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Dettaglio seduta n.237 del 26/07/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 15.15 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Burzi, Caramella, Cavallera, Pozzo e Riggio.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

I lavori della seduta pomeridiana iniziano con le comunicazioni della Giunta regionale in merito alle Olimpiadi 2006 e, successivamente, si proseguirà con le comunicazioni in merito alla formazione professionale.
Vi comunico che c'è l'intesa di concludere i lavori verso le ore 18.00 se il lavoro lo consentirà.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale in merito allo stato di avanzamento dei lavori dell'Agenzia "Olimpiadi Torino 2006". Esame connesse interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Racchelli per lo svolgimento della comunicazione introduttiva sulle Olimpiadi, desidererei valutare la possibilità, secondo la prassi consolidata, di riassorbire le interrogazioni e le interpellanze presentate e pervenute finora che afferiscono alla materia.
Ha ora la parola l'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Presidente, ho preso visione delle interrogazioni ed interpellanze che lei gentilmente mi ha sporto. Nell'ambito del dibattito posso considerarle ricomprese perché, in linea di massima, i temi che in esse si evincono hanno una forte interazione rispetto alle attività che l'Amministrazione regionale ha messo in atto nella verifica di quanto puntualmente abbiamo sottoposto all'attenzione degli organi competenti. Ci sono solo due interrogazioni che, poi, eventualmente, potrò prendere in esame a latere: una è del Consigliere Di Benedetto e l'altra è del Consigliere Giordano. Se non saranno soddisfatti, le esaminerò singolarmente.
Nelle settimane passate, soprattutto dopo la venuta del CIO a Torino per la verifica dello stato di avanzamento dei lavori e delle attività...
(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, l'argomento era atteso. Si tratta di un dibattito che, probabilmente, non potremo ripetere, quanto meno non prima della ripresa dei lavori in autunno. Vi chiedo l'opportuna cortesia e attenzione alla relazione dell'Assessore.
Prego, Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Come vi stavo dicendo, la nostra verifica sullo stato dell'arte e sulla situazione generale delle attività propedeutiche alla realizzazione degli investimenti, e quindi dei progetti, nell'ambito della realizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, è avvenuta successivamente alla visita che il CIO ha fatto a fine maggio 2002, e in seguito alle indicazioni espresse dallo stesso CIO che, pur passate in un primo tempo in secondo piano, presupponevano, soprattutto per un ascoltatore attento, una sua verifica in merito ad alcuni stadi di avanzamento che aveva reputato francamente non in linea con i cronoprogrammi.
Vorrei ricordare che il CIO, nella sua relazione finale, dopo tre giorni di intervento e di verifica puntuale sui siti con delle Commissioni ad hoc, aveva espresso tre cartellini gialli all'interno di tre segmenti strategici. Oggi ho letto sul giornale che è stato finalmente riconosciuto dopo tanti dinieghi, anche dal Comune di Torino.
Il primo cartellino giallo si riferiva alla viabilità, ovvero ad iniziative relative ad una mobilità che il CIO considerava strategica, che consentisse, all'interno dell'evento olimpico, trasferimenti e collegamenti di livello superiore tra i centri nodali della città e i centri dei servizi principali.
Il secondo cartellino giallo era stato espresso nella riunione finale in merito all'accomodation, ma non si riferiva tanto alla polemica sollevata durante la conferenza stessa da parte del TOROC relativamente alla ricettività alberghiera, bensì, come aveva espresso, ai Villaggi olimpici Media e ai villaggi per gli atleti.
Questo cartellino giallo era stato dato perché, in quel momento, per molti di questi tipi di insediamento, non erano state ancora avviate non tanto le procedure per gli studi di fattibilità, quanto le localizzazioni e le disponibilità delle aree per poter realizzare gli impianti stessi.
Il terzo cartellino giallo, quello che forse preoccupava di più il CIO per la realizzazione delle Olimpiadi, era stato dato relativamente al piano di marketing, quindi al piano che doveva sovrintendere, regolare e promuovere tutte le attività...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, c'è troppo brusio. Mi rendo conto che non si può svolgere una relazione in queste condizioni.
Prego, quindi, i colleghi, il pubblico e gli ospiti, di voler considerare che abbiamo bisogno della necessaria attenzione. Vi ringrazio.
Prego, Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Stavo dicendo che il terzo cartellino giallo era quello che probabilmente, interessava di più al CIO, perché rappresentava chiaramente un segmento molto delicato per l'approvvigionamento finanziario relativo all'organizzazione dei Giochi.
Faccio un piccolo inciso, e poi non entrerò più nel merito dell'attività propedeutica allo svolgimento dei Giochi da parte del TOROC: ricordo che il TOROC è un'agenzia di diritto privato, costituita da un contratto stipulato tra il Comune di Torino e il CONI con il CIO, mentre l'Agenzia è un'agenzia di diritto pubblico, che risponde ad una legge - la legge n. 285 - che è di emanazione governativa e che ha il compito di realizzare i progetti e di essere stazione appaltante.
Evidentemente, questo cartellino giallo interessava molto il CIO perch da quella capacità di approvvigionamento di risorse finanziarie ne derivava la possibilità di realizzare un'organizzazione dei Giochi olimpici capace di sostenere tutte le attività e, soprattutto, tutte le iniziative che il Comitato olimpico reputava essere funzionali allo svolgimento dei XX Giochi Olimpici Invernali.
Di fronte all'espressione molto mirata del CIO nel consesso finale, ci siamo permessi di fare una valutazione. Devo anche dirvi, fra parentesi che proprio in quel consesso è nato non dico uno scontro, ma una forte precisazione, perché il TOROC, invece di preoccuparsi di rappresentare al CIO le criticità che evidentemente c'erano, si è preoccupato di evidenziare le criticità che, sul sistema della ricettività regionale, a loro dire erano le più sostanziali e preoccupanti.
Siccome questo non era, perché le politiche regionali hanno determinato un fortissimo incremento delle attività ricettive, e soprattutto hanno dato il via ad una ristrutturazione complessiva del sistema della ricettività turistica alberghiera ed extra-alberghiera, ci siamo permessi di precisare anche nell'ambito di questo consesso, qual era la posizione della Regione Piemonte. Per cui, il CIO, a quel punto, ha precisato che la contestazione che loro muovevano al TOROC non era tanto sulla ricettività alberghiera (anche su quella, perché anche quella era una criticità sulla città di Torino), quanto, soprattutto, sui villaggi.
A valle di questo incontro con il CIO, abbiamo fatto, con le nostre strutture, una serie di valutazioni rispetto ai documenti ufficiali (perch non abbiamo cercato nulla che non fosse ufficiale) e delle verifiche incrociate tra i master plan del TOROC, che dovevano essere realizzati a step: ce n'era uno del mese di settembre 2001 e un altro del mese di febbraio 2002. In quello del febbraio 2002 era indicato, proprio sul frontespizio, che sarebbe stato presentato un ulteriore master plan per l'incontro con il CIO di fine maggio. Questo poi non è avvenuto, per cui noi abbiamo lavorato sui due master plan, che erano quelli ufficiali che il TOROC ci aveva consegnato.
Abbiamo lavorato sulle relazioni ufficiali dell'Agenzia, che sono patrimonio di tutti, e sui documenti che l'unità flessibile regionale costruita ad hoc per seguire l'evento olimpico per quanto riguardava le competenze regionali - ha avuto occasione di verificare, negli incontri periodici che noi abbiamo con l'Agenzia, rispetto a quelle che sono le iniziative dell'Agenzia correlate alle competenze di funzionalità regionale. Quindi, l'Agenzia non ci ha dato nulla. Vorrei pertanto che fosse chiaro che l'Agenzia Torino 2006 non ha dato nulla a noi che non abbia dato agli altri.
I dati che abbiamo visionato e rappresentato nella nostra relazione li abbiamo potuti acquisire all'interno di una dialettica e di un dibattito che abbiamo svolto con l'Agenzia e con le competenze regionali in funzione di una verifica puntuale dello stato di avanzamento delle opere. Per cui anche questo fatto è assolutamente da chiarire, e l'ho chiarito.
L'ulteriore elemento che abbiamo messo a confronto sono state le relazioni dell'Alto Commissariato di controllo sulle Olimpiadi presieduto dal Prefetto Moscatelli.
Noi abbiamo sollevato dei problemi di merito, che sono i ritardi rispetto ai master plan, rispetto ai cronoprogrammi e rispetto alle tempistiche che devono essere messe in atto. Abbiamo rilevato dei ritardi rispetto alle procedure che adesso elencherò, rispetto alle tempistiche per le quali le procedure dovevano essere avviate, e abbiamo evidenziato un problema evidente, perché dai cronoprogrammi e dalle elaborazioni di questi dati risultava evidente che erano stati compressi i tempi di realizzazione delle opere, non potendo, di fatto, comprimere i tempi di appalto, di progettazione definitiva e di Conferenza dei Servizi.
Per cui, in molte schede ufficiali dell'Agenzia era scritto che, ad esempio, il famoso Villaggio Media MOI, che era in una situazione di ritardo, poteva essere costruito attraverso una cantieristica che prevedesse almeno 500 operai.
Questo è un esempio, ma ne posso fare altri.
Per quanto riguarda il cantiere di Pragelato non sfugge a nessuno che partendo oggi, quindi con evidente ritardo, avrà bisogno di doppi o addirittura tripli turni. Tant'è vero che nell'iscrizione della realizzazione dell'impianto si scrive che è previsto un turno anche il sabato.
Il secondo intervento di merito che abbiamo fatto è stato quello di dire: "Attenzione, perché questi ritardi evidenti ci porteranno ad un altro evidente aumento di costi". Questo non è poco, e non ce lo possiamo permettere, perché le risorse sono quelle che sono. Quindi, vi sono due problemi di merito: ritardi e aumenti di costo.
Il terzo problema che abbiamo incontrato è quello del metodo. Noi siamo convinti, anche per il ruolo che abbiamo avuto, molto esterno e molto marginale, di poter evidenziare nelle nostre considerazioni una situazione paradossale. Ad oggi, non c'è alcun Ente, alcun attore o soggetto preposto all'attività olimpica che abbia la capacità di sintesi e di mettere attorno a un tavolo i vari interlocutori per dire, per farsi dire o per riferire qual è lo stato reale dell'arte e quale attività deve svolgere ogni soggetto per essere coordinata e correlazionata a progetti che svolgono altri attori.
Vi porto un esempio banale: in un incontro che abbiamo avuto con il TOROC, ad un certo punto, rispetto a ritardi molto evidenti, avevamo posto il problema delle opere stradali importanti e strategiche. Abbiamo detto: "A che punto è la progettazione di fattibilità del sottopasso di Clavière?". Ci è stato risposto: "Non sappiamo nulla, non è un nostro compito, è un compito dell'ANAS". Noi abbiamo risposto: "Va bene, è un compito dell'ANAS, ma a che punto è? Avete uno stato di avanzamento, una fase progettuale, perché vorrei ricordarvi che questo progetto da realizzare, cioè il sottopasso di Clavière e il collegamento Cesana Clavière, ha un costo ipotizzato di 90 miliardi".
Seconda tranche: quarta corsia della Torino-Bardonecchia. Anche in questo caso, vi è latitanza completa. Ci è stato detto: "Abbiamo ricevuto quattro lettere, però poi non sappiamo, ci è stato comunicato recentemente che il costo, anziché di 60 miliardi, è arrivato a 200". Ma a che punto è il progetto? La VIA l'hanno fatta? Anche in questo caso, vi è latitanza completa.
Vi leggerò anche una parte della relazione, nella quale questi problemi sono evidenziati, con citazioni di documenti ufficiali.
Per quanto riguarda il metodo, cosa abbiamo chiesto? Abbiamo chiesto semplicemente, perché ci sembrava corretto porre il problema, che fosse realizzato un effettivo coordinamento propedeutico allo svolgimento dei Giochi Olimpici Invernali, rispetto alle funzioni e soprattutto alle persone che svolgono delle attività nel TOROC e nell'Agenzia, non entrando nel merito delle attività stesse, che non sono di nostra competenza e sulle quali non siamo mai intervenuti.
Era una questione che non ci riguardava, però siamo anche convinti che sia un ruolo degli Enti sovraordinati e di chi fa la programmazione.
Quindi, chi ha le competenze deve poter lavorare e mettere in relazione il sistema per la realizzazione di un evento complesso, articolato e difficile come quello delle Olimpiadi.
A questo punto, è scoppiata una bagarre - ve lo dico con molta franchezza - perché qualcuno si è sentito toccato nel proprio intimo e nella propria personalità. Ci sono state polemiche sul fatto che i ritardi non c'erano, che gli aumenti di costo non c'erano e sul fatto che il coordinamento non era necessario, perché la Regione doveva starne fuori.
Ci è stato detto che le Olimpiadi sono un fatto privato di Torino. La prima reazione del Sindaco Chiamparino è stata: "I Giochi sono di Torino la Regione ne stia fuori!". Queste sono dichiarazioni ufficiali, a meno che i giornalisti siano impazziti. La Presidente della Provincia di Torino, Presso, ci ha detto, bontà sua: "La Regione non c'entra, deve starne fuori!".
Quindi, francamente ci siamo trovati in una situazione che ci ha sbalordito, e abbiamo dovuto continuare a sostenere la nostra posizione.
Le osservazioni che abbiamo fatto sono semplicemente queste: interveniamo perché siamo un organo sovraterritoriale, interveniamo perch qualcuno ancora non lo ha capito - le Olimpiadi sono un fatto nazionale a valenza internazionale, che interessano l'intero Paese e che hanno una localizzazione in un territorio; quindi, vi è una sorta di microterritorialità, ma hanno una funzionalità rispetto ad un territorio molto più vasto, cioè la Regione.
Addirittura, vi è un'interregionalità, perché non sfugge a nessuno che se costruiamo delle autostrade a quattro corsie, se costruiamo dei sottopassi e delle metropolitane, se spendiamo 200 miliardi per l'Aeroporto, non sarà solo per l'area in cui si svolgono le Olimpiadi! Ci sarà un'interrelazione con un territorio più vasto, che avrà poi la possibilità di sfruttare questi investimenti, che - ricordo a tutti voi non sono assolutamente finanziati con soldi privati, perché qui di privato non c'è niente: sono tutti soldi pubblici, di tutti gli italiani! Questa è la considerazione che abbiamo fatto e che ci sembrava corretta.
Quindi, siamo andati a Roma a rappresentare questo in termini di necessità, sollevando una serie di valutazioni rispetto all'incapacità di chi, fino ad oggi, doveva svolgere la funzione che si era assunto. C'è un'anomalia forte in questo dossier e soprattutto nelle attività che svolgono i vari attori.
Noi non abbiamo nulla da eccepire sul fatto che gli impianti sportivi siano stati definiti con il CIO e con il CONI. Teniamo presente che il CONI è il principale attore delle Olimpiadi. Sulla Rassegna Stampa di oggi è scritto di tutto, ci sono quaranta articoli sulle Olimpiadi, ma non c'è una parola sullo sport. Questo è un dato reale, perché, dopo la riunione a cui ha partecipato, l'Assessore è tornato a casa raccontando cose che nessuno ha sentito, ma non ha raccontato la cosa principale, che purtroppo è reale.
Il CONI è il socio di maggioranza del TOROC e ha firmato, insieme al Comune di Torino, il progetto per la realizzazione delle Olimpiadi invernali piemontesi.
Il CONI l'altro giorno, per voce di un suo rappresentante, di fronte al Capo di Gabinetto del Ministro, ha detto cose di una gravità inaudita rispetto al suo socio di maggioranza all'interno del TOROC. Infatti, ha detto che il CONI non è mai stato né interpellato né coinvolto. Il CONI che ha competenze di impiantistica sportiva e nel mondo dello sport, non ha avuto, da parte del TOROC, alcun tipo di attenzione e, soprattutto, non ha avuto la possibilità che i suoi tecnici fossero utilizzati dal TOROC come consulenti per la realizzazione di impianti che, avendo carattere internazionale, necessitano di una capacità progettuale adeguata. Cosa che il CONI e il CIO sono venuti a fare, perché nel mondo le Olimpiadi le hanno fatte sempre loro, mentre il TOROC non le ha mai fatte; al massimo, il Presidente del TOROC ha fatto il Sindaco di Torino e ha fatto altre cose tanto per essere chiari! Ma quello che è successo l'altro giorno a Roma, cari colleghi - e qui vorrei la vostra attenzione - nessuno l'ha voluto riferire. Io ve lo riferisco, e sono contento che finalmente anche la stampa lo scriva.
Chiamparino e Bresso, cioè quelli che dicono che le Olimpiadi sono loro, hanno sentito con le loro orecchie quello che i rappresentanti del CONI hanno sostenuto più volte.
Vogliamo che sia chiaro, una volta per tutte, che noi non abbiamo posto problemi di sorta relativamente ai ruoli di TOROC e Agenzia. Il TOROC è una società di diritto privato: faccia il suo mestiere, lo faccia bene perch ha delle responsabilità. Chi ha scelto gli uomini all'interno del TOROC cari colleghi, sappiate che non è la Regione Piemonte. La Regione Piemonte ha scelto un suo rappresentante, il dottor Rambaudi, che rappresenta un trentesimo del Consiglio di amministrazione. La Regione, all'interno del TOROC, ad eccezione del dottor Rambaudi, non ha nessun altro, per cui quando dite certe cose, cominciate a regolare le coordinate. Primo aspetto.
Secondo aspetto. Nell'Agenzia, che è questione delicata e nazionale risponde la legge n. 285 dello Stato (che il Parlamento può modificare come vuole: come noi rivendichiamo l'autonomia del Consiglio regionale, il Parlamento rivendica la sua autonomia). Noi non ne vogliamo sapere. Ci sono problemi, il Ministro competente per delega e il Parlamento facciano i loro interventi, valutino il lavoro dell'Agenzia, sostituiscano o no gli uomini.
Certo, noi non ci prestiamo al gioco fatto nei giorni passati quando si discuteva di questioni di merito.
Vorrei leggervi una Rassegna Stampa di oggi, la dichiarazione di un eminente personaggio della politica regionale che rispetto molto (mi è anche molto simpatico). Mi ha molto colpito perché, effettivamente, si vede che la pensa come me, nel senso che non è della nostra parte, ma ha un ruolo importante. Chiamparino oggi, in una dichiarazione ufficiale, dice: "Spero solo che non vi siano altri ritardi".
Cosa significa? Quando Chiamparino dice "Spero solo che non vi siano altri ritardi", cosa vuol dire?



