(Proteste dai banchi dell'opposizione)



ANGELERI Antonello

...non siete cambiati per niente: siete sempre gli stessi, perch cercate di non farci approvare la Finanziaria con stratagemmi regolamentari e motivazioni che voi stessi siete disponibili a ritirare nel momento in cui, da parte della maggioranza, ci fosse un'inversione di rotta, proprio su uno dei punti nodali del proprio programma.
Allora, come si suol dire con una battuta, penso che questa volta vi possiate girare al contrario, perché, per quanto mi riguarda - parlo ovviamente per il mio Gruppo - sono disposto a non fare le vacanze e a continuare a discutere, perché un atto programmatico di questa maggioranza più volte portato in Consiglio, rimane ed è una priorità.
In tale direzione vogliamo andare convintamene.
Sotto questo aspetto, ci sentiamo tranquillamente di rifiutare queste pregiudiziali, perché sappiamo essere del tutto strumentali rispetto al discorso che ho fatto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Avevo chiesto di intervenire su due punti specifici delle questioni pregiudiziali: quello sulle centrali idroelettriche e quello sul gas metano.
Si farà un dibattito generale su tutto?



PRESIDENTE

Sì.



TAPPARO Giancarlo

Non punto per punto?



PRESIDENTE

No, è previsto un dibattito unico.