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

CONTU Mario (fuori microfono)



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Ma rispetto a cosa! RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Appunto, poi leggi l'articolo. Io ti leggo il testo.



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Non può citare un articolo in questo modo; lei fa illazioni!



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Non mi interrompa, lei ha tutto il tempo per parlare: sto qui fino alle otto ad ascoltarvi.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Facciamo finta che i giornalisti siano delle persone che non scrivono correttamente: questa non è una nostra affermazione, ma prendo atto che è un'affermazione loro.
Vi racconto cosa hanno detto, in una seduta ufficiale di una Commissione autorevole del Comune di Torino, la Commissione Olimpiadi, il Sindaco di Torino, e soprattutto il prof. Castellani, Presidente del TOROC.
Il Presidente del TOROC giorni fa ha detto: "Eh sì, è chiaro, è evidente, abbiamo degli aumenti di costi intorno al 20%; in certi casi" bontà sua! - "possono arrivare anche al 30%".
Grazie, ma dovevamo dirlo noi questo? Noi ci siamo limitati a porre il problema, mentre il Presidente Castellani, in veste ufficiale, in un consesso ufficiale ha detto quello che dicevamo noi. Si è fermato agli impianti; attenzione, non è andato sul resto: per la quarta corsia della Torino-Bardonecchia, che nel dossier qualcuno ha messo, dai 70/80 miliardi di fondi stimati, oggi ci vengono a dire che costa 200 miliardi.
Vengo ad un altro problema, che abbiamo sollevato perché crediamo che il ruolo della Regione Piemonte, al di là delle competenza degli altri Enti (sulle quali noi non andiamo e sulle quali non vogliamo interferire) sia un ruolo di programmazione e di indirizzo degli sviluppi socio economici territoriali.
Di questo si tratta. Se decidiamo di fare una strada, o se decidiamo di non farla, qualcuno dovrà deciderlo: può deciderlo un'azienda privata (e il TOROC è un'agenzia privata). Lo decide lui? E adesso ci vengono a dire che alcuni progetti non li realizzano più perché non sono più funzionali!



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, se lei si attiene ad esporre l'opinione della Regione magari aiuta il dibattito ad essere più concentrato.



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Ma io parlo a nome della Regione, del governo regionale!



PRESIDENTE

No, le questioni della Regione.



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Allora, che cosa abbiamo chiesto noi? Abbiamo chiesto che fosse realizzato...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Siccome abbiamo due ore di tempo per svolgere il dibattito, ritengo che se non vogliamo ripetere dibattiti che rappresentino la sovranità di altri...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Mi dispiace per le affermazioni del Consigliere Marengo.



(Commenti in aula)



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

No, stiamo calmi, noi siamo fatti diversi, state calmi! Non facciamo come hanno fatto ieri in Consiglio comunale a Torino! Hanno fatto una bagarre! Stiamo calmi, tanto quello che abbiamo detto è qui scritto, non c'è alcun problema! Questa è la realtà, purtroppo.
Vi faccio una considerazione che dico spesso anche nella mia vita privata: l'unica cosa che non possiamo modificare e non possiamo assolutamente recuperare è il tempo perso. L'orologio non si tira mai indietro, quello che è andato è andato; per cui quello che vi racconto sono cose che non sono state fatte, ma il tempo lo abbiamo avuto.
Un compito strategico del TOROC era quello di realizzare i piani di area vasta. Lo aveva per competenza. Credetemi, perché è scritto, ve lo abbiamo scritto: i piani di area vasta sono un qualcosa di strutturale sistemica, perché nei piani di area vasta si va a dire: "Cosa si realizza? Come lo si realizza? Dove si mettono gli inerti? Quale mobilità? Con quale tempistica? Con quali interventi si può tentare di mantenere una qualità della vita socio-economica del territorio?". Non ci sono, ad oggi non sono stati fatti.
Ad oggi manca un'altra delle basi strategiche, e non parliamo di impianti, ma della cantieristica olimpica. Il TOROC doveva presentarci i piani della mobilità; il progetto della mobilità. Ad oggi, mentre ci parliamo, il piano della mobilità non c'è, anzi, ci dicono che hanno preparato un piano di mobilità, ma quello del periodo delle Olimpiadi, di come si muoveranno gli atleti, di come si muoverà la famiglia olimpica, che a noi può non interessare. Ci interessa, ma è l'atto finale. Non ci dicono come si muoveranno i dodicimila camion al giorno o i quindicimila camion al giorno che si muoveranno sull'area delle Olimpiadi quando si apriranno i cinquanta cantieri, che si apriranno tutti contemporaneamente, perch evidentemente la tempistica della realizzazione dei progetti porta ad un'apertura di cantieri, se tutto andrà bene, perché vediamo quante difficoltà ci sono oggi. Tutto quello che abbiamo oggi di fronte agli occhi ci dice che qualche inconveniente potrà arrivare: qualche ricorso di qualcuno che ha perso la gara, qualche ricorso sugli espropri, qualche intervento di qualche organo dello Stato che, per sua autorevolezza e per sua indipendenza, crede di dover intervenire.
Tutto questo, oggi, nei piani di mobilità, quello di cui abbiamo bisogno per capire che cosa succederà su quell'area, non c'è, non è stato fatto. Questo è un dato ineluttabile: non c'è e non possiamo neanche dire: "E' stato fatto male, è stato fatto bene, poteva essere fatto meglio".
Ci sono poi alcune valutazioni che abbiamo riferito, rispetto al confronto, di criticità rispetto alle schede. Vi faccio degli esempi: Villaggio MOI.
Perché diciamo che aumentano i costi? Nel cronoprogramma di quattro mesi fa, il cantiere doveva durare 733 giorni; poi, chissà come mai siccome sono in ritardo, ci dicono, nell'ultimo report, che il cantiere durerà 707 giorni.
Cosa è successo non si sa, però ci dicono che occorrono 500 operai con i doppi turni per poterlo fare in quei 700 giorni, altrimenti non si fa.
Villaggio Media MOI, cantiere, da 733 a 704, skilift Sansicario cantiere, da 546 a 524. Ma questo perché? Siccome sono trascorsi tre mesi cosa fanno? Non possono comprimere i tempi perché ci sono le gare di appalto, la progettazione, le gare per redigere i progetti definitivi, la Conferenza dei Servizi, le gare per appaltare la realizzazione delle opere.
Per cui cosa comprimono? Comprimono solo il tempo di realizzazione.
Così: variante di Avigliana, da 655 a 616 giorni. Cantiere di Pra Reymond, in Bardonecchia, da 451 a 379 giorni.
Questi sono esempi che noi facciamo per dimostrarvi che quello che stiamo dicendo è la verità.
Poi ci sono altri aspetti molto preoccupanti relativi ad alcune opere che, invece, hanno una sorta di dettaglio, che nelle valutazioni dell'Agenzia non ci sono state date, ma che abbiamo evinto dal rapporto quotidiano tra le competenze regionali e le loro competenze, rispetto anche alla valutazione sui progetti che loro, comunque, oggi come oggi, devono per forza sottoporci.
Vi è qualcosa come sedici cantieri: Villaggio olimpico ai Mercati Generali, Villaggio Media, Spina 3, ecc. Ad oggi, mentre ci parliamo, hanno detto che hanno risolto i problemi, ma, in realtà, non c'è ancora nulla nel senso che ad oggi non è ancora stata bandita la gara per individuare il soggetto, cioè nulla. Dicono che ad agosto o settembre ci sarà: ben vengano, qui non c'è alcun problema, però ci sono dei ritardi.
"Il Villaggio Media dei Mercati Generali manca della copertura economica; segue la problematica del Villaggio atleti insistente sulla stessa area. Villaggio Spina 3: fattibilità e intervento legati ad individuazione di un promotore privato ad oggi non recepito". Questo lo scrive l'Agenzia, rispetto a quella che è la tempistica. "Villaggio atleti del Sestriere (consegna novembre 2005): ad oggi, manca ogni indicazione tecnica circa il medesimo e non risulta ancora reperito il privato finanziatore dell'area".
Questo è quanto si evince dal report che noi a giugno abbiamo esaminato per potervi dare questa relazione.
"Villaggio atleti di Bardonecchia: ad oggi, IL TOROC non ha ancora fornito alcuna indicazione tecnica circa il medesimo e, conseguentemente trattandosi di edifici di proprietà pubblica, risulta impossibile procedere a gara per identificare il gestore privato. Seggiovia di Cesana (consegna 2003): problematiche di ordine ambientale e di disponibilità dei terreni".
Secondo una serie di progetti, effettivamente la tempistica è fuori termine.
Cosa abbiamo proposto per cercare di recuperare il tempo? Abbiamo cercato di proporre una cabina di regia, un qualcosa che mettesse in condizione gli attori, preposti al controllo e, soprattutto all'attuazione dei progetti, di poter svolgere la propria funzione chiamando gli interlocutori, che sono funzionali all'esecuzione dei progetti, per poter studiare con loro alternative e percorsi. Con il Ministro Frattini abbiamo discusso circa la possibilità, attraverso questo organo decisionale, di scegliere se alcuni progetti possono essere realizzati; altri, invece, possono non essere realizzati o addirittura attivare, come ha detto il Ministro, le procedure speciali della legge Lunardi per abbreviare i tempi che ingessano le attività relative alla progettazione e, soprattutto, alla consegna dei lavori.
Cosa è successo l'altro giorno a Roma che ha creato scandalo? Noi siamo andati a Roma la settimana precedente e abbiamo posto questi problemi. Abbiamo avuto da parte del Ministro una risposta di condivisione della preoccupazione, che è una preoccupazione, e abbiamo individuato con una mediazione, che poteva anche essere una mediazione accettabile, la costituzione di una cabina di regia snella (non un pachiderma da venti persone, ma un organismo costituito da tre o quattro soggetti che sono quelli che hanno la competenza territoriale), che potesse essere uno strumento di organo decisionale.
Eravamo d'accordo. Siamo venuti a casa e i soggetti che avevano definito quel tipo di percorso ci hanno comunicato la sua impraticabilità perché quel tipo di cabina di regia doveva essere di carattere consuntivo.
Noi, siccome di consuntivo non ne abbiamo bisogno, abbiamo detto: "No signori, il coordinamento va realizzato effettivamente perché necessitiamo di un soggetto dinamico e operativo. Per cui, se così stanno le cose, noi come Regione, vogliamo svolgere una funzione che, tra parentesi, è una funzione che ci consegna anche la modifica dell'art. 118 del Titolo V della Costituzione".
A quel punto, è nata una discussione complessa, difficile e articolata.
La sintesi del Ministro è stata la seguente: facciamo una cabina di regia nella quale siano presenti i soggetti, Regione, Comune, Provincia e CONI che svolga una funzione di coordinamento con poteri decisionali al fine di permettere alle criticità, che via via - e saranno sempre di più man mano che ci avvicineremo alla realizzazione dell'evento olimpico - si presenteranno in più settori in dimensioni maggiori o minori, ma comunque a 360°, di poter essere lavorate, metabolizzate e, soprattutto, risolte con una forte e dinamica azione sinergica, soprattutto temporalmente compatibile.
Questo è quanto avevamo chiesto e quanto abbiamo accettato, perché non avevamo alcuna logica di prevaricazione su quello che è il ruolo dei nostri interlocutori istituzionali, che sono Provincia e Comune. Logicamente, un potere decisionale in capo ad un organo del genere deve essere reale. Per cui, il lavoro che abbiamo svolto sulle opere connesse era svolto attraverso la legge n. 285, che metteva in capo alla Regione Piemonte il ruolo di coordinamento per l'individuazione e la stesura delle opere connesse. Lo abbiamo svolto in maniera coordinata con gli altri Enti e abbiamo raggiunto l'unanimità. Crediamo che anche in quella cabina di regia si possa lavorare così.
Come è avvenuto per la discussione delle opere connesse, se sarà necessario, andando a votare in una cabina di regia, ci dovrà essere la possibilità di prendere una decisione, non di rimandare a riunioni successive. I tempi di realizzazione delle opere - come ha dichiarato in relazioni ufficiali lo stesso Alto Commissario di controllo, Prefetto Moscatelli - sono esclusivamente e strettamente necessari, senza ulteriori imprevisti, per la realizzazione delle opere descritte nel dossier.
Se qualcosa dovesse verificarsi o qualsiasi iniziativa dovesse interferire, questo non potrebbe avvenire e ci verrebbe preclusa la possibilità di realizzare alcune opere che insistono nel dossier.



PRESIDENTE

E' aperto il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Racchelli.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Vorrei occupare due dei dieci minuti che mi sono concessi per dire che ho ascoltato con sorpresa, con stupore e con costernazione non solo il merito, ma i toni e il linguaggio che l'Assessore Racchelli ha usato in questa discussione.
Non è solo per noi un linguaggio e una posizione imbarazzante. Spero che l'assenza da questa seduta del Presidente Ghigo voglia semplicemente dire che esiste ancora, all'interno della Regione e della Giunta regionale una posizione che considera la cooperazione e il rapporto tra le istituzioni non una politica di aggressione interistituzionale, ma come la scelta che deve essere praticata.
Per quanto ci riguarda, questa è la scelta alla quale rimaniamo legati.
E' una scelta che ci porta così distanti da quei toni, da quel linguaggio da quella evidente intenzione di utilizzazione dell'occasione olimpica per una regolazione di conti politici, introducendo un pesantissimo elemento di conflitto politico all'interno di una vicenda nella quale i ruoli e i compiti istituzionali dovrebbero avere la prevalenza. E' questo il punto fondamentale: secondo me, Assessore Racchelli - e lo ripeto - il suo discorso e il suo ruolo in questi giorni sono imbarazzanti, credo non solo per noi, ma anche per le persone che, senza avere le nostre posizioni e il nostro ruolo, pensano che oggi sia importante una cooperazione fra le istituzioni senza quella carica di aggressività che lei ha mostrato nel momento in cui personalità diverse hanno cercato, insieme, le vie per scrivere gli emendamenti alla legge n. 285 e per trovare le soluzioni necessarie.
Il livello del suo discorso e questa ricerca comune che, per fortuna qualcuno ancora sta facendo, penso che non siano compatibili.



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006 (fuori microfono)

Ho partecipato anch'io a stendere le modifiche alla legge n. 285!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Assessore Racchelli, la prego! La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, intervengo per dichiarare l'estraneità del nostro Gruppo rispetto a questo dibattito. Mi sembra che non abbiamo mai nascosto la nostra opposizione all'evento olimpico. Siamo preoccupati e i tempi di esecuzione delle opere, le modalità con le quali saranno effettuate e, non ultimo, tutte le questioni legate agli appalti, anche alla luce delle affermazioni dall'Assessore, aumentano le nostre preoccupazioni.
Assessore, quando si abbattono i tempi di esecuzione delle opere (e molte di tali opere lasceranno un segno nel tempo, anche in termini di devastazione ambientale rispetto alla loro collocazione), non solo si pone il problema di ciò che resterà e dell'utilizzo che si farà di tali opere ma si pone anche il problema della qualità stessa delle opere e soprattutto, si inserisce una variabile, che è quella delle varianti in corso d'opera, che rappresenta il vero vulnus democratico alla correttezza delle licitazioni e degli ambiti di gara.
E' in atto una guerra virulenta - perché di questo si tratta - in relazione all'occupazione dei posti di potere. Sicuramente dietro questa realtà insistono pesantemente le lobby degli appalti.
Siamo estremamente preoccupati. L'interesse di questa Regione e dei cittadini piemontesi probabilmente è del tutto estranea alla vergognosa lite in atto sulla gestione dell'evento olimpico. Questo è motivo di preoccupazione.
Certo, lo gestirà il CONI. Non è un evento mediatico. L'evento mediatico sarà il risultato, ma dietro c'è tutto ciò che oggi lei ha riportato in termini crudi, perché è vero che il problema esiste.
Siamo preoccupati, dunque, per gli appalti e per i ritardi, ma assolutamente del tutto estranei, e in questo irresponsabili, ma lo abbiamo sempre sostenuto politicamente.
Per noi le Olimpiadi non rappresentano il futuro e lo sviluppo di questa Regione.
A complicare il quadro della situazione della gestione dell'evento olimpico c'è questa lite vergognosa e indecorosa della quale i giornali, in questi luoghi elettivi, dovrebbero fare volentieri a meno. Si sono affacciate dinamiche che niente hanno a che fare con l'evento olimpico. E' in atto uno scontro di poteri, tra poteri forti. Spiegateci qual è il gioco.
Per noi i motivi di preoccupazione aumentano, e da qui il nostro impegno a vigilare e a utilizzare tutti gli strumenti possibili, come il sindacato ispettivo e quant'altro, per capire qual è la ragione vera dello scontro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Grazie, Presidente.
A fronte di una comunicazione ricca di dati di riferimento a istituzioni e a personaggi che ricoprono ruoli nelle istituzioni; a fronte di indicazioni così specifiche, ricavate da documenti ufficiali, anche in riferimento a lavori, luoghi, siti, percentuali, costi, personale impiegato, tempi che si accorciano; a fronte di un problema in linea con quello che è stato preventivamente posto, e cioè che la Regione è intervenuta in questa vicenda ponendo questioni di merito, l'Assessore si è mosso conseguentemente, offrendo un contributo e, seppur parzialmente interpretazioni, su cui, ovviamente, si può dissentire.
Il punto è: i dati che ha fornito, possono essere recepiti per un dibattito serio? O si contestano i dati che, in definitiva, sono il presupposto su cui deve basarsi ogni argomentazione? Perché ogni deduzione e ogni ragionamento non può che partire dall'oggettività dei dati. Ci vengano a contestare i dati e i fatti, dopodiché andremo a verificare se le considerazioni che si traggono, di tipo gestionale e di tipo politico, sono corrette e riscontrabili o meno.
Di fronte a questo corredo di elementi che l'Assessore ha test fornito, noi dobbiamo avvertire la sorpresa, lo stupore, la costernazione un linguaggio imbarazzante. Ma il merito della questione viene o no affrontato? Se si ha il coraggio e gli argomenti per affrontare il merito, allora si discuta; ognuno sarà libero di esprimere tutte le proprie argomentazioni e le proprie opinioni, direi persino le illazioni, ma partendo da un dato oggettivo, perché solo così possiamo andare a verificare se il processo logico e il processo politico sono corretti.
Di fronte a questo linguaggio e di fronte ad un'esposizione dei fatti si dice ciò che si è detto e che ho riferito poc'anzi: si parla di politica di aggressione e di conflitto politico, quando, invece, qui è stata denunciata un'inerzia, o comunque un'incapacità o una parziale incapacità o comunque ancora dei dati che, al di là delle giustificazioni, ci fanno allarmare. E su questo posso essere d'accordo con il collega Contu, sul fatto che, evidentemente, si pone il problema per cui l'abbattimento dei tempi di esecuzione determina una preoccupazione; concordo con lui. Andiamo a lambire, quindi, un problema di qualità e un problema di varianti d'opera e, per carità di patria, non aggiungo altro, visto che abbiamo le esperienze pregresse di altri eventi del genere.
L'intervento a cui prima mi riferivo, mi fa ricordare il De Maistre che si chiedeva perché mai quel lacedemone non riuscisse a comprendere perché un cadavere, per quanto rigido, non riuscisse a stare in piedi.
Questi sono gli argomenti che sono stati opposti. Sono degli argomenti cadaverici, che sono rigidi, perché espressi con rigidità, ma che non riescono a stare in piedi, perché non hanno una base dove potersi poggiare ed ancorare.
Verifichiamo che cosa ci ha comunicato l'Assessore. Di fronte ad una comunicazione del genere, che denota preoccupazione per un verso, e per l'altro auspica che i lavori vengano svolti tempestivamente, si pu discutere sulla modalità, si può discutere sul contributo da dare di fronte ad un problema serio e vero posto, ma non si può negare il problema. Non lo si può soprattutto portare fuori dalla concretezza.
Il problema esiste o non esiste? E' questo un problema di lotta all'interno delle istituzioni o è un problema di responsabilità di un'istituzione che ha come preoccupazione quella che le opere, e quindi i giochi, vengano svolti con dovizioso corredo di opere? E, ovviamente, in tempi che siano congrui? Il tempo è sempre un nostro alleato; diventa un nemico quando lo si tratta da nemico. Il tempo è nostro alleato se governiamo bene i tempi della realizzazione.
Quando si è posto il problema? Il problema si è posto anche in termini culturali, perché mi pare che bisogna uscire dal provincialismo per affrontare il problema. Non possiamo comportarci come una contrada che occupata in questa vicenda di dimensioni cosmiche, vuole continuare a coltivare l'orticello, tenendo a bada chi può portare un contributo.
Abbiamo il dovere, perché vi è anche un problema di dovere istituzionale di preoccuparci affinché le opere vengano svolte e perché tutta la vicenda abbia una completezza assolutamente congrua con i tempi e le modalità.
La Regione pone, attraverso i nostri rappresentanti, dei problemi di merito. La Regione si preoccupa per i ritardi, per l'aumento dei costi; si preoccupa che tutto questo venga a costare di più, offrendo un servizio meno positivo, meno adeguato alle esigenze che dovranno essere affrontate.
Non esamino in particolare quanto di interessante è stato detto, ma mi pare che ci dobbiamo porre su un terreno di responsabilità istituzionale.
Dobbiamo intervenire non per criticare chi vuole sollecitare degli adempimenti, ma dobbiamo porci nella prospettiva di dare un apporto per contribuire quanto più è possibile alla realizzazione di un'opera che riguarda l'onorabilità non solo della Regione Piemonte, ma di tutta l'Italia e che, comunque, sarà uno scenario importantissimo.
Infine, c'è un problema anche pratico, un problema sociale di equilibri che vanno tutelati e che possono essere tutelati tanto meglio quanto meglio vengono coltivati. Mi pare che l'Assessore, anche su questo punto, abbia dato delle indicazioni precise. Vi è un ruolo che viene rivendicato su un piano non solo di correttezza istituzionale, ma anche nell'interesse delle casse e del buon nome della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente, grazie all'Assessore con la delega alle Olimpiadi per la puntuale relazione e comunicazione riguardo a questo importante evento per la nostra Regione. Questa sarà una frase che riprenderò nel mio intervento. Grazie, perché abbiamo chiesto questa comunicazione nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, anche in un modo un po' anomalo, perché è stata richiesta dalla maggioranza, e l'avevo - come i colleghi ricorderanno - sollecitata personalmente, in aula, al termine dei lavori del mattino. Quindi, avevamo chiesto l'urgenza semplicemente perch nella risposta ad alcune interpellanze e negli interventi di ieri dei Consiglieri interpellanti erano stati introdotti ulteriori temi con l'impossibilità per i Consiglieri di replicare; perché, com'è noto, durante l'esame di interrogazioni ed interpellanze, possono parlare soltanto l'Assessore e gli interroganti e/o interpellanti. Quindi, avevamo richiesto la possibilità, per ogni Consigliere regionale che lo ritenesse opportuno, di poter intervenire su questo importante evento.
I toni dell'Assessore Racchelli non mi hanno particolarmente disturbato, anche perché lo stesso Assessore è stato puntualmente interrotto, prima dalla Presidenza, che lo ha richiamato a proseguire nel merito dell'intervento - e credo che sia un precedente non di poco conto in questo Consiglio regionale - poi da alcuni colleghi che, fino a qualche giorno fa, urlavano e si indignavano per interruzioni che erano state fatte ai loro interventi da parte di altri colleghi, fra cui anche alcuni della maggioranza. Chiedo loro - mi riferisco in particolare al Consigliere Chiezzi - di fare una valutazione sul fatto che nessuno è perfetto e che può succedere, da una parte e dall'altra, Consiglieri verso Consiglieri e Consiglieri verso Assessori.
Credo che siano sotto gli occhi di tutti alcune responsabilità del Comune di Torino. Questo non significa che bisogna fare Regione contro Comune, o Comune contro Provincia, perché è chiaro che anche noi perseguiamo un clima di collaborazione istituzionale per un grande evento che, a differenza di quanto pensa il Sindaco di Torino, non è un evento esclusivo della Città di Torino, ma riguarda tutta la comunità regionale.
Non a caso, tutti i candidati alla carica di Presidente della Giunta regionale per la legislatura 2000/2005 avevano riservato nel loro programma elettorale, compresa la candidata Turco, un importante capitolo sulle Olimpiadi.
Sono Olimpiadi che, come diciamo o ci piace dire, devono fare epoca e devono essere un grande evento per il Piemonte - quindi non solo per la Città di Torino - e per il nostro Paese, perché la comunità internazionale si aspetta moltissimo dall'Italia, innanzitutto nella gestione e soprattutto, nella piena realizzazione di questo evento sportivo.
La chiara responsabilità del Comune, che ha impiegato più di due anni (dal giugno 1999) per la definitiva identificazione dei siti, è ancora più grave se si pensa che, per quasi un anno, il Presidente del TOROC era anche Sindaco della Città di Torino - mi riferisco al Presidente Castellani.
Noi, di fatto, solo per l'aver constatato questi ritardi e per le nostre crescenti preoccupazioni, abbiamo chiesto un ruolo forte della Regione. Il TOROC è un ente privatistico, com'è stato ricordato più volte anche in Commissione. Noi abbiamo chiesto al Presidente della Commissione Olimpiadi che durante l'audizione prevista per il prossimo settembre, alla ripresa dei lavori, il TOROC ci dia, ancorché non dovute, alcune informazioni, ad esempio, sui cosiddetti ventitre dirigenti o ventitre dipendenti o collaboratori assunti nella posizione apicale dirigenziale con un costo superiore a 400 milioni delle vecchie lire l'uno. Vorremmo sapere, anche solo per curiosità, qual è il loro ruolo e la loro funzione.
Un aspetto importante: non sono ancora stati trovati gli sponsor. Non a caso, è proprio di queste ultime ore la scelta, all'ultimo momento, per cercare di recuperare qualche sponsor, perché gli sponsor al momento non hanno aderito, non hanno risposto alle richieste di partecipare e, quindi di sostenere le Olimpiadi.
Come hanno già espresso altri colleghi e l'Assessore, ciò che ci preoccupa è che ben sette opere sono ancora senza studio di fattibilità e cinque, in aggiunta a queste sette, non si è ancora deciso dove costruirle.
Le ha citate l'Assessore Racchelli: l'Oval (anche se pare che nella giornata di ieri sia stata individuata una soluzione), il Villaggio Spina 3, il Villaggio degli atleti di Bardonecchia e il Villaggio degli atleti di Sestriere. A questo si aggiunge anche la mancata realizzazione, in prospettiva, di parcheggi. Anche questa è una questione relativa alle dichiarazioni del CIO, Commissione presieduta da Killy, che ha ricevuto dal TOROC il master plan, all'interno del quale è contenuto l'Itax, che è, di fatto, un cronoprogramma dei lavori. E' stato ricevuto a dicembre 2001 ed era previsto il progetto, la data di inizio dei lavori, la data di fine dei lavori e quella del collaudo degli stessi.
Il TOROC, ad oggi, non ha ancora avuto la possibilità di comunicare i ritardi sui quali siamo preoccupati, perché a dicembre puntualmente ha risposto con questi quattro capisaldi, "doveva fare questo" e, quindi, gli eventuali ritardi esistenti, e che in un certo senso sono stati ammessi anche dal Sindaco di Torino, saranno verificati con una valutazione di questo nuovo Itax, che non potrà che essere pronto per dicembre 2002. Non a caso, sono stati citati i cartellini orange sugli sponsor - come ho detto prima - il cartellino giallo sul sistema della viabilità olimpica, il cartellino giallo scuro sulla comodation, quindi sulla parte dell'accoglienza e della ricettività.
A precisa domanda dei giornalisti, visto che sono stati citati anche i giornalisti ("Sui ritardi, cosa dite?"), il CIO ha risposto che non era quella la sessione per analizzare i lavori e, quindi, i ritardi relativi perché sarebbero stati fatti con l'Itax di dicembre 2002. E' inutile quindi, sbandierare un fatto che non corrisponde a realtà.
Il CONI, co-fondatore del TOROC, a Roma ha detto che non c'è colloquio è particolarmente preoccupato per il versante sportivo (è logico, il CONI si occupa di sport, quindi prettamente dell'aspetto sportivo della manifestazione e di questo grande evento). Secondo il CONI, non è tenuto in debita considerazione il mondo dello sport: manca professionalità interna alla struttura, relativamente alle gare, ma anche all'ambito e all'aspetto sportivo delle Olimpiadi (aspetto prioritario).
Oggi abbiamo letto su La Repubblica che, dall'ambito di un'inchiesta su fatti corruttivi nell'ambito del Comune, l'indagine si è allargata verso l'Agenzia ed è quindi giunto il primo stop, anche ad un appalto, ad un'iniziativa o ad un lavoro, da un'inchiesta che parte da fatti corruttivi nell'ambito del Comune. Questo è un elemento di preoccupazione per tutti non solo per una parte o per l'altra, perché è chiaro che, anche da questi aspetti, possono verificarsi ulteriori ed importanti ritardi.
In conclusione, avere richiesto modifiche alla legge nazionale n. 285 (legge di riferimento) ed aver ottenuto questa cabina di regia, si è rivelato un atteggiamento veramente importante, da parte della Regione, che deve essere, a prescindere da chi la governa, protagonista su questo evento.
E' necessario, quindi, tenere quel coordinamento operativo e dinamico a cui si riferiva prima l'Assessore, e a cui ci siamo riferiti anche con comunicati e prese di posizione politiche, da parte della maggioranza, e istituzionali da parte dell'Ente, con il quale, nelle scorse settimane, si rifiutava il carattere consultivo di questo organismo.
Il solo ed unico fine della Regione Piemonte è, prima di tutto come comunità e poi come Amministrazione, quello di vedere realizzate queste Olimpiadi nel 2006 e di sgombrare il campo da tutte le preoccupazioni esistenti (che sappiamo essere anche da voi condivise, magari non avete il coraggio di dirlo qui, ma nei corridoi è stato riconosciuto da tutti) perché le Olimpiadi 2006 faranno la storia di questa città - come dice Chiamparino - ma anche di questa Regione e di questo Paese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Quando nella scorsa legislatura parlamentare si elaborò la legge istitutiva sulla quale oggi si apre una forte richiesta di mutamenti alcuni peones, come potevo essere io in Parlamento, avevano sollevato alcuni dubbi e alcune riflessioni sulla funzionalità della norma. Pensavamo che la natura privatistica del TOROC potesse essere un problema, ma com'era stato studiato il meccanismo, si riteneva che potesse garantire una certa funzionalità. Personalmente, mi ero formato una cultura amministrativa adatta a un'istituzione regionale e pensavo che queste seppure Olimpiadi di Torino e delle valli alpine della provincia di Torino avessero un effetto, un riflesso e necessitassero, in qualche modo, di un riverbero a livello regionale.
Oggi questo problema, seppure legittimo, perché emerge nel solo scartare alcune opere da fare o nell'accentuare i caratteri di altre esiste, ma è chiaro che non è possibile perdere di vista gli effetti sul territorio, anche nella preparazione delle Olimpiadi stesse.
Condivido la considerazione dell'Assessore quando afferma che non è solo il momento dell'attuazione dei Giochi che è centrale, ma tutto un percorso con tutti gli effetti indotti e gli oneri per le popolazioni (costruzioni ed opere). Attraverso questa strada si arriva ad una soluzione che, in modo indiretto, è una specie di commissariamento.
A questo punto, è chiaro che i quattro della cabina di regia non possono non assumere una funzione di guida, perché viene riconosciuta la natura pluriennale degli interventi, cioè si rompe un meccanismo della prevalenza presente nella normativa alla quale finora ci siamo adeguati.
Bisogna essere più espliciti: si sta cercando di fare un'operazione di commissariamento, lasciando, senza decapitarla, la struttura precedente.
Ho sollevato, a suo tempo, dei dubbi su tale costruzione, però, oggi fare un'operazione di questo genere, credo possa essere di pregiudizio rispetto al raggiungimento finale degli obiettivi. Paradossalmente, si rischia di creare una catena che porterà quello che facciamo oggi ad essere un rituale che si ripeterà di qui alle porte delle Olimpiadi, senza una prevalenza di una parte sull'altra, con equilibri che genereranno forti tensioni.
Qui si introduce un altro problema. Tutte le volte che la Magistratura entra in campo, segna una sconfitta delle assemblee elettive, votate democraticamente, del mondo politico. Quello che sta succedendo in questi giorni - e probabilmente sono i primi segni - è una sconfitta. Non possiamo neanche nasconderci dietro ad un dito come fanno alcuni amministratori anche importanti.
Dietro questi fatti ci sono pochi e marginali funzionari, perché c'è comunque sempre una responsabilità oggettiva. Può succedere in una banca dove il Presidente, anche se è lontano dalle procedure, porta con sé una responsabilità oggettiva, o in altre situazioni. In qualche modo, ma con mille soluzioni, non sta a me dirle, anche se ne conosco alcune (in questi casi, la rotazione più accentuata dei funzionari e i doppi controlli: sono situazioni di tecnica che da tempo è sperimentata all'interno della Pubblica Amministrazione), oggi deve essere accentuata la responsabilità politica. Qui c'è la responsabilità politica, non ci si può nascondere dietro ad un dito.
E' chiaro che, poi, c'è una scissione perché l'autorità preposta individuerà le responsabilità specifiche, ma, in questo momento, spetta all'autorità politica capire la valenza particolare di questa situazione e rispondere in uno stato di maggiore attenzione, quasi di emergenza.
Ricordo bene che alcuni mesi fa si invocava addirittura la fluidificazione delle procedure per gli appalti. Avevo espresso modestamente - sempre da peone, ovviamente - i miei dubbi circa quella strada, anche perché in Parlamento si era detto che questa era la strada essendo Olimpiadi invernali e i tempi dei lavori nell'inverno montano erano più brevi. Io avevo cercato di spiegare che un terzo delle opere erano in montagna e i due terzi erano dove questo vincolo non esisteva.
Oggi, in qualche modo, dobbiamo stare attenti e, purtroppo, anche qui cadiamo in una responsabilità: l'aumento dei costi.
La comunità che ci giudica interamente - io, qui, non appartengo alla destra, alla sinistra o al centro - vede un progetto che è nato con un certo dibattito, con una certa ricchezza, anche culturale, con l'intervento di persone di prim'ordine. Malgrado tutto questo, dobbiamo dire alla nostra collettività che i costi del progetto aumentano perché siamo fuori tempo.
Siccome non si tratta di opere, quale la costruzione di un ponte, che si possono prorogare nel tempo (i lavori devono terminare un certo giorno) allora scatta l'ipotesi dei doppi e dei tripli turni di lavoro con tutte le conseguenze connesse. Poi, voglio vedere come i cantieri aperti anche di notte si rapportano in termini di disagio con la comunità; qualcuno parlava di centinaia e centinaia di mezzi; non sarà una scelta e una soluzione facile.
Mentre siamo qui dovremmo approfittare di questa situazione.
L'Assessore ha toni un po' forti, ma, forse, va bene, dovremo arrivare ora ad una specie di show-down e non trascinarcelo giorno per giorno. Dovremo stabilire oggi che fine faranno le opere che realizziamo. Di chi è la proprietà? Chi se ne prende carico? Sono i Comuni? No, però la norma non è precisa. In teoria, potrebbe essere ancora il TOROC, che si gestisce; per il TOROC è un ente privato e quelle costruzioni sono state realizzate con denaro pubblico. Non è espresso dalla norma; non c'è ancora una chiarificazione. Vanno ai Comuni? Però, alcune opere sono di dimensione sovracomunale, specie per piccoli Comuni di montagna. Come entrano in campo la Regione e la Provincia? Questi elementi li dobbiamo richiamare adesso, non dopo lo svolgimento delle Olimpiadi, aprendo un contenzioso bestiale di interessi che possono nascere. Sono scelte che devono essere annunciate. Vanno bene anche i toni forti, a patto che siano definitivi. Colleghi, che sia anche un atto lacerante, ma che nella ricomposizione permetta di partire e di andare avanti.
Torno a chiedere se questo è un commissariamento. Secondo me, sì, così come viene proposto. Non è giusto che sia un commissariamento, anche se ritengo che la funzione di coordinamento della Regione, della Provincia e del Comune di Torino, in rapporto con gli altri Comuni e con il CONI, debba ovviamente materializzarsi perché il progetto è nato con un peccato originale, ma lo possiamo recuperare. Lo si può recuperare senza creare un meccanismo nel quale, tra l'altro, non si fa nemmeno un commissariamento vero, perché si innesta una struttura che gerarchicamente diventerà superiore. Non voglio usare il termine "baraccone", ma comunque mi riferisco ad un grosso organismo che all'interno è stato stabilizzato con delle persone, come dicevo, di qualità. Quindi, diventa un grande pasticcio alla piemontese, nemmeno all'italiana, che, di qui alle Olimpiadi, creerà molti contenziosi.
Noi, entro questo mese, dovremo arrivare a determinare la soluzione finale di questa vicenda. Allo stesso tempo, approfittiamone per risolvere il problema circa l'appartenenza di queste proprietà e la loro finalità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Mentre i Consiglieri intervenivano, io guardavo la cartolina virtuale da inviare a Cantarella, essendo in possesso del suo indirizzo di posta elettronica. Sono imbarazzo nella scelta. Ne ho scelto qualcuna, per vorrei scegliere con tutti gli altri colleghi, per vedere un po' quale sarà quella più proficua, soprattutto quella più interessante.
Un paio di giorni fa, quando è arrivata la notizia del rientro di Cantarella nel Consiglio di amministrazione, mi sono un po' stupito, ma non tanto, dopo tutto quello che si è verificato in questi ultimi mesi. Ho detto: "Che strano, Cantarella al TOROC!" e i miei colleghi dall'altra parte non dicono niente, lasciano entrare chiunque: uno passa dal Consiglio di amministrazione della FIAT Holding al TOROC senza dire niente, chissà perché! Come mai? Ce lo siamo chiesto? Ve lo siete chiesto? Nessuno ha parlato, i giornali hanno dedicato, "La Stampa" in modo particolare...