TAPPARO Giancarlo

Prima di entrare brevemente nel merito dei due documenti che sono stati presentati dal Gruppo DS, vorrei ricordare che stiamo trattando un adempimento tardivo sulla Finanziaria dell'anno scorso. Sarebbe stato il caso, per comune accordo e per guida autorevole della Presidenza del Consiglio regionale, di rendere molto leggero questo strumento. Sarà più caratterizzata la Finanziaria dei prossimi mesi, quella che entrerà a regime nel 2003, anche se consiglio di evitare di fare "il traghetto" che carica di tutto un po'.
Al di là di questo, ritengo ovviamente legittimo da parte della maggioranza sostenere le proprie posizioni. E', quindi il mio un invito al metodo di lavoro. Mi sembra improprio che uno strumento che doveva essere approvato sei, sette o otto mesi fa, oggi venga utilizzato per "traghettare" degli elementi molto qualificanti.
Ed entro nel merito delle centrali idroelettriche, perché ho visto l'impeto del collega Riba mentre ne parlava.
Non è presente l'Assessore Cavallera, ma in questo momento si stanno concedendo delle autorizzazioni, un po' a pioggia in verità, per la costruzione di nuove centrali termoelettriche di grande potenza.
Costruendo nelle nostre montagne il 10% della potenza di una sola centrale rischiamo di compromettere la portata e il flusso minimo vitale dei nostri fiumi e dei nostri torrenti che hanno delle portate intermittenti. Realizziamo delle opere che impattano i grandi bacini del Cuneese, della provincia di Torino e del Verbano Cusio Ossola. Hanno impattato parecchio nelle nostre valli: pensate solo che Ceresole Reale era giù nella valle, mentre adesso si è costruita in un costone.
All'inizio del secolo, aveva un senso utilizzare quello che veniva chiamato l'oro bianco (e non l'oro nero come il petrolio), perch evidentemente, le centrali a carbone di allora erano, per l'Italia che non aveva il carbone, più onerose.
Oggi, in una situazione di questo tipo, si possono al più costruire dei piccoli invasi per l'irrigazione, e anche con l'uso plurimo delle acque (anche acqua potabile), evidentemente mentre l'acqua arriva a valle si pu produrre dell'energia elettrica. Ma l'energia elettrica che si potrebbe ricavare da questa operazione è minima. Basterebbe, infatti, che la centrale autorizzata a Settimo Torinese, invece di 350.000 kilowatt di potenza installata, fosse di 360.000, e sarebbero soddisfatte anche le dodici domande della Val Chisone per costruire delle centrali o degli invasi. Anche in Val Sesia esiste lo stesso problema.
Sono due problemi diversi. Ormai l'idroelettrico è una cosa che non regge più. Cosa diversa sono gli invasi minori, che servono per la regimazione delle acque per l'agricoltura. Il Cuneese ha questo problema.
Però siamo in una fattispecie completamente diversa.
Siccome ho solo cinque minuti per trattare i nove punti, mi riservo di intervenire nel prosieguo, posto che ho presentato un emendamento per il gas metano, le cui caratteristiche non riguardano solo la fiscalità, ma anche una rete di distribuzione (che è la palla al piede del Piemonte), per espandere tra i privati l'utilizzo di questo combustibile molto meno inquinante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente.
Abbiamo ascoltato con attenzione le questioni pregiudiziali di merito che sono state poste. Gli argomenti, indubbiamente, sono interessanti e importanti. Ma i Consiglieri regionali del centrosinistra che le hanno illustrate, o almeno parte di loro, hanno anche candidamente ammesso che questo è l'inizio di un'attività ostruzionistica, che noi riteniamo strumentale, per impedire che questa maggioranza possa, con un dibattito certamente partecipato, arrivare a mettere in condizioni il Consiglio regionale di votare il disegno di legge relativo alla legge finanziaria.
Come ho già sottolineato a inizio seduta, abbiamo avuto alcune settimane di intenso lavoro. La legge finanziaria, come ricordo, è passata in tutte le Commissioni di merito. E' passata in I Commissione, dove ci siamo confrontati. E' una sessione sui provvedimenti economici a consuntivo. Due li abbiamo già approvati: uno è quello che oggi è all'attenzione dell'aula, l'altro è il Documento di programmazione economico-finanziaria (documento importantissimo), che questa maggioranza voleva approvare entro la pausa estiva.
Quando in Commissione e durante una Conferenza dei Capigruppo c'è stato richiesto di valutare l'opportunità di discutere e di approvare il Documento di programmazione economico-finanziaria nel mese di settembre, in un primo momento abbiamo detto "no". A seguito di un confronto, grazie alla disponibilità della Giunta regionale che questa maggioranza sostiene, le argomentazioni adottate dall'opposizione nel richiedere questo slittamento ci hanno convinto. Anzi, in parte le abbiamo anche condivise. Abbiamo detto: "Va bene, andiamo a settembre. Lo faremo nei tempi e nei metodi consoni all'importanza di questo documento finanziario che, di fatto disegnerà gli scenari dei tre anni che dovremo ancora amministrare questa Regione". Riteniamo che, ancorché non previsto e non obbligatorio, possa essere utile, in un'unica occasione, una consultazione e un'audizione con i soggetti economici e finanziari a livello regionale in merito a questo importante documento.
Avevamo annunciato e,di fatto, già preparato, alcuni emendamenti di merito sulla legge finanziaria, alcuni di Gruppo, altri dell'intera maggioranza. E' stato annunciato che, di fatto, sarebbero state sollevate delle problematiche importanti che avrebbero senz'altro impedito un prosieguo utile in aula per arrivare all'approvazione della legge finanziaria.
Abbiamo ritirato gli emendamenti. Anzi, Presidente, non li abbiamo neppure presentati. In Commissione, abbiamo esplicitato l'ipotesi di introdurre il capitolo sulla legge dei buoni scuola, che rappresenta un impegno del nostro programma elettorale e di governo. Anche in questo caso abbiamo fatto una valutazione di opportunità e di modalità e non abbiamo presentato un emendamento per istituire quel capitolo. Abbiamo semplicemente ricondotto l'attività emendativa della Giunta e della maggioranza a quegli emendamenti già annunciati ed esaminati in Commissione e ad un unico emendamento presentato dalla Giunta regionale per l'istituzione di un capitolo separato rispetto al capitolo di entrata e di uscita obbligatorio riguardo ai fondi delle scuole non statali. In ottemperanza al disposto della legge n. 62, voluta dal Governo di centrosinistra ed approvata dalla maggioranza parlamentare, abbiamo voluto semplicemente istituire un capitolo. Crediamo che questo ambito sia importante e compatibile, anzi, un punto di forza del nostro programma.
Abbiamo detto: "Aggiungiamo un milione di euro (fondi regionali) ai fondi trasferiti per il sostegno della scuola non statale".
Siamo stati accusati di essere persone dedite alle imboscate e di non essere di parola. Ribadisco che siamo persone di parola e che i patti li rispettiamo. Questo nostro comportamento è compatibile e perfettamente in linea con i comportamenti assunti precedentemente in Commissione e con i nostri impegni.
Presidente, chi non rispetta i patti è il centrosinistra, perché è incoerente. Quando volevamo approvare la legge dei buoni scuola, il centrosinistra si è opposto al fatto di assegnare i soldi alle famiglie proponendo di darli direttamente alle scuole. Presentiamo un emendamento per sostenere quelle scuole, ma il centrosinistra non è ancora d'accordo.
Rilevo, inoltre, un'assenza preoccupante. Avrei voluto vedere tra i banchi il Consigliere Saitta, Capogruppo dei Popolari, che ha sempre dimostrato una certa sensibilità rispetto a questo tema (forse più apparente che di sostanza), ma che in questo momento è in ferie. Il Consigliere Saitta avrebbe potuto aggiungere qualcosa e avere una voce dissonante rispetto a quello che afferma il centrosinistra.
Ripeto, chi non è di parola è il centrosinistra. Ieri, nella Conferenza dei Capigruppo, abbiamo assunto una posizione chiara e preliminare rispetto ai lavori d'aula di oggi, così com'era stato richiesto e così come ci eravamo impegnati. Ieri, abbiamo concordato di seguire una determinata linea, anticipando che avremmo presentato quell'emendamento, ma in quella sede non ci è stato contestato nulla. Do atto al Consigliere Contu Presidente del Gruppo di Rifondazione Comunista, di aver correttamente detto: "Noi presenteremo una caterva di emendamenti"; anzi, ha detto che avrebbe lavorato tutta la notte. Gli altri Consiglieri non hanno aggiunto altro.
Il Consigliere Contu ha diramato un comunicato stampa, che abbiamo letto sui giornali. In realtà, avremmo voluto ascoltare, già nella giornata di ieri, una posizione più chiara, così come abbiamo fatto noi nella Conferenza dei Capigruppo e come ci era stata richiesta, da parte dei Democratici di Sinistra e del centrosinistra, ma non trovare una sorpresa anche se eravamo convinti che sarebbe stato così, in merito alla questione pregiudiziale e di un ostruzionismo oggi in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io mi collego alle considerazioni che sono state fatte. Credo che la questione relativa al Documento di programmazione c'entri poco, nel senso che il motivo per cui il lo stesso non giunge in aula è rappresentato dal fatto che richiedeva una discussione abbastanza ampia. Ci siamo resi conto che affrontando la discussione del documento nel suo complesso in Commissione non sarebbe mai arrivato in aula.
Di conseguenza, si è scelto semplicemente di rinviare la trattazione di quel tema, che in parte era avvenuta in Commissione, e di completare l'approfondimento in I Commissione.
Si poteva avviare una discussione più rapida sulla Finanziaria, che come ha ricordato il Consigliere Tapparo, giunge con dieci mesi di ritardo rispetto ai tempi e riguarda lo scorso anno. Era consigliabile un percorso semplice, con una discussione in aula che tenesse conto del fatto che siamo in forte ritardo nella sua approvazione.
In parte, la vicenda si è svolta così. In seguito, un certo meccanismo un male oscuro della maggioranza, come già altre volte, è scattato all'interno della maggioranza stessa. Il Consigliere Angeleri, sia in questa che nella passata legislatura, non sa bene se assumere le parti del governo o dell'opposizione. Fin quando è stato Assessore sapeva bene qual era la sua funzione, dopodiché ha voluto caratterizzare la sua presenza e del suo Gruppo all'interno di quest'aula con un'azione emendativa. Mi pare che il Consigliere Angeleri sia stato uno dei primi Consiglieri ad instaurare la pratica degli emendamenti a cascata. Facendo parte della maggioranza, utilizzava questa pratica. Successivamente, ha corretto quella linea, però, quando vi è la trattazione delle leggi finanziarie, le spulcia con più attenzione e, inevitabilmente, si accorge che manca qualcosa rispetto al programma della maggioranza che rappresenta. In particolare per i problemi della scuola privata, che hanno a che fare con i rapporti con il mondo ecclesiastico, dimostra una forte sensibilità.
Il fatto è che la maggioranza, a fronte di provvedimenti della Giunta pensa di fare la gentile concessione di non emendarli. E' chiaro che se la maggioranza ragiona in quel modo, la minoranza non può accettare passivamente tale comportamento.
Siamo di fronte a un provvedimento che viene discusso in Giunta e che quindi verrà valutato attentamente e discusso da tutti gli Assessori compreso l'Assessore Leo, il quale su questa faccenda ha una notevole sensibilità, per cui poteva segnalarne le contraddizioni prima che il provvedimento venisse depositato in Commissione, cioè prima che venisse varato dalla Giunta. La Giunta ha fatto questa operazione, ma ora vogliono emendare e poi ci vengono a dire che noi, cattivi, chiediamo loro di ritirare gli emendamenti.
Se questo è il metodo, voi presentate gli emendamenti che volete, ma non potete lamentarvi se la discussione avviene in un determinato modo. Non è accettabile che la Commissione venga svuotata del proprio ruolo. Il problema non riguarda i 2 o 3 miliardi. L'ha detto bene il Consigliere Cattaneo: l'introduzione di questo capitolo è strettamente collegato alla vicenda dei buoni scuola. Quindi, c'è una legge e dei provvedimenti che non sono ancora passati, ma si vuole surrettiziamente introdurre la questione dei buoni scuola.
Il problema, nel caso di questa legge, è che ci troviamo di fronte a uno strano atteggiamento da parte della maggioranza, di non sostegno dei provvedimenti che la Giunta ha presentato e di imposizione all'aula di una discussione difficile, come purtroppo avverrà nelle prossime ore e nei prossimi giorni.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Alla riunione dei Capigruppo di ieri, di fronte all'illustrazione di un emendamento da parte del collega Cattaneo, penso a nome della maggioranza che anche in Conferenza dei Capigruppo non è stato illustrato con precisione, ma avendo intuito quali caratteristiche potesse rappresentare la sua presentazione, avevamo espresso la nostra forte contrarietà.
Non so cosa significhi, nel vocabolario del collega Cattaneo, "forte contrarietà", che un Gruppo esprime in Conferenza dei Capigruppo dichiarando che, di conseguenza, a quello conformerà il proprio comportamento in aula.
Per quanto ci riguarda, "forte contrarietà" vuol dire una non condivisione della proposta presentata, che snatura, a nostro avviso, le caratteristiche della legge finanziaria per l'anno 2002, così come era stata discussa in Commissione.
Collega Cattaneo, non mi sembra - ma adesso finalmente potremo verificarlo - che l'emendamento a cui voi fate riferimento sia un emendamento applicativo in toto dello spirito e dei termini della legge n.
62 all'interno della Regione Piemonte. Se così fosse, noi saremmo qui a dichiararle la nostra più compiuta disponibilità a discutere della legge n.
62 e della sua applicazione in Regione Piemonte.