SCANDEREBECH Deodato

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Ce lo spieghi lei!



SCANDEREBECH Deodato

Io, forse, una spiegazione ce l'ho, però vorrei essere confortato vorrei essere aiutato, vorrei capire qualcosa di più.
Naturalmente, non mi riferisco personalmente a Cantarella, ma mi chiedo, relativamente a tutto quello che è successo e a chi ha programmato pianificato e progettato la povertà di Torino, cosa possa contare dal punto di vista politico l'accesso di Cantarella al TOROC. Cantarella, che è ricercato da tutto il mondo come grosso personaggio capace di gestire delle grosse aziende, viene ed entra in modo plebiscitario a far parte del TOROC nel momento in cui è in atto una battaglia, anzi, una competizione - se così si può dire - politica. Mi chiedo se Cantarella si porti dietro tutta la classe dirigente FIAT nel TOROC, nell'Agenzia e, poi, arrivino anche qui al nostro posto! Io non ho paura perché, bene o male, la pensione ce l'ho però ai miei colleghi che sono arrivati qui per la prima volta dico di fare attenzione.
Personalmente, di questo non mi preoccupo. Mi preoccupa il fatto che la politica sia venuta meno in tutte e tre le istituzioni con la scelta dell'ing. Cantarella, ma non come persona, perché non tocca a me - ripeto giudicare le sue qualità o la sua professionalità.
Chiedo a voi, colleghi, sia di centrosinistra che di centrodestra, una spiegazione in tal senso.
Una spiegazione, forse, io l'avrei: l'area di Torino Mirafiori è di 120 chilometri quadrati di superficie. Come ho già fatto alcuni mesi fa, quando si parlava di FIAT, mi chiedo quale sia la finalità e l'obiettivo di tutti i sacrifici, di tutto l'impegno e di tutta la professionalità politica istituzionale e amministrativa, che ognuno di noi ha messo in piedi in questi giorni, anche con attriti o con scontri, come quelli che abbiamo visto prima. Ciò che è accaduto prima rientra anche nella passionalità: qualcuno ha detto "Eh, faccia di merda", o quant'altro, se ho ben capito però, come ripeto, ormai siamo a Torino, dove di "m" ce n'è per tutti.



PRESIDENTE

Collega!