Mi sembra, invece, che l'operazione proposta all'aula, mai discussa e mai presentata in questi termini in Commissione, sia invece un'applicazione dell'art. 138 del D.lgs. n. 112 del 1998 (a seguito della normativa Bassanini), che nei suoi recepimenti regionali non aggiunge nulla al testo nazionale, ma richiama semplicemente quelle competenze che vengono delegate dallo Stato alle Regioni. In un comma, in un punto - mi sembra il punto c) ma non ho sottomano il testo dell'art. 138 prima richiamato - si delegano alle Regioni anche i compiti relativi ai finanziamenti per la scuola privata (non statale, certamente). E' a quell'articolo e a quella competenza - l'Assessore Leo conferma - che voi fate riferimento, con l'istituzione di un nuovo capitolo che, oltre al trasferimento da parte dello Stato di 2 miliardi e mezzo circa - se ricordo bene - stanzia 2 miliardi di vecchie lire - se così ho ben capito - per le scuole non statali.
Questa è la proposta, collega Cattaneo. Non riguarda la legge n. 62: riguarda l'art. 138 del D.lgs. n. 112. L'Assessore Leo ha parlato della legge n. 62 e su tale legge noi siamo pronti a discutere in qualsiasi momento e lo siamo sempre stati.
A nostro avviso, una proposta come questa cambia sostanzialmente la natura del provvedimento e i termini della discussione in I Commissione.
Dopodiché si può far finta di fare qualsiasi tipo di cosa, ma è impensabile, collega Cattaneo, che, nel momento in cui all'interno della legge finanziaria si inseriscono questioni così sostanziali, che vanno al di là della stessa entità e struttura delle cifre proposte, tu creda e cerchi di fare ancora credere all'aula che il dibattito sia esattamente lo stesso che si è avuto in Commissione, che la proposta sia esattamente la stessa e che l'ordine del confronto sia esattamente lo stesso! No, collega Cattaneo! L'ordine del confronto sulla legge finanziaria avuto in Commissione portava alla presentazione degli undici emendamenti che avevamo già depositato ieri. I termini diversi del confronto di merito su questioni sostanziali che voi inserite all'interno della legge finanziaria portano invece a un dibattito d'aula che ha altre caratteristiche, per cui si rende necessario l'esame di questioni pregiudiziali e di un numero maggiore di emendamenti maggiore, oltre ad una discussione molto più elaborata e molto più complessa che, a questo punto richiede i tempi necessari. Si possono anche evitare i tempi concitati delle sedute notturne e programmare, invece, per una lunga serie di giorni tutti quelli necessari - il dibattito di merito che richiede il nuovo livello del confronto, determinato dalla maggioranza o da una parte della stessa che impone all'agenda politica della maggioranza la costruzione di steccati sempre più avanzati per rendere complesso l'andamento delle leggi in questa Regione.
Se si accede ad un confronto istituzionale di merito di questo tipo, ad una serie di problematiche interne alla stessa maggioranza, che sottopongono l'aula e il Consiglio a gesti affrettati che cambiano completamente lo scenario dei provvedimenti in discussione, non vedo quali altre alternative ci siano, e mi sembra anche francamente sorprendente che qualcuno qui faccia finta di stupirsi!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questa era - e potrebbe ancora esserlo - una buona occasione per iniziare un percorso virtuoso di realizzazione concreta degli strumenti di programmazione finanziaria di cui la Regione si è recentemente dotata. Era e potrebbe ancora rimanere una buona occasione.
Dovremmo essere in una fase di rodaggio di questi strumenti addirittura, questo strumento della finanziaria è ancora oltre la fase di rodaggio, nel senso che è uno strumento che potrebbe già avere qualche settore intaccato dalla ruggine, perché è uno strumento non avviato per tempo, avviato con grave ritardo. A maggior ragione, poteva e potrebbe essere uno strumento da trattare con molta cura, senza forzarlo, perché se iniziamo con forzature su uno strumento nuovo e che viene in lavorazione con molto ritardo, allora iniziamo proprio nel modo peggiore.
Il secondo aspetto che voglio rilevare è che bisognerebbe smetterla - e questa è una responsabilità della maggioranza - con i tentativi di fare colpi di mano in aula. La maggioranza dispone di 40 Consiglieri su 60; è una maggioranza molto ampia, ha tutto il tempo di discutere, di elaborare dei progetti di governo. Se una maggioranza così forte sul piano numerico si riduce a tentativi di colpetti di mano dell'ultimo minuto da presentare in aula, è chiaro che la reazione da parte dell'opposizione, che è un'opposizione di numeri ridottissima, è quella dell'autodifesa dell'istituzione.
Non ci si comporta in questo modo o, meglio, se lo si fa, una maggioranza che si comporta in questo modo riceve quanto si merita. Non si può, su un tema come questo, eludere un confronto per poi proporre la brutale forza dei numeri con emendamenti dell'ultimo minuto. Gli emendamenti dell'ultimo minuto trovano la risposta che meritano.
A proposito delle pregiudiziali, vorrei fare un accenno al problema del metano. Possiamo dire che la straordinaria accelerazione della crisi della FIAT Auto rispetto ad un settore che non è brillante in generale, sia dal punto di vista nazionale che internazionale, ha colto un po' tutti di sorpresa e che, a partire ovviamente dalla maggioranza di governo nonostante segnali fossero stati dati, le cose sono state lasciate correre oltre il segno, al punto che oggi, un po' svegliati bruscamente da questa particolare crisi che colpisce il Piemonte, ci vede proporre soluzioni alternative.
La mia opinione è che un problema come quello della crisi FIAT all'interno di un comparto difficile come quello dell'auto, necessiti di progetti molto complessi, molto organici che tocchino tutte le leve disponibili. Certo, all'interno di questo c'è anche la proposta del metano.
Sollecito, a questo proposito, che anche sul metano occorrerebbe riferirsi ad un progetto strutturale. Il progetto strutturale che manca, nei riguardi dell'utilizzo del metano per l'autotrazione, è che il metano non esiste nella fornitura, cioè non è possibile avere auto a metano perché non è possibile stoccare, nella propria auto, il metano che dispone di punti di prelievo ridotti, adesso, alle dita di una mano.
Il livello di intervento sul metano che si prova a realizzare dovrebbe insistere sul lato dei cittadini disponibili a metanizzare la propria auto.
Occorre, prima di tutto, destinare un cospicuo investimento di risorse per creare punti in cui il metano possa essere prelevato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Credo sia opportuno mettere ordine nei nostri ragionamenti.
E' vero che in Conferenza dei Capigruppo, scherzando e facendo battute ho detto: "Beh, adesso presenteremo un po' di emendamenti", ma come tale va inteso. Gli emendamenti che presenteremo, Assessore, sono tutti emendamenti di merito, principalmente per una ragione molto semplice: l'emendamento proposto dalla Giunta è un emendamento di merito e pertanto, ad un emendamento di merito, si risponde con tanti altri emendamenti di merito.