SCANDEREBECH Deodato

Di tutto questo, mi chiedo quale sia la finalità e l'obiettivo.
L'ing. Cantarella farà sì che i cantieri inizieranno prima, che la Finanza non andrà più a perquisire? Garantirà al cento per cento che tutto funzionerà, oppure, come al solito, noi dobbiamo risolvere i problemi che non ci competono, come quelli di andare a visionare? A noi compete il controllo e la parte amministrativo-programmatica. Non ci compete, invece andare a decidere come devono essere fatti i lavori.
Allora, mi chiedo e mi richiedo, dopo ciò che ho affermato, qual è la strategia dell'ing. Cantarella nel Consiglio di amministrazione del TOROC.
Visto che seguirà l'intervento del collega Placido, che peraltro stimo chiedo a lui se è a conoscenza di tutti i retroscena.
Non vedo l'Assessore Racchelli, mi spiace che si sia ammalato in questi giorni per tutto quello che ha fatto: non è che dovremo dargli anche noi gli antibiotici, mentre gli altri invece se ne vanno a spassarsela altrove? Non è che, come dicevo prima, dovremo cercare di risolvere i guai e tentare, ancora una volta, di trasferire al territorio quella mancanza di fiducia che in noi, rappresentanti delle istituzioni, in qualche modo viene meno, non certo per colpa nostra? Sarebbe troppo facile prendere la prima persona che passa casualmente per risolvere i problemi che, ripeto, devono essere risolti con scelte maturate all'interno di una classe dirigente, sia questa di centrodestra o di centrosinistra, perché le responsabilità a livello istituzionale vanno assunte soprattutto nelle scelte.
Detto questo, mi auguro che il collega Placido mi dia qualche risposta perché ho paura che nei prossimi mesi alla povertà aggiungeremo altra povertà.
Le Olimpiadi del 2006, cari colleghi, è vero che sono un evento storico, è vero che sono un evento unico al mondo, è vero che ci sono diverse migliaia di miliardi, ma esiste uno studio di fattibilità, da parte delle tre istituzioni, su cosa rimarrà al territorio sotto l'aspetto occupazionale e sotto l'aspetto di risorse durature nel tempo? Lascio a voi il quesito. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Dovrei essere la Sibilla Cumana o il Mago Othelma per riuscire ad interpretare i pensieri del collega Scanderebech, con il quale c'è peraltro, anche un dialogo simpatico. A tal proposito, se mi vorrà offrire qualche elemento in più anche in corso di intervento, non mi scandalizzer né mi creeranno problemi le interruzioni.
Vorrei fare una distinzione - mi rivolgo all'Assessore Racchelli, che ringrazio di essere presente - fra i toni delle interrogazioni e delle interpellanze e un'informativa su un argomento come questo.
Partendo dalla mia persona, ieri ho usato dei toni che ritenevo adeguati ad un'interpellanza, la cui risposta era attesa da oltre un anno.
Siamo di fronte ad un'informativa su un argomento importante, come quello delle Olimpiadi del 2006, che rappresentano un evento unico, storico e irripetibile per questa Regione, per questa Provincia, per questa città e per le vallate interessate.
Voglio ricordare ai colleghi della maggioranza che queste sono innanzitutto, le Olimpiadi di Torino 2006, delle vallate interessate, della Provincia di Torino, della Regione Piemonte, e poi dell'Italia, dell'Europa e del Mondo intero. Ma la partenza non è secondaria.
Vorrei richiamare l'attenzione di coloro che sono presenti, ma anche degli assenti, in particolare del Presidente Ghigo, per ribadire che un fallimento di queste Olimpiadi sarebbe per questa classe dirigente un marchio di vergogna che ci porteremmo dietro per secoli. Questa è la partita. Non è una bega personale o politica o di interesse, come qualcuno a mio parere impropriamente, sta cercando di trasformare.
Prima di entrare nel merito con un tono assolutamente tranquillo perché senza essere Dr. Jeckyll e Mr. Hyde riesco a distinguere le occasioni e le situazioni - vorrei fare qualche rapida riflessione in merito ad eventuali ritardi.
Assessore, sull'aumento dei costi, specialmente in montagna, faranno un'attenta verifica? La maggior parte dei progetti - non tutti - sono realizzati dall'Agenzia 2006. Quindi, bisogna anche cominciare ad individuare le cose con precisione.
Per quanto riguarda il piano di mobilità, è evidente, rispetto alle centinaia di camion, che se non ci sono tutti i progetti - e lei sa meglio di me che non tutti i progetti ci sono - non è possibile avere le specifiche per sapere se in quel posto ci andranno 22, 24 o 80 camion.
Appena saranno finiti tutti i progetti si potrà realizzare - ed è già in corso il piano di realizzazione - il piano completo della mobilità.
In merito alla variante di Clavière, il 2 agosto 2001 il TOROC ha inviato lo studio di fattibilità all'ANAS, un tracciato concordato tra Comune, Provincia e Regione Piemonte. Lei sa meglio di me che la Statale 24 è di competenza dell'ANAS nazionale. Quindi, se proprio c'è un destinatario, bisogna sollecitare il Ministro competente affinch intervenga sull'ANAS.
Autostrada A32 Savoulx-Bardonecchia: si tratta di un'operazione il cui costo è passato da 160 a 220 miliardi. Lo svincolo indispensabile sarà realizzato: costava circa 20 miliardi, e così dovrebbe costare. La realizzazione del progetto ne evidenzia la non fattibilità ai fini olimpici, e lo sa anche lei, Assessore. L'eventuale quarta corsia per i Giochi olimpici non rientra fra le opere strategiche; 220 miliardi, senza copertura, non sono indispensabili.
E potrei continuare. Poi, però, vorrei fare un piccolo excursus su ritardi e responsabilità generali.
Il Sindaco di Torino chiederà l'anticipo dell'arrivo della delegazione del CIO, perché non c'è niente da nascondere, non c'è alcuna preoccupazione. Noi siamo i primi interessati ad avere la conferma che tutto prosegue come dovrebbe proseguire. Si confondono i ruoli istituzionali con le polemiche politiche e con l'interesse generale.
Il Sindaco chiederà l'anticipo dell'arrivo della delegazione per una verifica puntuale, perché, come nelle partite di calcio, non fischia il tifoso e neanche l'allenatore, ma fischia l'arbitro. E - ci può far piacere o meno - l'arbitro è il CIO, non il Comune, la Provincia o la Regione, e neanche il Governo nazionale: l'arbitro terzo è il CIO.
Assessore Racchelli, il CIO nell'ultimo incontro di giugno ha dato insieme a decine di cartellini verdi, tre arancioni - non c'è alcun cartellino rosso e, per certi versi, potrebbe dispiacermene.
Atene, il CIO, sempre lo stesso arbitro, nel momento in cui c'è stato un ritardo evidente, ha cambiato il gruppo dirigente, perché c'era il pericolo che non si potesse analizzare la situazione. Il CIO ha affermato che Torino 2006 è addirittura in vantaggio, in proporzione ai tempi rispetto a Salt Lake City, e non rispetto alle Olimpiadi del 1900, ma rispetto alle ultime. Sono cose che sappiamo, che sapete e che lei Assessore, sa.
Non è questo - e mi rivolgo al Presidente Ghigo, anche se non è presente - il modo serio e corretto di gestire un evento di tali dimensioni e di così vasta portata, ma non si tratta soltanto di questo.
Vedo una mancanza di responsabilità politica e, in particolare, più che politica, istituzionale.
Vi sono alcuni ritardi: ad esempio, il dossier Marengo - mi permetta di chiamarlo così. Gli unici atti ufficiali non sono quelli che qualche scorretto dirigente di qualche agenzia ha fatto circolare. Gli unici atti ufficiali sono i protocolli, sono gli atti che ogni 15 giorni TOROC e Agenzia consegnano al Prefetto Moscatelli del Comitato d'Alta Sorveglianza e Garanzia, dove si fa il punto della situazione; tale protocollo è mandato anche al Ministro. Non c'è uno di questi documenti che rilevi e segnali tutti i ritardi che sono stati dichiarati in questo fantomatico dossier.
Fra l'altro, dopo il dossier Marengo, il Presidente Ghigo e il Ministro Frattini, a seguito dell'incontro di giugno, hanno sostenuto che è tutto sotto controllo. Il Presidente Ghigo e il Ministro Frattini potevano utilizzare altri toni nella verifica fatta tra Comune, Provincia, Regione TOROC e Agenzia. E' venuto il rappresentante del CIO, ha incontrato Comune e Provincia e non ha potuto incontrare il Presidente Ghigo separatamente era l'occasione per segnalare, in sede riservata, se c'erano dei problemi ma non è stato fatto. Lo segnalo in termini di informazione.
Per quanto riguarda l'Ufficio di Presidenza, l'Assessore è sempre invitato senza diritto di voto, ma pensate che se l'Assessore del Comune della Provincia o della Regione segnala dei problemi, qualcuno fa finta di niente? Su una ventina di sedute dell'Ufficio di Presidenza, l'Assessore Racchelli ha partecipato una sola volta; da novembre 2001 a giugno 2002 ha partecipato a metà giugno per dire: "E' tutto da rifare", come un famoso ciclista di qualche decennio fa. E' evidente che c'è un grave problema di scorrettezza.
Passiamo al problema dell'Agenzia. Il comportamento del Direttore generale dell'Agenzia è scorretto, imbarazzante, inadeguato per tutti.
Questo è un vero problema. L'aumento dei costi e i progetti li realizza l'Agenzia; è un problema evidente anche per il gruppo dirigente della stessa Agenzia. E' un comportamento che si è evidenziato, in particolare nell'audizione di qualche giorno fa presso il Comune di Torino, cui lei ha partecipato.
Noi abbiamo collaborato e contribuito, con grande disponibilità ufficiale, riservata e formale, affinché si arrivi alla migliore modifica della legge n. 285 senza chiedere niente, senza chiedere posti. Il nostro interesse è che sia nominato un vice, che sia in grado, considerata l'inadeguatezza e l'incapacità del Direttore, di proseguire la realizzazione delle opere.
Questi sono i problemi e la Regione ha avuto la possibilità di coordinare tutta una serie di questioni, ma non l'ha fatto. Faccio un esempio per quanto riguarda le risorse: 62 milioni di euro per le opere connesse stanziate dal Comune di Torino, 41 milioni dalla Provincia, mentre la Regione stanzia 35 miliardi di vecchie lire per l'unità spinale e per il centro antidoping, ma non ha stanziato ancora nulla per i trasporti.
Mi auguro che, rispetto ad alcune dimostrazioni muscolari che non servono a raggiungere l'obiettivo che ci prefiggiamo, ci sia, da parte di chi ha la responsabilità principale, quindi da parte della Giunta regionale e del Presidente Ghigo, una gestione in prima persona, affinché qualcuno non faccia danni, che ricadrebbero su tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Di Benedetto, che interviene in qualità di Consigliere.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Ho letto la Rassegna Stampa di questi giorni e sono in attesa, da mesi di ricevere una risposta dal Presidente Ghigo, però il Presidente non c'è ed inizio dall'Assessore Racchelli.
Credo che l'Assessore abbia ragione a preoccuparsi dei ritardi e del conseguente aumento dei costi per recuperare i ritardi con i doppi e i tripli turni che dovranno sicuramente essere messi in piedi per realizzare questi interventi. Però l'Assessore sbaglia e rischia di essere criticato quando comincia a fare le pulci ad una parte della struttura, ad esempio quella del TOROC, magari con la complicità dei giornali di un signore che stiamo ancora aspettando, come dirò nel corso dell'intervento.
L'Assessore avrebbe sicuramente reso un buon servizio ai Giochi olimpici se non si fosse prestato ai giochi di un certo signore. Avreste dovuto chiedere al Ministro Frattini e al Presidente Berlusconi le dimissioni dell'ing. Arcidiacono, non solo per i ritardi accumulati dall'Agenzia sui lavori del Villaggio Media, consegnati tre mesi dopo - che qualcun altro dall'altra parte rimprovera - ma anche per altre questioni che sono contestate. Licenziando l'ing. Arcidiacono avreste dimostrato che non proteggete le persone incapaci.



PRESIDENTE

Le ricordo che, quando si parla dell'operato di persone in maniera specifica, è richiesta la seduta segreta. Volevo soltanto rammentarlo, in modo che lei programmi il suo intervento: se attiene all'operato di persone, oppure se è soltanto un inciso.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Sta all'interno del percorso, poi per me non è un segreto dire che chiedo le dimissioni dell'ing. Arcidiacono, perché le chiedo da un anno e le sto ancora aspettando. Di Castellani c'è qualcun altro che se ne occupa e diciamo che possiamo bilanciare da una parte e dall'altra. Sicuramente avreste potuto dimostrare che non stavate proteggendo nessun tipo di incapaci, invece ci troviamo di fronte al Presidente Ghigo che in quest'aula afferma, sulla vicenda della ristrutturazione del secondo piano del Palazzo della Giunta: "Uno così incapace preoccupa anche me che sia in quel posto. A questo punto, vedremo un attimino come possiamo fare per farlo mandare a casa".
Il Presidente risponde, giustamente, alle preoccupazioni che all'epoca le opposizioni avevano. Successivamente, il Presidente Ghigo cambia idea e sui giornali leggiamo una dichiarazione sulla sua fiducia nel Direttore dell'Agenzia Olimpica. Non chiede più al Ministro di licenziare Arcidiacono, ma attacca, assieme all'"Assessore" Scanderebech, il TOROC e in cambio - e lo dico per provocare il Presidente Ghigo, perché so che quando viene provocato risponde anche in modo energico - ottiene prestigiosi incarichi: è Presidente di questa Giunta, è Presidente dei Presidenti delle Regioni e adesso ha un incarico come coordinatore della cabina di regia di queste Olimpiadi.
Con questo suo ultimo incarico, Presidente Ghigo, credo che verranno recuperati i ritardi; Arcidiacono probabilmente rimarrà al suo posto (probabilmente anche Castellani, se non viene sostituito dal dott.
Cantarella). Se tutto questo baccano è stato fatto per un posto alla cabina di regia, potevate dircelo e noi non facevamo altrettanto baccano.
Concludo con un'ulteriore provocazione. Ormai vi siete spartiti tutto tutti i tipi di incarichi possibili: mi pare che ci sia un'infinità di Vicepresidenti, sia da una parte che dall'altra. Smettetela con le vostre beghe! Il collega Placido dice che queste non sono beghe: è vero, ma comunque ci sono beghe interne. Smettetela con queste beghe! Cercate di non sprecare un'occasione importante per il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Non sono molto appassionato dal discorso sui ritardi in quanto tali ma piuttosto mi preoccupa un altro ordine di ragionamenti ad essi collegati.
Sono preoccupato, per ciò che i ritardi annunciati possono provocare in particolare per tre motivi: uno, ripreso parecchie volte anche dagli organi di stampa, è che sovente i ritardi rappresentano un mezzo o una conseguenza dell'aumento delle spese delle opere da realizzare; secondo che per superare i ritardi si potrebbero ipotizzare percorsi che portino all'accorciamento dell'iter autorizzativo delle opere, con tutto quello che ne consegue, che possiamo facilmente immaginare.
Il terzo problema, sempre riguardo ai ritardi, che mi preoccupa moltissimo, è il problema della sicurezza sul lavoro. Questo problema l'ho già sollevato in Commissione e devo dire che mi ero quasi stupito quando alla mia domanda sulla sicurezza sul lavoro, la prima risposta riguardava la sicurezza dal punto di vista del terrorismo (non che sia da sottovalutare, non lo avevo neanche pensato, perché la mia domanda era esplicitamente rivolta a quello che si voleva fare sulla sicurezza di chi lavora).
La mia preoccupazione è che sono state quantificate enormemente in Commissione opere che prevedono un impegno molto rilevante, dal punto di vista dell'occupazione umana, ma nella fretta dell'accelerazione, che sembra abbia improvvisamente colpito tutti, non vorrei che si innescasse un percorso pericoloso che potrebbe portare ad una disattenzione sulla sicurezza nei cantieri e che potrebbe significare un aumento di morti sul lavoro.
Non so quanti siano veramente interessati a questo argomento, che io ritengo di estrema importanza, ma è una minaccia che, come tutti sappiamo in Italia è drammaticamente in aumento. Da questo punto di vista, temo fortemente che, per recuperare sui ritardi, siano prese scorciatoie che porterebbero ad un aumento di morti nella realizzazione di queste opere.
Nel corso della sua esposizione, l'Assessore Racchelli ha giustamente ricordato che si utilizzano soldi pubblici per la costruzione di queste opere, quindi i ritardi sarebbero un danno ancora maggiore.
Voglio sapere, visto che utilizzeremo soldi pubblici, se l'Assessore è a conoscenza del fatto che almeno due delle opere che si intendono realizzare con soldi pubblici, non solo non porteranno vantaggi, ma porteranno grandi danni economici alle comunità. Un rendiconto del 2001, da Albertville, sottolinea come l'impianto del salto costi 900 mila franchi all'anno di deficit, che equivalgono a 270 milioni all'anno di deficit: soldi che ricadranno sulle comunità locali. L'impianto di bob, invece produce un deficit di 900 milioni all'anno, nelle gestioni successive agli eventi olimpici.
Questi sono dati ufficiali, verificabili, forniti da Albertville, ma anche in Italia abbiamo gli stessi dati: l'impianto di Predazzo, per il salto, produce un deficit di 360 milioni l'anno.
Approfitto di questa occasione per ricordare ancora una volta che costruiremo, con soldi pubblici, opere che produrranno un deficit, che già adesso sappiamo a quanto ammonterà; deficit che pagheranno le popolazioni locali.
C'è un altro problema legato alla sostanza di questa discussione. Se adottiamo la scelta di non costruire due impianti altamente impattanti e altamente onerosi, nella manutenzione, per le popolazioni locali, quali appunto il salto e il bob, probabilmente otterremmo molti risultati positivi. Il primo è, innanzitutto, di recuperare i ritardi, sapendo bene che questi sono gli impianti che danno più problemi, per il fatto che devono essere realizzati in tempi certi per poter essere collaudati.
Un altro aspetto da ricordare, collegato a queste due opere, è la salute. Andremmo a fare delle escavazioni imponenti nella zona del salto dove troveremo, quasi sicuramente, delle pietre e dei minerali (come serpentinite e anfigolitiche) che contengono fibre di amianto. Andremmo quindi, a movimentare una sostanza pericolosa, riconosciuta cancerogena che non si fermerà sicuramente in valle: secondo gli studi sul clima della valle, anche se risalenti - per fortuna di chi propone le opere - ad alcuni decenni fa, i venti raggiungono più di 100 chilometri all'ora, dunque le fibre di amianto, liberate nella Valle di Susa, nel giro di circa un'ora arriverebbero nella nostra città.
Un altro problema, legato a questi impianti, è il fatto che l'impianto dei salti (i cinque trampolini) necessiterà della costruzione di uno stadio dove atterreranno gli atleti, che sarà costruito in una zona esondabile.
Se veramente abbiamo intenzione di utilizzare bene i soldi pubblici dovremmo considerare tutte queste problematiche. Dovremo cominciare a pensare seriamente di impostare le nostre Olimpiadi evitando quelle che fin da adesso, sembrano scelte assolutamente negative per tutta la comunità, soprattutto per le comunità locali che si troveranno a dover gestire due impianti come il salto e il bob, che le priveranno di qualsiasi risorsa.
E' stato anche detto che in tema di Olimpiadi non viene mai citato il CONI. Credo sia una conseguenza del fatto che - l'Assessore lo sa bene ormai le Olimpiadi sono una kermesse e un appuntamento nel quale gli atleti sono gli attori assolutamente marginali del movimento: ogni quaranta persone presenti per l'evento olimpico uno è l'atleta. Quindi, è chiaro che il CONI diventa solo più l'ente che fa muovere la kermesse, che poi viene largamente superato da tutto il baraccone che si mette in piedi.
Concludendo, sono estremamente preoccupato per questo ritardo e per gli aspetti che ho richiamato all'inizio. Questo potrebbe comportare un aumento ingiustificato delle spese e una diminuzione dei criteri di sicurezza sul lavoro, che comporterebbero un aumento dei decessi, ed è un dramma che noi in Italia continuiamo a vivere con troppa noncuranza.
Il tentativo di recuperare i ritardi potrebbe mettere in atto delle scorciatoie sugli iter autorizzativi che sarebbero estremamente deleteri anche dal punto di vista della legalità degli appalti.
Se vogliamo fare qualcosa di veramente utile, risparmiare i soldi pubblici e pensare anche al dopo 2006, non solo a quei quindici giorni di gare, e se vogliamo pensare veramente al nostro territorio, credo che potremo cominciare a ragionare e a riflettere seriamente sulla necessità di costruire il trampolino e la pista per il bob, oppure se utilizzare le strutture già esistenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente e Assessore Racchelli, grazie per averci illustrato oggi lo stato dell'arte. A dir la verità, la situazione è un po' preoccupante per quanto riguarda i lavori delle prossime Olimpiadi. Mi auguro che sia possibile, con il contributo della Regione - mi pare questo lo spirito con cui dobbiamo lavorare - velocizzare l'iter, almeno autorizzativo, delle opere. Sicuramente, in questo senso, ci sono nostre competenze.
Mi sembra che il ragionamento che si faceva, anche dall'altra parte di questi banchi, andasse in questa direzione e mi sento di condividerlo.
Conoscendolo da molti anni, credo che il Consigliere Marcenaro, quando parlava di linguaggio, si riferisse ai toni; e sui toni sappiamo com'è l'Assessore Racchelli. Abbiamo più volte avuto modo di scontrarci perché i toni sono spesso, da parte di entrambi, molto al di sopra della misura.
Per quanto riguarda il linguaggio, ho avuto modo di apprezzare e di ascoltare con estrema chiarezza, forse per la prima volta, la situazione che si è venuta a creare rispetto ai Giochi olimpici.
Penso che il lavoro svolto dalla Commissione presieduta dal collega Marengo sia stato propedeutico non tanto per alimentare quella bagarre che poi si è venuta a creare nelle ultime settimane, ma per comprendere realmente qual era lo stato dell'arte.
Collega Placido, i tre cartellini gialli ci sono, non sono un'invenzione di questa Regione. Sono un dato che può iniziare a preoccupare, soprattutto, se, come diceva l'Assessore Racchelli, queste ammonizioni sono da inserire nei tre settori principali sui quali si deve operare per arrivare al compimento delle opere entro le date stabilite.
Rispetto a questo, ritengo che l'Assessore Racchelli non abbia alzato i toni per ottenere, a detta di qualcuno, chissà che cosa. E' semplicemente una preoccupazione dettata dal fatto che questa Regione è amministrata da un colore diverso rispetto alla Città di Torino, ma il nostro Ente è un'istituzione regionale.
Nel 2006 ci presenteremo ai piemontesi e a livello mondiale come istituzione regionale e come Città di Torino, quindi il nostro compito principale è di fare bella figura di fronte a tutto il Paese.
Penso che sia questo l'obiettivo che ha mosso l'Assessore Racchelli e il Presidente Ghigo, per il quale hanno lavorato anche il collega Marengo e l'intera Commissione, cioè, puntualizzare e verificare con attenzione lo stato dell'arte.
Poiché gli obiettivi di questa maggioranza e dell'Assessore Racchelli non erano certo quelli di inserire qualche persona in più all'interno dei vari comitati - ed è stato anche dichiarato successivamente, quando il collega Contu parlava di occupazione virulenta di posti di potere - vorrei consigliare di verificare chi ha predisposto lo Statuto del TOROC: un certo dottor Castellani; penso sia il primo caso al mondo, lo ha costruito proprio ad personam; i vari capitoli di quello Statuto li conosciamo, tra l'altro, molto bene.
Quindi, in quanto ad occupazioni virulente, penso che il collega Contu che nella precedente legislatura era Consigliere comunale a Torino, lo sappia benissimo, quindi, probabilmente, si stava rivolgendo sempre alla stessa persona. Ricordo che le stesse cose furono da lui contestate virulentemente all'interno del Consiglio comunale.
Se dobbiamo uscire da questo dibattito senza polemizzare oltre misura su linguaggi o su metodologie linguistiche, forse sarebbe opportuno ragionare sugli obiettivi. Se gli obiettivi sono quelli di cui abbiamo parlato prima, facendo fare bella figura al nostro Paese in questa occasione, da parte nostra ovviamente ci sarà tutta la disponibilità a lavorare in tale direzione.
E' altrettanto chiaro che se gli obiettivi fossero altri - e io non ho motivo di credere che non siano altri - noi sicuramente non ci saremo.
E' ovvio - e rinnovo l'invito al Presidente e all'Assessore competente che il contributo della Regione potrà essere effettivamente molto concreto nel velocizzare quello che è tutto l'iter autorizzativo. Mi auguro che in tale direzione si possa andare e quindi si possa ritrovare quella serenità istituzionale che non può fare altro che riportare dei risultati per la nostra Regione e per il nostro Paese, in termini di contributi costruttivi.
Noi vogliamo auspicare che si vada in quella direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Circa due anni fa, la città di Torino vinse la candidatura per le Olimpiadi invernali del 2006. Fu una vittoria che scaturì da una scintilla originaria che mi sembra tutti attribuiscano al compianto Generale Romano che, insieme ad altre persone che amavano la nostra città, decise di intraprendere quella che veniva considerata da tutti un'ipotesi anche azzardata, forse un bel sogno, un'impresa parecchio difficile, se non quasi impossibile.
L'impresa è stata resa possibile da un lungo lavoro svolto nella fase di gara propriamente detta, che ha visto diverse parti istituzionali sociali e direi anche attori economici, spendere questa candidatura lungo un percorso che sappiamo parecchio difficile, perché di livello internazionale, e su basi competitive molto secche.
Si vinse: la città di Torino vinse la sua candidatura. Ricordiamo ancora i volti sorridenti del Presidente Ghigo, del Sindaco Chiamparino e della Presidente Bresso, che festeggiavano quel momento di gioia: si era vinta la gara.
Dopo avere vinto la gara, cosa iniziava? Iniziava un percorso parecchio difficile di predisposizione dei progetti, delle strutture, di predisposizione anche degli organismi capaci di realizzare questo evento che sono stati individuati nel TOROC e nell'Agenzia, sotto la supervisione del CIO e affiancati da altre componenti specifiche del mondo sportivo come il CONI.
Dopo la vittoria, iniziava, perciò, un lungo percorso di duro lavoro per apprestare strutture e per realizzare le opere, individuando le stazioni appaltanti, i committenti, e così via.
Dopo quella vittoria, non iniziava, però, una sorta di banchetto: cioè non è che si è vinta la gara delle Olimpiadi e poi si apre la stagione dei banchetti, in cui ci si siede a tavola a banchettare. La storia delle Olimpiadi non è questa. Ci si trova intorno ad un tavolo per lavorare.
La mia impressione è che per qualcuno, viceversa, nell'immaginario delle Olimpiadi, vinta la gara ci fosse un banchetto. E non potendo partecipare ad alcun banchetto, mi sembra che adesso l'Assessore Racchelli e qualcun altro tenti lo sgambetto delle Olimpiadi.
Ho questa impressione, perché non capisco come mai, da un momento all'altro, una sintonia istituzionale subisca sgambetti e defezioni.
Allora, mi viene in mente che forse si pensava, o si pensa, che le Olimpiadi debbano essere qualcos'altro di ciò che sono.
Penso che le Olimpiadi abbiano bisogno di tenere lontane certe cose.
Una delle cose di cui le Olimpiadi devono certamente avere timore e tenere lontano sono le concezioni affaristiche e lobbistiche della politica.
Queste sono nemiche delle Olimpiadi e vanno tenute lontane, così come vanno tenute lontane le ambizioni e gli appetiti che possono derivare da comportamenti o interessi mafiosi o, in linea più limitata, da comportamenti illegali o, peggio, criminali, che, purtroppo, nel mondo degli appalti vediamo anche in questi giorni essere penetrati all'interno di lavori pubblici appaltati dal Comune di Torino, e adesso vediamo già l'inizio anche all'interno dell'Agenzia per le Olimpiadi.
Se una preoccupazione e un auspicio voglio esprimere affinché il percorso verso le Olimpiadi faccia fare bella figura alla città di Torino e a tutti coloro che collaborano di fronte al mondo, l'auspicio è che queste Olimpiadi non siano l'occasione per offrire la possibilità a infiltrazioni mafiose di lucrare illegalmente una parte delle risorse che faticosamente la collettività ha destinato a quelle opere.
Questo attacco virulento, improvviso e immotivato da parte di chi non ha alcuna competenza di gestione, come l'Assessore Racchelli, mi sto domandando cosa si propone.
Chi ha rotto l'accordo istituzionale, cosa vuole? Cosa volete? Questo non si capisce: volete mettere le mani sulle Olimpiadi? Ma cosa vuol dire "mettere le mani sulle Olimpiadi" se le Olimpiadi sono già nelle mani di chi le sta gestendo?