La sorpresa è questa: era stato raggiunto un accordo in maggioranza e parlando in modo molto franco, Assessore, abbiamo sempre sentito parlare di un ulteriore finanziamento della legge n. 62/00.
La n. 62/00 è una legge che non condividiamo, ma che, come punto di riferimento, consente di erogare le borse di studio - e lei sa benissimo di cosa stiamo parlando - agendo in modo indifferente, rivolgendosi agli utenti di scuole private e di scuole pubbliche.
Questo è il panorama di riferimento.
Lei, Assessore, mi deve spiegare la ratio di una scelta che per utilizzare l'art. 138 del D.lgs. n. 112 (Bassanini), che consente una serie di operazioni (molto discutibili sul piano della loro applicazione), lei debba utilizzare le risorse, non in diminuzione della legge n. 62/00 com'era sembrato di capire fosse l'orientamento di integrare quel capitolo ma va a sottrarre i soldi dalla legge n. 49. Questa è la sorpresa.
Voi sottraete soldi da quella legge che, grazie al lavoro e al dibattito di quest'aula consiliare, abbiamo unanimemente riconosciuto come una delle leggi rispetto alla quale doveva essere fatto il massimo sforzo da parte dell'Amministrazione per venire incontro ai Comuni, sempre più taglieggiati dal taglio del trasferimento delle risorse da parte dello Stato.
Questo è il motivo del contendere, Assessore, e allora forse è possibile aprire un ragionamento e vedere se lo strumento da voi utilizzato non sia uno strumento che si presenta per quello che è, cioè dire alle scuole private: "Noi non abbiamo perso attenzione nei vostri confronti, c'è un impegno pre-elettorale preciso nei vostri confronti, la legge sui buoni scuola marca il passo, troviamo un altro provvedimento che ci consenta di compensare in qualche modo, anche in modo sicuramente minore, quello che noi non abbiamo dato alle famiglie come premio per aver scelto la frequenza delle scuole private".
Questa è l'operazione. Parliamo del problema così com'è e, se deve prevalere la politica, allora prevalga. Le leggi varate dal centrosinistra hanno e sono un punto di riferimento. Le abbiamo anche osteggiate nel loro percorso, però quello è e al legislatore non resta che prenderne atto. La legge n. 62/00 è una di quelle leggi che necessita di un implemento. Ma perché non implementare le risorse? Assessore, lei sa che oggi all'o.d.g. è iscritto un altro problema sulla gratuità e semigratuità dei libri di testo, magari innalzando il tetto per quanto concerne l'accesso. Questo potrebbe consentire di allargare la platea, senza alcuna discriminazione nei confronti di coloro che hanno scelto di frequentare la scuola privata. Queste sono scelte coraggiose che voi dovete avere il coraggio di fare, fuori da una logica di marchetta.
Questa scelta, Assessore, rischia di offendere la sua intelligenza intanto perché non è risolutiva delle grandi difficoltà in cui versano le scuole private. Lei concorderà che un milione e mezzo di euro (circa 3 miliardi) non risolveranno il problema della mancanza di utenza che si rivolge alle scuole private.
E' un palliativo, è una risposta ad un vostro bisogno, ad un vostro patto, ma non è ancora quello che è auspicabile in un Paese moderno: il rispetto di un dettato preciso della Costituzione che la legge consente sì, di aggirare, ma rivolgendosi ad una platea alta che non è l'operatore della scuola privata, non è l'imprenditore (perché sappiamo che molte di queste associazioni non hanno scopo di lucro), ma è la famiglia, è lo studente, è altro, non è la scuola privata il soggetto destinatario delle attenzioni che lo Stato e le Regioni devono a loro riservare.
Questo rischia di essere una violazione della Costituzione.
Allora, Assessore, ci ragioni. Voi avete scelto in itinere e avete modificato il vostro percorso stoppando, perché oggi ci ponete di fronte ad un'altra cosa, quando il livello del dibattito, all'interno della vostra maggioranza, era stato altro. Di questo me ne dispaccio, perché anche in politica l'etica e la correttezza sono un qualcosa di cui bisogna sempre tenere conto. Dubito che attorno a questo provvedimento la maggioranza sia coesa, perché anche a loro un po' la coscienza qualche volta dice che ci sono cose giuste, cose opportune, cose che vanno al di là di un patto, ma che entrano nel problema.
A questo chiedo di prestare attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Parecchie volte abbiamo sentito in quest'aula, di fronte alle manifestazioni dell'opposizione, la maggioranza lamentarsi del fatto che quando si tratta di realizzare il proprio programma, la minoranza, in un modo o nell'altro, si oppone. Credo che sia perfettamente intuibile nel gioco democratico che chi non condivide una visione di società, che emerge talora nei provvedimenti proposti, possa democraticamente esprimere il proprio parere contrario, esprimere la propria opposizione. C'è tanto più motivo di presentare questa opposizione, se pensiamo che solo ieri in Consiglio regionale era stato difeso un accordo, in base al quale veniva privata la scuola pubblica di 8 miliardi di lire, di finanziamenti, 8 miliardi che venivano tolti agli Istituti professionali.
Oggi, invece, arrivate in aula a proporre un aumento di finanziamento tra i 2 e i 3 miliardi, per la scuola privata.
E' chiaro che è una visione che non accettiamo; è una visione di società che guarda talmente al futuro da guardare all'800. Già ieri ho ricordato come le maggioranze di centrodestra, con questa visione della privatizzazione, non propongano il futuro alla collettività italiana, ma propongano una società ottocentesca, una società nella quale spariscono tutti gli impegni sociali di chi governa, lasciando ai cittadini l'onere di risolvere, a proprio carico, tutti i problemi sociali che si vengono a creare. Anche nel settore scolastico si sta inevitabilmente andando verso una visione di tipo privatistico, che sottoporrà i cittadini italiani a grandi e gravi ingiustizie, in quanto si cercherà di favorire determinate classi sociali a vantaggio di un utilizzo socialmente diffuso ed equanime delle risorse finanziarie.
Questo è il problema! Come ha accennato il collega Contu, stupisce che nel centrodestra, dove pure la visione sociale dovrebbe essere presente non vengano alla luce le incongruenze di una Giunta che punta tutto sulla privatizzazione, che poi significa diffondere la disuguaglianza e l'ingiustizia sociale.
Com'è già stato chiesto, qual è il programma che questa Giunta vuole perseguire? Qual è il programma di cui noi dovremmo discutere? E' il programma della Giunta, che presenta una proposta di disegno di legge, o è il programma della maggioranza, che arriva in Consiglio e propone degli emendamenti che prima non erano mai stati proposti? Qual è il programma di cui dobbiamo discutere: il programma della Giunta o il programma della maggioranza del Consiglio? Dovrebbe essere la stessa cosa!