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006 (fuori microfono)

Lo stai dicendo tu questo!



CHIEZZI Giuseppe

Volete mettere le mani? No? Allora, se non volete mettere le mani sulle Olimpiadi, cosa volete? Lo volete spiegare? Cosa volete? Io non lo capisco. Non volete mettere le mani sulle Olimpiadi.



(Brusio in aula)



CHIEZZI Giuseppe

No, perché non tocca a voi gestire le Olimpiadi, ma tocca a certe strutture che sono state identificate. Cosa volete? Voi, invece, secondo il mio punto di vista, evidentemente volete tirare uno sgambetto alle Olimpiadi. Volete fargli lo sgambetto, perché sul problema dei ritardi è semplicemente ridicolo, dal mio punto di vista, che l'Assessore Racchelli venga qui e con aria funerea dica: "Attenzione c'erano 712 giorni e sono diventati 705". Ma non fatemi ridere! Ma quello è un ritardo, in una sede di preventivo con il progetto non approvato? Queste, veramente, sono cose da mettersi a ridere! Allora, dietro c'è dell'altro. Non sono le mani sopra le Olimpiadi: allora cos'è? Il protagonismo dell'Assessore Racchelli, che rompe i patti istituzionali e si mette, anche in modo poco educato, a parlare della Presidente Bresso e del Sindaco Chiamparino? Cosa c'è dietro? Consigliere Angeleri, valuti anche lei che forse ci potrebbe essere qualcosa che somiglia a quello che ipotizzo, perché, se ci fosse quella ragione, capirei la sua virulenza.
Se si pensa, dopo la festa delle Olimpiadi, di aver vinto e che ci debbano essere dei banchetti, e se si pensa di essere tagliati fuori da quei banchetti, capisco una certa determinazione, anche al limite del superamento dell'abito istituzionale che un Assessore dovrebbe sempre mantenere, che porta ad atteggiamenti un po' disperati, come la relazione che ha svolto l'Assessore Racchelli; relazione totalmente priva di ogni senso della realtà, basata su ipotesi, su previsioni, su fantasie e su ipotesi, da lui ricavate dallo stato delle cose esistente e che è in formazione, al quale lui stesso dovrebbe collaborare.
Quello che non capisco è perché, se si individua un piccolo o grande ritardo, un piccolo o grande problema, l'Assessore Racchelli deve prontamente rilasciare un'intervista ai giornali. E perché invece non telefona a Chiamparino e alla Bresso, dicendo: "Come vanno le cose? Possiamo dare una mano? Come si può collaborare?". C'è stata la volontà di rompere una collaborazione istituzionale, il che è un fatto gravissimo.
Dato che è un fatto che si spiega solo con la politica o, meglio, con un certo modo di fare politica, stavo cercando di capire in cosa consistesse questo certo modo di fare politica.
Continuo ad affermare che, attorno alle Olimpiadi, ruota un'enorme massa di denaro che deve essere impiegata per costruire le strutture, ma se c'è qualcuno che pensa che gli affari in politica siano una delle componenti ideali che realizzano il proprio impegno, certo è che ci si pu sentire tagliati fuori dagli organismi che assegnano gli appalti dei lavori e che preparano i progetti. Quindi, possono nascere le preoccupazioni e le richieste - che spero il Presidente del Consiglio trasmetta immediatamente all'ing. Cantarella - che il Consigliere Scanderebech ha qui sollevato circa la possibilità che l'ing. Cantarella possa gestire tutte queste incombenze con il suo staff. Giustamente Scanderebech dice: "Sarà mica così?". E chi lo sa! Prego di segnalare questa nota all'ing. Cantarella.
Quando poi Racchelli "faccia di bronzo" - dal punto di vista politico ci dà lezioni sul fatto che la Regione deve programmare quando fa parte di una Giunta secondo cui, per ideologia, anche senza più la presenza al proprio interno dall'Assessore Burzi, che sotto questo profilo ne era l'ideologo, non bisogna programmare nulla, capite che, alla fine, mettersi a ridere è anche una delle possibilità che ci sono date!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Inizio da una frase splendida pronunciata dal Consigliere Chiezzi: "Vinte le Olimpiadi, qualcuno credeva che ci fosse il banchetto". Qualcuno lo credeva.
Vede, Consigliere Chiezzi, quel qualcuno, una volta ottenute le Olimpiadi, si è messo a festeggiare, ma non ha capito che, una volta vinte le Olimpiadi, bisognava lavorare, non festeggiare. La vittoria per l'ottenimento delle Olimpiadi doveva durare il tempo dovuto. Ebbene, noi abbiamo vissuto, dal fatidico giugno 1999, un nulla di fatto sino al novembre 2001. Ecco il motivo dei ritardi: è tutto qui. Il TOROC, operativo nel 2000, ha fatto il piano degli interventi nel novembre 2001. Ha impiegato un anno e mezzo a preparare il piano degli interventi. Il TOROC il cui compito era quello di identificare i siti di gara, ha identificato l'ultimo sito di gara in data 15 marzo 2002. Le Olimpiadi le abbiamo avute nel 1999.
Il problema è che non si è lavorato dopo che si sono ottenute le Olimpiadi. Persino un attento osservatore del territorio, come il geom.
Enrico Salza, sicuramente non ascrivibile a questa maggioranza, nel suo esame annuale su Torino, ha dichiarato: "Le Olimpiadi sono gestite con forti ritardi", e l'ha detto mesi addietro.
Le Olimpiadi sono state gestite con allegria, cioè qualcuno non ha capito l'importanza dell'evento; qualcuno era convinto di lavorare su "Giochi senza frontiere" e non ha capito che bisognava lavorare sulle Olimpiadi, quindi non ha prestato la dovuta attenzione ai passaggi necessari, dai piani d'area, alla mobilità sostenibile, al piano degli inerti. Ad oggi, tutto questo non c'è.
Ma qual è il problema maggiore, anche perché questi ritardi, se fossimo su un altro argomento e su un'altra materia, sarebbero uno splendido oggetto di scontro? Siccome tutti coloro che sono stati responsabili di questi ritardi sono ascrivibili, nella loro totalità, politicamente al centrosinistra, potrebbe essere oggetto di un bello scontro politico del tipo: "Gestite voi, ma non siete capaci". Non è così, purtroppo, perché le Olimpiadi non sono né di destra né di sinistra, e non sono neanche della FIAT.
Caro Placido, non puoi affermare che le Olimpiadi appartengono alla Città di Torino; le Olimpiadi sono dell'Italia: i duemila miliardi per le opere li pagano gli abitanti di Catania come quelli di Pordenone, come quelli di Cagliari, perché li mette lo Stato italiano. Le Olimpiadi di Salt Lake City non appartenevano a Salt Lake City, tant'è che furono inaugurate dal Vicepresidente degli Stati Uniti e furono chiuse da Rudolph Giuliani che non appartiene a Salt Lake City, ma a New York. Quelle Olimpiadi erano degli Stati Uniti d'America. Quindi, le Olimpiadi sono tricolore, sono un fenomeno nazionale, e mi dispiace che Chiamparino sia slittato proprio su quella buccia di banana con una frase tanto infelice, anche perché ho una sincera stima nei confronti del Sindaco di Torino, che è riuscito a trovare quei siti che il Presidente del TOROC non era riuscito a trovare quando a sua volta era Sindaco.
E' successo anche un fatto stranissimo: per otto mesi il Sindaco di Torino e il Presidente del TOROC erano la stessa persona. Bene, come Presidente del TOROC doveva avere i siti, come Sindaco di Torino non riusciva a dare a se stesso i siti che il TOROC ha il compito di destinare alle gare. Questa è stata la vera parodia, una parodia come quella dell'Oval per il Palaghiaccio, che è stato trovato nella giornata di ieri perché ieri la Giunta del Comune di Torino ha finalmente approvato la convenzione sull'asse del ferro per la realizzazione dell'Oval al Lingotto.
Questo è successo, con una Giunta straordinaria, nella giornata di ieri.
I ritardi ci sono, collega Placido, non puoi venirmi a dire che non ci sono perché ti posso dire: Telecabina Sestriere: manca lo studio di fattibilità; seggiovia Sauze d'Oulx: manca studio di fattibilità (previsto l'1 marzo 2002); seggiovia Pra-Reymond-Bardonecchia: manca lo studio di fattibilità; innevamento programmato Colomion: manca lo studio di fattibilità; innevamento programmato Clotes: manca lo studio di fattibilità; innevamento programmato Sportinia: manca lo studio di fattibilità. Mi sembra di recitare il Rosario.
Il problema è proprio la mancanza degli studi di fattibilità, compito del TOROC. Il prof. Valentino Castellani, ex Sindaco di Torino, l'8 aprile in un atto pubblico, ha dichiarato: "Noi abbiamo fatto tutti gli studi di fattibilità; tutti, meno due, inerenti opere di minima importanza e non collegate alle gara". Mancano ancora, ad oggi, gli studi di fattibilità dell'innevamento programmato laddove si svolgeranno le gare.
Allora ha detto il falso! Ecco, questo è grave: ha detto il falso in un'audizione pubblica. Ha detto il falso, ha detto di aver fatto una cosa che non aveva fatto. La forma, quando dobbiamo spendere miliardi, deve avere anche sostanza. Pertanto, se la forma si traduce in falsa dichiarazione in sede di audizioni, quale credibilità possiamo avere? Sembra quasi che io voglia fare la battaglia a Castellani, ma così non è. A Castellani ho detto: "Valentino, se tu riesci a realizzare le Olimpiadi, ti invitiamo a cena e ti offriamo champagne".
Le Olimpiadi sono un qualcosa di assolutamente irrinunciabile per questo territorio, per questa nazione, per questa città, per questa provincia, per questa regione.
Ritardi oggettivi sono stati ammessi da Castellani stesso, anche se li ha negati per poi darne colpa all'Agenzia. Il Sindaco Chiamparino ha detto: "C'è una media di ritardo di tre mesi. Non è grave". Ma - attenzione! - tre mesi di ritardo sono maturati su sette mesi di attività. Infatti, il primo cronoprogramma di opere risale al dicembre 2001. Il 31 maggio vengono rilevati dal Sindaco Chiamparino tre mesi di ritardo. Da dicembre a maggio intercorrono sei mesi e, allora, se abbiamo maturato tre mesi su sei mesi di attività lavorati, come afferma Chiamparino, non come dice Racchelli o come può dire un pazzo come il sottoscritto, vuol dire che abbiamo maturato il 50% di ritardi. Vuol dire che in sei mesi abbiamo fatto il lavoro di tre mesi.
Ecco la gravità ed ecco la necessità di intervenire. Intervenire oggi consente la realizzazione delle Olimpiadi; non intervenire poteva portarci in quella che è la deriva ateniese (quella che Castellani ha citato come deriva ateniese). La deriva ateniese consiste nel fatto che, da quando le Olimpiadi sono state assegnate ad Atene (si svolgeranno nel 2004), il Comitato organizzatore ha già cambiato tre volte la struttura organizzativa ed è in condizioni di ritardi gravissimi.
Il collega Placido ha parlato di Salt Lake City dicendo che, a questo punto, siamo persino meglio di Salt Lake City. Occorre premettere che non è stato detto dal CIO, ma l'ha detto in un'intervista, alle tre di notte, da Atlanta, Killy, se sono vere le notizie riportate dal giornale. Sul giornale c'è scritto: "Intervistato, alle tre di notte, per telefono, Killy ha detto...".
Detto questo - e concludo - Salt Lake City ebbe il cambio del gruppo organizzatore in corsa. E' vero, Salt Lake era più o meno nella nostra stessa situazione, tant'è che dopo due anni il CIO ha chiesto la sostituzione del Comitato organizzatore. Il Comitato SLOC è nato con una persona e le Olimpiadi sono state fatte con uno SLOC a guida di un'altra persona.
Ecco la necessità dell'intervento. L'intervento dell'Assessore Racchelli, che ringrazio per la splendida relazione e per la grande capacità di intervenire su un problema di così grande interesse per tutti noi, mira a governare un evento laddove altri finora non sono riusciti. La presenza o meno di Castellani è irrilevante per me e per tutti: l'importante sono le Olimpiadi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cantore.