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Moriconi, voglio solo comunicare che ho attivato il richiamo acustico perché non ci saranno altri interventi.
Pertanto, concluso l'intervento del Consigliere Moriconi, si procederà alla votazione delle pregiudiziali. Il numero legale è 27.
Prego, Consigliere Moriconi, prosegua.



MORICONI Enrico

Assistiamo, quindi, ad un'attività emendativa del Consiglio che, di fatto, sconvolge quella che è stata la programmazione della Giunta.
Lo stesso Capogruppo di Forza Italia, quando dice che la maggioranza vuole perseguire il proprio programma, di quale programma parla? Del programma della Giunta o del programma della maggioranza consiliare, che evidentemente in questo caso potrebbe anche non coincidere con quello della Giunta, in quanto si tratta di un emendamento presentato in un tempo successivo e non in Commissione? In ultimo, devo dire che sarei stato molto più interessato e favorevolmente interessato se, nel momento in cui si affrontava un'attività emendativa nei riguardi di questo provvedimento, invece di pensare di favorire la scuola privata si fosse pensato di stanziare delle risorse a favore di uno sviluppo sostenibile o, meglio, a favore dell'ecologia sostenibile.
E' stato fatto cenno alla macchina elettrica; pensiamo, ad esempio allo sviluppo della macchina a idrogeno, oppure alla diffusione dei pannelli solari, o ancora alla diffusione dei sistemi fotovoltaici, che sono fortemente in ritardo nella nostra regione e nell'Italia tutta, dove investire delle risorse in quel campo significherebbe creare lavoro compatibile e durevole.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Galasso, al quale do la parola avvertendo, per il lavoro dei Gruppi, che al termine dell'intervento del collega Galasso procederemo alla votazione delle questioni pregiudiziali di merito.
Poi darei la parola al Consigliere Gallarini per la relazione introduttiva, quindi sospenderemo i lavori del Consiglio fino alle ore 15.45, tenuto conto di alcune richieste avanzate dai Gruppi.
Prego, Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Grazie, Presidente. Qualche breve considerazione: mi pongo subito non in sintonia, ma stimolato, con gli interventi dei colleghi Contu e Moriconi.
Incominciamo con il fare alcune precisazioni: non si sottrae nulla alla legge n. 49; la legge n. 49 consente quanto è previsto dall'emendamento perché riguarda tutte le scuole.
E' evidente che si opera una scelta politica di cui la Giunta e la maggioranza si assumono la responsabilità, ma dobbiamo anche dire che è una scelta che si pone nel solco tracciato dalle Bassanini.
Pertanto, l'erogazione di questi contributi costituisce un motivo non solo legittimo, ma anche politico, apprezzabile, nel momento in cui ha il rispetto dei programmi e delle indicazioni.
Il collega Moriconi ripropone il solito refrain sul favorire le classi capiamo quando si riferisce alla sensibilità della maggioranza sui temi sociali, sappiamo di essere sicuramente i destinatari di questa attenzione e, proprio per questo motivo, diciamo che anche questi provvedimenti si pongono in sintonia con la sensibilità sui temi sociali che riteniamo di dover dare.
Questo, brevemente, nel concreto.
Quanto al metodo e alle doglianze sin qui esposte, dobbiamo dire che l'atteggiamento della maggioranza è stato sicuramente conciliativo; è stato conciliativo perché, di fronte alla richiesta, che ci è parsa ragionevole ma sulla quale ovviamente si poteva anche resistere, di andare a settembre per il DPEF, abbiamo aderito.
Sul punto vi erano anche degli emendamenti della maggioranza che non sono più stati presentati, e quindi non sono stati coltivati.
L'emendamento che doveva essere di maggioranza, proprio per dare un segnale e un senso di maggiore respiro istituzionale, si è aderito al fatto che fosse espressione della Giunta.
Durante l'intera discussione sul buono scuola è stato sempre rimproverato, erroneamente e in modo infondato, che in effetti era una legge che surrettiziamente favoriva le scuole con il pretesto di indirizzarsi alle famiglie. Anche questa volta ci si è posti su un piano di squisita chiarezza dicendo che quei contributi vanno alle scuole.
Abbiamo anticipato tutto questo nella Conferenza dei Capigruppo, come già dicevo questa mattina. Non abbiamo trovato alcuna contraddizione sul punto, se non la riserva del Consigliere Contu, che era partita da una premessa errata, nel senso che pensava ai 35 miliardi. Dopodiché, si è risposto con un comunicato stampa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, intervengo per annunciare la non partecipazione al voto sull'insieme delle questioni pregiudiziali di merito che sono state presentate su questo provvedimento e per una valutazione complessiva della situazione nella quale ci troviamo, della quale l'opposizione del centrosinistra e la maggioranza del centrodestra, a diverso titolo, sono responsabili.
Non riteniamo che sia illegittimo o che leda la dialettica istituzionale o le regole minime del quadro istituzionale il fatto che, in corso d'opera, nell'esame di un provvedimento, una maggioranza, ma anche un governo, provveda ad emendare un provvedimento che ha presentato anche quando questo è già passato al vaglio della Commissione competente. Questo è successo numerose volte, anche su richiesta ed espressione delle opposizioni.
Quindi, francamente, non comprendiamo la ragione per la quale un emendamento sulla legge finanziaria, più o meno qualificante, o più o meno qualificato, dovrebbe, di per sé, bloccare i lavori del Consiglio. Né si capisce sulla base di quale principio il testo licenziato dalla Commissione debba essere semplicemente sottoposto alla ratifica dell'aula e su di esso non si possa provvedere ad un lavoro di emendamento che, in questa logica dovrebbe essere assegnato unicamente ai lavori di Commissione.
Sugli aspetti propriamente istituzionali non abbiamo nulla da dire, se non annunciare la nostra estraneità a questo tipo di opposizione all'emendamento che la maggioranza e la Giunta hanno assegnato.
Non uguale disinteresse mostriamo nei confronti dell'emendamento che la Giunta ha presentato (o di cui ha annunciato la presentazione), che riteniamo non grave dal punto di vista istituzionale, ma dissennato dal punto di vista politico.
Questa maggioranza ha scelto di non proseguire una lotta politica ed istituzionale su una riforma strutturale che introduceva un minimo di riconoscimento del diritto individuale alla scelta educativa. Ha scelto di assecondare e, in parte, di indurre l'accattonaggio istituzionale degli istituti scolastici privati. Questa è la scelta che ha fatto la Giunta.
La scelta della Giunta è quella di rinunciare ad introdurre un elemento di riforma, magari contestabilissimo, scegliendo di proseguire su una strada che ha visto, con assoluta trasversalità, tanto le maggioranze del centrosinistra quanto le maggioranze del centrodestra impegnate sul piano nazionale ad assicurare un minimo di provvidenza, sulla base di una negoziazione più o meno politica ed elettorale, a quegli istituti privati che lamentano crisi finanziarie e che chiedono una qualche forma di aiuto alla Mano Pubblica.
Questo non è qualcosa di meno della riforma del buono scuola: questo è il contrario della riforma del buono scuola. Questo cancella l'elemento di accattonaggio istituzionale e introduce un meccanismo di competizione rispetto alla scelta educativa. Questo è il sistema che normalmente presiede alle elargizioni di contributi e provvidenze a tutto il sistema produttivo e che non rappresenta minimamente, Assessore Leo, un incentivo alla modernizzazione, all'innovazione e al miglioramento del sistema produttivo stesso. Il fatto che poi alcune scuole private di questo si accontentino, è questione che riguarda, evidentemente, la loro autonomia.
Il fatto che questa maggioranza - che sulla legge sul buono scuola aveva scelto di qualificarsi - finisca per scegliere questa strada, dal punto di vista politico, secondo me, archivia definitivamente quella riforma, perché per voi sarà inevitabilmente molto più semplice, di finanziaria in finanziaria, di variazione di bilancio in variazione di bilancio, procedere in questo modo, e cancella, a mio giudizio, uno dei pochi elementi di riforma e di modernizzazione legislativa che questa maggioranza del centrosinistra aveva tentato, in qualche modo, di introdurre.
Si era partiti tentando di sviluppare gli elementi più innovativi e liberali della legge n. 62. Si giunge ad una situazione pre-legge n. 62 in cui l'Assessore regionale all'istruzione, o la Giunta nel suo complesso tratta sostanzialmente con gli istituti privati, di questo o di quest'altro colore, le provvidenze di cui necessitano.
Questa, a mio giudizio, non è una ragione per iniziare una resistenza democratica contro l'approvazione della Finanziaria, anche perché sono convinto che il ruolo dell'opposizione sia quello di contrapporre e proporsi alla maggioranza, e non quello di mettersi ogni volta di traverso sdraiati rispetto ai provvedimenti della maggioranza per impedirne l'approvazione.
Questa è una ragione per un giudizio molto negativo sulla Finanziaria nel suo complesso e sulla curvatura politica e istituzionale - chiamiamola così - che questa maggioranza ha scelto di darsi per affrontare i problemi politici molto rilevanti che non riesce ad affrontare con un respiro e con un'ambizione diversa.