CANTORE Daniele

Una brevissima riflessione dopo un ampio dibattito. Ho sentito usare i termini "imbarazzo e costernazione" dal collega Marcenaro, all'inizio del dibattito, rispetto ad una relazione che, obiettivamente, non mi pare abbia avuto toni accesi e irriverenti. Vorrei ricordare che l'altro giorno un Assessore del Comune si è irritato di fronte alla possibilità che nella cabina di regia ci fosse un ruolo predominante della Regione.
Non penso neanche che il litigio tra i vari Ente significhi una rottura istituzionale. Per questo do anch'io un giudizio positivo sulla relazione dell'Assessore Racchelli e sull'operato di questo mese.
L'Assessore Racchelli ha rilevato una situazione in ebollizione rispetto alla quale avevamo tutti delle perplessità. Racchelli ha fatto emergere dei disagi e dei ritardi che sono reali. Li abbiamo ammessi tutti.
Li ha ammessi il Sindaco Chiamparino, li ha ammessi la Presidente Bresso.
Tutti hanno ammesso che ci sono dei ritardi, lo stesso Presidente Castellani.
Ricordo ai colleghi dell'opposizione che Cantarella è entrato all'interno del TOROC anche per volontà loro. Allora, se si ritiene che un organismo, costituito due anni fa, debba, in corso d'opera, avvalersi dell'ing. Cantarella, non nel ruolo di Presidente, non nel ruolo di Direttore, ma nel ruolo di semplice membro dell'Ufficio di Presidenza, vuol dire che, probabilmente, qualcosa che non funzionava c'era e si ritiene utile questo intervento.
Non sono d'accordo, ma in modo simpatico, con il collega Scanderebech.
Penso che l'arrivo di Cantarella non possa che essere positivo per il Comitato, però vuol dire che arriva qualcuno che comunque darà un'ulteriore spinta e propulsione all'attività di quel Comitato.
L'ing. Cantarella, peraltro, ha un curriculum di tutto prestigio e penso che non potrà che fare bene a quel Comitato. Ripeto: se è stato chiamato, probabilmente qualcosa che non funzionava c'era.
Vorrei ricordare inoltre ai colleghi dell'opposizione - non è presente il Consigliere Contu che, però, era alleato con me, all'opposizione, in Consiglio comunale in questa battaglia - che noi partiamo da uno Statuto che era blindato. In Consiglio comunale, abbiamo dovuto prevedere che il Presidente Castellani potesse essere sfiduciato da almeno due/terzi dei membri. Lo Statuto presentato dalla maggioranza in Consiglio comunale prevedeva che tutti potevano essere rimossi tranne il Presidente, che, devo dire, era e rimane oggi una cosa eccessiva.
Siamo riusciti ad ottenere una riduzione. Io ho presentato una proposta provocatoria, chiedendo la maggioranza dei membri del Comitato. Poi, con una mediazione, si è arrivati ai due/terzi. Penso che tutti possano e debbano essere sostituiti.
Non è il caso odierno, dove, in realtà, l'Assessore Racchelli ha messo in evidenza dei ritardi e delle difficoltà. Questo scambio, anche vivace tra le istituzioni ha comunque prodotto una situazione che non può che migliorare il nostro percorso in avanti.
Collega Chiezzi, dobbiamo anche spogliarci dal fatto che, sì, è vero abbiamo delle appartenenze politiche, ma se questa polemica fosse stata con un Comune governato dalla Casa delle Libertà, probabilmente non avrebbe suscitato lo stupore che è emerso oggi in quest'aula.
Aggiungo qualcosa di più: se fossi un Consigliere di opposizione sarei contento, intanto perché potrei dire: "Regione, finalmente, ti stai svegliando sulle Olimpiadi". Dire "Regione ti stai svegliando" vorrebbe dire che io, Consigliere di opposizione, ho un'opportunità in più, non solo di intervento sull'evento, ma anche di controllo.
In secondo luogo, ho l'opportunità di mettere alla prova questa Giunta regionale sull'evento delle Olimpiadi.
Penso - e l'ho detto all'Assessore Racchelli che ha compiuto un atto di coraggio - che forzare non solo sui ritardi, sulle inadempienze, alcune le condivido anch'io, fisiologiche, altre probabilmente dovute a imperizia o altri problemi, sia stato un atto di coraggio. Voler assumere un coordinamento vuol dire assumere anche delle responsabilità.
Quindi, se fossi un Consigliere di opposizione sarei contento, perch in Regione, oggi, in questa vicenda, è più presente, rispetto a prima, una modalità propositiva e di controllo che permette all'opposizione di testare maggiormente l'operato di questa Giunta.
Il nostro problema - ed è già stato ripetuto - è arrivare in tempo per questo evento. E' importante recuperare i ritardi.
Non mi interessano gli scontri tra i poteri forti, perché, purtroppo in questa città di poteri forti ne vedo pochi, forse non ne abbiamo più non abbiamo più poteri con i quali scontrarci o confrontarci. E' questo il problema di questa città e non il fatto che ci sia uno scontro tra poteri forti - non ricordo più chi l'abbia detto. Ma dove sono questi poteri forti? Purtroppo, non li vedo più. Vorrei vederli per confrontarmi o per scontrarmi.
Il Consigliere Contu ha detto, secondo me, la cosa più importante: dovendo oggi fare una corsa contro il tempo, l'abbattimento del tempo dei cantieri può essere pericoloso nei confronti di operazioni di malgoverno e di malagestione della cosa pubblica. Noi dobbiamo controllare questo elemento, fare in modo che si recuperino i tempi e fare in modo che questo evento continui dopo il 2006. Soprattutto, dobbiamo controllare che non si verifichino eventi che stravolgano le norme giuridico-amministrative di garanzia per tutta la nostra comunità.
Aggiungo anche la tutela ambientale. Sarei uno dei primi ad oppormi se a fronte dello svolgimento dell'evento e del ritardo, si volesse arrecare offesa non solo a questa città, ma a due vallate che, in passato, sono già state molto offese. L'occasione Olimpiadi dovrebbe permettere il recupero dell'impatto ambientale precedente.
Ritengo che l'Assessore Racchelli abbia dato un giusto stimolo affinch si possa essere protagonisti in questa vicenda. Se così sarà, lo verificheremo insieme in questo Consiglio regionale.
Ho terminato. Ritengo anche che se questa concordia istituzionale qualche volta venisse accesa da qualche vivacità, probabilmente assumerebbe linfa nuova e ci renderebbe tutti più attenti e controllori.



PRESIDENTE

A questo punto, ha la parola il Presidente della Giunta regionale, on.
Enzo Ghigo, che interviene a conclusione del dibattito.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi scuso anticipatamente perché non ho avuto l'opportunità di ascoltare tutti gli interventi precedenti.
Svolgerò alcune considerazioni seguendo gli spunti che in un certo senso ho raccolto e ho approfondito sull'argomento, seguendo passo passo in questi ultimi venti giorni il lavoro dell'Assessore Racchelli e che ho avuto modo di elaborare nelle discussioni anche con gli altri due rappresentanti dei governi locali: il Sindaco Chiamparino e la Presidente Bresso.
Si è più volte fatto un richiamo alla non più esistente concordia istituzionale. Insomma, credo di essere stato uno dei protagonisti della concordia istituzionale, a partire dalla famosa avventura della candidatura per le Olimpiadi 2006. Avevo raccolto alcune critiche - allora, ricordate c'era un Governo nazionale di centrosinistra - da parte della mia maggioranza, perché il mio atteggiamento, alcune volte, sembrava troppo istituzionale, troppo poco di parte, troppo poco penetrante dal punto di vista del risultato politico, perciò, oggi, non mi sento di ricevere delle critiche per essere quello che ha rotto la pace istituzionale o ha messo degli ostacoli, poi, per quali obiettivi? Naturalmente, su questo, come al solito, i Consiglieri, che generalmente si distinguono per essere più creativi e più fantasiosi, hanno chiaramente identificato il solo classico motivo che noi vogliamo mettere le mani sulle Olimpiadi, vogliamo diventare padroni degli appalti, perch ci dava fastidio che gli appalti li vincessero solo quelli di una certa parte, vogliamo vincerli anche noi.
Mi sembra un'interpretazione decisamente riduttiva, anche perch l'Agenzia - voi lo sapete - funziona di luce propria. Luci e ombre sono chiaramente oggetti di valutazione che non sono di nostra competenza. C'è un Comitato di sorveglianza che la sovrintende e dipende direttamente dal Ministero. Di conseguenza, su questi temi noi non abbiamo inteso attraverso il nostro intervento, minimamente influire e non vogliamo influire.
Ritenevamo dovesse essere modificato il ruolo dell'istituto regionale anzi, paradossalmente, invece di ricevere critiche da parte dei Consiglieri, anche dell'opposizione, oggi, mi aspettavo di ricevere un plauso, perché non ho fatto altro che rivendicare in varie sedi l'attuazione del Titolo V, la modifica della Costituzione, il nuovo ruolo delle Regioni e quant'altro. Vi confesso che rivendicarlo in talmente tante occasioni mi mette persino in imbarazzo, perché mi sembra di recitare un disco a memoria, e, alla fine, qualche interlocutore potrebbe dirmi: "Adesso basta con questo Titolo V, ne abbiamo veramente un po' la nausea".
Indubbiamente, noi abbiamo chiesto di avere un ruolo, che già esercitavamo attraverso le competenze specifiche delle strutture regionali.
Chi pensate che gestisca le Conferenze dei Servizi? Le gestisce la Regione Piemonte. Chi le convoca? Le convoca la Regione Piemonte.
Mi sono semplicemente riproposto, nella mia piccola testolina - come chiaramente molti Consiglieri dell'opposizione pensano - di richiedere attraverso l'attuazione del Titolo V, un ruolo nella legge n. 285, che attraverso la modifica della legge, fosse reso più evidente. Anche perch e so che questo non è sfuggito a nessuno - i Comuni, le Province e le Regioni hanno sottoscritto un'intesa istituzionale con il Presidente del Consiglio, nella quale ci sono alcuni passaggi che specificano, in maniera chiara - e questo è un impegno che il Presidente del Consiglio ha assunto che nessuna legge deve essere più promulgata in contraddizione con l'attuazione della riforma del Titolo V.
Allora, obiettivamente, dopo che in tutte le occasioni "rompo le scatole" al Governo su qualsiasi tipo di legge che tenta di promulgare posso attuare il Titolo V, ma non fare altrettanto nei confronti della legge n. 285, che è la legge che regola le Olimpiadi? Io mi sono detto di no, nel senso che sarei venuto meno ad un ruolo che ho esercitato in tutte le occasioni, tant'è vero che qualche Ministro comincia a guardarmi con un occhio non più di particolare riguardo.
Allora, questo ho fatto. Noi abbiamo già un ruolo che esercitiamo diamogli un contenuto legislativo coerente con la riforma costituzionale del Titolo V.
Questo poi si è esplicitato attraverso una forzatura - se volete chiamarla così - di proposta emendativa che noi abbiamo rappresentato, una concertazione con i rappresentanti degli altri Enti territoriali, e una mediazione che il Capo di Gabinetto e il Ministro Frattini hanno voluto realizzare, mediazione che chiaramente ha visto, da parte mia, l'assoluta disponibilità, senza alcuna forma di rilancio né, tanto meno, di contestazione o di altri atteggiamenti che potessero essere interpretati come non consoni al ruolo di corretto rapporto istituzionale fra Enti, nei confronti di un tema così difficile e così importante come quello delle Olimpiadi.
Perciò questo è l'aspetto che, dal punto di vista delle nostre richieste, ho voluto chiarire, affinché non ci fossero interpretazioni non corrette rispetto alla nostra volontà.
Tutto sommato, mi dispiace che qualcuno contesti l'Assessore Racchelli per il modo in cui decide di esprimere certi concetti. Tutto è soggettivo: a qualcuno può piacere, a qualcun altro no. Ma le cose che ha affermato l'Assessore Racchelli, come hanno dimostrato anche alcuni Consiglieri della maggioranza, sono elementi sui quali bisogna porre la dovuta attenzione.
Insomma, anche le cose che dice il Consigliere Chiezzi (o altri Consiglieri dell'opposizione, non voglio identificare solo il collega Chiezzi) alcune volte non mi piacciono tanto. Però mi rimangono nella testa, nel senso che tornato a casa, mentre faccio fatica ad addormentarmi, penso a ciò che il Consigliere Chiezzi mi ha detto in Consiglio regionale.
Ho fatto questa rappresentazione per evidenziare che le cose che l'Assessore Racchelli ha identificato sono quelle che aveva già rappresentato il Consigliere Marengo due mesi prima, non è che fossero diverse. Due mesi prima io avevo dato la giusta importanza alle cose che il Consigliere Marengo, Presidente della Commissione, aveva rappresentato; ma temporalmente erano due mesi prima.
Siccome il tempo, in questo genere di intervento, non è una variabile di poco conto, quando abbiamo verificato che, due mesi dopo, le stesse cose che il Consigliere Marengo aveva annunciato due mesi prima erano esattamente allo stesso punto, io, che avevo di nuovo difeso il Sindaco Castellani due mesi prima, ho detto: "Il problema poniamolo". Non poniamolo a livello personale, perché non è stato posto a livello personale, ma a livello di sistema, tant'è vero che - e lo dico molto sinceramente - sono convinto che al TOROC qualcosa dal punto di vista della struttura manageriale vada sicuramente cambiato.
Voglio anche dire al Consigliere Scanderebech, che è preoccupato per il fatto che l'ing. Cantarella e la sua squadra assumano un ruolo all'interno del TOROC, che non credo che questo accada. Allo stato attuale delle cose non mi sembra che ci siano le condizioni affinché questo possa avvenire.
Sicuramente, l'ing. Cantarella, in rappresentanza della Camera di Commercio e dell'Unione Industriale, è entrato nel TOROC. Si è dimesso il Presidente dell'ASCOM, De Maria, ed è entrato al suo posto l'ing.
Cantarella. Perciò, c'è stato un cambio di rappresentatività, ma non voluto da noi - né da me, né dal Sindaco, né dalla Presidente Presso - ma voluto dall'Unione Industriale e dalla Camera di Commercio. Da questo, pensare che l'ing. Cantarella rientri organicamente nella struttura manageriale del TOROC, credo che ne passi! Sono tutte questioni che, alla ripresa dei lavori autunnali, verranno prese in considerazione.
Sulla questione dei ritardi - ritardi sì, ritardi no - e sulle polemiche che in queste settimane sono state fatte, personalmente le polemiche non mi piacciono mai. Non sono una persona che si butta o che trova risorse e spinte dal polemizzare con qualcuno piuttosto che con qualcun altro. Però sono convinto che l'Assessore Racchelli abbia fatto bene.
D'altro canto, colgo questa occasione per ribadirlo, perché si potrebbe paventare che l'Assessore Racchelli abbia fatto delle cose in modo distonico rispetto a me: no, l'Assessore Racchelli mi ha continuamente informato su tutte le questioni, su come si evolvevano. Alcuni aspetti li abbiamo anche discussi in Giunta e tutte le decisioni le abbiamo assunte insieme. Perciò, ritengo che abbiamo fatto ciò che ritenevamo corretto fare per la Regione Piemonte. Abbiamo chiaramente dimostrato e dichiarato, sia al Ministero, sia al CONI, sia al Presidente della Provincia che al Sindaco Chiamparino, che la nostra intenzione è di avere un ruolo maggiore all'interno delle Olimpiadi. Su questo non c'è ombra di dubbio, perch sarei ipocrita se non lo dichiarassi, ma con totale trasparenza e chiarezza.
Abbiamo ritenuto che questo ruolo dovesse addirittura essere, per i motivi che vi ho detto, esplicitato in legge, visto che in questa legge si potevano fare delle modifiche. Quello che è stato il risultato della mediazione è soddisfacente. Questo ruolo di cabina di regia è un ruolo che io ritengo essere estremamente positivo, che noi già esercitavamo, come vi ho detto, e che ancora eserciteremo in senso ancora più stringente e positivo, nell'interesse di fare le cose meglio per tutti, non essendo in competizione con Comune o Provincia.
Se mi permettete di fare una considerazione, visto il clima, devo dire che le critiche che in realtà qualcuno muove nei nostri confronti - e mi riferisco proprio a quelle della concordia istituzionale - più volte ho riscontrato non essere presenti nella cultura delle strutture che oggi governano le Olimpiadi.
Sono convinto che aver segnato questa distinzione, aver affermato nella correttezza anche costituzionale, il ruolo che la Regione deve esercitare sul tema delle Olimpiadi, sia un fatto salutare e serva obiettivamente al sistema per far sì che tutti i protagonisti, in un ruolo soddisfacente per tutti, possano dare il meglio di se stessi.
Questo è l'augurio e la garanzia che vorrei dare a quest'aula e a tutti i colleghi.
Non bisogna dimenticare che questa legge dovrà andare in Parlamento per essere votata, modificata e quant'altro. Perciò adesso stiamo facendo una proposta di modifica.
Questa proposta di modifica attribuisce al Presidente della Regione un ruolo di coordinamento. Io eserciterò tale ruolo esattamente come ho esercitato il ruolo di coordinamento nell'ambito della candidatura e in tutti i momenti che richiedevano un atteggiamento istituzionale di concordia tra Comune, Provincia e Regione. Questo è l'impegno che mi assumo e credo che sia anche quello che i miei Assessori e la mia maggioranza mi conferiscono.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Sanita': argomenti non sopra specificati - Formazione professionale

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle comunicazioni in merito alla formazione professionale e al rinvio del dibattito in merito alla Commissione d'inchiesta della sanità


PRESIDENTE

Stante l'ora e le determinazioni assunte nella Conferenza dei Capigruppo circa la chiusura alle 18.30, rinviamo la comunicazione relativa alla formazione professionale alla mattinata di lunedì. Dopodich inizieremo l'esame della legge finanziaria.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

C'era il problema relativo al CRESO, che l'Assessore Cavallera aveva segnalato e, in un certo senso, era stato prenotato durante la Conferenza dei Capigruppo. Sarebbe utile prevedere di esaminarlo lunedì prima dell'inizio della Finanziaria, perché - lo dico informalmente in aula credo che successivamente sarà difficile prevedere altri lavori del Consiglio regionale



PRESIDENTE

Tale argomento sarà inserito nell'o.d.g.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

C'era una serie di problemi su questi provvedimenti, ma anche su altri ed erano state sollevate perplessità nella Conferenza dei Capigruppo. Si era affermato che avremmo fatto il punto nella giornata di lunedì. Perch date per scontato che nella giornata di lunedì si concluderanno i lavori?



PRESIDENTE

Nessuno dà niente per scontato. Io, infatti, avevo previsto una riunione dei Capigruppo per mercoledì, allo scopo di valutare l'inserimento di altri provvedimenti. Però, visto che oggi non siamo riusciti a discutere in merito alla comunicazione sulla formazione professionale, effettivamente c'era questa esigenza condivisa. Se è condivisa, la possiamo inserire in apertura di seduta, per poi passare alla Finanziaria.
Inoltre, l'aula deve dare atto che la Commissione d'inchiesta speciale sulla sanità esaurisce i suoi lavori il giorno 28 luglio per scadenza del termine. Il Presidente Saitta, non avendo potuto svolgere, all'interno della Commissione, la relazione finale sull'attività svolta, chiede di poterne prorogare il termine di scadenza per un'unica seduta da svolgersi alla riapertura dei lavori, quindi nella prima settimana utile di settembre.
Direi che l'aula prende atto di questa richiesta e acconsente allo svolgimento di un'ulteriore riunione di detta Commissione.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Voglio intervenire perché, avendo avuto modo di rappresentarle, signor Presidente, di considerare la Commissione d'indagine sulla sanità una Commissione che mai ha svolto la funzione per cui era stata costituita avendo solo avuto lo scopo di comunicare ai giornali il risultato della discussione che avveniva nella giornata in cui essa stessa era convocata chiedo alla mia maggioranza di non dare l'autorizzazione a prorogarne il termine di scadenza al fine della presentazione in aula dei suoi risultati.
La Commissione non si è comportata correttamente, il suo Presidente non ha svolto un ruolo istituzionale come quello che è chiesto a me, ma convocava la Commissione e, una volta terminata, immediatamente emanava un comunicato stampa. Siccome di questa Commissione sappiamo già di tutto e di più, chiedo che non ne sia prorogato il termine.



PRESIDENTE

Prendo atto delle valutazioni del Presidente Ghigo e non pongo tale richiesta in votazione, per evitare di iniziare un dibattito in merito.
Risolverò il problema dal punto di vista istituzionale. Approfondirò il problema e comunicherò i risultati all'aula.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Presidente, scusi l'insistenza. Naturalmente, se il Presidente della Giunta regionale fa una richiesta alla sua maggioranza, peraltro condivisa la stessa la sostiene in pieno. Quindi, per quanto ci riguarda, la Commissione d'inchiesta termina i suoi lavori il 29 luglio, come deliberato dal Consiglio regionale.
Contestualmente, voglio però dire che la Commissione d'inchiesta deve terminare con una relazione, com'è noto. Siccome oggi, 29 luglio, il Presidente Saitta è già partito per le vacanze, l'unica via che intravedo è di ritornare - e siamo disponibili, come maggioranza - lunedì pomeriggio a partecipare ai lavori della Commissione per la stesura della relazione finale. Quindi, non si dica, se non sono prorogati i termini, che si vuole evitare la relazione finale; perché noi siamo pronti a lavorare lunedì per fare la relazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente Ghigo per la replica in merito alle Olimpiadi.
Sulla questione relativa alla Commissione speciale d'inchiesta presieduta dal Consigliere Saitta, invece, Presidente Ghigo, la inviterei a non perdere l'aplomb istituzionale che ha caratterizzato il suo mandato di Presidente della Giunta, ancora da lei oggi richiamato. La invito a questo affinché lei tenga presente che questa Commissione d'inchiesta è una Commissione consiliare. Le Commissioni d'inchiesta sono sempre fastidiose soprattutto per una maggioranza in carica che vede un organismo consiliare occuparsi di problemi e di temi che entrano nel vivo della carne della Giunta regionale.
Tenga presente, Presidente Ghigo, che sarà fastidioso, sarà criticabile ognuno di noi ha tanti difetti - però lei ha rivolto questa richiesta verso un istituto nato dal seno del Consiglio regionale. Se lei mantenesse un aplomb adeguato, come penso potrebbe fare, dovrebbe astenersi dal rigurgitare certe cose che ha dentro, che però rigurgita verso il Consiglio. La Commissione sarà stata gestita bene o male, però ci sarà tempo anche per lei di dare dei giudizi.
Io ho partecipato a questa Commissione; non avevo grandi intendimenti però vi ho partecipato. Nel sentirmi dire, come collega, che mai questa Commissione ha svolto il compito per cui era stata istituita, mi sento un pochino leso nel lavoro che ho svolto, al di là di cosa possa aver fatto un altro collega.
Presidente, le rivolgo l'invito a mantenere l'aplomb istituzionale, di cui lei si vanta di essere capace a vestire. Conservi questo abito, non entri in una polemica con una struttura consiliare. Lei è Presidente della Giunta, è il Presidente dei Presidenti, siamo qui in Consiglio, abbiamo una Commissione, ci lasci lavorare, Presidente, non scateni le forze della sua maggioranza verso finalità così di impedimento ad un procedere della Commissione, giorno più o giorno meno, solo perché lei deve sollevare un così piccolo problema. Aspetti queste conclusioni, le faccia fare.
La inviterei, quindi, ad una riflessione per questa notte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Certamente il Presidente Ghigo, in quanto Consigliere Ghigo, rispetto alla scadenza di una Commissione insediata fino al giorno 28, può in aula ripeto: come Consigliere, perché se lo fa come Presidente, essendo una Commissione consiliare, si potrebbe determinare qualche problema - chiedere che il termine venga rispettato. Non vi è dubbio in questa direzione, ma volevo solo ricordare ai colleghi che non fanno parte della Commissione - e che quindi non hanno potuto sentire direttamente il dibattito - e al Presidente che proprio in sede di Commissione - ed è oggi qui presente il Vicepresidente Gallarini - venne posto il problema del termine. Conclusa l'ultima relazione, al momento di trarre le conclusioni, vi fu una valutazione corale sull'impossibilità e sulla difficoltà temporale di poter concludere e di lasciare, esclusivamente la relazione finale, alla ripresa dei nostri lavori, per una ragione tecnica di difficoltà e di impossibilità, stante tutte le Commissioni convocate a raffica sulla Finanziaria regionale e sul documento di programmazione economico finanziaria.
Fu una decisione unanime e corale. E' proprio questa la valutazione che volevo sottoporre al Presidente e rappresentargli, in quanto non componente della Commissione, che quello fu l'ordine di discussione a cui ci attenemmo.
Chiedo quindi se è possibile ristabilire la decisione assunta unanimemente, tra maggioranza e minoranza, in Commissione. Chiedo anche al Vicepresidente Gallarini di confermare l'esito del dibattito, anche se è tutto riportato nei verbali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Gli interventi del Presidente Ghigo e del Consigliere Cattaneo mi trovano sostanzialmente concorde, perché - purtroppo - i lavori della Commissione sono stati, sia pure svolti in una clima sereno, un po' abbandonati al malvezzo mediatico.
Trovo comprensibile l'argomentare del collega Chiezzi, anche se non in sintonia con lo stile che la Presidenza della Commissione aveva tenuto o meglio, il Presidente della Commissione aveva tenuto, tanto da rendere quasi ultroneo ogni intervento di chiusura sul punto.
Per queste ragioni, ritengo che la richiesta del Presidente possa trovare soddisfazione, proprio alla luce delle ultime considerazioni svolte in sede di Commissione in cui si è detto, in effetti, che la Commissione chiudeva non con un'interpretazione critica dei lavori, ma con un indice di quanto accaduto. L'accaduto, ma soprattutto ciò che era stato comunicato era sicuramente soverchio rispetto ai doveri istituzionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Intervengo per esprimere una mia valutazione, visto che dalla collega Manica sono stato citato come Vicepresidente della Commissione.
E' ovvio che come Consigliere mi allineo alle affermazioni del Presidente Ghigo e del mio Capogruppo Cattaneo. Ritengo, al limite, che si potrebbe trovare una soluzione senza contrasti.
Nell'ultima seduta di Commissione si era deciso di non prorogare i termini del 29 luglio. Il Presidente Saitta ha distribuito una relazione definita "notarile", nel senso che è stata predisposta dagli uffici con la cronologia delle varie sedute di Commissione e l'elenco allegato delle documentazioni che di volta in volta la Commissione aveva acquisito.
Infatti, io stesso dissi al Presidente Saitta: "La realtà emersa dai lavori di Commissione è una sola". Ovviamente, all'interno della Commissione composta da 31 membri, ci sono componenti di maggioranza e di minoranza. Il "filtro" politico, con cui ogni parte ha visto quella realtà, è necessariamente diverso. Non possiamo essere ipocriti e fingere di poter vedere la stessa cosa da due angolature diverse. Allora dissi: "Per quanto ci riguarda, raccoglieremo elementi e li confronteremo con quelli offerti dal Presidente Saitta". Ma se, a questo punto, dopo le dichiarazioni del Presidente Saitta, volessimo chiudere, si può chiudere conciliando le due cose, non andando oltre ed assumendo la relazione notarile già esistente (quella stessa relazione definita asettica dal Presidente Saitta).
E' ovvio che tale relazione verrà commentata ed illustrata da ognuno dei 31 componenti della Commissione, come meglio riterranno, sia dal punto di vista politico che istituzionale.
Ho svolto queste considerazioni solo per dare un piccolo contributo al Presidente Cota, che, alla luce di quanto emerso, si trova nella posizione di dovere chiudere una situazione. A me sembra che possa essere chiusa rispettando i tempi e i modi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Intervengo quasi per fatto personale, nel senso che probabilmente una mia affermazione è stata da me esplicitata in maniera non corretta.
Quando ho affermato che il Consiglio dovrebbe sentirsi esautorato dai lavori, mi riferivo al fatto che ho trovato, sia come Consigliere che come Presidente, non istituzionalmente corretto il fatto che i contenuti del lavoro di questa Commissione fossero già noti agli atti.
La domanda che pongo al Consiglio è se dobbiamo ancora ascoltare una relazione che tutti conoscono per filo e per segno, solo per dare la possibilità a qualcuno di esercitare la propria capacità oratoria. Insomma!



PRESIDENTE

Terrò conto di tutte le osservazioni avanzate.
Il problema lo risolverò io dal punto di vista istituzionale, tenendo conto che comunque un dato è chiaro: la Commissione, di fatto, ha svolto la propria attività. Perciò possiamo contemperare la non proroga, quindi la scadenza effettiva al 28 luglio, con le esigenze di individuare in Consiglio una modalità di discussione del risultato del lavoro di questa Commissione.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.40)



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