PRESIDENTE

Il dibattito generale è concluso.
Possiamo dunque passare alla votazione.
Procediamo ad un'unica votazione per tutte le questioni pregiudiziali di merito. Naturalmente, chi è d'accordo vota "sì", chi è contrario vota "no".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulle nove questioni pregiudiziali di merito.
Il Consiglio non approva.
Concluso l'esame delle questioni pregiudiziali di merito, non essendoci questioni pregiudiziali di legittimità, procediamo con lo svolgimento della relazione illustrativa del disegno di legge n. 432 affidata al collega Gallarini.
Prego, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la nuova legge regionale di contabilità, la legge regionale n. 7/01, introduce all'art. 8 la "legge finanziaria", che rappresenta lo strumento di manovra finanziaria con il quale la Regione opera modifiche ed integrazioni a disposizioni legislative aventi riflessi sul bilancio regionale.
Secondo il disposto normativo, la legge finanziaria contiene il quadro finanziario annuale riferito al periodo del bilancio pluriennale, provvede alle variazioni delle aliquote e di tutte le misure che incidono sulla determinazione del gettito dei tributi di competenza regionale, con effetto dal 1° gennaio dell'anno cui si riferisce. Inoltre, tale strumento finanziario è volto a rifinanziare le leggi regionali di spesa per il periodo non superiore a quello del bilancio pluriennale e a prevedere eventuali riduzioni di autorizzazioni legislative di spesa per ciascuno degli anni considerati dal bilancio pluriennale. La legge finanziaria determina altresì le quote del triennio per le leggi regionali di spese permanenti o pluriennali, dispone nuove o maggiori spese correnti o riduzioni di entrata nei limiti delle nuove o maggiori entrate di sicura acquisizione e delle riduzioni permanenti di autorizzazioni di spesa corrente.
Sempre l'art. 8 prevede che la legge finanziaria regionale, in coerenza con gli obiettivi previsti dal Documento di programmazione economico finanziaria (DPEF), venga presentata dalla Giunta unitamente al bilancio annuale e pluriennale e venga approvata dal Consiglio nella stessa sessione del bilancio annuale e pluriennale.
Il disegno di legge n. 432 relativo alla legge finanziaria del 2002 sconta il fatto che l'anno in corso rappresenta il primo anno di applicazione della nuova legge regionale di contabilità. Tuttavia, al di là delle tempistiche seguite, il disegno di legge in oggetto rappresenta una risposta regionale al dettato dell'art. 1 del D.lgs. n. 76/00, che prevede l'adozione di una legge regionale finanziaria affinché le Regioni concorrano allo sviluppo della fiscalità con la finanza statale e locale per il perseguimento degli obiettivi di convergenza e di stabilità derivanti dall'appartenenza dell'Italia alla Comunità europea e in coerenza con i vincoli in ambito nazionale.
Il disegno di legge in oggetto disciplina al Capo I - Disposizioni in materia tributaria - il riordino e la riscossione delle sanzioni in materia di tributi regionali (artt. 1 e 4), l'esenzione dal versamento dell'IRAP a favore dell'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici (art. 2), l'esenzione dal pagamento della tassa automobilistica regionale per gli autoveicoli alimentati a gas metano (art. 3), la proroga al 31 dicembre 2003 per il recupero delle tasse automobilistiche dovute per il 1999 alla Regione (art. 5), l'estinzione dei crediti tributari di importo minimo (art. 6) e l'istituzione del sistema di anagrafe tributaria del Piemonte (art. 7).
In particolare, l'art. 5, rinviando il termine al 31 dicembre 2003 per il recupero delle tasse automobilistiche regionali dovute nel 1999 richiama il DL 30 dicembre 1982, n. 953, che dispone "entro il terzo anno successivo a quello in cui doveva essere effettuato il pagamento". Dal dibattito in Commissione è emersa la necessità di fissare un termine più ampio per permetter la messa a punto dei dati informatici inerenti la tassa automobilistica regionale che attualmente risultano in parte incompleti e non aggiornati. In particolare, a causa del mancato trasferimento da parte dell'ACI, non sono stati ancora inseriti i dati di pagamento e di scadenza relativi all'anno 1998, che sono presupposto necessario per l'avvio della fase contenziosa 1999. Pertanto, con il presente articolo, il nuovo termine coincide con quello previsto per i recuperi della tassa automobilistica 2000, ossia il 31 dicembre 2003.
Il Capo II del disegno di legge prevede variazioni al bilancio di previsione 2002 e perenzioni amministrative. In sede di Commissione è stato integrato il testo legislativo con un emendamento che ha introdotto variazioni al bilancio pluriennale 2002/2004 nella spesa in conto capitale per gli anni 2003 e 2004 la cui copertura è assicurata con autorizzazioni a contrarre mutui.
Al fine di dare maggiore trasparenza e organicità al quadro complessivo delle collaborazioni esterne affidate dalla Giunta regionale e in raccordo con il disposto di cui all'art. 17 della legge regionale n. 51/97, l'art.
11 del disegno di legge istituisce un apposito finanziamento agli incarichi di consulenza per le esigenze proprie degli organi regionali. In tal modo si è sdoppiato il capitolo delle consulenze distinguendole tra quelle funzionali alle esigenze proprie dell'organo di direzione politica e quelle a supporto delle strutture regionali.
Al Capo III vengono introdotte le disposizioni in materia di navigazione locale e demanio idrico. In particolare, la gestione del demanio idrico è funzione amministrativa che lo Stato ha demandato al sistema delle Regioni e delle autonomie locali con il D.lgs. 31 marzo 1998 n. 112 e che, a sua volta, la Regione Piemonte ha organizzato con la legge regionale 26 aprile 2000, n. 44 secondo i principi definiti dalle norme di riforma della Pubblica Amministrazione, riservandosi la determinazione e l'introito dei relativi canoni.
Pertanto, la legge finanziaria 2002 disciplina la determinazione e la riscossione dei canoni e dei sovracanoni relativi all'uso delle acque pubbliche, nonché dei canoni e degli indennizzi relativi all'utilizzo di aree del demanio idrico nel rispetto dei principi fondamentali della legislazione statale e in applicazione delle linee della politica regionale di settore.
Data la complessità della legislazione in materia, in particolare il comparto dei canoni, la legge finanziaria 2002 ha risposto alla necessità di porre mano ad un efficace riordino del settore innovando, innanzitutto la disciplina delle modalità di versamento dei canoni, sovracanoni o indennizzi. A far data dal 1° gennaio 2004 i canoni dovuti per anno solare sono versati, anticipatamente, nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 gennaio dell'anno di riferimento.
In merito alla gestione del demanio idrico relativo all'utilizzo di pertinenze idrauliche e spiagge lacuali e ai canoni e sovracanoni per l'uso delle acque pubbliche, la legge finanziaria 2002 disciplina le funzioni attinenti la gestione del demanio idrico in materia di utilizzo delle pertinenze idrauliche e delle spiagge lacuali trasferite alle Regioni dall'art. 86 del D.lgs. 31 marzo 1998 n. 112 e prevede la predisposizione di un regolamento da parte della Giunta che disciplini la formazione di un'anagrafe degli utilizzatori di beni del demanio idrico con riferimento alle pertinenze idrauliche e alle spiagge lacuali.
Il disegno di legge in oggetto, disciplinante i canoni e sovracanoni per l'uso delle acque pubbliche, riafferma il principio che, per gli usi delle acque pubbliche non consentiti liberamente, è dovuto il pagamento di un canone, anche qualora l'utente non faccia o non possa far uso in tutto o in parte della concessione o della licenza di attingimento, salvo il diritto di rinuncia alla concessione stessa. Viene altresì uniformata la decorrenza dei canoni fissata improrogabilmente dalla data dell'atto di concessione o di licenza all'attingimento, abbandonando così il duplice regime previsto per le grandi e per le piccole derivazioni dal Regio Decreto n. 1775 del 1933. Il canone demaniale, il cui credito è privilegiato ai sensi degli artt. 2774 e 2780 del Codice Civile, è dovuto alla Regione, la quale determina le modalità di riscossione con apposito atto della Giunta.
Il disegno di legge n. 432, nel demandare a regolamenti della Giunta regionale la definizione della misura dei canoni nonché le eventuali riduzioni od esenzioni, dispone che la Regione si attenga ai principi stabiliti in merito dal Piano-direttore regionale delle risorse idriche in funzione del perseguimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile (art.
16).
L'art. 17 detta inoltre ulteriori disposizioni relative al versamento del canone di concessione relativo alla prima annualità e il canone di attingimento, nonché la determinazione dei canoni per le utenze senza titolo.
Il disegno di legge interviene altresì in ordine ai sovracanoni dovuti dai concessionari di alcune derivazioni idroelettriche a favore di Comuni e delle Province rivieraschi nonché a favore degli Enti locali ricadenti nei bacini imbriferi montani, armonizzando innanzitutto le modalità di definizione e le tempistiche di versamento degli stessi al nuovo assetto delineato per i canoni demaniali (art. 18).
Al fine di conseguire un'ulteriore semplificazione degli adempimenti a carico dei concessionari, è previsto il rinvio ad un regolamento della Giunta per la definizione dei criteri di riparto dei predetti sovracanoni e delle modalità del loro versamento.
Le disposizioni transitorie di cui all'art. 19 affrontano alcuni aspetti rilevanti per il periodo necessario al conseguimento della piena operatività del nuovo sistema e in particolare inerenti: all'applicazione dei canoni stabiliti dalla normativa vigente nelle more della rideterminazione degli stessi da parte della Giunta regionale alla disciplina del versamento dei canoni definiti dal provvedimento di autorizzazione in via provvisoria alla continuazione delle derivazioni d'acqua di cui al Regolamento regionale 5 marzo 2001, n. 4/R, relativo alle concessioni preferenziali e ai riconoscimenti delle utilizzazioni di acque che hanno assunto natura pubblica.
In sede di Commissione è stato abrogato l'articolo relativo alla norma finale, in quanto ritenuto pleonastico.
Il Capo IV della legge finanziaria 2002 riguarda le disposizioni concernenti il Museo regionale di Scienze Naturali. In particolare, l'art.
20 delegifica il piano di attività del Museo, da un lato abrogando i commi 1 e 4 dell'art. 5 della legge istitutiva del Museo (legge regionale n. 37/78) e, dall'altro, prevedendo che il piano di attività diventi allegato del programma operativo della Giunta regionale.
Infine, la legge finanziaria 2002 autorizza la Giunta regionale a cedere i crediti derivanti dal Fondo Investimenti Piemonte alla società Finpiemonte vantati dalla Regione verso società partecipate direttamente dalla Regione o verso società partecipate da Finpiemonte. Di conseguenza la Giunta è autorizzata ad elaborare e stipulare apposite convenzioni regolanti le cessioni.
La I Commissione ha licenziato a maggioranza il disegno di legge n. 432 nella seduta del 18 luglio c.a. e lo ha rimesso all'aula per la sua sollecita approvazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallarini.
I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio alle ore 15.45.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.42)



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